FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA

MANON LESCAUT ritratto da Luigi De Servi. (Lucca, Museo Nazionale di Villa Guinigi).

2 FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA

MANON LESCAUT

dramma lirico in quattro atti NIKOLAJ RIMSKIJ-KORSAKOV

musica di GIACOMO PUCCINI

PALAFENICE AL TRONCHETTO Venerdì 24 marzo 2000, ore 20.00, turno A Domenica 26 marzo 2000, ore 15.30, turno B Martedì 28 marzo 2000, ore 20.00, turno D Giovedì 30 marzo 2000, ore 20.00, turno E Sabato 1 aprile 2000, ore 15.30, turno C

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Edizioni dell’Ufficio Stampa del TEATRO LA FENICE Responsabile Cristiano Chiarot

Coordinamento musicologico e redazionale Carlida Steffan

Ricerca iconografica Maria Teresa Muraro

Copertina Tapiro

Pubblicità AP srl Torino

4 SOMMARIO

7 LA LOCANDINA

11 IL LIBRETTO

52 MANON LESCAUT IN BREVE

54 ARGOMENTO - ARGUMENT - SYNOPSIS - HANDLUNG

65 ADRIANA GUARNIERI CORAZZOL LE POLIFONIE DI MANON LESCAUT

77 FRANCESCO CESARI GLI AMANTI IN FUGA

91 GIACOMO PUCCINI a cura di MIRKO SCHIPILLITI

107 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE a cura di GILDO SALERNO

113 WWW.MANON LESCAUT

114 BIOGRAFIE

5 Foto di scena di Manon Lescaut. Nancy, Opéra di Nancy, 1999. Allestimento in coproduzione con il Teatro La Fenice di Venezia.

6 LA LOCANDINA

MANON LESCAUT dramma lirico in quattro atti

libretto di RUGGERO LEONCAVALLO, DOMENICO OLIVA, GIULIO RICORDI, LUIGI ILLICA, MARCO PRAGA, GIUSEPPE GIACOSA, GIACOMO PUCCINI

musica di GIACOMO PUCCINI

CASA MUSICALE RICORDI, MILANO

personaggi ed interpreti

Manon Lescaut NORMA FANTINI (24, 26, 28, 30/3) LISA HOUBEN (1/4) Lescaut, sergente della guardia del Re GIUSEPPE GARRA Il Cavaliere Renato des Grieux, studente ANTONELLO PALOMBI Geronte de Ravoir, cassiere generale GABRIELE MONICI Edmondo, studente JUAN GAMBINA L’oste MATTIA NICOLINI Il maestro di ballo GIOVANNI MAINI Un musico CLAUDIA NICOLE BANDERA Sergente di Parigi / Sergente degli arceri VINCENZO SAGONA Il lampionaio ANTONIO FELTRACCO Il comandante di Marina RENZO STEVANATO

La seconda metà del secolo XVIII

maestro concertatore e direttore YURI AHRONOVITCH regia PIERRE CONSTANT scene costumi ROBERTO PLATÉ EMMANUEL PEDUZZI coreografo assistente regista ligth designer ODILE BEFVE JEAN CHRISTOPHE MAST FABIO BARETTIN

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO LA FENICE direttore del Coro GIOVANNI ANDREOLI maestro del Coro ALBERTO MALAZZI allestimento in coproduzione con l’Opéra di Nancy / Théâtre de Caen

7 direttore musicale di palcoscenico GIUSEPPE MAROTTA direttore di palcoscenico PAOLO CUCCHI responsabile allestimenti scenici MASSIMO CHECCHETTO maestri di sala STEFANO GIBELLATO/ROBERTA FERRARI maestri di palcoscenico ILARIA MACCACARO, SILVANO ZABEO LORENZO ZANONI; maestro suggeritore PIERPAOLO GASTALDELLO maestro alle luci GABRIELLA ZEN capo macchinista VALTER MARCANZIN capo elettricista VILMO FURIAN capo attrezzista ROBERTO FIORI capo sarta MARIA TRAMAROLLO; responsabile della falegnameria ADAMO PADOVAN capogruppo figuranti CLAUDIO COLOMBINI scene, costumi e attrezzeria DE NANCY calzature POMPEI 2000 (Roma) parrucche FABIO BERGAMO (Trieste)

8 Foto di scena di Manon Lescaut. Nancy, Opéra di Nancy, 1999. Allestimento in coproduzione con il Teatro La Fenice di Venezia.

9 Manifesto per Manon Lescaut, edizione Ricordi 1893.

10 IL LIBRETTO

MANON LESCAUT

dramma lirico in quattro atti

libretto di GIUSEPPE GIACOSA, LUIGI ILLICA, RUGGERO LEONCAVALLO DOMENICO OLIVA, MARCO PRAGA GIACOMO PUCCINI eGIULIO RICORDI

11 Le avventure del Cavaliere Des Grieux, in quel mirabile libro dell’abate Prévost che è «Manon Lescaut», così bizzarre e così umanamente vere, hanno dovuto per necessità scenica essere circo- scritte entro limiti severi. Ma la linea principale ed i personaggi che ne costituiscono il vero in- treccio vennero completamente conservati. Così: l’incontro ad Amiens di Manon destinata al con- vento e di Des Grieux proposto alla vita ecclesia- stica – l’amore da quell’incontro – l’idea di una fuga – la fuga – poi, le infedeltà di Manon – l’ab- bandono di Des Grieux – la conquista di quel vecchio ganimede di De G*** M*** (nel libretto Geronte di Ravoir, cassiere generale) – i consigli e gli intrighi di Lescaut, il fratello sergente – e, fi- nalmente, ancora il ritorno all’amore – e, la nuo- va fuga – e, il tentativo non riuscito – l’arresto – la condanna di Manon alla deportazione. Così: Manon, bizzarro contrasto di amore, di civetteria, di venalità, di seduzione; il fratello Lescaut, il qua- le spera trovare nella sorella tutte le turpi risorse richieste dalla di lui depravazione: il vecchio e ric- co libertino, causa prima della perdita di Manon: il Cavaliere des Grieux, infine che, come ama sem- pre, sempre spera e che, l’ultima illusione svanita, si fa mozzo per salire sul vascello che deve portare Manon in America, seguendo il suo amore ed il suo destino. Ma il destino inesorabilmente lo per- segue: Manon e Des Grieux sono obbligati ad una immediata, rapida fuga, la quale ha per sciogli- mento una delle pagine più sublimi e pietose di dramma, là, in una landa perduta, arida, ignorata; in una profonda solitudine, in un immenso abban- dono d’ogni vita, d’ogni cosa… – tutto ciò fu nel li- bretto conservato con quella fedeltà possibile in una translazione di un’opera dalla forma narrativa in quella rappresentativa. Frontespizio del libretto della prima rappresenta- zione di Manon Lescaut. Torino, , 1° febbraio 1893. 12 Personaggi

MANON LESCAUT soprano

LESCAUT, sergente delle guardie del Re baritono

IL CAVALIERE RENATO DES GRIEUX, studente tenore

GERONTE DI RAVOIR, tesoriere generale basso brillante

EDMONDO, studente tenore

L’OSTE basso

UN MUSICO mezzo-soprano

IL MAESTRO DI BALLO tenore

UN LAMPIONAIO tenore

SERGENTE DEGLI ARCIERI basso

UN COMANDANTE DI MARINA basso

UN PARRUCCHIERE mimo

Musici, Vecchi Signori ed Abati Fanciulle, Borghesi, Popolane, Studenti, Popolani Cortigiane, Arcieri, Marinai

Seconda metà del secolo XVIII

13 Ugo Gheduzzi, bozzetto per la prima rappresentazione di Manon Lescaut (atto I). Torino, Teatro Regio, 1° febbraio 1893. (Milano, Archivio Storico Ricordi).

14 ATTO PRIMO alla balda gioventù.

FANCIULLE AD AMIENS. (avanzandosi dal fondo del viale) Un vasto piazzale presso la Porta di Parigi. Un Vaga per l’aura viale a destra. A sinistra un’osteria con porticato un’onda di profumi, sotto al quale sono disposte varie tavole per gli van le rondini a vol avventori. Una scaletta esterna conduce al pri- e muore il sol. mo piano dell’osteria. È questa l’ora delle fantasie fra le spemi lottano (Studenti, Borghesi, Popolani, Donne, Fanciulle, le malinconie. Soldati passeggiano per la piazza e sotto il viale. Altri son fermi a gruppi chiacchierando. Altri se- (Entra Des Grieux vestito semplicemente come duti alle tavole, bevono e giuocano. - EDMONDO, gli Studenti.) attorniato da altri Studenti, poi DES GRIEUX.) STUDENTI EDMONDO Ecco Des Grieux! (tra il comico ed il sentimentale) Ave, sera gentile, che discendi (Des Grieux li saluta senza accennare a volersi col tuo corteo di zeffiri e di stelle; – fermare.) Ave, cara ai poeti ed agli amanti... EDMONDO STUDENTI A noi (dopo averlo interrotto con una gran risata) t’unisci, amico, e ridi … e ai ladri ed ai brïachi! e ti vinca la cura Noi t’abbiamo spezzato il madrigale! di balzana avventura. (insistendo perché Des Grieux si unisca a loro) EDMONDO Non rispondi? Perché? Forse E vi ringrazio. Pel vïal giulive di dama inaccessibile vengono a frotte a frotte acuto amor ti morse? fresche, ridenti e belle le nostre artigianelle... DES GRIEUX (interrompendolo, alzando le spalle) STUDENTI L’amor! L’amor?! Or s’anima il vïale. Questa tragedia, ovver commedia, EDMONDO io non conosco! Preparo un madrigale furbesco, ardito e gaio; (Edmondo ed alcuni Studenti si fermano a e sia la musa mia conversare con Des Grieux. Altri corteggiano le tutta galanteria! fanciulle che passeggiano nel viale.)

EDMONDO e GLI STUDENTI EDMONDO e ALCUNI STUDENTI (ad alcune fanciulle che si avanzano dal viale) (a Des Grieux) Giovinezza è il nostro nome, Baie! la speranza è nostra iddia; Misteriose vittorie ci trascina per le chiome cauto celi e felice. indomabile virtù. Santa ebbrezza! Or voi, ridenti, DES GRIEUX amorose adolescenti, Amici, troppo onor mi fate. date il labbro e date il core EDMONDO e ALCUNI STUDENTI

15 Per Bacco, e la notte regnerà; indoviniam, amico... Ti crucci d’un scacco.. è splendente ed irruente, è un poema di fulgor: DES GRIEUX tutto avvinca Non, non ancora... ma se vi talenta, la sua luce e il suo furor! (guardando un gruppo di fanciulle) vo’ compiacervi... e tosto !! (Squilla la cornetta del postiglione. - La diligen- (Si avvicina alle fanciulle e con galanteria dice loro:) za si arresta innanzi al portone dell’osteria. Dal- Tra voi, belle, brune e bionde la diligenza scende subito Lescaut, poi Geronte, si nasconde che galantemente aiuta a scendere Manon: altri giovinetta viaggiatori scendono a loro volta.) vaga e vezzosa, dal labbro rosa, TUTTI che m’aspetta? Giunge il cocchio d’Arras! Sei tu, bionda stella? Discendono... vediam! Viaggiatori Dillo a me! eleganti... galanti! Palesatemi il destino e il divino EDMONDO eSTUDENTI viso ardente (ammirando Manon) che m’innamori, Chi non darebbe a quella ch’io vegga e adori donnina bella eternamente! il gentile saluto (Edmondo e alcuni studenti ridono.) del benvenuto? Sei tu, bruna snella? Dillo a me! LESCAUT Ehi! l’oste! (Le fanciulle, comprendendo che Des Grieux (a Geronte) scherza, si allontanano da lui corrucciate, scrol- Cavalier, lando le spalle.) siete un modello di squisitezza... EDMONDO (gridando) Ma bravo! Ehi! l’oste!

EDMONDO eSTUDENTI L’OSTE Ma bravo! (accorrendo, seguito da parecchi garzoni) Eccomi qua ! EDMONDO Guardate, compagni, DES GRIEUX di lui nessuno più si lagni! (osservando Manon) Dio, quanto è bella! STUDENTI, FANCIULLE, BORGHESI, poi EDMONDO Festeggiam la serata, GERONTE com’è nostro costume! (all’oste) Suoni musica grata Questa notte, amico, nei brindisi il bicchier, qui poserò... e noi rapisca il fascino (a Lescaut) ardente del piacer! Scusate! Ah! festeggiam! (all’oste) Danze, brindisi, follie, Ostiere, v’occupate il corteo di voluttà del mio bagaglio. or s’avanza per le vie L’OSTE

16 Ubbidirò! (con semplicità) (Dà ordine ai garzoni, i quali si affacendano in- Il mio fato si chiama: torno ai viaggiatori, e dispongono per lo scarico voler del padre mio. dei bagagli.) Vi prego, DES GRIEUX mi vogliate seguir... (con molta passione) Oh, come siete bella! (Preceduti dall’oste, salgono al primo piano Ge- Ah! No! non è un convento che sterile vi brama! ronte e Lescaut, che avrà fatto cenno a Manon No! Sul vostro destino riluce un’altra stella. d’attenderlo. - Manon si siede sopra una panca presso il viale. - La diligenza entra nel portone MANON dell’osteria. - La folla si allontana: alcuni Stu- (dolorosamente) denti tornano ai tavoli a bere e giuocare. Ed- La mia stella tramonta! mondo si ferma da un lato ad osservare Manon e Des Grieux. - Des Grieux, che non avrà mai di- DES GRIEUX stolto gli occhi da Manon, le si avvicina.) Or parlar non possiamo. Ritornate fra poco, DES GRIEUX e cospiranti contro il fato, (a Manon) vinceremo. Cortese damigella, il priego mio accettate: dican le dolci labbra come vi chiamate... MANON Tanta pietà traspare MANON dalle vostre parole!... (con semplicità e modestamente, alzandosi) Vo’ ricordarvi!... Il nome Manon Lescaut mi chiamo. vostro?...

DES GRIEUX DES GRIEUX Perdonate al dir mio, Son Renato ma da un fascino arcano a voi spinto son io. Des Grieux... Persino il vostro volto parmi aver visto, e strani moti ha il mio core. LESCAUT Perdonate, perdonate al dir mio! (di dentro) Quando partirete? Manon!

MANON MANON (dolorosamente) Lasciarvi Domani debbo. all’alba io parto. Un chiostro m’attende!... (volgendosi verso l’albergo) Vengo! DES GRIEUX (a Des Grieux) (con calore) Mio fratello E in voi l’aprile m’ha chiamata. nel volto si palesa e fiorisce! o gentile, qual fato vi fa guerra?... DES GRIEUX (supplichevole) (A questo punto Edmondo cautamente si avvici- Qui tornate? na agli Studenti che sono all’osteria, ed indica lo- ro furbescamente Des Grieux che è in stretto MANON colloquio con Manon.) No! non posso. Mi lasciate!…

MANON DES GRIEUX

17 O gentile, vi scongiuro... GERONTE MANON (a Lescaut) (commossa) Dunque vostra sorella Mi vincete! Quando oscuro il velo cingerà? l’aere intorno a noi sarà!... LESCAUT (S’interrompe: vede Lescaut che sarà venuto sul Malo consiglio della gente mia. balcone dell’osteria e frettolosamente lo rag- giunge, entrando ambedue nelle camere. - Des GERONTE Grieux avrà seguito Manon collo sguardo.) Diversa idea mi pare la vostra? DES GRIEUX Donna non vidi mai simile a questa! LESCAUT A dirle: io t’amo, Certo, certo, a nuova vita l’alma mia si desta. ho più sana la testa «Manon Lescaut mi chiamo!» di quel che non sembri, benché triste fama Come queste parole profumate mie gesta circondi. mi vagan nello spirto Ma la vita conosco, e ascose fibre vanno a carezzare. forse troppo. Parigi O susurro gentil, deh! Non cessare!… è scuola grande assai... Di mia sorella guida, mormorando, (Edmondo e gli Studenti, che hanno spiato Des adempio il mio dovere, Grieux, si avanzano cautamente poco a poco.) come un vero soldato.

EDMONDO eSTUDENTI FANCIULLE (circondando Des Grieux) (sotto il porticato dell’osteria) La tua ventura Amiche fedeli d’un’ora, volete ci rassicura. il bacio, volete il sospir? O di Cupido degno fedel, Orniam la vittoria, bella e divina il bacio chiedete, il sospir? la cherubina per tua delizia scese dal ciel! STUDENTI (Des Grieux parte indispettito.) Chi perde, chi vince, vi brama, o fanciulle... Fugge! È dunque innamorato!... LESCAUT (Si avviano nuovamente all’osteria e si imbatto- Solo dico, che ingrato no in alcune fanciulle, che invitano galantemen- evento al mondo non ci coglie, te a seguirli.) (con galanteria) senza qualche compenso: STUDENTI (Edmondo si avvicina ad una fanciulla e galan- Venite, o fanciulle! Augurio ci siate temente la conduce verso il viale.) di buona fortuna. e in voi conobbi, Signor...?

FANCIULLE GERONTE È bionda od è bruna Geronte di Ravoir. la diva che guida la vostra tenzon? STUDENTI (Siedono ai tavoli, bevendo e giocando. - Lescaut Chi piange e chi ride; e Geronte scendono dalla scaletta e parlano fra noi prostra ed irride loro, passeggiando.) la mala ventura;

18 ma lieta prorompe d’amore la folle, l’eterna canzon… LESCAUT Quale onor! Quale onore! (Si mettono a giocare.) (Gli fa cenno d’offrirgli qualche cosa all’osteria) E intanto permettete... FANCIULLE Orniam la vittoria, (Geronte, che sulle prime aveva seguito Lescaut, e il core del vinto cambia subito di pensiero.) di tenebre cinto al tepido effluvio di molle carezza GERONTE riposa, obliando, e l’onta e il martir... Scusate... m’attendete per breve istante; qualche ordine io debbo EDMONDO all’ostiere impartir... (ad una fanciulla) Addio mia stella, (Lescaut s’inchina. - Geronte s’allontana verso il addio mio fior, fondo. - Avrà cominciato ad annottare: dall’inter- vaga sorella no dell’osteria portano varie lampade e candele del Dio d’amor! accese che dispongono sui tavoli dei giuocatori.) A te d’intorno va il mio sospir, BORGHESI e per un giorno Un asso!... Un fante!... non mi tradir. STUDENTI (Saluta la fanciulla, la quale parte; poi, vedendo Un tre? Geronte e Lescaut in stretto colloquio, si ferma in disparte ad osservarli.) (Lescaut, attratto dalle voci, si avvicina al porti- cato e guarda.) LESCAUT Diporto TUTTI Vi conduce in viaggio? Che giuoco maledetto!

GERONTE LESCAUT No dovere: (con febbrile interesse) l’affitto dell’imposte a me fidato Giuocano! Oh, se potessi dalla bontà del Re, dalla mia borsa. tentare anch’io qualche colpo perfetto!... LESCAUT (Che sacco d’or!) TUTTI Puntate! Puntate! Carte! GERONTE Un asso! Un asso! E non mi sembra lieta neppur vostra sorella. LESCAUT (si avvicina in modo deciso agli Studenti: si pone LESCAUT alle spalle d’un giuocatore, osserva il suo giuo- Pensate! a diciott’anni! co, poi con aria di rimprovero:) Quanti sogni e speranze! Un asso?! Mio signore, un fante! Errore, errore! GERONTE Comprendo... Poverina!... TUTTI È d’uopo consolarla... Questa sera È ver! È ver! Un fante! meco verrete a cena? (a Lescaut, complimentandolo)

19 Siete un maestro! (interno) Chiedete il bacio, il sospir?… LESCAUT (con esagerata modestia) STUDENTI e BORGHESI Celiate! (a Lescaut) Un dilettante... A noi... v’invito… banco!

(Invitato, siede a un tavolo e comincia a giuoca- LESCAUT re. - Geronte, che in questo tempo ha osservato (con aria fredda e sprezzante) Lescaut, vedendolo occupato al giuoco, chiama Carte! l’oste, che è sul limitare del portone. L’Oste ac- corre premurosamente.) (Il giuoco di Lescaut cogli Studenti è animatissi- mo. - Edmondo corre al fondo della scena, spian- GERONTE do ancora Geronte.) Amico, io pago prima, e poche ciarle! (conducendo l’oste in disparte) EDMONDO Una carrozza e cavalli che volino (avanzandosi) siccome il vento; fra un’ora! Vecchietto amabile, incipriato Pluton sei tu! L’OSTE La tua Proserpina Sissignore! di resisterti forse avrà virtù?

GERONTE (Des Grieux entra pensieroso) Dietro l’albergo, fra un’ora, capite? (Edmondo, messo in sospetto dagli andirivieni di EDMONDO Geronte, cautamente si avvicina per sorvegliarlo.) (battendo sulla spalla a Des Grieux) Verranno un uomo e una fanciulla... e via Cavaliere, te la fanno! siccome il vento... via, verso Parigi! E ricordate che il silenzio è d’or. DES GRIEUX (con sorpresa) L’OSTE Che vuoi dir? (maliziosamente) L’oro… adoro. EDMONDO (ironicamente) GERONTE Quel fior dolcissimo Bene, bene!... che olezzava poco fa, (dandogli una borsa) dal suo stel divelto, povero Adoratelo e ubbidite. fior, fra poco appassirà! Or mi dite: La tua fanciulla, la tua colomba (indicando il portone dell’osteria) or vola, or vola. quest’uscita ha l’osteria Del postiglion suona la tromba... solamente? Via, ti consola! Un vecchio la rapisce! L’OSTE Ve n’ha un’altra. DES GRIEUX (turbato) GERONTE Davvero?! Indicatemi la via. EDMONDO (Partono dal fondo a sinistra.) Impallidisci? FANCIULLE Per Dio, la cosa è seria!

20 casetta risonava DES GRIEUX di mie folli risate, Qui l’attendo, capisci? e coll’amiche gioconde ne andava sovente a danza! EDMONDO Ma di gaiezza il bel tempo fuggi! Siamo a buon punto?! DES GRIEUX DES GRIEUX (affascinato) Salvami! Nelle pupille fulgide, profonde sfavilla il desiderio dell’amore… EDMONDO Amor ora vi parlai! Ah! Date all’onde Salvarti?! La partenza del nuovo incanto il dolce labbro e il cor. impedir? Tentiam! Senti! Forse ti salvo... V’amo! v’amo! Quest’attimo di giorno Del giuoco morse all’amo rendete eterno ed infinito! il soldato laggiù! MANON DES GRIEUX (con semplicità) E il vecchio? Una fanciulla povera son io, non ho sul volto luce di beltà, EDMONDO regna tristezza sul destino mio. Il vecchio? Oh, l’avrà da far con me! DES GRIEUX (Edmondo si avvicina ai compagni che giuocano Vinta tristezza dall’amor sarà! e parla all’orecchio d’alcuni fra essi: poi esce dal La bellezza vi dona porticato e si allontana dal fondo a sinistra; si so- il più vago avvenir, spende il giuoco; Lescaut beve cogli Studenti. - o soave persona, Manon comparisce sulla scaletta, guarda ansio- ah! mio sospiro infinito! sa intorno e, visto Des Grieux, scende e gli si av- vicina. - Des Grieux, scorgendo Manon, le muo- MANON ve incontro.) Non è ver, non è vero! Ah! sogno gentil, MANON mio sospiro infinito! (con semplicità) Vedete? Io son fedele LESCAUT alla parola mia. Voi mi chiedeste, (alzandosi mezzo brillo, e picchiando sul tavolo) con fervida preghiera, Non c’è più vino? E che? Vuota è la botte? che a voi tornassi un’altra volta. Meglio non rivedervi, io credo, e al vostro prego (Gli Studenti lo forzano a sedere e gli versano benignamente opporre il mio rifiuto. ancora del vino. - All’udire la voce di Lescaut, Manon e Des Grieux si ritraggono verso destra DES GRIEUX agitatissimi: Manon impaurita vorrebbe rientra- Oh, come gravi le vostre parole!... re, ma viene trattenuta da Des Grieux.) Sì ragionar non suole l’età gentil che v’infiora il viso; DES GRIEUX mal s’addice al sorriso Deh! m’ascoltate: vi minaccia un vile che dall’occhio traluce oltraggio: un rapimento! Un libertino audace, questo disdegno melanconico! quel vecchio che con voi giunse, una trama a vostro danno ordì... MANON Eppur lieta, assai lieta un tempo fui! La queta MANON

21 (stupita) (sempre più insistendo) Che dite?! Ah! Manon, Manon, v’imploro! Ah! fuggiam! v’imploro! DES GRIEUX Il vero!... MANON (risoluta) EDMONDO … Andiam! (accorrendo, a Des Grieux e Manon) Il colpo è fatto, la carrozza è pronta. EDMONDO Che burla colossal! Presto! Partite... Oh, che bei pazzi!

MANON (Dà a Des Grieux il proprio mantello col quale (sorpresa) può coprirsi il volto, poi tutti e tre fuggono dal Che? Fuggir? fondo, dietro l’osteria. - Geronte viene dalla sini- stra, dà una rapida occhiata al tavolo e, veden- DES GRIEUX dovi Lescaut giuocare animatamente, lascia Fuggiamo, fuggiamo! sfuggire un moto di soddisfazione.) Che il vostro rapitor… un altro sia! GERONTE MANON Di sedur la sorellina (a Des Grieux) è il momento! Via, ardimento! Voi mi rapite? Il sergente è al giuoco intento! Vi rimanga! DES GRIEUX (all’oste che accorre con grandi inchini) (cingendole la vita) Ehi, dico! Pronta è la cena? Vi rapisce amore! (Edmondo ed alcuni Studenti guardano sottec- MANON chi e ridono, mentre altri continuano a far giuo- (svincolandosi) care Lescaut.) Ah, no! L’OSTE DES GRIEUX Sì, Eccellenza! (con intensa preghiera) V’imploro! GERONTE L’annunziate EDMONDO a quella signorina Presto, via ragazzi! che...

DES GRIEUX EDMONDO (con calore) (allegramente, additando nel fondo, verso la via Manon v’imploro! che conduce a Parigi) Fuggiam! fuggiam! Eccellenza, guardatela! Essa parte in compagnia MANON d’uno studente. Ah, no! Ah, no! No! no! No! no! (Geronte va verso il fondo, guarda sorpreso, poi nella massima confusione corre da Lescaut - ve- EDMONDO dendolo sempre intento a giuocare, lo scuote.) Presto! presto!

DES GRIEUX GERONTE

22 L’hanno rapita! Ma borsa di studente presto rimane al verde. Manon non vuol miseria! Manon riconoscente LESCAUT accetterà... un palazzo per piantar lo studente! (sempre giuocando) Voi farete da padre ad un’ottima figlia, Chi? (con deferenza) io completerò, signore, la famiglia. GERONTE Che diamine!... Ci vuol calma... filosofia... Vostra sorella!! EDMONDO e STUDENTI LESCAUT (aggruppati, ridendo con malizia mentre osser- (sorpreso, butta le carte e corre fuori del portica- vano Geronte e Lescaut) to: l’Oste, impaurito, fugge nell’osteria) Venticelli ricciutelli, Che?! Mille e mille bombe! che spirate fra vermigli fiori e gigli, GERONTE avventura L’inseguiam! strana e dura, È uno studente! deh, narrate (insistendo, a Lescaut, il quale intanto ha osser- per mia fe’! vato Edmondo e gli Studenti) Assetato labbro aveva L’inseguiam!... coppa piena; (Nello scuotere Lescaut, che é impassibile, la- ber voleva scia cadere a terra il tricorno.) e avidamente ... l’inseguiam!... già suggeva...

(Gli Studenti, lasciando di giuocare, si alzano, LESCAUT aggruppandosi intorno ad Edmondo. - Questi, (raccogliendo il tricorno che Geronte nell’ira mentre Geronte e Lescaut stanno parlandosi, li avea lasciato cadere - volgendosi e guardando conduce in fondo ed indica loro la via per la qua- severamente gli Studenti che subito troncano le le è fuggito Des Grieux con Manon, poi ritorna risate - porgendolo al vecchio Ganimede) tranquillamente pel viale di destra.) Ecco il vostro tricorno! E domattina, in via! Dunque, dicevo: A cena! il braccio a me! LESCAUT (Prende a braccio Geronte e s’incammina verso (vedendo la simulata indifferenza degli Studenti, l’osteria parlando e gesticolando.) risponde con calma:) Degli eventi all’altezza esser conviene... È inutil! Riflettiam, riflettiam... Perché... Cavalli pronti avete? (Geronte crolla il capo.) (Entrano nell’osteria.) Il colpo è fatto! disperarsi è da matto! EDMONDO eSTUDENTI Vedo... Manon con sue grazie leggiadre (si avvicinano alla porta dell’osteria ) ha suscitato in voi un affetto di padre!... A volpe invecchiata l’uva fresca e vellutata GERONTE sempre acerba rimarrà! Non altrimenti! (Alla risata, Lescaut esce minaccioso: gli Stu- LESCAUT denti fuggono ridendo.) (con finezza) A chi lo dite!... Io da figlio (Cala rapidamente il sipario.) rispettoso vi do un ottimo consiglio... Parigi! È là Manon... Manon! già non si perde.

23 Pietro Bertoja, disegno per il progetto scenico di Manon Lescaut (atto I) destinato alla prima rappresentazione assoluta. (Progetto non realizzato). (Pordenone, Museo Civico Ricchieri).

24 Pietro Bertoja, disegno per il progetto scenico di Manon Lescaut (atto II) destinato alla prima rappresentazione assoluta, con la firma di approvazione di Giacomo Puccini. (Progetto non realizzato). (Pordenone, Museo Civico Ricchieri).

25 Ugo Gheduzzi, bozzetto per la prima rappresentazione di Manon Lescaut (atto II). Torino, Teatro Regio, 1° febbraio 1893. (Milano, Archivio Storico Ricordi).

26 ATTO SECONDO MANON Imbronciata?... Perché?

LESCAUT A PARIGI. No? Tanto meglio! Salotto elegantissimo in casa di Geronte. Nel (con intenzione, guardando intorno) fondo due porte. A destra, ricchissime e pesanti Geronte ov’è? cortine nascondono l’alcova. A sinistra, presso (sorridendo maliziosamente) alla finestra, una ricca pettiniera. Sofà, poltrone, Così presto ha lasciato il gineceo?... un tavolo. MANON (MANON è seduta avanti alla pettiniera: è co- (al Parrucchiere) perta da un ampio accappatoio bianco che le Ed ora… un nèo!... avvolge tutta la persona. Il Parrucchiere si af- fanna intorno. Due garzoni nel fondo stanno (Il Parrucchiere porta a Manon la scatola di lac- pronti ai cenni del Parrucchiere.) ca giapponese contenente i nèi. Manon indecisa vi cerca dentro rovistandone i taffetà non deci- MANON dendosi a scegliere.) (guardandosi allo specchio) Dispettosetto questo riccio! LESCAUT (al Parrucchiere) (consigliando) Il calamistro!… Presto! Lo Sfrontato!... il Biricchino!... No?... Il Galante?... (Il Parrucchiere corre saltellando a prendere il ferro per arricciare, e ritorce il riccio ribelle.) MANON (indecisa) MANON Non saprei... (al Parrucchiere) (risolvendosi) Or... la volàndola! Ebben.., due nei!... Severe un po’ le ciglia! All’occhio l’Assassino! La cerussa!... e al labbro il Voluttüoso! (soddisfatta) Lo sguardo (Il Parrucchiere pone i due nèi, poi graziosa- vibri a guisa di dardo! niente e con bravura toglie l’accappatoio a Ma- Qua la giunchiglia!... non, che appare vestita, incipriata, pettinata: piega l’accappatoio, si inchina a Manon, fa un (Il Parrucchiere sparge su Manon un’onda di cenno ai suoi garzoni e a grandi inchini esce.) profumo.) LESCAUT LESCAUT (guarda attento Manon ed esclama ammirato) (entrando) Ah! che insiem delizioso!... Buon giorno, sorellina! (continuando ad ammirare Manon) Sei splendida e lucente! MANON M’esalto! E n’ho il perché! (facendo attenzione al Parrucchiere) È mia la gloria se Il minio e la pomata! sei salva dall’amor d’uno studente... Allor che sei fuggita... là, ad Amiens, LESCAUT mai la speranza il cor m’abbandonò! Questa mattina Là, la tua sorte vidi! Là, il magico mi sembri un po’ imbronciata. fulgor di queste sale balenò. T’ho ritrovata!... Una casetta angusta

27 era la tua dimora... possedevi (con tristezza) baci.., e niente scudi! L’ho abbandonato È un bravo giovinotto quel Des Grieuxl senza un saluto, un bacio!… Ma (ahimè) non è cassiere generale! (Si guarda intorno e si ferma cogli occhi all’alcova.) È dunque naturale Ah… in quelle trine morbide... che tu abbia abbandonato nell’alcova dorata v’è un silenzio per un palazzo aurato gelido, mortal quell’umile dimora... v’’è un silenzio, un freddo che m’agghiaccia!... MANON Ed io che m’ero avvezza (l’interronpe) a una carezza E... dimmi... voluttuosa di labbra ardenti e d’infuocate braccia... LESCAUT or ho... tutt’altra cosa!... Che vuoi dire?... (pensierosa) O mia dimora umìle, MANON tu mi ritorni innanzi... Nulla!... gaia, isolata, bianca... come un sogno gentile LESCAUT e di pace e d’amor! Nulla? Davver?... LESCAUT (osservando inquieto Manon) MANON Poiché tu vuoi saper... Des Grieux (indifferente) (qual già Geronte)... è un grande amico mio. Volevo dimandar... Ei mi tortura sempre: (imitando Des Grieux) LESCAUT «Ov’è Manon?... Risponderò!... Ove fuggì?... Con chi? A Nord? Ad Est? A Sud?» Io rispondo: «Non lo so!» MANON (volgendosi con vivacità) Ma alfin... l’ho persuaso!... Risponderai? MANON

LESCAUT (sorpresa) (malizioso) Ei m’ha scordata!?... Ho inteso! Ne’ tuoi occhi io leggo un desiderio. LESCAUT (guardando comicamente intorno) No! no!... Ma che vincendo può coll’oro Se Geronte forse scoprir la via che mena a te! lo sospettasse!... (con mistero e con gesti di giuocatore provetto) Or... correggendo la fortuna sta... MANON L’ho lanciato al gioco!... Vincerà!... (allegra) È il vecchio tavolier (per noi) tal quale È ver! Hai côlto! cassa del danaro universale! Da me lanciato e istrutto LESCAUT pelerà tutti e tutto! Brami Ma nel martirio delle lunghe lotte nuove di... Lui?... intanto il dì e la notte vive incosciente della sua follia, MANON e chiede al giuoco ove tu sia!... È ver! è ver!

28 MANON (Siede sul sofà, annoiata.) (fra sé, dolorosamente) Per me tu lotti, MUSICO per me, vile, che ti lasciai... Sulla vetta tu del monte che tanto duol ti costai! erri, o Clori: Ah! Vieni!... Il passato mi rendi, hai per labbra due fiori, l’ore fugaci... e l’occhio è un fonte. le tue carezze ardenti!... Rendimi i baci, CORO i baci tuoi cocenti... (lamentando) quell’ebbrezza che un dì mi beò!... Ohimè!... Ohimè!... Ah! Vieni!... Son bella?... Filen spira ai tuoi piè! Vieni! Vieni! Ah! Vieni, resister più non so! MUSICO (Manon rimane pensierosa, rattristata, poi i suoi Di tue chiome sciogli al vento occhi si soffermano allo specchio; la sua adora- il portento, bile figura vi si delinea; le mani quasi incoscien- ed è un giglio il tuo petto ti aggiustano le pieghe della veste; poi i pensieri bianco, ignudetto. si mutano, le labbra sorridono, gli occhi sfavilla- no nel trionfo di sua bellezza. Poi, rivolgendosi a CORO Lescaut) Clori sei tu, Manon, Davver che a maraviglia questa veste ed in Filen, Geronte si mutò! mi sta?... MUSICO eCORO LESCAUT Filen suonando sta; (ammirando) la sua zampogna va Ti sta a pennello! sussurrando: pietà! L’eco sospira: pietà!... MANON Piagne Filen: E il tupè?... «Cuor non hai, Clori, in sen? Ve’... già... Filen vien men!...» LESCAUT (sottovoce) Portentoso! No!... Clori a zampogna che soave plorò non disse mai no!... non disse mai no!... MANON E il busto?... MANON (seccata, dà una borsa a Lescaut) LESCAUT Paga costor! Bello!! LESCAUT (Entrano alcuni personaggi incipriati tenendo fra Oibó! Offender l’arte?... le mani dei fogli di musica. Si avanzano ad inchi- (maestoso ai Musici) ni e si schierano da un lato, avanti a Manon.) Io v’accomiato in nome della Gloria!

LESCAUT (I Musici escono inchinandosi; dalle porte vetra- (sottovoce a Manon) te del fondo si vedono sfilare nell’anticamera al- Che ceffi son costor?... Ciarlatani o speziali? cuni amici di Geronte, che li riceve.)

MANON MANON (annoiata) (mostrando quelli a Lescaut) Son musici!… È Geronte che fa dei madrigali! I Madrigali!... Il ballo!... E poi la musica!...

29 Son tutte belle cose! Pur… SIGNORI ed ABATI (sbadigliando) (sottovoce a Geronte) Pur… M’annoio!… Tacete! Vi frenate, (Entrano i suonatori di quartetto, i quali si collo- come si fa da noi. cano nel fondo a sinistra, ed accordano poi i loro Ammirate in silenzio, strumenti. - Manon va incontro a Geronte che in silenzio adorate... entra seguito dal maestro di ballo ed altri. Gran- È cosa seria... di inchini cerimoniosi. - Lescaut osserva sorri- dendo quella scena di sdolcinature, mentre Ge- MAESTRO DI BALLO ronte col maestro di ballo sta organizzando e (a Manon) preparando il Minuetto.) A manca!... Brava!... A destra!... Un saluto! LESCAUT Attenta! L’occhialetto... (fra sé, filosoficamente riflettendo) Una donnina che s’annoia è cosa (Figura dell’occhialetto. - Manon, coll’occhialetto da far paura!... Andiam da Des Grieux! e danzando, guarda qua e là i suoi ammiratori.) È da maestro preparar gli eventi!... GERONTE (Esce inosservato. - Mentre il maestro di ballo Minuetto perfettol riceve gli ordini da Geronte, entrano altri perso- naggi, i quali si inchinano a Manon, le baciano SIGNORI ed ABATI la mano, le offrono fiori, dolciumi, ecc.) (guardando cupidamente Manon) Che languore nello sguardo! IL MAESTRO DI BALLO Che dolcezza! (si avanza, dà la mano a Manon per cominciare Che carezza! il Minuetto) Troppo è bella! Vi prego, signorina, Pare stella! (Geronte fa cenno agli amici di tirarsi in dispar- Che candori! te e sedersi. Durante il ballo alcuni servi girano Che tesori! portando cioccolatta e rinfreschi.) Quella bocca un po’ elevato il busto... indi... Ma brava, Baci scocca! così mi piace!... Tutta Se sorride stella pare! la vostra personcina or s’avanzi!... Cosi! GERONTE Io vi scongiuro... a tempo! Troppo è bella! Si ribella GERONTE la parola (entusiasmato) e canta e vanta! Oh, vaga danzatrice! Voi mi fate Spasimare… delirare. MANON (con falsa modestia) MANON Un po’ inesperta. (con civetteria, fermandosi dal danzare) Lodi aurate MAESTRO DI BALLO mormorate (impaziente) or mi vibrano d’intorno; Vi prego... non badate vostri cori a lodi sussurrate... adulatori È cosa seria il ballo!... su frenate!

30 SIGNORI ed ABATI GERONTE La deità siete del giorno! (frapponendosi) (con intenzione) Galanteria sta bene; ma obliate che è tardi... Della notte ell’è regina! Allegra folla ondeggia pei baluardi.

(Il Maestro fa segni d’impazienza.) SIGNORI ed ABATI Qui, il tempo vola!... MANON Il buon Maestro non vuol, non vuol parole... GERONTE Se m’adulate, (al coro con intenzione) non diverrò la diva danzatrice... È cosa ch’io so per prova... ch’ora già si figura (a Manon) la vostra fantasia troppo felice... Voi, mia fulgida letizia, esser compagna a noi MAESTRO DI BALLO prometteste: di poco vi precediamo... (con impazienza) Un cavalier! MANON Un breve GERONTE istante sol vi chiedo: attendermi fia lieve (alzandosi con premura) (con affettazione) Son qua! fra il bel mondo dorato.

(Figura del saluto.) SIGNORI ed ABATI (galantemente) SIGNORI ed ABATI Grave è sempre l’attesa... Bravi!... Che coppia! . (Geronte balla senza caricatura, marca appena i GERONTE passi, è superbamente allegro.) (con galanteria) Evviva i fortunati innamorati! Dell’anima sospesa Ve’ Mercurio e Ciprigna!... non sian lunghe le pene... Con amore e dovizia... (sommesso a Manon mentre le bacia la mano) oh! qui letizia... Ordino la lettiga... con amore e dovizia Addio… bell’idol mio... leggiadramente alligna! (Esce. I signori e gli Abati si accomiatano con in- MANON chini e baciamano, mentre il maestro di ballo ed (con la massima civetteria, rivolta a Geronte) i suonatori partono anch’essi.) L’ora, o Tirsi, è vaga e bella... Ride il giorno, ride intorno. MANON La fida pastorella (corre a prendere un piccolo specchio sul tavolo, te sospira, per te spira. e si guarda contenta) Ma tu giungi e in un baleno Oh, sarò la più bella!… viva e lieta è dessa allor! (Prende la mantiglia posata sopra una seggiola: Ah! Vedi il ciel com’è sereno sente che qualcuno s’avvicina; crede che sia il sul miracolo d’amor!... servo.) Dunque questa lettiga? SIGNORI ed ABATI (Des Grieux appare alla porta: è pallidissimo.- Voi siete il miracolo, siete l’amore! Manon gli corre incontro in preda a grande emozione.) Tu, tu, amore? Tu? Sei tu, Ah! mio immenso amore?… Dio!...

31 DES GRIEUX ai tuoi piedi son! (con gesto di rimprovero) Ahi... voglio il tuo perdono... Ah, Manon! Ah! non lo negar!... Son forse della Manon d’un giorno MANON meno piacente e bella? (colpita) Tu non m’ami … DES GRIEUX dunque non m’ami più? O tentatrice!… È questo M’amavi tanto!… l’antico fascino che m’accieca!... Oh, i lunghi baci! Oh, il lungo incanto! La dolce amica d’un tempo aspetta MANON la tua vendetta... (prendendo una mano a Des Grieux) Oh, non guardarmi così: non era È fascino d’amor; la tua pupilla cedi, cedi, son tua! tanto severa! DES GRIEUX DES GRIEUX Più non posso lottar!... Son vinto: io t’amo! (con forza) Sì! sciagurata, la mia vendetta... MANON (affascinante, si alza, circondando colle braccia MANON Des Grieux) Ah! La mia colpa!... È vero! Cedi, son tua! … Ah! Vieni! Colle tue braccia DES GRIEUX stringi Manon che t’ama;... Ah! sciagurata, la mia vendetta... Stretta al tuo sen m’allaccia! Manon te solo brama! MANON Cedi, son tua! … Ah! È vero! Non m’ami più? Ah, vien! Ah! È vero! Non m’ami dunque più?! Manon te solo brama, te solo brama! M’amavi tanto! Non m’ami più!... non m’ami più!... DES GRIEUX Nell’occhio tuo profondo DES GRIEUX io leggo il mio destin; (con amarezza) tutti i tesor del mondo Taci... taci, tu il cor mi frangi!... ha il tuo labbro divin!! Tu non sai le giornate che buie, desolate MANON son piombate su me| Ah! Manon te solo brama, stretta al tuo sen m’allaccia. MANON Alle mie brame torna, Lo voglio il tuo perdono... deh! torna ancor, Vedi? Son ricca!... Questa alle mie ebbrezze, ai baci non ti sembra una festa lunghi d’amor! e d’ori e di colori? Vivi e t’inebria sovra il mio cor! Tutto è per te: pensavo... Deh, torna ancor! Ah, vivi e t’inebria a un avvenir di luce; Sovra il mio cor... Amor qui ti conduce... La bocca mia è un altare T’ho tradito, è ver! Dove il bacio è Dio! (S’inginocchia.) Ai tuoi piedi son! DES GRIEUX T’ho tradito! sciagurata dimmi... I baci tuoi son questi!

32 Questo è il tuo amor! Donde vi trassi, M’arde il tuo bacio, dolce tesor! le prove che v’ho date In te m’inebrio ancor!… d’un vero amore, come rammentate! Nelle tue braccia care v’è l’ebbrezza, l’oblio! (Manon guarda capricciosamente Geronte – poi va al tavolo e vi prende un piccolo specchio.) (Manon si abbandona fra le braccia di Des Grieux, che dolcemente la fa sedere sul sofà.) MANON (trattenendo le risa) MANON Amore? Amore!... Labbra adorate e care! Mio buon signore, ecco!... Guardatevi… DES GRIEUX Se errai, leale Manon, mi fai morire! ditelo!... E poi guardate noi! MANON Labbra dolci a baciare! GERENTE (offeso, fa un gesto di minaccia: poi vincendosi, MANON eDES GRIEUX sogghignando) Dolcissimo soffrir! lo son leale, mia bella donnina. Conosco il mio dovere... (Geronte si presenta improvviso alla porta del deggio partir di qui! fondo: si arresta stupito; Manon e Des Grieux si (ironico) alzano di scatto. Des Grieux fa un passo verso O gentil cavaliere, Geronte; Manon s’interpone.) (leziosamente) o vaga signorina, MANON (minacciando) (con un grido, alzandosi di scatto) arrivederci... e presto! Ah! (Esce.) GERONTE (avanzandosi ironico ma dignitoso) MANON Affè, madamigella, (ridendo, gaiamente spensierata) or comprendo il perché di nostr’attesa! Liberi! Liberi! Giungo in mal punto... Errore involontario!.. Liberi come l’aria! Chi non erra quaggiù?!... Che gioia, cavaliere... Anche voi, credo, ad esempio, obliaste (avvicinandosi a Des Grieux) d’essere in casa mia... amor mio bello!...

DES GRIEUX DES GRIEUX (risentito) (mestamente preoccupato) Signore! Senti, di qui partiamo: un solo MANON istante, questo tetto (a Des Grieux) del vecchio maledetto Taci!... non t’abbia più!...

GERONTE MANON Gratitudin, sia (quasi involontariamente) oggi il tuo dì di festa! Peccato! (a Manon)

33 Tutti questi splendori! (Lescaut accenna cogli occhi e colle mani, e la- Tutti questi tesori!... scia capire che è accaduto qualche grave im- (sospirando) broglio.) Ahimè!... Dobbiam partir! MANON eDES GRIEUX DES GRIEUX (spaventati) (con intensa passione) O cieli Che è stato?! Ah! Manon, mi tradisce Ci fai tremar! il tuo folle pensier: sempre la stessa! Trepida LESCAUT divinamente, (balbettando) nell’abbandono ardente... Ch’io... prenda... fiato... Buona, gentile come la vaghezza di quella tua carezza; MANON eDES GRIEUX sempre novella ebbrezza: Ci fai tremar! indi, d’un tratto, vinta, abbacinata dai raggi e dagli effluvi LESCAUT della vita adorata!...... onde parlar... Io? Tuo schiavo e tua vittima discendo dell’infamia... MANON eDES GRIEUX Fango nel fango io sono O ciel, che è stato?! e turpe eroe da bisca Dì!… m’insozzo, mi vendo... L’onta più vile m’avvicina a te! LESCAUT (con profondo abbattimento) V’ha denunziato!... Nell’oscuro futuro dì, che farai di me? MANON Chi?... (Siede accasciato. - Manon gli si avvicina amo- rosamente, e gli prende la mano.) DES GRIEUX (iracondo) MANON Il vecchio? Un’altra volta, un’altra volta ancora, deh! mi perdona! LESCAUT Sarò fedele e buona, (ripigliando fiato) lo giuro, lo giuro!... Sì!

(Entra Lescaut ansante, respirando a mala pena. MANON - Manon e Des Grieux, sorpresi, gli vanno (impaurita) incontro.) Ohimè!

DES GRIEUX LESCAUT Lescaut?! Già vengon qui e guardie e arcieri MANON Tu qui?!... MANON (Lescaut si lascia cadere su di una sedia sbuf- Ohimè! fando affannato.) DES GRIEUX DES GRIEUX e MANON O ciel! Che avvenne?... Dì!...

34 LESCAUT siete perduti! Su, cavalier, Già dal quartier e, per le scale, uscian gli arcier! … spiegate l’ale!... (Lescaut continua, parlando sempre, ad affretta- re, mentre Des Grieux preso d’ira impreca e Ma- MANON non confusa si aggira turbata per la scena.) Ohimè! Ah, il vecchio vile morrà di bile, LESCAUT trova vuota Da un granatiere la gabbia e ignota ch’era in quartiere gli sia tutto ho saputo... l’altra dimora!... Per le scale, cavalier, MANON spiegate l’ale; (confusa si aggira per la scena) già vengon qui Ohimè, m’affretto! e guardie e arcieri (a Lescaut) Via l’ali al piè!... Un istante! (prendo un gioiello sulla pettiniera) DES GRIEUX Questo (con rabbia) smagliante smeraldo! Maledetto, maledetto (a Des Grieux) Il vecchio astuto, Ma sì! Mio Dio! maledetto vecchio! Mi sbrigo! E tu M’aiuta! MANON (sempre più atterrita) DES GRIEUX Ohimè!... (preso d’ira impreca) M’affretto, ohimè! Sì, bada a te, vecchio vil! DES GRIEUX (a Manon) Si, bada a te! Andiam! Andiam! affrettiam! orsù! LESCAUT A far? Ah, non sapete... voi la perdete... LESCAUT Ah! non sapete... Manon! l’attende... crudele sorte MANON spietata: (continua a prendere oggetti preziosi,) l’esiglio! Ad involtar...

MANON LESCAUT (con spavento) Su via... Ahimè! la morte! la morte! son già per via!...

LESCAUT DES GRIEUX (continua ad affrettare) Andiam! Or v’affrettate! non esitate! MANON Pochi minuti, Ma sì! e tu

35 m’aiuta... dei solo il cor!... Ah! con te portar DES GRIEUX dei il cor! Andiam! Io vo’ salvar solo il tuo amor! MANON …ad involtar LESCAUT cotesti oggetti! (gridando dal fondo) (gridando) Maledizion! vuota i cassetti!... e quest’incanto MANON che adoro tanto (grido) dovrò lasciare?… Ah!

GRIEUX LESCAUT (gridando) (gridato) Orsù affrettiam! Eccoli, eccoli, accerchian Andiam, Manon! la casa! Orsù, affrettiam! (amoroso) DES GRIEUX O mia diletta Manon! Manon t’affretta! D’uopo è partir MANON tosto fuggir!... (al colmo dello spavento) Torturar Des Grieux! Mi vuoi ancor!!... Di qua! Di là! Fuggiam! Fuggiam! ebben, di là! LESCAUT (gridando) DES GRIEUX Oh, il bel forzier! Fuggiam! fuggiam, no, no, Peccato inver! di là! Presto! Presto! (affacendato) Nostro cammino LESCAUT sarà il giardino... (dal fondo) In un istante Il vecchio dell’alte piante ordina, sbraita, sotto l’ombra le guardie sfilano... siam sulla via. Buon chi ci piglia! MANON Ohimè! (Lescaut corre alla finestra ad osservare.) DES GRIEUX MANON Fuggiam! (prende altri gioielli e si serve della mantiglia per nasconderli) LESCAUT Saria imprudenza ...gli arcier s’appostano! lasciar quest’oro, (Manon e Des Grieux, al colmo della confusione, non o mio tesoro, o mio tesoro! sanno dove fuggire. - Lescaut accorre alla porta.) Entrano, salgono! DES GRIEUX Eccoli! Con te portar (Chiude la porta a chiave.)

36 DES GRIEUX SERGENTE (a Manon, gridato) Nessun si muova! Dimmi, qui v’è un’uscita? GERONTE (sogghignando ironicamente a Manon la quale MANON per lo spavento lascia sfuggire la mantiglia, ed i (indicando e gridando) gioielli si spargono al suolo) Sì... Ah! Ah! Ah!… laggiù all’alcova! LESCAUT LESCAUT (fermando e disarmando Des Grieux che ha (spinge Manon e Des Grieux entro l’alcova, poi sguainato la spada e fa per slanciarsi su Geronte) li segue) Se vi arrestan, cavalier, Eccoli, eccoli! Salgono, salgono! chi potrà Manon salvar?

MANON (A un cenno di Geronte, il Sergente coi due (di dentro, gridando) Arcieri trascinano via Manon.) Ah! Ah! DES GRIEUX (Ritorna Manon fuggendo, e dopo lei Lescaut (vorrebbe correre dietro a Manon, ma é tratte- che trattiene Des Grieux. - Dalla porta del fondo nuto da Lescaut) appare Geronte: dietro a lui alcuni soldati. - Dal- O Manon!... O mia Manon! le cortine dell’alcova appare un Sergente e due arcieri.) (Cala rapidamente il sipario.)

Disposizione scenica per il secondo atto di Manon Lescaut, edita da G. Ricordi & C.

37 INTERMEZZO

LA PRIGIONIA. IL VIAGGIO ALL’HAVRE.

(DES GRIEUX. «... Gli é che io l’amo! - La mia e supplicato a tutte le porte!... Persino alla passione é così forte che io mi sento la più violenza ho ricorso!... Tutto fu inutile. - Una sol sfortunata creatura che vive. - Quello che non via mi rimaneva: seguirla! Ed io la seguo! ho io tentato a Parigi per ottenere la sua li- Dovunque ella vada!… Fosse pure in capo al bertà?!... Ho implorato i potenti!… Ho picchiato mondo!…»

(Storia di Manon Lescaut e del cavaliere Des Grieux dell’abate Prèvost)

Ugo Gheduzzi, bozzetto per la prima rappresentazione di Manon Lescaut (atto III). Torino, Teatro Regio, 1° febbraio 1893. (Milano, Archivio Storico Ricordi).

38 ATTO TERZO or m’è... poi fugge se l’avvinghio!... (con strazio) Parigi ed Havre, fiera, triste agonia! Oh! lungo strazio della vita mia!... L’HAVRE. Piazzale presso il Porto. Nel fondo, il porto: a (Dalla caserma esce un picchetto guidato da un sinistra, l’angolo d’una caserma. Nel lato di Sergente che viene a mutar la scolta.) faccia al pianterreno, una finestra con grossa ferriata sporgente. Nella facciata verso la LESCAUT piazza, il portone chiuso, innanzi al quale (a Des Grieux) passeggia una sentinella. - Il mare occupa tutto Vengono!... il fondo della scena. Si vede la metà di una nave da guerra. A destra, una casa, poi un viottolo; DES GRIEUX all’angolo, un fanale ad olio che rischiara Alfin!... debolmente. È l’ultima ora della notte; il cielo si andrà gradatamente rischiarando. LESCAUT (guardando attentamente i soldati) (DES GRIEUX con LESCAUT, dal lato opposto della Ecco là l’uomo... È quello! caserma.) (Il picchetto col Sergente rientrano in caserma.) DES GRIEUX Ansia eterna, crudel... LESCAUT (allegramente a Des Grieux) LESCAUT È l’Havre addormentata! … L’ora è giunta!… Pazienza ancor... (indicandogli dove passeggia la scolta) (Lescaut si avvicina alla caserma, scambia un La guardia là fra poco monterà rapido cenno col soldato di guardia che passeg- l’arcier che ho compro... giando si allontana; poi si appressa alla finestra pazienza ancor!... del pianterreno, picchia con precauzione alle sbarre di ferro. Des Grieux, immobile, tremante, DES GRIEUX guarda: i vetri si aprono e appare Manon. Des L’attesa m’accora!... Grieux corre a lei.) (Accenna alla finestra della caserma; con im- menso slancio pieno di dolore) DES GRIEUX La vita mia... l’anima tutta è là!... (con voce soffocata) Manon! LESCAUT Manon sa già... e attende il mio segnale MANON e a noi verrà. Io intanto cogli amici (con abbandono) là il colpo tenterò! Des Grieux! Manon all’alba libera farò!... (Si avvolge fino agli occhi nel ferrajuolo e va (Sporge le mani dalla ferriata; Des Grieux le cautamente nel fondo ad osservare.) bacia con febbrile trasporto.)

DES GRIEUX LESCAUT (con immensa angoscia) (fra sé) Dietro al destino Al diavolo l’America!... mi traggo livido, Manon non partirà! e notte e dì cammino. E un miraggio m’angoscia, (Si allontana da destra.) m’esalta!... Vicino

39 MANON DES GRIEUX (con immensa passione) È l’alba!... O mia Manon, Tu... amore!? amore? pronta alla porta del cortil sii tu... Nell’onta non m’abbandoni?... V’è là... Lescaut... con uomini devoti... Là vanne e tu sei salva! DES GRIEUX (espansivo) LAMPIONARIO Abbandonarti, abbandonarti? Mai!! (internamente) … e Kate rispose al Re... MANON Rise il Re, Amore! amore! poi le die’ gemme ed òr... DES GRIEUX Se t’ho seguita per la lunga via... MANON fu perché fede mi regnava in core... Tremo, pavento per te!... Tremo e m’angoscio, nè so il perché!... MANON Ah! una minaccia funebre io sento! (sospirando amorosamente) Tremo a un periglio che ignoto m’è… Amore! (Nel fondo della scena passa una pattuglia, attra- DES GRIEUX versa da sinistra a destra e scompare nel viotto- (baciandola) lo) Fra poco mia sarai! DES GRIEUX MANON (supplichevole, con intensa passione) Tua... fra poco!... Fra poco! tua! Manon, disperato è il mio prego!... L’affanno DES GRIEUX la parola mi spezza... (interrompendola impaurito) Vuoi che m’uccida qui? Taci! taci! Ti scongiuro, Manon, ah! vieni! (Un Lampionaio entra dal fondo a destra canta- (Addita il viottolo.) rellando, traversa la scena.) Salviamoci! Vieni ti scongiuro! LAMPIONAIO Ah! vieni! Salviamoci! (scioglie e cala la lampada) ... e Kate rispose al Re: MANON «D’una zitella E sia! Chiedimi tutto! perché tentare il cor? Son tua, m’attendi, amore! Per un marito mi fe’ bella il Signor!» (Si ritira dalla finestra. - Colpo di fuoco a destra. (spegne la lampada) Des Grieux trasalisce e corre verso il viottolo.) Rise il Re, poi le die’ VOCI INTERNE gemme ed òr All’armi! All’armi! e un marito… e n’ebbe il cor... LESCAUT (Incamminandosi si allontana dal viottolo. Co- (entra dal viottolo fuggendo colla spada sguaina- mincia ad albeggiare.) ta) Perduta è la partita!... Cavalier, salviam la vita!

40 DES GRIEUX Più d’una! La folta Che avvenne? tenèbra protesse laggiù i rapitori…

VOCI INTERNE (Rulli di tamburi. S’apre il portone della caser- All’armi!… ma, esce il Sergente con un picchetto di soldati, in mezzo al quale stanno parecchie donne inca- LESCAUT tenate: i soldati e le donne si arrestano avanti il Udite come strillano portone.) Fallito è il colpo! SERGENTE VOCI DI DONNE (alla folla, ordinandole di retrocedere) (internamente) Il passo m’aprite. Ah! Ah!… (Dalla nave scende il Comandante: lo segue un DES GRIEUX drappello di soldati di marina, il quale si schiera (con impeto) a destra. Sulla nave si schierano i marinai.) Venga la morte! Ah!... Fuggir? Giammai! COMANDANTE (al Sergente) (Fa per sguainare la spada.) È pronta la nave. L’appello affrettate!

LESCAUT BORGHESI e POPOLANI (impedendoglielo) (ritirandosi poco a poco) Ah! pazzo inver! Silenzio! L’appello cominciano già!

MANON (I soldati sull’attenti facendo battere il fucile al (riappare alla finestra, agitata; con immenso suolo.) slancio a Des Grieux) Se m’ami, SERGENTE in nome di Dio, (con un foglio in mano fa l’appello: le donne, t’invola, amor mio!... man mano che sono chiamate, passano da sini- stra a destra presso al drappello dei marinai. Il (Abbandona la finestra e scompare.) Comandante nota su di un libro) Rosetta! DES GRIEUX Ah! Manon! (Rosetta passa sfrontatamente, guardando come in atto di sfida.) LESCAUT (trascinando via Des Grieux, crollando il capo) BORGHESI ePOPOLANI Cattivo affar! (mormorando) Eh! Che aria! (Attratti dal colpo di fuoco e dai gridi d’allarme, È un amore! accorrono da ogni parte borghesi, popolani, po- polane, domandandosi l’un l’altro che cosa é av- SERGENTE venuto: confusione generale.) Madelon!

BORGHESI e POPOLANI (Madelon, indifferente, va al suo posto, ridendo.) (entrano in scena) Ah! Udiste? Che avvenne? Che fu? BORGHESI ePOPOLANI Fu un ratto? Rivolta? (con astio [gli uomini] ridendo; [le donne] indignate) Fuggiva una donna!… Ah! qui sei ridotta! Ah, ah!

41 Che riso insolente! Ah, ah! (Caton, con passo e fare imponente.)

SERGENTE BORGHESI ePOPOLANI Manon!.. È una dea! Ah! ah!

(Manon passa lentamente cogli occhi a terra.) MANON Questo è il destino mio. BORGHESI ePOPOLANI E te perduto per sempre avrò! Chissà? Una sedotta! Ultimo bene!… addio! È bella davvero! LESCAUT LESCAUT Rapita alle nozze (dopo essersi aggirato in mezzo alla folla, chiuso E a sozze nel mantello, s’avvicina a sinistra ad un gruppo di carezze gittata! borghesi che stanno osservando Manon) Costei? V’è un mistero! UOMINI Fa compassione! UOMINI (indignati) (a Lescaut, con sorpresa) È sempre così! Sedotta? Tradita? SERGENTE BORGHESI ePOPOLANI Regina! Madonna è dolente! Ah! ah! Affè, che dolore! (Regina passa pavoneggiandosi con civetteria.)

LESCAUT BORGHESI ePOPOLANI Costei fu rapita Ah! ah! Qui sei ridotta! fanciulla all’amore Questa vorrei! d’un vago garzone! Che riso insolente! Che amor!… SERGENTE Ninetta! MANON Alla tua casa riedi! (Ninetta, altèra, fissando la folla.) Addio! Addio!

BORGHESI ePOPOLANI LESCAUT Che incesso! Ah! ah! (eccitando gli ascoltatori) Pel gaudio d’un dì MANON d’un vecchio signor... (con passione e angoscia a Des Grieux, le si è av- Poi, sazio, cacciata! vicinato, cercando di nascondersi dietro di lei: Manon se ne accorge a stento trattiene un grido UOMINI di riconoscenza) Che infamia! Che orrore! Fa pietà! Des Grieux, fra poco lungi sarò... Ah! Fa compassion, pietà!

UOMINI LESCAUT (con voce repressa) (additando Des Grieux) Che infamie! Che orror! Vedete quel pallido che presso le sta? SERGENTE Caton!...

42 SERGENTE nel fango avvilita, Claretta! rivede e rinviene la sposa rapita! (Claretta é bionda, passa sveltamente.) UOMINI BORGHESI ePOPOLANI Che infamia! Che orror! Ah! Ah! Che bionda! Inver fa pietà! Infamia ed orrore! MANON Fa compassione, pietà! Devi Manon scordar! SERGENTE DES GRIEUX Nerina!… Ah! guardami e vedi (Nerina conserva ancora una ricca acconciatura com’io soggiacio sul capo, ed alcuni nei.) questa angoscia amara! Elisa! Ogni pensiero si scioglie in pianto! (Elisa se ne va tranquillamente.) MANON Forse abbastanza non fosti amato, BORGHESI ePOPOLANI quest’è il rimorso mio! Che splendidi nèi! Ma tu perdona, mio amor, ah! Di vaghe nessuna! amore, immenso amore, addio! Che gaia assemblea!

LESCAUT SERGENTE Lo sposo è quel misero, Ninon! che presso le sta! Vedete? (Ninon passa, coprendosi il volto colle mani.) UOMINI Inver fa pietà! Orror! BORGHESI ePOPOLANI Ah! ah! BORGHESI ePOPOLANI Che gaia assemblea! Ah! ah! MANON Mio amor, addio! SERGENTE Violetta! (Singhiozza disperatamente.)

(Una bruna, traversa la piazza con modo procace.) SERGENTE Giorgetta! BORGHESI ePOPOLANI Ah! ah! Che bruna! (Giorgetta colle mani dietro la schiena passa sogghignando al Sergente.) MANON Ora a tuo padre deî far ritorno, UOMINI devi Manon scordar!... Infamia! Orror! (con impeto di sdegno) DES GRIEUX Ahi m’ho nell’animo l’odio soltanto, BORGHESI ePOPOLANI l’odio degl’uomini e di Dio! (ridendo) Ah! Ah! LESCAUT (Il Sergente va a collocarsi di fronte alle Cor- Cosi, fra catene, tigiane.)

43 SERGENTE com’io piango e imploro... Presto! In fila... com’io piango, guardate, (Le Cortigiane si mettono in fila.) com’io chiedo pietà!... Marciate!… (vedendo Manon ferma presso a Des Grieux, la (Intanto il Sergente avvia le Cortigiane verso la prende brutalmente per un braccio e la spinge nave, e spinge con esse Manon, la quale lenta dietro le altre) s’incammina e nasconde il volto fra le mani, di- Costui ancor qui? Finiamola! speratamente singhiozzando. La folla, cacciata ai lati dagli arcieri, guarda silenziosa con DES GRIEUX profondo senso di pietà.) (non può trattenersi, e d’un tratto strappa Ma- non dalle mani del Sergente, gridando:) DES GRIEUX Indietro! (con voce interrotta dall’affanno) Udite! M’accettate SERGENTE qual mozzo o a più vile (a Des Grieux) mestiere... ed io verrò Via! felice! M’accettate! Ah! guardate, io piango e imploro! UOMINI Vi pigliate (aizzati da Lescaut; a Des Grieux) il mio sangue... la vita! Coraggio! V’imploro, vi chiedo pietà!... ingrato non saró! DES GRIEUX (furente e minaccioso) (S’inginocchia davanti al Comandante, implo- Ah! guai a chi la tocca! randolo.) (Avvinghia stretta a sé Manon, coprendola colla propria persona.) COMANDANTE Manon, ti stringi a me! (commosso, si piega verso Des Grieux, gli sorri- de benignamente e gli dice col fare burbero del UOMINI marinaio:) (accorrono in soccorso di Des Grieux ed impedi- Ah! popolar le Americhe, giovinotto, desiate? scono al Sergente di avvicinarsi a Manon) (Des Grieux lo guarda con ansia terribile.) Così! Bravo! Ebben... ebben... sia pur! (battendo Des Grieux sulla spalla) COMANDANTE Via, mozzo, v’affrettate!... (apparendo ad un tratto in mezzo alla folla, che si ritrae rispettosamente) (Des Grieux getta un grido di gioia e bacia la Che avvien!! mano del Comandante. Manon si volge, vede, comprende - e, il viso irradiato da una suprema DES GRIEUX gioia, dall’alto dell’imbarcatoio stende le braccia (minaccioso, nell’impeto della disperazione) a Des Grieux che vi accorre. Lescaut, in dispar- Ah! non v’avvicinate! te, guarda, crolla il capo e si allontana.) Ché, vivo me, costei nessun strappar potrà!... (Cala rapidamente il sipario.) (Scorgendo il Comandante, vinto da profonda emozione, egli erompe in uno straziante sin- ghiozzo; le sue braccia, che stringevano Manon, si sciolgono e Des Grieux cade ai piedi del Co- mandante dolorosamente implorando.) No! no!... pazzo son! Guardate, pazzo son, guardate,

44 Disposizione scenica per il quarto atto di Manon Lescaut, edita da G. Ricordi & C.

45 Ugo Gheduzzi, bozzetto per la prima rappresentazione di Manon Lescaut (atto IV). Torino, Teatro Regio, 1° febbraio 1893. (Milano, Archivio Storico Ricordi).

46 ATTO QUARTO DES GRIEUX (ansiosamente) Tu soffri?

MANON IN AMERICA. (sùbito) Una landa sterminata sui confini del territorio Orribilmente! della Nuova Orléans. Terreno brullo ed ondulato; orizzonte vastissi- (Des Grieux, ferito da queste parole, dimostra col- mo; cielo annuvolato. - Cade la sera. lo sguardo e cogli atti uno spasimo profondo.) (MANON e DES GRIEUX s’avanzano lentamente dal fondo: sono poveramente vestiti: hanno aspetto MANON di persone affrante: MANON pallida, estenuata, (rassicurando Des Grieux) s’appoggia sopra DES GRIEUX, che la sostiene a No! che dissi?... Una vana, fatica.) una stolta parola... Deh! Ti consola! DES GRIEUX Chieggo breve riposo... (avanzandosi) Un solo istante... Tutta su me ti posa, Mio dolce amante, o mia stanca diletta. a me t’appressa... a me!... La strada polverosa, la strada maledetta, (Sviene.) al termine s’avanza. DES GRIEUX MANON (con intensa emozione) (con voce fioca, oppressa) Manon... senti, amor mio... Innanzi, innanzi ancor! Non mi rispondi, amore?... L’aria d’intorno (con molta espressione) or si fa scura... Vedi, vedi, son io che piango... io che imploro... DES GRIEUX io che carezzo e bacio (con dolcezza) i tuoi capelli d’oro!... Su me ti posa! (A misura che parla l’emozione si fa più viva.) Ah! Manon! Manon, rispondi a me! MANON Tace!? Erra la brezza nella gran pianura (con disperazione) (con voce più debole) Maledizion! e muore il giorno!... (toccandole la fronte) lnnanzi! Innanzi!... no... Crudel febbre l’avvince... (Cade.) Disperato mi vince un senso di sventura, DES GRIEUX un senso di tenebre e di paura! (con angoscia) (a Manon) Manon!... Rispondimi, amor mio!... (con sconforto) MANON Tace! Manon! (sempre più debole) (piangendo) Son vinta!... Mi perdonai Non mi rispondi? Tu sei forte, t’invidio; donna, debole, cedo! MANON (si desta d’un tratto, guarda Des Grieux quasi

47 senza conoscerlo; Des Grieux si china e la solle- terreno, poi resta ancora irresoluto in preda a va da terra) fiero contrasto - indi s’allontana a poco a poco. Sei tu che piangi?... Giunto nel fondo, rimane di nuovo perplesso e Sei tu che implori?... fissa Manon con occhi disperati, quindi, con im- I tuoi singulti ascolto, provvisa risoluzione, parte correndo; L’orizzon- e mi bagnano il volto te si oscura; l’ambascia vince Manon; è stravol- le tue lagrime ardenti. ta, impaurita, accasciata.) Ahi sei tu, sei tu che piangi e implori?... Amor, aita! MANON Sola... perduta, abbandonata... DES GRIEUX in landa desolata! Orror! O amore! O Manon! intorno a me s’oscura il ciel!... Ah! Manon! amor mio! Ahimè, son sola! E nel profondo deserto cado, MANON strazio crudel, ah! Amor, amor, aita! sola, abbandonata, io la deserta donna! DES GRIEUX (alzandosi) O mia Manon! Ah! non voglio morir!... (con avvilimento) MANON Tutto dunque è finito! (straziante) Terra di pace mi sembrava questa... La sete mi divora... (delirando) Amore, aita! aita! Ah! mia beltà funesta ire novelle accende... DES GRIEUX Strappar da lui mi si volea; or tutto (con forza e passione) il mio passato orribile risorge, Tutto il mio sangue e vivo innanzi al guardo mio si posa. per la tua vita! (percorrendo agitatissima la scena) (Si guarda intorno smarrito, poi corre verso il Ah! di sangue s’è macchiato!... fondo scrutando l’orizzonte lontano; sfiduciato Ah! tutto è finito! ritorna verso Manon.) Asil di pace ora la tomba invoco... E nulla! nulla! (con disperazione) Arida landa... non un filo d’acqua... No... non voglio morir!... Amore, aita! O immoto cielo! (Entra Des Grieux precipitosamente, Manon gli (imprecando) cade fra le braccia.) O Dio, Fra le tue braccia, amore! a cui fanciullo anch’io l’ultima volta!... levai la mia preghiera, (sforzandosi a sorridere e simulando speranza) un soccorso... un soccorso! Apporti tu la novella lieta? MANON Si... un soccorso!... Tu puoi DES GRIEUX salvarmi!... Senti, (con immensa tristezza) qui poserò! Nulla rinvenni... l’orizzonte nulla E tu scruta il mister dell’orizzonte, mi rivelò... lontano e cerca, cerca, monte o casolar; spinsi lo sguardo invano... oltre ti spingi, e con lieta favella lieta novella poi vieni a recar!... MANON Muoio: scendon le tenebre: (Des Grieux adagia Manon sopra un rialzo di su me la notte scende.

48 DES GRIEUX MANON (con passione infinita) Più non t’ascolto... Un funesto delirio (soffocato) ti percote, t’offende... Ahimè!... Posa qui dove palpito, (affannosamente) in te ritorna ancor! Qui, qui, vicino a me, voglio il tuo volto... Così... così... mi baci... ancor ti sento... MANON (con spasimo) (con intensa passione) Ahimè Io t’amo tanto... e muoio!... Già la parola... manca DES GRIEUX al mio voler... ma posso (con disperazione) dirti che t’amo tanto!... Senza di te... perduto... Oh! amore, ultimo incanto, ti seguirò! ineffabile ebbrezza! o mio estremo desir... MANON (con calore) (con ultimo sforzo, solennemente imperiosa) io t’amo, t’amo tanto! Non voglio! Addio... cupa è la notte... ho freddo… (Cade lentamente, mentre Des Grieux cerca an- (con ineffabile dolcezza, sorridendo) cora di sostenerla fra le sue braccia.) era amorosa la tua Manon? Rammenti? DES GRIEUX (affannando) (le tocca il volto, poi fra sé, atterrito) dimmi... la luminosa Gelo di morte! mia giovinezza? (piangendo) Il sol... più non... vedrò... Dio, l’ultima speme infrangi. DES GRIEUX (colla massima angoscia) MANON Mio Dio! (dolorosamente con molta passione) Mio dolce amor, tu piangi... MANON non è di lagrime... (con voce debolissima) ora di baci è questa; Le mie colpe... travolgerà l’oblio... il tempo vola... baciami! ma... l’amor mio... non muore...

DES GRIEUX (Muore. - Des Grieux, pazzo di dolore, scoppia (con grande passione) in un pianto convulso, poi cade svenuto sul cor- O immensa po di Manon.) delizia mia... tu fiamma d’amore eterna... (Cala rapidamente la tela.) MANON (febbrilmente) La fiamma si spegne... Parla, deh! parla... ahimè!

DES GRIEUX (affettuosamente) Manon!

49 Foto di scena di Manon Lescaut (atto I e II). Venezia, Teatro la Fenice, febbraio 1946.

50 Foto di scena di Manon Lescaut (atto III e IV). Venezia, Teatro la Fenice, febbraio 1946.

51 MANON LESCAUT IN BREVE

L’esordio di Manon Lescaut, il 1º febbraio senza tener conto del fatto che, ai tempi di 1893 al Teatro Regio di Torino, segnò il primo Manon, non gli era ancora arrisa la piena autentico successo teatrale di Giacomo Puc- consacrazione artistica in seguito universal- cini. Fra tutte le opere teatrali che egli com- mente riconosciuta: per quanto la sua stoffa pose, Manon fu quella la cui gestazione ri- d’artista fosse già ben chiara a Giulio Ricor- sultò maggiormente problematica: causa ne di, Puccini nei tardi anni Ottanta aveva al- furono soprattutto i tempi lunghi necessari l’attivo solo due opere – (1884) e Ed- per la stesura del libretto, tratto dal romanzo gar (1889) – la seconda delle quali sembrava di Antoine-François Prévost Vera storia del aver disatteso le speranze generate dalla pri- cavalier Des Grieux e di Manon Lescaut ma. È da tener presente che, nel proporre (1731). Rispetto ai testi da musicare Puccini un’opera su un soggetto già di pubblico do- fu sempre, come noto, esigentissimo; nel caso minio, Puccini sfidava la radicata consuetu- di Manon Lescaut tale sua aspirazione pro- dine del pubblico dell’opera europea otto- dusse un vero e proprio record: il testo risultò centesca a concepire la possibilità d’una so- alla fine frutto dei diversi apporti di ben sei la musica per un determinato soggetto (una autori (Marco Praga, Domenico Oliva, Rug- consuetudine che aveva, ad esempio, con- gero Leoncavallo, Luigi Illica, Giuseppe Gia- dotto all’oblio l’amatissimo Otello di Rossini cosa e l’editore Giulio Ricordi). in seguito all’apparizione di quello verdia- Sul tormentato concepimento influirono no). Vero è che, ai tempi in cui Puccini com- anche le perplessità dell’editore che cercò pose Manon, l’omonimo lavoro di Massenet di dissuadere Puccini dal cimento con un non era ancora giunto in Italia, ma bisogna soggetto, per quanto non ancora approdato comunque riconoscere che la coesistenza di in Italia, che Jules Massenet aveva condotto queste due opere, in seguito instauratasi nel- a fama europea con il suo omonimo capola- le programmazioni teatrali di tutto il mondo, voro del 1884. Convinto del fatto suo, vale a rappresenta una vistosissima eccezione e dire della diversità della propria interiore che si è resa possibile grazie alla netta diffe- “risposta” al soggetto di Manon (Massenet, renza dei due lavori. Che Puccini, nonostan- a suo dire, lo sentiva «da francese, con la ci- te la non favorevole situazione descritta, sia pria e i minuetti», egli stesso, invece, «da ita- stato tanto caparbio nel voler fare Manon, ri- liano, con passione disperata»), convinto vela una sicurezza di sé sorprendente ed dunque della possibilità di una convivenza ammirevole: significa che il suo istinto tea- fra le due opere (anche perché «una donna trale aveva fiutato la via giusta. come Manon può aver più d’un amante»), In effetti con Manon egli sperimentava e af- Puccini non si lasciò smuovere, e il succes- fermava i caratteri stilistici e drammaturgi- so incontrato, di pubblico e di critica, gli ci che grande fortuna avrebbero avuto an- diede piena ragione. che nelle più famose opere successive: la Non comprenderemmo appieno il significa- centralità del ruolo femminile e la presen- to, l’importanza, forse addirittura l’azzardo tazione di un amore disperato, senza sal- di Puccini (e di certo non potremmo ricono- vezza, si accompagnano ad una musica che scerne la quasi sbalorditiva sicurezza di sé) riunisce elementi d’ambientazione (storica

52 o geografica) all’eredità di Wagner e del- l’ultimo Verdi. In Manon il ricorso alla tec- nica del Leitmotiv e alla melodia continua si accompagna ai richiami alla musica del Settecento, il tutto riunito entro una partitu- ra di straripante musicalità, ma ricca d’un pathos vieppiù coinvolgente perché ogni suo dettaglio ubbidisce all’intento d’una serrata corrispondenza alla scena e all’a- zione. Dopo la prima, sul Corriere della Sera si lesse la consacrazione di Puccini: Manon fu giudicata opera di «grande valore artistico», dalla «potente concezione musicale», la musica possedeva gli «svolgimenti e lo stile dei grandi sinfonisti», ma «senza rinunciare per questo all’espressione voluta dal dram- ma. E senza rinunciare a quella che si suol dire italianità nella melodia»: ritenuto un «genio veramente italiano», il cui canto «è quello del nostro paganesimo, del nostro sensualismo artistico», Puccini fu lodato per aver scritto

un dramma musicale tanto semplice quan- to spontaneo, intessuto di melodie senza contorsioni artistiche, che s’inseguono e ri- tornano naturalmente come lo vogliono l’a- zione, il concetto o la simmetria del pezzo.

Otto giorni dopo la prima torinese di Ma- non il Teatro alla Scala di Milano presentò al pubblico : l’ultima opera di Verdi. Vi fu chi, nella quasi-concomitanza dei due eventi, vide una sorta di passaggio di testi- mone fra i due grandi autori dell’opera liri- ca italiana. Sopra e nelle pagine seguenti: Adolfo Hohenstein, figurini per la prima rappresen- (GIANNI RUFFIN) tazione di Manon Lescaut. Furono poi editi e distribuiti da Ricordi. (Venezia, Archivio Storico del Teatro La Fenice).

53 ARGOMENTO

ATTO PRIMO Grieux. Il giovane rimprovera all’amante È sera. Sulla piazza di Amiens gli studen- il tradimento, ma non tarda a venir ricon- ti della città corteggiano le fanciulle che quistato dal suo fascino: il loro abbraccio passeggiano in cerca di compagnia. Tra gli è interrotto dall’arrivo di Geronte che esce studenti si distinguono Edmondo e l’ami- infuriato e non esita a denunziare Manon. co Des Grieux: quest’ultimo è attratto da Lescaut esorta alla fuga, ma Manon si Manon Lescaut, una bellissima fanciulla attarda a raccogliere oggetti di valore e che scende dalla diligenza con il fratello, gioielli da portare con sé: giungono le sergente delle guardie del re, e Geronte di guardie che, sotto gli occhi compiaciuti di Ravoir, anziano e ricchissimo tesoriere Geronte, arrestano la giovane, mentre il generale. fratello trattiene Des Grieux. Des Grieux avvicina per un attimo Manon: apprende che la giovane l’indomani sarà ATTO TERZO condotta per volere paterno in convento e, Manon è condotta al porto di Le Havre in conquistato dalla sua bellezza, promette di attesa di essere deportata. Grazie ad opporsi a tale proposito. Ma anche il vec- una sentinella corrotta da Lescaut, Des chio Geronte è invaghito di Manon ed ha Grieux informa l’amata del piano di fuga progettato di rapirla quella stessa sera. organizzato dal fratello; ma il tentativo Informato da Edmondo di tale progetto, non va a buon fine e Manon, assieme alle Des Grieux, approffittando della disatten- altre deportate, sfila verso la nave che la zione di Lescaut impegnato al tavolo da porterà in America. Des Grieux, dopo gioco, convince Manon a scappare con lui essersi opposto invano alla partenza del- sulla carozza ordinata dallo stesso Geron- l’amata, implora il comandante di essere te. L’anziano tesoriere va su tutte le furie, imbarcato assieme a lei. Il capitano, mosso ma Lescaut lo consola: conosce bene la a compassione, lo arruola come mozzo. sorella e presto abbandonerà lo studente, preferendo le comodità e le ricchezze ad ATTO QUARTO una vita di stenti e privazioni. Manon e Des Grieux sono fuggiti da Nuo- va Orléans e vagano per una landa ster- ATTO SECONDO minata. Arsa ed esausta dalla sete, Manon A Parigi, Manon, abbandonato il giovane non riesce a proseguire. Mentre Des e squattrinato Des Grieux, vive con Geron- Grieux si allontana per cercare aiuto, la te, circondata da ogni richezza. Tuttavia, giovane rammenta dolorosamente il pro- il lusso e i divertimenti non l’appagano; prio passato e, subito dopo, muore tra le non ha dimenticato l’appassionato amore braccia dell’amante. dello studente e chiede al fratello se ha qualche notizia di lui. Lescaut la informa che ha convinto Des Grieux a tentare la fortuna al gioco d’azzardo: con il denaro vinto potrà così tornare a vivere con lei. Dopo aver trascorso la mattinata, come di consueto, ascoltando madrigali e prenden- do lezioni di ballo, circondata da ammira- ti ospiti ed adulata dal vecchio Geronte, Manon vede comparire all’improvviso Des

54 55 ARGUMENT

PREMIER ACTE danse, entourée d’admirateurs et adulée C’est le soir. Sur la place d’Amiens, les étu- par le vieux Geronte, Manon voit arriver diants de la ville courtisent les jeunes fil- à l’improviste Des Grieux. Le jeune hom- les qui se promènent, à la recherche de me reproche à son amante de l’avoir trahi, compagnie. Parmi ces étudiants se distin- mais il ne tarde pas à être reconquis par guent Edmondo et son ami Des Grieux, sa fascinante beauté: leur étreinte est qui remarque bientôt Manon Lescaut, une interrompue par l’arrivée de Geronte qui très belle jeune fille qui descend d’une sort, furieux, et court dénoncer Manon. calèche avec son frère, sergent des gardes Lescaut exhorte sa sœur à s’enfuir, mais du roi, et avec le vieux Geronte di Ravoir, elle s’attarde à rassembler quelques objets un très riche trésorier. de valeur et quelques bijoux à emporter Des Grieux s’approche un instant de avec elle: les gardes arrivent sur les entre- Manon; il apprend ainsi que le père de la faites et arrêtent la jeune femme, pour la jeune fille la conduira le lendemain au plus grande satisfaction de Geronte. couvent. Conquis par sa beauté, il lui pro- met de s’opposer à ce projet. Mais le vieux TROISIEME ACTE Geronte, également épris de Manon, a Manon, jugée coupable, est conduite au décidé de l’enlever le soir même. Mis au port du Havre dans l’attente d’être courant par Edmondo, Des Grieux profite déportée. Grâce à une sentinelle corrom- de la distraction de Lescaut, concentré pue par Lescaut, Des Grieux informe sa autour de la table de jeu, pour persuader bien-aimée du plan d’évasion organisé par Manon de s’échapper avec lui, avec le car- son frère. Mais la tentative de fuite échoue rosse de Geronte lui-même. Lescaut cher- et Manon monte à bord du navire qui che à calmer le vieux trésorier, en proie à l’emportera, de même que les autres fem- une colère noire: il connaît bien sa sœur, mes déportées, en Amérique. Après avoir qui abandonnera sans aucun doute le jeu- en vain tenté d’empêcher le départ de sa ne étudiant car elle préfère le confort et la bien-aimée, Des Grieux implore le com- richesse à une vie d’efforts et de priva- mandant de le prendre à bord. Saisi de tions. pitié, ce dernier l’engage comme mousse.

DEUXIEME ACTE QUATRIEME ACTE Après avoir quitté le jeune Des Grieux, Manon et Des Grieux, qui sont parvenus sans le sou, Manon s’est installée à Paris à s’échapper de la Nouvelle-Orléans, où elle vit avec Geronte, dans la plus gran- errent au milieu d’une lande désolée. de opulence. Toutefois, le luxe et les diver- Epuisée par la chaleur et la soif, Manon tissements ne la comblent pas. Elle n’a pas n’a pas la force de continuer. Tandis que oublié l’amour passionné du jeune étu- Des Grieux s’éloigne pour aller chercher diant et elle demande à son frère s’il a de l’aide, la jeune femme se souvient avec encore de ses nouvelles. Lescaut lui douleur de son passé et meurt, quelques apprend qu’il a réussi à le convaincre de instants plus tard, dans les bras de son tenter la fortune aux jeux de hasard: grâ- amant. ce à l’argent gagné, il pourra ainsi retour- ner vivre avec elle. Après avoir passé sa matinée, comme de coutume, à écouter des madrigaux et à prendre sa leçon de

56 57 SYNOPSIS

ACT ONE fawned upon by old Geronte, Manon It’s evening. In the square in Amiens the suddenly sees Des Grieux appear. The city’s students are paying court to the girls young man rebukes his lover for her who are strolling in search of company. betrayal but he is soon won over again by Among the students Edmondo and his her charm: their embrace is interrupted by friend Des Grieux stand out: the latter is the arrival of Geronte who goes out in a attracted by Manon Lescaut, a very rage and does not hesitate to denounce beautiful girl who is getting off the stage- Manon. coach with her brother, a Sergeant in the Lescaut urges flight but Manon lingers to King’s Guards, and Geronte di Ravoir, an gather together objects of value and jewels old and very rich Treasurer General. to take with her: the guards arrive and, Des Grieux approaches Manon for a before Geronte’s delighted eyes, arrest the moment: he learns that the next day the young girl. young girl will be taken, to fulfil her father’s wishes, to a convent and, over- ACT THREE come by her beauty, promises to oppose Manon, found guilty, is taken to the port of such a plan. However, old Geronte is also Le Havre to await deportation. Thanks to a infatuated by Manon and has planned to guard bribed by Lescaut, Des Grieux tells kidnap her that same evening. Learning of his sweetheart of the escape plan this plan from Edmondo and taking advan- organised by her brother; however, the tage of Lescaut’s lack of attention while at attempt does not succeed and Manon, the gaming table, Des Grieux convinces together with the other deportees, files off Manon to run away with him in the car- towards the ship that will take her to riage ordered by Geronte himself. The old America. After fruitlessly opposing his Treasurer flies into a rage but Lescaut con- seetheart’s departure, Des Grieux begs the soles him: he knows his sister very well Captain to let him embark with her. The and she will soon abandon the student, pre- Captain, moved to compassion, takes him ferring comforts and riches to a life of hard- on as a cabin boy. ships and sacrifices. ACT FOUR ACT TWO Manon and Des Grieux have escaped from Having abandoned the young and New Orleans and are wandering in a vast penniless Des Grieux, Manon lives in plain. Exhausted and parched with thirst, Paris with Geronte, surrounded by every Manon cannot go on. While Des Grieux kind of wealth. Nevertheless, luxury and goes off in search of help, the young girl amusements do not satisfy her; she has painfully recalls her own past. not forgotten the student’s passionate love Immediately afterwards she dies in her and asks her brother if he has any news of lover’s arms. him. Lescaut tells her that he has persuaded Des Grieux to try his luck at gambling: with his winnings, he will be able to go back and live with her. After spending the morning, as usual, listening to madrigals, music and dancing lessons, surrounded by admiring guests and

58 59 HANDLUNG

1.AKT Nachdem sie am Morgen, wie gewohnt, Es ist Abend. Auf dem Marktplatz in Amiens umgeben von Gästen und dem ihr schmei- umwerben die Studenten die jungen Mäd- chelnden Geronte, den Madrigalen zu- chen die auf der Suche nach Gesellschaft an gehört , sich der Musik gewidmet und ihnen vorbeiflanieren. Unter den Studenten Tanzstunden genommen hat, sieht Manon tuen sich Edmond und sein Freund Des plötzlich Des Grieux vor sich. Der junge Grieux hervor: der Letztere ist besonders Mann beschuldigt die Geliebte des Treu- von Manon Lescaut angezogen; einem hüb- bruchs, erliegt aber sogleich wieder ihrem schen, jungen Mädchen das gerade mit ih- Zauber. Ihre Umarmung wird durch das rem Bruder, Sergeant des Königs, und Ge- plötzliche Erscheinen Gerontes unterbro- ronte di Ravoir, einem alten und reichen chen, der sich zornig entfernt und nicht da- Steuerpächter, dem Postwagen entsteigt. vor zurückschreckt Manon anzuzeigen. Le- Nur für einen Augenblick nähert sich Des scaut mahnt zur Eile, doch Manon zögert Grieux Manon und erfährt von ihr, dass sie und versucht möglichst viel Geld und Sch- auf Wunsch ihrers Vaters am morgigen Tag muck zusammenzuraffen. Das Verhaftung- ins Kloster eintreten müsse. Der schon in skommando erscheint. Zufrieden lächelnd sie verliebte Des Grieux verspricht ihr, sie beobachtet Geronte die Verhaftung Ma- davor zu retten. Auch der betagte Geronte nons, während es ihrem Bruder und dem hat sich in Manon verliebt und vor, sie noch Geliebten gelingt zu flüchten. am gleichen Abend su entführen. Des Grieux, durch Edmond von diesem Vorha- 3.AKT ben informiert, versucht Manon, die der Manon, für schuldig erklärt, wird zur Depor- Kontrolle des am Spieltisch beschäftigten tation zum Hafen in Le Havre geführt. Dank Lescaut einen Augenblick entweichen einer von Lescaut bestochenen Wache, ge- konnte, zu überzeugen mit ihm in der von lingt es Des Grieux die Geliebte von dem dur- Geronte bestellten Kutsche zu flüchten. Der ch ihren Bruder organisierten Fluchtplan zu zornige Steuerpächter lässt sich von Le- informieren. Doch der Versuch misslingt. Zu- scaut, der seine Schwester kennt und sicher sammen mit den anderen Verurteilten betritt ist, dass sie den Studenten in Kürze verlas- Manon das Schiff, dass sie nach Amerika sen wird weil sie Reichtum und Bequemli- bringen wird. Nachdem Des Grieux ohne chkeit einem Leben voller Entbehrungen Erfolg versucht hat den Weggang der Gelieb- vorzieht, beruhigen. ten zu verhindern, fleht er den Kommandan- ten an zusammen mit ihr eingeschifft zu wer- 2.AKT den. Der Mitleid empfindende Kapitän heuert Manon, die den jungen, mittellosen Des ihn als Schiffsjungen an. Grieux verlassen hat, lebt, umgeben von Reichtum, mit Geronte in Paris. Jedoch 4.AKT Luxus und Vergnügen befriedigen sie nicht. Manon und Des Grieux sind aus New Or- Sie hat die leidenschaftliche Liebe des Stu- leans geflüchtet und schleppen sich durch denten nicht vergessen, und fragt ihren eine öde Ebene. Vom Durst geplagt sinkt Bruder ob er irgendetwas von ihm gehört Manon nieder. Während Des Grieux sich hat. Lescaut sagt ihr, dass er Des Grieux entfernt um Hilfe zu suchen, fühlt Manon überzeugt habe sein Glück am Spieltisch zu die Trostlosigkeit ihrer Lage, sie denkt an versuchen: mit dem gewonnenen Geld ihre Vergangenheit und stirbt in den Armen könne er dann Manon zurückgewinnen. des zurückgekehrten Geliebten.

60 61 Foto di scena di Manon Lescaut (atto I e II). Venezia, Teatro la Fenice, gennaio 1952.

62 Foto di scena di Manon Lescaut (atto III e IV). Venezia, Teatro la Fenice, gennaio 1952.

63 Manifesto per Manon Lescaut. Milano, edizione Ricordi.

64 ADRIANA GUARNIERI CORAZZOL LE POLIFONIE DI MANON LESCAUT

1. Nei primi anni Novanta dell’Ottocento la per giù uguali, non vedono in essi se non gli discussione giuridica sul ruolo del libretti- sforzi che il musicista dovrà raddoppiare sta nell’opera lirica – così come quella sul- per celare la deformità del testo. l’eventuale peso della fonte originaria – ai Solo argomentando dalle considerazioni fini della determinazione di una percentua- svolte, per rispetto anche a qualche onore- le di legge sui compensi è in pieno svolgi- vole ma pur rarissima eccezione, crediamo mento. La causa Verga contro Mascagni- poter inferirne che «il libretto è sempre un Sonzogno porta alla luce problemi reali di MEZZO, un ACCESSORIO che deve cedere valutazione della componente letteraria al suo principale, la musica (alla quale (del libretto e, prima ancora, del soggetto) quindi va assegnata la prima parte), segna- nell’opera globalmente considerata; dun- tamente nel melodramma, in quella che que anche della sua monetizzazione nel chiamano OPERA per eccellenza.»1 confronto con l’espressione musicale spe- cifica. La tesi di laurea di Attilio Omodei Il titolo del compenso al librettista è pertan- sulla Condizione giuridica del librettista, to – prosegue il giurista – la «prestazione edita da Sonzogno nel 1892, offre – a soste- d’opera». Quest’ultima va trattata di volta in gno di una tesi finale di «compartecipazio- volta; la legge non può prestabilire la «quo- ne», ma inferiore, del libretto all’opera ta di comunione»: complessiva e di un peso ancor minore del- la fonte originale – un panorama interes- Fissato bene il titolo del compenso, che è sante del dibattito in corso, correlato dalle nel poeta quello di avere prestato un servi- posizioni finora espresse dai giuristi gio (più o meno apprezzabile) al musicista, (Amor, Moisè, Rosmini; Gabba nella causa chiaro e subito appare che non è possibile Verga). Inevitabile ma non scontata la con- stabilire [...] una costante proporzione fra il clusione: il libretto, «opera dell’ingegno» servizio reso ed il compenso dovuto, dac- giuridicamente tutta particolare, costitui- chè a determinarlo con certo criterio do- sce un traliccio del lavoro musicale. In as- vrebbonsi combinare parecchi coefficienti, senza di un accordo privato, per la determi- quali il successo (e quindi il vantaggio, il nazione del compenso il testo letterario va lucro del compositore) il pregio intrinseco bensì trattato distintamente, ma valutato del componimento letterario, la efficacia come un semplice sussidio alla musica e reale che la poesia ebbe nel suscitare l’in- perciò un elemento secondario nell’opera spirazione del musicista, ecc., ecc. complessiva: Per quanto riguarda infine la fonte, la que- Laonde concludiamo. Lungi dall’abbando- stione dell’originalità viene dichiarata da narci alle esagerate conclusioni di coloro Omodei decisamente marginale, per il fatto che per il soverchio ripetersi di libretti pri- che ogni riduzione è, per definizione, di- vi affatto d’ogni merito artistico ed in cui la versa dall’originale. poesia c’è solo perché le parole sono stam- Al di là di una circostanza giuridica resa in- pate in piccole righe di una certa misura, su fuocata dalla causa Verga contro Mascagni-

65 Sonzogno ancora in discussione, questo stratificazione geologica di idee dramma- scritto ci permette di individuare e misura- turgiche ed espressioni letterarie plurime re un primo elemento di eccentricità della (vi lavorano nel tempo Leoncavallo, Marco Manon Lescaut di Puccini, che in questi Praga e Domenico Oliva, Illica; con apporti stessi anni un’équipe successiva e compo- di Giacosa, di Giulio Ricordi e dello stesso sita va apprestando per l’incontentabile Puccini). Esso appare perciò un testo in cui (insicuro, nevrotico) operista. Risolta in se- proprio l’assenza di individualità si presta a de assolutamente privata (per forza di co- quella trasformazione totale e totale assor- se) la questione delle quote d’autore, il li- bimento in musica di cui ha parlato anche bretto di Manon Lescaut – un prodotto Omodei (per difendere Sonzogno dalle pre- «tanto tormentato da diventare di paternità tese di Verga). È in breve il «discorso a più indefinibile»2 – esce non firmato; dichiara voci» (l’espressione è di Arthur Groos) in inoltre in esordio, a grandi lettere, la filia- cui si va configurando il libretto-feticcio di zione dalla sua famosa fonte letteraria (il Puccini: il meccanismo-giocattolo da fran- romanzo dell’abbé Prévost). Si presenta al tumare, per lasciarne intravedere alla fine pubblico, in sostanza, come un prodotto davvero solo il «traliccio» (le situazioni, la non solo derivato, ma anche privo di indi- drammaturgia); a nutrire quell’«esagera- vidualità letteraria in quanto riduzione: zione del proprio potenziale drammatico» anonimo suggeritore di drammaturgie mu- di cui ha scritto Luigi Baldacci.3 sicali sottratto a qualsivoglia responsabilità Non per caso è risultato essenziale nella fa- (così come a un compenso giuridicamente se culminante della gestazione dell’opera determinabile). (la primavera del 1891) il contributo di Illi- Sul piano storico la tanto discussa quota di ca: un senso teatrale capace (in modo par- partecipazione rappresenta ovviamente, in ticolare con l’idea di rinforzare i settecenti- questo periodo specifico, anche un proble- smi della prima parte del secondo atto e ma di dignità culturale (espressa in termini con la strutturazione della scena dell’im- economici). L’editoria musicale italiana e barco al terzo atto) di soluzioni decisive per con essa l’operista si avviano a realizzare l’operista sul piano psicologico. Puccini, nel Ventennio a cavallo del secolo i loro che con gli altri librettisti ha tergiversato e massimi proventi. D’altra parte i librettisti, giocato a rimpiattino, mostra viceversa di forti dell’individualità letteraria restituita al ripromettersi dai suoi (brutti) versi e dalla libretto dagli scrittori della scapigliatura sua (eccellente) immaginazione scenica (Boito, poeta in proprio per Mefistofele, sta quasi la salvezza: per congedare – dopo Otello – il Falstaff per Verdi), cominciano a rivendicare un ruolo Caro Illica, decisivo all’interno dell’organismo opera, t’ho spedito libretto Manon. Ci ho ripensato quando non addirittura un ruolo di dram- e sempre più persisto nell’idea di incastrar- maturgo totale. È stato il caso di Fontana ci l’atto II nuovo. [...] il finale è difficile. Bi- negli anni Ottanta con lo scritto In teatro; sogna assolutamente evitare Massenet. Lì ti mentre Leoncavallo (che ha appena creato voglio! Lì ci occorre la trovata illichiana. l’opera-manifesto – in quanto libretto – del Non rapimento perché c’è quasi al I atto... «verismo» con ), dopo aver fornito non so proprio cosa si potrebbe trovare... so i rudimenti della drammaturgia di Manon che ci vuole una trovata, una fine d’atto ef- Lescaut, si accinge a una Bohème (un’altra ficace, convincente e sopratutto original- riduzione da un romanzo, passato però mente scenica [...].4 questa volta anche al vaglio del teatro) che riuscirà – in quanto testo drammatico – un Un anno dopo ricompare nell’epistolario la capolavoro. stessa espressione, questa volta a proposito Il libretto di Manon Lescaut risulta così del terzo atto: un prodotto in controtendenza storica: E adesso a te: sono nelle tue braccia. Cerca, un’«opera dell’ingegno» a più mani; una cerca – e troverai la trovata necessaria per

66 Guido Gonin, Manon Lescaut e il cavaliere Des Grieux. Litografia stampata a Torino nel 1859.

67 concertato, per dar ragione alle masse tutte esattamente dalla fonte romanzesca (invo- di prender parte all’azione – e per l’ultima cata tuttavia a motivo del suo prestigio). volata di Des Grieux al capitano il metro è Con ineccepibile argomento di metodo la sul foglio bianco che ricopre il tuo Hâvre.5 premessa si chiude spiegando che il lavoro è stato portato a termine «con quella fedeltà Un’analoga «scena grande con tutte le forze possibile in una translazione di un’opera foniche e tutte le emozioni» Puccini chie- dalla forma narrativa in quella rappresen- derà testardamente a un poco convinto tativa». d’Annunzio in una lettera del 16 aprile Nella sensibilità e nel giudizio critico degli 1912, in occasione del loro estremo tentati- anni Novanta dell’Ottocento l’intenzione di vo di collaborazione; ma non la otterrà. teatralità di un libretto rientra in una stra- tegia del successo facile, fondata sull’artifi- 2. La genesi di Manon Lescaut (la disdetta cio e sull’astuzia quali basi letterarie di una dei primi librettisti, la soluzione Illica) fa grammatica compositiva ridotta a «musica pensare innanzitutto che si tratti di un’ope- da teatro». È, almeno, quanto leggiamo nel- ra tesa al successo di pubblico – attraverso le considerazioni di Ettore Moschino sul li- assestamenti successivi quasi infiniti – sul- bretto moderno pubblicate nell’Annuario la base della sua drammaturgia: dell’im- dell’Arte Lirica e Coreografia Italiana del patto teatrale, dei colpi di scena, del plot. 1898. L’orientamento «teatrale» costituireb- Una premessa stampata dopo l’elenco dei be un aspetto determinante nell’evoluzione personaggi (anonima, ma stesa in una sin- del libretto moderno, e la chiave di prospet- tassi e con un lessico almeno in più punti tive e trasformazioni poco gradite: “illichiani”) dichiara che il libretto ha con- servato lo stesso intreccio del romanzo di il compositore moderno non vuole che il Prévost: libretto sia eccessivamente poetico, non Le avventure del Cavaliere Des Grieux, in sopporta che vi sia troppa lirica nel verso, quel mirabile libro dell’abate Prévost che è troppa ricchezza nei ritmi, troppa raffina- «Manon Lescaut», così bizzarre e così uma- tezza nei sentimenti; egli vuole che il li- namente vere, hanno dovuto per necessità bretto appaia securamente e rapidamente scenica essere circoscritte entro limiti se- interessante, che sia, da cima a fondo, tea- veri. Ma la linea principale ed i personaggi trale, cioè che sia composto non già con che ne costituiscono il vero intreccio ven- arte, ma con arteficio, non già con since- nero completamente conservati. rità, ma con astuzia: arteficio ed astuzia Così: che i mestieranti comuni possiedono e l’incontro ad Amiens di Manon destinata al sanno adoperare assai meglio e assai più convento e di Des Grieux proposto alla vita di un poeta vero e di un artista severo. [...] ecclesiastica – l’amore da quell’incontro – Ed è così che il libretto scende ogni giorno l’idea di una fuga – la fuga – poi, le infe- più a essere un lavoro che qualunque se- deltà di Manon – l’abbandono di Des mianalfabeta, fornito di qualche virtù tea- Grieux – la conquista di quel vecchio gani- trale, può scrivere e presentare alla bellis- mede di De G*** M*** (nel libretto Geronte sima e magnifica Iddia, perché costei lo ri- di Ravoir, cassiere generale) – i consigli e copra delle sue grazie. Ed è per questo che gli intrighi di Lescaut, il fratello sergente – il libretto è ogni dì più minacciato di esse- e, finalmente, ancora il ritorno all’amore – re scritto nella prosa più ignobile, più e, la nuova fuga – e, il tentativo non riusci- sgrammaticata e più vacua.7 to – l’arresto – la condanna di Manon alla deportazione.6 Un filone polemico che culminerà, come è noto, nel Giacomo Puccini e l’opera inter- Questo stesso libretto a più voci dichiara nazionale di Fausto Torrefranca: nella sua dunque in apertura un’intenzione d’autore denuncia di una produzione operistica di «opera da palcoscenico»; che la distingua «mercantile», bollata quale «oculata opera-

68 zione commerciale». verso), comanda invece la “situazione” (at- Di fatto, la potenza scenica di molti mo- to I: incontro e fuga degli amanti; atto II: ta- menti di Manon Lescaut colpisce tutti i suoi bleau dei gesti, delle musiche in scena, dei ascoltatori: da un pubblico allargato come caratteri; atto III: la “piazza” come luogo quello della prima (Torino, Teatro Regio, 1° del pubblico disonore; atto IV: il deserto co- febbraio 1893: nove chiamate per l’autore) me scenario dell’agonia e della morte). a un singolo spettatore eccellente come Per altro verso, invece, teatrale (non-ro- George Bernard Show, che nel 1894 al Co- manzesco) è l’intreccio delle situazioni sce- vent Garden ha modo di confrontarla con nico-psicologiche: velocità di dialogo e sta- Pagliacci e Cavalleria rusticana e ne di- si di monologhi; impatto emotivo dei perso- chiara la superiorità. Il critico è colpito (ol- naggi; decorso musicodrammaturgico treché, ovviamente, dalle ascendenze wa- orientato alla meta. È quanto ha detto di vo- gneriane dell’opera) dalla “bravura” dimo- ler fare, come abbiamo visto, il libretto, e strata da Puccini nello stendere per sè quel quanto Puccini chiederà sempre – ostinata- libretto (una conseguenza inevitabile di mente, ossessivamente – ai suoi testi da quella mancanza di paternità) e, soprattut- musicare, nella sua determinazione al suc- to, dalla forza della scena dell’imbarco: cesso («Il dramma deve correre alla fine senza interruzioni, serrato, efficace, terribi- In Cavalleria and Pagliacci I can find le!»). Ma è anche quanto Manon Lescaut nothing but Donizettian opera rationalized, non intende realizzare; perché si annuncia condensed, filled in, and throughly brought nella premessa come un’opera-evento, ma up to date; but in Manon Lescaut the do- si dispiega di fatto come un’opera-raccon- main of Italian opera is enlarged by an an- to: dotata di un secondo atto descrittivo e di nexation of German territory. [...] Puccini un quarto atto argomentativo; retta da un looks to me more like the heir of Verdi than capo all’altro da un intreccio motivico. La any of his rivals. He has arranged his own trama, sinfonica quasi prima che scenica, libretto from Prévost d’Exiles’ novel; and procede da emozioni musicali (intervalli, though the miserable end of poor Manon timbri, ritmi), concatenate in idee musicali has compelled him to fall back on a rather (concertati, canzoni, monologhi) che si conventional operatic death scene in which proiettano sulla scena come “eventi”. Pochi the prima donna at Covent Garden failed to di fatto, e slegati sul piano rappresentativo, make anyone believe, his third act, with the non fosse la loro univoca direzione “etica”: roll-call of the female convincts and the l’arco continuo (questo sì), il collante nar- embarkation, is admirably contrived and rativo-simbolico di un percorso in discesa carried out [...].8 (trasgressione > gogna > lamento; fuga > stasi; divertissement > punizione); in una Nella categoria estetica e critica del teatrale parola la «deriva» di cui ha scritto Enzo Si- – e nella polemica relativa – si incrociano ciliano.10 però, a ben vedere, elementi disparati, che Le dichiarazioni dell’operista e dei libretti- rendono tra l’altro Manon Lescaut (come è sti (in quest’ultimo caso anonime) discor- stato sempre osservato nel corso del Nove- dano così nella sostanza dalla «voce» del cento) un’opera-crocevia di assoluto rilie- narratore che è dentro l’opera: con effetto vo. Teatrale, per un verso, è la forza visiva: anche qui polifonico (quanto meno per chi il punto in cui la fantasia scenica di Illica tiene conto delle intenzioni d’autore). L’ef- accende la propensione di Puccini a una ficacia teatrale di Manon Lescaut appare, «civiltà dell’immagine» piuttosto che a una alla fine, un’efficacia ben più simbolica «civiltà della parola». E l’operista fin d’ora (cioè visiva; meglio ancora: visionaria) che si mostra orientato a prediligere un libretto d’intrigo. impersonale, che può essere disintegrato; dove non conta anzi infastidisce la “poesia” 3. Per la presenza di una drammaturgia di (la tradizione letteraria della parola e del tableaux piuttosto che di un plot i perso-

69 naggi e di conseguenza la resa musicale dei te (il salotto di Geronte, la lezione di danza: caratteri in Manon Lescaut risultano deci- le “scene di seduzione” di un Settecento li- sivi. Come nel caso dell’intreccio, il libretto bertino sollecitate a Puccini da Illica);11 la si preoccupa e incarica di dichiarare la pro- connota poi psicologicamente, nel privato pria fedeltà alla fonte originale, in un passo (incontro e duetto con Des Grieux), affidan- della premessa che segue quello già citato: dole senza più indugi il ruolo principale con l’artificio della focalizzazione interna. Così: Come ha illustrato Guido Paduano nello Manon, bizzarro contrasto di amore, di ci- studio già citato, questo incontro amoroso vetteria, di venalità, di seduzione; il fratello del secondo atto segue infatti e coglie esat- Lescaut, il quale spera trovare nella sorella tamente il carattere conflittuale che era tutte le turpi risorse richieste dalla di lui nella fonte, ma ne rovescia la depravazione: il vecchio e ricco libertino, “voce”; che nel romanzo di Prévost era causa prima della perdita di Manon: il Ca- quella del Cavaliere (narratore in prima valiere des Grieux, infine che, come ama persona), in Puccini è, viceversa, quella di sempre, sempre spera e che, l’ultima illu- Manon: sione svanita, si fa mozzo per salire sul va- scello che deve portare Manon in America, in Puccini, la funzione protagonistica è spo- seguendo il suo amore ed il suo destino. stata sulla donna. [...] Puccini va [...] vicino alla disperazione emotiva del protagonista Questa presentazione, al pari dell’elenco prévostiano, mutandone semplicemente il dei personaggi e dei cori che precede, pre- soggetto, e con esso la direttrice dell’identi- para l’ascoltatore a una “grande opera” ita- ficazione richiesta allo spettatore. Della liana: a un dramma di quattro diversi pro- nuova gerarchia, semiotica e di valore, che tagonisti (col Cavaliere in primo piano – in tal modo viene instaurata, fa fede appun- fuori corsivo – come nel romanzo); alla va- to l’inversione dell’iniziativa nell’atto di rietà e all’intrico delle situazioni interper- rifondazione del rapporto amoroso. sonali. Ma ancora una volta il drammatur- È Manon che «in preda a grande emozione» go Puccini impone al disegno del suo col- (il capovolgimento delle indicazioni di Pré- lettivo letterario anonimo una diversa dire- vost è, come si vede, preciso), «corre incon- zione, che finisce con lo smentire quanto tro» a un Des Grieux «pallidissimo», il qua- annunciato dal libretto. L’opera si avvia le alla sua accoglienza può opporre solo, in bensì nel segno della varietà dei registri e didascalia, «un gesto di rimprovero», e una dei caratteri (atto I), ma solo per ridursi parola cantata che non supera i limiti della progressivamente – contro ogni apparenza funzione fatica: «Ah, Manon!». – a vicenda musicale di un’unica protago- nista (femminile): dove emerge sempre più Ancora Manon domina poi il terzo atto, per drammaticamente, pur nel gioco delle «di- quanto grandoperistico: ora nel segno di versioni» e divagazioni, la centralità della una drammaturgia musicale che proietta donna, col suo carico di bellezza e di colpa. in scena, amplificandola, la sua colpa (ap- nel primo atto alla pari, si direbbe, pello delle prostitute, scena dell’imbarco); degli altri protagonisti, Manon sembra im- in una parola la “espone”, interpretando mersa anche nell’atmosfera “esotica” della con notevole originalità l’impianto “di mas- prima parte del secondo atto, quale pedina se” tradizionale. Manon resta infine di un fitto gioco di musiche in scena (di senz’altro sola al quarto atto, e perduta, e motivi originali, di autoimprestiti); e al ca- abbandonata: per intonare un lamento in- lore della seconda parte (dominata dal tessuto di memorie che ripropone tutto ciò duetto d’amore) quale coprotagonista. In che di musicalmente rilevante precede, in realtà occupa una posizione dominante già una fitta sequenza di “reminiscenze” offer- a partire da questo secondo atto: che dap- ta per estratti e illuminazioni. In questo prima la colloca socialmente e storicamen- modo il monologo finale chiarisce, a ritro-

70 Marguerite Carré nella Manon di Massenet (in piedi) e Lucrezia Bori nella Manon Lescaut di Puccini, in un articolo riportato sulla rivista francese «Musica», luglio 1910.

71 Spartito di Manon Lescaut, edizione Ricordi, con dedica di Giacomo Puccini all’amico Carlo Clausetti.

72 so, tutta l’opera: ne puntualizza il procede- Emma Bovary, ritratta con “gelido” metodo re musicale disseminato di premonizioni. impersonale in tutti i suoi spasimi clinici, Ma così facendo ne inverte anche il senso nell’atto di fondazione del romanzo natura- drammatico: l’anafora (il richiamo all’in- listico. Non è neanche la fine, fulminea, di dietro) ribalta un percorso in precedenza una Carmen tutta “immorale”, completa- tutto cataforico (di anticipazioni, di spinte mente liberata, che ha sfidato (e ottiene) la in avanti). Il ricordo “genera” (e mette in morte nella concretezza dell’esecuzione in scena) i presagi. scena, ponendosi a modello dell’opera “ve- Scegliendo la chiave autobiografica dell’a- rista” internazionale. Si presenta invece co- gonia musicale intesa come memoria, inol- me un percorso interiore, una discesa nei tre, questo lamento finale – non per caso meandri del femminile: decadentistica, e privo di perorazione orchestrale – realizza insieme “minima”, quasi frivola nel ricordo nella scrittura dell’opera il momento di del minuetto danzato nel salotto di Geron- massima focalizzazione interna. È quanto te. leggiamo in uno studio su questo finale del- Solo a livello superficiale dunque Manon – l’opera a proposito della citazione dal mi- un’Elvira in fuga, bandita dalla società civi- nuetto del secondo atto: le – espia la propria natura (femminile) sulla scena, in una dimensione punitiva nel caso in questione è tale la natura della tradizionalmente operistica; solo in appa- reminiscenza che noi siamo consapevoli e renza la sua morte è un episodio di quella convinti esserne Manon in prima persona «disfatta delle donne» che è stata al centro il soggetto, quella che, nella disperazione dell’attenzione di Cathérine Clément. A li- dell’agonia, ricorda la sua tenera giovinez- vello strutturale la drammaturgia, assu- za, come Violetta sul letto di morte ram- mendo il punto di vista della protagonista mentava per l’ultima volta la canzone d’a- femminile, mostra innanzitutto di non vo- more di Alfredo.12 lerla castigare. D’altra parte, non mira a premiarla con una morte che si realizza co- Concentrato e intaso delle memorie, il mo- me destino di libertà (Carmen); né porta il nologo di Manon si pone così come “scio- lettore a osservare l’agonizzante in tutti i glimento” dell’intera opera proprio in suoi patimenti (Madame Bovary). Lo porta quanto consiste in un ripensamento delle invece a entrare in quell’agonia attraverso circostanze musicali vissute dalla protago- il linguaggio della morente. nista: flusso di coscienza, flusso di remini- La strategia musicale di Puccini mira con scenze; scenicamente, antispettacolo. La ciò a due scopi e raggiunge due diversi «graduale messa a fuoco della figura fem- obiettivi. Per un verso invita lo spettatore a minile» partita da Le Villi13 arriva qui a soffrire con la protagonista, in un’ottica di compimento, in un’aria soggetta a ripensa- coinvolgimento emotivo – diretta a un menti e revisioni plurime – caso corrente ascoltatore ingenuo; rivela per altro verso nella produzione di Puccini – ma, soprat- di porsi in un’ottica di coinvolgimento se- tutto, considerata ineludibile dall’operista condario, di riflessione sui meccanismi maturo, come hanno rivelato gli studi di musicali – destinata all’ascoltatore colto. Suzanne Scherr. Crea così un gioco – se vogliamo, ancora In questo modo il lamento finale rivela an- una volta “polifonico” – di coinvolgimento che un atteggiamento del drammaturgo e distacco. E questa seconda prospettiva fa Puccini nei confronti della protagonista convergere tutta la nostra attenzione sulla femminile che è solo in apparenza puniti- scrittura musicale: il gioco dei rimandi e vo, e che, al tempo stesso, definisce bene delle reminiscenze, il gioco delle armonie e questa morte rispetto ad analoghe morti dei timbri. femminili operistiche o romanzesche con- tigue, ugualmente punitive solo in appa- 4. La «drammaturgia dell’immoralismo» di renza. L’agonia di Manon non è quella di cui ha scritto Luigi Baldacci nel suo Natu-

73 ralezza di Puccini (la centralità e solitudine l’impiego di grandi blocchi formali conti- della donna, in quanto oggetto di desiderio, nui, nel tipo dell’opera senza numeri. Ma la nell’opera dell’ultimo Trentennio dell’Otto- questione degli “influssi” si pone allora, più cento) celebra così con Manon Lescaut una semplicemente, come una scelta di aggior- circostanza tutta particolare. Sul piano namento linguistico: proprio nella tradizio- drammaturgico il monologo femminile, ne della «grande opera»” italiana Manon tutto intessuto di reminiscenze, diventa Lescaut è una somma di stili nazionali un’esplosione di senso. Sul piano musicale (francese, tedesco, italiano);16 in cui si con- voce e orchestra convergono da reciproche densa anche un linguaggio ormai puccinia- autonomie. E quest’ultimo punto ci porta a no di drammaturgie visive e coinvolgimen- considerare la questione degli influssi, del ti emotivi che non disdegnano le sottigliez- carattere più o meno “italiano” dell’opera; ze di una scrittura “alta”. il cui stile è in effetti, per larga parte, un’e- Emerge allora in Manon Lescaut una scel- laborazione di quelli di Massenet e di Wa- ta di eclettismo quasi estetica della varietà. gner, di cui Manon Lescaut filtra strategie L’opera è, come abbiamo visto, anche un teatrali e narrative in un gioco continuo di incontro di generi: il dramma wagneriano riferimenti. (seconda parte dell’atto II, atto IV); il grand- L’opera è innanzitutto, come abbiamo det- opéra (atto III); l’ opéra-comique (atto I; to, una narrazione orchestrale: il dramma prima parte dell’atto II). Alla tradizione del- proiettato in scena da un narratore colto l’opéra-comique dobbiamo in modo parti- (l’orchestra) che tesse trame, articola even- colare l’esotismo (qui storico) della compo- ti, dipinge situazioni. In questo senso essa nente spettacolare-salottiera, che si specifi- si offre come traslazione italiana («dramma ca soprattutto nei cori (atto II); alle sue for- lirico») del dramma musicale wagneriano, mulazioni contemporanee il realismo al cui allude qua e là apertamente: sia nella femminile, psichico e “diabolico” ( Car- situazione scenica che nel dettaglio di ar- men, Manon ). L’opera è, inoltre, sul piano monie specifiche quali il Tristanakkord. Il vocale, un crocevia di scritture: dove si tro- quarto atto rimanda al secondo della Val- vano la concitazione dell’«aria di crisi» alla chiria (fuga di Siegmund e Sieglinde); men- maniera di Ponchielli (atto III, Des Grieux: tre al duetto del Tristano rimanda il duetto «No! Pazzo son! Guardate!») e la fluidità d’amore della seconda parte del secondo dell’arioso di Catalani (parte di Manon, atto: «gorgo frenetico e cupo» che ha procu- passim ); l’appassionato dell’aria lirica rato all’opera la definizione di «Tristano femminile ormai “pucciniana” (atto II, Ma- italiano».14 In modo forse anche più sostan- non: «In quelle trine morbide») e gli arcai- ziale l’opera filia il proprio linguaggio da smi della canzone popolaresca (atto III, Massenet, pro- lampionaio: «E Kate rispose al re»); la leg- ponendosi come traslazione italiana del gerezza ironica dell’arietta galante (atto I, drame lyrique: nel melodizzare “corto”, nei Des Grieux: «Tra voi, belle, brune e bion- cambiamenti metrici e di tempo incessanti. de») e il rapimento estatico del duetto tri- Rimandano a Massenet, secondo Danièle staniano (atto II); non ultimo, il concertato Pistone, anche il carattere sinuoso di melo- di bravura (atto III). die «femminili» (non scolpite) Tutto questo non ha più ragione di prestar- e l’accentuazione sempre sfumata della si a polemiche come nel 1912; la produzio- parola.15 ne dell’operista – lo ha ben sottolineato Sie- Più in generale alla tradizione musicale ghart Döhring in un saggio dedicato all’Ita- francese, d’altra parte, l’opera di Puccini si lianità di Puccini – è in effetti, all’altezza di rifà sul piano scenico-musicale nella stiliz- Manon Lescaut, «internazionale»; d’altra zazione della danza del secondo atto e, su parte, la traslazione delle scritture oltre- quello strutturale-armonico, nei paralleli- montane effettuata dal musicista è, per de- smi di settime e none. E ancor più in gene- finizione (avrebbe detto Omodei), origina- rale al teatro musicale oltremontano nel- le. Impiantata come «grande opera» italiana

74 (quella tipica degli anni Settanta e Ottanta NOTE dell’Ottocento), aggiornata agli apporti del 1 ATTILIO OMODEI, La condizione giuridica del libretti- Musikdrama e dell’opéra-comique, Manon sta, tesi di laurea presentata alla Facoltà giuridica del- Lescaut approda a una drammaturgia mu- l’Università di Torino, Milano, Tipografia dello Stabili- sicale – a una tecnica motivica, a una parità mento di E. Sonzogno, 1892, p. 10. Virgolette, corsivi e voci/orchestra, a una spettacolarità sceni- maiuscoletto sono originali. 2 Così Guido Paduano in Il giro di vite. Percorsi dell’o- co-sinfonica – tanto più personale in quan- pera lirica, Scandicci (Firenze), La Nuova Italia, 1992, to incontro di lingue diverse (se vogliamo, cap. VIII («Tu, tu, amore, tu»), pp. 187-208:187. 3 LUI- polifonia di stili e generi); che si realizza in GI BALDACCI, Puccini e il Novecento, in ID., La musica in un “decadentismo” operistico italiano di italiano. Libretti d’opera dell’Ottocento, Milano, RCS, 1997, pp. 151-158:153. destini femminili “minimi”: in cui la scrit- 4 Carteggi pucciniani, a cura di Eugenio Gara, Milano, tura (il modo di raccontarli a teatro, per Ricordi, 1958, p. 54, lettera n. 52 (Puccini a Illica, pri- musica) assume nel finale una “opacità” mavera del 1891). 5 Ivi, p. 72, lettera n. 71 (Puccini a Illica, fine aprile assolutamente moderna, convogliando su 1892). sé ogni definitiva attenzione. 6 Manon Lescaut / dramma lirico in quattro atti / mu- sica di / Giacomo Puccini, Milano, Ricordi, 1893; così la punteggiatura nell’originale. 7 ETTORE MOSCHINO, Il “libretto” moderno, in G.A. LOM- BARDO, Annuario dell’Arte Lirica e Coreografia Italiana, Milano, Arturo Demarchi, 1898, pp. 51-58:51-52 e 55. 8 Show’s Music. The complete musical criticism in th- ree volumes, ed. by Dan H. Laurence, London, The Bodley Head, 1989, vol. III, pp. 216 e 217. 9 GIACOMO PUCCINI, Epistolario, a cura di Giorgio Ada- mi, Milano, Mondadori, 1982, p. 93 (lettera di Puccini a Giulio Ricordi del 16 novembre 1902). 10 ENZO SICILIANO, Puccini, Milano, Rizzoli, 1976, p. 101 e passim. 11 Cfr. MICHELE GIRARDI, La rappresentazione musica- le dell’atmosfera settecentesca nel second’atto di “Ma- non Lescaut”, inEsotismo e colore locale nell’opera di Puccini, Atti del convegno (Torre del Lago 1983), a cu- ra di Jurgen Maehder, Pisa, Giardini, 1985, pp. 65- 82:74: «Illica [...] gli propose una definizione più artico- lata dell’atmosfera settecentesca, con l’introduzione dei personaggi del parrucchiere e del maestro di ballo.» 12 MARCO GRONDONA, Il senso della fine, in Musica e te- sto in Puccini, Quaderni della Fondazione Festival pucciniano, 1, Pisa, ETS, 1994, pp. 65-126:94. 13 Cfr. VIRGILIO BERNARDONI, La drammaturgia dell’aria nel primo Puccini, «Studi pucciniani», I, 1998, pp. 43- 56. 14 FEDELE D’AMICO, Le ragioni di “Manon Lescaut”, in ID., I casi della musica, Milano, Il Saggiatore, 1962, pp. 281-283:283. 15 Cfr. DANIÈLE PISTONE, Manon: dallo charme francese alla passione italiana, in Manon Lescaut, programma di sala, Roma, Teatro dell’Opera, 1994, pp. 91-94. 16 Cfr. per tutti FIAMMA NICOLODI, Il teatro lirico e il suo pubblico, in Fare gli italiani. Scuola e cultura nell’Italia contemporanea, a cura di Simonetta Soldani e Gabrie- le Turi, Bologna, Il Mulino, 1993, vol. I, pp. 257- 304:301. 17 Il saggio è stato tradotto e raccolto in Puccini, a cura di Virgilio Bernardoni, Bologna, Il Mulino, 1996, pp. 203-210.

75 Giacomo Puccini ritratto da G. Lucchesi (1884).

76 FRANCESCO CESARI GLI AMANTI IN FUGA

E tu scruta il mister dell’orizzonte bene osservare che la non entrò mai nel repertorio generale. Esso è dramma ri- 1. Se per oltre due secoli il binomio aria/re- servato alla virtuosità di qualche attrice ec- citativo aveva costituito il perno dramma- cezionale. In musica poi quell’eterno turgico-musicale dell’opera italiana, du- succedersi di scene a due, non può a meno rante i primi decenni dell’Ottocento il bari- di riuscire monotono.4 centro si trasferisce progressivamente nel duetto,1 forma nella quale si combinano Il pronostico di Giacosa sarà smentito dai quel dinamismo drammatico, narrativo, fatti e anche dopo Tosca (1900) Puccini formale e psicologico di cui l’aria manca confermerà questa scelta drammaturgica: per natura e quella chiarezza espositiva e (1904) è quasi tutta in- psicologica che con l’aumentare del nume- centrata sui duetti e il secondo atto della ro dei personaggi sulla scena viene inevita- Fanciulla del West (1910), da sempre giudi- bilmente a mancare. Sullo scorcio dell’Ot- cato il più teatrale, è costituito esclusiva- tocento l’abbandono della grandi forme mente da duetti. Ciò nonostante nel 1906, convenzionali – che pure dal duetto erano dieci anni dopo la lettera di Giacosa, Luigi nate e nel duetto avevano trovato la loro Illica tornò a sollevare le medesime obie- estrema roccaforte2 –, consentendo una li- zioni riguardo a Conchita,5 uno dei tanti bertà pressoché assoluta nel taglio dram- progetti del Puccini novecentesco destinati matico dei pezzi e delle scene, semplificò a rimanere irrealizzati. Egli si rivolse diret- notevolmente il lavoro di poeti e musicisti,3 tamente al musicista, la cui risposta chiari- spingendoli di fatto verso un melodramma sce il suo pensiero in proposito: di tipo dialogico che finì per rafforzare ulte- riormente il primato del duetto. Di pari Le osservazioni che fai sono giuste, per l’e- passo, tuttavia, si fece strada il timore che terno duetto. Ma penso che Butterfly è un la preponderanza di questa forma finisse continuo o duetto o soliloquio per una me- per risultare teatralmente monotona. Giu- desima aspirazione e pure anche l’altro ieri seppe Giacosa, nell’apprestarsi a “ridurre” a Londra, per la quarta ripresa, ebbe un di Sardou, manifestò questa preoc- successo colossale. Questi duetti bisogna cupazione a Giulio Ricordi: farcirli e contornarli di piccole sorprese.6

Nel primo atto sono tutti duetti. Tutti duetti 2. All’inizio degli anni Novanta – epoca di (tranne la breve scena della tortura, in par- composizione di Manon Lescaut – le idee e te della quale due soli personaggi stanno i gusti teatrali di Puccini sono sensibilmen- davanti al pubblico) nel secondo atto. Il ter- te diversi da quelli da cui prenderanno vita zo atto è un solo interminabile duetto. Ciò Tosca, Madama Butterfly e La fandulla del non si avverte nel teatro drammatico, per- West: in Manon Lescaut sono privilegiati i ché si tratta di un dramma a protagonista, forti contrasti e la varietà degli ambienti e fatto per mettere in evidenza la bravura di delle atmosfere, così come delle forme e un’attrice. Ma anche sulle scene di prosa, è degli stili musicali. Anche quest’opera tut-

77 Cesira Ferrari, prima interprete di Manon. Torino, Teatro Regio, 1° febbraio 1893. (Milano, Archivio Storico Ricordi).

78 tavia si sviluppa intorno ai fulcri dramma- po per una cabaletta7 (sotto questo aspetto, turgici costituiti dai duetti, la cui posizione non fosse che per la cronologia, questi due centrale è rimarcata dal fatto che le stesse duetti sembrerebbero una parodia di quelli arie nascono per lo più al loro interno («In di là da venire, belliniani, donizettiani e quelle trine morbide», «Ah! Manon, mi tra- verdiani); altrettanto avviene nel primo disce» e, qualora gli si voglia accordare la duetto Romeo-Giulietta de I Capuleti e i dignità di aria, l’assolo di Lescaut «Sei Montecchi8 di Vincenzo Bellini, con la sola splendida e lucente») o ne costituiscono differenza che in luogo di una marcia la una sorta di eco, come nel caso della ro- banda intona una «musica festiva» nell’im- manza «Donna non vidi mai», per tutto l’ar- minenza delle nozze tra Giulietta e Tebal- co della quale Des Grieux, che ha appena do; mentre in altre due partiture belliniane conosciuto Manon, non fa che richiamare – La straniera e I Puritani – è il suono del alla memoria le parole di lei («Manon Le- corno a disturbare i colloqui amorosi fra scaut mi chiamo») e la musica del prece- soprano e tenore, effetto che nel secondo dente duetto; mentre altrove – è il caso di caso è ribadito immediatamente da un rul- «Sola, perduta, abbandonata» – l’aria riem- lo di tamburi e dalla ripresa della marcia pie il tempo dell’allontanamento di uno dei che accompagna il cammino dell’esercito due personaggi, una condizione della quale puritano «in traccia» di Arturo. Comune a il testo del brano denuncia già nell’incipit tutti questi esempi, ai quali potrebbero ag- l’eccezionalità. Analogamente, sul versante giungersene molti altri, è il ricorso alla opposto, il concertato dell’imbarco si costi- «musica di scena» (ovvero a musica che sa- tuisce e sviluppa intorno all’ennesimo rebbe tale anche se si trattasse di un dram- duetto tra Manon e Des Grieux, che conser- ma in prosa): il colloquio amoroso è distur- va la propria identità narrativa grazie alla bato dall’improvviso imporsi della dimen- netta contrapposizione tra il tempo psicolo- sione del reale. gico – liricamente sospeso – delle frasi dei In un’occasione tuttavia l’amore tra tenore due innamorati e il tempo reale delle escla- e soprano sembra destinato a integrarsi nel mazioni del Coro e dei ragionamenti di Le- quadro sociale, e in tal modo a porsi al ri- scaut, che la voce del Sergente, chiamando paro da qualsiasi tentativo di intralciarne il ad una ad una le donne destinate alla de- corso. Il quarto atto di Ernani inizia infatti portazione, scandisce allo stesso modo in con la festa per le nozze tra Ernani ed Elvi- cui il lento transito delle prigioniere – dalla ra e il successivo duetto d’amore è perciò, sinistra alla destra della scena – misura lo per una volta, anche un duetto nuziale. Es- spazio. so tuttavia dura poco: a interromperlo è an- cora una volta il suono di un corno da cac- 3. Nel melodramma italiano dell’Ottocento cia (la sola nota Si) che costituisce il segna- il duetto d’amore presenta alcuni tratti poe- le con cui Silva dà ordine a Ernani di ucci- tico-narrativi ricorrenti: l’incontro avviene dersi, in rispetto del patto con il quale il te- per lo più in segreto, l’intimità fra tenore e nore gli aveva precedentemente offerto po- soprano è immancabilmente minacciata e tere di vita e di morte. Nell’entrare in scena spesso disturbata. Nell’opera convenziona- Silva ripete la quartina del patto: «Ecco il le della prima parte del secolo, in particola- pegno: nel momento / In che Ernani vorrai re, l’azione di disturbo si colloca normal- spento, / Se uno squillo intenderà / Tosto mente durante il tempo di mezzo e si confi- Ernani morirà». gura come un’improvvisa irruzione del Questo caso è particolarmente interessan- reale. In Moïse et Pharaon di Rossini en- te: nel melodramma italiano romantico esi- trambi i duetti tra Amenofi e Anaide sono ste una norma implicita che vieta all’amore interrotti da una marcia (la stessa!), intona- tra soprano e tenore di compiersi – social- ta dalla banda interna, che annunciando mente, attraverso l’istituzione familiare, e l’imminente ingresso del coro avverte gli fisicamente – e che gli conferisce carattere innamorati che rimane loro appena il tem- d’irregolarità; nel giuramento di Ernani

79 questa norma manifesta per la prima volta le sorprese» delle quali secondo Puccini oc- la propria esistenza, pur senza rendere correva «farcire» i duetti per renderli inte- esplicito il suo vero contenuto. ressanti.

4. Nei duetti d’amore pucciniani è quasi 5. Anche i cinque duetti tra Manon e Des sempre possibile riconoscere la presenza Grieux subiscono una o più interruzioni di rimandi o allusioni allo schema ottocen- ciascuno. La più interessante si trova nel- tesco. Nel Tabarro, in particolare, i duetti l’atto terzo. È quasi l’alba, i due ragazzi, se- tra gli amanti clandestini, Luigi e Giorgetta, parati dalla ferriata della caserma, si stan- si svolgono in continuo stato di all’erta, nel no scambiando effusioni e parole d’amore; timore che il marito possa uscire dal barco- la sentinella si è allontanata, comprata dal ne e sorprenderli. Nel duetto del terzo atto fratello di Manon. D’un tratto Des Grieux di Tosca e in quello del primo atto di Mada- interrompe il dialogo «impaurito»: si è ac- ma Butterfly l’azione di disturbo è invece corto che sta entrando un Lampionaio, il affidata ad un motivo musicale che suona quale canterellando una canzone tra sé at- presagio e minaccia: rispettivamente quel- traversa la scena, va a spegnere una lam- lo del patto tra Tosca e Scarpia e quello del- pada e sempre canterellando esce. La can- la maledizione del Bonzo. Il caso più curio- zone del Lampionaio10 è «musica di scena», so è senz’altro quello del primo atto di To- come quella della vecchia banda dietro le sca, dove è lo stesso Cavaradossi, preoccu- quinte, e determina un repentino collasso pato della sorte di Angelotti, che si incarica dalla dimensione del rapimento erotico a di spezzare il proprio idillio e allontanare quella di una realtà spicciola il cui caratte- l’amante importuna.9 re “basso” è sottolineato dalla figura socia- Altrove il riferimento è più sottile, e presen- le del personaggio. Ma Puccini fa di più: ta quasi carattere di citazione, sulla scia dei prima della ripresa della canzone la cam- duetti tra Fenton e Nannetta nel Falstaff di pana rintocca le cinque (ancora musica di Verdi (e, in modo meno poetico ma altret- scena) e subito Des Grieux e la didascalia tanto significativo, dei duetti d’amore – ve- scenica ci informano che «è l’alba». Le te- ro o presunto – tra Falstaff e Alice). Così a nebre che hanno protetto le effusioni degli metà del duetto finale del primo atto della innamorati si dissolvono e la dimensione Fanciulla del West il «fischio interno», se- della realtà – il Lampionaio, la canzone, la gnale concordato tra banditi, costituisce campana, la luce – prende il sopravvento. una variazione sul tema dell’intervento di Quando Manon ricomincia a cantare, le un suono reale (banda, corno da caccia, sue parole sono cariche di angoscia: «Tre- tamburo ecc) proveniente da dietro le quin- mo, pavento per te! / Tremo e m’angoscio te; qui tuttavia la minaccia è solo indiretta, né so il perché!… / Ah! una minaccia fune- in quanto il fischio ricorda all’innamorato bre io sento! / Tremo a un periglio che Johnson di essere realmente il bandito Ra- ignoto m’è…». Inconsciamente ella avverte merrez. Chi non sembra costituire una mi- il disagio della luce, l’offesa che la realtà naccia, neppure indiretta, sono invece Col- materiale – che la luce definisce – ha reca- line, Marcello e Schaunard, che nel primo to al mondo notturno degli affetti,11 ma in atto della Bohème interrompono il duetto modo non meno subliminale è colpita an- tra Rodolfo e Mimì chiamando a gran voce che da qualcosa che la riguarda più perso- l’amico dal cortile: l’incursione del reale è nalmente: il testo della canzone del Lam- brusca come nei modelli ottocenteschi, ma pionaio, che le rammenta di essere stata la serve solo a creare uno stacco improvviso, mantenuta di Geronte:12 un repentino azzeramento del pathos eroti- co, indispensabile per rendere efficace l’ul- E Kate rispose al re tima sezione del duetto, con l’appassionata D’una zitella ripresa dei motivi di Che gelida manina. Perché tentare il cor? Sono questi alcuni esempi di quelle «picco- Per un marito

80 Pagina dalla partitura autografa di Manon Lescaut.

81 Autografo di Giacomo Puccini.

82 mi fe’ bella il Signor. Es. 1 I,27 Rise il Re poi le die’ gemme ed or e un marito… e n’ebbe il cor.

6. Il topos romantico del duetto d’amore in- terrotto costituisce il principio poetico e drammatico sul quale la Manon puccinia- na si fonda e sviluppa. L’azione è scandita dalle continue fughe dei due amanti, che man mano si isolano dalla società; perfetta la sequenza dei quattro atti: dal piazzale del primo, addirittura brulicante di vita socia- le, al mondo ricco ma imbalsamato del se- condo, alla vita del porto – tra popolani, prostitute e lampionai – del terzo, e final- mente al deserto del quarto. Gli scarti nar- rativi fra i singoli atti sono indispensabili per evidenziare i gradi di questo “smotta- mento”. In ambito strettamente musicale questa idea si manifesta proprio nel motivo di Ma- non, che nella sua forma canonica determi- na un analogo, istantaneo “smottamento” tonale. Si consideri il primo duetto, quello zione lungamente e accuratamente prepa- durante il quale Manon e Des Grieux si co- rata da Des Grieux è annullata da Manon noscono e, fulmineamente, si innamorano: con due soli accordi, nel tempo che le serve l’«Andante lento espressivo» inizia con un per pronunciare il proprio nome esponen- periodo musicale di otto battute durante il do il proprio tema, in un movimento tonale quale Des Grieux si rivolge a Manon do- regressivo verso la Quinta inferiore.13 mandandole il nome; a partire dalla secon- È tuttavia nel corso del duetto seguente che da frase l’episodio modula verso la Quinta Manon rende esplicita la propria indole no- superiore: da Sol maggiore a Re maggiore, stalgica, allorché viene assorbita improvvi- sulla cui triade il periodo si chiude con ca- samente da un ricordo: «[…] La queta / Ca- denza perfetta (cfr. es. 1). La nota che di- setta risonava / Di mie folli risate, / E con le scrimina le tonalità maggiori di Sol e Re è il amiche gioconde ne andava / Sovente a Do – naturale nella scala di Sol, diesis in danza! / Ma di gaiezza il bel tempo fuggì!» Il quella di Re – ed è proprio mediante un tempo che qui Puccini ricrea non è un tem- inatteso movimento verso la triade di Do po storico, bensì un tempo mitico, origina- maggiore («[Ma]non…») che la risposta di rio da cui acquistano senso tutte le vicende Manon – coincidente appunto con l’esposi- a venire, mosse da un ineludibile impulso a zione del suo motivo – ci riporta istanta- ripristinarlo. L’idea iniziale di questo epi- neamente nell’ambito del Sol maggiore ini- sodio ricorrerà con grande frequenza nel ziale, destinato ad affermarsi attraverso la corso dell’opera e costituirà per i due prota- successiva cadenza («...Lescaut mi chia- gonisti una sorta di «richiamo d’amore». La mo»). sua forma melodica – oltre che armonica e Questa vicenda tonale riveste un preciso si- ritmica – assumerà sfumature sempre di- gnificato psicologico, in quanto porta a in- verse, senza tuttavia perdere mai i suoi due dividuare il fascino di Manon in una natu- elementi costitutivi: un ampio intervallo rale disposizione a “disfare”. La modula- iniziale discendente (Settima, Sesta o Quin-

83 ta) e un successivo movimento ascendente posizione dell’autore – da una società ipo- articolato in almeno due intervalli; un di- crita, quella che affolla il palazzo di Geron- stacco repentino seguito da un gesto di ri- te nel second’atto, e non dalla folla del por- congiungimento (cfr. es. 2). to di Le Havre, che ne contempla il passag- gio con commossa pietà. Se Puccini avesse conservato il second’atto del primitivo disegno drammatico di Marco Praga,15 l’atto cioè dell’idillica convivenza dei due innamorati, lo specifico di questa dimensione erotica sarebbe andato perso, in quanto l’amore tra Manon e Des Grieux si sarebbe definito socialmente16 e l’opera 7. Nella Manon pucciniana l’amore, anzi- sarebbe rientrata nell’ambito, rassicurante chéEs. 2a presentarsiI,55 allo “stato solido” in virtù quanto risaputo, del realismo borghese: di un impasto con ideali, progetti o principî, quello nel quale si collocano tanto l’opera si conserva allo “stato fluido” di pulsione. di Massenet quanto il romanzo di Prévost. Es. 2b II,37 Ed è appunto a causa del pieno dominio che il mondo pulsionale esercita su di lei 8. Come dimostra l’immagine melodica del che Manon può lasciarsi sedurre dal «bel «richiamo d’amore», Manon Lescaut è dun- mondo dorato» e nel contempo mantenere que una tragedia della separazione. Il mito intatta la propria capacità di ascoltare il «ri- erotico relativo è quello dell’androgino, chiamo» di Des Grieux. Un amore, dunque, che, per voce del personaggio di aristofane, inteso come evento “naturale”, come espe- Platone narra nel Simposio: rienza psichica libera da condizionamenti sociali e morali, e perciò votata a risolversi Ebbene in antico la nostra natura non era la in atti regressivi e dissolutivi. Il luogo del- stessa di ora, bensì era diversa. In principio i l’amore tra Manon e Des Grieux è lo spazio sessi degli esseri umani erano tre, non due vuoto dell’atto quarto, verso il quale gli in- come adesso, maschile e femminile, ma in namorati precipitano trascinati da un pote- più ce n’era un terzo, che partecipava del re segreto (donde l’importanza delle ellissi maschile e del femminile; ora è scomparso, narrative, che conferiscono evidenza al anche se ne resta il nome. In quel tempo in- movimento di caduta); il tempo è quello il- fatti c’era il sesso androgino […]. lusorio scandito dall’irrompere del vento del deserto alla fine come al principio: un Accadde però che Zeus, adirato con l’uma- ritorno motivico che chiude l’atto conclusi- nità, decise di tagliare gli uomini a metà vo come fra due parentesi. Il dramma vero e proprio è già terminato con l’imbarco di come si fa con le sorbe prima di metterle Des Grieux. Il degrado sociale, «la scala sotto sale o quando si tagliano le uova col dell’infamia» che Des Grieux discende in- cappello […]. Ordunque, allorché la forma sieme a Manon, è il frutto tanto della natu- originaria fu tagliata in due, ciascuna metà ra integralmente pulsionale della protago- aveva nostalgia dell’altra e la cercava; e co- nista, che la porta a regredire nell’indistin- sì, gettandosi le braccia intorno e annodan- to, quanto della comprensibile tendenza dosi l’una all’altra per il desiderio di ricon- della società a bandire da sé chi manifesti giungersi nella stessa forma, morivano di una simile disposizione. Nel concertato fame e anche di inattività, poiché l’una non dell’imbarco Manon si trova mischiata alle intendeva far nulla separata dall’altra.17 prostitute non per un gratuito sadismo di Puccini (secondo la teoria di Mosco Car- Il passo platonico è notevolmente più este- ner),14 ma perché questo è il modo in cui so e, rispecchiando la tensione centrifuga e viene bollata dalla società; e più precisa- la proprietà fagocitante caratteristiche dei mente – elemento chiave per intendere la miti, si sofferma sulla relazione tra i sessi e

84 gli astri, sul tentativo della razza umana di che, i due protagonisti arrivano alla fine in scalare il cielo per spodestare gli dei e su stato di assoluta lucidità e Des Grieux è il altri episodi o questioni che non riguarda- solo tenore pucciniano che assista alla no direttamente l’androgino. La tragedia morte della sua innamorata. Perfino Ro- invece, nel servirsi del mito, individua un dolfo – è noto – non si avvede della morte di elemento e lo mette a fuoco, realizza cioè Mimi. un processo di condensazione, in direzione centripeta. In Manon Lescaut questo pro- 10. Per effetto della loro vocazione tragica i cesso anziché costituire la premessa dell’o- protagonisti della Manon pucciniana – di- pera ne è parte integrante; la drammatur- versamente da quelli del romanzo di Pré- gia infatti – lo si è già ricordato – nel succe- vost e dell’opera di Massenet – non incar- dersi dei quattro atti/quadri si focalizza nano dei «caratteri». Nella cultura teatrale progressivamente sui duetti d’amore di italiana l’identificazione della psicologia Manon e Des Grieux, togliendo progressi- dei personaggi con il loro «carattere» ha vamente di mezzo i personaggi di contorno rappresentato la novità e il caposaldo del ed eliminando infine ogni traccia di opera teatro borghese di Carlo Goldoni, finché il umana e di vita in un paesaggio di roccia e teatro non meno borghese di Luigi Piran- vento. dello ne ha ribaltato l’assunto (re)introdu- cendo il concetto di «maschera», per effetto 9. Tra le opere di Puccini Manon Lescaut è del quale ciò che aspirava a rappresentare dunque la più integralmente tragica. Come la massima espressione di autenticità psi- ha osservato Fedele D’Amico, «[…] la pas- cologica diventava d’un tratto il simbolo sione amorosa, in Manon Lescaut, è mina- stesso dell’inautenticità. ta alle radici, dannata in sé e per sé, tanto Si osservi tuttavia come, non appena escono più dannata quanto più violenta: un evento dalla dimensione dell’eros, anche i perso- organicamente tragico.» 18 naggi di Manon e Des Grieux si configurino L’amore di Edgardo e Lucia, nel capolavo- come altrettanti ben delineati «caratteri»: ro donizettiano, è ostacolato e sopraffatto l’una nella prima parte del second’atto, in dai giochi di potere; in Un ballo in masche- casa di Geronte, mentre si acconcia, si spec- ra Riccardo e Amelia non possono corona- chia, si annoia, danza e canta; l’altro all’ini- re la loro passione per due semplici fatti: il zio dell’opera, prima di aver visto Manon, soprano è la sposa di Renato – il baritono – quando si atteggia a nemico dell’amore e fa e questi è il più caro amico del tenore; peg- il galante per scherzo. È questo l’ennesimo gio ancora Don Carlos, dove Elisabetta è la segnale dell’incompatibilità tra mondo del- matrigna dell’infante di Spagna. In Manon l’erotismo e realtà socialmente definita. La Lescaut, viceversa, non ci sono “parafulmi- lacerazione è insanabile: vita pulsionale e ni”: l’amore tra Manon e Des Grieux non vita sociale non si incontrano se non in una entra in conflitto con una singola e ben pre- proiezione all’infinito. Uno dei pochi motivi cisa forza o legge sociale, ma con la società, nuovi presenti nel quarto atto, certamente il o meglio ancora con la realtà, in quanto ta- più importante, è legato non a caso all’im- le. Analogamente i due ragazzi non si dan- magine dell’«orizzonte», per antonomasia no appuntamento «in un mondo migliore» luogo di incontri utopici, individuata musi- e manca loro tanto il conforto della religio- calmente dall’“asintote” della Settima mag- ne (il cielo al quale Des Grieux si rivolge giore non risolta e dall’alternanza di due nel quarto atto è «immoto», Dio una circon- poli tonali – alla distanza di una Quinta – locuzione in passato remoto: colui «a cui nessuno dei quali arriva ad affermarsi con fanciullo anch’io levai la mia preghiera»)19 chiarezza (cfr. es. 3). quanto quello della follia. Il romanticismo di Manon Lescaut appare completamente spogliato da ideali e credenze, e proprio per questo tanto più tragico.20 Senza pose eroi-

85 NOTE

1 Cfr. PHILIP GOSSETT, Verdi, Ghislanzoni and , the Uses of Convention, in «Critical inquiry», I (1974), pp. 291-334 e HAROLD POWERS, «La solita forma» and «The Uses of Convention», in «Acta musicologica», 59 (1987), pp. 65-90. 2 Si consideri il caso di Verdi: nelle opere della seconda maturità – da Un ballo in maschera (1859) ad Aida (1871) – la «Solita forma» (scena / tempo d’attacco / can- tabile / tempo di mezzo / cabaletta) è ancora attestata quasi esclusivamente nei duetti. Ancora in Otello Es. 3 IV,8 (1887) il duetto tra il moro e Jago è concluso da una ca- baletta («Sì, per ciel marmoreo giuro»). 3 Nel caso di Puccini ad esempio i nodi drammaturgici più spinosi – secondo quanto testimoniano i carteggi – riguardano quasi sempre i brani d’assieme. Il quartetto del secondo atto di Manon Lescaut e il brindisi del quarto quadro della Bohéme, dopo discussioni intermi- nabili tra Puccini e i librettisti, alla fine furono addirit- tura estromessi dal piano drammatico delle rispettive opere. Non meno travagliata fu la nascita del finale ter- zo di Manon Lescaut, a partire dal concertato dell’im- barco. Il luogo geografico al quale guardano e ver- 4 Carteggi pucciniani, a cura di Eugenio Gara, Milano, so il quale corrono gli amanti pucciniani Ricordi, 1958, lett. 169 (23 agosto 1896). non è dunque la sfera celeste, secondo la 5 Conchita è il nome della protagonista del romanzo di tradizione aurea dell’Ottocento romantico e Pierre Louys La femme et le pantin. L’opera venne in seguito musicata da Riccardo Zandonai (Conchita, idealista, bensì l’intangibile cerchio dell’o- 1911, su libretto di Zangarini). Il romanzo di Louys, sia rizzonte. pure elaborato molto liberamente, è servito da sogget- to anche all’ultimo film di Luis Buñuel: Quell’oscuro oggetto del desiderio (1977). 6 E. GARA Carteggi cit., lett. 489 (11 ottobre 1906). 7 In Mosè in Egitto (1818), prima versione dell’opera, la marcia interrompe solamente il primo dei due duet- ti. 8 Per la verità la parte di Romeo è scritta per mezzoso- prano, anche se è stata spesso affidata impropriamente ai tenori. L’eccezione non intacca tuttavia il principio: la scelta del mezzosoprano en travesti è coerente con la figura psicologica e con la supposta età del perso- naggio. 9 Del tutto ortodossa appare invece la dinamica del fantomatico incontro amoroso tra il pittore e la Mar- chesa attavanti, evocato ad arte da Scarpia allo scopo di scatenare la gelosia di Tosca: «Qualcun venne / Certo a sturbar gli amanti / Ed essa nel fuggir perdè le penne!» 10 Il merito dell’idea del passaggio del Lampionaio spetta a Luigi Illica, il quale diede un contributo decisi- vo anche alla definizione della forma drammatica, tan- to efficacie quanto nuova, del concertato dell’imbarco. 11 Il riferimento a Tristan und Isolde è d’obbligo. La presenza di un legame profondo tra Manon Lescaut e il capolavoro wagneriano – sui due piani, musicale e drammaturgico – è stata spesso oggetto di riflessione e appare ormai un dato acquisito. Fedele d’Amico giunse a definire l’opera pucciniana «il nostro Tristano. Un Tristano istintivo, non problematico, senza implicazio- ni cosmiche, formato ridotto; precisamente quel tipo di Tristano che l’opera italiana poteva produrre.» (FEDELE D’AMICO, Le ragioni di «Manon Lescaut, articolo del 17 maggio 1959, ripubblicato nel volume, dello stesso au- tore, I casi della musica, Milano, Il Saggiatore 1962, p.

86 283). Un Tristano – si potrebbe aggiungere – senza fil- la sintesi critica più convincente sull’argomento Ma- tro, senza elucubrazioni, senza sacralità, senza estasi, non Lescaut. senza benedizione del Re: tragedia, per l’appunto, non 19 In Massenet viceversa, come è noto, uno dei duetti poema. Si direbbe che il Puccini di Manon Lescaut ab- tra Manon e Des Grieux, forse il più importante, si bia preso da Tristano solo ciò che - di lì a pochi anni - svolge davanti al parlatorio del seminario di Saint-Sul- sarà scartato, dal Debussy simbolista di Pelléas et Mé- pice, dove il protagonista si prepara a prendere i voti. lisande: il pathos. Di tutto ciò in Puccini non rimane traccia, e un’omis- 12 Tanto la seduzione di Manon ad opera del ricco Ge- sione vale più di un’assenza. ronte quanto quella di Kate ad opera del Re sembrano 20 Osserva ancora D’Amico: «[…] l’opera, italiana pas- richiamare un topos caratteristico dell’opera semise- sò dall’eroe popolare a quello piccoloborghese quasi ria, nella quale per altro la virtù della ragazza non vie- senza mediazioni. Manon Lescaut è appunto quell’atti- ne mai meno. mo colto a volo» (F. D’AMICO, Le ragioni cit., p. 283). 13 L’impiego massiccio di questo motivo nel corso del- l’opera conferisce al procedimento un’assoluta rile- vanza poetica. Il medesimo schema psicologico-tonale compare anche in due passaggi del duetto del se- cond’atto estranei al motivo di Manon (29 e 3 dopo 34). Altrove Puccini realizza il movimento regressivo lungo il «giro della Quinte» ricorrendo ad un espediente più consueto: quello di risolvere le Settime di Dominante, anziché sulla triade di Tonica, verso altri accordi di Dominante alla distanza di una Quinta: si consideri in particolare, alla fine dell’opera, la frase «Vedi, la lumi- nosa mia giovinezza […]», basata sul motivo della pro- tagonista ridotto in forma cromatica. 14 Secondo Carner, Puccini era costretto a degradare i suoi “soprani” in quanto affetto da una nevrosi di natu- ra edipica (Cfr. Mosco Carner, Giacomo Puccini. Bio- grafia critica, Il Saggiatore, Milano 1961, pp. 372-390). Lo stesso Carner tuttavia parla dell’«indegnità morale e sociale» di quelle che egli chiama «eroine puccinia- ne». Ed è a partire da questa osservazione che la sua analisi può essere riletta sotto tutt’altra angolatura: se Mimì è una sartina, Cio-Cio-San una geisha, Liù una schiava, Turandot una principessa che non vuole spo- sarsi, e più ancora Magda una mantenuta di lusso che per vivere un’avventura amorosa deve indossare di nascosto i panni della sua cameriera è perché le strade della vita erotica e della vita sociale (e come tale anche morale) muovono in opposte direzioni. L’attività di- screzionale, che consente all’individuo di orientarsi positivamente nella società, prende infatti le mosse dalla distinzione primaria – realizzata in età infantile ed, eventualmente, rafforzata con gli anni – tra l’«io» e il mondo esterno. Una distinzione che la pulsione amo- rosa tende al contrario ad annullare. 15 Marco Praga fu uno dei molti librettisti di Manon Lescaut. A quanto rifenisce Adami, egli abbandonò l’impresa proprio a causa della decisione di Puccini di abolire l’atto dell’idillio (GIUSEPPE ADAMI, Giacomo Puc- cini - Epistolario, 1928, rist. Milano, Mondadori 1982, p. 43). 16 L’assenza dell’idillio parigino è stata considerata da alcuni autori un difetto drammaturgico dell’opera puc- ciniana. Questo ed altri appunti alla drammaturgia di Manon Lescaut (la staticità del quarto atto, l’insufficien- te definizione e differenziazione dei caratteri dei due protagonisti, la mancata spiegazione della fuga nel de- serto) non tengono conto dello specifico poetico di que- st’opera, valutata secondo metri e criteri impropri. 17 Simposio, traduzione di Franco Ferrari, Milano, Rizzoli, 19936, 189d-191a. 18 Tony Johannot, Manon Lescaut e il Cavaliere in FEDELE D’AMICO, Le ragioni cit, p. 283. Il saggio di America. Incisione da Histoire du chevalier Des D’Amico, pur nella sua brevità, costituisce ancora oggi Grieux et de Manon Lescaut de l’abbé Prévost.

87 Fiorenzo Giorgi, bozzetti per Manon Lescaut (Atto I). Venezia, Teatro La Fenice, febbraio 1978.

88 Fiorenzo Giorgi, bozzetti per Manon Lescaut (Atto II e III). Venezia, Teatro La Fenice, febbraio 1978.

89 Illustrazione raffigurante , Giacomo Puccini, e Umberto Giordano (da sinistra seduti), Arrigo Boito e Ruggero Leoncavallo (in piedi).

90 GIACOMO PUCCINI a cura di MIRKO SCHIPILLITI

Ora sai quello che ci vuole: amore-dolore. appena ne fosse stato in grado. Durante le Grande dolore in piccole anime. 1 esequie l’orazione funebre del compositore Giovanni Pacini, direttore dell’omonimo ... fatti dolorosi e amorosi, i quali logica- istituto musicale lucchese, è alquanto pro- mente vivano e palpitino in una aureola di fetica sul destino del piccolo Giacomo: poesia di vita più che di sogno.2 L’erede di quella gloria che i suoi antenati Ho sempre portato con me un gran sacco di si erano conquistati nell’arte dell’armonia e melanconia. Non ne ho ragione, ma così che forse un giorno sarebbe stato in grado son fatto. di resuscitare.

Dicono che è segno di debolezza la senti- La famiglia versa in precarie condizioni mentalità. A me piace tanto essere debole! economiche, la madre vedova percepisce Ai così detti forti lascio i successi che sfu- una rendita dal comune. Puccini prenderà mano: a noi quelli che rimangono! 3 lezioni di organo da Fortunato Magi (suc- cessore di Pacini nella direzione dell’Istitu- Ci sono leggi fisse in teatro: interessare, sor- to musicale di Lucca) che tuttavia non lo prendere e commuovere o far ridere bene. reputerà portato per la musica. Giacomo [Giacomo Puccini] troverà un nuovo insegnante in Carlo An- geloni,7 docente al Pacini, con cui studierà composizione. Avrà a disposizione la bi- blioteca musicale di suo nonno Antonio. 1858 Discendente di una famiglia di musicisti4 1867 originaria di Celle di Val di Roggio presso Inizia gli studi ginnasiali che terminerà con Pescaglia, Giacomo Puccini nasce a Lucca difficoltà nel ’73, presso i seminari di San il 22 dicembre. Il padre era Michele Pucci- Martino e San Michele, dove canta nelle ri- ni, compositore, organista presso il locale spettive cantorie e comincia ad accompa- duomo di San Martino, didatta, direttore gnare la liturgia all’organo. Ma il giovane della Cappella Municipale, e per molti anni Puccini non ama lo studio, è indisciplinato dell’Istituto musicale di Lucca; la madre e si diverte in tiri burloni e piccoli furti. Albina Magi era sorella di Fortunato Magi, anch’egli organista.5 Giacomo è il quinto 1872 nato di otto figli: Odilia, Tomaide, Iginia, Contribuisce al bilancio famigliare suo- Nitteti, Ramelde, Macrina e, ultimo, Miche- nando l’organo a Lucca (a S. Pietro in So- le.6 maldi e nell’oratorio delle suore benedetti- ne di S. Giuseppe e S. Girolamo) e nelle 1864 chiese limitrofe di Mutigliano, Celle e Pe- Con la morte del padre, viene destinato a scaglia. È attivo anche come pianista in ricoprirne la carica musicale di organista osterie, taverne e in un bordello. Si iscrive

91 all’Istituto Pacini dove nel ’75 otterrà un Mascagni, compagno di scuola, convive da «Primo Premio» nella scuola di organo. bohemièn in preda a difficoltà economiche. Con gli studi milanesi sceglie così di abban- 1874 donare il proprio passato lucchese, rinun- Non viene assunto come organista del duo- ciando alla carica che un tempo ricoprì suo mo di Lucca, forse per l’abitudine di intro- padre, per approfondire invece l’interesse durre nella liturgia temi d’arie popolari e verso la composizione operistica: del repertorio lirico. Dà lezioni di armonia e organo a Carlo Della Nina (l’unico allievo Non avendo libretto come faccio della mu- di Puccini), per il quale scriverà alcuni pic- sica? Ho quel grande difetto di scriverla so- coli pezzi per organo, sue prime opere. lamente quando i miei carnefici burattini si muovono sulla scena. Potessi essere un 1876 sinfonico puro (?). Ingannerei il mio tempo Compone un Preludio sinfonico in mi mi- e il mio pubblico. Ma io? Nacqui tanti anni nore (perduto) come saggio di composizio- fa, tanti, troppi quasi un secolo ... e il Dio ne al Pacini. A Pisa, andatoci apposta a pie- santo mi toccò col dito mignolo e mi disse: di, assiste all’Aida di Verdi, che lo impres- «Scrivi per il teatro: bada bene - solo per il siona fortemente, alimentandone la voca- teatro» e ho seguito il supremo consiglio.12 zione operistica: Conosceva bene Rigoletto, Trovatore e Tra- Mi parve che non si potesse far niente di viata di Verdi, a Milano ascolterà Mefistofe- più grande, di più spettacoloso. E anche mi le, Carmen, Simon Boccanegra, Dejanice, parve che non ci fosse nel mondo niente di concerti alla Scala e alla Società del quar- più bello che poter scrivere un’opera per il tetto; studierà le partiture di Wagner (con teatro. Mascagni acquisterà Parsifal “in società”, citandolo poi in Le Villi). Si dedica anche al 1880 pianoforte, ma da autodidatta. Diventerà Fra le prime composizioni l’inno I Figli d’I- amico di Arrigo Boito, Marco Sala, Giusep- talia bella (perduto) in concorso per un’e- pe Martucci, , che lo intro- sposizione a Lucca nel ’77 non aveva vinto, duce a Giovannina Lucca, editrice milane- ma il Salve del ciel Regina, per voce e ar- se. monium, ripreso successivamente in Le Villi, testimonia ora una sensibilità melodi- 1883 ca e armonica che si manterranno almeno Premiato con una medaglia di bronzo, si di- fino a Manon Lescaut, e che lasceranno il ploma con 166/200 al Conservatorio mila- segno in Mascagni.8 Si diploma al Pacini di nese, dove al saggio finale aveva presentato Lucca, con una Messa a quattro voci e or- il Capriccio sinfonico - diretto da Franco chestra (che verrà pubblicata solo nel 1951 Faccio e accolto felicemente dalla critica come Messa di Gloria), primo lavoro di un («un deciso e rarissimo temperamento mu- certo rilievo, inseritoci il Credo composto sicale, specialmente sinfonista») - e il recita- due anni prima insieme a un Mottetto per la tivo Mentìa l’avviso per tenore e pianoforte, festività di San Paolino (l’Agnus Dei della che gli servirà in seguito per l’aria di Des Messa verrà riutilizzato nel madrigale del Grieux «Donna non vidi mai» in Manon Le- secondo atto di Manon Lescaut9). Grazie al scaut. Faccio eseguirà il Capriccio l’anno sostegno economico ottenuto da Margherita seguente alla Scala, mentre l’editrice Lucca di Savoia,10 e dopo dal prozio Nicolao Cerù, - che apprezza il sinfonismo di Puccini tan- medico ed estimatore del giovane, Puccini, to da proporgli di scrivere una sinfonia - ne ammesso col massimo dei voti, si iscrive al richiese una trascrizione per due pianofor- Conservatorio di Milano, dove studia com- ti.13 Ponchielli lo presenta a Ferdinando posizione, allievo prima di Bazzini11 e l’an- Fontana, militante nella scapigliatura mila- no seguente di Ponchielli. Insieme a Pietro nese con il quale Puccini realizza la sua pri-

92 ma opera lirica, Le Villi, che tuttavia non nata” per Puccini - verrà portata a tre atti vince il concorso bandito dall’editore Son- nel 1892, revisionata successivamente nel zogno, per la grafia illeggibile (nonostante 1901 e 1905. L’insuccesso segna un periodo Ponchielli e Faccio fossero in commissio- di ristrettezze economiche. Ricordi lo so- ne). stiene ugualmente, proponendogli un li- bretto di Giuseppe Giacosa su tema russo, 1884 ma rifiutato dal musicista (il rapporto pro- Grazie al sostegno di Sala (intellettuale del- fessionale con Giacosa non sarà mai otti- l’alta società milanese), di Boito, Catalani e male). Affascinato dal dramma di Victor dell’editrice Lucca, attraverso una sotto- Sardou Tosca, a cui assiste a Milano e Tori- scrizione Le Villi viene rappresentata il 31 no, desideroso di metterlo in musica prega maggio al teatro Dal Verme di Milano (Ma- Ricordi di interpellare lo scrittore francese scagni vi suona come contrabbassista) otte- per i diritti sull’opera. Nasce l’elegia per nendo notevole successo di pubblico e di quartetto d’archi Crisantemi, da cui verran- critica, confermato al Regio di Torino e alla no tratti due temi per il quarto atto di Ma- Scala.14 Con una revisione di Le Villi Pucci- non Lescaut. È proprio in questo periodo ni stipula un contratto con l’editore Ricordi, che nasce il progetto di Manon: inizialmen- procurandosi così una discreta rendita te Ricordi incarica Ruggero Leoncavallo mensile e un rapporto di lavoro duraturo. della stesura del libretto, ma Puccini non Purtroppo la morte della madre è un duro ne rimane soddisfatto16 rivolgendosi invece colpo: al drammaturgo Marco Praga, che così rife- risce le richieste del compositore: Qualunque trionfo potrà darmi l’arte, sarò sempre poco contento mancandomi la cara Ti mi devi fare un libretto. [...] Nemmeno mamma.15 dovrai occuparti della scelta dell’argomen- to: è Manon Lescaut. Tu hai la visione tea- Inizia una relazione con Elvira Bonturi, trale sicura. Sai costruire. Se non vorrai ver- che lasciato il legittimo marito, a Milano si seggiare sceglierai tu stesso un collaborato- unisce a Puccini insieme alla figlia Fosca, re di tua fiducia e di tuo gradimento.17 contribuendo a un certo sostegno economi- co (nel 1886 darà alla luce il primo figlio di Così, per la sua terza opera è Puccini stesso Puccini, Antonio). Nascono Tre minuetti a scegliere espressamente il soggetto, “for- per quartetto d’archi, successivamente in- temente colpito” dalla Histoire du Cheva- seriti in Manon Lescaut. lier des Grieux et de Manon Lescaut di An- toine François Prevost. Sull’utilizzo dello 1885 stesso soggetto nella Manon di Massenet Debutta alla Scala con una nuova versione di cinque anni prima, Puccini, che doveva co- Le Villi diretta da Faccio, e inizia a comporre noscerla, aggiunge a Praga: Edgar, sua seconda opera che completerà nel 1887. Commissionata da Ricordi, ancora su Lui lo sentirà alla francese, con la cipria e i libretto di Ferdinando Fontana, Edgar è tratta minuetti. Io lo sentirò all’italiana, con pas- dalla commedia La coupe et les levres di Al- sione disperata. fred De Musset, nel tentativo di produrre un’opera innovativa, di grande respiro dram- 1890 matico. A quest’anno risale il primo contatto Il libretto di Praga versificato da Domenico documentato con il soggetto di Manon Le- Oliva e definitivamente completato, viene scaut, propostogli da Fontana. presentato in estate a Puccini (che a marzo 1889 stava già musicando il primo atto) e Ricordi, Edgar va in scena alla Scala senza rilevanti presente anche Tosti, entusiasta, ottenendo consensi, anzi con accese critiche soprat- l’approvazione generale. Inizia così la vera tutto contro il libretto. L’opera - “una canto- stesura di Manon Lescaut, faticosa per i nu-

93 merosi aggiustamenti voluti dal composito- lago Massaciuccoli, residenza dove Puccini re prima di riuscire a giungere alla versione comporrà quasi tutte le sue opere, soprat- ultimata. Da questo momento nella vita arti- tutto dopo la costruzione della villa nel stica e nel modus operandi del musicista, il 1900, e dove conviverà stabilmente con la libretto diventerà una componente da lui co- Bonturi. stantemente controllata: 1892 Il libretto, il musicista se lo dovrebbe poter Le opere di Puccini cominciano a essere fare da sé, o comunque dovrebbe guidare il rappresentate all’estero: assiste alla prima librettista nel taglio degli atti, nella disposi- di Edgar a Madrid e di Le Villi ad Amburgo. zione delle scene, [...] perché la musica è Viene nominato Socio accademico corri- poi il maestro che deve farla, e solo lui, in spondente della R. Accademia di Scienze, definitiva, può sapere secondo i suoi criteri Lettere ed Arti di Lucca. In ottobre viene fi- quello che è musicabile o no, non il libretti- nalmente completata la partitura di Manon sta. Questi può avere idee buone e teatrali, Lescaut. benissimo, ma in ogni modo l’ultima paro- la deve sempre essere del compositore. Io 1893 ho sempre fatto e voluto così, e non potrei Manon Lescaut va in scena al Regio di Tori- far nulla (trovato che avessi un soggetto no il 1° febbraio diretta da Alessandro Pomè, che veramente m’interessa) se, prima la forse il più grande successo pucciniano (l’an- trama, quindi il libretto con le singole scene no seguente debutterà alla Scala), con ben e la loro versificazione, [...] non soddisfa- trenta chiamate a fine spettacolo: cessero nel modo più assoluto ai miei in- tendimenti, che nell’intimo del mio spirito, Il successo di Manon fu splendido, in alcu- istintivamente, sento di aver intravisto nel ni punti entusiastico, alla fine del terzo e soggetto. È solo così che uno può veramen- del quarto atto trionfale. [...] Mi sia consen- te lavorare.18 tita la soddisfazione, che purtroppo non è frequente, di registrare l’accordo della criti- Puccini vuole cambiare l’architettura stabi- ca e del pubblico nel festeggiare e nell’ac- lita da Praga, che così abbandona la colla- clamare l’opera robusta di un maestro gio- borazione, lasciando a Oliva le revisioni: vane [...], che fa onore al suo nome e alla patria. [...] Possiede in sommo grado il sen- Mi fa disperare il libretto che ho dovuto far so della teatralità. [...] Egli sa dove tende e rifare. Anche adesso, non si trova più un non conosce esitazioni: donde la rapidità poeta che ti faccia qualche cosa di buono!19 incalzante, donde l’unità fondamentale del- la sua musica (Giuseppe Depanis, Gazzetta Ma anche Oliva, stanco dei continui rifaci- piemontese). menti, lascia l’incarico. Per la composizio- ne dell’opera Puccini si trasferisce in Sviz- Benchè molta fosse l’aspettazione l’opera zera, a Vacallo, presso Chiasso, con Elvira sorprese per il suo grande valore artistico, Bonturi e sua figlia Fosca, dove tornerà in la sua potente concezione musicale, la sua villeggiatura. teatralità. [...] La Manon si può dire un’ope- ra di carattere classico. La musica vi ha in- 1891 fatti gli svolgimenti e lo stile dei grandi Grazie all’intermediazione di Giuseppe sinfonisti, senza rinunciare per questo all’e- Giacosa, per il libretto di Manon Ricordi spressione voluta dal dramma. E senza ri- riesce a coinvolgere Luigi Illica, presto af- nunciare a quella che si suol dire italianità fiancato dallo stesso Giacosa (al loro lavoro nella melodia. Il Puccini è veramente un ge- si aggiungeranno anche alcuni apporti del- nio italiano. Il suo canto è quello del nostro lo stesso editore). Il lavoro su Manon pro- paganesimo, del nostro sensualismo artisti- segue a Lucca e infine a Torre del Lago, sul co. [...] Manon appare invece un dramma

94 musicale tanto semplice quanto spontaneo. miracolo. [...] Il commento, l’intarsio, il colorito dell’i- strumentale, hanno una grande importanza E direttamente a Toscanini: nell’opera. Così è voluto dall’arte moderna e così è giusto che sia [Alfredo Colombari, Tu mi hai dato la più grande soddisfazione Corriere della sera]. della mia vita. La Manon nella tua interpre- tazione è al di sopra di quanto io pensai in Puccini si è in questa Manon rivelato per quegli anni lontani. Tu hai reso questa mia quello che è: uno dei più forti se non il più musica con una poesia, una souplesse, una forte, addirittura, degli operisti giovani ita- passionalità irraggiungibili. [...] Io sono fe- liani [Edoardo Berta, La Gazzetta del Popo- lice, perché tu hai saputo soprattutto com- lo]. prendere il mio spirito giovane e appassio- nato di trent’anni fa. Mi sembra che Puccini, più che qualsiasi altro suo rivale, sia il più probabile erede di Rinuncia all’incarico di nuovo direttore del Verdi [George Bernard Show, The World]. conservatorio di Milano, in seguito rifiu- terà la stessa carica a Venezia. Decide di Con Manon Lescaut Puccini si afferma de- scrivere un’opera su Scenes de la vie de finitivamente anche a livello internaziona- Bohème di Henry Murger,20 ma viene coin- le (Buenos Aires, Rio De Janeiro, Pietro- volto in una polemica con Leoncavallo che burgo, Monaco, Amburgo, Londra). Scri- reclama la priorità sulla messa in musica verà a Ricordi da Parigi nel ’98: dello stesso soggetto.21

In molti luoghi dove sono stato ho trovato 1894 sempre persone che conoscono molto Ma- Partecipa alla difficile stesura del libretto di non e mi si dice che l’apprezzano più della La Bohème di Illica, che cura gli scenari, e loro. Questo mi ha fatto molto piacere. Giacosa, impegnato nella versificazione (i tre erano soprannominati “triplice allean- Procurandosi un invidiabile rendita (40.000 za”), con apporti di Ricordi. In Sicilia si in- lire in un solo anno, mentre nel 1910 tre so- contra con Giovanni Verga per un’opera su le recite gliene frutteranno 200.000), tale è il La lupa, ma il progetto non verrà realizza- successo di Puccini con Manon da farlo insi- to, mentre la musica composta servirà a La gnire persino della Croce di Cavaliere del- Bohème. Inoltre, nonostante l’iniziale entu- l’Ordine della Corona d’Italia da casa Sa- siasmo di D’Annunzio, cade l’idea di colla- voia. Apporterà piccole modifiche alla parti- borare col poeta per una nuova opera: tura di Manon Lescaut nel 1908, 1910 e 1922, alcune su consiglio di Toscanini, rimanendo È idea mia, da anni ed anni, possedere molto compiaciuto della sua interpretazione qualcosa di soavemente originale dal pri- dell’opera. Nonostante gli altalenanti rap- mo ingegno d’Italia.22 porti col direttore, che aveva già diretto Le Villi, e che proprio nel ’93 dirige per la prima Si dedica al tempo libero: accanto alla volta Manon a Pisa, la stima reciproca avrà grande passione per la caccia, anche di fro- la meglio. Per il trentennale dell’opera Puc- do, acquista una delle prime biciclette; più cini scriverà a Riccardo Schnabl: avanti sarà la volta di motoscafi e automo- Stasera Manon, una grande Manon. T’assi- bili, la prima nel 1902 (passione condivisa curo che Toscanini è un vero miracolo di insieme a Umberto Giordano e Alberto sentimento, di sensibilità, di equilibrio. Che Franchetti). Fin da giovane è un accanito piacere ho provato alle prove. Mai e poi fumatore. mai ho goduto tanto a sentire la mia musi- ca. Toscanini è veramente, ora, l’uomo mi- 1896 gliore del mondo come direttore: un vero Completata l’anno precedente l’orchestra-

95 zione di La Bohème (dopo ulteriori trava- presentata in prima assoluta al teatro Co- gliate modifiche al libretto) in parte a Pe- stanzi di Roma, alla presenza di Mascagni, scia nella Villa del Castellaccio, ospite del Cilea, Franchetti, Sgambati, della Regina conte Bertolini “a domicilio coatto”, l’opera Margherita e del presidente del Consiglio. debutta al Regio di Torino diretta dal ven- L’opera è stroncata dalla critica, ma ap- tottenne Toscanini, suscitando reazioni plaudita dal pubblico. Va in scena anche al fortemente contrastanti. Ma trova presto Covent Garden di Londra. larga diffusione: dopo un anno è a Milano, Manchester, Berlino, . Alla fine di 1902 novembre è pronto il libretto per Tosca. In- Dopo aver scartato una lunga lista di sogget- tanto a Torre del Lago era nato intorno a ti,24 sceglie di dedicarsi (lavorandoci fino al Puccini l’eccentrico e goliardico club «La 1903) a Madama Butterfly, tratta dalla pièce Bohème», in una capanna che riuniva cac- teatrale di David Belasco ispirata a un rac- ciatori e pittori aderenti alla scuola di Fat- conto americano di J. J. Lang, a cui aveva as- tori, con tanto di soprannomi e pittoresco sistito nel 1900 a Londra durante le recite di regolamento interno. Puccini scrive Avanti Tosca. Riceve la Legion d’onore dal presi- Urania per voce e pianoforte ispirato allo dente della repubblica francese Faure. yacht Urania del proprietario del lago Mas- saciuccoli, ripresa parzialmente in Mada- 1903 ma Butterfly. La frattura della gamba destra causata da un incidente con la sua prima automobile e 1898 la diagnosi di diabete che ritarda la guari- A Parigi assiste al debutto francese di La gione lo affliggono: Bohème, strepitoso successo di pubblico e di incassi. Scartato il soggetto dal composi- Addio tutto, addio Butterfly, addio vita mia. tore Franchetti, inizia a elaborare la parti- È terribile. E lo scoramento ora mi prende tura di Tosca a Chiatri, presso Viareggio, davvero, cerco di farmi animo, ma non rie- stesura che svolgerà fino al settembre ’99. sco a calmarmi.25 Di nuovo tormentata è la realizzazione del libretto, sempre rimbalzante fra Giacosa, Le cadute di umore non mancheranno Illica, Ricordi e lo stesso Puccini. Utili per ancora: la musica sono i consigli di don Pietro Pa- nichelli, il “pretino” di Pietrasanta, amico Sono qui solo e triste! [...] Avrei tanto bisogno che offre suggerimenti per gli scenari di d’un amico, e non ne ho, o se c’è qualcuno Tosca (l’intonazione delle campane di Ca- che mi vuol bene non mi capisce. [...] La mia stel Sant’Angelo e il Te Deum) e, più tardi, vita è un mare di tristezza e mi ci fisso!26 di Suor Angelica. Puccini diventa amico di Giovanni Pascoli.23 I rapporti con la moglie e con Ricordi si fanno difficili, a causa della relazione del 1899 compositore con una studentessa magistra- Incontra Sardou a Parigi per discutere il li- le, troncata su pressioni dello stesso Ricor- bretto di Tosca; con Ricordi si troverà in di (la vita sentimentale e sessuale di Pucci- forte contrasto per il terzo atto. L’arietta ni fu sempre molto vivace). A Parigi si svol- «Tra voi belle» di Manon Lescaut è la prima ge la prima francese di Tosca, sollevando i registrazione su fonografo di un brano di malumori di Dukas e Debussy, ma non di Puccini; seguiranno Canto d’anime nel Ravel. Mahler l’aveva ripudiata due anni 1907, per voce e pianoforte, appositamente prima, rifiutandosi di dirigerla a Vienna, e composta, e la romanza Ditele del 1908. dimostrando disprezzo per le opere di Puc- cini. 1900 In un clima di tensione, Tosca viene rap- 1904

96 In gennaio si sposa con Elvira Bonturi, do- Conclusa l’era di Giacosa (morto nel 1906) po la morte del legittimo marito di lei, ma e Illica, che smise di collaborare con Pucci- la donna non smetterà di nutrire forti senti- ni proprio per la scelta del nuovo soggetto menti di gelosia verso il nuovo consorte. americano, il libretto viene realizzato da Alla Scala di Milano Madama Butterfly è un Carlo Zangarini e Guelfo Civinini. A Dre- fiasco clamoroso, uno dei più eclatanti nel- sda assiste alla prima di Elettra di Richard la storia dell’opera, sospesa dopo tre sole Strauss («Un orrore - vada per Salome, ma recite, ma Puccini non si rassegna: Elettra è troppo») e ai balletti di Diaghilev a Parigi. Di Strauss aveva ascoltato Salome La stampa, il pubblico possono dire ciò che alla prima di Dresda nel 1905: vogliono, [...] ma non riusciranno a seppel- lirmi, né ad ammazzare la mia Butterfly, la La Salomé è la cosa più straordinaria ca- quale risorgerà viva e sana più di prima.27 cofonica terribilmente. Ci sono delle sensa- zioni musicali bellissime, ma finisce a stan- Dopo due settimane, al Teatro Grande di care molto. È uno spettacolo di grande inte- Brescia, in una nuova versione in tre atti resse.29 Madama Butterfly ottiene il successo tanto atteso. A Londra per Manon e Tosca al Co- La ascoltò anche a Napoli nel 1908, dove vent Garden, tramite Tosti, stringe amicizia ebbe modo di incontrare l’autore: con Sybil Seligman, con cui corrisponderà fino al 1924, sua consigliera su ogni fronte. Ieri sera capitai colla première di Salomé diretta da Strauss. [...] Fu un successo... Ma 1905 quanti ne saranno convinti? L’esecuzione È a Buenos Aires, dove al teatro Colòn sono orchestrale fu una specie d’insalata russa in scena Manon Lescaut, La Bohème, Ma- mal condita. Ma c’era l’autore - e tutti, dico- dama Butterfly, Tosca, Edgar. Compone un no, fu perfetto.30 Requiem per coro, viola e armonium, in memoria di Giuseppe Verdi. In quell’anno fu anche in Egitto, in visita al- le piramidi e a Luxor con la moglie, invita- 1906 to ad assistere a Madama Butterfly ad Ales- Nuovo tentativo di collaborare con D’An- sandria. nunzio per l’opera La Rosa di Cipro, abban- donata nonostante i frequenti contatti col 1910 poeta. Intanto stava meditando a svariati , che debutta con Ca- nuovi soggetti (Margherita da Cortona, Ra- ruso, sotto la bacchetta di Toscanini, è uno muntcho di Loti, La femme et le pantin28 di dei successi storici per il Metropolitan, pro- Louis, Tragedy florentine di Wilde). curando a Puccini la corona d’argento del «Board of Directors» di New York. Sarà ac- 1909 colta da altrettanti consensi al Teatro Co- È stravolto dalla gelosia della moglie, con- stanzi di Roma l’anno seguente: dannata per aver ingiustamente accusato la loro domestica - per questo suicida - di La Girl è riuscita, per me, la migliore opera.31 essere l’amante di Giacomo. Il caso, che eb- 1911 be una certa risonanza pubblica, viene ri- Inizia una segreta relazione amorosa di sei solto con un indennizzo. Il Metropolitan anni con la baronessa Josephine von Stän- Opera House di New York gli commissiona ghel, impegnativa fino al punto di abbando- una nuova opera: Puccini realizzerà La nare la moglie Elvira. Riceve la carica di fanciulla del West, tratta da The Girl of rhe Grand’ufficiale della Corona d’Italia. Golden West di Belasco, a cui aveva assisti- to due anni prima a New York quando Ma- 1913 non Lescaut debuttava al Metropolitan. La Crociata degli Innocenti è il nuovo pro-

97 getto previsto insieme a D’Annunzio, ma poesiole fra malinconia e coprolalia. Perso- viene abbandonato come i precedenti. Puc- nalità spontanea e incline agli estremismi, cini concluderà così sul poeta: così si descrive:

Il Poeta porta male al teatro lirico. [...] Gli Vivo di nervi, di lotta, di lavoro, di ansia, di manca sempre il vero e semplice spoglio timori, di strafottenza, di noncuranza, di af- senso umano. Tutto, in lui, è sempre paros- fetti, di alti e bassi, di bianchi e neri, di gio- sismo, corda tirata, espressione ultraecces- ventù, di vecchiaia, di paure, di speranze, siva.32 [...] nevrotico, isterico, linfatico, degenera- to, malfattoide, erotico, musico-poetico, Altre idee erano per Two little wooden cardiaco.35 shoes di Ouida e Anima allegra dei Quinte- ro.33 La scelta per una nuova opera cade in- Ricerca una via di rinnovamento: nasce il vece su La Houpelande di Gold, vista a Pa- progetto sul Trittico, tre opere in un’unica rigi, futuro Tabarro. Le critiche a Puccini rappresentazione, ma viene temporanea- dalla nuova scuola musicale italiana (Piz- mente sospeso. zetti, Casella, Malipiero) erano intanto con- fluite nel libro provocatorio di Fausto Tor- 1917 refranca, Giacomo Puccini e l’opera inter- In piena prima guerra mondiale, compone nazionale, ma senza suscitare pubbliche la lirica Morire? (poi utilizzata nella secon- repliche dal compositore, che tuttavia da versione della Rondine) per un’edizione scrisse a Carlo Clausetti: musicale in beneficenza per la Croce Ros- sa; più tardi devolverà l’incasso dei festeg- Rinnovarsi o morire? [...] Io mi riprometto, giamenti per il venticinquesimo di Manon se trovo il soggetto, di far sempre meglio Lescaut alla «Famiglia del soldato». Tutta- nella via che ho preso, sicuro di non rima- via si tiene un po’ distante dalle problema- nere alla retroguardia. tiche della guerra, senza prendere posizio- ne, venendo rimproverato persino di filo- Dopo essere stato a Bayreuth l’anno prece- germanesimo.36 In realtà, nonostante i nu- dente per ascoltare Parsifal di Wagner, merosi riconoscimenti ufficiali ricevuti, Puccini è ora a Berlino per La Fanciulla del l’interesse di Puccini per la politica fu sem- West. Ma ormai scomparse persone care pre molto scarso: come la sorella Romelde e Giulio Ricordi, viene colto da un profondo senso di sconfit- Io abolirei camera e deputati tanto mi sono ta: uggiosi questi eterni fabbricanti di chiac- chiere.37 Dio che vita è la mia! Dappertutto sono in- felice e soffro, soffro tanto! Vorrei finirla E più tardi, nel ’21: questa vita. Sarò felice quando mi riposerò nell’eterna pace. Ho tanto desiderio di pace Il mondo è così cambiato e volgare! Mi è e di equilibrio. La morte è ancora una gran- antipatico viverci - vorrei trovare un ango- de amica. Non ho più fede in me stesso. Do- lo del mondo dove ci fosse un po’ d’ideali- vunque mi volgo incontro malvagità e bas- smo, di sincerità, di normalità, d’ordine, di sezza. [...] Ora io sono vecchio, e non im- rispetto, di semplicità soprattutto, ma dove? porta se cerco di non sembrarlo, e non im- Forse in Polinesia, ma sono troppo vecchio! porta se desidero di non esserlo, la realtà è Champs Elisées? quelli veri? che lo sono. Ho tanto sofferto nella mia vita che ora non ne posso più.34 La rottura con Tito Ricordi (figlio ed erede del defunto Giulio) porta Puccini dall’edito- I mutamenti d’umore sono innumerevoli, re Sonzogno, per il quale scrive la comme- con gli amici, così come in alcuni scritti, dia lirica La Rondine su libretto di Giuseppe

98 Adami. Propostagli dal Karl Theater di Vien- Vive nella sua nuova villa di Viareggio, do- na nel 1913, solo una decina di numeri per ve aveva fondato il club “Gianni Schicchi”, un’operetta, ne allarga le dimensioni: trasferitosi l’anno prima a causa della di- sturbante attività industriale di una torbie- Io, operetta non la farò mai: opera comica ra a Torre del Lago e per trovare un più si- sì: vedi Rosenkavalier [di Richard Strauss], curo clima politico. Col figlio e alcuni ami- ma più divertente e più organica.38 ci viaggia in una Lancia attraverso Austria (dove conosce Lehar a Vienna), , Durante la guerra, la prima di La Rondine Olanda, Svizzera. (che subirà alcuni ritocchi negli anni suc- cessivi) è a Montecarlo, in zona neutrale, 1924 diretta da Gino Marinuzzi, con Tito Schipa Dopo le recite di Tosca, Bohème e Manon (a Vienna metterà piede nel ’20). Il principe Lescaut a Vienna l’anno precedente, lavora di Monaco Alberto I consegna a Puccini l’o- a Turandot. A Firenze incontra Arnold norificenza di Grand’ufficiale dell’ordine Schönberg, suo estimatore,40 che vi dirige monegasco di Saint Charles (nel 1914 gli Pierrot lunaire. Conoscendo già PetrusŠka - era stata conferita anche la carica di Com- ascoltata a Roma nel ’16 - e La Sagra di mendatore dell’Ordine di Francesco Giu- Stravinskij (incontrato a Parigi41), Donna seppe). senz’ombra di Strauss («Sono logaritmi!») e i Gurrielieder dello stesso Schönberg (sen- 1918 titi a Vienna nel ’20), di fronte alla musica Completato Il Tabarro già nel ’16, origina- del collega austriaco Puccini rimane per- riamente concepito indipendentemente dal plesso: Trittico, Suor Angelica e Gianni Schicchi sono anch’essi conclusi. Al teatro Dal Ver- Fino a quando madre natura doterà gli uo- me di Milano La Rondine viene disprezzata mini di un apparecchio auditivo quale que- dalla critica, mentre al Metropolitan di sto che abbiamo [...] cotesta chiamiamola New York il Trittico suscita giudizi inco- musica, tanto per intenderci, l’orecchio stanti, preferito Gianni Schicchi agli altri umano, a parte gli “snob”, la vomiterà sem- due lavori; riscuoterà invece grande suc- pre. [...] Comunque sono contento di aver cesso al Costanzi di Roma nel ’19. avuto modo di toccare con mano, anzi con le orecchie, i fatti come si presentano oggi. 1920 Io non sono né uno “snob”, né un neofita.42 Inizia la redazione del libretto per Turan- dot (soggetto scelto da Puccini) realizzato Nonostante amasse Parsifal, gli scappò un da Adami e Renato Simoni, completato nel commento pungente su Tristano di Wa- ’22. Desideroso di migliorare il proprio sta- gner, poco prima di morire: to di salute, Puccini si rivolge al medico berlinese Eugen Steinach, studioso di prati- Basta di questa musica! Noi siamo dei man- che di ringiovanimento. Intanto il suo be- dolinisti, dei dilettanti: guai a noi se ci la- nessere economico è alquanto ragguarde- sciamo prendere! Questa musica tremenda vole: ci annienta e non ci fa concludere più nul- La mia produzione antica e moderna ha la!43 preso una diffusione enorme quasi, direi, indecente. Ho qui il semestre che arriva a Mentre su Debussy aveva scritto: trecentomila: ho crediti di centinaia di co- rone e di marchi che per ora riposano nelle Pélléas et Mélisande di Debussy ha qualità rispettive nazionali casse. Insomma, non si straordinarie di armonie e sensazioni dia- more di fame.39 fane strumentali. È veramente interessan- te, malgrado il suo colore “sombre”, unifor- 1922 me come un abito francescano.44

99 canto alle ultime trentasei pagine con gli Ammiratore del passato («Beethoven è la abbozzi del duetto d’amore e del finale di musica!») pare che studiasse attentamente Turandot, rimasta incompiuta. La salma le partiture dei contemporanei, dicendo al viene trasportata a Milano, e dopo l’esecu- critico Renato Gaianus: zione della marcia funebre dell’Edgar di- retta da Toscanini in duomo, è tumulata Quando verrà a Viareggio, le farò vedere io nel Cimitero Monumentale, temporanea- le partiture di Debussy, di Strauss, di mente accolta nella tomba di famiglia To- Dukas, e degli altri; vedrà come sono tutte scanini; dopo due anni sarà trasferita a sciupate a furia di essere lette e rilette, e Torre del Lago (dove nel 1930 la raggiun- tutte analizzate e annotate da me. gerà quella della moglie, nella casa-mauso- leo inaugurata dal figlio Antonio). Alla Ca- Viene nominato Senatore del Regno «per mera dei Deputati Mussolini commemora chiara fama» e riceve la tessera del Partito Puccini con un’edulcorata orazione fune- Nazionale Fascista, offertagli “ad hono- bre di regime. Il 25 aprile 1926 Turandot rem”. La celebrità internazionale di Pucci- andrà in scena alla Scala, diretta da Tosca- ni è tale da confondersi con l’immagine nini, la sera successiva nella versione com- dell’Italia stessa, notorietà testimoniata in pletata da Franco Alfano. Dopo la morte di questi anni dal giornalista Filippo Sacchi: Liù il direttore interrompe l’esecuzione ri- volgendosi al pubblico: Ci sono tanti paesi in cui non abbiamo il Console, in cui non troviamo la nostra ban- Qui finisce l’opera lasciata incompiuta dal diera, ma Puccini lo troviamo dappertutto. Maestro, perché a questo punto il Maestro è Nelle orchestrine dei transatlantici e negli morto. La morte in questo caso è stata più organetti dei suburbi, nei grammofoni del- forte dell’arte. le ville e nelle fisarmoniche degli emigran- ti, nelle sale da concerto e negli estraminets Puccini chiude un capitolo della musica - i piccoli caffè della periferia - era lui che ci italiana, e a una decina di mesi dalla scom- veniva incontro, come lo conoscevamo o parsa così lo ricorderà il compositore Ed- come ce lo figuravamo, con quel sigaro fra gard Varèse:45 i denti, col cappello piegato un po’ di tra- verso, quel piglio maschio e cordiale del vi- Non è una sorpresa che oggi nessun altro so intelligente e della persona tarchiata. sia emerso in grado di prendere il pubblico mondiale per le orecchie. Per quanto grotte- Purtroppo i sintomi di cancro laringeo, già sco possa sembrare, parlare dell’autore di comparsi dalla fine del ’23, si fanno sempre Bohème, Butterfly e Tosca come dell’ultimo più ingravescenti: melodista, è probabile che nessuna ricerca, per quanto seria e vasta, potrebbe mettere Da sette mesi mi tormenta. [...] Il male [...] in luce un compositore di livello più o meno bisogna levarselo, e presto; è situato sotto alto che si possa universalmente definire un l’epiglottide. Per ora la musica di casa mia è notevole melodista. un silenzio doloroso. [...] E Turandot ? Mah! Non averla finita quest’opera mi addolora. L’aveva intuito Puccini stesso:

Accompagnato dal figlio, il 5 novembre Ormai il pubblico per la musica nuova non Puccini viene ricoverato a Bruxelles per es- ha più il palato a posto; ama, subisce musi- sere trattato con terapia al radio e operato che illogiche, senza buon senso. La melo- dal professor Ledoux dell’Institut de la dia non si fa più o, se si fa, è volgare. Si cre- Couronne. Con l’intervento perde la parola. de che il sinfonismo debba regnare e inve- Muore dopo pochi giorni, per complicanze ce io credo che è la fine dell’opera di tea- cardiache, il 29 novembre alle 11.30, ac- tro.46

100 Adami, Oscar Mondadori, 1982. 18 Puccini al musicista lucchese G.Giovannetti. Va ri- Nel campo lirico non c’è nessuna più picco- cordato che Puccini ebbe un ruolo determinante nell’i- la conquista.47 deazione del terzo atto di Manon Lescaut. 19 Lettera alla sorella Tomaide, 1890. 20 Fino al 1904 i soggetti delle opere di Puccini erano già noti da tempo all’autore, che gli aveva conosciuti da giovane: frequentata dalla Scapigliatura milanese era NOTE Le scenes de la vie de Bohème di Murger; Tosca di Sar- dou era celebre nell’interpretazione di Sarah 1 Lettera a D’Annunzio, 1912. Bernhardt, in scena a Milano nel 1889; nel 1897 di Loti 2 Lettera a D’Annunzio, 1906. era stata pubblicata Madame Chrysantheme, antenata 3 Lettera ad Adami, 1919. di Madame Butterfly. 4 Quattro generazioni lucchesi, importanti animatrici 21 La sua Bohème, su proprio libretto, verrà rappre- della vita musicale della città, riuniscono l’omonimo sentata al Teatro La Fenice di Venezia nel 1897. Giacomo (1712-1781), organista e maestro di cappella, 22 Lettera a Carlo Clausetti, 1894. Antonio Benedetto Maria (1747-1832), figlio del prece- 23 Nel 1907 Pascoli scriverà le epigrafi per le tombe dente e padre di Domenico (1771-1815). Quest’ultimo, dei genitori di Puccini. allievo di Paisiello, fu padre di Michele (1813-1864), di- 24 Sembra fosse difficile per Puccini trovare un tema scepolo di Donizetti e Mercadante. adeguato, avendo preso in considerazione Tartarin di 5 Insegnante nei licei musicali di Lucca, Ferrara e La Daudet, La locandiera e Le baruffe chiozzotte di Gol- Spezia, nel 1877 a Venezia fu direttore del Conservato- doni, La faute de l’abbé Mouret di Zola, Adolphe di rio B.Marcello (dove fu suo allievo) Constant, Lea di Cavallotti, Tessitori di Hauptmann e e diresse l’orchestra del Teatro La Fenice. una Maria Antonietta, ultima futura collaborazione 6 Sarà attivo come direttore d’orchestra in America del con Illica. Sud, dove morirà nel 1891. Studierà, come il fratello, al 25 Lettera a Illica, 13 maggio 1903. Conservatorio di Milano. 26 Lettera a Illica, 24 novembre 1903. 7 Allievo di Michele Puccini, fu maestro di Alfredo 27 Lettera ad Alfredo Vandini, 1904. Catalani. 28 Verrà musicato da Zandonai in Colchita. 8 Per un approfondimento cfr. Gianfranco Musco, Mu- 29 Lettera all’ungherese Ervin Lenvai, 1909. sica e teatro in Giacomo Puccini, Vol. I, Calosci-Corto- 30 Lettera a Ricordi, 1909. Puccini aggiunge: «Strauss, na, 1989, dove questo brano è stato pubblicato per la alle prove, nell’incitare l’orchestra ad un’esecuzione prima volta. Ma a differenza di Musco e Mosco Carner, rude e violenta disse: “Miei signori, qui non si tratta di Michele Girardi lo assegna al 1882 (anno su cui il musica! Questo deve essere un giardino zoologico. DEUM UTET è incerto), quando Puccini studiava già a Forte e soffiate negli strumenti!” Storico!» Milano (M.Girardi, Giacomo Puccini, Marsilio, 1995). 31 Lettera a Sybil Seligman, 1910. 9 Frequente sarà la pratica pucciniana di recuperare in 32 Lettera a Tito Ricordi, 1918. nuovi lavori materiale musicale già scritto. 33 La prima diventerà Lodoletta di Mascagni, la secon- 10 Offriva borse di studio per giovani musicisti di ta- da sarà musicata da Franco Vittadini. lento di famiglia povera. Puccini sarà sempre grato a 34 Lettera alla moglie, 1913. casa Savoia, a cui dedicherà Crisantemi, Madama But- 35 Lettera alla nipote Albina Franceschini. terfly, Inno a Roma (1919), Turandot. 36 Aveva rifiutato di aderire a un documento contro il 11 Direttore del Conservatorio, fu un famoso violini- bombardamento della città di Reims firmato anche da sta. Bernard Shaw, Maeterlinck, Saint-Saens, Leoncavallo, 12 Lettera a Giuseppe Adami, 1920. e trascurò di unirsi a un’iniziativa musicale a favore 13 Puccini recupererà il terzo tema dell’Andante mode- del Belgio sostenuta da Debussy, Elgar, Paderewskij, rato del Capriccio nella marcia funebre di Edgar, men- Mascagni. tre il tema dell’Allegro vivace sarà l’inconfondibile si- 37 Lettera all’amico Ferruccio Pagni, 1898. gla di Bohème. 38 Lettera ad Angelo Eisner, 1913. 14 Riportiamo il commento di Giuseppe Verdi, citato da 39 Lettera a Riccardo Schnabl, 1920. tutti i biografi: «Ho sentito dir molto bene del musicista 40 Schönberg citerà Puccini nel suo Manuale d’armo- Puccini. [...] Segue le tendenze moderne, ed è naturale, nia e in altri due scritti. ma si mantiene attaccato alla melodia che non è mo- 41 In Colloqui con Stravinskij, il compositore russo derna né antica. Pare però che predomini in lui l’ele- racconta del suo incontro con Puccini al Theatre du mento sinfonico! Niente di male. Soltanto bisogna an- chatelet dove si dava PetrusŠka: “Puccini, uomo impo- dar cauti in questo. L’opera è l’opera: la sinfonia è la nente e di bell’aspetto anche se un po’ dandy, fu subito sinfonia, e non credo che in un’opera sia bello fare uno molto cortese con me. Aveva detto a Diaghilev che la squarcio sinfonico. [...] Dico per dire...con la certezza mia musica era orribile ma, nello stesso tempo, piena d’aver detto cosa contraria alle tendenze moderne» di talento. [...] Avevo parlato con Debussy della musica (lettera ad Arrivabene, 10 giugno 1884). di Puccini e ricordo che Debussy la rispettava, come 15 Lettera alla sorella Ramelde, 1884. d’altronde anch’io. [...] Nonostante la distanza musica- 16 Leoncavallo offrirà comunque qualche contributo al le che intercorreva tra noi, non ci furono ostacoli alla libretto di Manon Lescaut nel 1890 e nel 1892. nostra amicizia”. 17 In Giacomo Puccini, Epistolario, a cura di Giuseppe 42 Testimoniato da Guido Marotti.

101 43 Secondo Marotti. 44 Lettera a Ricordi, 1906. 45 E.Varèse, Il suono organizzato. Scritti sulla musica, a cura di L.Hirbour, Milano, Ricordi / Unicopli, 1985. 46 Lettera a Gaianus, 1922. 47 Lettera a Clausetti, 1924.

Foto di scena di Manon Lescaut (atto I). Scene e costumi di Fiorenzo Giorgi. Regia di Renzo Giacchieri. Venezia, Teatro La Fenice, febbraio 1978.

102 Foto di scena di Manon Lescaut (atto II e III). Scene e costumi di Fiorenzo Giorgi. Regia di Renzo Giacchieri. Venezia, Teatro La Fenice, febbraio 1978.

103 Tony Johannot, Manon Lescaut e il Cavaliere Des Grieux. Incisione da Histoire du chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut de l’abbé Prévost.

104 Tony Johannot, ritratto di Manon. Incisione da Histoire du chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut de l’abbé Prévost.

105 Giacomo Puccini.

106 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE PERCORSI DI APPROFONDIMENTO a cura di GILDO SALERNO

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111 Foto di scena di Manon Lescaut. Nancy, Opéra di Nancy, 1999. Allestimento in coproduzione con il Teatro La Fenice di Venezia.

112 www.MANON LESCAUT a cura di RICCARDO GASPARINI

larmonic Orchestra diretta da John Eliot Gardiner. Ben ventinove edizioni di Manon delle quali undici dal vivo, undici in studio e sette video. La Bibliografia essenziale a cura di France- sco Degrada propone un elenco ragguarde- vole di scritti su Giacomo Puccini e su Ma- non. L’Archivio infine ci propone una scheda con la data e il luogo della prima rappre- sentazione, l’organico orchestrale, i perso- naggi e i ruoli. Tra i vari siti in cui è presente Manon Le- All’indirizzo www.magdaolivero.com/ma- scaut, quello del teatro La Scala che trovia- nonlescaut.htm il sito dedicato alla celebre mo all’indirizzo www.lascala.milano.it è cantante che racconta un simpatico aned- senza dubbio il più articolato e soddi- doto a proposito delle recite di Manon Le- sfacente. scaut a Caracas nel 1972 con Richard La schermata che ci appare è sobria, divisa Tucker. come di consueto in due parti: quella di si- All’indirizzo http://www.filminternational. nistra in cui sono elencate le varie zone di com/manonlescaut.html per soli 16.99 dol- interesse e quella di destra in cui ci vengo- lari possiamo ordinare la videocassetta del- no proposti i contenuti. Il menu è ricco, si la Manon realizzata nel 1980 al Metropoli- va dal Soggetto alle Locandine, dal Pro- tan di New York con la direzione di James gramma di sala ai Figurini, dalla Discogra- Levine e tra gli interpreti Renata Scotto, Pla- fia all’Archivio solo per citare alcune voci, cido Domingo, Pablo Elvira e Renato Ca- però altre aree di interesse come Audio, pecchi (ci sono i sottotitoli in inglese!). Spartiti, Video non sono ancora attive. All’indirizzo http://www.igyuk.hu/zenei- Iniziamo l’esplorazione dalla voce Soggetto video.shtml troviamo un sito ungherse che per accedere alla trama dell’opera divisa vende videocassette di musica classica da nei quattro atti tradotta anche in inglese, Bach a Wagner e naturalmente Puccini con francese e tedesco. Tosca e Manon Lescaut. Cliccando sulla voce Programmi di sala E all’indirizzo http://www.worldwideschool. troviamo saggi di autori vari riguardanti le org/library/books/lit/drama/ManonLescaut diverse prospettive che possono interessa- /chap11.html è disponibile il testo integrale re l’opera oppure curiosità come «Alcune tradotto in inglese del romanzo dell’abate notizie storiche su Manon Lescaut, Arturo Prévost. In alto a sinistra il collegamento ad Toscanini e Antonino Votto». Alla voce Fo- Amazon.com, la famosa libreria online con tografie le immagini dello spettacolo di Sil- due milioni di titoli a disposizione. via Lelli; cliccando la voce Figurini possia- Molto interessante all’indirizzo http://www. mo vedere i costumi di Gabriella Pescucci. puccini.it/ il sito di Michele Girardi e Ric- Nella sezione Discografia, a cura di Luigi cardo Nieri intitolato «Centro studi Giaco- Bellingardi, si inizia con un’incisione del mo Puccini» in cui tra l’altro possiamo 1930 con l’orchestra sinfonica di Milano ascoltare la voce del compositore registrata diretta da Lorenzo Majoli per passare a in- il 21 febbraio 1907 negli studi della cisioni con celebri interpreti fino ad arriva- Columbia a New York. re ad un video del 1997 con la London Phi-

113 BIOGRAFIE a cura di PIERANGELO CONTE

YURI AHRONOVITCH europei, Pierre Constant continua ad occu- Inizia lo studio del violino a quattro anni, parsi di opera firmando la regia di Werther quindi segue i corsi di direzione d’orche- e di Così fan tutte. Nel 1993 si dedica a due stra al Conservatorio di Leningrado. Invita- lavori contemporanei (L’Arbre de Mai di to regolarmente a dirigere le più prestigio- François Fayt su testo di Marcel Maréchal e se orchestre russe, nel 1964 viene nomina- Hélène di Thanos Mikrotsikos) quindi, in to Direttore Principale dell’Orchestra collaborazione con l’Atelier Lyrique di Sinfonica della Radio di Mosca dove lavora Tourcoing, riprende un repertorio più tra- fino al 1972, anno in cui emigra in Israele: dizionale lavorando ad una nuova produ- da allora è costantemente chiamato a diri- zione della trilogia di Wolfgang Amadeus gere complessi sinfonici internazionali af- Mozart e Lorenzo Da Ponte, premiata dalla fermandosi come uno dei massimi direttori critica francese come miglior spettacolo li- odierni. Nel corso della carriera Yuri Ahro- rico del 1995. Recentemente ha curato la novitch si è impegnato spesso anche nel regia di Un ballo in maschera, La clemenza campo operistico, dirigendo importanti di Tito, Manon Lescaut, Il flauto magico, produzioni sia in Europa che negli Stati Sansone e Dalila (al PalaFenice) e Beatrice Uniti. Dal 1975 al 1986 è stato Direttore et Bénédicte. Principale della Filarmonica di Colonia, mentre dal 1982 al 1987 ha ricoperto lo ROBERTO PLATÉ stesso incarico alla Filarmonica di Stoccol- Pittore e scenografo, si è formato all’Acca- ma. Insignito di prestigiosi premi, vanta demia di Belle Arti di Monaco. Nel 1970 ha una ricca e pregevole attività discografica. realizzato l’allestimento di Eva Peron: que- sto è stato il debutto di una lunga collabo- PIERRE CONSTANT razione con Alfredo Arlas, con il quale ha Acrobata, giocoliere, funambolo, trapezi- lavorato per diverse produzioni (tra cui sta, ha recepito dal padre la passione per la Carmen all’Opéra Bastille nel 1997). Rego- musica ed il teatro lirico. Dopo aver fonda- larmente impegnato al fianco di Claude to nel 1974 il Centre Dramatique de la Cor- Régy (Il vascello fantasma ad Angers e a neuve, nel quale, orientando la ricerca ver- Nancy, I maestri cantori allo Châtelet) e di so la creazione di opere contemporanee Pierre Constant (Tosca, I Masnadieri, Si- originali, indagava le potenzialità espressi- mon Boccanegra, Il Trovatore, Werther, la ve della musica, del corpo e della voce, trilogia Mozart–Da Ponte, Un ballo in ma- Pierre Constant debutta nella regia d’opera schera, La clemenza di Tito), Roberto Platé nel 1980 con I Masnadieri a Nancy, dove si dedica attivamente anche al teatro – nel presenta anche Tosca. Gérard Mortier, al- 1998 ha ideato le scene di Rodogune, lora Direttore del Théâtre de la Monnaie, lo Amphitryon e Le Femme assise – ed alla invita a Bruxelles affidandogli due testi danza (Fantasia semplice per Dominique verdiani, Simon Boccanegra e Trovatore. Bagouel all’Opéra di Parigi). Senza tralasciare la carriera d’attore, espressa sui più importanti palcoscenici

114 EMMANUEL PEDUZZI Punto centrale della sua carriera artistica LISA HOUBEN è la prolungata e vivace collaborazione Vincitrice di diversi concorsi internazio- con il costumista Jacques Schmidt: il loro nali, Lisa Houben ha calcato numerosi sodalizio, che si è esteso ininterrottamen- palcoscenici europei in importanti titoli te dal 1977 al 1996, ha infatti accompa- operistici (Andrea Chénier, Bohème). gnato la creazione dei costumi per più di Oltre ad essersi esibita in recital al fianco cento e dieci spettacoli tra teatro ed ope- di Carreras e Bocelli trasmessi in mondo- ra, lavori curati da importanti registi qua- visione, il giovane soprano ha cantato in li Philippe Adrien, Patrice Chéreau, Pierre Tosca per la Ontario Opera e per la RAI, Constant, José-Luis Gomez, Brigitte in Aida al Cairo e nell’ottobre 1999 ha par- Jaques, Patrice Kerbrat, Jean-Louis Marti- tecipato alla prestigiosa produzione di Ines noty, Alain Milianti, Roger Planchon, Jac- de Castro al Teatro «Pergolesi» di Jesi. ques Rosner, Jérôme Savary, Andreï Ser- ban, Bernard Sobel, Jacques Weber. Dalla GIUSEPPE GARRA stagione 1996-1997 ad oggi Emmanuel Finalista al Concorso Internazionale «Città Peduzzi ha firmato i costumi per diverse di Roma» e al «Belvedere» di Vienna, dopo produzioni teatrali (Aspettando Godot, aver collaborato con il Teatro «Bellini» di Giulio Cesare, Rodogune, La mer). In Catania, Giuseppe Garra ha vestito i panni campo operistico va segnalata la sua frut- di Alfio in Cavalleria rusticana, di Belcore tuosa e regolare collaborazione con il regi- nell’Elisir d’amore, di Schaunard e Marcel- sta Pierre Constant: insieme hanno realiz- lo nella Bohème. Nel 1998 è stato ospite del- zato nuove produzioni delle Nozze di Figa- la Stagione Lirica di Sassari per Falstaff di ro, Don Giovanni, Così fan tutte, Un ballo cui uscirà una registrazione discografica in maschera, La clemenza di Tito, Manon mentre nel 1999 ha cantato Bohème, Attila Lescaut, Il flauto magico, Sansone e Dali- e Traviata. la (al PalaFenice) e Beatrice et Bénédicte. ANTONELLO PALOMBI NORMA FANTINI Ha debuttato nel 1990 interpretando In seguito ai brillanti esordi a Spoleto, Nor- Pinkerton nella Madama Butterfly, Dour- ma Fantini ha interpretato con successo mont nella Scala di seta e successivamen- ruoli protagonistici in opere quali Simon te il Duca di Mantova in Rigoletto, Millfort Boccanegra, Suor Angelica, Faust (al Regio nella Cambiale di matrimonio, Alfredo in di Torino con l’allestimento di Luca Ron- Traviata, Ferrando in Così fan tutte, Mac- coni), Andrea Chénier, Un ballo in duff in Macbeth, Don Ramiro nella Cene- maschera (anche al San Carlo di Napoli al rentola, Attalo in Ermione, Nemorino in fianco di Luciano Pavarotti), Tosca, Manon Elisir d’amore, Don José in Carmen, Sou Lescaut e Aida. Ha debuttato alla Scala nel Chong nel Paese del sorriso, esibendosi in ruolo di Margherita nel Mefistofele di Boi- numerosi teatri europei. Sul versante to; in seguito è tornata nel teatro milanese sacro ricordiamo la registrazione dell’Epi- per Manon Lescaut. Le felici accoglienze fania del Signore di Dino Menichetti, la ottenute alla Royal Festival Hall con la Messa di Gloria e la Petite Messe Solem- Messa da Requiem di Verdi le hanno gua- nelle di Rossini, la Messa da Requiem di dagnato immediatamente attenzione e con- Verdi. Per il Teatro La Fenice ha inter- sensi in campo internazionale: nella sta- pretato il ruolo di Enea nei Troiani di Ber- gione 1997–1998 ha cantato Aida a Tokyo lioz e di Radames in Aida. in una produzione di Franco Zeffirelli, e successivamente a Berlino sotto la direzio- ne di Barenboim, a Madrid, a Dresda e a GABRIELE MONICI New York. Recentemente ha vestito i pan- Segnalatosi giovanissimo in alcuni concor- ni di Desdemona in Otello a Palermo. si e perfezionatosi al Centro del Teatro alla

115 Scala, nel 1985 ha cantato con Luciano Pa- intrapreso la carriera artistica stabilendo varotti in alcune produzioni di Bohème e di regolari collaborazioni soprattutto con isti- Un ballo in maschera. Il suo debutto operi- tuzioni liriche italiane e svizzere. Al stico è avvenuto con il ruolo di Simone in Comunale di Bologna ha preso parte ad Gianni Schicchi. Nel corso della sua carrie- una nuova opera ideata da Leo Nucci, ra ha cantato in numerosi teatri, in Italia ed mentre ad Hamamatsu (Giappone) ha all’estero, collaborando con famosi diretto- cantato in una Madama Butterfly curata ri d’orchestra (Mehta, Chung, Maag, Gardi- registicamente da Robert Wilson. A Vene- ner, Oren, Nagano) e registi (Faggioni, Piz- zia ha preso parte al Sansone e Dalila zi, Ronconi). andato in scena al PalaFenice.

JUAN GAMBINA CLAUDIA NICOLE BANDERA Perfezionatosi con Carlo Bergonzi ed affer- I debutti al Festival di Vicenza con La finta matosi in diversi concorsi internazionali, giardiniera e Le nozze di Figaro ed a Bue- Juan Gambina ha incominciato la carriera nos Aires nel Giustino e nello Stabat Mater lirica cantando nei Pagliacci a Malta e nel- di Boccherini l’hanno condotta ad esibirsi la Bohème a Ginevra. Nel 1997 si è dedica- nei maggiori teatri italiani interpretando to principalmente a due opere verdiane opere di tradizione e lavori in prima esecu- (Rigoletto e Traviata) e a composizioni del zione assoluta. Diretta da maestri quali Ga- nostro secolo. Nel 1999 ha partecipato a tre vazzeni, Abbado, Muti, Maazel, Delman, produzioni palermitane: Manon Lescaut, Claudia Nicole Bandera ama interpretare Mavra di Stravinskij e alla Finta parigina di un vasto repertorio che si estende dalla Cimarosa. Quest’anno si è esibito in Sadkò musica barocca a quella contemporanea, al PalaFenice. senza tralasciare la musica da camera, la musica sacra e la liederistica. Già Olga nel- MATTIA NICOLINI l’Eugenio Onegin rappresentato a Venezia, Gli studi con Vito Maria Brunetti, Carlo Ca- ha cantato Werther a Cremona, Brescia, merini e Romano Roma lo conducono nel Bergamo, Madama Butterfly a Firenze, Ca- 1989 al debutto nella Serva Padrona di Per- puleti e Montecchi a Torino e a Parma, Bo- golesi nell’ambito della Sagra Malatestiana ris Godunov a Torino e nella Passione di di Rimini ed all’affermazione in diversi Nostro Signore Giesù Cristo di Jommelli concorsi. La sua carriera si sviluppa su due nell’ambito di Civiltà Musicale Veneziana binari complementari: una ricca attività ’99. concertistica (sia di carattere sacro che ca- meristico) affianca infatti l’impegno in VINCENZO SAGONA campo operistico, spesso mirato al recupe- Ha all’attivo un grandissimo numero di ap- ro in ripresa moderna di lavori non molto parizioni in produzioni operistiche presen- frequentati. Canta nel Barbiere di Siviglia, tate nelle più significative stagioni operisti- nel Riccardo Cuor di Leone di Grétry, che italiane e straniere: il suo repertorio in- nell’Amor rende sagace, nel Telefono di fatti spazia da Monteverdi a Britten, da Mo- Menotti. In seguito si esibisce nel Mondo zart a Strauss, da Rossini a Dallapiccola, e della luna di Paisiello, nei Quattro Rusteghi comprende i maggiori capolavori dei gran- di Wolf-Ferrari, nella Bohème (al Teatro La di operisti dell’Ottocento. Attivo anche sul Fenice) e nell’Elisir d’amore. Nel 1996 è fronte discografico, svolge anche un’inten- stato il Sagrestano nella Tosca realizzata sa e molteplice attività concertistica. dal Teatro La Fenice; successivamente ha cantato a Venezia in Rigoletto, Carmen e nella Gazza ladra. ANTONIO FELTRACCO GIOVANNI MAINI Formatosi artisticamente principalmente Diplomatosi al Conservatorio di Piacenza, sotto la guida di Peter Maag con cui ha col- si è perfezionato con Leo Nucci quindi ha laborato dal 1990 al 1998, Antonio Feltracco

116 ha partecipato a numerose produzioni in RENZO STEVANATO vari teatri italiani (Carmen, Flauto magico, Debutta nel 1978 al Teatro La Fenice come Traviata, Rigoletto, Lucia di Lammermoor), Geronte nella Manon Lescaut, quindi par- lavorando insieme a direttori del calibro di tecipa all’attività artistica di vari teatri na- Yoram David, Angelo Campori ed Isaac Ka- zionali sviscerando il grande repertorio rabtchevsky ed a famosi registi quali Pier operistico, in particolare il corpus verdiano Luigi Pizzi e Franco Zeffirelli. e pucciniano (Barbiere, Norma, La stranie- ra, Rigoletto, Un ballo in maschera, Travia- ta) collaborando con prestigiosi direttori (Bartoletti, Gracis) e registi (Ronconi, Bus- sotti).

Foto di scena di Manon Lescaut. Nancy, Opéra di Nancy, 1999. Allestimento in coproduzione con il Teatro La Fenice di Venezia.

117 FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA

, sovrintendente Mario Messinis, sovrintendente

, direttore artisticoPaolo Pinamonti, direttore artistico

, direttore musicaleIsaac Karabtchevsky, direttore musicale

, primo direttore ospiteJeffrey Tate, primo direttore ospite

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

presidente Corrado Scivoletto Commissario Straordinario al Comune di Venezia

consiglieri: Giorgio Brunetti, vicepresidente

Giorgio Pressburger

Pietro Marzotto

Angelo Montanaro

,,sovrintendente Mario Messinis, sovrintendente

segretario Tito Menegazzo segretario

COLLEGIO REVISORI DEI CONTI

presidente Angelo Di Mico

Adriano Olivetti

Maurizia Zuanich Fischer

118 segretario generale Tito Menegazzo

direttore del personale Paolo Libettoni

direttore di produzione Dino Squizzato

direttore dell’organizzazione scenica e tecnica Giuseppe Morassi

segretario artistico Francesco Bellini

capo ufficio stampa e relazioni esterne Cristiano Chiarot

fotocomposizione e scansioni immagini Texto - Venezia

stampa Grafiche Zoppelli - Dosson di Casier (TV)

Supplemento a: LA FENICE Notiziario di informazione musicale e avvenimenti culturali della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia dir. resp. C. CHIAROT, aut. Trib. di Ve 10.4.1997, iscr. n. 1252, Reg. stampa

finito di stampare nel mese di marzo 2000

119 AREA ARTISTICA

ORCHESTRA DEL TEATRO LA FENICE

ISAAC KARABTCHEVSKY direttore principale JEFFREY TATE primo direttore ospite

MAESTRI COLLABORATORI direttore musicale di palcoscenico maestri di sala maestri di palcoscenico Giuseppe Marotta * Stefano Gibellato * Ilaria Maccacaro ◆ Roberta Ferrari ◆ Silvano Zabeo * Lorenzo Zanoni ◆ maestro suggeritore maestro alle luci Pierpaolo Gastaldello ◆ Gabriella Zen *

Violini primi Viole Flauti Trombe Mariana Stefan • Alfredo Zamarra • Angelo Moretti • Fabiano Cudiz • Roberto Baraldi • Paolo Pasoli Chiara Piccinelli • Fabiano Maniero • Nicholas Myall Antonio Bernardi Luca Clementi Mirko Bellucco Mania Ninova ◆ Elena Battistella Debora Rosti◆ Gianfranco Busetto Pierluigi Pulese Ottone Cadamuro Eleonora Zanella ◆ Mauro Chirico Rony Creter Ottavino Fabrizio Mezzari ◆ Pierluigi Crisafulli Anna Mencarelli Franco Massaglia ◆ Loris Cristofoli Stefano Pio Roberto Dall’Igna Katalin Szabo Oboi Tromboni Marcello Fiori Maurizio Trevisin Rossana Calvi • Andrea Maccagnan • Elisabetta Merlo Roberto Volpato Marco Gironi • Giovanni Caratti • Sara Michieletto Lorenzo Corti ◆ Walter De Franceschi Massimo La Rosa Annamaria Pellegrino Claudio Magnanini Daniela Santi Violoncelli Corno inglese Diego Giatti ◆ Anna Tositti Luca Pincini • Renato Nason Anna Trentin Alessandro Zanardi • Tuba Maria Grazia Zohar Nicola Boscaro Corni Alessandro Ballarin Laura Di Marzio ◆ Marco Trentin Konstantin Becker • Bruno Frizzarin Andrea Corsini • Timpani Violini secondi Paolo Mencarelli Guido Fuga Roberto Pasqualato • Alessandro Molin • Mauro Roveri Adelia Colombo Gianaldo Tatone • Renato Scapin Stefano Fabris Percussioni Gisella Curtolo Maria Elisabetta Volpi Neri Noferini ◆ Fabio Dalla Vedova ◆ Enrico Enrichi F. Dimitrova Ivanova ◆ Attilio De Fanti Luciano Crispilli Fabio Guidolin ◆ Clarinetti Gottardo Paganin Alessio Dei Rossi Alessandro Fantini • Maurizio Fagotto Contrabbassi Vincenzo Paci • Arpa Emanuele Fraschini Matteo Liuzzi • Federico Ranzato Brunilde Bonelli • ◆ Maddalena Main Stefano Pratissoli • Luca Minardi Massimo Frison Clarinetto basso Pianoforti e tastiere Marco Paladin Ennio Dalla Ricca Renzo Bello Carlo Rebeschini • Rossella Savelli Giulio Parenzan Aldo Telesca Marco Petruzzi Fagotti Johanna Verheijen Alessandro Pin Dario Marchi • Muriel Volckaert Walter Garosi ◆ Roberto Giaccaglia • Roberto Zampieron Roberto Fardin Massimo Nalesso

Controfagotto • prime parti Fabio Grandesso ◆ a termine * collaborazione

120 CORO DEL TEATRO LA FENICE

GIOVANNI ANDREOLI direttore del Coro

Alberto Malazzi altro maestro del Coro

Soprani Alti Tenori Bassi Nicoletta Andeliero Valeria Arrivo Ferruccio Basei Giuseppe Accolla Cristina Baston Mafalda Castaldo Sergio Boschini Carlo Agostini Lorena Belli Marta Codognola Salvatore Bufaletti Giampaolo Baldin Piera Ida Boano Chiara Dal Bo Pasquale Ciravolo Julio Cesar Bertollo Egidia Boniolo Elisabetta Gianese Cosimo D’Adamo Roberto Bruna Lucia Braga Vittoria Gottardi Luca Favaron Antonio Casagrande Mercedes Cerrato Kirsten Löell Lone Gionata Marton A. Simone Dovigo Emanuela Conti Manuela Marchetto Enrico Masiero Salvatore Giacalone Anna Dal Fabbro Misuzu Ozawa Stefano Meggiolaro Alessandro Giacon Milena Ermacora Gabriella Pellos Roberto Menegazzo Massimiliano Liva Susanna Grossi Paola Rossi Ciro Passilongo Nicola Nalesso Michiko Hayashi Laura Zecchetti Marco Rumori Emanuele Pedrini Maria Antonietta Lago Sabrina Canola ◆ Salvatore Scribano Nicola Riganò Enrica Locascio Orietta Posocco ◆ Paolo Ventura Mauro Rui Loriana Marin Cecilia Tempesta ◆ Bernardino Zanetti Roberto Spanò Antonella Meridda Domenico Altobelli ◆ Claudio Zancopè Alessia Pavan Roberto De Biasio ◆ Franco Zanette Bruna Paveggio Dario Meneghetti ◆ Andrea Lia Rigotti Antonio Scarbaci ◆ Ester Salaro Rossana Sonzogno

◆ a termine

121 AREA TECNICO-AMMINISTRATIVA

direttore di palcoscenico responsabile allestimenti scenici responsabile tecnico Paolo Cucchi Massimo Checchetto Vincenzo Stupazzoni responsabile archivio musicale capo reparto elettricisti capo reparto macchinisti Gianluca Borgonovi Vilmo Furian Valter Marcanzin

capo reparto attrezzisti capo reparto sartoria responsabile falegnameria Roberto Fiori Maria Tramarollo Adamo Padovan

responsabile ufficio promozione e decentramento responsabile ufficio segreteria artistica Domenico Cardone Vera Paulini

responsabile ufficio economato responsabile ufficio ragioneria responsabile ufficio personale Adriano Franceschini e contabilità Lucio Gaiani Andrea Carollo

Macchinisti Elettricisti Attrezzisti Michele Arzenton Fabio Barettin Sara Bresciani Massimiliano Ballarini Alessandro Ballarin Marino Cavaldoro Bruno Bellini Alberto Bellemo Diego Del Puppo Vitaliano Bonicelli Michele Benetello Salvatore De Vero Roberto Cordella Marco Covelli Oscar Gabbanoto Antonio Covatta Stefano Faggian Nicola Zennaro Giuseppe Daleno Euro Michelazzi Vittorio Garbin ◆ Dario De Bernardin Roberto Nardo Paolo De Marchi Maurizio Nava Scenografia Luciano Del Zotto Paolo Padoan Giorgio Nordio Bruno D’Este Costantino Pederoda Marcello Valonta Roberto Gallo Marino Perini Sergio Gaspari Roberto Perrotta Manutenzione Michele Gasparini Stefano Povolato Umberto Barbaro Giorgio Heinz Teodoro Valle Giancarlo Marton Roberto Mazzon Giancarlo Vianello Andrea Muzzati Massimo Vianello Pasquale Paulon Roberto Vianello Addetti orchestra Mario Pavan Marco Zen e coro Roberto Rizzo Salvatore Guarino Stefano Rosan Sarte Andrea Rampin Paolo Rosso Bernadette Baudhuin Cristiano Beda Francesco Scarpa Emma Bevilacqua Lorenzo Bellini ◆ Massimo Senis Annamaria Canuto Federico Tenderini Rosalba Filieri Enzo Vianello Elsa Frati Mario Visentin Luigina Monaldini Fabio Volpe Sandra Tagliapietra Tebe Amici ◆

◆ a termine

122

ASSOCIAZIONE DI VENEZIA

gennaio - dicembre 2000 1-4 giugno 2000 - Berlino Visite guidate alla Sala Wagner Convegno Internazionale Associazioni Richard di Ca’ Vendramin Calergi Wagner (sabato mattina - solo per appuntamento) tel. 0415232544 ACIT 16 giugno 2000 - Graz (entro venerdì mattina) II Concorso per Registi e Scenografi - Finale Wagner Forum 12 febbraio 2000 ore 17.30 Fondazione G. Cini 7-9 luglio 2000 - Symposium OMAGGIO A RICHARD WAGNER Die Meistersinger R. Wagner († Venezia 13.2.1883) OperNürnberg Recital del duo pianistico Scambio culturale Venezia-Nürnberg DAG ACHATZ, YUKIE NAGAI Musiche di Richard Wagner nella 9 luglio 2000 - Bayreuth trascrizione per due pianoforti di Recital V. BRESCIANI (Borsista Bayreuth 1996) MAX REGER Scambio culturale Venezia-Bayreuth Presentazione Programma 2000 4-7 agosto 2000 - Bayreuth Ciclo di Conferenze Concorso Voci Wagneriane e Concerto Borsisti novità editoriali 2000 Bayreuth WAGNER E NIETZSCHE 16 marzo 2000 10-12 ottobre 2000 - Saarbrücken Fondazione Levi ore 18.00 Concorso Voci Wagneriane - Semifinale/Finale MAURIZIO GIANI Le letture di Richard Wagner Presentazione di Luca Zoppelli LE GIORNATE WAGNERIANE 2000 13 aprile 2000 Fondazione Levi ore 18.00 novembre - dicembre EMANUELE SEVERINO Convegno Internazionale di Studi: L’anello del ritorno Wagner e Nietzsche nel centenario della morte Presentazione di Quirino Principe del grande filosofo. 11 maggio 2000 Concerti - Ciclo “Giovani Concertisti” Fondazione Levi ore 18.00 LOU-ANDREAS SALOMÉ dicembre 2000 - gennaio 2001 Vita di Nietzsche Symposium, Mostra, Concerti, Films Presentazione di Giorgio Cusatelli 25 maggio 2000 Piano Editoriale C.E.S.R.R.W. Fondazione Levi ore 18.00 - Prima traduzione italiana Richard Wagner in INCONTRO MUSICALE CON I BORSISTI Venedig di Henry Perl 1883 BAYREUTH 2000 (Traduzione e note di Quirino Principe) Musiche di Richard Wagner - Wagner a Venezia a cura di G. Gualerzi e C. Marinelli 21 aprile 2000 - Atti Convegni: 1) Tannäuser 1845/1875 - 1996; 2) Palazzo Albrizzi Wagner e Verdi - 1998; 3) Wagner e gli operisti WAGNER A BAYREUTH italiani - 1999 Parsifal, Dramma Sacro in tre atti di R. Wagner Proiezione in occasione del Venerdì Santo

FENICE - STONEFLY F.C.

La squadra di calcio “Fenice - Stonefly F.C.” si è costituita come gruppo culturale - sportivo per organizzare iniziative a favore della ricostruzione del Teatro.

La squadra di calcio del Teatro “La Fenice” si è conquistata negli ultimi anni una posizione di prestigio a livello internazionale; basti ricordare alcuni importanti risultati: la conquista del tito- lo europeo tra le squadre degli enti lirici nel 1992, il secondo posto, sempre in questa compe- tizione, conquistato nel 1995 e altri vari riconoscimenti. La squadra ha disputato partite con la nazionale cantanti e dei giornalisti. La squadra, che si autofinanzia, intende con la propria attività portare un contributo alla rico- struzione del Teatro.

Attualmente l’attività sportiva è sostenuta da Stonefly, Kele & Teo Tour Operator srl; Cassa di Risparmio di Venezia; Transport Service; Bullo Tecnologie e Servizi srl; Regazzo Strumenti Musicali; Arti Grafiche Venete - La Tipografica srl; Damatherm srl; Gruppo Togni

136 AMICI DELLA FENICE

Incontro con l’opera

Conservatorio «B. Marcello» Sala dei Concerti 27 gennaio 2000, ore 18.00 MARIO BORTOLOTTO SADKÒ di NIKOLAJ RIMSKIJ-KORSAKOV

Ateneo Veneto Sala Tommaseo 21 febbraio 2000, ore 18.30 PAOLO COSSATO LADY BE GOOD di GEORGE GERSHWIN

Conservatorio «B. Marcello» Sala dei Concerti 20 marzo 2000, ore 18.00 GUIDO SALVETTI MANON LESCAUT di GIACOMO PUCCINI

Ateneo Veneto Aula Magna 20 maggio 2000, ore 18.00 GIORGIO PESTELLI LE NOZZE DI FIGARO di WOLFGANG AMADEUS MOZART

Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti 19 giugno 2000, ore 18.00 SERGIO PEROSA eSERGIO SEGALINI BILLY BUDD di BENJAMIN BRITTEN

Ateneo Veneto Sala Tommaseo Clavicembalo francese a due manuali 26 settembre 2000, ore 18.00 copia dello strumento di Goermans- MARINELLA GUATTERINI Taskin, costruito attorno alla metà FENICE 108 del XVIII secolo (originale presso la di JOHN CAGE Russel Collection di Edimburgo). Ateneo Veneto Aula Magna Opera del M° cembalaro Luca 4 ottobre 2000, ore 18.00 Vismara di Seregno (MI); ultimato ROBERTO PUGLIESE nel gennaio 1998. ALEXANDR NEVSKIJ di SERGEJ PROKOF’EV Le decorazioni, la laccatura a tampone e le chinoiseries – che sono Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti espressione di gusto tipicamente 23 ottobre 2000, ore 18.00 settecentesco per l’esotismo GIOVANNI CARLI BALLOLA orientaleggiante, in auge soprattutto ANACRÉON di LUIGI CHERUBINI in ambito francese – sono state eseguite dal laboratorio dei fratelli Ateneo Veneto Sala Tommaseo Guido e Dario Tonoli di Meda (MI). 23 novembre 2000, ore 18.00 PAOLO PINAMONTI Caratteristiche tecniche: ¡ 1 5 AY AMOR! estensione Fa - Fa , di MANUEL DE FALLA trasposizione tonale da 415hz a 440hz, dimensioni 247x 93x 28 cm. Ateneo Veneto Aula Magna 4 dicembre 2000, ore 18.00 PIER LUIGI PETROBELLI Dono al Teatro La Fenice MESSA DA REQUIEM degli Amici della Fenice, gennaio 1998. di GIUSEPPE VERDI