2 novembre 2020 10:30

Morto Gigi Proietti: “Artista geniale”, “intellettuale lucido”, “intitolargli subito una strada”

Gigi Proietti è morto all’alba a Roma mentre era ricoverato per problemi cardiaci. L’attore romano avrebbe compiuto 80 anni proprio oggi, il 2 novembre. Immediate le reazioni del mondo dello spettacolo e della politica. A cominciare dal ministro per i Beni culturali Dario Franceschini che lo definisce “un maestro, un artista geniale che ha saputo realizzare i suoi sogni con generosità”. E c’è chi - come il responsabile cultura di Fratelli d’Italia Federico Mollicone - propone subito di intitolargli “per chiara fama” una strada e un teatro.

MATTARELLA

Il ricordo per Proietti comincia dalle parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “È con grande dolore che ho appreso la notizia della scomparsa, nel giorno dell’ottantesimo compleanno, di Gigi Proietti. Attore poliedrico e versatile, regista, organizzatore, doppiatore, maestro di generazioni di attori, erede naturale di , era l’espressione genuina dello spirito romanesco. Alla grande cultura, alla capacità espressiva eccezionale, frutto di un intenso lavoro su se stesso, univa una simpatia travolgente e una bonomìa naturale, che ne avevano fatto il beniamino del pubblico di ogni età. Desidero ricordarlo anche come intellettuale lucido e appassionato, sempre attento e sensibile alle istanze delle fasce più deboli e al rinnovamento della società”.

IL GOVERNO

La politica in modo bipartisan ricorda l’attore, regista e doppiatore romano. “Con Gigi Proietti - scrive Dario Franceschini - scompare un grande protagonista della commedia italiana, un uomo di cinema e di teatro che ha vissuto intensamente la sua arte, apprezzato da milioni di italiani. Un maestro, un artista geniale che ha saputo realizzare i suoi sogni con generosità, facendo vivere realtà come il Globe Theatre a Villa Borghese, il Brancaccio e la sua scuola di recitazione che sono stati una vera e propria fucina di nuovi talenti. La sua risata sonora, il suo sguardo magnetico, la sua voce profonda, la sua genuina romanità ci mancheranno”.

"Con Gigi Proietti non se ne va solo uno dei volti più amati dal pubblico, ma anche uno straordinario protagonista della nostra cultura. Proprio nel giorno del suo compleanno ci lascia un genio dello spettacolo che ha saputo divertire e commuovere milioni di italiani. La sua scomparsa addolora tutto il Paese", commenta il premier Giuseppe Conte.

Lo ricorda anche il ministro per l’Istruzione Lucia Azzolina: “Addio al maestro Gigi Proietti. Non solo un grande attore, ma anche un insegnante generoso. Tanti giovani sono cresciuti grazie a lui e oggi ne portano avanti l’eredità”. Come pure il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini: “Gigi Proietti, artista unico, geniale e straordinario. Oggi ci lascia un pezzo della cultura e della nostra identità nazionale. Da ‘Mandrake’ al ‘Maresciallo Rocca’, in teatro, cinema e tv ha raccontato vizi e virtù dell’Italia. Sempre con il sorriso, che resterà sempre con noi”. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa commenta così la scomparsa dell’attore romano: “Grazie Maestro per tutto ciò che hai dato a ognuno di noi. Nessuno dimenticherà te e il tuo teatro”. E il ministro della Salute, Roberto Speranza: “Addio Gigi Proietti. Mancherai a tutti noi”. Per il ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti “con Gigi Proietti l’Italia perde oggi un uomo geniale, un artista straordinario che non potremo mai dimenticare. Grazie, Maestro”.

La viceministra agli Esteri Marina Sereni scrive: “Con Gigi Proietti scompare uno dei più grandi maestri del teatro e della comicità italiani, una vera perdita per la nostra cultura cui ha contributo con un’incessante attività sul palco, in tv, al cinema ma anche come docente e scopritore di nuovi talenti. Buon viaggio Gigi”. Per la viceministra dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, “il Globe Theatre, di cui eri direttore artistico, ha rallegrato e reso unici i miei momenti liberi a Roma. Una sera ci ho portato anche i miei genitori. Riuscivi a rendere tutto possibile, e a far superare ogni limite, con il tuo estro e la tua arte. Sono vicina alla tua famiglia, a cui mancherai tanto. Come mancherai tanto a tutti noi. Ciao Gigi!”.

LA POLITICA

“Profondo dolore e grande tristezza per la morte di Gigi Proietti. Con lui perdiamo un pezzo di anima della nostra città. In questo momento siamo vicini alla famiglia, agli amici e a tutti coloro che lo hanno amato. Roma non lo dimenticherà mai”. Scrive in una nota la sindaca di Roma Virginia Raggi.

Il Presidente del Senato Elisabetta Casellati ricordando il grande attore e regista scrive: “Genio della commedia all’italiana, istrione del palcoscenico, impareggiabile cantore della romanità, Gigi Proietti, nella sua straordinaria carriera, a teatro, al cinema e in tv ha saputo raccontare i vizi e le virtù degli italiani e della città che tanto amava. Oggi è un giorno triste per il mondo dello spettacolo italiano che perde uno dei suoi talenti più cristallini, un maestro dell’ironia dal tratto graffiante. I suoi monologhi, le sue opere, le sue battute resteranno per sempre a testimoniarne la grandezza di artista e a tenere in vita il suo ricordo. Ai familiari possa giungere tutta la mia vicinanza”.

Per Vittoria Casa, Presidente Commissione Cultura Scienza e Istruzione alla Camera, “la morte di Gigi Proietti priva il Paese di un gigante della cultura, un uomo che è riuscito a coniugare qualsiasi registro dell’arte teatrale. Il suo grandissimo talento ne ha fatto negli anni un Maestro, un artista capace di animare la sua città e le piazze d’Italia, d’interessare al teatro intere generazioni, d’interpretare personaggi cinematografici che rimarranno per sempre nell’immaginario dello spettatore. A lui, alla sua arte e al suo impegno civico va il ricordo grato della Commissione Cultura. Alla sua famiglia, tutta la vicinanza possibile per un momento così triste”.

Per il segretario di Italia Viva Matteo Renzi, “andarsene nel giorno dei suoi 80 anni è l’ultimo colpo di teatro di un artista straordinario: addio a Gigi Proietti”.

Ricordano le deputate e i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura a Montecitorio: “Gigi Proietti è entrato nelle case e nei cuori degli italiani, la sua scomparsa rende tutto il Paese un po' più triste. È stato un artista a tutto tondo. Inconfondibili la sua ironia intelligente, il suo saper raccontare bellezza, profondità e imperfezioni umane. Si è spento nel periodo più buio per l'arte e per il teatro in particolare, lasciando un vuoto incolmabile: ci mancherà terribilmente".

Il responsabile Cultura di Fratelli d'Italia, deputato Federico Mollicone, ricorda Proietti e lancia la sua proposta: "Addio a Gigi Proietti, grande dello spettacolo popolare e della satira intelligente e mai banale. Fu faccia e voce del palcoscenico, erede dell'indimenticabile Petrolini, un talento la cui perdita sarà difficile da colmare. Roma intitoli subito una strada e un teatro, per chiara fama".

“Protagonista del teatro, del cinema, della televisione. Mattatore con i testi classici e con la comicità. Amato da tutti ovunque, ma simbolo per Roma, sempre accompagnato da folle che conoscono a memoria le sue interpretazioni. Il numero uno sia con Shakespeare che raccontando le disavventure di Toto ‘liqueso’. Roma in particolare è sgomenta e ne farà per sempre un suo simbolo, un suo ‘cavaliere’, un protagonista. Un suo cavallo di battaglia…”. Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri, commissario Forza Italia Roma Capitale. Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, scrive: “Mattatore indiscusso del palcoscenico italiano, attore istrionico e amatissimo, Gigi Proietti ci lascia nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Un altro colpo durissimo per il teatro italiano che già vive le sue ore più buie. Ciao Gigi, ci hai fatto ridere per 50 anni”. Le fa eco Francesco Giro, senatore di Forza Italia ed ex sottosegretario ai Beni culturali: “Se con la scomparsa di Gigi Proietti il teatro italiano perde da oggi lo slancio vitale di un attore prodigioso, di lui però resteranno per sempre i suoni di una voce indimenticabile e la faccia espressiva di un mondo del palcoscenico che non muore mai e che resta impresso nei cuori di tutti”.

LA SOCIETA’ CIVILE

“Da oggi tutti noi saremo un po’ più tristi, consapevoli che lo spettacolo italiano dovrà farà i conti con un vuoto difficilmente colmabile”. Così Carlo Fontana, presidente Agis – Associazione generale italiana dello spettacolo, ricorda Gigi Proietti. “Sarebbe impossibile ricordare in poche righe tutto quello che Gigi Proietti ha regalato al mondo dello spettacolo in oltre 50 anni di carriera. Un vero e proprio mattatore della scena italiana, un artista a tutto tondo capace di reinventarsi di continuo grazie ad un talento unico che, insieme alla sua contagiosa simpatia, lo hanno reso una vera e propria icona culturale del Paese. Dalla sua grande passione per il Teatro – di cui è stato interprete, autore ed impresario - fino al cinema, con alcuni ruoli rimasti impressi nell’immaginario collettivo, passando per la televisione, dove ha saputo alternare alla sua verve comica momenti di grande spessore culturale. Gigi Proietti era questo, e molto di più. Con lui perdiamo non solo una figura fondamentale del nostro spettacolo, ma anche un ‘amico’ degli italiani che ci ha accompagnato per oltre cinquant’anni. A nome dell’AGIS – conclude Fontana – le più sentite condoglianze a tutte le persone che sono state al suo fianco nel corso della sua vita”.

Anche l’ex deputata europea e oggi Commissario straordinario per il recupero dell'ex carcere borbonico di Santo Stefano, Silvia Costa, ricorda Gigi Proietti: “Un grande dolore la morte stanotte di Gigi Proietti proprio nel giorno del suo 80mo compleanno, celebrato ieri sera dalla Rai con tante sue straordinarie interpretazioni. Il commiato di un grande, amatissimo attore e inventore di linguaggi e generi teatrali”.

BIOGRAFIA

Luigi Proietti, si legge nella biografia sul sito ufficiale, nasce a Roma nel 1940, in via Giulia nel cuore della città. Una città della quale vive nel corso degli anni le trasformazioni, i drammi, nonché la straordinaria capacità di rinnovamento, di recupero.

L’incontro col teatro avviene in ambito universitario. Partecipa come comparsa nel film IL NOSTRO CAMPIONE è un film di genere drammatico del 1955, diretto da Vittorio Duse, con Aldo Bufi Landi e Alessandro D'Ottavio.

IL TEATRO - All’inizio degli anni sessanta l’Università La Sapienza promuove delle attività parallele al normale corso di studi. Tra queste si cerca di recuperare il glorioso CUT (Centro Teatrale Universitario). Una scuola di teatro alternativa all’Accademia Nazionale Silvio D’Amico nella quale si formano diversi futuri attori e registi. Al CUT non c’è un solo metodo d’insegnamento. I docenti sono dei teatranti che trasmettono la propria disciplina e la propria esperienza. Tra questi, Giancarlo Cobelli, che insegna mimica all’Atenco e con lui Proeitti ebbe il vero e proprio debutto nel novembre del 1963 nel teatro-cabaret, all’Arlecchino di Roma ora Teatro Flaiano, con IL CAN-CAN DEGLI ITALIANI per i quali compose le musiche, diretto da Giancarlo Corbelli.

Nel frattempo coltiva una passione musicale fondamentale e mai smessa, determinante per la sua carriera. Canta, suona la chitarra, compone. Una passione che diviene sempre più anche un lavoro. È l’epoca d’oro dei night club e delle sale da ballo. Qui si cimenta con un repertorio musicale eterogeneo, che spazia dal genere popolare italiano alla grande musica d’importazione, passando per la moderna canzone d’autore. Tra tanti musicisti, alcuni diverranno famosissimi, conosce Lello Arzilli, un amico insostituibile, un riferimento di sempre.

Nel 1970 accetta la proposta improvvisa di Garinei e Giovannini, di sostituire Modugno e interpretare accanto a la commedia musicale ALLELUJA BRAVA GENTE al teatro Sistina. La storia è ambientata alle soglie dell’anno Mille. Rascel e Proietti sono rispettivamente Ezzelino e Ademar, due voltagabbana che con reliquie e rimedi gabellano la vita eterna. Il successo di questa interpretazione è straordinario. Proietti recita, canta e balla con esiti travolgenti. Il grande pubblico lo acclama, la critica lo ricopre di elogi.

Il 1976 è un anno determinante per la sua carriera e in qualche modo per la storia dello spettacolo italiano. Insieme a Roberto Lerici aveva concepito e sperimentato uno spettacolo dal titolo provvisorio SERATA in cui era in scena insieme a una piccola orchestra. Vi era inserito un pezzo, scritto da Lerici, in cui un mago illusionista citava una formula che sarebbe diventata un titolo. A ME GLI OCCHI debutta ufficialmente a Sulmona su invito dello Stabile dell’Aquila nel maggio del ’76. Qualche tempo dopo approda al Teatro Tenda di piazza Mancini gestito da Carlo Molfese in sostituzione di un altro lavoro. Sarebbe dovuto restare pochi giorni...vi restò per tre anni consecutivi. A ME GLI OCCHI a cui si sarebbe aggiunto poco dopo il conciliante PLEASE, ottiene un successo di pubblico unico nella storia dello spettacolo del Novecento.

Nel febbraio del 1989 debutta al Teatro Sistina di Roma con I SETTE RE DI ROMA, una leggenda musicale di Luigi Magni, con musiche di Nicola Piovani, diretta da .

Per la stagione teatrale ’93 ’94 mette in scena A ME GLI OCCHI BIS che celebra i suoi trenta anni di palcoscenico. La cassa delle “memorie del mio futuro”, come la definisce, diventa il contenuto e il contenitore reale e immaginario dello spettacolo, che inizia e finisce esattamente come il vecchio A ME GLI OCCHI ma che contiene un tempo e una memoria più vasti. Va in scena all’Olimpico di Roma per quasi sei mesi e in tournèe con un successo sempre più strabiliante.

Nel 2003 in occasione del centenario della donazione di Villa Borghese da parte della omonima famiglia alla città di Roma, nasce da un'idea di Gigi Proietti il “Silvano Toti” Globe Theatre, teatro elisabettiano copia identica del Globe di Londra. Primo spettacolo in scena, è ROMEO E GIULIETTA per la regia di Gigi Proietti, grande successo di pubblico e critica, viene ripreso nella stagione invernale al Teatro Politeama Brancaccio di Roma. Proietti dal 2004 era direttore artistico del “Silvano Toti” Globe Theatre.

IL TEATRO BRANCACCIO - Nel 1978 assume la direzione artistica del Teatro Brancaccio di Roma. Inaugura la stagione con la COMMEDIA DI GAETANACCIO, scritto da Gigi Magni, con musiche di P. Pintucci e dello stesso Proietti. Il progetto del Teatro Brancaccio è la costituzione di un grande spazio teatrale veramente popolare al servizio della città. Con la sua neonata società di produzione, la Tre Tredici Trentatré S.r.l., fondata nel ’77, comincia a produrre spettacoli propri e di altri artisti. La sua attività di produttore sarà continua e parallela a quella di attore e regista.

La gestione del teatro Brancaccio coincide con la nascita del LABORATORIO DI ESERCITAZIONI SCENICHE DI ROMA, una scuola di teatro che in breve tempo riesce a costituire un’alternativa validissima all’Accademia Silvio D’Amico. La storia del Laboratorio si comprende in un arco di tempo che va dal’79 al’93. I cinque corsi della durata di un biennio diplomano decine di professionisti, che si distinguono nel panorama degli attori italiani per la loro preparazione e la loro versatilità.

DOPPIAGGIO - Effettua importanti doppiaggi in CAMELOT (R. Harris). CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOLF? (R.Burton). Il doppiaggio diventa per Proietti un'attività quasi parallela al teatro, sempre praticata con una certa continuità e sempre con risultati di qualità eccelsa. Si pensi a LENNY (D. Hoffmann), il primo (S. Stallone), CASANOVA di Fellini (D. Shuterland), fino ad arrivare ai più recenti ALADIN della Walt Disney, CASINÒ di Scorsese (R. De Niro) o HAMLET di K.Branagh (C. Heston).

Nel 1996 si cimenta nuovamente nel doppiaggio del genio della lampada nel terzo episodio di : ALADIN E IL RE DEI LADRI. In seguito esegue il doppiaggio del film dando la voce al personaggio di fantasia Draco.

CINEMA - Dal 1967 inizia anche a lavorare al cinema, partecipando a L’APPUNTAMENTO di S. Lumet, LA MATRIARCA film di genere commedia, diretto da Pasquale Festa Campanile, con Fabienne Dali e Mario Erpichini. Segue poi UNA RAGAZZA PIUTTOSTO COMPLICATA, film di genere drammatico del 1968, diretto da Damiano Damiani, con Maria Luisa Bavastro e Guglielmo Boglianidi, e recita nel LO SCATENATO un film di genere comico-commedia, diretto da Franco Indovina, con Carmelo Bene e Mario Cecchi Gori.

Nella stagione 68’ 69’ Antonio Calenda diventa direttore del Teatro Stabile dell’Aquila gli propone il ruolo del protagonista ne IL DIO KURT di Alberto Moravia. Un testo di grande spessore dialettico in cui Moravia collaborando strettamente col regista e gli attori, tende alla creazione di un linguaggio teatrale puro.

Nel 1976 è protagonista di una pellicola destinata ad avere un inaspettato successo postumo: FEBBRE DA CAVALLO con la regia di Steno. Il film diventa un cult-movie e la sua interpretazione di Mandrake, uno sfrenato scommettitore di corse di cavalli, è una delle più azzeccate. Accanto a lui, tra gli altri, anche Montesano e Carotenuto.

Nell’estate del 2002 è impegnato nelle riprese del film FEBBRE DA CAVALLO – La MANDRAKATA con la regia di Carlo Vanzina.

LA TELEVISIONE - Dal 1968 comincia a lavorare in televisione in una serie di commedie e sceneggiati. Si ricordano in particolare: I GRANDI CAMALEONTI di Federico Zardi, IL CIRCOLO PICKWICK tratto da Dickens diretto da Ugo Gregoretti col quale molto collaborerà in seguito, IL SOCIO di A. Prieto diretto da A. G. Maiano, LA PRESIDENTESSA di F. Enriquez, CONOSCETE DON CHISCIOTTE di C. Quartucci dove conosce Roberto Lerici, al quale dovrà una preziosa e irrinunciabile collaborazione, Il MATRIMONIO DI FIGARO di Sandro Sequi, IL VIAGGIO DI ASTOLFO di Vito Molinari e COME RIDEVANO GLI ITALIANI di G. Angelucci, dove si confronta per la prima volta con Ettore Petrolini, del cui repertorio sarà, anni dopo, l’interprete per eccellenza.

Nel ‘74 realizza FATTI E FATTACCI uno show in quattro puntate scritto con Roberto Lerici e diretto da Antonello Falqui. Questo varietà è un’ennesima conferma delle sue qualità. Avvalendosi della presenza di Ornella Vanoni girovaga alla maniera dei comici attraverso l’Italia dello spettacolo e della canzone. FATTI E FATTACCI vince la Rosa d’Oro al Festival di Montreaux in Svizzera.

Nel 1995 effettua le riprese di una nuova fiction tv: IL MARESCIALLO ROCCA con la regia di G. Capitani. Lo sceneggiato ottiene livelli d’ascolto da capogiro. Proietti ottiene un successo personale enorme e una popolarità unica. Ne verranno realizzate altre tre serie che avranno un riscontro sempre più ampio. Le ragioni di tanto successo sono da trovarsi nella perizia degli sceneggiatori Toscano e Marotta e dei registi Capitani e Gasparini, ma soprattutto nella grande umanità e nella completezza espressiva di Proietti che rende il suo personaggio simpatico, controverso, antieroico.

Nella primavera-estate del ’97 è protagonista per Mediaset del nuovo film tv ANTONIO PORTA, AVVOCATO con la regia di Franco Giraldi.

Nel 1998 viene riproposta la seconda serie della Fiction-Tv IL MARESCIALLO ROCCA. Per Rai Uno.

L’anno 2017, segna il ritorno in televisione di Gigi Proietti con il programma CAVALLI DI BATTAGLIA, uno show tutto suo che lo vedrà esibirsi nei propri “Cavalli di Battaglia”, confrontarsi con repertori inediti legati alla contemporaneità e duettare con tanti amici e colleghi del mondo dello spettacolo della televisione, del cinema e della musica che a loro volta si esibiranno nei loro cavalli di battaglia.

Il 19 gennaio 2019 presenta, in diretta su Rai Uno, in Eurovisione, l’evento MATERA2019 OPEN THE FUTURE!. Un grande e unico evento di arte, musica, spettacolo, tradizione e creatività in una delle cornici più suggestive del mondo, alla presenza del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella: è questo Matera2019, la cerimonia di inaugurazione dell'anno della città lucana come Capitale Europea della Cultura.

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