Seravezza, Serravezza - Sala Vecchia Di Versilia - Versilia Del Pietrasantino - Cave Di Marmi
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Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti) http://193.205.4.99/repetti/ Seravezza, Serravezza - Sala Vecchia di Versilia - Versilia del Pietrasantino - Cave di Marmi ID: 3881 N. scheda: 48000 Volume: 5; 6S Pagina: 7, 252 - 269; 232 ______________________________________Riferimenti: 44480, 53410 Toponimo IGM: Seravezza Comune: SERAVEZZA Provincia: LU Quadrante IGM: 104-1 Coordinate (long., lat.) Gauss Boaga: 1598300, 4871956 WGS 1984: 10.22679, 43.99574 ______________________________________ UTM (32N): 598364, 4872131 Denominazione: Seravezza, Serravezza - Sala Vecchia di Versilia - Versilia del Pietrasantino - Cave di Marmi Popolo: SS. Lorenzo e Barbera a Seravezza Piviere: SS. Lorenzo e Barbera a Seravezza Comunità: Seravezza Giurisdizione: Seravezza Diocesi: (Luni - Sarzana) Pisa Compartimento: Pisa Stato: Granducato di Toscana ______________________________________ SERAVEZZA, SERRAVEZZA (Seravetia, già Sala vecchia, o Sala Petilia) nella vallecola della Versilia. - Terra nobile con chiesa prepositura (SS. Lorenzo e Barbera) capoluogo di Comunità e di Giurisdizione sotto il vicariato regio di Pietrasanta, Diocesi di Pisa, una volta di Luni Sarzana, Compartimento pisano. Trovasi sulla confluenza de- due rami maggiori della Versilia no il nome della Terra di Seravezza, quello che viene da levante appellato il torrente Ruosina, e secondo alcuni Pezza, l'altro che scende da seti, chiamato il Rimagno, e da taluni il torrente Serra. Dalla congiunzione del primo col secondo, che accade nel luogo dov' è Seravezza molti dedussero l-origine del suo nome. Quantunque altra volta anch' io aderissi a cotesta etimologia di Seravezza (Antologia di Fir. Vol. XXII, Maggio 1826, pag. 50 e 54) ulteriori riflessi mi hanno indotto a ricredermi, sia perché in nessun tempo quei due Page 1/22 Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti) http://193.205.4.99/repetti/ torrenti si trovano descritti con i vocaboli di Serra e di Pezza, sia perché la Terra in discorso sino dal secolo XIII sembra che si appellasse Sala Vetitia, o Sala Vecchia, e non mai Serralium, come fu appellata dal Pad. Beverini ne' suoi Annali lucchesi. È posta Seravezza sotto il grado 27° 53' longitudine e 44° latitudine, circa milgia toscane 4 a grecale della marina, dov'è lo scalo appellato Forte de-Marmi; altrettante miglia toscane a settentrione maestrale di Pietrasanta; intorno a due miglia toscane a grecale dalla chiesa di Querceta sulla strada postale di Genova 7 miglia toscane a levante scirocco di Massa Ducale; 21 a ponente maestrale di Lucca, e 23 miglia toscane a settentrione maestrale di Pisa. Del primo nome di Sala Vetitia dato a Seravezza possono far fede due documenti; il primo de' quali dell'anno 952 fu citato all-Articolo Retignano, dove si dichiara che il paese di Retignano della Versilia è situato presso Sala Vetitia. Nell-altro documento del 1368 viene indicata una corte nella Versilia posta in Sala Vetitia, ossia Seravettia, e Seravetia cotesto stesso luogo è appellato in altro istrumento dell'anno 1375 che si citerà in appresso. Finalmente sotto il vocabolo di Salavecchia cotesto paese fu rammentato da Tolomeo nei suoi Annali lucchesi all'anno 1142 quando due nobili di Corvaja, Veltro e Uguccione, investirono il Comune di Lucca della metà del territorio di Corvaja, videlicet a Melma de Salavechia deorsum ubicumque, et in monte et in plano. Comecché sia di ciò, la prima volta che trovo il paese di Seravezza qualificato col nome che tuttora conserva, è in una scrittura del 2 febbrajo 1186, accennata da Giovanni Targioni Tozzetti ne' suoi Viaggi, dov- è rammentata la Villa de Seravetia. Rispetto poi alla parte storica dirò che cotesta contrada era compresa nei feudi imperiali confermati nel 1242 da Federigo II ai nobili di Corvaja, e di Vallecchia, i quali a seconda del partito guelfo o ghibellino che eglino a seconda dei tempi cambiavano, alcuni alla Repubblica Lucchese, mentre altri a quella di Pisa, si raccomandavano. - Vedere Corvaja e VallecchiA. Importante per la storia di quei nobili si rende un atto di divise fra le due consorterie di Corvaja e di Vallecchia concluso presso la pieve di Vallecchia nel 9 ottobre del 1219 (stile pisano) negli ortali di uno di quei signori, Parentino, il quale atto venne poi ratificato nei giorni susseguenti da altri nobili di quella consorteria tanto in Versilia, come nella città di Pisa dove alcuni di essi abitavano. Vero è che in quell'accordo non è specificata Seravezza, siccome vi sono rammentati i castelli e distretti di Corvaja e di Vallecchia, le ville di Farnocchia e del Galleno, il castello dell'Argentiera, le miniere di Val Bona (Val di Castello) e del Galleno, quelle di Stazzema, (credo della sua comunità) ecc.. - Né tampoco trovo Seravezza rammentata in una deliberazione degli Anziani di Pisa, del 4 dicembre 1254 (1253 stile comune) quando fu concessa a molti nobili ghibellini di Corvaja e di Vallecchia la cittadinanza pisana. A quali condizioni vi fossero ascritti può vedersi dai patti stabiliti in detta scrittura pubblicata fra i diplomi pisani da Flaminio dal Borgo. In conseguenza di ciò il governo di Lucca poco dopo inviò un esercito contro i nobili di Corvaja e di Vallecchia per non avere eglino mantenuti i patti promessi, asserendo Tolomeo negli Annali che i Cattani della Versilia si diedero proditoriamente ai Pisani, sicché nel gennajo del 1254 i Lucchesi espugnarono e bruciarono le rocche di Corvaja e di Vallecchia. Che sebbene quei nobili dopo la battagliaci Montaperto, e di nuovo quando passò da Pisa il re Corradino, si ricattassero, non Mancarono però i Lucchesi di fare le loro vendette appena scese in Italia Carlo d'Angiò, tostochè nell- ottobre del 1269 il vicario di Pietrasanta, d' ordine del governo di Lucca cavalcò coi soldati francesi a danno de' nobili di Corvaja e di Vallecchia distruggendo in quell'occasione la loro villa de Seravetia. - (Guidon. Corvar. Fragm. Hist. pis. R. I. Script. T. XXIP.) Spento in cotesto modo il regime feudale nella Versilia, e riunito il territorio di Corvaja e di Vallecchia con quello di Seravezza e della Cappella alla giurisdizione lucchese di Pietrasanta, gli abitanti della Versilia risorsero a poco a poco Page 2/22 Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti) http://193.205.4.99/repetti/ dalle rovine e distruzioni più volte recate alla loro contrada. Non rammenterò in prava di questo le diverse ferriere fino dal secolo XIV esistite in Seravezza; dirò bensì che una di esse nel 1375 fu alienata per là sua parte da un nobile della Versila, Niccolo dello Strego, ad Alderigo Antelminelli di Lucca, cioè, di una ferriera a laborando ferrorum cum malleo prope hospitale de Seravetitia. - Il trovare i ruderi di quella ferriera esistenti tuttora alla confluenza dei due torrenti presso la chiesa della SS. Annunziata sul ponte dove fu l'antico spedale di Seravezza, ed il sapere che costà nel 1515 teneva le sue adunanze la Comunità di Seravezza, Corvaja e Cappella, non lascia più in dubbio del vero nome di questa Terra. Una grave sciagura peraltro nel 1429 piombò sopra i Seravezzesi quando i Fiorentini, deliberata la guerra contro Lucca, inviarono costà due loro commissarj di guerra, Rinaldo degli Albizzi e Astorre Gianni, ma T imprese di costoro furono infelici per il male che recarono alla contrada da essi invasa, e specialmente agli abitanti di Seravezza. Una delle più belle pagine relative alla storia di cotesto popolo fu quella su tale evento maestrevolmente descritta dal Segretario fiorentino nel libro IV delle sue Storie. «È una valle, scriveva Machiavelli, propinqua a Pietrasanta chiamata Seravezza, ricca e piena di abitatori, i quali sentendo la venuta del commissario Astorre Gianni se gli fecero incontro e lo pregarono gli accettasse per fedeli servitori del popolo fiorentino. Mostrò Astorre di accettare l'offerta, dipoi fere occupare alle sue genti tutti i passi e luoghi forti della valle, e fece radunar gli uomini nel principal tempio loro, e dipoi gli prese tutti prigioni e dalle sue genti fé saccheggiare il paese con esempio crudele ed avaro non perdonando ai luoghi pii, né a donne, così vergini come maritate.» Non dirò del lacrimevole racconto che lo stesso Machiavelli mise in bocca ad alcuni Seravezzesi fuggiti a Firenze davanti ai Dieci di Balia, ripeterò solamente la deliberazione presi da quel magistrato, col richiamare tosto di costà Astorre Gianni che per le atroci cose operate venne dal governo condannato ed ammonito. Fu nell'anno successivo, quando la Repubblica lucchese impegnò al Borgo di S. Giorgio di Genova per un imprestito di 15000 ducati d'oro le fortezze di Motrone e di Pietrasanta con tutto il loro distretto, a riserva del governo politico di quel vicariato, i di cui ministri dovevano essere nominati ed inviati dagli Anziani di Lucca. Ma sei anni dopo i Genovesi sotto specioso pretesto si resero arbitri anche della parie governativa tanto in Pietrasanta come in Seravezza ed in altri luoghi del Pietrasantino. Da cotesta infrazione di patti ebbe origine la guerra che i Lucchesi, assistiti dalle genti milanesi sotto il comando dì Niccolo Piccinino, mossero ai Genovesi, in ajuto dei quali altronde Firenze inviò nella Versilia un esercito capitanato dal duca Francesco Maria Sforza per conquistare Pietrasanta e Motrone. Ma se questo ultimo castello cadde in potere dei Fiorentini, non avvenne la stessa cosa di Pietrasanta, giacché essa continuò ad avere guarnigione e governanti genovesi anche dopo la pace conclusa nel 1441 fra le parti belligeranti. In vigore della quale vennero restituiti ai Lucchesi tutti i paesi che tenevano innanzi la guerra del 1429, esclusi Montecarlo, il forte di Motrone e la Terra di Pietrasanta con lutto il distretto, dove i Genovesi continuarono con le loro genti d' arme a tenere guardie ed ai loro uffiziali essere i popoli amministrati. All'Articolo PIETRASANTA Volume IV. Pag. 222, si accennarono le cause che nel 1477 promossero una nuova guerra fra i Lucchesi ed i Genovesi, quando questi ultimi uniti ai Pietrasantini corsero ai danni degli uomini di Camajore loro vicini.