IN PRIMO PIANO IN QUESTO NUMERO Parlare del Risorgimento e nella fattispecie dell’Unità d’Italia senza luoghi comuni ed enfatizzazioni, che non di rado portano a ve- dere un’immagine ideale ma irreale della questione, e di conseguen- za distorta. È quanto propone Kristjan Knez in apertura di questo Il 1861 e l’Adriatico orientale numero dell’Inserto “Storia & Ricerca”. Nell’affrontare il discorso sul 150.esimo dello Stato italiano, il giovane e preparato riceratore di Kristjan Knez ga durata permette una migliore rano, di Parenzo, di Rovigno, di Di- di Pirano allarga il discorso e rivolge un attento sguardo a ciò che comprensione giacché è in grado gnano, di Pola e di Albona in cui si avveniva in Istria, Quarnero e Dalmazia, soffermandosi sulla “Die- llorché parliamo del Risor- di cogliere problemi e sfaccettature sottolineava la volontà di aggregarsi ta del Nessuno” – che si riuniva proprio in questi giorni di aprile, un gimento e nella fattispecie attraverso i quali si penetra nelle di- al Veneto. La motivazione uffi ciale secolo e mezzo fa –, e assunta a evento emblematico della volontà Adell’Unità d’Italia è dove- verse questioni e si ha la possibilità era dettata da ragioni economiche, degli istriani di staccarsi da Vienna per entrare a far parte dell’Italia. roso accantonare i luoghi comu- di enucleare aspetti e visuali diffe- quelle reali erano invece di tutt’al- Restando in tema di rivisitazioni, Ivo Vidotto spiega la fi gura di ni e le enfatizzazioni che non di renti che così offrono un’immagi- tra natura. L’obiettivo era di fare in Riccardo Zanella, l’autonomista per antonomasia, un personaggio rado portano a vedere un’immagi- ne a tutto tondo di un’età; sempre modo che quella unità territoriale che continua a rimanere “scomodo”. Per poter formulare un giudi- ne ideale ma irreale della questio- che si voglia affrontare l’argomen- non subisse frazionamenti di alcu- zio su questo personaggio Vidotto cerca di “fi ltrare” ciò che su di lui ne, e di conseguenza distorta. Se to nella sua complessità, cioè evi- na sorta, poiché era considerata una è stato detto e scritto dai suoi contemporanei e da quelli che ne han- prima del 1848 parlare di una co- tando il punto di visto esclusivo, caratteristica di notevole importan- no studiato il percorso politico, ovviamente da punti di vista diversi, scienza nazionale è una forzatura, per abbracciare anche le ragioni za che avrebbe facilitato l’inclusio- dettati dall’orientamento politico. nella seconda metà di quel secolo, degli altri. ne dell’Istria entro i confi ni di un fu- Carla Rotta torna a immergersi per noi nei fondali dell’Alto invece, anche sulla sponda orienta- Per cogliere appieno le speran- turo stato italiano, ma fu evitato per Adriatico per riportare alla luce i tanti relitti e i (presunti o reali) te- le dell’Adria si iniziò ad elaborare ze di quel nucleo che sarebbe poi non incappare nei sospetti asburgici sori che custodisce. E lo fa tuffandosi nella lettura del libro “L’ante- il concetto di nazione italiana, che, confl uito nel partito liberal-nazio- e alla fi ne fu considerato un progetto nato in fondo al mare”, di Pietro Spirito, giornalista e scrittore. Da- comunque, rimaneva ancora nel- nale il cui atteggiamento era pale- fi n troppo audace. Le menti di quella gli abissi ai banchi di scuola: Daniela Jugo Superina esplora il mon- la sfera dell’astratto. La creazione semente separatista, non dobbiamo iniziativa erano i capodistriani Carlo do dell’istruzione al femminile e va a scoprire che cosa facevano le del Regno, nel 1861, portò inve- perdere di vista i vincoli esistenti Combi e Antonio Madonizza e l’al- fi umane nel XIX secolo. ce ad un mutamento considerevo- con l’area veneta. Si trattava di un bonese Tomaso Luciani. le. Gli intellettuali furono i primi a rapporto plurisecolare che legava coglierlo, le masse popolari invece quelle popolazioni ed era esistente I fermenti molto meno o per niente. a prescindere dalla nuova situazio- del mondo slavo ne venutasi a creare. Una nuova stagione Come abbiamo rammentato an- Parallelamente alle vicende ita- Scambi ereditati che il mondo slavo meridionale liane, che destarono non poco inte- da Venezia si stava contemporaneamente resse, anche nei territori della mo- destando. Nel settembre del narchia danubiana iniziava a schiu- Tra le due coste adriatiche vi 1860 in seno al Consiglio DDELEL PPOPOLOOPOLO dersi una stagione nuova. Gli Slavi erano profondi legami ed era vivo dell’Impero affi orò la meridionali cominciarono a destar- il ricordo della Serenissima. Mal- questione dell’annessio- si a nuova vita, ideando anche per grado l’occupazione austriaca si ri- ne della Dalmazia alla loro una patria all’interno della cor- teneva di essere ancora legati alla Croazia avanzata dai nice imperiale. Sarebbe emerso pa- città di San Marco. D’altra parte deputati croati Stros- lesemente quanto era stato elabora- già all’indomani della caduta della smayer e Vranic- to precedentemente cioè in quella Repubblica oligarchica si era ma- zany che fu pron- fase conosciuta con il nome di ri- nifestato il desiderio di mantenere tamente giudicata sveglio o risorgimento nazionale. integra l’antica unità adriatica. La priva di alcun fon- Al contempo quelle impostazioni Municipalità Democratica Prov- damento dal depu- avrebbero condotto inevitabilmen- visoria di Venezia, difatti, aveva tato zaratino Fran- te ad uno scontro tra le parti interes- invitato i popoli dei possedimenti cesco Borelli. sate. Il concetto di nazione formu- della Dominante a “fraternizzare” Segue a pagina 2 lato dalle varie anime della regione, evidenziando la secolare compat- che comprendeva territori sui quali tezza tra le due sponde. Le inizia- quegli stessi interessi si sovrappo- tive delle singole municipalità che nevano, andò a cozzare e conobbe colsero l’invito proveniente d’ol- un crescendo nei lustri antecedenti tremare gettarono le basi della “de- lo scoppio della prima guerra mon- mocratizzazione” e si “dedicaro- w w diale, i cui dissapori nazionali or- no” spontaneamente, testimoniano w mai avevano raggiunto l’apice. l’esistenza di un’area geografi ca .e d caratterizzata da interessi recipro- it Si apre la «questione» .h ci, con un passato, una cultura e r / storia Proprio negli anni Sessanta del un’identità regionale comuni che la XIX secolo si inizia a parlare di non avrebbe dovuto mutare nem- vo ce una “questione adriatica” – il cui meno nella nuova cornice venutasi esordio generalmente viene fi ssa- a creare dopo il 12 maggio 1797.

to al 1866 con la battaglia di Lissa e ricerca

– che si protrarrà per quasi un seco- Mantenere A nn lo, passando attraverso fasi diverse la «sintonia» o corrispondenti ad altrettanti diffe- VII • n. 2011 renti periodi storici, articolandosi Le simpatie istriane per l’anti- 53 • Sabato, 2 aprile e subendo gli infl ussi dei grandi ca capitale non erano tanto la di- accadimenti che interessarono di- mostrazione di un interesse per gli rettamente l’area geografi ca. Due ideali espressi dal governo “rigene- confl itti mondiali, la comparsa e rato”, quanto la volontà di mante- l’affermazione di regimi autorita- nere vivo il legame tra quelle co- ri e dittatoriali, che quivi sovente ste e la laguna, cioè si desidera- manifestarono sembianze e conte- va continuare quella plurisecolare nuti specifi ci, l’elaborazione di pro- sintonia con la città dei dogi. Si grammi tesi alla “semplifi cazione” auspicava che il “cordone ombeli- nazionale, il sogno all’egemonia in cale” tra le due rive adriatiche non un settore complesso e la pianifi - si spezzasse. In quella fase non vi cazione di espansioni territoriali erano ancora motivazioni di ordine su vasta scala, accompagnata dal- nazionale, l’obiettivo era quello di la dilatazione e dalla contrazione preservare l’integrità di uno spazio dei confi ni, che non corrisponde- ben defi nito. Con il passare dei de- va solo al mutamento di una linea cenni invece tale prospettiva mutò immaginaria sulla carta geografi ca profondamente. bensì aveva portato a cambiamen- Vi fu un vivo entusiasmo nel ti pressoché radicali in ogni settore, 1848, nel momento in cui a Vene- furono solo alcuni dei problemi che zia fu presentata l’ambiziosa idea andarono ad aggravare un contesto di restaurare lo Stato del leone ala- già contraddistinto da problemi ma to, che fu salutata da parecchi gio- che sovente venivano risolti in loco vani i quali dalle terre dell’Adriati- attraverso “compromessi” tesi a co orientale accorsero in laguna per trovare una pacifi cazione tra le va- dare il loro appoggio a Daniele Ma- rie anime di un territorio plurale. nin e a Niccolò Tommaseo. Le radici La volontà di restare Per comprendere tanti lati del- legati all’area italiana la storia più recente giocoforza bi- sogna considerare la realtà adria- Qualche anno più tardi, invece, tica dalla metà dell’Ottocento in il desiderio di continuare a rimane- poi. Questa è ormai una visione re legati all’area italiana, o almeno che sempre più viene accolta dalla a quella veneta, emerse esplicita- ricerca storiografi ca, ormai consa- mente. E alcuni rappresentanti po- pevole che lo studio delle più di- litici della penisola istriana si mos- sparate questioni che la riguarda- sero in quella direzione. Nel 1859 no affondano le radici nei periodi difatti giunse una petizione da par- precedenti. Solo un’analisi di lun- te dei podestà di Capodistria, di Pi- 2 storia e ricerca Sabato, 2 aprile 2011

Dalla prima pagina Durante la prima riunione il Questa prova di fuoco, che speriamo Con l’istituzione delle diete pro- commissario imperiale avvertì sia stata l’ultima, fu la più splendi- vinciali, in Croazia fu convocata la che si sarebbero esclusivamente da ed irrecusabile testimonianza, fu “Conferenza del Bano” (Banska scelti i deputati i quali avrebbero un nuovo e raro esempio dell’unani- konferenca), dandole carattere di discusso la questione dell’unione. mità dei sentimenti di questa popola- costituente, in cui fu votato l’invio Nella quarta seduta del 18 aprile di zione, che forte de’ suoi diritti stori- di una delegazione a Vienna per la quell’anno il deputato autonomista ci e senza ambagi, vuol giungere per presentazione delle richieste croate, Galvani illustrò la mozione in cui la via più breve alla sua meta. Il ri- tra le quali quell’annessione. Nella si evidenziava che la proposta go- sultato della votazione effettuatasi il sua risposta l’imperatore era pron- vernativa sulla nomina ed invio dei 22 volgente, non abbisogna di alcun to ad unire il territorio dalmata alla deputati a Zagabria non poteva es- commento;– esso merita di andar re- Croazia ed ordinò che alla Confe- sere accolta non tanto per la forma gistrato a caratteri cubitali nella sto- renza del Bano si invitino i rappre- quanto per l’inopportunità dell’an- ria delle votazioni dirette; esso for- sentanti di quella regione. Nessuno nessione. Nel corso del voto quel- ma la più bella pagina della storia però lo accolse. I consigli comunali la mozione ottenne 29 preferenze di un paese, che tal modo dimostrò dalmati si riunirono per manifestare contro 13 astensioni. Da lì a bre- nuovamente di saper volere, e di sa- la loro contrarietà e per protestare ve gli annessionisti partirono di La targa di Lovisato, copia di quella originale del 1922 (distrutta nel per provvedere da sè e con animosa contro quella decisione. I diretti in- nascosto per partecipare ai lavori secondo dopoguerra): lo scoprimento è avvenuto l’8 luglio 2007 perseveranza al riconoscimento del- teressati manifestarono pareri con- della Dieta di Zagabria nonché per le sue giustissime aspirazioni senza trari con mozioni, ordini del giorno, unirsi alla delegazione, capeggiata gico, conducendo, all’indomani Nella campagna per la liberazio- bisogno che altri il tiri a rimorchio. riunioni, ecc., e si impegnarono con da Strossmayer, che avrebbe rag- della proclamazione del Regno, ne di Roma, nel 1867, troviamo an- (…) è ò la volontà indeclinabile di veemenza per dimostrare l’inconsi- giunto Vienna. una campagna di sensibilizzazione cora Federico Cuder, Francesco Et- un’intera popolazione, che median- stenza delle argomentazioni croate, in varie parti d’Italia, illustrando la tel, Antonio Pizzarello, Domenico te la regolare emissione del voto ribadendo la volontà della Dalma- Bajamonti storia, la cultura, le consuetudini e Steffè e Domenico Vascon, tutti di dei singoli elettori, protesta solen- zia di non far parte della Croazia. Si e la Dalmazia la presenza italiane in quell’angolo Capodistria, Salvatore Gremignani nemente e si dichiara a voci unanimi presentò l’esistenza di una naziona- adriatico non sempre conosciuto. ed Enrico Soucek di Albona nonché lità italiana e da Firenze si attivò an- Antonio Bajamonti propose di Vittorio Vittori di Dignano. Questi che Niccolò Tommaseo. contrastare l’azione croata in modo L’epoca delle speranze sono solo alcuni esempi che aiutano che anche il rimanente della Dieta Dal 1861 al 1866-67 non po- a comprendere quali fossero i senti- Voglia di autonomia della Dalmazia fosse presente nella chi sperarono in un mutamento dei menti e le speranze di una parte del- per non passare capitale austriaca. L’8 maggio quei confi ni sulle carte geografi che e si la popolazione italiana dell’Istria. rappresentanti illustrarono all’im- adoperarono in vario modo, arruo- alla Croazia peratore la loro posizione. landosi sia con l’esercito regio sia Il municipalismo Una corrispondenza inviata da Parlando della realtà adriatica con Garibaldi. A fi anco dell’Eroe fi umano Zara e pubblicata dalla “Gazzet- di un secolo e mezzo fa è oppor- dei due Mondi vi era anche Do- ta di Fiume” il 27 marzo 1861 ri- tuno evitare i luoghi comuni su menico Lovisato di Isola, ad esem- Una realtà orgogliosa della sua porta: “Le pratiche che qui hanno determinati episodi in quanto non pio, che all’età di ventiquattro anni autonomia era il municipio Fiume, luogo per l’annessione alla Croa- consentono di cogliere i nessi, i lo troviamo impegnato nel Trenti- difensore dell’italianità linguistica e zia, mi sembra vadino incontro alla problemi e le caratteristiche delle no nel corso delle operazioni del- culturale (stiamo parlando in questi sorte che ebbero a Fiume, poichè società interessate in quell’età sto- la terza guerra risorgimentale. Un termini) della città quarnerina, intesa non si odono dal popolo che con- rica. Nel momento in cui ci soffer- altro volontario era il capodistria- come elemento imprescindibile, da Tomaso Luciani tinue esclamazioni in senso anti- miamo sugli Italiani delle regioni no Leonardo D’Andri, caduto a conservare in quanto patrimonio che annessionistico, e continui evviva dell’Adriatico orientale, accanto Custoza il 24 giugno 1866 all’età esprimeva la sua specifi ca identità. contro l’invio dei Deputati alla Dieta alla Dalmazia, ai Dalmati, alla au- alle aspirazioni separatiste, caldeg- di 33 anni. Nella patria di San Vito si espresse la Croato-Slavona” (“Gazzetta di Fiu- tonomia della Dalmazia, ecc. ecc. giate, tutto sommato, da una mi- decisa volontà di difendere quei va- me, 25 aprile 1861). Si formò pure un Comitè di bot- noranza, sarebbe intellettualmente lori, poiché: “È questa la lingua che tegai, beccai, facchini ed artieri il poco onesto se non ricordassimo i Fiumani tutti fecero loro lingua na- L’irredentismo giuliano quale non vuol saperne affatto del- le posizioni autonomiste di quan- tale, che ereditarono dai loro padri, Al tempo stesso in Istria si assi- l’annessione”. ti anziché l’unione all’Italia pro- e conservarono come causa precipua stette ad un’iniziativa dimostrativa A Spalato il podestà Anto- spettavano di rimanere entro l’im- del loro incivilimento, e ben essere il cui episodio per decenni avrebbe nio Bajamonti parlava a favore di pero danubiano, liberale, pluralista commerciale e sociale. Togliere ai alimentato l’irredentismo giuliano. una Dalmazia autonoma. Anche e protettore delle identità regionali Fiumani la lingua italiana è impos- Nell’aprile del 1861 la dieta di Pa- in quella regione dalla dimensione e delle minoranze linguistiche. Tra sibile: obbligarli a servirsi negli af- renzo doveva eleggere i due mem- propagandistica e giornalistica si questi ricordiamo Francesco Vidu- fari forensi di altra lingua che del- bri che l’avrebbero rappresentata al passò al livello parlamentare. Nel lich di Lussinpiccolo, che era uno l’Italiana, è muovere guerra ai loro parlamento di Vienna. Si optò per il 1861 pure la Dalmazia ebbe la sua di quei patrioti decisi sì a condurre principj, ed alle più tenere loro affe- rifi uto; l’atto di protesta doveva es- Dieta, con sede a Zara, composta una battaglia per l’italianità ma se- zioni. Liberi siamo nel pensiero, nel- sere un chiaro segnale nei confronti da 29 rappresentanti italiani e da condo le modalità consentite dalle l’espressione delle idee e liberi pure della scarsa attenzione dimostrata dal 12 croati, più due membri di dirit- leggi austriache. Altri si sarebbero dobbiamo essere nell’usare di quella governo per i problemi della peniso- to ossia l’arcivescovo cattolico e il impegnati alacremente per il di- lingua che sempre fu il solo mezzo la. Prevalse l’astensionismo proposto vescovo ortodosso. stacco dell’Istria dal corpo asbur- Carlo Combi perchè le idee si esprimessero e si dal capodistriano Nazario Stradi e desse a queste lo sviluppo richiesto nelle sedute del 10 e 20 aprile 1861, dai tempi” (“Gazzetta di Fiume”, 15 20 membri su 29, sulle schede scris- aprile 1861). sero “Nessuno”. Quel gesto era la I «nessunisti» prima manifestazione di disconosci- Il Corpus separatum mento della dominazione asburgica. Ecco la lista dei deputati Se dopo il 1848 i Croati presero L’episodio non fu isolato, infatti, fu istriani che rifi utarono di invia- possesso del porto quarnerino che preparato in accordo con le Diete di re i propri delegati al parlamen- andò a formare una parte della Croa- Venezia, Padova e Zara nonché con to di Vienna, in aperto contrasto zia-Slavonia, dal 1860 in poi gli av- le municipalità di Fiume e di Trento. col potere centrale. Sulle sche- venimenti portarono a un profondo Nel settembre dello stesso anno de per la votazione scrissero, cambiamento. I rappresentanti fi u- si ebbe una seconda Dieta, questa in due distinte votazioni, “Nes- mani presentarono la richiesta di far volta però era formata da membri suno“, da cui il nome di “Die- parte del Regno d’Ungheria eviden- più fedeli all’autorità imperiale. Ma ta di Nessuno“. Le due votazio- ziando la necessità di garantire l’au- i nuovi componenti in buona parte ni ebbero luogo a Parenzo, il 10 tonomia di quel municipio. La stam- non furono all’altezza del compito a e il 16 aprile 1861. Lo stesso pa coeva illustra chiaramente quelle loro assegnato. La Luogotenenza era 16 aprile il governo di Vienna posizioni. Di seguito riportiamo al- intenzionata a dimostrare che quel- sciolse la dieta cune considerazioni pubblicate in la nuova formazione avrebbe sapu- quella circostanza: “Fra noi non esi- to amministrare la provincia senza dott. Andrea Amoroso (Rovigno, 14 settembre 1829-Parenzo, 19 febbraio 1910) stono nè mene nè partiti: tutti gli spi- grosse diffi coltà. dott. Antonio Barsan (Rovigno, 27 maggio 1823-Pola, 23 marzo 1889) riti si uniscono in un solo desiderio dott. Luigi Barsan (Rovigno, 22 agosto 1812-ivi, 15 marzo 1893) ed in una sola aspirazione: dal villi- La silenziosa dott. Giuseppe Basilisco (Rovigno, 17 settembre 1823-Trieste 2 agosto 1904) co delle nostre più alte colline sino al pacifi cazione dott. Cristoforo Belli (Capodistria, 17 novembre 1819-ivi, 3 settembre 1877) pescatore che in quest’onde tuffa le dott. Ercole Boccalari (Brünn, 24 luglio 1816-Dignano, 7 novembre 1901) reti; la rivendugliola e la Signora, il Ma la realtà era un’altra. Come dott. Matteo Campitelli (Rovigno, 2 maggio 1828-ivi, 25 aprile 1906) capitano ed il mozzo, il facchino ed scrive Almerigo Apollonio, “Molti Giuseppe Corazza (Montona, 9 agosto 1812-ivi, 12 aprile 1882) il negoziante, il patrizio ed il popo- dei deputati, eletti d’imperio nella se- dott. Giorgio Franco (Buie, 13 dicembre 1824-ivi, 19 aprile 1907) lano, tutti in una parola nutrono gli conda dieta per l’assenza dei miglio- dott. Francesco Gabrielli (Pirano, 16 dicembre 1830-ivi, 28 giugno 1884) stessi desideri, quelli cioè d’essere ri concorrenti, ebbero a rivelarsi tra le dott. Antonio Madonizza (Capodistria, 8 febbraio 1806-Parenzo, 1 settembre 1870) immediatamente uniti all’Unghe- personalità più retrograde che avesse- dott. Adamo Mrach (Pisino, 24 dicembre 1827-Gorizia, 9 settembre 1908) ria” (“Gazzetta di Fiume”, 22 apri- ro cittadinanza nel paese, tanto che, da dott. Egidio Mrach (Pisino, 3 settembre 1823-ivi, 10 dicembre 1903) le 1861). parte governativa, si dovette rimedia- dott. Girolamo Minach (Volosca, 30 agosto 1808-ivi, 22 agosto 1917) O ancora: “Il più recente esperi- re con alcune reprimende e, più tardi, dott. Domenico Padovan (Parenzo, 9 ottobre 1808-ivi, 15 novembre 1864) mento, o meglio la prova di fuoco col far ricorso ad elezioni suppletive, dott. Antonio Scampicchio (Albona, 5 ottobre 1830-ivi, 30 marzo 1912) imposta alla popolazione di Fiume, convincendo ad accertare la rielezio- dott. Nazario Stradi (Capodistria, 17 dicembre 1834-ivi, 14 maggio 1915) per ottenere la nomina dei Deputa- ne dei personaggi che sarebbero stati Pietro Tomasi (Montona, 11 marzo 1832-ivi, 1 gennaio 1877) ti alla Dieta Croata-Slavona, riescì determinanti nella silenziosa ‘pacifi - dott. Francesco Venier (Pirano, 27 gennaio 1799-ivi, 30 agosto 1881) completamente a danno di coloro cazione istriana’ degli anni successi- dott. Giuseppe Vergottini (Parenzo, 27 giugno 1815-ivi, 15 dicembre 1884) che ebbero l’intemperanza di ricon- vi”. Tra questi nomi ricordiamo Ni- durre sul terreno della pubblicità colò Madonizza e Matteo Campitelli, da: Giovanni Quarantotti, Storia della Dieta del Nessuno, in “Atti e Memorie della Società Istriana di una questione già previamente di- “nessunisti”, e Francesco Vidulich già Archeologia e Storia Patria”, vol. XLVIII, Pola 1936, pp. 168-173. scussa ed amplamente giudicata da vicecapitano provinciale. questa congregazione municipale. Kristjan Knez Sabato, 2 aprile 2011 storia e ricerca 3 RIFLESSIONI Perché alle autorità cittadine non piace l’idea di intitolargli una piazza nella Cittavecchia Riccardo Zanella, il primo antifascista? di Ivo Vidotto di una piazzetta della Cittavecchia fi umana proprio a Riccardo Zanella, hi è stato veramente Riccar- grande autonomista fi umano e uni- do Zanella? Il primo anti- co presidente di quello che è entra- Cfascista della storia oppure to nella storia come Stato Libero di un millantatore in cerca di gloria? Fiume. La piazza, che si trova nel- Un personaggio positivo, che ave- l’ipotetico angolo nord-occidentale va sempre a cuore le sorti della sua fatto da piazza Kobler e calle Cana- città, di Fiume, oppure un politico pini, avrebbe potuto chiamarsi an- in cerca di gloria? Per potergli dare che piazza del Pipistrello, perché è una giusta collocazione – sempre questa la prima proposta inoltrata al che una qualsivoglia collocazione Consiglio municipale, respinta per- possa essere defi nita giusta – do- ché questo nome era stato già dato vremmo ripercorrere un po’ la storia al vicolo che collega la piazzetta a di Fiume di un’epoca molto partico- piazza Kobler e perché “la proposta lare per una città, che da quando se era in contrasto con il Regolamento ne ha notizia ha sempre combattu- per la toponomastica”. Il nome dato to per l’indipendenza e sempre ot- a una piazza, secondo questo stesso tenuto, in una forma o nell’altra, regolamento, dovrebbe avere una una sorta di autonomia. E Riccardo valenza storica tale da giustifi care Zanella s’include alla perfezione in il provvedimento. Secondo i criteri questa defi nizione di Fiume, anche generali, una piazza potrebbe venir se per poter formulare un giudizio intitolata alla memoria di un insi- su questo personaggio dobbiamo gne fi gura locale che abbia contri- “fi ltrare” ciò che su di lui è stato buito allo sviluppo politico, sociale detto e scritto dai suoi contempora- ed economico della città. Visto che nei e da quelli che ne hanno studiato la prima proposta era stata boccia- il percorso politico, ovviamente da ta, il Comitato di quartiere ha deciso 3 ottobre 1919: D’Annunzio, nell’uniforme di tenente colonnello dei “Bianchi lancieri” di Novara, arrin- punti di vista diversi, dettati dal- di proporre il nome di Riccardo Za- ga gli arditi in piazza San Vito, nella Cittavecchia fi umana. Dopo questo evento Zanella lasciò la città l’orientamento politico. nella, ritenendo che il personaggio risponda a tutti i criteri richiesti e austro-ungarico provenivano dai Toponomastica, indicando tutti gli elementi che av- campi di prigionia russi. Il 5 di- quali criteri? valorano la proposta, “trattandosi cembre 1918 fece ritorno a Fiu- effettivamente di un personaggio me, dove fu accolto da eroe, an- Parlare di Zanella seguendo un storico di grande importanza che ha che Riccardo Zanella, che gode- percorso rettilineo, dalla nascita alla segnato la storia della città a cavallo va ancora di molte simpatie e di morte, è praticamente impossibile e tra il XIX e il XX secolo”. qualche appoggio governativo forse anche senza senso, per cui po- a Roma. Una settimana dopo il tremmo partire, magari, dal gennaio Un ordinamento in crisi suo rientro, tenne un discorso il del 1921, dopo aver strappato dal Per capire meglio l’attività po- al Teatro “Fenice”, in tale occa- litica di Riccardo Zanella dovrem- sione propose di comunicare ai mo analizzare più profondamente governi delle potenze vincitrici la posizione istituzionale di Fiume la volontà del suo movimento di alla fi ne del XIX secolo, che vede- chiedere l’indipendenza per Fiu- va la città contigua territorialmen- me. Gli fu conferita delega scritta te all’Ungheria ma a essa aggre- per rappresentare Fiume a Roma gata. Fu in un clima come questo e a Parigi, dove si doveva tenere che la difesa dell’autonomismo la conferenza della pace a parti- fi umano condusse alla formazio- re dal mese di gennaio 1919. La ne di due principali movimenti di presenza di Zanella, col suo nuo- opinione. Uno era apertamente fa- La nicchia della famiglia Zanella nel cimitero di Cosala vo progetto per Fiume, intralciò e vorevole all’indipendentismo fi u- rese più confusa l’opera dell’ex mano, mentre l’altro propendeva «La Voce del Popolo» chiaratamente italiano era il Partito deputato al parlamento ungherese maggiormente per l’irredentismo Autonomo, il cui motto era “Fiume Andrea Ossoinack, come si legge fi loitaliano. Fiume preannunciava, Di quel periodo potremmo ai fi umani”. Gli autonomisti non nei testi storici. in un certo senso, la crisi del tradi- ricordare unicamente lo scon- erano ostili all’Ungheria, bensì vo- zionale ordinamento costruito fa- tro fi sico tra i giovani fi umani e i levano che fosse rispettata l’italia- Una battaglia continua ticosamente dagli Asburgo d’Au- “sokolaši”, ossia i giovani croati nità di Fiume, posizione che trova- Nella motivazione data per stria. Salteremo volutamente gli aderenti alla società ginnica “So- va ampio spazio su “La Voce del la proposta di intitolazione della Riccardo Gigante avvenimenti legati alla realizza- kol”, i quali, al ritorno da un con- Popolo”, che divenne ben presto piccola piazzetta a Riccardo Za- calendario l’ultimo foglio del 1920, zione del progetto della “Giovine gresso a Zagabria (era il 1906), il quotidiano più importante della nella, si poteva leggere che Zanel- quello che ha visto l’uscita di scena Fiume”, la cui nascita era tutt’al- vollero sfi lare per le vie del cen- città, soprattutto da quando Zanel- la era un politico che aveva com- di Gabriele D’Annunzio. Ma perché tro che casuale e andava messa in tro cittadino rivendicando il loro la cominciò a esprimere, sulle sue battuto sempre per i diritti di Fiu- mai dovremmo scomodare Riccar- relazione al risveglio nel naziona- diritto su Fiume. Vennero respinti pagine, il proprio dissenso. Alle me, sia contro gli austro-ungarici, do Zanella novant’anni dopo? A far- lismo croato e alla “Risoluzione di a suon di legnate dai fi umani del- elezioni politiche del 1910, accan- sia contro D’Annunzio, della cui lo è stato lo scorso anno il consiglio Fiume”, con la quale Frano Supilo la “Giovine Fiume”, con in testa to al Partito Autonomo si presentò esperienza fi umana è stato detto del Comitato di quartiere di Sco- chiedeva l’annessione della città Riccardo Gigante. A quell’epoca pure la Lega Autonoma, guidata da e scritto molto più di quanto non glietto, proponendo l’intitolazione alla Croazia. Era il 1905... l’unico partito organizzato e di- Michele Maylender, che con molta sia stato scritto del movimento in- probabilità godette del sostegno dei dipendentista che lo aveva osteg- giovani irredentisti, ai quali Riccar- giato dal suo arrivo in città, oppu- do Zanella imputò, non senza una re dell’abbandono di Fiume, nei punta di risentimento, la sua scon- primi giorni di ottobre del 1919, fi tta. Alle amministrative del 1911 a neanche un mese dall’entrata la “Giovine Fiume” uscì fi nalmen- dei legionari, da parte dello stesso te con una propria lista (aveva solo Zanella. La “Lista per Fiume”, nel quattro candidati: Luigi Secondo commentare il veto posto dal Con- Cussar, Isidoro Garofolo, Riccardo siglio municipale all’intitolazione Gigante e Gino Sirola), che non ri- della piazza, si sottolinea che Za- scosse un grande successo, ma ot- nella fu a tutti gli effetti la prima tenne quel tanto di voti necessari vittima politica del fascismo. Il per far perdere gli autonomisti di suo Partito Autonomo aveva di- Zanella, che ben presto, però, di- feso prima del confl itto mondia- venne il principale punto di rife- le l’identità italiana di Fiume mi- rimento degli autonomisti dopo la nacciata dalla politica ungherese, morte improvvisa di Maylender, soprattutto agli inizi del XX se- avvenuta nel 1911. colo. Dopo il crollo dell’Austria- Ungheria l’autonomismo divenne Il discorso per conseguenza annessionista, al Teatro «Fenice» ma durante le trattative di pace che aprivano le porte alla questio- A conclusione della Prima ne fi umana, il movimento di Ric- guerra mondiale, iniziarono a cardo Zanella colse l’opportunità tornare a Fiume i volontari che di battersi per la creazione di uno avevano combattuto per l’Ita- Stato libero e indipendente. D’Annunzio lascia Fiume salutato dalla folla dei fedelissimi: siamo nel gennaio del 1920 lia e quanti rimasti nell’esercito Segue a pagina 8 4 Sabato, 2 aprile 2011 storia e ricerca Sabato, 2 aprile 2011 5 LETTI PER VOI «L’antenato sotto il mare» Un viaggio lungo la frontiera sommersa di Carla Rotta antenato in fondo al mare”, ovvero “un viaggio lungo la frontiera sommersa”. «L’L’avvincente passeggiata in fondo al mare è un regalo di Pietro Spirito, giornalista e scritto- re, che torna nelle librerie con l’Editore Guanda. Il li- bro è uscito dalle stampe un anno fa, nel 2010. Lo ab- biamo letto anche per voi. L’ineguagliabile «Barone» (Gausch) L’ultimo approdo della «Iulia Felix» Leggere Pietro Spirito è partire per un’avventura spaziotemporale senza uguali. Una piacevole campa- Quello del “Baron Gautsch” è il relitto più signifi cativo dell’Adria- La “Iulia Felix” è nave oneraria del II se- zo raffi gurante Posidone, il dio del mare. no? Anche la meccanica dovranno chiarire. gna di scoperta del territorio che si dovrebbe conosce- tico. Il piroscafo di linea del Lloyd Austriaco affondò il 13 agosto 1914 colo d.C., affondata diciotto secoli fa. Tra- Chissà quando e perché il signore delle ac- Il materiale da costruzione, i reperti che ge- re ma che spesso e volentieri viviamo distrattamente. tra Brioni e Rovigno; si è adagiato ad una profondità di quaranta metri. sportava vino, salsa di pesce (a bordo oltre que s distrasse: la “Iulia Felix”, fatta per cor- nerosamente ha fatto ritrovare, la sua stessa L’autore ci riporta in mare, facendoci da guida tra i re- Il piroscafo morendo fece morire oltre 130 persone, perlopiù gente che 550 anfore) e frantumi di vetro. Nel relitto rere sul mare ne restò imprigionata. Lascian- linea la fanno datare al II secolo d.C. La sua litti che giacciono in fondo all’Alto Adriatico., nella cercava un riparo sicuro dagli impetuosi venti di guerra. Mezza Euro- vennero ritrovati numerosi resti, anfore, olle, dosi dietro anche qualche mistero di costru- rotta è fi nita a 7 miglia a sud di Porto Buso fetta di mare che lambisce le coste dell’Istria occiden- pa, infatti, si era dichiarata vicendevolmente guerra. Causa un errore piatti in ceramica, vasi in metallo e un bron- zione, che la storia, l’archeologia e perché (Laguna di Grado). tale e si insinua nel Golfo di Trieste. Non è solo cac- di manovra la nave fi nì contro una mina di sbarramento e il suo carico cia di relitti, ma potrebbe essere anche una singolare umano rappresentò le prime vittime civili di una guerra che avrebbe caccia la tesoro: il mare preferisce custodire piuttosto fatto un numero impressionante di morti. che scoprire. Oddio, i pirati ci sono, quei ladri di storia Il “Baron Gautsch” era una nave superlativa: lungo 82 metri, largo Luci nella notte: «Molch», salamandra suicida Il mistero del «Mojolner» che depredano relitti, che non hanno rispetto per i fatti 12, otto scialuppe di salvataggio, rifi niture lussuose, eleganti cabine, e gli uomini, rapaci che sbrindellano il ventre di navi una sala fumatori, un locale di ritrovo, sala pranzo, celle frigorifere, addio «Mercurio» “Tra tutte le follie escogitate dal- Dal 44 la baia di Sistiana venne uti- Il “Mojolner” era una nave traghetto della pa- che invece vorrebbero venir toccate da mani rispetto- tre ponti. Eppure... Vinto dalle cannonate, l’uomo in guerra (...) pilotare un sot- lizzata dalla Marina da Guerra tede- namense Lamamar: giudicato vecchio, all’inizio se. Ma questa è un’altra storia. Pietro Spirito ama il La mattina del 13 agosto il “Baron Gautsch” salpava dal porto di mangiato dal tempo, eroso tomarino tascabile mi è sempre parsa sca, che vi voleva installare la base dei degli anni Settanta fi nì in disarmo, ormeggiato al mare, lo rispetta, rispetta e sa capire il suo cuore. Ama Lussingrande verso Trieste, dove sarebbe dovuta arrivare verso le 18. dal mare, il brigantino “Mer- tra le più significative”, scrive Pietro sottomarini “Molch”. Nell’aprile del Molo Venezia. Un’altra ferita il suo cuore di ac- questa fetta di terra e ce la racconta, lui, nato a Caserta Il comando venne assunto dal primo uffi ciale Luppis, che alle curio” dorme il suo sonno in Spirito a pag. 159. La domanda si im- 1945, quando la guerra stava ormai ciaio la riceve il 1.mo maggio 1971. Che cosa fa (non so se la esplora perchè l’ama, o se l’ama proprio 13.45, senza autorizzazione da parte del capitano (Paolo Winter), lo fondo al mare, coperto dalla pone alla vista del relitto del sottoma- finendo, i “Molch” della Baia vennero soffrire una nave in disarmo, ormeggiata proprio perchè la esplora). E soprattutto, nelle sue vene scorre cedette al secondo uffi ciale Tenze. sabbia, con nel ventre i suoi rino tedesco KF-411 (Kleinkampfmit- distrutti: cinque vennero calati in ac- nel cuore della città per quel pezzo di mare che la storia. La racconta come se l’avesse vissuta in pri- Alle 14.50 circa il “Baron Gautsch” venne avvistato a circa 7 mi- uomini. Il suo destino si com- tel Flottille 41), monoposto “Molch”, qua e affondati, gli altri vennero fatti si insinua tra vie e palazzi? Fuoco. Un incendio, ma persona, con il coinvolgimento e l’emozione di chi glia a nord di Brioni mentre procede a tutta forza all’interno del campo pie nella notte tra il 21 e il 22 ad una profondità di 10 metri nella esplodere. scoppiato di notte fa accorrere sul posto i Vigili c’è stato, anche se le cose sono successe nei secoli che minato allestito in difesa del porto di Pola dalla posamine Basilisk. Un febbraio 1812. Baia di Sistiana. Il “Molch” si suicidò. I sommergibili monoposto, comun- del fuoco con autopompe e motolancia. I Vigili hanno preceduto anche il passato. attimo prima di fi nire su una mina Tenze corresse la rotta verso ovest, La notte del 20 febbraio le La sua fine giunse per autoaffonda- que, in guerra si rivelarono un fiasco del fuoco, una volta saliti a bordo, dopo aver avu- Le storie di relitti che ci racconta non sono mai solo Nikolaos”, condannato a morte dal maltempo nei gior- convinto di essere uscito dal campo minato: fatale fu l’ultimo ordigno, unità “Rivoli”, “Mamelucco”, mento nella primavera del 1945. completo. to ragione di porte chiuse, attraversato il salone storie di relitti, che già sarebbero affascinanti: ai resti ni che precedettero la discesa in mare della “Viribus che prese la nave sotto la linea di galleggiamento all’altezza delle cal- “Iena” e “Mercurio “(france- di prima, i locali di prua, arrivano alla sala men- si legano le vicende storiche del momento. Ed ecco Unitis”, il tragico “Baron Gausch” (il relitto eccellente daie. La nave, ferita a morte, si inchina; non è possibilemettere in mare si le prime due, italiane le ulti- sa. Spengono le fi amme, combattono contro il che il lobro diventa una piccola preziosa enciclopedia. dell’Adriatico), la corazzata “Wien”, la fi ne suicida del tutte le scialuppe di salvataggio. Giungono in soccorso da Pola i cac- me) partono dal canale di Ma- fumo e la fuliggine e quando fi nalmente il vano, Che cosa ci porta a visitare? Le rovine sommerse di sottomarino “Molch”, il “Mojolner” ed il suo mistero, ciatorpedinieri “Csepel”, “Triglav” e “Balaton” che accorrono imme- lamocco: tra Grado e Caorle libero dalla caligine si lascia guardare, scoprono Muggia, la “Iulia Felix” e la “Grado II” (i secoli, qui, e l’inabissamenrto della corazzata volante, il “B-24”. diatamente da Pola. si scontrano con un vascello ed il corpo senza vita di un uomo accasciato su un si fanno millenni), il “Mercurio” o “Mercure”, mor- Ve ne diamo un assaggio, che vuole essere un invito a Errore umano. Il capitano ed il primo uffi ciale, tratti in salvo, fi niro- un brick inglesi ed è battaglia: tavolo della sala mensa. Si tratta di Nikola Arcon, to quando iniziava il declino di Napoleone, l’“Agios leggere il libro. no agli arresti, accusati di incauta condotta, ma vennero assolti al pro- 5 ore di cannonate e spari. Il marittimo jugoslavo che in passato era stato im- cesso. Tenze si suicidò pochi giorni dopo. “Mercurio” è il primo a mori- barcato sul “Mojolner”. Era in attesa di un nuovo re, squarciandosi e inabissan- imbarco, che già c’era, tanto che dopo il “chiuso” Una città in mare dosi, “Iena” e “Mamelucco” per la festa dei lavoratori, avrebbe dovuto recarsi troveranno riparo a Trieste, alla visita medica che precede l’imbarco. L’acqua nei pressi di il “Rivoli” fi nirà in mano in- Dopo l’incendio, la nave, grazie ad capilla- Punta Sottile (Muggia) na- glese. Dei 92 uomini a bordo re intervento delle maestranze dell’arsenale San sconde importanti resti ro- del Mercurio, solo tre si sal- Marco di Trieste, venne trasformata in ristorante mani che lasciano intuire varono. Il relitto ha regalato galleggiante con passerella vicino al centro città. l’esistenza di una serie di oltre mille reperti (armi, fregi Quando agli inizi degli anni Ottanta il ristorante insediamenti residenziali e e bottoni di divise, dotazioni chiuse, la nave venne ancorata alla diga del Por- di produzione. Un città in di bordo). Ma sono tante sto- to Vecchio. Il 24 settembre 1984, una falla lasciò mare, insomma, raccontata ria quelle che il Mercurio ge- entrare nelle viscere della nave un mare violen- nei frammenti che la storia nerosamente lascia trapelare: to che la portò a dormire sul fondo. Tredici anni ci ha voluto restituire o che storia di mare, di una grande dopo il naufragio del suo ultimo marinaio (ma ci ha concesso di scoprire. battaglia, di uomini, di tecnica che cosa era andato a fare a bordo di una nave Una storia da leggere e lacu- e tecnologia, racconta l’equi- in disarmo Nikola Arcon?), naufragò anche il ne da colmare. paggio. Mojolner.

Uccidete la «Wien» (e la «») Il MAS 9 di Rizzo «Grado II», «Agios Nikolaos»: condannato un sonno lungo dagli elementi 2.400 anni Quaranta morti, decine di feriti, danni per centinaia di corone. Ecco, quando si ti- Sotto, nell’acqua, tutto rano le somme, solo quelle materiali, quello è silenzio. Le navi si rac- che si è lasciato dietro l’uragano che nel lu- contano attraverso mille glio del 1911 si abbattè su Trieste. La furia dettaglio. La “Grado II” degli elementi condannerà a morte anche il tace, non concede traccia bark greco “Agios Nikolaos”, le fortissime alcuna che si lasci leggere, raffiche di vento e il mare impazzito spezze- interpretare. ranno gli ormeggi del natante, che come un Coperta dalla sabbia giocattolo ormai inutile verrà scaraventato dorme il suo sonno da contro la diga. Il bark cola a picco, finiscono duemilaquattrocento anni: in mare quattro suoi marinai: i corpi di tre presumibilmente è affon- uomini verranno recuperati il giorno dopo data nel III – IV secolo nelle acque di Muggia e sepolti nel locale ci- a. C. È a 7 miglia a sud- mitero. Come l’“Agios Nikolaos, moriranno ovest di Grado, a 18 metri di uragano altre quattro imbarc”azioni, al- di profondità. Rappresenta tre cento navi hanno riportato danni. Quan- la più antica testimonian- do il vento si spegne e il mare si ritira biso- Ali in fondo al mare: «B 24» za di archeologia subac- gna ridare alla città la sua eleganza di città quea dell’Alto Adriatico. dell’Impero (anche Miramare, il bellissimo Non è stato possibile dare una precisa carta parte anteriore con le ali, i motori, la ruota del Ne avrà di storie da rac- castello che si specchia nel sale, soffre: un La “Wien” si lascia cullare dal mare, anche se nel 1917, i venti di guerra si fanno più violenti, la Re- rà la “Wien”, Ferrarini con il MAS 13 affronterà la d’identità del bombardiere “B 24” inabissato- carrello, la cabina con il sedile del pilota. contare: non solo di mare, fulmine scuote la sala del trono, un pezzo di l’Adriatico è un mare in guerra, accanto alla Buda- gia Marina vuole neutralizzare le corazzate austria- “Budapest”. Rizzo centrerà la “Wien”, ma i siluri lan- si 8 miglia a sud di Porto Buso, e quindi uffi - Il relitto in questione potrebbe essere quel- anzi, soprattutto storie di tetto si stacca). Dieci giorni dopo, nella clas- pest. Sono due gemelle imponenti: 93 metri di lun- che. Toccherà a Luigi Rizzo stanare le gemelle. Assie- ciati da Ferrarini mancheranno la “Budapest”. cialmente resta un relitto senza nome. Durante lo di un “Consolidated B-24H-15-FO” o un terra, di un grande Impe- sica quiete dopo la tempesta, l’Impero darà ghezza, 17 di larghezza, 5600 tonnellate di disloca- me al sottotenente di vascello Ferrarini, la sera del 10 La “Wien” sbanda paurosamente, in cinque minuti la Seconda guerra mondiale caddero in mare “Consolidated B-24J-10-FO”, matricola 42- ro che con armi, commer- al mare una grande corazzata, alla quale i mento. Ma hanno un punto debole: sono sbilanciate, dicembre segnerà il destino delle due corazzate. Dopo viene inghiottita dal mare nel Vallone di Muggia. Mo- (Alto Adriatico) 25 bombardieri. Di questo ri- 51642 assenato al 449.mo Bomb Group di ci e arti conquistò l’Euro- venti della Storia daranno un sofferto desti- facili da capovolgere, difficili da manovrare. Siamo una manovra che è storia, Rizzo con il MAS 9 pieghe- rirono 33 marinai. troato vicino a Porto Buso è rimasto poco: la stanza all’aeroporto di Grottaglie (Taranto). pa e oltre. no: la “Viribus Unitis”. 6 storia e ricerca Sabato, 2 aprile 2011

CONTRIBUTI Tre periodi – dal 1822 al 1848, dal 1848 al 1868, e quello del dominio unghe Istruzione al femminile: cosa fac di Daniela Jugo Superina ostratemi le vostre trattava, comunque, di una scuo- scuole e vi dirò a cosa la privata per le fi glie di famiglie «Maspirate”.... Negli ul- ricche. Nei due secoli successivi, timi duecent’anni lo Stato ha preso l’istruzione delle bambine a Fiume il posto della Chiesa nell’istruzione era esclusivamente nelle mani delle dei proprio cittadini, modellandola suore benedettine. Il convento oggi a seconda delle proprie necessità, non esiste più. Si trovava a nord- introducendo nel processo forma- ovest della Chiesa dell’Assunzione tivo questi contenuti e quei valori della Beata Vergine Maria, l’allora che vengono ritenuti fondamentali cattedrale, sulla piazzetta di fron- per lo sviluppo futuro. I pensieri e le te alla scuola elementare “Nikola aspirazioni del momento di chi è al Tesla”. potere vengono trasmesse nella ma- La politica illuminata di Maria niera più veloce e più facile proprio Teresa, indirizzata principalmente sul sistema scolastico, che in que- verso il sistema scolastico, porta una sto modo diventa uno strumento per grande novità: nel 1777 la sovrana la formazione di persone che siano ordina l’istituzione a Fiume di una gradite a chi detiene il potere. scuola pubblica laica per bambine. Anche l’occhiata più superfi cia- Siccome, sembra, all’epoca non le al sistema scolastico ci rivelerà, c’erano altre insegnati e nemmeno senza timore di smentita, i rapporti vani adatti, la scuola è stata aperta sociali, ossia quali erano le scuole l’anno successivo presso il convento Nel 1886 alla scuola Plase è stato as- ritenute adatte ai fi gli dei cittadini benedettino. In un primo momento La Scuola di musica, dove operavano i due Ivan de Zajc, padre illustri e ricchi e quale livello era c’erano due classi, ma ben presto ne segnato un nuovo edifi cio nel Giar- dino pubblico, nel quale oggi opera e fi glio, aveva la propria sede al primo piano del vecchio munici- invece giudicato suffi ciente e op- è stata aperta una terza. Come uni- la scuola elementare “Podmurvice” pio in piazza delle Erbe (oggi piazza Kobler) portuno per gli altri. Un discorso ca scuola femminile in città, poteva a parte è costituito dall’istruzio- fruire di fi nanziamenti consistenti autorità dalla direttrice Rosa Fatour. ne delle bambine. Non è trascor- dalle casse cittadine. Ha prosegui- La scuola complementare era alle fi - so nemmeno un secolo da quando to con la propria attività per tutto glie delle famiglie operaie che inten- la maggior parte delle persone re- il XIX secolo con la denominazio- devano dedicarsi in futuro ad attivi- putava che la funzione essenzia- ne “Capo-scuola nel convento delle tà commerciali o artigianali, ma col le della donna nella società fosse R.R. M.M. monache dell’ordine di passare del tempo e con l’aumento esclusivamente quella di soddisfa- S. Benedetto”. del suo prestigio, la scuola viene fre- re le esigenze del marito, dei fi gli quentata anche dalle fi glie di impie- e della casa. Un uomo di un certo Le materie gati e commercianti. livello, però, aveva bisogno di una d’insegnamento A partire dal 1850, nei villaggio moglie colta, in grado di intrattene- dell’area fi umana venivano istitui- re ospiti di quel medesimo livello, Cosa veniva insegnato a scuo- te le scuole triviali, scuole popolari esprimendosi magari in diverse lin- la? Le bambine potevano imparare triennali miste. A Plase e Drenova gue. Benvenuto sia il talento musi- a leggere, scrivere e fare i conti, stu- sono state aperte nel 1852, mentre cale, ma anche l’arte del ricamo e diavano catechismo, taglio, cucito e la scuola di Cosala è stata inaugura- del cucito. E basta così. Per le fi glie ricamo, mentre l’istruzione musica- ta nel 1880. Fino agli anni Ottanta, di famiglie, diciamo così, “comu- le veniva impartita soltanto alle ra- il numero delle ragazze era decisa- ni”, era suffi ciente il primo livello gazzine con maggior talento. Con- mente inferiore a quello dei ragazzi. di alfabetismo, anche perché era- siderato che le monache benedetti- L’edifi cio molto rappresentativo della scuola ungherese a Fiume in Nel 1886 alla scuola Plase è stato as- no le leggi a imporlo. Basta fare ne provenivano prevalentemente da via Clotilde superiore, che oggi ospita il Primo ginnasio croato e il segnato un nuovo edifi cio nel Giar- una carrellata sulle scuole femmi- zone italiane e tedesche, le lezioni si Ginnasio “Andrija Mohorovičić” dino pubblico, nel quale oggi opera nili a Fiume fi no al 1900 per otte- tenevano in queste due lingue. Se- la scuola elementare “Podmurvice”. nere una conferma di questa nostra condo i dati del 1844, la scuola era In seguito all’aumento della popola- tesi. I dati che riportiamo sono pre- frequentata da 154 allieve. Visto zione, i ragazzi vengono spostati in si dai lavori del prof. Milivoj Čop, che il numero delle bambine che altra sede, per cui l’istituto continua lo studioso più illustre del patrimo- frequentava la prima classe era pra- a operare come Civica scuola ele- nio scolastico fi umano negli ultimi ticamente il doppio di quelle della mentare femminile in Plasse-Mlac- decenni. seconda e della terza, la spiegazio- ca, con direttrice Maerija Uroda. La storia di Fiume nel XIX se- ne più logica di questo fenomeno All’epoca era frequentata da circa colo può venir divisa grossolana- va ricercata nell’abbandono della 500 allieve. Entro la fi ne del XIX mente in tre periodi principali: il scuola non appena appresi i rudi- secolo, tutte e tre le scuole periferi- periodo del Litorale ungarico, dal menti dell’alfabetizzazione. che divennero a sei classi e le lezioni 1822 al 1848, il periodo dell’am- Nella seconda metà del XIX venivano tenute in lingua italiana, a ministrazione croata, dal 1848 al secolo, la scuola delle benedettine eccezione (in parte) della scuola di 1868, e il periodo del dominio un- viene frequentata prevalentemente Drenova. gherese, durato fi no al 1918. È chia- da bambine provenienti da famiglie ro che ciascuna amministrazione e povere, che non potevano permet- Gli istituti ungheresi potere avesse i propri obiettivi e tersi di mandarle in scuole private. La prima scuola ungherese a interessi, che venivano trasmessi Alla scuola è stata aggiunta nel frat- Fiume è stata inaugurata nel 1876 istantaneamente alle scuole. Quali tempo una quarta classe, mentre la con il nome di “A fi umei magyar ki- fossero questi obiettivi lo si poteva scuola privata interna, che dal 1868 raly Allami elemi fi u-es leanyisko- intuire anzitutto dalla lingua d’inse- ha sei classi, viene frequentata da la” (Regia scuola elementare ma- gnamento, la cui introduzione, ana- candidate monache. Durante il do- L’interno della Biblioteca universitaria e del Museo schile e femminile di stato in Fiu- lizzata secondo i criteri odierni, po- minio ungherese, l’istituto ha perso di arte moderna e contemporanea me). Era una scuola mista e i suoi trebbe venir defi nita quasi violenta. lo status di scuola pubblica e pren- inizi furono piuttosto modesti, in de il nome di “Scuola elementare la scuola ha cessato di esistere ed è di arte moderna e contemporanea. quanto a frequentarla erano 33 alun- Una lunga e ricca esterna femminile di quattro clas- stata sostituita dalla Scuola elemen- La scuola continuava a svilupparsi ni, dei quali 17 la abbandonarono tradizione si”. Siccome la popolazione fi uma- tare femminile in via Sant’Andrea e nel 1896 alla scuola inferiore ven- quasi subito. In un primo tempo le na era in continua crescita, aumen- (l’attuale via Erazmo Barčić), nella gono aggiunte altre due classi, pro- lezioni venivano tenute in lingua ita- La storia dell’istruzione scolasti- tava così anche il numero di allieve, quale le lezioni si svolgevano in lin- lungando in questa maniera a dieci liana, con studio intensivo della lin- ca a Fiume è lunga e ricca e affonda che nel 1883 erano addirittura 822. gua italiana. In base al nuovo Statu- anni il possibile percorso istruttivo. gua ungherese. Nonostante tutto, la le proprie radici ancora nel Medioe- La scuola era bene attrezzata, man- to scolastico cittadino, nel 1867 alla Ben presto anche questo edifi cio di- crescita della scuola era inarrestabi- vo e inizia con la scuola capitolare tenendo una propria concezione di- scuola sono state aggiunte altre due venne troppo stretto e una parte del- le e nel 1880 viene suddivisa in ma- glagolitica, per poi passare alla pri- dattico-istruttiva, che viene aspra- classi, e nel 1881 l’istituto diven- le classi inferiori dovette trasferirsi schile e femminile. In questo modo ma scuola laica nel XV secolo, al mente criticata in un articolo su ta ottennale, con una novantina di in piazza Urmeny, nei vani dell’ex vennero istituite la Scuola unghere- ginnasio gesuita nel XVII secolo, “La bilancia”, che ritiene eccessiva allieve e sei insegnanti. Il numero scuola femminile ungherese. Consi- se femminile di stato a sei classi, alla che nel secolo successivo ottiene il l’istruzione religiosa e antiquato il delle ragazze iscritte aumentava ra- derato il tiepido interesso per la IX e quale viene affi ancata due anni più livello universitario. Tutte scuole ri- metodo di insegnamento a memo- pidamente e i vani della scuola risul- X classe, si è dovuto procedere a una tardi la scuola superiore femmini- servate per ragazzi, però! L’istruzio- ria, un “metodo pappagallesco”. tavano essere troppo stretti. A que- riorganizzazione dell’istituto, attuata le di quattro classi. Con l’aumento ne delle bambine consisteva nell’ap- sto punto era necessario trovare una nel 1899, che prevedeva la divisione del numero degli iscritti, aumenta prendimento delle mansioni dome- I «progressi» soluzione alternativa. All’inizio del- in una Scuola elementare femminile pure il numero delle classi, sicché stiche e nell’aiutare le madri nelle Nel 1854 viene aperta la Scuo- l’odierna via Dolac, nel 1887 è sta- di sei classi in via Clotilde inferiore nel 1896 ce ne sono già 12, sei nel faccende quotidiane. la elementare femminile di quattro ta edifi cata un nuovo edifi cio di tre (via Dolac) e nella Scuola cittadina comparto elementare e sei nel- Nonostante tutto, la prima scuo- classi, nella quale le lezioni si tene- piani per ospitare questa scuola, se- femminile. Al passaggio nel nuovo la scuola femminile. Chiaramente, la femminile a Fiume è stata aper- vano in lingua italiana, con una gra- guendo il progetto di Giacomo Zam- secolo, la scuola elementare con- i vani in piazza Urmeny divennero ta relativamente presto, nel 1663, duale introduzione del croato. Poco mattio, edifi cio che oggi ospita la tava addirittura 900 alunne, 27 in- presto troppo stretti, motivo per cui, presso il convento benedettino. Si dopo il cambio di potere, nel 1868, Biblioteca universitaria e il Museo segnanti e 4 catechisti, guidati con in soli dieci mesi venne costruito un Sabato, 2 aprile 2011 storia e ricerca 7

rese, durato fi no al 1918 – in cui ciascuna amministrazione aveva i propri obiettivi e interessi evano le fi umane nel XIX secolo?

La scuola ungherese periferica venne istituita negli anni ’90 a Plase e i reparti femmini- All’inizio dell’odierna via Dolac, nel 1887 è stato edifi cato un nuovo edifi cio di tre pia- li trovarono posto in casa Mohovich, in via dei Gelsi, dove continuarono a operare fi no al ni per ospitare questa scuola, seguendo il progetto di Giacomo Zammattio, edifi cio che 1899, anno in cui venne costruito un nuovo grande edifi cio, che oggi ospita gli istituti medi oggi ospita la Biblioteca universitaria e il Museo di arte moderna e contemporanea professionali nel capo elettrotecnico ed elettronico, a nord-est del Palazzo della Stampa edifi cio molto rappresentativo in via se che frequentavano. Si trattava di Non bastava essere perfette mogli, madri e casalinghe; un Clotilde superiore, che oggi ospita il cifre enormi per l’epoca, specie se Primo ginnasio croato e il Ginnasio consideriamo che lo stipendio di un uomo di un certo livello aveva bisogno di una moglie colta, “Andrija Mohorovičić”. La scuola, insegnante in una scuola pubblica che veniva frequentata mediamente era di circa 470 fi orini, mentre l’ab- in grado di intrattenere gli ospiti e magari di esprimersi da 500 allieve, godeva di un alto pre- bonamento annuale a un quotidiano stigio in virtù dell’invidiabile livello ammontava a un fi orino e mezzo. in diverse lingue; benvenuto era il talento musicale, ma anche degli standard didattici e per docen- l’arte del ricamo e del cucito. Per le fi glie di famiglie, diciamo ti scelti con grande oculatezza. Un Il Collegio della timbro particolare venne dato alla signora Lazzarini così, «comuni», era suffi ciente il primo livello di alfabetismo scuola dalle diverse attività extra- scolastiche, come la cucina, la ste- Un’altra scuola privata, che go- bler) e alla fi ne nella sede del Teatro nografi a oppure lo studio di lingue deva di notevole reputazione, era il civico, che sorgeva al posto di Palaz- straniere. Una nuova divisione ven- “Collegio femminile della signora zo Modello. Purtroppo, intervennero ne attuata nel 1900, quando le clas- Ida Baronessa de Lazzarini”. La si- delle diffi coltà e la scuola fu costret- si della scuola femminile divennero gnora Lazzarini era stata preceden- ta a chiudere nel 1868. Scuola ungherese cittadina femmini- temente insegnante presso la scuo- La prima vera scuola professio- le di stato. La scuola ungherese peri- la Wassich, ma nel 1855 decise di nale femminile venne aperta appena ferica venne istituita negli anni ’90 a aprire una propria scuola in Fiuma- nel 1898. Si chiamava Scuola indu- Plase e i reparti femminili trovarono ra, iscrivendo subito 44 allieve. Dal striale femminile di due corsi e ope- posto in casa Mohovich, in via dei 1860 la scuola opera esclusivamente rava nei vani della Scuola elementa- Gelsi, dove continuarono a opera- come internato e viene ubicata nel- re e superiore italiana in via Clotil- re fi no al 1899, anno in cui venne la villa Tarabocchia-Zambelli, in via de inferiore. Il motivo che indusse costruito un nuovo grande edifi cio, Pomerio. Circa la metà delle allieve le autorità ad aprire questo tipo di che oggi ospita gli istituti medi pro- della scuola non erano fi umane, ben- istituto scolastico era dettato dal fat- fessionali nel capo elettrotecnico ed sì arrivavano addirittura da Capo- to che le ragazze che terminavano le elettronico, a nord-est del Palazzo distria, Zara e Lubiana. La scuola scuole pubbliche rimanevano molto della Stampa. Lazzarini era più cara della scuola spesso a casa, per cui era necessario Wassich, tanto che la tassa annuale abilitarle a confezionare autonoma- Le ragazze ammontava a 300 fi orini. Pur non mente abiti in modo da poter apri- della Fiume bene essendoci dati precisi e concreti, re una bottega artigianale propria. a giudicare dagli articoli compar- Le allieve erano numerose e prove- Fino alla fi ne del XIX secolo, i si sui giornali sembra che le alunne nivano principalmente da famiglie fi umani benestanti mandavano le di questa scuola ottenevano i risul- benestanti il cui desiderio era quello proprie fi glie nelle scuole private. tati migliori agli esami conclusivi. di prepararle a essere delle casalin- Negli anni Cinquanta e Sessanta ce Le Scuole elementari private delle Una foto d’epoca dell’edifi cio in via Dolac ghe esemplari e trovare per loro un n’erano quattro in città e in tutte le sorelle Schütz e delle sorelle Juch buon partito. Per potersi iscrivere in lezioni si svolgevano in lingua ita- erano delle piccole scuole triennali te Maria Brentary Mayer. Questa nel 1874 è stata aperta, nell’ambito un ginnasio femminile, le ragazze di liana. Purtroppo, non disponiamo e di esse non sappiamo più di tanto. era l’unica scuola con reparto fem- della Fabbrica tabacchi, una scuola Fiume hanno dovuto aspettare fi no di molti dati sul loro operato né pos- Sembra, comunque, che ebbero vita minile per alunne di madrelingua speciale per analfabeti con due re- al 1912, anno in cui è stato inaugura- siamo determinare con precisione molto breve. tedesca. La scuola privata Bren- parti. Nel primo le lezioni durava- to il Ginnasio femminile ungherese. quando vennero chiuse. La più co- Durante il dominio ungherese, le tary, con annesso l’asilo nido, esi- no un’ora al giorno e nel secondo tre nosciuta tra queste scuole era proba- suindicate scuole private non vengo- steva fi n dal 1880, ma non ne sap- ore alla settimana. Si iscrissero subi- Necesse est... conoscere bilmente l’Istituto femminile Wassi- no neppure menzionate, ma esistono piamo nulla. Possiamo soltanto in- to 92 operaie. quante più lingue ch, istituito nel 1854 dalla maestra dati relativi all’apertura di quattro tuire che è stata aperta dall’insegna- fi umana Rosalia Wassich. Del con- nuove scuole. te Elisa Faure. Tutte queste scuole Professione: Dopo questa carrellata sulle siglio scolastico facevano parte i più erano decisamente più piccole delle la musica scuole femminili fi umane nel XIX illustri concittadini dell’epoca, men- Dati frammentari scuole Wassich e Lazzarini, il che secolo, pensate che sia possibile in- tre la villa privata nei cui ambien- La prima è l’Istituto femminile ci fa giungere alla conclusione che A differenza dei bambini e dei tuire quello che i fi umani dell’epoca ti operava era allo stesso tempo un di Bernardina Morovich, una scuola i fi umani abbienti abbiano cambia- ragazzi, i quali potevano frequentare pensavano per le proprie fi glie? Sce- internato. Gli studi duravano com- di quattro classi che veniva frequen- to opinione sulle scuole pubbliche, i ginnasi e istituti professionali, scuo- glievano le scuole più per il loro pre- plessivamente cinque anni, dei quali tata da una ventina di ragazze, fi glie cui standard didattici miglioravano le femminili di questo genere rap- stigio che per la lingua d’insegna- i primi due erano un “Corso prepara- di famiglie abbienti. Segue la Scuo- in continuazione. presentavano una rarità. L’eccezione mento. Per loro era importante cono- torio”. La capienza era limitata a 50 la elementare femminile privata di In questo contesto, è doveroso era costituita dalla Scuola di musica, scere quante più lingue, tra le quali allieve, che potevano frequentarla sei classi, che era guidata da Maria sottolineare che a partire dal 1850 che sembra sia stata aperta alle ra- non fi gurava però il croato. I lavoro da internate, semi-internate o ester- Morovich. Inaugurata nel 1877, era presso tutte le scuole vennero aperte gazze già nella prima metà del XIX a mano era importante e il suo ap- ne. La loro educazione e istruzione orientata maggiormente verso lo le cosiddette scuole festivo-domeni- secolo. La scuola è stata istituita nel prendimento era obbligatorio in tut- era nelle mani di addirittura 7 inse- studio delle lingue straniere, del- cali. Avevano tre classi ed erano una 1820, raggiungendo l’apice della po- te le scuole, con un elevato numero gnanti e 5 collaboratori esterni. Per la musica e della danza. La scuola sorta di scuole medie inferiori con polarità negli anni Cinquanta, quan- di ore. Era molto importante che le le allieve internate, la tassa annuale privata femminile di Elisa Faure, indirizzi industriali e commercia- do era guidata dai due Ivan de Zajc, bambine divenissero delle ragazze ammontava a 250 fi orini, mentre le in via Adamich, è sorta nel 1876 li per ragazzi, nonché corsi di eco- padre e fi glio. La sorella di Zajc, gentili, educate e riverenti. Più anni alunne che soggiornavano a a scuo- sviluppandosi sulle basi di un cor- nomia domestica per le ragazze. Lo Albina, ha fi nito gli studi in questa trascorsi a scuola e meglio è. Devo- la soltanto di giorno, con un pasto e so aggiuntivo di lingua francese e scopo di una parte di queste “scuole” scuola nel 1850 ed è stata la miglior no pur imparare a cucire, cucinare, studio aggiuntivo, la tassa era di 150 manifattura della signora Elisa. Le era quello di alfabetizzare i ragazzi e allieva. La scuola operava in un pri- magari canticchiando in francese. fi orini. Il prezzo mensile per l’istru- materie generali venivano insegnate ragazze con più di 12 anni che pri- mo tempo in riva al mare, poi al pri- Cosa avrebbero voluto le fi umane zione delle ragazze esterne andava a circa una trentina di allieve, distri- ma non avevano frequentato nessu- mo piano del vecchi municipio in per sé e per le proprie fi glie? Beh, da 4 a 6 fi orini, a seconda della clas- buite in quattro classi, dall’insegna- na scuola. Con la medesima fi nalità, piazza delle Erbe (oggi piazza Ko- non erano loro a decidere.... 8 storia e ricerca Sabato, 2 aprile 2011

Da pagina 3 Consiglio Nazionale Italiano, con mente per mano delle guardie zanel- Quando destra il quale condividevano unicamente liane la fece precipitare ulteriormen- la volontà di non passare a uno stato te, tanto che nella notte del 2 marzo il e sinistra sono alleati... slavo. Fatto sta che i fi umani erano Comitato di Difesa Nazionale decise Alla luce di questi dati storici, stanchi dell’Impresa dannunziana un’azione armata volta a sovvertire non è facile comprendere i motivi dopo poche settimane, se si consi- il governo autonomista. Le respon- reali per i quali il Consiglio muni- dera la vicenda legata al referendum sabilità e l’organizzazione dell’azio- cipale – caso unico in cui sinistra e del 18 dicembre 1919 sul “modus ne fu affi data a un Consiglio militare destra, SDP e HDZ sono “alleati” vivendi” proposto dal governo ita- con a capo il tenente Ernesto Cabru- – abbia respinto Zanella. “Il chiaro liano ai fi umani, che prevedeva con- na. Il moto antizanelliano si svolse orientamento antifascista di Zanel- sistenti aiuti alla città se essa aves- nella mattinata del 3 marzo, il giorno la, il fatto che durante la II Guerra se accettato truppe regolari italiane dopo che Zanella ebbe inviato un di- mondiale sia stato internato in un al posto dei legionari. La proposta sperato appello al nuovo primo mi- lager in Francia – sostiene la Lista ottenne l’appoggio immediato de- nistro italiano Luigi Facta. Dopo sei per Fiume – non sono un motivo gli autonomisti, i quali erano molto ore di accanita resistenza, asserra- suffi ciente per i consiglieri di una preoccupati per la grave crisi econo- gliato nel Palazzo del Governo, che città che si dichiara orgogliosa del mica che stava facendo precipitare fu centrato da un colpo di cannone suo spirito democratico, fi loeuro- Fiume verso livelli mai conosciuti sparato da un MAS, Riccardo Zanel- peo e antifascista. Non è mai acca- prima. La votazione del referendum la si arrese e fi rmò un atto di rinuncia duto – sottolineano gli appartenenti fu prevedibilmente favorevole alle L’ala del cimitero di Cosala dove riposano le spoglie e di cessione dei poteri al Comitato di questa formazione politica – che proposte del governo italiano, ma dei genitori di Riccardo Zanella di Difesa Cittadino, che assunse i una proposta venga approvata al- D’Annunzio annullò arbitrariamen- pieni poteri. “In seguito agli avveni- l’unanimità dal consiglio del Co- te i risultati della consultazione in ca e commerciale. Fiume annessa menti di oggi, 3 marzo 1922 che mi mitato di quartiere, dal Consiglio quanto non se la sentiva di cancel- all’Italia sarebbe diventata uno dei hanno costretto ad arrendermi alle per l’autonomia locale, che ottenga lare come con un colpo di spugna tanti porti della penisola e per giunta forze rivoluzionarie, rimetto i pote- il parere positivo degli esperti e di “un’impresa di alto valore morale” situato in una posizione periferica e ri nelle mani del Comitato di difesa tutta una serie di storici e che alla come la marcia si Fiume. sfavorevole, visto che regnavano pe- che ha originato il moto”, scrisse lo fi ne venga bocciato in Consiglio. Si Il rifi uto defi nitivo del “modus santi incertezze sulla possibilità del- stesso Riccardo Zanella, che con il tratta di cecità ideologica, di avver- vivendi” da parte di D’Annunzio l’Italia a intessere una solida politica suo governo andò in esilio a Portoré portò alle dimissioni da Capo di diplomatica con gli slavi del sud o gli (Kraljevica) sotto la protezione del Gabinetto di , che ungheresi, che erano il vero entroter- re di Jugoslavia Alessandro I, men- fu poi sostituito dal sindacalista ri- ra economico della città”. Soprattut- tre il governo italiano inviò a Fiume voluzionario Alceste De Ambris, to per queste motivazioni il Partito il generale Gaetano Giardino, che il il cui arrivo signifi cò un ulteriore Autonomo riuscì a vincere le elezio- 17 settembre 1923 divenne di gover- prova del trionfo del radicalismo ni del 24 aprile 1921, riportando una natore militare con il compito di tu- e della trasformazione dell’impre- netta vittoria in città con 4482 voti telare l’ordine pubblico. sa fi umana in un nuovo modello contro i 3318 ottenuti dal Blocco Na- rivoluzionario per il mondo occi- zionale e nel distretto con 1632 voti Il tramonto di un’idea dentale. L’inasprimento delle re- contro 122. Quando vennero diffusi Cosa dire di più di Riccardo Za- lazioni di D’Annunzio con Roma, i primi dati sull’esito della consulta- nella, morto a Roma il 30 marzo però, rafforzarono la credibilità di zione, i fascisti di Fiume, guidati da 1959 all’età di 84 anni. Si può af- Riccardo Zanella, il quale riuscì a Giovanni Host-Venturi e dal sindaco Un francobollo del Governo fermare con certezza che continuò ottenere la fi ducia di Giovanni Gio- Riccardo Gigante da poco dimissio- provvisorio a seguire con interesse le vicende litti, subentrato nel giugno del 1920 nario, entrarono nell’aula del tribu- a Nitti alla guida del governo, e del nale dove si procedeva allo spoglio ministro degli esteri Sforza. Questo delle schede, per impossessarsi delle sostegno governativo non bastò, urne e incendiarle, così da invalidare però, a Zanella per mettere in pie- le elezioni. I verbali, però, erano sta- Michele Maylender di a Fiume una sommossa antidan- ti già redatti e messi al sicuro, per cui nunziana. Ci vollero i cannoni del ogni tentativo fu inutile. La maggior sione manifesta nei confronti del- generale Caviglia... parte della popolazione, pur rimpian- l’identità fi umana, della storia di gendo di non potersi ricongiungere questa città e dei fi umani illustri. La vittoria del all’Italia, accolse la soluzione con Un fenomeno diffi cilmente spiega- Movimento Autonomista sollievo, in quanto stremata da un bile e che dura ormai da un venten- assedio che aveva messo la città in nio e che caratterizza sia l’SDP al Alcuni mesi più tardi, più pre- ginocchio. In questa maniera veni- potere che l’HDZ locale all’oppo- cisamente il 24 aprile 1921 – era va scongiurata la malaugurata ipo- sizione. Basti ricordare l’ostilità di- domenica – si svolsero le prime tesi di un’annessione al Regno dei mostrata nei confronti dello stem- elezioni parlamentari. Vi parteci- Serbi, Croati e Sloveni. Altri, però, ma storico e della ricollocazione parono gli autonomisti e i Blocchi soprattutto i legionari, erano affran- dell’aquila sulla Torre civica”. Nazionali, dei quali facevano parte ti e indignati. Una bandiera bianca sul balcone del Palazzo del Governo: è la resa il Partito Nazionale Fascista, il Par- di Riccardo Zanella il 3 marzo del 1922 Le dimissioni tito Liberale e il Partito Democrati- L’avanzata di Gigante co. La vittoria andò nettamente agli degli estremismi ria, Jugoslavia e Italia, che dovevano storiche della città anche dopo esse- autonomisti e la presidenza, ovvia- però essere promossi e stipulati solo re stato costretto a lasciare il potere Ritorniamo ora al “foglio” mente, al capo del Movimento Au- L’estate trascorse senza incidenti da cittadini fi umani non compromes- e fu molto deluso nel vedere il defi - strappato dal nostro calendario. Per tonomista, a quel Riccardo Zanella e il generale Luigi Amantea riuscì a si nelle lotte succedutesi a Fiume in nitivo tramonto del progetto di auto- Fiume si era trattato veramente di divenuto a distanza di quasi un se- far insediare l’Assemblea Costituen- quegli ultimi due anni. Questo voleva nomia fi umana che gli stava tanto a “anno nuovo, vita nuova”. Prima te il 5 ottobre, che nominò Riccardo dire l’esclusione di una buona metà cuore. La maggioranza dei membri ancora che D’Annunzio abban- Zanella presidente dello Stato Libero della popolazione fi umana dai futu- dell’Assemblea Costituente accettò donasse la città, il 5 gennaio del di Fiume e capo di un governo che ri affari commerciali. La situazione poi il fascismo. Zanella rimase anti- 1921 venne costituito un governo venne riconosciuto da tutte le poten- politica degenerò quando l’automo- fascista assieme a Antonio Luksich provvisorio il cui primo obiettivo ze straniere più importanti. La linea bile di Zanella venne colpita da un Jamini e Angelo Adam, con i quali era quello di preparare la costitu- politica di Zanella, però, non era de- petardo. Il leader autonomista deci- continuò la propaganda antifasci- zione dello Stato Libero di Fiu- stinata a durare a lungo. Una proposta se allora di aggiornare a tempo inde- sta utilizzando mezzi di cui ancora me. Il governo italiano, che aveva liberale come quella zanelliana, pur terminato l’Assemblea del 3 febbraio adesso non si conosce la provenien- temuto l’espansione dello spirito non essendo di per sé irrealistica, non 1922, rendendo pertanto impossibile za. Da Belgrado, dove era andato e del fi umanesimo nel resto d’Italia, poteva sopravvivere in un clima ge- il confronto con l’opposizione. A se- rimasto fi no al 1934, si spostò a Pa- si premurò di sostenere e controlla- nerale in cui gli estremismi di destra guito di questa decisione di Zanella, rigi dove rimase fi no all’inizio della re il nuovo corso politico fi umano e di sinistra stavano riscuotendo sem- nacque un’intesa che non ebbe ri- seconda guerra mondiale. inviando in città un proprio mini- pre più ampi consensi. A Fiume la scontro in nessun’altra parte d’Italia, In questo articolo non abbia- stro plenipotenziario, il conte Carlo stabilità del nuovo assetto statale pre- che accomunò il Fascio fi umano di mo voluto tracciare una biografi a di Caccia Dominioni, che conosceva se così a vacillare dopo pochi mesi, di combattimento e i repubblicani. Nac- Riccardo Zanella, né giudicare il suo bene Fiume per esservi stato qual- modo che “il salvamento della nostra que così, con l’adesione dei naziona- percorso politico, ma soltanto cerca- che anno prima in qualità di con- terra natia, la libertà e l’indipenden- listi un Comitato di Difesa Nazionale re di individuare in questo suo per- sole. Dopo pochi giorni Riccar- za di Fiume” – parole pronunciate da presieduto da Attilio Prodam. corso cosa possa aver indotto i con- do Gigante presentò le dimissioni Zanella il giorno della sua elezione Il giorno della resa siglieri municipali a respingere la da sindaco e al suo posto fu eletto Una delle poche immagini di- – fi nirono col cadere in acqua, anche proposta di intitolargli quella piccola l’avvocato Salvatore Bellasich, già sponibili di Riccardo Zanella perché Zanella, una volta eletto, ini- La situazione a Fiume era tesa piazzetta senza nome della Cittavec- segretario del primo governo prov- ziò a opporsi al governo italiano che fi no all’inverosimile e l’uccisione chia fi umana. Temiamo di non aver visorio e fi rmatario del Proclama colo “persona non grata”. Sul sito lo aveva sovvenzionato, auspicando del legionario Alfredo Fontana, av- trovato una risposta... di annessione del 30 ottobre 1918. del “Centro di documentazione del- una politica di accordi fra Unghe- venuta il 28 febbraio 1922 probabil- Ivo Vidotto “Bellasich era meno compromesso la cultura giuliana istriana fi umana agli occhi di Giolitti e si dimostrò dalmata”, possiamo leggere che a Anno VII / n. 53 del 2 aprile 2011 disposto ad osservare lealmente Fiume il Blocco Nazionale ven- “LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina i postulati di Rapallo”, come ap- ne istituito con un programma an- IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina prendiamo dai testi di storia. nessionista opposto al Partito Au- Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat Il «modus vivendi» tonomo di Riccardo Zanella. “La edizione: STORIA E RICERCA maggior parte dei fi umani in que- Redattore esecutivo: Ilaria Rocchi / Impaginazione: Vanja Dubravčić Riccardo Zanella, a differenza sto periodo di incertezza e di trepi- Collaboratori: Daniela Jugo Superina, Kristjan Knez, Carla Rotta, Ivo Vidotto di Gabriele D’Annunzio, poteva dante attesa in un futuro migliore si Foto: Claudio Chicco, Lara Musizza, Carla Rotta e Ivo Vidotto vantare una profonda conoscenza convinse che solo Fiume indipen- La pubblicazione del presente supplemento, sostenuta dall’Unione Italiana di Fiume / Capodistria e dall’Università Popolare di Trieste, della città e dei suoi abitanti, i qua- dente avrebbe potuto raggiungere viene supportata dal Governo italiano all’interno del progetto EDITPIÙ in esecuzione della Convenzione MAE-UPT N° 1868 li stentavano a immedesimarsi nel una notevole fl oridezza economi- del 22 dicembre 2008, Contratto 248a del 18/10/2006 con Novazione oggettiva del 7 luglio 2009