Antica Cancellaria Del Comune Di Cividale Del Friuli

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Antica Cancellaria Del Comune Di Cividale Del Friuli ANTICA CANCELLARIA DEL COMUNE DI CIVIDALE DEL FRIULI - FONDO LORENZO D'ORLANDI INVENTARIO a cura di Luca Olivo 2017 RELAZIONE LAVORI DI INVENTARIAZIONE DEL FONDO ARCHIVISTICO “LORENZO D'ORLANDI" CONSERVATO PRESSO LA BIBLIOTECA CIVICA DI CIVIDALE DEL FRIULI (a cura di Luca Olivo, archivista libero professionista) Premessa Il fondo archivistico in questione è il frutto del lavoro del canonico cividalese, e per più di 30 anni anche direttore del Museo Archeologico cittadino, mons. Lorenzo D'Orlandi (1798 – 1877). Questi, su incarico del comune, presumibilmente tra il 1844 ed il 1846 in una prima ripresa e nel 1867, in una seconda, raccolse ed inventariò circa duemila documenti (sotto forma di pergamene, fascicoli, singoli fogli sciolti, brani da registri ecc.) che all'epoca egli ritenne di significativa importanza per la storia della sua città. L'ecclesiastico esaminò tutto l'antico archivio comunale cividalese ed appuntò la sua attenzione su carte e pergamene dei secoli del Medioevo e dell'Età Moderna per un'arco cronologico complessivo che va dal 1176 al 1813. Lorenzo D’Orlandi fece predisporre 28 robuste scatole di ottima qualità in cartone e legno, confezionate su misura. I contenitori, di ottima qualità e nonostante il logorio di un secolo di rimaneggiamenti e studi, sono ancora più che adeguati alle esigenze di una corretta e sicura conservazione dei documenti. In ciascuna scatola il D'Orlandi racchiuse un numero variabile di fascicoli da lui stesso preparati servendosi di ottima carta. In ogni fascicolo inserì i documenti originali sia cartacei che pergamenacei; sulla copertina d’ogni fascicolo tracciò un numero progressivo, un titolo che sostanzialmente coincide con la datazione cronica e topica ed un breve regesto. Per maggior comodo suo e dei futuri fruitori del materiale il D'Orlandi compilò due registri manoscritti, tuttora in ottime condizioni di conservazione, con l'indicazione di quanto elaborato. I due registri a volte presentano, però, forti incongruenze tra quanto su essi riportato e quella che è la situazione effettiva dei documenti. Il D'Orlandi, colto ecclesiastico e capace funzionario pubblico, nonché uomo del suo tempo, pose l'accento sull'eccezionalità del singolo documento dando il massimo risalto alle pergamene in quanto tali. In seconda battuta privilegiò i personaggi protagonisti della storia friulana ed italiana dell'Età di mezzo e della prima Età moderna (papi, dogi, imperatori, signori, patriarchi di Aquileia, altri illustri ecclesiastici) che ebbero contatti epistolari con la città di Cividale. Nelle scelte del D'Orlandi hanno trovato posto anche i protagonisti della vita cittadina ed il funzionamento degli organi di governo comunali sia da punto di vista amministrativo che giudiziario, data l'indistricabile commistione tra i due poteri che ha caratterizzato i secoli dell' Ancien Regìme . In ogni caso il D'Orlandi aveva sempre ben presente quanto poteva reperire a titolo di riscontro entro l'opera di Bernardo Maria De Rubeis Monumenta Ecclesiae Aquileiensis commentatio historico- chronologico-critico illustrata . Il materiale è stato disposto in ordine cronologico crescente ma con alcune eccezioni. I binari entro i quali il D'Orlandi ha affrontato il suo compito sono chiaramente quelli ottocenteschi: eruditi, positivisti e peroniani (dall'archivista Luca Peroni che proprio nel secolo XIX inaugurò il metodo di riordinamento archivistico per materia causando guasti tuttora incombenti, soprattutto a Milano). Purtuttavia il D'Orlandi ha abbozzato una suddivisione, almeno rudimentale, per serie documentarie analoghe a quelle che oggi sono la prassi archivistica corrente e, fatto certamente più rimarchevole, ha saputo, pur rimestando “qua e là” dentro tutto l'archivio storico comunale, scegliere i documenti che più potevano colpire l'immaginario erudito, appunto, e quasi “ossianico” dell'epoca (vedasi su tutti la pergamena del patriarca Ulrico II di Treven del 12 febbraio 1176 o il documento, pure membranaceo, con cui l'imperatore Carlo IV di Lussemburgo il 1 agosto 1353 concede a Cividale la possibilità di fondare un università). Nel contempo, comunque, il D'Orlandi ha offerto una panoramica su documenti che all'occhio dei moderni, a più di 170 anni di distanza, possono sembrare altamente significativi per intraprendere percorsi di ricerca storica modulabili dal locale al nazionale ed internazionale e/o focalizzabili su determinate problematiche (ad esempio la storia economica o quella istituzionale) avendo come oggetto comune Cividale, il suo territorio e le relazioni che nei secoli la città ha intrecciato con altre realtà comunali o statuali (vengono alla mente le moltissime ducali dei dogi di Venezia, pergamenacee nella stragrande maggioranza dei casi). Dunque, de facto , il D'Orlandi ha ricostruito, magari inconsapevolmente e a fronte di inevitabili lacune, quella che era la cancelleria del comune di Cividale così come funzionò tra il XII ed il XVIII secolo. Del resto la cancelleria, spesso affidata a funzionari competenti e dotati di vasta cultura giuridica e di una notevole organizzazione archivistica, era un ufficio irrinunciabile per il funzionamento delle istituzioni statuali o comunali di Ancien Regìme : dalla piccola giurisdizione su un remoto villaggio alle grandi corti del papa, di Spagna, di Francia ecc. La cancelleria era l'ufficio attraverso cui l'ente si metteva in contatto con l'esterno e si manteneva funzionale al suo interno regolamentando, con la corrispondenza, i suoi organi dirigenti e le sue magistrature. Sul finire degli Ottanta del Novecento fu compilato uno scarno elenco cartaceo. Proprio questo strumento di corredo, ormai obsoleto, si è rivelato di sempre minore utilità a fronte della mole ed importanza dei documenti della raccolta e delle richieste sempre più precise e mirate da parte degli studiosi. Si è dunque reso necessario un nuovo intervento sulle carte D'Orlandi. Il lavoro è stato il frutto di una sinergia tra il comune di Cividale del Friuli, proprietario del fondo in questione, la Società Filologica Friulana, sempre attenta a scoprire e valorizzare fonti storiche ed archivistiche che riguardano da vicino il Friuli ed i suoi centri più importanti, e chi scrive. Del resto lo stesso innegabile valore storico del fondo, pur impostato con limiti metodologici (è stato elaborato da un erudito del XIX secolo) e quantitativi (il D'Orlandi non ha potuto “vedere tutto”), richiedeva una sua valorizzazione attraverso un lavoro analitico impostato secondo criteri moderni così da rendere maggiormente fruibile una notevole mole di documentazione riguardante un lungo periodo della storia di Cividale. Più sotto sono illustrati i dettagli operativi e gli obiettivi che si ritiene di aver conseguito alla fine dell'opera. Dettagli dei lavori svolti Premesso quanto sopra e che l'integrità fisica dell'Archivio è stata considerata imprescindibile nel senso che la sua stessa struttura attuale costituisce una testimonianza storica oggettiva, i lavori si sono articolati come segue: 1. Redazione di un profilo biografico di Lorenzo D’Orlandi. 2. Introduzione storico – archivistica che spiega le caratteristiche del fondo D'Orlandi. 3. Suddivisione, virtuale, del materiale in tre serie archivistiche come voluto dal D'Orlandi stesso. Ogni serie (denominazioni originali: Serie Prima dal 1176 al 1453, Serie Seconda dal 1443 al 1797 ed Appendice dal secolo XI al 1813) è stata descritta e ne sono stati tratti gli estremi cronologici. Per ogni serie, per motivi pratici, è stato prodotto un apposito file MS Word/PDF. 4. Elencazione e descrizione analitica dei 2 registri e delle 28 scatole che compongono il fondo. Essi sono stati considerati come unità archivistiche complesse. 5. Enumerazione e descrizione analitica, con regesto, dei singoli fascicoli contenuti in ogni scatola e dei singoli documenti (complessivamente quasi 2.000) racchiusi in ogni fascicolo. 6. Indicazione degli estremi cronologici di ciascun fascicolo e ciascun documento. Essa era già stata predisposta dal D'Orlandi ma si sono rilevati alcuni lapsus o errori di varia natura. Nei casi dubbi come questi o in assenza di elementi validi la datazione è stata desunta (con le indicazioni del caso debitamente segnalate). 7. Segnalazione di "oggetti notevoli" eventualmente presenti entro i documenti. 8. Indicazione dello stato di conservazione di ciascuna carta o pergamena. 9. Redazione per ciascuna serie di un indice dei nomi di persone, enti e luoghi dedotti dall'esame dei singoli documenti. 10. Per i vari personaggi ricorrenti indicazione, quando reperita, degli estremi riguardanti le loro vicende sul Dizionario Biografico degli Italiani e/o sul Nuovo Liruti. Dizionario Biografico dei Friulani. 11. Redazione di un sintetico elenco topografico. Per ogni scatola e per ogni fascicolo si è compilata un'apposita scheda-documento informatica. Ogni scheda è corredata di: numerazione progressiva, così come stabilita dal D’Orlandi ma con eccezioni debitamente segnalate; il necessario riferimento ad antiche segnature, se presenti; la tipologia documentaria (fascicolo, foglio sciolto, pergamena ecc.); l’intitolazione originale desunta dalla copertina del fascicolo di riferimento; la descrizione del contenuto; la segnalazione di danni; la datazione topica e cronica. Per il tutto si è proceduto secondo gli standards internazionali ISAD (G) e ISAAR (CPF). I risultati sono stati riversati su 3 files MS Word appositamente strutturati e su files PDF riversati su CD. Nel contempo si sono forniti gli stampati da mettere a disposizione del personale e
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    Introduction: Castles Between the 9th and 10th centuries, the new invasions that were threatening Europe, led the powerful feudal lords to build castles and fortresses on inaccessible heights, at the borders of their territories, along the main roads and ri- vers’ fords, or above narrow valleys or near bridges. The defense of property and of the rural populations from ma- rauding invaders, however, was not the only need during those times: the widespread banditry, the local guerrillas between towns and villages that were disputing territori- es and powers, and the general political crisis, that inve- sted the unguided Italian kingdom, have forced people to seek safety and security near the forts. Fortified villages, that could accommodate many families, were therefore built around castles. Those people were offered shelter in exchange of labor in the owner’s lands. Castles eventually were turned into fortified villages, with the lord’s residen- ce, the peasants homes and all the necessary to the community life. When the many threats gradually ceased, castles were built in less endangered places to bear witness to the authority of the local lords who wanted to brand the territory with their power, which was represented by the security offered by the fortress and garrisons. Over the centuries, the castles have combined several functions: territory’s fortress and garrison against invaders and internal uprisings ; warehouse to gather and protect the crops; the place where the feudal lord administered justice and where horsemen and troops lived. They were utilised, finally, as the lord’s and his family residence, apartments, which were gradually enriched, both to live with more ease, and to make a good impression with friends and distinguished guests who often stayed there.
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