Seneca E Le Scienze Naturali

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Seneca E Le Scienze Naturali LXVIII SENECA E LE SCIENZE NATURALI a cura di MARCO BERETTA, FRANCESCO CITTI LUCIA PASETTI Leo S. Olschki Firenze MMXII MUSEO GALILEO ISTITUTO E MUSEO DI STORIA DELLA SCIENZA FIRENZE LXVIII SENECA E LE SCIENZE NATURALI a cura di MARCO BERETTA, FRANCESCO CITTI LUCIA PASETTI Leo S. Olschki Firenze MMXII Tutti i diritti riservati CASA EDITRICE LEO S. OLSCHKI Viuzzo del Pozzetto, 8 50126 Firenze www.olschki.it Centro Studi La permanenza del Classico Ricerche 26 ante retroque prospiciens Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica Universita` di Bologna http://www.permanenza.unibo.it Volume pubblicato con il contributo dell’Alma Mater Studiorum Universita` di Bologna – Dipartimenti di Filosofia e di Filologia Classica e Italianistica ISBN 978 88 222 6189 2 PREMESSA Il presente volume nasce dall’esperienza, scientificamente e umanamente feconda, di un seminario interdisciplinare su Seneca che ha avuto luogo a Ravenna il 14 novembre 2008, pres so il Diparti men to di Storie e Metodi per la Con ser va zio ne dei Beni Cul tu rali dell’Università di Bologna; agli interventi tenuti in quell’occasione – in seguito profondamente rivisti e integrati – si so- no aggiunti quelli di altri studiosi, che hanno trovato nel tema proposto uno stimolo di riflessione. In questa raccolta di saggi si concretizza il tentativo di applicare all’in- ter pre tazione dei testi antichi metodi e prospettive differenti, mettendo in dia logo tra loro discipline diverse. Una simile iniziativa non è nuova nella Fa coltà di Con servazione dei Beni Culturali, dove da tempo è in atto una collaborazione pro ficua – sia sul piano didattico che su quello della ricerca – tra le disci pline di Storia della Scienza e di Letteratura La tina, nell’intento di offrire a specia listi e studenti la possibilità di rivisitare i testi scien tifici la tini in chiave interdisciplinare. Da questa cooperazione è nato il volume Lu crezio, la na tu ra e la scienza, uscito nel 2008 in questa medesima collana. I ri scontri positivi finora ottenuti ci incoraggiano a proseguire in questa felice esperienza, che speriamo continui a produrre risultati apprezzabili. Per il testo senecano, complesso e aperto a molteplici livelli di lettura, la collaborazione interdisciplinare è particolarmente opportuna, come, più in generale, per la letteratura scientifica an ti ca. Ci auguriamo dunque che i saggi contenuti nel volume possano essere utili a collocare le Na turales quaes tio- nes – un testo a lungo trascu ra to, e ogget to di rivalutazione negli ultimi an ni – entro una prospettiva più ricca. Un sincero ringraziamento è dovuto, in primo luogo, agli autori: grazie al loro prezioso contributo e all’entusiasmo dimostrato, il nostro progetto non solo è giunto felicemente a compimento, ma è stato utilmente ampliato e arricchito. Un ringraziamento particolare va agli studiosi che hanno partecipato at- ti vamente al semi na rio: Giu seppe Gil berto Biondi, Daryn Lehoux, Paolo Mantovanelli, Eli sa Ro ma no, Roberta Strati, Alfonso Traina. Un aiu to de ter- — V — PREMESSA minante sia nella fase di pro get ta zio ne, che nella succes siva rea liz zazione del- l’iniziativa è venu to dagli amici del Centro studi “La Perma nenza del Classi- co”, diretto da Ivano Dio ni gi, che da tempo promuove ri fles sioni sui rap porti tra i classici e la scienza: in particolare la rassegna sulla fortuna del le Na turales quaes tiones è nata proprio nell’am bito di un progetto elaborato dal Centro e finanziato dall’Ateneo di Bo logna, con lo scopo di favo ri re l’attività di ri cerca di giovani studiosi e di promuovere l’incon tro tra diverse discipli ne in torno al te sto delle Na turales quaestiones senecane. Senza il fattivo sostegno della Facoltà di Conservazione dei Beni Cultu ra- li, dei Dipartimenti di Beni Culturali e di Filosofia dell’U ni versità di Bo logna, del Museo Galileo - I sti tuto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, e della Fon dazione Fla mi nia di Ravenna, non sa rebbe stato pos si bile rea liz za re l’in- con tro; senza il con tri buto dell’Alma Mater Uni versità degli Studi di Bo logna, non avrem mo po tut o pub blicare il pre sente volume. A tutti va il nostro più sen tito rin gra zia mento. MARCO BERETTA – FRANCESCO CITTI – LUCIA PASETTI N.d.R. Uniformare compiutamente saggi di studiosi provenienti da diverse aree disciplinari non è sem pre facile: ci siamo attenuti per quanto possibile alle norme del la collana, ricorrendo per gli au to ri antichi alle sigle del Greek-English Lexicon di Lid dell-Scott, e del Thesaurus linguae Latinae. In corsivo sono le citazioni dei testi latini classici, mentre tra virgolette quelle moderne. — VI — MARCO BERETTA IL CONCETTO DI LEGGE NATURALE IN LUCREZIO E SENECA Nella scienza contemporanea il concetto di legge naturale riveste una tale im portanza che non si sente più il bisogno di offrirne una definizione pre ci sa. I manuali scientifici enunciano le leggi che hanno segnato i progressi delle va- rie discipline scientifiche, le tappe caratteriz zanti di un percorso progressivo che dal Rinascimento ha condotto alla proliferazione di norme regolative e matematizzabili dei fenomeni naturali. Quale sia il significato di queste nor- me, immancabilmente associate al nome del loro scopritore, non è chiaro. Si tratta di leggi universali ed eterne, invarianti nel tempo e nello spa zio, o solo di leggi transitorie con un più o meno alto grado di ge ne ra liz za zione? Le leggi sul moto, ad esempio, riassumono un percorso tutt’altro che lineare i cui esiti, man mano che ci sia avvicina alla fisica einsteniana per dono quel la ca rat te ri- sti ca di universalità conferitagli da Cartesio e da Newton che nulla sembrava po ter scalfire. Eppure, anche quando perdo no in universalità, le leggi naturali sembrano mantenere saldo il pro prio ruolo di principi unificanti e fondanti delle scienze naturali. Dati i numerosissimi rimandi al ruolo normativo delle leggi naturali che, a partire dai Principia di Newton, si trovano in opere e manuali scien tifici non sorprende che gli stori ci e i filosofi abbiano prevalen- 1 te mente concentrato la propria attenzione su au tori e testi dell’età moderna. 1 I due studi storici più importanti su questo tema sono ancora quelli di EDGAR ZILSEL , “The Gen esis of the Concept of Physical Law”, The Philosophical Review, 1942, 51: 245-279 e JANE E. RUBY , “The Origins of Scientific Law”, Journal of the History of Ideas, 1986, 47: 341-359. Vedi ora FRANCIS OAKLEY , Natural Law, Laws of Nature, Natural Rights. Continuity and Discontinuity in the His- tory of Ideas (New York-London: Continuum, 2005), pp. 1-59; LORRAINE DASTON , MI CHAEL STOLLEIS (a cura di), Natural Law And Laws of Nature in Early Modern Europe: Ju ris pru dence, Theology, Moral And Natural Philosophy (London: Ashgate, 2008). Gli studi filo so fi ci sono nu me ro sis simi e mi limito a ricordare quelli più vicini all’indagine storica qui pre sentata: JOHN W. CAR ROLL , Laws of Nature (Cam- bridge: Cambridge University Press, 1994); FRIEDEL WEINERT (a cura di), Laws of na ture: essays on the philo so phical, scientific, and historical dimensions (Berlin: De Gruyter, 1995); MARC LANGE , Natural laws in scientific practice (Oxford: Oxford Uni versity Press, 2000). — 1 — MARCO BERETTA La scelta, tuttavia, di usare il concetto di legge nello studio della natura getta le sue radici nel mondo antico e gli esiti delle discussioni che animarono i filo so fi e i naturalisti su questo tema eser ci tarono una duratura influenza sulla filo so fia della natura medievale, ri na sci mentale e moderna. In ciò che segue ho messo a confronto due autori, Lucrezio e Seneca, i qua li dispiegarono nelle loro opere la maggior parte dei significati che il con c et to di legge naturale assunse in epoche più vicine alla nostra. Le loro posi zio ni sintetizzavano gli ultimi risultati raggiunti dalle due principali sette filo so fiche, l’epicureismo e lo stoicismo, nella lotta contro la tradizione peri- pa te ti ca, delineando così un terreno di idee che, a partire dal quindicesimo se colo, avreb be gettato le basi del pensiero scientifico moderno. LE PREMESSE FILOSOFICHE DELLA LEGGE NATURALE Democrito sostiene che “secondo convenzione è il dolce, secondo con ven zione l’a maro, secondo convenzione il caldo, secondo con ven zione il freddo, secondo con- ven zione il colore, mentre veri sono gli atomi e il vuoto”.2 Questo celebre frammento, usato da molti filosofi e scienziati mo der ni per di stinguere le qualità primarie, inerenti essenzialmente ai corpi, e quelle se condarie, dipendenti dalle sensazioni e quindi per loro natura fallaci, stabi lì una netta demarcazione tra il mondo della verità e quello incerto della con- sue tudine. Nel commentare questo pas so John Burnet vide con per spi ca cia la po sta in gioco del contrasto de lineato da Democrito, poiché nomos, il ter- mine usato dal filosofo greco per designare la convenzione o l’uso, signi fi ca va an che la legge.3 La co no scenza vera, dunque, contrapposta a quella con ven- zio nale sca tu rita dalla legge, veniva rappresentata da quel sostrato originario e immutabile da cui traevano origine tutti i fenomeni conosciuti: le archai dei fi siologi Presocratici, i quattro elementi di Empedocle e Ari sto te le e, final- mente, gli atomi e il vuoto di Leucippo e Democrito. Lo spirito del frammento democriteo è conseguente alla sua dottrina atomi- stica dominata dalla necessità deterministica degli eventi naturali, una neces- sità da cui andava espunto il caos, imprevedibile e variegato, che regnava tra le 2 Democr.
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