James Guillaume L'internazionale

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James Guillaume L'internazionale James Guillaume vai all’indice L’INTERNAZIONALE documenti e ricordi (1864 -1878) PRIMO TOMO Introduzione di Giampietro Berti Titolo originale: L’Internationale. Documents et souvenirs (1864-1878) Traduzione di Andrea Chersi La riproduzione totale o parziale è permessa a tutti sotto la condizione della fedeltà al testo e della indicazione della fonte C.S.L. Di Sciullo casella postale 86 66100 Chieti James Guillaume L’INTERNAZIONALE documenti e ricordi (1864-1878) PRIMO TOMO Introduzione di Giampietro Berti Constant Meuron INTRODUZIONE di Giampietro Berti 1. James Guillaume nasce a Londra il 16 febbraio 1844 da famiglia svizzera trasferitasi nella capitale inglese l’anno pre- cedente. Sua madre, Marie Suzanne Glady, era musicista, mentre il padre, George, gestiva dal 1837 una succursale della casa di orologeria fondata in Svizzera dal nonno di James. I Guillaume, originari della Val de Travers (Cantone di Neuchâtel), appartenevano alla borghesia liberale e indu- striale della Confederazione. Nel 1847, a seguito dei rivolgi- menti costituzionali nel Sonderbund e, ancor più, dopo i moti parigini del febbraio dell’anno successivo, i repubbli- cani neuchâtelesi riuscirono a rovesciare il regime conserva- tore imposto dalla Prussia, motivo per cui George Guillaume ritornò in patria nella speranza di riprendere il proprio lavo- ro. La crisi dell’orologeria lo costrinse però a cercarsi un altro impiego: sarà dapprima giudice, poi, nel 1853, eletto deputato, infine consigliere di Stato (membro del governo cantonale) e alto funzionario statale con diversi incarichi dirigenziali svolti in vari dipartimenti: polizia, istruzione pubblica e culti, lavori pubblici. Chiuderà la carriera nel 18861. All’età di nove anni, nel 1853, James entra nel collegio latino di Neuchâtel, e a sedici frequenta il ginnasio rimanen- dovi due anni. Riceve una formazione scolastica “classica”, acquisendo soprattutto la cultura letteraria francese, inglese e tedesca con lo studio dei grandi autori Rabelais, Molière, Shakespeare, Byron, Goethe. Non mancano anche alcuni fi- losofi come Spinoza e Voltaire. Apprende pure le nozioni di astronomia, geologia e scienze naturali. Nel 1862 si trasferi- 1. F. Brupbacher, James Guillaume, «Vie ouvrière», 20 février 1914, n. 106, p. 194; Une vie de militant. L’autobiographie de James Guillaume, «Révolution prolétarienne», n. 116, 9 avril 1931; M. Vuilleumier, James Guillaume, sa vie, son œvre, in J. Guillaume, L’Internationale. Documents et souvenirs (1864-1872), Paris 1985, p. IX. IX sce a Zurigo per frequentare i corsi universitari di “Philologisches-pedagogisches Seminar”, dove insegnano valenti docenti come il filologo e antichista Hermann Koechly e lo storico della letteratura Theodor Vischer, intellettuali di estrazione liberale, coinvolti nei rivolgimenti del 1848-49, anche se ora su posizioni più filo-nazionaliste. La sua perma- nenza nella città svizzera è breve (solo tre semestri scolasti- ci)2 perché un anno e mezzo più tardi deve fare ritorno a Neuchâtel, non avendo il padre sufficienti possibilità econo- miche per il suo sostentamento (sebbene consigliere di Sta- to, faticava a mantenere la famiglia: sette figli). Durante i corsi al “Philologisches-pedagogisches”, Guillaume si era avvicinato alla filosofia classica tedesca, sen- za trarne grande profitto (lo studio del capolavoro di Hegel, Fenomenologia dello Spirito, si era rivelato “diabolicamente ar- duo”3). Anche con altri autori, Kant, Fichte, Schelling e Feuerbach non aveva avuto particolare dimestichezza. Diverso risultò invece il rapporto con la letteratura. Lo scrittore Gottfried Keller, autore allora particolarmente in voga, an- che per i suoi sentimenti liberali e radicali, influenzò pro- fondamente il giovane svizzero, tanto che questi decise di tradurre in lingua francese alcune novelle4. È significativo osservare, tuttavia, che la riluttanza a immergersi nell’anali- si dei testi filosofici tedeschi – specialmente quelli di ascen- denza idealistica – dipendeva principalmente da una diversa sensibilità culturale che lo faceva sentire pressoché estraneo a quel filone di pensiero. Guillaume si era formato infatti in una temperie cultura- le molto particolare. Come abbiamo accennato, il suo am- biente famigliare era pervaso da una cultura che si rifaceva in gran parte ad una concezione liberale e democratica, per- meata dai miti dell’89: libertà, uguaglianza, fraternità. Una cultura “aperta” e intrinsecamente non dogmatica, e dun- que profondamente laica, le cui radici erano senz’altro di tipo illuminista. Fin dalla metà degli anni Cinquanta, la Sviz- 2. Une vie de militant. L’autobiographie de James Guillaume…, p. 17 ; D. Roth, James Guillaume. Seine Jugend (bis 1862), sein Studium in Zürich (1862-1864), «Revue Suisse d’histoire», vol. 15 (1965), n. 1, pp. 30-86. 3. Une vie de militant. L’autobiographie de James Guillaume…, p. 17; Vuilleumier, James Guillaume, sa vie, son œuvre…, p. IX. 4. Les gens de Seldwyla. Nouvelles par Gottfried Keller, traduit de l’allemand par James Guillaume, traduction revue et approuvée par l’auteur, Neuchâtel 1864; Une vie de militant. L’autobiographie de James Guillaume…, p. 17. X zera romanda aveva visto la presenza di molti uomini politici e di importanti intellettuali, soprattutto francesi e tedeschi, colà rifugiati dopo il biennio rivoluzionario del 1848-49. I Guillaume aprirono le porte della loro casa a questi perso- naggi e pertanto il giovane James ebbe modo di conoscere e frequentare Pierre Leroux, noto socialista, Clémence Auguste Royer, la prima traduttrice de L’Origine della specie di Charles Darwin, Gustave Chaudey, amico personale di Pierre Joseph Proudhon, Carl Vogt, già deputato al parlamento di Francoforte e docente all’Accademia di Ginevra, Pascal Duprat, democratico di spicco durante la seconda repubbli- ca in Francia, Edouard Desor, naturalista e geologo di chiara fama, Jakob Moleschott esponente di punta – con Ludwig Büchner – del materialismo meccanicista e docente di fisio- logia a Zurigo, il teologo statunitense Théodor Parker, disce- polo di Ludwig Feuerbach e David Strauss. Infine l’ardente repubblicano Ferdinand Buisson, che dal 1866 insegnava fi- losofia e letteratura comparata nella nuova Accademia di Neuchâtel (Buisson, allievo e amico personale di Edgar Quinet, costituirà in seguito, come vedremo, un punto di riferimento importante per Guillaume)5. Tuttavia questo mondo liberale, radicale, democratico, laico, razionalista e illuminista, anche se assai “avanzato”, esprimeva pur sempre un orizzonte limitato agli occhi di chi era alla ricerca, come nel caso di Guillaume, di un senso “forte” da assegnare alla propria esistenza. E questo senso “forte”, naturalmente, non poteva essere trovato altro che in un’idea in grado di proporre una prospettiva radicale di tra- sformazione della società: di qui l’inevitabile incontro con il socialismo. Tra il 1865 e il 1866 a Ginevra, a La Chaux-de- Fonds e a Le Locle avevano cominciato a diffondersi le pri- me sezioni dell’Internazionale6. Guillaume, già in contatto con il fourierista Constant Meuron (verso il quale nutrirà sempre una profonda venerazione), abbracciò subito i nuo- vi ideali di emancipazione sociale, divenendo ben presto l’esponente maggiore dell’internazionalismo non solo nel Giura, ma in tutta la Svizzera francese7. La sua militanza fu 5. Vuilleumier, James Guillaume, sa vie, son œuvre…, pp. V-VII. 6. A. Babel, La Première Internationale, ses débuts e son activité à Genève de 1864 à 1870, in Mélanges d’histoire économique et sociale offerts à M. William E. Rappard, Genève 1944, pp. 225-367; M. Vuilleumier, A propos d’un centenaire: La Première Internationale en Suisse, «Revue syndicale suisse», septembre 1964, pp. 237-249. 7. Cfr. i ricordi di Jean-Baptiste Dumay, Mémoires d’un militant ouvrier du Creusot XI fin dall’inizio appassionata e totale, tanto da porlo in una situazione di forte conflittualità con il mondo dal quale pro- veniva. Dal 1865, infatti, dopo aver superato un regolare esa- me di Stato, egli ricopriva un posto di insegnante di storia e letteratura nella scuola industriale di Le Locle; però i conti- nui contrasti con l’establishment esistente e l’impegno politi- co sempre più assorbente lo costrinsero, tre anni più tardi, a lasciare il lavoro di docente: in realtà fu rimosso. Ciò, natu- ralmente, provocò una forte incrinatura con la propria fa- miglia. A questo punto egli preferì gestire a Neuchâtel una piccola tipografia, precedentemente avviata dal fratello8. Egli passava quindi dalla condizione sociale dell’intellettuale a quella dell’artigiano, ponendosi in una situazione psicologi- ca più gratificante e più consona rispetto alle sue profonde aspirazioni, che lo spingevano a immergersi completamente nella vita e nell’azione del popolo. Una significativa testimonianza di questo nuovo atteggia- mento ce la offre egli stesso, quando ricorda l’influenza de- terminante che ebbe su di lui Mikhail Bakunin, conosciuto a Ginevra nel 1869. L’anarchico russo gli dischiuse infatti una prospettiva ideale completamente diversa. Fino a quel mo- mento, Guillaume aveva pensato allo sviluppo morale della propria personalità; ora, invece, giungeva alla consapevolez- za che era preferibile “scegliere una cosa più umana, più sociale, rinunciando alla sfera puramente individuale per consacrarsi all’azione collettiva, cercando la base e la garan- zia della moralità nella coscienza di uomini interamente uniti per lavorare ad un’opera comune di propaganda e di rivolu- zione”9. Sentiamo qui l’afflato romantico volto alla ricerca di un ethos
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