Bartolomeo Casalis Avvocato, Ex Deputato

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Bartolomeo Casalis Avvocato, Ex Deputato NIVES MARIA SALVO 1861 - 1943 Bartolomeo Casalis Avvocato, ex Deputato del Parlamento Subalpino, Senatore, Prefetto, Capo della Polizia. Nasce a Carmagnola (Torino) il 9 novembre 1825, da Francesco e da Giacomina Pola. Sposa Caterina Orsi. Allievo del Collegio delle Province di Torino, ha per compagni Quintino Sella, Giovan Battista Bottero, Costantino Nigra, Domenico Carbone e Michele Lessona. Ancora studente partecipa alle manifestazioni del 1847-48 che chiedono riforme politiche e sociali nel Piemonte. Si guadagna fama di agitatore anche per una caratteristica somatica: “Era il più lungo degli studenti di tutta l’università. In qualunque folla, al di sopra del livello comune s’ergeva la sua testa rotonda, bruna, riccioluta, vivace, illuminata da due occhi neri come carbone, ornato il mento d’una barbetta crespa, piena di risoluzione e di forza”(1). Allo scoppio della prima guerra d'indipendenza si arruola nella Compagnia dei volontari bersaglieri studenti. Conclusosi il conflitto, si laurea in giurisprudenza per poi dedicarsi all'esercizio della pratica forense, non trascurando mai però l'attività di pubblicista sulla “Gazzetta del Popolo” di Torino. Nelle elezioni suppletive del 18 febbraio 1858 viene eletto Deputato al Parlamento subalpino nel collegio di Caselle. Tuttavia i suoi sforzi si rivolgono principalmente alla carriera statale nell’amministrazione attiva, iniziata nel 1860 con l’incarico di consigliere di prima classe presso 62 I PREFETTI DELLA PROVINCIA DI TORINO 1861 - 1943 l’Intendenza generale di Parma. In quella stessa estate è inviato in Sicilia presso il prodittatore Agostino Depretis con il compito di affrettare l’annessione dell’isola al Regno di Sardegna. A Palermo entra presto in dissapori con Angelo Bargoni, chiamato anch’egli a coadiuvare Depretis. Nell’ottobre dello stesso anno è incaricato della delicata missione di precedere il re Vittorio Emanuele II nel viaggio al Sud appena liberato, allo scopo di accertare i sentimenti della popolazione e la situazione politico-militare nelle province napoletane. A Napoli diventa segretario prima di Luigi Carlo Farini, poi di Nigra e infine del principe Eugenio di Carignano. Rientrato nell’amministrazione ordinaria, dal 1862 al 1867 è sottoprefetto ad Asti, poi è sbalzato a Catania e quando sembra ormai matura la sua promozione a Prefetto, viene rimosso dal suo incarico, rimanendo per quasi due anni senza destinazione, a causa di alcuni contrasti con il ministro dell'Interno Carlo Cadorna. Nel frattempo pubblica sulla “Gazzetta del Popolo” numerosi articoli sul funzionamento delle Prefetture e sottoprefetture nonché sui consigli provinciali. Il 28 febbraio 1870 Giovanni Lanza lo nomina reggente della Prefettura di Catanzaro e qualche mese dopo arriva l'attesa nomina a Prefetto. Nel capoluogo calabrese si adopera subito contro il brigantaggio, la corruzione degli organi locali e i supposti complotti repubblicani del Partito d'Azione. Questi ultimi nell’estate del 1870 sono la causa di uno spiacevole contrasto con il generale Sacchi, comandante della divisione territoriale, nel corso del quale ottiene da Lanza sia il necessario sostegno politico sia il conferimento della prestigiosa decorazione di ufficiale della Corona. Trasferito ad Avellino all’inizio del 63 NIVES MARIA SALVO 1861 - 1943 1872, pur tra nuovi contrasti, ottiene importanti successi nella repressione del brigantaggio. Tuttavia viene nuovamente trasferito, nel marzo 1874 a Macerata, poi quando nel marzo 1876 cade la Destra storica, benché Correnti lo ritenga non idoneo a reggere una Prefettura “ove ci fosse importanza di amministrazione e necessità di prudenza”, Depretis lo destina a Genova. A capo di questa provincia, “ricca ogni giorno di accidenti più o meno (2) gravi” , resta quattro anni, prodigandosi soprattutto per contenere l’influenza dei clericali e dei repubblicani. Il 15 febbraio 1880 è infine destinato alla Prefettura di Torino, dove si propone di «fare della Prefettura il centro di tutte le forze vive del Governo attuale»; lo stesso giorno, forse in compenso alla rinuncia alla Prefettura di Roma,è nominato Senatore del Regno. Dall'autunno del 1880 inizia ad occuparsi di un affare che lo trascinerà in una spiacevole polemica con il Prefetto di Firenze Clemente Corte, e che lo coinvolgerà anche nel famoso processo a carico di Eugenio Strigelli, confidente di polizia non del tutto onesto, e di alcuni falsificatori di titoli di rendita pubblica e di biglietti di banca di vari Stati. I due Prefetti litiganti sono collocati a disposizione (4 marzo 1884), ma una commissione d’inchiesta dà - tra le righe - piuttosto ragione a Casalis, che il 29 giugno 1884 è reintegrato nell’incarico(3). La riconferma è per lui “come una riparazione e nulla più”, ma la sospensione serve a renderlo più prudente e meno impetuoso, tanto che in occasione dei disordini universitari del 10- 12 aprile 1885, dimostra perfino “longanimità e pazienza”. Fattosi però “gran chiasso presso tutte le università”, Depretis ritiene opportuna un’inchiesta. 64 I PREFETTI DELLA PROVINCIA DI TORINO 1861 - 1943 Quella giudiziaria trova “corretta l’azione della forza, e faziosa la condotta degli studenti e Professori”; quella amministrativa, sottovalutata da Depretis e gestita dal ministro della Pubblica Istruzione Michele Coppino, porta a uno scontro tra chi vuole la sua testa e chi lo difende “con uguale furore”. La conseguenza è il desiderato esonero dalla Prefettura torinese, dal 1° novembre 1885, il collocamento a disposizione del ministero e la contemporanea chiamata in missione a Roma per dirigere i servizi di Pubblica Sicurezza. Morto Depretis il 22 luglio 1887, rimane privo del suo maggior sostegno politico. Collocato a disposizione il 16 aprile 1887 dal neo nominato ministro dell’Interno Francesco Crispi, e poi in aspettativa “per ragioni di servizio” lascia definitivamente l’Amministrazione nel maggio 1891 a 66 anni. Muore a Torino il 13 maggio 1903. Tra i suoi riconoscimenti si ricordano quelli a Grande Ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e Gran cordone dell’Ordine della Corona d’Italia. (1) Bersezio V., I miei tempi, Torino 1931, p. 150-151. (2) Lett. al ministero degli Interni, 10 dic. 1876 (3) A contatto con Casalis, Strigelli nel dicembre 1880 propizia l'arresto a Milano di due falsari e mette sulle tracce di altri (cioè dei coniugi Wilkes e Colbert), sfuggiti a Torino all'arresto partendo per Firenze. All'arresto e al sequestro dei bagagli è quindi interessato il Prefetto Corte il quale, per ottenere rivelazioni essenziali per identificare i capi dell'associazione delittuosa, promette sul suo onore impunità e libertà ai coniugi Wilkes che trattiene a Firenze. Casalis ha però sin dal 29 dicembre denunciato gli arresti di Milano e di Firenze, sicché l'autorità giudiziaria chiede la traduzione per il processo anche dei coniugi Wilkes. Con la mediazione del ministero degli Interni si cerca una via d'uscita, quando la pubblicazione sui giornali torinesi delle rivelazioni del Wilkes, trasmesse in via riservata a Casalis dal Corte, irrita questo a tal punto da fargli decidere l'immediata scarcerazione dei coniugi Wilkes. Il deterioramento dei rapporti tra i due Prefetti raggiunge il culmine quando, nel corso del processo celebrato a carico dei falsari e dello Strigelli, i giornali 65 NIVES MARIA SALVO 1861 - 1943 pubblicano alcune lettere scambiate tra Corte e Casalis e soprattutto quando, cominciate le arringhe, un avvocato della difesa rende pubblico uno scritto di un imputato morto in carcere nel quale si accenna alla cauzione che sarebbe stata versata per la liberazione della compagna del Wilkes dal di lei presunto ricchissimo padre. Atrocemente ferito dall'insinuazione, di cui attribuisce la paternità a Casalis, e contrariato dalle deposizioni di questo al processo (di cui i giornali avevano dato resoconti non molto precisi), Corte esprime su La Nazione di Firenze (12 e 15 febbraio 1881) il proprio sdegno per le insinuazioni e la volontà di essere sottoposto a procedimento penale. Il ministro degli Interni Depretis, che si affanna a soffocare la polemica pubblica dei due Prefetti, deplora l'iniziativa di Corte (che rassegna le dimissioni) ed anche la risposta pubblicata da Casalis. I due Prefetti, messi a disposizione, invocano una commissione d’inchiesta, che conclude i lavori il 16 maggio 1884, riconoscendo la sostanziale correttezza del comportamento di Casalis, mentre, pur prendendo atto della buona fede di Corte, ne deplora "l'infrazione della disciplina" e "lo scandalo che ne venne al pubblico" per la polemica sui giornali. Il 6 marzo del 1884 la Gazzetta piemontese aveva dichiarato di considerare Casalis (collocato a disposizione due giorni prima) "interamente rientrato nel diritto privato" e aveva elencato una serie di motivi che reclamavano "il cambiamento del capo della Provincia". Risultatagli favorevole l'inchiesta, il 29 giugno 1884 Casalis è invece confermato Prefetto di Torino, mentre Corte, dopo aver respinto i risultati dell'inchiesta, rassegna le dimissioni anche da Senatore. 66 I PREFETTI DELLA PROVINCIA DI TORINO 1861 - 1943 Ottavio Lovera Di Maria Conte, Avvocato, Senatore, Prefetto, Capo della Polizia. Nasce a Torino il 2 luglio 1833. Il padre Federico Costanzo, discendente da un’antichis- sima famiglia di Cuneo, era stato Comandante dei Carabinieri Reali dal 1849 al 1867 e Senatore del Regno d’Italia. La madre, Ottavia Renaud de Falicon, appartiene all’aristocrazia nizzarda. Ottavio studia presso i Gesuiti nel collegio del Carmine e, dopo la laurea in legge, il 1° agosto
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