La Novella “In Lingua Furlana” Negli Avvertimenti Della Lingua Sopra 'L
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Franco Finco La novella “in lingua furlana” negli Avvertimenti della lingua sopra ’l Decamerone di Lionardo Salviati Parole chiave: Lionardo Salviati, Decameron, Novella, Lingua friulana, Boccaccio Abstract: The Tale “in Friulian” in the Avvertimenti della lingua sopra ’l Decamerone by Lionardo Salviati. In 1584 Lionardo Salviati, the promoter of the Accademia della Crusca, published the first volume of Avvertimenti della lingua sopra ’l Decamerone. Besides analyzing the features of Boccaccio’s language, the author argues the supremacy of contemporary Florentine over the other Italian dialects. In this book he compares the original text of the shortest tale of the Decameron with its versions in twelve other Italian vernaculars, including Friulian. This is the first prose text edited in Friulian, but nevertheless it has not yet been studied in detail. In this paper the linguistic features of this tale translated into Friulian will be analysed. Keywords: Lionardo Salviati, Decameron, Novel, Friulan language, Boccaccio Contenuto in: Giovanni Boccaccio: tradizione, interpretazione e fortuna. In ricordo di Vittore Branca Curatori: Antonio Ferracin e Matteo Venier Editore: Forum Luogo di pubblicazione: Udine Anno di pubblicazione: 2014 Collana: Libri e biblioteche ISBN: 978-88-8420-849-1 ISBN: 978-88-8420-976-4 (versione digitale) Pagine: 311-339 DOI: 10.4424/978-88-8420-849-1-19 Per citare: Franco Finco, «La novella “in lingua furlana” negli Avvertimenti della lingua sopra ’l Decamerone di Lionardo Salviati», in Antonio Ferracin e Matteo Venier (a cura di), Giovanni Boccaccio: tradizione, interpretazione e fortuna. In ricordo di Vittore Branca, Udine, Forum, 2014, pp. 311-339 Url: http://217.194.13.218:9012/forumeditrice/percorsi/scienze-bibliografiche/libri-biblioteche/giovanni-boccaccio- tradizione-interpretazione-e-fortuna/la-novella-201cin-lingua-furlana201d-negli FARE srl con socio unico Università di Udine Forum Editrice Universitaria Udinese via Larga, 38 - 33100 Udine Tel. 0432 26001 / Fax 0432 296756 / forumeditrice.it FARE srl con socio unico Università di Udine Forum Editrice Universitaria Udinese via Larga, 38 - 33100 Udine Tel. 0432 26001 / Fax 0432 296756 / forumeditrice.it FrAnco Finco LA NOVELLA “IN LINGUA FURLANA” NEGLI Avvertimenti DELLA LINGUA SOPRA ’L DECAMERONE DI LIONARDO SALVIATI Le operazioni di “rassettatura” cui fu sottoposto il Decameron nella seconda metà del Cinquecento, in pieno clima religioso post-tridentino, furono para- dossalmente l’occasione per la nascita e per lo sviluppo di un’attenzione filolo- gica verso il testo di Boccaccio. Dopo l’inserimento nell’Index librorum prohi- bitorum (1559), il granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici intervenne nel 1570 «rivendicando i diritti di Firenze» nella rassettatura e nella ristampa di quel capolavoro, riconosciuto fin dall’inizio del Cinquecento come il più im- portante modello di prosa toscana1: Il Decameron, così come la Commedia, era un’opera cui i fiorentini tenevano molto non solo per ragioni d’arte, ma anche per il prestigio che dava alla Tosca- na. E Cosimo nel gettare solide fondamenta al principato ben avvertì che sul primato culturale toscano egli poteva impostare una politica volta a garantire la coesione interna del paese, a lungo lacerato dalle lotte fra i partiti e i municipi, e non priva di mire egemoniche2. Ma per salvare il Decameron dalla censura e mantenere così la sua funzione di modello linguistico, si accettò di intervenire pesantemente sul testo, toglien- do o modificando le parti ritenute immorali o irreligiose, in ciò distinguendo disinvoltamente i “contenuti” dalla “forma linguistica”. Com’è noto, una prima rassettatura fu curata dai Deputati fiorentini guidati da Vincenzio Borghini (Firenze 1515-1580) e pubblicata dai Giunti nel 15733. 1 r. Mordenti, Le due censure: la collazione dei testi del “Decameron” “rassettati” da Vincen- zio Borghini e Lionardo Salviati, in Le pouvoir et la plume. Incitation, contrôle et répression dans l’Italie du XVIe siècle, Actes du colloque international (Aix-en-Provence - Marseille, 14-16 mai 1981), Paris, Université de la Sorbonne Nouvelle, 1982, pp. 253-273: p. 256. 2 M. pozzi, Discussioni linguistiche del Cinquecento, Torino, UTET, 1988, pp. 273-274. 3 il | DECAMERON | di Messer | GioVAnni boccAcci | Cittadino Fiorentino. | Ricorretto in Roma, et Emendato ſecondo | l’ordine del Sacro Conc. di Trento, | Et riſcontrato in Firen- Boccaccio.indb 311 26/08/2014 11.58.34 312 FRANCO FINCO Questa non parve sufficiente a Roma e scontentò anche l’ambiente letterario fiorentino, seppure per ragioni diverse4, ma fu comunque un poderoso lavoro testuale, linguistico ed esegetico di cui rendono conto le Annotationi et discorsi sopra alcuni luoghi del Decameron5, pubblicati l’anno dopo a nome dei Deputati, ma opera di Borghini per la quasi totalità6. Meno di dieci anni dopo gli stessi fratelli Giunti pubblicarono la nuova rassettatura del Decameron curata da Lionardo Salviati (Firenze 1540-1589), che fu il principale promotore dell’Accademia della Crusca ed è noto anche con il nome accademico di Infarinato7. Quella salviatesca costituisce una revi- sione più radicale rispetto a quella dei Deputati e conobbe numerose ristampe (una decina in circa cinquant’anni)8. Tale operazione di “ripulitura” consentì al Salviati di maturare come filologo: egli raccolse un’amplissima documentazione del fiorentino trecentesco, confrontò vari manoscritti del testo decameroniano e ne analizzò le caratteristiche, traendo le sue acute considerazioni sulla lingua boccacciana9. Frutto di questo impegno furono i suoi Avvertimenti della lingua sopra ’l Decamerone, il primo volume dei quali uscì a Venezia nel 1584 presso Domenico e Giovan Battista Guerra10, mentre il secondo fu stampato a Firenze ze con Teſti Antichi & alla ſua | vera lezione ridotto da’ Deputati di loro Alt. Ser. | nVoVAMen- te stAMpAto. | Con Priuilegij del Sommo Pontefice, delle Maeſtadi del Re Chriſtianißimo & | Re Cattolico, delli Serenißimi Gran Duca & Principe di Toſcana, | dell’Ill. et Ecc. S. Duca di Ferrara, et d’altri Sign. et Rep. | in FiorenzA | Nella Stamperia de i Giunti | Mdlxxiii. 4 p. M. broWn, Lionardo Salviati. A critical biography, Oxford, Oxford University Press, 1974, p. 163; r. Mordenti, Le due censure, p. 259. 5 ANNOTATIONI | et discorsi | soprA AlcVni lVoGhi | Del Decameron, | di M. GioVAnni boccAcci; | Fatte dalli molto Magnifici Sig. Deputati | da loro Altezze Sereniſſime, | Sopra la correttione di eſſo Boccaccio, ſtampato | l’Anno MDLXXIII. | Con Licentia, et Privilegio. | in FiorenzA | Nella Stamperia de i Giunti | M d lxxiiii. 6 c. trAbAlzA, Storia della grammatica italiana, Milano, Hoepli, 1908, p. 218. 7 il | DECAMERON | di Messer | Giovanni boccAcci, | cittAdin Fiorentino, | Di nuouo riſtampato, | E riſcontrato in Firenze con teſti antichi, | & alla ſua vera lezione ridotto | Dal | cavalier lionArdo sAlViAti, | Deputato dal Sereniß. Gran Duca di Toſcana. | Con permißion de’ Superiori, e Priuilegi di tutti | i Principi, e Republiche. | In Venezia, Del meſe di Agoſto. | Per li Giunti di Firenze. | Mdlxxxii. Una seconda edizione fu pubblicata dai Giunti nell’ot- tobre dello stesso anno a Firenze. 8 Una terza rassettatura curata dall’adriese Luigi Groto (o Grotto), detto il Cieco d’Adria (1541-1585), uscì postuma a Venezia nel 1589, ma risulta essere «tanto lontana dall’originale da apparire piuttosto una imitazione che una revisione», G. chiecchi - l. troisio, Il “Deca- meron” sequestrato. Le tre edizioni censurate nel Cinquecento, Milano, Unicopli, 1984, p. 91. 9 Cfr. M. pozzi, Discussioni linguistiche del Cinquecento, pp. 797-798. 10 deGli | AVVERTIMENTI | dellA lingva | soprA ’l decamerone | Volume Primo | del cA- valier lionArdo sAlViAti | Diuiſo in tre libri: | Il { I. in tutto dependente dall’vltima correzione di quell’Opera: | II. di Quiſtioni, e di Storie, che pertẽgono a’ fondamẽti della fauella: | III. Boccaccio.indb 312 26/08/2014 11.58.34 LA NOVELLA “IN LINGUA FURLANA” 313 presso i Giunti nel 158611. Essi suscitarono grande entusiasmo e ammirazione tra i letterati del tempo, ma non mancarono anche le critiche come quella del bolognese Vitale Papazzoni12. Gli Avvertimenti furono ristampati a Venezia nella raccolta Degli autori del ben parlare per secolari e religiosi (1643), negli Operum Graecorum, Latinorum et Italo- rum Rhetorum tomi octo (Venezia, Salicata, 1644-45), nel 1712 a Napoli nella Stamperia di Bernardo-Michele Raillard e infine nei volumi II-IV delle Opere del cavaliere Lionardo Salviati pubblicate a Milano nel 1810 dalla Società Tipografica de’ Classici Italiani. Manca tutt’ora un’edizione critica moderna di quest’opera13. Gli Avvertimenti furono scritti principalmente con lo scopo di chiarire i criteri adottati nella “rassettatura”, ma in realtà essi «costituiscono una vera e propria summa, che procede analiticamente, partendo dall’edizione decamero- niana, per trattare molti aspetti del dibattito intorno alla lingua sviluppatosi lungo tutto il secolo e molte questioni grammaticali ancora controverse»14. Salviati era convinto che fosse necessario riprendere quanto più possibile il fiorentino trecentesco, soprattutto nel lessico e nella morfologia, e non solo quello delle Tre Corone, ma anche quello di tutte le scritture fiorentine del Trecento di ogni genere e registro. Invece per la pronuncia (e quindi per la grafia) riteneva fosse meglio seguire l’uso contemporaneo: «piglieremo dagli antichi, dirò così, il getto delle parole, ma del pulirle, ſe di pulirle fia talor di meſtieri, alla moderna lima la ’mpreſa