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Anno LXVIII (n. 1) GENNAIO · APRILE 1962 Della Serie 171 '~ MrscELLANEA STORICA - DELLA VALDELSA" PERIODICO QUADRIMESTRALE DELLA CASTELFIORENTINO PRESSO LA SOCIETÀ STORICA DELLA VALDELSA 1962 MISCELLANEA STORICA DELLA VALDELSA FONDATA NEL 1893 Direttore: Sergio Gensini Comitato di Redazione: Costantino Antichi - Mario Brunori - Marinella· Marianelli Renato Niccoli (Pres: della Società) - Francesco Parlavecchia Redazione e amm.ne: Società Storica della Valdelsa-Castelfiorentino. Si diventa soci mediante domanda diretta alla Presidenza, o rivolgendosi ai fiduciàri del proprio comune, e dietro versamento della quota annua di L. iooo, che dà diritto a rice\·ere la rivista. · Abbonamento annuo: Italia L. 1.500; Estero L. 2.500. Un fascicolo separato: Italia L. 650; Estero L. 1.000. Numeri doppi e arretrati (fino al 1950i il doppio; per le annate precedenti, prezzo da concordarsi. Versamenti sul c/c post. 5/16520. Manoscritti corrispondenza e pubblicazioni al Direttore: Prof. Sergio Gensini - Via Verdi. CASTELFIORENTINO (Firenze) Anno LXVIII (n. l) GENNAIO. APRILE 1962 Della Serie 1 71 .. MrncELLANEA STORICA DELLA VALDELSA " PERIODICO QUADRIMESTRALE DELLA CASTELFIORENTINO PRESSO LA SOCIETÀ STORICA DELLA VALDELSA 1962 MISCELLANEA .STORICA DELLA VALDELSA. FONDATA NEL 1893 Direttore: Sergio G.ensini COmitato di Redazione: Costantino Antichi - Mario Brunori - Marinella Marianelli Renato Niccoli (Pres. della Società) - Francesco Parlavecchia Redazione e amm.ne: Società Storica della Valdelsa.Castelfìorentino. Si diventa soci mediante domanda diretta alla Presidenza, o rivolgendosi ai fiduciari del proprio comune, e dietro versamento della quota anr;iua di L. 1000, che dà diritto a ricevere la rivista. Abbonamento annuo: Italia L. 1.500; Estero L. 2.500. Un· fascicol~ separato: Italia L. 650; Estero L. 1.000. Numeri doppi e arretrati (fino al 1950) il doppio; per le annate precedenti, ·prezzo da concordarsi. Versamenti sul e/e post. 5/16520. · · · .Manoscritti corrispondenza e pubblicazioni al Direttore: Prof. Sergio.Gensini - Via Verdi. CASTELFIORENTINO (Firenze) SOMMARIO STUDI E RICERCHE A. M. P~CCIAN~, Paesaggi agrari della Valdelsa . Pag. 7 S. MOGGI, Storia della Repubblica Senese dal 1328 al 1355 . » 55 VARIETA' E ANEDDOTI G. ARIUGHI, Rico_rdo di Vincenzo Salvagnoli nel 1833 » 77 Notiziar!o Bibliografico (a cura di SERGIO GENSINI e FRAN CESCO. PARLAVECCHIA) » 81 Crona~a_ . » 117 Necrologio » 119 STUDI E RICERCHE • * (N.d.R.) In questa sezione pubblichiamo la seconda ed ultima parte della tesi della Prof.sa Pacciani, avvertendo ancora il lettore che, trattandosi di un lavoro di alcuni anni fa, i dati non sono tutti aggiornati. Fedeli al nostro programma, iniziamo anche la pubblicazione della tesi della Doti.sa Silvia Moggi: Storia della Repubblica Senese dal 1328 al 1355, di cui diamo qui il primo capitolo. La tesi fu discussa nell'anno accademico 1958-59 presso la Fa• coltà di Lettere dell'Università di Firenze. Relatore, il Chiar.mo Prof. Emesto Sestan. Pa.esaggi agrari della V aldelsa PARTE II° . PAESAGGI MINORI COLLINE DEL CHIANTI NeJJa . parte sud-est della Valdelsa si estende una ·vasta zona, com prendente le ultime propaggini delle colline del . Chianti, la quale p.re senta un aspetto particolare, tale da renderla bene individuabile. E còmpresa fra le colline del senese, la strada di crinale che segna lo spartiacque della valle, da sud-est di Quercegrossa fino _a S. Donato in Poggio circa, e le colline prospicienti il torrente Staggia fino a :300 ril. circa· di altitudine. Al di fuori di questi limiti .troviamo un paesaggio completamente diverso. Dalle sabbie plioceniche, dal calcare. retico e dal conglomerato di calcare miocenico delle basse colline sulla destra del torrente Staggia, dove l'ondulazione, ·salvo rari casi, è piuttosto dolce . e le colture molto intense e curate tanto da dare al primo sguardo una idea di floridezza e di estrema fertilità, si passa improvvisamente ad un terreno calcareo marnoso, alberese in prevalenza, dove affiorano il ma cigno e gli scisti galestrini déll'eocene. · Tale composizione dà al suolo un aspetto del tutto diverso da quello deJJ'area sottostante, gli conferisce cioè quel colore . biancastro, dovuto soprattutto alla quantità di sassi di un grigio chiaro sparsi dovunque, che denota la particolare aridità del terreno, facendola anzi· apparire mag .giore di . quello 'che non· è in realtà. E come c'è un netto contrasto e. una netta .divisione per la compo sizione del suolo, esiste pure, eccetto in alcune parti ·che in seguito de termineremo, una sostanziale . ed evidentissima differenza nel paesaggio. Il Chianti ci presenta, in confronto alla zona circostante, un aspetto più aspro: le. collin~ sono maggiormente in.cise, la vegetazione è meno rigo~ gliosa, il terreno non tutto coltivato. Ma la caratteristica più singolare ed evidente è data dall'alternarsi di appezzamenti coltivati con aree boschive. 7 I boschi sono piuttosto estesi, ma per niente simili però a quelli che, per esempio, si possono trovare sulla sinistra dell'Elsa nelle vici nanze di S. Gimignano e a sud di Colle nei pressi di Strove, folti di grossi lecci, querci e cerri. Sono fustaie cosparse di bassi cespugli di ginepro, di scope, di spi go, di ginestre e altre piante a basso fusto, e, distanti gli uni dagli altri, spesso anzi molto radi, cipressi o querci. Dovunque poi grandi e piccoli massi affiorano alla superficie. I terreni seminativi sono aree più o meno vaste, circondate dal bosco, generalmetne su declivi soleggiati in modo che le colture e soprattutto i grappoli dell'uva possano avere un calore sufficiente per la maturazione, sistemate quasi sempre a terrazze con muri a secco trasversali all'inclinazione del suolo per prevenire le frane e gli smottamenti, causati dalle acque dilavanti ( 1 ). Malgrado la povertà del terreno queste specie di « isole » intensamente coltivate, hanno un aspetto ridente con qualche appezzamento di vigneto specializzato oppure con gli olivi e le viti in coltura promiscua, in mezzo ai quafi, di solito nella parte più alta, è localizzata la casa colonica e qualche volta anche la villa padronale, quasi a testimoniare con la continua presenza dell'uomo sul terreno a lui affidato, l'assidua e attenta cura con cui egli è riuscito a sfruttare nel miglior modo possibile la mitezza del clima e la qualità del suolo. E non troviamo solo olivi e viti ma colture erbacee vengono prati cate in unione a quelle arboree, anzi ci sono addirittura delle aree, i co siddetti sodi, prive di piante e seminate solo a cereali e foraggi. Queste, eccetto nella stagione primaverile e all'inizio dell'estate quando sono ravvivate dal verde tenero dei prati o dal giallo dorato del grano ma turo, hanno un aspetto brullo e misero quasi di terra abbandonata e inutilizzabile. Infatti è forse questa la parte della Valdelsa, insieme alle aree in cui affiorano le argille, nella quale l'aspetto del paesaggio assume carat teristiche maggiormente contrastanti nelle diverse stagioni. In primavera nelle parti coltivate questa è molto simile al paesaggio delle colline sot tostanti, ma quando cominciano le giornate particolarmente calde del l'estate, tutto sembra disseccarsi; il suolo mostra la sua aridità e pure le erbe, se spuntano, diventano subito di un verde giallastro e hanno un aspetto misero. Rimangono verdi soltanto gli olivi e le viti, e anche quest'ultime sono molto meno rigogliose che nelle altre parti della valle. (1) Pure per difendere il terreno dalle frane vengono lasciate a bosco le pen dici più scoscese. 8 In autunno poi e in inverno con le piogge, il terreno comincia di nuovo a verdeggiare per la nascita delle nuove sementi e si attenua quindi e quasi scompare la sensazione di aridità. È da notare inoltre che esi stono pure aree, le quali per l'aspetto del paesaggio farebbero parte del Chianti, ma che non lo sono più per la natura del terreno simile invece a quello delle basse colline in quanto al calcare eocenico sono già me scolate le sabbie del pliocene. Tali aree si trovano nelle adiacenze delle località Monsanto e Isole, e nei dintorni di S. Donato in Poggio. In questa parte della Valdelsa non si sono sviluppati grandi centri a carattere industriale, ma troviamo solo due paesi lungo la strada di crinale, che segna lo spartiacque di destra della valle: Castellina in Cihanti e S. Donato in Poggio. S. Donato in Poggio, piccolo centro situato sulla sommità di una collina, conta fra i suoi abitanti una per centuale piuttosto alta di braccianti agricoli, non offrendo il paese, privo di industrie, ness'un'altra risorsa se si eccettuano le poche botteghe di artigiani anch'esse del resto non molto fiorenti. Castellina ha avuto invece uno sviluppo maggiore, sia perché sede di comune, sia perché la sua localizzazione sull'incrocio della strada che porta nell'interno del Chianti, con altre che collegano il paese con centri industriali e di consumo localizzati lungo la ferrovia, come Pog gibonsi e Castellina Scalo e Siena, ha reso possibile l'impianto di can tine piuttosto grandi di deposito, di smistamento e anche di lavorazione del vino. Queste cantine, unica risorsa industriale di Castellina, non sod disfano però l'offerta di lavoro degli abitanti, parte dei quali si dedica quindi all'agricoltura, mentre gil altri o vengono impiegati nel lavoro di sfruttamento delle miniere di lignite di Fizzano, oppure cercano la voro in centri industrialmente più sviluppati. I lavori agricoli costitui scono dunque l'occupazione di una buona parte della popolazione accen trata, però sotto forma esclusivamente di bracciantato. Al massimo si possono trovare sia nelle immediate vicinanze, sia nei centri stessi alcune famiglie di camporaioli, le quali prendono al loro carico la casa in affitto e lavorano un appezzamento di terreno, che può essere anche di loro proprietà. Hanno la possibilità di vivere in paese in quanto mancano di bestiame da lavoro, bestiame che viene preso a nolo dai mezzadri nel periodo dell'aratura e dei raccolti. Tale mancanza del resto è forse nella nostra zona la differenza più notevole tra camporaiolo e mezzadro, se si considera che non sempre esiste diversità nella localizzazione delle abitazioni.