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The Long Transition. The Acquese Territory in the Iron Age; La lunga transizione. L’Acquese nell’età del Ferro

Perono Cacciafoco, Francesco

2012

Perono Cacciafoco, F. (2012). The Long Transition. The Acquese Territory in the Iron Age. Path: Studies, Sources, and Images for a Territory, 26(1), 3‑14. https://hdl.handle.net/10356/107328

©The author (published by Editrice Impressioni Grafiche, , AL, ). This paper was published in Path: Studies, Sources, and Images for a Territory and is made available as an electronic reprint (preprint) with permission of Editrice Impressioni Grafiche, Acqui Terme, AL, Italy. One print or electronic copy may be made for personal use only. Systematic or multiple reproduction, distribution to multiple locations via electronic or other means, duplication of any material in this paper for a fee or for commercial purposes, or modification of the content of the paper is prohibited and is subject to penalties under law.

Downloaded on 25 Sep 2021 16:48:05 SGT iter 26:iter 07/12/12 10.01 Pagina 3 le La lunga transizione L’Acquese nell’età del Ferro

di Francesco Perono Cacciafoco *

* Università degli Studi di Pisa, Facoltà di Lettere e Filosofia, Dipartimento di Filologia classica - Filologia latina

Il presente breve lavoro è stato elaborato al fine di seguire il per - corso dello sviluppo delle comunità umane nell’Acquese nel corso dell’età del Ferro e viene ad essere il naturale completamento e la necessaria conclusione del mio studio (ugualmente pubblicato su «ITER») sull’Acquese tra il Paleolitico e l’età del Bronzo ( Tracce di Pietra. Cenni inerenti all’Acquese tra il Paleolitico e l’età del Bronzo ). Questo contributo, che si basa su dati noti e che non si propone alcun obiettivo di originalità, vuole essere, come quello ad esso antecedente, eminentemente compilativo, “ricapitolativo” e rias - suntivo, volto esclusivamente a “fare il punto della situazione”, in chiave divulgativa, sull’argomento analizzato. Per la redazione di questo articolo sono largamente debitore nei confronti dell’opera (dalla quale ho imparato davvero molto) del Dottor FILIPPO MARIA GAMBARI (attualmente Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, al quale rivolgo, in maniera ideale e sentita, il mio ringraziamento), le sintesi (citate nelle note e nella Bibliografia ) del quale si sono rivelate, in questa sede, guida indispensabile e filo conduttore diretto per la compilazione di que - sto breve studio.

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L’età del Ferro (900 a. C. - 173 / 109 a. nord-occidentale si associa ad una C.) nella Valle Bormida – e non soltan - forte irregolarità per quel che concer - to nella Valle Bormida, naturalmente – ne la pluviometria. Nella zona alpina segna il passaggio tra l’età del Bronzo questo fenomeno sigla l’abbandono finale (1200 - 900 a. C.) e la romaniz - degli ultimi abitati palafitticoli, soprat - zazione, venendo ad essere epoca tutto in area elvetica, mentre nella pia - caratterizzata dalla genesi – almeno in nura padana il dato più notevole è il forme manifeste ed effettivamente marcato allontanamento degli insedia - riscontrabili – dell’etnia degli e menti dalle zone fluviali, quasi sicura - dallo sviluppo di nuove forme di orga - mente a causa dell’instabilità dei prin - nizzazione del popolamento, epoca, cipali corsi d’acqua. altresì, della transizione ideale tra la In Piemonte questo processo pone Proto-storia e la Storia propriamente fine allo sviluppo – nel corso dell’età detta. del Bronzo finale (1200 - 900 a. C.) – Non è semplice tracciare un quadro di di una importante via commerciale riferimento riguardo all’età del Ferro costellata da insediamenti, necropoli nella Valle Bormida. È possibile, nondi - ed empori lungo l’asse del ed meno, cercare di fornire al lettore accentua la distinzione dei gruppi un’agile panoramica di quest’epoca dell‘età del Ferro con la tripartizione remota per quel che concerne tra l’aerale della Cultura di Golasecca, l’Acquese e le zone ad esso circostan - nel Piemonte nord-orientale e nella ti. La linea cronologica da seguire si Lombardia occidentale, della Liguria segmenta in base ad una periodizza - interna, nella fascia a sud del Po, e del zione tripartita, suddivisibile approssi - Piemonte nord-occidentale, enclave mativamente in prima età del Ferro delle popolazioni renane e rodaniane (900 - 400 a. C.), seconda età del Ferro transalpine fino al VII - VI secolo a. C., (400 - 173 a. C.) ed avvio del proces - quando il territorio assumerà, insieme so definitivo di romanizzazione (II alla Valle d’Aosta, una peculiare fisiono - secolo a. C.) nell’area di nostro inte - mia che è stata denominata provviso - resse 1. riamente, sulla base delle definizioni Tra il 900 e l’850 a. C. un cambiamen - etniche antiche, “taurino-salassa”. to climatico generale ( Global Climate Lungo l’asse del Po l’assestamento del Change ) segna la geografia e l’organiz - sistema insediativo sembra più lento zazione del popolamento in tutta dopo l’850 a. C. A partire almeno l’Europa occidentale, sancendo il pas - dall’VIII secolo a. C., però, in analogia saggio dal periodo cosiddetto Sub- con quanto avviene lungo l’importante boreale a quello definito Sub-atlantico. via fluviale del Ticino, la valle del Un raffreddamento del clima nell’Italia fino alla confluenza con lo Stura a

1 Cfr., ad esempio, F. M. G AMBARI , M. V ENTURINO GAMBARI , Il popolamento della Liguria interna dalle invasioni galliche alla romanizzazione , in Contributi per una definizione archeologica della seconda età del Ferro nella Liguria interna , in «Rivista di Studi Liguri» LIII 1-4 (1987 [1988]), pp. 99-150.

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monte di Pollenzo appare come una C.), di probabile produzione tarquinie - rilevante direttrice di collegamento se, offerto come dono votivo con sep - verso le Alpi Cozie. pellimento nel letto del corso d’acqua. Tra il IX ed il V secolo a. C., nella prima La appena delineata corrente com - età del Ferro, il commercio etrusco merciale e culturale determina forte - favorisce la crescita socio-economica mente il modello di sviluppo dei centri e culturale delle popolazioni dell’en - liguri dell’interno e del basso troterra ligure e del basso Piemonte, Piemonte nella prima età del Ferro, in fino al crollo del sistema mercantile e una dialettica tra insediamenti allo territoriale costituito dalle città sbocco delle principali valli (come dell’Etruria padana (Bologna / Felsina , Fonti di – nel Modena, Mantova, Bagnolo San Vito, Tortonese –, ad esempio 2). Spina, Adria) e dai centri proto-urbani Il popolamento dell’entroterra ligure e appartenenti alla Cultura di Golasecca del basso Piemonte – con particolare (Milano, Como, Bergamo, Brescia, Lodi, riferimento alla zona dell’Acquese – Vercelli) a seguito delle invasioni galli - nella prima età del Ferro (900 - 400 a. che agli inizi del IV secolo a. C. C.), in effetti, si articola (e si differenzia) Già durante l’VIII secolo a. C. (od tra insediamenti allo sbocco delle valli, anche prima, probabilmente) il territo - siti a carattere stagionale ed emporiale rio collocato lungo il corso del Tanaro, lungo l’asse fluviale del Tanaro ed un navigabile a valle di Cherasco, sembra sistema di centri d’altura o di versante diventare – come accennato – un asse a controllo delle principali vie transap - privilegiato dei collegamenti est-ovest penniniche. Il punto d’arrivo di questa verso le risorse metallurgiche delle evoluzione è il quadro osservabile nel Alpi Cozie, linea di raccordo del com - VI - V secolo a. C., con ricchi empori mercio etrusco originato dal grande stagionali, come Villa del Foro (presso polo di Bologna, ma anche confluenza ), nei quali compaiono le (nel prolungamento diretto del tratto tracce scritte della presenza di perso - lombardo-emiliano del Po) delle vie naggi etruschi o, più probabilmente, appenniniche che portano dalla costa “etruschizzati” evidentemente impe - ligure orientale, dall’Entella al Magra, i gnati lungo la via commerciale, insedia - commerci dei grandi centri marittimi menti stabili allo sbocco delle valli, dell’Etruria meridionale. A conferma di come o Frascaro, e centri di quanto detto si può citare il rinveni - altura e di controllo come il mento ad Asti (da una zona di guado Guardamonte di tra Val del Tanaro presso la città) di un elmo Curone e Val Staffora. crestato villanoviano in lamina di bron - A differenza della civiltà della Cultura zo (risalente agli inizi dell’VIII secolo a. di Golasecca, però, il mondo ligure non

2 Cfr., tra gli altri, M. V ENTURINO GAMBARI , B. T RAVERSONE , A. C ATTANEO CASSANO , Tortona prima di Dertona. Preistoria e protostoria del Tortonese , in «Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte» 14 (1996), pp. 19-59.

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è capace di produrre processi autono - tintorie di qualità (robbia, guado). Il mi di formazione di centri urbani, pro - ritrovamento ad Acqui Terme (strada babilmente perché il principale ruolo Savona, anno 1961) di un frammento in quest’ambito è svolto dalle fonda - di fibula con lunga staffa a globetto zioni coloniali etrusche sulla costa, a con terminazione “a vaso” – che partire da Genova e Savona. Si assiste, segue modelli ben presenti a Villa del così, ad una assimilazione al mondo Foro e nell’area golasecchiana – sem - etrusco di singoli personaggi di origine bra attestare fin dal VI secolo a. C. la ligure e ad una qualche diffusione di presenza nel territorio di tombe iscrizioni in Etrusco in ambito locale, proto-storiche probabilmente viola - ma non alla crescita autonoma di una te o sconvolte in età romana. Si aristocrazia epicorica od alla elabora - potrebbe ipotizzare, allora, un primo zione di un sistema scrittorio proprio. definirsi, già nell’età del Ferro, del Nell’ambito della Valle Bormida ci si sistema del popolamento che carat - può soffermare sull’analisi del rappor - terizzerà la Valle Bormida durante la to tra l’emporio di Villa del Foro (atti - romanizzazione fino al raggiungimen - vo per circa un secolo, indicativamen - to della fisionomia territoriale dei te tra il 575 ed il 450 a. C.) ed il coevo nostri giorni. Alla media età del insediamento di Frascaro. Un centro Ferro, intorno al 550 a. C., risale, poi, stagionale come Villa del Foro, infatti, un frammento di bicchiere carenato non svolgeva semplicemente la funzio - in bucchero padano, rinvenuto a Villa ne di zona di scalo per la navigazione del Foro, recante un’iscrizione in fluviale, ma – con analogia rispetto caratteri etruschi, it[an —-] , «questo all’ambito golasecchiano – veniva ad [è offerta] di...». essere un fondamentale punto di Si assiste, in questo contesto, come attrazione e di concentrazione dell’at - accennato, ad una sorta di “etruschiz - tività artigianale e commerciale delle zazione” (dovuta, almeno dal VI seco - popolazioni epicoriche dei bacini della lo a. C., al ruolo di polarizzazione Bormida e del Belbo. svolto dalle grandi fondazioni colo - Un emporio come quello di Villa del niali costiere, Genova e Savona) delle Foro, dunque, luogo dell’arrivo di singole figure di origine ligure, come pregiati manufatti di produzione il Larth Muthiku di Busca 3 e, come etrusca, doveva anche raccogliere detto, ad una certa quale diffusione di dall’entroterra merce di scambio epigrafi in Etrusco in ambito locale rappresentata prevalentemente da senza, però, la crescita autonoma di filati di pregio commercializzati, deri - un’aristocrazia del luogo e lo svilup - vati da una efficiente produzione po di un sistema scrittorio epicorico laniera e da una favorevole situazione ed originale. ambientale per la raccolta di erbe Sarebbe, nondimeno, un errore

3 Cfr. G. C OLONNA , Etruschi sulla via delle Alpi Occidentali , in Archeologia in Piemonte , I, La Preistoria , a cura di L. M ERCANDO e M. V ENTURINO GAMBARI , Torino 1998, pp. 261-266.

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ritrarre come solamente accessoria mento dell’entroterra ligure e del la partecipazione dell’area acquese a basso Piemonte. In realtà ininterrotti questo sistema commerciale, poiché rapporti commerciali ed una riorga - un emporio come quello di Villa del nizzazione socio-economica delle Foro procedeva sicuramente alla dif - comunità contribuiscono alla con - fusione dell’artigianato locale – cera - creta formazione delle etnie princi - mica e piccoli bronzi – presso le pali, come quelle degli Statielli e dei comunità indigene e doveva anche , attraverso rapporti differen - raccogliere dall’immediato entroter - ziati con le città della costa e con lo ra (e non soltanto dalle località più stato romano, che ha comunque un lontane) la sopra citata merce di ruolo devastante non solo e non scambio di interesse per i grandi cen - tanto per l’azione bellica, ma soprat - tri urbani, i veri motori della via com - tutto per l’ininterrotta politica di merciale. Il non intenso popolamento divisione e sradicamento delle popo - dell’Alessandrino e dell’Acquese lazioni appenniniche e di distruzione proto-storici suggerisce di non asse - dei supporti economici del popola - gnare un ruolo rilevante, nella prima mento. Il risultato storico di questo età del Ferro, al commercio di schia - processo sarà, in modo analogo alle vi inerentemente a queste aree. Può aree appenniniche della penisola, essere ipotizzata, invece, una impor - l’estesa diffusione del latifondo in età tante produzione laniera (che avrà romana. una diretta continuazione fino all’età I gruppi etnici che distinguono i prin - romana) abbinata ad una favorevole cipali ceppi liguri dell’Acquese, situazione ambientale per la raccolta dell’Alessandrino e del Cuneese delle sopra menzionate tinture vege - appaiono nella seconda età del Ferro tali di qualità che spiegherebbe un in contrasto tra di loro ed in un qua - commercio condotto nei due sensi, dro di alleanze con nuclei di popola - tramite il trasporto di beni di pregio. zioni minori. È soltanto dal IV secolo Nella seconda età del Ferro, dalla fine a. C. che si può affermare essere cor - del V secolo a. C. alla conquista retto il riconoscimento circostanzia - romana dell’area (400 - 173 a. C.), to dell’ ethnos degli Statielli 4, la deno - l’arroccamento delle popolazioni minazione dei quali potrebbe essere nelle vallate appenniniche e la preva - fatta derivare linguisticamente dalla lenza di un’economia povera basata base della radice indoeuropea all’ori - sul binomio pastorizia - mercenaria - gine del sema “stare”, nel significato, to determinano l’immagine stereoti - dunque, di “indigeni”, “coloro che pata nelle fonti latine dell’impoveri - occupano un territorio” 5, in contra -

4 Si pensa che questo appellativo sia un esoetnico originatosi nell’ambiente esterno a e confinante con quello della popolazione da esso definita. Cfr. F. V ILLAR , Gli Indoeuropei e le origini dell’Europa. Lingua e storia , Bologna 1997, capitolo I, passim . 5 Cfr. G. P ETRACCO SICARDI , R. C APRINI , Toponomastica storica della Liguria , Genova 1981, p. 73.

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Cronologia semplifiCata dell ’età del ferro sto con altri gruppi etnici ai quali vengono attribuiti un movimento ed uno sposta - mento, recenti o remoti, e, dunque, una l’età del ferro – inizio datato “non-originarietà”. Le fonti antiche privi - a 1.300 anni a. C. (1.000 - 800 legiate per una ricostruzione, comunque anni a. C. circa in Europa ed in ancora congetturale, del processo di for - Italia) – è caratterizzata dal - mazione dell’etnia degli Statielli a partire l’uso del ferro – che “soppianta” dalla fine dell’età del Bronzo sono Tito il bronzo – per la produzione di Livio e Plinio il Vecchio. utensili e di armi. Il ferro, anco - ra meteorico, compare in tombe Il precoce interrompersi, con il primo quar - egizie del IV millennio a. C. I to del V secolo a. C., del commercio nel - primi oggetti in ferro fuso in l’emporio di Villa del Foro appare coinci - Siria, in Mesopotamia ed in dente con i primi arrivi nell’area di piccoli Turchia risalgono ad un perio - gruppi celtici transalpini dediti al saccheggio do compreso tra i 1.800 ed i (sono una testimonianza diretta di questa 1.500 anni a. C. Viene, come presenza le tombe ad inumazione, riscon - detto, a diffondersi la metallur - trabili a partire dal VI secolo a. C., di tipo – gia del ferro, soprattutto per la appunto – transalpino, a Castello d’Annone fabbricazione di armi e di uten - e le armille tardo-halstattiane ad Asti). sili. L’adozione di questo nuovo L’attività proseguirà ancora per un periodo materiale spesso coincide con limitato, caratterizzata dalla scomparsa altri mutamenti nelle società, non escluse le differenti prati - della ceramica fine d’importazione e dall’in - che agricole, le credenze reli - troduzione della prima ceramica “gallica” giose e gli stili artistici. Per grossolana. Già prima di questa data, però, convenzione, di solito, l’età del come accennato, la fondazione – risalente, Ferro viene considerata conclu - con un poco di approssimazione, al VI seco - sa nel bacino del Mediterraneo lo a. C. – sulla costa della colonia di Genova con l’inizio della tradizione sto - (Genua ) e, probabilmente in un momento rica, durante l’Ellenismo e coevo o di poco posteriore, quella di l’Impero romano, in India con il Savona ( Savo ) avevano creato dei poli di sorgere del Buddhismo e del attrazione del commercio indigeno che, a Giainismo, in Cina con la com - partire dal V secolo a. C., diventarono pre - parsa del Confucianesimo e nell’Europa settentrionale con valenti. Il marcato arroccamento (al quale l’alto Medioevo. abbiamo accennato) delle popolazioni nelle Per quel che riguarda la Valle vallate appenniniche nel V secolo a. C., dun - Bormida (e non soltanto la que, potrebbe essere un risultato delle Valle Bormida, naturalmente), prime scorrerie di gruppi celtici, ma anche la periodizzazione dell’età del il logico riferimento delle genti ai centri Ferro può essere schematica - costieri, i veri “empori dei Liguri” conosciu - mente suddivisa in prima età ti dalle fonti romane, essendo venuto a del Ferro, tra il 900 ed il 400 a. mancare il sistema commerciale lungo la via C., e seconda età del Ferro, tra fluviale, dovuto – in parallelo a quanto il 400 ed il 173 / 109 a. C. osservabile inerentemente al Ticino – ai

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gravi problemi della rete delle direttri - tiacque Bormida - Belbo ad ovest 6, il ci dei corsi d’acqua dell’Italia nord- crinale appenninico a sud, l’altro spar - occidentale in corrispondenza con il tiacque Scrivia - Orba ad est, con massimo pluviometrico che le curve occasionali inclusioni in rapporti di climatiche locali collocano poco prima alleanza o dipendenza delle e con le del 450 a. C. Si fissa, così, il ruolo di popolazioni minori confinanti Genova e Savona come centri di rac - (Dectunini , Celeiates , Cerdiciates , ad colta dei prodotti dell’entroterra e esempio). delle pianure della Liguria interna e del Tra il IV ed il III secolo a. C. si assiste, basso Piemonte (pellame e prodotti così, a due processi paralleli. In primo agricoli, ma anche equini da soma e luogo i collegamenti preferenziali e schiavi) e come piazze di arruolamen - costanti con uno specifico centro to dei mercenari liguri presenti su vari costiero costituiscono una facilitazio - campi di battaglia non soltanto ne per l’arrivo di prodotti commercia - dell’Italia centro-meridionale. li lungo le vallate appenniniche e, in Molto prima dell’organizzazione secondo luogo, la quasi “aurorale” delle vie romane del II secolo a. C. (la rivalità tra Genova e Savona (i due Postumia e l’ Aemilia Scauri ) i collega - principali centri della Liguria) si riflette menti di Genova e Savona rispettiva - specularmente sulle popolazioni del - mente con la Valle Scrivia e con la l’interno, condizionandone i rapporti Valle Bormida dovevano essere pro - reciproci e, soprattutto, a partire dalla babilmente abituali e ben delineati fine del III secolo a. C., le relazioni con nella geografia e nelle dinamiche del la sempre più presente ed ingombran - popolamento locale. te potenza romana. Tra la Liguria ed (in L’insediamento di (località particolare) il basso Piemonte “Casa Rossa”), nell’Acquese, databile, (nell’Acquese, nell’Alessandrino e nel sulla base della ceramica, al IV - III Cuneese), dunque, non sembra di secolo a. C., se pure scavato soltanto potere avvertire, tra il IV ed il III seco - parzialmente, sembra confermare il lo a. C., un fenomeno tipico dell’Italia quadro ipotizzato, secondo il quale gli peninsulare fino all’area apuana, sareb - Statielli , stanziati su di un esteso terri - be a dire l’omogenea e coordinata torio dagli stessi dominato, occupava - pressione delle popolazioni appennini - no (stando a quel che risulta dalla che (Liguri, Umbri, Lucani, Sanniti) comparazione tra i dati topografici ed verso i centri urbani costieri, nel con - i ritrovamenti archeologici) l’area testo del quale si inserirà l’intervento compresa tra il Tanaro a nord, lo spar - romano. Nella Liguria interna di ambi -

6 Il sito di Cossano Belbo mostra, tra il V ed il III secolo a. C., un repertorio ceramico decisamente assimilabile al quadro dei siti bagienni del Cuneese, pur presentando materia - li metallici del V secolo a. C. che provano rapporti non occasionali con l’ambito golasecchia - no. Cfr. M. V ENTURINO GAMBARI , A. P EROTTO , C. D AVITE , B. T RAVERSONE , Cossano Belbo, fraz. Scorrone, loc. Cascina del Vescovo. Insediamento dell’età del Ferro , in «Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte» 12 (1994), pp. 286-288.

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to piemontese la plausibile mancanza Genova, della quale minacciavano la di organizzazioni federali estese favo - direttrice verso l’entroterra attraver - risce posizioni differenziate dei vari so la Valle Scrivia, non appaiono nel - gruppi di genti rispetto ai centri l’elenco degli alleati dei Romani a costieri. Nel corso della seconda Canne e partecipano probabilmente guerra punica Genova è fedele allea - alle leve di Liguri e Galli operate da ta dei Romani e viene distrutta da Magone nel 205 a. C. per la grande Magone e dai Savonesi nel 205 a. C., moltitudine di uomini di entrambe le mentre Savona è base delle azioni popolazioni che si trovavano concen - navali cartaginesi nello stesso 205 a. trate in quella zona 9. Poco tempo C. e centro di reclutamento di mer - dopo, verosimilmente già nel 197 a. cenari liguri e galli. I Bagienni del C., subiscono l’aggressione romana Cuneese, attestati probabilmente che culmina nelle dure vessazioni di fino alla valle Belbo (i rinvenimenti Popilio Lenate del 173 a. C. e nella archeologici – anche provenienti da distruzione di Carystum . centri di rilievo come Breolungi – Il problema dell’identificazione e risalenti a quest’epoca testimoniano della localizzazione del centro princi - uno scarso rapporto commerciale pale degli Statielli della Valle Bormida, con Savona), figurano, secondo le la Carystum descritta da Livio e deva - fonti antiche, come alleati dei Romani stata dall’appena menzionato Popilio fin dall’epoca della battaglia di Canne Lenate, è ancora oggetto di discus - (216 a. C.), nella quale combattono 7, sione. La Toponomastica fornisce e subiscono una romanizzazione del indicazioni piuttosto generiche, territorio meno traumatica dei vicini essendo il nomen loci riferibile – Statielli o dei Montani del attraverso il Celto-ligure – al radica - Monregalese 8. Gli Statielli stessi, plau - le indoeuropeo (dell’Indoeuropeo sibilmente legati a Savona ed ostili a comune) * kar- (> Kar[r]a )10 , nel signi -

7 Cfr. SILIO ITALICO , Punica VIII 605-606, […] tum pernix Ligus et sparsi per saxa Bagenni / in decus Hannibalis duros misere nepotes […] , «[…] Poi i Liguri agili ed i Bagienni sparsi tra le rocce / inviarono i loro duri nipoti per contribuire alla gloria di Annibale […]». 8 Le guerre romane contro i Montani , condotte – dal 201 al 179 a. C. – a partire dai cen - tri alleati costieri degli , porteranno alla radicale distruzione degli insediamenti del - l’interno e, addirittura, secondo le fonti storiche, allo sradicamento delle poche colture spe - cializzate locali, a partire dai vigneti. 9 Cfr. TITO LIVIO , Ab Urbe condita libri XXIX 5, 3, […] In iis locis tum forte Mago tene - bat classem; qui legatorum auditis verbis iubentium exercitus quam maximos comparare, extemplo Gallorum et Ligurum – namque utriusque gentis ingens ibi multitudo erat – conci - lium habuit […] , «[…] In quei luoghi allora Magone aveva attestato casualmente la sua flot - ta; quando dai legati gli fu comunicato l’ordine di organizzare un esercito che fosse il più numeroso possibile, subito convocò in assemblea i Galli ed i Liguri (infatti una ingente mol - titudine di entrambe quelle genti era lì presente) […]». 10 Cfr. R. S OLARI , La stratificazione linguistica del Piemonte preromano , in Archeologia in Piemonte , cit., p. 204. Dallo stesso radicale derivano, tra i numerosissimi altri, toponimi antichi quali Caristum (Santa Cristina di Borgomanero), nel territorio dei Galli Agones , e Carreum (Chieri), colonia romana fondata su di un centro ligure preesistente.

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ficato di “roccia”, “altura” 11 , e definen - Non è, dunque, improbabile che il sito do probabilmente, dunque, un luogo della pre-romana Carystum fosse adia - abitato situato su di un rialzo collina - cente a quello della successiva città re. Di contro, la provenienza dalla romana di Aquae Statiellae 13 , collocata collina del Castello di Acqui Terme di nel fondovalle, ma lungo lo stesso pregiata ceramica a vernice nera sistema viario pre-romano che si svi - della fine del III - prima metà del II lupperà con la realizzazione della via secolo a. C. ed il ritrovamento, nel Aemilia Scauri , riproponendosi, così, un 1903, di almeno una moneta di bron - modello già appurato – per quel che zo – non più reperibile – di Gerone concerne la Valle Scrivia – per il centro II di Siracusa (il regno del quale si pre-romano e romano di Libarna . È, al protrasse dal 270 / 265 al 215 a. C.) contrario, possibile identificare nella in scavi profondi nella piazza della bassa Vercellese (sulla base dei ritrova - Bollente 12 forniscono indizi rilevanti menti pre-romani di Palazzolo) la zona per la localizzazione del capoluogo di ri-stanziamento degli Statielli liberati degli Statielli . La moneta, in particola - e collocati, secondo le fonti antiche, in re, può essere interpretata come un un territorio «al di là del Po» 14 , con compenso di attività mercenaria (ed una logica soltanto parzialmente risar - è, comunque, inconsueta rispetto al citoria e comunque sicuramente pru - circolante corrente) ed appare, così, denziale da parte dei Romani, che in singolare la coincidenza del possibile più occasioni utilizzarono lo strumen - occasionale rapporto con una poten - to della deportazione per spegnere za notoriamente alleata dei ogni focolaio di resistenza da parte Cartaginesi nella prima e nella secon - delle popolazioni liguri ritenute ostili. da guerra punica (un analogo rinveni - Contemporaneo a questi avvenimenti mento si segnala, tra gli altri, anche è l’insediamento di (località nell’area di Alba). “Noceto”), che abbina ad un quadro

11 Per uno studio approfondito della radice indoeuropea (dell’Indoeuropeo comune) * kar- (/ * kal- ) in rapporto alla Toponomastica dell’Acquese (e dell’Italia nord-occidentale) cfr. F. PERONO CACCIAFOCO , La radice * kar- / * kal- e due toponimi liguri , in «ITER. Ricerche fonti e immagini per un territorio», volume n. 14, anno IV / numero 2, Luglio 2008, pp. 13-24. 12 Materiale, come accennato, non più reperibile. La notizia, succinta e priva di dettagli, è fornita da V. S CATI negli Atti della Società , in «Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti» VII (1897-1907), pp. 304-305. 13 Alcuni Storici dell’Ottocento – tra i quali anche il ROFFREDO – sostennero che Carystum (sito, come detto, non ancora identificato con esattezza) potesse essere collocato nella regione “Caristia”, tra e Ponzone. Sebbene alcuni riferimenti a favore di tale ipotesi possano sussistere (le analogie tra i toponimi e la collocazione del sito in altura), la critica storica più aggiornata tende, invece, a presupporre che Carystum fosse probabilmen - te ubicato nelle adiacenze di Acqui Terme. 14 Cfr. F. M. G AMBARI , Note per l’avvio di una ricerca sulla preistoria e la protostoria del territorio trinese , in San Michele di Trino («Studi Trinesi», 8), Trino 1989, p. 12.

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economico evidentemente povero secolo a. C., che mostra negli elemen - l’attestazione, nella ceramica comune, ti metallici l’abbinamento del costume di numerose forme di derivazione maschile tradizionale locale con bor - dalle produzioni della vernice nera chie (di cintura o di bandoliera) di dell’Etruria settentrionale, ben presen - bronzo apicate (molto note nelle / ti a Savona. Una maggiore ricchezza ed dalle tombe di , abbondanza di ceramica di importa - Palazzolo Vercellese e Libarna 16 ) ad un zione anche dall’area iberica (i celebri anello porta-strigili in bronzo con capi vasi cilindrici dipinti in argilla fine a desinenti a testa di cigno di produzio - sombrero de copa ) denotano, invece, le ne centro-italica, ma diffuso in contesti tombe di Casal Cermelli del II secolo di tombe galliche coeve della Cisalpina a. C. 15 , probabilmente posteriori ai fatti e dell’area alpina. del 173 a. C. e riferibili ad una comuni - La fine dell’età del Ferro porta, dun - tà indigena ormai ben inserita nel pro - que, la romanizzazione nell’Acquese cesso di romanizzazione. (ed il completamento di questo pro - I pochi corredi tombali coevi (risalenti cesso che segnerà profondamente la alla fase della romanizzazione) storia di questi luoghi), sviluppatasi dell’Acquese testimoniano la perma - attraverso un interscambio (sovente nenza di nuclei di indigeni all’interno traumatico, soprattutto all’inizio) tra le della comunità locale. Si può citare, ad popolazioni liguri e l’elemento roma - esempio, il corredo incompleto da una no (divenuto dominante), conducendo tomba a cremazione dalla località al tramonto definitivo dell’età dei “Cascinotto” di , databile – Metalli ed alla nascita di una nuova approssimativamente – alla fine del II forma di civiltà.

15 Per le informazioni sul rinvenimento cfr. F. G. L O PORTO , Una necropoli di età repub - blicana nell’Alessandrino , in «Rivista di Studi Liguri» XVIII 1-2 (1952), pp. 46-66. 16 Nella tomba presso il Rio della Pieve. Cfr. M. V ENTURINO GAMBARI , Alle origini di Libarna. Insediamenti protostorici e vie commerciali in Valle Scrivia , in Libarna , a cura di S. FINOCCHI , Torino 1987, pp. 16-26.

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