Onorato VI Caetani E La Cultura Romana Di Fine Settecento

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Onorato VI Caetani E La Cultura Romana Di Fine Settecento Università degli Studi Roma Tre Scuola Dottorale in Culture e Trasformazioni della Città e del Territorio Storia e Conservazione dell’Oggetto d’Arte e d’Architettura XXVIII Ciclo Onorato VI Caetani e la cultura romana di fine Settecento Tutor: Prof.ssa Liliana Barroero Dottorando: Francesco Leonelli 1 Indice Premessa: p.3 Avvertenza: p. 6 Capitolo I: 1. Il contesto: il secondo Settecento romano: p. 9 2. I Caetani: p. 41 3. La collezione Caetani nella prima metà del settecento: p. 58 Capitolo II: 1. Il background storico, culturale e biografico di Onorato Caetani collezionista: p.65 2. La collezione e il gusto di Onorato Caetani nel contesto culturale del XVIII secolo: p.78 3. La spada di Cesare Borgia: Onorato Caetani e Ferdinando Galiani a confronto: p.104 Capitolo III: 1. «Mengs mi ha dipinto e letto nella mia fisionomia il carattere che voi vedete nelle mie lettere, Batoni mi ha dipinto con quella fisionomia con la quale io mi nascondo»: i tre ritratti di Onorato Caetani nel contesto culturale dello «studio del volto» e della «scienza dell’uomo» nel Settecento: p. 118 2. Onorato Caetani e la disputa con il De Azara: idee sull’Antico a confronto: p. 141 3. Onorato Caetani, Buffon e la “testa di bufalo”. Una protome di marmo tra vero e falso dell’Antico nella Roma dei Lumi: p. 156 Immagini: p.173 Appendice documentaria: p. 204 Bibliografia: p.285 2 PREMESSA Questo lavoro ha per oggetto la figura di Onorato Caetani, un personaggio della nobiltà romana del Settecento fra i più interessanti della sua epoca, sul quale non mancano gli studi1 , ma che le ricerche più recenti, effettuate per questa dissertazione, mostrano sempre più ricco di implicazioni esistenziali e culturali. La sua immagine ne risulta quindi proiettata verso una definizione che s’arricchisce di predicati senza che sia possibile sigillarla su se stessa, lasciando quasi un quid inafferrabile che si è tentato di evidenziare tramite il frequente inserimento di stralci di minute, lettere e passi significativi delle fonti dell’epoca nel corpo del testo. Si tratta di una “mobilità” che sembrerebbe travalicare il suo secolo, se non fosse ormai acquisito che anche l’immagine caratterizzata dalla centralità della raison illuministica, col progredire delle ricerche, si è dimostrata molto più articolata e discutibile di quanto non si fosse mai pensato prima. Prendiamo ad esempio la tendenza al collezionismo, o meglio la parte squisitamente settecentesca così cospicuamente rappresentata da Onorato. Non possiamo considerarla (e ciò vale per tutto il secolo, non solo per Onorato) una semplice catalogazione di dati, ma, contro ogni apparenza e interpretazione banalizzante, un processo di evasione dal mondo. C’è 1 Gli studi su Onorato Caetani sono piuttosto limitati nel numero, ma senz’altro densi di informazioni documentarie e d’interessanti osservazioni sulla sua figura, benché molto raramente sia stata presa in esame la sua personalità di committente, collezionista e «intendente» di Belle Arti nella Roma del XVIII secolo. Ad oggi, l’unico saggio veramente organico sulla figura storica di Onorato Caetani è quello di Luigi Fiorani, (Onorato Caetani. Un erudito romano del Settecento, Firenze 1969). Nonostante esso contenga alcune importanti informazioni sui rapporti di Onorato Caetani con pittori come Mengs, Batoni e Angelica Kauffman (nell’appendice del volume vengono riportate le tre lettere rimasteci scritte dagli artisti a Caetani), l’autore mira a ricostruire precipuamente la formazione erudita e religiosa dell’abate Caetani, con poca attenzione ai suoi rapporti con l’arte del tempo. Donatella Fioretti (Nobiltà e biblioteche tra Roma e le Marche nell’età dei Lumi, in «Quaderni di Proposte e Ricerche» [Numero Monografico], Ancona 1996) ha analizzato in modo pregnante alcune parti dei carteggi di Onorato e ha illuminato gli aspetti “bibliofili” del Caetani. Per quel che riguarda i contatti di Onorato con Mengs, Batoni e Angelica Kauffman, che ne dipingeranno il ritratto rispettivamente nel 1779, nel 1782 e nel 1783, di fondamentale importanza è il saggio di Steffi Roettgen (I ritratti di Onorato Caetani dipinti da Mengs, Batoni e Angelica Kauffman in «Paragone Arte», 19, Firenze 1968, pp.52-71), che è stato senz’altro il punto di partenza per le ulteriori ricerche sviluppate nel corso dei tre anni di Dottorato. 3 un’accezione del collezionismo che rinvia a Walter Benjamin, al quale capitò di scrivere che «qualsiasi ordine è […] null’altro che lo stare sospesi sopra un abisso»2. E’ forse possibile considerare il collezionismo, sulle orme di Benjamin, come m’è accaduto di scrivere in questo lavoro, una vera e propria fuga «in terre pure, ove il godimento estetico e l’armonia provocati dalla consuetudine con la propria ben ordinata collezione innescano un processo di edificazione personale e di conseguente benessere emotivo che tocca punte di felicità». Onorato, però, non ha solo collezionato oggetti d’arte, antichi o presunti tali, ma anche immagini di se stesso, ognuna delle quali appare come una perfetta mappatura dei pensieri e dei sentimenti nascosti nel profondo dell’ intelletto e dell’animo. Sto ovviamente accennando alle tre immagini di sé commissionate a tre dei più grandi pittori dell’epoca: Anton Raphael Mengs (1779) [fig.1], Pompeo Batoni (1782) [fig.2] e Angelica Kauffman (1783) [fig.3]. L’effetto può, mutatis mutandis, essere comparabile a quello descritto da Benjamin. E’ un modo di fissare nel tempo e ordinare, quasi con rigore tassonomico, almeno una parte dei pensieri e dei sentimenti che vengono a succedersi nel proprio io e ne costituiscono di volta in volta l’aspetto transeunte. Onorato se ne mostra perfettamente consapevole: «Mengs mi ha dipinto e letto nella mia fisionomia il carattere che vedete nelle lettere, Battoni [sic] mi ha dipinto con quella fisionomia con la quale io mi nascondo. Insomma Mengs mi ha dipinto come mi conosce Mr De Felice (enciclopedista italo-svizzero e intimo amico di Onorato Caetani), Battoni come mi conosce Roma» 3. 2 W. Benjamin, Opere complete, vol. IV, Torino 2004, p. 457. 3 Archivio Caetani, Miscellanea, n. 1113/1210. 4 L’appunto citato non menziona il ritratto di Angelica Kauffman, ma esso esiste e, studiato, può essere fonte di altre suggestioni da interpretare. Le parole del Caetani aprono una pista d’indagine determinante al fine di ricostruire la sua identità psicologica e culturale in relazione innanzi tutto a quella della Roma settecentesca, ma anche al Settecento tout court. E non è detto, come s’è cercato di mostrare per quanto possibile in questa tesi, che la pista non possa proiettarsi verso il futuro, rendendo il plesso di speranze e disillusioni della personalità di Onorato Caetani, definita più volte nel corso di questa tesi come una «coscienza infelice» nell’alveo della Roma del Settecento, quanto più vicino a noi. 5 Avvertenza Per la ricerca mi sono avvalso essenzialmente della consultazione delle minute, delle lettere e degli appunti conservati nel «Fondo Monsignor Onorato Caetani» dell’archivio della Fondazione «Camillo Caetani» di Roma, nonché dell’inventario dei beni post mortem (rinvenuto presso l’Archivio di Stato di Roma nel corso delle ricerche per questa dissertazione) di Onorato Caetani e delle giustificazioni dei pagamenti da lui effettuati nel corso della sua vita, contenute nelle “filze” del «Fondo Economico» dell’Archivio Caetani. Naturalmente ho esteso la mia indagine ad altri archivi, come per esempio l’Archivio di Stato di Roma e i Fondi Manoscritti e Stampati della Biblioteca Apostolica Vaticana: ogni qual volta si faccia riferimento a questi ed altri archivi, verrà opportunemente specificato nella nota di riferimento. Ritengo sia necessaria una precisazione per quel che concerne la trascrizione dei documenti nel corso di questo lavoro. La sintassi e l’ortografia dell’Italiano del Settecento sono, com’è noto, molto differenti da quelle odierne. Nel riportare gli stralci dei documenti nel corpo del testo e nell’appendice, si è quindi tentato di facilitarne la lettura eliminando qualche “asperità” dovuta alle consuetudini dell’epoca, quali l’uso della maiuscola per i sostantivi, l’utilizzo di forme verbali oggi non più esistenti (come l’utilizzo di «ò» in luogo di «ho») e altre licenze ortografiche tipiche del secolo. Si è anche riportata la versione odierna di alcune parole che, trascritte nelle loro forme originarie (spesso interessate da raddoppiamenti vocalici e consonantici, oppure, al contrario, dall’utilizzo d’una sola consonante laddove oggi se ne usano due) avrebbero reso piuttosto ardua la lettura dei documenti, soprattutto ad un lettore che non abbia molta dimestichezza con l’italiano del Settecento. Nonostante questi piccoli e necessari ritocchi puramente formali, i documenti sono stati ricopiati lasciandone inalterate le parole, così come inalterati sono rimasti 6 naturalmente il senso del discorso e la “coloritura” linguistica tipica del secolo. Per quel che riguarda i documenti in francese, sembra che all’epoca non si facesse molta attenzione all’uso degli accenti, soprattutto quando lo scrivente non era francofono (è questo il caso di Onorato Caetani, il cui francese non presenta quasi accenti o altri segni grafici, risultando in molte parti un poco difettoso e quasi ricalcato sulla sintassi italiana dell’epoca). Avendo maggiore familiarità con lingue come tedesco e inglese, non ho ritenuto opportuno andare a intervenire su una lingua di cui possiedo una conoscenza eminentemente “libresca”, per cui si è riportato in modo pedissequo, nelle trascrizioni, il francese utilizzato da Onorato e dai suoi corrispondenti. Le trascrizioni sono state lette, rilette e confrontate più volte con i documenti originali: qualora vi siano più interpretazioni possibili di una parola poco leggibile, esse sono state riportate tra parentesi quadra [parola]; nel caso in cui sia stato impossibile decifrare una parola o un’espressione, si è riportata la dicitura [illeggibile]. I documenti più interessanti sono stati trascritti con carattere ridotto rispetto al corpo del testo, accompagnati da una nota in cui se ne chiarisce la provenienza.
Recommended publications
  • Canova's George Washington
    CANOVA’S GEORGE WASHINGTON EXHIBITION ADDRESSES CANOVA’S ONLY WORK FOR UNITED STATES May 23 through September 23, 2018 In 1816, the General Assembly of North Carolina commissioned a full-length statue of George Washington to stand in the rotunda of the State Capitol, in Raleigh. Thomas Jefferson, believing that no American sculptor was up to the task, recommended Antonio Canova (1757– 1822), then one of Europe’s most celebrated artists. The first and only work Canova created for the United States, the statue depicted the nation’s first president in ancient Roman garb—all’antica armor—per Jefferson’s urging, drafting his farewell address to the states. It was unveiled to great acclaim in 1821. Tragically, a decade later, a fire swept through the State Capitol, reducing the statue to a few charred fragments. On May 23, The Frick Collection presents Canova’s George Washington, an exhibition that examines the history of the artist’s lost masterpiece. The show brings together for the first time all of the objects connected to the creation of the sculpture— including a remarkable life-sized Antonio Canova, Modello for George Washington (detail), 1818, modello that has never before left Italy—and tells the extraordinary plaster, Gypsotheca e Museo Antonio Canova, Possagno, Italy; photo Fabio Zonta, Fondazione Canova onlus, Possagno transatlantic story of this monumental work. The life-size modello, above, provides the closest idea of what the destroyed marble would have looked like. It is shown in the Frick’s Oval Room—alone—to replicate the effect it would have had in the rotunda of North Carolina’s State Capitol.
    [Show full text]
  • Scarica Il Pdf Gratuito Del Volume
    CARTE SCOPERTE collana dell’Archivio Storico Capitolino 2 Direzione della collana Mariarosaria Senofonte, Laura Francescangeli, Vincenzo Frustaci, Patrizia Gori, Elisabetta Mori Consulenti scientifici Mario Bevilacqua, Marina D’Amelia, Marco De Nicolò, Anna Esposito, Francesco Giovanetti, Simona Lunadei, Paola Pavan, Maria Grazia Pastura, Carlo Maria Travaglini Segreteria di redazione Maria Teresa De Nigris e-mail: [email protected] Laura Francescangeli Politiche culturali e conservazione del patrimonio storico-artistico a Roma dopo l’Unità Il Titolo 12 “Monumenti Scavi Antichità Musei” 1871-1920 viella © 2014 Viella s.r.l. – Archivio Storico Capitolino Tutti i diritti riservati Prima edizione: giugno 2014 ISBN (carta) 978-88-6728-061-2 ISBN (e-book) 978-88-6728-251-7 Alla schedatura della serie Archivio Generale, Titolo 12 “Monumenti Scavi Antichità Musei” (1871 - 1920) hanno collaborato le dottoresse Emilia Cento, Costanza Lisi, Elena Polidori nell’ambito di un’esercitazione condotta in collaborazione con la professoressa Paola Carucci docente di Archivistica Generale presso la Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari dell’Università La Sapienza, nell’anno accademico 1993-1994. Copertina: Studio Polo 1116 viella libreria editrice via delle Alpi, 32 I-00198 ROMA tel. 06 84 17 758 fax 06 85 35 39 60 www.viella.it Indice Flavia Barca, Presentazione 7 Marco De Nicolò, Il patrimonio storico-culturale e artistico di Roma e la classe dirigente: le fonti per nuove ricerche 9 INTRODUZ I ONE 13 1. L’ Archivio Generale (1871-1922) del Comune postunitario e la serie documentaria del Titolo 12 “Monumenti Scavi Antichità Musei” 17 2. Le strutture per la tutela delle antichità e belle arti: lo Stato unitario e il Municipio di Roma Capitale 30 3.
    [Show full text]
  • Annali Del Lazio Meridionale S T O R I a E S T O R I O G R a F I a Anno VIII, N 1 – Giugno 2008
    1 Annali del Lazio Meridionale S T O R I A E S T O R I O G R A F I A anno VIII, n 1 – giugno 2008 Due quaderni all’anno. Semestrale. Ambito Direttore editoriale: Antonio Di Fazio territoriale: Lazio meridionale romano, ciocia- e-mail: [email protected] ro e pontino Ambito concettuale-disciplinare: la storia e gli Comitato di redazione svolgimenti culturali del Latium vetus e adiec- A. Di Fazio, Giovanni Pesiri, tum dall’ antichità fino ad oggi. Sfondo di sto- Luigi di Pinto, Giovanni Tasciotti ria nazionale e meridionale. Ricerca storica e Massimiliano Di Fazio, discussione. Spazio didattico. Rosario Malizia, Annibale Mansillo Si collabora alla rivista solo su invito del diret- tore o di un redattore. Sono però libere le ru- Comitato scientifico briche aperte al dibattito. La responsabilità Luigi Cardi (Geografia storica, Università Orien- giuridica e scientifica rimane interamente a ca- tale di Napoli) rico dell’ autore. Dischi, foto e dattiloscritti, se Vincenzo Padiglione (Antropologia sociale, Uni- non pubblicati, possono essere ritirati solo a versità di Roma ‘La Sapienza’) cura degli stessi autori. Silvana Casmirri (Storia moderna e contempo- Gli articoli vanno consegnati in cartaceo e su ranea, Università di Cassino) floppy-disk (possibilmente in Word / Times Giovanni Pesiri (Istituto Storico del Medioevo, New Roman 11). Gli autori hanno diritto a 3 Roma) copie del fascicolo per ogni saggio e 2 copie Massimiliano Di Fazio (Archeologo - Dott. Ri- per le recensioni (3 se più di una). Per gli e- cerca - Università di Roma ‘La Sapienza’) stratti si accorderanno con l’editore. Gli interessati a recensioni e schede possono Casa Editrice ‘Edizioni di Odisseo’, via S.S.
    [Show full text]
  • Processi Storici E Politichedi Pace
    Provincia di Roma Università degli Studi Roma Tre Processi Storici e di Politiche Pace Rivista di Storia, Politica e Cooperazione Internazionale Processi Storici e Politiche di Pace HHistorical Processes and Peace Politics Rivista di Storia, Politica e Cooperazione Internazionale -#5A5>?->5;//@<-01881>13@1:?5?19-?5/41 -$?;=5-01881=18-E5;:55:?1=:-E5;:-8510188K5:?13=-E5;:11@=;<1- -$?@05-=1-85 -#18-E5;:55:?1=:-E5;:-851<;85?5/-5:?1=:-E5;:-81 -$?@05>@88-<-/11>@88->5/@=1EE- -1;<;85?5/- -";85?5/4105<-/105>5/@=1EE-105/;;<1=-E5;:15:?1=:-E5;:-810188K&:5;:1@=;<1- -#5A5>?-<@..85/--=?5/;855:85:3@-5?-85-:-;5:381>1/41A1:3;:;>;??;<;>?5-88- peer review. G85-=?5/;8501..;:;1>>1=15:A5-?50-88K-@?;=1A5-19-58-88-5=1E5;:1 <B@8E1=@:5;=5? %419-5:-=1->;25:?1=1>?;2?416;@=:-8-=1 -5>?;=D;2:?1=:-?5;:-8#18-?5;:>-:0;2@=;<1-::?13=-?5;: -=1-$?@051> -:?1=:-?5;:-8#18-?5;:>-:0:?1=:-?5;:-8";85?5/> -"1-/1-:0$1/@=5?D$?@051> -1;<;85?5/> -"1-/1$1/@=5?D-:0;;<1=-?5;:";85/51>;2?41@=;<1-:&:5;: %41;@=:-8<@.85>41>-=?5/81>5:?-85-:;=:385>4 [email protected]??10-=?5/81>-=1>@.61/??;<11==1A51B =?5/81>>4;@80.1>1:?.D19-58?;?4105?;=5-8!225/1<B@8E1=@:5;=5? Copyright 2016-05E5;:5 @;A-@8?@=--"8180;;=;: #;9- %18 -BBB:@;A-/@8?@=-5? '&#–#5A5>?-05->/5- =1- $/51:E1";85?5/411$;/5-85 $1??;=1;:/;=>@-81 $?;=5-01881#18-E5;:5:?1=:-E5;:-8501881$;/51?F101881>?5?@E5;:51C?=-1@=;<11 Rivista pubblicata con il contributo dei Dipartimenti: - Scienze Umane e Sociali, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” - Lingue, Letterature e Culture Straniere, Università degli Studi “Roma Tre” Processi Storici e Politiche di Pace HHistorical Processes and Peace Politics n.
    [Show full text]
  • FECIT VI Spanish Old Master Drawings FECIT VI FECIT VI Spanish Old Master Drawings
    FECIT VI Spanish Old Master Drawings FECIT VI FECIT VI Spanish Old Master Drawings Acknowledgements: Ángel Aterido, Cipriano García-Hidalgo Villena, Manuel García Luque, Macarena Moralejo, Beatriz Moreno de Barreda, Camino Paredes, Laura Suffield, Zahira Véliz & Gerard Llobet Codina for his support during the last intense days of this CATALOGUE publication © of this catalogue: DE LA MANO Documentation and research: Gloria Martínez Leiva Design: Daniel de Labra Editing and coordination: Alberto Manrique de Pablo Photography: Andrés Valentín Gamazo Joaquín Cortés (cat. 30) Printers: ADVANTIA Gráfica & Comunicación DE LA MANO c/ Zorrilla, 21 28014 Madrid (Spain) Tel. (+ 34) 91 435 01 74 www.delamano.eu [1] ROMULO CINCINATO (Florence, c. 1540 – Madrid, c. 1597) Christ washing the Disciples’ Feet c. 1587-1590 Pencil, pen, ink and grey-brown wash on paper 555 X 145 mm INSCRIBED “60 Rs”, lower left corner PROVENANCE Madrid, private collection hilip II manifested a notable interest Salviati 3 but in recent years it has been thought in both the construction and the that he may have learned his profession in the pictorial decoration of El Escorial. studio of Taddeo Zuccaro due to the similarities The building was not yet completed evident between some of his works and models Pwhen the King began to have paintings sent to used by Zuccaro. 4 Nonetheless, Cincinato’s the monastery, the arrival of which are recorded work reveals a rigidity, an obsession with form in the Libros de entregas [delivery books]. 1 He and a degree of academicism much greater than was also personally involved in seeking out and that of his master.
    [Show full text]
  • BM Tour to View
    08/06/2020 Gods and Heroes The influence of the Classical World on Art in the C17th and C18th The Tour of the British Museum Room 2a the Waddesdon Bequest from Baron Ferdinand Rothschild 1898 Hercules and Achelous c 1650-1675 Austrian 1 2 Limoges enamel tazza with Judith and Holofernes in the bowl, Joseph and Potiphar’s wife on the foot and the Triumph of Neptune and Amphitrite/Venus on the stem (see next slide) attributed to Joseph Limousin c 1600-1630 Omphale by Artus Quellinus the Elder 1640-1668 Flanders 3 4 see previous slide Limoges enamel salt-cellar of piédouche type with Diana in the bowl and a Muse (with triangle), Mercury, Diana (with moon), Mars, Juno (with peacock) and Venus (with flaming heart) attributed to Joseph Limousin c 1600- 1630 (also see next slide) 5 6 1 08/06/2020 Nautilus shell cup mounted with silver with Neptune on horseback on top 1600-1650 probably made in the Netherlands 7 8 Neptune supporting a Nautilus cup dated 1741 Dresden Opal glass beaker representing the Triumph of Neptune c 1680 Bohemia 9 10 Room 2 Marble figure of a girl possibly a nymph of Artemis restored by Angellini as knucklebone player from the Garden of Sallust Rome C1st-2nd AD discovered 1764 and acquired by Charles Townley on his first Grand Tour in 1768. Townley’s collection came to the museum on his death in 1805 11 12 2 08/06/2020 Charles Townley with his collection which he opened to discerning friends and the public, in a painting by Johann Zoffany of 1782.
    [Show full text]
  • (1757-1822) This Month's Essay Discusses the Life and Works Of
    ANTONIO CANOVA (1757-1822) By James J. Boitano, PhD This month’s essay discusses the life and works of arguably the greatest exponent of neoclassical sculpture. He was internationally famous during his lifetime, and was regarded as the most brilliant sculptor in Europe. He was especially known and praised for his marble sculptures of nude figures, making the stone figures appear life-like, graceful, and delicate. Antonio Canova was born in 1757 to Pietro Canova, a stonecutter, and Maria Angela Zardo Fantolini in Possagno, a village near Treviso in the Veneto (Republic of Venice). In 1761, Pietro died and Antonio’s mother soon remarried (1762), after which he was put into the care of his paternal grandfather, Pasino Canova. Pasino was a stonemason, owner of a quarry, and a sculptor specializing in altars with statues and low reliefs in the Baroque style. It was Pasino who guided Antonio into the art of sculpting. Around the age of nine, Antonio began making clay Self-portrait, 1792 models and carving marble from his grandfather’s quarry. He executed two small shrines of Carrara marble, which still exist today. He continued perfecting his skill while he was employed in the quarry. Eventually, his precocious talent attracted the attention of Giovanni Falier (a Venetian senator at the time), who became his life-long patron. In 1768, Falier arranged for him to enter the workshop as the apprentice of Giuseppe Bernardi, called Torretti, at Pagnano di Asolo. Because of Toretti’s subsequent move to Venice, Antonio was able to study life-drawing at the Accademia in Venice and ancient sculpture from the collection of casts in the Palazzo Farsetti.
    [Show full text]
  • Antonio Cavallucci E La Sua Pittura Religiosa Un Pictor Cristianus Nella Roma Di Pio VI*
    Originalveröffentlichung in: Debenedetti, Elisa (Hrsg.): Palazzi, chiese, arredi e scultura. Roma 2011, S. 253-291 (Studi sul Settecento romano ; 27) Antonio Cavallucci e la sua pittura religiosa Un pictor cristianus nella Roma di Pio VI* Steffi Roettgen Il governo di Pio VI Braschi (1775-1799), sebbene travagliato da continui conflitti con le monarchie europee ed i loro sempre più tenaci attacchi all'autorità pontificia, era culturalmente un periodo di grande lustro1, come attestano le numerose imprese artistiche, ma anche gli spettacoli religiosi e le cerimonie pom­ pose, commentati con stupore dai viaggiatori stranieri2 abbagliati dalla bellezza dei rituali e dallo splendore delle rappresentazioni religiose, anche se spesso criti­ ci verso i principi tradizionali e ortodossi che si celavano dietro le quinte di questi eventi3. Con la scelta del nome "Pio" ­ in diretto riferimento a San Pio V (1566­ 1572) come uno dei più fervidi promotori della riforma ecclesiastica ­ il cinquan­ tottenne Gianangelo Braschi, eletto il 15 febbraio 1775, aveva indicato sin dall'ini­ zio del suo governo la linea guida per il rinnovo morale e religioso che intendeva di seguire per combattere i pericoli di eresia e di disgregazione. Il programma del Papa è già esplicito nella sua prima Enciclica pubblicata nel Natale del 1775 e in concomitanza con la chiusura dell'Anno Santo, che sarebbe stato l'ultimo dello Stato della Chiesa di antico regime. Le ben note vicende politiche che hanno poi contrassegnato la fine tragica del pontificato di questo Papa deportato da Napo­ leone in Francia solo per morirvi nel 1799, trovano il loro riscontro nella situazio­ ne artistica romana che con la frattura tra il Settecento e l'Ottocento4 subirà un radicale cambio di direzione, causato dalla catastrofe del 1798 che sconvolse Roma e i suoi artisti forse non meno del Sacco di Roma del 1527.
    [Show full text]
  • UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE Dipartimento Di Studi Umanistici
    UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE Dipartimento di Studi Umanistici Dottorato di ricerca in Storia, territorio e patrimonio culturale XXXII ciclo Tesi di Dottorato TRASFORMAZIONI DELL’USO E DELLA COPERTURA DEL SUOLO, DINAMICHE TERRITORIALI E RICOSTRUZIONI GIS NEI POSSEDIMENTI PONTINI DELLA FAMIGLIA CAETANI (XIX- XXI SECOLO) Dottorando: Diego Gallinelli Tutor: Prof.ssa Carla Masetti Anno Accademico 2019-2020 1 INDICE Introduzione p. 6 1 Approccio teorico-metodologico 1.1 L’analisi geostorica per studiare le trasformazioni del territorio p. 12 1.2 Gli strumenti GIS per la ricostruzione degli assetti territoriali del passato p. 19 1.3 Le fonti d’archivio della Fondazione Camillo Caetani p. 21 2 Aspetti generali della Pianura Pontina 2.1 Inquadramento territoriale p. 25 2.2 Inquadramento storico e politico p. 45 2.3 Il ruolo della famiglia Caetani p. 52 3 Le risorse della palude 3.1 Un ambiente complesso ma ricco di opportunità p. 64 3.2 La pesca nelle acque pontine p. 78 3.3 Le peschiere dei Caetani: il caso di Fogliano p. 92 3.4 I conflitti per la gestione delle acque p. 100 4 Le bonifiche nel corso dei secoli 4.1 I tentativi di bonifica precedenti a Pio VI p. 108 4.2 La bonifica di Pio VI p. 129 4.3 La bonifica del Novecento p. 150 5 Cisterna di Latina: storia ed evoluzione p. 165 2 6 Ricostruzioni GIS dell’uso e della copertura del suolo nell’antico territorio di Cisterna p. 177 6.1 Uso e copertura del suolo attraverso le mappe del Catasto Gregoriano 6.1.1 Le mappe del Catasto Gregoriano p.
    [Show full text]
  • GARIBALDI, La Spedizione Dei 1.000, Caduta Del "REGNO Delle DUE
    GARIBALDI, la spedizione dei 1.000, caduta del "REGNO delle DUE SICILIE" ed il "REGNO d’ITALIA" e successivamente la "REPUBBLICA d'ITALIA (REPUBLIC of ITALY)", ….come si sono formati ? ... sulla Violenza, il Furto, la Truffa, ecco i cenni storici dei FATTI ! Garibaldi Giuseppe, nacque a Nizza il 4 luglio 1807 e morì a Caprera il 2 giugno del 1882, era massone di 33º grado del Grande Oriente d'Italia (ricoprì anche brevemente la carica di Gran Maestro) e anticlericale, e fu autore di numerosi scritti e pubblicazioni, prevalentemente di memorialistica e politica, ma anche romanzi e poesie. Garibaldi era di corporatura bassa, alto 1,65, ed aveva le gambe arcuate. Era pieno di reumatismi e per salire a cavallo occorreva che due persone lo sollevassero. Portava i capelli lunghi perché, avendo violentato una ragazza, questa gli aveva staccato un orecchio con un morso. Era un avventuriero che nel 1835 si era rifugiato in Brasile, dove all’epoca emigravano i piemontesi che in patria non avevano di che vivere... Fra i 28 e i 40 anni visse come un corsaro assaltando navi spagnole nel mare del Rio Grande do Sul al servizio degli inglesi che miravano ad accaparrarsi il commercio in quelle aree. In Sud America non è mai stato considerato un eroe, ma un delinquente della peggior specie. Per la spedizione dei mille fu finanziato dagli Inglesi con denaro rapinato ai turchi, equivalente oggi a molti milioni di dollari. In una lettera, Vittorio Emanuele II ebbe a lamentarsi con Cavour circa le ruberie del nizzardo, proprio dopo "l’incontro di Teano": "..
    [Show full text]
  • El Horizonte Europeo De La Guerra De España En Cuba (1896-1898)*
    El horizonte europeo de la guerra de España en Cuba (1896-1898)* Cristóbal Robles Muñoz Instituto de Historia, Centro de Humanidades, CSIC. Madrid Con escasas excepciones, la opinión española, parlamento y prensa, desconoció la vertiente internacional de la guerra de Cuba. Era ya en 1895 un conflicto colonial no un enfrentamiento civil. Por eso las reformas llegaron tarde. Se olvidó que, con alianzas o sin ellas, España sólo podría contar eficazmente con otras naciones si la situación interna- cional lo consentía. No era así en los años noventa. Cánovas lo sabía y lo insinuó en las Cortes las pocas veces en las que se trató de la cuestión. Este trabajo examina las rela- ciones entre las potencias europeas y su política en el Mediterráneo, los Balcanes, Extremo Oriente y el Caribe. En crisis las alianzas existentes en Europa, salvo la recién formada entente franco-rusa, el gobierno conservador, presidido por Cánovas desde 1895, trató de definir su política internacional: amistad con Italia y el Reino Unido, pero sin ampliar el compromiso más allá de lo que se firmó en marzo de 1887: defender el statu quo en Marruecos. Tener las manos libres desar- maba cualquier recelo o sentimiento hostil de Francia. Cuando la amenaza de Estados Unidos se sintió cerca, a la vista de su posición en el litigio entre Venezuela e Inglaterra, el ministro de Estado, presionado por los amigos de Italia, especialmente por Austria-Hungría, asoció la renovación de los acuerdos firmados en mayo de 1887 y renovados en 1891, con la obligación de auxiliar a España en el caso de una guerra con los norteamericanos.
    [Show full text]
  • The Democratization of American Art
    THE DEMOCRATIZATION OF AMERICAN ART HORATIO GREENOUGH’S GEORGE WASHINGTON AND THE ERA OF THE COMMON MAN DYLAN THOMAS STROUD 2017 WASHINGTON & LEE UNIVERSITY ACKNOWLEDGMENTS This thesis would not be as it is without Professor Andrea Lepage and Professor Elliott King’s valuable assistance. The quality of this examination is indebted to the insights of Professor George Bent, who served as my advisor and mentor throughout the course of the project, and whose edits and commentary greatly influenced the course of this undertaking. This work is dedicated to my parents, Karen and Stephen Stroud, whose love and support made my enriching athletic and academic experience at Washington & Lee University possible. 2 TABLE OF CONTENTS Introduction .................................................................................................................................... 4 The Artist and Sculpture ............................................................................................................. 10 The Reception .............................................................................................................................. 23 Art in Jacksonian America .......................................................................................................... 32 Conclusion ................................................................................................................................... 39 Works Cited ................................................................................................................................
    [Show full text]