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Da Puteoli a , e ritorno. Itinerario nell’iconografia della città flegrea Roberto Parisi

La ricerca di ‘rotture’ geologiche o di Terra come «unicum geologico- che nella tavola suddetta è ‘discontinuità’ di natura mitologica e architettonico»10. posizionata sull’estremità occidentale antiquaria per fissare precisi ambiti Proprio dall’Ager Puteolanus di della fabbrica, mentre nell’Ager cronologici entro i quali delineare un Mario Cartaro è utile, a nostro avviso, Puteolanus del Cartaro è processo evolutivo di forme, colori, prendere avvio per delineare uno dei rappresentata sull’estremità tecniche e stili – in quello che, con tanti possibili itinerari iconografici orientale17. Nella tavola corsiniana, riferimento all’antica «regione sulla città di Pozzuoli11, nel tentativo inoltre, appare evidente la piena abbruciata», è stato opportunamente soprattutto di mettere in evidenza sia volontà di svincolare dal contesto definito un vero e proprio il significato di alcuni dettagli utili urbano il cosiddetto «complesso «immaginario pittorico»1 – è una alla comprensione degli aspetti Toledo»18, ovverosia la torre e la pratica adottata in molti tra i storico-urbanistici12, sia i vuoti, o grande fortificata che il viceré contributi di carattere storico-artistico meglio le omissioni, che talvolta Pedro de Toledo fece costruire ai che compongono il vasto panorama appaiono come sintomi di una precisa margini nord-occidentali della città e storiografico sull’iconografia urbana scelta culturale, piuttosto che di un di cui, nella veduta generale del dei Campi Flegrei2. ‘errore’ o di una ‘distrazione’ Cartaro, sono evidenziati con Tuttavia, se da un lato eventi come la generalmente imputata all’autore. particolare enfasi i rigogliosi giardini. nascita di un nuovo monte (1538)3 o la Alla famosa carta dell’artista viterbese Né, infine, può sfuggire, ad una più riscoperta di tre antiche colonne fu associato, nel 1913, un gruppo di attenta disamina dell’Ager Puteolanus, (1750)4, così come, in tempi più venti piccole incisioni (8,5x12,7) la precisa individuazione – nei giardini recenti, l’incendio di una cattedrale rinvenuto presso la Biblioteca limitrofi a quelli del Toledo, (1964)5 o l’evacuazione di massa di un Corsiniana di Roma13, che, come è appartenenti intorno al 1580 ad un antico ‘rione’ (1970)6, hanno stato sottolineato più recentemente14, certo Jeronimo di Sangro19 – delle tre effettivamente segnato momenti furono «problematicamente» messe in famose colonne del cosiddetto Tempio importanti della storia non solo diretta relazione con le corrispondenti di Serapide20, quasi duecento anni iconografica di quei luoghi, tavole firmate dall’incisore Francesco prima della sua non casuale riscoperta legittimando una propedeutica Villamena e stampate a Roma nel iconografica ad opera del Morghen successione lineare delle fonti, 1620 e nel 165215. (1766) e del Paoli (1768)21. dall’altro la ciclicità con la quale si Di queste tavole, quella relativa al Un dettaglio che non solo conferma la manifestano alcune dinamiche solo contesto urbano di Pozzuoli va profonda cultura antiquaria espressa politiche e culturali, suggeriscono una considerata – insieme con la prima attraverso l’opera del Cartaro, ma lettura comparata tra delle immagini flegree pubblicate nel anche, come è già stato osservato, le ‘rappresentazioni’ anche Civitates Orbis Terrarum di Georg strette relazioni esistenti tra le cronologicamente lontane tra loro7. Braun (vol. II, 1575, tav. 51)16 – una incisioni del Villamena e le opere del Rappresentazioni che, sfuggendo alla delle prime vedute dettagliate della Mazzella e del Lauro22, che peraltro – circolarità del racconto storico ed alla città, ripresa dall’entroterra e quindi a proposito delle incisioni firmate da griglia ‘evenemenziale’ in cui da un punto di vista ancora inedito, Nicola Antonio Stigliola e pubblicate solitamente sono incardinate, se si esclude la sola veduta dalla nell’ultima edizione cinquecentesca consentono, ad esempio, di connettere Solfatara di Francisco de Hollanda del Sito di Scipione Mazzella (1595) – la stagione medievale degli antichi (1540), rispetto alle poche trovano riscontro nella collaborazione balnea flegrei8 al rinnovato interesse rappresentazioni precedenti, nelle offerta (1590-1594) dallo stesso per le acque termali puteolane nel quali predomina la vista dal mare. Stigliola alla carta generale del Regno primo Ottocento9, la scoperta Confrontando la piccola tavola prodotta dal Cartaro23. neoclassica del Serapeo alla riscoperta corsiniana con la carta generale dei Relazioni che, invece, nel caso della post-moderna del Tempio di Augusto, Campi Flegrei si può cogliere la veduta ravvicinata dell’antico molo l’individuazione geomorfologica del singolare raffigurazione della cupola puteolano – che a quel tempo, con le Castrum Puteolanum nell’Ager del emergente dal fianco longitudinale sue quindici arcate, ancora dominava Cartaro all’identificazione del Rione della chiesa cattedrale di San Procolo, lo specchio d’acqua antistante

193 Pozzuoli – rispondono non solo a emergenze, prima che l’intervento di dall’opera del Cartaro o da quelle motivazioni di carattere antiquario, ma radicale trasformazione del porto fosse rappresentazioni che pure mutuarono dipendono anche dalla contingente portato a compimento29. Fu, infatti, a lo schema compositivo dalla prima ‘questione’ del nuovo molo da partire dal secondo decennio veduta del citato Civitates Orbis realizzare nel porto di Napoli, che dell’Ottocento, con i primi studi di Terrarum: dalla veduta di Georg Joris proprio in quegli anni contrapponeva Giuliano de Fazio, che l’idea del Hoefnagel, poi imitata, in una la soluzione ‘puteolana’ a casse recupero degli antichi moli ‘a trafori’, versione più semplificata, nelle prefabbricate, proposta dall’architetto connesso alle opere di potenziamento incisioni che accompagnano il testo e matematico Colantonio Stigliola, alla del porto puteolano, alimentò un del Capaccio (dall’edizione latina del soluzione «a pietre perdute» proposta nuovo interesse per il cosiddetto 1604 all’ultima, in ‘volgare’, del 1751) da Domenico Fontana24. «molo di Caligola»30. Tuttavia, solo tra alle incisioni di Sebastian Furck Con Stigliola, l’antico molo ‘a trafori’ il 1843 ed il 1859, in più riprese e ad pubblicate sia nel Thesaurus philo- – recentemente attribuito all’età opera di Luigi Giura, fu effettivamente politicus (Francoforte, E. Kieser, neroniana (59-68 d.C.) e celebrato messo a punto un progetto di 1623-1631) del poeta Daniel anche dal Palladio, ma erroneamente ristrutturazione del porto31, con la Meisners, sia nella Sciagraphia cosmica confuso con il ponte di barche che totale chiusura dei tredici archi ancora (Paulus Fürst, Norimberga, 1678) Caligola fece costruire per superstiti dell’antica infrastruttura, la curata dallo stesso Meisner. Quella raggiungere, a cavallo, Baia sua trasformazione in un molo rappresentata era in effetti una città direttamente da Pozzuoli – assunse continuo, il potenziamento del tratto ‘diocesana’, che dominava il territorio nuovamente una propria centralità di banchina esistente ed il recupero dall’alto della sua cattedrale, nell’ambito del patrimonio della seicentesca chiesa della mostrando come unica traccia visibile archeologico puteolano, diventando Purificazione32, di cui esistono due del proprio assetto difensivo il uno dei soggetti principali delle suggestivi scorci prospettici di massiccio bastione medievale, rappresentazioni contenute nell’opera Giacomo Micheroux presso l’archivio sottoposto a partire dal 1628 – non del Sadeler (1606), alla quale si del Museo Nazionale di San solo fisicamente – al convento delle ispirerà nel 1718 Paolo Petrini25, Martino33. Clarisse di San Celso ed alla chiesa dove si manifesta però una maggiore Ma la veduta dal mare, omonima. attenzione alle componenti strutturali inevitabilmente, introduce un altro Bisognerà attendere la metà del di quell’antico monumento. aspetto fondamentale per la storia Seicento – con la veduta di François In chiave romantica, l’opus pilarum urbanistica di Pozzuoli, relativo alla de Nomè e con quella ‘militare’ di apparve più tardi in numerose riprese sua antica struttura difensiva, di cui Alberigo De Cuneo37 – per veder dal mare nell’opera di vedutisti come oggi permangono ancora poche riapparire nell’iconografia puteolana James Duffield Harding, William ‘monumentali’ tracce34. la struttura difensiva urbana, con le Leighton Leitch, Gonsalvo Carelli, Per quanto approssimativa, l’unica poche tracce d’età medievale ancora Giovanni Giordano Lanza e Achille testimonianza significativa relativa superstiti e le successive aggiunte Gigante26 e non è da escludere che alla cinta muraria che in età d’età vicereale (a partire dal 1539). l’autentico valore paesaggistico di medievale caratterizzava il cosiddetto Sebbene caratterizzata da una curva quelle vedute e la suggestione emotiva castrum puteolano è la nota veduta sinuosa poco rispondente al vero, che quei ruderi ancora suscitavano nel sull’eruzione di Monte Nuovo tutta la porzione meridionale della primo Ottocento27, fossero anche contenuta nelle opere di Pietro cinta muraria del Castrum è ben accompagnate dalla precisa volontà – Giacomo Toledo35 e di Marco visibile nella veduta dall’alto del de quasi come per le tele sul litorale di Antonio delli Falconi36, che mostra Nomé, così come quella del De Santa Lucia a Napoli prodotte da chiaramente l’articolato sistema di Cuneo evidenzia la presenza, lungo il Vincenzo Migliaro e commissionate da torri merlate rivolto verso il mare. perimetro della rocca, di un ben Alberto Avena nel 188728 – di Viceversa, per oltre un secolo, ad definito «recinto di case della città documentare lo stato dei luoghi di una imporre un’immagine pacifica della che servono per mura», che poi sarà porzione di città e delle sue città, furono le tavole derivate modificato, in corrispondenza delle

194 iconografia delle città in due ‘punte’ della Torre e Celso Ottocento, alle prime ricerche sul rurale), e per questo di estremo (finora pressoché sconosciute alla bradisismo, fenomeno allora interesse per l’indagine storica sulla storiografia urbana su Pozzuoli), nel assolutamente sconosciuto. città attraverso l’iconografia urbana. corso dell’ultimo quarto del Aspetti che sollecitarono, intorno al Anche il sito archeologico diventa in Settecento, come testimoniano alcuni 1845, in occasione del VII Congresso tal senso un pretesto per preziosi disegni rinvenuti presso degli Scienziati italiani svoltosi nella rappresentare scorci della città, che l’archivio del Museo Nazionale di San capitale borbonica in quell’anno, la nel frattempo si stava espandendo Martino. pubblicazione di numerose guide oltre i limiti settecenteschi del suo In entrambe le vedute seicentesche, illustrate, valido supporto per quegli Borgo. Le vedute dei maggiori tuttavia, il fulcro centrale della studiosi che da Napoli si spostarono a protagonisti della «Scuola di rappresentazione è la struttura Pozzuoli per visitare le emergenze Posillipo» registrano fortificata della villa Toledo con la sua artistiche ed ambientali della regione sistematicamente la città che si alta torre, la cavallerizza e la cinta flegrea40, suggellando in definitiva il trasforma. Pur riprendendo punti di perimetrale merlata. Il complesso successo di una rinnovata vitalità vista ‘storici’ – ovvero desunti dalla vicereale – in parte trasformato in un imprenditoriale nel campo tradizione vedutistica d’impronta pubblico granaio nel Settecento – non dell’editoria artistica. Un hackertiana42, come le riprese solo susciterà l’attenzione particolare rinnovamento avviato con quel panoramiche del Ricciardelli e del del Vianelli e dei due Gigante (Ercole Viaggio Pittorico che, quasi un Natali contenute nel già citato e Giacinto), ma sarà spesso raffigurata decennio prima, aveva visto come volume del Paoli (1768) o le vedute nelle molteplici vedute prospettiche protagonisti i giovani artisti Giacinto di Pietro Fabris contenute nei Campi riprese dall’interno del cosiddetto Gigante e Achille Vianelli, insieme a Phlegrei di William Hamilton (1776) «Tempio di Serapide», la cui vera Rudolf Müller, Frederich Hörner e – i brani proposti nel primo identità sarà ‘ufficializzata’ solo agli Franz Wenzel, autori questi ultimi Ottocento (sebbene nella logica di inizi del Novecento, ad opera di delle principali vedute su Pozzuoli una facile riproducibilità del Charles Dubois38. contenute nell’opera in tre volumi di prodotto, e quindi finalizzata alla sua L’antico macellum romano, ancora Domenico Cuciniello e Lorenzo commercializzazione) mostrano oggi noto come Serapeo, divenne a Bianchi (1829-1834)41. comunque un città inedita, dove partire dalla sua riscoperta sotto Ciò che maggiormente emerge talvolta emergono anche nuovi poli Carlo di Borbone, negli anni 1750- dall’analisi degli apparati iconografici visuali, come il complesso religioso di 1755, una delle antichità flegree più che accompagnano le guide e i diari di San Francesco o le vedute ravvicinate note nel mondo scientifico viaggio di quel periodo è il profondo della via del Ponte, mentre altri, occidentale, suscitando l’interesse cambiamento che caratterizza la come il complesso termale di non solo degli ‘architetti-antiquari’ o rappresentazione della «città Nettuno, perdendo gradualmente la degli ingegneri, dei vedutisti (come archeologica». Il disegno tecnico, di loro reale consistenza fisica, si ad esempio il Lusieri, autore di puro rilievo dello stato dei luoghi o di riducono a elementi ‘rovinistici’ di straordinarie restituzioni del restituzione architettonica, tipico dei secondo piano. monumento) e dei cultori del mondo Grand Prix de , come dei Quella rappresentata nel corso classico, ma anche dei naturalisti, dei pensionnaires napoleani, diventa dell’Ottocento è, dunque, una città matematici e dei geologi (dal de prerogativa quasi assoluta della stratificata, ma anche una città Lalande a Babbage, da Barral al manualistica coeva, mentre nella vissuta, soprattutto dal popolo, e per fondatore della moderna geologia letteratura di viaggio la componente questo impressionata nei suoi ‘usi e )39, per la singolare paesaggistica – segno evidente del costumi’. Di quella realtà urbana i presenza di alcune tracce di natura nuovo gusto romantico della moderna «posillipisti» ne fisseranno organica (litodomi) sulla parte società borghese – domina la definitivamente un’immagine, basamentale delle tre grandi colonne rappresentazione del monumento destinata a influenzare la nuova di cipollino, il cui studio diede antico, ripreso quasi sempre nel suo imminente stagione dei «pittori al impulso, nel corso del primo contesto ambientale (urbano o dagherrotipo»43.

da puteoli a pozzuoli, e ritorno. itinerario nell’iconografia della città flegrea 195 1 Cfr. C. de Seta, L’immaginario Napoletana di Storia Patria, 1983; P. Amalfitano, G. (Sismica 07.E. 009) ed una copia pittorico, in Campi Flegrei, a cura Biblioteca Nazionale di Napoli, Camodeca, M. Medri, I Campi presso la Biblioteca Nazionale di di G.C. Alisio, Sorrento-Napoli Archivio del Museo Nazionale di Flegrei. Un itinerario archeologico, Napoli (B. Branc. 060F 12). 1995, pp. 115-128. San Martino), mentre a Pozzuoli Venezia 1990; M.R. Pugliese, Molto rara, invece, risulta 2 Tra i contributi di carattere la ricerca è stata svolta quasi La via delle Terme. Proposte di l’edizione del 1620 citata generale si veda A. Horn-Oncken, esclusivamente sulle fonti itinerari nell’area flegrea dall’Almagià (Studi storici di Viaggiatori stranieri del XVI e conservate presso la Biblioteca dall’antichità ad oggi, Napoli 1997. cartografia napoletana... cit., p. 323). XVII secolo nei Campi Flegrei, in ‘Mario Manduca’ della locale 12 Non esiste ancora una storia di 16 Cfr. T. Colletta, Il «Theatrum «Puteoli. Studi di Storia antica», Società di Storia di Patria, Pozzuoli attraverso l’iconografia Urbium» e l’opera di Joris vol. VI, 1982, in particolare alle essendosi ridotto il ricco urbana, svincolata dal più vasto Hoefnagel nel Mezzogiorno pp. 83-111; A. Giannetti, patrimonio iconografico prima repertorio storiografico sui Campi d’Italia (1577-1580), in «Archivio Immagini flegree, in Il destino esistente nell’Archivio Diocesano Flegrei. I pochi riferimenti in Storico per le Province della Sibilla. Mito, scienza e storia di Pozzuoli a poche edizioni di merito rimandano ai contributi di Napoletane», vol. XXIII, 1984, dei Campi Flegrei, a cura di P. pregio (come ad es. le Antichità R. Giamminelli: Il centro antico di p. 73; R. Giamminelli, Il centro Amalfitano, atti del convegno del Paoli, 1768). Seppure con un Pozzuoli. Rione Terra e Borgo, antico di Pozzuoli… cit., p. 132. internazionale di studi sui Campi certo grado di approssimazione, la Napoli 1987, in particolare alle 17 Cfr. R. Giamminelli, Flegrei promosso dalla ricerca si è avvalsa anche dei pp. 127-145; Urbanistica di Urbanistica di Pozzuoli… cit., p. 67. Fondazione Napoli Novantanove cataloghi di opere conservate Pozzuoli tra ’500 e ’600 da 18 Cfr. C. Buono, M. Campa, E. (Napoli, 1985), Napoli 1986, presso altre sedi italiane, europee documenti iconografici poco noti, Elia, G. Taccagni, Il restauro e la pp. 225-234. Numerosi sono ed in qualche caso nordamericane in La storia di Pozzuoli dalle valorizzazione del «Complesso anche i repertori sul patrimonio (ad es.: Roma, Biblioteca origini all’età contemporanea, a Toledo» a Pozzuoli, in «Quaderni iconografico flegreo. Un regesto Apostolica Vaticana e Galleria cura di A. Alosco, atti del di Laurea» del Dipartimento di sistematico dal Cinquecento a Nazionale d’Arte Moderna; convegno (Pozzuoli, 1991), Storia dell’architettura e restauro tutto l’Ottocento, curato da S. Venezia, Biblioteca Marciana; Pozzuoli 1991, pp. 60-76. Con dell’Università di Napoli Di Liello, è in Campi Flegrei... cit., Milano, Raccolta Civica delle specifico riguardo alla cartografia ‘Federico II’, n. 3, 1995, a cura di pp. 289-317. Stampe ‘A. Bertarelli’; Parigi, seicentesca si veda T. Colletta, F. La Regina, pp. 63-84. 3 Cfr. A. Parancandola, Il Monte Biblioteca dell’École Polytechnique Pozzuoli città fortificata in epoca 19 Cfr. F. Loffredo, Le antichità di Nuovo e il lago Lucrino, in e Biblioteca Nazionale; Madrid, vicereale, in una mappa inedita Pozzuolo et luoghi circonvicini…, «Bollettino della Società dei Escorial; Cleveland, Museum conservata alla Biblioteca Napoli 1580, p. 2. Naturalisti in Napoli», vol. 55, of Art). Nazionale di Parigi, in «Storia 20 Cfr. R. Giamminelli, Urbanistica 1944-1946, pp. 152-312. 8 Cfr. C.M. Kauffmann, The dell’Urbanistica. Campania», I, di Pozzuoli… cit., p. 68. 4 Cfr. P. Sommella, Pouzzoles, Baths of Pozzuoli. A study on the 1988, pp. 7-39. Per quanto attiene 21 Cfr. F. Morghen, Raccolta di 43 temple de Sérapis, in Italia Medieval Illuminations of Peter of ai repertori sull’iconografia tavole di tutte le più interessanti Antiqua. Envois de Rome des Eboli’s Poem, Oxford 1959; G. urbana di Pozzuoli si veda, per vedute degli antichi monumenti di architecte français en Italie et dans Pugliese Carratelli, I Campi l’Ottocento, Pozzuoli e i suoi Pozzuolo, Cuomo e Baja e luoghi le monde méditerranéen aux XIXe Flegrei nei disegni del codice di dintorni nell’arte della Scuola di circonvicini, Napoli 1766; P.A. et XXe siècles, catalogo della Edimburgo del «De Balneis Posillipo, a cura di S. Abita, Paoli, Avanzi delle antichità mostra (Roma-Parigi, 2002), Puteolaneis», in Scritti in onore di catalogo della mostra (Pozzuoli, esistenti a Pozzuoli, Cuma e Baia e Parigi 2002, pp. 226-228. Roberto Pane, Napoli 1969-71, 1972), s.l. 1972. altri luoghi circonvicini, s.l. (ma 5 Cfr. A. D’Ambrosio, R. pp. 212-221. 13 Cfr. R. Almagià, Studi storici di Firenze) 1768. Nella legenda alla Giamminelli, Il Duomo di 9 Cfr. C. Rocco, Un’esperienza cartografia napoletana, in tavola XXVI del Fabris contenuta Pozzuoli: evoluzione del tempio socio-sanitaria nella Pozzuoli «Archivio Storico per le Province nei Campi Phlegrei di William augusteo in chiesa cristiana, borbonica: le terme di Serapide Napoletane», vol. XXXVIII, Hamilton (1776) si fa appunto Pozzuoli 2000. (1817-1854), in «Proculus», I, 1913, p. 323. diretto riferimento ai primi rilievi 6 Cfr. F. Pistilli, Pozzuoli: centro 1998, pp. 13-53. 14 Cfr. A. Giannetti, Immagini del Serapeo contenuti nelle opere storico e bradisismo. Le vicende 10 Cfr. A.L. Rossi, Il recupero del flegree, cit., p. 230. del Morghen e del Paoli. dell’ultimo ventennio, in «Storia centro antico di Pozzuoli. Linee 15 Dell’edizione del 1652 (F. 22 Cfr. A. Giannetti, Immagini dell’Urbanistica. Campania», programmatiche, in Progetto Villamena, Ager puteolanus siue flegree… cit., p. 230, nota 17. I, 1988, pp. 57-58. Pozzuoli. Rapporto di sintesi sul prospectus eiusdem insigniores 23 Cfr. R. Almagià, Studi storici di 7 La ricerca sulle fonti lavoro svolto al 30 giugno 1985, illustrissimo Antonio Roccio cartografia napoletana... cit., iconografiche riguardanti Ercolano 1985, pp. 102-119. optime de se merito Franciscus pp. 411-413. Pozzuoli ha consentito di 11 La metafora dell’itinerario Villamena grati animi argumentum 24 Cfr. F. Strazzullo, Stigliola elaborare un catalogo di circa prende spunto ovviamente dalla dicabat, [Roma], Gio. Jacomo contro Fontana per il nuovo porto duecento schede. Il censimento è tradizione storiografica sui Campi Rossi, 1652, tav. 7) ne esiste una di Napoli, in «Il Fuidoro», IV, stato condotto presso le principali Flegrei (si veda ad esempio A. copia presso la Società 1957, pp. 5-31; A. Buccaro, I porti sedi napoletane (Società Maturi, Itinerario flegreo, Napoli Napoletana di Storia Patria flegrei e l’alternativa allo scalo

196 iconografia delle città in campania napoletano dal XVI al XIX secolo, Civiltà dell’Ottocento. Le arti all’articolo di G. Carelli (Delle entitled Observations on the in Sopra i porti di Mare. II. Il Regno figurative, catalogo della mostra nuove opere pubbliche ne’ reali Temple of Serapis at Pozzuoli…, di Napoli, a cura di G. Simoncini, (Napoli, 1997), Napoli 1997, pp. domini di qua dal faro, in «Annali 1834. Firenze 1993, pp. 129-131. 357-362 e relative schede alle pp. Civili delle Due Sicilie», fasc. 40 Cfr. Il Settimo Congresso degli 25 Sulle relazioni tra l’opera del 393-412. Sulla ‘Scuola di CXXX, 1857, pp. 106 sgg.) – si Scienziati a Napoli nel 1845. Petrini e quella del Sadeler Posillipo’ ed in particolare segnala la ricca documentazione Solenne festa delle scienze severe, a (Marco Sadeler, Vestigi delle sull’opera di Gigante e Vianelli conservata presso l’Archivio di cura di M. Azzinari, catalogo della antichità di Roma Tivoli Pozzuolo nei Campi Flegrei si vedano, Stato di Napoli (Min. LL.PP., fs. mostra (Napoli, 1995), Napoli et altri luochi Praga 1606) si veda Achille Vianelli, a cura di M. 315 e Ministero dell’Interno, III 1995, passim. A. Horn-Oncken, Viaggiatori Rotili, catalogo della mostra inv., fs. 212). 41 Si veda M.R. Nappi, Il Viaggio stranieri… cit., p. 92. Sulle (, 1954), Napoli 1954; 33 Cfr. Pozzuoli e i suoi dintorni… Pittorico nel Regno delle Due incisioni di Egidius (o Gillis) S. Ortolani, Giacinto Gigante e la cit., nn. 67-68 (invv. 19437 e Sicilie, in «Dialoghi di Storia Sadeler come tappa significativa pittura di paesaggio a Napoli e in 19439). Sulla chiesa della dell’Arte», nn. 8-9, 1999, pp. 50- dell’evoluzione del repertorio Italia dal ’600 all’800, Napoli Purificazione o dell’Assunta a 68, con regesto sistematico iconografico sui Campi Flegrei si 1970; Napoli e la Campania felix. mare (ricostruita nel 1876) si veda dell’apparato iconografico veda A. Giannetti, Immagini Acquerelli di Giacinto Gigante, R. Giamminelli, Il centro antico di contenuto nell’opera (pp. 62-67). flegree... cit., p. 230 e, Soprintendenza per i Beni Pozzuoli… cit., pp. 65 e 67. 42 Cfr. Philipp Hackert. Vedute del sull’apporto specifico della Artistici e Storici di Napoli, 34 Cfr. R. Di Bonito, Torri e Regno di Napoli, a cura di C. de cultura tecnica e figurativa Napoli 1983; Giacinto Gigante e castelli nei Campi Flegrei, Napoli Seta, Milano 1992; Id., Philipp fiamminga, S. Di Liello, La la scuola di Posillipo, a cura di L. 1984, pp. 14-15, 24-29, 56. Hackert e l’altra linea del fortuna dei Campi Flegrei Martorelli, Napoli 1993. 35 Cfr.P.G. Toledo, paesaggio europeo, in Studi in nell’incisione fiamminga da 28 Cfr. U. Bile, Vincenzo Migliaro, Ragionamento del terremoto, del onore di Giulio Carlo Argan, Hendrick van Cleve a Gilles in Civiltà dell’Ottocento. Le arti nuouo monte, del aprimento di Scandicci (Firenze) 1994, pp. 276- Sadeler, in Campi Flegrei... cit., figurative... cit., pp. 578-579. terra in Pozuolo nel anno 1538 …, 286; N. Spinosa, La veduta a pp. 167 e segg. 29 Il porto di Pozzuoli fu Napoli 1539. Napoli prima e dopo Philipp 26 Una copia dell’incisione di rinnovato a partire dagli anni 36 Cfr. M.A. delli Falconi, Hackert e C. Marinelli, Hackert, Robert Brandard tratta dal settanta dell’Ottocento, con il Dell’incendio di Pozzuolo … Napoli e la pittura di paesaggio disegno dell’Harding è conservata potenziamento delle banchine, e all’illustrissima signora marchesa entrambi in Jacob Philipp Hackert. presso la Raccolta Civica ‘A. si concluse tra il 1881 ed il 1900 della Padula nel 1538, s.l., s.d. (ma Paesaggi del Regno, a cura di T. Bertarelli’ di Milano (Vol. M 210). con l’occultamento definitivo Napoli 1539). Weidner, catalogo della mostra La veduta del Leitch (contenuta dell’antico molo e la costruzione 37 Per una comparazione tra le (, 1997-1998), Roma 1997, in G. Newenham Wright, The della nuova darsena. Cfr. O. due fonti iconografiche si veda T. rispettivamente alle pp. 11-22 e shores and islands of the Negri, Piccola guida di Pozzuoli e Colletta, Pozzuoli città fortificata 183-191; C. de Seta, Hackert e la Mediterranean, London- dintorni compilata da Ottavio in epoca vicereale… cit., pp. 26- veduta nella seconda metà del 1840) si trova presso la Società Negri Barone di Paterno e 30; R. Giamminelli, Urbanistica di Settecento in Europa, in Natura Napoletana di Storia Patria Casalnuovo, Napoli 1883, pp. 31- Pozzuoli… cit., pp. 70-75. architettura diversità, a cura di D. (stampe II L III 14). Le vedute di 32; R. Giamminelli, Il centro 38 Cfr. C. Dubois, Pouzzoles Mazzoleni, Napoli 1998, pp. 174- Gigante, Carelli e Lanza – citate antico di Pozzuoli… cit., pp. 66- antique (histoire et topographie), 187; C. de Seta, Hackert, catalogo nel repertorio curato da S. Abita 67. Paris 1907. a cura di C. Nordhoff, Napoli (Pozzuoli e i suoi dintorni… cit.) – 30 Cfr. A. Buccaro, Opere 39 Cfr. P. Barral, Géologie. 2005. sono conservate presso l’Archivio pubbliche e tipologie urbane nel Mémoire sur des roches 43 Cfr. M. Picone Petrusa, del Museo Nazionale di San Mezzogiorno preunitario, Napoli coquillières trouvées à la cime des Linguaggio fotografico e «generi Martino a Napoli. 1992, pp. 46-56. Alpes Dauphinoises et sur des pittorici», in Immagine e città. 27 Sull’arte del disegno 31 Cfr. R. Parisi, Luigi Giura 1795- Colonnes d’un temple de Sérapis à Napoli nelle collezioni Alinari e nell’Ottocento, con riguardo al 1864. Ingegnere e architetto Pouzzol, près de , Grenoble nei fotografi napoletani fra ‘genere’ del Paesaggio, si veda R. dell’Ottocento, Napoli 2003, p. 24. 1813; C. Lyell, Principles of Ottocento e Novecento, catalogo Muzii, Il disegno a Napoli 32 Sui vari progetti di Giura per il geology, London 1830; C. della mostra (Napoli, 1981), dall’Accademismo al Realismo, in porto di Pozzuoli – oltre Babbage, Abstract of a Paper Napoli 1981, pp. 21-63.

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Pozzuoli

1. Puteoli (1575) Sulla sinistra del campo Frans Hogenberg (inc.) (attr.) figurato, invece, è (1535-1592 ca.) rappresentato il ‘castrum’ stampa, 29,1 x 48,7 medievale, con le numerose Pozzuoli, Biblioteca di Storia strutture edilizie addossate al Patria, n. 286 racc. 9 fianco settentrionale della Rocca. Al centro dell’alto Contenuta, in coppia con promontorio si nota il un’altra veduta orizzontale campanile parzialmente raffigurante il litorale di Baia, diroccato della chiesa nel Civitates Orbis Terrarum di cattedrale di San Procolo, 1 Georg Braun (Colonia, sorta sui ruderi dell’antico Gottried von Kempen, 6 voll., Tempio di Augusto. (r.p.) 1572-1618, vol. II: De praecipuis, totius universi Horn-Oncken 1982; Colletta urbibus, liber secundus, 1984; Giamminelli 1987; 1575, tav. 51), l’incisione Colletta 1988; Giamminelli acquerellata è stata 1991; Fino 1993. considerata una delle prime rappresentazioni ‘ravvicinate’ dell’antica città flegrea. 2. Veduta del porto Rispetto alla più nota di Pozzuoli (1595) rappresentazione di Georg Nicola Antonio Stigliola (inc.) Joris Hoefnagel, contenuta (1546-1623) nello stesso Atlante (vol. III: stampa, 6,7 x 8,7 Urbium praecipuarum totius Napoli, Società Napoletana mundi liber tertius, 1581, tav. di Storia Patria, Sismica 7.E.51 56), quest’anonima veduta in prospettiva – forse incisa da F. Il molo puteolano – Hogenberg – pur recentemente attribuito conservando il medesimo all’età di Nerone (59-68 d.C.), punto di vista (da nord-est, ma erroneamente probabilmente in località denominato in età moderna Piscinelle), presenta un ‘ponte di Caligola’, perché apparato figurativo più confuso con il ponte di scarno, privo di legenda barche lungo 3.600 passi esplicativa e con le sole fatto costruire da indicazioni, oltre al titolo in quest’ultimo per raggiungere calce (Puteoli), della città di a cavallo Baia da Pozzuoli – è 2 Pozzuoli (Pvssol), di Baia sicuramente uno dei () e del cosiddetto monumenti flegrei più propone, per la prima volta, non rispondeva solamente ad dall’architetto e matematico «monte Sibilla». celebri, come testimoniano una rappresentazione un interesse di carattere Colantonio Stigliola alla In primo piano, a ridosso del ad esempio le decorazioni ravvicinata e particolareggiata antiquario – posto in soluzione ‘a pietre perdute’ salto di quota di una terrazza sulle note fiaschette vitree di dell’opus pilarum, evidenza dal ‘fuori scala’ del proposta da Domenico naturale prospiciente press’a Praga (IV sec. d.C.) o l’antica presentandosi al lettore come molo rispetto al contesto Fontana. (r.p.) poco l’attuale via Mazzini, è raffigurazione parietale diretto supporto visivo al ambientale – ma dipendeva, raffigurato un gruppo di ripresa dal Bartoli per paragrafo («Del porto») che molto probabilmente, anche Gialanella 1993; Di Liello abitazioni con lastrici solari l’Iconographia di G.P. Bellori l’autore del testo dedica dalla contingente ‘questione’ 1995; Gialanella 1995. animati dalla presenza di (1764). all’antico porto. del nuovo porto di Napoli e figure umane. Sullo sfondo, La veduta a ‘volo d’uccello’, L’attenzione verso questo delle tecniche costruttive più in posizione forzatamente contenuta nella guida di monumento, che, alla fine adeguate da impiegare per la avanzata rispetto alla realtà, Scipione Mazzella (Sito et del Cinquecento, con le sue sua realizzazione, che proprio si nota l’antico molo antichità della città di quindici arcate, ancora in quegli anni contrapponeva puteolano, e poco più avanti Pozzuolo, Napoli Giuseppe dominava lo specchio la soluzione ‘puteolana’ a un piccolo cantiere navale. Bonfandino, 1595, p. 32) d’acqua antistante Pozzuoli, casse prefabbricate proposta

da puteoli a pozzuoli, e ritorno. itinerario nell’iconografia della città flegrea 199 3. Veduta del golfo medievale posto nell’angolo di Pozzuoli (1604) occidentale della cortina Ignoto prospiciente il mare, ancora oggi stampa, 5,6 x 7,5 esistente tra le vie Castello e Napoli, Società Napoletana Cavour. di Storia Patria, Sismica 7.E.23 Se nella prima edizione in ‘volgare’ della Puteolana Historia 4. Pozzuolo (1652) (La vera antichità di Pozzuolo, G. Ignoto Carlino e C. Vitale, Napoli 1607) stampa, 12,7 x 18,2 fu riproposta la stessa incisione Napoli, Società Napoletana del 1604, nell’edizione del 1652 di Storia Patria, Banco Nap. 9.E.1 (pubblicata postuma a Roma dall’editore Filippo de Rossi), la A meno dell’orografia che veduta, pur mantenendo l’intera caratterizza tutto il sistema composizione fedele all’originale, costiero del golfo puteolano, fu perfezionata in alcuni dettagli rappresentato in questo caso in orografici e architettonici. maniera molto più schematica, Rispetto all’incisione del 1604, l’impianto figurativo della veduta infatti, in questa seconda veduta in prospettiva contenuta nella (che reca in testa, al centro, il Puteolana Historia di Giulio titolo Pozzuolo) la strada sterrata Cesare Capaccio (Neapoli, che si prolunga a monte de «la Constatinus Vitalis, 1604, p. 1), Starza», appare meglio delineata, è ripreso quasi integralmente così come risulta più rispondente dall’incisione acquerellata al ‘vero’ la lunga fila di ‘pilae’ delineata da G.J. Hoefnagel per dell’antico molo puteolano. il Civitates Orbis Terrarum di 3 Appare difficile, tuttavia, Georg Braun (1580, III, tav. 56). identificare il complesso edilizio Il punto di vista prescelto, infatti, rappresentato al centro del sembra corrispondere alla strada campo figurato, tra il filare di sterrata che si prolunga alberi e il molo suddetto, con la idealmente a monte della piccola chiesa cinquecentesca di terrazza naturale nota come «la Santa Maria delle Grazie. Va Starza», dalla quale si poteva sottolineato, comunque, che osservare tutto il versante nord- mentre nella veduta del 1604, occidentale della città arroccata come nella versione originale sull’antica acropoli (Dicearchia). dell’Hoefnagel, la medesima Elementi identificativi di struttura appare in evidente stato correlazione tra le due incisioni di rudere, in questa incisione essa sono infatti il doppio sistema di presenta una canna fumaria che cunicoli – presumibilmente emerge dal tetto, testimonianza tracce di infrastrutture d’età evidente di un intervento di classica – sottostante il suddetto recupero e di riuso funzionale del percorso sterrato (raffigurato in complesso, compiuto primo piano alla destra del verosimilmente nel corso della campo figurato) e il filare prima metà del Seicento. alberato che caratterizza la parte Una replica, di formato più centrale dell’immagine. grande e a meno della Come nella veduta dell’artista numerazione in testa a sinistra, è fiammingo, anche in questa conservata presso la Società incisione sono ben riconoscibili Napoletana di Storia Patria la chiesa di San Procolo, edificata 4 (foglio sciolto, 16,8 x 21,6, sul luogo dell’antico tempio di stampe II M II 25). (r.p.) Augusto, nel centro dell’attuale Rione Terra ed il torrione Gigante 1995.

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5. Puteolerum fidelis civitas all’evento tellurico – viene L’attenzione del De Cuneo al Colletta 1988; Ambrasi- 1584, questa veduta – identica, (1648) ritratta la città dal mare. sistema viario esistente consente D’Ambrosio 1990; Giamminelli tra l’altro, all’anonima incisione Alberigo De Cuneo Il «trincerone con doppio fosso» anche di riscontrare nella veduta 1991; Buono-Ciampa-Elia- in rame riscoperta da Roberto disegno, 56 x 150 della cinta difensiva, che le importanti arterie stradali Taccogni 1995. Almagià presso la Biblioteca Parigi, Biblioteca Nazionale, circonda tutto il tessuto extraurbane corrispondenti alle Corsiniana e attribuita allo stesso Département des Cartes et Plans insediativo, funge quasi da asse attuali vie Ragnisco, Capomazza artista viterbese – presenta centrale di simmetria, rispetto al e del Carmine e di individuare, 6. Veduta di Pozzuoli (1652) alcune difformità rispetto alla Il disegno, a matita e china quale, a destra del campo lungo tali percorsi, alcuni Francesco Villamena (inc.) carta generale, che inducono ad acquerellato, celebra la strenua figurato, si distende il borgo complessi religiosi come quello (1566-1620) esprimere le medesime difesa degli spagnoli dall’assedio nuovo di Pozzuoli, con il grande del Carmine, di San Giacomo stampa, 12,7 x 8,6 perplessità già manifestate da dell’armata francese in seguito slargo corrispondente all’attuale («S. Jago»), di San Francesco e Napoli, Società Napoletana di altri studiosi (Giannetti 1986) alle sommosse popolari del 1648 Piazza della Repubblica e quindi dei Domenicani (sulla via Regia) Storia Patria, Sismica 07.E. 009 rispetto alla ‘problematica’ ed è dedicato al vescovo e il promontorio del centro antico, ed i palazzi nobiliari Fuscaldo, individuazione di una diretta governatore di Pozzuoli Martin dove sono evidenziati i complessi Suarez, Composta e Villa. La piccola veduta dall’alto filiazione dei disegni del de Léon y Cardenas (1631-1653). del Duomo e quello del Celso, Tuttavia – a meno dell’antico dell’antico centro di Pozzuoli fa Villamena dal Cartaro. Pur in un contesto ambientale con il monastero delle Clarisse, tempio di Augusto, adattato già parte di un atlante contenuto in Singolare, sotto quest’aspetto, è dominato da apparati militari, la sorto intorno al 1628 a ridosso in età altomedievale a chiesa un volume di 24 fogli, ad esempio la raffigurazione veduta consente di riconoscere il del torrione angolare rivolto cattedrale, ma inglobato, su pubblicato nel 1652 (Ager della cupola che emerge dal processo di espansione urbana verso il mare. progetto di Bartolomeo puteolanus…, [Roma], Gio. fianco longitudinale della chiesa della città vicereale, scaturito Sulla sinistra del «trincerone», Picchiatti, in un nuova fabbrica Jacomo Rossi formis Romae alla cattedrale di San Procolo, dalla graduale ripresa delle invece, ai lati di un altro grande barocca – è da rimarcare una Pace, 1652, tav. 7) e composto posizionata sull’estremità attività edilizie promosse da don slargo fortemente dilatato, si certa disattenzione verso il da 22 tavole, più una carta occidentale della fabbrica, Pedro de Toledo dopo la terribile distribuiscono il palazzo vicereale patrimonio classico ancora generale dei Campi Flegrei, anziché su quella orientale, eruzione del Monte Nuovo nel costruito per Pedro Alvarez de esistente e quindi l’assenza, nella incise da Francesco Villamena. come è invece rappresentata 1538. Toledo intorno agli anni 1539- veduta seicentesca, di celebri Sebbene sia molto simile, nell’Ager Puteolanus del Cartaro. In questa veduta dall’alto, per la 41, con l’alta torre retrostante emergenze archeologiche, come nell’impostazione compositiva e A parte il Duomo, fuori scala prima volta – se si escludono le ed i due grandi giardini recintati l’anfiteatro, le terme di Nettuno figurativa, al corrispondente rispetto al contesto urbano e xilografie che accompagnano i in località ‘La Malva’ (a ed il Serapeo, di cui già si particolare della nota carta ambientale, nell’incisione del testi del Marchesino (1538) e del settentrione), noti come ‘giardini notavano a quel tempo le note topografica dei Campi Flegrei, Villamena si legge chiaramente Toledo (1539), connesse Toledo’. tre colonne di cipollino. (r.p.) incisa da Mario Cartaro nel l’impianto originario della città

da puteoli a pozzuoli, e ritorno. itinerario nell’iconografia della città flegrea 201 antica, suddiviso in due grandi aree ad alta densità edilizia da un asse principale (attuale via Duomo) che, prolungandosi secondo la direttrice est-ovest oltre la ‘Porta Reale’, si collega con una strada secondaria, verosimilmente corrispondente all’attuale via Gugliemo Marconi. Analogamente, alla sinistra del campo figurato, è rappresentata la via Regia (attuale corso Matteotti), che superata la chiesa di Gesù e Maria («Aedes Iesu Mariae»), 7 sottopassa l’ingresso principale alla città e confluisce in un largo spazio urbano, corrispondente all’attuale piazza della Repubblica. A parte il molo, è schematicamente rappresentato anche il borgo sviluppatosi oltre la cinta muraria del cosiddetto ‘castrum’, sulle pendici settentrionali della rocca, mentre è raffigurata più in dettaglio la chiesa di Santa Maria delle Grazie, sorta agli inizi del XVI secolo a ridosso del porto. (r.p.)

Almagià 1913; Giannetti 1986; Giamminelli 1987; Colletta 6 8 1988; Giamminelli 1991; Di Liello 1993; Gialanella 1995. testa al centro (Puteoli in Italia, del monastero di San Celso, il 8. Pozzuolo (1703) costone tufaceo, che caratterizza il anziché Puteoli). possente torrione medioevale Francesco Cassiano de Silva forte salto di quota Come nella veduta acquerellata ancora oggi esistente, tra le vie (attivo tra la fine del XVII dell’insediamento urbano rispetto 7. Puteoli in Italia (1678) contenuta nel Civitates Orbis Castello e Cavour, mentre in e il principio del XVIII secolo) al mare. Sebastian Furck (inc.) Terrarum di Georg Braun (vol. lontananza, lungo la costa, si stampa, 12,5 x 17,5 Emergenze di rilievo raffigurate (1589-1655) II: De praecipuis, totius universi intravedono il molo puteolano e Napoli, Biblioteca Nazionale, nella veduta a volo d’uccello – cui stampa, 15,2 x 9,8 urbibus, liber secundus, 1575, la chiesa cinquecentesca di Sezione Napoletana VII B 110 fa da supporto la legenda in calce, Napoli, Biblioteca Nazionale, tav. 51), di cui riprende lo Santa Maria delle Grazie, all’esterno del campo figurato – 44 A 59. stesso schema compositivo, elevata a parrocchia dal vescovo L’incisione su rame – contenuta ne sono l’antico molo romano, il l’incisione del Furck rappresenta Lorenzo Mongiò (1617-1630). Il Regno di Napoli in prospettiva complesso religioso dei L’incisione, contenuta in Daniel – sullo sfondo di una scena L’incisione – rispettando la diviso in dodeci provincie…, di Domenicani lungo la via Regia e Meisners, Sciagraphia caratterizzata da artigiani edili caratteristica a tutte le G.B. Pacichelli (D.A. Parrino, Napoli l’alto campanile della cattedrale di cosmica…, 4 voll., Paulus Fürst, al lavoro in aperta campagna – immagini riprodotte nel citato 1703, vol. II, parte I) e tratta da un San Procolo. La rappresentazione Norimberga 1678, vol. 4, tav. l’antico centro di Pozzuoli, su Thesaurus – è arricchita, disegno attribuito a Francesco del tessuto abitativo esterno al H24), è una copia integrale cui domina la chiesa cattedrale esternamente al campo Cassiano de Silva – privilegia come ‘castrum’ medievale appare della veduta apparsa nel di San Procolo, non ancora figurato, con un motto latino (in punto di vista il versante sud- comunque molto approssimativa. Thesaurus philo-politicus dello trasformata in forme barocche testa) e con versi bilingue (in occidentale dell’antica città di (r.p.) stesso Meisner (Francoforte, E. (1632 ca.). Nell’angolo del calce) dettati dallo stesso poeta Pozzuoli, offrendo all’osservatore Kieser, 1623-1631), rispetto alla promontorio rivolto verso il Daniel Meisner (1585-1625). un’inedita rappresentazione della Alisio 1984; Colletta 1988; quale cambia solo il titolo in mare è ben visibile, alla base (r.p.) corrispondente porzione dell’alto Di Liello 1995.

202 iconografia delle città in campania 9. Città di Pozzuoli. Veduta aveva dedicato uno specifico da Montenuovo (1707) paragrafo nel suo Sito et antichità Ignoto della città di Pozzuolo, con una stampa, 12,5 x 17,6 tavola incisa da Colantonio Napoli, Biblioteca Nazionale Stigliola – è raffigurato un corpo di fabbrica caratterizzato da un portico, aperto sulla banchina del 10. Veduta del Molo porto e in evidente stato di di Pozzuoli (1707) rudere, ma allo stato ancora di Ignoto difficile identificazione. stampa, 12,5 x 17,6 Come in tutte le immagini Napoli, Biblioteca Nazionale contenute nell’opera del Coronelli, in queste due incisioni Le due vedute panoramiche – il titolo è distribuito inserite orizzontalmente in simmetricamente ai lati del coppia nella stessa tavola – campo figurato, all’interno di due fanno parte della raccolta di 87 medaglioni (nella prima incisione, incisioni contenute nell’atlante a sinistra: Città di Pozzuoli, a del noto cosmografo della destra: Veduta da Montenuovo; Serenissima Vincenzo Coronelli nella seconda, a sinistra: Veduta (Teatro della Guerra. Regno di del Molo; a destra: di Pozzuoli). Napoli, s.l., s.d., ma Venezia (r.p.) 1707, f. 31). Nella prima incisione in alto è Almagià 1913; Alisio 1984; rappresentato il litorale della Valerio 1984; Colletta 1988. città di Pozzuoli da Montenuovo. 9-10 La veduta – simile nell’impostazione compositiva, a 11. Pozzuoli (1709) meno delle iscrizioni, alle due Francesco Cassiano de Silva incisioni di Federico Pesche e di (attivo tra la fine del XVII e il Andrea Magliar pubblicate ne La principio del XVIII secolo) guida de’ forestieri di Pompeo stampa, 9 x 17,8 Sarnelli, rispettivamente nelle Napoli, Società Napoletana edizioni del 1697 e del 1709 – di Storia Patria, Banco Nap. rappresenta in lontananza la 12.E. 17 rocca puteolana, di cui si notano la cinta bastionata con il Non firmata, ma attribuibile prospiciente molo ‘caligoliano’ e anch’essa a Francesco Cassiano la chiesa cattedrale di San de Silva – come le altre incisioni Procolo. Sulla sinistra contenute nella Nuova guida de’ dell’immagine è raffigurata forastieri per l’antichità un’alta torre, verosimilmente curiosissime di Pozzuoli… (p. 33), identificabile con quella costruita scritta ed edita a Napoli nel 1709 tra il 1539 ed il 1541 nella villa da Domenico Antonio Parrino – fortificata di Pedro de Toledo. la veduta rappresenta dall’alto il 11 Nella veduta panoramica versante sud-orientale della città inferiore, invece, è ripreso in di Pozzuoli. di Napoli in prospettiva diviso in urbano compatto, cinto da mura non consente inoltre di dettaglio, ma rappresentato in L’incisione – che reca in alto a dodeci provincie…, di G.B. perimetrali su cui si affollano riscontrare il forte salto di maniera schematica, l’antico sinistra il titolo («Ved. della città Pacichelli (Napoli 1703, vol. II, anonime fabbriche e nel quale si quota tra la rocca ed il livello molo di Pozzuoli, noto come di Pozzolo») e in calce a sinistra parte I), di cui ripropone lo stesso riconoscono poche emergenze del mare, né ovviamente di ‘molo di Caligola’, ma in realtà la dedica al notabile locale angolo di osservazione, ma da architettoniche, come la chiesa rappresentare il nudo costone costruito in età neroniana. Giovan Battista Villa – appare una quota diversa. cattedrale di San Procolo con un tufaceo che caratterizza ancora In primo piano, a ridosso ancora più approssimativa La città flegrea è rappresentata – alto campanile e la cupola della oggi il versante meridionale dell’opus pilarum – a cui rispetto all’incisione pubblicata quasi al centro del campo chiesa delle clarisse di San della città. (r.p.) Scipione Mazzella nel 1595 dallo stesso Parrino ne Il Regno figurato – come un organismo Celso. L’orografia del territorio

da puteoli a pozzuoli, e ritorno. itinerario nell’iconografia della città flegrea 203 12. Veduta del tempio 13. Veduta di Pozzuoli Pozzuoli e il borgo, che appare di di Pozzuoli Monte (1770 ca.) densamente urbanizzato fino Nuovo e Molo (1718) Pietro Fabris (dis.) grossomodo all’altezza Paolo Petrini (dis. e inc.) stampa, 20,3 x 37,9 dell’attuale Villa comunale. Sono stampa, 16,7 x 30,5 Napoli, Società Napoletana ben visibili la chiesa cattedrale di Napoli, Biblioteca Nazionale, di Storia Patria, Sala D 3.A.15 San Procolo (Duomo), il Sezione Napoletana VII B 343 complesso religioso di San Celso La tavola fa parte delle 54 ed il molo romano, ancora Contenuta in una raccolta di 16 incisioni acquerellate tratte da erroneamente associato, nella tavole curata da Paolo Petrini tempere di Pietro Fabris e legenda, al ponte di barche fatto (Vedute delle antichità della città pubblicate, probabilmente dallo costruire da Caligola. 12 di Pozzuoli, Napoli 1718, f. 4) stampatore Paolo de Simone, Come è noto, il luogo prescelto riprende lo stesso schema nella nota opera sui Campi dall’artista come punto di vista compositivo dell’incisione di Flegrei curata dall’ambasciatore non corrisponde al sito Egidius Sadeler pubblicata inglese William Hamilton (Campi d’insediamento della villa nell’opera di Marco Sadeler Phlegraei. Observations on the ciceroniana, meglio nota come (Vestigi delle antichità di Roma volcanos of the two Sicilies, 2 «Accademia», ma Tivoli Pozzuolo et altri luochi, voll., Napoli 1776, tav. XXVI). La verosimilmente all’area compresa Aegidius Sadeler, Praga 1606, veduta in prospettiva propone tra le attuali via Pergolesi e corso tav. 42). Come nella veduta un’inedita vista della rocca di Terracciano. (r.p.) dell’artista fiammingo, oltre ai Pozzuoli e del suo borgo dal ruderi di un edificio di carattere versante nord-orientale, Briganti 1985; Di Mauro-Spinosa termale raffigurato in primo destinata a diventare un 1989; Muzii 1990; Spirito 2003. piano – spesso confuso con il prototipo molto imitato nel cosiddetto ‘Tempio di Diana’ di Settecento e nell’Ottocento. Il 13 Baia – e la città antica di Pozzuoli principale elemento di originalità 14. Veduta di Pozzuoli sullo sfondo, il dato più si individua, infatti, nella dalla parte di Napoli (1774) significativo, nella lettura dei rappresentazione, quasi in primo Francesco Antonio Letizia luoghi, è la rappresentazione piano, del noto ‘Tempio di (1752-?) dell’antico molo puteolano. Il Serapide’, ovvero dell’antico disegno, 37,7 x 26 Petrini, infatti, pur Macellum romano, riscoperto nel Napoli, Biblioteca Nazionale, posizionandolo in maniera errata corso degli anni 1750-55 e Sezione Manoscritti e Rari, rispetto al promontorio urbano, divenuto una delle principali XV B 29, tav. IV, ff. 17v-18. restituisce il manufatto icone dell’immaginario ‘pittorico’ architettonico nella sua reale sui Campi Flegrei, in seguito ai Rimasto inedito per poco più di consistenza, rappresentando i primi disegni di rilievo redatti da duecento anni e recentemente quindici piloni che allora (e sino Filippo Morghen (Raccolta di 43 pubblicato (Lacerenza, 1991), il quasi alla fine dell’Ottocento) tavole di tutte le più interessanti manoscritto di Francesco ancora emergevano dal mare. Vi vedute…, Napoli 1766 e 1769, Antonio Letizia è un’opera è da sottolineare, inoltre, che tavv. 11 e 12) e da Tommaso singolare nel panorama mentre nella didascalia del Rajola e Giovan Battista Natali storiografico e iconografico su disegno ‘originale’ (1593-1600 (P.A. Paoli, Avanzi dell’antichità Pozzuoli, testimonianza 14 ca.) del Sadeler, quel molo (di esistenti a Pozzuoli, Baja e Cuma, autentica di quella vera e propria età neroniana) era ancora a altri luoghi convicini, Firenze ‘febbre antiquaria’ che contagiò Mediocre per tecnica sinistra verso destra del campo identificato con il ponte di 1768, tavv. XV e XVI), ai quali non solo eruditi, diplomatici ed compositiva e resa grafica, figurato, sono rappresentati in barche lungo 3.600 passi fatto appunto rimanda esplicitamente esperti vedutisti, ma anche questa veduta ‘a volo d’uccello’ successione – con un evidente costruire da Caligola per la legenda che, nel volume, autodidatti cultori della materia, è la prima delle tre ‘fuori scala’ rispetto al contesto collegare Pozzuoli e Baia, nella accompagna la veduta del Fabris. quale è il caso appunto del rappresentazioni generali di ambientale – l’ospizio dei legenda contenuta nella tavola A parte il Serapeo – che, Letizia, «soprastante» ai lavori Pozzuoli inserite nel manoscritto Cappuccini, la chiesa di Gesù e del Petrini (in calce, esterna al peraltro, l’artista inglese non della «Real Petriera» del Monte su L’antichità della città di Maria con il convento dei campo figurato), l’autore ne sembra restituire con la Olibano, sospinto Pozzuolo del Letizia. Il disegno, Domenicani, adiacenti alla via anticipa la data di costruzione necessaria attenzione dall’aspirazione di ottenere con una sovrapposizione di più regia (odierna via Marconi), la alla «età dei Greci». (r.p.) archeologica – la veduta gloria e onore attraverso un punti di vista, mostra sia il Porta Napoli, la chiesa della rappresenta, sulla destra del guida «aggiornata» sulle versante meridionale, sia quello Purificazione, il palazzo Horn-Oncken 1982. campo figurato, la rocca di antichità flegree. orientale della città, cosicché, da Maglione e la chiesa del

204 iconografia delle città in campania Purgatorio. In secondo piano, chiudono il lato destro della raffigurazione la chiesa di Sant’Arcangelo e, in fondo, il palazzo Lusciano. Singolare e suggestiva è la rappresentazione del massiccio banco tufaceo che caratterizza ancora oggi il versante meridionale della rocca puteolana. (r.p.)

Lacerenza 1991; Di Bonito- Giamminelli 1992.

15. Promontorio della città 15 16 di Pozzuoli che comprende le due Punte della Torre, e del Celso, secondo lo stato presente (1774) Ignoto 1: 140 palmi napoletani disegno, 27x 38,8 Napoli, Museo Nazionale di San Martino, collezione Corona, inv. 6440

16. Pozzuoli. Pianta dell’area del ‘Castello’ nel Rione Terra (1774 ca.) Ignoto 1: 300 canne napoletane 17 18 disegno, 26,8 x 38,3 Napoli, Museo Nazionale Le quattro tavole acquerellate urbanistico, in quanto Gennaro Ragnisco e, nelle rocca secondo il nuovo progetto. di San Martino, collezione fanno parte di un gruppo di rappresenta lo stato dei luoghi di immediate vicinanze, due piccole Nella prima (inv. 6409) – da Corona, inv. 6425 sette disegni relativi a un quella parte dell’antica rocca fabbriche, rispettivamente occidente – si notano il torrione progetto di ristrutturazione e puteolana, prima delle segnate sulla carta come medioevale, sottostante al 17. Pozzuoli. Veduta potenziamento delle strutture trasformazioni avvenute «Ospedale di S. Maria delle monastero delle Clarisse di San dal mare del Rione Terra difensive della città di Pozzuoli, verosimilmente nel corso Grazie» e «SS. Sacramento». Celso, e la cupola della chiesa (1774 ca.) elaborato intorno al 1774, dell’ultimo quarto del La seconda pianta (inv. 6425), cattedrale di San Procolo, Ignoto presumibilmente in seno al Regio Settecento. A ridosso dell’attuale invece, mostra chiaramente il mentre a ridosso della banchina disegno, 27 x 39 Corpo degli ingegneri militari ‘Castello’, infatti, è indicata una progetto di radicale è visibile la parte postica della Napoli, Museo Nazionale che Carlo di Borbone istituì nel piccola insenatura naturale, trasformazione dell’area ed in piccola chiesa dell’Assunta. Nella di San Martino, collezione 1742. L’area interessata dal caratterizzata da due blocchi particolare la caratteristica seconda (inv. 6429) – da Corona, inv. 6429 progetto è situata nell’angolo tufacei sporgenti, in piattaforma mistilinea alla base mezzogiorno – sono ben visibili, sud-occidentale del ‘castrum’ corrispondenza dei quali erano dell’insenatura sopra descritta, sui due blocchi tufacei sporgenti, 18. Pozzuoli. Veduta medievale, a monte dell’alto situate le due torri, con la rampa di raccordo alla le due torri preesistenti al dal mare del Rione Terra costone tufaceo compreso tra la probabilmente di età vicereale, quota della rocca ed il complesso progetto («Punta S. Celso» e (1774 ca.) chiesa dell’Assunta e l’attuale denominate rispettivamente edilizio oggi denominato «Punta della Torre»), dietro le Ignoto piazzetta San Liborio. «Punta della Torre» e «Punta S. ‘Castello’. quali si nota in particolare la disegno, 26,3 x 38,3 La pianta di rilievo (inv. 6440) – Celso». A picco sul mare, nella Le due vedute dal mare facciata del palazzo di Gennaro Napoli, Museo Nazionale l’unica datata (in calce a sinistra: parte rientrante dell’insenatura, (disegnate a penna, con Ragnisco e l’articolata di San Martino, collezione «1774») – è una testimonianza è inoltre indicato l’ingombro di acquerellature su carta), infine, composizione volumetrica del Corona, inv. 6409 di notevole interesse storico- un edificio di proprietà di restituiscono in prospettiva la ‘Castello’. (r.p.)

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19. Tempio di Serapide romano, ancora oggi noto come Baja e Cuma, ed altri luoghi archeologico, in corrispondenza Serapeo, non è ben delineato il a Pozzuoli (1782-1799) ‘Serapeo’ – riscoperto negli anni convicini, Firenze 1768) e della di uno dei quattro bracci muro di confine che separava gli Giovan Battista Lusieri 1750-1755, creduto in origine prima monografia sul perimetrali, presumibilmente scavi a ‘cielo aperto’ dai giardini (1755-1821) un tempio (di Giove Serapide) e monumento ad opera dell’abate dall’interno di una delle varie Toledo, posti a un livello di quota disegno, 58 x 97,5 spesso identificato con un piemontese Ottaviano Guasco tabernae che si aprivano sul superiore, e che in questo caso – Londra, già Sotheby’s complesso termale – fu oggetto (Dell’edificio di Pozzuolo cortile interno. Sulla sinistra sono forse per scelte di carattere di particolare attenzione non volgarmente detto il tempio di raffigurate le tre colonne del cromatico e compositivo – si 20. Tempio di Serapide solo da parte di ‘architetti- Serapide, Roma, G. Settari, porticato antistanti la cella confonde facilmente con un a Pozzuoli (1782-1799) antiquari’ e di cultori del mondo 1773) – il Serapeo divenne una absidata e, al centro, la terrapieno caratterizzato da un Giovan Battista Lusieri classico, ma anche da parte di delle antichità più celebrate dai piattaforma circolare del forte pendio degradante verso la (1755-1821) geologi e naturalisti, per la vedutisti e dai viaggiatori del monòpteron, mentre sullo parte postica della Torre Toledo. disegno, 62,3 x 96,8 singolare presenza di alcune Grand Tour. sfondo è ben visibile la torre del Muro di confine che invece Londra, già Sotheby’s tracce di natura organica Il Lusieri, attivo a Napoli dal palazzo vicereale fatto costruire appare chiaramente nella (litodomi) sulla parte 1782 al 1799, scelse questo da Pedro de Toledo tra il 1539 e seconda veduta del Lusieri, presa Recentemente riscoperte dalla basamentale delle tre grandi soggetto in ben quattro vedute il 1541, ma, nel corso della dall’angolo sud-occidentale del critica, le opere del Lusieri colonne di cipollino, il cui studio prospettiche, realizzate ad prima metà del Settecento, Serapeo. Quasi un controcampo costituiscono una testimonianza diede impulso, nel corso del acquerello su matita utilizzato come deposito dei rispetto alla precedente di grande interesse non solo primo Ottocento, alle prime presumibilmente intorno al grani della città. rappresentazione, questa veduta come restituzione, quasi ricerche sul bradisismo, 1788, come si può dedurre Immediatamente alla destra del mostra altrettanto chiaramente fotografica, di una delle fenomeno allora assolutamente dall’unica veduta (tra le quattro) palazzo Toledo è raffigurata lo stato di avanzamento degli emergenze archeologiche flegree sconosciuto. datata e firmata dall’autore un’altra torre, verosimilmente scavi dell’antico Macellum e in più note al mondo, ma anche Cosicché, a partire dagli anni (63,5 x 97,5) e recentemente corrispondente alla torre particolare le condizioni del come testimonianza diretta di settanta del Settecento, in pubblicata (Spirito 2003). cinquecentesca della famiglia braccio nord-orientale – con le alcuni scorci del paesaggio seguito anche alla pubblicazione Nella prima delle due Morales, esistente in due pubbliche ‘latrine’ angolari e urbano di Pozzuoli alla fine del dei primi rilievi architettonici rappresentazioni il punto di vista corrispondenza dell’attuale la grande cella absidata – che Settecento. nell’opera del Paoli (Avanzi prescelto dall’artista è dal lato Largo del Rosso. Sulla sinistra, appare ancora del tutto Il complesso dell’antico Macellum dell’antichità esistenti a Pozzuoli, nord-orientale del complesso alle spalle delle tre colonne del ricoperto dalla vegetazione.

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Sullo sfondo, alla sinistra del 21. Il golfo di Pozzuoli il corrispondente tratto sembra, invece, corrispondere rettilinea direttamente collegata campo figurato, lungo il tratto (dall’Accademia) (1782-1799) dell’attuale via Pergolesi, all’area a ridosso del complesso al litorale e verosimilmente di strada sterrata caratterizzata Giovan Battista Lusieri completa il ciclo dedicato termale di Nettuno (i cui resti, corrispondente all’attuale via dal grande sistema di (1755 - 1821) dall’artista romano a Pozzuoli – ancora oggi esistenti, si riteneva Serapide. contrafforti ad arcate, si notano acquerello, 62,2 x 97,1 mostra il versante nord- fossero appartenuti ad un Sullo sfondo, oltre il Serapeo, si il convento di San Francesco, Londra, collezione privata orientale della città puteolana. tempio), press’a poco a monte nota un gruppo di fabbriche, con i grandi giardini retrostanti Sebbene individuato all’altezza dell’attuale via Giambattista tra le quali era il convento dei e, immediatamente dopo, i La veduta del Lusieri – che dell’Accademia, e quindi Pergolesi. In primo piano, Benedettini con la chiesa di ruderi dell’antico complesso insieme con le quattro apparentemente simile alla dall’alto verso il basso, è Sant’Andrea. Sulla sinistra del termale di Nettuno. (r.p.) prospettive aventi come tavola XXVI del Fabris rappresentato il complesso del campo figurato si riconosce soggetto principale il Serapeo, contenuta nei Campi Phlegraei Serapeo e alla sua sinistra, una porzione del borgo, che Di Mauro-Spinosa 1989; Muzii più un’altra ancora che di William Hamilton (Napoli parallelamente al appare già in piena fase di 1990; de Seta1 1992; Spirito riprende in particolare il 1776), il punto di vista scelto corrispondente braccio espansione (essendo giunto 2003. convento di San Francesco con dal Lusieri in quest’acquerello dell’impianto a corte, una strada infatti all’altezza dei cosiddetti

208 iconografia delle città in campania giardini di Toledo), mentre sullo Le due vedute – entrambe San Martino, inv. 19439), la sfondo si nota una parte firmate e datate – riprendono il veduta costituisce una delle rare dell’antico promontorio urbano, golfo di Pozzuoli dal versante testimonianze grafiche con il molo ‘caligoliano’. (r.p.) della Solfatara, con una dell’antica chiesetta della prospettiva verso la rocca Purificazione o dell’Assunta a Di Mauro-Spinosa 1989; Fino dell’antica Puteoli, Mare, ripresa in primo piano. 1993; Alisio 1995; Muzii 1990; caratterizzata, sullo sfondo, dal Distrutta nel 1872 in seguito ad Spirito 2003. medesimo profilo orografico di un terribile maremoto che colpì Baia, e Monte di la costa flegrea e totalmente Procida. ricostruita in situ nel 1876, la 22. Veduta del golfo Nella prima veduta il centro seicentesca chiesa dell’Assunta di Pozzuoli al calar del sole puteolano è ripreso in maniera (1621) era caratterizzata da una (1798) più ravvicinata: si intravedono, copertura a botte e non Jacob Philipp Hackert (1737-1807) sul versante meridionale della presentava alcuna apertura sui olio, 64,4 x 97 città, l’ospizio dei Cappuccini, tre fronti rivolti verso il mare, Roma, Galleria Nazionale adiacente alla via regia (odierna cosicché l’ingresso e le quattro 24 di Arte Moderna via Marconi) e la nuda parete finestre ad oculo della semplice tufacea della rocca, mentre sul facciata costituivano le uniche 23. Veduta del golfo lato orientale sono fonti di luce diretta del piccolo di Pozzuoli verso Occidente rappresentate le numerose ambiente interno. (1802) abitazioni sorte a ridosso della Sulla destra della facciata si nota Jacob Philipp Hackert (1737-1807) cinta difensiva. Emergono dal anche un piccolo corpo esterno olio, 65 x 96,5 contesto urbano le cupole della aggiunto ed una scala che porta Napoli, collezione privata chiesa cattedrale di S. Procolo e ad una sorta di campanile, della chiesa di S. Celso, mentre mentre a destra, su una delle Le due vedute panoramiche appena evidenti sono le pile pile del ponte romano, è visibile fanno parte di un gruppo di dell’antico molo ‘caligoliano’ anche il casino estivo di dipinti ad olio su tela realizzati emergenti dal mare. proprietà (1826 ca.) della tra il 1798 ed il 1803 e tratti da La seconda veduta, invece, famiglia puteolana Scotti. (r.p.) alcuni disegni dal vero sullo riprende la città da un punto di stesso soggetto che Hackert osservazione più elevato, produsse intorno al 1790. consentendo in tal modo di 25. Studio di paesaggio Anche se questa importante rappresentare anche la presso Pozzuoli 25 fase della produzione cinquecentesca villa del vicerè Giacinto Gigante (1806-1876) hackertiana coincide con i Pedro de Toledo, con l’alta torre 1820-1830 ca. tragici eventi del 1799 e con il merlata (1539-41). (r.p.) disegno, 16,7 x 26,3 forzato esodo dell’artista in Napoli, Museo Nazionale Toscana, dove l’ex pittore della [22]: Krönig 1986; Di Mauro- di San Martino, collezione corte borbonica condusse gli Spinosa 1989; Spinosa 1990; de Ferrara Dentice, inv. 18967 ultimi anni della sua vita (1800- Seta2 1992. [23]: Krönig 1986; 1807), il delicato momento Di Mauro-Spinosa 1989; Spinosa 26. Pozzuoli (1841) politico – e quindi anche l’arco 1990; Alisio 1995; de Seta 2005 Giacinto Gigante (1806-1876) cronologico di riferimento disegno, 35,4 x 53,6 (1790-1803) – non sembrano Napoli, Museo Nazionale di San incidere in maniera significativa 24. Chiesa dell’Assunta Martino, collezione Ferrara sull’esito figurativo di quelle a Pozzuoli Dentice, inv. 18936 opere, che a giudizio di alcuni Giacomo Micheroux critici appaiono come le più 1820-1830 ca. Note con il titolo Le lavandaie a rappresentative di quella disegno, 13,3 x 19,5 Pozzuoli, per il tema di natura 26 stagione, in quanto espressione Napoli, Museo Nazionale ‘popolare’ che anima il soggetto della volontà dell’artista di di San Martino, collezione del disegno a matita su carta, imprimere una forte Ferrara Dentice, inv. 19437 con figure femminili raffigurate componente arcadica nella nell’atto di attingere l’acqua da rappresentazione del paesaggio Insieme con un altro disegno una fontana, le due vedute – partenopeo. firmato dal Micheroux (Museo di molto simili nell’impostazione

da puteoli a pozzuoli, e ritorno. itinerario nell’iconografia della città flegrea 209 compositiva e sicuramente trenta dell’Ottocento, ma 28. Veduta di Pozzuoli complementari tra loro – probabilmente di circa un con torre di don Pedro rappresentano uno scorcio della decennio successiva, può di Toledo (1824) periferia di Pozzuoli, ripresa dal effettivamente considerarsi Achille Vianelli (1803-1894) lato nord-orientale dell’antico come una fase di studio – alla disegno, 23,3 x 34 Macellum romano, all’altezza, quale si aggiunge anche uno Napoli, Museo Nazionale verosimilmente, dell’attuale via schizzo di carattere di San Martino, collezione Antonio Sacchini. preparatorio e di analogo Ferrara Dentice, inv. 19610 Come si evince, infatti, dalle soggetto (17 x 24,5; inv. 2080) annotazioni presenti sul – poi messo a punto nel Evidente lavoro di studio – datato secondo disegno (inv. 18936) – disegno del 1841, di cui «27 mar 1824» (in calce a l’unico datato (in calce a anticipa il punto di vista e lo sinistra), ma rimasto incompleto – sinistra: «Pozzuoli / 22 marzo schema compositivo, il disegno (matita e penna su 1841») – il punto di vista scelto cambiando solamente il 27 carta) riprende la città di Pozzuoli dall’autore corrisponde ad un numero e la disposizione delle dal palazzo del viceré Pedro de tratto della piccola strada figure umane rappresentate. Toledo. Benché utilizzato nei sterrata che a quel tempo (r.p.) primi decenni del Seicento come ancora lambiva il lato postico guarnigione militare ed in parte, del cosiddetto ‘Tempio di [25]: Martorelli 1993. [26]: nel corso Settecento come Serapide’, attraversando i Causa 1955; Causa 1967; granaio pubblico, nei primi cinquecenteschi giardini del Ortolani 1970; Abita 1972; decenni dell’Ottocento – ovvero viceré Pedro de Toledo. Colletta 1988; Martorelli 1993. prima della sistemazione della Su questa stessa veduta, in strada provinciale campana, primo piano e sulla sinistra del corrispondente ad un tratto campo figurato, Gigante 27. Pozzuoli (1823) dell’attuale via Pergolesi – la raffigurò una fontana Giacinto Gigante (1806-1876) residenza vicereale si conservava (annotata come «fontana del disegno, 19,3 x 33,4 ancora quasi del tutto integra, Tempio di Serapide») addossata Napoli, Museo Nazionale pur mostrando evidenti segni di alle mura che recintavano il di San Martino, collezione degrado delle strutture, dovuti al complesso archeologico («muro Ferrara Dentice, inv. 19300 progressivo abbandono del 28 [del] Tempio di Serapide») e, complesso. immediatamente dopo, l’arco La veduta – datata «7 ottobre Nella veduta prospettica del sottostante il percorso di 1823» (in calce a sinistra) – Vianelli – il quale alcuni anni collegamento con l’attuale via riprende dal litorale orientale il prima (1816) aveva già ripreso il Pergolesi, distrutto intorno al tessuto edilizio sviluppatosi a cosiddetto «complesso Toledo» in 1889 per consentire il ridosso del sistema difensivo un’altra preziosa veduta (Museo passaggio della linea ferroviaria della rocca puteolana, di cui si di San Martino, inv. 11762) – è cumana. possono scorgere ancora, sullo ancora leggibile il profilo merlato Nella parte alta del disegno, a sfondo della rappresentazione, dell’alta torre e la cinta muraria destra, lungo il tratto superiore i volumi geometrici aggettanti che circondava l’intero della via Pergolesi – che, riutilizzati come civili abitazioni. complesso, andato in buona dunque, non era ancora In primo piano è raffigurato il parte distrutto in seguito agli pavimentata nel 1841 – è profilo esterno della chiesa di eventi bradisismici del 1984. inoltre raffigurato il convento di San Vincenzo Ferrer, risalente Sullo sfondo della «S. Francesco» (oggi sede del alla prima metà del rappresentazione si nota il largo carcere circondariale Cinquecento, ma ingrandita nel piazzale dove sorgerà l’attuale femminile), mentre sulla destra, corso del Settecento, come villa comunale, la parte appena abbozzati, si notano i testimoniano sulla facciata il settentrionale del borgo e l’antica ruderi delle antiche terme di profilo del timpano e la sinuosa 29 rocca puteolana, con la mole del Nettuno (in testa a destra: cornice della grande finestra Duomo appena accennata ed il «resti del Tempio di Nettuno»). centrale. Alla sinistra della complesso di San Celso, La prima veduta (inv. 18967), fabbrica si sviluppa il convento sovrastante il torrione medievale, firmata (in calce a destra: «G. annesso, appartenuto ai di cui è delineato il bastione a Gigante») e cronologicamente Domenicani fino al 1806. (r.p.) scarpa ad angolo tra le vie del collocata tra agli anni venti e Castello e Cavour. (r.p.)

210 iconografia delle città in campania 29. Convento di San ma noto come molo ‘caligoliano’. Francesco (oggi denominata di Francesco a Pozzuoli (1825) La rappresentazione di gusto Sant’Antonio) e il convento Achille Vianelli (1803-1894) romantico mostra, in primo omonimo, costruito per volere di disegno, 21,5 x 26,6 piano, sul secondo pilone visibile Diomede Carafa di Maddaloni a Napoli, Museo Nazionale rispetto alla banchina, un partire dal 1472. Nella prima di San Martino, collezione curioso corpo di fabbrica di veduta (inv. 19049), sulla sinistra Ferrara Dentice, inv. 19731 forma quadrangolare, del campo figurato, si nota in caratterizzato da una cornice di primo piano l’ingresso al La veduta reca in calce la data coronamento leggermente complesso monastico e ed il titolo e rappresenta la sporgente e da un terrazzo immediatamente dopo il profilo chiesa quattrocentesca di San superiore con due piccole longitudinale della chiesa con il Francesco, costruita nel 1479 sopraelevazioni, le cui coperture campanile. dal duca di Maddaloni a falda danno l’impressione, da Nella seconda veduta (inv. Diomede Carafa per l’ordine 30 lontano, di una sorta di frontone 19211), il punto di vista è dei Frati Minori e poi restaurata spezzato. La fabbrica – la cui spostato più avanti, in in età vicereale da Pedro de presenza raramente è corrispondenza della rampa di Toledo, dopo i danni derivati riscontrabile in altre vedute accesso alla chiesa. In asse con la dall’eruzione del Monte Nuovo coeve – sembra corrispondere al facciata, sull’altro lato della strada nel 1538. casino estivo di proprietà della si nota la parte postica di Sulla destra, alla fine di una famiglia puteolana Scotti, di cui un’edicola, che in parte ostacola ampia scalinata, è raffigurata la fu testimone Lorenzo Palatino la vista complessiva dell’antico semplice e nuda facciata della intorno al 1826 (Storia di centro puteolano, raffigurato sullo chiesa, caratterizzata dalla Pozzuoli e contorni, Napoli, Luigi sfondo del disegno. (r.p.) presenza del portale quattro- Nobile, 1826, p. 53). Come è già cinquecentesco, sormontato da stato evidenziato (Giamminelli una piccola edicola. Il disegno a 1987), lo stesso soggetto è stato 33. Veduta di Pozzuoli matita, con acquerellature su raffigurato in un’incisione di (1830-1850) carta, evidenzia anche il tratto 31 Frédérich Salathè tratta da un Achille Gigante (1823-1846) di strada che lambisce la chiesa disegno di M.J. Le Riche nel disegno, 18,4 x 27,9 ed il monastero annesso (dal 1827 (Pozzuoli, Società di Storia Napoli, Museo Nazionale 1811 destinato ad ospitare, per Patria). (r.p.) di San Martino, collezione volere di Carlo Maria Rosini, la Ferrara Dentice, inv. 18890 sede estiva del Seminario diocesano) e che corrisponde 31. S. Francesco Pozzuoli La veduta rappresenta il versante all’attuale via Pergolesi, dal (1830-1850) sud-orientale di Pozzuoli ed in nome del celebre compositore Giacinto Gigante (1806-1876) particolare il nucleo edilizio che proprio in questo luogo disegno, 21,5 x 37,9 cresciuto, a partire dalla metà del trascorse gli ultimi giorni della Napoli, Museo Nazionale Settecento, lungo la via Regia, sua esistenza. (r.p.) di San Martino, collezione intorno ai complessi religiosi di Ferrara Dentice, inv. 19049 San Vincenzo Ferrer e del Purgatorio, esterni alla rocca 30. Ponte di Caligola 32. Veduta di Pozzuoli puteolana. a Pozzuoli (1825-1850) da S. Francesco (1830-1850) Si nota, infatti, sulla destra del Ignoto 32 Giacinto Gigante (1806-1876) campo figurato, lungo la salita di disegno, 19 x 32 disegno, 20,1 x 30,1 via Guglielmo Marconi, la chiesa Napoli, Museo Nazionale Napoli, Museo Nazionale barocca di Santa Maria delle di San Martino, collezione Ferrara di San Martino, collezione Purificazione, eretta nel 1702, Dentice, inv. 21461 [recto] Ferrara Dentice, inv. 19211 mentre al centro, nel denso tessuto edilizio della rocca, La veduta rappresenta uno dei I due disegni, a matita su carta, emerge la cupola del Duomo. monumenti più celebrati riprendono Pozzuoli ed il golfo Sulla sinistra, infine, è dell’antichità classica presenti a omonimo dall’angolo della via rappresentato l’ospizio dei Pozzuoli: l’antico molo ‘a provinciale campana, Cappuccini e, alle spalle di un trafori’, recentemente attribuito successivamente via Pergolesi, gruppo di case prospiciente il all’età di Nerone (59-68 d.C.) prospiciente la chiesa di San primo tratto dell’attuale corso

da puteoli a pozzuoli, e ritorno. itinerario nell’iconografia della città flegrea 211 33

Giacomo Matteotti, si intravede il convento, già sede della caratteristico profilo superiore residenza estiva del Seminario della facciata della chiesa di San diocesano e dal 1814 Vincenzo Ferrer con il convento trasformato in area cimiteriale. dei Domenicani. Tra i due La seconda veduta è molto complessi religiosi, sullo sfondo a simile alla prima, ma più 34 sinistra, si nota anche la grande ravvicinata rispetto al convento rupe tufacea del Rione Terra. (r.p.) francescano, che appare meglio delineato nelle sue caratteristiche architettoniche. 34. Pozzuoli (1837) In primo piano, sulla destra, Giacinto Gigante (1806-1876) sono anche rappresentati i disegno, 20,9 x 33,7 ruderi dell’antico complesso Napoli, Museo Nazionale termale di Nettuno, mentre di San Martino, collezione Ferrara nell’angolo della via Pergolesi Dentice, inv. 18987 prospiciente la chiesa di San Francesco si nota una piccola 35. Pozzuoli S. Francesco edicola, anch’essa presente nel (1830-1850) disegno precedente. (r.p.) Giacinto Gigante (1806-1876) disegno, 18,3 x 29,8 Napoli, Museo Nazionale 36. Pozzuoli (1830-1850) di San Martino, collezione Giacinto Gigante (1806-1876) Ferrara Dentice, inv. 19045 acquerello, 18,7 x 28,8 Napoli, Museo Nazionale La prima delle due vedute, datata di San Martino, collezione (in calce a sinistra: «Pozzuoli 7bre Ferrara Dentice, inv. 23210 1837»), rappresenta l’attuale via Pergolesi, con il convento di San La veduta – insieme con un 35 Francesco (oggi noto come altro disegno molto simile, convento di Sant’Antonio). Il probabilmente un primo studio punto di vista prescelto (inv. 19093) – rappresenta in dall’artista corrisponde primo piano le famose tre all’incrocio tra l’attuale via colonne dell’antico Macellum Pergolesi e via San Rocco: sulla di Pozzuoli, meglio noto come destra del campo figurato, è ‘Tempio di Serapide’. Il punto rappresentato l’alto muro di vista prescelto dall’autore perimetrale del giardino del corrisponde ad una delle

212 iconografia delle città in campania tabernae poste sul lato da uno dei piloni estremi settentrionale del complesso, in dell’antico molo romano, linea con il filare di colonne del cogliendo in prospettiva tutto porticato prospiciente il catino il fianco occidentale della absidale, secondo uno schema rocca con il sistema difensivo compositivo già adottato da vicereale, potenziato nel tardo altri artisti in passato, come ad Settecento. Si notano, infatti, esempio nell’analoga veduta da sinistra verso destra settecentesca del Lusieri. dell’alto promontorio abitato, Rispetto a quest’ultima, il torrione medievale tuttavia, il punto di stazione è nell’angolo tra le attuali via più arretrato e consente di Castello e via Cavour, con il riprendere anche l’ambiente soprastante complesso delle interno della taberna. Sullo Clarisse di San Celso, la cupola sfondo, si intravede la torre della cappella del Sacramento ancora oggi esistente del e il campanile del Duomo. palazzo vicereale costruito da Seguono poi le strutture Pedro de Toledo dopo difensive erette in prossimità l’eruzione del Monte Nuovo. della ‘Punta della Torre’, oggi Come per molti acquerelli su identificate nel cosiddetto Pompei firmati dallo stesso ‘Castello’. Sulla destra, infine, Gigante, il soggetto specifico di alla base della rocca, si nota la quest’acquerello – cui, peraltro, parte postica della piccola 36 va associato anche un altro chiesa dell’Assunta, sorta nel disegno del 1822 (inv. 19068) 1621 su una piccola caratterizzato da un primo piattaforma protesa sulle piano delle tre colonne, molto acque e ricostruita intorno al simile nell’impostazione ad un 1876. altro acquerello del Lusieri, Sono da associare allo stesso recentemente riscoperto (Spirito schema compositivo di 2003) – non solo conferma la quest’acquerello, le due particolare sensibilità dell’artista analoghe incisioni di James verso il tema dell’antico, ma è Harding (1831) e di William forse la testimonianza Leighton Leitch – quest’ultima dell’importanza che a quel pubblicata nell’opera di tempo stava assumendo il George Newenham Wright complesso puteolano in ambito (The shores and islands of the europeo nel campo degli studi Mediterranean, London-Paris, di geologia e in particolare per Son, & Co, 1840) – e, inoltre, le prime teorie sul fenomeno gli acquerelli di Gonsalvo del bradisismo. (r.p.) Carelli in collezione privata (Alisio, 1995, tav. CXIV) e di Giovanni Giordano Lanza 37. Studio della veduta (Museo di San Martino, inv. di Pozzuoli, dal ponte 6226). di Caligola (1830-1850) Simile, ma con una 37 Achille Vianelli (1803-1894) impostazione formale (attr.) differente, è un disegno a acquerello, 18,5 x 25,6 matita di Achille Gigante Napoli, Museo Nazionale conservato presso il Museo di di San Martino, collezione San Martino (inv. 19584, Attilio De Gregorio, inv. 23764 collezione Ferrara Dentice). (r.p.) La veduta – attribuita al Vianelli – riprende la città di Pozzuoli

da puteoli a pozzuoli, e ritorno. itinerario nell’iconografia della città flegrea 213 38. Veduta di Pozzuoli sfondo è rappresentata la rocca a primo volume del Viaggio Pittorico (1830-1850) picco sul mare e la nuda parete edito a Napoli da Domenico Salvatore Fergola (1799-1874) tufacea del promontorio. (r.p.) Cuciniello e Lorenzo Bianchi, poi disegno, 28,5 x 51 apparsa, ad opera dell’incisore De Napoli, Museo Nazionale Vegni, anche nell’Atlante illustrativo di San Martino, collezione Attilio 39. Pozzuoli dalla Torre edito a Firenze nel 1845 da Attilio De Gregorio, inv. 23766 [verso] di Pietro da Toledo Zuccagni Orlandini (vol. 3, tav. 41). (1835-1860 ca.) In primo piano, immerso in una fitta La veduta in prospettiva del Ercole Gigante (1815-1860) vegetazione, è rappresentato il Fergola è un documento di disegno, 21,8 x 31,2 complesso del Serapeo, mentre estremo interesse per la storia Napoli, Museo Nazionale sulla sinistra si notano la torre ed i urbanistica di Pozzuoli, in quanto di San Martino, collezione Attilio resti del palazzo costruito da Pedro testimonianza – intorno alla De Gregorio, inv. 18914 38 de Toledo. prima metà dell’Ottocento – del Sullo sfondo è raffigurato il graduale processo di espansione Come recita il titolo (in calce a promontorio con l’antica rocca edilizia sul versante sud-orientale sinistra) la singolare veduta puteolana, dominata dal Duomo – della città flegrea, lungo l’attuale riprende l’estrema propaggine di cui si notano la copertura e la corso Giacomo Matteotti, tratto settentrionale del borgo di cupola della cappella del in salita della via Regia verso la Pozzuoli dal terrazzamento Sacramento – e dal complesso delle rocca puteolana. naturale prossimo alla cosiddetta clarisse di San Celso. (r.p.) Il punto di vista e lo schema Torre di Toledo, di cui si nota (alla compositivo trovano forse un sinistra del campo figurato) un antecedente nella veduta di tratto del bastione merlato. Non è 41. Veduta del Tempio Gabriele Ricciarelli, incisa da visibile da quel punto la rocca del di Serapide a Pozzuoli Francesco La Marra per l’opera centro antico, né, per l’orografia (1840-1860) del Paoli (Avanzi dell’antichità del terreno, il sottostante Gonsalvo Carelli (1818-1900) esistenti a Pozzuoli, Baja e Cuma, complesso dell’antico Macellum disegno, 34 x 48 a altri luoghi convicini, Firenze romano, allora noto come ‘Tempio Napoli, Museo Nazionale 1768), sebbene quest’ultima sia di Serapide’. di San Martino, collezione stata ripresa dalla collina della A valle, nel borgo, si notano una Di Giacomo, inv. 13985 39 Solfatara, usufruendo in tal modo serie di imbarcazioni adibite alla di un angolo visuale più ampio. pesca, attraccate lungo la L’acquerello ha per soggetto Viceversa, l’incisione di Gaspare porzione di litorale utilizzata allora principale l’antico Macellum Vinci contenuta nella Raccolta come approdo mercantile della romano, uno dei monumenti delle vedute di Napoli e sue città. (r.p.) flegrei più celebrati tra la fine del vicinanze (edita a Napoli da Settecento e tutto l’Ottocento, per Domenico Sangiacomo nel 1822, l’interesse che esso ha suscitato fin tav. 15) mostra molte più 40. Veduta di Pozzuoli dalla sua riscoperta (1750-1755), analogie, a cominciare dal punto (1836-1859) non solo nell’ambito della nascente di vista che sembra corrispondere Salvatore Leale (dis.) scienza archeologica, ma anche nel alle rampe dei Cappuccini. litografia, 28 x 19,4 campo degli studi di geologia, che La veduta del Fergola mostra sulla Napoli, Società Napoletana applicati all’analisi dei litodomi sinistra del campo figurato, sul di Storia Patria, stampe II M I 16 presenti alla base delle famose tre lembo di terra proteso sul mare, colonne ancora superstiti, l’ospizio estivo dei Cappuccini, La veduta – in foglio sciolto, ma contribuirono allo sviluppo delle quindi le cortine edilizie tratta, come è riportato in calce a prime teorie sul fenomeno del prospicienti l’attuale corso sinistra, dal «Poliorama Pittoresco» bradisismo. Matteotti, tra le quali si notano i (1836-1859) diretto da Filippo 40 Il punto di vista scelto dal Carelli primi palazzi d’impianto Cirelli e sorto, inizialmente con (dal lato nord-occidentale del borghese, ed infine la facciata Salvatore Fergola come coeditore, complesso) non è ovviamente della chiesa di San Vincenzo sul modello dei «magazzini inedito rispetto al panorama Ferrer, che appena si intravede. pittorici» inglesi – ricalca iconografico coevo, tuttavia la Sulla destra è ben visibile, invece, l’impostazione dell’analoga suggestiva scelta – determinata da il fronte longitudinale della chiesa incisione elaborata su disegno di ovvie motivazioni di carattere del Purgatorio, mentre sullo Friedrich Hörner e pubblicata nel cromatico e figurativo – di cogliere

214 iconografia delle città in campania il monumento in una fase di 43. Pianta della cinta daziaria 1836, mentre un ulteriore allagamento, tipica di quel della città di Pozzuoli (1845 ca.) elemento utile in questo senso si periodo, caratterizzato da un Anonimo del XIX secolo rileva dalla citata iscrizione bradisismo discendente, rimanda 1:1.000 «Vecchio Camposanto», perché alle analoghe rappresentazioni di disegno, 96 x 220 nel 1839 è documentata “già Abraham Louis Ducros (Losanna, Pozzuoli, Archivio Storico molto avanzata” la costruzione Musée Cantonal des Beaux Arts) Municipale del nuovo cimitero puteolano. e soprattutto alla litografia di Sulla rocca è visibile la pianta della Francesco Wenzel tratta da un Questa pianta a china ed chiesa di San Liborio, rifatta nel disegno di Achille Vianelli e acquerello, inedita, è un 1842 dal canonico Gennaro pubblicata in Napoli e i luoghi importante documento per la Ragnisco: la planimetria della celebri delle sue vicinanze (1845). storia urbana della cittadina fabbrica religiosa riportata sulla Sullo sfondo della flegrea: è custodita presso mappa corrisponde rappresentazione, immersa in una l’Archivio Storico Municipale di sostanzialmente con quella vegetazione rigogliosa, è Pozzuoli, attualmente in riordino. attuale. raffigurata la sola Torre Toledo, in Il grafico di cui si riproduce un Non sono rilevati il corpo di una condizione di isolamento particolare, illustra in rosso il fabbrica adibito a prigione ed 41 rispetto all’intero complesso perimetro della «cinta daziaria» e aggiunto alla torre Toledo alla vicereale, poco rispondente alle fu probabilmente elaborato in metà del secolo e la Darsena dei reali condizioni topografiche del seguito alla nuova politica fiscale pescatori, progettata momento. (r.p.) avviata dal Ministro delle Finanze dall’ingegnere Angelo Corbino de’ Medici, che vide per la città di nel 1868. Un altro documento Napoli la costruzione del ‘muro conservato presso l’Archivio 42. Pozzuoli. Veduta del porto finanziere’ a partire dal 1825. La Municipale (ASMuP, (1841) mappa abbraccia un ampio Corrispondenze, vol. 85), ricorda Giacinto Gigante (1806-1876) territorio compreso all’incirca tra il che nel 1843 Luigi Giura con il disegno, 29,9 x 51,5 «Vecchio Camposanto» a nord ed tenente colonnello de Leva aveva Napoli, Museo Nazionale i «Bagni Gerolomini» a sud, questi eseguito una pianta topografica di San Martino, collezione ultimi proprio in corrispondenza di delle ‘antiche pile’ caligolane – il Ferrara Dentice, inv. 18970 una delle barriere doganali vecchio molo romano – non registrate sul grafico. Sono rilevati visibili nel grafico in esame. Il La veduta – datata «8 maggio 42 diversi interessanti toponimi: quelli citato documento, del 1853, 1841» (in calce a sinistra) – delle principali strade di accesso – ricorda che il tratto compreso tra rappresenta l’area del porto di la «Strada Campana», la «Strada la prima e la seconda ‘pila’ era Pozzuoli, prima della realizzazione di Miniscola» e la «Strada già stato reso regolare a quella della darsena e del ripristino Solfatara», ad esempio – diverse data; il molo sarà poi dell’antico molo. L’inedito disegno case private, l’Anfiteatro, il Tempio completamente obliterato nel a matita – su cui è anche tracciato di Serapide accanto al quale sono nuovo braccio del porto a partire il reticolo geometrico per presenti alcune ‘calcare’. dal 1881. Anche di questi lavori l’impostazione prospettica della Anche se privo della non c’è traccia nella precisa veduta – mostra, sulla sinistra, toponomastica sull’area più pianta della cinta daziaria. l’alta rupe di tufo con le strutture urbanizzata – quella compresa tra Alcune altre architetture non sono difensive di età vicereale, non la rocca del Rione Terra ed il rilevate nella mappa, la ancora occultate dal Palazzo borgo – il disegno si rivela di seicentesca fabbrica dell’Assunta Cavaliere e dal Liceo San Paolo. Il estremo interesse perché precede a mare e quella di Santa Maria punto di vista prescelto dall’artista le misurazioni catastali operate a delle Grazie, resa solo non consente di riprendere il partire dal 1874. Un primo nell’ingombro volumetrico. complesso di San Celso, ma confronto con le fonti Probabilmente quest’ultima era in mostra chiaramente la facciata del bibliografiche permette di stabilire disuso a quel tempo a causa dei Palazzo Frangipane sulla rocca (al intorno agli anni quaranta fenomeni del bradisismo; verrà 43 centro) e, sulla destra, la piccola dell’Ottocento il periodo entro cui ricostruita dalle fondamenta nel chiesa dell’Assunta, costruita nel collocare la pianta in esame. Nella biennio 1858-60. (m.i.) 1621 e ricostruita nel 1876, dopo principale piazza cittadina è già i danni subiti in seguito ad un presente la cosiddetta ‘fontana Artigliere 1964; Giamminelli terribile maremoto (1872). (r.p.) dei quattro cannelli’, realizzata nel 1987; Buccaro 1992; Parisi 2003.

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