RAF F AE LLO $AR BHHMÀ

0 —4

IL S A L OTT O

DE L L A CONTESSA MAFFEI

E L A S O C IE T À M IL A N E SE

( 1 8 3 4- 1 8 8 6 )

o n AL Z A N Z ON I V RDI C s crit t i e ricordi inediti di B A C , M , E ,

V S C T - E S T A A T L E A D C A L O TE N C A E . I ON I V NO PR I A R I R , , , ,

A . M AF F E I G IUL IO GA R G A N O C O RRE NT I T O M M A s G R S S I , , , p O ,

G IA NNINA M IL L I DA NIE L E ST E RN L ISZ T ecc . ec , , c I

Q u a r t a E d i zi o n e

499744

M I L A N O

F R A T E L L I T R E V E S E D I T O R I , 1895 . P ROP R I E TÀ L E TTERARI A

R i s e r v a t i t u t t i i d i r i t t i.

’ ‘ 1 Ip. F rat e l li T re ves . ues to l ibro in cui arl an o tre s o mm i B al Q , p ,

ac M ango n i Verd i in c ui s i a ita una oll a , , ; g f d i atrio ti in d o m iti e ari d el l a vi il ia d i p p g ,

’ tt ra ti d artis ti ital ian i e s tran ieri d i en l e e , , g

’ tild o nn e q ues to l ibro d i c ui m i s o rs e l id ea as col tand o un a s era l e tue incan tevo l i os

n i ull it o ci l e n s ervazio s a v a s a , co s acra al l a tu m em o ria o C E L E S T E m ia 0 m ia S os a a , p

’ h m incuo r o i s ri r o n l e a T e, c e a a c ve l co e va

’ tes s a d in ten ti co n s eren ità d i iud izio a Te , g ; che l o tt n d evi n o s ns l l c im d el a e , n e a a a r a p res agio d el l a tua fi n e p recoce !…

’ i n la o il 14de 5 . M , l 9

R . B .

C APIT OL O PRIM O.

L A F A M IG L IA DE L L A C ON TESSA .

i as a del l a C aratt ere e i nfl uenza del s al o tto lll affe . N cit

Il on e oe a e eda o s a G amb a s a C on t ess a. c t p t p g gi t i tti t

- I aren del l a con n as a L a. C arrara Spi nel l i . I c itt p ti

- P oe oe ess e ard t a a C arrara S nel l . t es sa O t vi pi i ti , p t , c i

l Un on e che s ezza l a s ua orona. R ivol uzio na i . c t p c

ra n o di B al za . narii e rib el l i in cas a G ambara. Un cco t c

o o Il sal tto di , nata c ntessa Car

- d urò o o rara Spinelli , mezzo secol a , , e per questo temp o rima s e il s alotto più celebre di tutta Italia . Per cinquantadue anni , fu il ro o r cent di riunione di patri ti , letterati e a tisti i s c h t o italiani , e degl tranieri illustri e visi and

o e r o . la nostra Penisola , passavan p Milan ’ s s L influenza , e ercitata dal alott o Maffei nel decennio dal 1849 al 1859 nei destini di Lom ’ o s s iam no n tr bardia e p dire d Italia . va a t i i s curata . L a sua pa r o t ca i rradiazi o ne si dif s o L r fu e oltre i limiti di Milan e della omba dia , s i diffuse in altre regioni italiane ; e Vi po rtò

R . BAR B l E R . I l S l o M A a tto afici . 1 0 [ L a fama del salotto

’ o o ro b e n r s la par la d rdine , la pa la c h e p e to ’ uo i divenne fatto . Anc h e f ri d talia , special r ur s ua s mente a Pa igi , c h e p vanta nella toria r s fam o s is po litica , lettera ia e galante , alotti

‘ il o C r M afiei o s o s imi , n me di la a era c no ciut e ripetut o c o n reve rente s impatia : l e s al o n

’ M aji ci veniva citat o alle Tuileries co me ri ’ ’ t ro vo d u o mini d alta tempra sul cui senno e s ul cui ajuto il grande s tatista del nostro r o r o o o r o is giment , Camill Cav u , c ntava con ’

. N o n ra d u n s o fiducia si t tta , adunque , al tto

’ ’ ro s o o p vinciale , ben ì d un sal tto degn d una metro po li . N o n l o s egnal ava cert o il luss o r r no n il s o r este io e , fa t da cui la gentil pad ona s b b rr o b e ns ì di casa e i uoi amici a o ivan , la ri i o o r un ne di elevati intelletti , di f rti ca atteri , r di cuori a denti , devoti alla patria al culto ’ r dell arte e della lette atura. P o ichè e d o ve roso tene rs i lontani da ogni s a n o n s i e gerazione . creda c h e Clara Maffei deva e s se re po sta nella s t o ria delle d o nne no ’ ’ te vo li a lato d una R o land O d una Recamie r ; o s s u na r c h e f e mente dirett ice , una di quelle s s a o o fr regine qua i imperiose di l tti , d ve i e nta ri que to son o più o men o sudditi . La s ua

’ o s s a o s p tenza con i teva nell rte , c i ardua , di ricever b ene di riunire n o b ili elementi di e s ’ o un ser centr d ordine d idee civili , liberali , s enza farne mostra . Ne s s una o stentazione s s s r i ne suna po a , ne sun o sfo z o n lei : s em b er un rava nata per ricevere , p guidare a con v e rs azio ne e r is e n r eletta , p p g e e s ubito ab il mente gli attriti , c h e nel cal o re delle discus N ascita della C ontessa 3

r sioni possono ins orge re . E a gentildonna nel ’ o vivacità l aspett , nel discorso , nella delicata , ’ o nella scioltezza , nel gest , nell anima , e nella finezza colla quale sapeva porre o gni nu o va persona presentata in grado di tro vare ben un o i pre s to nel salotto compagn di att tudini , s tudii u n o un di gusti , di , c ncittadino , amico . o co n tes sa b enchè Tutti la c h iamavan , quan s s s tunque nata contessa , ave e spo ato il p o eta A n d r e a M a f fe i cui non is pe ttava il titolo ’ di c o nte ; ma nessuna c o ntessa d E uropa me ritava più di lei quel tito l o tri b utato più in o maggio alle sue qual ità squisite c h e alla sua r nascita illus t e .

Clara Maffei nacque a Bergamo , pat ria

’ ’ d un alt ra dama amica di numerosi poeti e s s o S uar sapienti , la poete a Paolina Secc do m o n i o b o i G ris d , la bu na Les ia Cid n a del Ma o s chero ni, lodata persino da V ltaire . ’ Dall atto di b attesimo si rileva c h e Elena

i o - C h iara Mar a Ant nia Carrara Spinelli , figlia dei s ign o ri co nti Giovanni Battista e O ttavia c o n u i Gambara , j g , vide la luce il gio rno

’ o 1814 in città 13 marz del , quella , e preci ’ samente nella parro cc h ia di S ant A gata nel

Carmine . i l s Il padre d Clara , poeta di c a sic h e eleganze b in ri e pedagogista , insegnava elle lettere p ’ marie case patrizie di Milano . A suo i tempi b r godeva ella fama lettera ia ; oggi , il suo nOme è dimenticat o . Nes s uno finora s i e o ccu pato di questo s critto re l o mbardo c h e v estiva I C arrara— Sp in elli di elette fo rme eletti s entimenti ; di questo o o r iù o s traged , c h e aff llava i teat i p c picui

’ d Italia . Egl i di s cendeva dai Carrara di Be rgam o ’ o rr r nel (l ultim dei Ca a a di Padova cadde , 435 s o r V r 1 , ott la scu e dei eneziani) p ecisa mente dal ramo dei Carra ra- Spinelli di Gl u o o 172 1 s o ne , c h e avea ttenut nel dalla Re pub b lica Veneta il titol o di conte pe r is pe c ial i b eneme renze acqui s tate in Svizze ra . A lo ro ’ s pes e (dico il L ib ro d o ro d ei veri tito l ati d el l a

S eren iss im a R ep ubbl ica) i Ca rra ra — Spinelli avean o lavo rato pe r il b u o n s ucce s so del

’ ’ l alleanza s tab ilita co n quei C anto ni e s e rano ad o pe rati n olle m oleste turb o lenze della ’ ’ Terraferma nell occa s io ne de pa s saggi delle truppe d i e s tero Co rone Anc h e il pad re del n o s t ro gentilu o mo p o eta s o s dile ttavas i (es o pure nat a Clu one) di p o esia. s in o in o Spar i v lumi . v lumetti e nei perio rarii de l o o dici l e tte temp , si tr van o almeno r trenta lavo ri del padre di Cla a Maffei . L e c o m pagnie tragic h e (co rreva allo ra la moda delle tragedie come oggi delle p ochad es) gareggia van o nel rappre s entare la s ua Is abel l a d i L ara l i A rs acid i David e G u id o d el l a T o rre , g , , ; tutte t ragedie di stampo al fie riano recitate da

r . atto i alfieriani , tiranni e vittime frementi Nelle o di egli i mito as s ai felicemente ora il n r Parini e o ra il Fanto ni . L as ciò u a ve s ione ’ o o dell epitalami di Catull , delle Georgic h e di Vi rgilio e il R ad am is to t ragedia trado tta da l o C ré bil o n . Inneggio alle n zze di Napoleon e e I l p adre dell a C ontessa 5

’ alle nozze di amici sciolse un carme all A rco n n t d m d ell a p ace di Milan o e u C a o a a o re . L e sue pro se educative co ntengon o con s igli pre zi i o s , frutto di lunga esperienza , forse 1 41 ’ Apparve nel 8 l ultima sua opera , spec ’ c h io dell an i mo suo rivo lto a pensieri religiosi n rio as cetica d e u Dia tutto me itazioni , preci e salmi penitenziali . Al pari di tutti O q uasi tutti i patrizi lom

— r bardo veneti del tempo , il padre di Cla a s i fece riconfermare dal go verno austriaco il o r o o : titol di conte , c h e gli ap iva m lte p rte ep ’ pure no n is fo ggiava le b o rie d altri n o b ili fla o gell ate dal Parini e dal P rta , questo pat rizi o dal tipo del b o na ri o . A vc a o cc h i picco li tagliati r a mando la , capelli ricciuti , naso lungo , mento gro s s o mezzo s epolto s o tto le volute del cra

. o il a v atto ne di moda Bonari suo spetto , ma raffinato il suo s entire . Insegnò alla figlia Clara come una gentildonna deve ricevere gli amici c ol s uo s in una pagina c h e la figlia , ottile di scernimento , deve avere meditata ; certo ella ne s eguì i co n s igli . A Milano il co nte Giovanni Battista guidò l ’ educazio ne del primogenito della duc h essa

o - Camill Litta Visconti Arese , nata contessa m llini b m ’ L o e di Ta arca , da a di palazzo d ell im ’ peratrice d A us tria. ’ Da ciò ebb e o rigine l amicizia c h e la co n ’ tess a Clara nutri fino all ultim o s uo gi o rn o

’ pei L itta . Ciamb ellani e principi dell impe ro L r Austriaco , i itta e ano amici del co nte C ar

r — ra a Spinelli , c h e non inclinava punto a lodare 6 L a madre

o i o m i moti democratici , peggio p i m ti de a ’ gogici a quali avea do vuto ass i s te re . o t m La madre di Clara , c ntessa O tavia G a trizii b n r d a a e . bara , discendeva p di alt i ideali ’ Il genito re della c o ntessa O ttavia s era se gnal ato a Brescia pe r le s ue scalmane a favore di quel d el irium tremen s che fu la

b . o il L n Repub lica Cisalpina Racc nta itta , egli alb e ri genealogici delle F am igl ie ce leb ri ita l iane b o o , c h e quel no iluom , nel mutament ’ civile del 1797 fu de primi c h e dis t rugges sero l o s temma pat rizio ; l o s temma dei G ambara co n s i s teva in uno scudo c o n u n b e l gambe ro o r ro s s o in mezzo . Quest s imbol o di egress o ’ r d ue s ro e l aquila ne a a te te co nate , c h e sor o l o s u o rb m ntava c d , ga avano cos i poco al o c he c nte , nelle mani plebee del G overno prov ’ vis o rio s affre ttò a rinunciare allo stemma

e ai diritti feudali . Ma quanti re azio narii del pi ù b e l ne ro diventavan o repub b licani del iù b el o s il p vermigli , attraver o fu o co di quelle

’ meteo ric h e rivo luzio ni ! E l eterna s to ria del ’ gamb ero : casca b run o nella pento la e n esce

ro ss o .

' o o no n Questo c nte demagog , ostante le sue ' ’

s o r r o o r . smanie vve tit ici , era un cu r d o Illi s o o s s a ri bati i u i c stumi , inesau ta la u ca tà. ’

s o o . s o e fio ri u n o ver i p veri Appa sionat p , gi rno n s i punse m o nda do una ro sa . N o n curò la am m al ò no n o puntura , alla mano c h e v lle gli o s s m o rì 1 f e amputata , e ne nel 805 a qua ’ rantun ann o o : r , lasciand due fi glie Te esa e O t o tavia , la madre appunto della c ntessa Maffei . I G àmbara

’ s o n Teresa, maritata a uno cudier d E uge io s m Beau h arnais , vis e ritirata , odesta , sc h ietta . b enefica : m o ri demente in seguito a un cat l o arte 1 34. O i o tiv p , nel 8 ttavia , c h e sposò c nte

G i s r - o ambatti ta Ca rara Spinelli , racc ntava alla r b virtù s O figlia Cla a , bam ina , le di que ta p vera zia Teresa e gliela pro p o neva ad e s empio . Ma altre c o s e le raccontava la madre : Sai ? tu ti c h iami C h iarina in memoria ’ T : ar rin l i r mi . d una poetessa C h i a a , mad e a s T rinali una Que ta era , difatti , facile ver s eggiatrice della s cu ola anacre o ntica del Vit L r t o relli . a vi tuosa p o etes s a Vero nica G am ’ b ara apparte neva anc h ella alla casa della madre di Clara Maffei : e nasceva in Pratal b a b s ul re oino , feudo della fami glia G m ara B n s ciano . Vi appartenevano anc h e u a b eata b u n o a r Gam ara Costa , Lorenz G mba a , poeta o rr b latin , due cardinali e un te i ile feudatario , ’ o o / ’ m rt nel , W /M f Il conte Al e m ann Gamb ara del castello ’ r tal b o ino s r o n o di P a e a format un id temuto , ’ i b r co su o ravi , appartenenti a quella azza o r s R o m e N a l es c h e , c me iferi ce Stend h al nel p e t F l o rence o s o o ne i , al principi di questo ec l ’ dintorni di Brescia era tutt altro c h e s te rmi nata dalla gendarmeria di Napoleone lan o r ciaia a darle la caccia . Il v lgo pa lava di o s n r del trabocc h etti spavent i i quel manie o , o i r s o r b r o quale p imasero le poc h e ovine , ludi i t dei venti . Era vero c h e in quel cas ello si o co mmettevano orrib ili vi o lenze . Una v lta , al cuni bi rri veneziani entrano nelle terre de l ' 8 Un feudatario

is ni arn n conte per d e u m alvivente . Il conte li lascia venire e li invita ad allegro banc h etto ; m a al domani u n pesante carro coperto di ca ’ in s o u e cavoli o voli entra Brescia , e ott q stann ammucc h iate le salme dei gendarmi trucidati . ’ Eppure quest u o m o sanguinario usava m o di o r o l i cortesi , socc r eva i poverelli e pr nto di ’ fendeva dall altrui prepotenza . Sdegnando di ’ s im al m o n sposare donne ricc h e , p ò c una mar c h esa povera dei Carb onara di Genova . Costei ’ ’ s incapricciò poi d u n conte M inis cal chi di e co ndusse vita licenziosa co lmando

’ ’ d amarezza il cu o re del marito c h e l amava d b b davvero . Bandito alla Repu lica Veneta , Alemanno G ambara (il quale p o te va servir di modella ai M as nad ieri di S c h iller) o ttenne alla r o fine perdo no e passò da Za a a C h i ggia , " quindi rivide la patria e m o rì vecc h io e de s o o nel Pratal b o ino lat castello di , testimone delle sue antic h e b aldanze . I a un G mbara. di Brescia diedero altro ar dente ri b elle alla Repub b lica Veneta,quel conte

’ Francesco (uno dei tre figliuoli d Alemann o ) il quale al primo turb ine della licenza gia ’ ’ b un b r co ina , alla testa d orda di e gamasc h i S al ò o s e di bresciani , irruppe a , vi r ve ciò il ra Leone di san Marco , fece prigione il ppre s ntante Al m o rò o n ul m r e Veneto , C d e , disarmo gl i Sc h iavoni e aperse le carceri . Egli rideva “ nel veder t remare la sedia della vecc h ia ' a verginella (sue parole), la gi superba Ve ne zia. Ma Salò e i dintorni insorsero contro di lui ; ed egli cadde prigioniero . La Serenis Un demagogo 9 sima (in mezzo a quei torbidi si c h iamava ancora co s i i) s i preparava a tagliargli la testa ; ’ o n r uel l o m ett d el ca ell in m a B apa te , q pp , giunse in tempo a s alvarl o . Il cittadin o Francesco ’ G amb ara fu uno de cinque c h e recaro n o a Napo leone la n o mina a presidente della R e pub b lica Cisal pina . Più tardi s i co ns acrò tutto alla letteratura : s cris s e sui fatti c o n r o o nu o tempo anei , c mp se p ema sulla lega di o o V s fucinò Camb rai c ntr enezia , una folla di fra tragedie e di commedie , C o mm ed ie ad us o d egl i s tab il im en ti d i ed acas io ne ! Era s critto l as s ù c h e questo a rdente figli o della rivoluzione dovesse finire in mezz o a una r o o : r 1 4 iv luzi ne mo i a Brescia nel 8 8. A b e n pi ù alta scu o la di l ib e rtà fu educata ,

o r - pe r f rtuna , Clara Ca rara Spinelli b e n altri ’ ideali al im e ntò in q uell anima di bam b ina la madre ! Pure qualc h e go ccia di quel s an gue s ue rib elle s co rreva nelle vene .

’ 1837 o o n l Nel , quand Balzac , all ra e l apo ge o o r s della gl ia , venne a vi itare la co nte s sa Clara , s u e rì io e re de r que s ta gg , , al g ande ro manziere

’ ’ d un r o o r il il tit o lo acc nt , c h e a cogn o me della a venerata madre di lei , G mbara : il racconto G amb ara di Balzac usci difatti alla luce in quello stesso ann o . I C APIT OL O I .

1 F O N T) \ T O R I DE L S A L O T T O .

N ozze de l l a on es s na C l ar n L a pri ma amic a. c t i a co

u n b al l o in as a o . u . A A nd rea M affei c Sc tti L tto . T mma r P rincipii del s al otto M affei. o s o G oss i e M assi mo

— U n a o e s a n e d a d e l G ro s s i - F r n d A zegl io . p i i it a

H a ez s uo ra on e s uo uad r . C hi l i c es co y , i i cc ti i i q i g

n a s o e ? U n E i ramma ned o di A ndrea fo r iv i gg tti p g i it . ’ z n de l r a . R el a o a s c i a r z M affe i al l H yez i i g i ti ti o p t i ii.

r n G i ul i o C a c a o .

o s s ra o f s s in I . a c nte a Cla c n e ava una lettera ’ a G iulio C a rcan o c h e l infanzia e ra s tata la s ol a epo ca no n infelici s s ima della sua vita Fu affi data al C o llegi o degli An geli di Ve r r o ro na d alla mad e , c h e la acc man dava c o n o r r s m lte lag ime a una dama ve one e , la co n te s s a Pa o lina M o s co ni nata Mic h iel e alla fi l iuo la o gentil g di c stei , Teresa , la quale s tu diava pure in quel collegio e c o ntava s ei d i iù o anni p della nuova sua picc la amica .

’ L e due fanciulle c o nt rasse ro un amicizia te

r s s d ur r . ne i ima , c h e ò tutta l a l o o vita Te resa s o i o Mo coni , sposata p al c nte Spiridione Pa ado ol i V i fu l a r p p di enez a , p ima , la più in n r a M a ei l 1 A d e . ff tima e la più affezio nata amica c h e la Maffei

b b . In o r a ia avuto collegi , Te esa accennava alla compagna le conversazioni c h e la propria co n P e r madre teneva co l Pindemonte , Giulio tic ari o co n s r o o : , col M nti , e altri c itt ri di grid tali racco nti accendevano in Cla ra il desi ’ de ri o di con o scere anc h ella un gio rno i p o eti ’ celeb ri d Ital ia. o o r o D p la morte della mad e ad rata , Clara , ’ e r r de l r as s ò nel l is ti p vole e pad e , p a Milano , ’ d e duc azio ne r r o tuto di madame Ga nie , ric r data tutto ra per avere educate tre gene ra zioni di fanciulle della b u o na societa milanese . ’ C h e cosa s ins egnas s e in quel tempo alle n o stre damigelle n o n e un mistero : religi o ne b el r b o u n o lingua francese , po tamento , all , p o : r di musica , e i quattr elementi a ia , acqua ,

r uo o . b o in s o i ter a e f c Far u na figura c e tà , co o r questo l o S p p incipale . l r r o n I pad e , c h e t att tratto a dava ad ab o re s e nt un b racciare la figliu la , le p ò gio rn o b el io vine tto r de l un g t entino , alto , elegante , cui talento p o etico tutta Milan o p arlava : il “ r p o eta And ea Maffei . Questo e il celebre

r a d . cavalie e M ffei , le isse Se ti aggrada .

s ran f l ic C h iarina , egli a e e di offrirti la mano di sposo U n giovane poeta di grido era appunto il sogn o della gio vine tta : e il matrimoni o fu sta ’ b ilito presto . La fanciulla a diciott anni l as ciò ’ o v n il c llegio per andare all altare . L e nozze e ’ nero celeb rate il 10 marzo 1832 in u n antica c h iesa di Milano , a Santa Maria alla Porta , ' 12 N ozze

nella cui parrocc h ia il conte Carrara - Spinelli r o ab itava . La sp o s a e a di statura picc la ma ’ o b assai grazi sa ; di capelli neri , d occ h i runi ,

o s . pens i , e di lineamenti finissimi

Andrea Maffei , figlio di Filippo , cavaliere s o ro o o e ra o o del acr man Imper , nat a M lina in Val L ro 1798 no n ià 1800 di ed nel , g nel , o r o o rin io c me il pa r c di quella c h iesa , per g ’ ’ d ue u o vanire di anni l ill stre sposo , n tava ne

s . o s uoi regi tri Egli c ntava , adunque , trenta

quattro an ni . Il conte G iamb attis ta prestò il pro prio c o n s en s o alle n o zze della figlia mino r : r i L o o enne e ce t ucc h i , commissario p ntifici , e

l o o o . C o ò impiegat testim niar no N o zze semplici , t s o s . f r s enza fa , enza rumori Andrea Maf ei e gal o alla s p o sa una nuo va e d izio nc ina delle s ue a rm o ni o s e pa rafra s i degli idillii di G es s ner ’ co n un a ffettuo s a dedica in prosa c h e allu ’ deva al l idillio dei l o ro cuo ri felici . r o a i u n b . Ma , p tr ppo la felicit reve Andrea ’ ’ Maffei s accors e c h egli no n era tagliato pe r

il matrimo ni o . Diceva : il matrim o ni o e una ’ o s r d inco ntrarl cosa tant e ia c h e , prima o , b i

sogna pen s a rci s u tutta la vita . E a un amic o c h e gl i d o mandava u n gio rno pe rché \ e o o s s o gli , tant alt , aves e p sato una sign o ra “ s r s o s s r o : co i piccina , i p e c h e zand Quando si o prende moglie , bis gna prenderne il men o po s a s ibile . Eppure avr pensato c h e u na do nna r e alta se ar iva al cuore . E Clara Maffei VO

leva arrivargli al cuo re . Un giorno dis s e : A h ! ’ s io fo s si sua s o rella ! Ella splendeva allo ra ’ ’ nell incanto della primavera e di q ue pregi c h e

14 A un ballo in cas z S cotti

La contessina (continuaro n o a c h iamarla co s i pe r molti anni come quando e ra ragazza) o r o o perdonava v lentie i , s rridendo , le inn centi il s r divagazioni del marito quale , una e a ’ ’ ’ L aneddo to e un po curioso ; merita d essere racco ntato . s r o s ua ra Una era , And ea Maffei c nduce la g zio s is s im a s posina a una fe s ta di b all o in s o u o b e n r s o ca a di d nna F lvia Sc tti ; ma , p e t , r o o b o r s compa e , pr mettend le c h e sare be t nato pe r riac c o mpagnarl a a casa . L a fe s ta ferve e fini s ce : tutte le d anzat rici sfilano e s e ne o s i o m o vann sm rzano i lu i , e la p vera S po s ina ri mane s o la s oletta e no n vede neppu r

d el r o . s la larva ma it An gu tiata , immagina c h i s s a quale catas tro fe ; aspetta palpitante e ’

o o o o s o b o . s ffre , invan c ns lata da u i u ni amici ’ Ma pe rc hè Andrea no n Me l h a l u r r s s o ! . I o s r p ome Niente trad tt e di Ge sne , in u na s ue preda a delle poetic h e distrazioni ,

’ s e ra s cordata la m o glie . ’ L a na s cita d una bambina parve cem e n

o . o s tare l uni ne Es ultante . la c nte sa le impone s ua O o il nome della madre , ttavia ; ma , d p o

o s u na b . L n ve me i , quella culla diventa ara a p o vera mamma st razia c h i la vede nel s uo ’ o r s o l d o l o re . dol e immen c h el a cerca di na i r s co ndere . Un vel o d t istezza scende su quel n n s i v o lto c h e o aramai p ù ilare come p rima . n s o o o o s uo iù b o U nett del p eta , f rse il p ell , s o o o ritrae quella de lazi ne , velata i nvan dal s o rri s o o nde la pia s i sfo rza di consolare il marito pure addo lo rato . P rimordii de l salotto 15

’ u mi uard nfel e e d un s orr s o T g i , i ic , i C erch i vel armi il t uo mut o dolore ?

h che u o io l o ve o i n uel all ore O , t tt gg q p , I n quel l a sti l l a che ti bagna il vis o !

’ me dal l as ro fal ciat or s u so C o p cci ,

r a che s uda l a emma u n aro fiore P i chi g c , L a speranza m orì che de l t uo core F ec e per nove l une u n paradis o !

i fars verità no n ura M or ; chè i c , u ues a e rra di dol o r l a s eme S q t t , p

rom e il d l e o n C he p ett i tt e do a il pi an t o .

’ lll a l angel ico sogno in c reat ura

rem l as s ù o n ers o o ve n on eme Ved c v , t ’ n Al eun n odo d amore ess ere i nfra t o .

Per temperare la triste solitudine della con tess a vengo no a vi s itarla più spes s o amici ed o o o amic h e . Il marit le c nduce i p eti e letterati più in vo ga ; le co nduce qualc h e artista ac ola o o no n mat o . Anc h e il padre , affettu s , manca di ’ circo ndare la figlia di b egl inge gni : e co s i c o o o il b mincia , c si si f rma cele re salotto , alla cui io s i uò c o n fondaz ne p fissare , esattezza , come ’

1834. l o s s o o nel data , l anno È ste ann quale appa re alla luce M arco Vis co n ti di T o mma s o ’ E s uno G ro s s i . que ti de primi fondato ri del ’ o a s o d A ze l io il b l s al tto con M s im g , e gi o vane o s o b o o r s r o il alt , lanciat , iond , pitt e e c itt re , ’ cui E tto re F ieram os ca e ra uscit o l ann o avant i fra gli applausi di tutta la s o cie tà. milanese ’ ’ 27 no n i s o r c h e , nel , s era , nvece , qua i acc ta o o P della co mparsa del grande m dell , ro 16 To mmaso G rossi

m ess i s os i i o p , definit all ra da una dama di spi rito co n una frase m o rdente c h e no n h o ’ il coraggio di ripetere . Ma s s imo d Azeglio frequentava arti s ti capi ameni pe rciò aveva s empre in Se rb o qualc h e b a rzelletta da riferi re infio rata dal s uo caustico b ri o . T o mma s o s ro Gro si , mag allampanato c h e cammi nava per via c o lla testa u n po cu rva e ri ro in o o ras e ntarl o volta al mu m d quasi da , s i faceva una fe s ta di frequentare il cir ne l o s s c o r col o Maffei , quale la c nte a era te ggiata regina e mi ra ai m ad rigali più s q ui s o il o siti . Di que ti , ggi , scemato cult della ca val le ria r o o rs o s i no ra ve s la d nna , ve la g , s em b ra ro tto l o s tampo . E u n mad rigale s fa ’ o o iù villante . degn de p eti p raffinati del Sette s s o rr re cento , u ci dalla penna lita a na a intime t ragedie di fanciulle innamo rate . Tommas o ’ Gro s si l o s criss e s ull al b um della contessa

’ r b Cla a , dal quale , dopo mezzo secolo d om ra

l ! s . I s romita , e ce alla luce robu to dialetto mi lane s e nella b o cca della co ntessa ri s uonava ’ grazi o sissimo ; il Gro s si n era ma lasciamolo dire al geniale maestra

S u q uel l a s oa bo cc/zin na

Tan i bel l a e tan t raz ios a g , L a l engua m eneghin n a

’ L è d e col o r d e ros a :

L a gha o n certo s o i mi ?

S ub arco nunca d i. Una p oesia del G rossi 17

’ S cald aa in s t id eja : al l o n !

H o d itt : em mes o no r f ,

S crivèm m in b us ecco n

C he l e d om a s o av r,

O n ver l enguagg d e s irij

P ien d s i e mo n arij .

E ho s critt , m a s i : l al ell a !

S ta l engua d el Verace N o l a m e p ar p u quel l a C h e l a p arl ava l ee *

’ L è ad a s l avia e l oss a f f ,

’ L e tutt o n l t a ra coss a.

P erò l a voeur ius , g tal l a ?

P res i aa s ur i f , a C h aroe u : B as ta d o ma p as s al l a

P er q uel l s o car boccoe u

F urbett s ens a a m os tr f a,

’ C he l ar o n a m p agios tra.

E a o n tratt l a m e d even ta

Ve r n o n n a m al iz ios g , a,

Vis cora s bi d , l i ren ta

C o me o n a bel l a ios a :

’ B el l a l è m in a ass ee g , m L a e d even ta Le e .

BA R R I E R A . S al Il o tto M affei . 18 H ayez

È il più leggiadro madri gale di tutta la let teratura o o b r vernac la l m a da , alla quale il pittore - poeta Giuseppe Bo s s i (uno dei ritrat tisti delle b ellezze s velate di Pa o lina Borgh e s e) do nò agili st rofe o raziane . Si può tradurre l a ’ grazia del G ro ss i Per c h i fra miei lettori o r s s non c mp ende se il milanese , o o mettere in calce una appro ssimativa e scol o rita ver ’ sione e pa s s o a u n altra delle prime e più caratteristic h e figure del sal o tto : a France sco Hayez .

Il capo della pittura ro mantica e presentato o l o da alla m glie , c h e riceve con grandi o n o ri . Egli va nelle prime ore della ’ s s o s era a alutare la conte sa , d po d aver lavo ’ rat o tutto il gi o rn o nell ampi o s uo studi o della e o s s i o casa R p , rallegrat da giardini di plata ni gigantesc h i . L a mestizia della Maffei s pa

1 u uel s uo b o no così bel l o e osì raz os o l a ) S q cchi c g i ,

‘ l i ngua m eneghi n a e col or di ros a : ha un c erto ? n r rl S al da o in ue che s o io N o s ap e i neanch e di o . c t q

’ s t idea via ! ho de o : fa amo i o nore : s r amo in mi , tt cci c c ivi e s e to che è u o s a ore u n ero l n ua o l an s e chi t , t tt p , v i g ggi E ho r o ma l arde eno di fat t ucchierì e . s di ma i , pi c itt , si : c uccù Ques t a l i ngua del merc ato no n mi par più q uel l a che parl ava L ei : è diven u ta sl avata e fios ei a; è ’ ? P uol l ei accomodarl a P res o u t al ra os a. er t t t c ò , v t fa o s nora C ar na bas a s ol an o ass arl a er uel tt , ig hi i t t t p p q s uo aro b o no furb e t o s enza farne mos ra che are c cchi , t t , p

E a un ra o l a mi d en a monel l a m a un a fra ol a. g t tt , iv t ,

l izios a s a s ma l an e ome una b el l a ra azza. B el l a?… , vi p , g i t c g

N on b as t a pun to : l a mi divent a L ei. H ayez 19

’ ’ risce nell udir l H ayez racconta re arguti ancd do ti auto b io grafici in quel dialett o d i Carl o ’ Goldoni c h e l acel am ato pitto re venezian o co n servera sino agli ul ti mi anni della vita n o na ge naria, no n ostante il s uo lung h is sim o s og giorn o in Milano . ’ ’ L Hayez le racconta c h e h a vi s to l ultim o V L o o s doge di enezia , d vico Manin , cendere

’ o dell A s ce ns io ne b o nel giorn dal ucintor , dopo ’ r o r il l d ave lanciat nel ma e mistico anel o , fra il r s uill tuo na delle artigliere , fra lo q ar festo s o fra li s de l o delle campane , g applau i p p ol o .

’ Egli rivede quel doge ; egli rico rda que sena ’ tori dalle togh e ro sse (c h e dipinge ne proprii ’ quadri sto rici) e l ul tim o b agli o re d ella R e s o o pubblica tanca di quatt rdici sec li di gl o ria . G o vis to an ca i F ranzes i o cup ar Ven e ’ S ic uro ! s ia e d arl a a l A us tria. Nella piazza s o S an Marco tavan sc h ierate , qua le truppe l a s au s triac h e , le france i tutte intente a guardare u n b ellissimo gio vane generale c h e percorreva pompos o le file : Eugenio Beau h arnais .

‘ ’ dell A c ca i Il Cicognara , presidente de m a di V b belle arti a enezia , prese a voler ene al ’ o r s o r o picco l F ance c innamo at dell arte , e l o ’ ’

s o o . A o l pro te se c me un figli dici tt anni , H ayez fu inviato a Roma per divenire a rtista s ul tro vò u n a uto o serio , ed ivi altro j eccel s in o l o b Antonio Can va c h e accolse a raccia aperte . ’ S el la co n tess a ! C an ova co l l avo r v , , a a, el gavbva s emp re in tes ta un baretin d e / rta. I l o aveva ato m are res e m a a l u ca g f ; , , 2 0 H ayez

d n o ghe n e imp o rtava gu en te . B arèta e e q uel e q uatro rig/i e d e s tatue !

Fra i letterati della scuola romantica , c h e

’ n f l H a ez s inco ntrò i casa Maf ei , y attin e varii

’ s o o in b o soggetti pe u i quadri r mantici , u na parte in s pi rati dai c ro ciati o dalla s to ria della

Repub b lica di San Marco . Egli fis s ò so pratutto ’ l atte nzi o ne s u Vale nzia G radenigo della s to o d i r rica famiglia , f ndatrice , dicesi , G ado ; ° i tant o c h e la dipinse p ù v o lte . Dipinse il F o s ca c he s s V rini , ricu a di posare alenzia Gradenigo il gio rno delle nozze perc h e la trova bi o nda di capelli ; di pin s e Valenzia G radeni go da

’ ’ a l In u is to ri o 35 vanti g q , quadr c h e nel compi C o r per lara Maffei , la quale ne ad no la pa rete più in vi s ta del s uo s alotto ; e dipinse an o e r s c ra , p altre due volte , la tessa Valenzia o s de l s o Gradenigo al c petto padre inqui it re , co n m o lta luce c h e scende da un finestrone c o n s ue fi ure tte b e n i e quelle g disegnate , s , m a s o miglianti ad automi . in o o Francesco Havez , quest temp e pe r r o fu il i lungo t att dopo , ritrattista p ù amb ito della s o cieta milane s e . Ritras s e Clara Maffei nella sua a ria d o lcemente malinconica ; a al o s o r tre gentild n ne e ign i , il cui elenco s a reb b e t roppo e s te s o . Per And rea Maffei (uno ’ ’ de suoi fornito ri di soggetti) 1 Hay ez dipin s e ’ Francesco Fo s cari c h e vede il figli o pe r l ul

'

L a M ed ita n o ne . Il o tima volta , e p eta l o ri n camb iò c o i ve rs i . U epigramma allusivo alla o r o o i a o gl i sa l n gev t del caro pittore fu scritt , ’ iù r s l b p ta di , dal Maffei ul al um della conso rte :

P T C A I OLO III .

U N O S G UA RDO A G L I A L T R I SA L O T T I .

i a an n l s e ol o XV L a on s S al otti t l i i e c I . c te s a G al l e rana

S n fi a o dei s al o fr B m n . n erga i i ig i c t tti a c esi . Sal otti

al an n el S e e e n o . S al o ol a M l n it i i tt c t tti p itici i a o . S a l o l e tt e rarii e mondan a Venez a a M l ano a tti i i , i , Ve l l na. l o di B e r n di B r rona a B o o S a o e uxel l e . , g tti i s

I l t eat ro al l a Sc al a e St endh al . Vari e fas i de l s al otto r i . ur e a r M a n i A o p t i ottich e .

’ o r a A Milan e in alt e citt d italia , prima del ’ s o s e o s alott Maffei n eran visti altri , o rti sul genere di quelli fio riti nel S ettecent o e dopo r i : s i o s a Pa ig alott p litici e alotti l e tte rarii. fin o s r Ma dal Cinquecent , belli sime lette ate , ’ s l e tè ra L di cendenti dal Lira di uciano , tene ’ o r o o r o van iuni ni di p eti , d a tisti , di d tti , c h e in quelle sale rendevan o omaggi o più a Ve

. n o n r fr nere c h e alle Muse C h i rico da , a le i o XVI s A s pas e del secol , la poete sa veneziana o Ver nica Franco , c h e finì poi Maddalena pe ’ ni tente e b enefica ? E la ro mana Tullia d A ra o g na , nelle cui vene scorreva sangue regale ? ’ ’ un av ne nte Un altra , ve milanese , Caterina da ’ Un sal otto mil anese n el 500 2 3

San in o Celso virtuosa s nare e cantare , bella recitatrice c o n cas tigata pronunzia di versi vo l gari (ricorda il Bandello) fu sposata da u n o o o ricc maggi rente milanese , Gian Francesc s o G hiringhel lo . E quelle etere pa savan nel o o o o m nd n rate , inc h inate da principi , da re , L a s s reli io is persino dalle sante . ca tis ima , g s s ima e illu s tre Vittoria Co lonna la prima gen tildo nna o o no n l o dò o del suo sec l , f rse , e in r o rima , una Beat ice spagnu la , c h e nessuna ’ delle no s tre s ignore d oggi s i degnereb b e r c o neppu di guardare Altri tempi , altri s tumi ! , altri salotti Alcuni salotti del Cinquecento semb ravano ed erano Corti : quell o ad e s empi o della vene ro ro ziana Caterina Corna , regina di Cip , nel ’ suo castello d ell am e nis s im o Asolo celebrato dal Bembo . c o s ì Un antenato , per dire , del salotto arti stic o letterario e politico di Clara Maffei a Mi o l o o r s lan troviam , pu e a Milano , nel ecolo della regina Cornaro : lo teneva u na colta ’ ll r na— G a e a . contessa , Cecilia Bergamini Tutt i ’ di i più elevati e b egl ingegni di Milano e gli stranieri c h e in Milano si trovano (narra an ii in cora Bandello) sono sua compagnia . Quivi gl i u o mini militari della l o ro arte ragio nano i musici cantano ; gli arc h itetti ed i pitto ri di s egnano ; i filosofi delle cose naturali questio nan o ; e i poeti le loro e le altrui composizioni s : s o n recitan o . È un salotto di ma c h i essi l i : o s g attori e la padr na di ca a li applaude . iù ’ Italiana e, adunque , p c h e francese , l ori 2 4 L a con tessa C l elia

o che in r gine dei sal tti , Francia appa vero più il o o ro tardi , e riempirono m nd civile dei lo fasti politici e galanti . o in il Il sal tto Italia , nacque per semplice ’ d l b r : in culto e ello e dell amo e Francia , nacque in r o opposizione alla Co te , formand una s e ’

cia b . l Italia ci temi ile a parte Ma anc h e , anc h e Milan o ebb e salotti temib ili e temuti : quello r o della mat onale dotta c ntessa Clelia del Grillo , o o o genovese , m glie del c nte Gi vanni Benedetto r nel s o o Bor omeo , ecol sc rso ; e quello della f s n l contessa Maf ei , pecialmente e peri o do della 4 resistenza patriottica dal 18 9 al 1859. Tutti e due que s ti s alotti milane s i furo no in o pposi

’ zione ai domini o d A us tria. Maria Teresa no n eb be in tutti i suoi stati iù r s l nemica p acer ima della conte sa C elia , c h e , nel propri o palazzo in via R ugab ella (un giorn o la più bella via di Milano) alimentava o ltre ’ gli s tudii seve ri dell accademia scientifica (detta C l el ia d e i Vigil an ti) il fuo co delle co s pi razi o ni di alcuni patrizii m ilanesi desidero s i di rito rna re s otto l o s cettro di Spagna . Il co nte Giulio Antoni o Bian cani primeggiava

— o o o o . o e in quel sal tt compl tt Perseguitat , te nuto nascosto dalla c o ntessa nelle s ue fide o i o il r l o s ale ; p , stringend pe icolo , ella aiuta

. ro o il Bianc ani o in a fuggire Pur t pp , , c lto un l agguato , cade nelle mani dei nemici c h e o ’ r o o e iconducon a Milan , e qui l infelice deca

itato s s o ietà . p , senza remi i ne , senza p L e pe rsecuzi o ni ch e la conte s s a Clelia s o er r irritatis s i stiene p o dine di Maria Teresa ma, L a contessa S erbell oni 2 5

L o r n o n s i s o n n o te . a sua fr nte prote va piega ; ’ in o un o o e , fino a più tardi anni , mezz a m nd i o a o in d liti coi parenti , c nserv lucido il f rte t ll e tt r o e o , pronta la facezia , e sparisce prop i ’

: n v ntatr . nell età. da lei profetata a o a e anni o iù s s Nelle sue sale , passaron i p illu tri tra nieri c h e vennero a Milan o : e s e guiro ns i e s pe n rienze fisic h e , cui si pre s tò u eccelso natu

lis ta Vallis nie ri. 1777 ra , il Nel , la Pellegrina ’ ’ m o re tti d 0ne lia ch eb b e tre c c ie A , g , le lung h e (come cantava il Parini nella L aura) cinte del ’ ’ o r l all o r giu idico nell Univers ita di Pavia . s o s venne accolta fe t ament e dalla ligure dama , regina di Milan o . L a conte s sa Clelia co n o ’ o b o s s ceva il latino , il grec , l ara , le cienze na

' e m ate matiehe s o un o r o turali : in mma p tent . ’ b no n co s ì r r Li erale , ma t emenda , fu un alt a dama della s o cie tà milane s e di quel tempo : Maria Vittoria O tto b o rd - B o nco nnmgni dei d u m b o l c h i di Fiano , oglie al duca Ser elloni , c

’ quale no n s i tro vava s empre d acco rdo : tut

ltro . S irito s is s im a t a p , amante della b u o na o co nversazione , traduttrice del teatr di Filipp o

ricaul t— o o N é Destouc h es , a G rg nzola dove o o i i Ve rri i villeggiava e a Milan , acc gl eva , Pa o dedic rini Carl Goldoni le ò la Sp os a P ers ian a.

Nel pe ri o do dal Settecento fin d o po il prim o o o V a a quarto del n stro sec lo , enezi , citt espan s tre siva per eccellenza , vanta pecialmente s a

o s : o o Do l fin- lotti fam i il p litic di Caterina Tron , il mo ndano di Cecilia Ze n— Tron e il lette rario

— della s aggia Is abella T e o to chi Al b rizzi. 2 6 L e due nobildonne T ron

o o Bionda , c gli cc h i azzurri , graziosa , piena o t o r b a di bri , per inace nel v le e , enc h è malati

b i Do l fin— ro s s ul a cia , la no ldonna T n iede sof come su u n tron o accogliendo tutti quan ti nel o o o s o suo circ l , dice il gr tte c e sventurato se o de l o G rataro l s u o gretari Senato Pierantoni , r nemic o giu at o e quindi giudice a s s ai so s petto .

o l fin— t La D Tron , acuta politican e , prevede la pro ss i ma caduta della Repub blica ; e s i di c h ia ra pro nta a re s i s te re co ntro i fiacc hi c h e ’ n ne affrettan o co ll inerzia la fine . I un s o netto

' o s s e r s uo venezian c h e pa a p , e c h e a me sem b ra a s uo s ver mente , ella e clama fieramente :

’ M a mi fia de u n Dol fin m u er d un T ron , , g ,

a o r n a er Dio ! M i no me mazz B t g i t p o . E s e as o no as o in ze nocion ! c c , c c

’ ’ Il s alotto dell altra Tro n s apre co n minori s c rupol i a cavalie ri e ad avventurieri ; b a s ta c h e rendan o o maggio alla padro na di casa b ella e fragile come u n tra s tullo . E o maggi o ’ immo rtale le rende il Pa rini nel l o de I l p eri ’ o l o uand e lla o o s nel 17 7 c , q , tr vand i a Milano 8 , o s r r vuol con ce e il vecc h io poeta , c h e t ema a

r b . Il fl a e ll quel ful go e di ellezza Parini , g a ’ b no n s o e r tore dei cicis ei , le ina el gi p un altra n o s b G r b ella ve eta , alla fam sa Eli a etta ami ne

c h e tiene gra n circo lo letterario — amo roso ; o G o s to figlia di Domenic aminer , venezian , rico e letterat o m o glie del medico e b o tanico

vicentin o T urra . F autrice delle idee lette rarie

1 t o r na e ) R esi s pe ti c . ’ I sabella Tco ochi— A lbrizzi 2 7

b b m oderne , la G aminer pu lica a Venezia le “ Co mposizio ni teat rali m o derne da lei tra dotte dal francese pe r m o s tra re la nece s s ita di creare in Italia u n teatro il quale co mmu o va s del o coi casi della borg h e ia e popolo , c me gia un altro teat ro co mmu o ve c o i cas i degli ero i e dei re . Quante scene lugub ri in quei ’ d rammi !… C è da mo ri re di spavento Pe r o r il io rn al e d ei l t qualc h e temp , ella di ige G e terati di s l o , fregiato dei nomi Apo to Zeno . di

Scipi o ne Maffei e di Anto nio Vallis nie ri. I ma i ali o r o o o s s u d r g , manc di l , pi von ulle e b el ’ l zze m b r e , fra quali quelli i manca ili del imi

’ ne s e ab ate ed ex — soldato Au relio De Giorgi l o hi r a o s ta o s o s o . Bertola , p g m ale e netti ta scen o ’ r b o b ne Si dive te a urlarl , questo a ate , suoi i R itratti o n s s b rap di e incisivi , la c te a Isa ella

- e o to chi Al b rizzi. s a ia b T La gg Isa ella , come la co n rb o r c h iamano lieve ipe le adulatoria , ve a ’ i u no iù b r Minerva delle lagune , t ene de p cele i ’ Vi o o o salotti poetici d E uro pa. pratican Ipp lit e i C e s aro tti U o o s o o G i o vanni P ndemonte , il , g F c l ’ r o o ro r o o o (c h ella rit ae al viv ), l rd By n , ve g gn s rs r r di lascia i vede zoppicare , Walte Scott , e a b r O V quel C h teau iand , c h e spite di enezia , ne s parla . Accarezzata c o n qualc h e degnazi o ne dal

’ o n b s o r o r l Is ab ella c me u a uona ella min e , s o o r s o tiene a Venezia al tt lette ario e cientific ,

’ o b G s — l un altra n ildonna , iu tina Renier Mic h ie , o o o o r nipote del fac nd penultim d ge , aut ice ’ dell O rigine d el l e F es te ven eziane da lei de scritte in italiano e in franc es e ; tes o ro di sem 2 8 G iustina R enier—M ichiel

licita a . o p , di umilt e di coraggio Quel giorn c h e la Repubblica di Venezia precipita in p reda

G s — s i ai demagog h i , la iu tina Renier Mic h iel ri volge sdegnata ai gio vani patrizii c h e siedono in circo l o nel s uo s al o tto e : Co ssa feu vu ? e o a n qua And a salvar almanc la cit , se o po de s alvar la Repub b lica ! ella grida. A Ugo r F o s co l o s c ive co n intimita di s o rella . A Luigi

Carrer , limpido elegante in gegno , prima im ro vvis ato re a o p di tr gedie . lodato da l rd Byron , o i b o in p creatore della allata r mantica Italia , c G o o r alla guisa di Sc h iller et h e , la Renier p ge savi c o nsigli e lo ann o ve ra fra gl i amici de l ’ s al o tto c h ella c o nse rva anc h e quando ha la ’ s s ventu ra di perde re l udito . Ma c h erza colla s o r r s o dità s o lita finezza per in sulla p op ia r , e ama rall e grar la vecc h iaia co lle adunanze

’ r i v ntù V de gio vani . Olt e la g o e e la sua enezia ; preferi s ce t re co s e : S h a k e s peare (d i cui tra e r in o l a duce p la prima italian i drammi), li b r . b otanica , la luna splendente fra g al e i

. u 1 3 Sa disegnare e sa incidere M ore nel 8 2 .

Rivale della T e o to chi— Al b rizzi e la patrizia

rto ni- in vero nese Silvia C u Verza , Arcadia Fla

rite a. o minda C a Bruna di carnagi ne , neri s o s o b a sima di cap elli e di cc h i ; piutto t alta , e ell , ’ tranne ne piedi la cui esage razione impe rti o c o n nente sa nasc ndere vesti lung h issime . Co rre la moda di recita re commedie nei s a t hi r o . L a T e o o c l tti ecita in francese , e la Verza in o s il recita italian , sostituendo , econdo vezzo s o de l s delle ign re eleganti tempo , la a tutte

30 C ornelia l\[artinetti

t utta pa s sando fra i più . Glielo aveano o s s n o o e rch fatt po are , poveri a , s l p é quel no b il uo m o no n de s s e il propri o nome a una po ’ polana di cui s era i ngattito Negli ultimi o s anni vediam la Silvia , ve tita di nero e de

’ s t l i o s o o l i vota , vi i ar g pedali e c ns lare g nfe rmi. s i o Ella rammenta anc ra di tutti i suoi amici , ’ di tutt i s u o i viaggi ; s i rammenta di Milano qui venuta o spite in casa L itta dove avea o o o s r d ame s tr vat le n t e (marc h esa Cu ani , conte s sa Cas tel b arco ed o lt re) intente a gio ’ r . o r 1835 ca e al trucco M i nel . nella bell e ta di ottantaquatt ro anni ; t redici me s i prima della s ua rivale Isabella .

del s o o e - Ma più al tt della Curt ni Verza , sono

’ celeb ri i sal o tti della c o ntessa d A l b any a Fi r e enze di Cornelia Martinetti a Bologna .

’ C o rnelia Ma rtinetti ga reggiava c o ll Al b rizzi ne l s o ne l lo r o ro r apere spi it alleg , a guto , ca ric cio s o : s r s s in b p pare la upe a e ellezza , o n

’ d era c h iamata l a Ven ere ; ma oltre la b ellezza

s s ra . S o r ella po edeva la g zia u nava l a pa . stru o h o o s a o il r c ment i voga ; c n cev il latin , g e o e s o s s o in i teneva la conver azi ne italiano , n s i n s o in in france e , tede c . inglese e spagnu o l o ; se pe ralt ro è tutt o ve ro c iò c h e s i racco nta ! r Certo scriveva co n facilita il f ance s e . U n s uo rs 182 3 A m é i romanzo , appa o a Roma nel , l e u l e m an us r it d e Thérèse e o u n o c , definit da adulato re un nido d i fa rfalle . d i L o Nata conte s sa Rossi ug , fu data ven “ in tenne . moglie a Mimi no (ingegner Gio ’ L a contessa d Albany 31

i u no o vanni Battista Martinett ), dei pers naggi n n ia iò o c h e o parlan o . R icca e li b era v gg m lto

e o o . v s e ricev m lt Seduce a colla conver azione ,

s b o s u b el tà . U o educeva col all , ed ceva colla g

Foscolo la im mo rtale nelle G rac ie .

r l — La p incipessa L uis a S to b erg Geldern , di s r o r o origine regale , pos o Ca l Edoa d Stuart , o S c he o il o di ultim degli tuardi , s tto n me ’ co nte d Al b any mal nasco ndeva la preten ’ sione alla co ro na d Inghil te rra : ella pas sa ’ nella storia s olo pe r esse re stata l intima amica di Vittori o Al fie ri . Que s to conte repub ’ ’ b licano s acc e s e di pietà e d am o re pe r la s p o sa s s o o r di quel re pode tat . quando la p ve etta ge meva s otto i maltrattamenti del regi o s i ma i ’ ubb riaco co n s o rte . Egl l a iutò a fuggire e ’ viaggiò co n lei l E uro pa. O ttenuta alla fine s o r la eparazi ne legale e imasta vedova , la

’ contes sa d Al b any fissò dimo ra col po eta a

’ ro m fu o Firenze . L a lo a icizia f rte e l amore in b enché il s r s o ian sincero , ritratti ta Fab e pp tasse poi il tragedo nel cuor di L uisa ; la quale ’ ’ si rese un po ridico la pe su o i nuovi am o ri “ ’ o n s l Alb an ro o tardivi . N credo fos e y mai t pp b ella (diceva Gin o Cappon i) : di forme mas ’ m o s o siecie ed anc h e nell ani o , se dirlo , ma ’ o s u n o te rial o tta ; c lta però ed a sennata , ed p m a no n o o duretta , malev la ; di poetic nulla ’ ’ m o s o affatto ; ve s tita a d una s erva . Nel u L r o c o ntin s al otto sul unga n , a Firenze , c h e uò o s ital ità s fil ar no h la magnifica p italiana , o C a riand L o o te aub , amartine , Can va , Sism ndi , s Byron , Roscoe , Roger (poeta caro a Silvio 32 L a biondina in

Pellico ) e il ca rdinal Con s alvi c h e sfoggiava le tab acc h iere ricevute dai s ovrani . L a con ’ ’ d Alb an fra un t tessa y , argu a maldicenza e ’ l e n altra , leggeva le lettere della Sta l , o arrava ’ e o della R camier , le s le due potenze d Europa , s o u n c h e , enza cannoni , tenesser testa a Bo ’ ’ na arte . o s l l b an p Nata a M ns ull Hainau , A y mo rì di settantadue anni a Fi renze nel

’ o ra in l fi riposa Santa Croce accanto al A l eri, m e r nel m o nu ento e ttol e dal Fabre . a Ve ne zia Ma . tornando un momento , d o ve la sciam o la vivacissima Marina Que rini- Benzo n ? Pe r e s s a il più voluttuos o dei poeti vernaco li o L b veneziani , Ant nio am erti , scrive la più po o r b r r L a bio n d in in n p la e delle a ca ole , a go … b cl ol e ta . musicata dal ergama s co S imone

May r maestro d e l Donizetti . L a bella Que r i— il in Benzon dagli occ h i azzurri come cielo , r b dalle ca ni ianc h e come il latte , dai capelli ’ b o o ro i ndi come l , volle vivere da grazio s a ’ peccat rice nel s uo s alotto c h ella dominava o colla conversazi ne scintillante . Accarezzata o r o o S ten h l da l d Byr n , l data da d a , ammirata al d Canova , corteggiata dal Pindemonte , dal ’ l ric i A e da altri mille segnati , brillo in un o e r tripudio continuo , addolorata s lo p la morte ’ ’ n o n d u fi gli , Vittore , poeta ge tile , cantor d una

ell a L . N , amico di uigi Carrer

Colla fragorosa invasione francese , Milano ’ si s ve gl iò tutta d un tratto a una vita c h e prima nessuno immaginava . Le espansio ni scattarono ; le conversazioni si moltiplica A n netta Vadori 33

’ ro no ; i s al o tti militari - galanti s impro v vis a l ron o pre s s o le s ignore milanesi . I s al o tt o più ’ f s s c lam o ro s o u quello d una poete a , Annetta Vado ri una vera A s pas ie tta s crive G i o vanni ’ R o s ini a B e nas s ù M o ntana ri . Amante d ell av o o r d i S o M v o cato G allin , c nsi glie e tat a ilan o , n o n l o s eguita quando ne l 1799 egl i si tras fe o r d ifil ata b ri s ce a Pi s a . C r e a Parigi , e a ita

’ nella s te s sa camera dell impro v vis ato re ed

— il ro e x s arto re G ianni , quale la int duce nelle r co nversazioni della mad e di Napole o ne . L a ’ Vadori le consacra l ode : 0 delle mad ri in o o vidia , ecc . B naparte , andando un gi rno a ro s visitar la madre , vi t va la poetes a e , sec ’ r d andars e n cato di questa intrigante , p ima e ’ L in o o dice a parte a etizia , ma m d d essere intes o : Ne ho ab b as tanza di questa italiana ! ’ C iò vale uno sfratt o : l A nne tta e con s egnata o al generale Fiorell , c h e se la pone sotto b racci o e la riconduce a Milano ; e qui ella ’ ’ o s inco ntra colla Cecilia Tron . D ve e e una ’ o o o o S e ol cri d o nna , c è Ug F sc l e il poeta dei p e delle C ras ie ent ra nel circo l o vizios o della ri l i è o i Vado , la quale prima g amica , p ne im o li av ve r rii m icis s a, e acc glie g s a di lui per

farl o schiattar di rab bia . A tal grado sale il ? fanatism o c h ella o s tenta pe r il Mo nti rivale o s il r s b e nchè d el F colo , c h e canto di Bas ville , s o s uò tral a punto degn o di adulazioni , non p “ s ciare di scrive rle : C esare tti mi aveva già s critto i tu o i entu s iasmi s ulla Sp ad a d i F e i o e r i n in o d er c , ma p Dio , me ne parli mod da farti credere s piritata '

’ i R . B A I E al ott M a . R R R A . S o fie 84 B ianca M ilesi

Annetta Vado ri eb b e due legittimi mariti : r il B uturini o i r o e p ima , p il fu ente demag g , velen o so giornalis ta e medic o R as o ri ; medico invent o re del co n tro - s tim o l o e co s i s pavent o s o ’ s e minato r di cimiteri c h e l aut o rità alla fine m r li V do vette inte rvenire e fe r a g la man o . e c Vado ri rifu iò o r c h ia , la si g a Nap li , dove ap i ’ l o l s u na s cuo la ( educazi ne ; e a comparve . Circ o l o più temuto tenne a Milan o s o tto il r o o o s o p im Regn Italic Bianca Mile i , p liticante , lette rata e pittrice . r r o s ’ Il s u o ci col o era fu i amente politico . C e ra qualcun o c h e v o le s s e ro ve s ciare s ia pur c o lla l s ia ur c o l il b vi o enza , p delitto el l o ital o re In l r gn o casa del a Milesi aveva icetto . Il F r o o r r Pine conte ede ico C nfal nie i , il gene al . o b o s s u n o G mb il n ile Benign Bo i . c nte a arana ’ ’ vi s affiatare no pe r fini rl a…una volta co ll aquil a ’ ’

o i . o d A us tri napole n ca Megli l aquila a, grida ’ van o i È n o ta 1 orrenda giornata del av ve rtite in o Prina , c h e , temp del pericol o di o o rs in s o c e l la morte , es rtat a mette i alv fuga , ne l volle e rispose : I s aria n en P iem o n te is !

’ o r Tacci d alt i salotti italiani , di quel tempo , ’ s o n e r o i de qu ali nes un , p ima nè p , si levò al grado d e l s al o ns di Caterina di Vivo nne m ar c h e s a di Ramb o uillet e della figlia di questa M e ntau s ie r o G iulia di , ancor più n ta della mad re : in quelle s ale s i arricc h iva la lingua d e cr tavane della patria e si e allori ai poeti . ’ L Italia no n può vantare sal o tti eguali a quell o di madama R o land . la più fo rmidabile e o u L a R camier C q politicante c h e s ia mai apparsa in Europa ; e neppur s al o tti del potere e dell e s plende r d i i o o quell delle due nemic h e di Nap le ne I , la ’ v aghis s im a Recamie r (pu ra in un ep o ca im ’ pura) e la baro ne s s a de Stael d all incan te vo l e rs o l e dava conve azi ne , anc h e allora c h e le prop rie fl o ride b raccia . ’ ’ Nel sal o t to dell una e nel salotto dell altra venivano sollevati in s o gli o e atterrati i mini r s l t stri . Talley and non do vette fo rse al a e te della Stael se fu mini s tro ? L a Recamier can ’ s e l a s o o s o m el anc o tava letta , all curo , canz ni nic h e pe i usciva dalle s ue s tanze ce l v ol te in o ndat o di lacrime . I s pi rava pas s i o ni vi o lente o tal ch r agli u mini ed anc h e alle donne , é la e gina O rtensia commise per lei incredib ili fo l lie . A R o ma s i davan o entramb e appuntamenti o o oic hè al di notte fra le rovine del C l sseo , p l o ra (s i s a) continuava la m o da delle pittore

o o . sc h e r vine , cominciata nel Settecent Il s al o n della R ecamie r a R o ma divenne n o s o s o u centr arti tic , illu trat dal Canova ; e ’ uell e dell Ab b a e - aux- o s i n r q y B i , da lei s g e e g ’ er o giato p trent anni , divenne un centro p litico o s iù l c i temuto , c h e p di qua c h e diplomatico

o b b ri ar b diritte . o o fu ligato a g ene Nap le ne I , avvezzo ad essere ob bedito s empre e s enza in no n o té o dugi , p spetrare quel cuore di d nna , n o n po té goder di quelle grazie ; tal ché se ne il r o vendicò facendo c h e ma it di lei , banc h iere , perdesse in un momento un mili o ne negli r s s : uno i affa i , e lei impoveri e dei magnanim tratti del grande Robespierre a cavallo ! 36 L a D u P éticaux E n r ichetta H erz

Gli o s s e q uii c h e t ri b utavano a madama Pétie àux v is itando l a s uo s o o Du , nel al tt di x s di r s r Bru elle , principi eal angue e p elati r o s n o n xe niano r o f equentat ri a sidui , p ov cati ’ s o o r b r dalla la s ing la e ellezza , c h ella cu ava c o n r s arti affinate . ma anc h e dal vivaci simo o r s s pi rito di qu ella regina dei cu o ri . M i qua i n o nagena ria e anco r b ella . Ne s s un s alotto ita liano e b b e fo rs e il lus s o di quello della Du Pé s in n s o tie aux . Co i Italia mancò fin o ra u al o tt l a cui s ign o ra i ndo vinass e pe r la prima il ge ’ ’ nio s o r de s uo i o s r ing la e d uno gi vani vi itato i , c ome avvenne in G e rmania . La po ete s s a Eli s a ’ o s n e rim rdii s o de H h en h au en , c h e p o di que t s ec o lo teneva a Berlin o u no dei due più c o ’ S pic ui salotti (l altro e ra quell o di Rac h ele r a v o n fu r r Va n h gen Ense), ve amente la p ima c h e ricon o s ces s e il val o re di Enrico Heine ; il r o r o o quale , appena lau eat in di itt , avea tte nuto di e s s erle pre s entat o . Il s alotto Varnha ge n co ntri b ui po i a sviluppare il genio del o o po eta . Il s al tt di Rac h ele era principalmente ’ v o tat o al culto di G o et h e ; quello d Elisa era v o tat o al culto di Byro n . Rac h ele Varn h agen v o n En s e pro fessava e r amicizia p Enric h etta Herz , figlia del celeb re medico p o rto gh es e De L em o s . Nata a Berlin o ’ 1764 l av ve n ente b r nel , Enric h etta , e ea , spo sa b o o r o -intelli ntis s im del rutt st t , ge o medico ’ s al e tte b Marco Herz , tenne , cele re nell alta ’ cultura tede s ca . Ella cercò nell amicizia degli u o mini più in s igni compens o alle s ue n o zze

am ore . o B e rne i senza figli e senza Ludovic ,

38 F asi del salotto dl a/fei

’ 48 09 s s u no s gante . Dal al a sun e piccat o co o o b r v ivis s im e l o re p litic li e ale , e fu fo cola re

’ ’ o re del l indi e nd e nza d t di agitazi ne a p p I alia. ’ ’ 59 76 fu o o r r r Dal al p litic , lette a io , a tistico e o o s o i o co o m ndan in ieme p , a p a poc , andò

. S c o n o decadendo , finc h è parve la m rte della co nte s sa . n o o l a s r r U gi rn , vita ociale imaneva ci co s c ritta dalla diffi c o lta del le comunicazi o ni fra

’ d all a re zzam e n to iù o i paesi . pp p viv delle in time ri uni o ni e dalla min o r copia di b is o gni s o r e di vicende . Il alott accoglieva e adden ’ s ava il meglio di quella vita ; s emb rava u n i re nte in z un o o s o la fie me zo ad mare m n tono , n r quando no pa eva un vulcan o . Le fo rme de o s co m a i i are co ro se , c h e mai dovevan p g i di o o s aus erie battiti , nobilitavan i c tumi ; e la c , o s o no n s que s ta farfalla della c nver azi ne , e clu deva l a serieta dei pre po s iti quand o ne suo ’ ’ b rim i r . L e ò nava l o a a ate Galiani , c h e p gg nei

’ r d e l s o o XV I ue ll ar utis s al o ns pa igini ec l II , q g s de l r s sim o ab ruzze e , quale Dide ot criveva a

’ madem o is elle Vo land : C est un tré s o r po ur ’ l e s j our s pl uvieu x giudicava un po tro ppe all o rchè a o s l o ns alla le s ta , lludend a quei a diceva e s s e re la F rancia una nazi o ne la quale h a b i s ogn o di parlare pe r pen s a re e n o n pensa r : b enchè s s s a r c h e per parla e e gena io , egli 1 m e ri t ro pp o pre s t o ) pe r vede re gli effetti (e r quali effetti !) del pen s iero e della pa ola . I scrii e tal e r santi p rop o s iti dei salotti ita

1 ) N el 1787. F asi del salotto M afiei 39

s liani la ciaro no t raccie durevo li . Bianca Re ’ bizzo , c h e a Genova fondava gli asili d infanzia , ’ o s s P o ade o l i c me la conte sa Tere a p p , l amica o o V s s rella della Maffei , li f ndava a enezia , arà v b enedetta finc h è il bene a rà un culto . Il sa ’ o o eb izzo o l tt della R a Gen va , frequentato da su o i alleati nella c arità quali L orenz o Pa G o o o s reto , i vanni C lla e ricc h e patrizie gen ve i , ’ l meritereb be anc h e s s o u n lib ro . I s al o tto della s igno ra Farina a T o rino e quel lo di donna Emilia Pe ruzzi a Firenze emergon o co n t o . altri nella s o cie à. della nu va Italia H o detto c h e fino alle Cinque G i o rnate il o s o o o o s al o tt Maffei fu arti tic , letterari , m ndan ; pure una vena patri o ttica s e rpeggiava fin dai L a o no n r prim o rdii. c ntessa ta dò ad ab b rac r r cia re la fede di Mazzini , p imo aggio , unico fr o s s a b . raggi , c h e plende se le neb ie A due s i s ua s s pas dalla casa , nella ste a via d el o r tr Mo nte di Pietà , potenti mem ie pa io tiche ’ parlavano all o s pirito di lei e de s uo i amici : s o 1818 s i qui , la ca a d ve nel fondava dal conte P o rro il C o n c il iato re e dove più tardi veniva arrestato Si lvio Pellico ; l a quella di Fede rigo Confal o nieri e della s ub lime s ua C ompagna s Tere a Casati , la cui immagine nelle o re di rac ce lim ento s g , la penso a Clara avrà. fo rs e

’ veduta b alenare come un fan tasma d amore e di dolore s enza fine . C APIT OL O IV.

B A L ZA C N E L SA L O T T O M A F F E I .

l ere s uo n S ns e er no P or a. S ue e L a cont essa F a ny a v i ci tt ,

’ L a on essa B ol o n n na a Vimer a e l a s ua b ri o . c t g i i t c ti

n B al za al l a al a : un ameno ui b ambi na E uge ia. c S c q ’ l mi L a ssa dai r o l d ore . us o p ro quo . poet e icci i O p c i

e n d fe s s a di B al za l anes i i n offes a i i a di B al zac . Vi it c

B l za e li ul o r P om eo ad A l ess and ro M an zo ni . a c g s c t i p

r di B l z r 0 m e M arch es i e P atti nati . L avo i a ac s c itti f s l ra di B al za al l affe . C on e dit at i a M i ano . L ette c a M i

s i one di B al zac al l a s igno ri na Dedich e di B al zac .

Un o s gi rno , la conte sa Maffei riceve da una giovane amic a que s to b igliett o :

P 10 f ra o ar H n . ebb rue S . o oré 333 igi , j , ,

l c o n o o G s uo De Ba zac , Te fil autier , amico , Io r viene a Milan o . lo acco mando alla mia ’ s s r gentili ima C h ia ina e all illustre Maffei . Il celeb re letterato france s e co n o s ca co s ì le ’

r . r o g azie e ammi i l ingegn italiano . Egli tro R itratto di B alzac 41

o o o s r s v erà , ne s n certa , nella v t a ca a , le c o rtesi acco glienze a cui h a diritt o ; ed io s o d o o o s un o o s o ddi f , facen vi c n cere a lui , rg ’ glio d amicizia e di patria .

’ L afiîm a amica

F A N N ! S A N S E VE R IN O P O B C ÌA .

E o r o o o no n iù r qualc h e gi n d p , p da Pa igi , ’ dov era andata c o l marito a go de re le fe s te

’ ’ ue ll al ta s o a o r o o v di q ciet , ma da T in d è pas o s s sata , la c nte a Fanny delinea alla Maffei n u parlante rit ratt o del Balzac : l o o rs s o . Se immagina f e grande e nell , pallido e scarno c o n una di quelle fis o no mie o ia s a o na c h e son g un i pir zi ne , u po es ia ? Si r co s ì b s gua di , e h , da ella a pettazion e ! Egli è un o o o r s s o u o r uom picc l , g a , aff t , o to ndo p , b o c o n o i r ru ic ndo , due cc h pe ò negri e s cintil o o o il o o l s ua lanti f c nel dialog , f c de la penna . E s a ella c h i l o U n paggi o L r ro u ri come nel a a di B y n , gi o vinetto s o o dalla voce oave , dai m vimenti d lci e m ol li … . una d o nna infine '

o s s r o o r La c ntes a Fann y San eve in P cia , s o o s o S rella del principe Alf n erafin o , c iam b el ’ ’ o o r d A us tria ’ lan dell imperat e , era u n am ab il e

o r r s o gentildonna di ventin ve p imave e , p s ata da tre anni al co nte Fau s tin o Vime rcati San s o r everin Tadini , c emasco . L e s ue lette re alla

’ Maffei , nelle quali de s crive le fe s te de ll ari s to crazia s o o a Parigi , n gi o ielli di finezza e di b ri o . 42 B alzac a M ilano

1 r o 1837 Il 9 febb ai del , Balzac giun geva a ’ N o n o n o r tre nto tt anni Milano . c ntava a c a , e s u i regist ri dei fo restie ri p ress o la po lizia s i o de s ignava : p oss id en te . N n pos s o dire c o n ’ preci s io ne s egli e ra acc o mpagnato dal paggio mi s teri o s o (ne s s un o dei c ro nisti m o ndani del tempo ne parl a) ; ce rto n o n avea s eco Te o fil o ’ L o r ad m o is el l e M u in G autier . aut e di M e a p de r s in c o n s ide ava cendere Italia Balzac , ma t r s uo s non po é effettua e il di egno , e vide il n o s t ro cielo s o l o nel 1850. n o o b S U p ligraf infatica ile , Defendente acch i , ’ s d r o e r s u appena eppe ell ar iv di Balzac , p g rim e n to o o e r ge , cred , del Maffei , c operatore p la parte lette ra ria della G azzetta p rivil egiata d M il n o r s s s t o r uffi i a , sc i e su que pe iodico ’ ciale n u b envenuto cortese all ins igne o s pite s t ranie ro :

L a nos t ra cit tà accogl i e da due gi orni fra l e s ue mura il s i nor B al zac l o s r ore fran es e che in o an ni g , c itt c p chi fece il maggi or n ume ro di opere che des c rivono i n ogni ’ ’ m an ie ra l a vit a del l uomo e l a s oci e tà ; q uel l o ch è an

h e il iù o ol are fra di noi er s uo s r co r c p p p , p chè i i c itti

l u n n l r E rono nel e man i di t tti i origi a e e t ado tti . s so vi aggi a i n Ital i a per raccogl iere mat eri al i o nde s crivere ’ r n n o ues a n o z l e c ampagne de F ances i el l a P e i s l a. Q t ti i a

an o iù n e r es e rade ol e er s amo er che il t t p i c g v , p chè i c ti geni o di B al zac avra dal n os t ro ci el o l e s ue più b el l e i nspi razi on i .

v e rità in o o Per , quei gi rni il ciel non po teva de s tare b elle 181311° 8 2 10111 1i è a Balzac nè

! ad altri : pioveva . E l o s copo di Balzac a Mi C he invenzione p relibata 43 lano no n s emb rava punto quello di racco gliere do cumenti di sto ria militare . ’ Egli raccontava c h era venut o a Milano c o n un incarico amministrativo ! Il conte Emi lio G uidob o ni- Visco nti lo avea voluto qui (s o g giungeva egli) pe r rego lare i s uo i interessi ’ intricati in seguito all e redità l as ciatagl i dalla m adre contes s a Patellani… o o Tutti sann quant Balzac , prima editore , oi s o o r p tampat re , quindi fondit re di ca atteri , fo s s e immers o nei deb iti fino alla go la in causa dell e proprie speculazioni fallite tutte quante : e gli s i s o rreggeva a mala pena c o n camb iali s contate e rinn o vate da us uraj Gemeva sotto s o r il pe di dugento mila f anc h i di debiti e più . ’ J ai plu s de deux cent m ill e francs de det te s s criveva egli s tess o da Milan o alla gen ol s ! s tile p acca Evelina de Han l a , conte sa de ze wus ka e r R , sua ardente ammiratric c h e , i m s iù s ua a ta vedova, divenne p tardi moglie . Figurars i s e po teva s b ro gliare le matas s e i no n arruffate degli altri , egl c h e sapeva s b ro gliare le p roprie ! Parecc h i critici (e valorosi) ’ h ann o ripetuta la s t o riella dell incarico am minis trativo ; st o riella c h e Balzac dava a b ere c o n grazia alle sue b u o ne ammi ratrici l o n o tane . Nel racc ntava da Milano alla so ’ rell a L aura Surville a Parigi c o m egli fo ss e anco ra retenu ici po ur l e s inté rèts de la fa E n : L a mille Visco nti . soggiu geva politique ue r d u les emb rouillait tellement , q le este ’ b ien qu elle p o s sede en ce pay s e ùt été sé r s s o s m e s o nt que s t é an t ute démarc h es , qui 44 B alzac granafiere

s s s . L h eureu ement réu i , a Quale p olitica Ne s s una famiglia l o mb arda s ce glie u n ro manziere (e s t raniero per giunta li s o o s uo ro o r s uo a u ragi niere , a p curat e , a no ta o o o i o h j ; men p un Balzac , dalle ca tic e s r b e n a idee ammini t ative n o te ; un Balz c , mai s tato u o mo di legge e neppure u n av vocat o c o me C arl o G o ldoni ! N e B al zao qui rac o co l s e mate riali pe r una s to ria . l lav ri da m o o o o o lui editati a Milan , c me vedrem , fur n b e n altri . L a s ua ven uta fra no i parve u n av ve ni

. o a o o o re mento Tutti v lev n vederl , m lti p

’ o o o tendevan o d a ve rl o gia vist o . Parlavan s l ’ : r b o r di due cose d una splendida auro a eale , rs r s i n o r d i appa a qualc h e se a innanzi , e del g B al zac e della s ua canna famo s a c h e s i di

o s o r . Un o o s i van ceva c sta se tes i giovan tt , c h e ’ tava d avere s tretta intimità c o n Balzac a V r o s ro ienna , additava agli amici cu i i del teat alla S cala un capitano dei granatie ri ves tito “ in b o r s s o : ! E gh e e , e clamand Ecco Balzac

’ tutti a c o ntempla re quell i gn o t o granatiere o s n o n s austriac , il quale , tupefatto , apeva a r c h e a s crivere la generale ammi azi o ne . Le armi (s criveva a quel pro po s ito il Piazza in : tl b b o r u n artico l o nella G as . e a) e ero c si pe p o c h i istanti gli o n o ri della letteratura . B e n p re s t o s i vide alla Scala il vero e au

ti . s o in o te n co Balzac Egli pa sava di palc palc , r o r o co rteggiat o e c teggiato e all ra , nella semi ’ s r s ul al o s curità dell ampia ala , ment e p co s ce nico piro ettava u n b all o d i mezz o carattere

46 C attivi amori

’ u n len cl re s o o r s s G u , ec nd l esp e ione di y de Maupas sant ; egli v o leva e s s e re semp re aj u tato dal la parola con s o lat rice della d o nna ge n

s u a s r o s uo s o r s . tile , dalla t etta di man , dal r i o ’ o d e s uo i i s r o n L a p esia deali t ideva , peraltr , u ’ po tro pp o nel c o nfro nto della pro s a del s uo co rpo pe s ante c o l quale s fo ndava le po lt ro ne del sal o tto Maffei ; s al o tt o ad o rn o nell o s til e del pri mo Impe ro e di tutte le eleganze d e l

tempo . r n n i A Balzac , avvezzo a Pa igi o piaceva M i s r r r . S o o o . o lano m t ava que ulo . annuv lat S lo il pre s tigio della Ma ffei e d i Giulietta Pezz i avevano il po te re di ride s tarl o dalle s ue te trag i b s o l r gini . S i ticciava c l a Fanny Sanseve in o ’ pe rc hè que s ta no n tolle rava c h egli dices s e ’ ’ male d el l Ital ia : e andando a t rova re un altra

s s u A tte ndol o - o dama , la conte a E genia Bol V r in C o l a in guini , nata ime cati , via appucci , , ’ r s o s o o s un quel f e c al tt a tucc h i , litigava po ’ anc h e c o n lei ; ma b a s tava a dis arm arl o l ar ’ r b b o i rivo d una leggiad a am ina , Eugenia , p di

s s L V o - r r venuta duc h e a itta isc nti A ese , egina della m o da . ’ o e d un b L a p etessa Giulietta P zzi , fi glia a ile ’ ’ b c o n r o o o gi o rnalista , era ella que icci li d r o c h e le s cendevan o s ulle s palle . Balzac v leva

vede rs ela s eduta dinanzi ; la c h iamava Pange . rché o o il s o o Ma pe egli , d p cele tiale c mpliment ’ s addo rm e ntav a E ra un s uo tic questo di in rs o n o n o n d o rmire piena conve azi ne , sta te

’ ’ l ab u s o di c affè cui s ab b ando nava e i lavori di fantasia cui pensava s o vente s pro fo ndan Un p ensiero di B alzac 47

dosi in cupo s ilenzi o . Un alt ro s uo vezz o (c h iamiamol o co s ì) era di accennare s empre no o s o n s u a r di c lla te ta , c quella g o s s a tes ta piantata sul coll o taurino : pareva l o s pirito c h e nega . Nella co nversazione del salott o Maffei e nelle i o altre , egli amava p ù asc ltare c h e di s c o rre re . r in o o Di t atto tratt , a qualc h e facezia , r mpeva in una frago ro s a ri s ata ; quindi s i rimetteva ad o a do rmire . o o iù s o o C rreva all ra , p di ades , nei sal tti , la b o mo da degli al um , c h e gni s critt o re ed ar ’ t ista doveva fregiare de s u o i carat te ri o di l ’ . b G i P segni Nel al um di iul etta ezzi , Balzac scrisse colla s u a s crittu ra s pavent o s a que s to ’ s o o r o o rs pen ier , tutt a inedit , c h e alludeva f e l ui s o in s o chis à a stes , eguit a s quale punta maliziosa della sua b i o nda amica !

e n De m me que c h ez la ature h umaine ,

’ ’ l ame t riomp h e de l e nv el oppe et finit par em

‘ ’ ir s o s fo rm e s e t u ains i b ell les plu gr sières des , q le masque le plus b as peut devenir sub lime ;

’ de meme l art peut et doit se fai re co urs

o o difficil e s malgré les c nditi ns les plus , et trio mp h e des d o n née s les plus absurdes . So

s crate , de qui la figure était h ideu e , a fini par atteindre la plus h aute exp re s s i o n de beauté et M ichel ange a fait une admirable … s tatue avec la po ussière .

’ E o sull alb um della c ntessa Maffei , scrisse 48 Un altro p e ns ie ro

’ ’ que s t alt ro pen s ie ro (inedit o anc h esso) un o o in il s o o r gi rn cui le giu cava , pa e , a capo n asco ndi fra le nuvo le :

Rien ne ress emb le plu s ala vie h umaine

’ que l e s vicissitudes de l atmo s p h ere et que les c h angements du ciel . Le temps est le fo nd

o o de la vie , c mme la terre est le f nd sur lequel agi s sent l e s intempéries et les beau tés

o d e s s s o s . T ant t r du s leil et ai n ò , il a r i ve de s

r s s s jou née plendides , pendant le quelles t o ut e s t rs ro s ee tant t azur et fleu , verdure et ; ò ,

s rs — o b s c r o ù o i d e clai u s . t ut est p ége et doute

s dan la nature ; puis de longues brumes , des

r l s r s de s s . L a s temp lou d , nuées g i es p u part d e s h o mme s o nt u ne pente q ui les po rte a

’ ’ s harm o nie r avec cette instab ilité de l air ; mais p o u r ceux qui s e réfugient dans le do maine m o ral e t qui ne c o mptent p o ur rien

’ ’ s as a tout ce qui n e t p la vie de l me , il peut t o uj o u rs faire beau dans le ciel . L e s o uveni r e s t u n des m o yens qui peuvent n o us aide r

’ a rend re l ai r pur et faire b riller le soleil dans notre ame .

2 4a r l 1837 v i ,

E o il sole del ricordo , Balzac v leva , si ca s pi ce , nella sua impenitente inclinazi o ne alla tr l ation in fi , lasciare cuore alla contessa Cl ara , F lirtation 49

’ o s ull alb um della quale , qualc h e giorn prima , ’ r : À vin i alludendo all età. di lei aveva sc itto g

ns l o ut es i aven ir. tro is a , i r F ra le amic h e p ù ammi ate da Balzac , va ann o ve rata certo la conte s sa Clara Maffei N o n

è credi b ile c h e la co ntessa Maffei , appena vide r o s ue s Balzac s ali e per la prima v lta le cale , o o s o gli s ia volata inc ntr e , qua i ingin cch ia “ ’ b b sc o : o r e ! tasi , a ia e lamat J ad e le g nie Ciò fu detto e s i ripete ; ma la Maffei p o ssedeva t roppo il sens o della misu ra p er ab b andonars i a queste esage razioni . ’ Non ostante i molti peccati descritti ne s uo i o il r d o r r manzi , g an e r manzie e viveva quasi s s o o r o immune da pa i nacce v lga i . d mandando o o s i n ora alla donna megli alla g , da quel fi r raf nato c h e era , le carezze pu e della devo ii ’ o o . zi ne , profum dell anima Clara Maffei , ’ o s s r c h e p edeva l intelligenza del cuo e , deve a r o o s ve l capit ; deve , peraltro , es ersi accorta c h e il s uo — illustre am ico amava più colla fan ’ tas ia c h e co ll anima ; la sola do nna amata o o s s f rse da lui fu la c nte a Hans k a . alla quale o s i a nelle lettere da Milan confid va , anelando , ’ o o o s r malat c m era di n talgia , di rivede e il cielo

. icco l a M a ci c o n della Francia Anc h e alla p fi , fidava le s ue pene e le idee c h e gli turb ina ’ vano in cap o ; le parlava d una co mmedia c h e volea scrivere .

il o o r o in Durante s ggi n di Balzac Italia , la co ntes s a Maffei do vette cert o s o ffrire p er le s s o n s r o r o e pre si i p ezzanti , c h e s p affatt dal mal

. 4 . IE al t o M ei R BARB RA S ot aff . 50 B aiibecco l etterario

umo re il romanziere frances e s i las ciò s fug r ro gi e sui manzi italiani , cari amici di lei . o andò o s e r Ecc come la c a , p la quale molti , o r s i o r b o a Milan e fuo i , levaron fu i ndi co ntro

“" ' - u l o scritt o re francese . l s r s o o Que ti , p e dal desideri di veder Vene

’ re c ò e r o c ol l zia , vi si p alcuni gi rni ide a di r r r s o it o nar p e to a Milan , come fece difatti . A Venezia fu o s 13itato u n giorno in casa della s s S o ranzo s un conte a , alla cui mensa edeva r o o b r o o eg e gi l m a d , amico della Maffei , il c nte

o c o n r . Tulli Dandolo , insieme alt i invitati Balzac da pri ncipio parl ò po co e m angiò m o lto ; po i usci c o n ace rb i giudizii s ul P ro ’ m ss i S os i fiac c hi r e p , c h e definì d o dito ; e

‘ s ugli altri romanzi (di Massimo d A zegl io e del G ro ssi) c h e all o ra tutti leggevano con am o a o b o m irazio ne . Il c nte D ndol lo rim ecc ; e o s s Balzac rinno vò i su i prezzi , sarca tico e ’ o i tutto ro sso d ira . Il b atib e cc minacciava d L a o degene ra re in u na lite . p vera co ntessa S o ranzo si sentiva sulle spine : si affre ttò a o r il c affè o o o o p rge e , e le c ntraddizioni m rir n o s rs pel m o mento s off cate fra i o i del m o k a . A Milan o si s eppe ro p re s to i giudizii di Bal zac : di più la G as s etia p rivil egiata d i Vene ia recava nelle s ue appendici del aprile di quell ’ anno una lunga lettera del conte Dando l o ad Angelo Fava (altro amico dell a c o ntess a Maffei) s ulla malaugurata conversa zi o ne in cas a S o ranzo . Balzac non vi e ra ri mi to r S par a e Angelo Fava non fece il so do , r h b en Va l io pe c è presto nel g , giornale lette C alunnie

r o o ra io di Venezia , rispose a Tulli Dand lo , cen s urando c o n asprezza i romanzi di Balzac ’ e dipinge ndoli senza ambagi frutto - d una musa corro tta e co rruttrice . N o n b as ta : la F am a o o , gi rnale teatrale di Milan , c h e avea v o in o ce capitol , senza nominare Balzac , era gia uscita co n u n a rtico l o sui viaggiato ri

o i - letterati , c h e acc nciat da C h ild Harold vo o b muo no ai lu g h i cele ri , sui poeti da dipartimento c h e senza a vere un soldo in

s o s . e accoccia viaggian da arti ti E , rincar ndo o o s la d se , il gi rnali ta eccitava la po lizia a ve l iar o s u o ro e rchè in g megli c sto p , c o nclu “ s o no n o i ne , eran c h e ’ L all us io ne n o n s r poteva e se e più malign a, e rc hè i più atroce , p si diceva nfatti c h e Balzac e ra venuto a Milano uscendo dalle prigi o ni di Parigi ! C hi no n crede (i p icco l i san To mmaso ab b o ndan o pur troppo !) legga le ultime rig h e ’ o s s o d un notev le tudio ulle pere di Balzac , P e ns ieri s a B als ac d i G asp are A areggio (M i l ano P irol a s o s , , il quale degn amente di fende il gran scrittore dalla calunnia e s o g

: N o n o b r o o . giunge potend atte l c lla penna , l c i ! n o laceraro no o denti È u opus co l o raro . Del pari raro e curio so e un altro o pus co l o u s cito a Milano mentre Balzac s o ggiornava ’ qui : D ifes a d el l o n o re d el l e arm i o l traggiate d al s ign o r d i B al zac n el l e s ue s cene d ell a Vita p arigin a e co nfutazio n e d i m o l l i erro ri d el l a s to ria m il itare d el l a guerra d i Sp agn a ’ atta d a l l tal ian i M l ano P o l ian Il f g ( i , g i , ti

. o o tolo dice tutto Autore di quest puscolo , 69 B alzac e Bi anzon i

o e r o o n o L de gn di nota , ce t Ant i issoni , c h e

” r s i o o s r o s r c o ra ape tamente fa c n ce e , e m t a g io nel s il o m o s r ro g rivendicare , otto d ini t anie , ’ il val o re spiegato d agl l tal iani nelle s angui n o se gue rre N apole o nic h e . s s r o r Un france e , c h e pa lava del val e ita o n o n o o b r o lian , d veva dar m a alla p lizia ; r s i s s s s u eppu e di e c h e que ta vegliava Balzac , u n s r o r o u temendo in lui emis a i pe icol s o , n E ro 1 1 rb o ro o . ca na , c me v n qui venuto nel 8 6 ’ r u no C e s a e Cantù , de primi fra quanti in ’ u e o r av vrc m aro no q gi ni Balzac a Milano , mi acce rtava c h e la p olizia non s i o c c upò mai di Balzac t ranne quando s i mise tutta in moto pe r ric upe rargl i u n o ro l o gio invo l ato gl i da ’ u n b o rs a o . L ro s o o iu lo o logio fu pre t trovat , e Balzac re s tò s tupito d i vede rs i rito rnare nelle ta s c h e del s uo mae s to so panci o tto il caro gi rarro s to c h e avea me s se le ali . ’ P uò darsi c h e ne s u o i ecce s si di malumo re Balzac ab b ia s prezz ati i P ro m ess i Sp os i ce rto egl i s i recò a far vi s ita ad Ale s sand ro M an n o o u n o zo ni . Vi a dò acc mpagnat da gentilu m o o r o r il lette rato , alliev di Piet o Gi dani , cava l ie re Felice G arro ne marc h e s e di S an T o m s s o l i r mas o . Balzac di e al Manz ni c h e g pa eva ’ di vede re in lui C hàte aub riand : disc o rs e de o r s o s ul s o p ro p rii lav i , dis ert pantei m e sulla n dò o i s un c rani o sc o pia . A p a vi itare anc h e r b o l o s r P o m alt ro u o mo all o a cele rat , culto e r s s o s er pe o Marc h esi , c h e p e o m lti pas ava p r r s o u n un geni o c eato e , laddove era ol acca ’ ’ ll al b urn f t iati d emico d in gegno . S u del es e gg s

54 Visite artis tiche

do vunque per n o b ile premettend o tant o di d s uo o o ià o s o o e al c gn me , g tropp re gl ri o s o dal genio per e s s e re illu s t rato da una ge ne a r o o s l o gia fantas tica . G l i e uditi c n cevano b e ns ì d B lz c o o s r o r il un e a a , gentilu m e c itt e , quale co lle s ue L e ttres infus e alla lingua france s e ’ ’ un eleganza e un a rmonia nuova ; ma e ra n l 1655 n r r r m o rto e , ella p op ia ter a di Balzac s ulle rive della C h a rente ; e il Balzac dei po s ro no n s n s enti manzi di cendeva da lui , e da alcun altro nob ile lomb o .

M o o s o Anc h e a ilan , Balzac lav rava as idu

r o o o o . co me u s ava dappe tutt , Erc le del tav lin

’ In casa Po rcia c o minciò a sc rive re i M e

’ o s m o ires d e d e ux je un es m arices . Non ta nte i lavori l otte rarii e le visite alle co nte s s e B o lo ’ guini e Maffei (pe r le quali tra s curava u n p o o s s l o r o la contess a B i , c h e fermò un gio n r rim ro ve rarnel o in ist rada pe p ), Balzac desi de rava di vede re le c urio s ità a rti s tic h e di Mi ’ f o r r . L a o s s a lan o , i cap lavo i dell a te c nte a M f ei a n ò r o l e e rà l o acc omp g a Bre a , c me si gg più s i r avanti in una lettera . Egli ecò anc h e a Sa ronno pe r ammi rare in quel santuari o gli r o affresc h i squis iti di Berna din Luini , di que o b r o rs iù a s to Raffaell o della L m a dia , f e p p prezzato dagli stranie ri c h e dagli itali ani . Il Duo mo di Milan o incantava Balzac co lle sue

’ c o s o i r o o r guglie , u i r cami ma m rei , ma anc a e s emp re ci s o spi rava alla Francia . al ciel o nati o . l ’ talia ciò i . I er Finalmente l as M lano , ma p L ettere di B al zac alla 55

tornarvi po scia di nuovo . Qui lasciava m o l ti r s r o accusato i , ma anc h e piriti gentili c h e pe d navano al genio le s travaganze . Bas ta leg gere la seguente lettera (inedita) in ri s po s ta ad alt ra lettera della contessa Maffei : egli ’ parla caramente dell amica indimenticabile ’ ’ r s e ro r r d Ital pa la di , de p p ii accusato i ia, dei proprii lavo ri :

N o embre 18 8 3 . v ,

cara l a b r Merci , , de page , em aumée pa le

’ o m avez s o uvenir , que v us envoyée , et qui

’ m a délicieusement rappelé v o tre b ie naim é

’ s alon et l e s s o i rée s que j y ai passée s et celle que vous appeliez familiè rement la petite Maffei et qui o ccupe une tro p grande place dans ma mémoire , pour que je me permette cette expression . Vo u s avez donc enc o re so uffert ? L e s m é d ecius de Milan me feraient g rand peur : a vo tre place je viend rais a Pa ris co nsulter

’ des n o s ar quelqu un grands h ommes , c n o u s

o s e n av n encore dans cette pauvre France .

’ Vous ne m ave z rien dit de P uttinati : j e

’ ’ ’ l ai donc effray é qu il n est pas venu me voi r un matin a son ret o ur de L ondre s ? Dites- lui i ’ co mb en il a eu tort , car j avais pense a lui a L ét pendant sa fugue ondres , et il a é tro p

’ ’ discret avec quelqu une qui l avait mis s i fo rt 56 A uto- cl ifese di B alzac avant dans son coeur pendant not re voyage r ab o teux . L a o d o s c lère , nt j e ne ais les m o tifs et s ur

’ laquelle m a fait re s ter la c o mtes s e S ans e ve

’ rino e s t- elle calmée ? Elle m a accuse de ne

’ pas aimer l Italie au m o ment o u je t ravaille a u ne oeuvre i ntitulée ril ass im il l a Do n i et qui

’ fe ra t re s s ailli r plus d un c oeu r italien . Mai s je

s s i o aux sui acc utumé injustices , que celle

’ ’ ’ d une j o lie femme ne m oment plu s : j ai u n du rillon s ur le coeur a cet end ro it tant o n y

’ ill r o r . D a e urs o or a f appè , j e t uve f rt imp ti n e nt s l e s s m c o u n e gen . qui pr clament h omme pro fo nd et q ui veulent me connaît re e n cinq

. r o s s as o o minutes Ent e n us , je ne ui p pr f nd ;

s tre—s s il s o r mai épai , et faut du temp p u faire

’ le tour de ma pers onne : c est une promenade

i s qui la s se : mai s j e ne d s pa cela p ou r elle .

L a o s a o c médie , que j e méditai Milan t ut en

ar l e s ro s t sirotant votre t h e et vaguant p ues , e

’ : s u ne ac h evée j entre , dan quinzaine , en repe

o s d s u n s i ro inco n ito titi n , mai an p fond g que

s as ce ne era p le secret de la comédie . ’ e Ce travail , que j ai men de front avec l es

’ s s e livre , m a cau une petite maladie infiam m ato ire do nt je me relé ve et qui a retardé

’ r o s o r ma ep u e , car le d cteu m avit défendu ’ f t d e . d écrire quoique. ce , m me une lettre D olce ricordo 57

Je s uis alle dan s ma do uce To u raine ; il

’ a fallu dire adieu a m o n voyage d auto m ne ;

’ s j e ne reviendrai en Italie qu au printemps , car je veux v o ir la Semaine S ainte a R o me

‘ s i Dieu veut que je p o rte dan s la met ro po le

’ ’ l argent de la C o in édie e n c as o ù l oeuvre

- pro fane réu s s it . Rappelez m o i au s ouvenir de s ho te s o s o : u o o de v tre al n L g , D lcini , la

tutti uan ti s et q , ans o ub lie r de mettre m e s o b éi s s ances aux pieds d e la p i c c o l a M aff e i : prenez v o tre air le plu s gentil et v o t re meilleu re ru s e po ur s avo i r en

’ c ho s e a quo i j ai perdu quelque , quoi j e te

’ s o s nais tant , dan l esprit de la c mtes e S an s e

’ — l e m o i s — m o i verin o : dites , faite l aumone de

s r o — ce petit cadeau , et u t ut présentez lui m e s h o mmages .

Il y a des j o u rs o ù j e reve de la cathèd ral e b e de Milan et du ta leau de Rap h a l , que n o u s

’ avons ete voir ensemb le ; mai s s urtout d un camelia encore plu s b lanc que le ma rb re le plus b lanc de la plus b lanc h e s tatue de l ’ai guill e la plu s b lanc h e .

’ N oub lie z pas de me repre s enter au c a

’ e i e s r al éditeur v a l i e r M aff , t faite di e de

’ je ne sai s quel j o urnal a qui j ai pro mis la

' vers ion corrigée du L ys d ans l a val l ee pou r e la t raduire , que ce ne sera pr t que dans le ’ ' 58 A mici ( l im ora

’ o o premier m is de l année pr c h aine , car ce ne se ra imprim e que po u r cette époque .

Trouvez ici mille gracieu s etés que j e v o u

‘ drai s fai re au s s i po étique s e t aussi d o uce s

’ qu il les faut pour u ne c h é re fl eu r comme v o us ; et cro yez a une a ffectueuse mém o ire qui fròl e a une h é rétique id o lat rie do nt s e

’ plaind rait m o n confe s seur s i j avai s le mal

r d e n o r u n fùt as b h eu av i qui ne p enin , attendu que ce c o nfes s eu r e s t vo t re dév o ué

DE B A L Z A C

b a ni B o n f. … E nfi Je n ai p o int o u lié Pi zza , n

' P o mpe o M arc h e s i au ra quelque j o u r de mes

’ n o uvelles ; mai s j ai eu tant a

u no s a Il Piazza , degli appendici ti della G

it r ivil e iata in s r o o ne l c a p g , que to pe i dic e d el l e d am e o r C o rriere , gi rnale di lette atura e s o fra s o di m o do diffu le ign re , difendeva (lan ’ id m e n te ro s gu a , a dir ve ) Balzac dall accu a di ’ denigrare l Ital ia ; t ri s ta u s anza degli s t ra

r s o o no n s s o b el s . nie i , veni ser veni er nel pae e

o o o r T archini- B o n Il B o n i… era , cert , il d tt e b el o s s s o V fanti , medic , ucce a incenzo Bellini r e r nel cu o re della s ign o ra Tu ina , e amico p

qualc h e tempo di casa Maffei . Il D o lcini apparteneva a una s peciale e no n r b el o il e s igua catego ia di giovani del m ndo , s eme della quale va sparend o pur tropp o o gni Vautrin 59

n s o o giorno . N o l egli accresceva la propria ’ avvenenza c oll ab b igliamento di b uon gu s t o e accu ratiss im o (a quel temp o la to il e tte ma ’ iù o n sc h ile era assai p sservata d oggi), ma o n tralasciava o ccas i o ne per arricc h ire di o ttimi s tudii la mente . C o s ì i gio vani dovizi o si s i preparavan o a sostenere più ta rdi c o n o no re i pub blici uffizii e potevan o avvicinare qua l unque u o mo di lettere . ro r ’ Il lavo teat ale , c h e Balzac dice d ave re meditat o pe r le vie di M ilano e nel s al o tto

‘ fiei o rs o il the M a s eggiand della contes s a , no n ’ s o s i r b r dev e sere , c me pot e be crede e , M er cad e t : ques ta pro fo nda co mmedia apparve ’ ì in 1838 n n b e ns quell anno , ma o fu certo o o ave c r rs c nd tta les livres Deve t atta i , in Vautrin vece , del dramma , le cui scene s i s vo lgo n o a Pa rigi nel 1816 d o p o il seco ndo

o o b o . Il il rito rn dei B r ni dramma , cui pro ta un o r fu r go nis ta e f zato , appresentato a P arigi ’ 40 o o una s o r o nel , e d p la recita venne p oibit , r o o o perc h é , a un ce t punt , Balzac fece c mpa r o L rire Vaut in truccat da uigi Filipp o . Il ro o in o m e l o S o quad , vedut cara c pagnia , p s al izio d el l a Vergin e c h e s i conserva a Bre ra ; f una delle gemme di Raf aello . ’ r n Più ta di , Balzac scriveva u altra lette ra a u na s ign o rina… della quale po trei i nd o vi n o n r o una s r r are , precisa e il n me ; i gno ina che gli avea trasme s so u n epigramma : C O C on fessione di B alzac

M z ar o 39.

M ad em o is el l e,

Je v o u s reme rcie b eauco up de la b o nté que v o u s avez e n e de me c o rn m u niq ue r vo u s

’ meme l épigram m e que v o u s avez dai gné fai re s ur m oi ; c ar alors j e pourrai le mettre

s r o s o u la caricatu e que Dantan a pr duite . Vo us y ave z ex agéré le pe u de mé rite q ue je puis avo i r comme au s s i m e s défauts : mai s

’ t v o u s n avez peu — et re pas a s sez insi s té s u r

’ l im ud ica r s o p , qui est la g ande accu ati n vul gaire que po rtent s ur m o i l e s pe rs o nne s aux

’ quelle s j e s uis inc o nnu . Mai s s i le peu d in

’ s tan ts que j ai eu le b o n h eu r de pas s er prè s

’ s c aus e d aus s i s r de vou a grande erreu s, j e

e r e ffravé no s r o s a d o i s t e de elati n venir .

’ Je s ui s t o ut épouvanté de l im po rtance que

s o r vo u me d nnez . en c oyant que je d o ive a

o d e s o s s r c h aque par le dire c h e rema quab les .

Je v o u s en pri e ne me des tituez pas d u

’ ’ o r o m o r r car s dr it d et e un h me dinai e , c e t s o u s cette fo rme que j e tien s a me montrer et so u s laquelle nou s po urro n s peut — etre mieux nou s entendre et que vo u s t ro uverez to uj o urs

’ iù s uis ita arin a d tr /n en moi l a p q f o l e e n te .

V s t o ro DE BA LZ A C .

62 D ediche di B alzac

’ l amicizia c h e no n co n o s ce i fallimenti del ’ l amore e del piace re Aprè s av o i r do nné ’ ’ i o r finit plus qu l n a , l am u par donner moins ’ e qu il ne re o it . A due geniali am ici del s al o tto Maffei Bal zac de dicò due alt ri racco nti : allo s cultore P uttinati L a Vengean ce e alla contessa San

' s eve rin o P ro cia L es E mp l o yes o u l a jcm /n e r s up érie ure . A l p incipe Po rcia de dic ò Sp len d ears e t m is ères d es co urtis an es c o n , e alla ’ s s o n - V Un e i ll e d E o e te a Bol g ini imercati f , scri ve nd o l e nella dedica grazi o sa : Vou s vo yez s i l es r s s o x e r e que F ancai nt ta és de l ge et , ’ d o ubl i s ar a , je sui Italien p la const nce et par le s o uveni r. Tale la ve ridica i s t o ria di Onorato Balzac i o nel s o o a M lan e al tt Maffei . C APIT OL O V.

z an l rn n F ances co L is t e D i e e S te el s al ott o . U n s al ott o ’ I di madama D A o ul t . uan t al l di L z g g i gi i is t .

’ S c ri t ti di L is zt e di Dan i el e S tern s ul l al b um del l a ’ m z n . n r n c o t es sa M affe i U o a o d amore . Al l egri e d el l a

S and e di L szt . U na o n ers one . raz i c v i O io Ve rne t .

L e era di F l i o F l i al l a M affei s u z tt i pp i ppi L i s t .

r l T hal b e g ne s al ott o M affei .

Maria di Flavigny , nata da un emigrato s o o s ul o france e a Franc f rte Men , educat a a ’ s d A o ul t o Parigi , posata al conte g , c nosciuta nel mondo letterari o c ol p s eudo nimo di Da b c ol s niele Stern , viaggiava li eramente uo ’ amico F rances co L i s zt . Co rreva l usanza dei

. L a viaggi a due Sand e Alfredo de Musset , ’ Lis zt e l a co nte s sa d Ago ul t ne eran o i mo o o delli . G i rgi Sand nel terzo volume del

' ’ is to ire d e m a vie s o o s s l H , di c rre della c nte a

l t r s . L a d Ago u , c h e volle ave la eco a Ginevra : b Sand ne rimase incantata la dice elle , gra ’ s r l All H tel G i cie us e , pi ituel e o de France a ’ ’ r o r o s d A oul t nev a , d v e a alloggiata , la c nte sa g aveva improvvisato un gioco ndo salotto fre 64 E ntusiasmi p er L iszt

ue ntato o r r s q da p eti , da lette ati , da a ti ti , e s o r s o fra da ign e di pas aggi , cui una mila s b ia e r s ua b ne e , cele re g p la ellezza , la Mar o o B o r liani , definita da Nap le ne napa te c h e la vide a una fes ta da b all o al teat ro della C arro b b n o : b b o ia a di Milan ella fra le elle C h pin , ’ c w o r o S ue s inc o nt Mi k ie icz , N ur it , Eugeni ra van o in quel sal o tto c o lla Sand : C h opin e Liszt e s egui van o al pian o fo rte le lo ro compo sizi o ni gli alt ri b attevan o le mani . ’ L e relazioni fra L i s zt e la c o nte s sa d A o o s go ult apparivan c i intime c h e , quando nel giunse ro a Milan o e furo n o introd o tti s o o b e in s ieme nel al tt della Maffei , questa , n no n no n ro c hé indulgente , poté p varne dis gusto . ’ Ma ria d A go ul t contava tre ntatré prima r r s o L s n o n o n ve e , F ance c i zt , c h e t ccava a s o co ra la trentina , folg rava nella pienezza n tù o della gio ve e del genio , mandand dagli o s ua o cc h i i lampi , il fuoc della natale Um

h eria . Al n o me d i Li s zt (c h e in ung h erese vuo l di re far in a) palpitava il cuore delle s i n o re g , ammaliate dalla valentia e dalla zaz ze ra s vo lazzante del s o mmo piani s ta . Quelle mani lungh e e nervo s e tempestavan o s s ulla tas tie ra e ne su citavano uragani . L iszt o o su o nò nel sal tt Maffei ; ma la contessa , no n

’ o s tante la fen o menale b ravu ra dell adorato o n o n s o o r c ncertista , ne erb la migli e delle n r mem o rie . Ricordo c o quale g azia una sera ’ dell 82 (do po tanti anni !) ella racco ntava - i o : concerti di Liszt , s ggiun gendo Un p ensiero inedito di L iszt

Quando si sedeva al pianoforte , si levava co n u n o i guanti gialli e li b uttava , gest da ’ ’ imperatore , l uno a destra e l altro a sinistra , perc h é le dame li raccogliessero . E li raccoglievano ? qualc h e volta ! Prima di lasciare casa Maffei Francesco Liszt affidò all ’ album della contessa questo pensiero

Il y a des gens qui avec peu de paroles

’ a : donnent beaucoup penser d autres , qui ,

’ avec beaucoup de mots éveillent peu d idées ,

’ x d un comme les deu aiguilles h orloge , dont l ’une va bien vite et ne marque que les se

’ en conds , et l autre , plus lente sa marc h e des igne les h eure s .

L i s zr

’ ars 38. M ,

E la contessa d ’ Agoult scrisse alla sua volta :

Ce qui témoig ne peut — etre plus tristement de la misere de l ’ h omme c ’est la déplorable

’ s ab ure — facilité avec laquelle il j lui meme , il

n s abdique pour ainsi dire le sentime t de e.

e n s personnalité reniant les h eure passées ,

les opinions , les sentiments , les douleurs et m les j oies des jours qui ne sont plus . A e

R . BA IE A . I l S al ot to M a ei 5 RB R ff . 66 Pensiero inedito di D aniel e S tern

sure que son coeu r impui s sant se détac h e des

b x s il o u n r o jets au quel v ue culte passage , au lieu de les ensevelir dan s un religieux s i

’ il l e s r d ab ando n lence , raille h eu es et de ten

’ dresse ; il rit auj ourd h ui des ent h o u s iasmes qui la veille lui o nt fait verser des pleurs et a peine entré dans une p h ase nouvelle de

r s o n existence , il p end en pitié celle qui vient

r de finir . Il ne respecte ni les amitiés ompues ni les amours brisés : il insulte as o n propre c oeur en insultant aux s entiments par les l l quels i a été , en vertu desquels il a agi e s

’ s n i ffe c tio ns qui o nt fait partie de o etre . S ii a

’ us ieurs amis c es t a n d e s e l aind re d es p l , fi p

’ : î uns aux autres s il c h ange de ma tresse , ce n ’est j amais sans dire a la dernière qu ’au

’ c une femme n a été aimée de lui : il arrive s a méme ain i au tombeau ayant menti tout , a s o n propre vo s ! Pauvre s h umains , que rires font pitié Quelle mi s ere de sent i r si pe u sa misere !

a ’ M A RIE C o nn e s s D A G O UL T .

mars 1838. 2 ,

s r Belle parole , degne della penna di c h i c isse

r . o l e . Esquisses mo ales Alludeva ella f rse a qualcun o ’ d A o ul t Insieme co lla co ntessa g , Francesco I l p rotetto di L iszt 67

Liszt aveva presentat o nel s al o tto Maffei un i anotto il s uo o g o v israelita , allievo predilett ,

— o s e o Hermann C h en , la cui toria s mmamente ro manze s ca . Il celeb re ungh erese amava questo giovi netto tedesco da lui incontrato sulle s trade ’ d Am b urgo . un o e r ci Passeggiando giorn p quella ttà , Liszt si vide avvicinare da u n ragazz o pal lido e tutto tremante di vergogna . Credeva ’ d un c h e si trattasse mendico , e fece atto di aprire la b o rs a ; ma il g io vinetto arrestando s i : gli la mano , gli disse uppl cante ’ no n o o s No , maestro , vi d mando l elem ina ,

s o . l o ma la vo tra pr tezione amo la mu s ica . Pre ndetemi c o n voi ! r co ntò n o E gl i ac c h e , at ad Amb u rgo da s a ricc h i banc h ieri i raeliti , avev ricevuto per ’ r del r un o r cu a pad e istruzi ne comme ciale , ma c h e si s entiva irre s isti b ilmente trascinato allo s tudio del pianoforte . Rovesci di fortuna ave n va o impoverita la sua famiglia, alla quale iù no n poteva essere p a carico … . Hermann Co h en (c h e ne l mondo dell ’ arte venne conosciuto col s olo nome di Hermann) a - sei anni meravigliava per la disinvoltura nel suo nare il pianoforte . Francesco Li s zt gli o r promise di pr tegge lo , e mantenne la parola . un r b o Dopo p imo concerto ad Am urg , Her man n né diede due altri a M e ckl e mb urg e a Francofo rte ; quindi si s tab ilì c o lla madre a L racco m an Parigi , dove iszt lo dò subito ai

a l o - ro cl amò potenti , gli fece scuol e p maestro . ’ 68 F ollie d artis ti

Dovendo Liszt recarsi a Ginevra per fonda rvi un conservatori o di musica , vi condusse seco Hermann e gli affidò la s cuola di pianoforte ; ma l ’ i nsegnamento no n era adatto a quell o o spirito ardente e i nquieto , c h e v lle , invece , segui re il suo protettore nelle peregrinazioni arti s tic h e per il m o ndo . o Nel sal o tto Maffei , d ve Hermann suonava ’ gia da maestro , senza farsi pre gare , s in c o ntrò in una signorina , bella , vivacissima e

’ l amo riamato . in u n e s o i La Sand , piac voli sim cap tolo delle

’ d un vo a e ur L e ttres y g , parla della allegra gio o vent u di Hermann dandoi un altr nome . L o n b s descrive in u al ergo vizzero , nel quale r egli vive accanto a Liszt , facendosi passa e

. o S pe r una ragazza Difatti , quand la and si r s t L n recò pe vi i are iszt , si vide venire i co n tro Hermann vestito da S igno rina : lung h i bruni ’ o r capelli gli s cendevan sulle spalle . Pe sino l al r r n b ergato re l o p es e pe u a je un e fill e. Gli ab bracciamenti impetu o si e tutti gli altri o s L s lanci e c tumi di Hermann , di iszt e della S and sem b ravano per lo meno strani ai pa ’ ific i s o in l c ingle i all ggiati quel albergo . Le ’ dame d Al b io ne s cappavano inorridite pei cor no n co s ì o r rido i maest si loro ma iti , c h e scambiando per istrioni da villaggi o i clamo o u na rosi artisti , c ncertarono sera , a cena , in na o di farli agire , u picc la rappresentazi o ne e a tale scopo raccolsero fra loro u na c ol il ’ letta , c h e mise colmo dell allegria nella triade Sand , Liszt ed Hermann .

’ 70 L a fine d u n mistico con entusiasmo dell ’influenza della fede sulle re arti . Tutti ascoltavano a bocca aperta la p dica del carmelitano . il quale parlò senza posa

n o r . razm r per ci que e O Ve net , c h e racco nta questo episodio in una lettera datata da Cette s m (si può con ultare il libro di A edeo Durande , Jos e /z C arl e e t H o ra e Vern et p c ), accenna al ’ ’ l a ria i s pirata e all e l o q ue nza trascinante del co nvertito . ’70 Nella guerra del , il padre Agostino Maria acco rs e da valoro so sui campi di battaglia pe r curare i fe riti ; ma fu preso dal v ajuo l o e m o rì o uarantano ve ne , a s li q anni , da lui vissuti in u na febbre continua di sentimento e di pensiero . ’ Anc h e Liszt vesti po i l abito ecclesiastico ; ma quale differenza fra gli ardori s inceri di padre Agostino Maria e le pose del l ’ abate

La conte s sa Maffei e Liszt no n manten

o il 1838 r r . nero più , dop , appo ti diretti Filippo

in — Filippi una lettera datata da Buda Pest , 5 r 1869 c o s ì s ul 2 ap ile , i nformava celebre con ce rtis ta la contessa : ’ L : re Qui c è iszt , divenuto abate gli si p in paro n o grandi ovazioni , e si daranno s uo favore due gran concerti nei quali no n si ese ’ o l l guira c h e musica sua ; uno d mani sera , a

t r 3 . o il 0, nelle grandi sale del Ridotto Feci la sua intima conoscenza ; e fu oltre ogni dire ’

n o b . amab ile . È u p ridicolo cogli a iti da prete Porta sempre i suoi lung h i capelli b ianc h i ed h a una conversazione delle più aggradevoli . Thalberg 71

Ab ita in casa del parroco della Metropolitana no n di Pest e scrive c h e messe , salmi ed

o ratorii. In s s . conclu ione , è un grande arti ta Nel salotto Maffei vediam o venire anc h e L s r T h alberg, c h e con i zt fo mava in quel tempo il più potente binomio pianistico . Pregat o h s i o o n T alberg pose al pian f rte , ma co quale degnazi o ne ! Si sapeva b ene c h e nelle sue ’ vene s co rreva sangue principesco ; ma l avi ’ ’ dità di lucro s acco rdava un po male co lle

r . o in a s sue a ie Suonand c sa Maffei , al co petto s o r di ign re , letterati ed a tisti , egli pretendeva ’ r o d esse e pagato . L a c ntessa gli inviò un gra zio s o regalo accompagnato da graziose pa us ò r role , ma egli le la scortesia di iman darglielo . L a Sand venne in Italia nel 1834con Alfredo De Musset e soggi o rnò fra i poetici s il e nzii di Venezia c o n lui e col b ellissim o medico veneto dottor Pietro Pagello c h e le consacrò la b arcarola

C oi pens ieri mal inconici N o t e s t ar a t orm ente r ; deliziosa barcarola c h e piaceva tanto anc h e alla co ntessa Maffei . Ma alla San d mancò il ’ tempo e l opportunità di venire ad ab b racciare n o la s ua fervente ammiratrice , la C h iari a , c lla s quale stette in relazi o ni co rdiali . La conte sa ’ mandò nell aprile del 1847 il propri o alb um ’ o d un s uo alla Sand , c h e vi scrisse il mott libro : Charité envers les autre s ; dignité e n 72 L a S and alla M affei

vers soi m éme ; sincérité devant Dieu . La ’ ’ contessa conservava più d un ritratto deli an ’

r n d i n . o t ice d I a a Nel salott , ne teneva uno r l coi capelli icciuti e ondanti sul e spalle , me ravi l io s o o C al am atta un g , i ncis dal ; e altro o nella pr pria stanza da letto , stanza tutta m trine , velluti e im agini , a ognuna delle quali era co ngiunta una memoria diletta , una sto o ria . Maurizi , figlio della Sand , sposò Lina l m atta o in C a a , figlia del famoso incis re , c h e co ntrerem o più tardi ; tutti amici amatissimi dalla Maffei . C AP IT OL O VI .

M I LA N O P RIM A DE L 1848.

Idee di F ran ces c o I e idee di M e tternich . Uri giudi zi o ’ n z di e z l io . n oro a on r n di M assimo d A eg I c i e F di ando I . ’ B in c i L a s or Un r L improvvis at ore do c R i t i . b i ndis i ’ d l l Im erat ore e un al ro di Andrea M affei Il or e p t . pitt e del l a s el e a l eni M us s o e à n e . R os . M o t . ici ti ci t g t s i ni P o a r o a del R a rt . e M ercadan t e si pat i ttic jbe i. L a con ff L ’ t ess a S amoyl o e l e s ue eccen tricità . ispirat rice del l a

L u ano M anara. S onnambula. ci

N o n ostante i drammi lagrimosi del roman ’ ticis mo de uali il , q pubblico si pasceva , come più serena d ’ ora vivevano i nostri padri la ! o in o vita Al punt cui siamo col racc nto , la preoccupazione politica (meno poi la preoc ’ cupazione sociale c h era in m en te Dei) non turbava l ’ andamento patriarcale del le adu z s nan e o delle famiglie . Tutto cendeva tran quillo per la sua c h ina . e Milano deve cadere . C rc h erò c h e cada 74 R icchezza tran quil la

lentamente . Co s i Francesco I diceva al o o conte C nfalonieri , appena distrutt quel Re

' gno Italico c h e avea avvezzato Milan o alle ’ grandigie d una capitale . E Milano tornò ’ r r i o qual era , una p ima ia c ttà di pr vincia , onorata da alti ingegni e da fie ri caratteri ’ c h e as piravan o all indipendenza . Il processo ’ r 2 1 u n o dei carbona i del fu uragan funereo , ma fugace , nella placida città . o o Tranne quel process , c h e si c h iuse c gli ro o G v o no n or ri dell Spielberg, il o ern allora b r città s s ist attava la c h e , di anguata dalle r o o s il guer e nap le nic h e , de iderava lavoro

o . o o r proficu , la pace Milan c ntinuava a i ’ trarre la sua opulenza dall ess ere u n gran n centro agricolo . N o emergeva ancora nelle ’ s i s o o o o il 6 industrie , alle quali lanci s l d po 0, ’ o s o s s o r un p a di capito , f r e e enza f se , degli s tudii l ette rarii s tudii d i o o , degli luss , c me ’

r . … fin o alt i li c h iama Tuttavia , d all ra , impian r tava qualc h e i ndust ia , la cui ditta acquistò o o o o r p i n me eur peo , c me la fabb ica di por c ell ana detta di S an Cristoforo o ra Ric h ard ’ s o rta nel 1836. L illuminazione a gas c o mincio nel 1832 col risc h iarare dapprima la C ris to fo ris o s Galleria De , s tto i cui cri talli Tommas o Gro ssi e altri letterati pas s e g i no o o g ava c nversand , senza troppo invidiare ’ ai palazzi incantati del l A rio s to . L a s econda ’ s trada ferrata d Italia venne inaugurata fra Milano e M o nza il 18 ago sto 1840 (la prima u era stata ina gurata a Napoli) , e parve un prodigio . I l teatro alla S cala 75

’ ’ Mas s im o d Azeglio lasciò ne M ie i ricord i ’ una pittura quasi idillica della Milano d ai

. S o lora Egli , lo pirit insofferente di vincoli , “ ’ no n trova in Milano quell ab us o di regol a rità , di formalità , di distinzioni sociali , di ge ’ s uitis m o ; quella m ancanza assoluta d ogni ’ l 0 ri sintomo di energia e di vita ,, c h e pp me vano a Torino . I Milanesi amavan o s o pratutto il teat ro ; e il go verno di Vienna li f d b ’ aceva go ere colle allerine , co cantanti , profo ndendo al teatro alla Scala ricc h e do ti o alle quali gli acc rti impresarii , col prete s t o o l ante delle spese , d mandavano appendici ; e le appendici venivano sempre conces s e . E ’ ’ d uopo ravvisare (nota Mas sim o d A ze glio ne ’ M iei ric ord i) quanta fos s e la finezza e l av

ve dutezza d e l r r o . s gove no aust iac E so , si può dire , h a governato per tanti anni la Lom

b o . ardia per mezzo del teatr della Scala E , o n o b is g a dirlo , fino ad una certa ep ca vi e ries cito bene . o in n r Peraltr , Metternic h , u memo iale di s o G 1817 m o retto a France c I da raz nel , s trava al s uo s ovrano la necessità di s ce n dere ad altre concessioni per appagare lo ’ spirito pub blico e l amor propri o delle pro ’ vincie lombarde , dando a queste un ammi ’ nistrazione c h e provasse agi Italiani c h e no n s i volea trattarli alla medesima s tregua delle pro vincie tedesc h e della monarc h ia e c h e no n s i voleva fonderie con esse . A ggiun geva c h e b isognava conquistare il clero e

‘ gli scrittori c h e esercitano l a più grande in 76 I ncoronazione di F erdin ando I

’ fiuenza sull opinione pub blica . Ma come in ’ ciò s ingannava ! Se qualc h e parte del clero ’ s inchinò o servile , gli scritt ri quasi tutti ten

o . O ner alta la fronte nore ai letterati italiani , o o inf c h e s fidand p vertà , carceri , patiboli , u o c o n in sero a poc a poco , lavorio lento ma b s r ! falli ile , nelle mas e il sentimento della pat ia ’ L i ncoronazione di Ferdinando I nel 6 set b 1838 o tem re del a Milano , diede lu go a feste s o ntuo se c h e Milano ricorda tutt o ra . Il mo n rc a un a era accompagnato da ricco , lentis i b simo, interm na ile corteo di cavalli e cava ’ l ie ri b d aral di , di ciam ellani , di guardie nobili , , o di carr zze , una delle quali (quella del rette r magnifico di Pavia) cigolo colla nota più acuta

o r o . o o per tutt il lungo pe c rso Stanc , ppresso dalla fatica delle cerimonie , Sua Maestà cinse al la Corona ferrea in mezzo Duomo , c h e ap p e riva trasformato in una spettacolosa scena di teatro m erc é il talento del Sanqui rico sce f nogra o della Scala , eletto ad addo b b arl o per l nni im la circostanza s o e s s a. ’ o La decorazione d arc h i g tici , di baldacc h ini ’ l Im e rato re per p , pei cardinali , pei vescovi , pei diplomatici intervenuti di panneggiamenti ’ d an i li rossi e celesti , di veli , di dorature , g o , ’ in b d i Fame colle trombe occa , d aquile , co l am adarii rone , bandiere , piume bianc h e , p , tutto quel s ub is s e coreografico s trappò gridi di me ravi glia alla moltitudine c h e accorse per più s ettimane ad ammirare ; e s uscitò il ’ ’ n a i felice frizzo satirico d un ignoto . U ccadem a di poe s ia estemporanea venne offerta alla

78 D il ettan ti celebr i coronato ; m a il più bel ritratto fu dipinto dal

Mo lteni , nella cui casa , fra i lieti calici , Andrea Maffei esp res s e (dice un cro nista del tempo) in r l e ggiadris s imi vers i il comune t ipudi o . Il Molteni fu rimp roverato u n giorno di ’ amare un po t roppo i colori della bandiera : i : imperiale ma egl pronto rispose Cari miei , la pittura no n h a col ore !

i s s i s . L Nelle famiglie canta , uona a s o cie tà ’ s o o e n milane e , nell ep ca c h e t cco , u a società r filarm o nica pe eccellenza . Molti nobili colti vano la mu s ica al punto da in gel o sire gli artisti di mestiere . La famiglia B elgiojo s o e ’ tutta una famiglia d artisti : il principe Emi lio incanta colla s ua voce di teno re ; il co nte

' Pompeo po s s iede tal voce di b asso c h e Gio a c h ino Ros s ini l o vuo le a Bol o gna per e s eguire il s uo S tabat M ater : il c o nte Antoni o com o rato rii s L pone notturni , , me se e a figl ia d i Do m en ico r ° r s , ope etta c h e app e enta al teatro L a Re . contessa Rosa Ba rgnani delizia c o l s uo canto di s o prano i mol t i c h e sollecitano

’ ’ s l onore d es ere accolti nelle sue sale . Essa rappresenta il tipo più internazio nale c h e s i m possa i maginare ; ateniese il nonno , inglese il padre , italiana la madre sua : e delle statue grec h e essa h a il profilo ; delle donne inglesi , o a o la c h i m bi nda ; delle italiane , il fuoco ; ’ Andrea Maffei le con s acra un elegante can zone sulla musica , e la contessa Cla ra la c o ’ pre di baci , nutrendo pe r lei un amicizia che il f i tempo non arà llanguidire . D ilettan ti ce lebri 79

L a contessa Francesca Nava , nata mar ’Ad c h esa d da, autrice di varii pezzi per piano e due salmi a quattro voci c o n accompagna mento di organo , emerge quale pianista . Ci rilla C amb ias i- Branca e c h iamata il Liszt rimo delle pianiste lombarde . Essa è la p ge o o c o n nita di quel Pa l Branca , nella cui casa vengono tutte le Muse , il canto di Matilde ’ Juva semb ra quello d un angelo : più tardi deliziera anch e i superb i ricevimenti di Na pol e o ne III alle Tuileries . do n o A racie l o co ntr E Dieg , vi linista e ap untis ta b ? E do n b o p impecca ile Giovan ni Bala i , mecenate e suonatore di flauto da gareg n u n o o o giare c o magn pr fess re , il Rabboni ? E il conte Cas tel b arco a u to re di sei duetti pe r o vi olini , di d dici quartetti e dodici quintetti ,

’ ’ n e r o o o d u trio p vi lin , viola e vi loncello , d una sinfo nia e delle S e tte p aro l e della Creazione per grande orc h estra e canto ?… Tutta mu s ica dimenticata ; ma allo ra occupava i ge ntiluo i tà s o c e . mini , la milanese , la società italiana Pietro de Mo yana rappresentò al teatro Car E mm d i na a F o nd i. cano u farsa musicale , Un il o abate , Giuseppe Prina , e nobile Gi vanni b Sala , violinista e compositore di allabili , emer ’ n s ge va o anc h es i nella sc h iera musicale . Il Sala faceva ballare coi s u o i valzer i più gra zio s i piedini ; Carl o Besana colla sua voce di basso iacea tremare le finestre delle case ’ dove era ricevuto cogli on o ri d un principe . Altri b assi dilettanti in voga s i c h iamavano o t rio f i i i L te e Battezzati , e s tegg atis s m nelle fa 80 R ossini a M ilano

s i alla t miglie dove giuocava ombola . Men ’ festeggiato dall alta s ocietà e re ttas i ad Areo o f o o pag u , alla Scala , il c nte Marc Aurelio r iani M a l , c h e vi rappresentò la sua o pera d a I ld e on . g , ispirata dalla novella del Grossi o o Il duca Giuli Litta , squisito gentiluom c h e o molti di noi h anno con sciuto , a questo tempo o s e nal avas i era a s s ai gi vane , ma gia g per la sua pass ione alla musica . 0 Tutte , quasi tutte le signore e i signori fil arm o nici più co spicui andavano in ca s a Maffe i dove s i tenevano spesso ammiratis s imi concerti specialmente in o nore dei fore s tie ri illustri c h e vi erano presentati .

’ ’ 37 38 s o Gli anni e re taron famosi , per la quantità di cantanti e di maestri convenuti a

o il . Milan , fra cui gran Rossini Si racconta una delle scene più gioconde di Rossini a Milano una scenetta del tempo (anteri o re a questo) in cui il maestro capitava pro vvisto di tutta la sua gajezza. E i con B el ’ lini e Mercadante si trovava una sera all o s te ’ ’ i l l uil a. N el l us c re ria de Aq , fecero una see m messa per vedere c h i dei tre era capace di i o u n camm nare dugent passi su piede solo . Bellini no n poté reggere e cadde ; Ros s ini si s o stenne a stento Mercadante toccò glorioso la o d l fil meta . Fanciullaggini , ma s no indizi e o s o b fico uon umore c h e allora rallegrava la vita . In un banc h etto offerto ne1 1838 in onore del ’ B arbiere d i S ivi l ia il a b er 1 autor del g , R j ti lesse una poesia milanese c h e tra l e bar ’ Un brindisi p atriotico del 38 81

’ zel le tte gittava u n ardita nota patrio tica sul ’ l Italia anco r madre di grandi

’ ’ Sàl sur R oss ni cessa h b oo de di ? , i , g

C he s t a o era donna s t ra azzada p v p , Ser a st rasciada che l a erd i t e o v p c h , ’ Dopo che l a n ha faa t an t a sven trada Adess de O moni ne fa t roppi pocch

M a ui e e che l a fa er l a M ad n q j p c h , p o a ! H im ancamò i fioeu l de a padrona.

o s Questa p esia sollevò entu iasmo . Tutti la r copiavano , e la facevano gi are man o s critta . La conte s sa Maffei v o lle c h e il R ajb e rti gliela ’ s m trascrive se egli medesi o nell album , dove a b r i la leggo per intero . Il R j e t impro vvisava al Caffè Cova satire contro co l o ro c h e si s b rac c iavano per adulare lo s traniero l o scult o re r no n is fu i Po mpeo Marc h esi , fra gli alt i , gg a quegli strali c h e ferivano anc h e i buoni e ’ ’ o gl inno ce nti. L aure G h erard ini (amico anc h e questi di casa Maffei) fu preso di mira dal ’ rti il s u o R ajb e ; perciò , quand ei seppe c h e ’ c rudele persecutore per u n insult o d apopl es l no n o té sia perdette la favel a , p frenarsi dal

’ " : n ab us ato l l e s cl am are Ne h a ta to ,, Gli ufficiali aus triaci venivano specialmente accolti nella cas a dell a contessa S am o yl o ff e

1 a l ei s nor R oss n che os a de o d rl e C he ) S , ig i i , c v i ra donna mal mena a s er a ezzen e che ques ta pove t , v p t l i sb rendol do o che n e ha ar or o una uan perde g i , p p t it q ’ a adesso d omenoni n e fa ro r o o ma ue o tit , p p i p chi ; q i p hi er l a M adonna ! s ono an ora fi l del l a adrona ! c , p c i g i p

R BA I E A . Il S al otto Ill a ei . 6 . RB R /f ‘ 82 L a con tessa S amoglofi

T u s r in quella di Giuditta rina , i pirat ice di

Vincenzo Bellini . L a co ntes sa Giulia Samoyl off fu una delle fi gure più singo lari della s ocietà no n s olo ro m milanese , ma eu pea per le sue si patie ,

s e s r e r b ene fice nze . pe r le u t anezze . p le Me rita c h e s e ne trac c r il pro filo . in s u 18 3 Nata Rus ia nel l glio 0 , dal conte

Pa h len , capo dei con giurati c h e strango la o o o e r ron lo czar Pa l I , allevata coi p incipi del sangue imperiale alla C o rte di Pietro o S amo l ff b urgo . Suo marit y o muore presto ; o o ed ella cerca e trova c nfort a Milano , dove si co nduce per la sua amicizia e parentela r colla casa ducale Litta , dalla quale iceve un ’ ass egno di cent o mila lire al l anno lasciatele L o da u n itta , ammiragli ai servigi della

Russia e s uo congiunt o . Entra nella nostra so cietà in un s o ntuo s o b all o masc h erato c h e un n ro il o G s gran sig ore magia , c nte iu eppe Bat hi n o b d i o : t a y , offre ai n ili Milan ella veste il pitto res co costume di contadi na russa col o o fino cappello dal vel pi vente a terra , a b ito

ro s s o b . o , manic h e ianc h e Alta , di forme pti ’ ce rvino d u n lente , dalle c h iome , dagli occ h i ’ r s o iù o u s r co l o r ve da tr p c h e v l ttuo o , atti a l at ’ b b l H a z tenzione fra altre ellezze super e , e ye s s e i la ritrae . Appa ionata p cani , ne alleva nel o o suo ricc appartament di via Borgonuovo , u n g ran numero ; si ricordan o ancora i fune ’ r o in o o ali da lei rdinati n re d una cagnolina ,

e r ne u a del l e G raz e al unna V gi c cci i , L a contessa S arnòglo/f 83

’ la cui s alma fu acco mpagnata all ultima di n o o s mora i h giardino , da u c rte indi ciplinato o fr r di altre cagne e cani , racc lti a gli amici pe rendere più s o lenni le e s treme o noranze . Si parla ancora di u na masc h erata di gatti c h e ’ l e ccentric a contessa lanciò pe r il corso un giovedi grasso; s o tt o u n furio s is s imo diluvio ’ de u ii ne i o di coriandoli , q a , carneval ni avanti ’ 4 u n mm 8 o . il , si faceva gett i enso , fantastico l s i Gelosa conservatrice de le sue carni , b agna religio samente ogni matt ina in u na vasca di

. N o n latte capisce nulla nulla di musica , e pi ’ e r i ’ glia fuoco p ogni musicista . S n nam o ra d un o o oscuro baritono , bel gi vane , cert Pery c h e a Como strilla alla peggio la parte di Carl o V ’ “ i v nell E rnan e uole sposarlo . Il sommo o : Carlo ,, sembra pazz di gioia immaginarsi c h e il pover ’ uomo passa dai digiuni forzati in una topaja alle sontuose mense della c o n s in un o tes a appartament principesco . Ma la

‘ contessa e condannata per augusti v o leri a o scontare il suo capricci nuziale . Da questo momento , viene esclusa da ogni ricevimento a : l o Corte scandalo è enorme . M o rto anc h e il b o o o arit no , per essere accolta di nu vo a C rte , la S am oyl o ff sceglie a terzo marito un conte dal quale s i divide presto : prima si era accesa il d anc h e per maestro Pacini , c h e imenticò per lei i s o la sospirosa pr ncipes a Paolina B rg h ese . I legami colla S am o yl o ff no n gi o varono tropp o ’ al buon nome dell auto r della S a/o e i mila ! , f , l o fis chiando nesi punirono le sue opere . Fra ’ ’ r gl intimi amici dell eccent ica dama , va an 84 L a contes sa S amoyl ofi

o noverato anc h e Giangiacom Pezzi , di cui si ’ r r I ori e rc h e li ricorda anco a il gio naletto fi , p g ’ v inte rcal ava in ogni numero fervidi omaggi poetici alle sue dive . Questo Giangiacomo o Pezzi (figli di Fancesco Pezzi , il giornalista) ’ avea raccolto un e redità da uno zio mercante d i porpore e , per reggere col lusso della Sa l o ff o s r m oy , la sciup tutta foggiando pe sino ’ ’ nell intimità della cucina secc h ie d argento . o o S am o l o ff o U n gi rn , la contessa y si tr va nel o sal tto Maffei colla poetessa Giulietta Pezzi ,

del o s uo . V a s o rella tener amico ederla , b ciarla e sci o gliersi in piant o pe r il dolce ri ’ e un co rd o c h ella le ridesta , punto solo . Se la s t ringe al cuo re e più al suo ahimè c o n effetti pitto rici veramente l agrimevol i perc h é quando la giovane s crittrice si toglie r s u n da lei , i p e enti notano doppio curioso : o o spettacolo il viso di Giulietta tint di ner ; . e il viso della S am o yl o ff rigat o da grosse la c rime dell o stess o col o re . L a dama russa o usava tin gersi c piosamente , disperatamente ,

‘ col nero - fumo l e ciglia e le Que ’ sta mania no n l ab b andono neppu re in punto r di morte . Sentendosi vicina a mori e , sup plicò la cameriera di tinge rl e dopo morta le n so pracciglia c o ogni diligenza , perc h é alt ri ’ no n s acco rge s s e c h e erano incanutite . S am o l o ff Non avendo figli , la y aveva adot ’ tato una figlia del Pacini e u n altra ragazza c h e prima andò sposa al colonnello aust riaco oi del b o Aspas e p al fratello aritono di C mo , b Pery . Mo lti ridevano di lei , ma molti altri la e

86 L a co ntes sa S amoyloff

l ’ co rso . Il cane s altò s u divano dov ei rip o s ab b a are ras an o l ava ; senza j , lo svegliò p d g i una il petto , e gli fece capire c h e sventura s c o n u n tava per succedere ; e ciò sentimento , ’ c o n un espre s s io ne quasi umana . e r nde o s G S amo vl o ff M e , la c nte sa iulia la ’ i mo s c ò ogni ricc h ezza all ulti suo compagno , un medico di To lone ; gli la s ciò persino i ri ’ cami c h ella s o le va eseguire con a rte s o praf u n o s fi na , mentre gi vane milane e (appunto quel b e ne fic ato e ra pro fess o re di mu s ica a Milan o ) andava leggend o le li b ri e gio rnali nelle o re co n s ac rate alla lettu ra . o o S amo vlo ff Nel sal tt Maffei , la andò s o l o i o o e ra r nei prim anni all rc h é ess lette ario , artis tico ed elegante . Q uand o il caratte re pa trio ttico d e l o o ac cèntuars i salott c minciò ad , n n ar no n ella o vi c o mp ve più , venne più ri

c e vuta . Clara Ma ffei n o n acco glieva alcun uffi ’ d e l aus triaco e r o ciale presidio , p quant d alto s plend o re di natali e pe r quanto colto : la S am o lo ff i r c o ntessa y nvece , ne iceveva tut r e r il d ta u na sc h ie a , anc h e p gus to i c o n ’ versare nell idioma di G o et h e in cui era maest ra . L a Maffei s o rridendo raccontava un an od doto riguardo a un gi o vane u fficiale austriaco ’ 48 o c h e de s iderava (prima del , si n ti) di farle r u na visita . La contessa gli fece ispondere c h e

’ ’

n e m i. o o m e n r no c ra a Qualc h e gi rno d po , t el la ’ r s co n si t ova ulla via a passeggio un amica , ’ ’

. o incontra l ufficiale E questi , c h e c nosce l a ’ L isp iratrice di B el l ini 87

’ mica l avvicina e fatte l o un rispettoso saluto le dice : va tutta s ola ? C o me mai , signora , se ne

no n G iuditta Turina , milanese , istruita come la S am o yl o ff (c h e parlava e s criveva cinque ’ o s an lingue), p tea vantarsi d aver po seduto ’ c h ella il s uo Pacini anzi il fo rtunato rivale del Pacini ; il creato re della N orma e della

S on n am b ul a.

b s o o a Era ella , di tatura piutt st alta , di c pelli ed o cc h i castani scu ri . Venne sposata sedicenne dal padre (un Cantù di Pavia , negoziante di sete) r s r a Ferdinando Tu ina , po sessore di vasti te o o o o reni a Casalbuttan , gener s vers i poveri ma ’ di modi p o co raffinati . L a giovane sposa s in ntr co n V c o ò una sera incenzo Bellini a Genova , ’ al teatro Carlo Felice nel palco d una dama li L o m el lini o gure , la marc h esa de Tul t ; e si ac

b o . C o nn nciati cese su it per lui a Genova , i loro o o am ri divamparono a Milano , a Nap li , e nei o s l o silenzi di Moltrasi u lag di C o me . Un fratell o del marit o lo persuase finalmente ’ a s eparars i da u na do nna c h egli no n potea i render felice . La d visione avvenne , ma senza

s s . scene , enza candali A l o S am o l o ff pari della c ntessa y , Giuditta

Turi na non eb be figli . Del marito non parlava ’ mai co n disprezzo : tutt altro . Alla morte di lui s i mostrò co s ternata (b e nché no n lo ve desse da quasi mezzo secol o) e vestì il lutto più stretto . I s uo i vecc h i vi s itatori si senti rono allora in ob bligo di recars i tutti a con 88 L uciano M anara

rtarl via r s ue fo a là , in Ver i , nelle stanze a in n pian terreno , c h e mettevano u picco lo b 1871 giardino . Il dicem re , questa notissima sign o ra (c h e la contessa Maffei solo appena salutava per via) mori settuagenaria . Sia pace in o alla sua anima c h e fond era buona , e c h e inspire un miracolo di grazia e di sentimento : L a S o n n am b ul a ! Una pennellata al quadro della società mi ’40 e lanese prima del , data da una lettera di Giulio Carcan o : “ s Una celebre dama ru sa , le sue carrozze , il i suoi cani erano soggetto di mille disco rsi . ’ M o lti signori s fo ggiavano l imitazione delle _ mode inglesi e francesi ; e accanto a ques to novità , si mantenevano in certe famiglie pa o trizio le antic h e abitudini , le tradizi ni di ri ’ d un S spetto , di cerimonia , certo sussiego pa nuol o o b b g , temperat dalla onarietà am rosiana . I gentiluomini bigotti e b o narii permettevano ai figli di ballare , ma dopo la recita del re sario . Ho qui dinanzi tutta una serie di briose

‘ o M anara b ell i lettere inedite di Lucian , s s im a l o nine natura e , una delle più splendide c h e onorino la razza italiana . S on lettere fami gliari alla donna gentile c h e portò degna mente quel no m e glorioso . Esse rivelano parte dei costumi della società e mostran o la calma ’ del periodo c h e precedette il 48 quel sereno no n c h e faceva sospettare la tempesta . Al lora L uciano Manara veniva c h iamato per la i rd n s ua squisita eleganza l m il o i o . Un sacerdote 89

n o Alcuni , lig al passat , abborrivano con o r o m o de r re dalle di cui parla Giulio Carcano . Andava famoso per Milano un ricco sacer il dote , Ferdinando Della Croce , quale conservò

' ’ sino all ultimo gi o rno di sua vita (c h e fu il 28 marzo 1855) la zazzera incip riata in us o fra gli eccles iastici nel Settecento : si può ve derlo nell a copi o sa galleria dei ritratti dei

’ ’ l O s pedal e maggi o re d i Milano c h egli benefico morendo . E o ra c h e abbiam o o sservato i dintorni del s rito rniam o vi : va alotto Maffei , vi Lucian o r u n : Mana a , e eccelso amico di questi Giu seppe Verdi . C APIT O L O VII .

\ E R DI .

u V r L e tt era di G i us eppe Ve rdi. G i s eppe e di e G i ul i o

n u r P ns L oro d s uss o s S akes ea e . e er C arcan o . i c i i h p i i di G i us eppe Verdi s ul vero e s ul fan t as tico . N el l a ’

U n an ma. pace di C l us one . i

’ L amicizia o ttiene un cult o quas i religio so in b ca s a Maffei . O amicizie no ili e alte , c h e no n ’ illanguidite per mutar d anni o di vicende ; o amicizie nate nel gi rno della gloria , del pé e o r no n s rico lo del d lo e , e pente neppur dalla ’ o o o addio m o rte , poic h é anc d po l ultim , vi vete nei cu o ri dei s uperstiti ; c o n quale splen r r el tt dore siete fio ite in pa ecc h ie anime e o , in ’ alcune anime grandi ! L amicizia c h e pe r la co ntessa Maffei alimentan o Ale s sandro Man o o o z ni e ; Tommas Gr ssi , Giu l io Carcano e insigni politici del ris o rgimento ’ ’ d Italia s o no iù o , l elogio p bell non s ol o di t quella gentildonna , ma anc h e di quei empi tanto m aggiori dei no s tri ; tempi in cui s acri ’ ’ ficando a l a g ideali dell amicizia e alla p tria , v r si obbediva alla oce miglio e della coscienza . Verdi e la contessa Bl a/fe i 91

r 1842 s N ella vita di Cla a Maffei , il egna un ’ n punto luminoso . I quest anno ella co n o s ce l o s r o fido Giuseppe Verdi , colui c h e a à amic e venerato e per il quale ella nutrirà s empre n n s o in entusiasmi senza limiti , o lo omaggio ’ o in o o ai all artista di geni , ma anc h e maggi ’ n l uo mo di carattere . N o e vero quell o c h e ’ “ s i dice dell inamab ilità di Giu s eppe Verdi . C e rto ’ s s o r egli odia l infinita c h iera dei eccat i e , ’ s d A ze lio r o r come Ma simo g , vor ebbe f se c h e o s o ai dieci c mandamenti fo se aggiunt , unde : non s eccare e o r cim o ; ma nel fondo c tese , e alle care memorie la s ua gentilezza s i ri s veglia s ubitanea . Gli c h ie s i quando co n o b be M o s la contessa affei , ed egli mi risp e subito :

B uss e o 14 u no 189 t , gi g

S i no r B arbiera g ,

b e n Poco , poco h o a dirle della povera con tessa Clarina Maffei . F i re s e ntato L e i s 1 4 u p a nei primi me i del 8 2 . ’ Da quell epoca i n o stri rapporti amic h evo li so n o stati sempre eguali e costanti finc h é Ella visse . L e lette re cors e fra noi a maggiore o mi nor frequenza i h s i lun go s pazio di temp o n o n h anno nis s una importanza e no n meritano di farne parola . Mi creda colla più s incera s tima

devo t iss .

G . VE RD I 92 D iscus s ion i S hakes; > eriane

Il sommo mae s tro fu pre s entato a Clara ’ M affei all ep o ca memoranda del trionfo del ’ N ab ucco alla Scala (9 marz o 42) c h e rivelava un o o geni nuovo , e di cui tutta Milan , stupita , ’

o o d un . comm ssa , parlava c me prodigio Egli ’ era un giovane modest o d aspetto e semplice

. r o him ! di modi Al ovesci di tanti , e a è tro ppi

o o . o l altri , non p sava a geni Giuli Carcano , co ’ anno s inco ntr quale , in quello stesso , ò presso s r r o la conte sa , impa ò ad ama l , riamato , ’ ’ d un amicizia profonda e indissolubile . Giu r o se ppe Verdi e Giulio Ca can si trovarono , do o b o cinque anni p , entram i a Clus ne , nella o valle Seriana , sul Bergamasc , dove la Maffei ’ passava ogni anno l estate , lieta di rivedere o il cielo nativ , lieta di godere la pace cam ’ pe s tre de po il fro u-fro u (com ella scriveva ad un amico) della c ittà e dei ricevimenti del suo salotto co s m o po lita . s O spiti entrambi della conte sa , Giuseppe r o Verdi e Giulio Carcano lavo avan liberi , que ’ s t ultimo sotto qualc h e pianta , e Verdi solo ’ b r s ol e tte su un altura om osa , e ivi , nella o s il enzii solitudine , nei prof ndi , quel Genio creava . Alla sera , i due amici si rivedevano ’ ’ e di s cutevano di poesia , d arte . L argomento r prefe ito, era S h a k espeare , della cui immensità Giuseppe Verdi s i m o s trava ammirato e dei cui drammi Giulio Carcano approntava allora la traduzione po etica . ’ o 1 47 r Nell ann 8 , Giuseppe Ve di , rappresentò per la prima volta a Firenze il suo M acbeth sul libretto del Piave , e Giulio Carcano p ub

’ 94 P rincip ii d arte neppure una paro la e supe rflua : Quant o h ai ’ fatto bene a t radu rre in pre s a come nell o ri ginal e il s o nnamb ulismo del M acbeth Hai ’ o b s s : un o u na dett eni imo epitet , parola , un in ve rs i o ne poetica poss o no i nfiacchire il vigore ’ o E b e n c h e s s e ndo il e del test vero . s nnam l is m o u n ro o o rb o o s b u p f nd tu ament nerv o , il l inguaggi o po etico no n s a re b b e fuor di lu o go : ma s i vede dalle pa ro le di Verdi quale ri s s e r S e r petto ei enta p h a k espeare , p la ma

n f s tazio ne o . i e del geni altrui Il maestro , c h e o r m us icarl o molti e m lti anni p ima di , ac cennava al Fal s taff (l o rilevo da u na s ua let o o tera alla c ntessa Maffei) , alludend sempre “ a S h a k espeare da lui definito il papà di tutti diceva : “ Co pia re il vero può e s sere u na b uo na in ve n tare il vero e cosa , ma meglio , m o lto r s ia o megli o . Pa e vi c ntraddizione in queste tre paro le in ve n tare il vero ; ma de m and al o ’ al papà ! Può darsi c h egli s i s ia trovato c o n s f f qualc h e Fal taf , ma di ficilmente avrà tro o u no s o o vat cellerat cosi scellerato c me Jago , e mai e poi mai degli angeli come Cordelia ,

o o . o Im gene , Desdem na , ecc ; eppure son tanto ve ri ! C e piare il vero e una b ella co s a m a e

o . fot grafia , non pittura A Ve rdi non sarebb e dispiaciuto musicare ’ l A ml eto : Giuli o Carcano deside rava di ap pro ntari il li b rett o . ’ N el 48 all o rché il , Carcano accompagnava il marc h ese Anselm o Guerrieri - G o nzaga a Pa in s ’ rigi una mi sione p o litica , vi s incontrò G li andeghée 95 con Verdi : e il nuo vo incontro fu affe ttuo s is ’ simo e ravvi vo ancor più l amicizia . L a Maffei avvertiva G iuli o Carcano ogni vo lta c h e il mae s i o stro passava per Milano , affinc h é tr vas s sero da lei in ieme , nelle prime ore della sera , quando riceveva nel s uo salott o sol o i più in

’ l i nd e hee i arrucco n i s o o l timi , g a g ( p ) ec nd a ’ o o o o definizione menegh ina d un di l r , uom di s pirito . E i più intimi qualc h e volta giocavan o alle Carl o Tenca (del quale ci occuperemo più innanzi) rico rdava ne l 1869 alla contessa

’ quel piccolo gruppo solitario d i giocatori d oc i ’ cas one , fra quali primeggiava co lla sua vi o ro s a g testa di artista creatore Giuseppe Verdi . A ro o s ito del lieto success o del Do n C arl o p p , r c h e si rapp esentava alla Scala , e accenn ando non s enza pungente tristezza agli o ltraggi c h e un veleno s o giornale distrib uiva al lora a inteme rati u o mini di parte moderata il no bile patri o ta co si sc riveva da Firenze all amica gentile :

L eggo nei g io rnali c h e Ve rdi e a Milano st o o o c o n e vi e at acc lt festa . Manco male c h e per l ’arte musicale il pub blico mostri un ’ po di quella reverenza c h e non h a per altre

o . fo rtu nate il il c se E Verdi , quale può diven ’ tare mili o nario s enza su s citare l invidia e la de s o malevolenza i t lti e dei b ricconi . Quanti valentu o mini invece h anno fatica a vivere pove ramente e s i beccano il tito l o di lad ri e ’ ’ di furfanti ! M immagino c h egli verrà ogni 96 G iulio C arcan o

' an d e hee sera da voi nelle ore dedicate agli g , e c h i sa c h e non si ri s usciti il tresette come si aveva costume di fare tanti anni addietro ! o A pensarci , son davvero tanti questi anni trascorsi dal temp o in cui si pas s ava c o n ’ Verdi un oretta b isticciando al tavolino co lle

. r u un carte in mano Suppe gi , quarto di se col o ! G iuli o Carcano era ciò c h e Mazzini diceva ’ di C arl o Bini : e ra un an ima. E i visse sol o pei più nob ili affetti . Impossi b ile immaginare u na o r in una macc h ia , v l ga ità quel carat c o n tere , c h e amava purezza e devozione ’ io l tal ia il D , I , la famiglia , gli amici , po ’ ’ r o polo , l arte . Pat izi d una famiglia originaria o o b di C m , inscritta nella no iltà milanese fin I r dal secolo XI , e gli faceva ono e al motto del r o : S ine suo stemma , c h e pa eva tr vato per lui m ac ul a e t n ic e can d id io r. Questo discendente li n di feudatari pal pitava per g umili , e de s criveva le miserie co n tenerezza q uando il s o ciali s mo no n le s ollevava ancora c on bru o o o o o talita. C l r i quali lo accusavan (e l deri o devano persino della sua facile comm zione , non s apevano c h e questa nasceva al co spetto o i r o di dol r ve i , dei dol ri delle classi disere s r date , di tutta la lunga c h ie a degli infelici ,

al duro mondo ignoti . Certe sue storie me ’ n s tis s im e no n sono i ventate , no il fondo n é r ! N o n o vero , pu troppo gli fu cert estraneo ’ ’ l esempio del Manzoni , narratore anc h egli di due contadini oppress i dai prep o tenti : e nep pure n u al tro modello I l Vicario di Goldsmit h :

93 C lusone

in s s ua r uno lasciò Clu one , pat ia , dei famosi n n orologi da lui co strutti . E c h i o co nosce ’ l ampi o affre s co dipint o nel Quattro cento in ’ un lato e s te rno dell antico orat o ri o dei Disci pl ini c o n s acrato a san Berna rdino da Siena ? In r r r o alto della pittu a , eme ge il t ionf della o s s o r M rte ; al ba , una danza macab a ; pagina l o s o tras c i di conso azi ne ai mi eri , c h e vedon nati e d eguagl iat i n el ballo s pavente vol e i t o . e p tenti e i felici Ma il empo , critico ines ra c anc cll a o co o o r bile , a p a p c la ridda fune ea , r o degna dei fo sc h i eremit aggi settent i nali , e c he contra s ta t ro ppo c olla letizia del cielo

i o r . taliano , c lla pace dei dinto ni C APIT OL O VIII

C . P RA T I N IC C O L IN I G IU S TI .

m r r o ann P ra e l e s ue am a . G o ann T G i v i ti i t ici i v i orti . ’ l l is irat rice di E dmene rda S toria de p ga . Il cardi nal e ius e R G e e ere. l m c on te G ays ruck . pp v I arch ese G iu s eppe Arconati Viscon ti . Il tipo del M archese C ol ombi

i P aol o F errar . G amba is a N ol ni l a on ess a d i i tt t icc i , c t

n na R osa P ol d — P ezzol na a T r z iu M affei e do i i t ivul i o . G

us in as a M anzon n el sal o o M affe e s u s eppe G i ti c i , tt i l

S uoi error . Una a ina l ago di C omo. t i p g del l a pol i zi a

C arl o C a aneo . E nr o C ernus r a. A a s eg et tt ic chi . b ti

al an . F el e R omani ed al r l e era g ti ic t i tt ti .

b ldanzo b n Giovanni Prati , alto , a s o e e c h io mato , giunge a Milano nel fiore splendente della giovinezza e della fama ; e vien s ub ito presentato da Andrea Maffei alla contessa . r E i h a ventisette anni , ed è celebre pe la E d m en e ard a sua g , c h e i giovani e le si gue re sanno a memo ria . Il Manzoni (c h e c h iamerà i versi del Prati fiori e fieno il Grossi e il Tort i l a tri nità p o etica ufficiale di questo tempo lo o o accolgon benev li . 0 lan n l 1 42 1 0 G . P rati a M i o e 8

’ o Giovanni Torti , il bel vegliard , anc h egli s di dol c is di statura vantaggio a , maniere o s b enché sime , visita la c ntes a Maffei e , ro o o il mantic quasi c me Prati , sostiene nelle sue discussi o ni con questi la sentenza di ’ B o ileau c h e piace al Manzoni : il n y a d e i b eau ue l e vrai. i il ve ro l q Il Prat ama , ma vero avvolto in una ne b bia iridescente ; egli il s detesta , come cantor di Bas ville ,

’ ’ L ari o ro he de a è omb a d ve c v ti t ,

’ ’ b o al l a e s ab andona v lentieri imm ginazione , ’ ’ all im e to o o r p dell estr , del quale ff e qualc h e ro in s r p va ca a Maffei , recitando ve si c h e sulle b r s o o i sue la b a u nan p ù c h e mai arm o ni o si .

E i recita as s ai b ene . Recita come il

M o il . nti , , dice Maffei I due poeti , trentini r b o ent am i , si scambian ab b racci e sonetti . ’ Il P rati ammira nel Maffei l alta eleganza ’ il f nu r n i r Maf ei an i a e P ati l alte volo . ’ ’ b m s il Nell al u della conte sa , cant o r d E d m e n e ard a b Ol a g scrive una rapida allata , g , c h e ’ nella forma ris ente d ell improvvi s azio ne e ’ s anno da all us iv nel concetto alle liric h e o , ’ nelle quali l Italia è raffigurata in una ver ’ b o gine ella e melanc nica . vittima a piedi del

o . iù b desp ta Olga e p c h e ella ,

F or el es e ch e ma ura i c t , t F ra l e n e i n r a al Vol a vi iv g , F i or che al l egra al rus s o despot a ’ r L asp e notti e i corti di .

102 O rigine di E d m e n ega r d a risplende per la bellezza : pa s sa per una delle ’ fo più leggiadre donne d Ital ia ; e le sue rme , ’ sospiro dell Hayez , si manterranno , come f ai quelle di Ninon de Lenclos , per ette sino ’ l età più tarda .

Giovanni Prati si dice nato a Da s indo . E i e nato veramente a Campo Maggiore , me ’ sc h ino villaggi o l o ntano mezz ora da Dasindo in quella valle t rentina del Sarca da lui definita

C on a di fres r urna di fior . c chi ivi , i

A Dasindo si mostra la casa paterna del Prati ma il primo vagito del poeta ec h eggio a Camp o ’ nello squallido refetto rio d un antico convento s s o : di frati zoccolanti , oppre s da Napoleone I ’ e là c h egli e nato ; e la su a famiglia non ’ o m e li al possedeva blasoni c g , modo di Balzac , tacca credere . ’ E d mene ard a di L origine di g , questo poema moderno , caldo di passione , c h e arieggia alla ’ P aris ina di Byro n ma l a vince nell ampiozzn

no n e . e nel movimento , fantastica Fu scritto o l a molte v lte (ed è esatto) c h e protagonista , iù o e un l bella , e p c h e c lpevole sventurata , a I d e arda g , sorella di Daniele Manin , sposa a un ’ l\ l eryweather d origine inglese dimorante a Venezia ; ma no n furon o ancora de tti i parti r o c ela i curiosi della sua passi ne , c h e inspire una delle più fiammanti poesie . e r we ather Una sera , il M y davanti alla Manin ’ (c h era allora u na ragazza) disse sc h erzando :

Le donne sono capaci di tutti i sacrifici . ’ I l L eoni d E dmen egarcla 103

Non sarebbero peraltro capaci di tagliarsi i capelli per u n uomo . o M er weath r L a mattina d po , al y e veniva

’ recata una lung h i s sima e folta c h i o ma d oro : d i la c h ioma della sorella Daniele Manin , la ’ ’ ’ quale se l era reci s a o ffrendola all u o mo c h ella ’ r s ull is t nt amava . Questi le offe se a e la m an o s e s e o r r o fu di p e le n zze , alleg at dalla prole , rono pc r qualc h e tempo felici. Ma un altro o r fuoco d vea accende si in quel cuore di donna , o s o r Zanadio u n fu o c di pas i ne per ce to , ve

il L . e neto , eoni del poema Non vero c h e quei ’ fosse ab b ietto come il Prati dipinse l amante di E dmene garda . E i amò lealmente quella ’ b e am donna , l a cui fulgida ellezza l av va i c o n m aliato . Viagg ando a lungo lei consumò dovizie c h e mai av rebbe c h iesto alla donna

’ o . u n o de suoi s gni Questa , gi rno , vinta dal ’ rimors o d avere abbandonato il marito e un ti s i on . figlio , ravvide , si p e ottenne perdono Il marito mai cessava d i s o spi rare a quella fascinatrice c h e pur lo aveva amato s acrifi ’ nel candoi mattino dell amore , come la fata

’ ’

ro . d una leggenda , i suoi capelli d o magnifici

' ’ n V ha nature c h e , al pari di B yro , aman o s inceramente più volte . Simili alla Salaman dra della favo la c h e viveva nel fuoco , esse ’ vivono nell amo re . Travolgon o tal o ra nella rovina e nel pianto intere famiglie ma talora b o h ann o il potere di spro nare a no ili , er ic h e s r risoluzioni , anime c h e otto il f eddo sguardo

’ “ d alt ri spiriti si sareb be ro congelate per sem ’ pre nell inerzia o nella fatuità . L a storia in ’ 104 L arc ivescovo G aysruck

’ ’ tima , ignorata del risorgimento d It alia e d al tri popoli conta a mille le pas s ioni d ’ amore c h e ai glori o s i cimenti lanciaron o giovani i

' quali s e nza quel s acro fuo co sarebbero rima sti a langui re in paurosi rise rb i . C e rto si me s o r o ritano ben diver o culto , cult impe itur , di o r o r vin , alt e anime di donne , di d nne inte n e c o n o rate c h e amano prof nda , tranquilla , immutab ile devo zione e sacrificio : ma e s s o o appartengono più al ciel c h e alla terra , ed é pe r questo c h e spesso il cielo le riprende tre ppo ’ b E d mene Indici ile l entusiasmo , c h e gard a sollevò a Milano . Ai semi nari s ti c h e se ne bea s o u vano di trafor , i s periori proibirono il ’ poema dell amore col pevole : ed es s i ricor ’ ' sero infuriati in appell o all arcivescovo car a s ru ck c he o o o dinal e G y , tost c ncess loro il permess o d i leggere i versi armoni o si e pas

l . b s io nati de Prati Bizzarro , ma li erale e r di buono , questo ca dinale conte Gaetano

G ays ruck della Ca rinzia. Fumava in casa la sua b rava pipa di po rcellana e per le vie in n a e o cedeva c o n u p j di rum rosi stivaloni .

N o n mancava alle feste di ballo ufficiali . Non l amava i c h iostri ; e , tutte le vo te c h e gli era ’ s immol as dato , impediva c h e le fanciulle n sero alla vita m o nastica . N o permise c h e alcun o rdine religio s o teness e case nella sua ’ i v diocesi fintanto c h c ne fu il capo , non e o an lendo tol le rarvi un cler regolare il quale ,

a. ziché da lui , dipendesse dai generalati di Rom Eb b e il merito di ripulire l a diocesi dei preti

106 G iusepp e R e vere

’ P erchè ? r o scrisse un tutt o a inedit , c h e pre n l diava alle battaglie della libertà , in strofe s o nanfi :

’ Di mmi s e nel l a l ance del l E terno C he dei o ol o ndera il des n p p i p ti ,

’ ’ È d al e na pes o l ingoiat o sch erno ’ E l impedit o pi an t o cit t adin ;

S e il s ec ol o c he asces o Iddi o mat ura ’ G l obe infeco nde an ch ei s emi nerà ; ’ S e al di del l aspet t at a mi e tit ura ’ B oss eggiant e l aurora s urgerà ?

’ E s e l unghi a ferrat a dei c aval l i ’ C he a l e n ern a resero a nit rir ti v i pp , Sempre cal pes t era ques t e c onval l i

’ r nno n c o z fii ri il s C he i va e s o pi r. …

Oh t u ! che vi eni dal l a sfera s ant a ’ O ve raggi a l amor che t utt o s a ; ’ M i disve l a s e un di l it al a pi anta ’ R igogl i os a t ra noi s i nfronderà

’ Il Revere pas s ava a Milano per uno de gio ’ s i r o vani più avvenenti ; ed egli n era apit , ’ s c as cò in c h e , una volta , all o teria , un tranello

’ r . de su o i amici bu loni Questi , eccitando ap punt o la s ua v anità e il s uo puntigl io col dirgli che in fine egli portava tanto di busto r r per reggersi di itto , gli fecero , ment e impe r n r vers ava u freddo da cane , scop ir nudo tutto ’ rs o un s o d A o ll o e il to , belli sim torso p ; nde

‘ po i e barzellette e risate e brindisi per am s o o man are le furie del p eta c h e , c me avviene , A n tonio G argan tini 107 voleva canzo nar tutti e no n essere canzonato

l un . o da a c e Una delle figure l mbarde , c h e iù il G ar antini p divertivano Revere , era il g , il i p ù comico tipo della società , vero gentil ’ uomo , per altro d ottimi sentimenti , leale , benefico . La fama degli spropo s iti del Gargan ’

o r l Ol o na. tini v lò olt e la cinta daziaria , oltre E i diceva : oggi mi s o n c h iuso aritmetica n n m en te in cas a . D o po u a discussione i cui s i lasciava parlare empre gli altr , incominciava : b b e ra grave E ene , dirò io , e dirò meglio . ’ in n S atteggiava a poeta , e u a sua tragedia specifico esattamente (secondo la misura com m ercial e del tempo) la quantità di certo vinello spedito no n s e da quale re a qual vassallo :

Di vin e o u n c v l o due br a a ente. v cchi , ci è

’ Un altra s ua tragedia finiva co n questa eroica risoluzione :

T u esigi il s angue mio P rendi il s uddetto !

in Egli era , una parola , il marc h ese Colombi S atira e P r n i della a i di Pa o lo Ferrari . Giuseppe Revere rass o migliava a Ugo F o s o scolo nella smania dei cavalli , del lus , nelle i vanter e , e nella potenza sculto ria del verso spiegata in sonetti superbi : e di Ugo Foscol o andava tutto solo mormorand o i S ep o l cri s o nella ilente via delle Ore , convegn dei me

. o o sti amanti Come il Monti , c mp neva a letto , v o sul quale passa a buona parte del gi rno . 0 i lini B . N c o 1 8 G . c

Qualc h e editore , per ottenere le pagine pat m tuite , dovea andar da lui uno scrivano , a uto b cui egli , dal letto , senza j alcuno di li ri , o b dettava vel ce , mai s agliando un nome sto né in uno artificiato in rico una data , stile , ’

r . o una lingua pu issima Un sant u mo , venerato d a il dalla Maffei e tutti , marc h ese Giuseppe

rco nati- s o o dei A Vi c nti , protett re nel Belgio profugh i italiani e più c h e amico fratello d el in Berc h et cui ospitò a lungo , compero ’ ’ b locco non so quante copie d un opera del Revere per veniri onestamente in aiu to ; e il Revere giubilante acquistò s ubito con quella s o u n a il is s im o til b ur in tr n mma g g, cui , o eg iando face a o ro o in g , clam s sfoggio pel Corso , m ezzo ai gaudenti s faccendati c h e lo guar

’ r o n davano . O ra egli do me l ultim sonn o i o o s b quella R ma d ve , qua i o liato , condusse li i o r u o g ultim gi ni , quer l e caustico sempre ’ ma n o n pentito d aver c o nsacrato il meglio

’ dell i ngegno e della vita alla patria .

“ ’ Recat omi alla memo ria dell o ttima vost ra r i ne r consorte . La Po c a me h a pa lato c o n riverenza ed affetto

C o si Giovan ni Battista Nicco lini s cri veva ad Andrea Maffei nel maggio 1845 l anno stess o o ’ in cui venne a Milan G iuseppe Giu s ti . L au ’ to re dell A rn ald o d a B res c ia ono rava in Mi lan o s o pratutto due dame : la Maffei e donna

— n R o s a Poldi Pezzoli . Ma neppur c o q ue s to frenava gli s catti nervosi del suo tempera mento facilmente eccitabile . A c h i l o l e dava

L orenzo B arl ol ini

un auto r f parsa . Avendole c h iesto g a e del Pa il : rini , Niccolini scrive a donna Rosa

’ ’ Le c hieggo pe rdono dell incomo do c h i o le reco c o n questi miei scarabocc h i : ma un b s e prover io fiorentino dice c h e , tu dài un ’

i lian . dito , e ti p g tutta la mano E trattandosi h ’ b ’ della sua c è cosi ella , mi spiace d e s ser ’ o no n o v im rim r i l o ntan , e poter farl c h é p e e u n bacio di quel reverente affetto col quale io mi dico

T atto suo servo ed amico

G . B . N IC C O L IN I

o - o Donna Rosa P ldi Pezz li , figlia del mar c h ese Giangiacomo T rivulzio e della mar ’ S b n i c h esa Beatrice er elloni , era u s truita si ’ gue ra amica d artisti e di poeti . Rimasta ve arricchì n o dova , , a proprio co fort , maggior ’ mente d 0pe re artistic h e quel museo c h e il ’ fin da rimi marito , educato p anni al culto del r o bello e del ar , avea voluto formarsi con armi r antic h e , statue , e quad i , inestimabili tesori della scuola Leonarde s ca . Ella co mmise allo scultore L orenzo Bartolini il grupp o P irro che i ita A s tian atte F i p rec p , e , prima ancora , la n Dio o d ucia i , portent della statuaria , ispirato M ad d al ena però dalla del Canova , e c h e Giu r s eppe Giusti , appena ar ivato a Milano , volle vedere e cantò nel celeb re sonetto . Co me mai ’ un acuto o sservat o re qual era il Gius ti no n

’ s acco rs e c h e il Bartolini no n is colpl già una G iusepp e G ius ti 1 11

“ Maddalena penitente la quale s i rivolge a Quei c h e vol o ntier perdona sib bene una fanciulla pura , purissima , c h e prega Colui c h e nulla h a da pe rdo narl o ? Ma in quel temp o il pen siero del poeta pativa c h iaro scuri paurosi . … ’ G iuseppe Giusti giunse a Milano nell estate ’ 45 o o dal e ne re del , acc mpagnat g del Man b s zoni , Giam atti ta Giorgini , c h e tre anni dopo , L ritornò qui , capitano , alla guerra di ombar l ’ dia . Il Manzoni e i Gro s s i gli fecero un acco glienza fe s tosa . Il primo lo o s pitò pe r un mese ’ in propria casa . L aut o re dei P ro m es s i Sp os i gli diede subito per guida un s uo figliuol o perc h é lo acco mpagnasse a vedere le rarità d i : Milano dal Duomo dove , sette anni prima, ’ avveniva l incoronazione di Ferdinando I , c h e al Giovenale toscan o ispirò la più rovente ’ S ant Amb r i satira civile ; al tempio di og o , uno iù s o s dei p vetu ti del Cristianesim , otto le cui il udì ris uo nar arcate severe poeta sommesso , ’ na roce d e s uli il come u p addolorati , coro dei L ombard i al l a p rima croc iata

O Signore dal t ett o

ui eseg to da una banda militare austriaca , mentre i s oldati della vicina caserma di San ’ n t Amb ro gio ascoltavano i silenzio la messa . G iuseppe Giusti no n m ancò di recarsi in casa Maffei per ossequiare donna Clara . nel Appena entrato salotto , la contessa gli va incontro sorridente ma egli appare freddo e malinconico . L e pres enta una lettera del ’ “ 112 L amica l on tana dcl G iusti m arito Andrea c h e alcune settimane prima

no n . aveva incontrat o a Firenze , e quasi parla L a buona signora cerca di ras s e re narl o c o n disco rsi gradevoli : ed egli risponde appena . ’ ’ ’ Il povero p o eta giace s otto l incub o d un e s ’ ’ o o r o se s s i ne , d un idea fissa e t ment sa , c h e o s no n gli la s cia pace . Essend tato tre anni prima a Firenze morso da un gatto h a paura di m o rire idrofo b o ! o il A le s sandro Manz ni e Grossi , c h e no n o o i gn ran la causa di tanta tristezza , cercano r di ras s ere na l o ; m a invano . L a marc h esa

’ ze l io do n o d A g , i marc h esi Trotti , Alf nso Litta o i nani m C o M d g , la arc h esa ar lina Litta Modi r o n el fes te iarl gnani nata Trotti ga eggian gg o , o a o C o m e f o i lo c nducono sul l g di , lo ann h ’ contrare nel gia rdino Serbelloni c oll o ttimo A rco nati marc h ese ma pure in quel paradiso , e o fra quegli animi espansivi egli tutto ritr sie , “ preo ccupazioni e muti terrori . I Manzoni (s v rive il 22 otto bre di quello stesso ann o da Pescia a d o n Alfons o Litta ’ c o n un zoni c h e m h anno tenuto loro mese , sanno la pazienza e la tolleranza c h e b iso gna r c o n r mette e a uscita me ; e vi giu o c h e , o o quand pens a certe mestizie , a certi silenzi , a certi torpori c h e mi as s alivan o in quella o lì casa , e mi tenevan come un insensato , ne sento vergo gna e di s petto b Fra gli accenti lom ardi , risuonasse almeno ’ la voce del l A m ica l o n tana della b ella ed eletta ! o b o Cecilia Piacentini C stei , u na e gentile , c h e soffriva quando s ape a c h e il poe ta am e

114 G ius ti e la p olizia di M ilano

1 ’ ff Nel 3 settembre di quell anno , Andrea Ma ei scriveva da Napoli all a moglie :

o rin r Se il Giusti e tutt ra a Milano , g a ’ r o r zial e d ave onorata la n st a casa , e digl i c h e la parola no n può ajutarm i quanto vo r ’ r i rei pe r e s prime i quanto o l ammi ri . Egli r o seppe e sa pa lare ai sapienti ed al popol , ’ e que s to o il s ommo dell eccellenza a c ui giunge cosi di rado la p o e s ia

Cesare Cantù m i diceva no n es s e r ve ro c h e il Giusti a Milan o fo s s e pedinato dalla polizia ; e nelle Remi niscenze s u Ales s andro M an zoni afferma c h e la polizia n o n lo c o nosceva neppur di n o me . ’ Duol mi dover co nt raddi re l insigne s torico rt e d l o mb ard o . Nelle C a e s gre te el l a p ol izia i a a ne l 1 52 aus tr ac in It lia , pubblicate 8 a C a ’ pol ago da quell animo s a Tip o grafia Elvetica dalla quale cel atamente s i spargevan o in a ine lib e rali e d tutta Italia tante p g eccitatrici ,

’ ’ è riferito al te rzo volume l o rdine dell autorità supe riore ai c o mmis s arii delle pro vincie l o m b ardo - venete di tenere (cito le p recise parole) ’ o s una b o s c stantemente ott , ensi in s ervata , ma velata vigilanza in tutte le sue direzioni e p ratic h e il letterato G iuseppe Giusti di Li ’ v o rno (I) t rattandosi d un individuo di s e spetti principii politici ed inclinato a tutto criticare . La legazi o ne aust riaca a Firenze aveva bensi c o nce s s e al Giusti un passaporto per un viag gio a Milano e a Venezia ; ma come poteva C arl o C attaneo 1 15

’ ’ dimenticare ch e gli e ra l autore del Dies irte

’ e dell I n co ron azion e ? Il poeta t o scan o no n i s o pat , peraltro , mai alcuna mole tia a Milan , s l o m l né altrove . Nes un governo o e s tò mai . Dic h iaro c h e no n ho mai patita veruna mo l e s tia né pe r parte del G o verno né pe r parte b b o r del pu lic , e igetto da me la nomea di o o iù vittima e di perseguitat , tant p c h e e r vi s to parecc h i cerca la . Cosi Gius eppe Giu s ti confes s ava nel s uo te s tamento ad Atto Vannucci ; un altro to s can o c h e o n o rava

Clara Maffei .

Abbeverato alle larg h e fiumane del pe n “ ’ siero civile del R o magnosi ( l o mb ra c h e ’ T err d e pensava ,, della a m o rti del Giusti) ’ ’ o o fac ol tà d as s imil azio n d tat d una fulminea e , ’ e d una potenza rara nello s coprire nu o vi rapporti nelle cose ; pronto ad ab b raccia1 e tutto l o sci b ile e a trattarl o s pesso co n o ri ginalità di vedute e rapidità di penna ; inge gno s cie ntifico e nello stess o tempo po etico pe re cce ll e nza nel vesti re le mate rie più a ride ’ ’ d un attrae nza ari s to cratica e po polare in r o s o o r l f sieme , a ist cratica nello f lg io de le o r r a me elette , popola e nella c h i rezza Ca rlo Cattaneo nella so cietà letteraria di casa Maffei ’ prima del 48 emerge ; e no n s o lo è pi acente ’ r o o i o pe il bell aspett gi van le , ritratt dalla fine ’ n matita di u n amica , Ernesta Bisi , ma a c h e il o per brio , per il sentiment elevato c h e fa

o r . tralucere nella c nve sazione Più tardi , le battaglie civili , le lotte politic h e e i dolori do l 16 C arlo C attaneo

m es tici vol ano b quel uon umore , tagliano le s u b m ene hin e ali alle e arzellette g , ma egli r n iù i n s imane u a delle p complesse , p ù o e to e più elevate intelligenze italiane . L a patria e c o me la mad re di cui un uomo ’ ’ n n d u n o deve parlare come altra donna . ’ Questo pensiero e i scrive sull al b um di Clara é Maffei ; e questo il pensiero , il culto , c h e s n l P o l itecn i spe so ritorna e co, fondato e di r 1 37 etto da lui s in dal 8 , data memoranda nella storia della cultura italiana e del gior nalis m o o P ol i tecn i o europe ; poic h é il c , merce s ua s o , acqui tò veramente n minanza europea , il a é come C lf dei Verri , come del ,

Vi . e us s e ux Anima poetica , ammira la po e n n in ' sia , ma o scri ve versi tutta la sua vita s o r olo molt ta di , e gli compone due quartine r e r C a o non già pe Tizio o p j , come nelle sue ’ opere complete e detto , bensi all indirizz o

’ d una sua giovanissima amica , Noemi Pezzi , c h e gl i mandava parecc hi e poesie di varii ’ s o autori , e c h egli , mu icista nato c me il Maz r zini , si dilettava a musica e improvvisando , senza pub blica rne ben inte s o una nota ; ma s o o s o ltanto per proprio f g momentaneo , e unico lus so della s ua vita lab orio s a e trava gliata . ’ i 48 r o o Pr ma del , Ca l Cattane interveniva co n iù r rs Ln nel s al o tto , p f equenza , fo e , di ’ ell E nric o r s il ciano Manara e di qu Ce nu c h i , quale vi entrava nel s uo singol are costume alla Robespierre calzo ni c h e lasciavano ve i b e dere calze grig o di lana , giu ba dond usci

' 118 I l anny C e rrito

e o Zo ncada il foss r Antonio quale un giorno ,

’ al l università di Pavia , comincia una sua l o in o o o co n u n zione dantesca cavern s metr , preludio c h e m etto in p recipitosa fuga gl i s co “ Dante e u n ch lari : Signori , poeta e fa s pa vento ! Frequenta il s alotto an che Giambattista Baz ’ o s o r o I l C zoni , n vare e , l aut e dei r manzi a l l i T rez zo o F al co d el l a R u e che s te o d p , lascia

’ s ull al b um della co nte s s a una grazi o sa fan ro re o o d l tasia sul teat alla Scala , a p p sit e la r o s s ilfido del S ob oto b allerina Ce rit , di que ta , c he p o teva vantare tutta u na letteratu ra in pre prio omaggio o s uscitò a M ilan o tal fana u n o r r il P irata do tism e c h e gi nale teat ale , , l irava cosi : Que s ta celeb rità della danza pa rtì lasciando ci co mpresi da e n e i r b gua i a , guai a c h i app ezza i su limi ar tisti e il l o ro val o re s e no n s i avesse la s pe ranza di po terla Povera Fanny ! c he Cerrito C h i , fra coloro ti applaudivano o o o r c o me pazzi , e ti in ndavan di fi i e com n l e tuo o e r o lire porava o pantof le p c nto , po te va prevedere c he saresti mor ta in un ma nico mio

Pas s a pe r il sal o tto Ma ffei il principe d ei te m o il b s predicatori del p , as anese Giuseppe ro o o dell e che Barb ieri , bel p t , id lo signore af follan o la c h iesa di San Fedele s e nza p o ter ’ afferrare metà di quello ch e gli declama nel ti o s o s ua s uo s le fi rito , tanto e ile su na la vo ce o nel vast o tempio . Passa ii mit poeta S a A ntonio G ussall i 119

muol o Biava , c h e volgarizza per il popolo r della in salmi e p egh iere C h iesa , melodie po o : polari , encomiat dal Tommaseo egli canta r r esuli , c ociati , trovato i e (da buon bergama s co) cacciato ri : canta persin o e idealizza il ’ b o o co ntrab andiere , sull esempi di Byr n c h e idealizza i co rsari . o il o dr Antoni Gazzoletti , futur pa e del dram S an P aol o o a ma , patri ta integro , lirico di f cile ’ o m o ne o a ilis s im a vena , c p un de g per la Maffei . o s s o B ottel o ni i Il ver ne e Ce ar , agiat o s gno re o del G cantor limpid arda , poeta del lutto , ve nendo a Milan o n o n manca di riverire la contessa ; la quale rimane atterrita allo rché ’ il del l in fel ic apprende suicidio e poeta . ’ o n l aitanto G s N scordiamo u salli , c h e fre

’ que ntò as sid uo il s alott o Maffei sin o al l ultima r o i o e a di questo , c lla gent l c mpagna donna o s C stanza Antivari , c h e gli opravvive . E i fu ’ l edito re diligontis s imo di tutte quanto le re s e o o r nu m e r r p di Pietr Gi dani , lette a i o di o o s o r quei tempi ; tr pp e altat all ra , t o ppo di m e nticato ade s s o ; ma cosi e il m o ndo ! A n to nio Gussalli era il tipo del letterato do vi io s o r o z ; epicu e intellettuale , imbevuto degli ’ o s ro scritti di R us eau , di Dide t o d altri e nci el e pedis ti francesi c o me della poesia leggera r b o e piccante da ra ità bi li grafica , alla quale antep o neva pe raltro quella muscolo s a e au b o stera di Giam attista Niccolini amic suo . ’ n d audaci o o N o bisognava parlargli n vat ri , di wagne riani ! Adorava Ro ssini , ogni pagina n ell e l del Giordani , og i impronta d scalpel o di ’ 12 0 Jac0p o C abianca

a Lorenzo B rtolini , ogni scena della regale Ri o s o o o o rs s tori . Qualcun del al tt sava f e dub i tare sull o b ellezze s ov ran o della P e tite M es s e ’ s ol en nel l e dell o limpico b u rl o ne d i Pe s a ro ? Una neb b ia di cattiv o umore scendeva s ul s uo

’ volto fo rtemente sco lpit o simile al volto d un r o senatore roman o . Ca l Tenca c o lla fine sua arguzia sc riveva sc h erzand o alla contes s a ’ C h iarina : Gussalli vuol m o rire d una messa ’ n rientrata . Però anc h egli e apprezzava il s o il r o a buon gu t e p ovat p triottismo . Da Vicenza veniva tal o ra il poeta d el le s telle

b C b . e dei aci , Jacopo a ianca Egli b rillava fra i pudic h i ad o ratori del fu o co del la con tessa Maffei . Trovo parecc h ie sue po e s ie nelle quali invidia A ndrea c h e avea p iagato pe r ‘ ll e s im ia primo il cu o re de gentild o nna . Come

’ s aggirava volentieri coll a elegante fantasia nel m o ndo ro seo degli amori ! C h iamava la contes s a Maffei s ua so rella * o a tanto e an amici , e da t nti anni ! E probab ile che nel s al o tto p o nesse piede ’ o l ins u e rato u talvolta Felice Bell tti , p trad ttore s i dei classici greci , intatto cla sicista n una r t e rra di romantici . Co to vi andava un altro il iù o Felice , il Romani , p corteggiat dei vati ,

’ l immenso R o mani come Ro s sini c o n iper ’ b ol o un po canzonat rice l o c h iamava v olen ndre a un b el tieri . A Maffei gli mandò sonetto ’ querelando s i del l aspetto straniero che la po e i s iù s a italiana andava assumendo empre p , egli che co lle versioni dai poeti s tranieri ali a s enz il m ontava ppunto , a volerlo , desiderio

” i In ei 12 2 A n gel o B rofier o e A . . /f

’ gol aro ingegn o su cui sentimenti patri o ttici ’ r o ril evas i C arte s e rete l auto ità , c me dalle g

o l iz ia aus tria a . d o d el l a p c , vegliava Quella ’ l oro s a innam o rata c h e con o b b i ne suoi ultimi giorni ammi rando quel criterio anco r s vegli o o c e i o s e acuto , d veva l ottare c ngiunti everi ,

o a o . col pr prio ffetto trascinante , colla p lizia Nume ro s e e s t razianti lettere s cri s se allo ra r B ro ffe rio nv ad And ea Maffei An gelo , c h e i o cava pat rocini o p res s o le auto rità politic h e ’ di M il ano affine d o tte ne re da q ue s to clementi riguardi ve rs o la b ella infelice degna di mi ’ lio r rs o s é s o g sorte e ve di , desidero o c m era T r o r o di reca rs i qui da o in pe c nfo rta ria . Il B ro ffe rio c h iama il Maffei suo b enefico ge

’ n io O in o s o o r o r certo quell cca i ne m st ò cu e ,

’ o s r l prestand i ad allevia e le pene del amico . Il più dipendeva dal cenn o del b a ro ne Torre r o r r sani , di ett e gene ale della polizia ; e questi m e m o re e g rat o c h e il B ro ffc rio ave s s e e s al ’ tati in uno de s u o i ferv i d i artic oli i fas cini b r b r della allerina Cer ito , alla quale uciava ’ ’ iù r o d incon anc h egli p di qualc h e g anell s o , s i r m o o r s r o most ò u an , c te e ve so la gi vane . Il 29 1846 o o gennaio , il p eta piem ntese , c he ’ avea i nvo cat o anche il s o ccorso dell attrice o f Carlotta Marc h i nni , scriveva al Ma fei :

Sono due gio rni c h e la Ma rc h ionni h a scritto al cavalier Pagani p regando l o a co n ’ co rre re anc h egl i nel pieto s o uffici o ; e co lla l e tte ra dell a o r Marc h i nni , pa tiva anc h e una mia n lettera di moglie , la quale rapprese tava A nedda/0 198 al cavalier Pagani come la salute di tutta la no s t ra famiglia dipendesse da questo des ide r o o T o rre s ani rato p ovvediment del bar ne , al o s quale io stend le braccia upplic h evolmente . s b o o Voi iete il mio enefic geni , la mia s anta provvidenza

Il provvedimento consi s teva nel proteggere nel migli o r modo la gio vane trovandole de coroso collocamento .

Gli am mirato ri del Maffei si moltiplicavano

o . o gni giorn Fra tutti , merita cenno speciale

de no d i M o liè re . un bel tipo , g f un r o u n Senti , Maf ei , gli dice gio n amico .

’ C è un t uo fanatico ammirato re c h e mu o r dalla v o glia di e s pri merti a voce tutto il s uo entu s ias mo . Vieni d o mani a mangiare una r zuppa a cas a mia : trove ai il tuo ammi ratore .

’ o l o s s Al d mani , al ra fis ata , que ti si trova a n fra mensa co Andrea Maffei , e , una cuc ’ t r chiaja a e l altra di minest a , gli vuota tutto

’ l e mpo rio dei superlativi e delle lodi . Il Maffei cerca di sc h ermirsi dalla valanga ’ ’ m o degli elogi , quand ecco l a mirat re , mo

’ s trando gl i d aver attentamente pesata ogni r pi ù lieve pa ticella delle opere del poeta , e camb iando la voce dal tono più acuto al più ’ s i d o s s e rvare : s o mmesso , permette in s s Ma qui , que to punto , illu tre cava n b b mc l iere , no le pare c h e si sare e detto glio co s ì e co s i .

E h , 194 A neddato

’ E in quest altro verso non pare anch e ’ … a lei , cavaliere , c h e l accento la ’ N o n s o s e mi forse u n po pi ù di l ima sareb b e necessario . Non le sembra ? ’ ! fi s è E h non si ni ce mai ; l arte lunga , sa A rs l o nga o i no n o Qui p , in coscienza , p trei passarle n que s ta espressione . N o mi pare sia della

’ r E in ro lingua pu gata . quest alt incis o del … s s o o sonetto cu i , Sec nd il O m i r h , ma c h i h ai g ida

’ il all A nfitrio ne s in o Maffei , cattando piedi c me i l una furia . E tu ha i coraggio di c h ia marlo u n m io amm irato re ?

12 6 I l conte Alessandro Po rro de ’ suoi primi amici fu il conte Alessandro l as ciò Porro, s ul quale ci una pagina n o tevole c h e rigua rda la st o ria della patria : Egli è stato u no dei primi amici della mia giovinezza , e co n lui e c o n s uo fratello Carlo (quegli c h e m o rì o s taggio in mano agli Aust riaci vilmente a s sas s in ato al b ui o da u no sgh e rro) ho vissuto ’ pe r molti anni nella mas s ima i ntimità . S è stu e o r o m o a diat e lav at insieme , e la ente s d , pra s ha io r o tica e ro b u ta di lui , , c ed , giovato non a l o po co al b u o n indirizz o della mi . frequentavo o r o s ua o dal o gni gi n la casa , d ve , Quaranta due in po i c o nvenivan o i più o pero si e inge gnosi gi o vani di quel tempo . Fu in quella casa s R ivis ta E uro ea c h e si atte e alla p , di cui si affidò a me la redazi o ne ; e fa la c he s i p re n el a e n o parò l a rive l az io e d Q ra to tto . S no tutte memo rie q ue s to c h e no n s i d imenticano L a R ivis ta E uro ea r 1 3 p , so ta nel 8 8 per ini a r ziativa di Giacinto Batt glia , accoglieva il meglio c h e negli s tud ii c o mpie vano i più sc rii ingegn i di Milano : es s a fu la madre di quel m C re usc o l o s setti anale p , c h e il Tenca , olo , fo ndò o r s s c o m il p scia , di e e e p ò pe r un de c e nnio di gl o rio s a re s i s tenza co ntro l o s tra

n . i a s uo in o o iero sp eg ndovi il gegn acut , ret tilineo il s uo a b , c rattere inflessi ile , il suo cauto s r o il s u ma tenace entimento pat i ttico , o odi o o o o i r prof ndo contr gni fatu tà della letteratu a , n o c h e egli , per qualc h e tempo mazzinia e con n s ti uato re della cuola del Mazzini , voleva fo sse a esclusivamente letteratur civile . La Maffei lesse b e n presto la rettitudine di A/fe tl o ideal e 12 7

’ ell anim o qu , c h e , a sentirne le argute celie , si r b b o i sa e e dett ncline a sc h erzare su tutto . piuttosto c h e a meditare sulle gravi question i .

‘ Ella ebb e u n gio rno u na vi s ita di l ui nella propria villeggiatura d i Clusone . C arl o Tenca o n un l ne parti c sentimento , i quale era più ’ c h e l amicizia . Ne fa fede u na lunga lettera inviata nel novemb re del 1844da Carlo Tenca alla con te s s a . Pe r r o in r r la p ima v lta quella lette a , Ca lo

in l ei er vo i : Tenca lascia p il parla di L ecco , L r o o o in la graziosa città del a i , d ve all ra autunn o s oleva racco gliers i tutta la s ocietà ’ elegante e galante ; s c h erza un po s u s e stesso ; ’ tocca d un nobiluo m o milanese canzonato co n ’ garb o da una b ella ; e t o cca d alt ri ancora ; pure nel dedalo delle divagazioni u n filo se o n s greto lo c nduce a u cuore c h e arà s uo . u na o È lettera psicologica , alla quale m lte ’ d un altre seguirono , tutte improntate senti li ment o gentile , cavalleresco , c h e g uomini pari a Carl o Tenca serbano alla donna eletta ’ anc h e do po lungh i anni trasco rsi nell intima co nfidenza . All udendo alle conversazioni passate fra o s : loro , egli scrive alla c ntes a

Io penso pur semp re a quelle dolci ve in c o n voi glie , cui rinacqui alla poesia dalla ’ vita e gustai l intera pienezza del sentiment o . Le labb ra p o ssono b e n comporsi al s o gghi gno; m a il cuo re s i risente tuttora di quel 198 L ettera di C arl o Tenca

s i in solitario entusia mo , c h e lampegg o me come una rivelazione . “ Vi fanno me raviglia que s te mie espres sioni ?… C he volete ? Quel b enedetto entusiasmo ’ m h a spuntato la penna : il s entimento mi b s n tra occa da ogni lato , e , mio malgrado , o ’

. e divenuto poeta Tant vero c h e a Lecco , in mezzo al vivere scioperato e cittadino dei ’ ianti o r m wll egg . al cospett d una natu a a oni s o n o s ima e piena di d lci ricorda ze , i stetti quasi sempre rinch ius o nella mia camera a i te n b . de e po etare R pure , mia uona amica ; ed il ne r . e i io s tess o ido Ma fatto c h e , nvece ’ ’ am o e di salire que giog h i , c h io tanto ; invec d o s di cullarmi su quelle acque così limpi e , c i s s il C hé nie r tranquille , pa ai il tempo a leggere , b o a trad urne alcuni rani c h e Dio me li perd ni , e a sfogare in t risti s s imi versi il tumulto del ’ s e un s s l anima . Que to mi fatto di le a assen ’ no n o iù i nate zza, c h io commetter mai p , e d cui h o impo s to a me s te s s o le più s evere pu r e c o n f r nizio n i. E la p ima quella di e s s a m e ne ’ in l o r dinanzi a voi , onta al goglio c h e mi co ’ manda il silenzi o . Ma tant è ; in quei gi o rni i o io no n era p ù padr ne di me mede s imo . L o n r o ho tan o da tutte le to ture s ciali , provato in me quasi un nuovo impet o d i gio vinezza ; il r r s r r h o sentito cuo e rinve ginar i e c ede e , h o pro vato ciò c h e da molto tempo no n pro vava ’ l ro più : la pienezza del vivere . o e intero ne ’ m ia d miei sentimenti , ne miei sogni , nella fe e , nella b alda con fidenza di me medesimo ; e la m trasformazione s arebbe stata co piuta ,

L ettera di C ar lo Tenca

o . s quiete della s litudine De h , alutate per me ’ s r s e r quelle alpe t i cime , e , egli ve o c h e la memo ria dei giorni colà trascors i vi s tia tanto o c us to ditel a o no n nel cu re , gel samente , e la ’ sciate c h e l atmo s fera cittadina e lo st repito dei ci rc o li ne appannino la purezza . N o i la ritro verem o nel venturo anno fresca e so rri ’ ’ n o l im a ine in de te , c me g d un sogno appena rr tto s r fr r o o te o , ed ella ci arà e ige i e c nforto ’ nell ingrato pellegrinaggio della vita . o r o n Avviati per divers cammino , av em a o h o cora almen u punto di riuni ne e di riposo , s o o o ve , spogliate le ciali apparenze , p tremo r s o b no mostra ci quali iam e , nel ricam io dei r o r o s r s r s t i d lo i e delle n t e speranze , acqui ta lena a p rosegui re . Questo pen s ie ro mi appare ’ r o b s o o tanto lusin gh ie o , c h i sento il i gn di

’ rin graziarvi a mani giunte dell amicizia da voi cosi b enignamente pro fe rtami. “ A c iò s ol o io limito i voti c h e voi fate per la mia festa , e ancora mi pare di c h ieder n o n s a o tro ppo . Egli è c h e voi pete quant sia ’ d o lce l aprire il prop ri o animo pe r c h i da molti anni ha vissut o s olitari o ed ine s pl o rate anc h e in mezzo alle facili simpatie . Vo i pa rlate di gratitudine ; ma a me S petta invece ringra

’ ziarvi n o s o d avermi reso i ter a me mede im , ’ ’ d ave rmi dato la coscienza dell interno mio

’ n i z s d N o so c h e d re M o m o è ato al s erio . s o s e Se cito questo ver del Giu ti , non già col ’ l intenzi o ne di fare un b isticcio sul fiume r e i Se io , il quale diventato per me il re de al l a con tessa M afiei 131

’ fiumi 1) ma s o ltanto pe r co nfortarmi coll e ’ s e mpio di quel s ub lime derisore dell umanità . Ed io pu re ripigliero il mio co s tume di sati

’ re ggiare ; ma voi non vi lascerete ingannare ’ ll are nt da que app e scetticismo . Voi sapete c h e anc h e in mezzo al riso havvi in me un istint o ’ o o che m induce s nel gener s , a perare bene , ’ e mi co manda d andarne in traccia ; sapete c h e nel fo nd o de l mio cuo re si cela un sen no n b b o nè timento c h e è nè du i derisione , ma

s acrifizio . E s fede e il riso tess o , cred etel o ' ’ può es s ere talvo lta l ab ne gazio ne di c h i sente profo ndamente le mi s e rie della vita e col pi

' gl iarl e a giuoco si studia di farle parer men o ’ gravi agl i altri . L ab negazio ne di c h i cammi ’ ’ d un b s e ns i nando sull orlo a isso , saltella p e ratame nte per scemare ai compagni l o spa ” vento della via. s Ma io eguito a parlarvi di me , come se s l a ol t n n vale se pena di darmi asc o , e o aveste altri pens ieri c h e debbon o o ccupare la vostra attenzione

Sono questi i brani più espressivi della let ’

r v uel l amm irab ile . tera , c h e i elano q carattere

Una crescente inquietudine invadeva l o spi ' ù rito della conte s s a . Ella s entiva sempre pi l u na forza i nvinci b ile a lontanarla dal marit o . s o o o s Que ti c ntrastava , ltre tutt il re to , con ’ c o s tro ppe sue idee , e anc h e uoi sentimenti

Il S eri o bagna C l us one… 132 Dissap ori

o patriottici . Il poeta dev to alle autorità costi o o il T o rre s ani il tuite , o ssequios vers barone , r Z a o tti conte Bol za e Pa ide j , non pensava c h e ’ in e rano i in costoro , fin de conti , più feroci ’ quis ito ri dell idea italiana ; la quale andava o guadagnand sempre più le menti , ed ani mava gl i amici pi ù intimi e più cari della gen

i o nna s . t ld e lei tessa Per citare un fatto , Clara ’ Maffei s i era recata un estate ai bagni di Ve ’ n ezia presso l ottima amica Teresa Papado p oli ; e un bel giorno s i vide arrivare c h e ? na cosa mai U lettera del marito , il quale la ’ o v ell a pregava , andasse a Trieste , di recarsi … alla casa di Paride Zajo ttil . L a contessa non as col tò certo la preg h iera ; cons ervò (si capi e rchè e sce p ) quella lettera , la quale all nta nava sempre più ogni speranza di po s si b ile buon accordo coll ’ uomo c h ’ ella avrebb e pur r a r zz voluto ama e , e di cui sapeva pp e ar tutte le qualità lodevo li . P o iché i nemici di Andrea Maffei (ne ebbe tanti e s agerarono a questo riguardo coi più ne ri racconti la portata dell e in o cose , ecco , maggio alla pura verità , il suo ’ scritto , nuova scintilla ed esca all incendio c h e covava da più tempo per un insieme di cir ’ d i no n costanze e fatti , ultimo de quali (devo ’ ? o dirlo ) il giuoco , ne cui vortici il Maffei , c me ià il s i g Manzoni da giovane e Ugo Foscolo , lasciava trascinare profondendovi somme non ’ lievi . La lettera d Andrea Maffei reca la data del 3 luglio 1842 :

134 F erdinando D e L ugo

’ o L o o r Ferdinand De ug , d aspett a istocratico , o di maniere squisite , nat a cose più c h e in o o r comuni n re della patria , ivelava e si co mprende dalle sue lette re un sentire fu n c h e no n è di tutti . Egli u o dei tanti nau hi l r o u o uno o ro frag del a iv l zi ne ; di col c h e ,

’ e m e r e re dalla o l o degni di g f l a , ne rimaser r r s in un s o sop affatti , t avolti , e la ciati angolo b s o n litario . Sare be riu cit u eccellente amba ’ sciato re d Ital ia e del diplomatico egli aveva ’ ’ difatti l impronta . S acce s e pe r la co ntessa f : Clara Ma fei , appena la vide un vero colpo di s ole ! Certo no n era imp o tente la psic h e (seco ndo

’ l espressio ne oggi di m o da) della gentil donna o n lomb arda . N lo avreste detto vedendola c o s i ro o o esile , mezzo sp f ndata nella sua p ltroncina , ’ r con quell aria mite e triste , quale Ca l o Tenca la descris s e mi rab ilmente in un sonetto mi o r a lanese , tutt a inedit

’ S ura C hiaroeu uand l ee l è l ì s e ada , q t

en del s o ol t ro nin ome in s crus cio n D t p , c , n uel s e fa de s ra a e rasse nada C o q t cc g , C ome vana che c ova un gran magon ;

’ N o s oo mi ens a on an ima b orl ada , p i

iò in fal l dal el in de s t o mo nd birb on G ci ,

n ua an iol in e rs foe ura de s ra a A o q j g p , t d ,

C he s en t el c ruzzi de l a s oa pres on .

’ L è on an iol in el s e b en b el l raziòs g , , , g , ’ A n ch q uand l a n d ne gh è chi no l e dis :

’ a e ao uand l è l ì s mo r a e s enza vos M s i , q t , F erdinando D e L ago 135

C oi oeucc che er a in al t me s a d a s c c , vi C he ro r in uel arda t u oeur ietòs p p i q v , tt c , p , l l G he sia quajcoss che s quaja el paradis .

o L o Al pari di Carl Tenca , Ferdinando De ug no iù s e rii iù i c avall e re fu u dei tipi p , p alt di m n i o . n o n di e ticò n s ca dev zione Egli mai .

’ t utta la sua vita , l amica della sua giovinezza . ’ o r s o s All c h è l infelice , lo , de olato , lungi da lei , ’ l in r s lungi da la patria , te ra d e ilio nella tu ’ r r s m ul tuo s a Pa igi , era p o sim o a mo rire d una " s r c o parali i at o e , riv lse comm o s s o ancora a ’ ’ er s o o lei p l ultima volta il pen ier , c me a un im r magine cons o lat rice . Son ari que s ti affetti o o il perenni , queste dev zioni costanti vers ’ r b b o p oprio ideale , c h e nei giorni dell a and no o b o arride di nu vo , enc h è mestamente , c lla ’ dolcezza d una primavera .

o e r uo il Tutt invecc h ia p me , f ri c h e mio r affetto pe r vo i. Ripen s o semp e ad una corsa

1 S nora C ar na uando l ei l i s edu a den ro l a s ua ) ig hi i , q è t t

ol ron na osì a o ol a a c on uel l a s ua ar a di s an a p t ci , c cc cc t , q i t c e rass e na a ome una che o a un rofondo a ora g t , c c v p cc ’ men o non s o io ens o a u n ani ma ad u a er sb a l o t ; , p c t p i g i

iù dal el o i n ues o mondo b rb one a u al e an g ci q t i , q ch

iol et t o smarr o fuor di s rada che s e n e il ru o g it , i t , t c cci

de l l a s ua ar ere . L ei un an ol e o s o b en e b el l o c c è gi tt , , , ’ grazi oso anch e quando l ei ri de ; n on c è al c uno che non

M a via ! uando el l a è l ì mort a e n za l o d a. s s e o e ic q , v c , o l o che er ano in al t o mi are che ro r o in c g i cchi c c , p p p i ,

u l uardare u o uore e os o s ia u al e os a q e g , t tt c , pi t , ci q ch c l il ara i t ch e disve i p d so . Questo sone to reca la data ’ dell autunno 136 F erdinando D e L ago

o sul Lago di Com , saran venti anni , ai primi di maggio . Di tutte le perdute memorie della è s mia no n più giovane vita , que ta la sola

’ c h è ancor viva nel mio cuore .

L u o C o s ì le scriveva Ferdinando de g , mor talmente malat o ! o o o Il fil s f Giuseppe Ferrari , continuatore di o r Vico , inf mava da Parigi la contessa sugli ultimi giorni del De Lugo c h e no n ostante ’ le cure affettuose d un medico emigrato ve s e ne vas i in r neto , p g quella met o poli sulla fine ’ del lugl io del 1802 : e un amica carissima della o Maffei , d nna Costanza G ussalli nata Anti r s s vari , spettat ice pieto a degli ultimi spa imi e delle ultime lagrime del po ve retto al ricordo ’ dell amica lontana e amatissima , aggiungeva a quelle di Giu s eppe Ferrari altre n o tizie ; tutte ’ ’ pro ve c h e in certe anime l amore t rionfa d ogni

’ s iù delu ione p amara e d ogni strazio .

’ È facile immaginare la p rocella de s enti ’ menti divers i c h e alla vigilia d un pas s o de ’ v cis i o agitava l animo di Clara Maffei . L a sua convivenza col marito non poteva cert o

. o : continuare Ella c h iese la separazi ne e , di ’

o o tte nn . buon acc rdo con lui , l e Il 16 giugno 1846 si divisero co n att o no t ril e il a steso da , quale , da o tro vò na esperto letterat e notaio , u formola ’ decoro sa per velare gli attriti fra due c o n u no j ugi . Giulio Carcano e Giuseppe Verdi f ro ’ testimoni all att o

138 L a s ep arazione

e ndol a c il o d , cominciava a conos ere val re , le s ue as nn qualità p reziose . In una delle s e atis sime e calde lettere la c o ntessa Papado po li diceva alla sua amica :

no n s Andrea ti uscita nemici , e anzi fa s s di tutto per con ervarti le ue amic h e . Son s icu ra alt resi c h e tu non c redevi ferir co si mo rtalmente tuo marito s eparando ti da lui : cono s co il tuo cuo re che s i sareb be ce rto continuato ad imm o lare piutto sto c h e render

r . s s rs A nd ea cosi infelice Egli te so , fo e , non o li sapeva quant tu g eri necessaria , quant o perdeva perdendoti . Egli era ciec o ; d o rmiva s o pra u n p recipizi o ; il s uo de s ta rs i fu terri b ile : io l o capisco m o lto bene e ne ho c o m

s s . r pa ione Infatti , mia ca a , quale avveni re s i o per lui Egli , improvvid nella sua e co ine/za e s i o o n o mia avvezzo ad un g c m do , ad

- s o o ra che s un che : s o i co i aggradev le , la ua s alute e la sua e tà stavano pe r fa rgliene gu ’ s tar le dolcezze C h e co s a vuoi 2 Ti con fess o c h e ne ho co mpas s ione e c h e le sue lagrime mi h ann o commo s s o : perdo nam el o ' o s o r a o o r Fo rs e quand tu mi e p r i i tuoi d l i , le t mia s o tue to r ure , la compas i ne per lui si dimi e r o ra r o n uirà ; ma , p , devo c eder la sua c lpa b e n g rande s e h a me ritato questo ca s tigo '

Anc h e Cla ra Maffei s o ffriva della s epara r o u na m e s ti zione . Inviò al ma it dignitosa , s ’ ' s a o o b ima lettera d ddi ; e , sul pr prio al um , r una in un o sc isse pagina , cui geme cu re L a sep arazione 109

o no n r o i delus , ma pentito della is luz one ir ’ revocabile alla quale do po un intima lunga ì a fine o . c o s tempesta era alla venut È delicat , e co s ì b ella nel dol o re questa pagina c h e me ’ rita d ess ere apprezzata dagli spiriti gentili e co nosciuta da c h i no n crede si possa se rbare . incolume la propria dignità in simili confl itti :

M ar edì 16 u no 1846. t , gi g

Esco dalla casa ma ritale c o l …cuore addo l orato o s r r ma c lla coscienza icu a , pe c h è , se un uta o s s r Dio aj , quest pa o fatale non s a à c h e ’ il principi o d una vita tranquilla e per m io ma r o r it , pel quale avrò semp e della stima e del ’ o n l affezi ne , potrò diventare u a tenera sorell a. E v oi d ile ttis s imi Saul ina ar , amici miei , , C r G B ell e rio cano , Ve di , uerrieri , , Belli , Ninetta , ’ n s h c h e tanta parte pre de te a miei dolori , c e s o s co i efficacemente mi proteggeste , p s a la mia vi ta pro varvi c h e nel giudizi o am o ro s o c h e formaste di me no n vi siete ingannati ; possa io ess ere sempre degna della v o stra amicizia c h e sarà in avvenire quasi il solo i at mi co ns ol atemi s a rò mio co nforto gu d e , e p s e s opportare ogni sciagura , a voi sarò vi o : l o r r o cina . Iddi vi benedica io implo e ò gni giorno per voi tutti ed anc h e pe r c h i può in questa occasione avermi dil e ttis s im a Madre mia , O ttavia mia , ve te mi gl ia , onde la mia esistenza sia quale mi pro p o ngo di condurla , o c h iamatemi presso di vo i 140 L a sep ara zione

In t segui o alla separazione , avvenne , natu l n n ra me te u b o . , cam iament nel salotto Alcuni , ’ o iù r c h eran p amici del poeta , dilegua ono ; altri rima s ero fedeli alla co ntessa e ne dife s ero a spada t ratta la riputazione c o s ì facile o n ad essere lacerata dai malevoli , quand u a r r sign o a è cost etta a separarsi dal marit o . i Ai vecc h i elementi conservat del salotto , b isognava aggiungerne di nuovi ; ma o cco r ’ r o . s eva m lto giudizio Anc h e su que to , l ottima ’ Te resa M o sconi - Papadopol i diede all amica prezio si consigli *

in o Tu sei sempre ed tutto tropp buona , ecco il tuo male ; ma o ra c h e rinnovi la tua società , va cauta , e fa anc h e qualc h e sacri ficio di cuo re alla tua riputazi o ne : accetta

— questo consiglio dalla tua sorella mamm a. ’ Ricordati c h i o ti h o accolta nelle mie brac b b ho cia am ina , c h e asciugate le tue lagrime e quelle della povera tua madre , quand o

’ v impo s ero il crudel s acrificio di separarvi ; ricordati c h e la povera O ttavia ti h a racco m io i mandata al cuore , ed h a reso sant o l mio affetto per te . A que s t o titolo ascolta e rispetta i miei amorosi consigli .

Sento il dovere di accennare ai particola ri ’ o della separazione de c niugi Maffei , perc h è essa n o n va assolutamente co nfusa colle volgari separazioni c h e contristano la s o cietà moderna . Da essa ebbe origine la fase più iù seria , p notevole dello storico salotto . C o n

C AP IT O LO X .

N E L Q U A R A N T O T T O .

’ L e dame mi l anesi in c as a B orromeo L al t a soci età au

s L a E s l er. o t riaca a M i l ano . s N l sal o tt o M affe i co min rre n di dee in nfl c iano d ue c o ti i c o itto . Il march es e A ns el mo G uerri eri G o nzaga e il c o n t e C esare G i ul i ni

l A n e l a P or a. C es are C orre n . os o B r d t ti g ti e tani . E roi

A n r - ed e ro re l ios . o a C ern u el e ant i i ig i c schi . M anara g ,

C arl o De C ris t ofo ris oros n e d ue Dandol o . L a r M i i , i p i n n l l r sa C r s a B e io os o. C a a M affe e cipes i ti g j i M azzi ni .

Alla vigilia della rivoluzi o ne delle Cinque G r o in io nate , il salott Maffei , via del Gia r

a r o . i dino , ppa e prof ndamente mutato Non p ù o r iù aff llati ed eleganti icevimenti , non p brio .

’ Più a c h e alla letteratura e ll arte , si pensa alla pat ria ; e a quest o pen s iero luttuos o pen s iero pe r una m o rta ado rata c h e si vuole far s uo ro risorgere dal sepolc viva ancora , grande ancora le anime s i to rturan o e le s letizie si velano . I entimenti c h e scaldano il cuore dei p o c h issimi i quali si raccolgono in r s o to no alla conte sa , son i sentimenti di Maz I l gennaio 1848 143

s o s zini , fiamma altrice del ri orgiment , prone a co rrere la via del do vere . Giuseppe Mazzi ni esercita ancora i suoi fa scini nella gio ve ntù per l e pagine caldis s ime c h e la s ollevan o ai fo rti ideali e fann o sem ’ b ra re più me s c h ina la vita dei gi o vani d in dole meno ge nero s a sviati dietro al fluttuare ’ dei veli vo luttu o si delle b allerine . L e mine nte o i in gegn letterario del Mazzini , scr ttore di pa o gine le quali , anc h e oggi , emanan un calor ’ s r u n o o di den a vita f emente , bagli re d incendi segreto c h e s erpeggia di frase in frase cer ’ o n n n s o cando una via d uscita tri nfale , u o c h e di sacro e di misterioso come d ’una ca tac o mb a ab itata da un profeta c h e mesto e ’ u grave vaticini ; quell ingegno , dico ; q elle pagine ispi rate e ispiratrici non poss o no non ’ ammaliare alla vigilia d una risco s sa le ani iù o s s b me italiane p p etic h e , alla cui en i ilità il ro manticismo contrib uisce no n poco . Il o o sal tt Maffei è divenuto patriottico , ma non è ancora co s ì spiccatamente politico come ’ negli anni c h e seguirono il 48.

’ Al principio di quell anno parecc h i Milanesi no n o o o iù u r o v gli n p f mare i siga i , monopoli 3 o del Governo ; ed ecco , nel gennaio vengon s lanciati sulle s trade gruppi di soldati c h e marcian o fumando c o n aria di sfida . Il popol o : s o o l i fisc h ia i ldati sguainano le sciab le , menan o colpi alla cieca e numerosi cittadini cadono vittime . Cinquantadue gentildonne milanesi si rac col go no allora in casa Borromeo per s occorrere 144 I l 3 gennaio 1 848 le vittime e le loro povere famiglie ; giran o per la città di porta in po rta affine di raccogliere o i s o ccorsi , i quali son atto di carità e pro c n testa insieme . L a c o ntessa Maffei gareggia o ’ altre dame benefic h e nel racco gliere l obolo della pietà anc h e fuori di Milano . A Venezia s due gi o vani dame , la contessa Giu tinian nata Mich iel (cari s sima amica della Maffei) e la o o marc h esa Bentiv gli nata Da Mula , imitano le signo re milanesi raccogliendo le o fferte c h e vengono trasmesse al Comitato di Milano ’ r compo s to in gran pa te d amici della Maffei . ’ n o u Inta to , nell alta s cietà a striaca a Milano scoppian o lo s crezio e lo s co mpiglio . Non poc h i ’ al l e ccidio dis a ro austriaci , commossi lo pp o ve av vano , e tremano per il pericolo cui , r o vengano rapp esaglie , sono esposte le lor

o . L a t S am o l o ff inn centi famiglie con essa y , c h e riceve in conversazio ne gli ufficiali più ele

ganti , c h iude. inorridita le sue sale e fugge da ’ r Milano . L o ttuage nario gene ale di cavalleria

o Wal mo de n— austriaca c nte Gimborn , indi s : gnato , dice ai uoi soldati Se avevate in sulti da vendicare sui cittadini , dovevate dar co mb att rli loro prima le armi e poi e , no n farvi assassini ! Egli è un vecc h io e valo ro s o soldato ; inviato quale ad l atae di Ra de tzk i y a Milano , ne ignora , ne vuol gnorare i fini ; e presto se ne allontana . Il governatore L b della om ardia , conte Spaur , al quale il conte

Gabrio Casati , podestà di Milano , si reca per s s iù prote tare , ri ponde p colle lacrime c h e colle il parole . Raineri , vicerè, qui messo a so s tituire

’ 146 L aristocrazia austriaca

s . cont di F ic e . uelmo nt dello pirito viennese Il q , c h e portava s ulle larg h e s palle la testa d ’un b S o crate , cercava di tener lieta la rigata e rideva delle illus ioni del gabinetto di Vienna riguardo a Milano . Tutto ciò c h e noi faremo ’ o l d i s qui (diceva) s no co pi pada nell acqua . La baronessa Betsi M e ye ndo rff teneva s al on :

o G — il conte Edoard lam Gallas , c h e abitava s r nella ca a Greppi , ap iva le sue sale addo b

' b ate c o n lu s s o principesco alle s o irees fa o r m an tes , frequentate solo da fumat ri pe ciò f r vi accorrevano u ficiali di tutte le a mi , di : tutti i gradi , di tutte le età vero camp o di il a o b ro H ttb ne r Wallenstein , diceva g i a ne , il he r b medesimo c , so preso nel tur ine delle C in r s que G iornate , imase na costo a Milano nella

’ o r o i casa d una sign a , e c h e p fu ambascia

’ to re d A us tria a Pa rigi e a R o ma . Nel Caffè Cova (divenuto ben pre s to il Caffè dei c o s pi ratori) il maresciallo Radetz k y sedeva fami gl iarm e nte in s ieme cogli ufficiali di tutti i s o o v iv acità gradi , f ggiand e gaiezza giovanile ’ ’ c h e contrastava co suo i o ttantun anni s uo r s ri i nati . Gli alt i ufficiali upe or , Wo h l gemut h ,

Wo che r e Sc h oen h als eran o della partita . Il marescial lo s i divertiva s o pratutto a b u rlare no n o il conte di Wallmoden perc h è , stante l ’età (era s uo coetaneo) faceva il galante col sesso b ell o e russava in pien o pranzo !

Ma il buo n umore no n durò a lungo . s 1 giovani liberali della ocietà elegante e , f quindi , fra questi , alcuni amici di casa Ma fei , ’ no n desistevano dall idea di nuo ve manife ' L a E ss er 147

stazioni . Al t eatro alla Scala doveva ballare ’ l ammaliante r — Fanny Essler , danzat ice mima , un levata agli astri anc h e da carme del Prati . “ Il tremendo angelo ,, come questi definiva r la Essler , avea lasciati stupendi icordi a Mi

' ’ o 38 iù s ta io ne di lan , dove nel e p nella g car ’ nevale — quare s ima del 44— 45 ella avea s ulle i s uoi s s cene della Scala spiegati fa cini , nella ’ ce d i G and nell E s zn erald in B eatri e a, guisa c h e il s uo ispirat o canto re le domandava in una lin gua a lei quasi i gno ta :

M a chi ti appres e ’ a ab onda en l ue r nal V g g ti , q vi gi i ’ R a men d amore e de n ro al s an ue pi ti , t g Quel t rasfus o ineffabi l e mis t ero ’ ’ D ingenue grazi e e di pudor c el es ti ° l i s de n o en e l e aure E g g i p t ti , p

’ S ubl imi e c as te del l infame ampl esso ?

’ 9 o 47 Nel gennai del , la Essler avea s fol gorato di nuovo alla Scala nella F igl ia d el ito t b and , ballo di Giulio Perro , musica di C c sare Pugni ; e tutta la città scioglieva allo ra più c h e mai inni alla s ua figu ra eleganti s s ima fidiac a s e slanciata , alla sua bellezza , al uo o o e r genio , al suo buon cu re pront a socc rere i poverelli . Per M ilan o no n s i vedevan o c h e ritratti della Essler ve s tita da figlia del b andito sui cemb ali si strimpellavano i wal T uts h zer Essler comp o sti da G . c ; otto gio o in vani , fra i più ricc h i , uscir no quel carne vale sul co rso vestiti nel co stume dei b ri 148 L a E ssl er

ganti del b allo un Giacomo Gilardi inventò s s a i s igari alla E ler , fum ndo i quali si s vol ge a (ignoro co n quale meccanismo) un fo gliettin o ’ o col ritratto della diva . Ric rrendo l o noma lei stico di , molti ammiratori le offersero una l a s ontuosa cena , durante quale si esegui i una cantata , poesia e musica d Giovanni S ala ; la b anda militare suonò una serenata ’ s o tto i balconi dell alloggio di Te rsicore ; in n n somma no si adorava c h e la Essler , o n si s o gnava c h e l ei.

Ma un anno dopo giusto , qual cambiamento di Gli stes s i entusiasti ammiratori ’ ’ ’

47 s acco rs e ro . … h del c h ella era viennese , e c e perciò doveva scontare in un momento solo tutti i trionfi ricevuti in più stagi o ni . s 12 b b a 1848 Venne la era del fe r io , e la ! s s l r s b o F e si pre entò nel all romantico aus t. r o o b Pe le mani di m lti giovan tti li erali , co n nel o venuti teatro alla Scala , c rreva una s a r o o ti a lit grafata contr Fanny ; altri , i nvece , ’ o ro s s eran astenuti dal teat , in eguito alla dif ’ fusio ne d una circolare an o nima c h e diceva :

Un al tro s a r fi o frat el l ! B s o na s c i ci , i i g a sol utamente ast eners i dal t eat ro al l a pri ma rappres entazi o ne del l a

E ssl er. C ede e il l uo o ai T edes che orrann t g chi , v o ap ’ rl a n i n nom n r pl audi a ch e e os t o . L E s sl er fu benefica ers o o er ed abb as u a l a r onos enza n on v i p v i , i i t tt ic c , il a r fi o d l nos ro oro c s c i ci e t dec ! e c.

’ I genn infernali , gli spiriti dell aria , le fiam melle vagabonde indicanti l e anime dei tra ’ il b passati ond era pieno allo , indispettirono il

150 L e C inque G iornate

’ uno splendido pranz o d addio al Marino . La

’ ste s s a sera dell ultim o banc h etto (7 marzo ) avea luogo un mem o rando s pettaco lo al tea tro alla Scala dove s i rappres entava il b all o

w . F aus t colla May ood Il teatro , benc h è male n u n s : risc h iarato , prese tava a petto solenne i palc h i e ran o o ccupati tutti : si notavano tutte ’ le s ignore dell aris to c razia milanese e tutte le ’ s dell aris to c razia . ignore austriaca Gli ufficiali , ’ r o s o r r nei p imi p ti d c h est a . formavano , colle o b o l ro ianc h e divise , due lung h e linee c m patto ; eran o quelli i posti loro assegnati in r o 1815 teat o da un privilegi c h e risaliva al , b e c h e , visi ilmente , segnava la recisa divi ’ sione morale fra gl h n pe rial i e Milan o . Si sen ’ tiva freme re qualc h e cosa nell aria : si s entiva c h e u n u ragan o te rri b ile stava pe r Ed ecco fo lgo reggia !

G o r ff Nella lotta dei Cinque i rni , Cla a Ma ei n o n resta i no perosa ; cura as s idua i fe riti negli o o r c o s ì ospedali , li c nf ta ; e tante altre signore della s o cietà milanese più c h e mai unite n e l s entimento patri o ttico e nella carità gene rosa

rs o s s e . ve i caduti , iano amici no tri nemici Du rante il periodo successivo alla l o tta cit d G o tadina elle Cinque i rnate , fra quei poc h i intimi c h e Clara Maffei vede quasi o gni giorn o o o o r o nel s u sal tt , si t ovan due preclari diri b o s r r s genti la pu blica c a , i quali app e entan o due co rrenti dive rse di idee ; le co rrenti c h e i r o u r r l G o o o o . divid no , p t oppo , vern p vvis ri o S o no il c o nte Cesare G iulini della Po rta e il ’ Op inioni p olitiche n el 48 151

- marc h ese Anselmo Guerrieri G o nzaga . Il pri ’ mo rappresenta le opinioni dell aristocrazia trio tica es cl us i pa lombarda , e quindi ripone vam en te Piem onte nell a ogni speranza nel , _

o . C asa di Savoia , in Carlo Al b ert Il Guerrieri G o s nzaga , invece , come qua i tutti i giovan o s del temp , vibra ancora alle lu ingh e , alle r as pi razioni mazziniane . Il G iulini e il G uerrie i ’ continuano la s era nell intimità del s alotto Maffei le discu s s ioni c h e li h ann o divi s i du l n rante i gi o rn o el palazz o municipale . La c o l r * Maffei mazziniana , parteggia Gue rieri anzi lo rimprovera quando l o vede aderire a qualc h e atto in contras to co l le o pinioni sino allora da lui p ro fessate ; ma il gentiluomo mantovano no n può sempre o b b e dirvi : la realtà delle co se comincia già a scuotere la s ua fede : la suprema necessità del m o ment o gli fa conoscere quanto i co ncetti del Giulini n fin mirino a u e più pratico . o Se badiamo a Cesare C rrenti , anc h e r questi amico di Cla a Maffei , e uscito an ’ c h egli , come quasi tutti gli u o mini della ri v l uzio n s o e , dal mi ticism o alla battaglia delle

o - Cinque Gi rnate , Anselm o G uerrie ri G o n zaga fu con lui non tiepido fauto re della fu o sione della Lombardia col Piem nte , poic h è (sono sue parole pro nunciate a Manto va nel ’ 186 in occasione c h e nell Acc adem ia Virgiliana s i scopriva un busto in onore del Guerrieri Gonzaga) poic h è non p o teva la Lomb ardia atte iar far casa a parte , nè p gg sola , e peggio

’ ’ vantaggiando s i c o n danni d altre parti d Ita 152 C esare C orrenti

’ lia ; al postutt o no n trattarsi d indipendenza ’ l o mb arda ma d indipendenza italiana . Il Co rrenti va più in là ancora : aggiunge

r r - G b e n c h e egli e i Gue rie i onzaga , prima ’ d alt ri de s ide ravan o la fusione . ’ Mi s o n o impo s t o l o bb ligo di se rb armi s t ret tamente i mparziale c o n tutto e vers o tutti in ’ u n li b ro di carattere storico qual è questo ; ri po rto perciò qui sotto testuali le parol e ’ e s plicite del Correnti . Certo se v à epoca nella t ria in r il s o , cui le cont addizioni , tumulto delle r r o fu idee e la confusione egna on sovrane . o b e n quella . Era un ca s ; caos naturale e per r o o o at s ino necessa i , p ic h è da quell , a un fi o onnipotente , doveva uscire poc h i anni d po

’ l Italia. “ Si è detto , si è scritto c h e Guerrieri e Correnti (si pe rdoni al mio nome c h e pe r n ecessità qui s i regi s tra) eran o i soli c h e nel ’ G o ve rn o pro vvi s o rio avve rsa s sero l unione no n r della L om b ardia al Piemonte . Soli e ano ; e s e avess ero cercato c o mpagni ne avreb bero trovati tro ppi ; ma questo non impo rta gran o s s iù s o fatto . Imp rta a ai p il apere c h e m lti mesi p rima dei primi moti di Milano , e quan

’ ’ d al tri ricantava ancora l es ecra to C arign ano ’ s b e rtava s o o del Berc h et , e l esercito ard c me ’ accozzaglia di contadini insaccati nell uni ’ co o fo rme , essi già si erano indetti patri ti del ib e ratis s imi ro piemontesi , ed erano di p

’ mu o ve re l unione della L o mb a rdia da tant o o ar o tempo i nerme col Regn S do , di cui ad gni ’ o ccas ione essi celebrav an o l esercito fo rte e

154 C esare C orrenti

Il Correnti , c h e lanciò Milano alle Cinque G io r na c ui o M as s arani s te , e a Tull eres e degn o monument o nel de s cri verne in più volumi r la vita , i tempi e nel accoglierne le o pere dispers e com e le fo glie della Si b illa al vento ’ della rivoluzi o ne e d ell affanno s o mattin o del

’ i o ne l l Ital a nu va , portava salotto Maffei ras n la f e sci tillante ed alata . lieto di ritro vare anc h e in quelle convers az ioni compagni di ’ ’

. Al l aS e tto s peranze e d intenti p , ai lineamenti r i certi segni ca atteristici , avresti s cambiato il Co rrenti per qualc h e artista is raelita fran e ra b o r ce s e ; egli , invece , lom ard , pat izio mila

’ ’ antica r s s i ne s e d data ; a ti ta , ben era , e de ll im o o s magine e della par la , e s gnatore pre ago del

’ l ia b r s in r in l Ita li e a dagli anni p imi , cui vedea ,

o s o . : più c h e s rri i . tombe e r vine Ei cantava

' neb rian mma n I ti i gi i , s e ure de l ens e ro F an t a tich pitt p i , ’ rmon e che dal l an mo A i , i e ! il el o em es os o e nero Svanit ci è t p t , L a n at ura è un s epol c ro e voi ride t e

I n di sperat o gemit o S i vol ga il s ospirar de l a t ua l i ra A t e rra i fiori ch e ti s t an s ul c ri ne ;

’ P an iam S amo n a in rembo i g , i ti g all i ra. L a n os t ra c ul l a è appesa al l e rui ne !

l o I conte Cesare Giulini della P rta , una delle p rimarie figure del sal o tt o Maffei e di ’ r tutta l Al ta Italia , era del legno raro (pe di rla ’ heini na in s inta li n con una frase a ), cui g a o gli uomini di Stato . \ : 1 C esare G iulini dell a Porta 1 C 0

Nato da antica famiglia patrizia c h e diede a Milano l o sto rico Giorgio Giulini s uo bisavo ; ’ educat o dal padre all amo re della pub b l ica ’ s co sa , Cesare illumino nei primi anni , alla o s s luce del fratell maggiore Rinaldo , forti imo s ingegno , di eccelse peranze , morto innanzi

Cesare Giulini apparteneva a quella sc h iera o o r di gi vani , c h e c me i Cor enti , i Visconti n s ta i M as s arani Ve o , ed altri , divennero pre co cem e nte r uomini , uomini di fo te sentire , ri o s o luti ad perare a pro del l o ro paese . La ’ memoria e l e rudizione s variatis s ima e sicura di Cesare Giulini erano pro digiose . Studii s pe ciali aveva c o mpiuti nella scienza dipl o matica ’ e nella st o ria delle più celeb ri fami glie d E u ’ ro pa c h egli con o s ceva nei particolari più i o minuti . Quant aneddoti racc ntava in casa m i s r Maffei , ast cando di t attamente qualc h e lettera c h e s i toglieva di tasca ! L e sue di s trazi o ni rimasero famo s e al pari della s ua na r s o erudizione . U se a , di corrend , mastico una o s lettera dai gr ssi uggelli di ceralacca , e avreb b e tutto ing h i o ttit o se gli asco ltatori n o n

’ r s s l avessero pregato di i parmiar i quel pasto . All o rc h è il Giulini venne c h iamato al Go verno pro vvis o ri o d i Milano avea già c o m pinto sulle co s e ag rarie di Lomb ardia c c c ell e nti s tudii resi n o t i nel Congress o degli

1 4. s cienziati , tenuto a Venezia nel 8 7 Nutrito degl i s critti di Cesare Bal b o e di Massimo ’ d A ze l io s s g , non ce ava dal proclamare , anc h e no n o a c h i voleva sentirlo , c h e il temp delle 156 Agos tino B ertani s ette era pass ato : da ciò la sua s carsa fiducia nel sistema di Mazzini e la fiducia inconcussa o o in coloro c h e v levano perare , combattere alla luce . Nei Cinque Giorni , egli , eletto uno de ’ tredici c h e ressero Milano in quel tempe s to s o m o mento , pas s ava di barricata in bar

i ata s o o s . r c , e p nend i inerme , o quasi , ai perico li ’ ’ Avuto l incarico d un mandato in nome della o o città al camp di Carl Alberto , vi andò ed ebbe a liete accoglienze dal re s baudo , il quale non o r tardò a c mprendere la fo za di quella mente . ’ 5 o 48 o Il ag sto , Milan capitolava e il Giu s un d un lini la ciò non ad io , ma arrivederci al s alott o Maffei e a Milano . Riparo nel Pie i fra o r monte , donde stabil poi T ino e Milan o , tra il gabinetto di Cavour e il s al o tto Maffei u n fil o o o c nduttore di preziose inf rmazioni , di ’ ’ r parole d ordi ne , d aspi azioni concrete , c h e s e rviron o a prepa rare e ad alimentare la te nace e lun ga battaglia della re s istenza contro ’ l Impe ro .

’ U n altra fi gura appare nel salotto Maffei ’ 48 r c : durante il , una figu a stori a Agostin o o o Bertani . Durante la l tta , il d ttor Bertani t n cura abilissimo i fe ri i . Egli è b e co nosciuto come gi o vane di aperto e co lto ingegno . F re ’ quenta m o lto l alta società , come quegli c h e pur essendo di o pinioni repub b licane predilige ri toc ratiche l e no n dis iac le abitudini a s , quali p cio no nemmeno a Enrico Cernusc h i e ad alt ri Il baldi ingegni della Montagna . Cernusc h i corre alle barricate combattendo da pro de

158 C ris tina B elgiojoso

o o s f I due Dand l , amici simi di casa Ma fei , iù r sono fra i p ca i , fra i più ammirati gen i i o til uo m n c h e ne on rino il nome . ’ ’ 48 o s Nel , la c ntessa Clara incontra a Mi ’ lano co n un amica illust re c h e no n vede da più tempo : la p rincipessa C ristina Bel gi oioso s o s la in g laris ima gentildonna lombarda , c h e ; ’ 48 s b o l a o nel , em ra v glia divenir Gi vanna ’ ’ rco dell indi e nd e nza d A p italiana ; ella , m o dello della duc h essa di San Seve rino nella C har ’ tre as e d e P ar/n e di Stend h al . Alla testa d una vo lo ntarii r col o nna di , a ruolata a tutte sue s o d s pese , la principes a entrò in Milan ecisa

’ o b r o d t i di c m atte e e di sc nfiggere i nemici I al a.

’ Qual al tra donna prese parte co s i attiva e cosi battagliera per la li b e rtà ? Nata nel 1808 dal s marc h e e Trivulzio , era moglie al principe o s o il a Emilio Belgi io , musicist eminente pel ’ s r l av Ve n e e nz . n o me , pel talento mu icale , p a ’ V o mo o n irile , pr ntissi l ingegn della pri cipessa ; ingegn o storico e filo s o fico ; vasta la c ultura ; s s o s piritosa , tagliente spe o la par la ; generoso ’ f o . o u l anim e audace Caduta Milan , ne ban ’ dita; andò a R o ma e vi stette durante l as o o r u n s edio , poi si p rtò a Parigi , d ve ap i sa o lo tto di fama m ndiale , c h e accoglieva i più in s igni uomini della F rancia . Viaggiò in O riente e narrò i su o i viaggi prima nella D eux M e n d es o i in o R evue d es , p v lumi c h e attestan o il suo spirit o di osservazi o ne . Il suo E ss ai s ur l a fo rm atio n d u d ogme cat/zol iq ue no n i non piaceva e potea piacere al Manzon , c h e tuttavia le rendeva on o re : il s uo E ssai C lara M afiei e M azzini 159

o i s ur Vic è certo p ù notevole lavoro , e ri mane uno dei piedes talli della riputazi o ne let ’ teraria dell ammaliante ae/n ina vir f , sotto una a r c ricatu a della quale , disegnata da Alfredo no n De Musset , questi scriveva ( senza in tenzione):

P all ida d m is alli a ul hr t se ua v d a amen . , q p , p c

’ r non Al itorno degl Imperiali , poc h e fami glie lasciano Milano pe r is fuggire il ferreo do mini o militare del maresciallo Radetz k y sotto ì cui la città è piombata . C o s la c o ntessa Maf r fei , con Carlo Tenca e colla mad e di questi , o L ripara per qualc h e temp a ocarno , do ve ’ h a o ccasione di incontrarsi col suo primo : maestro di fede politica . N o n si può affermare c h e la gentildonna l o mbarda inspirasse tro ppo vive simpatie al ’ l agitato re genovese ; c h e que s ti si affrettasse a considerarla un astro di prima grandezza nel la co stellazione di signore trascinate nella sua orb ita politica … . Giuseppe Mazzini preve deva forse ciò c h e sareb b e divenuto fra poc h i anni il salotto AP T L C I O O XI .

L A L O TTA DE I D I E C I A NN I .

’ R ol uz one di L a parol a d o rdi ne e il C rep uscol o. i s i

V s a. di N a ol eone e il on e A res e . M azzi ni . p III c t i it

on n t imazziniana. T ul l o M as sarani a M azzi ni . Decisi e a

- e m l l ur A rres o E mil i o Vi sco nti V nos ta e C a i o C avo . t

m r n I l 6 n L azz t i Un ro ra ma b o a o. di Anto i o a . p g gi

l r r u a di C ar o D C is tofo i . P ro ss fe b b rajo . F g e s ce i

a n s al amen o . G us e e nz . L a di M antov . U v t i pp F i i

on e sa M affe e l a l z c t s i po i ia.

185 e r no n Nel 0, la contessa ripiglia , p inter o ro mperle più , le intime riuni ni , nel suo gra zio s o appartamento al numero 2 1 nella via o in Bigli ; quieta e st rica via , una cas a della quale dimorò una madre di prodi , Adelaide

- in il Cairoli Bono , e , altra , mentre popolo com batteva nelle Cinque Giornate , veniva dai duci ’ ’ dell insurrezione respinto l armistizio o fferto dal maresciallo Radetz k y . Sono due l e sale c h e la contessa destina

er r . i p ice vere gli amici Nella sala p ù riposta ,

162 I l p rimo nu cleo di patrioti

’ 48- 49 l è Dopo le luttuose rovine del , di s i ni t s cus o erano gravi , tristi , sos enute da un piccolo nucleo d ’amici patrioti c h e si c h iama

: r T e nca i — vano Ca lo , fratelli Visconti Venosta , as s arani o Tullo M , Antonio Allievi , Carl De Cri s to f ris o , Giacomo Battaglia , Romolo G riffini o Jacini o Stefan , Cesare Giulini della P rta , An o L azzati toni , Giulio Spini , Giulio Carcano ,

Innocente Decio , Giuseppe Finzi . Il dottor Fran cesco Rosari frequentava il sal o tto fin dal ’ ’ l epo ca delle Cinque Gi o rnate . V erano alcune n S aul ina sig ore , quali donna Viola Barbavara ,

o — R o b e cchi la sign ra Bianconi e qualc h e altra . Parecc h ie s ignore della società milanese in vivevano ritirate campagna , perc h è Milano r offriva omai troppe t istezze e squallore . L a Maffei riceveva tutt o il giorno e tutte le i r sere . S era ce ti di trovare nel suo salotto s i qualcuno , fra le tre e le e dopo il mezzo o o gi rno ; poscia , dopo il pranz , fino alla mez zan e tte . Giuseppe Verdi continuava a visitare l la genti e amica , ogni volta c h e veniva a

Milano .

b n In questo gruppo di patrioti , passa e ’ presto una fiera parola d ordine : resistenza in o o ra ad ogni costo , ogni occasione , ad gni , contro lo straniero . Si vuole assolutamente deb ell ar la fortuna ; si vuol c o nquistare il ’ ’ primo i nviolabile diritto dell uomo : l indipe n denza . E questo sentimento , sacro , radica tis s imo re a ato deve esser p p g , tenuto vivo , in mezz o alla buona s ocietà ; a tale sco p o ’ L a p arola d ordine 1 63 le signore del mondo elegante devono pre stars i alleate e fficacis s im e e alleate promet

. L a tono di essere , e sono difatti Maffei ne ’ c in dà l esempio . Il suo salotto tradu e atto a gradi , senza fretta ma senza posa , per dirla ’ o n una r c frase di Goet h e , la pa ola d ordine ; ed è questa l a sua potenza contro cui nulla ’ u s irrad ia può . Quel f oco anc h e fuori di Milano ; n è come u faro nella tempesta , nel quale i si affis s ano altri pat ri o ti . Cos tutti i più egregi italiani c h e ve n gon o a Milano non m ancano di penetrare in casa Maffei ; fra questi due bre s ciani : Giuseppe Zanardelli e Gabriele Rosa ; i l primo , c h e a Brescia apre sotto gli occ h i ’ degl Imperiali un gabinetto di lettura couve n o il g o di c spiratori , secondo reduce dallo Spielberg dove stette rinc h iuso tre anni in una cella attigua a quella del Confalonieri . Il salotto Maffei è asilo di lib ertà in mezzo a una terra soggetta . A c h i vi pone il piede sembra di ’ b approdare ad un isola li era e sicura . E una lotta temeraria , certo , questa c h e si

. u na un osa Da parte , vasto Impero vinci o d ’ tore e il diritt della spa a ; dall altra , un pugno di vinti e il diritto della ragione ; e c h e s o i o que to , gg o d mani , deb b a trionfare s i s : u o prevede , si ente q and mai la ragione non “2 taglia più delle s pade . in zzmi Si confida ancora M a . Il C rep us col o o stess di Carlo Tenca comincia mazzinian o . o che nell a s o Questo gi rnale , t ria della stampa r rifulge di pu o splendore , nasce presso la con

. e tessa Maffei Ne fondatore , direttore e scrit 164 I l C r ep u s c o l o tore Carlo Tenca ; il quale vi mantiene inal n o terato u carattere , vi mantiene la par la ’ d ordine della resistenza , a ogni minaccia , e ad ogni lu s inga più pe ricolosa della minaccia . s r un o n L a re istenza du a decenni , dal 6 ge naio 1850 giorno in cui il C rep us co l o esce per o fino o r o in la p rima v lta , al gi n cui , liberata b s uo la Lom ardia , vede raggiunto il scopo e r s sparisce , pe cedere il po to ad altri periodici d più rispon enti alla novella vita accelerata . o il Ogni d menica , quando settimanale C re as col o s p esce nel suo aspetto erio , e ricco di articoli c h e trattano a fondo le più urgenti

s r . l que tioni della lette atura della scienza , de ’ ’ ’ r s l arte , dell indust ia , embra di avanzare d un In pas s o verso la meta . ogni numero del C re as col o s i u na p , legge rivista politica del Tenca , il quale per deli b erato p ro posito n o n parla ’ ll A us tria r l mai d e , sia pe mostrare c o silenzio c h e non ne riconosce il di ritto di dominio in no n in Italia , sia per cadere sequestri e nella r s o o n l s opp es i ne del periodico , la cui v ce e ’ s epolcrale silenzio s uona co me voce d amico c h e co nfo rta e fa sperare . in l o Ma ogni pagina quante ve ate allusi ni , s c h e allora nella ten ione degli spiriti , acuiti o o ! dalle sciagure , si capisc no subito e a vol l e tter tur L a parola a a include I tal ia. La let teratura si confonde colla politica : è la voce della patria , ne sostiene le ragioni , ne aiuta il trionfo . ’ Per noi , la letteratura d oggi somiglia a o s una carovana s rpre a dal vento del deserto .

166 I l C r ep u s c o l o

’ all Italia u n rivela originalissimo poeta , E n C ris to fo ris rico Heine . A Carlo De , la natura concesse un singolare accoppiamento di fa ’ s coltà , poic h egli discorre colla tessa com petenza di cose militari e sul credito . Il me dico Romolo G riffini t ratta le qui s tioni di ’ ‘ igiene ; Antoni o Allievi l economia ; Giaco mo Battaglia del ro manzo in Italia ; Enrico Fano della co ndizi o ne degli Innocente Decio di c o se giuridic h e e s tatistic h e ; Giuseppe Za ’ ’ r r nardelli d arti e d indust ie b esciane . Sono d della famiglia anc h e Paolo Emiliani Giu ici , Eu o o o geni Camerini , Ant nio Col mbo , c h e manda c o rris nde nze o m politic h e da Torin , ed altri animosi . Il Camerini , critico ricco di dottrina ’ d acutezza r e , di stile sfavillante , icrea lo s pi rito colle s ue co rrispondenze letterarie dal Pie s i l monte , da quella terra a cui rivo gono i

re s critti i . p , nostri pensieri , le speranze Fra i c o operato ri del C rep us col o è Carlo Cat tanco , c h e vi tratta di scienze ed industrie . o o Benc h è di vedute p litic h e rmai diverse , il ’ ’ Tenca si vale dell Opera preziosa dell amico suo personale , nel cui pensiero balena pur ’ sempre la s ognata grandezza d Italia. ’ ’ Togliamo u n momento dall ombra dell oblio ’ ’ o r dov è sces , ca ico d anni come Matusalem , b del s u n barone erlinese , grande amico alotto in m M affei , cui appariva im ancabile tutte le in v o lte c h e scendeva Italia , e scrittore pur re us co l o : N eu eb aur esso del C p Francesco g , s s consigliere aulico di Pru sia , già con ole e iù diplomatico . Nessuno p di lui odiava il feu I l C r ep u s c o l o 167

alis mo i . d , sostenitori del diritto divino Egli ’ ’ amava l Italia d affetto cosi fervido c h e avrebbe sacrificati i suoi baffi bianc h i accuratamente impegolati pur di vederne meno infelici . Da o Berlino i nviava lettere c ndite di pepe , sale e di s ingol aris s imi spropositi di lingua sull o stato f della Germania . Ogni volta c h e agli u fici de l C rep us col o arrivavano le co rrispondenze del ’

o . bar ne , l ilarità scoppiava irrefrenabile Scri : o s tiffàli il f i veva h om , , tale star ecch a ca … o s h allia . e altri fi ri della Cru ca c h e , ripo rtati s ne ro nel alotto Maffei , mpevano per il mo mento la serietà . Carlo Tenca rifaceva da a o N eu eb a cima f ndo le lettere del g ur , sal ’ all ccidio vando d e le notizie appetitose . Innumerevoli erano gli artico li del Tenca ’ m a s tesso ; articoli d ogni genere , special ’ m ente di politica e di letteratura , c h egli c o m o poneva sempre di n tte . Se qualc h e scritto re del C rep us col o (l i c h iamavano crep us col an ti ’ ’ o a l im e ni all ultim momento mancava g p g , ei l o suppliva e talvolta scriveva l ui il giornale

' quasi tutto . In tali eccessi di lavoro , soffriva ’ spasimi alla testa , c h era costretto di calmare c o n vescic h e di g h iaccio ; e continuava co s ì fino al mattino in cui il tipografo veniva a ri ce ve re i manoscritti del giornale da pubbli ’ carsi infallibilmente all ora fissata .

Giuseppe Mazzini ripiglia ormai risoluto la ’ sua azione . In nome della democrazia d Eu ropa e specialmente della democrazia francese , ’ s c e riv agli amici c h e quest ultima , s confitta 168 R isoluzione di M azzini e N ap oleone I I I

dal s colpo di tato di Napoleone III , vuol ri prendere la lotta ; ma avendo i capi in car o in no n cere esilio , può agire , e perciò in voca c h e la democrazia italiana prenda essa ’ ’ l iniziativa d una generale sollevazione contro i des p o ti c o n un fatto lumin o so il quale ri ’ n o il ll svegli elle m ltitudini coraggio . A agita ’ to re sem b ra c h e l ora di operare s ia giunta ; gli semb ra c h e Milano potrà dare il segnale del

’ l insurrezione europea , rinnovando i prodigi delle Cinque Giornate per le quali è divenuta gl o rio s a . Intanto a Napoleone III non is fuggo no le ’ condizioni in cui l Ital ia è pi o mbata . Il nuovo un o b sovrano promette a inclit lom ardo , al s o conte Francesco Are e , amic suo , c h e , appena ’ as s o dato in al l tali le sorti Francia , anc h e I a ’ ’ rivolgereb b e il pensiero . L A re s e s affretta a o comunicare a Camill Cavour tale promessa , c h e presto è nota agli amici di Milano , al sa lotto Maffei .

O ccorrono dieci milioni , secondo Giuseppe i ’ Mazzini , per niziare la levata d armi nei ’ dall A us tri : paesi italiani occupati a e , a tal b n r u . uopo , ei andisce prestito pat iottico f o Uno degli amici di casa Maf ei , Tull Mas sarani , si reca a Londra per conferire col ’ l agitato re e conoscerne davvicino i divis a l ’ menti . Mazzini lo riceve nel unica stanza an in gusta , mesc h ina , cui alloggia ; e avendo o fferto al M as s arani e ad un amico di questi c h e lo accompagna , le sole due seggiole della camera siede sul letto , e parla . La sua pa

I comitati mazziniani 1 1

m i. rola è ani ata , i suoi occ h i vibrano lamp e Egli è vestito tutto di nero ; magro , pallido ,

P al l do in ol o i ii che re s ul rono i v t p t ,

o o r (direbbe di lui Vitt ri Alfie i , come disse di nell s r ! sè) : e co nfida a sua tella , nella pat ia ni in r Tull o M as s ara ritorna Italia , ecando no n poc h e cartelle del prestito m azznnano r e la madre , al confine , gliele cuce , int epida , ’ o i entro le f dere dell ab to , ben sapendo c h e , ’ o s se vengono sc perte , l unico amati simo figlio ’ un suo non potrà sfuggire l arresto , processo , la morte . P ens iero e azio ne s o I comitati , rti nelle prin c ipal i città venete e lombarde pe r effettuare o rifl e il sogno mazzinian , sono mira alle s sioni d i parecc h i eminenti li b erali di casa

f m m — V Maf ei , c h e , co e E ilio Visconti enosta , o as s arani o L azzati Tull M , Ant nio , Giuseppe o r Finzi di Mantova e qualc h e altr , di ettamente

o . o no , vi h ann parte Se ne parla , se ne di

te no n o o . o n m n s en , senza pre ccupazi ne N a d ub b ii s o o o rtu cano , difatti , gravi ulla lor pp no n o o nità . E tutti li appr vano , sembrand c h e il momento dell ’azione risoluta e decisiva no n p o s sa essere imminente . Si opina da alcuni c h e una cospi razione no n seguita da ’ n i b en o u az one preparata e f rte, conduca a

i e ccidii. r o nutili I mi ac li delle Cinque Giornate , ’ avvenuti in un epoca nella quale tutta quanta ’ ro a s oll evavas i no n s l E u p , po sono ripetersi l ora iso atamente , contro un impero c h e ve 172 D ecisione anti— mazziniana

glia sospettoso . Tuttavia non poc h i sono i gio ’ r vani , c h e , a denti d amor patrio , anelano di romper gli indugi . v Una sera , nel salotto , si iene a una deli zio ne : s i no b era decisa se si debba o , seguire ’ l agitato re nella subitanea insurrezi o ne da lui suggerita . L a prevalenza è per il no : e allora vi si accentua il distacco netto fra i patrioti c h e fino a questo punto militavano concordi nel pa rtito mazziniano . Un vigoro so intelletto di statista spiega insieme c o l Giulini Della Porta

: l - io la sua influenza Emi io Visconti Venosta , g ’ o o vanissim d anni ma di senn maturo . Il Vi ’ ’ s affida iù ll s conti ormai , p c h e ne as tro di Maz ’ nell as tro o l zini , s rgente di Camil o Cavour , il cui genio comincia a suscitare le più vive speranze .

’ n un r I giorno t istissimo , uno de giovani più iù s e rii s il simpatici e p del alotto Maffei , no L azzati n taio Antonio , divie e oggetto di gene rale compianto e di trepidazi o ni . Dal Comitat o centrale (presieduto dal no b ilis s im o Attilio De L uigi) il L azzati era stato inviato a Mantova per consigliare a quel Co ’ mitato la prudenza . Egli erasi già al l u0po n ab boccato col prete Tazzoli , u o dei principali c o n cospiratori , Luigi Castellazzi , c h e essend o segretario del Comitat o teneva carte gel o s is c o n affi l iati sime , e altri g e avea fatto ritorno co m a Milano , fiducioso ( egli stesso narrava in casa Maffei) c h e i suoi c ollo quii avrebbero

174 A n tonio L azzati

’ ' i l itti tr n per giudicare de d alto adime to . A ca itano s s p istruttore di questa commi ione , la quale potea as sumere il motto del duca Gua r nieri nemica di pietà e di misericordia era n r o s u boemo , Ca lo Krauss , u mo di prontis imo

s . ingegno , ma parea ceso da un Torquemada Il r s do s r s o r K aus , c h e po es e e tat gove natore di i Vi r in r o s o no n r Boem a ve tutto a , ip , può ave dimenticate le arti crudeli co lle quali cercò di l azz ti l o strappare a L a , appena ebbe nelle ’ mani , la verità sulle relazioni de suoi amici a o di Milano . Fra i tanti rresti , all ra avvenuti , il s o l o L azzati e ra milanese ; il solo L azzati ’ rappresentava l agitazione patrio tica del sa lotto Maffei e di Milano : e da lui si speravano ’ relazi o ni e delazioni. Ma co me il Krauss s in ’ gannava !… Nei p roces s i politici v h anno tre ’ t ti: l i o categorie d impu a g eroi , i deb li , i tradi i o L azzat . t o ri . Antoni apparteneva alla prima Egli negò sempre alle accuse resistette sempre s r alle sugge tioni , alle a ti diabolic h e spiegate li r tra ar . per is pp g fatti , ci costanze , nomi Se al cuni pat rioti di casa Maffei no n morirono s ul patib olo lo dovettero (e alcuni per fortuna s o n vivi ancora) al s ilenzio eroico di Anto nio

L azzati. Poic h è questi negava imperterrito il capo s guardiano delle carc eri di Mantova , France co Casat i (pur troppo un milanese !) l o cacciò l M ainolda nel e orrende prigioni della , unite alla pretura di Mantova . Questo tristo C a s s ati , peciale aguzzino del Krauss (può ella , l ’ Eccel enza Krauss , fingeva d essere An tonio L uzzati 175 protettore dei carcerati politici ; usava le arti s più lu ing h iere per indu rli alla confessione . coll o ii r Nei qu co n loro nelle carceri , most ava una bonarietà ambrosiana edificante : era co s ì o bland ,

C he parea G abri el che dic ess e : Ave !

M a v ’ quando non riusci a ne suoi intenti , get ’ tava gl infelici a macerare nelle carceri umide M ainol da o f della , e a s ffrir ivi reddo , fame ,

o o . tutt , finc h è non c nfessavano Un brutto giorno Anto ni o L azzati fu tras ci nato a sostenere u n confronto col suo dela

il . tore , Castellazzi Questi gli comparve dinanzi . ’ i beffardo , colla caramella nell occ h io e disse n ’ del : presenza (s intende) Krauss A h , il si L azzati ! i b er gnor di Milano Soprab to bianco , ’ ineerato in retto d , come quella sera cui venne

. Il Lazzati a Mantova , fremente di sdegno , lo il fulminava muto coll o sguardo . E Castellazzi i a cont nuare nella denuncia , colorendo i parti ’ ri no n c ol a dell adunanza di Mantova , tacendo , L azzati s o o peraltro , c h e il aveva c nsigliat da atti temerarii e anzi aveva raccomandato col m assimo calore la prudenza . A un certo punto , il L azzati continuando la denuncia , cieco ’ o s ul d ira , si gettò c me una tigre Castel lazzi afferrandol o per le Ciò b astò al ’ ’ I zz ti s a Krauss . l L a a era , a suoi occ h i , tr dito ’ il più c h e no n l avesse tradito Castellazzi , e l o fece condurre dal Ca s ati nella carcere dove s i trovavano insieme altri patriotti . 176 A ntonio L uzzati

o il In questa prigione stavan insieme ricco , soccorrevo le Carlo Augusto Fattori di Vene il di zia , pittore Giuseppe Boldini pure Vene ’ zia , l ingegnere Francesco Montanari di Miran

' dola (il quale aveva avuto incarico dal C o ’ mitato Mantovano d iii i padro nirs i di s o rpresa i delle fo rtezze d Mantova e di Verona), Angelo r Giacomelli di T eviso , e Tito Speri . ’ L entrata del L azzati nel carcere è descritta c o n poc h i tratti tragici da Angelo Giacomelli nelle R em in is cenze d ell a m ia vita p ol itica : è u na scena pietosa : La sua comparsa tra noi col solito accom ’ pagnam e nto (del Casati e de s econdini) ci fece s e rc hè s ul molta impres ione , p suo viso erano le traccie di molte sofferenze , tanto era pal o lido e smunto . benc h è robusto della pers na .

Teneva nelle mani dei pezzi , 0 meglio delle s u to ir cro te di pane nero , c h e pareva c s d gel o samente ; altri poc h i s uoi effetti eran o s o portati dai ec ndini , c h e indi pro vvidero la ’ camera d un sesto giaciglio

Il L azzati era riserb ato al Ve ’ d rem o ben presto qual romanzo d amore ab bia l . i salvato quel magnanimo A h , suo delatore , ’ in c h espio , è vero , per lung h i anni e mille m o di la propria colpa , ma c h e pur resta nella ’ s toria macc h iat o d un nome o rrendo !… Sotto qual infernale influsso l o sciagurato no n abbia infranta la fede , è ancora ben is cus arl o in ff certo . Per , casa Ma ei e altrove , si affermava c h ’egli avea parlato sotto il ba

1 78 F uorusciti mazziniani a M ilano

’ certo dai più facoltosi : uno de più magna iù r f nimi e p icc h i amici di casa Ma fei , nello b o slancio su lime del cuore , fferse tutte le pro prie dovizie per salvare dal patib olo un Altro o ra no n posso aggiungere

L a sco perta della cospirazione di M antova i . r s nume o i arresti , i tremendi processi e la quasi o ve r o o certezza c h e una iv lta sc ppiasse , i pri gio nie ri sarebbero i primi a s offrirne le rappre

saglie , ribadiscono negli amici nostri la couvin ’ zione c h e il momento d agire no n è certo il più O iù u pportuno , tanto p c h e la p bblica opinione no n vi è punto preparata , e la città , stanca r di t ambusti , di pene , inclina ora alla tregua . ’

Lontano dal campo dell azione , Giuseppe no n M azzini lo conosce , non può conoscerlo b ene ; meno poi lo conoscono i fuorusciti c h ’ egli lancia a Milano per farla insorgere colle a rmi .

Fra questi , è certo Brizzi , romagnolo , già ufficiale alla difesa di Roma . Giuseppe Piol ti ’ de Bianc h i , milanese , pittoresca testa e anima ’ tol o o d apo s , pronto al sacrifici , ma pronto del

con . pari ad illudersi , si unisce lui La prima idea del Brizzi (oggi si può rive l arl a) è addirittura borgiana . Egli vorrebbe av vel enare tutti insieme i capi civili e militari di Milano c h e devono raccogliersi una sera di c arne val e a banc h etto nel palazzo del Ma rin o ; e a tal u0po si accorda con un cuoco il quale promette c h e attossic h era ben bene le vivande ! Appena il Brizzi palesa il proprio I l 6 febbraio 1 85 3 179

’ al Piol ti disegno de Bianc h i , questi lo respinge con orrore ; e il Brizzi stesso è costretto a ’ c o nfes s arne l enormità . Si decide allora di ricorrere alle armi ; e una notte si fa larga distribuzione di stili a varii operai in un caffè ’ o della Corsia de Servi , per la sua f rma lunga

’ e stretta c h iamato volgarmente C afl è d el L a

ane lzin . g g Già invano alla vigilia della rivolta , S tram b io i iù in casa del medico , p assennati lib erali deliberano di respingere la propos ta della immediata sollevazione ; i nvano Emilio

Visconti- Venosta oppone la pro pria autorità alle ris o luzioni dei più eccitati .

o - Con Enrico Besana , Emilio Visc nti Venosta n parte i segreto , di notte , alla volta di per raggiungere Mazzini , c h e da Londra si e ivi portato affine di esser più vicino allo s vol ’ gimento del dramma . L animoso giovane ’ l a itato re il spera di persuadere g , quale gli avea più volte espressa ammirazione e sim ’ patia ; spera di strappargli un contr ordine ma una orribile bufera di neve lo incaglia is fu ire s ulle montagne dove , per gg alla vigi lanza , h a dovuto scegliere il cammino . Pro cedere è impossibile ; deve retrocedere col 5 fe b compagno ; e , scorato , nella sera del è b raie , ritorna a Milano quando tutto già ’ l pronto per l insurrezione de domani .

1 53 ’ Il 6 febbraio 8 , è l ultima domenica di car nevale ; e tutta la città è in fe s ta . Questo giorno venne scelto apposta dai congiurati perc h è i militari sono las ciati liberi in giro per l a 180 I l 6 febbraio 1 85 3

’ n o città a godersi u p di spasso , e le caserme intanto restano quasi indifese e s gue rnite . La ’ parola d ordine è terri b ile : pugnalare tutti ’ i so ldati e ufficiali aus triaci c h e s incontrano ; a disarmare le sentinelle , impadronirsi delle c s erme e p rima di tutto del Castello . Pa recc h i ’ li r militari ung h eresi , frementi anc h essi b e tà , h anno giurato di unirsi coi pugnalatori . Il Brizzi calcola d ’esser seguito da cinque ’ ! cento fidi , alcuni de quali , a h imè racimolati nei bas si fondi romagnoli e in anticipazione ’ : ne l s pagati ma , momento dell azione , egli e ne n vede attorno appena cinquanta . I qualc h e punto della città , gli stili dei prezzolati sicarii trafi o no r gg alla sc h iena pove i , quasi scemi soldati c h e vanno a divertirsi o portano tran quilli nelle ceste il pranzo ai padroni ; si tenta di disarmare qualc h e s entinella ; ma la rivo ’ s luzione c h e , econdo l idea di Mazzini , dovea ’ essere il segnale d un sollevamento gran i s r d o o di tutta Europa , muo e prima di na in un o o scere miserando c nflitt di poc h i . In uno tanto dei fuorusciti , cui era stata affidata da Mazzini la somma per il primo impianto ’ d un nuovo governo , istigato dalla moglie , fugge col denaro e di lui non si h a nno più traccie . Il u nal amenti ro ditorii sistema dei p g p , in degno di un p o polo civile c h e aspira ad esser ’ ’ l acco zza l ia d e rro ri in libero tutta g , cui , non i ostante le più ev denti dimostrazioni , Giuseppe n u Mazzi i h a vol to ostinarsi , dànno il colpo mortale al suo prestigio . Cosi si eclissa , cos i

182 C arl o D e C ris toforis

le osterie c h iuse alle dieci della sera . Spenti ’ tutt i fanali a gas e o gni proprietario di casa è o bbligat o di tener u n lume alla finestra du rante la notte . Vietato il suono delle campane vietato il t ransito per le porte della città t ranne ai conv o gli dei morti . ’ Nel s al o tt o Maffei s i trepidava per tutt i pri i nie ri e r Lazz ti g o , ma specialmente p il a e per il ’ Finzi . Si temeva c h e l autorità militare volesse la l o ro vita per ri s p o ndere anc h e dalle for o 6 o tezze di Mant va al febbrai , per vendica re i do dici s o ldati uccisi e gli altri cinquanta z i fe riti nella s o mmossa . Il L a zat era il solo affi gliato milane s e caduto nei proce s s i di Man ur o r b b o tova ; e , p tr ppo , era p o a ile c h e d vesse s co ntar sul pati b o l o la t rista follia commessa il b da altri 6 fe braio nella sua città nativa . s s o L azzati u o Lo s te , q and seppe nel carcere ’ s s r del tentativo an guinoso d in ur ezione , si r vide pe rduto . E pur t o ppo le p revisioni sue e quelle degli amici del sal o tto Maffei non ’ s allontanavano d al Il pote r militare ’ deci s e d impicc arl o a s o o Una giov ne ign ra di Milan , nota a casa o L azzati Maffei , e alla quale Ant nio avea in ’ r o s pirato un a dente passi ne , nel deliri o del

’ l angoscia , della disperazione mortale , no n vedeva aiuti per salvare da morte il suo di i o r va s c e . l etto , non g via di salvezza C h i pre gare ? c h i invocare ? c h i s upplicare mai ?… Il maresciallo Radetz k y , c h e teneva il propri o o no n quartier generale a Ver na , riceveva alcun o o no n supplic ante , o megli quest era lasciato C arlo D e C ris toforis 183

iù im l aca passare fino a lui dal Benedec k , p p infelicis bile dello stesso maresciallo . Quella ’ sima trova per s o mma fortuna i n un alt ra si ’ e iù n all eata er gu ra , p c h e una consolatrice , u p ’ raggiungere lo sco po pietoso . Come colei c h è ’ ’ l arb itra del cuo re d un possente generale , ’ ’ quell all e ata no n s indugia a supplicarlo ; e ’ o r tanto fa , tanto prega , tant s adi a , c h e que ’ gli si lascia s trappar la promessa d intro mettersi perc h è A ntonio L azzati sia salvo ! Il s b generale si porta u ito da Piacenza , dove ’ o risiede , a Verona per raggiungere l intent ; iù ma ivi trova le p ostinate opposizi o ni . Al un quartiere di Radetz k y ne nasce contrasto , n b u conflitto vivacissimo , quasi furi ondo… fine Alla , dopo lungh i tentennamenti e sforzi , la concessi o ne è accordata ! 28 b 1853 L azzati Il fe braio , Antonio , Tito Speri e Carlo Augusto Fattori vengono co n do tti tutti e tre insieme dinanzi al Tribunale di guerra per udire la loro condanna : a Tito Speri il capestro ; al Fattori e al L azzati è condonata da Radetz k y in via di grazia la pena di morte infliggendo al primo , per la s ua minore attività nella congiura , cinque in L azzati anni di carcere ferri , e al quindici anni di carcere in ferri per la migliorata s ua condotta p o litica in questi ultimi tempi Questa la frase trovata per giustificare la clemenza o meglio per larvare la potente intercessione !… Quindici anni di catene son pur terribili da sopportare ; ma almeno e ri ' ’ s parmiato il supplizio !… L altro amico di casa ff n Ma ei , Giuseppe Finzi , venne conda nato a diciotto anni di catene .

Le apprensioni del salotto Maffei non si r o ! arrestavano qui , pu tr ppo Manco male c h e ’ qualcuno de suo i amici poteva salvarsi colla

t Una mat ina , qualcuno corre a informare ’ la uno contessa Clara c h e de suoi amici , ’ de io v ni f uno g a più erventi , il nobile Carlo C ris to fo ris De , ricercato dalla polizia , h a po

i . tuto fuggire . Una fuga ero comica Poc h i m o ’ r menti prima d essere a restato , il De Cristo ’ o r nell s e dal f ris si ifugia O p Maggiore , dove un medico s uo amico lo accoglie e lo mette a o u n intanto i lett , come povero ammalato ; e r i suoi amici gli o d sco no la fuga dalla città . ’ r s n Egli si t aveste , si trucca da dome tico d u fi ’ uf ciale e , a cassetta d una carrozza di que ’ s ti o , varca sotto gli cc h i de gendarmi le porte di Milano rigorosamente guardate . Cammina e r p campi , per ville , e arriva al Lago Mag ’ nel giore ; lo attraversa fondo d una barca , nascosto in un ammasso di reti di pescatori ; ’

. 19 54 quindi ripara a Zurigo Nel luglio del , iul a c o n sentenza del conte G y , controfirmata ris to fo ris da Radetz k y , Carlo De C veniva con in er dannato contumacia , p alto tradimento , ’ a dodici anni d arresto in fortezza e alla per dita della nobiltà . ’ Carlo De C ris to fo ris era stato uno de primi ’ amici del salotto Maffei cui Mazzini s era ri ’ o volto per preparare l insurrezi ne a Milano .

Tullo M assarani

' lasciò l a vita sul patibolo ; amico di Tito Speri i cui toccò la stessa fine glor osa , e di Giuseppe s Finzi , cospirava enza tregua , meritando la vi i g l anza speciale della po lizia . Per u n miracolo f o egli non u c involto nei processi di Mantova . ’ na U notte , verso l alba , è destato dalla polizia c h e gli viene a perquisire tutta la casa . Il com m is s ario s o r o perl u trat e , vedend vi molti libri , “ esclama : Quanti l ib ri ! S arebbe meglio c h e fossero bottiglie ! Facezia vuota in appa ’ renza ; ma non è : essa è l eco dei principii già b il r anditi dal Metternic h , quale , p ima di ca “ : dere , aveva detto Quei poveri Lombardo Veneti no i l i ab b iamo ann oiati ! Dovevamo al divertirli meglio , tenerli Guai Go verno c h e annoia i governati ! Il M as s arani avea dist ribu ito do vunque va rie cartelle del prestito mazziniano ; una delle u n il quali era stata acquistata da medico , s b in dottor Ciceri , c h e venne u ito arrestato , se ’ d un un guito alla denuncia altro medico , Van ’ r o u l doni . Da una iuni ne di mazziniani , q es t u ti mo fu tosto condannato a espiare la sua perfidia .

Un operaio , certo Colombo (morto poi vec c h io nel fu scelto a sorte dai congiurati o ’ per compiere la vendetta , e lo fredd d una pugnalata un pomeriggio , in via Durini , mentre il tris te stava per andare a casa a pranzo , e le figl iuol e lo attendevano , come il solito , alla finestra . ’ Un altra volta , la polizia tornò di notte da i t T ullo M as s aran per arre s arl o ; ma , per equi R iun ioni in casa P ezzi 187

il voco , arrestò il cugino di lui , quale fu in grado di provare la propria innocenza . La vita insomma degli amici del salotto in Maffei e di tanti altri , c h e , pur alimentando atrio ti a no n cuore la fiamma p c , erano a quello affigl iati ed agivano c ol medesimo scopo in s co rr a altre riunioni , e insidiata ogni momento e cinta da perigli ; fo rse no n senza ebb rezza ri un dei cospirato consacrati a ideale , certo co n mortali spasimi delle povere madri . La co ntessa Maffei non si mostrava punto ’ atterrita dello stato d assedio e delle perqui ’ sizioni c h e da un momento all altro potevano

a itarl e . ro c p Distrusse , è ve , le carte pericolose , ’ ’ n l c m no l amabile sua disinvoltura , c h e a co paguo in ogni frangente . o La p lizia le usò peraltro riguardi , di cui s e rebbe ingiustizia tacere . N on entrò mai nella sua casa a perquisire ; neppure c h iamò la con ad aud iend um verb m in u n tessa u , tempo in fio c eav n di rigori cui le c h iamate a o , e benc h è fosse n o to quali patrioti la visitas sero c o n ogni giorno , ogni sera , e quali altri o , ar restati , o fuggiti , ella conservasse segrete relazio ni . La p o lizia non recò neppure m o le ff stie alle signore patriote amic h e della Ma ei . aulina o b tranne alla signora S Vi la Bar avara , la cui casa perquisi senza frutto ; e n o n toccò i l a poetessa Giulietta Pezzi , mazziniana , p ù c h e

e d o il 1853. mai tenace ardente , prima e d po Ment re l a Maffei accoglieva ne l suo salotto elegante di via Bigli gl i uomini riflessivi c h e ’ l a avversavano l azione subitanea , Pezzi ac " 188 Angel o S Larsell ini e P ezzotti coglieva nella sua modesta dimora in via Amedei gli uomini veementi c h e la volevano l ini . S cars e l a ogni costo Il Pezzotti , lo , ed altri s i radunavano e congiuravan o pre s so di lei . O gni sera le depositavano in casa i fasci delle cartelle del prestito mazziniano c h e durante la giornata no n erano state vendute ; e la ’ scoperta d una sola cartella voleva dire co n d o ! Il ro anna di m rte Pezzotti , superbo della p ’ i r d un pr a umile o igine (era figlio cappellaio), b u n rutto , i nsieme di forza e di dolcezza , di s no n is fu i audacia e di me tizia , gg agli sg h erri venne arrestato il 2 4giugno 1852 : in carcere ingoio le carte c h e celava indosso e s i stran gol ò per timo re di compromettere collo scritto o o r in o c lle pa ole , un m mento di debolezza o

d el irio i o . S cars ellini di , suoi c mpagni Angelo s pi rò sulle forc h e di Mantova il 7 dicembre di quel medesimo anno . L a Pezzi pro p rio la poetessa ridente dai ’ ’ riccioli d oro c h e piaceva a Balzac , l autrice

’ ' Un e e ur d I s raèl r C arl o S an d di fl , del d amma , ’ ne l 48 l i rti da lei dedicato a Mazzini , de G a ’ s ti dell E berto , g , appena cominciarono a in fierire le perquisizioni e gli arresti si pre parò a s fuggirli co n u n terri b ile divisamento . Se sento i ge ndarmi salir le scale ella disse mi lancio dalla finestra colla mia bamb ina ! A Verona fu arrestata b ens ì una eletta si no ra o g , con sciuta dalla Maffei , la contessa Ma

a t rine tti— — rianna C t e Franco Fontana , la quale accoglieva i cospiratori di Verona più in vista :

190 Sp irito di discip lina nel salotto

come la contessa Maffei , la patria ; e per la s patria cospiravano coi loro amici , piegando r quel caratte e c h e , nella donna , davanti al su r premo pe icolo , spesso eguaglia e supera per ’ sino la fermezza dell u o mo . ’ oll i Lo spirito di disciplina , sorto c dea con corde della resistenza implacabile contro il r o do minio st aniero , affermat si nel nucleo dei patrioti veggenti e decisi di no n favorire ab o b agli funesti , d veva continuare sino alla fine f i r o nel salotto Ma fei , e cont nuò impertu bat , non o s tante la nuova politica adottata poi dal gabinetto di Vienna verso i Lombardi — Veneti ; no n ostante le promesse e le lusin gh e impe ’ b o riali , pugni di sab ia d ro disseminata su u na terra bagnata di s ang ue . A C PIT OL O XII .

' L A L O TTA DE I D IE C I A NN I .

P rim z e del l a ol a di C am l l o C a o ur nel l o i i p itic i v s a tt o. ’ r du a L a n uova pol itic a di Vi enna. L a ci c M ass imil i ano

l fra n m l anes e . Duel i t ad uffi i e l a soci età i cit i i e c al i . M affei e al re dame n l l a l o t a at La cont ess a t e t p riot ica. Il s al o o si ra a nuo fre uen a o ta a a. i Vi g i tt vviv ; vi q t t r . Sch erzi s ati rici

r Pe quisizioni della polizia , arresti , processi, s ilii o o condanne , e , patib li , terr ri nelle fami

s …. glie , pianto e ango cia delle madri È questo il quadro di Milano . Triste è il salotto Maffei ; e triste e la contessa , anc h per altre sventure . ’ iù Ella h a perduto un amico , de p antic h i e più

fidi : Tommaso Grossi . Un giorno , me ntre il poeta se ne stava curvo davanti al fuoco del ’ o caminetto , sollevò d improvvis l a testa ad una c h iamata e b attè del cranio sul marmo ’ l ’ L autopsia provò c h e infelice , contrariamente a quanto un famoso medico curante affer f l mava , era morto per gli ef etti di que colpo . l Un anno dopo , a contes sa e straziata da 192 M o r te dell a con tessa Teresa P ap adop ol i

’ più acerbo lutto . A Venezia , le muore l amica l Teresa Papadopoli . I tristi s s imo annuncio le vien comunicato da Francesco Venturi . Questo o dotto legista , nato ad Avio press Roveredo , ’ ’ e 49 patriota della prim ra , inviato nel da Da di niele Manin presso i Governi Toscana , di o r o li iù T in , di Roma , è fra g amici p intimi ’ e più fidi della Maffei ; uno de più apprezzati pel sentimento patriotico , per la dottrina e ’

. c n per l integrità del carattere Egli , o deli V cato pensiero , i nviò da enezia alla contessa ’ un braccialetto d ell e s tinta c o n alcuni capelli no n tolti alla salma , trovando parole per co n ’ solare l afflitta amica .

O ttimo amico mio (scrive la Maffei a Giulio im l o ratemi ins irat m Carcano), p ed p e i coraggio : o ra il o e rassegnazione per , cu re è co me stretto da una ines o rabile mano di ferro : le no n lagrime cadono più , e sono ammutolita e prostrata da questa grande sventura . Dio mio , c h e h o mai fatto per c o ndannarmi a questa ’ completa solitudine d affetti ? S o c h e mi re b : s stano dei uoni amici se non aves i questi , parmi impazzirei . Ma Teresa era più c h e una sorella per me , e , colla sua morte , è spezzato l ’ultimo legame c h e ancora m ’univa alla mia n infanzia , a quella sola epoca o n infelicissime

. della mia vita Nello sciogliere questo nodo , re rio mi si rompe p p il cuo re . Perdonatemi questo forse troppo forte grido di dolore ; ma ggi non so che gemere : in seguito spero saper ess ere più calma

194 C avour e il salotto M affei

armi piemontesi alla guerra di Crimea . Il conte o f Emilio Dand lo , frequentatore di casa Ma fei , è in segreti rapport i c o n Camillo Cavour ; cosi il conte G iulini ; e agli amici del sal o tto e n tram b i recan o s olleciti le p rimizie della politica ardita e sagace del grande statista . Si avva ’ l o rano le speranze ; risorge nei l ib erali l ar _ ’ ’ ’ dim e nto : l aurora d u n azione seria e de fi nitiva semb ra alfine

Camillo Cavour , c h e vuole attrarre nella sua o rbita quanti egregi pat rioti vanta Milano l o L b i in e i rest di om ard a , dà , questo tempo , agli amici di ca s a Maffei affidamenti della sua po litica liberale e unitaria . E son o questi affidamenti segreti il p o nte c h e conduce a lui definitivamente la m aggi o r pa rte di coloro ’ ’ c h e militavano a favo re del concetto d un l ta lia repubblicana . Nelle trattative c h e c o rron o attivissim o fra Camillo Cavo ur e i patrioti del

‘ afle i o C irco l o M , e dal cui esit dipendono le r s orti della patria , h a parte p incipale un gio vane c h e a bb iamo più volte nominato : Emilio

— Visconti Veno s ta . E qui cade a proposito di rivolgere meglio ’ l attenzi o ne a questa n o b ile figura della sto l r ria de isorgimento , la cui influenza s ui gio vani l o mb ardi nel decennio che co rse fra il ’49 ’ e il 59 fu po tente . L a s ua po s izi o ne s ociale o o c o n l a c h e lo p ne a contatt tutti , s ua av v e ne nza il s uo , ammaliante e acuto ingegno ,

’ l s a s o o s a u cultura , i u i m di impatici , l audaci a ’ acco mpagnata da freddezza c h ci mette nel ’ ’ l ffr n r a o ta tutt i pericoli nella cospirazione , E milio Visconti Venosta 195

i an segnal ano lui , giovan ssimo , fra gli stessi

zi ni. n a I mezzo alla gioventù , Emilio Visconti Venosta gode d ’ un ’ autorità c h e negli anni ’ giovanili raramente s accorda ai coetanei . Di lui si può ripetere ciò c h e il Manzoni diceva ’ “ del d Azegl io : è nato seducente . Durante il giorno , studia e compone articoli destinati al C re usco l o p e alle riviste straniere , nutrendo per le belle lettere , al pari di tanti altri statisti del risorgimento , culto , passione . Alla sera , Emilio Visconti- Veno sta entra in qualc h e convegno ’ di giovani , fra quali ordisce le trame di una politica segreta e attiva ; quindi , lasciati di remm e cosi i soldati e gli fficiali u , del par o tit , passa verso la mezzanotte ad abb o c carsi collo stato maggiore dello stesso partito nel salotto Maffei . Nelle cospirazioni c h e pre i cedettero processi di Mantova , egli fu uno dei più ardimentosi ; e se no n fini sul patibolo ’ di Belfiore a ventidue anni , lo deve all ero ico ’ silenzio de suoi amici , specialmente del Laz zati e del conte Ulisse Salis . Col Mazzini , c h e in m an aveva lui riposto le sue compiacenze , tenne per qualc h e tempo attiva co rris po n

no n - denza ; ciò ostante , Emilio Visconti Ven e no n sta , benc h è addolorato , esitò a rompere ogni vincol o con lui quando lo vide persistere su una via c h e no n conduceva a pratici ri sultati . Camillo Cavour indovino presto il senno del giovane Emilio ; e col mezzo del n Giulini e del Da dolo , si accaparro quella v b en o mente , di cui do ea prest lodarsi , impie o ne in gand le rare qualità ardui ma ndati . 196 E /fetli della p ol itica di C avour

’ ’ no n fia cata L attitudine de patrioti , se c , resa più circo spetta dai processi di Mantova e dai izii s uppl , si fa adesso di nuovo apertamente opero s a ; e vediamo anc h e farsi più numeroso f e più animato il circolo di casa Ma fei . o n L a c ntessa allarga i suoi i viti , apre le s ue sale a un maggior numero di persone at tratte dalla sua gentilezza e dall ’ aureola di severa rispettabilità dell ’ ingegno e fama de ’

o . o s u i intimi Allargand i ricevimenti , la Maf fei è guidata dal l ’ intenzione (c h ’essa esprime ’ poi a c h iare note) di riunire ciò c h e V h a di meglio nell a società seria e nella s o cietà ele s r gante , sia di ignori c h e di signo e , perc h è si affratellin o tutti in un precis o concetto patri o ’ tico concetto c he ade s so è quello d una più ’ iù vivace resistenza , d una p sciolta e impla cab ile b attaglia al domini o straniero : ella o vu le c h e tutti gli amici del salotto , alla loro iù volta , ne facciano la p attiva propaganda nelle famiglie , nei circoli , dappertutto . ’ L irradiazione , c h e emana da questo foco lare di patriotismo per varii anni , è incredibile .

I molti cospicui forestieri , specialmente fran cesi , c h e vengono a Milano e c h e quasi sem pre h anno lettere per Clara Maffei , trovano nel salotto la nota altissima del sentimento patrio . i ne o Cos , ritornando ai loro paesi , parlan nelle b famiglie , nei giornali , nei li ri , nei ministeri , o nelle reggie . Nessuno meglio di lor e te imo ne s t c h e la questione nazionale italiana , o creduta spent a a Novara , ardeva s tto le ce

T al e …propaganda (è nece s sario insistere)

’ 198 L arciduca M assimiliano

ricevuti con grandi feste ; ma al giubilo si me sce la commozi o ne nel vedere s ul l o ro vo lto sparuto le traccie Si sciolgono i sequestri , inflitti alle proprietà di cospicue fa ’ b r s miglie lom a de e , come egno di pace , l im

rato re s v . pe annuncia una sua vi ita , e arri a Ed arriva a Milano colla bella s posa un giovane s s ch colto e cavallere co , Mas imiliano , e spera di conquistare i milane s i co lla cortesia della quale e m aestro : i giovanotti mondani cogli t cacc ie invi i ai balli , alle , ai banc h etti ; gli uo mini politici c o n idee di rifo rme e c o n pro r r messe di ca ic h e cospicue e ono ificenze . Egli

s L - no n sol o de idera , vuole c h e il ombardo Ve neto no n s ia più t rattato quale terra di c o nqui sta ; e s ogna di fo rmarne uno stato autonomo

’ sotto la protezione dell aquila imperiale .

o o in s no n o intelli Il p pol , ma sa , p ssiede genza ma i s tint o e co de s t o i s tinto e semp re o r s s giusto . I reggit i c h e lo anno dirigere ver o b un graduato e li ero sviluppo , raccoglieranno

pace e prosperità . Se poi questo istinto e di sconosciuto sistematicamente pel momenta neo soddi s faciment o di una politica c h e vive n e r una alla giornata , segui à immensa irra

gio ne vol e zza e terri b ili catastrofi . ’ un L avarizia è nei principi delitto , giac c h è il popolo sa c h e il danaro loro esce dalla

borsa sua . Quel go verno c h e no n vuole dare a s colto

‘ un alla voce dei governati . è governo tarlato e precipita a u na prossima rovina A llarme (li C are ar 199

N n o i popoli sono fatti pei principi , ma i principi per i popoli . ’ L e b aio nette rivolte all este rno so no armi ’ difensive ; rivo lte all i nterno non possono ser vire c h e al suicidio

Di c h i sono questi aforismi ?… Si direbbero ’ uno o d degli amici del sal tto Maffei . Invece ’ ’ d un d A b s b ur o sono arciduca g , proprio di s o Im nia inars i un r Mas imilian g se p incipe , s r r il quale sente cosi , non può pe a e ascolto ; ’ ma è s tranie ro ; la b andiera c h egli innalza no n no n s s è , può e ere la n o s tra . Appunto per le sue qualità d i principe ele s ’ vato e educente , egli segna per l idea uni taria il più pericol o s o momento ; e subito se ne avvede Cavour , c h e ne è preoccupato , te s to in e mette guardia gli amici di Milano , gl i amici del circolo Maffei c h e go dono presso

s o . di lui peciale considerazi ne Ed , ecco , allora la contessa Maffei rendersi più c h e mai b at tagliera e int ransigente co n quanti m o strano ’ d acco gl ie re le prime mitezze della nuova po l no n o n o itica di Vienna , diremmo c fav re , ma cir senza opposizio ni recise . Frequentatore del o r co lo è il giovane Stefano Jacini. Nat da icca o b u ni e stimata famiglia l m arda , allievo delle s er o ver ità di Germania , erudito p f rti studi , in e per l ung h i viaggi Europa , economista di ’ s u no salde peranze , egli è de primi , e perciò

’ 1 e m era ore F ran ) V. l e s ue M emorie ubbl a dal l , p ic t i p t es o G u e e l 1867 c c i s pp n e . 2 00 M assimiliano e l a nobil tà milanese

’ ’ no n può sfuggire all occ h i o dell arciduca . A d dol o rato pe r le l agrime vo l i condizio ni nelle s quali ver a da più tempo la Valtellina , dove il pane manca agli agricolto ri e i contadini o s r b o b son co t etti di far llire le er e dei campi , o o r quand non muoi no lette almente di fame , ac ini o dub bii Stefano J accetta , dop alcuni e ’ o l i r ritrosie , l invito c h e Massimilian g po ge di scrivere una memo ria s ullo stato doloroso ’

o o r alle viarne . L Ja di quei lav rat i , per il peso o cini , animato anc h e dal patriotico intent di m o st rare come il G o verno ave s s e fino allo ra r o trascurata una delle pi ù agguardevoli regi ni , o o s si accinge all studi magi trale , c h e più tardi sarà tradotto in inglese da un grande amico

t lia . l i del o d I a , Gladstone Ma g amici sal tto ’ Maffei no n appro van o punto l ades ione del gio o s o s vane ec nomi ta , convinti c h e dall traniero nessuno deb b a accetta re incaric h i d i nessuna s o s o o f ! pecie , sien pure a llievo dei s ferenti Carlo Tenca no n ascolta certo le pregh iere o del Governo . Egli vien pregat con corte s ia dal ’ governatore d annunciare sul C rep us col o la ’ ’ venuta dell imperatore d A us tria ; il semplice arido annunzio come fatto di cronaca , sen ’ z l tr : r o a o ma Carlo Tenca , f eddo e ris luto ri sponde di no . Il Governo invita tutte le famiglie r nobili , aventi (come si dice) i di itti di Corte , ’ perc h è s i dispongano ad accoglie re l impera ’ ’ e s : tore andare a uoi ricevimenti , a pranzi e quasi tutte que s te famiglie n o b ili gli ris po n dono c o n qualc h e scus a c h e mal nasconde il vero m o tivo del rifiuto .

2 02 M assimiliano e gli artis ti

atrio tes ri id es . numero dei p g Massimiliano , b ’ ’ c h e ama le elle arti , c h è anima d artista egli : va v stesso , accarezza gli artisti a isitare , fra o c m altri , il pitt re Domenico Induno e gli o o un mette un quadr , scegliendo bel tema c h e ’ avreb b e tentato un artista lib erale qual era ve ramente quel degno fratello di — Ge rolamo :

E ugen io d i S avoja. Ma Domenico Induno non r no n s dipinge il quad o , e re tituisce la visita . ’ ’ rci a ro d amm ir L a duc , deside so are Gustavo ’ l i r c o l o d un Modena , g fa di e mezz certo R o baglia (impresa rio del teat ro di Santa Rade ’ gonda) c h ei può lib eramente da T o rin o do ve

’ s l in t vive emigrato , pas are a Milano , c h è dul o imperiale non s i farebbe as pettare a favore del più eccel s o attore del mond o . E il più ec celso attore del m o ndo risponde al Ravaglia n i un biglietto , inedito tuttora , condito di quel ’ s ale e pepe c h ei s pa rgeva v o lentie ri nelle sue lette re um o ristic h e e originalissime :

S i . G . R o ba l ia a M il an o g g ,

Da T or no 14a r i , p i l e.

Le sono gratis s imo delle sue co rte s i o f ’ o : r ferte ; ma c è un guai , ed è c h e il teat o di Santa Radegonda no n può venire di qua da e ho in un Buffalora , d io una spina piede la quale non mi permette di venire di là , Dunque mi devo limitare a co ncamb iare cordialmente i suoi saluti pro testandomi

m o S uo obb . e devoto

G U S T A V O M O D E N A G li ufficiali austriaci 2 03

i i s Le class ntelligenti , le classi alte della e o cietà , cui il governo direttamente si riv lge in poic h è esse vede il timone della nave , sen ’ s i l It tono in que to momento , d nanzi a tutta a lia , una grande respo nsabilità ; e come già ’ 4 o m nel 8, rispond no degnamente al loro c o ’

. in o b 1 i pito S dai m ti car onari del 2 , pi ù illu minati di quelle clas s i compresero quale fosse la via più onorevo le da b attere ; e quanto s fi das s ero impavidi la morte , e sostenessero ’ nell e s ilio o o b nell Spiel erg le più dure prove , è noto a tutti ; ma forse no n tutti rico rde ’ ranno c h e da quegli uomini del 2 1 fu dato ’ ’ l ab b rivo alle idee emerse nel 48 e avval o ’ rate nelle guerre dell indipendenza italiana . Nel salotto Maffei si ordiscono manifesta Zioni contro il G o verno e persino duelli contro ’ gli ufficiali per tener viva l attitudine di o sti i ità c h e può solo , alla sua volta , tener viva ’ l idea nazionale .

Gli ufficiali austriaci , a Milano , formano u na famiglia a parte ; qui si sentono più c h e ’ n mai i terra d e s ilio .

Tutti di ragguardevoli famiglie , parecc h i di famiglie patrizie , ricc h i , di figure signorili , allevati nel Teresiano di Vienna e nella mi b fl rar in gli e re società , potreb ero gu bene o qualunque festa ; ma essi , almen i più ragio n oli o o ev , comprend n c h e le famiglie italiane l degne de nome , h anno tutte le ragioni di s tri non accoglierli , finc h è le loro sciabole sciano padrone sulle n o stre vie . Appartengono ’ o o B o e anc h essi , infine , c h i alla P l nia , c h i alla 204 Op inioni degli ufficiali

’ n mia , c h i all U g h eria , a terre , insomma c h e , L o m b ardo Ve ne to al pari del , as pirano a più r a u lieti destini ; e ment e lcuni . accesi di f ror n d al s oldatesco , e i citati contegno ostile della r b cittadinanza , vor e bero c h e s i ritornasse al regime Radetzky ; altri non restano insensibili ’ o d Ital ia agli sf rzi sanguinosi dei popoli , c h e sfidano tutt o pur di godere alla fine l a loro

r . i ffi pa te di libero sole Cos , fra gli u ciali e i o r funzi na i stranieri , si segnano due correnti no n quella di c h i approva la politica mite , e ’ quella di c h i no n solo l appro va ma deplora sia giunta tre ppo in ritardo per is perarne gli effetti . Alcuni funzionari stranieri della stessa p olizia , specialmente ung h eresi , cercano di salvare qualcuno dei no s tri ; e già qualch e ’

o . altra volta l h an fatt Un poeta , amico di casa G Maffei , Antonio azzoletti , imprigionato a e d e s Tr nto , nei giorni lla più ferrea repre sione , venne liberato in graz ia di un commissario h il u na ung erese , quale da valigia del poeta , u n fece sparire in baleno carte ed armi , c h e vo levano dire immediata fucilazione . l l Gazz o letti “ ne rimase profondamente commosso . Una lagrima più eloquente di qualsiasi poema (scrive la vedova del Gazzo letti nei C enn i bio ’ grafici dell amato co mpagno) u na lagrima elò il gli v ciglio , e traendosi dal dito un anello :

Portatelo per mia memoria , replicò ; cosi la o m io v stra resterà scolpita nel cuore , , fino agli estremi del viver mio . E cosi fu poi s in c h è negli ultimi giorni di sua vita , rian c on dando sua moglie i tempi passati , b ene

2 06 D uelli fra C i ttadini e ufiiciali nelle cospirazioni di casa Maffei accettare la sfida del barone S chò nfeldt . . ’ u o s Il duello h a l og alla ciabola , e dura quin C am ri dici minuti , durante i quali il pe o feri ’ sce due volte l avversario e rimane ferito egli r am e ri stesso . Pad ini del C p o sono due altri amici di casa Maffei : il conte E milio Dandolo e Carlo P rine tti. In certi duelli fra cittadini provocanti e ui iali o r fic pr vocati , si tira a so te c h i dei nostri ’ deve battersi . Nelle partite d onore , sono osser vate col massimo rigore le regole del codice cavalleresc o . Durante l e trattative e sul ter ’ r b reno , pe fetta cavalleria d am e le parti quindi i nostri dicono agli avversari : E qui fini scono le no s tre relazioni E gli ufficiali com prendono benissimo . ’ Nella serie dei duelli , c h e ricordano u n po le sfide a singolar tenzone dei poemi roman hi V’ zes c e dei romanzi storici , h a quello del s o n i giovane Alfonso Carcano , di cui padrini l marc h ese Soncino e Giovanni Visconti - Veno ’ il d un o sta ; duello Tadini ; di Gustav Viola , figlio d ’ una delle più intime amic h e dell a Maffei ; il duello alla pistola pre s s o Canobbio ’ u n fra l ufficiale Brunner e Caroli , bergama n sco , u o degli elegantoni c h e , prima di pranzo , formano capannello alla bottiglieria della S in cerità in angolo al Monte Napoleone e la Cor sia dei Servi ; e il duello di Giacomo Battaglia .

A questi scontri , le signore di casa Maffei ’ e di tutto il resto della società milanese s in n tere s s a o al sommo , tutte concordi nel so Patriottismo delle signore 2 07 stenere la grande questione ; tutte animate ’ d un patriottismo cosi caldo e militante , c h e il no n essere in questi giorni intransigenti no n anti atrio tica o n sarebbe cosa solo p , ma c traria alla moda e di cattivo genere . Ma il patri o ttismo delle signore sarà c h ia o b en mat presto a serie prove , quando comin r vol o ntarii il c e à la partenza dei per Piemonte . o La s cietà , intanto , h a mutato carattere . ’ o Cessato lo stato d assedi , anc h e i ritrovi pri vati di Milano e il salotto Maffei s i son fatti

meno circospetti le società .sono più numerose e più vivaci . I ritrovi , i teatri , i balli , ripre s i .

Tutti vivono animati da una comune , cre s cente speranza ; tutti si preparano a un grande

o . o o avveniment Il salott Maffei , ltre c h e il ca rattere patriotico assume u n carattere sempre più gaiamente m o ndano . Gli uomini s erii si trovano colle signo re alla m o da . Troviamo in questo periodo del salo tto Maffei u n giovane s o ingegnere milane e , Giuseppe Colomb , c h e u n giorno sarà ministro ; un matematico c h e do ’ terà Milano di istituti d alta cultura , il Briosc h i ; un m o medico ant vano , c h e mette ogni cu ra r r nel cela e la propria sva iata sapienza , C c sare To desc h ini ; e L amberto Paravicini egre ’ gio c h irurgo . E anco ra : l ingegnere Emilio Bi nami o uno o g S rmani , dei cooperat ri del C rep a s ol o cd o c , Enrico Fan , c h e siederà nel Senat o del nuovo Regn o . Più tardi tro viamo il val tel line s e B o n fadini b b Romualdo , pu licista e s to rio rafo g di larg h e vedute , fervido nella parola , un scultorio nello stile ; e profugo poeta , par 2 08 N uovi amici

b e r iza latore rios , ca o al Manzoni , Giovanni R o di Treviso . Intervengon due altri veneti , il o pittore Antoni Zona , ritrattista di grido , dal o s s colorito tizianesc , c h e dipinge per la conte a ’ una giovane Viol in is ta dal l ado rab ile espres e sio ne s o ave il c h iomato Filippo Filippi , mu r s o o s ic is ta e c itico mu icale , il s lo c h e , fanatic o della mu s ica tedesca , porti la n ta tedesca

’ (mu s icale !) nell ital ianis s imo salotto . Un gior o o r n al is ta e drammaturg , Leone F rtis , t iestino , profugo e vero tipo di profugo talc h é nel ve derlo si è tentati a ripetere quel verso dei P roj uglzi d i P arga del Berc h et :

C hi è quel G reco che guarda e sospi ra

r interviene qualc h e s e a alle co nversazioni . La o L o sua gentil c mpagna , uigia C letti , sorella del patri o ta e s cienziato Ferdinando C o letti di Pa no n r r o d i dova , f equenta le iuni ni casa Maffei , fra ma conta le amic h e intime della C h iarina . C h i s apeva leggere negli ast ri p revedeva ’ r l avvenire di Rugge o Bo n g h i . Questi fu pre sentato alla Maffei da Giulio Carcan o (c h e lo incontrò sulle rive del L ago Maggiore) c o n u na lettera piena di fau s ti p resagi a favore del pensatore e pubblicista nap o letan o . il A mano a mano , vediamo venire più ac o o o o clamat n stro commedi graf , Paolo Fer ’ ’ o m rari , dall armoniosa par la , dall a enis s ima o s o o v n c nver azi ne ; Giuseppe Guerz ni , a vene te o s as s io nate i giovane , letterat , fo coliano p , po milite di Garibaldi e s to rico delle geste del

’ l e ro e u n o ; arc h eol go e numismatico , Bion

2 10 A ltri nuovi amici del sal otto accoppia al coraggio la più fine sagacia e

’ l nte o quel el ega sci ltezza c h e lo abb ellis ce . Ri masta vedova si rimaritò con Giovanni Vi

- sconti Venosta . E nipote del marc h ese Camill o ’ o ro d A dda Salvaterra , c involto nei p cessi della

Giovane Italia nel 1831 . Donna Lucrezia Mancini colla figlia fre quenta pure il s alotto ; co s i donna Francesca

’ ’ s r n r de L utti poetes a t entina , allieva d A d ea ’ Maffei il quale nell egre gia casa Lutti a Riva di Trento viene am o revo lmente o spitato per tanti anni dopo la divisione dalla m o glie . Fran ’ ’ r un M ari cesca de Lutti aut ice d poema , a, in o in s ff compari s ce di tratto tratt ca a Ma ei , ’ accompagnata dal nobile Vincenz o de Lutti r b egregi o musicista e letterato . F a le elle si re s i o gno , nota la c ntessa Colleoni nata Viola , dal volto soffuso di quel pallo re c h e un patri o il r zio generoso , patri ta , conte Ca lo Leoni di

ma neti o . s Pado va , c h iama g c È orella di Emilia r Viola , divenuta più tardi Ferretti , vi ile inge gno nota n ella letteratura sotto il nome di m aritatas i E mma. La contessa Della Somaglia poi al conte Marco Greppi ; donna Pao lina Sala C c Taverna madre di tre egregi gentiluomini , rolamo , Giacomo e Marco Sala , nonc h è mol ’ tiss ime altre s ignore dell alta società lom

. b arda , frequentano casa Maffei ’ Le conversazioni del salotto s aggirano sulla s atrio tic a politica , ulla letteratura p c h e si dif fonde a bella pos ta ; s ugli sc h erzi s ati rici ch e passano manos critti di mano in mano e c h e ib persino si rappresentano . Si attr uisce (e credo Una tragedia satirica 2 11 giustamente) al conte Carlo d ’ Adda uno dei più caustici sc h erzi poetici del tempo . Famo sa po i una tragedia pe r marionette composta da G io vanni Visco nti - Veno s ta e rappresentata da quella famiglia vivaci s sima di giovani c h e si riunivano in casa Dando lo . La tragedia aveva per a rgo mento la guerra di Crimea e l ’impe ratore N iccolò di Russia : so tto il vel o della in o parodia , e versi p mposi e faceti s atireg o o il giava da cima a fondo c ntr dispotismo , incarnato nello czar . Le allusioni furono colte a vol o ; e il succes s o calo ro s is s imo si rinn o vò per tre sere davanti a tutta l a s o cie tà di Mi lano accorsa alla tragedia c h e s i voleva ri vedere no n s o quante altre vo lte anco ra ; ma la polizia la proib ì, e pose sotto rigo rosa vi ’ ’ gil anza l autore ; uno de più spiritosi e più o o colti gentilu mini , patri ta tenace , e fine no ’ vellis ta e romanziere dell a scuo l a d Al es s an d ro a M nzoni . C API T OL O X I I I .

A L C A M PO !

’ orn del mul al T ea ro al l a S al a I primi gi i 59. T u ti t c T utti al campo ! A ugus to Verga e al t ri gi ovano tti de l l a L a on e a affe a . ss M s o cie tà el eg nte G ae tano N egri . c t i

r neral di E m l o Dandol o . e gl i emigrati . M o t e e fu i i i r nan G o ann C omico s alvamen to del conte B a g i . i v i

— ed E mil i o Vi sc onti Venos t a.

Gli avvenimenti incalzano e nel sal o tto Maf b fei le notizie arrivano a folate . Nel novem re ’ ’ 58 s i r in del , parla d una gue ra primavera in cui le armi della Francia s aranno alleate a e in colle piemontesi . La citt fermento , e si r libra pi ù c h e mai alla speranza di so gere ,

o . dop tanti secoli di servitù , a libera vita ’ ’ 58 r L ultima sera del , la contessa Clara i ce ve una folla di lib erali giub ilanti c h e par ’ lano a voce bene alta dell imminente tempesta . L r s n Qualc h e loro amico , eone Fo ti , o n si r r in o o r t ova peralt o mezz alla gi conda iunione , o in i n dovend proprio quella notte , s eguito “ a una perquisizione politica ,, abbandonare colla moglie Milano per comando della po

2 14 I p rimi e migrati di giovanotti appartenenti al salotto Maffei e l ad altre s o cie tà eleganti . Il primo e i nobile ’ o o i d arti l i Giuli o Venin , p divenuto capitano g e o il ria ; e , subit dopo , principe Gian Giacomo Vi o ni b Trivulzio , Giulio g , i no ili fratelli Sala , il L e o Ulric h , Augusto Viola , commediografo o o u e Cas telnu vo (c nte Leopoldo P ll ), Ernesto ’ r M a no ni l E s e n rini il Tu ati , i due j , g , giovane

P o . Nava , e adini , Radaelli , Rosales , Mazz ni Questi ultimi si trovan o a Vigevano c o n uno d ei do n Giovanni più b e lli della s o cie tà mila

u s V . nese , A gu to erga Nato a Milano , il Verga sfuggiva alla coscrizione austriaca riparando n o rius cì r s i Ing h ilterra , d ve ad a ruolar i nella

Legione straniera . Ma alle prime voci guer ’ r 59 o e s che nel , eccolo pronto di rit rno in r o il Italia . po tando sec nel Piemonte suo bel ’ f b l uniforme di u ficiale ritannico , dentro il quale (scrive Leopoldo P ulle) sembra Apollo vestito da us s aro inglese . Il conte Pulle fugge da Milano col favore il o o del padre , c mmediograf Riccardo C a

s tel ve c chio . o r s Gaetan Neg i , giovani simo , ’ ’ s avvia anc h egli lietamente verso il Pie l . I u monte f turo sindaco di Milano , c h e s i e fatto già notare da alcuni amici pei prin ci i lib erali p h , per la cultura e pel forte inge no e g , accompagnato al campo dallo stesso s uo padre ! Le signore incoraggian o tutti i giovani a u s r partire , amici e fratelli ; p nzecc h iano , p ez zano i ritardatarii ; alcune fissano a que sti ultimi un termine irrevocabile per la par E sortazioni di C amillo C avour 2 15

tenza . Mentre i mazziniani non vorrebbero c h e i giovani emigrassero per non imp o verire di b raccia fo rti la Lomb ardia nel caso c h e

’ l agitatore o rdinasse un ultim o e disperato ’ d ins urrezione tentativo , Camillo Cavour se gre tame nte es o rta i suoi amici della L o m b ardia e del Veneto ad estendere più c h e e ’ ’ s s erchè ao po ibile l emigrazione de giovani , p corran o ad arru o larsi in Piemonte premendo ' ’ r u n o iù l u a lui di c eare motiv di p , onde A o s italità stria , stanca della p piemontese pro ta diga agli emigrati , stanca di vedere i suoi s c o So b co critti a c lti tto le andiere nemic h e , di c h iari alla fine guerra al Piemont È indicibile quant o la conte s sa Maffei e le signore e gli uomini principali del suo s alotto si adoprino per la fausta“ riuscita dell ’ ardito ’ da s disegno . Dalla contessa e uoi amici son o aperte s o tto s crm om segrete pe r riunire le in genti somme c h e occorro no a promuovere s o una emigrazione va ta e c ntinua . N o n solo r m devono partire i icc h i e gli agiati , a anc h e i giovani di famiglie povere , ai quali bisogna naturalmente provvedere i soccorsi e i mezzi di t rasporto . La sola questione del modo di evadere si presenta assai grave . Il recarsi da queste pro vincie in e f Piemonte cosa irta di di ficoltà . Il o o Governo austriac , c h e si è acc rto ben presto ’ o d im edirl o c o n del m vimento , cerca p tutte le

in . I forze , tutte le guise confini sono guardati co n rigore da colonne di truppe e di cavalleria . erciò Il passaggio riesce p arduo e costoso . Ma 2 16 L a contessa M affei e gli emigrati forti s us s idn da parte della s o cietà milanese non si fanno attendere . Alcuni si quotano per o quattrocento , per cinquecent lire al mese , e più . La contes s a Maffei prodiga la s ua atti vitae compie p rodigi per procurare s us s idii e il modo di varcare le frontiere a quanti s i ri ’ volgono a lei o a su o i amici . Nello stess o tempo ella acco rre nelle famiglie degli emigrati per confortare c o n quella gentilezza c h e le e pro e r pria , tante madri desolate p la partenza dei loro c ari

L ’emigrazione dei g iovani continua (scrive la contessa a Giulio Carcano) ed ormai si pos sono contare più quell i c h e restano c h e quelli ’ c h e parto no . La duc h essa Visconti credeva d a ’ vere fatto il sacrificio d un solo figli o ; ed ora e qui sola, c he anc h e gli altri d ue seguirono ’ ì l esempio del fratello ; e c o s ogni famiglia ,

no n . ricca o ricca , vede partire i figli Questo fatto e grandioso ed o nora altamente il no ’ o o 4 str paese . I signori c h e serviron nel 8 ’ o ra s i nell esercito , riprendono servigio ; cchè n o no son i soli giovani , ma anc h e gli uomini c h e toccan o quasi la quarantina c h e si arruo ’ ’ o c o n un o 4 lan , o grad se l avevano nel 8 o come s o ldati “ Annibale Sanseverino raggiunse il fra tell o ; ne valsero a trattenerl o le giuste o s s ervazio ni sulla sua salute e le ango s cie della povera madre sua . Anc h e nella settimana no n scorsa , quando le notizie erano buone , venne il giovinetto Nog h era a p rendere co n

2 18 S confitta dei M assimilianisti

i tr no , ricevono asilo , vivande , denaro , vetture , b arc a uol i cavalli , barc h e , j , guide e travesti r menti per va care il confine , deludendo ognora la vigilanza . I giovani della campagna vengono di notte a piedi , cautamente , a Milano ; e qui ’ b all al a , trovano subito c h i li avvia a destina o b zione s icura . L sa ene Giovanni Visco nti

Venosta , c h e nel Comitato è attivissimo e delle o o fugh e e spess rditore audace e fortunato .

Le s pie presso i confini spesseggiano , ma non in è raro c h e , aperta campagna , cadano fred date da qualc h e palla vendicatrice . ’ L emigrazi o ne diviene o rmai u n avve ni

o . o ment o politic Ben prest , in tutta Milano , in b tutta la Lom ardia , dai più alti ai più umili ’ strati sociali l e migrare no n e più una manife ne ce s s ità in s r s tazione ma una , vi ta della gue ra n c h e si annuncia imminente . S o quasi dieci mila i giovani che emigrano e accorrono al campo ; fatto veramente mem o rab ile ! Ai mas iù il s imilianis ti cosi manca ogni giorno p , ter f reno sotto i piedi ; il salotto Ma fei , c h e dei m as s imilianis ti e il più implacabile nemico e persecutore , ne gioisce , ne esulta ; e Camillo nel s uo o Cavour , intanto , gabinetto di T ri no raddoppia le classic h e fregatine di man o . Come il grande s tatista dice agli amici nostri del sa lotto Maffei e come ripeterà. poscia al b aro ne di Talleyrand , ministro di Francia a Torino , egli temeva c h e Massimilian o colle sue singo lari qualità , col suo prestigio , potesse vi ncere l alla lunga le resistenze mi anesi ma , grazie a Dio (sono sue parole) le b on gouvernement de R ichiamo di M assimiliano 2 19

s on Vienne intervint , et , selon h abitude , saisit ’ sans retard l o cc as io n de faire une mala un t dresse , acte impoli ique, le plus funeste ’ a la fois pour l Autriche et le plus salutaire o Piem p ur le o nt . ’ ’ Ques t atto fu l improvviso ric h iamo di Mas s imiliano e a Vi nna . Alla Corte d ella capitale ’ i r austriaca , le r fo me esco gitate dall arciduca destaron o vivissime gelo sie ; l e sue ambizioni ’ o o b a L ar i c di regn davan om r c du a, irrequieto s spirito , illudendo i di lasciar nome luminoso o nella st ria , aveva sconfinato , veramente , dal s : o programma a lui pre tabilito pr gramma , il quale doveva limitarsi ad atti di pura cle ’ l in o vern abiti menza , di pura cortesia verso g g , co me il gab inetto di Vienna ci definiva vo le ntie ri ad o gni affermazione della nostra ita

lianità . 11 20fe bb rajo 1859 s egnò alla fine il termine del do minio delle b landizie e delle lusing h e di ’ ci c b o Co rte . L ar du a Massimiliano a band nò per i s sempre Milan o . Se ne part colla posa Car lotta fra due ale di pop o lo silenzioso . C h i po teva p revedere l a fucilazione di Queretaro che fra o tto anni avreb be spezzato quel pe tto di ’ principe degno d alti des tini ? C hi p o teva im m aginars i c h e quella sorridente b ellezza fem minile , la quale avea gioita la luna di miele o b nelle reggie di Milano e di M nza , sare be impazzita per lo strazio di quella m o rte cru l r o de e , aggi and si squallida larva nei tetri si ’ lenzi d un castell o del Belgi o nativo ?… ’ 2 2 0 M orte d E milio D andolo

Nello stesso giorno in cui parte Massimi a un fer liano , muore , soli ventinove anni , ’ o l ib ertà vente apost lo della , uno de più intimi ff amici di casa Ma ei Emilio Dandolo , fratello ’ o a d Enric , morto ventidue anni difendendo ’ s n l Roma dai France i e 49. Avea combattuto ’ ’ uell as s edio egli pure a q a soli diciott anni , ’ dopo d avere operato miracoli di valore alle

r . b ar icate dei Cinque giorni Caduta Milano , ’ s in impre e a viaggiare Crimea , nell Egitto , ’ ia c ol nell A s , insieme suo amico marc h ese o Lodo vico Trotti , degno patriota c h e c mpì sempre nobilmente il proprio dovere in tutte le ’ campagne dell indipende nza. s Ed ora il Dandolo , c h e embrava c h iamato a splendido avvenire nella sua patria libera e d na o _ u , e pr prio alla vigilia di raccogliere i frutti della sua instancabile opera patrio r tica , muore mise amente consunto da tabe polmonare .

Nelle Cinque Giornate , Emilio avea compiute l o r co fratell En ico , cose c h e sembrano favole

. O e sono verissime Alle barricate di casa rigo , o o Enrico , rimasto s l , sostenne le fucilate di S i i venti granatieri ung h eresi , e r tirò ucciden done tre , applaudito da tutti coloro c h e an s io s am ente o f lo stavano osservand , a follati al di l a delle acque del Naviglio . Emilio Dandolo co n co n C ris to fori Emilio Morosini , Carlo De s , fece retrocedere in via Borgonovo un cannone c o n settanta uomini ! o a Due giorni prima di morire Emili D ndolo , dal letto di morte diceva all amico Lodovico

2 2 2 G ran de manifes tazione italiana

ti im a s s manifestazione politica , quale il Dan ’ dolo avreb b e deside rata ne suoi sog ni di pa trio ta. Ed ecco , escono dalla c h iesa 1 sacer do ti co lla croce ; e s ce la bara portata dal mar o c h ese Lodovico Tr tti , dal pittore Eleuteri o l no r P ag ia , da Alessand o Mangiagalli e da

r . o Ignazio C ivelli Giulio Carcan , Giovanni Vi

— il o sconti Venosta , c nte Lana di Brescia , i due i n ino S C ac c a e ignoroni , stanno ai lati del fe b o retro . Quattro mutilati del attagli ne Manara e o reggon o le mapp del drapp funebre . E dietro r vengono altri amici e signo e vestite a lutto , o c ol capo e col volto c perto da un velo nero . f r Clara Maf ei , Teresa Krame e altre dame ’ fanno parte dell immenso corteggio . Una cu rio s ità e u n neg ro c h e piange : e il moro L atif c h e fin da bambino era stato venduto da un negoziante turco e c h e Emilio Dandolo ris cattan l aveva comperato in Egitto , do o dalla ù sc h iavit . ’ s L All uscire dalla c h ie a , odovico Mancini depone s ulla b ara u na gh i rlanda tricolore di camelie: Mille grida in un sol grido si levano : ’ l talia ! viva I Dalle finestre , dai balconi o c e ntina a o svent lano j di fazz letti bianc h i , si o b attono le mani , si lacrima di c mmozione . Il corteo giunge lento al cimitero di San Grego rio (um antico vastiss imo cimitero oggi soom parso) e la fossa gia s palancata per accogliere o r lam il feretr , appare tutta ci condata e peg giante da una fitta siepe di s oldati colle baio ’

u . nette nei f cili Ma dell armi , delle minaccie non si teme . Due fra i più noti amici di casa F uga de l con te B argnani 2 23

ff t il Ma ei , An onio Allievi e conte Bargnani , pro ’ n unciano libere parole . Quest ultimo termina “ gridando : Evviva la Terra dei morti ! A noi la vendetta ! r r Il conte Ba gnani , pe le sue parole , vien ’

o . b il o ricercat subito dalla polizia All al a , p ’ l izio tto S o mmaruga s i pre s enta nell apparta ’ ment o del conte in via S ant A nd re a per arre s tarl o r u na , ment e siepe di gendarmi circui

s no n e la. h ce la casa . Ma il conte Egli a pas o fra am 101 in sat la notte , e , proprio quel s ta r s momento , per ritorna e a casa olo e o li senza alcun s o s petto . Per f rtuna , g va in un s contro macellaio , certo Ru celli , c h e gli dice a bassa vo ce o b ! Conte , torni indietr su ito L a coprirò io col mio corpo . Il conte Bargnani e sottile e piuttosto pic colo il macellaio e una balena . Cosi il primo trova nel s econdo u na s pecie di b aluardo b o o am ulante , e , allontanand si rasente al mur , coperto dalla mole del suo salvatore svolta , n nel Vicol o d i C no visto , vicino deserto o r n ovate e fugge in casa del n o b ile Poldi . Quivi e si taglia la barba , si traveste da lacc h i h l es e c o n don s car g , e Giovanni Poldi e ce in rozza fuori di Porta Ticinese deludendo la vigilanza delle guardie . Giunto presso Pavia , indossa abiti da contrabb andiere del Ticin o ; o l o e , coi c ntrabbandieri del fiume , passa al legram e nte : e s alvo . Intanto il G o verno avea decretato di porre o i d l sotto process capi e funerale Dandolo . 22 4 F uga di E milio Viscon ti— Venos ta

’ i s ull avvis o no n a Alcun , messi , rientr vano da alcuni giorni nelle loro case , e la polizia

’ non li trovò . Furono quindi poc h i gli arre ’ stati ; fra quali un grande amico del salotto a Maffei , Costantino Garavagli , Costanzo Car il o in cano e moro del Dand lo , c h e rimasero carcere fino al domani della battaglia di Ma

— . m no n genta E ilio Visconti Venosta , il quale era rientrato in casa la notte degli arresti (quella del 27 feb b raio ) sfuggì alle ricerc h e r o della polizia e pas s ò in Piem o nte . Il f atell e rchè Giovanni , trattenuto a Milano p aspet ’ tava all al b a u n manipolo di gi o vani bre ci n n i ti l i s a i i v a g da Giuseppe Zanardelli , e ai quali dovea dare i miracolosi s co n trin i per

' il fu passare Ticino , svegliato nella notte da due c o mmis s arii e da quattro gendarmi . Egli si alza tranquillamente ; e intanto c h e i poli zio tti fanno una minuta perquisizione per tutta r o m la casa e ce can il fratello E ilio , c h e cre ’ o dono nascost , egli apre d improvviso un o s iù usci egreto e g via , corre a ri fugiarsi in casa di Clara Maffei , donde poscia munito dei b in miracolosi scontrini passa di orgo borgo , in di pericolo pericolo , e si trova verso sera o il a Lonate P zzuolo presso Ticino , dove e n

o t . tra nella casa d un sconosciu o Per fortuna , è un u n questi galantuomo , liberale , e s i dispone a proteggerlo .

Stia tranquillo , le farò io passare domat il tina Ticino , gli dice . E a braccetto ’ d un commissario ! n ’ Diami e Mi pare un po difficile .

2 2 6 Un commissario del Ticin o

O h c h e fortuna ! Potrei parlargli ? P erchè no Egli potrà dirle se suo nipote può ottene re un posto . o o s i il Il c mmissario s rride , leva cappello , e tutto umile si avvicina al Visconti - Veno sta c h e h a capito a volo e c h e lo aspetta co n aria di grande importanza . ’ ’ Il sign o re m h a fatto l onore di dirmi

’ ’ c h ella e l ingegnere capo delle strade fer rate……

Precisamente . E mi h a s o ggiunge ndomi c h e ella è tanto gentile . s o r n n La prego , ignor c mmissa io , o fac

o l e (h rò s n no r in n ' E cc , , g geg ere , ln) un nipote c h e h a studiato da i ngegnere come lei : 1n1 bravo gflo vhna veda …… o h i ni bravo giovine ! N o n e una di quelle tes te cald e c h e di quando in quando vengono da queste parti e c h e i miei u o mini acc h iappan o co me

ha rn o s che . Il Visco nti guarda in viso il co mmi s sario per is crutare se mai egli s ia più furb o di o quell c h e sembra , e se abbia finto il min r o c h ione fino allo a per pigliarl nella rete . Ma ’ no n tarda a persuadersi ch è in buona A h vedo ! esclama come cadendo dalle ’ nuvole . Lei vuol parlare di que giovinastri c h e fuggono da Milano per andarsi ad ar ruolare di là nell ’esercito Piemontese Sono en teste sventate , tanti matti , c h e poi se ne p tiranno all egramen te gabbato 2 2 7

A h ! crede anc h e ’ Credo bene . Ma torniamo un po a suo a ni pote . Lei mi diceva , dunque , c h e questo suo nipote h a studiato da i S , e sarebbe felice di entrare nelle stra de ferrate . Qui il Visconti si prende il labbro inferi o re l ’ tra i pollice e l indice della destra , e si mette il zio a pensare . E commissario pende da ’ que pensieri . ’ Ecco qua ! esce a dire final mente l in ge gnere capo . Ecco qua ; ma prima di tutto deb bo farle una domanda . Suo nipote a s pira a un posto superiore o d inferiore Pe rchè

io . le parlo franco Noi , di posti superiori , per

no n b . o ra, ne ab iamo assolutamente O ! h , egli non pretende tanto Ebbene… s a ella c h e cosa deve fare b ’ Stenda la sua uona l età , gli s tudi

. l fatti , il grado cui aspira , ecc , o vado ’ o ra girando un po qui lungo il Po ’ c anzi , mi h anno detto c h e i miei ingegneri u s o no al di là del fi me , ma torneranno presto .

Stasera , io ripasso di qua , ella mi consegna ’ l istanza In tutta ed io l e prometto di pensare seriamente a far o ttenere il posto e r un b n a suo nipote , anc h e p e dovuto ri ’

ch è nos tri. guardo a lei , dei Il commissario no n sa come esprimere l ’im i mensa gratitudine . Ma l Visconti taglia corto e :

o n è . Siam i tesi ; stasera ella servito E , l i n e u . adesso , aspetto da piacere i ! D eci , cento Mi comandi ! 2 2 8 Un a p ass eggiata s ul Ticino

Vorrei c h e mandasse u n uomo di là col battello ad avvisare i miei i ngegneri c h ’ io s o no qui ad aspettarli . fi uri !… V Ma subito , si g incenzo , Ambro

io b o . g , qua su it E , se ella vuole an ’

in e o . n da re persona , padr nissimo U po di in s pas so fa bene , al dopo pranzo . Il tempo e b ello ! no n No , vorrei abusare della sua gentilezza . ’ Ma s imm agini ! s o Ebbene , ignor c mmissario , giacchè in C h e b el Bellissimo !

’ Ment re le rive sono guardate da file d ulani e di gendarmi , questo ragguardevole ingegne r in u na capo , barca condotta da quattro do anie ri r g aust iaci c h e remano a tutta lena , at traversa il fiume ; e poco dopo e in terra li ’ b era e s avvia a T o rino per raggi ungere il

… fratello Emilio . Que s ta felice g h erminella n o n tardò ad e s ser nota in casa Maffei sus citandovi alte ri s ate ; e la contessa fu tutta lieta c h e i fratel li ’ V s n — o i co ti Venosta , pe quali nutriva , ltre la ’ grande ammirazione per l ingegno , speciale a o i me oc a simpatia d c h iamarli persin fi , fos sero giunti nella terra promessa . Qualc h e anno ’ C ro n a a ri ia r dopo , la c g g accontò l avventura ’ co m è del Ticino qui narrata , solo incorrendo in qualc h e lieve inesattezza c h e mi son fatto scrupolo di correggere .

C P L A IT O O XIV.

M I L A N O L I B E R A .

m l m l anes e fe ri di M a n L e fa ig i e i i i ti ge t a. I ngresso di

V t or o E man uel e e di N a ol eo ne . S ene ran it i p III c g di os e.

Uffici al i frances i n el s al ot t o M affei . Amici morti in ar al d n n el s al o b attagl i a. I g ib i i tto M affei . Ippol ito k Il r e men o iù r T el e . memo a N i evo . i ic vi t p bi l e del l a

r n n n n l l c o nt essa C hi a i a. G i a i a M i i e l e s ue improv

vis azioni pat riot iche .

’ Gli o cc h i di tutta l E uro pa sono rivolti su

. L a u na Milano città appare fantasmagoria . La ’ 4 59 o o se ra del giugno , arrivan n tizie sulla vit r il fr t o ia di Magenta ; e domani , a de lirii di b o gioia , le andiere tricolori , cucite di nascost , b o ne sventolano dai alc ni , dalle finestre , sui o s b b g zi sui campanili , ugli a baini , a itati dai

r . più pove i , dappertutto E dappertutto coccarde ’ : o tricolori sui cappelli , sui petti , all occ h iell b : s i degli a iti ne portano le ignore , bambini , ’ : i sacerdo ti . Gli evviva continui Viva l Ita Viva i n o stri s oldati ! Viva gli alleati !… I fer iti di M agenta 2 31

Il nome di Magen ta si ripete da tutti . Molti ab piangono di comm o zione ; si baciano , si bracciano ; e si si a leggere i manifesti c h e il municipio pubb lica a o gni mo r a mento . La Congregazione municipale eso t r i cittadini ad erigere le bar icate , nel timore ’ d una rappre s aglia del presidio militare ; e c h i s i arma di badile , c h i di zappa , c h i di piccone ’ ’ pe r rinnovare le b arricate del 48. S improv Il vi s a la Guardia nazi o nale . municipio ordina r c h e c h iunque possiede a mi , munizi o ni e ca valli li rec h i al quartier generale della guar l o o o dia . l presidi lascia i ntant Milan e il domi nio straniero dispare per sempre . Un triste spettacol o succede ora al tripudio . A rrivano i ’ o primi feriti su carri ; ne arrivan altri , lenti , r lenti ; e quelle teste bendate , quei volti igati di u sudore e di sangue , q egli sguardi languidi , o o quei c rpi imm ndi di polvere , di fango , di

s o o il . fumo , quei lamenti , tring n cuore Son o r feriti italiani , francesi , aust iaci ; e tutti , amici o c o n e nemici , vengono acc lti alti sensi di pietà ; quella pietà c h e e gloria s uprema e ine i il r o o s aur b e dei Lo mba di . I conv gli d loro s i o o o o c ntinuan , spesseggian , f rmano una fila interminabile c h e vien da P o rta Nuova : b a relle m o is all a c n portate a ano in p , o uno o o b o 0 o due feriti , m ri ndi , morti , spirati lung il viaggio penoso sotto la sferza del s o le : s b b carri , omnibu , carrozze pu lic h e e private ’ ’ d infelici n ll caric h e , muti , c h iusi e as s opim ento o r forier della morte , o implo anti soccorso . Mo lte s ign o re vann o premuro se a riceve re 2 32 I ngres so di Vittorio E manuele I I

1 fe riti e li po rtano nelle proprie case per cu ’ rarli. N o n v è famiglia agiata c h e no n ne ao col ga uno o più : le sale delle case s ono tras formate in ospedali ; e gli ospedali tutti della ’ r l n città ricevono a centinaia i fe iti e g i ferm i. ’ L antico Monastero Maggio re (il s o lo c h e il Barbarossa quando di s t russe Milano volle salvo) ne accoglie cinquecent o I medici e il clero gareggiano nei soccorsi : la carità fem fi minile e instancabile . Bende e l accie esco no in gran co pia da mani di popolane e di gentil donne : ma no n bastano ai bi s ogni : i chirur g h i e i medici ne domandano ancora ; e molte giovinette e s ignore vegliano le notti per pre pararne . Il mattino del 7 giugno la scena camb ia di

‘ ’ z n nuo vo ; rit o rna l e s ul tan a. G iunge l ava guar

r — v inc ito r dia del ma esciallo Mac Ma h on , il r di Magenta . l refrenab ile la curio s ità di ve b o dere gl i alleati li erat ri , la brama di salu tarli c o l grid o del cuo re rico noscente ! Arri

’ o r d A frica l i van o i fanti , i cacciat i , g zuavi , i r b a r u gl artiglie i , le ndiere lace e e aff micate

b m r o . N el r e dai com atti enti glo i si vede li , un url o s o l o di giubil o : s i gettan o pioggie di fiori s o s o r s ulle te te , ai lor piedi ; le ign e porgono agli ufficiali mazz olini di fiori : ai soldati si b di tr can offro n o sigari , ottiglie vino , c h e a E n nano avidamente . no spettacolo pittore b o sco , su lime nella sua c nfusione , nel suo f b di s o rdine : queste accie rune , aduste , da ’ gli sguardi balenanti e fieri , quest insoliti o o uniformi dai vivaci c l ri , questi tamburi

’ 2 34 G li en tu siasmi del 5 9

tinuano le acclamazioni , c h e nella piazza del Duomo e sul corso di porta O rientale pro ro m p o no come inni ; son o applausi e grida ; e tra le mille b andie re tric o lo ri alle case e sulle cado nO nuo vi s i vie , fiori , e , tra il pulvi colo , l ’ lamp o di quelle file d armi c h e ie ri si volge van o contro il nemico e c h e oggi scintillano

’ o uell o nda nella luce del trionf , q di cavalli , quel fluttuare di fanti e di p o polo ineb b riato e di gioia , tale spettacolo c h e mai eguale Mi o r v lano h a veduto , mai eguale f se edrà. s una Alla sera , non o tante pioggia dirotta , o o o s r vi anc ra f lla , f lla te minata per le e . Pre ceduta dal la guardia nazi o nale e da b andie re o o s i e da fiacc le , una m ltitudine reca alla villa d o ve t ro vans i Nap oleone e Vitto ri o Ema a r nuel e . L calca ent a nel cortile e stringe da p res s o i due S o vrani c h e si presentan o sullo

. s o o scal o ne Alla era d po , spettacol alla Scala ; s s r e si rinn o vano gli entu ia mi febb ili . A o s r s o o canto alle igno e , nei palc h i , ied n gli u fficiali b rillanti di deco razi o ni ; e sono le s i ’ o ghore del sal tto Maffei , le signore dell alta società milane s e e delle città vicine .

M affei o Nelle sere seguenti , il salotto , rnato

u s . o di fiori , ill minato a fe ta riceve una f lla d ’amici entusiasti : acc o glie uffi ciali italiani e france s i c h e . sono festeggiati , acclamati . L e ’ sign o rine suonano al pianoforte gl inni na zio nali la contessa e la p rima a battere le ’ v e mani . Quel olto acceso d una fiamma , ’ quel corpicci uol o e fremente ; q uell anima ita ' Ufiiciali francesi in casa M afici 2 35

e e . o in liana felice Il sal tto , questo momento ,

- o in un salotto italo francese . T utti conversan f in francese . La contessa Ma fei abbonda cor t ie in f : es , premure , verso gli u ficiali liberatori vuol lasciare in tu tti loro grata impressione ’ del t dell o s i della riconoscenza , patriot ismo e p talita italiana Fra gli ufficiali francesi vediamo il conte de ’ e il n s ll al Vogu , capitano conte de Novio c h e u ’ b m fr n i u della contessa , au nno e l altro suo o c o n nato al pianof rte dalle signore , delinea ’ garbo d artista v arie caricature ; vediamo il o o capitano di stato maggi re Teodor Joung , c h e diventerà segretario generale al ministero della guerra al tempo di B o ulanger e scriverà un libro inspirato a sinceri sentimenti di sim o patia pel nostro paese . Il lu gotenente della g uardia imperiale francese Rayat (morto poi , ’ o c o n nel 70, combattend contro la Comune) o sacra alla contessa una poesia . Tr viamo ai e n evue d es d eux M on E milio S g y , c h e ella R des scriverà s u Clara Maffei un profil o s qui ’ d all am utazio ne sito . Appena può rimettersi p ’ n o o f d un braccio ferito , u altr val roso u ficiale ,

— Fly Sainte Marie , si reca a visitare la contessa i L o e l e lascia il proprio ritratto in omagg o . stesso Napoleone III manda la propria fot o grafia colla firma autografa alla contessa , c h e lo appende alla parete del salotto , vicino

o o . al posto , dove su le star seduta ricevend E quanti altri valorosi ufficiali francesi si po i !… treb b ero accennare , d venuti poi generali Se alcu ni superstiti potra nno leggere queste : ‘; O ) [ C C G iu sepp e Ve rdi e il R i s orgimen to

a s v n l r r p gine , sentiranno egliarsi e cuo e tene i i e profondi rico rd di unanimi festeggiamenti . r s ! di femminili so ri i , premio al valore ’ Giuseppe Verdi scrive da Busseto all amica sua C h ia ri na una lettera stupenda in cui le ’ confe s sa c h e avre b be anc h egl i b e n voluto ’ impugnare la spada per l Italia se la sua s o s e alute gliel avesse permes o ; dolente , il o e r di no n grande Italian , mo tificato averlo po ! tuto , e quasi se ne accusa colla donna gentile s r s e m l ic ità Cosi egli ente , cosi sc ive colla p ’ d un l r cuor eale e fo te , il maestro , le cui note ardenti pur valse ro tant o per la risurrezione ’ d Ital ia r ! s e rché nost a E lo confes a a lei , p ad altri (c i soggiunge) pa rrebbe una millan teria .

Quanti pro dign in poc h i giorni ! Non par

’ o i un o o rtò L altr ier , p vero prete mi p i saluti di Montanelli c h e aveva inco ntrato a

’ ’ Piacenza s o ldato semplice ne volontari . L an tico pro fe s so re di diritto patri o c h e da s i no b o ! e ! ile esempi Ciò è bello , sublime

e o Cosi Giuseppe Verdi , di cui d veroso rac cogliere o gni parola c h e in s egna . La liberazione di Milano riconduce i patrioti

’ o b r emigrati , i patri ti o erano acco si al campo ’ no n ur ro o ! D al cuni ma tutti , p t pp si piange i r o la morte . Fra i p ù vivamente impianti , s no Carlo De C ris to fo ris e G iaco mo Battaglia ; en tramb i morti nella stessa o ra e nello ste s s o

238 A l essandro Teleki

’ tis ette anni) e anc h egli trattava co n pari va lore la penna e la spada . Aveva (rammenta Tullo M as s arani nel forte libro C arl o Ten ca e il p ens iero civil e d el s uo temp o) poco più c h e “ ventenne dato alle scene un Girolamo Ol gtati tutt o u n b o llore di patria e di mo desto e gentile come una donzella , ma fie ro in faccia al nemic o quanto u o m o do vea ’ s s o u n f o e erlo , s era battut con u ficiale austriac ’ per no n so che s o ttigliezza di galateo ; e n era ’ ’ uscito co n l o nore d u n contegno ammirato ii ve rs ar . anc h e dagli av , e con una bella ferita o R ivis t Era figlio di Giacinto , fondat re della a r r E urop ea. Con quali lac ime la madre icevette il co rpo de l e c o n quale tenerezza la c o ntes s a Maffei tentava di co nsola rla ! o r s o s Come il pitt e co c tume degli zuavi . cosi le camicie rosse ga ri b aldine mettono nel s al o tto Maffei una n o ta giuliva . Fra i ga nel o un rib aldini italiani , si vede sal tto poeta ’ o r s b r e romanziere alt , b uno , dall a petto urbe o ,

r s . ma di cu o r val o o o e gentile , Ippolito Nievo ’ Tra gli s tranieri ardenti amici d Italia S picca u n u ng h erese di gran nome , c h e sarà soldato dei Mille : Tele k i . Il co nte Ale s sandro Tele k i e una delle più u no avven b elle figure , dei più liberali e più ff turo s i gentiluomini accolti nel salotto Ma ei . C o minciò a comb atte re nelle lotte dei Carlisti r nella Spagna , e fu fatto p igioniero dai rea listi ; quindi tornò nel proprio po s s edimento Pe tòfi s in di Kol to dove o s pitò , e pre e parte v l zi Transil vania alla guerra dell a … ri o u o ne . I l p iù m e morabil e r icevimento del salotto 2 39

o r o t Fatt p igi niero , fu condot o ad Arad ; ma o tè r r p fuggire ipa ando illeso a Costantinopoli , do ve seppe c h e in patria era stato co udan nat o alla fo rca . Da Co s tantinopoli pas s ò a Pa i o r gi , ma dop il colpo di stato venne , come s invi o ai Bonaparte , bandito ; onde dovette rifugiarsi a L o ndra . Ma anc h e a Londra la po lizia napoleonica no n l o l as ciò in pace ; egli allora c h ie s e e ottenne o s pitalità a G uerne s e y ’ presso Vitto r Hugo . E nel 59 ecco lo prima a To rino dove si ab b o cca c o i migli o ri patrioti oi r italiani , e p a Milano pe o rganizzare un anno appresso la legi o ne magiara e sal par co n e s sa da Quarto alla li b erazione delle

Due Sicilie . 31 r 1859 L a sera del dicemb e , h a luogo 11 o del o più memorando riceviment salott Maffei . Tutti gl i amici della contessa vengon o ad au gurarl e lieto il prim o ann o della redenzi o ne

. e italiana Questo il motto del momento , la ’ parola d o rdine . La fo lla e tale c h e persino ’ r l anticame a e rigurgitante . Le signore sfog b b i s n n giano a gliamenti peciali , i h cui o manca un fregi o tricolore . M o lti o cc h i sono rivolti su b o una runa gi vane di trentadue anni , di Te no n b o r ramo , poetessa , ella , ma di volt esp e s ’ : l l im ro vvis atrice sivo Giannina Mi li , p della s nostra rivoluzione . Ella è ollecitata dalla Maf r fei a imp ovvisare qualc h e lirica . Ingenua di o m di e di cuore , la Milli sulle prime si sc h er s s mi ce qua i impaurita , poi sorge , coi neri o c hi e in c fiammanti , , mezzo , a religio so silenzio ’ all alle ro r r successo g mormo io , imp ovvisa un 2 40 G ian nin a M illi

’ sonetto sulla libertà . Appena finito l ultimo

. s i verso , scoppiano applausi La poetessa n o o ghio zza di comm zione , e va a nasc ndere le lagrime sul petto della madre s ua. La c o n ’ v o tessa l a vicina , le bacia la fr nte infocata , ’ no n senza lagrime anc h e s s a . Alcune setti s o G mane dopo quella erata tri nfale , iannina Milli manda man o scritte alla Maffei alcune o quartine c h e , megli di tutte , dipingono le im

’ p res s ioni del l impro vvi s atrice nei momenti ’ s o r o vulcanici dell e tr , e rico dan quella sera memorabile :

’ Oh che s t razi o nel l ani ma s e n ti a !…

Ans a s oss a a de l ran e an or i , p t , i t c , Del c ortes e al t rui pl aus o il s uon veni a u l c di d l e al l or A me q a e o un i ggi o .

E s n ozzando t ra l e fide bra a , i ghi , cci l m adre correami a rifu iar De l a g ,

’ Quando l amic a t ua pi e t os a facci a

n s u me d r r Dol ceme t e vi i aggia .

’ N el s orr s o ne l l umida u l l a i , p pi ’ E ra l el o uio che men r n o n uò q ti p , E più mi diss e u na s oave s til l a ’ C he l infoeat o mio fro n e a nò t b g .

s en raz e 0 mia or es e !… I o Oh ti i g i , c t mol to

P iù che non dico amar osso e s offr r p , i ; ’ M a ne on e n il ed l are ho il vol te c v g i , v i , i , ’ orr do al l al tru s e o i E s i i chi tt g oi r.

801 uando a ol a n ell a fida s an za q cc t t , ’ L bera s ol o a m e ens er il fren i ci g i i p i i , Vani r l a gi oi a dal l a mia s embi anza

T u dre ual ra d l n ve s ti q pi o b a e .

C AP T L XV I O O .

I L S A L O T T O N E L 5 9.

Il r mo arne al one di M l ano l b era l l p i c v i i . B a o a C ort e

’ co n V or o E manuel e e C am l l o C a our L l i itt i i v . O mpo

femm n l e. F es e in as a B ere a e in a T r i i t c tt c sa otti. N u s a r del s al o o o o M afe . L u sa l vi vi it t i tt f i i C o et . ’ rn m z l i R ito a M ass i o d A eg o . P acifico Val ussi e l a P er E r az n s everanza. s o t i o i di C es are C orrenti al l a cont essa

M afe . l an n f i M i o uova.

’ r li o r C h i icorda g splend i del carnevale del 60, ’ ’ che o n sostiene Milan , dopo d allora , e b b e forse

o no n . di s imili , cert di eguali La città è rapita ’

n n b b re zza s o . i u e di feste , di e pansi ni Vittorio Emanuele apre la reggia a un ballo c h e ri a r b er marr memo a ile p il brio , per la bellezza , l per i lusso delle signore , e pei personaggi p o litici c h e fanno gruppo intorno al Re Galan tuomo . Camillo Cavour , gaio , sorridente , si m escola alla folla delle dame e le c orteggia c o n tale squisitezza c h e sembra non abbia fatto altro in tutta la sua vita . Fra le beltà c h e brillano nella magnifica sala delle Cariatidi , B al l o a C or te 2 43

dipinta da , lo arresta la bellezza bionda della gi o vane contessa Alema ’ — s intrattiene gna Bassi , colla quale a conver

. L e b L Jacini sare gentildonne Castel arco , itta , , ’ o da che o Cagnola , Visc nti , D Ad , apparteng no ’ all Olim o o r o p femminile di Milan , end no anco r b s più rillante la fe ta , dalla quale il solo Vit r in to io Emanuele , rosso viso , e stanco delle ’ s o interminabili pre entazi ni d etic h etta , no n ’ vede l o ra di parti re . Milano mantiene intatto il vanto della bellezza che . nei primo rdii del o secolo , Stend h al ammirava nella n stra s o o cietà , facile allora e quasi impetuosa nei g im n i e ra c o s ì in o d e t , e diversa , tutto quasi o fine tutt , c h e , se quel osservatore ritornasse , non l a riconoscerebb e più . e L e beltà , c h e da questa poca beata del ri " sorgimento fino al 70 (e alcune anc h e più “ c o s ì O tardi) formarono il detto limpo ,, non sono cancellate dalla memoria dei milanes i . I nomi della contessa Eugenia L itta— Bolognini ’ contessa Mina Durini (figlia dell illu s tre s to rico P o mpeo Litta) ; A rchinto — G argantini e Dal Verme - G argantini Al e m agna- C as telb arco ; Mina Bassi - C us ani quelli della co ntessa Gola o o Prine tti Del la P rta , S fia Simonetta , Giulia

r n tti— b Prine tti E s en rini P i e Bram illa . Anna g , s r co nte sa Ma ia Greppi Padulli , marc h esa Lui ’ o d A ra o na h s gia Visc nti g , marc e a Teresa Vi o s s co nti Sanseverin , principe sa Cristina Ca l r o L andriani s te b a co Cic gna , contessa Martini , donna Bice Bassi Castelb arco ; e ancora i nomi di Paola Rig h etti — B o s elli ; C ampagnani 2 44 I l teatro alla S cal a

Bonfanti ; L ab o ranti— Fontana ; Perelli — Para disi Bis l eri Rosa Maggioni ; L uisa Biffi L e r in gnani , e altri nomi , c h e la penna sc iverà o b una nu o va sperata edizi ne di questo li ro , s on o ricordati sempre da ammiratori e da ammiratrici . s Gli pettacoli alla Scala , centro della vita il r milanese , anc h e per gran numero di fo e

tie ri o affollatis s imi. s accorsi d ogni dove , son r Nei palc h i , t oneggiano le dame più eleganti , visitate da ufficiali italia…ma più da ufficiali ’ ’ dell esercito france s e d occupazione c h e h a ’ in o posto Milan il suo quartier d inverno .

’ ' Semb ra d e s sere rito rnati ai bei giorni del primo impero di Napoleone I e di Eugenio

. o o Beau h arnais Alle pere di D nizetti , Rossini e b ?… Bellini , c h i ada A nim atis s im e le conver s azio ni nei palc h i e nella platea . Solo i balli (danza la P o chini) destano cu riosità negli stra m e rcè nieri , le leggiadre e agilis s ime figl iuol e s r di Ter icore , fio i del po p olo sc h ie rati a b ril ’ la re davanti al fiore dell aris to e razia nel tem ’ io r p dell a te , della gioia e della bellezza . Sontuose riesc o no le feste offerte dal primo s o indaco di Milano , conte Antoni Beretta (già memb ro del Governo pro vviso rio di Lo m ’ b r un o a dia), c h e , p secondo il programma del ’ o B naparte a tempi del Primo Regno Italico , lancia t o s to la città sulla via di diventare una

o . metr poli Ma nessuna festa , neppur quella a C r il o o r in orte , pa eggia ball ffe to casa Trotti ; b allo masc h erato del quale si parlerà a lungo o i nei ritr v eleganti , e anc h e nei ritro vi arti

246 L uisa C olei al quale ella ripete lo stes s o cantico dei can I’ P tici . Se trova per via autor dei ro mess i S os i o e r p , la Colet h a il coraggi di fermarlo p ’ l o dargli di nuovo Massimo d A ze glio ; e allora

' o e r o : O ui o n i il es t n e il Manz ni p cons larla , ,

' ’ s ed ais an t! E s i noti c h e Massimo d Azeglio no n la può s offrire ! ’ o infio rato s l Nel s u libro , d allu ioni ma igne r o cont o la principessa Belgioi so , Luisa Colet ’ ’ riporta un dial o go c h ella dice d avere avuto

f . L s colla Maf ei oda as ai questa dama ; ma , pur o e di dirne qualc h e c sa di male , n censura e ne deplora… le scale lung h e . Giannina Milli così scriveva alla Maffei qua! c h e ann o dop o c h e avea i ncontrata la Cole t nel salotto :

E madama Co let e rimasta a Milan o ? Io

’ ho o l sempre tenuta per donna di ttimo cuore , e di eccellenti intenzioni per la patria nostra . Quello c h e in lei mi spiace sov ranamente e ’ ’ quell io benedetto c h e s infiltra , volere o no n in e volere , tutto ciò c h e pensa , dice scrive . ’ ’ n s N o les i mai l opera sua sull Italia , ma un ’ giorno ne trovai un volume s ul tavo lino d una s fo liando ne mia amica , e , g alcune pagine fui sorpresa di trovarvi un lungo dialogo c h ella c o n o di oca aver avuto me e a cui , di cert , non h o mai preso parte … e vi fo una figura ’ ch è . Del di pedante una compassione resto , mi mostra anc h e una gratitudine c h e no n ’ ’ o o ichè i l as s is tei am o re vo l merit , p dice c h o mente durante la s ua malattia in Milano ! John We bb P robyn 2 47

’ L In hil te rr h e g a, c generosamente colla voce dei Gladstone ci h a aiutati a risorgere , manda

o . o alcuni suoi figli nel sal tto Maffei Vi troviam , u as s arani u n lad to presentato da T llo M , g s ’ ’ i no n a de più assennati e de più autorevoli , Pro b n b o un b el Jo h n Webb y , al quale do biam lib ro : I taly : fro m the fall of N ap ol eo n 1 15 e ear 1890 in 18 to th y , pieno di simpatia per

o i M as s arani. n , e dedicato al

. r b n s in una J . W P o y , e primeva lettera alla ’ Maffei il suo pensiero s ull Italia ; pensiero c h ’ e pur sempre quello di tanti suoi co nter a n os tra e ranei . L Italia mi sempre cara , ’ so pratutto ne suoi momenti difficili ; ma non ho paura : la sua causa e tro ppo giusta pe r no n tri o nfare . il o Madama Bazin , generale Casan va , la c o n th a tessa B at y ny , molti ufficiali piemontesi , ’ molti deputati s incontrano nel salotto . Fra le nuove conoscenze , c h e la contessa fa a man o s fil ar in a mano , lieta di vedersi dinanzi tanti e ni s i g g , tante speranze della nuova Italia , nota un giovane eco nomista veneziano dal ’ l ardente parola : Luigi L uzzati . n l o s L am U a tro ec nomi ta veneto , Fedele

e . pertico di Vicenza , presentato dal Cabianca E un altro venet o anco ra visita la conte s s a : ’ n b b s r r u pu lici ta provetto , d integ o ca attere o : Val us s i fr patri ta della vigilia Pacifico , iu lano ; lo stesso c he viene eletto a primo di o P ers everanz rett re della a, giornale serio e s col tatis s im o in o a , cui scrivon parecch i amici del salotto e quasi tutti i collaboratori del 2 48 P acifico Valussi

V l s i C rep us co l o . Il a us e specialmente noto per ’ avere confutata co n coraggio l opera massima i di Giuseppe Ferrari La mente di Vico ,, n s s o cui , quello pirito ing lare ma scontento e incontentabile dic h iarava coi Lamartine , coi co n r Metternic h e tanti altri forestie i morta , ad r o di ittura , la Nazi ne italiana ; questa povera r o no st a terra , lacerata per secoli e sec li dalle spade e dalle penne straniere , particolarmente o o francesi , le quali , anc h e ggi , lungi dal rip no i iù sare , gettano contro di p veleno c h e inc h iostro .

Co me e tutta b ella la no s tra Italia ! (cs cl a ma Clara Maffei sc rivendo a G iulio Carcano nel O vunque s i v o lga l o sgua rd o o d il ’ s pensiero , si benedice Iddio d e sere nati s u questa terra ; e quando po i s i pensa c h e e ra e p ropri o n o stra e c he certo fra no n m o lto ’ u na no s arà tutta indipendente ed , l anima , n n n s s r avvezza a tale gioia , o a qua i esp imerla s o r s c h e col la manifestazione della pre a , delle o lagrime , col ringraziare senza fine il Ciel di questo gran bene e col rendere un omaggio ’ di ricono s cenza e d ammirazio ne ai tanti no stri prodi che c o l loro sangue p rezioso ce

’ l ac quis taro no .

Milano , c h e fino a questo momento conservò m o il u na fis o no ia pr pria , carattere spicca b tamente am rosiano , a poco a poco andrà perde ndol o pe r diventare u na c ittà cosmo s polita . I milane i puro sangue , pur palpitando

X C APIT OL O VI .

D O P O IL o 9.

’ N uo o ara r l o ffe r l v c tt e e del s a ott M a i . Anco a d Ippo it o

N e o . o l Al eardo l e r i v T e b a do C iconi . A a di e l a M ari a d ’ e s uo an . Il maes ro G omes . Arr o B o o i c ti t ig it , F ran F l o f o a E m l o P ra a. M ezzo s e o es e o a o . c cci , i i g c t ggi t ’ rr re di L u L a gue a nazi onal e del 66. Il cuo igi C al a ma N u m z . nr a. r en e a l ra E o tt ovi e ois i . V i ibe ic M arti n ed E rnes o L e o uvé t g .

L b b i erata Milano e la Lom ardia , il salotto o il s uo s o Maffei h a raggiunt c po principale . e r Non più , natu almente , una riunione di c o n giurati a favore della lib ertà ; no n e più b at e e ur o tagli ro , ma p sempre patri tico , e ora più c h e mai elegante e m o ndano . Gli uo mini o o o p litici , c h e bandir n la necessità della re ’ o sistenza , per agev lare a Camillo Cavour l ef ’ fe ttuazio ne de s uoi arditi disegni a pro della causa nazionale , continuano a intervenirvi : sono gli uomini del partito di Destra c h e con ’ ’ s olide ranno l edificio dell indipendenza e con ’ durranno l Italia a Roma e al sospirato pa reggio del bilancio . N uovo carattere del salotto 2 51

I più i ntimi non poss o n o pe rò fre quentarl o assidui come p rima . C h i fu c h iamato al Se nato del nuovo Regno , c h i alla Camera dei de utati i i i o 0 p , c h i al mun c p ad altri seggi della vita pubblica , alla quale consacrano la mag gior parte del loro tempo e della loro attività ; s l o s o s o in perciò es i vi itan olo di tratt tratto , nelle prime e tranquille ore della sera 0 ava nti ’ il un d i o pranzo , po sc h ivi conf ndersi colla s o o r iù il cietà elegante c h e aff lla semp e p salotto . il ff ’ O ra salotto Ma ei cessa dall esercitare , come riunione concorde , come potenza discipli il o b b : s nata , suo influss sulla pu lica cosa le ue forze migliori sono dis pers e ; tutti i suoi amici pens ano e agiscono c o me vogli o n o . E qui può sorgere la domanda : il sal o tto h M affei, c e esercitò tanto potere sulla politica della redenzione , ne esercitò alcuno nella let ’ teratura e nell arte

Non si può dire c h e , con tanti letterati e con tanti artisti eccelsi c h e vi furono accolti nello o o il spazio di mezz sec lo , salott o abb ia eser ’ r citata influenza sulla letteratu a e sull arte , ’ facendovi difetto un capo - scuo la c h e nell arte

r . r o e nella letteratu a dettasse , legge Ce t la gentil padrona di casa era manzoniana nel ’ o l anima ; tali erano Giulio Carcan , Giovanni Rizzi e parecc h i altri ; ma ques ti no n vieta

. iu vano altri gusti , altre scuole letterarie G seppe Verdi manteneva co rdiali relazioni co lla

‘ o n co n contessa , c Carlo Tenca e altri amici del s alotto ; ma la s ua natura h a sempre ab b o rrito da quell o spirito di proselitismo (s i 0) O n [ Q L I l Vagn eria i del salotto

’ s b passi la fra e , rutta ma ormai dell uso) del quale no n andò i nvece immune un altro s s o mm o : Wagner . Anzi è curio o il vedere co me nel salotto della più antica e più devo ta a w mica di Giuseppe Verdi , le idee agneriane ab biano preso radice : Filippo Filippi le predi ’ cava fra una barzelletta e l altra nelle c o n vers azio ni del s alotto e nelle appendici del la P r verans a e s e ; Franco Faccio e Arrigo Boito , ’ e r r o p tacere d altri mino i , le adottaron con M s t tras porto . Il efi ofel e (prima edizione) non nacque in casa Maffei ; ma il s uo autore vi

’ ‘ fin r primeggiava d allora f a i musicisti . o s C o ess io n i Manz niano , pecialmente nelle nf ’ d un o ttaa en ario o di g , appariva Ippolito Niev , n v Pado va ; ma già egli cercava u a ia nuova ,

’ s pecialmente nella lirica . e l avrebbe ardita Il mente b attuta s e gli foss e bastata la vita . Tenca antivedeva in lui un poeta originale ; e o riginale egl i sembra veramente in m o lte ’ b b o parti delle s ue L ucc io l e . Noi l a iam veduto fra i Garibaldini del s alotto Maffei nelle affol ’ latis s im e riunioni del 59; lo rivediamo o ra

alla vigilia della spedizi one de i Mille . Ippolito Nievo no n amava forse troppo Mi lan o perchè gli pareva c h e questa città imi : in tasse Parigi Milano , non vedeva di ori ginal e c h e

Un t empi o e un uomo M anzon i e il Duomo ;

…co me scriveva in una satira frizzante ; eppure

i o e . C i 2 54 L . Vg T icon

’ m atis s im a ’ vedere l a cugina , colei c h egli c h ia “ del mava il diamante ,, suo cuore . ’ l e c o l ò ur o n L E rco , p tr ppo , a picco el Tirreno u n e Ippolito Nievo , come altro poeta , S h elley , r in annego mise amente quelle onde . All o rché s o 1861 o una era del marz , venne p rtata nel f s al o tt o Maffei la luttuosa notizia , u generale o ’ la commozi ne , ma fu generale anc h e l in

s . credulità . Nes uno voleva credere È tanto : fo rtunat o quel giovane , si diceva scampo da r s r ! tanti pe icoli , a à incolume anc h e stavolta E lo aspettavan o ansio s i ; e ansio si anda vano a b attere alla sua came rue cia in via o s i s o Brera . Ma quand eppe delle cond glianze ’ i nviate da G aribaldi alla famiglia d Ippolit o ’ iù ro s l Nievo prode tra i p p di ,, econdo es pre s ’ l ro e i dub b ii o si o ne del E , svanir no e la realtà n s ua apparve i tutta la tragica desolazione . Il ’ o s ve nto tt anni Nievo m riva a oli poco dopo , s moriva di mal s o ttile ua cugina . o In que s to frattemp , Giannina Milli pre s e ntò alla Maffei u n poeta e pat riota siciliano ’ nato nell ultimo anno de l seco lo scorso : Lio ’ o r del o R u ero nardo Vig . l auto e p ema gg , c h e ’ al di re d i lui s tesso e il muggito d una gente fe rita al petto da un despota Vediamo il o b o C ico ni co mmediograf Teo ald udinese , con s unto ormai dalla tisi come quella ve n o r o tenne co ntessina Vitt ria Flo i , la cui morte ei pianse in facili vers i rimasti p o polari :

’ C on ven t anni nel c uore ‘ P a e un s o no l a a e ur si muore r g vit , pp Al eardo A leardi 2 35

’ i ica P eco rell e L autore della F gl ia un , delle

‘ s m r t S tatua d i carne a ri e , della popolarissima ’ soccombe nel 63 a soli trentanove anni . Incontriamo in casa Maffei il p o eta civile t più acclama o , il poeta alla moda , il prediletto delle s ignore : Aleardo Aleardi . A prima vista , egli poteva e s s ere scambiato per u n ten o re di r b o g azia , ma appena apriva occa , si c mpren deva c h e pe r fortuna era b en altro . Egli splen in u n deva q el tempo , ello zenit h della sua ’

de s uo i . gloria e teneri affetti E quanti , troppi , teneri Co me il Gazzoletti s criveva ’ f s innam r a o alla Maf ei , egli o av ogni gi rno ; ’ m a non era mai pago de pro prii idoli . Anima ’ no n a l e volg re , anelando a l ideal , sperava , al t pari del Raffaello del s uo idillio gen ile , di trovarlo in questa valle di delusioni :

O nde quest a mi pi ovve insazi at a ’ Ans i a d un bel l o che non t rovo in t erra ?

Si fantasticava da pi ù di qualc uno (anc h e nel s alot to Maffei) c h i fo sse mai la Maria del ’ ’ carme s ull im m o rtal itol d el l an ima ; carme im ’ pro ntato come o gu altro s uo scritto del suo o s o propri fulgido igillo p etico . Quella Maria no n era certo un s o gno ; era (si può dirlo ’ trattand o si d un così ideale t ras port o ) la si no ra o g Maria Hermann , nap letana , m o glie ’ s o o dal d un ign re triestin quale viveva divisa . L il asciato marito , ella comparve un b el giorn o a Verona , e vi soggi o rnò m o lt o tempo presso

o s s G G r — la c nte a iuseppina uer ieri Malaspina . 2 56 A l eardo Aleardi

o i o D nna di grande b ellezza , d vivace ingegn ; ’ iù di loquela affascinante , ospite d una fra le p s r b b o ricc h e e co picue famiglie ve onesi , e e t sto

’ ' ’ d into rno O meglio a s u o i piedi il fior fiore della s o cietà di quei tempi . Ella (so ggiunge ’ u n mio cortes e info rmato re) spa rve d un tratto da Ve ro na e no n se ne s eppero più nuove . Aleardo Aleardi (il suo ve ro nome era Gae tano ) di s co rreva spe s so co lla Maffei di Ales s ro M anz ni a o iù and o , d lui venerat come la p degna manifestazione dell o spi rito di Dio sulla terra ; spes s o parlava del pro p rio amore al ’ l Italia o io , tacend delle persecuz ni e della pri gio nia- nella fo rtezza di Jo s ephs tadt c h e quel ’ l am o re i mmenso e s incero il più durevole o il iù s l i . s cert e p incero , g era costato Egli cri veva di frequente alla Maffei lettere garb atis s r r ime colla sua sc ittura minuta , regola e , lieve da damigella ; o ra la pregava di fargli o ttene re il ritratto del Manzoni colla firma o r r rac co man aut g afa del G ande , ed ora le dava un mae s tro di musica o u n poeta .

n r Mia nobile Amica . N o h o pa o le per espri r Il r mervi la mia g atitudine . itratto de l no r no n o stro G ande , c h e volere o v lere e la più in d ivid ual it iù alta à della terra , e la p degna s s r e i manife tazione dello pi ito di Dio , g à pen r s dente a una pa ete della mia tanza da letto , ’ … co me le i m agini d un santo . È in compagnia di Beniamino Fran k lin e di don Mazza , prete o veronese , amicissimo mio , modest e grande o o perai del bene , infaticabile paladino di ca

2 58 E mil io P raga

terzo milanese , muovevano baldi alla con ’ ’ t quista d un ar e nuova e della gl o ria . o o o o vol e n A rrigo B it e Franc Facci , do s i re r ro o care a Pa igi , domanda no alla c ntessa Clara Maffei una commendatizia per G iuseppe V o in erdi c h e , in quel temp , si trovava quella capitale ; e la ottenne ro t o s to . Appunto dal ’ ’ 1 3 s rr l an no 86 , data la cono cenza d A igo B o ito l il s c o Verdi , quale lo accol e benevolo e lo

’ elesse a suo poeta per le parole dell I n n o d el l e ’ n azion i c h egli d o veva musicare per la m e s tra m o ndiale di Lond ra. ’ u no r Se gettiamo sgua do all avvenire . come ci apparisce dive rsa la sorte dei tre gi o vani ’ o in amici , uniti , a quell ra , un solo affetto fra i n u n o ! tern o , s lo ideale ’ o d un a o Emilio Praga , figli agi to c nciat o re e r s di pelli , p rove ci di fortuna , si trova da ’ ro o b o l un m o ment o all alt pi m at ne la povertà . o r o ri d i fi L e visi ni di ma ine , di clivi , di fi . gu ’ r s T avo l os s a s i rine gentili della f e ca sua , n to rb idano nelle P en o m b ra N o n si applaude alla il s ua p o esia ; i fisc h i gli trapassano cuore . o o S oltant un amico dei giovani , Eugeni C a nel M us eo d i merini , ed Emilio Treves F a m igl ia vo rreb b ero incoraggiarl o ; qualc h e s o litario studente lo ammira entu s ia s ta . E quello b no n r spirito de ole , sa regge e alla lotta , cede

’ e s ull esempio di Alfredo de Musset al quale ’ o rassomiglia nell aspetto , e di Carl Baudelai re ’ s b di cui rifà qualc h e tetra lirica , a bandona alle ebbrezze mortifere ; e spira a trentacinque s r m anni di delirium tremen . sepa ato dalla o ) D F ranco F accio N Q

’ o o l ui glie , lontano dall unico figli Marc , da ’ celeb rato infante nell affettuo s o C an zo n iere s d el bim bo . L ascia poc h i ver i inediti , amaris s re c ttive imi , come le O a dedicate alla madre e c h e l o definiscon o :

i reas oe a M c ti p t , E u n i nfel ice io s ono !

l a r n o in c ui er o una me a N el bi i t c c t , S angui no e ti perdono !

S e t u avess i s aputo C iò che il fa o al l es t a t iv , M ori re i n c ul l a mi avres ti ved ut o C al ma e fors e gi ul iva !

f iù o o o u . O Franc Facci p f rtunato ssequi o so , s i insinuante , ottenne c h e rappresentassero nel s ue primo teatro , alla Scala , le opere , del le quali (ironia della s o rte s o rvive una sola ’ rc ia b m a fune re , c h e venne eseguita a suo i

d u . o squalli i f nerali Cadut come autore , Franco Facci o risorse co me interprete ; e dopo il po o i r ver Angelo Marian , fu salutato il p imo di ’ r ettore d orc h estra del nostro paese . Clara ’ Maffei , c h egli c h iamava nelle lettere mia b i uona am ca e madre ,, gioiva delle feste pro di ate o g al suo amico e , quand egli venne no o o o s minat c mmendat re , criveva al dott o r France s co Rosari : Quanto è stato onorato il n o stro co m m en d atore Faccio ! È u na parola più lunga di l ui ; m a no n superiore al s uo me

‘ rito . Se sapesse tro vare una intelligente e b o r rava m glie , la sua vita sa ebbe co mpleta e so ddisfatta . A rrigo B oito

’ fini o Invece la sua vita inc mpiuta , nell e b etis m ro ! o , come quella del pove Donizetti L r r r a co ntinua fatica del p ova e , del di i gere ’ in ro fo ndea spartiti , cui p tutta l anima sua , s pen s e a po co a poco la luce della s ua pronta

s ua r o s o r . intelli genza , della po tent a mem ia b o r Una ionda cantante inglese , innam ata di l ui s i r L o r , uccide mise amente a nd a ; ed egli , b o o già ine etito , muore qualc h e ann d po a M o nza in una cella accanto a quella del pro r r s o s e t prio pad e pu egli demente , c h e nulla p tava della vicinanza d el figl iuol o . Rideva e dan e r s ua o zava p la cella , quel padre (un vecc h i cuoco) nella lieta illu s ione c h e il s uo Franco s o r b o o in fos e l ntano , a Piet o urg , a Berlin , ’ o o r o o mezz a nuovi clam osi tri nfi e , l anno dop , s o o incon apev le di tutt , spirava anc h e lui nel me s e ste s s o e nel giorn o s te s s o del figlio ! O rrib ile e il pensa re c h e quel celebre maestro c c i ii aii dare o o avvezzo a , temut , a legi ni di ar

‘ s o r o r s b o i iii b ru ti ti , deve m ire d po ave u it p ’ tali maltrattamenti da parte d un in fam e in ’ ferm ie re c h e , alla sera , all insaputa di tutti , l o r s g i lega colle c de i pol i e i piedi nel letto , l o b b n a a dona solo così e , cantarellando , va ad Arrigo B o ito fu il più fo rtunato di tutti e tre i ’

r . 68 s giovani a tisti Nel , ei dà coraggio o col s uo

’ M efis tofel e alla S cala una b attaglia in nome de

‘ pro prii ideali . C h e importa se l o pera cade sotto una b ufera di Egli ne s o f fre , ma con dignità , con alterezza , e non di

s . o pera Ragi nevolmente accorciata , la sua

’ ' L a guerra del 66

b i s zioni intermina il Fu una erata deliziosa . o ! Lumi fulgenti , fi ri , fiori dappertutto Quanti ! La e ra fiori poesia , inedita , del Praga que s ta :

L A CINQ UA NTIN A .

a enu do n n a lar Si m v ti , C a

P e r eder l a C in uan tina v q , Quel l a dama t an t o rara C he l e gi unse s t amatti na ; ’ M a dov è ? no n è arrivat a ? O è nas cos t a in me zzo ai fior

Ah b url a a è l a r a , t b ig ta Quel l a dama è l unge anc o r !

Venn e nfa s am a na , i tti , t tti , M a fermoss i u n s ol momen t o ;

’ Al l igno t a pel l egri na ’ N on arbò l a ar am en o g pp t t , E in us ci r dioca s degnat a : T roppi T roppi fior

Ah b url a a è l a br a a , t ig t Quel l a dama e l unge ancor !

Sempre nuove presentazioni rendevano in il s f tant o ancor più animato alotto Ma fei , la cui serenità e gaiezza non venne tu rbata da vive pre o ccupazioni né da tristi avvenimenti 1866 c h e nel , al tempo della guerra per la libe razione del Veneto . ’66 Alla guerra del , si rinnovarono le scene ’ ’ d ab negazio ne del 59. Accorrere al campo era ’ dovere de giovani ; is tigarli ad accorrere era compito delle signore . A un giovanott o c h e L uigi C al amatta 2 63

si atteggiava a bella posta ad imbelle , le si

' gno re inviaro no a casa una b amb o la ! Splen dido e s empio di pat riotismo o fferse u n illustre ’ un o l in i n amico di casa Maffei , vecc h i s g e

al am atta. no n incisore L uigi C Questi , ostante s il b i suoi ses antacinque anni , lasciò ulino ’ o o per la spada , acc rrend fra i primi all ap pel le di Giuseppe Gari b aldi . C al am atta o Il , nativ di Civitavecc h ia , era nipote di quel restaurat o re di P o rto A nzi o c h e mori avvelenat o da alcuni invidi o si . Egli di ’ rige va da par suo il Gab i netto d incisione a

. r Brera Bel vecc h io dalla folta barba , dal g ande ’ vivido s guardo tutte le volte ch e ntrava nel salotto Maffei face a rivolgere ve rso di lui tutti

. r b e n gli sguardi Gio gio Sand , lieta c h e il pro prio figlio Maurizi o avesse s po s ata la figliuol a ’ dell ins u erab il e m ae s tro o no n p del bulin , ce s l ’ sava dal o darne il caratte re . N ell H is to ire d e m vie lo : a , ella dipinse in due tratti

C al amat t a a mabl e om a non dans l e r re et dan , i c p g i s ’ l e mou emen de l a vie d ar s a es t un es r s ér eux v t ti t , p it i , ’ recueil l i et j us t e que l on t rouve t ouj o urs dans un e b on ne ’ et s a e o e d a reciation des os es de s e n m g v i pp ch ti en t . B eaucoup de c aractè res ch arman t s c omme l e s i en inspi a eonfiance ma s eu l a mér en t e t l a rent l , i p it iust ifient ui comme l .

’ Appena cominciata la campagna del 66 fra r no n le balze del Ti olo , so in quale frangente , s l am il no tro C a atta corse serio pericol o . G a

’ o o ribaldi , c nsiderand la grave età e l ingegno ’ prezioso del vecc h io milite , sacro all arte , gli 2 64 L a battaglia di C us toza ordinò allora di racc o gliersi nelle ambulanze o s o e quegli fu c trett ad obbedire al comando , ma a s s ai a malincuo re . ’ L am o r d i patria del C al am atta era b en n o to anc h e per la fiera risposta da l ui l an c iata al L amartine . Il poeta delle M ed itas ion i ’ lo aveva pregato d incidergli un b el ritratto r ma , memore del noto insulto del poeta f an ’ all Italia t in cese (c h e veramente , nel empo l o r in u n iù cui inte calava molle verso , era p terra di morti c h e di vivi) il C al am atta gl i ’ ’ s o r ll rispo e sdegnat c h egli appa teneva a Italia, quindi era un m orto e c h e il s igno r co mmit tente andasse a far s i incide re dai vivi !

’ u r 66 o o Fra i militi della g e ra del , si n tavan n o n o poc h i amici della c ntessa , i quali compi b il ro n o assai no ilmente l o ro dovere . N e l t riste giorno in cui s i comb atteva a Cu s to za r o r r s o , pa ecc h ie dame c reano p es la Maf a r o o ro o fei c h iede e n tizie dei l fratelli dei figli ,

o . s s c h e erano al camp Fra e e , una colta gen na o s tildo n pavese , la c nte sa Elena Cas tellani r o o nata contessa Dattili di Borgo P i l , c h e o r b fi li C arl o aveva al camp ent am i i g , e Luigi . ’ b o L annuncio della attaglia di Cust za , dei ’ ’ o l i s o feriti , de m rti , c h e g trilloni de gi rnali vo vano o r c ia a notte per le vie aff llate , iempiva di ’ o o s o trepidazi ne , d ang cia il cuore delle p vere ’ o mm oveva il s o madri . C ca d un giovanetto di nn enne b s cia o v , Pietro Gab a , c h e , ottotenente 0 1 s i nel reggimento granatieri a Custoza , slan ’ ciò il p rimo co ntro il nemico all attacco del o Monte Cr ce e l o respinse , ma cadde mortal

Il [ar tin e L e ouvé E . g

b ra o ra adorate , c h e gridavano evviva , mute per ’ r 186 un l o . o 8 e etta Quand nel ma z del , di cit tadini france s i tras po rto da Pari gi a Venezia ’ s rand e s ul e s a le os a del g Daniele Manin , il lotto Maffei dimost rò a quegli egregi quanta venerazi o ne la città delle Cinque Gio rnate nu triva pel Dittato re ; il quale in mesi terribili resse co n fo rtezza e senno Venezia e poi nel

’ s ilio s r l e erbandosi puro , inteme ato , suscitò le ’ ’ al l Ital ia al gioni d amici , e momento giusto r o s seppe sac ificare v lentieri , enza rimpianti , i prop ri antic h i ideali repubblicani pe r rico s o o S b noscere c h e lo dalla m narc h ia a auda , ’ s ol o dalla politica di Camillo Cavo ur l Italia po

’ teva ricevere l uni o ne da tanti s ec o li inv o cata . Carl o Tenca invitò la conte s s a M affei ad ae o o s r L e o uvé cogliere c lla maggi r fe ta E nesto g , En rico Martin ed altri c h e aveano acco mpa b gnata la ara di Daniele Manin a Venezia , quando sostaron o per poc h i gio rni a Milano : e la c o nte s s a diede in loro on o re un bellissimo n ricevimento . Nuovi legami di amicizia si a ’ no daro no allora tra i France s i e gl Italiani ; legami c h e ahimè ! la m o rte di tanti incliti pa rio ti o al t , e , peggi , la morte di tante illusioni ’ lentarono e tro ncaro n o c o n discapito d ambe le nazioni sorelle . Quale entusiasmo anc h e allora per la Francia ! St o ria antica ! C AP T L I O O XVII .

M A N Z O N I E V E R D I .

P ensier del M anzoni s ul l e donne innamora e s ui r n i t , g a di

oeti s ul l a R el one s ul l a C es a. R icord p , igi , hi i di E uri n n chet ta B l onde]. S e time ti del M anzon i s ul l a propri a Donde rass e il i c asa paterna. t tipo d don Abbondi o e l del do ttor Azzeccagarb ug i . I ncon t ro di G i us eppe Verdi

o n Al essan dro M anzoni . E m l o B ro l c i i g i o .

Abb iamo accennato qua e là all ’ amicizia c h e la contessa Maffei nutriva per Al e s s an dro Manzoni : e giunto il momento di dirne ’ iù o ichè o ra qualcosa di p , p quell amicizia si

r . confe ma , si eleva L a co nte s sa Maffei visitava Alessandro M an o o o z o ni ogni d menica d p la messa , nella i r in v a . 1 casa del poeta Mo one n , e parlava co n r a lungo lui , ammi ata di quella mente , di quella co scienza . Ella soleva c h iamarlo il ’ i nos tro grande sant uomo . Nessuno p ù di lei adorava quel genio e quella rettitudine . c oll o uii D opo averne uditi i q , d urante la visi ta 2 68 A l cssandro Bfanzoni

o i i domenicale , ella ne rip rtava detti p ù pre zio s i ne l s uo li b ro di memorie dove li tro vo sc ritti accuratamente c olla sua fine man o di scrittura dagli as teggi eleganti . n r o U gio n , ella c h iese al Manzoni c h e cosa ’ egli pen s asse sulla s incerità dell amore nel ’ ’ l uomo e nella d o nna . Ei le rispose : Ho l i ’ o rs s u eritam i dea , f e gg dall esperienza , c h e le o bl a uen t s ul s d nne g entimento , mentre gli uo ’ mini al c o nt ra rio sono fanfarons d in d iffé n o li ren ce . U altro gi rno g domandò quali fo s

ro s o o . : se , ec ndo lui , i più grandi p eti Ed egli

Virgilio e S h a k e s peare . C h iunque voglia scri vere poesia deve leggere S h akespeare . Come ’ conosce tutt i s entimenti ! Alessandro Manz o ni le definivasempre l a “ po esia la quintes s enza del buon s ens o de finizi o ne c h e conduce a quella di Vict o r Hugo ’ ’ ’ s ull ideal e : L idea! n est aut re c h o se que le hn n nt po int cu i a de la l o gique . Il Manzoni narrò un alt ro gi o rn o alla Maffei come divenne ’ r l a . s o credente Il fatto d ave e marrita m glie , r o in o En ic h etta Bl ndel , una f lla a Parigi ,

’ d e s s ere ent rato ango sci o s o e t remante nella ’ s o o s o : Dio c h ie a di San R cc e d avere e clamat , e ro r se esisti , riv lati a me ; fammi t va e E nri ’ c h etta… e perfettamente vero . L ombra di qualc h e dubb io s ulla fede pare s orgesse qual ’ c h e volta nell animo acutamente analitic o del ’ r Manz o ni ma era omb a fuggevole . Nell al bum o : della c ntessa , leggo Le doute me tue , diss e Goet h e a Cou s in e a me venne detto da M an

’ zo ni L autore della M orale cattol ica dis ap

A l essandro M anzoni

o s i o b dai sing h i zzi , portò press le due ro inie e nel loro tro nco inci s e c o l coltello u na croce ; e v o lle educare egli s tes s o per lungo tempo ’ in giro alle piante u n aiuol a di fiori . Manzoni e stato male un gio rno (s criveva m io la Maffei a un amico). Immaginatevi il sgo mento . Quale perdita s arebbe per me quel ’ c o l il santo , c h e , suo consorzio , m illumina

’ o r s oiché in cu re . fo se più c h e co suoi critti , p lui veggo la vera attuazione del Bene ! E due mesi dopo : I e ri visitai Manzoni di ritorno ! o . b s s m da Brusugli Stava eni i o , grazie al Cielo ’ o i e n M ac col s e come una figlia . Di mente p u miracolo . N o n solo h a tutta la potenza del pen s iero e di qual pen s ie ro ! ma la pron s o tezza , la vivacità dello pirit e spesso , anzi ’ s o o o re artie empre , quand ne h a l ccasi ne , una p p ro nta co me il più spi rito so dei francesi ! E o : u n anc ra Passeggia , f ma come u giovi ne tto Il Manzoni parlava alla Maffei delle ins pi razi o ni attinte ai pae s elli l o mb a rdi quand o di o C al ce tto s al m rava al pre so Lecco , la cui am ministrazione cittadina , da giovane (poc h i forse o s o l ann ) egli avea pres o parte . Il o il C al e o tt Manz ni vendette poi o , palazzo b b o paterno (ora lasciato in a andono), c i po s s essi uniti e co lla cappella s o tto la quale era s uo eppellito s padre don Pietro . ’ U no de motivi della vendita fu c h e il Man

’ zoni voleva s o ttrarsi alla s o ggezione d un amministrato re impostogli dal padre nel la iar l i m s c o o . g , rend , quei beni Alessandro M anzoni 2 71

’ i oi r Il Manzoni si pent , p , amaramente , d ave venduta la tomb a di colui del quale portava r il nome . Egli soff iva tutte le vo lte c h e ri ’

s G o o . o pen ava al ale tt Quando l ingegnere Sc la , o r nu o vo proprietario del palazz , si ecò a Mi lan o e a Brusuglio per avere dal Manzo ni ’ o r r l i ‘ sc h iarimenti s p a certi di itti d acqua . g o o o di s se o ssequi so c h e , se avesse v luto rit r im r r al C al e otto nare a d o a qualc h e tempo , ’ ’ n n r l s it s arebbe s tato gra d o o re pe lui o p arl o . l o r c Il Manzoni ingraziò e , sospirando o m o : in mosso , risp se Io non verrò mai più ’ ! o n o n que luog h i Se vi rit rnassi , vi farei c h e piangere tutto il gi o rn o preferiva Brusuglio ; la villa ivi eretta dalla madre Giulia Beccaria , la quale vi avea deposto la salma d el suo diletto Carlo Imb onati . o r o Il Manz ni , pa land di vari i scritto ri mi l anes i r s a lui ca is imi , esprimeva a Clara Maffei la sua ammirazione per la p o tenza di Carlo P o rta nel - creare tipi veri e vivi ; egli s tesso volle creare un prete sul tagli o di quelli del do n b b gran menegh ino ; e creò A ondio , ri un o G erm anèdo traendo parroc di , paesello o L distante due c h il metri da ecco . Quel dis gra ’ ziato servo dell altare era la favo la di tutto

1 ) P arol e che l o s t esso i ngegnere S col a riferì al ca

’ al ere F ran es o C l er i ons l ere di C or e d A v i c c ic , c ig i t ppel l o di M l ano al l a cui en l ezza de o ues e no z i , g ti v q t ti i e e l a ri onferma di al tre ure ined e che ui s e uono s l c , p it , q g u r s ommo s crit to e . o 0 l [ A lessan dro M an zoni

il territori o per la sua pusillanimità . Bastava

s s r . c h e qualcuno alza e la voce , t emava Si rac co ntan o molte b urle c h e una specie di bravi ’ s r o l infii e van (certi giovina t i dei dint rni) g gg o , n a do l i s o r c o m a d n g que t e quello , per idere al l egram e nte alle sue s palle . ’ C o sì il do tto r Azzeccagarbugli no n c u n im m a inazio ne d el o b s ri r du g Manz ni , en ì la p o ’ z l n ione fede e d u lungo , allampanato e sudicio ’ l o s s legu ei di Lecco , colà a ai noto per l abi l lità ne t ro vare cavilli . La contes sa Maffei ci raccontava una sera curio s i esempi della scrupolosa precisione c o n il o r cui Manzoni v leva acce tare i fatti , e dei ’ dub b ii c h e lo as s alivan o anc h e dopo d ave rl i accertati . Ad alcuni , c h e gli riferivano qualc h e fatto singolare de l risorgimento di cui eran o s s r o o tati te timoni ed atto i , il Manz ni , dop averli s o : ne attentamente a coltati , d mandava Ma s iete po i b e n ’ n r o P ro mes s i S os i U gio n , l autore dei p , c h e s o cono ceva a menadito i n mi delle piante , ’ s inc urvò sopra , un alberello c h e il s uo giar li hie diniere mondava , e g c s e Come si ? avutan e s c h iama questa pianta E , rispo ta , egli c h e no n si fidava della propria scienza r e neppure di quella del giardinie e , andava ripetendo : Ma siete poi b e n sicuro c h e que sta pian ta s i c h iami cosi Pensava a lungo prima di s c rivere un b i i o in gl e tto ; scritt , lo rileggeva più volte e , o viatol alla posta , lo faceva talora ritirare (raccontava la Maffei) nel dub bio c h e gl i fosse

‘ 2 74 I ncontro di A l essandro M anzoni

s zione . Tutte le volte c h e passava otto il bal r concino di lei guardava su , e se sco geva fra ’ le piante d edera onde quel balco ncino era o l adorno il volt della contessa , e faceva un o il o saluto grazios agitando fazz letto . Ales s andro Manzo ni avrebbe voluto visitar lui la Maffei ; ma questa no n gli permetteva c h e salis s e le lung h e s uo s cale . Pure il Man zoni volle in qualc h e faus ta occasione vincere ’ le resistenze e far visita all amica gentilissima , b i s o s l la quale , giu lante , taccava all ra dalle pa ’ ’ o o b r il o l ie re d edera , nd era m ato p ggiu o l o del salotto , una foglia di quella pianta simbolica e la inviava agli amici lontani .

La contessa de s ide rava ardentemente c h e o V r Ales s andr Manzoni e Giuseppe e di , i quali ’ i s inco ntras s r non s erano mai veduti , e o al r meno una volta . E necessa io raccontare la r oichè sto ia di questo incontro , p esso accese , o nel Verdi , ltre la profonda ammirazione c h e ’ il - l già nutriva per Manzoni artista , ammira

- zione per il Manzoni uomo . D opo questo in c o n contro , Giuseppe Verdi amò intenso affetto

Alessandro Manzoni . Tutti sanno c h e alla ’ ’ P romess i S os i s morte dell autore de p , Giu eppe Verdi scrisse spo ntaneo la M ess a d i requiem (e s eguita per la pri ma vo lta nella c h iesa di San

‘ Marco a M il ano il 22 maggio 1874) quale tri ’ o o s i buto alla mem ria dell uom in gne e amato . 1867 s s o o Nel maggio del , Ale andr Manz ni , subito dopo qualc h e paro la dettagli dalla co n r ò tessa , ve g sotto un proprio ritratto parole con G iusepp e Verdi 2 75

n di dedica per Giuseppe Verdi ; e questi , el 4 2 di quello stesso mese , appena ricevuto a ’ ’ S ant Agata il prezioso don o dell auto re dei P ro mess i S os i p , espresse in una lettera me moranda alla Maffei tutt ’ i suoi sentimenti di ricon o scenza e di entusiasmo per il Grande . L o s a m glie del maestro , ignora Giuseppina

- Stre o ni o Verdi pp , era stata presentata , intant , ad Alessandro Manzoni dalla contessa c h e le era molto amica ; e Gius eppe Verdi invidiava uo di tutto c re alla moglie tanta fortuna . S o no sicuro del perdono d el so mmo mae

’ ’ stro se dopo quasi t rent anni traggo dall o m ’ d un b bra al um una sua pagina , so lenne o omaggi ad Alessandro Manzo ni . Il mondo conosce e ammira la M ess a d i req uiem ; e niuno conos cerà il sentimento donde quelle note sgo rgarono

Quant ’ invidio mia moglie (scrive il Verdi alla contessa Maffei) d ’aver visto quel Grande !

no n o Ma io so se , anc h e venend a Milano ,

Voi avrò il coraggio di presentarmi a Lui . ben sapete quanta e quale sia l a mia venera

’ l o zione per quel uomo , c h e , sec ndo me , h a

’ scritto non solo il più gran lib ro dell epoca

’ uno iù n o stra , ma de p gran libri c h e sieno

n n usciti da cervello umano . E o n è solo u

’ l m n ib ro a u a . l o , , consolazione per l umanità

l o aveva sedici anni , quando lessi per la pri

o . ma v lta Da quell epoca , ne h o letto pur 2 76 Verdi e M anzon i

’ ' molti altri , su cui , riletti , l età avanzata na modificato o cancellato (anc h e su quelli di maggior reputazio ne) i giudizi degli anni gio vanili ; ma pe r quel lib ro il mio entusiasmo dura ancora eguale ; anzi , conoscendo meglio

o s i e t . gli u mini , fat o maggiore Egli è c h e

o e u n b vero v quell li ro ; vero quanto la erita.

O s e s h , gli artisti potes ero capire una volta

vero no n r questo , vi sa ebbero più musici s ti

’ avven ire ne o r dell e del passato ; pitt ri ve isti , r ne o s ealisti . idealisti ; p eti clas ici e romantici ;

o r ma p eti ve i , pittori veri , musicisti ve ri .

u na o o r ’ Vi mando mia f t grafia pe Lui . M era

’ ’ d acc o m a narl a co n venuta l idea p g due ri gh e .

’ o m è o ma il coraggi mancat , e mi pareva d ’ altronde una pretensione c h e io no n posso

rin raziatel o avere . Se lo vedete , g del suo ri

l o o c he co . trattin , , suo n me diventa per me la più preziosa delle co s e . Ditegli qu ant o s ia grande il mio amore ed il m io rispetto per

s o Lui ; c h e io lo timo e vener , quanto si può s timare e venerare su questa terra e come uomo e come altissimo e ve ro o nore di que sta nostra sempre travagliata patria . Addio , e grazie di tutto e per tutto

’ L incontro fra Alessandro Manzoni e G iu

v o seppe Verdi a venne un anno dopo a Milan ,

’ 2 78 L a contessa M affei a S an t Agata

’ 73 s i Un giorno del , vide un signore , vestito s o di bruno , alto , austero , dal pa so vel ce , seen dere nei tetri c ol o mb arii del Cimitero monu ’ mentale di Milano dov era s tata provvisori a mente dep o sta la s alma del Manzoni e là s r s s ri ta e , commo o , a lungo , dinanzi a quella tomba . o Nessuno a Milan , tranne la contessa Maffei

u n . e suo famigliare , seppe di quella visita

Il visitatore e ra Giuseppe Ve rdi . r o Semp e cagionev le di salute , la Maffei pro ’ vava di tratto in tratto il bisogn o d usoir dal ’ ’ r s uo s al o tto e respi are un po d aria s alubre . s V o invi E allora , Giu eppe erdi e la m glie la ’ tavan o nella villa di S ant Agata. L a contes s a

’ una volta vi andò all improvvi s o pe r fare una s orpresa agli amici . Ma udiamo raccontar da lei le accoglienze ricevute : e una lettera gaia n o s a u amico , una delle p c h is ime lettere gaie da lei s critte :

’ 8 an t A at a 19 ma o 18 . S g , ggi 6

’ Da questo luogo , ove l anima veramente si ritempra ed il cuore s i conferma nella fede c h e vi e del Bene e dei Buoni , voglio scri o vere a Voi , ottim amico , c h e siete una delle

o pers o ne c h e più amo e s tim e . S no proprio felice d ’ avere effettuato il pensiero di venire

’ m ac ol s e una s o a trovar Verdi . Egli c come

t to rella ; m i co nobbe e s , ma non credeva ai ’ L a con tessa M affei a S an t Agata 2 79

o : oi pro prii occ h i . Mi guardava attonit p gettò delle esclamazioni vi fu una tale commossa esultanza c h e mi pro vò c h e il suo affetto grande e profondo ei me lo rende per sola b enevo lenza . Mi pro mise immediatamente di

o s venire a Milan , e verrà La ca a è elegante e co n fortab ilis s im a ; il giardino vasto e b ello ; porteremo a Milano dei b o s ch i di fiori .

S o tamane Verdi mi parlò delle piante di r se , di cui vi mando una foglia per ricordo . Oggi andremo a Busseto poi a vi s itare la casa ove egli nacque . Tutto è caro e sacro c o n 1101

E il Tenca a lei :

“ N o n dubitavo c he Verdi vi avrebbe fatte molte feste e c h e vi avrebb e resa o ltrem o do gradita la dimora presso di lui . E cosi caro il poter contare s ulle vecc h ie amicizie e il ritro varl e dopo molti anni vi ve e fresche come in passato !

La contessa conservava religiosamente tutt ’i s ricordi di Giu eppe Verdi . Talora , di prima s o era , nel salott , pa s sava a qualc h e intimo

' (uno dei co s ì detti and eg/zee) le più belle let tere del maestro perchè le leggesse ; e quegli ’ non s acco hte ntava di leggerle ammi rato se ; , o o le copiava nel pr prio taccuin , dove le con

’ s . d art i erva tuttora Nelle questioni e , giudizii G iu sepp ina Ver di — S tr epp oni

di quelle lettere erano , come si può immagi r : na e , altissimi nella musica e nella dram e r : o matica , p esempio sulle c mmedie più forti di Pa o l o Ferrari c h e a Verdi piacevano ; su qualcuna di Ac h ille Torelli ; e via via . Intorno c on alle questioni politic h e , egli vedeva una o c h iar veggenza lucidissima , da politico con

s um ato . Il ricordo della consorte di Giuseppe Verdi no n può essere dis giunto da quello di lui e n di C h iarina Maffei , della quale ella era u a i delle amic h e p ù affettu o s e e più apprezzate . Giu s eppina Verdi - S treppo ni rappresentava agli o s i o occ h i della c nte sa , come agl cc h i di tutti . il o iù o o o tip p seri della c mpagna fida , d cile , n esem plare . Quel giorno i cui la C h iarina

’ s eppe d un grave pe ricol o da lei co rs o co n ’ Giuseppe Verdi s ul lago della villa di S ant A

fu r . n V gata , ne tutta coste nata I co iugi erdi , ’ r n o n o per non rattrista la , v levano c h ella ne sapess e n ulla ; ma la contessa no n tardò a conoscere la verità e ne rimase turbata per

. o qualc h e giorno Era avvenut c h e , un dopo ’ pranzo d estate , il maestro avea invitato c o r te s e m e nte alcuni suoi o spiti a fare un giro co n lui e colla moglie sul lago . L a signora b Giuseppina , nello scendere nella arca dove il ferme marito , , le porgeva la mano , si vide ’ n d n o n so per quale accidente , u tratto tra ’ il o vo lta nell acqua , dove maestr pur cadde r r co lla ba ca capovolta sop a di lui . Quel vi go ro s is s im o uo mo fa presto a salvare la moglie e se stesso . Tutto ciò avvenne in un

2 82 E milio B rogl io

’ ziana nel 48. Egli piaceva tanto al Manzoni r c h e questi , cosi alieno dagli a meggii politici , ’ r r 1861 c o n d A ze lio si t asfo mò nel , Massimo g , in agente eletto rale per promuovere la sua elezione a deputato nel collegi o di L o nato Desenzano ! Tutti sanno c o n qual fervo re il ’ Bro glio si fe banditore delle idee unitarie del Manzoni in fatto di lin gua ; ma tutti no n s an n o quanto b ri o egli recava nel salotto s de l Maffei sia c h e discorres e Manzoni , 0 del R o s s ini (alt ro s uo ido l o ) o di mille cose sulle qual i trasvolava c o n una s icurezza da dis gra s s dare Diderot . Amici imo della Maffei , veniva nel salo tto con g rande frequenza . Inte rcalava ’ a più scrii di s co rsi epis o dii ameni c he ren o r s s devan o la sua conversazi ne dive tenti ima . Egli rappresentava assai b ene il s alo tt o Maf o s i fei dove si dicevan e facevano cose serie , ma in cui (tranne nel più tetro periodo delle repressi o ni) s i rideva anc h e molto . Nessuna pedanteria nel sal o tto Maffei . C o n tanti uomini o S im e s ign re di pirito , la pedanteria era po s sibile : e se questa pianta spin o sa vi fo sse fio o nè nè rita , nè i Brogli , i Verdi , i Manzoni , n è tanti altri vi avrebbero post o piede nep pure una volta !

L o spirito (scriveva la contessa al nipote O no n o dottor Cesare lmo) deve sol studiare , ma anc h e piacevo lmente distrars i per co nser vare quella specie di leggerezza c h e fa acce t tare anc h e il parlare serio da tutti perchè scevro da pedanteria (c h e uccide qualunque L a con fessa a suo n ip ote C esar e Olmo 2 83

influenza amabile) e fo rse utile sugli altri . Man zoni quanto era piacevole anc h e quando di ceva cose e pensieri L a sua s anta altissima memoria e un precetto intellettuale ’ e morale per l anima mia; e quante volte ’ rimpiango c h e alcuni no n l abbiano avvici nato : avrebb ero co nosciuto il vero spi rito c h e ’ no n coll e s s er c o n crea e distrugge , scrii ma disinvoltura e amab ilità ed alla portata di ’ ’ tutti . L ho sempre nell anima quel santo gran d ’ uomo !

E ancora allo stesso :

: Addio , amatissimo lavora studia , ma di ve rtiti : e c o s ì , anc h e ; godi della gioventù lunga la C API T O L O XVIII .

L A R I C ON C I L I A Z I O N E .

r af ol l a mo l S r a I nco nt ro c uri oso di A nd ea M fe i c g i e . t o i ’ n rea M ff n d un s o ne tto del M anzon i . A d a e i i pericol o N u L a on ess a va a F renze . o e onos enze : di vita. c t i v c c ’ an azza A o Vannu F ran es o Dal l O n P aol o M t eg , tt cci , c c

R izzo : il s uo al o i s u a l a u are . B an a e b s o o s s a g i c tt , i c i ,

r Al es s andro M anzon s a l a on ess a M affe . ca it à. i vi it c t i f l R ic o nci l i azi one di A ndrea M a fei col a mogl i e .

s e arazio ne i D o po la pacifica p , rapporti fra o o Andrea Maffei e la moglie fur n radi , ma n n n o n o stili . Il poeta o pubb licava libro s enza r n invia l o i o maggi o alla moglie .

no n . Peraltro , si vedevano Stettero diciotto r o anni senza vedersi neppu e una v lta , quando , 2 b 1868 in o nel 9 novem re , casa di d nna Lau ra ’ S cacc ab aro zzi d A dda (poi m o glie a Giovanni Vi s co nti - Ven o s ta) avvenne un l o ro incontro

o s . s s s grazi o Quella corte i ima gentildonna , da m e in pregata , lo raccontava una lettera c h e , ’ commettendo un indiscrezione , mi permetto

2 86 I n on r d i Ii a c t o A . [ffei colla moglie

“ : n e le disse O h , C h iarina , scusate se o n vi ho ricon o sciuta : incolpate ne la mia povera vista c h e diventa tutti i giorni più deb ole . “ o n n L so , disse C h iarina ; e h o capito c h e o ’ m avevate riconosciuta . Si scamb iò qualc h e parola a propo s ito del depl o revole indeboli mento della vi s ta del Maffei ; po i C h iarina disse ’ c h e veniva dall ave r fatta u na vi s ita a M an un s o zoni , il quale le aveva dettato onett da lui s critt o nel 1802 e ancora inedito ; e volge n o l i e rs e il s d o si a s u marito , g p onetto dicen “ ’ r ? r l d o gli : Volete legge lo v inte esserà . I Maffei lo prese ; po i visti i minuti caratte ri : no n o s di s ua moglie , soggiunse p s o leg

vo i . r gerlo ; leggete , C h iarina C h ia ina lo lesse ; ’ r f ma , quando arrivò all ultima te zina , il Ma fei

’ l inte rruppe re c itand ol a a memoria . E vedendo s ua o no n ti ri o d la s o rp resa di m glie , Ma c r i, s r C h iarina , e clamò , c h e una se a il B ossari venne da noi e ci lesse quel s onetto c h e il Manz o ni gli aveva dato la s era stessa ? H ai

o ra r o . a ragi o ne , Andrea ; me ne rico d Mi p no n reva , infatti , c h e quei versi mi fossero v nuo fl ,, Eran o passati dal vo i al tu ; le mie inquie o o o tudini eran o cessate . D p p c h i minuti , C h ia l rina si alza saluta me e il Malfatti , porge a mano anc h e al Maffei e se ne va . Il poeta rimas e ancora per poco ripe tè di no n aver rico no s ciuta la moglie ; aggiun s e poi di averla no n l trovata assai bene , e fece alcuna di quel e ’ allu s ioni spiritose e un po sarcastic h e c h e erano in lui così frequenti . M a e l l I ncontro di A . ffi col a mog ie 2 87

Aveva egli voluto incontrarsi con sua mo ? in glie Certo sapeva c h e , venendo da me ’ domenica , l incontro era possibile ; dunque , in ogni caso era dispost o ad affro ntarlo . “ ’ o o s s Nel d po pranz della tes a domenica ,

C h iarina venne di nu o vo da me . Era molto ’ impressionata dall inco ntro c o n suo marito ; ’ o mi disse c h egli , c me avea sempre usato di ’ o fare , le aveva mandato una c pia d una sua ultima pubblicazione ; c h e avreb b e voluto rin raziarl o o il g , e c h e , sicc me giorno dopo era ’ s ant A ndrea b b la festa di , avre e pure voluto ’ co gliere l o ccasione pe r e s prim ergl i i suoi au rii no n o r o gu , ma c h e credeva ppo tun di far glieli direttamente ; perciò mi p regava di scri l in s vere io stessa a Maffei uo nome . Sulle rifiutai prime , mi pareva più semplice , più naturale c h e tutto ciò si facesse senza inter iarii m e d ma C h iarina insistette , ed io finii per r al cedere , e sc issi Maffei

Il s onetto del Manzoni e ra quello c h e co mincia :

’ C ome il divo Al ighier l ingrat a F l ora rr r er r E a fee. p civi l abbi a s anguigna. ; indirizzato dal poeta al nap o letano Francesco Lom o naco per la vita di Dante : quel L o mo naco c h e nel 1799 s campo pe r uno sbaglio di ’ ’ nome a s upplizii de quali furon vittime a Na poli i s uoi amici repub b licani partenopei e che r 181 o nel settemb e 0, stanco di s ffrire , si 288 L a contessa IIIa/fei a F irenze

o o o affo gò a Pavia . Bart lome Malfatti , nat a

M o rì nel 1828, crebbe a Trento nella casa e sotto le cure della co ntessa C l o z— Salvetti ; s to o r C re us co l o rico e ge grafo , collabo atore del p , o e profe s sore di geografia prima a Milan , s nel C ir poi a Firenze . Era as ai apprezzato ’ colo Maffei c h egli frequentava.

’ Nella primavera dell anno d o po quell moon r tro , Andrea Maffei cadde mo talmente malato

o in u n . di risip la , a Firenze , albergo Aveva , o o s no n sapiente e am r sa assi tenza , ma forse alcun vero conforto . La contessa , appena ne apprese la notizia , non esitò un istante , c h iuse ’ r d ll inf m il salotto e acco se al letto e e r o . s m Nel momento di separar i dal arito , nel 184 li r o : 6, ella g avea sc itt

: s Addio , Andrea mio e co da questa casa ’ c oll anim o o o add lorato , ma almeno tranquill , ’ poichè s o c h e ci lasciamo c o n del l affetto e della stima recipro ca . Addio ; vivi co i nostri in o amici , con quelli c h e questa circ stanza fu il s s an tificaro no rono no tro sostegno e , quasi , o un er s e s t col loro aiut passo p stes o fa ale , ma per me inevitab ile e necessari o se no n s alla felicità , almeno alla soddi fazione di tutti ’ ic r ’ e due . R ò dati c h io ti lasci o ma non t ah ndo no in b a , e c h e ogni circostanza triste della io vi tua vita ti sarò cina come una sorella . N o n du b itare di queste mie parole poichè sai c h e no n h o mai mentito e c h e po s s o garan ’ n tire della profo dità de miei sentimenti .

L a con tessa M affei a F irenze 2 91

’ Ti ringrazi o d esserti condotto così digui ’ o s o del tosamento , e quand seguirai l impul tuo cuore sarai sempre tale . Addio , addio

o ve ntitrè r fe E ora . dop anni , Cla a Maffei , dele alla pro messa , la manteneva . Vincenzo ’ s o G rr - o de L utti , An elm ue ieri G nzaga e Gio co n vanni Prati , avvertiti della venuta della r o o tessa a Fi enze , le andaron incontr alla l f no n s b stazione . A Maf ei em rò vero di ve ’ o d un o o ders i accant la C h iarina gi rn , c h e lo “ s s . r ! a si teva Povero And ea quanto patire, n ’ ella s c rive a a u amico di Milan o . C h e cos è il m io piccolo s acrificio in confro nto di quanto N n ho egli soffre o alcun merito . Vorrei s ol o potergli sempre inspirare fiducia e pa ’ i nza o l z e ; e , intanto , dev dargliene esempi o o col mio contegn tranquill o e s eren o . o m e rcè A poco a poc , le cure , Andrea Maf fei risanava ; e la contes s a appro fittando degli ultimi gi o rni d el proprio s o ggio rno a Firenze gi o o rava c gli amici nei dintorni p etici , nei templi r n e nelle galle ie , di cui ammirava e tus ias ta i

o . o s o s p rtenti Nella società fiorentina , c i pitale, o o s contrasse nuove elette amicizie e c n cenze . o r o s D nna Emilia Pe uzzi , moglie all tati s ta Ub al

“ e r dino , la quale t neva e tiene tutto a a Fi renze u n o o fi rente , celebre salotto p litico e letterari o , ’ ’ n L Al e ardi l accol s e co fes ta . la vo lle alle s u e ’ smaglianti lezi o ni di estetica c h e nell Istitut o di s tudii s uperiori recitava alle sue ammi ra

r . L e o u n i m t ici venne presentat abate , G a b at s n t ti ta Giuliani , c h e spiegava Dante co Dan e, Ò O ) : N I B ianca R ebizzo

e x— b : r r r L u e due a ati il T ezza , illu s t ato e di ’ c re zio r s Dall n aro r o , e F ance co O g , c eatore dell

o ol o o . b o stornell p itic , attic ingegno Il ald s o o o poeta della fi i l gia , Paol Mantegazza ; il o o m F rul d lce p eta degli affetti domestici , E ilio

’ s o o r b lani ; lo t ric de marti i della li ertà , Atto ’ Vannucci ; u no dei pi ù eleganti s c ritto ri d Ital ia Eugeni o C h ecc h i amatis sim o d al Maffei ; ed altri anc o ra andavan o a vi s itare la gentil

’ o b b r o all o donna l m arda , c h e nell al e g dove g ’ ro s o n s s a giava , s era imp vvi at u genialis imo ’

o o . A r o s s in o nt l tt Fi enze , la c nte a s c rò anc h e in s r r ià una dama milane e di a i pregi , c h e g o s : e b izzo s c no ceva Bianca R , in igne nei fasti della ca rità . ’ Il s al o tto c h e q ue s t incl ita milanese vera o rr r o o o o e r socc it ice del p p l , tenne a Gen va p

iù n o n s s o . E ra p anni , può e ere dimenticat nata o 180 C S o a Milan nel 0da arlo De im ni , capi t o 1 r o r io ano di Napole ne . mo t nel fio e della g v ine zza O izzi e da Anna p , c h e la allevò in ri s trette fo rtune . Spo s atas i al geno vese L az e b izzo l o in fu iù zaro R , seguì varii paesi ; p vo l te c o n lui in F rancia e in G ermania : nel ’ 3 r o s u n o 183 , ottenne di i p arsi p a Venezia ; e nella città di Daniele Manin divenne intima

d el o . della famiglia grande Dittat re Nessun o , s o r s Vie zzo li for e , ella amò tant come E ne ta s m el an Manin , dolce , bionda , dagli guardi c o ’ e r o r s nici , e p l alt senti e degna orella a Da ’ s r s niele . Que ta angelica E ne ta , all annuncio c h e il fratel l o e ra s tato imp rigi o nato dop o il s uo r o fiero indirizzo al Gove n austriaco , fu

2 94 Una visita del M anzoni

2 1 o b 1869 r o r o Il ott re , ic rend il suo gio rn o o o o s o m l nomastic , ricevette , c me il olit , o tis s imi fio ri ; ma no n sapeva più li co ntem plava Era presentimento PO o o o R e b izzo s c h i gi rni d p Bianca pirava . e le ’ s e s r o u stanze e bavano anc ra di que fiori .

o r Nella società fi entina , nella società mila n s e d in no n s i s o e e , altre , di correva , intant , che della c o nciliazi o ne impro vvi s a dei Maffei ; s s i ’ m a que ta limitò , a dir vero , solo a un ami b d i r c izia enevola , mista g atitudine da una

’ ’ o parte e d affett di sorella dall altra . N e l o r o o b el m ndo , non mancò qualc h e is lin forse poco b enevol o su questo tardo ravvicina ment o di due coniugi c h e pe r m o lti anni b at no r teva liberi vie dive se ; ma la contessa , superiore sempre alle dicerie degli s faccen ne o no n s e o o . dati , ne ccupò , punt nè p co s o Crollava , come oleva , la testa , alzand le “ spalle e avea ragione di sc rive re : Nulla so di quanto nel mondo si dice O si dirà di questa n o stra posizione ; ma s apete c h e ad esso n o n h o sacrificato un N o n amo m ie ri r ne r : i po p mo ali , li ame ò mai arri ’ s e ntu s c h iano , per alvarci dalle vampe dell

m o . s ias , di farci annegare s r o r Appena la contes a it nò a Milano , una fra le p rime vi s ite c h e ricevette , fu quella di

- ’ o . Il v e ne rand o o Ales s andro Manz ni p eta , co ’ s affan nò s u o i ottantaquattro anni , a salir s u per le scale della Maffei , e , appena la rivide , : prendend o le entrambe le mani , esclamò ” i i n i IIIa ei coll a mo lie 2 95 R conc liazio e d A . /ì g

Vengo a congratularmi ! Bravi tutti e due ! fine del o b Sulla n vem re dello stesso anno , la visita del Manzo ni fu s eguita da quella di ’ r s Andrea Maffei i anat o . L idillio di Ge s sne r rifio riva o s o s ue ; e la c nte sa , parland delle s o s o ol o nuove ddi fazioni , le n tava c tocc de l ic ato c h e le era proprio in una lettera a Fran cesco R o sari :

Una di que s te vive soddi s fazio ni me la in o fa provare m do altissimo m io marito . r Viene ogni gio no a visitarmi . Oggi andremo insieme da Manzoni . N o n posso dirvi quant o

o r r o . egli sia buon , gentile , ise vato , generos

’ Dio asco lta le preg h ie re de miei poverelli e

' quella c h e s empre gli innalz o di accordarmi la pace del cuo re e p rima ancora quella della co s cienza Andrea partirà me rcoledì per ’ o o passare l inverno a Riva di Trent , e t rnerà qui nella primave ra per is tarvi un mes e . Di

‘ ' ’ s e b r lie tis s im o . alute ene d umo e , Viene ogni s in mattina , e ora mai alla sera

o o o Da quest m ment , Andrea Maffei fu tutto in o rs . o riguardi ve o la moglie Di tratt tratt , le regalava gingilli eleganti , mazzi di rose , ven

o o . L a tagli , c me nei giorni del fidanzament iù in b co ntessa , c h e da p anni , un ricco al um di fo to grafie di m o numenti classici , avea col locato co m e p rim o m o n umen to cl ass ico il ri f l o l as ciò li 11 t ratt o di Andrea Ma fei , , ancora al suo p o s to ; ma no n taceva co gli amici le 2 96 R iconciliazion e

o i o attenzio ni s quisite del p eta r ngi vanito , nella devo zio ne cavalleresca verso di lei , e nel

’ l affett o . Il traduttore di Sc h iller s o ggi o rnava quasi ’ ’ o in s o tutt o l anno a Riva di Trent , casa de u i

fidi ed esemplari amici Lutti . Tutte le volte ’ o s r c h e veniva a Milan , cendeva all albe go B el l a Ven ezia s s ca della , occupando le ba e ’ me rette abitate già nel 48 dal Mazzini e dal

Gi o b e rti e in quelle c o mpo neva melodici vers i . s i fac Alla mattina poetava , mentre ea arrie ciare le folte e a rgentee c h i o me dal serv o in o L uigi ; quelle c h iome , c h e nda di giacinti ’ per usare d una e s pre s si o ne di G iaco mo Za li s o l s r nella , g cendevan al e palle , acc escendo mae s tà alla s ua b ella persona . L a malattia gli r o aveva fatti cade e m lti capelli , ma gliene re stavan o anco ra m o lti s s imi . Scriveva a Clara :

L e poc h e tracce della grave infermità pro di io s am e nte s s e g uperata ne andranno , mi co nfido : ma dub ito as s ai c h e i miei capelli ’ o o o s b b r c si f rti , c i fitti m a iano a ric e s cere ; o s r gni mattina , il pettine me ne t appa una ’

o . L o o s o n pi ggia uccell , fuggit al vi c h i , o n si lagna delle piume perdute , ma lieto riprende ’ il s uo v o l o nell a ria .

l e r r s s b s uo o o Ed egli ip e e u ito il v l di poeta , c o n o rs o r nu ve linde ve i ni delle quali , p emu ro s am e nte r : , pa lava alla m o glie

r s il r o C hil d — T adus i p imo cant del H aro ld . o b r m o r C me attist ada , and o a innanzi il quarto

C APIT OL O XIX .

N U O VO P E RIO D O L E TT E RA RIO E M U IC L S A E .

l l T or l . r h i . V or . U . T a c et t A e el o B ett I chi i itt i ol oni.

L . C a ran a. G raz ad o As ol e al r s a e n p ic i i c i t i pi ti . r t r al l a a n r S mod . G i ova ni Ve ga. c it ici Una poe t essa F ran americ ana e il s uo s al otto . c es co C 0ppée e i suoi

rs de l ama da madame Do e . Adel a ve i c ti ch ide T es sere .

B azz n T eres a S ol z. A n o n o e al r m us t t i i i t i icis ti .

S erate m us ical i .

’ La s c h ie ra de frequentat o ri d el salo tto Maf s fei , degli amici e amic h e della conte sa , le s o o r quali la vi itavano al gi rn e nella se a , è co s ì o o no n b lunga , c h e tutt un capit lo a s te ’ r s r o ebbe alla emplice enume azi ne de n o mi . r Pro viamoci a rico rda ne ancora alcuni . Per d o ne ranno i Perdoneranno le dimenticate

U n romanziere piemontese malco ntento di d i o o n o tutti e tutt , melanconic ingeg o , rapit o r innanzi tempo dalla m te , Iginio Ugo Tar s i o r r b c h etti , atteggiava tal a a i elle ; ma la s r f ua penna gittava t o renti d i a fetti gentili . Iginio Ugo Turchetti 2 99

L a c o ntessa gli perdo nò quant o ci s cris s e l a contro vita militare , nella quale ella van tava a b uon diritt o pro di amici . Ella avreb be voluto c h e quel gi o vane no n fantas tica s se i r o o amm irava o . tr pp , ma ne p egi sing lari ll o rclî ò r n o n o A egli mo ì anc ra trentenne , ne ì b a o o r s egu la ar , esprimend a tutti il pr p io dolo re nel vedere uccise c o n lui tante s pe ’ ’

. o m ranze Al d mani de funerali , l inti o amico l T arche tti o r de , Salvat e Farina , si recò com m e s s o a ringraziarla d e l t ri b uto re s o al povero gi o vane ; ma ella no n v o lle rii' i graziam e nti ; ’ ’ o o l au to r d A m ore ben d ato e , acc gliend , men s b b o s tre tava a igliand i davanti allo specc h io , gli di s s e : r : Venite pu e avanti , Farina così ved rete c h e no n mi tingo . n ro o s o U alt gi vane . bergama c , allevato n ella r s r r Svizze a tede ca , Berna dino Zend ini ; dis ce n dente dal celeb re idraulico della Repub b lica ’ V a o o o o eneta ; lt , magr , ssuto , nerv so ; dall am o d o r pia fr nte , alla erudizi ne p eci s a e c o io s a o r o p , dalla geniale c nve sazi ne , tempestata ’ s uo di motti di spirito all Heine , mae s tro o o o o o e d nn , era m lt amic della co ntes s a ’ ’ o r : Maffei , e amic d un alt a dama la gentil iù r r o donna p cara a Ma gh e ita di Sav ia , la o s s n a r o Z n c nte a A dri na Ma cell nata o , c h e co ntinuò pe r più anni a Venezia e nella sua o o o s o i villa di M glian , le pitali tradizi n dei s a lo tti veneziani . ’ o Ac h ille T relli , acclamato pe s u o i s pigliati rtti o s M a , prec nizzato quale ri taurato re della ni a T orel li L . C a ra 300 A . p c

c o n commedia italiana , venne accolto festa dalla Maffei e d al Manzoni c h e nel vederl o li s s : o s o ià c o s ì b ! g di e C i gi vane , e g cele re

i e ra o r . Difatt , egli all a poco più c h e ventenne r o B tt l o ni s Il p o eta Vitto i e e (figlio di Ce are),

’ ’ ’ l auto re d I n p r im avera e d altri versi pieni di fre s c h ezza (vers i c h e n o n cantan o ma par lan o ) appa riva nel s al o tto Maffei nelle placide o re di p rima s e ra nelle quali continuavano a r i racc o glie s i I p ù fidi amici della contessa . Il r s L i C r o o ma c h e e uig ap anica . r man , gen

’ i o m o b r r t l u affa ile , dell antica azza , ent ava nel s al o tto con quel s uo dond o li o tutto partico

r s o rr fra b r . la e . idendo la fulva a ba Per di ’ fende re u n gio rn o a R o ma la m o glie d un ’ o d un b s ro s u amico dalle maldicenze no ila t . ’ p rov o cò que s t ultimo a u n duell o alla spada ; ’ e il fe rro dell avversa rio l o colpi trapas s an

o il o . r d gli p lmone Du ante tre anni , Luigi C a r o e r r o lo p anica , scampat p mi ac da morte . giacque inferm o pres s o il cognato marc h es e o V s o tto i G uicci li a enezia , il cui cielo r s anò

o o . s a p o c a p co A Venezia , egli pre iedeva il Comitato nazi o nale s egreto pro v o cando i s e s petti della po lizia c h e una b ella mattina l o r pregò di lascia e le lagune . S o n o popo lari i s o r G io van n i d el l e B an d e n ere u i omanzi , ’ ’ s to V r r i S i ed alt i , caldi d amore pe l Ital a ’

o o . N e l s lo o caldi d di pei pontefici a tt Maffei ,

“ egli co ndu s s e la b ella e gentil co ntessa Marya

ni k a s ua o . Ob s , m glie n r o b N ann ar lli i U alt o Roman , Fa io e , g à r o s s o o p ecett re di ca a Ru p li , pr tett o dal Ma

302 L uigi G ualdo C ap itel li C aterina P ercoto

’ il vero e svela le mise rande condizi o ni de la ’ r s ua s o l fi vo rato i della isola dei , de fi o ri , e

’ s o l degli spa imi , facend ne presentire imm i nente rivo lta . I due L uigi : Capuana e Gualdo ’ ’ appartengo no anc h e s s i al gruppo de giovani ro manzie ri . Il no b ile G ualdo e il milane s e più ’ parigin o c h e sia mai apparso all omb ra del

’ Du o m o : parigin o n ell ab b igliam e nto accu rat o

’ o all e s o o r s nell ac sin crup l , nei gusti a ti tici , cento c o n cui parla il francese e nel le fra s i c h e ’ usa nello s crive re ro manzi ne quali (c o me nel M ariage E x cen trique) egli s i s fo rza di analiz z are le s ensazioni . Il pub b lici s ta Eugeni o T o

— l l i r s o rell i Vio e vi ita qualc h e v lta la contessa . o r o r o r Il c o mmedi g af Stefano Inte donat , ed alt i giovani s crittori no n m anc an o mai alle riu o b b o o r ni e ni , edend v lentie i alle raccomanda s r u dir o ro zioni della igno a , c h e s ol l colla s ua ‘ grazia : Ric o rdatevi! S iatemi fedeli Tutte le volte c h e il co nte Guglielmo Capi ’ o ro o o telli , poeta affettu so , filant p , figli d un

s e r . i ns igne patriota , pas a p Milano fa visita

u i r o s ua i alla Maffei , c eca n tizie della Napol ’ delle s ue peregrinazioni e de suoi s tudii ge i o s niali . Co s , giungendo a Milan , la conte s a Caterina Percoto no n t ralascia di veni r nel dal r o r s alotto , accompagnata suo ammi at e r in Ca lo Tenca , il quale giustamente loda lei ’ la co scie nziosa pitt rice de co s tumi pe po lari riùl i o s fine che del F , la n velli ta , mai passa a la misura , la donna semplice , quasi ingenu

r b . di modi , e di p incipii li erali o o e E mm a Ingegn virile , ardit , (Emilia Fer E mma C ordelia Ill atilde S erao 303 retti n ata Viola) cui abb iamo già accennato altra volta : e una delle s crittrici più lette della N uo va A n tol o ia r s tud ii o s u g , aut ice di su Z la ,

ro . e s a Goet h e , su Flaubert , e di manzi Ella t lutata fra le bellezze femminili del sal o to . Maria Torriani (L a m arches a C o l o m bi) e S o fia b o G o i e Al ini , orgogli di i vanni Rizz , di cui o o s s r la migliore allieva , veng n e e pu e anno e rate o fra f v prest le amic h e della Ma fei , la ’ quale e felice quand o sco rge b alenare s ull o rizzo nte della lette ratu ra qualc h e lampo di nuove prome s s e .

r r o s R e n o d ell a d o n n a Nel legge e il g azi o g , s la c o nte sa Clara Maffei , c h e ne co n o sce e ne ’ r s r apprezza assai l aut ice , ripete un detto e p e s “ ’ r sivo : l ingegn o ce ca e il cu o re t ro va . o s Questo motto di Giorgi Sand , econdo la ’ ’ ’ o s s o tre bb e s s e re r b r c nte a , p l epig afe de li i di

C o rd el ia o della s ignora Virginia T reves — Te ’

co m è o o e s s o . desc h i , c h e , n t , la te sa pers na ’ C ord el ia fu pre s entata alla Maffei nell ultimo r o o col o G i pe iod del sal tto , insieme marit u r seppe T eve s . Matilde Serao vi fece una m o mentanea appa ’ ’ ’ rizio ne r s 1 qualc h e se a nell e tate dell 8 , l anno ’ clam o ro s o dell E s po s izio ne nazi o nale : ve s tita

r r r . tutto di bianco , pa lat ice fe vida , allegra ’ ’ r d un al tra m Si disco reva ani osa scrittrice , ’ L nch dell americana miss Anna y , di Nova ! o or k , m glie a quel Vincenzo Botta , c h e b o o r a biam incontrat alt a volta , e c h e dal ’ l A meric a a, dove avea rip rato dalle tempeste I conjugi B otta F . C oppée

i r r o to in pol tic h e , rito nava di t att in trat Italia e no n e m e ttev a di visitare la Maffei e gli

r — amici d el s al o tto . L a sign o a B o tta Lync k era n o ta a N o va ! o rk pe r nn s al o tto s imile a ’ s quelli d E u ropa. L e due ignore no n s i co n o s cev ano s i , ma mandavano , attraverso

’ l ce ano s : in re s a O , affettuosi aluti la Maffei p ,

— la B o tta Lync k in p o esia . L a po etes s a ame

’ ricana amava s ince ramente l Ital ia ; ne cantò

rr o . i do lori , la risu ezi ne , le glorie

m 46 o un i Nel arzo del , entrò nel sal tto g o b o o s o vane snello e run c me un tuni in , elegante r o o e : co me un pa igin autentic , qual veramente ’

r s C o C e . V r F ance co pp enendo a Milano , l auto e ’ del P ass an i vo lle riveri re l amica di tanti ’ p o eti ; la quale ripo rtò di lui l impre s s i o ne “ più gradita . Egli h a tutte le b u o ne qualità i s no n d e france i , e ne h a i difetti , ci disse s fine o l la contes a di quel mite e romantic , a. o s cui m de tia . rara nei poeti , rarissima nei francesi , incantava davvero . s i s o Una era , cesellati ver i del C ppée ve n nero declamati da u na celeb re att rice pari o s gina , madame D c h e , la tessa c h e rappre sento a Pari gi per la prima volta la Dame aux

' cam el ias .

L a raccol te f contessa Maffei avea , per e s te iare o gg la nu va sua ospite di passaggio , o s ue i s m lte amic h e e [uoi amici . L e sale e rano affollatis s im e : fu u na serata di gala e

o . di dolci em zioni Madama Doc h e , pallida , ’ b un ’ runa , po pingue , vesti ta d un abito di

306 A ntonio B azzini A lfredo C atalani

’ N o o o s i s ell ultim o peri d del sal tto , e egui r r m o lta musica eccellente . Ca l o And eol i se deva al pianofo rte spiegando il s uo magi s r s tero di mu ici s ta se i o e profo ndo . Alfredo r s aruto c o i Catalani , ce eo , p , segni della morte o r s o vicina sul volt i nspi ato , uonava al pian s o o s ue delicatis ime c mp sizioni , aneliti vag h i ’

o r s . a sfere l ntane , a velati pa adi i d amore ’ Egli ci rico rdava un alt ro giovane d ingegn o o il o o o p rtentoso , p vero Ad lf Fumagalli , rapito ! o no a soli ventisette anni Ant nio Bazzini , u ’ s o r de più antic h i amici del al tto , aggiava di giusto o rgo glio patern o quando udiva s uo o il f nare Alfred Catalani , quale u senza dub b io il suo più eminente allievo . Franco Facci o ’ e il suo s o s tituto nella direzione dell o rc he s o C o ro naro tra alla Scala , Gaetan di Vicenza ; V o L s Ugo Bassani di enezia , amic di i zt ; qua! s o re o o c h e tede co , c h iomat come un mer vingi . ’ ed alt ri si n o tavan o n el nove ro de migli o ri s u na s r o s o in h mu icisti nel quale e a , m de t , e c i m s nevole co e un alice , comparve anc h e Mas s enet . Nella sc h iera delle pianiste emergevano n a s o r u delle ign rine Garavaglia , la signo ina o r f Fumagalli , e d nna Vitto ia Cima , amica a fe zio natis s ima una fra i della C h iarina , le p ù r colte s ign o e della società milane s e . Tutte le novità mu s icali piovevano s ul pia no fo rte del s al o tto co me tutte le novità lette rarie pio vevan o sul tav o lino da lavo ro della

s s . r conte a Ogni estate , prima di pa tire per la s r villeggiatura di Clu one , la Maffei adunava gli amici e le amic h e per o ffrir l o ro u na se G iovani sp ose 30

’ l invitati rata musicale . Fra g , si vedevano o o giovani avv cati ed econ misti , c h e anela r vano un seggio nel Pa lamento , ignari di ciò c h e il Tenca andava dicendo eas cord e alla Maffei : Nulla più della politica dà la sfiducia il o e disgust di ques ta p o vera vita umana . o o s o r Gi vani sp e formavan , a pa te , gruppi de ’ gni delle G rac ie del Can o va e degl inni del o o il o r b e F sc lo , grande p eta della sup ema l d el lezza femminea . quale la contessa Maffei in un o s o un teneva , p t speciale del salotto ,

r o . fino ai itrattin prezioso E a mezzanotte , ’ " o o r o pr fumo de fi ri , spa si dappertutt que ’ fiori ne quali la co nte s sa s corgeva un s orris o Dio m di si protraevano le usic h e , i canti, i l e conversazion vivaci .

Ma la serata cl ass ica di casa Maffei era ’ ’ l ultima d o gni anno . Alla me zzanotte del 31 di b v cem re , la contessa volea edersi into rno ’ tutti quanti gli amici in quello c h ella definiva il s uo salo ttino co smopo lita Era allora il momento più animato e più ’

s . ff s e pansivo Grande l a luenza delle ign o re, ’ ’ d uo mini o r p litici , di letterati e d a tisti . Quel ’ ’ s alotto s affol l ava in m o do c h era impo s sib ile m o ve rvi u n pas s o . E nuovi vi s itatori conti nuavano in sempre a venire , cravatta bianca e in guanti b ianc h i c h e infil av ano pe r le s cale ; ma pe r qualc h e minuto dovevano rimanere pazienti ad a s pettare c h e fo sse pos s ib ile un ’ varco nella folla . L adito e ra arduo nella s tessa o ve anticamera le signore , davanti agli spec ’ ’ 308 L ul tima n otte dell anno

’ o u e o l o ro c h i , davan l ltim t cco sapiente alle acco nciatu re . ’ c ol o re o Anc h e c h e , a quell ra tradizionale , veni xano c h iamati inte rn e a u na patriarcale ’ no n d acce rre re s a t o vaglia , mancavano a r fo s s e c o n u na s o s i luta e , pure la tretta d

' m n o r s a , la gentil pad ona di ca a c h e aveva

’ l occ h i o a tutte e volea s alutar tutti . 1 r u dal ro S ed ci teat alla cala , dai circoli .

’ de ie rnal i e dagli uffici g , portavan o le ultime o re e n tis s im e no n f n tizie . le c ma si ace ano commenti : la riunione era co nsacrata agli a u rii l e s co ccar re c is o ug , c h e al p della mez ’ no o o o za tt nell r logio del salotto , diventavan o ra in m ezzo s r o r gene li , al usu r c escente delle r all e s s o l voci alleg e , fru ci deg i ab iti delle si gn o ro e dei fo gli di carta di mus ica c h e s i s tava per eseguire , ’ L a c o ntessa no n pe rdeva d o cc h io neppur ’ ll ’ il n e d e l inte rve nu ti. ue e s e o u g Q , arist cratica o n do il s o l it o . s s e c o ro ne . pers ncina ve tita , , di s o r s r in c o n ign ile emplicità , penet ava tutti l v o l te s i ore c c hi. S u que dai fini s imi linea s b ac ce s e b b r menti , u itamente da una fe e di ill uminato u n s o rr s contentezza , da i o que l s rr s e tu tto s uo o t r mite o i gni visi at ice , o gni amic o leggeva u n auguri o . Ella rivol geva a ciascun o una parola : una d o manda p remu r il rim o d o dic i e s a ; e , appena p dei rinto cc h i

o s o c r s o lenni della mezzan tte c cava , ella s t in geva giub ilante la m ano a u no a uno ; e no n

’ e c o m e ue ll e s il e o ol o r s mai q c rpicciu c h e , pe c o n u na r s victo rhu hian a dirla f a e g , pareva

310 I l general C arini

r o fi venuti , due pat i ti veneti , c h e avevano gu rate in p rima sc h iera nel G o verno pro vvi ’ s o rio del 48 a Venezia : il prim o dalla pa rol a recis a c o m e taglio di s pada ; il s econdo r e e s s e t anquill , acut , limpidi im ingegno , lu s re F o ro o o in uno t del italian Una v lta , dei i p ù affo llati ricevimenti , venne anc h e il gl e o ri e s e generale Carini , c nosciut o dalla c o n te s s a nel 1867. Innumerev o li poi le lette re

’ ’ ’ d augurie d ill us tri l o ntani d italia e d i Fran cia . Tutti si ricordavano di lei ella si rice r dava di tutti . C APIT OL O XX.

P E N S IE R I D I C LA R A M A F F E I .

L s ua ri a ca t à. I s u C ul tura del l a C ontess a. oi s ee l ari di C l uson e e i s uoi poverell i . S ue c on c e tt o del l a

fam l a del l a societ à del l a a. S uo s en men ig i , , vit i ti ti

’ o S uoi ons l i ai o an . S uo s r o d i n rel igi s i . c ig gi v i pi it

dipen den za.

T e ofil o Gautie r diceva c h e madame de G i rardin no n era punt o u na bas bl e u. C o n più ragione si deve dirle della contessa Maffei . L a s o S sua i truzi ne , attinta pecialmente alla R evue d es D ux M e n d es a e , come quella di p r o s o ecc h ie fra le n tre sign re , veniva alla r o o r o o r gata e alimentata gni gi no , gni a, dalla o s s o conversazione di persone c lti ime , d tte , no nchè dai lib ri c h e gli auto ri le o ffrivan o in o maggio e da altri che gli amici le proeu r o o s avan di continu , pecialmente quando vil le iava s uo s o s o gg nel Clu ne , a il di pace e di meditazi o ni s erene . Clusone e ra - sempre il s uo più gradit o s o g 3 A—0 0 p [ P ensieri

gi o rn o . Ivi ella rivelava le parti miglio ri de l “ o h s uo s pirito . Quant o ragione (sc riveva) ’ ’ d amare ques ti m o nti : m ins pirane pace e o l o ro o o co raggi ; e nella c ntemplazi ne , co m e ’ er o o o r r r p d n d imp tanza le piccine ie te rene , s o s o no l e iù s r i e quelle ciali . c h e p mi e e , m past o di v anità e di co nvenzi o ne !

' A Clus o ne n o n v o leva rum o ri m o ndani :

o ndr C s o s o m e t I a ò a lu ne ver la à. di lu o e r is tarvi s e Dio gli , p tranquillamente , me

l o o b . G o de f r c ncede , fino a novem re della e ro via in pa rte gia compita ; m a tem o sara rb s e m l icità tu ata la quiete , la p di quei monti .

’ il o s d A us tria L unedi . c n ole e quello di Fran o e r e r v cia ve rrann o a Clus ne p c car i al lo ggio . ’ ’ A o d A us tria o o s o ho d a quell , c h i con c , to o delle lettere . Venite , gli h o detto a patt ’ e r no n r r ro p ò di po ta mi dell eleganza , del f u ' i iro u : ne ho ab b a s tanza d quelle di Milan o . uando s s mi Tu , q arai vecc h io ( criveva al … po te) sap rai quant o stanca .

Tutte le v olte c h e lasciava la campagna pe r ur o r s o o c o n il s u o , p tant ca o al tt di Milano , la r o s te s s a s o ffriva . Ca le Tenca tr vava le giu te ragio ni di quel ramma rico e le spiegava c o s i :

Capi s co c h e vi deva di s piacere di lasciare r o e il vo s tro Clu s one . Pa s sa e da codest lu go ’ co s i amen o e tranquill o in quest aria greve e agitata della citta e sempre cosa c h e stringe

’ in s l animo . Qui Milano iete compensata di

314 P ensieri

’ ’ A ndrò anc h i o nei quartieri d inverno ’ s d un o r (si era ulla fine ttobre), vi and ò la sciando c o n me s tizia e p ro fonda gratitudine questi lu o g h i c h e amo sempre più. Fra le tante s o o s mie impatic h e ccupazi ni , mi ono presa a i ns egnar a leggere il frances e . H o due s colari tanto a s sidui e intelligent ? una maestrina di ’ ’ dici o tt anni e u n gi o vinett e di dodici c h e l ann o rs o s co a caccia perdette la mano de s tra. S o no due b u o ne e c aro creature . Facciamo anc h e delle letture i taliane ; ed o r o ra il ragazzo leggeva la vi s ita di Renz o al L azzaretto . L a co mmozi o ne lo co s t rin s e a e pian

v m o o a . ge a tutti e tre , e anc h e di c mpiacenz Era u n s emplice ma sincere omaggio a que l ’ V o e r l ib ro , vero angel pel cuore e p l intelletto

s o s s s ri Anc h e a Clu ne , alla era , la conte a c e ve va : ma per l o più pe rs o ne dei lu o gh i . N o n i vi mancavano c o mic h e macc h ette , c h e diver tivan e quel fino canzonato re del Tenca . r Una gi o vinetta gentile , Velleda Fer etti , figlia

r — della sc rittrice Emilia Fer etti Viola , teneva af V fe ttuo s a co mpagnia alla c o ntess a . elleda e s o la mia orgoglio a gi j a , diceva la Maffei ; e da lei s i faceva leggere le riviste e i li b ri . Il più b el lib ro pe r lei era però sempre l o spet tac ol o della Natura .

Il più bel libro e l o spettacolo della Natura ’ nella sua co ntemplazione . L anima vi s ente proprio la celeste sua o rigine ; perciò si in m n alza sempre più . Il soggiorno di Clusone i di C l ara Afaffci 315

o : o i o fa sempre tant o b ene allo spirit p , s la , p o sso da rmi più e s clusivamente a quelle oc cupazio ni c h e s o ddis fanno e vi lascian o qual c h e c o s a di b uono nel vo stro i ntimo

s o Nella calma campestre , allo pettac lo degli affetti do mestici di tante p o vere famigliuole

o i — c h e s o cc rreva , Clara Maffei sentiva p u c h e ’ m ai l aen to rimpianto di no n pos s ede re una ’

ro r . L e famiglia p p ia amicizia luce delle anime , ’ ma la famiglia e l aria neces s aria in cui re ’ o n s piran o . N illudetevi sull isolament o de gli affetti legittimi e dome s tici ; nulla li s e s tituis ce (scriveva la conte s sa a u n gi o vane l r o . s s s l e o io s o lita i ) Nu la li o titui ce ; ve dic , s o s o c h e fui e ono circ ndata di tanta cietà , di o s no n po c h i veri amici , c h e tant inten amente amai e trovai forti e fo rse eccezi o nali affe ! o o ur zioni Mi c h iaman madre , s rella ; ma , p r e o t oppo , vi sempre qualc h e c sa c h e vi av ve rte no n es s ere c h e amoro s i inganni e illu ’ g dol ci e . L o ioni quei n mi amicizia è molt , ma no n e tutto . ’ Ella pe i i n s i s teva sulla nece s sità d ell indul r o s r genza , e la acc mandava emp e , a vo ce e ’ in o l am ab ilità iscritt raccomandava , que s ta prezi o s a cartella di rendita c h e co sta po co e rende as s ai ; e dim o strava la nece s s ità di oc cu ars i o o p anc h e delle picc le diffic ltà , delle mi nuzie r i della vita per rende la p ù agevole .

Ella (allude a una s ignora del suo sa l e tto) no n con o sce i m o di di alleviare le pic 816 P ens ier i

cole diffico ltà : e sempre stata una delle caus e

’ l uo irit r de s uo i di s piace ri . I s s p o supe io re ri fugg a ce rte t ran s azi o ni ed o ccupazioni : e p v r s u e rio rità s ta r r pu re , la e a p , pa mi , nel sape tutt o accettare ; e il rende r facile e s e rena la e u n o o o e r o t r il vita d n divin , p t ene e quale o o o s o r c o ci v gli n f zi di volontà , la fede , e la s cienza c h e s i deve farl o

In r u altre sue lette e . tutte q ante elevate , si le ggo n o questi pen s ieri s u varii a rgo menti :

’ Co me p o c h i b as tan o a gettare l o nta

‘ s u m o lti ! L pe rc hè i m o lti s o n o b u o ni ma b uoni a nulla . La terri b ile verità e questa : manca quel tale c o raggio civile di cui tutti pafl ano . Se ognun o fo s s e francamente quell o c h e e o r b b ro e r l o m no . m lti ci guadagne e e p e 1 mi

l io ri. E e r li r o r s b i g p g alt i , f se , vi are b e p ù p rob ab ilità di ricondurli sulla retta via p e rchè s i scorge rebb e ro più c h iaramente le l o ro ten ’ d enze n o n c è no n n , e anima c h e e ab bia di

o . ue s to s o s n bu ne Alle volte , q on opite a zichè s viluppate ; e da c iò viene il male . o Nella vera e f rte capacità di sentire , in n o i do nne . o sta . io credo , tutta la n stra po s ’ s ib ilità di fare e d e s sere qualc h e co sa di b ene

’ er i s i e s o nell affe tt p tutta la v ta ; o as lte o , o s i tro va la genero s ità del perdo no e della de ’ v o zio ne ; ma sempre c o ll am o re : da c iò de o s u ’ riva gni no tra s pe rio rità . C h i adempie a s o ri e r o s u i dove , p retta c cienza se si vuole ,

318 P ensieri

in ro r o c h e tempo qua , c h e p p io p tevo scri o i che vere poco . E p sapete allora mi p ren m s o n d o no tutte le alinconie , e io mi o pre fis s a o b r di pensare il men possi ile sugli alt i , e c h iu dere in me ste s sa lagrime e lamenti quando ’ l anim o ne e pieno . r o : o S c ivete , miei gi vani ve lo ripet , scri O b s uoi s tudii o vete . gni anno ab ia i , gni gio rn o o s ro la sua occupazione , gni pen ie la s ua vo i o l meta . Se per venissero i gi rni de le d el d ol o re s confo rto e , come vi sarà dolce rico rdare quei pass ati anni ! Quanti dol o ri in questa lunga vita umana ! ’ Mi s ero c o l ui c h e no n l accetta quale prova ’ per un altra , serena , e tutta pace ed amo re ! C h i s a alzare il pensiero al di s o pra di ve ra r ro o que s ta po ter a , t va coraggi pe r ogni dura prova .

Al nipote Ce s are Olm o mandava suggeri o menti e consigli , sui quali altri gi vani de vre b b e ro medita re :

’ P ro fitta dell al acrità della giovinezza per ’ prendere delle b uone ab itudini . S io s o no un n o s tanti o attiva come tu c rte emente mi dici , rchè r o e pe , figlia unica ado ata ed adorand o s r uant la mia Mamma , v levo empre fa e q o ’ uel l intelli e nte r ella faceva , e q g , eletta C eatura e ra sempre o ccupata : si riposava nel ba ’ i n ll ab b i liarm i r r il o ciarm , e g , nel ende mi men s s b o ve ra ! Sia me s ta po i ile , p Mamma bene detta la s anta sua memoria ! Più le o ccupa di C l ara M affei 319

s o s s zi o ni s ono s erie , per neces ità , p itive , qua i r o l o s r ad a ide , e più b is o gna s llevare pi ito no n r altre sfere ; altrimenti , Cesare , av ai c h e delle materiali e però molto mesc h ine s e d s b dell a di fazioni , e nelle lotte inevita ili vita , no n avrai nes suna di quelle fo rze c h e ve n ’ gono dalla vera supe ri o rità dell animo : diffi cilmen te trionferai , e la vittoria sarà lontana ’ a l r r s o o d l appaga ti com e credevi. Tu di ai c h e n n o : s o no una vecc h ia idealista . N o lo neg lo , il e rchè c o s ì e ne benedico Cielo , p trovai

s il o . erò empre c raggio e la pace Sai p , anc h e , aver io dato la sua parte alle necessità po s itive : vi deve sempre essere equilib rio nelle o pr prie facoltà . L asciati sempre dominare dalla re s po n s b del o o a ilità tuo animo . M ralmente , siam n b quello c h e vogliamo essere . N o isogna ab b ando nars i al caso , ma tener la via retta e illuminata . r b o n n is cac ci r Sta e coi u ni , ma o a e i tri ’ s ti quando po s s iam o credere d essere loro ’ d a u to n n r j a correggersi , e o aver mai lo s c u ’ po lo d averli co llo sdegnoso no s tro abb andono n l precipitati e male .

L a co ntessa rimaneva a Clusone sino alla ’ i fine dell autun no . I su o i amici p ù intimi anda ’ vano s intratte a visitarla anc h e là , e alcuni vi o iù o s e nevan p settimane , Carl Tenca vi oggi r nava a lungo . N o n mancò di andarvi ogni anno ’ s o b en o in all ultimo della sua vita , superi ri , ’

r . egli e l amica , alle misere cia le del mondo ‘ 32 0 P ensieri di C l ara Bl afiei

Io volli almeno acquista re la completa in m io i dipendenza delle mie azioni e del v vere , o t r r : io a arten o a m e m ed es im e p e mi di e pp g a, e s o l o io vogl io es s ere giud ice d el m io op e hiavitù r re . E a vinsi , almeno , la s c delle co se ’ z c o nven io nali . L a duro prezzo ch io acqui s tai tale li b e rtà pu re e qualc h e co s a an ’ c h e s s a quando no n s i vuole usarla c h e pel b ene

o s o o C i sentiva , c si pensava questa d nna , c h e ress e il più celebre sal e tte italiano e fu una delle gentildonne più ossequiate e più

di que s to secolo .

32 2 Amici p erduti

Muore una delle più intrinsec h e e affe zio ’ o nat compagne d ideali di Clara , una delle anime più delicate : la contessa Gina Della So 4 ’ . Il 83 do maglia Greppi settembre dell , po lunga malattia , muore a Milano Carlo Tenca ; o s e la c ntes a , senza lagrime , ma trangosciata , r n pallida come una la va , e acco mpagna la ’

n . do o sa h a al cimitero L anno p , a Lesa , sul o m uo re G lag Maggiore , iulio Carcano , e il 27 b ’ 85 ’ novem re dell , a Milano , nell al b ergo B el l a Ven os ta della , dopo non lunga malattia , s pira Andrea Maffei . c n Appena Carlo Tenca cadde malato , la o s s ns tessa so pese le erate musicali , co ac ran ’ dell in fe rm e il dosi alla cura , quale dinanzi a una s e rie di sventure e nde era stato negli ultim i anni colpito avea serb ato sto ica s ere s r nità , e , anc h e pro simo a mori e , mostrava la ’ calma imperturbab ile d u n savi o antico Avea s r e o o che o tit vera tempra di fil s fo , egli , a pro p o sito di certi indegni attacc h i diceva a Clara : N o n sent o offesa se no n quando mi viene dalla mia coscienza : di quel c h e altri possa dire e pensare di me non mi cu re af o L avo rò s fatt ,, as iduo sempre , infaticabile , “ e senza c h iasso . Voi sapete , soggiungeva ’ ’ ’ i am o all am ca sua , c h io l operare modesto ciò e produttivo , e aborro da tutto c h e sa o N o n facea di spettacol ,, si sc h iavo di ri ’ : il spetti umani e rispetto umano , c h e co s è non difatti , molte volte , se una mancanza di ”2 ri s petto verso ne i stessi . Nutrito del cibo tenz n degli Encicl o pedisti , ei non era fra i e ti F in e di C arlo Tenca 32 3

’ ’ d ell ira ven tura ; ma al pari del Littré e d altri sapienti increduli , rispettava la fede religiosa delle anime . S o c h e la fede religiosa e un gran balsamo (scriveva alla contessa cre È un e . l s e dente) gran balsamo , , e nessuno più di me la rispetta in quelli c h e ne h anno bisogno per alleviare i mali della vita e per tollerare le ingiustizie sociali . La contessa si recava o gm gi orno in casa

in al . 12 di del Tenca ( quella casa , N via Ande ’ gari de v egli vive a da tanti anni solo c o n una ’ vecc h ia do mestica) per prodigare all inferm o ’ : o s le sue cure affettu e , raccogliendo all uopo il f tutto coraggio di cui , dopo lung h e a flizioni , ’ n era ancora capace . U riflesso di que giorni di pena ineffabile e rimasto in una le ttera della contessa al n ipo te Cesare Olmo :

n m O ra no riceve c h e intima ente . N o n h o lena morale per fare gli on e ri adelle brillanti

‘ oi m ol to vo li s o irees , e p mi stancano e g o te nere t utta la mia fo rza per conservarmi al caro mio s o fferente . È un m o dello di virtù ’ oggi; come è s t ato in ogni ora dell opero sa r e tanto prot aia sua vita . Quando es ce per mb andare da lui , quasi le ga e mi mancano ; s uo e mi sento turbata , timorosa al aspetto i L ’ sempre calmo e quas sereno . anime m io ’ i a al pure s ins p r coraggio , a quelle speranze in r c h e Dio infonde c h i tutto tenta accetta e , co n terribili sc h ianti ma c o n ferma rasse s o ne à s s ai mis terio i i gnazione . Pure s suoi decreti ! Un uomo co s ì altamente buono s e f a i 32 4 Ul timi versi di A . M ffe frire tanto ed aver dovuto l o ttare tutta la e vita ! È molto considerato , vero ; e resterà d ’onore ed esempio al paese e ad ognuno c h e lo conobbe i ntimamente . E questo non ’ e u n picc ol o conforto per c h i sente l o rgoglio dell ’affetto !

Andrea Maffei resse anc h ’egli con coraggio ’ sino all ultimo . Ricordo c h e , qualc h e settimana ’ avanti d ammalarsi a morte , venne a leg e germi , c lla sua voce piana e grave , dalle pause frequenti , una sua nuova poesia per u na gi o vane e abilis s ima arpista dalle c h iome ’ innanell ate o , c h egli avea c ndotto in casa della moglie . Si vedea c h e soffriva : la sua ’ rs s inc u rvav alta , elegante pe ona a anco r più sotto u n tetro pensiero ; tuttavia egli no n ’ n era turbato e si preparava ad ab b ando nare c o n sere nità la vita c h e no n gli era stata

di s o rris i. fin avara Egli presentiva la e , e non l a celava agli intim i. Poc h i giorni prima di andò u n o morire , a visitare suo vecc h i amico , il s i dottor Andrea Verga , e congedò da lui i mprovvisando questi versi :

Quando l a M ort e s i farà vici na Del l e o al l a or na tt c ti , T u ciò che il mo ndo ignora

’ Der d e addormen a i i , t t

N el l e t enèbre che non anno auror h a.

Recitati questi versi , di scatto il vegliardo s i ad d io alzò , disse al Verga , e scomparve .

32 6 Ul timi giorn i del sal otto

noi fra ell del l a madre istessa E t i , ’ ’ ’ D un amor d un a en o e d un desio , cc t , N oi dal suo gremb o s compagnar si vuole ?

N o ! fin che Forma del t uo genio i mpressa

S am al a in n oi ure e fin che Dio t pi , It i , p , o r A n i pu riconduce. il tuo b el s el e

l ’86 Agli ultimi di giugno del , di sera , nel s a l e tte regna uno squallore quasi sepolcrale . Poc h i vengono a stringere la m ano della c o n n tessa , immota ella sua poltrona e quasi an ’ nie ntata. I s uo i occ h i d una profo nda espres s i ne irano in o di tristezza , g qua e là cerca di l s l qualcuno . I balconcino del a o tto nereggia cope rto dalle ire ndi di edera ; sul pia noforte e fiamme iane c h ius , gg le ultime rose ; e dalla via Manzoni salgono , intanto , i fragori delle c o ntr s to carrozze e della gente , a a quel cupo silenzio . Dei poc h i amici intervenuti , nessuno parla ; nessuno h a il coraggio di o ffendere con ’ un tentativo di dialogo la quiete piena d an o goscia . Si c mprende c h e mille visioni dolo re se passano davanti agli occ h i della donna ’ c h e non si vede più d i ntorno tanti amici ca ris s imi , strappati alle sue conversazioni dalla morte . F o rs e ella ricorda le parole a lei dirette “ un giorno da Carlo Tenca : È doloroso l o scomparire di coloro c o n cui si h anno avuti o ere ! comuni pensieri , speranze , p , vita Q uale

1 ) V. L iri he di A DR M I F renze S ucc. c N EA AFFE ( i , L e M onn er da cui furono r ort a an e i s on i ) , ip ti ch etti al l e a p gine 15 e 12 1 . M orte di C lara M afiei 32 7 solitudine ci si fa intorno ! E forse rammenta ’ o : quest altr , pure di lui Le perdite c h e fac ciamo no n ci toccano s olamente negli affetti più cari; l as ciano un vuoto nella società c h e n o n si riempie o si riempie male . La vecc h ia generazione po rta c o n s e virtù e caratteri c h e vanno sempre più illanguidendo in quelle c h e le succedono ; e c h i e vissuto in altri tempi ed è rimasto fedele alle b uone tradizioni c h e lo h anno ed ucato si tro va a disagio in questo ambiente sociale c h e o ra ne circonda e nel quale diventa semp re più rara la nobiltà del ’ sentire e dell operare .

do o n n La sera p , la contessa o occupa pi ù il suo antico Colpita da meningite , giace in uno stato lagrimevole . no n può più levarsi dal letto , e la malattia inesorabile di ’ r giorno in giorno s agg ava. Alla porta di casa Maffei vengono a prendere n o tizie numerose o : persone , e lasciano la lor firma da Paolo ’ ll A s col i t rim rii Ferrari , a , ad Arrigo Boi o , ai p a magistrati della città , pure frequentatori del u info rm ato salotto . Giuseppe Verdi v ol essere a ogni momento della malattia dell ’amica ama tis s ima; e , appena apprende c h e ormai non ’ ' v h a più alcuna speranza di salvezza , lascia ’ e affannos Montecatini , dove s era recato per la solita cura estiva , e arriva a Milano prima ’ ’ dell alba ; e a quell ora fa aprire il portone della casa , sale precipitoso , e giunge appena ’ a salutare per l ultima vol ta c ol ei c h e per

fu . tanti anni gli sorella Nella stanza , avvolta 328 E s treme volontà della contessa

b s i o nelle tristi penom re , mu vevano alcune

figure di signore , i ntime amic h e della con ’ non l s un tessa , c h e aveano la ciata istante . n n La poveretta o era ancora spirata . Si av vide ella della presenza di Verdi ?… Qual gioj a ’ b l acco r e rs i nel sareb e stata per lei g c h e , mo ve nuto mento supremo , era Giuseppe Verdi , “ : nt colui , del quale solea dire Egli h a s a o il e ! cuore , quant altissima la mente ’ Il 13 luglio 1886 fu l ultimo della povera ce n tessa .

f Nel testamento , la Maf ei ricordandosi dei i s poverell del uo Clusone , lasciò ventimila lire per is tituirvi e mantenere un as ilo di carità ’ per l infanzia ; e aggi unse : Lascio alla mae ’ stra c h e custodirà l asilo a Clusone la pre ’ g h iera d ama re quelle povere creaturine e

‘ in crescerle nella fede Dio . nell amore del b ene . ” o I su i funerali furono semplici , quali ella o n li avea desiderati . N molto numeroso cor ’ teo d amici ac co mpagnò la bara al tempio e ’ all ultima dimora nel Cimitero monumentale . b m o nti Parecc h i erano ai agni , ai , ai lag h i , in o mo rtificati n n villeggiatura , e rimaser di o ’ poter rendere un trib uto d onore alla salma della gentildonna carissima . Il sole cadeva dietro ai cipressi , quando il fu feretro calato nella fossa in piena terra ,, ’ com ella avea prescritte nel testamento . A no i pareva c h e una parte della nostra vita dispa n risse co quella creatura , la quale , indovi

330 M onume n to a C l ar a M afiei

Nessun altro discorso . Parlava abbastanza la

mestizia dei volti delle signore , di tutti ; par lavano ab b astanza le epigrafi di Ruggero Bong h i scolpite sul sepolcro :

S ulla fronte

C L A R A M A F F E I

C H E NATA A D A M ARE A COM P ATI R E A P ERDON ARE

P U R E T R O V O N E L L A S U A D E V O Z I O N E A L L A P A T R I A

’ ’ L ENERGIA DELLO SDEGNO L A R DIR E DELLA LOTTA

E TUTTA ACCESA NEL DESIDERIO DE L B ENE

’ CUSTODI FINO A LL ULTIM O IM M UTATI

GLI ENTUSIAS M I DELLA FEDE DELL A M ICI Z IA DELLA PIETÀ

L E A M I C H E G LI A M I CI LA EREDE

CON M E M ORIE AFFE TTO QUE STO R I CORDO

POSERO .

S ul fianco

U N A S ERENA PACE

D I F F U S E I N T O R N O A S E M E N T R E V I S S E

’ IN UN A PACE ETERN A L H A RACCOLTA IDDIO

N ATA A B ERGA M O CONTESSA C ARRARA - SPIN E LLI

A DÌ 13 M ARZ O 1814

’ A ND ò SP OSA AL P OETA AND REA M AF FEI NELL ANNO 1832 RÌ I I 13 I 88 M O A M LANO L LUGL O 1 6.

La contessa aveva lasciato nel testamento c h e sulla croce in cam p osanto fossero scritte in M ilano 331

solo queste parole : I mp l o rate m isericord ia e ’ p ace all an ima d i C l ara C arrara Sp inell i

‘ ' M aj et ; ma gli amici credettero che un elogio era a lei ben dovuto . Si sparsero re s e sulla tomba ; si guardò ancora quel sepolcro , il quale c h iudeva c h i si vide inte rno il fiore di ’ due generazioni ; e si disse l ultim e addio . Il sole era scomparso : le tenebre della notte u scendevano come veli f nerei , come ombre ’ d ob lio sulla città dei morti ; ma nei cuori re stava una folla di luminose e incancellabili memorie . P L C A I T O O X X I I .

C O NCLU SIO N E .

— La i n ra n ell a L e fo n t i d i q u e s t o l i b r o. s g o s oci e tà

d a R ordi s or . L e era ned a di C esare mo ern . ic t ici tt i it d’ l r n ers ned t o o N e o . C o re ti . V i i i i Ipp it i v

E finito questo N e l credo non già pei numerosi documenti c h e reputo utile la r s ciare inediti e c h e senza arricc h i lo , ingre s ro il o s e reb b e solo v lume , ma per le comuni o cazio ni c h e altri f rse mi faranno , e c h e at tendo ed inve ce a complemento del lavoro . Nei dieci anni consecutivi ne ’ quali frequen l ’ tai i salotto Maffei , ebbi l onore di conoscervi tutti i principali patriotti del periodo più me ’ m e rande : dalla cortesia squisita dell erede O della contessa , dottor Cesare lmo , c h e pub ’ n o b licame te ringrazi , ebbi tutte le lettere , tutt i documenti della rimpianta gentildonna , venuti in suo possesso ; numerose altre carte da al tri amici mi furono generosamente affidate : elette dame vennero pure gentilissime in mio

L a s ign o r a n ella società m oderna

s e upremo , oggimai rientrata nella penombra . ’ O ggi ell a non b rilla più c oll uom o negli splen didi apostolati e nessuno può ripetere : A tl bo at d e to ute grand e chose il y a une femme ; manca la donna , e manca la grande cosa ’ La do nna e un fiore c h esala il suo pro ’ ’ fume all ombra : e vero ; ma V h anno epoc h e l in un nel a storia , cui si combatte per ideale , ’ c h e il suo spirito creato per gl ideali e ausilio ’ ’ rezio s e e ch e e l irid p , l ala solleva , e c h e ab

l is ce . b e l la tempesta O ggi , quasi ogni ideale e frantumato . Q uesta seconda metà del se ’ colo (tu detto giustamente) e perciò l e ppo s to della prima . La consacrazio ne pura e dis in te re s s ata di tante ani me grandi per il trion fo ’ delle idee liberali ; l olocausto quasi allegro ’ ’ di vite fiorenti in nome d u na patria c h esi s teva solo nei sogni di solitarii pensatori e ’ ’ i b u na fave l a n poeti , ogg sem ra bella d u e : s i poca leggendaria si combatte , , ancora , ma per altri principii e per altri istinti ; no n per ’ er l idea poetica ma p la vivanda , non per il b non i n cuore ma per la orsa , p ù c o amore

c o n i . ma od o Certo le diseguaglianze sociali , talvolta tanto crudeli , specie nelle classi le quali gemono nella miseria vestita di penoso s decoro , e c h e tacciono (le ole forse c h e tac c io no !) meritano alfine giustizia ; ma pure in mezzo alle gare di carità c h e fervo no dap rtutto pe , sentiamo qualc h e cosa c h e stride , uni c h e irrita , c h e divide gli dagli altri , c h e ’ ’ divide una classe dall altra : no n e più l affe t ’ tuos a fratellanza de giorni del pericolo , e il L a vita elegante italiana 335

no n e disaccordo ; più la coesione , ma la dis i n l o gregaz o e . I teatr e la letteratura sono torb idi specc h i di torbida vita . La Musa la n i sciava passare u giorno tutte l e . mpurità per raccogliere le sole purezze oggi e il co n

tr ri . a o Sono questi , ormai , fatti storici , carat teri del secolo c h e muore ; c h e muo re co n no n b molta scienza ; ma e su lime , no ed e fosco . Fra le cose belle c h e vanno travolte i si notano appunto le consuetudin eleganti , ’ no n e o di quell eleganza , puramente steri re , ’ tar da parata , da j, ma l eleganza intellettiva , s spirituale , qua i innata c h e illeggiadri la vita in in s anc h e Italia , que ta dolce terra latina per ripetere la filiale carezza di Dante . La socievolezza fine e co lta della genera z non zione passata non è apprez ata più , e più capita dalla generazione presente , la quale va , ’ d im e tuo s i corre , assordata da troppo fragore p movimenti per porgere l ’ orecc h io a voci de

. e S in licate e gentili Si tutti pinti , verità , da una veemente forza centrifuga , c h e ci fa O b b liare i s antuarii tranquilli della ragione inte riore , i nidi accoglienti , gli asili del pensiero più nobile e la grazia . Forse questo libro farà ridestare c o n qual o s n c h e palpito patriotico s pito , il de iderio di u a vita più intellettualmente ornata e più alta ?

’ L eleganza di buon genere acc o mpagnò in ’ tutte le fasi il salotto Maffei . L ab b iam o ve duto sorgere coi poeti , coi musicisti , coi pit ’ no b ilis s imi o in i tori di s ggetti , un epoca n cui 336 L a vita el egan te italiana

il ’ la patria scaldava cuore di poc h i . L Italia allora si librava nella musica ; ma ben presto altra musica , quella della mitraglia , la scosse . E allo ra vedemmo i frequentatori e gli amici del salotto correre alle barricate e ai campi e ll di battaglia frammisti al popolo eroico, c a serenità e alcuni persino collo stesso abbi gl iam e nto col quale sarebb ero volati a una r festa . Come gli amabili G eci , di cui racconta

Erodoto , i quali si profumavano i capelli ’ prima di s cagliarsi s ul nemico ; come que p rodi di cui inneggia il Leopa rdi

’ P area ch a danza e n on a mort e andass e

’ C i asc un de vos t ri o a s pl e ndido convit o ;

’ cosi que val o ro s i correan o lieti ed eleganti in

. u n contro ai cannoni Mi narra degno patriota , ’ il quale nell ultima delle Cinque Giornate , ve l c acci in nendo dal a campagna , si ò, mezzo s o o al fuoco nemico , ino a P rta T sa , c h e uel le o quando , fugato q , questa si spalanc ’ s o li o in n d improvvi , g c mparve cima a u a tra b arricata , la folla dei combattenti , fiera e o uno iù superba visi ne , degli amici p gloriosi L o o di casa Maffei , ucian Manara , c h e c lla s ciabola in alto gridava vittoria ; ed era ve o l o stit de panciott bianco , cravatta bianca , calzoni neri , giubba nera , scarpini i ns om ma da ball o ! S u quella fronte creata ’ r per l alloro , ardeva ancora la febb e del ci s in vo ce r iù mento di perato quella , c h e pe p m s f o re avea lanciati iracolo i comandi , re ’ ’ meva il tri o nfo . Era l uomo elegante e l e roe .

338 P arole della R e v u e d e s D e u x M e n d e s

devono possedere per reggerli) nei giorni a s pri ’ ’

s acce n . della lotta de , opera e fa oprare L a mour de la patrie Italienne est sa vie e n tiere ; … (scriveva nella R evue d es Deux M on ’ d es del 60Edgar S ave ney . ) Suivant le cours ’ es vénem ents fiévreux d é , elle brille d un éclat ’ o u s affais s e . Sa voix douce et sympat h ique ’ vib re quand elle parle de l Ital ie . Elle à une o eloquence qui va au coe ur . E c si le altre si gno re del salotto : signore patrio tiche (si noti ’ bene) non politicanti . Quest ultime sono la più antipatica degenerazione di quelle : vino f dive ntate aceto . Le signore di casa Ma fei ebb ero il merito di b andire una moda singo lare nel bel mondo la moda più nobile c h e sia stata mai ideata : quella del patriotti o smo , della lotta ; cosi le altre sign re erano costrette ad ado ttarl a se n o n volevano es se re tacciate di cattivo gus to . Nelle cospira a s s o tto o neano zioni , quale di ciplina si p vo ’ l e ntie ri all e ro s d e g ; di ciplina , sc h iavitù idee , r di sentimenti , di pa ole , c h e dovevano essere q uell e e non altre . Volontaria sc h iavitù per la libertà !

’ l talia ff ’ Risorta I , la contessa Ma ei ebbe l o n goglio di vedere i suoi cospiratori più tenaci , i pi n eletti amici suoi toccare i fastigii del po : o tere . Ma non tutti qualcuno , c me succede h nelle misc ie , venne trabalzato e confuso nelle file e lasciato a terra mentre gli altri capitani v o lavano innanzi . Dimenticato dalla gloria fu iù il povero Ferdinando De Lugo , uno dei p at L ettera di C esare C orrenti 339

tivi preparatori delle Cinque Giornate , il quale fini neglette a Parigi ; e c h i oggi pi ù l o rice r Cesare Correnti ne scriveva un giorno ’ “ all afflitta contessa tristi pa role : Avevo in ’ anime di far una corsa quest autunno a Pa rigi , e speravo abbracciare il vecc h io amico in r fido c h e mi fu , momenti a dui , e sapiente

ho . consigliere , e per cui non potuto far nulla ’ ante n b anime Qu ingegno , quanta o iltà d , e c h e fine umile e do lorosa ! Sent o dir qui c h e ’ no n Lugo da più d un anno viveva , ma ago

nizzav o . a, e lo cred Lontano dagli amici , l o n tano da ogni cosa più diletta , lontano dalla patria risorta a vita novella , gli mancò prima della vita le consolazioni della vita . Rimpianti inutili , e quasi rimorsi . Avrei dovuto scri li ve rg spesso , sempre ; ma mi pareva c h e ’ sarebbe venuta un occasione presto . Ecco e ra la bella occasione ! Noi siamo fatti c o s ì : o * aspettiamo qualc h e c sa , c h e ci ravvii a far

l o . l que c h e si d vrebbe E viene a m o rte .

. H O n o i i . Perdonate detto , e dovevo dir o v t Ma sono le i time inevitabili , pur troppo : ’ a o l via del trionfo de pop li , come la via Appia , e seminata di tomb e . Incorruttibile come il mare in cui tro vò ’ o - r o t mba , poeta umorista d un is c h e fa pian ’ b dell in i gere , garibaldino c h e alle attaglie d ’ pendenza d Ital ia s i l anciò come al fulgo r ’ d un b all i fu e , Ippolito N evo tra i molti c h e s al otto m o il Maffei pianse estinti innanzi te p , ’ o colui c h e avea sortito l ingegn pi ù elevato . ’ Tanto ei s acc al o rò per il C rep us col o di Carlo Vers i in editi

Tenca c h e vo lle intitolare C rep us col o una sua c oncitatis sima o de inedita la quale comincia :

T enebre e l u e se ol c , c i

Di s e ol ed s an c i i t ti , Vizii e r ù del irii vi t , Di o a e an os e e an gi i g c pi ti , n E cco la via. S e u aspi de T i fie de o M adre il iè , , p , S e mi nacci oso un t urbi ne Si s e a i n on ro a t e pi g c t ,

Osa ! t ra nembi e folgori ’ S r i s u l al a via e g t , E l e mort al i invidi e S ch iacci a i mmortal e e obli a ! Al e ro al bel l o al us o v , , gi t Dri zza t ua m et a e va :

’ Lamb col l al a ul m n i i c i i , Uman ! E incedi . O ità

f s o il s co rd i Nelle e fu i ni del canto , poeta avas il la lima , c h e Leopardi diceva già smarrita ’ i su o i tempi ma egl i spazia s e cure per gli

ampii o rizz o nti ai quali era nato . In C rep a ’ s o c l o , segue l umanità nella storia e finisce ’ c oll irnpe t o di c h i muove a un assalto :

an a an ! T en eb re Av ti , v ti

Serenza mai n on muore . Vi zu ?… L or germe il saggio r d al u . Si s t appera. c ore Sventura I n l oro afii nasi ’ C iò ch è s ubli me e grande ? T empo … Il desti n degl i uomi ni l re o n t O t g i e à s i espande .

I N D I C E .

C APITOLO I .

l L a. famig ia d e l l a C ont e s s a.

influenza del s al C aratt ere e otto M affei . N ascita a Il on e oe a e d del l a C on t ess . c t p t pe agogis t a

r r — l I n asa L a a C a ra a S nel . G i amb ttis t pi i c itt a. I

ar n del l a on ess a a a C arrara- S nel l p e ti c t Ott vi pi i .

P oe oe ess e ard nal . Un on e che s ezza l a ti , p t , c i i c t p

i ol uz n i l l in a sua corona. R v io ari e ribe i c sa G àm Un ra on o di B al za bara. cc t c

C APITOLO II .

I fo n d a t o r i d e l s a l o t t o .

N ozze del l a on ess na C l ara L a pri ma amica. c t i con l l A un b a o in as a S o . r a M affe . L u And e i c c tti tt o. l o aff T ommas o r P ri ncipii del s a tto M ei. G oss i e ’ n n M assimo d Azegl io. U a p o e s i a i e d ita d e l H a ez uoi r i . F ran es o i s a on G ro s s c c y , cc ti e i hi l i forn s o e ? suoi quadri . C g iva i gg tti Un ’ r mma ined o di Andrea M affe al l H a z E pig a it i y e .

R el az on de l ar s coi at rizii. G ul o C ar ano i i g i ti ti p i i c . I ndic e

C APITOLO III .

n s uard o a l i l t r U o g g a i s al ot t i .

an n el s e ol o X L a on s Sal otti it al i i c VI . c te sa G al

- fi a B er am n . S n o de i s l r l e rane g i i ig i c t a otti f ances i .

S al o tti it al ian i nel S et t ecen to . S al otti pol itici al o e r r a M il ano . S tti l t t e a ii e mondani a Vene

zia a M l ano a Verona a B ol o na. S al o di , i , , g tti l B r B er i no e di uxel l es . I l t eat ro al l a Scal a e

al . ar e fas d l A ur r St endh V i i e s al ott o M affei . o e pat ri o ttich e

C A P I T O L O I V.

B al zac .

L a on ess a F ann Sanse er no P or ia. S ue l e t ere c t y v i c t , L a n s a B l n a a s uo b ri o . c o t e s o ogni i n t Vimercati

m a u n : e l a s ua b a bi n E ge i a. B al zac al l a S cal a

i r L a e e d i r un ame no qu p o quo . po t s sa a icci ol i

’ us ol m l anes in offes a e in d fes a d d oro . O p c i i i i i

di B al za ad Al s ndr l z . s a s a o M anzo n B a ac Vi it c e i . B al zac e gl i s c ul t ori P ompe o M arch esi e P utti

L a or di B al za s r i e med a a M i! nati . v i c c itt it ti

e ore di B al za al l a M affe . C nf l an o . L tt c i o essi one

z al l a s nor na D d di B al ac ig i e ich e di B al zac .

C A P I T O L O V.

L is zt .

z Dan el e S ern n l l F rancesco L i s t e i t e s a ott o . Un s e ’ u n l otto di madama D Agoul t . I g a ti gial l i di S r di L sz e di Dan el e S ern s ul L i s zt . c itti i t i t

’ ’ n l al b um del l a c o nt es sa M affe i . U romanzo d a

Al l e r e del l a S and e di L s z . Una c more . g i i t on di F l raz o erne . L e era i o vers i on e . O i V t tt i pp T al er F ilippi al l a M affei s u L i szt . h b g

I n d u

C AP ITOLO IX .

L a. s e p a r a z i o n e . Il on e Al essandro P r C arl o T enc a. c t o ro. L a R if D e s i re r vis ta E urop ea. ov p pa ò l a rivol uzione ’ ' L a l e era ura l e . Andr del 48. tt t civi ea M afiei e

n rande am r . P ari de Z ajot ti. U g o e S onett o (in e arl o T en a a C l ara M aff dite) di C c ei . G i useppe ’ Ul m momen d un l om ar F e rrari . ti i ti b do a P a S e araz on e di C l ara e di Andrea M aff ri gi . p i ei . n L a n M emori e del l a co tess a. co t essa Papadopol i

M os on . V a nuo a s al o o nu na a o o. P a t c i it v , tt v g.

C APITOLO X .

l r N e Q u a a n t o t t o . n a a B rr ’ L e dame mil an es i i c s o omeo . L al ta soci e tà L a l l ano . E aus t ri aca a M i ss er. N el sal o tto

M affe om n ano due orren di dee in onfl i c i ci c ti i c itto. I l march es e Ans el mo G uerri eri G onzaga e il ul n del l a P or c ont e C esare G i i i t a. C es are C or

A os no B er an . E ro el e an ren ti . g ti t i i g ti ed eroi

A n ora C ern us . M an r rel os . a a M oros n igi i c chi , i i , s t foris d u C arl o De C ri o e i e Dandol o . L a pri n n B l l cipessa C ri s ti a e giojos o . C ara M affei e IIazzini

C APITOLO XI .

L a l o tt a d e i d ie c i anni .

’ r L a parol a d ordi ne e il C ep uscolo. R i sol uzi one di N a ol eone III e il on e Ar ese . M azzi ni . p c t Vi sit a r n M azz n D di T ul l o M ass a a i a i i . ecis i one an ti

m l o V s on - Ven mazzi ni ana. E i i i c ti os ta e C amil l o di n on o L azz A rres o A at i. C avour. t t i Un pro

r n . I l f r gramma b o gi a o 6 e b b ajo . F uga di P ro s C ris t oforis . es di M an a C arl o De c i tov . Un

F nz . n sal vamen to . G i us eppe i i L a co t essa M affei e l a pol i zi a I ndice 347

C APITOLO XII .

L a l o tt a d e i d ie c i anni .

Primi zi e del l a pol itica di C amil l o C avour n el s a ’ L a nuo a ol a di nn r . L a l ott o v p itic Vi e a. ci M ass m l ano e l a s l n Duel l duca i i i oci età mi a es e . i n uffi al L a on essa M affe e fra cit tadi i e ci i . c t i l at r i a l n a . I al tre dame el l ott a p iot ca Vit gaja.

rz s al ot to si ravviva ; nuovi frequen tat ori . Sch e i

P a . sati rici . g

C A P I T O L O X I I I .

A l c amp o !

’ T umul l orni del 59. a T ea ro al l I primi gi ti t a S c al a. T utti al campo A ugus to Verga e al t ri gi ova

'

l o e el e an . aet an e r not ti del a s ci tà g te G o N g i. l r M o rte f L a contess a M affei e g i emig ati . e u

n C om o s l m n n oral i di E mi l i o Da dol o . ic a va e t o o vann ed m l o del con te B argnani . G i i E i i Vi s conti- Venos ta

C APITOLO XIV.

M i l a n o l i b e r a.

n n o L e famigl ie mil anesi e i feri t i di M age t a. I gress l n di Vitt ori o E manuel e e di N apo eo ne III . Sce e

Uffi al fran es nel s al o o M affei. grandi os e. ci i c i tt ar b al d n n Amici morti in b at tagl i a. I g i i i el s a

l o N e o. T el k o e . Il r l otto M affei . Ipp it i v i ice

n o 1u memorab l e del l a on ess a C ar na vime t p i c t hi i . G i an nina M il l i e l e sue improvvi s azi oni pa t riotiche 348 I n dice

C AP I TOLO XV.

’ Il s al ot t o n e l 5 9 .

m arne al on e di M l ano l b er pri o c v i i a. B al l o a

C or e con V or o E manuel e e C am l l o C a our t itt i i v . ’ f mm n l F es in L Ol impo e i i e . t e c as a B erett a e r N uo s a in cas a T otti . vi vi it tori del s al ott o ’ . l R rna M affei L ui s a C o et . ito M assimo d Aze

fi l i l r r n l . a E g i o P ci co Va us s e a P e seve a za. ser

zi n di es are rren al l a n s a aff t a o i C C o ti co t e s M ei . l an nuo a P a 2 42 Mi o v g.

I C A P I T O L O X V .

’ D op o i1 5 9 .

’ n ra N uovo c arattere del s al otto M affei . A co d Ip

eob al do iconi . Al eardo Al eard pol ito N i evo . T C i ’ Il maes ro G omes . e l a M ari a de s uoi c anti . t

rri o B o o F ran o F a o E m l o P ra a. M ezzo A g it , c cci , i i g ’ n l dei 66 L u rra n az o a e . s ecol o fes t eggiat o . a g e i

— N u ero m . s Il cuore di L uigi C al amat t a ovi i i .

Ven ezi a l ibera. E nrico M arti n ed E rnes to L e go nve

V C APITOLO X II .

M a n z o n i e V e r d i .

P ens i eri del M anzon i s ul l e donne i nnamorat e s ui

n d oe s ul l a R el one s ul l a C es a. gra i p ti , igi , hi S en men d R ic ordi di E nrich e tt a B l ondel . ti ti el Dond ras M anzoni s ul l a propri a cas a patern a. e t se il tipo di don Abbondi o e del dott or Azzeccagar

n on ro di G us e e Verd con Al essan hugl i . I c t i pp i E m l o B ro l o dro M anzoni . i i g i

I ndice

C APITOLO XXI .

r n U l t i m i gi o i d e l s a l o t t o .

u ul m r m r F i ne di Andrea M affe i . S oi ti i ve s i i p ov d di us e e Am s om ars . A d o G vis at i. ici c p i i i pp

s z n s amen ar e Verdi al l a con t ess a. Di pos i i o i t e t t i

e fun eral i di C l ara M affei . Il s uo monumen t o . rafi di r E pig R ugge o B onghi P ag.

C A P I T O L O X X I I .

C o n c l u s io n e .

r L a i n r L e fo n t i d i q u e s t o l i b o . s g o a n el l a

d s or . r L t er ine s oci età moderna R ico i t ici . e t a ’ dit a di C es are C orrenti . Vers i i nediti d Ippo

l ito N i evo .