Parrocchia di San Biagio in Albiano. Inventario dell'archivio storico (1314 - 2011)

a cura di Cooperativa Koinè

Provincia autonoma di . Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici in collaborazione con Archivio Diocesano Tridentino 2011

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati effettuati per incarico e con la direzione della Soprintendenza per i beni librari, archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino; la redazione dell'inventario è stata curata da Ornella Bolognese, Francesca Tecilla, Elena Bertagnolli, Cinzia Groff socie della cooperativa Koinè e ultimata nel giugno 2011.

L'intervento è stato realizzato utilizzando il Sistema informativo degli archivi storici del . Le schede sono state compilate secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006. Relativamente alla descrizione delle singole unità archivistiche sono stati usati i seguenti criteri: - il titolo originale del documento è riportato tra virgolette; - nella trascrizione dei titoli si sono ricondotti all'uso moderno i segni d'interpunzione, i segni diacritici, le lettere maiuscole e minuscole e si sono sciolte le abbreviature; - le ricostruzioni di titoli, di date ed eventuali altre integrazioni sono state indicate tra parentesi quadre; - di ogni unità archivistica si sono indicati gli estremi cronologici, la definizione archivistica e il numero delle carte.

In particolare per i registri:

- in presenza di più titoli originali, si è scelto quello più significativo, specificandone la posizione solo se esso non appare all'esterno; - si è riportata, ove presente, la numerazione originaria per carte o per pagine; se assente si è dato il computo delle carte scritte, facendo seguire al numero l'espressione "non numerate" (n.n.); - la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte viene espressa mediante la locuzione "carte sinistra - destra" (cc. sd); - in presenza di una numerazione non omogenea si è indicato il computo totale delle carte scritte, specificando di seguito, tra parentesi tonde, il tipo di numerazione presente (parziale, varia, imprecisa); - si è indicata tra parentesi la presenza di carte bianche, tranne quelle esistenti in fine registro.

Nelle citazioni, l'unità archivistica è individuata dal nome del , dal nome della serie e dal numero che indica la posizione dell'unità all'interno della serie. Ad ogni unità archivistica è inoltre associata una segnatura, scritta nel margine sinistro in alto e applicata sul pezzo, che indica la collocazione fisica del pezzo all'interno della serie. Questa è costituita da una lettera alfabetica maiuscola diversa per ogni fondo, dal numero corrispondente alla serie, dal numero del pezzo in inventario e, eventualmente, dal numero della busta-contenitore.

Nella descrizione delle unità archivistiche si è fatto ricorso alle seguenti abbreviazioni e sigle: c., cc. carta, carte recto - verso cc. sd carte sinistra - destra, cioè con la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte n., nn. numero, numeri n. n. non numerato/e num. orig. numerazione originale p., pp. pagina, pagine s.d. senza data tit. dorso titolo dorso tit. int. titolo interno

ADT Archivio Diocesano Tridentino

Alla fine dell'inventario si trovano indici relativi a: persone, toponimi, istituzioni e cose notevoli. Ad ogni lemma dell'indice sono associati i numeri che indicano la posizione del lemma stesso nell'inventario; tali numeri sono collocati tra parentesi tonde, accanto alle introduzioni e alle unità archivistiche, in alto a destra. Le voci dell'indice si riferiscono esclusivamente a quanto riportato nel presente inventario, senza ulteriori ricerche e approfondimenti critici.

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Sommario

Parrocchia di San Biagio in Albiano, 1314 - 2011……………………………………………………………………...7

Cappellania di San Biagio ...... 9 Curazia di San Biagio ...... 12 Parrocchia di San Biagio ...... 15 Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, 1314 - 2010...... 18 Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, 1665 - 1765 ...... 20 Registri dei nati e battezzati, 1765 - 1966 ...... 22 Registri dei matrimoni e dei morti, 1765 - 1807 ...... 24 Registri dei matrimoni, 1806 - 1962 ...... 25 Registri dei morti, 1805 - 2011 ...... 27 Registri dei comunicati, 1912 - 1923 ...... 29 Registri dei cresimati, 1825 - 2010 ...... 30 Stati delle anime, 1857 - 1968 ...... 31 Registri degli sponsali, 1908 - 1935 ...... 33 Atti matrimoniali, 1811 - 1962 ...... 34 Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti fuori parrocchia, 1900 - 1921 ...... 36 Carteggio e atti attinenti all'anagrafe, 1859 - 1963 ...... 37 Diari delle messe avventizie, 1835 - 1965 ...... 38 Diari personali delle messe, 1919 - 1930 ...... 40 Registri dei legati, [1811] - 1895 ...... 41 Registri degli adempimenti degli oneri missari, 1913 - 1968 ...... 42 Registri dei capitali, 1889 - 1936 ...... 43 Urbari generali, 1901 - 1968 ...... 44 Registri delle elemosine e delle offerte, 1933 - 1974 ...... 45 Registri degli iscritti ad associazioni e opere pie, 1827 - 1953 ...... 46 Registri di cassa dell'oratorio parrocchiale, [1938] - 1968 ...... 48 Carteggio e atti, 1314 - 1968 ...... 49 Protocolli degli esibiti, 1909 - 1968 ...... 58 Registri delle pubblicazioni e degli avvisi, 1923 - 1961 ...... 59 Direttori delle sacre funzioni, sec. XX primo quarto ...... 62

Beneficio parrocchiale di San Biagio ...... 63 Beneficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, 1552 - 1969...... 66 Urbari, 1552 - 1751 ...... 67 Partitari, 1918 - 1969 ...... 68 Carteggio e atti, 1750 - 1941 ...... 69

Chiesa di San Biagio ...... 70 Chiesa di San Biagio in Albiano, 1572 (copia) - 1969...... 74 Registri di amministrazione, 1572 - 1942 ...... 75 Registri delle locazioni, 1735 - 1785 ...... 77 Urbari, secolo XIX prima metà - 1857 ...... 78 Registri di cassa, 1825 - 1969 ...... 79 Registri delle elemosine e delle offerte, 1934 - 1968 ...... 80 Resoconti, 1844 - 1967 ...... 81 Carteggio e atti, 1828 - 1945 ...... 83

Chiesa di San Romedio ...... 85 Chiesa di San Romedio in Barco, 1746 - 1968 ...... 86 Registri delle rese di conto, 1746 - 1968 ...... 87 Resoconti, 1910 - 1967 ...... 88

Causa pia Filippi ...... 89 Causa pia Filippi in Albiano, 1843 - 1952...... 91 Registri degli alberi genealogici, [1855] - 1910 ...... 92 Resoconti, 1881 - 1927 ...... 93 Carteggio e atti, 1843 - 1952 ...... 94 3

Partitari, 1886 novembre 11 - 1910 gennaio 17 ...... 95 Registri di cassa, 1886 - 1911 ...... 96

Beneficio Filippi ...... 97 Beneficio Filippi in Albiano, 1843 (copia) - 1946...... 98 Partitari, 1886 - 1910 ...... 99 Resoconti, 1882 - 1908 ...... 100 Carteggio e atti, 1843 (copia) - 1946 ...... 101 Registri di cassa, 1886 - 1910 ...... 102

Fondo Gilli per i poveri ...... 103 Fondo Gilli per i poveri in Albiano, 1888 - 1931 ...... 104 Resoconti, 1883 - 1918 ...... 105 Carteggio e atti, 1883 - 1931 ...... 106

Stipendio Pisetta ...... 107 Stipendio Pisetta in Albiano, 1825 - 1916...... 108 Carteggio e atti, 1825 - 1916 ...... 109

Confraternita del Santissimo Sacramento ...... 110 Confraternita del Santissimo Sacramento in Albiano, 1728 - 1968...... 112 Registri delle rese di conto, 1728 - 1968 ...... 113 Registri di amministrazione, 1825 - 1947 ...... 114 Carteggio e atti, 1880 - 1918 ...... 115

Scuola materna San Pio X ...... 116 Scuola materna San Pio X di Albiano, 1914 - 1963...... 118 Registri dei verbali delle riunioni, 1914 - 1925 ...... 119 Registri di amministrazione, 1926 - 1961 ...... 120 Carteggio e atti, 1921 - 1963 ...... 122

Comunità di Albiano ...... 123 Documentazione dell'archivio della Comunità di Albiano, [1550] - 1803...... 130 Estimi, [1550 - 1765] ...... 131 Statuti, 1803 ...... 133 Atti di cause, 1744 - 1773 ...... 134

Comune di Albiano ...... 136 Documentazione dell'archivio del di Albiano, 1811 - 1815 ...... 143 Registri dello stato civile, 1811 - 1815 ...... 144 Carteggio e atti, [1912] ...... 145

Scuola popolare di Barco (Albiano) ...... 146 Documentazione dell'archivio della scuola popolare di Barco, 1882 - 1886 ...... 147 Matricole scolastiche, 1882 - 1886 ...... 148

Congregazione di carità ...... 149 Documentazione dell'archivio della Congregazione di Carità di Albiano, 1849 - 1902...... 151 Carteggio e atti, [1849] - 1902 ...... 152

Avi Guido ...... 153 Documentazione dell'archivio privato di don Guido Avi, 1938 - 1942...... 154 Lezioni, 1938 - [1942] ...... 155

Indici ...... 156

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Albero dei soggetti produttori

Cappellania di San Biagio, Albiano, sec. XIV - 1666 agosto 2 Successori: Curazia di San Biagio, Albiano, 1666 agosto 3 - 1767 giugno 21 Parrocchia di San Biagio, Albiano, 1767 giugno 22 -

Curazia di San Biagio, Albiano, 1666 agosto 3 - 1767 giugno 21 Predecessori: Cappellania di San Biagio, Albiano, sec. XIV - 1666 agosto 2 Successori: Parrocchia di San Biagio, Albiano, 1767 giugno 22 -

Parrocchia di San Biagio, Albiano, 1767 giugno 22 - Predecessori: Curazia di San Biagio, Albiano, 1666 agosto 3 - 1767 giugno 21 Cappellania di San Biagio, Albiano, sec. XIV - 1666 agosto 2 Assorbe : Chiesa di San Biagio, Albiano, secolo XII prima metà - 1987 gennaio 24

Beneficio parrocchiale di San Biagio, Albiano, sec. XIV - 1987 gennaio 24

Chiesa di San Biagio, Albiano, secolo XII prima metà - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di San Biagio, Albiano, 1767 giugno 22 -

Chiesa di San Romedio, Barco (Albiano), 1746 - ante 1987

Causa pia Filippi, Albiano, 1843 - [1952]

Beneficio Filippi, Albiano, 1843 - [1946]

Fondo Gilli per i poveri, Albiano, 1883 - 1931 aprile 27 E' assorbito da : Congregazione di carità di Albiano, Albiano, 1923 settembre 9 - 1937 giugno 30

Stipendio Pisetta, Albiano, 1704 giugno 15 - [1916]

Confraternita del Santissimo Sacramento, Albiano, 1728 - ante 2004

Scuola materna San Pio X, Albiano, 1926 maggio 26 -

Comunità di Albiano, Albiano, sec. XIV-1810 [agosto 31] Successori: Comune di Albiano, Albiano, 1810 [settembre 1] - 1817 dicembre 31 Comune di Albiano, Albiano, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12 Comune di Albiano, Albiano, 1923 gennaio 13 -

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Comune di Albiano, Albiano, 1810 [settembre 1] - 1817 dicembre 31 Predecessori: Comunità di Albiano, Albiano, sec. XIV-1810 [agosto 31] Successori: Comune di Albiano, Albiano, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12 Comune di Albiano, Albiano, 1923 gennaio 13 - Assorbe : Comunità di , Fornace, sec. XIII - 1810

Scuola popolare di Barco, Barco (Albiano), sec. [XIX] - 1924

Congregazione di carità, Albiano, 1811 febbraio 15 - 1923 [settembre 8] Successori: Congregazione di carità di Albiano, Albiano, 1923 settembre 9 - 1937 giugno 30 Ente comunale di assistenza di Albiano, Albiano, 1937 luglio 1 - 1993 luglio 1

Avi Guido, Pergine, 1918 febbraio 14 -

6 superfondo Parrocchia di San Biagio in Albiano, 1314 - 2011 {1}

registri 100, volumi 13, quaderni 9, fascicoli 41; metri lineari 6.0

Storia archivistica L'archivio parrocchiale di Albiano era conservato al momento del presente riordino presso la canonica abitata dal parroco. Fonti storiche riferiscono che tra il 1470-1475 la canonica andò distrutta a causa di un incendio e con essa bruciarono tutti gli atti comprovanti i diritti di Albiano e della sua chiesa (1). La documentazione presente in archivio risulta non essere mai stata oggetto di particolare sistemazione, ad esclusione di una parte del carteggio raccolto in volumi che caratterizza un po' la fisionomia di questo archivio. Il documento più antico custodito in archivio risale al 1314 e si trova legato in un volume, mentre la prima registrazione anagrafica è relativa ad un matrimonio celebrato il 18 agosto 1665. Negli anni dal 1856 in poi il parroco Giovanni Battista Weber, cultore di storia antica e locale, scrisse una cronaca della parrocchia (2) per la quale consultò l'archivio; è presumibile pensare che in quell'occasione don Weber abbia predisposto la creazione dei volumi e la rilegatura dei registri: la grafia del sacerdote è riconoscibile sulle etichette che riportano le titolazioni. Presso l'archivio parrocchiale è conservata anche documentazione relativa alla comunità e al comune di Albiano; a questo proposito è utile ricordare che nel 1803 fu disposto che i registri delle delibere e dei conti comunali si dovessero custodire nella "cassa comunale esistente in chiesa" (3): si riteneva infatti che il luogo sacro garantisse la sicurezza.

Lingua Italiano; latino; tedesco

Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Albiano ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari". Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'ordinamento poiché non è stato possibile ricostruirne uno preesistente, si sono individuate le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua diretta o indiretta responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio Diocesano Tridentino e con il referente della Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento.

Condizioni di accesso 7

In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. La consultazione di documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, è regolata in termini di legge statale (D. L. 30/6/03 n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali") richiamata dal "Testo unico provinciale dei Beni Culturali" (L. P. n. 1/2003). Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio Diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso, sentito il parere e avuto il consenso dell'incaricato diocesano per gli archivi parrocchiali. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, pp. 15-16

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda CASETTI A., Storia documentata di Albiano, centro della zona del porfido, Trento, 1986 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961

Note (1) Cfr. CASETTI A., Storia di Albiano, pagg. 139-140. (2) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Registri dei cresimati, reg. 1 (capovolgendo il registro). (3) Cfr. Documentazione dell'archivio della Comunità di Albiano, Statuti, reg. 1.

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Ente Cappellania di San Biagio {2} sec. XIV - 1666 agosto 2

Luoghi Albiano (TN)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, 01/01/1314 - 31/12/2010

Storia Albiano era compresa ecclesiasticamente nella pieve di Cembra, pieve tra le più antiche del Trentino (1). La prima cappella di Albiano, dedicata ai santi Biagio e Antonio abate, era annessa ad un antico ospizio per viandanti e risaliva alla prima metà del XII secolo; una seconda cappella fu costruita nei primi decenni del Trecento dagli uomini di Albiano. Fonti scritte del XIV secolo documentano la presenza in Albiano di una cappella dedicata a San Biagio, compresa nella pieve di Santa Maria di Cembra, obbligata a corrispondere alla chiesa pievana una quota annua per il contributo alle spese di culto (2). Il servizio religioso in tutti i paesi veniva fornito dalla sede pievana, ma per adempiere ai bisogni spirituali degli abitanti delle varie parti della valle il pievano non poteva fare a meno della collaborazione di alcuni sacerdoti che celebravano le sacre funzioni nelle singole cappelle della valle (3). A questo proposito sembra che Albiano avesse il proprio cappellano, scelto dagli uomini della comunità e confermato dal pievano di Cembra. Nel 1376, a difesa di questo diritto, il popolo di Albiano si schierò contro i rappresentanti del vescovo di Trento poiché, in seguito alla morte del cappellano Giovanni, il 26 agosto 1376 il vescovo aveva conferito la cappella di San Biagio al sacerdote Nicolò da Padova e lo aveva investito di tutti i diritti. Il giorno della sua immissione in possesso gli uomini di Albiano bloccarono l'accesso alla chiesa e per tale atto furono obbligati a comparire davanti al vescovo per dimostrare i propri diritti. Venne chiarita la buona fede della gente di Albiano, la cui opposizione aveva in verità carattere civile, non religioso: essi volevano difendere i diritti della comunità che si era costruita la cappella, ma non mettevano in discussione l'autorità ecclesiastica e riconoscevano la superiorità del pievano di Cembra. Sembra comunque che il cappellano Nicolò rassegnasse dopo pochi giorni il suo incarico. Albiano aveva goduto di speciali diritti nei confronti della pieve di Cembra in quanto sede di un ospizio e di un monastero dotato di esenzioni e di immunità da parte dei vescovi di Trento (4). La cappella di San Biagio aveva i diritti dell'Eucarestia, del battesimo e del cimitero; gli uomini di Albiano avevano il diritto di eleggere il proprio cappellano, e per tale diritto versavano al pievano un tributo annuo. Nel 1520 si presentò una nuova occasione di scontro con l'autorità ecclesiastica, in questo caso contro il pievano. In seguito alla morte del cappellano, che era stato nominato dal pievano di Cembra, gli uomini di Albiano vollero presentare un proprio sacerdote, ma il pievano si oppose. La vertenza si aggravò quando l'anno successivo il nuovo pievano promosse la nomina di un sacerdote non gradito alla comunità, che nel frattempo ne aveva eletto un altro. Entrambe le parti furono chiamate per provare e far valere i propri diritti; nell'ottobre 1521 il sindaco della comunità di Albiano e il pievano di Cembra esposero al vescovo le proprie ragioni, ma la lite si protrasse fino al 1524 quando il vicario generale per gli affari spirituali di Trento il 3 agosto emise la sentenza con la quale si riconosceva agli uomini di 9

Albiano il diritto di patronato sulla cappella (5). Il pievano ricorse però in appello ottenendo esito positivo e la questione tornò al punto di partenza. Il 3 settembre 1528 il vicario generale in affari spirituali concluse un accordo tra il pievano di Cembra e gli uomini di Albiano: il diritto di elezione e presentazione del cappellano sarebbe stato esercitato da entrambi, alternativamente (6). In segno di rispetto la prima elezione spettò al pievano. Intanto si era conclusa la costruzione della nuova chiesa. Negli anni che seguirono immediatamente la transazione, altre vertenze offrirono occasione per dimostrare i diritti dei cappellani su beni e proventi e sull'esercizio della cura d'anime e durante la visita pastorale del 1537 gli stessi visitatori dichiararono che il cappellano di Albiano teneva e amministrava tutti i sacramenti (7). I cappellani di Albiano risiedevano quindi in canonica, avevano diritto a parte delle decime, amministravano tutti i sacramenti ed esercitavano la cura d'anime proprio come i parroci, e pur non avendone titolo spesso si appellavano tali. La tenuta dei registri da parte dei cappellani di Albiano comincia nel 1665: la prima registrazione è relativa ad un matrimonio celebrato il 18 agosto nella chiesa di San Biagio da don Francesco Pisetta, che si definisce "rector huius ecclesiae parochialis Sancti Blasii Albiani" (8); la prima registrazione di morte è del 10 ottobre e qui don Pisetta si scrive "parocho" del luogo (Albiano) nel cui cimitero avviene la sepoltura (9). Il pievano di Cembra che vedeva minacciata la sua autorità e rivendicava i propri diritti, pretendeva dal cappellano di Albiano il rispetto degli obblighi connessi alla gerarchia; si appellò all'autorità vescovile che con una sentenza emanata il 3 agosto 1666 decretò che il cappellano di Albiano potesse chiamarsi soltanto "curato" e che pertanto fosse tenuto a rispettare i suoi obblighi verso la parrocchiale (10). Albiano era perciò ufficialmente una curazia.

ELENCO DEI CAPPELLANI (11)

1338 presbiter Johannes 1376 Nicolò da Padova 1473 presbiter Simon 1490-1520 presbiter Nicolaus 1521 presbiter Baptista 1522-1525 presbiter Johannes Baptista 1526-1534 presbiter Franciscus 1534-1536 presbiter Donatus de Doriis 1536 presbiter Simon de Galvagnis 1552-1570 Baldessare Chemel 1570-1599 Tommaso Frizzera 1599-1619 Panfilo Boldrini 1620-1646 Biagio Zambaldi 1646-1661 Bartolomeo Bugna 1661-1667 Francesco Pisetta

Contesto generale Diocesi di Trento

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Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia CASETTI A., Storia documentata di Albiano, centro della zona del porfido, Trento, 1986 CURZEL E., Chiese trentine. Ricerche storiche su territori, persone e istituzioni, Biblioteca dei quaderni di storia religiosa, Verona, 2005

Note (1) Cfr. Parrocchia di Santa Maria Assunta in Cembra. Inventario dell'archivio storico, a cura di Cooperativa Koinè, ottobre 2009, P.A.T., Soprintendenza per i beni librari e archivistici. (2) Cfr. A. CASETTI, Storia documentata di Albiano, centro della zona del porfido, pp. 33-34,48. (3) E' il caso delle cosiddette cappellanie "esposte" il cui cappellano è un prete distaccato permanentemente dal parroco presso una cappella detta anche "espositura". (4) Ibidem, pp. 26-30; cfr. Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Carteggio e atti, vol. 1 (perg. 1314). (5) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Carteggio e atti, vol. 1 (perg. 1525). (6) Ibidem, cc. 126-129. (7) Cfr. ADT, Atti visitali, 1, c. 121. (8) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, reg. 1, p. 1 (parte relativa ai matrimoni). Don Francesco Pisetta di Albiano fu nominato il 18 novembre 1661 e resse la cappellania fino al 30 giugno 1667. (9) Ibidem, p. 1 (parte relativa ai morti). (10) Cfr. ADT, Atti civili, XXII, n. 517, c. 6. Tra gli obblighi quello di recarsi ogni anno nella chiesa arcipretale di Cembra in occasione della festa di San Pietro e celebrare la messa mattutina, recarsi alle processioni con i vessilli della chiesa pievana, recarsi a Cembra di persona per levare gli oli santi, ecc., cfr. Parrocchia di Santa Maria Assunta in Cembra, Beneficio parrocchiale di Santa Maria Assunta in Cembra, Urbari, reg. 1, pp. 247-254. Inventario dell'archivio storico, a cura di Cooperativa Koinè, ottobre 2009, P.A.T., Soprintendenza per i beni librari e archivistici. (11) Cfr. A. CASETTI, Storia di Albiano, op. cit., p. 473.

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Ente Curazia di San Biagio {3} 1666 agosto 3 - 1767 giugno 21

Luoghi Albiano (TN)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, 01/01/1314 - 31/12/2010

Storia Con la sentenza emanata il 3 agosto 1666 il cappellano di Albiano venne ufficialmente definito "curato": pertanto da questa data si può dare inizio all'attività della curazia di Albiano. Il rispetto degli obblighi verso la chiesa pievana fu per secoli l'annosa questione mai risolta: il curato, don Francesco Pisetta, si oppose alle richieste dell'arciprete e ricorse in appello. La nuova sentenza giunse il 7 luglio 1667, pochi giorni dopo la morte di don Pisetta (1); essa non cambiò di molto la situazione, ma il curato di Albiano ottenne la facoltà di ricevere la resa dei conti del sindaco della chiesa di San Biagio, da lui stesso nominato, e l'esonero dal recarsi a Cembra nel giorno del Corpus Domini. I sacerdoti che seguirono nella cura d'anime continuarono a registrare il proprio nome appellandosi spesso con il titolo di "parroco" e definendo la chiesa di Albiano "parrocchiale", segno ormai di una situazione definitivamente acquisita o considerata tale. In più occasioni anche i rappresentanti della comunità avevano espresso la propria insofferenza nei confronti di Cembra che, situata nella Contea del Tirolo, era considerata terra di stranieri; Albiano, compresa nel territorio del Principato vescovile di Trento, mal tollerava sottostare politicamente e spiritualmente a gente estranea. L'8 luglio 1724 fu nominato curato don Giovanni Aliprando Tomasi (2) che si trovò dopo pochi mesi a promuovere una causa contro il pievano, che voleva vietare al curato di sottoscriversi "parroco", voleva obbligarlo a prendere gli oli santi a Cembra e a concorrere con le sue decime ad alcune spese della parrocchiale. Don Tomasi era una persona colta e istruita, capace di far valere le proprie ragioni e il 25 novembre 1747 ottenne dal vescovo il titolo di parroco, per sé e i suoi successori. Condusse ricerche e procurò testimonianze atte a dimostrare la particolare situazione di Albiano e nel 1753 espose i risultati alle autorità competenti. Egli dimostrò che Albiano già nel 1566 pagava alla Cattedrale un tributo per i primi frutti, il cosiddetto "cattedratico" segno di "parrocchialità"; che il suo sacerdote aveva la giurisdizione dell'Eucarestia, riceveva personalmente dalla Cattedrale gli oli santi, godeva di decime e novali, aveva il diritto di ricevere i conti delle sue chiese e confraternite e conferiva il giuramento ai rispettivi sindaci, rendeva la professione di fede richiesta ai soli parroci e che l'immissione in possesso gli veniva data dal delegato vescovile e non dal pievano; i matrimoni celebrati in Albiano non venivano pubblicati a Cembra e gli abitanti non erano mai andati in processione a Cembra; la chiesa di Albiano non aveva mai contribuito alle spese di riparazione della chiesa pievana (3). Il vicario generale nel settembre del 1759 decise che il curato di Albiano potesse esercitare liberamente le sue funzioni e che Albiano pagasse una volta per sempre a Cembra la somma di 400 fiorini. La decisione non soddisfece le parti, ma con l'elezione del nuovo sacerdote, don Pietro Antonio Giovannini (4), si riaprì il dialogo e la vertenza si avviò alla conclusione.

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Il 13 maggio 1767 furono formulate le clausole per l'elevazione di Albiano in parrocchia. Le condizioni penalizzavano Albiano soprattutto dal punto di vista economico, poiché doveva sborsare un capitale abbastanza consistente per rimborsare la chiesa di Cembra. Inoltre rimase invariato il diritto di nomina e presentazione del parroco di Albiano, riservato alternativamente al pievano e alla comunità di Albiano. L'atto conclusivo si svolse il 22 giugno.

ELENCO DEI CURATI

1667-1668 Simone de Barbi 1669-1672 Paolo Zuccali 1672-1693 Bono de Bonis 1693-1723 Graziadio Peterlini 1724-1764 Giovanni Aliprando de Tomasi

Funzioni, occupazioni e attività Con il termine "curazia" si vuole indicare un luogo o un territorio determinato, con chiesa propria, situata all'interno dei confini della parrocchia, sottratta parzialmente alla giurisdizione del parroco e affidata a un curato. La curazia poteva essere, in relazione alla parrocchia d'origine, completamente o parzialmente dipendente, o indipendente a seconda delle concessioni ottenute a mano a mano dall'autorità ecclesiastica e civile. Nei territori soggetti alla giurisdizione austriaca venivano riconosciute come indipendenti quelle sole stazioni di cura d'anime delle quali si poteva comprovare l'erezione a cura indipendente con il beneplacito dello Stato. I sacerdoti che ambivano all'assegnazione del beneficio curaziale dovevano sostenere gli esami di concorso indetti dall'Ordinariato. Il curato era tenuto a celebrare la messa "pro populo" ed era autorizzato a tenere, senza delegazione parrocchiale, i registri di battesimo, matrimonio e morte. Nel Tirolo tuttavia si ebbero curazie erette anche senza la presenza di tutti gli elementi descritti sopra. Tra le due guerre mondiali la maggior parte delle curazie presenti sul territorio tridentino ottennero l'elevazione a parrocchia e il sistema curaziale fu abolito completamente in seguito al Concordato del 1984.

Contesto generale Diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Atti visitali ADT, Atti civili Bibliografia CASETTI A., Storia documentata di Albiano, centro della zona del porfido, Trento, 1986

Note (1) Cfr. ADT, Atti civili, vol. XXII, n. 517, cc. 7-8. Il curato Francesco Pisetta morì il 30 giugno 1667. (2) Curato di Albiano dall'8 luglio 1724 al 10 novembre 1764. (3) ADT, Atti civili, vol. XXII, n. 517, c. 72.

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(4) Il sacerdote era parente del pievano; fu eletto nel febbraio 1765 e come primo parroco di Albiano resse la parrocchia fino al 1809.

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Ente Parrocchia di San Biagio {4} 1767 giugno 22 -

Luoghi Albiano (TN)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, 01/01/1314 - 31/12/2010

Storia Il 22 giugno 1767 nel Castello del Buonconsiglio di Trento fu firmato l'accordo con il pievano di Cembra per il riconoscimento della parrocchia di Albiano (1). Il diritto di patronato non subì sostanziali modifiche (spettava alternativamente al pievano di Cembra e alla comunità di Albiano), ma si impose una maggiore vigilanza e ingerenza da parte della Curia vescovile di Trento. L'8 marzo 1928 il vescovo Celestino Endrici elevò in arcipretura la parrocchia di San Biagio ed estese l'onoreficenza ai suoi parroci. Il titolo andava quindi a riconoscimento dell'importanza della cura d'anime di Albiano e dell'opera che il parroco don Luigi Albasini stava svolgendo per l'ampliamento della chiesa parrocchiale (2). Il diritto di patronato era stato per secoli difeso dalla popolazione di Albiano, che vi rinunciò alla morte dell'amato don Albasini, deceduto prematuramente il 25 ottobre 1933. Il 9 novembre il popolo di Albiano cedette al vescovo di Trento tale diritto e il 3 febbraio 1934 don Fiorello Ferrari, nominato e presentato dal vescovo, prese possesso della parrocchia. Il parroco di Cembra esercitò il diritto di presentazione per l'ultima volta nel 1944 e nella stessa occasione si rese disponibile alla rinuncia. Don Virginio Lorenzi fu l'ultimo parroco di Albiano ad essere presentato da Cembra: si chiudeva così una tradizione secolare che aveva dato occasione di innumerevoli contese. La parrocchia comprende attualmente le località di Barco di Sopra (con la chiesa di San Romedio) e Barco di Sotto. Albiano rimase sotto la giurisdizione del decanato di Cembra fino al 1809; con decreto vescovile del 4 agosto 1809 la parrocchia di Albiano fu staccata da Cembra e unita al neo istituito decanato di (attualmente decanato di Civezzano e Piné).

In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD. MM. del 21 marzo e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta Ufficiale il 24 gennaio 1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 la parrocchia di San Biagio di Albiano è stata dichiarata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n. 185).

ELENCO DEI PARROCI

1765-1809 Pietro Antonio Giovannini 1811-1855 Paolino Villotti 15

1855-1864 Giovanni Battista Weber 1865-1880 Francesco Giuliani 1880-1885 Giovanni Battista Minati 1886-1910 Federico Anzelini 1910-1923 Giuseppe Vaia 1923-1933 Luigi Albasini 1934-1944 Fiorello Ferrari 1944-1968 Virginio Lorenzi 1968-1975 Guido Avi 1975-1984 Bruno Bombarda 1984-1996 Luigi Benedetti 1997-2009 Lino Fronza 2009- Stefano Zeni

Funzioni, occupazioni e attività Il termine "parrocchia" (3) deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale. Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto".

Contesto generale Diocesi di Trento

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Fonti normative Codice di diritto canonico Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia CASETTI A., Storia documentata di Albiano, centro della zona del porfido, Trento, 1986

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Carteggio e atti, vol. 4, cc. 30-49. (2) Cfr. Chiesa di San Biagio in Albiano, introduzione al soggetto. (3) Le presenti notizie informative sono da ritenersi generali e non esaustive. Per un approfondimento e una bibliografia articolata si rimanda alla voce corrispondente dell'"Enciclopedia del diritto", Giuffré, Varese, 1958-1995.

17 fondo A Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, 1314 - 2010 {5}

registri 64, volumi 11, quaderni 4, fascicoli 19

Soggetti produttori Parrocchia di San Biagio, 1767 giugno 22 - Cappellania di San Biagio, sec. XIV - 1666 agosto 2 Curazia di San Biagio, 1666 agosto 3 - 1767 giugno 21

Modalità di acquisizione e versamento Il fondo è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali del primo aprile 1994 è stato dichiarato di interesse storico.

Contenuto La documentazione conservata nel fondo è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.

Lingua Italiano; latino; tedesco

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione in quanto l'ente parrocchia è ancora attivo.

Esistenza e localizzazione delle copie Presso l'Archivio Diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale; le registrazioni presso le parrocchie continuano ma con il solo valore ecclesiastico.

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, pp. 15-16

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

Fonti normative 18

Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari Codice di diritto canonico Decreto arcivescovile 10 febbraio 1993, istituzione dell'Archivio Diocesano Tridentino Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11) Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 27 agosto 1993, n. 11704, Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana. Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali. Codice in materia di protezione dei dati personali, D. L. 30 giugno 2003, n. 196

19 serie A 1 Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, 1665 - 1765 {6}

registri 2

Contenuto La serie è formata da due registri sui quali sono annotati i nati e battezzati, i matrimoni e i morti della cura di Albiano. Sul primo registro, redatto in forma discorsiva e in lingua latina, sono riportati i nati e battezzati dal 1669 al 1728 (corrispondente secondo la numerazione ordinale al vol. I dei nati); i matrimoni celebrati dal 1665 al 1728 (corrispondente al vol. I dei matrimoni); i morti dal 1665 al 1728 (corrispondente al vol. I dei morti). Il registro non è corredato da indici. Le registrazioni del secondo registro, redatte in forma discorsiva e in lingua italiana, sono relative ai nati e battezzati dal 1729 al 1765 (corrispondente secondo la numerazione ordinale al vol. II dei nati); ai matrimoni celebrati dal 1729 al 1765 (corrispondente al vol. II dei matrimoni); i morti dal 1729 al 1765 (corrispondente al vol. II dei morti). Il registro è corredato da indici alfabetici sciolti. Per quanto riguarda la rilevazione degli estremi cronologici dei registri dei nati e battezzati si specifica che viene sempre segnalata come prima data quella riferita alla nascita e come ultima quella riferita al battesimo.

Per un'introduzione generale alle serie (nati, matrimoni, morti) si vedano le serie corrispondenti.

A 1.1 {7} "I. Registro nati, matrimoni, morti. Nati dall'anno 1669 sino all'anno 1728. Matrimoni 1665 sino al 1728. Morti 1665 ad 1728" 1665 agosto 18 - 1728 dicembre 30 Altre denominazioni: "I. Nati. Morti. Matrimoni. 1669-1728" (tit. dorso) pp. 1-2, 23-96, 99-104; cc. 105-191: nati e battezzati, 1669 giugno 2-1669 agosto 2; 1670 marzo 25-1687 marzo 20, 1687 settembre 1-1728 dicembre 30; pp. 1-90: matrimoni, 1665 agosto 18-1728 giugno 11; pp. 1-109: morti, 1665 ottobre 10-1728 dicembre 28. Latino Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 104, cc. 105-191; pp. 90; pp. 109 (mancano le pp. 3-22, 97-98 per la parte relativa ai nati)

A 1.2 {8} "II. Nati. Morti. Matrimoni. 17[29]-1[7]65" (tit. dorso) 1729 gennaio 1 - 1765 novembre 18 (con annotazioni del 1767) Altre denominazioni: "In hoc libro continent nomina a me Joanne Aliprando Thomasis parocho Albiani ad maiorem commoditatem ordine alphabetico ea invenies; successor ora pro me. Secundo loco in hoc libro invenies nomina

20 coniugatorum seccessive de anno in annum non eodem ordine quo supra. Tertio loco invenies nomina mortuorum" (tit. int.) pp. 1-217: nati e battezzati, registrazioni a rubrica secondo il nome di battesimo, 1729 gennaio 1-1765 febbraio 22 (con annotazioni del 1767); pp. 1-43: matrimoni, registrazioni in ordine cronologico, 1729 febbraio 21-1765 febbraio 19; pp. 1-96: morti, registrazioni in ordine cronologico, 1729 gennaio 15-1765 febbraio 10; 1765 novembre 18 (1). Latino Registro; carta, legatura in carta, pp. 217, 43, 96, con indici alfabetici sciolti Note (1) Questa registrazione non è presente sul registro dei morti segnato "Libro III", cfr. Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Registri dei matrimoni e dei morti, reg. 1.

21 serie A 2 Registri dei nati e battezzati, 1765 - 1966 {9}

registri 5

Contenuto I registri dei battesimi insieme a quelli dei matrimoni furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili e anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Da quel momento in poi le registrazioni proseguono fino ad oggi con il solo valore ecclesiastico.

La serie è formata da cinque registri, corrispondenti secondo la numerazione ordinale ai voll. III-VII. Il primo registro è redatto in lingua latina e in forma discorsiva, con registrazione delle date di nascita e di battesimo, dei nomi del battezzato, dei suoi genitori, del ministro celebrante e dei padrini. Gli altri registri sono strutturati a tabella prestampata nella quale sono registrati, secondo le disposizioni governative, le generalità del battezzato, "il tempo della nascita" (anno, mese, giorno e ora), il luogo di nascita, il giorno del battesimo, i nomi dei genitori, del ministro battezzante e dei padrini, e la condizione sociale di questi ultimi. Dal 1825 viene riportato inoltre il nome della levatrice (mammana) che ha assistito al parto. Per quanto riguarda la rilevazione degli estremi cronologici si specifica che viene sempre segnalata come prima data quella riferita alla nascita e come ultima quella riferita al battesimo.

A 2.1 {10} "Libro III. Nati-battezzati ab anno 1765 usque ad annum 1807" 1765 marzo 12 - 1807 marzo 7 Altre denominazioni: "III. Nati 1765-1806" (tit. dorso) "In isto libro continentur nomina renatorum ex aqua et Spiritu Sancto id est baptizatorum ab anno reparata salutis 1765 a me p. Petro Antonio Joannini a Sancto Mauro Pinetti conscripta" (tit. int.) 22

Latino Registro; carta, legatura in pelle, pp. 191, con indici alfabetici a rubrica per nome di battesimo e per cognome alla fine n.n.

A 2.2 {11} "Libro IV. Libro dei nati e battezzati dal 1806 fino al 15 giugno 1833" 1806 gennaio 9 - 1833 giugno 16 Altre denominazioni: "IV. Nati 1[80]6-1833" (tit. dorso) Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 178, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n.

A 2.3 {12} "Registro del battesimo. 1833-1871" (tit. dorso) 1833 gennaio 8 - 1871 dicembre 30 Altre denominazioni: "Registro del battesimo" (tit. piatto ant.) Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 126, cc. sd 127-239, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. V

A 2.4 {13} "Registro del battesimo. 1872-1912" (tit. dorso) 1872 gennaio 9 - 1912 dicembre 29 Altre denominazioni: "Registro del battesimo" (tit. piatto ant.) Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 139, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. VI

A 2.5 {14} "Registro dei nati e battezzati dal 1913 al 1966" 1913 gennaio 25 - 1966 novembre 27 Altre denominazioni: "Registro dei nati e battezzati nella parrocchia di Albiano diocesi di Trento dall'anno 1913 al 19**" (tit. int.) Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 201, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. VII

23 serie A 3 Registri dei matrimoni e dei morti, 1765 - 1807 {15}

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale sono annotati i matrimoni e i morti della parrocchia di Albiano. Sul registro, redatto in forma discorsiva e in lingua latina, sono riportati i matrimoni celebrati dal 1765 al 1807 (corrispondente al vol. III dei matrimoni); i morti dal 1765 al 1806 (corrispondente al vol. III dei morti).

A 3.1 {16} "Libro III. Matrimoni primo 1765-1807. Morti 1765-1807" 1765 marzo 13 - 1807 febbraio 9 Altre denominazioni: "III. Morti. Ma[trimoni]. 17[65]-18[0]7" (tit. dorso) "Libro in quo continentur nomina coniugatorum conscripta a me p. Petro Antonio Joannini a Sancto Mauro Pinetti parocho huius ecclesia Sancti Blasii Albiani ab anno 1765. In secondo vero inscripta reperies mortuorum a die 13 martii 1765" (tit. int.) pp. 1-49: matrimoni, 1765 aprile 30-1807 febbraio 9; pp. 1-123: morti, 1765 marzo 13-1806 settembre 18 (1). Latino Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 49, 123, con indici alfabetici alla fine di ogni parte Note (1) Alla fine dell'indice alfabetico il compilatore precisa che "l'epoca segnata per la morte riguarda piuttosto il giorno della sepoltura".

24 serie A 4 Registri dei matrimoni, 1806 - 1962 {17}

registri 6

Contenuto I registri dei matrimoni, insieme a quelli dei battesimi, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri dei matrimoni infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, i riti civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri anagrafici.

La serie è formata da sei registri corrispondenti secondo la numerazione ordinale ai voll. IV-IX dei matrimoni. I primi quattro registri sono strutturati a tabella prestampata e riportano, secondo le disposizioni governative, la data del matrimonio, le generalità degli sposi, del ministro celebrante, dei testimoni e la condizione sociale di questi ultimi. I due ultimi registri sono compilati secondo le norme concordatarie.

A 4.1 {18} "Libro IV. Matrimoni dall'anno 1806-1833" 1806 febbraio 5 (1) - 1833 agosto 23 Alle pp. 76-85, 94-97: consensi paterni al matrimonio, 1819 gennaio 31-1833 aprile 27. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 97 (bianche le pp. 59-75, 86-93), con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n.

25

Note (1) Le registrazioni da 5 febbraio 1806 al 9 febbraio 1807 sono riprese dal registro dei matrimoni identificato "Libro III", cfr. Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Registri dei matrimoni e dei morti, reg. 1.

A 4.2 {19} "Libro V. Libro dei matrimoni della parrocchia di Albiano 1834" 1834 gennaio 8 - 1872 novembre 18 Alle pp. 1-46 e alle lettere A-B dell'indice: consensi paterni al matrimonio, 1834 gennaio 8-1923 gennaio 13. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 78, pp. 46, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A 4.3 {20} "Libro VI. Matrimoni della parochia di Albiano. 1873-1925" 1873 febbraio 8 - 1925 dicembre 21 Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 99, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n.

A 4.4 {21} "Matrimoni dal 1 febbraio 1926 secondo il vecchio rito prima del Concordato" 1926 febbraio 6 - 1929 settembre 28; 1933 dicembre 30 (1) Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. sd 9, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: VII Note (1) Le due registrazioni del 30 dicembre 1933 si trovano anche sul registro successivo: cfr. Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Registri dei matrimoni, reg. 5, nn. 46 e 47.

A 4.5 {22} "Registro degli atti di matrimonio dal 1930 al 1936" 1930 gennaio 25 - 1936 dicembre 26 Altre denominazioni: "Libro dei matrimoni della chiesa parrocchiale di Albiano incominciato il 25 gennaio 1930 chiuso il 26 dicembre 1936" (tit. int.) Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 74, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: VIII

A 4.6 {23} "IX registro. Matrimoni 1937-15.9.1962" 1937 febbraio 11 - 1962 settembre 25 Altre denominazioni: "Libro dei matrimoni dall'anno 1937 all'anno 19**" (tit. int.) Italiano Registro; carta, legatura in mezza pergamena, pp. 202, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

26 serie A 5 Registri dei morti, 1805 - 2011 {24}

registri 3

Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilivano anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Da quel momento in poi le registrazioni proseguono fino ad oggi con il solo valore ecclesiastico.

La serie è formata da tre registri corrispondenti secondo la numerazione ordinale ai voll. IV-VI dei morti. Le registrazioni sono effettuate in lingua italiana sul formulario prestampato dove compare anche la causa del decesso; dal 13 agosto 1923 si trova apposta la firma del medico che attesta la causa della morte.

A 5.1 {25} "Libro IV. Libro dei morti dal 1806 al 1869" 1805 gennaio 11 (1) - 1870 maggio 29 Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 193, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. Note (1) Le registrazioni dall'11 gennaio 1805 al 18 settembre 1806 sono riprese dal registro dei morti segnato "Libro III", cfr. Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Registri dei matrimoni e dei morti, reg. 1.

A 5.2 {26} "V. Registro dei morti della cura parochiale di Albiano" 1870 febbraio 7 (1) - 1958 ottobre 24

27

Alle pp. 245-247: memoria della morte e dell'operato dell'arciprete Luigi Albasini scritta dal vicario parrocchiale Alfonso Bolognani, parroco di Vigo , 1933 [ottobre 27]. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 318, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. Note (1) Le registrazioni dal 7 febbraio al 29 maggio 1870 sono riprese dal precedente registro: cfr. Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Registri dei morti, reg. 1.

A 5.3 {27} "VI. registro dei morti dall'anno 1959 al 19**" 1959 gennaio 12 - 2011 marzo 2 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 143, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

28 serie A 6 Registri dei comunicati, 1912 - 1923 {28}

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale sono annotati i nomi dei bambini della parrocchia che hanno ricevuto la Prima Comunione dal 1912 al 1923.

A 6.1 {29} "Catalogo dei comunicati Albiano dal 1912 al 19**" 1912 aprile 11 - 1923 Altre denominazioni: "Registro parrocchiale. Elenco dei comunicati di Albiano" (tit. int.) Incollati al registro: ricordi della comunioni pasquali, 1911-1923. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 5 n.n.

29 serie A 7 Registri dei cresimati, 1825 - 2010 {30}

registri 2

Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilirono anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX.

La serie è formata da due registri sui quali sono annotati i nomi dei ragazzi della parrocchia ai quali è stata impartita la Cresima dal 1825 al 2010. Sul primo registro si trovano importanti memorie scritte dal parroco Giovanni Battista Weber, cultore di storia antica e locale, durante la sua reggenza (1856-1864) e integrate dai successori fino al 1934.

A 7.1 {31} "Cresimati della parrocchia di Albiano anno 1825" (1) 1825 - 1932 Altre denominazioni: "I. Cresimati dal 1825-1933. Urbario. Cronaca Weber" (tit. dorso) "1856 [Cose ri]marchevoli della [parro]chia di Albiano [c]ompilate [dal par]roco don GB Weber" (tit. sul piatto, capovolgendo il reg.) Registro dei cresimati. Capovolgendo il registro: alle pp. 1-72: "Cose rimarchevoli della parrochia di Albiano" scritte da don Giovanni Battista Weber: fassione, inventario, rendite, ecc. del beneficio parrocchiale; memorie relative alla primissaria, allo stipendio Pisetta, alla causa pia Filippi e al beneficio Filippi con relative note patrimoniali e amministrative; alberi genealogici, 1856 gennaio 20-1864 marzo 12; alle pp. 104-150: "Memorie antiche. Documenti (alla rinfusa come capitano alla mano). Tradizioni popolari" scritte da don Weber, 1856 marzo 8-1864; alle pp. 151-153: integrazioni di don Federico Anzelini, don Giuseppe Vaia, don Luigi Albasini e don Fiorello Ferrari, [1886 gennaio 31]-1934 febbraio 2. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 55, pp. 153 (bianche le pp. 72-103) Note (1) Aggiunta posteriore "e stipendio Pisetta".

A 7.2 {32} "Cresimati. Vol II. 1933" 1933 - 2010 maggio 16 Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 89

30 serie A 8 Stati delle anime, 1857 - 1968 {33}

registri 3

Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al parroco di conoscere in modo esatto la composizione, la situazione anagrafica e l'impartizione dei Sacramenti delle famiglie sottoposte alla sua cura al fine di facilitare il suo compito di sacerdote e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi concilii e sinodi ordinarono che durante la Quaresima di ogni anno questi libri venissero aggiornati. Queste disposizioni non furono applicate diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: prima del XIX secolo infatti si sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili. Molti sono i vescovi tridentini che, negli atti delle visite pastorali, richiamano l'attenzione su questa lacuna; ma fu il vescovo Celestino Endrici che in occasione della sua prima visita pastorale nella diocesi stilò un formulario in cui si richiedeva, tra l'altro, e per la prima volta in forma esplicita, di segnalare la presenza in parrocchia degli "Status animarum" o "Anagraphes". Nel 1917 il Codice di diritto canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 174-175 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

A 8.1 {34} "Anagrafe Weber 1857" 1857 - 1860 dicembre 4 Anagrafe compilata dal parroco Giovanni Battista Weber. Registro; carta, legatura in carta, cc. 92 n.n.

A 8.2 {35} "Anagrafe della parochia di Albiano" [1880] - 1936 Altre denominazioni: "Anagrafe incompleta" (tit. dorso) Italiano Registro; carta, legatura in tela, pp. 214, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. e indice delle famiglie sciolto (1). Note (1) Indice compilato il 19 giugno 1912 dal cooperatore don Luigi Todesca.

31

A 8.3 {36} "Anagrafe nuova. 1936" 1936 luglio 22 - 1968 ottobre 6 Altre denominazioni: "Registro di popolazione della parrocchia di Albiano compilato dal sacerdote Ferrari Fiorello arciprete. Albiano, 22 luglio 1936" (tit. int.) All'inizio e alla fine, incollati alle cc. di guardia: ritagli di quotidiani riportanti fatti inerenti ad Albiano, 1948 febbraio 2-1968 luglio 12. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. sd 252, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

32 serie A 9 Registri degli sponsali, 1908 - 1935 {37}

registri 1

Contenuto Papa Pio X nel decreto "Ne temere"(cfr. Foglio diocesano, a. 1908, n. 3) stabilì che dal giorno di Pasqua del 1908 la promessa di matrimonio per essere valida dovesse essere fatta per iscritto, alla presenza del parroco oppure di due testimoni e firmata dai due fidanzati. Tutto questo allo scopo di impedire problemi o controversie che potevano nascere in seguito ad accordi segreti e di evitare litigi o inimicizie tra persone e famiglie. Il decreto era anche in sintonia con il Codice civile austriaco che stabiliva inoltre che la promessa di matrimonio non imponeva alcun obbligo legale nè a contrarre il matrimonio nè a versare quanto era stato pattuito, nel caso uno dei due fidanzati mancasse alla promessa.

A 9.1 {38} "Registro sponsali dal 19 aprile 1908 al ***" 1908 giugno 29 - 1935 novembre 9 Italiano Registro; carta, legatura in tela, cc. 100 n.n., con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

33 serie A 10 Atti matrimoniali, 1811 - 1962 {39}

fascicoli 4

Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Il permesso politico, introdotto nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciato dal Comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'attività o fosse garantito da una paga giornaliera. Ai parroci era vietato benedire i matrimoni di coloro che non lo avessero presentato. In seguito alla legge n. 847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nelle domande da farsi agli sposi secondo il can.1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali.

La serie raccoglie le pratiche matrimoniali dal 1811 al 1962.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888

A 10.1 b. 1 {40} Atti matrimoniali 1811 - 1870 Mancano gli atti relativi agli anni 1813-1815, 1830-1831, 1844, 1856-1860. Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 392 n.n.

A 10.2 b. 2 {41} Atti matrimoniali 1871 - 1903 Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 617 n.n.

A 10.3 b. 3 {42} Atti matrimoniali

34

1904 - 1944 Italiano Fascicolo; carta, cc. 898 n.n.

A 10.4 b. 4 {43} Atti matrimoniali 1945 - 1962 Mancano gli atti relativi agli anni 1955-1960. Italiano Fascicolo; carta, cc. 1099 n.n.

35 serie A 11 Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti fuori parrocchia, {44} 1900 - 1921

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale il parroco ha effettuato le registrazioni relative a nascite e battesimi, a matrimoni e a morti di parrocchiani avvenuti fuori parrocchia secondo le notificazioni ricevute all'ufficio parrocchiale.

A 11.1 {45} "Nati, morti, matrimoni all'estero" 1900 giugno 10 - 1921 maggio 24 (con annotazioni del novembre 1922) - Nati e battezzati all'estero, 1900 giugno 10-1915 settembre (con annotazione del 14 luglio 1916); - morti all'estero, 1912 giugno 17-1919 marzo 28; - matrimoni all'estero, 1908 ottobre 27-1921 maggio 24 (con annotazioni del novembre 1922). Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, con appigli, cc. 5 n.n.

36 serie A 12 Carteggio e atti attinenti all'anagrafe, 1859 - 1963 {46}

fascicoli 2

A 12.1 b. 1 {47} Carteggio e atti 1859 - 1935 Notificazioni di promesse di matrimonio, richieste di dispense e dispense per matrimonio, pubblicazioni matrimoniali, affidamento di esposto, attestazioni di moralità, alberi genealogici, richieste di certificazioni, scioglimento di voti religiosi, elenco di cresimati, ecc. Italiano Fascicolo; carta, cc. 102

A 12.2 b. 1 {48} Nati, matrimoni e morti fuori parrocchia 1873 - 1963 Notificazioni di nascite e battesimi (1874-1961), di matrimoni (1880-1961) e di morti (1873-1955) avvenuti fuori parrocchia. Italiano Fascicolo; carta, cc. 356 n.n.

37 serie A 13 Diari delle messe avventizie, 1835 - 1965 {49}

registri 8

Contenuto L'autorità ecclesiastica predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione. I diari delle messe avventizie, con quelli delle messe legatarie, dovevano essere custoditi in sacrestia, come stabilito da una comunicazione ai decani del 14 agosto 1804 redatta dal vicario generale del vescovo di Trento Simone Albano Zambaiti che riprendeva quanto enunciato nell'enciclica 'Quamvis iterato' del 4 gennaio 1774. Tali disposizioni vennero confermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin nel 1825 (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe avventizie dovevano essere annotati il numero progressivo delle messe celebrate, la data della celebrazione, l'intenzione e il nome del ministro celebrante.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 382-386

A 13.1 {50} "Diarium missarum ecclesiae parochialis Sancti Blasii Albiani ab anno 1836" 1835 settembre 1 - 1842 luglio 19 Latino Registro; carta, legatura in carta, cc. 41 n.n.

A 13.2 {51} "Diarium missarum" 1900 gennaio 1 - 1913 gennaio 12 Latino Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 132 n.n.

A 13.2 bis {52} "Diarium missarum Albiani sacrestia" 1923 luglio 8 - 1935 marzo 5 Latino Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 92 n.n.

A 13.2 ter {53} "Diarium missarum" 1935 marzo 6 - 1944 maggio 6

38

Latino Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 82 n.n.

A 13.3 {54} "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Albiano (San Biagio) ab 7 maggio 1944 ad 31 dicembre 1949" (tit. int.) 1944 maggio 7 - 1949 dicembre 31 Latino Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 79 n.n.

A 13.4 {55} "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Albiano ab 1 gennaio 1950 ad 31 dicembre 1954" (tit. int.) 1950 gennaio 1 - 1954 dicembre 31 Latino Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 74 n.n.

A 13.5 {56} "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Albiano a die 1 gennaio 1955 ad 31 maggio 1960" (tit. int.) 1955 gennaio 1 - 1960 maggio 31 Latino Registro; carta, lagatura in mezza tela, cc. 76 n.n.

A 13.6 {57} "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Albiano a die 1 iunii 1960 ad 13 martii 1965" (tit. int.) 1960 giugno 1 - 1965 marzo 13 Latino Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 71 n.n.

39 serie A 14 Diari personali delle messe, 1919 - 1930 {58}

registri 1

Contenuto L'autorità ecclesiastica predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione. Mentre i primi due diari dovevano essere conservati in sacrestia, il diario personale doveva essere custodito da ogni sacerdote il quale vi annotava tutte le messe che doveva celebrare e quelle celebrate. Tali disposizioni vennero confermate nel 1825 dal decreto diocesano del vescovo di Trento Francesco Saverio Luschin (Cost. dioc. del 1 maggio 1825). In seguito altre circolari aggiornarono le disposizioni del decreto e stabilirono che ogni sacerdote dovesse porre al principio del suo diario una dichiarazione firmata con la quale si obbligava a celebrare le messe di cui si fosse preso carico e a incaricare i suoi eredi, in caso di morte, della soddisfazione delle rimanenti. Fu anche espressamente ordinato che i diari privati dovessero, alla fine di ogni anno, essere riveduti e firmati dal rispettivo parroco per poterne far fede.

La serie è formata da un diario appartenente a don Fiorello Ferrari che fu parroco di Albiano dal 2 febbraio 1934 al 6 aprile 1944.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 382-386

A 14.1 {59} "Diarium missarum tam acceptarum quam persolutarum ad usum sacerdotis Ferrari don Fiorello a Revasio Vallis Anauniae" (tit. int.) 1919 maggio 7 - 1930 gennaio 13 Diario personale di don Fiorello Ferrari. Latino Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 94 n.n.

40 serie A 15 Registri dei legati, [1811] - 1895 {60}

registri 1

A 15.1 {61} "Legati pii" (tit. dorso) [1811 settembre 4] - 1895 febbraio 1 - Disposizioni testamentarie di legati pii temporanei (celebrazioni di messe, distribuzioni di sale) con nota dell'adempimento, [1811 settembre 4]-1895 febbraio 1; - "Messe legatarie perpetue" a carico della chiesa parrocchiale con nota degli adempimenti, [1820]-1857 marzo 15. Alla fine: "Normali pei legati", nota delle disposizioni di legge relative ai legati, [1854 agosto 9-1862]. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 92 n.n.

41 serie A 16 Registri degli adempimenti degli oneri missari, 1913 - 1968 {62}

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale sono annotati gli adempimenti degli oneri missari (dei legati perpetui e temporanei) a carico della chiesa di San Biagio e della chiesa di San Romedio nella frazione di Barco.

A 16.1 {63} "Registro di evidenza delle messe legatarie di Albiano e Barco" 1913 [gennaio] - 1968 agosto 20 (con annotazioni fino al 30 settembre 1968) Registrazioni degli adempimenti degli oneri delle messe legatarie a carico della chiesa parrocchiale e della chiesa di Barco (1). Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. sd 38 Note (1) In data 30 settembre 1968 l'Ordinariato concesse l'affrancazione degli oneri missari antichi gravanti sulla chiesa di Barco.

42 serie A 17 Registri dei capitali, 1889 - 1936 {64}

registri 1

A 17.1 {65} "1. Fondo missioni 2. Fondo quaresimale 3. Fondo poveri Facchini e Baldessari 4. Fondo chiesa nuova" 1889 gennaio 1 - 1936 novembre 19 cc. 1-2: "Fondo missioni", registrazioni degli interessi sui capitali, 1889 gennaio 1-1920 luglio 4; cc. 5-13: "Fondo del predicatore quaresimale", registrazioni degli interessi sui capitali, 1893 novembre 11-1931 settembre 6; cc. 15-17: "Resoconto missioni", resoconti delle missioni (I-VIII) tenute ad Albiano, 1886 agosto 15-1927 agosto 7; cc. 20-27: "Resoconto del Fondo del predicatore quaresimale", 1894-1935 aprile 21; cc. 28-30: "Fondo poveri Facchini", registrazioni degli interessi sui capitali, 1891 luglio 15-1918 novembre 6; cc. 30v-31r: "Fondo poveri Baldessari", registrazioni degli interessi sui capitali, s.d.; cc. 31v-32r: "Prospetto d'incasso degli interessi del Fondo del predicator quaresimale", 1891-1910; cc. 32v-36: "Partitario della chiesa nuova di Albiano e relativo scodirollo", registrazioni delle riscossioni degli interessi sui capitali, 1910-1926 febbraio 21; c. 37v: "Fondo quaresimale", estinzione di un libretto bancario e passaggio del capitale alla chiesa, 1936 novembre 10-novembre 19. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 37 (bianche le cc. 3, 4, 14, 18, 19), con indice delle parti sulla c. di guardia

43 serie A 18 Urbari generali, 1901 - 1968 {66}

registri 3

Vedi anche: Fondo Chiesa di San Romedio in Barco. Fondo Chiesa di San Biagio in Albiano. Fondo Beneficio parrocchiale di San Biagio in Albiano .

A 18.1 {67} "Urbario: beneficio parrocchiale, primissariale, chiesa parrocchiale, quaresimale, missioni, poveri di Albiano, chiesa di Barco. 1900" 1901 gennaio 6 - 1932 agosto 5 Urbario dei capitali e dei fondi dei benefici parrocchiale, primissariale e della chiesa parrocchiale, urbario dei capitali e dei fondi pro chiesa nuova, pro missioni, pro quaresimalista, del fondo poveri e della chiesa di Barco. A metà registro: registrazioni delle entrate pro fondo fabbrica nuova chiesa parrocchiale, 1903 settembre 24-1912 dicembre 29. Italiano Registro; carta, legatura in tela, con appigli, cc. 75 n.n. (num. orig. varia e incompleta), con indice parziale all'inizio

A 18.2 {68} "Chiesa di Albiano, chiesa di Barco, elemosine anime, banchi nuovi" 1934 marzo 25 - 1974 aprile 20 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 97

A 18.3 {69} "Partitario chiesa primissaria" 1935 ottobre 1 - 1968 settembre 25 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, con appigli, pp. 70

44 serie A 19 Registri delle elemosine e delle offerte, 1933 - 1974 {70}

registri 3

Contenuto La serie è formata da tre registri: sul primo sono annotate offerte ed elemosine donate e raccolte a favore di opere cattoliche; sul secondo registro sono annotate le offerte raccolte per erigere una cappella votiva nel cimitero di Albiano, sul terzo offerte generiche alla chiesa.

A 19.1 {71} "Giornate: missionarie, della Carità, assistenza sociale A.C.L.I., Università Sacro Cuore, Opera San Vigilio, emigrati, un pane per amor di Dio, ecc." 1934 marzo 19 - 1974 marzo 11 Elemosine e offerte a favore di opere pontificie, diocesane, cattoliche in genere. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 7, pp. 8-39, con indice delle parti all'inizio n.n.

A 19.2 {72} "Cappella cimitero" 1944 ottobre 15 - 1962 febbraio 15 - Elenchi degli offerenti (1) per la costruzione della cappella votiva, 1945 ottobre 22-1949 gennaio 17; - "Giornale cassa della cappella votiva del cimitero", 1944 ottobre 15-1962 febbraio 15; - tabella dei versamenti effettuati dagli offerenti, s.d. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 47 n.n. Note (1) Le offerte corrispondevano ad un quantitativo di muratura (es.: 10 mq di muratura = 2.000 lire).

A 19.3 {73} Registro delle offerte 1933 agosto 17 - 1933 settembre 7 Italiano Registro; carta, carta, pp. 6

45 serie A 20 Registri degli iscritti ad associazioni e opere pie, 1827 - 1953 {74}

registri 3, quaderni 3

A 20.1 {75} "Pia Unione Sacro Cuor di Gesù" (tit. dorso) 1827 giugno 8 - 1914 Altre denominazioni: "Libro degli aggregati alla pia Unione del Santissimo Cuore di Gesù eretta in questa parrocchia con diploma 20 luglio 1822" Iscritti alla pia unione del Sacro Cuore di Gesù. Capovolgendo il registro: - "Pia unione contro la bestemmia e le imprecazioni istituita nella chiesa parrocchiale di Albiano nell'agosto 1899 e riorganizzata nel giugno 1911", iscritti, [1899-1901]; all'interno del piatto, incollata: richiesta della licenza di istituire la pia unione nella parrocchia di Albiano, con rescritto favorevole, 1899 agosto 1-agosto 2. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 18 n.n.

A 20.2 {76} "Sant'Infanzia Albiano" [1886 - 1911] Elenchi di aggregati all'opera pontificia. Capovolgendo il registro: - annotazioni (cassate) relative alla spedizione in Curia delle elemosine raccolte per opere pontificie e diocesane, con incollate ricevute di versamento, 1886 luglio 9-1908; -"Affigliati alla Società della Croce Rossa in Albiano", elenco di iscritti con annotazione della quota versata, 1886-1890. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 16 n.n.

A 20.3 {77} "Propagazione della Fede. Elenco soci" 1932 - 1937 Iscritti alle opere pontificie Propagazione della Fede, Opera di San Pietro, Opera Sacra Infanzia. Contiene: annotazioni di offerte per i battesimi in occasione delle Giornate missionarie, 1944-1964. Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 14 n.n.

A 20.4 {78} "Azione Cattolica" 1944 - 1948 46

Iscritti nei gruppi femminili e maschili. Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, con appigli, cc. 19 n.n.

A 20.5 {79} "Iscritti alla Confraternita S. Rosario" sec. XX primo quarto - 1953 Elenco degli iscritti nel gruppo "dolorosi" e nel gruppo "gaudiosi". Italiano Registro; carta, legatura in tela, cc. 2 n.n.

A 20.6 {80} "Statuto del coro" 1906 settembre 26 - 1945 febbraio 9 Statuto e verbali delle adunanze della Società corale di Albiano. Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 10 n.n.

47 serie A 21 Registri di cassa dell'oratorio parrocchiale, [1938] - 1968 {81}

registri 1, quaderni 1

Contenuto L'idea di realizzare un oratorio per la gioventù risale al parroco Giuseppe Vaia (1910-1923), ma una costruzione autonoma, adibita a questo unico scopo, non fu mai realizzata. L'oratorio parrocchiale venne sempre ospitato nelle sale dell'edificio della Scuola materna di Albiano.

La serie è formata da un registro e un quaderno sui quali sono annotate dal 1938 al 1968 le entrate (costituite prevalentemente da offerte) e le uscite (dovute prevalentemente a piccole riparazioni e alle spese per le lotterie) dell'oratorio parrocchiale di Albiano.

A 21.1 {82} "Oratorio" [1938] - 1950 giugno 14 Registrazioni di cassa dell'oratorio parrocchiale e della sala riservata ai gruppi di Azione Cattolica. All'inizio: "Legati privati di sante messe", annotazioni, [1909-1910]. Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 15 n.n.

A 21.2 {83} "Oratorio" 1950 luglio 1 - 1968 ottobre 7 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 96

48 serie A 22 Carteggio e atti, 1314 - 1968 {84}

volumi 11, fascicoli 12

Contenuto La serie, formata da 11 volumi e 12 fascicoli, raccoglie documenti relativi a diverse amministrazioni (soprattutto nei volumi) e carteggio prodotto o ricevuto dal parroco di Albiano relativo alla gestione dell'ufficio parrocchiale. Parte del carteggio e degli atti pervenuti al parroco sono stati infatti legati in volumi, ai quali è stata attribuito originariamente un titolo a seconda della tipologia documentaria raccolta: abbiamo perciò tre volumi titolati "Atti diversi" (segnati I, II, III), due volumi titolati "Atti notarili" (segnati II, III), due volumi titolati "Atti e ordinanze civili" (I, s.n.), "Scuole", ecc. Il primo volume della serie raccoglie documenti importanti per la storia della parrocchia e della sua chiesa che datano a partire dal XIV secolo: conferma di privilegi (1314), diritto di eleggere e presentare il curato (1525), contratto per la costruzione della chiesa di San Biagio (1526), convenzione tra Albiano e Cembra per la nomina del curato (1528), ecc. Nel volume "II. Atti notarili ..." si trovano invece importanti documenti relativi al patrimonio e all'amministrazione del beneficio canonicale e della chiesa a partire dal XVII secolo. La raccolta della documentazione secondo questo metodo è da attribuire probabilmente al parroco Giovanni Battista Weber (1855-1864), la cui grafia è riconoscibile su alcune etichette riportanti le titolazioni. Il parroco, cultore di storia antica e di storia locale, aveva "rovistato" tra le carte dell'archivio per stendere la sua "Cronaca" parrocchiale (1) e forse in quell'occasione decise di raccogliere i documenti più importanti al fine di preservarli dalla rovina e dalla dispersione. La serie è quindi così strutturata: all'inizio si trovano i volumi (con la segnalazione, ove possibile, della sequenza ordinale), segue il resto della documentazione inserita in sequenza cronologica.

Vedi anche: Fondo Chiesa di San Romedio in Barco. Fondo Causa pia Filippi in Albiano. Fondo Documentazione dell'archivio del Comune di Albiano. Fondo Beneficio Filippi in Albiano. Fondo Stipendio Pisetta in Albiano. Fondo Documentazione dell'archivio della Comunità di Albiano. Fondo Documentazione dell'archivio della scuola popolare di Barco. Fondo Beneficio parrocchiale di San Biagio in Albiano . Fondo Chiesa di San Biagio in Albiano. Fondo Scuola materna San Pio X di Albiano.

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Registri dei cresimati, reg. 1, alle pp. 1-72, 104-150, capovolgendo il registro.

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A 22.1 b. 1 {85} "I. Atti diversi. Pergamene" (tit. dorso) 1314; 1525 - 1860 cc. 1-44: prospetto delle rendite e degli aggravi della parrocchia di Albiano, livelli del beneficio parrocchiale, ricavi di decime, atti di locazione del beneficio parrocchiale e fassione parrocchiale, 1811-1835; cc. 45-46: frammento di pergamena incollata su carta (cfr. regesto pergamena 1), 1525; cc. 47-49: destinazioni dei cooperatori, esercizi spirituali, 1847-1852; cc. 50-61: elenchi delle famiglie di Albiano e liste delle distribuzioni ai poveri, 1837; cc. 62-69: disposizioni per le elezioni della Dieta provinciale, 1860; c. 70: pergamena incollata su carta (cfr. regesto pergamena 2 ), 1314; cc. 71-119: decime parrocchiali, rendite del beneficio parrocchiale e atti relativi alla gestione del suo patrimonio fondiario, 1574 (copia)-1849; c. 120: diffida di pagamento spettante alla chiesa, 1689; c. 121: convenzione per il taglio dell'erba del cimitero, 1849; cc. 122-123: disposizioni per la concorrenza alle spese di opere pubbliche, 1574 (copia); cc. 124-125: contratto stipulato tra il comune di Albiano e il maestro muratore Michele da Gardena per la costruzione della chiesa di San Biagio, [1526]; cc. 126-129: convenzione tra Albiano e Cembra per la nomina del curato di Albiano, 1528 settembre 3 (copia); cc. 130-137: notizie storiche sulla presenza di Templari in Albiano, [sec. XVII]; cc. 138-140: atti di nomina del curato da parte della comunità, 1668, 1693; c. 141: memorie relative ai confini con la montagna di , 1698, 1771; cc. 142-143: supplica della comunità di Albiano al magistrato di Trento per il trasporto delle castagne, 1768; c. 144: ordine del delegato vescovile a restituire alla comunità di Albiano documenti sottratti relativi ai confini sulla montagna di Valfloriana, 1771; cc. 145-155: affitti della chiesa, 1554-1581. Italiano, latino Volume; carta, legatura in carta, cc. 155

pergamena 1 {86} Sentenza 1525 agosto 3 , Trento Il vicario generale in affari spirituali Filippo de Vecchi da Bologna sentenzia che agli uomini di Albiano spetta il diritto di eleggere e di presentare il cappellano curato della cappella di San Biagio. Notaio: Simone fu Gottardo Paton cittadino di Trento (SN) Originale, documento di cancelleria vescovile, latino Documento singolo, pergamena, mm 450 x 380 mutila Bibliografia CASETTI A., Storia documentata di Albiano, centro della zona del porfido, Trento, 1986, p. 447 (regesto e trascrizione), p. 63 (fotografia)

pergamena 2 {87} Conferma

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1314 marzo 26 , Trento, Castello del Buonconsiglio Il principe vescovo di Trento Enrico di Metz conferma all'Ospizio e alla chiesa di San Biagio e Sant'Antonio abate di Albiano i possessi, le decime, le esenzioni, le indulgenze concesse dai predecessori. Notaio: "Petrus Boniamontis imperiali auctoritate notarius" (SN) Originale, documento di cancelleria vescovile, latino Documento singolo, pergamena, mm 385 x 320, con plica inferiore di mm 40, sul verso: note di contenuto in parte sbiadite, sigillo pendente perduto Bibliografia CASETTI A., Storia documentata di Albiano, centro della zona del porfido, Trento, 1986, p. 444 (regesto e trascrizione), p. 29 (fotografia)

A 22.2 b. 1 {88} "II. Atti diversi" (tit. dorso) 1616 - 1858 Corrispondenza pervenuta all'ufficio di cura d'anime relativa ad argomenti ecclesiastici e civili e atti della comunità di Albiano, in particolare: atti relativi alla vertenza della Primissaria di Albiano per la riscossione di livelli, 1829-1830; atti della comunità relativi alla causa intentata contro alcuni suoi rappresentanti in merito alle mancate convocazioni della Regola per discutere delle misure da intraprendere per contrastare i ladri, 1754-1755; sentenza relativa all'uso e alla manutenzione di una via nella villa di Albiano (cfr. regesto pergamena 1), 1616; documenti di debito della Comunità; prospetto dei danni causati dalla grandine caduta nel comune di Albiano il 21 luglio 1842; licenze per l'apertura di una "banca" del pane in Albiano con relativo regolamento, 1757, 1778; contratto con il muratore per lavori in chiesa, 1857; atti relativi alle disposizioni testamentarie di don Paolino Villotti, 1858; "scodirolo del Fondo di Carità d'Albiano", 1846-1853; ecc. Italiano, latino, tedesco Volume; carta, legatura in carta, cc. 232

pergamena 1 {89} Sentenza 1616 novembre 17 , Albiano Odorico fu Cristano Pisetta da Albiano, Andrea "Pegolotus" e Bartolomeo Pisetta, in qualità rispettivamente di regolano e di giurati della comunità di Albiano, stabiliscono le modalità di manutenzione di una via detta "à Coré" invasa da acqua piovana. Notaio: Malfatto Malfatti da Trento (SN) atto notarile, italiano, latino Documento singolo, pergamena, mm 250x230 (210), sul verso nota di contenuto

A 22.3 b. 1 {90} "III. Atti diversi" (tit. dorso) 1820 - 1859 Atti relativi alle vertenze tra il parroco di Albiano e il Comune per questioni inerenti il beneficio parrocchiale: rimarchi alle fassioni parrocchiali, esenzione dalle imposte, spese occorrenti alla ristrutturazione della canonica, rendite beneficiali, salario del primissario, pagamento delle funzioni straordinarie, ecc. Italiano Volume; carta, legatura in carta, cc. 124 n.n.

A 22.4 b. 2 {91}

51

"II. Atti notarili. Liberazione da Cembra documento 15/VI/1767" (tit. dorso) 1673 - 1802 cc. 1-27: "Urbarium antiquo-novum ecclesiae seu canonicae Sancti Blasii Albiani bonorum stabilium ac eiusdem reddituum, reformatum a me Bono de Bonis Vallis Solis ... Albiani rectore anno a partu virgineo 1688", urbario del beneficio redatto dal curato Bono de Bonis, [1688]-1690, con indice delle parti a c. 1v; c. 28: annotazione del curato Giovanni Aliprando de Tomasi relativa alla difficoltà di riscuotere i livelli canonicali, 1724; cc. 30-49: "Pagamento e liberazione a favore della Communità di Albiano fattagli dalla parte di Cembra", atti relativi allo svincolo di Albiano dalla pieve di Cembra, 1767; cc. 50-62: 'instrumenta' del beneficio canonicale, 1740-1772; cc. 63-85: capitoli della comunità di Albiano, 1673-1790; cc. 86-108: "Scodirollo de' livelli della venerabile chiesa parrochiale d'Albiano", registrazioni delle riscossioni degli affitti, [1785], con indice dei debitori alle cc. 106-108; cc. 109-226: 'instrumenta' della chiesa di San Biagio e della cappella di Sant'Antonio, 1691-1802. Italiano Volume; carta, legatura in carta, cc. 226

A 22.5 b. 2 {92} "III. Atti notarili" (tit. dorso) 1686 - 1804 'Instrumenta' del beneficio primissariale: compravendite, dazioni in pagamento, costituzioni di affitto, investiture e testamento di Pietro fu Antonio Pisetta. All'inizio: - "Scodirolo della primissaria d'Albiano fatto da me p[rete] Andrea Antonio Pisetta presentaneo beneficiato di questa li 26 giugno 1810", registrazioni delle riscossioni degli affitti, 1810-1812. Italiano Volume; carta, legatura in carta, cc. 117

A 22.6 b. 2 {93} "Autentiche sacre reliquie. Indulgenze e divozioni" (tit. dorso) 1725 - 1889 Atto di erezione della pia Unione del sacro Cuore di Maria, erezione della Via Crucis nella chiesa di san Biagio (1799 copia), n. 6 autentiche di reliquie (1725-1788), espressioni di voto in occasione di epidemie, eventi naturali e invasioni nemiche, facoltà di benedire (campane, nuovo cimitero), atti relativi all'erezione della statua dell'Immacolata e sua devozione, orari per le Quaranta Ore, ecc. Legato al volume: quaderno di pubblicazioni e avvisi e promesse di futuro matrimonio, 1855-1860. Italiano, latino Volume; carta, legatura in carta, cc. 162

A 22.7 b. 2 {94} "I. Atti e ordinanze civili" (tit. dorso) 1792 - 1858 Circolari, ordinanze e avvisi relativi prevalentemente all'ambito civile e provenienti dalle autorità politiche ed ecclesiastiche: vaccinazioni, tasse, modalità per il rilascio di certificati, rilevazioni demografiche, igiene pubblica, ecc. Italiano, latino

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Volume; carta, legatura in carta, cc. 274 n.n.

A 22.8 {95} "Ordinanze civili" (tit. dorso) 1792 - 1863 A stampa: circolari, ordinanze, disposizioni, prescrizioni, istruzioni, ecc. provenienti da autorità politiche ed ecclesiastiche relative ad affari attinenti alla vita civile (legge sul bollo, esenzioni dalle tasse per i meno abbienti, registrazioni anagrafiche per i militari, igiene pubblica, nozioni di pronto soccorso, formazione di istituti per la cura dei fanciulli, norme per la stesura dei testamenti, sicurezza pubblica, ecc.). Italiano Volume; carta, legatura in carta, cc. 209 n.n.

A 22.9 b. 3 {96} "Inventario della chiesa. Conti. Visite canoniche 1832-1842-1911. Documenti storici. Circolari vescovili. Encicliche" (tit. dorso) 1812 - 1860 (con documenti del secolo XVI in copia) Italiano Volume; carta, legatura in carta, pp. IV-348, con "Indice delle materie principali" all'inizio n.n.

A 22.10 b. 3 {97} "Benefici Filippi-Pisetta" (tit. dorso) 1825 - 1860 Altre denominazioni: "Fondazione beneficio Filippi e Causa pia Pisetta" Carteggio e atti relativi all'amministrazione dello stipendio Pisetta (1): copie del testamento e del documento di fondazione, chiarimenti in merito al diritto di patronato, assegnazioni dello stipendio, atto di consegna al nuovo amministratore, rese di conto e liquidazioni, ecc., 1825-1859. Carteggio e atti relativi all'amministrazione delle fondazioni Filippi (2): copia del testamento di don Giovanni Bartolomeo Filippi, prospetto del patrimonio del beneficio ecclesiastico e del legato pro nubende, diritto di assegnazione del beneficio, conferimento dello stipendio, rese di conto del legato pro nubende, ecc., 1843-1860. Italiano Volume; carta, legatura in carta, cc. 94 n.n. Note (1) Borsa di studio istituita da Gaspare Pisetta da Albiano con testamento del 15 giugno 1704. (2) Con testamento del 16 novembre 1744 don Giovanni Bartolomeo Filippi da Albiano fondò tre istituzioni: un legato pro nubende, una borsa di studio (le due fondazioni insieme vengono identificate con il nome di "Causa pia Filippi", cfr. il fondo Causa pia Filippi in questo inventario) e un beneficio ecclesiastico.

A 22.11 b. 3 {98} "Scuole" (tit. dorso) 1825 - 1860 Atti relativi alle scuole di Albiano: relazione di visita scolastica, elenchi degli studenti frequentanti la "scuola normale", liste dei libri adottati, ordinamenti e disposizioni delle autorità competenti, fabbisogno per la scuola di Albiano, distribuzione dei premi di profitto ed elenchi degli alunni meritevoli, relazione sullo stato dei locali scolastici, ecc. Italiano 53

Volume; carta, legatura in carta, cc. 105

A 22.12 b. 4 {99} Miscellanea 1694; 1815 - 1934 "Nota" di livelli in vino (1694), atti di privati (1815-1863), liste di "intimazione" del Giudizio distrettuale di Civezzano (1873), stima di stabili (1874), santini pasquali e memorie funebri (1897-1934). Italiano Fascicolo; carta, cc. 37

A 22.13 b. 4 {100} "Documenti: b) Messe legatarie c) Fondo missioni d) Beneficio parrocchiale (proprietà della canonica) e) Chiesa di Barco f) Contratti locazione: 1. beneficio parrocchiale 2. primissaria 3. chiesa parrocchiale 4. sagrestano g) Libro fondiario h) congrua (Comune)" 1739 (copia) - 1965 - "Documenti di fondazione" di legati missari e prospetto delle messe in carico alla chiesa parrocchiale, 1808 (copia)- 1951 (con allegati dal 1767); - "Documenti del beneficio parrocchiale (proprietà canonica)": insinuazioni ipotecarie, vendita e locazione di fondi, imposte, vertenza sulla proprietà della canonica, 1870-1963 (con allegati dal 1835); - "Documenti chiesa Barco": mutui ipotecari, imposte, prestito di guerra, costruzione sacrestia, ecc., 1870-[1941]; - "Contratti di locazione a) beneficio b) primissaria c) chiesa d) sagrestano": contratti di locazione di fondi degli enti ecclesiastici, 1914-1935; verbale di consegna e installazione del sacrestano e atti relativi all'assicurazione sociale, 1929, 1940-1943; - "Libro fondiario": atti relativi alle procedure per il rinnovo delle ipoteche ai fini dell'impianto del libro fondiario ed estratti del foglio di possesso fondiario, 1911-1934, 1965; - "Documenti della Primissaria": estratto dell'atto di erezione del beneficio, consegna al curato di Albiano dell'amministrazione del beneficio, assicurazioni di capitali, insinuazioni ipotecarie, atti amministrativi, 1739 (copia)-1926 (con documentazione del 1738). Italiano Fascicolo; carta, cc. 606

A 22.14 b. 5 {101} Associazioni e opere pie 1822; 1919 - 1956 Decreto di erezione e indulgenze della Congregazione del Sacro Cuore di Gesù (1822), elenchi dei capifamiglia e verbali di riunioni dell'Unione dei padri di famiglia (1919-1924), elenchi di iscritti alle sezioni di Azione Cattolica (1926-1955), elenchi di iscritti e prospetto delle riscossioni delle quote dell'opera diocesana di San Vigilio (1948-1956), prospetti delle riscossioni delle quote delle opere pontificie di San Pietro e della Propagazione della Fede (1955-1956). Italiano Fascicolo; carta, cc. 54

A 22.15 b. 5 {102} "Atti civili" 1839 - 1914

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Corrispondenza dell'ufficio parrocchiale con autorità politiche e civili in merito ad affari attinenti la vita pubblica o privata dei cittadini o a questioni della vita civile in genere: lettere di dote, disposizioni testamentarie, facoltà di effettuare collette pubbliche, questioni ereditarie, circolari, ecc. Italiano Fascicolo; carta, cc. 87

A 22.16 b. 5 {103} Carteggio e atti 1846 - 1943 Attestazioni di celebrazioni di messe, elogio del Comune per la nomina del parroco Francesco Giuliani, itinerario della visita pastorale del 1870, disposizioni dell'Ordinariato e dell'ufficio decanale, elenco della musica in uso nella chiesa di Albiano, prospetto relativo alla consistenza dell'archivio parrocchiale nel 1943, ecc. Italiano, tedesco Fascicolo; carta, cc. 50

A 22.17 b. 5 {104} "Atti ecclesiastici" 1856 - 1921 Pastorali e circolari vescovili. Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 292

A 22.18 b. 6 {105} "a) Fondo poveri b) Fondo missioni c) Fondo quaresimalista d) Obbligazioni e) Campane f) Opere parrocchiali 1941- 1955 g) Macchina cine" 1859 - 1962 - "Documenti del Fondo poveri ...": amministrazione dei beni lasciati da Pietro Facchini e da don Domenico Baldessari a favore dei poveri di Albiano, 1859-1931; - "Documenti del Fondo missioni": atti relativi alla formazione del fondo per la tenuta delle sante missioni nella parrocchia di Albiano e sua amministrazione, [1887]-1954; - "Documenti del Fondo quaresimale": amministrazione del fondo impiegato per il predicatore quaresimale e quietanze dei predicatori, 1889-1931; - "Obbligazioni di Stato": prestiti di guerra, 1915-1922; - "Affare delle campane": atti relativi alle requisizioni di guerra e alla fusione di nuove campane, 1916-1927; - "Breve relazione circa le opere di interesse pastorale sorte fra il 1941 e il 1955", [1955]; - "Macchina cinema": atti relativi all'acquisto del proiettore, 1955; 1961-1962. Italiano Fascicolo; carta, cc. 304

A 22.19 b. 6 {106} "Legati pii temporanei 1860-***" 1866 - 1926 (con annotazioni del 1924) Comunicazioni dell'autorità politica relative a disposizioni testamentarie per la celebrazione di messe con ricevute relative agli adempimenti. 55

Italiano Fascicolo; carta, cc. 205

A 22.20 b. 6 {107} Concessioni e privilegi 1881 - 1967 Nn. 4 autentiche di reliquie (1881; 1934-1943), concessione di erigere la Via Crucis nella cappella di Sant'Antonio (1899) e nella nuova chiesa parrocchiale (1933), facoltà di confessare concessa al direttore degli esercizi spirituali, facoltà di binare, facoltà di benedire (1899-1909), concessione dell'indulto della Porziuncola e rinnovi del privilegio (1925-1967). Italiano Fascicolo; carta, cc. 24

A 22.20 b. 6 bis {108} "1) Atti visitali 2) Atti di consegna 3) Fassioni 4) Cappella mortuaria 5) Cornicchio - Affare Banal 6) Vendita piazzale avanti le scuole 7) Manomorta. Affare Gilli Valentino. Fogli di possesso. Congrua postconcordataria" 1898 - 1968 1871 dicembre 17 ( documenti allegati ) - "Risposte al questionario della visita pastorale fatta da mons. Enrico Montalbetti li 22 ottobre 1935 e da mons. C. De Ferrari li 19 agosto 1945 e da mons. C. De Ferrari li 14 marzo 1954", indagini e relazioni redatte in occasione delle visite pastorali, 1911 settembre 19 - 1954 marzo 14; - "Atti di consegna", 1910-1954; - "Fassioni", 1898-1944; - "Cappella Cimitero", carteggio relativo alla costruzione di una cappella votiva presso il cimitero di Albiano, 1926-1946; - "Cornicchio - Affare Banai", documenti relativi agli accordi intercorsi tra il parroco don Giuseppe Vaja e Giuseppe Pisetta, detto Banal, in merito a diritti di passaggio su proprietà comuni, 1912-1922; - "Denuncia rendite manomorta", 1926-1951; - "Fogli di possesso. Estratti tavolari", 1906-1968; - "Congrua postconcordataria", 1944-1949.

Contiene inoltre: carteggio relativo a lavori eseguiti nella chiesa di Albiano,1936-1954; documentazione relativa all' 'Affare Gilli' (vendita del piazzale scolastico di proprietà del beneficio parrocchiale da parte del parroco di Albiano don Luigi Albasini al podestà Valentino Gilli), 1927-1931; documentazione relativa alla situazione patrimoniale degli enti ecclesiastici di Albiano, 1911-1940. Italiano Fascicolo; carta, cc. 377 n.n.

A 22.21 b. 7 {109} Cartelle esattoriali 1924 - 1933 Cartelle dei pagamenti di imposte e tasse dovute dai diversi enti della parrocchia (chiesa, benefici parrocchiale e primissariale, asilo infantile, ecc.). Italiano Fascicolo; carta, cc. 113 n.n.

A 22.22 b. 7 {110}

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Atti protocollati 1944 - 1968 Carteggio e atti pervenuti all'ufficio parrocchiale e protocollati da don Virginio Lorenzi e da lui suddivisi parzialmente per argomento: nomine cooperatori (1944-1965), binazioni di messe (1945-1968), domande di contributo pro oratorio e asilo (1952- 1968), conti Curia (1953-1965), contributo per la biblioteca parrocchiale (1954-1962), veglia pasquale (1954-1967), ecc. Italiano Fascicolo; carta, cc. 278 n.n.

A 22.23 b. 7 {111} Cappella votiva del cimitero 1945 - 1949 Carteggio e atti relativi all'erezione della cappella: elenco di giornate di lavoro, materiale occorrente, prestazioni gratuite, fatture, elenco dei carrettieri. Allegato: progetto. Italiano Fascicolo; carta, cc. 27

57 serie A 23 Protocolli degli esibiti, 1909 - 1968 {112}

registri 2

Contenuto I protocolli degli esibiti sono registri sui quali devono essere annotati, secondo una numerazione progressiva, gli atti e la corrispondenza in arrivo e in partenza di una mministrazione con l'indicazione della data e del contenuto. Ai parroci venne raccomandata la compilazione di tali registri per una corretta gestione del loro ufficio sia dall'autorità politica, sia da quella ecclesiastica.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888

A 23.1 {113} "Protocollo degli esibiti dal 1909" 1909 gennaio 2 - 1933 agosto 8 Registro; carta, legatura in carta, cc. 64 n.n.

A 23.2 {114} "Esibiti II" 1934 luglio 31 - 1968 settembre 27 Registro; carta, legatura in carta, pp. 62

58 serie A 24 Registri delle pubblicazioni e degli avvisi, 1923 - 1961 {115}

quaderni 14

Contenuto La serie si compone di 14 quaderni sui quali venivano annotati gli annunci da leggersi ai fedeli al termine delle celebrazioni liturgiche

A 24.1 {116} "Libro avvisi funzioni" 1923 maggio 1 - 1930 novembre 1 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 54 n.n.

A 24.2 {117} "Pubblicazioni in chiesa. Albiano 1933" 1931 gennaio 1 - 1934 giugno 9 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 34 n.n.

A 24.3 {118} "Pubblicazioni" [1934 giugno 16 - 1940 dicembre 29] Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 57 n.n.

A 24.4 {119} "Pubblicazioni" 1941 gennaio 1 - 1945 dicembre 16 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 87 n.n.

A 24.5 {120} "Pubblicazioni e avvisi anno 1947" 1947 gennaio 1 - 1947 dicembre 28 Italiano Quaderno; carta, cc. 26 n.n.

59

A 24.6 {121} Pubblicazioni e avvisi anno 1952 1952 gennaio 1 - 1952 dicembre 28 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 24

A 24.7 {122} Pubblicazioni e avvisi anno 1953 1953 gennaio 1 - 1953 dicembre 27 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 28 n.n.

A 24.8 {123} Pubblicazioni e avvisi anno 1954 1954 gennaio 1 - 1954 dicembre 26 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 25 n.n.

A 24.9 {124} Pubblicazioni e avvisi anno 1955 1955 gennaio 1 - 1955 dicembre 25 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 30 n.n.

A 24.10 {125} Pubblicazioni e avvisi anno 1956 1956 gennaio 1 - 1956 dicembre 30 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 28 n.n.

A 24.11 {126} Pubblicazioni e avvisi anno 1957 1923 maggio 1 - 1930 novembre 1 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 27 n.n.

A 24.12 {127} Pubblicazioni e avvisi anno 1958 1958 gennaio 1 - 1958 dicembre 25 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 30 n.n.

60

A 24.13 {128} Pubblicazioni e avvisi anno 1959 1959 gennaio 1 - 1959 dicembre 25 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 30 n.n.

A 24.14 {129} Pubblicazioni e avvisi anno 1961 1961 gennaio 1 - 1961 dicembre 31 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 28 n.n.

61 serie A 25 Direttori delle sacre funzioni, sec. XX primo quarto {130}

quaderni 1

Contenuto Il "Manuale d'ufficio per il clero curato di Giochino Bazzanella consigliava ai curatori d'anime la compilazione di un registro, il "Direttorio delle sacre funzioni", in cui annotare e fissare l'ordine e la sequenzialità delle funzioni del servizio divino.

A 25.1 {131} "Funzioni nella parrocchiale di Albiano e nelle chiese soggette di S. Romedio e di S. Antonio" sec. XX primo quarto Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 8 n.n.

62

Ente Beneficio parrocchiale di San Biagio {132} sec. XIV - 1987 gennaio 24

Luoghi Albiano (TN)

Archivi prodotti Fondo Beneficio parrocchiale di San Biagio in Albiano , 01/01/1552 - 31/12/1969

Storia Sembra che già dal XIV secolo il cappellano di Albiano vivesse in una abitazione messa a disposizione dalla Comunità e godesse di una parte delle decime di cereali e di vino raccolte ad Albiano. La cappella di Albiano era stata fabbricata a spese della Comunità ed era dotata della facoltà di cura d'anime. Per il mantenimento del cappellano gli uomini di Albiano avevano vincolato un maso e costituito affitti. Questi argomenti saranno portati per secoli a riprova dell'indipendenza di Albiano dalla pieve di Cembra e saranno allo stesso tempo argomento di controversia. I primi decenni del XVI secolo furono contrassegnati dalla vertenza per la decima di Albiano pretesa per tre quarti dai signori di , che fu risolta con la sentenza del 1539 che stabilì che ai signori a Prato di Segonzano ne spettassero due terzi e al cappellano di Albiano e suoi successori un terzo (1); così fu praticato per molto tempo. Sembra però che l'ammontare della decima fosse considerevole. Alcuni campi andarono in seguito ad incrementare la dotazione del beneficio parrocchiale, di cui facevano già parte una casa ad uso canonica con annesso l'orto in usufrutto al parroco. Dalla fassione parrocchiale prodotta da don Giovanni Battista Weber nel gennaio 1856 (2), a un mese circa dalla sua nomina a parroco di Albiano, si rileva la consistenza patrimoniale del beneficio, costituito prevalentemente da campi e da alcuni capitali. Le entrate erano costituite dagli affitti percepiti dalla locazione dei campi, dagli interessi sui capitali e da rendite provenienti dai diritti di stola (3) e da fondazioni; tra gli oneri del beneficio rientravano i pasti dovuti ai cantori e il compenso per il predicatore quaresimale. Sul contratto steso tra il parroco Weber e il comune di Albiano in merito all'onorario del sacerdote, si fece presente però che il parroco decise per sua convenienza di dare i campi in usufrutto al Comune verso una somma annua in denaro e l'assunzione dell'amministrazione del beneficio parrocchiale (4). Rimanevano a carico del Comune anche le imposte gravanti sui beni del beneficio, la manutenzione e i restauri occorrenti alla canonica, la manutenzione della recinzione dell'orto canonicale. Al parroco spettavano gli oneri dovuti alla cura d'anime. Nel secondo dopoguerra il patrimonio beneficiale era ancora costituito per la maggior parte da campi e da qualche obbligazione di Stato. In un prospetto del 1947 relativo ai conti da presentare alla Curia si legge "Da mettere in entrata: contributo mensile del cooperatore, congrua, contributo del Comune, entrata netta della Primissaria. Da mettere in uscita: messe legatarie, messe ... pro populo, mantenimento del cooperatore" (5).

In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio parrocchiale di San Biagio in Albiano ha perso la personalità giuridica civile. 63

Funzioni, occupazioni e attività Una precisa definizione dei benefici, e tra questi del beneficio parrocchiale, come enti giuridici si ha solo con il Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 1409, infatti, lo definisce come "un ente giuridico costituito o eretto in perpetuo dall'autorità ecclesiastica, composto di un ufficio sacro e del diritto di percepire i redditi della dote, spettanti all'ufficio". Il beneficio era dunque costituito da due elementi: uno definito "spirituale", cioé l'ufficio sacro, e l'altro "materiale", la dote annessa. L'origine dei benefici si deve ricercare nelle prime fasi della cristianizzazione quando il vescovo distribuiva le offerte dei fedeli al clero, ai poveri e alle chiese. I sacerdoti rurali godevano, a loro volta, dell'usufrutto dei diritti feudali o prestazioni reali. Soltanto verso l'XI secolo i benefici divennero perpetui. La dote del beneficio poteva essere costituita da beni mobili o immobili, come campi, vigneti, boschi, pascoli, case e in seguito titoli del debito pubblico o titoli di stato; da prestazioni certe e obbligatorie da parte di famiglie o persone morali, come le decime, assegni dal Comune; da offerte sicure dei fedeli spettanti al beneficiato come le tasse o quotazioni liberamente assunte; dai diritti di stola, nei limiti delle tasse diocesane o della legittima consuetudine. Il beneficio parrocchiale aveva annessa la cura d'anime era perciò un beneficio curato: in analogia con gli uffici ecclesiastici anche i benefici potevano distinguersi in riservati e di libera collazione, elettivi e di giuspatronato. L'erezione era l'atto legittimo con cui la competente autorità ecclesiastica costituiva il beneficio. La fondazione consisteva invece nella costituzione della dote beneficiaria. Il beneficio non si poteva erigere se non aveva una dote stabile e conveniente, con redditi perpetui. Una forma particolare di conferimento del beneficio era quella preceduta dalla presentazione del candidato da parte di un patrono (comunità, padronato, famiglia, clero regolare, re, governo). Nel Trentino, in seguito alla secolarizzazione del principato vescovile, tutti i benefici esistenti nel territorio e non soggetti già a un patronato privato, divennero di patronato cesareo. Solo con il Concordato del 1929 (art. 25) lo stato italiano rinunciò alla prerogativa sovrana del regio patronato sui benefici maggiori e minori, che gradualmente decaddero. Con la nomina e il conferimento del beneficio e con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto rappresentante dell'ente egli aveva inoltre l'obbligo di difendere e assicurare l'integrità del patrimonio e di amministrarlo sotto la sorveglianza dei vescovi, dei patroni e dello stato. Nel corso dei secoli le rendite di alcuni benefici parrocchiali vennero a poco a poco assottigliandosi fino a non essere sufficienti al mantenimento del beneficiato. I governi dovettero perciò provvedere stabilendo congrue e supplementi di congrue a carico dei Comuni o di altri enti. L'istituto del beneficio ecclesiastico fino al Concilio Vaticano II ha costituito il principale strumento tecnico per procurare il sostentamento del clero; il Concilio pervenne alla decisione che esso doveva "essere abbandonato, o almeno riformato a fondo" ("Presbyterorum Ordinis", decreto 7 dicembre 1965 § 20). Così il Codice di diritto canonico del 1983 ha prefigurato (CIC 1983, can. 1272 § 2) la costituzione dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e ha chiamato la Conferenza episcopale alla graduale devoluzione di redditi e per quanto possibile della dote stessa beneficiale all'istituto.

Contesto generale Diocesi di Trento

Fonti normative Codice di diritto canonico Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"

64

Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Atti civili ADT, Atti visitali Bibliografia CASETTI A., Storia documentata di Albiano, centro della zona del porfido, Trento, 1986

Note (1) ADT, Atti civili, vol. XXII, n. 517, c. 112. (2) Cfr. Archivio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Registri dei cresimati, reg. 1 (capovolgendo il registro). (3) Entrate derivanti da tasse che venivano pagate in occasione di funerali (stola nera per gli adulti, stola bianca per i bambini), matrimoni, rilascio di attestazioni e fedi di nascita, benedizione di puerpere, esami per le spose, per celebrazioni di messe in particolari occasioni, per pubblicazioni matrimoniali, per estensione di alberi genealogici, per esami di stato libero, per la richiesta di dispense e per ogni vidimazione. Data la variabilità di questi eventi, tali proventi venivano definiti "incerti". (4) Cfr. Archivio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Registri dei cresimati, reg. 1 (capovolgendo il registro). (5) Cfr. Beneficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Partitari, reg. 2, p. 82.

65 fondo B Beneficio parrocchiale di San Biagio in Albiano , 1552 - 1969 {133}

registri 2, quaderni 1, fascicoli 1

Soggetti produttori Beneficio parrocchiale di San Biagio, sec. XIV - 1987 gennaio 24

Lingua Italiano; tedesco

Vedi anche: Serie Carteggio e atti. Serie Urbari generali.

66 serie B 1 Urbari, 1552 - 1751 {134}

registri 1

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni della chiesa e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

La serie è formata da un registro sul quale sono riportati, insieme all'urbario iniziato nel 1552 e a quello riformato nella prima metà del XVIII secolo, altri importanti atti del beneficio e diverse memorie e note.

B 1.1 {135} "I. Urbario vecchio. Notizie. Memorie" (tit. dorso) 1552 ottobre 17 - 1751 (con integrazioni fino al 1805) - Urbario iniziato da don Baldassare Chemel, 1552 ottobre 17-1669 maggio 26 (con annotazioni fino al 1678); - urbario riformato da don Giovanni Aliprando de Tomasi, 1724-1751 (con integrazioni fino al 1805). Contiene inoltre: - inventari dei mobili della canonica consegnati a don Pietro Antonio Giovannini e a don Paolino Villotti, 1765 maggio 10, 1811 agosto 7; stato della canonica nel 1804 e dopo la presa di possesso di don Giovanni Battista Weber, 1855 dicembre 15; note di livelli, memoria della consacrazione della cappella dedicata ai Santi Antonio e Rocco, note di feste votive, elenchi delle famiglie di Albiano, elenchi di adoratori e predicatori, rendiconti di questue, note di elemosine raccolte, 1670 giugno 2-1857. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 172 n.n. (num. orig. varia e imprecisa)

67 serie B 2 Partitari, 1918 - 1969 {136}

registri 1, quaderni 1

Contenuto Il partitario, o libro maestro, è un registro suddiviso in tante partite distinte quante sono le persone con le quali subentra un rapporto di interesse. Una parte delle registrazioni è relativa alla descrizione del credito e un'altra alla registrazione degli acconti e/o saldi a mano a mano che avvengono i versamenti da parte del debitore.

B 2.1 {137} "Partitario dei fondi del beneficio parrocchiale e premissariale ecc." (tit. int.) 1918 luglio 1 - 1934 novembre 2 Altre denominazioni: "Registro delle affittanze e relativi pagamenti del beneficio parochiale" (tit. piatto ant.) Partitario dei fondi e dei capitali dei benefici parrocchiale e primissariale. Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, pp. 50 (bianche alcune pp.), con indice dei locatari e dei debitori all'interno del piatto anteriore e indice delle parti all'inizio n.n.

B 2.2 {138} "Beneficio parrocchiale Albiano" 1935 maggio 10 - 1969 febbraio 2 pp. 1-3: "A. Capitali", 1944 aprile 5-1949 novembre 10; pp. 10-38: "B. Stabili", 1935 maggio 10-1969 febbraio 2; alle pp. 82-101: "Prospetto per i conti alla Curia", registrazioni di cassa, 1947 aprile 28-1969 febbraio 8; all'interno del piatto anteriore, incollata: lettera del comune di Civezzano in merito alle pertinenze del prato del beneficio parrocchiale di Albiano, 1945 febbraio 14. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, con appiglio, pp. 101 (bianche le pp. 4-9, 39-81)

68 serie B 3 Carteggio e atti, 1750 - 1941 {139}

fascicoli 1

B 3.1 b. 1 {140} Atti amministrativi 1750; 1854 - 1941 Documento di credito (1750), prospetto dei livelli aboliti (1854), fassione delle rendite parrocchiali (1858), consegna al vicario parrocchiale e pubblicazione della concorrenza alla parrocchia (1880), fassione delle rendite parrocchiali con documentazione di corredo (1885), consegna al neo parroco (1886), rettifica per il completamento della congrua (1887), diffide di pagamento delle imposte, quietanze, assegnazione di congrua, comunicazione della nomina del nuovo parroco (1910), spese per la condotta della legna, indennità per il taglio di castagni di proprietà del beneficio, ecc. Italiano, tedesco Fascicolo; carta, cc. 179

69

Ente Chiesa di San Biagio {141} sec. XII prima metà - 1987 gennaio 24

Luoghi Albiano (TN)

Archivi prodotti Fondo Chiesa di San Biagio in Albiano, 01/01/1572 - 31/12/1969

Storia La prima cappella di Albiano, dedicata ai santi Biagio e Antonio abate, era annessa ad un antico ospizio per i viandanti e risaliva alla prima metà del XII secolo; una seconda cappella fu costruita nei primi decenni del Trecento dagli uomini di Albiano. L'antica chiesa ancora esistente è la terza in ordine di tempo ed è ritenuta un esempio di architettura tardo-gotica. Per la sua costruzione fu stipulato nel 1526 un contratto fra i rappresentanti del comune di Albiano e il maestro muratore Michele da Gardena, che si impegnava ad ultimare la costruzione entro tre anni (1); la chiesa doveva quindi essere finita nel 1529. Per la sua erezione i vicini di Albiano si obbligarano a scavare le fondamenta, a fornire e condurre sul luogo tutto il necessario per la fabbrica e a pagare al maestro muratore 200 fiorini del Reno ripartiti secondo gli stati di avanzamento. Gli atti visitali del 1537 non riportano alcuna descrizione della chiesa, che viene indicata solo come cappella soggetta alla pieve di Cembra dedicata ai santi Biagio e Antonio abate (2). Il suo campanile venne edificato in un secondo momento: si fa menzione della sua costruzione negli atti visitali del 1580 (3). La stessa fonte informa anche della presenza all'interno della chiesa di tre altari consacrati a San Biagio (patrono del paese) quello maggiore, mentre i laterali a Sant'Antonio e alla Vergine. Nella visita effettuata nel 1710 venne rilevata la buona fattura del fonte battesimale (4). Con l'aumento della popolazione la chiesa divenne insufficiente e nel 1726 fu necessario il suo ampliamento; nel 1743 furono costruite anche due cappelle laterali. La chiesa si dotò di altri due altari dedicati ai santi Filippo e Andrea e nel 1750 l'altare maggiore in legno venne sostituito da quello in marmo. Nel corso degli anni diversi benefattori dotarono la chiesa di pregevoli arredi e contribuirono generosamente al suo abbellimento. Purtroppo nel 1800 la chiesa subì un furto che causò la perdita di gran parte di quegli arredi. Il patrimonio della chiesa, non proprio consistente, era costituito da capitali presso privati e da rendite in denaro e in natura (frumento, segale, olio, vino) (5). La sua amministrazione era tenuta da due sindaci che venivano nominati dalla rappresentanza comunale e poi confermati dal parroco. I sindaci dovevano prestare giuramento davanti al giudice distrettuale e rendere annualmente conto della propria amministrazione al capocomune. Per tutto il corso dell'Ottocento fu possibile, attraverso legati e donazioni, mantenere la chiesa in discreto stato e dotarla di altri oggetti sacri. Durante la prima guerra mondiale le campane della chiesa furono requisite per gli scopi bellici e poi rifuse nel 1922. La chiesa era ormai diventata insufficiente per la popolazione di Albiano; già nel 1903 il parroco don Federico Anzelini aveva iniziato a raccogliere i fondi per una nuova chiesa, progetto che venne sostenuto anche dal suo successore don 70

Giuseppe Vaia. La realizzazione della nuova chiesa di Albiano si deve però a don Luigi Albasini, parroco molto amato dalla comunità, che si prodigò in tutti i modi per la costruzione del nuovo edificio, che riuscì a vedere concluso prima della sua morte, avvenuta prematuramente nel 1933 (6). Il primo progetto, che prevedeva la demolizione della vecchia chiesa, venne rigettato dall'Ufficio di tutela; si pensò allora ad ingrandire ulteriormente il vecchio edificio e nel 1927 venne presentato il progetto dell'architetto Giovanni Tiella. Il parroco Albasini si rese però conto che l'ampliamento non avrebbe risolto il problema della capienza e pertanto si ritornò all'idea di costruire una nuova chiesa. L'architetto Tiella, insieme al collega di studio ingegnere Pietro Marzani, realizzò il progetto della nuova chiesa che fu presentato il 28 luglio 1928 (7). Si costituì ad Albiano un apposito comitato presieduto dal parroco Albasini, promotore e animatore dell'impresa. La popolazione corrispose in massa con tutti i mezzi prestando la propria opera gratuitamente e molti furono i benefattori; i lavori poterono cominciare il 13 giugno 1929, festa di sant'Antonio. Il 28 agosto 1932 don Giuseppe Vaia, al tempo decano di Civezzano, benedì la nuova chiesa. Dall'antica chiesetta, completamente staccata dal nuovo edificio, fu trasportato l'altare maggiore insieme ad altri due altari; anche il vecchio campanile doveva servire la nuova chiesa; nel 1933 fu eretta la Via Crucis. Nel 1937 l'antica chiesa di San Biagio venne ristrutturata e riportata alle dimensioni originarie: fu demolito l'allungamento del 1726 e furono abbattute le due cappelle laterali (8). Altri interventi di restauro vennero effettuati nel 1975. Negli anni che seguirono il dopoguerra il patrimonio della chiesa parrocchiale di Albiano era formato da pochi terreni e titoli. Le rendite di esercizio erano costituite prevalentemente da elemosine, offerte, questue, dai servizi religiosi (matrimoni, funerali), dai contributi dello Stato per le spese di culto e altri rimborsi. Tra le spese patrimoniali si contavano oneri missari, imposte pubbliche e spese di amministrazione, mentre le spese di esercizio erano dovute per pagare il personale, per i cosiddetti "requisiti di chiesa" (cera, olio, ostie, vino, riparazioni di arredi sacri e biancheria), per l'acquisto di cancelleria e per assicurazioni.

In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa parrocchiale di Albiano è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di San Biagio.

Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amministrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo

71 scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione". I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

Contesto generale Diocesi di Trento

Fonti normative Codice di diritto canonico Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Atti visitali Bibliografia CASETTI A., Storia documentata di Albiano, centro della zona del porfido, Trento, 1986

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Carteggio e atti, vol. 1, cc. 124-125. (2) Cfr. ADT, Atti visitali, n. 1, c. 222.

72

(3) Ibidem, n. 4, c. 516. (4) Ibidem, n. 32, c. 19. (5) Cfr. Chiesa di San Biagio in Albiano, Carteggio e atti, fasc. 2. (6) Il comune di Albiano gli dedicò in segno di riconoscenza una via. (7) Cfr. Chiesa di San Biagio in Albiano, Carteggio e atti, fasc. 4. (8) Durante la seconda guerra mondiale la vecchia parrocchiale venne scelta come luogo di ricovero per parte degli atti conservati presso l'Archivio di Stato di Trento, duramente danneggiato dall'incursione aerea del 2 settembre 1943.

73 fondo C Chiesa di San Biagio in Albiano, 1572 (copia) - 1969 {142}

registri 8, quaderni 1, fascicoli 7

Soggetti produttori Chiesa di San Biagio, sec. XII prima metà - 1987 gennaio 24

Lingua Italiano

Vedi anche: Serie Urbari generali. Serie Carteggio e atti.

74 serie C 1 Registri di amministrazione, 1572 - 1942 {143}

registri 3, quaderni 1

Contenuto La serie è formata da tre registri e un quaderno sui quali sono riportate registrazioni relative alla gestione amministrativa del patrimonio della chiesa di San Biagio.

C 1.1 {144} "Livelli 1572" (tit. dorso) 1572 (copia) - 1725 gennaio 24 (con integrazioni fino al 5 luglio 1734) cc. 5-24: "Copia del registro vechio fato l'anno 1572 in Albiano", registro degli interessi sui capitali, 1572 (copia; con integrazioni fino al 5 febbraio 1711); cc. 27-177. "Registro novo fatto da me Panfilo Boldrini curato in Albiano con licenza ... dell'anno 1605 e 1606 estratto dal registro vechio ...", registro degli interessi sui capitali, [1605-1606] (con integrazioni fino al 5 luglio 1734); cc. 188-260: registro delle rese di conto dei sindaci della chiesa, 1606 settembre 25-1725 gennaio 24. Italiano Registro; carta, legatura in pelle, con tracce di lacci, cc. 260 (bianche molte cc.), con indice delle parti del 30 dicembre 1669 ed elenco dei debitori all'inizio n.n.

C 1.2 {145} "Registro vecchio. Messe legatarie" 1766 gennaio 25 - 1914 - "Libro primo in cui si contengono registrate l'entrate e spese della chiesa parochiale di Albiano ...", registro delle rese di conto dei sindaci, 1766 gennaio 25-1855 febbraio 14; - "Pro memoria di quelli che pagano interessi alla parochiale di San Biagio d'Albiano rinovato l'anno 1802", elenco dei debitori, 1802 (con annotazioni del 27 e 28 luglio 1828); - "Libro terzo in cui registrate sono tanto l'entrata quanto l'uscita della venerabile cap[ell]a di Sant'Antonio ereta fori della villa d'Albiano", registro delle rese di conto dei sindaci della cappella, 1766 gennaio 25-1831 maggio 31; - "Nuovo registro delle messe legatarie perpetue a carico della chiesa parrochiale di San Biaggio in Albiano desunte dall'urbario del 1724 compilato dal parroco don Giovanni Aliprando Tommasi", 1855-1914; - "Registro di quelli che pagano livelli ed affitti alla capella di Sant'Antonio fatto l'anno 1770", [1770]. Contiene inoltre: - "Elenco delle sacre funzioni praticate nella parrochia di Albiano", sacre funzioni praticate a gennaio (1-17 gennaio) e a febbraio (2- 3 febbraio), s.d.; - "Nota della popolazione d'Albiano descrita li 25 ottobre 1796", elenchi delle famiglie, 1796 ottobre 25; - "Novo registro della popolazione della parochia d'Albiano rinovato li 5 marzo 1805", elenchi delle famiglie, 1805 marzo 5; - "Memoria delle candelle per la Ceriola", s.d. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 195 n.n.

75

C 1.3 {146} "Obbligazioni verso la chiesa nuova" [1933] (con annotazione dell'8 febbraio 1940) Note di obbligo. Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, pp. 24 (bianche molte pp.)

C 1.4 {147} "Amministrazione della chiesa nuova" 1923 agosto 8 - 1942 gennaio 6 Entrate e uscite relative alla costruzione della chiesa nuova. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 18 n.n.

76 serie C 2 Registri delle locazioni, 1735 - 1785 {148}

registri 2

Contenuto La serie è formata da due registri del XVIII secolo sui quali sono riportate le locazioni (investiture) di fondi spettanti alla chiesa di San Biagio per le quali era previsto il pagamento in denaro o in natura (biada, olio, vino). Le registrazioni sul secondo registro sono effettuate su atti prestampati.

C 2.1 {149} "Urbario Tomasi" (tit. dorso) 1735 (con annotazioni fino al 31 agosto 1802) Altre denominazioni: "Libro delle raggioni della chiesa dell'Albiano di quelli che pagano biada et oglio, vino e denari annui renovato dal reverendissimo monsignor pievanno Giovanni Alliprando Tomasi. Renovato autenticamente l'anno 1735" (tit. int.) Registrazioni delle locazioni e dei rinnovi. Italiano Registro; carta, legatura in pelle, pp. 438 (bianche alcune pp.)

C 2.2 {150} "Investiture" (tit. dorso) 1781 febbraio 1 - 1785 aprile 14 (con annotazione del 25 febbraio 1796) Registrazioni delle locazioni e dei rinnovi. Italiano Registro; carta, legatura in carta, pp. 224, con indice dei locatari all'inizio n.n.

77 serie C 3 Urbari, secolo XIX prima metà - 1857 {151}

registri 1

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni della chiesa e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

C 3.1 {152} "II. Urbario" (tit. dorso) sec. XIX prima metà - 1857 (con aggiornamenti fino al 4 gennaio 1861) pp. 17, 35: urbario dei capitali e dei livelli in denaro, prima metà secolo XIX (con aggiornamenti fino al 4 gennaio 1861); cc. 1-26: "Nuovo urbario dei capitali appartenenti alla chiesa parrochiale di Albiano compilato dal parroco don GB Weber nell'anno 1857", 1857 (con aggiornamenti fino al 12 settembre 1859). Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 17, 35; cc. 26, con indice dei debitori relativo alla prima parte (pp. 1-21) alla fine n.n.

78 serie C 4 Registri di cassa, 1825 - 1969 {153}

registri 1

C 4.1 {154} "Libro cassa della chiesa parrocchiale Albiano" 1825 febbraio 28 - 1969 dicembre 1 Italiano Registro; carta, legatura in carta, pp. 125

79 serie C 5 Registri delle elemosine e delle offerte, 1934 - 1968 {155}

registri 1

C 5.1 {156} "Registro delle elemosine chiesa" 1934 gennaio 9 - 1968 dicembre 8 Elemosine, offerte, questue a favore della chiesa parrocchiale. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 86

80 serie C 6 Resoconti, 1844 - 1967 {157}

fascicoli 3

Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il Ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un esatto conto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare, che cominciava il primo novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime di fare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

C 6.1 b. 1 {158} Resoconti 1844 - 1890 Nn. 1-23 Mancano i conti per gli anni 1846, 1848-1858, 1860 (presente solo l'evasione al conto), 1864-1866. Sono corredati da quietanze i conti per gli anni 1867-1868, 1873-1879, 1881-1887, 1889-1890. Italiano Fascicolo; carta, cc. 788 n.n.

C 6.2 b. 2 {159} Resoconti 1891 - 1908

81

Nn. 24-39 Resoconti corredati dalle relative quietanze. Per gli anni 1903-1908 si trova allegato al conto anche la resa di conto del "Fondo fabbrica chiesa di Albiano" Italiano Fascicolo; carta, cc. 794 n.n.

C 6.3 b. 3 {160} Resoconti 1909 - 1967 Nn. 40-73 Mancano i conti per gli anni 1954-1960. Allegati ai conti 1909-1911 si trovano anche le rese di conto del "Fondo fabbrica chiesa di Albiano". Sono corredati da quietanze i conti per gli anni 1913-1915, 1919-1932, 1945-1950. Italiano Fascicolo; carta, cc. 422 n.n.

82 serie C 7 Carteggio e atti, 1828 - 1945 {161}

fascicoli 4

C 7.1 b. 1 {162} Atti amministrativi 1828 - 1945 Atti relativi alle affrancazioni dei livelli spettanti alla chiesa (1828-1851) e alle insinuazioni ipotecarie (1870-1913); atti di compravendita, condizioni d'asta per l'affitto e la vendita di stabili della chiesa, diffide per il pagamento delle imposte, ecc. (1860- 1945). Italiano Fascicolo; carta, cc. 273

C 7.2 b. 2 {163} "Inventari e stati patrimoniali della chiesa" 1831 - 1929 Nn 1-7 Inventari del patrimonio della chiesa parrocchiale resi per gli anni 1831, 1846, 1865, 1894, 1906, 1929. Italiano Fascicolo; carta, cc. 53 n.n.

C 7.3 b. 2 {164} "Documenti eredità a) Filippi Giacobbe b) Filippi Giovanni Battista (Bianchi) c) Gilli Maria" 1891 - 1937 Atti relativi alle eredità lasciate da Giacobbe Filippi (1) a favore della nuova chiesa (1920-1937), da Giovanni Battista Filippi detto Bianchi (2) per l'abbellimento della chiesa parrocchiale (1897-1906) e da Maria Gilli (3) per la nuova chiesa (1891-1934). Italiano Fascicolo; carta, cc. 155 Note (1) Giacobbe Filippi fu Filippo morì il 30 dicembre 1930; con il testamento del 9 dicembre 1929 dispose la sua eredità per la nuova chiesa in costruzione. (2) Giovanni Battista Filippi fu Domenico detto Bianchi morì il 25 dicembre 1902; con il testamento del 13 maggio e codicillo del 21 maggio 1902 dispose metà della sua eredità all'acquisto di arredi per l'abbellimento della chiesa parrocchiale di Albiano (l'altra metà fu destinata al costruendo asilo infantile). (3) Maria Luigia Filippi, vedova di Domenico Gilli, morì il 19 dicembre 1931; con il testamento del 21 ottobre 1929 dichiarò erede universale della sua sostanza la chiesa di Albiano autorizzando ad erogare l'eredità per la costruzione della nuova chiesa.

C 7.4 b. 3 {165} "Breve storia della chiesa nuova. Sistemazione chiesa vecchia" 1926 - 1938 83

Atti relativi alla costruzione della nuova chiesa: corrispondenza con lo studio dell'architetto Giovanni Tiella e dell'ingegnere Pietro Marzani di relativa alla stesura del progetto e alla direzione dei lavori (1926-1933), disegni e progetti, preventivi, offerte, contratti, quietanze, ecc. (1929-1933); atti relativi ai lavori di ripristino della vecchia chiesa (1937-1938). Italiano Fascicolo; carta, cc. 419, cc. 200 n.n.

84

Ente Chiesa di San Romedio {166} 1746 - ante 1987

Archivi prodotti Fondo Chiesa di San Romedio in Barco, 01/01/1746 - 31/12/1968

Storia L'idea di realizzare una chiesetta che servisse le due frazioni di Barco (Barco di Sopra e Barco di Sotto) si deve al curato Giovanni Aliprando Tomasi e ad un gruppo di vicini di Barco (1). Gli abitanti delle due piccole frazioni sentivano la necessità di assistere alla messa anche quando non era possibile raggiungere, soprattutto nei mesi invernali, la chiesa di San Biagio che si trovava a circa un'ora di strada. La fabbrica iniziò il 13 maggio 1745 e come luogo dell'erezione fu scelto un punto intermedio fra le due frazioni; la zona, isolata e solitaria, in prossimità del torrente, forse ispirò la dedicazione della cappella al santo eremita più celebre del Trentino: san Romedio. Il 15 gennaio 1746 il curato Tomasi benedì la chiesa e vi celebrò la prima messa. La chiesa era stata costruita con la collaborazione delle famiglie di Barco con lo scopo principale di avere la messa festiva. Ai vicini di Barco venne data la facoltà di scegliere il sacerdote per le celebrazioni e con lui stipularono un contratto: il prete si obbligava a celebrare tutte le messe festive, eccetto quelle solenni, e a tenere la dottrina cristiana ai giovani, per un compenso di 56 fiorini del Reno e un certo quantitativo di "brascato" (2) corrisposti annualmente dai vicini di Barco. Il primo missario di Barco fu don Giovanni Ravanelli. La cappella aveva una propria amministrazione sostenuta da un sindaco: il primo fu Giacomo Ravanelli. Le uscite erano dovute soprattutto alle spese di culto (olio, candele, ecc.) e di piccola manutenzione, mentre le entrate derivavano principalmente da questue, elemosine e offerte varie.

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia CASETTI A., Storia documentata di Albiano, centro della zona del porfido, Trento, 1986, pp. 99-103.

Note (1) Cfr. Chiesa di San Romedio in Barco, Registri delle rese di conto, reg. 1, pp. 1-4. (2) Uva pigiata.

85 fondo D Chiesa di San Romedio in Barco, 1746 - 1968 {167}

registri 1, fascicoli 1

Soggetti produttori Chiesa di San Romedio, 1746 - ante 1987

Vedi anche: Serie Urbari generali. Serie Carteggio e atti.

86 serie D 1 Registri delle rese di conto, 1746 - 1968 {168}

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale gli amministratori della chiesa di San Romedio hanno annotato i loro rendiconti dal 1746 al 1968.

D 1.1 {169} "Registro dell'entrata ed uscita della chiesa di Barco dall'anno 1746 in poi" 1746 - 1968 ottobre 7 Altre denominazioni: "Libro cassa della chiesa di Barco" (tit. dorso) pp. 5-221: rese di conto dei sindaci, 1746-1910; pp. 222-261: rendiconti dell'amministrazione della chiesa, 1911 agosto 17-1968 ottobre 7. Alle pp. 1-4: memoria del curato Giovanni Aliprando Tomasi relativa all'erezione della cappella di Barco e capitoli per il missario, 1746 [gennaio]. Alla fine: "Segue il registro di quelli pagano affitti e legati alla venerabile chiesa di San Romedio di Barco", [1770]-1820, cc. 2 n.n. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 261, cc. 2 n.n.

87 serie D 2 Resoconti, 1910 - 1967 {170}

fascicoli 1

D 2.1 b. 1 {171} Resoconti 1910 - 1967 Nn. 1-30 Sono corredati da quietanze i conti per gli anni 1925, 1927-1929, 1931. Italiano Fascicolo; carta, cc. 220 n.n.

88

Ente Causa pia Filippi {172} 1843 gennaio 20 - [1952]

Luoghi Albiano (TN)

Archivi prodotti Fondo Causa pia Filippi in Albiano, 01/01/1843 - 31/12/1952

Storia Don Giovanni Bartolomeo Filippi nacque ad Albiano il 26 marzo 1692 e morì il 15 maggio 1758 (1). Con il testamento rogato il 16 novembre 1744 aveva istituito tre fondazioni: un beneficio ecclesiastico, uno stipendio per studenti e una dote per nubende. Il beneficio ecclesiastico costituiva una amministrazione a parte, mentre le altre due fondazioni formavano insieme un'unica amministrazione che prese il nome di "Causa pia Filippi". Il documento di erezione delle tre fondazioni fu redatto il 20 gennaio 1843 ed accettato e approvato ecclesiasticamente il 31 gennaio (2). Sotto l'aspetto economico e sociale la dote istituita in favore delle giovani spose era la fondazione più importante, poiché il suo cospicuo patrimonio permetteva di distribuire una dote tra i 50 e i 100 fiorini del Tirolo a più ragazze. Il bando di concorrenza veniva pubblicato il primo gennaio di ogni anno e potevano aspirare alla dote le giovani che si erano maritate l'anno precedente. I requisiti preferenziali richiesti erano il più stretto legame di parentela col fondatore e lo stato di povertà. Dal fondo pro nubende veniva prelevata la rendita per la borsa di studio, che ammontava a 100 fiorini tirolesi assegnati per 10 anni ad uno studente, discendente in linea maschile dalla famiglia, che doveva compiere i suoi studi prima in Germania e poi a Trento. Il beneficiato veniva mantenuto in Germania fino a quando avesse imparato bene il tedesco, poi poteva proseguire gli studi a Trento, mantenendo comunque sempre esercitato l'uso della lingua tedesca. Lo studente doveva garantire una buona condotta morale e dimostrare alla fine di ogni anno scolastico il suo profitto. Al compimento del 17° anno di età lo studente era tenuto a versare una cauzione che veniva restituita qualora avesse intrapreso la carriera ecclesiastica; in caso contrario la quota sarebbe andata ad aumentare il fondo di dotazione per le nubende, al quale spettava anche la rendita della stipendio in caso di vacanza. Chiamato all'amministrazione della "Causa pia" era il sacerdote investito del beneficio che alla fine di ogni anno rendeva conto al parroco di Albiano (3); il beneficiato, che prestava la sua opera gratuitamente, doveva inoltre tenere in un apposito registro l'albero genealogico dei discendenti delle famiglie chiamate allo stipendio e alla dotazione. Nel 1924 la rendita netta della "Causa pia" venne erogata in favore della sezione provinciale dell'Opera nazionale orfani di guerra. L'attività dell'ente è testimoniata in archivio fino al 1952.

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia 89

CASETTI A., Storia documentata di Albiano, centro della zona del porfido, Trento, 1986, pp. 117-118; 389

Note (1) Il sacerdote fu assassinato per mano di un nipote, cfr. Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, reg. 2. (2) Cfr. Causa pia Filippi di Albiano, Registri degli alberi genealogici, reg. 1. (3) Cfr. Beneficio Filippi di Albiano, introduzione al soggetto.

90 fondo E Causa pia Filippi in Albiano, 1843 - 1952 {173}

registri 7, fascicoli 2

Soggetti produttori Causa pia Filippi, 1843 gennaio 20 - [1952]

Lingua Italiano; tedesco

Vedi anche: Serie Carteggio e atti.

91 serie E 1 Registri degli alberi genealogici, [1855] - 1910 {174}

registri 2

Contenuto La serie è formata da due registri sui quali sono stesi gli alberi genealogici delle ragazze nubili ricorrenti alla dote istituita da don Giovanni Bartolomeo Filippi; il più stretto legame di parentela col fondatore, oltre alla povertà, era il requisito preferenziale richiesto.

E 1.1 {175} "Albero genealogico per tutte le zitele chiamate alla dotazione Filippi d'Albiano" [1855] - 1909 Altre denominazioni: "Albero genealogico dotazione Filippi" (tit. dorso) Alberi genealogici delle ricorrenti alla dote assegnata dal [1855] al 1909. All'inizio, dopo l'indice, n.n.: documento di fondazione delle tre istituzioni disposte da don Giovanni Bartolomeo Filippi, con approvazione del Giudizio distrettuale di Civezzano e dell'Ordinariato, 1843 gennaio 20-gennaio 31 (copia). Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 54, pp. 55-97, con indice alfabetico all'inizio n.n.

E 1.2 {176} "Copia autentica dell'albero genealogico per le aspiranti alla dotazione D. B. Filippi d'Albiano" 1910 Alberi genealogici delle ricorrenti alla dote redatti da don Giuseppe Vaia. Italiano Registro; carta, pp. 101

92 serie E 2 Resoconti, 1881 - 1927 {177}

fascicoli 1

E 2.1 b. 1 {178} Resoconti 1881 - 1927 Nn. 1-43 Resoconti e documentazione di corredo. Mancano i conti per gli anni 1883-1885, 1922. Italiano Fascicolo; carta, cc. 745 n.n.

93 serie E 3 Carteggio e atti, 1843 - 1952 {179}

fascicoli 1

E 3.1 b. 1 {180} "Atti Causa pia Filippi" 1789 - 1952 (con allegato del 1744 in copia) Atto di erezione delle fondazioni disposte da don Giovanni Bartolomeo Filippi (1843) con allegato testamento del fondatore (1744 copia); atti relativi al'amministrazione del patrimonio della "causa pia", atti relativi ai concorsi e all'assegnazione della dote pro nubende, atti relativi ai conferimenti della borsa di studio. Italiano, tedesco Fascicolo; carta, cc. 970

94 serie E 4 Partitari, 1886 novembre 11 - 1910 gennaio 17 {181}

registri 1

E 4.1 {182} "Causa pia Filippi" 1886 novembre 11 - 1910 gennaio 17 Altre denominazioni: "Urbario della causa pia Filippi di Albiano compilato da don Federico Anzelini parroco amministratore nell'anno 1886" (tit. int.) All'inizio: lettera del Capitano distrettuale di Trento con la quale si autorizza il parroco don Anzelini a praticare una riduzione dei tassi di interesse sui capitali prestati, 1896 agosto 28. Registro; carta, mezza tela, pp. 192

95 serie E 5 Registri di cassa, 1886 - 1911 {183}

registri 4

E 5.1 {184} "Causa pia F[ilippi] ab anno 1886" 1886 aprile 5 - 1899 dicembre 31 Entrate e uscite Italiano Registro; carta, carta, cc 41 n.n.

E 5.2 {185} Registro cassa della Causa pia Filippi 1889 novembre 18 - 1898 novembre 10 Entrate e uscite; partitario dei capitali Italiano Registro; carta, cc 19 n.n.

E 5.3 {186} "Causa pia dal 1900" 1900 - 1910 Entrate e uscite Italiano Registro; carta, carta, cc 21 n.n.

E 5.4 {187} "Amministrazione della causa pia Filippi da pag. 1 - 14; del beneficio Filippi da pag. 15 - 28 principiando dal 1 gennaio 1910" 1910 gennaio 1 - 1911 dicembre 6 Italiano Registro; carta, carta, pp. 17

96

Ente Beneficio Filippi {188} 1843 gennaio 20 - [1946]

Luoghi Albiano (TN)

Archivi prodotti Fondo Beneficio Filippi in Albiano, 01/01/1843 - 31/12/1946

Storia Don Giovanni Bartolomeo Filippi nacque ad Albiano il 26 marzo 1692 e morì il 15 maggio 1758 (1). Con il testamento rogato il 16 novembre 1744 aveva istituito tre fondazioni: un beneficio ecclesiastico, uno stipendio per studenti e una dote per nubende. Queste due ultime fondazioni formavano insieme un'unica amministrazione che andò sotto il nome di "Causa pia Filippi"; il beneficio ecclesiastico costituiva invece una amministrazione autonoma. L'atto di erezione delle fondazioni disposte da don Bartolomeo Filippi venne approvato nel gennaio 1843. La dotazione iniziale del beneficio era costituita da una casa con orto che il beneficiato aveva l'obbligo di mantenere in buono stato a proprie spese; questi immobili furono però venduti nel 1841 e da allora il patrimonio risultò formato essenzialmente da capitali e da qualche fondo. Il diritto di presentazione, attivo e passivo, del beneficiato spettava ai discendenti maschi dalla famiglia del nipote Cristano Filippi, che al tempo dell'erezione del beneficio era però già estinta. Il diritto passò ai discendenti in linea maschile delle sorelle del testatore. Il beneficiato aveva l'obbligo di celebrare due messe la settimana di cui una presso l'altare privilegiato di San Biagio; doveva distribuire una volta l'anno, il giorno di san Bartolomeo (24 agosto), pane (otto staia di frumento) e "una congiale di vino buono prodotto nel maso del beneficio" (2). Secondo il documento di erezione, al beneficiato spettava inoltre l'onere di amministrare gratuitamente anche le rendite della "Causa pia" e di presentare i relativi rendiconti al parroco pro tempore di Albiano. Il sacerdote doveva conservare in un apposito registro l'albero genealogico dei discendenti delle famiglie chiamate alle tre fondazioni Filippi. L'attività dell'ente è testimoniata in archivio fino al 1946.

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia CASETTI A., Storia documentata di Albiano, centro della zona del porfido, Trento, 1986, pp. 117-118; 389

Note (1) Il sacerdote fu assassinato per mano di un nipote, cfr. Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, reg. 2. (2) Cfr. Causa pia Filippi di Albiano, Registri degli alberi genealogici, reg. 1.

97 fondo F Beneficio Filippi in Albiano, 1843 (copia) - 1946 {189}

registri 3, fascicoli 2

Soggetti produttori Beneficio Filippi, 1843 gennaio 20 - [1946]

Lingua Italiano

Vedi anche: Serie Carteggio e atti.

98 serie F 1 Partitari, 1886 - 1910 {190}

registri 1

Contenuto Il partitario, o libro maestro, è un registro suddiviso in tante partite distinte quante sono le persone con le quali subentra un rapporto di interesse. Una parte delle registrazioni è relativa alla descrizione del credito e un'altra alla registrazione degli acconti e/o saldi a mano a mano che avvengono i versamenti da parte del debitore.

F 1.1 {191} "Beneficio Filippi di Albiano" 1886 aprile 29 - 1910 aprile 26 Altre denominazioni: "Urbario del beneficio Filippi di Albiano compilato da don Federico Anzelini parroco amministratore nell'anno 1886" (tit. int.) All'inizio, incollata: lettera del Capitanato distrettuale di Trento con la quale si autorizza il parroco-amministratore don Anzelini a praticare una riduzione della tassa di interesse per i capitali del beneficio collocati presso privati, 1896 dicembre 11. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 95 (bianche molte pp.), con indice dei debitori all'inizio n.n.

99 serie F 2 Resoconti, 1882 - 1908 {192}

fascicoli 1

Contenuto La serie è formata da un fascicolo contenente 26 resoconti, ordinari e intercalari (1), dell'amministrazione del beneficio Filippi dal 1882 al 1908. Il beneficio rimase vacante dal 23 giugno 1882 al primo maggio 1902 in seguito alla morte del beneficiato don Andrea Molinari. Fino al 7 gennaio 1883 l'amministrazione fu tenuta da Angelo Molinari di , cui subentrò dall'8 gennaio 1883 il parroco di Albiano, che ne rimase comunque l'amministratore anche dopo la nomina del nuovo beneficiato, il chierico Nicolò Molinari. Alla fine del resoconto il parroco infatti si firma sempre con la qualifica di "parroco- amministratore"; alla sua firma segue quella del beneficiato che vista il resoconto.

Note (1) Il conto intercalare è relativo al periodo che precede l'immissione in possesso di un nuovo beneficiato a seguito della morte (o rinuncia) di quello precedente.

F 2.1 b. 1 {193} "Beneficio Filippi. Conti 1883-1908 e intercalari " 1882 - 1908 Nn. 1-26 Resoconti dal primo maggio 1882 al 31 dicembre 1908 (1). Italiano Fascicolo; carta, cc. 144 n.n. Note (1) Dal 1882 al 1902 l'anno di esercizio decorreva dal 1° maggio al 1° maggio dell'anno successivo. Dal 1903 l'esercizio rientra nell'anno solare (1° gennaio-31 dicembre).

100 serie F 3 Carteggio e atti, 1843 (copia) - 1946 {194}

fascicoli 1

F 3.1 b. 1 {195} Atti del beneficio Filippi 1843 (copia) - 1946 Atto di erezione delle fondazioni disposte da don Giovanni Bartolomeo Filippi (1843, copia), atti relativi agli adempimenti degli oneri beneficiali e all'amministrazione del patrimonio beneficiale (1859-1946). Italiano Fascicolo; carta, cc. 154

101 serie F 4 Registri di cassa, 1886 - 1910 {196}

registri 2

F 4.1 {197} "Beneficio Filippi ab anno 1886" 1886 aprile 5 - 1900 luglio 15 Entrate e uscite Italiano Registro; carta, carta, cc. 28 n.n.

F 4.2 {198} "Beneficio Filippi a 1. 5. 1900" 1900 maggio 1 - 1910 gennaio 3 Entrate e uscite Italiano Registro; carta, carta, cc. 14 n.n.

102

Ente Fondo Gilli per i poveri {199} 1883 - 1931

Luoghi Albiano

Archivi prodotti Fondo Fondo Gilli per i poveri in Albiano, 01/01/1888 - 31/12/1931

Storia Antonio fu Pietro Gilli detto "Pepe" morì nel 1883. Con il testamento del 16 gennaio 1872 lasciò capitali e beni stabili a favore dei poveri di Albiano e Barco. Secondo la volontà del testatore, l'amministrazione del fondo spettava al più anziano della famiglia, mentre al parroco di Albiano spettava la sorveglianza nel soccorso ai poveri. Dopo la morte di Antonio Gilli la fondazione divenne subito attiva, ma l'atto ufficiale di fondazione fu steso solo il 30 aprile 1899 e approvato dalle autorità competenti il 7 agosto 1900. Con decreto reale del 27 aprile 1931 il Fondo poveri Gilli, insieme al Fondo poveri Facchini che aveva le stesse finalità (1), venne concentrato nella locale Congregazione di Carità. La consegna fu effettuata il 19 settembre 1931.

Note (1) Pietro Facchini morì l'11 febbraio 1870. Lasciò un capitale di 1000 corone a favore dei poveri di Albiano e Barco; amministratore del fondo era il parroco di Albiano che doveva rendere conto annualmente al Capitanato distrettuale di Trento.

103 fondo G Fondo Gilli per i poveri in Albiano, 1888 - 1931 {200}

fascicoli 2

Soggetti produttori Fondo Gilli per i poveri, 1883 - 1931

Lingua Italiano

104 serie G 1 Resoconti, 1883 - 1918 {201}

fascicoli 1

G 1.1 b. 1 {202} Resoconti 1883 - 1918 Nn. 1-12 Resoconti corredati da quietanze fino al 1909. Mancano i conti per gli anni 1914-1917 (sono presenti solo quietanze per gli anni 1914, 1916, 1917). Italiano Fascicolo; carta, cc. 481 n.n.

105 serie G 2 Carteggio e atti, 1883 - 1931 {203}

fascicoli 1

G 2.1 b. 1 {204} "Fondo poveri Gilli" 1883 - 1931 (con seguito del 1950) Carteggio e atti relativi all'amministrazione del patrimonio; atti preparatori alla stesura del documento di fondazione e atto di fondazione (1899). Italiano Fascicolo; carta, cc. 70

106

Ente Stipendio Pisetta {205} 1704 giugno 15 - [1916]

Luoghi Albiano (TN)

Archivi prodotti Fondo Stipendio Pisetta in Albiano, 01/01/1825 - 31/12/1916

Storia Gaspare Pisetta da Albiano (1658-1705) fu uno degli uomini più illustri del paese: fu maestro di lingue straniere presso la corte imperiale di Vienna e Consigliere per l'Austria inferiore. Con il testamento del 15 giugno 1704 lasciò un capitale di 2000 fiorini del Reno per l'istituzione di uno "stipendio" (borsa di studio); gli interessi maturati sul capitale sarebbero serviti per il mantenimento agli studi di un alunno per 11 o 12 anni (1). Lo stipendio cominciò ad essere assegnato poco tempo dopo la morte del fondatore, ma il documento di fondazione fu redatto solo il 12 febbraio 1837 dal Giudizio distrettuale di Civezzano e approvato il 29 aprile dal Governo di Innsbruck. L'amministratore dello stipendio presentava annualmente il suo rendiconto, vistato dal parroco di Albiano, all'autorità politica distrettuale. Gaspare Pisetta, che a causa della sua povertà aveva incontrato molte difficoltà nel corso degli studi, aveva istituito l'alunnato al fine di facilitare la strada ai discendenti della sua famiglia; il diritto di presentazione del beneficiato spettava al più vecchio della famiglia Pisetta e alla sua discendenza. Il beneficiato doveva offrire garanzie sul comportamento e il profitto e a tale riguardo presentava ogni anno un attestato rilasciato dagli insegnanti a testimonianza della sua condotta; non rispettando i requisiti poteva essere sostituito da un altro pretendente. La documentazione presente in archivio testimonia l'attività dell'ente fino al 1916.

Note (1) Gaspare Pisetta lasciò anche 3000 fiorini per l'erezione di un beneficio primissariale: il sacerdote beneficiato avrebbe celebrato le messe di fondazione e contribuito all'insegnamento della dottrina cristiana ad Albiano. Il beneficio primissariale fu eretto il 7 gennaio 1739; cfr. Ufficio parrocchiale di San Biagio in Albiano, Carteggio e atti, fasc. 13.

107 fondo H Stipendio Pisetta in Albiano, 1825 - 1916 {206}

fascicoli 1

Soggetti produttori Stipendio Pisetta, 1704 giugno 15 - [1916]

Lingua Italiano

Vedi anche: Serie Carteggio e atti.

108 serie H 1 Carteggio e atti, 1825 - 1916 {207}

fascicoli 1

H 1.1 b. 1 {208} Atti amministrativi 1825 - 1916 (con documento del 1704 in copia) Testamento di Gaspare Pisetta (1704, copia); atti relativi all'amministrazione della fondazione e al conferimento della borsa di studio (1825-1916). Italiano Fascicolo; carta, cc. 63

109

Ente Confraternita del Santissimo Sacramento {209} 1728 febbraio 7- ante 2004

Luoghi Albiano (TN)

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento in Albiano, 27/05/1728 - 18/09/1968

Storia La confraternita del Santissimo Sacramento fu eretta in Albiano nel 1728 grazie al curato don Giovanni Aliprando Tomasi, che ne aveva ottenuto licenza dall'Ufficio spirituale di Trento. Il 18 gennaio 1728 furono stesi i capitoli che il 7 febbraio furono approvati dall'autorità vescovile. Nei nove capitoli si determinavano i requisiti e le condizioni di accesso alla confraternita e si delineavano le modalità per la sua amministrazione. Gli iscritti, che dovevano provvedersi della "veste", versavano annualmente una tassa di iscrizione che serviva a pagare le messe celebrate per i confratelli defunti. La confraternita era amministrata da un sindaco che era tenuto a presentare il suo rendiconto in occasione dell'annuale riunione generale dei confratelli fissata per il 26 gennaio (1) La confraternita, eretta nella chiesa di San Biagio, era annessa all'altare maggiore. L'attività della confraternita, secondo gli atti conservati in archivio, è testimoniata ad Albiano fino al 1968. Nel 2004 un decreto vescovile soppresse tutte le confraternite ancora attive nella diocesi: fra queste non rientrava però la confraternita del Santissimo Sacramento di Albiano, che dunque doveva essere già estinta.

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede Apostolica" del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1810 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere 110 tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie.

Note (1) Il giorno prima, 25 gennaio, era fissata la data di presentazione delle rese di conto dei sindaci delle chiese. In seguito la resa di conto della confraternita verrà presentata il giorno del Corpus Domini, cfr. Confraternita del Santissimo Sacramento in Albiano, Registri delle rese di conto, reg. 1, annotazione posta in fondo al capitolo 6.

111 fondo I Confraternita del Santissimo Sacramento in Albiano, 1728 - 1968 {210}

registri 3, fascicoli 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, 1728 febbraio 7- ante 2004

Lingua Italiano

112 serie I 1 Registri delle rese di conto, 1728 - 1968 {211}

registri 2

Contenuto La serie è formata da due registri sui quali sono riportati i rendiconti degli amministratori della confraternita dal 1728 al 1836 e dal 1934 al 1968. I resoconti più antichi sono presentati in occasione delle annuali riunioni generali dei confratelli ("congregazioni generali"). Le rese di conto dal 1836 al 1914 si trovano in Confraternita del Santissimo Sacramento in Albiano, Registri di amministrazione, reg. 1, cc. 1-7, 10-42.

I 1.1 {212} "Confraternita del Santissimo 1728" (tit. dorso) 1728 maggio 27 (1) - 1836 luglio 17 Rese di conto dei sindaci. All'inizio: memoria dell'erezione della confraternita e capitoli per i confratelli, 1728; alla fine: elenchi di iscritti, 1744 giugno 7-1819 luglio 18. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 92 n.n., con indice alfabetico a rubrica (A-P) alla fine n.n. Note (1) I primi quattro verbali (dal 27 maggio 1728 all'8 maggio 1729) sono relativi all'organizzazione della confraternita e alle nomine delle cariche sociali. Il rendiconto viene esposto dal 16 giugno 1729.

I 1.2 {213} "Resoconti della confraternita del Santissimo Sacramento" 1934 maggio 3 - 1968 settembre 18 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 11

113 serie I 2 Registri di amministrazione, 1825 - 1947 {214}

registri 1

I 2.1 {215} "Libro della confraternita del Santissimo Sacramento in cui sono registrati li confratelli, consorelle ed i conti" 1825 - 1947 giugno 1 cc. 1-7; 10-42: rese di conto dei sindaci e rinnovi delle cariche, 1839 luglio 21 (1)-1914 ottobre 25; cc. 8-9: "Riforme dei capitoli della confraternita del Santissimo Sacramento", 1856 luglio 20; cc. 43-45: "Cariche dei confratelli", 1919-1922 luglio 23; cc. 46-51: "Sessione dei confratelli", verbali delle riunioni, 1924 settembre 21-1947 giugno 1; cc. 52-71: "Nuovo registro dei confratelli del Santissimo Sacramento compilato dal parroco don GB Weber l'anno 1859", registro degli iscritti, 1859-1861; cc. 72-89: "Registro dei confratelli del Sacramento Santissimo compilato dal parroco don Anzelini Federico l'anno 1886", registro degli iscritti, 1886-1890 (con annotazioni del 1918); cc. 90-92: "Nuovo registro delle consorelle del Santissimo Sacramento in parrocchia di Albiano compilato l'anno 1911 dal molto reverendo parroco don Giuseppe Vaia", registro degli iscritti, 1911 (con annotazioni del 1913); cc. 93-101: "Catalogo dei confratelli del Santissimo Sacramento dall'anno 1825 in poi", registro degli iscritti, 1825-1857. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 101 Note (1) La resa di conto comprende l'amministrazione a partire dal 17 luglio 1836; cfr. Confraternita del Santissimo Sacramento in Albiano, Registri delle rese di conto, reg. 1.

114 serie I 3 Carteggio e atti, 1880 - 1918 {216}

fascicoli 1

I 3.1 b. 1 {217} "Quitanze e fatture. Confratelli" 1880 - [1918] Quietanze (1880-1914) ed elenco dei confratelli aggregati dal 1916 al 1918. Italiano Fascicolo; carta, cc. 10

115

Ente Scuola materna San Pio X {218} 1914 -

Luoghi Albiano

Altre Forme autorizzate del nome Asilo di Albiano

Archivi prodotti Fondo Scuola materna San Pio X di Albiano, 12/07/1914 - 31/12/1963

Storia L'idea di erigere ad Abiano un asilo infantile nasce già nel 1903. Per aiutare le madri, i bambini venivano riuniti in locali di case private, in strutture non certamente adeguate alla loro crescita e dotate di strumenti non idonei a prepararli all'inserimento nel mondo scolastico. La rappresentanza comunale e il parroco si attivarono quindi per la raccolta dei fondi e dei materiali necessari all'opera, ma date le circostanze e i tempi non si giunse a nulla. Nel 1910 i bambini vennero ospitati in canonica, in una ex aula scolastica insufficiente a contenere tutti i frequentanti. Gli eventi bellici bloccarono poi ogni iniziativa. Terminata la guerra il progetto fu ripreso e grazie anche a dei finanziamenti pubblici nel 1921 si diede avvio alle pratiche. Il primo progetto, presentato dal parroco Giuseppe Vaia e visionato dal Comune, che aveva messo a disposizione materiali per la costruzione, non fu ritenuto adatto dalle autorità di Trento. Nel 1927 fu presentato un nuovo progetto e grazie alla cospicua donazione predisposta dal dottor Romano Pisetta, nel 1929 fu possibile dare avvio alla realizzazione del progetto. Nel 1932 Il parroco don Luigi Albasini e il podestà Valentino Gilli acquistarono un terreno ai margini dell'abitato di Albiano ad uso "asilo infantile-scuola materna" (1); secondo il progetto, venne realizzato un edificio a due piani. La presidenza dell'asilo fu affidata al parroco e il Comune dispose un contributo annuo per il suo funzionamento. Alla fine della seconda guerra mondiale si ripensò a rendere la struttura più adatta ai tempi, ma gli spazi a disposizione dell'edificio non permettevano modifiche sostanziali: l'asilo non aveva un cortile o uno spazio aperto per i bambini e dava direttamente sulla strada. Da tempo poi si pensava di realizzare in un unico edificio la scuola materna e l'oratorio. Nel 1946 si costituì un apposito comitato che grazie a diverse sottoscrizioni riuscì a procurare la somma necessaria per l'acquisto di un terreno adatto alla costruzione della nuova struttura. Nel 1950 fu acquistato il terreno e il 18 giugno fu benedetta la prima pietra. Tutti gli abitanti di Albiano, insieme al parroco don Virginio Lorenzi e al cappellano don Ettore Facchinelli, prestarono la loro opera e contribuirono generosamente con quanto era nelle loro possibilità. Il 19 dicembre 1951 venne costituita l'Associazione per la Scuola materna di Albiano con il patrimonio formato dalle libere offerte e da entrate ottenute da diverse manifestazioni; presidente dell'Associazione era il parroco. Il 4 settembre 1955 il consiglio direttivo dell'Associazione approvò il progetto della costruzione della nuova sede, per la quale ottenne anche un contributo dalla Regione. A rendere però quest'opera un bene di tutti furono soprattutto le prestazioni d'opera, volontarie e gratuite, di grande parte della popolazione di Albiano e i generosi contributi economici delle locali 116

Famiglia Cooperativa, Cassa Rurale e cooperative del porfido. I tempi di realizzazione furono lunghi e la costruzione fu conclusa solo dieci anni dopo la posa della prima pietra. I primi bambini entrarono nella nuova scuola materna il 20 giugno 1960; l'inaugurazione ufficiale avvenne alla fine dell'estate, il 15 settembre. L'edificio venne intitolato a papa Pio X, canonizzato nel 1954 al tempo della costruzione dell'edificio. La Scuola materna San Pio X di Albiano aderisce attualmente alla Federazione provinciale delle scuole materne di Trento.

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia CASETTI A., Storia documentata di Albiano, centro della zona del porfido, Trento, 1986, pp. 157; 239-240; 288-297

Note (1) Cfr. Scuola materna San Pio X di Albiano, Carteggio e atti, fasc. 1.

117 fondo J Scuola materna San Pio X di Albiano, 1914 - 1963 {219}

registri/quaderni 9, fascicoli 2

Soggetti produttori Scuola materna San Pio X, 1914 -

Lingua Italiano

Vedi anche: Serie Carteggio e atti.

118 serie J 1 Registri dei verbali delle riunioni, 1914 - 1925 {220}

quaderni 1

Contenuto La serie è formata da un quaderno sul quale sono riportati i verbali delle riunioni del Comitato pro asilo e della direzione dell'asilo infantile dal 1914 al 1925. Verbali delle riunioni della direzione dell'asilo infantile dal 1928 al 1936 si trovano in Scuola materna San Pio X di Albiano, Registri di amministrazione, reg. 1.

J 1.1 {221} Riunioni 1914 luglio 12 - 1925 ottobre 21 Verbali delle riunioni del Comitato pro asilo infantile di Albiano e della direzione dell'Asilo. Alla fine delle registrazioni: annotazioni di riscossioni di interessi si capitali prestati, 1924 maggio 17-1929 luglio 14; a metà quaderno: dichiarazione del sindaco di Albiano in merito all'utilizzo dei locali dell'asilo-ricreatorio, s.d. Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 7 n.n.

119 serie J 2 Registri di amministrazione, 1926 - 1961 {222}

registri 8

J 2.1 {223} Offerte per l'asilo infantile 1903 febbraio 12 - 1903 dicembre 29 Elenco delle offerte versate dalle famiglie di Albiano per l'erezione di un asilo infantile Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 14 n.n.

J 2.2 {224} "Asilo infantile offerte. Anno 1903-04. Libro II" 1903 febbraio 14 - 1910 aprile 25 Elenco delle offerte versate per l'erezione di un asilo infantile ad Albiano Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 18 n.n

J 2.3 {225} "Asilo infantile. Entrate - uscite. Anno 1903-04. Libro IV" 1903 febbraio 14 - 1904 gennaio 1 Elenco delle offerte e delle spese per l'erezione di un asilo infantile ad Albiano Italiano Registro; carta, legatura in carta, pp. 7

J 2.4 {226} "I. Nota dei bambini e bambine dell'asilo infantile di Albiano. II. Resoconto" 1905 - 1912 - Elenco degli alunni iscritti all'asilo infantile di Albiano - dalla parte opposta: "Partitario dell'asilo di Albiano", resoconto delle entrate-uscite, obbligazioni, capitali. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 16 n.n.; pp. 9

J 2.5 {227} "Scodirollo dell'asilo ricreatorio di Albiano" 1914 - 1938 dicembre 19 Elenco delle entrate e uscite per l'asuilo infantile di Albiano Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 18 n.n.

120

J 2.6 {228} Asilo 1926 maggio 26 - 1961 dicembre 30 - "Elenco dei soci e dei genitori che mandano i loro figli all'Asilo con registrazione degli importi pagati", 1926 maggio 26 (1) -1932 ottobre; - resoconti dell'amministrazione, 1933 novembre-1961 dicembre 30; - verbali delle riunioni della direzione, 1928 aprile 9-1936 settembre 4. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 59 n.n. Note (1) Giorno di apertura dell'Asilo.

J 2.7 {229} "Mensile asilo 1945" 1945 Elenco delle quote di iscrizione versate dai bambini dell'asilo infantile di Albiano per i mesi di giugno - ottobre dell'anno 1945 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 6 n.n.

J 2.8 {230} "Bambini frequentanti. Albiano 1955" (tit. int.) 1955 - 1956 Altre denominazioni: "Scuola materna. Adriana Fedrizzi" (titolo sulla coperta) Elenco dei bambini frequentanti la scuola materna di Albiano e delle quote di iscrizione versate per i mesi di luglio 1955, maggio - settembre 1956 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta

121 serie J 3 Carteggio e atti, 1921 - 1963 {231}

fascicoli 2

Contenuto La serie è formata da due fascicoli: il primo raccoglie la documentazione relativa alla realizzazione del primo asilo infantile di Albiano, la cui apertura risale al 26 maggio 1926; il secondo fascicolo raccoglie invece la documentazione relativa alla realizzazione del nuovo e moderno edificio della scuola materna.

J 3.1 b. 1 {232} Asilo infantile 1917 - 1960 Carteggio e atti relativi alla realizzazione di un asilo infantile: misure e preventivo per i lavori di scavo e muratura (1921), relazione, computo estimativo, capitolato e disegni relativi al progetto dello studio ingegneristico Gaffuri e Segalla di Trento (1929), atto di compravendita del terreno per la costruzione dell'asilo con iscrizione tavolare (1932-1933), tavole e disegni. Contiene: atto di consegna del cooperatore don Pio Cembran, cassiere del Comitato pro erigendo asilo infantile, resa al comune di Albiano, 1904 (con allegato del 1903); statuto dell'asilo di Albiano (1922), carteggio relativo alle disposizioni testamentarie di Romano Pisetta (1936), ricevute di pagamento del personale dell'asilo. Italiano Fascicolo; carta, cc. 85; cc. 138 n.n.

J 3.2 b. 2 {233} Scuola materna 1950 - 1965 Carteggio e atti relativi alla realizzazione di un nuovo edificio per la scuola materna: domande di sussidio, stime e analisi dei lavori, progetti, disegni, preventivi per i lavori e l'acquisto degli arredi, corrispondenza con i fornitori e materiale illustrativo dei prodotti. Domande di contributi per il funzionamento della scuola. Italiano Fascicolo; carta, cc. 441; cc. 192 n.n.

122

Ente Comunità di Albiano {234} sec. XIV - 1810 [agosto 31]

Luoghi Albiano (TN)

Archivi prodotti Fondo Comune di Albiano, 01/01/1710 - 31/12/1969 Subfondo Comunità di Albiano, 01/01/1710 - 31/12/1795 Fondo Documentazione dell'archivio della Comunità di Albiano, 01/01/1550 - 26/11/1803

Storia Nell'area trentina lo sfruttamento collettivo delle risorse naturali, che in quanto zona di montagna costituì il fondamento dell'organizzazione delle locali comunità di villaggio, è probabile risalisse a tempi antichi, non essendo cessato interamente neppure in età romana e avendo ricevuto un nuovo impulso in età longobarda. Incerta appare invece nell'ambito italiano più generale l'origine delle comunità di villaggio, sulla quale è stato a lungo dibattuto nelle diverse stagioni storiografiche. La fase di transizione da più antiche forme comunitarie alla comunità rurale vera e propria, dotata delle forme istituzionali che poi ne accompagnarono l'esistenza attraverso il medioevo e l'età moderna, fu assai diversificata da luogo a luogo e si estese all'incirca dall'XI al XIII secolo. Le comunità rurali trentine (una realtà non sempre uniforme) assunsero il nome di regole, mentre carte di regola erano detti gli statuti che, originati da antiche consuetudini fissate per iscritto a partire dal XIII secolo, normavano lo sfruttamento dei beni collettivi, prescrivendo inoltre modi e termini del governo delle comunità. L'organizzazione in regole caratterizzò, con mutamenti poco percettibili e di lungo periodo, la vita delle vallate della regione durante tutta l'età medievale e l'antico regime. Solo verso la fine del Settecento il governo asburgico, e in parte anche quelli vescovili di Trento e Bressanone per le comunità trentine che erano a essi sottoposte, operarono per ricondurre tali forme di autogoverno entro l'alveo dell'amministrazione statale in via di consolidamento. L'istituzione in Tirolo degli Uffici circolari (Kreisämter) nel 1754, regnante l'imperatrice Maria Teresa, determinò nel Circolo ai Confini d'Italia - con capoluogo Rovereto e comprendente gran parte dei territori dell'attuale provincia di Trento facenti capo alla contea del Tirolo (1) - un maggior controllo da parte del Capitano di Circolo anche nei confronti delle comunità. Mediante ordinanza del 10 maggio 1787, sotto l'imperatore Giuseppe II, le adunanze regoliere collettive nei feudi trentino-tirolesi (Circolo ai Confini d'Italia) furono sottoposte ad autorizzazione dell'autorità superiore; il 5 gennaio 1805, dopo la secolarizzazione del principato vescovile, detta norma venne estesa anche al resto del territorio. Altre limitazioni (soppressione delle regolanie maggiori e minori) giunsero da parte del governo bavarese il 4 gennaio 1807. Con l'editto del 24 luglio 1808, in concomitanza con la ristrutturazione del regno di Baviera sulla base dell'esperienza istituzionale francese, pur rimanendo formalmente ancora in vigore le carte di regola, quelle che erano ormai definite "le comuni" furono interamente sottomesse alle autorità statali. Gli atti finali dell'esistenza delle antiche comunità rurali si compirono sotto il Regno italico. Nel Regio Decreto del 24 luglio 1810, che stabiliva la ristrutturazione amministrativa operata nel neoistituito Dipartimento dell'Alto Adige sulla 123 base di quella vigente nel Regno, venivano anche proposte (e poi realizzate con l'attivazione del Dipartimento il 1 settembre 1810) le aggregazioni delle molte comunità sparse sul territorio in un numero fortemente ridotto di comuni amministrativi, posti sotto un diretto e rigido controllo da parte delle autorità statali. Mediante un decreto successivo, datato 23 agosto 1810, veniva esteso al Dipartimento l'ordinamento amministrativo dei comuni del Regno italico.

Albiano è luogo abitato dalla prima età del ferro. L'abbondanza di reperti dell'epoca romana avvalora l'ipotesi dell'etimologia di Albiano, quale territorio appartenente a un gruppo di famiglie derivanti dallo stesso ceppo il cui gentilizio era "Albius". Al tempo della romanizzazione il paese si trovava nelle vicinanze di una scorciatoia della via Claudia Augusta Altinate, molto frequentata, specialmente nei periodi in cui il percorso principale, che si snodava sul fondovalle atesino, risultava impraticabile. Il toponimo Albiano è menzionato in un documento conservato nell'archivio del Principato vescovile del 6 ottobre 1192 dove si cita "Federico de Albiano"(2). Il villaggio era incluso nella comunità di Piné dalla quale si staccò molto presto ricevendo il monte verso Valfloriana. La comunità è già presente nel sec. XIV, data che abbiamo considerato come estremo iniziale del periodo comunitario mentre la data finale riportata nell'intestazione è quella di un'importante cesura istituzionale che segna il passaggio al Regno d'Italia napoleonico (Regno italico). Il territorio della comunità era presumibilmente simile a quello dell'attuale comune catastale di Albiano.

Condizione giuridica L'antica organizzazione regoliera si fondava su un patrimonio consuetudinario che solo in tempi successivi venne codificato in forma scritta nelle cosiddette carte di regola. Esse costituirono il fondamentale strumento legislativo dell'organizzazione comunitaria e garantirono alla stessa l'esercizio autonomo di una sorta di bassa giurisdizione riguardo ai contenziosi di natura economica e nell'uso dei beni comuni che si sviluppavano con frequenza all'interno delle comunità. Dal punto di vista normativo la materia regoliera si situava al livello più basso di un contesto statutario assai composito, sia dal punto di vista della gerarchia delle fonti, che da quello della varietà degli esempi locali, ai cui vertici stavano gli statuti per la materia civile e 'criminale' (penale). Caratteristiche comuni agli statuti regolieri, pur all'interno di un panorama assai vario fatto di adattamenti alle esigenze e alle realtà dei singoli villaggi, furono una stesura (così come eventuali riforme e aggiunte) scaturita da esigenze e decisioni collettive e la necessità dell'approvazione da parte dell'autorità superiore competente per territorio: il principe vescovo, il conte del Tirolo, il dinasta feudale, gli organismi preposti all'amministrazione delle due preture cittadine di Trento e Rovereto. Oltre alle carte di regola, negli archivi comunali si rinvengono spesso normative accessorie per gli ambiti economici più diversi (acque, incendi, vettovaglie e così via), insieme ad altri atti di carattere amministrativo. Per ricostruire la vita delle antiche comunità si deve dunque fare riferimento a una documentazione complessiva assai composita.

La comunità era dotata di una carta di regola la cui redazione a noi nota risalente al 21 agosto del 1599, è conservata presso la Biblioteca comunale di Trento (ms.1006), con varie aggiunte approvate, in forma autentica, dal Magistrato Consolare il 15 luglio 1673 (3). Un'aggiunta del 1803 alla carta di regola costituita da 22 capitoli si trova presso l'archivio parrocchiale di Albiano (4).

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Funzioni, occupazioni e attività L'organizzazione in regole delle comunità rurali era diffusa su tutto il territorio trentino, indipendentemente dal contesto politico di appartenenza (vescovile o tirolese) dei diversi villaggi e dal tipo di vincolo degli stessi nei confronti delle due superiorità: diretto - talvolta mitigato da privilegi - o mediato dall'investitura concessa a favore di qualche casato nobiliare. Scopo dell'amministrazione regoliera era provvedere all'organizzazione interna di ogni comunità, secondo moduli improntati all'autogoverno, e inoltre disciplinare lo sfruttamento dei beni comuni e tutelare gli ambiti di possesso familiari, nonché dirimere i relativi frequenti contenziosi che ne derivavano, punendo le altrettanto numerose infrazioni che venivano commesse. Il territorio delle antiche comunità trentine, in origine indivisibile e inalienabile, era costituito: - in misura minore da beni cosiddetti 'divisi', poderi situati nei pressi dell'abitato assegnati ai diversi nuclei famigliari (fuochi) e nel corso del tempo divenuti simili a proprietà private, benché in parte ancora sottoposti a vincoli collettivi; in questo caso la normativa tutelava diritti individuali: rispetto dei confini, protezione da furti e da danni di vario genere, prescrizioni per la vendemmia, lo sfalcio dei prati e così via, secondo una normativa nutrita e legata alla realtà economica specifica delle diverse comunità; - in gran parte da ampie superfici boschive e pascolive sfruttate in comunione tra coloro che godevano dei diritti di incolato, i vicini, dove lo scopo della minuziosa regolamentazione era uno sfruttamento ragionato dei beni comuni, che dovevano innanzi tutto integrare il reddito delle singole famiglie. La diffusione dell'istituzione regoliera avveniva a diversi livelli. Nei casi più frequenti si trattava di singole regole autonome costituite da un villaggio (a volte formato da più nuclei abitati), fino a forme organizzative composte da più di una comunità (comunità di valle, vicinie e altre forme aggregative). Le comunità di villaggio trentine seguirono linee evolutive e processi di mutamento misurabili solo nel lungo periodo, mantenendo sempre una propria marcata autonomia riguardo all'uso del proprio territorio (fatte salve le prerogative di natura feudale), nonostante qualche intervento correttivo apportato nel corso dell'età moderna dagli apparati politici superiori. La crisi delle regole sopraggiunse solo nel tardo Settecento, con le riforme introdotte dai sovrani illuminati di casa d'Austria e dagli ultimi vescovi tridentini, volte al consolidamento dell'apparato amministrativo e alla riconduzione entro l'alveo statale delle fino ad allora numerose forme di autogoverno periferiche.

Dalla carta di regola di Albiano emergono gli aspetti che venivano disciplinati quali l'organizzazione della vita comunitaria, il governo del bestiame, lo sfruttamento dei pascoli, la gestione e la salvaguardia dei boschi, il mantenimento delle strade, la gestione delle acque, il trattamento dei forestieri e l'uso dei beni comuni.

Struttura amministrativa Difficile, a causa della molteplicità della casistica rappresentata, è riassumere in maniera schematica i moduli amministrativi secondo i quali si reggevano le antiche comunità di villaggio trentine. Prescindendo dalle infinite varianti determinate dalla necessità di adattare le norme e l'organizzazione alle esigenze particolari di ogni comunità (dipendenti dal livello altimetrico e dall'economia praticata, nonché dal grado di autogoverno goduto), l'amministrazione regoliera presenta comunque un'intelaiatura che fu comune a tutti i villaggi trentini. Supremo organo deliberativo era l'assemblea plenaria dei vicini (denominata in vario modo: regola generale, regola grande, regola piena ...), che si riuniva almeno una volta all'anno per rinnovare l'apparato amministrativo e per prendere

125 altre risoluzioni determinanti per la vita della comunità (rinnovo degli statuti, rendiconto annuale degli amministratori, vendita di beni comuni e così via). Essa era formata da tutti i capifamiglia del villaggio e costituiva il momento partecipativo sul quale si fondava l'essenza della vita della regola. L'ordinaria amministrazione era solitamente affidata a una sorta di consiglio (esso pure variamente denominato) costituito dagli ufficiali posti ai vertici del governo regoliero. L'apparato amministrativo, scelto su votazione o col sistema della rotazione, era spesso complesso e appesantito dall'obiettivo di rendere compartecipe un grande numero di soggetti. Se ne possono riassumere le figure principali, che nel caso di comunità ridotte non erano tutte presenti, mentre negli esempi più complessi si moltiplicavano fino a costituire un ingranaggio farraginoso. Cariche preminenti: - il sindaco (o sindico), con compiti (più o meno estesi) di supervisione nell'amministrazione e di tutore degli interessi della regola in occasione di vertenze della stessa con l'autorità superiore, con altre comunità, con privati; - il regolano, dotato spesso di vari compiti, ma soprattutto di una bassa potestà giudiziaria relativamente alle infrazioni statutarie (sostituito nelle vallate meridionali da un console o un massaro); - i giurati, consiglieri investiti di rilevanti incarichi amministrativi e in qualche più raro caso dotati delle competenze giudiziarie proprie del regolano. Mansioni esecutive: - i saltari, con funzioni paragonabili a quelle degli odierni ufficiali giudiziari, messi comunali, vigili urbani, erano però innanzi tutto guardie forestali e campestri; - altre cariche istituite con una certa frequenza erano quelle di segretario o attuario, degli stimadori dei danni, dei controllori di pesi e misure, degli scossori delle "steure" (da Steuer, tassa) e delle "colte" (o "collette"), dei soprastanti (alle acque, al fuoco, alle vettovaglie), dei pastori (che conducevano il bestiame dei vicini al pascolo e all'alpeggio), del malgaro (che sovrintendeva alla lavorazione e alla distribuzione all'interno della comunità dei prodotti lattiero-caseari). Nel corso del tempo presso le diverse comunità l'organizzazione amministrativa fu sottoposta a correttivi, apportati sia dall'interno (per avvenuti mutamenti economici e demografici), che da parte della autorità superiori. Ma la sostanza di una gestione svincolata da un effettivo controllo centrale permase fino agli sconvolgimenti introdotti nel tardo Settecento, i quali segnarono il declino dell'antico regime e dell'autogoverno comunitativo, preparando il passaggio verso il comune ottocentesco.

Contesto generale Il territorio entro il quale si erano sviluppati gli ambiti comunitativi era politicamente e amministrativamente complesso e disomogeneo: - spiritualmente non tutto l'odierno Trentino apparteneva alla diocesi tridentina (ne erano escluse la Val di Fassa, la Valsugana e altre località minori situate nella parte sudorientale della regione), che si estendeva invece su una parte dell'odierno Sudtirolo- Alto Adige; - politicamente alcune zone del territorio trentino a partire dal XIII secolo passarono al conte del Tirolo e poi di casa d'Austria (in Val d'Adige a nord di Trento, in Val di Non, in Val di Cembra, in Val di Fiemme, in alta Valsugana, in Vallagarina, verso il lago di Garda), altre non appartennero mai al vescovo di Trento (il Primiero, la bassa Valsugana e la Val di Fassa). Amministrativamente il territorio trentino era governato: - in parte direttamente dal principe vescovo (in particolare le Valli Giudicarie e la gran parte delle Valli di Non e Sole);

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- per un'altra parte da famiglie nobili vassalle dello stesso; - la pretura di Trento (vescovile) dal magistrato consolare; - in parte da famiglie nobili vassalle del conte del Tirolo; - la pretura di Rovereto (tirolese) da provveditori; - la Val di Fassa dal principe vescovo di Bressanone. L'organizzazione dei territori vescovili (suddivisi in gastaldie, scarie e deganie, sotto la supervisione di un vicedomino) quale si presentava nei primi secoli di vita del potere temporale tridentino, con gli inizi dell'età moderna si assestò su forme amministrative rimaste in vita sostanzialmente fino alla fine dell'antico regime. Le figure più diffuse sul territorio (oltre ad assessori, commissari, massari), dotate di competenze amministrative e giudiziarie erano: - i vicari (giudici in prima istanza); - i capitani (a volte detti luogotenenti - giudici in seconda istanza). Le unità amministrative distribuite sul territorio erano le giudicature (o giurisdizioni), rette appunto da capitani, vicari o altri ufficiali (5) . Le giudicature che il principe territoriale (il vescovo o il conte del Tirolo) concedeva in amministrazione a terzi erano dette giurisdizioni patrimoniali: - la pretura di Rovereto (di dipendenza tirolese); - le giurisdizioni infeudate alla nobiltà, dette più precisamente giurisdizioni dinastiali, poiché un dinasta deteneva una serie ampia di prerogative, tra cui la potestà giudiziaria nei suoi primi livelli. Il diritto di regolanato maggiore, in origine detenuto dal vescovo e poi spesso ceduto alla nobiltà, permetteva a coloro che ne erano investiti un controllo diretto anche nella sfera economica delle comunità (presiedendo le riunioni di regola ed esercitando in appello la potestà giudiziaria rispetto alle sentenze pronunciate dai regolani delle ville). La gerarchia politica nel principato era la seguente: - principe vescovo: la massima autorità (anche nella materia spirituale nell'ambito però della diocesi); - capitolo della cattedrale: diritto al governo in periodo di sede vacante e diritto di elezione del vescovo; - consiglio aulico: come organo politico era costituito da membri laici (giurisperiti) e da canonici, presieduto dal vescovo, con la partecipazione del capitano tirolese della città di Trento; come massimo tribunale del principato era costituito solo da membri laici (tribunale di terza istanza dopo le sentenze dei fori locali / di seconda per le cause di valore molto elevato, che in ultima istanza giungevano ai tribunali dell'impero di Spira e Wetzlar). Nei luoghi del principato dipendenti direttamente dal vescovo vi erano organi propri, preposti all'amministrazione economica, politica e giudiziaria del proprio ambito territoriale. Altrettanto in quelli dipendenti dalla contea del Tirolo. Le cause provenienti dalle zone del territorio trentino di pertinenza tirolese, dopo i pronunciamenti da parte dei fori locali, passavano al Tribunale d'Appello di Innsbruck. Fonti statutarie: - Landesordnung: fonte preminente per il Tirolo (in uso solo per pochi territori trentini annessi alla contea, in altri rimane lo Statuto di Trento, in altri ancora statuti propri ); - Statuto di Trento: fonte preminente nel principato vescovile; - Statuti locali (di valle, dinastiali, di città e borgate ecc.): vigenza limitata e purché non in contrasto con lo Statuto di Trento; - carte di regola: normativa per l'organizzazione economica e civile delle comunità di villaggio.

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L'amministrazione ecclesiastica si intersecava con quella politica. Cellule fondamentali dell'organizzazione diocesana erano le pievi, nate ancor prima dell'anno 1000, le quali influirono poi sull'articolazione politica del territorio. Lungo tutto l'antico regime nei territori asburgici fu assai forte il potere dei ceti o stati, gli Stände, cioè le componenti sociali del paese dotate di rilevanza politica, con le quali il principe territoriale condivideva la gestione del territorio. La dieta tirolese, il Landtag, una sorta di antico parlamento, era l'organo entro il quale periodicamente si riuniva la rappresentanza dei quattro ceti della contea (nobiltà, clero, città, contadini) per prendere decisioni soprattutto in merito alla materia fiscale. La dieta era dotata della facoltà di accogliere o meno le richieste fiscali inoltrate dal principe e dal diritto di organizzare all'interno della contea il prelievo. Le giurisdizioni del territorio (e quindi indirettamente le comunità rurali che vi facevano parte) partecipavano alla dieta all'interno della componente contadina. Con questo sistema furono rappresentate alle diete tirolesi anche alcune giurisdizioni appartenenti alla contea del Tirolo situate in territorio trentino. Il principato vescovile di Trento e quello di Bressanone presenziavano alle diete tirolesi in qualità di membri aggiunti, al solo scopo di versare i contributi loro spettanti per la difesa comune del territorio, onere cui furono tenuti stabilmente a partire dal 1511. Le giurisdizioni trentine vescovili e le comunità che vi facevano parte non avevano alcuna relazione con la dieta tirolese, essendo il territorio del principato rappresentato solo dal vescovo e dal capitolo. Verso la fine del Settecento, con le riforme attuate nella stagione dell'assolutismo illuminato, i ceti della contea furono gradualmente esautorati di molte prerogative. Nell'età riformista anche gli ambiti di autogoverno delle comunità furono maggiormente sottoposti agli uffici dello stato e regole iniziarono a essere subordinate agli organismi politici insediati sul territorio. Negli anni dal 1796 al 1801 sul territorio trentino si succedettero governi francesi e amministrazione austriaca, la quale aveva posto il principato vescovile sotto sequestro. Dopo la secolarizzazione dello stesso nel 1803 e la sua annessione alla contea del Tirolo, l'intera regione nel 1805 passò al regno di Baviera. La parte italiana del Tirolo, all'inizio diviso ancora nei due Circoli di Trento e Rovereto, nel 1808 venne riunita nel Circolo all'Adige, con capoluogo Trento. Il territorio fu diviso in giudizi distrettuali, con compiti di controllo anche sui giudizi patrimoniali e dinastiali loro annessi (cui rimase solo la giurisdizione in materia civile). La rivolta di Andreas Hofer del 1809 pose fine alla permanenza bavarese nel territorio trentino, il quale, con l'aggiunta della zona di Bolzano e privo del Primiero, nel 1810, dopo la sconfitta degli insorti, fu aggregato al Regno italico.

Appartenente al principato vescovile di Trento, la comunità di Albiano faceva parte della diocesi di Trento. Dapprima dipendente dalla pieve di Piné, nel 1530 divenne espositura della pieve di Cembra ed infine fu elevata a parrocchia dedicata a San Biagio il 15 giugno 1767 (6).

Fonti normative Ordinanza del cesareo regio Giudizio provinciale ed unitovi Capitaniato circolare ai Confini d'Italia del 5 gennaio 1805, che estende a tutto il territorio la circolare dell'i. r. Uffizio capitaniale del Circolo ai Confini d'Italia del 10 maggio 1787, che proibisce la convocazione delle regole generali senza preventiva autorizzazione delle autorità Legge 4 gennaio 1807, Abolizione delle Regolanie maggiore e minore Ordine sovrano del re di Baviera 30 dicembre 1807, concernente l'amministrazione generale della facoltà delle fondazioni e comunale nel Regno Ordine generale del re di Baviera, 24 febbraio 1808, concernente l'amministrazione generale della facoltà

128 delle fondazioni e comunale nel Regno di Baviera, Foglio del Governo n. 5 Editto del re di Baviera 24 settembre 1808, sul sistema comunale

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACAl., 1.1 "Comunità di Albiano", 1710-1795 Archivio della Parrocchia di San Biagio in Albiano

Risorse Internet: www.comune.albiano.tn.it Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 FAES M., NEQUIRITO M. (a cura di), Linee di sviluppo e cesure istituzionali nella storia dei comuni trentini dal Medioevo all'unione all'Italia descritte secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento- Soprintendenza per i beni librari e archivistici, 2004 (dattiloscritto) IPPOLITI G. ofm, ZATELLI A.M. ofm, Archivi principatus tridentini regesta - Sectio latina (1027-1777), a cura dei padri Frumenzio GHETTA e Remo , Trento, Nuove Arti Grafiche, 2001, p.954 GORFER A., Le valli del Trentino. Trentino orientale, Calliano (TN), 1975, p.475-478

Note 1) Non tutte le comunità trentine appartenenti alla contea del Tirolo erano inserite nel Circolo ai confini d'Italia: le comunità facenti parte delle giurisdizioni di Königsberg (Lavis), , Cembra, Castello di Fiemme facevano parte del Circolo all'Adige e all'Isarco. La contea di Lodron, a causa della supremazia feudale del vescovo tridentino e della dipendenza dei conti Lodron dall'impero, non venne inserita in nessun circolo. 2) Archivi Principatus tridentini regesta. Sectio latina (1027-1777). Vol.II, capsa 59, n.2, pag. 954 3) CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961, pag.15 4) Parrocchia di San Biagio in Albiano. Inventario dell'archivio storico, a cura della coop. Koinè (2011) 5) La presenza di capitani e vicari (a volte riuniti in un'unica figura), quali rappresentanti del governo vescovile e dotati delle medesime mansioni dei colleghi tridentini, si riscontra anche nella giurisdizione di Fassa, appartenente al principato di Bressanone 6) "Annuario Diocesano 1995", a cura dell'Arcidiocesi di Trento, Trento, 1995, pag.117.

129 fondo K Documentazione dell'archivio della Comunità di Albiano, [1550] - 1803 {235}

registri 4, volumi 2

Soggetti produttori Comunità di Albiano, sec. XIV - 1810 [agosto 31]

Lingua Italiano; latino

Vedi anche: Subfondo Comunità di Albiano. Presso l'archivio parrocchiale di Albiano si trovano: aggiunta di 22 capitoli della Carta di regola, 1803; Estimi (tre registri), 1550 - 1765; Atti relativi a cause con le comunità di Civezzano e Povo, 1771 - 1815 Serie Carteggio e atti.

130 serie K 1 Estimi, [1550 - 1765] {236}

registri 3

Contenuto La serie è formata da tre registri sui quali sono riportate le rilevazioni fatte sui beni immobili da appositi estimatori nominati dalla comunità; essi avevano il compito di valutare i beni rientranti nell'ambito comunale al fine di ripartire poi il carico fiscale sui contribuenti. Gli estimi venivano poi dichiarati nella pubblica Regola. Esplicito è l'incipit dell'estimo del 1642: "Questo è [il li]bro dell'estimo della Comunità di Albiano, nel quale sono descriti pontualmente tutti gli beni tanto communi quanto particolari situati et contenuti fra gli confini et distreto di detto Albiano, con il giusto compartimento di tutti gli aggravii di colta spetanti a tutti gli sudeti beni attento il giusto valore di quelli et di ciascheduno di essi et con annotatione anco di altri aggravii imposti a detti beni come livelli francati, transiti et altri simili. Composto per gli magnifici ... deputa[ti] dalla Communità et approbati dalli ... missarii generali per la reformatione degli estimi ... et scrito da me Biasio Zambaldo parocho di detto Albiano deputato dalli medemi signori et Communità ... et da me publicato ... nel solito luogho della publica Regola di esso Albiano alla presentia delli detti vicini ..." (1).

Note (1) La carta è strappata e gravemente danneggiata.

K 1.1 {237} "Estimo 1550-1597. II" (tit. dorso) [1550; 1597 febbraio 26 - 1597 marzo 1] cc. 1-137: "Copia dell'Estimo de la villa de Al Bian fatto a dì primo de marzo del 1597, cioè comenzado a dì 26 febraro, fatto per mandato de Salvador Vanzin et Zuan Filippi et Martin Fachin, à copiado me Gulelmo fiol del quondam Lion dei Negri de dita villa abitator" (1), [1597 febbraio 26-marzo 1]; cc. 4-125: estimo, [1550], con indice alfabetico parziale (E-Z) dei proprietari alle cc. 4-10. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 137, 125 due registri di formato diverso legati insieme Note (1) Il titolo si trova anche sul piatto del registro ora parzialmente leggibile a causa della rilegatura. L'estimo venne pubblicato il 10 maggio 1601 in pubblica Regola dal curato di Albiano Panfilo Boldrini.

K 1.2 {238} "Estimo 1642/43. III" (tit. dorso) [1642 luglio 23 - 1643 febbraio 21] (1) Estimo della comunità di Albiano redatto dal curato don Biagio Zambaldi (2). Italiano 131

Registro; carta, legatura in pelle con piatti in legno, c. 178 n.n. (num. orig. imprecisa) Note (1) Gli estremi sono ricavati da quanto dichiarato dal curato Biagio Zambaldi sull'incipit del registro: egli riferisce di aver cominciato la redazione dell'estimo il 23 luglio 1642 e di averlo poi pubblicato il 21 febbraio 1643. (2) Curato di Albiano dal 5 febbraio 1620 al 3 febbraio 1646. Il sacerdote aveva ricevuto l'incarico dalla Comunità; egli pubblicò l'estimo alla presenza dei vicini riuniti in pubblica Regola.

K 1.3 {239} "Estimo II. 1765" (tit. dorso) [1765] Altre denominazioni: "Estimo anno 1765" (tit. int. piatto post.) Italiano Registro; carta, legatura in pelle, cc. 3-140 (mancano le cc. 32, 33, 82, 105, 118, 131; bianche alcune cc.)

132 serie K 2 Statuti, 1803 {240}

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale si trovano segnati i 22 capitoli aggiunti nel 1803 alla Carta di Regola (1) della comunità di Albiano e approvati e confermati dal Magistrato consolare di Trento.

Note (1) I più antichi capitoli del 1547 andarono perduti alla fine del XVIII secolo, cfr. A. Casetti, Storia documentata di Albiano centro della zona del porfido, Trento, 1986, pp. 86-92.

K 2.1 {241} "Capitoli addizionali della Comunità di Albiano" 1803 novembre 26 (1) Altre denominazioni: "Capitoli addizionali da essere anessi alla Carta di Regola della Comunità di Albiano" (tit. int.) Nn. 22 capitoli. Italiano Registro; carta, legatura in pelle, cc. 9 n.n. Note (1) Data della approvazione della Cancelleria consolare di Trento.

133 serie K 3 Atti di cause, 1744 - 1773 {242}

volumi 2

Contenuto La serie è formata da due volumi. Il primo volume raccoglie gli atti relativi alla causa che dal 1744 al 1746 vide contrapposte le comunità di Albiano, Civezzano e Povo contro la città di Trento per il trasporto e il commercio del vino. In seguito all'accordo del 1529 era stato concesso alla città di Trento di trasportare ogni anno il vino nella Contea del Tirolo entro il 23 aprile (san Giorgio); le tre comunità pretendevano invece di trasportare vino e acquavite anche dopo san Giorgio. La città di Trento si oppose e ne nacque un processo (1744-1746) che si risolse a svantaggio delle comunità le quali ricorsero in appello. Passati tre anni dall'istanza sembra che la questione sia stata trascurata a vantaggio delle comunità e che la situazione si sia in seguito normalizzata (1). Il secondo volume raccoglie gli atti relativi alla causa promossa dai vicini di Albiano contro la comunità di Civezzano per la questione relativa alla manutenzione della cosiddetta "strada dei Monti" (2).

Note (1) Cfr. A. Casetti, Storia documentata di Albiano centro della zona del porfido, Trento, 1986, pp. 108-109. (2) Ibidem, pp. 113-115.

K 3.1 b. 1 {243} "Processo fra Povo, Civezzano ed Albiano" (tit. dorso) 1744 aprile 21 - 1750 marzo 18 Altre denominazioni: "Processus in causa Communitatum Pahi, Civezzani et Albiani et [...] coram illustrissimo magistratu consolari. Anno 1744-1745-174[6]" (1) Atti relativi alla causa intercorsa tra le comunità di Povo, Civezzano e Albiano contro il magistrato consolare di Trento in merito al diritto di transito sulla strada di Lavis e sul ponte sull'Avisio per il trasporto di vino e acquavite. Con sentenza e ricorso in appello. Italiano, latino Volume; carta, legatura in carta, cc. 110 n.n. Note (1) Titolo sul piatto leggibile con l'ausilio della lampada di Wood.

K 3.2 b. 1 {244} "Atti della Comunità" (tit. dorso) 1771 febbraio 17 - 1773 giugno 12 Atti relativi alla causa vertente tra le comunità di Albiano e Civezzano in merito alla manutenzione della strada che conduce a Trento attraverso Santa Colomba e Civezzano, ritenuta da sempre strada comune. Italiano, latino Volume; carta, legatura in carta, cc. 81 134

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Ente Comune di Albiano {245} 1810 [settembre 1] - 1817 dicembre 31

Luoghi Albiano (TN)

Archivi prodotti Fondo Comune di Albiano, 01/01/1710 - 31/12/1969 Subfondo Comune di Albiano (ordinamento italico), 01/01/1813 - 31/12/1813 Fondo Documentazione dell'archivio del Comune di Albiano, 07/01/1811 - 14/02/1815

Storia Dopo il fallimento dell'insurrezione tirolese del 1809, con il Trattato di Parigi del 28 febbraio 1810 la Baviera perse gran parte del Tirolo meridionale, che confluì nel Regno italico e venne organizzato come Dipartimento dell'Alto Adige, comprendente l'odierno Trentino (con l'esclusione di Primiero, che passò al Dipartimento della Piave) e la zona di Bolzano fino a Salorno. In un primo momento operò una Commissione amministrativa provvisoria presieduta dal barone Sigismondo Moll, mentre giungeva a Trento il consigliere di Stato Smancini per predisporre l'organizzazione del nuovo dipartimento secondo il sistema in vigore nel Regno Italico, il quale era organizzato in base all'esperienza istituzionale francese. Mediante Regio Decreto datato Milano, 24 luglio 1810, veniva stabilita la strutturazione amministrativa del Dipartimento. Le aggregazioni (qui proposte e poi effettivamente realizzate) delle comunità minori in più ampi comuni amministrativi (divisi in tre classi a seconda del numero di abitanti), le cui competenze e la cui strutturazione interna erano stabiliti da rigorose norme statali di ispirazione fortemente centralistica, posero fine all'antica organizzazione regoliera. Dal grande numero di comunità autonome esistenti in antico regime e ancora durante il periodo bavarese nel territorio trentino, si passò a poco più di un centinaio di comuni amministrativi, divisi in tre classi a seconda dell'entità della popolazione. Un decreto datato Monza, 23 agosto 1810 (n. 194), estendeva al Dipartimento l'ordinamento amministrativo dei comuni del Regno italico (con riferimento al "Decreto sull'Amministrazione pubblica e sul Comparto territoriale del Regno" dell'8 giugno 1805, n. 46). Con il 1 settembre 1810 il Dipartimento dell'Alto Adige venne ufficialmente attivato. Dalla documentazione archivistica però emerge che la legislazione napoleonica fu applicata solo in seguito e in date diverse da comune a comune. Dopo la dissoluzione dell'impero napoleonico, il Tirolo venne posto, fino all'aprile del 1815, sotto l'amministrazione provvisoria del commissario Anton von Roschmann. L'ordinamento comunale napoleonico rimase in vigore ancora per qualche anno: nel Circolo di Trento fino al 31 dicembre 1817, in quello di Rovereto fino al 31 dicembre 1820. A partire dal 1 gennaio 1818 il Circolo di Trento si regolò sulla base della Circolare del 4 novembre 1817, n. 11135/3818; dal 1 gennaio 1821 in tutto il territorio venne introdotto il Regolamento comunale per il Tirolo e il Vorarlberg del 26 ottobre 1819.

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In questo periodo ad Albiano venne aggregato il comune di Fornace. Il comune di Albiano comprendeva probabilmente un territorio simile a quello dell'attuale comune con il territorio del comune aggregato.

Condizione giuridica Albiano è un comune di terza classe. Il 24 luglio 1810 un decreto vicereale stabiliva la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in cinque distretti e proponeva le aggregazioni comunali da effettuarsi sul territorio, così come poi furono effettuate. Un successivo decreto vicereale datato 23 agosto 1810 estendeva al Dipartimento dell'Alto Adige l'organizzazione amministrativa dei comuni del Regno italico. Le normative di riferimento erano la "Legge sull'organizzazione delle autorità amministrative", n. 54, emanata dal Governo della Repubblica italiana il 24 luglio 1802 e il "Decreto sull'ammnistrazione pubblica e sul comparto territoriale del Regno", n. 46, promulgato da Napoleone Re d'Italia l'8 giugno 1805. Il 10 settembre 1810 il prefetto del Dipartimento dell'Alto Adige Agucchi pubblicava le "Istruzioni per le Municipalità di prima, seconda e terza classe dirette a facilitar loro l'esecuzione delle Leggi e dei Regolamenti governativi e sulla conformazione regolare dei conti preventivi e consuntivi". In data 17 settembre 1811 veniva pubblicato il "Codice dei podestà e dei sindaci del Regno", testo unico che raccoglieva e raccordava tutte le disposizioni precedenti e principale strumento legislativo di riferimento anche per i comuni del Dipartimento dell'Alto-Adige.

Funzioni, occupazioni e attività A seconda del numero di abitanti, i comuni furono divisi in tre classi: alla prima appartenevano i comuni con più di 10.000 abitanti, alla seconda quelli con oltre 3000 abitanti, alla terza quelli con meno di 3000. Le materie e l'ambito di attività delle amministrazioni comunali durante il periodo di sovranità italica si desumono dall'elenco delle "Istruzioni per le municipalità di prima, seconda e terza classe dirette a facilitare loro l'esecuzione delle leggi e dei regolamenti governativi e sulla conformazione regolare dei conti preventivi e consuntivi", emesse con circolare del prefetto del Dipartimento dell'Alto Adige Agucchi in data 10 settembre 1810. In base a tali norme i comuni: - decidevano in merito ad alienazioni e concessione in affitto di beni comunali; - dovevano prestarsi alla resa di conto preventiva e consuntiva secondo i nuovi metodi; - esercitavano funzioni di polizia amministrativa; - attivavano una Guardia nazionale per il mantenimento dell'ordine pubblico; - tenevano i registri di stato civile (prima affidati alle parrocchie); - avevano competenza in materia di: istruzione pubblica (soprattutto elementare), sanità comunale, questioni militari (alloggio e vitto delle truppe, coscrizione), finanza, culto (i parroci erano di nomina comunale), istituti di beneficenza pubblica attivi sul proprio territorio, acque, strade, ponti e 'ornato' pubblico. Gli introiti per coprire le spese amministrative derivavano dai beni comunali, da vari tipi di imposta e prestazioni di servizi, dalle multe incassate.

Struttura amministrativa

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I compiti degli organi dei comuni si desumono dalla legge organica delle autorità amministrative della Repubblica italiana del 24 luglio 1802 e dal decreto del Regno italico dell'8 giugno 1805. Il decreto vicereale del 23 agosto 1810 estendeva al Dipartimento dell'Alto Adige le disposizioni vigenti nel Regno italico. Ogni comune era retto da una municipalità come organo esecutivo e da un consiglio comunale come organo consultivo e deliberante. La municipalità era composta dal podestà e sei savi (comuni di prima classe), dal podestà e quattro savi (comuni di seconda classe), dal sindaco e due anziani (comuni di terza classe). I podestà, di nomina regia e di durata triennale, e i sindaci, di nomina prefettizia e di durata annuale, vigilavano sull'andamento generale del comune e ne erano i rappresentanti, presentavano i conti consuntivi e preventivi, sottoponevano ogni questione al consiglio e ne eseguivano le deliberazioni. I podestà dei capoluoghi di cantone avevano funzioni di rappresentanza e di delega rispetto a tutti i comuni ivi compresi. I savi (rinnovati parzialmente anno dopo anno) e gli anziani (rinnovati tutti annualmente) venivano scelti dai consigli comunali tra coloro che godevano dei redditi maggiori e deliberavano su tutto ciò che veniva posto in discussione dal podestà/sindaco. I Consigli comunali, che ordinariamente si svolgevano con cadenza biennale e alla presenza del prefetto, erano composti da un numero diverso di consiglieri (40/30/15 secondo le tre classi di appartenenza del comune stesso), nominati dal re (nei primi due casi) o dal prefetto (nel terzo caso). Il loro rinnovo era rispettivamente quinquennale e triennale e le cariche, salvo eccezioni, non erano riassumibili se non dopo un biennio. Loro compiti erano: l'approvazione del bilancio consuntivo e del preventivo (che passava rispettivamente al Ministero dell'Interno o al prefetto), la nomina dei revisori dei conti e delle cariche in scadenza, l'imposizione di spese e imposte. Altri uffici amministrativi erano quello di ricevitore comunale (addetto alla riscossione delle imposte), segretario (preposto alla stesura degli atti pubblici e alla cura dei registri di protocollo), e cursore (per i comuni di terza classe); a questi si poteva aggiungere altro personale che i comuni di prima e seconda classe avessero ritenuto necessario. I comuni attivavano inoltre: - un Ufficio di stato civile (che redigeva e custodiva gli atti di nascita, matrimonio, morte) condotto da un savio nei comuni di prima e seconda classe, dal sindaco in quelli di terza; - una Guardia nazionale (per il mantenimento dell'ordine pubblico); - una Deputazione di sanità (con compiti di vario genere inerenti la salute pubblica) formata dal podestà e dai primi due savi (comuni di prima e seconda classe), dal sindaco con il primo anziano e il segretario (comuni di terza classe); - una provvisoria Deputazione per l'ornato pubblico (una sorta di commissione urbanistica).

Contesto generale Dopo la vittoria dei francesi sulle truppe austriache e la sconfitta degli insorti guidati da Andreas Hofer, nel febbraio 1810 Napoleone separò il Tirolo italiano e la zona di Bolzano dal Tirolo settentrionale per unirli al Regno italico nel Dipartimento dell'Alto Adige (Primiero venne invece aggregato al Dipartimento della Piave). Momentaneamente rimasero in vigore le leggi bavaresi, mentre il territorio veniva sottoposto a una amministrazione provvisoria sotto la guida del barone Sigismondo Moll. Il Codice Napoleone fu introdotto con il 1 luglio 1810. Il Dipartimento dell'Alto Adige fu posto in attività a partire dal 1 settembre 1810. Esso era diviso nei distretti di Trento (con 5 cantoni e 33 comuni), (con 4 cantoni e 28 comuni), Bolzano (con 4 cantoni e 24 comuni, poi elevati a 32; il cantone di , con Fiemme e Fassa, era compreso qui), Rovereto (con 3 cantoni e 16 comuni), Riva (con 4 cantoni e 20 comuni), per un totale di 20 cantoni e 129 comuni.

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Al vertice dell'amministrazione politica ed economica del Dipartimento era il prefetto, diretto responsabile di ogni attività, coadiuvato da un segretario, da due consiglieri, da un Consiglio di Prefettura e da un Consiglio generale dipartimentale. Gli uffici maggiori erano tutti di nomina regia. Al prefetto competeva la sorveglianza su tutti i comuni (in tutte le funzioni amministrative i consigli comunali, i podestà, i savi, gli anziani e i sindaci dipendevano dalla prefettura o dalla viceprefettura), la polizia superiore, i lavori pubblici (strade e ponti), gli affari militari e tributari e altre materie. Egli presenziava (o vi delegava qualcuno) ai consigli comunali dei comuni di prima e seconda classe. In ogni capoluogo di distretto vi era un viceprefetto, pure di nomina regia, con mansioni prefettizie nell'ambito del proprio distretto e coadiuvato dal Consiglio distrettuale. Nei cantoni per le materie amministrative censuarie vi era un cancelliere del censo (sempre di nomina regia) che custodiva i libri censuari dei comuni e presenziava ai consigli comunali dei comuni di terza classe. A Trento vennero istituiti un'Intendenza di Finanza e Demanio, un Liceo, gli uffici del Conservatore del registro, del Conservatore delle ipoteche, del Direttore delle poste. La Congregazione di Carità nei vari comuni assorbì tutte le istituzioni di pubblica assistenza e beneficenza fino ad allora esistenti. Per l'amministrazione giudiziaria, in ogni capoluogo di cantone era attiva una Giudicatura di pace con competenze in materia civile per cause entro un determinato valore. La giurisdizione penale e l'appello erano riservate alla Corte di Giustizia civile e criminale di Trento, con competenza in entrambi gli ambiti per tutto il Dipartimento, a esclusione di Bolzano, dove era in attività un tribunale di prima istanza proprio. Le cause in appello passavano alla Corte d'Appello di Brescia e successivamente al Tribunale supremo di Milano. A Rovereto per il distretto omonimo e per quello di Riva aveva sede un Tribunale di commercio; nei distretti di Trento e Tione tali mansioni erano svolte dalla Corte di giustizia. Ritornato il territorio del Dipartimento dell'Alto Adige sotto la sovranità austriaca, il commissario in capo del Tirolo italiano ed illirico de Roschmann instaurava un'amministrazione provvisoria (1 marzo 1814) mediante i seguenti organi e uffici: una Reggenza del Paese con sede a Trento, un Ufficio circolare provvisorio a Trento per tutto il Tirolo italiano, un Capitanato di Circolo, i Vicecapitanati di Circolo al posto delle Viceprefetture nei cinque ex capoluoghi di distretto, una Deputazione del Paese al posto del Consiglio dipartimentale, una Deputazione cantonale in ogni Cantone. A Trento aveva sede anche una Direzione di Polizia per tutto il Tirolo italiano; Commissariati venivano istituiti a Trento, Cles, Bolzano, Rovereto, Riva. La Corte civile e criminale di Trento aveva assunto il ruolo di tribunale di seconda istanza al posto della Corte di Brescia e il tribunale supremo era passato da Milano a Vienna. Nel giugno 1814, passato l'intero Tirolo all'Austria, Roschmann trasferì la direzione di tutti gli affari politici relativi al Tirolo italiano da Trento a Innsbruck. Cessato il periodo di amministrazione provvisoria, vennero erette due stazioni di polizia a Innsbruck e a Trento. Alla fine del 1814 ritornava in vita il Governo provinciale e venivano ristabiliti gli Uffici circolari (nella parte italiana quelli di Trento e Rovereto) come prima dell'occupazione bavarese, con a capo un capitano di Circolo. Nell'agosto 1814 fu reintrodotto in tutto il Tirolo il codice penale austriaco del 1803 e successivamente vi venne esteso l'ordinamento giudiziario per la Galizia austriaca del 1796. In seguito entrò in vigore l'Allgemeine Bürgerliche Gesetzbuch de1 1811. Il Tribunale d'Appello di Innsbruck divenne la corte di giustizia superiore. Nell'aprile 1815, con la nomina a governatore del Tirolo del conte di Bissingen, cessava il periodo di amministrazione provvisoria sotto la direzione del Roschmann. Nel novembre 1815 cessò le proprie funzioni la Corte di Giustizia civile e

139 criminale di Trento e venne istituito un Giudizio civico provinciale. Nel luglio 1816 furono riattivati i Giudizi dinastiali ma con l'esercizio della sola giurisdizione civile, riservando quella penale al giudizio sovrano più vicino. Con il 1 maggio 1817 ritornava in vita la distrettualizzazione giudiziaria risalente al 1805, comprendente 50 giudizi sovrani e 52 patrimoniali e dinastiali. Tra il 1816 e il 1817 furono eretti i Giudizi collegiali di Bolzano, Rovereto, Feldkirch, che si aggiunsero a quelli di Innsbruck e Trento come giudizi in prima istanza.

Dopo la creazione del Dipartimento dell'Alto Adige il comune di Albiano appartenne al Distretto di Trento, Cantone di Trento. Per l'ambito ecclesiale, Albiano era sede di parrocchia, intitolata a San Biagio.

Fonti normative "Costituzione della Repubblica italiana adottata per acclamazione nei Comitati nazionali di Lione", 26 gennaio 1802, n. 1. Legge 24 luglio 1802, n.55 "sulla tassa personale in favore delle comuni" Legge 24 luglio 1802, n.54 "sull'organizzazione delle autorità amministrative" Legge 4 settembre 1802, n.75 "relativa alla pubblica istruzione" Legge 17 settembre 1802, n.87 "per la guardia nazionale" Legge 21 settembre 1802, n.89 "sopra i debiti e crediti delle comuni" Decreto 30 ottobre 1802, n.109 "per la Guardia nazionale" Decreto 24 gennaio 1803, n.12 "riguardante la conservazione de'boschi per i legnami necessari al servizio dell'artiglieria e della marina" Legge 23 dicembre 1803, n.97 "relativa ai debiti dei comuni e loro attività" Legge 22 marzo 1804, n.25 "sui ricevitori comunali e dipartimentali" Legge 27 marzo 1804, n.30 "sulle strade" Legge 18 aprile 1804, n.42 " relativa all'alienazione de' beni comuni" Decreto 9 maggio 1804, n.55 "sulla vaccinazione" Decreto 8 giugno 1805, n.46 "sull'amministrazione pubblica e sul comparto territoriale del regno" Decreto 6 maggio 1806, n.73 "riguardante la sistemazione ed amministrazione generale delle acque e strade" Decreto 6 maggio 1806, n.73 "riguardante la sistemazione ed amministrazione generale delle acque e strade" Regolamento 20 maggio 1806, n.79 "per la costruzione, per l'adattamento e per la conservazione delle strade" Decreto 25 luglio 1806, n.147 "riguardante i beni comunali incolti" Decreto 4 dicembre 1806, n.230 "relativo alla rinnovazione e completazione dei consigli distrettuali e comunali" Nomina 3 gennaio 1807, n.2 "di una commissione destinata a raccogliere tutti i dati necessari a regolarizzare l'amministrazione dei comuni" Decreto 9 gennaio 1807, n.5 "portante il regolamento sull'ornato della città" Decreto 12 gennaio 1807, n.16 "sulle finanze per il 1807" Decreto 5 giugno 1807, n.46 "sull'amministrazione pubblica e sul comparto territoriale del regno" Decreto 1 maggio 1807, n.70 "riguardante le aste negli appalti delle opere d'acque, ponti e strade" Decreto 5 giugno 1807, n.95 "con cui sono concentrate nel podestà e nel sindaco le funzioni attribuite alle

140 municipalità dal decreto dell'8 giugno 1805" Decreto 4 agosto 1807, n.128 "relativo ai modi di estinguere le passività dei comuni colle attività che si possono impiegare a tale uso" Decreto 4 agosto 1807, n.125 "che istituisce una Direzione generale dell'amministrazione dei comuni" Decreto 9 febbraio 1808, n.59 "diretto ad impedire ai creditori dei comuni l'escussione sulle attività annoverate nei prospetti preventivi" Decreto 18 maggio 1808, n.129 "relativo ai boschi del regno" Decreto 10 febbraio 1809, con cui si dispone che ogni comune deve avere il suo estimo e conseguentemente i suoi registri censuari particolari in cui siano descritti i possessori attuali dei fondi posti nel territorio del comune. Decreto 18 marzo 1809, n.39 "con cui sono applicate anche ai comuni di seconda classe le disposizioni del decreto 11 corrente mese, relativo alle sovrimposte comunali" Decreto 19 aprile 1809, n.65 riguardante l'attivazione del nuovo sistema dei dazi di consumo nei comuni e territori aperti Decreto 18 maggio 1810, n.112 "che estende la giurisdizione della corte d'appello di Brescia al Dipartimento dell'Alto Adige" Decreto 19 maggio 1810, n.89 "con cui vengono provvisoriamente mantenute in vigore nel Tirolo meridionale le attuali leggi e i regolamenti di amministrazione" Decreto 28 maggio 1810, n. 94 relativo alla definitiva riunione al Regno d'Italia del Tirolo meridionale Decreto 15 giugno 1810, n.106 "che ordina la pubblicazione ed attivazione nel dipartimento dell'Alto Adige del codice Napoleone, dei regolamenti sui registri delle nascite, dei matrimoni e delle morti e dei decreti analoghi, del decreto sul diritto di albinaggio e di quello sulla tutela, emancipazione e cura degli abbandonati e degli esposti" Decreto 16 giugno 1810, n.111 "contenente diverse disposizioni di finanza e per la tutela delle corporazioni di culto e di beneficenza e dei comuni nel Dipartimento dell'Alto Adige" Decreto 8 luglio 1810, n.129 "che determina i gradi di parentela che escludono i membri dei consigli comunali dal votare, allorchè trattasi di cause in cui sono interessate persone di aderenza reciproca" Decreto vicereale 24 luglio 1810, con cui viene sancita la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in 5 distretti e si propone la loro suddivisione in 121 comuni e in 20 cantoni Decreto 10 agosto 1810, n. 163 relativo all'organizzazione giudiziaria del Dipartimento dell'Alto Adige e della parte del Tirolo da unirsi al Dipartimento della Piave Decreto 10 agosto 1810, n.161 "che prescrive un nuovo metodo per la compilazione de' conti preventivi e consuntivi dei comuni" Decreto 23 agosto 1810, n. 194, che estende al Dipartimento dell'Alto Adige il sistema d'amministrazione dei comuni del regno Decreto del viceré Eugenio Napoleone 15 febbraio 1811, n. 49, "che estende al dipartimento dell'Alto Adige ed ai cantoni di Tobiano e Primiero il sistema amministrativo della pubblica beneficenza esistente negli altri dipartimenti" Decreto vicereale 22 aprile 1811, n.101 "con cui si estendono al Dipartimento dell'Alto Adige ed ai cantoni di Tobiano e di Primiero i due decreti del 25 luglio 1806 e 4 agosto 1807; il primo intorno ai beni comunali incolti ed il secondo sull'estinzione dei debiti comunali"

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Decreto 27 maggio 1811, n.121 "relativo all'amministrazione, direzione, custodia e sorveglianza dei boschi del regno" "Codice dei podestà e sindaci del Regno d'Italia", 1811 settembre 17 Decreto vicereale 10 dicembre 1811, n.278 "che estende ai comuni del Tirolo meridionale componenti il Dipartimento dell'Alto Adige od aggregati al Dipartimento della Piave, la legislazione del regno relativa a debiti e crediti del comune"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACAl., 1.2 "Comune di Albiano (ordinamento italico)", 1813 Archivio della parrocchia di san Biagio in Albiano Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p.831 FAES M., NEQUIRITO M. (a cura di), Linee di sviluppo e cesure istituzionali nella storia dei comuni trentini dal Medioevo all'unione all'Italia descritte secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento- Soprintendenza per i beni librari e archivistici, 2004 (dattiloscritto)

142 fondo L Documentazione dell'archivio del Comune di Albiano, 1811 - 1815 {246}

fascicoli 2

Soggetti produttori Comune di Albiano, 1810 [settembre 1] - 1817 dicembre 31

Lingua Italiano

Vedi anche: Serie Carteggio e atti.

143 serie L 1 Registri dello stato civile, 1811 - 1815 {247}

fascicoli 1

Contenuto Con decreto vicereale emanato a Parigi in data 15 giugno 1810 venne ordinata la pubblicazione nel dipartimento dell'Alto Adige del decreto 27 marzo 1806 (1) che aveva introdotto su tutto il territorio del Regno d'Italia il regolamento generale riguardante la tenuta dei registri di stato civile da parte dei comuni; nella nostra provincia tale regolamento entrò in vigore a decorrere dal 1 gennaio 1811. In base alla legislazione francese, ogni municipalità era tenuta a trascrivere gli atti relativi a nascite, a morti e a matrimoni in appositi registri, un duplicato dei quali doveva essere trasmesso alle autorità centrali. Con ordinanza del 30 giugno 1815 (2) il restaurato governo austriaco affidò nuovamente la tenuta dei registri di nascita, morte, matrimonio alla competenza dei parroci.

La serie è formata da un fascicolo nel quale sono raccolti i fogli che facevano parte dei registri.

Vedi anche: Subfondo Comune di Albiano (ordinamento italico). conservati nell'archivio parrocchiale di Albiano

Note (1) Bollettino delle leggi del Regno d'Italia, 1806, pag. 243. (2) Raccolta leggi provinciali per il Tirolo e Voralberg. Vol. 2, 1815, pagg. 403-404 - Innsbruck 1822

L 1.1 b. 1 {248} "Registri dei nati, morti e matrimoni sotto il Regno italico-napoleonico 1811, 1812, 1813, 1814" (1) 1811 gennaio 7 - 1815 febbraio 14 Frammenti dei registri dei nati (1811 febbraio 24-1814 dicembre 31), dei morti (1811 marzo 6-1815 febbraio 14), delle pubblicazioni e delle opposizioni matrimoniali (1811 gennaio 7-1815 febbraio 14) e dei matrimoni (1811 novembre 5-1815 febbraio 14). Italiano Fascicolo; carta, cc. 94 Note (1) Il titolo è riportato dietro la carta dei nati del 1812 che chiudeva in un mazzo tutti i fogli.

144 serie L 2 Carteggio e atti, [1912] {249}

fascicoli 1

L 2.1 {250} "Questione del Monte Albiano detto Montagna Biana" (tit. int.) 1554 gennaio 10 (copia) - [1912] Altre denominazioni: "Fassioni vecchie" Documentazione riguardante la causa sorta tra la Comunità di Albiano e la Comunità di Valfloriana in merito a questioni di confine Fascicolo; carta, cc. 95 n.n.

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Ente Scuola popolare di Barco (Albiano) {251} [sec. XIX] - 1924

Luoghi Barco (Albiano, Tn)

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio della scuola popolare di Barco, 06/11/1882 - 08/11/1886

Storia Nella frazione di Barco era attiva un piccola scuola promiscua che veniva tenuta regolarmente, malgrado il numero esiguo dei frequentanti.

Funzioni, occupazioni e attività Il maestro della scuola popolare faceva della scuola non solo un centro di alfabetizzazione dove veniva insegnata la lettura, la scrittura e il far di conto, ma anche un luogo di formazione religiosa. Egli era nominato dall'amministrazione comunale e riceveva per questo suo incarico un regolare salario, che il comune ricavava dalle tasse mensili pagate dagli "scolari non poveri", in base al livello delle loro conoscenze, oppure, qualora il denaro non fosse sufficiente, dalla cassa comunale o dal fondo dei legati . Importante era la formazione del maestro, al quale, se nel Regolamento del 1805 si richiedeva la frequenza di un corso di pedagogia e metodica della durata di sei mesi, con la legge 14 maggio 1869 si richiede la frequenza dell'istituto magistrale della durata di quattro anni, con l'obbligo della pratica presso scuole elementari modello, e non più con il ruolo di assi-stente per almeno un anno. Al termine dei quattro anni lo studente doveva sostenere l'esame finale, per avere il "certificato di maturità", e la possibilità di un posto. L'insegnante aveva come compito fondamentale quello di istruire i fanciulli ma non era secondario nemmeno quello della formazione e della corretta tenuta dell'archivio scolastico. L'ispettore scolastico distrettuale aveva il compito di verificare il corretto svolgimento dell'attività scolastica, sia nella compilazione dei registri, sia nel verificare la presenza dei mezzi scolastici necessari, il buono stato del locale scolastico e dell'abitazione per l'insegnante; la frequenza degli scolari, nonché la corretta durata delle lezioni; il mantenimento della biblioteca scolastica; doveva inoltre garantire la sostituzione degli insegnanti; compilare una relazioni in occasione delle visite dell'ispettore scolastico distrettuale, scritte in collaborazione con l'insegnante, contenente le osservazioni, le proposte ed eventuali desideri per migliorare l'attività scolastica; era infine tenuto a presiedere gli esami finali e confermare le festività scelte dal maestro e a fornire dati utile per le statistiche sulle scuole. L'amministrazione comunale doveva occuparsi del mantenimento della scuola (fornire mezzi adeguati all'istruzione e soddisfare le richieste dell'insegnante per il miglioramento delle lezioni), dei maestri (pagare puntualmente un corretto salario, procurare l'alloggio qualora egli venisse da fuori) e della condizione del locale scolastico (compiere lavori di manutenzione, o ricercare nuovi spazi se necessari, provvedere all'arredo in particolare di banchi o lavagne, procurare la legna per la stufa, e sostituirla in caso di cattivo funzionamento ecc.).

146 fondo M Documentazione dell'archivio della scuola popolare di Barco, 1882 - {252} 1886

quaderni 1

Soggetti produttori Scuola popolare di Barco (Albiano), [sec. XIX] - 1924

Lingua Italiano

Vedi anche: Serie Carteggio e atti.

147 serie M 1 Matricole scolastiche, 1882 - 1886 {253}

quaderni 1

M 1.1 {254} "Matricola scolastica di Barco d'Albiano 1883" 1882 novembre 6 - 1886 novembre 8 Elenchi dei ragazzi di Barco obbligati a frequentare la "scuola ordinaria" con annotazioni relative alla frequenza e al profitto. Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 3

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Ente Congregazione di carità {255} 1811 febbraio 15 - 1923 [settembre 8]

Luoghi Albiano (TN)

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio della Congregazione di Carità di Albiano, 01/01/1849 - 31/12/1902

Storia La documentazione presente in archivio testimonia l'attività dell'ente in Albiano per tutta la seconda metà del XIX secolo fino al 1902. Gli atti sono relativi alle insinuazioni per la riscossione di crediti vantati dalla locale Congregazione di Carità e provenienti da legati istituiti in favore dei poveri di Albiano. Il parroco Giovanni Battista Weber (1855-1864) si firma "preside della Congregazione di Carità di Albiano". Nella Congregazione di Carità di Albiano confluirono nel 1931 le fondazioni Antonio Gilli e Pietro Facchini istituite per soccorrere i poveri di Albiano e Barco (1).

Funzioni, occupazioni e attività La Congregazione di carità (2) era un'istituzione pubblica di beneficenza istituita in Trentino in base al decreto vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49, che all'art. 2 stabiliva: "in ogni comune del Dipartimento dell'Alto Adige e dei Cantoni di Tobiano e Primiero tutti gli spedali, orfanotrofi, luoghi pii, lasciti e fondi di pubblica beneficenza (...) avranno una sola e medesima amministrazione che prenderà il titolo di Congregazione di carità". Essa ebbe quale compito fondamentale l'assistenza e la beneficenza a persone in particolari difficoltà economiche (poveri, anziani, inabili al lavoro, fanciulli esposti, donne partorienti) o fisico-psichiche (malati e mentecatti) che da essa ricevevano sussidi in modo diretto - generi di prima necessità - o, molto spesso, attraverso l'assistenza e le cure prestate in apposite istituzioni di cui la Congregazione curava l'amministrazione patrimoniale. Le entrate della Congregazione provenivano da lasciti, donazioni, legati pii. L'art. 10 del suddetto decreto vicereale ordinava che ogni Congregazione dovesse essere divisa in tre sezioni - denominate "degli ospedali", "degli ospizi" e "delle limosine" - ognuna incaricata dell'esecuzione dell'amministrazione affidatale, di cui avrebbe reso conto alla Congregazione. Per quanto riguarda l'organico della Congregazione durante l'amministrazione italica, il decreto vicereale stabiliva che essa fosse composta da "probi e distinti cittadini del comune, scelti fra i proprietari, commercianti e gli uomini di legge più distinti". Il numero dei membri era compreso tra i quattro e i sei ed essi venivano nominati dal podestà o dal sindaco. Nel capoluogo di Dipartimento la Congregazione era presieduta dal prefetto, nei capoluoghi dei distretti dal viceprefetto e in tutti gli altri Comuni dal podestà o dal sindaco; in tutti i Comuni inoltre erano ugualmente membri di diritto il podestà o il sindaco, oppure un parroco del luogo. Le Congregazioni dipendevano dal Ministro dell'Interno del Regno d'Italia che vigilava tramite il consigliere di stato (artt. 1, 5, 6 del decreto vicereale) e intrattenevano con i comuni rapporti assai stretti. Con l'annessione del Trentino all'Austria venne sostanzialmente confermata la normativa vigente in materia di assistenza e beneficenza pubblica e l'unica legge che nomina la Congregazione di carità fu l'editto del commissario in capo del Tirolo del 1° marzo 1814 (artt. 118-125), che confermò le Congregazioni di carità nei luoghi dove esistevano e dispose 149 la loro istituzione nei Comuni che avessero dei propri istituti di beneficenza con una rendita lorda di almeno 500 fiorini. Durante la seconda dominazione austriaca le Congregazioni di carità continuarono la loro attività gestite da un apposito comitato. Le direttive date dalle autorità austriache prevedevano sostanzialmente che la rappresentanza della Congregazione fosse composta da un preside (o presidente) che doveva essere possibilmente il curatore d'anime locale, da due consiglieri e da un cassiere. Anche se non eletti come membri con voto attivo nelle deliberazioni, il curatore d'anime e il capocomune locali dovevano comunque far parte dell'organo direttivo della Congregazione. La nomina del preside, dei consiglieri e del cassiere spettava alla rappresentanza comunale con l'approvazione dell'autorità superiore (I.R. Pretura o I.R. Giudizio distrettuale). I rappresentanti della Congregazione si dovevano occupare della conservazione del patrimonio e decidere in merito all'elargizione dei sussidi; le deliberazioni dovevano sempre essere redatte su apposito protocollo. I compiti specifici del cassiere erano quelli di tenere un giornale di tutti i pagamenti effettuati e un registro della contabilità riportante i capitali investiti e i nomi dei debitori con gli interessi a loro dovuti e le somme mano a mano versate. Egli doveva inoltre, sulla base dei mandati rilasciati dal preside, pagare puntualmente le sovvenzioni ai poveri secondo l'importo stabilito. Era incaricato di presentare ogni anno al preside la resa di conto (corredata dalle relative pezze d'appoggio) affinché la esaminasse con i consiglieri e la passasse poi per la liquidazione alla rappresentanza comunale. Tale resa di conto veniva infine passata all'autorità superiore per la definitiva revisione ed approvazione. A partire dalla metà del secolo XIX i rapporti con i Comuni si intensificarono: alcune leggi stabilirono infatti che, non bastando i mezzi forniti dalle società di beneficenza e dagli istituti esistenti, la rappresentanza comunale avrebbe dovuto sopperire all'importo occorrente per le sovvenzioni ai poveri con i fondi della cassa comunale. Le Congregazioni di carità vennero soppresse in seguito all'entrata in vigore della legge del 3 giugno 1937, n. 847, che istituiva in ogni comune del Regno gli Enti comunali di assistenza (E.C.A.).

Note (1) Cfr. Fondo poveri Gilli di Albiano, introduzione. (2) Le seguenti note sono tratte dalla scheda-soggetto redatta nel 2000 da Corrado Sala per il Servizio beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento, alla quale si rimanda per un approfondimento e per la bibliografia.

150 fondo N Documentazione dell'archivio della Congregazione di Carità di Albiano, {256} 1849 - 1902

fascicoli 1

Soggetti produttori Congregazione di carità, 1811 febbraio 15 - 1923 [settembre 8]

Lingua Italiano

151 serie N 1 Carteggio e atti, [1849] - 1902 {257}

fascicoli 1

N 1.1 b. 1 {258} "Congregazione di Carità" [1849] - 1902 (con allegati dal 1799) Atti relativi alla riscossione dei crediti e insinuazioni ipotecarie. Italiano Fascicolo; carta, cc. 65

152

Persona Avi Guido {259} 1918 febbraio 14 -

Luoghi Pergine

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio privato di don Guido Avi, 01/11/1938 - 31/12/1942

Storia Monsignor Guido Avi nasce a Pergine il 14 febbraio 1918. Fu ordinato sacerdote il 21 marzo 1942 e fino al 1947 fu viceparroco a Noriglio e nella parrocchia di Santa Maria in Rovereto. Passò a Trento dove dal 1947 al 1968 resse la parrocchia di Cristo Re. Divenne in seguito parroco di Albiano fino al 1975 e dal 1976 al 1990 parroco di Baselga del . Nel 2007 venne nominato canonico onorario.

153 fondo O Documentazione dell'archivio privato di don Guido Avi, 1938 - 1942 {260}

registri 1

Soggetti produttori Avi Guido, 1918 febbraio 14 -

Lingua Italiano

154 serie O 1 Lezioni, 1938 - [1942] {261}

registri 1

O 1.1 {262} "Da mihi animas, cetera tolle" 1938 novembre - [1942] Lezioni e appunti suddivisi per argomento scritti dal seminarista Guido Avi. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 383 (bianche molte pp.), con indice degli argomenti a p. 383

155

INDICE ANALITICO DELLE COSE NOTEVOLI Alberi genealogici 31, 174, 175

Altare di San Biagio di Albiano 141, 188

Altari 141

Archivio parrocchiale 1, 103

Arredi sacri 93

Biblioteca 110

Calamità naturali 88

Campane 93, 105, 141

Campanile 141

Canonica 2, 90, 100, 132, 135

Castagne 85, 140

Cimitero di Albiano 2, 72, 85, 93

Concilio di Trento 4, 9, 17, 209

Fonte battesimale 141

Indulgenza della Porziuncola 107

Indulgenze 93

Inventari 31, 96, 135, 163

Lavori chiesa 84, 141, 165

Regola di Albiano 88, 236, 237, 238

Reliquie 93, 107

Sacrestani 100

Scuole 98

Trattato di Parigi 245

Via Crucis 93, 107, 141

Visite pastorali 96, 103, 141

INDICE ANALITICO DELLE ISTITUZIONI 156

Archivio di Stato di Trento 141

Archivio Diocesano Tridentino di Trento 1

Asilo infantile di Albiano 109, 228, 231, 232

Associazione per la Scuola materna di Albiano 218

Azione Cattolica di Albiano 78, 82, 101

Beneficio Filippi di Albiano 31, 97, 188, 189, 191, 192, 193, 195

Beneficio parrocchiale di Albiano 31, 67, 85, 90, 91, 100, 109, 132, 133, 137, 138

Beneficio primissariale di Albiano 31, 67, 88, 92, 100, 109, 137

Cancelleria aulica di Vienna 39

Cancelleria consolare di Trento 241

Capitanato distrettuale di Trento 191, 199

Cappella dei Santi Biagio e Antonio abate di Albiano 2, 141

Cappella del cimitero di Albiano 70, 111

Cappella di Sant'Antonio di Albiano 87, 91, 107, 135, 145

Cappellania di Albiano 2

Cassa rurale di Albiano 218

Causa pia Filippi di Albiano 31, 97, 172, 173, 175, 180, 188

Chiesa di San Biagio di Albiano 2, 62, 84, 85, 86, 87, 91, 93, 141, 142, 145, 148, 166, 209

Chiesa di San Romedio di Barco 4, 62, 166, 167, 168, 169

Comitato pro asilo infantile di Albiano 220, 221

Commissione aulica centrale d'organizzazione, Vienna 9, 17, 24

Comune di Albiano 1, 85, 132, 141, 232, 245, 246, 252

Comune di Civezzano 138

Comune di Fornace 245, 245

Comunità di Albiano 1, 2, 4, 88, 234, 235, 236, 238, 240, 241, 242, 244

Comunità di Baselga di Piné 234, 234

Comunità di Civezzano 242, 244

Comunità di Povo 242

Confraternita del Santissimo Sacramento di Albiano 209, 210, 212, 213, 215

157

Congregazione di carità di Albiano 199, 255, 256, 258

Contea principesca del Tirolo 3

Curazia di Albiano 3

Curia vescovile di Trento 4

Decanato di Cembra 4

Decanato di Civezzano 4

Dieta provinciale del Tirolo 85

Diocesi di Trento 2, 3, 4, 17, 24, 30, 33, 132, 141, 234

Dipartimento dell'Alto Adige 245, 247

Famiglia cooperativa di Albiano 218

Federazione provinciale delle scuole materne di Trento 218

Fondo chiesa nuova di Albiano 65, 160

Fondo di Carità di Albiano 88

Fondo fabbrica chiesa di Albiano 159

Fondo poveri Baldessari di Albiano 65

Fondo poveri di Albiano 105

Fondo poveri Facchini di Albiano 65, 199, 255

Fondo poveri Gilli di Albiano 199, 200, 204, 255

Fondo quaresimale di Albiano 65, 105

Fondo sante missioni di Albiano 65, 100, 105

Gaffuri e Segalla studio ingegneristico di Trento 232

Giudizio distrettuale di Civezzano 99, 175, 205

Giunta provinciale di Trento 1

Governo per il Tirolo e Vorarlberg 157

Magistrato consolare di Trento 234, 240

Opera di San Pietro 77, 101

Opera di San Vigilio 71, 101

Oratorio di Albiano 81, 82, 83, 221

Ordinariato vescovile di Trento 1, 63, 103, 175

Ordine dei Templari 85

Ospizio di Albiano 2, 87, 141

158

Parrocchia di Cristo Re di Trento 259

Parrocchia di San Biagio in Albiano 1, 4, 15, 141, 234, 245

Parrocchia di Santa Maria del Carmine di Rovereto 259

Pia opera della Propagazione della Fede 77, 101

Pia opera della Santa Infanzia 76, 77

Pia Unione contro la bestemmia di Albiano 75

Pia Unione del Sacro Cuore di Gesù di Albiano 75, 101

Pia Unione del Sacro Cuore di Maria di Albiano 93

Pieve di Cembra 2, 91, 132, 141, 234

Regno d'Italia 17, 247

Regno d'Italia, Ministero per il culto 157

Scuola materna San Pio X di Albiano 81, 218, 219, 233

Scuola popolare di Barco (Albiano) 251

Società della Croce Rossa di Albiano 76

Stipendio Pisetta di Albiano 31, 97, 205, 206

Tirolo, Contea 242

Ufficio spirituale di Trento 209

Unione dei padri di famiglia di Albiano 101

Università Sacro Cuore di Milan0 71

INDICE ANALITICO DEI NOMI DI PERSONA a Prato, signori di Castel Segonzano 132

Albasini Luigi, arciprete di Albiano 4, 26, 31, 141

Anzelini Federico, parroco di Albiano 4, 31, 141, 191, 215

Avi Giudo, parroco di Albiano 4, 259, 260, 262

Baldessari Domenico, sacerdote e benefattore di Albiano 105

Barbi Simone, curato di Albiano 3

Benedetti Luigi, parroco di Albiano 4

Boldrini Panfilo, cappellano di Albiano 2, 144, 237

159

Bolognani Alfonso, parroco di Vigo Cavedine 26

Bombarda Bruno, parroco di Albiano 4

Bonis (de) Bono, curato di Albiano 3, 91

Bugna Bartolomeo, cappellano di Albiano 2

Cembran Pio, cooperatore di Albiano 232

Chemel Baldassare, cappellano di Albiano 2, 135

Clemente VIII, papa 209

Doriis (de) Donatus, cappellano di Albiano 2

Endrici Celestino, vescovo di Trento 4, 33

Enrico da Metz, vescovo di Trento 87

Facchinelli Ettore, cappellano di Albiano 218

Facchini Martino di Albiano 237

Facchini Pietro, benefattore di Albiano 105, 199

Ferrari Fiorello, parroco di Albiano 4, 31, 58, 59

Filippi Cristano, nipote di Giovanni Bartolomeo fondatore 188 dei benefici Filippi di Albiano

Filippi Giacobbe fu Filippo, benefattore della chiesa di 164 Albiano

Filippi Giovanni Bartolomeo, sacerdote fondatore dei 97, 172, 174, 175, 180, 188, 195 benefici Filippi di Albiano

Filippi Giovanni Battista fu Domenico detto Bianchi, 164 benefattore della chiesa di Albiano

Filippi Giovanni di Albiano 237

Filippi Maria Luigia vedova di Domenico Gilli, benefattrice 164 della chiesa di Albiano

Frizzera Tommaso, cappellano di Albiano 2

Fronza Lino, parroco di Albiano 4

Galvagni (de) Simone, cappellano di Albiano 2

Gilli Antonio fu Pietro detto "Pepe", benefattore di Albiano 199

Gilli Domenico di Albiano 164

Gilli Valentino, podestà 218

Giovanni, cappellano di Albiano 2

Giovannini Pietro, parroco di Albiano 3, 4, 135

160

Giuliani Francesco, parroco di Albiano 4, 103

Giuseppe II d'Asburgo, imperatore 209

Lorenzi Virginio, parroco di Albiano 4, 110, 218

Luschin Francesco Saverio, vescovo di Trento 49, 58

Marzani Pietro di Rovereto, ingegnere 141, 165

Michele da Gardena, maestro muratore 85, 141

Minati Giovanni Battista, parroco 4

Molinari Andrea, beneficiato Filippi di Albiano 192

Molinari Angelo di Lavis, amministratore del beneficio 192 Filippi di Albiano

Molinari Nicolò, beneficiato Filippi di Albiano 192

Negri Guglielmo fu Leone di Albiano 237

Nicolò da Padova, cappellano di Albiano 2

Paolo V, papa 9, 17, 24, 30, 33

Pegolotus Andrea, giurato della comunità di Albiano 89

Peterlini Graziadio, curato di Albiano 3

Pio X, papa 37

Pisetta Andrea Antonio, primissario di Albiano 92

Pisetta Bartolomeo, giurato della comunità di Albiano 89

Pisetta Francesco, cappellano di Albiano 2, 3

Pisetta Gaspare da Albiano, fondatore della Sipendio Pisetta 97, 205, 208 di Albiano

Pisetta Odorico fu Cristano da Albiano, regolano della 89 comunità di Albiano

Pisetta Pietro fu Antonio di Albiano 92

Pisetta Romano, benefattore di Albiano 218

Ravanelli Giacomo, sindaco della chiesa di Barco 166

Ravanelli Giovanni, missario di Barco di Albiano 166

Roschmann (von) Anton, provvisorio commissario in capo del 245 Tirolo italiano e illirico

Tiella Giovanni da Rovereto, architetto 141, 165

Todesca Luigi, cooperatore di Albiano 35

Tomasi (de) Giovanni Aliprando, curato di Albiano 3, 91, 135, 145, 149, 166, 169, 209

161

Vaia Giuseppe, parroco di Albiano 4, 31, 81, 141, 215, 218

Vanzin Salvatore di Albiano 237

Vecchi (de) Filippo da Bologna, vicario generale in affari 86 spirituali

Villotti Paolino, sacerdote di Albiano 4, 88, 135

Weber Giovanni Battista, parroco di Albiano 1, 4, 30, 31, 34, 84, 132, 135, 152, 215, 255

Wood Robert, inventore della lampada a radiazioni 243 elettromagnetiche UV

Zambaiti Simone Albano, vicario generale del vescovo di 49 Trento

Zambaldi Biagio, cappellano di Albiano 2, 236, 238

Zeni Stefano, parroco di Albiano 4

Zuccali Paolo, curato di Albiano 3

INDICE ANALITICO DEI TOPONOMI Albiano 2, 63, 65, 84, 85, 88, 91, 132, 188, 199, 209, 234, 234, 243, 259

Avisio, torrente 243

Barco di Sopra, località di Albiano 4

Barco di Sotto, località di Albiano 4

Barco, località di Albiano 63, 67, 100, 166, 169, 199, 251, 253, 254, 255

Baselga del Bondone 259

Castello del Buonconsiglio di Trento 4

Cembra 3, 4, 84, 85, 91

Civezzano 243

Coré (a), località di Albiano 89

Germania 172

Lavis 243

Monza 245

Noriglio 259

Parigi 247 162

Pergine Valsugana 259

Povo, frazione di Trento 243

Revò 59

Santa Colomba, località di Civezzano 244

Tirolo 39, 172, 245

Tirolo e Voralberg 245, 247

Trento 172, 242

Valfloriana 85, 234, 234

Valle di Non 59

163