Rapporto Sulla Politica Estera 2015 Del 13 Gennaio 2016

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Rapporto Sulla Politica Estera 2015 Del 13 Gennaio 2016 16.009 Rapporto sulla politica estera 2015 del 13 gennaio 2016 Onorevoli presidenti e consiglieri, vi sottoponiamo, affinché ne prendiate atto, il rapporto sulla politica estera 2015. Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l’espressione della nostra alta conside- razione. 13 gennaio 2016 In nome del Consiglio federale svizzero: Il presidente della Confederazione, Johann N. Schneider-Ammann Il cancelliere della Confederazione, Walter Thurnherr 2015-2490 469 Compendio Il rapporto sulla politica estera 2015 offre una panoramica della politica estera svizzera nell’anno in rassegna. Nella forma e nella struttura è conforme alla decisione del Consiglio federale del 2011 che conferisce al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) il mandato di sottoporgli ogni anno un resoconto sulle attività di politica estera condotte dalla Svizzera. Conformemente al postulato della Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati (06.3417), che chiedeva un compendio di tutti i rapporti concernenti la politica estera pubblicati periodicamente, il presente rapporto è inoltre completato da un allegato sulle attività della Svizzera nel Consiglio d’Europa. In adempimento della mozione 10.3212 Chiaro orientamento strategico della politi- ca estera, nel febbraio del 2012 il Consiglio federale ha adottato il rapporto sugli indirizzi strategici della politica estera per la legislatura (strategia di politica estera 2012–2015). Nel rapporto figurano gli indirizzi strategici seguenti: relazioni con gli Stati confinanti, rapporti con l’Unione europea (UE), stabilità in Europa e nel resto del mondo, partenariati strategici extraeuropei e governance globale. Una buona parte del rapporto sulla politica estera 2015 è strutturata in funzione di tali indirizzi e illustra le modalità con cui nell’anno in rassegna si è provveduto alla loro attua- zione. Inoltre, comprende un capitolo introduttivo che riassume e analizza la politi- ca estera della Svizzera nel 2015 e un capitolo sull’attuale tema centrale, l’impegno della Svizzera a favore dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Il sottocapitolo «Asia-Pacifico» risponde al postulato 14.3263 Aeschi La Svizzera nell’era asiatica. Nel corso del 2015 le crisi e i conflitti si sono accumulati e sono aumentati in termi- ni d’intensità e di effetti negativi. Questi avvenimenti non sono né «accidentali», né isolati, ma piuttosto l’espressione di una fase di transizione. Fanno parte della realtà politica internazionale e si ripercuotono sempre più direttamente anche sulla Svizzera. Per tale motivo, con la ricerca di soluzioni durevoli nelle relazioni tra la Svizzera e l’UE, l’impegno per la pace e la sicurezza ha costituito un’altra priorità della politica estera della Svizzera. Capitolo introduttivo Il capitolo introduttivo del presente rapporto fornisce in primo luogo una panora- mica dei principali sviluppi in materia di politica internazionale. Presenta poi i contributi della politica estera della Svizzera per individuare soluzioni al conflitto siriano, risolvere la crisi migratoria, lottare contro il terrorismo e infine prevenire l’estremismo violento. Riassume infine concisamente l’applicazione della strategia di politica estera per il periodo di legislatura 2012–2015. 470 Tema centrale: l’impegno della Svizzera a favore dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario La promozione e la difesa dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario fanno parte delle fondamenta della politica estera svizzera. Sin dal principio la Svizzera ha partecipato ai principali sviluppi del diritto internazionale in materia. Attualmente la sfida più pressante consiste nell’assicurare un miglior rispetto delle regole esistenti e riconosciute dagli Stati. In altri termini, si tratta di ridurre lo scarto tra il diritto e la realtà. Nonostante i progressi innegabili compiuti negli ultimi decenni, resta ancora molto da fare per ridurre questo scarto. In numerose regioni del mondo si commettono violazioni gravi dei diritti umani. Talvolta dissimulate da un’apparente stabilità politica o una certa prosperità eco- nomica, costituiscono spesso una bomba a orologeria che in men che non si dica può far esplodere disordini interni o un conflitto armato. Anche le regole del diritto internazionale umanitario sono oggetto di gravi violazioni nella maggior parte dei conflitti armati in corso, come testimoniano le guerre in Siria, in Iraq o nel Sudan del Sud. Le popolazioni civili pagano un tributo particolarmente pesante. Sono esposte in prima persona quando i combattimenti si svolgono nelle zone densamente abitate e i combattenti si mescolano alla popolazione. Inoltre, puntualmente sono prese di mira, in violazione del diritto internazionale umanitario. Queste violazioni reiterate dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario nonché le distru- zioni causate dalla violenza spingono sempre più persone a scappare dalle loro case. Nel 2015 le esigenze umanitarie globali hanno raggiunto un livello senza precedenti dalla fine della Seconda guerra mondiale. L’impegno della Svizzera a favore dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario tiene conto di queste realtà ed è strettamente legato agli altri obiettivi di politica estera. È definito in un’ottica trasversale poiché punta a contribuire alla stabilità, alla sicurezza e alla prosperità del nostro Paese e del contesto internazio- nale in cui opera. Il diritto internazionale costituisce l’ossatura dell’impegno della Svizzera a favore dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. La Svizze- ra si appella agli impegni internazionali assunti dagli Stati e utilizza il diritto inter- nazionale come lingua universalmente riconosciuta per legittimare e strutturare le sue iniziative bilaterali e multilaterali in materia. Il presente rapporto descrive per sommi capi alcune tendenze attuali in rapporto con i diritti umani e il diritto internazionale umanitario, ovvero l’accelerazione degli sviluppi, soprattutto tecnologici, la crescente importanza degli attori non sta- tali, la complessità dei conflitti armati contemporanei e la tentazione di un isola- mento identitario. Nel suo impegno a favore dei diritti umani e del diritto interna- zionale umanitario, la Svizzera tiene debitamente conto sia delle tendenze e delle sfide attuali, sia dei suoi punti di forza. Il rapporto sulla politica estera 2015 pre- senta diversi progetti e iniziative in corso, che gravitano intorno a tre indirizzi stra- tegici: 1) preservare l’universalità e l’adeguatezza del quadro di protezione; 2) mi- gliorare il rispetto delle regole esistenti dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario; 3) coinvolgere tutti gli attori determinanti. 471 Stati confinanti Ancora una volta nel 2015 le visite ufficiali a Berna del presidente della Repubblica francese e della cancelliera tedesca, così come i frequenti colloqui e gli scambi con l’Austria, l’Italia e il Liechtenstein hanno ribadito l’importanza e l’intensità delle relazioni tra la Svizzera e gli Stati confinanti. Tutti questi incontri hanno permesso in particolare di illustrare più in dettaglio l’attuazione del nuovo articolo costitu- zionale 121a e di ottenere il sostegno degli uni e degli altri nella ricerca di soluzioni nel campo della migrazione. Sul piano bilaterale, il dialogo fiscale con l’Italia e la Francia è continuato e, con quest’ultima, si sono potuti compiere importanti passi avanti nelle questioni fiscali relative al dossier dell’aeroporto di Basilea-Mulhouse. Con l’Italia è stato firmato un accordo globale sulla fiscalità. Alla fine dell’anno si è riusciti a risolvere anche la questione dell’imposizione dei frontalieri. Sempre in materia fiscale, in gennaio la Svizzera e il Liechtenstein hanno concluso i negoziati per una nuova convenzione contro le doppie imposizioni. In vista della presidenza austriaca dell’OSCE nel 2017, la Svizzera ha proceduto a uno scambio di conoscen- ze con l’Austria e, nell’ambito di questa organizzazione, ha inoltre deciso di raffor- zare la propria cooperazione con i vicini germanofoni. Per concludere, nel 2015 la partecipazione della Svizzera all’esposizione universale di Milano ha contribuito sensibilmente a intensificare la collaborazione con l’Italia. Politica europea Nel contesto dell’attuazione dell’articolo costituzionale 121a, le relazioni tra la Svizzera e l’UE si sono focalizzate sulla ricerca di una soluzione per la libera circo- lazione delle persone che consenta alla Svizzera di gestire meglio la propria immi- grazione, consolidando e sviluppando la via bilaterale. Nel secondo semestre del 2015, le consultazioni avviate in febbraio con la Commissione europea sulla libera circolazione delle persone si sono intensificate, la struttura negoziale svizzera è stata rafforzata e si sono rilanciate le trattative sulle questioni istituzionali. In dicembre il Consiglio federale ha definito le grandi linee del messaggio sull’attua- zione dell’articolo costituzionale 121a. Ha confermato che la sua priorità rimane quella di raggiungere un’intesa con l’UE sulla libera circolazione delle persone. Una soluzione del genere garantirebbe la certezza del diritto e il mantenimento degli acquis della via bilaterale. Consentirebbe inoltre di estendere l’accordo sulla libera circolazione delle persone alla Croazia, che è una delle condizioni per la partecipazione della Svizzera al programma di ricerca «Horizon 2020» dopo il 2016. In mancanza di una soluzione concertata con l’UE, il Consiglio federale proporrà al Parlamento di prevedere una clausola
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