Le Indagini E Gli Studi Sull'emigrazione Lucana
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LE INDAGINI E GLI STUDI SULL’EMIGRAZIONE LUCANA Ausonio Franzoni L’emigrazione in Basilicata* * Ministero degli Affari Esteri. Commissariato dell’emigrazione. L’emigra- zione in Basilicata, relazione del Cav. Ausonio Franzoni, Roma, Tip. Nazio- nale Bertero, 1904. 89 Avvertenza Ausonio Franzoni (BG 1859-Roma 1934) in seguito al suo viaggio compiuto in Basilicata dal 12 Novembre al 14 dicembre 1902 diede alle stampe due edizioni del rapporto finale di ricerca: la prima nel gennaio del 1903, la seconda nel gen- naio del 1904 (cfr. Introduzione, pp. 14-16). Quella qui pubblicata è l’edizione del 1904 la quale differisce dalla precedente (di cui si è occupato con un esaustivo intervento Salvatore Lardino, cfr. Introduzione, p.83, nota n. 5) in relazione a due importanti aspetti: aveva in meno alcuni passi e il capito- lo La deputazione Parlamentare Lucana mentre aveva in più alcuni paragrafi, la biblio- grafia e il corredo statistico inserito in questo volume da pagina 248 a pagina 273. Per consentire una comparazione tra i due testi i paragrafi presenti nell’edizio- ne del 1904 ed assenti in quella del 1903 (cfr. pp. 101, 102, 233, 236, 242-243) sono stati riportati tra parentesi quadra, mentre tra parentesi graffa i passi presenti nel 1903 ed assenti nel 1904 (cfr. pp. 104-105, 228-229). Il capitolo La deputazione parlamentare lucana posto nell’edizione del 1903 prima delle conclusioni è stato integralmente riportato alla fine del testo del 1904 (cfr. pp 276-284). Non sono state invece prese in considerazione le differenze tra le due edizioni quando queste non presentavano discostamenti sostanziali ed erano relative a poche parole. Inoltre non si è tenuto conto delle differenze riscontrate tal- volta in relazione alla titolazione dei paragrafi. Ringraziamenti Il capitolo La deputazione Parlamentare Lucana presente nell’edizione del 1903 è stato riprodotto per gentile concessione della direttrice della Biblioteca Provinciale di Potenza, dott.ssa Angela Costabile. Ad essa ed ai funzionari della Biblioteca Provinciale, in particolare alla dott.ssa Carmelina D’Andrea, i nostri ringraziamenti. 90 Bozze di stampa riservate R. COMMISSARIATO DELL’EMIGRAZIONE A S. E. il Presidente del Consiglio dei Ministri Cav. GIUSEPPE ZANARDELLI Brescia, 10 gennaio 1903 Non saprei incominciare in modo migliore questo rapporto che coll’e- sprimere all’E.V. la più viva e sincera riconoscenza per l’onore fattomi e per avermi porto l’occasione d’approfondire i miei studi preferiti intorno all’im- portantissimo fenomeno dell’emigrazione italiana. La lunga residenza nei paesi dell’emigrazione, ed il contatto continuo colle classi laboriose costrette a cercare in America un miglioramento alle loro condizioni economiche, m’aveva indotto a credere che l’emigrazione fosse per l’Italia, e soprattutto per l’Italia Meridionale, ancor più assai che un bene, una vera necessità; e convenisse, quindi, se non fomentarla, facilitarla in ogni modo. Lo studio delle cifre statistiche, fatto in condizioni che rendevano assai malagevole il trarne altro giudizio, che non fosse quello dei maestri o che non provenisse da concetti puramente soggettivi, m’indusse sovente a considera- re il fenomeno in modo affatto teorico, ed a credere che il solo danno da esso prodotto al nostro paese provenisse dalla deficienza di istruzione e di dignità individuale, constatata nell’immensa maggioranza dei nostri emigranti. Perciò nell’istruzione pratica delle masse emigratrici pensavo dovesse consi- stere il compito principale, se non l’unico, delle nostre autorità. Colla scorta quindi di insegnamenti teorici e di un’esperienza non scevra di pregiudizi (perché le osservazioni e gli studi si erano limitati alle sole fasi del viaggio, dell’arrivo e dello spargimento della fiumana emigratrice nel Nuovo Continente) era riuscito a compilare un libro che m’accingevo a pub- blicare, allorché l’E.V. mi fece l’onore d’affidarmi l’incarico di studiare le N.B. - A richiesta del Presidente del Consiglio dei Ministri, on Zanardelli, e per ordine del Ministero degli affari esteri, il cav. A. Franzoni ebbe incarico dal Commissario di recarsi in Basilicata a studiare le condizioni e le cause dell’emigrazione da quella provincia. La presente relazione rende conto della missione da lui compiuta e si pubblica nel Bollettino dell’emigrazione, lasciandosi all’autore l’intiera responsabilità delle notizie date e degli apprezzamenti. 91 cause e gli effetti dell’emigrazione in Basilicata, procurandomi così il mezzo di completare e correggere l’opera mia. * * * Quale primo risultato di questo rapido viaggio, riportai la convinzione profonda che lo studio sulle origini del fenomeno emigratorio in Italia richie- de un’attenzione assai maggiore di quella che finora non gli si sia attribuito; e che la serie immensa, minuta e sapiente di provvedimenti presi per rego- larne lo svolgimento materiale, non è affatto in proporzione colle misure che dovrebbero adottarsi, e che si impongono, per attenuare, ove è necessario, il carattere morboso. Prevalsa generalmente l’idea che l’emigrazione sia uno sfogo benefico, avvenne che ogni regione in cui il fenomeno si manifesta con vivacità si consi- derò relativamente fortunata. La legge recente sottopone perciò ad un identico trattamento regioni le quali nel ventennio, non ostante un esodo fortissimo, ebbero il 20, 30 e persino il 40 per cento di aumento di popolazione (Calabria Ulteriore I e II, Puglie, parte della Campania e della Sicilia), ed altre che nello stesso periodo si videro private del 20, del 30 e persino del 40 per cento dei loro abitanti atti al lavoro (Basilicata e circondari di Cosenza e Crotone). Non tutta la Basilicata si trova in questa deplorevole condizione; ma v’hanno circondari interi che terribilmente ne soffrono (Potenza e Lagonegro) ed in essi alcuni comuni, la cui popolazione è ridotta alla parte più debole ed improduttiva e quindi in miserabile stato. (Teana, San Severino, Brienza, Calvello, Laurenzana, Marsicovetere, Pignola, Trivigno, Corleto Perticara, Stigliano, Chiaromonte, Latronico, Rotonda, mandamen- to del Pollino, Valsinni, Ferrandina, ecc., ecc.). Molti comuni, che perdettero nel ventennio 1881-1901 persino il 60 per cento dei loro abitanti adulti, hanno contribuito ancora all’emigrazione dal febbraio 1901 al 15 novembre di quest’anno1 con oltre il 10 per cento della loro popolazione (Forenza, Fardella, Laurenzana, San Fele, Grassano, Tricarico); altri, che fino al 1901 erano rimasti quasi immuni dalla tendenza emigratrice, videro allontanarsi definitivamente in questo biennio il 15 per cento dei loro lavoratori (Irsina, Maschito, Venosa), altri infine, con mia 1 1902 92 grande sorpresa, ma effimero contento, appariscono quasi guariti da questa mania, e da una percentuale altissima scesero ad una minima proporzione (Montescaglioso, Senise, Terranova, Pietragalla). L’esame attento delle cifre statistiche che raccolsi nei capoluoghi di cir- condario, prima d’accingermi ai viaggi d’ispezione, dovea naturalmente sor- prendermi per la grande diversità di manifestazioni fra comuni relativamen- te vicini e soggetti alle stesse cause di disagio; ma la sorpresa dovea di molto aumentare, quando, verificando nelle singole località l’esattezza di tali cifre, fui costretto sovente a modificare in modo radiale i concetti che m’ero for- mato, ed a rilevare, come quella stessa miseria che aveva prodotto anteriormen- te l’emigrazione, ACUITARSI ANCOR PIÙ IN SEGUITO, s’era mutata in ostacolo insormontabile ad effettuare il nuovo esodo (Irsina, Montescaglioso, San Giorgio Lucano, Valsinni, Miglionico, Grassano); mentre in alcuni comuni l’aumento del numero degli emigranti era considerato come fonte di vera prosperità (Rivello, Nemoli, Castelluccio Superiore, Maratea e Craco). * * * Ho accennato alla miseria come causa impellente e principale dell’emi- grazione, onde uniformarmi alla voce generale, la quale riassume in una paro- la le cause svariatissime che in ogni paese si manifestano; ma crederei di com- mettere una leggerezza se, accettando a priori quest’affermazione, non tentas- si di analizzare le cause di tale miseria, distinguendo quelle irreparabili da quelle che (a costo di lievi, oppur di gravi sacrifici) si potrebbero attenuare. Una lunga serie di annate agricole disastrose, le mutate condizioni cli- matiche della regione in seguito ad irrazionali disboscamenti, la facilitata concorrenza dei prodotti industriali esteriori per mezzo delle ferrovie e l’ac- cresciuta coscienza dei propri diritti nelle classi (già troppo duramente sfrut- tate) dei lavoratori del suolo, appartengono alle prime; ma non sarebbero tali, a mio avviso, cui si possa imputare la morbosità dell’esodo, ove non fos- sero aggravate in tutta la Provincia dalle deplorevoli condizioni d’un’agricol- tura preadamitica, dalla distruzione completa dell’industria armentizia e dalla gravezza delle imposte, specialmente comunali, le quali ricadono nell’anti- ca integrità d’ammontare sulle popolazioni dimezzate1. Aggiungasi a queste 1 Vedansi le tabelle n. 14 e seguenti dell’appendice. 93 cause altre di natura assolutamente locale, dipendenti dal modo d’ammini- strare il Comune, dal modo di applicare ed esigere le imposte, dalla man- canza (per alcuni Comuni completa) di vie di comunicazione anco mulattie- re, da minacciati ed anco iniziati scoscendimenti dei terreni su cui si eleva l’a- bitato, dall’aumentata malaria, dall’esistenza deleteria di grandi latifondi incolti, ed infine dalla suggestione possente, prodotta dal sapere che a molti emigrati riuscì propizia la sorte. Non parrà