Vittorio Imperadore San Potito Sannitico e i Sanillo nel Regno delle Due Sicilie - frammenti di storia -

ISBN 979-12-200-3681-8

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In copertina: Lo scalone di palazzo Sanillo, timbro a secco

In quarta di copertina: Timbro a secco del Regno delle Due Sicilie, sirena bicaudata, che regge la cornucopia, simbolo della Provincia di Terra di Lavoro “oggi Provincia di ”, e l’ancora

Assessorato allo Sviluppo Comune di e Promozione del Turismo San Potito Sannitico L’intervento co-finanziato dal POC 2014-2020. “Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e la cultura. Programma regionale di eventi e iniziative promozionali”. ad Alissa e Ailin

Anche vivendo in terra straniera, possano un giorno conoscere la storia dei propri avi Registri contabili Fiondella - Sanillo SALUTO DEL SINDACO

Il tenace lavoro di ricerca che Vittorio Imperadore ha avviato alcuni anni fa contribuendo fat- tivamente alla stesura del volume San Potito Sannitico da villaggio rurale a città del Parco, ha portato oggi alla pubblicazione di un nuovo libro che indaga la storia del secolo diciassettesimo e diciot- tesimo del nostro comune. In più occasioni Vittorio mi ha parlato di questo lavoro che stava preparando, delle tematiche affrontate, dei personaggi indagati e delle conclusioni che si potevano trarre dalle storie narrate, ed ogni volta restavo affascinato soprattutto dal suo modo di raccontare, perché lo faceva con en- tusiasmo e immedesimazione, chiamando in causa e per nome i personaggi coinvolti, come fossero suoi amici o perlomeno conoscenti: Don Enrico Sanillo, Alfonsina Palmieri, il brigante Fra Dia- volo, il canonico don Giuseppe Sanillo … sono tutti personaggi entrati prepotentemente a far parte del mondo reale di Vittorio, seppure deceduti più di un secolo prima e Vittorio senza far mistero della sua parzialità, sostiene a volte le ragioni dell’uno ed a volte le ragioni dell’altro, facendosi partecipe delle loro azioni, delle loro contese e delle loro gioie e dei loro dolori. Se ho esagerato, l’ho fatto solo per dire che l’autore ci sta regalando un lavoro davvero straor- dinario e lo fa gratuitamente, come sempre, in modo disinteressato: immagini, dati e considerazioni che hanno richiesto un immane lavoro di ricerca e intere nottate al computer per offrire ai vari per- sonaggi coinvolti l’opportunità di farsi conoscere. La quantità di notizie che questo libro offre al lettore, infatti, basterebbe a pubblicare non meno di una dozzina di volumi, per cui al lettore con- siglio di non soffermarsi sulla forma, a volte incerta, che Vittorio utilizza nel raccontare le vicende, perché lui è perfettamente consapevole di aver trascurato quest’aspetto a vantaggio della sostanza. Apparentemente “San Potito Sannitico e i Sanillo nel Regno delle Due Sicilie” indaga le relazioni, l’eco- nomia e la vita sia privata che pubblica di varie generazioni della famiglia Sanillo, una famiglia benestante di San Potito Sannitico che tra il Settecento e l’Ottocento, sfruttando al meglio gli in- carichi politici di alcuni suoi componenti, aveva accumulato un patrimonio economico e terriero davvero immenso, ma nella realtà finisce per offrire un interessantissimo spaccato sulle vicende storiche ed economiche del nostro piccolo paese. Sì, perché in questo minuzioso lavoro di ricerca nulla è stato lasciato al caso, l’autore fornisce persino gli alberi genealogici dei personaggi di rilievo in questa storia, le descrizioni e le foto dei luoghi nei quali questi personaggi hanno vissuto o agito nell’esercizio della loro professione o per i loro affari, i libri contabili delle attività di fa- miglia e le relative rivalutazioni dei capitali, insomma non c’è pagina del libro che non riporti un aspetto interessante e da approfondire della storia locale di San Potito Sannitico. Però, io che nella vita faccio il commercialista, sono stato conquistato dalle pagine che trattano la “Società Porcina” e che descrivono una delle imprese portanti dell’economia familiare dei Sanillo, e questo non solo per la presenza dei libri contabili, a me familiari. Ho trovato di estremo interesse l’argomento soprattutto perché questi documenti offrono solide radici storiche a quanti oggi su queste stesse terre, vorranno riprendere l’allevamento del maiale nero. Il “nero”, cosi come Sanillo definisce nei suoi libri contabili il maiale nero locale, è stato alla base dell’economia agricola di diverse famiglie di agricoltori benestanti fino al secondo dopoguerra, quando mandrie di 30-40 maiali, curate da un garzone, venivano allevate allo stato brado nei boschi di quercia per essere poi vendute. Quello che però mi ha sorpreso non è stata la presenza dei libri contabili con gli im- porti in entrata e in uscita di ogni operazione, bensì il numero di capi coinvolti in quest’attività, le modalità di trasferimento delle mandrie, gli attacchi subiti dai porci da parte dei lupi nel corso dei trasferimenti…

5 Vittorio, davvero sento il dovere di ringraziarti a nome di tutti i Potitesi; lo faccio con sincerità, dal profondo del cuore, per aver messo su carta la lunga storia della famiglia Sanillo, ma soprattutto per quello che questa storia lascia intravedere sullo sfondo: la vita, la storia, i misteri, l’economia e le curiosità della vita sette-ottocentesca di San Potito Sannitico.

Dott. Francesco Imperadore

6 PREMESSA DELL’AUTORE

Sono passati circa trentadue anni da quando, intorno al 1985, lavoravo come dipendente presso una rivendita di macchine per ufficio a . Le rare fotocopiatrici in circolazione erano a carta chimica. Probabilmente era l’unica attività del paese a fornire un servizio pubblico di questo genere. Saltuariamente e indipendentemente venivano a fare le fotocopie nell’ufficio tre distinte persone: Giuliano Palumbo, Rosario Di Lello e Teodoro Palmieri. Questi tre signori già s’interessavano di brigantaggio e, in particolare, dell’omicidio di un certo Enrico Sanillo di San Potito. Io, grazie a loro, rimasi affascinato da questa strana storia, leggendo a casa le fotocopie che mi concedevano. Verso il 2000, grazie alla Contessa Sissy Filangieri, entrai nell’antico e polveroso archivio della famiglia Sanillo. La mia emozione fu grandissima, quando mi accorsi di essere la prima persona a violare i segreti di questa famiglia. Questa mole immensa di documenti non era mai stata visionata da nessuno. Gli unici documenti consultati in epoca remota, presumo dal 1870, a seguito del se- condo matrimonio di Alfonsina Palmieri con il conte Roberto Gaetani, sono stati quelli riguardanti il patrimonio che, fortunatamente per me, fu l’unica cosa che destò l’interesse dei successori di questa famiglia. I documenti erano raccolti e impacchettati con striscioline di stoffa, altri con strisce di carta di scarto e suggellati con vari timbri, che variavano per argomento e proprietario. Un giorno mi sono imbattuto in un piccolo insieme di carte, anch’esse sigillate, con su scritto carta inutile. Anche per queste i Sanillo trovarono un posto consono nell’archivio. Di questi documenti ne parlavo spesso con l’amico Nicolino Lombardi che, a un certo punto, concepì il progetto di un libro, chiedendomi di farne parte. Non lo feci nemmeno finire di parlare che accettai. Ho impiegato circa tre anni per catalogare, fotografare e scannerizzare tutti i docu- menti che ritenevo utili a tale progetto. Non sono uno che s’intende di scrittura, anzi scrivo malis- simo. Una domenica mi vennero a trovare Angiolo Conte, Nicolino Lombardi e Paolo Rapa, tutti interessati a questa storia, parlammo del più e del meno concordando delle strategie. All’epoca misi su carta quello che portai alla luce, dall’antico archivio dei Sanillo. Tutto fu poi corretto e redatto dall’amico Nicolino. Molti di quei documenti erano per me incomprensibili, essendo scritti in latino e francese, molti altri in italiano, anche questi di non facile lettura. Fortunatamente per ogni problema esiste la so- luzione. Con i documenti alla mano, dopo l’orario di lavoro, mi recavo dall’amico Gianluigi d’Amore che, sempre disponibile a qualsiasi ora, traduceva i documenti dal latino e dal francese in brevissimo tempo, perché a San Potito tutte le famiglie agiate, oltre l’italiano, parlavano e scri- vevano in francese e latino, alcuni anche in greco. Gianluigi ha trovato sempre la parola giusta da inserire nel grande puzzle di questa storia. Molte volte ho cercato, con la “complicità” dei docu- menti non sempre comprensibili, di metterlo in difficoltà, senza mai riuscirvi. Non smetterò mai di ringraziare questi amici, queste due persone che mi hanno dato la possi- bilità di esprimermi in un campo a me sconosciuto e pieno d’insidie. Ultimato il mio capitolo, nel- l’anno 2004 viene dato alle stampe San Potito Sannitico, da Villaggio Rurale a Città del Parco, progetto e cura di Nicolino Lombardi. Fu un grande lavoro di squadra, non so come Nicolino riuscì nel- l’impresa, avendo messo su un gruppo di quattordici persone. Per alcuni anni ho cancellato questa storia dalla mia mente. Intorno al 2007 ho visitato il vecchio cimitero di San Potito, in località Torelle, in fase di ristrutturazione, dove mi è stato permesso di controllare e fotografare ciò che ritenevo utile. Di questo sono particolarmente grato a Luigi Im- peradore, titolare della ditta Termotetti. Continuando a cercare, da poco tempo e per puro caso mi

7 sono imbattuto in altro materiale interessante e inedito, riguardante le famiglie Fiondella e Sanillo. A seguito del ritrovamento di altri documenti, ho riscoperto l’interesse per questa storia lasciata in sospeso. Dopo aver messo su carta il riepilogo di tutti i documenti accumulati, visto che molte no- tizie sono inedite, mi è balenata l’idea che, usando come base il mio capitolo nel libro del 2004, avrei potuto dare al lettore un seguito a questa storia. Come incognita rimane sempre la mia non idonea preparazione alla scrittura. Nicolino Lombardi, oggi Dirigente Scolastico, preso da molte- plici impegni di famiglia, di studio e di lavoro, non ha potuto far altro che declinare a malincuore la mia l’offerta. Dopo aver chiesto collaborazione in giro, sono stato indirizzato verso Armando Pepe, docente d’italiano e storia presso il Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Piedimonte Matese. Gli ho esposto in breve la storia dei Sanillo e, davanti a un caffè, Armando ha accettato di curare questo mio libro. Ringrazio il professore per la notevole cura e tutto l’impegno che gli ha dedicato. Al- tresì ringrazio Don Fernando Stocchetti parroco nella frazione di Calvisi, che mi ha permesso di consultare i registri canonici del Santuario dedicato a San Liberato, il Sindaco di Gioia San- nitica Prof. Dott. Michelangelo Raccio che mi ha consentito di raccogliere preziosissimi dati dai vecchi registri comunali. Entrambi hanno fatto in modo che completassi l’albero genealogico della famiglia Fiondella. Non dimentico inoltre il personale dipendente del Comune di per la loro disponibilità e cortesia, e in particolare, la Sig.ra Elisabetta Melillo “Bet- tina”, addetta all’ufficio anagrafe. In questi ultimi anni, ho avuto ancora bisogno di tornare a palazzo Filangieri per fotografare qualche particolare che mancava per chiudere un relativo capitolo, trovando la Contessa Sissy, (Elisabeth Felkel), sempre con il sorriso e la massima disponibilità. Un grazie di cuore.

Il cerchio non è ancora chiuso. Per completare il libro mi sono reso conto che manca ancora un tassello, il capitolo su, “La morte di Enrico Sanillo”. Paolo Rapa, nel 1994, pubblica nell’Annuario dell’A.S.M.V.1 di Piedimonte Matese L’assalto dei briganti al caffè Riccitelli. Per avere l’articolo contatto Paolo che mi procura il materiale. In ultimo, e non per ultimo, ringrazio di cuore il Sindaco di San Potito Sannitico, nella persona del Dott. Francesco Imperadore che, a nome dell’Amministrazione Comunale, ha patrocinato e creduto for- temente nel pogretto POC Campania 2014-2020 “Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e la cultura”, che ha permesso di finanziare la pubblicazione del libro. Nota: Le foto aeree, e alcune da terra, inserite nel libro, sono di Roberto Gaetano, fotografo; sono circa dieci anni che, portandolo in volo sul deltaplano, si è divertito a scattare foto a tutto tondo. Le altre foto sono mie. Nelle didascalie userò il termine: foto R .G. per indicare quelle di Roberto. Un particolare grazie a Roberto che con queste foto mi ha permesso di arricchire il libro. Non ricordo i nomi di tutte le persone che hanno contribuito con piccole o grandi informazioni alla stesura del libro, ma rivolgo a tutte un grazie di cuore. [email protected] Vittorio Imperadore

1 - Associazione Storica Medio Volturno.

8 PREMESSA DEL CURATORE

Sono rari i momenti in cui la storia di una famiglia si fonde intimamente con la vita di un paese, nel bene e nel male. San Potito nel XVII secolo era un villaggio rurale di cui si faceva cenno so- briamente nelle relazioni ad limina (alle tombe degli Apostoli) che i vescovi stilavano ogni triennio. Nel 1670 il vescovo di Alife, monsignor Domenico Caracciolo2, nel dettaglio scrive che il casale di S. Potito ha una chiesa parrocchiale. Conta 511 anime. In quella chiesa ci sono le confraternite del Santissimo Sacramento e del Santissimo Rosario, e inoltre in S. Potito c’è un’altra chiesa sotto l’invocazione dell’Ascensione con il beneficio semplice di San Cassiano. Nel casale ci sono due sacerdoti e sei chierici ascritti. San Potito è lo scenario dell’ascesa incontrastata della famiglia Sanillo che, nell’arco di oltre due secoli, di generazione in generazione, ha sempre accumulato terra e denaro. La nostra indagine esamina a fondo le relazioni familiari, di carattere prevalentemente economico tra i Sanillo e i Fiondella, che si concretano nella realizzazione della società porcina e di altre iniziative. Attraverso l’investimento terriero e rischiose imprese economiche i Sanillo sono diventati per antonomasia l’emblema della borghesia agraria locale e, nel libro, se ne colgono i diversi aspetti. Il tema centrale della nostra indagine è l’analisi del patrimonio, frutto di industriosità e parsimonia e non comune capacità di dirigere i propri investimenti. Emerge una famiglia che della ricchezza e della terra fa il suo motivo di orgoglio, tangibile segno di una consapevole autocoscienza. Altro punto di fondamentale interesse è la trasmissione del patrimonio che non decresce mai, anzi nel corso dei secoli aumenta sempre. Abbiamo raccolto istanze provenienti non solo da una rigorosa storiografia ma ci siamo aperti agli stimoli di diverse discipline come l’economia agraria, l’antropologia culturale e la storia dell’arte. Per scrupolo metodologico aggiungiamo che alcuni documenti, citati nel libro, provengono dall’archivio Filangieri di Candida Gonzaga in San Potito, altri sono in possesso di alcune famiglie della zona. Infine successivi documenti sono stati recuperati da Vittorio Imperadore, nell’arco degli anni.

[email protected] Armando Pepe

2 - Archivum Secretum Vaticanum (d’ora in poi ASV), Congr. Concilio, Relat. Dioec. 32A, 125r. Armando Pepe.

9 I. Economia e amministrazione del territorio

1. L’Università3 di Piedimonte solo anno, è governato dal figlio Ferdinando II di Aragona, per rinunzia del padre. Anche Corre l’anno 1481, San Potito è Casale di in questo caso la durata è di un solo anno, e il regno nel 1496 passa a Federigo di Aragona, fra- tello di Alfonso II. Per inoltrarci nel Regno di Sicilia dob- biamo tornare indietro di qualche anno, nel 1479 è governato da Ferdinando II di Aragona, chiamato il Cattolico. Dopo ventiquat- tro anni di regno, nel 1503 Ferdinando II di Si- cilia vince in battaglia Federigo di Aragona, Re di Napoli, e assunto il nome di Ferdinando III, cognomi- nato il Cattolico, governa anche il Regno di Napoli. Gli statuti della Terra di Piedimonte, di Honorato Gaetani Per questo motivo, gli statuti della Terra di Piede- Piedimonte, e Honorato4 Gaitano de Aragonia, monte sono siglati come Regno di Sicilia. Conte de Fundi, Logothetha, et Prothonotario di que- sto Regno di Sicilia, promulga i capitoli e gli sta- tuti municipali dell’Uñità di Piedimonte. Il manoscritto, rilegato in pelle, composto di 172 pagine in 98 capitoli, viene dato alle stampe con il beneplacito del Viceré di Sicilia Don Ferdinando Gaetani d’Aragona, ed è ver- gato da sua moglie Cassandra de , che di- chiara di essere: Mater, balia, et Tutrix di suo figlio Joanni Gae- tani de Aragonia. Il Regno di Napoli5 è retto da Ferdinando I di Aragona figlio di Alfonso I, cognominato il Magnanimo, nel 1494 il regno Timbro a secco su carta legale del Regno delle Due Sicilie passa ad Alfonso II di Aragona, ma dopo un in uso nella Provincia di Terra di Lavoro.

3 - Università, Uñità Il Comune o tutto il popolo di una città, d’una provincia o regno, nel 1700 era in uso il ter- mine abbreviato. Vocabolario italiano della lingua parlata, Rigutini e Fanfani, Firenze 1854. 4 - Onorato II, muore il 25 aprile 1491 5 - Almanacco Reale del Regno delle Due Sicilie, 1842 Napoli dalla Stamperia Reale.

11 Vittorio Imperadore Armando Pepe

La preparazione degli statuti ha avuto un anime, 276 delle quali ricevono la comunione. Esi- lungo travaglio, iniziati nel 1481 e portati a ste un’altra chiesa sotto il titolo dell’Ascensione del termine nel 1549. Il libro è stato avallato dal- Signore. Oltre il parroco, vi sono un sacerdote e un l’egregii Notarii Alessandri de Burrelli. chierico. Dopo dodici anni, viene compilato un se- Sebastiano Dossena, vescovo alifano9 condo trattato, intorno alle gabelle6 dell’ Univer- sità di Piedimonte e suoi Casali, sempre vergato Dagli atti del 28 agosto 1741 del Pubblico a mano e con la copertina in pelle, pubblicato Parlamento di Piedimonte, di cui San Potito nel 1561. Il primo capitolo riguarda la tassa era casale, risulta che i suoi abitanti erano sulla farina. Con molta probabilità, il volume comparsi davanti al Sacro Regio Consiglio di sulle gabelle è da ascriversi al Duca Don Luigi Napoli, ottenendo di procedere all’elezione dei Gaetani, Signore di Piedimonte in quegli anni. Sindaci. Il 27 dello stesso mese ed anno si pro- Dal XV secolo il Casale Sancti Potiti appar- cedette a tale elezione ed a quella di Cancel- tenne al feudo di Piedimonte e solo dalla metà liere, Razionale e Soprintendente. del XVII secolo si evidenziò una struttura am- Dopo una lite giudiziaria durata otto anni, ministrativa autonoma. Nella relazione per la San Potito si staccò da Piedimonte, ottenendo visita ad limina apostolorum in Roma del 1626, la definitiva autonomia e fisionomia nel 1749. il vescovo di Alife Girolamo Maria Zambec- Vi sono però documenti a firma di sindaci di cari7 scrive: San Potito (con nomi diversi dai sindaci di Nel casale di S. Potito, di circa novanta fuochi, Piedimonte) antecedenti al 1749 a dimostra- c’è una chiesa rurale sotto il titolo di Sanctae Cathe- zione di una certa autonomia amministrativa rinae. Il curato di detta chiesa ha un reddito annuo precedente alla reale separazione10. di trenta ducati circa. Piedimonte d’Alife, 9 dicem- bre 1659 La terra di Piedimonte è insigne non solo nell’intera diocesi ma anche in tutto il Regno di Napoli. … prima del contagio della peste8 si contavano dodicimila anime e oltre, oggi 3300.

San Potito La terra di San Potito vive sotto il dominio temporale dell’eccellentis- simo Duca di Laurenzana. Vi si trova una chiesa parrocchiale sotto l’invocazione di San Potito, che è amministrata da un economo a causa della povertà del luogo. Ci sono 374 Le leggi, capitolo sui bestemmiatori.

6 - Gabelle - Tasse 7 - ASV, Congr. Concilio, Relat. Dioec. 32A, 53r. Cfr. a cura di Armando Pepe, Le relazioni ad limina dei vescovi della diocesi di Alife (1590- 1659), Tricase Youcanprint 2017, p. 62, 120,128,129. 8 - La peste del 1656 nel Regno di Napoli, cfr Le relazioni ad limina… 9 - Cfr. Le relazioni ad limina… 10 - Da Villaggio rurale a Città del Parco, progetto e cura di Nicolino Lombardi anno 2004.

12 Economia e amministrazione del territorio

Nicola Sanillo11, sposato con Catarina Ric- cio, è sindaco di San Potito nel 1727. È il ca- postipite di questa famiglia, ha due figli, Anna Maria e Luca e muore il 15 maggio 1729.

2. L’amministrazione municipale nel Settecento a San Potito

Luca Sanillo Luca nasce a San Potito il 12 settembre 1722. Nel 1763, all’età di 41 anni, in veste di cancel- liere, firma il documento attestante gli eletti presso l’Uñità di San Potito. Dal matrimonio di 12 Luca con Antonia Fattore nascono sei figli . La Dizionario Statistico dei Paesi del Regno delle Due famiglia Sanillo, oltre a dedicarsi all’agricoltura Sicilie. Napoli 1840. Gabriello de Sanctis. e all’allevamento del bestiame, è da tempi re- moti anche nella vita politica del paese. L’impiego di Cancelliere15 Archiviario è esercitato in Luca è per molti anni cancelliere del- ogni comune da una sola e medesima persona. Il Can- l’Uñità del casale di San Potito, nel 1763, celliere Archiviario è incaricato, sotto la dipendenza 1771, 1778, 1779, 1780, 1784, 1785, 1786, e gli ordini immediati del Sindaco, dell’Uffizio e 1790, 1791, muore il 6 settembre 1794. dell’Archivio comunale, di cui è responsabile; egli L’Uñità ha il compito di amministrare il ter- forma tutti gli atti, i registri, e la corrispondenza ritorio, determinando le imposte cui assog- ch’esige il servigio dell’Amministrazione. Egli lega- gettare la popolazione. L’esazione delle lizza col visto del Sindaco tutte le copie degli atti che imposte è affidata a privati, attraverso una si estraggono dall’Archivio comunale, apponendovi il gara di appalto al migliore offerente. suggello di cui è il custode, ed accompagna colla sua Esistono in ogni Uñità, per regolare l’eco- firma tutti gli atti che si pubblicano dal Sindaco. Al nomia, un sindaco, due eletti e un decurionato; Cancelliere sono dovuti i seguenti dritti, per ogni i funzionari devono essere presi dalla lista estratto di catasto grana, cioè 5 per l’estratto, 4 per degli eleggibili; nelle nostre contrade sono no- il repertorio. minati dagli intendenti, sempre su proposta dei decurionati13. Il numero dei decurioni è fissato a dieci, ma può essere anche di otto. Il decu- rionato è presieduto dal sindaco, ed in sua as- senza, da uno degli eletti. Esso si riunisce di diritto nella prima domenica di ciascun mese; ma può, nel bisogno, essere straordinaria- mente convocato14. Firma del Cancelliere Archiviario di San Potito

11 - Nicola Sanillo, è il primo di questa famiglia di cui si ha notizia, muore in giovane età, di anni 54. 12 - Nicola, Giuseppe, Maria Rachele, Mariangiola, Pasquale e Carmela. 13 - Consigli Comunali 14 - Dall’Almanacco Reale del Regno delle Due Sicilie, Napoli. 1842 Stamperia Reale.- 15 - Repertorio Amministrativo del Regno delle Due Sicilie, Barone Pompilio Petitti. Napoli 1856.

13 Vittorio Imperadore Armando Pepe

L’Uñità di San Potito, dal 1651 al 1799, è sindaci, dei consiglieri, dei gabelloti17, dei retta, ogni anno, da due sindaci. Dal 1800 in cappellani, dei sacrestani e dei vari ammini- poi, soltanto da uno e l’elezione è annuale. stratori avvengono nella pubblica piazza. Nel 1730 la giunta municipale è formata da: L’anno amministrativo inizia il primo di set- Francesco del Santo, Giovan Vincenzo Mor- tembre e termina l’ultimo giorno del mese di rillo, Vincenzo Seccia, Pietro di Pietrosi- agosto. mone. I consiglieri comunali, invece, sono: 3. Gabelle e Gabelloti Carlo Antonio di Pietrosimone, Gio. Batta La trattativa per l’assegnazione delle varie Sanillo, Domenico Piazza, Pascale Ferrazza, gabelle, con la tecnica della candela, si Francesco Sauro, Gio. Batta Scappaticcio, svolge in due distinti giorni. Nella pubblica Filippo Carancio, Scipione d’Amato, Pascale piazza, il banditore, dopo aver acceso la can- Petella, Domenico Riccio, Salvatore Jafusco, dela, si rivolge ai presenti, gridando più volte Marcellino del Santo. ad alta e chiara voce: Chi si vuole affittare la ga- Verso la metà del Settecento il Pubblico bella della farina di questa Uñità per un anno con- Parlamento dell’Uñità (sindaci, eletti, deputati tinuo, che incomincia dal primo di Settembre, e e cittadini), si riunisce nella piazza della Bot- finisce all’ ultimo Agosto? tega, dopo il 1799 venne chiamata piazza Nelle pagine successive parlerò di gabelle dell’Albero, a seguito della messa a dimora e gabelloti. Giuseppe Piazza e Crescenzo Pa- dell’albero “della libertà” come da indicazione cella dell’Uñità di San Potito, gabelloti della del governo rivoluzionario. Le elezioni dei farina dal 1730 al 1731, presentano il reso- conto annuale. Si sono aggiudicati la gara per ducati 317,20. Don Tommaso Ciccarelli è soprintendente e cancelliere del- l’Uñità di San Potito e riceve come provvigione ventidue ducati annui, mentre i due Sindaci pro tempore, Ni- cola di Pietrosimone e Bernardo Cola- petella, ne ricevono cinque. Nello stesso tempo presentano il re- soconto anche Andrea Fattore e Gianvin- cenzo Morrillo, gabelloti del vino e del bestiame. Manca il conto della gabella della carne, tenuta in fitto da Vincenzo Seccia, insieme ai fratelli Francesco e Giuseppe Travaglia. Per questa grave inadempienza sono convenuti nella Corte di Piedimonte e rinviati a giudizio nella Real Camera della Sommaria. Prima accensione di candela per l’affitto della gabella della farina. Donato Tamburro, ordinario Giurato, serviente della corte sud- Suggello de’ L’Uñità di San Potito, in uso dal 1742 detta, e deputato da questa Uñità, have accesa

16 - I primi quattro consiglieri eletti con il maggior numero di preferenze. 17 - Quelli che riscuotevano le tasse

14 Economia e amministrazione del territorio la candela sopra l’affitto della gabella della farina, Per la gabella della carne … è comparso Nicola dicendo più volte ad alta ed intelligibile voce: Chi si Piteo, del q.m Vincenzo, il quale ha offerto duc.ti ot- vuole affittare la gabella della farina di quest’Uñità tanta, ed estintasi da sé la candela, senz’esser com- per un anno continuo, che incomincia dal primo di parso altro oblatore, che avesse migliorata d.a offerta, Settembre e finisce all’ultimo agosto 1743? è rimasta perciò d.a gabella al d.o Nicola, come ultimo È da esigersi secondo gli anni passati, cioè a grana licitatore, e più offerente per ducati 80.0. Presenti per sette e mezzo il tomolo la Farina di grano; e venga a testimoni, Stefano Golino, Filippo Franco, Domenico far l’offerta, che si è accesa la candela perché dettaga- Ricigliano, ed altri del sud.o Casale; in fede bella si ceda al più offerente; e così dicendo, più e più Not.r Fran.co Ant.o Francomacaro Cancell.e volte sono comparsi gli oblatori, e fra gli altri il Mag.co Giambattista Pietraleone, che ha offerti ducati trecento Carne e uno, ed estinta la candela senza esser comparso altro Il 30 agosto 1793, i sindaci del paese sono oblatore (che avesse migliorato l’offerta) la gabella è ri- i magnifici Filippo Giacomo Sauro e Vincenzo masta al Magnifico Gianbattista, come ultimo licita- Scappaticcio. Sono passati cinquant’anni dal tore, e più offerente, per ducati 301.0 1743, il Cancelliere non è più Francescantonio La trattativa non è ancora conclusa. Il giorno Francomacaro, ma un altro della medesima fa- dopo si accende la candela in seconda battuta, miglia, Carlantonio Francomacaro, che assiste e si ripete l’asta pubblica. Gianbattista Pietra- allo svolgimento e alla regolare trattativa della leone offre a rialzo ducati310, ma entra in gioco tassa sulla carne. un altro concorrente, Marcellino di Chello, che, Nella pubblica Piazza del Casale di S. Potito, offrendo ducati 314, si aggiudica l’appalto per luogo solito de’ pubblici Parlamenti,colla assistenza la riscossione della tassa sulla vendita della del Sig.r D. Carlant.o Francomacaro, Delegato dal carne. I documenti ritrovati in merito alle ga- Sig.r D. Eugenio Sarubbi Gov.re e Giud.e della corte belle sono pochi ma sufficienti per farci capire della Città di Piedem.e e suoi Casali, si procede dagli le regole adottate dai nostri avi. La storia si ri- odierni Mag.ci Sindaci Filippo Giacomo Sauro, e Vin- pete per tutte le gabelle: farina, carne, bestiame cenzo Scappaticcio all’accens.e della candela per la e vino. Persa l’asta sulla farina, il magnifico vendita per affitto della gabella della carne del- Giambattista Pietraleone, partecipa a quelle del l’Uñità del casale di S. Potito. vino e del bestiame, aggiudicandosele. Il pro- Principiando al dì primo 7bre corrente anno 1793, tocollo è sempre lo stesso: e finendo all’ultimo d’Agosto del venturo anno 1794 …Donato Tamburro ordinario Giurato, e serviente alla ragione di un grano18 ad ogni rotolo19 di carne. della Corte di detta Città, deputato da questa Uñità di Venga dunque ognuno ad offrire, che già si è accesa S. Potito, have detto ad alta ed intelligibile voce: chi si la candela. E così dicendo, più e più volte, è comparso: vuole affittare la gabella del vino e del bestiame per un Simeone di Pietrosimone, ha offerti duc.ti 25. anno continuo, … da esigersi secondo il solito, venga a Il Mag.co Nicola Sauro ha offerti duc.ti 35. far l’offerta perché si è accesa la candela, e d.a Gabella si Il Mag.co Tommaso Piazza ha offerti duc.ti 40. libera al miglior offerente, e così dicendo più volte è com- Il Mag.co Nicola Sauro ha offerti duc.ti 50. parso fra gli altri oblatori il Mag.co Giambattista Pietra- Ed al sud.o Sauro è rimasta, la prima sera, per li duc.ti leone, il quale ha offerti duc.ti trecento sessantasette, ed cinquanta. estintasi da sé la candela, non essendo comparso altro Nicola Sauro, con l’offerta di ducati cin- oblatore, ch’avesse migliorata d.a offerta, è rimasta perciò quanta, si aggiudica la gabella della carne per d.a gabella al d.o Mag.co Giambattista come ultimo lici- l’anno 1793. tatore, e più offerente per d.i ducati 367.0

18 - 1 ducato: 100 grana 19 - 1 Rotolo: 890 grammi

15 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Registro dei conti di Luca Sanillo

Vino e bestiame

Nello stesso luogo e giorno, 30 agosto 1793, con la consueta procedura, e con l’assistenza del Sig. D. Carlantonio Francomacaro, all’accensione della can- dela per la vendita e per l’affitto della gabella del vino e del bestiame, sono comparsi i magnifici: D. Tommaso Piazza ha offerto duc.ti 350, D. Franc.co Fattore ha offerto duc.ti 370, D. Tommaso Piazza ha offerto duc.ti 375, D.Franc.co Fattore ha offerto duc.ti 390, D.Tommaso Piazza ha offerto duc.ti 400, D. Franc.co Fattore ha offerto duc.ti 415. Gianbattista Pietraleone, gabella della carne, 1740-1741. Ed al Sig. Fattore è rimasta la sud.ta gabella per ducati 415.00, del vino e del bestiame. Il magnifico don Tommaso Piazza, come ultimo offerente prima dello spegnimento della candela offre ducati 435.00, aggiudicandosi l’offerta. Il giorno dopo, 31 agosto 1793, si è proce- duto in seconda battuta all’assegnazione della gabella.

16 Economia e amministrazione del territorio

4. Elezione dei sindaci sati economi Crescenzio Pacella, e Pasquale Ferrazzo, e de’ loro predecessori economi… Si deve parimenti procedere alla elezione dei Cappellani e del Sacrestano per servizio della stessa Chiesa, oppure alla conferma di quelli stessi, che vi si ritrovano presentemente. … Si deve destinare una persona per la visione dei conti degli altri Sindaci e Gabelloti passati. Timbro del Sindaco Com’anche destinare una persona, la quale, come credenziere, debba fare il libretto della misura del In data 21 Agosto 1742 si sono congregati li Cit- vino, coll’obbligo però di consegnare detto libretto al tadini di questo Casale di S. Potito in mezzo alla Cancelliere, al fine di conservarlo nell’Archivio del- Piazza della Bottega, ed ivi hanno proceduto alla l’Uñità, onde essi Magnifici Sindaci nominano: nuova elezione delli Magnifici del Governo di detto Per Razionali dell’Uñità i Magnifici: Sebastiano Casale, coll’intervento e presenza di me sottoscritto, Gambella, Marcellino Colapetella. Pietro Santangelo, e coll’intervento del Magnifico Per Economi della Chiesa dell’Ascensione: Nicola Cancelliere di esso Casale, che mi ha esibito il suggello Usiello, e Marcellino del Santo. e la stadera20, poi si è proceduto all’elezione. Il voto Per Razionali di detta Chiesa i Magnifici: Seba- è nominativo, i Sindaci uscenti sono Nicola Usiello e stiano Gambella, e il Notaro Francesco Antonio Luigi Vicco. In sede di votazione Nicola Usiello vota Francomacaro. per Pasquale Petella e Geronimo Bocchino, mentre Per Cappellani della medesima Chiesa: Li istessi che Luigi Vicco vota per Potito Sauro e DomenicoAnto- presentemente vi si ritrovano, amovibili però ad nio Coluccio. Unanimemente, gli eletti, i deputati e i nutum23 di essi Sindaci, e dei loro successori. cittadini, con diritto di voto, presenti nella pubblica Per Sacrestano dell’istessa Chiesa il Parroco France- piazza, danno la loro preferenza a Pasquale Petella sco Piazza. e Geronimo Bocchino. Il 9 settembre 1742, dopo la Per la persona assistente alli cennati conti il suddetto nomina dei Sindaci, degli Eletti e dei Deputati, in Nicola Usiello. piazza della Bottega,21 ove è ancora l’omonima Per credenziere della misura del vino lo stesso Ni- fontana, alla presenza del Governatore della Città cola Usiello. Pertanto si domanda ad essi del Reggi- di Piedimonte, Don Domenico Clavero, si procede alla mento24 a dare, su di tali proposte, il loro parere, e nomina dei contabili: conferma. Le persone del Reggimento congregate Secondo la costumanza di detta Uñità, si deve pro- sono: Bernardo Colapetella, Giuseppe Piazza del cedere all’elezione dei Razionali22 per la rendizione de’ quondam25 Gianbattista, Pasquale Ferrazzo, Gio- conti che devonsi dare dai Magnifici Sindaci passati, vanni Franco, Lorenzo Ricigliano, Nicola Testa, Pie- Nicola Usiello, Luigi Vicco, dalla loro Amministra- tro Rapa, Pasquale Mezzullo, Giannangelo di Chello, zione, e dai Gabelloti…e a tenore degli Reali Ordini, Gianfelice Riccitello, Nicola Ricigliano, Filippo Fa- all’elezione degli Economi della Chiesa dell’Ascen- rina, Nicola Piteo del quondam Casimiro, Angelo di sione, e delli Razionali della medesima Chiesa, colla Pietrosimone, Salvatore Iafusco del quondam Fran- facoltà di poter procedere alla visura de conti delli pas- cesco, Potito Riccitello del quondam Girolamo.

20 - Stadera: bilancia grande. 21 - Nel 1799, con il triennio Giacobino, piazza della Bottega cambia in piazza dell’Albero, come da indicazione del Governo Rivoluzionario. Oggi è parte di via Roma. 22 - Contabili. 23 - A piacere 24 - Governo del paese 25 - Del fu

17 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Inoltre si propone, che facendosi ogni anno molta del peculio di detta Uñità, si fussero dati pronta- spesa per l’accomodo della Fontana, che sta nella cen- mente, per una sola volta, al Signor Duca, ottanta nata Piazza, e poi che i Cittadini non restano soddi- ducati, al fine di non dare i polli, o altra contribu- sfatti dell’acqua, perché allo stesso si guastano i zione, per l’uso di dette acque. condotti, si è perciò stimato di farci qualche spesa com- 1743, le casse dell’Uñità di San Potito sono petente, e ridurre i condotti in maniera che fussero du- vuote; pertanto i Sindaci prendono in prestito rabili, onde, essendosi fatto fare lo scandaglio26 dal novanta ducati, restituibili in tre anni. Mastro Paolo Lombardo, della Vallata di Piedimonte, il medesimo ha riferito necessitarvi, per quel che im- 5. Soldati del circondario porta della spesa di calce, condotti, oglio, cannavac- Nel XVIII secolo il circondario di Piedi- cio27, spago e giornate di lavoro ducati settanta; monte è tenuto a fornire diciassette soldati per pertanto si è pensato che l’Uñità s’accolla detta spesa. la milizia. L’Uñità di San Potito deve contri- In fede. Domenico Clavero, Governatore e Giudice. buire per la nona parte, cioè con due militari. Notaro Francescantonio Francomacaro, Cancelliere. I due sindaci pro tempore, Pascale Petella e Per tutto il Settecento, e fino alla legge Girolamo Bocchino, e tutti gli eletti nominano sull’eversione della feudalità, (emanata dal Re a viva voce i quattro deputati addetti al reclu- di Napoli, Giuseppe Bonaparte, il due agosto tamento, che sono i magnifici: Andrea Fattore, 1806), ogni feudatario pretende scrupolosa- Marcellino Colapetella, Michele di Pietrosi- mente che siano salvaguardati i propri diritti, mone, e Luca Sanillo. ignorando deliberatamente le condizioni del popolo. Lo testimonia anche un documento del 1742: Al dì 23 Decembre 1742 nel Casale di S. Potito della Città di Piedimonte, e propriamente nella pub- blica Piazza chiamata la Bottega, si rappresenta dalli Magnifici Sindaci Pasquale Petella e Girolamo Bocchino, come nell’anno 1727 si pretese dal fu Ec- cellentissimo Signor Don Nicola Gaetani, Duca di Laurenzana, esigere, ogni anno, per la ricognizione28 del dominio, che aveva sulle acque che scorrono in detto Casale, un pajo di polli per ogni Colono e Pa- drone di ciascuno territorio dei cittadini di esso Ca- sale, che volevansi servire di dette acque per innacquare i loro terreni ed orti, per lo che, i quondam Nicola Sanillo, e Gianvincenzo Morrillo, Sindaci in Bandiera del 14° Reggimento Sannio29 detto anno, a fine di liberare, ed esimere i Cittadini da detta annua contribuzione, proposero, in pubblico Il sindaco Girolamo Bocchino, al posto parlamento, e deliberarono di dare, e pagare, per una della firma, mette il segno di croce perché non volta solamente al detto Eccellentissimo Signor sa scrivere. Dalla milizia sono esentati i con- Duca ottanta ducati. Perciò, i Magnifici del Reggi- tadini che hanno almeno due paia di buoi, i mento di quel tempo, conclusero e determinarono che notai, i medici, i farmacisti, i minori di diciotto

26 - Controllo della spesa 27 - Stoppa 28 - Controllo 29 - Viaggio nella Memoria, I Borbone, copia della bandiera del Regno delle Due Sicilie. Napoli, maggio 2000- aprile 2001

18 Economia e amministrazione del territorio anni, i maggiori di quaranta, i vedovi con fi- Delli tre: Francesco Riccitello, 22; Giovanni Piteo, glio unico e padre ultrasettantenne, e gli as- 19; Giovanni del Santo, 20; Giuseppe di Missere, 27; senti per lavori in altri paesi, perché non si ha Potito di Biaso, 37; Vincenzo d’Urzo, 33. certezza della loro statura, che non deve essere Delli due: Domenico Testa, 23; Giovanni Coluccio, inferiore a cinque piedi e una spanna. Fatte le 23; Tomaso Riccitello, 33; Vincenzo Coluccio, 30; dovute premesse, i quattro magnifici comin- Vincenzo Coluccio, 21; Cristofaro Testa, 24; Nicola ciano a inserire nel bossolo30 le famiglie nu- Mastromarino, 23; Potito Seccia, 24. merose di prima classe, cioè composte di sei Assenti: Lucantonio Vitello, assente nel Casale di figli, fino a quelle di due. Per ogni candidato Sguilla di Cajazza, garzone d’anni 35. Giovanni Piteo, si scrive il nome su due pezzi di carta, uno di assente nella Vallata di Piedemonte, garzone d’anni colore bianco e uno nero, inserendoli nel- 38. Stefano Meola di Girolamo, assente nella frazione l’urna. Nel momento dell’estrazione sono di , d’anni 22. Francesco Riccitello, assente esclusi i nomi riportati sui fogli bianchi, e pre- nelli Calvisi di Gioia, d’anni 34. Giambattista Santan- scelti quelli scritti sui neri, definiti negri. gelo, assente nella frazione di , d’anni 38. A di p.mo Maggio 1743, nel Casale di S. Potito della Città di Piedem.te e propriam.te nella pubblica 6. Il triennio giacobino Piazza, volgarmente detta la Bottega, luogo solito Il 10 febbraio 1798 le truppe francesi irrom- …Si rappresenta per i Mg.ci Sindici di questa Uñità pono nello Stato Pontificio e proclamano la re- di S. Potito agl’infra rubricati eletti, ed altri del Reg- pubblica. Il 14 novembre i Borbone decidono gimento, e Consiglio di qesta sud.a Uñità come si deve di liberare Roma. L’impresa fallisce e, per rea- fare dalla medesima, a tenore delle Reali Istruzioni, zione, i francesi attaccano ed espugnano il la discussione per l’elezione de’ soldati Provinciali Regno di Napoli. Decisa la fuga in Sicilia, la spettanti a quest’istessa Uñità, e che si devono con- corte reale prende il largo sulle navi Sannito e tribuire alla d.a Uñità di Piedem.te… coll’intervento Archimede, su cui sono trasportati gli oggetti pre- ed assistenza dell’ordinario loro Cancell.re Not.r ziosi il cui valore ammonta a sessanta milioni Franc.o Ant.o Francomacaro, e del R. D. Paolo di Pie- di ducati, provenienti dalle regge di Napoli, Ca- trosimone, parroco dello stesso casale collo stato del- podimonte e Caserta, più altri venti milioni in l’anime del medesimo. denaro contante31. Il 23 gennaio 1799 è procla- Il 29 del caduto mese di Aprile del 1743, emanati mata la Repubblica Napoletana. i bandi ed affissi ne’ i luoghi soliti di d.o Casale, si è Il saccheggio di Piedimonte32 è un episodio dato principio alla seguente discussione … per la cen- dell’invasione delle truppe francesi. In quei fran- nata elezione dei soldati genti vediamo l’aristocrazia e la borghesia divi- Riporto l’elenco dei giovani di San Potito, dersi in opposte ideologie, ma a volte solo idonei all’estrazione per l’arruolamento. apparentemente, perché si riuniscono e vanno in Prima classe, delle famiglie numerose, principiando soccorso del vincitore. dal maggior numero delli sei, sino alli due. Il 9 gennaio 1799 fin dalla mattinata li Francesi Delli sei: Rocco Izzo di Filippo, d’anni 23. cominciarono a tentar la plebe paesana, perché dissero Delli Cinque: Giuseppe Colapetella, 29; Vincenzo che veniva la Cavalleria Napolitana per assalirla, e Scappaticcio, 19. ciò per far succedere qualche sollevazione, e prender Delli quattro: Giuseppe Rapa, 24; Marcellino Sanillo, occasione di saccheggiar la Città. Sicché prevalse a 29; Marc’Ant.0 Santillo, 26; Pasquale di Chello, 19. segno questa diceria, che già vi fu chi la credette. Si

30 - Bossolo: vasetto di legno, urna, con coperchio, atto a raccogliere i voti; usato in certe Accademie, e in certe Confraternite. Vocabolario Italiano della Lingua Parlata. Rigutini e Fanfani, Barbèra Firenze 1854. 31 - Biblioteca Storica, Napoli nel 1799. Luigi Conforti, Tip. Ernesto Anfossi. 32 - Il saccheggio di Piedimonte nel 1799- Dante Marrocco 1965 - Piedimonte. Sindico D. Andrea Imperadore.

19 Vittorio Imperadore Armando Pepe era inoltre mischiato nell’affare della contribuzione 7. Proclama del sindaco Don Giacomo Pietrosimone, giacobino di S. Potito, e Giacomo Pietrosimone. si dice che aveva ottenuto la transazione per tremila Li 28 Febbraro dell’anno primo33 della Libertà. e cinquecento ducati, che si sarebbero pagati la mat- La Comune di S. Potito ai Cittadini Rappresentanti tina del giovedì seguente. Pietrosimone, non si sa per- il Governo Provvisorio della Repubblica Napolitana. ché, non venne che verso le 19, sebbene vi fu chi Cittadini Rappresentanti sospettò che il suo ritardo fosse stato concertato per Non segnarono i fasti greci, o Latini, epoca tanto dar causa al sacco, che in questo dì 10 infatti avvenne. avventurosa quanto quella della nostra generazione. Il sacco di Piedimonte dura ininterrotta- Le grandi rivoluzioni, in ogni età e in tutti gli Stati, mente dalla mezzanotte del 10 gennaio 1799 han cagionato sempre al corpo politico delle grandi fino a mezzogiorno del 15. A San Potito, pro- convulsioni, che ne han paralizzate le forze fino a che babilmente per il discorso solenne, di stampo una savia legislazione non è giunta a guarirle, e met- filo-francese, composto dal sindaco Giacomo terle in attività. Lungi da ogni strepitoso evento, Pietrosimone, non succede nulla. Don Giacomo senza quasi alcun disastro, abbiamo acquistata la Li- Pietrosimone nasce a San Potito il 7 luglio bertà, e ne abbiamo sin dal principio gustate le bene- 1750, di professione commerciante. Nel 1793 fiche influenze. è uno dei quattro, con l’appellativo di Magnifico. Noi facciamo i più teneri ringraziamenti a Voi, Nel 1799 è sindaco del paese. Verso la fine del invitte falangi Francesi, che foste l’organo delle no- Settecento entra in società con Nicola Sanillo. stre felicità. Noi vedremo all’ombra del vostro temuto nome succedersi, nelle nostre amene contrade, colla rapidità del fulmine, la tranquillità, la sicurezza, l’abbondanza, il sollievo del povero abbattuto, l’an- nientamento del ricco prepotente, il godimento in- somma di tutte quelle prosperità, per cui era nato il cuore dell’uomo. Animati noi, Cittadini Rappresentanti, da senti- menti di un vero patriottismo, combatteremo ognuno che osi turbarci; e possiamo assicurarvi che invano l’orizzonte politico de’ despoti si empirà di nuove nu- vole per minacciarci. Gli Eroi repubblicani, i generosi Atleti delle Termopili non temeranno, a fronte de’ pe- ricoli più grandi. Noi fummo eletti a governare i nostri compa- trioti, che la natura aveva arricchito de’ suoi doni, ma che la tirannia e il Baronaggio avevano quasi annichilito. Noi c’incarichiamo di risvegliare gli egoisti e i codardi, di rendere convinti i traviati, se mai ce ne fossero. Salute, e Fraternità Il Cittadino presidente Giacomo Pietrosimone.

Formulo l’ipotesi che il documento ritro- vato a San Potito nel 1960 sia una copia con- Palazzo Pietrosimone, salone, I piano segnata da Giacomo Pietrosimone a Nicola

33 - Anno primo della libertà: 1799

20 Economia e amministrazione del territorio

Proclama del Sindaco Giacomo Pietrosimone

21 Sanillo, mentre l’originale è stato consegnato ziato il primo ottobre 1799, e sepolto nella ai francesi in assedio a Piedimonte d’Alife. Congregazione de’ Dottori, chiamata S. Lu- Dopo la fuga a Palermo del Re Ferdinando IV ciella, in Napoli. Quella che segue è la ricevuta il cardinale Fabrizio Ruffo di Calabria orga- della contribuzione di Nicola Sanillo. nizza un esercito per la riconquista del Regno. Don Nicola Sanillo ha pagato in mio potere du- Il sovrano gli dà l’assenso, nominandolo vice- cati venti per soccorso alla leva in massa ordinata dal- regnante e assegnandogli delle risorse limitate. l’Emo᷉ Sigr Cardinale Ruffo vic. gnte (vice regnante) Al comando della seconda colonna dell’ar- di S. M34. Dio Guardi. Piede. 17 Giugno 1799. Sono mata sanfedista vi è il capitano Michele Ar- ducati 20.00. La ricezione è a firma di Giambat- cangelo Pezza detto Fra Diavolo. tista Giorgio e del canonico Michelangelo Nicola Sanillo, senza perdere la carica di pre- Borghi. sidente del consiglio distrettuale di Piedimonte, Altre ricevute di pagamento arrivate fino ai passa sotto il governo francese. Nicola, appro- nostri giorni, appartengono a due famiglie di fittando del suo ruolo, comincia a fare il doppio Pignola, Potenza. Tre capifamiglia sono appel- gioco e, con un’incrollabile fede borbonica, con- lati con il titolo di magnifico, e contribuiscono tribuisce con venti ducati alle enormi spese al sostegno delle truppe borboniche: dell’esercito sanfedista. Nella battaglia del 13 Don Vincenzo Lombardi, ducati 2.00 giugno 1799 l’esercito sanfedista espugna Na- Mag. Donato Lombardi, ducati 0.50 poli e il re Ferdinando IV ritorna nella capitale. Mag. Antonio Lombardi, ducati 0.50 Per ritorsione molti sono i condannati a morte. Mag. Michele Blasi, ducati 3.00 Il duca Francesco Caracciolo apre la serie Mensilmente, un buon operaio dei Sanillo degli assassini legali di Napoli, morendo impic- guadagna mensilmente 4,50 ducati. cato il 20 giugno 1799. Francesco Lomonaco pubblica per primo un elenco di morti sul patibolo con 123 nomi. Nel 1884 fu pubblicata la lista di Giustino Fortunato, an- ch’essa non defini- tiva. Il primo nome che appare nell’elenco dei giustiziati è quello di Ercole d’Agnese, citta- dino di Piedimonte d’Alife, figlio del dott. Vincenzo d’Agnese, giusti-

Ricevuta di pagamento per l’esercito Sanfedista,17 giugno 1799.

34 - S. M.: Sua Maestà, Ferdinando IV di Borbone.

22 II. Le residenze dei Sanillo

1. Il palazzo di via Formose e quindi si sono grattate e date cinque mani di acqua di ragia e tinte ad imitazione di marmo di Mondra- Con molta probabilità gli artefici della co- gone fiorito, e datoci cinque passate di vernice a spi- struzione del palazzo sono Luca Sanillo e la rito e portate a mezza pomice. Altre pareti e moglie Antonia Fattore. La casa è composta di zoccolature hanno ricevuto i seguenti trattamenti:… quarantasette stanze disposte su due piani, più con colla color fango di Parigi, imitazione di marmo soffitta adibita a deposito per cereali, “granai”. di , di marmo bianco, di marmo di Por- Secondo vari calcoli ipotetici fu costruita in- tovenere e marmo a fior di persico. torno al 1760-1770, edificata sui resti dell’ac- Le pareti della scala sono di finto marmo e quedotto romano che fino a non molto tempo decorate con tre affreschi a trompe d’oeil. Sul fa alimentava vasche e fontane ancora visibili primo pianerottolo, al centro, appare un cane nel giardino, e portava l’acqua in località To- da caccia con selvaggina, alla cui sinistra c’è relle. Per decorare il palazzo i Sanillo si ser- il filosofo Socrate e, a destra, lo stratega ate- vono di artigiani locali e forestieri. Nel 1837, niese Aristide. Nel 1854 Enrico Sanillo chiama Nicola Sanillo, figlio di Luca, commissiona al di nuovo l’Olivieri per mettere, in una sala, un pittore Vincenzo Olivieri35 un lavoro artistico parato di Francia. L’anno successivo Enrico nella stanza di compagnia: paga dodici giornate lavorative al pittore Ber- nardo Iacobelli, da Piedimonte, per dipingere altre stanze. Dal 1855 al 1859 l’Olivieri completa il lavoro commissionatogli e riceve 1.252, 40 ducati, nello stesso periodo Enrico commissiona anche la grani- tura36 delle pareti del salone e nelle altre stanze adia- centi. I colori pre- feriti da Enrico Palazzo Sanillo (foto R. G.) sono mogano, Le mura di questa stanza si sono prima pumiciate acero, radice di acero, quercia e noce. I lavori e poi apparecchiate con una passata di acqua ragia e iniziano il 12 settembre e finiscono il 14 otto- tre passate di colla. In detta stanza si sono apparec- bre 1858. chiate sei mostre, quattro di bussole e due di finestre; le medesime si sono ingessate con gesso d’indoratura

35 - Vincenzo Olivieri, nato a San Potito il 17.9.1811 figlio di Francescantonio di professione sartore, muore il 12.2.1884 nella casa di abitazione in San Potito, alla via Trutta n° 5. 36 - Rendere la superficie ruvida.

23 Vittorio Imperadore Armando Pepe

che destinazioni a scuderia e magazzini. Il romantico patio quadrato, intorno al quale si sviluppa il palazzo, è pavi- mentato con mattoni disposti a spina di pesce, e ripartito in settori mediante sei fasce di pietra viva. Da pochi anni, su una pa- rete della sala da pranzo, è ri- tornata alla luce una scena di battaglia napoleonica37. Vi è tuttora un letto a baldacchino e mobili d’epoca, tra cui una libreria di grandi dimensioni. Interno del palazzo, scalone (foto R. G.) Nel mobile erano nascosti, in posti segreti, dei libri proibiti La ditta esecutrice è la R. & F. Grove di e alcune armi da fuoco. Dopo la morte di Al- Londra, con sede anche a Napoli, che dipinge fonsina, il nome dei Sanillo piano piano, viene accuratamente gli interni, ricevendo 211,46 conferito alle tenebre, cercando di cancellarne ducati di compenso. Ancora oggi si possono la memoria. ammirare questi piccoli capolavori che non Sostiamo nella corte del palazzo, e sulla pa- hanno risentito minimamente il peso degli rete nord, a circa cinque metri di altezza, si anni. Sulla porta di una delle stanze da letto, a scorgono i resti dello stemma della famiglia circa ottanta centimetri di altezza, si legge con Sanillo, la scena si ripete sulla facciata che in- chiarezza la firma Grove di Londra. siste a sud, sempre alla stessa altezza; un ovale narrava l’emblema gentilizio della famiglia, anch’esso deturpato. Uscendo dal palazzo e guardando sopra il portone principale, nella parte bassa della chiave di volta, si nota che è stata scalpellata la data di costruzione.

I due stemmi “rimossi” Il palazzo è un notevole esempio di casa aristocratica, dotata di tutti i comfort necessari alla vita civile e aggiornata con decorazioni alla moda. Al piano terra gli ambienti sono pa- vimentati in pietra viva e conservano le anti- Chiave di volta, senza la data di costruzione

37 - Nicola Sanillo, commissiona questo lavoro, nel decennio Napoleonico, per accattivarsi le simpatie degli ospiti francesi.

24 Le residenze dei Sanillo

Ancora si racconta che salendo lo scalone ingresso un enorme quadro raffigurante una principale e osservando la grande fron- misteriosa donna della famiglia Gaetani di tale, gli ospiti ammirassero i due grandi qua- Laurenzana, la Dama Nera. Si stabilisce a pa- dri raffiguranti Enrico Sanillo e il suo lazzo e occupa posto sulla parete del grande fraterno amico, il dottor Antonio Riccio. Nel studio al piano nobile, a sinistra del portone tempo i quadri sono stati sostituiti con due principale. enormi “croste”, in cui campeggiano delle Per molti anni questo ritratto è stato di com- rose malamente dipinte. Il pittore napoletano pagnia ai nuovi ospiti di palazzo Sanillo. In- Carlo Viggiano esegue molti ritratti della fa- torno al 2007, anche la Dama Nera abbandona miglia Sanillo. Il 30 maggio 1865 l’artista il palazzo. Solo agli inizi del 2018, leggendo scrive a Enrico: Gentilissimo don Enrico, vi fo l’ultima pubblicazione di Alberico Bojano: noto che l’indoratore ha terminato le cornici secondo Gioacchino Toma, Sorvegliato Politico tra Artisti, il convenuto e posso assicurarvi che son venute per- Sotterfugi e Nobiltà, Guida Editori, 2017, ho po- fette. I vostri ritratti li sto terminando secondo tuto dare un nome alla Dama Nera; è il ritratto quanto convenuto con la signora vostra sposa, e di Laura Gaetani, moglie di Raffaele Gaetani, spero che veniate anche voi in Napoli affinché pos- genitori di Roberto, secondo marito di Alfon- siate darmene un giudizio38. sina Palmieri. La contessa Sissy Filangieri,

Corte palazzo Sanillo. (foto R. G.) Dopo la scomparsa di Alfonsina, tutte le abitando in San Potito, trova quasi tutti i ritratti immagini dei Sanillo, con furia iconoclasta, dei Sanillo, tranne quello di Enrico, riportan- sono state tolte dalle pareti e gettate alla rin- doli al piano nobile, dove si possono tuttora fusa nelle cantine. In seguito nel palazzo fa ammirare nella loro integra bellezza.

38 - Enrico commissiona altri quadri al Viggiano, non è noto se sono stati completati, oppure, sono rimasti a Na- poli, a casa di Alfonsina, e lasciati nell’oblio.

25 Vittorio Imperadore Armando Pepe

un vigneto, che produce il rino- mato vino pallagrello, un terreno coltivato, uno incolto di cinque to- moli, con olivi, querce e alberi di altre specie, un bosco con quattro- centoquattro piante di querce e quer- ciole e una casa di fabbrica. 15. 7bre 1825. L’anno 1825 il 15. 7bre nel Comune di S. Potito. Si è fatto il seguente contratto tra il Signor D. Pasquale Sanillo, e D. Francescantonio Francomacaro, ambedue del Comune med.o Il Sig Francomacaro riceve in fitto dal Sig.o Sanillo un terreno incolto, con alcune piante di olivi, querce, viti, ed altri frutti, dell’estensione di tomoli cinque circa, con casa di fabrica, sita in S. Potito al luogo denominato Torel- lone, confinante coi beni degli eredi di Michele Mastromarino, Francesco Piazza, e strada pubblica: coi seguenti patti: 1° L’affitto debba durare per anni quattro a cominciare dal primo Gennajo 1826 e terminare a 31. Xbre 1829. 2° Comprendere per l’affitto annui ducati dodici, 12.00. menochè nel primo anno, per lo quale si è pattuito per ducati diece 10.00 atteso la sodità del terreno. 3° Nel caso che esso conduttore mancasse fra vivi, il proprietario debba prendere egli la direzione della coltura per indennizzarsi dell’affitto dai colti- vatori. 4° A conto dell’estaglio il proprieta- rio introiterà il vino mosto che si racco- glierà dal fondo stesso; il resto in denaro contante nel giorno di S. Martino. La Dama Nera, (foto Geoffrey Artur Keay) 5° Per garenzia dell’estaglio conve- nuto, il Signor Francomacaro offre il 2. Casino Torellone soldo che riceve dal Comune, egual- Partendo dal 1813 e fino al 1832 Nicola Sa- mente il Signor Sanillo promette mantenere nell’af- nillo porta a termine, uno dei suoi tanti pro- fitto il Signor Francomacaro per più quadrienni senza getti, acquista da vari proprietari, molti terreni ricevere aumento d’estaglio, specialmente nel caso di in località Torellone, creando in questo modo buona riuscita nell’impresa: salvo però il caso dell’uso una grande tenuta, Casino Torellone. Dove c’è proprio.

26 Le residenze dei Sanillo

Casino Torellone. (foto R. G.) Il contratto di fitto è compilato per la durata pra per Dj 6.00 da Angela, Marcellino ed Angelarosa di quattro anni. Pasquale Sanillo promette di Riccio un picciol fondo, l. d. Torellone, di coppe due. prorogare la locazione per più quadrienni, salvo Oggi, dopo vari passaggi di proprietà, i il caso dell’uso proprio. Il conduttore paga per nuovi proprietari l’hanno migliorata, e cam- il primo anno dieci ducati, dal secondo il canone biato il nome in Tenuta Torellone Residenza di Cam- passa a dodici. In acconto del dovuto il condut- pagna. Salendo per via Formose, costeggiando tore introiterà il vino mosto che si raccoglierà il palazzo Sanillo, alla fine dell’abitato, dopo dal fondo stesso, mentre il saldo in denaro con- poche decine di metri un muro di cinta indica tante sarà versato nel giorno di S. Martino. che siamo all’inizio della località Torellone. L’affittuario è Francescantonio Franco- Non ricordo più l’esatta posizione, ma sul muro macaro, nato a San Potito nel 1777. È bene- che determina la proprietà dei Sanillo, è inca- stante, svolge la professione di Chirurgo e stonata una pietra su cui sono scolpite le iniziali riveste il grado di sergente maggiore della dell’antico proprietario Nicola Sanillo. Guardia Provinciale a San Potito. Nicola Sa- L’elegante casa, con il passare degli anni, nillo e, a seguire, il nipote Enrico, in due pe- ha subito varie modifiche. Davanti all’ingresso riodi separati, chiedono e ottengono c’era una grande aia, in cui una cisterna, co- l’autorizzazione a celebrare le funzioni reli- perta da una pesante pietra, raccoglieva le giose in casa, ma solo per i familiari e, in un acque piovane che servivano per abbeverare secondo momento, anche per le persone di gli animali e per altri usi. Gli antichi proprie- servizio. Il permesso è esteso sia al Palazzo tari, in fase di costruzione, hanno inserito nelle in via Formose sia al Casino Torellone. pareti laterali quattro tubi pluviali in terracotta, 5 Mag. 1834. Don Nicola Sanillo aggiunge ciascuno del diametro di circa quindici centi- un ulteriore piccolo tassello agli acquisti, … com- metri, collegandoli alla cisterna.

27 Contratto di fitto, Torellone 1825 III. Relazioni imprenditoriali

1. La famiglia Fiondella Tra queste due famiglie, nel lavoro, nelle La Società porcina39 Sanillo e Fiondella nasce abitazioni e finanche nelle sciagure, ci sono nel 1799, ma l’amicizia tra le due famiglie è tante, troppe analogie. Nessuna delle due è di molto più antica. Dal 1755 troviamo tracce di nobile stirpe, ma entrambe hanno uno stemma attività lavorativa in comune tra don Pasquale araldico. I Sanillo, uno scudo non in arme, Fiondella40, del casale di Calvisi in terra di sormontato da una corona44, nella parte supe- Gioja, e don Luca Sanillo. riore, un leone rampante e ai lati due stelle. I Fiondella un braccio che so- stiene una fionda e un uc- cello sotto tiro. Lo stemma dei Fiondella, dipinto sotto il primo arco d’ingresso del palazzo, fino a pochi anni fa era ancora visibile, mentre oggi la volta è completa- mente annerita, di un even- Nicola Sanillo 1828, cambiale di duc 1.310,64 tuale stemma in pietra non è 17. 8bre 179341. Don Pasquale Fiondella, e stata rinvenuta traccia. Il palazzo Fiondella è il figlio Sisto, ricevono da don Luca Sanillo un stato costruito nel 1780, quello dei Sanillo, prestito di ducati mille, firmando una fede di non si sa con certezza ma si ipotizza una de- credito42 del Banco di Napoli. cina di anni prima. Sono ambedue a pianta quadrata, con corte, e dotati di più ingressi e Piedimonte 1808. Da un atto di con imponenti portali lapidei. compravendita si apprende che Ni- cola Sanillo e Sisto Fiondella: Nella Real Corte della Città di Piedimonte com- parisce il Sigr Giuseppe di Gregorio, del Ca- stello di d:a Città, e nel mese di Dicembre del 1805, vende agli Sig.i Nicola Sanillo e Sisto Fiondella un suo fondaco,43 sito nella piazza del Mercato di d.a Città per la somma di ducati 180; l’istrumento di tal vendita è stato stipulato dal Notajo Sig.e Giuseppe Catarcio. Die 22 mensis Dicembris 1808.

Palazzo Fiondella, foto aerea. (foto R. G.) 39 - Società per l’allevamento dei maiali. 40 - Padre di don Sisto. 41 - 17 ottobre 1783. 42 - Fede di credito: cambiale 43 - Fondaco: magazzino. 44 - Corona senza nessun significato araldico.

29 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Al palazzo Fiondella si accede attraverso Tutte queste persone possiedono casa a Na- un ingresso principale, alla cui destra ci sono poli, dove trattano i loro affari, cioè compra- le scuderie e a sinistra la sosta delle carrozze. vendita di maiali, mucche, pecore e capre. Ci sono inoltre delle porcilaie, un frantoio, 18. 7bre 1807. La famiglia di Don Sisto un forno, più cantine e diverse cucine. Dal Fiondella è colpita da una tremenda disgrazia, primo androne si elevano, allargandosi e ri- per cui chiede aiuto all’amico Nicola Sanillo, congiungendosi, due scale simmetriche che che rivolge una supplica direttamente al Re raggiungono il piano nobile, mentre da quella Gioacchino Murat48: posizione, un’altra scala porta al sottotetto, S. R. M. ove stanno i granai. Tutte e due le famiglie di- Sig.re, il Sig. Sisto Fiondella de’ Calvisi di Gioja in spongono, in una stanza del piano nobile, di Prov.a di Terra di Lavoro prostrato à piedi della V.E. un altare per celebrare le sante messe, previa con supplichevole umiltà, qualmente il giorno 26 del autorizzazione ecclesiastica. L’altare di legno prossimo caduto mese di Aprile calò dalla vicina mon- è contenuto in un grande armadio, uno “stipo” tagna in d.o luogo una comitiva di circa 30 briganti a due ante, oggi non più presente nel palazzo sull’imbrunire dell’aria, sorprese la casa del ricorrente Fiondella, mentre nella residenza dei Sanillo e lo giurò quanto cadde sotto i suoi occhi …Questa è ancora al suo posto, rappresentando una orda di assassini uccise un figlio del ricorrente per nome bella pagina del tempo che fu. Angiolo, primo Tenente della Guardia Nazionale del Le sventure dell’illustre famiglia di Calvisi Circondario di Piedimonte, per lo solo motivo che lo raggiungono il culmine nel 1807, quando è uc- stesso era investito dalle vostre Sovrane disposizioni a ciso Angiolo Fiondella45, primo tenente della mantenere la pubblica tranquillità. Non colmi di questo Guardia Nazionale, e rapito a scopo di estor- assassinio, si portarono seco un altro figlio del ricor.e, sione suo fratello Giuseppe. Faccio notare per nome Gius.pe, che fu redento da mano degli scellerati l’agghiacciante similitudine tra le disgrazie su- collo sborso di mille e 60 duc.ti, che la sgraziata moglie bite dai Fiondella e dai Sanillo ricordando il del ricorr.e che in atto del successo trovavasi a Napoli, sequestro a scopo di estorsione, il 24 luglio dove mendicando trovava ad imprestito. 1815, del canonico don Giuseppe Sanillo46che, Questo è stato Sig.re un colpo fatale per lo ricorr.e. portato sulle montagne di San Potito, riesce a Egli ha quattro figlie nubili, e tre altri maschi; oggetti fuggire in modo rocambolesco. Per ultimo, il lagrimevoli de’ suoi tristi pensieri; e con questa nu- 23 luglio 1865 muore tragicamente, per mano merosa, e desolata famiglia ha dovuto uscire dal suo dei briganti, il ricchissimo potitese don Enrico paese e cercare altrove un asilo, per non esporsi ad Sanillo. una 2.° aggressione. Ecco che il ricorrente trovasi per- Agli inizi del decennio napoleonico, il 3 lu- ciò nella più penosa indigenza obbligato ad accettare glio 1806, Nicola Sanillo, Sisto Fiondella, da qualche amico il sostentam.o alla sua languente Francesco Fattore, di San Potito, e Gaetano del vita. Sig.re, la società non offre al ricorrente che una Giudice47, di S. Gregorio, si ritrovano caricati di sterile pietà. La Sovrana clemenza solam.te è quella una tassa di supplemento, perché commercianti che può dargli una risorsa, onde alimentare la sua fa- di animali. Nicola Sanillo, sfruttando cariche miglia, che potrà un giorno spargere il suo sangue non istituzionali e amicizie correlate, in nome dei per mano di assassini, ma per lo servizio della M.V. quattro, scrive all’Intendente di Terra di La- e dello Stato e, prima di andar via gli assassini pene- voro chiedendo una dilazione di pagamento. trarono in casa rubando di tutto:

45 - Angiolo e Giuseppe sono figli di don Sisto. 46 - Canonico Giuseppe Sanillo, fratello di Nicola. 47 - Farmacista e possidente di armenti, locatus presso la Regia Dogana di Foggia. Alberico Bojano, Briganti e Senatori. 1997 48 - Nei documenti si firmava Gioacchino Napoleone.

30 Relazioni imprenditoriali

Biancheria; Castorino scarlatto, Calzoni di panno n° 6, Di velluto n° 2, Camiciole n° 6, Flacca di ca- storo n° 4, Camicie di tela d’Olanda n° 14, Camicie di musellina n° 6, Fazzoletti da sudore n° 41, Stivali pajo 2, Scarpe pajo 1, Calzette ed altro, Contanti duc.ti 100, Scop- pette50 di (guardia) civica n. 11, Scoppette di casa51, Bajonette, Mu- nizioni, Giberne. Per un totale di duc.ti 399.00 In questo periodo Pasquale Sanillo, iscritto nell’elenco dei Legionarj52 con sede a Piedimonte, è il Capitano delle Milizie del Matese, mentre il Tenente Angiolo Fiondella risulta nell’elenco di Gioja. Napoli, 18 maggio 1815. Don Nicola Sanillo attende con impazienza la corrispon- denza di Don Sisto Fiondella, che periodicamente invia i ri- sultati della comune attività economica. L’esercito borbo- nico sta sbaragliando i fran- cesi, che perdono Sanillo e Fiondella, acquisto di un Fondaco, 1805. definitivamente l’8 giugno 1815,53 e Ferdinando IV ri- Tre crocette d’oro, duc. 46.00, conquista il suo regno. Don Sisto Fiondella Altre crocette d’oro, duc. 35.00, per motivi di lavoro dimora nella sua casa Cinque anelli d’oro, duc. 12.00, di Napoli, nel vico Gagliardi a Largo delle Altri numero sei, duc. 40.00, Pigne, al civico 69. Nonostante i disordini e Fioccagli un pajo, duc. 21.00, la paura, riesce a trovare la forza e il tempo Altro pajo di Gaudio49, duc. 20.00, per scrivere una lettera al compare Nicola Più altro pajo, duc. 20.00, Sanillo: Laccetto d’oro, duc. 30.00, Caro Compare, tutti i nostri affari per il negoziato Argenteria minuta; Spilloni n.°9, duc. 12.00, vanno in ordine; ma niuno conteggio ho potuto fi- Forchette n.° 18, n’ora fare, attente le presenti circostanze, le quali gra-

49 - Cognome di un conoscente e/o amico del Fiondella . 50 - Scoppette di guardia civica: fucili della Guardia Nazionale. 51 - Scoppette di casa: fucili da caccia 52 - È il termine francese di soldati, siamo nel periodo napoleonico. 53 - Harold Acton i Borbone di Napoli, Firenze 1985- Giunti Martello Editore

31 Vittorio Imperadore Armando Pepe zie a Dio si vanno di giorno in giorno regalizzando54; buone disposizioni date, passatene qualcheduna a il popolaccio è rimasto deluso per li loro pessimi dise- Giuseppe. gni, attendono ora la venuta del nostro legittimo So- lo scrivente Domenico, vostro Padrino, vi bacia le vrano Ferdinando IV. E vanno spacciando che il mani. Aff.mo Comp.e Sisto Fiondella Principe Reale D. Leopoldo è anch’esso Compa- triotta; questa voce è giunta all’orecchio del mede- Gennaro Bruno è uno dei collaboratori na- simo, ed ha date le più energiche disposizioni per farli poletani di Nicola Sanillo e, tramite don Sisto, stare a dovere. La brava guardia interna sta nella più è autorizzato a pagare la somma di cinquanta fervorosa attività, montando la guardia fin’anche al ducati, da prelevare dalla cassa particolare56. Palazzo Reale, ed il Principe non fa altro che infer- La somma serve a liquidare la signora Rachele vorargli con i ringraziamenti. Ieri la più brillante gio- Valentino, di Napoli, per un parato da adope- ventù fu chiamata al Palazzo Reale, ed il Principe rare nella cattedrale di Alife, commissionato D. Leopoldo gl’invito per formarsi un Corpo delle dal canonico Giuseppe Sanillo. Il 4 maggio Guardie Palatine, quale avrebbe voluto prescegliere 1812 Nicola Sanillo e Gennaro Bruno creano tra loro. una società per la gestione di generi alimen- Molti de’ cattivi intenzionati sono andati all’al- tari. Con il passare degli anni Nicola riscontra tro mondo, tutto per opera degli anzidetti, i quali si delle anomalie contabili e, nel 1818, riesce a sono attivati, e si attivano così bene per la generale inserire nella società don Sisto Fiondella. Sco- tranquillità che grazie a Dio qui si gode. Questa mat- perte le irregolarità, il 3 maggio 1820, la ditta tina nel Real Palazzo vi è stato Circolo, dove sono è sciolta. I tre soci dividono gli utili e Nicola intervenuti tutti i Signori sì antichi che novelli im- inizia una causa civile contro Gennaro Bruno. piegati, tutti i Ministri de’ Tribunali, e fin anche li Giudici di Pace, a’ quali ha incaricato di seguitare i Caserta, 20 dicembre 1821. Il canonico loro rispettivi impieghi con quello istesso zelo e fer- Sanillo riceve una comunicazione dal Consi- vore, che per il passato aveano dimostrato …Il Ge- glio Generale degli Ospizi, a firma dell’Inten- nerale Catania è stato incaricato a riunire dente di Terra di Lavoro, il marchese di S. nuovamente il disperso Esercito Napoletano… Agapito57: Sig. Can.co per taluni accomodi bisogne- Vogliamo augurarci una permanente quiete, ma voli al tetto delle Cappelle sotto il titolo del SSm, e sentiamo per nostra disgrazia qualche arrivo di del SSm Rosario, situate nella Chiesa di Calvisi di truppa dal Piemonte e speriamo che il Signore ci vo- Gioja, è sorto dubbio, se il tetto, che covre la nave di glia liberare da ulteriori flagelli. Vi prego di cassare mezzo di tal Chiesa sia distinguibile da quello delle per mio conto al mio figlio Giuseppe ducati 100, acciò Cappelle, per poter decidere a chi spetta la spesa, che possa coadjuvare a quella povera gente che trovasi in occorre per le cennate restaurazioni … bisogno. Vi rimetto tre paja di scarpetelle per la pic- La risposta del canonico Sanillo è datata cirella55, alla quale darete cento baci per parte mia … gennaio 1822: Sig. Intendente, l’unica Chiesa si- facendo questo stesso con la Signora Commare, vostra stente ne’ Calvisi, riunito a Gioja, chiamasi Capp.a degnissima Cognata, e con li Signori Compari vostri del SS, entro di essa, e facendone parte integrante, degnissimi Fratelli, e con le Sig.re Commarelle, … Vi veggonsi costruite due Cappelle a due lati opposti, accludo moltis.mi Proclami dai quali rileverete tutte le l’una sotto il tit.o del SS Rosario, l’altra di S. Libe-

54 - Normalizzando. 55 - La “piccirella”, è Antonetta, nata il 13 agosto 1814, figlia di Pasquale e Teresina Massone. 56 - Don Nicola, possiede quattro casse piene di denaro, disseminate in varie località, per paura di essere rapinato, durante i viaggi non porta mai soldi con se. (vedi cap. Don Nicola Sanillo). 57 - Giuseppe Caracciolo, Marchese di S. Agapito e Principe di Pettoranello, sposa Annamaria Ruffo di Calabria, nata ad ottobre del 1776, dai Principi di Scilla, e Conti di Sinopoli.

32 Relazioni imprenditoriali rato, Protettore del luogo. Nell’insieme di questo fab- Don Giuseppe Sanillo da diversi anni rico- bricato il Parroco esercita le sue funzioni. Il tetto che pre la carica d’ispettore della Pubblica Istru- covre la nave di mezzo ben si discerne da quello delle zione nel distretto di Piedimonte. Il 25 due Cappelle annesse …tutti i tre tetti abbisognano settembre 1834 il sottointendente Giuseppe Fi- di riparazioni così urgenti che minaccerebbero langieri comunica al canonico Sanillo la terna ruina… Il pubblico ne rimarrebbe scandalizzato, il di nomi dei maestri designati alla scuola pri- Parroco non avrebbe come amministrare i Sacramenti, maria: per Calvisi, don Giuseppe Fiondella, la Religione ne soffrirebbe. Dallo stato discusso scor- per Gioia il signor Giuseppe Notargiovanni e gesi che la Cappella di S. Liberato non ha veruna ren- per Valle di Prata61 il sacerdote don Nicola Di dita, e che questa del S.S. ne offre una ben tenue, Muccio. assorbita interamente da pesi58… 16 ottobre 1844. All’età di ottant’anni Primo maggio 1833. Il sottintendente del muore don Sisto Fiondella. distretto di Piedimonte Giuseppe Filangieri59, su richiesta del presidente della Pubblica Istru- 184062. Per quanto concerne i tratti stradali di zione monsignor Francesco Colangelo60, con miglia 5 e ½ da Piedimonte a Gioia, v’è da dire che, nota numero 7.699, comunica al canonico don nell’estate del 1840, non ancora sono stati ultimati, Giuseppe Sanillo che don Giuseppe Fiondella, a causa di divergenze insorte per apparenti motivi di prescelto per maestro primario di Calvisi, sia ordine tecnico. Per definire i dubbi e le quistioni, che esaminato ai termini del Real Rescritto del 7 ritardano eccessivamente il compimento dell’opera, agosto 1821. viene sopra luogo l’Ispettore Generale di Ponti e Strade. Questi, per prima cosa, prende nota che la strada si sviluppa in progetto per tutta la sua lun- ghezza, dal Miglio XXIX alla Sannitica, e si divide in 6 tratti: … - Alife - Piedimonte - Calvisi - Gioja … l’Ispettore, esaminati i dati, propone, in breve, poche ma indispensabili varianti. Per il tratto da Pie- dimonte a San Potito, in una terna di soluzioni, si privilegia una linea che, partendo da Piedimonte se- guirebbe per palmi 989 la strada esistente, e poi, dal cancello d’Agnese63, … volgerebbe a sinistra e, pas- sando sotto la casina del Sig. d’Agnese64, si inneste- rebbe alla strada attuale presso la Chiesa di San Marcello in Sepicciano65. Da questo punto, dopo aver percorso l’attuale via, per la lunghezza di palmi Corrispondenza con l’Ispettore Giuseppe Sanillo 440, deviando passerebbe sotto la casina Ungaro, si

58 - Spese. 59 - Almanacco del regno delle Due Sicilie, anno 1841. 60 - Francesco Colangelo, presidente di tutte le scuole della Provincia di Terra di Lavoro. 61 - . 62 - Andrea Iannotta, La Costruzione della Traversa Distrettuale Miglio XXIX - S. Salvatore Telesino. Tipografia Stampa Sud, Piedimonte Matese 1985. 63 - Oggi prospiciente all’Istituto Alberghiero di Stato. 64 - Oggi Villa Merolla. 65 - Oggi Oratorio Parrocchiale di Sepicciano.

33 Vittorio Imperadore Armando Pepe avvicinerebbe alla strada attuale presso il Cimitero di San Potito66, e, in rettilineo, andrebbe ad incon- trare il largo del Tiglio67 del Comune medesimo. Tale tracciato viene preferito, perché breve, economico e di transito più agevole. Per il tratto da San Potito a Gioia, la strada segui- rebbe quella attuale per palmi 1975, al Tiglio fuori San Potito, per la rimanente lunghezza, fino a Lauduni, dovrebbe costituirsi un nuovo tratto di strada che ri- sulterebbe non soltanto più berve ma anche più co- modo. La via quindi passerebbe per Calvisi, meschino villaggio di non più di 500 o 600 anime… 1846. La strada provinciale Piedimonte Spallette in pietra, azienda “Purchera” Gioja versa ancora in uno stato di abbandono. Informata la deputazione delle Opere Pubbli- l’appaltatore, per lo spostamento del piano stradale che Provinciali, si completa il progetto e i la- al Vallone dei Franci, approva inoltre l’innestamento vori cominciano nel 1847 sotto la vigilanza di delle catene nelle sponde laterali dello stesso vallone. Enrico Sanillo, consigliere provinciale e depu- tato locale ai lavori pubblici. La somma pat- Calvisi, 16 aprile 1861 tuita con l’appaltatore Capossini è di I sacerdoti don Liberato e don Luigi Fion- novecento ducati. Il progetto è curato dal Corpo della71, insieme con un terzo prete, don Euge- degl’Ingegneri delle Acque e Strade. nio Gaudio, sono accusati di avere rapporti Enrico, approfittando dell’occasione, sulla con il comitato borbonico ed essere attivi nel strada che porta a Gioja appalta la costruzione fomentare le masse all’insurrezione72. Proba- di un nuovo ponte di accesso alle sue aziende bilmente sono stati solo segnalati perché, a di- Purchera68 e Pincera69. Sulle spallette del ponte stanza di circa quaranta giorni, questi tre Enrico fa scolpire due enormi ghiande, su una è sacerdoti, con altri due, don Marcellino Civi- impressa la data di costruzione e sull’altra le ini- tillo, e don Angelo Nardi, tutti con l’incarico ziali del proprio nome. Da pochi anni lo scorrere di amministratori delle cappelle di Calvisi, fir- del tempo ha travolto con la sua tenacia i simboli mano un contratto con Andrea Abbatelli, ma- della società porcina. I Fiondella e i Sanillo si stro muratore di Piedimonte, per la occupano prevalentemente del commercio di ristrutturazione della Chiesa Parrocchiale di animali. Perdurando in questo lavoro hanno ac- Calvisi. Il contratto, firmato in Piedimonte, è quistato quasi tutti i terreni dai piccoli proprie- datato 27 maggio 1861. L’inizio dei lavori è tari, diventando dei grandi latifondisti. fissato per il 10 giugno. …il prezzo da me fissato La70 deputazione Provinciale giusta l’avviso dato per tutti i lavori, tanto di fabbriche, quanto di le- dall’Ufficio Tecnico, aderisce all’istanza sporta dal- gnami, è asceso alla somma di ducati 475,76.

66 - In località Torelle 67 - Oggi piazza Ascensione. 68 - Purchera: allevamento di maiali. 69 - Pincera: fabbrica di canali, tegole. 70 - Andrea Iannotta, Tipografia Stampa Sud, Piedimonte Matese 1985. 71 - I due sacerdoti, don Luigi e don Liberato sono figli di Giovanni, cugino di don Sisto. Negli atti di morte non sono specificate le abitazioni, ma entrambi risultano residenti a Calvisi. Don Liberato muore nel 1886 e don Luigi nel 1888. 72 - Briganti e brigantaggio nel tenimento di Gioia 1860-1880. Sandrino Luigi Marra.

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5 maggio 1865. Pasquale Fiondella, paga Calvisi 1947. Gli eredi Fiondella decidono duc 410 a saldo del taglio del bosco la Selva, di vendere il palazzo. Una parte è acquistata a Enrico Sanillo. dalla famiglia Raccio che, nell’arco di un 22 luglio 1865. Don Liberato Fiondella è anno, riesce a convincere altre famiglie ad ac- presente nel caffè Riccitelli a San Potito la sera quistarne le rimanenti e, con atto notarile ro- dell’eccidio in cui morì Enrico Sanillo. Ma- gato nel 1948, l’abitazione dei Fiondella segue riano Piazza, supplente giudiziario del Co- le sorti di quella dei Sanillo, cambiando pro- mune di San Potito, è incaricato di raccogliere prietario ma non il nome, che rimane sempre le deposizioni e, il 10 agosto 1865, Alfonsina e comunque Palazzo Fiondella. Palmieri dichiara: Verso due ore dopo il tramonto sentii molte fucilate, 3. Il Palazzo sicché immaginando qualche cosa di sinistro, presi a gri- Sulla chiave di volta dell’ingresso secon- dare e poco dopo udii pure la voce di Don Simeone Pie- dario, è incisa la data 1780 e le iniziali del trosimone … Quindi a non molto, dal prete Liberato proprietario Pasquale Fiondella. Negli anni Fiondella appresi la triste nuova che i briganti avevano scorsi si riteneva che sull’archivolto dell’in- invaso il paese e che mio marito era morto… gresso principale, per un probabile errore, la Interrogato anche il prete Liberato Fion- data di costruzione del palazzo non fosse della, dichiara che la sera del 22 luglio si tro- stata mai scolpita. Tra storia e leggenda, si vava nel caffè Riccitelli a divertirsi alle carte racconta, che ultimati i lavori di costruzione, con i defunti Sanillo e Pietrosimone, e con il proprietario abbia commissionato una altri ancora. Il prete per mera fortuna resta semplice pietra rettangolare, facendo inci- miracolosamente illeso. Ancora oggi i di- dere su di essa la data di costruzione. La pie- scendenti della famiglia Fiondella raccon- tra è murata sulla parete destra del palazzo, tano che Liberato, e suo fratello Luigi, nella corte interna, a circa un metro e mezzo fossero due burloni, beffeggiatori, inclini al di altezza. gioco delle carte e a fare acquisti senza ono- In quest’ultimo periodo, sono stato molte rare i debiti. Alla loro morte alcuni debiti fu- volte a Calvisi, conversando con molte per- rono pagati dai discendenti. sone del luogo, alcune di queste mi erano L’ultimo anno della società porcina tra Enrico sconosciute. Ognuna di loro mi ha raccontato Sanillo e Daniele Fiondella è il 1855. Altri do- una storia; alcune sono concordi tra loro, cumenti non sono stati ritrovati, ma il tesoriere sulla scomparsa della pietra recante la data di della Comune di Gioia, il 17. 8bre 1867 riceve dal sa- costruzione del palazzo. Sempre secondo i cerdote don Liberato Fiondella, per conto degli racconti, questa è stata estirpata dall’antica eredi di Enrico Sanillo, la somma di venti ducati, sede e ha seguito gli ultimi proprietari nella in conto del primo e del secondo quadrimestre. nuova dimora ad . Il foro è ancora visibile, fortunatamente, quel pezzo di parete, 2. Calvisi 1930. dopo circa ottantasette anni, non è stato mai Il palazzo, dalla data di costruzione, ha riparato. A circa trenta metri dall’ingresso se- sempre ospitato la famiglia Fiondella, ma il condario, (nell’Ottocento era un solo corpo 23 gennaio del 1930, improvvisamente l’ul- con il palazzo), ci sono ancora come piccole timo don Sisto muore per infarto. Dopo il tra- torri in pietra, in bella mostra, i ruderi delle gico evento, il palazzo rimane disabitato per colonne di un terzo ingresso, che non immet- alcuni anni, subendo furti e razzie di mobili, tono direttamente nel palazzo, bensì nei suoi suppellettili e altro. Durante la guerra alcuni terreni adiacenti, che sono in posizione ele- ladri hanno rubato le antiche pietre che orna- vata di circa tre metri rispetto all’accesso vano uno dei camini del piano nobile. principale.

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Terzo Ingresso: seguendo le fievoli tracce Fiondella. Partendo dal Comune di Alvignano, di un passaggio pedonale, a un certo punto mi sono recato presso l’Ufficio Anagrafe, a queste s’immettono su un piccolo ponte in mu- parlare con il responsabile, e nello stesso ratura, che accede direttamente al piano nobile tempo, a tartassare di richieste d’informa- del palazzo, dove fa bella mostra di sé il bel- zioni il vigile urbano Giuseppe Treviso. vedere che domina le colline digradanti verso Finalmente, un giorno, ricevuta la tanto la pianura. Di quest’ingresso rimangono solo agognata autorizzazione, insieme al vigile, re- i mastodontici blocchi laterali in pietra, della catici nella villa, che era stata di proprietà della stessa imponenza di quelli del portone princi- famiglia Scotti Burrelli Fiondella73, l’attuale pro- pale, ma senza basso rilievo. L’ingresso era prietaria, con uno stile di altri tempi, ci guida chiuso con un enorme cancello di ferro, oggi attraverso il giardino, mostrandoci su un lato non più presente; la particolarità si denota del palazzo, alla base, una pietra scolpita, e la dalla quantità e dalla posizione dei cardini sca- Signora, racconta: Questa pietra viene dal palazzo vati in questi blocchi laterali. Fiondella di Gioia. Continuando a interrogare la memoria delle Fotografato il basso rilievo, e ringraziata la persone del luogo, esse rammentano dai discorsi padrona di casa, ci siamo congedati. In quel dei loro avi, che da quel cancello si accedeva al momento la mia delusione era al massimo, terreno superiore, ove le mucche pascolavano non era la pietra che cercavo, ma in quel fran- ed, essendo murato, passavano la notte. gente non potevo immaginare di trovarmi di fronte all’epigrafe funeraria di Caio Asellio Rufo. (Tribuno dei Soldati Romani)74, seppellito nel luogo ove venne in seguito costruito il palazzo Fiondella. Non so a questo punto se a Calvisi, in quel luogo, c’era il mausoleo della famiglia Asellio, o come si narra, che il Palazzo Fion- della sia stato costruito sulle fondamenta di una villa romana, oppure sui ruderi della villa di Caio Asellio Rufo. C’è l’attestazione scritta dello storico Giu- seppe Mennone, che durante una delle visite a palazzo Fiondella, nota il ceppo funerario, nar- Chiave di volta, Pasquale Fiondella A. D. 1780 randolo nel Riassunto Storico dell’Antico San- nio, come segue: ceppo funerario, presente nel cortile del palazzo. 4. Alla ricerca della “chiave perduta” Il Mennone, nel suo libro, omette sia Si tramandano le leggende, che sono le basi l’anno di stampa, che la tipografia cui si è ri- per scrivere la storia delle nostre contrade. volto, fortunatamente un piccolo aiuto ci Pieno di dubbi e perplessità, ormai il baco viene dal capitolo sui bagni di Telese, e lo scrit- aveva iniziato a logorare la mia mente, mi tore dichiara: Io già conto col corrente anno 1895 sono voltato intorno e ho iniziato a chiedere l’ottantesimo secondo anno di mia vita, il libro informazioni sulla famiglia Scotti Burrelli viene dato alle stampe in questo periodo e

73 - Raffaele Scotti Burrelli, di Baia & Latina, in data 24-10-1920, sposa Olga Fiondella, ultima proprietaria del palazzo di Calvisi di Gioja. 74 - Riassunto Storico dell’Antico Sannio, Giuseppe Mennone. Biblioteca Ercole d’Agnese, Piedimonte d’Alife. Anche il Trutta, annota nel suo libro, la presenza di questa stele a Calvisi.

36 Relazioni imprenditoriali

Giuseppe Mennone, con i suoi 82 anni, nato Valeria Donata, con questa epigrafe ci rac- nel 1813, dichiara, di essere: cultore di Archi- conta che fece costruire per questa famiglia un tettura, Agronomia e Storia antica; è stato anche piccolo sepolcreto. Purtoppo, nemmeno il Sindaco di Gioja. Trutta ci chiarisce l’esatta posizione della Il Mennone, molte notizie le ha tratte da an- stele, e non menziona con chiarezza il palazzo tichi autori, e in particolare dalle: Dissertazioni Fiondella, ma dichiara che la stele è posta al Istoriche delle Antichità Alifane del Canonico limite della porta di una casa, descrizione generica Gianfrancesco Trutta. Le Dissertazioni, ven- e incompleta. È vero che il palazzo è ultimato gono date alle stampe in Napoli nel 1776, e il dopo soli quattro anni dall’ uscita del libro; Canonico nella Tredicesima Dissertazione, scrive: ipotizzando che il Trutta abbia impiegato altri E perché alifana fu certamente la Famiglia Asellia, quattro anni per le ricerche, significa che nel … essi gli Aselli eran chiamati così dalla enormità 1772, con molta probabilità era in costruzione, delle labbra, e di un Asellio appunto abbiam l’iscri- e in quella posizione esisteva qualche rudere, zione nel Villaggio, a noi vicino delli Calvisi, dove di epoca romana, mentre sulla stele c’erano; crediamo che fusse l’antica Callife, e’l di lei marmo parole sopra descritte; siamo di fronte alla sta posto per limitare della porta della casa di un par- tomba della famiglia Asellio? Oppure la stele ticolare. è stata trasportata a Calvisi a distanza di secoli, chissà da dove? CAIO ASELLIO RVFO ET Con questa epigrafe, le pietre asportate dal VIVAE MVNNIAE QUINTI FILIAE palazzo sono due e con una punta di amarezza VIVO LUCIO MARIO BASSO devo riconoscere che la ricerca della chiave di VIVA VALERIA DONATA volta non ha avuto esito positivo. Non con- FECIT SIBI ET SUIS vinto di questa ricostruzione, ritorno a Palazzo Fiondella, fotografo e misuro il foro prodotto A Caio Asellio Rufo e dall’asportazione della pietra, e confrontando alla vivente Munnia, figlia di Quinto, il tutto, noto che le dimensioni del foro, sono al vivente Lucio Mario Basso, simili a quelle della stele di Alvignano. Con- Valeria Donata in vita trollo le altre pareti, senza notare anomalie di fece per sé e per i suoi. sorta, anche la pavimentazione del cortile, composta da enormi bloc- chi di pietra, non ha subito modifiche nell’arco a ca- vallo di due secoli e a que- sto punto deduco con molta ragionevolezza che non è mai esistita la pietra con la data di costruzione. Nella parete del cortile, i Fiondella inserirono la stele romana, gli ultimi di- scendenti di questa fami- glia, conoscendone la storia, narrata in linea di- retta dai loro avi, l’hanno sradicata e portata ad Alvi- Ceppo sepolcrale di Caio Asellio Rufo, nell’800 in Calvisi, oggi ad Alvignano. gnano, nella nuova casa,

37 Vittorio Imperadore Armando Pepe rappresentando con essa, una pagina di storia 5°. Alcuni pavimenti a mosaico scavati, pochi anni dei Fiondella. Mentre sulla chiave di volta del- or sono, in un fondo immediato a Calvisi, coltivato al- l’ingresso secondario, Pasquale Fiondella, ha lora da un tal Giuseppe Nicola Riccio, pavimenti che fatto incidere la data di costruzione del Palazzo. io stesso visitai e verificai; e siccome tal fondo è sotto- La nuova abitazione ad Alvignano, è di stante all’abbondante fontana detta dei Fiori, così da epoca più recente, costruita agli inizi del quei pavimenti ed altri rottami ivi esistenti argomentai 1900, e, in tempo incerto, sono state inserite che ivi erano le Terme dell’antico Callife: non potevano da un lato della villa tre enormi colonne in dir altro quei pavimenti. pietra di epoca romana, con basi e capitelli. 6°. Non pochi sepolcreti scavati in quei contorni Il tempo passa veloce, e, il primo ottobre del nonché, come si dice e lo dice anche il Trutta, le me- 1960 in Alvignano muore all’età di 62 anni daglie, le fibbie, le armi militari, gli ornamenti ed Raffaele Scotti Burrelli. Dopo circa undici anelli di particolari persone, che indicano esservi stata anni, segue la stessa sorte, in Caserta, la con- una città gentilesca. sorte Olga Fiondella, è il ventidue giugno del 7°. Finalmente l’iscrizione sepolcrale, che in Cal- 1971. I Sanillo e i Fiondella hanno chiuso visi nel cortile del Sig. Fiondella leggesi, di Caio Asel- oltre un secolo all’unisono, tra lavoro, ami- lio Rufo, della nobilissima famiglia Romana Asellia cizia e grandi tragedie. I loro rapporti sono da questo Caio Asellio illustrata, di cui Livio fa due sempre stati più che solidi, nell’arco del volte menzione. tempo non hanno mai mostrato attrito fra Questa infatti prova che Caio Asellio fu ivi sepolto. loro. Solo il destino ha potuto spezzare il loro Or se questo Romano Cavaliere e Tribuno dei Soldati legame che sembrava indissolubile. ebbe in tal sito la sepoltura, bisogna dire che Callife, sebbene dai Romani espugnata e dalle fondamenta di- 5. Calvisi, Callife75 Romana. strutta, sorgesse di nuovo dalle sue rovine, se non in Sempre dalla storia di Giuseppe Mennone, Villaggi rusticani, almeno in nobili ville dove abitassero apprendiamo che: Siccome le prime tre città San- persone chiare ed illustri; e che nei tempi di mezzo vi si nitiche che furono prese dai Romani contemporanea- edificassero finalmente il Villaggio di Calvisi che altro mente furono Alife, Callife e Rufrio, come si è detto, non è che un Callife corrotto. avendo già parlato di Alife, ora conviene parlare di Questo Villaggio Calvisi ora è il più grande Casale Callife. Gli antichi storici, per mancanza di cono- del Comune di Gioia. Esso è circa mezzo chilometro scenza topografica, sono discordi fra loro e mettono soprastante alla strada provinciale, dalla quale si ac- Callife in luoghi diversi. … Io però mi sottoscrivo cede per un braccio di strada rotabile. Gode di al Trutta, il quale dice che Callife esisteva poco sotto un’aprica76 e salutifera esposizione; possiede due ab- Calvisi nella contrada ora detta Capone o Selvarec- bondanti fontane che soddisfano a tutti i bisogni del cia, e da Callife ne derivò Calvisi. Ciò lo assicurano: paese ed inaffiano i sottostanti terreni. Poco al di 1°. Le poche vestigie, che ancora vi restano dopo sotto la fontana detta dei Fiori, se si scavasse, facil- 2217 anni che fu presa e distrutta. mente si potrebbe trovare il resto dei ruderi delle suc- 2°. La verisomiglianza del nome con Calvisi. cennate Antiche Terme di Callife. 3°. L’essere distante d’Alife non più di miglia quat- Ho voluto esporre la storia della Callife Ro- tro circa, poiché altrimenti le Legioni Romane non mana, così come riportata dal Mennone, e senza l’avrebbero potuta prendere nello stesso tempo con Alife. nessun commento, perché non ho riscontro con 4°. L’aprica, comoda e vantaggiosa topografia altri antichi autori, e nell’arco del tempo nes- della contrada e suoi contorni di aria finissima. suna notizia in merito, nessun ritrovamento, per

75 - Dal Riassunto Storico dell’Antico Sannio. Giuseppe Mennone. Biblioteca Ercole d’Agnese. Piedimonte d’Alife. 76 - Aprica: esposta al sole.

38 Relazioni imprenditoriali cui rimango scettico su questa ipotesi. Ritor- d.C. da agiata famiglia equestre, morto a Stabia nel nando alle Terme di Ercole in località Torelle, 79 d.C. durante l’eruzione del Vesuvio; proprietario a San Potito, leggo che gli studiosi non sono di terreni nel comasco e nell’agro romano. concordi con questa ipotesi. Il canonico Gian- L’autore in una nota aggiunge di non sapere francesco Trutta, nelle sue Dissertazioni, ci rac- se questo Rufo provenisse da Alife e che anche conta di queste famose Terme di Ercole, Il Trutta vide a Calvisi l’iscrizione di un Asellius mentre, Nicola Mancini77 avanza per i ruderi Rufus, unico rappresentante della gens Asellia in delle Torelle l’ipotesi della villa Camilliana: Tra Alife, nota nel resto dell’Italia Meridionale solo a Te- le tante lettere dell’epistolario di Plinio il Giovane, ve lesia e a Puteoli. E’ presente però anche nella Gallia ne sono tre per un tal Pontius Allifanus, certamente Cisalpina, a Lambrugo, in quel di Como. cittadino di Alife ed intimo amico del nobile personag- San Potito, località Torelle, la Villa Camil- gio comasco. … I due amici si incontrarono spesso liana, ipotesi verosimile e affascinante, sapere anche in Campania, nella villa Camilliana, dove Cal- che nel nostro borgo, abbiano trascorso parte purnia moglie di Plinio vi andava a riprender salute… della loro vita, Plinio il giovane, la moglie Cal- La giovane sposa, orfana di entrambi i genitori, purnia e la famiglia di Caio Asellio Rufo. Pli- allevata dal nonno, L. Calpurnio Fabato, ricco citta- nio Cecilio, (Plinio il Giovane), figlio di Lucio dino di Como, il quale tra le tante proprietà, avea Cecilio nacque a Novum Comum, (oggi anche la villa Camilliana, che volentieri metteva a di- Como). Alla morte del padre, Plinio venne sposizione della nipote. Gli studiosi di Plinio il Gio- preso sotto la tutela dello zio materno Plinio il vane non sono riusciti a localizzare questa lussuosa Vecchio, come figlio adottivo prese i nomi di residenza rurale perché è mancato loro quell’indizio Gaio e Plinio. Poiché ancora minorenne, Pli- che è nell’opera del Trutta, il quale descrivendo i ru- nio fu affidato all’amico di famiglia Virgilio deri che erroneamente attribuisce alle Terme di Ercole, Rufo. A diciassette anni si trovava a Miseno dice che vi si rinvennero molti doccioni di piombo de’ quando avvenne la tragica eruzione del Vesu- quali in uno vi erano incise le lettere T. CAESARIS, vio che nell’agosto del 79 distrusse Ercolano in un altro C. CASSII CAMILLI ed in un altro e Pompei, e costò la vita dello zio, Plinio il FRONTONIS. Vecchio. Plinio il giovane, fu scrittore e sena- Perciò i bellissimi pavimenti a mosaico e le fontane tore romano, ebbe tre mogli. La terza fu Cal- e le stufe e i bagni e quanto a tali edifici era necessario purnia, nipote di Calpurnio Fabato, un e conveniente fino all’eccesso appartengono a questa influente cittadino di Como, da nessuna delle villa, detta Camilliana dal nome del primo proprieta- tre mogli ebbe figli. rio, C. Cassio Camillo, e acquistata poi da Calpurnio Fabato. … Dallo stesso Plinio apprendiamo che la 6. Ricostruzione dell’albero genealogico villa era un po’ malandata e bisognosa di riparazioni della famiglia Fiondella che egli si offre di sorvegliare e dirigere, ma non può Consultando i registri parrocchiali e comu- affidare la conduzione della proprietà a persona nali, ho cercato di ricostruire l’albero genealo- esperta e capace, come chiede Fabato, perché non co- gico della famiglia Fiondella. Partendo dal nosce alcun adatto a quell’incarico. Esprime però pa- capostipite Daniele, che nasce intorno al 1670, i rere favorevole su un tal Rufo, che Fabato vorrebbe Fiondella si diramano in quattro distinti rami. mandare da Como ad amministrare i suoi beni. Purtroppo nella casa comunale mancano alcuni Altri antichi autori riportano che Plinio il registri per via dei bombardamenti della seconda Vecchio: Caio Plinio Secondo, nato a Como nel 23 guerra mondiale, che distrussero parte del muni-

77 - In Itinere. Ricerche di Archeologia in Campania. Francesco Sirano, anno 2007, Lavieri editore. (L’acquedotto romano Formose Torelle), di Nicolino Lombardi, (N.Mancini. Alife 1993).

39 cipio di Gioia, con il relativo archivio, e i primi tutti gli editti che sembravano utili a rinvigorire la registri sono del 1806, epoca napoleonica. Anche disciplina del clero e del popolo e a procurare la sal- nell’archivio parrocchiale mancano alcuni regi- vezza delle anime, curando che fossero eseguiti con stri e, quelli che sono rimasti, risultano lacunosi la massima coscienziosità. e spesso illeggibili. Alcuni, a causa della forte Ho potuto rimuovere le cose sconvenienti, rimpro- umidità si sfaldano a contatto con le dita. verare la licenziosità dei chierici, correggere, punire e Fortunatamente la ricostruzione del ramo contenere gli inobbedienti, con la carità che si addice più importante dei Fiondella è stata possibile a un padre e pastore, sempre ascoltando il parere al- anche grazie alle informazioni tratte dai docu- trui. Per iscritto e con decreti ho ottemperato a tutte menti della società porcina. le disposizioni apostoliche. In questa visita pastorale ho unto oltre mille anime con il sacro crisma. Queste 7. Calvisi 165978. sono, Eccellentissimi Signori, le cose che ho giudicato Il piccolo villaggio di Calvisi appartiene al sud- degne di riferire. Tralascio le cose più lievi. Mi si con- detto duca di Laurenzana.Vi è una chiesa sotto il ti- senta di aggiungere che in tutte le funzioni episcopali, tolo di Santa Maria del Carmelo che, per l’esiguità per quel che permette la debolezza umana, ho sempre dei redditi, è amministrata da un economo. Esiste una fatto il mio dovere. Dio, per la gloria della Chiesa mi- sola confraternita. Ci sono 113 anime, 79 delle quali litante, protegga le Eminenze Vostre per molti anni ricevono la comunione. Ho visitato personalmente ancora. Delle Eminenze Vostre mi confermo sempre tutti questi paesi, e ho volto l’attenzione verso quelli umilissimo e obbedientissimo servo. che sembravano desiderare il mio ufficio pastorale. Sebastiano Dossena, vescovo alifano Seguendo le orme dei miei predecessori, ho promulgato Piedimonte d’Alife, 9 dicembre 1659.

Palazzo Fiondella, piano terra

78 - ASV, Congr. Concilio, Relat. Dioec. 32A, 53r. Cfr. a cura di Armando Pepe, Le relazioni ad limina dei vescovi della diocesi di Alife (1590- 1659), Tricase Youcanprint 2017, p. 129.

40 IV. Contratti agrari

1. Vacche all’ammessa. Non solo vacche al- di Pasquale. Il documento che più ci chiarisce l’Ammessa, le tipologie di società riportate in quest’ antico commercio è quello del 1803 tra questi registri sono: Soccida, Censo79Bollare, En- Nicola Sanillo e Nunzio de Corneliis: fiteusi, Parsonalia, Menanno e Capo Salvo. Tutti questi nomi non sono altro che contratti agrari, 27 Febbraio 1803. Io sottoscritto Nunzio de in uso presso i nostri avi, e praticati dai Sanillo Corneliis della Città di Alife dichiaro aver preso a scopo di lucro. Partendo dal 1700, per ogni all’ammessa dal Sig. Don Nicola Sanillo del Casale tipologia di lavoro, questa famiglia, ha com- di S. Potito l’infradetti pezzi di vaccina, cioè una pilato e conservato minuziosamente tutti i re- vacca chiamata Biancuccia, di pelo bianco, d’anni gistri dei conti. Il registro degli animali dati sette con vitella, per ducati venticinque, un’altra all’ammessa è di 245 pagine. chiamata Signorella di pelo oscuro d’anni sei, con I contratti descritti in questo capitolo sono re- ciavarra, per ducati quarantacinque, un’altra chia- datti su carta bollata del Regno delle Due Sicilie. mata Carradella, di pelo cenerino, d’anni cinque pregna, per ducati ventotto, un’altra detta Colom- bina di pelo cervone, d’anni dieci coll’annecchia per ducati quarantacinque. E in questo spazio di anni mi obbligo a ben tenere e governare li sud.i animali vaccini, per modo che morendo qualche animale per mia colpa, la perdita debba essere tutta di me sud.o de Corneliis, ma morendo di morte naturale la per- dita deve essere a danno comune; secondo: che nel fine del triennio, li scritti animali vaccini si deb- bono prima apprezzare, e dal prezzo si deve dedurre prima la fonte, in beneficio di esso D. Nicola, e il dippiù si deve dividere per metà … San Potito 1792, Luca Sanillo, soccidante, costituisce una società a “Soccida” con il Sig. Vincenzo Amore, soccidario: … colle vacche del Sig. Amore cominciando dal primo 7bre 1792 a tutto Agosto del 179tre.

La soccida è in genere considerata un con- Libro mastro dell’Ammessa tratto associativo e nell’ambito dell’impresa Proprio i documenti ritrovati ci fanno ca- agricola se ne distinguono tre tipi, quello usato pire come questa famiglia, già agli inizi del in questo caso è una soccida parziaria, il be- 1700, ha aumentato a dismisura il suo potere stiame è conferito da entrambi i contraenti, economico, in seguito anche politico. Gli ul- mentre il soccidario presta in più l’attività ne- timi contratti stipulati sono del 1836. Ogni cessaria al lavoro, alla cura e all’allevamento contratto è seguito da una registrazione d’ipo- degli animali. Solo con le sue vacche in San teca “Borderò d’Ipoteca”. Questi atti nell’arco Potito, Luca ricava in tutto l’inverno con la degli anni recano la firma di Luca Sanillo e dei vendita di formaggio ducati 24,50. In que- figli, Nicola e Giuseppe, in qualche raro caso st’anno i due soci, con il loro commercio,

79 - Censo: Prestito, con interessi che andava dal 4 al 10% annuo.

41 Vittorio Imperadore Armando Pepe

ognuno di essi. I contratti letti sono molte centinaia, elencherò solo al- cune pagine di questi diari. Oltre al quaderno sopra descritto, è arrivato integro fino ai nostri giorni il libro mastro, composto di 243 fogli, dove ci sono i nomi di 119 persone, che nell’arco degli anni, hanno all’ammessa gli animali dei Sanillo. Tra i primi di San Potito, sono segnati i fratelli Domenico e Francesco Codone: Ricordo delle vac- che, che si tengono date all’ammessa, ossia a parsonalia, da me Luca Sanillo. S. Potito, pmo 7bre 1789. Le vac- che, che si tiene all’ammessa Dom.co Codone sono nove, cioè Volpicella colla vitella, e l’annecchio d’anni 2 in 3; la vacca negra chiamata Manzotella colla ciavarra; un’al- tra vacca bianca chiamata Biancuccia col vitello; ed un’altra chiamata Pulcinella col vitello. Tutte le d.e vacche, si sono ammesse di comun consenso per duc.ti 110,00. Le vacche, che tiene all’ammessa il sud.to Franc.co, sono n° sei, cioè Montagnola colla vitella, e la giovenca; Vettoriella col vitello, e la giovenca d’anni 2 in 3. Tutte de vacche si sono ammesse di comun consenso p ducti a Borderò di registrazione settantasei, 76,00. La d ammessa però in- comincia a dì p.o 7bre 1789. Lo stesso hanno contatti con i paesi di Calabritto e S. Lo- Franc.co tiene all’ammessa, un bue d’anni 11 in 12. renzo in Foggia. Tolte le spese, la società ha un A dì 10 novembre 1791. Si a venduto una gio- profitto di ducati 133,30½. vencha d’anni quattro in cinque a Pietrant.o Macera Contadini, agricoltori, piccoli proprietari di per duc.ti 30 e li sud.i duc.ti 30 sono finiti in mio potere. San Potito e paesi limitrofi, non hanno animali A dì 11 9bre 92. Si son vendute due vacche figliate a sufficienza per i lavori agricoli e, per il so- per duc. 44.50. Pm᷉o 7bre 1793. Antonia Piazza, e stentamento delle loro famiglie, si rivolgono Gius.e Santillo mad.e e fig.o tengono in fitto, ossia a ai Sanillo chiedendo di tenere “all’ammessa” capo salvo n° 94 capre, compresi i capretti. A dì 5 questi animali, in genere mucche, ma anche, Mag.o 1793, fatto conto delli tre giovenghi si ha pi- pecore, capre, zurri e qualche somaro. Par- gliata la sua porz.e del guadagno, e resta soddisfatto. tendo dal 1789, Luca Sanillo, trascrive i suoi A dì 8 luglio 1793, Nicola Santillo, tiene in fitto, affari su un quaderno, composto di molti fogli ossia a corpo franco, 125 capre, come dalla cautela. di carta piegati in due, cuciti con filo di spago Il fitto delle capre termina dopo un anno, il 7 e sovrapposti da una copertina di carta più ri- luglio del 1794. Per quest’operazione, per la gida. Vi sono date, nomi degli acquirenti, in vendita di pelli, di carne delle capre morte e di molti casi il nome degli animali e la stima di formaggio caprino, Luca ricava 89,63 ducati.

42 Contratti agrari

A dì 7 marzo 1794. Fatto conto col sud.o 9bre 1795. Un giovenco d’anni due, in tre di Dom.co di tutti gli animali venduti, sino a d.to giorno, pelo negro chiamato Castagnuolo p. duc. 16.00, ci è mi ho presa la parte in duc.ti 110, e si è diviso anche un giovenco di pelo bianco d’anni tre in quattro l’avanzo in duc.ti 21.92 ciascheduno, che ce li ho bo- chiamato Spadolo ammesso p duc. 24.00, che fanno nificati sopra il conto. In d.o giorno si sono ammesse duc. 90.00. l’altre vacche, che sono rimaste ad esso Codone p. E di questi duc.ti novanta sono pure d’ avanzo, duc.ti 90.00, le vacche sono n.° 6. cioè una d’anni 8 e perciò si devono dividere; onde ho bonificato al d.o in circa di pelo negro chiamata Volpicella coll’annec- Dom.co la sua porz.e, cioè duc.ti quarantacinque, nel chia sopra anno, ammessa p. duc.ti 25.00 un’altra di conto suo, come dal libro del dare, ed avere; e ciò pe pelo bianco d’anni cinque in circa chiamata Pavo- conto fatto a di 15 9bre 1795. In d.o giorno mi nessa coll’annecchia sopr’ anno chiamata Riposata p. prendo io due giovenchi, cioè uno chiamato Spadolo duc.ti 25.00 per duc.ti trentotto d’anni cinque in, sei, q.te lo la- A dì marzo 1794, si ammettono altre vacche a scio ad esso stesso a menanno d.ti quattro l’anno di franc.co Codone. Le vacche sono sette, cioè una chia- grano, e l’altro d’anni 4 in 5 chiamato Castagnolo mata Vettoriella d’anni sei in sette; un’altra chia- puresso duc.ti trentotto; il q.te, si è dato a menanno mata Reginella della stessa età col figlio appresso di a Simone Bianchino. quasi un anno; un’altra chiamata Rosa della stessa A dì 19 7bre 1796 si vendono dodici porcelli per età coll’annecchia di c.a anni due; e due annecchi ma- duc. 5.50 il pajo. A dì 10 8bre 1796 si è venduta la schi di due anni in circa; e restano per la stessa am- vacca vecchia a duc.ti14,00 rimasti presso di me. A dì messa di duc.ti settantasei. 31 Ag.o 1798 mi restituitsce due ciavarre d’ anni 2 in A dì 9bre 1794, si sono ammesse di nuovo le 3, date a Giò. Raccio, una di pelo negro chiamata Ro- sud.e vacche di consenso p duc.ti 145.00, un’altra gio- sichella, e l’altra di pelo bianco, d.a Palombella valu- venca venduta a mercatanti duc.ti 16.00, gli debbo p tate ambedue p duc.ti 32.00. Uno, d’anni 4 in 5 d.o la sua porz.e del cuojo della vacca morta duc.ti 1.80, i Spadolo, e valutato duc. 25.00 mi dee bonificare esso residuali ce li pago manualm.e in d.o giorno. duc.ti dieci datigli a di 18 Mag.o 1798, dunque debbo A dì 28. xbre 1794, Nicola Lombardo riceve io bonificarli in tutto duc. 10.80. all’ammessa due scrofe con dieci porcelli, e tre porca- Nicola Melillo. Le vacche, che tiene all’am- stri cioè uno maschio e due femine per duc. 22.00. messa il sud.o Melillo sono n.o otto, cioè una chiamata Molti sono i nomi delle persone che nell’ Biancuccia col giovenco d’anni tre, e il vitello am- arco degli anni, hanno rapporti di lavoro con messa p duc.ti 18.00. Un altra chiamata Fravolella la famiglia Sanillo, sicuramente troppi per es- col vitello ammessa p duc.ti 16.00. Un altra chiamata sere elencati, tutti con la stessa motivazione, Piccirella col vitello ammessa p duc.ti 25.00. Un’altra acquisire, per vivere le “vacche all’ammessa”. chiamata Bella Serima ammessa p duc.ti 20.00. Un’al- Pasquale di Chello degli Auduni. Le vacche, tra di pelo bianco chiamata Innargentata d’anni 3 che tiene il sud.o sono 9 una chiamata Capogrossa col tre in 4 ammessa p duc.ti 22.00. Tiene sei buoi, uno fig.o chiamato Sorgente. Una chiamata Palombella di chiamato Moscatello valutato duc.ti 40.50. Un altro anni due in tre. Un’altra d.o Biancuccia d’anni 6 in chiamato Ragione duc.ti 45.00. Un altro chiamato 7 col fig.o d.o Cardillo. Un’altra chiamata Fradella Bello Fatto duc.ti 51.00. Un altro chiamato … duc.ti d’anni 8 in.ca col fig.o d.o Rubino. Un’altra chiamata 56.50. Un altro chiamato Bufalotto duc.ti 35.00. Un Principessa d’anni due, un altro chiamato Cavaliere altro chiamato Persichetto duc.ti 30.00 di pelo cervone d’anni tre. Un’ altra venduta a 9bre 1794 di S. Mar- d’anni 8 in 9. tino p duc.ti venticinque rimasti in mio potere. A dì 11. 9bre 1798 si sono vendute due vacche A dì 2. 9bre 1795 si danno al med.o porcelli n. figliate, cioè una p duc.ti 23.85 e l’altra p duc.ti 23.10 cinque all’ammessa p duc. Dodici. A carnevale del più un giovenco p duc.ti 16.70, restano dunque da di- 1796 Nicola Lombardo s’ingrassa una scrofa, sopra vidersi duc.ti 66.65. dè qti spettano ad esso di sua por- di cui mi debbe rimborsare la mia porzione. zione duc.ti 33.32

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Gli bonifico la mia porzione di fida e gabella, fino Genovese di pelo bianco d’anni 6 duc. 65.00 a tutto Ag.o 1798 duc.ti 2.48 Zingarello di pelo negriccio d’anni 4 duc. 52.00 In tutto debbo bonificarli duc.ti 35.80 Giumenta storna d’anni 14 pregna duc. 48.00 8bre 1804, si ricava dalla vendita di quattro caproni Colonnello di pelo bianco duc. 53.00 duc. 20.00. A dì 25 feb° 1805 ricevo per prezzo d’un an- Il giorno dopo si vende la giumenta baja col necchio venduto al macellajo Petrillo, perché infermo, duc. mulo, per duc. 25 e al Sig. Spinosa, si vende una 14. A 8bre 1806 dedotta la gabella duc. 04.06, ricevo per polledra giumentina d’anni due, di pelo storno, prezzo d’una vacca ammalata, venduta al macello, duc. per duc. 36.50, ed è sempre Spinosa che a Prata, 07.56, più per lo cuoio della stessa duc. 03.50. vende per duc. 38.00, per conto di Nicola, uno A dì 13 Giugno 1807, si vende in Cerreto un pol- dei due buoi acquistati da Onoratelli. Trascorsi ledro p. duc. 27.30. A dì 6. 7bre 1807. Sempre in Cer- pochi giorni, Spinosa concorda con Nicola, di reto, si vende una vacca con vitella, per duc. 38, ricevere all’ammessa due vacche figliate, con soldi che rimangono presso Fiondella, che ricava due vitelle, una giovenca forse gravida, per duc. anche: duc. 2.80 per lo cuojo d’una vacca morta. E resta 86.00 e una somara, pelo morello, per duc. sciolta la società per esserci vendute tutte le vacche. 12,00, che prima teneva Giuseppe Sauro. Mar- A dì 15. 8bre 1809, si vendono una vacca colla cellino Simone tiene a menanno, ossia a parsonalia, ciavarra, un’altra colla vitella, una giovenca, ed una 31 pecore, 5 ciavarre, 15 agnelli e 25 capre, su vacca storpia p. duc. 113.60 questa operazione non ho riscontrato nessun va- 5 maggio 1813. Gius.e d’Orsi mi restituisce lore. Simone Bianchino riceve a menanno un gio- Capre n. 46 venco d’anni quattro in cinque, di pelo oscuro, Zurri n. 04 tenuto prima da Domenico Codone di Calvisi, Figliastre n. 07 per duc. 38.00. Capretti n. 10 Totale n. 67 Nello stesso giorno che questi ani- mali rientrano, sono dati in fitto a Tobia Coluccio, che tiene già in fitto, ossia a Menanno, ventitré buoi, così nominati e valutati: Moscatello duc. 63.00 Ragione duc. 45.00 Bellofatto duc. 51.00 Fiorillo duc. 56.50 Bufaletto duc. 36.00 Persichello duc. 30.00 Serpentino di pelo cervone, d’anni 10 duc. 63.00 Ragione di pelo cervone d’anni 10 duc. 45.00 Montedoro di pelo cenerino d’anni 10 duc. 35.00 Cardillo di pelo cenerino d’anni 9 duc. 45.00 Luccarello di pelo cenerino d’anni 8 duc. 47.50 Piccione di pelo oscuro d’anni 5 duc. 38.00 Palombo di pelo oscuro d’anni 6 duc. 38.50 Spadolo di pelo bianco d’anni 8 duc. 76.00 Borderò su Censo bollare, Luca Sanillo

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05 ottobre 1816. Pietro Filippo Gaudio, Gio. Raccio delli Calvisi, tiene a parsonalia, ossia restituisce a Nicola Sanillo, per fine con- all’ammessa, le seguenti vacche: Cazzatella di pelo tratto, un giovenco di pelo cenerino di anni cervone d’anni 4 in 5 pregna duc 19.00 quattro, chiamato Innamorato e l’otto novem- Giardinella di pelo cervone d’anni 2 in 3 col vi- bre Nicola vende al canonico Riccio, due tello duc 26.00. Damigella d’anni 2 in 3 di pelo cer- buoi per duc. 86,00. Nel corso degli anni, i vone duc 17.00. Carbonella d’anni 2 in 3 di pelo negro Sanillo, vendono molti animali, a vari ma- duc. 17.00. Scarlatella d’anni 2 in 3 di pelo negro duc. cellai, di Cerreto, Prata, Piedimonte, San Po- 17.00. Volpella d’anni 8 in 9 pelo oscuro pregna duc. tito e in altri paesi. 20.00 Le vacche che ha nell’ammessa Nunzio A dì 2 7bre 1810, Gaet.o e Gius.e Nicola Golino de Corneliis sono: 2 giovenchi d’anni 3, uno pad.e e fig.o mi vendono in Cerreto, pecore n. 18 a duc. di pelo oscuro, l’altro di pelo cenerino, chia- 1.70 l’una, che importa duc. 30.60 e si obligano a te- mati Colombino e Ciccozzo, valutati duc. 80.00. nerle a capo salvo, ed intanto pagarne annui grana Nel contratto con de Corneliis c’è anche 23 per ogni pecora. Le med.e sono tutte giovani. A dì Biancuccia di pelo bianco d’anni sette con vitella duc. 25.00, Si- gnorella, con pelo oscuro d’anni sei con ciavarra duc. 45.00, Bar- ratella pelo cenerino d’anni 5 pregna duc. 28.00, Colombina d’anni 10 pelo cervone coll’an- necchia duc. 45.00, Canestrella d’anni tre di pelo cenerino duc. 20.00, per un totale di duc. 163.00. Contemporaneamente Nicola vende a Carmine Spi- nosa, due giovenchi per duc. 80.00 e due vacche vecchie per duc. 75.00. al Sig. Coppola per il macello, una vacca vecchia con l’annecchia duc. 52.00 A dì 20 Giugno 1817 Nicola Lombardo si compra in S. Gregorio con mio danaro80 un pajo di giovenchi d’anni 3 dal Sig. Caso, per duc. 112.00, e restano a lui stesso all’ammessa. Nicola Sanillo, il 15 luglio 1817, dà all’ ammessa a Gio- vanni Raccio una vacca di anni otto chiamata Piccirella, che nello stesso giorno aveva comprato da Michele Gaudio di Gioia per duc. 35.00. Registro dei porci a “Menanno”

80 - È una delle operazioni di Nicola Sanillo

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22 Genn.o 1814 mi restituisce per le pecore sud.e il 2. Terra e denaro sud.o capitale, di duc. 30.60. Su carta bollata di grana sei, il canonico Sa- Come descritto nel capitolo sui contratti nillo e Antonio Matteo ambedue di San Potito agrari, anche con il grano, granone, lupini, siglano un contratto, che viene registrato dopo fave, orzo, avena o biada, la famiglia Sanillo due anni dall’inizio dell’ accordo. lucra. Presta le sementi non solo ai proprie- San Potito 26 Novembre 1834. Il Canonico tari terrieri che ne fanno richiesta, ma anche D. Giuseppe Sanillo da ad Antonio Matteo domici- ai contadini che hanno in uso i suoi terreni, liati ambedue in questo stesso Comune, a parsonalia, ossia con una delle tante forme contrattuali ossia secondo l’uso del luogo, all’ammessa, li qui de- in uso in questi anni, ma con una differenza scritti animali, a patti e condizioni. sostanziale: i contadini non pagano in denaro, 1° Una vacca con vitella chiamata Caporossa ma restituendo le sementi con gli interessi in pelo cervone, di anni quattordici valutata duc. qua- percentuale, secondo il raccolto dell’anno rantadue. 2° Una giovenca di anno uno pregna successivo. chiamata Primavera di pelo oscuro, valutata duc. Se il raccolto è abbondante, si restituisce diciannove. 3° Esso ha avuto principio dal dì 26 con un incremento maggiore, contrariamente, novembre 1834, ed avrà durata anni tre. 4° Tutto se l’annata è deludente, la percentuale di il capitale impiegato per l’acquisto dé menzionati maggiorazione è più bassa. Il primo registro animali appartiene esclusivamente a me Signor Ca- consultato su quest’argomento è del 1769 ed nonico Sanillo. è di Luca Sanillo. Nel libro dei conti, Luca 5° Le sole spese di fida o di altro dazio, cui po- annota i nomi di tutte le persone cui presta i tranno essi essere assoggettati, cederanno a carico cereali per la semina e le quantità assegnate comune. La cura però e custodia dé medesimi sarà singolarmente, in qualche caso anche il nome a carico di me Matteo, unitamente alla loro po- della zona dove avviene la lavorazione. Il stura, e mantenimento. 6° E lassi i tre anni cen- libro si compone di sessanta pagine, oltre alle nati, i descritti animali dovranno rivalutarsi. Sul 120 facciate interamente scritte, all’interno prezzo di risulta Io Signor Sanillo percepirò il sono inseriti molti fogli sciolti, gli argomenti prezzo capitale dei medesimi. Essendovi lucro, o di- sono i più svariati: dal prestito di denaro a scapito esso sarà comune. 7° Nei bisogni di esso quello delle sementi, alla vendita di animali Matteo Io sottoscritto Signor Canonico Sanillo durante la fiera di San Martino nella borgata potrò fornirli dei soccorsi, di cui potrà aver bisogno, di Sepicciano, al pagamento di denaro a varie e ne riterrò l’importo sul lucro, che potrà a Lui spet- persone per il lavoro nei campi, alla vendita tare, o altrimenti. 8° Io sottoscritto Matteo mi ob- di vino mosto ecc. (la vendita di animali du- bligo a praticare ogni diligenza nella custodia, cura rante la fiera di San Martino è segnata per e pastura di essi animali. Ove alcuno ne perisse per circa 15 anni). mia colpa, la perdita sarà a mio carico solo. Luca nel suo racconto, sulla testata dei due Registrato il 15 Luglio 1836- registri, ci narra il suo lavoro, e per descrivere Giuseppe Can.co Sanillo - Antonio Matteo le parole “cereali e legumi”, usa il termine “Vittuvaglie”. In questo primo anno concede in Anche con i “contratti agrari”, la famiglia prestito solo biada e grano. Sanillo, in tanti anni, ha movimentato uomini Biada. Ricordo di biada e grano,e altre vittuva- e denaro, in quantità smisurata, arricchendosi, glie, che si danno alle infrascritte persone da me Luca e nello stesso tempo, contribuendo in maniera Sanillo in questo anno 1769, in 70. massiccia alla crescita dell’economia rurale A Gio. Campagnia tt.a 16½ del territorio. A Gregorio del Santo tt.a 12½ A Giuseppe Lombardo tt.a 30½

46 Contratti agrari

A Tomaso Riccitello tt.a 06½ compaiono in nessun elenco e non compare A Diodato Riccio tt.a 12 neppure la restituzione del grano. A questo Ad Ant.o d’Aquino tt.a 0½ punto è facile pensare che una parte dei registri A Maria Micco tt.a 01 di questa famiglia, con il passare degli anni sia A Roberto d’Orso tt.a 02 andata perduta, mentre l’elenco del dare del Biada tomola 81.00 granone del 1772 non è impaginato nel regi- Grano stro, ma è un foglio sciolto, e poco compren- A Francesco Campagnia tt.a 06½ sibile. Il secondo foglio sciolto, sempre Più tt.a mezzo 00½ all’interno del primo registro, non è datato ma A Marcellino Leggiero tt.a 05 è molto chiaro nella scrittura e riporta la se- A Gio. Campagnia tt.a 04 guente annotazione: A Luca Leggiero tt.a 07½ A82 dì 26. 7bre. Nota di granodindia che si da dal A Potito Seccia tt.a 01 Sig. Luca Sanillo. A Costantino Seccia tt.a 01 Luca presta a 23 contadini 355 tomoli di Ad Ant.o d’Aquino tt.a 01½ granone. L’avena o biada, che si è accreditata A Marcant.o Macera tt.a 02 nel 1795, viene restituita l’anno successivo, A Giuseppe Antonuccio tt.a 15 con una maggiorazione intorno al 15,80 %. A Marcellino di Chello tt.a 10 Il secondo registro ha inizio ad agosto del A Francesco Riccio tt.a 1 1795, e termina nel 1825. In alto nel frontespi- A Giuseppe Lombardo tt.a 13½ zio, nella prima pagina interna, a destra, Ni- A Giuseppe Carangio coppe 10 cola scrive: Libro in cui si notano le vittuvaglie, Grano tomola 68 e coppe 10 che si danno alla credenza, e si esigono. Con queste parole, Nicola Sanillo inizia Trascorso l’anno, rientrato il prestito, Luca una delle sue molteplici avventure lavorative. aggiorna il libro dei conti. Nel 1769 ha pre- Mancano all’appello vari libri contabili di stato a otto persone 81 tomoli di biada, mentre Luca, che muore nel 1794, lasciando al primo- con il grano sono tomoli 68 e coppe 10, per 13 genito Nicola le redini di tutte le attività di fa- agricoltori. miglia, ed è lo stesso che, nel primo dei suoi Biada che si esige in questo 1770 registri, cioè quello del 1795, annota: Gio. Campagna tt81.a 60 Gregorio del Santo tt.a 12½ Grano che s’esige nel 1795 Giuseppe Lombardo tt.a 122 Da Tobia Coluccio tt.i 100 Diodato Riccio tt.a 19½ Da Nicola Lombardo tt.i 080 Ant.o d’Aquino tt.a 06 Da Dom.co Ant.o Lambertino tt.i 012 Da Cosimo Mennone tt.i 005 In questi conti c’è qualcosa che non quadra. Da Dom.co di Chello di Gioja tt.i 004 Nell’elenco del dare ci sono otto persone per Da Gio Vicco tt.i 059 la biada e tredici per il grano, mentre l’anno Da Fran.co Codone tt.i 004 successivo nella pagina dell’avere, alla voce biada, sono 25 i contadini che restituiscono 1795. La Famiglia Sanillo, ha introitato 912 tomoli di biada, e di questi nomi, solo cin- 2.108,50 tomoli di cereali, e quelli che si que hanno corrispondenza con il dare del- danno per semenza sono: Biada tomoli 130 a 16 l’anno precedente, gli altri 21 invece non contadini; granone tomoli 52 a 12 contadini. Non è

81 - tt: Tomola. 82 - A dì 26. 7bre: oggi 26 settembre.

47 Vittorio Imperadore Armando Pepe riportata la quantità di grano consegnata, men- A Michele Ricigliano tt.i 003 tre sono di tomoli 264 quelle ricevute. Anche A Nicola Lombardo tt.i 013 con il granone la situazione non è chiara se A marcell.o Lombardo tt.i 018 Luca presta a 12 contadini 52 tomoli e ne ri- A Pasq.e di Chello tt.i 006½ ceve l’anno successivo 1158, interessando 52 A Franc.co Ricigliano tt.i 000½ contadini, forse anche in questo caso mancano Ad Ant.o Santagata tt.i 001½ dei registri. A Dom.co Santillo tt.i 001½ Cereali che si esigono nel 1796: grano tomoli 264 totale tt.i 44 a 20 contadini; biada tomoli 404 a 19 contadini; gra- Di questi sette nomi, solo due hanno corri- none tomoli 1158 a 52 contadini. spondenza l’anno successivo e sono: La situazione si fa più chiara se analiz- ziamo i singoli nomi. Ogni anno, al massimo, Grano che s’esige nel 1798. troviamo corrispondenza tra il dare e l’avere Da Nicola Lombardo tt.i 030 tra due o tre nomi. Da Ant.o Santagata tt.i 003½ Con una maggiorazione a Nicola Lom- Grano che si dà per semenza nell’anno bardo del 130%, mentre al Santagata del 1797 in 1798. 133%.

Lupini a Torello di cenere 6½ Generi che si danno alla credenza Luigi Sanillo, Torello di Cenere, lupini tt.i 1½ Marcellino Riccio, Spaziani, fagioli tt.i 0,7 dodicesimi Granod.a che si ricava dal terr.o di Torel- lone tt.i 21½ Semenza di canape che si esige nel 1822 Dalla vedova di Fran.co Montanaro in conto di fitto tomola 02 Gius.e Antonuccio tomola 03 Da Pietro Orsino tomola 01 Da Andrea Sagnelli tomola 06 Da Isidoro di Caprio tomola 02

Grano che s’esige nel 1800. Da Gio. Vicco tt.i 012½ Da Fran.co di Rosa tt.i 001½ Da marcell.o Lombardo tt.i 007½ Da Luigi d’Amato tt.i 005 Da Dom.o Lambertino tt.i 020 Da Denid.o Riccitelli tt.i 001½

Anno 1806, D. Nicola Sanillo, deve a D. Marcello Greco i se- Registro delle vittuvaglie agosto 1795 guenti ducati: Per la biada duc.ti 48.00.

48 Contratti agrari

Gli debbo per due canne da schioppo duc.ti 26.00, si 7 gennaio 1849 per semenza di canape 00.60 ricavano dalla mula e dalla biada duc.ti 63.97 20 Aprile grano tom 1 granone tom 1 duc 3.80 Anno 1806, per l’avena che si dà a credito, Fagioli della regina coppe 9 ducati 1.30 compare un solo nome, Michele Mastroma- 22 Giugno grano tom 1 ducati 2.10 rino, che ne riceve tomoli 12. L’anno succes- 21 Luglio grano tom ½ ducati 00.90 sivo, alla voce avena, che si esige nel 1807, 15 novembre grano per seminare tom. 2 ducati 03.70 sono segnate 17 persone, con un ritorno di 775 1° Marzo 1850 grano tom 6 a 2.20 ducati 13.20. tomoli di avena e il Mastromarino ne restitui- Avena che si dà per semenza nel 1801. Pie- sce tomoli 18½. In questo volume non com- tro d’Amato acquista tomoli 9½ di avena e pare nessuna vendita di cereali. Di sicuro una l’anno successivo ne restituisce 11. Tommaso gran parte di questi prodotti i Sanillo li usano Lombardo nel 1810 riceve tt. 7½ e nel 1811 ne per ingrassare i maiali, che acquistano in restituisce tt. 16½. Giovanni di Palma nel 1813 grandi quantità83. Fortunatamente ci viene in riceve in semenza tomoli 6 di avena e nel 1814 aiuto un registro senza titolo, dove sono anno- ne restituisce 9½. Questo registro è pieno di tate in modo anacronistico molte operazioni, nomi di persone che restituiscono ai Sanillo il che iniziano nel 1795 e terminano nel 1855, prestito, mentre solo in qualche raro caso com- tra le quali sono iscritti alcuni dipendenti di pare il nome delle persone che prendono a cre- Enrico Sanillo. Nel registro lo stesso annota, denza il prodotto. In totale si esigono, dal 1795 tra le molteplici operazioni, la vendita a dipen- al 1825, cereali e legumi. denti di cereali con i relativi prezzi. Nicola Grano tt.i 8.030,00 Riccitelli entra a servire al dì primo Aprile del Avena o Biadatt.i 9.158,00 1848, per ducati 4.00 il mese e nel corso del Granod.a tt.i 36.492,00 periodo acquista: vino mosto 333.00 6 novembre del 1850, due tomoli di grano per Olio staja 1.394.00 semenza al prezzo di ducati 03.00; Orzo tt.i 3½ 24 novembre 1850, grano tom ½ 00.70 24 novembre 1850, granone tom 1 00.85 3. La “banca” dei Sanillo 30 dicembre, grano tom ½ duc. 00.70 La famiglia Sanillo ha origini in tempi re- 30 dicembre, granone tom 1 duc. 00.85 moti. Le prime tracce delle molteplici atti- 02 febbraio 1851 grano tom ½ duc. 00.70 vità dei Sanillo sono: prestito di denaro a 02 febbraio 1851 granone tom 1 duc. 00.85 censo85, acquisto di terreni, fitti di case, com- 30 Marzo 1851 grano tom 3 duc. 3.90 pravendita di animali ecc. Tutte queste voci 16 Luglio 1851 grano tom 1 duc. 1.35 sono annotate in vari registri. Nicola è il primo della famiglia, che annota un prestito Marcellino Santillo entra a servire il primo di ducati cinquanta, e gli interessi che pa- Aprile 1848, per ducati 4.00 mensili, poi ac- gano i creditori, vanno dal 4 al 9% annuo, in quista da Enrico: qualche raro caso, al 10%. Per accedere al 9 aprile grano tom. 2 a duc 1.95 imp84 03.90 prestito sono fornite delle garanzie, che sono 9 aprile granone tom 1½ duc 01.50 case e terreni. I Sanillo non danno nessun 22 ottobre granone tom 1 duc 1.25 termine per la restituzione del capitale, in un 11 gennaio granone tom. 1 duc. 1.25 solo caso ho riscontrato che il debito è stato 11 gennaio fagioli tom. ½ duc. 0.65 estinto dopo 27 anni.

83 - Vedi capitolo società porcina. 84 - Imp: Importa 85 - Censo: prestito a interessi

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Nicola Sanillo, il capitale di ducati 50, annullando l’ipoteca. Nello stesso pe- riodo Gio. Angelo di Chello, fratello di Marcellino, accende altre due polizze, per ducati 25.00, da restituire quandocum- que a Catarina Riccio e a suo figlio Luca. A 31 Marzo 1730. Carlo, e Fran.co del Santo Padre e figlio, fecero vendita a beneficio di Catarina Riccio e Luca Sanillo madre e fi- glio, di annui duc.i sedici, e tarì quattro, per il capitale di duc.i 240.00, quali Padre e Figlio del Santo manualmente ricevono in moneta d’Argento. Da pagarsi in parte a creditori delli detti del Santo. Notar Franc.co d’Angelis.

Nel 1730 l’operazione trascritta non è a firma di Nicola, ma di Catarina Ric- cio86, sua moglie. Con atto del Notaio “Strumento” dei Sanillo per fare i conti Tutti i prestiti sono regolarmente re- gistrati da un notaio, e nei contratti com- pare la voce, quandocumque. Con questo termine i Sanillo danno facoltà all’acqui- rente, di saldare il debito in qualunque tempo, in qualsiasi momento. Al dì p.m Novre 1715. Annibale di Chello del Casale di S. Potito per il prezzo di una casa di due membri, con forno, e scala di fabbrica, sita nella piazza di d.o Casale s’obbliga in duc cinquanta da pagarli quandocumque, e frat- tanto il di loro interesse corrispondere ciascu- n’anno carlini trenta cinque. Notar Tommaso Ciccarelli. 5 Aprile 1719. Franc.co Pitò di S. Potito acquista da Nicola Sanillo cap.le di duc. 50.0 med.te istr. per mano del Notar Tommaso Cic- carelli. Con il passare del tempo, Nicola muore, trascorsi 22 anni anche Annibale viene meno, e il 17 settembre 1737 Mar- cellino di Chello, figlio di Annibale, re- stituisce a Catarina Riccio moglie di Nicola Sanillo e Catarina Riccio, 1715

86 - Catarina Riccio, dopo la morte del marito, prende le redini degli affari di famiglia, dichiarando il 6 aprile 1729, di non saper scrivere. (apponendo sui documenti il segno di croce).

50 Contratti agrari

Gio. Lorenzo Gambella acquista da Silvestro Crescenzo Riccitelli proprietari della Comune di di Pietrosimone un pastino al luogo detto le Gioia, per la somma di ducati 360.00 coll’annualità Carrocce e una cannavina al luogo detto la del 5 per cento. Cortiglia, al prezzo di ducati 95,00. La fami- 3. 7bre 1775. Bartolomeo Felice, ed Ant.o Fio- glia del Santo ha contratto un debito e si rivol- rillo, ricevono da Luca Sanillo un capitale di DD.ti gono ai Sanillo per un prestito di duc. 240.00 250.00 Notar Francomacaro. 14 Aprile 1777. Barto- e, il 4 aprile 1736 restituisce a Catarina Riccio lomeo Felice, riceve da Luca Sanillo, un capitale di duc. 170. I rimanenti 70 ducati vengono sal- DD.ti 70.00. Notar Francomacaro. 8 Genn.o 1778. dati il 16 marzo 1737. Per questo prestito i del Paolo del Santo q.m Marcellino, riceve da D. Luca Sa- Santo pagano annualmente ducati 16 e tarì87 4 nillo un capitale di DD.ti 45.00. Notar Bertone. 8 d’interessi. Genn.o 1778. Giuseppe Sebastiano d’Agnese, riceve A li 9.xbre 1736. Marcellino del Santo, ha fatto da D. Luca Sanillo un capitale di DD.ti 45.00. Notar vendita col patto di ricomprare quandocumque, da Bertone. Catarina Riccio duc. 65.00, in moneta di oro, ed ar- 23. 8bre 1782. Luca Sanillo da a D. Michele, e gento, coll’interesse al 5%. Notar Gambella. fratelli de Corneliis, DDj.ti 400.00 a Censo bollare. Margharita Dragonello e Marcellino Sa- Notar Sepe. 18 Giugno 1783. Luca Sanillo da a censo nillo, in data 9 dicembre 1742, ricevono un a Crescenzo Riccitelli dj. 122,00 coll’annualità del prestito di duc. 50 da Catarina Riccio. Ogni cinque per cento. Notar Carlantonio Francomacaro. anno alla scadenza del contratto, la coppia ha 22 Geno. 1786. Luca Sanillo da a Censo bollare Dj. saldato la rata annuale del prestito. Interes- 46.00 a Brigida del Giusto vedova di Pietro Riccitelli, sante è notare con quale precisione questa fa- ed Annamaria Riccitelli vedova di Nicola Vitello pro- miglia, per otto anni, salda il debito sempre prietari della Comune di S. Potito. Notar Carlantonio nello stesso giorno, il 9. xbre. Francomacaro 1761. Giulio di Messere riceve da Luca Sa- 27 Marzo 1787. Vincenzo d’Amore prende a nillo, un capitale di duc. 150, gli interessi pas- cenzo dal Mag.o Luca Sanillo di S. Potito ducati sano dal 5 al 6%. 4 aprile 1791. Il Canonico 300.00 alla rag.e del 4 per cento. Notar Don Vincenzo Gio. Sisto e Sebastiano Lombardo fratelli ger- d’Angelis. 10. 7bre 1789. Borderò dell’ Ipoteca, a fa- mani vendono al Sig. Luca Sanillo un terreno vore di Luca Sanillo contro Pompeo e Matteo fratelli in Alife, di tomoli 18 per ducati 450.00, con di Chello, proprietari dell’Auduni Casale della Co- rogito del Notar Carlantonio Francomacaro. mune di Gioja, per sicurezza di un credito di ducati 7 Giugno 1765. Luca Sanillo dà capitale di Dj sessanta, impiegati a Censo bollare, con l’annualità 32.00 a Francesco Piteo, che ne paga Dj 1.60 annui. del sei per cento. Notar Carlant.o Francomacaro. 1 Lug.o 1770. Luca Sanillo cede a Censo Bollare, a 3 Giugno 1793. Vincenzo d’Amore restituisce Maddalena Occhibove; Rosa, e Prudenzia Piazza un al Mag.o Luca Sanillo il contro scritto capitale di du- Capitale di Dj 68.00 Notar Francomacaro. 12 Gen- cati 300.00 con ducati 14.20 per saldo di terze. Notar naro 1775. Borderò dell’Ipoteca per sicurezza di un Pietro Sepe. Col sudetto medesimo istrumento resti- credito a favore del Sig.r Luca Sanillo proprietario tuisce al sudetto Sanillo il controscritto Capitale di della Comune di S. Potito, il quale sceglie il suo do- ducati 200 con ducati 8.66.8 per saldo di terze. In micilio nella Curia del Sig.r Francesco Antonio Fran- una paga ducati 522.86.8. comacaro88 Notaro in S. Potito vicino alla Chiesa 17. 7bre 1793. Luigi di Chello prende a Censo Parrocchiale, contro Domenico, Giovanni, Michele, e da D. Luca Sanillo, un capitale di duc. 140.00, alla

87 - 1 tarì: 20 grana; 1 duc: 100 grana. 88 - Anno 1775 Notar Francescantonio Francomacaro. Anno 1783 Notar Carlantonio Francomacaro Anno 1806 Notar Giuseppe Francomacaro

51 Vittorio Imperadore Armando Pepe rag.e del cinque p. cento, col patto di ricomprarli quan- querceto di moggia tre in S. Potito l.d. Sardarulo per documque. Notar Carlant.o Francomacaro. 9. 9bre Dj 140. 29 8bre 1818. Angelo di Nardo vende per Dj 1794. Luigi d’Amato, uomo di campagna, proprieta- 450.00 un territorio di moggia sette in Alife, l. d. rio della Comune di S. Potito, prende a censo ducati Martoni, a D. Nicola, D. Giuseppe e D. Pasquale Sa- 65,00 coll’annualità del cinque per cento, per sicu- nillo, col patto di ricompra fra due anni. 11. 9bre rezza di credito di Nicola Sanillo Dottore di legge- 1838. Di Chello Nicola Giuseppe Antonio, ed altri di Notar Carlantonio Francomacaro. 4 Maggio 1795. Criscia riconoscono per loro creditore D. Giuseppe Sa- D. Ferdinando di Jorio d’Alvignano riceve a mutuo nillo di S. Potito per l’annua rendita ricomprabile da D. Nicola Sanillo duc. Cento, da restituirli fra quandocumque in Dj, 5.46 per lo prezzo Capitale di anni quattro, coll’interesse del cinque p. cento. Notar Dj. 94.00 - Notar Francomacaro. Carlant.o Francomacaro. 16. 9bre 1838. Di Chello Domenicantonio di 8 Giugno 1795. D. Ferdinando di Jorio d’Al- Calvisi riconosce per suo creditore il Sig. Giuseppe Sa- vignano riceve a mutuo da D. Nicola Sanillo duc. nillo per l’annua rendita di Dj. 0.87½ ricomprabile Cento, da restituirli fra anni quattro, coll’interesse quandocumque sul prezzo capitale di Dj. 17.50 - del cinque p. cento. Notar Carlant.o Francomacaro. 5 Notar Francomacaro. 18. 9bre 1838. Antonuccio Se- Luglio 1795. Gius.e Latino, e Maria di Marco, ven- bastiano di Calvisi riconosce per creditore il Sig. Giu- dono a D. Nicola Sanillo un territ.o di moggio uno e seppe Sanillo per l’annua rendita di Dj. 2.75 coppe otto, sito in Alife, l.d. li Prati, p. lo prezzo di ricomprabile quandocumque sul prezzo capitate di duc.ti 65.00. Notar Carlant.o Francomacaro- Dj. 55.00. Notar Francomacaro. 18. 9bre 1838. Co- 7 Luglio 1795. Saverio Fiorillo vende a D. Ni- done Mariateresa, ed altri di lei coeredi di Calvisi, di- cola Sanillo un territ.o di moggi nove, e mezzo, sito in chiarano esser creditori di Giuseppe Sanillo per Alife, l.d. li Prati, p. lo prezzo di duc.ti 285.00. Notar l’annua rendita ricomprabile a tempo indefinito di Carlant.o Francomacaro. 12 Agosto 1799. D. Nicola Dj. 5.00 sul prezzo Capitale di Dj. 100.00. Notar Sanillo mutuò ad Andrea Tartaglia duc. 300 per un Francomacaro. anno coll’ interesse all’otto per cento … 19. 9bre 1838. Fiorillo Giacomo, D. Pascale D. Da documenti successivi si legge che il Tar- Michelangiolo, e D. Teresa di Gioja riconoscono il di taglia non onora il suo debito e si va a processo. loro creditore Sanillo D. Giuseppe per l’annua rendita 18 xbre 1801. Nicola Sanillo concede in enfi- di Dj. 16.00 ricomprabile quandocumque provenienti teusi perpetua a Giuseppe Panella di Alife, due pezzi da due Capitali formantino in uno Dj. 320.00 - Notar di territorio nel tenimento alifano, l.d. Quercelle, uno Francomacaro. 29. 9bre 1838. Nicola Sanillo concede di tomoli due e l’altro di tomoli tre, e coppe sei per in fittanza a Pasquale Musone fu Domenico di Mar- l’annuo canone di Dj 13 e grana 13, colla ritenzione cianise, moggia due, passo uno, e passitelli diciotto di del quinto, da pagarsi ad Agosto di ciascun anno. terra, sita in tenimento di giusta i beni Notar Perrone. 19 Marzo 1806. Marcellino di Chello della parrocchia di San Giuliano, altri beni di Sanillo, prende a censo da D. Nicola Sanillo dj. 20.00, col- e beni del Marchese Cavallo, e via pubblica. Il sotto- l’annualità dell’otto per cento- Notar Giuseppe Fran- scritto Musone si obbliga a pagare annui ducati tren- comacaro. 20 Decembre 1808. Nicola Sanillo da a tadue, a tutto Agosto di ciascun anno, e mi obbligo Censo Bollare a Ferdinando di Nardo del Casale di ancora di consegnare a detto Sig.r Sanillo durante l’af- Calvisi la somma di duc.i duecento, alla ragione del fitto sudetto un pajo di capponi all’anno. cinque per cento- Notar Gismondi- 2. 8bre 1838. Uzzo Francesco, Girolamo, e Ni- 30. xbre 1816. Nicola Sanillo da a mutuo ad cola, germani di Carattano si dichiarano debitori di D. Emilio Onoratelli di Sepicciano Dj 400,00 da resti- Giuseppe Sanillo dell’annua rendita di Dj. 1.00 ricom- tuirsi dopo due anni con l’interesse al nove per cento, prabile a tempo indefinito, proveniente da un Capitale che frutta Dj 36,00. Notar Pietro Sepe di Dj. 95.00. 18 xbre 1838. Angiolo de Marco, e Cate- 1° Giugno 1818. D. Luigi Fattore vende a D. rina Morrillo di Sepicciano hanno riconosciuto per loro Nicola Sanillo col patto di ricompra un territorio creditore D. Giuseppe Sanillo qual procuratore di suo

52 Contratti agrari fratello D. Nicola, nella somma di Dj 50.00 da resti- via pubblica; una masseria di due membri, col dritto tuirli a tempo indefinito, e frattanto pagare gl’interessi di trebbiare nell’aja, ivi esistente. Sempre sita nel Co- al cinque per cento - Notar Francomacaro. mune di Gioja, nel luogo chiamato Melafrani, una 30 luglio 1793. Giuseppe Uzzo, di Calvisi, casa di membri sette, con giardino murato. vende col patto di ricomprare quandocumque a beneficio di Luca Sanillo, per il prezzo capitale di duc. 30.00, con interessi al 5%. A’ lì 12. Febro 1752. Bernardo Colapetella ha fatto vendita col patto di ricom- prare quandocumque, a beneficio di me Luca Sanillo, un capitale di duc. 340 …Notar Fran.co Ant.o Francomacaro. Dopo due anni, nel 1754, Ber- nardo Colapetella89 chiede a Luca Sanillo altri 370 ducati in prestito. A’ lì 11. 8bre 1773. Il Mag.co Vincenzo di Pietrosimone90 ha fatto vendita col patto di ricomprare quan- documque, a beneficio di me Luca Sa- nillo, un capitale di duc. 400.00 - Notar Fran.co Ant.o Francomacaro. 12 Gennaro 1775. Luca Sanillo, proprietario, dà a Censo al Sigr Crescenzo Riccitelli, proprietario, del Comune di Gioja ducati cento ventidue, impiegati a censo bol- lare con l’annualità del 5%, esigi- bili terziariamente. A li 7. Marzo 1775. Il Rev.do D. Filippo, ed il Mag.co Giuseppe Onoratelli del Casale di Sipicciani, insieme hanno fatta vendita col patto di ricomprare Luca Sanillo Borderò d’ipoteca quandocumque, a mio beneficio, un ca- pitale di duc. 500 - Dal Mag.co Not.r Carlantonio Fran- Il documento, datato 18 giugno 1783, viene comacaro. A li 9 Marzo 1775. Il Rev.do Domenico registrato in Conservatoria a Santa Maria il 9 Cardillo della Terra di Prata, s’obbliga a mio beneficio, Giugno 1809. pagare quandocumque, ducati mille duecento, e fratanto A di 2. 8bre 1788, li Mag.ci Franc.co, e Gius.e corrispondere annui duc. 48 all’interesse del 4 per cento. Ant.o d’Orsi padre, e figlio della Città di Piedem.e han Dal Mag.co Not.r Angelo Zeppetelli. venduto … col patto di ricomprar quandocumque a Un territorio arbustato di moggia sette circa sito beneficio di me Luca Sanillo, per lo prezzo Capitale in tenimento di Gioja, luogo chiamato Anime del Pur- di duc.ti 150 in virtù d’istromento del Mag.co Notar gatorio, confinante da tre lati, con l’acqua perenne e Carlant.o Francomacaro

89 - Sindaco di San Potito nel 1731. 90 - Sindaco di San Potito nel 1749.

53 Vittorio Imperadore Armando Pepe

A di 29 Marzo 1789. li sud.i Mag.ci d’Orsi, han Una stanza a pianterreno ad uso di Fondaco e venduto, in picciolo terreno, col patto di ricomprar vari membri di case consistenti in una stanza terrena quandocumque a beneficio di me Luca Sanillo per lo divisa da un arco aperto, in altra stanza superiore prezzo di duc.ti 130 in virtù d’istromento rogato dal corrispondente alla stessa, in una stanza sotterranea sud.to Mag.co Notar Francomacaro ad uso di cantina, sopra di cui esiste altra picciola stanza, ed in una stalla con porta esteriore ad uso di Con borderò d’ipoteca convenzionale, Don animali con mangiatoia, e rastrelliera, site dette case Luca presta a Feliceantonio Di Nardo la tutte alla piazza del mercato di Piedimonte … gl’in- somma di ducati 200 con interesse al 5%. Nel quilini restano obbligati di pagare per l’affitto l’an- 1781, entrante agosto, Luca Sanillo, concede nuo pigione di ducati quaranta, in moneta di argento ai fratelli Onoratelli, un successivo prestito di sonante a peso e corso di legge. ducati 300. Anche in questo caso la quantità di opera- A di 2.8bre 1788, li Mag.ci Franc.co, e Gius.e zioni svolte nell’arco degli anni, dai vari mem- Ant.o d’Orsi padre, e figlio della Città di Piedem.e han bri della famiglia Sanillo è incalcolabile, come venduto col patto di ricomprar quandocumque a be- lo è la somma di denaro movimentata dagli neficio di me Luca Sanillo, per lo prezzo Capitale di stessi. Ho comunque cercato di valorizzare le duc.ti 150 in virtù d’istromento del Mag.co Notar Car- varie operazioni, semplicemente sommandole lant.o Francomacaro. A di 29 Marzo 1789, li sud.i e rivalutandole in euro. In conclusione, usando Mag.ci d’Orsi, han venduto, col patto di ricomprar sempre la stessa metrica, ho ricavato un va- quandocumque a beneficio di me Luca Sanillo per lo lore, che sicuramente calcolato per difetto, ha prezzo di duc.ti 130 in virtù d’istromento rogato dal quantificato €.758.570,00. sud.to Mag.co Notar Francomacaro. 9. 9bre 1794. Nicola Sanillo Dottore di legge 4. Censo bollare proprietario della Comune di S. Potito da a credito 12 Gennaro 1775. Luca Sanillo dà a credito duc.ti sessantacinque, impiegati a censo bollare, col- al Sig.Crescenzo Riccitelli proprietario del Co- l’annualità al 5 per cento a Luigi d’Amato, uomo di mune di Gioja, centoventidue ducati, impiegati campagna. a censo bollare, con l’annualità del 5%, esigibili Notar Carlantonio Francomacaro terziariamente, in qualche caso gli interessi sono A garanzia del credito, Luigi d’Amato im- del 9%. Per sicurezza del prestito, sono ipote- pegna un territorio campestre di tomoli sei e cati: 1- Un territorio arbustato di moggia sette mezzo, sito nel tenimento di Alife, luogo detto circa, sito in tenimento di Gioja, luogo chiamato Gaudari. l’Anime del Purgatorio, confinante da tre lati, con 26. decembre 1808. Nella Mag.a Corte della l’acqua perenne e la via pubblica; 2- Una mas- Città di Piedem.e comp.e D. Nicola Sanillo della Co- seria di due membri, col diritto di trebbiare mune di S. Potito, e dice come il fu suo padre D. Luca nell’aja ivi esistente, sita nel Comune di Gioja, diede a Censo Bollare al fu Feliceant.o Di Nardo del nel luogo chiamato Melafrani; 3- Un’altra casa Casale di Calvisi, la somma di duc.ti duecento alla di sette stanze, con giardino murato, nel luogo rag.e del 5 p cento, chiamato lo Vicinato sempre in Gioja. Il docu- Il Canonico Sanillo dà in fitto a Giuseppe mento, datato 18 giugno 1783, è registrato in Navarro un fondo vitato, olivato, con piante Conservatoria a Santa Maria il 9 Giugno 1809. d’altri frutti e querce dell’estensione di circa 26 decembre 1808. Nella Mag.a Corte della dieci giornate di buoi, nel luogo detto Pirocca, Città di Piedem.e comp.e D. Nicola Sanillo della Co- confinate da tre lati con lo stesso Sanillo e dal mune di S. Potito, e dice come il fu suo padre D. Luca quarto con la via pubblica. L’affitto avrà la du- diede a Censo Bollare al fu Feliceant.o Di Nardo del rata di anni quattro, stabilendo un fitto per du- Casale di Calvisi, la somma di duc.ti duecento alla cati 24 annui. Lo stesso Canonico fitta: rag.e del 5 p cento.

54 Contratti agrari

Il registro consultato conta 144 pagine, il neri, risale al 1784, quando Don Luca Sanillo ri- primo prestito è del 1715, l’ultima operazione ceve una lettera dal Duca di Laurenzana94: è datata 16 marzo 1794; ma, partendo dal 1771 Stimatis.mo Sig.r Luca, al 1774, Luca compila un altro registro di pre- Il Razionale del Duca di Laurenzana D.n stiti, dove annota senza tante spiegazioni il de- Aniello Morelli le ricorda del nero, che le naro che presta e riceve da varie persone. disse volerlo favorire de’95 migliori del in- Movimenta in questi quattro anni ulteriori grasso; ora le rinnova le preghiere, e se è in 6.400 ducati. Partendo dal capostipite Nicola, istato96, potrà mandarcelo nel Palazzo di detto alla moglie Catarina Riccio, al figlio Luca, al Eccm᷉o97 Sig. Duca, mentre per il costo si ri- nipote Nicola, questa famiglia, in 79 anni di porta a quanto da voi verrà detto, e certo de’ attività presta a interessi, che vanno dal 4 al suoi favori resta… 9%, ducati 34.740,90.

5. La società porcina La società porcina, tra i Sanillo e altre famiglie della zona, non è ancora formalmente costituita prima del 1775. Proprio in quell’anno, precisa- mente il 26 agosto, Giannantonio Pie- trosimone91 invia una lettera al genitore, Vincenzo: Padre mio carissimo, colla presente sono ad avvisarla, come che i negri 92 si sono conse- gnati al tavernaro di San Salvatore, Casale di Cerreto, e si è mandata la relazione al Com- missario di Campagna di Maddaluna93, in at- tesa s’aspetta la risulta di d.o Sig. Commissario. All’incontro la prego calda- mente a cacciarsi la fede giurata dell’Unità᷉ di S. Potito colla firma del Sig. Cancelliere ed au- tentica del Sig.r Notaro, come che questi negri sono stati comprati da V.S. e non già che siano comprati da Nicola Antonucci. Con molta probabilità in quella zona c’è stato un furto di maiali neri e l’Anto- nucci, nell’osservare i maiali di proprietà Sanillo e Pietrosimone, ha la convin- zione che siano i suoi. Le prime notizie che si ha della Società Porcina, o Società di Luca Sanillo e il Duca di Laurenzana. 1784

91 - Nel censimento del 1802 i componenti dei vari rami dei Pietrosimone raggiungono le 59 unità. 92 - Maiali neri 93 - . 94 - Onorato, Principe di Piedimonte e Duca di Laurenzana. nato il 1832 95 - Tra 96 - In luogo. 97 - Eccm᷉o: Eccellentissimo.

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I personaggi principali di questa storia menti di e , sono: Nicola Sanillo e Sisto Fiondella, poi, in nel circondario di Caserta, nel circondario di tono minore, Giacomo Pietrosimone, Carlo e Sora, fino al confine con la Provincia di Roma Ermenegildo d’Amato, Gaetano del Giudice, e nel circondario di Cervaro, al confine del il canonico Giuseppe Sanillo, il Marchese Cu- Molise. I migliori centri di allevamento sono sani e il sig. Torello98, Enrico Sanillo e Anto- , , Mondragone, Cari- nio Matteo che in circa quarantacinque anni nola… In particolare, le frazioni del Comune di attività, ci hanno tramandato una mole di di Teano, Casi, Casamostra e Pugliano, erano documenti manoscritti, tanto cospicua da rinomate come i migliori siti di selezione e tali riempirne un faldone. Ho letto con molto in- sono rimasti sino a pochi anni or sono defi- teresse tutti questi documenti, senza mai tro- nendo il Comune come patria dei Teanelli. vare un accenno alla razza Nero casertano, o Come possiamo notare, manca ogni riferi- di Teano, o Pelatella. mento alla pur significativa produzione di ma- iali neri che si trovava in San Potito e Calvisi. Ho consultato varie fonti: l’atlante della L’alimentazione dei maiali si basa su ghiande, razza suina, quello delle autoctone, un opu- scarti alimentari e altri prodotti della terra. scolo edito dalla provincia di Caserta99 e il Fino a non molti anni fa, alla maggior parte libro di Salvatore Baldassarre100, che testimo- dei ragazzi era affidato il compito di racco- niava di una massiccia presenza del nero ca- gliere le ghiande, sul ciglio della strada, o di sertano già nel Regno di Napoli e in Terra di rubarle nei poderi altrui. Il nostro territorio era Lavoro. Si legge anche che il maiale nero ca- pieno di querce e di castagni, che rimarcavano sertano è il ceppo suino autoctono più impor- la loro imponenza sui bordi delle strade. An- tante dell’Italia Meridionale. La sua cute è cora oggi nel seminterrato della casa dei miei pigmentata di grigio, grigio ardesia tendente genitori è presente lo steccato, o mandro102, un al nero, da cui prende il nome. Il maiale nero angusto spazio dove viveva il maiale. All’in- è di piccola taglia, ma con un contenuto di terno degli abitati del nostro Circondario, la grasso molto alto, e si presenta con pochi ciuf- scomparsa dei maiali, neri o bianchi che fos- fetti di setole, rade e sottili, in prossimità del sero, fu decretata dalla nuova legge sull’igiene collo, della testa e all’estremità della coda, e pubblica, emanata dalle Amministrazioni Co- con orecchie pendenti in avanti, come a co- munali, a seguito dei tantissimi reclami dei cit- prire gli occhi. La parte più appariscente è tadini, per il puzzo, la sporcizia e il sudiciume. quella delle sciucquaglie101. Dopo il 1960, si registrò in Italia una im- Il Baldassarre aggiunge che la razza del portazione incontrollata di maiali bianchi di maiale nero è presente nei: altre razze. Questi crescevano più veloce- Bacini inferiori del Garigliano e del Vol- mente, raggiungendo un peso di circa venti turno, nei circondari di Gaeta e di Caserta, e trenta chili in più rispetto al maiale nero, de- si estende al mandamento di , nel cir- cretandone quasi la fine. Sanillo e Fiondella, condario di Piedimonte d’Alife, ai manda- nell’arco degli anni, hanno acquistato soltanto

98 - Torello: il nome non è mai riportato 99 - Provincia di Caserta 2004. sulla razza suina casertana 100 - Baldassarre Salvatore. L’incrociamento ed il meticciamento delle razze suine yorkshire e casertana Napoli Pierro e Veraldi, 1899 101 - Sciucquaglie: tèttole, bargiglioni, orecchini, due appendici cutanee di forma più o meno cilindrica, quasi a forma di pera, in corrispondenza del lato posteriore delle gote. 102 - Mandro: recinto di legno, quadrato o rettangolare, formato da pali infissi verticalmente nel terreno e tavole inchiodate su di essi.

56 Contratti agrari due razze di maiali, i neri e terzigni, e precisa- Di questi due ceppi di maiali “neri, terzigni mente ad Isernia, Carpinone, Sassinoro, Vasto- bianchi e neri”, affermo ancora una volta, che girardi, S. Nicandro, Larino, Benevento, nessuno ha preso in esame o meglio non ha Tocco, Troja, Foggia e Centocelle (Roma). La mai conosciuto la storia di queste società, che lettera che segue, è dello zio Nicola, in risposta hanno invaso di maiali neri le nostre contrade. al nipote Enrico, andrebbe collocata negli anni Dal 1784, primo anno documentato della So- della società porcina di Enrico, ma è impor- cietà di neri, Sanillo e soci hanno invaso le pro- tante in questo contesto, perché blinda la storia vince di Terra di Lavoro, di Napoli e altre del Nero. limitrofe con svariate migliaia di maiali di razza nera e 3gna᷉10. Come in tutte le attività, agli Napoli li 23 agosto 1846 esordi, s’ inizia con piccoli numeri per poi cre- Nicola risponde a una lettera del nipote Enrico: scere nell’arco degli anni. In forma dubitativa, I porci comprati in Troja non sono 186 come mi dopo aver letto tutti questi documenti, consi- dite, ma bensì 259, in tre partite, cioè una di Troje derate le zone di produzione, definirei il ma- num.ro 116, l’altra anche di Troje n. 103, l’altra di por- iale nero casertano con il nome più castri n. 40, framischiati fra le Troje, ma sempre di- appropriato di “Nero del Sannio”. scernibili. Le prime furono pagate a duc. 22 e grana Il Sannio è un altopiano interno, posto nel 25 il pajo, le seconde a duc. 26 e grana 50 i terzi a centro dell’Italia meridionale, delimitato a duc. 15; questo numero ho conteggiato con Fucile103. nord dal fiume Sangro e dalle antiche terre dei La frase usata dallo zio Nicola, in appa- Marsi e dei Peligni, a sud dal fiume Ofanto e renza un epiteto ingiurioso, è solo un’espres- dalle terre dei Lucani, ad est dal Tavoliere sione da chiarire. Le Troje104 comprate a Troja;105 delle Puglie e dalle terre dei Frentani, e ad Enrico, in effetti, acquista 229 fattrici, queste ovest dalla pianura campana e dalle terre degli poche ma espressive parole, ci chiariscono ul- Aurunci, dei Sidicini e dei Latini, che corri- teriormente, che in tutti questi anni, queste so- spondono approssimativamente alle attuali cietà porcine, non si sono limitate all’esclusiva province di Avellino, Benevento, Campobasso compravendita di maiali da macello, ma anche e Isernia107. alla commercializzazione delle fattrici, contri- Non pochi antichi Storici scrissero e scrissero buendo in questo modo ad incrementare que- molto del nostro antico Sannio, ma chi più, chi meno ste razze suine nell’intero “Sannio” . fra loro discordi in taluni fatti. La ragione di ciò si è Questa parola “Troja”, (fattrice) ricorre perché ne scrissero in tempi e circostanze diverse, e spesso nei diari di queste società porcine. Il tutti dopo secoli che lo spietato Silla aveva ridotto il culto del maiale non ha mai abbandonato la Sannio (ora son già circa venti secoli e mezzo) in modo Città di Troja, infatti, ha da poco ospitato l’ XI così miserando, che al dire di Floro: “Il Sannio nello Edizione della “Disfida del Soffritto di Maiale”, stesso Sannio non più si ritrovava”. manifestazione enogastronomica. In questa Del maiale nell’arco dei secoli si è detto di Città viene anche prodotto un vino, “il Nero di tutto, ma come è stato definito? Il maiale, è vero, Troja”, mentre la salsiccia di suino nero, è fatta è un animale che gode di pochissime simpatie, di carne impastata con il vino tipico di que- le cui virtù si apprezzano solo dopo morto; eti- st’area appunto il Nero di Troia. chetta di sporcizia, sudiciume, ingordigia, entra

103 - Michele Fucile: collaboratore dei Sanillo in Napoli. 104 - Troje: Fattrici, femmine del maiale, atte alla riproduzione. 105 - Troja: Comune in Provincia di Foggia, nel 1816 contava 4802 abitanti, oggi circa 7150. 106 - Terzigna. 107 - Il Sannio e i Sanniti, E.T. Salmon, Giulio Einaudi Editore, Torino 1985, cap. II.

57 Vittorio Imperadore Armando Pepe nel linguaggio comune come sinonimo di insulti cavarne le spine dal loro corpo, quali quando scalzi e vari, in alcune epoche viene addirittura demo- nudi nel lavorare la terra gli fossero entrate nella nizzato, è proibito nell’alimentazione secondo pelle, e per poter senza spesa in luogo di lavativo con prescrizioni di Sacri Testi. Eppure, amato o quello l’ondurato corpo irritare. odiato, da millenni è indiscutibilmente al centro Lascio agli alchimisti la mia coda, acciò conoscano dell’attenzione umana costituendo l’ancestrale che il guadagno che sono per fare con quell’arte è si- fonte di preziosi alimenti, il simbolo di fecon- mile a quello che io faccio col dimenar tutto il giorno dità, ricchezza, di sicurezza e pace domestica la detta coda. Lascio agli ortolani le mie unia, da in- per il pregio della più totale versatilità d’uso grassar terreno per seminar le carote. In tutti gli altri delle sue spoglie che sacrificandosi, ci offre. miei lardi, prosciutti, spalle, ventresche, barbaglie, sa- Lo studioso Vincenzo Tanara,108 nel 1665, lami, mortadelle, salsicciotti, salsiccie, e altre mie pre- nel suo volume L’economia del cittadino in parazioni, istituisco e voglio che sia mio erede villa, riporta Il testamento del maiale, una fi- universale il carissimo economo villeggiante”. lastrocca fino ad allora tramandata oralmente nelle campagne: Poeti e scrittori, nell’arco dei secoli, hanno “Avvedutosi certo venerabil porco che dal proto- contribuito a esaltare le qualità del maiale, e il guattaro Zighittone doveva esser morto, gli addimandò dott. Mariano Piazza, di San Potito, non po- un’ora di tempo de poter disporre delle sue facoltà; e teva rinunciare a una così ghiotta e avvenente così comparve il notaro di Suigo, il quale dell’ultima occasione per schernire i suoi compaesani con volontà di quello si rogò. Prima lascio che il mio corpo questo sonetto: sia da una caterva di golosi con varia cucitura nel loro Io vivo in un paese singolare ventre sepolto. Lascio a Priamo il mio grugno, col quale Dove il grugnir dei porci è preferito possa cavar i tartufi dal suo orto. Al dir grave dei sofi, ed al parlare Lascio a librari e cartari i miei maggior denti, da De l’arti, e da muse ingentilito. poter con comodità piegare e pulire le carte. Lascio à direttissimi ebrei, dà quali non ho avuto offesa al- E questa porcheria da stomacare cuna, le setole della mia schiena, da poter con quelle Si vuol di nobiltà senso squisito, rappezzar le scarpe e far l’arte del calzolaio, da quelle Aristocraticismo, che puol dare chiamato “Sutor”, lascio a pittori tutti i miei peli, per Del porco setoloso il sol grugnito. far pennelli. Lascio à fanciulli la mia vescica da gio- care. Lascio alle donne il mio latte, a loro proficuo e Quindi un poeta, un Orator si crede, sano, secondo Plinio. E si stima al di sotto di un majale, Lascio la mia pelle a mondatori e munai, per far “O come fango che ti lorda il piede”. valii d’acconciar i grani. Lascio la metà delle mie co- tiche à scultori per far colla da stucco, l’altra metà a Con questo merito-metro morale quelli che fabbricano il sapone. Lascio il mio sevo a Ognun comprende che in costor si vede candelottari, per misticarlo la metà con buino e ca- D’un’anima porcina un gran segnale. prino per far ottime candele, con quali li virtuosi pos- sono nella quiete della notte studiare. Lascio la metà della mia songia à carrozzieri, bifolchi e carrettieri, e l’altra metà a garzolari per conciare la canepa. Lascio le mie ossa a giocatori per far dadi da giocare. Lascio a rustici miei nutritori il fiele da poter senza spesa

108 - Vincenzo Tanara, L’economia del cittadino in villa, Venezia 1665.

58 Contratti agrari

Mariano Piazza, probabilmente, non aveva Per fitto della masseria d’Agnese, e terreni adia- molta stima per i suoi paesani, suppongo che la centi, doc.ti 24.00. stessa era reciproca da parte dei cittadini di San L’anno 1799 si chiude con l’acquisto di 445 Potito. Per consultare i primi libri dei conti della maiali, mentre il due gennaio del 1800 la so- società porcina dobbiamo attendere il 1795, cietà ricava 2.436,00 ducati dalla vendita di quando don Nicola Sanillo e don Giacomo Pie- 116 maiali neri. Primo agosto 1800, don Ni- trosimone fondano l’impresa. Dal registro 1795 cola consegna a don Sisto 1600 ducati per in 1796 sappiamo che don Giacomo si reca a l’acquisto di maiali alla fiera di Chianticelle110. Benevento con il cavallo e tratta il primo acqui- A’ 24 Gen.io 1800, per portare 215 porcastri a con- sto di 229 maiali per 2.237,97 ducati e, nei fogli segnare alli luoghi in Caivano, speso doc.ti 35.01. A’ spese annota anche: Per la spesa mia, e del ca- 2 Febraio 1800 per portare 184 maialesche fino a Ca- vallo in Benevento duc. 3.90, spesa di due por- sapuzzana speso doc.ti 28.05. Conto dei porci pelati cari, duc. 3.40. comperati da Gius.e Pagliuca ad Ag.o 1801, Porci nu- Alla conclusione di questo primo anno so- mero 17 a duc.i 14.00 il pajo. cietario, si tirano le somme: Spese, ducati Nel 1801 la società porcina vende 644 maiali 3.823,20. Totale del prodotto, ducati 4.803,20. neri a Caserta e a Maddaloni. Restano d’avanzo ducati 980,00, da dividere 5 Gennaro 1801. Nicola Sanillo dà a tra i due soci, la società con don Giacomo du- Sisto Fiondella 1560 ducati per andare a rerà solo quattro anni. Isernia a comprare maiali; il 20 febbraio 1801 Sisto Fiondella compra 182 terzigni a 1795 - 1830. Benevento pagandoli 18 ducati il pajo. Don Nicola Sanillo, dal 1795, costituisce Nello stesso anno, alla morra111 grande dei varie imprese di allevamento suino con don porcastri, danno da mangiare tomoli 786 di Sisto Fiondella e altri soci, tra cui don Gia- grano d’india112 mentre ai 3g᷈ni 113 danno to- como Pietrosimone e don Gaetano Del Giu- moli 244 sempre di granone, nelle porchiere dice. Il primo libro dei conti, denominato di San Potito e Calvisi. 26 Marzo 1801. Ni- Società di neri, è datato 20 agosto 1799, allor- cola e Sisto comprano 542 porci, soprattutto ché in Benevento vengono comprate 195 3g᷈ni. Nel 1801 tutti i maiali neri sono tenuti scrofe a 18 ducati il pajo. nei loro boschi, alla ghianda, in San Potito A’ 8 Novem.re 1799. Maialesca malata venduta e Calvisi. a macellai di Pied.te per doc.i 9,75, e l’undici no- 2 Agosto 1801. alla fiera di Chianticelle, vembre, durante la fiera di S. Martino, si com- si comprano 119 porcastri bianchi a ducati prano 250 porcastri a undici ducati il pajo. 12.00 il pajo, e 163 porcastri negri,114 a ducati A’ 18. xbre 1799. Per spese accorse in portare 13,50 il pajo, più 104 porci pelati a ducati porci di scarto n°. 44 in Secundigliano109, doc.i 13.00 il pajo. 21.26. Per essere andato in Napoli a trattare la ven- 10 Agosto 1801. Giuseppe Pagliuca, di Al- dita de porci con essermeci trattenuto molti giorni, vignano, compra 17 porci pelati. 13. 8bre 1801, doc.ti 13.00. Per un rotolo di polvere da sparo à guar- conto di 175 maiali comprati in Gesualdo, e diani, doc.ti 0.80. Per carta di cambiali doc.ti 2.00. tenuti al pascolo di Selva Piana115 in società

109 - Secondigliano. 110 - Nei pressi di Larino, in provincia di Campobasso. 111 - Morra: branco. 112 - Granone 113-3g᷈ni: terzigni (razza di maiali) 114 - Negri o neri, erano in uso tutti e due i termini. 115 - In Sant’Angelo d’Alife.

59 Vittorio Imperadore Armando Pepe con Gaetano Del Giudice. Il 15. 8bre, nella stesso anno, comprano 226 porcastri a Bene- stessa fiera, Nicola Sanillo e Gaetano Del Giu- vento, in parte rivenduti a Caiazzo, anche alla dice comprano altri 98 maiali a duc. 5.50, e famiglia Covelli118, altri 60 sono venduti a Na- altri 57 a duc. 14.00. 5 gennaio 1802, Sisto poli e 150 a . Fiondella si reca a San Potito e riceve dal com- Isernia 1804, tra gennaio e febbraio, la so- pare Nicola Sanillo ducati 2.013, per andare a cietà porcina acquista 1.168 maiali, movimen- comprare maiali al mercato d’Isernia. tando ducati 15.912, senza chiarire le razze. Notamento di quanto dee bonificare D. Sisto Essi sono rivenduti a Caserta, S. Antimo e Fiondella a D. Nicola Sanillo sopra il negoziato di zone limitrofe. neri tenuti in società nell’anno 1801 in 1802, in dove Gennaio 1805, a Isernia e a Tocco Caudio il Fiondella si carica di tutto l’introito, e l’esito sino si acquistano 40 porci, 220 tra maialesche e al dì 8 Aple116 1802, Duc. 11.462,74. verriali119 e 255 3g᷈ni negri, per la maggior parte Sisto Fiondella117. rivenduti tra Napoli e Succivo. Sempre a gen- naio 1805, comprano nel mercato di Tocco porci n. Negoziato 1803 in 1804 40 a duc.ti 27 il pajo, imp.no 12duc. 540,00. Per ispese Nell’anno finanziario 1803- 1804 la società di strada nel condurre d.ti porci a Caserta duc. 14,75. è composta di tre soci, Sanillo, Fiondella e Per ispese di Fiondella, e di due pastori in andare, e Amato. I maiali sono stati acquistati a Carpi- venire duc. 16,00. none, ma non è stato un anno facile, poiché nel A dì 30 Genn.o si comprano in Isernia da Dom.co libro è annotato che a gennaio muoiono anne- Riccio majalesche, e verriali n. 110 a duc. 45 il pajo, gati molti animali …e vendo la metà della majale- imp.no duc. 2.475,50. Più il sud.o 12 vende a Fiondella sca di Amato, annegata. 3gn᷉i n. 144 a duc.ti 40 il pajo, imp.no duc. 2.880,00. Alcuni maiali sono venduti in Piedimonte, In d.o dì ivi si comprano da d. Pietro Verroni 3gni᷉ neri a Giuseppe il macellaio, a basso prezzo. No- n. 112 a duc. 34,50 il pajo, imp.no duc. 1.932,00. nostante la grave perdita, l’anno si chiude con Durante il viaggio, partendo da Isernia, fino un utile di ducati 6.698,07, da dividersi tra i alla scafa di Caiazzo, Sisto Fiondella sosta in tre soci. Nel 1803, Sanillo, Fiondella e Del questi luoghi, affrontando le seguenti spese: Giudice creano una nuova società, e acqui- Per granoda in Isernia dato ai porci, duc. 10.80. Per stano una morra di 100 terzigni, 10 porcastri, più altro granod.a dato a Capriata12, à 3gni᷉ neri duc. 4.50. una morra di 28 maialesche e una morra di 299 terzi- Per granod.a dato a Prata, duc. 8.00. Per granod.a gni e 13 porcastri, ma per quest’ultimi non ci dato alla taverna di S. Angiolo, duc. 12.00. Per ispese sono i resoconti. di due porcari, giorni sei, duc. 2.40. Al giornaliere di 5 agosto 1803, la società Sanillo e Fion- Caivano duc. 1.70. Per la scafa di tutti i porci nel della, acquista a Centocelle 110 porci 3g᷈ni, a fiume di Cajazzo duc. 5.00. duc 5.50 il pajo, e 258 porcastri. 9. 8bre 1803, Febbraio 1805, si vendono, ai signori Pa- comprano 307 porcelli dal Sig. Casparro, a du- lumbo e Longo, 90 verriali e 110 3gni᷈bianchi, cati sette l’uno, e vengono portati a San Mas- a Francesco Tancredi, 110 3gni᷈ negri . 16 mag- simo, pagando ducati otto ai pastori. Nello gio 1805. Per mano di Francesco Caggiano

116 - Aprile 117 - Dal registro societario di Fiondella anno 1802 118 - Giuseppe Covelli, Sindaco di Caiazzo, sposa Mariangiola Sanillo, sorella di Nicola. 119 - Verri. 120 - Importano, mettere significato 121 - Suddetto 122 - .

60 Contratti agrari comprano nella scafa di S. Angiolo n. 158 11 ottobre 1806, si comprano ulteriori 184 porci pelati123. 24 luglio 1805, si comprano a porcastri gennarini in Larino, e, durante il tra- Foggia 250 porci bianchi e, dopo tre giorni, ul- gitto, sostano nel bosco di Carpinone. 11 no- teriori 237 porcastri, e il 25 agosto a Bene- vembre 1806, durante la fiera di S. Martino si vento porcastri n. 204. Nello stesso giorno a acquistano, a 26 ducati il pajo, 60 terzigni. 6 Caiazzo, per mano di Domenico Marocco, si dicembre 1806, a S. Nicandro, si acquistano acquistano 74 porci pelati, 6 scrofe e altri 30 60 terzigni. porci pelati. A fine campagna,124 27 pastori ri- 30. 9bre 1807, presso il Sig. Braca si am- scuotono la paga per il loro lavoro. mazzano 113 porcastri della partita di Amo- rosi, ricavandone ducati 948.30 e dopo soli due mesi, nello stesso macello, e identica partita, si ammazzano i rima- nenti 113 porcastri, ricavando ducati 987.31. Nicola Sanillo, oltre alla so- cietà, vende maiali anche in proprio e il: 28. xbre 1809, nota del denaro introitato, per D. Nicola Sanillo, per prezzo di un ma- jale venduto ad Ant.o Rolli locandiere fuori Porta Vetere, duc. 26.00, per prezzo di un altro majale venduto ad Arcangelo di Cri- stofaro, duc. 25.00. 22 agosto 1810, Sisto Fiondella si reca in Benevento e in questo stesso giorno acquista 455 terzigni: Compro 3gni᷈ n.230 a duc 16.00 per 1840 duc, altri 3gni᷈ n.98 a duc 16.50 per duc 808,50, e altri 3gni᷈ n.127 a duc 16.20 per 1028,60 duc.

1811 in 1812 Gennaio 1811, la società, acqui- sta a Isernia 210 terzigni, il 22 dello stesso mese, ulteriori 210 maiali della stessa razza. Nello stesso pe- riodo, in Foggia dal marchese di Ro- sito e in Roma a Centocelle, Registro dei maiali, 1806 in 1807 acquistano n. 373 porcastri. Anche in questa occasione, come in tante altre, 10 gennaio 1806, si acquistano a Montero- Nicola invia del vino pallagrello di sua pro- duni 110 porcastri, il 14 febbraio si vendono a prietà in regalo, e la voce è inserita nei conti Caserta 202 porcastri. 30 agosto 1806, si com- della società porcina. prano 210 porcastri gennarini a ducati 17.50 il 27 luglio 1811, in Foggia si comprano dal pajo e 62 terzigni spinaroli a ducati 20 il pajo. marchese di Rosito n. 573 porcastri per duc.

123 - In varie occasioni si parla di porci pelati, ma non spiega altro. 124 - Campagna: dall’acquisto dei maiali fino alla vendita.

61 Vittorio Imperadore Armando Pepe

17.75 il pajo, pari a duc. 5.085,00. 5 agosto 11.25, mentre il signor Salotta riceve vino per 1811, in Centocelle si comprano 225 porci a ducati 5.70. I prodotti raccolti a San Potito e duc. 18.50 il pajo, pari a duc. 2.081,00. Le dintorni provengono dalle zone designate dai spese fatte da Fiondella in Puglia e Centocelle nomi dei proprietari dei fondi, e, con il passare ammontano a duc. 71.75, compresi custodi, degli anni molti di questi boschi e terreni sono giornalieri e carta bollata. 30 gennaio 1812, stati acquisiti dalla famiglia Sanillo: Si vendono n. 160 porci bianchi e 101 porci Querceto Pezza della Croce di Gaudio; Pezza neri comprati a Isernia. della Croce di Agnese; Querceto di Minchella; Fon- Giugno 1813, Nel registro della società tana di Carattano; Sopra la massaria di Mezzullo; porcina c’è una nota fuori dal coro: Costiera di Gaudio; Canonici sotto S. Angiolillo; S. La Società Sanillo e Fiondella vende 25 vacche ri- Angiolillo, e Feliceant.o Di Nardo; Nardo Cassello; cavando duc 800.00, e si sono recuperati dal cuoio di Selvareccia di Agnese. un annecchio morto duc 5.00, e recuperati dal cuoio Tutti questi documenti riportano la scritta: di due vacche morte nella Difesa Padule125 duc 15.00. Terreni oggi di Sanillo. Oltre a questi toponimi, A’ dì 20. 7bre 1814, in Montenero126 si non dobbiamo dimenticarne sempre in San Po- comprano da Carlo de Matteis porcastri n.207 tito, altri più importanti, che sono: Querce Sa- a duc. 20 il pajo per duc 2.070,00, in detto nillo, Querce De Benedictis, Querce d’Agnese e la giorno dal Sig. Norante Domenico Antonio località più importante ed estesa è “Le Quer- porcastri n. 214 a duc 18 il pajo, e importano cete”. In questo periodo, tutta la nostra zona era duc 1.926,00. A’ dì 16. 8bre 1814, in Larino si fitta di boschi di querce e castagni. L’anno comprano porcastri n. 200 da D. Pasquale dove si registra il maggior guadagno è il 1811 Rocco a 17.75 il pajo, che importano ducati in 1812, dove si sono ritrovati non uno, ma 1.775,00, più porcastri a S. Nicandro n. 140 a due libri mastro. 17.00 il pajo, che importano duc 1190. Più 3g᷈ni dal sig. Fran.co Anto Buono n. 120 a 17.25 il pajo. Si compra ghianda a Guar- dialfiera e a Sassinoro e nel bosco di Carpinone. A fine cam- pagna si liquidano i 15 pastori, che ricevono dai 12 ai 22 ducati a testa. 4 agosto 1816, comprano a Centocelle 41 porcastri neri a duc 5.80 l’uno, più altri 100 porci neri sono venduti a Domenico Fucile a Napoli, mentre per un porco morto per strada, da Cen- tocelle al Matese, si è ricavato un ducato. Nello stesso tempo il Marchese di Rosito riceve in re- galo da Don Nicola del vino di produzione propria per ducati San Potito, loc. Quercete, moggia 150.

125 - Terreno in Alife. 126 - Montenero di Bisaccia (Molise)

62 Contratti agrari

6. San Potito, Le Quercete Quella che segue è la descrizione di un 7 Novembre 1683. L’Eccellentissima D. Ceci- anno di negoziato del maiale nero. Ho prefe- lia Acquaviva legò una messa giornaliera al Convento rito trascrivere quello del 1801 in 1802, perché di S. Domenico di Piedimonte, per Notar Giuseppe chiarisce in maniera esaustiva le regole socie- Angelillo di S. Angelo, e per lo stesso Notaro ai 22 tarie. In tutti i libri consultati, l’inizio di ogni Aprile 1684, l’Eccellentissimo Duca D. Antonio Gae- anno societario è intorno al 25 agosto, che tani per adempiere al legato fatto dalla detta D. Ce- coincide con l’acquisto dei primi maiali: cilia sua moglie assegnò al convento vari stabili, tra Pmo᷉128 conto di negoziato di neri tra D. Nicola Sa- i quali un querceto sito in S. Potito di moggia127 150. nillo, e D. Sisto Fiondella, negoziato del 1800 in 1801, Questo è l’ultimo documento reperito in or- il qle᷉129 viene trascritto a 9bre 1802 in qsto᷉130 libro, che dine di tempo, con la dicitura “Quercete”, inserito nasce da fogli volanti, in cui è stata discussa, ed assod.ta in un piccolo fascicolo di poesie di Mariano ciascuna delle partite, che saranno trascritte; e quindi Piazza, alcune di queste riportano la voce “non ognuna sarà considerata come non suscettibile di dub- pubblicate”. Solo a San Potito nell’elenco delle bio, perché i soci sud.i non hanno veruno scrupolo, o ec- proprietà dei Sanillo, per undici volte i loro cessi sop.a alcuna delle medi; anzi gli stessi esigono da fondi, confinano con quelli dei Gaetani, tra cui, chiunque, cui spetterà vedere il pnte᷉131 conto, che non il bosco denominato “Le Quercete”, suddiviso in chieggansi i notam.i separati, che saranno accennati, “Quercete superiori” confinanti con i beni di perché qsti᷉ potranno trovarsi dispersi. Giuseppe Amato, con quelli del Conte Gaetani In quasi tutti i documenti, è Sisto Fiondella e strada Pubblica e “Quercete inferiori” confinanti che versa la metà a Nicola Sanillo, perché Ni- coi beni degli eredi di Giovan Battista Petella, cola, per il lavoro e i molteplici affari, risiede fratelli Di Lauro, Giuseppe Amato, Conte Gae- a Napoli, mentre Sisto si occupa prevalente- tani, strada pubblica che conduce alla monta- mente del commercio di maiali e altri animali. gna, e strada provinciale San Potito - Gioia. Sanillo divide solo gli utili, mentre Fion- In seguito, ma in data incerta, i Sanillo, di- della, partecipando in prima persona a tutte le ventano proprietari, del vasto territorio bo- operazioni, dall’acquisto, al trasporto, alla scoso, denominato “Le Quercete”, di circa 200 vendita dei maiali, percepisce varie somme di moggia. Come ho già scritto nel capitolo delle denaro come compenso. La campagna termina proprietà, non tutti i documenti sono stati rin- con la riscossione del dovuto da parte del ven- venuti, infatti, manca il IV Foliario. L’elenco ditore e il Fiondella, in alcuni periodi, porta dettagliato delle proprietà è suddiviso in cin- con sé elevate somme di denaro. que volumi, denominati Foliari. In quest’anno societario si movimentano spese per ducati 1817. La società acquista a Centocelle 68 28.458,15, con un introito di ducati 39.195,95, porci neri a ducati 10 il pajo, ulteriori 140 e un guadagno netto di 10.737,80 ducati, da sempre neri a ducati 23 il pajo. Questa morra dividere tra D. Nicola e D. Sisto. Alcuni di è alimentata esclusivamente a granone, consu- questi registri hanno le pagine numerate. Di mandone tomoli 759. 13 Febbraio 1818. Si ven- norma il frontespizio di ogni libro societario dono al signor Aniello Gala, di , 78 porci comincia con la frase: Partite che debbe bonificare neri per 2.563,58 ducati e 28 porci neri a Don Sanillo a Fiondella sul negoziato del … Lorenzo Malvasjo per 896.56 ducati.

127 - 1 moggio: circa 3300m2 128-Pm᷈o: Primo 129 - Quale 130 - qst᷉o: questo 131 - pnt᷉e: presente

63 Vittorio Imperadore Armando Pepe

3 gennaio 1819. Si comprano presso Iser- Sono venute qua tutte l’altre partite di porci, che nia 147 porci neri. Aprile 1819. Amato e Sa- erano rimaste in Vastogirardi. Quando una di esse nillo hanno oltre 400 neri all’ingrasso nella potea andare beniss:mo in Casapuzzana133, ove era il selva di Gioia e i1 3 agosto dello stesso anno granone acquistato a tal uso. Qui il granone si vende a si recano nella fiera di Troja e acquistano altri raso carlini 15. il tomolo. Atteso questo slancio di al- 389 neri e sono portati anche quest’ultimi nel terazione, nessuno ne vuol vendere. Dappiù pretende bosco di Gioia. che la partita di maialesche con pochi verniali s’ingras- sasse in Alife propriamente nell’aja di Cirioli perché vi A dì 28. 8bre 1819. Si ammazzano in Napoli tiene acquistato per suo conto partite di granone. nel macello di Brandi vari scarti in numero di 71, e il Questa sua strana risoluzione, e quella di non man- 24 Genn.o 1820, si ammazzano nello stesso macello dare la 2a partita in Casapuzzana sconcertano tutti li altri 190 porci. Per regalia a’ pastori in Natale duc. nostri affari; come anche l’ingrasso delli porcastri. 2,00. Alcuni maiali vengono venduti singolarmente Scrive pure che si chiudessero le due partite, che hanno in S. Potito a varie persone. pascolata ne nostri boschi, una nella porchiera de’ Spa- ziani l’altra nel pozzo, senza avvertire che in ambedue San Potito 9. xbre 1821. Nei giorni prece- i luoghi manca l’acqua. Ecco che i suoi progetti restano denti, a San Potito, nel palazzo Sanillo c’è fer- sempre a secco, perché fatti sull’immaginativa. mento. Pasquale, la moglie Teresina e i tre In questi nostri pascoli vi sono intromessi porci n:° figli, attendono con impazienza l’arrivo da Na- 989, compresi quelli che vi erano. La maggior parte di poli del fratello Nicola insieme a degli ospiti essi già si governano a granone, tranne due partite, cioè illustri, ma qualcosa non va per il verso giusto le maialesche venute da Vastogirardi, perché hanno bi- e il giorno stabilito la famiglia ne attende inu- sogno di un pascolo maggiore per la pessima qualità de’ tilmente l’arrivo. Pasquale non conoscendone porcastri. Io non ho fatto chiudere alcuna partita di i motivi, ne rimane molto amareggiato e invia porci; acciò facciate risolvere codesto compare a ritro- una lettera al fratello Nicola: vare altro locale in Casapuzzana, o ne luoghi con vicini F.C.132 Sono rimasto dispiaciutiss.mo per non essersi per mandarvi altra partita di questi porci. avverata pel giorno destinato la venuta di Ella, e Col- Attendo questo riscontro al più presto possibile. leghi. Si gli era apparecchiata una degna tavola, che Siamo ancora in tempo se non si vuole ingrassare la avrebbe veram.e sorpresi codesti ospiti. Mi era provve- partita di porcastri. Essi fino adesso hanno mangiato duto di ottima carne vaccina, di esquisiti latticinj di bu- cerro, e poca ghianda … fala, e trotte belliss:,me che per non perderle vi si sono per Vi rinnovo i complimenti per parte di tutti di casa, appresso mandate le due più grandi. Altre di minor peso e vi abbraccio. sono rimaste per uso nostro. Oltre a ciò erano pronti dolci, grane di spagna, e conserva di cedrato per trava- 1822 in 1823 gliare una delicata pizza. Tutta la nostra argenteriaera La società acquista il frutto dei boschi in all’ordine, non che il servizio di terraglia. A buon conto 125 luoghi diversi tra cui: Castagne d’Agnese, tutto era disposta colla massima eleganza. castagne Sanillo, Pirocca dei monaci, Con- Una delle voci che non manca mai nelle freda sotto la strada, Castagne di Sanillo alle note spesa della famiglia Sanillo è “mozzarella Torelle, Spaziani, Pastino Fiondella, farnia Sa- e latticini di bufala”. nillo a’ Monaci, Spaziani Sanillo, e Confreda, Pasquale continua a deplorare l’atteggia- Fontana d’Agosto, Cervarano, Querce dei mo- mento del compare Fiondella, che non rispetta naci, Porchiera, Querce alla chiesa, Gelsomina gli ordini facendo di testa sua: del Santo, Nicola Borrelli, Nunzia Seccia,

132 - F.C. fratello carissimo 133 - Casapuzzano, borgo di Succivo, nel 1816 contava 207 abitanti

64 Contratti agrari

Pezza della Croce d’Agnese, costiera di Gau- strada duc. 2,60; A Marcellino Vitello p. 5 giorni dio, pastino di Vicco, Minchella di Sanillo, S. spese e giornata duc. 2,50; A Luigi Venditto p. 5 Angiolillo, Selvareccia d’Agnese, Pantani, giorni spese e giornata duc. 2,50; Per me136 per man- Pietralata, Quercia Marcozzo, Fiondella a Ca- giare ed alloggio duc. 3,60. pone, ghianda sotto la strada a Carattano, ghianda della selva di Gioia, ghianda del Duca 24 agosto 1827. Sisto Fiondella si reca a Be- di Laurenzana, querceto alla porchiera, bosco nevento e tratta con il Marchese del Vasto l’ac- di Amorosi e bosco di Puglianello, bosco di quisto di n. 430 porci a duc. 18,00 il pajo. Di Gioia, bosco di Sassinoro ecc. Sempre nello questi maiali, 100 sono venduti ad Amato e 177 stesso anno si comprano in Benevento porci al Duca di Laurenzana. Sono trascorsi meno di 3gni᷈ n. 393 più 123 maialesche. due mesi e, il 18 ottobre, Sisto Fiondella si reca a Larino, dove acquista ulteriori 116 porci a duc. 1823 in 1824. Nicola e Sisto comprano in 12,25 il pajo. Per alimentarli compra dieci to- Benevento 445 maiali 3gni᷈, di cui 238 a duc moli di ghianda e quindici di farnia dal Sig. 12.00 il pajo, più altri 3gni᷈207 a 14 duc il pajo. d’Agnese, altri 64 tomoli di ghianda da De Be- 10. 8bre 1824. A Larino134 da D. Antonio Stilla nedictis. I maiali e il rimanente della ghianda acquistano 3gni᷈ 264, e da D. Francescantonio sono nella porchiera di Sanillo, adiacente al- del Buono sempre 3gni᷈n. 199. Durante il viag- l’Olivetola, sempre di sua proprietà, e controllati gio due porci della morra di 264 sono morsi dai dai porcari Sisto Raccio e Gio. Michele Sanillo. lupi, morendo nel bosco, la società riesce co- Don Sisto approfitta dell’occasione di trovarsi a munque a recuperare duc 2,30. Per il fitto del Napoli, dove acquista un pajo di stivali di vac- bosco di Sassinoro sono stati spesi duc 400. La chetta, spendendo 2,24 ducati. società Cusani, Sanillo e Fiondella, acquista in L’ultimo libro delle società porcine risale fiera a Larino, da 13 proprietari, 610 porci neri, all’anno 1829. Don Nicola ha 67 anni, mentre per un totale di duc 3.038,62. Don Sisto Fion- Don Sisto ne conta 66, sono quasi coetanei. della si reca nelle terre della Duchessa di Vasto- Probabilmente la società porcina smette di esi- girardi per acquistare il frutto dei boschi, e stere per raggiunti limiti di età da parte dei due subisce un secondo attacco, sei porci si disper- soci. Di Don Sisto non ho trovato altre tracce, dono e tre sono attaccati dai lupi. mentre Don Nicola continua a lavorare a Na- poli, seguendo altre attività, descritte nel capi- Anno 1825 in 1826. Il 25 agosto in Bene- tolo che porta il suo nome. vento, da D. Domenico Palmieri di S. Nican- Don Sisto muore il 16 ottobre del 1844, dro, acquista n. 240 porci terzigni,135 a duc. all’età di anni 80, mentre Don Nicola, più lon- 15,00 il pajo, per un totale di duc. 1.800,00. gevo, il 16 gennaio 1853, conta circa 90 anni. Da Leonardo Salimonda, sempre in Bene- Dopo il 1830 non ci sono più riscontri della vento, acquistano n. 237 terzigni bianchi, a società porcina, Sanillo e Fiondella. duc. 15,50 il pajo, che in tutto assomma a du- Nicola Sanillo, con il denaro che guadagna, cati 1.836,75. Seguono le spese: non dorme sugli allori, mese dopo mese nel- Per regalia a Torre Palazzo ai guardiani dei porci l’arco degli anni, investe137 il ricavato, acqui- duc. 1,10; Per regalia alla Civica e vino ai pastori per stando terre, case ecc.

134 - Larino: In provincia del Molise, con Campobasso Capitale, contava 3.621 abitanti. Mappa dei Distretti, Circon- darj, Comuni e popolazioni delle Provincie del Regno. Anno 1812. Tommaso di Somma, Principe di Cercello 135 - Razza: terzigni o 3g᷈ni. 136 - Per me: Sisto Fiondella 137 - Vedi capitolo proprietà

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Registro dei porci a “Menanno”

66 Contratti agrari

Società porcina di Nicola & soci nell’arco degli anni:

Resoconto Società porcina Anno Spese Ricavo Lucro netto D. Luca Sanillo … 1784 - - - D. Nicola Sanillo - D. Giacomo Pietrosimone 1795 in 1796 3.823,20 4.803,20 980,00 D. Nicola Sanillo - D. Giacomo Pietrosimone 1797 in 1798 3.721,60 4.104,00 382,40 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1799 in 1800 7.449,99 9.560,11 2.110,12 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1800 in 1801 7.277,52 9.750,60 2.473,08 D. Nicola Sanillo- Del Giudice 1800 in 1801 - - - D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1801 in 1802 9.559,97 12.489,58 2.929,61 Canonico Sanillo - D. Sisto Fiondella e Ermenegildo d’Amato 1801 in 1802 7.585,40 9.358,75 1.773,35 D. Nicola Sanillo - Del Giudice 1801 in 1802 - - - D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1802 in 1803 15.912,65 17.336,65 1.424,00 D. Nicola Sanillo- Del Giudice 1802 in 1803 - - - D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella, Ermenegildo d’Amato 1803 in 1804 12.453,85 19.151,92 6.698,07 D. Nicola Sanillo - D. Carlo d’Amato (1) 1804 in 1805 1.771,60 2.255,20 483,60 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella (2) 1804 in 1805 7.703,20 8.623,94 920,74 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1805 in 1806 3.570,30 4.556,19 985,89 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella, Ermenegildo d’Amato 1805 in 1806 1.784,80 2.255,20 470,40 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella, Ermenegildo d’Amato 1806 in 1807 2.438,35 2.567,78 129,43 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1807 in 1808 13.056,61 14.707,62 1.651,01 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1808 in 1809 2.173,79 2.694,54 520,75 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1809 in 1810 7.308,59 7.984,28 675,69 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1810 in 1811 7.170,67 9.297,20 2.126,53 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella (I libro di conti) 1811 in 1812 4.093,65 4.951,99 858,34 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella (II libro di conti) 1811 in 1812 24.364,50 34.243,96 9.879,46 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1812 in 1813 1.671,23 2.521,67 850,44 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1813 in 1814 18.943,64 18.958,61 14,97 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1814 in 1815 15.322,45 15455,20 132,75 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1815 in 1816 13.691,63 14.516,51 824,88 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1816 in 1817 3.947,35 4.004,90 57,55 D. Nicola Sanillo - Torello (II società) 1816 in 1817 567,36 707,01 139,65 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1817 in 1818 8.911,81 12.072,39 3.160,58 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1818 in 1819 4.191,89 4.476,23 284,34 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1819 in 1820 9.906,00 11.409,00 1.503,00 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1820 in 1821 3.045,79 3.469,35 423,53 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1821 in 1822 4.527,94 5.735,61 1.207,67 D. Nicola Sanillo - D. Carlo d’Amato (II società) 1821 in 1822 1.151,12 1.575,76 423,88 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1822 in 1823 9.582,48 11.213,87 1.631,39 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1823 in 1824 5.285,37 7.609,04 2.323,67 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella - Marchese Cusani 1824 in 1825 6.585,34 7.321,88 736,54 D. Nicola Sanillo - D. Carlo d’Amato 1825 in 1826 1.506,00 1.525,37 19,37 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1826 in 1827 5.300,80 6.971,37 1.670,57 D. Nicola Sanillo - D. Carlo d’Amato 1827 in 1828 3.045,83 3.469,35 423,52 D. Nicola Sanillo - D. Sisto Fiondella 1829 in 1830 13.154,12 19.402,20 6.248,08 Ducati 273.558,39 333.232,83 59.674,44

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7. La Grande Dogana facchini e quanto altro occorre, pure sarà pagato dalla Regno delle Due Sicilie: Abbiamo decretato e de- società- cretiamo quanto segue: tutte le mercanzie di fabbrica IX°. Sarà di comun consenso eletto uno scrittu- inglese che sono proibite, e che si trovano oggi nel no- raro, il quale tenga un esatto registro di tutte le com- stro regno, sia in luogo di deposito nella nostra gran pre, e vendite de’ generi sociali, che si eseguiranno, dogana di Napoli, sia ne’ magazzini delle altre, ed a come anche di tutti gli affari sociali di qualunque na- qualunque titolo vi si trovino, saranno pubblicamente tura, e mantenga la scrittura mercantile in perfetta bruciate. regola, giusta il praticato da altri negoz.ti di Dogana- Firmato Gioacchino Napoleone X°. E’ vietato a ciascuno socio di potersi prelevare del denaro sociale in negoziati particolari, mentre 31. xbre 1813 tutto ciò che si negozierà col denaro sociale, ritornar In pieno decennio francese, Nicola Sanillo dovrà sempre in utile, e vantaggio dell’anzidetta so- domiciliato a Napoli, in Vico Lungo Teatro cietà, diversamente facendo si andrà soggetto ad una Nuovo, con Giuseppe Limongi e Nicola Te- multa convenzionale corrispondente al doppio della scina, di Napoli, crea una società, dettando le summa invertita ad altri usi fuori quelli della Società- seguenti regole: … di aprire un negoziato solidale XI°. E’ determinata volontà di tutti noi socj, che di compere, e vendite di diversi generi sociali, al co- le mercanzie verransi acquistate a tutto rigore e con- mune utile, e vantaggio il quale dovrà correre sotto li pagarsi li Dazi Doganali su quelle gravitanti; a tal seguenti patti e condizioni. effetto rimangono assolutamente vietati i contro- Pmo. Che il detto social negozio debba reggersi bandi, li quali ceder dovranno a carico, e danno uni- in un magazzino nel Quinto della Gran Dogana. camente di colui, che l’avrà fatti e promossi. II°. Che lo stesso social negozio avrà la durata di XII°. Rimangono essi Limongi e Tescina da me anni quattro. Sanillo facoltati di comprare i generi di detta Società, III°. Se mai piacerà a noi sottoscritti di prorogare tanto in questo Porto di Napoli, quanto nel Regno, e il sud.to negozio sociale per altro tempo, dovrà seguire nell’Estero, e farli pervenire nelli magazzini della So- nostra scambievole denunzia di sei mesi prima di ter- cietà, così per mare, che per terra. minare. XIII°. Per la perfetta regola della scrittura mer- IV°. Il fondo di cassa di detto social negozio ri- cantile dovransi tenere sempre pronti li seguenti libri mane fissato a Lire quarantaquattromila, tra le quali cioè, uno detto il salda conti, ove notansi li generi, Lire trentamilaottocento si dovranno sborsare da me che si accreditano; altro addetto allo scaricamento, sottoscritto Sanillo, altre Lire seimilaseicento da me altro allo squarcio giornali, altro alla Cassa grande, Limongi, e l’ultime Lire seimilaseicento da me Tescina altro alla Cassa piccola di esigenza per Napoli, e Bor- in tante monete d’argento. ghi, altro per il ristrutto delle vendite, altro per li V°. Siccome di consenso è stato eletto per Cassiere conti, e bilanci, altro per copiare le lettere che si man- di detto social negozio il sud.o Limongi, così le sudette dano, e si ricevono, e l’altro per copiare le cambiali, Lire 44000 di capitale sociale si dovranno versare al che vengono addossate a detta Società, e per copiare Sig. Limongi. ancor le girate de’ pagamenti, che si eseguiranno per VI°. Il Capitale sarà da noi impiegato in compra mezzo di pubblico Banco. di salumi, salami, formaggi, ed altri generi commer- Fatto e firmato in triplice originale ciali che stimeremo incettare al maggior utile, e van- taggio della med.a società. Nicola, a causa dei suoi molteplici impegni, VII°. Nel sud.o negozio sociale sarà prestata la non segue direttamente l’andamento della so- quotidiana assistenza personale da Noi sott.ti Li- cietà. Passati i primi quattro anni, la stessa è mongi e Tescina, ad esclusione del Sig. Sanillo, che è rinnovata per ulteriori quattro, ma con il pas- fuori di tale obligo- sare del tempo Nicola riscontra delle anomalie VIII°. Tutte le spese di carta, penne, inchiostro, a livello contabile. Nel 1818, riesce a inserire

68 Contratti agrari nella società l’amico e socio, D. Sisto Fion- Supero duc. 165,76 della. Prima di questa data, non ho riscontri Esito dei porci anno 1845. contabili, e il 1818 chiude con un attivo di Terzigni n. 138 a duc 8.25 duc. 1.138,50 39.553,31 ducati. (Siamo in periodo napoleo- Porcastri n. 124 a duc 5.00 duc. 620,00 nico e, mentre i valori nella costituzione della Porcastre n. 036 a duc 5.00 duc. 180,00 società sono espressi in lire francesi, il guada- Verri n. 35 a duc. 5.00 duc. 175,00 gno è espresso in ducati). Totale dei porci 333 Comprato mezzo tomolo di Fagioli piccoli a grana Società nella Grande Dogana 0,72. A Vitelli per viaggio à Fornelli, Longano, e Co- rigliano, duc. 1,20. A Antonaccio per viaggi a Molise 1813 / 1817 duc. e altrove, duc. 1,50. Da Giuseppe Piazza granone 1818 duc. 39.553,31 tom. 13 a colmo a grana 93, duc 12,09. A Salvatore 1819 duc. 47.814,44 1820 duc. 33.693,40 Jafusco granone tom. 63, a gr. 90 a raso, duc 56,70. 1821 duc. 20.613,85 1822 duc. 14.388,17 Anno 1845 1823 duc. 16.980,92 Enrico annota in queste pagine l’ assun- 1824 duc. 20.472,24 zione a vario titolo di dieci persone, tra por- 1825 duc. 21.906,90 cari, pastori e altre mansioni. Solo uno dei 1826 duc. 13.267,39 1827 duc. 16.388,26 lavoranti guadagna, mensilmente, ducati 4,60, 1828 duc. 19.468,73 tutti gli altri, importi inferiori: Esito, Totale duc. 264.497,61 Data Nome del porcaro Paga mensile Totale 8. La società porcina di Enrico Sanillo 12. 7bre Angiolo Ferrucci duc. 4,60 23,60 Trascorsi cinque anni, nel 1835, muore D. 12. 7bre Francesco Ferrucci duc. 1,00 06,80 Pasquale, fratello di D. Nicola. Il figlio di Pa- 12. 7bre Luigi Sanillo duc. 4,00 16,67 squale, Enrico, che in questa data ha solo 15 13. 7bre Carluccio gran 0,60 3,18 16. 7bre Luigi Masuccio duc. 1,20 05,72 anni, prende le redini delle attività di famiglia, 16. 7bre Nicola Leggiero duc. 4,00 15,80 sempre sotto la supervisione dello zio Nicola. 16. 7bre Vincenzo Ferruccio duc. 2,00 07,67 I primi documenti, che ci narrano dell’attività 13. 8bre Marcellino Santillo duc. 4,00 12,20 porcina di Enrico, sono del 1843: 26. 8bre Domenico Masuccio duc. 4,00 06,80 Porci n. 14 procreati porzione da Troie comprate 26. 8bre Nicola Riccitelli duc. 4,00 07,05 l’anno scorso, e porzione comprati sino ad ottobre 1843. Troie comprate alla fiera di Larino n. 18, a duc. Dobbiamo attendere il 1846 per avere noti- 12.75 il pajo imp. duc. 114,75, mele e patate per to- zie della società porcina di D. Enrico, creata con mola sei duc. 1,19; pascone comprato da Jafusco138 D. Daniele Fiondella, figlio di D. Sisto. In que- alla taverna139 duc. 4,50. sto primo anno i soci acquistano, in varie zone, una quantità di ghiande pari a tomoli 378: Le spese e i ricavi, trascritti in questo regi- Giovanni Fiondella alla Pagliara tom. 120 Sig. Canonico tom. 91 stro, sono le seguenti: Liberato Fiondella alla morte del prete di Calvisi140 tom. 26 Spese come dietro, duc. 551,72. Alla Madonna della Libera sopra Sant’Angiolillo tom. 50 Introito duc. 717,48 Alla Madonna della Libera avanti la grotta di Minghella tom. 25

138 - Jafusco: i discendenti di questa famiglia abitano tuttora a San Potito a poche decine di metri dalla “taverna”. 139 - Taverna: locanda, bettola, è ancora esistente a San Potito la casa con questo toponimo, posta sulla vecchia strada, che da Piedimonte menava a Gioja. 140 - zona

69 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Idem alla Costiera tom. 2 in questo anno sono moltissimi, attese le terribili ed Idem alla Selvareccia tom. 34 orribili disgrazie avute in famiglia. Idem ai 12 Apostoli tom. 16 Sig. D. Carlo Amato a Cesa tom. 14 Piedimonte 21 maggio 1848 Nicola conta circa 83 anni e si rivolge al ni- Sebastiano d’Agnese vende al Sig. Enrico Sa- pote prediletto Enrico, con la mente rivolta al nillo vari tomoli di ghianda e farnia: peso dell’età. Ghianda tomola 1290 duc. 344.00 Io vi ho scritto spesso, e vi ripeto ora che tutto Farnia tomola 312 duc. 055.12 l’andamento di questa speculazione è a vostra cura, Totale del dare del Sig. Sanillo duc. 399.12 ed a vostro vantaggio. La mia età, i motivi di mia Frutto comprato dal Sig. D. Daniele Fiondella Al pa- salute non mi permettono di prendere veruna inge- stino di Giovanni Testa, tom. 50 renza. Mi limito solo a recarmi per mio diporto nel Alla terra del lago, tom. 40 bosco Cesa. Io non sono stato mai ambiguo. Per or- Da Michele Uzzo, tom. 30 ganismo, per abitudine, per educazione, per senti- Al pastino di Vicco e Cicchettona, tom. 140 mento, ho seguito sempre la schiettezza. Nessun Da Angiolo Riccio in due porzioni della Beneficenza fatto della mia vita smentisce questo carattere. Con- tom. 98 chiudo che voi non dovete pensare ad acquistare Madonna della Libera a Sant’Angiolillo tom. 36 altri porci; l’unico bene che desidero nel resto de miei Idem alla Selvareccia tom. 34 giorni è la tranquillità di spirito. Lasciatemi questa, Idem a Minchella tom. 23 e null’altro mi alletta. Ditemi qualche cosa sulla vo- Idem a Dodici Apostoli tom. 30 stra venuta se vi piace. Io mi propongo di rientrare In totale Tomola 383 in Famiglia col divino ajuto fra il di 12 e il di 15 dell’entrante Settembre. Maiali comprati in Benevento e venduti, Abbraccio voi e il resto della mia amata Famiglia. per la maggior parte a Napoli, con nota di due Zio Nicola. vendite singole: ti P.S. Aggiungo che i porci comprati, mi dice Fucile, Per porci n.° 181 comprati da Fenia a duc. 18 il esser tutti della razza di Palmieri. Ma se non lo sono pajo, importano duc. 1629.00 tutti, qualche porzione è del Comune di S. Nicandro Per porcastri n.° 260 comprati da Vincitorio a ti che dà sempre buoni porci. duc. 13.75 il pajo, importano duc. 1787.50 Enrico, ogni anno, tra gli acquisti e le ven- Per porcastri n.° 208 comprati da D. Marco di ti dite dei cereali, ne movimenta grandi quantità. Lagnano a duc. 11 il pajo, importano duc. 555.50 Grano d’india tom. 373½ a carlini 14 il tomolo Napoli, li 9 settembre 1846 Il Marchese di S. Agapito tratta con Enrico Si è sempre detto che del maiale non si la vendita di ghiande, però avverte che ci sono butta nulla, infatti, i soci riescono a lucrare altri due oblatori interessati all’acquisto, uno anche sui maiali morti: Maialesca morta, venduta è del vicino Comune di Miranda, che ha of- a Calvisi duc. 2.20. Idem venduta in S. Potito, perché ferto ducati 300, l’altro D. Gennaro De Lellis trovata morta, e quindi in parte buttata, ritrattine di Isernia, anch’esso amico di famiglia che si duc. 1.66; Per prezzo di castagne pascolate dalle ma- riserva di fare un’altra offerta. jalesche duc. 50.40; Idem di cerro e farnia duc. 12.00; Il Marchese di S. Agapito continua: Regalia a’ pastori grana 0.80; Lardo a duc 15.00 il 141 Potevate in vero scrivermi con più anticipazione, cantaio importa duc. 608.85; Presciutti a duc 13.90 per avervi potuto preferire, perciò vi dovrete regolare il cantaio importa duc. 134.97 con i vostri bisogni e aver di mira i miei bisogni, che Carne, e spalle importano ducati 155.40

141 - Cant:1 cantaio, kg. 0,89

70 Contratti agrari

1848. Enrico Sanillo, e Daniele Fiondella meone Pietrosimone, Enrico Sanillo costitui- acquistano da Sebastiano d’Agnese, ghianda e sce con Antonio Matteo di San Potito una so- farnia, in quantità non specificata. cietà porcina, avente a oggetto la 1853. In quest’anno, non è stato ritrovato compravendita e l’allevamento dei maiali. En- nessun documento comprovante l’acquisto e rico, nell’arco degli anni, stringe rapporti di la vendita di maiali tra i soci Sanillo e Fion- lavoro con molti personaggi in tutto il Regno della. Vi sono solo documenti comprovanti delle Due Sicilie. l’acquisto dei frutti dei boschi. Castagne tomoli 80.00 Spese porci 1856 Farnie tomoli 300.00 146 Troje, e terzigni a duc. 14.30 il pajo, importa Cerro tomoli 30.00 duc 2.087,80; Governo per strada da Larino a San Ghianda alle quercete tomoli 620.00 Potito duc.18.70; Spese di viaggi miei a Potenza, a Ghianda agli Spaziani tomoli 850 Montenero, a Larino duc 86.70; Regalo ai giovani A Valloni e Carattano tomoli 400.00 del macello duc 1.20; Regalo allo scrivano duc 1.72; Totale del frutto comprato, tomoli 2.522,00 Trasporto degli animali a Napoli duc 16,55; Mensili ai pastori, a’ guardaboschi, e campagne duc 109,74; Rionero in Vulture, 12 settembre 1854 A Domenico Piazza per aver guardato le ghiande al Il massaro dei porci del Sig. Fortunato142, bosco del Sig de Benedictis per mesi due duc. 4,00. Giuseppe Brema, nella fiera di Troja, conse- gna al servo del Sig. Sanillo, una lettera, spie- Rionero in Vulture, il dì 26 giugno 1861 gando che sono stati castrati 65 verri a lui Pregevolissimo Sig. D. Enrico. Non mi sorprende venduti, che sono assicurati della castratura e affatto la precocità del vostro comando, in quanto a che stanno bene e di: Affrettarsi a mandarveli a sapere il numero e la classifica de’ maiali, che da questa consegnare per tutto il 24 dell’andante mese sopra casa si esporranno in vendita, sia in Troja, sia a Po- Melfi, come stabilimmo in detta fiera di Troja … tenza, o ne’ mercati successivi dell’anno. Dessa è la se- Il Marchese di S. Agapito è stato Intendente guente. Terzigni n° 576. Soprani144 n° 263, Verriali di Terra di Lavoro per molti anni, lavorando a Soprani145, che si castreranno, come al solito, dopo di stretto contatto con Nicola Sanillo e con il ni- aver coperte le Troie nel prossimo Agosto n° 70. La loro pote Enrico, che aveva il grado di Caporale qualità è buonissima, per non volervi dire eccellente. delle Guardie d’Onore, e scrive a Enrico. I Terzigni eran già buoni da Gennaio perché de- Gentilissimo Sig.r D. Enrico. Mi credo doveroso stinati a mandarsi al macello in Napoli e solo per la parteciparvi, che non poca quantità di ghianda tro- decadenza de’ prezzi in quel mese venimmo nella ri- vasi ne’miei boschi siti in questo tenimento d’Isernia, soluzione di rivoltarli. Anche i soprani ebbero forte ed in quello di Acquaviva, Fornelli e Rionero143, onde ghianda, la primavera è stata propizia e però hanno possiate se vi piace, conchiuderne l’acquisto di tutto avuta buona erbatura da Aprile in qua, anche uno o parte, come nello scorso anno. sviluppo soddisfacentissimo. Se la spiga corrisponderà Isernia 5 Agosto 1856 come si spera, questi animali saranno ottimi, come Dev.mo Obbl.mo Amico e servo non mai. Sono stati già spediti nella Puglia alla spiga e precisamente nelle masserie del Principe di To- Il 9 ottobre 1856, con atto per Notar Si- rella146, nel suo feudo di Ripalta, in quel luogo ap-

142 - Si tratta della famiglia di Giustino Fortunato, di Rionero in Vulture (PZ). 143 - Rionero Sannitico (IS) 144 - Soprano: maiale che ha più di un anno di età 145 - Verriale soprano: maiale maschio, che ha più di un anno di età 146 - Nicola Caracciolo, 10° principe di Torella.

71 Vittorio Imperadore Armando Pepe punto ov’egli soleva tenere i suoi famosi maiali. Con- 1862, si organizzano le spedizioni dei viene anche il vostro progetto di negoziare fuori fiera, maiali a Napoli. onde evitare il rischio di recarmi o di mandare a Troja nei tempi difficili che volgono147. 1a Spedizione 90 porci. Scafa di Piedimonte, duc. 0,90 I pastori che ruotano nell’arco di questi Scafa di Caiazzo, duc. 0,90 anni intorno all’attività di Enrico sono molti, Granone pel governo del viaggio duc. 5,85 nei documenti ne sono elencati circa settanta. Ricovero degli animali di notte duc. 0,70 Tra questi, il solo Carluccio entra a servire, Fuoco e piccole regalie duc. 0,27 con una paga molto bassa, per grana 0,60 il Vettura pel ritorno del guardiano duc. 0,26 mese. Probabilmente questo è uno dei tanti Totale per la 1a spedizione duc. 8,88 gesti di generosità che Enrico compie nella sua vita, poiché anticipa a Carluccio dei soldi per 2a Spedizione 100 porci. comprare: Scafa di Piedimonte duc. 1,00 Calzone e giacca, duc. 1.40 Scafa di Caiazzo duc. 1,00 Manofattura, duc. 0,25 Granone pel governo nel viaggio duc. 9,75 A sua Madre, duc. 0,60 Ricovero agli animali per la notte duc. 1,40 E sono duc. 2,25. Fuoco e piccole regalie duc. 0,28 Vettura pel guardiano di ritorno duc. 0,33 Carluccio lavora per mesi 5 e giorni 9, per Trasporto di un porco spedato duc. 0,75 un totale di duc. 3,18, defalcato il soldo avuto Totale per la 2a spedizione duc. 14,51 in acconto, il pastore riceve a saldo grana 0,93. Quando Mariano è lontano per lavoro, il 9. Mariano Sanillo mensile è corrisposto alla moglie. La voce Mariano Sanillo nasce a San Potito il 12 “vettura” compare molte volte nelle lettere settembre 1827, ma non è nell’albero genea- dello zio Nicola, mentre nei documenti di En- logico della famiglia di Enrico. Dal 1846 è di- rico appare nel 1863 e nel 1864, ed è in pendente di Enrico, con la qualifica di quest’ultimo anno, il 20 febbraio, che Enrico “guardiano di porci” e una paga mensile di duc acquista a Napoli una nuova carrozza dal Sig. 3.00. Nel 1848 aumenta a duc. 4.00, passando Raffaele Ricciardi. in seguito a duc. 4,50 e, con questa remunera- zione, rimane fino al 1865. Luglio 1865 Enrico si fida di questo porcaro che, per Per Mariano è l’ultimo anno alle dipen- circa diciannove anni, è alle sue dipendenze denze di Enrico. I due, la sera del 22 luglio, si poiché lo invia in tutte le campagne.148 ritrovano insieme con altri avventori a San Po- Campagne per Troja e vettura tito nel caffè Riccitelli, quando Enrico è am- Campagne per Potenza e vettura mazzato dai briganti, che malmenano Campagne per Napoli Mariano149, rubandogli anche il fucile. 5. 7bre alla moglie duc. 4.00 Il guardiano di porci, dopo la morte di Enrico, Per servito dal 18 Agosto 1864 a tutto il 26 Febbrajo rimane senza lavoro, con moglie e tre figli pic- 1865, mesi 6 e giorni 9. Duc. 27.00 coli: Luigi di sette, Nicola di quattro e Angiola

147 - Non è passato ancora un anno dall’unità d’Italia, nelle Provincie del Regno delle Due Sicilie si combatte an- cora aspramente. 148 - Campagna: operazione, che inizia con l’acquisto dei maiali e termina con la loro consegna agli acquirenti. 149 - Atti del processo, dichiarazione del 23 luglio 1865.

72 Contratti agrari di un anno. Il primo figlio, Luigi non rimane Nonostante Enrico abbia molti boschi, terreni confinato in questa “Italia Una”, e, seguendo e varie attività, non riesce a occupare tutte le l’esempio di altri cittadini dell’antico Regno, persone che giornalmente sostano davanti al- varca l’oceano e raggiunge l’America, stabi- l’ingresso del palazzo, chiedendo lavoro. Tra lendosi a Brooklyn, New York. Luigi “Sen- i dipendenti della famiglia Sanillo, tre sono as- nello” muore a Brooklyn il 4 settembre 1932, sunti con la qualifica di guardaboschi. all’età di 74 anni. Non è chiaro il come o il Con il loro lavoro e con il passare degli perché, ma Luigi cambia cognome da Sanillo anni, queste persone acquisiscono del potere. a Sennello, dando così vita a una nuova grande Sono loro che sotto le direttive di Enrico, di- famiglia americana. Potrebbe essere un errore screzionalmente scelgono le persone, soprat- anagrafico, tra un “porcaro” che parla la lingua tutto donne, da mandare nei boschi per la napoletana e l’errore di trascrizione di un fun- raccolta delle ghiande. zionario americano. Tra guardiani e lavoranti si crea una sorta Il nipote di Luigi, il Dottor Lawrence Sen- di complicità per rubare le ghiande ai danni nello, di Lake Bluff, Illinois, a novembre del del Sanillo. Cosa che sarà scoperta. Enrico, in 1998 è venuto a San Potito con il fratello Wil- data imprecisata riceve una lettera anonima liam per trovare parte della sua famiglia e le spedita da Piedimonte, datata, 18. Xbre. Questa risposte a tante domande. Continuando nella persona, che si qualifica come testimone ocu- sua ricerca, nel febbraio del 2000 si mette in lare, accusa del furto della ghianda Francesco contatto con me, raccontando che in America Colapetella, che è uno dei tre Guardaboschi di vi sono molti discendenti di questa famiglia Enrico. Il Colapetella è nell’elenco dei dipen- Sennello. Da una lettera inviatami il 10 gen- denti di Enrico, con una paga mensile di ducati naio 2009, Lawrence Sennello scrive: Sono 4.50. Ed è anche uno dei tre, che la sera del- stato uno scienziato, ho lavorato per 30 anni nel set- l’eccidio, ha il compito di guardaspalle a prote- tore delle ricerche in una grande società farmaceutica, zione del suo padrone. la Abbot Laboratories, …per quanto riguarda il mio cognome, vi è un mistero, che nessuno ha potuto sve- Al Sig re d Errico Sanillo in Santo Potito lare, forse mio nonno Luigi stava cercando di evitare Sig. D. Enrico vedete che il guardiano Francesco la mafia o la polizia. (Ipotesi di Lawrence Sen- che guarda a Carattano io credo che vi rubba giorno nello alla variazione del cognome). per giorno da che incumè150 giorno a cascare la glianda. 1865. Con la morte di Enrico si sigillano I° fece raccogliere le ghiande a Maria Rosa zampa tutti i libri, e i documenti dei Sanillo per con- di porco ed esso se lo manda con lo somaro di Liberato segnarli all’oblio. Dopo circa 155 anni, questi Santagata e la figlia Rosaria ce lo portò a posare al libri si ripresentano con violenza al cospetto pastino che esso tiene in affitto da D. Antonio Bat- della storia. In calce c’è una lettera anonima tino, e se la portato al vostro casino la moglia e la cu- sul furto della ghianda, e a seguire il resoconto gnata, moglia di Potitello. Poi si ha fatto tocchetiare della Società Porcina di Enrico Sanillo. tutte le querce che sono nei soi seminati dal figlio Spo- sito di Luvigi Santagata le ghiande sono state attor- 10. Furto della ghianda nate dalle figlie di Liberanone, le nepute della monaca La lettera è datata solo per giorno e mese, e la sua commara e le cugniate di detto guardiano non firmata; ci troviamo tra il 1863 e il 1865. molte e molte sere sono state viste la madre e le sorelle

150 - Incomincia

73 della moglie di Francesco per la strada della massaria Come pure mi e stato assicurato che quanno at- di Marcellinone Vuzzo151 carriche di gliande e sono tornava le gliande alle donna gli a dato due fuscella andate al sua massaria e dal massaro ce le anno por- de gliande a femina senza denaro. per togliersi l’ob- tate a San Potito152. blicazioni con queste personi che l’anno carriate le Lo piu carriaggio lo a fatto michele santagata e gliande dal pastono . Anna le porta per legna ai val- la figlia di Liberanone con i ciucci volte anno scari- loni un giorno una e un giorno un altro questo lo ve- cate al pastono e volte a casa con incirca due ora mat- duto anche con questi occhi miei, il resto se volete tino e credetemi che questo ha fatto levare lo tetto al prova domandatelo a Pasquale Antonio ferrucci - alla frate Potito da una casa che pochi giorni dietro mi fu monaca di carattano - Maria Giuseppa Navarra che assicurato che questa casa era piena di gliande e fu- la veduto scaricare e sbacare come suo marito e figlia. rono visti molte matine scaricare le gliande da questo michele e la figlia di liberatone.

Società porcina di Enrico Sanillo dal 1843 al 1865

Società porcina Anno Spese Ricavo Lucro netto D. Enrico Sanillo 1843 in 1844 551,72 717,48 165,76 D. Enrico Sanillo e Daniele Fiondella (in perdita) 1845 4.725,41 4.549,71 -175,70 D. Enrico Sanillo e Daniele Fiondella 1846 1.837,04 2.036,52 199,48 D. Enrico Sanillo e Daniele Fiondella 1847 in 1848 2.525,01 2.947,15 422,14 D. Enrico Sanillo e Daniele Fiondella 1848 in 1849 2.178,72 2.295,35 116,63 D. Enrico Sanillo e Daniele Fiondella 1849 2.266,27 2.957,66 691,39 D. Enrico Sanillo e Daniele Fiondella 1850 9.008,88 9.387,86 378,98 D. Enrico Sanillo e Daniele Fiondella 1851 6.555,14 7.070,82 515,68 D. Enrico Sanillo e Daniele Fiondella 1852 6.602,84 7.327,94 725,10 D. Enrico Sanillo e Daniele Fiondella 1853 D. Enrico Sanillo e Daniele Fiondella 1854 7.377,95 8.470,61 1.092,66 D. Enrico Sanillo e Daniele Fiondella 1855 7.935,09 9.112,63 1.177,54 D. Enrico Sanilloe Antonio Matteo 1856 3.790,53 4.352,48 561,95 D. Enrico Sanillo 1857 8.392,66 8.602,39 209,73 D. Enrico Sanillo 1858 5.574,76 6.280,45 705,69 D. Enrico Sanillo 1859 4.034,68 4.428,80 394,12 D. Enrico Sanillo (in perdita) 1860 6.230,42 6.222,63 -7,79 D. Enrico Sanillo 1861 6.296,07 6.455,22 159,15 D. Enrico Sanillo 1862 6.130,88 6.440,78 309,90 D. Enrico Sanillo e Pietrangiolillo (in perdita) 1863 in 1864 9.968,15 9.514,68 -453,47 D. Enrico Sanillo (in perdita) 1864 in 1865 8.856,09 7.830,66 -1.025,43 duc. 110.834,31 duc. 117.001,82 duc. 6.167,51

151 - Uzzo Marcellino. 152 - Si tratta di un monaco “Fra Potito”

74 V. La dinamica del patrimonio

Le proprietà dalla vendita di un terreno o di una casa, col La famiglia Sanillo nel 1793 è benestante. patto di ricompra in qualsiasi momento, Il 16 gennaio 1793 l’Unità᷉ di San Potito: In ese- usando il termine latino quandocumque154. In al- cuzione degli ordini … passati dal Sig. Capitano delle cuni documenti privati appare la voce anato- Milizie Provinciali, attesta come in questo suddetto cismo155, che identifica un reato. Non tutte le Casale non vi sono né Cavalieri, né Gentiluomini che persone, che hanno ricevuto un prestito dai Sa- vivano assolutamente di rendita more nobilium153, ma nillo, sono riuscite a restituirlo nei termini sta- vi sono delle persone di onorata condizione che vivono biliti e vengono, quindi, applicati gli interessi con la rendita dei di loro beni e soprattutto con l’in- di mora sulle somme rimanenti, ma, per errore dustria, alla quale sono interamente applicati, e sono: oppure per volontà, sono apposti non soltanto Magnifico Luca Sanillo di sua età d’anni settan- sul capitale ma anche sugli interessi stessi. tuno, solo in casa con moglie e sei figli. I primi istromenti d’acquisto sono di Cata- Magnifico Francesco Fattore di sua età d’anni rina Riccio, perché Nicola è malato, gli altri sessantaquattro, solo in casa con moglie e sei figli. seguono alla morte del marito. Sul primo atto Magnifico Notaro Carlantonio Francoma- d’acquisto, appare anche il nome del figlio caro d’anni cinquantadue, solo in casa con moglie, e Luca alla dipartita di Luca, il figlio Nicola è cinque figli. incaricato dalla famiglia di redigere un elenco Magnifico Giacomo Pietrosimone di sua età delle proprietà. Con la morte di Nicola la sto- d’anni quarantaquattro, solo in casa con moglie, e tre ria si ripete, ed è il nipote Enrico a prendere le figli puerili. redini degli affari di famiglia. Dopo la tragica fine di Enrico nel 1865, il tribunale incarica I Sanillo si rendono conto che gestire tante dell’inventario il notaio Francesco Caso, che piccole proprietà è molto dispendioso e, con il ha studio a Piedimonte. Sono nominati a cu- passare degli anni, cercano di acquisire molti rare l’inventario di quanto si trova nel palazzo fondi che confinano con i loro, arrivando a per- di San Potito: Filippo Onoratelli di Sepicciano, mutare alcuni loro terreni con quelli di altri pro- cugino e compare di Enrico, Crescenzo Pal- prietari. Nelle pagine dell’inventario le proprietà mieri di Faicchio, fratello di Alfonsina e Mi- non seguono un ordine cronologico ma, per ren- chele Ungaro da Cerreto, zio di Alfonsina. Per dere tutto più leggibile, le ho ordinate per date. i terreni e altri beni da elencare il compito è In questo capitolo prenderò in esame i docu- assunto da Vincenzo d’Amore di Piedimonte. menti concernenti gli istromenti di acquisto, Gli atti di proprietà sono centinaia, queste mutuo, censo bollare e di enfiteusi della famiglia persone impiegano svariati mesi per la catalo- Sanillo nell’arco di centosettanta anni. gazione. Oltre all’acquisto i Sanillo, come in una A dì 6 Luglio 1730. Mediante Istromento per banca, vendono denaro e fanno prestiti a vario N.r Gio. Lorenzo Gambella, Catarina Riccio vedova titolo, da restituire con pagamento dilazionato, e coerede del q.m Nicola Sanillo, havendo comprato in vari anni, a interessi dal 4 al 9%. Simili ope- sub hasta un pastino di giornate quattro, loco detto razioni le troviamo già ai primi del 1700. le Carrocce et una cannavina luogo detto la Cortiglia, Molte volte il prestito di denaro è mascherato per prezzo di ducati 95.00.

153 - More nobilium: nello stile dei nobili 154 - Quandocumque: in qualunque momento. 155 - Anatocismo: utilizzato, nelle more del ritardato pagamento e il cedente, applica la formula dell’interesse composto, interessi su interessi, (operazione vietata per legge)

75 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Ogni contratto d’acquisto, termina con il Sanillo compra dal Mag.co Bernardo Colapetella un nome del territorio, preceduto dalle parole, territ.o di mog.a 5 in S. Potito, l. d. le Pantane p duc. “luogo detto o l. d.” da adesso userò sempre il ter- 95.00 Notar Francomacaro. mine l. d. 1° Giugno 1763. Luca Sanillo compra da Gae- A dì 21. 9bre 1741. Catarina Riccio vende a tano, e Angelo Riccio, un fondo l. d. Prati nell’Agro Maria d’Amato del Casale di Santo Potito una casa Alifano per ducati 21.00 Notar Zeppetelli. di membri due, cioè uno terraneo e l’altro superiore, 12 Feb.o 1764. Feliceant.io di Nardo, ed Angiola per lo prezzo di ducati sittanta, de quali la detta Riccio, coniugi vendono un piccolo fondo querceto l. Catarina ne riceve trenta, e li restanti ducati qua- d. Santangiolillo in Carattano per ducati 15.00. ranta da pagarsi quandocumque, con l’interesse del Notar Francomacaro. sei per cento. 12 Feb.o 1764. Luca Sanillo compra un territ.o Maria d’Amato salda i rimanenti 40 ducati campestre con querce di tomola 8 sito in Carattano, in 7 anni. Con una precisione maniacale, ogni l. d. Santangiolillo, per ducati 170.00 Notar Franco- 21 novembre viene saldata la rata fino al- macaro. l’estinzione nel 1748. 12 Feb.o 1764. Vincenzo Farina d’Alife, vende 25. 7bre 1744. Il Mag.co Bernardo Colapetella un territ.o campestre con querce di tt. 5½ in tenimento in Casali S. Potiti Civitas Pedemonti, vende a Cata- di Alife, l. d. Torrione o Santalucia per duc. 150.00. rina Riccio vedova del q.m Nicola Sanillo, e Luca Sa- 2 Aprile 1764. Bernando, Angiolo, e Gius.e Co- nillo madre e figlio dell’istesso Casale, un territorio lapetella, padre e figli vendono in S. Potito un terri- aratorio con molte piante di pioppi, sito e posto nelle torio parte arbustato, parte ad uso di canapina, parte pertinenze della Città di Alife, l. d. Gaudari, ha ven- campestre con frutta, di tt.15¼. con casa di fabbrica duto, ed alienato, vende, ed aliena … alli d.i Catarina e scala in pietra, l. d. le Pantane per Dj 1150.00 e Luca, compratori, il d.o Ter- ritorio a corpo e non a misura; franco come sopra, e per franco, e libero da qualsivoglia peso, censo, rendita, servitù, obbligo, ed ipoteca; … E que- sto per lo finito prezzo tra di esse parti convenuto e concor- dato di ducati 510.00 di ar- gento. Notar Carlantonio Francoma- caro. 25 Aprile 1745. Cata- rina Riccio q.m Nicola in nome e parte di Luca Sanillo suo fi- glio, acquista un territ.o l. d. Gaudari di moggia 17, per du- cati 310.00. 8 Feb.o 1752. Luca Sa- nillo, compra in S. Potito l. d. Querceto Spaziani di mog. 17 con casa adiacente ducati 510.00. Notar Francomacaro. 6 Marzo 1760. D. Luca Loc. S. Angiolillo, Carattano

76 La dinamica del patrimonio

17 Gennaro 1765. Luca Sanillo compra in 29 Giugno 1787. Giacomo di Chello delli Calvisi Sant’Angelo, l. d. Grotte per Dj 32.00. Notar Ber- ha venduto a Luca Sanillo un querceto in Carattano l. tone. d. le Cese per duc 90.00. Notar Carlant.o Francomacaro. 9. xbre 1767. Giuseppe Antonuccio, vende a 19 Agosto 1787. Gius.e Antenucci, e Clemenzia Luca Sanillo, un territorio campestre in Alife, di tt. Salcinno, coniugi delli Calvisi, hanno venduto a Luca 9 l. d. la Difesa, per doc 187.00. Sanillo un querceto di tomoli 6 in Carattano, l. d. le 30 Aprile 1770. Giuseppe Antonuccio, vende a Cese, per duc 180.00. Notar Carlant.o Francomacaro- Luca Sanillo, un territorio campestre in Alife, di tt. 19 Aprile 1788. Luca Sanillo q.m Nicola della Città 3 l .d. la Difesa, per duc 60.00- di Piedimonte d’Alife, al presente in questa Città di Na- 23. xbre 1770. Giuseppe Antonuccio, vende li- poli di passaggio, compra da D. Pietro Patrizi Commis- beramente in Alife, un territorio campestre, con casa sario dell’eredità del q.m Paolo Fiorillo nel tenimento di e aja di tt. 11 per duc. 400.00. Gioja, e contigua Città di Alife, consistenti in una casa 31 Agosto 1771. Ferdinando, Antonio, e Mi- terranea con orticello poco distante, l. d. S. Felice. Un chele Santagata vendono a Luca Sanillo un territ.o territorio arbustato con piedi di quercie della capacità di campestre con casa e aja di fabbrica di tt. 9½, l. d. coppe due, sito nel tenim.o della stessaterra, l. d. Fontana Carattano, per Dj 215.50 Notar Francomacaro. Ruo. Una casa scoverta, e quasi diruta con orto adja- 9. xbre 1771. Vincenzo Mezzullo, e Regina cente della capacità di passatelli ventisei, sita nel mede- Mennone, vendono a Luca Sanillo, in Alife un terri- simo tenimento, l. d. Sorani. Un territorio parte boscoso, torio campestre di tt. 6, l. d. Lago o lo Feo, per duc e selvoso con piedi di quercie, Cerri, e Fargne, e parte ara- 117.00 torio con Massaria di fabrica, e porcareggia anche di fa- 12. 9bre 1777. La Baronessa D. Geronima brica sito, e posto nello stesso tenim.to, l. d. Valloni, d’Alois vende a D. Luca Sanillo un territ.o l. d. Anici Cervarano, Castelli, Pantano, della capacità di moggia in Alife di tt.i 12 per Dj 400.00. Notar Terribile di 85, che formano tomola 106¼. E finalmente un territorio Alvignano. aratorio sito, e posto nel tenimento della Citta d’Alife di 7 Aprile 1778. D. Sebastiano, e D. Maria Gam- tomola quattro. Il tutto per la somma di ducati 1430.00 bella, pad.e e fig.a e D. Nicola de Cornelis vendono a come costa dall’apprezzo fattone da Michelangelo Pa- D. Luca Sanillo un territ.o di tt.i 84, l. d. Gutturiscio, scale e Sisto Antonio Riccio pubblici Agrimensori. Notar sito in Piedimonte e parte in Alife, per DDj 5000.00 Michaeli Ferrini in Napoli. Notar Bertone. 10 Giugno 1779. Luca Sanillo acquista per Fontana d’Agosto, situata nel tenimento di DDj 200.00 un territorio … Notar Paparo. Gioja, anche di questo luogo, ne parla Giuseppe 14. xbre 1783. Sisto Ferruccio vende a D. Luca Mennone, nel suo Riassunto Storico dell’An- Sanillo, un territorio di coppe 4½ in S. Potito, l. d. le tico Sannio: Ma il documento più parlante si è il ma- Pantane per duc.ti 70.00 Notar Carlant.o Francomacaro. gnifico antico acquedotto, che vi portava l’acqua, del 12 Giugno 1785. Permuta dé territ.i siti in quale ne restano ancora degli spezzoni nella limitrofa Gioja, tra la Capp.a della Trinità della Criscia, e D. contrada Filetto e Cerqueto, ove furono scavati anche Luca Sanillo, senza essersi pagata nessuna plusva- tubi di piombo. E’ da credersi che l’acqua, che vi an- lenza. Dette copie sono unite in un fascicolo. Notar dava per tale acquedotto, era quella della sorgente detta Francomacaro. Fontana d’Agosto, circa due miglia distante. 17 Luglio 1785. Marcellino Riccio cede a Luca 19 Aprile 1788. Ferdinando IV, Per la Dio gra. Sanillo, le sue ragioni sopra una casa e resta disobli- Re … D. Nicola Morone Gov.re, e Giu.ce della Terra gato dal capitale di duc. 50.00. Notar Carlantonio di Gioia, vende a D. Luca Sanillo, una casa terranea Francomacaro. esposta nel tenimento della Terra di Gioja, l. d. S. Fe- 16 Aprile 1787. Domenicant.o Coluccio e Rosa lice, un territorio arbustato con piedi di quercie con Piazza coniugi hanno venduto a Luca Sanillo una capacità di coppe due, l. d. Fontana, per lo prezzo di canapina per duc 75.00. Dj. 20.00.

77 Vittorio Imperadore Armando Pepe

sette circa sito in Carattano, l. d. Carattano, per duc. 190.00. 17 Aprile 1789. Luca Sa- nillo, compra dal Monastero del SS. Salvatore in Piedimonte il fondo Anici in Alife, per Dj. 97.00. Notar Costantini. 24 Mag.o 1789. D. Luca Sanillo, compra da Nicola Me- lillo un territ.o di tt.i 3 e cop.e 5 l. d. Jovini, per ducati 100.00. Notar Sepe. 23. 7bre 1789. Ant.o di Chello, Paolo, Angiolo, e Pietro pad.e e fig.i vendono a D. Luca Sanillo un territ.o arbustato, e con querce, l. d. Pantane, per ducati 80.00. Notar Franco- macaro. 4 Aprile 1791. Luca Sa- Fontana d’Agosto, Gioja Sannitica nillo acquista il fondo Lima- tella in Alife, pel prezzo di 13 maggio 1788. Luca Sanillo compra da Gio- ducati 1450.00. Notar Francomacaro. vanni di Chello un territorio campestre, l. d. Carat- 11 Aprile 1791. Angiolo Campagna, e Bar- tano in S. Potito col patto della ricompra da bara Riccitelli di S. Potito hanno venduto a Luca esercitarsi quandocumque. Sanillo un pastino con piante di quercie arbustato N.B. Per esecuzione di un tale istrumento iniziossi e vitato, in S. Potito, di tt156. uno, per lo prezzo di giudizio contro il venditore ad istanza di D. Nicola duc.ti 60.00, l. d. Vallechiarella. Notar Carlant.o D. Pasquale e D. Giuseppe Sanillo con citazione del Francomacaro. 20 marzo 1822 per lo pagamento di ducati 27.50 per 18 Marzo 1791. Dom.co Raccio, ed Elena Cas- annualità arretrata. sella, delli Curti Casale di Gioja hanno venduto a 16 Settembre 1788. Borderò d’Ipoteca Con- Luca Sanillo un terr.o con piante di quercie della ca- venzionale a favore del Sig.r Sanillo Luca, per si- pacità di tom. uno, e coppe quattro, l. d. Fontana di curezza di pagamento. I Sig.i Di Chello Angelo, Carattano, per lo prezzo di duc.ti 60.00 - Notar Car- Pompeo, Matteo, fratelli germani, proprietarj lant.o Francomacaro. dell’Auduni Casale della Comune di Gioja, vendono 4. xbre 1791. Alfonso Grande, vende a D. Luca Sa- al Sanillo, un territorio arbustato con querce, e casa nillo, un territorio di coppe 6, l. d. Limate, per duc. di tre stanze, tomoli 15 circa, l. d. Cervarano; un 17.00. altro territorio arbustato di tomoli 4 circa, l. d. 9 Mag.o 1793. Saverio di Mastrocola, e Sistant.o l’Orto; un territorio della capacità di tomolo uno di Gregorio, hanno venduto a Luca Sanillo un terr.io circa, l. d. le Noci; un altro territorio arbustato di fienile di tt.6 in Alife l. d. li Prati, confinanti col se- tomoli 6 circa, l. d. le Case; e finalmente sopra un minario Alifano, per lo prezzo di duc.ti 455.00. Notar altro territorio similmente arbustato di moggia Carlant.o Francomacaro-

156 - tomoli

78 La dinamica del patrimonio

di lui q.m Michele, e Maddalena Rao, vendono a D. Luca Sanillo del Casale di S. Potito un terri- torio aratorio campestre, col- l’uso dell’acqua della capacità di tomola 18, e coppe 10, in circa in Alife, l. d. S Eramo o sia la Limatella, per Ducati 1230.00. Pubblico Perito ed Agrimensore Pasquale Ferrajolo - Notar Car- lantonio Francomacaro. Nel 1794 Luca Sanillo, del Casale di S. Potito, di questa Città di Piedimonte, paga tra- mite il Banco del Sacro Monte della Città di Napoli, alli Rev.di Sig.ri D. Giuseppe Petella, D. Fran.co di Matteo, e D. Vin- cenzo Vastano Canonici della Insigne Collegiata di S. Maria Maggiore di detta Città, ducati 350.00, in argento, per il fitto fattomi di due pezzi di territorij, cioè uno di moggia 15, sito in tenim.to della vicina Città di Alife, l. d. la Sajetta, l’altro di moggia 18, con piante di noci, sito in tenimto di detta Città di Pied.e, l. d. lo Nocillo. Notar Raffaele Perrone di Piedimonte. 25 marzo 1794. Luca Sa- nillo compra dai Signori De Cor- Loc. Vallechiarella, San Potito neliis due piccioli territorj di Ad Agosto 1793. Nicola Sanillo del q.m Giò. moggia 7½ in Alvignano per ducati 581.00. Notar vende a D. Luca Sanillo coppe tre di orto accosto al Francomacaro. giardino di esso D. Luca p. lo prezzo di duc. 85.00 25 Marzo 1794. D. Nicola Pietrosimone vende a Notar Carlant.o Francomacaro. D. Luca Sanillo, un pastino in S. Potito, l. d. Belvedere 22. xbre 1793. D. Ferdinando, e D. Teresa di duc 65.00. Notar Carlanto Francomacaro. Iorio di Alvignano, vendono a D. Luca Sanillo un 9. 9bre 1794. Luigi d’Amato vende a D. Nicola territ.o di circa tt.i 10, l. d. Anici in Alife, per ducati Sanillo un orto di coppe sei in S. Potito, l. d. le For- 470.00. Notar Terribile. mose per lo prezzo di duc.ti 240.00. Notar Carlant.o 28. xbre 1793. Casimirio Jafusco vende a D. Luca Francomacaro- Sanillo un territ.o di coppe dieci, in S. Potito, l. d. le Pan- 1 Gen.o 1795. Angiolant.o Pasquale degli Au- tane per duc 95.00 Notar Carlant.o Francomacaro. duni vende a D. Nicola Sanillo un terreno arbustato 4 Aprile 1791. Il Rev.do Can.co D. Giovanni, e con querce di moggio uno e mezzo, per duc 45.00, in Sebastiano Lombardi fratelli germani, figli ed eredi Gioja, l. d. la Chiusa. Notar Carlant.o Francomacaro.

79 Vittorio Imperadore Armando Pepe

1 Genn.o 1795. Luigi di Chello, e Maria Cola- 80.00 a D. Nicola Sanillo un pastino arbustato e petella coniugi di S. Potito m’hanno venduto un ter- vitato nel Casale di S. Potito, l. d. le Carrocce. rit.o di coppe 13 sito in Carattano l. d. il Pagliaro per Notar Sepe. duc 50.00. Notar Francomacaro. 4. xbre 1797. Nicola Sanillo, acquista il fondo 12 Gen.o 1795. Nicola Sanillo q.m Giovanni Limata in Alife per ducati 31.00. Notar Perrone. vende a Nicola Sanillo q.m Luca, una porzione di orto 5 Febbrajo 1798. D. Ferdinando di Iorio di coppa 1¾, per lo prezzo di duc 50.00. Notar Car- vende a D. Nicola Sanillo due territorj aratorj e lant.o Francomacaro. campestri siti nella piana della città di Alife, uno 9 Marzo 1795. Marcellino Riccio, e Maria Ca- di tt.i 6, l. d. Campo di Monaci, l’altro di tt.i 28, l. rangiolo, vendono a D. Nicola Sanillo un picciolo pa- d. la Limata, o Pergola, per ducati 3185.00. Notar stino di coppe 2½ l. d. lo Conegnale; ed un orticello Terribile. di coppe 2 l. d. la Fontana delle Aulecine per duc 21 Febbrajo 1798. I fratelli Pompeo e Matteo 65.00. Notar Carlanto Francomacaro. di Chello vendono per lo prezzo di ducati 650.00, 11 Mag.o 1795. Pasquale e Gius.o Nardozzi ven- coll’interesse al 6 per cento, a D. Nicola Sanillo un dono a D. Nicola Sanillo un territ.o sito in Alife l. d. pastino di giornate 12 di bovi fruttato con quercie e li Prati, di tt.i sei e mezzo con massaria di fabbrica con due stanze terrene sito nel distretto di Coste degli per duc 445.00. Notar Carlanto Francomacaro. Auduni, l. d. Cervarano. 8 Giug.o 1795. Sistant.o e Sisto Riccio157, fll.i ger- 24.7bre 1798. D. Nicola Sanillo da in enfiteusi mani della Città d’Alife vendono due territ.i a D. Ni- a D. Nunzio de Cornelijs per l’annuo canone di Dj cola Sanillo, siti in tenim.o di Alife l. d. Prati di tt.i 19.50 due territori in Alife, l. d. li Prati. cinque, e mezzo, e coppe una, e mezza p. lo prezzo di 20. 8bre 1798. Compra sub asta fatta da D. Ni- duc.ti 200.00. Notar Carlant.o Francomacaro. cola Sanillo delli servitori di Santa Maria a Costan- 24.7bre 1795 . Nicola Sanillo concede in enfi- tinopoli. teusi a Nunzio de Corneliis di Alife, due territori, l. 30.9bre 1798. D. Nicola Maria Natale Procu- d. li Prati, per l’annuo canone di ducati 19,50, che ratore speciale del Mag.co D. Nicola Sanillo compra moltiplicato al 5%, da il valore ai cennati fondi di pel prezzo di Dj 4600.00 dal Marchese D. Nicola Vi- ducati 390.00. Notar Luciani. venzio delegato di Sua Maestà (D.G.) i seguenti fondi 25.7bre 1795. Nicola Sanilllo acquista per du- appartenenti al Monte frumentario, l. d. la Fico, cati 182.00 in S. Potito, da Pietro e Vincenzo Sarro, Campisi, Filettone, Stravella, Alberone, Torello di Ce- due pezzi di territorio, l. d. le Pantane e li Valloni. nere, Pisciarello, S.Lucia del Persico o Pozzo, e che il Notar Castelli contratto non s’intenda conchiuso, se prima non fosse 1.9bre 1795. Nicola Sanillo aquista un fondo stato approvato dalla Maestà del Re. ortolizio in San Potito, l. d. le Sale, pel prezzo di du- 1° Aprile 1800. I Sig.ri Di Gennaro D. Raffaele, cati 332.10 Notar Sepe. Baldassini D. Andrea e D. Antonio di Nola, vendono 30. 9bre 1795. Don Nicola Sanillo acquista dal- a Nicola Sanillo un fondo arbustato vitato sito in l’Incaricato del Re Signor Vincenzio, diversi fondi Nola ove dicesi la Cerreta di tom. 9, 2/3 per lo prezzo nel tenimento di Alife, uno in quello di Piedimonte, di Dj 5260.00 dai quali ne riterrà Dj 800.00 capitale ed un altro in San Potito, pel prezzo complessivo di corrispondente ai pesi, e rate da tempo gravanti su ducati 4109.00. detto terreno, e ne pagò a saldo con fedi di credito158 17 Giugno 1796. Nicola Sanillo, compra dal Dj 4460.00. Notar Rocereto. Napoli. Rev.do D. Filippogiacomo Sauro un fondo querceto, l. d. 19.7bre 1800. Diana Carangio vedova di Mar- li Spaziani in S, Potito per DDj. 950.00. Notar Sepe. cellino Leggiero vende a D. Nicola un pastino di una 17 Gennajo 1797. I coniugi Nicola Palmiero giornata di bovi in S. Potito, l. d. Vallechiarella per e Felice Campagna vendono per lo prezzo di ducati Dj 50.00, Notar Luciani.

157 - Sisto Riccio era il proprietario della località in cui sorge il laghetto che porta ancora il suo nome.

80 La dinamica del patrimonio

16 Decembre 1800. La Real Corte rappresen- 8 Giugno 1802. D. Nicola Sanillo vende a Di tata da D. Gabriele Giannoccoli Visitatore Economico Chello Mariano e Sanillo Francesca di Auduni un ter- della Provincia di Terra di Lavoro delegato di S. M. reno di una giornata di buoj, l. d. l’Orto, per lo prezzo vende a D. Nicola Sanillo un territorio di tomole tre di Dj 50.00, pagabili fra due anni, e lasso qual tempo con quercie sito in San Potito, l. d. Pirocca, di spet- se non si trovava perfezionato il pagamento rimanea tanza della Venerabile Cappella di S. Rocco per il cassa, ed irrita la vendita- Notar Costantini. prezzo di Dj 125 e grana 10, con Decreto di assenso 9 Giugno 1802. Perrone D. Francesco in qua- Regio per la sudetta vendita. Notar Capobianco. lità di Economo ed Amministratore delle Chiesa di S. 13 Gennajo 1801. Ferdinando IV. Per Grazia Rocco in Piedimonte vende a D. Nicola Sanillo un di Dio, Re delle Due Sicilie- D. Gabriele Giannoccoli terreno di tom.2, con masseria ed aja di fabbrica sito Visitatore Economico della Provincia di Terra di La- in Carattano, ove dicesi la Selvareccia per Dj 87.00. voro, e da S.M. Delegato per la vendita de’ beni de’ Notar Perrone. luoghi Pii Laicali, con Real dispaccio Sua Maestà si 3.7bre 1802. D. Gabriele Giannoccoli, Razio- è degnato approvare la vendita di tre territorj di spet- nale della Real Camera della Sommaria delegato da tanza della Cappella del SSmo Sagramento del Casale S.M. vende a D. Nicola Sanillo per Dj 75 e grana di S. Potito, uno di tomoli 17, l. d. Vallechiarella, l’al- 5 un territorio con alcuni piedi di quercie e noci tro di un tomolo, e due terzi, l. d. Campisi, il terzo della venerabile Cappella di S. Maria del Carmine sito in Piedimonte, a favore di D. Nicola Sanillo per nel Casale dé Curti, l. d. Selva Vecchia. Notar Ca- la capital somma di ducati 1400.00, con decreto di pobianco. assenso Regio per la suddetta vendita. 9 marzo 1803. D. Nicola Sanillo compra da Cri- 20 Gennaro 1801. La Real Corte rappresen- stofaro Mezzullo un territorio arbustato di tomola tata da D. Gabriele Giannoccoli Visitatore Econo- due con quercie sito in S. Potito, l. d. Pirocca, per Dj mico della Provincia di Terra di Lavoro delegato di 50.00. Notar Francomacaro. S. M. vende a D. Nicola Sanillo un territorio di tom. 26 Marzo 1803. D. Nicola Sanillo compra per 1, 2/3 appartenente alla Cappella del Santissimo di Dj 650.00 da Alessandro d’Agnese tomola 14 e mezzo S. Potito sito in tenimento di Alife, l. d. Campisi pel di territorio aratorio con quercie sito in Carattano, l. prezzo di Dj 96.00. Notar Capobianco. d. Selva Riccia. Notar Perrone. 7 Giugno 1802. D. Nicola Sanillo da in per- 27 Marzo 1803. D. Francesco Confreda vende muta due territorj siti in Carattano l.d. le Carrocce, a D. Nicola Sanillo un territorio di tomoli cinque sito ed in permuta si riceve un territorio sempre in Carat- in S. Potito, l. d. li Spasiani, ed altro di tomola 39 tano, l. d. Pezza della Croce. querceto in detto territorio e propriamente quella por- 8 Giugno 1802. Nicola Sanillo compra dai Con- zione a mezzogiorno di esso per Dj 1325.00. Notar jugi Mariano di Chello e Maria Francesca Sanillo un Perrone. territorio aratorio di tomoli due e coppe dieci con mas- 30 Aprile 1803. D. Nicola, D. Giuseppe, e D. seria di fabbrica, aja lastricata sito nel Casale di Au- Pasquale Sanillo danno in permuta al Rev.do duni, l. d. Selvareccia, pel prezzo di Dj 156.00. Notar Adriano Narciso un territorio ad uso di canapina Costantini. un comprensorio di case di coppe 13 e mezzo, altro 8 Giugno 1802. D. Nicola Sanillo vende ai con- territorio di tomola 19 e coppe 4, altro di tomola 6 jugi Mariano di Chello e Maria Francesca Sanillo un e mezzo, altro di tomola 6 siti nella Città di Alife: territorio arbustato di una giornata di bovi sito in si ricevono in contracambio un territorio sito in S. Auduni, l. d. l’Orto per Dj 50.00. Notar Costantini. Potito, l. d. li Spaziani, in tre pezzi uno querceto 8 Giugno 1802. Cipriano Macaro ed i conjugi con fonte d’acqua perenne, parte boscoso, e parte Francescantonio Costantino ed Emilia Goglietti ridotto a coltura di tomola 58, un pastino arbu- vendono a D. Nicola Sanillo per Dj 57.00, un terri- stato e vitato con olive, l. d. Pirocca, di tomola 9, torio con peschiera, di coppe 14 in Auduni, l. d. Sel- ed un altro pastinello di tomola 3, in uno tomola vareccia. 70 circa.

81 Vittorio Imperadore Armando Pepe

4. 8bre 1803. Confreda Francesco vende a D. 20 Luglio 1808. D. Emilio e D. Nicola Onora- Nicola Sanillo il rimanente del fondo Spaziani, quer- telli del fu D. Giuseppe di Sepicciano, vendono a D. ceto e castagneto sito in S. Potito, di tom. 60 per Dj Nicola Sanillo quattro pezzi di territorio nell’agro 3100.00. Notar Francomacaro. Alifano, cioè uno di tomoli due e coppe sette, l. d. 4. xbre 1804. D. Nicola Sanillo compra dai con- Campisi, il secondo di tomoli due e coppe nove, l. d. jugi Domenico d’Agnese, e Maria Emmanuela Zitelli Pisciarello, il terzo di tomoli undici, e coppe sette ¼, per Dj 380.00 un territorio seminatorio di tomola 6 e l. d. Pisciarello e l’ultimo di tomoli sei meno un misu- mezzo sito nella Città di Alife, l. d. Pantano o Maz- rello, l. d. Tana della Volpe, per il prezzo di Dj zarro. Notar Piazza. 2360.00. Notar Perrone. 17. xbre 1804. D. Giuseppe de Parrillis curatore 2. 7bre 1808. Annamaria Sanillo del fu Mar- all’eredità di Giò: Battista Carangio di S. Potito cellino vedova del fu Pietro Onoratelli, Pasquale, An- vende a D. Nicola Sanillo un pastino arbustato, e vi- tonio, e Giovanni Onoratelli di d.o Pietro, vendono a tato sito in tenimento di S. Potito, l. d. Vallechiarella, D. Nicola Sanillo due piccioli territori incolti con di giornate 4 di buoi e coppe otto per il prezzo di Dj piante di querce siti in tenimento di S. Potito, l. d. li 234.00. Notar Luciani. Spasiani di coppe quindici per il prezzo di Dj 70.00. 24 Giugno 1805. Giovanbattista Paterno vende Notar Francomacaro. a D. Nicola Sanillo e D. Sisto Fiondella una cantina sotto terra, con pozzo d’acqua sorgiva, una casa terrena per introdursi nella can- tina sudetta; due altre case una terrena, e l’altra superiore a canali con cortiletto e portone site nella Città di Piedimonte, l. d. Tiratoja, per Dj 300.00. Notar Perrone. 1.xbre 1805. Michelangelo Seccia fu Nicola, Carlotta Seccia moglie di Ni- cola Borrelli, Nunzia Seccia fu Nicola moglie di Pasquale Campochiaro, ven- dono a D. Nicola Sanillo un piccolo ter- ritorio incolto di tomoli due sito in S. Potito, l. d. li Sugli, pel prezzo di ducati 25.00. Notar Giuseppe Francomacaro. 8.xbre 1807. Pasquale Riccitelli del fu Marcantonio vende al lodato Sig.r Nicola Sanillo un territorio aratorio ar- bustato e vitato di capacità di due gior- nate di bovi, sito in tenimento di S. Potito, l. d. Vallechiarella per il prezzo di Dj 115.00. Notar Francomacaro. 6 Maggio 1808. Ruggi d’Aragona Direttore dei Reali Demani vende all’asta pubblica, a Nicola Sanillo rappresentato da Francesco Saverio Ferro, un territorio sito in S. Maria, l. d. S. Pietro, di moggia due appartenente ai Quartieri di Capua Provincia di Terra di Lavoro, per Dj 1750.00. Notar Caputo di Napoli. Loc. Martoni, Alife

82 La dinamica del patrimonio

8 Aprile 1809. D. Emilio, e D. Nicola Onora- tito, l. d. Carroccie per il prezzo di duc. 25.00. Notar telli q.m Giuseppe di Sepicciano, vendono a D. Nicola Francomacaro. Sanillo 1° un territorio aratorio campestre inaffiabile 12 Agosto 1813. D. Nicola Sanillo compra da di tom. tre coppe sette, e passitelli dodici, l. d. Mar- Angela Riccio vedova di Vincenzo Scappaticcio per toni, 2° altro territorio aratorio campestre inaffiabile Dj 103.53, pari a lire 440163 due moggia di territorio di tom. 4 e ¾ di coppa, l. d. Martoni, 3° un territorio in S. Potito, l. d. Torellone. Notar Girardi. ad uso di canapina anche inaffiabile di tom. 2 e coppe 2 Maggio 1816. Istrumento col quale Sisto Fion- 10 e ½, tutti siti nel tenimento Alifano pel prezzo di della dichiara che la stanza terrena da lui comprata da Dj 1070.00. Notar Perrone. Giuseppe di Gregorio ad uso di Fondaco164sita in Pie- 10 ottobre 1809. Fede di credito159 di Dj 100 in dimonte per Dj 180.00, fu comprata con denaro co- testa di D. Nicola Sanillo girata per la soddisfazione mune unitamente a D. Nicola Sanillo. del prezzo delle sopradette moggia due. 20 Maggio 1816. D. Nicola Sanillo compra da 20 Marzo 1810. D. Nicola Sanillo per Dj Domenico Coppola una casa a pian terreno ad uso di 370.00 compra da Giulio, Pietro, Filippo e Vincenzo stalla a porchiera sita in Piedimonte, l. d. Purgolo per Gaudio, D. Giovanni, Raffaele, Angelo, Pasquale e Dj 140.00. Notar Pietro Sepe. D. Girolamo Gaudio un territorio querceto scosceso 24 Giugno 1816. Giuseppe di Gregorio di Ca- di moggia 10 e passi sette e mezzo in tenimento di stello rinuncia al patto di ricompra a favore di D. Ni- terra di Gioia, l. d. la Costera, ed un altro territorio cola Sanillo di S. Potito e D. Sisto Fiondella di querceto seminatorio di moggia tre e passi 22 nel, l. Calvisi, di un fondaco sito nella Piazza del Mercato d. Pezza della Croce. Notar Castelli. di Piedimonte per Dj. 180.00 con entrata dal portone 1° Aprile 1810. Tobia Coluccio per una vesta del palazzo della fu Vittoria Iabaudo, oggi di D. Do- di debito di Dj 156.00 verso D. Nicola Sanillo gli menicantonio Pascale. Notar Girardi. dà in anticresi160 per 10 anni tre stanze della sua 28.xbre 1816. D. Nicola Sanillo compra per Dj casa sita nel Comune di S. Potito, l. d. Albore161. 1200.00 da Emilio Onoratelli un territorio seminatorio Notar Francomacaro. di tom. 18 in Alife, l. d. Stradella o Filettone. Notar Sepe. 25 Ottobre 1811. D. Nicola Sanillo compra un 1° Genn. 1817. Nicola del Santo vende per Dj territorio seminatorio querceto castagneto nel Comune 125.00 a D. Nicola Sanillo una casa di membri tre di S. Potito, l. d. Cesa, di pertinenza dé Reali Demanj sita in S. Potito, le Formose, un membro al pian ter- per Dj 3750.00162. Notar Caputo. reno, e due superiori con loggetta e scala di fabbrica. 18. xbre 1811. Nicola Sanillo concede in enfi- Notar Pietro Sepe. teusi due pezzi di territorio siti in Alife l. d. Quercelle, 13 Genn. 1817. Giovanni del Vecchio pel per l’annuo canone di Dj 13 e gr. 13, che al 5 per cento prezzo di Dj 40.00 vende a D. Pasquale Sanillo un danno il valore di dj 262 e gr 60, a Giuseppe Panella. territorio con piante di quercie di passi 25, in S. Po- Notar Francomacaro. tito, l. d. Carroccie. Notar Francomacaro. 10 Febbrajo 1812. Teresa, e Maria Luigia 13 Genn. 1817. Nicola Sanillo acquista il ca- Scappaticcio vendono a D. Nicola Sanillo un terreno samento in San Potito, al luogo le Formose, per du- incolto di moggia due con poche quercie, sito in S. Po- cati 125.00. Notar Francomacaro.

158 - Cambiali. 159 - Fede di credito: cambiale 160 - Contratto col quale il debitore, a garanzia del prestito, cede al creditore un immobile concedendogli di per- cepirne i frutti, che saranno detratti dagli interessi. 161 - Con la prematura morte di Tobia Coluccio, Nicola Sanillo porterà in giudizio la vedova Luigia Campagna. 162 - Nicola Sanillo deposita 4 fedi di credito presso il Notar Rocereto di Napoli a saldo dei duc. 3750, con il saldo il 14 febbraio 1812. 163 - Siamo sotto il dominio Francese e i pagamenti avvengono sia in ducati che lire francesi. 164 - Fóndaco: bottega dove si vendono a ritaglio i tessuti.

83 Vittorio Imperadore Armando Pepe

13 Genn. 1817. Don Pasquale Sanillo acquista que in Alife, l. d. le Lenze, pel prezzo di duc. 600.00. in San Potito un fondo, l. d. Carrocce per dj 40.00- Notar Pietro Sepe. Notar Francomacaro. 10 Giugno 1818. D. Nicola Sanillo per Dj 13.7bre 1817. Macedonio Luigi di Napoli 4000.00 compra da Emilio Onoratelli i seguenti vende a Nicola Sanillo vari pezzi di terreno siti in fondi, 1° un territorio parte aratorio parte ad uso di Capodrise per Dj. 13100.00; dei quali ne pagò pronti padula165 con aja di fabbrica e casa rurale di membri a lui Dj. 257.85 e la residua somma in Dj. 12842.15 sei tra inferiori e superiori di tom 17 in Alife, l. d. li pagò il 23. 7bre 1817 con istromento per lo stesso Masseria di Gervaso. 2° un altro territorio di tom 12, Notar Ferrara di Napoli. l. d. Terralunga. 3° simile di tomoli 6, Vallone di 15.7bre 1817. Nicola Sanillo acquista il fondo Campise. Notar Pietro Sepe. Pantani in Gioja per dj. 40.00 Notar Francomacaro. 24. xbre 1818. D. Pasquale Sanillo compra da 7.8bre 1817. Risella Giuseppe presta il suo con- Filippo Giacomo Sauro per Dj 120.00 un pastino di sentimento alla vendita fatta dai suoi germani Fi- giornate due e mezza di buoi sito in S. Potito, l. d. lippo, ed Annamaria a favore di Nicola Sanillo di un Belvedere. Notar Francomacaro. fondo di passi 25 sito in S. Potito ove dicesi le Car- 28. xbre 1818- D. Pasquale Sanillo compra per roccie per Dj. 40,00. Notar Francomacaro. Dj 60.00 dai conjugi Angelo Porcello ed Angelanto- 15. 8bre 1817. Paolo di Chello vende a D. Ni- nia Uzzo, un territorio seminatorio con querce di cola Sanillo per Dj 40.00 un territorio di moggia uno moggia due in S. Potito, l. d. Sardarulo. Notar Fran- in tenimento di Gioia, l. d. Pantani. Notar Franco- comacaro. macaro. 9. 9bre 1819. D. Nicola D. Giuseppe e D. Pa- 13 Nov. 1817. D. Nicola Sanillo da in permuta squale Sanillo danno in fitto il sopradetto fondo ad due terze parti di un territorio arbustato di moggia Angelo di Nardo e Gianbattista Izzo per lo estaglio due e mezzo, l. d. Carroccie a Lorenzo e Concetta Co- di annui Dj 25.00. luccio e Michelangelo Crispino e ne riceve in contro 26. xbre 1819. Tommaso Ferruccio abitante cambio uno di proprietà di quest’ultimi di moggia tre in Alife, si è dichiarato debitore verso il Cavaliere e mezzo arbustato con quercie, l. d. Pirocca, senza ve- D. Nicola Sanillo di duc. 61,00 per fitto di più anni runa rivalsa. Notar Francomacaro. di un territorio in tenimento di Alife, l. d. Lima- 21 Febbrajo 1818. Nicola Sanillo acquista il tella, il Ferruccio, s’impegna a pagare entro sei anni fondo li Fossi in Piedimonte per dj 264.00. Notar Gi- a ducati 10.00 all’anno, e l’ultimo duc. 11.00 in smondi. moneta d’ argento a corso legale. Notar Giuseppe 14 Aprile 1818. D. Nicola Sanillo per Dj 48.00, Francomacaro. compra un territorio di un moggio circa in S. Potito, 29 Gen. 1820. D. Nicola Sanillo compra per Dj l. d. Valle Chiarella, da Giuseppe, Maria Preziosa del 60.00 da Nunzia Seccia un territorio con quercie in Santo, Tommaso Santillo, Vincenzo d’Orsi, Pietro, S. Potito, l. d. Sapoli. Angiola del Santo, nonché Livia e Catarina del 5 Feb. 1820. D. Nicola Sanillo compra da Gia- Santo. como Pietrosimone per Dj 750.00 un territorio di 12 Maggio 1818. D. Giuseppe, D. Francesco e moggia tre in S. Potito, l. d. Carroccie. Più un terri- D. Ferdinando Cardelli vendono a D. Nicola Sanillo torio pantanoso di tomola sette, l. d. Torello ed un per Dj 600.00 un territorio di tomola cinque in Alife, altro irrigabile di tomoli 11, l. d. Picozzi. l. d. le Lenze. Notar Pietro Sepe. 13 Feb. 1820. Nicola Sanillo compra per Dj 20 Maggio 1818. D. Giuseppe, D. Francesco, 13.00 da Anna Lombardi e suo figlio Gabriele Iafu- D. Ferdinando, fratelli Cardelli, vendono a Nicola sco un territorio di un moggio e mezzo in S. Potito, l. Sanillo un territorio campestre irrigabile di tomoli cin- d. Carroccie.

165 - Padula: piccola palude.

84 La dinamica del patrimonio

29 Ag. 1820. D. Nicola Sanillo per Dj 13 e gr. 29 Ag. 1822. D. Nicola Sanillo compra per Dj 50 compra da Giovanni Scappaticcio un territorio di 150.00 da Angiola d’Amato, Giuseppe Giovantonio un tomolo, l. d. Carroccie. e Pietro Lauro tre pezzetti di territorio in S. Potito, 9.8bre 1820. D. Nicola Sanillo compra per Dj l. d. Casa, uno di coppa 20, l’altro di moggia 3 e 110.00 da Domenico e Pasquale Santillo un territorio mezzo, ed il terzo di moggia uno e mezzo. arbustato di moggia due sito in S. Potito, l. d. Sardarulo. 1° 8bre 1822. D. Nicola Sanillo compra dalla 18. 8bre 1820. D. Vincenzo Sanillo vende a D. Real Cassa di Ammortizzazione due moggia di terri- Nicola Sanillo per Dj 80.00 un territorio ortolizio col- torio in tenimento di , l. d. Vairo di perti- l’uso dell’acqua di passi quattro, l. d. Conignale. nenza di Ave G.P. per lo prezzo di Dj 62.00 annua 12.9bre 1820. Luigi e Giovanmichele Santillo rendita trasferita sul Gran Libro del debito consoli- vendono a D. Nicola Sanillo per Dj 35.00 un pastino dato di Napoli senza capitalizzazione. di moggia uno e un terzo, l. d. Carroccie. 1° 8bre 1822. D. Nicola Sanillo compra 18 Nov. 1820. Maria Colapetella vende a D. dalla Real Cassa di Ammortizzazione un territo- Nicola Sanillo un territorio di un moggio, l. d. Selva rio di moggia sei e passi cinque nel Comune di Riccia, ed un altro, l. d. Pagliano, di passi 22½ per Marcianise, l. d. Vairo per lo prezzo di Dj 180.00 Dj 149.00. in rendita inserita sul Gran Libro del debito pub- 20.9bre 1820. D. Nicola Sanillo compra da An- blico, consolidato di proprietà dello stabilimento gelo di Nardo per Dj 155.00 un territorio di moggia di Ave G.P. due sito in Alife, l. d. Fieco. 1° 8bre 1822. D. Nicola Sanillo compra dalla 13. xbre 1820. D. Nicola Sanillo per ducati Real Cassa di Ammortizzazione un territorio di to- 70.00 compra da Michelangelo e Ferdinando Riccio mola 12, denominato Iungere in Piedimonte d’Alife due moggia di pastino in S. Potito, l. d. Sardaruli. di proprietà della Pubblica Beneficenza di quel Co- 25 Giug.1821. D. Nicola Sanillo per Dj mune per Dj 41.00 di annua rendita inscritta sul 2882,80 compra da D. Giuseppenicola Fattore due Gran Libro del debito Pubblico Consolidato. pezzi di terreno in Piedimonte, l. d. Torello di Cenere 3.8bre 1822. D. Nicola Sanillo compra dalla di moggia 20 ed un terzo, l. d. Martoni, di moggia sei. Real Cassa di Ammortizzazione un fondo di moggia 25.7bre 1821. D. Pasquale Sanillo per Dj 7 sito nel Comune di Macerata166, l. d. Pomara per lo 870.00 compra da Andrea Fattore un pezzo di ter- prezzo di Dj 168.00 in annua rendita inscritto sul reno di moggia cinque in Piedimonte, l. d. Filettone. Gran Libro. 31 Gen. 1822. I conjugi Michele Santillo e Pie- 19 Nov. 1822. D. Nicola Sanillo compra per Dj tronilla Piazza vendono a D. Nicola Sanillo una 100.00 da Giacomo Pietrosimone un pastino di gior- stanza terrena con orto a secco di un passo circa sita nate tre di bovi cioè moggia due in S. Potito, l. d. To- in S. Potito, l. d. Case, per Dj 70.00. rellone. 24 Feb. 1822. Domenico Santillo vende per Dj 6. xbre 1822. Contratto di permuta col quale D. 20.00 due piante di case della lunghezza di palmi 39½ Nicola Sanillo riceve dal Duca di Laurenzana un riunita alla muraglia, l. d. Formose a Nicola Sanillo. pezzo di terreno aratorio campestre in Alife, l. d. 25 Feb. 1822. Geremia Mastrangelo vende a D. Gaudari di tomoli sei, e coppe cinque, e mezza in con- Nicola Sanillo un pastino arbustato di passi 15 di tracambio da ad esso Duca tomoli sei, e coppe 7½ del prima classe, e passi 15 di seconda, in S. Potito, l. d. suo territorio, l. d. Torello di Cenere. Chiusa per Dj 200.00. 12 Gen. 1823. Istrumento del Notar Gismondi 3 Mag. 1822. D. Nicola Sanillo compra per Dj con cui si da a D. Nicola Sanillo il possesso del fondo 65.00 da Domenico e Pasquale d’Amato un orticello da lui acquistato dalla Pubblica Beneficenza di Pie- di passi quattro, l. d. Torellone. dimonte di tomola 12, l. d. Iuncere.

166 - Ora Macerata Campana

85 Vittorio Imperadore Armando Pepe

23 Apr. 1823. Simile col quale si dà a D. Nicola 1° Feb. 1826. D. Antonio Onoratelli per Dj Sanillo il possesso delle moggia sette di territorio nel 300.00 vende a D. Nicola Sanillo il diretto dominio Comune di Macerata, l. d. Pomara. una col canone di Dj 18.00 lordi a lui appartenente 19 Lug. 1823. D. Nicola Sanillo compra per Dj su due pezzi di territorio l’uno di moggia due, l. d. 300.00 un territorio di tomola quattro in Alife, l. d. Murecine, e l’altro ortolizio di coppe 18 e passitelli Anici, da Giovanbattista e D. Ferdinando Martone 13, l. d. Feiole. e D. Teresa Genovese vedova di D. Giuseppe Mar- 5 Mag. 1826. D. Nicola Sanillo compra per Dj tone, si stipula il patto di ricompra da sperimentarsi 6.00 da Angela, Marcellino ed Angelarosa Riccio un tra due anni. picciol fondo, l. d. Torellone, di coppe due. 1° Gen. 1824. Don Nicola Sanillo compra dalla 10 Lug. 1826. D. Nicola Sanillo compra, da Pa- Real cassa di Ammortizzazione un territorio aratorio squale Seccia per Dj 170.00 due case una mezzanina, di moggia 10, l. d. Campise nel Comune di Alife per e l’altra superiore in S. Potito, l. d. Cautole. l’annua rendita di Dj 66.00 inscritta sul Gran Libro, 15.xbre 1826. D. Domenico e Pasquale di proprietà detto fondo della Pubblica Beneficenza d’Amato vendono a D. Nicola Sanillo pel prezzo di di quel Comune. Dj 425.00 una casa di più membri superiori ed infe- 2 Feb. 1824. D. Nicola Sanillo compra per Dj riori, l. d. Cautole, in S. Potito. 10.00 dai coniugi Pietro d’Amato ed Anna Melillo 1° Feb. 1827. Giuseppe, Vincenzo, Giovanni, ed Antonio e Felice loro figli, passi dieci di un arbusto Nicola e Placida Coluccio vendono a D. Nicola Sa- scosceso nel Comune di S. Potito, l. d. Cese. nillo per Dj 30.00 un pezzo di terreno di coppe quat- 16 Giug.1824. D. Nicola Sanillo per Dj tro e mezzo in S. Potito. 1180.00 compra da D.a Diana Onoratelli, nonché D. 8 Feb. 1827. D. Nicola Sanillo per Dj 40.00 Filippo, D. Raffaele Ciminelli tre fondi aratorj siti compra da Vincenzo Ferritto due moggia e mezzo di in Alife, l. d. Limatella, di moggia cinque, un altro l. territorio, l. d. Carrocce in S. Potito. d. Gaudari, di moggia sette, ed il terzo, l. d. Fontana 11 Giug. 1827. Atto a brevetto con cui per Dj di Pietro Orsillo, di moggia quattro e due terzi. 12.00 D. Nicola Sanillo compra da Angiolo, Miche- Piedimonte 10 Febbrajo 1825. I Sig.ri D. langelo e Maria Francesca Simone un piccolo territo- Gio. Crisostomo Sarrubbi, e D. Marcellino Greco, rio di un moggio, l. d. Pozzo. Agenti, ed Amministratori dello Eccellentissimo Sig.r 24.xbre 1827. D. Nicola Sanillo per Dj 100.00 Duca di Laurenzana, concedono in fitto al Sigr D. compra da Carlantonio Riccitelli un fondo di tomola Nicola Sanillo un territorio di circa moggia undici, di tre in S. Potito, l. d. Sardaruli. pertinenza del lodato Sigr Duca, l. d. Pantano Maz- 28 Feb. 1828. D. Giovanbattista Petella per Dj zarro, confinante colli beni di esso Sig.r Sanillo, colla 680.00 vende a D. Nicola Sanillo un fondo irrigabile strada pubblica, con quelli del Monistero di Donne di moggia tre e passi 16 con casa rustica di due mem- Monache sotto il titolo del SS Salvatore di Piedi- bri uno inferiore, e l’altro superiore sito in tenimento monte. Il fitto rimane concordato così a corpo e non della Comune di S. Potito, l. d. la Masseria, segue il a misura, e conceduto per lo spazio di anni quattro, e borderò d’iscrizione. Notar Don Rafaele Gismondi. per l’anno convenuto estaglio di ducati 45.00, il pa- 28 Feb. 1828. D. Nicola Sanillo compra da D. gamento avverrà qui in Piedimonte in valuta d’ar- Clemente Onoratelli un fondo aratorio di tomoli 9 in gento sonante a corso di legge, escluso sempre il rame, Alife, l. d. Anici per Dj 400.00. e qualunque carta monetata fosse in commercio. 21 Mag. 1828. D. Emilio Onoratelli vende a 30 Mag. 1825. D. Nicola Sanillo compra per Dj D. Nicola Sanillo il dominio diretto di due corpi 60.00 da D. Giuseppe Petella un pastino di passi 15 stabili, uno della estensione di tomola sette coppe di prima classe, e 15 di seconda, l. d. Torellone. tre e mezza in Alife, l. d. Morecine, ed un altro di 21 Giug. 1825. D.a Anastasia Pietrosimone coppe venti passatelli 13 l. d. Fejola, il primo di vende per Dj 30.00 a D. Nicola Sanillo un fondo di annui Dj 21.00, ed il secondo di annui Dj 12.00 per coppe dieci, e passi 15, l. d. Torellone. Dj 528.00.

86 La dinamica del patrimonio

2. 7bre 1828. D. Pasquale Sanillo compra per 25 Marzo 1832. Anastasio Pietrosimone vende Dj 63.50 da Michelangelo Riccio una casa sottana a D. Pasquale Sanillo per Dj 220.00 una casa di divisa in due membri ed uno spazio di terra di palmi stanze quattro ed un orto di palmi 18 in S. Potito, l. 18 in S. Potito, l. d. Formose. d. Formose. 23 Gen. 1829. D. Luigi Fattore vende a D. 4. 8bre 1832. D. Nicola Sanillo compra dai co- Nicola Sanillo per Dj 580.00 due fondi siti in S. Po- niugi Vincenzo Martino ed … Campochiaro un ter- tito uno aratorio di tomolo uno e passi tre, l. d. To- ritorio di terza classe, l. d. Sugli diruto per Dj 20.00. relle delle Starze, ed un altro irrigabile, l. d. 30. 8bre 1832. Don Nicola Sanillo da in fitto Canapina di Abate Giovanni, della estensione di un fondo, aratorio, campestre, sito nel tenimento di passi 7½, unitamente a due giardinetti a secco ad Alife, l. d. Limata o Pergola, di tomoli 24 in circa, e uso di pianta di casa. che fu conchiuso per l’annuo estaglio di duc 80.00. 14.8bre 1829. Pasquale Leggiero vende a D. Notar Vincenzo Petella. Nicola Sanillo un pezzo di terreno in S. Potito, l. d. 6. xbre 1832. D. Nicola Sanillo compra da Ni- Sugli, di tomoli due per Dj 36.00 cola, Giovanni, Maria, e Vincenza Pitò per Dj 15.00 18 Gen. 1830. Onoratelli Emilio di Sipicciano un moggio di terreno in S. Potito, l. d. Valle Stefano. cede a D. Nicola Sanillo l’esazione di Dj 12.13 a lui Notar Francomacaro. dovuti da Giuseppe Pagliuca per lo canone enfiteu- 3 Feb. 1833. D. Nicola Sanillo compra per Dj tico del 1828. 45.00 da Maddalena Vitello, Maria Domenica, An- 10 Maggio 1830. D. Giovanbattista Petella q.m tonia e Stefano Piteo un tomolo e mezzo di fondo di Tommaso, vende a D. Nicola Sanillo q.m Luca di S. loro proprietà in S. Potito, l. d. Carroccie. Potito, un fondo murato in parte, con peschiera di 17 Marzo 1833. D. Nicola Pietrosimone vende fabbrica, con aja, e con più membri di case ad uso di a D. Nicola Sanillo un orto a secco di passo uno circa abitazione sito nel Comune di S. Potito, l. d. Chiesa con la fabrica lungo la strada pubblica in S. Potito l. Nuova, dell’estensione di moggia due circa. Più due d. la Porta per Dj 26.00. Notar Francomacaro. case site nello stesso comune, l. d. Cautole, con piccolo 13 Aprile 1833. Riccitelli Nicola vende a D. Ni- orto a secco di circa passi dieci, che vi è attaccato pel cola Sanillo col patto di ricomprare fra cinque anni prezzo di Dj 1043.00. Notar Girardi. un terreno di passi 10; una casa di tre stanze con 30.8bre 1830. Giovanni Papa vende a D. Ni- tutte le comodità, in Calvisi, l. d. Fontana delle Can- cola Sanillo per Dj 7.00 un fondo ortolizio di passi nelle, l’altro al l. d. Crocevia per Dj. 148,37; quelli due, l. d. Valloni, in tenimento di Gioja. stessi che il Riccitelli dovea a Sanillo per mutuo con- 1° 8bre 1831. D. Clemente Onoratelli vende a tratto il 19 Agosto del 1828 per Notar Girardi, ed in D. Nicola Sanillo per Dj 560.00 un pezzo di terreno forza di brevetto del 26 Gennaio 1832 per Notar aratorio irrigabile di tomoli otto in Alife, l. d. Sanniti Francomacaro. Rinunciò poscia alla ricompra il 27 o Torelle. Marzo 1838 con atto per Notar Francomacaro, la cui 15 Gen. 1832. I coniugi Alessandro Vessella e copia è alligata al fascicolo- Maddalena di Chello vendono a D. Nicola Sanillo 22 Giugno 1833. Giuseppe Rao vende a D. Ni- per Dj 30.00 un pezzo di terreno querceto in S. Po- cola Sanillo il dominio utile di coppe 13 circa, l. d. Feole tito, l. d. Vallone, di tomoli tre. o Starza del Vescovo, per Dj 72.00. Notar Gismondi. 20 Gen. 1832. I coniugi Giuseppe Ciccarelli e 9.7bre 1833. D. Luigi Fattore vende a D. Pa- Teresa Carangio vendono a D. Pasquale Sanillo un squale Sanillo due case basse, ed una passata che im- moggio di terreno querceto, l. d. Carroccie, per Dj mette in una canapina di detto Sanillo site in S. 22.00 - Potito, l. d. la Porta, per Dj 120.00. Notar Rocereto. 28 Gen. 1832. Francescantonio di Palma vende 26 Marzo 1834. Pietro Ferritto, Angiola Maria a D. Nicola Sanillo per Dj 226.77, due membri di case e Angiola Antonia sue figlie, vendono a Sanillo un una inferiore, e l’altra superiore con porzione di giar- terreno boscoso di passi trenta sito nel Comune di S. dino in S. Potito, l. d. Crocevia. Potito, l. d. Sugli, per Dj 15.00. Notar Gismondi.

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20 Agosto 1834. Cristina Vessella, Giuseppe di Laurenzana Sig. D. Onorato Gaetani q.m D. Ni- Zeppetelli di lei zio di Alife, vendono a D. Giuseppe cola di Napoli, cede a D. Nicola Sanillo a titolo di Sanillo un terreno nell’Agro Alifano, l. d. Prati, per permuta quattro pezzi di terreno il 1° di tomolo Dj 210.00 di moggia sei in circa. Notar Costantini. uno, e coppe cinque, e due terzi, l. d. Campisi; il 2° 10 Settembre 1834. D. Luigi Fattore vende di tom. Due e coppa una, e cinque sesti, l. d. Cam- a Nicola Sanillo una casa soprana con scale di fab- pisi; il terzo di coppe dieci, l. d. Campisi, lago, o brica in S. Potito, l. d. la Porta. per Dj 75.00 Notar fontana di Gaudari, tutti tre nell’agro Alifano, ed Rocereto. il quarto sito in S. Potito di tom. uno, e coppe nove, 10 Aprile 1835. I germani Angelo, Marcellino, l. d. Rainieri, o Torello delle Starze, ed il Sig. Sa- Vincenzo, e Francesco Riccio; i coniugi Pasquale nillo cede a Sarubbi per lo stesso titolo un pezzo di Bianchino ed Angiola Rosa Riccio; coniugi Angelo terreno in tenimento di Alife, l. d. Torello di Cenere, Izzo, ed Anna Riccio; coniugi Michele Riccitelli ed o vado della Volpe, di tomoli cinque, e coppe otto. Angiola Maria Riccio; vendono a D. Giuseppe Sa- Notar Gismondi. nillo un di loro pastino arbustato di moggia due e 30 Gennaro 1837. Michele Uzzo di Carattano passi sette, e mezzo sito nel Comune di S. Potito, l. vende a D. Nicola Sanillo un terreno di tom. Due e d. Vallechiarella, per Dj 92.00. passi ventidue, sito in Carattano, l. d. Minchella, per Notar Petella. Dj 50.00. Notar Colambassi. 1° Giug. 1835. D. Gabriele di Renzo vende a 30 Ottobre 1837. Il Canonico D. Giuseppe Sa- D. Nicola Sanillo un territorio di tomoli 4 in Alife, nillo compra per duc 50.00, un pezzo di terra di passi l. d. Prati, per Dj 140.00, collo stesso strumento il 22½ nel Comune di Gioja, l. d. Minchella, da Fran- Sig.r Sanillo da in enfiteusi il detto fondo al vendi- cesco, Marcellino, Nicola e Girolamo Renzo. tore per l’annuo canone di Dj 9 e gr. 80 lordo. 14 Gennaro 1838. I Coniugi Michelangelo Notar Costantini. d’Amato fu Giuseppe, e Teresa Riccitelli vendono a 14 Settembre 1835. D. Nicola Sanillo compra D. Giuseppe Sanillo un fondo querceto sito in S. Po- da Orsola, Lorenzo Gaetano Merola e D. Giovanni tito, l. d. Sardaruli, di moggia tre circa per Dj 100.00. Seccia tre pezzi di terreno aratorio siti in Alife, il Notar Petella. primo irrigabile, l. d. Camini di tomola 12, il secondo, 30. 8bre 1838. I Germani Francesco, Marcel- l. d. Pero o Vespro di tomola 10, ed il terzo, l. d. lino, Nicola, e Geronimo Uzzo, q.m Giuseppe di Ca- Lenza o Molinello di tomola 3 e coppe 6, per Dj rattano, vendono a D. Giuseppe Sanillo un terreno 2500.00. Notar Gismondi. di passi 22½ sito in Comune di Gioia, l. d. Minchella, 22 Settembre 1835- I coniugi Lucarelli Fran- per Dj 50.00. Notar Colambassi. cescantonio, ed Albano Mariateresa vendono a D. 15 9bre 1838. D. Raffaele, e D. Marcellino Nicola Sanillo i seguenti fondi cioè, l. d. Giugliano, Onoratelli q.m Michele, D. Vittoria, e D. Maddalena in quello di Trentola di moggia 4, l. d. Graja, in quello loro germane, D. Filippo Germano delle Sig. Eleo- di Marcianise di moggia 2, l. d. L’Orlino, e San Gio- nora, e Mariangiola Onoratelli di Sepicciano vendono vanni, in di moggia 12, l. d. Lagnone, in Mar- a D. Nicola Sanillo un terreno irrigabile, aratorio di cianise di moggia 5, l. d. Campociento, in San Nicola tom. dieci circa sito in tenimento di Alife, l. d. Posta, la Strada di moggia 6, Formantino in uno moggia per Dj 1150.00. Notar Gismondi. circa 29, per lo prezzo di Dj. 8091.40. Notar Pa- 14 Dec. 1838. D. Salvatore Pietrosimone vende lomba. a D. Giuseppe Sanillo un pezzo di terreno querceto 9 Maggio 1836. Luigi, Vincenzo, Marcellino in S. Potito di tomoli tre, l. d. Franci, duc. 350.00. fratelli Ricigliano q.m Raimondo, vendono a D. Giu- 1 Gennaro 1839. I coniugi Francesco Carpen- seppe Sanillo un terreno di moggia tre nel Comune di tino, e Catarina Seccia di Sepicciano vendono a D. S. Potito, l. d. Cesa, per Dj 140.00. Notar Gismondi. Giuseppe Sanillo un loro fondo di moggia 5, e passi 17 Gennaro 1837. D. Giovancrisostamo Sa- 23½ sito nel Comune di S. Potito, l. d. Sugli, per lo rubbi q.m Eugenio qual procuratore di S. E. il Duca prezzo di Dj 200.00. Notar Francomacaro.

88 La dinamica del patrimonio

6 Gennaro 1839. D. Giuseppe Sanillo concede Botteghe, per l’annuo canone enfiteutico di Dj. in enfiteusi perpetua a Antonio Riccio di Calvisi un 18.00. Notar Gismondi - terreno di moggia due sito in Gioja, l. d. Iovini, per 4 Marzo 1842. D. Pietro Piazza q.m D. Filippo, l’annuo canone enfiteutico di Dj cinque, e grana cin- e Filippo Piazza figlio di detto D. Pietro, vendono a quanta. Notar Francomacaro. D. Giuseppe Can. Sanillo un territorio querceto di 1° Agosto 1839. D. Clemente Onoratelli vende moggia tre circa sito in questo Comune di S. Potito, a D. Giuseppe Sanillo un pezzo di terreno irrigabile l. d. Chiusa, per Dj. 90.00. Notar Francomacaro. di tomoli 10 in Alife, l. d. Martoni, per lo prezzo di 1° Ap. 1842. D. Nicola Sanillo compra da D. Dj 650.00. Notar Gismondi. Emmanuele e Gennaro Albano, moggia otto passi 21, 1.7bre 1839. D. Giuseppe Sanillo q.m Luca, con- e passitelli cinque del fondo detto Portico in Marcia- cede in enfiteusi per anni ventinove a Pasquale d’Orsi nise per Dj 3000.00. q.m Costanzo, Domenico Rapa q.m Bonaventura tutti 1° Ag. 1842. Don Giuseppe Sanillo compra da di S. Potito solidarmente un terreno di moggia tre, e D. Felice e D. Francesco Meola di Piedimonte, un passi 13 sito in tenimento di S. Potito, l. d. Rainieri territorio in Alife, l. d. Vesca, di tomoli 8½ per Dj o Torello delle Starze, o largo del Matese, per l’annuo 1040.00. Notar Gismondi. enfiteutico canone di Dj 14.00. Notar Francomacaro. 25 Ott. 1842. Istrumento con cui Nicola Ricci- 24 Settembre 1839. I coniugi Luigi Sanillo qm telli rinuncia a D. Enrico Sanillo la suppenna colla Nicola, e Mariangela Riccitelli germana di Domenico servitù di passaggio nel luogo detto Crocevia, e D. Riccitelli qm Giuseppe, nel 1837 con istrumento per Giuseppe Sanillo paga ad esso D. Nicola Riccitelli Dj Notar Francomacaro venderono a D. Giuseppe Sa- 30.00- nillo qm Luca di S. Potito col patto di ricompra la 8 Apr. 1843. Marcellino Fiondella q.m Carlo e metà di un piccolo loro terreno in passi sette, e mezzo Maria Uzzo, e Gabriele Iafusco tutti di S. Potito, sito in tenimento di S. Potito, l. d. Sala, per Dj 43.00 vendono a D. Giuseppe Can. Sanillo un pastino di to- ora ratificano tal vendita, e detto Sanillo per sua ge- moli 4 e coppe 10 in S. Potito, l. d. Crocevia, per Dj nerosità gli da altri Dj 10.00. Notar Francomacaro. 180.00. Notar Pietrosimone. 6.9bre 1839. Pasquale, Vincenzo, Luciano fra- 10 Mag. 1843. Carolina ed altri Rapa vendono telli de Lauro vendono a D. Giuseppe Sanillo tomolo al Canonico D. Giuseppe Sanillo due stanze terrene mezzo, ed un quarto di passo di un loro territorio sito in S. Potito, l. d. Crocevia, ed un piccolo orto di passi in tenimento di S. Potito, l. d. Carrocce per Dj 20.41. 24 per Dj 24.50. Notar Francomacaro. Portico 23 agosto 1844. Il territorio, che è 24. xbre 1839. Mariangelo di Chello qm Luigi e nelle adiacenze di Portico nel luogo denominato San sue germane Nunzia, Teresa, Anna, ed Annantonia Giovanni, in provincia di Terra di Lavoro, di pro- di Sepicciano con autorizzazione dei loro rispettivi prietà di Sua Eccellenza il Cavaliere D. Nicola Sa- mariti, vendono a D. Giuseppe Sanillo un terreno con nillo domiciliato in Napoli, essendo stato da me qui querce di moggia due, sito in tenimento di S. Potito l. sottoscritto misurato, l’ho rinvenuto dell’espansione d. Vallestefano per Dj 65.00. Notar Francomacaro. di moggia otto, e passi diciotto, secondo l’antica mi- 12 Giugno 1840. D. Tommaso d’Amato q.m An- sura. Luigi Iodice Ing.re . drea vende a D. Giuseppe Sanillo due pezzi di terreno 14.7bre 1845. Margarita Iannone vende a D. siti in S. Potito il 1° di passi cinquantasei, l. d. Cesa, Giuseppe Sanillo un fondo aratorio seminatorio, ar- per Dj. 25.00, ed il secondo, l. d. Valle Chiarella di bustato, olivato, con querce, di un moggio e passi 15 un moggio per Dj. 50.00. Notar Francomacaro. in S. Potito, l. d. Chiusa o Campo Ferraro, per Dj 17.9bre 1840. D. Nicola Sanillo concede a Giu- 64.80. Notar Pietrosimone167. seppe Nicola Missere una casa di due vani, uno su- 25.9bre 1845. D. Giovanni Seccia vende a D. periore e l’altro inferiore sita in S. Potito, l. d. Nicola Sanillo due piccioli fondi querceti incolti in S.

167 - Notaio: Simeone Pietrosimone.

89 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Potito, l. d. Carrocce, l’uno di un moggio, e l’altro di bano vende a D. Nicola Sanillo i seguenti fondi siti moggia quattro per lo prezzo di Dj 190.00. Notar in Marcianise, 1° Paludicella di moggia 9 passi 6 ; Pietrosimone. 2° Campolungo di moggia 9; 3° Colonna di moggia 5 31 Dec. 1845. Anna Santillo vende a Giuseppe e passi 10 e Giuliano di moggia 5 per Dj 9100.00. Nicola Vitello un fondo di un moggio, che da questo 31 Maggio 1857. Pietro Santillo di S. Potito fu venduto a D. Errico Sanillo, per duc. 50.00. vende a Enrico Sanillo due fondi nel tenimento di 17 Gen. 1846. Anna Santillo vende a D. Errico Gioja, l. d. Pescaruola, di moggia legali due e palmi Sanillo per Dj 43.00 una casa in S. Potito, l. d. For- quadrati 172, e l’altro di moggia legali otto, e palmi mose. quadrati 6716, per lo prezzo di duc. 152.00. Notar 5 Mag. 1846. D. Nicola Sanillo compra da D. Simeone Pietrosimone. Pietro Piazza e D. Filippo Piazza per Dj 102 e gr. 20 un fondo in S. Potito, l. d. Campoferraro di moggia sette. Notar Pe- tella. 17 Giugno 1846. Anna Santillo q.m Cosmo, vedova d’Angiolo Riccio, vende a D. Enrico Sanillo una casa superiore con spiazzo di canne tre sita in S. Potito, l. d. Formose, per lo prezzo di Dj. 43.00. Notar Pietrosimone. 5 Dec. 1846. Maddalena, Maria Domenica, Antonia, Stefano, e Marianna Piteo, vendono a D. Errico Sanillo qual procuratore di suo zio D. Nicola ed in nome proprio, una casa di due stanze in S. Potito, l. d. Torello, per lo prezzo di Dj 64.00. Notar Pietrosimone. 8 Feb. 1847. Sentenza definitiva, Masseria in località Cutturiscio del Tribunale Civile di terra di Lavoro, tra D. Filippo Piazza e D. Enrico Sanillo,col quale viene Nonostante il ritrovamento di altri documenti, aggiudicata al detto Sanillo per Dj 501,00 una casa l’elenco delle proprietà è ancora incompleto. In sita in S. Potito, l. d. Santo. totale sono sei i libri che lo compongono, allo 27 Apr. 1848. Giuseppe Nicola Vitello vende a stato ne sono stati ritrovati cinque, manca il D. Errico Sanillo una stanza terrena con spiazzo, quarto foliario. Tra i tanti incartamenti consultati, mantrile e dispensa in S. Potito, l. d. Formose, per Dj ci sono anche dei fogli sciolti senza data in cui 75.00. qualcuno ha iniziato a catalogare gli alberi. 24 Gen. 1850. D. Carlo Amato vende a D. Er- In contrada Fosso Campisi ci sono 2.997 rico Sanillo un casamento con spiazzo in S. Potito, l. pioppi del diametro variabile dai 6 ai 45 cen- d. Bottega, per Dj 220.00. timetri atti a produrre tronchi per navi mercan- 27 Gen. 1850. Pasquale Leggiero vende a D. tili, legname da lavoro, tappi, carta e legna da Errico Sanillo un fondo in S. Potito, l. d. lo Spedale, ardere, trentuno querce del diametro variabile di moggia tre per Dj 55.00. dai 30 ai 84 centimetri atte a produrre legna da 19 Ott. 1850. D. Francesco Pietro Sepe vende a ardere. A San Potito, via Formose, nel giar- D. Errico Sanillo il fondo di un tomolo e coppe tre dino, sono state conteggiate e misurate 91 per Dj 160.00 sito in Piedimonte, l. d. Cerqueto. piante di Robinia, (acacia), del diametro va- 16 Dec. 1850. D. Emmanuele e Gennaro Al- riabile dai 5 ai 30 cm e 26 piante di noci.

90 La dinamica del patrimonio

In contrada Pisciarello 2.061 pioppi del A quest’elenco, vanno aggiunti, i quaranta- diametro variabile dai 5 ai 47 cm. In località nove vani a Palazzo Nardones, e l’apparta- Piana, Enrico paga un mensile a un operaio mento in via Toledo. per la custodia dei pioppi. Siccome non ho Dal 1948 e fino al 1951, Alberto Bac- rinvenuto dall’inventario gli acquisti fatti da chiani170è il nuovo factotum della famiglia Fi- Nicola a Napoli, ho consultato i documenti langieri e l’uomo di fiducia del Conte Roberto che ne attestano l’acquisto: Palazzo in via Filangieri di Candida Gonzaga. Bacchiani mi ha Nardones, al pianterreno vani tre, confinante raccontato che in un dato giorno del 1949 il con il Barone Sanniti, (Barone di Baja e di La- conte Roberto si trovava nella sua casa in Na- tina) e Savarese; Piano matto168, confinante poli al Rione Sirignano e aveva tra le mani coi beni di Luigi Servillo, vani tre; Quarto molti atti di proprietà della famiglia Sanillo, piano, detto nobile, vani quindici, confinante quando si rese conto che a coi beni di Del Prato, Quinto piano, an- c’erano due distinte proprietà, delle aziende ch’esso nobile, ventotto vani169. agricole, non lontane fra loro, a lui scono- Un appartamento in via Toledo, oggi Via sciute. Controllata tutta la documentazione, si Roma, al civico 382. Non c’è traccia nem- reca in una delle due per chiarire la sua posi- meno dell’abitazione acquistata da Enrico nel zione. Il “proprietario” lo cacciò in malo 1860 in San Potito, trasformata successiva- modo. Il conte, senza batter ciglio, si allontanò mente in asilo comunale, oggi sede della Pro recandosi alla caserma dei Carabinieri, mostrò Loco, e del Palazzo della famiglia, alla via tutta la documentazione e, insieme ai Carabi- Formose in San Potito. nieri, ritornò in azienda. Il proprietario, rico- Morti Enrico e l’unica figlia Enrichetta, alla noscendo lo stato delle cose, cercò un accordo. moglie Alfonsina sono recapitati degli avvisi La persona che gestiva senza titolo il fondo, di pagamento riguardante la fondiaria su vari avendo nel corso degli anni fatto molte spese, terreni. Questi documenti sono datati fino al non voleva abbandonare la proprietà, per cui 1872, quasi tutti in nome di Nicola, che muore propose al conte Roberto di creare una società nel 1853. Dobbiamo attendere il 1876 per leg- alla pari. gere il nome di Palmieri Gaetani Contessa Alfon- Nelle rare occasioni in cui il conte, insieme sina come intestataria per lo pagamento della al suo factotum, si recava in azienda, i dieci Contribuzione Fondiaria. figli del “proprietario”, schierati come solda- Dopo due anni dal secondo matrimonio, tini, baciavano la mano al nobiluomo. con il conte Roberto Gaetani, tra le volture e L’azienda era molto grande, con un bellissimo gli avvisi di pagamento vengono alla luce altre vigneto, dove si produceva il vino asprigno. A proprietà, sconosciute all’inventario del 1865. poca distanza dal vigneto esisteva un enorme Cominciando dal 28 ottobre 1872 si eseguono pozzo scavato nel tufo, del diametro di circa le volture a nome di Alfonsina. Con ogni pro- sei metri, con una scala circolare ricavata nella babilità non si arriverà mai all’elenco com- parete. pleto delle proprietà dei Sanillo, mentre quelle Quando si scendeva nel pozzo, a circa cin- documentate sono 226. Sommando ogni sin- que metri di profondità, una porta di legno bar- golo acquisto nell’arco degli anni si arriva a rava l’ingresso di un andito dove, a terra, un totale di ducati 121.052,710. stazionavano dei binari. All’interno del locale

168 - Piano sollevato 169 - Palazzo, alla fine di via Toledo, che affaccia su largo S. Ferdinando “oggi piazza Trieste e Trento”, adiacente a piazza del Plebiscito e Palazzo Reale. (documenti Archivio Filangieri) 170 - Dai ricordi del factotum Alberto Bacchiani.

91 c’era un’enorme quantità di botti di vino aspri- di Buontempo Renato, insistono ancora le gno. Con un carrello sui binari, una botte alla iniziali del vecchio proprietario, Enrico Sa- volta era tirata fuori e con un sistema ad argano issata in superficie. Scesi altri cinque metri, una seconda porta barrava l’ingresso a un altro am- biente, ma il Bacchiani, per quelle poche volte che si è recato in azienda, non l’ha mai veduta aperta. Oltre al deposito di vini vi esiste- vano una casa colonica di modeste dimensioni e una bellissima casina a due piani, di epoca borbonica, con le pareti esterne decorate da fregi, si- milmente somiglianti a quelle del pa- lazzo di via Formose a San Potito. Secondo il racconto di Alberto Bac- chiani, la famiglia era scappata Vecchio asilo, oggi sede Pro Loco dall’America per problemi con la mafia. Nella casa c’erano due fucili tipo Win- nillo, mentre le altre iniziali tutte scolpite chester. A distanza di pochi anni, dei sicari, ve- nella pietra, che guardano a sud, oggi non nuti anch’essi dall’America uccisero il sono più visibili, perché coperte con la calce proprietario. Nella seconda azienda Bacchiani a seguito di una ristrutturazione. Con molta non è mai entrato. probabilità questa costruzione inizialmente San Potito, il vecchio asilo, in alto sul lato era su un solo livello, in seguito è stato alzato ovest, che affaccia nel giardino della famiglia il piano superiore.

Iniziali Sanillo sulla parete sud

Portale del vecchio asilo

92 VI. Un antenato intraprendente Nicola non è un nobile, ma lo ha sognato. A livello econo- mico è più di un nobile, la sua corrispondenza è suggellata con un timbro di ferro in stile nobiliare, creato dalla sua fan- tasia, le sue iniziali, (N.S.) sono scolpite sul manico dei cuc- chiai sormontate da una co- rona, mentre sui coltelli vi sono solo le iniziali impresse nello scudo. Nicola Sanillo, figlio di Luca e Antonia Fattore, nasce a San Potito il 19 settembre 1763. È il primo di sei figli ed è il personaggio che più d’ogni altro contribuisce all’arricchi- mento della famiglia. Oltre ad occuparsi degli affari di fami- glia frequenta l’Università degli Studi di Napoli e il 18. xbre 1792 è Magnificus D. Nicolai Sanillo, Dottore in Legge. Esercita per breve tempo la professione di avvocato, ha do- micilio a Napoli, dove trascorre moltissimi anni della sua vita, abita in via Toledo171 al n. 383. Nicola Sanillo, ritratto Il 20 ottobre 1796, il Duca di , amico della 1. Nicola Sanillo famiglia Sanillo, incarica Nicola di reclutare: Nicola Sanillo, austero e pensieroso, come il fratello Pasquale si fa ritrarre vicino ai suoi stru- menti di lavoro, penna, inchiostro e calamaio. Elegantemente vestito, sotto la giacca, forte della sua laurea in legge, si fa ritrarre indossando l’er- mellino. Di questo capo di abbigliamento, fa sfoggio anche l’altro fratello, il canonico Don Giuseppe. L’ermellino è indossato, nelle grandi occasioni, da regnanti, giudici di Cassazione, Rettori e da alti Prelati, come segno di potere. Nicola Sanillo, sigillo in ferro

171 - Via Toledo: oggi Via Roma.

93 Vittorio Imperadore Armando Pepe

ispettore di Scavi e Antichità, fino a Cerreto. In alcuni anni è il Comandante della Guardia Civica di San Potito, Giudice aggiunto al Giu- dicato di Pace del Circondario di Piedimonte, Consigliere distrettuale. Molti altri incarichi sono descritti nei vari capitoli. Sul cucchiaio. Sul coltello. Il 15 maggio 1799 è chiamato con altri tre Agrimensori, per risolvere un complicato caso Per fornire il Regimento di Cavalleria, che con Re- di confine, di cui non ho riscontri sul risultato gale Approvazione sto formando, ho destinata la per- finale. sona di Nicola Sanillo al quale ho data la facoltà di …chiedo il di loro intervento, assistenza, e pre- reclutare soldati per detto nuovo Regimento, alli quali senza, dei Cittadini172 Nicola Sanillo, Saverio Fio- si promette come ingaggio ducati dodici, grana ven- rillo, Filippo Piazza e Sisto Riccio173, Pubblici ticinque al giorno … l’uomo dev’essere di buona sa- Agrimensori, per compra di un territorio aratorio cam- pestre, fattami dalla Chiesa di Costantino- poli della Città di Piedimonte, nel tenimento della Città di Alife, nel territorio denominato Lo Feo, confinante colli beni delli Cittadini Giuseppe d’Agnese, Onorato Gaetani, Francesco Fattore, e colli beni de’ Canonici di S. Croce di Castello e col terri- Stemma in testa alla Laurea di Nicola Sanillo torio denominato Filettone o Lo Fico, e colli beni de’ PP Carmelitani di Piedimonte, lute, dell’età non meno di anni sedici, e non più di e colli beni de’ Canonici della Cattedrale di Alife, e quarantacinque, di altezza cinque piedi avvantag- col territorio denominato il Persico, colli beni del Se- giati. Prego ognuno dargli ajuto per contribuire al minario Alifano, colli beni del Beneficio sotto il titolo Regal Servizio. Il documento è firmato dal “Duca di Rocca- romana”. Il nome non compare, ma si tratta del Duca Lucio Caracciolo, capitano dell’esercito borbonico, e delle Reali Guardie del Corpo, premiato con la Gran Croce del Real Ordine di San Giorgio nella campagna di Russia, del 1812, in seguito promosso Generale. Nicola è una persona molto poliedrica, nella sua lunga vita si applica a una grande va- rietà di lavori. Probabilmente inizia la sua at- tività lavorativa come Agrimensore, è un membro del Decurionato di San Potito, esperto di contabilità comunale, di divisione del Demanio con cui riceve l’incarico di eser- citarla in tutta Terra di Lavoro, ispettore di Ponti e Strade per il Distretto di Piedimonte, Nicola Sanillo recluta soldati per il nuovo Reggimento.

172 - Siamo sotto il dominio Francese “triennio giacobino”. 173 - Proprietario di quello che oggi in Alife è località “Sisto Riccio”, con annesso laghetto per pesca sportiva.

94 Un antenato intraprendente di S. Gabriele, colli beni della Chiesa di S. Lucia di Majorano, con la via pubblica ed il territorio deno- minato Pisciarelli, che confina colli beni del Cittadino Nicola Sanillo, colli beni delle Monache di S. Salva- dore, via pubblica, ed il vallone … Salute e fratellanza Piedimonte li 15 Maggio 1799. Il Cittadino Michelangelo Pasquale Anche il lavoro di Agrimensore, Nicola lo esercita per pochissimo tempo, ma lo continua solo a scopo personale. Il 10.2.1806 la famiglia Sanillo rivolge supplica al Papa per ottenere il permesso di erigere in casa l’oratorio privato per farvi celebrare quotidianamente la messa, e il: Supremo Consiglio di Cancelleria … veduto il rescritto Pontificio spedito a Roma, il 22.4.del 1806 gli si fa gra- zia ai retroscritti Sig.ri Fratelli, e Sorelle Sanillo della Città e Diocesi di Alife di erigere nella casa di loro abi- tazione l’oratorio privato come da loro supplica. La cappella è posta al primo piano, in una delle sale della zona settecentesca, che affaccia sull’odierna via Generale Petella. Gioacchino Murat, Napoli 1820 6. 7bre 1806. Entra solennemente a Napoli Gio- Bmo174 Padre. acchino Murat, bello di aspetto, magnifico di persona, Il Sacerdote Giuseppe, Nicola, Pasquale, Maria superbamente vestito. Lo spirito pubblico non era Angiola, Maria Carmela Sanillo Fratelli, e Sorelle tranquillo nel nostro circondario … germane della Città e Diocesi di Alife, umilmente Napoli nel 1806, fu riconquistata dai francesi, la espongono alla S.V. che per loro speciale divozione guerra continuò fino al 1808, quando tutta la parte desiderano l’indulto dell’Oratorio Domestico per la continentale del Regno fu posta sotto il controllo di Città, e Campagna di d.a Diocesi, stante che vivono Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone. Gioac- more nobilium con l’Estensione di d.o Indulto in per- chino Murat suo cognato, salì al trono di Napoli nel sona di Antonia Fattore Sanillo di loro Genitrice, e 1808, durante il cosiddetto “decennio francese”, dopo l’avranno a grazia. che il Re, Giuseppe, fratello di Napoleone fu chia- mato dall’onnipotente congiunto a cingere la corona Napoli 14 Aprile 1806. Il Ministro della Po- di Spagna. Murat governò per soli 6 anni, durante lizia Generale del Regno, … si permette al Signor Ni- questo periodo si fece chiamare Gioacchino Napo- cola Sanillo di S. Potito, attualmente in detto leone. Ferdinando IV di Borbone 8 giugno 1815 ri- Comune di condizione possidente, di conservare in conquistò il suo Regno175. propria Casa le armi, escluse le armi proibite dalle Gioacchino Murat nato nel 1771 ai 25 marzo in leggi precedenti, ed esportarle. Vaglia però munendosi Cahors nel Quercy, dipartimento del Lot, nato da della licenza di Caccia. ignobile, ma onesta prosapia176…

174 - Bmo: beatissimo. 175 - Harold Acton I Borbone di Napoli, Firenze 1985 - Giunti Martello Editore 176 - Vita e militari gesta di Gioacchino Murat di Gio. Vincenzo De Nigris. Napoli dalla tipografia de’ fratelli Paci 1820.

95 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Nel 1811, il Duca di Alanno, Intendente di 13 luglio 1829. I fratelli, Giuseppe, Nicola Terra di Lavoro, nomina Nicola Sanillo Co- e Pasquale Sanillo della Terra di San Potito, mandante della Guardia Civica di San Potito: tramite il Card. Pedicini chiedono al Bm᷉o …costando a noi sottoscritti Amministratori di Padre Papa Pio VIII: In caso d’infermità, per cui questo Comune, i sentimenti di attaccamento al pre- non gli sia permesso portarsi alla pubblica Chiesa, sente Governo, e la sana morale del Dr. D. Nicola Sa- possano confessarsi e ricevere il Pane Eucaristico nillo nostro connaturale, ed occorrendo eligere una dalle mani del Sacerdote che ivi celebra nel loro Ora- persona, ad oggetto d’organizzazione in questo Co- torio privato, in Città e campagna, eccettuato il mune della Guardia Civica, eligiamo d.o D.r D. Nicola tempo dello adempimento del Precetto Pasquale. per Capo e Comandante della medesima. La famiglia Sanillo, il 7 agosto del 1829, avendo molta servitù in famiglia, tra i quali tre Il 3 settembre 1812 è nominato presidente soli possono assistere alla S. Messa, chiede di del Consiglio Distrettuale di Piedimonte nella poter estendere la suddetta grazia per altre due Provincia di Terra di Lavoro da Gioacchino Na- persone di servizio. Nicola per questi privilegi poleone, Re delle Due Sicilie. rivolge supplica a sua Santità Pio VIII, che rie- sce a ottenerli sia per il Palazzo di via For- Quello che segue, è lo stemma della Fami- mose, che per la casa di campagna, in contrada glia Caracciolo ancora presente sotto la volta Torellone. Dopo quarantotto anni, Enrico Sa- d’ingresso del Palazzo di Pietramelara, al- nillo, chiede, con l’aiuto del Vescovo Monsi- l’epoca di proprietà del fratello del Duca. gnor Gennaro Di Giacomo, in data 18 maggio 1861, di allargare la concessione, allo scopo di acquisire altri privilegi, ottenendoli il 13 no- vembre del 1861:

Autorizzazione a celebrare messa in casa

“Alla Santità di Nostro Signore Papa Pio IX”. En- rico Sanillo gode per breve l’Indulto dell’Oratorio pri- vato nella Città e Diocesi di Alife, supplica umilmente la S.V. degnarsi concedere che la messa che si fa cele- brare a forma dell’Indulto Apostolico, nell’Oratorio pri- vato di Città valga anche per tre famigliari addetti alla sua assistenza; nell’Oratorio poi di Campagna valga per Pietramelara, stemma in arme dei Caracciolo tutti gli ospiti indistintamente, e per li famigliari.

96 Un antenato intraprendente

Il 27 giugno 1808, Nicola Sanillo di circa anni Dopo circa due anni dalla dominazione 40, ottiene la carta di ricognizione. Fino a questa francese, Gioacchino Napoleone Re delle Due data ne sono state concesse solo 25, la validità è Sicilie, autorizza con reale decreto del 12 giu- gno 1806 e in seguito, del 28 giugno 1810, la circolazione delle monete forestiere d’oro e d’argento nel nostro Regno. Mentre dobbiamo attendere il primo gennaio del 1812 per la sostituzione del ducato, questa è una moneta molto forte, per cui il cambio è sta- bilito in: 1 ducato = 4,40 lire francesi. In questo periodo storico, perché chiamarla lira? Proba- bilmente perché la lira, o livre, è stata la valuta fran- cese fino al 1795, quando fu sostituita dal franco. Da molti anni, con il suo lavoro di Sot- tintendente, Nicola riceve tutti i giorni nel suo ufficio, i vari giornali stampati nel Regno, ma uno in particolare è consultato attentamente dallo stesso, il “Monitore Na- politano”, che partendo dal 1811, cambia nome in “Moni- tore delle Due Sicilie”, ed è il giornale ufficiale del Regno: Comparirà tutt’i giorni, tranne le Nicola Sanillo, carta di ricognizione domeniche. Riunirà carta e carat- di due anni e prorogata per altri due, fino al 18 teri migliori. Conterrà tutte le leggi, tutt’i decreti, Giugno 1810, a firma del Sindaco Pietro Campo- tutti gli atti del governo; quante notizie offrono il chiaro. Ed è nel 1811, precisamente il 18 ottobre Regno, nonché i paesi stranieri; articoli d’amministra- che in Napoli, Gioacchino Napoleone decreta il cambio della moneta e intende sostituire il ducato con la lira francese. Nella mente del Re, l’idea della nuova moneta, nasce intorno al 1806, ma non è di facile attuazione ed è il tempo che farà la propria parte, impiegando circa sei anni. Tutte le monete d’oro e d’argento napoletane e si- ciliane saranno valutate comparativamente alla nuova moneta che avrà corso, in ragione di lire Cinque lire del 1813 (decennio napoleonico), 440/100 per ogni ducato … con l’effige del Re Gioacchino Murat.

97 Vittorio Imperadore Armando Pepe zione, di scienze, lettere e belle arti; avvisi commer- Nel marzo del 1810 Gioacchino Murat, ciali e giudiziari, annunzj di spettacolo, etc; nuove viste le difficoltà della popolazione di Solo- predizioni letterarie, invenzioni ed anche delle mode. paca, ordina: … nello scorso mese di marzo, di co- struirsi a Solipaca, sul Calore, fiume tortuoso e 2. Frammenti di storia. soggetto a piene enormi, un ponte di legno di due In questo capitolo cercherò di annotare le archi. Informata che l’opera stava per terminarsi, la notizie salienti, le militari sono le più annove- M. S. accompagnata da parecchi Uffiziali generali, rate, riempiendo oltre la metà del giornale. In partì di bonissima ora per andar a visitare i lavori questi anni tutta l’Europa è in gran fermento, di quel ponte, tanto più importante in quanto assi- è in guerra. L’Olanda è alleata dell’Inghilterra cura la comunicazione di Napoli col Contado di Mo- contro la Francia, ma è conquistata e sotto- lise, e con una porzione degli Apruzzi177 e della messa dai francesi: … e i membri del consiglio le- Capitanata178. gislativo, delle deputazioni dell’armate di terra e di Il ponte fu richiesto a gran voce dalle po- mare, e la deputazione della Città d’Amsterdam, polazioni limitrofe, dopo numerosi tentativi di hanno l’onore di presentarsi à piedi del trono di V.M. costruzione tutti andati a male a causa delle per esprimere rispettosamente i sentimenti d’ammira- straordinarie piene del fiume Calore. zione, di fiducia e d’ubbidienza che gli animano. Ci provò la prima volta il Viceré di Napoli Pen- …Il popolo olandese, Sire, conosciuto negli annali naranda, nella metà del XVII secolo, ma le diffi- dell’istoria per le gesta de’ suoi guerrieri, per l’integrità coltà nel mettere il secondo pilone, dopo aver creato i de’ suoi politici, e per gli sforzi fatti per conquistare e primi pilastri ed il primo pilone, furono troppe. conservare la sua indipendenza, possiede ancora la ri- Partendo dal 1810, con Gioacchino Murat, membranza de’ suoi antenati. … dopo la conquista, vi furono vari tentativi, andati a vuoto. Anche foste governati da un’amministrazione particolare; ma in questo caso, la grande difficoltà fu la costru- la vostra repubblica fece parte dell’Impero. zione del pilone centrale. Il ponte fu comple- …vi diedi un principe del mio sangue per gover- tato nel 1815, ma dopo poco tempo, una narvi, … le mie speranze sono state deluse, in fine violenta alluvione, lo demolì. ho messo un termine alla dolorosa interezza in cui vi Luigi Giura, ingegnere, intorno al 1813 trovavate, ed ho fatto cessare un’agonia che finiva entrò nella scuola napoletana di Ponti e d’annullare le vostre forze, e le vostre risorse. Ho Strade, e nel 1819 prese il posto di Maestro di aperto alla vostra industria il continente. Verrà un Costruzione. Nel 1826, fatto Ispettore dello giorno in cui porterete le mie aquile sopra i mari che stesso corpo, partì con tre alunni per la Fran- hanno illustrato i vostri antenati. Vi dimostrerete al- cia il Belgio e l’Inghilterra al fine di stu- lora degni di voi e di me. diarvi i ponti di ferro. Tornato dal suo La piazza d’Almeida è difesa da 4 reggimenti por- viaggio, progettò e realizzò nel 1832, il toghesi; essa è provvista di munizioni e di grossa ar- ponte a catene sul Garigliano. Dopo soli tre tiglieria. Il Maresciallo principe d’Essling è il anni, nel 1835 costruì il secondo ponte a ca- comandante in capo l’armata di Portogallo. … Im- tene sul fiume Calore, presso Solopaca. Di perio Francese, Parigi 5 settembre. Il Sig. consigliere questi due imponenti lavori, fu reso detta- Sommering ha inventato un telegrafo elettrico, che gliato conto negli Annali del Regno delle col mezzo di un conduttore di fil di ottone porta una Due Sicilie179. Il primo ponte prese il nome notizia con celerità maggiore di quella con cui propa- del Re Ferdinando II “Real Ferdinando” e gasi il suono delle campane. quello di Solopaca, della regina Maria Cri-

177 - Abruzzi 178 - Dal Monitore Napolitano 1810. 179 - Storia De’ Monumenti di Napoli, Arch. Camillo Napoleone Sasso. Napoli 1856.

98 Un antenato intraprendente stina di Savoja, “Ponte Cri- stino”. Nei primi giorni del 1852, una forte alluvione danneggiò il ponte, e: Pro- vincia di Terra di Lavoro, Di- stretto e Circondario di Piedimonte, Comune di San Potito, oggi li 21 Gennajo 1852, riunito il Decurionato, Giornale del Regno delle Due Sicilie, 15 agosto 1835 nella solita sala delle sue sessioni nella casa Comu- Una dama, che si spacciava per moglie d’un Ca- nale, con il Sindaco Vincenzo Piazza, si è proposto pitano, viveva da alcuni anni nel borgo di Groshoef- all’esame della Decuria del sudetto Comune se mai flem, e faceva molte spese senza potersi indovinare sembrasse conveniente di favoreggiare col proprio come vi sovveniva, divenne in fine sospetta alla po- voto il progetto di coloro che chiedono di costruirsi lizia il dì 17, salirono i commissari nella di lei casa, e un ponte di fabbrica sul Torello, in presenza di altro, le chiesero come sussisteva, dov’era suo marito. Nel che vorrebbe che si riattasse il ponte Cristino… (si cercare le lettere del preteso marito, in una retroca- propose anche un percorso alternativo). mera dove stavano chiusi sei cani, furono trovati de’ Il Decurionato dichiara che con la perdita pezzi di carta tagliati a guisa di biglietti da banco; del ponte di ferro sul Calore è venuto a man- indi vari biglietti da 50 fiorini181; finalmente una ma- care un mezzo di comunicazione, producendo trice e tutti gl’istromenti necessarj alla fabbricazione così un serio ritardo al movimento commer- di carte false. ciale non solo degli abitanti dei paesi vicini Una terza camera però in fondo era chiusa; si al ponte, ma ben anche di quelli di Piedi- dovettero, per giungervi, scacciare i cani che la di- monte, e di San Potito, quando il Volturno in- fesero lungamente. Vi si videro i piedi di un uomo, grossando, non permette per settimane il che furono subito afferrati. Era questi un giovine trasporto mediante le scafe pericolose. La di bell’aspetto, dell’età di 24 anni, che tosto do- proposta del percorso alternativo non ebbe mandò grazia per la moglie, protestando d’esser egli seguito, il ponte fu riattato, rimanendo tran- il solo colpevole. Così dicendo, s’immerse un coltello sitabile fino a ottobre 1943 quando durante in gola; fu per’altro prontamente soccorso, e non si la II guerra mondiale fu fatto saltare dai sol- crede mortale la sua ferita. L’uomo e la donna sono dati tedeschi. detenuti. Del vecchio ponte di ferro ancora riman- Appare nello stesso anno a Napoli, nel Mo- gono i quattro mastodontici pilastri di sup- nitore, la notizia che Gioacchino Napoleone porto alle catene, e i quattro leoni che annulla per decreto tutte le licenze di caccia, abbellivano ulteriormente l’opera. Sono an- per rinnovarle con altre regole e che le licenze cora visibili nei mesi di secca, una parte degli hanno validità dal primo gennaio al 31 dicem- anelli di ferro, giacenti sul fondo del fiume. bre di ogni anno, nello stesso giornale com- (per i leoni, trattasi di copie, gli originali fu- pare una notizia curiosa sulla caccia ai rono rubati nel 2003). cinghiali, tra storia e mitologia: Notizie estere, dalla Germania, Oldemburgo180 19 In tutt’i tempi fu la caccia uno dei più belli eser- luglio. La notizia è del 19 luglio è data alle cizj, e de’ piaceri più nobili: i primi cacciatori fu- stampe in Napoli il 5 settembre 1810. rono i primi Eroi. I ricchi e i poveri, quei che ne

180 - Oldemburg: Germania, Città della bassa Sassonia. 181 - Fiorino, moneta olandese.

99 Vittorio Imperadore Armando Pepe

…Ercole parte a combattere il cin- ghiale d’Eurimanto e recarglielo vivo, il cinghiale non gli resiste lungo tempo, l’atterra, se lo carica sulle spalle, gli uni dicono vivo, altri morto … una pittura assai mutilata dissotterrata a Portici nel 1767 rappresenta questo soggetto, secondo Pausania, gli abi- tanti di Cuma Opica, quella le cui ruine sono vicino Baia, facevano vedere à cu- riosi i denti di quest’animale sospesi alle mura del tempio d’Apollo. …venghiamo ora al più famoso de’ cinghiali, a quello di Caledonia, mandato, dicesi, da Diana per ven- dicarla d’Eneo, Re di quella parte dell’Etolia, il quale aveala dimendi- cata in un sacrifizio. Questo cin- ghiale fa epoca nella storia: essa ci ha persino conservato il nome della troia del cinghiale che gli diede la vita: si chiamava Faia, infestava i Monitore Napolitano, articolo sullo spaccio di banconote false. contorni di Crommione presso Co- avevano i mezzi e coloro ai quali questi mancavano, rinto, e fu uccisa da Teseo; ma il più bel titolo della han cacciato, gli uni per bisogno gli altri per piacere Faia si è quello d’essere stata la madre del cin- … Polinice e Tideo arrivano in casa di Adrasto, il ghiale di Caledonia, che chiamano a torto cin- primo coverto della pelle di un lione, e Tideo di ghiale, perché era pure troia; si dice anzi ch’era quella d’un cinghiale, Aceste, in Virgilio, sotto la bianca, e che si chiamava Achedora, … gli storici spoglia d’un orso di Libia. non sono ben d’accordo sull’epoca nella quale fe- I poeti latini, fra gli altri, Orazio, Marziale, cero la caccia di Caledonia; la collocano gli uni Giovenale, han cantato i cinghiali della Lucania. qualche tempo prima degli Argonauti182, altri È questo, dicono essi, un animale nato per la caccia dopo: noi non cercheremo di conciliare i cronologi- e per figurare nelle migliori tavole. Le medaglie di sti, ma parleremo solo di quella caccia famosa … Pesto, città della Lucania, quella degli Etolj e d’Arpi, città fondata dall’Etolio Diomede, portano Imperio Francese. Parigi l’effige d’un cinghiale, per far perpetua la memoria I reggimenti olandesi incorporati nell’armata della loro origine. … noi crediamo che il cinghiale francese prenderanno, ogn’uno secondo la loro arma, d’Eurimanto è il primo di cui abbiamo sentito par- l’uniforme francese. Tutt’i corpi ex olandesi saranno lare, e secondo i più abili cronologisti, che questo pagati, alimentati, mantenuti ed amministrati, con- cinghiale viveva verso l’anno 1360 prima dell’era formemente à regolamenti francesi, un supplemento comune. Era enorme, d’una forza e d’una ferocia di paga sarà regolato per le truppe che restano in prodigiosa e che portava il terrore nei contorni di Olanda, in ragione dell’elevazione del prezzo delle Telpusa sulle sponde dell’Alfeo. derrate in quel paese. Le barche cariche di grano, se-

182 - Argonauti: Eroi della mitologia greca, alla conquista del vello d’oro

100 Un antenato intraprendente gale ed avena destinate per le nostre province Alemagna: Amburgo; Rastad; Alemagna; Girona d’Olanda, potranno essere spedite pel detto destino, Regno d’Italia: Milano; Ancona. dà porti dè nostri dipartimenti del Basso Reno, del Portogallo: Coimbra; Almeida; Lisbona. Mont Tonnerre, del Reno e Mosella, e della Roer. Tirolo: Insbruck. L’Europa era in preda a tutta la barbarie de’ Gran Ducato di Berg: Dusseldorf. tempi feudali, quando si tentò di farvi rinascere il Ducato di Mecklenbourg: Mecklenbourg. commercio; ma le strade ed i mari infestati da assas- Gran Ducato di Varsavia: Varsavia; Kalisch. sini e da pirati altro non presentavano che pericoli Ducato di Danzica: Danzica. sempre crescenti. Le città, a fine di mantener fra di Regno delle Due Sicilie: Napoli; Castellam- loro sicure comunicazioni, formarono delle specie di mare; Reggio, (Calabria Ulteriore). confederazioni, di cui erano scopo e fortissimo legame Provincie Illiriche: Trieste; Lubiana. la reciproca sicurezza ed il comune interesse. Fin d’al- Gallizia Austriaca: Brody. lora si distinse sopra d’ogni altra la Lega Anseatica Boemia: Toeplitz. o Braccio Teutonico. Lubecca ed Amburgo ne getta- Granducato di Wurtzburg: Wurtzburg. rono le fondamenta alla metà del secolo 13°. Regno di Wurtemberg: Stuttgard. Stati Uniti D’America: Washington. Imperio D’Austria, Vienna. Parecchi assas- sini ed incendiarj, cacciati dalla Prussia, si sono fatti Il Ministro Segretario di Stato Pignatelli vedere nelle montagne della Boemia; sono state prese le misure per liberare il paese da tali scellerati, di cui Berlino, le nostre gazzette danno giorno per taluni sono già stati arrestati. giorno, la serie degli editti reali concernenti, le nuove Molti sono gli stati europei e non solo, che imposizioni. Tra’ diversi dazj sugli oggetti di lusso è sono menzionati nel Monitore con le relative notabile quello sui servitori: i padroni che ne hanno città di cronaca, in questi 1810 e 1811, e sono: uno pagano sei scudi l’anno; quelli che ne han due 16, Imperio Francese: Parigi; Anversa; Amsterdam; e così in appresso, sino a quei che ne han sei, i quali Fontainebleau; Strasburgo; Firenze; Roma. pagano 20 scudi per ogni servitore. I cavalli, le car- Imperio D’Austria: Vienna. rozze, i cani ec. ec. son anche tassati. I vini forestieri Russia: Pietroburgo. pagheranno da 9. a 13 scudi. Il dazio sulle patenti Svezia: Stockholm; Gotemburgo; Oerebro. abbraccia tutte le classi di fabbricanti e tutti i me- Germania: Oldemburgo; Rastadt. stieri lucrativi, compresovi quello dei medici, chirurgi, Olanda: Amsterdam. dentisti, delle mammane, ec. Costa la patente da 1. Vallachia: Bucharest. sino a 200 scudi. Spagna : Andalusia; Cadice; Pamplona; Aragona; Berlino; Uno de’ nostri giornali contiene una Catalogna; Valenza; Saragozza; Burgos; Girona; lettera di un viaggiatore sul sciroppo di granone che Bilbao. si fabbrica a Schwedt nel Brandeburgo, questo succo Confederazione del Reno: Francfort; Ulma; si ricava dallo stelo del granone nel momento della Aschaffenbourg. raccolta. Sassonia: Lipsia; Gotha. Parigi; Un naviglio che pretendeva venire dalla Ungheria: Presburgo; Semelino; Temeswart. Nuova Yorck è giunto a Pietroburgo con un certifi- Transilvania: Pancsowa; Hermanstadt. cato falso; esso è stato sequestrato. Gli agenti francesi Turchia: Costantinopoli; Pera; Adrianopoli. e quelli delle potenze alleate confiscano da e per ogni Prussia: Berlino; Konigsberga; Riga. dove le derrate coloniali. Esse sono tutte di buona Danimarca: Copenaghen; Gorsoer; Elseneur. preda, e provengono dal commercio inglese. Inghilterra: Londra. Svizzera, Schaffusa; Un dotto d’Eritau, nel can- Svizzera: Schaffusa; Berna. tone d’Appenzel, nominato Bernardo Ermann, ha ul- Regno di Baviera: Passavia; Augusta; Monaco. timamente annunziata un’opera importante, nella quale

101 Vittorio Imperadore Armando Pepe ha fatigato moltissimo tempo, e che racchiude le sue Annunzi Tipografici. Trovasi vendibile nella nuove scoverte sull’organizzazione del mondo: è inti- stamperia francese a Chiaia, nel gabinetto di lettura tolata: La Tomba di Copernico. Vuole in essa l’autore francese ed italiana, al largo del Castello num. 56; nel dimostrare, con prove matematiche, che la terra non è deposito delle leggi largo palazzo num. 13, la Napo- un pianeta, che anzi essa è il centro di tutto il sistema leonide, poema lirico, contenente le più notabili gesta mondiale, ed il sole altro non è che un accessorio della militari e politiche di Napoleone il Grande, dalla sua terra. Egli accusa tutti gli astronomi che hanno esistito prima gioventù sino alla pace di Tilsit. S. M. I. e R. finora d’aver commesso gli errori più madornali, e pre- s’è degnata di gradirne l’omaggio tende che noi siamo a lui solo debitori della scoverta dei Svezia, Stockolm. Il Conte Axel di Fersen scon- veri principj del moto e del riposo fin qui ignoti. giura il Re Gustavo Adolfo, di rinunciare al suo sistema Westfalia, Cassel; Oggi si son poste delle senti- di guerra, di rientrare in Isvezia colle sue truppe, e di nelle alle botteghe dei mercanti di questa città per pro- distaccarsi dalla sua alleanza coll’Inghilterra, la quale cedere al sequestro delle mercanzie di fabbrica inglese. non poteva che essere funesta alla Svezia, l’anno Mancando ormai tutte le manifatture inglesi, e da scorso, 282 bastimenti svedesi sono arrivati a Londra. qualche anglomano essendo esse ricercate in ragione Russia: Pietroburgo, S.A.R. il duca Alessandro della scarsezza, un fabbricatore ha contraffatto il bollo di Wurtemberg è nominato governatore generale della e lo ha fatto apporre alle manifatture nazionali; ma è Russia Bianca. stato ben punito di questa sua speculazione, perché ha Strasburgo: S. E. il sig. Conte di Zeppelin, in- dovuto darle come mercanzia di contrabbando; e come viato plenipotenziario di S.M. il re di Wurtemberg tali vederle consegnate alle fiamme. presso la corte di Francia, è passato da questa città Austria, Vienna, sono comparsi diversi rapporti giorni or sono, ritornando da Parigi a Stuttgard. ufiziali pubblicati in Costantinopoli, sulle vittorie Aschaffenbourg: S.A.R. il Gran Duca ha fatto che i Turchi pretendono aver riportato sui Russi, che pubblicare un editto riguardante gli Stati componenti ci ha fatto riportare una si segnalata vittoria sul ne- il gran ducato di Francfort. mico, ed i cui trofei sono una gran quantità di teste 1. Il gran ducato è composto della città di Francfort tagliate e di prigionieri. col suo territorio, del principato d’Aschaffenbourg, della Turchia, Costantinopoli: i veri alleati de- maggior parte del principato di Fulda, della maggior gl’Inglesi sono i Bey d’Egitto, che a loro istigazione parte di quella di Hanau e della città di Wetzlar; si sono recentemente rivoltati contro il pascià del 2. Il gran ducato fa parte della confederazione Cairo, e la Porta Ottomana. del Reno; Costantinopoli. Un giovine arabo, di grande 3. Il suo contingente è di 2800 uomini, dopo la eloquenza e d’austeri costumi, s’annuncia come in- nostra morte, il gran ducato passerà a S.A.I. il prin- viato da Dio per insegnare agli uomini nuovi dogmi. cipe Eugenio183 Napoleone ed alla sua discendenza Il popolo dice che fa miracoli, e che la sua missione diretta mascolina, le femmine escluse. sta scritta a caratteri divini sul suo braccio dritto. Dusseldorf: Abbiamo avuto ieri il piacere di ri- Egli appartiene ad una delle più potenti tribù del- vedere una porzione delle truppe del nostro gran du- l’Imam, e le sue prediche gli hanno attirato gran nu- cato, che sono ritornate qui dalla Spagna, dopo mero di seguaci. un’assenza di quasi tre anni. Tutta la nostra città s’è Inghilterra, Londra, Sir Home Poham ha fatto portata in folla all’incontro di questi bravi che si son vela a bordo del Venerabile, di 74 cannoni, per recarsi coverti di gloria in Catalogna. sulla costa della Francia. Si sono recentemente sco- Danimarca, Copenaghen: secondo il rap- perte nel Messico alcune miniere d’oro che sembrano porto dei viaggiatori, le mercanzie inglesi son poste ricchissime. sotto sequestro a Gothembourg.

183 - Eugenio Napoleone, viceré d’Italia.

102 Un antenato intraprendente

Svezia, Stockholm: fra i 140 deputati dell’or- altro, nella piazza Napoleone di Pozzuolo, si proce- dine dei contadini, ve ne sono stati solo sette che ab- derà alla vendita all’incanto ed in contante di molte biano votato pel figlio di Gustavo Adolfo; quasi tutti botti di vino rosso e bianco, nella piazza del Mercato gli altri han votato pel principe di Pontecorvo. di Gioachinopoli, si venderanno 80 rotoli di bamba- Rostok Le truppe francesi, son entrate qui e sono gia; nella piazza del mercato, si stimeranno e vende- stati messi immediatamente i sigilli su tutt’i magaz- ranno sedie, tavole, tavolini, candelieri, portieri, zini di mercanzie coloniali. Lo stesso giorno dell’ar- specchi, comò, stipi, quadri, arnesi da cucina ed altro, rivo de’ francesi, 12 bastimenti sono entrati nel porto nel largo degli orefici, si venderanno all’incanto ed in di Warnemunde e sono stati sequestrati, essi erano contante due candelieri e quattro posate d’argento; carichi di derrate coloniali e convogliate da due fre- Nel casale di S. Pietro a Patierno, si procederà alla gate inglesi che scortavano un gran numero d’altri prima accensione di candele per la vendita di 5 fusti bastimenti. Questa presa è stata valutata sei milioni. contenenti 20 botti di vino rosso. Imperio Francese, Parigi: … il Principe Ogni giorno sul giornale c’è la pagina degli d’Essling era giunto a Coimbra, una delle più grandi avvisi giudiziari, dove in varie zone di Napoli città del Portogallo, situata a mezza strada da Al- si procede sotto il controllo del tribunale, alla meida a Lisbona. L’armata francese aveva fatto più vendita di merce pignorata a vario titolo a cit- di 2500 prigionieri, e disarmato parecchi reggimenti tadini del posto, in questi anni non è né facile, portoghesi, … fu intanto intrapreso dai francesi l’as- né veloce ricevere notizie estere, ed è guerra, sedio di Almeida, la cui guarnigione era di 500 uomini anche commerciale: comandata da un Ufiziale Inglese. Almeida è situata sopra un’altura d’una mon- Inghilterra, Londra: …Posso io dimenticare tagna maestosa, che è tagliata da un immenso val- che la camera dei comuni ha sofferto che un pubblico lone, le di cui sinuosità sono occupate dal corso rapido funzionario (Lord Malville) negasse coll’ultimo grado del fiume Coa. Questo fiume scorre a traverso de’ di sfacciataggine di render conto dell’impiego che massi di granito sospesi di tanto in tanto al di sopra avea fatto dei fondi pubblici? delle sue acque; e dopo aver ricevuto nel suo corso tre Regno delle Due Sicilie, 18 agosto 1810 alte piccole riviere, si getta nel maestoso Duero. Al- meida è la piazza principale del distretto di Pinhel; L’Anniversario della nascita dell’Imperatore Na- le sue fortificazioni sono riguardate come le migliori poleone è stato celebrato il giorno 15 … Vi fu gran del Portogallo. La piazza è difesa da sei bastioni in parata sul passeggio di Chiaia, dove si era portata pietra. Vi è un buon fossato e un cammino coverto. una folla immensa, e dove S. E. il maresciallo Peri- Quasi in mezzo della città, sopra un altro monticello, gnon, governatore di Napoli, passò in rivista 6000 si trova il castello, ch’è famoso per la sua forza ed i uomini di truppe tanto francesi che napolitane, che suoi magazzini a prova di bomba. Al di dentro vi sfilarono con 18 pezzi d’artiglieria di campagna a sono, muri, pozzi, e ad una piccola distanza una bella gridi ripetuti di viva l’Imperatore! Viva il Re! Viva sorgente d’acqua. la Regina! Regno delle Due Sicilie: Abbiamo decretato Confederazione del Reno, Francfort: e decretiamo quanto segue: tutte le mercanzie di fab- E’ giunto ieri qui un trasporto di stalloni persiani, brica inglese che sono proibite, e che si trovano oggi circassiani, tartari, russi etc, destinati per S. M. Na- nel nostro regno, sia in luogo di deposito nella nostra poleone. gran dogana di Napoli, sia ne’magazzini delle altre, Sassonia, Dresda: Luigi Napoleone, già Re ed a qualunque titolo vi si trovino, saranno pubbli- d’Olanda, è arrivato in quella città nel più stretto in- camente bruciate. cognito, sotto il nome di Conte di S. Leu Gioacchino Napoleone. Avvisi: Nella piazza Austria, Vienna: … la battaglia ha dovuto del mercatello, si venderanno all’incanto ed in con- aver luogo dal giorno 20 e l’accanimento del conflitto tante, parati, trumò, lampadarj, carrozze, cavalli ed è durato per ben sedici ore continue. La vittoria era

103 Vittorio Imperadore Armando Pepe tutt’ora indecisa, quando Ibra’m Pascià, figlio di Aly, rispettivi Sindaci; perché v’incarichiate farne la di- Pascià di Jannina, alla testa di 4000 uomini di ca- stribuzione di tre per ciaschedun Comune secondo le valleria della Natolia, piombò di soppiatto sulla tetro disposizioni, che esistono su’istessi, come osserverete guardia Russa, e la mise in rotta. Una lettera di Te- per il buon ordine di questo Officio. meswar, conferma la disfatta dei Russi. Io incaricandomi di questo interessante disimpe- Turchia, Costantinopoli: in tutto l’Impero gno, vi respingo tre modelli per ciascuna Comune, uno Ottomano si fanno delle immense leve straordinarie, dei quali resterà presso di voi. l’altro vi servirete pas- ed è stato dato l’ordine ai Pachà, sotto pena di morte, sarlo ai rispettivi Cassieri, e il terzo a ciascun Decu- che debbano tosto raggiungere l’armata del gran Visir rionato, quelli serviranno pel metodo da tenersi da con un doppio contingente. Lo stendardo di Mao- ciascuno di voi dopo la pervenienza de’ budget del metto s’è inalzato, e il Gran Signore ha levate dal te- corrente anno … vi compiacerete di comunicare con soro del Serraglio delle somme considerevoli per le me su qualunque dubbio possa insorgervi nei vostri spese della guerra. differenti rami di contabilità. L’istesso si contende- Goltemburgo: Un gentiluomo che arriva dalla ranno di fare i vostri Cassieri e Cancellieri. Se mai fra Russia, m’ha comunicato la lista dei bastimenti con- di voi vi sia chi abbia incontrato delle difficoltà sul dannati a Pietroburgo. Essa contiene i nomi di 59 bastimenti, con i dettagli dei loro carichi, consistenti in 4659 botti di zucchero raffinato, 60 di rhum, 363 casse di zucchero, ed in oltre del piombo, etc., per un valore considerevole.

San Potito lì 21 Gennaro 1812. Nicola Sanillo è incaricato dell’Istruzione pratica sulla Con- tabilità Comunale, le circolari sono trasmesse in varie date: 21 e 22 gennaio, 20 e 22 marzo, 31 marzo e 15 maggio 1812. L’inca- rico riguarda l’istruzione pratica sui diversi cespiti di amministra- zione comunale per il Circonda- rio di Piedimonte, i comuni interessati sono nove: Castello, San Gregorio, San Potito, Gioja, Alife, Sant’Angelo, Raviscanina, e Valle di Prata184. Circolare N. 1560 Piedimonte lì 20 Marzo 1812, vi rimetto num. 21 libri per la Contabilità Comunale per sette Comuni di questo Circondario, mentre per gli altri tre Piedimonte, S. Potito, e S. Angelo si ritrovano già rimessi à Contabilità comunale, incarico a Nicola Sanillo

184 - Valle Agricola

104 Un antenato intraprendente nuovo metodo di contabilità è autorizzato a chie- strettuale di Piedimonte nella Provincia di terra di derne li schiarimenti, ed io sono nell’obbligo di tra- Lavoro. smetterveli. Il vostro riscontro potrà pervenirmi pel Firmato Gioacchino Napoleone comodo della Posta con lettera sotto fa- scia perché sia esente dal pagamento. Vi saluto con perfetta stima Nicola Sanillo.

San Potito li 15 Maggio 1812 …mi si assicura, che procede con regola- rità per l’esercizio di quest’anno l’anda- mento sul nuovo sistema di contabilità Comunale a termini delle Istruzioni di S.E. il Ministro dell’Interno del dì 26. 8bre 1811. Io conto che i Signori Cassieri abbiano ri- messo nella Sott’Intendenza del Distretto il Bilancio per lo 2° bimestre già scaduto a di 30 Aprile ultimo. Del resto se non avessero ancora adempiuto questa parte, l’adempiano senza il minimo indugio… Gradite i sentimenti della mia stima, e vi saluto. Nicola Sanillo Nel 1813 l’intendente Carlo Filan- gieri rinnova a Nicola Sanillo l’inca- rico di revisore dei conti nei predetti comuni, escludendo per un probabile conflitto d’interessi Piedimonte e San Potito. Colla legge del 12 Dicembre del- l’anno scorso è stata ordinata la formazione dé Stati discussi Comunali da servire per Gioacchino Napoleone “Murat” l’Amministrazione di un quinquennio. Cono- scendo io bene quanto Ella valga nelle materie Ammi- Parigi 27. Febb.o 1813. Mio caro Zio. Così nistrative, e quanto possano i di lei talenti, e le dilei inizia la lettera che Nicola Covelli185 scrive cure, mi sono determinato a presceglierla per delegato di allo zio Nicola Sanillo. Covelli è figlio di questo lavoro né Comuni del Circondario di Piedimonte, Donna Angela Sanillo e dell’Avvocato Don esclusi i Comuni di Piedimonte, e S. Potito. Giuseppe Covelli, divenne primo Sindaco di Caiazzo, carica che ricoprì all’indomani del- Napoli 3 Febbraio 1813. Nicola Sanillo di l’istituzione dei Decurionati186, attuata, tra le S. Potito è nominato Presidente del Consiglio Di- altre riforme, da Giuseppe Napoleone187.

185 - Nicola Covelli, nipote di Nicola Sanillo, figlio di Angela Sanillo sorella di Nicola, che il 16 maggio 1785, sposa l’Avvocato Giuseppe Covelli di Caiazzo. 186 - Decurionato: assemblea dei consiglieri comunali 187 - Associazione Storica del Caiatino, I Covelli, una famiglia liberale caiatina di Nicola Santacroce. Tipografia Bandista gennaio 2014.

105 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Conseguita la laurea in medicina nel 1812, fu me- voi si passa per la salita di Gradilli nel mese di Aprile. ritevole di un “bravo di studi”, una sorta di borsa di Nel passare le Alpi, il cuore mi palpitava. Ma anche studio, con la quale fu inviato a Parigi, per il perfe- la Savoja non mi diede che piacere. Il resto del viaggio zionamento nelle discipline chimico mineralogiche, diede il colmo ai miei piaceri, poiché da Chambery a sotto la guida di illustri scienziati francesi. Nicola Parigi non s’incontrano, come sapete, che amene Covelli fu mandato a Parigi dal Governo murattiano Città, e ridenti fiumi, che le bagnano. per perfezionarsi in diversi rami di medicina compa- Arrivati in questa Città, voi potrete immaginarvi rativa, di scienze naturali e di economia rurale188. quale sia stata la sorpresa. La grandezza, la ric- chezza, la popolazione, la col- tura, la maestà de’ grandi edifizi, il gran numero di case di pubblica istruzione, e gli stabili- menti scientifici, non mi aspet- tava di trovare qui, nel giardino delle piante, l’assortimento di tutti i prodotti de’ tre Regni della Natura. Tutta la scala degli esseri dall’Elefante al Ca- storo, dal Pino sino alla più pic- cola pianta, dal granito all’argilla, è esposta agli occhi di chi vuole apprendere. Io credo, che anche gli asini di qua deb- bano essere dotti per necessità, poiché il gran libro della natura è aperto a tutti.

Napoli 25 Maggio1814. Ministero dell’Interno, nota al Capo della Deputazione della Provincia di Terra di Lavoro: La Deputazione della Provincia di Terra di Lavoro avrà l’onore di essere ammessa all’udienza di Sua Maestà, domani all’ora di mezzogiorno. Intanto S. E. il Lettera di Nicola Covelli allo zio Nicola Sanillo Ministro dell’Interno desidera Dopo un viaggio di giorni 38 mi vedo finalmente che domattina qualcheduno de’ membri della deputa- in Parigi. Nel cuore dell’inverno. Nel portarmi a Bo- zione si rechi in sua casa alle ore nove di Francia. logna il freddo che si è fatto sentire per queste con- Al Sig.r Nicola Sanillo trade, è stato marcato con sei gradi sotto al zero, da Vico Lungo Teatro nuovo n.11 Napoli Bologna a Parigi ho avuto un tempo di primavera. Era l’ultimo anno della dominazione fran- Le Alpi che sole mi facean paura, le passai, come da cese e Nicola Sanillo, in qualità di Capo della

188 - Associazione storica del caiatino - Nicola Covelli - Memoria per servire di materiale alla costituzione geo- gnostica della Campania - a cura di Giuseppe Rolandi- Grafiche Boccia - Capua 2009

106 Un antenato intraprendente

Al Sig. Nicola Sanillo, San Potito Sua Maestà sensibile ai senti- menti che le Provincie del suo Regno le hanno espressi per mezzo delle Deputazioni ha voluto dare a questi una pruova della Sua Real soddisfazione nominando Cavaliere del Real Ordine delle Due Sicilie quelli fra Deputati che hanno avuto l’onore di portar la parola a Sua Maestà. Io con vero piacere mi affretto a manifestarvi, Signore, questo atto della Sovrana munificenza, e rendendomi l’inter- prete dei sentimenti del governo presso di voi mi è grato di dichia- rarvi che sua Maestà vi ha nomi- nato Cavaliere del Real Ordine delle Due Sicilie. Il Duca di Alanno

Capua, il dì 16 Gennajo 1815. Il Duca d’Alanno incarica Nicola Sa- nillo di trovare dei giovani volontarj al servizio della Guardia Reale. Gio- vani, che sentite lo stimolo di onore, correte: il cuore del RE vi desidera: Invito di Gioacchino Napoleone a Nicola Sanillo la voce della gloria vi chiama. Deputazione della Provincia di Terra di La- Le condizioni che si desiderano voro, ebbe il grande onore di essere ricevuto nei giovani sono dall’allora regnante Gioacchino Napoleone. È - La buona morale. indubbio che Nicola Sanillo, sotto il Regno dei - La buona salute. Borbone, con le sue capacità si è arricchito, - L’età di 18 anni compiti a 28. ma nei pochi anni della dominazione francese - L’altezza di cinque piedi, e due pollici in su. Gioacchino Napoleone lo ha sicuramente, con le sue onorificenze, innalzato di grado. Napoli 2 Gennaro 1816 Amministrazione Generale delle Acque, e Foreste. Nicola Sanillo da anni lavora in qualità di Il Signor Cavalier D. Nicola Sanillo del Comune Consigliere del Distretto di Piedimonte e l’11 di S. Potito Provincia di Terra di Lavoro avendo do- maggio 1814 viene nominato Deputato del Di- cumentato di poter asportare le armi, ed avendo stretto e dopo soli quattro mesi, nel settembre adempiuto al pagamento di ducati due, è autorizzato dello stesso anno, è Presidente del Distretto di a poter liberamente andare a caccia col fucile nel- Piedimonte. l’estensione di tutto il Regno; meno che nei luoghi ri- Capua il dì 13 Luglio 1814 servati per le cacce di S. M. il Re (N.S.) L’Intendente della Provincia di Terra di Connotati del Signor Cavaliere Lavoro D. Nicola Sanillo

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Età: Anni Cinquanta giudicate così esatte, e regolari, che a pieni voti venne Statura: alta stabilito di farsene distinta menzione negli atti delle Capelli: Grigi sedute, e di passarvisi subito i più alti ringraziamenti. Occhi: Palombini Io nell’adempiere l’incarico addossatomi da questa Naso: Regolare Reale Società, e nel rendervi le dovute grazie per un Mento: Idem ragguaglio tanto ben eseguito, e si ricolmo di profonde Barba: Giusta vedute, vi prego gradire gli attestati sinceri della mia somma stima, e del mio inalterabile attac- camento. 1815. Nicola Sanillo riceve l’in- carico di redigere questo rapporto, che viene ultimato il 20 Febbraio 1816 e, il 3 marzo si presenta in as- semblea con il manoscritto rilegato con lo spago, ad uso dell’epoca, composto di ben 114 pagine di cm. 21 x 29,7 formato A4. Questo rapporto prende in esame la geografia, la caccia, la pesca e l’economia rurale, passando dalla pastorizia, ai piccoli animali dome- stici, senza trascurare le api, i bachi da seta e s’introduce con molta pro- fessionalità nell’agricoltura, par- lando della coltivazione del frumento, delle piante ortensi e di quelle perenni, s’inerpica nei bo- schi, senza trascurare la pastorizia, soffermandosi sulle manifatture di cotone, qualche accenno sulla lana, sulla manifattura del ferro e del cuoio, per finire alcune nozioni sulle stoviglie e sui vetri.

3. Rapporto Statistico Il Circondario di Piedimonte è ri- Nomina a Cavaliere del Real Ordine delle Due Sicilie stretto à quello di Cusano all’Est, dall’altro Nell’adunanza del 3 marzo 1816 fu letta la ri- di Capriati a Ovest, dalla sponda sinistra del Vol- sposta sul Rapporto Statistico relativo al Circon- turno a Sud, e dalle montagne del Monte Matese a dario di Piedimonte, incaricato di redigerlo è il Nord. … Lo stesso abbraccia dieci Comuni principali, socio D. Nicola Sanillo. Il Segretario perpetuo cioè Piedimonte, Alife, San Potito, Gioia colle sue di- della Real Società Economica di Terra di Lavoro pendenze, Castello, S. Gregorio, S. Angelo, Ravisca- Sig. Baldassarre Amerigo Tajani comunica al Si- nina, Ailano, Valle di Prata. Gli abitanti in assieme gnor D. Nicola Sanillo Socio Corrispondente: giungono a circa dieciotto mila anime. La sua super- Signore, ebbi l’onore di leggere alla Società le vo- ficie quadrata considerata orizzontalmente è di circa stre risposte, sulle domande statistiche. Furon desse miglia novanta quadrate, con questi dati noi tro-

108 Un antenato intraprendente viamo duecento individui per ogni miglio quadrato tordi, starne, starnotti, beccaccie, beccaccine, coc- (stato di popolazione poco florida). L’aria in generale ciarde, capoverdi né mesi proprj. E’ noto, che tali uc- vi è salubre … gli animali nocivi alla pastorizia sono celli siano emigranti. Non manca però qualche nel Circondario i soli Lupi. quaglia, e starna paesana, ed i capoverdi nidificano Quantunque non siano in molta quantità. Il nelle pianure del Matese. mezzo praticato per distruggerli è la tagliola, che ap- Il bestiame d’armento, che la riguarda sono le vac- pena qualcheduno si dà la cura di tendere. Più di rado che principalmente; poche bufole, e poche cavalle. … si adopera lo schioppo, essendo quest’arma poco co- l’origine di tutte le razze di vacche nel circondario è nosciuta dai pastori. Vi si caccieggiano lepri, qualche ignota rimontante a secoli la loro esistenza nel rispet- cinghiale, e qualche caprio, in tutti i tempi, quaglie, tivo territorio. Può però francamente asserirsi, che hanno esse da molto in qua miglio- rato. I prezzi, che questo bestiame ha acquistato, ha resi i proprietari più diligenti nel farlo custodire, e trattare. I buoi che se ne hanno sono di ottima riuscita. La taglia ordinaria delle vacche in dettaglio è di palmi 4 ¾ a 5 ¼ . Quella de buoi, che danno di palmi 5 a 5 ½ . le vacche del Duca, e di proprietari, che hanno stabili- menti nel Tavoliere hanno una ta- glia di palmi 5 a 5 ½, ed i buoi di esse di 5 ½ a 6. Quando per miglio- rare questo ramo d’industria si vo- lessero introdurre delle razze di taglia più vistosa da altri paesi, che difficilmente possono avere una omogeneità di pascolo, essa anzi di prosperare sarebbe in peri- colo di rimaner distrutta. È pro- vato dall’esperienza l’adagio dè pastori, vacca ove nasce, pecora e porco ove pasce. Razze di cavalle non n’esi- stono in grande, tranne quelle del Duca. I proprietari di masserie ar- mentizie del tavoliere n’hanno in picciol numero per ottenerne dè ca- valli, e muli ad uso di quelle. Quelli fra questi che eccedono il proprio bisogno, e son ben pochi, si vendono. Taluni particolari hanno delle cavalle ad uso, e co- modo dell’agricoltura, non riunite Rapporto statistico 1816 in razze d’industria.

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La razza del Duca è ingentilita da parecchi anni soggetto a maggiori pericoli. Quindi dando le 75, che in qua, avendovi introdotti degli stalloni di ottime restano un cantajo di latte ciascuna, ne avremo un razze romane. Da de’ cavalli di circa palmi sei, prodotto annuo di Cantaja settantacinque 75,00. quanto buoni al tiro, altrettanto poco felici da sella. Le poche api che vi sono danno delli sciami due Cento, e mille piante medicinali si tro- a tre volte l’anno. La raccolta del mele vi si fa una vano nel Circondario, e nel Matese, ma il volta sul fine di Ottobre ai principj di Novembre. numerarle, e descriverle si rimette ad un Nello smelare si uccide barbaramente questo ani- Autore della flora di tal luoghi piuttosto che male, quanto industrioso altrettanto utile all’uomo. ad uno Statistico. È da osservarsi che i ca- Il prodotto che ve ne ha in cera, ed in mele non sup- valli villani, che nascono nel Circondario plisce neppure alla vigesima parte il bisogno interno. sono generalmente di buona riuscita da tiro, Le terre sono anche mal divise tra la popolazione e da sella, purché si abbia l’avvertenza di di un istessa comune. Si hanno de’ grandi proprietarj, tenerli separati dalle cavalle nella stagione e moltissimi non possidenti. La coltivazione s’esegue degli amori nel momento che son polledri. per la massima parte coll’aratro. L’uso della vanga Vi si hanno della taglia di palmi 5 ¼ a 5 ¾. non è ignoto, e da qualche tempo in qua si va genera- Se questa industria potesse estendersi da- lizzando. Malgrado però, che un campo coltivato rebbe dei risultati vantaggiosi. colla vanga dia maggior prodotto, che coll’aratro, o Il bestiame da gregge sono le pecore, le capre, i porci anche colla zappa, non sempre può quella usarsi. I d’ingrasso. Le pecore appartengono per la massima terreni non ne sono tutti suscettibili né per tutti parte ai padroni di masserie armentizie del Tavoliere, quelli, che lo sono bastano le braccia. Appena pochi come pure le capre che rimangono nel Circondario. … campi giungono a prepararsi colla vanga, e pochi altri I prodotti della pastorizia sono la fetura, il latte, la colla zappa per seminarvi il granone il canape, gli or- lana. La lana è maggiolina, ed agostina sotto di cui va taggi. Il resto è coltivato coll’aratro. compresa pure l’agnellina. La migliore è la prima. La Li generi cereali, che si seminano sono la caro- qualità in generale ne è mediocre. sella, il germanello, e le sue varie specie, cioè lo La maggior parte della lana maggiolina delle pe- schiavone, il romanello, la saragolla, il farro, la se- core del Tavoliere si vende nella fiera di Foggia, par- gala, l’orzo, l’avena, il miglio, il granone. Oltrecciò tendone esse dopo la tosa. Altra parte grezza come si semina pure in picciola quantità il canape, il Lu- quella, che si vende in Foggia, si porta in Piede- pino. I generi leguminosi sono il cece, la fava, e le monte, ove si manifattura.189La qualità del latte in sue varie specie, il Faggiolo, e le sue varie specie, il tutto il Circondario è eccellente proporzionatamente pisello e le sue varie specie. agli erbaggi. Si prepara in formaggi quello di pecore, La mercede190 giornaliera di chi travaglia con in ricotte quello di capre, in caciocavalli, quello di zappa, o vanga è di grani 25. come anche di chi vacche, ed in mozzarelle, o provole quelle di bufole. pota. Quella di chi travaglia con aratro di grani 50. Questa ultima preparazione ha tutta l’esquisitezza, con carro di grani 60. vi si sogliono aggiungere anche indi quella in ricotte, in terzo luogo quella in for- circa due caraffe al giorno di vino ognuno. Chi serve maggi, e finalmente quella in caciocavalli. … annualmente alla custodia dè buoi, ed ara ha circa quanto dire, che ciascuna bufola può fruttare circa ducati 20 annui, e cibaria. Oltracciò se gli usa qual- annui ducati ventidue. che riguardo dal padrone di fargli seminare il gra- Dalle cento bufole fissate, se ne può dedurre un none per suo conto, se lo vuole, nel migliore terreno. quarto per quelle, che non restano gravide, e per I pastori degli animali d’ingrasso traggono circa du- quelle, che muojono, essendo un bestiame, che va cati 5 al mese.

189 - Le manifatture dello svizzero Gian Giacomo Egg. 190 - mercede: paga giornaliera

110 Un antenato intraprendente

Quelli d’armento, o di gregge in assieme poco di per imbiancare, e stampare qualunque Lavoro. In so- meno. Al mietitore si danno circa cav191: 3, e cibaria. stanza lo Stabilimento è di tanta importanza, che ha In generale gli uomini e le donne in tutto il Circon- meritato la Sovrana approvazione, S.M. ha disposto, dario sono più disposte all’agricoltura, e pastorizia, che fosse decorato delle sue armi reali in prova della che alle manifatture. Non mancano però de paesi in Real protezione, che gli accordava, ed ha promesso di cui questa disposizione è per contrario. Piedemonte visitarlo personalmente. Il merito, e preggio di tali ma- ne offre un esempio per ambedue i sessi, che inclinano nifatture è grandissimo proporzionatam:te al cotone, al lanifizio. Gioia e soprattutto S. Potito presenta che si travaglia. nelle donne un inclinazione particolare per filare, e L’Indie Orientali, l’Inghilterra, La Svizzera, la Ger- tessere il lino, e il canape. Queste due ultime mani- mania, la Francia ne danno delle simili. Si sa che le più fatture però han per oggetto il solo uso Familiare, a pregiate siano le Orientali, e l’Inglesi, indi quelle della l’interno del Circondario. Svizzera, e di Germania, ed in ultimo luogo le Francesi. Quelle di Piedemonte son da mettersi al livello con le Manifatture di cotone Svizzere, lo stesso Sig Egg ha altri stabilimenti simili Il cotone non si coltiva affatto nel Circondario in Svizzera, ed avendone fatti venire de’ lavori si son dove il terreno umido, ed il clima si è conosciuto trovati niente dissimili da quei di Piedemonte. Se l’In- non ben conveniente a questa pianta. Malgrado ciò die, e l’Inghilterra ne danno di miglior pregio, ciò è l’ef- in Piedemonte esiste una Fabbrica di cotone ese- fetto esclusivamente delle migliori qualità dè cotoni guita con macchine idrauliche, di cui l’Europa non grezzi, che vi si manifatturano. Se il Sig Egg avesse gli ha le migliori tranne l’Inghilterra, e la Svizzera, istessi metterebbe i suoi lavori allo stesso livello. Può che hanno le simili. dirsi in somma, che lo Stabilimento di cui si tratta abbia Una gran ruota maestra animata dall’acqua at- tutto il pregio, e merito, che può ottenersi sotto i parti- tiva tutte le macchine in una maniera, che sorprende, colari rapporti, che lo riguardano senza potervisi mar- ed interessa. Lo stabilimento contiene una macchina care verun difetto … particolare, detta del Diavolo. Per dar la prima pre- …ecco il mio travaglio. L’avrò forse compito più parazione al cotone, per istaccarne i semi, e qualunque tardi di quello si aspettava. Ma la complicanza delle altra sostanza eterogenea, sei per cardare, due per fi- indagini, che ho dovuto raccogliere, e motivi di salute lare a carrello, ciascuna di 108 fusi, due per filare a potranno meritarmi un compatimento a questo ri- Mull Jennj, e Drossel, ciascuna di 216 fusi una per guardo. Qualunque esso siasi io ho avuta la volontà torcere, circa 70 telaj, una gualchiera192 a sei martelli, di corrispondere all’aspettazioni de’ miei superiori. Se una calandra a cilindro di metallo, una soppressa, ed non vi son riuscito Li prego ad illuminarmi, sindi- infinite altre macchine subalterne. cando tutte le mie idee. Ciascun lettore può farmi co- Non vi manca cosa per avere i lavori nella maniera noscere i miei trascorsi. la più perfetta, e ricercata vi sono anche officine per Siquid novisti rectius istis Candidus inperti, si nil tornire, per fare ordegni di ferro, di legno, per tingere, is utere mecum193.

191 - Cav: cavallo, moneta in uso nel Regno delle Due Sicilie. 192 - Gualchiera: macchina, che mossa per forza d’acqua, pesta e soda il panno. 193 - Se conosci norme più giuste di queste, fammene parte a cuor sincero: se no, insieme con me, usa di queste.

111 Vittorio Imperadore Armando Pepe

In seguito al successo avuto nel 1816, dopo lice, senza nuova spesa si formerebbe a sostituire sette anni, il 6 Settembre 1823, la Società Eco- senza lasciarsi all’azzardo nell’età più pericolosa. A nomica di Terra di Lavoro, incarica per la se- far maggiormente prosperare lo stabilim.to, ond’il conda volta Nicola Sanillo di raccogliere Regno si emancipi il più che sia possibile dalle mani- informazioni sulle fabbriche di manifatture del fatture estere, mi limito a far due presenti. Distretto. Nicola compila e consegna il mano- 1° Che si provvochi da S. A. R. (D.G.) la grazia scritto, conservandone la bozza. Dopo circa di accordare la franchigia dal servizio militare di 190 anni, è quella pervenuta ai nostri giorni, pochi uomini in esso impiegati, la perdita di lavorieri con molte correzioni. istruiti, perché non si può rimpiazzare nel mom.to; produce de’ disguidi in qualunque fabbrica … A dì 2. 8bre 1823. L’essersi questa dal suo sta- 2° La manifattura delle lane in posti distinti è bilim.to nel 1812, non solo sostenuta, ma l’aver pro- rozza ancora, i lavori vi s’eseguono a mano, l’arte di sperato, malgrado le vicende del commercio, laddove prepararle s’ignora; manca la conoscenza delle tinte. l’altre da qui sino all’Alpi son perite194; prova ch’essa In Piedim.te il solo bleù a vascello era perfettissimo. Da poggi sopra basi commerciali ben solide. qualche tempo in qua vi si è introdotto il bleù a cenere, Nella sua istallaz.e contava meno di 300 lavorieri, che ha deturpato la pregevole naturalezza di questo co- oggi ne conta c.a 500. Si producono coverte da letto a lore. Pel miglioramento di questa important.ma mani- spicone, servizi da tavola ad uso di Fiandra in vari fat.a dovrebbero promuoversi le macchine idrauliche. disegni, fiocati, con mensali di pal. 7½, 8½, 9½, faz- Piedim.te ricco d’acque n’offrirebbe comod.te la mano zolettame d’ogni specie, di diversa lunghezza, in d’opera riducendo i prezzi dé lavori a fronte all’estero. bianco, che a colori, anche in fondo rosso di Adriano- Ciò indipendent.e dalla preparaz.ne delle lane … vi ag- poli, o bleù, inclusi i così detti perial, jaconets, baca- giungo anche il cotone, se questa coltura vi si promo- zors, o a quadriglie. Generi rari in Regno, come vesse. E’ noto che i cotoni del Regno, benché alquanto tappeti colorati di pal. 7½ a 10. inferiori a quei dell’Indie, sono i migliori di quanti ne Tele ad uso di portieri di pal. 7½ a 9 1/6, lenzuoli coltiva il resto dell’Europa. della stessa lunghezza. L’Intraprendità assicura di Io parlo a colleghi illuminati Essi conchiuderanno non temere la concorrenza de’ suoi lavori coll’estero. con me, che il miglioramento dell’arti, o del commercio Su tale fiducia vi occupa di ampliare la sua fabbrica men s’ottiene senza delle compagnie incoraggiate. il più, che la località gli permetteva, onde corrispon- L’Inghilterra, la Francia, l’Olanda, la Germania dere alle richieste, ritrarne un utile proporzionato à non son giunte diversam.te a questo scopo. vistosi Capitali impiegativi. Nicola Sanillo Dei 500195 individui, che vi travagliano, 400 sono dei nazionali, di questi appena 20 sono uomini. Il resto è di donne, fra questi 100, son venuti dal Real Albergo de’ Poveri per su- periore permissione. Sarebbe desiderabile, che le projette della Provincia dall’età di 8 a 12 anni vi si stabilissero in luogo delle ragazze del Real Albergo corrispondendosi loro il solito mensile. Così la fabbrica sarebbe provveduta con vantaggio di braccia, e questa classe infe- Chiusura rapporto statistico.

194 - In questi ultimi anni molte fabbriche in tutta l’italia preunitaria fallirono. 195 - Dei 500 operai nel 1819, ne divennero 1000 nel 1832, salirono a 1300 nel 1842 e toccarono la punta massima di 2400 nel 1845. Il cotonificio Egg di Piedimonte d’Alife, Gruppo Memorie Storiche Piedimonte Matese- Ikona 1996

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Capua 15 Marzo 1816. Il Maresciallo di sto sentire di esservi ristabiliti. Ho venduto al porgi- Campo, Intendente di Terra di lavoro: Ai Sig. Consi- tore, barili cento di vino a carlini 30 tutto argento. glieri d’Intendenza, Provinciali, e Distrettuali, Inge- Gli ho ordinato di portare in oro i duc. 300 in conto gneri di Ponti, e Strade e partitari della Provincia… di ciò, che vi devo. Nicola Sanillo, in qualità di Consigliere Pro- Filippo Massone vinciale, è incaricato al controllo di tutti i pub- blici lavori nel Distretto di Piedimonte da Napoli, 14 aprile 1818. Piedimonte fino alla Scafa: …E che procurino di Ogni anno Nicola, Giuseppe e Pasquale Sa- dettagliare per quanto sia possibile, specificando parti- nillo rinnovano il permesso per detenere le colarmente il sito ove l’opera è stata eseguita, onde non armi in casa e per la caccia. … dietro avviso del si possa errare sulla sua identità, specialmente a ri- Sig Intendente si permette al Sig Nicola Sanillo di guardo dé lavori né Regj Lagni, ed ove avvenga che i condizione possidente di conservare in casa le armi, tratti de’ lavori delle strade sieno così estesi, che vadano escluse le armi proibite. Per la caccia Nicola è au- compresi sotto le divisioni di più Consiglieri Ispettori torizzato a poter liberamente portare il fucile. Civili, in tal caso i medesimi si metteranno di accordo tra di loro. Non mi stancherò mai di raccomandare la perfetta esecuzione delle opere a loro affidate, dichiarando che da oggi innanzi io non spedirò mandati di pagamento per alcun lavoro, se non mi sia primo assicu- rato della buona esecuzione de’ medesimi per mezzo de’ Signori Consiglieri Ispettori. In questa intelligenza vi protesto la mia distinta stima. G. Colajanni Il Segretario Generale - G. Attanasio

S. Lorenzo 5 Ap.e 1816. Stimatis.o Sig. D. Nicola. Giovedì sera giunsi qui a sal- vamento; ma converrà non uscire di casa. I Nardarelli sono nella Piana di Morcone, ed hanno comunicazione colla Compagnia del Bosco di Santo Stefano. Questa al numero di 30 ieri notte entrò nella Guardia. Scorse tutto il paese sparando fucilate alle porte, e finestre. Indi fu a Castelvenere, da dove passando per la Verdesca si portò a Monte- pugliano. Questa notte poi hanno dato fuoco a varie Massarie, e specialm.e a quella di Pugliano di D. Genn.o Pacelli. Iddio la mandi buona. Mi è dispiaciuto sentire dal porgitore, che state col catarro, e Teresina196 con flus- sione al collo. Abbiatevi cura, e fatemi pre- Nicola, licenza di caccia collo schioppo (fucile)

196 - Filippo Massone è lo zio di Teresina, che ha sposato Pasquale Sanillo fratello di Nicola.

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Cosenza, 24 luglio 1818 si è degnato incaricarla della divisione delle terre de- L’Intendente della Calabria Citeriore197, maniali, un tempo Feudali, o Ecclesiastiche, e delle nomina Don Nicola Sanillo Socio corrispon- decisioni dell’abolita Commissione Feudale, che si tro- dente della Società Economica della provin- vassero tuttora indivise, o ineseguite in questa Pro- cia di Cosenza… Son sicuro ch’ella concorrerà vincia, e le ha designato per supplente il Consigliere colle sue cognizioni di economia rurale, e civile a Distrettuale D. Gio. Battista Ungaro198. promuovere il bene della pubblica industria della Calabria Citeriore.

1818. Nicola ottiene regolare licenza di cac- cia, … nell’estensione di tutto il Regno, al di qua del Faro, (eccetto la Provincia di Napoli); meno che nei ter- reni murati, ancorché il muro fosse a macerie: e nei luoghi riservati per le cacce di S.M. il Re (N.S.) cioè nella Provincia di Napoli: Astroni, Capodimonte, Fu- saro, Licola, Portici, Mor- telle, e la Volla. Nella Provincia di Terra di La- voro: Caserta, Carditello, Carbone, Colabrocito, De- manio di Calvi. Mondra- gone, Sommacco, e Bosco di S. Vito, Selvanova, Vena- fro, e Tavernanova, e le Reali Riserve di Alife.

Napoli, lì 2 Agosto 1818 Don Nicola Sanillo di San Potito è nominato Consigliere Provinciale di Terra di Lavoro e dopo solo due mesi … Ferdinando I° Re del Regno delle Due Sicilie. Con decreto del 13 Ottobre S.M. Porto d’armi del 1806, di Nicola Sanillo

197 - Con Cosenza Capoluogo. 198 - Giò. Battista Ungaro, Avvocato: Nonno di Alfonsina Palmieri, futura moglie di Enrico Sanillo

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La Provincia di Terra di Lavoro, nel 1816 nimento comune a Piedimonte, e suddetti casali, così con Capua Capoluogo è divisa in 5 distretti: debbono godersi tal diritto non Piedimonte solamente, Capua, Nola, Gaeta, Sora e Piedimonte. I Co- ma ben’anche detti Casali … 6) che sia tenuto Piedi- muni sono 221, il totale degli abitanti ascende monte a pagare anche in quest’anno a San Potito, ed a 572.170, San Potito ne conta 1.492. agli altri Casali la solita rata del prodotto delle ridette montagne…” San Potito, 9 agosto 1818. Questi sono i Le richieste avanzate dal Comune di San primi scambi di corrispondenza documentata, Potito furono definite dal Sindaco di Piedi- tra il Comune di San Potito e D. Nicola Sanillo, monte Pasquale Coppola come: …assurde e spi- responsabile della divisione del demanio. ritose… anche se, in sintesi, era Piedimonte a Con indicibile sentimento di gioia e soddisfazione gestire il demanio comune, a incassare le re- si è ricevuto dal nostro Sotto Intendente del Distretto lative rendite, riconoscendo, solo in parte e il felice annunzio che la Vostra Persona degnissima dopo reiterati inviti, le quote proporzionali agli per tutti i riguardi, è stata con decreto de 13 or caduto altri Comuni ormai autonomi. Ottobre incaricato della divisione Demaniale . Or sic- È all’inizio dell’Ottocento, in particolare, come questi Comuni hanno ancora da competere col- durante il decennio francese, che va affron- l’ecc. Feudatario, sia per la divisione avvenuta con tata la questione della destinazione delle essersi distaccata una quota minore della giusta spet- vaste zone montane già feudali. Il demanio tante a norma delle Ordinanze de’ Commisarj del Re, del Matese fu definito ex feudale con due de- sia con essersi usurpata porzione della quota già mi- cisioni della Commissione Feudale emesse, surata, sia con essersi misurata porzione della quota rispettivamente, il 15 maggio 1810 e 31 ago- sull’estensione dé Demanj patrimoniali, sia final- sto 1810. In particolare, la Commissione, de- mente per non esistere veruna ordinanza presso l’ar- liberava che: chivio dell’Intendenza. …l’Università di Piedimonte (e Casali) abbia le- 9° articolo della legge: Le terre divise in forza gittimamente acquistato l’intiera proprietà dell’er- della presente Legge, saranno proprietà libere dei cit- baggio delle montagne del Matese, non escluse le tadini, sotto il peso del canone. difese dall’ex feudatario duca di Laurenzana erettevi Già nel 1806 il sig. Nicola Sanillo, membro …” e nel dichiarare “…di competere a’ cittadini di del decurionato potitese, nel denunciare alcune Piedimonte (e casali) nella stessa Montagna oltre la delle cause che determinavano la precarietà proprietà dell’erbe di sopra spiegate, tutti gli altri delle condizioni economiche dell’Ente, rap- pieni e comodi usi. presentava all’Intendente: …che rimanendo indiviso il tenimento … a mo- Le istruzioni per la divisione dei demanj, tivo delle difficoltà insuperabili che sorgerebbero vo- sono state approvate da Sua Maestà il Re Gio- lendo dividersi, debbono gli erbaggi, e frutti dei faggi acchino Napoleone “Murat” raccolte in 43 ar- delle montagne demaniali sistenti in tal comune te- ticoli, progettate nel Palazzo Reale di Portici, nimento, vendersi annualmente nelle debite forme, o concluse in data 23 Ottobre 1809 e stampate per turnum tra Piedimonte, e detti Casali, restando in Napoli nel 1810 dalla Tipografia di Angelo da correggersi la privativa ingerenza, che sin oggi Pie- Trani, mettendo in questo modo, definitiva- dimonte si aveva usurpata; ovvero che tal operazione mente fine ad un periodo storico. L’amico di debba eseguirsi almeno colla intelligenza di tutti i Co- Nicola, Guglielmo Winspeare, il 25 agosto muni interessati … con l’individuazione però di cor- 1811, in forma privata, invia al Sanillo un vo- rispondere le rate a proporzione delle rispettive lume di carte preparatorie per la divisione popolazioni dal prodotto da tali vendite a ciascuna delle montagne del Matese, e una copia del di esse … 5) che siccome l’Università della Terra di rapporto del relatore Dumas, dello stesso og- Cusano ha la promiscuità di pascolo sull’indicato te- getto. D. Guglielmo Winspeare è il Sostituto

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natorie e sul Lago del Ma- tese, applicandosi a queste dichiaraz:ni le regole di valu- taz:ni fissate colle Istruz:ni dé 10 Marzo 1810, spetta- vano al Comune di Piedi- monte le tre quarte parti delle Montagne sudette. Uniformemente al mio rapporto ho rilevato dalle carte ora rimessemi, che V.E. in data de’ 20. 9bre dello stesso anno comunicò questo medesimo avviso al Relatore Dumas, soggiun- gendole, che se in esecuzione avesse veduto, che i dritti attuali di proprietà, che il Comune rappresenta sulle montagne, avessero meri- tato un compenso più esteso del maximum, fissato dalle istruz:ni dé 10 Marzo, avesse egli sospesa la Divi- sione, e ne avesse fatto det- tagliato rapporto. Lungi dal verificarsi questo caso, le operaz:ni del Sig:r Relatore Girolamo Dumas mostrano, che egli ha creduto spettare al comune un compenso mi- nore di quello che è dichia- Controversia demaniale, 1818. Sindaco Gio. Batta Petella rato dalla decisione della Commissione. Procuratore Generale presso la Gran Corte di Dalla misura geometrica delle montagne del Ma- Cassazione. S. E. il Ministro dell’Interno pre- tese fatta da periti del Sig:r Dumas si rileva, che l’in- senta un rapporto del Relatore Girolamo tiera estensione di essa è di moggia 28.876, che di Dumas, con un volume di carte preparatorie queste se ne trovino addette a pascolo 23.002, delle alla Divisione delle montagne del Matese. In quali 18.356, si posseggono in prima proprietà dal Co- queste carte Winspeare ha riconosciuto: mune, e 4.646, dall’ex feudatario; che altre 5.138 …è il medesimo affare pel quale io feci a V. E. moggia sono le terre seminatorie, le quali rendono ter- altro rapporto in data 15 ottobre dello scorso Anno. raggio all’ex feudatario; e che moggia 736 formano la In questo rapporto opinai, che avendo la Commissione superficie occupata dal lago. Hanno finalm:e verifi- dichiarato a favor del Comune la proprietà degli er- cato i periti adoperati dal sig:r Relatore Dumas, che baggi, o sia del principal prodotto della montagna, e gli alberi di faggi sparsi nell’intiera superficie del Ma- più gli usi civici sulla parte boscosa, su le terre, semi- tese ammontano al numero di 39.746.

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L’Agente Demaniale Gerardo Gerardi per appli- 61.338,99 da darsi in piena proprietà al Comune di Pie- care la parte della decisione, che riguarda le industrie dimonte, e suoi Casali, e l’altra di ducati 85.703,88 dell’ex feudatario ha messo negli atti della divisione nella quale siano compresi i territori, che ha finora pos- suo certificato, nel quale dice che avendo osservato i seduti l’ex feudatario per uso de suoi animali, da asse- libri della Computisteria del Duca di Laurenzana, gnarsi anche in piena ed assoluta proprietà al’ex aveva da medesimi rilevato, che lo stesso possiede feudatario medesimo Sig:r Duca di Laurenzana. Che 2.573 pecore, 764 capre, 289 vacche, 210 buffale, 86 nell’eseguirsi tal divisione assegnandosi al Comune di giumente, e tre somari; e che in seguito di altre inda- Piedimonte, e suoi Casali una proprietà di ducati gini da lui prese, vi sono cittadini, i quali posseggono 61338.99 si aggiudichi in primo luogo in beneficio del un numero d’armenti, uguale a quello dell’ex feuda- medesimo l’intiero lago valutato per ducati 1600. tario. Questo certificato è fatto, non richiesto, e non Che avendo il Sig:r Duca dopo la sentenza della inteso, per nulla il Comune. Stabilito che debbono Comm:e feudale goduto co suoi animali di moggia darsi a quattro Comuni di Piedimonte, S. Gregorio, 1880 di più di quello che corrispondeva al numero S. Potito, e Castello tre quarte parti delle Montagne dé suoi animali debba egli pagare all’Università del Matese. annui duc 92-13 g:a l’apprezzo, che per due annate …che definito il numero degli animali à quali il importa duc 184.30. Ed è ciò, che debbo rassegnare Duca di Laurenzana ha dritto, ed il pascolo ad essi alla G.C. mentre ho l’onore di rassegnarle il mio corrispondente sulla divisione definitiva paghi se- maggior rispetto. condo lo stesso calcolo il dippiù che ha ritenuto dal Girolamo Dumas giorno della decisione insino a quella della Divisione. Restituisco a V. E. tutte le carte rimessemi, e le ripeto Nicola Sanillo ha ottenuto l’incarico da i sentimenti del mio distinto ossequio. parte del governo per le divisioni demaniali, D. Guglielmo Winspeare in tutta la Provincia di Terra di Lavoro. Tra- mite il suo amico Guglielmo Winspeare, re- Sulla divisione del demanio, in questi anni, gala quattro barili199 di vino pallagrello, a S. c’è un continuo scambio di lettere, e di vino E. il Ministro dell’Interno, vino delle vigne di pallagrello tra Nicola Sanillo, Guglielmo Win- famiglia a Monte Cila a Piedimonte, Torellone speare e Girolamo Dumas. a San Potito.

Napoli 22 Maggio 1812 13 maggio 1813 Gentilis:mo Sig:n D. Nicola. La ringrazio infinita- La Società Agraria della Provincia di Terra mente della confidenza di cui ha ella onorato nell’in- di Lavoro comunica al socio D. Nicola Sa- caricarmi di far gradire a S.E. barili quattro di nillo: Signore, informata questa Società de’ vostri pallagrello. La commissione è stata fedelmente ese- molti talenti, e delle vostre estese cognizioni geopo- guita S.E. li have accettati e ve ne ringrazia. Io de- niche200 ha stimato ascrivervi nel numero dé suoi socj sidero costantemente dimostrarvi che io sono, e sarò corrispondenti. sempre qual mi da il piacere ripetermi. Devotissimo servo, Guglielmo Winspeare Capua, 13 luglio 1814 Il Duca di Alanno comunica a Nicola Sa- Napoli lì 23 Giugno 1812 … che di tutto il nillo che S. M. il Re Gioacchino Napoleone Demanio del Matese valutato per ducati 147.043 se l’ha nominato Cavaliere del Real Ordine delle ne facciano due parti una del valore di ducati Due Sicilie. Signore. Sua Maestà sensibile ai senti-

199 - 1 barile: 44 litri - Tavole di Ragguaglio, Pesi, Misure e Monete Legali Italiane di Giovanni Gandolfi, Napoli 1865 200 - Cognizioni geoponiche: Esperto del mondo agricolo.

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stretto per ordine de circondarii, che finalmente è riuscito raccogliere. Dessi, riguardano gli atti demaniali delle divisioni dell’ex Commissione Feudale.

Le risposte dei Sindaci sono molteplici e variegate. In alcuni comuni hanno già risolto il pro- blema della ripartizione delle terre demaniali. Questo Comune vanta terreni dalla Casa Ducale di Marigliano, e le carte a favore di detto Comune si trovano nell’archivio di Napoli. Si è pagato il corrispon- dente pedatico tra questi Comuni e l’ex Feudatario, il Duca di Mari- gliano. Il Comune di Camposano non ha nessun giudizio pendente presso la Commissione Feudale- già transatta il 9 Luglio 1817. Il Comune di Casamarciano avendo riunito il Decurionato, mi ha fatto sentire che sul punto non suol rispondere, ma avendo il tempo di giorni dieci, risponderà ad una tale domanda. Il Comune di Acerra da gran Nicola, omaggia di 4 barili di pallagrello il Ministro dell’Interno. tempo si è eseguito la sentenza della Commissione suddetta. menti che le Provincie del Suo Regno le hanno espressi Il Comune di Quindici, in esecuzione della sen- per mezzo delle rispettive Deputazioni ha voluto dare tenza della Commissione Feudale per il diritto di ter- a questi una prova della Sua Real soddisfazione no- raggio preteso dall’Ex Barone di Lauro su i fondi minando Cavaliere del Real ordine delle Due Sicilie Demaniali … si è prodotto reclamo al Consiglio di quelli fra Deputati che hanno avuto l’onore di portar Stato. parola a Sua Maestà. Comune di Civitella … debbo parteciparle che Per le prime divisioni di dette terre dob- questo infelice comune non avendo nel suo seno per- biamo comunque attendere il 1818, dove tutti sone capaci di direzione, ha dovuto negli affari di am- i Sindaci sono invitati a trasmettere al Sotto ministrazione dirigersi a soggersi de comuni vicini, e Intendente del Distretto di competenza la si- massimamente in Cerreto, e per cui ha sofferti vari tuazione del proprio comune. Raccolte tutte le danni notabili maggiormente ne Corpi Demaniali, richieste, al Sig. D. Nicola Sanillo sono inviate colla di cui pingue rendita, prima di venire usurpati tutte quelle dei Comuni di Terra di Lavoro. … della potenza delle Comuni di Cerreto, S. Lorenzello, Signore, Ho il piacere inviarle le copie conformi delle Cusano e Pietraroja, sosteneasi, quasi per intiera lettere di tutti i Sindaci de’ Comuni di questo Di- l’amministrazione Comunale.

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Alife col Comune di Piedimonte, le quali devono confinarsi, e decidersi ciò che spetta a ciascuna di dette Comuni, acciocchè si evitino una volta per sem- pre le duplicazioni de fondi in materia di Fondiaria e nell’esazione de Canoni. 3° Sul querceto detto la Posta, il quale perché si possiede ad immemo- rabili dal sig.r Duca di Laurenzana, ricusa questi di pagarne l’affitto se- condo il solito, e la Fondiaria. Queste sono le controversie Dema- niali che questo Comune tiene, che ve le rappresento per l’uso, e disposizioni di risulta. Il Sindaco Tommaso Apicio

Caserta, 8. 8bre 1819. L’Inten- dente di Terra di Lavoro restitui- sce a D. Nicola Sanillo gli atti concernenti, la divisione delle montagne demaniali di Piedi- monte, San Potito, Castello e S. Gregorio, in un volume: … onde abbia la bontà di compir l’opera, addo- prandosi, colla qualità di mio delegato speciale. Attendo però prima l’esito del reclamo prodotto nella G. C. de’ Conti Istruzioni per la divisione delle terre demaniali. dal Sigr. Duca di Laurenzana … Non si è mancato di reclamare, per tali usurpazioni, nel 1812 si sostenne un fiero litigio, che rimase indeciso. … Se ne istruì un voluminoso processo, che trovansi in codesta Sottointa. ed intanto, ne S. Lo- renzello, ne Cerreto hanno voluto sentire le voci delle ragione, e seguitano a posse- dersi, ciò che a loro non si appartiene, in gran danno per questo Comune… Amministrazione Comunale di Alife lì 24Luglio 1818. Riscontrando la sua circolare de 18, del corrente mese, le fo sapere, come questo Comune ha le se- guenti controversie Demaniali. 1° Sulla Selva grande denominata Selva di Alife, col Duca di Laurenzana. 2° Sulle Montagne Demaniali dette di Nicola Sanillo, retro busta, divisione del Demanio

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Nicola Sanillo incarica l’ingegner Abbatelli 7° Tagliaferro, duc. 93300 dell’esecuzione dell’impegnativo lavoro per la 8° e finalmente della contrada boscosa Serra di divisione del Matese, e dopo pochi giorni l’in- Mezzo pel valore di ducati 7.571 00 gegnere risponde: Duc. 43.61300

Cajazzo 4. 9bre 1819. Signore, conoscendo di Elenco dei comuni202 che hanno inviato co- quanta importanza, delicatezza, ed onestà sia l’ope- municazione a Nicola Sanillo, per risolvere le razione di cui vi siete compiaciuto incaricarmi, e ri- problematiche demaniali: Montaquila e Rocca- flettendo, che il clima, e posizione del Matese è ravindola; Sesto e Riuniti; Civitella; S. Lorenzello; impraticabile nel presente incominciato inverno, per- Alife; ; S. Maria a Vico; Acerra; Cicciano; ciò mi riesce impossibile di disimpegnare con esat- Tufino e Paesi riuniti- Vignole e Vitigliano; Cami- tezza, ed onore un travaglio da me stimato gnano; Camposano; Roccarainola; Palma; Ariano; difficilissimo, e laboriosissimo in presenza di qualun- Carbonara; Airola; Durazzano; Forchia; Bucciano; que altro. Se dunque si vuole da me l’esecuzione di un Mojano; Arpaja; Casamarciano; Cimitile; Nola; Ba- tanto travaglio non potrò altrimenti compromettermi, jano; Avella; Mugnano; Mignano; Marigliano; Ma- che per la metà della ventura primavera, se Iddio lo riglianella; Brusciano; Cisterna; Scisciano; S. permetterà. Vitagliano; Quindici. Le terre del Matese rimarranno indivise per altri 35 anni. Per la loro divisione dob- San Potito, 2 ottobre 1819. Don Nicola biamo attendere il 1854. Infatti, gli stessi Co- gode un periodo di riposo nel suo paese, si è muni provvidero alla nomina di un arbitro - il allontanato dalla città di Napoli ma non abban- Comune di San Potito con deliberazione del decu- dona completamente il lavoro e in data odierna rionato nominò Errico Sanillo, per Piedimonte D scrive al suo socio Don Gennaro, che Gabriele Luigi Pitò, per Castello D Andrea de Nardis, per d’Amato, anch’esso di San Potito, è persona S. Gregorio D. Gaetano del Giudice. I periti eletti di sua fiducia e da circa sei anni serve nel Reg- furono D. Giacomo Torti, D. Marcellino Pietrosi- gimento Regina di stanza nel Quartiere degli mone, D. Felice Ragucci, D. Francesco Iasimone e Svizzeri in Napoli, appartiene al primo Batta- il Capitano del genio, D. Giuseppe Bifezzi201. Fi- glione e spera di ottenere il congedo assoluto nalmente, il 10 novembre 1854, l’Intendente della per limite di anni di servizio. Provincia di Terra di Lavoro emanava l’ordinanza Pagherete per mio conto una regalia di ducati da con la quale le singole contrade erano assegnate ai 12 a 16, subitocchè vi sarà mostrato il congedo, vi Comuni. La quota spettante al Comune di San Po- prego a badare che questo mio raccomandato non sia tito è enunciata all’art. tre dell’ordinanza stessa: burlato. Le porzioni spettanti a S. Potito, confinanti colle Sono il vostro Am.co e socio Nicola Sanillo proprietà private di esso Comune, si compongono San Potito, 18. 8bre 1820. Nicola scrive delle seguenti contrade: una lettera a D. Gennaro Bruno, e invia la so- 1° Colle del Cesco, duc. 9500 lita cassa, raccomandando di farla: Empiere di 2° Valle del Londro, duc. 4.06200 maccaroncelli della migliore qualità, inviando 3° Forcelle, duc 4.09400 anche due sacchetti, dei quali uno sarà ripieno 4° Ariola, duc. 94300 di stivalettini, e l’altro di pasta minuta, preci- 5° Filettone, duc. 68700 sando: ieri vi scrissi altra mia per il pagamento di 6° Arito grande, duc. 4.75600 ducati 1.000,00, credo vi sia pervenuta.

201 - Giuseppe Bifezzi, amico di Enrico Sanillo. 202 - Lettere pervenute ai nostri giorni.

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Nicola Sanillo, per molteplici inca- richi o per affari, viaggia spesso. In questo caso, dovendosi recare a Roma, si fa accompagnare dal suo servo fidato, Camillo Morelli. Par- tendo da Caserta, il primo controllo è a Capua e sul passaporto è apposto il timbro di Polizia, il secondo è alla Dogana di Terracina, punto d’accesso per lo Stato della Chiesa, l’ultimo controllo, infine, con relativo visto, si trova presso la Direzione Generale di Polizia di Roma. Per il ritorno il percorso è a ritroso.

Caserta li 15 Aprile 1821. Partendo da Caserta Camillo Morelli del Comune di S. Potito, di anni 31, statura giusta, capelli, ciglia, e occhi castagno, naso giusto, bocca grande, mento ovale, di condizione servo di D. Nicola Sanillo, si porta in Roma per ac- compagnare il suo padrone. Per ordine di S.M. impongo a tutt’i Ministri Suoi ed Officiali di Giustizia e Guerra, ed a quei che non lo sono, dimando in suo Real Nome, che non gli diano mole- stia né impedimento alcuno nel suo viag- gio; anzi gli prestino il favore necessario per eseguirlo.

Passaporto per l’estero del servo Camillo Morelli Piedimonte, lì 27 Luglio 1821. Passaporto per l’Interno del Regno delle Due Sicilie. Lasciate li- beramente passare, e date ajuto, e protezione, in caso di bisogno, al nominato Sig. D. Nicola Sanillo, Consig.re Provinciale di Terra di Lavoro, di condi- zione Proprietario, il quale si rende in Napoli per propri affari. Età = Anni 54 Statura = Alta Capelli = Bianchi Occhi = Cerulei Naso = Pieno Particolare dello stemma del Marchese di Somma, e alla Mento = Regolare base, la più alta onorificenza borbonica, il Toson d’Oro. Barba = Giusta

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Caserta, 20 agosto 1821. L’Intendente di tera ricevuta con l’ottimo pallagrello che Ni- Terra di Lavoro, il Marchese di S. Agapito, co- cola ha voluto mandargli, chiarendo che: Io munica a Nicola Sanillo i nomi dei Consiglieri benché mi trovi adottato il sistema di non ricevere Provinciali e Distrettuali di Terra di Lavoro. In verun regalo, pur non di meno facendo eccezione alla questo elenco segnalo solo i rappresentanti regola, che ben l’è dovuta l’ho accolto, e come Mar- della nostra zona: Don Nicola Sanillo di San chese di S. Agapito amico del donatore; e come Inten- Potito, Consigliere Provinciale, Don Nicola dente di Terra di Lavoro, a cui lo stesso non si dirige Pilla di Venafro, Presidente del Consiglio Di- per alcun fine secondario. Sotto questo doppio rap- strettuale di Piedimonte, Don Filippo d’Agnese porto l’esprimo i miei ringraziamenti, e la mia stima. di Piedimonte Consigliere Distrettuale. Il Marchese di S. Agapito

In data imprecisata, siamo intorno al 1822, è dato alle stampe il catalogo dei soci della Società Economica della Provincia di Terra di Lavoro. Gli iscritti sono centoventisei e dodici i soci onorari del Distretto di Piedi- monte. Tra questi figurano: D. Nicola Sanillo, di San Potito, D. Filippo d’Agnese e D. Gio. Crisostomo Sar- rubbi di Piedimonte. Mentre tra i soci corrispondenti, fi- gurano: D. Francesco Francomacaro di San Potito, il Marchese D. Luigi Cusani di S. Angelo, D. Nicola Pilla di Venafro, D. Giambattista Falco di Caiazzo, D. Giovanni Guida di Guar- dia Sanframondi, D. Pasquale Paolella di S. Lorenzo Maggiore, il Canonico D. Gianpaolo Rossi di Cerreto, D. Do- menicantonio Palmieri di Faicchio e D. Pietro Paolo Perugini di S. Lorenzo Minore.203 Nel 1822, regnante France- sco I, Nicola Sanillo con la raccoman- dazione dell’Intendente di Terra di Lavoro il Marchese di S. Agapito, aiuta il fratello Pasquale, che è già Ca- pitano delle Guardie Provinciali, a di-

Nicola Sanillo, passaporto per l’interno ventare Comandante Civico a San Potito, e nel 1828 anche conciliatore Caserta 14 febbraio 1822. Don Giuseppe dello stesso Comune. L’attività di D. Nicola Caracciolo Marchese di S. Agapito scrive al non si ferma, e il 21 febbraio riceve una lettera Consigliere Sanillo, ringraziandolo per la let- da Napoli.

203 - Al matrimonio di Enrico è uno dei 4 testimoni di nozze.

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Caro D. Nicola. Il Ministro delle Finanze in que- Dopo circa due anni dall’esperimento, il sto mese ha firmato molti contratti di vendita dei beni primo di Aprile del 1825: Una deputazione della appartenenti alla Pubblica Beneficenza. I vostri con- Società Economica è stata accolta da S. M. il Re nostro tratti anche sarebbero stati firmati se codesti Inten- Signore, nel Real Palazzo di Caserta. In quest’occasione denti, e Vescovo avessero risposto, siccome mi ha il Re fece molte domande analoghe alla nostra istitu- assicurato il Sig. Daniele. Ciò posto fate assistere per zione, si degnò di scendere in molti particolari su di ciò simile disbrigo, perché sarà il tutto ultimato, essendosi che si era fatto o che si disegnava di fare; domandò del- superato l’ostacolo del Ministro, che prima v’era. E resto dicendomi Aff.mo S.vo Francesco Saverio Ferro

10 aprile 1822, con circolare n. 284, sono rinnovati i Consiglieri Pro- vinciali dei cinque Distretti di Terra di Lavoro, ma per Nicola Sanillo non cambia nulla, infatti è sempre lui il Consigliere Provinciale e Ispettore di Ponti e Strade, ed anche la sua zona di competenza rimane invariata.

Caserta, addì 25 Agosto 1823. Il Presidente della Società Economica di Terra di Lavoro comunica a Nicola Sanillo la data della prossima riunione e il relativo ordine del giorno, la col- tivazione del riso a secco: … in questa riunione dovremo particolarmente occuparci della coltivazione del riso a secco, essendo stata la nostra Provincia in preferenza delle altre destinata per tale esperimento da S. E. il Segretario di Stato Ministro degli Affari Interni. E’ mio dovere prevenirla che S.M. il Re nostro Signore, sempre intenda al vantag- gio de’ suoi popoli, ha procurato una por- zione di seme di riso a secco, che è un Documento sulla coltivazione del riso a secco prodotto della China. Se la riuscita corri- sponderà alle cure che impiegheremo, avremo un l’esperimento del riso a secco, ed avendone saputo l’in- mezzo come supplire al riso indigeno, la cui cultura felice risultato, dietro le mie preghiere di voler farne è tanto insalubre, che è limitata a poche contrade, un’altra pruova, si degnò di fare arrivare nelle mie mani ed il prodotto appena basta ai nostri bisogni. Il riso una sufficiente quantità di quei semi. Possano questi a secco al contrario può seminarsi dappertutto senza atti della Real clemenza destare nel nostro cuore quello tema d’infezione, e potrebbe un giorno divenire pel zelo pel pubblico bene, che ci faccia adempire alle vedute Regno un’interessante ramo di commercio. Dopo del nostro Augusto Monarca, che per tante ragioni pos- questa prevenzione vivo sicuro ch’ella non vorrà de- siamo chiamare protettore non solo della nostra società, fraudare la Società de’ suoi lumi … ma della Industria, e dell’agricoltura del Regno intero.

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ferire di convocarvi. Tra i mali ca- gionati da una stagione incostante, il maggiore è quello che arreca alle nostre campagne una moltitudine di vermi divoratori. Gli steli delle canape rosi, e spezzati nel vigore della loro vegetazione: la più parte delle piante del granone soggetto al medesimo danno: le viti ricoperte da una innumerevole moltitudine d’insetti, che ci fan temere, che pos- sano essere divorati i teneri tralci. Tutte queste cause devono richia- mare la nostra attenzione per ritro- vare, se è possibile, de’mezzi, onde liberarne le campagne. Io perciò ho fissato il giorno 30 dell’andante per la nostra riunione. Non ci sarà di colpa, se le no- stre limitate cognizioni non ci sa- pran somministrare de’ salutari ritrovamenti; ma di molta vergo- gna ci sarebbe, restando spettatori indolenti, di questi avvenimenti dolorosi. Mi auguro perciò, o si- gnori, che vogliate convenire in gran numero ad esporre quei lumi, che le vostre riflessioni vi avran suggeriti. Caserta, li 22 Giugno 1826

Napoli, 29 Marzo 1827. Nicola Sanillo, nomina a Consigliere Provinciale Nicola Sanillo con Real Decreto, Caserta il dì I. Luglio 1825. Riunione della So- con cui Sua Maestà D.G. si è de- cietà Economica. La prelodata Maestà tra la moltepli- gnato nominarla al Consiglio Provinciale di Terra di cità delle cose di cui si occupa, con un tratto di sua Lavoro, in rimpiazzo di D. Francesco Pitò, nella si- particolar clemenza ha manifestato a S.E. il Ministro curezza, che ella con i suoi lumi ed energia, corrispon- di Stato degli Affari Interni, che desidera stabilire in dendo alla Sovrana fiducia, ne procurerà tutto il bene Caserta un Orto agrario, che possa riunire le diverse nell’esercizio di tali funzioni. specie di piante utili alla nostra economia, ed alle arti. L’Intendente, Il Marchese di S. Agapito Il Presidente Socio Onorario Gaetano Coletta Caserta li 16 Novembre 1827. Nicola Sanillo Circolare della Società Economica. Ai Signori Socj socio onorario della Società Economica di Terra di Onorari, Ordinarj, e Corrispondenti. Lavoro: Nella riunione generale nel giorno quattro Un oggetto molto interessante mi obbliga a non dif- del prossimo passato ottobre potreste ben conoscere la necessità di rincominciare con zelo maggiore le no-

124 Un antenato intraprendente stre occupazioni in questo nuovo anno agronomico Vetere, Felice, il Ponte, e S. Vincenzo. Portando per soddisfare pienamente alle mire del nostro ottimo alla luce i seguenti pezzi: Sovrano, ed all’aspettazione del pubblico. …Sono N.1. Vaso grande di forma pressochè a campana, con quest’occasione nel dovere di parteciparvi, che S. alto palmi 2½, diametro 1½ quasi interamente scre- E. il Segretario di Stato, Ministro degli Affari Interni polato, e rosso. Appena vi si osservano dieci figure ha con somma premura raccomandato a questa So- che sembrano rappresentare giocolieri. cietà lo spaccio dell’opera intitolata: N.1. Altro dell’istessa forma alto palmo 1½ diame- tro idem, palmo uno con sette figure rappresentante un Dizionario ragionato, ed universale di satiro, e sei personaggi con palme, e con covone. Agricoltura teorica, e pratica. N.1. Altro simile alto palmo 1¼ diametro palmo Compilato da membri della sezione di Agricoltura uno con sette figure rappresentante giocolieri. de l’Istituto di Francia, se questa Opera è utile ad N.1. Della forma a giara alto palmo 1¼ diametro ogni proprietario, lo sarà maggiormente per coloro, palmo ½ con quattro figure rappresentante due coppie che hanno l’onore di essere stati con Real nomina con candelabri. chiamati a far parte di una Società istituita affinché N.1. Simile alto palmo ¾ diametro palmo ½ con i suoi componenti somministrassero al pubblico de’- due figure rappresentanti una donna con una patera lumi per la migliorazione delle arti civili, e rustiche. in mano, ed un uomo appoggiato ad un’asta. Tutta l’opera è divisa in trentadue volumi, de’ quali N.1. Simile alto palmo uno diametro ½ con due uno per ogni mese esce dà torchi di circa 18 fogli di figure sostentino un candelabro. stampa, del prezzo di carlini 6 in carta realella, e di N.1. Simile alto palmo uno diametro palmo ½ con 8 in carta carrè cilindrata. figure rappresenatante un satiro alato in atto di ra- pire due donne. Riunione del 28 Maggio 1828. … questa N.1. A forma di Orceolo alto palmo uno diametro bella Provincia, che produce tutto da se, che ha campi palmo ½ con tre figure in atteggiamento a parlarsi. fertilissimi, a qual grado di miglioramento non arri- N.1. A forma di sottocoppe di diametro palmo uno verebbe, se l’arte, e l’industria co’ lumi delle scienze rappresentante nella parte superiore un centauro, e naturali ne guidasse le regole della coltura, e l’intro- nell’inferiore quattro figure isolate. duzioni di generi nuovi! L’orzo imalienze se arrivasse N.1. Simile diametro ¾ di palmo con figure rap- qua a moltiplicarsi, sarebbe per certo uno de’ più belli presentanti due coppie di gladiatori. e vantaggiosi prodotti. Questa pianta vegeta già ri- Indipendentementedai vasi descritti ve ne hanno gogliosa nel nostro giardino sperimentale: i primi semi di creta semplice dell’altezza di palmi due del diame- di essa sono stati a noi inviati dal nostro Socio, il Si- tro di palmi uno. Insieme n. dieci gnor Principe di Butera. Altri n. 80 di diverse dimensioni a forma di giara, Per la prossima tornata il nostro Segretario per- di Orceoli, di sottocoppe, e di Olle. petuo non mancherà di presentare un rapporto con- I lavori si protraggono fino ad agosto del cernente, la natura di questa pianta esotica, ed il 1830 e Nicola Sanillo invia al Marchese Ar- metodo della sua coltivazione. diti il risultato degli scavi. Sempre nello stesso periodo, e sotto il controllo di Nicola, Napoli 1827, su proposta del Presidente ma in altro luogo, gli operai riportano alla della Società Economica, il Marchese Arditi luce altri reperti: di Castelvetere, Soprintendente degli scavi e antichità, si nomina Nicola Sanillo Ispettore Notamento dé vasi degli stessi. S. M. si è degnata accordare il per- N.2. vasi grandi della forma presso a poco d’un messo di far eseguire degli scavi per la ricerca di an- vaso a campana, alto palmi 2¼, diametro medio tichità sul fondo del terreno di proprietà di D. Luigi palmo N.1½, …appena si osservano 10 figure, che Pacelli del Comune di S. Salvatore, in località Telese sembrano gladiatori. N.2. Vaso a campana, alto

125 Vittorio Imperadore Armando Pepe palmo 1¼, diametro palmo uno con n. sette figure Caserta, 27 Aprile 1829. La stagione inver- rappresentanti un satiro, ed altre con palme e co- nale, che ormai è terminata, mi ha fatto finora aste- rone. N.3. Vaso a campana, alto palmo 1¼, diame- nere dal convocarvi; perché la brevità de’giorni, le tro palmi due, con n. sette figure, rappresentanti piogge, ed i freddi avrebbero potuto recar disagio à giocolatori. soci lontani; ma il differire ulteriormente una vostra riunione non mi giustificherebbe da un certo carattere Vasi a forma a giara di negligenza, sicchè vi prego di convenire nel giorno N.2. vaso alto palmo 2¼, diametro ½ palmo, con di Giovedì, 14 del venturo Maggio vi prego di conve- quattro figure, rappresentanti due coppie con cande- nire nella casa Forgione sita Strada Vico numero 77. labri. N.2. vaso alto 5/4 di palmo, diametro ½ palmo, con due figure, cioè una donna con una patera204in Caserta, lì 13 Ottobre 1830. Il Consigliere mano, ed un uomo appoggiato sopra di un’asta. N.4. Provinciale Nicola Sanillo è in riunione presso gli alto palmo uno diametro ½ palmo, con n. cinque fi- Uffici dell’Intendenza di Terra di Lavoro. L’ar- gure, che rappresentano un satiro alato, che rapisce gomento principale dell’incontro è che con l’av- due donne. vicinarsi dell’inverno nelle campagne manca il Orceoli lavoro. S.E. il Ministro Segretario di Stato degli affari N.1. alto palmi uno diametro ½ palmo, con tre fi- interni mi ha comunicato il Real Rescritto, cioè. Il Diret- gure in atto di parlarsi. N.2. alto ¾ di palmo, diame- tore generale di Ponti e Strade animato dal desiderio di tro ½ palmo, con figura d’uomo nudo, armato di dar mezzi di sussistenza alla classe numerosa dei trava- lancia, e scudo. gliatori di campagna, che nell’approssimarsi dell’inverno Sottocoppe manca di lavoro, propose di attivarsi la costruzione delle N. 1 diametro palmo uno rappresentante al di opere pubbliche, indicando i mezzi di ottenere questo fine, dentro un centauro, ed al di sotto n. 4 figure iso- che da un’altra parte contribuisce potentemente alla pro- late. N. 2. Diametro ¾ di palmo, con due coppie di sperità del commercio interno. gladiatori. Per questa considerazione, si suggerì che dovessero Vasi di creta semplice promuoversi le opere di bonificazione locale, facendo con- N. 10. alti palmi 2 diametro palmi 1 tribuire alla spesa i proprietari de’ fondi, che ne sperimen- N. 80. tra vasi a giorno, orceoli, sottocoppe, ed tano i vantaggi; le costruzioni delle traverse Comunali da olle205. Molti sono i vasi non conteggiati perché eseguirsi dai travagliatori dei rispettivi Comuni. rotti, e non si sono ritrovati tutti gli elementi. L’Intendente, Il Marchese di S. Agapito

San Potito, 22 feb.o 1829. Mio caro Titta. Mi Caserta, il dì 29 novembre 1830. Signori, trovo aver perduta la chiave di codestomio common- L’infausta circostanza della morte di S.M. il Re tino, quindi scassinate il fodero superiore, staccatene Francesco I. di gloriosa rimembranza è stata occa- la maschiatura, e fate travagliare la chiave, solle- sione di lutto generale, così dee la Società aggiungere vando il coverchio, avrete eseguita la scassinazione novelli fiori sulla sua tomba. Io prego tutti i soci ad senza poter essere sotto processo. intervenire nel giorno 16 del prossimo mese di Dicem- Abbracci affettuosi, Zio Nicola bre alle ore 10 antimeridiane nella sala delle nostre A S. E. periodiche riunioni, onde in versi latini ed italiani ce- Il Sig D. Gio.Batta Covelli lebrare le virtù dell’estinto.

204 - Patera: Vaso, o meglio Piatto alquanto cupo, con piede, e alle volte con manico, che presso i Romani serviva alle libazioni, e a ricevere il sangue della vittima. (Vocabolario Italiano della lingua parlata. Rigutini e Fanfani, firenze Barbèra Editore 1854). 205 - Olla: Urna dove si riponevano le ceneri del defunto. Vocabolario Italiano della lingua parlata. Rigutini e Fan- fani. Firenze Barbèra Editore 1854.

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Caserta 1831. Signori. Ho l’onore di annun- ziarvi la riunione generale de’ 30 Maggio, alle sei po- meridiane in casa Wallin, giorno che corre la solennità del nome Augusto del nostro Sovrano Ferdinando II. All’eco festivo delle sue lodi, che si ripetono in tutti gli angoli del Regno, la nostra Società Economica dovrà distinguersi con rendere un tributo di divozione e di omaggio al saggio Monarca, ed in versi, o in prose implorar da Dio sopra di lui, e dell’inclita Real fami- glia il compimento di umana felicità. Se nelle altre periodiche riunioni si ammettono le scuse di difficoltà di viaggio, o delle cure domestiche, permettetemi che io vi dichiari, che non potete ripetere Timbro a secco, su carta bollata del Regno lo stesso in questa occasione … Documento in triplice copia su carta uso bollo di grana sei, con impresso il timbro Caserta, li 28 Gennaio del 1832. Ministero tondo a inchiostro del Regno delle Due Sicilie. e Real Segreteria di Stato della Polizia Generale. Si Un secondo timbro tondo a secco, diviso in tre permette al Signor D. Nicola Sanillo di S. Potito at- parti: in quella sinistra il cavallo, simbolo di tualmente dimorante ivi, di condizione prop° di con- Napoli, sulla destra la Trinacria, simbolo della servare in propria casa un fucile da caccia e Sicilia, e sotto, i tre gigli simbolo dei Borbone. asportarlo, per tutto l’anno 1832. Il timbro è a secco, e poco visibile, per ren- Avendo ottenuto la permissione d’armi segnata col derlo leggibile ho dovuto alterarne il colore, n.° 2867, è autorizzato a poter liberamente andare a cac- in origine bianco. Il documento è a firma del cia collo schioppo nell’estensione di tutto il Regno (eccetto Sindaco Pietro Campochiaro, del parroco Gio- la Provincia di Napoli) purché non entri negli altri fondi vanni Ferrazza e del Sig. Antonio Onoratelli chiusi da mura fabbricate, o da mura a secco, da siepe, da di Sepicciano. fossati, da riparo di terra che giunga a palmi cinque, e ne’- luoghi riservati per la caccia di S. M. il re (N. S.). Napoli 28 settembre 1834. In questo pe- L’Intendente della Provincia di terra di Lavoro riodo Nicola Sanillo abita in Strada San Seba- Marchese S. Agapito stiano n. 65 a Napoli, e insieme al Sig. D. Carlo Califano, anch’esso abitante e compro- San Potito, lì 23 Giugno 1833 prietario nello stesso palazzo, stipulano un Riparazione Campana. Il Sig.r D. Nicola Sa- contratto: Il Sig. Califano da in fitto al Sig. Sanillo, nillo ha pagato presso di noi sottoscritti ducati qua- il terzo piano della di lui proprietà, composto da otto ranta, per concorrere alla spesa accorsa nel rifondersi stanze, saletta, cucina, retro, e dispensa, al piano ter- la Campana grande del sottoscritto Comune, sistente raneo pozzo, e luogo immondo, per l’annuo pigione nel campanile della Chiesa Parrocchiale, rotta a di ducati duecento venti cinque, da pagarsi terziaria- Marzo ultimo. Egli protesta, che tal somma è di suo mente in ogni dì quattro settembre, quattro gennaro, proprio danaro, e che intende donarla a beneficio della e quattro maggio, in moneta d’argento corrente … Congrega sotto il titolo della SSma Croce, e Monte de’ l’affitto suddetto s’intende fino al quattro maggio Morti, eretta entro la Cappella della Croce, sistente mille ottocento trenta sette. … resta proibita la nella Chiesa Parrocchiale del Comune medesimo. Ciò forma di Subaffittare. per conservare ad essa Congrega il dritto, che ha al- l’uso inalterato, e non mai interrotto della campana Napoli, 23. xbre 1839. Fratello carissimo, co- medesima in tutte le funzioni, che si sono finora da gnata carissima. Con quest’amorevole frase Ni- essa celebrate, e per goderlo nel successivo. cola è solito iniziare la corrispondenza con la

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munica che è venuto a trovarlo Michele Fucile per rassicurarlo dell’arrivo dei maiali a Suc- civo, e a informarlo della pro- mozione, di Pietrosimone a Presidente del Tribunale Civile in Lucera, il 12 dicembre 1840.

Caserta, 20 maggio 1847. Nicola Sanillo, Socio Onorario della Società Economica di Terra di Lavoro, riceve la con- vocazione per il compleanno dell’amato Re Ferdinando II. … per far sinceri voti alla costante di Lui prosperità e di tutta la Reale Famiglia. Più lieto del consueto ri- torna pé sudditi di Ferdinando II. Il di 30 del corrente Maggio, L’In- tendente. Nonostante l’età Nicola non smette di lavorare e viaggiare. Sono arrivati integri ai nostri giorni, settantuno piccoli diari cuciti con lo spago, dove sono annotati minuziosamente tutti i movimenti di denaro, il primo diario è del 1806, l’ultimo è del 1852. Ogni diario racconta i movimenti che Nicola Sanillo esegue nei suoi viaggi, che du- rano dai tre ai sei mesi. Nicola Sanillo, porto d’armi per il fucile Durante questo periodo Ni- famiglia e rivolgendosi al Canonico: Fratello cola conclude affari, crea nuove Carissimo, l’esibitore vi reca uno sportellino con entro società, acquista generi vari per la casa a San due capitoni di Comacchio, una spigola di circa tre Potito, e cose personali. Ha sempre un lungo quarti di rotolo, sette triglie, più di mezzo rotolo di elenco di piccoli acquisti che gli amici gli calamarelli; mi son contenuto economicamente con- hanno sottoposto, ma anche tanti regali per la scio che la famiglia poco gusta simili complimenti. Io sua famiglia e per la servitù. Data la quantità per altro prego tutti ad assaggiarlo almeno. rilevante del materiale, mi limiterò a riportare Nicola dai tempi dell’Università non ha più solo le voci più espressive. abbandonato la capitale, mentre la rimanente Già dal primo diario noto una frase che col- parte della famiglia, è rimasta legata a San Po- pisce il mio interesse: Trasporto del baule tito. Sempre al fratello Giuseppe, Nicola co- dalla casa di Rocereto206.

206 - Notaio con studio a Napoli, e amico di Nicola.

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Questa voce l’ho incontrata in quasi tutti i Per due paia di scarpe per me Dj 03.10 diari, con il nome della persona affidataria e Carne vaccina pag.ta a Fiondella Dj 01.20 i luoghi, che sono quattro, il più ricorrente è Da D. Gennaro Bruno208 Napoli, dal Notaio Rocereto, a San Potito in per conto di Fiondella Dj 1000.00 Per laccio di Borrelli Dj 23.80 Per anello di Sauro Dj 05.70 Per due piccioli brillanti a concia d’Olanda Dj 19.00 Brillante Inglese per Donna Rachele Dj 17.00 Per spillone per me carminio Dj 02.60 Voce spese viaggi, (nel baule presso Rocereto) A D. Nicola d’Amore Dj 20.00 casa propria, in San Lorenzo Minore, nel pa- Per china a Zi Ciccio libre 7 Dj 05.20 lazzo Massone,207 a Piedimonte d’Alife in Per zuccaro per lo stesso e caffè Dj 09.60 casa di D. Vincenzo Caso. Questi bauli hanno Per gioco al lotto Dj 01.60 un contenuto molto prezioso, sono stracolmi Dati a D. Nicola d’Amore Dj 50.00 di monete, tante monete, in rame, monete e Per una tabacchiera di tartaruga Dj 02.00 piastre d’argento e d’oro, (mi sembra il baule Baccalà rot.i 30 Dj 04.54 del tesoro dei pirati). Nicola Sanillo, solo per Per due lumini eterni Dj 00.30 le piccole spese, e regali a varie persone, tra Canestra all’orticello Dj 00.32 amici e parenti compra di tutto, arrivando a Manof.ra per li cappucci dé cavalli Dj 01.70 movimentare a ogni viaggio, cifre superiori Chiodi per cerchioni da carrozza Dj 00.76 ai 4.000 ducati. Polvere da caccia rot.i 1 Dj 01.50 Altre voci hanno suscitato la mia curiosità Ligatura del 7° volume del su questo personaggio, due in modo partico- Vocabolario d’Italiano Dj 00.90 lare, parrucchiere e mozzarelle. Puntualmente Carta graduale per cambiali Dj 02.20 queste due, sono annotate a ogni viaggio, il Carta comune e del Fibreno Dj 01.51 costo del taglio dei capelli non è mai variato Elimosina ad Angiolantonia Sanillo Dj 00.40 nel corso degli anni, è sempre di grana 80. Quattro saliere d’argento e quattro Queste spese trascritte non hanno un ordine cucchiarini indorati Dj 35.12 cronologico e annoto solo parte di esse. Regalo ai domestici Dj 02.00 Fedi ridotte in testa mia Dj 300.00 Anno 1806, primo diario Per due ferri da stirare Dj 00.65 Esito per Napoli ad Aprile 1806 All’Avvocato Covelli per causa con Fiondella Dj 18.00 Viaggio, gabelle, e facchini Dj 08.90 A Don Filippo Onoratelli Dj 29.00 Per calessio da Piedimonte Dj 02.50 Al Paro. per figure dell’Addolorata Dj 00.40 Per castoro Dj 22.00 Cornice dorata pel mio ritratto Dj 02.80 Per li stivali Dj 07.70 A D. Emilio Onoratelli Dj 14.00 Al Maestro di lingua Francese Dj 04.80 Accomodo del mio orologio Dj 01.42 Per fornacella di Scappaticcio Dj 01.20 Maccheroni di Gragnano per S. Potito Dj 03.30 Per pezza di musellina Dj 07.30 Per mozzarelle Dj 00.28 Per due paia di scarpe p mio f.lo Can.co Dj 02.80 Sciacquabocca d’argento Dj 15.04

207 - Palazzo Massone, abitazione di Nicola Massone collega di lavoro del Sanillo ed è la casa della cognata Teresina. 208 - D. Gennaro Bruno, socio in Napoli di Nicola Sanillo.

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Spilla di brillanti Dj 21.00 Regalo alla Calabrese, cioccolato Dj 01.20 Fronde di cristallo per lampadare Dj 05.20 Tela d’Olanda regalo al Dottore Ad Enrico per provvedersi d’abito D’Amore Dj 08.90 Calzoni gilè, cappello ed altro Dj 22.80 Per scarpe, e carte da musica per Caraffa di cristallo Dj 00.08 Enrico Dj 05.00 Per catene per cavalli Dj 03.10 Rosolio stomatico bottiglie 4 Dj 01.00 Per lastra dello specchio Dj 00.56. 4 servizi da tavola di Fiandra Dj 21.00 Si ripongono nel baule in Napoli Palmi 7 di tela per tovaglia della da Rocereto, in oro Dj 210.00 Cappella209, e un armesino celeste Dj 02.90 in argento Dj 60.00 Per due bottiglie di sciampagna Dj 02.70 Per un servizio di terraglia inglese Dj 87.70 Nicola è in villeggiatura a San Potito da Per calzone di Tibet per me Dj 04.60 oltre due mesi e il 24.9bre 1847, ritorna a Na- 22 Brillanti Inglesi per la collana Dj 154.00 poli. Esito per Napoli dal dì 24. 9bre 1847 dopo la Polvere da sparo per la caccia rot. 2 Dj 02.80 villeggiatura dei 7. 7bre Orologio d’oro210 per me Dj 33.00 Trasporto del baule dalla casa di Orologio per Amato Dj 21.00 Rocereto Dj 00.13 Per accomodo orologio al Notar Per giara, e bacile di terraglia Dj 00.70 Francomacaro Dj 00.80 Alla Sig. Cognata per sue spese Dj 03.00 Pagato per conto del sig. D. Francescantonio A D. Colomba Massone a saldo Dj 0 3.70 Francomacaro per un anello Dj 06.00 Susamelli e torroncini Dj 00.60 Regalo ai poveri Dj 00.70 Castagne del prete per San Potito Dj 02.40 Forchette, e cucchiai d’argento, Seta di diversi colori Dj 01.20 con incisione dell’armi gentilizie Dj 10.90 Diamante per tagliar lastre Dj 01.20 Per palco al teatro dei Fiorentini Dj 03.00 Per ventaglio di Francomacaro Dj 00.50 Per accomodo dell’orologio del Per ombrello di D. Mariano Piazza Dj 04.80 Can.co Scappaticcio Dj 01.20 Reobarbaro once 3 Dj 00.68 Olio da mangiare procuratomi da Chinino dramme 2 Dj 01.87 D. Lorenzo Massone staja 2¾ Dj 05.89 Grammatica Francese di Goudar Dj 00.20 Castoro, tricoh, e gilet Dj 18.60 Alla serva Giustina per suo servito Dj 01.20 A dì 23 per una fede di credito in testa di Enrico, e Rum botteglie 4, scatola, e segatura Dj 01.57 di suo danaro nel banco dello Acquisto orologio d’oro Dj 33.00 Spirito Santo Dj 202.00 Per varie regalie ai pastori Dj 01.67 A dì 5 per tessuto nero detto orleans Per fare il ponte a Sipicciani Dj 24.00 per antesino delle sorelle Cenna Dj 01.05 Regalo al cocchiere di D. Ciccio Dj 00.40 a dì 5 per rifazione di 3 materassi Dj 00.32 Per crocefisso pel Canonico Dj 07.20 a dì 8 per carboni rotoli 50 Dj 00.73 A de Benedictis D. Filippo Dj 51.00 Ombrellino di seta per mia sorella Dj 1.60 Idem al cocchiere di Costantino Dj 00.20 Ad Enrico denaro per San Potito Dj 540.00 Candelieri di bronzo n.4 e fronde A Notar Rocereto a saldo di due di cristallo Dj 07.84 iscrizioni rinnovate contro Dal Sig. Monforte Dj 33.00 D. Pietro della Rossa Dj 4.03 Armesino per una coverta imbottita Tessuto di seta, lana, e cotone per a due piazze,ed altro ad una piazza Dj 23.10 l’abito di mia sorella Mariangiola Dj 12.00

209 - Per dire la messa in casa nel palazzo a San Potito 210 - È il secondo orologio d’oro

130 Un antenato intraprendente

Idem pel cappello, velo e mantiglia Lasciati nella stanza da letto d’Enrico sotto il primo per mia cognata Teresina Dj 14.94 commò Dj 50.00 Manofattura di veste da camera per meDj 1.40 Al libraro Rondinella per saldo del Vol.3 dell’Istoria Al librajo Marghieri per l’importo di Cantù Dj 03.40 del 12 volume dell’enciclopedia Dj 5.80 peparoli, e pomidori per S. Potito Dj 00.24 Lana di Tunisi rot. 16 Dj 11.20 maccheroni rotoli 95 Dj 09.92 Rifazione di 6 materassi, lavatura, Spese straordinarie per 10 giorni lana di Tunisi rot. 16 Dj 14.00 durante la permanenza del Presidente Per mie piccole spese Dj 34.00 presso di me Dj 4.00

Uno dei tanti diari di Nicola Sanillo

Bacile di faenza, ed orinale di terragliaDj 00.27 Al ritorno da Napoli col galessio da via Toledo a Caffè per San Potito rotoli 6 Dj 02.40 Porta Capuana a Piedimonte Dj 11.50 Specchiere indorate N.4 per Dj 334.00 A dì 5 Giugno al Sig. Cirioli per mano Ligatura dell’Enciclopedia Dj 05.29 del Sig. Riccio Dj 6.00 Per cambio di 7 Luigi d’oro Dj 38.64 Due paja di guanti per mia cognata Dj 0.43 Per fascicolo del gran vocabolario A dì 10 Giugno castoro blu per italiano Dj 04.40 Saverio Cirillo Dj 13.00 Al Parrucchiere per Febbraro Dj 00.80 Fazzoletti di colore, da naso N. Per due scanzie di noce per libri Dj 30.00 6 ed altri N. 6 di Battista da sudore,Dj 06.30 Regalia al padre dello scribente Dj 00.60 di compra da della Rossa Dj 42.00

131 Vittorio Imperadore Armando Pepe per la mantiglia di mia sorella Dj 07.10 mia sorella Carmela Dj 11.80 Fazzoletti di mussollino, Paglietta e Gilet per Enrico Dj 06.90 e mussollino in pezza per i domestici Dj 01.90 Coppola per regalo a Cosimo Dj 00.18 Fede di credito in testa di Nunziante, Faggiolini e cocozzelli per e gli do l’equivalente in contanti Dj 204.00 San Potito Dj 00.19 Carta bollata fogli 2, e registro Piattino per ampolline, e regalo presso il Consiglio d’Intendenza Dj 00.32 al vetturino del vino Dj 00.17 Caffè per S. Potito rot. 30 Dj 15.00 Campanello d’argento Dj 05.80 Zuccaro idem Dj 7.80 Collezione delle leggi, e ligatura Dj 02.68 Cannella lib. ½ cacao abbrustolito Gilè di seta per me, stoffa e fattura Dj 03.00 Libre 2 Cioccolatto, e altro Dj 2.30 Fattura211, e velluto pel soprabito Presso D. Vin.zo Caso, deposito in d’Enrico Dj 05.10 fedi di credito Dj 8603.78 Carte da gioco mazzi sei Dj 00.48 Suggello, e chiavetta d’oro per Regalia per le cicorie ed altro Dj 00.43 l’orologio Dj 01.00 Carta da scrivere risma 1 Dj 01.05 Pasta lunga per S. Potito rot 50, Caffè di Giava rot. 12 Dj 04.56 pasta minuta rot 26 e regalia Dj 07.40 Caffè Santojaco rot. 8 Dj 04.56 Speroni per Enrico Dj 00.35 Al Notajo Rocereto per spese Dj 48.00 per un ombrello usato per Lascio nel baule in oro Dj 1086.00 Pietrantonio Dj 01.60 In argento Dj 50.00 a dì 8 allo speziale D. Luigi Gargiulo carlini 20 per passarli al guardaporte per 8bre e 9bre Napoli dal 31 Maggio al 3 Ottobre 1852 prossimo Dj 02.00 Da casa in borsa di tela, e seta Dj 114.00 Al parrucchiere per 7bre Dj 00.80 Nel baule presso Rocereto Dj 120.00 Si lasciano nel baule presso Notar 2 Giugno ritiro da D. Cristina Massone una Rocereto in argento Dj 70.00 delle due borse simili presso lei in Dj 240.00 Per porto galli, limoni, regalie e 4 Luglio ritiro da D. Cristina Massone picciole spese Dj 00.60 per mezzo della donna di servizio Dj 120.00 Pillole, e valleriana per me Dj 00.33 Così che rimangono presso di Lei Pezza di tela d’Olanda per Rocereto Dj 28.80 soli altri Dj 120.00 Per carrozza dal carrozziere di Pezzi per rimondatura di stivali Dj 00.65 Piedimonte Dj 02.40 Al facchino che portò le polizze Ditale in oro per la sposa di Fucile Dj 03.35 d’Enrico Dj 00.10 Ombrella di seta per Giuseppe Al parrucchiere, e pel taglio Ferruccio Dj 1.80 capelli ad Enrico Dj 00.95 Fazzoletti di cotone colorati per me Dj 0.60 Orologio inglese a cilindro Maccheroni per Covelli rot. 40 Dj 04.30 con pietre dure Dj 15.00 Nel baule presso Rocereto Dj 132.50 Per due bottiglie di cristallo da vino Dj 00.52 Carta del Fibreno Dj 00.48 Per bilancino nuovo, e stadera Viaggio e regalia a S. Potito, vecchia Dj 06.00 ed alle scafe Dj 06.80 Per carta da scrivere Dj 1.20 Riportati in casa contanti Dj 301.30 Per due candelieri d’argento, e una bugia Veste per materasso in lana per per regalo al dottor d’Amore Dj 40.00

211 - Fattura: manodopera.

132 Un antenato intraprendente

Scrittura di Nicola Sanillo negli ultimi anni di vita

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Per cambio di due campanelli della congrega della Guanti di pella negra per Enrico Dj 00.48 SS. Croce rotti nel manico Dj 1.50 Penne da scrivere mazzo uno Dj 00.25 per due Barbanera e un calendario Dj 00.17 Lana di Tunisi per Napoli rot213. 50 Dj 19.35 n. 5 cucchiaj d’argento Dj 19.51 Un barile di zuccaro Dj 32.00 Accomodo orologio d’argento Dj 01.20 Carta per cambiale n.4 Dj 02.00 Maccheroni per San Potito rot.43 Dj 04.72 Per una sciabla Dj 04.00 Gioco al lotto Dj 00.83 Castoro per Angelica Scappaticcio Regalo alla mia servitù Dj 02.00 canne 1,½ Dj 13.50 A D. Vincenzo Caso per conto del Can. Scappatic- Bocce di cristallo pel Can.co cio in due partite Dj 86.93 Scappaticcio n.4 Dj 01.00 Da San Potito in borsa di seta Dj 16.50 Pelliccia del Can.co Scappaticcio Dj 05.70 In borsa di tela Dj 99.00 Nel baule presso Rocereto in argento Dj 107.00 Siamo nel gennaio del 1853, Nicola Sanillo Da D. Pietro Massaro per conto di suo padreDj ha da pochi mesi compiuto 89 anni e le sue con- 220.54 dizioni di salute destano molta preoccupazione, Da Michele Fucile212 Dj 480.00 viene chiamato il medico curante che gli pre- Al calzettaio per lavatura di calzetteDj 00.70 scrive: Una prima pozione: cremore di tartaro 3, nitro Per camicino di D.a Emmanuela PetellaDj 02.50 3, sciroppo di cinque radici 3, acqua libbre 4. Per un lettino di ferro per me, con trocciole e pomi Con la seconda pozione, invece, con l’acqua si è d’ottone Dj 20.00 fatta l’infuso di parietaria. Granone per polli e gelati alle signorineDj 00.63

Napoli, pagamento post mortem per le ultime cure di Nicola Sanillo

212 - Michele Fucile, collaboratore di Nicola in Napoli. 213 - Rot: rotoli unità di misura del Regno delle Due Sicilie.

134 Un antenato intraprendente

Il tutto è preparato dalla Farmacia il Platano, Dopo più di due anni, il 9 luglio1855 En- in Strada Santa Maria di Costantinopoli, a Na- rico fa spostare la salma di Nicola nel sepol- poli. Il 16 gennaio 1853 alla veneranda età di creto di famiglia a San Potito in località circa 90 anni muore a Napoli il grande vec- Torelle. Quello che precede è il timbro della chio. È seppellito in una delle nicchie della Chiesa del Purgatorio ad Arco, a seguito del detta Terra Santa, nella Congrega Purgatorio ad pagamento di sessanta ducati, del nipote En- Arco, la posizione della tomba nell’archivio del rico, per la celebrazione delle messe. Grande Ipogeo è la n. 252. Nella stessa congrega è seppellito il Notajo 4. Elixir di lunga vita Rocereto di Napoli, il quale firma molti degli Maghi, fattucchiere, alchimisti, imbonitori, atti di compravendita di Nicola Sanillo e in se- da secoli sono alla ricerca della pietra filoso- guito il contratto di matrimonio del nipote En- fale, e dell’Elixir di lunga vita. La pietra filo- rico con Alfonsina Palmieri. Esistono tuttora sofale, secondo alcuni alchimisti214, è un gli uffici della Deputazione e chiesa delle amuleto capace di tramutare il vile metallo in anime del Purgatorio ad Arco a Napoli, vico oro. Nicola Sanillo da anni legge e conserva storto Purgatorio ad Arco vicino alla Chiesa queste notizie, ed è da qualche tempo che nella indicata (E cape e morte, o Santa Maria del Purga- sua mente serpeggia il tarlo dell’esistenza torio). Negli uffici della deputazione, mi ci dell’elixir di lunga vita. sono recato nell’anno 2002, per controllare il Nicola non è alla ricerca della pietra filoso- registro, dove è annotata la data di morte e in fale, perché ne è già in possesso. L’amuleto, che seguito la data di traslazione del cadavere di tramuta il vile metallo in oro è residente nella sua Nicola Sanillo. mente, nella sua intelligenza, nelle sue molteplici Nella stessa data del 16 gennaio, Enrico per attività e con queste, nell’arco degli anni, ha ac- volontà dello zio Nicola paga sessanta ducati cumulato un’immensa fortuna, “un tesoro”. No- alla Deputazione e Chiesa delle anime del Pur- nostante tutto a Nicola manca qualcosa, infatti, gatorio ad Arco: per essersi mio zio D. Nicola Sa- sono anni che è alla ricerca dell’elixir di lunga nillo ascritto Benefattore di questa Chiesa, e godere vita. Nell’arco degli anni e con ogni mezzo cerca di tutti i benefici Spirituali, e temporali. di procurarsi queste pozioni magiche, racco- gliendo quante più informazioni possibili su que- sti prodotti miracolosi. Avendo anche coscienza che è vietata dalla legge, non si limita solo alla ricerca, all’acquisto e all’uso di tali droghe, bensì cerca e riesce a procurarsi la ricetta segreta del Vero Elixir o Balsamo di lunga vita. Il docu- mento proviene da Firenze, si compone di dieci facciate di cm. 25x19, cucite con dello spago. Altri elixir ritrovati, sono solo delle lo- candine che pubblicizzano il prodotto, due ar- rivano da Cerreto e due da Napoli. In queste pagine cercherò di descrivere con le parole dei protagonisti, le varie ricette ritrovate, che sono tutte della fine del 1700. Timbro Congrega Purgatorio ad Arco

214 - Sulla pietra filosofale, nell’arco dei secoli sono nate molte teorie.

135 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Questi documenti, o libri, sono vietati, d’anni porta seco la sua raccomandaz.ne Chiunque ha forse anche per questo attirano l’interesse e avuto bisogno di servirsene si è affrettato di lodarne l’attenzione di Nicola. Di questa proibizione, altam.te la sua bontà. Noi ci limitiamo qui con fare si fa nota anche nella Storia Civile e Politica del una semplice spiegaz.ne della sua virtù, e de’ suoi ef- Regno di Napoli215, del 1778: … delle Pene degl’in- fetti in favor di coloro che ancora non lo conoscono, dovini, de’ maliardi, delle fattucchiere; e di chi lor o che non sono stati nel caso di provarlo. Una verità prestasse credenza. stabilita sull’esperienza giornaliera non ha bisogno Imbonitori, alchimisti. Un essere ragionevole non d’arte per persuadere, e convincere. più non volere il suo meglio. Ecco il perché gli uomini Osiamo dunque assicurar qui i nostri lettori che in tutti i tempi si sono studiati di potere, oltra le pro- l’elixir di lunga vita ha la virtù di ristaurar le forze, prie forze, e di sapere al di là della sfera, cui giunger di rianimar gli spiriti vitali, e di aguzzar l’appetito. l’umano intendimento. Gl’impostori ne han profit- Abbatte i dolori di romatismo, netta lo stomaco dagli tato, ed han fatto credere à più semplici, esservi umori grassi, e vischiosi, che cagionano le indigestioni, un’arte riposta di far portenti, ed un’altra di pene- le amarezze, l’emicranie, i vapori; guarisce tutte le trare nel’oscurità de’tempi avvenire: cose a potersi, coliche di stomaco, e di corpo, risana la dissenteria, o ed a sapersi impossibili, quanto il potere, e’l sapere sia soluzione di ventre con sangue; rende allegro, sol- non venga assolutamente di colà, dove si puote cioc- leva gli idropici, libera da i mali di cuore, impedisce chè si vuole. L’ignoranza, e la presunzione figlia la gotta di risalire; provoca i mesi alle Donne, gli re- dell’amor proprio son andate di concerto per far valere stituisce il buon colore, e la grassezza, purga imper- l’altrui ciurmerie. cettibilm.te e senza dolori, rettifica il sangue, e ne Anche Gioacchino Murat, dalle pagine del rende libera la circolazione, guarisce le febbri inter- Monitore Napolitano, in data 8 settembre mittenti alla quarta dose ordinariam.te , è un perfetto 1810, dopo trentadue anni dall’uscita del- contro veleno, un eccellente preservativo contra l’apo- l’opera di Carlo Pecchia, mette in guardia i plesia, lo scorbuto, ed è un antidoto salutare contro suoi sudditi sull’efficacia di tali ricette. Da alla peste, Donne che non possono allattare i loro questa data in poi non sono stati più rinvenuti Bambini, ed è efficace per il latte sparso per la vita. documenti attestanti nuove scoperte. Distrugge i vapori, e precipita la bile a chiunque Imperio Francese: S.M. … ad evitare con più si- per caricato che sia. Distrugge i vermini nel corpo, curezza gli abusi e il ciarlatanismo, ha decretato che facilita il parto alle Donne, è un salutare rimedio debbano cessare queste permissioni esclusive. Gl’in- per il vajolo, è un balsamo miracoloso per i getti di ventori e proprietari di tali ricette le rimetteranno al sangue, ed applicandolo sopra qualsivoglia morso, ministro dell’interno, che le farà esaminare da una o ferita, risana la parte offesa in capo a 24 ore. Si commissione, la quale proporrà il prezzo che si pos- può esser certi, che quando ancora se ne prendesse sono pagare, proporzionatamente al merito e all’uti- una dote troppo forte non si corre alcun rischio, ma lità della scoperta. dipende dal modo di servirsene, secondo le diverse specie di mali, se si vuole risentirne i vantaggi, al Vero Elixir o Balsamo di lunga vita. che provvederemo con dare il regolamento alle per- Scorbutico, Antipopletico, e Antipestifero. sone, che prenderanno delle bottiglie, ove vi è an- La sua virtù, e i suoi effetti. cora l’uso giornaliero, col quale si può vivere lungo La nostra mira non è di far sì per mezzo di un se- tempo, e senza aver bisogno di altre medicine, ne ducente discorso, che si prenda in favore l’Elixir di cavate di sangue. lunga vita, che annunziamo. Questo rimedio cono- Tutti quelli che possono spendere otterranno il d.o sciuto da diverse Nazioni fin da un gran numero Elixir, o Balsamo di lunga vita al misero prezzo di

215 - Storia Civile e Politica del Regno di Napoli di Carlo Pecchia - Napoli 1778 Nella Stamperia Raimondiana. Sezione Della Gran Corte della Vicaria.

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Ricetta del vero Elixir o balsamo di lunga vita pauli 216cinque la bottiglia, quale sarà autenticata col gratis quella dose adattata, ed il modo di prenderla: Bollo esprimente da una parte il Cifra un H, e un F, il tutto in adempimento dell’obbligo corre la Per- e dall’altra tre Gigli, e farà loro piacere di averne sona, che ha ereditato il segreto per fare il sud.o Bal- fatto acquisto quando al bisogno potranno ricorrere samo di lunga vita. Si trova questo rimedio, presso a questo rimedio tanto sicuro, che innocente. Harel et Frerej abitanti in Firenze in via dell’An- Per le persone miserabili non vi sarà alcuna guillara al Num. 8. precisam.te accanto all’Arco dé spesa, anzi secondo i loro incomodi, sarà loro data PP. Di S. Firenze.

216 - Pauli o Paoli: Moneta fiorentina

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Non sarebbe che imperfettam.te servire il Pubblico, senza fuoco, e rinnovare di ora in ora per tre volte. se ci contentassimo di avergli fatto conoscere soltanto Per far passare il latte alle Donne, che non possono al- le virtù, e gli effetti dell’Elixir, o Balsamo di lunga lattare i loro bambini, e per il latte sparso per la vita, i vita, la sua efficacia dipende in gran parte dal modo tre pmi᷉ giorni, due cucchiajate da bocca, una la mat- di impiegarlo. Egli è adunque necessario di descri- tina, e l’altra la sera, indi tre cucchiajate da caffè per verne la dose, secondo i differenti accidenti. giorno, una la mattina di levata a digiuno, e non pren- der niente, che un ora e mezzo dopo, l’altra un ora avanti pranzo, e la terza due ore dopo cena, o almeno prima di co- ricarsi, e continuar così fino alla radical guarigione. Per il Vajolo, per nove giorni, una cucchiajata da bocca per le persone grandi, e da caffè per i bambini, sempre a digiuno, in tre cucchiajate di sugo di castrato.

Uso giornaliero che si può fare del d.o Balsamo La dose è di nove gocciole per gli uomini, e di sette per le donne; se ne prende mattina, e sera nel buon vin rosso asciutto, ovvero nel brodo. Si può prendere questo Elixir nell’inverno con del vino, e l’estate nell’acqua fresca. Con l’uso giornaliero di questo rimedio Altra ricetta dell’Elixir di lunga vita si può vivere lungo tempo, e senza aver La dose secondo gli accidenti bisogno di altri medicamenti, né di cavare sangue. Per i mali di cuore, una cucchiajata da bocca, puro, per gli Uomini, ed una cucchiajata da caffè per Ricetta per fare il d.o Elixir, o sia Balsamo le Donne. Per le indigestioni, due cucchiajate da bocca di Lunga Vita. puro. Per l’ubriachezza, due cucchiajate da bocca Per sei libbre. Dentro a sei libbre di acquavita puro. Per le coliche di ventre, e ventose, due cucchia- buona ci si debbono mettere le seguenti Droghe. jate da bocca, puro, per gli Uomini, e per le Donne; e Zafferano fino mezz’oncia quando esse sono crespinose, con due cucchiajate di Mirra once due olio di mandorla dolce, tratto senza fuoco. Aloè succontrino once due Per i mali di stomaco, una cucchiajata da bocca Reobarbaro buono mezzoncia per gli Uomini, e per le Donne, puro e rinnuovare a Triaca vera di Venezia, once due e mezzo ciascuno accidente. Per i vermini nel corpo, per quat- Miele buono, una libbra tro giorni, una cucchiajata da caffè a chiunque. Per China, ma della buona, un’oncia, e mezza l’Idropilia, per un mese, una cucchiajata da bocca in Zedovaria dramme217 tre tre di buon vin bianco asciutto. Per facilitare il parto Anisi di Puglia once218, due, e mezzo alle Donne, e liberaz.ne della Secondina, una cucchia- Genziana dramme tre jata da bocca in una di olio di mandorla dolce tratto Consolida grana due

217 - 1 dramma: 3 grammi 218 - 1 oncia: 26 grammi;

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Si aggiunge alle d.e droghe anche un poco di salvia, publico bene, affinché l’impostura non abbia luogo, di rosmarino, di majorana, di cametrio, ed un poco di si avverte che le boccie di detto Elixir sono suggel- centauria. late con cera di Spagna col nome di detto Dacorò, A questo punto segue preparazione, e mi- e biglietto a fronte delle medesime. Napoli primo scelazione delle varie “droghe”. Il secondo do- Agosto 1796 cumento è del Sig. Giovanni Dacorò: …tal ricetta fu ritrovata tra le scritture del Dot- Non poteva mancare in questa raccolta un tor Ernesto Medico Svedese, il quale ebbe una lun- Arcano Miracoloso, che si vende dagli eredi del ghissima età, poiché morì di cento, e quattro anni, fù Dottor Fisico D. Nicola Pelosi in Cerreto, visse di buona salute coll’uso giornaliero di questo Provincia di Terra di Lavoro, che recita: Chiun- Elixir. … volendosi far uso ogni giorno, la dose dee que morsicato da qualsivoglia animale velenoso, siano essere di dodici in quindici goccie; si prende nel vino, vipere, serpenti, scorpioni, o altri animali di simile caffè, cioccolato, tè, o acqua, a piacere di chi lo bee. specie, prenda una dramma di questa polvere infusa Coll’uso dunque di questo Elixir si vive lunga- in quattro dita di vino, acqua, oppure orina, non es- mente sano, e lontano da molti mali, giacché ristaura sendovi acqua; in un subito prenderà vigore, e forza, le forze, anima li spiriti vitali, assottiglia gli umori, senza sentire, alcun sintomo del veleno. Lo stesso si toglie li tremori dé nervi, rintuzza i dolori del reuma- operi né cani, ed altri animali morsicati, proibendoli tismo, attempera i dolori acerbi della podagra, netta assolutamente l’uso dell’acqua, neve, gelati ec. lo stomaco da tutti gli umori grossi, e viscosi, ren- A coloro, che vengono bersagliati d’atroce male di dendo facile la digestione; guarisce le coliche a capo podagra, se ne dia questa polvere mezza dramma la di pochi minuti, e solleva gl’Ipocondriaci, toglie li mattina, per due mesi continui che ne saranno molto mali del cuore, come le palpitazioni, o altro, ammol- alleviati, che la suddetta polvere sia efficacissima lisce i timpani á sordi, e guarisce li dolori nell’orecchie, contro il veleno delle vipere, e nell’anno 1798 nel mese giova alli calcoli, e li cava fuori mirabilmente pren- di Luglio si fece pubblico esperimento coll’intervento dendosene una duplicata dose, promuove grande- di molto popolo, Medici, e Chirurgi della Città di Cer- mente l’urina. Purifica in somma il sangue, e lo fa reto. Si fece morsicare dalla vipera stizzita un ca- francamente circolare; provoca il mestruo alle donne, pretto prima, e poi un pollastro; il capretto coll’uso e giova anche ai dolori uterini; restituisce i colori alla di questa polvere, dopo che aveva incominciato lo sve- faccia; purga blandamente, e senza dolore; guarisce nimento, fu libero, ed il pollastro immediatamente, tutte le febbri intermittenti alla terza porzione; giova senza l’uso di questa specifico, se ne morì, siccome il alli friggidi, ed è un antiveleno, ed è un preservativo tutto apparisce dal pubblico attestato degli Signori da mali contagiosi. Governatori di questo pubblico, munito di sugello, che E’anche balsamico, onde cicatrizza le picciole fe- si conserva dallo autore. rite; guarisce le scottature, e le escoriazioni, ed è anche buono per li dolori de’denti, purchè non siano guasti. Dello stesso tenore è un altro documento Un tanto prodigioso Elixir si compromette esso Da- proveniente anch’esso da Cerreto, ed è la: corò somministrarlo al Pubblico nella Bottega di Caffè sita sotto il Monastero di S. Antoniello alla Virtù Ammirabile dell’Elisir Filosofale strada Costantinopoli al Num. 55, dandolo al Pu- La filosofia, e l’esperienza, che sono le antiche blico, alla bassissima ragione di carlini sei la libra. Maestre della verità, hanno abbastanza rese conte le Finalmente questo Elixir, oltre l’aggradimento, ammirabili virtù dell’Elisir Filosofale, che per il pub- ed universale soddisfazione è stato approvato da blico vantaggio or si manifestano. Se tutti i mali cu- Celebri Professori, amanti della verità, che conti- rabili, siano interni, o esterni, si sogliono dà Medici nuamente lo ricettano pè di loro infermi, quando lo Filosofi curare per mezzo de’ rimedi ermetici, diure- stimano opportuno. Del resto si ripete, che l’espe- tici, catartici, diaforetici, corroboranti, anodini, odo- rienza è la Maestra dell’Uomo; e per accerto del riferi, e risolventi, secondo la qualità de’ morbi;

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L’Elisir Filosofale, in varj modi con liquori ap- il sarcoma avanzato si volesse estirpare con opera- propriati applicati, produrrà mirabilmente tutti que- zione cerusica, l’Elisir è in rimedio sarcotico, che su- sti effetti, e con prestezza restituirà l’uomo in salute. bito cicatrizza, e restituisce la carne nella piaga. … …E’ perfetto escarotico, guarisce la tigna cro- è un perfetto antidoto contro i veleni, e i morsi di ani- stata, e vi fa nascere di nuovo i capelli, è perfetto of- mali velenosi. La unione degli olj, e di sali alcalini lo talmico, dacché una goccia dentro l’occhio toglie le rende efficacissimo a togliere altresì qualunque mac- nascenze, pannicoli, pustolette, affluenze di sangue, chia di grasso, o di olio a panni di lana, o seta, avendo e ne discute la nascente cataratta. Sana le ulceri della virtù propria di non offendere il colore … bocca, il dolor de’ denti non guasti, le fissure delle Si vende al prezzo di due carlini l’oncia. labbra, l’asprezza della lingua. Dissolve i nervi attratti del collo, e delle altre membra, e con replicate un- zioni ha guariti molti cionchi di mesi, ed anni, purché la cionchia non provenga da tocco apoplettico; poiché la virtù di ecci- tare la diaforesi, e digerire la materia pec- cante, o che sia acre, o resipilosa, o artritica, o reumatica, o podagrica, o lin- fatica, o calcolosa, avvertendo, che alle volte se vi è dolore negli articoli, li fa gon- fiare, e toltone il dolore, sgonfia, e sana. E’perfetto antistrumatico, perché non solamente con esterna unzione sana le scrofole, dopocchè sono insanguinate, ma preso per un mese la mattina a di- giuno al peso di mezz’oncia con mezza dramma di radice di gladiola, o di scro- folaria recente, o con uno scrupolo di sale di pietra pomice, le guarisce all’in- tutto, diggerendone, e togliendone la causa. Si estende altresì la sua virtù a risol- vere i cancri, i tumori cistici incipienti, le verruche,, i calli, i geloni, le crepature, i tumori lattei delle poppe, e lo sciro re- cente: … sana le posteme, i carbonchi, le scottature, l’andrace, e la spina ven- tosa, quando non ha toccato l’osso. E’ altresì balsamico tale, che con prestezza ammirabile cicatrizza le ferite senza farle marcire, sana tutte le piaghe, ancorché vecchie, cavernose, e maligne, e unito alle lavande guarisce le ulceri fe- tide, ed altri mali venerei. Libera dal sarcoma, e dal polipo recente con fre- garne per molti giorni le parti affette; e se Arcano miracoloso, Dottor Nicola Pelosi, Cerreto Sannita

140 Un antenato intraprendente

L’ultimo documento di Nicola è sempre un Seguono le ricette dei Susamelli, della così elixir, Acetum prophjlacticum, ovvero aceto di quat- detta acqua di Corogna, e per fare la Cedrango- tro ladri, aceto contro la peste … lara. Nicola Sanillo, dopo aver accumulato una Teresina Massone, cognata di Nicola, nei vera e propria fortuna in denaro e proprietà, suoi diari conserva non un Arcano miracoloso, muore all’età di circa 90 anni. Della sua fami- bensì alcune ricette segrete219, mentre a San Po- glia è stato il più longevo. Dei due fratelli, Pa- tito da anni è divenuta di dominio pubblico squale muore a 57 anni e Giuseppe a 78 anni. un’antica ricetta del nocillo “trafugata”, oltre 50 Nicola ha veramente vissuto tutti questi anni anni fa, in casa della famiglia Pignati. perché ha usufruito de’ l’Elixir di lunga vita? Ricetta per fare la così detta acqua di Noce. In ogni libra di spirito ben purificato …

Ricetta dell’acqua di noce, (nocillo)

219 - Nocillo. In quei tempi, ma ad oggi nulla è cambiato, le famiglie custodiscono gelosamente le ricette.

141 Gli Stati dell’Italia alla nascita di Nicola Sanillo VII. San Potito durante il decennio napoleonico

Pasquale Sanillo, ritratto 1. Pasquale Sanillo allo scrittoio, elegantemente vestito e in Pasquale Sanillo, quinto dei sei figli di bella mostra con i suoi attrezzi da lavoro, Luca e Antonia Fattore, nasce il 16 gennaio penna inchiostro e calamaio. 1778. Non ho trovato documenti che indi- Mentre il fratello Nicola è Dottore in chino gli studi eseguiti, ma nello stato delle Legge, Giuseppe è Sacerdote, Pasquale è anime e censimento, redatto nel 1802 dal l’unico dei maschi che si sposa, ha sei figli, Parroco Don Sebastiano Lombardi, è de- tre di essi muoiono nell’arco dei primi due scritto come applicato alle lettere. Questa noti- anni, il quarto Luca, muore il 20 ottobre del zia la chiarisce anche il pittore Viggiano, che 1835, pochi giorni prima del compimento dei lo immortala nel suo studio, seduto vicino 18 anni. Pasquale muore ad agosto 1835.

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Teresina Massone, ritratto

Napoli 17. 8bre 1835 Dopo soli tre giorni, Luca muore. Pa- Luca Sanillo sta male, sono stati chiamati i squale nell’arco della sua breve ma intensa migliori dottori del Regno e le speranze di sal- vita è Sindaco di San Potito, Conciliatore varlo sono molto fievoli. Nicola Sanillo tre dello stesso Comune, Comandante delle giorni prima della morte scrive al Canonico: Guardie Urbane e Provinciali di San Potito Fratello Carissimo la mano del Sig.re continua ad e Capitano delle Milizie del Matese con appesantire sulla nostra famiglia, sia sempre bene- sede nel palazzo della Sotto Intendenza a detta. Possa il Dio della Misericordia accordarci la Piedimonte d’Alife220. fermezza e le consolazioni del Santo Giobbe per piena sua indulgenza…

220 - Oggi, scuola primaria “Giovanni Falcone” e museo civico, in Largo San Domenico.

144 San Potito durante il decennio napoleonico

San Potito 1805 Gerolamo Mennone 24 Poss. La prima Compagnia della Guardia Provin- Marcellino Campochiaro ciale di San Potito è così composta: di Franc.o 24 Poss. Giovanant.o Cancello 30 Poss. Nomi, e Cognomi, Età, Professione. Antonio Sauro 30 Poss. Capitano Damasco Bocchino 23 Poss. D. Pascale Sanillo 27 Benestante Giovanni Cancello 18 Poss. Tenente Pascale Izzo q.m Domenico 42 Poss. D. Giuseppe Fattore 26 Benestante Michelangelo Gaudelli 32 Artista Poss. S. Tenente Angelo Pietrosimone di Gio: 20 Poss. D. Pascale Fattore anni … Benestante Angiolo Navarro 45 Poss. Sergente Mag.re Marcantonio Coluccio 43 Poss. Francescantonio Francomacaro Giovanantonio Missere 44 Poss. 28 benest. Stefano Fattore 24 Poss. 1° Sotto Sergente Nicola Borrelli 30 Poss. Giuseppe Francomacaro 30 Not.ro Benest. Bonaventura Rapa 34 Poss. 2° Sotto Sergente Michelangelo Seccia q.m … 28 Poss. Giovambattista Petella 30 Benest. Giovanni Scappaticcio 48 Poss. Caporali Giovanni del Vecchio 24 Poss. Raimondo Ricigliano 36 Benest. Domenico D’Amato q.m Nicola 20 Poss. Nicola Ricigliano 32 Benest. Nicola Pizo 30 Artista Pascale D’Amato 38 benest. Giuseppe del Santo 34 Poss. Stefano Piazza 42 Benest. Giambattista Piazza 29 Poss. Angelo Campagna 57 Possidente Giovanant.o Pacella 48 Poss. Soldati, e Tamburro Giuseppe Campochiaro q.m Carmine, Siamo all’inizio del decennio francese e tamburro, anni 19 Possidente Pasquale Sanillo, in varie occasioni, mobilita Ferdinando Sanillo 20 Possidente i soldati per contrastare le azioni dei briganti. Michelangelo D’Amato di Giuseppe 19 Poss. Piedimonte 7 Febo 1807 Filippo Sanillo q.m Salvatore 37 Poss. Dispaccio del Comandante della Guardia Provin- Bonaventura Riccio 37 Poss. ciale di Piedimonte al Capitano Sanillo: Costanzo Santillo 46 Poss. Sig. Cap:no mi è pervenuta comunicazione del Sig. Antonio Pitò 40 Poss. Tenente Colonn:lo Comandante della Colonna Mobile Michele Mastromarino 28 Poss. in Pietramelara, che si son resi, anche i Briganti, cor- Angelo Federico 25 Artista Poss. rono in ogni dove a deporre le armi, ed implorare la Giovanni Leggiero 22 Poss. clemenza del Governo; gli ultimi si sono rifugiati nel Pascale Federico 30 Artista Poss. bosco, che confina col Monte Maggiore di Pietrame- Filippo Iafusco q.m Marcant.o 26 Poss. lara. Io non mancherò di far sì, che porzione di questa Vincenzo Seccia 36 Poss. Guardia Provinciale, colà si porti. Giuseppe Sauro 26 Poss. Vi saluto, Giuseppe de’ Lisi Giuseppe Izzo 24 Poss. Ogni movimento di soldati implica delle Luigi Sanillo 22 Poss. spese, e quello che segue è il resoconto delle Filippo Izzo 32 Poss. azioni militari, con relative spese. In quello che Gennaro Leggiero 35 Poss. segue e in molte altre missioni, nel dettaglio Domenico Masuccio 20 Poss. delle spese, compare spesso la voce “briganti”.

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In tutti i libri che ho letto, questo termine è stato sempre associato al periodo dell’Unità d’Italia. Leggendo il resoconto del Capitano Pasquale Sanillo, il termine “brigante”, è usato circa cin- quanta anni prima, nel decennio napoleonico usandolo per tre volte nelle sue lettere. …per contrastare le orde brigantesche. A dì I maggio 1807, razioni alla Civica di questo Comune per una spedizione fatta contro de’ briganti duc. 5.60; Per rapporto fatto all’Intendente sul successo acca- duto fra questa Civica con d.i briganti, duc 1.00; Per lettera pervenutami dal Capitano di Gioja per un mezzo espresso duc. 0.10; Per dispaccio mandato dal Timbro di San Potito in epoca napoleonica Governo duc 0.05; Radunati più civici per formare una Colonna mobile duc. 0.05; Per due Civici mandati Sig. Gov:re il Sig. Francesco Ant:o Francomacaro per scortare il sud.o Bartoleni fino a Cerreto e con vet- naturale di questo Comune, vi significo che il mede- tura duc 0,50; simo è individuo ascritto a questa Guardia Civica Per trasportare venti fucili da Capua qui con due Prov:le in qualità di Cap:le sotto l’ultima organizza- vetture duc. 2.00 zione e che lo stesso ha fatte tre spedizioni unita- Per regalia all’addetto che scelse detti fucili duc. mente ad altri individui, sotto la mia direzione, una 0.60; Per regalia all’addetto che li cacciò fuori dal cioè sotto il dì 15. 8bre 1806 contro la masnada di magazzino duc. 0.30; Per l’arresto di quattro briganti Fra Diavolo … la 2° sotto il dì primo Maggio anco duc. 0.05; contro una comitiva di circa 20 briganti sboccati222 Per l’arresto di un Milanese duc 0.05; Per un fo- in picciola distanza da questo luogo dalle montagne glio di carta pecora per ligare un libro duc. 0.05 di S. Agata de’ Goti, e quivi assaliti, e dissipati dietro Il Sotto Sergente Domenico Ricigliano, lunghissimo cammino, la 3° finalmente sotto il dì 30 della Guardia Civica di San Potito, comunica dello stesso mese contro i briganti del Matese. al Capitano Sanillo: In ognuna di tali spedizioni posso assicurare che Ieri sera circa le ore due e mezza ebbi l’avviso, che il sud.o Sig. Francomacaro ha mostrato tutto il corag- Francesco di Chello inquisito di adulterio, eratto in gio il più deciso, e soprattutto nella 2°, che rimasero persona di Concetta Sanillo si ritrovava insieme con feriti due briganti di questi uno trovasi già nelle forze Giovanni Antonio Campagna in casa della med.a dell’Intendenza. Soggiungo che il Francomacaro nella quali sud.ti Campagna, e di Chello sono ambedue di sua professione di Chirurgo, in cui è laureato, è un Calvisi. In esecuz.e dunque degli ordini del Regio Go- giovine di merito, e che nelle ridette spedizioni è ve- vernatore di Piedimonte, e circondario procedei all’ar- nuto provveduto dell’occorrente in caso di bisogno a resto del d.o di Chello, e stimai espediente arrestar quanto poteva dipendere dalla sua professione; e per anche il d.o Campagna, che insieme ritrovai. Comunico quanto a me costi, posso dire ch’esso non abbia avuto dunque acciocchè mi dia gli ordini opportuni. verun compenso… S. Potito lì 15 Maggio 1807 Il Capitano Sanillo, con rapporto221 del 25 Fra Diavolo, al secolo Michele Arcangelo giugno 1807, comunica al Regio Governatore Pezza nasce a Itri, allora parte della Provincia di Piedimonte e Circondario: di Terra di Lavoro, il 7 aprile1771 e muore a

221 - 1° spedizione il 15 ottobre 1806; 2° il 1 maggio 1807; 3° spedizione il 30 dello stesso mese, ma il rapporto al Regio Governatore è datato 25 Giugno 1807. 222 - Sboccati: sbucati.

146 San Potito durante il decennio napoleonico

Napoli l’11 novembre1806. È stato brigante, teva uscire più dal suo nascondiglio. Fu posta soldato e Colonnello borbonico, figura dalla sulla sua testa la taglia di 17.000 ducati. I fran- condotta in bilico tra il bene e il male. Arruo- cesi lo inseguono per quindici giorni dopo che latosi nelle truppe di re Ferdinando IV, difese gli uomini di Fra Diavolo furono stretti nella così la corona borbonica, per questi meriti ot- valle di Bojano. tenne il titolo di Duca di Cassano. In novem- Qui Fra Diavolo dovette accettare il com- bre il Re di Napoli ordina di attaccare Roma, battimento, che avvenne nell’ottobre2241806; con l’esercito, di cui fa parte anche Michele. la battaglia durò sei ore anche perché la piog- Nel 1799 Fra Diavolo fu scelto come coman- gia, che cadeva da giorni, aveva reso inservi- dante delle operazioni: la sua massa di oltre bili i fucili. Si combatté all’arma bianca, mille uomini fu riconosciuta come parte l’attacco francese fu respinto (nella battaglia dell’esercito regolare. Nello stesso anno, Re morirono 400 francesi e 40 insorti) e Fra Dia- Ferdinando lo nomina Capitano, mentre la volo sfuggì alla cattura ancora una volta. Si di- Regina Maria Carolina, per mostrargli la pro- resse verso Benevento con 150 uomini pria ammirazione, gli dona una spilla di dia- rifugiandosi nelle Forche Caudine, dove pen- manti223. Essendo venuto alla riconquista del sava di essere al sicuro. Invece i francesi lo Regno con il Cardinale Ruffo, fu elevato al scovano e questa volta il numero delle vittime grado di Colonnello. fu a favore dei francesi e Fra Diavolo rimane Nel 1806 Napoleone invade Napoli, Ferdi- con circa 50 uomini. Già esausto per le conti- nando IV decide di richiamare all’azione i ca- nue battaglie e il numero sempre più ridotto pimassa. Il Colonnello Pezza si volge subito dei suoi uomini, Fra Diavolo si scontra con i all’azione, lascia Napoli e torna nelle province militi del Capitano Pasquale Sanillo, che nel a reclutare uomini abili alle armi. Negli ultimi suo rapporto, non dà spiegazioni sulla batta- giorni dell’aprile 1806, Fra Diavolo fu chia- glia, ma cita solo: … una spedizione sotto la mia mato dal monarca a Palermo. L’inglese Sidney direzione, il 15. 8bre 1806225 contro la masnada di Smith, Ammiraglio della flotta reale, gli pro- Fra Diavolo, dietro invito fattomi dal Regio Gover- spetta un progetto che ricalcava l’impresa natore di Prata. dell’Esercito della Santa Fede di sette anni prima: la sollevazione delle Calabrie e l’avan- Fra Diavolo continua a vagare per giorni e zata dell’esercito fino a Napoli. Il 28 giugno giorni da un paese all’altro, finché il I novem- lo Smith nomina Fra Diavolo comandante in bre, esausto, fu catturato a Baronissi, condotto capo della spedizione L’operazione comincia in prigione a Napoli, condannato a morte dal il giorno dopo e Fra Diavolo, alla testa della Tribunale straordinario e giustiziato per impic- sua Legione della Vendetta consegue ripetute vit- cagione in piazza Mercato l’11 novembre torie sui francesi. 1806, vestito con l’uniforme di brigadiere Ridotta la massa a trecento uomini, Fra dell’esercito borbonico. Il suo corpo viene la- Diavolo si muove di paese in paese cercando sciato molte ore bene in vista, come monito inutilmente di sollevare la popolazione contro alla popolazione. il nemico. Attraversa Esperia, Bauco, Isernia. «E’ venuto Fra’ Diavolo, - Ha portato i cannon- Intanto che i francesi bloccano tutti gli accessi cini - Pe’ammazza’ li Giacobini, - Ferdinando è il no- alle valli, Fra Diavolo si rintana, ma non po- stro Re!».

223 - Fra Diavolo e il suo tempo (1796-1806), Arte Tipografica AR Napoli 1974 224 - Il Capitano Sanillo, nel suo rapporto datato 15. 8bre 1806, contro la masnada di F. Diavolo. Ma non ci da notizie di morti o feriti. 225 - Questa battaglia avvenne solo 21 giorni prima della morte per impiccagione di Fra Diavolo.

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Così cantavano i suoi seguaci. Ormai in tutta del desio di servirsene utilmente contra i briganti e Italia, a torto o a ragione, la parola “brigante”, capaci di mantenerli in buon ordine. Mi assicurerete e la “borbonica” s’identificavano pienamente. che siano curate le armi facendone la visita una volta Molti sono i disertori dei vari corpi delle armate almeno la settimana. Risparmierete quanto possibile di terra e di mare, che abbandonano i francesi, le cartuccie le quali non vi rimpiazzerò che quando perché il loro cuore è rimasto borbonico, men- me ne avrete attestate l’uso contra i briganti o quando tre molti giovani in età di leva, con ogni mezzo mi rimanderete le Palle. Questi armamenti sono sotto cercano di evitare l’arruolamento: la vostra responsabilità personale e dovete essere Gioacchino Napoleone, Re delle Due Sicilie pronto ad esibirli ad ogni richiesta. Considerando che giornalmente s’impiegano dei Considerando che nella coltura della canna da zuc- mezzi fraudolenti per non far servire i giovani chia- chero ha un tempo formata una delle industrie delle pro- mati dalla legge all’onore di far parte delle nostre vincie meridionali del nostro Regno, e che le circostanze truppe; Considerando che, vi sono degl’ingaggiatori attuali del commercio del continente possono nuova- che procurano, con tutti i mezzi di seduzione, di far mente promuoverla ed incoraggiarla; volendo facilitarne abbandonare a’ soldati i proprj corpi, per farli passare i mezzi, e secondare gli sforzi di coloro che desiderano al nemico, ai briganti ed all’estero. …abbiamo decre- d’essere benemeriti dell’industria nazionale; tato e decretiamo quanto segue: Gl’Intendenti e Sot- Abbiamo decretato e decretiamo quanto segue: tintendenti, sotto la loro responsabilità, sotto pena Sarà accordato, per una sola volta, un premio di duc. di destituzione, saranno tenuti di far ricercare e ar- 2000 a ciascuno che coltiverà le canne da zucchero in restare, nelle rispettive Provincie, Distretti e Circon- un moggio di terreno, e ne farà costare la riuscita. darj, i disertori, i coscritti, le guardie d’onore ed i da parte del Re refrattarj. Ogni individuo che darà dolosamente asilo il Ministro Segretario di Stato Pignatelli. ad un disertore, sarà punito colla pena del carcere, che non sarà minore di mesi sei, né maggiore di anni due. San Potito, lì 17 ottobre 1807 Qualunque militare, senza eccezione di grado, che D. Pasquale Sanillo, Sindaco di San Potito, prenda denaro per non arrestare un disertore, sarà nomina sia il fratello D. Nicola sia il cognato condannato a due anni di ferri. Qualunque chirurgo, D. Pascale Fattore, delegati per lo stato delle medico, ufiziale di sanità civile o militare, che favo- rendite e pesi di questo Comune. risce l’esenzione di servire per cagione d’infermità dubbia e non veritiera, sarà sospeso per tre mesi dè Piedimonte, 29 Gennajo 1808. suoi soldi, fino alla condanna come falsario. Ermenegildo Prota, Regio Governatore di L’ingaggiatore per l’estero sarà condannato allo Piedimonte e suo Circondario, comunica al strascico della palla per 10 anni, del pari che lo è il Capitano Sanillo: disertore all’estero. Sarà dichiarato ingaggiatore …iersera a circa l’ore due di notte, nella Massaria l. quelli che con danaro o con qualunque mezzo avrà d. Vallepuzzella, poco distante da codesto Comune vi tentato di far disertare i soldati per farli passare al andiedero sei persone armate, ove si trattennero per qual- nemico, al brigantaggio o all’estero. che tempo, si ammazzarono una Pecora, ed ivi cenarono, senza però avermi detto il nome del custode delle Pecore, Le 3 Luglio 1807 v’invito d’attivarvi con tutto il noto zelo, acciò colla vo- Au Quartier Général à Capua. stra G. C. ne prendiate le tracce per l’arresto… Le Général de Division Henry Compére, E con stima passo a salutarvi. Comandante della Legione di Gonneau. Al Signor Cap.no della Guardia Civica di San Potito. Marzo 1808, Si facessero sollecitamente passare Vi fo spedire, Signor Capitano, venti fucili e 25 delle munizioni in Piedimonte al Capitano Pasquale mazzi di cartucce di fanteria. Avrete cura, di non ri- Sanillo, il quale formerà il centro della forza del Ma- mettere detti fucili che a persone sicure ed animate tese in assenza del Marchese Letizia.

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Capua, 4 gennaio 1809 Il Capitano Sanillo, tra i suoi compiti, ha Il Generale Pignatelli Strongoli nomina Pa- anche quello del controllo delle carceri. Nicola squale Sanillo Capitano della Compagnia della Oliva, legionario, riceve grana quarantadue Guardia Nazionale di Piedimonte. A Pasquale per la guardia del ventitré maggio 1810, che la comunicazione è inviata a firma del Mag- fa nelle carceri di Piedimonte per ordine del giore Pietro Ruggi d’Ara- gona: Il Gen.le Pignatelli Strongoli vi ha nominato Ca- pitano di codesta Comp.a di Guardia Nazionale. Nel- l’atto che vi partecipo questa determinazione, sono adirvi, che è necessario che facciate far subito una nota per ogni Comune della vostra Comp.a delle persone, che per aver ben servito nella antica Guardia Nazionale226 possono far parte della nuova a tenore della legge de’ 23 Nov.e 1808- ben inteso, che debbono essere persone di buona condotta, e non inquisiti.

Subito d.a nota sarà por- tata a me . I benemeriti deb- bono essere volontari, e sarà fatto lo stato in modo, che al nome di ciascuno di essi vi sia al fianco una colonna, dove mettono la loro firma. Prenderete tutte le notizie sia dagli Governatori, sia dalle persone più probe de’ Capitano Sanillo, ricezione di 25 fucili Paesi, che potranno biso- gnarvi per verificare la condotta degli individui del- Colonnello Ruggi227. Sul pagamento non c’è l’antica Guardia Nazionale, che domanderanno di la firma del legionario, ma la dicitura “di non seguitare a servire- saper scrivere” seguita dal segno di croce, di Colonnello Ruggi seguito è posta la domanda: perché non sapete scrivere? Molti sono i soldati che non sanno scrivere, e la risposta è sempre: “per non averlo appreso”.

226 - Siamo nel periodo napoleonico e si riferisce a soldati che avevano già servito nell’Esercito del Regno delle Due Sicilie. 227 - Con molta probabilità, proprio in questo periodo il Maggiore Ruggi, viene nominato Colonnello.

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San Potito, lì 25 giugno 1810 Disto del Capitano Perugini a Capua Il Capitano Sanillo comunica al Sig. Ruggi Disto del Sergente Festa a Cerreto d’Aragona, Colonnello Comandante la Guar- Disto del Capitano Ciaburri per scorta del Colonnello. dia Provinciale di Terra di Lavoro: Sig. Colonnello Nella lista movimenti del conto a tutto Vi rimetto il conto di tutta la Colonna Mobile di- maggio il Capitano Sanillo movimenta duc. staccata sul Matese, sino al 15 corrente, giusta i vo- 1.860,93. Per molti anni sarà sempre Sanillo a stri ordini. Trovate ancora avanti a questo conto lo presentare il rendiconto delle spese sostenute stato della Colonna stessa, distaccamento per distac- per la forza del Matese. camento; ed un Bilancio d’Introito ed Esito. Dal bi- lancio vedete bene, Sig. Colonnello, il debito a favore Faicchio 12 Giugno 1810. Sig. Capitano. Vi de Comandanti de Distaccamento… partecipo che ieri 11 del corrente Giugno ad ore 17. per un avviso che ebbi mi portai al di la del Fiume Purtroppo il documento è strappato e man- Volturno, nel luogo chiamato S. Martino, con civici cano alcune pagine, si nota il nome del Capi- e Legionarj, per arrestare il conosciuto ladro Lorenzo tano Perugini e la composizione di una parte Marrone della Comune di S. Lorenzo Minore, com- della Colonna Mobile: pagno dell’altro famoso ladro Pietro Biondi, altri- 2 Ufficiali, 2 Sergenti, 4 Caporali e 24 Le- menti detto occhio di gatta, che si trova nelle forze gionarj, i due Capitani di que- sta colonna sono: Pasquale Sanillo di San Potito e Pietro Paolo Perugini di S. Loren- zello. Altri componenti della co- lonna del Matese sono: Capi- tano Contestabile, Tenente Piazza, Tenente Salzillo, Te- nente Agostino del Giudice, Sergente Paterno, Sig. Rici- gliano. Sempre annotati nel pe- riodo tra maggio e giugno 1810, su fogli sciolti sono tracciati i nomi di altri Legio- narj facenti parte della colonna del Matese:

Lettera del Colonnello Ruggi al Capitano Sanillo Disto228 del Tenente Dalio a Capua Disto del Tenente Rossi di , che ho tenuto di mira da gran tempo, … Disto di Sanzari all’Abetone in questa mattina ben custodito l’ho consegnato al Disto del Sergte Bruno sul Calore Sig. Giudice di Pace di Cusano. Passo tutto nella vo- Disto di Perugini a S. Stefano stra intelligenza in adempimento del mio dovere, e Disto del Caporale Piscitelli a Sepino colla solita sincera stima vi saluto. Disto del Sergente Crosta a Piedimonte Sergente Porto

228 - Dist: Distaccaccamento

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Piedimonte I Luglio 1810. Il Giudice di Pace San Potito, lì 29 marzo 1811 del Circondario di Piedimonte. Al Sig.r Sanillo Capi- Il Capitano Sanillo riceve i rapporti giorna- tano della G. N. della Compagnia di Pied.e … v’in- lieri dai sottoposti, fra questi ce n’è uno pre- vito Sig. Capitano di subito far trasportare in Capua occupante, ricevuto dal Caporale, che a disposizione del Signor Intendente lo Brigante An- trasmette al Colonnello Ruggi. tonio Pacelli di Pietraroja scortato da un Uffiziale, Sono a rapportarvi esserci giunta notizia che ieri un Sergente, un Caporale, e cinque Legionarj. Ese- alle ore 20 circa, quattordici ladri uscirono avanti a guite e vi saluto. negozianti di Piedimonte che eran di ritorno dalla

Esito del Capitano Sanillo

151 Vittorio Imperadore Armando Pepe fiera di Benevento. Questo fatto accadde nelle vici- nanze di Gioja c.a mezzo miglio discosto dall’abitato, rubarono tra denaro, e panni un valore di c.a ducati 2000 e dopo li ladri presero la strada della Torre di Amorosi, dove si sono dispersi, non avendone potuto appurare le tracce oltre quel luogo. Io solamente ho cercato porgli appresso una spia, appena dove avessero voluto annidarsi, il quindi attendere gli ordini dalle autorità civili di questo Circondario per spedirvi un forte distaccam.to e prenderli; ma perché sono andati come dissi verso la Torre di Amorosi, cioè fuori dal mio Circondario, così non ho fatto movimento veruno. Dal detto de’ dirubati stessi vado a supporre che siano ladri delle contrade di Casalduni, e Benevento stesso giacché nel rubargli gli domandarono dell’oro cambiato con un negoziante di quelli luoghi: e dan- Timbro, sul contratto di matrimonio doli dal parlare, i dirubati così opinano. I Signori Massone promettono in contante alla Questa notizia mi è capitata a voce giacché nes- medesima parte della quota in nome di dote, la detta suna autorità civile si degna onorarmi de rapporti somma di lire otto mila, ed otto cento, 8800, oltre il in caso di qualunque delitto pubblico: cosa che la corredo di lire mille trecento venti - 1320. Di cui se vedo male, per non essere a tiro di rapporto circo- ne farà notamento per compararsi, da me Notajo al- stanziatam.te ligato nel presente atto nella forma voluta dalla legge Il tutto a superiori. … si obbligano sodisfare agli anzidetti Signori futuri sposi Signori Pascale Sanillo e Signora Teresa Mas- 2. Contratto di matrimonio tra Pasquale sone nella seguente maniera cioè lire due mila, e due Sanillo e Teresina Massone cento 2200. pel dì trentuno 31. ottobre del corrente anno mille otto cento tredici 1813, e fra di tanto Oggi, lì 17 Gennaro 1813. Pasquale Sa- senza interesse alcuno. E le rimanenti lire sei mila, e nillo e Teresina Massone innanzi al Notaio sti- sei cento, 6600, né tre anni successivi … Con dichia- pulano il contratto di matrimonio: razione, che tutte le doti e suoi interessi debbansi pa- Regno di Napoli. Gioacchino Napoleone per la gare in moneta effettiva metallica sonante, di giusto grazia di Dio, Re delle due Sicilie, Principe e Grande peso, e volume, esclusa qualunque carta bancaria, o Ammiraglio di Francia, a tutti Salute. carta monetata, ancorchè queste carte fossero abili- Avanti a me Notajo sottoscritto patentato si tate per numerario dalla legge, o Tribunali cui da ora sono presentati, la Signora Rachele Iazelda figlia per allora, come ad ogni altro beneficio essi tutori del Signor Carlo, vedova del Signor Antonio Mas- espressamente rinunciano. sone, abitante nel Comune di San Lorenzo Mi- E per lo corredo nella dinotata somma di lire mille nore, strada la Piazza e il Signor Filippo trecento venti, 1320 si obbligano detti Signori Tutori Massone, abitante nel Comune di Napoli, strada di consegnarlo subito contratto il detto matrimonio. concezione Monte Calvario numero 48, quali tu- E per render valida, ed efficace la promessa della dote, tori e curatori testamentari de figli di detto fu Si- ed interessi suddetti, e corredo essi Signori Tutori sot- gnor Antonio Massone, e dall’altra parte, li tomettono ad ipoteca speciale il territorio arbustato, Signori Nicola, e Pasquale Sanillo del fu Luca olivato, e fruttato con casino di stanze sette 7. giar- abitanti nel Comune di San Potito al vicolo detto dino murato, stalla per uso da buoi di membri quattro Formose, proprietari. 4. ed altre comodità, … sito nel tenimento di questo

152 San Potito durante il decennio napoleonico

Comune di San Lorenzo Minore luogo detto Petrara. Ed in fede io Giuseppe Francomacaro del fu Car- lantonio abitante nel co- mune di San Potito al vicolo detto Falsaraco Notajo pa- tentato come sopra, ho ap- posto il mio Suggello. Registrato in Piedemonte il primo Febbraro mille otto cento tredici. Il matrimonio è fis- sato per il 30 Aprile, ma è rinviato al 24 ottobre dello stesso anno per l’improvvisa morte del padre di Teresina, D. Antonio Massone, avve- nuta il 12 aprile, diciotto giorni prima delle nozze, ma un’altra scia- gura incombe sulla fa- miglia Sanillo, dopo 15 giorni dalla morte di Antonio Massone, il 27 aprile muore anche la madre dello sposo Donna Antonia Fattore. Dopo circa sei mesi, ar- riva il momento fatidico e il 24 ottobre 1813, Pa- squale Sanillo, parenti e amici, raggiungono per le nozze Teresina Mas- “Ditirambo”, per il matrimonio di Pasquale e Teresina sone a San Lorenzello. Lui ha 35 anni e lei 16. onore di Bacco, ed anche i poeti italiani li fanno per Dopo il rito religioso, officiato dal Sac. Bar- cantare cose di vendemmie e di vini229 tolomeo Fraenza, i festeggiamenti proseguono Breve sunto delle nove pagine del Convito nella casa di Teresina fino a notte fonda, e nel Leneo, nelle nozze di Pasquale e Teresina, tra dì seguente si parte da San Lorenzello per San le righe si legge che al pranzo di nozze il vino Potito con gran seguito dell’una e dell’altra pa- è versato a fiumi, portato dalla famiglia dello rentela. sposo, coltivato nei loro vigneti, a Piedimonte Ditirambo: componimento lirico, più lungo del- in località Monte Cila e a San Potito in località l’ode, senza regola di strofe, si facevano dà Greci in Torellone.

229 - Dal Vocabolario Italiano della lingua parlata . Rigutini e Fanfani, Firenze Barbèra Editore 1854.

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…Le labbia, e bere a josa quel licore, tutto il fasto, decenza, ed allegria di tutti i miei, non Che ne porge il vizzato che dei parenti del futuro sposo. Di Posillipo, Prochita, e Miseno, Nell’anno 1813 nel dì 24 ottombre si somministra …Che, se altro che la mia il matrimonio tra me, e D. Pasquale Sanillo, con fasti Baccanale allegria, a pompa in mia propria casa; e nel di seguente si passa Oggi a Voi non attesto, da S. Lorenzello per S. Potito con gran seguito del- …Se non s’innaffia, ammuto. l’una, e dell’altra parentela. Orsù, del palagrello Oggi 13 agosto dell’anno 1814 alle ore 9, do alla Gorgogli un fiume, e se varchi il guado: luce una Bambina di che essendosi battezzata oggi E propriamente quello, 16 agosto le si sono imposti i nomi di Antonetta sofia Che danne il Montecila, Giacinta. …Ne fornisce la mensa, Oggi primo Novembre del 1817 ad ore 4 di notte, in larga copia immensa: do alla luce un Bambino bello, e conformato che es- bevanda degli Dei, vino stupendo, sendosi battezzato il giorno 3 novembre gli si sono Che in gola mi suol fare il saliscendo; imposti i nomi di Luca Corrado Pietro. Nel Fondo, così detto Torellone; Oggi 24 Settembre dell’anno 1820 ad ora 3 di Da robustezza forse, e pel vigore, notte do alla luce un bambino ben formato, e rossito, Che vanta un tal liquore; che essendosi battezzato il giorno dopo, gli si è dato il nome di Enrico Vincenzo. Teresina Massone c’è nota sopratutto dal Oggi 2 Gennaro dell’anno 1823 ad ora 21 do alla Libro di memorie di Teresina Massone da San Lo- luce un bambino ben formato e grosso ma non molto renzello. rossito, che battezzato nel giorno dopo gli si sono im- Una sorta di diario scritto di suo pugno. Il posti i nomi di Luigi, Alfonso. Visse 2 anni e passò fascicolo manoscritto di cm. 19 x 13,5 si com- al paradiso. pone di 16 pagine, 8 su carta celestina e 8 su Oggi 8 Marzo dell’anno 1828 ad ora 15 e mezze carta comune, con il passare degli anni di ma- do alla luce una Bambina bella nutrita e grande, che noscritti di Teresina ne sono stati ritrovati tre. Battezzata il giorno dopo gli si è imposto il nome di Teresina annota i fatti salienti della sua vita fa- Angiolina. che dopo circa i tre mesi morì. miliare dal 1812, anno in cui fa promessa di Oggi 18 Febbraro dell’anno 1834 ad un ora di matrimonio, fino a 6 gennaio 1851. Degli ul- notte, do alla luce un bellissimo Bambino che Battez- timi quattro anni Teresina non annota più nulla zato il giorno dopo gli si dia il nome di Alfonso e il primo dicembre 1855, alle ore otto italiane, Maria. Cessò di vivere nel dì 3 Luglio del 1834 me- contando circa anni 58, muore. Le ultime cure desimo. le riceve dal Dott. Giovan Giuseppe D’Amore, medico cerusico230, e Teresina annota: 1835 Anno infausto. Nel dì 18 Agosto 1835 dopo 13 mesi di continua malattia, cessa di vivere D. 3. Teresina e i suoi ricordi Pasquale Sanillo di anni 59 non finiti, alla ora 19 di Raccolta di vari ricordi dei quali amo conservarne detto giorno mese, ed anno. memoria, benché non molto consolanti. Nel dì 20 Ottombre 1835 cessa di vivere il mio Nell’anno 1812 io Teresina Massone prometto la caro ed amato figlio Luca di anni 18 meno 12 giorni mia mano al Signor D. Pasquale Sanillo di San Po- alle ore 18 come il Padre dopo una malattia di mesi 3 tito, e si imputano i fogli nuziali in casa mia con meno 2 giorni.

230 - Dott. Giovan Giuseppe D’Amore, medico cerusico, “compare e amico di famiglia”, dimorante a San Potito, al Largo delle Formose, di fronte al palazzo Sanillo.

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D. Antonio morì di anni 59 D. Rachela Iazelda mia cara Madre finì di vivere il di 9 giugno 1844 Il di lei fratello D. Giro- lamo Iazelda la precede di circa un mese avendo finito di vivere il di 3 maggio 1844 D. Giuseppe Sanillo Cano- nico di Alife dopo aver sofferto lunga malattia di circa anni 5 oggi 20 luglio del 1846. finisce di vivere alle ore 4 di notte di lunedì contando circa gli anni 70 di vita. D. Luigi Massone morì in S. Lorenzello col posto di Tenente Colonnello dei Zep- poni il di 27 novembre 1822. D. Filippo Massone morì in Napoli con l’impiego di con- servatore d’Ipoteca in S.Maria il di 6 Decembre del 1824 D. Silvestro Massone Ca- pitano Comandante nel Ca- stello Nuovo in Napoli morì il di 19 Aprile del 1842 Oggi 17 Aprile 1849 in S. Germano sono Arrestati i Sig.ri D. Silvestro231, e Don Ciccillo Petrarcone per causa di una denunzia per opinione. A dì 27 stesso esce a libertà D. Silvestro, col garante. A dì 29 D. Ciccillo parte per Caserta Uno dei diari di Teresina Massone scortato dalla forza. Nel dì 6 Gennajo 1836, con una goccia uterina fi- Oggi 2 Gennaro 1851 ve- nisce di vivere la mia cara Sorella Giovannina, e la- nerdì D. Francesco Petrarcone è arrestato dalla pu- scia altri 9 figli. lizzia, e subbito portato alla Prefettura in Napoli, D. Antonio Massone mio caro Genitore finì di vi- oggi li sabato, stesso mese, ed anno, Silvestro viene vere il di 12 aprile 1812 qua, per esser sicuro. Il di lui fratello Vicario Epistolare di Cerreto finì Jazelda Rachela figlia del fu’ Don Carlo, vedova di vivere il di 10 marzo 1810 di don Antonio Massone domiciliato in Napoli Salita Tarsia n. 87 primo piano a dritta.

231 - Don Silvestro Petrarcone, è il marito di Antonetta figlia di Teresina e Pasquale Sanillo

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La famiglia di Teresina per una strana Occhi: Castagna coincidenza abita a circa 200 m. in linea Naso: Grosso d’aria da una zona di Napoli chiamata “ncoppa Bocca: Giusta San Potito”. Dal diario si apprende che nel- Barba: Simile l’anno 1813 Pasquale Sanillo sposa Teresina Mento: Regolare Massone che, dopo soli 20 giorni dal matri- Marche simili: === monio dichiara di essere incinta. Senza per- Nicola Riccitelli, lo ritroviamo come pro- dersi d’animo invia un “pizzino” al cognato prietario del Caffè, posto sulla strada conso- Nicola, invitandolo a chiedere al Vescovo lare in San Potito, dove viene assalito dai l’autorizzazione a battezzare e fare i sacra- briganti la sera del 22 luglio 1865. In quest’as- menti in casa, indicando anche le cause per salto morirono D. Enrico Sanillo, il Sindaco e ottenere questi privilegi. Notaio del paese Simeone Pietrosimone, lo stesso Nicola Riccitelli e altre persone. Ricordo di Donna Teresina Al Cav.e Sanillo Portici 30 Aprile 1828. Francesco I° per la Si deve domandare dal Vescovo il permesso di battez- Grazia di Dio … su proposta del Consigliere Mini- zare in casa stro di Stato di Grazie e Giustizia decretiamo Di fare i Sagram.ti eucaristici in casa quanto siegue … D. Pasquale Sanillo è nominato Di fare funzionare da Parroco il Can.co Sanillo suo Conciliatore del Comune di S. Potito. cognato L’Intendente della Provincia di Terra di Lavoro Cause moventi Marchese di S. Agapito La salute del germe nascituro sarà debole per la con- tinua malattia della madre Comune di San Potito, lì 15 settembre Idem per li Sagr.ti 1829. Il Sindaco Pasquale Seccia riceve una E vie più accrescere il rispetto verso del Can.co ed circolare dagli uffici dell’Intendenza di Ca- anche trovansi più pronto nel caso di pericolo serta a firma dell’Intendente, il Marchese di S. Teresina Massone Agapito. Questa circolare è inviata a tutti i Sotto Intendenti e ai Sindaci della Provincia: San Potito, lì 21 Maggio 1826 Alli Signori Capo, e Sotto Capo della Guardia Ur- Francesco I. Per la Grazia di Dio, Re del Regno bana del Comune di San Potito. delle Due Sicilie. Signori, E’ avvenuto in un Comune del Regno, che Pasquale Sanillo Comandante Civico, autorizza, il Comandante la Brigata di gendarmeria Reale lo- il nominato Nicola Riccitelli Guardia Civica … a cale, transitando di notte per dinanzi al Corpo di poter detenere, ed asportare il fucile con la corrispon- Guardia degli Urbani, non vi rinvenne ne sentinella, dente bajonetta visibile. Fuori servizio è proibita né altro individuo; ed avvedutosi, che vi esistevano l’asportazione di tali armi, del pari che rimane espres- cinque fucili scarichi, stimò prenderli, e trasportarli samente vietata anche in servizio l’asportazione della nella caserma di Gendarmeria. bajonetta senza il fucile. La presente patentiglia sarà Informato S.E. il Ministro Segretario di Stato ostensiva, né casi di richiesta, alle autorità, ed alla della Polizia Generale di Tale inconveniente, che è forza pubblica. da attribuirsi unicamente alla indolenza del Capo, Filiazione di Nicola Riccitelli e Sotto Capo Urbano, ha disposto la rimozione di Età, anni; 35 entrambi, privandoli del beneficio della armi;… ed Statura: Alta in quanto poi agl’individui che in quella notte si Capelli: Neri permisero di abbandonare il posto di guardia, Ciglia: Simili vanno a subire la misura dell’arresto per un tempo Fronte: Alta determinato.

156 San Potito durante il decennio napoleonico

Teresina Massone, richiesta per battezzare in casa

157 Dalla battaglia con Fra Diavolo sono pas- trovarsi in questa casa debba succedere in uso frutto sati 25 anni, Francescantonio Francomacaro, la stessa mia consorte, e figli sopranominati. chirurgo, conta circa 53 anni, comincia a sen- 5°. E poiché questi nominati miei figli sono in età tire il peso degli anni e emette testamento. minore, così io voglio che tutti convivano colla madre Io Sottoscritto Francescantonio Francomacaro, lasciandola tutrice de’ medesimi. figlio del fu Carlantonio, proprietario, domiciliato in 6°. Finalmente lascio per esecutore del presente questo Comune di San Potito, intantochè per divina mio testamento il Signor Don Giuseppe Sanillo Ca- provvidenza mi trovo sano di mente, benché infermo nonico della Cattedrale di Alife, domiciliato in questo di corpo, vengo a disporre liberamente de’ miei beni Comune di San Potito, acciò dopo la mia morte esegua col presente mio olografo testamento, fatto, e scritto e faccia eseguire quanto sta contenuto nel presente. di mio proprio pugno, cioè: San Potito 30 Gennajo 1831 1°. Da ora per allora quando sarò per morire, re- stituisco le parti che mi compongono, ossia il Corpo, Napoli 5 Gennaro 1833 e l’Anima a chi me li diede nel nascere. F.C. (Fratello Carissimo). Pasquale Sanillo, 2°. Voglio semplicità ed economia nel mio fune- dimora a Napoli, in casa del fratello Nicola, rale. La sola Congregazione della Croce, eretta nella e per alcuni mesi, cos’ì inizia la scrittura di Chiesa Parrocchiale di questo Comune, può investirsi, tutta la corrispondenza indirizzata al fratello, … e mentre sarò in agonia, voglio che si avvisino i il Canonico Giuseppe, in San Potito. Sono miei Fratelli della Congregazione sotto il titolo del dello stesso tenore tutte le lettere che nel- Santissimo Sagramento eretta nell’ex Convento de’ l’arco degli anni invia a tutti i componenti Domenicani in Piedimonte acciò possano adempiere della sua famiglia. a loro doveri. Solo agli inizi di gennaio partono tre let- 3°. Considerando, che tra i miei figli, due di essi, tere, la prima, giorno 5, la seconda il 15 e la cioè Carlo e Pasquale, difficilmente acquisteranno la terza il 16, tutte hanno come tema principale: loquela, perché nati sordi, … dono e lascio a medesimi la salute della moglie Teresina, che sta male, annui ducati 8, e grana quaranta - 8.40, pagabili il senza specificarne la malattia. Nella prima let- 22 Decembre di ciascun anno, e propriamente quelli tera, è menzionata una spedizione di porci in che ho acquistati dalla Cassa d’ammortizzazione, do- Succivo, l’azienda di maiali gestita in società vutimi da Damasco Bocchino di questo Comune, ed con il Sig. Fiondella di Calvisi. altra metà dalla mia sotto indicata mia consorte. Que- Seguono le raccomandazioni e la santa be- sto legato sarà eseguito colle seguenti condizioni. nedizione ai suoi due figli, Luca ed Enrico, I° Che a morte di uno di essi due miei figli, o che con un occhio di riguardo per Luca perché di si casasse, o acquistasse arte lucrosa o acquistasse la salute sempre cagionevole, che muore dopo favella non debba più godere di questo beneficio, ma due anni, nel 1835, mancando solo venti giorni debba cedere interamente all’altro che rimanesse nella al compimento dei diciotto anni. Ognuna di disgrazia di esser muto. queste lettere termina con la frase: Gradite, e II° che debbano goderne durante la loro vita so- fate gradire a tutti in famiglia le comuni affettuosità, lamente, e non oltre. vi stringo al seno con Nicola. V.o affez.mo fratello Pa- 4°. Chiamo, e nomino miei eredi D. Angiola Rosa squale Sanillo. Bocchino, mia legittima consorte, come pure i miei I tre fratelli Sanillo hanno sempre tenuto figli tutti nati dalla stessa, cioè Antonia, Domenico, unite le loro forze e affrontato insieme tutte le Carlo, Beatrice, Pasquale, ed Annamaria Francoma- gioie e i dolori che la vita giorno per giorno caro: e se durante la mia vita altri ne nascessero, o sottoponeva. fussero postumi li chiamo similmente eredi con la se- guente distinzione cioè: che sui beni mobili, e semo- venti, oro, argento, libri, e tutt’altro che potesse

158 VIII. La cultura a San Potito nel XIX secolo.

1. Mariano Piazza Mariano Piazza, all’età di 14 anni è già Nasce a San Potito il 5 febbraio 1791 da Fi- alunno in medicina e scrive un trattato sulla lippo e Irene Porto. Emeralopia de’ letterati233. Questi era il Dottor Mariano Piazza di San Po- Brevi riflessioni Medico - Filosofiche In- tito Sannitico, Socio della Pontaniana232 e di altre torno le cagioni della Emeralopia de’ Letterati. Accademie, Membro della Commissione di Antichità …Egli è un fatto, cui non cade dubbiezza ve- e belle Arti, socio effettivo de’ Congressi Scientifici runa, che l’occhio di coloro, che leggono, o scrivono Italiani convocati in Napoli e Genova nel 1845 e sia in una continua azione. Egli è per questo che la 1846 ecc. maggior parte di quelli, che o per diletto, o per tut- t’altro motivo passano gran parte delle ore del giorno, nonché di quelle della notte sulla lettura dei libri, o nell’assi- dua, e travagliosa occupazione dello scrivere, restino il più delle volte offesi nella potenza visiva col divenire Eme- ralopi, dopo aver percorso i varj gradi della scala delle affezioni ottiche, fino a giungere talvolta ad una perfetta Amaurosi. Le cagioni, che si vanno ad annun- ziare non solo possono produrre la Eme- ralopia, ma ben anche la Presbizia, l’Ampliopia, e sovente l’Amaurosi; ma più frequentemente l’Emeralopia; no- menclatura grecanica, che decomposta nelle sue radici greche, significa affe- zione, in cui la facoltà visuale è abolita durante il giorno, ...quindi sappiamo che il colore rosso ferisce gli occhi con maggiore forza, e produce sulla retina una impressione assai viva; laddove il colore verde all’opposto è il più grato, e quello, che meno stanca la vista: colore, che non altrimenti risulta dalla mesco- lanza del giallo, e dell’azzurro, come piacque di asserire al Sig. Dufay, il quale volendo indurre una rivoluzione nell’ottica inglese, ridusse al rosso al giallo, e azzurro i colori primarj, che se- Mariano Piazza condo Neutono sono al numero di sette.

232 - Almanacco Reale del Regno delle Due Sicilie, anno 1842, pag. 597- Accademia Pontaniana. 233 - Emeralopia: cecità dei letterati.

159 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Se l’azione del colore rosso è uguale, fin- giamo a 100, quella dell’arancio a 40, quella dell’azzurro a 20, e così calcolando le quan- tità rispettive di azione degli altri rimanenti colori; egli è ben chiaro a chicchessia che la retina esposta all’azione del colore rosso sarà stimolata come 100, esposta a quella dell’arancio lo sarà come 40, e lo sarà come 20 esposta a quella dell’azzurro; e così di- scorrendo degli altri. Ma poiché il bianco non è che l’unione dei colori rosso, arancio, azzurro ecc. Ne viene per una legittima con- seguenza, che l’energia della sensazione del bianco sia uguale alla somma di quella del rosso, dell’arancio, e dell’azzurro ecc. e per- ciò lo stimolo, che produrrà sulla retina sarà di gran lunga maggiore a quello di qualun- que altro colore preso separatamente. Mariano dedica questo studio al dottor Antonio Nanula234, Medico assi- stente dell’Ospedale S. Spirito a Roma, Chirurgo nell’Ospedale delle malattie veneree, e Professore di anatomia umana in quello di S. Francesco ecc.

Almanacco Reale del Regno delle Due Sicilie, anno 1842. Le Ac- cademie Pontaniana e Sebezia ven- nero per sovrana disposizione riunite in una sola, con la denominazione di Accademia Pontaniana. Tra i soci non Mariano Piazza. Emeralopia de’ letterati. residenti è annoverato il Dott. Mariano …Come a suo luogo dirassi, e dalla comodità Piazza, che nell’arco della sua vita, conferisce gliene diedero le acque tepide, e salubri, che scaturi- alle stampe e alla storia oltre cinquecento poe- scono all’Oriente del Villaggio di S. Potito in un quer- sie, tra cui un sonetto sulle “Terme di Ercole”, ceto, intorno a cinquecento passi lontano. oggi ruderi, situati in località Torelle, sito a …l’Aja, o sia la piazza, che racchiudevasi dentro pochi metri dal vecchio cimitero. Nella prefa- de’ portici delle medesime Terme, propriamente sulla zione del sonetto, Mariano utilizza la seconda cima della collina, era di ben due moggi, e mezzo, di delle Dissertazioni Istoriche delle Antichità Alifane, passi novecento a moggio235… del Canonico Gianfrancesco Trutta per descri- Nel vecchio cimitero ora ristrutturato è an- vere le bellezze del nostro borgo. cora presente il Mausoleo di Mariano Piazza.

234 - Antonio Nanula: Nel 1842 è iscritto come Direttore di Anatomia Patologica. Almanacco Reale del Regno delle Due Sicilie. 235 - Dissertazioni Istoriche delle Antichità Alifane, del Canonico Arciprete Gianfrancesco Trutta, Napoli 1776. Stamperia Simoniana

160 La cultura a S. Potito nel XIX secolo

Terme di Ercole236 SONETTO Piena la mente di cosiffatti non lieti pensieri io Tutto è ruina!… In su gl’informi ammassi mi trovava esser giunto in sulla spianata della più Sembrano quì dei secoli distese amena e bella collina (son le parole dello storico pa- L’ale sterminatrici u’ l’edra i sassi trio, Canonico Arciprete Gianfrancesco Trutta) di Tenacemente in lunga età comprese. tutte le alifane contrade, chiamata volgarmente To- relle, dove con magnificenza più che reale, col gusto L’aspetto dei rottami or alti or bassi più raffinato dé Greci Architetti, fé costruire queste Ti attrista: e il gufo tra le cave scese Terme (si vuole Manlio Acilio Glabrione) arricchite Buje latebre, ove tra l’ombre stassi, di fontane, di camere di bagni, di stufe, e di qualun- E in notte adulta ad ulular s’intese. que altro comodo opportuno insino allo strabocche- vole lusso. Ed a tutto ciò si deve aggiungere un Tempo già fu che questo colle ameno Tempio dedicato alla divinità di Ercole sotto la di cui Ne le bell’acque de le Erculee Terme protezione erano le terme in parola. Qualche Grande del Tebro accolse in seno. Ora cosa rimane dopo 14 secoli e mezzo in circa di tanta grandezza? Può rilevarsi in parte dal se- Or ne volle rovinose il germe guente Sonetto da me pubblicato nel 1836 in una rac- Del Caprificio si sviluppa, e il pieno colta di varie poesie col seguente titolo: Sulle ruine Rado vi pasce la locusta e il verme. delle antiche Terme di Ercole in S. Potito. Quindi lo stato attuale di questo grandioso stabi- Molti anni fa, ero con due amici a sentire il limento balneario, come erano soliti costruirli quei racconto di alcuni anziani: …In località Torelle grandi dell’antica Roma merita il compianto piutto- in quel preciso punto del terreno, scavando a circa un sto che le cure conservatrici di un archeologo. E que- metro di profondità, venne alla luce un pavimento in sto compianto si accresce allorchè in poca distanza da mosaico di epoca romana…Increduli, eccitati e queste secolari macerie si vede sol culmine più elevato stupiti, dopo circa quindici giorni, ci organiz- della collina un sepolcreto237 appartenente al vicinis- zammo e, una sera, armati di pala e piccone ci simo abitato del Municipio che mi vide nascere. Ivi recammo in località Torelle, seguendo detta- con un disegno in forma egiziana, favoritomi dall’ot- gliatamente le istruzioni, con l’aiuto di una timo mio amico, Capitano del genio D. Giuseppe Bi- lampada a gas, cominciammo a scavare, dopo fezzi feci costruire un monumento lapideo con la aver lavorato fino a notte fonda, a circa 110 seguente iscrizione. cm di profondità, scoprimmo un bellissimo mosaico. Dopo averlo attentamente ammirato, AL RIPOSO stanchi ma soddisfatti del risultato ottenuto, DELLE SUA OSSA coperto di nuovo lo scavo, siamo ritornati alle IL DOTTOR nostre case, non ricordo se ne ho mai fatto MARIANO PIAZZA cenno ad alcuno. UMIL CULTORE DELLE ITALICHE MUSE E MEMBRO EFFETTIVO DEI CONGRESSI SCIENTIFICI ITALIANI

236 - Altri antichi scrittori non sono concordi su questa ipotesi. 237 - Il sonetto è stato scritto nel 1836, prima della costruzione del sepolcreto, mentre la “breve memoria” con al- l’interno il sonetto è stata letta nel Palazzo della Sotto Prefettura di Caserta il 7 marzo del 1870 e stampato in un volume dalla tipografia Bastone di Piedimonte d’Alife nel 1876.

161 Vittorio Imperadore Armando Pepe

CONVOCATI IN San Potito 1811. Mariano Piazza, nono- NAPOLI E GENOVA stante gli sforzi fatti, ancora non è riuscito a DEL 1845 E 46 IN SETTEMBRE entrare nelle simpatie della famiglia Sanillo. ANCOR VIVENTE Approfittando del passaggio della cometa, QUESTO MONUMENTO Mariano scrive un poema di otto pagine e, ac- NEL 1848 A PROPRIE SPESE compagnandolo con una lettera, lo recapita a FACEVA COSTRUIRE D. Nicola Sanillo. La Grande Cometa239, sco- AI 5 FEBBRAIO 1791 NAQUE DA perta il 25 marzo 1811 dal francese Honoré FILIPPO ED IRENE PORTO Flaugergues, formalmente designata C/1811 IN SAN POTITO E TRAPASSAVA238 F1, fu visibile ad occhio nudo per circa 260 giorni. Nel 1843, quella che comparve fu de- finita la più grande, e la cometa del 1858 ebbe l’appellativo di più bella.

Poemetto Sull’apparizione della Cometa Non più vedrete al basso mondo intorno Gli alunni sbigottiti della terra Mirar tremanti le Comete, o Cieli. Tempo già fu quand’allumano ingegno Il sognar piacque, il fabbricar chimere, Tra i mali presagir funeste guerre, I popoli in allarme e l’aria in moto Turbinose eccitar tempeste orrende. Non più voi Regi, da temere avete Di morte il crudo inevitabil ferro Se girar queste sull’immensa volta Del Ciel che ne circonda, e chiude in seno I gran Pianeti, che ne fan corona Spiegate or voi più luminosa e grande La vostra coda, e in prolungate ellissi… In segno di ossequio Mariano Piazza

Lettera e poemetto di Mariano Piazza, gli sono serviti da grimaldello, per entrare nelle grazie della famiglia Sanillo. Gentilis- simo Sig. Sanillo - Lì sentimenti che nutro conti- nui di meritare di essere ammesso alla vostra servitù, mi fan bramare da gran tempo un’occa- sione opportuna, onde potervene contestare la sin- cerità. Quella che oggi il Ciel mi presenta, è la più Mausoleo240 di Mariano Piazza favorevole ai miei voti.

238 - Il monumento viene costruito nel 1848. 239 - Nei tempi antichi, furono definite castighi di Dio o messaggere del diavolo. 240 - Il disegno in stile egizio, gli è stato donato dall’amico Giuseppe Bifezzi.

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L’apparizione della Cometa sul nostro Cielo si è è affidata al Sig. Francesco Saverio Formoso quello che mi apre la strada di presentarvi rispettoso e una copia viene inviata a: Sua Eccellenza Re- una piccola diceria poetica; il di cui oggetto se non verendissima Monsignor D. Giuseppe Capecelatro, sono le vostre lodi, è certamente uno de’ più cari ad Dè Duchi di Morrone, Antico Arcivescovo di Ta- una persona dotta, ed erudita, qual siete Voi… ranto. Francesco Saverio Formoso In questi due volumi ci sono tredici poesie di Mariano Piazza. La prima poesia, in occa- sione dell’onomastico del Re Ferdinando II, fu recitata dall’autore, in accademia, il giorno 30 maggio 1833 e pubblicata per la Litografia della Guerra.

Mariano Piazza rimane affascinato dal sole, dalla luna, dagli astri, in pratica da tutto ciò Firma di Enrico sul libro di greco. che non riesce a raggiungere o a comprendere; anche Mariano come Nicola Sanillo, legge il Da questo momento Mariano Piazza entra Giornale del Regno delle Due Sicilie, che è il gior- nel palazzo dei Sanillo e, con il passare degli nale ufficiale del Regno, dove si legge: Gli atti anni, Mariano diventa insostituibile, vedendo del Governo inseriti nel Giornale del Regno delle Due nascere i sei figli di Pasquale Sanillo, e fa- Sicilie sono ufiziali. Dobbiamo comunque atten- cendo l’istruttore solo di due, Luca ed Enrico. dere il 1835, perché Mariano, nel leggere gli Il primo muore a dieci giorni dal compimento articoli di due Astronomi tedeschi, s’innamori dei suoi diciotto anni, mentre Enrico è seguito dell’astronomia, scrivendo su questo argo- da Mariano per tutto il percorso della sua vita. mento una poesia di ben otto pagine. Cercò di inculcare in Enrico tutto il sapere, Chiudendo gli occhi ho cercato di immede- insegnandogli italiano, latino, francese, mate- matica ecc. Anche dopo il decennio francese, ritor- nati i Borbone nell’antico Regno, la lingua transal- pina rimase in uso. Enrico scrive il suo nome sul libro Compendio della Storia Greca, firman- Testata del Giornale del Regno delle Due Sicilie. 1 febbraio 1832 dosi Errico. Mentre su quello di latino scrive il nome del suo Maestro, Mae- simarmi nella mente dei nostri avi, che guar- stro P. Mariano. Nel 1836 sono pubblicati due dando il cielo, sognavano incantati. Sono volumi di poesie, Le Pive del Sannio, e la Rac- passati molti anni, oggi voliamo, scendiamo colta lirica di scelte poesie. Figurano nell’elenco negli abissi dei mari continuando a sognare. dei 108 poeti delle nostre contrade quattro di I due astronomi tedeschi sono, Gruithausen San Potito: Mariano Piazza, il Sacerdote D. di Monaco e il suo collega Scroeter, che hanno Nicola Pietrosimone, Filippo Piazza ed Enrico fatto le loro mirabili scoperte sull’Iser, che è il fiume Sanillo. Il progetto e la cura di questi volumi su cui è fabbricato Monaco Capitale della Baviera241.

241 - In quegli anni, Monaco è la Capitale del Regno della Baviera.

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Brano tratto dal giornale delle Due Sicilie, tempo in cui l’uomo può, alla meglio, levitare ed del novembre 1835 sotto l’articolo la Germa- ascendere l’alto all’arbitrio dei venti; ma l’ aeronau- nia Augusta. Il professor Gruithausen di Mo- tica non sa ancora dirigersi. Nei panorami astrali, naco, ed il suo collega, Scroeter, nell’ultima nella fauna sconcertante, nella flora iperbolica, nel- delle loro comuni conclusioni, asseriscono l’assurdo congegno della “diligenza” aerea, queste che: Taluni segni dell’esistenza di abitanti Lu- “Scoperte fatte nella Luna dal Signor Herschel”, ci nari sono sì apparenti da potersi distinguere offrono, in pieno Ottocento, una deliziosa creazione grandi strade in diverse dimensioni, e soprat- della mentalità, fertile spensierata e gaudente. tutto un edificio colossale situato presso a Vedere, ad esempio, la tavola raffigurante la “Di- poco l’equatore di quell’astro. ligenza di ritorno dalla Luna”. Il pianeta è ormai lon- Nel Giornale delle Due Sicilie, del 24, e 25 tano, mentre l’inclassificabile veicolo aereo discende marzo 1836, si legge: Sotto la varietà, scoperte lento e solenne al freno di un grande paracadute, che fatte nella Luna dal Sig. Herschel astronomo, sembra fare anche ufficio di ombrello alla innumere e che il 13 marzo 1781, scoprì il pianeta Urano. varia umanità che costituisce il giocondo carico del I due Astronomi, con le loro “scoperte” divertente barcone. vanno oltre l’immaginario. Dalle scoperte Il quale si mostra anche onusto di cacciagione fatte nella luna e dai loro racconti, anche i e di ortaggi penzolanti a fasci fuori del bordo: proprietari della Litografia Gatti e Dura di lepri cornute, aironi con una sciabola per becco, Napoli, leggendo l’arti- colo rimangono incantati, creando cinque grandi il- lustrazioni. Con la loro fervida fantasia, hanno creato dei piccoli capola- vori, ma come sono arri- vate fino a noi queste litografie? Dopo molti anni, nel 1937, viene stampato in Italia uno dei primi libri sul volo e i proprietari della ti- pografia, scovano in un vecchio archivio polveroso, le cinque grandi illustra- Stabilimento tipografico Gatti e Dura, autore delle stampe zioni, imprimendole nelle pa- gine del libro sul volo. Questo che segue è carote abbastanza grosse da bastare una sola alla tratto dal libro Il Volo in Italia, di Federico fame di un ciclope. E c’è una gabbietta dondo- Valli e Antonino Foschini, Roma XVII, Edito- lante, che conserverà vivo fino all’atterraggio un riale Aeronautica. Siamo nel 15° anno dell’era uccellino meraviglioso, e poi un solito gabbione fascista. con entro alcuni seleniti fatti prigionieri e desti- nati a finire la loro vita fra gli uomini della terra. 2. Fantasie di un viaggio nella luna, Il barcone aereo regola la sua marcia con due larghe dell’Astronomo Herschel ali di pipistrello ai lati, ed ha per forza motrice dodici … le illustrazioni rappresentano i più tipici “mo- diavoletti aleggianti a prora ed a poppa, indocili e per- menti” di un fantasioso viaggio negli spazi inesplo- fidi, sì che gli aguzzini devono tenerli a dovere ope- rati; viaggio che ha per meta la luna. Siamo già al rando la frusta

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Questo Stabilimento Tipolitografico lo ri- Vedi se mai vi fossero le voglie troviamo dopo quattro anni, nel 1840, che Di Pasife, d’Ission, del fiero Marte stampa ed invia per conto del Presidente del- Sorpreso da Vulcano con sua moglie. l’Istruzione Pubblica, Monsignor Colan- Che se tu questi mali non più ascosi gelo242, al Canonico Sanillo, 10 esemplari del Vedesti in su quell’astro, allor, perdio! primo Catechismo per le scuole elementari. Rompi le lenti, e i tubi portentosi. …ond’Ella abbia tanta cortesia da distribuirli a Con tai racconti, e restino sepolti chi crederà convenevole perché s’incominci questo stu- Per sempre in sulla luna, e nell’oblio. dio tanto amato dal Signor Presidente, e tanto utile Tu dicci in vece, se lassù ritrovi alle scuole del nostro Regno. Ella nel compiacersi ri- Esseri intelligenti, e sempre in pace: scuoterà il prezzo a ragione di grana 30 il fascicolo… Dicci, che là son gli esseri in natura Mariano Piazza ci racconta il secondo com- Semplici, nè corrotti dal ferale ponimento: Che la Giustizia non vi è pur venale, Che a prezzo d’or non vendonsi gl’impieghi, Le novelle scoperte fatte sulla luna. Scherzo poe- Se pur v’ ha questo infame minerale. tico, ossia le novelle scoperte fatte sulla luna dal- Dicci, che vi son tigri, e vi son dire l’Astronomo di nome, Gruithausen. Pantere, Leonesse, e se lo vuoi, Non è deserto l’Universo: un giorno piacque alla Centauri, e mostri con serpentee spire. Terra monarchia di vita … Ma non dir, ch’una donzella poi Oggi pupilla Bavarese ardita Sedotta dal piacer, che ogni uom seduce, Spinge lo sguardo scopritor del vero Perda, sepolta viva i giorni suoi. Nell’incognita terra Selenita. Chi sa che un giorno più felici ingegni Non ardiranno visitar la luna … Un’Eclisse Solare Dicci se i popol della Luna eredi Gran Dio! qual velo d’improvvisa notte Son come i nostri di malanni crudi; Cinge la terra costernata, e quale Se van carponi, o ritti in su due piedi. Meteora è mai questa, ahimè! Fatale, Dicci se i Seleniti van nudi, Che spegne il Sol presso al meriggio, e inghiotte O ricoperti da velami, e quali Saran mai dunque già sconvolte, e rotte Sien di lor donne i più diletti studi. Le leggi del Sistema mondiale? Dicci, se muojon essi, od immortali Dunque del nulla il distruttor ferale Vivono giorni prerziosi, o pure Regno ritorna dalle inferne grotte? Caggiono colti da malor fatali. Vè come il fonte della luce appena Se il Sesso delicato e più gentile Tramanda un raggio moribondo e pare Senta di amor la gelosa lima, Di nero sangue la sua faccia piena! Se le donne oceaniche galanti Tal forse apparve nel gran die che mare Son veneri bellissime quai sono E Terra si convulse all’empia scena, Le nostre di Otaiti, e le brillanti Che un Dio mirò sul Golgola spirare! Dell’isole Marchesi …

242 - Il Presidente della Pubblica Istruzione in Terra di lavoro è Monsignor Colangelo di Guardia Sanframondi, mentre l’Ispettore del Distretto di Piedimonte è il Canonico D. Giuseppe Sanillo di San Potito.

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Visione immaginaria del viaggio di ritorno dalla luna, dell’Astronomo Tedesco Herschel

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Altra visione immaginaria. Fauna lunare e paesaggio

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Era regola, in quei tempi, che i cadaveri tro- vassero sepoltura sotto le chiese, le cosiddette Terre Sante.

Retro del 2° Vol. delle Pive del Sannio

1864. Mariano Piazza, usando lo pseudo- nimo di Marzanio Zapia, pubblica due vo- lumi di poesie, Miscellanea, presso la Tipografia dell’Industria, al vico Freddo Pigna Secca 15 Napoli. Altre sono già state pubblicate nel 1836 nei due volumi delle Pive del Sannio e due nelle prime pagine delle sue Riflessioni Medico Filosofiche.

Mariano Piazza muore il 6 ottobre 1879. Dopo soli undici anni, nel 1890, viene ulti- mato il nuovo cimitero e il vecchio sepol- creto in località Torelle viene consegnato all’oblio. Le Pive del Sannio 2° volume stampe Sulla morte de’ suoi Genitori, 3. Il Capitano Giuseppe Bifezzi e di due sue Sorelle. Nel 1837 il capitano Bifezzi dà alle Tutto finisce! La grandezza umana, stampe il Nuovo Atlante Corografico, Statistico, La gloria, il fasto, il dominar, gli amori, Storico, ed Idrografico del Regno delle Due Sicilie, Al lugubre fremir de la Campana lo dedica, con una sestina, a Sua Eccellenza Sfuman qual lampo in fra i notturni orrori! il Tenente Generale dei Reali Eserciti Carlo Dunque siam nulla!… e nulla è pur la insana Filangieri, Principe di Satriano, invia una Brama indigesta degli ambiti onori! copia all’amico Mariano Piazza e una se- Oimè! come essa è sogno, e come è vana conda con dedica: all’ottimo amico Sig.r D.n Ogni speranza de gli umani cori! Enrico Sanillo in segno di stima, e di amicizia, Veggo la tomba spalancata, e in essa l’Autore. Il cener miro de le mie Sorelle, Capitano Giuseppe Bifezzi: Ch’è al cener misto di mia Madre istessa. Più in là del giovin Genitor la pelle Cenno Storico del Bifezzi nel 1837 veggo rosa dai vermi, e manomessa …I Normanni vi furono dal 1130 al 1198, gli La bella faccia, e le sue luci belle! Svevi da questa epoca al 1268, gli Angioini dal 1268

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Ingresso del vecchio cimitero e in fondo il Mausoleo di Mariano Piazza.

169 Vittorio Imperadore Armando Pepe al 1436, gli Aragonesi da quest’anno al 1521, quando nobili donzelle, e moltissime scuole, e luoghi di edu- l’infante di Spagna D. Carlo di Borbone vinti, e di- cazione a pagamento. scacciati ne restaurò la monarchia. D’allora in poi prosperò sempre questo Regno ad onta delle varie vi- Manifatture e Commercio cende che ne subì insieme a tutta l’Italia. Le manifatture di questo regno erano scarse e poco Nel 1816 proclamatasi l’unità delle Due Sicilie, il perfezionate, e pochissime tra esse oggetto di commer- di lui figlio Ferdinando che prima era IV. assunse cio. Le sue finissime sete, le sue lane, i suoi cotoni quello di I. Morto costui nel 1825 ascese al trono Fran- sono ancora comprati dà forestieri, che li restituiscono cesco I. al quale successe nel 1830 l’attuale nostro au- manifatturati. Oggi però le arti e le manifatture co- gusto sovrano Ferdinando II. Felicemente regnante. minciano a spiegare una perfezione per l’innanzi sco- nosciuta, e varie tra esse vanno emulando le più belle Coltura delle straniere. Piedimonte, Scafati, Caserta hanno …Quantunque in questi regni vi sieno stati bene grandi manifatture di cotone per niente inferiori alle spesso né passati secoli degli ostacoli contro il pro- estere più riputate. Le seterie di S. Leucio, di Napoli, gresso delle scienze; pure si sono sempre sostenuti i e di Catania hanno una riputazione stabilita, e la seta buoni studi per effetto di quella energia individuale da cucire di Napoli è ricercata da per tutto. propria di questi nazionali. S. Tommaso d’Aquino fu Sora, Isola ed altri luoghi hanno fabbriche di carta un meraviglioso metafisico né tempi d’ignoranza, e vicino alla perfezione. Colla carta è migliorata la Bernardino Telesio di Cosenza fu il primo in Europa stampa, e abbiamo già buone fonderie di caratteri. Le ad attaccare la filosofia scolastica, che teneva incep- principali estrazioni sono di grano, olio, frutta secche, pati gl’ingegni; nel che fu imitato dall’altro calabrese tartaro, aranci, olio di lino, manna, seta, canape, Campanella e da Giordano Bruno. Nel XVI secolo lana, vini, acquavite, cotone, pelli, legnami. Di olio Gianbattista la Porta coltivò con successo la fisica e se ne estraggono per anno comune oltre 200 mila matematica, Ferrante Imperato, e Fabio Colonna la salme, le quali a prezzo medio danno circa cinque mi- storia naturale, e nel seguente secolo si distinsero lioni di ducati… nella filosofia Francesco Fontana, ed Alfonso Bor- relli, che dette i primi lumi sul sistema filosofico del Stato Politico mondo. La forma del governo è monarchica. L’erede della La pubblica istruzione ha richiamato l’attenzione corona porta il titolo di duca di Calabria. Il re ha un del governo; ma molto vi resta da fare per portarla alla consiglio di Stato composto di un numero indefinito sua perfezione… Gli stabilimenti che le riguardano di consiglieri, che sono la prima dignità civile del sono per lo più riconcentrati nella capitale, con una Regno, otto ministri di Stato, di grazia e giustizia, università di 54 professori, una società reale di archeo- degli affari interni, degli ecclesiastici, della guerra e logia, di scienze, e di belle arti, un istituto d’incorag- marina, delle finanze, degli affari esteri, della polizia giamento, un’accademia della società Pontaniana, un generale, e presidenza de’ministri. Vi è la consulta di Collegio militare con 12 professori, un’altra di marina, Stato composta da 24 consultori, 16 scelti tra i regni- una scuola militare, un nuovo stabilimento Pirotecnico, coli, ed otto scelti tra i siciliani… una scuola di medicina e chirurgia nell’ospedale de- Per l’ordine giudiziario vi è una Suprema Corte di gl’Incurabili. Giustizia in Napoli ed un’altra a Palermo, ch’è l’an- Un osservatorio astronomico, un museo zoologico, tica Corte di Cassazione, sei sono i tribunali di ap- un altro di antichità, un deposito di papiri, ove si pello, che hanno stanza in tutti i dominii, e prendono svolgono quelli che si rinvengono negli scavamenti di il nome di Gran Corte civile. Ogni provincia ha una Pompei e di Ercolano, tre pubbliche biblioteche, un corte criminale, ed un tribunale civile. officio topografico, una scuola veterinaria, un liceo L’autorità suprema amministrativa è presso la convitto con molti professori, e varjj collegi, le case Gran Corte de’ Conti, divisa in tre camere, l’ammini- de’ Miracoli e di S. Marcellino per l’educazione delle strazione delle provincie è affidata agl’intendenti, as-

170 La cultura a S. Potito nel XIX secolo sistiti da un consiglio d’intendenza e da un segretario Stato Ecclesiastico Di Terra di Lavoro. generale. Ogni provincia e divisa in distretti con un Arcivescovato di Capua, vescovato di Aversa, di sotto-intendente, che è un delegato dell’intendente Caserta, di Calvi e Teano, di Gaeta, di Nola, di Sessa, per l’amministrazione del distretto. Vi sono pure i di Sora Aquino e Pontecorvo, di Cerreto Telese ed consigli provinciali, che si radunano ogni anno, per Alife, Santagata de’ Goti ed Acerra e Montecassino far presente i reclami ed i bisogni delle provincie, ed i Badia. consigli distrettuali per la riparazione delle imposte. Le rendite delle Due Sicilie ascendono ora a 26 Quadro Collettivo Statistico della Provin- milioni di ducati, de’ quali il debito pubblico ne as- cia di Terra di Lavoro nel 1837. sorbe attualmente oltre a cinque milioni. I pesi pro- vinciali e comunicativi formano perlomeno altri Nomi dei distretti numero popolazione quattro milioni di ducati. L’esercito del regno delle Caserta 16 26.848 Due Sicilie è di circa 60 mila soldati di ogni arma. Il Nola 8 128.899 mantenimento dell’esercito di terra importa sette mi- Gaeta 9 126.547 lioni di ducati, e quello della marina uno e mezzo. Sora 8 132.023 Piedimonte 8 98.267

Cartina geografica della Provincia di Terra di Lavoro, Bifezzi Atlante del Regno. Napoli 1837.

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IX. L’inumazione dei morti

1 Cappella fam. Campochiaro; 2 Ingresso cimitero comunale-fosse carnarie; 3 Cappella della Beneficenza, con l’altare; 4 Congrega di Sant’Antonio da Padova; 5 Fossa carnaria Congrega di Sant’Antonio; 6,7,8,9,10, Fosse Carnarie; 11 Fossa carnaria243 fam. Amato; 12 Mausoleo Mariano Piazza; 13 Congrega SS Croce; 14 Cappella fam. Sanillo. (foto R. G.)

1. Costruzione dei sepolcreti Tuttavia dobbiamo tener conto della data ri- portata dal Sotto Intendente Conte Francesco Il 12 giugno 1804 Napoleone Bonaparte Viti nel libro “Cenni Economici Amministra- emana l’editto di “Saint Cloud”, che istituisce tivi” sul Distretto di Piedimonte 1854, ove si i cimiteri extraurbani per ragioni igieniche- sa- pubblica una tavola con le date e i nomi dei nitarie. L’Editto e un successivo provvedi- Comuni del Distretto con l’inizio delle tumu- mento legislativo del governo del Regno delle lazioni. La tavola riporta in modo molto chiaro Due Sicilie del marzo 1817 stabilirono il di- la data del 1838 e la specifica “San Potito, ci- vieto di seppellire i defunti in chiesa, introdu- mitero in uso”, ma si contrappone con l’ultimo cendo l’obbligo di inumarli al di fuori delle documento ritrovato, che è del 7 marzo 1812. mura urbane. Con il ritrovamento dell’ultimo Il Sotto Intendente del Distretto di Piedi- documento datato 1812 e leggendo accurata- monte, Sig. Nicola Sanillo, consegna al Sin- mente le vecchie carte è possibile anticipare la daco del Comune di San Potito, Sig. Don costruzione del Cimitero Comunale, cioè le Carlo Amato, le chiavi del cimitero: Il Sindaco sole fosse carnarie a partire dal 1812.

243 - Fossa carnaria: fossa comune

173 Vittorio Imperadore Armando Pepe di codesto Comune ripete, la chiave del Cimitero edi- Infatti, nella Chiesa Parrocchiale di S. Ca- ficato dal Comune med.o nel luogo detto le Torelle, fu terina, nella Cappella della Fonte Battesimale da me data in deposito provvisoriame. Io trovando c’è il busto marmoreo con l’epigrafe della giuste le domande del Sindaco, vi prego di consegnar- morte violenta di Don Enrico Sanillo, ma non cela con le debite cautele. le sua ossa. Tuttora nella nostra piccola comu- Nella parte sinistra del foglio, nell’oggetto, nità, sotto il pavimento delle Chiese di Santa si legge: Per la consegna della chiave del Cimitero Caterina e dell’Ascensione, dall’epoca della al Sind.o e sul retro, data la chiave al Sindaco Amato. loro costruzione e fino a un recente passato, Con quest’ultimo documento pensavo di dare sono stati inumati i resti mortali dei nostri avi. una svolta positiva a questa storia, invece mi Fino a non molti anni fa erano ancora presenti accorgo non solo di non aver sciolto l’enigma le botole per accedere nella parte sottostante, dell’inizio delle tumulazioni, ma al contrario, in seguito murate. di averne aumentati i dubbi. Prima dell’editto di Saint Cloud, i cadaveri erano tumulati sotto le chiese, però leggendo di seguito notiamo che non tutto è chiaro, come si è sempre detto.

E qui sia detto per incidenza, che a’ tempi di Arechi244 Principe di Benevento, cioè verso la fine del se- colo VIII, a pochi, e con assai ri- serva, ed a ben caro prezzo concedevasi il seppellirsi nelle Chiese; essendovi pe’ volgari i cimiteri a parte, e solo á Grandi accordandosi il fabbricarsi tumuli negli atrj dé Templi; siccome si ri- leva dal Capitolare di esso Principe. Dal libro: Storia Civile e Politica del Regno di Napoli, di Carlo Pecchia, nella Gran Corte della Vicaria, Napoli 1778, Stamperia Raimondiana. Per- tanto, ai potenti, ai ricchi, si con- cedeva la costruzione di sarcofagi nelle cappelle, i bene- stanti erano seppelliti sotto le chiese e la plebe nelle fosse co- muni, nel nostro caso denomi- nate “fosse carnarie” delle dette Terre Sante, in località Torelle. Consegna della chiave del cimitero, 7 marzo 1812

244 - Arechi: Principe di Benevento, genero del Re Longobardo, Desiderio, di cui aveva sposato la figlia Adelperga.

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Intorno al 1836 le congreghe religiose e Costruzione dei sepolcreti “contratto d’ap- famiglie, chiedono l’autorizzazione alla co- palto e notamento delle spese” struzione di cappelle funerarie e nel 1838 Il giorno quattordici Novembre milleottocen- iniziano i preparativi per la costruzione dei toquarantadue innanzi a me Notar Filippo Gi- tre sepolcreti: della Congrega della SS. smondi residente in Piedimonte d’Alife in Croce, di S. Antonio e il sepolcreto della fa- presenza de sottoscrivendi testimoni; si sono per- miglia Sanillo. I documenti di seguito ripor- sonalmente costituiti Vincenzo di Lauro e Vin- tati, sono: l’autorizzazione alla costruzione, cenzo Federico Maestri muratori, Francesco il contratto di appalto e il conto delle spese. Petronzo loro discepolo, ossia manipolo, e Nicola In seguito, nel 1847 Don Carlo Amato fece di Lauro Maestro Stuccatore, e Nicola Madda- costruire una fossa comune a uso esclusivo lena Maestro Ferraro, domiciliati li primi quattro della sua famiglia. nel vicino Comune di San Potito, ed il quinto in questo Comune di Piedimonte li quali hanno atte- Autorizzazione alla costruzione stato, e dichiarato quanto segue: Oggi li 12 Giugno1839. Si è riunito il De- Primo: Che nel corso del passato anno milleot- curionato di San Potito, con l’intervento tocentoquarantuno il Reverendo Canonico Don Giu- degli Amministratori della beneficenza seppe Sanillo del fù Don Luca fece da essi loro sotto la presidenza dell’Eccellentissimo costruire in tenimento del Comune di San Potito nel Duca di Alvito, Sotto Intendente del Di- luogo detto Torello245 di Sant’Antonio, dietro supe- stretto, che lo ha convocato; si è proposta, riori autorizzazioni Due Sepolcreti, uno ad uso della la costruzione di due sepolture accanto al Congrega sotto il titolo della Santissima Croce, e della Camposanto Comunale completato ed Beatissima Vergine Addolorata, sistenti entro la aperto all’interro di cadaveri per tumula- Chiesa Parrocchiale di San Potito suddetto attaccato zione sin dal 1838. Dette sepolture sono per un lato al Camposanto del ridetto Comune; e l’al- state domandate dalle due Congreghe esi- tro in continuazione, diviso da questo per mezzo di stenti nel comune: cioè una sotto il titolo di una moraglia con un vano in mezzo per entrarvi, ad Sant’Antonio da Padova riunita al promo- uso esclusivo della famiglia di esso Reverendo Cano- tore della stessa Signor Don Carlo Amato; nico Don Giuseppe Sanillo; come il tutto è ben’anche l’altra sotto il titolo della SSma Croce, ed pubblico, e notorio … Addolorata promotore il Reverendissimo Secondo: Che lì due anzidetti Sepolcreti furono Canonico Don Giuseppe Sanillo, nel fine di in quell’epoca alzati fino al piano del Cornicione, e seppellirvi i defunti di ambi i sessi delle ri- che ciascuno di essi contiene nell’interno due ordini spettive Congreghe, e Famiglie di Sanillo di Nicchie, sfondate nelle rispettive muraglie ad uso ed Amato; quali Congreghe e Famiglie, si di riporvi i Cadaveri. addossano la spesa della costruzione delle Terzo: Che tutto il fabbricato di detti due Sepol- medesime. Il Decurionato avendo discusse creti fino al piano anzidetto forma canne246 cinquant- le correlative domande: di accordo coi cen- anove di fabbrica, giusta la misura, che essi costituiti nati Postulanti ed Amministratori della Be- attestano di averne fatta. neficenza (giacché il Camposanto è eretto Quarto: Che l’importo tutto insieme di tal fab- nel fondo di proprietà della Cappella della bricato ascende a ducati Centoquarantotto, e grana Beneficenza) è venuto a deliberare, e con- novantaquattro; delli quali l’anzidetto Signor Ca- cludere ciò che segue. nonico …

245 - Località Torelle 246 - 1 canna: cm 212

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Lato sinistro della Cappella privata dei Sanillo

Congrega S.S. Croce e in fondo la Cappella dei Sanillo. (Foto R. G.)

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Nicola risiede comunemente a Napoli ma due cappelle divise da un cancello in ferro nulla sfugge al suo controllo e il 5 maggio del peso di circa 5 cantaja, (445 Kg.), oggi 1846, tramite la sorella Maria Carmela paga non più presente ducati settantaquattro al mastro stuccatore La Congrega di Sant’Antonio non ha nic- Nicola di Lauro di Piedimonte, per l’into- chie, ma un perimetro di terreno murato, con naco interno al Camposanto, compreso il all’interno una fossa comune. cornicione e compresa anche la mattonata apposta al pavimento appartenente ai fratelli della Congrega- zione sotto il titolo della Croce e Maria Addolorata. Dopo circa 170 anni, al- cune parti delle nicchie, si Anno del Signore 1842. Qui riposano le ceneri e le ossa dei discendenti di Luca Sanillo. Questa nota famiglia costruì per sé 26 nicchie. presentano ancora fine- mente stuccate, a circa 80 cm di altezza si Lapide infissa all’ingresso della cappella nota all’interno di ogni nicchia un foro di dei Sanillo in località Torelle. San Potito circa 4 cm di diametro ove s’inseriva trasver- 1950. In quest’anno, il Conte Roberto, figlio salmente un legno che coincideva orientati- di Giulia e Antonio Filangieri, mosso da vamente con lo sterno, ad evitare che il umana pietà, si reca nell’antico sepolcreto in cadavere potesse cedere in avanti. Dim. delle località Torelle con due muratori del paese, nicchie, profondità 66 cm larghezza 44 cm apre la nicchia della piccola Enrichetta, ne ri- altezza cm 144. muove i resti e li depone in una piccola nic- chia ricavata nella parete della cappella al Il cadavere era messo a “scolare” e gli piano terra del palazzo di sua proprietà in lo- umori della decomposizione raccolti nel calità formose. La lapide che ornava il sepol- vaso sottostante, che non era sufficiente alla creto è divelta e murata sull’ultima dimora di raccolta di tutto. Lo scopo di questi colatoi Enrichetta. (chiamati anche canteri o cantarelle in area San Potito 25. 7bre 1861, il Sindaco Giu- campana) era proprio quello di liberare ed seppe De Meo comunica al Priore della Con- essiccare le ossa tramite il deflusso dei li- grega della S.S. Croce e Monte de’ morti la quidi cadaverici. La parte anteriore di que- disposizione di usare le casse mortuarie con ste nicchie era chiusa con un mattone coperchio con più fori, per il trasporto dei de- grezzo, dell’altezza di cm 144 x 44 di lar- funti dalla chiesa al vecchio cimitero. Signore, ghezza e 3 di spessore, con un peso di circa è volere superiore che i cadaveri nei funerali siano tra- 38 kg. Il costo del mattone stragrande è di du- sportati in casse chiuse con più buchi aldisopra, onde cati 0,05. essere sicuri nelle morti apparenti. Io quindi nel co- municarle la decisione dettata dalla civiltà dei tempi, Il tutto è stato tratto dal notamento di spese la prego di uniformarsi alla stessa non più tardi di erogate per i sepolcreti, costruiti unitamente altri 15 giorni. per conto della Congrega della S.S. e BB La risposta del Priore impiega solo sei Addolorata, ed anche della Famiglia Sanillo giorni, infatti è il 1°ottobre 1861: Signore con a maggio 1841. La Congrega della S.S. la prontezza che mi è possibile, sarà fornita di co- Croce ha 68 nicchie disposte su due file, in perchio la cassa mortuaria della Congrega della S.S. fondo nel semicerchio, il sepolcreto della Croce. Fam. Sanillo che dispone di 26 nicchie, le

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I cadaveri posti nelle fosse comuni sono quelli dei più poveri, più sfortu- nati rispetto a quelli posti nelle nicchie. Ma dopo molti anni, la situazione s’inverte. Intorno al 1960 i vandali iniziano a profa- nare i loculi alla ricerca di qualche oggetto di valore e con il passare del tempo non ne hanno lasciato in- tegro nessuno. Le ossa sparse nell’area circo- stante non sono state mai raccolte. Solo verso la fine degli anni Settanta l’Am- ministrazione Comunale, sollecitata dai cittadini impietositi da tale scem- pio, ha raccolto le ossa delle due fosse comuni visibili in quegli anni, eseguendone la trasla- zione nell’ossario del nuovo cimitero. In con- clusione, Alfonsina Pal- mieri, moglie del fù D. Enrico Sanillo, nono- stante le sue immense ric- chezze, forse ostacolata da qualcuno, non è riu- Autorizzazione all’uso della cassa mortuaria con fori scita ad ottenere l’autoriz- Una volta portati nel cimitero, quelli che zazione a trasferire i resti dal vecchio hanno un “posto riservato” nelle cosiddette cimitero al mausoleo eretto nella Chiesa Par- nicchie vengono posti in esse, quelli che non rocchiale. Se le spoglie di Enrico Sanillo i sono iscritti alle Congreghe o che non hanno vandali le hanno disseminate nell’area circo- potuto pagare la cinquina mensile vengono ca- stante, Enrico, ha trovato sotto le stelle, l’ul- lati con delle corde nelle fosse carnarie, gli uni tima dimora247, e in questo modo poco sugli altri fino a formare delle stratificazioni onorevole, la pace eterna. ossee alte circa tre metri.

247 - Alla luce degli ultimi documenti ritrovati, le spoglie di Enrico Sa nillo sono rimaste in una delle nicchie della Cappella di famiglia, nel vecchio sepolcreto.

178 L’inumazione dei morti

Nell’anno 2007 il comune di San Potito e iniziano i controlli. Le ossa sono controllate Sannitico autorizza la ditta Termotetti a ristrut- minuziosamente, catalogate e inserite in casse turare il vecchio sepolcreto in località Torelle. di zinco. Nel 2008 terminano i lavori di trasla- Delle due fosse comuni, esistenti in quel mo- zione che portano a questi risultati, con relativa mento, il contenuto cadaverico era stato in- descrizione. A titolo esplicativo si dà descri- zione del contenuto di una cassa, come riportato nei registri della Termotetti.

Cassa di zinco n.18 Frammenti di ossa lunghe (femore, tibia, fibula, radio, ulna) crani, ossa craniche e frammenti; frammenti ossei; Falangi di mani e piedi; Ossa metacarpali e metatar- sali; coste rotule; Mandibole; frammenti del bacino, vertebre … circa 12.000. Ossa e frammenti ossei: circa 12.000. Sono state riempite 43 casse di zinco grandi e due cassette-ossario. Il totale raggiunge il numero di 185.821 ossa. Insieme a esse sono venute alla luce numerose medaglie votive con l’immagine di Santa Filomena e molti crocifissi con l’immagine di Gesù tutto in lega di ottone. Il Canonico Sanillo, è l’artefice del progetto e della costruzione dei due Se- polcreti, quello della SS. Croce e della Cappella privata della sua famiglia, per chiarirci, le due costruzioni aventi al- l’interno delle nicchie “sedili colatoi” atte a riporvi i cadaveri, ma, queste nicchie, non hanno il foro di scolo, anche la pa- vimentazione essendo in mattoni dal- l’epoca della costruzione, è stata creata senza il canale di raccolta, quindi, non Visione di una delle sette “fosse carnarie” all’apertura della pietra tombale idonea neanche al sistema dei colatoi torno al 1970 già esumato e traslato al nuovo orizzontali, altro criterio, che serviva a facilitare cimitero in località Pirocca Carrocce. lo scolo dei corpi poggiati su di essi. Iniziano i lavori e si scoprono ulteriori cin- La mancanza di un settore dove inumare i cada- que fosse carnarie, con un incalcolabile numero veri per una prima fase della scarnificazione ha im- di ossa e frammenti. Sono interessate l’ASL e portanti ricadute sul rituale: è da ipotizzare che i la Stazione Carabinieri di Piedimonte Matese, corpi venissero collocati sui sedili senza nessuna si procede alla ricognizione dei resti rinvenuti inumazione preventiva248.

248 - A. Fornaciari, V. Giuffra e F. Pezzini,

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Questo tipo di costruzioni non era in uso aperta di bocca, l’anima anderà alla sua eternità, e‘l nelle nostre zone, bensì, da Napoli fino alla Si- corpo ha da ridursi in polvere. cilia. Nell’Italia meridionale sono state docu- Mira come quel cadavere prima diventa giallo e mentate due tipologie principali di ambienti poi nero. Dopo si fa vedere su tutto il corpo una la- destinati al trattamento dei corpi: quelli dotati nuggine bianca e schifosa. Indi scaturisce un mar- di colatoi a “seduta”, noti a Napoli come “can- ciume viscoso e puzzolente, che cola per terra. In tarelle” e quelli caratterizzati da colatoi oriz- quella marcia si genera poi una gran turba di vermi, zontali, diffusi prevalentemente in Sicilia. che si nutriscono delle stesse carni. S’aggiungono i I colatoi orizzontali sono dei piccoli am- topi a far pasto su quel corpo, altri girando da fuori, bienti dotati di una griglia orizzontale, o incli- altri entrando nella bocca e nelle viscere. Cadono a nata a 45°, realizzata in legno, o in tubuli di pezzi le guance, le labbra e i capelli: le coste son le ceramica, sulla quale era posto il cadavere, come prime a spolparsi, poi le braccia e le gambe. I vermi da ricerche di A. Fornaciari, V. Giuffra e F. Pez- dopo aversi consumato tutte le carni, si consumano zini, dell’equipe di Paleopatologia dell’Univer- da loro stessi; e finalmente di quel corpo non resta che sità di Pisa. A questo punto sembra chiaro che un fetente scheletro, che con il tempo si divide, sepa- il Canonico Sanillo, per gettare le basi di questi randosi l’ossa e cadendo il capo dal busto. due sepolcreti, si è ispirato alle varie costruzioni Nel 1907, l’antropologo francese Robert presenti nell’antico Regno delle Due Sicilie, e Herz, visita e studia in tutto il mezzogiorno la alla vita e al lavoro del Vescovo di Sant’Agata diffusione della doppia sepoltura. de’ Goti, Alfonso Maria de’ Liguori. Contributo alla rappresentazione collet- Presumo che il canonico non solo ha letto tiva della morte, 1907, dell’antropologo fran- il libro “Apparecchio alla Morte”249, ma ha cese Robert Herz251. conosciuto direttamente il Presule, e visitato Da una ricerca collettiva che ha cercato di intrec- tali luoghi, che sono gli stessi visitati e studiati ciare saperi archeologici, storici e antropologici, dall’equipe del Dott. Fornaciari, in epoca re- emerge un dato di grande interesse: la capillare dif- cente. Trascrivo un paragrafo di questo libro, fusione negli ipogei ecclesiastici di tutto il mezzo- molto cruento ed espressivo. La contempla- giorno di strutture architettoniche concepite come zione di un corpo in disfacimento, e la descri- supporto materiale, e funzionale, di pratiche funebri zione delle varie fasi del degrado, sono temi organizzate secondo il meccanismo della doppia se- che ricorrono con frequenza nell’opera di Al- poltura. I colatoi per la scarnificazione dei cadaveri fonso Maria de’ Liguori, in particolare il se- censiti e documentati nelle regioni meridionali, una condo paragrafo, che recita: piccola parte dei tanti ancora esistenti rappresentano una prova sorprendente del radicamento nel cuore del- “Ritratto d’un uomo da poco passato al- l’Europa moderna e contemporanea dei riti funebri. l’altra vita”…Considera che sei terra, ed in terra …così, per tracciare in maniera definitiva questo hai da ritornare. Ha da venire un giorno che hai da limite, nel Sud Italia e più specificamente a Napoli morire e da trovarti a marcire in una fossa, dove sarai era in uso fino a pochi decenni fa la cosiddetta doppia coperto, dà vermi. A tutti ha da toccare la stessa sepoltura: il cadavere veniva seppellito per un periodo sorte, a nobili ed a plebei, a principi250 e a vassalli. di tempo (da sei mesi a ben più di un anno) e in se- Uscita che sarà l’anima dal corpo con quell’ultima guito riesumato.

249 - Apparecchio alla morte. La I edizione è del 1758, il libro, ha superato le 350 edizioni. 250 - È probabile che anche il grande Antonio de Curtis in arte Totò si è ispirato a questo capitolo del libro per scrivere la sua “Livella” 251 - A. Fornaciari, V. Giuffra e F. Pezzini.

180 L’inumazione dei morti

Dopo la riesumazione, la bara viene aperta dagli ma da morto, come per infranto alabastro, la Casa di addetti e si controlla che le ossa siano completamente Dio fu ripiena del suo soavissimo odore. disseccate. In questo caso lo scheletro viene deposto Si aggiunge che nella sua santissima vita ciascuno su un tavolo apposito e i parenti, se vogliono, danno vede, come in purissimo specchio, cosa sia meglio cer- una mano a liberarlo dai brandelli di abiti e da even- care o evitare e guardando a sì splendente Lucerna, tuali residui della putrefazione; viene lavato prima in luogo caliginoso percorre, specie col suo aiuto, la con acqua e sapone e poi “disinfettato” con stracci vita senza inciampi. imbevuti di alcool che i parenti, “per essere sicuri che Frattanto la Santità vostra considerando queste la pulizia venga fatta accuratamente”, hanno pen- cose, come moltissime altre, con molto saggia delibe- sato a procurare assieme alla naftalina con cui si co- razione ha dato ordine che, sulla base di legittime te- sparge il cadavere e al lenzuolo che verrà stimonianze, si redigessero gli atti della sua vita, e periodicamente cambiato e che fa da involucro al che, trasmessi alla Sacra Congregazione dei Riti, si corpo del morto nella sua nuova condizione. Quando facessero conoscere, affinché egli possa essere enume- lo scheletro è pulito lo si può più facilmente trattare rato dapprima tra i Beati e poi, se ritenuto degno tra come un oggetto sacro e può quindi essere avviato alla i Santi. sua nuova casa… Questo solo, che con somma prudenza hai iniziato, noi pure per ora, Beatissimo Padre, ti chiediamo Il 1° di agosto del 1787 muore Alfonso istantemente di portare a compimento; Maria de’ Liguori, Vescovo di Sant’Agata de’ Da Piedimonte, il 30 Aprile, nell’anno della re- Goti. A distanza di sette anni dalla morte, il staurazione della Salvezza 1794. Canonico Sanillo invia una supplica al Papa Pio VI. Non riesco a com- prendere, come ha potuto un Cano- nico di un piccolo borgo come San Potito, scrivere al Papa due lettere atte ad accelerare la beatificazione del Vescovo di S. Agata de’ Goti? La vera potenza, e le vitali amicizie di questa famiglia non le sapremo mai. Anche se non è stata ritrovata corrispondenza tra il Canonico e il Vescovo, è probabile che il Sanillo, lo abbia conosciuto nell’ultimo pe- riodo della vita del Presule. Beatissimo Padre - Sebbene il mondo cattolico ricevesse gioia e diletto dall’Illustrissimo Presule di S. Agata dei Goti, Alfonso de’ Liguori, mentre era in vita, poiché apportava grande vantaggio alla Chiesa con le sue fatiche e le sue opere, tuttavia è stato ricolmato di gran- dissimo gaudio per la morte dello stesso integerrimo Vescovo assai benemerito verso la Chiesa … Infatti, Beatissimo Padre, mentre era vivo sulla terra, era noto appena ad alcuni; S. Alfonso Maria dé Liguori

181 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Lettera252 del Canonico Sanillo al Papa Pio VI

252 - Traduzione dal latino di Gianluigi d’Amore

182 L’inumazione dei morti

Trascorso un mese, e non ricevendo rispo- 2. Cappella Campochiaro sta alla sua supplica, il Canonico Sanillo, invia A.D. 1879 una seconda missiva: La Cappella della fam. Campochiaro, ul- Trascorso un mese da quando abbiamo rivolto a tima costruzione in ordine di tempo, in località vostra Santità suppliche, con le quali chiedevamo che Torelle, dispone di dieci nicchie a forma tra- la causa dell’ammirabile Vescovo Alfonso de’ Liguori, pezoidale così disposte: quattro sulla parete volato in cielo, fosse portata a termine con ogni dili- frontale in alto, tre su quella di sinistra e tre su genza; ora di nuovo, crescendo la fama del suo buon quella di destra, posizionate più in basso. La nome, abbiamo osato importunare la Santità vostra nicchia misura 60 cm di larghezza, 66 cm di con preghiere, affinché finalmente si adempia il co- profondità e un’altezza di 129 cm, con un mune voto. Per giustizia dunque, Beatissimo Padre,e bordo d’ingresso di cm 3 di larghezza per cm per merito si diffonde in lungo e in largo la fama di 7 di profondità, per alloggiare il mattone di così grande Presule; infatti le cose che, mentre viveva chiusura frontale. sulla terra, egli stesso compì e quelle che seguirono La Cappella Campochiaro è ultimata nel dopo la sua preziosa morte sono così mirabili, che non 1879, dopo circa 37 anni dalla costruzione si possono esprimere con parole umane. delle due Congreghe, nel frattempo i mastri Dio forse vuole presto esaltare nella Chiesa con le muratori si sono aggiornati colle nuove tecni- parole del suo popolo un così buon Pastore delle che, infatti contrariamente alla Congrega della anime, affinché lo stesso popolo corra verso l’odore S.S. Croce e alla Cappella privata dei Sanillo, dei suoi profumi. le nicchie, non hanno fori laterali per il soste- In attesa dunque che per tuo ordine la Sacra Con- gno al cadavere, bensì un ferro a forma di L gregazione dei Riti dia l’ultima mano a una causa sì sulla parete posteriore, e con una corda sotto fruttuosa, con ogni ossequio, come conviene, baciamo le spalle che cinge il torace del cadavere, una i tuoi piedi. volta “legato”, è prima murato con calce e Da Piedimonte, 1 Giugno, anno della restaura- mattoni, e dopo sovrapposta la lapide di zione della Salvezza 1794. marmo. Anche la seconda missiva non dà i frutti Con molta probabilità i Campochiaro di- sperati. Solo nel 1839, a distanza di 45 anni sponevano come le altre famiglie, di una fossa dalle richieste del Canonico, Alfonso Maria comune prima della costruzione della Cap- de’ Liguori viene dichiarato Santo da Pio IX, pella, infatti, sulla lapide frantumata, si legge con il Canonico Sanillo ancora vivente. che Vincenza Campochiaro, muore il 23 Feb- braio 1867, mentre la Cappella viene costruita dopo 12 anni dalla sua morte, probabilmente dopo la costruzione viene riesumata e col- locata nella nicchia. Anche in questo caso i vandali non hanno avuto pietà dei resti mortali, spar- gendo le ossa in ogni dove. In Umbria nel paese di Feren- tillo, alla fine del XIX secolo, viene creato il museo delle mum- mie, a seguito degli scavi effet- tuati nella cripta della vecchia chiesa del paese portando alla Lapide fam. Campochiaro luce numerosi corpi mummificati,

183 alcuni dei quali con gli abiti ben conservati. vecchio cimitero avrebbe scoraggiato i vandali All’ingresso del museo, campeggia un’iscri- ed evitato la distruzione di tutte le nicchie la- zione molto significativa, che recita: sciando nel riposo eterno i nostri avi. Forse gli studiosi, avrebbero potuto attribuire un nome Oggi a me, domani a te alle lapidi, e meglio comprendere la storia del io ero quel che tu sei nostro paese. tu sarai quel che io sono Il complesso cimiteriale in località Torelle Pensa mortal che la tua fine è al suo epilogo, dopo solo undici anni dalla è questa costruzione della Cappella Campochiaro, nel e pensa che ciò sarà ben presto 1890 viene costruito il nuovo cimitero in lo- calità Pirocca Carrocce, abbandonando così Molte volte ho pensato, chissà se que- l’antico sepolcreto alle inesorabili ingiurie del st’iscrizione, fosse stata posta all’ingresso del tempo e dei balordi.

Cappella Campochiaro dopo la ristrutturazione

184 X. Vita religiosa a San Potito nel XIX secolo Feria Sexta die quinta Augusti 1814

Per l’autorità a noi concessa dal San- tissimo Si gnor Nostro Papa Pio VII sia lecito al ricorrente (se quanto esposto è vero) finché vivrà di leggere e tenere in custodia, in modo che non giungano in mani altrui, i libri proibiti che trattino di Teologia Scolastica, Dogmatica e Mo- rale, delle Omelie, dei Sacri Riti e del- l’esposizione di Sacra Scrittura e Storia Sacra e Ecclesiastica. Così pure (libri) Grammatici, Retorici, Poetici, Filosofici, Matematici, Astronomici e Storici pro- fani. Eccettuati (quelli) Astrologici, Giudiziari, Supersti ziosi, sulle Opere di Nicolò Machiavelli, di Pierre Bayle`, e di La Mettrie, di Lucrezio tradotto in italiano,dell’Opera 1’Esprit’ (des lois), del Poema La Pulzella d’Orléans, del- l’Adone di Marino’ e tutti quelli che trattano in modo riconosciuto sia di ar- gomenti osceni, sia contro la Religione specialmente Cattolica. (Abbiamo) fede in queste cose253. F. IL: M a. Mancini O.P.S.LC. Secret’°. Ma, l’opera della Chiesa di met- Ritratto del Canonico Giuseppe Sanillo tere all’indice i libri proibiti, conti- nua, infatti, Pio IX fa nel 1864 quello che fin 1. Don Giuseppe Sanillo dall’anno 51 d. C. fece l’apostolo S. Paolo, Giuseppe Sanillo, figlio di Luca e Antonia esortando i cittadini d’Efeso a consegnare alle Fattore, nasce a San Potito il 28 maggio 1768. fiamme un gran numero di libri malvagi. 5 Agosto 1814 Dalla rivista L’Unità Cattolica, anno 1864 Il Canonico fa supplica al Papa Pio VII n. 203 mercoledì 29 giugno, la Sacra Congre- (Barnaba Gregorio Chiatamonti) per leggere e gazione dell’Indice ha condannato tredici custodire i libri proibiti: Beatissimo Padre. Il Ca- opere, tra le quali: Victor Hugo Les Misérables. nonico D. Giuseppe Sanillo della Cattedra le di Alife Paris, 1863; I romanzi di Balzac; La vita di bramerebbe per sua maggior erudizione la facoltà di Gesù del Renan; La Divina commedia di poter leggere, e ritenere presso di se i libri proibiti, du- Dante Alighieri, quadro sinottico per Luigi rante la sua vita. Supplica la S.V., acciò si degni ac- Mancini. Fano, 1861; Mosè, Gesù e Maometto cordargli la Grazia.

253 - Traduzione dal latino di Gianluigi d’Amore

185 Vittorio Imperadore Armando Pepe del Barone D’Orbach con la giunta alla vita di nillo non venga molestato per la Bussola, do il presente, Gesù di E. Renan. Milano, Tipografia Scorza, acciò lo faccia costare, ove più gli Convenga. 1863, libro infame di cui fu fatta in quest’anno Francesco Pignatelli una nuova edizione a Milano; I mali della Napoli lì 21 Otte 1818 - Passaporto per Roma; chiesa e rimedii, analisi e proposte, del P. An- Prefettura di Polizia, a tutte le Autorità civili e tonio Salvoni, ex Arciprete di Ga- vardo; Frédéric Soulié. Les Mémoires du Diable; Stendhal (Henry Beyle). Le rouge et le noir et ejusdem Auctoris similia; Gustave Flaubert, Madame Bovary, Salambo; Les aventures de Mademoiselle Mariette …

Nel254 1571 è costituita la congre- gazione dell’Indice, “Index auctorum et librorum prohibitorum” di Paolo IV, che mette al bando non solo autori e libri ma anche gli editori. All’inizio del Medio Evo erano i libri eretici e apo- crifi e gli atti non autentici dei martiri, nel tardo Medio Evo, erano i libri di negromanzia e di magia. Il Canonico Sanillo, per motivi di studio e di lavoro viaggia molto in tutto il Regno e oltre, Napoli e Roma sono le mete più fre- quenti, e, alla sua richiesta, ottiene il passaporto255 per l’estero: Principe D. Francesco Pignatelli Mar- chese di Laino; Aiutante Reale di S.M.; Ca- valiere dell’Insigne Real Ordine di S. Gennaro; Gentiluomo di Camera di Entrata con onori dell’Esercizio; Tenente Generale dé Reali Eserciti; Governatore Principale della Reale Accademia Militare; Governa- tore del Castello di S. Eramo; Presidente Passaporto del Canonico Giuseppe Sanillo della Suprema Giunta di Guerra, e Governa- Militari incaricate di mantenere il buon ordine tore della Real Piazza di Napoli e suo Cratere. nelle Provincie del Regno di Napoli, e di far ri- 17. 7bre 1794 - Certifico come dalla Famiglia del fù Dn. Luca Sanillo di S.n Potito Casale di Piedimonte spettare il nome Napolitano negli Stati stranieri. d’Alifi Prov.a di Terra di Lavoro, si è consegnato un Lasciate liberamente passare D. Giuseppe Sanillo Cavallo montato, e vestiario fornito per uso della Ca- di condizione Canonico dimorante in Napoli, che valleria Ausiliaria, attenore dé Reali Stabilimenti. E’ si porta in Roma con D. Vincenzo Ferrucci e da- perché la detta Famiglia e per essa D.n Giuseppe Sa- tegli ajuto, e protezione in caso di bisogno.

254 - L’Archivio Segreto del Vaticano. Maria Luisa Ambrosini, Arnoldo Mondadori Editore, 1973. 255 - In questi anni la durata del passaporto è legata al tempo strettamente necessario al lavoro da svolgere.

186 Vita religiosa a S. Potito nel XIX secolo

Terracina, terra di frontiera, segna il con- tore del Seminario, gli viene dedicato un epi- fine tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato gramma di 18 pagine di formato A4, non si Pontificio, sul passaporto vi sono numerosi conosce l’autore, il manoscritto non è fir- visti, timbri, tra cui l’ovale del Regno delle mato. Due Sicilie, il timbro tondo di Ferdinando I, e Oggi lì 9 Gennaro 1820. In lode del Rettore quello della Polizia di Capua, (Capoluogo del Collegio Alifano Giuseppe Can. Sanillo. Le della Provincia di Terra di Lavoro), e i due Muse mi assistono, mi assiste il favorevole Apollo, della dogana di Terracina e altri illeggibili. mentre canterò con versi, le grandi lodi di Giuseppe Costui è il decoro del secolo, fornito di tante virtù, la gloria dei Rettori, e l’onore della religione. Per gl’innumerevoli meriti, e per la virtù non lo supera alcuno. Eccellente per l’ingegno, e per la sua elo- quenza. Nella Cattedrale di Alife, col preventivo avviso che intervengano tutti i Canonici a suon di campanello nel luogo solito sono riu- niti: l’Arcidiacono Vincenzo Meola, i Cano- nici, Lorenzo Sgueglia, Giuseppe Paterno, Vincenzo Ferrucci, Ferdinando Cirioli, Se- bastiano Lombardi, Giuseppe Sanillo, Paolo Tartaglia, il Penitenziere Gabriele Ventriglia, Felice Francomacaro, Marcellino Onoratelli, assente il Primicerio Pasquale di Giorgio, che trovasi fuori da questa Diocesi e Di- Stemma del Principe Francesco Pignatelli stretto. L’ordine del giorno è il seguente: Fare ricorso contro l’abolizione del Semina- San Potito lì 9. Xbre 1819 rio e Curia Vescovile di Alife, in conse- In questo periodo il Canonico Sanillo è già guenza dell’ultimo Concordato fra la S. Sede Rettore del Seminario Alifano e il Sindaco di Apostolica e l’Augusto nostro Sovrano. San Potito Giovanbattista Petella gli comunica: Si- gnore. Il Decurionato di que- sto Comune che ho l’onore di amministrare applaudì unani- memente al mio avviso nel for- mare la Terza del Predicatore Quaresimale pel venturo eser- cizio 1820; e facendo giusti- zia al di Lei impareggiabile merito, compartì a Sua Signo- ria il primato nella Terza an- zidetta … Ella è stata prescelta ad adempiere tal sacra incumbenza. Sempre nello stesso Giuseppe Sanillo membro della Congregazione di Consulta anno, al Canonico, e Ret- della Diocesi di Alife e Telese.

187 Vittorio Imperadore Armando Pepe

L’incarico è dato all’attuale Procuratore del cia San Gregorio fino a Caiazzo, raggiun- Capitolo, il Canonico D. Giuseppe Sanillo, au- gendo Scapoli e Rocchetta al Volturno. Tutto torizzandolo ad utilizzare ducati 200, e se ne- questo grazie all’intermediazione del fratello cessario fino a duc 600, per produrre appello Nicola. I documenti reperiti, inerenti la pub- in Napoli, presso l’alta commissione a difesa blica istruzione, iniziano il 1818 e proseguono della Chiesa Cattedrale, colla sussistenza del fino al 1839. Al Canonico spetta un grande Seminario e Curia Vescovile, almeno con il compito, esaminare da tutti i punti di vista i grado di Concattedralità. Lo stanziamento oc- maestri e le maestre sotto la sua giurisdizione, corre per portare avanti la difesa, per accesso, senza dimenticare il decreto de’ 13 Dicembre dimora e assistenza di Avvocati e altre per- 1821, col quale sta ordinato ai Maestri, e Maestre sone, idonee all’oggetto, in Napoli. private di dare le lezioni a porte aperte. Monsignor Colangelo, da Guardia Sanfra- Firmato = Ferdinando II mondi, è il Presidente di tutte le scuole di Terra Sig. Ispettore, D.a Carolina Scappaticcio prescelta di Lavoro, mentre il Canonico Sanillo è per Maestra primaria in codesto Comune di S. Potito, l’Ispettore del Distretto di Piedimonte e ha dev’essere esaminata nel leggere, scrivere, aritmetica, sotto il suo controllo 42 comuni e 17 frazioni, pratica, e nello insegnamento del Catechismo, di Re- con una popolazione di 80.283 abitanti. ligione, giusta il disposto col Real Rescritto dé 7. Ago- sto 1821. Le trasmetto il ricevo per l’incasso di carlini 6, che Don Pa- squale de Iorii di Alvignano deve versare in osservanza dell’art. 7 del regolamento, onde avere il Real De- creto di permesso per la scuola pri- vata.

Dopo pochi giorni, il Presi- dente della Pubblica Istruzione, Monsignor Colangelo, comu- nica all’ispettore Sanillo che donna Carolina Scappaticcio è stata approvata come maestra della scuola primaria nel Co- mune di San Potito. In questi anni per quanto riguarda la scuola di San Potito, c’è un vuoto, non ho reperito nessun elenco degli alunni. Solo un fascicolo datato 1850, ci mostra i nomi e la Giuseppe Sanillo, Ispettore della Pubblica Istruzione quantità di alunni che hanno frequentato la scuola pubblica di La Provincia di Terra di Lavoro, con Capua San Potito, per il semestre luglio - dicembre Capitale, è divisa in cinque distretti: Capua, 1850. I fanciulli che ànno frequentato la scuola pub- Nola, Gaeta, Sora e Piedimonte. Il Distretto di blica di S. Potito, sono 22, le fanciulle 51. Piedimonte parte da Guardia Sanframondi e, L’Istitutrice delle fanciulle è Donna Tere- passando per San Potito e Piedimonte, abbrac- sina Piazza, dei maschi è il parroco Filippo

188 Vita religiosa a S. Potito nel XIX secolo

Pietrosimone, il tutto, sotto il controllo del- Sempre nello stesso anno, il Consigliere l’Economo Gaetano Parroco Merolla, titolare della Provinciale Nicola Sanillo scrive all’Arcive- Chiesa dello Scorpeto a Piedimonte d’Alife. scovo di Alife e Telese Don Carlo Puoti, in Piedimonte, di incaricare il Canonico Don Piedimonte il dì 18 genn.o 1826 Giuseppe Sanillo, di esaminare delle operette Il Consigliere Provinciale Francesco Pitò di alcune persone di San Potito e di riferire: comunica all’Ispettore: Sig. Ispettore, la Alcuni dilettanti del Comune di S. Potito amano di Giunta di Pubblica Istruzione manifestando che divertire, il pubblico con rappresentare due operette né S.M. ha comandato di prendersi conto dei diversi giorni antecedenti alla Festività dell’Immacolata Con- metodi di istruzione, che si usano per i giovani cezione, che ivi si celebra nella seconda domenica di studenti nelle diverse scuole del Regno, e nei di- Agosto. L’una è intitolata il vero lume fra le tenebre, versi luoghi di educazione da essa Giunta dipen- ossia la spelonca arricchita per la Nascita del verbo emanato, l’altra la vigilanza, ossia il medico notturno. denti, per quindi ridursi ad un metodo uniforme, Tali operette furono esaminate e approvate e generale, ne ha domandato le notizie precise, e già nel 1826, ma non rappresentate perché era veritiere… l’anno del Giubileo che fu prolungato fino al 24 dicembre. Comune di Sant’Angelo, stato semestrale …ciò basterebbe perché si rappresentassero delle fanciulle, maestra D. Rosalba Ricciardi, nell’anno corrente. Roccapipirozzi, l’Istruttore è con locale in casa propria. L’età delle giovani in questa scuola varia dai 4 ai 14 anni. Oltre D. Gaetano Apollonio, mentre a Pozzilli, Conca- alle normali materie di studio, imparano a cu- casale, Filignano, nel 1839, non vi hanno Maestri cire e ricamare, altre passano dalle calzette a di Scuola. Sempre nel 1839, nel Comune di San leggere e scrivere. Vincenzo, nel Distretto di Castellone, Provincia di L’Arciprete, e Parroco Ferrazzano Terra di Lavoro, il numero degli alunni è superiore Comune di Prata, l’Istitutore è Crescenzo nel periodo invernale, nel periodo estivo gli stessi Pisaturo, il Curato è Luigi Pisaturo, l’età degli sono addetti all’agricoltura e alla pastorizia. alunni varia dai 5 ai 16 anni, nel locale deno- Nel Comune di San Gregorio: il soldo annuale minato Piazza, l’alunno Raffaele Gentile di del Maestro è ducati 18 annui, sebbene per giustizia se anni 14, si distingue nella lingua latina, gram- li dovrebbero ducati ventiquattro, giacché secondo il re- matica e aritmetica, mentre Gennaro Riccio golamento di riduzione emesso da S. Eccellenza il Mi- per la Dottrina Cristiana. nistro degli Affari Interni ai 19 Gennajo 1831 in seguito del Real Decreto degli 11 detto mese, ed anno Piedimonte d’Alife 1827, gli iscritti sono fu stabilito che ogni Maestro di scuola primaria essendo 86, l‘istitutrice è D. Maddalena Romano, ha Parroco avrebbe il soldo annuo di ducati diciotto, ma come stipendio ducati 50 annui, compreso non essendo Parroco quello di ducati venticinque. l’affitto del locale e deve rilasciare il 2,5% l’anno. Circondario di Castellone, Comune Nel Comune di Guardia Sanframondi si re- di Cerro e Casali, nel 1828, l’Istitutore è gistra il numero maggiore d’iscritti, che nel Emanuele Gennarelli, riceve uno stipendio 1830 è pari a 196, mentre nel Comune di Roc- annuo, di ducati ventiquattro e insegna a 17 chetta, del Circondario di Castellone, si regi- alunni, che vanno dai 5 ai 17 anni: gli allievi stra il numero minore che è di nove. studiano la grammatica latina, nomi, e verbi, e leg- Monsignor Colangelo, comunica al Canonico, gono il galateo, e i libri spirituali, L’uffizio della che per ordine superiore, l’opera di D. Tom- B. Vergine Maria. Il più grande di età, legge e maso Troysi, intitolata Saggio Filosofico sulle spiega Fedro e le Epistole di Cicerone. leggi della natura, è proibito.

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1829. Viene dato alle stampe, per tutte le Napoli 26. 8bre 1839. Per la grazia di Dio scuole del Regno un trattato di Aritmetica, se- etc: etc: Sulla proposizione del nostro Ministro Se- guito da un corso che tratta il cambio delle gretario di Stato degli affari Interni abbiamo riso- monete estere ad uso del commercio. luto di decretare, e decretiamo quanto siegue. Accordiamo al Chierico di S. Potito, D. Pasquale Piazza di D. Costantino il permesso di te- nere in Piedimonte di Alife Scuola privata di Belle Lettere, Logica, e Metafisica. Il Consi- gliere Ministro di Stato Presi- dente del Consiglio de’Ministri - Duca di Gualtieri. San Potito lì 8 Feb.o 1840 …si permette al Signor D. Giuseppe Sanillo di S. Potito attualmente dimorante di condi- zione Canonico di conservare in casa sua un fucile, ed asportarlo per tutto l’anno 1840.

Napoli, 5 maggio 1840. Il Presidente dell’Istruzione Pubblica invia 10 esemplari del 1° Catechismo per le scuole elementari. …ond’Ella abbia tanta cor- tesia distribuirli a chi crederà convenevole perché s’imcominci questo studio tanto amato dal prelodato Signor Presidente, e tanto utile alle scuole del nostro Regno. Al Signor Ispettore di tutte le scuole di Terra di La- voro. Comunicazione sul libro proibito Saggio Filosofico Il modulo di richiesta è un San Potito 1839, per motivi di salute, il Ca- prestampato in uno splendido carattere cor- nonico Sanillo non è più in grado di sopperire sivo, emesso nello Stabilimento Tipografico al suo lavoro di Ispettore della Pubblica Istru- Gatti e Dura di Napoli. 1842. È felicemente zione, e pur rimanendo titolare dell’incarico, è Regnante Ferdinando II e la Regina Maria Te- coadiuvato dal Canonico Don Gabriele Ventri- resa Isabella. Ogni anno viene dato alle stampe glia, mentre nella scuola di San Potito il Mae- l’Almanacco Reale del Regno delle Due Sici- stro è D. Gio: Giuseppe Mezzullo e la Maestra lie. Per la diocesi di Alife sono annoverati due è D. Caterina de Lellis. Canonici di San Potito: D. Gabriele Ventriglia e D. Giuseppe Sanillo.

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Il 20 luglio 1846 il Canonico Don Giuseppe loro spettantino, I RR Can. Della Collegiata di S. M. Sanillo, della Cattedrale di Alife, Ispettore di Maggiore, e quelli della Cattedrale han praticato lo tutte le scuole di Terra di Lavoro, Direttore del stesso perciò Non compariscono in esito Seminario Alifano: “dopo aver sofferto lunga ma- Ai becchini, e Sagristano duc. 02.60 lattia di circa cinque anni finisce di vivere alla ora 4 Messe n.4 nel giorno del settimo duc. 02.40 di notte di lunedì, contando circa anni 70 di vita256”. Sono duc. 91 e gr. 73

Nota delle ultime spese: 2. Il rapimento di Don Giuseppe Sanillo260 Per la maschera in cera duc. 2.40 Giuseppe Sanillo all’età di circa 47 anni, Al Sig Seccia per medicine duc. 7.00 tornando a casa da Piedimonte, in sella al suo Al Notar d’Orsi per lo testamento duc. 5.06 cavallo, sulla strada sopra Sepicciano, viene Per visite al Sig Coppola257 duc. 1.20 fermato da quattro banditi, armati di schioppo, rapito e portato in montagna; i quattro diedero Viene sepolto in una delle 24 nicchie nella istruzioni a un pastore per avvertire la famiglia Cappella di famiglia in località Torelle. La del Sanillo, chiedendo dodicimila ducati di ri- morte del Canonico è un duro colpo per la fa- scatto. miglia, della quale egli era costante guida spi- rituale, curando intercessioni, benedizioni e i San Potito, 27 luglio 1815. Al signor Tenente rapporti con la Chiesa. Comandante la Gendarmeria in Piedimonte. Genti- lissimo mio sig. Tenente, Signore Spese accorse per lo funerale del Sig. Ca- Mi affretto a parteciparvi come ieri 24 del cor- nonico D. Giuseppe Sanillo trapassato il di rente, tra le ore 16 d’Italia, mi restituiva qui a cavallo 29 luglio258 1846 alle ore 3¾ d’Italia. da Piedimonte, ove mi era portato per miei affari per la circostanza di esservi menato. Faceva la strada Per due tumuli alla Chiesa Par.le sopra Sipicciano detta dai paesani strada di sopra, ed in casa duc. 5.40 che da Piedimonte conduce qua in San Potito. Giunto Chiodi per gli stessi ed altre spese duc. 0.28 che fui fra i fondi vitati ed olivati del sig. Bujani e Libre quattro di cera duc. 2.40 delli signori Fattori laterali alla detta strada, e pro- Al Sig Izzo259 pel funerale, duc. 17.64 priamente ove un picciolo torrente la traversa nell’in- Falzoletti per le croci n. sette duc.1.05 verno, e che fiancheggia la parte settentrionale dei Messe n. 10 celebrate duc. 6.00 due fondi, mi vidi assalito da quattro persone armate Regalo al Sagristano di Piedimonte di schioppo. appartenente alla Cappella di S. Rocco gr. 0.40 Mi obbligarono a smontare, e quindi uno di essi, Per la fratellanza alla Congrega prese le redini del mio cavallo, volle che avessi cam- di San Rocco. duc. 10.00 minato con loro a piedi. Questo sito resta in distanza Compenso di grana 15 oltre la cera da Piedimonte circa mezzo miglio, ed altrettanto da Ai fratelli della detta Congrega duc. 8.25 San Potito. Giunti in una picciola strada che è fra la Per l’associazione all’Arciconfraternita siepe meridionale del detto pastino di Bujani, e l’altra Del SS. Sacramento duc. 24.00 settentrionale dei signori Caso, distante a un tiro di I Sig.ri RR Monaci francescani han donato i dritti a palla di fucile dal d:° torrente, e che conduce nella

256 - Dal diario di Teresina Massone, archivio Filangieri. 257 - Vincenzo Coppola Dottore in Medicina. 258 - Sull’atto di morte c’è la data del 20 luglio, mentre sul documento delle spese c’è quella del 29 luglio. 259 - In quest’anno il Sig Izzo è il cassiere della Congrega della SS. Croce. 260 - Documento trascritto da Antonio Carbone.

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Canonico Sanillo, passaporto per Roma

192 Vita religiosa a S. Potito nel XIX secolo montagna da detta strada maestra mi introdussero, e nei d’intorni v’erano dei pastori di varj armenti. In- per varie viottole poco praticate mi portarono sulla tanto i monti allungavano l’ombra, e poco vi restava montagna ai piedi di un gran macigno detto dai pae- del giorno, quando dietro le mie disegnate premure per sani Pintima di Santangiolillo, sito che resta circa tre dissetarmi, due della comitiva si portarono disarmati miglia in distanza dal luogo ove fui sorpreso. in un aggregato di acqua collettizia detta piscina Quivi giunti spedirono uno della loro comitiva di- dell’Ariola in distanza di circa un quarto di miglio sarmato nella parte direttamente inferiore della mon- dalla suddetta masseria di fabbrica, e di poco meno tagna in un luogo detto Sugli, collinetta ove il pastore dell’altrettanto dalla suddetta montagna rasa dove Pietro Masucci di San Potito ha fabbrica di mattoni, noi restavamo. tegole, canali, che resta distante dalla suddetta Pin- Scostatisi quei due per l’oggetto di provvedermi tima circa un miglio, e da San Potito verso la monta- d’acqua, gli altri due si occuparono della provvista di gna circa due. Diedero a costui le istruzioni, che legna secca, che un sito laterale sparso di pochi faggi giunto nell’indicato sito li Sugli, avesse detto in mio somministrava, poteva al bisogno della notte. Questi nome a chiunque ivi si fosse trovato, che venuto in due ultimi scostatisi perciò da me, circa un tiro di San Potito mia patria avesse fatto sentire alla mia palla di schioppo, non veduto, colsi il momento per famiglia la mia posizione, e che da essa mi si fosse evadere dalle loro mani. Mi butto dunque colla rapi- spedita sotto l’anzidetto macigno persona paesana di dità, che le mie stanche gambe sofferivano al basso, mio rapporto. Si trovò nelli d:° Sugli l’annunciato ed a traverso di mille pericoli, e mille ostacoli sormon- Masucci, che informato della mia disgrazia, né po- tando borroni, e fratte, niente prattico della strada, tendo conoscere uno degli scellerati nel messaggiere, dopo aver caminato così per circa mezzo miglio, sul che si spacciò per pastore di vacche, e come persona momento che era per smarrire detta strada, m’imbatto obbligata a quell’uffizio dalla forza, volò a casa mia. per azzardo nell’anzidetto Filippogiacomo Romano, La mia famiglia informata della mia infelice si- che veniva dove io era trattenuto chiamatovi dalle tuazione spedì due persone di San Potito di mia fi- voci degli scellerati. ducia, l’una dopo l’altra nel luogo designato. Di Sulle prime io non lo conosco; mentre l’aere erasi queste la prima spedita chiamasi Pasquale D’Amato oscurato. Io figurandolo come mia angora di salvezza uomo onesto, e di mio particolar rapporto, e la se- lo premuro a precedermi per guida. Egli mi dice sotto- conda Filippogiacomo Romano mio fedelissimo guar- voce, signore camminate, non dubitate, indi a pochi diano di campagna, ed uomo attaccato al buon passi mi raggiunge, e mi precede appena, senza che io ordine. Oltre a questi due da mia casa fu spedito un ancora distingua chi sia. Finalmente domandato da me vetturino pure di San Potito per nome Antonio Fa- come si chiami, si volta, ed io lo riconosco alfine pel mio rina, che portava su di una mula nel sito medesimo fedelissimo guardiano. A forza d’incoraggiarmi fra i un prosciutto, una barecchia di vino, circa due rotoli dirupi, per vie insolite mi guida finalmente sino a casa, di formaggio di Puglia, circa tre di ventresca, e dieci ove giungo circa un’ora di notte d’Italia. pani ben grandi. Questa provvista fu chiesta dal Le molteiplici circostanze che hanno accompagnato detto messaggiere di ciò espressamente incaricato dai questo avvenimento sono principalmente le seguenti. compagni senza mia intelligenza, e spacciando che Dei quattro armati due lo erano di schioppi di muni- dovea servire per quindici persone. zione, un altro d’un pistone, e il quarto di schioppo Mentre tuttociò accadeva l’ora, s’avanzava, e sul paesano. Nel sorprendermi uno era col volto scoverto, tramonto del sole, quell’orda di scellerati mi spostò due con fazzoletti cremisi con bordo celeste sottoposti dal sito ridetto, e mi guidò in una montagna rasa la- al cappello, e pendenti in parte sul volto, il quarto co- terale a settentrione che per la sua altezza avea in- verto allo stesso modo con pannolino cencioso. torno un’orizzonte ben esteso, e donde si scopriva Di questi tre coverti di volto uno lo rimase sem- anche verso nord una masseria di fabbrica ad uso di pre così, sebbene spesso il caldo eccessivo l’obbligasse armenti, detta Masseria d’Amore in una semipianura a sventolare il lembo del fazzoletto per rinfrescarsi; chiamata Ariola. Da quel sito in distanza io vidi che gli atri due non reggendo forse al caldo si scovrirono

193 Vittorio Imperadore Armando Pepe intieramente. Strada facendo colui che mi sorprese similmente di Piedimonte. L’età del Iasimone conghiet- col volto scoverto era armato di pistone, chiamasi turo che possa essere sotto gli anni 40. Il suo volto è Pasquale Iasimone di Marcellino, di San Potito a oscuro, come lo sono i capelli e le ciglia; il naso e mento me ben noto per essere stato mio pastore di pecore, e regolari, la statura piuttosto bassa. di vacche; l’altro che non volle mai scoprirsi per in- L’età del D’Andrea pare che possa stimarsi la tero era armato di schioppo paesano si chiama Mar- stessa, il volto tendente all’oscuro come i capelli e le cellino D’Andrea, a me anche ben noto, naturale di ciglia; il mento e naso regolari, la statura giusta. Il Piedimonte, e che è stato legionario nel 1810, mentre terzo può avere l’età di circa anni 30, è robusto di cor- poratura ben nutrita e piuttosto piena, di colorito biancastro, di capello e ciglia sullo scuro, di mento e naso regolarissimi, ben disposto, e di statura piuttosto alta. Il quarto finalmente è un giovane impurbe che credo di età sotto gli anni venti, di colorito bruno, naso alquanto schiacciato, di volto piuttosto allungato, di mento regolare, di statura al- quanto bassa. I motivi che mi determinarono all’evasione furono principal- mente l’aver detto il Iasimone in atto di sorprendermi, “io forse non ti farò niente, ma non so cosa possan fare i compagni”, ed avermi chiesto appena giunti sulla montagna ducati dodici- mila, il non averli potuto farli moderare la domanda oltre a ciò, qualunque ragione e soprattutto fu l’impossibilità di trovar tal somma. Nel momento della mia eva- sione il cavallo rimase sulla mon- tagna ma questa mattina a buon ora mi si è portato sino a casa da persona che mi si dice di Piedi- monte, e chiamasi per soprannome Canonico Sanillo, retro passaporto per Roma “spiccia capilli”, ma che io non ho veduta, perché non ero ancora uscito mio fratello Pasquale era il Capitano della Legione di letto. Non manco anche d’individuarvi, che li scel- in questo Circondario. lerati, avveduti della mia evasione, m’inseguirono, s’in- Gli due erano armati dei due schioppi di munizione, contrarono col vetturino che portava l’annunciata non so come si chiamino ne li conosco altrimenti, che provvista, ed avendo questi loro detto di non avermi dal dialetto, il quale mi fa credere che debbano essere veduto, pure continuarono ad inseguirmi per picciolo

194 Vita religiosa a S. Potito nel XIX secolo altro tratto. Non avendo potuto raggiungermi, se ne capo e sul petto una croce rossa e con i fianchi serrati ritornarono ove era rimasto il vetturino, si presero la da corde, scesero in piazza pregando e flagellandosi provvista ridetta, e lo licenziarono. a sangue chiedendo il perdono dei peccati. Questa circostanza si è detta dal vetturino, ne io Molti iniziarono a seguirli diffondendo la “Confra- la so altrimenti. ternita dei Bianchi”, ma anche questo movimento andò Non manco del pari di farvi osservare, che da que- ad esaurirsi come quello precedente dei “Disciplinati”, gli scellerati non mi fu rubato altra cosa. anche in questo caso rimasero le Confraternite. Credo avervi dettagliato quanto possa interessare Le Confraternite più diffuse furono però quelle le- il magistrato sull’avvenimento in quistione, giova gate al culto eucaristico, le Confraternite del Santissimo sperare, che ciò basti ai desideri della legge, e del go- Sacramento, che ebbero un forte riscontro nel popolo. verno. Vi prego intanto di aggradire le assicurazioni Anche nel 1600 vennero fondate numerose Confrater- della mia stima, ed attaccamento particolare,, mentre nite, tanto che nel 1604 Clemente VIII emanò la “Quae- mi rimango oltre a ciò. cunque”, attraverso la quale cercò di limitare gli abusi e la compresenza di più confraternite nello stesso luogo. 3. Le confraternite Nel 1615 San Potito262 si era divisa da Piedimonte Il termine261 Confraternita deriva dal latino per l’amministrazione “quoad administrationem”, di- “Cum Fratris”, con i fratelli. videndosi pure i debiti strumentari “pro rata”, pur ri- Il titolo di “Arciconfraternita” dà la facoltà di ag- manendo sempre casale, e cioè parte integrante della gregare a sé tutte le Confraternite, ovunque erette, “grossa terra “ piedimontese di 142 km quadrati. La aventi la medesima denominazione e lo stesso culto. fondazione di una nuova chiesa si ricava dalla per- E’ probabile che le associazioni siano nate già all’in- gamena originale conservata nell’archivio del muni- terno delle prime comunità cristiane, ma si hanno no- cipio di San Potito. Se ne ricavano molte notizie: tizie più certe a partire dall’XI secolo quando Che nel 1651 il Sindaco era il “Magnifico” (bor- cominciarono a sorgere le “Confraternite” con la strut- ghese proprietario) Francesco del Santo; tura che conosciamo attualmente. Nel 1260 l’eremita Che in una petizione al vescovo del tempo Pier Ranieri Fasani da San Sepolcro fonda il movimento Paolo De Medici, l’università e gli uomini, ammini- dei “Disciplinati”, coloro che ne facevano parte, sia strazione e popolazione, avevano dichiarato di aver uomini che donne, si flagellavano con la “disciplina”, costruito, autorizzati dal vescovo, una chiesa a pro- insieme di cordicelle con nodi o palline, per ripercor- prie spese, di sana pianta, su terreno demaniale, por- rere la passione del Cristo. tando avanti la fabbrica a poco a poco dal 1630, e Presto tale movimento si esaurì e si andarono for- spendendovi più di 500 ducati. mando compagnie o Confraternite di disciplinati che Che intendevano intitolarla al mistero dell’Ascen- si occupava della socializzazione per le processioni, sione di Cristo e a San Potito Martire. Che volevano della celebrazione di cerimonie funebri, degli uffici farla officiare da preti secolari, e perciò l’avevano do- dei defunti, dell’esercizio delle opere di carità. Sul fi- tata di una rendita di 10 ducati annui per pagare il nire del 1300 l’Europa e l’Italia vissero un periodo cappellano affinché celebrasse nei giorni festivi, di particolarmente tormentato per le numerose guerre e altri 5 ducati annui per le riparazioni, e per una volta per le lotte all’interno della chiesa. sola, di altri 15 ducati per comprare i paramenti; Il 5 marzo del 1399 i “Bianchi”, partiti dalla Pro- Che tutto era stato deliberato in “pubblici parla- venza, arrivano a Chieri (Torino), uomini e donne co- menti” il 7 Luglio 1647, e il 10 Aprile 1650 nel luogo perti da bianche tuniche, la testa nascosta da un solito, e che le deliberazioni erano munite del Regio cappuccio che aveva solo due fori per gli occhi, sul Assenso da parte del Viceré, il 22 Marzo 1651;

261 - Fonte internet. 262 - Associazione Storica del Medio Volturno, Dante Bruno Marrocco, La bolla di fondazione della chiesa del- l’Ascensione in San Potito.

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L’Università poneva delle condizioni nel juspa- … Meritano menzione le Congreghe263 o Confra- tronato sulla chiesa: Che poteva nominare e rimuo- ternite, che si riunivano nella stessa chiesa dove erano vere i cappellani; Che il cappellano nella celebrazione state erette, nella Chiesa dell’Ascensione quella di S. dei riti non sarebbe dipeso dal parroco (la parrocchia Antonio, nella Chiesa parrocchiale quella della S.S. risalente al Medio Evo, era stata soppressa il 25 Feb- Croce. Quest’ultima, fondata nel 1705 e che aveva braio 1417, per estrema povertà degli abitanti, e in- assorbito l’antichissimo Monte de’ Morti. corporata a S. Maria Maggiore di Piedimonte, ed era Sant’Antonio diceva… Chi dimora nel deserto e cerca stata ristabilita il 14 Aprile 1601); la pace è liberato da tre guerre: quella dell’udito, della lin- Che i diritti del parroco nella nuova chiesa si ri- gua e degli occhi. Gliene resta una sola: quella del cuore. durrebbero ai soli accompagnamenti funebri, e che (Verrà un tempo in cui gli uomini impazziranno, non vi si sarebbe mai potuto impedire prediche e con- e quando vedranno uno che non è pazzo, lo assali- fessioni; Che l’amministrazione dipenderebbe dal Sin- ranno dicendogli: “sei pazzo!” per il solo fatto che daco, il quale avrebbe deputato ogni anno un non è come loro) Economo o Governatore; Che eventuali confraternite che vi si fondassero, vi starebbero in una semiauto- 4. Regole della Confraternita di S. Antonio nomia rispetto all’università; di Padua nel Comune di San Potito, che va a Che questa era l’unica proprietaria, e non stabilirsi nell’anno 1827 I.M.I. avrebbe permesso cappelle (con sottostanti tombe Regola 1a Il titolo, o denominazione della Confra- gentilizie) in essa. Certo, oggi meraviglia che il Ve- ternita, che si stabilisce nella Chiesa dell’Ascensione scovo de’ Medici dottore in diritto canonico e civile, del Comune di S. Potito sarà del Glorioso S. Antonio annuisse a tanta autonomia per un oratorio pub- Di Padua, e perciò si esortano tutti i Fratelli, che vi blico, venendo a riconoscere, quanto a culto, un inu- si ascriveranno ad essere sempre divoti, e mettersi tile doppione della parrocchia di S. Caterina, sotto la protezione di questo gran Santo, sotto il di coll’unico effetto del frazionamento della comunità cui titolo si è eretta la Confraternita. dei fedeli in vari luoghi di culto. 2a Ottenuto il Real rescritto, che autorizza a sta- Dopo anni di ricerche ho trovato gli statuti bilire la Confraternita, la prima cura degl’associati di tutte e due le Congreghe di San Potito. Il re- sarà quella di far acquisto di tre libri. Nel primo si re- golamento della Congrega di Sant’Antonio gistrano i Fratelli che si ascrivono alla Confraternita, reca la data del 1827, composto di nove pagine ed il pagamento mensile o annuale di ognuno. Nel se- di dimensioni 19 x 27cm, con 19 facciate e 35 condo si registrano i Fratelli defunti, e le messe, che articoli. Le pagine sono usurate, e la prima fac- riceveranno dalla Confraternita. Nel terzo si regi- ciata fa da copertina, è rattoppata sul bordo si- strano tutte le conclusioni, e le elezioni degli Uffiziali nistro. La scrittura è in un grande corsivo, con che si faranno da Fratelli uniti in Congregazione. molte parole di difficile comprensione. Lo sta- 3a L’elezione degli Uffiziali si farà nella seguente tuto della S.S. Croce è ben conservato, scritto maniera. Nella prima Domenica di Novembre di ogni in un corsivo più piccolo, ed è di facile lettura, anno, e quella che siegue, immediatamente la Comme- composto di nove pagine di dimensioni 15 x morazione de morti, tutt’i Fratelli si uniranno in 20,5 cm per 18 facciate e 36 articoli, non è ri- Congregazione, e per voti segreti eleggeranno tutti gli portata la data della stesura. Uffiziali maggiori, cioè il Priore, il primo e secondo L’impressione è che il manoscritto delle re- assistente, il Cassiere, il Maestro di Novizi, il Segre- gole di San Antonio sia molto usurato, per il tario. …si rimetteranno in possesso nell’atto stesso grande uso, mentre quello della S.S. Croce è della nomina, cioè i Maestri di cerimonie, i Prefetti, i stato usato poco, oppure è una copia di archivio. Cantori, i Gonfalonieri, il Sagrestano.

263 - Paolo Rapa, San Potito Sannitico Cenni di Storia parrocchiale. Edizioni A.S.M.V. 2001.

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questi motivi. Il detto Sacro Mini- stro celebrerà la Messa nella Cap- pella di S. Antonio in tutti i dì Festivi, e non potrà ingerirsi negli affari temporali della Confrater- nita, ancorché vi fosse ascritto. La nomina di esso si farà a norma de’ regolamenti generali. 9a In questa Confraternita non potranno ammettersi gli inquisiti in qualunque tempo di delitti infa- manti o di misfatti, gl’inquisiti per delitti correzionali, che non abbiano ancora espianta la pena, quelli che godano cattiva opinione, i rissosi, i disturbatori, i bestemmiatori del Santo nome di Dio, e de’ Santi, e quelli che non ancora hanno com- pito gli anni tredici. 10a Chiunque vorrà essere iscritto alla Confraternita dovrà farne la domanda al Priore, il quale dopo aver preso conto della con- dotta, moralità e portamento di esso lo proporrà in Congregazione ai Fratelli, e per voti segreti si deciderà sull’ammissione, o esclusione; se re- sterà ammesso dovrà cominciare il Noviziato, e durerà non meno di sei mesi. Nel tempo del noviziato il Maestro de’ Novizi esaminerà i suoi Statuto della Congrega di Sant’Antonio di Padua costumi, se sia istruito nella dottrina 7a La durata di ogni Uffiziale in una carica, sarà cristiana, se nel tempo del noviziato abbia commesso al- di un anno. Solo per qualche necessità, o carenza, con- cuna mancanza, e abbia frequentato i sacramenti. correndone la presenza de’ voti, può un Uffiziale Passati i sei mesi o più del noviziato, il fratello esser confinato pel secondo anno. Niuno può essere resterà ammesso dietro l’attestato del Maestro dei rieletto ad una carica che ha esercitata prima di pas- Novizi, ed allora dovrà fare la professione avanti al sare due anni; facendo il contrario l’elezione sarà Padre Spirituale, ed a tutti i Fratelli uniti in Congre- nulla e dovrà precedersi ad altre elezioni. gazione, promettendo di essere ubbidiente ai superiori, 8a La Confraternita avrà un Ministro del Santua- di osservare esattamente le regole della Confraternita, rio, il quale come padre Spirituale deve ammonire, ed e di trattare tutti i tuoi compagni come veri Fratelli, istruire i Fratelli nella esatta osservanza della divina e di incominciare alla prestazione mensile, o annuale Legge, ed amministrare i Sacramenti della penitenza, dovuta da ogni Fratello alla cassa della Confrater- ed Eucarestia. L’elezione di questo Sacro Ministro nita. In fine dopo la riverenza a tutti i Fratelli bacerà deve farsi coll’approvazione dell’ordinario Diocesano, il Giglio di S. Antonio facendogli offerta di una can- il quale approverà anche la destituzione se converrà per dela di cera bianca del peso di mezza libbra …

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Mancando il Cassiere alla reddizione264 del conto 18° Volendo qualche Fratello parlare in Congrega- sarà sottoposto alle leggi della contumacia. zione, purché sia affare che riguarda la Confraternita, 12a E’ vietato al Cassiere fare spese straordinarie, dovrà prima dimandare la licenza al Priore, ed essen- senza permesso in iscritto del Priore… dogli accordata, dovrà parlare con umiltà, e rispetto 13a Ogni Fratello ascritto, ed ammesso nella Con- verso i Superiori, e colla riverenza dovuta al sacro fraternita dovrà pagare a titolo di prestazione carlini luogo, ed alla Confraternita. Nel caso questa licenza tre all’anno, o pura grani cinque per ogni bimestre. di parlare gli fosse stata negata dal Priore, il Fratello Ciò s‘intende per tutti quelli che non hanno oltrepas- dovrà tacere, né mostrare veruno risentimento. sati gli anni trenta. Mentre quegli che li hanno oltre- 19° Dovendo qualche Fratello partire dal suo Co- passati dovranno pagare, nell’entrare, altri due carlini mune, che l’obbligheranno a trattenersi fuori per lo per ogni anno in più ai trenta; quelli infine che spazio di qualche settimana o più, potrà prima di par- avranno compiti gli anni sessanta, volendo ascriversi, tire domandare la licenza al Priore, il quale gli rila- pagheranno nell’entrare ducati sei. Quest’abilitazione scerà una patente così detta in iscritto da esso si è stimata necessaria per non iscoraggire quelli di firmata, e dal Segretario, questo li servirà per essere età avanzata; ben inteso che sono soggetti con tutti riconfermato come Fratello di una Confraternita. gli altri a quanto è prescritto nell’art° 10. 20° La Confraternita dovrà avere almeno trenta 14a Qualunque Fratello mancherà di pagare la grana abiti consistenti in un panno, una mozzetta, ed un cinque bimestrale, per lo spazio di tre bimestri, sarà di- cappuccio. Questi abiti serviranno per vestire i Fra- chiarato contumace, e morendo sarà privo di tutti i pri- telli che saranno destinati alle processioni, ed ai fu- vilegi, e suffragi, che si godono dai Fratelli non nerali. Tutti i Fratelli saranno obbligati ad contumaci, e volendo il Fratello contumace essere rein- intervenire gratis a tutte le processioni del S.S. Sa- tegrato, dovrà portarsi personalmente in Congregazione cramento, che si faranno nel Comune, ed alla proces- a pagare tutto l’attrasso265, se sarà contumace, per la se- sione del glorioso S. Antonio di Padua sotto il di cui conda volta potrà essere reintegrato pagando l’attrasso titolo è eretta la Confraternita. come sopra, ma previa concessione di Fratelli. Il contu- 21° Se un Fratello starà infermo tutti gli altri sono mace per la terza volta non potrà più essere reintegrato. obbligati a visitarlo, o uniti, o soli, e a dargli gli ajuti 15a Se un Fratello per qualunque disgrazia, o acci- de’ quali potrà aver bisogno. Se poi il Fratello infermo dente si renderà inabile al travaglio, e concorrendovi la sarà povero a segno che non potrà sostentarsi durante circostanza della povertà non potesse pagare gli annui la sua infermità, il Priore dovrà proporlo in Congrega- carlini tre, o grana cinque bimestrali, costui dietro con- zione, ove si farà una questua tra Fratelli, ed il prodotto clusione de’ Fratelli, e maggioranza di voti potrà essere si passerà in mano del Priore, il quale l’impiegherà pel dispensato dal pagamento, e ciò non ostante godrà sostentamento e guarigione del fratello infermo. tanto in vita, che in morte di tutti gli onori, privilegi e 22° Morendo un Fratello, dopo fatta la sua pro- suffragi, come tutti gli altri purché però si verifichi di fessione, purché non sia contumace avrà l’associazione aver pagato tre carlini almeno per dieci anni. dell’intera Confraternita, cioè di un numero di Fratelli, 17° Tutti i Fratelli di questa Confraternita deb- vestiti di sacco e mozzetta, non minore di venticinque, bono distinguersi dagli altri per la loro onestà, mori- oltre di quattro Fratelli che porteranno la bara, e do- geratezza, e condotta di vita, e tanto in chiesa, vranno farsi al defunto tutti gli onori soliti a farsi dalla quanto fuori debbono comparire devoti, ed esemplari. Confraternita. Oltre a ciò gli Uffiziali pro tempore do- Sono obbligati a frequentare i Sacramenti, e recarsi vranno far celebrare nella mattina seguente il giorno in Chiesa, quando possono ad assistere alle sacre fun- del funerale, una messa cantata per l’anima del defunto zioni. Tutti dovranno adempire al precetto pasquale Fratello, e dieci messe basse266 al più presto possibile.

264 - I cassieri ogni anno devono redigere il bilancio. 265 - Pagare tutto il dovuto in un’unica soluzione. 266 - Messe basse: messe non cantate e non solenni

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23° Morendo un Fratello da Uffiziale maggiore, 33° Nella Confraternita possono ascriversi anche oltre di tutti gli onori descritti sull’art:° precedente le donne, queste volendo debbono farne la domanda dovranno intervenire all’associazione quattro Uffi- al Priore, il quale le proporrà in Congregazione, e pure ziali minori, i quali porteranno i quattro fiocchi della ai soli Uffiziali Maggiori; se si stimeranno ammissi- coltre a quattro angoli della bara. bili, dovranno incominciare a disporsi al Noviziato 24° Se una persona non ascritta alla Confrater- che durerà non meno di un mese. Questo Noviziato nita morendo volesse l’associazione della Confrater- consisterà a essere più modeste, ed osservanti della di- nita al pari di un Fratello professo potrà ottenerla vina legge, e coll’accostarsi al sagramento della peni- col pagamento di ducati sei a beneficio della cassa tenza per tre volte dopo si porteranno nella chiesa della Confraternita coll’offerta di due libbre267 di cera ov’è stabilita la Confraternita, ed alla presenza del a S. Antonio, e somministrando due candele di sei a Padre Spirituale, e del Priore, o ajutanti, faranno la libbra a ogni Fratello, che interverrà all’associazione. loro professione, dicendo le parole che loro saranno Tanto i ducati sei da versarsi nella cassa che le can- suggerite, dallo stesso padre spirituale, e coll’offerta dele ad ogni Fratello dovranno consegnarsi al Cassiere della candela di cera di mezza libbra a S. Antonio. prima del Funerale. Dal giorno della professione incominceranno a pa- 26° Se qualche persona in morte volesse associarsi gare tre carlini annui o grana cinque bimestrali antici- alla Confraternita e partecipare a tutti gli onori, e suf- patamente, secondo è prescritto per gli uomini fragi, come i Fratelli ascritti in vita, dovrà pagare Ducati sull’art.13 di queste regole. Le donne saranno esenti dodici a beneficio della Confraternita prima del funerale, dalla riunione in Congregazione in giorni festivi, ma e regalare una candela di una libbra di cera a S. Antonio. dovranno in detti giorni, ed in tutt’i giorni di riunione 28° Nell’elezione degli Uffiziali maggiori, giusta de’ Fratelli recitare il Pater Ave e Gloria in onore di S. l’art.4 si deve avvertire che per essere un Fratello no- Antonio di Padua alle cinque piaghe di Gesù Cristo. minato Priore si richiese l’età non minore di anni Potranno intervenire se loro piacerà alla messa della trenta, e di anni venticinque per essere nominato Uf- Confraternita, che si celebrerà in ogni dì festivo nella fiziale maggiore. Cappella di S. Antonio, e sentire la spiega del Vangelo, 29° Se il Priore o un Uffiziale maggiore volesse ri- o altre istruzioni che si faranno dal padre spirituale. nunciare alla carica cui è stato eletto, non potrà essergli Per morte finalmente godranno di tutti gli onori, vietato, ma se la rinuncia si farà prima del possesso, suffragi, messe ed associazioni ugualmente che tutti dovrà pagare a beneficio della Confraternita una can- gli altri Fratelli ascritti alla Confraternita purché dela di mezza libbra di cera bianca, ed una candela di non si troveranno contumaci. Verificandosi la con- una libbra, ove la rinuncia avverrà dopo il possesso. tumacia in vita, saranno anche soggetti a quanto è 32° Nella Confraternita si farà una cassa con tre prescritto nell’art14. chiavi diverse. Dentro di essa si conserveranno i libri 35:° Finalmente i Parrochi vigileranno sulla e carte della Confraternita, come pure il danaro che Confraternita esistente sul loro territorio, e qualora si pagherà da Fratelli, o da altri e tutti gli oggetti più crederanno di esservi abusi, o disordini son tenuti a preziosi della Confraternita medesima. Una delle rapportarlo all’Ordinario che darà le provvidenze dette chiavi sarà presso il Priore, e l’altra presso il opportune. Cassiere, e la terza si conserverà dal Segretario. Do- Nelle ultime tre pagine, non scritte, in con- vendo aprire per versarvi, o prendere danaro, o altro, troluce è visibile la filigrana, questa rappre- l’apertura si farà da un ajutante alla presenza di tutti senta un Angelo in cammino, con la mano i Fratelli, o almeno di tutti gli Uffiziali maggiori. destra, dritta in avanti che solleva una candela, Dopo si chiuderà nuovamente e le chiavi saranno con- e nella zona superiore tre lettere dell’alfabeto segnate agli stessi Uffiziali sopraindicati. in maiuscolo, D. G. G.

267 - 1 libbra: 321 grammi. Tavole di Ragguaglio ovvero Prontuario di Computi Fatti di pesi, misure e monete le- gali Italiane. Giovanni Landolfi Napoli 1865

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Tra le Confraternite268 che sorsero a par- Numerosi i documenti pertinenti, la Con- tire dal XV secolo, un ruolo importante era grega della SS Croce, il primo risale al 1831 e svolto da quelle che erano incaricate dell’as- riguarda la “raccolta delle limosine”,269 introiti e sistenza ai condannati a morte. I confratelli spese varie sostenute. visitavano il condannato a morte nelle ultime ore che precedevano l’esecuzione e lo “pre- San Potito a dì 25. Xbre 1831 paravano alla buona morte”. Nelle prime ore del Notamento della limosina raccolta nel bacile a bene- mattino i confratelli si recavano nella cella ficio della Congrega della SS. Croce e Monte de’ del condannato e, dopo averlo confessato e Morti dal sottoscritto comunicato, gli somministravano l’ultimo A di 25. Xbre 1831 Riporto duc. 13.56 pasto. Seguiva poi la fase della toletta, che A Gius:e Nicola Messere per palco prevedeva il taglio dei capelli se la condanna A di 27 Marzo per accomodo della Cappella canali n:o 20 era eseguita tramite decapitazione. Le ultime Per quattro candelieri in ottone parole rivolte al condannato erano: “Conso- Per due campanelli, ed inargentatura lati fratello perché tra un po’ sarai con Gesù A di 21 Giugno per camici imprestati dall’Economo in Paradiso”. di S. Potito, e poi lavati

San Potito, Chiesa dell’Ascensione, “Sant’Antonio”.

268 - Museo Criminologico. Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. A cura di Assunta Borzacchiello. Realizzazione P.R.C. srl Roma, aprile 2003. 269 - Limosina: elemosina

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A di 4. 9bre a Gaudelli per sue giornate nel raccogliere 1831 e 1832 limosine Il 2 febbraio di ogni anno ricorre la festività Idem a Gaudelli per la cerca del granone della Purificazione di Maria Santissima, gli Idem per la festività dell’Immacolata addetti girano in tutto il paese per la “limosina”, A di 27, ritratti dalla carnitura del grano di limosina la parte minore è raccolta in denaro, l’altra in Dalla festa del SS. Rosario di Sepicciano grano, granone, biada ecc. Nel 1832 ricavato dalla vendita del granone del grano Congrega della SS.ma Croce e Maria Vergine Ad- e della biada ricevuto come “limosina” nelle aje duc. dolorata. Dagl’introiti da voi fatti per conto di detta 17.89. Congrega ne preleverete la summa di grana ottantasei Notamento delle limosine dei cereali, che si esigono da distribuirsi come segue: dalle aje. Al Parroco, sacerdoti, e sacrestano grana 0.60 Nel 1833, Biada, grano e granone duc. 21.17. A tre Clerici grana 0.15 All’organista grana 0.11 Totale grana 0.86 San Potito lì 2 Febbrajo 1848

Il Priore Domenico Franco- macaro

Donna Teresa Piazza, non è iscritta a nessuna Congrega, ma poco tempo prima di morire inizia a versare una retta, e alla sua morte pagando la cifra intera di ducati 11.00, meno l’anticipo già ver- sato, si ritrova iscritta a pieno titolo, alla Congrega della S.S. Croce. Dai ducati undici da voi introitati dalla signora D. Te- resa Piazza defunta, ne prele- verete la summa di Ducati otto, e grana cinquantacinque compresi i fratelli da erogarsi pel funerale della medesima passata a miglior vita li 3 Aprile 1848 L’unico libretto giunto in perfette condizioni ai nostri giorni è quello del confratello Don France- scantonio Francomacaro, iscritto il dì 1 marzo 1862, Nota delle “limosine raccolte col bacile” è stato stampato agli inizi

201 Vittorio Imperadore Armando Pepe del 1900 nello Stabilimento Tipografico Ba- 5. La decima regola stone a Piedimonte d’Alife, di Gabriele e Libo- della Congregazione della S.S. Croce. rio Bastone. Nella seconda pagina del libretto Ciascun Fratello che rimarrà ascritto pagherà oltre ai dati del titolare “Nome, Prenome, Paternità, grana due e mezzo al mese ossia carlini tre all’anno. Comune del fratello” sono elencati i mesi del- Il pagamento sarà continuato vita durante del fra- l’anno, il saldo con la firma del tesoriere, per tello ascritto. Volendosi qualcheduno esimere dal l’anno compaiono solo i primi due numeri “19”. peso di tal pagamento mensile, potrà essere ascritto Nella prima pagina è annotato un solo pa- come fratello e godere di tutt’i vantaggi sia spiri- gamento a saldo, che va dall’anno 1862 al tuali che temporali della Congrega, pagando pro 1902, pagando lire 47,40. Come si evince dal una vice tantum ducati dieci: lo stesso potrà prati- libretto, il sig. Francomacaro, si iscrive alla carsi per uno Defunto a petizione de’ suoi parenti, Confraternita agli inizi del 1900 e paga in siccome attualmente si sta praticando. Conto di Domenico Izzo per gli anni 1845 e 1846. I tanti documenti ritrovati ci chiariscono che Dome- nico Izzo è riconfermato cassiere o esattore delle cinquine per circa 10 anni. Confrontando i documenti ri- trovati con quelli di altri cassieri, in quelli di Izzo si notano la chiarezza e la descrizione minuziosa delle en- trate e delle spese sostenute durante gli anni. Domenico Izzo, figlio di Girolamo e Maddalena Mastroma- rino nasce a San Potito il 18 maggio 1806, di professione possidente, ri- masto vedovo di Vincenza Piteo, si risposa il 13 aprile 1845 con Fortu- nata Riccio. Muore all’età di 75 anni, il 34 settembre del 1881 nella casa posta in via delle Fontane. Nonostante sia iscritto alla Congrega della S.S. Croce, viene tumulato in una delle nicchie della Cappella della fami- glia Campochiaro, quel pezzo di la- pide a sinistra della foto appartiene alla madre Maddalena Mastroma- rino, probabilmente la famiglia Izzo è imparentata con i Campo- chiaro. Libretto del confratello Francescantonio Francomacaro Conto circa l’esito, e l’introito concer- nente, la festività della B.B. Addolorata che un’unica soluzione tutti gli anni pregressi, e si rende dal Priore Sig. Morelli pel 1842 secondo lo statuto, entra a pieno titolo, come Introito confratello nella Congrega della S.S. Croce. Esito

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Statuto Congrega della S.S. Croce

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Cera consumata libbre 11, e once 3 duc. 4.50 per tabacco duc. 0.30 Polvere rotoli 2,1/3 duc. 2.00 Totale dell’esito duc. 21.11 Incenso un quarto duc. 0.08 Rimane il Sig. Priore Morelli debitorein grana 0.98 Al Sagristano per l’assistenza duc. 0.30 Per tanti spesi per la rinnovazione Trasporto della cera da Piedimonte duc. 0.20 delle indulgenze duc. 5.15 Al Parroco in detta festività duc. 0.50 Resta il Priore creditore in duc. 4.17 Dal Pallio270 si son ritratti duc. 6.20, dalle elemosine raccolte dai fedeli nel giorno che si è La mozzetta271 nera rappresentata in figura è celebrata la detta festività duc. 2.50, quella della Veneranda Congrega dei Sette Do- Dal grano venduto dalla Sig.ra D. Carmela lori di Faicchio. Mentre è di colore rosso, quella Sanillo si son ritratti duc. 13.39 dei fratelli della S.S. Croce di San Potito, e queste Totale dell’introito duc. 22.09 che seguono ne sono le caratteristiche:

I Fratelli interverranno vestiti del proprio sacco, si provvederà del sacco ossia veste della Confraternita modellata colla massima sem- plicità. La medesima sarà un camice di tela bianca con un cappuccio consimile, ove se ne farà uso una mozzetta di color rosso perché analogo alla Croce, un cappello bianco con laccio color simile senz’altro ornamento. Alla sinistra della mozzetta, o non usandosi questa alla sinistra del Cappuccio sarà affibbiata una figura esprimente la SS. Croce. Il Superiore, gli assistenti, e gli Ufficiali porteranno sulla mozzetta o Particolare della lapide di Domenico Izzo nella Cappella Campochiaro veste pendente dal collo col nastro bianco Al D. Domenico Amato duc. 0.30 una medaglia colla effige medesima. Il solo Superiore Al chierico Sig Riccio duc. 0.15 nelle pubbliche funzioni porterà un bastone negro. All’organista duc. 0.32 Al Sagristano Sig Onoratelli duc. 0.30 Al tamburo Abele Leggiero duc. 0.50 Allo scribente del pallio duc. 0.50 Pel pallio di seta duc. 2.80 Chierico Don Fr.co Pietrosimone duc. 0.15 Figura pittata dell’Addolorata per Impronta allo stendardo duc. 0.45 Figure dell’Addolorata, per i fedeli duc. 0.42 A Domenico Riccitelli per la questua nell’aje duc. 1.00 A D. Andrea Sagnelli per lo stesso oggetto duc. 1.44 fitto del somaro duc 2.50 Mozzetta

270 - Striscia circolare con pendente anteriore e posteriore, tessuta con la lana bianca di due agnelli, e ornata di sei crocette e di frange nere. 271 - Mozzetta: veste solita usata dà vescovi e altri prelati. Piccolo mantello di seta, oltrepassante il gomito, con aper- tura da infilarvi le braccia, solito portarsi in funzione dai sacerdoti costituiti in qualche dignità ecclesiastica.

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Mentre nello statuto della Congrega di S. I Fratelli hanno accordato al petizionario il re- Antonio risulta che: … La Confraternita dovrà spiro di soli due mesi da oggi a condizione che dia fra avere almeno trenta abiti consistenti in un sacco, una dieci giorni a partire da oggi una cauzione solidale, e mozzetta, ed un cappuccio … nelle regole della che ciò non passi in esempio 272. confraternita di S. Antonio, non è specificato Filippo Piazza, terminata la sua gestione colore e tipologia. come esattore delle cinquine per l’anno 1843, non è stato riconfermato, e arrivati al 26 set- San Potito, lì 19 gennaio 1843. Filippo tembre, ancora non ha versato il dovuto nella Piazza esattore delle cinquine della Congrega della cassa della Congrega. SS Croce e Monte de’ Morti dichiara di aver ricevuto Colui che promette per iscritto, ed in parole di pa- dal Sig. Don Giovanni Onoratelli, esattore delle cin- gare il suo debito, e non adempie la promessa, colui quine della Congrega del passato esercizio 1842 la che se non nega ritarda almeno i suffragi ai defunti, summa di Duc. 12 e dovrò darne ragione nel conto non merita indulgenze e privilegi, ma deve provare lo che da me si renderà nella fine di questo corrente anno stretto rigore della giustizia. Il Sig. Piazza colle sue 1843 allorché terminerà la mia gestione. Così dichiaro, promesse cerca di eludere i suoi impegni, ed illudere le e non altrimenti, ed a cautela. premure dei Fratelli. Egli spaccia di ottenere da Lei Filippo Piazza direttamente il respiro, che i Fratelli gli han negato. Il di Lei zelo per le opere di Pietà mi è garante che San Potito, 26.7bre 1844. Signore di riscontro non saprà secondarlo. all’officio del Sig.r Sotto Intendente del Distretto co- municatomi con di Lei officio de’ 23 andante le ri- A troncare qualunque remora, e qualunque sfug- spondo che io non era dimentico di versare ciò che gita del Sig. Piazza, io mi offro a pagare di mia Borsa debbo alla Congrega della Santissima Croce, il di cui prontamente, e senza interessi il di lui debito purché adempimento sarà effettuato entro il dì venti pros- egli mi dia una cauzione solidale di mia piena soddi- simo entrante mese di Ottobre, dovendo per taluni sfazione. Se nega egli a questa offerta manifesta miei affari portarmi in Santa Maria questa sera. Le senza equivoco di non essere disposto a pagare dopo partecipo ciò per scampare qualunque mezzo coattivo qualunque respiro. Vorrei essere per mio impulso il che contro di me si potesse adoprare. suo avvocato, ma nel carattere di cui son rivestito Il di Lei Amm.e Filippo Piazza debbo essere il suo fiscale.

San Potito, lì 19.9bre 1844. Si riuniscono i fratelli della Congregazione della SS Croce e Monte dei Morti e il Priore invia una lettera al Sig. Intendente. Sig. Intendente, mi affretto a farle tenere copia della deliberazione emessa dai fratelli di questa Con- grega sotto il titolo della SS. Croce, e del Monte de’ Morti relative a Don Filippo Piazza esattore della cinquine. Egli ha chiesto a lei un respiro a tutto mag- Timbro della beneficenza di San Potito gio 1845 per pagare ducati 92, e grana 82 di cui si è La Congrega che mi onora del titolo di Priore non confessato debitore a beneficio della Congrega nella ha veruno obolo di rendita, ma supplisce coll’enun- qualità di esattore delle cinquine, prestazione mensile ciata mensile prestazione e colle largizioni di qualche che si paga da ogni fratello, per l’anno 1843. divoto, così adempie i pesi a cui l’assoggettano le re-

272 - Filippo Piazza “storna” i soldi delle cinquine e li usa per altri scopi, viene accusato di appropriazione indebita.

205 Vittorio Imperadore Armando Pepe gole. Se il Sig. Piazza ottenesse il respiro che ha chie- Anno 1848 sto i pesi non potrebbero adempiersi, ed i defunti man- Esito fatto da Domenico Izzo, quale esat- cherebbero de’suffragi loro dovuti. Conchiudo sia che tore delle cinquine della Congrega della SS. il Sig. Piazza si contenti del respiro accordato dai Croce, e Mª S.S. Addolorata Fratelli, sia che accetti la mia offerta, dovrà sempre Per la festa della purificazione dare una cauzione solidale ed idonea entro il termine ai 2 Febbrajo duc. 86 di sopra fissato. E lasso questo termine senza che egli In quella della SS Addolorata ai 14 Aprile duc. 2.28 adempia a tali condizioni io in nome dei fratelli giu- In quella dell’esaltazione della SS. Croce stamente indignati contro un debitore moroso mi ap- a 14. 7bre duc. 0.71 pello ai mezzi riposti nella di Lei autorità perché il Pel funerale di Angela Maria Caravaglia duc. 6.15 Sig. Piazza sia astretto al pagamento del suo dare per Pel funerale di Anna Santillo duc 6.80 tute le vie più efficaci. Per quello del Sacerdote D. Domenico Adempio così gl’ordini da Lei apposti in fronte d’Amato duc. 3.30 della supplica inoltratale dal Sig. Piazza, e glie la re- Per quello dell’Arcidiacono Meola duc. 3.75 spingo. Il Priore. Per D. Emanuela Francomacaro duc. 6.45 Per quello di Pasquale d’Errico duc. 7.20 Amministrazione Comunale di San Potito Per quello di Nicolangelo Gambella duc. 7.10 il di 9 Dicembre 1844 Per quello di Pasquale Pitò duc.4.90 Oggetto: Pel debito di D. Filippo Piazza verso la Per quello di Donna Teresa Piazza duc.8.55 Congrega della SS Croce e Monte de’ Morti. Coll’ul- Per quello di Concetta d’Amato duc.7.75 timo corso di posta mi è pervenuto officio del tenor Per quello di Maria Casta Pascale duc. 8.15 seguente. Consiglio generale degli Ospizi della Pro- Per quello di Vincenza Feola duc.4.15 vincia di terra di lavoro Officio del Segretariato. Si- Per quello di D. Gaetano Gaudio duc. 4.35 gnore, Il Consiglio rimane inteso di quanto codesta Per quello di Maddalena Carluccio duc. 4.30 Congrega della SS Croce, e Monte de’ Morti à con- Per 13 anniversarj nel detto anno duc.13.00 chiuso con deliberazione del 17 del decorso mese in Per la Coronella nei venerdì, al Parroco, e sacristano ordine al debito di d. Filippo Piazza; epperò la inca- duc. 4.80 rica Sig. Priore a convenirsi con lo stesso nel modo Compenso dovuto all’esattore delle proposto, potendo agirsi contro il debitore come di Cinquine duc. 2.40 dritto laddove non si uniformi a ciò che con la deli- Totale duc. 109.83 berazione stessa si trova ultimato. Attendo conoscere il risultamento. San Potito, 5 agosto 1852 Al Signor Sindaco di S. Potito Muore Donna Mariangiola Sanillo, zia di Enrico, con testamento rogato dal Notajo Si- gnor Don Simeone Pietrosimone del 19 di- cembre 1843, si stabilisce che in suffragio dell’anima della defunta siano celebrate cen- todieci messe piane, tassate alla ragione di grana 30 ciascuna. Questo documento è re- datto in tre originali. Il 1° a firma del Canonico Giuseppe Prota, che riceve da Enrico Sanillo la somma di du- cati 33. Il 2° a firma del Sacerdote Ascanio Amato Il 3° a firma del sacerdote Salvatore Mes- Timbro del Comune di San Potito Sindaco Pietro Campochiaro sere, anche gli ultimi due con le stesse regole.

206 Vita religiosa a S. Potito nel XIX secolo

Nomino ed istituisco mio erede di tutti i miei beni mobili, immo- bili, ed effetti mobiliari, dritti, ra- gioni ed azioni, e di quant’altro potrà appartenermi l’affeziona- tissimo mio nipote Vincenzo Scappaticcio figlio del fu mio fra- tello Francesco con l’obbligo di dover fare intervenire nel mio fu- nerale i fratelli della Congrega della Croce, e Maria Addolorata di questo Comune, di cui son già Sorella, sei sacerdoti oltre il Clero, e sacerdoti di questo Comune, a tutti i sacerdoti che interverranno al predetto mio funerale dovranno in detto giorno nella chiesa par- rocchiale di questo Comune cele- brare una messa di requie piana per l’anima mia, con la elemosina di grana trenta per quella di cia- scun forestiere, e di grana venti per ciascuno dei Sacerdoti pae- sani: ascrivermi, e farmi sorella della Congrega del Santissimo Ro- sario, e dette anime Sante del Pur- gatorio di Piedimonte. Fra un mese dalla mia morte, pagando quei dritti che le son do- vuti, e di farmi il dippiù sino alla concorrenza di ducati cento, cele- brare messe piane a grana venti 1848 Domenico Izzo esattore delle cinquine fra due mesi dalla mia morte. Testamento di Maria Luigia Scappaticcio Do, e lego a Filomena Navarra del fu Giuseppe una San Potito, 7 agosto 1855 conca di rame, una cassa di legno noce, tre cuscini pieni Innanzi al Notajo Simeone Pietrosimone si è co- di lana, tre sedie, una scanzia273 con lastre, con tutti stituita la nubile Signora Maria Luigia Scappaticcio, quelli oggetti che vi si troveranno tanto dentro che sopra; la quale trovandosi inferma di corpo, ma sanissima di escluso il contante, e titoli creditori, e finalmente restano mente, come si scorge dal suo retto parlare senza alla stessa legati anche ducati cinque in contanti. ascendenti, ne discendenti à manifestato a noi Notajo Do e lego a Teresina Navarra di detto fu Giuseppe disporre del testamento per dopo la sua morte, nel un pajo di fioccagli d’oro del peso di circa trappesi274 modo che segue. sei. Do e lego a Maria Martino due caldaja di rame

273 - Scanzia: mobile da cucina. 274 - Trappesi sei: grammi sei. Tavole di ragguaglio, di pesi e misure di Giovanni Gandolfi, Professore di statistica e Contabilità Commerciale. Napoli 1865

207 Vittorio Imperadore Armando Pepe le più grandi: due camicie di tela: ducati dieci in con- tanti: tre cuscini pieni di lana, e il telajo di legno per tessere la tela; da consegnarsi detti oggetti dallo in- frascribendo esecutore testamentario presso di cui re- steranno in deposito sino a quando passerà a marito. Esecutore di questa mia volontà, ed ultima dispo- sizione nomino il Sig.r Don Enrico Sanillo pregandolo di accettare lo incarico. …dichiaro di non sapere scrivere, e sottoscrivere per non averlo appreso. Il presente testamento così dettato da essa testa- trice Maria Luigia alla presenza degli infrascribendi Timbro della Congregazione, Morte e Orazione. a noi noti testimoni, e da noi Notajo Morgano, per la messa, ricevono sempre Nella casa di abitazione di essa testatrice Maria dallo stesso grana trenta, e le messe partono Luigia Scappaticcio fu Giacinto tessitrice nella dal giorno dopo la morte. strada Albore, precisamente in una stanza superiore da letto presente lei non solo, ma alla presenza ancora Caserta il di 28 giugno 1856, il Consiglio dei Signori Nicola Riccitelli fu Paolo, Francescanto- Generale degli Ospizj chiede agli Amministra- nio Gaudelli fu Nicolangiolo salassatore, Sisto Cola- tori della Congrega della Santissima Croce ed petella e Domenico Riccitelli Calzolaj tutti Addolorata di San Potito di: Signore dovendo domiciliati qui in Sanpotito. aver luogo, in adempimento degli ordini dati da S. M. Maria Luigia dopo 43 giorni dal testa- il Re N. S. col Reale Rescritto del 4 marzo 1856. il mento, il 26 settembre 1855, muore e il 19 distacco delle proprietà delle Amministrazioni di Be- Marzo del 1856 viene ascritta come sorella neficenza, per farsene consegna agli Ordinari Dioce- anche nella Congregazione della Morte ed sani per la celebrazione delle messe, e delle opere Orazione eretta nella Chiesa di S. Rocco in ecclesiastiche prescritte è indispensabile che tutte le Piedimonte, pagando in una volta ducati dieci. Amministrazioni le quali ànno obbligo di opere di Viene seppellita nel cimitero di San Potito in culto, facciano uno stato il quale indichi quali siano località Torelle, in una delle nicchie della Con- le dette opere, secondo gli stati discussi; specificando grega della S.S. Croce. Questa che segue, è la ancora i fondi sì rustici che urbani lasciati alle Am- specifica delle spese sostenute per il funerale. ministrazioni col peso di celebrazione di messe, o di Messe celebrate nel dì del funerale duc. 2.20 altra opera ecclesiastica escluse le limosine, i mari- Al Can. Prota, per messe celebrate duc. 60.00 taggi, i sussidi, ed altre opere consimili: sarà però Alla Congrega del S.S. Rosario duc. 10.70 enunciato il titolo corrispondente d’onde emerge che Per trasporto del cadavere al i fondi sieno gravati di siffatte opere di culto, acciò Camposanto duc. 0.40 il lavoro riesca perfetto, secondo la volontà del So- Per rimetterlo nei sedili della Congrega duc. 0.40 vrano. Attendo con sollecitudine lo stato anzidetto pel In suffragio dell’anima della defunta Maria dippiù a praticarsi. Luigia Scappaticcio, i preti Filippo Pietrosi- L’Intendente Presidente mone e Ascanio Amato, ricevono da Don En- Comm. Giuseppe Demarco rico Sanillo grana venti per ognuno per “limosina” di una messa piana275, mentre i due La risposta della Congrega è del 16 luglio sacerdoti, Costanzo Spinosa e Padre Felice da 1856, da San Potito:

275 - Messa piana: Messa semplice, non cantata

208 Vita religiosa a S. Potito nel XIX secolo

1856. Documento della Congrega La congrega della SS. Croce ed Addolorata stabi- grega della S.S. Croce, di rimettergli i titoli delle lita in questo Comune non à veruna proprietà lascia- fondazioni, e regole della Congrega di S. Anto- tale a titolo né oneroso, ne’ gratuito. Solamente nel nio, e dell’Addolorata di codesto Comune, an- 19 Decembre 1833 piacque al fu Sig Canonico D. corché fossero copie autentiche. Scorsi Giuseppe Sanillo fornire la Congrega di messa stabile inutilmente altri giorni otto Ella farà rimanere chiusi nei giorni festivi, e perciò addisse a Sagro patrimonio i sodalizi, giusta gli ordini Ministeriali e ne assi- con tale obbligo un fondo di sua proprietà sito nel- curerà l’adempimento al Consiglio medesimo. l’agro Alifano ove dicesi Filettone. Così in risposta al foglio di Lei del 28 Giugno 12 Febbrajo 1857. Sig. Sindaco, le fo tenere 1856, A 6712 a me comunicato dal Sindaco di questo copia conforme delle regole Sovranamente sancite pel Municipio ieri 15 del volgente sodalizio SS Croce e Monte dei Morti di cui mi onoro essere Priore. Se si vogliono le autentiche, è d’uopo San Potito lì 9 Febbraro 1857. Il Sindaco seguir la rutina notarile, e la Congrega non è in stato Giuseppe De Meo, chiede, per conto del Consi- di sopperire alle spese necessarie per ottenerle. glio Generale degli Ospizi, al Priore della Con- Il Priore Enrico Sanillo

209 Vittorio Imperadore Armando Pepe

6. Il priore Casillo Francomacaro tito ovicento libre 3 tre aconto di libre quatto e mezze Nel 1881 il Priore è Casillo Francoma- Per lanno 1880 e 1881 caro, che passa le consegne al Priore Giu- priore Giuseppe Masuccio seppe Masuccio, che reggerà i conti dal 1882 al 1885. Pos- siamo notare nel documento sottostante che la scrittura del Priore Masuccio è molto diffe- rente da quella dei suoi prede- cessori, per quanto riguarda la moneta, dal 1861, con l’Unità d’Italia, siamo passati dai du- cati alla lira, il Priore nei suoi conti mischia tranquillamente la vecchia, con la nuova, la lira con il carlino276, che è la moneta del vecchio Regno delle Due Sici- lie, e nel suo documento, de- forma i carlini in “carrini”, commettendo nel suo diario una miriade di errori, tanto da ren- dere il documento incomprensi- bile al lettore che ha poca padronanza di questi idiomi, per ultimo, le note spese e gli introiti, non hanno nessuna cro- nologia.

Nota dellanno 1882 Dela cogrecazione Dela s. croce Io giuseppe masuccio mi trovo scritto superiore e di fare le veci di spese e di droito Documento del Priore Giuseppe Masuccio Ala fina di ferbrio Olio per lampo cen- tesimi 17 ari 25 dabrile olio per lampa centesimi … Anno 1882 ari 28 di giunno centesimi 17 una scatula di pa- priore giuseppe masuccio o ricevuto da vicenzo fa- lummelle cent 15, settembre na misura iolio per la ma- rina carrini 2 per lacannela altri carrini 2 daraffaele ronna e mezza misura per lampa centè 52, centesimi brande e carrini 2 damichele sandagelo Centesimi 40 30 per lu campanino di pacamento centesimi 10 per per uno fratello macante alacubagnamento e di lelli la defunta vicenza iannitto Frangesco di fuffa mar- aumento dellanno 1883, Lire 28 pero carrini 8 s.Fi- cellino feruccio, e Donio seca sega. di piu ovicento per lomena carrini 8 limaculata, Carrini 8 s potito carrini la festa di santadonio, libre 2 Per limaculata una 2 adonio ferrazza carrini 2 marcellino pastore carri 2 libra e mezza di santa filomena carini 8 di santo po- Ludovico Federico, Però di spese una lira.

276 - 10 Carlini = 1 Ducato. 4,25 lire = 1 Ducato

210 Vita religiosa a S. Potito nel XIX secolo

Ottantarui fatti quattro cammisi e cinque cap- trebbe affidarsi alla maggior parte dei Fratelli, che pucci ottanta tre e ottantaquattro palme e candeleri non sono provvisti egualmente di proporzionati beni e lacroce lire trentacique e cento50 ricento carrini dui di fortuna, e quindi una tale carica sarebbe ristretta da giuseppe coluccio fu loviggi altri carrini dui a pochi, ed invidiata da molti. Volendo nel tempo istesso i Fratelli, cautelare un Giorno 25 di marzo 1884 tale deposito nel miglior modo possibile, di Fratelli accugiatura di lacroce e mezza misura dolio e solti ricchi di beni di fortuna, e provvedere senza ledere i ventitre mettemo goppa ricamisi, signiori tutti fratelli dritti del Cassiere, che un tale sagro deposito sia in- io giuseppe masuccio do laconsegno di quattro anni tangibile a chicchessia, e non resti profanato col po- fatti da priore termino ri milleottocento ottantacin- tersi addire per privato comodo, ed altri usi, dovendo que dico 1885, servire per tali suffragi dei defunti Fratelli, hanno alpri di giennaro 1885 io giuseppe masuccio deliberato, e stabilito quanto segue. conzengnia lire unici a frangiescadonio aquilio 1° La somma che ora trovasi in fondo di cassa, e soldi 26 per lo serino emandenimento per lampa qualunque essa sarà per l’avvenire, dovrà essere custo- ecera 1885, tutto di limosina. dita in una cassa ben condizionata e forte, munita di tre differenti serrature di ferro con tre differenti chiavi Nell’anno 1838 Domenico Izzo è presente che resteranno in custodia, la prima del padre Spiri- con il canonico Sanillo alla ricerca di una so- tuale, la seconda del Priore, e la terza in mano del De- luzione adeguata, alla conservazione dei “su- positario, i quali dovranno concorrere unitamente peri277” della Congrega, e lo ritroviamo quando si dovrà aprire per deporvi, o estrarre somme. nell’anno 1866 dopo la morte di Enrico Sa- 2° I Fratelli che a cominciare da quest’anno do- nillo, nel suo palazzo a cercare una soluzione vranno nominare un confratello tra i più probi, e ric- per la restituzione di quel che resta dopo il chi di beni di fortuna del paese, il quale sarà nominato furto di una parte dei “superi” ancora conservati depositario della somma che esiste in fondo di cassa. in una delle stanze del palazzo e precisamente, Questa sarà verificata e chiusa nella cassa come sopra nella stanza da letto del fu canonico Don Giu- indicata. La nomina del Depositario sarà fatta tra seppe Sanillo. una terna secondo le regole. I Fratelli lo sceglieranno a maggioranza di voti segreti, e non uno di più, il De- 7. Costruzione della cassa dei superi positario che accetterà la nomina, dovrà prendere Il Canonico Sanillo si rende conto che la l’atto di deposito in iscritto indicando la somma che somma dei “superi” della Congrega cresce di riceve, l’atto dovrà essere in tripla spedizione, do- anno in anno e non è più gestibile senza un vendo uno consegnarsi al Priore, l’altro in mano del luogo sicuro, dove conservarli. padre spirituale, ed in mancanza del Segretario, ed il terzo resterà depositato nella cassa del deposito, e di In seguito di tali operazioni, i fratelli ed il Cas- tutto si farà menzione in deliberazione dei fratelli. siere spinti e mossi dallo zelo di vera divozione per L’esercizio del Depositario sarà di un anno, e l’eser- bene della Congrega, e dello interesse della spirituale cente potrà essere confermato, ma dovrà sempre essere si assicurano nel miglior modo la vistosa somma che soggetto ad una nuova nomina ed ottenere la maggio- trovasi in fondo di cassa riservata pei soli suffragi ranza dei voti con uno in più. Ma non si potrà mai ve- dei Fratelli che il Sig. chiama all’eterno godimento; nire ad una tale nomina fra l’anno, ad oggetto di conoscendo che un tale deposito riuscirebbe di grave evitare la confusione dei conti che potrebbe aver luogo. peso al Cassiere per la custodia di esso, e che non po- Lo stesso avverrà del depositario che vorrà rinunciare,

277 - Superi: ogni fratello iscritto alla congrega, versa ogni mese, nel fondo cassa, una somma di denaro stabilita, “cinquina”. Dopo la sua morte, i soldi versati, si usano per le messe in suffragio, per il prete il sacrestano e altre spese. La differenza, dalle monete depositate, a quelle usate per il funerale, sono definite “Superi”.

211 Vittorio Imperadore Armando Pepe la sua rinuncia potrà aver luogo nell’ultima domenica lunedì, contando circa anni 70 di vita. In alcune deli- di ciascun anno, e lasso questo termine vi dovrà con- berazioni degli anni successivi, e precisamente sino al correre la volontà dei fratelli. 1843, è verbo della confirma di Depositario della cassa 3° La cassa del deposito sarà verificata in ogni in persona del fù Sign. D Giuseppe Sanillo. Da quell’era anno dagli stessi razionali che saranno eletti per i in qua non più se ne è fatta menzione. conti del cassiere. Ed in questa cassa di deposito alla …Per tanti dovuti dal Sign. D. Enrico Sanillo esat- presenza dei razionali ed Uffiziali si verseranno i su- tore delle cinquine per l’esercizio del 1844 giusta il conto peri delle somme nascenti dalla gestione del cassiere. da lui reso e che si depone in cassa colla corredataria si- 4° Il Depositario non potrà sotto qualunque pre- gnificativa278 dei pagamenti di Duc. 11,17½. Fatale del testo negarli di esibire la cassa di deposito sempre che numerario sistente nella cassa di duc. 641,26. Dopo bisognano le somme per la Congrega. Dovrà, però la fatti i rispettivi versamenti di sopra e numerati nella Banca rilasciare mandati al cassiere e questi rilevarne cassa, di cui è parola, si è la medesima chiusa, dopo di la corrispondente somma dalla cassa deposito nelle avermi rifatti i conti rispettivi dei sopra enunciati con- forme sopra stabilite. Non dovrà però la Banca au- tabili, si è chiusa nuovamente la cassa a tre chiavi, delle torizzare il cassiere a prendere somma dalla cassa di quali una si è consegnata al parroco suddetto, la seconda deposito, prima che il cassiere abbia esaminato tutte al priore Sign Riccio, e la terza al cassiere ovvero esat- le partite d’introito sino allora esatte. tore delle cinquine Sig. Izzo. Fatto e chiuso oggi sopra- 5° Colle presenti provvidenze i fratelli non deb- scritto giorno, mese ed anno. bano per nulla pregiudicare i dritti del Cassiere per Giuseppe parroco Prota, Daniele Riccio Priore, l’introito ed esito delle sue contabilità, ma solo ànno Camillo Morelli pel Segr. D. Nicola Sanillo impedito, voluto stabile e determinata l’antica consuetudine di Enrico Sanillo, Domenico Izzo, Segretario Domenico questa Congrega e monte de’ morti, che sempre così à Francomacaro. per lo passato maturato. Oggi lì diciannove maggio 1846, nel Co- E siccome l’incarico di depositario da molti anni mune di San Potito, e propriamente in casa del Sign. conferma lode, ed irreprensibile condotta caritatevol- Can. D Giuseppe Sanillo, si sono riuniti, coll’inter- mente si è sostenuta dal Sign. Can. Don Giuseppe Sa- vento del Sign D. Giuseppe Prota parroco del comune nillo, così i fratelli a pieni voti lo anno confermato anzidetto, i signori Daniele Riccio, priore della Con- per lo esercizio di questo corrente anno 1838, ripo- grega sotto il titolo della Croce, del comune medesimo, nendo in Lui tutta loro fiducia. il Cavaliere Signor D. Nicola Sanillo, primo assi- Il priore Giovanni Onoratelli, I° Assistente Ni- stente, il Sign Camillo Morelli, secondo assistente, ed cola Coluccio, Giuseppe Fattore, Pascale Fattore, Fi- il Sign Domenico Izzo esattore delle cinquine della lippo Piazza, Giuseppe Nicola Messere, Gio Camillo Congrega. Essi ànno proceduto all’apertura della Morelli, Gabriele Olivieri, Sisto Colapetella, Dome- cassa della Congrega, a tre chiavi, depositata per il nico Izzo, Vincenzo Colapetella, Vincenzo Federico, bene comune dei fratelli presso l’anzidetto Sign Ca- Francesco Piazza, Giuseppe Piazza. nonico Sanillo ed avendola trovata in tutta regola Inalfabeti: Giosuè Leggiero, Domenico leggiero, ànno proceduto al versamento in essa delle sotto- Francesco Del Santo. scritte partite cioè: per tanti dovuti dall’esattore delle Il Segretario Simeone Pietrosimone, Il Fiscale Pie- cinquine del 1842, Sign Giovanni Onoratelli, giusto tro Seccia. il conto da lui depositato di Duc. 60,17. 1° che nel conto reso nel di 13 maggio 1847 per 20 luglio 1846. Don Giuseppe Sanillo, Ca- gli esercizi del 1845, e 1846, il numerario esistente in nonico della Cattedrale di Alife e Direttore del cassa aumentava a Duc. 739,13½ da quell’epoca in Seminario Alifano, dopo aver sofferto lunga malat- qua non si sono più resi conti, ma si sono fatti altri tia di circa 5 anni finisce di vivere alla ora 4 di notte di versamenti.

278 - Documenti allegati, ricevute di pagamento.

212 Vita religiosa a S. Potito nel XIX secolo

2° che esistono varie dichiarazioni del fu Sign Ca- Da Domenico Izzo nonico Sanillo, nella qualità di depositario della cassa Da Carlo Zazzarino in parola del numerario esistente in cassa cioè: Da Giuseppe Navarro nel 1835 Duc. 217,40 Da Gabriele Iafusco nel 1837 Duc. 260,66 Ricevo da ognuno dei suddetti fratelli nel 1838 Duc. 327,61 Duc. 6.00, nel 1841 Duc. 484,47 in totale Duc. 114.00 Notamento di spese erogate per pacchi, mazzette, Ricevo per spese fatte in Roma per effige d’argento, cappelli, cingoli, corone ed altro per i brevi d’indulgenze Duc. 15.00 i fratelli della Congregazione sotto il titolo della Ricevo per seta, e pezzullo in oro Duc. 24.78 Croce, e SS Addolorata, eretta nella Chiesa Parroc- Da pagarsi per conto della Congrega chiale di San Potito. conto di Navarro Duc. 005.50 Per cappelli bianchi Duc 159.28 Per cingoli, a fiocchi color cremisi Per tela in cotone canne 39 Esito portato dal Sig. Priore Morelli per la festività Per cocitura, seta, filo ed altro per le mazzette della SS Addolorata per l’anno 1841 Per effigi in argento Per l’orazione panegirica280 duc 1.50 Per fettucce colore cremisi, seta, ed altro per i cappelli Per l’apparatura alla chiesa duc 3.70 Per cocitura di tre camici Mangiare all’apparatore duc 0.50 Per musellina color crèmisi279 Al Sig. Parroco duc 0.30 Per regalia, e spese in Roma Ai preti Sig. Don Domenico Amato, duc 0.45 Per tre brevi d’indulgenze Don Alessandro Pietrosimone duc 0.45 Per seta e pezzillo in oro Don Ascanio Amato duc 0.45 Per trasporto, scatole, ed incenso Gli altri preti intervennero gratis Per Gonfalone Ai chierici Sig. Don Filippo Pietrosimone Per medaglie e medaglione Al Sagristano Sig. Onoratelli duc 0.20 Totale di spesa Duc. 198,13 Polvere rotoli 1 e mezzo, ed once 5 duc 1.50 Al fuochista duc 0.45 Dal Sig. Can.co Don Giuseppe Sanillo Cere libbre otto, e mezze duc 3.45 Dal Sig. Don Nicola Sanillo A due donne per trasportare i panni duc 0.06 Dal Sig. Don Pasquale Sanillo Al Capo Banda per regalo duc 0.13 Dal Sig. Don Pietro Piazza Al Tamburo duc 0.40 Dal Sig. Don Costantino Piazza Per trasportare le cere da Piedimonte duc 0.06 Dal Sig. Nicola Borrelli Per vettura per la questua duc 0.60 Dal Sig. Giuseppe Missere Ad una persona che girò per la questua duc 0.55 Dal Sig. Nicola Missere La banda ritenne l’emolumento del barile perciò non Da Vincenzo Ferritto è notato il compenso dotale né l’introito fatto Dal Sig. Don Giò Onoratelli col barile. Totale duc 14.60 Da Nicola Riccitelli Dal Sig. Saverio Cirillo Ne deve per tanti spesi in meno nella Da Camillo Covelli festività del 1842 Duc 00.98 Da Bartolomeo Leone Rimane il Sig. Priore Morelli creditore in Duc 13.62

279 - Color crèmisi: colore rosso acceso. 280 - Panegirico: Orazione fatta in chiesa in lode di qualche santo o di persona illustre per segnalate virtù, per atti egregi.

213 214 XI. Il tramonto dei Sanillo

1. Enrico Sanillo 1840 il Sig D. Enrico Sanillo ha prestato il suo giu- La madre Teresina Massone annota nel ramento à termini della formula superiormente ap- diario: Oggi 24 Settembre dell’anno 1820 ad ora 3 provata, il detto verbale è stato registrato in questo di notte, do’ alla luce un Bambino ben formato, e stesso giorno. Enrico Sanillo è Dottore in Legge. notrito, che essendosi Battezzato il giorno dopo, gli Il Real Decreto del 10 maggio 1834, pre- si è dato il nome di Enrico Vincenzo281. All’età di 17 anni, Enrico Sa- nillo riceve il primo grado di approvazione nella: Regia Uni- versità degli Studi in Napoli, lì 20 Lu- glio 1838. …Fa- coltà di Belle Lettere e Filosofia, ben inteso che con tal grado egli è sol- tanto abilitato a poter essere am- messo agli esami pei gradi dottorali in qualunque Facoltà. 1840. Laurea in Giurisprudenza Non è trascorso ancora un anno, e il Rettore della Regia Uni- scrive che l’età minima per indossare la divisa versità degli Studi di Napoli decreta: Noi Rettore, di Guardia d’Onore sia di venti anni. Dopo ap- Decano, e Facoltà di Giurisprudenza, conferiamo al pena dodici giorni dal compimento dei 20 Sig. D. Enrico Sanillo figlio di Pasquale e Teresa Mas- anni, Enrico è già chiamato a vestire la divisa sone, il primo grado di Approvazione nella Facoltà su di Guardia d’Onore, al servizio del suo Re. indicata. Ben inteso che con tal grado egli è soltanto abilitato a poter essere ammesso agli esami pel Diploma Teano 6 Ottobre 1840. Con Ministeriale della di Licenza a tal Facoltà. Detta approvazione ha avuto Guerra del 5 Luglio 1838, n. 1557; diretta al Sig. Ge- luogo à 17 Maggio 1839. nerale Ruffo, Comandante Superiore le Guardie Dopo appena 14 mesi trascorsi tra lo studio d’Onore Provinciali, fu ordinato quanto segue. Que- e il lavoro282: Oggi che sono li 25 del mese di Agosto sta Real Segreteria di Stato avendo ordinato che D.

281 - San Potito Sannitico, da Villaggio Rurale a Città del Parco, progetto e cura Nicolino Lombardi. Anno 2004, pag. 136. 282 - Nel 1835 Enrico ha solo 15 anni, in quest’anno muore il padre Pasquale e dopo soli due mesi muore anche Luca, fratello di Enrico, di anni diciotto non compiuti.

215 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Enrico Sanillo del Comune di S. Potito venga chiamato a far parte delle Guar- die d’Onore di Terra di Lavoro, tostochè avrà compiti gli anni venti di sua età, … mi onoro manifestarglielo per le di- sposizioni che ne risultano dal suo pre- gevole foglio del 2 Maggio ultimo. … Avendo Ella compito gli anni 20, di sua età, io la invito a fornirsi di Uniforme e bardatura, e presentarsi al Corpo com- pletamente vestito, nello spazio di qua- ranta giorni, a termini del Regolamento sovranamente approvato. Sono appena trascorsi i quaranta giorni concessi a Enrico per procu- rarsi l’abbigliamento idoneo, che dal Comando dello Squadrone arriva la seconda circolare.

Tiano 17 Novembre 1840. Es- sendo spirato ieri il primo periodo di dila- zione di giorni 40 a Lei accordato per vestirsi, e montarsi militarmente a norma del regolamento, sono ora in dovere inti- marle la 2da e ultima improrogabile dila- zione di 20 giorni, la quale va a spirare agli 8 Dicembre. Sia dunque nell’intelligenza, che ove per detto giorno non sia vestito e montato da Guardia d’Onore, sarò nella dispiacevole necessità usare contro di Lei i mezzi di coazione prescritti dalla Legge contro i renitenti … spero che ella non 1843. Parata di Piedigrotta vorrà costringermi ad usare verso di Lei Napoli lì 18 Agosto 1842. Lo squadrone di mezzi di rigore poco graditi a me, poco confacenti alla terra di Lavoro di cui Ella fa parte, dev’essere riunito sua buona educazione, ed alla caratteristica di Volon- nella massima forza in Santa Maria di Capua per la tario, che accompagna la sua ammissione. sera di Venerdì 26 Corrente. Muoverà lo Squadrone Il Capo squadrone, Il Duca di Cajanello regolarmente unito, e di cui avrò l’onore essere alla testa, verso la Capitale. I Signori Sottouffiziali e San Potito lì 22 giugno 1842. Il Sindaco Guardie saranno in piccola tenuta di marcia, uni- Pietro Campochiaro comunica al Sig. D. En- forme senza spalline, calzone bigio, schakò d’incerata, rico Sanillo, Deputato delle Opere Comunali: e giberna. I cavalli con bardatura completa, testiera Signore di riscontro al di Lei pregiato foglio in data e capezzino, sella coperta colla mantiglia, baligiotto, di 16 andante le partecipo che le riattazioni occorrono e cappotto rollato sui fondi delle pistole. La gran te- nella strada dal punto Chiesa nuova fino al punto nuta completa sarà accomodata in una piccola cassa, detto Quadrivio della via Sala. Ella quindi si servirà che seguirà il Corpo. di farla eseguire. Il Duca di Cajanello

216 Il tramonto dei Sanillo

Napoli lì 16 Agosto 1843. Comando dello Squadrone delle Guardie d’Onore, Sua Maestà il Re (N.S.) si è degnata ordinare che lo Squadrone delle Guardie d’Onore di Terra di Lavoro intervenisse alla prossima parata di Piedigrotta. … lo Squadrone di terra di Lavoro si riunirà in Caserta, nella massima forza il giorno 31 Agosto. Nelle ore pomeridiane del detto giorno si passerà ivi la rivista di Commissario, e si distribuiranno i foraggi. Il giorno 1° Settembre muoverà lo Squadrone regolarmente unito, e di cui avrò l’onore essere alla testa, verso la Capitale. Il Capo Squadrone il Duca di Cajanello. Bottone fuori ordinanza, Enrico Sanillo 9 Luglio 1845. Il Canonico D. Giuseppe Caserta, il dì 18 di febbraio 1845. Erico Sa- Sanillo, anche per procura verbale del fratello nillo è nominato decurione del comune di S. Potito in D. Nicola, impedito, nomina procuratore ge- rimpiazzo del Signor Michele Baccigliano, morto. nerale alle liti il nipote D. Enrico Sanillo, fi- glio del defunto fratello Pasquale. Campobasso 12 Marzo 1845. Accade molto Il 13 agosto 1845, Don Enrico Sanillo, Guar- sovente, per non dir quasi sempre, che le Guardie dia d’Onore della Provincia di Terra di Lavoro, è in- d’Onore Provinciali ignorino gli Ordini, e le Ministe- vitato per la prossima parata di Piedigrotta …che riali che direttamente riguardano il Corpo, nonostan- ella si tenga pronto a recarsi in Napoli, e col cavallo techè dal Comando Superiore di esso, vengono completamente bardato, però ella non si muoverà diramati gli ordini, le Ministeriali, come i Reali Re- dalla sua residenza che dietro novello avviso, che ri- scritti, i Decreti, ed ogni altra prescrizione che stabi- ceverà. lisca massime, con Circolari ai Capo Squadroni. Una Napoli 22 Agosto 1846. Al Sig. Enrico Sa- delle mancanze più soventi è l’uso di mostrine e altri nillo, le fò conoscere che Ella dovrà far parte della oggetti fuori dell’ordinario. prossima Parata di Piedigrotta. I Signori Sotto-Uf-

Anche il caporale Sa- nillo non è immune dal fa- scino degli oggetti fuori ordinanza, “infatti” i bot- toni della sua giacca sono personalizzati, sono sì dello stesso color oro, e d’iden- tica fattura degli originali, ma sostituisce il disegno centrale, con l’iniziale del suo cognome “S”, e al- l’esterno, uno pseudo stemma nobiliare. Per il logo, Enrico s’ispira al tim- bro di ferro dello zio Ni- cola. I bottoni fuori ordinanza, li acquista dalla ditta De Gregorio di Napoli. Soldato borbonico, stalliere e cavallo.

217 Vittorio Imperadore Armando Pepe fiziali, e Guardie saranno in piccola tenuta di marcia, avere un prete o un frate per la messa alla vostra Cap- uniforme senza spalline, Schakò d’incerata, e giberna, pella lo è stato impossibile il rinvenirlo, e debbo ascri- senza laccio: i cavalli con testiera e capezzino, sella vere a mia sventura l’indisposizione del sacerdote coperta colla sola pelle, ossia cavallerizza, ma senza Merolla, che mi supplisce allo Scorpeto, per non po- mantiglia baliciotto, e cappotto rollato sui fondi delle tervelo mandare. Io ne sono impedito da una indispo- pistole. La gran tenuta completa sarà accompagnata sizione reumatica, che mi fa guardare il letto. Se siete da una piccola Cassa, che seguirà il Corpo sul carretto persuaso della dovuta stima che sento per Voi è ben preparato per l’oggetto dal Commissario di Guerra, ozioso il dimostrarvi la mia pena per non potervi ser- quante volte Ella non preferisse mandarla a sua cura vire; augurandomi da Voi un generoso perdono… direttamente nella Capitale. Febbraio 1847. Enrico acquista vari arti- San Potito, lì 29 Agosto 1846. Enrico Sa- coli da Giuseppe Durante, negoziante a Na- nillo, con scrittura in doppio originale, fitta al poli, di articoli militari, in Strada Chiaia al n. Sig. Giovanni Mezzullo di Sepicciano … due 260. Un pajo di spalline, un fiocco per la scia- pezzi di fondi aratori seminatori, siti nell’agro Ali- bla, uno sciakò, una trenetta d’argento, dora- fano l’uno al luogo detto Anici di tomoli ventisei tura del coretto del porta giberna e cuojo dell’antico sistema metrico e l’altro al luogo detto nuovo, gigli del valiciotto, una catenella d’ar- Martoni di tomoli quattro pure dell’antico sistema gento, per un totale di duc 8,80. metrico. Il fitto durerà anni sei, che principiando il primo set- tembre del corrente anno 1846, avrà termine a tutto agosto del futuro anno 1852. Il Sigr. Mez- zullo si obbliga a pagare al Sigr Sanillo a titolo di estaglio per lo pezzo di terra sito al luogo detto Anici ducati ottanta alla fine di Agosto di ciascun anno colonico in moneta effettiva d’argento corrente in Regno e per l’altro pezzo di terra sito al Negozio di articoli militari luogo detto Martoni ducati tren- tadue, pagando tomoli quindici di granone alla mi- Teano lì 7 Agosto 1847. Approssimandosi la sura colma, da tassarsi alla voce che in ogni anno parata di Piedigrotta, della quale sarà chiamato a far menerà il vicino Comune di Cajazzo. parte lo Squadrone che ho l’onore di comandare … coloro che si trovassero infermi ed assolutamente ina- Piedimonte, 31 ultimo del 1846, sono tra- bili a prestar servizio, dovranno documentare il loro scorsi cinque mesi, dalla morte del Canonico stato di malattia per mezzo di una Visita Sanitaria Giuseppe Sanillo, e il nipote Enrico, per la sera disposta con Ministeriale della Guerra, dovranno es- della vigilia, chiede al sacerdote e amico Ga- sere visitati da quei Professori che destinerà all’og- briele Piazza, un prete o un frate per celebrare getto il sig. Generale Comandante. la Santa Messa nella cappella privata posta al Ho già detto che la eccezione della mancanza del primo piano del suo palazzo, di seguito la ri- cavallo da sella, non può essere ammesso, essendo cia- sposta non positiva del Sacerdote Piazza. scuna Guardia d’Onore tenuto di avere il Cavallo atto Stimatissimo Mio Sig.r D. Enrico a stare nei ranghi, a meno che non lo abbia perduto A dispetto delle molte premure che ho fatto per per fatto non proprio, e che ne abbia a suo tempo in-

218 Il tramonto dei Sanillo formati i Superiori. Lo Squadrone di Terra di Lavoro in mio nome al Signor Campochiaro, del quale pren- per lunghi anni mi ha mostrato con reiterate pruove derà cura affinché si rechi insieme con Lei al luogo la sua esattezza e disciplina, la sua fedele devozione determinato. Il Duca di Cajanello al Real Trono… Piedimonte lì 17 giugno 1850. Enrico Teano 24 Agosto 1847. Per la prossima parata chiede al Maresciallo di Campo Sig. Vial, la di Piedigrotta, la riunione dell’intero Squadrone avrà restituzione delle armi che consegnò a otto- luogo in Caserta, niuno potrà essere dispensato dall’in- bre dello scorso anno, nel documento non tervenirvi, poiché non solo perderebbe ogni dritto agli spiega il motivo della consegna delle armi e alloggi in Napoli ed ai foraggi, ma si esporrebbe a se- non lo spiega neanche il documento del Giu- vera punizione, le guardie saranno in piccola uniforme, dice Regio, che con una sua missiva informa senza spalline, col pantalone bigio, sciakò d’incerata o Enrico: coverto d’incerata e giberna. I signori Uffiziali nella Signore, la petizione umiliata da Lei per ottenere stessa tenuta colle spalline e col pompò d’argento allo la restituzione delle armi, venne a me trasmessa per sciakò. Il Capo Squadrone, Duca di Cajanello informo e parere. Presi conto ufficialmente del nu- mero, e qualità delle armi, che Ella depositò, e nel ri- Ed è sempre il Duca di Cajanello, che spettoso riscontro dato allo integerrimo Sig. Vial dissi chiede con una missiva a Enrico, chiarimenti, quel che la coscienza mi dettò. … la prego di manife- sulla sua presenza, alla prossima parata di Pie- stare al Sig. D. Enrico Sanillo, che può aver restituito digrotta, perché Enrico, ha smarrito il suo ca- un solo fucile; ma che per dargli un attestato della vallo: Non è mia intenzione ascriverla a colpa se buona opinione che ho della di lui persona, glie ne questo anno, per la mancanza involontaria del Ca- darò uno a due colpi, e quindi può mandare qui per- vallo da sella, ella è impedito di montare alla prossima sona per consegnarcelo. parata di Piedigrotta, quando fui a San Germano Il Giudice Regio, Ferdinando Ruggiero seppi ch’ella avea perduto il cavallo, mi augurai che fino agli 8 detti le fosse riuscito rimpiazzarlo, cono- Napoli 29 Marzo 1850. Signore in continua- scendo da lungo tempo il suo Zelo, il suo attacca- zione del mio uffizio del 20 cadente, io la prego tro- mento ai suoi Superiori. Sono tuttavia nella lusinga varsi in Capua presso la casa del Sig. Friozzi la ch’ella si decida a venire alla riunione per la parata. mattina di Martedì, 2 Aprile, alle ore 12 circa, col ca- Coi suoi mezzi non le sarà difficile trovare un Ca- vallo e recando seco la gran tenuta e la bardatura vallo di affitto sicuro e soddisfacente, o pure da averlo completa, per essere passato a rassegna, e quindi mar- da qualche Guardia d’Onore infermo o impedito di ciare pel Distaccamento a Lei destinato. montare. Sono sicuro ch’ella farà di tutto e per tutto Al Sig. D. Enrico Sanillo per dare una novella prova di premura pel servizio del Re, N.S.; e di attaccamento al suo Capo Squadrone. Nel 1850 per ben tre volte, a gennaio, marzo e giugno, Enrico Sanillo, con il grado di Guardia d’Onore, accompagna Sua Santità il Sommo Pontefice Pio IX, in occasione del suo felice ritorno negli Stati di Santa Chiesa.

Napoli 20 Marzo 1850. Signore, Sua Santità avendo determinato di partire pe’ suoi Stati nei primi giorni d’Aprile, io la prego tenersi pronto per recarsi a Capua al primo avviso colla Gran tenuta ed il Ca- vallo completamente bardato. Altrettanto parteciperà Fondine di Enrico, da alloggiare sul collo del cavallo.

219 Vittorio Imperadore Armando Pepe

In casa di Enrico, nella scuderia, ci sono un Napoli 27 Marzo 1851. Sua Maestà il Re N. numero imprecisato di finimenti completi per S. con risoluzione del 10 andante si è degnata pro- cavalli, con porta carabine e porta pistole, un muoverla a Caporale nello Squadrone delle Guardie pajo di finimenti sono applaccati in argento, e un pajo d’Onore di terra di Lavoro. in ottone. Il Direttore Francesco Casseral Napoli 26 Giugno 1850. Comando dello Squa- drone delle Guardie di Onore della Provincia di Terra Napoli 29 Marzo 1851. Con mio particolare di Lavoro e Distretti di Napoli. Al Sig. D. Enrico compiacimento mi affretto parteciparle che S. M. il Sanillo Guardia d’Onore dello Squadrone di Terra di Re N. S. con sua Reale decisione del 10 Marzo, con- lavoro. Lode a coloro che avean prestato servizio in tenuta nel Real Rescritto del 27 cadente, si è degnato, occasione della scorta prestata a sua Santità il Sommo Pontefice Pio IX, in occasione del suo felice ri- torno negli Stati di Santa Chiesa. Ho rilevato che tutti gli Uffiziali, sotto Uffiziali, e Guardie d’Onore dello Squadrone, che han prestato servizio in occasione della scorta delle Auguste e Sacre persone del Sommo Pontefice e del Re N.S. hanno gareggiato di zelo, e che fra gli altri più si sono distinti il Duca di Pescolanciano Guardia d’Onore, il Duca D. Francesco Cedronio, D. Raffaele Savastani e D. Nicola Cennami; (il primo de’ quali si pre- stò volontariamente e gli altri tre quantunque fossero rivestiti della carica di Sindaci) Il Capo Squadrone Comandante, Duca di Cajanello

Dopo tredici anni che Enrico indossa la divisa di Guardia d’Onore, è promosso al grado di Caporale. Riceve due Circolari, la prima è del 27 marzo 1851, a firma del Direttore Francesco Casseral del Ministero e Real Segreteria di Stato di Guerra e Marina, Ramo di Guerra. La se- conda lettera, dopo solo due giorni, è datata 29 marzo 1851, dal Duca di Cajanello, Capo Squa- drone Comandante. Enrico Sanillo, scorta al Pontefice Pio IX

220 Il tramonto dei Sanillo a mia proposta, promuoverla a Caporale nello Squa- lunque altro berretto, bonetto, o chibì, che differisce dal drone delle Guardie d’Onore di Terra di Lavoro, mi presente modello superiormente approvato. pregio trasmetterle il corrispondente Real Descritto Piedimonte 3 ottobre 1852. Sig. Caporale, ri- di nomina, che è stato a me direttamente inviato dal correndo domani il fausto giorno onomastico di Real Ministero di Guerra e Marina. S.A.R. il Principe Ereditario, così Ella col Guardia Il Capo Squadrone Comandante, Duca di Cajanello Campochiaro alle ore ventidue e mezza precise, in gran tenuta si troverà su questa casa Comunale per Napoli 9 Aprile 1851. Enrico, per la seconda far parte della scorta. volta, perde il suo cavallo e scrive a …Sacra Real Piedimonte lì 11 Dicembre 1852. Enrico ri- Maestà, Signore, Enrico Sanillo del Comune di San Po- ceve l’ordine dalla Sottointendenza di Piedi- tito, in distretto di Piedimonte d’Alife, trovandosi privo di cavallo da sella, a lui necessario per lo servi- zio militare, come Guardia d’Onore dello Squadrone di quella Provincia, commise nello Stato Romano un pu- ledro di quelle razze per addirlo al- l’uso sopraddetto. Chiede perciò alla Maestà sua la grazia di volergliene permettere l’immissione in questo Regno, lo spera a grazia particolare. Enrico Sanillo.

Napoli 21 Gennaio 1852. Autorizzazione a scortare il Re, retro busta. Enrico Sanillo In forza di autorizzazione ricevuta dal Signor Maresciallo Cavalier Gran Croce D. Giu- monte d’Alife, di controllare e redigere un seppe Ruffo Scilla, Comandante Superiore le Guardie resoconto su tutti gli Amministratori e impiegati d’Onore Provinciali, si permette al Sig. D. Enrico Sa- comunali di San Potito e Gioia. Al Sig. D. Enrico nillo, Caporale dello Squadrone delle Guardie d’Onore Sanillo in S. Potito. La prosperità delle Amministrazioni della Provincia di Terra di lavoro, residente a S. Po- Comunali come di ogni altra branca di pubblico servizio tito, distretto di Piedimonte, recarsi in Napoli per è raccomandata strettamente alle qualità delle persone giorni quattro pel disbrigo di affari di sua famiglia. cui vengono affidate le leggi, e di regolamenti i più saggi Sono pregate tutte le Autorità Civili e Militari torneranno ad un bel nulla dove la dapponagine, la tri- non dargli alcuna molestia. Il Duca di Cajanello stezia, la minoralità di coloro, ai quali ne è affidata l’ese- cuzione, le pongono impunemente in non cale. Castellammare lì 17 Settembre 1852 Di qui il gran dovere di vegliare alla scelta de’ sog- Signore, il Capo Plotone Raffaele Trojano getti, ai quali vengono affidate le amministrazioni; Avendo sua Maestà D.G. approvato il nuovo mo- ed alla condotta altresì di cotali soggetti. Or io giusta dello di Chibì per i Squadroni delle Guardie d’Onore le ministeriali disposizioni, non saprei abbastanza in- … prevenendola che nel nostro quartiere delle Fosse teressarla, perché con la massima riservatezza, e scru- del Grano, si trovano due modelli di Chibì approvati polosità si compiaccia di farmi tenere per lo passato superiormente, uno per gli Uffiziali, e l’altro per i Sot- quadrimestre a tutto Agosto ultimo e in prosieguo, touffiziali, e guardie, ove ciascuno ne dovrà prendere uno statino secondo l’ammesso modello riempito delle conoscenza, pregandola in pari tempo di far conoscere necessarie nozioni in tutte le sue categorie per gl’im- a tutti gl’individui di Sua dipendenza, che non sarà piegati di codesto comune, e di Gioia. tollerato, ne in servizio, ne fuori servizio l’uso di qua- Il Consigliere Provinciale, F. Pascale

221 Vittorio Imperadore Armando Pepe

La risposta di Enrico non si fa attendere, Piedimonte lì 9 Marzo 1853 precisando che analizzerà scrupolosamente La città di Melfi, nel settembre del 1851, solo gli individui del suo comune natio, e ram- è stata danneggiata da un forte Tremuoto, maricato dichiara di non conoscere il perso- Ferdinando II Re del Regno delle Due Sici- nale del comune di Gioja. Signore mi perdonerà lie, si reca in visita nelle zone danneggiate, se compio questo importante lavoro solamente per quanto riguarda que- sto mio comune natale, e non pur quello di Gioja, il cui personale mi è ignoto del tutto. Enrico è un militare, ma non può assolutamente trascu- rare i suoi molteplici impegni di lavoro, e il 29 gennaio 1853, seguendo la scala gerarchica, chiede al suo superiore, il Duca di Cajanello, Comandante Supe- Autorizzazione al Caporale Sanillo, per recarsi a Napoli. riore le Guardie d’Onore Provinciali, un per- e a breve, parte in tutto il regno, la macchina messo di giorni ventiquattro, che lo inoltra al della solidarietà. Trascorsi due anni, la Sotto Maresciallo Cavalier Gran Croce Ruffo Scilla Intendenza del Distretto di Piedimonte, con di Calabria, e l’ottiene. un documento “riservatissimo a lui solo” chiede Si permette al Signor Don Enrico Sanillo di S. Po- al Signor D. Enrico Sanillo in San Potito: Si- tito, Caporale dello Squadrone delle Guardie d’Onore gnore, la prego fornirmi le necessarie nozioni sulla di Terra di Lavoro, di recarsi a Napoli per giorni ven- officiale che le trascrivo, onde avere l’aggio da tiquattro per affari di famiglia- Sono pregate tutte le compilare l’analogo rapporto. Il Sindaco del Co- Autorità civili e militari di non dargli molestia. mune di S. Potito a cui mi rivolsi pel versamento Il Capo Squadrone Comandante, Duca di Cajanello. delle somme raccolte in quel Comune a favore dei danneggiati del tremuoto in Basilicata, mi riferisce Napoli 2 Febbraio 1853. Il Duca di Caja- di non aver fatto niun introito per l’oggetto. Io mi nello convoca con sollecitudine il Caporale rivolgo a Lei, perché si compiaccia favorirmi le sue Enrico Sanillo, per chiedere informazioni su riservate informazioni. tre individui che chiedono di essere ammessi a far parte di questo Squadrone, D. Carlan- La risposta di Enrico Sanillo è datata 17 tonio Foschini di Guardia Sanframondi, D. marzo 1853, Sig. Sotto Intendente, ho preso le inda- Gaetano Riselli di Piedimonte e D. Dome- gini le più accurate onde verificare se questo Sindaco nico Apicio di Alife. Signore, avendo avuto tre avesse raccolto qualche somma a favore dei danneggiati domande dagli individui a margine segnati, che di Melfi, e mi son con certezza assicurato che verun in- chiedono appartenere come volontari allo Squa- troito abbia realizzato per l’oggetto, che anzi la dispo- drone delle Guardie d’Onore, prima d’instradare le sitiva d’aprirsi in registro dei contribuenti a questo suddette con mio favorevole avviso, mi fo a pre- proposito fu messa in marcia dal ex Sindaco di questo garla dirmi riservatamente e con precisione, per Comune sotto la cui amministrazione giunse in questa quanto sia a sua conoscenza, se i controscritti In- Cancelleria. Compiuta quello la gestione, l’attuale Sin- dividui per la loro nascita, possidenza, educazione, daco seguendo le orme del predecessore, e forse ignaro e condotta morale e politica meritino di appartenere delle Superiori volontà ha trascurato la cosa, e quando a questo distinto Corpo. gli si è domandato conto dell’introito fatto ha risposto Il Capo Squadrone il Duca di Cajanello negativamente, come lo era in effetti.

222 Il tramonto dei Sanillo

Negli anni 1850-1852, a San Potito, si sono al di Lei pregievole uffizio, portante la data del 5 an- alternati due Sindaci283. Antonio Carbone, nel dante, dovere a cui non ho prima d’ora adempiuto, libro, San Potito Sannitico da villaggio rurale a città perché assente dalla Patria. del parco, nel suo capitolo sui Sindaci, ci dà no- Il Caporale Enrico Sanillo. tizia che a marzo, Marcellino Campochiaro viene sostituito da Vincenzo Piazza, non se ne conosce il motivo, e non è stata recuperata nessuna documentazione a proposito, il sin- daco uscente, non ha trasmesso al Piazza, nes- suna documentazione sulle somme raccolte per i danneggiati del Tremuoto di Melfi.

Caserta, lì 16 Febbrajo 1853 Il Conte Viti incarica Il Sig. Enrico Sanillo 1854. Enrico, nomina a Consigliere Provinciale. Deputato delle Opere Pubbliche Provinciali: Signore, Dovendosi mettere mano à lavori del baso- Napoli lì 20 Marzo 1854. Enrico Sanillo è no- lato intorno di Alife, che fa parte della strada pro- minato al Consiglio Provinciale di Terra di lavoro al vinciale da Piedimonte a Gioja, io la interesso pel posto di D. Francesco Pascale. bene del servizio. Dopo due mesi, il 21 aprile del 1853. Il Piedimonte, lì 26 luglio 1854. Dalla Sotto- Duca di Cajanello chiede a Enrico Sanillo in- Intendenza del Distretto di Piedimonte. Il Conte formazioni su Giulio Palmieri, suo futuro suo- Francesco Viti chiede a D. Enrico Sanillo, Con- cero, nel 1864, Enrico ne sposa la figlia sigliere Provinciale, in forma strettamente riser- Alfonsina. vata, di controllare l’effettivo imponibile Signore, la prego volermi informare riservata- fondiario di D. Mariano Piazza. Enrico284 è in mente se il nominativo Giulio Palmieri, del fu Cre- difficoltà, ma non può trascendere dal suo do- scenzo, del Comune di Faicchio, Circondario di vere di militare e in pari data si reca a casa di Cerreto, sia fornito di tutt’i requisiti di nascita, edu- Mariano Piazza per portare a termine l’incom- cazione, sufficiente possidenza, e buona condotta mo- benza assegnatagli. Mariano non ha un buon ca- rale e politica, voluti dalla legge per essere ammesso rattere, e la sua risposta non tarda ad arrivare, a far parte dello Squadrone delle Guardie d’Onore di chiarendo anche, che quella richiesta è frutto di: mia carica. Invidia, Capitale indefinito fruttante inquietitu- Il Duca di Cajanello dini senza interruzione sotto i malaugurati au- spici. Le perfeziono nel presente, il cui seno è Dopo quattordici giorni, il cinque di aprile, affogliato lo stato della rendita materiale formante Enrico comunica al suo superiore il risultato la proprietà del Sig. D. Mariano Piazza, messa nel delle indagini : Non saprei abbastanza commendare doppio aspetto catastale, ed effettiva. per Guardia d’Onore il Sig. D. Giulio Palmieri, se non fossi certo che più di qualunque mio detto vien egli a sufficienza raccomandato dalle doti di che è adorno: Nel tenimento di San Potito. mi restringo solo a dire ch’è l’ottimo fra i buoni, è ciò Oliveto, chiusa, passi dieci in terza classe; Ter- a sotto tutti i rapporti sia in politica, sia in morale, sia reno incolto moggia due 1 classe; Seminatorio ir- in fortuna. Tanto mi onoro rassegnarle in riscontro rigabile, l, d, Fontana Aulecine, moggio uno e

283 - San Potito Sannitico, da villaggio rurale a città del parco. Nicolino Lombardi, anno 2004, pag. 211. 284 - Mariano Piazza è stato il maestro di studi e di vita di Enrico, lo seguirà fino all’avvenuta morte, nel 1865.

223 Vittorio Imperadore Armando Pepe passi tre in 3a classe; Orto irrigabile passi dieci in in Genova, come si rileva dagli atti preci samente 1a classe; Arbustato, passi dieci in 1a classe; Casa del Congresso tenuto in Napoli, prendendo parte rustica in 1a classe con terreno arbustato, l. d. in quelle disposizioni ec. ec. Fontana degli Spiriti in 1a classe; Terreno semi- natorio scosceso, passi dieci in 1a classe, e passi 5 Agosto da San Potito dieci in 2a classe; Terreno incolto passi ventuno A questi documenti mancano degli allegati, in 1a classe; Casa rustica in 1a classe; Terreno ar- ma anche senza di essi possiamo stabilire che Mariano Piazza è uno delle persone benestanti bustato, l. d, Torellone passi sei in 1a classe; Casa di San Potito. di 4a classe l. d. Cautole; Seminatorio piano, l. d. a Parata passi due in 1 classe; Arbustato piano l. Castellammare lì 21 Dicembre 1854. Facil- a d. Pantano passi venti in 1 classe; Casa, sottani mente lo Squadrone sarà di servizio il dì 6 dell’entrante due, l. d. Cautole; Orto, passi due in 1a classe Gennajo, per la parata su questo Campo di Marte, così Terreno seminatorio piano l. d. Pantano passi Ella preverrà gl’individui del Plotone di Suo Comando, 15 in 1a classe. perché si tenessero pronti. I pretesti per esonerarsi da Dei Capitali tra San Potito e Piedimonte tale servizio, ragionevolmente s’interpreteranno per Della casa di abitazione poco attaccamento al Re N. S. ed all’Augusta Fami- Della professione di Medico glia. Quest’ultima parte della presente Circolare, non Totale della rendita annuale Dj. 272,46 riguarda Lei, che pur, troppo conosco. Al Signor D. Enrico Sanillo Caporale delle Guardie d’Onore nello Cariche Comunali e Distrettuali Squadrone di Terra di Lavoro, in S. Potito. 1° Nel 1825, Conciliatore 2° Nel 1846, Conciliatore per la seconda volta 3° Nel 1851, Consigliere Distrettuale 4° Nel 1842, Approvato per Maestro di agricoltura 5° Nel 1846, Approvato per Decurione, vi rinunciò. 6° Nel 1850 App. nuov.e per Decurione, accet- tando tal carica fino ai 9 Aprile ultimo.

Attaccamento al Governo 7° Autore di parecchie poesie in lode di S.M. re- gnante, stampate in una raccolta di varii compo- nimenti poetici intitolata le Pive del Sannio.

Attaccamento alla Religione 8° Varie poesie stampate nella succitata raccolta di argomento sacro. Castellammare 26 maggio 1854

Meriti Scientifici Lì 30 luglio 1855, dal Comando del 5° plotone 9° Socio Pontaniano - Florimontano - e delle Due delle Guardie d’Onore il Comandante Superiore S. E. Reali Società Economiche di Terra di Lavoro, e il Brigadiere Sig.r Duca di Sangro comunica lo stato di Molise. nominativo degli individui componenti il sud.o Plo- 10° Membro effettivo (e non silenzioso) dei Con- tone, solo due sono di San Potito: Il Caporale Enrico gressi Scientifici italiani convocati in Napoli, ed Sanillo e la guardia Marcellino Campochiaro.

224 Il tramonto dei Sanillo

Guardia d’Onore La saputezza di Francomacaro è nota a Lei, men- Squadrone della Provincia di Terra di Lavoro tre è quello istesso che proposto altra volta al mede- 5° Plotone - 9° Squadra simo impiego, non seppe con aggiustatezza espletare n. Nome e Cognome domicilio grado esame sull’oggetto- Il Sig. Campochiaro poi è messo 1 D. Giovanni Spoleto Cajazzo Caporale nella terna per pura formalità, accetterebbe la pruova 2 Francesco Pascale Piedimonte idem di un cimento superiore alle sue forze intellettuali. 3 Enrico Sanillo San Potito idem Il Consigliere Provinciale Enrico Sanillo 4 Ridolfo Pece S. Angelo Guardia 5 Bonaventura Campagnano Schiavi di idem Napoli, 6 agosto 1856. Vincenzo Rapa Al- 6 Marcellino Campochiaro San Potito idem fiere del Reggimento Carabinieri a piedi del 7 Pasquale Pascale Piedimonte Idem Comune di Gioja in Provincia di Terra di La- 8 Vincenzo dé Marsilis Gioja Idem voro, ritenendo la sua famiglia vittima di un 9 Giuseppe Torti Piedimonte Idem sopruso, scrive esponendo al Sig. Direttore del 10 Domenico Vitelli Cusano Idem Ministero e Real Segreteria di Stato della Po- 11 Carlo Antonio Fortini Guardia Sanframondi Idem lizia quanto segue: Nel 1837 i furono D. Giovanni 12 Giacomo Ant. Acciajoli Venafro Idem e D. Serafina Rapa, Padre e Zia dell’esponente do- 13 Pietro Fiore San Germano idem miciliati nel Comune di Gioja, prendevano a mutuo da Nicola Borrelli di S. Potito duc. 400 con l’interesse Piedimonte, lì 23 Aprile 1857 del 10 per 100, credendo il Borrelli di eludere la legge, Dalla Sottointendenza del Distretto di Piedimonte, e non esser soggetto ad esproprio de fondi, stabilirono il Sottointendente Conte Viti a Enrico Sanillo … Si- il patto di ricomprare un fondo del valore di circa D.ti gnore, dovendo provvedere alla carica di Cancelliere 1500, che si diceva nell’istrumento vendere la man- Archiviario in S. Potito il Decurionato ne ha formato canza della corresponsione dell’annuo interesse for- la terna comprendendovi i contronotati individui. mava l’anatocismo. 1° D. Onorato Castelli Sicché in poco tempo la Signora D. Marianna 2° D. Domenico Francomacaro Messere, erede del defunto Nicola Borrelli accumu- 3° D. Giuseppe Campochiaro Non saprei meglio rivolgermi che a Lei per essere informato, tanto sulla loro condotta sotto il triplice aspetto, che sulla idoneità, ed è perciò che ne fo pe- culiare preghiera, sicuro che l’accetterà di buon grado, anticipandole i miei ringraziamenti.

San Potito 25 Aprile 1857. I tre della terna alla carica di Cancelliere in questo Municipio sono al paro fra di loro per qualità politiche, e religiose delle quali non difettono: per morale è mio parere meritar prefe- renza il S. Castelli perché di età più avvanzata quindi di senno maggiore. Sulla idoneità il Sig. Castelli conosce la rutina amministrativa tanto per quanto ne à potuto appararsi nel solo giro di tempo, in cui à assistita que- sta Cancelleria da sostituto, prima di allora era per lui ignoto questo brano di legislazione. Reggimento Carabinieri, Regno delle Due Sicilie285

285 - Viaggio nella Memoria, i Borbone, copia di una delle bandiere del Regno delle Due Sicilie. Napoli, maggio 2000- aprile 2001.

225 Vittorio Imperadore Armando Pepe lando interesse ad interesse arricchiva ed ampliava il da Piedimonte porta a Gioja. Il Sig. D. Enrico suo capitale ammontante ora a circa D.ti 1200. Il Sanillo, paga tramite la Cassa Provinciale di fondo venduto però mai è passato in possesso alla Terra di Lavoro agli eredi del Sig. Giuseppe Messere o al di lei autore Borrelli, ma sempre è rima- Nicola Messere per compenso dei danni su un sto in mano dei Signori Rapa, corrispondendo sempre loro fondo, la somma di ducati 376 e grana 93. l’interesse sulle somme originarie ed accresciute per Gli interessi di Enrico, dopo la morte dello forza dell’anatocismo in ragione del 10 per 100. La zio Nicola spaziano non solo in terra di La- sciagura che affliggeva la famiglia Rapa faceva ri- voro, ma anche nelle provincie limitrofe, que- manere le cose nello stato che esistono, colui che ora sto è uno dei tanti documenti ritrovati dopo la le sottopone, non poteva farle chiare perché assente stesura del libro del 2004 “da Villaggio rurale a dalla famiglia ed intento al servizio di S.M. il Re Città del Parco”. In quella data le proprietà della (N.S.) famiglia Sanillo, tra case e terreni ammonta- Ora che la Messere traendo argomento da titoli il- vano a 174, oggi dopo il ritrovamento di molti lusori adisse à tribunali, esso supplicante si rivolge altri documenti, il totale è nettamente supe- alla nota bontà, e giustizia del Signor Direttore onde riore, le proprietà sono oltre 230. si compiaccia chiamarsi a se la Messere, ordinando che il solo capitale con gl’interessi legali si ricava Agostino Musone Marcianise Duc.440.00 dalla d.a D.a Marianna Messere rinomata per le celebri Andrea Iodice Macerata di Marcianise Duc.140.00 sue usure, senzacché possa questa riscuotere le somme Arcangiolo Iodice Portico Duc.395.00 dell’anatocismo, e che il fondo ritorna a lui, e così non Domenico Perrotta S. Maria Duc.36.00 veder spogliati due individui, i quali attaccati al Re Domenico Raucci S. Nicola La Strada Duc.102.00 ed alla Real Famiglia, prestano volontario servizio Domenico Musone Marcianise Duc.44.00 nei Reali eserciti, e che per la loro assenza dalla casa Francesco Fruncillo Capodrise Duc.40.00 paterna, gl’intriganti usurpano impunemente il pa- Giuseppe Piccolo Marcianise Duc.38.00 trimonio di loro. Giulio Gionti Marcianise Duc.81.00 Tanto spera e l’otterrà a grazia speciale Michele Fucile Succivo Duc.432.00 Vincenzo Rapa Alfiere Don Pietro Massaro Capodrise Duc.635.00 Tommaso Musone Marcianise Duc.38.00 Napoli 17 Settembre 1856. Signore, sono Teresa Cecere Capodrise Duc.57.00 stato incaricato dal nostro Comandante Superiore Ge- Vincenzo Aliperti Nola Duc.126.00 nerale de Sangro del Comando Interino del quinto Duc. 2604.00 Plotone, a passare a rivista alla spicciolata gl’indivi- Indicazione del colono debitore nel 1858 in alcuni comuni. dui componenti il detto quinto Plotone per assicu- rarmi se tutti son forniti del militare equipaggio, Napoli, lì 31 Marzo 1857. Enrico Sanillo, dovendo noi forse prestar servizio a Sua Maestà du- regolarmente abbonato alla rivista di Agricol- rante il suo soggiorno a Gaeta. In conseguenza la tura, Pastorizia, Veterinaria, Scienze e affini, prego di trovarsi in San Germano lunedì 22 del cor- è moroso, sono circa sei mesi che non paga il rente alle ore 22, tutt’abbigliato militarmente con canone, e il Direttore della rivista Vincenzo sciakò e penna e cavallo completamente bardato. Sarò Corsi gli invia una prima comunicazione: Se- alla locanda fuori il paese sulla strada di Capua, e condo i patti di associazione ella avrebbe dovuto an- spero Ella non mancherà al mio appello, onde non ob- ticipare il 1° semestre in duc. 1.30 alla ricezione del bligarmi a farlo conoscere ai Superiori. 1° fascicolo. Ora riceve il 3°: ora la prego caldamente Il Capo Plotone, Conte Ernesto Lefebre di adempiere. Diversamente con dispiacere dovrò in- sistere con lettere, ed ella sarà gravato di spese di Piedimonte-Gioja, 20 Novembre 1856. Da posta. Prendo questa occasione per manifestarle che poco è stata costruita la Strada Consolare che la mia professione è di avvocato amministrativo.

226 Il tramonto dei Sanillo

Novembre 1860. Vincenzo Corsi, invia son sicuro che essendo gli associati tutti distintissimi dalla sede del giornale, ubicata in vico Giar- signori, non mi spingeranno a tanto. Che se mai fra dinetto a Toledo n.°7 Napoli, una seconda co- gli associati morosi ve ne fosse qualcheduno il quale municazione, che in soli due giorni è sia privo di beni di fortuna ed inabilitato a pagare, recapitata a casa del Sig. D. Enrico Sanillo: potrà darmene conoscenza, ed io, trovando vera l’as- Ella ha sicuramente rilevato come io mi adopero in serzione, non lo molesterò oltre. ogni modo per rendere utile il giornale la Rivista Il Direttore proprietario, Vincenzo Corsi Agronomica,unica pubblicazione che versasse sul- l’Agricoltura in questa parte Meridionale d’Italia. Non ho rinvenuto altre comunicazioni, … Ella però mi deve a saldo dell’andante anno duc. quindi non sono in grado di stabilire se Enrico 2.60 La prego caldamente di farmi giungere la detta Sanillo abbia onorato il suo insignificante de- somma per mezzo di vaglia postale. Sicuro che ella mi bito, oppure il Direttore l’abbia iscritto nel- favorirà, le ne anticipo i miei sentiti ringraziamenti. l’albo dei “morosi.”

Enrico non paga neanche le altre quote, ma continua a ricevere mensilmente la rivista, e il 6 settembre 1861, riceve una terza comunica- zione: La Rivista Agronomica è un giornale speciale, e ne viene di conseguenza che per gli associati può essere utilissimo o inutile: utilissimo per gl’intelligenti proprie- tari … ed è quindi giusto che paghino puntualmente: inutile per quelli che non hanno nessuno interesse per l’agricoltura, i quali, se anche si fossero associati per compiacenza, dovrebbero rassegnarsi a pagare il passato e nel medesimo tempo disdire l’associazione. Questa mia franchezza mi auguro che sia bene ac- colta, il mezzo per pagare ora si è reso facilissimo, cioè quello de’ vaglia postali; ecco perché mi attendo al più presto possibile i duc.i 2.60 ch’ella mi deve al saldo Corrispondenza tra Enrico Sanillo e il Conte Francesco Viti del corrente anno. Per non insistere ulteriormente con lettere, ove per la fine di questo mese non sarò soddi- Sora, 25 Agosto 1857 sfatto, indicherò come ricordo, sulla coverta della di- Il Conte Viti comunica al Consigliere Pro- spensa del prossimo ottobre gli associati morosi; ma vinciale D. Enrico Sanillo, che il suo collega di Sora ha già trasmesso nell’Intendenza i ver- bali redatti sotto la sua presidenza. Questi do- cumenti contengono le varie vertenze di confini nei comuni del Distretto di Sora: I Mu- nicipi che àn lite di confine sono otto: cioè nella linea nordovest rattrovasi Aquino, Palazzuolo, e Colle San Magno, e nella linea Sud est son posti Pignataro San- germano, Terelle. Piedimonte San Germano e Villa poi sono nel centro di questa continenza. La risposta di Enrico non si fa attendere e: Risolvei preve- nirli che il 21 passato mese mi sarei trasferito nella Rivista di Agronomia casa Comunale di quel Piedimonte ove invitava ad

227 Vittorio Imperadore Armando Pepe un convegno generale le Decurie di ognuno, Palaz- Intanto le prevengo che il Consiglio si riunirà il zuolo, Colle San Magno, Terelle, Villa Santa Lucia giorno 15 Aprile nel locale della Sottintendenza, alle e Piedimonte286. Furon sordi all’invito, e mi vidi co- ore 10 ant.e Il Sottintendete Conte Viti. stretto recarmi personalmente in taluni Comuni, e La prima opera di questa riunione è stata la nomina prender corrieri a proprie spese, onde veder compiuti del Segretario, verificatasi a pienezza di voti nell’egre- i primordiali della liturgia amministrativa, lo che av- gio Consigliere D. Beniamino Caso, che ne ha accettato venne dopo poco intervallo… gentilmente l’incarico… ed il sedici Aprile riunitisi i Signori Consiglieri si è presentato alla mente di tutti il Il primo documento reca la data dell’11 lu- cataclisma che nel 13 Settembre dello scorso anno tentò glio 1801, ed è la storia che si ripete, è la stessa sommergere interamente gli abitatori di questo Capo- lite che coinvolge dal 1810 al 1857, su diversi luogo, fiancheggiato dal rivolo Torano, e suddito di due fronti, la famiglia feudataria dei Gaetani d’Aragona e i comuni di Piedimonte, San Gregorio, Castello e San Potito per la divisione del de- manio ex feudale nei nostri comuni. Con decreto del 15 marzo 1858 En- rico è stato nominato Presidente del Consiglio Distrettuale di Piedi- monte. Un secondo documento atte- stante tale nomina gli arriva da Gaeta il 20 marzo 1858, e il 29 dello stesso mese è il Sottointendente Conte Viti a comunicare a Enrico la stessa nomina. Chi ha perorato la causa di Enrico alla carica di Presidente è D. Ago- stino Severino, Tenente Colonnello e Segretario particolare del Re, che Enrico con lettera del 22 aprile del 1858 ringrazia: Signore con vero compiacimento le ma- nifesto che S. M. (D.G.) l’ha nominata Presidente del Consiglio Distrettuale- A quest’atto di Sovrana clemenza son sicuro che Ella saprà corrispondere con tutto lo zelo di cui è capace per meritarsi sempre più novelli tratti della degnazione So- vrana, ed a me vorrà accordare tutta la sua valevole cooperazione per concorrere al meglio dell’Amministrazione, ed a ren- dere à sudditi di S.M. quell’immeglia- mento da noi dipende, e quella giustizia che loro compete. Conte Francesco Viti, l’alluvione del 1857.

286 - Piedimonte San Germano

228 Il tramonto dei Sanillo torrenti Vallepaterno e Rivo. … La presenza delle 2° Sessione. tracce del devastamento; lo interro degli alvei; la dirit- Poscia a relazione del Consigliere Golini il Consiglio tura degli sbocchi, l’arbitrario girovagare de’ torrenti, si è occupato della formazione di una strada che da possono da un momento all’altro tuonare su Piedi- Prata accostando Fossaceca, , ed il Capoluogo monte l’ora estrema, se l’incuranza perduri. di Circondario Capriata, costeggiando il Volturno Esso si manifesta specchiato se si esamina il ri- presso la Reale Tenuta di Torcino, sboccasse al ponte dorso del monte a cavaliere di Capotorano, ove diverse Reale. In seguito si è passato alla conoscenza dell’at- chine convergendo in un medesimo punto, formano tuale andamento in che rattrovasi il beneficio della co- un naturale bacino, detto le Grassete, nel quale met- struzione di una doppia scafa sul Volturno presso ton foce ben quattordici versanti. Piedimonte a spese della Reale Tesoreria, onde offrire Questo scolo, operatosi da secoli, è ormai vicino maggior comodo á viandanti di quello che presenta l’at- a colmare il poco altro vuoto rimasto a quell’ampio tuale zattera appartenente alla Casa de’ Duchi di Lau- recipiente, che ripieno si traboccherà su Piedimonte, renzana, attesa la enormezza della tariffa di pedaggio, ingrossando per tre volte l’attuale Torano: allora e la difficoltà dell’accesso attraverso le melme di una questo rivolo, vita dell’agricoltura, addiverrà il fla- sponda malsicura né mesi d’inverno. gello dell’umanità. Il proprietario della scafa in parola non ascritto a ben servire il pubblico, da un regolamento ha potuto Ci si riferisce all’alluvione avvenuta a sino ad ora, e può tuttavia tenere un imbarcazione Piedimonte domenica 13 settembre 1857. formato da galleggianti fascine, e trasportarlo in caso Lungi da scemarsi veniva la pioggia sempre più di piena, lungo la sponda, da un sito in un altro, ove crescendo; i lampi e i tuoni con maggior fragore, la meglio spendendo poca moneta, gli conviene. Di ciò bufera imperversava, la pioggia intanto, nascono due danni gravissimi: il mal servizio del pub- crescendo a dismisura anche pel volume, insolito blico, ed un annuo interesse al Real Tesoro, dipen- a vedersi, eccitò gli animi degli abitanti di Piedi- dente dall’apertura di tante nuove strade. monte, ed i pianti che si udivano in su le strade già annunziavano lo straripamento del Rivo, del Torano In seguito, il Consiglio si è occupato della e del Vallone Paterno, abbattendo i molti ripari di necessità lungamente sentita, di costruirsi un fabbrica costruiti lungo il corso, acqua e fango in poco ponte sul Volturno presso Pietravairano, ed ha tempo invadevano Piedimonte, trasportando pietre, espresso così il suo voto: Lo sviluppo del benes- sassi e macigni di una grandezza e quantità da ecci- sere degli abitanti del Distretto di Piedimonte allora tare la meraviglia di tutti; seminando lutto e distru- solamente diverrà un fatto possibile, quando sul Vol- zione su Piedimonte e l’intera Vallata287… turno che ne percorre le centrali contrade, sarà messo un ponte il quale faccia una volta sparire quello stato I cadaveri rinvenuti furono 41; non potutosi ritro- d’isolamento al quale vengono condannate più mi- vare quello della donna gioiese; e rimanendo incerto, se gliaia di uomini, allorché nella fredda stagione quel tre arruotini girovaghi, che al cominciar delle alluvioni fiume si gonfia, straripa, e rende intrafficabili le vie. furon visti in una bottega e poi non comparvero mai … E’ problema troppo vitale: è a sapersi niente di più fossero stati in essa sepolti sotto quell’immenso am- meno se meglio che 70 mila sudditi del Re abbiano a masso di macigni, che sopra notammo, che si pose in godere de’ beni della civil comunanza. luogo di quella casa e di altre contigue, e che finora non è stato interamente rimosso. … per lo sgombro e ripu- Sessione 5.a limento dell’opificio del sig. Egg travagliassero 180 Assembratosi il Consiglio col Presidente nella solita operai per 30 giorni, ed 80 per altri 15 giorni. Sala delle sessioni ha espresso il voto che segue. Se la in-

287 - Dell’Azione amministrativa nella calamità dell’alluvione, Sottointendente Conte Viti. Napoli 1858, Stamperia e Cartiera del Fibreno.

229 Vittorio Imperadore Armando Pepe trapresa della ferrovia del Riseis non fosse andata a 2. Stabilimento laterizio vuoto, Piedimonte sarebbe stata una delle Città che ne Al confine tra San Potito e Gioia insiste la avrebbe principalmente goduto i vantaggi, imperciocché “Masseria della Pincera”, che porta lo stesso to- non è a dire quanto si giovi di cosiffatto mezzo di co- ponimo della località. Enrico in questa zona municazione, gloria del secolo che corre, un paese ma- ha impiantato la fabbrica di laterizi per la pro- nifatturiere come il Piedimontese; Per fermo questo duzione di: pinci, canali, cunei, mattoni, matto- capoluogo nel quale giganteggia il primo Stabilimento nacci e rigiole. Due sono i libri dei conti arrivati di cotoneria e telerie della Italiana Penisola, attraver- indenni ai nostri giorni. Il primo va dal gen- 288 sato da un ramo di via ferrata , sarebbe addivenuto naio del 1857 al 31 dicembre 1859. Enrico Sa- una delle più fiorenti Città del Reame. nillo, il primo di ottobre 1856, firma il primo In vista di tali considerazioni il Consiglio azzarda contratto di lavoro con dei cottimisti. di umiliare alla sapientissima mente del- l’Augusto, al quale la provvidenza affi- dava il destino dé Popoli occupanti la più bella regione del Mondo, il voto di veder risorta quella speranza che assai bambina morì. Ed invero se la privata pochezza fu quella che die’ morte a tanta speranza spetta alla grandezza di un Re, immagine di quella di Dio, di ritornarle la vita- De- Registro laterizia 1857-1859 gnisi la M. S. ordinare che un braccio della ferrovia oggi in costruzione diretta alla frontiera Ro- Sunto del contratto. mana, toccando Venafro, importantissimo punto, si La compagnia dei lavorieri sarà composta da cin- estendesse fino a Piedimonte d’Alife: almenose troppo que individui oltre al Direttore Rossetti. La qualità è l’ardire del desiderio, sino al primo Comune. degli articoli dovrà essere perfetta, lo scarto andrà a danno comune se causale; e se volontario cederà a Il Consiglio Provinciale plaudiva a siffatto divi- danno di colui che lo cagiona. La confezione, la cot- samento, che il Consiglio distrettuale credé estendere tura, e quanto occorre per consegnare, nel luogo ove è al Capoluogo Piedimonte per l’importanza delle ma- costruito lo stabilimento, gli articoli cotti, e ben fatti nofatture dello Svizzero Egg, e de’ Signori Gunny al Sig.᷈ Sanillo, sarà a carico del costruttore; Il locale Girard ed altri … ha pur determinato S. M. che si gli utensili, il combustibile, la creta ammucchiata o comunichi all’Eccell. de’ Lavori pubblici il voto del sull’aja dello stabilimento saranno forniti dal Sig᷈Sa- Consiglio. Per costruirsi co’ fondi del Tesoro un tronco nillo nella quantità e qualità necessaria al migliore di ferrovia da Piedimonte, o altro Comune alla ferro- progresso della fabbricazione. … via che mena alla frontiera Romana- Domicilio delle parti: Sant’Andrea dei Lagni in Essendosi esaurita la materia delle proposte, il Santa Maria di Capua pel Sig. Rossetti, e Sanpotito Presidente ha chiuso la presente sessione, dichiarando in Piedimonte d’Alife pel Sig. Sanillo. sciolti dall’obbligo di riunirsi ulteriormente per l’anno 1858, i Componenti del Consesso. Alla fine del 1857, i lavoranti hanno pro- Firmati: Filippo Golini, Nicola Cimorelli, Felice dotto: 5.405 mattonacci; 1.248 mattoni palmi Retez, Pasquale Torti, Beniamino Caso, Francesco 1; 28 mattoni palmi 0.75; 74 mattoni palmi Foschi, Raffaele Covelli. 1,25; 10.144 canali a coppo, movimentando in Enrico Sanillo Presidente quest’anno ducati 550.

288 - Il primo tronco ferroviario italiano, è la Napoli - Portici, inaugurato il 4/10/1839. Michele Vocino, Primati del Regno di Napoli, Grimaldi & C. Editori. anno 2007.

230 Il tramonto dei Sanillo

Nel 1859, gli stessi cottimisti lavorano: I pani di argilla da cuocere, sono posti in due ca- 6.542 mattonacci, 25.585 mattoni e 15.384 mere immediatamente soprastanti, comunicanti per canali. Alla fine del 1859 si movimentano du- mezzo di una struttura a salvadanaio con le camere cati 1.781,35, la pigione incide per ducati di combustione289. 69,00. È probabile che i cottimisti, con il di- rettore Rossetti, siano in fitto nelle case di Regno d’Italia, 19 dicembre 1861 proprietà di Enrico. Salvatore Compagnone di Succivo, di pro- Nel 1860 Prisco de Caprio, di Fontanovella fessione mattonajo, davanti al Notaio Simeone in Nola, appalta la battitura e tagliatura dei Pietrosimone e alla presenza di due testimoni, mattoni da pavimento. In questo stesso anno, Don Liberato Fiondella, Sacerdote di Calvisi altri tre cottimisti: Pasquale Venezia sempre di di Gioja e Don Giuseppe Seccia, Sacerdote, Fontanovella, Raffaele Aulicino di Santa Maria domiciliato in San Potito, dichiara di essere e Salvatore Compagnone di Succivo, prestano debitore del Sig. Enrico Sanillo della somma la loro opera nella fabbrica laterizia di Enrico, appaltando le confezioni di canali, mattoni e mattonacci e la disseccatura dei soli canali. Giuseppe Riccitelli, Francesco de Meo, Marcellino Palmieri e Pie- tro Ferrazza, appaltano la colatura e ammassatura della creta, ai seguenti prezzi: grana 10 ogni 100 canali; grana 12 ogni 100 mattoni da palmi 1; grana 06 ogni 100 mattoni da palmi 0.75, con l’obbligo di prestar aiuto a rientrare gli articoli “spasi sul- l’aja” in caso di pioggia. Alla fine del 1860 si tirano le somme; i cottimisti hanno prodotto: 7.125 mattonacci, 9.444 canali, 15.104 mattoni. Con un totale di 450 ducati e grana 72. Nella stessa zona, confinante con la fabbrica di mattoni, Enrico ha anche la Porchiera, ”allevamento di maiali”, e nel registro annota che in varie occasioni, nell’arco dell’anno, avviene il: Trasporto di fascine dalla Porchiera alla Pingiera. Le fascine pro- vengono dal bosco di querce, di pro- prietà dei Sanillo, che servono ad alimentare i forni all’interno dei quali è acceso il fuoco per cuocere Camere di combustione alla Pincera. le tegole e i mattoni.

289 - San Potito Sannitico, Da Villaggio Rurale a Città del Parco, progetto e cura Nicolino Lombardi. Anno 2004, pag 82.

231 Vittorio Imperadore Armando Pepe di ducati cinquanta e grana ottanta, per rima- Spessezza pal. 0. 6/100 nenza di ducati ottantasette, somministrati da Per ogni 100, Ammassatura grana 10 Enrico nel corrente anno, in conto di lavori la- Confezione, e dissecca tura grana 15 terizi. Il Compagnone s’impegna a “travagliare” Totale grana 0.25 nella fabbrica di laterizia fino al saldo del de- bito. Nel 1861, in località Pincera, sono pro- Riggiole, dotti i seguenti articoli: Per mattonate - Larghezza palmi 1. 13/100 Lar- Mattonacci n. 25.807; Canali n. 9.668; Mat- ghezza palmi 1. 13/100 Spessezza 10/100 toni 75/100 n. 5.362; Mattoni 110/100 n. Per aja- Larghezza palmi 0. 75/100 Larghezza palmi 35.217; Cunei n. 950; in questo registro, la ca- 0. 75/100 spessezza 20/100. sella dei mattoni più grandi, di cm 125/100 è (per aia, dim. cm 19,50 x 19,50 x 5.20) vuota, non c’è stata nessuna richiesta, l’anno si Per ogni 100 ammassatura grana 12 chiude con la perdita per gelo di 2.119 mattoni. Confezione gr. 15 Per rendere più chiara la lettura, uso le ta- Battitura, refilatura gr. 14 belle di comparazione, palmo - cm. Disseccatura gr. 15 1 palmo: cm 26,40 Totale grana 0.56 Mattone 110/100: cm 29,04 x 26,40 Mattone 125/100: cm 33,00 x 26,40 Fornace, Gli acquirenti registrati sono solo nove, tra Trasporto degli articoli sulla fornace gr. 60 cui Fiondella di Calvisi, che a settembre ac- Compositura, cuocitura duc. 1.00 quista 260 mattonacci, 1.000 canali e 2.300 Sfornatura gr. 40 mattoni. Il Sig. Egg290 di Piedimonte d’Alife, Totale duc. 2.00 in due occasioni, acquista: 10.160 mattoni, 2.100 mattonacci e 700 Canali. L’anno succes- Gli ultimi dati, trascritti dal registro quin- sivo, il 1862, il Sig. Egg, in quattro occasioni, quennale, sono del 1862. Dopo di questa data acquista: 2.550 mattoni e 15.221 canali. vi sono solo tracce di pagine incomplete, ri- guardanti la laterizia. Probabile che questi va- Condizioni d’appalto, e dimensioni degli articoli, lori trascritti sono lordi, per cui si dovrebbero per i cottimisti. detrarre le spese, ma non ho gli elementi per farlo, per cui mi limito a trascrivere queste in- Mattonacci. formazioni, Enrico in questi pochi anni movi- Lunghezza palmo 1 menta denaro così distinto: Larghezza 50/100 1859, duc. 165,00 Spessezza 15/100. 1860, duc. 450,72 (dim. cm 26,4 x 13 x 3,9) 1861, duc. 631,25 Per ogni 100 ammassatura grana 6 confezione 1862, duc. 842,23 grana 8 Totale Ducati 2.089,20 Totale grana 14 Per quanto questi dati possono sembrare in- Canali, significanti, faccio notare che la paga mensile, Lunghezza palmi 2. 25/100, in questo periodo è di ducati 4,25 mensile, Larghezza in cima pal. 0. 50/100 mentre il fitto di un’abitazione è di ducati 6,00 Larghezza in piedi pal. 0. 35/100 l’anno.

290 - Egg: Famiglia di Svizzeri, proprietari a Piedimonte della fabbrica di cotone, fondatore, Gian Giacomo Egg, arriva a Napoli nel 1812.

232 Il tramonto dei Sanillo

1864 è ancora attiva a San Potito la fabbrica Questo travaglio che voi fate noi non siamo adetti, se di laterizi della famiglia Sanillo in località Pin- piace alla vostra eccellenza il mastro ci sono Crapionde cera, e il 4 maggio, dai Casali di Faicchio En- la cuoce e noi lo travagliame e sono e mandatemi la ri- rico riceve una richiesta di lavoro: sposta per le vostre mani e sono Luigi Izzo. Questa let- Gentelissimo Sig.r D. Errico. Io vi prego. Se ave il tera anda al sua Ec. Sig.r Cavalieri Saniglio piacere di farmi venire a travagliare i canali con la vostra eccellenza Sig.r D. Errico se voi mi dite che io venco per 3. L’acquedotto in località Pincera291 tutto questo mese io soddisposto a venire a servirvi a voi. L’acquedotto, o meglio il grottino, come lo Perché io mi trovo principiato il travaglio di una fornace. chiamano gli attuali proprietari, ha uno svi- luppo totale di poco supe- riore ai cento metri, presenta il cielo a volta, è alto mediamente m. 2.30, largo m. 1.10 e si com- pone di due rami disposti a diversa altezza (dei quali solo quello superiore è at- tivo) che confluiscono in una grossa vasca di rac- colta. All’origine di en- trambi i rami si trovano i pozzi, indispensabili sia per l’aerazione sia per la manutenzione della con- dotta. … Tale sorgente è anche l’inizio del vallone detto Fosso dei Franci, che poco più a valle si approfondi- sce e segna, per un lungo tratto, il confine del co- mune di San Potito con quello di Gioia Sannitica. La scritta sull’arco d’in- gresso della condotta di cattura, la cui chiave ri- porta scolpito lo stemma della famiglia Sanillo con la data 1855, ricorda che fu proprio Enrico a racco- gliere le acque ed a strap- pare queste terre al bosco. Contratto a cottimo, Compagnone - Sanillo

291 - San Potito Sannitico, Da Villaggio Rurale a Città del Parco, progetto e cura Nicolino Lombardi. Anno 2004, pag 82.

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pasti e la cottura. Pur- troppo, dopo soli sei giorni, la sera del 22 lu- glio, la storia di questa fa- miglia prende un’altra strada. Enrico viene am- mazzato e tutte le sue atti- vità si fermano. Dopo 139 anni, nel 2004 nel libro di Nicolino Lombardi, questa storia, fa capolino, ma è solo in- torno al 2013, con il suc- cessivo ritrovamento dei registri dei cottimisti, che la fabbrica di Pinci, torna prepotentemente in scena.

4. Società serica Non soddisfatto dei suoi molteplici impegni, nel 1845 D. Enrico Sanillo crea con D. Emanuele Pe- tella, la Società della Seta. Per circa dieci anni i due si dedicano alla raccolta dei bozzoli da piccoli pro- duttori in San Potito e in molti paesi del circonda- rio, producendo organzina, seta, setoni e stracci. Una Richiesta di lavoro dai Casali di Faicchio piccola parte è raccolta nei loro terreni; Enrico in ERAN POCHE ED OR SON MOLTE un unico libro mastro, di circa 160 pagine, an- D’OGN’INTORNO A FORZA D’ORO nota tutti i movimenti delle due società, la por- QUI QUESTE ACQUE ORMAI RACCOLTE cina e la serica292, purtroppo alcune pagine COL SUO GENIO A GRAN TESORO mancano, risultano tagliate di netto. INVERTIR DEL BOSCO UN DI’ DEI SANILLO ENRICO ARDI’ Anno 1846, acquisto dei bozzoli L’ultima pagina della laterizia è del 1865, In quest’anno, la società serica, acquista da ed è il primo e unico foglio sciolto arrivato 99 piccoli produttori i bozzoli, provenienti da fino a noi. I cottimisti, in tre momenti diversi, molti paesi del circondario che sono: San Sal- il 7, il 14 maggio e il 16 luglio, hanno traspor- vatore, Caserta, San Lorenzello, Sant’Angiolo, tato pozzolana e fascine per preparare gli im- Atina, Gioja, Faicchio, San Potito, Alife, Cer-

292 - Fabbrica di seta

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zoli da San Salvadore duc. 01,00, Giornate a voltare il mangano duc. 10,95, ed altre spese.

1846, il prezzo dei bozzoli varia secondo la qualità, che va dalla prima alla terza scelta. Nel gran libro, è chia- rito che il prezzo in que- st’anno oscilla da 0,68 a 0,78 grana a rotolo. Per la vendita, la società ha tre sensali. 1855. Grottino in località Pincera Tommaso Mastracchio di reto, S. Lorenzo Maggiore, Alvignano, Puglianello, Pietra Vairano, Vallata293. Figurano anche i nomi dei produttori; per semplifi- care, annoto solo quelli di San Potito: Compra dalla Sig.ra Com- mare D. Clementina Petella, ro- toli 22 di bozzoli, da Carmela Iafusco, Don Ferdinando Impera- Rivista, la Campania Industriale 1840 dore, Marcellino Sauro, Michele Santagata, Antonio Piedimonte, Gaetano Lavorgna di San Loren- Lombardi, Francesco Bocchino, dalla vidua di Fran- zello e un terzo, non ho trovato il nome, che si cesco Fusco, Francescantonio Gaudelli, Maria Mastro- recano nei luoghi ove c’è richiesta di questi marino, Dialena Lombardi, Ippolito Federico, prodotti, cercano di percepire il prezzo mi- Giovanni Federico, Francesco Bocchino, Saverio gliore per la società. Il peso totale dei bozzoli Amato, Lucia De Longis, Luigi Iannitto, Teresa Mar- raccolti in questo 1847 è di 14 cantaja, 22 ro- tino, Giacomo Riccio. toli e 17 once, avendo sostenuto: La società acquista bozzoli da tutti i pro- Spese duc. 1.035,90 duttori, per un totale di: Cantaja quattordici, ro- Introito duc. 1.422,17 toli ventidue, ed once diciassette. Per l’acquisto dei Supero di duc. 386,27 quali si sono erogati in assieme ducati mille trenta- Si bonifica in contanti al Sig. cinque, e grana quattordici. Petella la metà di tal lucro in duc. 193,135. Importando compensativamente grana 72½ a rotolo. Spese Estraordinarie Consultando il libro Tavole di Ragguaglio, Pesi Regalo ad un sensale Casertano che ci ha messi al e Misure, di Giovanni Landolfi, stampato a Na- corrente in ogni posta dei prezzi di Caserta, duc. poli nel 1865, è possibile convertire i vecchi 01,45. Viaggio di Tommaso Mastracchio a Caserta pesi con i nuovi: per conoscere i prezzi, duc. 01,20. A Tommaso Ma- 1 Cantajo: kg. 89 stracchio in altre occasioni duc. 03,60. Trasporto dei 1 Rotolo: gr. 89 bozzoli da San Lorenzello duc. 01,78, trasporto boz- 1 Oncia: gr. 27

293 - Vallata, rione di Piedimonte d’Alife

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Nell’anno 1846, la società raccoglie bozzoli L’ultimo anno di questa decennale società è il per quintali 12, kg. 67 e grammi 456. 1855, d’ora in poi non si hanno più riscontri 14 Cantaja: quintali 12 e kg. 47,4 della Società Serica “Sanillo & Petella”. 22 Rotoli: kg. 1.958 Quello che segue è il riscontro delle movimen- 17 Once: gr. 454 tazioni decennali, espresse in ducati, mentre nella pagina sottostante i valori sono sempre Nel 1847 i fornitori di bozzoli sono 139, tra nella stessa moneta, ma espressi annualmente. questi vi è Gaetano Lavorgna, da San Loren- zello, che oltre ad essere un produttore, è Esito duc. 27.241,90 anche uno dei sensali di Enrico. Introitoduc. 31.259,03 In quest’anno, organzina, seta e setoni sono Lucro duc. 4.017,13 venduti a Caserta, mentre gli stracci a Napoli.

Dal registro della seta 1846

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1847. Elenco dei produttori di seta

Società Serica Anno Esito Introito Supero D. Enrico Sanillo e D. Emanuele Petella 1845 1.083,04 1.438,12 355,08 D. Enrico Sanillo e D. Emanuele Petella 1846 1.035,90 1.422,17 386,27 D. Enrico Sanillo e D. Emanuele Petella 1847 1.233,17 1.330,33 097,16 D. Enrico Sanillo e D. Emanuele Petella 1848 3.112,11 3.368,17 256,06 D. Enrico Sanillo e D. Emanuele Petella 1850 1.144,81 1.417,11 272,30 D. Enrico Sanillo e D. Emanuele Petella 1851 1.219,12 1.471,18 252,06 D. Enrico Sanillo e D. Emanuele Petella 1852 2.124,72 2.331,27 206,55 D. Enrico Sanillo e D. Emanuele Petella 1853 1.666,54 1.942,63 276,09 D. Enrico Sanillo e D. Emanuele Petella 1854 6.687,40 7.425,42 738,02 D. Enrico Sanillo e D. Emanuele Petella 1855 7.935,09 9.112,63 1.177,54 Ducati 27.241,90 31.259,03 4.017,13

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5. Il progetto del Tram a vapore Tra il 1858 e il 1861 è documentato che En- Con molta probabilità il progetto non solo rico si reca innumerevoli volte nel magazzino di rimase sulla carta, ma non uscì mai dalle quat- Antonio Piscopo, fabbricante di olio di lino e tro mura del Palazzo delle riunioni. biacca napoletana, con magazzino di colori nella Strada Capuana n. 22 accosto ai pescivendoli, comprando molti ar- ticoli, che spaziano da: Olio di lino, acqua di ragia, sale saturno, celeso, carta vetrata, biacca di zinco, vernice inglese, nei colori, verde azzurro e verde rame, terra- glia cromata, blu di Prussia, colla Progetto per il treno Piedimonte-Caserta di pesce, brusce, mezze brusce, tira linee, vari tipologie di pennelli, Passano gli anni, e il 29 giugno 1879, si riuni- carta resina, centrelle, cinabro di Olanda, spen- sce un comitato di cittadini per ringraziare e so- dendo in totale ducati 243. Probabilmente in stenere il Cav Nicola Ventriglia deputato questi ultimi anni ha dato una sistemata al pa- Provinciale per l’interessamento della costruzione lazzo, è questo il periodo in cui frequenta con- di una ferrovia, Piedimonte, Cajazzo, S. Maria, temporaneamente più donne, pensando Caserta, per essere percorsa da un “Tram a Vapore”. probabilmente a un non lontano matrimonio. Il nostro circondario è stato falciato e smembrato nel 1861 pei sorvenuti avvenimenti, le nostre industrie e i nostri Piedimonte, lì 17 Marzo 1859. Signore, il So- commerci, già si fiorenti, restarono paralizzati dalle nuove printendente Generale di Salute, ha significato al S.r ferrovie che circolano da noi lontane, i nostri prodotti ri- Intendente della Provincia, per le relative disposizioni, masero senza valore, e le nostre arti ne andarono neglette. che la facoltà medica del Supremo Magistrato di salute, Tutto risorgerebbe col Tram che partendo da Caserta che trovandosi incaricato di pronunciare il suo parere e S. Maria, il cuore della provincia, arrivasse a Piedi- su di una quistione relativa al notrimento prodotto su monte, solcando la parte più fertile, più industriosa, più gli uomini dall’uso del seme delle così dette Doliche, ha popolata del nostro circondario. … ma noi abbiamo me- chiesto conoscere se nelle varie Provincie del Regno si stieri di tornare presto alla vita attiva e fruttuosa, noi desse il nome volgare di doliche allo stesso legume, o a non possiamo aspettare 40 e anche 50 anni. … ma per legumi diversi- Per lo che ha manifestato occorrere un noi sarà sempre un immensurabile beneficio quello di saggio del legume al quale vien dato il nome di doliche, poter andare entro otto o dieci mesi di tempo a Caserta, affinchè possa assolutamente e comparativamente far- in due ore e mezza, a partenza fissa, comodamente. sene l’analisi chimica per indagare quale principio Firmatari: Monsignor Luigi Merolla, Vincenzo renda il legume venefico, e quale specie del medesimo Coppola, Raffaele Rossi, Alfonso Falanga, Domenico abbia principio venefico più abbondante, per potersi Martino, Gaetano Milano, Mariano Piazza, Dome- poi acconciamente provvedere. nico Apicio, Ferdinando Stocchetti, Giuseppe De Il Sotto Intendente Conte Francesco Viti, Meo, Andrea Palmieri, Pasquale Viscusi, Saverio Fi- incarica Enrico Sanillo, di volersene occupare miani, Parroco Alessandro Pietrosimone. nell’ambito di questo primo Circondario, e Il Questi sono i firmatari del documento, tra 20 marzo, da San Potito, dopo solo tre giorni cui c’è il Dott. Mariano Piazza di San Potito, Enrico trasmette la risposta: che a poco più di tre mesi dalla firma del do- Il dolico che si coltiva nelle contrade di questo Cir- cumento muore, all’età di circa 88 anni. Anche condario è un legume speciale, e diverso dagli altri fa- il secondo tentativo di avere la ferrovia nelle giuoli. Fra le quarantanove specie (secondo Candolli) nostre contrade non ebbe esito positivo. nonv’è di quelle che racchiudano un veleno acre facile

238 Il tramonto dei Sanillo a disperdersi mercé le ripetute immersioni in acqua proporzionato al consumo del genere. Siffatta contri- bollente. Il legume prodotto dalle piante che qui si buzione non era circoscritta ai soli Cerretani, ma si coltivano, è compresso, lineare, a due valve, con tra- estendeva su tutta la genia dei contravventori senza mezzi trasversali cellulosi, frapposti ai semi, suture distinta di paese. non alate, ne carinate; semi ovali più o meno com- pressi. I caratteri di questa specie di doliche diversi- Napoli, Maggio 1859. Il Duca di Sangro ficano da quelli del dolico detto volgarmente fagiuolo, comunica al caporale Enrico Sanillo che in li- perché à un calice munito di due bratteole, campanu- tografia si sono eseguiti i ritratti delle LL. AA. lato, a cinque denti, corolla papiglionacea, carina cur- RR. il Duca e la Duchessa di Calabria. Il Real vilinea, stilo appiattito, stami diadelfi. Si coltiva ma Ministro della Guerra ne ordina l’acquisto, ristrettamente nei Comuni di Gioia, S. Gregorio, Ca- chiarendo che i due ritratti riuniti costano do- stello, Raviscanina, Valle di Prata. Negli altri cir- dici carlini. Enrico risponde che nel trascorso condari perché più gretti, ed alpini la coltivazione ne aprile a un commesso del Sig. Nenzel, che gi- è più estesa, e l’uso più generale- rava queste contrade, diede la sua firma per le Il Conte Viti, non è solo il suo superiore, è due litografie. soprattutto un amico, sono molti anni che fra i 25 giugno 1859. Enrico si reca nella fab- due si è instaurato un rapporto di leale amicizia. brica di lastre e campane di Antonio Rossi ac- Il Conte Viti lo ringrazia sia per averlo tenuto quistando sessanta lastre doppie al prezzo di capace a fornirgli tali notizie, secondo, per ducati 41.60, ricevendo uno sconto di ducati averlo onorato al margine del documento con 13.86, oltre un successivo sconto di ducati l’epigrafe di “Delegato della Sotto Intendenza”. 2.74. Enrico si porta in questa fabbrica più volte, il 21 Aprile del 1853 per l’acquisto di Piedimonte lì 5 aprile 1859. Il Sotto Inten- 190 lastre di prima qualità, l’11 Febbraio del dente Conte Viti chiede in forma riservata a 1858 per l’acquisto di altre 100 lastre. Enrico Sanillo, chiarimenti sul furiere Onora- rio Valentino Fedele, addetto all’ambulanza Piedimonte, 2 Agosto 1859. Enrico Sanillo Doganale di questo Capoluogo, che profitti riveste a San Potito il ruolo di primo eletto e il con i contrabbandieri di Cerreto, fatti i relativi Sottointendente, Conte Francesco Viti, gli co- controlli, Enrico chiarisce: munica: Il Re (D.G.) mi ha destinato ad assumere le funzioni d’Intendente dell’estesa ed importante San Potito, lì 26 Aprile 1859. Valentino Fe- provincia della 2° Calabria Ulteriore, abbandonare dele, foriero onorario nell’ambulanza doganale, soffre queste amene contrade, distaccarmi da amministratori il contagio di che sono affetti tutti i suoi camerati, sì docili, troncare ogni relazione officiale con lei, e non esclusi gli attuali in servi- zio in codesto Capoluogo. Egli quando era in Piedimonte esi- geva un premio da ciascun contravventore del Comune di Cerreto che transitava il ta- bacco in contrabbando per Ra- viscanina nei sacchi, per ognuno dei quali il foriere car- piva grana 20. Dai fuochisti, che usavano polvere in contrabbando, Fabbrica lastre e campane strappava un complimento

239 Vittorio Imperadore Armando Pepe con gli altri funzionari di ogni ramo e grado che sia è per anzianità la proposta a Caporale, sia in istato di grave sacrificio per me che per lo volgere di un lustro salute e di finanze da continuare a far parte di questo intero ho adoperato tutte le mie forze, ed il mio buon Corpo, e di prestar servizio, e se si trovi fornito di uni- volere per lo immegliamento del Distretto, e per lo forme, bardatura e cavallo da sella. esatto servizio del Re, N.S. La risposta di Enrico è del 30 Aprile: La Ovunque però esser possa la mia destinazione, guardia d’Onore Sig. D. Marcellino Campochiaro è avrò sempre presente l’attaccamento mostratomi da in buone finanze ma per complessione è poco atto a questa popolazione, la loro devozione e fedele suddi- montare un cavallo, per li accagionamenti di salute è tanza alla Dinastia felicemente Regnante. Io fra impossibilitato a servire. Per siffatti motivi da lei me- giorni partirò, e nel partire rivolgo a lei, ed a tutti desimo fu ritenuto inutile. una calda preghiera, è il ricordo di colui, che ancora 12 maggio 1860. Ogni anno, si rinnovano che lontano, vuol vivere tra voi col pensiero almeno, le Guardie d’Onore e il Duca di Cajanello, che cioè di continuare a servire con quell’impegno che fi- è il Capo Squadrone di Terra di Lavoro, chiede nora l’ha distinta, e di tener desta negli amministrati al Sanillo: Signore, la interesso farmi conoscere se l’ubbidienza alle leggi, affinché il mio successore vi siano a sua conoscenza, individui della Provincia abbia un argomento non dubbio della disciplina de’ di Terra di Lavoro, i quali abbiano tutt’i requisiti per funzionari, della docilità degli abitanti. essere chiamati a far parte delle Guardie d’Onore … Il Sottointendente Conte Viti lo statino che mi favorirà dovrà segnare i Nomi e Co- 1859, come tutti gli anni, Enrico è convo- gnomi degl’Individui, il nome del padre e la comune cato a Napoli per la tradizionale parata militare ove abitano e se abbiano cavallo o giumenta da sella in occasione della festa di Piedigrotta. La sfi- o per uso promiscuo. lata fu imponente e spetta- colare, con oltre sessanta pezzi d’artiglieria294 tirati a lucido e una cinquantina di battaglioni che face- vano a gara per le uni- formi più sgargianti. In un momento difficile si era voluto dare una dimostra- zione di forza che avrebbe dovuto intimorire i nemici e rincuorare i fedelissimi. Malauguratamente, la sorte, decretò, che quella del 1859, fosse l’ultima parata dell’esercito Borbo- Corrispondenza Duca di Cajanello ed Enrico Sanillo nico. Napoli 17 Aprile 1860. Il Duca di Cajanello Enrico ricevuto l’incarico di trovare uomini chiede al Caporale Enrico Sanillo informa- idonei a far parte delle Guardie d’Onore, dopo zioni sul suo concittadino Marcellino Campo- un mese inoltra risposta al comandante. Si- chiaro: … le sarei grato se mi facesse conoscere con gnore, non dico già come vagliando il personale della suo sollecito riscontro, se il Guardia d’Onore D. Mar- Provincia cui appartengo si avria gran novero di no- cellino Campochiaro di codesto paese, cui spetterebbe velli individui per immatricolarsi nelle Guardie

294 - Sandro Castelnuovo, I cinque Borbone, la dinastia napoletana dal 1734 al 1860. Edizione altra stampa.

240 Il tramonto dei Sanillo d’Onore; ma le assicuro, e con certezza, come dal solo quest’ultimo: Signore, Lunedì fui chiamato in Na- distretto di Piedimonte, che è mia Patria, si otterreb- poli, e, perché in Nocera si era aperto l’arruola- bero reclute sufficienti a completare lo Squadrone … mento296 dei giovani, così pensai condurre meco Germanico, affinché non avesse avuto la tentazione Napoli, 31 Luglio 1860. Mancano pochi di esser del numero, senza permesso del Genitore e giorni allo sbarco di Garibaldi a Napoli, tutto mio. Il rimedio fu peggiore del male, poiché Egli ap- sembra procedere normalmente. Il Capo Plo- pena giunto in Napoli si unì ad altri giovani e scom- tone De’ Medici convoca il Caporale Enrico parve ed io povero diavolo, dopo due giorni di Sanillo nella residenza di Caserta, in grande affannose ricerche, l’ho trovai col grado di I Sergente uniforme il mattino di lunedì 6 agosto alle ore in atto a pagare i volontari che si arruolavano … 11, per il giuramento di tutte le Guardie In questi momenti concitati e dopo la costi- d’onore, che compongono il Plotone al suo co- tuzione della Legione del Matese, la popola- mando. zione di San Potito si divide in pro e contro Il 21 Agosto 1860, Napoli cade nelle mani l’Italia una297. Il Comandante della Guardia di Garibaldi, meno la fortezza di Castel San- Nazionale di San Potito comunica ai: Signori t’Elmo che, sebbene in condizione di resistere Componenti il Governo Provvisorio del Distretto di per un mese, capitola in ventiquattro ore ed è Piedimonte: Guardia Nazionale di S. Potito lì 9.7bre consegnata al nemico con trentaquattro can- 1860 - Ai Signori Componenti il Governo Provvisorio noni, cinquecento fucili, copiose derrate, mu- di Ailano di Piedimonte. Signori, non appena la sera nizioni, cavalli e muli. de 7. Stante ci giunse la notizia, che in codesto Ca- Il 25 Agosto 1860, si costituisce a Piedi- poluogo erasi formato un Governo provvisorio pro- monte la Legione del Matese, con 436 compo- clamando o Re dell’Italia una Vittorio Emanuele II, nenti, di cui due di San Potito: Borrelli con la Dittatura nelle Due Sicilie dell’Immortale Ge- Pasquale, milite, e Pietrosimone Nicola, cap- nerale Giuseppe Garibaldi, si sveglia in questa Guar- pellano295. La guerra è ormai alle porte delle dia Nazionale il sentimento di gioia. nostre contrade, nel frat- tempo nel Distretto di Pie- dimonte il posto di Sottointendente è ancora vacante. È il 6 settembre 1860, quando il Re Fran- cesco II, e la Regina Maria Sofia, con i suoi fedelis- simi, lasciato alle spalle il Vesuvio, per raggiungere Gaeta, e organizzare l’ul- tima resistenza. Sarno, 16 Sett. 1860. Biagio Milone collabora- tore, in Napoli, di Enrico Sanillo, comunica a Bandiera della Legione del Matese. Museo Civico di Piedimonte.

295 - La Legione del Matese, durante e dopo l’epopea garibaldina. Dott. Giovanni Petella. Città di Castello 1910. 296 - Francesco II, arruola giovani a difesa del Regno. 297 - “Italia una”: da alcuni documenti di nostri concittadini, e dal giornale la Campana del Popolo, così è definita l’Unità d’Italia.

241 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Allora per allora il Capo Sezione D. Filippo intenzione299 di S.M. il Re (N.S.) che dopo l’attacco Piazza, e D. Gabriele Olivieri si portarono nell’Eramo di Piedimonte d’Alife, se l’azione riesce felice per le Carattano, ove si trovava la Banda Musicale, e la con- nostre armi com’è a sperarsi, ella facendo correre i suoi dussero in questo Comune, la quale unita ai medesimi, rapporti per la via di Caiazzo e dopo non più che un a me, al Guardia D. Vincenzo Olivieri, D. Giuseppe giorno di riposo alle sue truppe, con tutta la colonna De Meo, ed alla Brigata di Servizio gittammo con gioia di suo comando compreso le truppe di Ruiz e con le l’abito facendo echeggiare fra musicali sentimenti i debite precauzioni prenda la volta di S. Potito, Tri- nomi di Vittorio Emmanuele, Garibaldi, e viva l’Italia vio, Casale di Faicchio, Amorosi, Ducenta, Valle, e una, e si unì a noi il popolo concorde. pei ponti della Valle piombare alle spalle di Caserta Ieri poi verso le ore 15 innanzi al Corpo di Guardia … Fu avvisato D. Enrico Sanillo dal Conte Gaetani fra musicali strumenti, fu spiegata la Bandiera tricolore di Laurenzana, e dal Vescovo Monsignor Gennaro con lo stemma di Savoja, e fu da me espresso al popolo il Di Giacomo di uscire d’avanti à Bavari, verso la mio voto di ravvivare il paese nella sera con luminarie, scafa di Piedimonte. che furono eseguite. Questa Guardia Nazionale à man- L’uscita contro i Bavaresi300 avvenne nel pome- tenuto l’ordine, che in minima parte è stato turbato, solo riggio del 25 Settembre 1860. Vi andarono, e si scorse debbo dirle, che una moltitudine di popolo gridò la Basso che la truppa veniva ostile per rinnovare in Piedi- della Autorità Amministrativa, che sono ancora quelli monte i fatti di Cajazzo; ma dopo un discorso tenuto di prima del 25 Giugno, ed in particolare, è quella del da Sanillo col Maggiore dei bavari, si concluse che se Cancelliere Comunale. Io l’ho calmato promettendo loro, i Piedimontesi erano “compagnoni”, lo sarebbero stati che le Autorità Superiori avrebbero a ciò provveduto. del pari i bavaresi, rassicurare che in città non vi era Il Capo Plotone ff. da Capo Compagnia alcuna forza nemica, con tali salutari preveggenze Marcellino Pietrosimone tutto ebbe buon esito, e Piedimonte fu salva da una imminente rovina. Il giorno 26 settembre abbassati Piedimonte, 22 settembre 1860. Un uffi- gli stemmi dei Savoja, furono rialzati i Borbonici; i ciale superiore molto vicino a Garibaldi inviò ritratti di Garibaldi e Re Vittorio Emanuele furono un ordine scritto al maggiore della Legione del sostituiti con quelli di Francesco II e Maria Sofia. Matese298 Giuseppe de Blasiis: Avrà cura di di- Fermati i bavaresi, la stessa sera, Enrico Sa- sporre che i signori Viglia, de Pascale, Hegg, Sanillo, nillo, si reca a Teano, e il mattino seguente, invia Caso e Del Giudice tengano in pronto al più presto un dispaccio al Ministro dell’Interno a Gaeta. possibile ciascuno un cavallo pel servizio militare, for- nito di sella e di tutto l’occorrente. S. R. M. Quattro giorni prima della battaglia del Vol- Signore, Ippolito Caruso ex Capo urbano del Co- turno, che segnerà la decisiva sconfitta dei mune di Ailano Provincia di Terra di Lavoro, umil- Borbone, Enrico Sanillo fa il doppiogioco. Uf- mente prostrato a piè del Real Trono vi espone che il ficialmente è il fedele sottointendente di Pie- Capo Nazionale di detto Comune Stanislao Villano dimonte d’Alife nel Regno delle Due Sicilie, avendo ardito togliere l’Effige della M. V. e dell’Il- tuttavia è legato per inestricabili trame al mag- lustre Regina da tutte le Ufficine, e dal Corpo di giore De Blasiis della Legione del Matese. Guardia; il giorno 16 stante lo esponente unito a Gio- Piedimonte il 26 settembre 1860. L’esercito vanni Donadio, e Vincenzo Cristiani riunì la Popo- borbonico è alle porte, con l’ordine impartito diretta- lazione nel maggior numero che si poté obbligando il mente da Francesco II di attaccare Piedimonte … E’ detto Capo Nazionale di esporre le Lodate Effigie,

298 - Società Napoletana di Storia Patria, Carte di Giuseppe De Blasiis, XXXIV. C. 15(4. Documenti della Legione del Matese, 22 settembre 1860. 299 - La Battaglia del Volturno, Antonio Iodice, Napoli 1990 300 - La Legione del Matese - Dott. Giovanni Petella Col. Medico nella Reale Marina, Città di Castello 1910 - “il Dott. Petella, nacque e morì in San Potito Sannitico”.

242 Il tramonto dei Sanillo che con venerazione, e rispetto gli si accesero i lumi Piedimonte, 18. 8bre 1860, Borbonici e nel d’avanti, gridando Viva il Re, e la clemente Re- piemontesi si scontrano su vari fronti. Enrico gina. Voleva quel Decurionato proclamare per loro Sanillo comunica al Maresciallo di Campo Re Vittorio Emmanuele, al che noi ci opponemmo mi- Conte D. Luigi Donglas, Commissario del Re nacciandolo di vita, e per tema non lo eseguirono. in S. Germano301, che: Il 26 del caduto settembre Di tale nostro operato, il detto Decurionato ne il Sr. Maggiore Migy mi rivestì delle funzioni di fece rapporto ai capi della Nazione, ed anche all’as- Sott’Intendente, fu necessità richiesta dalla pressura sassino Garibaldi, che fu spedito mandato di Arresto del momento, ed il precario posto io accettava non per per l’Oratore, Donadio, e Cristiano, che tutti e tre per iattanza; ma per sigillo di quell’obbedienza e di quella sfuggire per insidie si trovano fuggiaschi con rifu- filantropiche fin dal 1842 mi ha inspirato coraggio giarsi or qua, ed ora la; ma non avendo più mezzi di in difficili e faticosi mandati. Ma dacché il Sovrano mantenersi si rivolgono al pietoso cuore della M.V. (D.G.) ha scelto il Gerarca del Distretto nel S.r D. Fe- perché si degni dare quella provvidenza che crederà lice Retez di San Lorenzo Maggiore, il mio impegno onde possano rientrare in pace nelle loro famiglie. La è compiuto; né a me torna doveroso prolungarlo. umilio pure una lettera da me intercettata onde possa Il Sotto Intendente ff - Enrico Sanillo. più chiaro accertarsi della Trama. Piedimonte, lì 22. 8bre 1860. Il Sindaco di 5. 8bre 1860. Non è dato sapere chi sia lo San Potito Antonio Riccio e il Capo Compagnia scrivente, la lettera non firmata è partita dal vi- della Guardia Nazionale Simeone Pietrosimone, cino Comune di S. Angelo, arrecando grande già agli ordini dei Savoja, ricevono dal Sotto In- scompiglio fra i sostenitori borbonici per la tendente in Piedimonte otto fucili militari con le posizione di grande privilegio occupata dal corrispondenti baionette. Questi fucili servono Cancelliere Francesco Imperadore. per uso delle Guardie Nazionali del Municipio Cancelliero Francesco Imperadore di San Potito, che si dichiarano pronte a resti- tuirli a richiesta delle autorità. Sono trascorsi S. Angelo gli 5.8bre 1860. Signor Tenente Co- circa quattordici mesi che il Conte Viti è stato lonnello, con massimo dolore di tutti gli sudditi di assegnato ad altro incarico. Nel distretto di Pie- S.M.à Francesco II, si sa che tra gli tanti eccessi com- dimonte il posto di Sotto Intendente è stato da messi nel Comune vicino di Raviscanina, abbiano in- poco assegnato a Enrico Sanillo, ma per lui è franto anche le immagini del Re e della Regina, ed un’assegnazione provvisoria. Il posto di Sotto uno di tali empi sii stato il Cancelliero D. Francesco Intendente a suo parere è da assegnare a D. Fe- Imperadore, quello istesso che con un coppolo rosso lice Retez, ma il seguito gli darà torto. in testa fu il primo a prendere le armi per affrontare Nella prima metà di febbrajo il Capitano Torti302 le truppe regie sul Volturno, per tacere il tentativo ed i suoi militi stanziati in Piedimonte ebbero a cor- fatto contro il Comune di Ailano per strapparle anche rere qua e là nei piccoli Comuni prossimi, per esservi colà le immagini in parola. Intanto un simile scelle- apparsi soldati Regi sbandati, privi di mezzi, che gui- rato seguito a godere il soldo, e stare nelle funzioni dati (e questo è il peggio) da commilitoni nativi di que- che la clemenza del Re gli affidò!!! Approfondite, Sig. sti paeselli, andavano fomentando reazioni. Donde Colonnello, le vostre indagini, e grandi cose ivi trove- venissero è facile immaginare: o da Gaeta prossima rete perdonando al modo della presente così dettata ad arrendersi, o dallo Stato Romano che ne possedeva dalle circostanze de’ tempi. il vivajo dopo la rotta di Mola303, erano senz’armi tanto che assalivano i posti di Guardia per impadro-

301 - Cassino 302-La Legione del Matese. Dott. Giovanni Petella Col. Medico nella Reale Marina, Città di Castello 1910. 303 - Mola di Gaeta: Formia

243 Vittorio Imperadore Armando Pepe nirsene, la prima loro apparizione fu il 5 febbrajo in guito, riesumati i corpi, sono stati portati a San Potito Sannitico, il cui Capitano della Guardia Napoli, e deposti nella Chiesa di Santa Nazionale Simeone Pietrosimone (divenuto poi Sin- Chiara. Con la guerra in atto e l’avanzare dei daco del Comune, e barbaramente ucciso con Enrico garibaldini non c’è più tempo per le riunioni Sanillo dai briganti nel’65) ne avvisò Del Giudice per o per cambiare il ruolo dei vari personaggi, averne soccorso di forze armate. così Enrico rimane investito a pieno titolo dai Indi a pochi giorni, nel medesimo paesello due Borbone, nella funzione di Sotto Intendente nuove occasioni di disordine. L’uno, oggetto di rap- del Distretto di Piedimonte, e lo rimarrà anche porto da parte del Tenente della Guardia Nazionale dopo, con i Savoja. Filippo Piazza, al quale si era presentato il pittore Vincenzo Olivieri denunziando il tabaccaio Andrea Piedimonte, 19 ottobre 1860. Cerreto è D’Orsi, che gli aveva affidato uno stemma Borbonico sulla linea di transito dei Garibaldini concen- per farselo ridipingere, e certi ritratti dei Sovrani trati a Campobasso e, al loro passaggio, sono ancor regnanti in Gaeta. sostituite le immagini del Re Francesco II e L’altro, oggetto di rapporto del Tenente Vincenzo della consorte Maria Sofia con quelle di Ga- Pitò della Legione del Matese, che denunziava come ribaldi e Vittorio Emanuele. Il Sotto Inten- nel Corpo di Guardia di San Potito il quadro del Re dente Sig. Enrico Sanillo ne informa il Galantuomo e dell’Invitto Garibaldi avevano al ro- Ministro Segretario di Stato dell’Interno vescio i ritratti dei Sovrani Francesco II e Maria (ramo Polizia) di Gaeta, specificando che i Sofia. Un tal fatto ha addolorato tanto nojaltri che tafferugli scoppiati a Cerreto non rappresen- gli Uffiziali della guardia Nazionale Potitese, tanto tano il ripristino della Monarchia Borbonica, più che la spontanea dichiarazione dell’interessato ma la “iattanza” di taluni fra gli Ufficiali di asserisce di aver messo quelle figure ad oggetto di evi- quella Guardia nazionale. tare qualche doloroso accidente che avesse potuto es- sere consigliato da irritati nemici. Erano tristi segni dei tempi in quell’agonia di Gaeta. Francesco II è assediato a Gaeta, prossima ad ar- rendersi, che capitola il 14 febbrajo 1861, fu festeg- giata in Piedimonte con luminarie, un Te Deum cui partecipò Mons. Di Giacomo, ed un pranzo offerto da del Giudice ai poveri della Città. Sottoposta a tre mesi di bombardamenti, la piazzaforte di Gaeta304 oppone una strenua resi- stenza. Fu una pagina gloriosa, scritta anche dal Re e dalla Regina: Incuranti del pericolo, si aggira- vano spesso tra gli addetti alle batterie mentre infuria- vano gli attacchi. Francesco II lascia Gaeta ridotta a un cumulo di macerie, destinazione Roma, dove rimase fino al crollo del potere temporale, l’ultima destinazione è Arco in Trentino, sotto il dominio austriaco.

Nel 2010, nel mese di gennaio, ho fotogra- fato nella Chiesa di Arco, in Trentino, le due Lapide di Francesco II e Maria Sofia, lapidi di Francesco II e Maria Sofia, in se- ad Arco in Trentino.

304 - I cinque Borbone. La Dinastia napoletana dal 1734 al 1860. Altra stampa edizioni.

244 Il tramonto dei Sanillo

Il Maggiore Comandante, Achille del Giudice. operazione. Mi dia subito conoscenza del suo operato, Al Sig. Comandante la Guardia Nazionale di Ai- e la prego a non appartarsi dall’ordine gerarchico. lano. Comando Militare delle Guardie Nazionali del Di- stretto di Piedimonte. Signor Comandante, con decreto dell’Illustre Dittatore Gene- rale Garibaldi, io sono stato onorato del grado di Mag- giore Comandante le Guardie Nazionali in questo Distretto di Piedimonte. Molteplici affari di mia fa- miglia difficilmente mi avreb- bero consentito di accettare un così onorevole incarico, se prin- cipalmente io non avessi confi- dato nella di lei cooperazione, nel zelo patriottico che tanto la distingue. Mi rivolgo a lei quindi fiducioso della sua buona volontà pregandola a organizzare al più presto pos- Enrico Sanillo, manuale di cavalleria sibile nel suo comune il Capo della Guardia Nazionale, mobilizzarne una porzione Achille Del Giudice, si è da subito schierato dé più giovani, ed atti alle armi, e tenerli pronti ad ogni a favore dei Savoja, Enrico Sanillo sta in bisogno della patria comune, confortandoli con le parole, mezzo, e come una foglia, segue il vento del più e col di lei esempio non tralasciando di arruolare volon- forte. Piedimonte 22 Ottobre 1860, il Sottointendente tari, che lei con la sua energia saprà rinvenire. invia al Capo Compagnia della Guardia Nazione di S. Una parte ancora delle forze del nemico Borbone Potito Simeone Pietrosimone e al Sindaco di S. Potito si mantiene in questa Provincia, occupando la linea Antonio Riccio, n. 8 fucili militari, con le corrispon- strategica del Volturno da Cajazzo fino a Gaeta. Bi- denti bajonette e completi di finimenti, quali fucili ser- sogna quindi esser pronti alla difesa del nostro paese, e vir devono per uso della guardia Nazionale. spiegare quindi tutta la energia, e patriottismo che si addicono ad uomini volontari, e bravi come loro. Sarà Sempre in questo mese di ottobre, Enrico vigile a tener d’occhio tutti i militari sbandanti e di- acquista due piccoli volumi in lingua francese, sertori, che passassero nell’ambito del suo Comune, di- il primo sono istruzioni per la cavalleria appie- sarmandoli subito e tenere presso di lei le armi e data, il secondo per la cavalleria propriamente munizioni, e mi darà subito conoscenza. Infine mi at- detta. “Istruzioni per gli esercizi a piedi e a cavallo tendo da lei il quadro esatto di tutti gl’individui delle dei Dragoni in armi”. Dragone: soldato a cavallo Guardie Nazionali nel suo Comune, e degli Uffiziali di una sorta di cavalleria tra grave e leggera, e di qualunque grado. La mobilizzazione di una parte che al bisogno combatte anche a piedi. Ora è di essa dovrà essere fatta con la massima sollecitudine quasi dismessa305. Nel periodo del decennio di un richiamando su di lei il biasimo la lode di siffatta francese a San Potito le famiglie benestanti

305 - Vocabolario della lingua parlata, Rigutini e Fanfani, Firenze - G. Barbèra- Editore. anno 1854

245 Vittorio Imperadore Armando Pepe parlavano in italiano, francese, latino, e alcuni, francamente che se si trattasse di una rassegna scien- anche il greco. Di quel periodo ho letto molti tifica avrei prestata con piacere la mia firma; ma pa- documenti delle famiglie Sanillo, Onoratelli, scere lo spirito delle passionate fantasticherie Francomacaro, Piazza e Natale306. giornalistiche, io stimo opera a vanvera. … Enrico Sanillo

Nell’arco degli anni Enrico si abbona a molti giornali e ri- viste: La Stampa Meridionale, Il Pungolo, La Corrispon- denza, il Corriere della dome- nica, Civiltà Cattolica, il Conciliatore, la Patria e altri. 1862. Da un progetto per la ri- costruzione e rifacimento di un fabbricato appartenente al Sig. D. Enrico Sanillo, in Pie- dimonte al luogo detto lo Spurgo, si apprende che: Il fabbricato attuale è composto di tre case terrene separate da altre due case terrene da un cortiletto a sinistra, delle quali due case ter- rene la prima à un arco di fabbrica nel mezzo, e due stanze soprappo- ste, alle quali si accede per mezzo di una scalinata armata a legno si- stente nella detta casa terrena, l’altra è un fondaco sporgente sulla strada mercato, e ad una sottopo- sta cantina. Il materiale per la ri- costruzione, mattoni, mattonacci, canali, rigiole, proviene dalla sua fabbrica in località Pincera a S. Potito, anche le travi in castagno Enrico Sanillo, manuale di cavalleria, in francese sono di sua proprietà, con un de- posito di legname sempre in S. Potito 6 dell’ottobre 1861 da San Potito. Pel Sig. alla via Botteghe. Redattore del Giornale la Patria, in via fornovecchio a Toledo n. 14 Napoli. Con l’ultimo postale ella si è Contabilità 1863 compiaciuta dirigermi due numeri del periodico la Pa- Enrico, in quest’anno annota tutte le spese tria, forse per propormene l’associazione. Io che di po- nel registro “Contabilità 1863” molte di queste litica non bazzico, ne intendo apprendere, le dico si eseguono a Napoli, data l’enorme quantità

306 - Dottor Bonaventura Natale da , sposa la zia di Enrico, Maria Rachele Sanillo. nei suoi due libri, usa citazioni sia in francese che in greco.

246 Il tramonto dei Sanillo di notizie trascritte, ne riporterò solo alcune. superiore, agricolo, industriale e commerciale. Viaggio, alloggio e regalia dj 27.98 Corso di disegno industriale, con 34 tavole, che si darà Cibarie e piccoli complementi dj 15.71 in 13 pubblicazioni, nell’ordine che siegue: Penne d’acciaio e foglietti dj 2.90 Geometria pratica del compasso Sigari dj 11.03 Geometria descrittiva Cappello regalo a Filippo Ferritto dj 3.00 Taglio di pietre Caffettiera porcellana dorata dj 4.70 Architettura Portieri n. 8 a dj 3.00 importa dj 24.00 Prospettiva Totale esito per Napoli dj 361.66 Disegno delle ombre Armatura di legname Per la elimosima straordinaria dj 00.60 Arte de’ falegnami A zia contanti per uso della famiglia dj 31.20 Arte de’ ferrai Maccheroni pasta, e altro dj 15.26 Meccanica Elimosina in vari giorni dj 4.80 Topografia e fortificazione Elimosina al sepolcro dei R.R. Monaci Disegno della figura umana Francescani e Pascalini dj 1.80 Ornamenti Elimosina al Purgatorio a Sanpotito dj 1.20 Francobolli per lettera n 40 dj 1.71 Partendo dal 1858, Enrico rivoluziona Formaggio svizzero grana 38 completamente la sua vita. Compaiono i Parmigiano grana 31 primi scambi di lettere con qualche fidanzata, Coverta ricamata dj 10.50 e in poco tempo le lettere diventano diverse Gilet seta e filo dj 2.50 decine, con quattro protagoniste: Angela Ian- Cappello di seta per me dj 2.50 nuccilli di Prata, Giulietta Tolva e Giulietta Sedia pel pianoforte 7.50 Paternostro di Napoli e infine Alfonsina Pal- Ritratti alla fotografia Copie 30 a gr 10 duc 3.00 mieri di Faicchio. Enrico rinnova completa- Rosolio bottiglie 12 Dj 3.60 mente il suo palazzo acquistando letti, mobili Spazzole per panni, e per capelli, scoppettini per e fa dipingere in più occasioni dal pittore denti, pettini, orologi ed altri oggetti, Dj 34.80 Vincenzo Olivieri gran parte del palazzo: Spugne fine per toelette Dj 3.00 Per il suffitto con cornice freggiata nella stanza Libro per la messa in avorio dj 10.20 da studio; Idem per 3. stanza da letto; Idem 2. con Carta da scrivere risma 1à Dj 1.57 garzone a conto del proprietario e Figurista; Per di- Servizio di toelette in cristallo dj 2.00 rezione nella scala e saletta; Per direzione nella sala Candelieri cristallo gr 60 e lavoro; Per direzione e lavoro nel suffitto e focone. Sciacqua bocca 2 gr 40 Per direzione e lavoro nella prima dietro stanza. A Mariano Sanillo per pagare le medicine dj 5.00 Per suffitto e della galleria con manodopera ornamen- Spioncino dj 6.00 tale e colori per ornatista e figurista, ed a spese del Mozzarella rot 1° proprietario il figurista e garzone. Sulle cornici dei ritratti di famiglia dj 10.00 Totale speso Dj 1.267,00 Microscopio Dj 2.50 Il tempo corre veloce, arriviamo così al 20 Napoli, 13 aprile 1863. Il Professor Giu- Febbraio del 1864, Enrico ordina da Raffaele seppe Buonsanti, proprietario del giornale Ricciardi di Napoli una carrozza. Sono tra- L’Economista Napoletano, invia a Enrico Sanillo, scorsi solo due anni dall’acquisto della car- raccomandato caldamente dal Conte France- rozza, il governo dell’Italia Una, applica una sco Viti, un prospetto delle sue stampe cor- nuova tassa. renti: Manuali per la scuola d’insegnamento

247 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Firenze307 28 giugno 1866. Eugenio, Principe per ogni servitore … la tassa sarà raddoppiata di Savoja, Carignano, Luogotenente Generale di S. per quei servitori che indossassero la livrea. M. Vittorio Emanuele II, Re d’Italia. 9. Sono esenti dalle tasse contemplate in questo de- creto: Il Re ed i membri della famiglia reale; I rappresentanti e gli agenti delle po- tenze estere; I fabbricanti o negozianti di carrozze per il loro commercio; I possessori di veicoli d’ogni specie destinati esclusiva- mente al trasporto delle merci. 10. E’ data facoltà ai comuni di so- vrimporre centesimi addizionali …, ma in nessun caso la sovrimposta potrà oltrepas- sare il 50 per cento della principale. Il ministro delle finanze A. Scialoja

San Potito, 02 maggio 1864. Fi- lippo Ferritto, dipendente e persona Carrozza di epoca borbonica a Villa Pignatelli, con caratteristiche si- di fiducia dei Sanillo, invia una lettera mili a quella acquistata da Enrico. a Enrico, che in questo periodo dimora Con Regio Decreto stabilisce la tariffa sulle vet- a Napoli per affari: Eccellenza per grazia di Dio, ture e sui domestici. la Signora vostra Zia gode perfetta salute, e lo stesso 1. I possessori e concessionari di vetture sia pubbli- desidera sapere di V. E. ed anche della Signora che che private sono sottoposti a tasse. sposa308. Si è polito il grano, ed i lupini, Potito Ma- 2. E’ considerata come vettura qualunque veicolo so- cera vuol sapere se volete far zappare il Torello al Ca- speso su molle e destinato al trasporto, mediante sino, e se volete far coltivare dove si è falciato il prato; mercede, di persone o di merce. Sono andato da Gonzales per pagare il trasporto di 3. Chiunque intende mettere e tenere in circolazione due casse vote, e mi ha cercato almeno Carlini trenta; una vettura pubblica dovrà munirsi di licenza. io gli ho detto vi fate pagare dal Signorino giacché 4. La tassa di licenza cui sono sottoposte le vetture credo sia troppo caro. Si è presentato Pascale Raccio pubbliche è fissata dalla tariffa che va unita al di Calvisi, se li volete dare un tomolo e mezzo di presente decreto… grano e tantaltro di granone, dicendo che non ha che 5. Ogni possessore, a qualunque titolo, di vetture so- mangiare, e che gli animali a Soccio pagheranno. spese su molle, destinate al trasporto delle persone, Si è presentato Michele Sauro, e vi cerca il le- è sottoposto a una tassa… gname per la festa di S. Antonio; Girolamo vorrebbe 6. La tassa sulle vetture private, che sieno fregiate farsi accomodare la stalla e Costantino dice di met- di stemmi ed emblemi gentilizi, sarà raddoppiata. terci le mattonaccie come stanno all’altra stalla e non 7. La tassa sulle vetture pubbliche è dovuta nel co- già la selciata di pietre. Per la piantagione al bosco è mune dove è stabilita, e sarà pagata a trimestri cosa bellissima tanto le Castagne che i cerquelli anno anticipati. sbucciati tutti, per la semina alla Canapina Andrea 8. Chiunque tenga a sua disposizione domestici per Codone ne sono uscite poche ma abbiamo osservato servizio suo e della sua famiglia, sarà sottoposto con Costantino, ed abbiamo trovate che stanno tutte ad una tassa di tre lire per ogni serva e di lire sei per uscire.

307 - Firenze, Capitale d’Italia dal 1864 al 1871 308 - Enrico Sanillo in questa data, non è ancora sposato, ma per Filippo Ferritto Alfonsina Palmieri è già sua moglie.

248 Il tramonto dei Sanillo

E’ venuto il figlio di Pietro Santino per vittova- randogli fedeltà, anche se il suo cuore rimane glia cioè per granone tomoli quattro e grano tomoli sempre borbonico. Si dedica completamente due, ordinate che debbo fare. Il Cavallo sta bene, il al lavoro, senza trascurare le donne e la vita cane sta bene, la somara Morella non è sgravata an- mondana. Da Caserta arriva un invito scritto cora. Questa mattina è venuta in San Potito la moglie su carta color paglierino, e in alto a sinistra dello Svecchi a portate a consegnare la chiave del l’effigie di Garibaldi: Gli Ufficiali della Guardia Caffè ed anche il pigione intero, D. Leandro a detto Nazionale si recano ad onore invitare il Signor D. Er- che nella settimana entrante viene in Napoli a parlare rico Sanillo, d’intervenire nella festa da ballo Dome- con V.E. Tanto la moglie, che lo Svecchio vi baciano nica prossima alle ore 8 p.m. nell’antico palazzo della la mano vi ringraziano che essi non meritavano ciò Sotto Prefettura309… che gli avete fatto. D. Giovanni Seccia vi saluta, gli amici vi salutano, la servitù vi bacia la mano. 6. Alfonsina Palmieri V.° Aff:mo Servo Filippo Ferritto 10 settembre 1846. Nasce a Faicchio nella casa di abitazione alla via S. Luca (oggi Corso Piedimonte, lì 10 maggio 1864. Filippo Umberto) alle ore 3 d’Italia Alfonsina Pal- Ferritto scrive a Enrico: Eccellenza Vi fo sapere mieri, figlia di Giulio, possidente, Sindaco e che la Signora vostra zia sta in buono stato di salute, Ufficiale di Stato Civile del Comune di Faic- io non ho creduto mai di dirvi nessuna bucia, io non chio, e Rosa Ungaro di anni 34; viene battez- sono Vitrinario, quello che mi dicono, io vi scrivo, ho zata con i nomi di Alfonsina, Brigida, Gaetana pensato di farmi fare la descrizione dallo stesso Vi- Palmieri nella parrocchia di S. Maria Assunta trinario rimettendovelo, e così regolarvi meglio. in Faicchio. La risposta di Savastano in riguardo alla cassa del Pianoforte, à preso la misura, e ha detto che, è 7. Il matrimonio tra Enrico buona. Vi rimetto un biglietto di quello che vuol ve- e Alfonsina Palmieri nire a faticare alla Pincera; ma vi dico che tiene brutta Faccia. Mi a detto angelo Ferruccio che Car- San Potito Sannitico 16 Maggio 1864. dilli vuole venire a travagliare alla Pincera. Gentilissimo Signor Compare, Ieri dall’altare sen- Le quattro rote vecchie sono state accomodate timmo annunciare il Vostro matrimonio con la Signo- da Savastano, Cassese, è stato piazzato al Palazzo, rina Palmieri; universale e grande fu la gioia, e che può aiutare Giuseppe quando al mattino pu- massimamente di me, e mia moglie, con la quale fac- lizza le stalle, si mete il prato che basta agli animali ciamo le nostre congratulazioni, augurandovi prospe- il giorno, e lo trasporta egli stesso al Palazzo. Non rità, felicità, lunga vita, e prole maschile, e che il così Giovanni; che voleva chi gli avesse falciato; è Signore voglia su tale evento, e sua discendenza span- chi ce lo trasportava; se volete così altrimenti si fa dere le sue Celesti benedizioni. come ordinate V.E. Pregovi porgere i miei ossequi, e fare le mie con- La Calcara che si doveva fare alla selva non si gratulazioni col vostro Sig. Suocero, e mio amico Don farà più; E venuto da me il Sigr. D. Peppino Piazza Giulio: altrettanto pregovi praticare, anche per parte e l’Economo di S. Potito Giovanni Izzo, e anno di mia moglie, colla vostra Signora sposa, e nostra fu- detto se li volete improntare i Perteconi a Candela tura commare, quantunque non abbiamo il bene di co- per fare il teatro. Il cane sta bene come ancora gli noscerla. Tanti saluti anche per parte di mia moglie, altri animali. le vostre future patine e mie figlie vi baciano la mano, Il tempo passa veloce, il fragore della ed in attenzione di vostri comandi, con qualche rigo guerra è ormai lontano. Enrico depone armi e di riscontro, mi dico. V.o Aff.mo Amico e Compare - divisa, s’inchina davanti al nuovo Re dichia- Simeone Pietrosimone

309 - Sotto Prefettura di Caserta, documento archivio Filangieri.

249 Vittorio Imperadore Armando Pepe

coabitazione sita strada Cirillo n 23, anche a me Notajo e testi- moni noti, che essendo stato con- venuto il matrimonio, devengono alla stipula del presente atto: Il predetto matrimonio sarà celebrato tra il termine di un mese secondo i canoni della no- stra sacrosanta religione con le norme del Concilio Tridentino e sotto lo appresso regime dotale previsto dalle leggi civili in vi- gore, esclusa qualsivoglia comu- Lettera di Angela Iannuccilli a Enrico Sanillo nione dei beni.

I genitori di Alfonsina Palmieri, sono Giulio Trascorsi solo cinque giorni dalla promessa e Rosina Ungaro. Il padre Giulio nasce ai Casali di matrimonio, il 18 giugno 1864, si celebra di Faicchio nel dicembre 1805 ed è figlio di nella chiesa di Santa Sofia311 in S. Giovanni a Crescenzo e Marianna Porto. Dopo due anni, il Carbonara, quartiere San Lorenzo in Napoli, 23 aprile del 1807 nasce nella stessa casa, ma il matrimonio tra Enrico Sanillo e Alfonsina 310 non dalla stessa madre, Luigi Palmieri , figlio Palmieri. Presenti alla cerimonia, i testimoni: di Crescenzo e di Irene Severino. Non ho recu- Giò Battista de Vito, Roberta Mesolella, Rosa perato nessuna corrispondenza tra i due fratel- Flaminio e Luigi Viggiano312. Enrico è al set- lastri, nessuna lettera per il matrimonio di timo cielo, finalmente ha coronato il suo sogno Alfonsina, né in seguito alla morte di Enrico e d’amore, sposando Alfonsina, e per dimo- poi a quella della stessa Alfonsina. Enrico e Al- strarle tutto il suo amore le offre: fonsina fanno promessa di matrimonio il 13 giugno 1864 in Napoli. 8. Regalo di nozze Avanti a noi Giovanni Rocereto fu Notar Pa- Fede di credito del Banco di Napoli cassa pietà in squale Notajo in Napoli, collo studio in casa di pro- testa a Enrico Sanillo del 18 giugno 1864, di lire pria abitazione al vico Naporani n 2, si sono Duemilacentoventicinque con la girata: E per me le costituiti da una parte il Sig. Enrico Sanillo di anni retroscritte lire Duemilacentoventicinque pari a duc. 44 del fu Pasquale, proprietario, domiciliato nel co- cinquecento, le pagherete al gioielliere Gennaro Ma- mune di San Potito Sannitico in Provincia di Terra resca per prezzo di manofattura, di oro, e di argento di Lavoro, a me Notajo e testimoni noto, ed in Napoli impiegato nella ligatura di brillanti che ò comprati, e di passaggio. E dall’altra i coniugi Signore Giulio soddisfatti interamente al predetto Signor Maresca Palmieri del fu Don Crescenzo proprietario, e la Si- in duc. Cinquemilaquaranta, e grani cinque, pari a gnora Rosanna Ungaro, non ché la loro figlia nubile lire ventunomilaquattrocentoventi, e centesimi ven- Donn’Alfonsina di anni 18, domiciliati nel comune tuno, con la garantia di lui in ogni tempo futuro sia di Faicchio, ed ora dimoranti in Napoli nella casa di pel numero come pel peso, e qualità dei Gioielli ven-

310 - Luigi Palmieri - Direttore del Reale Osservatorio Meteorologico Vesuviano negli anni 1855 - 1896, inventore del Sismografo e di molti altri apparecchi. 311 - Tutto l’incartamento del matrimonio è custodito nell’archivio del Duomo di Napoli. Reg: vol.8 al. 382 n° 11793. Nel 2004, Parroco Benedetto Sasso. 312 - Dei quattro testimoni mi è noto solo Luigi Viggiano, cameriere della famiglia Sanillo che esercita anche l’at- tività di tappezziere.

250 Il tramonto dei Sanillo

Rose d’Olanda per ducati sessantasei: numero dieci brillantini d’Olanda per ducati dodici: quattro smeraldi di carati otto per ducati centoventi: numero duecento- quarantotto perle Orientali per ducati centoquattordici di trappesi quattordici, ed acini cinque: in uno, tutto il valore delle pietre preziose nei predetti ducati cin- quemilaquaranta e grani cinque, pari a lire ventunomi- laquattrocentoventi, e centesimi ventuno. Così pagherete a totale soddisfazione del- l’avere dal Signor Maresca per manofattura, oro ed argento, nonché a documento della garentia di cui sopra è parola. Enrico Sanillo313.

Alfonsina Palmieri a 18 anni; foto eseguita a Roma poco prima del matrimonio. dutomi, giusta la classifica che segue. Beninteso però, la garentia, di cui è parola, s’intende contratta sotto Particolare della testata del letto di Enrico la espressa condizione che le pietre preziose debbano Ed è in questi stessi giorni, sempre a Na- scegliersi in presenza del Signor Maresca, o uno dei poli, insieme a mobili e arredi vari, Enrico ac- suoi rappresentanti: in contrario egli non è tenuto a quista due letti in ottone massiccio, uno è per veruna responsabilità. la sua stanza da letto. I lavori sopraccennati, esprimono una ghirlanda per la testa divisibile in quattro pezzi: un medaglione per S. Lorenzo, 9 Dicembre 1864. Nicola Mas- la gola con filo di perle Orientali: un braccialetto: un sone, zio di Alfonsina, turbato profondamente, pajo di orecchini a due pezzi: un anello. Per essi si sono scrive a Enrico, perché ha appena saputo da impiegati: Quattrocentosessantasei brillanti a concia Rachele Iazelda, vedova di Antonio Massone, inglese del peso di grani Duecentocinquantotto di va- dell’aborto spontaneo avuto da Alfonsina Pal- lore Ducati quattromilatre, e grana trenta: numero mieri nella casa di Napoli. duecentodieci brillanti a concia d’Olanda del peso di Desideroso di conoscere lo stato attuale di lei mi grani quarantuno e mezzo del valore di ducati seicen- affretto ad inviarti questa mia, benché vivessi certo totrenta e grani venticinque: uno brillante a concia di che i soccorsi apprestati opportunamente, e i riguardi Napoli di grani cinque e quarto del valore di ducati no- igienici consueti, la faranno ristabilire completamente vantaquattro e grana cinquanta: numero centoventi nella sua Signoria, da farti lieto in breve intervallo

313 - Archivio Filangieri.

251 Vittorio Imperadore Armando Pepe

amato Re Francesco II di Borbone. Il Sig. D. Andrea Palmieri, fratello di Alfonsina, da Na- poli scrive a Enrico: Nello scattolo che vi spedisco son riposte le litografie della quadreria Reale a To- rino, che dovete comprare per talune convenienze so- ciali, e per farsa dei tempi. Esse litografie sono in carta China, mentre la as- sociazione da me sottoscritta designava la velina: adunque verrà da voi un commesso librajo, Il quale lascerà le litografie in carta velina, per riprendere que- ste in carta China. Il favore mi attendo da voi si è di confrontare quelle che avrete dal commesso con queste da me inviatemi, a scanso di frodi di cui son ricchi gli astuti Altitaliani314. Alfonsina ieri lasciò il letto per pochi momenti: oggi à praticato lo stesso; cosicché a gradi fra breve ritornerà sana come era.

A dimostrazione dell’incrollabile fede bor- bonica, Enrico acquista uno dei suoi ultimi libri. Lettere Napolitane315 del Marchese Pietro C. Ulloa, Presidente del Consiglio dè Ministri di sua Maestà il Re della Due Sicilie. Roma 1864. Questo libro è già in seconda edizione, è Letto a baldacchino, anno 1864 stato tradotto dal francese dal Cav Teodoro pel nascimento di un solido bambino. Marietta Salzillo, socio corrispondente di varie accademie. manda i suoi affettuosi saluti ad entrambi, ed io, Enrico sa che questo libro nella nuova Italia è nella impazienza di un tuo riscontro, ti abbraccio in vietato, ma nonostante tutto lo acquista, lo fretta. Il tuo aff.mo Zio Nicola Massone legge e lo conserva gelosamente. Dalle parole Alfonsina anche dopo il matrimonio si reca dello scrittore: Quando prendemmo a tradurre le spesso a Napoli nella casa paterna, in modo lettere Napolitane, vi fummo incoraggiati dalle lodi particolare, quando Enrico per motivi di la- che avean levato in quasi tutta la stampa europea. voro, non è a San Potito. Molte sono le lettere L’Union, le Mercure de France, la Gujenne, la che scrive a Enrico e tutte hanno lo stesso ini- France Centrale, l’Esperance du peuple, l’Union de zio: “Sposo Amabilissimo” … dopo Dio, non vedo l’ovest ecc: in Francia, le Journal de Bruxelles, che in te solo la mia felicità. Enrico mio, non puoi cre- l’Emancipation ed i giornali fiamminghi nel Belgio, dere che soffre chi ama, e si vede priva del suo bene. molti giornali tedeschi, il Tablet, il John Bull, il Mor- Basta non voglio angustiarmi, vedrò fra breve il mio ning Herald e lo Stendard, in Inghilterra; la Civiltà bello Enrico. Cattolica, l’Osservatore cattolico, il Firenze, l’Unità Bada alla tua salute L’Aff.ma Sposa Alfonsa Cattolica ecc: In Italia tutti parlarono con altre lodi di questo 29 novembre 1864. Sono trascorsi quattro libro. Noi non potevamo confidare di rendere colla anni da quando è stata fatta “l’Italia Una” ma, stessa forza in italiano un’opera che in Francia erasi molte persone hanno ancora nel cuore il loro tenuta scritta con lingua e perfezione di stile da fare

314 - Altitaliani: Si riferisce ai piemontesi. 315 - Lettere napolitane: Tipografia di Angelo Placidi, Roma 1864

252 Il tramonto dei Sanillo invidia ai migliori maestri nell’arte di scrivere … vo- Allora il Re si accorse che il suo destino gli aveva de- lendo sopra tutto render nota l’opera perché meglio si cretato una impossibile lotta, a Napoli esisteva un conoscessero i fatti di Napoli e le condizioni dello governo che già si era venduto, un ministro potente e pseudo regno italiano. traditore, un’armata arrendevole, ed una cospirante Però io nel pubblicare queste lettere espongo solo i guardia nazionale, da tempo assai si aveva fatto cre- fatti nel loro sviluppo con la tinta del colore politico dei tempi in cui vennero scritte… non consegno alla luce quelle dirette ad Italiani saliti in fama per let- tere, scienze e politica; conoscendo che è vezzo dei partiti di non mai risparmiare i vinti, credo che vi si troverà moltissimo a meditare. Le mie lettere esporranno la verità, null’altro che la verità… Al Sig. Barone di Beust, Ministro degli Affari Esteri di Dresda

14 febbraio 1865, Gaeta è caduta, noi abbiamo lasciato, partendo, fortifi- cazioni smantellate, case e monumenti crollati, o da proiettili forati e le strade insanguinate. Quella parte di popolo che altra volta era la parte più avventurosa e più eletta della nostra Società, ci vien compagna nella parte dell’Esilio per poi disperdersi nelle città d’Europa a pro- cacciarsi il pane del mendico; e così i do- viziosi addiveranno poveri, ed i poveri si ridurranno all’estrema indigenza. Il Re e la Regina sotto le volte del Quirinale ripareranno le loro teste, ma non tarderà quell’asilo ad essere segno di spietata invidia. Dal 4 febbraio il valore di questi soldati era adoperato inutilmente, giacché la esplosione di quattro polveriere, l’apertura di due Lettere Napolitane. Roma 2 agosto 1864 brecce, la perdita di non pochi soldati, causata dal dere al popolo che la Dinastia gli era la maggior ne- tifo e dal fuoco, e la mancanza di munizioni e di vi- mica; …Quali prove di coraggio e di valore avesse veri, costringevano alla resa. … nel mentre che la dato il Re Francesco II, nelle battaglie di Capua, del guarnigione deponeva le armi, tre ufficiali disertori Garigliano, del Volturno, e durante l’assedio di in luglio e che attualmente servono nell’armata pie- Gaeta, non è d’uopo qui rammentarle, poiché gli stessi montese, si son dati spettacolo, marciando fieri e al- suoi nemici le hanno al mondo confessate … legri d’avanti ai ranghi dei loro vecchi commilitoni. Alla fine del 21 ottobre 1860, si votò questa an- nessione contro natura, il più dei votanti si compo- A Napoli e in quasi tutte le zone del Regno, neva di corifei della cospirazione, di satelliti dei molti Ufficiali disertano passando al nemico. comitati, d’individui assoldati dall’oro piemontese, di

253 volontari garibaldini, di assassini che cercavano l’im- per trasformarla quasi in un atto di omaggio a casa punità con la vendetta del proprio paese, di mascal- Savoja e a Carlo Alberto (a cui essa era dedicata) da zoni divenuti cittadini contro lor voglia, e di parte di tutta l’Italia, l’Azeglio, volle che alla ripro- contadini che, ammandriati come pecore dai Camor- duzione a stampa dei quadri collaborassero i migliori risti, votarono senza comprenderlo … i volontari co- incisori di tutta la penisola. I volumi, costituiti da smopoliti di Garibaldi versavano voti a piene mani dieci fascicoli ciascuno, dovevano uscire ad intervalli nell’urna, come sovra una tomba si gittano dei fiori; di poco più di un anno. In realtà invece, mentre il ed in tal modo si compiva il sacrificio dell’autonomia primo esce nel 1836 ed il secondo nel 1838, il terzo di un paese, che fu indegnamente venduto, come pari non vede la luce che nel 1841 ed il quarto nel 1846. vergognosamente comprato. Dopo l’unità d’Italia, Luciano Basadonna, stam- Dopo quindici giorni ebbe luogo la consacra- patore torinese, in qualità di Concessionario del Go- zione di quel sacrilego atto; proclamandosi verno curerà la vendita de la Reale Galleria di Torino, 1.313.376 voti affermativi, ciò che era una men- su tutto il territorio nazionale. zogna; e 10.312 voti negativi, il che non era meno falso, per la ragione che voti negativi non vi pote- Luglio 1865. Enrico in varie occasioni si vano essere, perché mancava ad ogni votante la li- lamenta con la Direzione del giornale Il Conci- bertà di darlo. Quei pochi individui che ebbero il liatore della mancata consegna di alcune copie; coraggio della loro convinzione, quasi tutti rice- poiché è capitato, molte volte il Direttore del vettero un colpo di stile316. Dal che chiaramente si giornale offre la soluzione: Me duole il sentire deduce che quei voti negativi si registrarono solo l’attrasso che sperimentate del nostro giornale, mentre per garanzia della libertà, e per mostrare la legalità l’esosa camorra governativa sembra che accanita- del voto. mente ci abbia presi di mira. Facciamo in questo Il plebiscito del 21 ottobre non fu altro che una modo, di pari data l’indirizzo al giornale lo farò al commedia spaventevole …tutti protestavano sul S.r Federico Tannillo Sanpotito in Piedimonte d’Alife. Volturno; e il Capo del Forein-Office scriveva al suo Vedremo se vi giungerà; in esso vedrete la ramanzina ministro a Napoli qualche mese dopo: che i voti del che facciamo ai Signori del Governo, e da saggio qual suffragio universale nelle Due Sicilie sembravano di siete rendete sulla bisogna. poco valore al governo di S. M. Britannica! Ditemi i numeri mancanti, ed il nome che bramate La vita continua, Enrico si dedica ai suoi prendere; mentre è de’ mestieri che vi decidiate ad un affari e il 10 marzo 1865 acquista una copia nuovo indirizzo-Lì 14 Luglio 1865 dei quattro volumi della Reale Galleria di To- La Direzione rino, composta di 41 fascicoli, al prezzo di lire 820,00. Per i suoi molteplici impegni, Enrico in questo periodo si trova a San Potito e inca- rica il cognato, Sig. Palmieri, che abita a Na- poli in Strada Cirillo n. 23, quarto piano, al ritiro dei volumi per suo conto. 1863. Il Marchese Roberto Taparelli D’Azeglio, comincia a pubblicare in grandi fascicoli un’opera de- stinata a illustrare La Reale Galleria di Torino, ogni fascicolo contiene in genere la riproduzione a stampa di quattro dipinti, attraverso i quali si propone di far conoscere agli italiani la storia di casa Savoja. Per dare all’opera un carattere di più spiccata italianità, Real Galleria, ricevuta di pagamento, £. 820,00

316 - Stile: Pugnale

254 Paolo Rapa

9. L’assalto dei briganti e morte Nei documenti vengono i rilievi, i fatti tra- di Enrico Sanillo. gici di cui le nostre popolazioni furono spet- tatrici, vittime e complici a seconda Questa breve ricerca nasce dall’esigenza di dell’evolversi dei singoli episodi e anche a conoscere e di comprendere. Conoscere fatti e San Potito lo scontro tra le opposte fazioni figure di cui abbiamo sempre sentito parlare sia apparve subito assumere i toni duri propri pur con le inesattezze ed enfatizzazioni caratte- delle fasi storiche in cui il nuovo si sostitui- rizzanti la narrazione orale popolare; compren- sce al presunto vecchio e le vecchie e nuove dere le ragioni e i sentimenti che a questi fatti realtà sociali, politiche ed amministrative cer- portarono pur nella consapevolezza che ogni cano di conservare o acquistare potere318. operazione di questo tipo è resa estremamente Già nel febbraio 1861 erano inscenate ma- difficile dalla nostra inevitabile “estraneità” al nifestazioni notturne in favore di Francesco II, clima politico-sociale e culturale dell’epoca tanto che dalla Guardia Nazionale sanpotitese nella quale gli stessi fatti ebbero a svolgersi317. veniva richiesto l’aiuto della Guardia Nazio- Quello che rimane - e a cui dobbiamo far rife- nale di Piedimonte nonché di elementi della rimento - sono le circostanze recate dai verbali, Legione del Matese319. comunicazioni, carteggi amministrativi che testi- moniano dei singoli momenti ufficiali lasciando L’Assalto del 22 Luglio 1865319 bis però celati i sentimenti, le ragioni, i fini prossimi Il fatto più grave avvenne la sera del 22 lu- e remoti dei protagonisti, le diverse connotazioni glio 1865: Diamo le notizie che finora si cono- caratteriali di questi. A questi momenti ufficiali ci scono sul fatto luttuoso dell’aggressione dei briganti rifaremo in questo lavoro affinché possano rivi- in S. Potito, avvenuto nella notte del 22 al 23 cor- vere le parole dei diretti protagonisti. rente. verso le ore 4 pm320…

317 - Non va qui argomentato circa le ragioni e le cause che portarono alla configurazione di una vera e propria guerra civile nelle nostre regioni. Alla radice del cosiddetto “brigantaggio meridionale” sta certamente l’estraneità delle masse contadine nei confronti del moto risorgimentale e della conquista piemontese del meridione. La naturale diffidenza dei molti verso i nuovi occupanti si scontrava con le prime determinazioni-reali o soltanto presunte - del nuovo Governo e con lo scoramento seguito alla constatazione che le promesse (la terra ai contadini!) non si sarebbero tramutate in realizzazioni concrete. Sintomatico è, per esempio, quel che avvenne per la chiamata alle armi dei residui delle leve degli anni 1857- 1858-1859 e1860: nel Comune di San Potito nessuno si presentò alla leva per cui venne ordinato al Sindaco di San Potito di “…piazzare dei piantoni della Guardia Nazionale davanti Alla casa de’ sbandati chiamati a marciare.” (Archivio Storico Comune di San Potito Sannitico: Leva - Pubblica Sicurezza). Da qui al rifugiarsi sui monti e “…darsi alla campagna con i briganti …” il passo doveva essere molto breve. Era l’inizio, insomma, di quella stagione del brigantaggio (1860-1870) che costituisce ancora uno dei momenti meno chiari della nostra storia e dove gli eroismi, le vendette, gli inganni, gli ideali così come la distorsione e la misti- ficazione dei fatti si sono mischiati sino a creare un disegno dove ancora limitata appare l’opera degli studiosi e dei ricercatori. 318 - Innumerevoli furono gli episodi di brigantaggio avvenuti in San Potito. Nel Marzo 1863, a seguito del rapimento del sacerdote Ascanio Amato (rapito nella “bettola” di Luigi di Palma - situata in un vano terraneo di Palazzo Campochiaro - insieme ad altre sette persone subito rilasciate), la situazione si presentava abbastanza critica tanto che il Sindaco era costretto a richiedere rinforzi al Sottoprefetto affermando che “volendo ammettere che ognuno di costoro (i briganti sanpotitesi) avesse 12 stretti parenti senza tener conto degli affini ed aderenti, nel paese si hanno 48 spie intese ad os- servare ogni movimento della autorità e della forza” (A.S.S.P.S.: Leva - Pubblica sicurezza). 319 - Cfr. G. Petella: La Legione del Matese. Città di Castello, Lapi, 1910, pag. 301. 319 bis - Paolo Rapa, L’Assalto del 22 luglio 1865 - Estratto dall’Annuario A.S.M.V. Anno 1994. 320 - La Campania, Anno IV, n. 55 del 29 - 7 - 1865. Emeraloteca della Biblioteca del Museo Campano di Capua.

255 Paolo Rapa L’assalto dei briganti e morte di Enrico Sanillo

Così iniziava il resoconto dei fatti avvenuti una posizione centrale e vicina alla sede della in San Potito nella sera del 22 Luglio del 1865. Guardia sita nell’attuale via Roma. Un articolo presentato con neanche molto ri- All’improvviso una banda di briganti pro- lievo, dalla stampa locale, da anni impegnata veniente dalla direzione di Piedimonte dopo a raccontare fatti di sangue. essere passata dal quartiere Formose e formata La dinamica e i particolari dei fatti appaiono da circa venti elementi comandati dal noto Co- più chiari dalla lettura degli atti del processo simo Giordano accerchiò il locale intimando svoltosi a a carico di a coloro che si trovavano all’interno di uscire. Cosimo Giordano e altri diciotto briganti per Il solo a uscire fu Pietrosimone mentre gli altri “associazione di malfattori in numero maggiore di cin- tentarono di chiudere il portone e barricarsi que ad oggetto di delinquere contro la persona e la pro- dentro ma proprio Giordano fece in tempo a prietà; assassinii consumati a causa di non eseguita mettere la canna del proprio fucile tra le due estorsione; assassinii mancati accompagnati da ferite ante del portone stesso impedendone la chiu- pericolose di vita; grassazione di fucili” nonché a ca- sura. Dal fucile partirono vari colpi uno dei rico di altri ventidue cittadini sanpotitesi accu- quali colpì Sanillo uccidendolo subito, mentre sati di complicità con gli stessi briganti. il gestore del Caffè Riccitelli, colpito anch’egli Va subito detto che la maggior parte di que- a un braccio, morì poco dopo. sti ultimi venne assolta per non essersi provati Riusciti a chiudere completamente il por- fatti a loro carico. Nel volume delle deposi- tone, gli avventori attraverso una porticina in- zioni, raccolte dal Pretore di Piedimonte terna aperta a colpi di scure da Raffaele Rapa d’Alife, Don Raffaele Notarianni, appare tutta domestico di Don Martino Dalio che abitava la complessità di una vicenda che, da prima ri- nel caseggiato, fuggirono al piano superiore tenuta un comune tentativo di rapimento a dove la difesa sarebbe stata più proficua. I bri- scopo di estorsione, assume via via configura- ganti, a questo punto, cercarono la fuga con- zioni sempre diverse. È che troppe sono le per- ducendo con loro il Sindaco Pietrosimone che sone, ci riferiamo qui a quelle esterne alla venne a sua volta ucciso a coltellate durante la banda dei briganti, coinvolte e accusate di ritirata. Contemporaneamente poco distante complicità in misura minore o maggiore con i veniva ucciso Francesco d’Orsi: il brigante materiali esecutori; troppe le voci, le mezze Vincenzo Arcieri lo aveva sorpreso mentre verità, i riferimenti equivoci, per non creare cercava di entrare in casa; i colpi esplosi dal una configurazione dei fatti mai chiaramente brigante forarono la porta e colpirono il milite delineata circa la uccisione del ricchissimo della Guardia Nazionale in pieno ventre ucci- possidente Don Enrico Sanillo, del Sindaco Si- dendolo in poco tempo. meone Pietrosimone nonché dei Sigg. Nicola Dalle verbalizzazioni degli interrogatori Riccitelli e Francesco d’Orsi321. vengono in rilievo le singole fasi dell’accaduto Sanillo e Pietrosimone si trovavano, in- nonché le diverse personalità dei soggetti entrati sieme con altre persone, nel caffè di Nicola in qualche modo nell’istruttoria: contadini, per- Riccitelli sito in un vano prospiciente la strada sonaggi importanti, militari, prostitute che pas- provinciale ove sino a poco tempo fa era allo- sano davanti all’inquirente con le proprie cata la sezione di ex “reduci e combattenti”. versioni, le proprie opinioni. Una più esatta de- Dovevano sentirsi sicuri poiché all’esterno del scrizione dell’accaduto viene fornita, ovvia- locale si trovavano tre guardiaspalle di Sanillo, mente, proprio da chi visse l’avvenimento in (Nicola Iafusco, Giuseppe Torelli e Francesco modo diretto. Sentiamo la descrizione di uno Colapetella) ed anche perché la zona era in dei presenti, del prete Don Liberato Fiondella:

321 - Archivio di Stato di Caserta, Serie Processi di Brigantaggio - busta 142 - Volume delle deposizioni dei testimoni.

256 Il tramonto dei Sanillo

“Nella sera del 22 Luglio ultimo io mi trovava nel sendo andato Iafusco a riconoscerla. Io intanto sortii caffè Riccitelli a divertirmi alle carte con i defunti fuori la loggetta, che affaccia nel giardino onde me- Sanillo e Pietrosimone, e con altri ancora. Erano un glio sentire, veder non potendo, che un muro mi celava due ore, quando udimmo un calpestio di persone pro- il caffè Riccitelli: certo che Iafusco non dette alcun venienti dalla volta Piedimonte, e che si fermarono grido o altro segno. Pochi minuti dopo udii una calca dietro un: alto chi va là? Dato da uno dei tre guar- di persone, quelle appunto che si erano fermate al- diani (…). fu allora che il Pietrosimone sortì fuori e l’alto chi va là, apprestarsi al caffè; quivi giunti dire: dimandò a Torelli cos’era, e questi gli rispose una pat- posate le armi, per la Madonna: tuglia, che si era andata a riconoscere da Iafusco. Pochi minuti dopo sentimmo avanzarsi e giunti Pietrosimone afferrato al collo gridava: lascia- presso al caffè, dissero: non dubitate, aprite, dopochè temi, lasciatemi, per l’amor di Dio e i prefati guar- a Pietrosimone che afferrarono, ebbe detto: non aver diani Colapetella e Torelli: che vulite da nuia? nun paura, siamo amici. avimmo che fa. Poco dopo intesi chiudere la porta del La porta del caffè era socchiusa e poiché noi non caffè, e contempo-raneamente diverse fucilate. In aprivamo s’intromisero tra le commettiture della questa mi accingevo a chiudere, quando da un muric- canne di fucili. Comprendemmo perciò aver a che fare ciolo, che separa il giardinetto di Vittoria Iafusco dal con inimici, tanto più che al caffettiere, avendo cer- mio, vi si buttò in questo il germano di costei, Nicola cato di chiudere totalmente la porta, gli era stata Iafusco prefato, e mi invitò ad aprire. Entrato, io vo- esplosa contro una fucilata, ferendolo al braccio. Ci levo dargli da bere, per calmare al certo il suo timore, stringemmo quindi tutti verso l’uscio e pervenimmo a ma egli intrepido rispose: no, no. chiuderlo, ma una scarica di archibugiate spense Sa- Mi hanno ligato soltanto e mi posso andare nillo, e ferì Nicola Cardelli, Luigi Melillo ed Antonio a fare sciogliere nella casa della sorella mia: Riccio. Scoprimmo un usciolo intermedio, e salimmo gli obiettai come fosse passato dinanzi ai briganti e alle stanze superiori, donde sortimmo noi altri super- rispose esservisi spinto per farsi sciogliere. Mi chiese stiti sol quando fu riunita la forza322 (…)”. la chiave del cancello per uscire sulla strada, ed io Così esponeva i fatti invece Luigi Viggiano, gliela rifiutai; ma non mi domandò se tenevo armi. avvertito il (teste) come perito e domandato Aveva esso Iafusco la giacca alzata ed io non marcai analogamente, risponde: La mia casa resta in un che tenesse lividure, ne se ne dolse. Intanto la sera giardino, che rasenta la consolare, che mena a S. Potito più nol vidi. Io dunque ritengo per fermo che Iafusco e dirimpetto alla bottega, che si esercitava dal defunto doveva star inteso della aggressione, perché al luogo Nicola Riccitelli. La sera del 22 Luglio 1865, verso che fu preso dai briganti, retrocedendo un poco, sa- un’ora e mezza italiana, intesi il calpestio di molte per- rebbesi immesso in paese per un vicoletto detto del sone che venivano dalla volta di Piedimonte, l’alto chi Gelso, avrebbe abbreviato cammino e non sarebbe va là di Francesco Colapetella, e la risposta di ignoto: stato costretto a passare per mezzo ai briganti, cioc- pattuglia di Carabinieri: i sopravvegnenti avevano ché è impresumibile. già fatto l’alto. Poscia distinsi la voce di Nicola Iafu- sco e le parole sue dirette pare a Colapetella: non ti Domandato ancora, risponde: Iafusco altra muovere ca vado a riceverli io: missione non aveva che guardare i majali a Sanillo e Infatti sentii le pedate di persona che da presso al surrogarlo nel servizio della Guardia Nazionale. Da caffè Riccitelli muoveva alla volta de’ vegnenti. In qualche mese prima del fatto spontaneo prese ad ac- questa sentii ancora la voce di D. Simeone Pietrosi- compagnarlo, tanto che meravigliato Sanillo gli disse: mone, il quale dimandò cosa era e Colapetella, con certo qualche cosa ti manca ed egli rispose: no, l’altro guardiano Giuseppe Nicola Torelli, risposero Signurì, non tengo da fare e vengo ad accom- non essere niente, dover essere gente conosciuta, es- pagnarve. (…)

322 - Idem.

257 Paolo Rapa L’assalto dei briganti e morte di Enrico Sanillo

La sera del fatto, rimproverato da Riccitelli per es- Cosimo Giordano si partivano alla volta di basso, e sere accorso quando il massacro era compiuto, gli ri- reduci verso una mezz’ora di notte, a lor dire dalle spose (Iafusco) con improperie, e visto Sanillo morto e querce di Sanillo, esternarono aver tutto combinato. certa gente di casa minacciarlo, si dette in fuga e finchè In quel rientro recarono dei fichi secchi ed altre co- fu arrestato non si fece punto vedere in casa dell’ucciso. sette da mangiare ed avendo Santaniello dimandato Non così Torelli e Colapetella, che sono stati sempre at- da chi avessero avuto quella roba, risposero invece che tenti a far guardia al padrone, che l’indomani del fatto erano stati a fare (preparare) l’attentato. furono al palazzo, dolenti e acciaccati, narrando come, Intanto nel muovere verso il paese passammo da trovatisi senza saper come in mezzo al cerchio formato presso alla masseria di Salvatore e Giacomo Sauro, e dai briganti, erano riusciti dopo poco a scappare ed ave- rimasti altri vicino alla peschiera, che ne dista un vano avute delle fucilate appresso, onde niun sospetto mezzo tiro di fucile, Giordano e Vincenzo Arcieri vi possa farsi sul conto dei medesimi323 (…)”. si portarono per parlare, ma non potrei dire se col Il ruolo dei tre guardaspalle di Sanillo non padre ovvero col figlio, che l’uscio di quella dimora era del tutto chiaro (tutti e tre scapparono ap- stava al lato opposto di quello ov’io mi stavo fermata. pena potettero per diversi motivi) né fu chia- (…) Ed alla ridetta lor masseria siamo stati più volte rito a seguito del processo. Fatto è che a mangiare, e due volte abbiamo dato una piastra per venivano così in luce le prime complicità in ricompensa. Ed il Salvatore spesso mi diceva: faci- un attacco che vedeva partecipi molti briganti tevi li denari ca aggià nzurà Giacomo. e capibanda provenienti da diversi gruppi che in quegli anni erano presenti sul Matese. Con che diceva volere il nostro denaro per ammogliare Sempre dagli atti processuali si sa che all’as- il figlio (…) Pietro Campagna era insieme a noi a quel- salto presero parte circa venti uomini comandati l’epoca; ma nel discendere in paese Santaniello pretese da Cosimo Giordano, e di cui si conoscono i che gli dessi, come feci il mio fucile, essendosi armato nomi di: Vincenzo e Antonio Arcieri, Andrea dopo con uno di quelli che prendemmo: di un altro si ap- Santaniello, Maddalena De Lellis, Giovanni Ci- propriò Cosimo Giordano per aver rotto il suo due colpi vitillo alias “Senza paura”, Giuseppe e Girolamo tra i battenti della porta che si voleva forzare. (…) Giu- Civitillo, Giuseppe e Pietro Campagna, Nicola seppe da Cerreto, che trafisse Pietrosimone, si diceva da Vassallo, Nicola Matteo, un certo Giuseppe ori- tutti conterraneo del capobanda Giordano e non poteva ginario di Cerreto Sannita, Sebastiano Petraglia, avere che un trent’anni. (…) il solo Nicola Vassallo Francesco Rotundo, Antonio de Lellis, Antonio aveva la coppola di Guardia Nazionale (…) rammento Pezzullo, Nicola Amato, un certo Francesco o che della banda invaditrice facevano ancor parte un Alfonso che era un soldato sbandato più altri Francesco Rotundo, un Nicola Matteo ed un giovane di cinque di cui non si conosceva il nome uno dei Pietraroja di qualche venti anni chiamato Capucchio324”. quali venne ucciso vicino alla fontana sulla pro- Sulla complicità dei due Sauro non potevano vinciale all’ingresso del paese dal militare della esserci dubbi, infatti, vennero condannati a una Guardia Nazionale Domenico di Chello. pena detentiva. Altro elemento importante che Ulteriori notizie vennero fornite dall’interro- viene in rilievo negli interrogatori (le cui risul- gatorio nel carcere di Piedimonte d’Alife della tanze, saranno totalmente confermate nel dibatti- “brigantessa” Maddalena De Lellis, amante del mento) è costituito dalla sensazione di trovarsi Santaniello, ed arrestata il 3 dicembre 1865 con dinanzi ad un evento annunciato. Diverse sono le conseguente condanna ai lavori forzati a vita: circostanze che inducono a tale considerazione. “Fu verso 24 ore di quella sera che da Via Grande Riferiva, infatti, il testimone Antonio Iafusco: Giuseppe Campagna, Antonio e Vincenzo Arcieri e Nel mattino del 22 luglio (…) stando innanzi al caffè

323 - Idem. 324 - Archivio di Stato di Caserta, Serie Processi di Brigantaggio - busta 142 - Volume delle deposizioni dei testimoni.

258 Il tramonto dei Sanillo predetto passarono quattro o cinque giovani (…) i quali come da tutti subito ritenuto di un tentativo di richiesero al colà presente Biase Matteo se voleva andare rapimento a scopo di estorsione finito tragica- con loro all’opera di Calvisi, ossia a vedere la rappresen- mente. Era la tesi del Capitano della I Compa- tazione teatrale; ed il Biase rispose: Sta sera beato chi gnia della Guardia Nazionale di San Potito, se po’ ritira’ come le galline alla casa sua325 … Ed Marcellino Pietrosimone che svolse le prime anche il teste Mario Augusto Pietrosimone af- indagini e che sventò, insieme ai militi, il ten- ferma la stessa circostanza: Trattenendomi nel caffè tativo fatto il giorno successivo (23 Luglio) di luigi Iannitto venne colà Biase Matteo e gli chiesi se dalla stessa banda di rapire il medico piedi- era andato il fratello con gli altri. Egli rispose alle For- montese D. Vincenzino Coppola venuto a San mose, a parlare colle innamorate, ma che volendo pure re- Potito a far visita alla vedova Sanillo. carsi all’opera in Calvisi, era uscito per farli ritirare perché: “Per quanto si è venuto a conoscere posteriormente Sta sera beato chi se po’ ritira’ presto alla all’eccidio del 22 Luglio ultimo, in cui dai briganti fu mas- casa sua326 …In realtà molti giovani del paese sacrato mio fratello Sindaco Simeone, pare che D. Enrico si erano accordati per la sera per partire, dopo Sanillo, pur ucciso in quel fatto, avesse (non saprei se per aver disarmato la Guardia Nazionale, e aggre- volontà o timore, sia di danno, che nella vita) soccorso il garsi al grosso delle bande che si trovavano in brigante Vincenzo Arcieri, fin da quando insieme a lui montagna. Affermava Vincenzo Mattei: scorrevano la campagna anche Salvatore dell’Ungaro, Cle- “… il 21 Luglio il conterraneo Raffaele Anto- mente Ricigliano ed altri. E poiché si parla fortemente che nucci mi disse … (che la sera successiva saremo stati nel massacro avesse avuto parte principale il capobanda di guardia e che) … dovevamo starci attenti perché Cosimo Giordano, a bella posta venuto da Roma, e che vi ci stavano nove giovani di S. Potito i quali volevano sia stata pure la mano dé latitanti potitesi Marcellino e disarmare il posto di Guardia e darsi in campagna327”. Filippo Piazza, fuggiti anch’essi a Roma, quali ricercati C’era chi aveva maturato tale scelta per biso- dalla forza per imputazione di connivenza al brigantag- gno, chi per avventura, chi, perché la vita in paese gio, io formo una concettura, e sarebbe la seguente. era diventata impossibile a causa delle continue Essendo stati i Piazza accusati di aver medicato accuse, (vere o false non faceva differenza) di e soccorso con viveri ed abiti i briganti, feriti nel 18 “manutengolismo” in favore dei briganti: le invidie, Marzo 1863 in uno scontro, che la banda di Cosimo i rancori personali potevano trovare facile sfogo Giordano, ebbe con la forza e nel quale perirono pure in delazione tanto da far riflettere sulle difficili due Guardie Nazionali di qui, niente più probabile condizioni in cui si era chiamati a vivere. che Sanillo gli avesse di tal mansione incaricati. Oltretutto, laddove non vi erano accuse pre- Costretti i Piazza perché scoperti in seguito, a fug- cise, subentrava un diffuso clima di sospetto girsene a Roma, han dovuto chiedere sovvenzione al al quale nessuno sfuggiva e in particolar modo Sanillo, il quale infatti avevali, secondo dicesi, garentiti i contadini e i braccianti: la decisione di isti- per le spese della difesa in faccia all’avvocato Garofalo. tuire il cosiddetto passaporto di campagna Ma i Piazza, forse, non essendosi visti completamente (sorta di lasciapassare per accedere alla mon- appagati nelle loro pretese, facilmente han dovuto scon- tagna e nelle campagne) è sintomatica della trarsi in Roma col Giordano, ed istigarli, indicandogli consapevolezza da parte delle autorità militari i modi più acconci, la cattura del Sanillo; acciò della che proprio i contadini assicuravano ai bri- forte somma che lo stesso sborsata avrebbe, avessero ganti i mezzi di sussistenza. potuto riceverne porzione e sovvenire ai loro bisogni: Per la verità nel processo venne in rilievo che la fatalità portò Sanillo nell’aggressione perisse, anche la possibilità che non si fosse trattato non era questo lo scopo dé malviventi328 …”

325 - Idem 326 - Idem 327 - Archivio di Stato di Caserta, Serie Processi di Brigantaggio - busta 142 - Volume delle deposizioni dei testimoni. 328 - Idem.

259 Paolo Rapa L’assalto dei briganti e morte di Enrico Sanillo

Tale tesi venne però confutata da altri testi- 10. Autopsia di Enrico Sanillo moni tra cui D. Filippo Onoratelli e per tutto 24 Luglio 1865. In San Potito Sannitico, il processo non se ne fece più menzione. D’al- alle ore nove antimeridiane, (il Giudice Man- tra parte il tentativo di rapimento a scopo di damentale incarica per l’interrogazione e rela- estorsione era la motivazione più naturale in zione, il Dott. Mariano Piazza, Giudice un momento in cui la presenza ed attività di Supplente). Noi Marcellino Campochiaro, as- grosse bande comportava la necessità di molto sessore funzionante da Sindaco del Comune denaro per le esigenze di tante persone. suddetto, assistito dal sig. Domenico Izzo, ab- biamo fatto anzi- tutto prestare il giuramento d’ese- guire con lealtà le sue incombenze, e osservare il se- greto sugli atti nei quali intervenisse. Volendo dive- nire alla verifica, descrizione, rico- gnizione e perizia del cadavere di En- rico Sanillo, ucciso dai briganti la notte del 22 spirante mese ci siamo re- cati nel locale del Camposanto, a Percorso fatto dai briganti, per assaltare il caffè Riccitelli poca distanza dal- I fatti narrati costituiscono ulteriore esem- l’abitato, e quivi giunti, dopo d’aver date le oc- pio dei tanti avvenuti nelle nostre contrade su- correnti disposizioni pel completo esaurimento bito dopo l’annessione del meridione al resto della operazione, ci siamo fatti assistere: dell’Italia; vi è chi ha calcolato in numero di 1°. Damiano Torti di Pasquale. 50.000 coloro che furono direttamente o indi- 2°. Matteo Caso di Raffaele. rettamente implicati nel fenomeno del brigan- taggio di cui 13.000 - stando a stime che Entrambi domiciliati in Piedimonte, periti certamente peccano per difetto - furono uccisi Chirurghi eletti di Uffizio, i quali a termini in combattimento o passati per le armi329. Di dell’articolo 285 Codice di Procedura Penale, fronte vi era un esercito di 100.000 uomini che e previo adempimento di quanto ivi si pre- patì altrettante vittime. Altri hanno affermato scrive, prestano prima giuramento di bene e che il numero di coloro che morirono in questa speditamente procedere alle operazioni che lotta fu superiore a quello di tutte le guerre del loro saranno demandate, e che non avere altro Risorgimento messe insieme330. scopo che quello di farci conoscere la pura e semplice verità;

329 - S. Scarpino: Indietro Savoia! Briganti del Sud. Milano, Leonardo Editore, 1991 330 - D. Mack Smith: Storia d’Italia. Dal 1861 al 1869. Bari, Laterza, 1972.

260 Il tramonto dei Sanillo

Ciò premesso volendo anzitutto procedere alla ri- ferita sulla gola sinistra per arma da fuoco cammina cognizione del cadavere medesimo per mezzo di due da davanti in dietro, da sopra in sotto, offendendo individui che conoscessero il defunto, fatti gli stessi direttamente la prima vertebra cervicale con la mi- comparire, e deferito loro il giuramento, che presta- dolla, l’arteria intervertebrale destra, i muscoli late- rono a termini dell’articolo 289 del codice di Proce- rali del collo a parte destra, e terminando sotto la cute dura Penale, e previo adempimento degnante, altro due dita traverse al di sopra l’omoplata destra, ab- ivi si prescrive, di dire tutta la verità, e null’altro che biamo incisa la cute in questo sito perché, presenta la verità, si sono primariamente interrogati sulle ri- una protuberanza, ed abbiamo rinvenuto il proiettile, spettive loro generalità, ed hanno risposto nomarsi. palla di piombo un poco schiacciata e scabbra ed è 1. Luigi Grillo fu Paolo di anni 30 esercente Far- perciò che la causa della morte di Errico Sanillo è la macista, Martino Dalio fu Nicola di anni 34 possi- offesa della midolla allungata, dell’arteria interver- dente, ambedue qui domiciliati. Eccitati i medesimi tebrale destra, organi interessantissimi al sostegno ad attentamente esaminare il qui giacente cadavere, della vita. Ed è perciò che così spiegata ci asten- e a dichiarare a chi abbia appartenuto, hanno l’uno ghiamo da ulteriori operazioni. dopo l’altro risposto nei seguenti termini. Del che si è redatto il presente che previa lettura e Signor Sindaco, l’uomo, cui si appartiene questo conferma si soscrive dai ripetuti Chirurgi e dall’ufficio. cadavere in vita nomavasi Errico Sanillo; egli era fi- Damiano Torti Chirurgo, Marcellino Campo- glio del fu Pasquale di condizione proprietario, am- chiaro, Matteo Caso, Domenico Potito, Mariano mogliato, nasceva e domiciliava in questo Comune. E Piazza. Resoconto al Giudice Mandamentale si sono coll’ufficio sottoscritti, previa lettura, e con- San Potito Sannitico lì 06 Agosto 1865 ferma della loro deposizione. Luigi Grillo, Marcellino Campochiaro, Martino Dalio, Domenico Potito. 11. Elogio funebre del Signor Enrico Dopo del che fatto spogliare l’indicato cadavere Sanillo detto dal Sacerdote delle vestimenta che indossava, si sono queste fatte Costanzo Spinosa ritirare dai parenti momentaneamente, mentre hanno esternato il desiderio di volerlo fare seppellire con le Professore di belle lettere e filosofia nel Seminario stesse. Quindi assistiti dai sopra indicati periti, ab- Diocesano di Alife né solenni Funerali celebrati per biamo riconosciuto sullo stesso cadavere sola la se- cura de’ suoi parenti nel dì 24 luglio del 1865 nella guente lesione, ferita d’arma da fuoco sulla gola Chiesa Parrocchiale di Sanpotito Sannitico. sinistra, di figura irregolarmente triangolare, diretta d’avanti in dietro,da sopra in sotto con bordi rien- A tranti del diametro maggiore un centimetro. Enrico Sanillo E quindi ancora per accertare quale sia stata la Sostenitore del Dritto Civico causa della morte dell’individuo cui apparteneva il de- Officioso negli amici scritto cadavere, in qualmodo, in qualtempo, più o Misericordioso de’ poveri meno prossimo possa essere avvenuta, e se in conse- Per egregie virtù caro a tutti guenza della lesione rilevata, o prima di essa, o per con- Da mano scellerata di Sicari corso di cause alla medesima preesistenti, o La notte del 22 Luglio 1865 sopravvenute, od anche estranee al fatto criminoso, con Crudelmente estinto tutte quelle altre circostanze che sieno atte a chiarire In attestato perenne la causa, ed il modo della morte stessa, si è dato incarico Di amica rimostranza ai su detti periti di riferire in proposito, procedendo ove Per lo miserando caso lo credano necessario alla sezione cadaverica. Costanzo Spinosa Ed i medesimi periti, dopo aver praticate le occor- Inconsolabile nel dolore renti osservazioni, in presenza dello ufficio prece- D.D.D. dente, hanno riferito e riferiscono quanto segue: La

261 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Tutto sorrideva a noi d’intorno; lieta la gioja gon- perir vittima infelice, e per opra di esecrando prodi- golava nel nostro petto, e quasi un celestiale contento torio, l’inclito e ragguardevole Gentiluomo Enrico Sa- pareva, che si pregustasse. Grande Iddio! Quanto sei nillo del Villaggio Sanpotito Sannitico, con due altri incomprensibile né tuoi divisamenti!… Un’istante ci suoi fidi e costanti amici, il sig. Simeone Pietrosimone, precipitava dal colmo della gioja nel torrente del- ed il sig. Francesco d’Orsi; l’uno integerrimo e com- l’amarezza, e la natura istupidita sembrava di aver pitissimo Cittadino nel disimpegno di sua Carica da perduto e senso, e moto! Sindaco e da Notajo; l’altro buon Artista in Musica, Era la notte del 22 volgente Luglio, che annun- e Luogo - Tenente nella Guardia Nazionale. ziava in suon ferale, l’atroce e intempestiva morte Chi di voi, o Signori, è ignaro de’ fatti avvenuti dell’Ottimo e Ragguardevole Gentiluomo Enrico verso lo scorcio del 1860, anno che segnò l’Era novella Sanillo violentatagli da mano scellerata di furi- dell’attuale Riforma, e spodestata venne in tutta Italia bondi Sicarii. la Borbonica Dinastia? A chi non son conte e manifeste Rispettabile Clero - Signori - Popolo Potitese - Io le stragi e le devastazioni, gli incendii e i saccheggi, che in questo giorno qual’Ape ingegnosa, che va da ogni taluni Capi dell’Esercito Borbonico commetter face- intorno raccogliendo né campi da fiori più scelti il dolce vano dalle loro soldatesche in ogni angolo delle Meri- Succo da fabbricare i suoi favi, altro non mi studierò dionali Contrade, lasciando quali altri Unni feroci, di esporvi in questo funebre Elogio, da me tumultaria- visibili e sanguinose impronte del loro efferato furore? mente architettato, a celebrar la memoria del Signor Ebbene, chi non sa quel tratto di costanza Sanillo, fra le tante e svariate virtù, che si luminoso il d’animo si ferma ed eroica espressa dal sig. Sanillo, rendettero in faccia al mondo, e di cui van ripiene le che esercitando in quell’Epoca la Carica di Sottoin- lingue de’ pargoli, e le bocche de’ Sapienti; sì, altro non tendente nel nostro Distretto, si oppose irremovibil- mi ingegnerò, io ripeto, di presentare innanzi agli occhi mente ad un ordine comunicatogli dal Generale di vostra mente nell’ampio ed esteso loro quadro, se non Scotti, di gravare, cioè, i Popoli de’ tre Distretti Pie- quelle, che più eroiche furono, e più Cristiane: Laonde dimonte, Sora e Gaeta, esistenti ancora sotto il domi- a tirar le linee principali di questo mio, qualunque sarà nio del Borbone, di gravissima imposta del valore di per essere, encomiastico funebre ragionamento, breve- ducati cinquecentomila da pagarsi fra il breve giro di mente vi esporrò: Come il Signor Sanillo fu sostenitore giorni cinque? acerrimo de’ Dritti de’ Cittadini. Tutti sanno, come il sig. Sanillo in quella terribile ed imponente circostanza non si curò del truce aspetto, …Gravi calamità dilaniano oggi giorno il seno della e delle impugnate bajonette di quelli 8mila soldati, che nostra Patria; Orde numerose di crudeli e snaturati si- stavano acquartierati nella nostra città e né villaggi carii vanno scorazzando notte e giorno per le Contrade contermini, risoluti di abbandonare queste amene Con- delle Provincie meridionali della nostra Penisola; sicarii, trade allo sterminio, alla miseria, ed alla desolazione. che rinnegano ogni senso di umanità e di religione, e ri- Ed infatti chi di Voi, o Potitesi, non sa quanto soluti di dare l’ultimo sterminio all’onesto e buono Cit- era largo il suo cuore nel beneficarvi, quanto era tadino saziano la terra di umano sangue. Ora pronta la sua mano nel soccorrervi? Lo dica l’Orfano, affacciandosi su i monti, ove hanno i loro covili, ora che trovò in Lui il padre amoroso; lo dica l’infermo, scendendo né piani, e fin anche dentro ai villaggi, recano che rinvenne in Lui il suo Ristoratore; lo dica l’arte- da per ogni banda lutto, strage e terrore. Più feroci degli giano, che ebbe sempre presso di Lui campo da potersi Arabi Ladroni, e sitibondi di sangue al pari di tigri, do- procacciare il pane; lo dica l’Agricoltore, che trovò minati solo dall’ingorda fame dell’oro, ed inflessibili al sempre presso di Lui pronto il salario d’una fissa gior- travaglio, si lanciano senza alcun senso di pietà a com- nata; lo dicano il fanciullo e la forese, che per di- mettere in mezzo alle genti spogli, incendii, stragi, as- strarre dall’ozio con inviti affettuosi e paterni a se sassinii, e devastazioni. chiamava, imponendo loro a gir raccogliendo i lapilli In mezzo alla Iliade di tanti mali, ed allo scempio sparsi né suoi latifondi, ed il concime nelle strade, di sì efferata barbarie, vedemmo poco fa, o Signori, onde procurarsi il vitto; lo dicano in fine tante fami-

262 Il tramonto dei Sanillo glie oppresse e schernite dalla fortuna, e quasi pros- campanile della Chiesa Parrocchiale, di pro- sime a mancare per disperazione; oh quante volte tro- prietà di D. Domenico Francomacaro, atto a varono presso di Lui conforto, e sollievo. Lo attesto costruire una nuova Cappella, e all’interno un pur io, testimone oculare, quante volte recatomi nel mausoleo di marmo per deporre i resti di En- suo Palagio, sia a celebrare l’incruento Sacrifizio, sia rico Sanillo. I soldi raccolti non sono suffi- per altre mie faccende, vedeva il suo Palagio sempre cienti e per la rimanente parte se ne fa carico frequentato da poveri; infatti poveri trovava alla la moglie Alfonsina. Nel 2004, nel libro di Ni- porta, poveri nel cortile, poveri nelle scale, poveri in- colino Lombardi, ho raccontato che l’unico ri- discreti fin anche dentro la sua stanza; il benigno tratto non più presente nel palazzo, è quello di gentiluomo accoglieva tutti, tutti soccorreva, e gli Enrico Sanillo, dopo la sua morte, la moglie soccorreva con ilarità di volto col sorriso sulle labbra, Alfonsina fa collocare in chiesa, da un ano- con genio, con garbo, e con affetto di compassione. nimo scultore, un tempietto votivo in marmo, Si, poverelli di Sanpotito, parlate voi, fatemi te- con il busto di Enrico. stimonianza se io mento, o dico il vero? Se il sig. Sa- Dopo la nascita della figlia Enrichetta, a nillo era Padre, e tenero Padre? Ma voi piangete!… circa un anno di età, Alfonsina, commissiona Ah si avete ragione, e giusta ragione di piangere. al pittore napoletano Michele Albanesi, il ri- …Ei nacque in S. Potito Sannitico a dì 23 set- tratto di Enrico, una miniatura di cm. 3 x 4. Le tembre del 1820. I suoi Genitori furono: il sig. Pa- due immagini sono pressoché identiche, sia lo squale Sanillo di Luca, e Teresa Massone della scultore, che il pittore, hanno eseguito i loro Contrada S. Lorenzello di Cerreto. lavori, usando come base la stessa matrice, Visse circa anni 45, e nella notte del dì 22 vol- cioè, “il ritratto di Enrico Sanillo”, situato nel gente Luglio rendette lo spirito al Suo Creatore. posto d’onore, sulla parete del piano nobile, di Rispettabile Clero - Signori - Popolo - fronte lo scalone principale. Tutto è compito: il sig. Sanillo non è più. Costanzo Spinosa

Il cadavere veniva posto nell’antico sepolcreto della sua famiglia contiguo al ci- mitero di San Potito, fuori l’abitato. Dopo la sua morte, tutti i lavoratori, sti- pendiati e salariati, inizial- mente, hanno continuato a lavorare alle dipendenze dei Sanillo, con l’aiuto di Alfonso Germanico, hanno accantonato a loro discre- zione delle somme, deposi- tandole nelle mani di Alfonsina, per scopo reli- gioso. In effetti, il denaro raccolto, serve per l’acqui- sto di un pezzetto di ter- reno, adiacente al Busto di Enrico in chiesa

263 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Molte volte, mi sono soffermato alla base della prima rampa di scale, scrutando con molta attenzione, i due pessimi quadri siste- mati ai lati del balcone, e a furia di pensare, la mia mente ha elaborato quella che poteva es- sere la visione all’interno del palazzo, con En- rico ancora in vita. Ne ho parlato con Roberto Gaetano, fotografo, che con delicati e sapienti tocchi delle dita sulla tastiera del computer, ha cancellato il contenuto del quadro di sinistra, sostituendolo con il ritratto del proprietario.

12. Le indagini di Mariano Piazza San Potito Sannitico, lì 6 Agosto 1865. Mariano Piazza Giudice Supplente, incaricato di svolgere le indagini, per cercare di stabilire la verità sull’omicidio di Enrico Sanillo, così risponde al Giudice Mandamentale: Ritratto di Enrico Sanillo, del pittore Michele Albanesi Signore. Rispondendo al di Lei ufficio dei 2 del Con questa notizia, la situazione muta, nel corrente mese n°. 1578 mi avvalgo della frase evan- passato, si è sempre narrata la leggenda del ri- gelica “ tota nocte laboravimus et nihil cepimus331.” tratto scomparso di Enrico, dopo questa rive- Pel primo quesito, la vedova del Sig. Sanillo dice lazione, la leggenda, è divenuta storia. Con d’ignorare se mai ci fossero state richieste di denaro molta probabilità, così si presentava agli occhi fatte dai briganti al suo defunto marito. in quanto al degli ospiti l’immagine di Enrico Sanillo, e secondo quesito, ella non sa se mai vi fosse esistita come ho avuto già modo di scrivere, “il tempo qualche inimicizia fra suo marito, ed Antonio Arcieri. nasconde, ma non cancella”. terzo quesito, se gli individui attualmente detenuti abbiano avuta alcuna conni- venza nell’attuazione della ca- tastrofe, tanto più che la medesima asserisce esser da poco tempo dimorante in San Potito, e non ha potuto avere l’opportunità di conoscere da vicino gli individui succennati. L’istessa risposta ho presso a poco ottenuta dalla vedova Pietrosimone, se non ché mi ha fatto marcare che suo marito nell’esercizio della carica di sindaco avendo legalmente ne- gato di rilasciare la carta di ri- cognizione al nominato Ingresso del palazzo, lo scalone, con la visione immaginaria del ritratto di Enrico. Antonio Arcieri, costui si mo-

331 - Tutta la notte abbiamo lavorato ma nulla abbiamo preso.

264 Il tramonto dei Sanillo stra di una minacciosa indignazione contro suo ma- …Signore, nelle ore pomeridiane del 22 or decorso rito. In quanto alla vedova di Francesco D’Orsi Spe- luglio sortii a passeggiare con mio marito Errico Sanillo, ranza Riselli, essa si è limitata a dire, che in quella e ci restituimmo in questa abitazione verso una mezzora emergenza spaventosa non conobbe altri che Antonio di notte. Il medesimo trattenutosi nel cortile, in circa Arcieri col quale ebbe a sostenere una specie di collut- un’ora fu venuto a rilevare giusta il solito da Nicola Ja- tazione, ignorando d’altronde tutto ciò che può aver fusco che lo accompagnava in sino alla bottega da caffè avuto rapporto colla causa dell’eccidio perpetrato di Nicola Riccitelli ove diversi amici convenivano a di- nella notte dei 22 del passato mese ma a dir vero la vertimenti. Presso alle ore 2 sentii molte fucilate, sicché loro reticenza mi è sembrata nascere da uno sgomento immaginando qualche cosa di sinistro, presi a gridare e forse non condannabile, di compromettersi facendo poco dopo udii pure la voce di D. Simeone Pietrosimone, qualche rivelazioni in un paese in cui il manutengo- che due o tre volte gridava grazia grazia. lismo e lo spionaggio è troppo diffuso. Quindi a non molto dal Prete Liberato Fiondella D’altronde, per quel che mi è riuscito raccoglier appresi la triste nuova che i briganti avevano invaso dalla pubblica opinione, vengo a sapere che parecchi il paese e mentre che il mio consorte con altri erano dei detenuti non sono rei, fra i quali la nominata riusciti a chiudersi di dietro in quella bottega gli as- Maria Teresa Russo del fu Giuseppe, la quale, assi- sassini avevano fatto una scarica di fucilate presso curano poter provare con testimonianze che essa non le imposte dell’uscio sicché le palle forandole, esso era si è giammai assentata dal paese, contestandovi di vi- stato spento e la maggior parte de’ suoi compagni fe- vere meschinamente col solo lavoro del fuso, e col pre- riti, uno de quali è propriamente il padrone del locale, starsi a fare dei servizi a chiunque la comandava non posteriormente n’è morto: essendosi sposata come le altre, nè a legnare sulla Dippiù che avevano ferito a morte, come in fatti montagna, né a spigolare in tempo della messe, onde cessò di vivere solo nel lasso di poche ore, il capo banda non dare viruno appicco alla sua condotta, e che la Francesco D’Orsi333, mentre Domenico Di Chello aveva sua cattura le è stata procurata da qualche malevolo ucciso uno de’ masnadieri: Da ultimo che avevan me- a cui essa ha negato i suoi favori. nato via il predetto Sindaco Pietrosimone uccidendolo E che i nominati, Domenico Santillo di Cosimo, Giu- barbaramente strada facendo. Poco o niente sortendo seppe Riccitelli fu Marcellino, Giuseppe Vitelli di Tom- di casa, non ho lumi da porgere per lo scovrimento degli maso, ed i guardiani del Sanillo, Francesco Colapetella autori materiali del crimine, molto meno de’ complici… fu Giuseppe, e Giuseppe Torelli fu Vincenzo possono Non so se prima del successo i briganti avessero essere ritenute come persone non sospette. E che final- fatto qualche richiesta di danaro a mio marito, né se mente tutti gli altri individui segnati nel di Lei precitato tra lo stesso ed Antonio Arcieri ripassasse motivo al- ufficio offrono tutta la probabilità di connivenza col cuno di inimicizia … La maggior parte de’ ventidue brigantaggio, e segnatamente la nominata Raffaela individui che mi avete nominati mi è ignota, ne’ sul Santillo fu angelo, madre di Antonio Arcieri, Giovanni conto di quei pochi che conosco ò sospetti da confer- Peloso di Pasquale e Giovanni Riccio di Angelo.332 mare. In ultimo non saprei se nell’avvenimento vi sia Il Giudice Supplente stata la complicità de’paesani.334” Don Mariano Piazza Alla morte del marito Alfonsina è incinta di sei mesi, secondo l’articolo 315 delle leggi ci- Dopo pochi giorni, il 10 agosto1865, Ma- vili, occorre nominare un curatore al ventre pre- riano Piazza, Supplente Giudiziario del Co- gnante, dal consiglio di famiglia; riunito, detto mune di San Potito, raccoglie la deposizione consiglio il 26 luglio 1865, si tracciano i nomi di Alfonsina Palmieri sulla morte del marito. dei parenti.

332 - Atti del processo 333 - Capo banda: Maestro di musica 334 - Atti del processo

265 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Dal lato paterno: Ed essendo ciò una giusta conseguenza della pro- 1° Sig. Silvestro Petrarcone di Cassino cognato del- tezione che la legge costantemente esercita su tutti, per l’estinto Sig. Sanillo. la garentia, contro qualsivoglia sinistro, non v’à chi 2° Sig. Luigi Fattore di S. Potito, cugino di Enrico sconosca che il curatore al ventre prescelto, durante il Sanillo. periodo della gravidanza, ha il carico della sorveglianza 3° Sig. Pasquale Fattore germano del precedente. su gli andamenti della superstite vedova circa la sop- pressione, o supposizione del Parto; in altri termini la Dal lato materno: di lui missione è infermata dal vigilare al progredimento 1° Sig. Giulio Palmieri padre della vedova, domici- della gravidanza, in assistere allo sgravo, ed impedire liato in Faicchio. che non venga alterato l’ordine della successione, alte- 2° Sig. Crescenzo Palmieri fratello germano della ve- randosi lo stato di questo avvenimento … dova, domiciliato in Faicchio. E siccome al costituito Signor Petrarcone riesce ma- 3° Francesco del Giudice è il cugino in quarto grado lagevole assai; per non dire impossibile, di recarsi a ri- di Alfonsina per esser figlio della Signora Angela siedere durante la bisogna in San Potito domicilio del Palmieri zia paterna della stessa. defunto Sig. Sanillo, e della vedova Sig.ra Palmieri, così coll’atto presente, senza bisogno di ratifica alcuna, 31 luglio 1865, su richiesta del Sig. Giulio fa e nomina suo speciale Procuratore il Signor D. Fi- Palmieri, padre della vedova la scelta di curatore lippo Onoratelli proprietario dom.to in Sepicciano di ricade sul Sig. Vincenzo Coppola, Dottore me- Piedimonte d’Alife, circa mezzo miglio distante … Ad dico di San Potito, legato al Sig. Sanillo da pura Istanza del Sig. D. Filippo Onoratelli nella qualità di amicizia, che ringrazia l’assemblea di famiglia Curatore al ventre della incinta Signora Alfonsina Pal- per la fiducia riposta in lui e declina un “tanto, mieri Vedova del Sig. Enrico Sanillo, dom.ta336 in San delicato esorbitante incarico”, e indica il Sig. Raf- Potito Sannitico. Io Vincenzo Del Vecchio Usciere faele Covelli di Cajazzo, figlio di Mariangiola presso il giudicato Mandamentale di Piedimonte zia del Sig. Sanillo, che abita nei limiti di venti d’Alife … ho citato la stessa Sig.ra Donna Alfonsina miglia imposti dalla legge. Nel consiglio di fa- Palmieri, nonché il detto Notajo Signor Don Giuseppe miglia intervengono anche i Signori Avv. Gen- Caso, acciò nel mattino di venerdì prossimo, primo naro Fattore e Filippo Onoratelli, parenti in sesto dell’entrante mese di settembre, alle ore 9 a/m. colla grado, domiciliati nel vicino Comune di Piedi- continuazione, compariscano nella casa Palazziata di monte. La scelta finale ricade sul Sig. Silvestro proprietà del detto defunto Don Enrico Sanillo, sita Petrarcone, cognato di Enrico335, e innanzi al nell’anzidetto Comune di San Potito Sannitico, alla Giudice Mandamentale: … il quale à spontanea- strada detta le Formose, per ivi procederci dallo stesso mente asserito, e dichiarato, che colpito da immatura, e Notaro Signor Caso, all’uopo prescelto, e con le forma- violenta morte il di lui cognato Sig. Enrico Sanillo, la- lità di rito alla confezione dell’inventario di tutti i beni, sciava a se superstite la giovane consorte Signora Al- ed effetti appartenenti all’eredità del detto defunto fonsina Palmieri incinta. Quindi in conformità Sig.r Sanillo, secondochè viene dalla legge prescritto, dell’articolo 315 delle leggi civili, l’assemblea di famiglia ed essa Signora D. Alfonsina Palmieri per assistervi, e debitamente convocata innanti al Giudice Mandamen- presenziare ai termini della legge.337 tale di Piedimonte d’Alife, con deliberazione del sedici Poche settimane dopo l’omicidio, Alfonsina del declinante agosto, nominava esso dichiarante cura- Palmieri va ad abitare a Piedimonte, alla Strada tore al ventre pregnante. San Domenico338 in una casa di proprietà del

335 - Silvestro Petrarcone marito di Antonetta Sanillo, sorella di Enrico. 336 - Dom.ta: domiciliata 337 - Atti del processo 338 - Comune di Piedimonte, ufficio anagrafe

266 Il tramonto dei Sanillo defunto marito Enrico Sanillo, accettando “di casa una donna vedova con tre figli del primo letto, fatto” il corteggiamento del Conte Roberto dopoché la voce pubblica la accusa di disonestà. Gaetani, perché nel palazzo a San Potito abita Io non so quanta certezza tu possa avere sulla pa- ancora la zia nubile di Enrico, Donna Carmela. ternità del feto, in ogni modo si rende dubbia assai, dopo le molte leggerezze passate, e presente della in- 13. Il Brigantaggio e le due Campane cinta. Che se poi sei addirittura convinto di apparte- nere a te il frutto di quella gravidanza … In fine la speranza del possibile matrimonio a tempo debito sarebbe sempre per la fidanzata un potente freno durante la vedovanza; come Testata del giornale, 1864 per opposto le nozze legittima- 1861-1864. Sono i primi anni tetri del bri- mente contratte divenir potrebbero ausilio alle intem- gantaggio nelle province meridionali. Molti peranze del senso. Giudica or tu la convenienza della quotidiani, dopo l’Unità d’Italia si sono inte- decisione, ma sii pur certo della mia riprovazione. Il ressati a questa triste parentesi della nostra sto- tuo processo cammina regolare, e fra breve sarà di- ria. I quotidiani più in primo piano sono: La scusso; spero non risulterà aggravata per te, io non Campana di S. Martino, e La Campana del Popolo. tralascerò impegnarmi a tuo favore, sempreché sarai Sporadicamente fanno sentire la loro voce, La ragionevole. Pietra Infernale, l’Alba, Napoli e Torino, il Nuovo Ti saluto aff. Compare E. Sanillo Sannio, la Settimana, l’Opinione, la Cronaca Sici- liana. Partendo dalla cronaca siciliana, qual- La Pietra Infernale. 17 Ottobre 1861 cuno accenna stringatamente e in modo poco Un Fatterello lusinghiero al Sotto Prefetto di Castro Reale La sera di Sabato, 12 ottobre, in una casa piutto- in Sicilia, firmandosi con lo pseudonimo di sto aristocratica e dove erano capitate talune visite, Aquila Latina, forse per paura di ritorsioni. si parlava di ciò che unicamente si parla oggi, di po- 14 Agosto 1861. Il Sig. Francesco Rici- litica. Alcune signore, fragranti di confessionale, gliano di San Potito, da pochi mesi nelle pri- com’è naturale speravano nel ritorno di D. Ciccio339, gioni di Piedimonte, informa il compare e nelle gloriose armi del gran Chiavicone340, quando Enrico Sanillo di un suo progetto di matrimo- una giovinetta di 16 a 17 anni, bella di patriottismo nio ma Enrico non è d’accordo e chiarisce: e di franchezza perdé la pazienza, s’alzò e con gli Riprovo recisamente il progetto sul quale mi do- occhi scintillanti, proruppe in una nobile invettiva mandi consiglio. Sposare una donna quando non si contro le vigliacche speranze delle gesuitesse. Oh! Oh! può godere, e dirigere, vale lo stesso dichiararsi vo- Come siete divenuta rossa, ragazza, mia, con ghigno lontario ruffiano della moglie: anzi nel caso tuo cui insultante disse una di loro, Dio mi perdoni! Si di- è un argomento dippiù, perché la pretesa sposa è ve- rebbe che se Garibaldi vi chiedesse in moglie sareste dova. Non sperare che tua madre e i tuoi parenti, ed anche capace di sposarlo. io potessimo approvare questo passo: invece debbo an- No, o Signora, rispose la fanciulla, io non oserei nunziarti che tutti ne saressimo dispiaciuti, e tu do- sposarlo, perché non mi sento abbastanza grande da vresti rinunciare a qualunque ajuto da parte nostra; portare il santo nome di Garibaldi; ma se egli volesse però non tener lusinga che tua madre accolga mai in sposarmi ad ogni costo … Ebbene cosa fareste? Farei

339 - Francesco II di Borbone. 340 - Chiavicone: Chiavone, (Luigi Alonzi detto Memmo), è il più antico fra i capi briganti, è del paese di Sorano, Sora. Ex soldato indisciplinato dell’esercito borbonico.

267 Vittorio Imperadore Armando Pepe un eroismo per diventare degna di lui; e se morissi nel sette individui, ritenendo il primo solamente. Ma que- momento di compierlo, morrei col suo nome sulle lab- sto infelice poté per buona ventura essere liberato nel bra. Le visite se ne andarono, e non appena la fami- momento che i malfattori stavano per finirlo. Il mo- glia rimase sola il padre e la madre di questa nobile vimento combinato tra la Truppa, la Guardia Nazio- giovinetta, armati di bastone, si dettero a darle colpi nale e i Reali Carabinieri e alcune Guardie di Pubblica che non si darebbero à cani. Sicurezza riuscì a questo favorevole risultato. Giovanni Gervasi, Gerente341. Piedimonte lì 18 Aprile 1863. Enrico Sa- 14 Novembre 1861 nillo riceve dalla Sotto Prefettura del Circon- L’Alba, Diario Politico del Mattino342 dario di Piedimonte una richiesta Da un carteggio di Potenza al “popolo d’Italia” d’informazione riservatissima: Mi sarebbe gra- rilevasi che i briganti, usciti da Trevigno, invasero dito conoscere con tutta precisione qual contegno altri paesi facendo proseliti fra la misera plebe. In spiegasse il Sindaco di S. Potito nella sera del 13 altra lettera, in data nove corrente, i briganti invasero altri paesi, e la masnada doveva essere ingrossata di sopra à quattrocento, e quasi tutti armati; poiché in ogni paese percorso han preso armi. Molti altri si mantengono nel bosco di Anzi e nella Pallareta. Molte persone di civili famiglie di Anzi, sonsi ricove- rate nel castello di Laurenzana; Tricarico si è barri- cato. Colonne di Guardie Nazionali inseguono i briganti. Secondo lo stesso giornale da Potenza che la comitiva Borjes tentò vanamente di aggredire i paesi limitrofi Albano e Campomaggiore, dai quali fu respinta ed invase Castelmezzano …

Sabato 15 Marzo 1862 Napoli e Torino, Giornale Politico Letterario. E’ stato sequestrato il supplemento al n. 10 per Ritaglio del giornale l’Omnibus aver riportato l’Indirizzo degli Emigrati Napoletani à loro confratelli nel Regno. Veniva contemporanea- Marzo ultimo in cui i briganti poterono consumarvi mente sequestrato ancora il n.11 del nostro giornale l’audace cattura del Sacerdote Ascanio Amato, e di per un articolo brevissimo tolto dall’Opinione343, che altri sette individui. Costandomi che ella in tal occa- accennava al surriferito proclama. sione accorse e si prestò solerte, la prego a volermi esser cortese dei maggiori ragguagli sulla presenza ed L’8 marzo 1863, mentre è a San Potito in azione del Sindaco, non che sulla presenza ed azione una bottega nel palazzo Campochiaro, è se- della Guardia Nazionale e dei cittadini. In attesa di questrato a scopo di estorsione il sacerdote suo pronto riscontro le porgo le più vive grazie. Don Ascanio Amato. Per il riscatto giunge una Il Sottoprefetto Dainelli richiesta di 12 mila ducati. Una banda di circa quaranta briganti invase il Comune di San Potito, 19 Aprile 1863. Enrico Sanillo espone i ove sequestrò il Sacerdote Ascanio Amato, con altri fatti così come sono avvenuti: … ò tenuto più

341 - Gerente: Direttore, responsabile. 342 - L’Alba: Esce tutti i giorni alle ore nove. 343 - L’Opinione: altro quotidiano.

268 Il tramonto dei Sanillo opportuno un genuino riepilogo. Alla prima ora della Fui disposto da quel comandante, il quale di certo notte 14 marzo, seguendo un vecchio costume, io mi ne redasse rapporto, epperò mi astengo interloquire. rattrovava a cicalare con altri amici nel gretto Caffè Su questa cronaca, di cui guarentisco la esattezza. di Luigi Iannitto, messo a brevi passi dal posto della Ella intelligente deffinirà il contegno tenuto dal Sin- Guardia Nazionale, d’un tratto intervenne il Sindaco daco, dalla milizia nazionale, dai Cittadini, senza bi- De Meo, il quale annunziò una voce in giro sulla in- sogno delle chiose mie. cursione dei briganti, che allora, al largo Chiesa Dev.o servo E. Sanillo. Teano lì 2 Luglio 1863 Nuova, sulla stradale Sannitica avean ricattato il Sa- cerdote Ascanio Amato, mentre trattenevasi nello La lettera di Luigi Iannucci smercio del pizzicagnolo Luigi de Palma. Luigi Iannucci, rinchiuso nelle carceri di Pie- Detto, fatto, piantai il Sindaco, che mai più vidi dimonte, scrive all’illustre e onorevole Signor nel corso della notte, e sortì per accorrere col Luogo- Don Enrico Sanillo. Non è chiaro se questa per- tenente Sig. Piazza, col milite Sig. D. Simeone Pie- sona sia stata arrestata perché brigante che non trosimone armati, e col Medico condotto Sig. Riccio ha rinnegato il suo Re Francesco II, oppure per- inerme. … chiamato il Capitano, lo avvisai di nostra ché accusato di reati comuni, non è chiaro nem- mossa sul luogo prefisso; convenni un provvisorio meno dov’è ubicata la sua abitazione. motto d’ordine; stabilii un retro guardo. Densa le te- nebre aggravavano, fitta la piova scendeva, con le de- bite precauzioni, la nostra avanzata con il Luogotenente Sig. Francomacaro arrivammo al punto sospetto, e così uno per volta ci piazzammo accquat- tati sui sbordi del quadrivio sul quale è sita la casa del catturato. Pregai, ed ottenni dal Sig. Riccio, che avesse bat- tuto al portone: al primo picchio le finestre si ribadi- rono, al secondo si fe’ capolino, al terzo molto vibrato si dischiuse uno sportello, era il germano del Prete, che balbutiva la triste nuova, e come il fratello suo dai ladroni si trascinava per la via del Campo, la quale è il letto assai affossato di un torrente, che sbocca dai soprastanti burroni. …Ci raggruppammo sul largo attiguo. Colà era in pronto un distaccamento di Guardie Nazionali, circa un 40 uomini col Capitano, e trombetto, c’inoltrammo per la via del Campo, ripiegando per la Strada For- Encomio per la presentazione dei briganti mose, mentre altri volteggiatori, perlustravano i fian- chi. Le campane a storno avvisarono i cittadini di 29. 7bre 1863, Prigioni di Piedimonte. Le una sciagura, ma niuno osò varcare la soglia degli abi- circostanze, in cui verso da più tempo, mi obbligano turi. Ritornati dalla prima perlustrazione, se n’eseguì a venire all’alienazione dell’intera mia casa, è perciò altra per tutto il paese, il quale era in profonda quiete. che io credo un dovere farvi preferito nella vendita di L’acqua che copiosa e continua cadeva giù. … arri- essa, offrendovela ad un prezzo conveniente, e ragio- varono altri drappelli, uno di circa 30 militi; il se- nevole da fissarsi dietro valuta di due periti. Essa condo quasi di egual forza, il terzo di circa 20 offre molti vantaggi, tra gl’altri quello di occupare individui ebbe rassetto nell’atrio del casamento Cam- un sito migliore nella Città, di essere composta da pochiaro, dopo circa un’ora sopravvenne il Luogote- molti membri superiori, ed inferiori, tutti di gran pre- nente dei Carabinieri, con i soldati della stessa arma. gio, di avere un gran cortile, fontana con acqua pe-

269 Vittorio Imperadore Armando Pepe renne, un ampio giardino, ed altri comodi, esposto alla nistro dell’Interno, e pur malgrado, lo studio, mi di- strada della Pera. Non si puote presentare occasione batto ancora nel vuoto delle congetture per precisare più favorevole, come questa, non ve la fate scappare, a me stesso la derivanza di così inatteso evento; Né e vi tornerà a gran giovamento. ritorni e solo l’imbarazzo che mi invade poiché è la prima volta, questa, in cui mi tocca vedere troppo su- Piedimonte 5 ottobre 1863. Enrico Sanillo perficialmente interpretato il compito degli atti miei, riceve un encomio dal Sotto Prefetto Dainelli quando si declina ai compensi per rimunerarli. per la procurata presentazione di alcuni bri- Non è già che io voglia magnificare un lieve tri- ganti. …se la spontanea presentazione di quasi tutti buto pagato al gran debito sociale, ma neanco è giusto i briganti costituitisi il 26, e 27 passato settembre, fu che di due opere simili una fosse retribuita da digni- effetto dei miei impulsi, io son troppo contento per tosi ciondoli, e l’altra umiliata a mercede. Come pure aver saputo diminuire una calamità pubblica. fu deferenza quella dei diari governativi allorchè in- neggiarono con prolissità ad un fatto di minor rilievo, Dopo soli venti giorni dal primo encomio, e proveniente dal mio; mentre a rimbecco furon mute Enrico ne riceve un secondo per la presenta- per la presentazione dei briganti da me costituiti, zione spontanea del capo brigante Dell’Ungaro quantunque primogenita, e causa dell’altra. e di altri di quella banda. … non senza rischi, e di- Intanto dell’indiscreto silenzio gl’invidi si giovano spendii, ha espresso il desiderio che le ne sia manifestata per scrivere sull’ Indipendente del 30 Settembre n.218, la propria soddisfazione; di tal che mi è grato, in adem- un bugiardo racconto a discapito del vero; e così io pel pimento del superiore incarico, esternarle per la seconda difetto di pubblicità officiale ò dovuto subire una ri- volta i meritati encomi del Governo per un sì utile ser- pruova d’incuria pei miei servigi, una novella vittoria vizio reso alla Pubblica Sicurezza. Il Sotto Prefetto Dainelli

Piedimonte, lì 11 dicembre 1863. In questo mese tra il Sotto Prefetto Dainelli ed Enrico Sa- nillo c’è un continuo scambio di corrispondenza. Molti briganti, grazie all’intermediazione di En- rico, si consegnano spontaneamente alle autorità, tanto che il Re al Ministro dell’Interno, esprime in questo modo la soddisfazione del Governo. …per quanto si è da Lei operato in pro della si- curezza pubblica, mi ha spedito un fucile d’onore da offrirle in dono a suo nome in pegno di gradimento dei segnalati servizi che Ella ha resi, ed io nel rimet- terle, unita alla presente, l’arma suddetta, torno a fe- licitarla della utile cooperazione prestata all’ autorità, e a ripetermi con distinta stima Il Sotto Prefetto Dainelli

San Potito, lì 15 Decembre 1863. Enrico si lamenta del dono ricevuto, e di quello che hanno scritto sui giornali, dirigendo le sue la- gnanze al Sotto Prefetto: Signore, ò lette, e medi- tate le cortissime frasi che hanno accompagnato Particolare del calcio del fucile, ancora presente l’invio di un fucile a due colpi donatomi dal Real Mi- a Palazzo Filangieri

270 Il tramonto dei Sanillo dei detrattori. Anzi oggi eglino cementano la impostura inopportuna ed inesatta. Sull’aver poi il Ministro adot- col testo medesimo della sentenza profferita a carico tata una forma, piuttosto che un’altra, di ricompensa dei latitanti, poiché essa non solo tace il vero autore (sempre però onorevole e dignitosa); della esibizione di loro, ma la disegna nella energia dei Sull’essere stata la opera sua, Sig. Sanillo, apprez- Reali Carabinieri; quindi in buona logica darebbe a zata, e riferita in un modo piuttosto che in un altro, quello indirizzo spedirsi il compenso. ciò non mi riguarda affatto, e non mi resta che pre- Quante volte i Gerarchi volevano dimostrarmi garla a significarmi quali sentimenti io debba riferire simpatia era facile trovarne il modo nel catalogo dei in suo nome al Governo per l’attestato di soddisfa- premi che soddisfano il decoro, e costituiscono una zione che ha inteso tributarle. preminenza. … che se puoi ò saputo provocar su di Il Sotto Prefetto Dainelli me una pena, mi farò dovere patirla nell’accetta- zione del fucile; ma se deve valermi come rimunero, Enrico, per convincerli a presentarsi, fa è la gratitudine, è il plauso dei probi, è la gloria di delle promesse, sia ai briganti sia alle loro fa- un pubblico ringraziamento la sola vanità che mi miglie, fino al 1863,344 elargisce ducati 44,12 prevarica. Così à più voti miei deposto il passato, e e promette ai briganti l’espiazione della pena spero sigillerà il futuro, attendo adunque nel riscon- in una prigione non lontana dalla loro terra tro di Lei o la mia condanna perché la serve obe- natia. I “briganti” in prigione hanno bisogno dente, o il favore di un permesso. di denaro, che chiedono in alcune lettere, e ri- cordando anche la promessa di espiare la pena, Sono ancora presenti a Palazzo Filangieri in qualche carcere non lontano da casa, ma che alcuni fucili e pistole di epoca borbonica. Non non otterranno. so se i due fucili regalati a En- rico sono ancora presenti nel Pa- lazzo, ma uno in particolare ha destato la mia curiosità, un fucile a canna singola, ottagonale, molto pesante, con il calcio in ra- dica di noce, intarsiato da un ma- stro ebanista in modo sublime, rappresentante un volto umano con folta barba.

Piedimonte, lì 16 dicembre 1863. Il Sotto Prefetto Dainelli ri- sponde a Enrico: Mi ha sorpreso il rilevare dal suo foglio di ieri che Ella abbia potuto scorgere una mercede, una condanna, una pena nel dono del fucile d’onore offertole dal Ministero, dopo le lusinghiere parole che per mio mezzo glielo accompagnarono e dopo la ono- rifica inscrizione personale incisa nella base della detta Arme. Niuno avrebbe mai escogitato interpretazione così Sotto Prefettura, per regalo di un fucile

344 - Nelle spese del 1863 c’è la voce, per la presentazione dei briganti a tutto il 1863, Enrico elargisce ducati 44.12.

271 Vittorio Imperadore Armando Pepe

19 Aprile 1864 Domenico Barberis, Errico Gentilini, il tenente Ar- La Campana del Popolo. Ci si è gridato e ci doino, il luogo-tenente Varanezza, il marchese Rove- si grida la croce addosso, a noi napoletani, dicendocisi reto, il marchese Cattaneo, e molti altri, che riuscirono pinzocheri, bigotti, baciapile; si grida perché siamo con la fuga a sottrarsi al supplizio. pieni di sottane e di coccole; si strepita per le Chiese Non così Andrea Vochieri, di cui lo scrittore pie- che qui abbondano, e s’impone l’ostracismo, o domi- montese dice “consegnare alla storia le ultime ore, cilio coatto alle Madonne e ai Santi, che pacifica- perché restino a perpetua infamia dei carnefici, a mente se ne vivevano sulle cantonate345 delle vie. maledizione perpetua degli assoluti governi”. Un Santo Dio! E che era mai il Piemonte, questo Pie- condannato di Alessandria, che sopravvisse alle lun- monte oggi iconoclasta per libidine, anticattolico per ghe torture di Fenestrelle, lasciò scritto nelle sue me- progetto, irreligioso per convenienza. Era il semen- morie le cose seguenti: “innanzi a tutto mi furono zaio del fratismo, era il covo della superstizione; era tolti i miei libri, cioè una Bibbia, una raccolta di cri- tutto un intero convento di gesuiti…. Noi non ripe- stiane preghiere, un’istoria dei Cappuccini illustri teremo la storia fatale dei moti del 1821 in Piemonte del Piemonte. e il tradimento di Carlo Alberto … La crudeltà del Poi mi venne posta la catena al piede, e fui con- reggente Carlo Felice, furono poste a prezzo infame, dotto in altra carcere più oscura, più umida, più dal Conte Thaon Revel di Pratolongo, … come s’è squallida, con una finestra a doppia sbarra, con una posta a prezzo oggi la vita dei masnadieri Caruso e porta a doppio catenaccio. Innanzi alla mia prigione Crocco. Il Piemonte, secondo il Brofferio346, era già stava quella del povero Vochieri. Esistevano alcune grazie a Vittorio Emmanuele, diventato “una terra sconnessure in fondo alla mia porta, e tenendosi di- di orbi d’ipocriti, di raggiratori e di ladri”. E con ciò schiusa la prigione del Vochieri dalla poca luce che ecco come li trattava il loro carissimo Re. trapelava, ero invitato a dolorosa osservazione. Vo- chieri mi apparve sopra un misero scanno con pesante Mercoledì 27 Aprile 1864. catena al piede, e due guardie al fianco con la sciabola La Campana di S. Martino. Continuiamo la sguainata. Una terza guardia, col fucile, stava im- triste cronaca. Fra una condanna e l’altra a morte, mobile dinanzi alla porta. Regnava un terribile silen- l’alta Commissione inquisitoria dettava proclami, ar- zio. I soldati parevano più costernati dello stesso ticoli, relazioni e provvedimenti. Merita special men- prigioniero. Di tratto in tratto due cappuccini veni- zione una legge sopra i libri e giornali provenienti vano a visitarlo. Così rimase quell’infelice una intiera dall’estero, monumento immorale di imbecillità e di settimana dinanzi agli occhi miei; fu lunga, fu spa- ferocia. ventosa la sua agonia; finalmente lo trassero a morte. In virtù di questa legge, chi avesse introdotto, o L’ira del Governatore contro il Vochieri, narra il soltanto avesse fatto circolare in Piemonte un libro o Brofferio, e ripete il Vannucci nel suo bel libro sui un giornale contrario ai principi della Monarchia sog- Martiri Italiani, si andava di più in più accanendo, giaceva alla pena della galera da due a cinque anni, e perché, con la certezza che avrebbe potuto fare im- in alcuni casi soggiaceva alla morte! Chi avesse rice- portanti rivelazioni, non riusciva pur mai a strappar- vuto uno di questi libri o giornali per la posta, e non gli dal labbro un accento; tanto più si ostinava a li avesse consegnati pena due anni di carcere. Cento tormentarlo, il Governatore con nuove crudeltà. Non scudi di premio a chi scoprisse o denunziasse. vi era mezzo di terrore che non fosse impiegato. Non commentiamo questo editto infame; intanto L’oscurità, il digiuno, le catene, i tolti sonni, i negati la stampa straniera pubblicava le stragi del Piemonte riposi, le insidie tenebrose, i tradimenti occulti, gl’in- e chiamava su di sé la pubblica esecrazione. … Tut- sulti e le minacce, e persino le percosse non aveano ri- tavia furono ancora dannati a morte l’avv. Berghini, brezzo di praticare i reali Cannibali.

345 - Cantonate: Angoli dei palazzi. 346 - Angelo Brofferio

272 Il tramonto dei Sanillo

Pronunciata la sentenza del Vochieri, ebbe animo il Quasi tutti i giorni, i vari giornali riportano regio satellite di accostarsi al moribondo, che per solleci- arresti di borbonici in vasta proporzione, negli tarlo a rivelare, offriva al condannato la sua protezione. ultimi figurano persone di tutti i ceti sociali. La Fate che io conosca i vostri voleri, e sarò lieto di adem- Questura continua a fare arresti di persone pirli. Ciò che io voglio, rispondeva l’agonizzante, è que- “compromesse” in cospirazione borbonica: sto: che mi sia tolto il vostro odioso aspetto. Acceso di Però per quanto noi sappiamo, i documenti trovati, furore il barbaro, scagliava un calcio nel ventre al pri- ossia lettere di corrispondenza e liste di nomi, non son gioniero. Vochieri avea le guardie al fianco, le mani legate cose che rivelino un fatto di molta importanza, come dietro le spalle, e sputava in faccia al percussore. si vorrebbe far credere. Al contrario, pare che la polizia Giunta l’ora del supplizio, si pensò all’ultima delle voglia dar rilievo e colorito alla cosa per vari motivi: vendette. Si impose che Vochieri fosse tratto a morte 1 All’armare il paese e tener così a bada il Partito per la via meno spedita, passando sotto le finestre d’Azione collo spettro della reazione; della propria casa, dove abitavano sua sorella, sua 2 Per aver ragione e prorogare la legge Pica; moglie e due suoi figlioli in ancor teneri anni. Il Go- 3 Per mostrare, al solito, ch’essa è veramente vigile vernatore, in grande uniforme, assiso sopra un can- e veglia alla sicurezza dello Stato. Insomma sa- none, volle assistere alla esecuzione. Dopo le rebbe stata un’altra astuzia, giacché è il sistema condanne di morte vennero le condanne di reclusione. di tutte le vecchie polizie de’ governi dispotici. Ne furono vittima distinti personaggi, medici, giure- consulti, militari, tra’ quali v’ha il nome di generali! Sempre dalla Campana di S. Martino, la no- … Dopo le torture, il sangue, le reclusioni, gli esili, tizia: Mentre l’Austria concedeva la libertà ai rei poli- vennero immediatamente le promozioni, le gratifica- tici, nei suoi stati d’Italia, in Piemonte raddoppiavano zioni, i nastri, le tracolle, a titolo di onoranza! il rigore. Una lunga lettera arriva dalle carceri di Così il Brofferio apostrofa questi premiati: Gover- S. Maria Apparente, il giornale ne pubblica solo natori, ministri, generali, comandanti, primi presi- qualche stralcio, i detenuti lamentano il rigido denti, uditori, cavalieri, conti e commendatori, rigore con cui sono trattati, si parla di sevizie, di passeggiate pure, fastosi dei vostri titoli, dei vostri torture, e altre crudeltà da digradarne l’istesso Ne- galloni e dei pendagli vostri. rone. Furon tutti orribilmente maltrattati, coll’esser li- Il Piemonte sa come li avete meritati. gati mani e piedi, notte e giorno con busti di ferro, e con funi, a porte chiuse, ed all’oscuro. Noi non neghiamo all’Italia tutti i mali fatti dal passato governo e queste provincie; ma ci pare che i Giovedì 28 Aprile 1864 suoi farisei ci vennero a riparare a questi mali. E che La Campana di S. Martino. Mentre le for- hanno fatto in quattro anni? A questa dimanda ri- tezze di Fenestrelle, d’Ivrea e di Alessandria chiude- sponde un paese ridotto perinde ac cadaver347. vansi come le bolgie dell’eterno dolore sopra una moltitudine di condannati ai quali sarebbe stata mi- 20 Aprile 1864. Perquisizioni e arresti di bor- sericordia la morte, si raccoglievano i capi della Gio- bonici a Napoli continuano, Sono condotti alla pri- vine Italia sulla frontiera Elvetica per fare un appello gione di S. Francesco, i militari hanno perquisito le all’italico risorgimento. case in zona Posillipo, in strada Sedile di Porto, nella Domenica 1 maggio 1864. E’ stata perqui- città di Melfi, e in Basilicata. L’accusa è, connivenze sita la casa, e poscia arrestato il sig. Perez, di Gaeta, brigantesche. Gli arresti continuano, a Santamaria domiciliato a strada S. Agostino alla Zecca. Egli era sono stati arrestati l’ex capitano Ignesti e l’ex tenente cappellano del disciolto esercito borbonico, e fu pure Navas. A Napoli è stato arrestato il sig. Candiota, gravemente ferito nel 1848, quando trovavasi fra le Tenente dei veterani in effettivo servizio. truppe che andarono a comprimere i moti di Messina.

347 - Perinde ac cadaver: come un cadavere

273 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Martedì 3 maggio 1864. Sul territorio di Pie- ceri; mangia prosciutto, pane e formaggio come i bri- dimonte (Terra di Lavoro), fu in sul principio di ganti, per dissetarsi bene neve liquefatta. I carcerieri marzo sequestrato il signor Coppola; e per aderire alle sono in numero di nove, occupati giorno e notte nel crudeli pretese dei briganti la famiglia Coppola mandò gioco delle carte; divisi in tre gruppi, litigano conti- una somma di lire 50.000 sperando così ottenere la li- nuamente e vengono alle mani. berazione del catturato. Sentiamo ora ch’individuo Già, perché secondo il costume dell’epoca, i soldati in questione trovasi sempre nelle mani de’ masnadieri, piemontesi e i liberali nostrani erano autorizzati a i quali dichiararono assolutamente di non potersi ac- spiccare la testa dal busto del brigante ucciso, usan- cordare per una somma minore di lire 100.000. dola come prova inconfutabile di un atto di valore. Il giudice Don Nicola Coppola fu rapito il La Valente con truce cinismo, non cessa di ballare e 17 marzo 1864, dalla banda Albanese. La fa- scherzare dinanzi ai soldati per tutta la via, facendo miglia chiese aiuto a Don Enrico Sanillo. ballonzolare quella testa per i capelli. Apparteneva a Dalla documentazione si comprende che il 9 Gerardo Autunnale di Potenza, disertore del 40° fan- aprile 1864 Enrico Sanillo presta ai Coppola teria di stanza a Piedimonte, suo amante. 2.800 ducati in oro e 116,35 in argento, i quali Nicola Coppola, dopo aver sborsato 14.000 ducati sommati a un precedente prestito di duc. pari a 59.500 lire italiane, ritorna in famiglia il 17 1.077,65, più sei ducati per il viaggio del maggio successivo, dichiarando di essere stato portato messo, assomma a duc. 4.000; la motivazione attraverso il Matese sulla montagna di Macchiago- del prestito è: per un rapimento subito in famiglia. dena nel circondario di Isernia, per ordine dei capi- banda Cosimo Giordano di Cerreto e Libero Albanese Enrico Sanillo ottiene la restituzione della di Guardiaregia. somma il 27 luglio 1864. Luisa Sangiuolo nel suo libro sul brigantaggio nella provincia di Be- 26 agosto 1864, a Selvapiana, a 10 Km circa nevento riporta in questo modo il rapimento di da Cusano, sono ritrovati i corpi di Pasquale Prece Nicola Coppola: Cosimo Giordano ha fuso la sua carbonaio di 45 anni e Domenico Ruscetti, bracciante banda con Libero Albanese348 … e si parla di un ricatto di 52 anni di Piedimonte d’Alife. I due incaricati eclatante per taglia. Ne è vittima il 15 marzo il Sig. Ni- dalla famiglia di don Nicola Coppola di portare ai cola Coppola, ricco proprietario di Piedimonte; i briganti briganti i 14.000 ducati di riscatto, avevano tratte- chiedono un riscatto di 80.000 ducati, un gran quanti- nuto per sé una parte della somma. Il cadavere del tativo di armi, commestibili ed un cannocchiale. Ruscetti è orribilmente mutilato: naso e orecchie re- Passano i giorni in ricerche infruttuose. Matteo cise, occhi cavati, budella al di fuori. Su di lui spicca Settembrini, latore di un messaggio ai briganti da un cartello “ecco la fine che fanno le spie”. L’omicidio parte della famiglia Coppola, si mette in giro per il porta la firma di Cosimo Giordano. Matese. Verso gli ultimi di aprile 1864 una donna, a Alla fine del 1864, Cosimo Giordano, sparisce dal nome dei briganti, gli domanda se abbia portato il Cerretese. …Coloro che si sono rifugiati nello Stato primo acconto di 5.000 ducati. E’ la venticinquenne Pontificio, quando non vanno in galera per reati co- Maria Carmina Valente, di Cusano, moglie di Pa- muni, amano ritrovarsi a Roma nella locanda con- squale Pecoraro, domiciliato a Piedimonte. dotta da Marianna Conti, in via delle Rimesse349 al Il Settembrini risponde positivamente, dicendosi n. 14 e riandare, attraverso comuni ricordi, ad un disposto al pagamento, solo dopo aver visto il suo pa- tempo che è stato, quando credevano di cambiare il drone … Sotto la guida dei conniventi, Settembrini mondo in nome di Francesco II. ritrova il suo padrone; sta in una grotta umida, cui Per la maggior parte hanno messo giudizio e tro- si accede strisciando carponi. I suoi abiti sono già la- vato sistemazione in qualità di zuavi papalini, di

348 - I giornali dell’epoca in due occasioni lo danno per morto. 349 - Archivio Storico del Sannio Benevento.

274 Il tramonto dei Sanillo operai nella costruzione della strada ferrata o in pic- …Il Giordano aveva seco la banda riunita in nu- cole fabbriche di fuoco d’artificio. Perché Cosimo non mero di 23 individui, io compresa351. Il Giordano arro- fa come loro? Cosimo non può; vive ormai in un gandosi una superiorità esternò essere venuto a bella mondo irreale, circondato da tanti aristocratici che posta da Roma, non cenno’ però se insinuato o spinto volentieri si accompagnano a lui, sperando in un’im- da qualcuno, per catturare e ricattare Don Achille Del possibile restaurazione borbonica. Giudice, mio compaesano e Don Enrico Sanillo. Il mio Cosimo Giordano, cattivo genio Cerretese, è con- drudo Andrea Santaniello, per Sanillo si oppose, poiché vinto di diventare generale, non appena Francesco II di recente il medesimo lo aveva beneficiato con una ritornerà sul trono di Napoli. E’ arrestato a Roma per ventina di marenghi d’oro e molti pacchi di munizioni omicidio. Il Tribunale Criminale di Roma l’8 aprile lo … Credo che i Capi avessero concertato il piano del- mette a disposizione della polizia, che nel giugno suc- l’aggressione, ma non fui presente, perché come donna, cessivo lo fa rilasciare alla frontiera di Ceprano con pre- non ero autorizzata a conoscere i segreti della banda352. cetto di esilio dallo Stato Pontificio. Il comitato Dopo l’eccidio a San Potito Sannitico, di borbonico di Napoli lo fa rientrare nel Beneventano Cosimo Giordano si perdono per l’ennesima nel luglio 1865. Riceverà istruzioni dal sig. Luigi Cop- volta le tracce e trascorsi circa due anni: Nel pola di Faicchio che frequentemente si reca a Napoli 1867, si appura che, assunto il nome di Giuseppe Pol- in casa di don Giuseppe Martino De Carles barone di lice, si trova a Marsiglia, ospite del comitato borbo- Puglianello e di don Vincenzo Fieschi Ravaschieri nico … All’improvviso nel giugno 1880 si diffonde duca di Roccapiemonte, sotto il pretesto di affari d’in- la voce che caporal Cosimo è di nuovo qui. Una com- teresse, in realtà per motivi reazionari350. pagnia di bersaglieri e quattro colonne mobili di ca- Si è sempre narrato, che Cosimo Giordano, rabinieri sono più che sufficienti per fronteggiare sia venuto a bella posta da Roma per “l’affare qualsiasi azione di forza del piccolo nucleo, costituito Sanillo”. Nell’incontro di Luigi Coppola, con dai capibanda Cosimo Giordano, Libero Albanese e Cosimo Giordano, di che cosa hanno discusso? tre gregari sconosciuti. Il gruppo accortosi che ogni Di sollevare le popolazioni contro i piemontesi, tentativo di difesa sarebbe stato vano, prendono la oppure dell’affare Sanillo? Dato che mancano via per l’estero. Arrivati a Marsiglia, si separano. pochissimi giorni al 22 luglio 1865, data del- Albanese parte per l’America del Nord, Cosimo l’eccidio di San Potito Sannitico? Queste righe Giordano stabilisce la sua residenza a Lione ove apre che seguono, sono riportate il 22 luglio del un negozio di frutta e ortaggi. Intendeva condurre 2000, a San Potito Sannitico, nella splendida una vita finalmente tranquilla e legalizzare l’unione cornice della corte di Palazzo Filangieri, sulla con la donna con cui conviveva e da cui aveva avuto mostra convegno: Brigantaggio sul Matese 1860- un figlio. Occorreva il certificato di stato libero ed 1880. Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. esso fu chiesto dal parroco francese a quello italiano Il documento è a firma dei Dott. Rosario Di di Cerreto. Le autorità lo vennero a sapere; poiché Lello e Prof. Giuliano R. Palumbo. non potevano violare la convenzione italo-francese …Il Giordano, secondo la testimonianza resa po- ne chiedere l’estradizione, incaricato un delegato di steriormente dalla brigantessa Maddalena De Lellis, P. S. di fingersi commerciante e proporre un affare a arrestata nel dicembre del 1865, venne appositamente Giordano, invitandolo a portarsi a Genova. da Roma per catturare e ricattare Enrico Sanillo. La Imprudentemente, Cosimo varcò il confine. Arre- circostanza venne confermata dai briganti Antonio stato il 25 agosto 1882, declinò false generalità, fin- Arcieri e Sebastiano Petraglia, durante i loro interro- gendo di chiamarsi Giuseppe Pollice di anni 45 da gatori, dopo l’avvenuto arresto. Napoli. Tradotto a Benevento, fu sottoposto a proce-

350 - Luisa Sangiuolo, il Brigantaggio nella Provincia di Benevento, 1860-1880. Tip De Martini BN, anno 1975. 351 - Io compresa: Maddalena De Lellis. 352 - Deposizione di Maddalena De Lellis.

275 Vittorio Imperadore Armando Pepe dimento penale. Il processo, iniziato il 6 agosto 1884 Il mese di marzo ebbero, in totale, 6 giornali confi- presso la Corte d’Assise di Benevento, si concluse il 25 scati e 8 sequestri. dello stesso mese, con la condanna all’ergastolo. Il 1° Aprile, il Popolo d’Italia, di Napoli. Il 6 la Campana di S. Martino, di Napoli. Venerdì 13 maggio 1864 Il 7, la Bilancia, della stessa città. La Campana di S. Martino. Un ministro di Il 14, il Patriota Cattolico, di Bologna. polizia non può, non deve, essere certamente un tipo Il 15, la Cronaca Settimanale di Firenze. di onestà; dev’essere un briccone, ma un buon bric- Il 17, ancora il Popolo d’Italia, di Napoli. cone, un briccone d’ingegno! Un poliziotto deve essere Il 19, la Riscossa, pure di Napoli. poliziotto, perché nel mondo ognuno deve bene rap- Il 29, la Campana di S. Martino, di Napoli. presentar la parte assegnatagli. Di Fouchè non si può Il 30, il Commercio di Firenze. dire che fosse un prodigio di virtù, ma la storia rende Il 30, il Poncio di Napoli. omaggio al suo genio poliziesco. Questi del Regno Unito353 non incutono altro sentimento che il ridicolo. Periodicamente anche il giornale La Campana Questo non è un governo. del Popolo è posto sotto sequestro, con l’accusa Non è calcolato un governo neanche all’estero; nel di grave offesa contro il rispetto delle leggi. concerto europeo non si tien conto di lui; quando l’Europa vuole un po’ occuparsi dei fatti nostri, non Il Generale Govone in Sicilia. Vero è che il si piglia mai la pena di domandare il nostro consenso generale Govone disdisse gli oltraggi gratuiti fatti o il nostro concorso: perché i Palmerston, i Drovin, i alla Sicilia in pieno Parlamento; … ma ciascuno è Rechberg, i Bismark, i Gortkakoff crederebbero di convinto che quella disdetta fu imposta dallo sdegno scendere troppo in basso venendo a trattare con un che sollevarono le sue parole in tutta l’Italia, né può Visconti-Venosta, con un Nigra, e simil razza di ar- così presto dimenticarsi l’infausto periodo delle misure riccia-capelli… Se voi foste un vero governo; e noi vi militari, quando si arrestavano senza ragione vecchi, daremmo in nostro voto di fiducia, qualunque possa donzelle e fanciulli, quando si toglieva l’acqua ad in- essere la differenza dei nostri principi politici, perché tere popolazioni, o si dava la tortura ad un povero sentiamo che il Governo costituito debba rispettarsi, sordo-muto … come deve rispettarsi la Legge. Ma voi non siete un Cospirazione. Il giornale la Patria dice esserle Governo; per voi la Legge non esiste, e perciò l’opi- riuscito raccogliere altre notizie intorno alla cospira- nione pubblica è tutta contro di voi. zione borbonica, di cui va a impossessarsi l’Autorità Chi si firma sotto gli articoli della Campana giudiziaria, e crede suo debito pubblicarle: Il centro di S. Martino, è sempre il Gerente Luigi Bertelli, della cospirazione era a Roma, dove eravi il Supremo molti giornali della Nuova Italia subiscono il Consiglio composto dal barone Cosenza, dal duca di sequestro. La libertà della stampa è la più larga nel Civitella, e dai signori Sansone e Montemilone: esso libero Regno d’Italia, riportiamo la seguente cronaca veniva preseduto da Francesco II di Borbone e teneva dei Sequestri dei mesi di marzo ed aprile: le sue riunioni nel palazzo Farnese. … Il 2 marzo fu dal regio fisco sequestrato, in Milano, l’Unità italiana. Dopo vari sequestri, il giornale La Settimana Il 17 fu sequestrato, in Genova, il Rigoletto. sospende le pubblicazioni. Il foglietto, senza Il 22, in Firenze, la Chiacchiera. data, è inserito in una copia della Campana del Il 24, in Bologna, il Patriota Cattolico. Popolo. Il direttore della settimana, Domenico La Bilancia di Napoli ebbe nel marzo tre sequestri, e Ventimiglia, avverte i lettori di aver preso ac- l’arresto del proprio Gerente. cordi con un altro quotidiano, cioè l’Alba, e A Benevento fu sequestrato il Nuovo Sannio. che la protesta sarà pubblicata a Parigi.

353 - La nuova Italia.

276 Il tramonto dei Sanillo

30 maggio 1864. I paesani di Salcito, Molise, reduci da Roma narrano che molteplici orde bri- gantesche vengono a invadere il nostro territorio, percorrendo le montagne del Matese, dove un onesto cittadino di Castropi- gnano fu catturato dai briganti e condotto sul Matese, fu poi libe- rato dopo tre giorni mediante il pagamento di 1.600 lire. La banda Fuoco invase la masseria del Comandante della Guardia Nazionale di Venafro posta a tre chilometri dall’abitato e: colà fece man bassa sul ricco pol- laio che vi si trovava, uccidendo una capra, una pecora e novanta fra gal- line e gallinacci; e prima di ritirasi, se- questrò il colono Vincenzo Nasso.

26 Maggio 1864 La Dittatura di Garibaldi a Napoli. Il giorno 12 Settembre il po- polo meravigliato e pieno d’affetto pel Dittatore leggeva affisso sulle canto- nate il seguente decreto: Art. 1° E’ istituito in Napoli un collegio gratuito che sarà chiamato dei Figli del Popolo e sostenuto dallo Locandina di protesta della “Settimana” Stato. La Banda Fuoco Art. 2° Vi saranno accolti i ragazzi 22 aprile 1864. La banda Fuoco forte di dei popolani poveri, cioè senza capitale, o reddito circa 70 briganti, invase verso le ore 24 un qualsiasi, e di qualunque Comune delle due Sicilie, piccolo villaggio nei dintorni di Pitircineto. quando abbiano compiuti i sette anni, e non oltrepas- Tutti i residenti furono posti a contribuzione sino i dieci, e siano di buona costituzione fisica. di vitto, vestiario e armi. La comitiva rifor- Art. 3° L’insegnamento, oltre il leggere, lo scri- nitasi di quanto aveva bisogno, si diresse vere, il conteggiare sarà quello, conveniente alla pra- verso le montagne. Il 25 aprile, le bande riu- tica cognizione d’ogni arte, e mestiere. nite di Fuoco e Guerra, forti di 51 briganti, Art. 4° La disciplina sarà militare, ed i ragazzi si aggiravano per le campagne di Picinisco saranno esercitati nell’uso delle armi … in Terra di Lavoro, dopo aver invaso diversi Napoli 12 settembre 1860. Giuseppe Garibaldi villaggi, e rubato in molte masserie. Queste bande sono diventate il terrore e la desola- Questo decreto rivelata nel Dittatore non solo il suo zione di quella provincia. Nulla si è fatto fi- immenso amore verso poverelli, derelitti e fanciulli della nora per distruggerle. plebe, ma poneva le basi fondamentali della vera, e pratica

277 Vittorio Imperadore Armando Pepe rigenerazione sociale. L’ignoranza, l’ozio, la supersti- La Campana del Popolo. zione, che fa dei figli del popolo gli strumenti del vizio L’assimilazione dell’Italia Una354 Che roba è … Ogni creatura nata su questa terra della Meridionale quest’assimilazione dell’Italia Una? Il ministro vera- Italia poteva ben dirsi con orgoglio, io posso con decoro, mente non l’ha definita; ma avendo detto che il grande onestà, guadagnarmi la vita. La patria mi sostiene, mi movimento di assimilazione si compie oggi in Italia, ci educa, e mi dà i mezzi per essere con il lavoro indipen- ha messi sulla buona via e speriamo di venirne a capo. dente; e nei pericoli della patria io debbo morire per essa… Che cosa avviene oggi in Italia? La storia contempo- Garibaldi ha pensato per i nostri figli; essi non an- ranea è nota a tutti, e tutti sanno in qual mare di de- dranno più laceri, affamati e vagabondi per le vie; essi lizie nuotino e affoghino gl’italiani. In Italia c’è un andranno di pari nei collegi coi figlioli dei nobili, e dei grande movimento di ladri e di assassini. In Italia la ricchi. Benedetto sia Garibaldi. Egli è il benefattore miseria cresce giorno per giorno, in proporzioni colos- dell’umanità. Or noi domandiamo ai luogotenenti regi, sali; la statistica dei reati aumenta in modo spavente- ai ministri riparatori perché il decreto di Garibaldi co- vole, lo indifferentismo e l’apatia dispongono delle tanto filosofico e rigeneratore della plebe rimase una menti e dei cuori degli uomini. Ecco in breve ciò che av- lettera morta? I beni regi, ecclesiastici, e demaniali non viene oggi in Italia e l’immoralità dei ministri e depu- potevano senza recare aggravio alla finanza sopperire tati è al colmo … in tal caso essi sono pienamente in alle spese del collegio dei figli del popolo? regola, poiché l’assimilazione non potrebbe essere più I luogotenenti, i ministri non si occupano del popolo. perfetta né il movimento più grande… La missione dei primi e dei secondi è quella di comprare Quivi l’assimilazione non lascia nulla a desiderare le coscienze dei deputati, e degli uomini che diconsi in- … I maligni, che non mancano mai, dicono che i pie- fluenti, onde calpestare lo statuto, e manomettere le montesi hanno fatta l’Italia, per supplire alla loro po- pubbliche libertà all’ombra degl’iniqui voti della mag- vertà. Che calunnia! I piemontesi l’hanno fatta per gioranza parlamentare. Il popolo, per i luogotenenti amore di assimilazione. Essi da buoni italiani, non po- regi, ed i ministri deve rimanere ignorante misero, e de- tevano, per esempio, permettere che in Torino per man- gradato; al popolo basta l’onore di pagare le tasse al mu- giare, bere e dormire dovesse spendersi più che a Napoli, nicipio, e di farci ammazzare nelle guerre. Il popolo è e fecero l’Italia. Perché tollerare che i napoletani abitino carne da macello, e da cannone. Il collegio per i suoi figli! continuamente quel paradiso terrestre, che si stende fra Oh la stupenda utopia del fanatico Dittatore! Miseno e la Campanella, mentre i fratelli del Piemonte I beni regi, e per Iddio devono servire al lustro, e sono obbligati a guardare eternamente la neve delle loro decoro del principe; quelli del Demanio devono pas- Alpi? Ciò, si disse non è giusto! Facciamo, dunque, sare nelle mani di avidi speculatori, quando non siano l’Italia. Assimiliamoci! I napoletani muteranno i loro destinati in gran parte a soddisfare gli appetiti dei Eden colle nostre Siberie, e saranno in tal guisa simili a deputati ministeriali … noi. E l’Italia fu fatta ! l’assimilazione fu raggiunta ! Indietro dunque o miseri popolani dal banchetto Poi sempre per amore di assimilazione, vennero le della vita: la loro missione è lavorare come i giumenti, tasse piemontesi, i balzelli piemontesi, i dazi piemon- soffrire la fame, e la sete, dormire malamente, e spa- tesi, le gabelle piemontesi, che fecero in un batter d’oc- rire dalla terra come le fronde degli alberi in autunno chio salire il prezzo della carne, del pane e del vino per diventare letame. E i figli, queste tenere piante agli stessi, spessissimi prezzi del Piemonte. Oh che de- che Garibaldi voleva nutriti, ed educati, impareranno lizia! E non assimilarci prima! ad imprecare, e maledire la Società se non finiscono Sempre dalla Campana del Popolo, si pubblica in galera, sul patibolo, o cadono in battaglia per la un articolo del Moniteur355 del 3 maggio, par- patria che gli sconosce e gli sprezza. lando dell’insurrezione polacca, chiamavala bri-

354 - Italia Una: non solo gli abitanti di San Potito Sannitico, ma anche i giornali usano questo termine per definire l’Unità d’Italia. 355 - Moniteur: Monitore, giornale napoletano.

278 Il tramonto dei Sanillo gantaggio. Il giornalista fa un’osservazione sul Tempo sprecato. Gli Arcadici del generale Cialdini do- titolo: Napoleone 3° ha voluto offendere i liberali in vevano pensare alle feste per l’arrivo dei Luogotenenti, e Polonia, o difendere i briganti di Napoli? del Re. Essi dovevano affrettare il momento di porre sulla Gerente, Luigi Bertelli loro livrea borbonica, la nuova livrea di casa Savoja. Il Municipio di Napoli occuparsi del popolo? Stoltezza! Il Martedì 31 Maggio 1864 Municipio si occuperà sempre del popolo quando dovrà, La Campana del Popolo. Cronaca interna, squattrinarlo con le tasse, e balzelli, e quando spererà di dodici soldati uccisi. E’ proprio il caso di ricordare i farlo avvelenare coi cibi guasti, e con le malefiche esala- seguenti versi: zioni del sudiciume delle vie, e delle cloache. … In tempi men leggiadri e più feroci Partendo dal primo di giugno 1864, i due Si appendeano i ladri in sulle croci quotidiani, la Campana del Popolo e la Cam- pana di S. Martino, riportano la seguente noti- Il Marchese d’Afflitto ha ricevuto sabato da To- zia: Il Brigante Crocco è risorto, insieme alla banda rino la lieta notizia di essere fregiato del gran cordone di Masini, e quella di Ciucciariello. Carmine Do- di quei tali due Santi; contemporaneamente giungeva natello Crocco si unisce e comanda la grossa da Potenza la notizia al Prefetto che dodici soldati banda. Da Melfi giunge notizia che abbia attac- erano stati assassinati dai briganti: chi non direbbe cato un distaccamento del primo reggimento di che il gran cordone è stato accordato al Marchese pel linea, causando la morte di dodici soldati, av- suo gran zelo nel promuovere la distruzione del bri- venuta nei boschi di Ripacandida. gantaggio? Quattro guardie nazionali di Rapolla La notte tra il 22 e il 23 giugno 1864, le auto- scontratesi con cinque briganti nel tenimento di Ra- rità sono informate che i boschi tra Lagopesole polla cedettero conveniente di opporsi colla forza delle e Ripacandida, sono infestati dai briganti, i quali armi alle ingiunzioni dei briganti; una fu uccisa e tre convenivano da tre punti diversi come in un con- furono disarmate. E poi dicono che il Generale Pal- vegno segreto che li riunisce in quelle terre. Que- lavicini ha distrutto il brigantaggio nella Basilicata. sta volta è il distaccamento di linea che con soli 25 soldati attacca i briganti. La banda era com- 30 Maggio 1864 posta di più di sessanta individui. Per più di due La Dittatura di Giuseppe Garibaldi a Na- ore i soldati sostengono lo scontro contro un im- poli. Vista (diceva il Dittatore) l’immensa utilità che pari forza, fino all’arrivo dei rinforzi e solo a quel deriverebbe a questa capitale dall’apertura d’una punto i briganti scappano verso il bosco di Fo- larga strada a traverso i più antichi rioni della mede- renza. Nel Potentino ricomincia una nuova cam- sima sotto il triplice aspetto dell’igiene, dell’arte e del pagna del brigantaggio, capitanata da Crocco, il commercio. … Considerando infine che un governo quale fino ad ora era rimasto nelle tenebre. (Nato dal popolo, e che vive del Popolo), deve princi- Quest’uomo feroce sfuggito sul principio di palmente provvedere alla soddisfazione del primo bi- quest’anno alle ricerche del Generale Pallavicini sogno di esso, quello cioè di dare al medesimo a modico sull’Ofanto, gli ricomparisce improvvisamente alle prezzo abitazioni comode e salubri. … spalle, alla testa di sessanta briganti. Giuseppe Garibaldi E quando finiranno queste stragi?

Bello il pensiero, ottimo il disegno, sublime la ispi- Giovedì 2 Giugno 1864 razione, che affermando il potere Sovrano del Popolo, Il Brigantaggio. Non avremmo mai supposto impone ai suoi Governanti l’obbligo di occuparsi dei di dover ritornare su quest’orribile e doloroso tema bisogni del popolo, ma la celere esecuzione dei lavori, che da quattro anni, forma la desolazione nelle nostre ma l’idea mandata in atto ov’è? Interrogare il Mu- province. E pure sono tali e tante le scene di sangue nicipio, oh via! Parlare ai morti e ai moribondi del che in questi ultimi giorni hanno afflitto varie tra le Palazzo San Giacomo? nostre province che non possiamo fare a meno di de-

279 Vittorio Imperadore Armando Pepe nunziare alla pubblica opinione quale sia il vero stato essi dicono che si sottoporranno alla prima ed ai secondi dell’Italia meridionale, e quanti e quali i danni che perché vogliono l’uguaglianza; ma poi vi sogghignano alle provengono dalla tremenda piaga del brigantaggio. spalle, perché sanno che essi saranno i preferiti, perché essi Nel momento che scriviamo non v’ha che la sola no- hanno il privilegio di godere, quando gli altri hanno quello stra provincia di Napoli la quale non abbia briganti. di soffrire. Vi son briganti e moltissimi in Terra di Lavoro, nei tre E’ una lebbra terribile, sozza immorale quella Abruzzi, nel contado del Molise, nei due Principati, setta di gaudenti: Si sono lanciati sulla camicia della nelle tre Puglie, nella Basilicata e nelle tre Calabrie. propria patria, e se l’hanno divisa, come i giudei si Come si vede sono quattordici tra le nostre pro- giocarono quella di Cristo! Li vedete ministri, segre- vince che vengono desolate dai briganti. Ma quelle tari generali, direttori, capi di ufficio, ricevitori, e, che sono straziate da bande numerose e militarmente per sopraggiunta, concessionari. organizzate sono la Terra di Lavoro e la Basilicata. E non vogliono concorrenza. …Quando finiranno Nella prima vi sono più bande di fresco arrivate e pio- i gaudenti? Quando le basi della Società saranno rin- vuteci sopra dal territorio pontificio, composte la novate dal soffio della libertà; fin’allora i gaudenti maggior parte di esteri. Nella Basilicata cui si decla- godranno sempre, e la giustizia sarà sempre offesa, mava distrutto il brigantaggio dopo di avervi spedito umiliata, calpestata. il generale Pallavicini, risorge Crocco che alla testa di numerosa banda a piedi e a cavallo ha dato prove 3 Giugno 1864. Bosco di S. Ilario. Da ulteriori troppo terribili della sua presenza, e varii nostri va- notizie pervenute si sa che nello scontro di cui par- lorosi soldati sono stati barbaramente assassinati. … lammo ieri prendevano parte tre bande riunite, la Dopo la celebre nomina della commissione parla- banda Ingiongiola, quella dei Malacarne, e l’altra di mentare sul brigantaggio venne la scelleratissima Tortora. E queste tre bande non han che fare con legge Pica, la quale si riteneva dovesse veramente di- quella di Crocco ed altre, che sono anche la desola- struggere i briganti. Nulla di più falso. La legge Pica zione della Basilicata. è stata la vera e unica cagione della recrudescenza D. Angelo Grilli parte da Pescocostanzo, delle bande brigantesche. diretto a Sulmona, attraverso la montagna tra Canzano e Pescocostanzo è aggredito da una 2 Giugno 1864 banda di briganti comandata da Tamburrini, in I Gaudenti in Italia. In Italia i passati governi numero di circa trenta persone; quindi presero avevano corrotto il paese fino alla midolla. Le molte un contadino che stava legnando e gli dissero: abitudini cattive rimasero anche dopo che essi caddero Sul momento portati in casa di costui e prendi ducati … Difatti, ponete un momento che questa loro si mi- 500, altrimenti lo ammazziamo… nacci, eccoli a gridar contro il governo: divengono rossi, dicono volersi fare repubblicani, in somma si fanno 18 Giugno 1864. energumeni, salvo a divenire tranquilli, docili ed am- I Briganti alle porte di Napoli. Quando noi più mansiti non appena la pagnotta è posta in salvo. … volte affermiamo che il ministro Peruzzi, avea mentito, Hanno poi la fortuna di essere presenti da per tutto. sapendo di mentire, nel dichiarare che il brigantaggio era Sono appaltatori? Eccoli preferiti negli appalti, dove terminato nelle province meridionali; ebbene avevamo ra- guadagnano, a danno dello Stato del cento per cento. gione. Crocco Donatello, e Masini, continuano a depre- Sono architetti? Eccoli farsi innanzi ed aver commis- dare nella Basilicata. Presso Cerignola un’altra banda di sioni per questa o quella fabbrica, questo o quel monu- 60 masnadieri a cavallo è ricomparsa. Nelle Calabrie gli mento. Sono avvocati? Tutti gli affari di amministrazione eccidi si accrescono, non parliamo delle bande che stan- municipali, provinciali, governativi vanno ad essi. Se voi, ziano sul Matese, né di quelle di Fuoco, Guerra, e Pace356 per caso, parlate di asta pubblica, di concorsi, di giustizia, ingrossate oltremodo con le reclute di Roma …

356 - Fuoco, Guerra, Pace: Sono tre capibanda.

280 Il tramonto dei Sanillo

Ma dopo tre anni di giuoco a mosca cieca, dopo le Gli uomini, maltrattavano, le donne e cinque o sei commissioni d’inchiesta della Camera, dopo l’iniqua cittadini i più agiati li condussero nei boschi, e gravi ri- legge Pica, dopo aver ferocemente trascinati tra ca- scatti dimandavano. Del Tufo trovasi ancora in potere tene in isole lontane, donne, vecchi, fanciulli, storpi, dei briganti di Vuolo, ora le genti di Persano sono cat- e calunniati patrioti, dopo aver fatto fucilare nella turate da Tranchella. Crocco capitano di assassini schiena centinaia, e migliaia d’infelici denunziati aduna più di 200 manigoldi nei vasti boschi di Montic- forse da occulti nemici, ci troviamo dopo tanto stra- chio, e il governo dorme. Oh se tutti coloro che rubano zio, e tanto sangue versato all’istesso punto di par- stipendi allo Stato potessero addormentarsi in un sonno tenza, cioè infestati manomessi e spogliati dai eterno, ci guadagneremmo almeno di non udire Peruzzi briganti. E questa tremenda situazione è dovuta al- il bugiardo, menar vanti di aver distrutto il brigantag- l’imperizia, o alla malvagità di coloro che governano? gio, e intanto i briganti sono i padroni del campo. Noi crediamo che vi sia l’uno e l’altro pregio nei mi- nistri tutti. A Roma si organizzano le orde degli as- 22 Giugno 1864 sassini, e noi lo diciamo senza velo, sono protette dai Nuovo Sannio358, Benevento. Nell’abitato di francesi di Bonaparte, allorché armate, ed equipag- Loffredo, casale di Cervinara penetrarono alcuni bri- giate varcano la Frontiera … ganti e vi si nascosero. Avendone ricevuto avviso le autorità locali immediatamente misero sotto le armi, 21 giugno 1864 truppa, e Guardia Nazionale, che all’alba dell’11 del Fine del Brigantaggio. La Patria, giornale di corrente, circondavan diverse abitazioni di Loffredo. Peruzzi Spaventa357 c’informa che da molto tempo il S’ingaggiò una viva moschetteria tra i briganti, e la Generale La Marmora aveva chiesto un permesso per truppa, e dopo molte ore di resistenza caddero nel con- potersi distogliere dalle gravi cure del suo ufficio; per- flitto tre briganti, con il loro capo Martone: fu catturata, messo che non gli era stato accordato per l’infierire del anche una brigantessa per nome Concetta Vacchione, ve- brigantaggio; bisogna dedurre per conseguenza che stita con abiti da uomo e con galloni al berretto. Si dice avendolo ottenuto ora è segno manifesto che il brigan- che sia una giovine avvenente, e di gran coraggio taggio sia morto. Ma le notizie pubblicate dagli stessi organi della consorteria abbondano di fatti briganteschi 27 Giugno 1864 e di agguati tesi ai nostri soldati? Ciò conferma sempre Monticchio. Il brigantaggio ha rialzato insolente- più che la Patria, dice sempre il contrario di quel che’è. mente la testa, comitati borbonici forniscono uomini e Gerente Francesco De Virgilio cavalli alle immiserite bande Crocco e Tortora i quali ri- diventarono i capi di forti comitive che alcuno fa salire 22 Giugno 1864 al numero di cento a cento cinquanta. Quattro anni di Il Brigantaggio. A Persano non lungi dalle resistenza, di pericoli superati con incredibile fortuna, reali foreste havvi un villaggio abitato da poche cen- ànno reso questi capi audaci, esperti e quasi imprendibili. tinaia di persone; il giorno di domenica scorsa mentre Le scene di sangue successe in questi giorni in cui più celebravansi gli uffizi divini, e tutta la popolazione di trenta soldati ed un ufficiale vennero sacrificati o per vi assisteva, giunge il famoso Tranchella coi suoi ma- imperizia o per altra cagione, fanno sì che per poco che la snadieri: due sentinelle furono situate alle porte del truppa sia in picciol numero, è attaccata vivamente di tempio, e poscia una squadra di quei tristi coi fucili fronte da quelli di cui prima non si vedevano che le spalle. spianati imponevano al prete officiante, ed ai citta- Il Melfese, cò suoi sterminati boschi è occupato da cinque dini di porsi bocconi, poi ordinavano a tutti i fedeli battaglioni; è poco, gli uni sono stanchi e rovinati per di uscire a due a due dalla chiesa, e in sull’uscio a due troppo lunga permanenza in quei paesi ove ànno sempre a due legarono. lavorato senza posa da parecchi anni (il 35° Bersaglieri)…

357 - Peruzzi Spaventa: ministro del nuovo governo 358 - Nuovo Sannio: quotidiano di Benevento.

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Altra specie di briganti. di desistere di andare a Ischia, non ha avuto tanta E’ meritevole d’esser reso di pubblica ragione, un forza da trattenere la loro ardente brama di osse- fatto che accadde nelle vicinanze del bosco di Bufa- quiare il gran Capitano. Esso riceve tutti colla sua lara. Da più giorni aggiravasi in quei dintorni un solita benignità, e tutti sperimentano la forza magne- nuovo capo brigante che spacciavasi proveniente da tica del suo maschio sorriso che consola e dà fede. Roma. Egli era un giovane imberbe, dalla voce fem- Le Dimostrazioni per Garibaldi continuano come minea, e dalle forme gentili, che attirava speciale at- prima: anche ieri mentre una Compagnia della 10° Le- tenzione. Sotto non so qual nome spiccava biglietti gione della Guardia Nazionale traversava via Toledo, di ricatto annunciandosi capo di 30 briganti tutti di per montare la guardia a Palazzo, una moltitudine di freschissimo conio. Se non che l’imberbe giovanetto, popolo l’accompagnò alle grida di Viva Garibaldi. per sua mala prudenza incappò nelle mani di un pic- Gerente Giovanni la Cecilia colo drappello di soldati, dal quale cercava scampare con la fuga. Raggiunto ed assicurato, si denunciò per Le intimazioni ai sacerdoti accompagnate certa Maria Andreoli da Perano, giovane di età, ma da arresti e, nel più blando dei casi, dalla per- vecchia sgualdrina della comitiva brigantesca de’ dita dell’emolumento per l’uffizio sono d’ispi- Sambuonesi. Essa era travestita da uomo, chi sa razione cavouriana; anche dopo la morte dello quante volte in sua vita aveva maledetto il caso di statista, avvenuta il 6 giugno 1861, la destra essere nata donna, e come era in quel dì beata di in- storica continua la sua linea politica: stretta os- dossare le esterne virili sembianze! Questo brigante, servanza del decreto 20 settembre 1860, con- se pur tale epiteto è proprio del sesso più debole, ebbe trollo poliziesco minuzioso, potere illimitato l’abilità di farsi temere da solo, ed è tutto dire. concesso ai militari per la repressione, seve- rissima censura sulla stampa, sequestro dei 27 Giugno 1864 giornali di opposizione. La Campana del Popolo. Libertà di Pa- Silvio Spaventa ora alla direzione del Dica- rola, Libertà di Stampa. Mentre il ministero non stero di Polizia, collabora con il Generale Besa- saprebbe dire se più sciagurato o imbecille, ci spoglia gna, instaurando un regime di terrore, facendo fino alla camicia col pretesto di farci liberi e colla rimpiangere i sistemi più umani adottati in pre- scusa di pagare coi nostri averi e col nostro sangue cedenza dai Borbone. A Benevento manda una quella libertà che costa sì cara, ogni giorno più si di- lista di giornali da sequestrare: Lo Zenzero, La sconoscono, si conculcano, e si lasciano anche certi Patria di Firenze, Il Diritto di Torino, Il Movi- altri impunemente disconoscere e conculcare i due più mento di Genova, La Provvidenza del Popolo di grandi dritti che ha un libero cittadino: La libertà Bologna, L’Unità Italiana, Il Lombardo di Mi- d’opinione; La libertà della stampa. Dov’è la libertà lano, Il Patriota di Parma e altri. Ci si domanderà della stampa in Italia? Quando un galantuomo qua- perché mai Spaventa, patriota e filosofo abbia lunque vien giudicato “rosso”, il giornalismo venduto agito così; i carteggi Cavour di recente pubblica- e vendibile, il giornalismo salariato dai Giannizzeri zione, nel mentre ridimensionano l’opera del tes- che stanno al potere, quel giornalismo insomma cor- sitore, più volta alla conquista del Sud che rotto, corruttore, vigliacco e impudico che gli italiani all’annessione pacifica, confermano purtroppo la sono obbligati a pagare con undici milioni l’anno … responsabilità di tanti meridionali, di Silvio Spa- venta, di Francesco De Sanctis, di Michele Amari Visite a Garibaldi. Come avevamo preveduto e altri; chiamati a reggere importanti dicasteri o a continuano le spedizioni dei cittadini che si recano svolgere il ruolo di consiglieri nella questione me- ad Ischia, per ossequiare il Generale Garibaldi. Il te- ridionale, non solo non si opposero, ma influirono legramma col quale si preveniva i nostri concittadini su di lui perché scegliesse la maniera forte359.

359 - Luisa Sangiuolo, il Brigantaggio nella Provincia di Benevento, 1860-1880. Tip De Martini BN, anno 1975.

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Nel Sannio, osservano i piemontesi di stanza, putato abruzzese Giuseppe Pica, presentata in il contadino è di buona indole ma ahimè ridotto a Parlamento come mezzo eccezionale e temporaneo sottoproletariato; le caste dei latifondisti, dei pic- di difesa. Fu più volte prorogata, rimase in vigore coli proprietari e dei commercianti di grano, lo fino al 31 dicembre 1865. La sua finalità era: disprezzano senza fine guardando a lui come a La repressione del brigantaggio e dei camorristi nelle una bestia da soma. Il “cafone” che non può prov- Provincie infette del Mezzogiorno d’Italia. Il mio vedere ai bisogni della famiglia, è costretto a ven- avo materno Pasqualantonio Mattei, nonno di dere i figli ad uomini di pochi scrupoli che li mia madre Mattei Ferdinandina, nato a Calvisi mandano in Francia, America, Germania, Malta di Gioja nel 1864, fu uno dei tanti, che per mo- ed Algeria a chiedere l’elemosina nelle vie. Altro tivi economici fu costretto a lasciare il paese che Miserabili di Victor Ugo! I ricchi si offrono natio, emigrato in America, dopo l’Unità d’Ita- di comprare le bambine per approfittare di loro lia, a causa della scellerata legge Pica, che al quando saranno giovinette … In queste condizioni, posto di combattere il brigantaggio, mandò let- come non farsi briganti? teralmente in rovina l’economia rurale dei no- stri borghi e dell’intero Sud. 11 giugno 1864 Carmine Mattei, mio nonno, figlio di Pasqua- La Framassoneria a Milano. Quando i Bo- lantonio, sempre dai racconti di mia madre, è naparte comandano i Framassoni escono, come i pi- vissuto con la famiglia in America, fino al com- pistrelli quando tramonta il sole. Nel 1805 la pimento del diciannovesimo anno, in questo pe- Framassoneria fioriva in Italia in genere, e a Milano riodo è più volte tornato a Calvisi, suo paese in ispecie, e fu Gran Maestro e poi il principe Eugenio natio. Carmine, è minorenne, per cui partendo Beauharnais, figlio adottivo di Napoleone I. nel 1805 dal porto di Napoli, è sempre affidato a un le Loggie di Milano erano cinque: adulto, in verità, è lui la guida, conosce la tratta, 1° La Loggia Reale Napoleone; 2° La Loggia parla Inglese e da anni vive in America. Reale Giuseppina; 3° La Loggia chiamata il Felice Nel suo ultimo viaggio di ritorno a Calvisi, Incontro; 4° La Loggia detta l’Eugenia; 5° La Log- s’innamora di una donna, una tal Concetta gia La Concordia. Quante siano oggidì in Milano, Conte, che diventa sua moglie. Dopo il matri- non si sa ancora. Ve n’è una però chiamata Loggia monio, Carmine Mattei non fece più ritorno in Massonica Insubria, e la presiede un prete ligure… America. Consultando il sito www.ellisis- land.org, ho trovato traccia di due viaggi, il La Massoneria Italiana. Abbiamo in Italia circa primo nel 1902, l’altro, sempre con partenza sessanta logge, che comprendono poco più di nove mila dal porto di Napoli, approda in America il 27 framassoni. Sei mila sono di rito francese e tre mila di aprile 1904. La nave è la Neckar, costruita nei rito scozzese. Le logge di rito francese vogliono procedere cantieri Tedeschi nel 1901, per conto della moderatamente, napoleonicamente, laddove quelle di rito Built for North Germany. scozzese sono più radicali, e gridano Roma o morte. Il Negli anni della repressione, era sufficiente rito scozzese ha eletto generale in Capo, con il 33% Ga- recarsi in campagna o in montagna, per trava- ribaldi, ma il rito francese si ribella. Quindi liti, discordie, gliare, legnare, portando con sé come sostenta- tumulti. Noi continueremo a spigolare dai giornali, mento al faticoso lavoro, del pane, formaggio quanto si attiene alla framassoneria Italiana. e del vino in quantità superiore al fabbisogno di una sola persona, che si era accusati come La legge Pica manutengoli, sovversivi, spie e al colmo come Legge n.1409, del 15 agosto 1863, nota briganti, arrestati e tradotti in prigione o nel come legge Pica, dal nome del promotore, il de- migliore dei casi al domicilio coatto360.

360 - Domicilio coatto: soggiorno obbligato.

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quotidiani, La Campana del Popolo e La Campana di S. Martino. In questo periodo, sui due gior- nali, le notizie più clamorose sono: gli arresti sconsiderati a qualunque titolo di presunti legit- timisti, briganti ecc, e la pubblica- zione del libro del Conte Bianco di Saint Jorioz. Enrico nell’arco degli anni, data la sua posizione economica, o per paura, oppure per tranquillità, ha sempre aiutato “briganti” e altri che chiedevano soldi, alimenti e munizioni. Que- ste notizie ci giungono dal carcere di Varignano, e dal Capo Brigante Domenico361 Straface, detto Palma, fortunatamente anche queste in- formazioni sono arrivate fino a noi dopo un oblio di circa 150 anni.

Luglio 1864. Enrico scrive al Luogotenente dei Carabinieri di Piedimonte, che in una sera di luglio 1864, un guardiano di ma- iali, Nicola Iafusco, gli ha rife- rito: … mentre con altri pastori attendeva al suo, officio nella por- Primo a destra, Pasqualantonio Mattei in America, 1887 chiera di mia proprietà accosto alla Del Comune di San Potito Sannitico, per stradale sannitica, fu chiamato in ausi- effetto della legge Pica, sono inviati al domi- lio dalla Guardia Nazionale di Calvisi, la quale cilio coatto 36 individui, di cui 18 uomini e 18 stanca e trafelata, inseguiva un tale, che se la svi- donne, con varie accuse di: Connivente, sospetto gnava per le sinuosità del burrone detto li Franci, manutengolo/a, padre o madre del capobanda, sorella, bosco di mio dominio, quindi insieme al milite di San fratello, parente. Enrico ha paura, nonostante ri- Potito Luigi Navarro, che sopraggiunse lo insegui- vesta il grado di Sottointendente nel Distretto rono infinanchè lo ebbero raggiunto, e fermato nella di Piedimonte. Troppi gli arresti di presunti le- pianura al luogo detto li paduli di Pacifico. Colà lo gittimisti, che giorno per giorno si susseguono riconobbero per Antonio de Meo di Castello, ferito a in tutto l’antico regno, basta un piccolo legame un braccio da arma di fuoco, ed inerme. Poco d’appoi con i borbonici, una lettera anonima, una de- arrivò il Capitano della Nazionale di Calvisi, Sig. nunzia ed è la fine. Enrico tra maggio e giugno Giuseppe de Nardo, cui lo esibirono. del 1864 acquista tutti i giorni le copie dei due Enrico Sanillo

361 - Originario di Longobucco, nel Distretto di Rossano, Calabria Ulteriore.

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Varignano, 1864. Molte notizie, si susse- orecchie aperte e sappiatevi regolare in tutto e da per guono a catena, ed Enrico riceve una lettera tutto e nel medesimo tempo vi dimando perdono se io non firmata, dal carcere di Varignano: Dal vengo a recarvi questo disturbo. Io non vengo per al- Bagno del Varignano Golfo della Spezia. Carissimo cuno interesse ma soltanto perché vi voglio bene, dun- mio amico Donarigo Sanillo io vengo con questo mio que pertanto, vi saluto addio addio dunque mi presente foglio a rendervi avvertito che nel bagno, dichiaro vostro amico amico ec ec. sono state fatte delle chiacchiere e le medesime, per quello che noi abbiamo inteso, sono state riferite ai Raffaele d’Orsi di San Potito, partendo dal loro superiori e noi abbiamo molto sospetto che que- 1847 commette una serie di reati, tra cui: furto sti individui vi possono aver palesato, anche voi di qualificato in danno di Raffaele Greco, gras- tutto ciò che mi avete somministrato tanto in vit- sazione con percosse, estorsione, minacce di tovaglie, quanto in munizioni.362 e questo individuo morte, sequestro e maltrattamento nella per- sono stato Carminelli Fidanza il quale anno dichia- sona del sacerdote don Ascanio Amato; at- rato il tutto. tacco e resistenza contro la forza pubblica nel Dunque vi raccomando di prevenirvi il tutto e per marzo 1863. Segue nuova grassazione, con tutto ciò che vi può seguire e state allerta e con le minacce di vita in persona di Saverio Federico e altri. Ribellione contro la forza pubblica nel marzo 1863 e assassinio con omicidio nelle persone di Francesco D’Aquino e Cirillo Gu- glietti il 18 marzo 1863.

Fedina penale di Raffaele D’Orsi fu Luigi Nella fedina penale di Raffaele d’Orsi, c’è di tutto, è accusato: di associazione di malfat- tori, tentata estorsione a danno di Raffaele Riccitelli, estorsione confermata col sequestro di Antonio Riccitelli a novembre del 1862; As- sociazione per omicidio nella persona di Gio- vanni Di Chello, nel gennaio 1863; Banda armata per contribuire a distruggere la forma dell’attuale governo e delinquere contro le persone e le proprietà; Estorsione di ducati 250 a danno di Filippo Fragola, con sequestro di costui e suo figlio Giacinto, accompagnato da cattivi maltrattamenti, minacce di vita, in- fine, recisione di una porzione di orecchio in persona del Fragola. Questa che segue, è la lettera non datata del capobrigante Palma, che con tono perentorio chiede a Enrico Sanillo: Onorevole amico subbito che ricevete questo mio foglietto mi dovete mandare piastre cinque cento, 500, perché mi trovo sprovvisto di danaro… e sono vostro amico. Carmine Mattei in America Domenico Straface detto Palma

362 - Queste parole sono state prima scritte e dopo cancellate con due tratti di penna, ma perfettamente leggibili.

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Enrico Sanillo riceve una seconda lettera da denza. Da poco fa la madre tua ti rimise in vaglia po- parte di Raffaele d’Orsi, lamentando che la stale lire 10 - 21/100, cioè due piastre dell’antica mo- madre non risponde alle sue missive e non gli neta. In fino ad ora non si è avuto notizia sulla invia denaro, ed è del 20 aprile 1864 la rispo- provenienza di quel danaro. Profittando di questo sta: Tua madre à risposto sempre, e sollecita a tutte sicuro ricapito ti rimetto altre lire 20 - 42/100, cioè le lettere inviatele, Se non son pervenute è colpa degli ducati 4.80 - metto per conto di Zia Maria Gio- altri non di Lei. Or siccome un negoziante mio amico vanna, e metà da parte della genitrice. Dimmi in ri- si reca in codeste spiagge per suoi affari, scrivo la pre- sposta se le ricevi. Assicura i tuoi compagni di sente per accertarti la buona salute di tutta la paren- sventura, e compaesani della sanità di tutti i parenti, tela, che all’unisono ti raccomanda di vivere in buono e da a loro i saluti di me, che li ricevi, do, e prendo animo, senza preoccuparti di veruna tristezza. Tutti interesse per le famiglie, quindi siano allegri, e spen- della famiglia vivono buona salute e ti colmano di sierati per questo riguardo. Se ti occorre a te, o ai cordialità e affezioni, il dippiù lascialo alla Provvi- paesani qualche cosa, in cui posso, annunciala, e sarà soddisfatta nei limiti del giusto. Ti saluto, Enrico Sanillo

Chi scrive questa lettera è Raf- faele d’Orsi, ma è firmata anche dal fratello Salvatore, che espri- mono rammarico per il tratta- mento ricevuto, facendo notare che si consegnarono spontanea- mente con la mediazione di Enrico Sanillo, ed ebbero rassicurazioni, pagando anche dei soldi, che avrebbero espiato la pena in qual- che carcere della zona. La vostra signoria mentre ci fece presentare, ella telegrafò in Torino, onde ottenere di stare entro il regno nostro, mentre gli fu accordato con il danaro pacando, altrimenti no. Dun- que noi preghiamo a vive lagrime la vostra Signoria onde volesse compia- cersi di ritelegrafare, ottenere quando gli fu in allora promesso, mentre pos- siamo dirgli che alcuni della nostra Provincia sono stati graziati di 20 anni di condanna, e gli anno inviati in Sardegna a fare i soli due anni di sorveglianza che gli furono dati da spiare dopo la loro pena. Adunque, noi riferiamo sul vostro interessamento, e speriamo, che voglia ottenere un qualche vantaggio, ho di Lettera minatoria del Capo brigante Palma farci riavvicinare alla nostra patria, o

286 Il tramonto dei Sanillo pure ottenere una diminuzione di pena, mentre tutti gli nesso tra la conformazione fisica di un essere altri che si trovano costì condannati per la medesima umano e la sua propensione a delinquere. circostanza, ci mortificano perché fossimo i primi ha pre- Dal carcere della Spezia, Varignano il 10 Gennaio sentarsi, noi non travagliamo quasi mai, e la paga è di 1865 …perdonami dell’ardire che mi prendo tor- soli 18 centesimi, che nemmeno possiamo fare una fu- nando ad incomodare la di Lei Signoria con queste mata di pippa. mie due riche …e perciò raccomandandomi alla vo- Noi vi salutiamo, e di vero cuore vi baciamo infinite stra sensibilità, onde potesse in qualche modo farmi volte la destra e solo da voi speriamo mercè, tanti saluti traslocare da tale posizione e quindi farmi riavvici- ai nostri della famiglia noi tuttora stiamo bene e così nare nelle nostre contrade… e alla mia madre e zie, speriamo di tutti; Noi tuttora ci troviamo due per due alle quali avrai la bontà di farle sapere, che io nelle con il ferro, mentre ci tengono in isperimento. Ciò che passate feste ho ricevei £10. e cent 20 dei quali ne o ci fa sta un po’ risoluti la vostra speranza … Umile profittato nelle passate feste… servitore Ottimo servitore Raffaele D’Orsi Salvatore e Raffaele D’Orsi Nello stesso periodo Annamaria Gaudelli, “mentre ci tengono in isperimento” madre di Salvatore e Raffaele D’Orsi, fu inviata La frase dei fratelli d’Orsi, pesa come un ma- a domicilio coatto per effetto della legge Pica, cigno. Nulla di certo, ma è proba- bile che questi carcerati, meridionali e briganti, per Cesare Lombroso, siano stati visitati per dimostrare la bislacca teoria dell’uomo delin- quente per natura. Si è a cono- scenza, che solerti medici carcerari e militari, per anni hanno inviato a Cesare Lombroso (con- troverso pioniere degli studi cri- minologici) il corpo o almeno il cranio dei briganti, perché li po- tesse studiare. Si tratta di uomini e donne uccisi in battaglia, oppure dece- duti in galera o condannati alla pena capitale. Dal 1861 in poi migliaia di ex soldati del di- sciolto Esercito borbonico, di contadini meridionali, che i pie- montesi definiscono briganti, di prigionieri politici, o renitenti alla leva, furono deportati nei vari carceri e precisamente nel Carcere di Fenestrelle a Torino, di Varignano a Genova, o in quello di Procida a Napoli, e in altri luoghi. Cesare Lombroso era convinto dell’esistenza, di un Carcere di Varignano, 24 giugno 1864

287 Vittorio Imperadore Armando Pepe per complicità con il brigantaggio. Raffaele della Divisione di Caserta e Luogotenenza di Pie- D’Orsi, di anni 29, soldato del disciolto Esercito dimonte, dietro permesso del Giudice, su richiesta delle Due Sicilie, dal 1861 al 1863 militò nella di Annamaria Gaudelli inviano un’informativa al banda armata di Cosimo Giordano e Salvatore Sindaco di San Potito: … 1° di essere purtroppo vero dell’Ungaro. Costituitosi al Signor Enrico Sa- che per opera del Sig. Sanillo Errico, si ottenne volonta- nillo nel settembre del 1863, per effetto della riamente e senza concorso di forza armata, la costituzione Legge 15 Agosto dello stesso anno è condan- della banda capeggiata dal capo brigante Dell’Ungaro, nato nel 1865 a 15 anni di lavori forzati. di cui fu il primo D’Orsi Raffaele. Piedimonte, 5 febbraio 1865. Annamaria 2° Di non esser men vero che la detta banda sia Gaudelli cerca di ottenere uno sconto di pena per stata la prima nel Circondario a dare l’esempio della sé e per suo figlio Salvatore D’Orsi, scrivendo al spontanea presentazione fra tutte le altre che lo in- Giudice. I Carabinieri Reali della 7° Legione festavano. 3° Mi consta che quando i suddetti Dell’Ungaro e D’Orsi dimoravano nella camera di sicurezza di questa stazione, abbiano scritto ai capi briganti Alba- nese e Sartore, esponendo loro il tratta- mento essi avevano ed esortandoli a seguire il loro esempio, ed è tanto vero dal perché dette lettere, per cura del- l’Arma, furono spedite all’indirizzo per mezzo di persona del Sig. Capitano di questa Guardia Nazionale Nicola Torti. Che se poi le lettere dei medesimi siano state o no ben accolte, non saprei indicarlo; ma è fuor di dubbio che dopo di loro siasi presentato il capo banda Sartore. 4° La detta comitiva, quando era comandata dal Dell’Ungaro, non ri- sulta sia trascesa in atrocità o vendette sanguinose. Tutto ciò emerge non solo dalle informazioni raccolte, ma benan- che dagli elementi in archivio esistenti.

Varignano, 21 maggio 1865. Enrico riceve una seconda lettera dal carcere. Lo scrivente è sempre Raffaele d’Orsi che chiede ad En- rico un po’ di danaro e la possibilità di espiare la pena in qualche carcere dell’ormai antico Regno, in totale sono quattro le lettere catalogate, che Raffaele d’Orsi scrive ad En- rico: Gentelissimo ed rispettabile Sig.r Er- Lettera dei fratelli d’Orsi a Enrico Sanillo rico, Mi prento la libertà verso la sua

288 Il tramonto dei Sanillo

Eccellenza, di avere compassione di me povero di Gesù Cristo, perché la mia famiglia non mi manda più niente … perciò vi prego a sua Eccellenza di mandarmi qualche cosa di danaro; perché quelle signore non anno mandarmi niente, e poi ricordatevi il discorso che vi feci in Caserma di Carabinieri e non altro. Signore mio amabile, io con tutto il cuore, vi bacio la destra, e vi prego di benignarmi di farmi questa carità perché vostri Andinati, che anno rimasto un uomo immortale sopra la Terra, che fa sempre limosine ai poveri infelici; e vi chiedo scusa e perdono che mi ho preso lardire di scrivere così perché mi ritrovo nel estremi bisogni, non ho più che dirvi di nuovo vi bacio la Enrico, Registro dei Stipendiati mano … e mi dico Il Vostro Um:mo Servo anche l’abitazione a palazzo. Mentre Gennaro Salvadore d’Orsi Musto di Napoli, serve da cuoco dal 19 giugno 1858, per ducati 8.00 mensili, Vincenzo Riccio S’ignorava il luogo del bagno penale. Con serve da vetturale col soldo di dj mensili 6.00. Luigi il ritrovamento di queste lettere è stato ag- Ferritto percepisce ducati 5,00 mensili ed è giunto un altro tassello al grande mosaico di l’esattore. questa storia. E fu brigante il termine che bollò Al Signor Giuseppe de Meo, per gli accomodi gli uomini in rivolta, ma che i francesi ave- degli orologi di casa siano di tasca, siano da tavolino, vano già coniato nel cosiddetto decennio fran- si gli pagano due tomola di grano a raso, e il 10 cese, 1806-1815, per definire chi si ribellava Aprile, riceve da Luigi Ferritto le tom 2 di Grano pel al loro dominio. 1862. Giuseppe de Iorio di Piedimonte serve Nel 1865, gli stipendiati di Casa Sanillo da cocchiere, con un mensile di duc. 4,00 men- sono diciannove, tra questi, figurano anche tre Raffaele Cassella di Calvisi, serve da guar- Mariagiovanna Gaudelli e sua sorella Marghe- diano per duc. 4,50. Alfonso Giacomantuono rita della contrada di Curti a Gioja. Tutte e due serve da guardia rurale per duc mensili 4.50, le sorelle, lavorano presso la famiglia Sanillo molte di queste persone restituiscono una parte da molti anni, sono le zie di Salvatore e Raf- dei guadagni sotto varie forme, o perché sono faele d’Orsi, mentre la terza sorella, Annama- in fitto presso una delle tante case dei Sanillo, ria ne è la madre, che non lavora presso la o perché con una parte dei guadagni acqui- famiglia Sanillo. Le due sorelle sono al soldo stano durante l’anno, sempre dai Sanillo, di Enrico, Mariagiovanna, serve da domestica per grano, biada e altro. ducati 1,00 al mese, oltre le cibarie, il soldo dovrà cal- colarsi dal 9 Settembre1856. Brigante, è la stessa denominazione che Settembre 1865, dopo la morte di Enrico, ebbe il Generale José Borjes, nato nel 1813 ad la moglie Alfonsina, licenzia Mariagiovanna, Artesa de Segre, un piccolo centro della Cata- che riceve la somma di novantasette ducati, logna, mentre con pochi uomini cercava di per nove anni di stipendio, incominciando da raggiungere Roma. Fu inviato dal re France- 9.7bre 1856 fino agli otto del corrente mese di settem- sco II di Borbone per riconquistare il perduto bre 1865, avendogli pagato pure i ducati 42 che la Regno delle Due Sicilie dopo l’unità d’Italia, medesima teneva in mano del defunto suo padrone. cercando di sfruttare il fenomeno del brigan- La sorella Margherita, sempre come dome- taggio. Fucilato a Tagliacozzo l’8 dicembre stica, guadagna solo ducati sei l’anno, ma oltre 1861, assieme ai suoi uomini, dopo essere alle cibarie, per effetto di un legato testamentario stato catturato da un reparto di bersaglieri del di Pasquale Sanillo, padre di Enrico, ha in uso regio esercito.

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Retro lettera dal Carcere di Varignano Con un pugno di spagnuoli attraversò la Calabria, la E fu in questo periodo che nacque l’Inno Basilicata, il Matese, l’Abruzzo circondato ovunque da dei sostenitori della legittimità del Regno delle truppe, inseguito come belva, soffrì impavidamente la Due Sicilie: fame, la sete, il freddo, il caldo, la pioggia, tutti gli stenti, tutte le fatiche, tutti i dolori. Già stava per toccare il de- Inno delle Due Sicilie sideratissimo confine, quando a poche centinaja di metri dalla frontiera Pontificia, cadde spossato, sfinito di forze, Per valli, per monti per erti dirupi, moralmente e fisicamente presso Tagliacozzo363. Fra nevi, bufere, fra urli de’ lupi, La notte è stata orribile, non ho mai sofferto In mano brandito, pesante moschetto, tanto, fisicamente e moralmente. Fisicamente per la Nell’altra un vessillo dal ciel benedetto, fatica e per le piaghe de’ piedi, moralmente, per le di- Pugniamo da forti, da forti moriamo, sgrazie, che ci colpiscono tutti … Ieri fummo senza Ma Viva Francesco, morendo gridiamo. pane, e quindi dovemmo fare strada digiuni. Comincio a disperare di giungere a Roma, le nostre forze dimi- Dovunque riappare, quel Santo Vessillo, nuiscono e il mio malessere aumenta: Poco nutrimento Si leva una voce, si leva uno squillo, e quasi sempre mal sano, acqua sola per bere, e molte E’ voce di gioia è squillo di guerra, fatiche distruggono i più robusti. Eppure io marcerò Bandita da Dio, che innalza ed atterra, fino a che potrò, ma se Dio vuole che io succomba … E noi che per Dio, pugnando moriamo, Don Josè Borjes, Evviva Francesco, morendo gridiamo.

363 - Brigantaggio alla Frontiera Pontificia dal 1860 al 1863, del Conte Alessandro Bianco di Saint-Iorioz- G.Daelli e C. Editori, Milano 1864

290 Il tramonto dei Sanillo

Al grido di guerra, di popoli schiavi, Quei vili affamati, satelliti pravi, Che diconsi Mastri, del vero progresso, Oppongon lo scherno, col lubrico eccesso: Ci chiaman briganti, briganti non siamo Se viva Francesco, pugnando gridiamo.

Dovunque riappare, quel Santo Vessillo, Si leva una voce, si leva uno squillo, E’ voce di gioia è squillo di guerra, Bandita da Dio, che innalza ed atterra, E noi che per Dio, pugnando moriamo, Evviva Francesco, morendo gridiamo.

Oh! Stolti a vergogna, tingete le fronti, Venite con noi, per valli e per monti, Francesco Pisano, dal carcere di Procida Vedrete che spesso, gli abbietti briganti, Rimirar le spalle di voi tutti quanti: Mentre dalla Prefettura di Terra di Lavoro, Vedrete la gioia, che in tutti destiamo, il Prefetto De Ferrari, emana una circolare alle Se Viva Francesco, per poco gridiamo. Autorità, ai Comandanti della Guardia Nazio- nale e ai Carabinieri Reali della Provincia: Oh! Stolti fuggite già troppo è il mercato, Bande ladroni infami dirette dal territorio ancora Che feste di un popol tradito, ingannato; soggetto Governo papale infestano nuovamente e V’han altri sentieri per giunger lo scopo, cuoprono di misfatti nostra bella Provincia … Del vero progresso, di voi non è d’uopo: Guerra implacabile e sterminio … Briganti voi siete, campioni noi siamo Il Prefetto De Ferrari Di un Rege! di Dio! per cui combattiamo. Il Brigantaggio364 non nasce da una brutale tendenza al delitto, ma da una vera e propria dispe- Oh! Stolti fuggite, pietoso il Sovrano razione. Diventa la protesta selvaggia e brutale Per ora su voi distende la mano, della miseria, contro antiche e secolari ingiustizie. Ma un dì se sia colma la vostra misura, Sia danno per voi, sia somma sciagura, 14. Il Libro del Conte Bianco Noi lieti saremo noi ch’ora soffriamo Il conte Alessandro Bianco365 di San Jo- Ma Viva Francesco soffrendo gridiamo. rioz. Capitano nel Corpo Reale di Stato Mag- giore, sceso a seguito dell’esercito Sempre del 1864, è una missiva dal Bagno Piemontese, è in prima linea contro il Regno Penale di Procida, Napoli. Dal tono amiche- delle Due Sicilie. Durante le tante battaglie, vole della lettera s’intuisce che Francesco Pi- oltre che a combattere, scruta, annota e memo- sano ed Enrico Sanillo si conoscono. Forse rizza tutto ciò che la sua mente permette. Nel perché Enrico fino allo scoppio della guerra, 1864, dà alle stampe il libro: Il Brigantaggio alla è stato anche Caporale delle Guardie d’Onore Frontiera Pontificia dal 1860 al 1863. Studio Storico del disciolto Esercito delle Due Sicilie. - Politico - Statistico, Morale - Militare.

364 - Il brigantaggio nella Provincia di Benevento, 1860-1880. Luisa Sangiuolo. De Martini Benevento 1975. 365 - Conte Alessandro Bianco di San-Jorioz. Capitano nel Corpo Reale di Stato Maggiore. Il Brigantaggio alla frontiera Pontificia dal 1860 al 1863. G. Daelli e C. Editori, Milano 1864.

291 Vittorio Imperadore Armando Pepe

che hanno rapporto, sia con le cause del brigantaggio, sia con i famosi accordi coi generali francesi. L’uomo della campagna è ridotto allo stato di servo della gleba, egli è oppresso dall’usura, male remune- rato, non sfamato, stremato di forze, inu- manamente malmenato, e mal versato. In nessun paese del mondo l’agricoltore è tanto povero ed infelice quanto in queste contrade. Egli è macilento, lacero, sudi- cio, sfinito, triste, e muto, e il suo sguardo torvo, e fulvo vi dice i suoi rancori, e il suo odio contro i suoi signori, o meglio op- pressori … Nessuna meraviglia dunque che i bri- ganti, e tutti i delitti che gli fan seguito pullulino, e continuamente germoglino; e che ad ogni bivio di strada, dietro un bur- rone, in una macchia, o sul pendio d’un monte si vada a rischio di trovare una ma- snada di malandrini, che vi spogli, vi de- rubi, o vi tolga la vita … Ciò chiamasi dipingere, anatomizzare lo stato sociale della nostra popolazione rurale. Il governo caduto n’ebbe colpa principale, ma che si è fatto del governo riparatore, non di- Una delle tante notizie, tratte dal libro del Conte Bianco. ciamo per estirpare il male dalle radici, ma per modificare le tristissime condizioni di Il Capitano Bianco è figlio di Carlo Bianco questi infelici? di Jorioz, nato a Torino da nobile e ricca fami- Nulla, anzi si è lavorato per aumentare gli strazii glia. Di buon’ora il Capitano Bianco aveva dei miseri villici, prima erano avviliti e calpestati, oggi preferito la causa del popolo a quella dei prin- possono dirsi disperati. La sicurezza delle strade è spa- cipi del diritto divino e malgrado le sofferenze, rita, il lavoro dei campi in molte province si trasanda gli stenti e il lungo esilio, rimase legatissimo per tema dei briganti, e nei villaggi la legge Pica ha fino alla morte. Egli pensa da uomo libero, e fatto maledire il risorgimento italiano. Un nemico oc- scrive da storico veritiero e indipendente, ma culto, una denunzia, ha fatto deportare intere famiglie. è tempo di far parlare l’autore sulle condizioni Gli infelici agricoltori sopraccaricati di balzelli muni- del nostro popolo agricolo. In queste pagine cipali che mai avevano pagato, spogliati dai briganti ho inserito anche le inserzioni del responsabile finiscono per essere deportati in massa come manuten- del giornale La Campana del Popolo, tratte goli, quando non sono condannati alla galera dai tri- anch’esse dal libro del conte Bianco. bunali militari come complici dei masnadieri. Il Capitano, nel suo libro, in terza pagina, in- Le giunte istituite dalla famosa legge Pica non serisce la dedica, che è per il Luogotenente Ge- hanno mai voluto tener conto della difficilissima con- nerale, Cavalier Giuseppe Govone, Deputato al dizione dei contadini; da un lato i briganti, che gli Parlamento; il conte Bianco, così intraprende il uccidono, ove ricusano di provvederli di vettovaglie, suo lavoro: … di cui giova riprodurre taluni brani o li denunziano; dall’altro lato la truppa che li fucila,

292 Il tramonto dei Sanillo o li trae innanzi alle corti militari, e per terzo le 14 Maggio 1864. Molte cose si son dette dai giunte che spietatamente li fanno deportare. giornali intorno ad un opuscolo del Conte Alessandro Eran dunque queste le dolcezze serbate dal plebi- Bianco di San Jorioz, Capitano nel Corpo Reale di scito ai miseri popoli delle province meridionali? E Stato Maggiore, intitolato “Il Brigantaggio alla fron- d’altronde essi non sono forse vittime innocenti della tiera Pontificia”. Il sig. Conte ha giudicato i napole- cupa politica di Napoleone III? Questi che si encomia tani col sistema nordico - e ha detto di loro il maggior dai ministri, si chiama magnanimo non è il protettore bene di questo mondo. Si è rizelato il Generale Go- del brigantaggio? La iniquità del Bonaparte, e la ser- vone, che chiamò barbari i meridionali, e rinunciò la vilità dei ministri Italiani fanno uccidere o deportare dedica di quel libro. Come è tenero dei Napoletani il gli innocenti. E dicasi che riparatore sia il governo, Generale Govone. … che l’Italia sia fatta? Certo noi non possiamo essere entusiasti di questo sig. San Jorioz, che ci ha trattato noi Napoletani In questi anni, due sono i quotidiani che più come gente da remo e da catena. … Il sig. Conte af- di altri, fanno sentire la propria voce contro i ferma che due sono le specie principali del brigantag- piemontesi, La Campana di S. Martino e La Cam- gio nelle provincie meridionali: il politico e il comune pana del Popolo. Entrambi nascono nel 1862; Il … L’origine soprattutto sta nelle inimicizie feroci primo è retto dal Gerente366, Luigi Bertelli, il se- che, ogni paese, dividono i pochi signorotti fra loro. I condo è sempre a firma del Bertelli, fino a più ricchi sono chiamati borbonici dai meno facoltosi, maggio del 1864. Dal mese di giugno il ge- e questi s’intitolano liberali per rendersi forti con que- rente cambia, è Francesco De Virgilio, solo per sto nome, e poter denunziare gli altri. … un piccolo periodo alcune copie sono firmate E dopo di avere accennato alle ragioni morali, così da un altro direttore, Giovanni La Cecilia. il conte Alessandro Bianco di S. Jorioz accenna alle ra- Queste poche pagine, ma molto espressive, gioni materiali: Il 1860 trovò questo popolo del 1859, s’intrecciano con quelle del conte Bianco, e “citiamo sempre testualmente”, vestito, calzato, indu- del gerente, dando al lettore l’impressione di strie con riserve economiche, il contadino possedeva una trovarsi trasportato con la mente in quegli anni moneta. Egli comprava e vendeva animali; corrispon- bui della storia del nostro Sud. deva agli affitti; con poco alimentava la famiglia; tutti Le pagine più belle del libro in esame sono le se- in propria condizione vivevano contenti del proprio guenti. L’autore pone in rilievo i prezzi dei viveri, stato materiale. Adesso è l’opposto. Ora il minuto po- tanto accresciuti, e le tasse in così barbaro modo au- polo è attaccato propriamente nelle budella (sic). Le mentate. Egli dopo aver stabilito un paragone tra il leggi di registro e bollo, il diritto graduale, il decimo di costo delle vettovaglie nel 1860, e quello del 1863, guerra ecc. hanno decimato queste popolazioni, i notai prosegue così: Ora il popolo è attaccato propriamente languiscono perché son pochissimi gli affari. … nelle budella. Tirate le conseguenze, e voi scoprirete A San Vincenzo il Sindaco mandava, in occasione subito le cagioni dei furti miserabili, delle frodi, delle della leva del 1861, una intimazione a tutti i monta- truffe, i furti nelle campagne, gli assalti alle persone, nari dei dintorni, così espressa: Il Re vuole dei soldati; la sicurezza minacciata, ecc. guai a chi non obbedirà alla chiamata. Tutti i parenti Le leggi di registro e bollo, dritto graduale, decimo dello iscritto renitente e fuggiasco saranno imprigio- di guerra ecc. hanno desolate queste popolazioni. Con- nati e arse le loro case. Gli ufficiali della guardia na- tratti pochissimi, chi compra, profitta del bisogno di zionale commettevano rappresaglie continue contro chi vende, non paga il giusto prezzo ed aggrava sulla coloro che avevano rivestito cariche sotto il Borbone proprietà l’aggravio imposto dalla legge. In pochi anni o che si credevano a questi affezionati. Ogni angheria, le proprietà si concentreranno appieno nelle mani dei ogni sopruso, ogni vessazione, ogni violenza, ogni di- ricchi, degli speculatori, degli usuraj e dei manipolatori. spetto che fosse fattibile, senza scrupolo, senza pu-

366 - Gerente: Direttore

293 Vittorio Imperadore Armando Pepe dore, anzi con non celata compiacenza si faceva. S’imprigionava, si taglieggiava, si batteva, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo. Continueremo con l’autorità di un Capitano di Stato Maggiore, intorno a molte cause ed effetti del brigantaggio. Si vedrà bene, che, meglio di ogni altro, è il Governo nostro, il Governo di Torino, quello che tiene mano ai briganti; i manutengoli sono i funzio- narii, quelli appunto che mandano in domicilio coatto degl’innocenti sotto il pretesto di manutengoli. Prefetti, Giudici, Magistrati, Consiglieri, Dele- gati, Doganieri, tutti insomma strumenti del Go- verno, sono stati gli strumenti del brigantaggio. I lettori se ne convinceranno con l’autorità del Ca- pitano Bianco. Per ultimo manifesta l’orrore di cui è 1806. Bollo di grani due stato compreso a leggere un proclama del Prefetto di Basilicata, in cui è detto che le teste di sei briganti 9 giugno 1864. Magistratura uccisi furono mozzate e portate in città infilzate Premettiamo pure che non tutt’i magistrati sono sopra aste, fra i plausi delle popolazioni. Questa è quali Bianco li descrive. Ne conosciamo moltissimi barbarie non civiltà. che onorano la toga per la dottrina, e l’integrità: ba- stava un’epurazione. Conforti la promise, Pisanelli 23 Maggio 1864 se ne occupò, ma siccome nulla si è ottenuto, lasce- La Campana del Popolo, la Legge Pica. remo parlare Bianco. Va, o lettore (Bianco pag. 273 L’Europa suppone che questa legge scellerata abbia ces- a linea 6) va pure nelle Corti, nei Tribunali, nelle Pre- sato di avere vigore nelle nostre province, avendola mo- fetture, nei Segretariati, nelle Cancellerie, dovunque dificata col far rimanere soltanto la competenza dei e vedrai l’orrore della confusione del disordine, e ti Tribunali militari pei reati di brigantaggio. Niente di più spaventerai delle innumerevoli stupidezze che assu- falso. La legge esiste in tutto il suo vigore. Gli imputati mendo il potere di ordini, provvidenze, sentenze, e messi in libertà dal potere giudiziario sono trattenuti in giudicati, colpiscono barbaramente i cittadini nelle prigione a disposizione del Questore o del Prefetto. I così sostanze, nella libertà, nell’onore ecc. detti manutengoli vengono arrestati sotto altro nome, Esaminato poi, dal lato morale e politico là trovi cioè di oziosi o vagabondi. Spesso si arrestano in cam- cose incredibili ma vere. Trovi figli dei più efferati bor- pagna sotto questa imputazione. E’ voce generale che bonici, per fama conosciuti coadiutori dei lor genitori. ciò sia effetto di segrete istruzioni venute da Torino, in Spioni pagati segretamente dalla polizia passata, get- forza di che sono autorizzati a perseguitare gli individui tati tra la canaglia servile degli amanuensi o degli di diverso partito, non altrimenti che sotto la legge Pica. uscieri, o degli avvocati, o dei mercanti, o della dogana, Cambiando solo il nome dell’imputazione. I delegati di o dei barattieri di monete, e via dicendo, essi sono ora Pubblica Sicurezza continuano a compilare le liste dei o Giudici circondariali, o di mandamento, o anche di sospetti in ogni mandamento ed a fare perquisizioni ar- assise, o sottoprefetti, o delegati, o amministratori, ecc. bitrarie ed i più sacrosanti diritti dei cittadini sono orri- Trovi soggetti diffamati, vissuti co’ prodotti delle bilmente calpestati da coloro che dovrebbero tutelarli. trappole nei Caffè, e nei lupanari, speculatori di giuco E’ questo è il vero stato delle nostre province; po- d’azzardo. Un mio amico Napoletano riconobbe, in sizione orribilissima … e se ne hanno le prove nel un giudicato di mandamento, un ruffiano, che stando veder languire nelle prigioni uomini di specchiata pro- egli agli studi in Napoli, due volte la settimana si bità e d’illibata morale. facea trovare al caffè, detto degli Abruzzesi e lo por- Gerente Luigi Bertelli tava in un bordello, dove appuntavagli una ballerina

294 Il tramonto dei Sanillo di San Carlo367. Riscuoteva per tanto ufficio quattro Don Clemente Valente, prete, consegnava congedi carlini per volta. falsi ai soldati sbandati, mediante lo sborso di ducati Questo ruffiano reggeva la giustizia!!!.. 40. Arrestato dall’autorità militare, e consegnato al Il riconoscimento cominciò a trapelarsi, il Giudice tribunale civile confessava pienamente il suo reato. fu traslocato e promosso nell’alta Italia368… Dopo un ridicolo processo e una breve detenzione fu Trovi camerieri di locande, suonatori, barbieri to- mandato libero. L’opinione pubblica ne fu indignata, gati. Trovi faccendieri sbrigliati, figli di ballerine e di e corsero voci di trafugamento di rapporti, regalie, meretrici; figli di servitori di corte, di camerieri di mi- raggiri, ed altre sconcezze di simil genere. nistri, figli naturali di Deputati e nipoti di Senatori, Il Giudice dell’isola di Ponza De Marinis è accu- di speculatori di borsa, Vescovi, Abati mitrati e via via. sato dalla voce pubblica di nutrire principi retrivi, av- In questo spaventevole miscuglio v’è sempre il bor- versi all’attuale Governo, di avere aspirazioni bonico ed il clericale in grande proporzione confuso e borboniche e di esercitare la camorra in fatto di giu- preponderante. Preponderanza diretta per i borbonici stizia. conservati, traendoli dal lezzo di quel sistema. Giac- Il Giudice di Pico, Raffaele Muntuori, è un bric- ché l’intelligenza fu tutta abbattuta, tranne le poche cone matricolato, un cialtrone astuto e artifizioso, notabilità conservate; preponderanza indiretta per i l’anima di tutti gl’intrighi, e i disordini di quel paese. creati dalle influenze clericali e borboniche e dal- Ha una tresca colla sorella di quel Sindaco e molti l’azione legittimista. Di tutta questa accozzaglia fa sconci vizj. un fascio o lettore, e non ne troverai una goccia di Basta: noi crediamo bastare; a che serve voltolar sugo intellettuale, né morale, né politico a colore del dippiù la melma; Bianco ha scritto dopo aver visto e bisogno italiano. Funesta verità! Se tu parli o ragioni toccato con dito le piaghe, e il conte Bianco è un pie- con essi non senti che lodi del Bonaparte… montese dell’alta aristocrazia; tutto il suo libro è Ma Bianco lascia le estrazioni, e concreta a pa- un’accusa solenne contro l’operato dei suoi compa- gina 160 seconda linea, e noi trascriviamo. Il Giudice triotti, la sua parola è libera, i suoi giudizi sono im- Matteo Orlando369 gode poca stima ed è tenuto in parziali, e nel suo cuore abbondano i sentimenti di conto generalmente di uomo di fede dubbia, venale, giustizia, e di umanità. L’opera empia che va com- debole, immorale. Esso ebbe trattenimenti con parec- piendosi fra noi egli svela, ed analizza con raro co- chie prostitute che stavano carcerate per imputazioni raggio, ed assoluta indipendenza. … di furti, risse, e altri disordini, sotto pretesto d’inter- Il Gerente Francesco de Virgilio rogatori … (sopprimiamo due righe per rispetto do- vuto ai lettori). Consta pure che molti furti militari Il Gerente, della Campana del Popolo, Fran- andarono impuniti, quantunque i ladri fossero stati, cesco de Virgilio, attraverso le sue note, ci comu- colti in flagrante delitto … nica che dopo aver dato alle stampe questo Il Giudice del mandamento di Fondi Enrico G. con- libro chiarificatore, il conte Alessandro Bianco vive con una prostituta di nome Carmela. La stessa in- di Saint Jorioz, fu destituito dal suo incarico e triga negli affari della giustizia in modo che il pubblico privato del suo grado, e il Luogotenente Giu- risente positivamente l’influenza di tale donna nel pre- seppe Govone, deputato al Parlamento, rinun- varicamento di detto magistrato. Oltrecciò il Giudice cia alla dedica del libro. Che cosa è successo, predetto è legato di amicizia con l’usciere Giuseppe Co- il giornale ha cambiato il direttore? La firma rallo, nella cui casa convengono tutt’i giorni. Il pub- in fondo alla quarta pagina non è al solito del blico n’è scandalizzato perché a discapito degli altri Gerente Bertelli, ma è firmato dal suo sostituto: uscieri tutti gli affari allo stesso commette. Francesco De Virgilio. Il motivo è semplice,

367 - Real Teatro San Carlo di Napoli. Costruito A D 1737. 368 - Torino e altre città del nord, sono definite “alta Italia”. 369 - Giudice del mandamento di Gaeta.

295 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Luigi Bertelli è stato arrestato; Viva la libertà di sono malavventuratamente ancora tuttidì i primi con- stampa vigente nelle nostre province! Ieri veniva ar- trabbandieri dello Stato. I Doganieri loro dipendenti restato il nostro Gerente, e per quanto si dice con un seguirono, come i loro capi attuali, il bandito La- mandato del magistrato. … Dobbiamo persuaderci grange, e formarono i primissimi manipoli di briganti che ora viviamo in tempi di abuso e la libertà di che nel 1860, in sul finire, cominciarono ad infestare stampa è pura illusione. queste contrade.

Il nuovo direttore, Francesco De Virgilio 13 giugno 1864. Il responsabile del gior- continua la sua accusa: L’esercito ha perduto un nale La Campana del Popolo ha inserito in prima eccellente ufficiale, il paese ha acquistato un leale ed pagina, le notizie del conte Bianco, (quelle del intrepido cittadino, mentre il governo partito del sig. conte Bianco, sono sempre in prima pagina). Peruzzi va sempre più infangandosi. Dimani sarà il Oggi il conte ci offre un esempio comparativo turno delle autorità politiche, amministrative, e di si- delle spese di bolli e registro, affrontate dalla curezza pubblica. Il Conte Bianco ci offre pagine cu- popolazione, prima e dopo l’Unità d’Italia, riosissime su questa altra corte di pubblici funzionari. con le due tipologie di carte bollata. Gerente Francesco de Virgilio 1859 Regno delle Due Sicilie carta da bollo grani 6 10 giugno 1864. La Campana del Popolo. 1859 Regno delle Due Sicilie carta da bollo grani 12 Il 10 giugno il conte Bianco attacca la Magi- 1863 Regno d’Italia carta da bollo grani 31 stratura con queste parole, vi sono i Prefetti 1863 Regno d’Italia carta da bollo grani 54 deboli, inerti, tremebondi, tentennanti, mallea- bili, fannulloni e passivi. Vi sono quelli attivi, Dopo aver consultato centinaia di docu- imbrogliacarte, faccendieri, irritabili, suscetti- menti, ho notato che partendo dal 1819 e fino bili, impettiti, orgogliosi e insofferenti. Ambe- al 1859, per queste due tipologie di lavoro, il due le specie sono perniciose e d’impaccio al valore della carta bollata nel Regno delle Due buon andamento della cosa pubblica. Sicilie è sempre di sei e di dodici grani. Dal 1795 al 1806, troviamo la carta bollata, con i 11 giugno 1864. Vincenzo Murante, Delegato valori di due, tre, quattro, sei, e dodici grani. di Pubblica Sicurezza di San Vincenzo, è un capo ca- Ha seguito dell’Italia Una, l’aumento del morrista, un’anima venale e bassa, di poco ingegno e prezzo della carta bollata, è stimato, nel primo di nessuna attività. Il Delegato di Pubblica Sicu- caso al 416%, nel secondo al 350%; in ag- rezza di Pontecorvo è leggiero e di poca esperienza, giunta la popolazione fu caricata di una tassa cura pochissimo il decoro della propria persona e della definita decimo di guerra. Nelle ultime pagine del carica di cui va rivestito; s’intriga e si immischia in libro, il conte Bianco traccia un prospetto sta- ogni sorta di pettegolezzi e di inezie; è traviato dai tistico dei Briganti fucilati, morti in conflitto, ar- suoi doveri da certi amorazzi indecorosi; s’occupa un restati, o presentati volontariamente tanto nel tantino altresì di camorra, beve e giuoca allegramente, secondo semestre del 1861, come nell’intero 1862. fa debiti, e finalmente non gode la stima e la fiducia di nessuno e fa tutti i mestieri, tranne quello del De- Briganti, dal giugno 1861 a dicembre 1862 legato di Pubblica Sicurezza. Fucilati 91 Le Guardie poi di Pubblica Sicurezza furono per Morti in conflitto 170 lungo tempo una ciurmaglia di bricconi, rotti ad ogni Arrestati 208 vizio ed a tutte le violenze, paladini di lupanari, ca- Presentati 239 valieri di prostitute, schiamazzatori, infingardi, giu- totale 708 catori, beoni, inutili ad ogni buon servizio, e di mal esempio alla popolazione …I Doganieri poi furono e

296 Il tramonto dei Sanillo

14 Giugno 1864. Luigi Bertelli è in carcere, A richiesta del Sig. Filippo Onoratelli371 del fu in qualità di direttore responsabile del giornale Nunzio, proprietario domiciliato in Sepicciano, Casale La Campana di S. Martino. Perché si desiderava che di Piedimonte d’Alife, a noi Notaio e testimoni ben non suonasse, ma suonerà. Luigi Bertelli secondo la fin- noto, e qual procuratore, in forza di due mandati per zione legale come capo emissario dei Giudei, deve rispon- ministero del Notaio Signor Ponari, che al presente atto dere, senza saperne mai nulla, di tutti gli articoli, di vengono alligati, del Signor Don Silvestro Petrarcone tutt’ì pensieri dei compilatori della Campana. Questo del fu Giuseppe, proprietario domiciliato in Cassino, e studio imperfetto ma onesto vero incontroverso dalle questi tanto nella qualità di curatore al ventre della Si- sue opere e fatiche e negozii e da suoi ammaestramenti gnora Donna Alfonsina Palmieri in forza di delibera- nelle meridionali provincie ha inspirato l’autore. zione del consiglio di famiglia del sedici dell’or cadente Riverentemente e affettuosamente offre. Agosto, quanto nell’altra qualità di padre, e tutore le- Il Conte Bianco gittimo delle di lui figlie minorenni Signorine Donna Lauretta, Donna Rosina e Donna Elisabetta, pro- create in costanza di legittimo matrimonio colla fu Donna Antonetta Sanillo, sorella germana del defunto Don Errico, ed esse Signorine eredi presunte di costui. E alla presenza del Sig. Don Michele Ungaro372 figlio di Don Giovanbattista, Avvocato domiciliato in Napoli, e qual procuratore speciale in forza di man- dato per ministero del Notaio Sig. Fragola, che al pre- sente atto viene alligato, della nominata Signora Donna Alfonsina Palmieri figlia del Signor Don Giu- lio, proprietaria domiciliata qui in San Potito Sanni- tico, e vedova del detto Sig. Don Errico Sanillo, ed esso Signor Don Michele a noi Notaio, e testimoni Bollo di grani 3 benanche noto- Noi Giuseppe Caso del fu Luigi, Notaio Certifica- 15. Inventario a Palazzo tore residente in Piedimonte d’Alife, Provincia di Terra Dopo la morte di Enrico, Filippo Onora- di Lavoro, con lo studio strada San Domenico, essen- telli, Crescenzo Palmieri e Michele Ungaro ri- doci conferiti nella casa palaziata abitata in vita dal cevono l’incarico di redigere l’inventario di defunto Signor Sanillo, sita in questo comune strada tutto ciò che si trova nel palazzo. L’eredità è formose, ivi alla presenza dei Signori Onoratelli, ed incalcolabile e fa gola a molti, che si buttano Ungaro nelle qualità suindicate, nonché dei Signori a capofitto in questa storia, il più attratto dal Domenico Izzo fu Girolamo, e Luigi Grillo fu Carlo, denaro è il cognato di Enrico, Don Silvestro testimoni a noi noti, ed idonei secondo il voto della Petrarcone, da Cassino, che dopo tanti sotter- legge, ed entrambi possidenti domiciliati qui in San Po- fugi, riesce a farsi nominare dal tribunale “Cu- tito Sannitico, abbiamo proceduto alla confezione di ratore al ventre pregnante”.370 Sfortunatamente la un fedele ed esatto inventario di tutti i mobili, mobi- notevole distanza non gioca a suo favore ed è glia, ed effetti mobiliari, oro, argento, altro metallo, costretto a delegare un’altra persona. Per legge carte, titoli, documenti, e quant’altro possa appartenere il tutore non può risiedere oltre le venti miglia all’eredità del defunto Don Errico, tanto qui in San dalla residenza del nascituro. Potito, che nei luoghi circonvicini, e della Provincia.

370 - Alfonsina è incinta,è al sesto mese di gravidanza. 371 - Filippo Onoratelli, cugino di Enrico. 372 - Michele Ungaro, fratello di Rosina, madre di Alfonsina

297 Vittorio Imperadore Armando Pepe

La Campana del Popolo, 16 giugno 1864

298 Il tramonto dei Sanillo

L’inventario è lungo e complesso, inizia il Il terzo intitolato 1865, di carte scritte dieci, e 1° settembre 1865, ogni sessione di lavoro viene riportato in esso l’esito da settembre 1863 per dura dalle cinque alle otto ore. …tutti gli og- taluni briganti da esso fatti presentare, nonché gli getti saranno inventariati a misura dal Signor esiti in generale da Gennaio fino al mese di Agosto di Ungaro procuratore della vedova Signora Pal- quest’anno. Il quarto intitolato Sinossi dello speso mieri, e dal Signor Filippo Ferritto, fattore del pei lavorieri 1865, di carte scritte numero ventiquat- defunto Signor Sanillo, possidente domiciliato tro. Il quinto, intitolato laterizia, da Gennaio 1860 del pari in San Potito, qui presente, compa- a tutto il Decembre 1864, di fogli numerati trentotto, rente in persona, ed a noi Notaio, e testimoni oltre del foglio dell’intestazione. Il Sesto intestato similmente noto. Foglio di legname nel quinquennio dal primo Gennaio La stima degli oggetti sarà fatta dai Signori 1865, al trentuno Dicembre 1869, di carte numerate Luigi Viggiano fu Carlo, tappezziere, e Giro- 52, oltre l’indice e due di covertura, lamo Savastano figlio di Giovanni, perito fale- Il settimo intitolato Arature nelle campagne dal primo gname, domiciliati entrambi in San Potito, ed a Gennaio 1865, a tutto Decembre 1869, di fogli numerati noi Notaio, e testimoni ben anche noti, i quali dieci, oltre quelli di covertura, in cui sono tracciate le ru- eletti di accordo delle parti interessate, e qui briche. L’ottavo intestato compra dei cereali, da Gennaio presenti, hanno promesso sul proprio onore, e 1865, a tutto Decembre 1869, di fogli numerati sei, oltre coscienza di effettuare tale stima pel giusto va- di quelli della intestazione, e della rubrica. lore, e senza eccesso. In seguito di quanto di Il nono, intitolato Sinossi della rendita 1865, di fogli sopra, si è dato principio al richiesto inventario cinque, escluso quello di covertura. Il decimo intestato Si- nel modo che segue. nossi decennale, dal primo Gennaio 1853, a tutto Decem- bre 1862, di fogli scritti numero quattro. Oltre dei Stanza a uso di studio sul primo piano suddescritti dieci squarci, si è rinvenuto uno stato della …esistono in essa cinque scaffali per uso di libre- fondiaria che si pagava dai Signori Sanillo nei comuni di ria, forniti tutti di lastre, di legno, di costruzione an- San Potito, Piedimonte, Alife, Alvignano, e Gioja. Tanto tica; altro simile più piccolo, della stessa altezza, e i suaccennati squarci, che il precedente stato, sono stati per la larghezza di un metro, e centimetri 85; ed i ri- da noi, e dai Signori Onoratelli, ed Ungaro muniti delle manenti due di legno noce, dell’altezza ognuno di rispettive firme nell’ultima pagina scritta di ciascuno. metri due, e centimetri 65, per la grandezza di metro …e qui occorre, che la dichiarante faccia noto, uno, e centimetri 59. Sulla cartiera esistente nell’an- come nel conto medesimo sarà fatta menzione, di una golo dello studio, si è rinvenuto un libro, o registro partita di ducati 7000 circa, i quali, comunque senza de’ debitori e reddenti, di fogli numerati duecento- alcun titolo, consegnati dal defunto Signor Sanillo al quindici, oltre l’indice, un libro o registro del nego- Signor Giosuè Masella di Napoli, per tenersi a dispo- ziato degli animali neri, che esercitavasi dal defunto. sizione di esso defunto, pure sono stati dal Signor Il registro dei stipendiati dell’anno 1856 in se- Masella depositati presso la pubblica Cassa per at- guito, scritto di carattere del defunto, un libro, o re- tribuirsi al patrimonio della minore Enrichetta. gistro degli animali dati a soccida o menanno, di carte Si è anche ritrovato un Ricevo scritto in un foglio foliate 170. Si sono rinvenuti sulla scrivania dieci di carta di centesimi cinquanta dal Signor Pasquale squarci di contabilità, scritti in carta libera non ligati, Fiondella nel cinque Maggio 1865, a favore del de- e tutti numerati, e di carattere del defunto, dessi sono: funto Don Errico, per la somma di ducati 410, a saldo Il primo di carte scritte numero 4, oltre il foglio di co- del prezzo del taglio del bosco la Selva. In detto ri- vertura, che comprende anche le categorie, ed è inti- cevo leggesi ancora pagata precedentemente dal Si- tolato Sinossi della rendita 1864. Il secondo gnor Sanillo altra somma di ducati trecento. intitolato 1865, introito, di carte scritte tre, ed altre In seguito della descrizione dei titoli, e carte, in bianco, ed incomincia da Gennaio detto anno, e siamo passati a quella dei libri rinvenuti nei succen- termina a Luglio ultimo. nati scaffali, sistenti nella stessa stanza di studio, ed

299 Vittorio Imperadore Armando Pepe alla stima e valutazione di essi libri, che sarà fatta Moro: Pratica criminale, volumi 4, dai periti Signori Don Costanzo Spinosa fu Gio- Marmocchi: Geografia Universale, vol. 6, vanni, Sacerdote secolare, e Don Antonio Riccio fu Marmocchi: Atlante universale, volume 1, Daniele, Dottore in medicina, domiciliati, il primo in Metastasio: opere Drammatiche, vol. 10, Piedimonte, e l’altro qui in San Potito, a noi Notaio Marziale: Epigrammi, volume 1, e testimoni ben noti, eletti di accordo da essi Signori Nardi: Storia Romana di Tito Livio, vol. 6, procuratori Palmieri, ed Onoratelli. Ovidio: le tristezze, volume 1, Petitti: Repertorio Amministrativo, vol. 6, Elenco dei libri inventariati: Poli: Elementi di Fisica, volumi 2, Alberti: Dizionario italiano - francese, vol. 2, Orazio: Poemi, ad usum Delphini, vol. 2, Berti: Teologia dogmatica, volumi 10, Virgilio: Poemi, ad usum Delphini, vol. 2, Bianchini: Economia degli stati, volumi 2, Roselli: Storia Universale, vol. 140, Buffon: corso d’istoria naturale, vol. 32, Rollin: Storia antica Romana, vol. 33, Bossuet: Dissertazione sulla storia universale, volume 1, Segneri: Opere, volumi 4, Collezione delle Leggi: del Regno delle Due Si- Sannazzaro: l’Arcadia, e le poesie, vol. 3, cilie, volumi 72, Trojsi: Storia generale di Napoli, vol. 2, Cicerone: Opere di Cicerone, vol. nove, Tramater: Vocabolario Universale, vol. 7, Cantù: storia universale, volumi 33, Vario: Costituzioni, volumi 2, Colletta: Storia del Reame di Napoli, vol. 4, Vincenzo Guarani: Dritto Civile, vol. 4, Coppi: Annali d’Italia, volumi 4, Vocabolario Latino: Italiano, volumi 2, Cornelio a Sapide: commentari sulla sacra scrit- Trutta: Antichità di Alife, volume 1, tura, volumi 12, Van Espen: Dritto Canonico, volumi 3, Cuiaccio: Opere di dritto Romano, vol. 13, Voet: Le Pandette, volumi 7, Delvincort: codice civile, volumi dieci, La Italia Disfatta: dalla Rivoluzione Piemontese, Domat: leggi civili, volumi 12, Malta 1862. Vol. 1, Dizionario: istorico enciclopedico, vol. 8, L’elenco è lunghissimo, ne sono tanti, Donelli: tutte le opere, volumi 12, troppi; dai libri sacri, a quelli di filosofia, teo- Denina: Rivoluzioni di Italia, volumi 5, logia, grammatica, poesie, opere, storia, geo- Dovanzati: traduzioni di tacito, vol. 11, grafia, fino ai libri di scuola della famiglia. Mi Di Meo: Annali del Regno di Napoli, vol. 11, sono limitato in queste pagine a elencarne al- Pompa e C.: Enciclopedia popolare, vol. 12, cuni. L’ultimo che ho inserito è: “la Italia Di- Einnecio: Tutte le opere, volumi 9, sfatta dalla Rivoluzione Piemontese”, stampato a Filangieri: Scienza sulla legislazione, vol. 8, Malta nel 1862, da autore ignoto e stamperia Forcellini: Lexikon, volumi 4, ignota, per ragioni di sicurezza. Questo libro Falconieri: Rettorica, volume 1, è un’ulteriore prova della fede borbonica dei Goudar: Grammatica francese, volume 1, Sanillo. Genovesi: Filosofia, volumi quattro, Gottofredo: Dritto Romano, volumi due, Malta 1862. Nel vergare queste linee nascondo il Gibbon: Storia della decadenza dell’Impero Ro- mio nome perché scrivo non per brama di gloria, ma per mano, volumi 17, amor solo dei miei concittadini ingannati ed illusi da Giannone: Storia del Regno di Napoli, vol. 6, sensali da piazza, che mentre gridano di far causa d’Ita- Giustiniano: Codice, volumi 2, lia, ricevono lo stipendio dalla diplomazia straniera … Liguori: Teologia Morale, volumi 3, Niuno ignora come fin dal 1850 il Ministero torinese Muratori: Annali d’Italia, volumi 12, comprò a prezzo d’oro i capi della setta, e loro dipen- Morelli: Dizionario istorico, volumi 8, denti perché si adoperassero ad ingannare gl’italiani Moro: Pratica civile, volumi 4, collo screditare, riprendere, mettere in odio né libri, …

300 Il tramonto dei Sanillo

E quasi ad ingannarci non bastasse la immensa Ricordino che la libertà della stampa, come inse- mole che ora ci opprime di cantilene, di libercoli, e di gna uno storico non sospetto ai rivoluzionarii, E’ un giornali, si abusa oggi anche del telegrafo, che sotto la fiume furibondo e senza freno che tutto seco tra- influenza del Gabinetto di Torino annuncia con la sporta, e innanzi al quale niuna forma di Governo prontezza di un fulmine la prosperità ov’è miseria, l’or- buono è più possibile: la libera stampa è capace più dine e la pace ove signoreggia la discordia, fa apparire dei cannoni di atterrare qualunque più sodo edificio: gli stampatori sono più forti dei Re, …

Ultimati che sono i libri, l’in- ventario continua e siamo a ottobre del 1865, il giorno nove, Alfon- sina, partorisce una bellissima bambina e le impone i nomi di Maria, Enrichetta, Martina, Sa- nillo. Con questa nascita, per legge, Don Silvestro Petrarcone decade da tutore al “ventre pregnante del nascituro”; Alfonsina diventa tu- trice della figlia e il Sig. Filippo Onoratelli tutore surrogato. L’in- ventario continua con mobili, ar- redi e altro, anche in questo caso mi limito a trascrivere le voci che destano un certo interesse: Due scrivanie di legno noce, con cinque foderi, di costruzione antica, Una cartiera di legno ceraso, a due re- gistri, triangolare Una poltrona antica bastantemente Una sedia a braccioli con cuscino di pelle, antica Due divani alla turca Una Cantoniera373 di legno ceraso, con marmo Quattro lumi ad olio di ottone, fo- gliame inciso, con tubi di francia Uno dei libri dei legittimisti Un Pianoforte di mogano, antica co- struzione, le sconfitte vittorie, suscita speranze che un’ora dopo Un portiere di tulle greco, frascheggiato, con traspa- spariscono, e così si mantiene salda la incertezza sul renti a pennello, con figura in mezzo di Torquato, e presente e sull’avvenire, si agitano gli animi, si favori- con i correlativi finimenti di ottone, scono le fraudolenti speculazioni di borsa, e si va fa- Un Digiunè con impellicciatura di mogano, e marmo. cendo della Italia una nuova Babele…

373 - Cantoniera: mobile fatto in maniera da potersi adattare né canti delle stanze -Vocabolario Italiano della lingua parlata. Rigutini e Fanfani, Firenze Barbèra Editore 1854.

301 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Otto candelieri di bronzo, incisi, Quattro dromò veri di francia, con cornici lisce, con Quattro garzelle con palle operate incise, cimase traforate, e dorate ad oro di zecchino. Un divano di mogano intagliato, e tapezzato, alla Un lampadario di bronzo dorato, a ventiquattro francese con molle, e foderato di stoffa cotone, e lana, lumi, con zappoli di cristallo, color cremisi - giallo, Un letto di ferro a due piazze, politura a fuoco, color Due console impellicciate di mogano, con marmi cor- mogano, con paracoverte, con pomi e piedi di ottone rispondenti, fusi, del peso di chilogrammi 120. Due Piccioli tavolini a libretto, di mogano, per uso di giuoco Due garzelle di porcellana, figurate, color blù di Boemia, e con palle opa- che, e tubi di francia Un Lampadaro a trentasei lumi, con finimenti dorati, Un riposto di tazze, con lattiera, zuccariera, di francia, colorate miste, Una guantiera di argento Cristoph, Un divano impellicciato di mogano in- tagliato, di metri due, e centimetri dieci, tapezzato alla francese con molle, e foderato con stoffe lana e seta, color cremisi- oro. Un lampiere a garzelle, con lumi Parato cremisi frascheggiato d’oro. dieciotto, con pendenti in cristallo, sostenuto da un Puttino moro, ed ornato di finimenti Terza stanza da letto di ottone dorato. Un parato cremisi frascheggiato d’oro, Un divano Quattro candelabri, due a fogliame, e due semplici, i con impellicciatura di mogano, con cimasa traforata, primi con dieci lumi, e i secondi con sette ciascuno, di metri 2, e centimetri 12, ricoverto di stoffa lana e con pendenti di cristallo, seta color rosso- verde, Tre divani a poltrona, di mogano a masso, intagliato, Una tolette di mogano a masso intagliato, dell’al- a molle, con scudi in mezzo, ed imbottite della stessa tezza centimetri ottanta, e della larghezza di centi- stoffa di sopra. metri quarantacinque, con marmo e specchiera, e Sei Branc a fogliame dorato, con zappoli e bobresse questa con cornice di mogano intagliata, e della luce di cristallo, a 5 lumi, ognuno di francia. di sessanta centimetri, per cinquanta. Quattro statuette di bronzo a garzelle, cioè due incise figurate nella base, e due altre semplici, sostenendo Il procuratore Signor Palmieri, ha esibito ognuno la rispettiva garzella, e dell’altezza ciascuna alla stima del perito Signor Scorciarini i seguenti og- statuetta di centimetri ottantacinque, con rispettive getti di argento bollati col numero cinque della garen- campane, tubi, e palle opache, di francia. zia antica del peso di kilogrammi 12 e grammi 464, e Quattro console di mogano a masso, intagliato, fiorame consistenti, in: Quattro candelabri a tre lumi, due aci- alla roccocò, con marmi finissimi, cosi detti statuari, tiere, quattro guantiere, due caffettiere, due bugie, sei Otto candelabri di porcellana dorata, con statuette saliere, tre cocchiaroni, tre coppini, e tre cocchiari di- alla base, con cinque lumi, dell’altezza ciascuno di spari, ventuno cocchiarini, e due mollette. centimetri novanta, e della larghezza nella base di Altri oggetti dello stesso lotto, numero cinque centimetri venticinque, della garenzia antica, e della suindicata bontà, con-

302 Il tramonto dei Sanillo sistenti in una secchia con l’aspersorio, ed in porta Stanza ad uso di Cappella bicchieri, ed in porta bottiglie, del peso di chilogrammi Quattro candelieri di ottone, Quattro piedi di fra- 5, e grammi 346. Due zuccheriere della garenzia nu- sche di ottone, un crocefisso di ottone con base alla mero otto, del peso di grammi 713. Chilogrammi 5, e croce anche di ottone. Uno stipo di legno, che com- grammi 346, tra posate e cocchiai al numero di ses- prende l’altare374, santa pezzi, del marchio numero otto antico, Quattro quadri, due de’ quali dell’altezza di un Numero 42 posate ed altrettanti cocchiai, delle quali metro e cinquanta, per uno e trenta, esprimenti la Na- numero dieciotto numero otto della garenzia antica, e le tività del Signore l’uno, e l’altro lo sposalizio di Santa rimanenti anche numero otto della garenzia moderna, e Elisabetta, e gli altri due, de’ quali uno di un metro del peso di chilogrammi 6, e grammi 682. Una scrivania e dieci per uno e trenta, esprimente San Nicola di a cilindro antica, di legno noce, della larghezza di metro Bari, e l’altro di un metro e dieci per uno e cinquanta, uno per uno e centimetri cinque, con cinque tiratori, una esprimente la Concezione, tutti con cornice dorata, toletta di legno mogano con marmo e specchiera, dell’al- ad olio sopra la tela, e di autore ignoto, tezza di centimetri quarantatre per trentasei, Due altri piccioli quadri anche ad olio sopra a tela, Un comò antichissimo, con marmo, … con cornice dorata, e di autore ignoto, esprimenti l’uno San Pasquale, e l’altro San Pietro d’Alcantara.

Stanza in seguito della sala da pranzo Trenta asciugamani di tela di lino cotone, sessanta len- zuoli altre ferze, di detta tela, centoventi cusciniere simili, venti camice di tela assoluta, altre di notte, numero venti, quindici sottocalzoni di tela in cotone, otto servizii di tavola, di tela in cotone, per 12, sette soprabiti, di castoro nero, e marrò, un palettò castoro fava, due altri di panno blù. Undici calzoni di ca- storo, e di lanetta, dieci gilè di diversi colori e qualità …

Scuderia a pianter- reno. Un pajo di finimenti placcati di argento, del tutto completi, con collare, petto- rali, redini nere, e quelle di mano bianche. Altro nuovo Altare di legno, del Canonico Sanillo placcato di ottone …

374 - Lo “stipo” che racchiude l’altare è ancora presente a palazzo; con il passare degl’anni, dal piano nobile è stato posto al piano terra.

303 Vittorio Imperadore Armando Pepe

L’inventario a palazzo termina il 10 gen- della prima figlia Giulia con il conte Antonio naio del 1866, con un valore stimato in Lire Filangieri (avvenuto a Napoli il 12 marzo 605.019,21 pari a ducati 257.133,64. Nell’in- 1892) il palazzo di via Formose e una cospicua ventario non figura la carrozza acquistata a quantità di case e terreni va in dote a loro. Da Napoli da Enrico nel 1864. Oltre che dal ma- questo momento il palazzo cambia denomina- teriale registrato, sono rimasto colpito dal zione in Palazzo Filangieri, collocando defini- grande quantitativo di sedie, divani e altro di tivamente la famiglia Sanillo nell’oblio. seguito elencato: 120 sedie mogano a masso a finocchietto, intagliate, 82 sedie di noce inta- 16. Costruzione della cappella gliate, 15 divani, 14 poltrone. 24 portieri375, di A seguito d’invito del Presidente della Congrega- raso, fondo cremisi376 frascheggiato bianco zione di Carità del suddetto Comune, la stessa si è sporco, con i sotto portieri bianchi, di tulle fra- riunita nella Sala delle di lei consuete sessioni, e sono scheggiato, e ginepre, legno dorato di oro zec- comparsi al Congresso: 1° Pietrosimone Filippo, pre- chino, con legature, e lacci di seta, con sidente. 2° Iafusco Gabriele. 3° Campochiaro Mar- bracciali a fogliame dorato di francia, e pen- cellino. 4° Masucci Luigi. 5° Izzo Domenico, denti rossigni di cristallo. 10 garzelle di por- membri. Segretario Cardelli Nicola. cellana figurate, color blu di Boemia, con palle Così riunita la succennata Congregazione, il Pre- opache e tubi di francia. 16 candelabri di por- sidente ha dato lettura chiara all’Assemblea di una cellana dorata, con statuette alla base, dieci dimanda datata dal 1° volgente mese ed anno avan- con dieci lumi e sei con sette, con pendenti di zata a questa Congregazione dall’arciprete Parroco cristallo, dell’altezza ciascuno di centimetri della chiesa di S. Caterina di questo succitato Co- novanta, e della larghezza nella base di centi- mune, Sig. Pietrosimone Alessandro, con la quale il metri venticinque. Il peso totale dell’argento ripetuto Parroco espone che i lavorieri del fu sign. Sa- inventariato è di kg 25,205. nillo d. Enrico aveano presso costui depositata una A questo punto Enrichetta, oltre al palazzo somma a scopo religioso. di San Potito, eredita tutte le proprietà che la Che detti lavorieri per di lui mezzo offrono la ci- sua famiglia ha accumulato in oltre 150 anni. tata somma per la costruzione di una Cappella in Il 24 giugno del 1869 muore tragicamente, quello spazio che sta fra quella del SS. Rosario, ed il “combusta da involontaria fiamma”, l’ultima di- campanile della Parrocchiale. Che la summenzionata scendente di questa sfortunata e ricchissima somma non essendo sufficiente pel completamento di famiglia. L’eredità passa alla madre Alfonsina, detta Cappella, la Signora d. Alfonsina Palmieri ve- che il 20 settembre 1870, diventa contessa dova del su riferito Signor Sanillo offre la differenza sposando in seconde nozze il conte Roberto obbligandosi di portare a pieno compimento non solo Gaetani dell’Aquila d’Aragona dei Duchi di la ripetuta Cappella, ma anche lo stanzino in quello Laurenzana. Alfonsina, dopo aver avuto con il spazio che rimane fra la cennata Cappella a costruirsi, secondo marito cinque figli, trascorre gli ul- ed il succitato Campanile senza riserbarsi verun dritto timi tempi a Napoli, dove il 16 febbraio 1881 di padronato, od altro, tranne quello di riporre nella alle ore 11 antimeridiane muore a soli 34 anni. parete guardante l’ala del Vangelo il monumento al L’immensa fortuna dei Sanillo, come in un ripetuto fu Sig. Sanillo d. Enrico. gioco di carte passa di mano. Per molti anni Tali cose premesse, il Presidente medesimo invita tutte le ricchezze sono nelle mani del secondo la Congregazione a deliberare sull’oggetto. La Con- marito. Successivamente, con il matrimonio gregazione, intesa la dimanda. Considerato che con

375 - Portiere: Specie di tenda, molto spessa, che ponesi alle porte degli appartamenti, per ornamento e calore. 376 - Cremisi: è una tonalità di rosso luminosa e chiara che tende lievemente al porpora, e contiene alcune com- ponenti di blu.

304 Il tramonto dei Sanillo

filantropia usata verso questa popo- lazione, e nel contempo favorì perché la ripetuta sig.ra Palmieri a corona della di lei ben nota filantropia vo- lesse determinarsi a costruire l’altra Cappella, che tanto interesse al com- pimento della suddetta chiesa, ed al comodo di questa popolazione, quantunque poco benemerita. Del che si è redatto il presente atto, che dopo letto viene firmato come appresso. Il sottoscritto previa richiesta del signor Girolamo Sava- stano per la misurazione e valuta- zione del suolo necessario a distaccarsi dal giardino del Sig. D. Domenico Francomacaro, onde ag- gregarlo alla strada detta dietro santo attigua alla Chiesa Madre di questo comune che per la maggior parte verrà occupata dalla costru- zione della nuova Cappella, si è con- ferito sopra luogo, oggi sottosegnato giorno, ed ha verificato che il suolo in parola ha la lunghezza di metri 11.64. e la larghezza media di metri 0.92. formando metri quadrati 10.70. Architetto Marcellino Pietrosimone. Archivio Giuseppe Petella. San Potito Sannitico lì 7 novem- bre 1866 la medesima non si fa riserba di dritto alcuno, tranne L’Architetto Marcellino Pietrosimone di quello del monumento al muro il quale non porta ingombro di sorta veruna Considerando che la costru- 17. Enrichetta Sanillo, la figlia zione della detta Cappella reca positivi vantaggi a 9. 8bre 1865. Alle ore otto del mattino questa popolazione, la quale essendo bastantemente nasce nella casa di abitazione, Strada San Do- aumentata nel numero, ma trova attualmente luogo menico a Piedimonte d’Alife, Maria Enri- ove prender posto, massime in tempo di solennità. chetta Martina Sanillo; battezzata nella Chiesa Considerando che il mantenimento della cennata Parrocchiale di S. Maria Maggiore. Il Vescovo Cappella è insignificatissimo in paragone dei vantaggi Mons. Gennaro di Giacomo officia il batte- che la medesima porta a questa popolazione. Ad una- simo. Dal certificato di nascita si legge che la nimità delibera che la costruzione di detta Cappella presentazione e dichiarazione della nascita si e stanzino abbia luogo, restando a peso di questa è fatta alla presenza di Pasquale Petella regni- Congregazione il mantenimento della medesima, come colo di professione Notaio. ad unanimità la Congregazione rende i di lei ringra- Avanti a Noi Pietro Buontempo, Sindaco e ziamenti tanto ai succitati lavorieri, quanto alla sun- Ufiziale dello stato civile del Comune di Pie- nominata sig.ra d. Alfonsina Palmieri per la dimonte d’Alife, ci ha presentato una bambina,

305 Vittorio Imperadore Armando Pepe e ha dichiarato, che la stessa è nata da Alfonsina Palmieri di anni diciotto. Atti di nascita del comune di Piedimonte d’Alife, n. 198. La levatrice è Carmela Farano, di 44 anni, di Napoli. Spese occorse alla nascita della piccola Enrichetta: Per le spese di tutto alla vidua, ducati 100,377 l’importo degli atti378 intimati a professori per assi- stere allo sgravo ducati 2,30, per telegrammi fatti in occa- sione dello sgravo ducati 3,5. Viaggi della levatrice per an- data e ritorno da Napoli a Pie- dimonte ducati 15,40, compenso alla medesima per lo “sgravo”, e per un mese di sua permanenza in Piedimonte du- cati 150.00. Compenso à professori, e regalie per il parto ducati 244,80, per il corredo completo alla minore ducati 104.00. Per tre mensili alla balia ducati 7,20, Alfonsina non ha badato a spese, il totale ammonta a du- cati 626,75 che è pari a lire 2.663,69. Non ho notizie inerenti ai primi e soli anni di vita della piccola Enrichetta. Alfonsina, con la perdita del marito, tra- sferisce tutto il suo affetto alla Le Litanie della Beata Vergine Lettioni Ecclesiastiche figlia, facendola crescere nel- del P. M. F. Andrea Mastelloni Carmelitano l’amore materno come una principessa, mentre i teatranti di San Potito de- 18. Il Santino e la bavetta dicano alla piccola, una commedia in tre atti, Alfonsina fin dal primo giorno di vita, ha dal titolo: cercato di proteggere la figlia contro ogni av- “Enrichetta Sanillo Ossia Un Quadro di Mo- versità ma contro maghi, fattucchiere e janare, derna Filosofia”. le semplici protezioni non bastano, e senten-

377 - I conti della famiglia sono sotto tutela, e la legge riconosce ad Alfonsina, tutrice surrogata, per gli ultimi mesi che porta in grembo, la figlia Enrichetta, la somma di ducati 100. 378 - Atti intimati: spese per i documenti presentati.

306 Il tramonto dei Sanillo dosi impotente, chiede aiuto e protezione vol- Piedimonte in via San Domenico e in quella gendo lo sguardo al cielo. Prende una bavetta, del futuro marito in Piazza Mercato379, l’abi- in apparenza una semplice e comune bavetta tazione di Alfonsina in Piedimonte, e quella di cotone, di quelle che usano normalmente i del secondo marito Roberto, distano tra loro bambini quando mangiano, “sostituite in circa trecento metri. tempi moderni da quelle di plastica”. Piedimonte d’Alife 23 giugno 1869. Al- La scuce sul bordo superiore e all’interno, fonsina e la figlia Enrichetta sono a Piedi- inserisce un’immagine sacra, la Madonna col monte, in Piazza Mercato, nella casa di Bambino in alto circondata da cinque angio- Roberto Gaetani, suo futuro marito. Probabil- letti, in basso il frate carmelitano Andrea Ma- mente non si saprà mai la verità su quello che stelloni, con un giovane, entrambi è successo, le poche notizie, sono quelle rac- inginocchiati in adorazione. L’immagine sacra colte in Chiesa e sul Comune, negli atti di na- è a sua volta protetta da due fogli di carta as- scita e di morte, e nella raccolta di poesie, che sorbente, molto spessa di un colore grigio amici, parenti e conoscenti hanno dedicato, e scuro, in modo da assorbire eventuali liquidi. raccolto in un volumetto, dal titolo “Alla cara Fortunatamente questo esemplare ha attraver- memoria di Enrichetta Sanillo”. sato indenne oltre un secolo di vita ed è arri- Stampato a Napoli, nello Stabilimento Tipo- vato fino ai nostri giorni, permettendoci così grafico del Comm. Gaetano Nobile, via Salita di poter conoscere e raccontare usi e costumi a Ventaglieri 14, nel 1869, una delle copie, è do- di questa famiglia. nata all’Onorevole Sig. D. Giov. Giuseppe Ragucci, Dopo solo cinque mesi dalla nascita di En- ed è quella che arriva indenne fino ai nostri richetta, muore a San Potito Donna Carmela, giorni, raccontandoci preziose informazioni. zia di Enrichetta e ultimo membro della fami- 23 giugno 1869, manca poco a mezzo- glia Sanillo. Dopo la morte di Donna Carmela, giorno e: … Combusta380 il gentil corpo da terrestre Alfonsina si sente libera, e con la figlia Enri- vampa nella vigilia di San Giovanni Battista, (23 chetta, alterna la presenza nelle abitazioni del giugno, intorno alle dodici). Agonizzò per 36 ore e a palazzo paterno di San Potito, nella casa di mezzanotte del 24.6 volò al paradiso. Venne sepolta nell’antico sepolcreto della sua famiglia il XXVI Giu- gno MDCCCLXIX.

Enrichetta visse anni tre, mesi otto e giorni quindici. Avanti a me Pietro Buontempo Assessore anziano ed Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Piedimonte d’Alife … sono comparsi Gi- rolamo Orsini fu Vincenzo di anni 44, Marcellino Di Francesco di Nunzio, di anni 31, domiciliati in questo Comune, i quali hanno dichiarato che nel giorno 24 del corrente mese alle ore 24 in questo Comune nella casa di abitazione sita in Piazza Mercato è morta Maria Enrichetta Martina Sanillo nata in questo Co- mune dell’età di anni tre, e mesi otto, possidente, fi- glia del fu Enrico Sanillo di condizione possidente, e Bavetta di Alfonsina Palmieri.

379 - Piazza Mercato: oggi piazza Roma. 380 - Dal parroco Pietro Meola. Stabil. Tipogr. del Comm. G. Nobile via Salita à Ventaglieri 14 - Napoli 1869

307 Vittorio Imperadore Armando Pepe

In Piedimonte d’Alife, nella casa comu- nale, alle ore 16 del 25 di giugno 1869, è re- datto il certificato di morte. Sempre nello stesso giorno, il Sotto Prefetto di Piedi- monte, autorizza a seppellire la fanciulla En- richetta Sanillo, accanto al padre, nel sepolcreto di famiglia in località Torelle a San Potito Sannitico. Le struggenti parole, scritte in ottave, ma- drigali e odi, riempiono il sepolcreto con la loro voce, dal Parroco Don Pietro Meola, al Notaio Andrea De Vizio a Mariano Piazza, allo zio di Alfonsina Don Emmanuele Un- garo, Canonico del Duomo di Cerreto, e altre anonime:

Addio. Celeste. Angioletta. Unica. Delizia. Del. Materno. Mio. Cuore Dolce. Conforto. Nelle. Mie. Sventure. Enrichetta Sanillo, ritratto del pittore Chi. Consolerà. La. Tua. Povera. Madre? napoletano Michele Albanesi Chi. Le. Farà. Compagnia. Salve. Mia. Bella. Enrichetta. Mancava al Coro dei Celesti un’Angiola; Ti. Rivedremo. In. Seno. A. Dio.381 Iddio fa cenno a un Cherubin; t’affretta, E’ mio voler, gli dice, e qui sollecito Enrichetta mi conduci la piccola Enrichetta. Dei Sanillo ultimo rampollo, Il messaggier di Dio presso al Torano, Di Madre desolata, ch’è figlio del Matese, la rinvenne, 383 Unica ineffabil gioia, e seco la menò su l’auree penne . Mariano Piazza Amor soave speme suprema quaggiù, In etade innocente, Combusta il gentil corpo da terrestre vampa, Qui. Riposa. Come divina farfalletta, Enrichetta. Sanillo. Figlia Attratta agli splendori del divino foco, Di. Enrico. E. Di. Alfonsina. Palmieri. Riprese il volo, Fanciulla. Soavissima. Dolcissima. Verso l’eterna vita.382 Che. Percossa. Dal. Foco. Parroco Pietro Meola Nella. Vigilia. Di. San. Giovan. Battista. Fra. Il. Breve. Spazio. Di. Ore. XXXVI. Il ritratto della piccola Enrichetta, eseguito Chiuse. I. Begli. Occhi. Al. Sonno. dal pittore napoletano Michele Albanesi, E. Nella. Sera. Del. XXIV. Giugno. quando la bambina, non ha ancora compiuto MDCCCLXIX. la tenerissima età di anni uno. Volò. Al. Paradiso. Visse. Anni. III. Giorni.XV.384

381 - Dietro al catafalco. 382 - Pietro Meola Parroco. 383 - Madrigale di Mariano Piazza 384 - D’avanti al catafalco

308 Il tramonto dei Sanillo

Fanciulli. E. Verginette. L’ultima poesia. Lodate. Meco. Il. Signore Ave, angioletta - Or che dal sommo Empiro Spargete. Fiori. A. Larga. Mano. Con pietà senza cura e senza stento E. Seguitemi. Nel. Cielo. Quella miseria intendi e quel martirio Io. Riposo. In. Grembo. A. Dio. Di cui qui non avresti intendimento, Son. Beata. In. Eterno. Celeste vision, placido spiro Un. Sol. Giorno. Di. Patimenti. Scendi a lenir de’ tuoi l’aspro tormento. Mi. Ha. Fruttato. Il. Paradiso385. Ridi a la mesta madre - E a la mia stella, dille, ti aspetto, e mi vedrai più bella. Epigrafe sulla porta della Chiesa Emmanuele Ungaro O voi fedeli tutti Canonico del Duomo di Cerreto Che entrate in questo Tempio Riandate col pensiero Che io fui Enrichetta Sanillo Ed è Don Pietro Meola che in chiesa traccia Erede di copiosa fortuna con poche e sapienti parole, la breve ma in- Ma di padre sventurato tensa vita di Enrico Sanillo. Più sventurata figlia Spettatori di due miserandi avvenimenti,- del tra- Toccai appena l’alba di mia vita monto di un casato che sparendo nella infausta notte E venni presto a sera del 22 Luglio 1865 lasciava ancora uno crepuscolo, una Beati i fanciulli e le verginette penombra lusingatrice di alba novella, oggi veniamo a Che muojono nel bacio nel Signore deporre ghirlande di virginee rose sovra la tomba della Poiché di essi è il regno de cieli. figliola a piè della Croce, mistica arbore che protegge l’urna del padre con l’ombra dell’immortalità. Emmanuele Ungaro non si da pace, visi- Una madre sventurata, a cui il tenebroso agguato tando più volte il sepolcreto dove sono state di feroce masnada empia esecrata avulse dal suo tumulate le spoglie della piccola Enrichetta, fianco l’amato consorte, trovava in Lei l’ultimo ri- componendo in ottave una struggente e lunga flesso di quella figura che era stata la maestà delle poesia, da riempirne quattro pagine. sue domestiche pareti. In Lei la sua virtù sottoposta alla più aspra prova del dolore attingeva quella in- Mancato il cor, vinta la mente e il senso nocente letizia che rinfranca l’anima affranta. Il Al primo saettar della sventura, biondo capo di questa fanciulla era il guanciale su cui Stetti sinor com’uom, che a lutto intenso riposava il materno cuore. Soccombe pria che tremi di paura. Donna infelice! - Credeva il mondo compiuto il Ma se l’alma or riscossa un vuoto immenso tuo martirio! - La tua figliola parea la palma, com- Di morte a sé d’intorno raffigura, penso al tuo dolore. L’uomo dei campi, il misero ope- e te richiama, e te a cercar si affretta, raio, e la grande schiera dei mendichi, assueti ai ove t’incontrerò, vaga Enrichetta? beneficii del padre posavano loro speranza su questa Gentile, che ancor pargoletta ponea trastullo a versar Ogni ottava Emmanuele Ungaro la scrive l’obolo della carità a piene mani. con l’angoscia nel cuore, nonostante la tenera Ultima gloria di un nome venerando sparisce in età, Enrichetta, rallegrava la mente e il cuore breve ora, da una vampa involuta. All’insidioso scop- dei familiari, con: Grandi sorrisi, e innocenti e pio dell’archibugio, onde fu morto il genitore, tien die- schiette parolette. tro, dopo quattro anni l’incolpabil crepitare d’una lieve fiammella. Entrambi, oh Dio! Il foco ha combusti! E

385 - Da uno dei lati del catafalco

309 Vittorio Imperadore Armando Pepe triste, amaro, straziante spettacolo - in questo quadro intorno alle ore dodici, la temperatura, non di rovine, a piè dei due sepolcri una donna anelante, dovrebbe essere fredda, e la bambina è stata discinta, irta le chiome veggo prostrata - Il suo volto lasciata completamente sola? Pensieri, con- ha il solco delle lagrime: l’occhio impietrito rivela la getture, ipotesi, tante, troppe domande, pur- pietà dell’anima: l’aer rintuona dei suoi ringulti ! Si troppo nessuna risposta. Alfonsina, perso il sofferma il viatore; - e noi scorati a tanta vista torne- marito, avrebbe mai lasciato la piccola Enri- remo indietro esterrefatti e disperati? No - In questa chetta senza controllo? La verità non si saprà orrenda tempesta aleggia uno spirito bianco … mai. Sempre dalla voce del popolo si narra, Cerco di schiarirmi la mente su questo epi- che dal Piemonte fu inviato un alto Ufficiale sodio, fino al 1865, cioè alla sua morte, Enrico, per istituire un processo, dopo alcuni mesi ha alle sue dipendenze diciannove stipendiati, di l’ufficiale fu allontanato e del processo non questi, quattro lavorano all’interno del palazzo si seppe più nulla. a San Potito, e sono: cuoco, cuci- niere, cameriere e domestica, gli altri sono esterni, falegname, esattore, cocchiere, vetturino, tre guardaboschi …, queste persone sono da anni al suo servizio. Alla nascita di Enrichetta, una nuova figura, entra a far parte degli stipendiati di casa Sanillo, è la balia.

23 giugno1869. Alfonsina è ospite, con la figlia Enrichetta, in casa del Conte Roberto Gae- tani, a Piedimonte d’Alife, in Piazza Mercato386. Siamo in- torno a mezzogiorno, e … com- busta il gentil corpo da terrestre vampa, agonizzò per 36 ore e volò in paradiso. Che cosa è successo nel- l’abitazione del futuro secondo marito di Alfonsina, chi è pre- sente in casa sotto mezzo- giorno, presumo, che il fuoco è acceso, per l’eventuale pranzo, Autorizzazione del Sotto Prefetto, alla sepoltura di Enrichetta, 25 giugno 1869 quale altra fonte di calore avrebbe potuto causare la morte di Enrichetta? Sulla morte di Enrico, nel 1865, si è scritto Forse un lume a petrolio, poggiato dove? Chi di tutto, e molto è arrivato fino ai nostri giorni, stava preparando il pranzo, quali figure sono sulla strana morte della figlia, il nulla. Dopo presenti in casa del Conte? Non c’è un cuoco, l’uscita nel 2004, del primo libro su San Potito, una cameriera, una domestica? da villaggio rurale a città del parco, un signore di Pie- A Piedimonte d’Alife, nel mese di giugno, dimonte, mi ferma per raccontarmi una storia.

386 - Piazza Mercato: oggi Piazza Roma.

310 Il tramonto dei Sanillo

…circa trent’anni fa, marinai la scuola e in- chiaro, ma tutte quelle che li ritraevano in cop- sieme a un amico, scavalcato il muro di cinta, pia sono state recise di netto. Chiaramente le entrammo nel Palazzo Ducale di Piedimonte due foto d’insieme, di Alfonsina e Roberto, non d’Alife, di proprietà dei Conti Gaetani del- appartengono allo stesso scatto. Dopo circa 150 l’Aquila d’Aragona, all’epoca già disabitato. Ci anni molte di queste foto sono arrivate fino a inoltrammo nel lungo corridoio, e sotto ogni fi- noi, ma tante altre sono scomparse, ed è strano nestra, giaceva un’enorme cassapanca, le non recuperare nessuna foto del matrimonio di aprimmo, erano piene di libri, da una di esse, Enrico con Alfonsina, oppure di Enrico, con la ne estrassi uno che m’incuriosì, il titolo: Processo divisa di Caporale delle Guardie d’Onore. Per- per la morte di una figlia, sfogliai solo alcune pa- ché qualcuno si è preso la briga di recidere tutte gine, senza trovare interesse alcuno, dopo una le foto di Alfonsina e Roberto? È forse stata lei decina di minuti, rimesso il libro nella cassa- stessa, se sì, perché? panca, forse, per timore di essere scoperti, la- I coniugi si stabiliscono a San Potito, nel sciammo il palazzo, senza farvi più ritorno. palazzo Sanillo, che Alfonsina ha ereditato dalla figlia, a sua volta unica erede della co- 19. Il matrimonio tra Alfonsina Palmieri e piosa fortuna della famiglia. Periodicamente il conte Roberto Gaetani di Laurenzana. la coppia si trasferisce a Piedimonte, in piazza mercato e a Napoli, in via Monte di Dio, abi- 20 settembre 1870, Alfonsina diventa Con- tazioni di proprietà del II marito, Roberto Gae- tessa, sposando in seconde nozze il Conte Ro- tani. Le foto che seguono, dopo queste del berto Gaetani dell’Aquila d’Aragona dei matrimonio di Roberto e Alfonsina, sono state Duchi di Laurenzana. scattate nello studio fotografico Carlo Fratacci Queste due foto, insieme con altre, sono in via Roma a Napoli, dopo la morte della pic- state scattate il giorno del matrimonio. Non è cola Enrichetta.

Alfonsina e Roberto, il giorno del matrimonio

311 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Roberto Gaetani Alfonsina, dopo la morte della figlia Via Monte di Dio è l’ultima dimora in vita di figlia, le continue richieste di voler traslare i Alfonsina, non ci sono documenti che attestino due corpi dall’antico sepolcreto, in località in che periodo Alfonsina, viene “esiliata a Na- Torelle, alla Chiesa Parrocchiale dove era già poli”, ma si ricava dalla nascita dei cinque figli; pronto un mausoleo in marmo con il busto la prima è Giulia Maria Giovanna Laura Rosa del marito, e in fase di completamento, un nata a San Potito il 3 luglio 1871. Dopo due secondo mausoleo per contenere i resti della anni, il 12 ottobre 1873, nasce sempre a San Po- figlia, e forse qualche celata accusa che la tito il secondo figlio, Enrico Raffaele Onorato. morte della figlia non sia stata una tragica Dopo la nascita del secondo figlio, in que- “involontaria fiamma”. sta famiglia tutto cambia. Alfonsina non vive più a San Potito o a Piedimonte, ma a Napoli Da Napoli, Alfonsina scrive molte lettere, in via Monte di Dio, “infatti” gli altri tre con preghiere e suppliche di non abbando- figli, Raffaele, Mario Onorato e Beatrice, na- nare i resti di Enrico e della figlia nel vec- scono a Napoli, nella casa del marito Ro- chio sepolcreto di famiglia, il destinatario di berto. Che cosa ha spinto Alfonsina Palmieri queste missive è Alfonso Germanico, figlio a “allontanarsi” da San Potito, ma soprattutto adottivo di Enrico e amministratore dei beni dal vecchio sepolcreto, dove ha trovato il ri- delle famiglie Sanillo, Palmieri e Gaetani. poso eterno, il marito Enrico e la sua amata Nonostante tutti gli sforzi, Alfonsina non rie- figlia Enrichetta? Per spostarsi nella sua sce a ottenere l’autorizzazione per le auspi- “prigione dorata” in via Monte di Dio, da cate traslazioni. Alfonso Germanico, con il dove non tornerà più a San Potito, neppure Conte Roberto costantemente assente, conti- dopo morta, perché? nua a interessarsi della traslazione dei corpi Anche a questa domanda, non avremo e del suo lavoro ordinario, come amministra- nessuna risposta, sicuramente hanno influito, tore, dei beni delle due famiglie, inviando dopo la morte del marito, e in seguito della un’ennesima lettera ad Alfonsina.

312 Il tramonto dei Sanillo

San Potito 7 Aprile 1876. Stimatissima Alfon- San Potito 20 aprile 1876. Sono trascorsi sina, vi do i saluti di mia moglie che tanto vi ossequia, e altri sei giorni, e Alfonso invia una terza let- vi aspetta per dirvi tante cose contro di me,”ottimo ma- tera387 al Conte Roberto, trattando dell’acqui- rito”. Dirigo a voi questa perché so che il Contino non ci sto del fondo accanto alla masseria è, ma desidero che gliela conserviate, che mi fa piacere sap- Selvareccia e tornando all’argomento “Enri- pia il contenuto appena arriva. Il monumento è posto ed chetta”: …cercate di trovarvi qui per quando sa- in opera, fa molto bello; domani si metterà pure il cancello, ranno fatti i pubblici incanti, ad ogni modo, non ò resta poi a piazzare la ragazza Enrichetta. bisogno di procura perché quella che tengo è suffi- Fai con vostro marito veniste sopra luogo e vede- ciente; vendere non posso ma per comprare, posso con ste che di fronte al monumento vi era una porticina quella acquistare mezzo mondo. In proposito pel per- che immetteva in una stanzetta che di fianco alla messo del trasporto delle ceneri vi debbo fare osservare cappella; giusto nel vuoto di quella porticina do- che quantunque la legge è a nostro favore pure vi à vrebbe essere piazzata la ragazza per fare ordine; bisogno del permesso direttamente dal Prefetto della tanto più che la stanzetta à un’altra porta che im- Provincia senza dipendere dal Sottoprefetto e questi mette nella chiesa, questa sarebbe la mia idea ed anche non ce lo potrebbe negare; però qui si tratta anche di quelli che ne capiscono, ad ogni modo volete che della ragazza, per la quale sarebbe un favore ottenere piazzato il cancello e fatto fare tutto il necessario la- che venghi posta in chiesa, ecco la necessità di impe- sciassi questo punto dove deve venire la ragazza, o gnare una persona influente verso il Prefetto di que- pure facessi tutto adesso? Quello che mi interessa è, sta Provincia, e sarebbe proprio adattato l’onorevole che abbiate al più presto possibile il permesso pel tra- Ungaro tanto più che mille volte lo à promesso a sporto delle ceneri e del cadavere pietrificato della ra- D.na Alfonsina. gazza: che una volta piazzato il monumento farebbe Per i lavori della cappella vi debbo pur dire che brutto un lungo indugio al completamento dell’opera. non si tratta solamente degli ornati, ma anche l’al- tare ed il posto per deporre la ragazza, cose vera- 14 aprile 1876, Alfonso Germanico scrive mente di poco rilievo, ma mi piace che ci siate voi al Conte Roberto, lamentando che ci sono af- presente: ed io infatti ò scritto che si era solamente fari da portare a termine, e che durante la sua piazzato il monumento, che ripeto fa bello assai, il assenza ha scritto a Donn’Alfonsina, ma senza cancello e non altro. prendere decisioni, e conclude parlando del completamento della cappella, che dovrebbe Il Consiglio Provinciale di Sanità, riunitosi l’11 raccogliere le spoglie mortali di Enrico Sanillo aprile 1870 nella R. Prefettura, prende atto dei nobili e che, ultimato un secondo monumento, do- sensi che presiedono all’istanza della Signora Alfon- vrebbe contenere i resti della figlia Enrichetta: sina Palmieri, pel trasporto delle spoglie mortali del San Potito, Stimatissimo Sig. Contino. Ben ritor- di Lei marito e dell’unica figlia postuma Errichetta nato, ben venuto, vi siete divertito molto? abbiamo Sanillo, dallo antico sepolcreto della di loro famiglia visto pure una porzione delle Calabrie, bravo, … di- contiguo al cimitero di quel Comune, per rendere alla temi come sta Giulia, e i ragazzi?, perché qui corre loro memoria un meritato omaggio di pietà e di affe- voce che costà vi sia la difterite, è vero? Il monumento zione, su una tomba eretta nella Chiesa Parrocchiale. alla cappella è posto, e fa molto bello, il cancello Da respingere perché contraria all’art.65 del Regola- anche è piazzato, ma sembra un poco dozzinale, mento Sanitario 8 Giugno 1865. Le suggeriscono che s’avrebbe potuto risparmiare qualche cantajo di ferro. potrebbe raggiungere il suo voto facendo costruire la Del resto volete che fò proseguire i lavori o aspetto la tomba in altro sito, fosse anche terreno di sua pro- vostra venuta? Pensate pure pel permesso del tra- prietà, ma lontano dall’abitato (come da Istr. Mini- sporto delle ceneri e del cadavere della ragazza. steriali del 1867).

387 - Sono centinaia le lettere ritrovate di Alfonsina e Alfonso Germanico, ma nessuna da parte del Conte Roberto.

313 Vittorio Imperadore Armando Pepe

Piedimonte 29 aprile 1870. Il Sottoprefetto Dopo tutto questo tempo, e tutto il suo im- di Piedimonte d’Alife invia al Sindaco di San pegno, per Alfonsina sembra arrivato il mo- Potito la delibera del Consiglio Provinciale di mento della tanto auspicata traslazione dei Sanità con cui era respinta la richiesta della resti mortali del marito e dell’unica figlia. La Sig.ra Palmieri vedova Sanillo, per trasferire le commissione municipale di Sanità al cui esame il sot- spoglie del marito e della figlia, dalla Cappella toscritto ha creduto suo dovere deferire la istanza del Sepolcreto, alla Chiesa Parrocchiale. Il Sin- della Contessa Gaetani, ecceduto sopraluogo à tro- daco ne informa l’interessata con nota n. 259 vato che la cassa e lo scheletro imbalsamato sono in del 30 aprile 1870. Dopo sei anni, nel 1876, Alfonsina Palmieri rinnova la ri- chiesta al Comune di San Potito. Il Sindaco pur esprimendo il parere che la traslazione non viola le norme sa- nitarie e di ordine pubblico (sulla scorta anche di analogo parere espresso dalla Commissione di Sanità Municipale), ri- mette gli atti al Prefetto per competenza ex art. 66 del Regolamento Generale Sa- nitario e il 16 luglio 1876 dalla Sotto Pre- fettura di Piedimonte d’Alife viene inviata una lettera indirizzata al Sindaco di San Potito Sannitico, che chiarisce de- finitivamente: Nella notte del 22 luglio 1865 una comitiva di briganti, che in quell’epoca in- festava queste campagne, invase manoarmata questo Comune. L’assalto inaspettato costò la vita di diversi Cittadini, e tra essi restò massa- crato il Signor Errico Sanillo, il di cui cadavere fu sepolto in una delle Edicole da lungo co- strusse in una cappella particolare di questo ci- mitero destinata a sepolcro della sua famiglia. Il Signor Sanillo lasciò unica figlia postuma cessata anch’essa di vita nel giugno 1869. Nella sua tenera ètà di anni tre e mesi nove, il di cui Alfonsina, nell’ultimo periodo della sua vita cadavere si conserva imbalsamato in un’altra edi- cola accosta a quella del padre. La Contessa Alfonsina perfetta regola igienica388 e tenuto in considerazione Gaetani Palmieri presenta dimanda a questo municipio del tempo trascorso dalla morte, e che ne l’uno ne l’al- per ottenere che le ossa del Signor Errico Sanillo, ed il tra, siano morte al seguito di malattia contagiosa, ha corpo imbalsamato della figlia tolti dalle Edicole della deliberato potersi accogliere il voto affettuoso della Cappella del Cimitero, possano essere trasportati in pretende, e concedersi la licenza che i scheletri mede- un’altra Cappella da essa di recente edificata, ed an- simi tolti dalle Edicole private del cimitero siano de- nessa alla Chiesa Parrocchiale di questo stesso Comune, posti nella Cappella annessa alla Chiesa Parrocchiale e collocati in tombe, ed urne di marmo già preparate. nel marmoreo avello particolare in essa eretto: osser-

388 - Nel primo documento c’è scritto “i due scheletri del padre e della figlia non sono in perfetta regola igienica”, dopo questo rigo viene cancellato e corretto in “sono in perfetta regola igienica”.

314 Il tramonto dei Sanillo vate però le clausole igieniche richieste dai regola- nell’osservare le altre foto, ove è crescente la menti in vigore, e le altre che potrebbero all’oggetto perdita del sorriso, gli occhi spenti e il volto essere prescritte. sempre più invecchiato, fino all’avvenuta morte Per la legge, la facoltà di autorizzare l’esu- a soli 34 anni. L’impressione che si ha dalle ul- mazione dei cadaveri, per essere trasportati da time foto, è di una donna molto avanti con gli un cimitero all’altro del Regno o per essere de- anni, veste sempre dei lunghi splendidi vestiti posti in una Cappella privata, appartiene esclu- neri, ma i suoi occhi sono spenti, e la bocca è sivamente al Prefetto della Provincia e così il una smorfia di dolore e tristezza, in sostanza, Sindaco di San Potito invia la supplica presen- un volto irriconoscibile. Nemmeno l’amore dei tata dalla Contessa Alfonsina Gaetani al Pre- successivi cinque figli ha ridato il sorriso all’in- fetto. Nonostante tutti gli sforzi prodotti dalla felice Contessa Alfonsina Palmieri in Gaetani. Contessa, la richiesta è definitivamente re- Le spoglie sono state tumulate nel cimitero di spinta. Poggioreale, nella Congrega dei Nobili, sotto il ti- tolo di “Real Compagnia ed Arciconfraternita dei 20. La morte di Alfonsina Bianchi dello Spirito Santo”. 16 febbraio 1881, a ore an- timeridiane undici il Conte Be- rardo di Candida Gonzaga di anni 39 e il Marchese Salvatore Masala di anni 33, dichiarano che alle ore antimeridiane otto di ieri in Napoli, nella casa posta in via monte di Dio n° 46 è morta la Contessa Alfonsina Palmieri di anni 34. Alfonsina muore a Napoli in via Monte di Dio a 500 m. dalla Chiesa di S. Maria degli Angeli. La sua morte è dichiarata con un ritardo di 27 ore. In quel tempo, è in- tollerabile, che una persona muoia senza i conforti reli- giosi, e che l’avvenuta morte sia stata dichiarata dopo tante ore. Dai registri degli atti di morte del 1881, vol. 12, pag. 152, (Alfonsina è morta non mu- nita dei Santi Sacramenti, Padre Antinucci).

Che cosa può essere acca- duto? Guardando le foto, è impossibile non notare la bel- lezza e il sorriso di Alfonsina a 18 anni e rimanere increduli Alfonsina, ultima foto in ordine di tempo, con la dama di compagnia.

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quelli dell’800, non sono più al loro posto. In conclusione, in uno di questi loculi, contras- segnati come “Gaetani”, ha trovato il riposo eterno, la sfortunata Alfonsina, occultando in questo modo, agli occhi del mondo la “sco- moda” mortale presenza. L’8 febbraio 1874, sette anni prima di Al- fonsina, muore suicida Raffaele Gaetani, Carta intestata della Contessa Alfonsina Palmieri, padre di Roberto, secondo marito di Alfonsina, in Gaetani. è seppellito a Napoli, nel cimitero di Poggio- Più volte nell’arco di questi ultimi anni, mi reale, nella Congrega dei Nobili, che è la stessa sono recato in quest’Arciconfraternita, tuttavia, della nuora. Dopo 24 anni, il 27 aprile 1898 non ho potuto riconoscere con certezza la alle ore 13, Antonio Gaetani, fratello di Ro- tomba di Alfonsina, nonostante i dati riportati berto, si toglie la vita con un colpo di pistola, nel Registro, al Grande Ipogeo. Per trovare la tomba si entra nella Congrega, si scende sotto il livello della strada, entrando, di fatto, dentro enormi stanze dove regna un silenzio spettrale, e si va alla ricerca della tomba, non esistendo un corridoio, si procede sul pavimento lastri- cato di tombe. La visione è sconfortante e deludente, ci sono vari sepolcri, con i nomi di alcuni mem- bri della famiglia Gaetani, compreso la tomba del suocero di Alfonsina, Raphaeli Cajetano ex Laurentiana Ducibus, ma non una tomba, non un nome, per la Contessa Alfonsina, questo, proba- bilmente, in ordine di tempo, è l’ultimo dei misteri che circonda questa famiglia. Perché la lapide è stata “occultata”? Perché non per- mettere a nessuno di versare una lacrima o la- sciare un fiore, sulla tomba di una giovanissima donna, e madre, di cinque figli in tenera età, recisa dal fato? Ho cercato tutte le soluzioni possibili, senza nessun risultato concreto, neanche la po- sizione tombale nel Grande Registro dei Morti. Alfonsina, a seguito della morte è divenuta Congrega dei Nobili e Real Compagnia e Arciconfra- 829/26 + 40172. Ho chiesto informazioni al re- ternita dei Bianchi dello Spirito Santo. I salone. sponsabile della Polizia Mortuaria, spiegan- domi che nell’800, in ogni Congrega, esisteva accanto alla tomba del padre. Viene sepolto un registro interno, per la localizzazione delle nella stessa congrega del padre e della co- tombe. Con il passare degli anni in molte Con- gnata. Nel 1904, i suoi resti furono trasportati greghe, i registri interni non sono più in uso, e nel cimitero di Piedimonte d’Alife389.

389 - Antonio Gaetani di Laurenzana nella vita del suo tempo. 1854 -1898. Armando Pepe, Youcanprint, 2017

316 Il tramonto dei Sanillo

Alla morte di Alfonsina la prima figlia Giulia pratica di traslazione di quei due cadaveri. Per ha 11 anni, e a 22 anni, il 12 marzo 1892, sposa il secondo marito Roberto Gaetani l’antico se- a Napoli il Conte Antonio Filangieri di Candida polcreto è forse il posto ideale per dimenticare, Gonzaga, portando in dote il palazzo di San Po- per stendere un velo pietoso su questa dram- tito e molte proprietà disseminate nella valle del matica vicenda familiare, tenendo conto che la medio Volturno, da questo momento il palazzo sola visione dei due monumenti eretti in Sanillo cambia nome, trasformandosi in palazzo chiesa, avrebbe evocato (anche a distanza di Filangieri, “come lo conosciamo tuttora”. I ge- secoli) il dubbio che la morte di Enrichetta non nitori di Alfonsina non si danno pace e dopo un fosse stata accidentale. Non è chiaro, che cosa mese dalla sua morte, il 16 Marzo del 1881, Giu- sia successo nell’arco degli anni ai due monu- lio Palmieri riceve una lettera dalla nipotina Giu- menti funebri; oggi, in Chiesa esiste solo lia, e il nonno risponde in modo commovente: quello di Enrico Sanillo, ma non le sue ossa e nulla riconducibile alla figlia, ma in una delle Mia Nipotina Carissima. Nella mia desolazione non tante lettere, Alfonso Germanico scrive ad Al- puoi credere qual conforto ricevo dalla tua lettera e lo fonsina: I due monumenti sono a posto, manca solo sarà sempre per ogni qualvolta rivedrò un rigo vostro o che siano traslati i due cadaveri. di vostro padre. Serbate eterna rimembranza della di- Perché in chiesa non è più presente il se- lettissima madre. Per me ogni momento mi domando, condo mausoleo, che avrebbe dovuto conte- ma è vero che la mia cara Alfonsina non più esiste? Sem- nere i resti della piccola Enrichetta? bra impossibile che doveva essermi rapita nel fiore degli San Potito 1890. È stato costruito il nuovo anni, e pure è una tristissima realtà. Cielo soccorrici. cimitero, in località Pirocca Carrocce, abban- Tua nonna può rimanere costà, se necessario, sino a donando l’antico sepolcreto alle inesorabili in- quando si approssima il parto di Matilde. Crescenzo mi- giurie del tempo, e nel 1926 è ultimata anche gliora sempre. Stringendoti al cuore unitamente al- la costruzione dell’ossario. Col passare degli l’amato padre, fratelli, e sorella, sono e sarò sempre, anni i tetti sono crollati, dai cancelli forzati L’affmo nonno Giulio Palmieri sono penetrati ignoti devastatori che hanno di- velto le lastre tombali; le ossa che riposavano Anche lo zio, il Canonico Teologo della nei loculi sono state trovate sparse nell’area Cattedrale di Cerreto Sannita, Emmanuele Un- circostante mostrando ai rari visitatori uno garo, fratello di Rosina, madre di Alfonsina in- spettacolo di penosa tragicità. trattiene corrispondenza con la nipotina Giulia Solo verso la fine degli anni 70, l’Ammini- e, nel giorno del suo onomastico, scrive: Alla strazione Comunale, sollecitata dai cittadini im- mia chiarissima Giulia Filangieri Gaetani nel fausto pietositi da tale scempio, ha raccolto i resti dì del nome di Lei. umani ancora sparsi sulla pavimentazione dei “O Giulia, il ciel t’infiori la vita, che ti dié” sepolcreti e quelli rimasti nelle edicole profanate Infra l’odor de’ fiori, venga quest’augurio a Te. e quelli rinvenuti nell’unica fossa comune sco- Del nome tuo diletto oggi volgendo il dì, perta in quel tempo, eseguendone la traslazione Con puro e Santo affetto, bello è il cantar così. nell’ossario del nuovo cimitero. In conclusione, Ma più soave il canto, sul labbro mio sarà. qualora le spoglie di Enrico Sanillo siano state Se anche il palato intanto, dolce offer gusterà. effettivamente trasferite nel nuovo cimitero, egli Dunque, illustre Contessa, venga oggi a me, ha trovato l’ultima onorevole dimora. se può, la fetta già promessa, del dolce tuo gattò Se invece ciò non è accaduto (e non sia 22 maggio 1906. stata rinvenuta prova documentale in senso positivo o negativo), in tal caso le ossa di En- Scomparsa Alfonsina, il 15 febbraio 1881, rico Sanillo hanno trovato sotto un manto di nessuno dei suoi familiari, ha più interesse alla stelle il riposo eterno.

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21. Alfonso Germanico, congegno rotante, posto in mezzo ad una pa- figlio adottivo di Enrico Sanillo rete a forma di botte con porticina, che non L’anno mille ottocento quarantatrè il dì dodici del permetteva di vedere dall’altra parte. Le donne mese di aprile alle ore quindici. Avanti a noi, Emilio che partorivano fuori dal matrimonio o in Onoratelli Sindaco, ed Ufficiale dello Stato Civile del grave povertà, vi depositavano nell’anonimato comune di Piedimonte è comparsa Catarina di Cristo- i neonati. Le suore giravano il congegno ro- fano, di anni trentatre, domiciliata in questo comune, tante e accoglievano il “figlio della provvi- la quale ci ha presentato un fanciullo, ed ha dichia- denza”. “I Projetti390”, a Piedimonte d’Alife, nel rato: che oggi sopra detto giorno alle ore dieci è stato 1843 furono depositati nella ruota 35 trova- posto nella ruota della casa adibita alla ricezione di telli. Comune di Piedimonte d’Alife, registro projetti, mi sembra appena nato di fresco. dei projetti. Alfonso Germanico, battezzato nella chiesa di S. Maria Maggiore (San Mar- cellino) della città di Piedimonte, accom- pagnato dalla sua Commater “Madrina”, Carmela d’Amato, nubile figlia di Fede- rico e Tosca Campochiaro, della città di San Potito. Luigi Canonico Imperadore.

Alfonso è un trovatello. Difficile dire se fosse un figlio naturale di Enrico Sa- nillo o l’adozione rappresentasse un ob- bligo morale assunto da Enrico nei confronti della madre o di altri. Dai do- cumenti rinvenuti fino al 2004, questo è quello che si è dedotto, ma alla luce dei nuovi documenti, la storia prende un’altra strada, leggendo le molteplici lettere rinvenute, al padre adottivo, Al- fonso appare come un viveur curato nel- l’abbigliamento dedito al gioco, alla musica e alle dolci frequentazioni. Senza dimenticare lo studio della giu- risprudenza, conduce una vita goliardica, con l’aiuto economico del padre final- mente si laurea. Morto Enrico Sanillo, il giovane Alfonso è chiamato ad ammini- strare i beni delle famiglie Sanillo e Pal- Alfonso Germanico mieri, e in seguito anche quelli di Roberto La ruota: Un’ingegnosa invenzione della Gaetani, secondo marito di Alfonsina Palmieri. carità cristiana, che ha mani per ricevere e non Alfonso Germanico, ricopre funzioni pubbli- ha occhi per vedere, né bocca per rivelare. che, venendo anche eletto sindaco di San Potito All’ingresso dei conventi femminili, vi era un dal 1876 al 1889.

390 - Projetti: Prole Jettata, figli abbandonati.

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San Potito 1880. Verso la mezzanotte dal 6 al 7 solo quando io era per tornarmene, seppi essere il giovane corrente un tal Lorenzo Pietrosimone di Michele che era alla Ferrandina in Napoli. Era l’ultimo convoglio e non al servizio della mia casa, recandosi nella stanza da letto poteva rimanere più a lungo in quella città, dove mi era di Carmela Guidone, mia madre391, spense la lampada ed recato per un giorno di piacere. Intanto giovedì mandai attentava alla vita di costei, col volerla soffocare. For- il primo mio fratello e lo trovò col grado di I° sergente tunatamente scampò al pericolo, e del fatto questa Vice in atto a pagare i volontari; fu ripreso non per altro che Pretura comunale ha compilato gli atti di regola per es- per essersi partito di soppiatto e senza che al genitore sere spediti all’autorità competente. Vorrà la S.V. per- se ne fosse fatta parola. donare se con qualche ritardo le ho dato di ciò a conoscenza, trattandosi di un fatto che riguarda la mia 23 aprile 1861. Alfonso scrive da Nocera: famiglia, e che mi ha non poco costernato di animo392. Stimatissimo padre…. Non ho avuto risposta alle mie Il 17 ottobre 1855 Alfonso compie dodici due ultime lettere, e ripeto nella terza affinché siate a anni, è alunno nel seminario di Nola, dimora conoscenza di tutto e prendiate provvedimento. Io né presso la famiglia di Don Nicola Sirignano a danaro di Garibaldi né la fede di credito ho ricevuto, to- Mugnano di Napoli. Periodicamente Don En- glietemi quindi la brutta fama di sciupatore che mi rico riceve il notamento delle spese per un totale deste. Vi bacio la mano. Aff.mo figlio Alfonso. di ducati 109.31, che comprende il periodo che Il 9 maggio 1862 è universitario e abita in Via va dal 20 settembre 1854 al 16 ottobre 1855, Guantai Vecchi 31, al secondo piano. Scrivendo e ducati 115.99 per il periodo dal 1° novembre al padre, lamenta che da moltissimo tempo non 1855 al 2 ottobre 1856. riceve risposta alle sue lettere, per colpe da lui Alfonso Germanico, insomma, è cresciuto da non commesse, perché trascinato dai suoi com- Enrico Sanillo come un figlio, anche se in col- pagni e cattivi consiglieri. Il 21 giugno 1862 con- legio e non a casa. I riferimenti alla qualità pa- fessa al padre di essere rimasto senza un grano393 terna di Enrico lasciano intendere che egli si … e perciò andai abusivamente a Mugnano a prendermi credeva tale e così lo considerava il ragazzo. 12 piastre, che vi assicuro non le consumai tutte senza Non essendovi prova di un’adozione né di un ri- profitto. Il resto dei trenta ducati l’ò preso a Natale e conoscimento di paternità, si può concludere, conoscendomi privo di biancheria detti 10 piastre a D. trattarsi di una adozione “in pectore” di valore Biagio che si offrì farmi con questo danaro lenzuola e solo morale e non giuridico perché mai forma- camicie; ma che ne son passati tanti mesi e dimandate le lizzata. Da una lettera del 29 marzo 1860 si biancherie mi si è risposto che le 10 piastre erano state comprende che di Germanico si prendono cura valutate per alcuni giorni che io avevo soggiornato a più persone, fra questi, Biagio Milone da Sarno, Sarno, ò chiesto che mi si fossero tolte dal mensile attuale che il 16 settembre 1860 scrive: Gentilissimo Don e mi si è risposto: risparmiate dal carlino giornaliero; Nicola, lunedì fui chiamato in Napoli, e perché in No- cerco un calzone, un soprabito della stagione e mi si ri- cera si era aperto l’arruolamento dei giovani, così pensai sponde: risparmiate dal carlino. Padre cercate conto del condurre meco Germanico, affinché non avesse avuto la mensile, ché D. Ciccio crede che il mensile che voi mi pas- tentazione di essere del numero, senza permesso del Ge- sate deve servire per me e per lui. Padre quante altre cose nitore e mio. Il rimedio fu peggio del male, poiché egli vi sono che ò rossore scriverle. Foste molto accorto appena giunto in Napoli si unì ad altri giovani, che quando vi offrirono l’affare della fabbrica in Sarno e vi aveva conosciuto in Sarno e disparve. Io povero diavolo negaste. Vi raccomando le fedi394 che il tempo passa. Vi girai Napoli due giorni, e non fu possibile trovarlo e, bacio la mano e mi dico V. affez. Figlio Alfonso.

391 - Carmela Guidone, di professione possidente, (figlia di Giovanni e Francesca Sanillo) è sorella di Nicolina Guidone, moglie di Michele Pietrosimone, e madre di Lorenzo Pietrosimone. Lorenzo è cugino di Alfonso Germanico. 392 - Archivio comunale San Potito, ricerca di Antonio Carbone. 393 - Ducati, grana e cavalli: Moneta borbonica 394 - Fedi: assegni bancari.

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5 luglio 1862, Alfonso comunica a En- “Mio carissimo Filippo, trovandomi in San Potito rico: Caro padre, questa mattina ò fatto l’esame, per la disgrazia di mio padre, sono anche io in mezzo e fortunatamente sono stato approvato. Adesso non a tanti imbrogli, che desidererei la verità uscirne da cerco una ricompensa, che ne ò tante a nessuna fa- mezzo al più presto possibile. Il Delegato di pubblica tica; ma un complimento di un vaglia postale. Vi sicurezza mi incaricò di dire a vostro fratello che la bacio la mano. polizia à incominciato coll’arrestare Francesco An- 30 novembre 1862, Alfonso si trasferisce in tonio Gaudelli e finirà coll’arrestare pure voi, vostro Strada S. Liborio al civico 19, ultimo piano e fratello è restato in appuntamento col Sottoprefetto comunica a Enrico: Stimatissimo Padre, ho comin- di Piedimonte che avrebbe fatto venire un salvacon- ciato il corso scolastico col fare il Dritto civile come dotto, se voi vi sareste presentati bonariamente; se primo anno e la ripetizione del Dritto Romano che ciò sia vero ve lo consiglierei pure io; dappoicché la già fece l’anno passato e spero che in quest’anno farò vostra famiglia è continuamente molestata e potrebbe l’esame dell’uno e dell’altro Dritto; sebbene il Sig. Mi- anche soffrire un sopruso, mentre che voi col salva- lone si à fatto ragione dicendo che io non voleva stu- condotto potreste discolparvi dell’accusa. Almeno io diare, ed allora vedrete se io abbia fatto risoluzione così la penso; del resto fate pure come meglio vi pare. per levarmi di sotto alla disciplina o per altre ragioni. Mi aspetto un riscontro affinché io possa assicurare Il Sig. Milone fra le tante cose che à dette sono queste alle autorità che voi siete in Roma, il che non credono che 18 duc. al mese sono assai superflui a me: allora quantunque vostro fratello ce l’abbia pure assicurato. io risposi adesso che sono solo 18 ducati sono assai Tuo aff.mo amico Alfonso Germanico395. superflui quando era con voi poi 18 d. non erano ba- Nel 1867 Alfonso è sottotenente della stanti e lui rimase senza dir parola. Il Sig. Milone è Guardia Nazionale a San Potito Sannitico. porco e birbante assai, e sappiate che vi si è preparata Dopo otto anni, il 26 agosto 1875, sposa Maria una trama e sono state promesse 50 piastre a lui se Ester Crocillo, possidente, nata a Napoli nel riuscisse in quest’impresa, ma poveri sciocchi non 1853 e domiciliata ad Alvignano in via Petrilli sanno che io so tutto: quindi siate accorto come sem- al numero 27. Il 10 gennaio 1877 nasce la loro pre lo siete stato che a miglior tempo vi dirò tutto mi- prima figlia, Antonietta, il 13 maggio 1879, la nutamente. seconda, Emma Teresa, che muore nel 1896 Il 7 aprile 1863, Alfonso scrive a Enrico all’età di anni diciassette. Il 16 novembre 1880 chiedendo l’autorizzazione per: “Stimatissimo nasce l’ultimo dei tre figli, Roberto, che muore Padre, desidererei imparare la lingua francese, ed a nel 1899 a circa diciannove anni. La corri- suonare il pianoforte; ne vorrei da voi l’approva- spondenza continua con Alfonsina Palmieri e zione.” Enrico passa una retta mensile ad Al- col marito Roberto Gaetani, che momentanea- fonso, ma è tartassato da lettere con richieste mente tutte e due, risiedono a Napoli. di denaro e, oltre al mensile, periodicamente spedisce somme per vestiti al cambio di sta- Da una lettera trovata nell’archivio comu- gione, lenzuola e altro. Il rimprovero è di es- nale di San Potito, si apprende che il 29 aprile sere uno “sciupatore”. Morto il padre, 1870 il sottoprefetto di Piedimonte d’Alife Alfonso si stabilisce a San Potito e il 7 no- invia al Sindaco la delibera del Consiglio vembre 1865 invia una lettera all’amico Fi- Provinciale di Sanità con cui era respinta la lippo Piazza a Roma: richiesta della Sig.ra Palmieri vedova Sanillo

395 - La lettera si riferisce all’accusa di complicità nel reato di banda armata, a carico di Marcellino Piazza fu Co- stantino, di anni 38, medico Cerusico di San Potito, e Filippo Piazza fu Pietro, di anni 48 ammogliato con figli, proprietario domiciliato anche in San Potito. Il tribunale dichiara non provata la reità di Marcellino e Filippo Piazza per l’imputazione ai medesimi ascritta. E quindi per legge gl’imputati debbono andare assolti. Santa Maria Capua Vetere 27.2.1867.

320 Il tramonto dei Sanillo per traslare le spoglie del marito dalla Cap- Roma, 18 luglio 1890. Regno d’Italia Mi- pella del Sepolcreto alla Chiesa Parrocchiale. nistero dell’Interno, invio di una circolare Il Sindaco ne informa l’interessata con nota sulle istituzioni di beneficenza, che, tramite la 11 aprile 1870 n. 259. Il Consiglio di Sanità, Prefettura di Caserta, è inviata a tutti i Co- riunito il 30 aprile 1870 in prefettura, prende muni, di competenza, il documento è a firma atto dei nobili sensi che presiedono la richie- del Ministro Francesco Crispi. San Potito San- sta, che è tuttavia da respingere perché con- nitico undici agosto 1890, il Sindaco Alfonso traria all’art. 65 del Regolamento Sanitario Germanico invia al presidente della Congrega stilato l’8 giugno 1865. di Carità, la Circolare Prefettizia.

Corrispondenza Conte Roberto Gaetani - Alfonso Germanico Le suggeriscono che potrebbe raggiungere …Io confido che i signori amministratori delle il suo voto facendo costruire la tomba in un PP. Istituzioni vorranno ottemperare di buon grado altro sito, fosse anche terreno di sua proprietà, e nel termine prefisso agli obblighi rammentati in que- ma lontano dall’abitato (come dalle Istruzioni sta circolare. Ministeriali del 1867). Nel 1876 Alfonsina Palmieri rinnova la richiesta al Comune di San Il 10 febbraio 1891, dopo dieci anni Potito. Il Sindaco, pur esprimendo il parere dalla morte della moglie, e a soli due mesi che la traslazione non viola le norme sanitarie dalla fine del mandato di Sindaco, non rican- e di ordine pubblico (sulla scorta anche di ana- didato per motivi di salute, muore anche Al- logo parere espresso dalla Commissione di Sa- fonso Germanico all’età di anni quarantotto. nità Municipale), rimette gli atti al prefetto per competenza, ex art. 66 del Regolamento Ge- nerale Sanitario. In questo periodo esiste il monumento funebre di Enrico Sanillo nella chiesa di Santa Caterina, ma non sono state rinvenute prove documentali sul se e quando le sue spoglie vi siano state realmente traslate. Alfonsina muore il 15 febbraio 1881. Dopo solo due mesi, il 12 aprile 1881, muore anche Maria Ester Crocillo, moglie di Alfonso Ger- manico, nella casa di proprietà in via Botteghe numero 10 a San Potito.

321 322 XII. Curiosità

La strana storia del furto dei superi zione è quindi caduta su Domenico Izzo, il quale Anno 2002, in una delle mie prime visite a resta nominato Cassiere per lo esercizio di questo cor- Palazzo Filangieri, ho notato e fotografato, per rente anno 1838. la prima volta nel corridoio del piano nobile, una cassa di legno con il coperchio aperto e con tre distinte chiavi inserite. Al momento, non avevo nessun documento e nessuna idea di che cosa fosse quella strana cassa. Con il passare degli anni e dopo l’uscita del libro di Nicolino Lombardi, “da villaggio ru- rale a città del parco, anno 2004”, ho cominciato a recuperare informazioni su questa cassa. Solo intorno all’anno 2012, ho recuperato, analizzato e trascritto molti documenti sulla Congrega della S.S. Croce e Monte dei Morti che parlano della cassa dei superi, ricavandone questa strana storia. Il primo documento della Congrega della S.S. Croce è datato 1838, dove il Cassiere ed esattore delle cinquine è il Signor Nicola Bor- Cassa dei superi relli di San Potito, che in questo corrente anno I fratelli ed il cassiere spinti e mossi dallo zelo di lascia l’incarico per motivi di salute. In questo vera divozione pel bene della Congrega, e dello inte- stesso anno, la somma di denaro depositata resse spirituale di assicurare nel miglior modo la vi- nella cassa è molto elevata, infatti ammonta a stosa somma che trovasi in fondo di cassa riservata ducati 377 e grana 61. La cassa dal momento pei tali suffragi dei Fratelli che il Signore chiama al- della costruzione è custodita dal Canonico l’eterno godimento; conoscendo che un tale deposito Giuseppe Sanillo nel suo palazzo di San Potito riuscirebbe di grave peso al cassiere per la custodia di in via Formose. esso, che non potrebbe affidarsi alla maggior parte dei Oggi che sono lì due Febbraio 1838, previo avviso Fratelli; che non sono provvisti egualmente di pro- di campana si sono riuniti i fratelli ad oggetto di de- porzionati beni di fortuna e quindi una tale carica liberare sulla rinuncia fatta dal Signor Nicola Borrelli sarebbe ristretta a pochi, ed invidiata da molti; vo- nominato Cassiere di questa Congrega per lo esercizio lendo nel tempo istesso i Fratelli cautelare un tale de- del corrente anno 1838. posito nel miglior modo e provvedere senza ledere i I fratelli presa conoscenza della rinuncia, per le- dritti del Cassiere, che un tale Sagro deposito sia in- gittimi impedimenti, avendo in condizione lo stato tangibile a chicchessia, e non resti profanato col po- cagionevole di sua salute per essere affetto dalla po- tersi addire per privato comodo, ed altri usi, dovendo dagra396, che non gli permette uscire di casa in alcun servire per soli suffragi dei defunti Fratelli, e per tempo dell’anno, accolta la rinuncia ed esonerato quanto dalle regole viene disposto ai Fratelli; ànno dalla carica di cassiere per lo esercizio del corrente deliberato, e stabilito quanto segue. … anno. I fratelli quindi ànno provveduto alla nomina I Fratelli a incominciare da quest’anno dovranno di altro cassiere per voti segreti, in persona del Cava- nominare un fratello tra i più probi, e ricchi di beni liere Don Nicola Sanillo, e Domenico Izzo. La ele- di fortuna del paese, il quale sarà nominato deposi-

396 - Podagra: malattia delle articolazioni delle dita de’ piedi.

323 Vittorio Imperadore Armando Pepe tario della somma che esiste in fondo di cassa. - Que- delle partite d’introito e uscita. Il Canonico sta sarà verificata, e chiusa nella cassa come sopra muore il 20 luglio 1846, nonostante la malattia indicata. La nomina del depositario sarà fatta in ha continuato a lavorare fino a che le forze terna dalla banca del tempo, e secondo quello che le l’hanno sorretto. regole preservano per gli uffiziali. Dopo la sua morte, la cassa con i superi I fratelli lo sceglieranno a maggioranza di voti se- passa sotto la custodia del nipote Enrico, è in greti, e con uno in più. Il depositario che accetterà la buone mani, non potrebbe essere in altre mi- nomina, dovrà prendere l’atto di deposito in iscritto gliori. Enrico è uno degli uomini più ricchi indicando la somma che riceve; un tale atto dovrà es- della zona; a questo punto, di questa famiglia, sere in tripla spedizione, dovendo uno consegnarsi al rimangono in vita poche persone. Lo zio Ni- priore, l’altro in mano del padre Spirituale, e il terzo cola passa gli ultimi anni della sua vita a Na- resterà depositato nella cassa del deposito, e di tutto poli, tornando a San Potito in rare occasioni. si farà menzione in deliberazione dei fratelli. La cassa Nel palazzo a San Potito rimane: Enrico, la zia del deposito sarà verificata in ogni anno dagli stessi Carmela che conta già 61 anni, la madre Tere- razionali che saranno eletti per i conti del cassiere. sina, e la servitù. Ed in questa cassa di deposito alla presenza dei ra- E’ verbo della confirma di depositario della cassa zionali medesimi si verseranno i superi delle somme in persona del Sign. D. Giuseppe Can. Sanillo. Da nascenti dalla sezione del cassiere. quell’era in qua non più se ne è fatta menzione. Il depositario non potrà sotto qualunque pretesto Oggi li diciannove maggio 1846 nel Comune di negargli di esibire la cassa di deposito sempre che bi- San Potito, e propriamente in casa del Sign. Cano D. sognano le somme per la congrega. Dovrà però la Giuseppe Sanillo. Si sono riuniti, coll’intervento del banca rilasciare mandati al cassiere, e questi rilevarne Sign. D. Giuseppe Prota parroco del Comune anzi- la corrispondente somma dalla cassa di deposito nelle detto, i Signori Daniele Riccio, Priore della Congrega forme sopra stabilite, e lasciandone debita cautela al sotto il titolo della Croce, del comune medesimo, il Ca- depositario. Non dovrà però la banca autorizzare il valiere Signor Don Nicola Sanillo, primo assistente, cassiere a prendere somma dalla cassa di deposito, se il Signor Camillo Morelli, secondo assistente, ed il non quando loro costi che il cassiere abbia esaminate Sign. Domenico Izzo esattore delle cinquine della tutte le partite d’introito sino allora esatte. congrega medesima. Essi àn proceduto all’apertura E siccome l’incarico di depositario da molti anni della cassa della ridetta congrega, a tre chiavi; depo- conferma lode, ed irreprensibile condotta caritatevol- sitata per voto comune dei fratelli presso l’anzidetto mente si è sostenuta dal Sig. Can. Don Giuseppe Sa- Sign. Canonico Sanillo, avendola trovata in tutta re- nillo, così i fratelli a pieni voti lo anno confermato gola án proceduto al versamento in essa delle sotto per lo esercizio di questo corrente 1838; riponendo in scritte partite cioè: per conti dovuti dall’esattore delle lui tutta loro fiducia. cinquine del 1842, Sign. Giovanni Onoratelli, giusta Il priore Giovanni Onoratelli, il conto da lui rendicontato. Il Segretario Simeone Pietrosimone, Per l’anno 1843 l’esattore delle cinquine è Il fiscale Pietro Seccia. il Sig. Don Filippo Piazza, ma qualcosa non va per il giusto verso, il Sig. Piazza per il pe- Somme accantonate prima della costru- riodo di sua competenza non versa nella cassa zione della cassa: Nel 1835 è di ducatj 217,40; Nel quanto dovuto, per questo motivo è portato in 1837 è di ducatj 260,66. Somme depositate dal giudizio e condannato dal Regio Giudice di momento della costruzione della cassa: Nel Piedimonte d’Alife. 1838 è di ducatj 377,61; Nel 1841 è di ducatj 484,47. …e la correlativa significatoria dei razionali Dj. In alcune deliberazioni degli anni successivi e 60,17. Ma siccome da questa somma furono tolti Dj. precisamente sino al 1843 il Canonico Sanillo dodici, che saranno anticipati dal Sign. Don Filippo teneva una documentazione molto dettagliata Piazza esattore delle cinquine per l’esercizio del 1843,

324 Curiosità il quale se ne è assicurato nel conto, già da lui dato Nel conto reso nel dì 13 maggio 1844, per per detto esercizio del 1843, così dedotti da detta gli esercizi del 1845, e 1846, il “nomerario” esi- somma di Dj. 60,17 rimane essa a figurare per Dj. stente in cassa aumentava a ducati 739,13½ 48,17 e la condanna contro di lui emessa dal Regio Da quell’epoca non si sono ritrovati altri Giudice di Piedimonte, salvo il dippiù in cui potrebbe conti. È regola che gli esattori delle cinquine, risultare debitore, seguita la discussione del suo conto previa riunione dei tre tesorieri e custodi delle per introito, superante esito Dj. 92,80, per interessi chiavi, depositino una volta l’anno i soldi nella legali, giusta la condanna pubblica, Dj. 4,84 si noti cassa dopo aver eseguito il rendiconto degli che gli atti di detta condanna si ripongono nella cassa incassi e delle spese sostenute nell’arco del- della congrega per futura memoria. l’anno. Il Sig. Don Filippo Piazza si appropria Le somme da versarsi ammontano a Dj.97,44, come indebitamente delle quote versate dai confra- figurano in colonna, e che si sono già versati. Per tanti telli. Il 4 ottobre 1844 Don Filippo Piazza esat- dovuti dal Sign D. Enrico Sanillo esattore delle cin- tore delle cinquine è in difficoltà economiche quine per l’esercizio del 1844, giusta il conto da lui reso e, inviando una lettera alla Congrega della SS che si depone in cassa colla correlata somma di Dj. Croce e Monte dei Morti, chiede: Un respiro a 641,26. Dopo fatti i rispettivi versamenti di sopra enu- tutto maggio 1845 per pagare Ducati 92, e grana 82 merati nella cassa, di cui è parola, si è la medesima di cui si è confessato debitore a beneficio della Con- chiusa, dopo avervi riposto i conti rispettivi dei sopra grega nella qualità di esattore delle cinquine398 pel enumerati contabili, si è chiusa nuovamente la cassa a trascorso anno 1843. tre chiavi, delle quali una si è consegnata al parroco Il Priore ed i fratelli accordano al petizionario suddetto, la seconda al Priore Sign Riccio, e la terza al il respiro di soli due mesi da oggi a condizione che cassiere ovvero esattore delle cinquine Sign Izzo. dia fra dieci giorni, anche da oggi, un cauzionante Fatto e chiuso oggi la proscritta giorno, mese ed solidale, e che ciò non passi in esempio, colui che anno. Giuseppe Parroco Prota, Daniele Riccio priore, se non nega ritarda almeno i suffragi ai defunti, Camillo Morelli, pel Sign. D. Nicola Sanillo impe- non merita indulgenze, e privilegi, ma deve pro- dito397, Enrico Sanillo, Domenico Izzo, Segretario vare lo stretto rigore della giustizia. Il Sig. Domenico Francomacaro Piazza colle sue promesse cerca di eludere i suoi

Particolare delle tre serrature

397 - Nel 1844 Nicola Sanillo conta già 81 anni, nonostante la sua salute molto cagionevole non abbandona i suoi affari e la città di Napoli dove vive, ma non è più in condizioni di affrontare lunghi viaggi. 398 - Cinquina, prestazione mensile che ogni fratello paga alla Congrega della SS Croce.

325 Vittorio Imperadore Armando Pepe impegni, ed illudere le premure dei fratelli. Egli lare e studiare il vecchio archivio dei Sanillo, spaccia di ottenere da lei direttamente il respiro situato in una particolare stanza, tra il piano che i fratelli gli han negato. Il di lei zelo per le terra e il nobile del palazzo. Ricordo che un opere di Pietà mi è garante che non saprà secon- giorno, immerso nei tanti polverosi documenti darlo. A troncare qualunque remora, e qualunque dell’archivio, mi sono imbattuto in un picco- sfuggita del sig. Piazza. lissimo fascio di fogli stretti e lunghi, anche Io mi affretto a pagare di mia borsa pronta- questo, avvolto con una fascia di carta trasver- mente e senza interessi il di lui debito purché egli sale, con scritto, “fogli inutili”, usati per sigillare mi dia un cauzionante solidale di mia piena sod- i documenti nell’archivio. disfazione se si nega egli a questa offerta manife- Agosto 1859, il Priore, il Parroco e l’esat- sta senza equivoco di non essere disposto a pagare tore delle cinquine ricevono uno strano invito dopo qualunque respiro. … conchiudo, sia che il da Enrico Sanillo, di recarsi a palazzo per con- Sig. Piazza si contenti del respiro accordato dai trollare la cassa dei superi: fratelli, sia che accetti la mia offerta, dovrà sempre L’anno 1859, il giorno 24 Agosto in S. Potito dare un cauzionamento solidale ed idoneo entro il dietro invito ricevuto dal Sig. D. Enrico Sanillo de- termine di sopra fissato. E lasso questo termine positario della cassa contenente i superi dell’Am- senza che egli adempia a tali condizioni io in nome ministrazione del Sodalizio della SS. Croce, e dei fratelli giustamente indignati contro un debi- vergine Addolorata ci siamo recati nella casa di abi- tore moroso mi appello ai mezzi riposti nella di lei tazione del ridetto Sig. Sanillo, il quale ci ha con- autorità perché il Sig. Piazza sia astretto al paga- dotti in una stanza da letto, che abitò il defunto mento del suo dare per tutte le vie le più efficaci. Can:co D. Giuseppe; quivi ci ha esibita la cassa sud- Adempio così gl’ordini da lei apposti in fronte a detta, che era chiusa da tre serrature, senza niuna questa supplica inoltrata dal Sign.r Piazza, e glie alterazione, però il fondo di essa era stato bucato la respingo. Il Priore da un foro di due decimi, per un decimo, e mezzo Enrico, come tutti i membri della famiglia di palmo Napoletano. Sanillo, per prassi, cataloga, archivia e sug- L’apertura era stata operata da molti buchi gella con il proprio timbro a secco, munito di fatti l’uno vicino all’altro col ferro conosciuto sotto ceralacca la corrispondenza, separandola per il nome di vergara; e quindi il poco interstizio di le- anni, e per categorie. Tutto era meticolosa- gname rimasto tra questi piccioli fori era stato rotto mente conservato. con scarpello ai due lati più corti del traforo, cosic- Grazie alla Contessa Sissy, dal 2000 al chè il pezzo di legname intermedio era saltato via 2004, ho avuto il permesso di aprire, control- non netto, ma schiantato in uno de’ lati lunghi se-

Carta riciclata per sigillare e archiviare la corrispondenza, a destra il timbo di Enrico Sanillo.

326 Curiosità guendo l’andamento della fibra del legname noce, Il mastro falegname Girolamo Savastano che formava il fondo di detta cassa della spessezza dopo aver sostituito il fondo della cassa con di un decimo inchiodato, e sostenuto da squadri di un nuovo legno di noce di cm 40 di lunghezza, ferro con tre chiodi alla base. 18 di larghezza e uno spessore di cm. 2,5, Assicurata così la scassinazione parziale della prende la tavola bucata e la inchioda sotto la cassa predetta di cui il depositario Sig. Sanillo ebbe nuova. A questo punto possiamo farci un’idea scienza la sera del 22 del corrente; ricognizione per la più chiara di quello che è successo. quale eravamo stati invitati, abbiamo dappoi aperta Il ladro ha praticato nella base della cassa regolarmente le tre fermature, che ne chiudevano il due serie di fori con una punta di ferro, chia- coverchio usando delle tre apposite distinte chiavi di mata “vergara”399, dello spessore di circa mm 4 cui una era presso di esso Sig. Sanillo, l’altra presso in uso presso i falegnami dell’epoca, una punta di me Sig. Canonico Prota assessore, e l’ultima presso per il legno più lunga di quelle in uso oggi e il Sig. Domenico Izzo presente all’operazione. dall’altra parte un foro trasversale con inserito Avendo in ultimo numerata la somma rimasta nel de- un tondino di legno a mo’ di manico. Dopo posito predetto si è rinvenuta in ducati trecento cin- aver praticato questi fori, con uno scalpello, quanta, e grana cinquantanove; e siccome dal conto ha schiantato una parte del fondo, aprendo la dell’ultimo cassiere a cui è alligata una contata di cassa. cassa eseguita il 13 Maggio 1847, emerge che le In questa storia ci sono molte anomalie: summe in essa depositate erano in ducati settecento 1° Perché il ladro non porta via la cassa te- trentanove, e g:a 13 ½ così vi è tra il passato, ed il nendo conto delle sue piccole dimensioni? presente contante una differenza di ducati trecento 2° Per aprire la cassa, il ladro impiega ottantotto, e g:a 54½ - Summa, che costituisce il furto molto tempo a fare i fori a mano, di seguito operato, il quale affinché costi all’avvenire, e discolpi con martello e scalpello schianta il legno della il depositario della cassa è stato consacrato da noi in cassa, facendo molto rumore. questa dichiarazione, pronti a rinnovarla d’avanti al- 3° Perché una volta aperta la cassa non ruba l’autorità competenti, ove si potessero aver tracce po- tutto il contenuto, ma si accontenta solo di una sitive del furto avvenuto. parte, circa la metà? Dopo di che avendo fatta sostituire dal Mastro 4° In casa nessuno sente questi rumori? Te- falegname Girolamo Savastano altra tavola per fondi nuto conto che la cassa si trova al piano nobile di detta Cassa vi abbiamo rimessi i ducati Trecento del palazzo, nella stanza da letto del Canonico Cinquanta, e g:a 59, fermandone il coverchio con le Sanillo e in casa vive ancora Donna Carmela, tre chiavi primitive delle quali ne è rimasta una al zia di Enrico insieme alla servitù, quelle per- Sig. Sanillo, che prosiegue a conservare il suddetto depo- sito, l’altra si è consegnata al Sig. Can:co Prota, ritenen- done la terza il Sig. Dome- nico Izzo. Giuseppe Can:co Prota, Giovanni Seccia, Antonio Rapa sacerdote, Domenico Izzo, Filippo Ferritto, Mar- cellino Caprarelli Parroco. Particolare del fondo bucato della cassa

399 - Vergara: o anche muscolo, e tinivello.

327 Vittorio Imperadore Armando Pepe sone che per anni hanno lavorato presso i Sa- 5 Ritenuto che la cassa debba essere presso persona nillo, tanto da essere considerate “di famiglia”. di facile accesso per le eventualità urgenti e neces- 5° Perché Enrico non denunzia il furto alle au- sarie, a pieni voti ànno deliberato: Che la cassa torità competenti? del predetto Sodalizio, la quale trovasi depositata 6° come ha fatto il ladro a entrare nel pa- presso i furono D. Nicola, e D. Giuseppe Sanillo lazzo e sapere dove era custodita la cassa? e per essi presso i loro eredi, venga ritirata e depo- Dopo il furto e la prima riunione con i Con- sitata invece Presso il padre Spirituale Don Ales- fratelli, Enrico continua a custodire la cassa, sandro Pietrosimone, il quale con questa medesima probabilmente nessuno ha il coraggio o la deliberazione rimane eletto novello Cassiere e de- forza di toglierla da dove è custodita. Il 22 lu- positario della medesima, ed all’oggetto autoriz- glio 1865, a poco più di un anno dal felice ma- zano esso stesso Sign Pietrosimone con il Priore trimonio, Enrico Sanillo si trova insieme a Gabriele Iafusco, nonché Francescantonio Aquilio altre persone nel caffè di Nicola Riccitelli, nel per la esecuzione del ritiro della stessa, ritenendo centro di San Potito lungo la via Consolare, gli quanto essi faranno per operare a tale oggetto. Del avventori si ritengono al sicuro poiché al- che si è formata la presente deliberazione, che l’esterno del locale si trovano tre guardaspalle viene firmata come appresso. del Sanillo: All’improvviso una banda di briganti Don Alessandro Pietrosimone parroco, e padre proveniente dalla direzione di Piedimonte accerchiò spirituale. il locale, … dal fucile partì il colpo che colpì Sanillo L’anno 1866, il giorno 28 Giugno in S. Potito uccidendolo subito. Sannitico. Per invito della Signora Alfonsina Pal- Dopo la morte di Enrico la cassa è ancora mieri, vidua del fu Signor Enrico Sanillo, e madre in casa Sanillo, non è stata più aperta e i fratelli della minore Enrichetta Sanillo, erede di lui, da essa sono in difficoltà, quindi si riuniscono ed eleg- Palmieri legalmente rappresentata. Si sono riuniti nel gono per cassiere e depositario della suddetta Palazzo Sanillo i sottoscritti componenti la Congrega cassa il parroco e Padre Spirituale Don Ales- di Carità di questo Comune medesimo sandro Pietrosimone. Oggetto della riunione è di aprire in presenza di Anno di grazia 1866, il giorno 15 aprile in San tutti la cassa appartenente alla suddetta Congrega- Potito Sannitico, previo il consueto suono della cam- zione della quale Cassa, affidata da moltissimi anni pana, i fratelli del sodalizio sotto l’invocazione della in deposito al detto fu Signor Enrico Sanillo, una SSma Croce e Maria Addolorata si sono riuniti nella chiave conservasi da lui, un’altra dal Fiscale della sagristia della parrocchiale, luogo solito alle loro de- Congregazione stessa Sig. Domenico Izzo, e la terza liberazioni e con l’intervento del parroco Don Ales- dal Sig. Can:co Giuseppe Prota, già Parroco di S. Po- sandro Pietrosimone, padre spirituale, i quali: tito. Ed essendo trapassato esso Sig. Sanillo, la vidua 1 Ritenuto che la maggioranza dei fratelli è contu- di lui volendo sciogliersi da ogni responsabilità ine- mace, e non corrisponde alle prestazioni. rente al deposito affidato al fu suo marito, à invitato 2 Ritenuto che il sodalizio porta molti pesi, i quali non solo i rappresentanti della Congregazione suin- nello stato attuale non possono adempiersi senza dicata sotto il titolo di SS. Croce ed Addolorata, i il sussidio della cassa. quali sono i sottoscritti signori: 3 Ritenuto che il vestiario dei fratelli e la Sagra sup- Gabriele Iafusco, Priore; Francescantonio Aquilio, pellettile à bisogno indispensabile di rimpiazzo e Cassiere; Domenico Izzo e Filippo Ferritto, Fiscali. di ristauro, giusta la deliberazione del 17 Febbraio 1862. Ma ancora i Componenti la Congrega di Carità di 4 Ritenuto che la cassa è l’aggregato delle presta- questo Comune nelle persone de’ signori: zioni anticipate di quei fratelli, i quali morendo Sacerd:e Filippo Pietrosimone, Presidente non ànno obbligo di altre prestazioni per adempire Sacerd:e Luigi Masuccio, Amministratore ai suffragi mortuari, e dal prescritto delle regole. Gabriele Iafusco, Amministratore

328 Curiosità

739,13½ pari a lire 3140,50 e che i mancanti Duc 388,54½, pari a lire 1651 furono involati nel 1859. Per adempire le imposizioni delle attuali leggi su i luoghi pii, la somma di lire 1.375 essendosi dalle lire 1.490 rinvenute in Cassa tolte lire 115, che da altro documento trovato nella me- desima Cassa risulta non appartenersi alla Congregazione, sarà a cura della Signora Palmieri impiegata sul G. libro del Debito Pubblico, col godi- mento al 1°gennaio 1867, intestata alla suddetta Congrega della SS. Croce ed Addolorata, ed il corrispon- dente Borderò sarà trasmesso al Pre- sidente della Congrega di Carità di S. Potito Sannitico per passarsi agli Amministratori e rappresentanti la Congregazione dell’Addolorata. Nel presente Verbale si son fatti tre originali, sottoscritti da tutti i sopra indicati, e consegnati uno al Priore della Congregazione, l’altro al Presidente della Congrega di Carità, ed il terzo rimasto presso la Signora Palmieri

Dalla morte di Enrico, non si 400 Don Alessandro Pietrosimone (archivio Giuseppe Petella) sono più resi i conti, né verificato Domenico Izzo, Amministratore l’incasso e la corrispondenza. Gli incontri tra Marcellino Campochiaro, Amministratore la vedova Sanillo e la Confraternita si susse- I quali individui tutti si sono presentati, tranne guono a cadenza regolare, ma per la restitu- il solo Marcellino Campochiaro. zione non hanno ancora trovato un accordo, a Esibitesi, dà Signori Can:co Prota e Domenico Izzo ogni riunione l’Avvocato Ungaro trova sempre le chiavi da essi conservate, e con la terza esistente in un cavillo per non restituire la cassa con i su- potere di Sanillo, si è in presenza di tutt’i suindicati e peri ai Confratelli. sottoscritti aperta la Cassa, nella quale si è rinvenuta in monete di argento e poche di rame la somma di Duc: Breve cenno sulla cassa della confraternita della 350,59, pari a lire 1490401, nonché un verbale in carta SS. Croce, e Ma Addolorata di S. Potito Sannitico. libera, di cui la copia si alliga al presente. Tempo fa la Vedova del fu Sig. Sanillo invitò nella Da tal verbale risulta che la somma che avrebbe casa di costui, individui della Confraternita della SS. dovuto rinvenirsi nella Cassa dovrebb’essere di Duc Croce, e Ma Addolorata, non chè i membri della Con-

400 - Don Alessandro e Don Filippo, sono fratelli, figli di Vincenzo e Emmanuela Piazza. 401 - Negli anni successivi all’unità d’Italia, nell’antico regno, il “ducato” continua a circolare insieme alla nuova moneta la “lira”.

329 Vittorio Imperadore Armando Pepe

1° Che gli invitati non essendo i padroni del numerario sistente in cassa, non potevano convenire per la immobilizzazione di esso, senza un mandato speciale della confraternita, che gli avesse autorizzati ciò fare. 2° che la confraternita, all’epoca in cui avvenne l’invito, era nel suo pieno dritto di poter ritirare il numerario, e di- sporne, poiché la legge sulla suppressione dei corsi religiosi, e delle congregazioni non era stata ancora pubblicata, se pur si voglia ritenere che detta legge colpisca la confraternita in parola. 3° che il numerario esistente in cassa non è il frutto di rendita di un istituto di carità, o di beneficenza per essere dichiarato devoluto al Governo, come dall’art°. 1 e 2 della legge 3 Ago- sto 1862, n.753 sull’amministrazione delle opere Pie, ma sebbene esso è un deposito sacro fatto da diversi privati cittadini viventi del comune, i quali lo hanno fatto sotto la condizione espressa di dover servire esclusiva- mente per le spese dei rispettivi fune- rali all’epoca della di loro morte, quindi è che il detto deposito va compreso tra le temporanee ablazioni dei privati ai Vincenzo Pietrosimone, la moglie Emmanuela Piazza e il figlio prete, sensi dell’art° 3 della succitata legge Filippo. (archivio Giuseppe Petella) sull’amministrazione delle opere Pie. grega di carità di S. Potito Sanno. per discutere ami- 4° che diversi funerali trovansi già adempiti, a pro chevolmente, l’affare della cassa di da confraternita, di quelle persone, le quali avevano già in vita anteci- la quale trovasi ancora depositata presso gli eredi del pato il pagamento, e versato in quella cassa, dalla fu Sig. Sanillo. quale non si è potuto sinora togliere il prezzo e pas- Gli invitati adunque recatisi nel luogo dell’invito, sarlo al clero, che ne adempiva i funebri doveri, atteso ed ivi giunti rinvennero il Sig. Don Michele Ungaro, la morte del fu Sige Sanillo. col quale ebbero a discutere sull’oggetto dell’invito, ed il risultato fu che tutti convennero doversi immo- La somma spettante al clero per i funerali sinora bilizzare il numerario sistente in cassa, previa però adempiuti potrebbe ascendere, compresa quella per la la deduzione di taluni obblighi quivi esistenti a scrit- celebrazione delle messe, a circa Duc. 50, epperò che tura privata. si raccomanda subito prelevarla come si prelevarono Di tutto fu redatta una bozza di verbale, che si altre obbligazioni, qualora però non si volesse, o venne firmata da tutti gl’invitati. In seguito di ciò non si potesse far subito la consegna della ripetuta dal lato della confraternita sono surte taluni diffi- cassa, alla quale gli eredi del fu Sigr. Sanillo, pare, coltà, ed in parte sono: siano tenuti, ritirandone debita cautela.

330 Curiosità

L’Amministatrice del Patrimonio del fu Sig Sa- Nel 1860,402 con Carlo Torre collaborò a dirimere nillo si dichiara prontissima a consegnare la Cassa gli aspri ostacoli che si frapponevano alla costitu- tutta a colui o a coloro che il magistrato indicherà. zione della nuova provincia di Benevento. Fu, af- Non può esservi altro mezzo, quando voluto recedere ferma un suo biografo, uno dei più doviziosi umanisti dal verbale sottoscritto in bozza e negato firmarsi in che la Terra Sannita ricordi”. Amico di Nicola Sole originale. L’Amministratrice non intende essere più che gli dedicò il suo poema sul Mar Ionio e di Ago- soggetta alla responsabilità del deposito accettato dal stino Magliani che gli dedicò la sua Storia della Fi- defunto Laonde si attende da lei. losofia del Diritto, di Bettino Ricasoli, di Quintino 1°. O che i rappresentanti, la Confraternita o la Congrega di carità sottoscrivano il verbale, ed a te- nore di esso si faccia l’acquisto della rendita. 2°. O che i Rappresentanti stessi adiscano il Magistrato per la restituzione del deposito. Se scorrerà tutto il ven- turo mese di settembre senza che i Rappresentanti ab- biano fatta una delle due cose, l’Amministratrice intenterà essa un giudizio per avere sentenza dal Ma- gistrato, e restituire a norma di essa il deposito. Li 15 agosto 1866

Ivi giunti rinvennero il Sig. Don Michele Ungaro. Cerchiamo di conoscere meglio questo personaggio, Michele Ungaro nasce a Cerreto nel Sannio il 4 ottobre 1819, e gli vengono imposti i nomi, Michele Mario Francesco Vincenzo Alfonso, figlio di Giovanbattista Ungaro “avvocato” nato nel 1781 e da Maria Antonia Savoja nata nel 1786. Alfonsina non lo chiama solo perché è suo zio, fratello di Avv Michele Ungaro sua madre Rosina, ma soprattutto perché è un Sella, di Giovanni Nicotera e legato da rapporti di famoso e potente avvocato, che con una serie cordialità epistolare con Alessandro Dumas padre, col di cavilli rimanda per più volte la restituzione Cardinale Antonelli, con Giuseppe Verdi, fu acceso della cassa. di ogni curiosità, magistrato, avvocato, egittologo e poeta, agricoltore e parlamentare. Don Michele Ungaro di vivido ingegno e di irre- Questa sua poliedrica ma dilagante attitudine, la quieto temperamento, dopo aver rinunciato alla vita sua prodigalità e lo stesso suo temperamento d’arti- ecclesiastica, si laureò in giurisprudenza nell’Univer- sta, non gli risparmiò contrasti e accuse, specialmente sità di Napoli ed entrò in magistratura che poi ab- nel campo amministrativo e politico, fu Presidente bandonò per dedicarsi alla professione forense. della Amministrazione provinciale di Benevento e nel Fervente liberale, nel 1848 partecipò con Giacomo 1860-1861, deputato per tre legislature al Parla- Tofano alle tumultuose vicende di quell’anno e per- mento e agli uni e alle altre egli seppe far fronte, fa- tanto la polizia borbonica non mancò di sorvegliare vorito anche da una calda e avvincente eloquenza che la sua condotta. sovente gli concedeva il facile fluire del verso.

402 - Dizionario Bio-Bibliografico del Sannio, di Alfredo Zazo, Ed. Fausto Fiorentino, Napoli 1973.

331 Vittorio Imperadore Armando Pepe

San Potito Sannitico lì 15 agosto 1868. riodo ha iniziato a corteggiarla ed è ricam- Municipio di S. Potito Sannitico. Circa le somme de- biato; 4° Il cuore infranto e inaridito di Alfon- positate presso la famiglia Sanillo, di pertinenza della sina per la morte del marito Enrico. Congrega della Croce. Mentre i fratelli non hanno nemmeno i soldi Nel maggio 1847, la somma depositata per comprare “li camisi che sono tutti logori” o per nella cassa è di duc. 739,13½, dopo la morte pagare un avvocato. Sono trascorsi oltre due del Canonico avvenuta l’anno prima, tocca a mesi giungendo così al 27 ottobre 1868, ma al Enrico custodire i soldi dei confratelli. Tra- Comune, da parte di Alfonsina, non arriva nes- scorsi dodici anni nel 1859 Enrico chiama a sun riscontro. Dopo circa un altro mese Alfon- palazzo il Priore, il Parroco Don Alessandro sina risponde alla missiva del Comune, Pietrosimone e l’esattore delle cinquine Do- spedendola da Piedimonte d’Alife,404 asse- menico Francomacaro, dando una sua spiega- rendo che: La somma ritrovata nella cassa è, come è zione del furto dei superi avvenuto nella sua stata sempre, a disposizione della Congrega. Che non casa. L’ammontare dei superi, passa a duc. sarebbe equo che il depositario rispondesse delle sot- 350,59. Il ladro ha rubato più della metà di ciò trazioni non imputabili a lui sotto ogni rapporto. In che era conservato nella cassa. ogni caso la responsabilità dovrebbe essere giudicata Nel 1865 Enrico muore di morte violenta. dal Magistrato. Che la sottoscritta nel fine di scon- Sono trascorsi altri tre anni, e nonostante gli giurare, per quanto possibile, un giudizio si è messa in sforzi fatti, nel 1868 la Congrega della Croce diretta relazione col Priore della Congregazione anzi- ancora non riesce a rientrare in possesso di detta, onde sperimentare ogni tentativo amichevole e quel che rimane della cassa con i superi. I con- per quanto sa, la Congrega delibererà la Domenica fratelli, non demordono, e inviano una lettera prossima. La sottoscritta non sarebbe aliena da un sa- al Sindaco di San Potito, che la trasmette al crificio, che le impone più la devozione, e la pietà, che Prefetto della Provincia e lo stesso Sindaco in il dovere, sempre però in certi limiti. via bonaria invita Alfonsina a rilasciare dette Il tempo passa inesorabile, e con la compli- somme a favore della Congregazione, aggiun- cità dell’Avv. Ungaro, trascorre un altro anno e gendo che: sarebbe dispiacevole agire giudiziaria- siamo nel 1869; ed è in questo periodo, che suc- mente contro una famiglia che ha sempre goduto fama cede qualche cosa d’inaspettato. La Congrega di onestà e pregando la stessa di compiacersi farmi te- riesce a recuperare la somma di ducati 500,00 nere al più presto possibile analogo riscontro, acciò io pari a £ 2.125,00. Non tutti i documenti sono ar- possa comunicarlo al sig. Prefetto della Provincia. rivati fino a noi, ne ho letti e trascritti molti, ma Il Sindaco403 ff Giuseppe De Meo non sono riuscito a trovare il documento più im- portante, che questa storia, avrebbe potuto rac- La Congregazione della S.S. Croce, in que- contare di come la Congrega sia riuscita a sto momento, ha di fronte solo fattori negativi: trovare un accordo con Alfonsina, e a ottenere 1° La famiglia Sanillo: ricchissima, che ha una somma si minore dei ducati 739,13½, pari sempre goduto grandissima stima da parte di a £. 3.141,32, somma totale in cassa prima del tutti; 2° Michele Ungaro che è uno dei più in- furto, ma sicuramente superiore alla somma ri- fluenti Avvocati del Sannio; 3° Il Conte Ro- masta dopo il furto, cioè ducati 350,59 pari a £. berto Gaetani, nobile, ricco possidente, e 1.490,00. Infatti, Alfonsina restituisce ai fratelli futuro marito di Alfonsina, che in questo pe- la somma di ducati 500,00 pari a £. 2.125,00.

403 - Il Sindaco nel 1868 è Marcellino Campochiaro (San Potito Sannitico da villaggio rurale a città del parco, 2004) 404 - Alfonsina va ad abitare a Piedimonte d’Alife, dopo pochi giorni dall’omicidio di Enrico e accetta il corteg- giamento del Conte Roberto Gaetani. In casa a San Potito abitava ancora la zia di Enrico, Donna Carmela.

332 Curiosità

San Potito Sannitico, 24 Ottobre 1869. Pre- scienza di chi la colpa, la responsabilità. vie tutte le formalità volute dalle Regole, la Fratel- 1° assistente Potito Vicco lanza del pio sodalizio sotto la venerazione della SSma 2° assistente Francesco del Santo Croce e Maria Addolorata radunatasi nella Sagrestia Esattore dei centesimi Francescantonio Aquilio. della Parrocchiale, ove Ella è installata, il Priore Ga- Il Parroco, e Padre Spirituale, Alessandro Pietrosi- briele Iafusco, attesa l’urgenza della finanza della mone, il segretario Luigi Masucci Confraternita, ha replicata la proposta di transazione Visto il Priore sul furto avvenuto nella cassa depositata presso gli eredi della casa Sanillo. La fratellanza intesa la pro- San Potito li 10 Febbraio 1870. Somme de- posta del Priore, e considerando che: positate nella casa Sanillo. Al Signor Priore della 1 Che volendo produrre legale giudizio contro gli Congregazione della Croce Addolorata e Monte dé eredi della famiglia Sanillo, la fratellanza non ha Morti in S. Potito Sannitico. mezzi da portarlo innanzi. Il Sig. Prefetto Presidente della Deputazione Pro- 2 Che anche ottenendosi dal Governo del Re le spese vinciale con nota 7 corrente n. 222, 1a Divisione, mi gratuite, od a credito, manca il personale da met- scrive quanto segue: In esito del suo rapporto del dì 11 tersi alla testa del giudizio. Gennaio 1870 n.16, le comunico per gli effetti che ne 3 Che anche il personale potesse aversi, mancano i emergono, la seguente deliberazione emessa da questa mezzi da compensarlo non solo, ma ancora rimar- deputazione Provinciale, circa l’emarginato oggetto. rebbero, per molto altro tempo, sospesi i pagamenti già arretrati, e la celebrazione dei suffragi di co- Tornata del dì 31 Gennaio 1870. I prece- loro, gli eredi dei quali giustamente ne reclamano denti tutti di questo affare, le dichiarazioni della fra- l’adempimento. tellanza della Congrega della Croce, Addolorata e 4 Che sia per l’adempimento dei suffragi come sopra, Monte dei Morti sulle molte difficoltà di fare il giu- sia pel ristauro e rimpiazzo del vestiario e della dizio con speranza di qualche utile risultato han con- sagra suppellettile, la quale è talmente logora da vinto il relatore che il meglio a fare si è di approvare non potersene usare nelle funzioni religiose e nei la proposta transazione, lasciando alla pubblica opi- funebri convogli, la fratellanza ha bisogno indi- nione il valutare i motivi della stessa, e di attribuire spensabile ed immediato del numerario. a chi spetta, la responsabilità. 5 Ritirarsi dal Parroco Signor Alessandro Pietrosi- Coglie però il sottoscritto questa occasione per pro- mone, assistito dal Priore, e dall’Esattore dei cen- porre alla Deputazione di consigliare la fratellanza tesimi, la succitata offerta delle lire duemila cento ad impiegare se non tutte, almeno una parte delle lire venticinque (2.125,00), e rimanere depositata 2.125 in qualche opera utile di carità, in sollievo della presso il preallegato Pietrosimone. classe povera, che pare pure un sacrilegio dimenti- 6 Autorizzare esso Pietrosimone di fare celebrare carne i bisogni, quando si mostra invece tanta copia tutt’i suffragi, e fare tutt’i pagamenti arretrati. di sentimenti religiosi in favore dei poveri morti. La 7 Autorizzarlo ancora alla spesa di lire ottocento Deputazione approva la proposta transazione, e di- cinquanta (850,00) pel ristauro e rimpiazzo del spone che una parte della somma sia impiegata in vestiario, e della sagra suppellettile, non che per opera utile di carità in sollievo della Classe povera. Il l’accomodo dello stallo, e Cappella, ove ella eser- Prefetto Presidente. F.o Colucci. cita le proprie funzioni. Dopo l’adempimento do- Il Sindaco Domenico Izzo cumentarne la spesa. 8 Non sconoscere affatto il dritto e le ragioni San Potito Sannitico, 8 marzo 1870. Dal espresse nelle deliberazioni 5 luglio, e 15 novembre momento del primo furto, nella cassa dei su- 1868, ma solamente rinunciare alla differenza peri, sono passati undici anni e finalmente, nel delle lire, come sopra, rimanendo alla pubblica opi- 1870, la Congrega con l’aiuto del Sindaco e nione i motivi di tale transazione, ed alla co- del Prefetto è riuscita ad ottenere una parte

333 della somma rubata e come ringraziamento, i classe povera. La Congrega ha riavuto parte fratelli, approvano la proposta transazione, e dei soldi, ma non la cassa, che è rimasta di pro- dispongono che una parte della somma sia im- prietà dei Sanillo, perché fatta costruire e pa- piegata in opera utile di carità in sollievo della gata dal Canonico Giuseppe Sanillo.

Anno 1870. Somme depositate nella casa Sanillo

334 XIII. La trasmissione dell’eredità

Testamenti D. Flaminio, e D. Paolo Covelli fratelli germani della Città di Cajazzo, e da D. Giovanni Pietrosimone suo Richiesta del Sig. D. Luca Sanillo del Ca- nipote, e dal diacono D. Felice Francomacaro quando sale di San Potito, nella sua casa “palaziata” sarà giunto al sacerdozio. di sua solita abitazione, sita in detto Casale, Ha lasciato a detta d. Antonia sua moglie, la nel luogo detto le Formose; ed ivi abbiamo ri- somma di ducati tremila. Item ha lasciato pure alle trovato il detto Don Luca in letto giacente, altre sue figlie femmine, d. Rachele, e d. Carmela, la benché infermo di corpo, ma sano di mente ed somma di ducati tremila e cinquanta per ciascuna di intelletto, e nel suo retto discorso a memoria; esse e dippiù ha ordinato che le sud.e figlie si debbano E come Cattolico Cristiano ho raccomandato viva- maritare col consenso della detta d. Antonia loro mente l’anima al Sommo, ed Onnipotente Iddio uno in madre, ma eziandio delli detti d. Nicola, d. Giuseppe, assenza, e Trino in Persona, che la creò, pregandolo e d. Pasquale loro fratelli. Dichiara inoltre di aver dato umilmente per gl’infiniti meriti del preziosissimo san- e pagato all’altra sua figlia d. Angiola Sanillo maritata gue dell’unigenito suo figliolo Gesù Cristo Signore no- con d. Giuseppe Covelli della Città di Cajazzo la sua stro voglia degnarsi di rimettergli tutti li suoi peccati, dote di ducati tremila. Dippiù ha lasciato alla Sig.na e di spirare l’anima sua colla ferma confessione della Annamaria sua sorella la somma di ducati duemila … evangelica legge, acciocché quando si partirà da questa Notar Carlantonio Francomacaro, 1794 all’altra vita trovi riposo nella gloria dei beati, invo- cando perciò la protezione, ed ajuto dell’Immacolata sempre Vergine Maria sua protettrice, dell’Angelo suo Testamento di Nicola Sanillo Custode, San Potito Martire nostro protettore, e di tutti li Santi, e Sante della Celeste Parrocchia; pregan- Napoli, 29 agosto 1826 doli vivamente di tutto cuore ad intercedergli la sua Il giorno ventinove del mese di Agosto del 1826 in Divina Maestà il perdono delle sue colpe. Napoli. Innanzi a noi Gennaro Crispino Regio Notaro Dippiù ha ordinato, che quando a Dio piacerà chia- di questa Città di Napoli … si è personalmente costi- marlo a se, sciolta savrà l’Anima sua, il suo corpo fatto tuito il Signor Don Nicola Sanillo figlio del fu D. Luca cadavere sia sepolto nella Chiesa Parrocchiale sotto il di condizione possidente, sano per la grazia di Dio, di titolo di S. Caterina, con quell’associamento, e pompe corpo, mente, ed intelletto, il quale pensando di dover funebri che meglio farà in piacere agl’infradetti suoi un giorno morire, ha determinato di fare, la seguente eredi. … è che il detto Don Luca Testatore ha istituito, disposizione di tutti i suoi beni, ed effetti. e fatti, anzi colla sua propria bocca ha nominati, e chia- Primieramente io Nicola Sanillo raccomando mati a se suoi eredi universali, e particolari, li Sig.i D.r l’Anima mia all’Onnipotente Iddio trino, ed uno, alla d. Nicola, d. Giuseppe, e d. Pasquale Sanillo suoi ca- Vergine Santissima Maria, ed all’anime Sante del rissimi figli legittimi, e naturali nati in costanza di ma- Purgatorio. trimonio colla Sig.a d. Antonia Fattore sua legittima II° Istituisco mio Erede usufruttario, e proprie- consorte, li quali seguita la sua morte debbono succe- tario della metà di quanto mi appartiene sotto qua- dere ugualmente in tutti e qualsivogliano suoi beni lunque titolo, il mio dilettissimo fratello germano case, terreni, mobili, oro, argento, danaro contante, fedi Canonico Don Giuseppe Sanillo. Dell’altra metà poi di credito, censi, annue rendite… istituisco Erede usufruttario l’altro mio fratello ger- Primieramente il detto d. Luca ha ordinato che mano Don Pasquale Sanillo, ed eredi proprietarj i di dentro il termine di anni dieci, dal giorno della sua costui figli maschi, e mie nipoti Don Luca, e Don En- morte, detti d. Nicola, d. Giuseppe, e d. Pasquale, suoi rico Sanillo e di doversi consolidare tale usufrutto figli, ed eredi far celebrare in suffragio dell’anima sua colla proprietà a beneficio di detti miei nipoti, seguita ducati trecento di Messe, da celebrarsi dalli Sacerdoti la morte del ridetto Don Pasquale.

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III Voglio, che premorendo a me sotto scritto il su- Testamento di Donna Carmela Sanillo detto mio germano Canonico Don Giuseppe, la mia Napoli, lì 27 gennaio 1840. Eredità appartenga intiera all’altro mio germano Don Pasquale nel solo usufrutto, e nella intiera proprietà Donna Carmela, zitella, vergine in capillis405, sia di detti miei nipoti Don Luca e Don Enrico… senza ascendenti né discendenti, nel testa- IV Se mai premorissero a me ambedue li sudetti mento, non menziona l’altro nipote Don Ni- miei germani Canonico Don Giuseppe, e Don Pa- cola Covelli, fratello di Raffaele e squale, voglio allora che siano miei Eredi usufruttarj, Gianbattista, perché morto due anni prima, nel e proprietarj i detti miei nipoti Don Luca, e Don En- 1829, (scopritore di un minerale sul Vesuvio, rico dell’intiera mia Eredità. che prende il suo nome, “covellite”). Dopo la V Sostituisco i ridetti miei nipoti Don Luca, e Don morte di Enrico, Donna Carmela è l’ultima Enrico l’uno all’altro, e per contrario à termini dell’ar- componente della famiglia Sanillo ancora in ticolo 945 del codice del Regno delle Due Sicilie. vita e muore dopo circa 35 anni dal suo testa- VI Lascio alle mie dilettissime sorelle Donna mento, il 20 marzo 1866. Maria Angela, e Donna Maria Carmela Sanillo, l’abi- tazione di cui godono attualmente nella casa pala- Regno delle Due Sicilie.Oggi 18 Agosto 1831. ziata in San Potito con detti miei fratelli, ed annui Io Carmela Sanillo del fu Luca, zitella, vergine in ducati sessanta per ciascuna sulla mia eredità. capillis, voglio fare il presente testamento, col quale VII Lascio ducati quattrocento per una sola volta istruisco eredi universali sopra tutti i miei beni di qua- alla mia amata nipotina Donna Antonetta Sanillo. lunque natura, per ugual parte, e porzione, i miei tre VIII Dichiaro di aver vissuto in perfetta comu- diletti germani fratelli, Don Nicola, Canonico Don nione colli nominati miei germani Canonico Don Giu- Giuseppe, e Don Pasquale Sanillo, e la diletta mia seppe e Don Pasquale, e che tutti gli acquisti, e germana sorella Donna Mariangiola Sanillo. contratti fatti in testa mia s’intendono fatti anche in Con dichiarazione che essi Don Pasquale, e nome e parte di detti miei fratelli. Donna Mariangiola siano soltanto usufruttuarj vita IX Voglio che detto mio fratello ed erede Don Pa- loro durante della loro porzione; volendo, che nella squale possa d’accordo coll’altro mio fratello Cano- proprietà della porzione di detto mio germano fratello nico Don Giuseppe, ed abbia la facoltà di permutare Don Pasquale, seguita la di lui morte, succedano i qualunque mio fondo Ereditario, ove creda ciò van- figli maschi; non trovandosi superstiti figli maschi, o taggioso, benché egli sia solo Erede usufruttario. quando gli stessi morissero in età da non poter testare, X Lascio il peso a detti miei eredi di far celebrare e senza legittimi discendenti, la proprietà della di lui per l’anima mia ducati duecento di messe basse al più porzione dovrà cadere a beneficio delle figlie femmine tardi fra anni quattro computabili dal dì della seguita legittime, e naturali di esso Don Pasquale, e de loro mia morte. discendenti, la proprietà stessa cadrà a beneficio di XI … XII Essendo stato richiesto dal Notajo chiunque de detti due altri miei germani fratelli, o ger- stipulatore di questo mio testamento, se voleva la- mana sorella, si trovasse superstite; ed in mancanza sciare qualche cosa a vantaggio delle opere di pubblica di tutti questi chiamati, cederà essa proprietà a bene- beneficenza, l’ho risposto negativamente. ficio di Don Raffaele, e Don Gianbattista Covelli Dopo la morte del fratello Pasquale e del ni- figli della fu mia diletta germana sorella Donn’An- pote Luca avvenuta nel 1835, Nicola Sanillo, si giola Sanillo, maritata in Cajazzo a Don Giuseppe reca nello studio del Notaio Giovanni Rocereto Covelli, e de loro discendenti legittimi. in Napoli e modifica il suo testamento, a favore Nella proprietà poi della porzione di detta mia del fratello Giuseppe e del nipote Enrico. germana sorella Donna Mariangiola, voglio, che suc-

405 - Vergine in capillis: termine di origine Longobarda, indicante fanciulle, che per segno di illibatezza dovevano portare i capelli raccolti e non scioglierli che il giorno delle nozze, (Donna Carmela non si sposa, muore “zitella”)

336 La trasmissione dell’eredità ceda, chiunque degl’altri due fratelli Don Nicola, e In quest’annua prestazione la si deve da detti suoi Canonico Don Giuseppe si troverà a lui superstite, e figli maschi oltre li frutti delle sue doti nel caso che non trovandosene alcuno, voglio che tale proprietà non potesse convivere in famiglia. ceda a beneficio de figli maschi di esso fratello Don Voglio che detto mio fratello Don Giuseppe sia te- Pasquale …Lascio a titolo di legato sulla mia eredità nuto celebrare, o far celebrare ducati cento cinquanta alla mia diletta nipote Donna Antonetta Sanillo fi- di messe basse in suffragio dell’anima mia, e cento glia di detto mio fratello Don Pasquale, in aumento ducati per maritaggi di donzelle povere del paese, o di dote, ducati trecento, a condizione, che collocan- per soccorso di qualche ammalato bisognoso del paese, dosi in qualunque stato debba concorrervi il pieno, ed da adempiere nel corso di anni quattro dal dì della espresso consenso di detti miei fratelli, e sorelle. Ove mia morte. però costei morisse in età da non poter testare, e senza Lascio e dono a Margherita Gaudelli di Desiderio discendenti legittimi, detti ducati trecento debbano dè Curti Casale di Gioja, da più anni domiciliata in restituirsi a detti nipoti maschi, di detto mio fratello questo Comune di San Potito, ed in mia casa, nella Don Pasquale. qualità di serva, vita sua durante, l’uso frutto di una Voglio ancora che sulla mia eredità mi si celebrino casa, ad elezione del detto mio fratello Canonico, ed dopo la mia morte, fra lo spazio di anni due, messe annui ducati sei; questo in considerazione del buon basse numero due cento cinquanta colla limosima di servizio prestato a me testatore, ed a tutta la fami- carlini quattro per ciascuna, a cura dei miei eredi. Vo- glia. Voglio io testatore, che morendo ciascuno delli glio dippiù che sulla mia stessa eredità i miei eredi cu- detti miei figli ma, chi in età minore, o in età maggiore rino di pagare ducati cento alla Congrega sotto il senza lasciare eredi, all’eredità di questi debba succe- titolo della Santissima Croce, ed Addolorata, sistente dere l’altro figlio maschio. in questo Comune di San Potito, per erogarsi in fab- Testimoni, Don Domenico d’Amato Sacerdote; brica per ampliazione della Cappella della Santissima Don Giovanni Seccia speziale di medicina; Don Pie- Croce attualmente esistente nella Chiesa Parrocchiale, tro Seccia dottore legale; Signor Daniele Seccia pro- ove i fratelli oggi si congregano, o in costruzione di prietario. nuova fabbrica ad uso di Congrega stessa. Non veri- ficandosi questi due casi fra anni tre, voglio che detti ducati cento si spendano in acquisto di sagri arredi ad uso di essa Congrega. Notar Giuseppe Francomacaro

Testamento di Pasquale Sanillo San Potito, giugno 1835 Per la grazia di Dio, Re del Regno delle Due Sicilie, Regnando Ferdinando II, il Notaio Giuseppe Francomacaro di San Potito si reca nella casa “palaziata” in via Formose in San Potito. Io Pasquale Sanillo voglio fare testamento col quale lascio e dono alli miei figli maschi Don Giuseppe Francomacaro, sigillo notarile. Luca, e Don Enrico la quota disponibile che la legge mi permette disporre de miei beni tutti mobili, immo- Io Notar Giuseppe Francomacaro del fu Notar bili, semoventi, ori, argenti, danaro, esigenze, crediti, Carlantonio di residenza in San Potito, ed in fede ho e di quanto può comprendersi nella mia eredità … la- impresso il segno del mio suggello. scio io testatore, e dono a titolo di legato alla mia mo- glie Donna Teresina Massone, annui ducati centoventi durante sua vita.

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Testamento di Mariangiola Sanillo Do e lego anche per una sola volta, alle altre mie ni- San Potito, 19 dicembre 1843 poti, Donna Eleonora, Donna Nicoletta, Donna Ca- Di Mariangiola si sa solo che è figlia di Don milla, e Donna Elena Covelli, figlie dell’altra Luca, avendo letto il suo nome nel testamento, amabilissima fu mia sorella Donn’Angiola Sanillo, du- redatto a San Potito il 19 dicembre 1843. cati cinquecento per ciascuna di esse mie nipoti da pa- Innanzi a noi Simeone Pietrosimone di Vincenzo, garseglieli dopo verificata la mia morte, in monete di Notaio residente nel Comune di Gioja, si è di persona argento suonanti correnti in questo Regno. Dichiaro di costituita la Signora Donna Mariangiola Sanillo del non saper scrivere e sottoscrivere per non averlo appreso. fu Luca, proprietaria domiciliata in questo Comune di San Potito, la quale trovandosi sana di corpo, e di Testamento del Canonico mente, senza ascendenti, e discendenti, ha manife- Don Giuseppe Sanillo stato voler disporre il suo testamento nel modo che San Potito, 14 luglio 1846 segue. Vaglia io testatrice Mariangiola Sanillo che il Passati circa sei anni, è il Canonico Giu- mio cadavere sia sepolto nel sepolcreto gentilizio della seppe Sanillo, che poco prima di morire, dalla mia famiglia, sito nel tenimento di San Potito al sua abitazione in San Potito, in una stanza da luogo detto sopra a Sant’Antonio; che gl’infrascri- letto al piano superiore riceve il notaio: bendi miei eredi nel giorno della mia morte debbano 15 luglio 1846, innanzi a me Notar Marcellino farmi fare un decente funerale secondo la mia condi- d’Orsi residente nella Comune di Alife, Provincia di zione, e stato; e che nel giro di anni due dalla data Terra di Lavoro, si è personalmente costituito il Sig. della mia morte, debbano i miei eredi farmi celebrare Canonico Don Giuseppe Sanillo, proprietario, il quale in suffragio della mia anima seicentosessantasette essendo infermo di corpo, ma sano di mente come si messe piane alla ragione di grana trenta l’una da quel scorge dal suo retto parlare, ha manifestato di voler Sacerdote che loro piacerà. fare il suo Testamento per pubblico atto. Nomino ed istituisco miei eredi universali di tutti Istituisco miei eredi universali e particolarmente i miei beni mobili, immobili, effetti mobiliari, oro, ar- di tutto il mio asse, niente eccettuato od escluso, l’ot- gento, contanti, crediti, dritti, ragioni, azioni, e di timo mio germano Signor Cavaliere Don Nicola Sa- qualunque altro formi la mia eredità i miei affezionati nillo, ed il mio nipote Don Enrico Sanillo, figlio germani fratelli Cavaliere Don Nicola, e Canonico dell’altro mio fratello defunto Don Pasquale, col di- Don Giuseppe Sanillo, quanto l’affezionatissima ger- ritto di accrescere fra loro la porzione di quello che mana sorella Donna Carmela Sanillo, e l’amatissimo premorisse, oppure non volesse o non potesse conse- nipote Don Errico Sanillo figlio dell’altro fu ottimo guire la detta porzione della mia eredità. mio fratello Don Pasquale, e voglio che detti miei Vaglia che il detto mio nipote Don Enrico si de- eredi a loro scelta, e piacere far anni due a contare da terminasse per un matrimonio dispiacevole al nomi- detto dì della mia morte, debbano erogare, e spendere nato mio fratello Don Nicola debba rimanere in beneficio della Congrega della Santissima Croce, e diseredato e privo della intiera porzione dei miei beni Maria Addolorata di questo Comune di San Potito ereditari; ed in tal caso voglio che la parte a me spet- ducati cento, od in fabbriche, od in acquisto di uten- tante della casa palazziata dove mi ritrovo presente- sili sacri, o per portare a complemento il sepolcreto di mente, sita in questo Comune di San Potito, al luogo detta Congrega, che trovasi da più tempo principiato, detto Formose si addica ad uso di Ospedale per i soli e tuttora incompleto. naturali di questo Comune medesimo. Dò e lego per una sola volta a pro dell’amabilissima Do e lego alle due mie affezionatissime sorelle nu- mia nipote Donna Antonetta Sanillo figlia di detto bili Donna Mariangiola e Donna Carmela Sanillo la mio fratello fu Don Pasquale ducati trecento da pa- somma di ducati cinquecento per ciascuna, … E’ mia garglieli da detti miei eredi appena seguita la mia morte volontà che i miei eredi diano in una sola paga subito qui in San Potito in un sol pagamento, ed in moneta dopo la mia morte ducati duecento al reverendo at- di argento suonanti correnti in questo Regno. tuale Parroco di questo Comune Don Giuseppe Prota,

338 La trasmissione dell’eredità e ducati cento al Sacerdote Don Giovanbattista La parti uguali. Una va agli eredi della Signora Porta, del Comune di Campagnano coll’obbligo agli Angela Sanillo, sposata con Giuseppe Covelli stessi di celebrare quel numero di messe basse in suf- di Caiazzo, che conta 15 eredi, un’altra agli fragio dell’anima mia. eredi della SignoraMaria Rachela Sanillo spo- Do e lego alle due figlie ultime del sudetto fu Don sata con Bonaventura Natale di Casapulla, che Bartolomeo La Porta e di Donna Marianna Co- conta 13 eredi, la terza parte va ai quattro eredi velli406la somma di ducati cinquanta per ciascuna. di Pasquale Sanillo, che sono i tre figli minori Vaglia che i miei eredi pagassero per una sola volta di Antonetta e Silvestro Petrarcone di Cassino numero dieci maritaggi di ducati venti ognuno a dieci e alla minore Enrichetta Sanillo figlia di Al- zitelle di questo Comune di San Potito allorché pas- fonsina Palmieri e del fu Enrico. Nel palazzo sassero a marito, tra le quali dovranno andare com- di via Formose, sigillate le stanze in uso a prese le seguenti, cioè: Donna Carmela, inizia l’inventario: Paolina Riccio, di Ferdinando; Rosaria d’Amato, fu Pietro; Angiolamaria Pietrangiolillo, di Giuseppe; Nella stanza aperta, che è appunto quella che pre- Vittoria d’Amato fu Vincenzo; Marianna Sava- cede l’altra ove cessava di vivere la defunta, abbiamo stano, di Giuseppe; Mariagiovanna Gaudelli, del fu rinvenuto: Stipo di legno pioppo, a sei scansie, alto Desiderio; e a quest’ultima solamente voglio che si metri 2,12 per 1,59 bastantemente vecchio. Comò a dia il detto maritaggio ancorché non si maritasse. Gli colonnette, a tre foderi, di legno ceraso, della lun- altri maritaggi poi saranno dati alle zitelle anzidette, ghezza di metri 1,32, aperto il comò, in un nascondi- sempre però con la commenda del Parroco per la glio in esso esistente, si son rinvenute avvolte in una buona condotta, e moralità d’esse. pezzuola di tela numero 38 monete di oro, delle quali Dichiaro d’aver passato in mano del Signor Don 30 del valore ognuna di ducati 30, ed 8 ognuna di du- Filippo Onoratelli, del fu Don Nunzio di Piedimonte cati 15, in tutto ducati 1.020. ducati ventiquattro, che dovrà pagare per altro ma- Comoncino a due foderi di legno ceraso, in esso si ritaggio alla sua nipote Donna Maddalena Onora- son rinvenute dieci vecchie monete, una di oro di du- telli, del fu Don Michele, di lui fratello. Lego infine cati sei, e nove di argento, ognuna di ducato uno e alli miei servi, Camillo Morelli e Cosmo Santillo du- grana venti, in tutto del valore di ducati sedici, e cati Ventiquattro in moneta effettiva d’argento cia- grana ottanta. Nell’altro fodero del comoncino si sono scuna di carlini dodici, per ciascuno, da pagarglisi rinvenute altre dieci monete di oro, ciascuna di ducati dalli miei eredi per una volta solo dopo il mio decesso. sei, in tutto ducati sessanta, Più altre quattro monete di oro, ciascuna di ducati trenta, in uno ducati cen- Trascorsi sei anni, il 30 gennaio 1850, Ro- toventi, più numero trentacinque piastre di argento, saria d’Amato sposa Francesco Cestaro. I due ciascuna di carlini dodici, in uno ducati quarantadue. reclamano agli eredi del Canonico Sanillo il Aperti i foderi si sono rinvenute tredici vecchie mo- diritto di maritaggio, come da testamento, e ri- nete, due di oro del valore ognuna di ducati due e cevuti i venti ducati, i coniugi si dichiarano grana novanta, e ciascuna delle altre di ducati uno e analfabeti, crocesegnando la ricevuta alla pre- grana venti, in uno ducati diciannove e grana venti. senza del Parroco. Una dopo l’altra, in vari pe- riodi tutte le donzelle ritirano i venti ducati del maritaggio. Il 20 marzo del 1866, muore Carmela Sa- nillo, ultima componente della famiglia. L’ere- dità della Signora Carmela va divisa in tre

406 - Mariangiola Sanillo, sorella del Canonico Giuseppe, sposa Giuseppe Covelli di Caiazzo

339 Canonico Sanillo, ricevuta per il maritaggio

340 Sacerdote

Liberato,

Ơ Ɵ Don Colapetella

Angela Sacerdote

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Ơ Ɵ Giovanni Don Tommaselli

Scotti

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Giuseppe

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Angiolo Domenico Ơ Chiara  Liberato - Costantini

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Sanillo

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344 XV. Riflessioni

Rivalutazione monetaria del lucro tutti questi anni. Prima di questo passaggio dobbiamo convertire la vecchia moneta “il du- I maiali, e tutte le altre società, le spese, i cato”, con la nuova divisa italiana, “la lira”. Il guadagni, espressi in lire o ducati, trascritti in valore del cambio, preso a base del calcolo, è questo modo, forse per il lettore, non hanno quello imposto dai piemontesi nel 1861: 1 du- nessun significato. Proviamo a convertire e ri- cato pari a lire 4,25. I dati sono tratti dalle: Ta- valutare la vecchia moneta. L’unica formula vole di Ragguaglio, ovvero, Prontuario dei Computi che ho reperito, è su internet: Rivalutazione Mo- Fatti, di Pesi, Misure e Monete Legali Italiane, di netaria Storica dello Studio Legale Andreani. Giovanni Gandolfi - Napoli 1865. Il resoconto delle varie società va dal 1795, La moneta napoletana, in quanto, simbolo del- che è la data della prima società porcina, al l’economia e della ricchezza delle Due Sicilie valeva 1865, fine della fabbrica di laterizi e anno oltre quattro volte quella piemontese perché conte- della morte di Enrico. La rivalutazione mone- neva metallo prezioso in maniera più che quadrupla taria parte dal 1861, primo anno dell’Unità rispetto alla moneta sarda … d’Italia, per gli anni antecedenti non ho trovato nessuna formula. Partendo dal 1795, si per- Quella che segue è la tabella per la Riva- dono oltre 60 anni di rivalutazione monetaria, lutazione Monetaria Storica, dello Studio Le- fino al 1861, che è il primo per la rivaluta- gale Andreani. Come esempio l’ho usata, per zione, quindi i conteggi rivalutati nel tempo rivalutare il Regalo di Nozze, del 1864, por- vanno dal 1861 al 2018. I fatti narrati servono tandolo ai valori attuali di oggi, 2018, se- solo a far comprendere la grande massa di de- guono le rivalutazioni su altre società e naro movimentata dalla famiglia Sanillo in lavori della famiglia Sanillo. Rivalutazione Monetaria Storica del (Regalo di Nozze di Enrico e Alfonsina)

Capitale Iniziale: Ducati 5.540,47. Lire 23.547 Anno Iniziale: 1864 Anno Finale: 2018 Indice utilizzato: prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati dal 1861. Ultimo indice storico annuale disponibile: 2016

Rivalutazione storica dal 1864 al 2016 (con indici annuali)

Valore dell’indice storico al 1864: 0,779 Valore dell’indice storico al 2016: 7642,16 Coefficiente di rivalutazione: 9810,2182 Capitale rivalutato al 2016: Lire 231.001.209 (€ 119.302,17)

Rivalutazione residua relativa all’ultimo periodo (con indice FOI mensile) Indice FOI a dicembre 2016: 100,3 Indice FOI a marzo 2018: 101,7 Coefficiente di rivalutazione: 1,014

Capitale rivalutato a marzo 2018: Lire 234.235.226, in € 120.972,40.

345 Tabelle, con la sintesi dei guadagni rivalutati, delle attività dei Sanillo nell’arco degli anni.

1715 / 1794 1861 Rivalutazione storica, 2018 La “banca” dei Sanillo Duc. 34.740,90 Lire 147.645,00 € 758.570,00

1795 1861 Rivalutazione storica, 2018 Vacche all’ammessa Duc. 24.294,510 Lire 103.251,67 € 530.455,00

Nicola - Società porcina 1795 / 1830 1861 Rivalutazione storica, 2018 spese Duc. 273.558,39 Lire 1.162.621,50 € 5.972.970,00 Introito Duc. 333.232,83 Lire 1.416.293,53 € 7.276.191,00 lucro Duc. 66.454,89 Lire 282.433.29 € 1.450.995,00

1730/1865 1865 Rivalutazione storica, 2018 Le Proprietà Duc. 121.052,710 Lire 514.474,018 € 2.643.103,00

Enrico-Società Serica 1845 / 1855 1861 Rivalutazione storica, 2018 Spese Duc. 27.241,90 Lire 115.778,07 € 594.807,00 Introito Duc. 31.259,03 Lire 132.850,87 € 682.520,00 Lucro Duc. 4.017.13 Lire 17.072,80 € 87.712,00

Enrico - Società Porcina 1843 / 1865 1861 Rivalutazione storica, 2018 Spese Duc. 110.834,31 Lire 471.045,81 € 2.420.038,00 Introito Duc. 117.001,82 Lire 497.257,73 € 2.554.656,00 Lucro Duc. 6.167,51 Lire 26.194,92 € 134.576,00

Enrico Laterizia 1859 / 1862 1861 Rivalutazione storica, 2018 Lucro Duc. 2.089,20 Lire 8.879,10 € 45.615,00

1864 1864 Rivalutazione storica al 2018 Regalo di nozze Duc. 5.540,50 Lire 23.547,13 € 120.972,40

1866 1866 Rivalutazione storica al 2018 Inventario a palazzo Duc. 257.133,64 Lire 605.019,21 € 3.108.277,00

1866 1866 Rivalutazione storica al 2018 Tassa di successione Duc. 1.252,35 Lire 5.322,24 € 27.518,00

1840 1864 Rivalutazione al 2018 Operaio dei Sanillo Ducati 4.5 Lire. 19,12 Paga mensile €. 98,00 Cuoco dei Sanillo Ducati 10,00 Lire. 42,50 Paga mensile €. 221,00

Termine di paragone 1957 Rivalutazione al 2018 Trasmissione Rai Fiat 500 Lire 465.00 €. 6.818,00 Prezzo dell’auto Operaio Fiat Lire 33.00 €. 479,00 Paga mensile

Nonostante la rivalutazione con l’ausilio di varie tabelle, i valori convertiti, sono puramente in- dicativi, assolutamente non rispecchiano la potenza economica accumulata nell’arco degli anni. Questa famiglia nasce nel Regno di Napoli, attraversa indenne il Triennio Giacobino, entrando dopo una piccola parentesi, nel Regno delle Due Sicilie. Dopo circa sei anni è catapultata nel cosiddetto Decennio Francese, anche questo periodo è superato con intelligenza e maestria. La quiete nell’Antico Regno dura circa quarantacinque anni, ma, nell’ottobre 1860 Francesco II, ultimo Re del Regno delle Due Sicilie, perde il trono. I Sanillo entrano così nel neo Regno d’Italia, anche in questo caso la fa- miglia resta indenne economicamente e fisicamente. Passati solo cinque anni, nel 1865, Enrico muore di morte violenta. Siamo all’epilogo, nel 1869, l’ultimo membro dei Sanillo, Maria Enri- chetta Martina, estrema luce di questa grande famiglia, come un fulmine a ciel sereno, improvvi- samente segue la sorte del padre, morendo anch’essa di morte violenta.

346 1869, … e fu il foco … combusta da involontaria fiamma.407

Ho voluto chiudere il libro con queste parole, perché nella stesura di uno dei capitoli più cruenti, la mia mente le ha generate e mai più abbandonate.

… e il gelo ammutolì le menti del borgo, … e le tenebre avvolsero questa laboriosa famiglia.

407 - Alcune stringate parole pronunciate dal parroco Pietro Meola, all’omelia, sul catafalco della piccola Enri- chetta Sanillo.

347 INDICE GENERALE

Il saluto del sindaco pag. 5 Premessa dell’autore pag. 7 Premessa del curatore pag. 9

I. Economia e amministrazione del territorio 1. L’Università di Piedimonte pag. 11 2. L’amministrazione municipale nel Settecento a San Potito pag. 13 3. Gabelle e Gabelloti, carne, vino e bestiame pag. 14 4. Elezione dei sindaci pag. 17 5. Soldati del circondario pag. 18 6. Il triennio giacobino pag. 19 7. Proclama del sindaco Giacomo Pietrosimone pag. 20

II Le residenze dei Sanillo 1. Il palazzo di via Formose pag. 23 2. Casino Torellone pag. 26

III Relazioni imprenditoriali 1. La famiglia Fiondella pag. 29 2. Calvisi 1930 pag. 35 3. Il palazzo pag. 35 4. Alla ricerca della chiave perduta pag. 36 5. Calvisi, Callife Romana pag. 38 6. Ricostruzione dell’albero genealogico della famiglia Fiondella pag. 39 7. Calvisi 1659 pag. 40

IV Contratti agrari 1. Vacche all’ammessa pag. 41 2. Terra e denaro pag. 46 3. La Banca dei Sanillo pag. 49 4. Censo bollare pag. 54 5. La Società Porcina pag. 55 6. Le Quercete pag. 63 7. La Grande Dogana pag. 68 8. La Società Porcina di Enrico Sanillo pag. 69 9. Mariano Sanillo pag. 72 10. Furto della ghianda pag. 73

V. La dinamica del patrimonio Le proprietà pag. 75

VI. Un antenato intraprendente 1. Nicola Sanillo pag. 93

349 2. Frammenti di Storia pag. 98 3. Rapporto statistico sul Circondario di Piedimonte d’Alife Pag. 108 4. Elixir di lunga vita pag. 135

VII San Potito durante il decennio napoleonico e oltre 1. Pasquale Sanillo pag. 143 2. Contratto di matrimonio tra Pasquale Sanillo e Teresina Massone pag. 152 3. Teresina e i suoi ricordi dal 1813 pag. 154

VIII La cultura a San Potito nel XIX secolo 1. Mariano Piazza pag. 159 2. Fantasie di un viaggio nella luna, dell’Astronomo Herschel pag. 164 3. Il Capitano Giuseppe Bifezzi pag. 168

IX L’inumazione dei morti 1. Costruzione dei sepolcreti pag. 173 2. Cappella Campochiaro A.D. 1879 pag. 183

X Vita religiosa a San Potito tra XVIII e XIX secolo 1. Don Giuseppe Sanillo pag. 185 2. Il rapimento di Don Giuseppe Sanillo pag. 191 3. Le confraternite pag. 195 4. Regole della Confraternita di S. Antonio di Padua in San Potito, anno 1827 I.M.I. pag. 196 5. La decima regola della Congregazione della SS. Croce pag. 202 6. Il priore Casillo Francomacaro pag. 210 7. Costruzione della cassa dei superi pag. 211

XI l tramonto dei Sanillo 1. Enrico Sanillo pag. 215 2. Stabilimento laterizio pag. 230 3. L’acquedotto in località Pincera pag. 233 4. Società serica pag. 234 5. Il progetto del Tram a vapore pag. 238 6. Alfonsina Palmieri pag. 249 7. Il matrimonio tra Enrico e Alfonsina Palmieri pag. 249 8. Regalo di nozze pag. 250 9. Assalto dei briganti e morte di Enrico Sanillo (di Paolo Rapa) pag. 255 10. Autopsia di Enrico Sanillo pag. 260 11. Elogio funebre del Signor Enrico Sanillo detto dal Sacerdote Costanzo Spinosa pag. 261 12. Le indagini di Mariano Piazza pag. 264 13. Il brigantaggio e le due Campane pag. 267 14. Il libro del Conte Bianco pag. 291 15. Inventario a palazzo pag. 297 16. Costruzione della cappella pag. 304

350 17. Enrichetta Sanillo, la figlia pag. 305 18. Il Santino e la bavetta pag. 306 19. Il matrimonio tra Alfonsina Palmieri e il conte Roberto Gaetani di Laurenzana pag. 311 20. La morte di Alfonsina pag. 315 21. Alfonso Germanico, figlio adottivo di Enrico Sanillo pag. 318

XII Curiosità La strana storia del furto dei superi pag. 323

XIII La trasmissione dell’eredità Testamenti pag. 335

XIV Alberi genealogici 1. Famiglia Fiondella pag. 341 2. Famiglia Gaetani - Filangieri pag. 342 3. Famiglia Germanico pag. 343 4. Famiglia Sanillo pag. 344

XV Riflessioni Rivalutazione monetaria del lucro pag. 345

351 Indice Nomi

A Bianco, Alessandro di Saint Jorioz, 291, 292, 293 Abate, Giovanni, 83 Bianco, Carlo di Saint Jorioz, 284, 292 Abbatelli, Andrea, 34 Bifezzi, Giuseppe, 161, 168 Acciajoli, Giacomo Ant., 225 Blasi, Michele, 22 Acquaviva, Cecilia, 63 Bocchino, Angiola Rosa, 158 Adolfo, Gustavo, 102, 103 Bocchino, Damasco, 145, 158 Albanese, Libero, 274, 275 Bocchino, Francesco, 235 Albanesi, Michele, 263, 308 Bocchino, Geronimo, 17 Albano, Gennaro, 89, 90 Bocchino, Girolamo, 18 Albano, Maria Teresa, 88 Bonaparte Giuseppe, 18, 95 Alighieri, Dante, 185 Bonaparte, Napoleone, 173, 281, 283, 293, 295 Aliperti, Vincenzo, 226 Borbone, Francesco II, 252, 276, 289 Amari, Michele, 282 Borghi, Michelangelo, 22 Amato, Ascanio, 206, 208, 213, 255, 268, 269, 285 Borjes, Josè, 268, 289, 290 Amato, Carlo, 70, 90, 173, 175 Borrelli, Alfonso, 170 Amato, Domenico, 204, 213 Borrelli, Nicola, 64, 82, 145, 213, 225, 323 Amato, Giuseppe, 63 Borrelli, Pasquale, 241 Amato, Nicola, 258 Brema, Giuseppe, 71 Amato, Saverio, 235 Brofferio, Angelo, 272 Amore, Vincenzo, 41 Bruno, Gennaro, 32, 120, 129 Andreoli, Maria, 282 Buono, Francescantonio, 65 Antenucci, Giuseppe, 77 Buonsanti, Giuseppe, 247 Antonuccio Giuseppe, 47, 48, 77 Buontempo, Pietro, 305, 307 Antonuccio, Sebastiano, 52 Buontempo, Renato, 92 Apicio, Domenico, 222, 238 Apicio, Tommaso, 119 C Apollonio, Gaetano, 189 Caggiano, Francesco, 60 Aquilio, Francescantonio, 328, 333 Califano, Carlo, 127 Arcieri, Antonio, 258, 264, 265, 275 Campagna, Angiolo, 78 Arcieri, Vincenzo, 256, 258, 259 Campagna, Felice, 80 Ardoino, (tenente), 272 Campagna, Giovanni Antonio, 47, 146 Asellio, Caio Rufo, 36, 37, 38, 39 Campagna, Giuseppe, 258 Attanasio, G., 113 Campagna, Pietro, 258 Autunnale, Gerardo, 274 Campagnano, Bonaventura, 225 Campanella, Calabrese, 170 B Campochiaro, Federico, 318 Bacchiani, Alberto, 91, 92 Campochiaro, Giuseppe, 145, 225 Baccigliano, Michele, 217 Campochiaro, Marcellino, 145, 223, 224, 225, 240, 260, Baldassarre, Salvatore, 56, 108 261,329 Baldassini, Andrea, 80 Campochiaro, Pietro, 97, 127, 216 Barberis, Domenico, 272 Campochiaro, Tosca, 318 Bartolomeo, Felice, 51 Campochiaro, Vincenza, 183 Basadonna, Luciano, 254 Cancello, Giovanantonio, 145 Bastone, Gabriele, 202 Cancello, Giovanni, 145 Bastone, Liborio, 202 Candida Gonzaga, Berardo, 315 Battino, (Bettino) Antonio, 73, 331 Capecelatro, Giuseppe, 163 Beauharnais, Eugenio, 283 Caprarelli, Marcellino, 327 Bertelli, Luigi, 276, 279, 293, 294, 296, 297 Caracciolo Francesco, 22 Besagna, (generale), 282 Caracciolo, Giuseppe, (marchese di S. Agapito), 122 Beyle, Henry, 186 Caracciolo, Lucio, 94 Bianchino, Pasquale, 88 Carancio, Filippo, 14 Bianchino, Simone 43, 44 Carangio, Diana, 80

353 Carangio, Giò Battista, 82 Coletta, Gaetano, 124 Carangio, Giuseppe, 47 Colonna, Fabio, 170 Carangio, Teresa, 87 Coluccio Giovanni, 19 Carangiolo, Maria, 80 Coluccio, Concetta, 84 Caravaglia, Angela Maria, 206 Coluccio, Domenicantonio, 17, 77 Cardelli, Ferdinando, 84 Coluccio, Giuseppe, 211 Cardelli, Nicola, 257, 304 Coluccio, Marcantonio, 145 Cardillo, Domenico, 53 Coluccio, Nicola, 212 Carluccio, Maddalena, 206 Coluccio, Placida, 86 Carpentino, Francesco, 88 Coluccio, Tobia, 44, 47, 83 Caruso, Ippolito, 242 Coluccio, Vincenzo, 19 Caso, 45, 191, 242 Compagnone, Salvatore, 231 Caso, Beniamino, 228, 230 Compére, Henry, 148 Caso, Francesco, 75 Confreda, Francesco, 81, 82 Caso, Giuseppe, 266, 297 Conte, Concetta, 283 Caso, Matteo, 260, 261 Conti, Marianna, 274 Caso, Vincenzo, 129, 132, 134 Coppola, Domenico, 83 Cassella, Elena, 78 Coppola, Luigi, 275 Cassella, Raffaele, 289 Coppola, Nicola, 274 Casseral, Francesco, 220 Coppola, Pasquale, 115 Castelli, Onorato, 225 Coppola, Vincenzo, 238, 259, 266 Catarcio, Giuseppe, 29 Corallo, Giuseppe, 295 Cattaneo, (marchese), 272 Corsi, Vincenzo, 226, 227 Cecere, Teresa, 226 Costantini, (notaio), 78, 81, 88 Cennami, Nicola, 220 Costantino, Francescantonio, 81 Cestaro, Francesco, 339 Covelli, Camillo, 213 Chiatamonti, Barbara Gregorio (PioVII), 185 Covelli, Elena, 338 Cialdini, (generale), 279 Covelli, Eleonora, 338 Ciccarelli, Giuseppe, 87 Covelli, Flaminio, 335 Ciccarelli, Tommaso, 14, 50 Covelli, Gio. Batta, 126, 336 Ciminelli, Raffaele, 86 Covelli, Giuseppe, 105, 335, 336, 339 Cimorelli, Nicola, 230 Covelli, Marianna, 339 Cirillo, Saverio, 131, 213 Covelli, Nicola, 105, 106, 336 Cirioli, Ferdinando, 187 Covelli, Paolo, 335 Civitillo, Giovanni, 258 Covelli, Raffaele, 230, 266 Civitillo, Girolamo, 258 Crispi, Francesco, 321 Civitillo, Giuseppe, 258 Crispino, Gennaro, 335 Civitillo, Marcello, 34 Crispino, Michelangelo, 84 Clavero, Domenico, 17, 18 Crocco, Carmine Donatello, 279, 280 Clemente, VIII, 195 Crocillo, Maria Ester, 320, 321 Codone, Andrea, 248 Cusani, Luigi, 122 Codone, Domenico, 42, 44 Codone, Francesco, 42, 43, 47 D Codone, Mariateresa, 52 D’Agnese, Alessandro, 81 Colajanni, G, 113 D’Agnese, Domenico, 82 Colambassi, 88 D’Agnese, Ercole, 22 Colangelo, (monsignor), 165, 188, 189 D’Agnese, Filippo, 122 Colangelo, Francesco, 33 D’Agnese, Giuseppe, 94 Colapetella, Bernardo, 14, 17, 53, 76 D’Agnese, Sebastiano, 51, 70, 71 Colapetella, Francesco, 73, 256, 257, 265 D’Alanno, (duca), 107 Colapetella, Giuseppe, 19, 76 D’Alois, Geronima, 77 Colapetella, Marcellino, 17, 18 D’Amato, Angiola, 85 Colapetella, Maria, 80, 85 D’Amato, Carmela, 318 Colapetella, Sisto, 208, 212 D’Amato, Concetta, 206 Colapetella, Vincenzo, 212 D’Amato, Domenico, 85, 86, 145, 206, 337

354 D’Amato, Ermenegildo, 56 De Parrillis, Giuseppe, 82 D’Amato, Gabriele, 128 De Pascale, 242 D’Amato, Luigi, 48, 52, 54, 79 De Sanctis, Francesco, 282 D’Amato, Maria, 76 De Virgilio, Francesco, 281, 293, 295, 296 D’Amato, Michelangelo, 88, 145 De Vito, Gio. Battista, 250 D’Amato, Pascale, 145 De Vizio, Andrea, 308 D’Amato, Pasquale, 85, 86, 193 De Nardo, Giuseppe, 284 D’Amato, Pietro, 49, 86 De’ Liguori, Alfonso Maria, 180, 181, 183 D’Amato, Rosaria, 339 De’ Lisi, Giuseppe, 145 D’Amato, Scipione, 14 De’ Medici, 196, 241 D’Amato, Tommaso, 89 Del Giudice, 60, 219, 242, 244, 288 D’Amato, Vittoria, 339 Del Giudice, Achille, 245, 275 D’Amore, Giovan Giuseppe, 154 Del Giudice, Agostino, 150 D’Amore, Nicola, 129 Del Giudice, Francesco, 266 D’Amore, Vincenzo, 51, 75 Del Giudice, Gaetano, 30, 56, 59, 60, 120 D’Andrea, Marcellino, 194 Del Giusto, Brigida, 51 D’Angelis, Franco, 50 Del Santo Marcellino, 14, 17, 51 D’Angelis, Vincenzo, 51 Del Santo, Angiola, 84 D’Aquino, Francesco, 285 Del Santo, Carlo, 50 D’Aragona, Ruggi, 82, 149, 150 Del Santo, Catarina, 84 D’Azeglio, Taparelli Roberto, 254 Del Santo, Francesco, 14, 50, 195, 212, 333 D’Errico, Pasquale, 206 Del Santo, Gelsomina, 64 D’Orsi, Andrea, 244 Del Santo, Giovanni, 19 D’Orsi, Antonio, 53, 54 Del Santo, Giuseppe, 145 D’Orsi, Francesco, 256, 262, 265 Del Santo, Gregorio, 46, 47 D’Orsi, Giuseppe, 44, 54 Del Santo, Maria Preziosa, 84 D’Orsi, Marcellino, 338 Del Santo, Nicola, 83 D’Orsi, Pasquale, 89 Del Santo, Paolo, 51 D’Orsi, Raffaele, 285, 286, 287, 288, 289 Del Vecchio, Giovanni, 83, 145 D’Orsi, Salvatore, 287, 288, 289 Del Vecchio, Vincenzo, 266 D’Orsi, Vincenzo, 84 Dell’Ungaro, Salvatore, 259, 288 Dacorò, Giovanni, 139 Di Caprio, Isidoro, 48 Dainelli, (sottoprefetto), 268, 270, 271 Di Chello Marcellino, 15, 47, 50, 52 Dalio, Martino, 256, 261 Di Chello, Angelo, 78 De Benedictis, Filippo, 130 Di Chello, Annibale, 50 De Caprio, Prisco, 231 Di Chello, Antonio, 52, 78 De Capua, Cassandra, 11 Di Chello, Domenicantonio, 47, 52 De Carles, Giuseppe Martino, 275 Di Chello, Domenico, 258, 265 De Corneliis, Nunzio, 41, 45, 51, 80 Di Chello, Francesco, 146, De Ferrari, (prefetto), 291 Di Chello, Giacomo, 77 De Lauro, Luciano, 89 Di Chello, Giannangelo, 17 De Lellis, Antonio, 258 Di Chello, Gio. Angelo, 50 De Lellis, Caterina, 190 Di Chello, Giovanni, 78, 285 De Lellis, Gennaro, 70 Di Chello, Giuseppe, 52 De Lellis, Maddalena, 258, 275 Di Chello, Luigi, 51, 80 De Longis, Lucia, 235 Di Chello, Maddalena, 87 De Marco, Angiolo, 52 Di Chello, Mariangelo, 89 De Marinis, (giudice), 295 Di Chello, Mariano, 81 De Matteis, Carlo, 62 Di Chello, Matteo, 80 De Medici, Pier Paolo, 195 Di Chello, Nicola, 52 De Meo, Antonio, 284 Di Chello, Paolo, 84 De Meo, Francesco, 231 Di Chello, Pasquale, 19, 43, 48 De Meo, Giuseppe, 177, 209, 238, 242, 289, 332 Di Cristofano, Catarina, 318 De Nardis, Andrea, 120 Di Cristofaro, Arcangelo, 61 De Palma, Luigi, 269 Di Francesco, Marcellino, 307

355 Di Gennaro, Raffaele, 80 Fattore, Stefano, 145 Di Giacomo, Gennaro, 96, 242, 305 Fedele, Valentino, 239 Di Giorgio, Pasquale, 187 Federico, Angelo, 145 Di Gregorio, Giuseppe, 29, 83 Federico, Giovanni, 235 Di Iorio, Teresa, 79 Federico, Ippolito, 235 Di Jorio, Ferdinando, 52 Federico, Ludovico, 210 Di Lauro, Nicola, 175, 177 Federico, Saverio, 285 Di Lauro, Vincenzo, 175 Federico, Vincenzo, 175, 212 Di Lello, Rosario, 7, 275 Feola, Vincenza, 206 Di Marco, Maria, 52 Ferdinando II, 11, 98, 127, 128, 163, 170, 188, 190, Di Mastrocola, Saverio, 78 222, 337 Di Matteo, Francesco, 79 Ferdinando IV, 22, 31, 32, 77, 81, 95, 147 Di Messere, Giulio, 51 Ferrajolo, Pasquale, 79 Di Missere, Giuseppe, 19 Ferrazza, Giovanni, 127 Di Nardo, Angelo, 52, 84, 85 Ferrazza, Pascale, 14 Di Nardo, Feliceantonio, 54, 62, 76 Ferrazza, Pietro, 231 Di Nardo, Ferdinando, 52 Ferrazzano, (parroco), 189 Di Nola, Antonio, 80 Ferrazzo, Pasquale, 17 Di Palma, Francescantonio, 87 Ferrini, Michaeli, 77 Di Palma, Giovanni, 49 Ferritto, Filippo, 247, 248, 249, 299, 327, 328 Di Pietrosimone Simeone, 15 Ferritto, Pietro, 87 Di Pietrosimone, Angelo, 17 Ferritto, Vincenzo, 86, 213 Di Pietrosimone, Carlo Antonio, 14 Ferro, Francesco Saverio, 82, 123 Di Pietrosimone, Michele, 18 Ferrucci, Pasquale Antonio, 74 Di Pietrosimone, Nicola, 14 Ferrucci, Vincenzo, 186, 187 Di Pietrosimone, Paolo, 19 Ferruccio, Giuseppe, 132 Di Pietrosimone, Pietro, 14 Ferruccio, Sisto, 77 Di Pietrosimone, Silvestro, 51 Ferruccio, Tommaso, 84 Di Pietrosimone, Vincenzo, 53 Fidanza, Carmine, 285 Di Renzo, Gabriele, 88 Filangieri Roberto, 91 Di Rosa, Francesco, 48 Filangieri Sissy, 7, 25 Di Savoja, Eugenio, 248 Filangieri, Antonio, 177, 304, 317 Donglas, Luigi, 243 Filangieri, Carlo, 105, 168 Dossena, Sebastiano, 12, 40 Filangieri, Giuseppe, 33 Dragonello, Margharita, 51 Fimiani, Saverio, 238 Durante, Giuseppe, 218 Fiondella, Angiolo, 30, 31 Fiondella, Daniele, 35, 69, 70, 71 E Fiondella, Giovanni, 69 Egg /Hegg, Gian Giacomo, 111, 229, 230, 232 Fiondella, Giuseppe, 33 Fiondella, Liberato, 35, 69, 231, 256, 265 F Fiondella, Luigi, 34 Falanga, Alfonso, 238 Fiondella, Marcellino, 89 Falco, Giambattista, 122 Fiondella, Olga, 38 Farano, Carmela, 306 Fiondella, Pasquale, 29, 35, 38, 299 Farina, Filippo, 17 Fiondella, Sisto, 29, 30, 31, 32, 33, 56, 59, 60, 61, 63, Farina, Vincenzo, 76, 210 65, 69, 82, 83 Fasani, Ranieri, 195 Fiore, Pietro, 225 Fattore, Andrea, 14, 18, 85 Fiorillo, Antonio, 51 Fattore, Antonia,13, 23, 93, 95, 143, 153, 185, 335 Fiorillo, Giacomo, 52 Fattore, Francesco, 16, 30, 75, 94 Fiorillo, Saverio, 52, 94 Fattore, Gennaro, 266 Flaminio, Rosa, 250 Fattore, Giuseppe, 145, 212 Flaubert, Gustave, 186 Fattore, Giuseppenicola, 85 Flaugergues, Honorè, 162 Fattore, Luigi, 52, 87, 88, 266 Fontana, Francesco, 170 Fattore, Pascale o Pasquale, 145, 148, 212, 266 Formoso, Francesco Saverio, 163

356 Fornaciari, Antonio, 180 Gaudio, Filippo, 83 Fortini, Carlo Antonio, 225 Gaudio, Gaetano, 206 Fortunato, Giustino, 22, 71 Gaudio, Girolamo, 83 Foschi, Francesco, 230 Gaudio, Giulio, 83 Foschini, Antonino, 164 Gaudio, Pietro, 83 Foschini, Carlantonio, 222 Gaudio, Pietro, Filippo, 45 Fouchè, 276 Genovese, Teresa, 86 Fraenza, Bartolomeo, 153 Gentile, Raffaele, 189 Fragola, Filippo, 285 Gentilini, Errico, 272 Franco, Filippo, 15 Gerardi, Gerardo, 117 Franco, Giovanni, 17 Germanico, Alfonso, 263, 312, 313, 317, 318, 319, 320, Francomacaro, Annamaria, 158 321 Francomacaro, Antonia, 158 Gervasi, Giovanni, 268 Francomacaro, Beatrice, 158 Giambattista, Giorgio, 22 Francomacaro, Carlantonio, 15, 16, 51, 52, 53, 54, 75, Giannoccoli, Gabriele, 81 76, 77, 78, 79, 80, 335 Gionti, Giulio, 226 Francomacaro, Carlo, 158 Giordano, Bruno, 170 Francomacaro, Casillo, 210 Giordano, Cosimo, 256, 258, 259, 274, 275, 288 Francomacaro, Domenico, 158, 201, 212, 225, 263, Girardi, (notaio), 83, 87 305, 325, 332 Gismondi, Filippo, 175 Francomacaro, Emanuela, 206 Gismondi, Rafaele, 86 Francomacaro, Felice, 187, 335 Giura, Luigi, 98 Francomacaro, Francescantonio, 15, 17, 18, 19, 26, 27, Glabrione, Manlio Acilio, 161 51, 53, 130, 145, 146, 158, 201 Goglietti, Emilia, 81 Francomacaro, Francesco, 122 Golini, Filippo, 230 Francomacaro, Giuseppe, 52, 82, 84, 145, 153, 337 Golino, Gaetano, 45 Francomacaro, Pasquale, 158 Golino, Giuseppe Nicola, 45 Fruncillo, Francesco, 226 Golino, Stefano, 15 Fucile, Domenico, 62 Govone, Giuseppe, 292, 295 Fucile, Michele, 128, 134, 226 Grande, Alfonso, 78 Fusco, Francesco, 235 Greco, Marcellino, 86 Greco, Marcello, 48 G Greco, Raffaele, 285 Gaetani, Antonio, 63, 316 Grilli, Angelo, 280 Gaetani, Giulia Maria Giovanna Laura, 25, 317 Grillo, Luigi, 261, 297 Gaetani, Luigi, 12 Gruithausen, 163, 164, 165 Gaetani, Mario Onorato, 88 Guglietti, Cirillo, 285 Gaetani, Nicola, 18 Guida, Giovanni, 122 Gaetani, Onorato, 94 Guidone, Carmela, 319 Gaetani, Raffaele, 25, 316 Gunny, Girard, 230 Gaetani, Roberto, 91, 267, 304, 307, 310, 311, 317, 318, 320, 332 H Gambella, Sebastiano, 17 Herz, Robert, 180 Gambella, Gio Lorenzo, 51, 75 Gambella, Maria, 77 I Gambella, Nicolangelo, 206 Iabaudo, Vittoria, 83 Gandolfi, Giovanni, 345 Iacobelli, Bernardo, 23 Gargiulo, Luigi, 132 Iafusco, Antonio, 258 Garibaldi, Giuseppe, 241, 277, 279 Iafusco, Carmela, 235 Gaudelli, Annamaria, 287, 288 Iafusco, Filippo, 145 Gaudelli, Francescantonio, 208, 235, 320 Iafusco, Gabriele, 84, 89, 213, 304, 328, 333 Gaudelli, Margherita, 337 Iafusco, Nicola, 256, 257, 284 Gaudelli, Maria Giovanna, 289, 339 Iafusco, Salvatore, 17 Gaudelli, Michelangelo, 145 Iafusco, Vittoria, 257 Gaudio, Eugenio, 34 Iannitto, Luigi, 235, 259, 269

357 Iannone, Margarita, 89 Lombardi, Nicolino, 7, 8, 234, 263, 323 Iannotta, Andrea, 33, 34 Lombardi, Sebastiano, 79, 143, 187 Iannucci, Luigi, 269 Lombardi, Vincenzo, 22 Iannuccilli, Angela, 247, 250 Lombardo, Gio. Sisto, 51 Iasimone, Francesco, 120 Lombardo, Marcello, 48 Iasimone, Pasquale, 194 Lombardo, Nicola, 43, 45, 47, 48 Iazelda, Girolamo, 155 Lombardo, Paolo, 18 Iazelda, Rachele, 152, 155, 251 Lombardo, Sebastiano, 51 Ignesti, (capitano), 273 Lombardo, Tommaso, 49 Imperadore, Ferdinando, 235 Lombroso, Cesare, 287 Imperadore, Francesco, 8, 243 Lomonaco, Francesco, 22 Imperadore, Luigi, 7 Lucarelli, Francescantonio, 88 Imperato, Ferrante, 170 Ingiongiola, (capobrigante), 280 M Iodice, Andrea, 226 Macaro, Cipriano, 81 Iodice, Arcangiolo, 226 Macedonio, Luigi, 84 Iodice, Luigi, 89 Macera, Pietrantonio, 42 Izzo, Angelo, 88 Maddalena, Nicola, 175 Izzo, Domenico, 202, 206, 211, 212, 213, 260, 297, 304, Magliani, Agostino, 331 323, 324, 325, 327, 328, 329, 333 Malacarne, (capobrigante), 280 Izzo, Filippo, 145 Malvasjo, Lorenzo, 63 Izzo, Gianbattista, 84 Mancini, Luigi, 185 Izzo, Giuseppe, 145 Mancini, Nicola, 39 Izzo, Pascale, 145 Maresca, (gioielliere), 250, 251 Izzo, Rocco, 19 Marocco, Domenico, 61 J Martino, Dalio, 256, 261 Jafusco, Casimirio, 79 Martino, Domenico, 235 Jafusco, Nicola, 265 Martino, Maria, 207 Jafusco, Salvatore, 14, 69 Martino, Teresa, 235 Martino, Vincenzo, 87 L Martone, (capobrigante), 281 La Cecilia, Giovanni, 282, 293 Martone, Ferdinando, 86 La Porta, Bartolomeo, 339 Martone, Giovanbattista, 86 La Porta, Gianbattista, 170, 339 Martone, Giuseppe, 86 Lambertino, Domenico, 47, 48 Masala, Salvatore, 315 Landolfi, Giovanni, 199, 235 Masella, Giosuè, 299 Latino, Giuseppe, 52 Masini, (capobrigante), 279, 280 Laurenzana, (duca), 12, 18, 40, 55, 65, 85, 86, 88, 115, Massaro, Pietro, 134, 226 117, 119, 229, 304, 311 Massone, Antonio, 152, 153, 155, 251 Lauro, Pietro, 85 Massone, Cristina, 132 Lavorgna, Gaetano, 235, 236 Massone, Filippo, 113, 152, 155 Lefebre, Ernesto, 226 Massone, Lorenzo, 130 Leggiero, Abele, 204 Massone, Luigi, 155 Leggiero, Domenico, 212 Massone, Nicola, 251, 252 Leggiero, Gennaro, 145 Massone, Silvestro, 155 Leggiero, Giosuè, 212 Massone, Teresina, 141, 152, 153, 154, 156, 215, 263, 337 Leggiero, Giovanni, 145 Mastracchio, Tommaso, 235 Leggiero, Marcellino, 47, 80 Mastrangelo, Geremia, 85 Leggiero, Pasquale, 87, 90 Mastromarino Nicola, 19 Leone, Bartolomeo, 213 Mastromarino, Maddalena, 202 Limongi, Giuseppe, 68 Mastromarino, Maria, 235 Lombardi, Anna, 84 Mastromarino, Michele, 26, 49, 145 Lombardi, Antonio, 22, 235 Masucci, Luigi, 304, 333 Lombardi, Dialena, 235 Masuccio, Domenico, 69, 145, 210 Lombardi, Donato, 22 Masuccio, Giuseppe, 210, 211

358 Mattei, Carmine, 283 Nardozzi, Pasquale, 80 Mattei, Ferdinandina, 283 Nasso, Vincenzo, 277 Mattei, Pasqualantonio, 283 Natale, Bonaventura, 339 Mattei, Vincenzo, 259 Natale, Nicola Maria, 80 Matteo, Antonio, 46, 56, 71 Navarra, Filomena, 207 Matteo, Biase, 259 Navarra, Maria Giuseppa, 74 Matteo, Nicola, 258 Navarra, Teresina, 207 Melillo, Anna, 86 Navarro, Angiolo, 145 Melillo, Nicola, 43, 75 Navarro, Giuseppe, 54, 213 Mennone, Gerolamo, 145 Navarro, Luigi, 284 Mennone, Giuseppe, 36, 37, 38, 77 Navas, (tenente), 273 Mennone, Regina, 77 Nenzel, 239 Meola, Francesco, 89 Nicotera, Giovanni, 331 Meola, Pietro, 308, 309 Nobile, Gaetano, 307, 332 Meola, Stefano, 19 Norante, Domenico Antonio, 62 Meola, Vincenzo, 187 Notargiovanni, Giuseppe, 33 Merola, Lorenzo Gaetano, 88 Merolla, Luigi, 238 O Mesolella, Roberta, 250 Occhibove, Maddalena, 51 Messere, Giuseppe Nicola, 200, 212, 226 Olivieri, Gabriele, 212, 242 Messere, Marianna, 225, 226 Olivieri, Vincenzo, 23, 242, 244, 247 Messere, Salvatore, 206 Onoratelli, Antonio, 82, 86, 127 Mezzullo, Cristofaro, 81 Onoratelli, Clemente, 86, 87, 89 Mezzullo, Giovanni, 218 Onoratelli, Diana, 86 Mezzullo, Giuseppe, 190 Onoratelli, Emilio, 52, 82, 83, 84, 86, 87, 129, 318 Mezzullo, Pasquale, 17 Onoratelli, Filippo, 75, 129, 260, 266, 297, 301, 339 Mezzullo, Vincenzo, 77 Onoratelli, Giovanni, 82, 205, 212, 213, 324 Milano, Gaetano, 238 Onoratelli, Giuseppe, 53 Milone, Biagio, 241, 319 Onoratelli, Maddalena, 339 Missere, Giovanantonio, 145 Onoratelli, Marcellino, 88, 187 Missere, Giuseppe Nicola, 89, 213 Onoratelli, Nicola, 82, 83 Montanaro, Francesco, 48 Onoratelli, Pietro, 82 Morelli, Aniello, 55 Onoratelli, Raffaele, 88 Morelli, Camillo, 121, 212, 324, 325, 339 Orlando, Matteo, 295 Morone, Nicola, 77 Orsillo, Pietro, 86 Morrillo, Caterina, 52 Orsini, Girolamo, 307 Morrillo, Giovan Vincenzo, 14, 18 Orsino, Pietro, 48 Muntuori, Raffaele, 295 Murante, Vincenzo, 296 P Murat, Gioacchino, 30, 95, 98, 115, 136 Pacella, Crescenzo, 14, 17 Musone, Agostino, 226 Pacella, Giovanantonio, 145 Musone, Domenico, 226 Pacelli, Antonio, 151 Musone, Pasquale, 52 Pacelli, Gennaro, 113 Musone, Tommaso, 226 Pagliuca, Giuseppe, 59, 87 Pallavicini, (generale), 279, 280 N Palma, Domenico, 284,285 Nanula, Antonio, 160 Palmieri, Alfonsina, 5, 7, 25, 35, 91, 135, 178, 247, 249, Napoleone Eugenio, 102 250, 251, 265, 266, 297, 304, 305, 306, 307, 308, 311, Napoleone, Gioacchino, 68, 95, 96, 97, 99, 103, 105, 312, 313, 314, 315, 318, 320, 321, 328, 339 107, 115, 117, 148, 152 Palmieri, Andrea, 238, 252 Napoleone, Giuseppe, 105 Palmieri, Angela, 266 Napoleone, Luigi, 103 Palmieri, Crescenzo, 75, 266, 297 Narciso, Adriano, 81 Palmieri, Domenicantonio, 122 Nardi, Angelo, 34 Palmieri, Domenico, 65 Nardozzi, Gius.o, 80 Palmieri, Giulio, 223, 250, 266, 317

359 Palmieri, Luigi, 250 Piazza, Pasquale, 190 Palmieri, Marcellino, 231 Piazza, Peppino, 249 Palmiero, Nicola, 80 Piazza, Pietro, 89, 90, 213 Palomba, (notaio) 88 Piazza, Pietronilla, 85 Palumbo, Giuliano, 7, 275 Piazza, Prudenzia, 51 Panella, Giuseppe, 52, 83 Piazza, Rosa, 77 Paolella, Pasquale, 122 Piazza, Stefano, 145 Paolo IV, 186 Piazza, Teresa, 188, 201, 206 Pascale, Domenicantonio, 52, 83, 145 Piazza, Tommaso, 15, 16 Pascale, Federico, 221 Pica, Giuseppe, 283 Pascale, Francesco, 221, 223, 225 Piccolo, Giuseppe, 226 Pascale, Maria Casta, 206 Pietraleone, Gianbattista, 15 Pascale, Michelangelo, 77 Pietrangiolillo, Angiolamaria, 339 Pascale, Pasquale, 225 Pietrosimone , Giacomo, 20, 56, 59, 79, 84, 85 Pasquale, Michelangelo, 95 Pietrosimone, Alessandro, 213, 238, 304, 328, 332, 333 Paterno, Giovanbattista, 82 Pietrosimone, Anastasia, 86 Paterno, Giuseppe, 187 Pietrosimone, Anastasio, 87 Paternostro, Giulietta, 247 Pietrosimone, Angelo, 145 Patrizi, Pietro, 77 Pietrosimone, Filippo, 188, 208, 213, 304, 328 Pecchia, Carlo, 136, 174 Pietrosimone, Francesco, 204 Pece, Ridolfo, 225 Pietrosimone, Giannantonio, 55 Pecoraro, Pasquale, 274 Pietrosimone, Giovanni, 335 Pedicini, (cardinale), 96 Pietrosimone, Lorenzo, 319 Pelosi, Nicola, 139 Pietrosimone, Marcellino, 120, 242, 259, 305 Peloso, Giovanni, 265 Pietrosimone, Mario Augusto, 259 Perez, (cappellano borbonico), 273 Pietrosimone, Nicola, 79, 87, 163, 241 Perrone, (notaio), 52, 79, 80, 81, 82, 83 Pietrosimone, Salvatore, 88 Perrone, Francesco, 81 Pietrosimone, Simeone, 35, 71, 90, 156, 206, 207, 212, Perrotta, Domenico, 226 231, 243, 244, 245, 249, 256, 257, 262, 265, 269, 324, Perugini, Pietro Paolo, 122, 150 338 Petella, (notaio), 88, 90 Pignatelli, Francesco, 186 Petella, Clementina, 235 Pilla, Nicola, 122 Petella, Emmanuele, 134, 234 Pio IX, 96, 183, 185, 219, 220 Petella, Giovanbattista, 63, 86, 87, 145, 187 Pio VIII, 96 Petella, Giuseppe, 79, 86 Pisano, Francesco, 291 Petella, Pascale, 14 Pisaturo, Crescenzo, 189 Petella, Pasquale, 17, 18, 305 Pisaturo, Luigi, 189 Petella, Vincenzo, 87 Piscopo, Antonio, 238 Petraglia, Sebastiano, 258, 275 Piteo, Antonia, 86, 90 Petrarcone, Francesco (Ciccillo), 155 Piteo, Francesco, 51 Petrarcone, Silvestro, 266, 297, 301, 339 Piteo, Giovanni, 19 Petronzo, Francesco, 175 Piteo, Maddalena, 90 Pezza, Michele Arcangelo, 22, 146 Piteo, Maria Domenica, 90 Pezzullo, Antonio, 258 Piteo, Marianna, 90 Piazza, Antonia, 42 Piteo, Nicola 15, 17 Piazza, Costantino, 213 Piteo, Stefano, 87, 90 Piazza, Domenico, 14, 71 Piteo, Vincenza, 202 Piazza, Filippo, 89, 90, 94, 163, 205, 206, 212, 242, Pitò, Antonio, 145 244, 259, 324, 325 Pitò, Francco, 50, 124, 189 Piazza, Francesco, 17, 26, 212 Pitò, Luigi, 120 Piazza, Gabriele, 218 Pitò, Pasquale, 206 Piazza, Gianbattista, 145 Pitò, Vincenza, 87 Piazza, Giuseppe, 14, 17, 69, 212 Pitò, Vincenzo, 244 Piazza, Mariano, 35, 58, 59, 63, 130, 159, 160, 161, 162, Pizo, Nicola, 145 163, 165, 168, 223, 224, 238, 260, 262, 264, 265, 308 Plinio, il giovane, 39, 58

360 Poham, Home, 102 Riccio, Gennaro, 189 Pollice, Giuseppe, 275 Riccio, Giacomo, 235 Porcello, Angelo, 84 Riccio, Giuseppe, 38 Porto, Irene, 159, 162 Riccio, Marcellino, 27, 48, 77, 80, 86, 88 Porto, Marianna, 250 Riccio, Michelangelo, 85, 86 Potito, Domenico, 261 Riccio, Paolina, 339 Prece, Pasquale, 274 Riccio, Sistantonio, 77, 80 Prota, Ermenegildo, 148 Riccio, Sisto, 80, 94 Prota, Giuseppe, 206, 212, 324, 325, 327, 328, 329, 338 Riccio, Vincenzo, 38, 289 Puoti, Carlo, 189 Riccitelli, Annamaria, 51 Riccitelli, Antonio, 285 R Riccitelli, Barbara, 78 Raccio, Domenico, 78 Riccitelli, Carlantonio, 86 Raccio, Giò, 43, 45, 65 Riccitelli, Crescenzo, 51, 53, 54 Raccio, Pascale, 248 Riccitelli, Denid°, 48 Raccio, Sisto, 65 Riccitelli, Domenico, 51, 89, 204, 208 Ragucci, Felice, 120 Riccitelli, Giovanni, 51 Ragucci, Gio. Giuseppe, 307 Riccitelli, Giuseppe, 231, 265 Rao, Giuseppe, 87 Riccitelli, Mariangela, 89 Rao, Maddalena, 79 Riccitelli, Michele, 51, 88 Rapa, Antonio, 327 Riccitelli, Nicola, 49, 69, 87, 89, 156, 208, 213, 256, Rapa, Bonaventura, 145 257, 265, 328 Rapa, Carolina, 89 Riccitelli, Pasquale, 82 Rapa, Domenico, 89 Riccitelli, Pietro, 51 Rapa, Giuseppe, 19 Riccitelli, Raffaele, 285 Rapa, Paolo, 7, 8, 255 Riccitelli, Teresa, 88 Rapa, Pietro, 17 Riccitello, Francesco, 19 Rapa, Raffaele, 256 Riccitello, Gianfelice, 17 Rapa, Serafina, 225 Riccitello, Potito, 17 Rapa, Vincenzo, 225, 226 Riccitello, Tomaso, 19, 47 Raucci, Domenico, 226 Ricigliano, Clemente, 259 Ravaschieri, Fieschi Vincenzo, 275 Ricigliano, Domenico, 15, 146 Renzo, Girolamo, 88 Ricigliano, Francesco, 48, 267 Retez, Felice, 230, 243 Ricigliano, Lorenzo, 17 Revel, Thaon, 272 Ricigliano, Nicola, 17, 145 Ricasoli, Bettino, 331 Ricigliano, Raimondo, 145 Ricciardi, Raffaele, 72, 247 Risella, Giuseppe, 84 Ricciardi, Rosalba, 189 Riselli, Gaetano, 222 Riccio, (Canonico), 45 Riselli, Speranza, 265 Riccio, Angela, 83, 86 Rocco, Pasquale, 62 Riccio, Angelarosa, 86 Rocereto, Giovanni, 250, 336 Riccio, Angelo, 76, 88 Rossi, Gianpaolo, 122 Riccio, Angiola Rosa, 27, 88 Rossi, Raffaele, 238 Riccio, Angiola, 76 Rotundo, Francesco, 258 Riccio, Angiola, Maria, 88 Rovereto, (marchese), 272 Riccio, Angiolo, 70, 90 Ruffo, Cardinale Fabrizio, 22, 147 Riccio, Anna, 88 Ruggi d’Aragona, Pietro, 82, 149, 150, 151 Riccio, Antonio, 25, 89, 243, 245, 257, 300 Ruggiero, Ferdinando, 219 Riccio, Bonaventura, 145 Ruscetti, Domenico, 274 Riccio, Catarina, 13, 50, 51, 55, 75, 76 Russo, Maria Teresa, 265 Riccio, Daniele, 212, 324, 325 Riccio, Domenico, 14, 60 S Riccio, Ferdinando, 85 Sagnelli, Andrea, 48, 204 Riccio, Fortunata, 202 Salcinno, Clemenzia, 77 Riccio, Francesco, 47, 88 Salimonda, Leonardo, 65

361 Salvoni, Antonio, 186 Santillo, Giuseppe, 42 Salzillo, Teodoro, 252 Santillo, Luigi, 85 Sangiuolo, Luisa, 274 Santillo, Marcantonio, 19 Sanillo, Angiola, 335, 338 Santillo, Marcellino, 49, 69 Sanillo, Annamaria, 82 Santillo, Michele, 85 Sanillo, Antonetta, 297, 336, 337, 338 Santillo, Nicola, 42 Sanillo, Concetta, 146 Santillo, Pietro, 90 Sanillo, Enrico, 5, 7, 8, 23, 25, 30, 34, 35, 49, 56, 69, 70, Santillo, Raffaela, 265 71, 73, 89, 90, 92, 96, 120, 156, 163, 168, 174, 178, 206, Santillo, Tommaso, 84 208, 209, 211, 212, 215, 216, 217, 218, 219, 220, 221, 222, Santino, Pietro, 249 223, 224, 225, 226, 227, 230, 231, 234, 238, 239, 240, 241, Sarro, Pietro, 80 242, 243, 244, 245, 246, 247, 249, 250, 251, 255, 256, 259, Sarro, Vincenzo, 80 260, 261, 262, 263, 264, 265, 266, 267, 268, 269, 270, 274, Sarrubbi, Gio Crisostomo, 86, 122 275, 284, 285, 286, 288, 291, 297, 307, 309, 313, 314, 317, Sartore, (capobrigante), 288 318, 319, 321, 325, 326, 328, 335, 338 Sarubbi, Eugenio, 15 Sanillo, Ferdinando, 145 Sarubbi, Giovancrisostamo, 88 Sanillo, Filippo, 145 Sauro, Antonio, 145 Sanillo, Francesca, 81 Sauro, Filippo Giacomo, 15, 80, 84, 258 Sanillo, GioBatta, 14 Sauro, Francesco, 14 Sanillo, Giuseppe, 5, 30, 32, 33, 45, 52, 56, 78, 88, 89, 113, Sauro, Giuseppe, 44, 145 155, 158, 175, 185, 186, 187, 188, 189, 190, 191, 209, 211, Sauro, Macellino, 235 212, 213, 217, 218, 323, 324, 328, 334, 335, 338 Sauro, Michele, 248 Sanillo, Luca, 13, 18, 23, 29, 41, 42, 46, 47, 50, 51, 53, Sauro, Nicola, 15 54, 55, 75, 76, 77, 78, 79, 144, 186, 335 Sauro, Salvatore, 258 Sanillo, Luigi, 48, 69, 89, 145 Savastani, Raffaele, 220 Sanillo, Marcellino, 18, 51 Savastano, Girolamo, 299, 305, 327 Sanillo, Maria Angela, 206, 336 Savastano, Marianna, 339 Sanillo, Maria Carmela, 95, 336 Savoja, Maria Antonia, 331 Sanillo, Maria Enrichetta Martina, 301, 305, 306, 307, Savoja, Maria Cristina, 98 308, 309, 313, 328, 339 Scappaticcio, Carolina, 188 Sanillo, Maria Francesca, 81 Scappaticcio, Gio. Batta, 14 Sanillo, Maria Rachela, 339 Scappaticcio, Giovanni, 85, 145 Sanillo, Mariangiola, 338 Scappaticcio, Maria Luigia, 83, 207, 208 Sanillo, Mariano, 72, 247 Scappaticcio, Teresa, 83 Sanillo, Nicola, 13, 18, 20, 22, 23, 26, 27, 29, 30, 31, Scappaticcio, Vincenzo, 15, 19, 83, 207 32, 41, 45, 47, 48, 50, 52, 54, 56, 59, 60, 61, 63, 65, 68, Scialoja, A, 248 71, 75, 76 79, 80, 81, 82, 83, 84, 85, 86, 87, 88, 89, 90, Scilla, Ruffo Giuseppe, 221, 222 93, 94, 95, 96, 97, 104, 105, 106, 107, 108, 112, 113, Scorciarini, 302 114, 115, 117, 118, 119, 120, 121, 122, 123, 124, 125, Scotti-Burrelli, Raffaele, 36, 38 126, 127, 128, 129, 134, 135, 141, 144, 162, 173, 189, Scroeter, 163, 164 212, 213, 323, 324, 325, 333, 335, 336, 338 Seccia, Carlotta, 82 Sanillo, Pasquale, 266, 27, 31, 52, 81, 83, 84, 85, 87, Seccia, Catarina, 88 96, 113, 143, 145, 146, 147, 148, 149, 150, 152, 154, Seccia, Daniele, 337 156, 158, 163, 213, 263, 289, 335, 336, 337, 339 Seccia, Giovanni, 88, 89, 249, 327, 337 Santagata, Antonio, 48, 77 Seccia, Giuseppe, 231 Santagata, Ferdinando, 77 Seccia, Michelangelo, 82, 145 Santagata, Liberato, 73 Seccia, Nunzia, 64, 82, 84 Santagata, Michele, 74, 77, 235 Seccia, Pasquale, 86, 156 Santangelo Giambattista, 19 Seccia, Pietro, 212, 324, 337 Santaniello, Andrea, 258, 275 Seccia, Potito, 19, 47 Santillo, Anna, 90, 206 Seccia, Vincenzo, 14, 145 Santillo, Cosmo, 339 Sella, Quintino, 331 Santillo, Costanzo, 145 Sennello, Lawrence, 73 Santillo, Domenico, 48, 85, 265 Sennello, Luigi, 73 Santillo, Giovanmichele, 85 Sepe, Francesco Pietro, 90

362 Sepe, Pietro, 51, 52, 83, 84 Usiello, Nicola, 17 Servillo, Luigi, 91 Uzzo, Angelantonia, 84 Settembrini, Matteo, 274 Uzzo, Francesco, 52, 88 Severino, Agostino, 228 Uzzo, Girolamo, 88 Severino, Irene, 250 Uzzo, Giuseppe, 53 Sgueglia, Lorenzo, 187 Uzzo, Marcellino, 88 Simone, Marcellino, 44 Uzzo, Maria, 89 Simone, Maria Francesca, 86 Uzzo, Michele, 70, 88 Sirignano, Nicola, 319 Uzzo, Nicola, 88 Smith, Sidney, 147 Sole, Nicola, 331 V Soulié, Frédéric, 186 Vacchione, Concetta, 281 Spaventa, Peruzzi, 281 Valente, Clemente, 295 Spaventa, Silvio, 282 Valente, Maria Carmina, 274 Spinosa, Carmine, 45 Valentino, Rachele, 32 Spinosa, Costanzo, 208, 261, 263, 300 Valli, Federico, 164 Spoleto, Giovanni, 225 Varanezza, (luogo tenente), 272 Stilla, Antonio, 65 Vassallo, Nicola, 258 Stocchetti, Ferdinando, 238 Vastano, Vincenzo, 79 Venditto, Luigi, 65 T Venezia, Pasquale, 231 Tajani, Baldassarre Amerigo, 108 Ventimiglia, Domenico, 276 Tamburrini, (capobrigante), 280 Ventriglia, Gabriele, 187, 190 Tamburro, Donato, 14, 15 Ventriglia, Nicola, 238 Tanara, Vincenzo, 58 Verdi, Giuseppe, 331 Tartaglia, Andrea, 52 Verroni, Pietro, 60 Tartaglia, Paolo, 187 Vessella, Alessandro, 87 Telesio, Bernardino, 170 Vessella, Cristina, 88 Tescina, Nicola, 68 Vicco, Gio, 46, 48 Testa, Cristofaro, 19 Vicco, Luigi, 17 Testa, Domenico, 19 Vicco, Potito, 333 Testa, Giovanni, 70 Viggiano, Carlo, 25 Testa, Nicola, 17 Viggiano, Luigi, 250, 257, 299 Tofano, Giacomo, 331 Viglia, 242 Tolva Giulietta, 247 Villano, Stanislao, 242 Torelli, Giuseppe, 256, 257, 265 Viscusi, Pasquale, 238 Torre, Carlo, 331 Vitelli, Domenico, 225 Torti, Damiano, 260, 261 Vitelli, Giuseppe, 265 Torti, Giacomo, 120 Vitello, Lucantonio, 19 Torti, Giuseppe, 225 Vitello, Maddalena, 87 Torti, Nicola, 288 Vitello, Marcellino, 65 Torti, Pasquale, 230 Vitello, Nicola, 51, 90 Tortora, (capobrigante) 281 Viti, Francesco, 173, 223, 238, 239, 247 Tranchella, (capobrigante), 281 Vivenzio, Nicola, 80 Travaglia, Giuseppe, 14 Vochieri, Andrea, 272 Treviso, Giuseppe, 36 Trojano, Raffaele, 221 W Troysi, Tommaso, 189 Winspeare, Guglielmo, 115, 116, 117 Trutta, Gianfrancesco, 37, 38, 39, 160, 161 Z U Zambeccari, Girolamo Maria, 12 Ulloa, Pietro, 252 Zazzarino, Carlo, 213 Ungaro, Gio. Battista, 114, 331 Zeppetelli, Angelo, 53 Ungaro, Michele, 75, 297, 330, 331, 332 Zeppetelli, Giuseppe, 88 Ungaro, Rosina, 249, 250 Zitelli, Maria Emmanuela, 82

363 Fonti e bibliografia

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366 Finito di stampare nel mese di marzo del 2019 presso la Tipografia Bandista Piedimonte Matese (CE) Tel. 0823.911759 [email protected]