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LA GROTTA AZZURRA, I FARAGLIONI, LA PIAZZETTA... L'ISOLA CAMPANA NON HA EGUALI SIA PER LE SUE BELLEZZE NATURALI SIA COME RITROVO MONDANO. PREFERITA GIÀ DAGLI IMPERATORI ROMANI, RESA CELEBRE DALLE STRAVAGANZE DI TANTI OSPITI CHE NEL SECOLO SCORSO SE NE INNAMORARONO, HA FRA I SUOI PUNTI DI FORZA UNA CUCINA, NON SOLO DI PESCE, IN CUI PREVALGONO I SAPORI NOSTRANI Attese l'attimo propizio tra un'onda e l'altra, poi "il Riccio" infilò la barca nella stretta apertura della roccia. Po- chi metri alla luce flebile di una fiac- cola imbevuta di pece e improvvisa, ammantata di riflessi cobalto, la Grot- ta Azzurra fulminò di stupore gli o- spiti tedeschi seduti accanto a lui: il pittore-poeta August Kopisch e l'ami- co Ernst Fries. August Kopisch diede al mondo la notizia della meraviglia ammirata in quel chiaro mattino d'a- prile del 1826 e la storia lo ripagò consacrandolo "scopritore ufficiale" del celebre antro anche se, come ri- porta una cronaca locale, il modesto pescatore Angelo Ferraro, detto "il Riccio" quattro anni prima aveva già nuotato tra i riflessi "azzurri" rivelan- do il passaggio segreto di quella che sarebbe presto diventata la grotta più famosa al mondo dopo quella di Be- tlemme. Al fascino leggendario dell'i- sola veniva così ad aggiungersi, quei giorno, la magia di un luogo straordi- nario, sepolto per secoli nell'oblio e che da quel momento avrebbe au- mentato vorticosamente le fortune turistiche dell'isola. Capri divenne ben presto una meta mondana irri- nunciabile. Nella sua celebre piaz- zetta, non più grande di un cortile di oratorio, si imposero riti e vennero lanciate mode stravaganti ed esclusi- ve. All'ombra (Iella torre dell'orologio che la sovrasta e che suona due volte, a breve distanza, i quarti e 1e mezze ore, per dar tempo a chi parte di rag- fani, ricciole, aguglie, sgombri, totani giungere la funicolare (antica usanza calamari e pezzogne (simili al pagel- di quando nessuno al polso portava lo), pesce tipico di Capri che ama le l'orologio), "in questo scenario per- profondità. Prima che arrivino in fetto per un'opera di Donizetti" come piazzetta i forzati della Capri mordi e scrisse Somerset Maugham, passaro - fuggi, sfornati dai traghetti che attrac- no principi, re, cantanti, ricchi viag- cano ogni venti minuti a Marina giatori, generali vittoriosi, scrittori, Grande, il momento in cui l'isola è attori, poeti, pittori, "anime perse" e ancora tutta dei suoi abitanti è il mat- dandy eccentrici in odore di follia: tino presto, quando si acquista il chi tirando magari al guinzaglio due giornale da Salvatore, edicolante in docili leopardi, come abitualmente piazzetta da 45 anni, si consuma il faceva una nobildonna russa, chi por- caffè al "Bar Funicolare' al "Bar Ti- tando appollaiato sulla spalla sinistra berio" o al "Gran Caffè" della leg- un corvo dalle unghie laccate di ros- gendaria famiglia Vuotto. E allora che so, spavalda esibizione di un famoso un piacevole odor di pane fresco principe romano degli anni Cinquan- scende da via delle Botteghe, dove si ta. In versi stralunati "Capri, ultima apre il forno "Sfizi di pane' famoso stazione della terra tradizionale, con i per le torte dolci, i pani. alle olive, le tuoi raggi binari lanciati a infilare la torte salate alle zucchine e pomodori, luna lassù bianco tunnel del paradiso la Danubio (panbrioche ripieno di sa- diaccio sognato roventi pazzi" salutò lame o prosciutto e formaggio) e i ta- l'isola anche Filippo Tommaso Mari- rallini (tipici della Capri antica quan- netti, fondatore del futurismo, quan- do erano la sola frivolezza ad accom- do nell'estate del 1924, dall' "Hotel pagnare il bicchiere di vino bianco Quisisana" lanciò velenosi strali alla del brindisi agli sposi), fatti a mano in cucina tradizionale, definendo la pa- 13 varianti di gusto. A pochi passi sta "passatista di pesantezza" e inneg- dalla piazzetta il ristorante "La Ca- giando invece a un improbabile sala- pannina" ha una luminosa sala alle me immerso in caffè bollente profu- cui pareti è appesa la storia, a colpi di mato all'acqua di colonia. Fortunata- flash, della mitica Capri anni Cin- niente della cucina futurista non è ri- quanta-Sessanta. Dal 1931 la fami- masta alcuna traccia nei ristoranti glia De Angelis continua la tradizione dell'isola, che sul filone della tradi- di un meticoloso saper fare: antipasto zione mediterranea continua a far ri- di calamaretti ripieni, ravioli alla corso ai prodotti freschi della pesca, prese (pasta fatta in casa senza uova della caccia e dell'agricoltura. che avvolge il ripieno di caciotta fre- sca, uova e maggiorana, il I BUONI SAPORI LOCALI Età irripetibile quella in cui si ferma- tutto condito in fragranza di va il volo migratorio delle quaglie sugo di pomodoro) e, in al- con alte reti erette a Le Parate, e si ternativa, linguine ai frutti di coltivava ogni ben di Dio negli orti- mare e scampi o l'immanca- celli dove oggi crescono ancora, sen- bile insalata caprese (fior- za chiedere molte cure, la rucola dal dilatte, pomodori, basilico e sapore pungente, il basilico, il leg- un pizzico di origano). L'in- gendario origano di Capri e la mag- ventore di questo piatto, a- giorana, immancabile primadonna dottato ormai dalla cucina nell'impasto dei celebri ravioli. Poco di tutto il mondo, è scono- si coltiva e molto arriva dai mercati sciuto, ma molti sostengono generali di Napoli. Tuttavia a caccia che fosse un muratore buon- di cinghiali e di quaglie (piatto classi- gustaio vissuto dopo l'ultima co dell'inverno caprese con contorno guerra, il quale amava infi- di piselli) si va ancora, ma con il fuci- lare tra due fette di pane "i le. Anche la pesca è florida, come te- colori della bandiera italia- stimonia il porto di Marina Grande na". Racchiusa tra le viuzze colorato dalle barche dei pescatori riottose di luce che separano che tornano dal largo cariche di scor- case bianche dai tetti con le volte a botte, e alle spalle della piaz- aranci e limoni che ombreggia il vi- zetta, regna da venticinque anni la cino ristorante "La Savardina", da "Buca di Bacco" di Serafina Alberi- quarant'anni condotto dalla famiglia no. Caprese verace, foulard giallo a Tarantino. In sala i giovani figli trattenere i capelli corvini e sorriso a- Claudia ed Eduardo, in cucina perto di chi ama la vita, è fedele ai mamma Liliana e papà Mario. La sapori delle "ricette povere di mam- prima a impastare, a mano, gnocchi ma' che per dodici figli sapeva in- e ravioli, il secondo a governare la ventare con modesti ingredienti "i cottura del coniglio alla Poppea, ro- piatti più buoni del mondo". Pochis- solato nel rosmarino e sfumato nel simo burro, olio d'oliva, profumi di vino bianco, oppure a seguire la fresche verdure ed erbe di campo per cottura delle linguine al limone, ri- il lungo elenco del suo menu servito cetta antica di nonno Edoardo. nella sala aperta sul magico panora- VERSO I FARAGLIONI ma di Capri: scarola imbottita di cap- Ripreso il cammino a ritroso per via peri e olive, totani e patate, totani ri- Lo Capo, imboccando sulla sinistra, pieni di tentacoli fritti e tritati con ca- al fondo di via Tiberio, via Materma- ciotta e maggiorana, fagioli e scarola, nia con le indicazioni per l'Arco na- melanzane al funghetto, pasta e cicer- turale, si snoda una delle passeggiate chie, peperone saltato con capperi e più suggestive e impegnative dell'iso- olive e cianfotta caprese, ricetta di la. Forte e selvaggia la natura che cir- terra che mescola cipolle, carciofi, conda la Grotta dedicata alla Mater patatine novelle, zucchine, asparagi Magna romana, e impressionante la selvatici, pomodorini e fave sbucciate deviazione a sinistra che porta all'Ar- a pane casereccio, prezzemolo e basi- co naturale, sopravvivenza geologica lico. Fu il piatto prediletto dall'impe- forse nata dal crollo di un'antichissi- ratore Tiberio che nel 27 d. C. spostò ma grotta. Dal ristorante "Le Grottel- corte e uffici a Capri, fece costruire le" parte anche la solitaria e intermi- dodici ville dedicate agli dei del- nabile scalinata che scende al mare, l'Olimpo e al posto di un vecchio costeggia in piano Villa Malaparte, ri- tempio volle una serra dove Serpullo fugio dello scrittore Curzio Malaparte l'ortolano di Avellino potesse coltiva- innamorato della solitudine spettrale re le sue erbe preferite. Dal centro di delle rocce di Capo Massullo, per poi Capri per via Longano, via Sopra- piombare alle spalle dei celebri Fara- monte, via Tiberio e viale Amedeo glioni. Il ristorante "La Fontelina", in Maiuri l'itinerario alla scoperta delle riva al mare, da cinquant'an- tavole, dei sapori, delle bellezze ni regala agli ospiti la vista dell'isola porta alla residenza impe- impagabile delle rocce ge- riale più famosa, Villa Jovis: un im- melle, importanti anche a li- menso palazzo-fortezza (oggi in rovi- vello naturalistico perché vi na) a picco sul mare teatro, stando ad vivono "lucertole dal ventre alcuni biografi, "delle turpi nefan- blu' emblematico esempio dezze e delle sozze libidini dell'impe- "darwiniano" di evoluzione ratore". Non lontano, anche Villa Ly- delle specie in condizioni di sis, più nota come Villa Fersen, isolamento. In tavola, invece, gioiello di stile liberty purissimo, ha una leggenda fosca che contrasta con la principale attrattiva sono il suo marmoreo candore. L'abitò il il pesce freschissimo (insala- barone Fersen, dandy snob e perver- ta di mare, carpaccio di pe- so che odiava le bougainvillee, sce) e i "piatti poveri", come trionfo floreale dell'isola, e che scen- polpette di melanzane e in- deva in piazzetta vestito di bianco voltini di scarola.