Piano Strutturale Comunale in Forma Associata ARGENTA-MIGLIARINO-OSTELLATO PORTOMAGGIORE-VOGHIERA

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Piano Strutturale Comunale in Forma Associata ARGENTA-MIGLIARINO-OSTELLATO PORTOMAGGIORE-VOGHIERA Piano Strutturale Comunale in Forma Associata ARGENTA-MIGLIARINO-OSTELLATO PORTOMAGGIORE-VOGHIERA PROVINCIA DI FERRARA P S C L.R. 20/2004 QUADRO CONOSCITIVO Capitolo D IL SISTEMA DELLA PIANIFICAZIONE stesura approvata Sindaco di Argenta Antonio Fiorentini Sindaco di Migliarino Sabina Mucchi Sindaco di Ostellato Andrea Marchi Sindaco di Portomaggiore Gian Paolo Barbieri Sindaco di Voghiera Claudio Fioresi GRUPPO DI LAVORO Coordinamento generale arch. Natascia Frasson - responsabile dell'Ufficio di Piano Intercomunale Ufficio di Piano Comune di Argenta - arch. Natascia Frasson, arch. Leonardo Monticelli collaboratori - geom. Nicola Baldassari, dr.ssa Nadia Caucci, geom. Paolo Orlandi Comune di Migliarino - arch. Antonio Molossi Comune di Ostellato - geom. Claudia Benini Comune di Portomaggiore - ing. Luisa Cesari, geom. Gabriella Romagnoli Comune di Voghiera - arch. Marco Zanoni collaboratori - geom. Massimo Nanetti Consulente responsabile del presente elaborato: tecnicoop arch. Rudi Fallaci arch. Franco Tinti dott. agr. Fabio Tunioli dott. Paolo Trevisani arch. Barbara Marangoni arch. Filippo Boschi cartografia - Andrea Franceschini INDICE D – IL SISTEMA DELLA PIANIFICAZIONE 1 D.1 – LA PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E DI BACINO 1 D.1.1. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale D.1.2. La fase di aggiornamento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale 9 D.1.3. Il piano infraregionale delle attività estrattive 2002-2011 16 D.1.4. I piani per l’assetto idrogeologico delle Autorità di Bacino 22 D.1.5. Il Piano di Tutela delle Acque 28 D.2 – LA TUTELA DELLE RISORSE NATURALI, STORICHE E PAESAGGISTICHE 33 D.2.1. Valori naturali e del paesaggio 33 D.2.2 La Convenzione di Ramsar e le zone umide 35 D.2.3. Il Parco del Delta 38 D.2.4. Aree di particolare valore naturalistico e ambientale 44 D.2.5. Sistema forestale e boschivo 50 D.2.6. Vincoli istituzionali 51 D.3 – LA PIANIFICAZIONE COMUNALE 53 D.3.1. Lo stato della pianificazione comunale 53 D.3.2. La costruzione del mosaico dei PRG vigenti 56 D.3.3. Caratteristiche della disciplina delle previsioni insediative per la residenza 58 D.3.4. Le potenzialità edificatorie residue nelle zone residenziali 59 D.3.5. Superficie edificabile residua nelle zone produttive 81 D.3.6. Stato di attuazione delle aree destinate a servizi 101 D.3.7. Le zone agricole, disciplina e problematiche 116 D.3.8 Altri strumenti di pianificazione comunale 118 D.4 – PROGRAMMI DI INTERVENTO E PROGETTI INTEGRATI 120 D.4.1 Progetti di valorizzazione delle risorse storiche, naturali e paesaggistiche 120 D.4.2 Piani di recupero 128 D.4.3 Programmi di riqualificazione urbana 128 D.4.4 Progetti di valorizzazione commerciale 133 Bibliografia del Capitolo D 134 D – SISTEMA DELLA PIANIFICAZIONE D.1 – LA PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E DI BACINO D.1.1. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Dalla seconda metà degli anni ’80 l’Amministrazione provinciale di Ferrara avvia attività di studi sul territorio rivolti ad indirizzare le politiche e a definire le scelte del Piano Infraregionale, poi adottato nel 1990. I temi affrontati sono lo sviluppo infrastrutturale, l’individuazione di “ambiti paesaggistici”, all’interno dei quali poter articolare politiche ed interventi, e il ruolo delle aree protette e del parco del Delta nell’economia locale. Nel 1990, con la legge 142 sulle Autonomie locali, alla Provincia vengono affidate nuove competenze assegnando a tali amministrazioni il compito di elaborare gli strumenti di pianificazione di area vasta, quali i piani territoriali di coordinamento provinciale (PTCP). Adeguandosi ai contenuti di questa legge e facendo tesoro degli studi e dei piani di settore esistente, compreso quelli prodotti dalle singole amministrazioni comunali, la Provincia di Ferrara elabora il proprio PTCP che viene adottato tra il 1995 e il 1996 (deliberazioni del C.P. n. 68 del 07.03.1995 e n.63/11865 del 17.04.1996) e approvato un anno dopo (del. G.R. n. 20 del 20.01.1997). Si tratta di un piano all’interno del quale è riconoscibile la duplice matrice di documento di indirizzi di carattere economico e di strumento di governo degli usi e dei limiti d’uso del territorio. Politiche economiche La strategia generale proposta dal piano è quella di favorire l’ingresso delle forze imprenditoriali più attive nella gestione di molti servizi pubblici, per concentrare invece l'impegno del pubblico su compiti di programmazione, di promozione, di concertazione di regole. I settori sui quali il piano intende intervenire sono: - l’agricoltura, attraverso forme di sostegno alle aziende agricole sia di carattere organizzativo, informativo che direttamente finanziario e incentivando gli investimenti in alcune aree interessate dai Fondi strutturali nel rispetto dell’ambiente e della tutela del territorio; - la pesca e l’itticoltura, favorendo la sua connessione ad altri settori dell’economia per superare l’attuale condizione di marginalità e migliorando l’impatto di tali attività sull’ambiente; - i sistemi produttivi, concentrandosi sull’infrastrutturazione del territorio, lo sviluppo della formazione e della ricerca legata a particolari settori produttivi, la costituzione di associazioni di promozione del territorio e dei suoi prodotti, la diffusione dei servizi alle imprese; - il turismo, promuovendo l’articolazione dell’offerta turistica, dal turismo culturale a quello balneare, a quello rurale. Per il territorio interessato dai 5 Comuni un settore economico sul quale il piano provinciale sembra puntare è quello del turismo rurale. I corsi del Reno ma anche del Volano, del Primaro, del Sandalo, “forniscono le condizioni per la definizione di un’offerta di turismo in aree rurali complessa e differenziata, che può godere di ambienti ancora ad elevata presenza naturale come di percorsi storici di connessione delle aree archeologiche, etrusche, galliche e romane, oppure delle ‘ville e delizie’…”. Per questo motivo, secondo il piano provinciale, “una considerevole attenzione dovrà essere posta, da parte del pubblico, al mantenimento dei principali caratteri storici 1 della bonifica ed alla conservazione attiva dei manufatti - grandi ma, anche, piccoli - che ne testimoniano l’evoluzione”1. Polarità significative sono individuabili ad Ostellato sia per la presenza di ambiti di notevole interesse naturalistico che per la esistenza di strutture “rare” di servizio all’intero comparto, quale la Fiera regionale di Agriturismo e Turismo Rurale. Altre aree privilegiate sono considerate quelle tra il Volano e il Primaro fino a Campotto. Politiche per lo sviluppo insediativo Coerentemente al Piano Territoriale Regionale, il piano provinciale identifica una struttura insediativa gerarchica fondata sull’individuazione di quei centri che mostrano la capacità o la potenzialità di svolgere un ruolo di polarizzazione di funzioni rare a servizio del territorio (centri ordinatori). A questi centri il piano associa ambiti più vasti che funzionano da principali sistemi di integrazione relazionale2. Sull’intero territorio provinciale il piano identifica tre differenti ambiti: - l’Asse Occidentale, costituito dai Comuni dell’Alto Ferrarese, parte di un più complesso sistema della padania orientale interessante anche la Bassa Modenese, l’Oltrepo Mantovano, il Rodigino occidentale e parte della Pianura Bolognese; - il Nucleo Centrale, corrispondente al più vasto ambito relazionale di Ferrara compreso il territorio più a nord verso il Veneto e più a sud verso la Pianura Bolognese; - la Costa, comprendente parte dei Comuni del Delta esteso a comprendere parti del Ravennate e del Polesine orientale. A questi tre ambiti fortemente caratterizzati se ne aggiunge un altro dai caratteri eterogenei, ambito che il PTCP chiama “area di transizione” fra il Nucleo Centrale e la Costa, all’interno del quale è compreso quasi per intero il territorio dei cinque comuni. Argenta e Portomaggiore sono i centri ordinatori di questo ambito di transizione . Su questa vasta zona, compresa tra Ferrara e la costa, il piano attribuisce differenti ruoli alle diverse aree in funzione degli elementi che le connotano: - per la zona valliva il piano intende confermare il ruolo di aree agricole estensive con l'avvertenza peraltro di imputare alle forme di utilizzazione economica delle risorse primarie, prestazioni di compatibilità ambientale e di qualificazione ecologica, particolarmente rilevanti in un contesto di marcata artificializzazione ed impoverigrande enorme valore naturalistico quali quelle del delta; - per i centri lungo il Po di Volano, tra cui Migliarino, il piano intende configurare un sistema di connessione e integrazione con realtà già economicamente consolidate: con Ferrara, con l'area di produzione secondaria di Copparo, e con il sistema costiero e deltizio di offerta ambientale; - per l’area tra Ferrara e la costa, considerata meno sollecitata dalla interferenza con sistemi insediativi e socio-economici contigui (anche se non viene trascurata l'influenza che Bologna esercita nei confronti di Portomaggiore e il rapporto tra Argenta e Lugo), il piano propone di stabilire connessioni con i corridoi relazionali costituiti dalle infrastrutture di collegamento, la Ravenna- Ferrara e sulla possibile diramazione per Bologna. 1 Amministrazione Provinciale di Ferrara, Piano territoriale di coordinamento provinciale. Relazione, 1995, pg. 53. 2 Il piano provinciale identifica i centri ordinatori coerentemente alla struttura territoriale identificata nel Piano Territoriale Regionale. Questi centri, nel P.T.R., sono assunti come luoghi
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