Giovanni Battista Casti
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Università degli studi della Tuscia Viterbo Facoltà di Lingue e Letterature straniere moderne Anno accademico 2005-06 Tesi di laurea in Storia della musica I melodrammi giocosi inediti di Giovanni Battista Casti Un viterbese alla corte di Vienna di: Rachele Carnassale matricola n°1 Classe 16S Corso di laurea specialistica in Filologia moderna Relatore Prof. Correlatore Prof.ssa Franco Carlo Ricci Francesca Petrocchi Ai miei genitori, A Emilio Con affetto e riconoscenza. “ Senza musica, la vita sarebbe un errore…” Friedrich Nietzche 2 INDICE Premessa .........................................................................................p 5 Capitolo I: Giovanni Battista Casti .............................................p 7 1. Profilo biografico ........................................................................p 7 2. La produzione letteraria ..............................................................p 13 3. La genesi delle opere teatrali e il periodo viennese....................p 14 Capitolo II: Giovanni Paisiello e Antonio Salieri .......................p 20 1. Giovanni Paisiello .......................................................................p 20 2. Antonio Salieri ...........................................................................p 23 Capitolo III: I libretti di Giovanni Battista Casti ......................p 25 1. L’opera buffa...............................................................................p 25 2. Introduzione ai Libretti di G.B. Casti .........................................p 26 2. Re Teodoro in Venezia ...............................................................p 33 3. La Grotta di Trofonio..................................................................p 37 4. Prima la musica e poi le parole...................................................p 38 Capitolo IV: I melodrammi giocosi inediti .................................p 41 1. Introduzione ................................................................................p 41 2. Lo Sposo burlato .........................................................................p 41 3. Teodoro in Corsica......................................................................p 46 4. La Rosmonda ..............................................................................p 54 5. Il Bertoldo ...................................................................................p 62 3 Capitolo V: L’Orlando Furioso ...................................................p 64 1. La trama ......................................................................................p 64 2. Analisi e critica della drammaturgia castana ..............................p 72 3. La figura di Orlando nella storia del melodramma.....................p 92 Conclusioni .....................................................................................p 97 Riassunto della tesi in lingua inglese ..........................................p 100 Appendice: Orlando furioso, libretto originale di G.B.Casti ........................................................................................p 104 Bibliografia ....................................................................................p 185 4 Premessa “Gli abati sono tutti anime bozzarone, e voi per primo, Casti del diavolo…” 1. Scritta nell’estate del 1787 dalla marchesa d’Adda Gherardini, questa lettera pare confermare la fama, consegnata alla storia da un sonetto del Parini, di un Casti “satiro, invaso di lussuria” 2, o per citare ancora la marchesa, di un uomo incapace “di fare quello che non vi divertirebbe” . In realtà questo “bozzarone” di provincia, scrittore di buona qualità, che seppe profittare di ottime conoscenze per ottenere successo europeo, fu un ottimo analista delle interazioni sociali, dei comportamenti tipici della sua epoca, degli intrighi politici e dell’ipocrisia religiosa. Ed è per questo che merita oggi di essere riletto. L’abate Casti, ricordato per Gli animali parlanti e vituperato per certe sue novelle, è quasi sconosciuto come librettista, soprattutto per quanto riguarda i suoi melodrammi giocosi inediti. Eppure è in questo genere che egli eccelle, e i suoi drammi giocosi, nel rapido declino in cui cadde il melodramma nell’ultimo scorcio del secolo XVIII, sono fra i pochi che ancora interessano anche se separati dalla musica. I contemporanei non ebbero che parole di lode per il Casti librettista; perfino Foscolo, che pure aveva severamente censurato l’uomo e l’autore 3. Casti arrivò a scrivere per il teatro non per vocazione, e nemmeno per vincere una sfida, come può capitare a uno scrittore che, divenuto padrone del mestiere, vuole provarsi in 1 A. Fallico, (a cura di) G.B. Casti , Epistolario , Amministrazione Provinciale, Viterbo 1984, p. 457. 2 Il Casti fu a Milano nel gennaio del 1782, in questo periodo probabilmente lo conobbe Parini, il quale allude all’abate nelle due odi La recita in versi (vv. 31-36) del 1783 e La caduta (vv. 73-76) del 1785. 3 I documenti castiani di cui mi servirò nel mio scritto (che intende approfondire alcuni aspetti dei libretti inediti del poeta) sono conservati nella Biblioteca comunale di Acquapendente (Vt). 5 un genere per lui nuovo. Si trovava a Pietroburgo nel 1777 quando, in dicembre, nacque il nipote di Caterina II, Alessandro, e per l’occasione scrisse un’ode. Dalla fine dell’anno precedente a Pietroburgo era anche Giovanni Paisiello, che si trovò a dover allestire uno spettacolo teatrale forse per festeggiare quello stesso evento, e a tal fine chiese la collaborazione di Casti. Successivamente il nostro librettista collaborò anche con Antonio Salieri, ma purtroppo i rapporti di lavoro di Casti con questi eccelsi compositori non durarono abbastanza per poter vedere musicati alcuni dei suoi libretti migliori che restarono inediti. In questo mio scritto ho voluto analizzare proprio questi libretti, ma soprattutto il libretto dell’Orlando Furioso, meritevole da un punto di vista sia letterario sia drammaturgico. 6 Capitolo I: Giovanni Battista Casti 1. Profilo biografico Giambattista Casti nacque ad Acquapendente (Viterbo) il 29 agosto 1724 da Francesco, nativo di Montefiascone, e Francesca Pegna di Cassino, entrambi di famiglia borghese. Mancano tuttavia dati biografici e testimonianze precise sui primi trentacinque anni di vita 4. Tra il 1736 e il 1744 studiò nel seminario di Montefiascone, città nella quale, nel 1747, venne nominato canonico della cattedrale. Si recò spesso a Roma, dove frequentò gli ambienti intellettuali, che lo condussero a divenire poeta arcadico, con il nome di Niceste Abideno. Nel periodo che va dal 1752 al 1759 gli venne affidata la cattedra di eloquenza nel seminario di Montefiascone. Nel 1761 si trasferì definitivamente a Roma, dove l’attività poetica svolta all’interno dell’Arcadia gli conferì la fama di uomo brillante e moderno. Cominciò a scrivere per il teatro in età avanzata, quando la sua fama di poeta, appunto, si era già affermata. Nel 1762 vide pubblicata, a Roma, la sua prima opera: I tre giulii , una collana di sonetti giocosi, che gli donarono molta popolarità. Nel Settembre del 1764 lasciò Roma in compagnia di un non identificato marchese con il progetto di raggiungere l’Olanda. In Novembre fu a Marsiglia, dove il viaggio si interruppe perché il marchese si innamorò di una giovane del luogo. Descritta con vivacità in numerose lettere indirizzate al concittadino abate Giambattista Luciani, segretario di monsignor Saverio Canali, la trasferta ebbe termine nell’agosto dell’anno successivo, per dissapori col marchese. Nel settembre del 1765 giunse 4 Nel tracciare il profilo biografico del Casti, ho attinto principalmente e direttamente dal Carteggio del poeta che, insieme con altri suoi manoscritti, è conservato in due grandi volumi nella Biblioteca Nazionale di Parigi (Fonds Italien 1629, 1630), ed in fotocopia nella Biblioteca Comunale di Acquapendente. 7 a Firenze, quando Pietro Leopoldo di Asburgo-Lorena, secondogenito di Maria Teresa d’Asburgo, era appena diventato granduca. Il 16 aprile del 1766 scrisse a Giambattista Luciani di avere “alcune novelle in versi…richieste a caro prezzo per Ginevra, per Berna e per Parigi” 5. Si segnalò intanto per la brillantezza non occasionale di un epitalamio per le nozze di Leopoldo e l’infanta Maria Luisa di Spagna. Con uno stipendio annuo di trecento scudi, venne nominato poeta di corte. Ottenne la protezione del conte Francesco Orsini di Rosemberg, che Maria Teresa d’Austria pose accanto a Leopoldo come consigliere, poi primo ministro. Nel 1769 pubblicò Poesie liriche . Rosemberg lo presentò a Giuseppe II, imperatore d’Austria, in visita al fratello Leopoldo a Firenze. Per invito di Rosemberg, divenuto Gran Ciambellano imperiale, nel 1772 Casti si recò a Vienna, continuando a godere dell’incarico (e forse anche dello stipendio) di poeta della corte toscana. Meritò la stima del principe Kaunitz, già ministro di Maria Teresa, che gli permise di accompagnare il figlio Joseph a Berlino, nell’autunno dello stesso anno. Dedicò alcuni sonetti a Federico II di Prussia che, in data 31 ottobre, scrisse di averli assai graditi. Nel periodo che va dal 1772 al 1776, il nostro abate compì numerosi spostamenti. In una lettera ad Averardo de’ Medici della fine del 1773 6, Casanova riferì di aver incontrato Casti a Trieste, in compagnia del Rosemberg. Nel maggio del 1776, con il giovane Kaunitz, raggiunse Stoccolma e quindi, al seguito di missioni diplomatiche austriache , proseguì sino a Pietroburgo. Vista l’assenza della famiglia imperiale, domiciliata nella residenza estiva di Carskoe