DELLA SOSTENIBILITÀFIERA NELLA NATURA ALPINA 6ª edizione LA COMPAGNIA DELLA VALLE CAMONICA2017 MIGLIOR ORTO ALPINO PREMIO AL

DELL’O R T O

LA COMPAGNIA FIERA 6ª edizione DELL’ PREMIO AL R O MIGLIOR ORTO ALPINO Consorzio Comuni BIM Comunità Montana

DELLA SOSTENIBILITÀ NELLA NATURA ALPINA DELLA SOSTENIBILITÀ NELLA NATURA di Valle Camonica di Valle Camonica O T DELLA VALLE CAMONICA 2017

FIERA DELLA SOSTENIBILITÀ NELLA NATURA ALPINA

INTRODUZIONE ch’è semprepienonelronzio dell’api! rotondi, d’oro, il grandegirasole nuovo d’aprile;edalto, co’ suoicapi dei vespri,dopomezzogiorno, alsole gialle, ch’hannounodore... come ilsuono neri, mabuoni;equellemieviole coi ricciutellicavoli,chesono che sadibiancoerendeodorfesta; per SanGiovanni;conlospigobuono, con lecipolledicuifolaresta suona coichicchi,simileasonagli; coi papaverirossi,lacuitesta o primavera!conquelverded’agli, via via;cheappenamorto, eccoèrisorto: col suoradicchiocheconviench’iotagli E comel’amoilmiocantucciod’orto, RTO L’O A tuttiinostriconcittadinidedicoquestapoesiadiGiovanniPascoli l’ambiente dituttiequindiciascunonoi. ne diunpiccoloortopuòdaunaparteavvicinarelepersoneallanatura,dall’altrapossaanchecontribuireamigliorare ziamento, quellodellaComunitàMontanaedell’interaValle Camonica.Credochesel’attenzioneelacoltivazio- Alla giuria,aicollaboratoridelParco Adamelloedinparticolareaipartecipantialconcorsovailmiopersonale ringra- regalando colorealpaesaggioconiprodottidellaterra,sempremoltoapprezzatisulletavoledellefamiglie. il fortedesideriodellacomunitàdiviverepienamenteterritorio, preservandolocontenacia,passioneededizione Come neglianniprecedenti,l’interesseèstatomoltoalto, aconfermadellabontàdell’evento. I28iscrittidimostrano proprio lemboditerreno, arricchendoloconifioriefruttidell’ortoconsideratodasempreluogodidialogoscambio. Il concorsointendepremiarelafaticadichiconenormepassioneeassiduolavoro, dedicailsuotempoallacuradel ne dellaFieraSostenibilitànellaNaturaAlpina,haindettoilConcorso“MigliorOrtoAlpino” camuno. Per ilterzoannoconsecutivo laComunitàMontanadiValle Camonica–Parco Adamello, nell’ambitodella sestaedizio- Presidente dellaComunitàMontana diValle Camonica Oliviero Valzelli Una ricerca recentemente condotta dalle Università di Torino e di Pollenzo ha evidenziato quanto gli orti alpini risultino essere, oltre che una riserva di agrobiodiversità, anche strumenti per sostenere e valorizzare l’identità di chi opera nelle comunità locali. Questo è tanto più vero in quanto, come verrà evidenziato dalle pagine che seguono, dopo tre anni di visite e incontri negli orti camuni abbiamo scoperto, oltre a straordinari patrimoni naturali che credevamo persi, anche saperi antichi che pensavamo dimenticati. Invece, erbe domestiche e selvatiche, piante, fiori e con esse storie e sapori traboccano da questi scrigni di biodiversità raccontandoci di spe- cie vegetali e di saperi umani vivi e vivacemente presenti nel nostro territorio. Scrive Vesna Roccon in Montagne in rete, sito che si occupa di ricerca, cultura e vivibilità delle nostre montagne, “…gli orti alpini diven- gono così un tratto identitario delle comunità locali e spazi dove il tramandare attivo trova impiego e può essere condiviso convivial- mente …”. È questo aspetto, ovvero quello della convivialità, che vogliamo maggiormente sottolineare con la terza edizione del premio al miglior orto alpino della Valle Camonica. Uno scambio di saperi e di pratiche che rende i nostri orti cellule preziose di un corpo sociale che per altri versi la modernità e le modalità con cui i rapporti sociali oggi si esprimono (molto spesso mediati da strumenti digitali: Facebook, Instagram, Twitter…) non consentono: quello scambio di pratiche e di sapere attivo di cui l’orto e chi lo coltiva sono protagonisti. È questo un aspetto da non sottovalutare che va al di là della qualità, della bellezza e dell’armonia degli orti e che li accomuna attra- verso la sapienza e la pazienza dei loro gestori all’interno di un sapere collettivo, tanto più prezioso oggi che in passato, proprio per la marginalità con cui esso si rappresenta. Avere suscitato attenzione verso orti, ortolane e ortolani di Valle Camonica ci rende orgogliosi. Ma tutta la società camuna dovrebbe essere orgogliosa di ciò e per far questo e per rendere più esplicita l’attenzione e il piacere di

L’ORTO METAFORA DELLA VITA METAFORA L’ORTO godere con la vista - anche attraverso una recinzione - della bellezza, dei colori e dell’intensità di profumi che emanano i nostri orti, ab- biamo pensato e previsto per la prima volta una nuova forma di attestato: un “Diploma all’orto”. Questo “diploma” potrà essere appeso da ciascun ortolano o ortolana sulla recinzione dell’orto, su un albero, su un paletto apposito messo in bella vista in modo che susciti l’attenzione e la curiosità di coloro che abbiano a transitare nelle sue vicinanze. Così le persone che transiteranno davanti all’orto ne verranno attratte, potranno ammirarne la bellezza, magari esser indotti a fermarsi, a far due chiacchiere, a commentare … ad iniziare a coltivare anche loro un pezzetto di terra, se già non lo fanno, cercando di ricreare con le loro mani in un angolo di paradiso. Crediamo così di contribuire ancora meglio e di più a sostenere rapporti sociali veri, aiutando a scambiare opinioni e sentimenti, per costruire comunità.

Dario Furlanetto Direttore del Parco dell’Adamello PREMIO MIGLIOR ORTO ALPINO 2017 a vellutatigarofanini eaisorrisischiettidelle margherite. Rivedo ilcanto dolceeviolettodisettembrini vicinoarosmarinoeinsalate. Sentoilprofumo difoglieodorosementa fioritaaccanto gra “brigata” ortolana. Penso aigiallidoratidellecalendulecheaiutanoatenere lontanoparassitiodiosi,chefacevanocapolinotracavoli efagioli,inun’alle- vario, piùbello. In particolarequest’annoperò mihannocolpitoitantifiorichesiaccompagnavano allecoltivazioni,perrenderel’ortopiùsano, più una bellezzapresagadigustosissimi sapori. I pomodori più vermigli, i più pieni e luccicanti, le melanzane tanto lucide e violacee come rubini, le mele verdi e profumate emanavano no checiòfossebello necessariamenteanchebuono*,nientedipiùveronell’orto! Quest’anno ancoradipiùhoapprezzatoildesideriodegli orticoltoricamunichel’ortosiaanchebellooltrebuono. IGreciriteneva - magari conmontagneregaliafarlorodacustodietestimoni nelpanoramaunicodellaValle. terra: personechedallacittànonvedonol’oradiscappare acurareestarebenelorostessitrascorzoneramirtilli,zucchezinnie, verso ilselvaticociòchecontantafaticaerastatoadesso strappatoneglianni.Parlano anchediunnuovoritornoalcontattoconla Questi ortiavolteparlanodistoriefamigliacheritrovano continuità,avolteraccontanodiricercacaparbianonlasciareandare Quotidiano. Tenace. Capaceditrasformare, preservare, tramandare. più chemaihoavutolagioiadiscoprirelembipaesaggio preservatioriconquistatigrazieallacuradell’uomo. Unlavoroimmenso. ciò cheharicevutoeripaga,generosamente, lemanichehanno zappato, seminato, irrigato, concimato, potato, curato. Quest’anno Quando siarrivainvisitaadunorto, nonc’è quasibisogno diparole, l’ortoparla,anzicantadasololasuacanzone, mostraildonodi trasformare “sterpaie” per“darefruttimigliori”. Edèquestocheancora,eforseancorpiù,hovistodurantequesta edizionedelPremio. tura ilmiracolodellaVita.“Nellaterravisonoelementidi tutto”, maèsoloconillavoro diuominiedonneappassionaticheèpossibile coltiva un orto ha giàvintoin partenza: perché “in mezzo alle zollerimosse” dà vita a germoglideliziosi. Assiste e condivide con la Na- rizzato daunaspecificapeculiaritàchelorendonounicoeinteressante, pienodivalore. Cometreannifa,ripetoamee Voi, chechi Come ogniannosièpostoilproblemadisceglieretreortidapremiare, quandociascunodegliorticandidatièmeritevoleecaratte- frutti meravigliosi. degli orticoltori camunisappiaricamarequestaterraconpreziosilembiin cui laNatura,addomesticatae –direi- “accarezzata” dona il terzoannohoavutopiacerediconoscereluoghiepersonespeciali.Hopotutoancoraunavoltaapprezzare come illavorotenace Per ilterzoannoconsecutivo hol’onoredavverograndedipresiedereilPremioperMigliorortoalpinodellaValle Camonica.Eper diamo vitaaigermogliinmezzoallezollerimosse.” prevalgono sullesterpaieneldarefruttimigliori siamo noiche, solcandolacolnostroaratro, perché nellaterravisonoelementiditutto: “Sappiamo tutticheicampi,bencoltivati, Lucrezio, Dererumnatura I fiori nell’orto hanno sempre avuto storicamente un loro spazio. “..l’orto è stato, effettivamente, il primo giardino dell’uomo” sostiene Aldo Mo- linengo nel suo interessantissimo testo “Orto di casa antico segno alpino della famiglia contadina” (2010, Priuli & Verlucca). Spesso in passato i fiori erano coltivati per essere “destinati a testimoniare un vivo ricordo nei cimiteri” (Molinengo, op.cit.), ma tanti erano e sono i “tipi di fiori ogni mese. Anche quando l’orto è «fermo», nel periodo invernale, gli ellebori sanno decorarlo con eleganza, per poi riprendere ai primi tepori di febbraio e marzo con tulipani e giacinti. … Poi rose, gladioli, dalie e, tra la tarda estate e l’autunno, un’innumerevole quantità di asteracee che, per tradizione sono i fiori più utilizzati, perché hanno lo stelo più lungo, per poterli mettere in vaso in chiesa o al camposanto.” (Molinengo, op.cit.)

L’orto già bello di per sé per i suoi allineamenti regolari, gli accostamenti di fogliame vari per colori e forme, nei fiori trova un ulteriore elemento di splendore per coronare la bellezza di una fatica quotidiana: quella di prendersi cura della terra, del paesaggio e di sé.

Post scriptum: quest’anno si desidera porgere un particolare saluto ammirato agli orticoltori della Val d’Ultimo che in fatto di fiori e orti la sanno davvero lunga! ma tanti erano e sono i “tipi di fiori ogni mese. Anche quando l’orto è «fermo», nel periodo invernale, gli ellebori sanno decorarlo con eleganza, per poi riprendere ai primi tepori di febbraio e marzo con tulipani giacinti. … Poi rose, gladioli, dalie e, tra la tarda estate e l’autunno, un’innumerevole quantità di asteracee che, per tradizione sono i fiori più utilizzati, perché hanno lo stelo più lungo, per poterli mettere in vaso chiesa o al camposanto.” (Molinengo, op.cit.)

L’orto già bello di per sé per i suoi allineamenti regolari, gli accostamenti di fogliame vari per colori e forme, nei fiori trova un ulteriore elemento di splendore per coronare la bellezza di una fatica quotidiana: quella di prendersi cura della terra, del paesaggio e di sé.

Post scriptum: quest’anno si desidera porgere un particolare saluto ammirato agli orticoltori della Val d’Ultimo che in fatto di fiori e orti la sanno davvero lunga!

Orto in Val d’Ultimo (foto Dario Furlanetto)

Orto in Val d’Ultimo (foto Dario Furlanetto)

* “bello"bello ee buono”:buono": καλ...... ,ὸς κἀγαθός, ((kalòskalòs kagathòs), kagathòs), intesointeso come "valoroso«valoroso in in guerra" guerra» e equindi quindi "in «in possesso possesso di tutte le virtù» esteso poi ad altro. di tutte le virtù" esteso poi ad altro.

FRITTATA ALLE ALLE ERBE ERBE PROFUMATE:PROFUMATE: Ingredienti IngredientiQualche uova fresca di pollaio di galline ortaoiole, una manciata di foglie di menta (specie varie), qualche foglia di Savurecc e di Erba di san Piero, qualche ciuffo di erba cipollina, grana a piacere sale, pepe. QPreparazioneualche uova fresca di pollaio di galline ortaoiole, una manciata di foglie di menta (specie varie), qualche foglia Recarsi di nel pollaio Savurecc dell’orto e di a prender Erba qualche di san bell’ovino Piero, qualche ciuffo di erba fresco, cipollina, in una ciotola grana rompere a piacere le uova sale, pepe. e sbatterle con sale e pepe, intanto si sa- ranno raccolte nell’orto le erbe, lavatele, asciugatele e tritatele, godendo del profumo delizioso di ciascuna. Aggiungete il formaggio grana grattugiato alle uova sbattute. Mettete a scaldare la pentola antiaderente e appena calda versate il composto delizioso. Sarà una meraviglia per il palato già dopo pochi minuti!

Buon appetito al profumo di orto!

Se li avete e volete aggiungete qualche fiore blu di borraggine (consiglio di Lara)

Lara Giamporcaro Presidente Commissione Premio Miglior Orto Alpino

Lara Giamporcaro Architetto paesaggista, nasce a Gallarate (VA) nel 1970 e da bimba si appassiona subito alla campagna e al paesaggio dei meleti del centro della Francia, dove va a trovare i nonni materni. Si laurea in architettura, con una tesi di inserimento paesaggistico della superstrada per la Nuova Malpensa, dopo un anno di programma Erasmus alla scuola di agraria di Copenaghen. Collabora da allora con il Politecnico di Milano sui temi del paesaggio vegetale. Ha lavorato con il Parco Lombardo della Valle del Ticino e ha piantato parecchi alberi. Collabora come professionista con Enti e Studi Privati. Le piante del bosco sono la sua passione. RIFLESSIONI di ALCUNE ANTICHE ORTICOLE Anders Dahlè statodatoilnomealladalia checonilsuocolorerosso rallegra ibordidelleaiuoledegli orti. grande padre della botanicaCarlvonLinné aicolleghisvedesi,padre e figlio, Johannise OlaiRudbeck,mentreancora dallosvedese È necessarioquindiaccompagnare leaiuolericchedipianteeduliconnotecolore. Gradevole èilgiallodellarudbeckia,dedicatadal screziato deglispinaci. Nell’orto sipossonoenumerare numerosetonalitàdiverde:daltenuedelradicchio edell’insalatina,almetallicodeicavoli,cupo que lamedicinanaturaleconsidera ilRabarbaro unottimorimediopermigliorarelefunzioni digestiveeintestinali. Viene impiegataconsuccesso perregolareladigestioneagendosullasecrezionedei succhigastriciedellabile. Ingeneralecomun- ristico, quindivautilizzata esclusivamentesottolaguidadiunmedico-fitoterapista. stelo floralechelapiantaproduceinavanzataprimavera. La radicedel Rabarbaro (rizoma), grossaefibrosa,hausoprettamenteerbo- Una piccolanotapratica:sedesideratechelefoglie, quindiipiccioli,raggiunganodimensioniconsiderevoli,ricordatevidieliminare lo e producanodelletenerepiantinedatrapiantareinterra nudasenzaparticolaricure. o sciroppi.IlRabarbaro siriproduceconisemiche vannopiantatiprimainunvasettoaspettandoche, dopoquindicigiorni, germinino un picciolo lungo e carnoso con sezione trapezioidale che, privato dell’involucro esterno e filamentoso, siusaper preparare marmellate metro emezzodialtezza,congrandifogliebasalivariabili performaedimensioniasecondadellenumerosespecie;questepresentano Le dimensioni che questa pianta di origini orientali raggiunge consigliano di seminarla lontana da altre colture, infatti spesso supera il Per dareunanotadiamaroallatavolaèconsigliabileriservareunampioangolodell’orto allacoltivazionedelRabarbaro (radixbarbara). deriva ilsuonome:dalterminelatino“Levare”, cioètogliereoalleviare. bio. Gliinfusiaiutavano ladigestioneecalmavanoidoloridistomaco. IlLevistico hanumerosealtre proprietàlenitiveeforsedaqueste terapeutiche: senefacevanodecottiperfavorirel’eliminazionedeiliquidineitessutiecombatterequindigotta emalattiedelricam- essere aggiunti al pane in sostituzione del cumino. Nelle antiche farmacie dei conventi si attribuivano al Levistico numerose proprietà Del Levistico nonsigettanulla,anchelaradicepuòesseregrattuggiataeutilizzatacomecondimento, mentreisemiaromaticipossono prezzemolo. Èinoltreutilenelminestroneeperdarsaporeastufati,brasati,bollitifrittate. questi ultimiannièstatoriscopertocomepropostadipiattidalsaporeanticoneiqualisostituiscelatradizionale battutadisedanoe dagli antichiromanicomecomponentedellesalseacriperaccompagnarelecarnieilpesce, èstatoinseguitoquasidimenticato. In Nel casosiprovengadaseme, convieneprepararepiantinedi10-15cmdatrapiantareinseguitoterrenobenzappato. Conosciuto L’introduzione nell’ortoavvieneinprimaverapersemeodivisionedeicespi dallepiantemadri. dalla Germaniaspontaneizzandosinellevallate, dovevegetadai700finoai1500mneipressidellemalgheocentriabitati. nell’orto deisempliciaCapodiPonte. Questaapiaceamoltosimileadunnormalesedanoèoriginariadella Persia edègiuntainItalia Ho vistocoltivareilLevistico inunpiccoloortoaStadolina enesonostato sorpreso, proponendomidifarmidonareisemidaintrodurre questo brevescrittonevogliocitareedescrivernebrevementesolounpiccolonumero:ilLevistico, ilRabarbaro elaBorragine. Sono piante, intesoinsensobotanico-quindinonalberi–conosciuteperl’usoalimentareomedicinalefindaitempipiùremoti.In siderazioni sullacuradeivegetalicoltivati,hoindividuatoalcunespeciecoltivate, percosìdire, amacchiadileopardo. Nelle varievisiteagliortialpinieffettuateinquestiultimitreanni,oltreadaverincontratopersonestraordinarie e ascoltatolelorocon- Levistico Boraggine Rabarbaro Da questa algida nordica nazione quindi deriva il nome di due fiori coloratissimi e di grande effetto paesaggistico, facili da coltivare, pronti a passare dagli orti ai vasi centro-tavola delle nostre case. Meno vistosa è una piantina con fiori penduli che vanno dal bel colore azzurro cielo al giallo nel centro della corolla. Si tratta della Borragine dalle grandi e conosciute proprietà sia alimurgiche che medicinali. La Borago officinalis è una pianta erbacea annuale che cresce ovunque fino a 1200 metri. Le foglie della Borragine sono ovali, rugose e ricoperte di peli pungenti. I fiori sono molto apprezzati e bottinati dalle api, in quanto ricchi di nettare. Con le giovani foglie si possono preparare insalate oppure, se bol- lite con olio e limone, aggiunte nei minestroni, nel ripieno dei ravioli e nelle torte salate. Buone, come quelle di salvia, anche fritte in pastella. Ma la meraviglia accade quando i fiori azzurri della Borragine vengono utilizzati per guarnire e dare colore a piatti a base formaggi e uova sode. In questo sono un antico e magnifico gesto per rallegrare le nostre moderne tavole.

Enzo Bona

Enzo Bona informatico e botanico. Collabora con il Museo di Scienze Naurali di , fa parte del Centro Studi Naturalistici Bresciani ed è socio della Società Botanica Italiana. Membro del Gruppo Europeo di Pteridologia ha al suo attivo numerose ricerche e pubblicazioni sulle “felci”. In campo botanico ha al suo attivo più di 100 articoli scientifici. Si occupa di software per la cartografia floristica e ha progettato i maggiori database per l’imbiancamento dei dati floristici. Nel 2009 è stato nominato socio effettivo e accademico dell’Ateneo di Scienze e Lettere di Brescia. LA TRADIZIONE ALPINA DELL’ORTO senza dubbio accomunareaiprodotti di produzioni ecocompatibili possiamo parlare difilieracorta,tracciabilità e Oggigiorno, inuntempocuisisente vegetale. cando uninsiemedialimenti diorigine Verdura èsinonimodiortaggio, identifi- semplice definizionedi“verdura”. questi piccoliappezzamentibenoltrela tiche culturali che portano iprodottidi quantitativi d’acquaediletame;pra- una conoscenzadeitempidisemina; in ordineeproduttiviapprofondendo no faticaedurolavoropermantenerli o cheadunavenerandaetàaffronta- per curarelaloropiccolaoperad’arte; volta lasettimanaesalgonoinvalle ad esempio, partonodaMilanouna mento allaterradeiloro proprietari che, Questi orti esprimono il forte attacca- tagna. definirli deiverieproprigiardinidimon- floristiche cheliornano, portandomia pennellate dicoloredellevariespecie si arricchiscedivarietàorticolee microcosmo cheogniannosiamplia, passione, miapreunmondoaparte, un persone chelicoltivanoconsacrificioe vedere questiluoghiedilconoscerele Devo riconoscerechesemprepiùil tecipazione allagiuriadivalutazione. rassegna ed alsecondodellamiapar- Siamo giuntialterzoannodiquesta dell’orto questi vocaboli, ma ad essi possiamo aggiungere semplicità e genuinità. Questi due ultimi elementi accomunano la cultura gastrono- mica della gente di montagna della nostra valle, insieme ad un altro elemento che, mi raccontava una signora di durante la nostra visita al suo orto, in parte ancora oggi, ma certamente di più in un passato non molto remoto si chiamava “Fame”. Fame, genuinità e semplicità davano origine ad una cucina povera che sfruttava, per saziare quanti ne fruivano, anche tutte le proprietà nutrizionali dei prodotti dell’orto. In montagna si mangiavano le castagne e se ne faceva farina per vari utilizzi; si mangiavano, come diceva la Signora Severina di Garda, le rape cotte sotto la cenere; fagioli e patate oltre a quanto si poteva trovare nei boschi, funghi ed erbe selvatiche che venivano poi, per comodità, trapiantate nel proprio orto. Le verdure, per definizione, sono quelle di colore verde, ovvero quelle in foglia, in fusti o bulbi commestibili sino ad arrivare a certi frutti, radici, semi e tuberi.

Questi vegetali si accomunavano tra loro per una serie di caratteristiche ben definite. Contengono molta acqua, fino al 95%, contribuendo ad evitare problemi di disidratazione. Presentano una grande abbondanza di fibre alimentari che influiscono positivamente sul buon funziona- mento dell’intestino e sulla pulizia del colon. Hanno uno scarso apporto energetico in quanto le loro calorie sono date da carboidrati semplici. Alta è la loro concentrazione di vitamine A, C, E, K nonché di acido folico e sali minerali come potassio, magnesio, zinco e selenio. Presentano molecole nutrizionali utili a mantenere un buono stato di salute con proprietà che si spingono sino a mantenere bassi i livelli di colesterolo ed a svolgere una funzione antiossidante. Infine contengono molecole che riducono l’assorbimento di certi nutrienti. È doveroso ricordare che la verdura dovrebbe essere consumata principalmente cruda mantenendo così tutte le sue caratteristiche nutrizionali. La cottura ci permette di mangiarne forse di più, con il problema di abbassarne i valori nutritivi ma con il vantaggio di alzare la quantità di fibra ingerita.

Un’altra attenzione, nei confronti dell’orto, che molti dei nostri protagonisti dell’orto alpino hanno messo in atto e che, da completo profano, mi ha colpito è la pratica della consociazione tra specie.

Questa tecnica consiste nella coltivazione di diverse specie, sia orticole che vegetali, i cui rapporti generano benefici alle diverse piante considerate. I meccanismi dell’interazione sono molti e vanno dalla semplice protezione, come le bordure fatte con il mais, al vero e proprio sostegno delle specie rampicanti, fino allo scambio di sostanze utili tra le diverse specie interessate.

La consociazione più utilizzata è quella con il mais. Questa pianta è arrivata tra noi portata da Pietro Gaioncelli, condottiero, cavaliere e poi viaggiatore e geografo, nato a il 29 giugno del 1566. Nel 1630, in uno dei suoi viaggi in America, scoprì questo cereale ed al suo ritorno in patria ne ripose quattro chicchi nel fodero della spada. Due di essi vennero rovinati dalla punta metallica mentre gli altri, rimasti intatti, ven- nero piantati nel campo di proprietà a Volpino, dove fruttarono il 100%. Da qui il mais si diffuse in tutta la valle e quindi nel resto della regione. Il connubio perfetto per la consociazione è tra mais, fagiolo e zucca.

Gli scambi fra mais e fagiolo non sono puramente meccanici di sostegno ma anche di scambio di sostanze nutrienti. Il fagiolo è di fatto un noto azotofissatore che pertanto ringrazia il mais del suo sostegno fornendogli sostanze nutritive. La zucca svolge invece un’azione protettiva ricoprendo il suolo con le sue larghe foglie ed impedendo di fatto la crescita delle erbe infestanti. Nutrizionalmente la consociazione di queste tre piante ha dei risultati più che positivi. Il mais contiene amido, potassio e vitamina K; dai semi si ricavano farina e olio; la famosa “barba” della pannocchia è inoltre un ottimo diuretico. I fagioli sono legumi con alto valore proteico e contengono tutta la gamma degli amminoacidi essenziali alla nostra buona salute, hanno inoltre la proprietà di abbassare glicemia e colesterolo. La zucca è totalmente priva di grassi, contiene molta fibra, vitamine, potassio ed anche i suoi semi costituiscono un ottimo diuretico. Da quanto sentito e visto durante i sopralluoghi e scritto in merito all’orto alpino ed al grande valore sia di nutrimento che di beneficio per la nostra salute che deriva dai suoi prodotti, si evince che la “pratica di tenere l’orto” va ben oltre gli aspetti paesaggistici o di semplice tradizione mantenuta, ma si identifica come un obiettivo primario per migliorare la qualità della nostra vita. Spesso ricorriamo a medici e farmacisti per chiedere vitamine, diuretici, sali minerali e quant’altro, prodotti realizzati chi sa come, e non sappiamo che quanto ci serve lo possiamo trovare nel nostro orto, in uno spicchio d’aglio, in una foglia di lattuga o di cavolo o in una semplice e banale cipolla.

Flavio Salvini

Flavio Salvini Insegnante in pensione, naturalista, Ispettore Onorario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia, Guardia Ecologica Volontaria, ha al suo attivo numerose pubblicazioni di carattere storico, ambientale sulla Valle Camonica oltre a film e documentari naturalistici. Si occupa di Educazione ambientale e fotografia naturalistica. ★ PRIMI CLASSIFICATI Primo premio Giovanna Calvetti Loveno () Secondo premio Giancarlo Ducoli Breno Terzo premio Saverina Gulberti Garda (Sonico)

Gli altri protagonisti dell’edizione 2017

01 Giuseppe Bezzi Passo del Tonale () 02 Adelaide Mossini Doverio () 03 Silvia Cisani Doverio (Corteno Golgi) 04 Giovanni Bianchi Megno (Corteno Golgi) 05 Veronica Berneri Ronco (Corteno Golgi) 06 Angelo Pedezzi Lombro (Corteno Golgi) 07 Luigi Plona Sant’Antonio (Corteno Golgi) LA COMPAGNIA 08 Alessandra Pedrotti 09 Alberto Fanetti 10 Renata Bronzini Malonno 11 Luigi Bernardi 12 Carlo Ronchi Andrista (Cevo) DELL’ R O 13 Cinzia Boniotti Grevo () PARTECIPANTI AL PREMIOO MIGLIOR ORTO ALPINOT DELLA VALLE CAMONICA 2017 I partecipanti al “Premio Miglior Orto Alpino” Comune (limiti amministrativi)

Ponte di Legno PRIMI CLASSIFICATI Parco dell’Adamello Temù Primo Premio. Giuseppe Baffelli - Secondo Premio. Rachele Gaudiosi – Valle (Saviore dell'Adamello) 1 Terzo Premio. Francesco Pezzoni – Vezza d’

SECONDI CLASSIFICATI (in ordine geografico - Nord/Sud) 2

1. Rosaria Redaelli - Ponte di Legno 3 2. Luciana Chiappini – Stadolina (Vione) 4 3. Sergio Corvi – Vezza d'Oglio 4. Giulia Trotti – Monno

5. Caterina Taddei – Megno (Corteno Golgi) Edolo 24 6. Maria Taddei – Megno (Corteno Golgi) Edolo 7. Veronica Berneri – Ronco (Corteno Golgi) 8. Caterina Savardi – Doverio (Corteno Golgi)

9. Adelina Mossini Canti – Doverio (Corteno Golgi) Corteno Golgi 10. Maddalena Marniga – Doverio (Corteno Golgi) 25 Sonico 11. Valentina Brangi – Galleno (Corteno Golgi) 5-23 26 12. Maria Brichetti – Sant'Antonio (Corteno Golgi) 13. Caterina Plona – Sant'Antonio (Corteno Golgi) Saviore dell’Adamello 14. Fabio Mariotti – Sant'Antonio (Corteno Golgi) Malonno 15. Nino Brichetti – Sant'Antonio (Corteno Golgi) Cevo Berzo 2 Demo 16. Luigi Plona – Sant'Antonio (Corteno Golgi) 28 17. Stefania Moraschini – Sant'Antonio (Corteno Golgi) 27 11 18. Stefano Moraschini – Sant'Antonio (Corteno Golgi) Paisco Loveno Cedegolo 19. Nino Brichetti – Sant'Antonio (Corteno Golgi)

20. Tomasina Plona – Sant'Antonio (Corteno Golgi) 29 Cevo 21. Maria Moraschini – Sant'Antonio (Corteno Golgi)

22. Maria Rosa e Sandra Moraschini – Sant'Antonio (Corteno Golgi) Ono S. Pietro Cimbergo 23. Lucia Giacometti – Sant'Antonio (Corteno Golgi) 24. Andrea Bera e Boninchi Silvana – Edolo 30 25. Severina Gulberti – Garda (Sonico) 26. Valter Maffessoli – Malonno 27. Lucia Omassoli – Paisco (Loveno) 31 Ceto 28. Vilma Valra – Cevo 29. Cinzia Boniotti – Grevo (Cedegolo) 3 Breno Braone Borno 30. Martino Pietroboni – Nadro (Ceto) Malegno 33 31. Aldo Bonfadini – Braone Cividate Camuno 32 32. Emiliano Boninchi – Breno 23 Breno 40 41 33. Luca Carimati – Breno 34 34. Apollonia Tottoli – Campolaro (Prestine) 46 35 38 37 35. Francesca Ponti – Bienno 36 36. Mario Baroncini – Bienno 39 44 1 37. Sonia Spagnoli – Val Gabbia () 43 42 45 Berzo 38. Centro Diurno – Dipartimento di salute mentale – Inferiore Bienno 39. Marco Federici – Esine 40. Giovanni Rinetti - Piancogno Esine 41. Gualtiero Abbiati –Piancogno 42. Scuola Primaria di Angone – Angone (Darfo Boario Terme) 47 43. Faustino Pennacchio – Angone (Darfo Boario Terme) 48 44. Ennio Pavan – Anfurro (Angolo Terme) Piancamuno Comunità Montana di 45. Vincenza Inversini – Angolo Terme 46. Alessandro Inversini – Angolo Terme Valle Camonica 47. Antonietta Zanardini – 48. Francesco Ramazzini – Pian Camuno

Comune (limiti amministrativi)

Parco dell’Adamello

1

Vezza d’Oglio Temù Ponte di Legno Vione

Monno Incudine

I partecipanti al “Premio Miglior Orto Alpino” 8 Edolo Edolo Ponte di Legno

PRIMI CLASSIFICATI Temù Sonico Vione Corteno Golgi

1 Primo Premio. Luigi Plona (Corteno Golgi) 2-7 3 Secondo Premio. Maria Masneri (Sonico) Vezza d’Oglio 14 Valter Maffessoli Capo di Ponte Malonno 3 Terzo Premio. Sergio Turetti (Capo di Ponte) 2 9-10 15 Aldo Bordieri Cimbergo 11 SECONDI CLASSIFICATI (in ordine geografico - Nord/Sud) Monno 16 Maria De Marie Cimbergo Berzo Demo Cevo Incudine 1. Samanta Zani (Ponte di Legno) 17 Paolo Bianchi Niardo Paisco Loveno 12 Saviore dell’Adamello 2. Ferrari Bruno (Temù) 1 3. Menici Alba (Temu) 5 4 18 Maria Lucia Salvetti Dosso Portole - Mezzarro (Breno) Sellero Cedegolo 4. Piazzani Ventura (Incudine) 13 Paspardo Cevo 19 Pierfausto Berroni Bienno Capo di Ponte 5. Passeri Albino (Monno) Edolo 6 6. Lorenzi Donatella (Edolo) 14 Edolo 20 Feliciano Cancian Berzo Inferiore 7. Mauro Cerqui (Sonico) Ono S. Pietro Cimbergo 8. Paolo Romelli (Sonico) 21 Marco Mutti Malegno 15-16 9. Luisa Ghisla (Malonno) Corteno Golgi Lozio 10. Gaudiosi Rachele (Valle di Saviore) 7 8 22 Franceso Pezzoni Malegno Cerveno Sonico 11. Giulia Musati (Valle di Saviore) 9 2 23 Maria Rosa Baisotti Ossimo Ceto 12. Sorteni Maria (Capo di Ponte) Losine Niardo 13. Polonioli Giacomo Mario (Cimbergo) Ossimo 21-22 17 24 Silvano Arrigoni Piancogno Breno Braone 14. Polonioli Franco (Cimbergo) 1 Malonno Borno Malegno 2 Saviore dell’Adamello 23 15. Polonioli Giovan Maria (Cimbergo) Cevo Cividate Berzo 25 Faustino Pennacchio Angone (Darfo Boario Terme) Camuno 18 16. FIlippini Ivana e Girolamo (Badetto di Ceto) Demo Breno 17. Domenica Perlotti (Piazze di Braone) 10 11 24 18. Bonfadini Aldo (Braone) Piancogno Paisco Loveno Sellero Cedegolo 19. Erico Sciucchetti (Breno) 12 19 Bienno Cevo 20 20. Campana Domenica Beatrice (Breno) Paspardo Angolo Terme Capo di Ponte 21. Lombardi Bortolo_Pian d'Astrio) 25 3 Berzo Comune 22. Baroncini Mario (Bienno) Inferiore Ono S. Pietro Darfo Boario Terme (limiti amministrativi) 23. Menolfi Monica () Cimbergo 13 14 15 24. Archetti Giovanna Nadia (Malegno) Gianico Esine

Lozio 25. Pezzoni Francesco )Malegno) Cerveno 16 Artogne 26. Medici Maria Luisa detta Isa (La Rocca Borno) 27. Walter Letari (Annunciata di Piancogno) 17 18 Piancamuno Ceto Comunità Montana di Ossimo Losine 25 24 Valle Camonica Braone Malegno Borno Comunità Montana di Breno 19 20 26 Cividate Niardo Valle Camonica Comune Camuno 21 23 Breno (limiti amministrativi) 27 28 Piancogno Prestine Vezza d’Oglio Temù Ponte di Legno 22 Vione Angolo Terme Parco dell’Adamello

Parco dell’Adamello 29 30 Berzo Darfo Boario Terme Inferiore Bienno

Gianico Esine 31 32 33 Monno Comunità Montana di 34 Incudine Piancamuno Valle Camonica Artogne

Edolo Edolo

Sonico Corteno Golgi

Malonno

Berzo Demo Cevo Paisco Loveno Saviore dell’Adamello

Sellero Cedegolo

Paspardo Cevo Capo di Ponte

Ono S. Pietro Cimbergo

Lozio Cerveno

Ceto Losine Niardo Ossimo Breno Braone Borno Malegno

Cividate Camuno Breno

Piancogno Prestine

Angolo Terme Bienno

Berzo Inferiore Darfo Boario Terme

Gianico Esine

Artogne

Piancamuno 1° C L O A S S I F I CAT

Giovanna CALVETTI Loveno (Paisco Loveno)

Per l’incredibile tenacia, per l’assoluta dedizione, per la sottile sensibilità alla natura e ai valori della tradizione familiare, la signora Giovanna è la vincitrice di questa terza edizione del Premio per il miglior orto alpino: a 1300 metri ha saputo restituire diversi scampoli di paesaggio alla bellezza della terra coltivata, piantando orti in quota dove cresce anche il pomodoro, nel pieno rispetto dell’ecologia, della biodiversità, contornando i suoi preziosi sforzi con essenze di bosco selezionate e curate a fare una barriera naturale, ma anche una siepe di “memorie” personali, affidando ad alcuni alberi il vero e proprio ruolo di custodi di ricordi o di protettori di futuro. Il risultato è un ricamo di fiori e ortaggi su declivi strappati con testardaggine camuna e cura amorosa all’abbandono. 2° C L O A S S I F I CAT

Giancarlo DUCOLI Breno

Per la passione, l’assiduo lavoro, la varietà di colture, la costanza solitaria nel preservare un lembo di paesaggio storico, il signor Giancarlo merita il secondo premio. La sua opera sapiente ha conservato e migliorato un luogo già ricco di storia, reso vivo dalle coltivazioni prosperose e attente alla cura dei luoghi e delle qualità particolari di frutta e ortaggi. Questo orto unisce storia, bellezza, abbondanza di produzione e sapienza nella conservazione dei prodotti, contenimento dell’avanzata del bosco e resistenza all’abbandono e al prevalere dell’incontrollato. 3° C L O A S S I F I CAT

Severina GULBERTI Garda (Sonico) per la “r’esistenza”, la grazia e al tempo stesso la forza di questa ortolana costante e sapiente, Severina vince il terzo premio, col suo orto scrigno di preziose piante. In un contesto di villaggio isolato, il suo generoso e accurato lavoro mantengono da anni uno scorcio di paesaggio produttivo ricco di colori, sapori e profumi d’altri tempi che rendono unico il luogo che lo custodisce. Questo orto è un esempio di vitalità, persistenza, attenzione ai cicli naturali, amore per le cose genuine e schiette. Orto più I N Q U OTA 1790 m

Giuseppe BEZZI Passo del Tonale (Ponte di Legno) 1 Orto del D I A LO G O

Orto E R O I C O

Adelaide MOSSINI 2 Doverio (Corteno Golgi) Orto del D I A LO G O

Orto IN N OVAT I VO

Silvia CISANI Doverio (Corteno Golgi) 3 Orto E R O I C O

Giovanni BIANCHI 4 Megno (Corteno Golgi) Orto della TR E A D I Z I O N

Veronica BERNERI Ronco (Corteno Golgi) 5 Orto “ I N S I E M E ”

Orto della AB A BONDANZ

Angelo PEDEZZI 6 Lombro (Corteno Golgi) Orto E R O I C O

Orto della TR E A D I Z I O N

Luigi PLONA Sant’Antonio (Corteno Golgi) 7 Orto del DIALOGO

Alessandra PEDROTTI 8 Edolo Orto della AB A BONDANZ

Alberto FANETTI Malonno 9 Orto B ALUARDO

Renata BRONZINI Paolo ROMELLI - Sonico 108 Malonno Orto B ALUARDO

Luigi BERNARDI Berzo Demo 11 Orto “ INSIEME”

Carlo RONCHI 12 Andrista (Cevo) Orto IN N OVAT I VO

Cinzia BONIOTTI Grevo (Cedegolo) 13 Orto del DIALOGO

Orto della AB A BONDANZ

Valter MAFFESSOLI 14 Capo di Ponte Orto IN N OVAT I VO

Orto del F U T U R O

Aldo BORDIERI Cimbergo 15 Orto della T RADIZIONE

Maria DE MARIE 16 Cimbergo Orto della AB A BONDANZ

Paolo BIANCHI Niardo 17 Orto “ INSIEME”

Orto FIORITO

Maria Lucia SALVETTI 18 Dosso Portole - Mezzarro (Breno) Orto del D I A LO G O

Pierfausto BERRONI Bienno 19 Orto del DIALOGO

Orto della AB A BONDANZ

Feliciano CANCIAN 20 Berzo Inferiore Orto IN N OVAT I VO

Marco MUTTI Malegno 21 Orto “ INSIEME”

Orto della AB A BONDANZ

Francesco PEZZONI 22 Malegno Orto della TR E A D I Z I O N

Maria Rosa BAISOTTI Ossimo 23 Orto B ALUARDO

Silvano ARRIGONI 24 Piancogno Orto del D I A LO G O

Orto della AB A BONDANZ

Faustino PENNACCHIO Angone (Darfo B.T.) 25 Tipografia Brenese -Breno(BS) Finito distamparenel mesediottobre2017 Davide Ferrero Lara Giamporcaro, EnzoBona,FlavioSalvini,DarioFurlanetto, Coordinamento ecuradellapubblicazione: Enzo Bona,FlavioSalvini,DavideFerrero Le fotografieinseriteinquestapubblicazionesonostaterealizzate da: Valle Camonica-estate2017 immortalati durantelevisiteagliorti. Lara, Enzo, FlavioeDavide

LA VITA SECONDO L’ORTO (raccolta di citazioni di alcuni orticoltori camuni) • • • • • • • • • • • • • • • cerco ditenere indietroil bosco. almeno colfilare dicastagno le cascinenoncisonopiù, Le stradeincampagnanonci sonopiù, è unastanchezzachevasubito via. Quella dell’orto. Il paesepiùbelloèquesto. In questomomentononmimuoverei piùdaqui. Quando sonquisonoassortadaimieipensieri. Certi semi(dizucca)lifaccioarrivare dall’America. Quante borsenehodatevia(diverdure). Me domainientforadalletam... Lui diortononnesapeva...zero! Lei èmaniaca(dell’orto). Quanta passioneperlaterra! al barsarei giàdiventatamatta! Venir quinell’orto...mifabene,senodopotantianni Qua nonsicestinaniente! Frutta everduranoncompriamoquasiniente Lui coltiva,ioconservo. e cosìcapiscidicosahabisogno. Nell’orto unavoltaalgiornobisognapassare

Informazioni e regolamento Premio Miglior Orto Alpino: PARCO DELL’ADAMELLO Piazza F. Tassara n. 3 25043 - BRENO (BS) Tel. 0364.324068 Consorzio Comuni BIM Comunità Montana di Valle Camonica di Valle Camonica www.parcoadamello.it www.fierasostenibilita.parcoadamello.it