Bollettino Di Numismatica on Line Materiali N. 41-2016
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SOPRINTENDENZA SPECIALE PER IL COLOSSEO, IL MUSEO NAZIONALE ROMANO E L’AREA ARCHEOLOGICA DI ROMA Medagliere LA COLLEZIONE DI VITTORIO EMANUELE III collana on line a cura di Silvana BalBi de Caro GaBriella anGeli Bufalini Ministero............................................................................................................................... dei beni e delle attività culturali..................................................... e del turismo BOLLETTINO DI NUMISMATICA ON-LINE MATERIALI Numero 41 – Maggio 2016 ROMA, MUSEO NAZIONALE ROMANO LA COLLEZIONE DI VITTORIO EMANUELE III La zecca di aquiLeia Da Pietro Gera (1299-1301) a Ludovico II di Teck (1412-1420) di Lorenzo Passera e Artur Zub Sommario la zecca di aquileia. Da Pietro Gera (1299-1301) a Ludovico II di Teck (1412-1420) introduzione di Lorenzo Passera Pietro Gera (1299-1301) . p . 5 Ottobono de’ Razzi (1302-1315) . » 5 Pagano della Torre (1319-1332) . » 6 Bertrando di san Genesio (1334-1350) . » 6 Nicolò di Boemia (1350-1358) . » 7 Ludovico I della Torre (1359-1365) . » 8 Marquardo di Randeck (1365-1381) . » 9 Filippo d’Alençon (1381-1387) . » 9 Giovanni di Moravia (1387-1394) . » 9 Antonio I Gaetani (1395-1402) . » 10 Antonio II Panciera (1402-1411) . » 10 Ludovico II di Teck (1412-1420) . » 11 Note . » 11 CataloGo di Artur Zub . » 13 Abbreviazioni bibliografiche . » 203 Indici . » 205 MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO BOLLETTINO DI NUMISMATICA c/o Museo Nazionale Romano - Medagliere Palazzo Massimo alle Terme Piazza dei Cinquecento, 67 – 00185 Roma www .numismaticadellostato .it Direttore Silvana BalBi de Caro silvana .balbi@virgilio .it Capo redattore e coordinatore di redazione GaBriella anGeli Bufalini gabriella .angelibufalini@beniculturali .it Redazione Simone BoCCardi, faBiana lanna Responsabile settore grafico Stefano ferrante stefano .ferrante@beniculturali .it Comitato tecnico-scientifico Ermanno A . Arslan, Renata Cantilena, Emanuela Ercolani Cocchi, Salvatore Garraffo, Giovanni Gorini, Andrea Saccocci, Aldo Siciliano Roma, Museo Nazionale Romano Collezione di Vittorio Emanuele III BdN online, Materiali 41 (2016) L. Passera - A. Zub La zecca di aquiLeia Da Pietro Gera (1299-1301) a Ludovico II di Teck (1412-1420) di Lorenzo Passera e Artur Zub introduzione di Lorenzo Passera Il presente volume illustra la seriazione delle emissioni patriarcali di Aquileia dal XIV secolo fino al primo quarto del XV secolo: nel 1420 la città di Aquileia, pur mantenendo l’autorità religio- sa, perse il suo potere politico e interruppe la coniazione delle sue monete . Nel Patriarcato venne imposto l’uso corrente delle sole monete veneziane con la conseguenza che le emissioni aquileiesi vennero sottratte alla circolazione locale e, in ragione probabilmente della loro bontà di metallo intrinseco, vennero adottate a lungo come circolante nelle regioni dell’Europa centro-orientale dove erano già ben note, come testimoniano numerosi ripostigli editi1 . L’aggiornamento delle schede presenti nel Corpus Nummorum Italicorum relative alle monete della zecca di Aquileia, che si propone nel Catalogo di questo volume, è stato necessariamente concepito come una continuazione del Bollettino di Numismatica online, Materiali 40, al quale si rimanda per le informazioni introduttive sulla zecca di Aquileia . Pietro Gera (1299-1301) Pietro emise una sola tipologia di denaro con, al dritto, la canonica figura del Patriarca seduto in faldistorio con croce e libro e leggenda petrvS path’a; al rovescio è presente il tipo dell’aquila ad ali spiegate che però viene personalizzato: sul petto viene posto lo stemma del Patriarca, uno scudo a cuore increspato (cat . nn . 133-141) . La leggenda di rovescio è aqvile - GenSiS . Durante il patriarcato di Pietro è attestata per la prima volta con chiarezza la presenza di uno zecchiere toscano alla corte dei Patriarchi di Aquileia2: un personaggio della compagnia commerciale fiorentina dei Mozzi (de Modeis) e “presidente della moneta”, Trescano (alias Froseno), il 5 giugno 1300 nomina monetarius Giovanni di Picosio, figlio del podestà di Aquileia3 . Ottobono de’ Razzi (1302-1315) Il patriarca Ottobono operò il primo rinnovamento della moneta già nel 1302: la data è certa perché ci è giunto il documento, datato 10 novembre 1302, che dà corso alla nuova emissione4 e introduce un tipo con, nel campo del dritto, la mezza figura del Patriarca e uno stemma con aquila in scudo a cuore, con leggenda otoBo - nvS pa; al rovescio appare uno scudo bipartito con fasce orizzontali e lo stemma gentilizio patriarcale (della famiglia Feliciani di Piacenza)5, la leggenda è a - qvile - GenSi - S (cat . nn . 142-147) . L’aquila raffigurata dentro lo scudo del dritto è innegabilmente lo stendardo della città di Aquileia e, per la prima volta sui denari aquileiesi, si osserva l’integrazio- ne del tipo del Vescovo con quello cittadino . La seconda tipologia di denaro emesso da Ottobono, invariato nelle leggende, riprende al dritto il tipo del Patriarca in faldistorio con croce e libro, mentre al rovescio la parte superiore del- lo scudo bipartito è occupata dal profilo di un’aquila nascente (cat . nn . 148-153) . Alcuni elementi contribuiscono forse a fornirci informazioni utili per inquadrare cronologicamente anche la secon- da emissione: considerato che il secondo tipo di denaro di Ottobono era assente in un importante ripostiglio rinvenuto a fine ‘800, interrato presumibilmente attorno al 1312, si presume che questa data rappresenti indicativamente un riferimento cronologico per distinguere le due emissioni6 . In 5 Roma, Museo Nazionale Romano Collezione di Vittorio Emanuele III BdN online, Materiali 41 (2016) L. Passera - A. Zub verità sono note anche varie testimonianze documentarie di anni compresi tra il 1302 ed il 1312 in cui sono riportati rinnovamenti della moneta, per cui il termine cronologico della seconda emis- sione di Ottobono potrebbe essere di poco anticipato, però per il momento viene concordemente accettato7 . Pagano della Torre (1319-1332) Questo Patriarca, della stessa famiglia del precedente Raimondo8, riprese a rappresentare sulla monetazione (denari e moneta piccola) gli stessi simboli del Casato: la torre e i bastoni gigliati in- crociati . La successione delle tre tipologie di denari di Pagano, considerata l’assenza di riferimenti archivistici ed archeologici certi, non può che basarsi per ora su osservazioni stilistiche . Per la verità i tre denari di Pagano sono estremamente simili tanto da far pensare a varianti dello stesso tipo9: al dritto è raffigurato sempre il Patriarca in faldistorio con croce e libro, al rovescio c’è la torre su bastoni gigliati incrociati . Vi sono tuttavia delle caratteristiche specifiche che differenziano le emissioni: nel primo tipo il Patriarca è privo di barba, nel secondo e nel terzo è barbuto . Solo un tipo di rovescio si caratterizza per la presenza nel campo di due grandi stelle . Ritroviamo così questi abbinamenti: Pa- triarca senza barba/torre con bastoni, Patriarca con barba/torre con bastoni, Patriarca con barba/torre con bastoni e stelle . Il più antico dei tre dovrebbe essere quello che raffigura il Patriarca, con leggenda paGan path’a, senza barba al dritto e la semplice torre su bastoni incrociati e leggenda a(qvi)le - Gia (cat . nn . 154-157) . A questo potrebbe seguire il tipo con Patriarca barbuto (e medesima leggenda del precedente) al dritto, e la torre con bastoni al rovescio accompagnata dalla leggenda aqvi - leGia (cat . nn . 158-159) . L’ultimo tipo, che conserva entrambe le leggende del precedente, dovrebbe quindi essere quello con Patriarca barbuto e torre con bastoni e stelle (cat . nn . 160-162)10 . Non potendo in- dividuare periodi cronologicamente definiti per questidenari , la datazione di tutti e tre gli esemplari deve necessariamente essere quella di reggenza di Pagano: 1319-1332 . Anche per quanto riguarda i tre tipi di denaro piccolo emessi da questo Patriarca, non è ad oggi possibile proporre una seriazione cronologica convincente . Il primo tipo mostra al dritto i bastoni gigliati e incrociati che interrompono la leggenda pa - Ga - nv’ pa, al rovescio c’è una torre che dal centro taglia la leggenda aqvileGia (cat . nn . 163-168) . Non passa certo inosservato il fatto che l’allun- gamento dei bastoni gigliati fino a interrompere la leggenda rendano questa moneta estremamente rassomigliante al denaro crociato di tipo veronese . Il secondo tipo di denaro piccolo emesso da Pa- gano (cat . nn . 169-170) si richiama agli esemplari simili emessi precedentemente da Raimondo (cfr . cat . nn . 102-10911): al dritto la torre taglia in alto la leggenda paGanv’.pa, al rovescio c’è l’aquila ad ali spiegate con coda gigliata accompagnata dalla leggenda .aqvileGenSiS . Il terzo tipo di denaro picco- lo per questo Patriarca è molto raro e riprende il tipo di rovescio con l’aquila e la stessa leggenda (preceduta da croce e seguita da una stella); al dritto raffigura invece una mitria e una stella a cinque raggi con leggenda +.paGan.patha (cat . n . 171) . Pagano fu l’ultimo patriarca che riuscì a rallentare l’inevitabile declino del titolo della moneta aquileiese che dal 1330 iniziò a peggiorare dovendosi porre in rapporto con le riforme monetarie approntate alla monetazione veneziana12 . Bertrando di san Genesio (1334-1350) Le coniazioni a nome di Bertrando sono varie nelle tipologie e nell’articolazione dei nominali: per la prima e ultima volta la zecca di Aquileia, oltre al denaro e al piccolo, conia il grosso da due denari e il mezzo denaro . La monetazione di