RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

COMUNE DI IRSINA Provincia di

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Direttiva 2001/42/CE - D.Lgs 152/2006 e D.Lgs 4/2008

VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ A V.A.S.

PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DEL COMUNE DI IRSINA (MT) REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO - MANUTENTIVA IN LOCALITÀ VILLA DEL CONTE

RAPPORTO PRELIMINARE

Il proponente Smaldone Autolinee S.r.l Irsina (MT)

Progettisti arch. Mario Giuseppe Salvatore Giudice arch. Vincenzo Capasso

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 1 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

1. PREMESSA

Il presente Rapporto Preliminare accompagna il progetto di Variante al Vigente Regolamento Urbanistico del Comune di Irsina (MT) promosso dalla ditta Smaldone Autolinee S.r.l. di Irsina per la realizzazione di un terminal bus con parcheggi di scambio, un fabbricato servizi destinato ai viaggiatori con biglietteria, bar, sale di attesa ed aree di riposo e sosta per operatori e viaggiatori oltre ad un fabbricato destinata a ricovero, manutenzione e pulizia degli automezzi del proponente e degli altri operatori del settore del trasporto pubblico a lunga percorrenza, il tutto da realizzare in località villa del Conte. Questo documento, dal punto di vista metodologico, segue la struttura indicata dall’Allegato I della Direttiva 42/2001/CE al fine di verificare sia la congruenza della proposta di variante al R.U. con i criteri di sostenibilità e le politiche di sviluppo, sia in rapporto alle strategie di governo del territorio regionali e provinciali. In particolare, nel presente Rapporto vengono raccolte e sintetizzate tutte le informazioni utili all’individuazione, descrizione e valutazione dei potenziali effetti sull’ambiente derivanti dall’attuazione della variante, così da fornire alle autorità preposte alla valutazione ambientale gli elementi necessari alle consultazioni e, quindi, all’emissione del «giudizio di compatibilità ambientale ovvero di verifica di ammissibilità».

1.1 La Valutazione Ambientale Strategica (VAS)

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è uno strumento di promozione dello sviluppo sostenibile attraverso il quale si introduce la considerazione delle tematiche ambientali nel processo decisionale che accompagna la definizione di Politiche, Piani o Programmi (PPP). La VAS condivide le origini con la Valutazione di Impatto Ambientale dalla quale ha ereditato, in parte, tecniche e metodi ma è proprio a partire dai limiti della VIA, che la VAS trae la sua ragion d'essere. La VAS applicata a politiche, piani e programmi deve essere intesa come un processo sistematico che coordina gli apporti dei soggetti che intervengono, sensibilizzando le diverse fasi del processo decisionale rispetto alle tematiche ambientali e prelude, necessariamente, ad un rapporto scritto i cui contenuti devono incidere nel processo decisionale successivo. Tali contenuti devono essere resi noti al pubblico, la cui partecipazione è il principale elemento di validazione della VAS stessa.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 2 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Mentre la procedura di VIA è ampiamente consolidata, avendo accumulato alcuni decenni di sperimentazione e pratica (dal 1996 è obbligatoria anche in Italia per determinati tipi di progetti), la procedura di VAS è di recente introduzione e, nella maggior parte dei paesi, non è normata. Le due procedure però condividono una comune origine (che è quella della moderna valutazione ambientale) individuata nel National Environmental Policy Act (USA, 1969), atto che obbliga ad includere in ogni proposta legislativa o in ogni altra rilevante azione federale che possa avere effetti sulla qualità dell'ambiente una dettagliata dichiarazione (Environmental Impact Statement) relativa all'impatto ambientale atteso. Vanno considerate anche le proposte alternative (e i relativi effetti attesi e stimati). Il modello di valutazione ambientale americano è stato presto importato in Europa dove, nel 1972, una serie di eventi (dichiarazione di Stoccolma sull'Ambiente Umano, Vertice di Parigi, …) segnano l'ingresso della protezione dell'ambiente tra le priorità dell'Europa comunitaria. Ma a questo punto, almeno in Europa, la valutazione era ormai esclusivamente rivolta ai progetti. Di valutazione di Politiche, Piani e Programmi si ricomincia a parlare alla fine degli anni ottanta grazie alle sperimentazioni condotte in alcuni paesi e al lavoro di alcuni studiosi. La necessità di procedere ad una valutazione ambientale dei piani e deii programmi, sorta nella fase di approvazione della direttiva n. 85/337/CEE, è stata riproposta successivamente, e in data 27 giugno 2001 è stata approvata la direttiva n. 2001/42/CE "concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente". L'art. 1 individua l'obiettivo della direttiva sulla valutazione ambientale strategica, che consiste nel "garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione e dell'adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando che, ai sensi della presente direttiva, venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull'ambiente". La direttiva prevede così che le autorità competenti provvedano ad una valutazione anticipata degli effetti derivanti dall'attuazione di determinati piani e programmi sull'ambiente. Sono obbligatoriamente soggetti ad una valutazione ambientale i piani e i programmi che possono avere effetti significativi sull'ambiente e che riguardano i seguenti settori: agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti elencati negli

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 3 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA allegati I e II della direttiva 85/337/CEE. Sono, inoltre, assoggettati obbligatoriamente alla procedura di VIA i piani e i programmi "per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una valutazione ai sensi degli articoli 6 o 7 della direttiva 92/43/CEE" e, ai sensi dell'art. 2, comma 1, sono da assoggettare obbligatoriamente a VIA anche le modifiche dei piani e dei programmi. L'art. 3, comma 4, prevede che gli Stati membri possono assoggettare discrezionalmente a valutazione di impatto ambientale altri piani o programmi aventi un impatto significativo sull'ambiente. Gli Stati membri verificano l'importanza dell'impatto ambientale di tali piani e programmi attraverso una verifica caso per caso (screening) o specificando i tipi di piani e di programmi o combinando le due impostazioni (art. 3, comma 5). Sono sottoposti alla procedura di screening i piani e i programmi ricadenti nei settori previsti dal paragrafo n. 2 dell'art. 3 che determinano l'uso di piccole aree a livello locale e le modifiche minori dei piani e programmi sopra menzionati. In osservanza del principio comunitario di prevenzione che caratterizza anche la procedura di impatto ambientale prevista dalla direttiva n. 85/337/CEE, la valutazione ambientale strategica deve essere effettuata durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla adozione dello stesso o all'avvio della relativa procedura legislativa. Il procedimento è previsto dagli artt. 5 e ss. La direttiva prevede l'obbligatoria redazione di un rapporto ambientale, "in cui siano descritti e valutati gli effetti significativi che l'attuazione del piano o del programma potrebbe avere sull'ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell'ambito territoriale del piano o del programma" (art. 5). Il rapporto ambientale e la proposta di piano o di programma, devono essere messi a disposizione del pubblico e delle autorità competenti in materia ambientale che "possono essere interessate agli effetti sull'ambiente dovuti all'applicazione dei piani e dei programmi" (art. 6, comma 3). Il rapporto ambientale e i pareri del pubblico e delle autorità competenti in materia ambientale, vengono presi in considerazione prima dell'adozione del piano o del programma, o dell'avvio della relativa procedura legislativa. Altre disposizioni prevedono l'informazione del pubblico riguardo all'adozione del piano o del programma (art. 9); il monitoraggio relativo agli effetti ambientali derivanti all'attuazione dei piani e dei programmi (art. 10). Gli Stati avrebbero dovuto procedere al recepimento della direttiva entro il 21 luglio 2004. In Italia, con grave ritardo ed a seguito di una procedura di infrazione, i contenuti della Direttiva Comunitaria sono stati recepiti con il D. Lgs. n. 152 del 03/04/2006 “Norme in materia ambientale”, che dedica la Parte Seconda (la cui entrata in vigore è stata prorogata al 31.07.2007 dall’art. 5, comma 2, del D.Lgs. n. 300/2006) alle Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 4 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA valutazione di impatto ambientale (VIA) e per l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC). La valutazione ambientale strategica rappresenta una soluzione innovativa dei processi decisionali che possono avere effetti significativi sull'ambiente, in quanto si ispira al principio di integrazione delle valutazioni ambientali nell'ambito dei procedimenti di approvazione dei piani e dei programmi "al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile". Le amministrazioni preposte alla tutela dell'ambiente partecipano, infatti, all'elaborazione e all'adozione dei piani e dei programmi. L'apporto di tali amministrazioni interviene, quindi, ex ante, nella fase della predisposizione degli strumenti di pianificazione e di programmazione. Rappresenta, inoltre, una ulteriore garanzia dell'efficienza della VAS nella tutela degli interessi ambientali la circostanza che, in base alla direttiva n. 2001/42/CE, è consentito agli interessati di partecipare al procedimento, e, quindi, alla decisione. Ciò non accade, invece, nella VIA, dove le amministrazioni deputate alla tutela ambientale e il pubblico interessato, intervengono solo ex post, nella fase di valutazione di un progetto. La VAS consente, così, di attuare la "strategia ad effetto anticipato", obiettivo che la VIA non è in grado di perseguire in modo efficace, in quanto vincolata alla valutazione della singola opera. Il D. Lgs n. 4 del 16.01.2008 apporta modifiche alle parti prima (Disposizioni comuni e principi generali) e seconda (Procedure per la VAS, per la VIA e per l’AIA) del D. Lgs. n. 152/2006 (Codice dell’Ambiente). Secondo l’art. 6 del D. Lgs n. 4 del 16.01.2008 la Valutazione Ambientale Strategica riguarda “i piani e i programmi che possono avere impatti significativi sull’ambiente e sul patrimonio culturale”. Per i piani e i programmi che determinano l’uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi, la VAS è necessaria qualora l’autorità competente valuti che possano avere impatti significativi sull’ambiente secondo le disposizioni di cui all’art. 12 (Verifica di assoggettabilità); Per l’art. 11 del D. Lgs n. 4 del 16.01.2008 la VAS è avviata dall’autorità procedente contestualmente al processo di formazione del piano e comprende: a) lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità; b) l’elaborazione del rapporto ambientale; c) lo svolgimento di consultazioni; d) la valutazione del rapporto ambientale e gli esiti delle consultazioni; e) la decisione; f) l’informazione sulla decisione;

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 5 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

g) il monitoraggio. Il piano ed il rapporto ambientale, insieme con il parere motivato e la documentazione acquisita nell’ambito della consultazione, è trasmesso all’organo competente all’adozione o approvazione del piano (Art. 16). La decisione finale è pubblicata sulla G.U. o nel Bollettino Ufficiale della Regione con l’indicazione della sede ove si possa prendere visione del piano adottato e di tutta la documentazione oggetto dell’istruttoria. In virtù di quanto detto in premessa, il riferimento per la stesura del presente rapporto è stato il dettato normativo contenuto nell’art. 12 (Verifica di Assoggettabilità) del D. Lgs. n. 4/2008 secondo cui: “nel caso dei piani di cui all'art. 6, comma 3, l'autorità procedente trasmette all'autorità competente un rapporto preliminare comprendente una descrizione del piano e le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o programma, facendo riferimento ai criteri dell'Allegato I del decreto”.

1.2 Il Rapporto Ambientale

La Direttiva non fornisce indicazioni di metodo su come effettuare la valutazione ambientale, lasciando agli stati membri la facoltà di scegliere tra lo stabilire un nuovo procedimento specifico di VAS oppure adottare e integrare la VAS nei procedimenti già esistenti. Secondo la Direttiva, la procedura VAS deve concretizzarsi in un Rapporto Ambientale che deve contenere tutte le informazioni utili all’individuazione, descrizione e valutazione dei potenziali effetti sull’ambiente derivanti dall’attuazione di Piani o Programmi (PP). Il Rapporto Ambientale, quindi, deve accompagnare le proposte di piani e di programmi sottoposti a VAS, definendo: □ i contenuti, gli obiettivi principali del piano o programma ed i rapporti con altri pertinenti piani o programmi; □ gli aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del piano o del programma; □ le caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; □ qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 6 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica; □ gli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al Piano o Programma, e il modo in cui durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale; □ i possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli effetti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi; □ le misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o del programma; □ la sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle teniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste; □ la descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli effetti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del piano e del programma proposto; □ la sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti. Criteri già definiti nell’Allegato I della Direttiva 2001/42/CE e ripresi nell’Allegato I alla parte II del D.Lgs. 152/2006 e nell’Allegato VI alla parte II del D.Lgs. 4/2008.

1.3 La Verifica di Assoggettabilità

Orbene il D.Lgs 152/06, all’art.6 (oggetto della disciplina) prevede che la valutazione ambientale strategica debba riguardare i piani e i programmi che possono avere impatti significativi sull’ambiente e sul patrimonio culturale. In particolare, al comma 2 è previsto che venga effettuata una valutazione per tutti i piani e i programmi che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell’aria dell’ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 7 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA destinazione dei suoli e che definiscono il quadro di riferimento per l’approvazione, l’autorizzazione, l’area di localizzazione. Prevede inoltre che per i piani e i programmi di cui al comma 2 del predetto art. 6 del Dlgs 152/06 , che determinano l’uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al comma 2, la valutazione ambientale è necessaria qualora l’autorità competente valuti che possano avere impatti significativi sull’ambiente, secondo le disposizioni di cui all’articolo 12 comma 3- bis. L’autorità competente valuta , secondo le disposizioni di cui all’articolo 12, se i piani e i programmi , diversi da quelli di cui al paragrafo 2, che definiscono il quadro di riferimento per l’autorizzazione dei progetti, possono avere effetti significativi sull’ambiente. La LUR (Legge Urbanistica Regionale) n. 23/99 non prevede esplicitamente di incorporare in un unico processo di formazione della pianificazione gli strumenti di valutazione ambientale fra cui la VAS, anche se negli obiettivi e negli strumenti indicati, la LUR lucana fornisce già importanti spunti per tale processo di integrazione, infatti basti ricordare che fra gli elaborati necessari alla predisposizione dei Piani Strutturali - Regolamento Urbanistico è prevista la redazione del “ Bilancio Ambientale”.

1.4 Il Rapporto Preliminare

La Regione pertanto inquadra il Regolamento Urbanistico e le relative varianti all’interno delle procedure previste dall’art. 6 comma 3 del D.lgs 152 /06 e s.m.i., pertanto è necessario procedere alla VERIFICA di ASSOGGETTABILITA’ mediante la redazione di un RAPPORTO PRELIMINARE comprendente una descrizione del piano o programma e le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significati sull’ambiente e dell’attuazione del piano o programma, facendo riferimento ai criteri dell’allegato I del citato D.Lgs. 152/06 che prescrive i seguenti Criteri, Allegato I, per la verifica di assoggettabilità di piani e programmi di cui all’articolo 12 del Decreto Legislativo: 1. Caratteristiche del piano o del programma :  in quale misura il piano o il programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per quanto riguarda l’ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse;  in quale misura il piano o il programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati;  la pertinenza del piano e del programma per l’integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile;

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 8 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

 problemi ambientali pertinenti al piano o al programma;  la rilevanza del piano o del programma per l’attuazione della normativa comunitaria nel settore dell’ambiente (ad es. piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque). 2. Caratteristiche degli impatti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi:  probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli impatti;  carattere cumulativo degli impatti;  natura transfrontaliera degli impatti;  rischi per la salute umana o per l’ambiente ( ad es. in caso di incidenti);  entità ed estensione nello spazio degli impatti (area geografica e popolazione potenzialmente interessate);  valore e vulnerabilità dell’area che potrebbe essere interessata a causa :  delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale;  del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite dell’utilizzo intensivo del suolo;  impatti su aree o paesaggi riconosciuti come aree protetta a livello nazionale, comunitario o internazionale. La Variante proposta non rientra tra i casi per cui è sempre necessaria la VAS, pertanto si procederà alla verifica di assoggettabilità, il cui scopo è di valutare se la VARIANTE Urbanistica può avere un impatto significativo sull’ambiente e deve essere sottoposto alla fase di valutazione secondo le disposizioni fissate dal D.Lgs. 152/06. L’art. 12 del D.Lgs 152/06, prevede che “l’autorità competente in collaborazione con l’autorità procedente, individua i soggetti competenti in materia ambientale da consultare e trasmettere loro il documento preliminare per acquisire il parere. Il parere è inviato entro trenta giorni all’autorità competente ed all’autorità precedente. Salvo quanto diversamente concordato dall’autorità competente con l’autorità procedente, l’autorità competente, sulla base degli elementi di cui all’allegato I del presente decreto e tenuto conto delle osservazioni pervenute, verifica se il piano o il programma possa avere impatti significativi sull’ambiente. L’autorità competente, sentita procedente, tenuto conto dei contributi pervenuti, entro novanta giorni dalla trasmissione di cui al comma 1, emette il provvedimento di verifica assoggettando o escludendo il piano o il programma dalla valutazione di cui agli articoli da 13 a 18 e , se del caso, definendo le necessarie prescrizioni. Il risultato della verifica di assoggettabilità, comprese le motivazioni, deve essere reso pubblico.”

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 9 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

L’autorità procedente è il Comune di IRSINA, mentre i soggetti competenti in materia ambientale, ovvero le Pubbliche amministrazioni e gli Enti Pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, sono interessate agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione della Variante Urbanistica sono : 1. Regione Basilicata – Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità : Ufficio Urbanistica e Tutela del Paesaggio Ufficio Tutela della Natura Settore Ciclo dell’Acqua Settore Geologico ed Attività Estrattive Ufficio Parchi naturali e aree protette Ufficio Foreste e Tutela del Territorio Ufficio Prevenzione e Controllo Ambientale Settore Mobilità e Sistema Regionale dei Trasporti 2. Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata (ARPAB) 3. Direzione Generale Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici della Basilicata 4. Direzione Generale Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata 5. Provincia di Matera : Settore Trasporto Pubblico Locale Settore Pianificazione Territoriale La tabella seguente illustrata la corrispondenza tra i contenuti dell’Allegato I rispetto a quelli del rapporto preliminare.

Criteri allegato I D.Lvo 04/2008 Contenuti del rapporto preliminare Riferimento CARATTERISTICHE DELLA VARIANTE AL PIANO, TENENDO CONTO IN PARTICOLARE, DEI SEGUENTI ELEMENTI: In quale misura la variante al piano stabilisce un La variante al RU si è resa necessaria per la quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o realizzazione del terminal bus con aree destinate ai per quanto riguarda l'ubicazione, la natura, le servizi alla persona e strutture tecnico - dimensioni e le condizioni operative o attraverso la manutentive su proposta della ditta Smaldone ripartizione delle risorse. Autolinee s.r.l. di Irsina. In quale misura la variante al piano influenza altri La variante al RU, essendo uno strumento di piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente pianificazione comunale, è influenzata dai piani e i ordinati. programmi sovraordinati. La pertinenza della variante al piano per Sono state fatte considerazioni in merito al rapporto l'integrazione delle considerazioni ambientali, in che si può instaurare tra gli obiettivi della variante particolare al fine di promuovere lo sviluppo al RU e i principi di sostenibilità ambientale, sostenibile economica e sociale Problemi ambientali pertinenti al piano o al E’ stata fatta una lettura dei temi ambientali ritenuti programma pertinenti alle finalità della variante al RU La rilevanza del piano per l’attuazione della normativa comunitaria nel settore dell’ambiente (ad NESSUNA RILEVANZA esempio piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque) CARATTERISTICHE DEGLI IMPATTI E DELLE AREE CHE POSSONO ESSERE INTERESSATE, TENENDO CONTO IN PARTICOLARE, DEI

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 10 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

SEGUENTI ELEMENTI: Probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli impatti Carattere cumulativo degli impatti Natura transfrontaliera degli impatti NON PRESENTE Entità ed estensione nello spazio degli impatti (Area geografica e popolazione potenzialmente interessate) Valore e vulnerabilità dell’area che potrebbe essere E’ stata fatta una ricognizione delle caratteristiche interessata a causa: naturali e del patrimonio culturale incluse nell’area delle speciali caratteristiche naturali o del oggetto della variante al RU. patrimonio culturale; Sono state fatte considerazioni in merito al valore del superamento dei livelli di qualità ambientale o delle aree interessate dovute a eventuali dei valori limite dell’utilizzo intensivo del suolo; superamenti di qualità ambientale e utilizzo del suolo. Impatti su aree o paesaggi riconosciuti come NON PRESENTI protetti a livello comunitario, nazionale o internazionale.

Per sviluppare il quadro conoscitivo del territorio comunale in esame si è messa in atto una conoscenza chiara ed esauriente del territorio dal punto di vista principalmente ambientale e quindi delle condizioni attuali dell’ambiente, dei vincoli esistenti sul territorio e delle possibili criticità ambientali presenti su di esso. Per esplicitare tale quadro conoscitivo ci si è avvalsi di un approccio metodologico basato su quattro livelli:  Il primo è di ordine generale, sulle condizioni e strategie di ordine tecnico, ambientale e legislativo, che hanno determinato l’attuazione della Valutazione Ambientale Strategica.  Il secondo è riferito al quadro programmatico territoriale, in cui sono individuate tutte le norme di interesse ambientale e tutte le previsioni degli strumenti sovraordinati e di settore che possono avere riflessi sull’ambiente.  Il terzo approccio è di tipo ricognitivo: dopo aver esaminato tutti i riferimenti normativi, si è proceduto ad una raccolta di informazioni direttamente sul territorio interessato.  Il quarto sull’individuazione degli indicatori per il monitoraggio e dei relativi Enti deputati al controllo.

A. ILLUSTRAZIONE DEI CONTENUTI, DEGLI OBIETTIVI PRINCIPALI DELLA VARIANTE AL PIANO E DEL RAPPORTO CON ALTRI PERTINENTI PIANI

A.1 Contenuti della Variante al R.U.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 11 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

A.1.1 Premessa ed inquadramento territoriale Irsina è un comune italiano di 5.025 abitanti della provincia di Matera in Basilicata posto al limite orientale della regione a confine con la parte nord-orientale della provincia di e la parte occidentale della provincia di Bari..

Comuni confinanti (o di prima corona) distanza popolazione

Grassano (ovest) 13,6 km 5.293

Tricarico (ovest) 16,5 km 5.605

Gravina in Puglia (BA) (est) 17,6 km 43.780

Tolve (PZ) (ovest) 19,5 km 3.326

Genzano di Lucania (PZ) (nord) 20,4 km 5.857

Grottole 20,5 km 2.327

Oppido Lucano (PZ) 21,0 km 3.839

Comuni di seconda corona (confinanti con la prima corona) distanza popolazione

San Chirico Nuovo (PZ) 15,5 km 1.439

Calciano 18,3 km 786

Poggiorsini (BA) 18,7 km 1.403

Garaguso 22,4 km 1.108

Banzi (PZ) 22,5 km 1.380

Albano di Lucania (PZ) 24,9 km 1.469

Acerenza (PZ) 25,6 km 2.501

Salandra 25,7 km 2.887

Cancellara (PZ) 26,2 km 1.391

Spinazzola (BT) 27,1 km 6.703

Altamura (BA) 28,2 km 69.901

Vaglio Basilicata (PZ) 28,3 km 2.079

Brindisi Montagna (PZ) 29,4 km 916

Palazzo San Gervasio (PZ) 29,5 km 5.029

Miglionico 30,2 km 2.517

MATERA 32,1 km 60.009

Ferrandina 33,2 km 8.927

Ruvo di Puglia (BA) 45,7 km 25.594

POTENZA 59,0 km 66.405

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 12 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Con 262 km² di superficie territoriale, Irsina è il 59º comune più grande d'Italia per estensione, secondo in Basilicata solo a Matera (388 km²). È situata ad un'altitudine di 548 m s.l.m. in posizione dominante la valle del Bradano, nell'estrema parte settentrionale della provincia, al confine con la parte nord-orientale della provincia di Potenza e la parte occidentale della provincia di Bari.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 13 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

A seguito di valutazioni urbanistiche fatte sull’intero territorio comunale in relazione alla sua ubicazione la società autolinee Smaldone ha individuato un’area limitrofa al centro urbano in località Villa del Conte attualmente zonizzata quale agricola, scarsamente utilizzata a fini agricoli da destinare ad attività produttive quale centro di manutenzione per autobus sia della ditta proponente che per altri gestori oltre ad un centro servizi destinato alla mobilità delle persone, proponendo una variante al vigente Regolamento Urbanistico utilizzando gli strumenti offerti dalla Sportello Unico per le Attività Produttive secondo le procedure di cui al DPR 160/2010.

L’ipotesi proposta dalla Smaldone Autolinee S.r.l. nasce dall’analisi della rete cinematica dell’abitato di Irsina, sulla dotazione degli spazi di sosta e transito dei mezzi pubblici della città, di aree attrezzate per servizi ai viaggiatori, sulla domanda potenziale di trasporto pubblico locale e sull’offerta altrettanto potenziale su una scala anche sovraregionale.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 14 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

L’area dal progetto di variante all’attuale R.U. in vigore è posta a nord-est dell’abitato di Irsina è posta nelle immediate vicinanze nello svincolo della strada di collegamento con la SS 96 bis ( – Irsina) quindi con la SS 655 “Bradanica” (Foggia- Matera) ed ovviamente con la SS 96 “Barese”, in pratica ad una distanza di circa quattro chilometri si raggiungono le più importanti vie di comunicazione dell’area, è posta a pochi passi dal centro urbano, ma fuori dal centro abitato, in una zona a destinazione agricola, dove sussistono solo alcuni fabbricati e depositi agricoli all’interno di appezzamenti di terreno poco produttivi o del tutto incolti, in area leggermente acclive in cui le caratteristiche geologiche ed idrauliche confermano un’idonea vocazione di trasformazione. A.1.2 Lineamenti storici Irsina, un tempo Montepeloso, è, nella sua parte antica, un pittoresco borgo medioevale, inerpicato su una collina che domina la valle del Bradano. La struttura urbana e l’architettura sono testimonianza di un passato florido, come dimostra l’antica cinta mura- ria, le due porte d’accesso e le due torri cilindriche poste all’estremità del paese. Le prime notizie storielle risalgono all’895 d.C., anno in cui Montepeloso, soggetta al principato longobardo di Salerno, venne invasa dalle truppe saracene che intendevano assaltare enevento. Nel 988, i saraceni riuscirono a incendiare la città, che venne subito ricostruita e migliorata da Giovanni II, principe di Salerno. Nuovamente assediata dai saraceni nel

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 15 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

1004, passò sotto il dominio bizantino alla morte del principe di Salerno. Sulla scia della rivolta di Melo di Bari, che porterà alla dominazione normanna in Italia, Montepeloso fu la prima città a insorgere: proprio sulle sue alture si rifugerà uno dei capi della rivolta anti- bizantina, Dato di Bari, per guidare l’offensiva contro i nemici. Riconquistata dai bizantini, Montepeloso divenne la roccaforte dei Catapani fino al 1041, anno in cui l’esercito greco fu sconfitto dai Normanni. Mont Pelouz fu così assegnata a Trostayne Scitello, che divenne il primo conte della città. Nel 1068 Goffredo, conte di Con- versano, nipote di Roberto il Guiscardo e suo acerrimo nemico, prese la città con l’inganno, promettendo a Godefredo, che ne era il guardiano, un castello più forte. Le numerose congiure da parte del nuovo conte provocarono la reazióne armata di Roberto, il quale costrinse Goffredo a/ rifugiarsi proprio tra le mura diMontepeloso. Qui/questi fu sconfitto per il tradimento di Godefredo, il quale ottenne, per questo, il castello di Oggiano. Montepeloso venne riconsegnata a Goffredo dallo zio solo dietro giuramento di omaggio e fedeltà. Nel 1132, in seguito all’elezione di Ruggiero II, sostenitore dell’antipapa Anacleto II, e all’alleanza dei baroni a favore della causa dei papi, la città venne occupata dalle truppe di Tancredi di Conversano, conte di Brindisi. La controffensiva regia non si fece attendere: Ruggiero E. attaccò Montepeloso, dove era Tancredi, e poiché non riusciva a espugnarla, ordinò di costruire delle macchine da guerra, con cui attaccarla da più parti e nei luoghi meno fortificati. Montepeloso, urbem munitissimam,venne in gran parte rasa al suolo, molti abitanti uccisi, e Tancredi costretto a impiccare di propria mano il compagno d’armi, Ruggero di Pleuto, prima di giurare fedeltà al re. Durante il periodo svevo la città divenne parte della Terra d’Andria. Federico II migliorò molto la città, la munì di una solida cinta di mura, e di un bel castello che, secondo la leggenda, donò a San Francesco. Nella lotta contro gli angioini, Montepeloso si schierò a favore di Manfredi, ma nel 1268, dopo la sconfitta di Tagliacozzo, il feudo venne assegnato all’angioino Pietro di Beaumont, gran cancelliere del regno. Alla morte di questi passò a Giovanni di Montfort, e in seguito andò a costituire la dote di Beatrice, ultimogenita di Carlo II d’Angiò, sposa di Bertrando del Balzo. Nel 1357 il figlio nato da questa unione, Francesco, divenne signore di Montepeloso. Qui, egli si rifugiò quando, dopo esser stato dichiarato ribelle dalla regina Giovanna I, venne inseguito dalle truppe reali che avevano il compito di cacciarlo dai suoi feudi. Solo grazie all’intercessione di papa Gregorio I, Francesco fu risparmiato e condannato all’esilio. Durante il suo governo, con l’appoggio del clero locale, riuscì a cacciare più volte fra Giovanni di Balois, priore di Santa Maria di Juso, arrivando a distruggere il convento. In seguito ai reiterati attacchi, che gli costarono persino la scomunica, la comunità

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 16 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA benedettina del casale di Irsi, dovette trasferirsi a Montepeloso, mentre i monaci francesi, giunti a Irsi a seguito dei normanni, che pure avevano avuto non pochi meriti nella vita economica e civile della città, abbandonarono per sempre la valle del Bradano. Nel 1451, con i Del Balzo, Montepeloso riacquista l’antica dignità vescovile, goduta ab antiquo e tolta sine ul-la auctoritate dal vescovo di Acerenza. Ultimo signore di Montepeloso appartenente a questa famiglia fu Pirro del Balzo, il quale fu espropriato dei suoi domini (che passarono alla casa d’Aragona, nella persona di Federico) a causa del suo coinvolgimento nella congiura dei baroni. Con l’arrivo del Cattolico, Montepeloso, divenuta baronia, fu ceduta a Onorato Gaetani d’Aragona, ma i suoi discendenti, per i debiti contratti, furono costretti a disfarsene, cedendola per 122.000 ducati al nobile genovese Grimaldi. Durante questo periodo crebbe l’importanza dell’università”, ragion per cui Montepeloso divenne sede della Regia udienza provinciale (ben presto spostata a causa delle lamentele dei feudatari locali, i quali, per la presenza del magistrato, erano impediti nell’esercizio di privilegi e abusi). Nel 1647, i moti insurrezionali di Masaniello si estesero anche in questa città, dove furono repressi nel sangue da don Francesco Salazar, il quale, giunto da Napoli in qualità di capitano generale, fece tagliare la testa al preside, uccise molti cittadini, ordinò di bruciare i documenti della Regia udienza, e arruolò nelle sue truppe i detenuti del carcere. In seguito alla morte di Masaniello, i moti continuarono e la città fu occupata da trecento banditi che intendevano ucciderne i titolati e impossessarsi delle terre. In poco tempo la città divenne quartier generale di oltre mille banditi, capeggiati dal salernitano Polito da Pastena. La reazione del viceré non tardò ad arrivare: vennero impiegati duemila uomini nel tentativo di espugnare il paese, ma senza successo. Solo dopo molti giorni di combattimento, i briganti uscirono nottetempo per insediarsi nei centri vicini. Dopo la morte del Grimaldi, Montepeloso fu acquistata per 70.000 ducati da Girolamo Riario, marchese di Corleto. Nel 1799 fu tra i primi paesi ad aderire alle idee riformiste e progressiste della Rivoluzione francese. Venne costituita la Municipalità repubblicana, e le elezioni avvennero con la partecipazione di tutto il popolo e del vescovo. Sempre in quell’anno, Montepeloso si schierò contro le truppe del cardinale Ruffo inviando in soccorso di Altamura sessantuno uomini, ma la capitolazione della cittadina pugliese, fece temere la repressione sanfedista. Per questo motivo, il 15 maggio, furono inviati doni e promesse di fedeltà al governo borbonico. In seguito al suddetto episodio, il duca Giovanni Riario, che aveva

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 17 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA aderito alle idee riformiste, fu condannato alla decapitazione, riuscendo però a salvarsi e riottenere i beni confiscati. Durante il periodo napoleonico, vi fu la ripartizione del demanio e la confisca dei conventi. Intanto l’esilio dei borboni alimentava il fenomeno del brigantaggio. A Irsina seminava morte e distruzione il brigante Pedemontano, ucciso nel luglio del 1807 in seguito a uno scontro a fuoco con i gendarmi. Nel 1821 il feudo passò a donna Giovannina Sforza, sposa del principe rumeno Lavai Nugent. Negli anni immediatamente precedenti all’Unità, Montepeloso fu teatro di innumerevoli moti rivoluzionari e, per la sua caratteristica di cittadina di confine, centro di raccolta di insorti lucani e pugliesi. Nel periodo postunitario le campagne furono infestate dai briganti di Ingiongiola, Crocco e Ninco Nanco. Alla morte del Nugent, avvenuta in Croazia, il feudo passò agli eredi senza che vi fossero, successivamente, ulteriori rivolgimenti politici. Il 16 febbraio 1895 il Consiglio comunale decise di cambiare il nome in Irsina. Nel corso del Novecento ha sofferto i drammi comuni a tutto il Sud, dall’emigrazione alla disoccupazione. Alla fine del secolo ha visto una rivalutazione delle risorse agricole e soprattutto di quelle turistiche, con l’inserimento nei principali itinerari culturali nazionali. Ha dato i natali a illustri personaggi: il letterato Pasquale Verrone, lo storico Pietro Vernerio, il giureconsulto Domenico Maugieri, il matematico Vito Caravel-li, e il letterato Pier Vincenzo De Luca.

A.1.3 Aspetti Socio - Economico La popolazione residente a Irsina al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre 2011, è risultata composta da 5.076 cittadini. Andamento demografico della popolazione residente nel comune di Irsina dal 2001 al 2012. Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 18 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

La popolazione di Irsina è in costante diminuzione in dieci anni è passata da 5.726 abitanti nel 2001 a 5.076 del 2011, il dato invece del 1961 di 11.327 dimostra chiaramente che la popolazione in 50 anni si è più che dimezzata, nonostante l’afflusso di popolazione, anche se con numeri scarsamente importanti, di origine sia comunitaria che extracomunitaria. Variazione percentuale della popolazione Le variazioni annuali della popolazione di Irsina espresse in percentuale a confronto con le variazioni della popolazione della provincia di Matera e della regione Basilicata.

Flusso migratorio della popolazione Il grafico in basso visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il comune di Irsina negli ultimi anni. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'Anagrafe del comune. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative).

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 19 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Flusso migratorio della popolazione Popolazione straniera residente a Irsina al 1° gennaio 2011 sono 185 e rappresentano il 3,6% della popolazione residente.

Movimento naturale della popolazione Il movimento naturale di una popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite ed i decessi ed è detto anche saldo naturale.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 20 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Il calo demografico osservato, dovuto in massima parte ad un saldo migratorio negativo, è un fenomeno che Irsina condivide con tutti gli altri comuni della fascia trasversale continua della parte centrale della Regione Basilicata, dal Melfese al Pollino e, nel Materano, in particolare, con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , e . Esso appartiene al più complesso fenomeno di depressione delle aree appenniniche meridionali, la cui origine può essere facilmente rintracciata nel dilagare dei fenomeni di squilibrio territoriale che, a partire dal secondo dopoguerra, hanno portato grandi masse di popolazioni a concentrarsi nelle aree urbane maggiori, dove sono maggiori le opportunità economiche, e al conseguente decadimento dell’economia dei territori più interni. A questo, si aggiunga quella ricerca del lavoro, di un lavoro maggiormente qualificato, che, specialmente nelle regioni meridionali, si è legata al crescere del livello medio di istruzione. All’origine di questo fenomeno - che porta con sé altri problemi quali il generale ‘invecchiamento’ della popolazione e l’abbandono delle abitazioni, soprattutto quelle del borgo antico, meno compatibili con le attuali necessità abitative - vi sono cause che non trovano certo la loro origine all’interno del territorio di Irsina, ma che dipendono da processi e tendenze ben più vaste, anche se sono in corso processi di attrattività del borgo antico verso investitori ed estimatori provenienti dal nord Europa, che debbono necessariamente innestare fenomeni di riqualificazione edilizio ed urbanistico del citato borgo. La ricerca di una “maggiore istruzione” ha condotto ad una maggiore richiesta di istruzione infatti oltre al Liceo scientifico presente ad Irsina il circondario di prima e seconda fascia è ricco di qualsivoglia istituto secondario di istruzione, non tralasciando il polo universitario di Matera. Attualmente al DiCEM fanno capo i corsi di laurea già attivi nella sede di Matera ed ereditati dalle preesistenti Facoltà di Architettura e di Lettere e Filosofia: Corsi di Laurea • classe L/1 - Operatore dei Beni Culturali (triennale) (Corso interstruttura con il Dipartimento di Scienze Umane) Corsi di Laurea magistrale • classe LM/49 - Scienze del Turismo e dei Patrimoni Culturali (biennale) (Corso interstruttura con il Dipartimento di Scienze Umane) Corsi di Laurea magistrale a ciclo unico • classe LM/4 – Architettura (quinquennale UE)

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 21 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Le opportunità di sviluppo futuro dell'offerta didattica sono molteplici. Un particolare ambito di interesse potrebbe essere quello delle Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura, e delle Scienze della Pianificazione Territoriale, Urbanistica, Paesaggistica e Ambientale.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 22 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

I dati su riportati evidenziano una percentuale molto alta, superiore al 25 % al disopra dei 65 anni, quindi non più attiva, una bassa percentuale di popolazione in età scolare, circa il 13 %, il che denota una scarsa propensione a far figli atteso che la fascia di età 25-44 anni è poco più del 25 %, con circa il 58 % di popolazione attiva. Diventa ancora più importate quindi favorire la mobilità regionale ed interregionale per cercare di invertire tutti questi fattori negativi di crescita sia demografica che occupazionale, atteso che, come si evince dalle tabelle statistiche che seguono, i tassi di attività e di occupazione sono alquanto bassi, a fronte di un tasso di disoccupazione alto.

Particolare attenzione merita l’analisi dei dati relativi alla popolazione attiva del comune che si diversifica dai contesti territoriali limitrofi per la maggiore propensione allo sviluppo del settore industriale, con particolare riferimento al agro-alimentare, sia del settore terziario e amministrativo, di servizio allo stesso territorio. Negli anni ’70 il settore dell’agricoltura rappresentava la quasi totalità dell’economia locale con una incidenza del 47 %, mentre il settore industria si attestava intorno al 26 % ed infine il settore terziario

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 23 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA aveva una incidenza del 27%. Negli anni successivi il considerevole mutamento delle condizioni sociali ed economici ha indotto una minore incidenza dell’attività agricola ed una crescita costante del settore industriale e terziario.

Dai dati desunti dall’Annuario Statistico Regionale del 2010, abbiamo :

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 24 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Occupati presenti per attività economica e tasso di occupazione anno 2008 Comune agricoltura industria costruzioni servizi totale Tasso di occupazione IRSINA 237 167 94 760 1.266 24,2 %

Fonte : Osservatorio Regionale Banche-Imprese di economia e Finanze

Valore aggiunto per ramo di attività economica anno 2008 Comune agricoltura industria costruzioni servizi totale Valore aggiunto pro capite in € IRSINA 6,31 5,41 4,10 46,88 62,69 11.989

Fonte : Osservatorio Regionale Banche-Imprese di economia e Finanze

Imprese attive al 31.12.2009 per settore di attività economica Agricolt Ind. Ind. Altre commer alberghi trasporti credito Altri Non totale ura manifatt costruzi industri cio servizi classific uriera oni e ate Irsina 317 38 54 ---- 107 18 19 4 34 1 592

Fonte : Infocamere, Movimprese Un discorso particolare merita, proprio per la proposta di variante al R.U., il settore dei Trasporti così com’è strutturato a livello regionale e provinciale. Questo elemento sarà affrontato nei paragrafi successivi del presente rapporto preliminare con la disamina del Piano Regionale dei Trasporti e del Programma Triennale dei Servizi di Trasporto Pubblico Locale della Provincia di Matera, evidenziandone gli elementi significativi che hanno condotto alla richiesta di variante al R.U. al comune di Irsina.

A.1.4 Caratteristiche e obiettivi della variante L’intervento di variante si estende su una superficie di c.a. 8.000 mq del territorio comunale e comporta un incremento dell’area produttiva destinata a servizi alla persona. L’obiettivo generale, alla base delle motivazioni che hanno portato alla proposta di variante, è quello di rendere il territorio della città di Irsina più competitivo possibile

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 25 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA collegandolo, con strutture di supporto adeguato, alla rete del trasporto pubblico locale, provinciale e regionale, ma soprattutto a quella interregionale ed internazionale, aiutando il comprensorio a realizzare quella rete di collegamenti volti a ridurre il trend negativo della decrescita demografica, cercando di realizzare, attraendo capitali, persone e progettualità in grado di assicurare un futuro migliore al territorio ed un valore aggiunto allo stesso, determinato dalla sostenibilità e dalla eco-compatibilità delle scelte di crescita e competitività imprenditoriale. Infatti, la strategia dell’intervento previsto dalla ditta Smaldone con la Variante al R.U., coerentemente con gli ormai consolidati orientamenti in materia di integrazione fisica e funzionale degli interventi, e di sviluppo sostenibile, sebbene mossa da esigenze di indotto economico, si è basata sulla scelta di realizzare un complesso urbanistico articolato con attrezzature, attività ed infrastrutture che consentono di soddisfare degli obiettivi non solo economici, di connettere le aree limitrofe e di rafforzare le attività più o meno legate al settore produttivo ed a quello dei servizi in genere. La variante proposta, quindi, opta per un assetto urbanistico semplice, ancorato alla viabilità esistente, efficiente nell’uso del suolo; mira a coniugare le istanze ambientali con quelle economiche e sociali attraverso forme di compensazione ambientale, interventi di rigenerazione ecologica e di mitigazione dell’impatto ambientale e paesistico; cerca di integrare e rendere coerenti le scelte progettuali con lo sviluppo urbano e la mobilità interna. Il risultato finale ed atteso del progetto è quello di costruire ed avviare le condizioni minimali sul territorio per consentire, secondo i principi delle sostenibilità e della compatibilità ambientale, l’attuarsi dei seguenti obiettivi: 1. creare nuove imprese ed implementare quelle esistenti nel settore dei trasporti, attraverso la capacità di progettazione e pianificazione strategica, attraendo nuovi investimenti a basso impatto ambientale; 2. creare nuovi posti di lavoro, nei settori produttivi; 3. delocalizzare e aggregare le attività produttive, in modo da andare incontro al crescente bisogno di decentrare tutte le attività non compatibili con le nuove esigenze endogene del tessuto urbano, sviluppandole in maniera omogenea ed ordinata; 4. riqualificare il paesaggio degradato, recuperando un’area periferica che risulta in gran parte abbandonata e non inserita omogeneamente nel paesaggio agrario circostante; 5. assicurare la possibilità di mobilità alla vasta popolazione studentesca ed attiva consentendo il raggiungimento delle sedi scolastiche più vicine ed ai poli universitari e produttivi della regione (spostamenti giornalieri), oltre al collegamento con aree

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 26 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

produttive ed industriali nazionali ed europee (spostamenti periodici). Il nuovo polo di servizi di mobilità favorirà anche la mobilità di tipo turistico, avviata nel nucleo storico dell’abitato.

Planimetria catastale con individuazione del lotto

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 27 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 28 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 29 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 30 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 31 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

A.1.5 Aspetti normativi della variante Il raggiungimento degli obiettivi indicati al paragrafo precedente è affidato all’attuarsi di una serie di azioni specifiche, preliminarmente l’area dovrà assumere le caratteristiche di una vera e propria area produttiva per servizi pubblici o di pubblico interesse che nel vigente R.U è classificata quale area agricola, assumendo, con la variante, il carattere descritto al capo V delle Norme del Regolamento Urbanistico “Città da integrare” con gli obiettivi fissati dall’art. 73 e le norme di cui all’art. 74, di seguito riportato : Articolo 74 - Tessuti della Città da integrare. Norme generali 1. Si definiscono Tessuti della Città da integrare un insieme di isolati o di lotti edificati e non edificati, con esclusione delle strade pubbliche (sedi viarie). 2. Il presente RU individua due tipi di tessuto: a. Tessuti prevalentemente residenziali; b. Tessuti prevalentemente per attività. 3. Nei Tessuti della Città da integrare sono ammessi, con intervento diretto, gli interventi di categoria MO, MS, RC, RE, DR, come definiti dalle presenti Norme. Gli interventi di NE sono subordinati all’approvazione di un Programma integrato, di cui all’Art. 75 delle presenti Norme, o di altro idoneo Piano Attuativo. 4. Gli interventi di categoria NE non sono ammessi su lotti liberi gravati da vincolo di asservimento o cessione a favore del Comune, né su lotti liberi frazionati in data successiva all’adozione del presente RU in modo che l’edificazione preesistente superi l’IUF stabilito dalle presenti Norme; i diritti edificatori generati dall’applicazione dell’IUF su tali aree possono comunque essere utilizzati dal Comune, per proprie finalità, in sede di Programma integrato. 5. Gli interventi di categoria RE, DR, e NE, non sono ammessi su lotti interessati da edificazione abusiva non condonata né su lotti liberi frazionati a seguito di edificazione abusiva non condonata. 6. Ai Tessuti prevalentemente residenziali è attribuito un IUF di 0,8 mq/mq. 7. Nei tessuti di cui al precedente comma 6, per gli interventi di categoria DR, NE, ove ammessi, valgono le seguenti prescrizioni: a. Hmax = 8,50 m; b. IC max = 50% della SF; c. IP = 25% della SF; d. DA = 1 albero ogni 200 mq di SF; 8. Nei tessuti di cui al precedente comma 6 sono consentite le seguenti destinazioni d’uso: a. Abitative; b. Commerciali a CU/b e CU/m; c. Servizi a CU/b e CU/m; 9. Ai Tessuti prevalentemente per attività è attribuito un IUF di 0,9 mq/mq. 10. Nei tessuti di cui al comma 9, per gli interventi di categoria DR e NE, ove ammessi, valgono le seguenti prescrizioni: a. Hmax = 8,50 m; è comunque fatta salva la possibilità di derogare a tale limite qualora ciò si renda necessario per documentate esigenze legate allo svolgimento di particolari lavorazioni all’interno degli impianti; b. IC max = 55% della SF; c. DS = 5,00 m; sono altresì consentite deroghe per quei fabbricati costruiti antecedentemente alla Legge n. 626/1994, che richiedono conseguentemente indispensabili interventi di adeguamento alla predetta normativa. 11. Nei tessuti di cui al precedente comma 10 sono consentite le seguenti destinazioni d’uso: a. Abitative, per la quota residenziale stabilita dal mix funzionale per tali tessuti e limitatamente ad un alloggio per ogni edificio comprendente una o più unità produttive per la quota del mix funzionale attribuita a tali attività; b. Commerciali; c. Servizi; d. Turistico ricettive: strutture alberghiere; e. Produttive.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 32 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 33 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Altre due azioni che completano il quadro dei contenuti del progetto di variante sono: - l’impiego di tecnologie costruttive eco-compatibili e sostenibili, che permette ai manufatti di tendere all’autosufficienza energetica e di perseguire una qualità edilizia ottimale per la salute, per il confort e per il decoro urbano; - il ricorso al recupero delle acque attraverso l’efficienza della rete di approvvigionamento idrico e della rete di smaltimento delle acque bianche e di lavaggio, il monitoraggio della qualità delle acque superficiali e sotterranee, l’utilizzo di sistemi tecnologici riguardanti le risorse idriche relativi alla bio-edilizia, il riutilizzo delle acque per impianti di irrigazione delle aree verdi e di lavorazione delle aree di manutenzione automezzi nonché utilizzo per gli sciacquoni dei bagni del fabbricato servizi. Le acque di piazzale saranno convogliate in vasche di prima pioggia prima di essere avviate al riutilizzo, le acque di lavaggio degli autobus saranno trattate in vasche specifiche per autolavaggi e riutilizzate. Le acque nere saranno pretrattate in vasche Imhoff a tenuta, prima dello smaltimento a mezzo azienda accreditata.

A.2 Rapporto con altri pertinenti Piani o Programmi

Trattandosi di una variante al R.U. per la creazione di un’area produttiva con realizzazione di servizi alla persona ed attrezzature volte alla manutenzione autobus e servizi alle società di trasporto pubblico, ampliando, di fatto, la dotazione di aree produttive del comune di Irsina, si ritiene che i rapporti da analizzare siano solo quelli con la pianificazione sovraordinata, in quanto la variante in oggetto, essendo puntuale e settoriale, non costituisce un quadro di riferimento per altri progetti ed attività. Di conseguenza, si è stabilito di identificare in primo luogo le priorità di intervento della Variante e, secondariamente, quegli strumenti di pianificazione e programmazione che possono interagire in maniera significativa con il Piano, contribuendo ad attuarne gli obiettivi, o piuttosto costituendo un vincolo alla realizzazione degli stessi. In questa prospettiva, sono stati pertanto considerati quegli strumenti di programmazione e pianificazione che rappresentano il quadro di riferimento per le politiche di sviluppo sostenibile e i principali Piani d’Area Vasta che investono il Vallo di Diano e, quindi, il territorio della città di Sant’Arsenio. Gli obiettivi della Variante, di cui ai paragrafi precedenti, verranno relazionati agli obiettivi/strategie dei seguenti Piani sovraordinati:  Programma Operativo Fondo Europeo per lo sviluppo Regionale 2007-2013 (FESR)

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 34 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

 Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 2007-2013 / 2014 - 2020(FSE)  Piano d’Azione per lo Sviluppo Economico Regionale (PASER)  Piano Regionale dei Trasporti  Programma Triennale dei Servizi di Trasporto Pubblico Locale della Provincia di Matera  Piano stralcio per la difesa del rischio idrogeologico  Piano regionale dei rifiuti  Piano provinciale dei rifiuti della provincia di Matera

A.2.1 Programma Operativo Fondo Europeo per lo sviluppo Regionale 2007-2013 (FESR)

L’obiettivo globale del PO FESR è promuovere lo sviluppo equilibrato e sostenibile della Basilicata, incrementando il PIL e i livelli occupazionali, attraverso la qualificazione e il riequilibrio dei sistemi territoriali e della struttura economica e sociale. Il PO FESR Basilicata 2007-2013 è il Programma Operativo (PO) pensato dalla Regione Basilicata per realizzare sul territorio lucano gli obiettivi e le azioni della politica di coesione che l’Unione europea mette in campo per ridurre le disparità di sviluppo dei propri territori nel ciclo temporale 2007-2013. Per attuare tale strategia il PO FESR Basilicata 2007-2013 può contare su una dotazione finanziaria di 752 milioni di euro da investire sull’intero territorio regionale e provenienti dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR), da risorse statali e regionali. Il Programma, suddiviso in 8 assi prioritari e 102 linee di intervento, si inserisce nel contesto disegnato dalla Politica di Coesione 2007-2013 e dal Quadro Strategico Nazionale e prende forma da un percorso caratterizzato dalle 5 tappe principali: 1. analisi e valutazione delle azioni attuate con il POR 2000-2006 2. confronto con il partenariato economico e sociale 3. valutazione ex-ante dei potenziali effetti del Programma 4. valutazione ambientale strategica (VAS) 5. delineazione di una strategia. Coerentemente con il Regolamento (CE) n. 1080/2006 e con gli indirizzi contenuti nel Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, il Programma Operativo FESR Basilicata 2007- 2013 intende qualificare la Basilicata come territorio aperto, attrattivo, competitivo, inclusivo e coeso, valorizzando le sue risorse ambientali ed umane.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 35 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

In questo senso l’obiettivo principale del Programma è quello di promuovere la convergenza della Basilicata in termini di crescita economica e di sostenere la sua transizione verso l’obiettivo “Competitività ed Occupazione” attraverso il miglioramento della capacità di innovazione e la diversificazione del sistema produttivo. Per tale motivo la strategia disegnata dal Programma adotta una struttura di obiettivi e strumenti finalizzata principalmente alla coesione e all’innovazione, con un investimento di circa il 54% delle risorse nella realizzazione degli obiettivi della Strategia di Lisbona. Il Programma è suddiviso in 8 assi prioritari, ciascuno orientato ad un obiettivo generale, 21 obiettivi specifici, 45 obiettivi operativi e 102 linee di intervento. I progetti e le operazioni finanziate dal PO FESR Basilicata 2007-2013 costituiscono l’elemento finalizzante della filiera strategica disegnata dal Programma.

Gli 8 assi prioritari, in particolare, rappresentano le macro-categorie di investimento in cui è suddiviso il programma. Accessibilità - Mobilità di merci e persone, reti di trasporto e sistemi logistici Società della Conoscenza - Ricerca, trasferimento tecnologico, reti immateriali e ICT Competitività Produttive - PMI, mercati, innovazione produttiva, ambientale ed energetica Valorizzazione Beni Culturali e Naturali - Biodiversità, attrattività turistica, ambientale e culturale Sistemi Urbani - Potenza, Matera: reti urbane innovative, servizi avanzati Inclusione sociale - Coesione economica e sociale, accessibilità ai servizi pubblici Energia e sviluppo sostenibile - Rinnovabili, salute, ambiente, sicurezza di cittadini e imprese Governance e assistenza tecnica - Gestione, valutazione, comunicazione del programma.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 36 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

A.2.2 Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 2007-2013 e 2014 – 2020 (FSE) PO FSE Basilicata 2007-2013 / ESF OP Basilicata 2007-2013 Il Fondo sociale europeo (FSE) è uno dei Fondi strutturali dell'UE ed ha il compito di incentivare la coesione sociale ed economica dell’Unione Europea attraverso la promozione dell’occupazione e di nuovi e migliori posti di lavoro, al fine di ridurre le differenze nella qualità di vita e nella prosperità esistenti fra regioni europee e fra Stati membri. Per attuare le strategie del FSE in Basilicata, la Regione ha definito per il periodo 2007- 2013 un Programma Operativo (PO) regionale approvato dalla Commissione Europea con decisione del 18 dicembre 2007. Il Programma Operativo FSE Basilicata 2007-2013, in coerenza con la strategia di Lisbona, intende promuovere lo sviluppo di un’economia regionale sempre più basata sulla conoscenza, individuando nelle politiche di istruzione, formazione e lavoro l’elemento portante della strategia regionale di competitività. Obiettivo generale del PO, infatti, è quello di favorire lo sviluppo, la piena occupazione e la qualità del lavoro, rafforzando gli investimenti in capitale umano e ricerca, migliorando l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese pubbliche e private, prestando particolare attenzione all’integrazione sociale e alla garanzia delle pari opportunità e dei diritti di cittadinanza. La formazione lungo tutto l’arco della vita, la qualificazione del sistema scolastico regionale, il rafforzamento e il consolidamento delle competenze, la qualificazione e la riqualificazione dei soggetti fuoriusciti dal mercato del lavoro, le azioni di sostegno per la creazione di nuove imprese, l’inserimento sociale e lavorativo dei soggetti svantaggiati, la formazione dei soggetti diversamente abili sono alcune tra le azioni che vengono messe in campo per il raggiungimento di questo obiettivo generale. La dotazione finanziaria del PO per il settennio di programmazione è di complessivi 322,4 milioni di euro distribuiti in 7 assi di intervento: Asse I - Adattabilità Asse II - Occupabilità Asse III - Inclusione sociale Asse IV - Capitale umano Asse V - Transnazionalità ed interregionalità Asse VI - Assistenza tecnica Asse VII - Capacità Istituzionale

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 37 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Programmazione FSE 2014-2020 PROGRAMMAZIONE DELL’UNIONE EUROPEA 2014-2020 L’Unione europea in data 17.12.2013 ha approvato i nuovi regolamenti per la politica di coesione da sviluppare nel periodo 2014-2020 investendo 325 miliardi di euro. Tenendo conto del contributo finanziario di ciascun Stato membro e dell’effetto leva degli strumenti finanziari, le risorse movimentate dovrebbero superare i 500 miliardi di euro. Gli obiettivi da raggiungere, in stretta coerenza con la strategia Europa 2020, riguardano la crescita e l’occupazione; saranno, altresì, affrontate le problematiche inerenti il cambiamento climatico, la dipendenza energetica e l’esclusione sociale. Il pacchetto legislativo emanato introduce importanti cambiamenti in quanto crea un forte coordinamento della programmazione dei fondi comunitari coinvolti: FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale), FSE (Fondo sociale europeo), Fondo di Coesione, FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) e FEAMP (Fondo europeo per gli affari marittimi e per la pesca). I punti cardine della riforma sono: 1. Investire in tutte le regioni dell'UE e adattare il livello di sostegno e il contributo nazionale (tasso di cofinanziamento) ai loro livelli di sviluppo. 2. Indirizzare le risorse sui settori chiave per la crescita: Circa 100 miliardi di euro saranno destinati agli investimenti del FESR e concentrati su 4 priorità chiave: innovazione e ricerca, agenda digitale, sostegno alle piccole e medie imprese (PMI) ed economia a bassa emissione di carbonio. Circa 66 miliardi di euro saranno destinati, per il tramite del Fondo di coesione, alla priorità Reti transeuropee di trasporto nonché a progetti per l'infrastruttura ambientale chiave. Almeno 70 miliardi di euro saranno programmati dal FSE a favore della politica di coesione sostenendo le priorità dell’Unione in tema di occupazione (ad esempio mediante azioni di formazione e di apprendimento permanente), di istruzione e di inclusione sociale (almeno il 20% dovrà essere impiegato per questo obiettivo). La nuova iniziativa a favore dell'occupazione giovanile, del valore di almeno 6 miliardi di euro, correlata al FSE, sosterrà l'implementazione della garanzia per i giovani. 3. Stabilire obiettivi chiari, trasparenti e misurabili e parametri di responsabilità e di risultato: i Paesi e le Regioni dovranno dichiarare sin dall'inizio quali obiettivi intendono raggiungere con le risorse disponibili e le modalità di monitoraggio. I programmi che presenteranno i migliori risultati, verso la fine del periodo, saranno destinatari di finanziamenti addizionali (riserva di efficacia ed efficienza).

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 38 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

4. Definire le condizioni prima della destinazione dei finanziamenti in modo da assicurare investimenti più efficaci: ad esempio, le strategie di "specializzazione intelligente" volte a identificare i punti di forza particolari e le potenzialità, le riforme favorevoli all'imprenditoria, le strategie dei trasporti, le misure per migliorare i sistemi di appalti pubblici, il rispetto delle normative ambientali e le strategie di lotta contro la disoccupazione e contro la dispersione scolastica o quelle a promozione della parità tra i generi e della non-discriminazione sono tutte precondizioni irrinunciabili. 5. Definire una strategia comune per assicurare un migliore coordinamento ed evitare le sovrapposizioni: il quadro strategico comune costituisce la base per un migliore coordinamento tra i Fondi strutturali e di investimento europei. Tale quadro consentirà, inoltre, di assicurare un migliore collegamento con altri strumenti dell’UE. 6. Ridurre la burocrazia e semplificare l'uso degli investimenti dell’Unione attraverso un insieme comune di regole per tutti i Fondi strutturali e di investimento europei nonché regole di contabilità più semplici e un maggior uso delle tecnologie digitali ("e- cohesion"). 7. Accrescere la dimensione urbana della politica stanziando un importo minimo delle risorse a valere sul FESR per progetti integrati nelle città. 8. Rafforzare la cooperazione transfrontaliera e agevolare la costituzione di un maggior numero di progetti transfrontalieri. 9. Assicurare che la politica di coesione sia meglio correlata alla più ampia governance economica dell'UE: i programmi dovranno essere coerenti con i programmi di riforma nazionali e dovranno affrontare le riforme pertinenti identificate nelle raccomandazioni per paese nel contesto del semestre europeo. 10. Incoraggiare l'uso degli strumenti finanziari per dare alle PMI maggiore sostegno e accesso al credito: i prestiti, le garanzie e il capitale netto/di rischio riceveranno un sostegno dai fondi dell'UE sulla base di regole comuni, allargando le possibilità del loro uso e erogando incentivi. L'accento posto sui prestiti piuttosto che sulle sovvenzioni dovrebbe migliorare la qualità dei progetti e scoraggiare la dipendenza dalle sovvenzioni. IL FONDO SOCIALE EUROPEO (FSE) NEL 2014-2020 Il FSE è uno dei cinque Fondi strutturali e di investimento europei (ESIF). Dal 2014, gli ESIF operano all’interno di un quadro comune e perseguono obiettivi politici complementari. Questi fondi rappresentano la principale fonte di investimenti dell’Unione per favorire la ripresa economica degli Stati membri e incrementare la crescita

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 39 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA occupazionale, garantendo al contempo lo sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi di Europa 2020. Quali sono gli obiettivi del FSE nel periodo 2014-2020? Inserimento lavorativo: il FSE collaborerà con organizzazioni di tutta l’UE per avviare progetti mirati a formare i cittadini e ad aiutarli a trovare un’occupazione. Troveranno appoggio anche le iniziative tese a sostenere gli imprenditori tramite fondi di avviamento e le aziende che devono affrontare una riorganizzazione o la mancanza di lavoratori qualificati. Aiutare i giovani a entrare nel mercato del lavoro costituirà una priorità assoluta del FSE in tutti gli Stati membri. Inclusione sociale: assicurare ai cittadini un posto di lavoro è il metodo più efficace per garantire loro indipendenza e sicurezza finanziaria e per svilupparne il senso di appartenenza. Il FSE continuerà a finanziare migliaia di progetti che mirano a fornire alle persone in difficoltà e a chi appartiene a gruppi svantaggiati le competenze necessarie per trovare lavoro e usufruire delle stesse opportunità riservate agli altri. Istruzione migliore: il FSE finanzia in tutta l’UE iniziative volte a migliorare l’istruzione e la formazione e ad assicurare che i giovani completino il loro percorso formativo e ottengano competenze in grado di renderli più competitivi sul mercato del lavoro. Tra le priorità troviamo anche la riduzione del tasso di abbandono scolastico ed il miglioramento delle opportunità di istruzione professionale ed universitaria. Una pubblica amministrazione migliore: il FSE asseconderà gli sforzi profusi dagli Stati membri per il miglioramento della qualità della governance e dell’amministrazione pubblica e sosterrà le loro riforme strutturali dotandoli delle capacità amministrative ed istituzionali necessarie. Quali sono i principali cambiamenti del FSE nel periodo 2014-2020? Dal 2014, il ruolo del FSE verrà rafforzato mediante: 1. una maggiore attenzione alla lotta alla disoccupazione giovanile. L’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile aiuterà i giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione nelle regioni con un livello di disoccupazione giovanile superiore al 25%; 2. lo stanziamento di almeno il 20% dei finanziamenti a favore dell’inclusione sociale, attraverso il quale le persone in difficoltà e coloro che appartengono a gruppi svantaggiati riceveranno maggiore sostegno affinché possano usufruire delle stesse opportunità di integrazione nella società riservate agli altri cittadini;

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 40 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

3. la promozione dell’uguaglianza di genere e delle pari opportunità per tutti senza alcuna discriminazione che sarà parte integrante di tutte le azioni e verrà inoltre sostenuta con iniziative specifiche; 4. la concentrazione dei finanziamenti per ottenere risultati indirizzando i propri interventi su un numero limitato di priorità; il FSE intende garantire una massa critica di finanziamenti abbastanza elevata da avere un impatto reale sulle principali sfide affrontate dagli Stati membri; 5. il maggiore sostegno all’innovazione sociale, ovvero al collaudo ed alla proiezione su scala di soluzioni innovative mirate a soddisfare esigenze sociali, occupazionali e formative; 6. la stretta collaborazione con enti pubblici, parti sociali ed organizzazioni in rappresentanza della società civile a livello nazionale, regionale e locale nell’arco di tutto il ciclo del programma; 7. l’applicazione di regole innovative di gestione volte a semplificare l’attuazione dei progetti e a garantire maggiore attenzione sui risultati.

A.2.3 Piano Regionale dei Trasporti Le proposte per il PRT Lo sviluppo dei servizi di trasporto passeggeri di qualità di media e lunga percorrenza è stato, invece, esaminato nello studio di fattibilità del corridoio adriatico, attraverso lo studio di prefattibilità della realizzazione di un aeroporto civile in Basilicata, per il quale successivamente La Regione Basilicata ha affidato uno specifico studio di fattibilità (cofinanziato su fondi CIPE). L’obiettivo generale della proposta di P.R.T. è l’identificazione di un sistema integrato, capace di ottimizzare le prestazioni offerte e valorizzare il patrimonio complessivo disponibile in termini sia di aziende sia di infrastrutture e mezzi. Il quadro complessivo della riforma del settore ed il processo di delega e regionalizzazione delle competenze in materia di trasporti hanno consentito di predisporre la proposta di aggiornamento del Piano Regionale dei Trasporti con uno spirito nuovo, rispetto alle precedenti fasi di programmazione. Infatti, la storica dicotomia tra programmazione e gestione del sistema dei trasporti è in fase di superamento ed oggi è possibile delineare un quadro di riferimento per il quale le competenze di programmazione, gestione degli investimenti e gestione dei servizi sul sistema integrato plurimodale dei trasporti possono essere pensate finalmente unificate.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 41 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

In questo nuovo ambito politico e tecnico – culturale la proposta di piano è stata articolata in due parti principali. PARTE PRIMA: in questa sezione s’identificano gli interventi di breve periodo, in termini di riorganizzazione del sistema, in assenza di investimenti infrastrutturali. In particolare vengono esaminati i seguenti elementi e formulate le seguenti proposte:  La riorganizzazione dei servizi ferroviari regionali ai fini del coordinamento e dell’integrazione con quelli di livello nazionale, presenti nei principali nodi esterni;  Il coordinamento dei servizi ferroviari ed automobilistici di competenza regionale;  La riorganizzazione dei servizi ferroviari per i collegamenti regionali e l’integrazione modale con il sistema delle autolinee lungo i tre corridoi: o Potenza – Foggia, o Battipaglia – Potenza – Metaponto, o Matera – Bari. PARTE SECONDA: in questa sezione s’identificano gli interventi di lungo periodo, in termini d’ipotesi d’intervento sul sistema delle infrastrutture ferroviarie. In particolare sono esaminate ipotesi d’ammodernamento dei tre corridoi: o Potenza – Foggia; o Battipaglia – Potenza – – Metaponto; o Matera – Bari Per ciascun corridoio ferroviario sono studiati i possibili interventi atti a garantire il miglioramento delle prestazioni. Le diverse alternative esaminate sono sottoposte a verifica di fattibilità tecnico – economica (benefici – costi) e multiobiettivo al fine di identificare le priorità di intervento sul sistema, in relazione all’efficienza economica e ad un gruppo di indicatori di risultato.

Le priorità della Regione Basilicata con riferimento alla Legge Obiettivo La Legge n. 443 del 21 dicembre 2001 (“LEGGE OBIETTIVO”) ha determinato la Delibera CIPE n. 21/2001, nell’ambito della quale è stato definito il 1° Programma delle Infrastrutture Strategiche Nazionali. Per quanto riguarda la Regione Basilicata, gli interventi ritenuti di preminente interesse nazionale risultano i seguenti: SETTORE INTERVENTO I. Corridoi ferroviari Tratta lucana Taranto – Sibari II. Corridoi stradali Tratta lucana Salerno – Reggio Calabria

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 42 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

III. Tratta lucana Taranto – R.C. (S.S.106 – Metaponto / inserita solo per procedure L.O.) IV. Collegamenti trasversali stradali a. Nord - sud: “Tirreno- Adriatico tra A3 ed A16” (Lauria – Candela) b. Salerno – Potenza – Bari (tra bivio Vaglio ed innesto S.S. 96 / S.S. 169) c. Pollino – Murgia (Matera – Gioia del Colle / -Valsinni / Ferrandina- Matera) Gli indirizzi della Giunta Regionale della Basilicata per l’aggiornamento della componente investimenti del Piano Regionale dei Trasporti (D.G.R. n. 535 del 26.3.02 e Delibera Consiliare n. 503 del 2.8.02) Nei primi mesi dell’anno 2002, nell’ambito degli indirizzi strategici del P.G.T.L., della Legge Obiettivo, del Libro Bianco della Unione Europea e dei progetti di intervento europei (PON/POR) la Regione Basilicata ha provveduto a riformulare il quadro delle priorità regionali nell’ ambito del quadro di riferimento regionale di sviluppo Buona parte delle proposte di intervento fa riferimento all’Accordo di Programma Quadro stipulato, nell’ambito dell’Intesa Istituzionale di Programma, il 19 gennaio 2000 tra Regione Basilicata, Ministero dei Lavori Pubblici e Ministero del Tesoro, in cui sono previsti interventi prioritari nei settori stradale, ferroviario ed aereo. Il quadro generale di aggiornamento del Piano Regionale è riportato di seguito, come estratto dalla Deliberazione Regionale. Obiettivi dell'Aggiornamento dei Piano Nel campo della infrastrutture viarie l'aggiornamento del Piano non può limitarsi alla mera scomposizione di un 'qualsiasi" quadro complessivo della viabilità in Basilicata, ma deve proporre costanti riferimenti alle indicazioni del PRS in tema di infrastrutturazione dei territorio, quali:  la grande interconnessione infrastrutturale per consentire al territorio regionale la possibilità di assolvere ad una funzione di snodo delle politiche di sviluppo nel mezzogiorno e nell'area mediterranea;  la valorizzazione delle potenzialità endogene locali e la formazione di economie esterne per le aree deboli, mediante la realizzazione o il completamente delle reti locali (viarie, energetiche, di aree attrezzate, formative e così via) ed il rafforzamento dei poli urbani minori. Le connessioni con le grandi direttrici nazionali rappresentano un elemento fondamentale per lo sviluppo delle nuove economie globali, ma sono anche indispensabili per

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 43 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA connettere le aree svantaggiate con realtà portuali in netta espansione come Gioia Tauro e Taranto. Il PRS, individua in territorio lucano, il raccordo fra la direttrice tirrenica e quella adriatica potenziando e portando a sistema i collegamenti est-ovest che attraversano la Basilicata migliorando il quadro dei collegamenti tra il Nord ed il Sud della Penisola. E' necessario quindi prevedere interventi finalizzati alla ricucitura dei diversi sistemi produttivi locali e regionali oltre al rafforzamento delle reciproche relazioni, allo scopo di produrre sinergie e complementarità fra i poli di eccellenza e le aree marginali, assicurando la coesione economica e sociale. Il PRS individua nel miglioramento del sistema dei collegamenti tra centri urbani e principali direttrici di traffico delle fondo-valli un ruolo determinante nel processo di rafforzamento delle connessioni tra aree ad elevata specializzazione urbana e produttiva (le "aree forti") ed aree con buone potenzialità di sviluppo. I contenuti delineati dal PRS, per altro, si collocano in perfetta sintonia con le indicazioni del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, ove si legge che gli interventi finalizzati a una integrazione di livello continentale non possono trascurare la domanda di sostegno allo sviluppo, che emerge dai contesti territoriali locali, dove le dinamiche di crescita economica sono in gran parte legate ad un'accorta integrazione tra Reti locali e SNIT. Sebbene dal Piano Regionale dei Trasporti vigente si evince che nella Regione non esiste una precisa gerarchizzazione della rete stradale, tuttavia appare evidente la funzione di collegamento svolta dal sistema delle fondovalle, aspetto all'intera maglia regionale Le arterie di fondovalle presentano standard costruttivi decisamente più elevati della rete stradale preesistente e costituiscono un' infrastruttura di interesse regionale, decisamente rilevante nel sistema di offerta di mobilità delle persone e delle merci. Il sistema regionale, in sostanza, attraverso le direttrici principali con andamento prevalente Nord-Ovest - Sud-Est (Bradanica, Basentana, Agrina, Sinnica) privilegia gli spostamenti longitudinali, trascurando quasi totalmente quelli trasversali. Per le infrastrutture locali, quindi, per conseguire un obiettivo di messa a sistema della rete, è necessario assicurare la migliore integrazione possibile tra le direttrici a valenza territoriale(sistema SNIT e fondovalli) ed il sistema locale, privilegiando le opere essenziali per la crescita sostenibile della Basilicata. Le connessioni trasversali tra le diretteci di fondovalle sono garantite da strade statali e provinciali che presentano livelli prestazionali assai modesti sia in termini di percorribilità generale che di velocità media.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 44 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Se si escludono, infatti, la nuova S.S.95 Tito - Brienza, la S.S.658 Pz - Melfi e la S.S. 585 Fondovalle Noce, i collegamenti tra le principali arterie regionali sono affidati a strade totalmente inadeguate rispetto alla necessità di perseguire un sistema complesso di relazioni. Per quanto riguarda invece il campo delle Infrastrutture ferroviarie ed aeroportuali verrà perseguito l'obiettivo, già individuato nell'Accordo di Programma Quadro, di accelerare l'attuazione degli interventi prioritari per l'estensione e l'ammodernamento della rete ferroviaria della Regione Basilicata e degli altri interventi infrastrutturali relativi alla mobilità, nell'arco temporale 1999-2003. Gli interventi viari da inserire nell'Aggiornamento dei Piano e loro coerenza con i piani nazionali Per conseguire tali obiettivi è necessario:  amplificare i livelli di connessione con le maggiori direttrici nazionali;  ispessire i rapporti di accessibilità tra i diversi sistemi produttivi locali e incrementarne le reciproche relazioni;  migliorare il sistema dei collegamenti tra centri urbani e principali direttrici di traffico delle fondo-valli. Dette caratteristiche, infatti, non solo rappresentano gli elementi comuni a tutti gli strumenti generali di programmazione regionale (PRT, PRS), ma risultano coerenti con le indicazioni del Piano Generate dei Trasporti e della Logistica, secondo il quale lo sviluppo dei contesti territoriali locali dipende in gran parte da un'accorta integrazione tra Reti locali e SNIT. Gli interventi, definiti strategici, riguarderanno prioritariamente: ITINERARI DI CONNESSIONE ALLA RETE SNIT  Completamento asse bradanico  Completamento A3 - Agrina (Paterno-Padula)  Collegamento Alto: Bradanica - PZ- Melfi  Collegamento superiore: Bradanica – Ofantina  Collegamento lagonegrese-A3  ITINERARI TRASVERSALI TRA LE FONDOVALLI  Collegamento Nord-Sud (Bradanica-Sinnica)  Collegamento Bradanica –Agrina  Collegamento Basentana – Sinnica  Collegamento alto Agrina - Sinnica COLLEGAMENTI CENTRI – FONDO-VALLI - AREE INDUSTRIALI

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 45 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Gli interventi nel settore ferroviario e nel sistema della mobilità di scambio da inserire nell'Aggiornamento dei Piano e loro coerenza con i piani nazionali L'Accordo di Programma Quadro tra il Ministero dei Lavori Pubblici, il Ministero dei Tesoro e la Regione Basilicata in data 19 Gennaio 2000, nell' ambito dell' Intesa Istituzionale di Programma, per le infrastrutture di collegamento ferroviario ed aeroportuale prevede una serie di interventi, la cui realizzazione risulta in linea con i principi ispiratoci dei piani nazionali di settore tra cui il P.O.N. In particolare l'APQ 2 prevede interventi nel settore ferroviario: 1. Completamento del tracciato ferroviario Ferrandina - Matera La Martella – Venusio – Altamura - Bari, che permette di realizzare l'integrazione fra la rete ferroviaria regionale e la Direttrice Adriatica, rientrante nello SNIT; 2. Razionalizzazione ed efficientamento della linea F.A.L. Matera - Bari ha la finalità di rafforzare il collegamento dei nodi e terminali a livello regionale con la rete nazionale, migliorando l'accessibilità all'interno dei territorio della Basilicata; 3. Redazione studio di fattibilità tecnico-economica ed esecuzione opere per ammodernamento tecnologico e mantenimento ordinario Potenza - S. Nicola Melfi, 4. Sdoppiamento binario FAL / FS tratta Potenza – , 5. Completamento dei lavori di cui Variante progettuale ferrovia F.A.L. Marinella – Venusto. Gli interventi di cui ai punti 3), 4), 5) rientrano nella categoria di interventi denominati “locale – locale”, in quanto consentono di rafforzare e migliorare l'interconnessione delle reti a livello locale e i collegamenti entro e tra i poli di sviluppo locale, elevando la qualità dei servizi ed aumentando l'utilizzo delle strutture trasportistiche esistenti. Tali interventi puntuali sono volti a risolvere problemi di accessibilità, di qualità o di intermodalità in ambito prettamente regionale. Si sottolinea l'importanza dei suddetti interventi ai fini dei recupero di efficienza e di qualità del servizio, con particolare riferimento agli standard di sicurezza e alle tecniche di gestione per quanto riguarda la singola rete. Per quanto riguarda gli interventi relativi ai sistemi di mobilità e di scambio: 6. Realizzazione Interporto di Títo 7. Realizzazione Centro intermodale Ferrandina hanno la finalità di sostenere l'intermodalità favorendo e sostenendo la creazione di un sistema integrato costituito da infrastrutture e da servizi di trasporto multimodale, potenziando in particolare quelle logistiche e di smistamento della merce fino a

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 46 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA raggiungere un livello più efficiente di integrazione delle catene di trasporto e dei centri di interscambio esistenti, in particolare di quelli strada-rotaia. Per quanto riguarda gli interventi infrastrutturali nel campo della mobilità urbana, 8. Completamento Anello metropolitano F.A.L. di Potenza, 9. Realizzazione collegamento meccanizzato Porta Salza - Monte Cocuzzo di Potenza essi sono finalizzati a promuovere lo sviluppo territoriale integrato attraverso il potenziamento dei sistema della mobilità locale ed a migliorare la qualità del servizio di trasporto assicurato ai cittadini. 10. Realizzazione lavori di ampliamento avio superficie di Grumento, inserito nel POR Trasporti 2000-2006; 11. Studio di fattibilità tecnico-economica realizzazione aeroporto civile della Basilicata: per quanto riguarda la realizzazione di un aeroporto civile in Basilicata, unica regione priva di scalo aeroportuale adibito al servizio civile, essa è finalizzata all'eliminazione delle barriere rappresentate dalla marginalità geografica, consentendo una maggiore accessibilità territoriale ai principali poli economici ed istituzionali di livello nazionale. Consapevoli della priorità dell'intervento ed al fine di individuare una idonea collocazione dell'area per la realizzazione di un aeroporto anche in relazione alla massimizzazione del bacino di utenza e dei servizi realizzabili, la Regione Basilicata ha avviato uno studio di fattibilità tecnica, economica ed ambientale per la realizzazione di uno scalo aeroportuale lucano, finanziato tramite delibera C.I.P.E. 106/99. Riferimenti al Piano Regionale della Viabilità I problemi legati alla infrastrutturazione del territorio hanno assunto, nell’ultimo decennio, un significato diverso e concreto tenuto conto che dall’inizio degli anni novanta, in Europa ed in Italia, si è avviato un confronto vero e non formale sui temi della mobilità. Il Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (P.G.T.), recentemente approvato dal Governo, analizzando il sistema italiano della mobilità, evidenzia che le carenze infrastrutturali di cui soffre l'Italia si traducono in un freno all'espansione nelle aree più avanzate del Paese ed in un fattore di inibizione di processi di sviluppo indispensabili per ridurre i gravi squilibri territoriali, in quelle più arretrate. Oggi, anche forse per l’estrema attenzione riservata dalla Comunità Europea ai problemi delle infrastrutture, è invece cresciuta la consapevolezza che un'efficace rete di trasporto, costituita da sistemi più rapidi, più sicuri e più economici di quelli attuali, è forse la condizioni essenziale per soddisfare esigenze di cooperazione e di competizione tra aree e sistemi economici diversi.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 47 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Di conseguenza la pianificazione dei trasporti riveste una sempre maggiore rilevanza strategica nelle economie avanzate: o perché la scelta degli assetti dei sistemi di trasporto è centrale per il raggiungimento di obiettivi di qualità ambientale; o perché rispetto agli obiettivi di equità spaziale e di efficienza del territorio, la pianificazione dei trasporti è chiamata a ricercare soluzioni in grado di garantire l'equilibrio territoriale sempre più messo in crisi dalla diffusione di modelli insediativi (residenziali e produttivi) a bassa densità; o perché è necessario cogliere le innovazioni in corso nella struttura territoriale europea e nazionale e, di conseguenza, nel sistema delle infrastrutture, capaci di modificare sostanzialmente i valori di accessibilità e di competitività. In tale contesto la Regione Basilicata ha proceduto con un attenta pianificazione nel settore della mobilità, dei trasporti e della viabilità, sulla stregua di recente conferimento di funzioni e compiti inerenti il territorio, le infrastrutture ed il trasporto pubblico locale. In questo nuovo contesto disciplinare, il ruolo della Regione diviene centrale non solo per la sua capacità di incidere sulle decisioni dello Stato in sede di concertazione, ma anche e soprattutto per la funzione ad essa affidata in materia di viabilità, a seguito del trasferimento di funzioni alle Regioni ed agli Enti locali disposto dal Decreto Legislativo 31 marzo 1998 n.112 . Il citato decreto n.112/98 ha stabilito di mantenere alla competenza statale funzioni relative alla programmazione, progettazione realizzazione e gestione delle strade statali classificate come appartenenti alla rete autostradale e nazionale, mentre per le strade non rientranti in quella autostradale e stradale nazionale, ha disposto il trasferimento alle regioni delle funzioni di programmazione e coordinamento nonché alle province delle funzioni di progettazione, costruzione e manutenzione, secondo le modalità ed i criteri fissati dalle leggi regionali di attuazione del D.L. n.112/98. La legge applicativa regionale n.7/99 ha, poi, stabilito che la Regione debba esercitare le funzioni relative alla programmazione degli interventi ma anche all’approvazione dei relativi progetti, sulla base delle priorità definite dalla Regione stessa, sentita la Conferenza permanente delle Autonomie. viabilità, utilizzando appieno il nuovo conferimento di funzioni e compiti inerenti il territorio, le infrastrutture e il trasporto pubblico locale. In tal ottica, il Piano Regionale dovrà abbandonare la concezione del Piano come mera sommatoria di interventi infrastrutturali, non configurati come “progetti di

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 48 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA sistema”, e dovrà puntare alla definizione di una proposta complessa, partendo dall’individuazione dei bisogni di mobilità generale (su gomma e su rotaia) generati dal territorio. La Regione ha ritenuto di dover avviare la composizione di un primo quadro complessivo della viabilità in Basilicata, all’interno del quale ha fatto confluire le proposte programmatiche predisposte dalle Amministrazioni provinciali di Potenza e Matera, previa consultazione degli Enti locali. In data 18.3.2003 con delibera di Consiglio Regionale n° 611, il Governo Regionale ha approvato il Piano Regionale dalla Viabilità che, unitamente al presente Piano, costituisce il Nuovo Piano Regionale dei Trasporti. Il Piano Regionale della Viabilità si colloca temporalmente “a valle” di una serie di interventi già programmati a vario titolo, dei quali tener conto nella definizione del nuovo sistema della mobilità, in termini di integrazione e complementarietà. La situazione dei collegamenti in Basilicata è, infatti, certamente difficile, tenuto conto che la dotazione infrastrutturale regionale risulta inferiore alla media nazionale, in relazione all’estensione del territorio, e superiore alla media, in relazione alla popolazione servita. La Basilicata ha un indice per strade ed autostrade pari a 51.3, inferiore sia all’indice del Mezzogiorno (pari a 70.5) sia all’indice del Centro Nord (pari addirittura a 345.6 e, pertanto, solo attraverso il recupero del deficit infrastrutturale sarà possibile una ripresa dello sviluppo dell’economia regionale. Le finalità dal P.R.V., in termini di obiettivi strategici ed in coerenza con le azioni di programmazione già in atto, possono così sintetizzarsi : o realizzazione dei completamenti delle grandi direttrici di livello interregionale che permettano di collegare le realtà territoriali economicamente più evolute o in via di sviluppo, così da esaltarne le integrazione e le sinergie ( es. Materano Melfese – SS. Bradanica) ed evitare strozzature nelle comunicazioni fra i sistemi territoriali ( SS 106 Jonica). o creazione di un adeguato sistema di relazioni tra le periferie forti ed il centro e le aree interne nella Regione (es. Tito-Brienza e Saurina); o completamento del disegno già intrapreso con l’utilizzo delle risorse regionali e comunitarie per realizzare i collegamenti tra i centri urbani e le principali direttrici di traffico e le fondovalli. o realizzazione degli interventi candidati dalla Regione per l’attribuzione dei fondi derivanti dalla Delibera CIPE del 9.7.1998 ( SP4 del Pollino, adeguamento Strada Sarmentana, completamento della strada Cavonica, SP83 Picerno-Baragiano).

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 49 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Gli interventi che il P.R.V. individua quali “prioritari” possono così riassumersi: ITINERARI DI CONNESSIONE ALLA RETE SNIT 1. Completamento asse bradanico 2. Completamento A3 – Agrina (Paterno-Padula) 3. Collegamento Alto: Bradanica - PZ/ Melfi (tratto SS 96 bis – PZ/.Melfi - Baragiano) 4. Collegamento superiore: Bradanica - Ofantina (tratto Bradanica-PZ/.Melfi) 5. Collegamento lagonegrese - A3 ITINERARI TRASVERSALI TRA LE FONDOVALLI 1. Collegamento Nord - Sud ( Bradanica – Sinnica ) 2. Collegamento Bradanica – Agrina (ramo Bilioso) 3. Collegamento Basentana – Sinnica 4. Collegamento alto Agrina – Sinnica COLLEGAMENTI CENTRI – FONDOVALLI – AREE INDUSTRIALI 1. n. 47 collegamenti

A.2.4 Programma Triennale dei Servizi di Trasporto Pubblico Locale della Provincia di Matera La progettazione della nuova rete del trasporto pubblico locale della Provincia di Matera ha comportato innanzitutto una suddivisione dei servizi attualmente in esercizio in due gruppi: quelli destinati ad una utenza prevalentemente di tipo generale e quelli dedicati a soddisfare utenze definite (scolastiche, lavorative, sanitarie, ecc.). Relativamente a uesti ultimi si è intervenuto sulle linee che presentano parametri di efficacia molto ridotti mantenendo comunque i servizi minimi necessari per far fronte alla domanda sociale. Le linee del primo gruppo sono state invece eliminate e la percorrenza corrispondente, insieme a quella derivante da una razionalizzazione dei servizi dedicati è stata utilizzata per realizzare uno schema di offerta integrato costituito da linee direttrici e adduttrici. Detto nuovo schema interessa una parte importante degli oltre 8,4 ML.bus.x.km contrattuali che l’ azienda COTRAB produce ogni anno nella provincia di Matera. La parte rimanente della percorrenza complessiva è invece assorbita dai servizi scolastici, operai, agricoli, sanitari e balneari che sono rimasti sostanzialmente invariati nello schema e talvolta razionalizzati e potenziati rispetto a quelli attualmente in esercizio. Questa scelta è stata dettata dalla necessità di rispettare vincoli di orario e di destinazione che i servizi specializzati presentano e dalla inopportunità di imporre cambi di mezzo a collegamenti che raggiungono molto spesso un riempimento relativamente elevato.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 50 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

La nuova rete integrata realizza più schemi a pettine le cui dorsali si sviluppano lungo gli assi stradali principali della regione. Essa si compone di sei direttrici cioè linee lunghe che collegano direttamente i centri principali percorrendo le strade più veloci. Alle sei linee direttrici si connettono, in punti attrezzati appositamente individuati, numerose linee adduttrici, provenienti dai centri abitati vicini non direttamente raggiunti dalle strade veloci, che si caratterizzano per una lunghezza generalmente ridotta e per un percorso il più diretto possibile dal centro servito alla direttrice più vicina. Le sei direttrici individuate, che prendono il nome dall’infrastruttura o dall’itinerario lungo il quale sviluppano la maggior parte del percorso, raggiungono da Matera, o da un altro centro importante, le zone estreme della provincia. Le adduttrici sono complessivamente 32, suddivise in sei gruppi in funzione della direttrice alla quale si connettono. L’unico centro che ha conservato gli attuali servizi non specializzati è Irsina che, per effetto della collocazione geografica rispetto al Capoluogo di Provincia, si avvantaggia dello schema di rete esistente. Tuttavia anche Irsina è connessa alla nuova rete integrata, e in particolare alla direttrice Basento, attraverso la linea in esercizio Irsina scalo Grassano. Il raffronto fra rete di progetto e rete esistente fa emergere la netta superiorità dello schema integrato, sia in termini di quantità che di qualità del servizio. Infatti, oltre al consistente aumento delle corse, si rileva il miglioramento della velocità commerciale, dell’efficienza del viaggio (rapporto fra il tempo di viaggio in automobile e quello in autobus sullo stesso percorso) e dell’efficienza del percorso (rapporto fra lo sviluppo del percorso minimo utilizzabile con l’auto privata e il percorso sviluppato dalla linea sullo stesso collegamento). Il massiccio contributo positivo dato dal sistema integrato di linee direttrici ed adduttrici al miglioramento dei valori degli indicatori è ancora più evidente se si raffrontano i valori medi relativi soltanto a tale sistema con quelli medi calcolati per la rete dei servizi attualmente in esercizio ottenendo un miglioramento decisamente più sensibile dei parametri sopra citati. Anche il confronto fra i valori medi degli indicatori dell’accessibilità relativa, calcolati con riferimento alla rete di progetto ed a quella in esercizio, conferma la validità dello schema messo a punto. Lo dimostrano gli incrementi non trascurabili dell’accessibilità spaziale e temporale riferita ai sub-bacini che denotano un avvicinamento dei percorsi sviluppati dal trasporto pubblico a quelli minimi consentiti dalla rete stradale e una riduzione della durata media del viaggio con conseguente aumento di attrattività del servizio. Particolarmente elevati sono i valori raggiunti dall’indice di connettività nella rete di progetto (misura della disponibilità di collegamenti fra i centri) che in qualche sub-bacino raggiunge addirittura il valore massimo (1,00). La verifica dell’offerta di progetto condotta alla luce della Delibera

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 51 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA di GR 3868/1998 sui servizi minimi denota infine un quasi completo raggiungimento degli obiettivi indicati in tale delibera, a differenza dell’offerta in esercizio che invece resta lontana dai valori di target. La percorrenza realizzata dalla rete dei servizi progettata ammonta complessivamente a 8.448.027 bus.km./anno ed è quindi contenuta in quella contrattuale di 8.449.004 bus.km./anno, Pertanto la necessità di risorse per l’esercizio della nuova rete dei servizi è ampiamente coperta dagli attuali stanziamenti definiti dagli impegni contrattuali sottoscritti dalla Provincia. Sebbene il sistema proposto comporti un aumento del numero di corse giornaliere di circa il 30%, la riduzione sensibile della lunghezza delle linee e la maggiore intensità di servizio sulle linee più brevi non rende necessario un aumento del parco rotabile ma eventualmente soltanto una riallocazione sul territorio dei veicoli. E’ invece urgente un rinnovo progressivo del materiale rotabile, almeno per garantire nel prossimo futuro il mantenimento dell’età media contrattuale o magari ridurla, tenendo conto che è molto più alta della media nazionale. La rete progettata richiede l’allestimento di 23 punti di interscambio di cui 4 classificati di I livello cioè più importanti, 3 di II e 16 di III. Naturalmente l’attrezzatura della maggior parte di essi, e cioè di quelli classificati nell’ambito del III livello è minima ed i servizi aggiuntivi per i viaggiatori (tipo WC e bar), sono superflui, poiché manca il tempo per utilizzarli in quanto il sistema progettato prevede tempi di attesa delle coincidenze di soli 2 minuti. Pertanto il costo complessivo di realizzazione può rientrare nel finanziamento di € 2.330.000 già richiesto ed ottenuto dalla Provincia, nell’ambito del PO-FESR, per la stessa finalità. Lo Studio della mobilità del 2012 Lo Studio ha preceduto la redazione del Programma triennale dei servizi allo scopo di sviluppare un’analisi approfondita dell’attuale offerta del TPL provinciale in grado di supportare, in sede di progetto, scelte incisive ma sufficientemente ponderate sulla base di una lettura critica dei risultati di appropriate elaborazioni di tutti i dati disponibili sulla domanda e sull’offerta di trasporto. Il lavoro in questione ha analizzato l’attuale sistema del trasporto pubblico locale di competenza della Provincia di Matera e ne ha individuato le criticità allo scopo di creare una base conoscitiva di supporto alla redazione del presente Programma triennale dei servizi. L’analisi è stata indirizzata alla verifica del rapporto domanda – offerta, cioè a valutare l’attitudine dell’offerta a soddisfare la domanda in termini quantitativi e qualitativi,

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 52 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA sotto l’aspetto dell’efficienza e dell’efficacia, con riferimento anche agli standard garantiti dall’autovettura privata. La metodologia ha previsto tre livelli di analisi: il primo livello è globale cioè esteso all’intera rete dei servizi nel suo complesso, il secondo fa riferimento ai tre sub-bacini di traffico in cui è stato diviso il bacino provinciale nell’ambito del Piano dei Trasporti di Bacino del 1999, mentre il terzo livello prende in considerazione ciascuna linea singolarmente. La domanda di trasporto fra i comuni della provincia è stata ricavata elaborando i dati ISTAT relativi agli spostamenti rilevati durante i Censimenti del 1991 e del 2001 (l’ultimo disponibile). Si sono costruite pertanto le matrici origine - destinazione degli spostamenti sistematici intercomunali per lavoro e studio distinte per tipologia di mezzo utilizzato (privato, treno e autobus) e dalla lettura di queste si sono tratte importanti indicazioni circa la mobilità provinciale e la sua evoluzione nel decennio 1991 - 2001. La rete di autolinee nella provincia è descritta, oltre che dall’orario del servizio in vigore all’anno di riferimento, anche dai dati di esercizio e di traffico disaggregati per linea, raccolti ed organizzati in un apposito data-base e suddivisi per anno dal 2005 al 2009. Avvalendosi di questi input è stato possibile tracciare un quadro completo dell’offerta di trasporto pubblico di competenza della Provincia di Matera e evidenziare alcune tendenze e criticità nel periodo considerato. La scelta degli indicatori attraverso i quali misurare alcune prestazioni del sistema è stata effettuata, con riferimento alle finalità del lavoro, tenendo conto di quanto dettato dalla Pianificazione del trasporto pubblico, con l’intento di mettere in luce molteplici aspetti dell’offerta di TPL. In particolare, oltre ad indicatori più semplici basati sulla distanza e sul tempo di percorrenza si sono utilizzati anche indicatori che tengono conto dell’accessibilità. Questi ultimi in particolare rapportano l’accessibilità prodotta dal servizio di trasporto pubblico a quella conseguente all’uso dell’auto privata e la pesano anche sulla domanda. Nell’applicazione di questi indicatori si sono considerati gli spostamenti per lavoro e studio prodotti all’interno del territorio provinciale e nelle province confinanti ed interessanti il territorio in studio che rappresentano la quasi totalità della domanda servita dal trasporto pubblico locale. Particolare attenzione è stata posta nell’esame delle principali relazioni origine - destinazione interne al territorio provinciale rappresentate prevalentemente dagli spostamenti fra Matera ed i poli attrattori dei subbacini di traffico ( e Stigliano) nonché fra i comuni compresi in ciascun subbacino ed il relativo polo attrattore. Oltre ad analizzare l’offerta in termini di prestazioni, si sono studiati gli aspetti finanziari del

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 53 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA servizio. In particolare si sono messi in luce i costi ed i contributi di esercizio in relazione al contratto di servizio recentemente sottoscritto nonché i costi in termini di materiale rotabile, infrastrutture e tecnologie, alla luce anche degli investimenti sostenuti o programmati con il contributo della Regione Basilicata. Le analisi svolte hanno permesso tra l’altro di evidenziare alcune caratteristiche del sistema di trasporto dell’intero bacino di traffico di seguito richiamate. Le linee offerte presentano valori medi dei coefficienti di riempimento e di esercizio molto bassi (rispettivamente 0,35 e 0,18) con valori minimi, su alcune, prossimi allo zero; purtroppo in alcuni casi i coefficienti di riempimento forniti dal Gestore sono risultati sovrastimati o addirittura inattendibili. Esistono servizi verso alcune aree industriali che non svolgono più nessuna funzione come dimostrato dal riempimento quasi nullo. Esistono linee che realizzano velocità commerciali molto basse e/o percorsi eccessivamente tortuosi. Le corse scolastiche raggiungono generalmente un buon riempimento sebbene questo non sia sempre evidente dai dati di traffico che sono aggregati a livello di linea. I diversi sub-bacini fanno registrare talvolta sensibili differenze nei parametri di accessibilità conseguenza delle diverse caratteristiche della rete del trasporto pubblico locale ma anche della rete stradale e della struttura insediativa del territorio. La ripartizione modale, nettamente sfavorevole al trasporto pubblico, migliora leggermente negli spostamenti su distanze maggiori denotando un rapporto fra i costi dei due modi alternativi (pubblico e privato) che avvantaggia il primo al crescere della lunghezza del viaggio. Il parco rotabile è sufficientemente ampio ma vecchio, con età media al limite della soglia contrattuale (12 anni) e decisamente più elevata della media nazionale (9 anni nel 2010) nonché caratterizzato da differente vetustà media da un’azienda all’altra di quelle facenti parte del Consorzio gestore; ciò ha come conseguenza una differente età media del parco utilizzato nelle diverse zone di competenza di ciascuna azienda. Il costo medio di esercizio, calcolato sulla base del contributo e del ricavo nell’ipotesi di pareggio dei bilanci aziendali, è abbastanza contenuto (1,73 €/bus.x.km) ed è coperto in buona parte dal contributo provinciale (risultato nel 2009 pari a 1,43 €/bus.x.km). Le aziende producono con costi sensibilmente differenti dal momento che le linee da ciascuna esercitate presentano ricavi da traffico molto diversi, risultando avvantaggiate le aziende di maggiori dimensioni che generalmente esercitano linee relativamente più remunerative.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 54 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Altri aspetti più generali emersi, tenuti poi in considerazione in sede di redazione del Programma triennale dei servizi, discendono direttamente dall’analisi dei dati sul gradimento dell’utenza che hanno messo in luce due debolezze del sistema di trasporto pubblico regionale su gomma: il comfort delle fermate e la disponibilità di collegamenti. Lo Studio della mobilità redatto nel marzo 2012, poiché ha sviluppato l’analisi dell’attuale servizio di trasporto pubblico di competenza provinciale, costituisce parte integrante del presente Programma triennale e ad esso si rimanda per quanto riguarda lo stato di fatto.

L’integrazione modale Concetti generali In Basilicata il trasporto pubblico risulta sensibilmente penalizzato nei collegamenti di breve distanza per effetto di una rete viaria che, non servendo direttamente i comuni minori con strade di standard elevati, favorisce gli spostamenti di lunga percorrenza diretti verso i centri principali o fuori regione. Ciò ha spinto fino ad oggi a limitare al massimo, soprattutto nelle ore di morbida, i collegamenti fra centri di dimensioni simili che, per il fatto di rivestire lo stesso ruolo territoriale, generano una domanda irrilevante, per privilegiare i collegamenti con i poli dei sub – bacini e con i capoluoghi di provincia. D’altra parte la mancanza di infrastrutture di interscambio ha limitato fortemente la possibilità di realizzare un sistema di trasporto a forte integrazione attraverso il quale incrementare, a parità di percorrenze prodotte, il numero di collegamenti offerti. Come è noto, una gestione ottimizzata dell’offerta di mobilità richiede una stretta integrazione di tutti i modi e sistemi di trasporto attraverso la quale ciascun sistema può operare nel proprio campo di utilizzo ottimale, sia tecnico che economico. L’integrazione fra trasporto pubblico e privato, di solito più difficile per via delle caratteristiche particolari di quest’ultimo, può talvolta presentare margini interessanti negli spostamenti sistematici per lavoro in quanto consente una buona accessibilità al trasporto pubblico anche dalle zone rurali e dalle abitazioni sparse e contemporaneamente la riduzione dei costi di esercizio del veicolo privato. L’integrazione rappresenta uno strumento di efficientamento del sistema della mobilità in quanto impone lo sfruttamento ottimale di ciascun sistema di trasporto. La Pianificazione dei trasporto assegna generalmente alla rete ferroviaria, caratterizzata in linea di principio da elevate capacità e velocità commerciali e da una buona regolarità, il ruolo di struttura portante a servizio delle direttrici a forte domanda mentre lascia al servizio pubblico su

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 55 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA gomma, che ha accessibilità elevata e può contare sulla massima flessibilità in conseguenza della irrilevante necessità di infrastrutture dedicate, il compito di distribuire il traffico sul territorio. L’integrazione modale consiste nel realizzare un sistema di trasporto con reti strutturate ed interconnesse sia spazialmente che temporalmente, in modo da migliorare, sia l’utilizzazione dei servizi, sia la qualità degli spostamenti. I presupposti su cui si fonda l’integrazione fra sistemi di trasporto sono in generale: Il tempo di scambio (di attesa + di discesa / salita + di ingresso /uscita veicoli dall’area) minimo e comunque recuperato lungo il tragitto del sistema ad accessibilità inferiore e quindi più veloce; Il comfort elevato assicurato durante le operazioni di trasbordo, che implica l’esistenza di aree attrezzate, protette e confortevoli dove il cambio di mezzo possa avvenire con spostamenti minimi, senza alcuna difficoltà per l’acquisizione dei diversi titoli di viaggio necessari o preferibilmente con lo stesso titolo utilizzato sulla prima tratta (integrazione tariffaria); Nessun aumento sensibile del rischio per il viaggiatore, né relativamente alla sicurezza personale, né per quanto riguarda l’eventualità di perdere coincidenze in conseguenza di possibili ritardi. L’integrazione va valutata con attenzione anche sotto l’aspetto economico – finanziario che interessa sia l’utente che il contribuente. Infatti il primo, a fronte del disagio conseguente al cambio di mezzo, può avvantaggiarsi del maggior numero di corse rese possibili dal risparmio di percorrenze derivanti dall’integrazione; il secondo può trarre vantaggio da una maggiore efficienza nell’impiego delle risorse ed eventualmente da una riduzione di queste ultime. Anche il gestore trae generalmente vantaggio da un servizio integrato che riducendo lo sviluppo delle linee permette di raggiungere più elevati livelli di utilizzazione del personale di guida e dei veicoli. Nella progettazione delle reti del trasporto pubblico integrate i punti di interconnessione modale acquistano un ruolo chiave per il superamento delle tipologie di rete più comuni, radiali (hub and spokes) e a griglia (grid), in cui la capacità di captare la domanda di trasporto è limitata, nel primo caso dalla necessità di tragitti più lunghi per destinazioni non centrali, nel secondo dalla complessità di trasbordo legata alla difficoltà di conoscere le intersezioni. In linea di principio una struttura basata su nodi di scambio ben definiti risulta invece la più adatta all'integrazione tra i diversi vettori soprattutto in aree a domanda diffusa ed è tanto più efficiente quanto più i nodi sono baricentrici rispetto ai luoghi che attraggono un elevato numero di spostamenti.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 56 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Tuttavia i criteri accennati non sono facilmente applicabili in una realtà territoriale come quella della provincia di Matera dove le strade principali si sviluppano talvolta lontano dai centri serviti ed i presupposti che consentono alla rete ferroviaria di svolgere nel sistema del trasporto pubblico locale il ruolo che le compete vengono generalmente a mancare. Nella Provincia la scarsa presenza di infrastrutture ferroviarie e l’organizzazione prevalente dei servizi sulle esigenze degli spostamenti di lunga percorrenza rende peraltro difficile realizzare l’integrazione modale anche in presenza di evidenti sovrapposizioni fra autolinee e ferrovia. In linea di principio i punti di scambio, siano essi intermodali o intramodali, devono servire in modo appropriato sia i mezzi di trasporto che i passeggeri in transito: ai primi devono consentire una buona accessibilità dalla rete, nonché adeguati spazi di fermata o sosta, la possibilità di inversione di marcia (solo per i veicoli stradali) facili ingresso ed uscita; per i passeggeri devono essere previsti spazi e attrezzature adeguati al numero di persone da servire ed ai tempi medi di attesa. Generalmente è opportuno suddividere i punti di scambio in più livelli sulla base del tipo di scambio che rendono possibile e dell’importanza. In termini di attrezzature si può ipotizzare per i punti di livello inferiore una banchina coperta chiusa su tre lati, illuminata internamente nelle ore notturne, provvista di un numero idoneo di panche e servizi igienici nelle immediate vicinanze e con quadri informativi sugli orari delle linee servite. I punti di maggiore importanza dovrebbero essere provvisti di un fabbricato viaggiatori con dimensioni e servizi idonei al numero di viaggiatori da servire. Ove possibile, sarebbe opportuno che questi punti coincidessero con le stazioni ferroviarie in modo che possano avvalersi delle strutture e delle attrezzature già presenti e conseguire evidenti economie nei costi di realizzazione e di gestione. In questi punti l’informazione all’utenza dovrebbe essere particolarmente curata disponendo, in presenza di un sistema di monitoraggio in tempo reale, pannelli a messaggio variabile collegati in rete. Tutti i punti di scambio dovrebbero essere dotati di aree di sosta per le auto al fine di rendere possibile anche l’integrazione fra trasporto pubblico e privato. Il gradimento dell’interscambio da parte degli utenti del trasporto pubblico è condizionato, oltre che dalla funzionalità delle strutture a ciò dedicate, anche dalla disponibilità, in queste aree predisposte per la realizzazione delle coincidenze, di un’adeguata informazione sui servizi in transito. L’informazione dinamica in tempo reale si aggiunge a quella statica fornendo istante per istante lo stato di funzionamento del sistema e in particolare la reale posizione di ciascun veicolo nella rete, consentendo tra l’altro l’installazione di tabelle a messaggio variabile in grado di far conoscere all’utente i tempi

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 57 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA di attesa per ciascuna corsa in arrivo. In particolare è noto che l’informazione in tempo reale circa i servizi in transito riduce il tempo soggettivo di attesa e quindi contribuisce ad aumentare il confort di trasferimento da un sistema all’altro ed a migliorare la percezione della sicurezza personale. Pertanto è molto importante che questo tipo di informazione venga reso disponibile nelle aree di scambio e soprattutto in quelle ubicate lontano dai centri abitati dove il viaggiatore è più sensibile a questi aspetti. L’integrazione modale nella rete proposta Nella progettazione della nuova rete dei servizi si è verificata, per ogni autolinea che presenta tratti significativi in sovrapposizione con la ferrovia, la possibilità di ridurre lo sviluppo di alcune o di tutte le corse ipotizzando, sulla base degli orari dei treni esistenti, trasferimenti dell’utenza sulla ferrovia. Ciò non è risultato generalmente accettabile dal momento che si sono scartare tutte le possibilità di integrazione che avrebbero comportato un tempo di viaggio complessivamente maggiore del tutto strada. Dunque per i servizi di trasporto di competenza della provincia di Matera si è puntato essenzialmente ad una integrazione intramodale cioè delle diverse autolinee provinciali tra loro con l’obiettivo di raggiungere maggiore efficienza ed efficacia. Come più dettagliatamente esposto nel primo capitolo del presente Programma triennale, la rete di offerta progettata presenta due schemi sovrapposti. Il primo è costituito dai servizi dedicati (scolastici, industriali e agricoli) che ha complessivamente conservato invariata la sua struttura. Di questi, i servizi scolastici realizzati essenzialmente con collegamenti diretti fra i centri minori ed i poli attrattori sono rimasti complessivamente immutati perché rappresentativi di esigenze di mobilità ben definite ed espresse da un’utenza consistente, come dimostrano i valori relativamente elevati dei coefficienti di riempimento delle linee. Una riduzione si è resa invece necessaria per quei servizi verso le aree industriali, in particolare verso la Val Basento, ancora dimensionati sulle esigenze di una domanda ormai sensibilmente contrattasi. Ciò ha comunque lasciato inalterato lo schema e la tipologia dei collegamenti che continuano ad essere diretti. Il secondo schema di rete è il risultato di una completa riprogettazione dei servizi che ha trasformato tutti i collegamenti diretti, non dedicati ad una specifica categoria di utenti, in una rete di servizi integrati che realizzano insieme uno schema a più pettini articolato su due tipologie di linee tra loro strettamente integrate: le linee direttrici consistenti in 6 linee di lunga percorrenza con gli estremi in centri principali fra loro distanti e che si sviluppano prevalentemente lungo le strade più veloci, e le linee adduttrici che connettono alle direttrici i centri non direttamente raggiunti da queste ultime.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 58 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Il vantaggio di tale organizzazione consiste nel maggior numero di centri tra loro collegati e di corse realizzabili a parità di percorrenze complessive, come evidenziato nel primo capitolo dall’elevato numero di corse offerte nell’ambito della rete di progetto. L’offerta così strutturata ha reso necessario individuare numerosi punti della rete stradale su cui realizzare le coincidenze delle linee adduttrici con le direttrici, che dovranno essere attrezzati, in quanto aree di interscambio, con installazioni fisse, adeguate alla funzione svolta ed idonee per il transito di autobus e di passeggeri. L’ubicazione di dette aree di interscambio, definita in questa sede con livello di dettaglio “di piano”, è stata determinata cercando di contenerne il numero e la distanza da ciascun centro servito e allo stesso tempo facendole ove possibile coincidere con i nodi individuati dalla Provincia in sede di programma PO – FESR - 2007 – 2013. Infatti la Provincia di Matera, a seguito di una intesa inter-istituzionale promossa dal Dipartimento Infrastrutture e Mobilità della Regione Basilicata, ha predisposto lo scorso anno un programma per la realizzazione di 5 aree di interscambio, finanziato con risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (PO - FESR) 2007 – 2013) - Asse I –Accessibilità. Il progetto finanziato prevede, per ciascuna delle aree individuate dalla Provincia, un’attrezzatura composta da:  un piazzale pavimentato in conglomerato bituminoso;  n. 3 marciapiedi di scambio, coperti con pensiline di acciaio aperte, per la salita e la discesa dei viaggiatori dagli autobus;  marciapiedi ed attraversamenti pedonali opportunamente posizionati per ridurre le interferenze tra il traffico veicolare e quello pedonale;  stalli per la sosta degli autobus e delle autovetture;  pensiline chiuse collocate lungo i marciapiedi aventi la funzione di locali di attesa per i viaggiatori;  panchine, paline informative intelligenti e cestini per i rifiuti a servizio degli utenti;  illuminazione del piazzale con idoneo impianto di illuminazione. Poiché le aree individuate nel progetto della Provincia sono state scelte sulla base delle esigenze dell’offerta di autolinee allora e tuttora in esercizio, non sono sufficienti per supportare il sistema integrato proposto nel presente Programma triennale e pertanto andranno aggiornate come numero e talvolta come ubicazione nonché dimensionando l’importanza delle attrezzature da realizzare in base al traffico effettivamente servito da ciascuna area. Al fine rendere più facile la quantificazione dei costi di investimento si è ritenuto opportuno individuare tre livelli di importanza a cui è possibile far corrispondere

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 59 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA altrettanti livelli di attrezzatura standard che comunque dovranno essere minimi per contenere i costi all’interno del finanziamento ottenuto. La tabella 2.1.I riporta le aree di interscambio individuate nel precedente progetto della Provincia mentre la tabella 2.1.II elenca quelle individuate nel presente Programma triennale evidenziando quelle già comprese nel progetto finanziato. Infine la tabella 2.1.III riporta per ciascun punto di interscambio individuato nel presente programma, le linee direttrici ed adduttrici in esso confluenti, il livello di importanza attribuitogli.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 60 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 61 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 62 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 63 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

A.2.5 Piano stralcio di difesa dal rischio idrogeologico Il Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico dell’Autorità di Bacino della Basilicata Con la legge della Regione Basilicata 25 gennaio 2001, n.2, viene istituita l’Autorità di Bacino della Basilicata riferita ad un ambito territoriale comprendente i bacini idrografici dei fiumi regionali Basento, ed Agri ed interregionali Bradano e Sinni-Noce. Tale provvedimento conclude la precedente fase di programmazione nel settore della difesa del suolo, avviando un nuovo ciclo di programmazione e pianificazione, conferendo alla Autorità di Bacino gli strumenti necessari al fine di perseguire gli obiettivi stabiliti dalla L.183/89. La nuova organizzazione dell’Autorità di Bacino viene attuata anche in osservanza dell’Accordo di Programma per la gestione delle risorse idriche condivise, sottoscritto tra la Regione Basilicata, la Regione Puglia ed il Ministero dei Lavori Pubblici, in data 5 agosto 1999, che prevede iniziative legislative volte a riordinare i Bacini regionali ed interregionali di Puglia e Basilicata in modo da pervenire alla costituzione di due sole Autorità di Bacino delimitate in coerenza con i sistemi idrici interessati dall’Accordo stesso. Il Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico costituisce il primo stralcio tematico e funzionale redatto dall’Autorità di Bacino della Basilicata ai sensi della L.183/89 e successive modifiche e integrazioni; ha valore di Piano Territoriale di Settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso riguardanti la difesa dal rischio idraulico e idrogeologico nel territorio di competenza dell’AdB della Basilicata. Il Piano ha la funzione di eliminare, mitigare o prevenire i maggiori rischi derivanti da fenomeni calamitosi di natura geomorfologica (dissesti gravitativi dei versanti) o di natura idraulica (esondazioni dei corsi d’acqua). In particolare esso perimetra le aree a maggior rischio idraulico e idrogeologico per l’incolumità delle persone, per i danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, per l’interruzione di funzionalità delle strutture socio-economiche e per i danni al patrimonio ambientale e culturale, nonché gli interventi prioritari da realizzare e le norme di attuazione relative alle suddette aree. Esso è suddiviso in: Piano Stralcio delle Aree di Versante, riguardante il rischio da frana, e Piano Stralcio per le Fasce Fluviali, riguardante il rischio idraulico.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 64 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Il Piano ha, inoltre, l’obiettivo di promuovere gli interventi di manutenzione del suolo e delle opere di difesa, quali elementi essenziali per assicurare il progressivo miglioramento delle condizioni di sicurezza e della qualità ambientale del territorio, nonché di promuovere le azioni e gli interventi necessari a favorire:  le migliori condizioni idrauliche e ambientali del reticolo idrografico, eliminando gli ostacoli al deflusso delle piene in alveo e nelle aree golenali;  le buone condizioni idrogeologiche e ambientali dei versanti;  la piena funzionalità delle opere di difesa essenziali alla sicurezza idraulica e idrogeologica. Esso privilegia gli interventi di riqualificazione e rinaturalizzazione che favoriscano:  la riattivazione e l’avvio di processi evolutivi naturali e il ripristino degli ambienti umidi;  il ripristino e l’ampliamento delle aree a vegetazione spontanea, allo scopo di ristabilire, ove possibile, gli equilibri ambientali e idrogeologici, gli habitat preesistenti e di nuova formazione;  il recupero dei territori perifluviali ad uso naturalistico e ricreativo. Il PAI dell’AdB è stato approvato, nella sua prima stesura, il 5 dicembre 2001 dal Comitato Istituzionale, ed è stato redatto sulla base degli elementi di conoscenza disponibili consolidati alla data di predisposizione dello stesso, secondo le indicazioni contenute nel D.P.C.M. 29/9/98. Tali elementi hanno compreso:  areali franosi desunti dai Piani Urbanistici dei Comuni dell’AdB;  aree ad alto rischio idrogeologico individuate dal Piano Straordinario redatto ai sensi dell’art.9, comma 2 della L.226/99 di modifica del D.L.180/98;  aree a rischio idrogeologico oggetto di studio e sopralluoghi da parte del Gruppo Nazionale Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche del CNR;  segnalazioni rivenienti dall’attività straordinaria di sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d’acqua e le relative pertinenze (Polizia Idraulica, art.2, L.365/2000);  segnalazioni da parte di Amministrazioni e Enti Pubblici operanti sul territorio;  studi idrologici e idraulici del reticolo idrografico. Tutti gli elementi sopra elencati, pur non essendo rappresentativi della totalità delle aree soggette a rischio idrogeologico presenti sul territorio dell’AdB, costituiscono comunque un patrimonio conoscitivo di notevole entità, e hanno consentito di individuare le situazioni di vulnerabilità del territorio legate a maggiori pericoli per le persone, per i beni e per le infrastrutture (centri abitati, nuclei rurali, intersezioni delle aste fluviali).

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 65 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Nel corso degli anni le previsioni del PAI sono state periodicamente verificate in base allo stato di realizzazione delle opere programmate, alle variazioni della situazione morfologica ed ambientale dei luoghi ed in funzione degli studi conoscitivi intrapresi, secondo quanto previsto dalle norme di attuazione del Piano medesimo. Gli aggiornamenti annuali hanno consentito di approfondire con maggiore dettaglio la conoscenza del territorio e dei fenomeni che lo interessano. Dal punto di vista normativo nel corso degli anni sono state introdotte alcune importanti novità, frutto dell’esperienza maturata nella gestione del PAI. Esse sono derivate dalla necessità di tener conto dell’’evoluzione legislativa di settore, di semplificare alcune procedure e di esplicitare le competenze dei vari soggetti pubblici (Regioni, Province, Comuni) e privati, derivanti dal Piano. Si sottolinea, inoltre, che al fine di conferire al Piano la valenza di strumento di pianificazione aperto, flessibile e in continuo aggiornamento, le norme contemplano la possibilità di rivedere le previsioni del Piano anche sulla base di contributi e approfondimenti proposti da altri soggetti. In particolare si prevede che le Amministrazioni, gli Enti Pubblici, nonché i soggetti privati interessati, possono presentare istanza di modifica alla perimetrazione delle aree a rischio idraulico sulla base di più approfondite conoscenze supportate da studi puntuali e documentati. Sulle aree a rischio da frana le norme contemplano la possibilità di declassificare il rischio, subordinandola alla realizzazione di opere di messa in sicurezza, bonifica e/o consolidamento. Il riferimento territoriale del PAI, esteso complessivamente per circa 8.830 Kmq, è costituito dal territorio totale o parziale dei comuni ricadenti nei bacini idrografici interregionali dei fiumi Bradano, Sinni e Noce e nei bacini idrografici dei fiumi regionali lucani Basento, Cavone ed Agri. Le delimitazioni dei bacini idrografici sono quelle approvate dai Comitati Istituzionali delle rispettive Autorità di Bacino. Complessivamente i comuni interessati dall’AdB della Basilicata sono 118, ricadenti in 3 Regioni e 5 Province; la distinta per regioni e province è la seguente: Regione Provincia numero comuni Basilicata Potenza 72 Basilicata Matera 31 Puglia Bari 7 Puglia Taranto 2 Calabria Cosenza 6 TOTALE 118

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 66 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Soltanto 88 comuni ricadono per intero nell’ambito dell’AdB della Basilicata, tra questi 56 della provincia di Potenza, 30 della provincia di Matera, 1 della provincia di Bari e 1 della provincia di Cosenza. I rimanenti comuni, 30 per l’esattezza, rientrano nell’AdB solo parzialmente. In particolare tutti i comuni della Puglia e della Calabria, ad eccezione di Poggiorsini (BA) e (CS) ricadenti al 100%, sono interessati solo parzialmente, con percentuali variabili dall’1% al 99%. Ripartizione del territorio della regione Basilicata fra le diverse Autorità di Bacino Il territorio della Regione Basilicata, esteso complessivamente per 9.992,27 kmq. e comprendente 131 comuni, non ricade interamente nell’ambito dell’AdB della Basilicata; ne sono esclusi, infatti, i comuni del comprensorio del Marmo-Platano e del Melandro, appartenenti al bacino idrografico interregionale del fiume Sele (soggetto competente: AdB interregionale del Sele), quelli del comprensorio del Vulture-Melfese, appartenenti al bacino idrografico interregionale del fiume Ofanto (soggetto competente: AdB interregionale della Puglia), ed alcuni comuni a Sud del Pollino lucano, appartenenti al bacino idrografico interregionale del fiume Lao (soggetto competente: AdB interregionale della Calabria). Il Comune di Irsina ricade per il 100 % della sua superficie nel Bacino del Bradano.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 67 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Il bacino del Bradano Il territorio Il bacino del Bradano ha una superficie di circa 3000 kmq ed è compreso tra il bacino del fiume Ofanto a nord-ovest, i bacini di corsi d’acqua regionali della Puglia con foce nel Mar Adriatico e nel Mar Jonio a nord-est e ad est, ed il bacino del fiume Basento a sud. Il bacino presenta morfologia montuosa nel settore occidentale e sud-occidentale con quote comprese tra 700 e 1250 m s.l.m.. Le quote più elevate sono raggiunte dai rilievi di Madonna del Carmine (1227 m s.l.m.), Monte S.Angelo (1120 m s.l.m.), Monte Tontolo (1072 m s.l.m.), Serra Carriero (1042 m s.l.m.), Serra Coppoli (1028 m s.l.m.), Monte Cupolicchio (1097 m s.l.m.). La fascia di territorio ad andamento NW-SE compresa tra Forenza e Spinazzola a nord e Matera- a sud è caratterizzato da morfologia collinare con quote comprese tra 500 e 300 m s.l.m.. Il settore nord-orientale del bacino include parte del margine interno dell’altopiano delle Murge, che in quest’area ha quote variabili tra 600 e 400 m s.l.m.. Il fiume Bradano si origina dalla confluenza di impluvi provenienti dalle propaggini nordorientali di Monte Tontolo e di Madonna del Carmine, e dalle propaggini settentrionali di Monte S.Angelo. Il corso d’acqua ha una lunghezza di 116 km e si sviluppa quasi del tutto in territorio lucano, tranne che per un modesto tratto, in prossimità della foce, che ricade in territorio pugliese. Nel tratto montano riceve il contributo del torrente Bradanello in sinistra idrografica e, all’altezza dell’invaso di Aderenza, il Torrente Rosso in destra idrografica. Nel tratto a valle della diga di Acerenza il fiume Bradano riceve dapprima le acque del torrente Fiumarella (il cui contributo è regolato dall’invaso di Acerenza) e della Fiumarella in sinistra idrografica, poi quello della Fiumara di Tolve in sinistra e quindi del torrente Percopo in destra. Poco a monte della Diga di San Giuliano il Bradano accoglie gli apporti del torrente Basentello (regolati dall’invaso di Serra del Corvo) in sinistra idrografica e del torrente Bilioso in destra. A valle della Diga di San Giuliano il Bradano riceve il contributo del Torrente Gravina e quindi del Torrente Fiumicello in sinistra idrografica. Nel tratto compreso tra la confluenza con il torrente Fiumarella e l’invaso di San Giuliano il corso del Bradano in alcuni tratti assume l’aspetto di fiumara, in altri presenta un andamento meandriforme.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 68 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

A valle della diga di San Giuliano il Bradano defluisce in una profonda fossa calcarea, (gravina), per poi riacquistare, all’altezza di Montescaglioso, le caratteristiche di un alveo sovralluvionato. Aspetti litostratigrafici e caratteristiche di franosità del territorio Anche nel bacino del fiume Bradano le successioni litologiche appartenenti alle unità tettoniche che costituiscono la struttura dell’Arco appenninico meridionale affiorano nel settore occidentale bacino, mentre nel settore centro-orientale si rinvengono successioni riferibili al dominio paleogeografico dell’Avanfossa bradanica; infine in corrispondenza del margine nord-orientale del bacino sono presenti le successioni riferibili all’Avampaese apulo. Nel settore occidentale e sud-occidentale, che comprende i bacini montani del Bradano e dei suoi affluenti torrente Fiumarella, Fiumara di Tolve e Torrente Bilioso, affiorano successioni mesozoico-terziarie riferibili all’Unità di Lagonegro costituite da: argille e marne con intercalazioni di risedimenti carbonatici (calcareniti, calcilutiti, calciruditi) in strati e banchi (Flysch Rosso Auct.); quarzoareniti numidiche in strati e banchi con intercalazioni di argille e marne siltose (Flysch Numidico Auct.); arenarie arcosiche in strati e banchi con intercalazioni di argille siltose (Formazione di Serra Palazzo Auct.). Il settore nord orientale del bacino, che comprende parte del margine interno dell’altopiano delle Murge, è caratterizzato dalla presenza di successioni mesozoico- terziarie costituite da calcari di piattaforma dell’Unità Apula. Queste successioni si rinvengono in parte anche nell’area di Matera. Nel settore centro-orientale del bacino affiorano prevalentemente le successioni pleistoceniche dell’Avanfossa Bradanica e, a luoghi, le successioni plioceniche di bacini intrappenninici. Si tratta di successioni costituite da per lo più da argille e marne grigio azzurre e, in misura minore, da sabbie e conglomerati. Sui rilievi collinari in prossimità della piana costiera si rinvengono depositi alluvionali e marini terrazzati costituiti prevalentemente da ghiaie e sabbie, con grado di addensamento e di cementazione variabili. Nell’area della piana costiera sono presenti depositi sabbiosi della spiaggia e delle dune costiere. In quest’area e nei fondovalle del fiume Bradano e dei suoi affluenti principali si rinvengono depositi alluvionali attuali e recenti, rappresentati da ghiaie, sabbie e limi da sciolti ad addensati. L’assetto stratigrafico strutturale del bacino del Bradano condiziona le caratteristiche di franosità del territorio. Dai dati bibliografici disponibili e dal censimento dei fenomeni franosi effettuato per la redazione del PAI risulta che nelle aree di affioramento di

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 69 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA successioni a prevalente componente pelitica dell’Unità di Lagonegro i fenomeni franosi più diffusi sono del tipo colamento lento e, in misura minore, frane complesse del tipo scivolamento rotazionale- colamento. Sono inoltre diffusi movimenti superficiali del tipo creep. Nelle aree di affioramento di successioni miste arenaceo-pelitiche dell’Unità di Lagonegro i fenomeni franosi più diffusi sono del tipo scivolamento rotazionale e frane complesse del tipo scivolamento rotazionale-colamento; laddove prevale la componente pelitica si rilevano per lo più frane del tipo colamento lento e movimenti gravitativi superficiali del tipo creep. Nel settore centro-orientale del bacino, dove sono presenti prevalentemente successioni argillose plio-pleistoceniche, molto diffuse sono le forme calanchive, i movimenti franosi del tipo colamento lento e movimenti gravitativi superficiali del tipo creep. Laddove sono presenti anche depositi sabbiosi e conglomeratici, frequenti sono le frane del tipo scivolamento rotazionale e le frane complesse del tipo scivolamento rotazionale – colamento. In corrispondenza dei versanti incisi in sabbie e/o conglomerati cementati sono state riscontrate anche frane del tipo crollo. Le pareti delle forre in cui defluisce il Torrente Gravina di Matera ed il Torrente Lagnone, incise nelle successioni carbonatiche dell’Unità Apula, sono soggette a fenomeni di arretramento spondale, che si realizzano per lo più mediante frane del tipo crollo e/o ribaltamento. Nel bacino del Bradano sono inclusi, in parte o totalmente, i territori di n. 35 comuni; di questi solo n. 20 centri abitati ricadono nel bacino.

I

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 70 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO Criteri generali di individuazione e valutazione degli interventi Gli orientamenti contenuti nella L.183/89 (art.31, lett.c) costituiscono il riferimento fondamentale per una corretta metodologia di carattere generale per individuare gli interventi più urgenti da inserire negli schemi di programmazione. Essi si basano sui tre criteri: “incolumità delle popolazioni", “danno incombente" e “organica sistemazione". Gli interventi che ne discendono non sono comunque riconducibili né al "pronto intervento" (art. 1, D.Lgs 02/04/48, n. 1010), né ai lavori di "somma urgenza" (L.109/94 e successive modifiche e integrazioni) in quanto questi ultimi attivano procedure miranti a fronteggiare situazioni contingenti connesse ad un pericolo in atto o immediato. Essi, pertanto, sono imposti dalla necessità di provvedere alla soluzione di situazioni di pericolo con probabile rischio a persone o cose, nonché di compromissione irreversibile dell'uso di risorse ambientali, sulla base di valutazioni che tengano conto della probabilità del danno, della vulnerabilità del contesto territoriale e ambientale e del valore monetario dei beni che risultano esposti. L'individuazione delle aree, dove risulta essere "più urgente" intervenire, è stata effettuata, ove possibile, sulla base dell’integrazione tra valutazione della "probabilità" che un evento dannoso si verifichi e valutazione della "vulnerabilità" del contesto territoriale ed ambientale di riferimento. Il concetto di vulnerabilità è associato, oltre che alla vita umana, che è comunque da salvaguardare, al valore monetario o ambientale dei beni che risultano esposti. In conformità ai principi sopra indicati, si riportano, di seguito, gli indirizzi generali assunti per la definizione degli interventi: gli interventi sono riferiti tanto alla realizzazione di opere quanto all’individuazione di azioni finalizzate al ripristino o al mantenimento di condizioni di equilibrio naturale e di legittimo e razionale uso delle risorse. In tale attività rientrano l'apposizione di vincoli, l'applicazione di incentivi o disincentivi, l'attivazione di particolari modalità di gestione, nonché azioni di prevenzione e controllo; gli interventi sono finalizzati, nella logica più complessiva del bacino, oltre che al risanamento del dissesto idrogeologico e del degrado ambientale, anche ad un uso appropriato del territorio, attraverso la tutela ed il ripristino del sistema ambientale, insediativo ed infrastrutturale esistente; la scelta tipologica dell'intervento sarà verificata rispetto a soluzioni alternative, sulla base

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 71 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA non solo di analisi costi-efficacia, ma anche di analisi di impatto ambientale, privilegiando le esigenze di tutela di beni culturali e naturali; il superamento delle situazioni di dissesto e/o di degrado sarà conseguito, ove possibile, non solo mediante il ripristino o il riequilibrio delle condizioni naturali preesistenti, ma anche attraverso un uso più razionale delle risorse territoriali ed ambientali; la programmazione e progettazione di nuovi interventi non dovrà determinare condizioni di dissesto idrogeologico, di inquinamento e/o di degrado delle risorse naturali; gli interventi saranno coordinati con le azioni in corso o in programma ed essere inquadrati all’interno delle più rilevanti problematiche di bacino. Individuazione degli elementi prioritari del PAI Fermi restando i criteri generali di cui al precedente paragrafo, la ricognizione delle situazioni di particolare interesse ai fini della individuazione degli interventi urgenti scaturisce dall’analisi delle caratteristiche territoriali dei bacini volta ad individuare in particolare:  le situazioni a elevato rischio di evento dannoso;  le situazioni di compromissione già in atto delle risorse territoriali, dovute tanto a cause di natura antropica quanto a fenomeni di dissesto territoriale progressivo;  indifferibili esigenze di interventi di salvaguardia tesi ad assicurare la conservazione degli “habitat” naturali in zone di particolare pregio. A.2.6 Piano regionale dei rifiuti In Regione Basilicata il Piano Regionale di gestione dei rifiuti è normato dalla L.R. n. 6 del 02.02.2001, modificata dalla L.R. del 07/05/2003 n.15, modificato ed integrato dalle LL.RR. del 07/08/2003 n.28, del 08/08/2005 n.27, del 02/02/2006 n.1, del 28/12/2007 n.28, del 24/11/2008 n.28, del 24/12/2008 n.31, del 19/05/2009 n.16, del 07/08/2009 n.27, del 30/12/2009 n.42,del 30/12/2010 n.33. La Regione con la citata legge disciplina le attività di gestione dei rifiuti e detta norme in materia di messa in sicurezza e bonifica dei siti inquinati, sostenendo, anche con risorse finanziarie tutte le iniziative volte alla riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti mediante lo sviluppo di tecnologie pulite, promuovendo a tal fine accordi e contratti di programma ed il ricorso a sistemi di eco-audit, analisi del ciclo di vita dei prodotti nonché lo sviluppo del sistema di marchio ecologico. La Regione favorisce la più ampia partecipazione dei cittadini, singoli ed associati, alla formazione dei Piani previsti dalla presente legge ed al controllo della gestione dei rifiuti; promuove e sostiene, anche in collaborazione con gli enti locali, gli enti di ricerca, le Università degli Studi, le istituzioni scolastiche, le organizzazioni sindacali, le associazioni

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 72 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA ambientalistiche e quelle di volontariato e dei consumatori, campagne di sensibilizzazione ed educazione nonché la formazione professionale in materia ambientale. La Regione e gli enti locali, nell'esercizio delle funzioni di cui alla presente legge, sono tenuti a dare attuazione ai seguenti principi: a) prevenire e ridurre la produzione e la pericolosità dei rifiuti; b) favorire la raccolta differenziata, la selezione e la valorizzazione delle frazioni di rifiuti urbani raccolte separatamente; c) promuovere il recupero anche energetico dei rifiuti, al fine di ridurre lo smaltimento finale degli stessi; d) assicurare la gestione “integrata dei rifiuti" N5 in ambiti territoriali ottimali, superando la frammentazione delle gestioni secondo criteri di efficacia, efficienza ed economicità; e) realizzare l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani attraverso una rete integrata di impianti di recupero e di smaltimento; f) favorire lo smaltimento dei rifiuti negli impianti più vicini al luogo di produzione, al fine di ridurre la movimentazione degli stessi, tenuto conto delle esigenze di carattere geografico o della necessità di smaltimento in impianti specializzati; g) tenere conto della pianificazione territoriale salvaguardando i valori naturali e paesaggistici; h) garantire il rispetto delle esigenze igienico sanitarie al fine di tutelare la salute della collettività, evitando possibili fonti di inquinamento dell'ambiente, mediante l'utilizzo delle migliori tecnologie disponibili a costi non eccessivi; i) ridurre progressivamente le discariche come sistema ordinario di smaltimento. In attuazione del principio di cui alla lettera f) del comma 1, è fatta salva la disciplina di cui alla Legge regionale 31 agosto 1995, n. 59 "Normativa sullo smaltimento dei rifiuti". Per la realizzazione di impianti per lo smaltimento dei rifiuti riutilizzabili, definiti tali da norme statali, si applica la fase di verifica della documentazione di cui all'art. 13 della L.R. 14/12/98, n. 47 sulla "disciplina della valutazione di impatto ambientale e norme per la tutela dell'ambiente". L'ufficio regionale competente si pronuncia sulla necessità di sottoporre il progetto a V.I.A. o di subordinare la decisione di esclusione dalla V.I.A., introducendo eventuali prescrizioni o adempimenti da adottare. Contenuti del Piano regionale di gestione dei rifiuti In attuazione dell'articolo 54 della Legge regionale 8 marzo 1999, n. 7, il Piano regionale di gestione dei rifiuti, ferme restando le disposizioni di cui agli articoli 19 e 22 del Decreto, contiene:

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 73 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA a) I tipi, le quantità e l'origine dei rifiuti da smaltire e le possibilità di smaltimento e di recupero da parte del sistema industriale; b) la tipologia e il complesso degli impianti e delle attività necessari per lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti; c) i criteri di individuazione delle aree non idonee alla localizzazione, da parte delle Province, degli impianti di cui alla lettera b); d) i criteri per l'individuazione delle aree e degli impianti adatti allo smaltimento dei rifiuti unitamente alle condizioni ed ai criteri tecnici in base ai quali gli impianti di gestione dei rifiuti, ad eccezione delle discariche, possono essere localizzati nelle aree destinate ad impianti produttivi; e) la determinazione di disposizioni speciali per rifiuti di tipo particolare; f) le iniziative e gli interventi atti a ridurre la quantità, i volumi e le pericolosità dei rifiuti, favorire il recupero dai rifiuti di materiali ed energia, a promuovere la razionalizzazione della raccolta, della cernita e dello smaltimento dei rifiuti anche tramite la riorganizzazione dei servizi; g) i criteri per l'organizzazione delle attività di raccolta differenziata dei rifiuti urbani; h) la stima dei costi delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti. Il piano regionale per la gestione dei rifiuti è integrato dal piano regionale per la bonifica dei siti contaminati, che viene approvato contestualmente ad esso. Il piano regionale per la bonifica prevede: a) gli obiettivi generali ed i principi per la sua attuazione; b) l'individuazione dei siti da bonificare con le caratteristiche generali degli inquinanti presenti; c) l'ordine di priorità degli interventi di bonifica, basato sul criterio di valutazione del rischio elaborato dall'Agenzia Nazionale di Protezione Ambientale; d) le modalità tecniche per la rimozione delle fonti inquinanti e di quanto dalle stesse contaminato fino al raggiungimento dei valori limite stabiliti dal decreto interministeriale "n. 471/99"; e) le modalità di smaltimento o di eventuale recupero dei rifiuti da asportare dalle aree incise da fatti di contaminazione; f) la stima degli oneri finanziari. L'individuazione dei siti da bonificare è fatta mediante le operazioni di censimento e mappatura di cui al decreto del Ministro dell'Ambiente 16 maggio 1989, come integrato dall'art. 17 comma 1-bis del Decreto, tenendo presenti i dati acquisiti per effetto della istituzione dell'Anagrafe di cui al successivo articolo 36.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 74 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Contenuti dei Piani provinciali di organizzazione della gestione dei rifiuti Il Piano provinciale di organizzazione della gestione dei rifiuti contiene: a) la determinazione delle caratteristiche, dei tipi, delle quantità e dell'origine dei rifiuti da recuperare e da smaltire; b) il rilevamento e la descrizione dei servizi di raccolta differenziata e degli impianti esistenti di trattamento, recupero, di riciclo e di innocuizzazione finalizzata allo smaltimento dei rifiuti non pericolosi; c) la proposta di individuazione, all'interno dell'ATO, di aree di trasferimento ed eventualmente pretrattamento e trattamento dei rifiuti urbani che ottimizzino il sistema della raccolta in relazione alle tipologie ed alle quantità di rifiuti prodotti, all'economia dei trasporti, alle soluzioni tecniche adottate ed alle dimensioni ed alle caratteristiche dell'ATO di riferimento, ivi comprese le proposte di gestione sub-provinciale; d) l'individuazione del sistema integrato dei servizi di raccolta differenziata e relative attività di recupero; e) l'individuazione delle frazioni di rifiuto oggetto di raccolta differenziata in relazione agli obiettivi e relative modalità di recupero; f) l'individuazione di tutte le zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, sulla base del Piano Territoriale di Coordinamento e del Piano regionale di gestione dei rifiuti; g) le modalità per l'attuazione del Piano; h) criteri per la localizzazione ed il dimensionamento delle aree da adibire a centri di raccolta di veicoli a motore, rimorchi e simili, nonché alle modalità della loro gestione; i) la valutazione degli oneri finanziari connessi alla realizzazione degli interventi; j) i termini entro i quali devono essere presentati i progetti e realizzati gli interventi di adeguamento o costruzione degli impianti di smaltimento.

A.2.7 Piano provinciale dei rifiuti della provincia di Matera Individuazione degli obiettivi di Piano Il sistema di gestione dei rifiuti urbani in Provincia di Matera deve essere necessariamente sottoposto a rilevanti interventi di ristrutturazione, al fine di garantirne non solo la conformità alle disposizioni di legge vigenti, ma anche la sostenibilità ambientale e solidità tecnico-economica. Per conseguire questi importanti risultati, l’attuale fase pianificatoria deve intervenire efficacemente sui seguenti aspetti:

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 75 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

 massimizzare le opportunità di recupero di materia dai rifiuti, attraverso lo sviluppo delle raccolte differenziate, finalizzate sia al reinserimento nei cicli produttivi di materie prime da esse derivate sia alla produzione di compost di qualità idonea all’impiego agronomico (compost verde);  garantire il pretrattamento dei rifiuti non intercettati dalle raccolte differenziate, al fine di assicurare un miglior controllo delle fasi di smaltimento finale e una riduzione degli impatti ambientali ad essi associati;  valorizzare le opportunità di recupero energetico dei rifiuti, attraverso processi di comprovata efficacia che assicurino le migliori prestazioni ambientali;  contenimento dei costi di Gestione attraverso la razionalizzazione dei sitemi di raccolta e trattamento;  perseguimento del principio di prossimità nello smaltimento dei rifiuti;  raggiungere l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti nell’ambito territoriale ottimale (ATO)  minimizzare le necessità di smaltimento in discarica, puntando sul lungo periodo al tendenziale annullamento del flusso di rifiuti così destinati;  migliorare i controlli ambientali;  promuovere misure sistematiche per la sensibilizzazione ed informazione dei cittadini. In tale prospettiva si rende necessario adeguare gli obiettivi di raccolta differenziata ai più recenti indirizzi legislativi così come risultanti dal disposto di diverse norme. (Legge Finanziaria 2007, n. 296 del 27 dicembre 2006, D. Lgs. 4/2008, Piano d’azione “Obiettivi di Servizio III” 2007-2013 nell’ambito del Quadro Strategico Nazionale per la Regione Basilicata). La programmazione, nelle modalità di gestione dei rifiuti, pone al centro delle priorità la prevenzione e la riduzione della produzione dei rifiuti, prima ancora del riutilizzo, riciclaggio e recupero energetico come peraltro già previsto dalle Direttive comunitarie. Al fine di garantire l’effettivo pieno allineamento alla suddetta gerarchia delle azioni di gestione, dando priorità alle azioni di intercettazione separata e recupero di materia, il Piano Provinciale prevede il completamento e potenziamento dell’impiantistica di trattamento/smaltimento delle frazioni stabilizzate. L’insieme degli interventi previsti sulle diverse componenti del “sistema integrato di gestione dei rifiuti” (dalla produzione e raccolta differenziata al pretrattamento e trattamento biologico/termico) consentiranno la massima riduzione dei flussi di rifiuti da destinarsi a discarica, in modo che tali impianti assumano un ruolo puramente residuale. Gli interventi previsti per la prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 76 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Si ritiene, come supportato da dati oggettivi a livello nazionale ed internazionale, che l’attuale fase di riduzione delle produzioni sia destinata ad esaurirsi con l’auspicata ripresa economica. Da questo discende una ancora più stringente necessità di porre in essere misure per la riduzione delle produzioni e per il contenimento della pericolosità dei rifiuti urbani stessi. Si rileva che dal 1996 al 2007, anno in cui si è registrata la massima produzione di rifiuti urbani, in Italia si è registrato un incremento delle produzioni del 21%. Tale incremento è ancora più significativo se si considera che è stato ottenuto in pratica con frazioni cellulosiche e plastiche. Di certo i sistemi di gestione territoriali mal sopporterebbero in futuro un ulteriore incremento. Un ulteriore fattore con il quale bisognerà confrontarsi è la crescente complessità, eterogeneità di composizione e pericolosità dei rifiuti. Le frazioni urbane pericolose sono un problema tutt’altro che risolto. Al fine di un’incisiva azione sulle dinamiche in atto di crescita della produzione di rifiuti, per arrivare ad una stabile inversione di tendenza che consenta il raggiungimento di traguardi ambientali di particolare rilevanza in termini di riduzione, si dovrà predisporre di uno specifico programma fatto di informazione e sensibilizzazione da un lato, e misure incentivanti/penalizzanti dall’altro. In tale programma, che sarà soggetto a periodico aggiornamento, saranno esplicitati e dettagliati indirizzi e disposizioni vincolanti nei confronti di tutti i soggetti interessati, oltre a criteri incentivanti o penalizzanti, per la promozione di azioni finalizzate alla prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti da parte di soggetti pubblici e privati. Gli indirizzi programmatici del presente piano in materia di prevenzione e riduzione sono riportati di seguito:  promozione della tariffazione nella gestione dei servizi di raccolta dei rifiuti, in particolare nella sua forma di “tariffazione puntuale”, vista come strumento per la responsabilizzazione dei produttori, in linea con il principio del “polluter-pays” (“chi inquina paga”), e conseguentemente come incentivo all’utente dei servizi di raccolta alla riduzione dei rifiuti generati;  rilancio della pratica dell’autocompostaggio domestico dei rifiuti, ove compatibile in particolare con le caratteristiche del tessuto residenziale (presenza di giardini), con possibilità quindi di gestione “in proprio” da parte dei cittadini di quota parte dei rifiuti organici e verdi prodotti; l’autocompostaggio consente non solo di sgravare il sistema dei servizi di raccolta di parte della produzione di rifiuti compostabili, con conseguenti benefici gestionali e economici diretti, ma rappresenta anche un’importante opportunità di presa di coscienza da parte dei cittadini delle problematiche ambientali

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 77 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

legate al “mondo rifiuti”, avendo quindi una significativa valenza anche comunicativa e educativa;  supporto, anche economico, alle attività di finanziamento dei progetti comunali per la riduzione dei rifiuti, al fine di stimolare la diffusione e applicazione di “buone pratiche” a livello locale, anche attraverso iniziative aventi carattere innovativo dal punto di vista comunicativo e di partecipazione dei cittadini;  promozione di accordi finalizzati al contenimento della produzione di rifiuti da imballaggio, con il coinvolgimento di Consorzi di Filiera, Associazioni di categoria, Associazione ambientaliste, per la divulgazione di “buone pratiche” di progettazione e realizzazione di imballaggi che consentano la minore produzione di rifiuti;  promozione di accordi finalizzati al contenimento dell’utilizzo degli imballaggi nella Grande Distribuzione Organizzata, per l’attuazione di specifici progetti orientati alla riduzione dei quantitativi di rifiuti da imballaggio generati dalle catene della GDO;  promozione di accordi con il settore del commercio per la diffusione di marchi ecologici, con conseguenti benefici in termini di maggiore consapevolezza ecologica negli acquisti da parte dei consumatori e riduzione dei quantitativi di rifiuti prodotti, in particolare rifiuti da imballaggio;  promozione dell’implementazione del Green Public Procurement negli Enti Pubblici presenti sul territorio provinciale, attraverso l’erogazione di uno specifico percorso formativo mirato all’inserimento di criteri di qualità ambientale nelle scelte di prodotti e servizi da parte della Pubblica Amministrazione, con conseguenti ricadute positive rispetto ai rifiuti da essa generati;  intensificazione di azioni tendenti alla diffusione dei sistemi di gestione ambientale (ecomanagement, certificazione EMAS);  avvio di progetti di comunicazione mirati alla sensibilizzazione verso le tematiche della “gestione sostenibile” dei rifiuti, rivolti al mondo della scuola, ai cittadini, alle imprese.  Una particolare attenzione andrà posta all’implementazione e controllo della raccolta differenziata delle frazioni urbane pericolose quali pile, vernici e solventi, oli minerali, medicinali scaduti ecc. Questi materiali, come è evidente, non contribuiscono in maniera rilevante agli obiettivi di raccolta differenziata (valgono meno dell’1%); tuttavia Il loro mancato controllo può rendere vano lo sforzo successivo di trattamento e smaltimento in sicurezza delle frazioni residue indifferenziate. Si evidenzia in ultimo che per la Regione Basilicata non appare realistico puntare a forti riduzioni assolute delle produzioni pro-capite, essendo queste tra le più basse d’Italia, ma altrettanto significativo potrebbe risultare una stabilizzazione sui valori di produzione attuale.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 78 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Evoluzione quantitativa e qualitativa dei rifiuti La previsione degli effetti delle misure di Piano orientate alla prevenzione e riduzione dei rifiuti è difficilmente determinabile in termini numerici, in quanto sono condizionati da una molteplicità di effetti non tutti controllabili a livello locale. Altrettanto indeterminata resta la risposta e il grado di partecipazione da parte dei diversi soggetti interessati (cittadini, imprese, amministrazioni pubbliche,ecc.). La complessità del sistema interessato è tale da consentire solo una valutazione di massima dei benefici attesi, valutazione che deve essere assunta non tanto come sintesi di valutazioni analitiche sviluppate per i diversi elementi in gioco, quanto come espressione di un obiettivo di indirizzo generale da assumere come riferimento negli anni a venire per un monitoraggio e una verifica dell’evoluzione in atto del sistema rifiuti provinciale, rispetto alle ipotesi pianificatorie di Piano. In considerazione di quanto sopra esposto, nello sviluppare delle previsioni di evoluzione della produzione di rifiuti urbani finalizzate alle analisi del presente Piano Provinciale, si è ritenuto opportuno valutare due opposte tendenze; l’incremento registrato fino al 2006- 2007 pai a circa il 2% annuo e l’effetto combinato delle politiche incentivanti la riduzione delle produzioni. Considerando la riduzione “straordinaria” delle produzioni verificatesi tra il 2007 ed il 2010 che hanno riportato le produzioni provinciali ai livelli del 2002-2003, ed assumendo pari all’1% il tasso di incremento annuo a partire dal 2012, si valuta una produzione complessiva di rifiuti al termine della attuale fase di programmazione inferiore ai massimi raggiunti nel 2006. Resta comunque un margine di variabilità nelle previsioni di produzione per cui, pur ritenendo che l’impiantistica necessaria vada dimensionata in relazione allo scenario di più basso incremento (che è una finalità specificamente perseguita dall’amministrazione provinciale) si ritiene altresì opportuno prevedere margini operativi sugli impianti tali da assorbire incrementi superiori alle previsioni. In ogni caso l’impiantistica programmata dovrà avere un grado di elasticità operativa tale da adeguarsi con semplici modifiche ed integrazioni ad eventuali mutate esigenze. In base ai dati attualmente disponibili l’evoluzione della qualità dei rifiuti urbani della Provincia si caratterizzerà per una progressiva riduzione delle frazioni organiche e da un aumento delle frazioni ad alto contenuto energetico come carta e plastica.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 79 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Sostanzialmente stabili si possono prevedere gli andamenti delle produzioni di vetro inerti e metalli che rappresentano complessivamente circa il 12% (comprensivo di un 3% contenuto nel sottovaglio). Nella tabella successiva si riporta il quadro previsionale dell’evoluzione qualitativa nel periodo di programmazione. Si fa rilevare che le variazioni qualitative sono comunque contenute e tali da non determinare sostanziali incertezze sulla determinazione dei fabbisogni impiantistici. SCENARI DI PIANIFICAZIONE Nell’impostazione di un piano territoriale di gestione dei rifiuti occorre definire, possibilmente in maniera coordinata con altri atti pianificatori, gli scenari di riferimento e gli obiettivi di ottimizzazione. L’ottimizzazione va intesa come la condizione capace di massimizzare (o minimizzare) alcuni indicatori di prestazione del sistema. Gli indicatori possono appartenere a settori diversi e risultare antitetici. I più comuni sono comunque quelli di carattere ambientale ed economico. Indicatori ambientali ed economici È evidente che gli obiettivi sopra esposti non possono essere conseguiti tutti contemporaneamente per cui bisogna assegnare delle priorità e dei pesi relativi; tale compito attiene alla sfera politico amministrativa. Agli obiettivi tecnico-economici si aggiungono quelli di carattere normativo – aventi carattere impositivo - che spesso condizionano fortemente le scelte orientando verso scenari standard e spostando il problema di pianificazione alla localizzazione territoriale degli impianti ed alla logistica operativa (trasporti e gestione). Attualmente le indicazioni normative relative al comparto rifiuti solidi urbani, che più condizionano la pianificazione sono quelle riportate di seguito. Territorialità ed autosufficienza impiantistica. Il D. Lgs 22/97 (decreto Ronchi) ha introdotto per la prima volta in Italia l’obbligo di chiusura del ciclo dei rifiuti urbani in ambiti territoriali (ATO). Va precisato che l’abolizione delle autorità d’ambito non significa il superamento del vincolo di territorialità che resta confermato e rafforzato dai successivi indirizzi normativi che parlano di “prossimità” ed “autosufficienza” territoriale degli smaltimenti. La definizione degli ambiti gestionali ottimali è di competenza regionale, nel caso della Basilicata con L.R. 24.11.2008, l’ambito ottimale è stato identificato con l’intero territorio regionale. 2. Riduzione della frazione biodegradabile smaltita in discarica. Questa indicazione è stata introdotta dal D.Lgs 36/2003. L’applicazione di questa normativa si impone di pianificare una drastica riduzione dei conferimenti in discarica dei materiali suscettibili di

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 80 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA produzione di metano; è questa una misura per la lotta alla produzione di gas-serra. Gli obiettivi di riduzione sono:  entro cinque anni i rifiuti urbani biodegradabili devono essere inferiori a 173 kg/anno per abitante;  entro otto anni devono essere inferiori a 115 kg/anno per abitante;  entro quindici anni devono essere inferiori a 81 kg/anno per abitante.  Il programma di riduzione della frazione biodegradabile in discarica è molto severo se si considera che attualmente il quantitativo ammonta ad oltre 300 kg per abitante per anno. Le misure adottabili sono, in particolare, il riciclaggio, il trattamento aerobico o anaerobico, il recupero di materiali o energia. 3. Divieto di conferimento in discarica delle frazioni ad elevato contenuto energetico espresso come potere calorifico inferiore. La radice di tale indicazione risale al decreto Ronchi ed è stata ripresa più volte dalle disposizioni successive. Attualmente si opera in regime di proroga per i materiali con PCI>a 13.000kJ/kg. A tale categoria di materiali appartiene il sopra vaglio derivante dai sistemi di selezione secco-umido che attualmente viene compresso in balle e conferito in discarica. 4. Divieto di conferimento in discarica di frazioni non pretrattate. È una indicazione estremamente severa da adottare, stante la risaputa insufficienza impiantistica. Più volte prorogata ed adattata alle esigenze tale norma, attualmente interpretata (dal Ministero dell’Ambiente) come obbligo ad effettuare una semplice “triturazione e deferrizzazione”, è fortemente contestata da alcune regioni (del Nord) che hanno fatto grandi sforzi per dotarsi di costosi impianti di trattamento. 5. Obiettivi di raccolta differenziata. È certamente l’indicazione normativa più conosciuta anche se al momento non sono state adottate misure penalizzanti per le regioni inadempienti. Progressivamente l’obiettivo di intercettazione come RD è stato posto al 35% (decreto Ronchi), al 65% considerando utile anche la frazione organica recuperata da post- selezione (D.lgs 152/06), all’attuale 60% previsto dalla legge finanziaria 2008 che però fa riferimento solo ai materiali intercettati direttamente in modo differenziato. Agli obiettivi di pianificazione ed ai divieti previsti dalla normativa nazionale si aggiunge “l’obiettivo di servizio” della Regione Basilicata che prevede quanto riportato nel prospetto seguente. Ai fini della ripartizione dei fondi per le regioni sottoutilizzate gli obiettivi di servizio risultano estremamente importanti e diventano il riferimento principale di ogni pianificazione a livello territoriale. In base alle considerazioni relative ai vincoli normativi e

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 81 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA degli obiettivi di servizio si definiscono gli scenari base di pianificazione rispetto ai quali valutare le necessità impiantistiche.

Obiettivi di recupero e trattamento per i diversi scenari (obiettivi di servizio) I diversi scenari differiscono per diverso grado di organizzazione dei sistemi di raccolta differenziata e per il fabbisogno di discarica controllata di servizio. Evidentemente non è possibile pianificare ad obiettivi diversi da quelli normativi nazionali. È invece necessario programmare una strategia di avvicinamento all’obiettivo finale per la valutazione dei fabbisogni di discarica controllata e di completamento impiantistico delle unità a tecnologia complessa. Ai soli fini della definizione dei fabbisogni di impianti di trattamento si assume in maniera cautelativa un obbiettivo di lavoro del 60% ottenuto come modifica dello scenario Omin con intercettazione dell’umido al 25%. Per gli scenari sopra definiti si effettua una valutazione preliminare dei fabbisogni impiantistici. I fabbisogni impiantistici per i diversi scenari Nell’ipotesi di mantenimento degli attuali livelli di produzione dei rifiuti, ovvero nel caso in cui le misure di contenimento delle produzioni compensino gli incrementi legati all’incremento del prodotto interno lordo e dei consumi, i flussi di materiali differenziati alla fonte e tal quali dovranno essere inviati al sistema integrato di trattamento. Nel prospetto seguente si riporta la quantizzazione dei fabbisogni impiantistici. I fabbisogni di discarica controllata sopra definiti presuppongono evidentemente il completamento dell’impiantistica a tecnologia complessa prevista nei diversi scenari. Considerando l’attuale dotazione impiantistica è ragionevole ipotizzare una fase transitoria di non meno di 18-24 mesi nei quali i conferimenti in discarica controllata saranno nettamente più alti di quelli previsti per gli scenari di pianificazione. Occorre quindi valutare attentamente il periodo transitorio ed i relativi fabbisogni di discarica controllata. Isole ecologiche e piattaforme ecologiche per la raccolta differenziata Il conseguimento degli obiettivi di raccolta differenziata previsti nel Piano Provinciale (65%) comporta, come già evidenziato, la necessità di attivare sul territorio in forma estesa modelli di raccolta dei rifiuti basati sul concetto di “sistema integrato”, ovvero caratterizzati da un’efficiente integrazione di raccolte di tipo domiciliare e stradale e di una rete di strutture di conferimento centralizzato, attraverso le quali intercettare in forma

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 82 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA differenziata le diverse frazioni del rifiuto suscettibili di recupero o destinate allo smaltimento controllato separato. La rete delle isole e delle piattaforme ecologiche per la raccolta differenziata dovrà supportare, in particolare, il servizio di raccolta differenziata per cui sarà strutturato sulla base dei progetti specifici attuati sul territorio (es. progetto CONAI) e delle scelte già operate in autonomia dalle amministrazioni comunali. In caso di insufficienza di tali strutture si potrà procedere ad una loro integrazione con unità realizzate e gestite in abbinamento agli impianti pubblici di trattamento. Strutture logistiche di supporto (stazioni di trasferimento) Nell’ambito della gestione dei servizi di raccolta, elemento non trascurabile è rappresentato dalle percorrenze che gli automezzi di raccolta devono effettuare per arrivare a conferire all’impianto di riferimento. Una inefficiente organizzazione dei conferimenti, infatti, si traduce in costi dei servizi più elevati (a causa della quota di impiego delle risorse uomini e mezzi dedicata alla movimentazione dall’area di raccolta all’impianto) e in maggiori impatti ambientali associati all’incremento del trasporto su strada. Per quanto riguarda le raccolte differenziate, si è già segnalata la possibilità di appoggiarsi a strutture intermedie, rappresentate dalle isole ecologiche e dalle piattaforme, nei casi in cui non vi siano operatori del recupero localizzati nelle vicinanze delle aree di raccolta. In modo analogo, per le necessità di gestione delle frazioni indifferenziate residue, è necessario prevedere la presenza di stazioni di trasferimento, che consentano di ottimizzare la movimentazione dei rifiuti dai luoghi di produzione a quelli di smaltimento. Tali strutture, potenzialmente funzionali al trasporto sia del rifiuto indifferenziato sia delle frazioni provenienti dalla raccolta differenziata, possono infatti consentire il conseguimento di importanti obiettivi di miglioramento del sistema complessivo, grazie in particolare a:  la riduzione del traffico veicolare per il trasporto dei rifiuti a destino e dei relativi tempi di conferimento, con conseguente riduzione degli impatti ambientali associati (consumi, emissioni, intralcio alla circolazione, ecc.);  il miglioramento della gestione degli ingressi agli impianti di destino, grazie alla riduzione del numero di veicoli conferenti rifiuti, a parità di quantitativi, con conseguente possibilità di attuazione di più efficaci controlli anche qualitativi dei rifiuti conferiti;  la separazione delle fasi di raccolta e trasporto, con possibilità di significative economie complessive grazie alla possibilità di impiego di mezzi più adeguati alle diverse fasi di gestione dei rifiuti;

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 83 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

 la maggiore flessibilità del sistema complessivo, in particolare in caso di temporanei fermi degli impianti di destino, grazie alla possibilità di stoccaggi temporanei presso le stazioni di trasferenza (comunque della durata massima di 24-48 ore per il rifiuto indifferenziato e per la frazione organica);  la possibilità di effettuare ulteriori controlli sulla qualità dei rifiuti raccolti, prima dell’avvio a destino. Il sistema delle stazioni di trasferimento consentirà quindi di ridurre i disagi ed i costi a carico delle comunità più distanti dalle piattaforme polifunzionali. La localizzazione delle stazioni di trasferimento scaturisce dall’applicazione dei seguenti principi:  tutti i comuni dovranno conferire ad un impianto/stazione di trasferimento entro un raggio di circa 30 km;  le stazioni di trasferimento dovranno servire almeno 4 comuni;  le stazioni di trasferimento dovranno essere gestite congiuntamente agli impianti che ne ricevono il materiale. Le piattaforme polifunzionali in caso di fermo impianto dovuto a manutenzione straordinaria o altre cause, potranno svolgere la funzione di piattaforme temporanee di trasferimento presso altri impianti sul territorio provinciale e regionale. La variazione dei flussi verso le specifiche destinazioni è comunque subordinata all’assenso preventivo dell’Amministrazione provinciale. Dall’analisi delle diverse ipotesi operative in termini di numero e localizzazione delle stazioni di trasferenza si è individuata la soluzione ottimale costituita da tre unità così definite:  Stazione di trasferenza di Matera localizzata presso la piattaforma di trattamento di località La Martella;  Stazione di trasferimento da realizzare ex-novo sull’asse stradale “Cavonica”;  Stazione di trasferimento da realizzare ex-novo nel comune di Stigliano. Di seguito viene riportata la valutazione delle economie di gestione ottenibili dalla realizzazione delle stazioni di trasferenza rispetto ai conferimenti diretti agli impianti. Nella stima sono stati assunti i seguenti parametri:  Costo medio carburante = 1,40 €/l (costo del gasolio al giugno 2011)  Velocità media automezzo = 40 Km/h  Consumo medio automezzi = 5 Km/l  Tempo di carico- scarico = 0,25 h

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 84 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

 Costo di ammortamento automezzi = 2 volte il costo medio di trasporto  Costo lordo medio orario autista automezzi = 20 €/h Si evidenzia che gli incrementi del costo del carburante enfatizzano la necessità di razionalizzare i trasporti ed accrescono il vantaggio economico realizzabile con le stazioni di trasferenza. La presenza di una direttrice stradale principale, quale la ss. 407 Basentana, che agevola i trasferimenti dei flussi di rifiuti verso le piattaforme di trattamento e recupero, rende possibile ipotizzare diverse soluzioni per la realizzazione della piattaforma di trattamento da realizzare per le esigenze di delocalizzazione dell’unità di Matera. Ponendo come vincolo l’individuazione di siti già impegnati da strutture di gestione rifiuti, in particolare per le esigenze di realizzazione di discariche di servizio, le alternative si riducono al sito di Pisticci ed al sito di Ferrandina. La seconda ipotesi è risultata quella più conveniente sotto il profilo della movimentazione complessiva di rifiuti essendo più baricentrica rispetto all’area di maggior produzione costituita dalla città di Matera, che da sola produce circa un terzo dei rifiuti provinciali. Si riporta di seguito la valutazione comparata dei costi di conferimento diretto dei rifiuti indifferenziati ad un impianto localizzato presso il sito di Ferrandina rispetto all’ipotesi di conferimento a stazione di trasferenza.

ASPETTI PERTINENTI DELLO STATO ATTUALE DELL'AMBIENTE E SUA PROBABILE EVOLUZIONE SENZA L'ATTUAZIONE DEL PIANO

La descrizione dello stato attuale dell’ambiente si basa su elementi qualitativi e su una serie di osservazioni che, in ragione della scarsa disponibilità di dati di carattere ambientale, disaggregati ad un livello di dettaglio riferibile al territorio in esame, sono stati tratti principalmente dai piani sovraordinati, da sopralluoghi in sito e da dati forniti dagli uffici comunali. La lettura dell’ambiente è stata condotta considerandolo quale sistema complesso delle risorse naturali ed umane e delle loro interazioni, ossia analizzando i determinanti economici (dinamiche demografiche, attività socio-economiche, ecc.), le componenti e tematiche ambientali (aria, acqua, suolo, habitat, rumore, rischi, ecc.) pertinenti alla tipologia di piano proposto che vuole restituire centralità al territorio, non come mero contenitore delle dinamiche economiche e sociali, ma come sistema integrato di relazioni tra risorse e soggetti diversificati ed interagenti.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 85 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

B.1 Le Tematiche Ambientali

B.1.1 Aria Il clima è particolare e diverso dal resto della regione infatti risente molto dell'influsso dell'Adriatico creando condizioni di semi-continentalità con notevoli escursioni termiche diurne e stagionali. In effetti ad un inverno abbastanza rigido e spesso nevoso segue un'estate molto calda e secca Le caratteristiche climatiche del territorio consortile sono quelle tipiche mediterranee, con precipitazioni varie e mal distribuite, accentuata aridità estiva, piovosità accentrata e talora torrenziale, temperature miti sui versanti più riparati dai venti del Nord, ma con abbassamenti anche molto sensibili nelle zone alto-collinari. Le precipitazioni annuali si aggirano intorno ai 500-700 mm. e vanno gradualmente aumentando da Est ad Ovest assumendo valori maggiori con il progredire delle altitudini. Notevoli risultano, inoltre, le variazioni che, nei massimi e nei minimi assoluti, si aggirano intorno al 40% del dato medio. La irregolare distribuzione è l'altro aspetto determinante della piovosità, la quale ricorre per circa il 60-65% durante l'autunno-inverno, per circa il 20-25% in primavera e per appena il 10-15% durante l'estate. L'accentramento autunno-invernale e l'aridità primaverile-estiva condizionano l'agricoltura e le tecniche produttive mettendo in risalto l'influenza determinante dell'apporto irriguo, anche quando i costi di impianto e gli oneri di esercizio appaiono elevati rispetto ad altri ambienti. Le temperature tra i 10° ed i 20° sono prevalenti e risultano distribuite con maggiore uniformità, conferendo al clima un carattere temperato. Le temperature medie annue dell'ambiente oscillano intorno ai 13°- 15°, con medie massime sui 23° e medie minime fra i 5° delle aree più interne e collinari e i 9° del metapontino. Quelle estive raggiungono eccezionalmente i 35°, con punte massime di 40° nelle zone vallive e minime al di sotto di 0° nelle zone ad altitudine superiore ai 600 m. Per quanto riguarda i venti, infine, interessano soprattutto quelli provenienti da Nord e da Nord-Ovest durante l'inverno, che provocano immediati abbassamenti di temperatura lungo la valle del Bradano. Quelli da Sud-Est e Sud-Ovest frequenti, invece, durante l'estate giungono, i primi, ancora umidi e non causano danni, mentre quelli da Sud-Ovest arrivando asciutti, accrescono notevolmente l'aridità dell'aria proprio nel periodo di maggiore siccità.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 86 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

La fonte principale di informazione relativamente all’inquinamento atmosferico è l’ARPAB, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Basilicata. La conoscenza della situazione in Basilicata si presenta molto diversificata: vi sono zone del territorio poco indagate, per l’indisponibilità di dati e informazioni capaci di restituire un quadro sulla qualità dell’aria, e zone costantemente monitorate, per le quali è disponibile una serie storica di dati che delinea lo stato e l’andamento dell’inquinamento atmosferico. In generale, le aree urbane sono maggiormente monitorate rispetto a quelle industriali e la principale fonte di inquinamento osservata è il traffico veicolare. Esiste una rete di monitoraggio fissa con centraline dislocate nei maggiori centri urbani, mentre periodicamente vengono effettuate delle campagne di monitoraggio con mezzo mobile. Nel comune di Irsina non sono presenti centraline di monitoraggio, che forniscono informazioni a riguardo, e vi sono state campagne di monitoraggio mediante mezzo mobile, come si evince dai cartogrammi che seguono. Abbiano però i dati per aree prossime, Matera (La Martella) e Ferrandina (Zona Industriale).

L’ufficio ARIA coordina e programma le attività utili alla conoscenza della qualità dell’aria ed individua le strategie di prevenzione e di risanamento di situazioni rilevanti. L’ufficio svolge un ruolo di supporto tecnico-scientifico per la predisposizione degli strumenti di pianificazione locale e regionale finalizzati al risanamento della qualità dell'aria e per la messa in opera della Direttive sull’Integrated Pollution Prevention and Control. Pertanto, le attività proprie dell’ufficio consistono in: . il monitoraggio della qualità dell’aria , effettuato mediante la gestione e la manutenzione di una rete di monitoraggio nonchè la messa a punto di apposite campagne di controllo; . la realizzazione di sistemi di valutazione dello stato dell’aria , di tipo statico, mediante la realizzazione di un inventario regionale delle emissioni a valle delle attività di controllo espletate dai dipartimenti provinciali e di tipo dinamico attraverso l’applicazione di modelli di dispersione in atmosfera per analisi sulla diffusione di inquinanti e su episodi di inquinamento determinanti elevati impatti; . la predisposizione ed attuazione di progetti nazionali ed internazionali inerenti i sistemi di monitoraggio e gestione della qualità dell’aria, il rilascio di emissioni in atmosfera e le previsioni di ricadute di inquinanti al suolo. Un aspetto di particolare importanza è la diffusione alla popolazione ed agli operatori di settore dei dati rilevati e dei risultati degli studi e delle applicazioni modellistiche effettuate. In questo contesto si inseriscono, attualmente, i bollettini quotidiani di qualità dell’aria e

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 87 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA quelli dell’ozono inerenti Potenza, Lavello e Melfi. Un ulteriore servizio fornito è relativo all’elaborazione di dati per garantire l’informazione sull’evoluzione del comportamento degli inquinanti primari e secondari. Pertanto, utilizzando le uscite del sistema Prev’Air , vengono prodotte giornalmente le mappe di previsione degli inquinanti secondari, quali O3, NO2 e PM10, su un range di 96 ore. In generale, nel quadro delle attività in fase di sviluppo, si intende andare oltre l'organizzazione dei dati misurati e simulati, dirigendo gli sforzi verso l’applicazione diretta di modelli fotochimica atti a stimare le concentrazioni di inquinanti primari e secondari. Gli inquinanti monitorati in continuo tramite la rete di monitoraggio sono: . Monossido di Carbonio (CO) . Biossido di Azoto (NO2) . Biossido di Zolfo (SO2) . Polveri (PM10) . Ozono (O3) MONOSSIDO DI CARBONIO (CO) CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE: Gas incolore, leggermente più leggero dell'aria con peso molecolare 28 FONTI: è un prodotto della combustione incompleta (in carenza di ossigeno) delle sostanze organiche. La sorgente più importante è costituita dai mezzi di trasporto sopratutto dagli autoveicoli a benzina dove la concentrazione di CO nei gas di scarico è connessa al funzionamento del motore: maggiore produzione con il motore al minimo e in decelerazione. Si hanno poi le emissioni di CO dovute alla combustione in impianti fissi con l'impiego di carbone, olio combustibile, legno, mentre la combustione di gas naturale produce emissioni di CO in quantitativi pressochè trascurabili. Per un bilancio più corretto bisognerebbe considerare anche le emissioni dovute a processi geofisici e biologici come attività vulcaniche, emissioni naturali di gas, scariche elettriche nel corso di temporali. Si può quindi concludere che l'inquinamento di ossidi di carbonio è un inquinamento tipicamente urbano; la sua concentrazione nell'aria è determinata soprattutto dal grado di emissione del gas nell'atmosfera da parte delle autovetture, dal grado di rimozione del terreno, che nella città è molto basso, e, come per ogni inquinante atmosferico, dal grado di dispersione nell'atmosfera. EFFETTI SULL'UOMO : È noto che inalazioni d'aria ad alta concentrazione di CO (superiore a 100 ppm) possono portare alla morte, ma l'inquinante non raggiunge nell'atmosfera concentrazioni così elevate. L'effetto tossico del CO sul corpo consiste nella riduzione della capacità del sangue di trasportare ossigeno. Infatti avviene una

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 88 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA reazione tra l'ossido di carbonio e l'emoglobina (Hb) che porta alla formazione del composto carbossiemoglobina in luogo della formazione di ossiemoglobina che ha il compito di trasportare ossigeno dai polmoni alle cellule del corpo,ne deriva quindi un alto rischio di saturazione dell'emoglobina con CO. BIOSSIDO DI AZOTO(NO2) CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE: Il biossido di azoto è un gas di colore rosso bruno, di odore pungente e altamente tossico. FONTI: Il biossido di azoto si forma in massima parte in atmosfera per ossidazione del monossido (NO), quest'ultimo a sua volta si forma per combinazione diretta dell'azoto e dell'ossigeno contenuti in atmosfera, in presenza delle alte temperature che si possono verificare durante alcuni processi di combustione. Le emissioni da fonti antropiche derivano sopratutto da processi di combustione (centrali termoelettriche, riscaldamento, traffico), oltre che da processi produttivi senza combustione (produzione di acido nitrico, ecc.). In ambito urbano la sua presenza è determinata principalmente dal gas di scarico degli autoveicoli e l'entità delle emissioni dipende da fattori quali velocità, accelerazione, marmitta catalitica ecc. EFFETTI SULL'UOMO :E' un gas irritante per l'apparato respiratorio e per gli occhi, che può causare bronchiti fino anche a edemi polmonari e decesso in quanto è in grado di combinarsi con l'emoglobina modificandone le proprietà chimiche e fisiologiche con formazione di metaemoglobina che non è più in grado di trasportare ossigeno ai tessuti.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 89 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

EFFETTI SULL'AMBIENTE: E' fra i maggiori precursori dello smog fotochimico, come precursore dell'ozono troposferico. Contribuisce inoltre, trasformandosi in acido nitrico, al fenomeno delle "piogge acide" BIOSSIDO DI ZOLFO (SO2) CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE: gas incolore,di odore pungente. FONTI: Il biossido di zolfo si forma nel processo di combustione per ossidazione dello zolfo presente nei combustibili solidi e liquidi (carbone, olio combustibile, gasolio). Le fonti di emissione principali sono legate alla produzione di energia, agli impianti termici, ai processi industriali e al traffico. L'SO2 è il principale responsabile delle "piogge acide", in quanto tende a trasformarsi in anidride solforica e, in presenza di umidità, in acido solforico. Il traffico veicolare contribuisce in scarsa misura grazie al basso tenore di zolfo

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 90 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA contenuto nelle benzine e nel gasolio. La principale sorgente naturale è invece costituita dai vulcani. EFFETTI SULL'UOMO : effetti irritanti a carico del tratto superiore dell'apparato respiratorio. Una concentrazione di 1.6 ppm per qualche minuto può già produrre bronco- costrizione. Gli effetti irritanti riguardano quindi le vie respiratorie (aumento di resistenza al passaggio dell'aria durante la respirazione), gli occhi ed in una certa misura anche il sistema nervoso. I danni maggiori all'apparato respiratorio sembrano comunque derivare dalla combinazione con i particolati sospesi nell'aria, che possono raggiungere il tratto più profondo, vale a dire i polmoni. EFFETTI SULL'AMBIENTE: L'SO2 è il principale responsabile delle "piogge acide", in quanto tende a trasformarsi in anidride solforica e, in presenza di umidità, in acido solforico. In particolari condizioni meteorologiche e in presenza di quote di emissioni elevate, può diffondersi nell'atmosfera ed interessare territori situati anche a grandi distanze (inquinamento transfrontaliero). OZONO(O3) CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE: L'ozono, O3, è un componente gassoso dell'atmosfera. Da un punto di vista chimico è molto reattivo, instabile ed “aggressivo”. Ha caratteristiche fortemente ossidanti, di colore azzurro e dall’odore pungente. FONTI: E' un inquinante secondario la cui formazione è dovuta alla presenza di sostanze chimiche (idrocarburi e ossidi di azoto) dette "precursori", che attivano e alimentano le reazioni fotochimiche producendo ozono, radicali liberi, perossidi ed altre sostanze organiche, fortemente ossidanti (es: perossiacetilnitrati, ecc.). Le concentrazioni più elevate di ozono si verificano prevalentemente nel periodo estivo come conseguenza della potenzialità della radiazione solare, delle alte temperature unite alla presenza di inquinanti primari. EFFETTI SULL'UOMO : E' un gas molto irritante su tutte le mucose, inalazioni prolungate provocano irritazioni polmonari. EFFETTI SULL'AMBIENTE: Diminuisce la produttività delle piante, il suo effetto nocivo è rilevabile da macchie bianche o piccoli punti (necrosi di gruppi di cellule) sulla superficie superiore delle foglie e dall'apparizione di bruciature alle estremità dei germogli.Provoca inoltre un rapido deterioramento dei materiali. APPROFONDIMENTO: Stato fisico gas Formula chimica O3 Caratteristiche chimiche fortemente ossidante

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 91 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Colore debolmente azzurro Odore pungente Punto di fusione -192,5°C Punto di ebollizione -111.9°C

A seconda della sua collocazione in atmosfera, si usa classificarlo in: Ozono stratosferico La stratosfera rappresenta lo strato dell’atmosfera ad una quota al di sopra dei 13-15 km. L’ozono presente naturalmente in essa crea un involucro di spessore tale da esercitare la funzione di filtro nei confronti dei raggi ultravioletti del sole lasciandone passare una determinata quantità. Alcuni degli inquinanti immessi nell’atmosfera dall’uomo contribuiscono ad assottigliare tale involucro; ne consegue che la quantità di UV emessi dal sole e che riesce a raggiungere la superficie della Terra è eccessiva, con ricadute pericolose dirette sull’ambiente e sulla salute dell’uomo. Si parla, in tal caso, di “buco dell’ozono”. Ozono troposferico La troposfera rappresenta lo strato dell’atmosfera al di sotto dei 13-15 km. di quota. E’ un classico inquinante secondario che deriva, infatti, dalle reazioni che avvengono su inquinanti primari:  antropici quali gli ossidi d'azoto (NOx), derivanti da traffico stradale (70 %), altro tipo di traffico (13%), attività industriali (16%), attività domestiche (1%) e i composti organici volatili (COV) derivanti da traffico stradale (14 %), altro tipo di traffico (4%), attività industriali (64%), attività domestiche (18%).  naturali quali isoprene, pinene e limonene, sostanze liberate da alcune classi di vegetali. In entrambi i casi, la radiazione solare rappresenta il catalizzatore delle reazioni di formazione dell’ozono, cosa che spiega la dipendenza stagionale ed oraria della sua concentrazione in atmosfera: essa, infatti, risulta più alta durante le ore di maggiore irraggiamento solare e nella stagione estiva. Se prendiamo come esempio la reazione che vede coinvolti gli NOx, possiamo renderci conto di come un aumento di tale inquinante determini in tempo quasi reale un aumento della concentrazione di ozono in atmosfera. Le reazioni coinvolte seguono questo schema generale: 1) NO2 -> NO + O 2) O + O2 -> O3 3) NO + O3 -> NO2 + O2

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 92 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

4) NO + COV -> NO2 Gli stadi 1, 2 e 3 della reazione globale sono, in natura, in equilibrio tra loro. In essi l’ozono si forma e si consuma e la sua concentrazione resta costante nel tempo. Un incremento degli NOx determina che, tramite ossidazioni, il monossido di azoto (NO) si trasforma in biossido di azoto (NO2). La concentrazione totale dei COV diventa tale che il processo dello stadio 4 risulta preponderante sullo stadio 3, con conseguente inibizione di consumo di ozono e suo successivo accumulo in atmosfera. PM10 CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE: Materiale particellare con dimensione inferiore a 10 micron, la composizione chimica comprende sia sostanze organiche (idrocarburi policiclici aromatici) che inorganiche (metalli pesanti). FONTI: Occorre innanzi tutto osservare che i particolati presenti in atmosfera provengono in buona parte anche da processi naturali, quali le eruzioni vulcaniche e l'azione del vento sulla polvere e sul terreno, processi che solo raramente provocano inquinamento da particolati (a meno di fenomeni di concentrazione locale elevata). La causa principale è infatti da ricercarsi nelle attività dell'uomo, tipicamente l'industria delle costruzioni (particelle di polvere), le fonderie (ceneri volatili) e i processi di combustione incompleta (fumi). Per quanto riguarda gli impianti fissi, il maggior contributo è fornito dalle centrali termoelettriche, mentre, tra i processi industriali, quelli metallurgici occupano il primo posto nella emissione di polveri inquinanti. Il traffico urbano contribuisce all'inquinamento dell'aria da particolati sia a causa della combustione, sia attraverso la lenta polverizzazione della gomma dei pneumatici e dell'asfalto. EFFETTI SULL'UOMO : Si depositano negli alveoli polmonari veicolando sostanze tossiche, quali metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, ecc. Il pericolo è quindi rappresentato dall'insieme di particelle che raggiungono gli alveoli, dando luogo ad un possibile assorbimento nel sangue con conseguente intossicazione. Il materiale che permane nei polmoni può avere un'intrinseca tossicità, a causa delle sue caratteristiche fisiche o chimiche, causare fenomeni di assorbimento o adsorbimento sulle particelle, per cui possono essere convogliate molecole di gas irritanti nei polmoni (ad esempio il carbone sotto forma di fuliggine può incorporare per adsorbimento molte molecole di gas sulla sua superficie). Le emissioni di sostanze inquinanti comportano l'alterazione della composizione chimica dell'atmosfera ed influenzano quindi la qualità dell'aria che respiriamo. Il controllo delle emissioni in atmosfera è, pertanto, un momento fondamentale per la conoscenza delle

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 93 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA dinamiche del sistema produttivo locale e per la conseguente individuazione delle cause che portano al deterioramento della composizione naturale della bassa atmosfera. L’ARPAB svolge il controllo delle emissioni nei punti di rilascio attraverso le attività dei dipartimenti provinciali di Potenza e Matera. Tale lavoro diviene essenziale se rivolto allo sviluppo di un Inventario Regionale delle Emissioni fruibile per l’applicazione di modelli di

trasporto e dispersione degli inquinanti e la delimitazione delle aree a maggiore ricaduta. In questa direzione si sono compiuti notevoli sforzi concretizzatisi nella realizzazione di un database delle fonti inquinanti soggette ad autorizzazione regionale ai sensi del DPR 203/88. Il suddetto database, in corso di completamento, è alimentato dalle autocertificazioni delle aziende stesse ed è finalizzato a produrre i dati emissivi necessari per il data input dei modelli dispersivi.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 94 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Indice di Qualità dell'Aria - IQA

Stazione 17/02 16/02 15/02 14/02 13/02 12/02 11/02

IQA Pm10 - Polveri sottili Potenza Urbana Potenza SubUrbana

Melfi San Nicola di Melfi IQA O3 - Ozono Potenza SubUrbana

Melfi

Lavello San Nicola di Melfi

Ferrandina

Matera

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 95 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Viggiano

Pisticci IQA NO2 - Biossido di Azoto Potenza SubUrbana

Melfi

Lavello San Nicola di Melfi

Ferrandina

Matera

Viggiano

Pisticci Legenda IQA Classe 0-50 51-100 101-150 151-200 201-300 >301 insalubre dato non molto Qualità dell'Aria buona moderata per gruppi insalubre pericolosa disponibile insalubre sensibili

Stazione di Monitoraggio Qualità dell'Aria di: Matera - La Martella

Scegli Archivio bollettini:

Stazioni: Scegli

Indirizzo: La Martella

Comune: Matera

Longitudine: 630724

Latitudine: 4505130

Tipologia: Industriale

lunedì 17 febbraio 2014

3 Biossido di Zolfo SO2 Media 24 ore µg/m

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 96 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

< 5 Valore limite:125 µg/m3

valore 4 5 6 7 6 7 6 7 Giorno 16/2 15/2 14/2 12/2 13/2 11/2 10/2 9/2

3 Biossido di Zolfo SO2max Massima 1 ora µg/m

Valore limite:350 µg/m3 5 Soglia di allarme:500 µg/m3

valore 5 7 8 9 6 8 8 8 Giorno 16/2 15/2 14/2 12/2 13/2 11/2 10/2 9/2

3 Biossido di Azoto NO2max Massima 1 ora µg/m

Valore limite:200 µg/m3 11 Soglia di allarme:400 µg/m3

valore 13 13 29 17 21 9 17 9

Giorno 16/2 15/2 14/2 12/2 13/2 11/2 10/2 9/2

Monossido di Carbonio CO Massima 8 ore mg/m3

0,3 Valore limite:10 mg/m3

valore 0,3 0,3 0,4 0,3 0,4 0,3 0,3 0,3 Giorno 16/2 15/2 14/2 12/2 13/2 11/2 10/2 9/2

Benzene Media 24 ore µg/m3

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 97 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Per il Benzene, è previsto 0,9 che la media nell'anno

civile sia inferiore a 5 µg/m3

valore 1,0 1,2 1,0 0,8 2,3 0,7 0,9 0,8 Giorno 16/2 15/2 14/2 12/2 13/2 11/2 10/2 9/2

3 Ozono O3max Massima 24 ore µg/m

Soglia di 3 83 informazione:180µg/m Soglia di allarme:240µg/m3

valore 84 95 89 86 88 84 90 86 Giorno 16/2 15/2 14/2 12/2 13/2 11/2 10/2 9/2

3 Ozono O3max 8 Media mobile 8 ore µg/m

Valore bersaglio per la protezione della salute umana (media mobile 8 79 ore da non superare più di 25 giorni all'anno media di 3 anni):120 3 µg/m valore 84 89 81 80 81 83 87 83 Giorno 16/2 15/2 14/2 12/2 13/2 11/2 10/2 9/2

n.p. = dato presente ma non pervenuto n.d. = dato non disponibile

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 98 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 99 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Sul territorio in esame non vi sono attività produttive caratterizzate da significative emissioni inquinanti, tali da determinare situazioni di inquinamento grave per la pubblica incolumità. Sono infatti presenti piccole aziende metalmeccaniche, tessili ed alimentari. L’unica fonte di inquinamento che viene prodotta all’interno dell’area è quella derivante dalla mobilità, seppur residua, dei mezzi di trasporto, in transito lungo le principali vie di collegamento stradale dell’ambito. Tuttavia le emissioni prodotte dal traffico veicolare, negli ultimi anni non hanno determinato significativi impatti e/o limitazioni.

B.1.2 Suolo B.1.2.1 Caratteri geomorfologici I caratteri geomorfologici generali dell’area si sono già descritti nell’illustrazione del Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico dell’Autorità di Bacino della Basilicata. La descrizione del contesto ambientale della Basilicata, relativamente a questa tematica, è fornita in riferimento agli aspetti inerenti al rischio naturale, sismico ed idrogeologico, alla contaminazione, da fonti puntuali e diffuse, all’uso del suolo ed ai fenomeni di degradazione fisica e biologica. Secondo la classificazione di primo livello CORINE LAND COVER 2000, la superficie territoriale della regione Basilicata era destinata, nel 2000, per il 58% ad aree agricole (Italia 51,9%), per il 40,2% ad aree boschive e seminaturali (Italia 42%) e per l’1,4% ad aree artificiali (Italia 4,7%) oltre a piccole percentuali di aree destinate ad altri usi (zone umide e corpi idrici); osservando i trend dal 1990 al 2000, si nota un decremento delle aree boschive e seminaturali a favore delle aree artificiali e agricole. Nell’anno 2002 la percentuale di aree urbanizzate e destinate alle infrastrutture ed alla rete di comunicazione della Basilicata risultava tra le più basse d’Italia attestandosi al 3,38% della superficie territoriale. Per quanto riguarda l’urbanizzazione delle aree costiere, la Basilicata presentava nel 1992 delle percentuali di consumo di suolo nella fascia costiera entro 10 km molto bassi e compresi tra 0,3 e 3,5%; si segnala comunque il forte incremento, tra l’80% ed il 190%, della superficie urbanizzata nella fascia costiera ionica tra gli anni 1975-1992. La regione Basilicata è caratterizzata da un territorio particolarmente soggetto ai rischi naturali sia idrogeologico che sismico. L’intensità del rischio qui inteso è legata non solo alla probabilità che un evento calamitoso, di qualsiasi genere, si verifichi, ma anche al danno che esso può causare e dunque alla vulnerabilità dei luoghi in cui può verificarsi ed al valore delle perdite che ne potrebbero conseguire.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 100 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Per quanto concerne il rischio sismico, in base alla nuova classificazione sismica, oltre il 90% della superficie territoriale della regione è classificato a sismicità alta (zona 1) e media (zona 2), a fronte di una media nazionale pari al 46,26%; in particolare quasi un

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 101 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA terzo della superficie regionale (29,4%) ricade in zone a sismicità alta contro la media nazionale pari al 4,5%; inoltre sui 131 Comuni della regione, 45 ricadono in zona 1 e 77 in zona 2 e la percentuale di abitanti residente in comuni classificati in zona 1 e 2 ammonta ad oltre il 78% contro la media nazionale del 40,8%.

Il dissesto idrogeologico costituisce una delle problematiche ambientali più rilevanti della regione Basilicata. Particolare criticità deriva dal fatto che i fenomeni di dissesto sono presenti in quasi tutte le superfici limitrofe e interne ai centri urbani ubicati sui rilievi principali e secondari dell’Appennino Lucano. Nel corso degli ultimi cento anni ben 19 dei 131 centri abitati della Basilicata sono stati oggetto di provvedimento di trasferimento parziale o totale, spesso a seguito di eventi catastrofici, che hanno comportato anche la perdita di vite umane. Le cause della fragilità del territorio lucano sono da ascrivere a molteplici fattori, sia di origine naturale, quali le particolari caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche e sismiche, sia di origine antropica, fra i quali particolare

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 102 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA rilievo assumono gli usi del suolo praticati nel territorio nel corso della storia. Vaste azioni di disboscamento e dissodamento hanno interessato a più riprese i versanti montani e collinari, sulla spinta delle esigenze della popolazione via via determinatesi nel corso dei secoli, innescando, in un territorio dalle caratteristiche geologiche fragili, processi di erosione e di dissesto. Negli ultimi decenni alcuni interventi di sistemazione e consolidamento sono stati attuati sulla scorta delle risorse finanziarie sempre esigue rispetto all’entità e alla diffusione dei fenomeni, e che di certo non sono state sufficienti a garantire la stabilità idrogeologica del territorio, evidenziando che le problematiche del dissesto necessitano oltre che di interventi, anche di azioni di prevenzione e strumenti di pianificazione del territorio caratterizzati da un approccio intersettoriale. La gestione della problematica della difesa del suolo in Basilicata è esercitata da quattro Autorità di Bacino: l’AdB della Basilicata, con competenze sui bacini idrografici dei fiumi Bradano, Basento, Cavone, Agri, Sinni e Noce (di cui il Bradano e il Noce parzialmente compresi nella Basilicata, gli altri totalmente), per una superficie di circa 7.644 kmq pari al 77% dell’intera regione; l’AdB della Puglia con competenze sul bacino del fiume Ofanto, per una superficie di circa 1.336 pari al 13% della regione; l’AdB Nazionale del Sele con competenze sul bacino del fiume Sele per una superficie di 834 kmq pari all’8% e infine in minima parte l’AdB della Calabria con competenze sul bacino del Lao, per soli 174 kmq. A seguito dei decreti emanati alla fine degli anni ’90 in conseguenza di eventi calamitosi, ciascuna delle AdB ha redatto il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) per la parte di territorio di propria competenza. I quattro Piani, approvati ed entrati in vigore negli anni 2001-2005, pur nell’ambito di inevitabili difformità metodologiche, individuano, perimetrano e classificano sia le aree a rischio di frana presenti lungo i versanti, sia le aree a rischio di alluvione lungo i corsi d’acqua. Su tali aree vigono specifiche norme d’uso volte a mitigare o contenere i rischi per le popolazioni, i beni economici, storici, ambientali. Si consideri che le aree a rischio censite dai PAI, sono da valutare come solo una parte di quelle potenzialmente presenti e pertanto i dati sulla loro estensione sono da ritenere sottostimati. Le notevoli risorse ed i tempi necessari allo studio delle condizioni di rischio idrogeologico presenti sull’intero territorio, ha indotto, nelle prime fasi di redazione dei PAI, ad indagare e rivolgere l’attenzione prioritariamente agli ambiti limitrofi ai centri urbani e alle fasce di territorio lungo i corsi d’acqua principali. Gli studi redatti negli anni successivi all’approvazione della prima stesura dei PAI, volti ad aggiornare e integrare i contenuti dei PAI medesimi, hanno evidenziano che diffusi areali a rischio interessano anche gli ambiti extraurbani e la rete idrografica minore, e pertanto con l’aumentare dei settori di territorio studiati, i dati inerenti le quantità di superfici a rischio sono destinati ad

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 103 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA aumentare. I Piani Stralcio per l’Assetto Idrogeologico, oltre a costituire fondamentale strumento per la prevenzione dai rischi, rappresentano una importante fonte di dati conoscitivi, alla quale ci si è riferiti per la elaborazione degli indicatori sintetici di seguito riportati. Per quanto riguarda la qualità dei suoli, è prassi comune distinguere i fenomeni di contaminazione puntuale, identificabili con il problema dei siti inquinati, da quelli diffusi associati in genere a pratiche agricole non sostenibili, non corretta gestione dei rifiuti e delle acque reflue. Relativamente alla contaminazione del suolo da fonti puntuali si fa riferimento a quanto stabilito dal Decreto Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio n. 471/1999, attuativo del D.Lgs. n. 22/1997, in cui si definisce sito contaminato una porzione di territorio, geograficamente definita e delimitata, che presenta alterazioni chimiche, fisiche o biologiche del suolo tali da determinare un pericolo per la salute pubblica o per l'ambiente naturale o costruito e da impedire le funzioni che il suolo stesso dovrebbe svolgere. In regione esistono due siti contaminati di interesse nazionale, ai sensi della suddetta normativa, che riguardano l’area della ex Liquichimica di Tito (provincia di Potenza) e l’area industriale della Valbasento (provincia di Matera) per una superficie complessiva di 3.707 ettari. Oltre a questi siti, in regione esistono una serie di siti contaminati presi in considerazione nella Sezione Bonifica dei siti inquinati, parte integrante del documento “Atti di indirizzo alla redazione del PRGR”. Tra le tipologie di siti considerati troviamo le aree interessate da attività minerarie in corso o dismesse, aree interessate da attività industriali dismesse, aree interessate da rilasci accidentali di sostanze pericolose, aree interessate da discariche non autorizzate, aree interessate da discariche dismesse non bonificate, aree interessate da operazioni di adduzione e stoccaggio di idrocarburi cosi come da gassificazione di combustibili solidi, aree, anche a destinazione agricola, interessate da spandimento autorizzato di fanghi e residui speciali o tossici e nocivi, impianti a rischio di incidente rilevante, pozzi petroliferi e metaniferi, aree interne ai luoghi di produzione, raccolta, smaltimento e recupero rifiuti. La contaminazione del suolo da fonti diffuse considera quegli aspetti qualitativi del suolo che possono risultare progressivamente compromessi da un utilizzo dello stesso, soprattutto da parte dell’uomo, con modalità tali da non rispettare i naturali tempi di riequilibrio, ovvero tali da alterare profondamente gli equilibri chimici e biologici del suolo compromettendone la fertilità.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 104 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Una parte dei rischi di contaminazione diffusa del suolo sono legati all’incidenza della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) con particolare riferimento alle quote destinate ad agricoltura intensiva.

Negli anni dal 1998 al 2003 si è avuta, in Basilicata, una riduzione di circa il 10% della SAU, da 618.884 ettari del 1998 (62% della superficie territoriale) a 554.748ettari del 2003 (55% della superficie territoriale). La percentuale di SAU destinata ad agricoltura intensiva e aumentata dal 68,4% del 1998 al 70,1% del 2000, la media nazionale del 2000 e stata pari a 66,1%. Per quanto riguarda l’utilizzo di fertilizzanti e prodotti fitosanitari si nota, in linea con la riduzione della SAU, una diminuzione delle quantità distribuite, nel 2002 sono stati venduti in regione 70.089 tonnellate di fertilizzanti ad uso agricolo e 2.725 tonnellate di prodotti fitosanitari, tali quantità si sono ridotte a 63.804 tonnellate di fertilizzanti nel 2004 e 2.669 tonnellate di fitosanitari nel 2003; è da notare però che è restata praticamente invariata la quantità di prodotti fitosanitari distribuiti per unità di superficie trattabile che è passata da 4

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 105 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA kg per ettaro del 1999 a 4,1 kg per ettaro del 2003 restando comunque sempre molto al di sotto della media nazionale che nel 2003 si attestava a 9,4 kg per ettaro. Un altro indicatore della contaminazione dei suoli connessa alla pratica agricola è il bilancio degli elementi nutritivi (principalmente a base di azoto e fosforo); infatti l’eccessivo utilizzo di questi elementi in agricoltura è causa di inquinamento da nitrati nelle acque e di fenomeni di eutrofizzazione. Relativamente a questo aspetto in Basilicata si registrano valori di surplus di azoto e fosforo per ettaro di superficie tra i più bassi d’Italia. La Regione Basilicata, con Deliberazione di Giunta Regionale n. 508 del 25.03.2002, ha individuato come zona vulnerabile da nitrati di origine agricola l’area della fascia metapontina corrispondente ai territori dei comuni di , Pisticci, , Policoro, Nova Siri, Rotondella e , inoltre con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 119 del 06.06.2006 ha approvato il Programma d’azione per la tutela delle aree agricole riconosciute vulnerabili all’inquinamento da nitrati di origine agricola ai sensi dell’art. 19 del D.Lgs. 152/1999 (e s.m.i.). Negli ultimi anni si è assistito alla progressiva crescita del numero di aziende e di superficie dedicati a sistemi colturali a minore impatto ambientale; è aumentata la SAU destinata ad agricoltura biologica dall’1,1% del 1998 al 2,9% del 2002 restando comunque inferiore alla media nazionale pari al 4,5%. Per quanto riguarda, invece, l’applicazione del Regolamento 2078/92/CE riguardante le pratiche agricole ecocompatibili, si è registrata una diminuzione delle aree interessate: dai 151.552 ettari del 1998 (24,5% della SAU) si è passati ai 95.299 ettari del 2002 (17,2% della SAU). In merito all’uso del suolo, un aspetto rilevante per il territorio regionale è la presenza di siti per l’estrazione di risorse energetiche. Nel 2005 in regione l’attività di estrazione energetica ha registrato la presenza di 20 concessioni per la coltivazione e di 7 permessi per la ricerca di idrocarburi in terraferma, la superficie complessivamente interessata è risultata pari al 31,1% della superficie territoriale, con un trend positivo rispetto al 2002 in cui tale percentuale era pari al 39,9%. I principali fenomeni di degradazione fisica e biologica in Basilicata sono dovuti all’avanzamento della desertificazione ed all’incremento dell’erosione. Il fenomeno della desertificazione consiste, secondo la definizione data nella Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta alla Siccità e alla Desertificazione (UNCCD), nel degrado del territorio nella aree aride, semi aride e sub umide secche, conseguente all’azione di vari fattori, incluse le variazioni climatiche e le attività umane.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 106 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

La regione Basilicata risulta, unitamente alla Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, tra le regioni italiane a più elevato rischio di desertificazione. La metodologia maggiormente condivisa per la valutazione dell’intensità del fenomeno è la MEDALUS (Mediterranean Desertification and Land Use) che individua e classifica le aree sensibili alla desertificazione in critiche, fragili, potenziali e non affette, attraverso la combinazione di vari parametri relativi a qualità del suolo, clima, vegetazione e gestione del territorio. L’erosione è un fenomeno geologico naturale dovuto alla rimozione di particelle di suolo ad opera di acqua e vento che comporta la perdita delle funzioni del suolo e che è incrementato considerevolmente da alcune attività antropiche. I potenziali impatti dovuti all’erosione sono i danni ai corsi d’acqua, dovuti alla contaminazione degli ecosistemi acquatici di fiumi e mari ad opera di nutrienti e contaminanti presenti nel suolo eroso, i danni alle riserve idriche e ai porti e un degrado progressivo della fertilità e quindi della produttività potenziale dei suoli. L’erosione è provocata da una serie di fattori, tra cui forti pendenze, clima (ad esempio lunghi periodi di siccità seguiti da forti precipitazioni), uso improprio dei terreni, caratteristiche del manto vegetale (ad esempio vegetazione rada) e disastri ecologici (ad esempio incendi forestali). Da uno studio sulla valutazione del rischio di erosione del suolo dovuta all’azione superficiale dell’acqua elaborata per le province italiane, eseguito dall’European Soil Bureau, risulta per la provincia di Potenza un rischio di erosione medio compreso tra 5 e 10 ton/ha/anno, e per la provincia di Matera tra 3 e 5 ton/ha/anno. Altri studi eseguiti in regione sulla erosione costiera evidenziano arretramenti della linea di costa particolarmente accentuati nella fascia costiera ionica negli ultimi 20-30 anni.

B.1.2.2 Caratteri geologici Caratteri geolitologici dell’abitato di Irsina Il lavoro svolto nel R.U in vigore ha permesso di riconoscere che il territorio esaminato è costituito da una successione litostratigrafica che, in accordo con i dati di letteratura, è rappresentata, dal basso, dalle seguenti unità: a) Argille subappennine (Azzaroli et al., 1968) b) Sabbie di Monte Marano (Ricchetti, 1967) c) Conglomerati d’Irsina (Ricchetti, 1967) d) Depositi fluvio-lacustri antichi e) Depositi alluvionali terrazzati

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 107 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

f) Depositi alluvionali attuali g) Depositi di frana e detriti di versante Argille subappennine Le Argille subappennine sono di gran lunga le unità più rappresentate nel territorio d’Irsina; esse costituiscono le estese aree collinari e i fianchi dei rilievi più elevati. Da un punto di vista stratigrafico esse sono costituite da una potente successione argilloso-siltosa d’età compresa tra il Pliocene superiore e l’Emiliano. Le argille e i silt sono di colore grigio e si presentano generalmente in strati con spessore variabile da qualche decimetro al metro. Questa formazione è caratterizzata localmente da intercalazioni sabbioso- conglomeratiche; esse sono state osservate tra le località Serra di Palo e Pozzo Salso (a nord ovest dell’abitato d’Irsina) e nelle località Malevante e Serra Nappone (ad est dello stesso abitato). Lo spessore affiorante delle Argille subappennine è dell’ordine di 400 m. Nell’area esaminata la base della formazione non è osservabile, si osserva invece il tetto che è rappresentato da un’unità sabbiosa conosciuta con il nome di Sabbie di Monte Marano. Sabbie di Monte Marano Le Sabbie di Monte Marano poggiano in contatto stratigrafico sulle Argille subappennine. Il passaggio tra l’una e l’altra unità avviene per alternanza ed in maniera graduale. Il contatto può osservarsi sia a sud est dell’abitato d’Irsina che nella località Valle delle Volpi a nord est dello stesso abitato; lo stesso passaggio si può osservare sul versante settentrionale di Monte Verrutoli e sul versante occidentale del crinale Serra Palese - Serra Meschina (a monte di Santa Maria D’Irsi). Si tratta di depositi sabbioso-arenacei e conglomeratici aventi spessori fino a 50 m. La parte bassa della formazione è caratterizzata da depositi clinostratificati a basso angolo e, spesso, dalla presenza di superfici erosive marcate da orizzonti di lamellibranchi. La parte intermedia, invece, è caratterizzata da un’alternanza di sabbie ed arenarie che mostrano al loro interno strutture tipo hummocky, livelli argillosi bioturbati e superfici erosive. La parte alta della formazione invece è caratterizzata da sabbie grossolane cui s’intercalano livelli di conglomerati che localmente sono alternati alle sabbie in strati clinostratificati con angoli di circa 10°. Le aree che presentano i migliori affioramenti sono localizzate nei dintorni di Monte S. Marco, a Valle delle Volpi e sul crinale Serra Meschina - Serra Palese.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 108 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Conglomerato d’Irsina Si tratta di depositi perlopiù conglomeratici che sono caratterizzati da spessori variabili da pochi metri fino a circa 40 m. Tale corpo è in contatto erosivo sia sulle Sabbie di Monte Marano che sulle Argille subappennine. Si riconoscono litofacies conglomeratico-sabbiose clinostratificate in cui gli angoli variano da 30° fino a raggiungere valori prossimi all’orizzontale. Verso l’alto quest’unità è caratterizzata dalla presenza di depositi sabbioso-conglomeratici continentali ricchi in matrice terrosa di colore rosso bruno. Lo spessore è variabile fino ad un massimo di 10 m. Questa unità affiora diffusamente nell’area d’Irsina nella parte sudorientale dell’abitato, affiora, inoltre nelle parti più elevate del crinale, che da Monte Verrutoli si sviluppa verso Monte S. Angelo e con spessori nettamente inferiori affiora anche a Monte Irsi. Depositi fluvio-lacustri antichi Nelle Località Piano Cardone – Serra del Destino e Serra del Forgione è presente un’ampia superficie terrazzata posta ad una quota di 400 m s.l.m. In queste località la superficie terrazzata è costituita da una successione sabbioso-conglomeratica che poggia in contatto erosivo discordante sulle Argille subappennine. La suddetta successione è caratterizzata dalla presenza di sedimenti di chiara origine vulcanica (ceneri, lapilli, scorie, frammenti di lave, piccoli cristalli d’augite ed hauyna) riferibili all’attività del Vulture. La stratificazione è poco marcata ed i depositi sono caratterizzati dalla presenza di numerose superfici erosive la cui geometria varia da irregolare a concava. Verso l’alto i depositi sabbioso conglomeratici passano ad una facies sabbioso-limosa ed argillosa in cui si rinvengono livelli di frustoli vegetali e noduli di calicee biancastre. Secondo Azzaroli et al. (1968) questi depositi costituiscono le tracce di un antico bacino fluvio-lacustre cui apparteneva anche il lago di Venosa che è riferito al Pleistocene medio. Depositi alluvionali terrazzati Tali depositi si ritrovano a più altezze lungo i fianchi del Fiume Bradano e del Torrente Basentello; sono costituiti da sedimenti sabbioso-limosi non cementati in cui si ritrovano intercalazioni di conglomerati poligenici sciolti. Nella carta al 25.000 i diversi ordini terrazzati non sono stati distinti poiché il più delle volte gli orli dei terrazzi sono stati rimodellati e spianati sia dall’erosione e/o dai movimenti franosi che dalle attività antropiche (arature e livellamenti dei terreni agricoli). Lo spessore di questi depositi va da pochi metri fino a 10 m. Lungo il corso del Fiume Bradano, tali depositi sono presenti soprattutto sul versante destro del fiume fino ad una

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 109 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA quota di oltre 100 m al di sopra del letto attuale e testimoniano un notevole approfondimento e migrazione verso nord est dello stesso corso d’acqua. Depositi alluvionali recenti ed attuali Tali depositi si rinvengono in prossimità dei corsi d’acqua che attraversano il territorio d’Irsina; essi si ritrovano fino a tre/quattro metri al di sopra del letto attuale e sono costituiti da depositi sabbioso limosi cui s’intercalano lenti e livelli di ghiaie poligeniche, associati a tali sedimenti si ritrovano depositi eluvio–colluviali di colore variabile dal nerastro al rossastro. I depositi alluvionali attuali sono rappresentati da sabbie limose e conglomerati poligenici e si ritrovano lungo il letto attuale dei corsi d’acqua, dall’alveo fino ad un’altezza massima di due metri al disopra di esso. Depositi di frana e detriti di versante I versanti dei rilievi più elevati che caratterizzano il territorio d’Irsina (rilievo su cui sorge l’abitato d’Irsina, crinale di Monte Verrutoli-Monte S. Angelo, Monte d’Irsi, crinale Serra Meschina-Serra Palese) sono caratterizzati dalla presenza di estese coperture costituite da detriti di versanti, corpi di frana (sia quiescenti che attivi) e da depositi colluviali. Tali depositi si ritrovano talmente compenetrati tra loro da non essere distinguibili, per questo motivo, nella carta 1:25.000 allegata al R.U. sono stati indicati con lo stesso colore. Questi depositi sono costituiti da depositi sabbioso-ghiaiosi immersi in una matrice sabbioso-argillosa di colore variabile dal rossastro al marrone scuro e da isolati e grossi blocchi conglomeratici poligenici ed eterometrici. Tettonica I sedimenti plio-pleistocenici presenti nel territorio d’Irsina sono caratterizzati da un assetto monoclinalico immergente a nord-est di pochi gradi e dalla presenza di faglie dirette che hanno accompagnato il notevole sollevamento a cui l’area è stata soggetta dal Pleistocene medio. La direzione di tali lineazioni va sia in direzione appenninica (N140) che in direzione antiappenninica (N50). Il sollevamento è testimoniato, tra l’altro, dai depositi terrazzati fluvio-lacustri che tra Piano Cardone e Serra Forgione si ritrovano ad un’altezza di oltre 150 m al disopra del letto del Torrente Basentello. Geomorfologia I caratteri geomorfologici di tale area sono chiaramente legati sia ai caratteri della successione litostratigrafica ivi affiorante che all’azione modellatrice dei corsi d’acqua che

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 110 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA solcano il territorio; questo, infatti, è costituito prevalentemente da una potente unità argillosa facilmente erodibile ed è attraversato da corsi d’acqua che, come testimoniato dalle numerose superfici terrazzate presenti fino ad oltre 150 m al disopra dell’alveo attuale, hanno subito un notevole approfondimento. Da un punto di vista geomorfologico il territorio d’Irsina è rappresentato da un’estesa area collinare caratterizzata da forme molto blande, a cui si associano rilievi più elevati separati dalle aree circostanti da ripidi versanti su cui si ritrovano numerose ed estese forme di dissesto. Le aree d’affioramento delle Argille subappennine possono essere raggruppate in due categorie morfologiche principali, di cui una rappresentata da forme collinari molto blande e l’altra da aree calanchive Le morfologie più blande si ritrovano in corrispondenza delle aree meno elevate in cui l’energia potenziale dei versanti è notevolmente ridotta; le forme di dissesto sono praticamente impercettibili e ridotte a movimenti superficiali, questi sebbene di limitata estensione sono molto frequenti e sono da tenere in considerazione nell’ambito della pianificazione territoriale. In queste aree il paesaggio è costituito da colline dalle forme dolcemente arrotondate ed ondulate e sulle quali si ritrovano estesi campi, adibiti a colture seminative (Contrada Malevante, Contrada Tamburrini, Monte della Maddalena, Contrada Terremoto, Contrada Pasquariello, Contrada Bollettieri, Serra Nappone, Contrada Frammarino, Contrada San Giovanni, Contrada Notargiacomo, Contrada S. Maria D’Irsi, Contrada Masserotti, Contrada Taccone, Contrada Pozzo Salso-Posticchio – Monte Verdese). Le morfologie caratterizzate da forme calanchive si ritrovano in corrispondenza delle aree più elevate in cui affiorano le argille subappennine; in queste aree la concomitanza di un’elevata energia potenziale e di un litotipo facilmente erodibile, quale le Argille subappennine, ha favorito l’innesco di processi erosivi accelerati che col tempo hanno portato alla formazione d’aree calanchive molto ben sviluppate (versante occidentale dell’altopiano dell’abitato d’Irsina, versante orientale della dorsale M. Verrutoli – M. S. Angelo, versante sud-occidentale di Serra di Palo, versante occidentale di Monte Irsi e versante sud occidentale di Serra Meschina –Serra Palese). Le aree d’affioramento delle Sabbie di Monte Marano e dei Conglomerati d’Irsina costituiscono i rilievi più elevati dell’area indagata e sono i testimoni di un’antica piana alluvionale e/o costiera che è stata notevolmente sollevata e quasi del tutto erosa. Da un punto di vista morfologico tali aree sono rappresentate o da rilievi caratterizzati da estese superfici pianeggianti (altopiano su cui sorge l’abitato d’Irsina) o da dorsali strette ed allungate (dorsale di Monte Verrutoli – Monte S. Angelo e dorsale Serra Meschina – Serra

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 111 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Palese). Le aree a quote maggiori presenti nel territorio d’Irsina si ritrovano in corrispondenza del:  crinale che si sviluppa tra Monte Verrutoli (623 m s.l.m.) e Monte S. Angelo (519 m s.l.m.);  rilievo su cui si estende l’abitato d’Irsina (Monte S. Marco, 563 m s.l.m., - Serra di Gianni, 529 m s.l.m., Madonna della Pietà 556 m s.l.m.);  Monte d’Irsi (484 m s.l.m.);  Serra Montavuto (506 ms.l.m.) - Serra della Battaglia (468 m s.l.m.);  crinale che si estende da Serra Meschina (456 m s.l.m.) a Serra Palese (445 m s.l.m.) e che corre lungo il confine sud orientale del territorio in oggetto; pianoro compreso tra Piano Cardone (403) e Serra del Forgione (402 m s.l.m.). I versanti di tali rilievi sono caratterizzati localmente sia da forme erosive molto accentuate (calanchi) che dalla presenza di numerosi corpi di frana sia antichi sia recenti; questi ultimi sono rappresentati prevalentemente da colate e da frane da scoscendimento e più raramente da frane da crollo. Le prime caratterizzano le porzioni medio alte dei versanti e sono impostate prevalentemente nell’ambito delle Argille subappennine, le ultime, invece, si ritrovano nelle aree più elevate dei versanti ed hanno interessato le porzioni più alte della serie bradanica (Conglomerato d’Irsina). Il più delle volte le frane da crollo sono conseguenti alle frane di colamento che si sviluppano nelle porzioni meno elevate dei versanti. In relazione ai dati elaborati per la variante al R.U., e quanto rilevabile dalla carta geolitologica dell’area del Bradano, già descritta con la valutazione dei rapporti del presente studio con il piano stralcio dell’Autorità di Bacino, l’area interessata dall’intervento risulta sostanzialmente “sicura” dal punto di vista geologico. In relazione ai dati elaborati per la variante al R.U., e quanto rilevabile dalla carta geolitologica dell’area del Bradano, già descritta con la valutazione dei rapporti del presente studio con il piano stralcio dell’Autorità di Bacino, l’area interessata dall’intervento risulta sostanzialmente “sicura” dal punto di vista geologico.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 112 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 113 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

B.1.2.3 Caratteri idrogeologici Allo scopo di visualizzare le condizioni di rischio idrogeologico presenti nel territorio di Irsina, in primo luogo sono stati individuati e delimitati i principali bacini idrografici in cui è suddiviso il territorio. Il bacino di primo ordine è rappresentato dal Bacino del Fiume Bradano (I Br).che comprende l’intero territorio comunale. Questo bacino è suddiviso a sua volta in cinque bacini di secondo ordine e uno di terzo ordine; I bacini di secondo ordine sono rappresentati dal Bacino idrografico del Torrente Percopò (II Br Pr), dal Bacino idrografico del Fosso di Gianmaria (II Br Gn), dal Bacino idrografico del Fosso Acqua di Lupo (II Br Al), dal Bacino idrografico della Fiumarella di Tolve (II Br FT) e dal Bacino idrografico del Torrente Basentello; il bacino di terzo ordine è rappresentato dal Bacino idrografico del Fosso San Giovanni. Il Fiume Bradano attraversa la porzione sud occidentale del territorio di Irsina scorrendo in direzione appenninica (N 120). Il Torrente Basentello, che è il suo maggiore affluente, si sviluppa lungo le aree più orientali del territorio di Irsina e confluisce nel Fiume Bradano poco al di fuori del territorio comunale in esame. Tra gli affluenti più importanti del Fiume Bradano sono da ricordare:  la Fiumara di Tolve, che interessa solo marginalmente il territorio in esame;  il Torrente Percopò ed il torrente della Rignosa che, passano dall’area di Borgo Taccone, attraversano un’area collinare con morfologia blanda e s’immettono nel Fiume Bradano all’altezza dell’abitato di Irsina;  il Fosso Acqua di Lupo che scaturisce dalle pendici del rilievo su cui sorge Irsina e si sviluppa in direzione N fino a confluire nel Fiume Bradano. Lungo i corsi d’acqua summenzionati sono stati cartografati in celeste le aree soggette ad alluvionamenti in occasione di prolungati ed intensi periodi di pioggia. Nell’ambito dei bacini idrografici sono stati cartografati i principali corpi di frana che in cartografia sono indicati con il colore rosa; questi sono parte integrante dei caratteri geomorfologici ed evolutivi di ogni bacino idrografico e condizionano fortemente l’utilizzo del territorio. Le ripetute fasi di sollevamento recente, che hanno interessato l’area in oggetto, sono responsabili di configurazioni geometriche fortemente acclivi con conseguente vasta diffusione di fenomeni erosivi e franosi di varia età e meccanismi che trovano facile sviluppo in tutte le sequenze litologiche della successione marina calabriana precedentemente descritta. Benché quest’ipotesi sembra ben inquadrarsi nella

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 114 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA storia tettonica della zona vanno considerate anche le altre cause, connesse soprattutto ad eventi paleoclimatici diversi dalle condizioni attuali, caratterizzate da intense e prolungate precipitazioni meteoriche. Lungo le pendici dei rilievi più elevati delimitati dal fiume Bradano e dal Torrente Basentello nonché dagli altri affluenti dei suddetti fiumi sono presenti tracce di paleosuperfici di scorrimento concave e lembi residui di frane più antiche in via di cancellazione per effetto di un giovane reticolo calanchivo in fase attualmente rimontante. In corrispondenza dell’area interessata dal nuovo reticolo idrografico oltre alle incisioni torrentizie profonde e ai fossi in erosione regressiva si registra la presenza di una fenomenologia franosa caratterizzata da ampi sfettamenti spondali. Oltre a questo fenomeno di dissesto sono riconoscibili i segni evidenti di una notevole attività franosa riconducibile essenzialmente al tipo di scorrimento multiplo retrogressivo. Si tratta infatti di scorrimenti rototraslazionali, marcati da ampi cigli circolari di distacco che si portano a ridosso della placca sabbioso-conglomeratica. Alcuni di essi, oggi lontani dalla fase esaustiva, procedono lentamente verso val e provocando nuovi avvallamenti, crepacciature, gradonamenti che coinvolgono anche strutture fisse ed infrastrutture viarie. Le cause di questi movimenti sono attribuibili alla particolare debolezza lito-strutturale del pendio. Non mancano scorrimenti rotazionali profondi che hanno ruotato in contropendenza zolle anche potenti della serie sedimentaria con formazione a tergo di pericolose depressioni acquitrinose. I corpi di frana che si sviluppano verso val e su superfici planari o debolmente circolari mostrano oggi un’attività più spinta nella fascia intermedia dei versanti. Essi rappresentano una rimobilitazione anche totale dei vecchi corpi franosi. Ciò si determina a causa dell’instaurarsi di un regime delle pressioni neutre molte elevate per lunghi periodi dell’anno, derivante da ristagni d’acqua e di apporti idrici diretti o provenienti dal drenaggio della placca sommitale sabbioso-conglomeratica. Le condizioni di stabilità o quiescenza dei vari corpi franosi dipendono essenzialmente dalle attività erosive esercitate dai solchi erosivi e aste torrentizie che variamente dissecano i versanti e producono attraverso notevoli azioni di scalzamento al piede fenomeni di scorrimento rotazionale con spiccata tendenza evolutiva verso monte. Di qui la necessità di contenere i processi erosivi mediante la realizzazione di adeguate opere di bonifica idraulico forestali soprattutto lungo i fossi e le aste torrentizie che più direttamente minacciano la stabilità delle fasce periferiche in cui si trovano insediamenti urbani e rurali.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 115 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Caratteristiche idrogeologiche Bacino del Bradano Le successioni stratigrafiche presenti nel bacino del Bradano possono essere raggruppate in complessi idrogeologici caratterizzati da differente tipo e grado di permeabilità. L’assetto stratigrafico-strutturale e le caratteristiche di permeabilità dei litotipi presenti nel bacino condizionano l’infiltrazione delle precipitazioni meteoriche e l’andamento della circolazione idrica nel sottosuolo. Nel settore occidentale e sud-occidentale del bacino del Bradano si rinvengono complessi idrogeologici a permeabilità da media a bassa, rappresentati da:  Complesso calcareo-marnoso-argilloso, che comprende le successioni argilloso- marnose e calcareoclastiche dell’Unità di Lagonegro. Il grado di permeabilità è variabile da medio a basso in relazione alla presenza di livelli pelitici ed allo stato di fratturazione. Nell’area in esame costituisce acquiferi di potenzialità limitata, con recapiti sorgivi inferiori a 1 l/s (es. Sorgente Trave con Q=0,5l/s e sorgente Regina con Q=1 l/s di Pietragalla).  Complesso arenaceo-conglomeratico, che nell’area in esame comprende successioni dell’Unità di Lagonegro costituite da quarzoareniti numidiche o da arenarie arcosiche con intercalazioni di livelli pelitici. Il grado di permeabilità varia da medio a basso, in relazione allo stato di fratturazione ed alla presenza di livelli pelitici. Anche questo complesso idrogeologico costituisce acquiferi di limitata potenzialità ed alimenta sorgenti caratterizzate da portate molto basse ( es. Sorgente Fonte Grande di Oppido Lucano con Q=0,2 l/s; Sorgente Fonte Pila con Q=0,16 l/s e Sorgente Viscilo con Q=0,25 l/s di San Chirico Nuovo). Nel settore centro-orientale del bacino del Bradano il complesso idrogeologico maggiormente affiorante è il complesso argilloso-sabbioso, che comprende le successioni argillose pleistoceniche dell’Avanfossa bradanica e dei bacini intrappenninici pliocenici e che risulta caratterizzato da grado di permeabilità da basso a nullo. I depositi sabbiosi e conglomeratici dell’Unità dell’Avanfossa bradanica e dei bacini intrappenninici sono inclusi nel Complesso sabbioso-conglomeratico, che si rinviene in corrispondenza dei rilievi di Acerenza, di Tricarico, di Monte Verrutoli, di Grassano, di Grottole, Banzi, Irsina, Poggiorsini, Serra Carbonara, Serra Palese. Il grado di permeabilità di tale complesso è variabile, da medio a basso, in relazione alle caratteristiche granulometriche, allo stato di addensamento e/o cementazione dei depositi, oltre che in relazione allo stato di fratturazione, allorquando le sabbie ed i conglomerati sono cementati. Gli acquiferi allocati nei depositi sabbioso-conglomeratici

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 116 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA pliocenici ospitano falde di limitata estensione e potenzialità che alimentano sorgenti di portata in genere inferiore a 1 l/s (es. Sorgenti Fonte di Polito con Q=0,1 l/s e Fonte San Marco con Q=0,32 l/s ad Acerenza). Gli acquiferi allocati nei depositi conglomeratici e sabbiosi pleistocenici ospitano talora falde aventi potenzialità maggiori che alimentano sorgenti con portate superiori ad 1 l/s (es. Sorgente Valle Donata con Q=6,4 l/s, Sorgente Capo d’Acqua con Q=4,1 l/s e Sorgente Fonte Cavallina con Q=1,9 l/s a Banzi; Sorgente Contrada Fontana con Q=2 l/s ad Irsina, dove sono presenti anche recapiti minori quali la Sorgente Peschiera con Q=1,15 l/s e la Sorgente Festola con Q=1,3 l/s). Acquiferi minori si rinvengono dei depositi sabbioso-conglomeratici pleistocenici di Miglionico, che alimentano sorgenti con portata inferiore ad 1 l/s (Sorgente Fonte Pila con Q=0,5 l/s, Sorgente Cornicchio con Q=0,25 l/s). Nel settore nord-orientale del bacino del Bradano si rinviene il complesso calcareo, che in quest’area include le successioni carbonatiche dell’Unità Apula, caratterizzato da grado di permeabilità variabile (da medio ad alto) in relazione allo stato di fratturazione ed allo sviluppo del fenomeno carsico. In quest’area non si rinvengono sorgenti in quanto la circolazione idrica risulta essere alquanto profonda.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 117 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

L’area oggetto di intervento dal punto di vista idrogeologico è una “zona sicura” non essendo stata né in passato né di recente da fenomeni di dissesto, anche minimi.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 118 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

B.1.2.4 Uso del suolo L’uso del suolo descrive la variazione dei vari tipi di aree (urbane, industriali, agricole, forestali, naturalistiche ecc.) presenti su un determinato territorio. L’elaborazione dei dati Corine Land Cover (l’iniziativa Corine Land Cover (CLC), coordinata dalla Commissione Europea e dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA), è nata a livello europeo specificamente per il rilevamento e il monitoraggio delle caratteristiche di copertura e uso del territorio) relativi alla Regione Basilicata mette in evidenza che esiste una percentuale leggermente più elevata di urbanizzazione si rileva in corrispondenza dei capoluoghi di provincia, si osserva, inoltre, un maggiore addensamento urbano lungo la zona costiera rispetto alle aree interne.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 119 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 120 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

I suoli dei rilievi collinari argillosi della fossa bradanica e del bacino di Sant'Arcangelo, su depositi marini a granulometria fine, argillosa e limosa e, subordinatamente, su depositi alluvionali o lacustri. In prevalenza sono a profilo moderatamente differenziato per ridistribuzione dei carbonati e brunificazione, e hanno caratteri vertici; sulle superfici più erose sono poco evoluti e associati a calanchi. Sulle superfici sub-pianeggianti hanno profilo differenziato per lisciviazione, ridistribuzione dei carbonati, e melanizzazione. Le quote sono comprese tra i 20 e i 770 m s.l.m. L'uso del suolo prevalente è a seminativo, subordinatamente a vegetazione naturale erbacea o arbustiva, spesso pascolata. La loro superficie totale è di 157.705 ha, pari al 15,8 % del territorio regionale. In questa provincia pedologica, che appartiene, insieme alle due precedenti (province 10 e 11), alla fossa bradanica e al bacino di S. Arcangelo, le antiche superfici sono rare, a causa delle caratteristiche dei substrati argillosi, instabili dal punto di vista geomorfologico. Le aree più stabili, subpianeggianti, in genere in posizione sommitale, sono talora caratterizzate da sottili coperture di materiale alluvionale argilloso-limoso con percentuali variabili di sabbia. Tali superfici si sono conservate in particolare nella porzione settentrionale della provincia pedologica, mentre sono estremamente ridotte nelle porzioni centrali e meridionali. Su queste morfologie si sono sviluppati i suoli più evoluti, che presentano una ridistribuzione dei carbonati con formazione di orizzonti di accumulo secondario (orizzonti calcici), e una lisciviazione dell'argilla che ha portato alla formazione di orizzonti di accumulo (orizzonti argillici) moderatamente spessi. In questi suoli l'ossidazione dei minerali del ferro ha condotto alla brunificazione. Favorita dalla scarsa presenza di fenomeni erosivi, si assiste in questi suoli alla melanizzazione degli orizzonti superficiali, con formazione dell'epipedon mollico, di colore scuro e ricco in sostanza organica. Molto più diffusi sono i suoli a profilo moderatamente evoluto. A partire dal substrato argilloso, lapedogenesi porta dapprima all'allontanamento dei sali liberi, più solubili, e successivamente alla ridistribuzione dei carbonati. Questa è avvenuta, in questi suoli, con intensità diversa in relazione alla stabilità delle superfici: in quelle più stabili la decarbonatazione degli orizzonti superficiali è significativa, e si assiste alla formazione di orizzonti di accumulo dei carbonati secondari (orizzonti calcici), in genere non molto profondi. In molti suoli questo processo è avvenuto in misura più limitata. Il processo pedogenetico che caratterizza la maggior parte dei suoli della provincia è la vertisolizzazione.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 121 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Il nome di questo processo deriva dal latino vertere (girare, rivoltare): questi suoli infatti hanno un profilo relativamente omogeneo dalla superficie fino a una profondità di 60-80 cm, come se fossero stati arati. L'omogeneità è evidente sia nel colore che in altri caratteri, come ad esempio la tessitura e il contenuto in sostanza organica. Questo fenomeno è dovuto alla tessitura argillosa, alla presenza di argille a reticolo espandibile, e a un clima a forti contrasti stagionali. Nei periodi secchi la contrazione delle argille provoca l'apertura di profonde fessurazioni, le quali si richiudono nei periodi umidi, con il rigonfiamento delle argille. La chiusura delle fessure provoca forti pressioni all'interno degli orizzonti interessati, a causa del materiale caduto dalla superficie in profondità nel periodo in cui le fessure erano aperte. Tali pressioni sono testimoniate da figure pedogenetiche caratteristiche, le facce di pressione e scivolamento, presenti tipicamente negli orizzonti sub-superficiali di questi suoli. I suoli che presentano questi fenomeni sono denominati vertisuoli. I vertisuoli di questi ambienti sono profondamente fessurati nel periodo estivo. Normalmente, le fessure sono già visibili a partire dal mese di aprile, e si richiudono solamente nei mesi di ottobre o novembre, per effetto delle piogge autunnali. Il fatto che la fessurazione di questi suoli si prolunghi per oltre sei mesi, è un carattere che evidenzia un pedoclima prossimo all'aridità. I versanti argillosi sono talvolta “interrotti” da aree pianeggianti, costituite da lembi di terrazzi alluvionali. Si tratta di aree residuali di superfici che nel passato probabilmente erano molto più ampie, e che sono state in gran parte smantellate. Queste aree, poste a quote molto diverse rispetto ai fondivalle attuali dei corsi d'acqua che le hanno originate, hanno in genere superfici molto limitate e raramente raggiungono dimensioni cartografabili alla scala del presente lavoro. Appartengono alla provincia pedologica n. 14. Per effetto dell'intensa erosione, molti versanti sono caratterizzati da suoli poco evoluti, a profilo indifferenziato, accanto ad aree calanchive, che si presentano denudate, con il substrato affiorante. La presenza dei calanchi, vere e proprie badlands, su ampie aree, fa sì che è essenzialmente al territorio di questa provincia pedologica che si associa la percezione del rischio di desertificazione per il territorio lucano. L'erosione non si limita alle aree a calanco, ma è presente anche sui versanti meno pendenti, coltivati a seminativo. Questa coltura infatti, soprattutto se condotta su superfici a pendenze elevate, scopre il suolo nel periodo invernale, quando le precipitazioni sono concentrate, e lo rende più esposto agli agenti erosivi. Per ovviare a questi inconvenienti,

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 122 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA molte sono le azioni che si possono intraprendere, oltre naturalmente a evitare la coltivazione a seminativo dei versanti più ripidi. Ad esempio, è necessario evitare le arature a rittochino, effettuare sistemazioni dei terreni che interrompano i pendii troppo lunghi, e che realizzino una efficiente regimazione delle acque di scorrimento superficiale. In Basilicata l’attività estrattiva di materiali di cave ha avuto un notevole sviluppo in parte associato, però, ad un uso indiscriminato del territorio e delle sue risorse, al 2011 abbiamo la presenza di ben 51 cave attive e 32 dismesse e/o abbandonate. Il territorio, con la sua complessità litologica e le peculiarità geomorfologiche, ha infatti determinato un’offerta di una grande varietà di rocce di interesse industriale e tecnologico. Prevale l’estrazione di sabbie e ghiaie seguito dal calcare e pietre ornamentali. Nel territorio di Irsina non registrano una sostanziale assenza di cave. La Regione Basilicata a fronte di una legge regionale la L.R. 12/1979 modificata dalla L.R., non è ancora dotata di Un PRAE (piano regionale attività estrattive) pertanto il quadro normativo è ancora fermo al Regio Decreto del 1927, con un approccio chiaramente “sviluppista” che non tiene in alcun modo conto degli impatti provocati sul territorio. Purtroppo, occorre aggiungere che ancora in molte Regioni, a cui sono stati trasferiti i poteri in materia nel 1977, si verificano situazioni di grave arretratezza e rilevanti problemi. Al centro-nord almeno il quadro delle regole è completo: i Piani Cava, ove presenti, sono periodicamente aggiornati per rispondere alle richieste di una lobby dei cavatori organizzata. Mentre particolarmente preoccupanti sono le situazioni di Veneto, Abruzzo, Molise, Sardegna, Calabria, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia e Piemonte, tutte Regioni che non hanno un Piano Cave in vigore. L’assenza dei piani è particolarmente grave perché in pratica si lascia tutto il potere decisionale in mano a chi concede l’autorizzazione senza alcun riferimento su quanto, dove, come cavare. E se si considera il peso che le Ecomafie hanno nella gestione del ciclo del cemento e nel controllo della aree di estrazione è particolarmente preoccupante una situazione priva di regole. Delicata è poi la situazione quando si progettano e realizzano infrastrutture perché, anche nelle Regioni provviste di Piani, si esce dalle previsioni per cercare siti di cava ulteriori e l’esito è quasi sempre quello cui siamo abituati a vedere intorno alle principali strade e ferrovie italiane, con ai margini enormi buchi nelle colline. In generale tutte le Leggi Regionali risultano indietro rispetto a una idea di moderna gestione del settore compatibile con il paesaggio e l’ambiente, in particolare per quanto riguarda le aree da escludere per l’attività, il recupero delle aree, la spinta al riuso di inerti provenienti dalle demolizioni edili.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 123 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Ecosistema Incendi, il monitoraggio di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile, si è concentrato su tutti i Comuni che nel biennio 2008-2009 hanno subito almeno un incendio di estensione pari o superiore ad un ettaro. L’indagine è stata realizzata con un questionario inviato alle 99 amministrazioni comunali lucane con le suddette caratteristiche. Al questionario hanno risposto in modo completo in 55 comuni, il 56% del campione, su cui si è basata l’analisi dei dati di Ecosistema Incendi 2010 in Basilicata.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 124 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Il territorio del comune di Irsina, nel biennio 2008/2009, è stato interessato da N° 9 incendi che hanno danneggiato 181 ha, ottenendo un giudizio sufficiente nello studio Legambiente del 2010 per la gestione dell’evento.

B.1.2.5 Natura e biodiversità Il territorio della regione Basilicata, poco più di 990.000 ettari, è caratterizzato da una importante presenza (34%) di seminativi agricoli e da una significativa componente di boschi mesofili e mesotermofili (20%). Caratterizzano inoltre il paesaggio regionale agroecosistemi complessi e mosaici di vegetazione che rappresentano un importante elemento di connessione tra aree ad elevata biodiversità.

La diversificazione La diversificazione evidenziabile a livello di Land Cover, è altresì individuabile ad un livello di dettaglio maggiormente elevato in riferimento alle categorie prative presenti nel territorio regionale, è infatti possibile distinguere tra gli habitat ritenuti

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 125 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA di interesse comunitario ben 5 tipologie di prati presenti in aree ecologicamente ben contraddistinte e di grande valenza ai fini della conservazione della biodiversità.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 126 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

I sistemi di terre e i sistemi ambientali Sulla base delle conoscenze acquisite sul territorio della Regione Basilicata e dalla elaborazione della cartografia di base rielaborata come descritto nel cap. 4 par. 4.1 è stato possibile individuare e descrivere una serie di ambiti ecologicamente omogenei che hanno costituito le unità di indagine del presente lavoro. Il territorio della Regione Basilicata è stato suddiviso, infatti, in 12 sistemi unitari ed omogenei sotto l’aspetto pedologico definiti “sistemi di terre” già descritti, nonché morfologico e di uso del suolo. La regione è stata inoltre suddivisa in sistemi ambientali riferibili alle categorie di Land cover e che accomunano sotto l’aspetto ecologico le cenosi vegetali riscontrabili sul territorio regionale. Entrambi i sistemi sono il risultato di semplificazioni concettuali deputate allo scopo di consentire un approccio logico più snello alle analisi finalizzate all’individuazione della rete ecologica a scala regionale. Essi consentono inoltre una lettura speditiva degli ambiti ecologico-funzionali sui quali indagare e dei fenomeni di degrado del territorio. L’incrocio tra le due informazioni consente, ad esempio, di mettere subito in evidenza sulla base delle percentuali di superficie occupata, l’abbondanza delle classi di land cover per i diversi ambiti considerati. L ’analisi della frammentazione L’analisi ecologica è stata condotta applicando indici descrittivi quali l’area totale, l’area delle varie classi di Land Cover, la rispettiva percentuale di paesaggio occupata, la numerosità e densità delle patch, le dimensioni medie e la diversità nelle dimensioni delle patch. All’area di indagine sono stati applicati anche indici specifici per valutare aspetti strutturali e funzionali quali l’eterogeneità e la frammentazione (McArthur and Wilson, 1967; Baudry, 1984; Forman and Godron, 1986; Nilsson and Grelsson, 1995; Farina, 1998). Per il calcolo degli indici applicato alle mappe di copertura del suolo (tavola A2, par. 5.1.2) sulla base di ambiti omogenei (sistemi di terre, tavola A1, par. 5.1.1), è stata utilizzata l’estensione Patch Analyst di ArcView, ovvero uno strumento per quantificare e descrivere la struttura del paesaggio sviluppato da Rempel, Carr ed Elkie del Nortwest Science and Technology, Ontario Ministry of Natural Resources, Canada (Elkie et al., 1999). Questo software consente di effettuare il calcolo di diversi indici geometrici e strutturali al livello di patch, classe e paesaggio e si basa sui principi della Landscape Ecology sviluppati nell’ambito di un altro applicativo da Mcgarigal et al.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 127 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Analisi della frammentazione per sistemi di terre Gli indici di frammentazione calcolati mediante il Patch analyst come descritto nel precedente paragrafo, sono stati applicati sia a livello di patch ovvero classe di Land Cover sia a livello di paesaggio ovvero sistema di terra, i valori degli indici sono riepilogati nelle tabelle che seguono. In particolare emerge da questa analisi, come sintetizzato anche nelle schede descrittive al paragrafo successivo, una maggiore diversità e presenza di sistemi ambientali anche di pregio nelle aree di alta montagna e delle colline occidentali, mentre è evidente una maggiore frammentazione nei territori di pianura e delle colline orientali storicamente sottoposti a pressioni e degrado maggiori.

Il sistema di terre delle Colline Argillose (C3) Il sistema di terre delle Colline Argillose (C3) comprende i rilievi collinari argillosi della fossa bradanica, a granulometria fine, a quote comprese tra 20 e 750 m. I suoli sono a profilo moderatamente differenziato per ridistribuzione dei carbonati e brunificazione, e hanno caratteri vertici; sulle superfici più erose sono poco evoluti e associati a calanchi. Sulle superfici sub-pianeggianti cono presenti suoli con profilo differenziato per lisciviazione, ridistribuzione dei carbonati e melanizzazione. L’uso del suolo prevalente è a

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 128 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA seminativo, subordinatamente a vegetazione naturale erbacea o arbustiva, spesso pascolata. Il sistema comprende anche l’altopiano delle Murge materane, su calcari duri e calcareniti, a quote comprese tra 50 e 550 m. I suoli dei pianori calcarei hanno profilo differenziato per lisciviazione e rubefazione; i suoli su calcareniti presentano ridistribuzione dei carbonati e melanizzazione. L’uso prevalente è a vegetazione naturale arbustiva ed erbacea, utilizzata a pascolo. La protezione Tra i siti Natura 2000 è presente il sito GRAVINE DI MATERA, sito di presenza e riproduttivo per numerose specie della fauna protette dalle normative comunitarie, oltre ai siti lacustri e fluviali d LAGO di S.GIULIANO e VALLE BASENTO-FERRANDINA SCALO. È in parte interessata da questo sistema di terre anche l’ampia ZPS del MASSICCIO DEL POLLINO e MONTE ALPI. Il territorio delle Colline Argillose è costituito per il 62% da seminativi estensivi, solo una piccola parte presenta mosaici agroforestali, macchia termofila, e praterie termofile. La parte interna si presenta estremamente omogenea, con vaste aree a seminativi e sparute tessere di formazioni termofile totalmente isolate. La parte attigua la piana, presenta invece un mosaico molto più articolato con ampi tratti di macchia e gariga mediterranea, praterie, leccete. Si tratta per lo più di aree marginali frammiste al paesaggio agricolo ma di importante valenza ambientale nella dinamica delle formazioni termofile mediterranee della serie del leccio. Ampie tessere di praterie e prati-pascolo caratterizzano invece il materano e rappresentano un importante serbatoio di biodiversità sia in termini di specie erbacee che di fauna. La geometria del paesaggio è caratterizzata da ampie tessere di paesaggi agricoli nella parte interna e da importanti estensioni di formazioni termofile nella parte a confine con la piana. Il sistema Colline Argillose, costituito da 16 comuni, ospita sul proprio territorio 16.978 aziende agricole che occupano una superficie agricola totale (SAT) pari a 170.816 ettari. Risalta, in questo caso, l’estensione della SAU, 150.911 circa, pari all’88% della SAT, e la sua alternanza con la superficie forestale. Laddove l’incidenza della SAU va diminuendo, aumenta la diffusione dei “boschi” (Salandra, Sant’Arcangelo). La SAU complessiva si caratterizza per il 73% di “seminativi”, per il 17% di “prati e pascoli” e per il 10% circa di “coltivazioni legnose agrarie”. Queste ultime raggiungono valori molto più elevati in alcuni comuni (Rotondella col 39% e Montescaglioso col 25%), che però non influiscono sul

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 129 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA risultato globale del sistema, avendo un’incidenza marginale sul totale della SAU. Il 60% della SAU si concentra, infatti, in soli 5 comprensori, quelli di Matera, Irsina, Ferrandina, Stigliano e Genzano di Lucania, caratterizzati dalla prevalenza colturale dei “seminativi”, eccetto Ferrandina, in cui la percentuale dei “prati e pascoli” sale al 34%. In termini di aziende insistenti sul territorio si rileva una maggiore omogeneità nella distribuzione, escluso il comune di Matera che ha 2.780 unità produttive, pari al 16% del totale. L’assetto strutturale vede una prevalenza di aziende a conduzione familiare pari a 15.838 unità, che pesano per il 93% sul totale. Solo nel comune di Genzano di Lucania si osserva un discreto ricorso a manodopera salariata. La presenza di affittuari risulta minima, configurandosi comunque come caratteristica strutturale dell’intero apparato produttivo regionale. Più di 13.800 aziende (81% sul totale delle aziende) hanno una SAU inferiore ai 10 ettari, per un totale di circa 24.900 ettari (16,5% sulla SAU totale). Nei comuni di Craco, Genzano e Irsina si riscontra, invece, un’equa ripartizione delle aziende tra le due classi di SAU (<10 ha e >10 ha). L’azienda caratteristica del sistema di terre Colline Argillose si configura con una superficie aziendale pari a circa 10 ettari e con un’ottima utilizzazione agricola della stessa, ossia con una SAU pari a circa 9 ettari. La destinazione agricola dei terreni vede una netta prevalenza dei seminativi (73%) sulle altre colture; la restante quota di SAU si divide tra il 10% di “coltivazioni legnose” e il 17% di “prati e pascoli permanenti”, dalla cui scarsa incidenza può derivare la marginalità degli allevamenti. Il conduttore ha 65 anni, ha conseguito la licenza elementare. All’attività agricola partecipa anche la famiglia in part-time. Ci sono familiari disposti a continuare l’attività aziendale in futuro seppur a tempo parziale. Manifesta una elevata propensione alla estensivizzazione delle tecniche agricole e all’adesione a misure agroambientali a cui si associa una maggiore stabilità di reddito. L’azienda agricola di riferimento del sistema di terra Colline Argillose ricade in un territorio caratterizzato da una piovosità media compresa tra i 280 e i 650 mm, l’indice di aridità è compreso tra 100 e 125, il tasso di erosività della pioggia è pari a 60-67.5 mm/ora. Per quanto riguarda le caratteristiche geomorfologiche del territorio, la pendenza è compresa tra il 6% e il 18%, la profondità del suolo è superiore ai 60 cm; i suoli sono tipici dei rilievi collinari argillosi, a granulometria fine, argillosa e limosa. Tale area è caratterizzata dall’alternanza di aree agricole e aree a copertura vegetale naturale (superiore al 40%), controllata essenzialmente da fattori morfologici. La tecnica agricola, riferita alla coltura cerealicola, consta di una lavorazione molto profonda, superiore ai 40 cm, in estate e secondo le linee di massima pendenza. Seguono due ripassi, uno a fine estate e a 30 cm di profondità, con l’aratro a disco, l’altro prima della

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 130 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA semina a meno di 20 cm di profondità, eseguito con il frangizolle. Sono assenti sia la concimazione sia il diserbo. In azienda si effettua una rotazione annuale cereali-maggese; il maggese è nudo, ossia si esegue un’unica lavorazione per interrare le infestanti. Come intervento di sistemazione idraulico-agraria, ogni anno vengono creati dei fossi acquai temporanei per lo scolo delle acque superficiali. Calcolando l’indice di conservazione del suolo (ICS) con il ManPras, si ottiene un valore pari a 0,348, distante dal “peggior valore” (0.669), evidenziando una tecnica convenzionale per quanto riguarda le lavorazioni, numerose e profonde, ma conservativa rispetto al mancato utilizzo di mezzi chimici (concimi e diserbanti). Un migliore valore dell’ICS (0,213) si potrebbe ottenere, quindi, migliorando le lavorazioni sul suolo o con l’adozione della tecnica della semina su sodo, o con la sostituzione dell’aratura con la rippatura eseguita secondo le linee di livello. Dalla valutazione economica dell’azienda di riferimento, deriva un reddito lordo basso (80,00 circa), da imputare per lo più all’elevato costo delle operazioni meccaniche. Il valore dell’ISC è pari a 44,37 tonnellate/ettaro. Dati i parametri di contesto la tecnica adottata influisce negativamente sull’accumulo di carbonio nei due sinks principali (suolo e piante); ad incidere sono il numero delle lavorazioni, la profondità e l’epoca di esecuzione. L’intervento proposto non altera minimamente i caratteri dell’intera area trattandosi di elemento di puntuale che occupa una superficie di circa 8.000 mq, interessante area se pur agricola, attualmente incolta e priva di qualsiasi alberatura. Vegetazione, flora e fauna La geomorfologia, la flora, la fauna, i beni culturali, ambientali ed architettonici caratteristici della Murgia rappresentano un unicum ed una risorsa importantissima per l’intera area del Bradano oltre che per le aree limitrofe e la stessa Città di Matera. Oltre all’Oasi di San Giuliano ed al Parco della Murgia, costituiscono importanti risorse naturalistiche per il territorio del Gal Bradanica, il bosco della Manferrara (Pomarico) ed il bosco di Verrutoli (Irsina). Il bosco della Manferrara sorge ai margini del centro abitato di Pomarico si estende per oltre 500 ettari. All'interno del bosco è possibile ritrovare diverse specie di piante e alberi, a cominciare dall'acero, l'orniello, il pino d'Aleppo, la rosa canina, l'agrifoglio fino ad arrivare a piante di sottobosco quali il mirto, il lentisco, il pungitopo e il biancospino. Il territorio è esteso e ricco anche di fauna. All'interno dellanmacchia infatti è possibile trovare facilmente volpi, faine, tassi, istrici, vipere e diverse specie di uccelli. Il Bosco Verrutoli nel territorio di Irsina ha una estensione di 650 ettari. L’area interna

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 131 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA contiene una serie di strutture ricettive di proprietà comunale, un importante occasione di sviluppo dell’economia di gestione del patrimonio turistico-ambientale. Nell’ambito della comunità faunistica emerge spesso la presenza di specie di alto valore naturalistico, sulle rupi montane sono presenti la Coturnice (Alectoris graeca) e la Lepre appenninica (Lepus corsicanus). La presenza di queste due specie è biologicamente importante in quanto rappresentano popolazioni autoctone appenniniche, oramai estinte in buona parte del territorio. Tra le radure è facile osservare il Microtus savii, un piccolo roditore erbivoro predato dalla Volpe (Vulpes vulpes), dalla Martora (Martes martes). Tra la ricca avifauna delle foreste le specie più tipiche sono il Picchio nero (Drycopus martius), il Picchio muratore (Sitta europaea) il picchio verde (Picus viridis), quello rosso maggiore (Dendrocopos major) popolazione unica in Italia merdidionale, numerose specie di chirotteri e di popolazioni di Triturus carnifex e Triturus italicus. Molto ricca è anche la fauna dei corsi d'acqua con la presenza della Salamandra comune (Salamandra salamandra) e nelle piccole pozze troviamo la Rana italica, la Rana dalmatina, l'Ululone dal ventre giallo (Bombina pachypu) e il Rospo (Bufo bufo). Nell’ambiente fluviale del Bradano, inoltre, trova rifugio una ricca avifauna che comprende numerose specie, nidificanti regolari e svernanti, mentre la componente faunistica riferibile ai mammiferi è poco rappresentata, se si escludono quelli di piccole dimensioni e dall’elevata adattabilità all’ambiente antropico. B.1.3 Rifiuti

La provincia di Matera nel 2102 ha aggiornato e completato il proprio Piano Provinciale Di Organizzazione della Gestione dei Rifiuti ponendo degli obiettivi in linea con quelle che sono le vigenti disposizioni nazionali. È evidente che gli obiettivi sopra esposti non possono essere conseguiti tutti contemporaneamente per cui bisogna assegnare delle priorità e dei pesi relativi; tale compito attiene alla sfera politico-amministrativa.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 132 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Agli obiettivi tecnico-economici si aggiungono quelli di carattere normativo – aventi carattere impositivo - che spesso condizionano fortemente le scelte orientando verso scenari standard e spostando il problema di pianificazione alla localizzazione territoriale degli impianti ed alla logistica operativa (trasporti e gestione). Attualmente le indicazioni normative relative al comparto rifiuti solidi urbani, che più condizionano la pianificazione sono quelle riportate di seguito. Territorialità ed autosufficienza impiantistica. Il D. Lgs 22/97 (decreto Ronchi) ha introdotto per la prima volta in Italia l’obbligo di chiusura del ciclo dei rifiuti urbani in ambiti territoriali (ATO). Va precisato che l’abolizione delle autorità d’ambito non significa il superamento del vincolo di territorialità che resta confermato e rafforzato dai successivi indirizzi normativi che parlano di “prossimità” ed “autosufficienza” territoriale degli smaltimenti. La definizione degli ambiti gestionali ottimali è di competenza regionale, nel caso della Basilicata con L.R. 24.11.2008, l’ambito ottimale è stato identificato con l’intero territorio regionale. Riduzione della frazione biodegradabile smaltita in discarica. Questa indicazione è stata introdotta dal D.Lgs 36/2003. L’applicazione di questa normativa si impone di pianificare anche per drastica riduzione dei conferimenti in discarica dei materiali suscettibili di produzione di metano; è questa una misura per la lotta alla produzione di gas-serra. Gli obiettivi di riduzione sono:  entro cinque anni i rifiuti urbani biodegradabili devono essere inferiori a 173 kg/anno per abitante;  entro otto anni devono essere inferiori a 115 kg/anno per abitante;  entro quindici anni devono essere inferiori a 81 kg/anno per abitante. Il programma di riduzione della frazione biodegradabile in discarica è molto severo se si considera che attualmente il quantitativo ammonta ad oltre 300 kg per abitante per anno. Le misure adottabili sono, in particolare, il riciclaggio, il trattamento aerobico o anaerobico, il recupero di materiali o energia. Divieto di conferimento in discarica delle frazioni ad elevato contenuto energetico espresso come potere calorifico inferiore. La radice di tale indicazione risale al decreto Ronchi ed è stata ripresa più volte dalle disposizioni successive. Attualmente si opera in regime di proroga per i materiali con PCI>a 13.000kJ/kg. A tale categoria di materiali appartiene il sopravaglio derivante dai sistemi di selezione secco-umido che attualmente viene compresso in balle e conferito in discarica. Divieto di conferimento in discarica di frazioni non pretrattate. È una indicazione estremamente severa da adottare, stante la risaputa insufficienza impiantistica. Più volte

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 133 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA prorogata ed adattata alle esigenze tale norma, attualmente interpretata (dal Ministero dell’Ambiente) come obbligo ad effettuare una semplice “triturazione e deferrizzazione”, è fortemente contestata da alcune regioni (del Nord) che hanno fatto grandi sforzi per dotarsi di costosi impianti di trattamento. Obiettivi di raccolta differenziata. È certamente l’indicazione normativa più conosciuta anche se al momento non sono state adottate misure penalizzanti per le regioni inadempienti. Progressivamente l’obiettivo di intercettazione come RD è stato posto al 35% (decreto Ronchi), al 65% considerando utile anche la frazione organica recuperata da post- selezione(D.lgs 152/06), all’attuale 60% previsto dalla legge finanziaria 2008 che però fa riferimento solo ai materiali intercettati direttamente in modo differenziato. Agli obiettivi di pianificazione ed ai divieti previsti dalla normativa nazionale si aggiunge “l’obiettivo di servizio” della Regione Basilicata che prevede quanto riportato nel prospetto seguente.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 134 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Con gli obiettivi di seguito specificati.

I diversi scenari differiscono per diverso grado di organizzazione dei sistemi di raccolta differenziata e per il fabbisogno di discarica controllata di servizio. Evidentemente non è possibile pianificare ad obiettivi diversi da quelli normativi nazionali. È invece necessario programmare una strategia di avvicinamento all’obiettivo finale per la valutazione dei fabbisogni di discarica controllata e di completamento impiantistico delle unità a tecnologia complessa. Ai soli fini della definizione dei fabbisogni di impianti di trattamento si assume in maniera cautelativa un obbiettivo di lavoro del 60% ottenuto come modifica dello scenario Omin con intercettazione dell’umido al 25%. Per gli scenari sopra definiti si effettua una valutazione preliminare dei fabbisogni impiantistici. I fabbisogni impiantistici per i diversi scenari - Nell’ipotesi di mantenimento degli attuali livelli di produzione dei rifiuti, ovvero nel caso in cui le misure di contenimento delle

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 135 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA produzioni compensino gli incrementi legati all’incremento del prodotto interno lordo e dei consumi, i flussi di materiali differenziati alla fonte e tal quali dovranno essere inviati al sistema integrato di trattamento. I fabbisogni di discarica controllata presuppongono evidentemente il completamento dell’impiantistica a tecnologia complessa prevista nei diversi scenari. Considerando l’attuale dotazione impiantistica è ragionevole ipotizzare una fase transitoria di non meno di 18-24 mesi nei quali i conferimenti in discarica controllata saranno nettamente più alti di quelli previsti per gli scenari di pianificazione. Occorre quindi valutare attentamente il periodo transitorio ed i relativi fabbisogni di discarica controllata. Nell’area di nostra competenza il piano prevede la realizzazione di una piattaforma di trattamento a La Martella - Matera, con l’analisi dei costi di trasporto.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 136 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Per i dati della raccolta differenziata ci si riferisce al piano provinciale per la provincia di Matera, come dato locale abbiamo solo quello relativo alla produzione complessiva di rifiuti, rilevato dal Piano di Sviluppo Locale “GAL Bradanica” aggiornato al 2013, di 2.870 tonnellate annue di produzione complessiva di rifiuti.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 137 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 138 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Il Comune di Irsina ha avviato il porta a porta sul territorio comunale a partire da marzo 2010, raggiungendo percentuali del 56,04% nel periodo marzo-dicembre. La menzione quale “comune riciclone” vuol essere un’attestazione di merito a questo Ente che, per l’edizione di quest’anno, non è stato premiato come Comune Riciclone (percentuale annua del 46,7%), ma la percentuale di R.D. nel corso del 2011 ha raggiunto il 57,04%.

B.1.4 Acqua B.1.4.1 Acque superficiali e sistema di approvvigionamento idrico Il territorio del Comune di Irsina è solcato da due corsi d’acqua principali, il Fiume Bradano e da un suo affluente, il Basentello, il primo con direzione NO –SE e sfocia direttamente nel mar Ionio, il secondo con direzione N – SE confluente nel Bradano. Il regime idraulico il Fiume Bradano è a carattere torrentizio con valori di portate di magra estremamente bassi nel periodo estivo durante il quale il fiume è spesso in secca, ma con portate di massima piena che sono arrivate a superare i 1000mc/sec. Il trasporto solido in occasione di eventi meteorici è considerevole dovuto essenzialmente al carattere torrentizio dei suoi affluenti principali: T. Basentello, T.Gravina, T.Fiumicello, F. di Tolve e T.Bilioso. Fabbisogni e consumi Uso idropotabile

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 139 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Secondo la fonte del Piano d’Ambito del 2002, la portata media consegnata ai 131 comuni della Basilicata nel 1998 corrisponde ad un volume totale di 90,2 Mm3 (disponibilità idrica d’ambito annua ovvero volumi immessi in rete in adduzione). Si tratta di portate lorde, rilevate tramite i contatori posti all’ingresso dei serbatoi, nell’intero anno solare 1998, anno ritenuto di normale soddisfacimento per l’utenza. Per quanto riguarda i fabbisogni, questi sono stati valutati in riferimento ai principali schemi di approvvigionamento idrico della Regione. Complessivamente, è stato stimato un fabbisogno attuale di 107,1 Mm3/anno, ed un fabbisogno futuro di 109,6 Mm3/anno. Uso irriguo Per descrivere in maniera compiuta l’agricoltura irrigua della Basilicata occorre far riferimento alle caratteristiche delle diverse realtà agricole e agroindustriali presenti in regione. Sulla base di queste considerazioni è possibile dividere il territorio in tre contesti omogenei ben distinti, corrispondenti in maniera abbastanza fedele ai comprensori delimitati dai Consorzi di Bonifica operanti in regione, ciascuno dei quali presenta caratteristiche differenziate dall’altro ed identificabili con le piane del Metapontino (Consorzio Bradano e Metaponto), dell’Ofanto (Vulture Alto Bradano) e dell’Alto Agri (Consorzio Alta Val d’Agri). A fronte dei circa 90.000 ha di superficie regionale attrezzata, la superficie effettivamente irrigata è pari a 34.620 nel territorio di competenza dei Consorzi. La superficie irrigata al di fuori dei comprensori irrigui dei Consorzi ammonta a 5.704 ha (dato che esclude il territorio del Consorzio Alta Val d’Agri, per il quale non sono disponibili informazioni), con una diversa distribuzione nelle differenti aree. In particolare, nel Metapontino l’incidenza di tali superfici sul totale della superficie irrigata è pari al 12,4%, mentre nel Vulture tale valore è pari a ben il 91,5%. Dalle indagini condotte presso gli Enti che gestiscono le varie fonti di approvvigionamento risulta, che a fronte di una disponibilità idrica totale effettiva derivante dagli schemi idrici regionali pari a 992,4 Mm3, le disponibilità per l’irrigazione dei tre Consorzi di Bonifica lucani sono pari a 364,5 Mm3, quelle destinate alle regioni limitrofe Puglia e Calabria sono 389,4 Mm3 e quelle per le altre utilizzazioni 238,5 Mm3. I fabbisogni per le superfici effettivamente irrigate e ricadenti all’interno dei comprensori irrigui degli stessi ammontano a circa 227 Mm3, mentre i fabbisogni rapportati alla intera superficie attrezzata ed irrigabile in regione ammontano ad oltre 433 Mm3. In particolare nel metapontino i consumi specifici per ettaro attrezzato ed irrigabile (comprese perdite del 10% e parzializzazione dell’80%), estrapolati dallo “Studio agronomico del comprensorio irriguo del Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 140 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA per la gestione delle risorse idriche ai fini irrigui” redatto dal Dipartimento di Produzione Vegetale dell’Università degli Studi della Basilicata, possono essere stimati in circa 163 Mm3; il relativo fabbisogno sale ad oltre 300 Mm3, nel caso in cui appunto si voglia rapportare tale fabbisogno all’intera superficie attrezzata irrigabile Uso industriale I poli industriali più importanti della Basilicata sono quelli di Senise e Policoro, gli agglomerati industriali di Potenza e di Tito, l’insediamento FIAT di S.Nicola di Melfi, l’agglomerato industriale sorto con la Legge 219 a Isca Pantanella, gli agglomerati industriali di Balvano e Baragiano. Il fabbisogno complessivo è stato stimato pari a circa 31 Mm3/anno. Sistemi di approvvigionamento idrico Grandi sistemi ad uso plurimo I principali schemi acquedottistici presenti sul territorio regionale sono i seguenti: Schema Basento-Camastra, Schema Agri, Schema Frida, Schema Torbido-Maratea (schemi idropotabili) e Schema Sinni-Agri, Schema Basento – Bradano (ad uso plurimo con invasi). Gli schemi Sinni – Pertusillo, Basento-Bradano e lo Schema Ofanto (quest’ultimo utilizzato per soddisfare parte dell’utenza irrigua ed industriale della Basilicata e con fonti di approvvigionamento prevalentemente in territorio campano) sono schemi di rilevanza interregionale, destinati a soddisfare i fabbisogni delle regioni Puglia e Campania, oltre che della Basilicata. Tali schemi sono anche oggetto dell’Accordo di Programma tra la Regione Basilicata, la Regione Puglia ed il Ministero dei Lavori Pubblici (1999). Esistono, inoltre, numerosi schemi minori (l’Acquedotto comunale, lo Schema Vulture, lo Schema Marsico Nuovo, lo Schema a Paterno, lo Schema Melandro) che servono, spesso associati agli schemi principali, i rimanenti comuni della Basilicata. Gli schemi idrici ad uso potabile della Basilicata sono attualmente alimentati da 543 sorgenti (portata media 3489l/s) e da 56 pozzi (portata media 366 l/s), cui vanno sommati i volumi derivati dai diversi invasi regionali gestiti sia dall’Acquedotto Lucano sia da altri gestori, quali l’EIPLI (Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia) e l’Acquedotto Pugliese. Le principali fonti di approvvigionamento della regione, oltre agli invasi e a quelle oggetto di trasferimenti interregionali, sono: - la Sorgente Aggia (136l/s), le Sorgenti Capo d’Agri (102l/s) e la Sorgente Fossa Cupa (110 l/s) per lo schema Basento-Camastra; - le Sorgenti del Gruppo Oscuriello (66l/s) per lo schema Agri;

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 141 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

- la Sorgente Frida (343l/s) per lo schema Frida; - la Sorgente Torbido (150l/s) per lo schema Torbido-Maratea. Gli schemi idrici maggiori che ricadono totalmente o in parte in territorio lucano sono: − lo schema Sinni-Agri o Jonico-Sinni, che interessa Basilicata, Puglia e Calabria; − lo schema Basento-Bradano-Basentello, che interessa Basilicata e Puglia; − lo schema Ofanto, che interessa Basilicata, Puglia e Campania. Ne esistono altri, come quelli dell’Alta Val d’Agri, del Noce e del Mercure, definiti “minori” (e descritti di seguito) per il numero di opere dalle quali sono composti. Schema Basento-Bradano-Basentello Lo schema Basento-Bradano-Basentello è uno schema essenzialmente lucano ad uso plurimo (potabile, irriguo e industriale). Esso risulta essere costituito: − dall’invaso del Camastra, realizzato sul torrente omonimo, affluente in destra idraulica del fiume Basento, le cui acque sono utilizzate all’opera di presa ad uso idropotabile (dalla città di Potenza e dal suo hinterland), mentre sono rilasciate in alveo per uso irriguo (ad integrazione della risorsa per il Consorzio di Bonifica Bradano-Metaponto) e per uso industriale (per l’area industriale Val Basento dell'ASI di Matera); − dalla traversa di Trivigno che trasferisce le acque intercettate lungo il corso del fiume Basento negli invasi di Acerenza e Genzano (ad uso irriguo); − dalla diga di Genzano, destinata ad alimentare prevalentemente i distretti irrigui nella parte pianeggiante del comune di Genzano, che sbarra il corso della Fiumarella, alimentata mediante un sistema di adduzione sotterraneo dal surplus della diga di Acerenza a sua volta alimentata sia dal fiume Bradano , sia da ulteriori deflussi provenienti dal Basento; − dall’invaso di Acerenza, destinato alla irrigazione del territorio sotteso alla diga dei comuni di Acerenza, Oppido e Tolve; − dall’invaso del Basentello (o Serra del Corvo), realizzato in località Serra del Corvo, al confine tra la Puglia e la Basilicata, destinato all’irrigazione delle aree ricadenti nel comprensorio del Consorzio di Bonifica Bradano-Metapontino; − dall’invaso del Pantano (o di Pignola), in agro del comune di Pignola, con una capacità di circa destinato all’approvvigionamento di acque ad uso industriale delle aree di Tito e Potenza. Lo schema Basento-Bradano prevede l’utilizzo delle acque invasate dalla diga del Camastra e quelle del fiume Basento che, captate all’altezza di Trivigno in una sezione in cui è stata realizzata la traversa, vengono addotte, tramite galleria, all’invaso di Acerenza

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 142 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA e da questo, mediante condotta, a quello di Genzano. Dagli invasi di Acerenza e Genzano, l’acqua viene poi distribuita ai distretti irrigui ricadenti nel Consorzio di Bonifica Vulture-Alto Bradano. Anche la diga Serra del Corvo (o Basentello) ha finalità esclusivamente irrigue. Essa intercetta la acque del torrente Basentello e serve le superfici irrigate (Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto) lungo le valli dello stesso e del fiume Bradano, a monte della diga di San Giuliano (interconnettendosi con lo schema Sinni-Agri). Stato qualitativo Lo Stato Ambientale del fiume Basento è risultato scadente per l’intera asta fluviale, eccetto che nelle stazioni di monitoraggio ubicate nel primo tratto apicale, dove lo stato ambientale è risultato sufficiente. In particolare, anche in questo caso lo scadimento dello stato ambientale è da attribuirsi all’inquinamento da macrodescrittori, in particolari di sostanze azotate. Per quanto riguarda gli affluenti del fiume Basento, non si sono evidenziate situazioni di criticità avendo rilevato uno stato ambientale buono, in particolare per i torrenti Camastra ed Inferno. Stato quantitativo Il deflusso minimo vitale stimato per il fiume Basento, in condizioni di anno medio, è pari a 0,078 m3/s in corrispondenza della stazione di Menzena. Le elaborazioni dell’Autorità di Bacino della Basilicata, in corrispondenza della stessa sezione, indicano una portata fluente in alveo sempre superiore a quella di DMV. Pertanto, le analisi preliminari condotte non hanno evidenziato significative situazioni di criticità quantitativa per il fiume Basento. Stato qualitativo Lo stato qualitativo delle idrostrutture presenti in Basilicata non risulta essere caratterizzato da significative situazioni di criticità, che, se presenti, possono essere sicuramente essere ascritte a fenomeni locali. Diverso è il caso delle aree di piana, dove i monitoraggi eseguiti dall’A.R.P.A.B. hanno segnalato la presenza di aree vulnerate da nitrati di origine agricola. Le analisi condotte hanno evidenziato che le aree maggiormente vulnerate26 riguardano il settore nord est del territorio regionale, dove per il 70% dei siti di campionamento si è rilevata una concentrazione di nitrati superiore a 50 mg/l; nelle restanti aree sottoposte ad indagine, la percentuale di punti di campionamento con concentrazioni di nitrati superiore a 50 mg/l si attesta all’incirca al 20%, riscontrandosi tali concentrazioni in aree localizzate connate dalla combinazione di precise tipologie di uso del suolo e di specifiche caratteristiche idrogeologiche.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 143 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Stato quantitativo Lo stato quantitativo delle idrostrutture ricadenti nel territorio della Basilicata può essere estrapolato, in prima approssimazione, dal bilancio idrogeologico redatto dall’Autorità di Bacino della Basilicata. Come già precisato, il bilancio idrogeologico non schematizza, in linea con i propri obiettivi, lo stato quantitativo secondo quanto previsto dal D. Lgs. 152/99, ma effettua una valutazione dello scostamento dalla condizione di equilibrio del citato bilancio. Pertanto, il bilancio idrogeologico consente la definizione di situazioni di criticità, che devono poi essere confermate da dati di monitoraggio ad oggi non disponibili, come correttamente precisato dalla stessa Autorità di Bacino della Basilicata. Inoltre, l’impossibilità di definire in maniera precisa lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 144 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA deriva dalla mancanza di informazioni relativamente alle portate sorgive ed ai prelievi in essere. Tenendo ben presenti le brevi considerazioni appena svolte, il bilancio idrogeologico consente di affermare che, allo stato attuale delle conoscenze, non sono presenti situazioni di spiccata criticità, se si eccettua il caso di alcune sub-strutture, dove comunque le situazioni di squilibrio non appaiono estremamente spinte. Diversa appare la situazione delle aree di piana dove, data la loro spiccata vocazione agricola, sono presenti fenomeni di depauperamento della falda e di conseguente intrusione del cuneo salino, nelle aree prospicienti la coste. Analogamente a quanto precisato per le acque superficiali, la definizione puntuale delle criticità di natura quantitativa delle acque sotterranee richiede il potenziamento e l’estensione della rete di monitoraggio esistente. Comparto Irriguo In Basilicata si possono distinguere tre importanti sistemi idrici, che per dimensioni possono assumere valenza interregionale:  Sistema Basento-Bradano-Basentello;  Sistema Jonico-Sinni;  Sistema Ofanto. Dei tre Sistemi, solo quello dell’Ofanto coinvolge la Campania per quanto concerne i trasferimenti extraregionali delle risorse idriche. Tali infrastrutture consentono alla Basilicata di derivare un volume d’acqua annuo sostanzialmente sufficiente al soddisfacimento dei propri fabbisogni irrigui. Ma la Basilicata, in ragione degli importanti volumi d’acqua intercettati e alle infrastrutture di adduzione interregionali, contribuisce in modo sostanziale al soddisfacimento dei fabbisogni della Puglia, e parte anche della Campania e della Calabria. Valutazione degli impatti Criticità dello stato quali-quantitativo dei corpi idrici superficiali e sotterranei e delle aree protette Ad oggi le Regioni, anche attraverso le Agenzie Regionali per l’Ambiente, hanno avviato ed hanno in corso programmi di monitoraggio estesi ai corpi idrici significativi, in ottemperanza alle disposizioni normative nazionali (tra cui il D.Lvo 152/09). Programmi che sono in corso di aggiornamento per essere adeguati a quanto previsto dalla Direttiva 2000/60/CE e quindi dal D. Lgs. 152/06.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 145 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

I dati delle campagne di monitoraggio ad oggi effettuate, nell’ambito dei PTA redatti dalle Regioni facenti parte del Distretto, consentono di ottenere una prima classificazione di una buona parte dei corpi idrici monitorati in base agli indicatori previsti nel D.Lvo 152/99. La definizione di tale quadro conoscitivo, congiuntamente ai risultati degli studi sulle risorse idriche ad oggi effettuati, ha inoltre consentito di evidenziare le principali criticità dello stato quali-quantitativo, criticità delle quali si fornisce nei paragrafi che seguono una breve sintesi (per le specifiche si rimanda ai PTA ed alla documentazione generale del Progetto di Piano di Gestione). Acque superficiali Stato qualitativo Ad oggi le Regioni, anche attraverso le Agenzie Regionali per l’Ambiente, hanno avviato ed hanno in corso programmi di monitoraggio estesi ai corpi idrici significativi, in ottemperanza alle disposizioni normative nazionali (tra cui il D.Lvo 152/09). Programmi che sono in corso di aggiornamento per essere adeguati a quanto previsto dalla Direttiva 2000/60/CE e quindi dal D. Lgs. 152/06. I dati delle campagne di monitoraggio ad oggi effettuate, nell’ambito dei PTA redatti dalle Regioni facenti parte del Distretto, consentono di ottenere una prima classificazione di una buona parte dei corpi idrici monitorati in base agli indicatori previsti nel D.Lvo 152/99. La definizione di tale quadro conoscitivo, congiuntamente ai risultati degli studi sulle risorse idriche ad oggi effettuati, ha inoltre consentito di evidenziare le principali criticità dello stato quali-quantitativo, criticità delle quali si fornisce nei paragrafi che seguono una breve sintesi (per le specifiche si rimanda ai PTA ed alla documentazione generale del Progetto di Piano di Gestione) . Per quanto riguarda i corsi d’acqua principali della Basilicata, è da mettere in evidenza, in particolare, la situazione di degrado ambientale del bacino del fiume Bradano, e dei suoi affluenti: i torrenti Fiumicello, Gravina e Basentello. Sistemi di approvvigionamento idrico Parziale tutela dei corpi idrici ed aree di salvaguardia dei punti di captazione. Parte delle utenze non servita; Necessità interconnessione schemi acquedottistici; Elevato livello medio di perdite in distribuzione (60,1%); Esistenza condotte in cemento amianto (Scanzano Ionico-Policoro); Necessità di ampliare i serbatoi per evitare carenze di acqua in caso di interruzioni di servizio degli impianti di alimentazione e di potabilizzazione; Mancanza di un adeguato sistema di telecontrollo; Mancanza di un adeguato sistema di misurazione delle portate addotte; Necessità di manutenzione e ricostruzione opere di presa; Parte dei serbatoi evidenzia

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 146 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA uno stato di conservazione o una funzionalità non sufficiente; Stato di conservazione delle opere civili ed opere elettromeccaniche non sufficiente; Utenze prive di contatori o con contatori vetusti Sistemi fognario-depurativi Deficit di copertura del servizio; Tubazioni con età superiore alla durata funzionale e con uno stato di conservazione insufficiente; Deficit di copertura del servizio. Elevata diffusione degli impianti di depurazione; Necessità di revisione ed estensione in alcune aree del servizio di colletta mento; Mancato funzionamento di alcuni impianti di depurazione; Necessità di ridefinizione schema trattamento reflui. Mancanza di un adeguato sistema di telecontrollo

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 147 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

B.1.4.2 Acque sotterranee Stato quali-quantitativo Il problema relativo alla inadeguatezza del sistema di monitoraggio, cui si è già accennato precedentemente, condiziona fortemente la definizione dello stato quali-quantitativo delle acque sotterranee, molto più di quanto non succeda per le acque superficiali. Per quanto riguarda i dati inerenti la quantità, in genere le informazioni sulle serie storiche delle portate sorgive e sui prelievi da corpo idrico sotterraneo sono infatti molto disomogenei e non sempre disponibili. Per quanto riguarda i dati inerenti la qualità, questi sono in generale molto frammentari e puntuali. Ciò nonostante è stato possibile, anche attraverso valutazioni di tipo qualitativo, delineare il quadro di criticità di seguito descritto. La definizione dello stato ambientale di un corpo idrico sotterraneo si base sull’analisi integrata dello stato quantitativo e dello stato chimico del corpo idrico in esame. Nel caso specifico della regione Basilicata, il Piano di Tutela definisce lo stato qualitativo dei corpi idrici sotterranei sulla base dei programmi di monitoraggio messi a punto ed eseguiti dall’A.R.P.A.B. per il “monitoraggio nitrati”. Relativamente allo stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei, il Piano di Tutela non riporta una classificazione schematizzabile come previsto dal D. Lgs. 152/99, in base al quale è stato redatto lo stesso Piano. Le informazioni al riguardo che sono state tratte dal bilancio idrogeologico redatto dall’Autorità di Bacino della Basilicata, che, in coerenza con i propri compiti, non ha definito lo stato quantitativo sulla base dello schema di classificazione del decreto legislativo citato in precedenza.

B.1.5 Inquinamento elettromagnetico Lo sviluppo tecnologico in generale, la proliferazione sul territorio di impianti per le teleradiocomunicazioni e per la telefonia cellulare ed il potenziamento della rete degli elettrodotti hanno destato, negli ultimi anni, una situazione di preoccupazione diffusa nell’opinione pubblica e negli operatori di settore. A fronte di un quadro di conoscenze incompleto, caratterizzato dall’assenza di dati scientifici che attestino l’innocuità delle radiazioni non ionizzanti per la salute umana, il legislatore comunitario ha ritenuto di dover porre a presidio dell’ordinamento di settore l’indirizzo normativo della minimizzazione dei rischi per la popolazione. Per le radiofrequenze (100 KHz - 300 GHz), emissioni elettromagnetiche correlate a sorgenti quali stazioni radiobase o stazioni radiotelevisive, i

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 148 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA limiti di esposizione per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici in zone con permanenza non superiore alle quattro ore giornaliere sono sinteticamente riportati nella tabella seguente: Valore efficace di Valore efficace di Densità di potenza intensità di campo Frequenza f (MHz) intensità di campo dell'onda piana magnetico H (A/m) elettrico E (V/m) equivalente S (W/m²) 0,20 0,1 < f < 3 Mhz 60 - 0,05 3 < f < 3000 MHz 20 1 0,01 3 GHz < f < 300 GHz 40 4 0,016 Per un periodo > 4 h 0,10 (3 MHz - 300 GHz) 0,1 MHz < f < 300 GHz 6

Recentemente l’opinione pubblica ha iniziato ad interessarsi con crescente preoccupazione degli eventuali effetti nocivi derivanti dall’esposizione ai campi elettromagnetici (CEM) di origine artificiale: si è così diffuso quella sorta di allarme sociale individuato con il termine di elettrosmog. Il proliferare delle stazioni radio base per la telefonia cellulare ha spinto da un lato gli enti di tutela della salute pubblica ad intensificare l’azione di prevenzione e controllo sul territorio e dall’altro gli enti proprietari di impianti che generano CEM ad individuare sistemi di controllo delle emissioni tali da verificare costantemente il rispetto dei limiti consentiti. L’azione di prevenzione e controllo sul territorio della nostra regione, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale (DM 381/98 –“Norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana”; Legge n. 36 del 22/02/2001 – “Legge quadro sulle protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”; DPCM 08/07/2003 – “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione….”) e dalle leggi regionali (L.R. 30 del 2000), è demandata all’A.R.P.A.B. che deve effettuare controlli e misure sui suddetti impianti (stazioni radiobase per la telefonia mobile e stazioni radiotelevisive) per verificare il rispetto dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici della popolazione. Il ministero delle Comunicazioni, con Decreto del 4 maggio 2001, ha affidato alla Fondazione Ugo Bordoni la realizzazione di una rete di monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico sul territorio nazionale: grazie ad una convenzione stipulata con la suddetta Fondazione l’ A.R.P.A.B ha ottenuto delle centraline per il monitoraggio in continuo di CEM. Il sistema di monitoraggio permanente del CEM è un sistema costituito da un CENTRO DI CONTROLLO (presso la sede centrale situata in via della Fisica) collegato, via GSM, con delle STAZIONI DI MISURA periferiche (centraline) che possono essere installate sia all’interno di edifici che in ambienti esterni. Al momento si hanno in dotazione n.8 centraline, 3 EIT e 5 PMM. Oltre alla forma, la sostanziale differenza tra i due tipi di centraline, pur essendo entrambe a larga banda (operanti nell’intervallo di frequenza tra 100 KHz e 3 GHz), consiste nella possibilità che le PMM offrono di poter separare la

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 149 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA componente di inquinamento dovuto alle stazioni radio-televisive da quella relativa alla telefonia cellulare.Per il comune Irsina sono disponibili dati relativi a misure puntuali delle sorgenti di campo elettromagnetico a radiofrequenza.

Comune di: IRSINA Inizio Fine Valore max Valore max Indirizzo Note Monitoraggio Monitoraggio rilevato consentito Via G. Puccini,7 13/07/2006 03/08/2006 15,00 6 V/m Via Dato da Bari,12 15/06/2006 13/07/2006 5,20 6 V/m Via Fausto Coppi, 15/06/2006 13/07/2006 0,70 6 V/m 21 Via Laime Pintor,1 17/05/2006 15/06/2006 0,51 6 V/m

B.1.6 Inquinamento acustico Per quanto concerne la tematica dell’inquinamento acustico, essa ha assunto un’importanza sempre maggiore nella società odierna; è diventata percezione comune dei cittadini che l’esposizione al rumore comporta una diminuzione della qualità della vita ed in alcuni casi anche dei danni alla salute. L’inquinamento acustico provocato praticamente da tutte le attività umane (industria, artigianato, commercio, servizi, infrastrutture di trasporto) rappresenta la problematica ambientale che è più spesso oggetto di richieste di intervento e controllo da parte dei cittadini. Con l’emanazione della Legge n. 447 del 26/10/1995, ossia la Legge Quadro sull’inquinamento acustico, si è costruita la struttura portante della normativa di settore, non è stata emanata alcuna norma regionale per la attuazione. Il Comune di Irsina non ha ancora effettuato la zonizzazione acustica del proprio territorio, pertanto i limiti di esposizione al rumore sono riferibili al D.P.C.M. del 01/03/1991, secondo cui il limite diurno è 70 dBA e quello notturno è di 60 dBA. Il nostro progetto di intervento prevede quali emissioni rumorose quelle provenienti dall’arrivo, sosta e ripartenza degli autobus, quelli derivanti dalle attività manutentive, sono assimilabili ad una qualsiasi autofficina.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 150 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

B. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI A LIVELLO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO O DEGLI STATI MEMBRI, PERTINENTI AL PIANO O AL PROGRAMMA, E IL MODO IN CUI, DURANTE LA SUA PREPARAZIONE, SI È TENUTO CONTO DI DETTI OBIETTIVI E DI OGNI CONSIDERAZIONE AMBIENTALE

C.1 Individuazione degli obiettivi

Gli obiettivi del sistema ambientale sono indirizzati al mantenimento e al ripristino delle condizioni di naturalità del territorio oltre che all’inserimento di azioni volte ad indirizzare forme di sviluppo sostenibile. L’obiettivo generale del piano è sviluppato attraverso una serie di obiettivi specifici, che vengono perseguiti con l’attuarsi di un insieme sinergico di azioni; tali obiettivi specifici devono essere rapportati ad accreditati principi di sostenibilità ambientale per valutare la loro compatibilità ambientale. Di fondamentale importanza è il sistema di obiettivi di protezione ambientale, che deriva da normative comunitarie, quali Le Strategie d’Azione Ambientali per lo Sviluppo Sostenibile in Italia del Cipe 2002, e gli Obiettivi del Consiglio Europeo di Barcellona del 2002; difatti, gli Obiettivi del Consiglio Europeo di Barcellona del 2002, possono, così, riassumersi:  Lotta ai Cambiamenti Climatici;  Garantire la sostenibilità dei trasporti;  Gestire la risorse ambientali in maniera responsabile mentre Le Strategie d’Azione Ambientali per lo Sviluppo Sostenibile in Italia del Cipe 2002 hanno fornito gli obiettivi di riferimento per le valutazioni di carattere ambientale e di cui se ne riportano i più pertinenti:  Conservazione della biodiversità;  Protezione del suolo dai rischi idrogeologici;  Riduzione della pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale;  Riequilibrio territoriale ed urbanistico;  Migliore qualità dell’ambiente urbano;  Uso sostenibile delle risorse ambientali;  Valorizzazione delle risorse socio economiche e loro equa distribuzione;  Miglioramento della qualità sociale e della partecipazione democratica;  Riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera;

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 151 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

 Riduzione dell’ inquinamento acustico;  Uso sostenibile e sicuro delle biotecnologie e delle sue applicazioni;  Sicurezza e qualità degli alimenti;  Gestione sostenibile della risorsa idrica;  Riduzione, riciclaggio r recupero energetico e dei rifiuti. Gli obiettivi precedentemente considerati sono di orientamento generale, ma sulla scorta di questi ultimi, bisogna rapportare scelte ed orientamenti a scala più specifica a livello nazionale e regionale, ossia riferirsi al Piano Territoriale Regionale e alla L. R. 16/04, in cui sono contenuti orientamenti di riferimento a scala locale, e dove possono dirsi affermati, e recepiti gli orientamenti di sostenibilità ambientale e sviluppo sostenibile. L’identificazione degli obiettivi e delle priorità ambientali, economiche e sociali, l’integrazione di questi, negli interventi progettuali previsti, e la loro valutazione sono finalizzati a garantire le sostenibilità delle previsioni ivi contenute. In generale, i principi ispiratori strategici per la definizione degli obiettivi derivano da criteri desunti dal P.T.R., dal P.C.T.P., e infine anche dalla L. R. 16/04, non potendo riferirsi ad obiettivi più specifici, legati al territorio in esame, come quelli che potrebbero essere dettati dal P.R.G., la cui elaborazione risale a più di vent’anni fa e che, quindi, non prevedeva ancora il riferimento ad obiettivi di sostenibilità ambientale.

1. Minimizzare e ottimizzare il consumo di suolo Il suolo e il sottosuolo rappresentano una risorsa non rinnovabile che va tutelata e gestita al meglio nell’interesse dell’intera collettività. Il consumo di suolo libero, del resto, è inevitabile qualora si aumentino gli insediamenti, di qualsiasi tipologia essi siano. La realizzazione dell’intervento con la viabilità di accesso e transito dovrà comunque gestire lo sviluppo secondo criteri che perseguono un corretto inserimento ambientale e paesistico, cercando di perseguire i seguenti obiettivi: - bassa densità edilizia nel rispetto del contesto in cui si inserirà il nuovo intervento; - limitazione dei movimenti terra e delle opere di scavo; - difesa dal percolamento di sostanze inquinanti; - alta percentuale di suolo permeabile per il deflusso delle acque meteoriche.

2. Difendere la qualità delle acque superficiali e sotterranee e contenere i consumi idrici

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 152 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Le risorse idriche sono fonti naturali rinnovabili essenziali per la salute e il benessere umani, ma che possono subire perdite dovute all’estrazione e all’inquinamento. Il principio cui attenersi è pertanto la tutela delle risorse esistenti sotto il profilo qualitativo e quantitativo e la riqualificazione delle risorse già degradate. Si perseguirà il ricorso ad un loro ciclo integrato attraverso l’efficienza della rete di approvvigionamento idrico e della rete fognaria, la predisposizione di un impianto recupero delle acque di piazzale, di sosta e di lavaggio, l’utilizzo di sistemi tecnologici riguardanti le risorse idriche relativi alla bio- edilizia.

3. Preservare e migliorare la situazione della flora e della fauna selvatiche, degli habitat e dei paesaggi Per quanto riguarda il miglioramento della qualità ambientale e la tutela del patrimonio ambientale il proponente ha previsto per il progetto in oggetto adeguati interventi volti alla salvaguardia delle peculiarità e le risorse ancora presenti. Infatti i corpi di fabbrica saranno di modesta altezza e ben inseriti nel paesaggio, anche il disegno del verde, se pur condizionato dalle strade di transito e di sosta, sarà ben articolato creando un disegno organico d’insieme in cui il progetto del verde rappresenta un aspetto prioritario in quanto deve garantire la presenza di alte dotazioni arboree e arbustive al fine del migliore inserimento paesistico, mitigare nel contempo l’inquinamento atmosferico attraverso l’aumento delle biomasse e l’inquinamento acustico.

4. Minimizzare l’utilizzo di energie non rinnovabili La domanda, l’approvvigionamento, l’uso e il mercato dell’energia sono tra gli elementi che caratterizzano maggiormente l’economia di un paese. Essi rivestono un’importanza strategica per le attività produttive e condizionano la mobilità, la fruizione dei beni e la complessiva qualità della vita dei cittadini. A livello globale nel prossimo ventennio si prevede che la richiesta di energia primaria nel mondo crescerà del 60%, e i 2/3 dell’aumento della richiesta saranno riconducibili ai Paesi in via di sviluppo. L’intervento proposto volge al contenimento del fabbisogno termico degli edifici, l’Inerzia termica dell’involucro edilizio, l’Illuminazione naturale e protezione dall’irraggiamento solare, i materiali ecosostenibili, l’isolamento acustico, le serre bioclimatiche ed altri sistemi solari passivi, i sistemi ad alto rendimento di produzione del calore.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 153 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

In sostanza le forme di energie rinnovabili quali: solare diretta, vento, acqua e biomasse, sono considerabili rinnovabili purché entro i limiti delle possibilità di rigenerazione di queste ultime, in funzione della quantità e della velocità con la quale viene utilizzata. In un sistema in perpetua crescita tutte le risorse cesseranno prima o poi di essere rinnovabili; con conseguente prematuro degrado antropico, dovuto alla rapidità con cui verrà dissipata l’energia utile nel periodo di sopravvivenza della specie umana. Nel caso specifico l’intervento avrà particolare attenzione per tale problematica conformemente alla vigente normativa di utilizzo di energie rinnovabili (Impianti solari termici, Impianti fotovoltaici, ecc.). Inoltre, la maggiore efficienza nel consumo e produzione dell‘energia sarà connessa all’impiego di tecniche di risparmio energetico nelle tecniche costruttive e nella gestione degli edifici.

5. Contenere le emissioni in atmosfera derivanti da traffico e da consumi produttivi Tale tema è legato ai cambiamenti climatici scaturiti a causa delle emissioni di gas a effetto serra. Secondo lo scenario di riferimento dell’Agenzia Internazionale dell’energia, i combustibili fossili sono e saranno ancora la fonte energetica principale. L’aumento delle concentrazioni in atmosfera dell’anidride carbonica e degli altri gas ad effetto serra prodotti dalle attività umane, sono tra le cause principali dei cambiamenti climatici. Il progressivo aumento della temperatura media globale, di conseguenza, genera cambiamenti significativi nel regime delle precipitazioni, l’innalzamento del livello del mare, il degrado dei suoli e lo spostamento verso nord degli ecosistemi, e l’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi atmosferici estremi. L’Italia, nell’ambito degli impegni assunti dall’Unione Europea, è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra, contribuendo all’obiettivo finale della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite. Poiché i processi climatici presentano lunghi tempi di reazione, è ragionevole intraprendere azioni per rallentare il fenomeno attraverso strategie di mitigazione per costruire nel tempo strategie di adattamento che agiscono sugli effetti e sulla minimizzazione dei possibili danni.

6. Limitare la produzione dei rifiuti Negli ecosistemi non antropizzati esiste un equilibrio ecologico naturale in cui la materia e l’energia del sistema sono prodotte, trasformate consumate senza produzione di sostanze che non possano essere riutilizzate dall‘ecosistema stesso, cioè non si producono rifiuti. Ciò non si verifica negli ecosistemi urbani, infatti le città importano un‘articolata tipologia di

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 154 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA materiali e prodotti che vengono usati e trasformati in altri materiali ed infine sono esportati sotto forma di rifiuti, solo in parte riutilizzati. In molte situazioni è possibile utilizzare sostanze meno dannose all’ambiente ed evitare o ridurre la produzione di rifiuti. Tra gli obiettivi di un approccio sostenibile vi è l‘utilizzo di materie che producano l’impatto ambientale meno dannoso possibile e la minima produzione di rifiuti grazie a sistemi di progettazione processi, digestione dei rifiuti e riduzione dell’inquinamento. La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all‘aumento dei consumi e all‘utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita brevi. Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo elevato che vanno sempre più crescendo in relazione al miglioramento del tenore di vita e all‘aumento del reddito pro capite. I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento degli stessi.

7. Contenere l’inquinamento acustico La qualità dell‘ambiente locale assume la massima importanza nelle zone e nei luoghi residenziali, localizzazioni di buon parte delle attività ricreative e lavorative. Per ciò che riguarda il rumore, si tratta di un indicatore ambientale e sanitario talvolta sottovalutato, perché legato alla soggettività della percezione uditiva. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, a questa si aggiungono i locali notturni e di ristorazione situati nei centri storici delle città, le varie attività ricreative (partite, concerti, manifestazioni), le attività artigianali e industriali. Anche se allo stato attuale non esiste alcuna evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni all‘apparato uditivo, il disturbo sulle popolazioni può essere lo stesso molto significativo per effetti di natura socio- psicologica. Un clima acustico migliore è dunque un obiettivo comune a molte realtà urbane. L’area destinata alla realizzazione del terminal bus con servizi alla persona ed area tecnico - manutentiva è volta anche a contenere l’inquinamento acustico dell’abitato di Irsina, infatti le linee extraurbane sia regionale che interregionale non attraverseranno l’abitato, ma utilizzeranno i servizi messi a disposizione dalla Autolinee Smaldone.

8. Contenere le radiazioni luminose L'inquinamento luminoso è un'alterazione dei livelli di luce naturalmente presenti nell'ambiente notturno.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 155 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Questa alterazione, più o meno elevata a seconda delle località, provoca danni di diversa natura: ambientali, culturali ed economici. Tra i danni ambientali si possono elencare: alterazione dei ritmi circadiani nelle piante, animali ed uomo (ad esempio la produzione della melatonina viene bloccata già con bassissimi livelli di luce), difficoltà o perdita di orientamento negli animali (uccelli migratori, tartarughe marine, falene notturne), alterazione del fotoperiodo in alcune piante. Il danno culturale principale è dovuto alla sparizione del cielo stellato dai paesi più inquinati, cielo stellato che è stato da sempre fonte di ispirazione per la religione, la filosofia, la scienza e la cultura in genere. Fra le scienze più danneggiate dalla sparizione del cielo stellato vi è senza dubbio l'astronomia sia amatoriale che professionale; un cielo troppo luminoso infatti limita fortemente l'efficienza dei telescopi ottici che devono sempre più spesso essere posizionati lontano da questa forma di inquinamento. Il danno economico è dovuto allo spreco di energia elettrica impiegata per illuminare inutilmente zone che non andrebbero illuminate, in particolar modo la volta celeste. Anche per questo motivo uno dei temi trainanti della lotta all'inquinamento luminoso è quello del risparmio energetico.

9. Valorizzare le risorse socioeconomiche, assicurare la loro equa distribuzione e la protezione della salute

Aumentare le potenzialità e capacità di sviluppo economico e sociale delle comunità valorizzando le risorse locali nel rispetto dell'ambiente, assicurando nel territorio una distribuzione capillare dei beni prodotti, garantendo la salute e il benessere umani. Il benessere e la salute dei cittadini fanno riferimento a un insieme di elementi che vanno dalla disponibilità di servizi e strutture, alla qualità ambientale complessiva di un luogo che fa riferimento alla salute dell’uomo. È noto che i risultati di alcune ricerche hanno evidenziato una correlazione positiva tra l’insorgenza di alcune patologie e l‘aumento dell‘inquinamento ambientale. La crescita dell‘urbanizzazione e dell’industrializzazione ha incrementato, infatti, l‘inquinamento ambientale di tipo chimico-fisico. Inoltre la salubrità dell’ambiente urbano ha influenza sulla componente psichica degli individui. In sintesi l’obiettivo concorre a: - creare le condizioni ottimali di permanenza della comunità; - accrescere il senso di appartenenza alla comunità locale; - realizzare una concreta possibilità di crescita sociale ed economica; - garantire il benessere psico-fisico della collettività.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 156 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

10. Riequilibro territoriale ed urbanistico

Questo obiettivo è rivolto a recuperare l’equilibrio tra aree edificate e spazi aperti al fine di garantire la qualità paesaggistica, la conservazione delle aree di maggiore pregio naturalistico, in modo che ne possano godere le generazioni presenti e future, a migliorare la qualità dell‘ambiente locale che assume la massima importanza nelle zone e nei luoghi residenziali, in particolare di quelli localizzati in zone periferiche dove talvolta si presentano elementi di degrado urbano e sociale. In sintesi l’obiettivo concorre a: - definire della forma urbana; - ridurre la frammentazione degli insediamenti; - stabilire delle relazioni con il sistema del verde.

+ Coerente

0 Indifferente - Incoerente

C.2 Matrice “Obiettivi di Sostenibilità – Obiettivi Specifici del Piano

La matrice riportata di seguito relaziona le proposte progettuali e gli obiettivi di sostenibilità ambientale più pertinenti al contesto locale, idonei al fine della salvaguardia delle tematiche ambientali e territoriali effettivamente coinvolte. Tale processo di valutazione permetterà di esplicitare tutti i possibili punti di interazione (coerente, indifferente, non coerente) tra gli Obiettivi Specifici della Variante al R.U. e gli Obiettivi di Sostenibilità ambientale e territoriale, evidenziando gli aspetti su cui concentrare particolarmente l'attenzione al fine di rendere il disegno complessivo il più possibile compatibile con l'ambiente e quindi sostenibile. La congruenza degli obiettivi di sostenibilità con quelli della Variante, dedotti dall’analisi delle caratteristiche della stessa, è valutata tramite tre diverse simbologie grafiche:

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 157 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

OBIETTIVI SPECIFICI DELLA VARIANTE

OBIETTIVI DEGRADATO PRODUTTIVE ACCREDITATI ENERGETICA TEMATICHE DI SOSTENIBILITA’ CON LA ZONA LIMITROFA CREARE NUOVE IMPRESE

AMBIENTALE DELOCALIZZARE LE ATTIVITA’ RIQUALIFICARE IL PAESAGGIO RAFFORZARE E SVILUPPARE IL RICUCIRE L’AREA DI PROGETTO SISTEMA DI IMPRESE ESISTENTE TENDERE ALL’AUTOSUFFICIENZA CREARE NUOVI POSTI DICREARE NUOVI POSTI LAVORO SALVAGUARDARE I VALORI SALVAGUARDARE I VALORI AMBIENTALI

Minimizzare e ottimizzare il Suolo consumo di suolo 0 0 + 0 + 0 0 0

Difendere la qualità delle acque superficiali e Acque sotterranee e contenere i 0 0 0 0 + 0 + + consumi idrici Preservare e migliorare la situazione della flora e della Paesaggio fauna selvatiche, degli 0 0 + 0 + 0 + + habitat e dei paesaggi

Minimizzare l’utilizzo di Energia energie non rinnovabili 0 0 0 0 0 0 + +

Contenere le emissioni in Mobilità atmosfera derivanti da Aria traffico e da consumi 0 0 + 0 0 0 0 + produttivi

Limitare la produzione dei Rifiuti rifiuti 0 0 0 0 0 0 0 +

Contenere l’inquinamento Agenti Fisici acustico 0 0 + 0 0 + + 0

Contenere le radiazioni Agenti Fisici luminose 0 0 + 0 0 + + +

Valorizzare le risorse Socio- socioeconomiche, assicurare economiche la loro equa distribuzione e + + + + + + + + la protezione della salute

Ambiente Riequilibro territoriale ed urbano urbanistico 0 0 + 0 + + + 0

Matrice di confronto tra gli obiettivi specifici dell’intervento di variante e gli obiettivi di sostenibilità accreditati

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 158 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

D. POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI SULL'AMBIENTE, COMPRESI ASPETTI QUALI LA BIODIVERSITÀ, LA POPOLAZIONE, LA SALUTE UMANA, LA FLORA E LA FAUNA, IL SUOLO, L'ACQUA, L'ARIA, I FATTORI CLIMATICI, I BENI MATERIALI, IL PATRIMONIO CULTURALE, ANCHE ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO, IL PAESAGGIO E L'INTERRELAZIONE TRA I SUDDETTI FATTORI

In questa fase della valutazione si mettono in relazione gli obiettivi specifici (individuati al punto A1) con le azioni elementari di cui si compone il progetto. Tali azioni possono essere considerate come quelle attività dirette o indirette, il cui compimento della stessa variante apporta o va a realizzare; esse sono determinate dall’analisi delle caratteristiche e dei contenuti della proposta effettuata e determinano delle pressioni ambientali che alterano lo stato di qualità ambientale e territoriale, generando così gli elementi di impatto.

OBIETTIVI SPECIFICI

CREARE NUOVE IMPRESE AZIONI SPECIFICHE

Realizzazione di un’area produttiva/servizi qualificabile quale A1 “tessuti della città da integrare” ex art. 74 R.U. a basso impatto CREARE NUOVI POSTI DI LAVORO ambientale, di circa 0,81 ha Realizzazione una struttura per ricovero e manutenzione autobus di circa 1.000 mq, fabbricato servizi per viaggiatori di DELOCALIZZARE E AGGREGARE LE A2 circa 250 mq, parcheggio esterno ed interno (auto e moto) di ATTIVITA’ PRODUTTIVE circa 550 mq, aree verdi con barriere vegtali antirumore ed aree pedonali, viabilità interna e di sosta autobus Ricorso al ciclo integrato delle acque, all’architettura RAFFORZARE E SVILUPPARE IL A3 bioclimatica, a fonti energetiche alternative, all’illuminazione interna ed esterna a basso impatto SISTEMA DI IMPRESE ESISTENTE

RIQUALIFICARE IL PAESAGGIO DEGRADATO

RICUCIRE L’AREA DI PROGETTO CON LA ZONA LIMITROFA

SALVAGUARDARE I VALORI AMBIENTALI

TENDERE ALL’AUTOSUFFICIENZA ENERGETICA

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 159 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

La fase che segue, di carattere valutativo ha lo scopo di identificare le azioni della Variante che producono pressioni sulle tematiche ambientali/territoriali e valutarne l’entità al fine di verificarne la loro sostenibilità o meno. In particolare, le tematiche ambientali/territoriali, che scaturiscono dall’analisi del contesto nel quale la proposta va ad espletarsi, possono essere definite come quelle componenti su cui si risentono gli effetti generali delle azioni della Variante e comprendono sia le componenti fisiche dell’ambiente (aria, acqua, suolo,….) che quelle più propriamente connesse alle attività umane (attività economiche, verde urbano,….). La matrice di valutazione che segue, infatti, ha come compito quello di individuare i potenziali effetti della proposta di variante, che sono stati espressi senza dar loro un’accezione qualitativa nei termini, valutando qualitativamente, invece, gli impatti che si generano dall’intersezione tra effetti ed azioni di piano e che risultano positivi o negativi a seconda del tipo di ripercussione che comportano sulle risorse strutturali. Tale matrice permette di ottimizzare l’organizzazione del processo logico della Variante, evidenziando in modo inequivocabile eventuali attriti o incongruità del processo. L’analisi ha puntato a restituire una lettura il più possibile complessiva e sistematica dei contenuti e delle finalità che il Piano si propone. Tuttavia, alcune delle azioni hanno evidentemente ricadute positive sull’ambiente, o comunque non presentano interazioni significative con i criteri di compatibilità ambientale. Scopo delle matrici non è quello di analizzare le interazioni positive con i temi ambientali, ma è invece quello di evidenziare le criticità e gli aspetti negativi, per potere poi passare nelle schede di approfondimento a sviluppare suggerimenti per misure mitigative e compensative. Per tale motivo si è ritenuto di rendere più snelle e di immediata lettura le matrici evitando di inserire le tematiche ambientali e/o territoriali che a priori non risultano interessate dagli effetti indotti dalle azioni della Variante. Sulle righe sono riportati le “AZIONI” sulla base della descrizione fornita dal Piano che ne definisce formalmente le modalità attuative. Sulle colonne sono riportati invece le tematiche ambientali e territoriali sulle quali si prevede un effetto. In ogni incrocio l'interazione è stata valutata sulla base del seguente significato:

Impatto:  = Genericamente positivo +? = Incerto, presumibilmente positivo o = Nessuna interazione -? = Incerto, presumibilmente negativo x = Genericamente negativo

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 160 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

La definizione di "incerto" scaturisce dal fatto che non è possibile ipotizzare in questa fase un effetto. La tematica interessata verrà tenuta sotto controllo nella fase di monitoraggio al fine di verificarne l’effettivo impatto. Con il termine “presumibilmente” si indica un effetto che dipende a seconda di come verrà realizzato l’intervento di trasformazione progettato, registrando o meno una negatività o una positività ed è, pertanto, associato al caso di impatto incerto. Un altro aspetto da tenere presente è la tipologia, ossia la natura dell’impatto relativamente alla sua importanza e al suo potenziale: esso può essere secondario o sinergico nel caso in cui si attivi o si potenzi attraverso la combinazione con altri effetti. Ogni impatto ha una durata che può essere permanete nel tempo o temporanea. Infine di ogni impatto va valutata la sua insorgenza rispetto all’attuazione del piano e che può essere nel breve, medio o lungo periodo. oltre o o Tipologia: Ss = Secondario; Si=Sinergico Durata: P = Permanente; T = Temporaneo Tempistica degli effetti: B=Breve; M=Medio; L = Lungo Incompatibilità ambientali per le quali verranno attivate idonee misure di mitigazione/compensazione.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 161 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Matrice di Valutazione degli effetti

LEGENDA:

Impatto:  = Genericamente positivo +?= Incerto, presumibilmente positivo o = Nessuna interazione -? = Incerto, presumibilmente lle acque, all’architettura icato servizi per viaggiatori negativo quale va/servizi qualificabile x = Genericamente negativo AZIONI AZIONI Ss = Secondario Si = Sinergico P = Permanente T = Temporaneo B = Breve periodo M = Medio periodo L = Lungo periodo “tessuti della città da integrare” ex art. 74 R.U.“tessuti della città a basso impatto ambientale, di circa 0,81 ha struttura per ricovero e manutenzioneRealizzazione una autobus di circa 1.000 mq, fabbr di circa 250 mq, parcheggio esterno ed interno (auto e moto) di circa 550 mq, aree verdi con barriere vegtali antirumore ed aree pedonali, interna e di sosta autobus viabilità Ricorso al ciclo integrato de a fonti energetiche bioclimatica, alternative, all’illuminazione interna ed esterna a basso impatto Realizzazione di un’area produtti Realizzazione di COMPONENTI EFFETTI A1 A2 A3 AMBIENTALI

Emissioni industriali o o o

-? -? Ss Ss ARIA o Emissioni veicolari T T L L

Emissioni civili o o o

x -? v Acque Si Si Si Scarichi dei reflui T T P superficiali M M M ACQUA x -? -? Falde Si Si Si Consumo d'acqua T T P acquifere M M M Geologia e Scavi e riporti o o o geomorfologia -? -? SUOLO Impermeabilizzazione Si Si o E Idrologia P P del suolo M M SOTTOSUOLO -? -? Consumo del suolo Si Si o Uso del suolo P P naturale B B COMPONENTI EFFETTI A1 A2 A3 AMBIENTALI -? Rumore delle attività Ss o o T umane M RUMORE -? -? Ss Ss o Rumore veicolare T T M M -? Traffico veicolare Ss o o T leggero M TRAFFICO Traffico veicolare -? -? Ss Ss o mezzi pesanti T T (autobus) M M -? Ss o o Rifiuti speciali T M RIFIUTI -? -? Si Si o Rifiuti solidi urbani T T M M Inquinamento o o o elettromagnetico AGENTI FISICI Inquinamento -? Si o o luminoso T

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 162 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

LEGENDA:

Impatto:  = Genericamente positivo +?= Incerto, presumibilmente positivo o = Nessuna interazione -? = Incerto, presumibilmente lle acque, all’architettura icato servizi per viaggiatori alternative, all’illuminazione alternative, all’illuminazione negativo quale va/servizi qualificabile x = Genericamente negativo AZIONI AZIONI Ss = Secondario Si = Sinergico P = Permanente T = Temporaneo B = Breve periodo M = Medio periodo L = Lungo periodo Realizzazione di un’area produtti Realizzazione di da integrare” ex art. 74 R.U.“tessuti della città a basso impatto ambientale, di circa 0,81 ha struttura per ricovero e manutenzioneRealizzazione una autobus di circa 1.000 mq, fabbr di circa 250 mq, parcheggio esterno ed interno (auto e moto) di circa 550 mq, aree verdi con barriere vegtali antirumore ed aree pedonali, interna e di sosta autobus viabilità Ricorso al ciclo integrato de a fonti energetiche bioclimatica, interna ed esterna a basso impatto M

COMPONENTI EFFETTI A1 A2 A3 AMBIENTALI X X +? Ss Ss Ss ENERGIA Consumo energetico T T P M M M -? Interferenze sul Si o o Clima T microclima L Interferenze sulla NATURA Flora o o o flora -? Interferenze sulla Ss o o Fauna P fauna M +? +? +? Qualità estetico- Ss Ss Ss PAESAGGIO P P P percettiva M M M +? +? +? Qualità estetico- Ss Ss Ss AMBIENTE URBANO P P P percettiva M M M    BENESSERE Ss Ss Ss T T T ECONOMICO E SOCIALE L M M

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 163 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Dalla valutazione qualitativa delle azioni di Piano emergono alcune indicazioni tendenziali. Un impatto tendenzialmente negativo lo abbiamo per quanto riguarda:  l’aumento delle emissioni inquinanti nell’aria, a dispetto di una diminuzione, in misura maggiore, nel centro urbano;  i maggiori consumi idrici;  il maggior consumo del suolo;  l’aumento del traffico veicolare;  l’aumento del consumo energetico. Tali impatti negativi appaiono inevitabili nel caso di realizzazione di nuovi insediamenti produttivi che comportano però, di contro, un impatto positivo o tendenzialmente positivo soprattutto per:  il benessere economico e sociale;  il miglioramento della qualità estetico-percettiva del paesaggio e del centro urbano. Dall’esame della Matrice di Valutazione, emergono dunque alcuni dati significativi dell’intervento: - limitati movimenti terra e modifiche della morfologia del terreno: l’area di intervento è acclive e la progettazione rispetta tale planarità; - aumento della superficie impermeabilizzata del sito, nella misura di circa il 60% dell’area oggetto degli interventi, atteso i parcheggi e le aree pedonali sono drenanti; - gli impatti positivi e negativi dell’intervento sulle caratteristiche ambientali e paesaggistiche dell’area si equivalgono: l’aumento di suolo urbanizzato e impermeabile a scapito di suolo naturale-agricolo (incolto allo stato attuale) è bilanciato da una complessiva e sostanziale riqualificazione dell’area in quanto da un lato gli interventi permettono di recuperare una zona abbandonata del territorio e dall’altro permettono di delocalizzare gli esistenti impianti produttivi dal centro urbano, migliorando la qualità urbana nel suo complesso; la sistemazione a verde pubblico semplice e attrezzato, la realizzazioni di filari di verde e di siepi consente di connettere le diverse aree, di conservare la biodiversità anche andando a limitare un impatto negativo sulla fauna, da verificare in loco, che l’intervento potrebbe generare; - aumento di consumi energetici ed idrici, degli scarichi, delle emissioni in atmosfera e dei rifiuti. L’aumento dei rifiuti si inserisce in un programma di recupero e riciclo dei rifiuti già in corso nel territorio comunale in linea col Piano Operativo per la gestione della raccolta differenziata; la manifestazione di interesse presentata per lo svolgimento di attività legate alla gestione della frazione differenziata all’interno dell’area

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 164 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA produttiva in questione comporta un aspetto di rilevanza dell’intervento per quel che concerne l’attuazione della normativa comunitaria nel settore della gestione dei rifiuti. Gli scarichi provenienti dall’insediamento produttivo saranno accolti dalI’impianto di depurazione già realizzato, come si evince dalle foto, che è stato dimensionato tenendo conto anche di tale necessità. - la Classe Acustica del sito, anche se non è presente un Piano di Zonizzazione Acustica dovrebbe rimanere invariata, infatti la zona agricola in quest’area effettuata con mezzi agricoli anche di grandi potenze e dimensioni, dovrebbe essere la III – Area di tipo misto o al limite IV area di intensa attività umana, compatibile con la zona produttiva a basso impatto come quella ipotizzata nella variante; - assenza di rischi per la salute umana: sia per la scelta del luogo di ubicazione in cui non vi sono problematiche relative all’assetto idro-geologico, sia per la tipologia dell’intervento che non presenta rischi legati all’attività produttiva (emissioni di sostanze tossiche nell’aria, nell’acqua e nel suolo) o all’eventualità di incidenti rilevanti. Il ricorso all’utilizzo di materiali e tecnologie costruttive eco-compatibili consente di perseguire una qualità edilizia ottimale per la salute; - aumento del traffico veicolare: le ricadute negative sull’ambiente sono rappresentate dall’emissione in atmosfera di gas-serra, di inquinanti acidi e precursori dell’ozono, la generazione di rumore, lo sfruttamento di risorse energetiche non rinnovabili, la sottrazione di suolo per la realizzazione delle infrastrutture stesse, l’eventuale disturbo alle popolazioni animali. In particolare nella successiva tabella si riportano le azioni di Piano che producono effetti negativi e potenzialmente tali rispetto alla singole tematiche ambientali.

EFFETTO AZIONE Tematica Tematica

Realizzazione di un’area produttiva/servizi qualificabile quale “tessuti della città A1 da integrare” ex art. 74 R.U. a basso impatto ambientale, di circa 0,81 ha Emissioni industriali, Realizzazione una struttura per ricovero e manutenzione autobus di circa 1.000

Aria veicolari, civili mq, fabbricato servizi per viaggiatori di circa 250 mq, parcheggio esterno ed A2 interno (auto e moto) di circa 550 mq, aree verdi con barriere vegtali antirumore ed aree pedonali, viabilità interna e di sosta autobus Realizzazione di un’area produttiva/servizi qualificabile quale “tessuti della città A1 Consumo d’acqua da integrare” ex art. 74 R.U. a basso impatto ambientale, di circa 0,81 ha Realizzazione una struttura per ricovero e manutenzione autobus di circa 1.000 Scarichi dei reflui mq, fabbricato servizi per viaggiatori di circa 250 mq, parcheggio esterno ed A2 Acqua interno (auto e moto) di circa 550 mq, aree verdi con barriere vegtali antirumore ed aree pedonali, viabilità interna e di sosta autobus

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 165 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

EFFETTO AZIONE Tematica Tematica

Scavi e riporti Realizzazione di un’area produttiva/servizi qualificabile quale “tessuti della città A1 da integrare” ex art. 74 R.U. a basso impatto ambientale, di circa 0,81 ha Impermeabilizzazione Realizzazione una struttura per ricovero e manutenzione autobus di circa 1.000

del suolo mq, fabbricato servizi per viaggiatori di circa 250 mq, parcheggio esterno ed

Suolo A2 interno (auto e moto) di circa 550 mq, aree verdi con barriere vegtali antirumore Consumo del suolo ed aree pedonali, viabilità interna e di sosta autobus naturale Realizzazione di un’area produttiva/servizi qualificabile quale “tessuti della città A1 da integrare” ex art. 74 R.U. a basso impatto ambientale, di circa 0,81 ha Rumore veicolare Realizzazione una struttura per ricovero e manutenzione autobus di circa 1.000

mq, fabbricato servizi per viaggiatori di circa 250 mq, parcheggio esterno ed Rumore delle attività A2 Rumore interno (auto e moto) di circa 550 mq, aree verdi con barriere vegtali antirumore umane ed aree pedonali, viabilità interna e di sosta autobus Realizzazione di un’area produttiva/servizi qualificabile quale “tessuti della città A1 da integrare” ex art. 74 R.U. a basso impatto ambientale, di circa 0,81 ha Traffico veicolare Realizzazione una struttura per ricovero e manutenzione autobus di circa 1.000 leggero e dei mezzi mq, fabbricato servizi per viaggiatori di circa 250 mq, parcheggio esterno ed

Traffico pesanti A2 interno (auto e moto) di circa 550 mq, aree verdi con barriere vegtali antirumore ed aree pedonali, viabilità interna e di sosta autobus Realizzazione di un’area produttiva/servizi qualificabile quale “tessuti della città A1 da integrare” ex art. 74 R.U. a basso impatto ambientale, di circa 0,81 ha Rifiuti speciali Realizzazione una struttura per ricovero e manutenzione autobus di circa 1.000

mq, fabbricato servizi per viaggiatori di circa 250 mq, parcheggio esterno ed

Rifiuti RSU A2 interno (auto e moto) di circa 550 mq, aree verdi con barriere vegtali antirumore ed aree pedonali, viabilità interna e di sosta autobus Realizzazione di un’area produttiva/servizi qualificabile quale “tessuti della città A1 Inquinamento da integrare” ex art. 74 R.U. a basso impatto ambientale, di circa 0,81 ha elettromagnetico Realizzazione una struttura per ricovero e manutenzione autobus di circa 1.000 mq, fabbricato servizi per viaggiatori di circa 250 mq, parcheggio esterno ed A2 Inquinamento luminoso interno (auto e moto) di circa 550 mq, aree verdi con barriere vegtali antirumore ed aree pedonali, viabilità interna e di sosta autobus Agenti fisici Realizzazione di un’area produttiva/servizi qualificabile quale “tessuti della città A1 da integrare” ex art. 74 R.U. a basso impatto ambientale, di circa 0,81 ha Realizzazione una struttura per ricovero e manutenzione autobus di circa 1.000 Consumo energetico mq, fabbricato servizi per viaggiatori di circa 250 mq, parcheggio esterno ed

Energia A2 interno (auto e moto) di circa 550 mq, aree verdi con barriere vegtali antirumore ed aree pedonali, viabilità interna e di sosta autobus Realizzazione di un’area produttiva/servizi qualificabile quale “tessuti della città A1 Interferenze sul da integrare” ex art. 74 R.U. a basso impatto ambientale, di circa 0,81 ha microclima Realizzazione una struttura per ricovero e manutenzione autobus di circa 1.000 mq, fabbricato servizi per viaggiatori di circa 250 mq, parcheggio esterno ed

Natura A2 Interferenze sulla fauna interno (auto e moto) di circa 550 mq, aree verdi con barriere vegtali antirumore ed aree pedonali, viabilità interna e di sosta autobus

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 166 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

E. MISURE PREVISTE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE NEL MODO PIÙ COMPLETO POSSIBILE GLI EVENTUALI IMPATTI NEGATIVI SIGNIFICATIVI SULL'AMBIENTE DELL'ATTUAZIONE DEL PIANO O DEL PROGRAMMA

Il processo di VAS ha l’obiettivo di minimizzare ogni impatto negativo generato dal Piano fino ad eliminarne la significatività, massimizzare gli impatti positivi e valorizzare gli aspetti ambientali. La pressione negativa esercitata da un’azione denuncia la presenza di una criticità per la componente ambientale interessata e determina il ricorso ad idonee misure di impedimento, riduzione e compensazione dell’effetto negativo. Le misure di mitigazione, infatti, possono essere definite come quelle azioni, che evitano, riducono, riparano o compensano gli impatti residuali di piano, descritti nei precedenti paragrafi. Tutto ciò, deve trovare esplicazione, successivamente, nella fase esecutiva del “Programma”, in sede di realizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture ad iniziativa pubblica e privata, in cui le forme di mitigazione indicate forniscono delle prescrizioni di carattere urbanistico. Attesa l’ineludibilità della presenza degli impatti, che insediamenti di tale tipo provocano, di seguito, di seguito sono riportate delle tabelle di risposta alle criticità individuate in fase di valutazione degli impatti a carico della compromessa componente ambientale descrivendo le opere, gli accorgimenti e le azioni tese a mitigarli. Diverse azioni sono state accorpate in un’unica tabella in quanto generano lo stesso tipo di impatto eliminabile, compensabile o mitigabile con lo stesso tipo di misura raggruppate nelle seguenti categorie:  misure di mitigazione sulla componente aria;  misure di mitigazione sulla componente acqua;  misure di mitigazione sulla componente suolo e sottosuolo;  misure di mitigazione sulla componente vegetazione, flora e fauna;  misure di mitigazione sulla componente paesaggio.

F. Misure di mitigazione sulla componente aria

Scarichi attività produttive : si deve predisporre un controllo accurato e sistemico sugli scarichi delle attività produttive (fabbricato servizio, centro manutenzioni) sia in fase di

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 167 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA installazione che in fase di esercizio con l’applicazione di tutte le misure preventive e sanzionatorie previste dalle normative in vigore. Installare, ove strettamente necessario, camini sufficientemente alti tali da consentire un buon tiraggio naturale e la migliore diffusione in Atmosfera. Inoltre, relativamente alla fase di cantiere, al fine di ridurre le emissioni di polveri in atmosfera causate dalla sospensione delle particelle solide durante le operazioni di scavo o dalla sospensione di polveri da aree sterrate di passaggio mezzi è prevista l’operazione di bagnatura delle aree di scavo e delle aree del piazzale di cantiere. Traffico veicolare: il sistema viario contermine all’area rimane inalterato, mentre all’interno del lotto transiteranno solo gli autobus di linea e quelli diretti al centro manutenzioni e rimessa, mentre le auto sosteranno nei parcheggi anteriori. Inquinamento elettromagnetico: per ridurre fenomeni di inquinamento elettromagnetico è prevista la realizzazione di linee elettriche interrate. Emissioni acustiche: al fine di limitare le emissioni di alcune apparecchiature la cui rumorosità potrebbe fornire un contributo non positivo al clima acustico dell'area, in fase esecutiva saranno realizzati interventi di mitigazione acustica sia presso i singoli impianti sia presso le strutture degli edifici. In particolare si ritiene di utilizzare dei box fonoisolanti in grado di abbattere dai 15 ai 20 db(A) per gli impianti/apparecchiature particolarmente rumorose:  apparecchiature di iniezione posizionate in esterno;  pompe alimento collocate in apposito locale;  ventilatore estrazione;  sistemi di condizionamento. Inoltre si prevede di rivestire le pareti del centro manutentivo con materiale fonoassorbente, o installando setti fonoassorbenti, in modo da ridurre le riflessioni sonore delle strutture di cemento armato ed aumentare il coefficiente di assorbimento ad almeno

α=0,20. Di seguito si descrivono in sintesi le principali misure di mitigazione a verde in uso, quali le barriere acustiche naturali, ed i relativi campi di applicazione:

Le barriere naturali o barriere verdi sono delle strutture utilizzate per la loro capacità di assorbire il rumore ed, entro certi limiti, l’inquinamento Descrizione prodotto principalmente dal traffico veicolare. In generale esse si possono

dividere in due grosse categorie: -Strutture esclusivamente vegetali -Schermi a struttura mista Strutture esclusivamente vegetali

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 168 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

All’interno di questa categoria si distinguono le fasce vegetali o quinte vegetative e i rilevati con copertura vegetale. Le fasce vegetali o quinte vegetative sono composte da piantagioni semplici od associazioni complesse di specie arboree, arbustive ed erbacee, organizzate in piantagioni lineari (siepi, fasce boscate, alberate, filari ecc.). Questa tipologia di barriera vegetale è indicata qualora ci sia un’ampia disponibilità di spazio lateralmente all’infrastruttura viaria (20-30 m). Le fasce vegetali sono la tipologia più nota e storicamente utilizzata, anche se frequentemente sono stati commessi errori, soprattutto nella scelta delle essenze, non perfettamente coerenti con la funzione da assolvere o con il paesaggio. I rilevati con copertura vegetale sono accumuli lineari di terra stratificata e piantumata con specie erbacee, arbustive o miste. Questa soluzione è probabilmente a livello acustico, paesaggistico ed ambientale la più corretta anche se il suo unico limite è la necessità di ampi spazi lateralmente all’infrastruttura viaria da schermare. Schermi a struttura mista Queste strutture sono combinazioni di manufatti artificiali con piante, progettati per l'integrazione sinergica delle diverse componenti. All’interno di questa categoria possono essere distinti: -Terre armate rinforzate -Muri vegetati (muri cellulari, strutture composite, strutture a gabbia) Le terre armate rinforzate (t.a.r.), nate per applicazioni geotecniche, sono rilevati in terra e pietrame a sezione trapezoidale “retinati” con apposite geogriglie e ricoperti con vegetazione da coltivo. In esse il terreno è compresso in più strati ed è sostenuto da geogriglie che possono essere mono o b-orientate (per aumentarne la capacità di sostegno) e da geotessili (tessuti e non-tessuti) per prevenire la fuoriuscita di particelle fini. Come barriere antirumore necessitano di una fascia di 2-3 m. Il principio di funzionamento si basa sull’interazione tra la terra e la parte sintetica in modo tale che il sistema di armatura assorba le sollecitazioni cui sarebbe sottoposto il terreno. Le t.a.r. si inseriscono molto bene nel contesto preesistente ed hanno un rapporto economico/operativo molto vantaggioso, poichè viene usato materiale già presente nel sito e necessitano di pochi interventi di manutenzione. I muri vegetati (muri cellulari, strutture a gabbia, strutture composite) sono manufatti artificiali opportunamente trattati (calcestruzzo, acciaio, plastica e legno) insieme a materiale vegetale sostenuto ed alimentato da sofisticati substrati. Il muro vegetale basa la sua capacità di abbattimento del rumore sulla presenza, insieme alla terra e alla vegetazione, dell’elemento artificiale. Questa tipologia è la più complessa e presenta il maggior numero di soluzioni. Poiché il rigoglio della vegetazione è il risultato più auspicato e quello più complesso da ottenere, soprattutto in riferimento alla disponibilità idrica, la progettazione sia del sistema di irrigazione, sia della composizione delle specie vegetali deve essere molto accurata. Questi sistemi hanno il vantaggio di occupare solamente 60-70 cm. I muri cellulari, secondo il sistema Heinzmann, sono costituiti da moduli a vaschetta in calcestruzzo di vario design riempiti con terra vegetale. I moduli sono teoricamente sovrapponibili all’infinito e non richiedono sostegni per altezze fino a 8-10 m. Questo sistema ha il vantaggio di consentire la verticalità del muro e, pertanto, consentono un notevole

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 169 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

risparmio di spazio. Le buone capacità di abbattimento del rumore sono dovute anche alla tipologia costruttiva. Le strutture a gabbia sono pareti costituite da elementi semplici di materiale vario (legno, legno impregnato, calcestruzzo vibrato armato, plastica riciclata, metallo) assemblati in vari modi per costituire una struttura a parallelepipedo riempibile di materiale inerte. Anche questa tipologia non richiede ancoraggi per altezze fino a 5 metri. Le strutture composite sono architetture complesse formate da elementi portanti di vari materiali (acciaio, legno, metallo, plastica riciclata, calcestruzzo vibrato armato) che costituiscono pareti determinate a sezione ridotta. Questa tipologia richiede sempre un sistema di ancoraggio al suolo. Applicazioni I sistemi verdi sono principalmente impiegati nell’abbattimento rumore da traffico viario e ferroviario. Tra i numerosi pregi di questi sistemi vale la

pena ricordare:  riduzione dell’emissione sonora;  effetto di barriera antifaro;  depurazione chimica dell’atmosfera per effetto della fotosintesi;  riduzione delle polveri e del particolato del traffico per l’effetto di filtrazione delle foglie;  emissione di vapor acqueo e regolazione igrotermica dell’ambiente;  azione drenante del terreno e protezione del suolo dei fenomeni meteorici eccessivi;  ottima accettabilità dell’opera da parte del pubblico; -miglioramento del paesaggio;  contributo alla creazione di “reti ecologiche” che comprendono i cosiddetti corridoi biologici atti alla conservazione e all’incremento della naturalità dell’ambiente. Note Principio fisico secondo cui avviene la riduzione del rumore. L’azione di riduzione dell’inquinante da parte delle foglie avviene attraverso:  l’assorbimento e trasformazione dell’energia sonora in calore grazie al movimento dell’energia sulle superfici delle foglie, dei rami e del fusto e ai conseguenti moti oscillatori smorzati;  deviazione delle alte frequenze dell’energia sonora. Più sono spesse, dense e grandi le foglie, maggiore è l’efficacia nella riduzione dell’inquinamento sonoro. Anche la terra, insieme alle radici, gioca un ruolo importante nella riduzione del rumore. Questo avviene mediante:  l’assorbimento di onde dirette radenti al suolo;  la riflessione dell’onda sul suolo assorbente, con conseguente perdita di energia.

Si possono consigliare per la realizzazione di filari: il leccio, che meglio si adatta a risolvere problemi legati all’inquinamento atmosferico degli agglomerati urbani, oppure, le leguminose, che migliorano le caratteristiche del terreno, anche per la sopravvivenza di altre essenze perché sono azoto-fissatrici; le graminacee, che si adattano a condizioni pedologiche non ottimali ed hanno rapido accrescimento; si può prevedere vegetazione

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 170 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA erbacea ed arbustiva tappezzante (altezza da 5 a 15 cm) ai margini della viabilità interna; per le barriere anti-rumore, realizzando delle fasce di protezione, la prima fascia adiacente alla pavimentazione stradale, può essere costituita da specie erbacee ed arbustive tappezzanti, che limitano la manutenzione e migliorano la qualità del terreno; la seconda fascia può, essere, invece, una barriera di essenze arbustive collocate su un doppio filare sfalsato con intervalli di 80 cm fra una pianta e l'altra, e che ha principalmente il compito di captare le polveri prodotte o mosse dal passaggio dei veicoli. Le specie più adatte a questo scopo sono il corniolo (Cornus Sanguinea), il pruno selvatico (Prunus spinosa), la rosa (Rosa SPP), la frangula (Rhamnus frangula) e la fusaggine (Euonymus europaeus); puo' essere utilizzata, anche una terza fascia, costituita da specie arboree coltivate e ad alto fusto. Questo sistema ha la funzione di schermare visivamente e proteggere acusticamente nei confronti dei disturbi prodotti dal traffico, ma si ottiene, anche, un migliore ombreggiamento ed il favorimento della biodiversità,riducendo anche l’inquinamento acustico ed atmosferico nelle aree immediatamente limitrofe.

G. Misure di mitigazione sulla componente acqua

 Realizzazione di vasche di raccolta e depurazione acque piovane e di lavaggio, al fine del loro riutilizzo per l’irrigazione del verde attrezzato, di rispetto e pertinenziale; individuazione delle tecnologie più adeguate, relative all’ incremento dei deflussi superficiali delle acque meteoriche, ricadenti sulle superfici impermeabili aggiuntive, determinate dai nuovi insediamenti;  Utilizzo di pavimentazioni drenanti sui piazzali di sosta veicolare e pedonali;  realizzazione di fossa biologica ed eventuale mini-isola ecologica impermeabilizzata per il ricevimento dei rifiuti evitando contaminazione del suolo e delle acque sotterranee per infiltrazione di percolato;  trattamento delle acque bianche e nere tramite idonei sistemi di depurazione, non ultima la possibilità di istallare vasche per la fitodepurazione; utilizzo di una sezione di depurazione degli scarichi senza produzione residua di effluenti liquidi o fangosi nell’intento di evitare ulteriori problematiche di smaltimento;  ove necessario, realizzazione di opere idrauliche di protezione dal rischio idrogeologico, come argini in terra, sistemi di raccolta, tenuta e smaltimento delle acque meteoriche;

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 171 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

 realizzazione di serbatoi di gasolio per l’alimentazione dei eventuali generatori diesel interrati e contenuti all’interno di un cassone di cemento armato in modo da evitare la contaminazione delle acque superficiali e sotterranee.

H. Misure di mitigazione sulla componente suolo e sottosuolo

La realizzazione di un nuovo insediamento comporta impatti irreversibili in termini di consumo del suolo, è, pertanto, auspicabile elevare le percentuali di suolo permeabile in fase di elaborazione dei progetti attuativi. Bisogna inoltre predisporre:  l’ottimizzazione dell'occupazione degli spazi liberi attraverso una progettazione architettonica modulare degli elementi costitutivi i fabbricati e una disposizione razionale e funzionale delle aree di sedime;  la realizzazione di fossa biologica ed eventuale mini-isola ecologica impermeabilizzata per il ricevimento dei rifiuti evitando contaminazione del terreno per infiltrazione di percolato;  la realizzazione di serbatoi di gasolio per l’alimentazione dei eventuali generatori diesel interrati e contenuti all’interno di un cassone di cemento armato in modo da evitare la contaminazione del terreno, anche se sarà indicato, quale combustibile, l’utilizzo del metano, già presente nell’area con una derivazione calibrata per i nuovi insediamenti produttivi. Durante la fase di cantiere, al fine di limitare lo spandimento di polveri sul suolo nelle zone adiacenti all’impianto, è previsto il lavaggio delle ruote dei mezzi in uscita dall’area.

I. Misure di mitigazione sulla componente vegetazione, flora e fauna

All’esterno del sedime individuato per la realizzazione dei fabbricati, il progetto deve prevedere la realizzazione di interventi di sistemazione della vegetazione: a questo scopo è previsto l’impianto di essenze arboree tipiche della zona in modo da creare un continuum vegetazionale perfettamente integrato con le associazioni vegetali presenti. La scelta delle essenze per il futuro reimpianto verterà su individui meno invasivi, prediligendo le piante tipiche dell’area; Al fine di non geometrizzare la posa delle essenze è prevista una distribuzione degli individui non solo nella parte perimetrale dell’intero insediamento con funzioni di schermatura, ma anche all’interno dello stesso e all’esterno, differenziando la scelta e la disposizione delle stesse sia in termini di posa che di altezza.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 172 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

A completamento del nuovo assetto vegetazionale perimetrale è da prevedere anche l’impianto di una serie di essenze finalizzate alla realizzazione di siepi. Le siepi svolgono, infatti, una funzione primaria nella diversificazione del paesaggio rurale e possono contribuire in maniera determinante ad aumentare l'indice e la diversità ambientale del territorio, oltre che contribuire incisivamente alle opere di mitigazione degli insediamenti industriali. Gli elementi costitutivi di una siepe, specie legnose dominanti e coorte di piante arbustive ed erbacee, concorrono a determinare un microecosistema che si differenzia dai campi circostanti coltivati non solo per ciò che riguarda gli elementi fisionomici ma anche per ciò che concerne la natura del suolo, il microclima e la presenza di un mondo animale complesso in cui quasi tutti i principali gruppi sono rappresentati, dai piccoli Invertebrati quali Nematodi, Lombrichi e Acari responsabili della formazione dell'humus determinante per la struttura del suolo, ad un gran numero di Insetti, Anfibi, Rettili, e Mammiferi che costituiscono gli elementi di complesse reti alimentari. Le siepi forniscono inoltre cibo, rifugio e siti di riproduzione anche per un gran numero di uccelli stanziali e migratori. All'interno di queste nicchie ecologiche inoltre diversi organismi utili, in quanto predatori e parassitoidi di altri insetti dannosi alle colture come gli stessi pronubi chiamati anche impollinatori, svolgono buona parte del loro ciclo vitale. L’utilizzo di tali bordure dovrebbe essere pianificato preferibilmente a macchie, offrendo in tal modo numerosi vantaggi, oltre agli obiettivi di isolamento visivo ed acustico, tra i quali:  effetto frangivento con riduzione dell’intensità del vento fino a 70 – 80 % circa ad una distanza pari a cinque volte l’altezza della siepe. Per un effetto ottimale occorrerebbe realizzare un orientamento perpendicolare alla direzione dei venti dominanti e produrre associazioni di più gruppi con profilo decrescente verso la direzione di provenienza del vento;  migliore microclima ed evapotraspirazione;  maggiore attività impollinatrice da parte degli insetti pronubi;  filtro per le polveri ed altri agenti inquinanti presenti nell’aria. Al fine di raggiungere i suddetti obiettivi l’impianto a verde previsto dovrebbe avere le seguenti caratteristiche essenziali:  Zoccolo di impianto rilevato rispetto al piano di campagna  Arbusti messi a dimora a gruppi monospecifici e non su un unico filare  Banchine erbose permanenti poste sul lato della siepe che è rivolto verso l’esterno del perimetro dell’intero insediamento. Anche la scelta delle specie arbustive dovrebbe avvenire secondo i seguenti criteri:

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 173 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

 Autoctonia, ossia tolleranza alle condizioni climatiche e pedologiche della zona;  Fogliame appetiti dagli animali selvatici, struttura della chioma in grado di favorire la nidificazione;  Buona capacità pollonifera e produzione di rami procobenti per assicurare copertura anche in prossimità del suolo Nella scelta delle specie da utilizzare si privilegeranno le specie autoctone, ottimali sia da un punto di vista naturalistico che per i numerosi vantaggi pratici che presentano come già individuato, quali l'economicità, la resistenza e l'adattamento ambientale. La realizzazione di questo tipo di impianto a verde destinato alla circoscrizione di un insediamento variegato industriale/commerciale dovrà svolgere anche altre funzioni non meno importanti di quelle finora descritte mirate alla valorizzazione naturalistica del paesaggio. Infatti l’impiego di ulteriori essenze con particolari caratteristiche odorose e cromatiche garantirà, oltre ad un impatto visivo di indiscusso pregio, anche una notevole fonte di aromi derivanti dalla ampia concentrazione di essenze profumate. In particolare queste essenze vedranno la loro messa a dimora sia all’interno dell’area fruibile che in prossimità del confine, al fine di incrementare il loro effetto aromatico. A tal proposito rimane doveroso sottolineare che non si intenderà in questo modo identificare esclusivamente nelle essenze vegetazionali lo strumento attraverso il quale contribuire, da un punto di vista olfattivo, a caratterizzare l’ambiente circostante, in quanto dagli studi a nostra disposizione (altezza del camino, prevalenza delle correnti d’aria, incremento di areale interessato dal fall-out, ecc.), eventuali odori dovranno essere abbattuti od almeno limitati da impianti di abbattimento specifici e matrici di filtri. Le essenze aromatiche utilizzate rappresenteranno pertanto solo un espediente aggiuntivo per l’abbattimento delle residue cariche di odori e del fall-out, non costituendo di per sé uno strumento ad alta efficacia in grado di eliminare tale problema. La messa a dimora delle piante prevede inoltre una loro diversificazione per quanto concerne i tempi di fioritura, in modo da garantire un aspetto cromatico costante per tutto il periodo dell’anno.

J. Misure di mitigazione sulla componente paesaggio

Ai fini della riduzione dell’impatto paesaggistico connesso alla realizzazione delle opere in oggetto, è prevista l’adozione dei seguenti accorgimenti:

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 174 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

 distribuzione planimetrica e volumetrica tale da dare movimento alla struttura e offrire una molteplicità di scorci prospettici;  piantumazione di un insieme articolato di essenze in modo da creare una connessione ed una percezione graduale dell’insediamento industriale rispetto alle aree circostanti;  il ricorso in fase di attuazione dei progetti di uno studio di inserimento paesaggistico delle morfologie progettuali, degli insediamenti e delle altre opere da realizzarsi, al fine di minimizzare ed omogeneizzare l’impatto percettivo del nuovo complesso insediativo.

In aggiunta a quanto finora descritto si indicano ulteriori misure atte a contenere specifici impatti:

Riduzione dell’inquinamento luminoso causato dagli impianti di illuminazione, sia pubblici che privati, attraverso il rispetto delle prescrizioni imposte dalla normativa sull’inquinamento luminoso;

Incentivazione dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili: fotovoltaico, solare termico, in fase di progettazione esecutiva dei nuovi fabbricati edilizi;

K. DESCRIZIONE DELLE MISURE PREVISTE IN MERITO AL MONITORAGGIO DI CUI ALL'ARTICOLO 10 Il monitoraggio è l’attività di raccolta ed elaborazione delle informazioni circa l’efficacia dell’attuazione del piano; l’attività di monitoraggio consente la valutazione dello scostamento tra obiettivi identificati e quelli conseguiti. Per quanto riguarda il monitoraggio, la Direttiva stabilisce che occorre controllare: “... gli effetti ambientali significativi … al fine ... di individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti e essere in grado di adottare le misure correttive ... opportune”. Gli Indici e Indicatori svolgono un ruolo centrale nella descrizione e valutazione dell'ambiente. Essi hanno come finalità prioritaria quella di essere validi strumenti di sostegno alle azioni politiche, fornendo una rappresentazione esauriente e sistematica di tutte le componenti che direttamente e indirettamente agiscono sullo stato dell'ambiente. La scelta degli indicatori ambientali riveste un importante significato esplicativo per la quantificazione degli impatti.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 175 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Per “indicatore” si intende un parametro o un valore derivato che è in grado di fornire notizie in forma sintetica circa un fenomeno ambientale, e possiede un valore che oltrepassa le proprietà stesse direttamente associate. È un dato espresso in una specifica scala di misura che, posti determinati obiettivi, aiuta a valutare a che punto si è, in quale direzione si sta andando e quanto si è distanti dal punto di arrivo. La costruzione del quadro di indicatori basati su solide argomentazioni teoriche, efficaci nell’orientare i processi decisionali e capaci di restituire un concreto quadro di valutazione nei monitoraggi, è diventato uno dei compiti principali della ricerca in tema di sostenibilità. Essi prefigurano un significato sintetico e rispondono al bisogno di ridurre al minimo il numero di variabili da considerare per valutare il fenomeno, semplificando altresì il processo di comunicazione dei risultati. Nello specifico gli indicatori permettono di:  descrivere la quantità e la qualità dei fenomeni  descrivere le azioni che determinano modificazioni significative sull’ecosistema e sulle condizioni socio-economiche  evidenziare le azioni finalizzate alla compensazione, al miglioramento ed alla correzione delle situazioni di criticità. Si riporta di seguito una descrizione di alcuni indicatori da scegliere per le diverse componenti ambientali: - ARIA - PM10 e PM2,5 PM (Particulate Matter) è la definizione generale con cui si definisce un mix di particelle solide e liquide (particolato) che si trovano in sospensione nell'aria. Con i termini PM10 e PM2,5 si indicano le frazioni di particolato aerodisperso aventi diametro aerodinamico inferiore rispettivamente a 10 e a 2,5 µm. Tali sostanze possono avere origine sia da fenomeni naturali (processi di erosione al suolo, incendi boschivi, dispersione di pollini etc.) sia, in gran parte, da attività antropiche, in particolar modo da traffico veicolare e processi di combustione. Inoltre, esiste un particolato di origine secondaria dovuto alla compresenza in atmosfera di altri inquinanti come l'NOX e l'SO2 che, reagendo fra loro e con altre sostanze presenti nell'aria, danno luogo alla formazione di solfati, nitrati e sali di ammonio. Si stima che in alcuni contesti urbani più del 50% del particolato sia di origine secondaria. I maggiori componenti del PM sono il solfato, il nitrato, l'ammoniaca, il cloruro di sodio, il carbonio, le polveri minerali e l'acqua. A causa della sua composizione, il particolato presenta una tossicità intrinseca, che viene amplificata dalla capacità di assorbire

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 176 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA sostanze gassose come gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e i metalli pesanti, di cui alcuni sono potenti agenti cancerogeni. Inoltre, le dimensioni così ridotte (soprattutto per quanto riguarda le frazioni minori di particolato) permettono alle polveri di penetrare attraverso le vie aeree fino a raggiungere il tratto tracheo-bronchiale.

Biossido di azoto (NO2)

Il Biossido di Azoto (NO2) è un gas di colore rosso bruno, di odore forte e pungente, altamente tossico ed irritante. È un forte agente ossidante e reagisce violentemente con materiali combustibili e riducenti, mentre in presenza di acqua è in grado di ossidare diversi metalli. Gli ossidi di azoto in generale (NOX), vengono prodotti durante i processi di combustione a causa della reazione che, ad elevate temperature, si ha tra l’azoto e l’ossigeno contenuto nell’aria; le fonti principali di questi inquinanti sono centrali termoelettriche, impianti di riscaldamento e, soprattutto, traffico veicolare. L’NO2 è un inquinante per lo più secondario, che si forma in seguito all’ossidazione in atmosfera dell’NO, relativamente poco tossico. Esso svolge un ruolo fondamentale nella formazione dello smog fotochimico in quanto costituisce l’intermedio di base per la produzione di tutta una serie di inquinanti secondari molto pericolosi come l’ozono, l’acido nitrico, l’acido nitroso. Una volta formatisi, questi inquinanti possono depositarsi al suolo per via umida (tramite le precipitazioni) o secca, dando luogo al fenomeno delle piogge acide, con conseguenti danni alla vegetazione e agli edifici.

Ozono Troposferico (O3) L’ozono è un gas tossico di colore bluastro, incolore e inodore, costituito da molecole instabili formate da tre atomi di ossigeno (O3). È presente per più del 90% nella stratosfera (la fascia dell’atmosfera che va dai 10 ai 50 km di altezza) dove costituisce una indispensabile barriera protettiva nei confronti delle radiazioni UV generate dal sole. Nella troposfera, la parte bassa dell’atmosfera che si estende fino a 12.000 metri di quota, l’ozono si forma a seguito di reazioni chimiche tra ossidi di azoto e composti organici volatili, favorite da intenso irraggiamento e temperature elevate. Proprio perché non direttamente emesso, l’ozono costituisce un tipico inquinante secondario. I gas precursori dell’ozono vengono prodotti tipicamente da processi di combustione civile e industriale e da processi che utilizzano o producono sostanze chimiche volatili, come solventi e carburanti.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 177 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Monossido di carbonio (CO) Il monossido di carbonio (CO) è un gas inodore, incolore, infiammabile e molto tossico, risultante dalla combustione incompleta di gas naturali, propano, carburanti, benzine, carbone e legna. Le fonti di emissione di questo inquinante sono sia di tipo naturale che di tipo antropico; in natura, il CO viene prodotto in seguito a incendi, eruzioni dei vulcani ed emissioni da oceani e paludi. Le principali fonti di emissione da parte dell’uomo sono invece costituite dall’utilizzo dei combustibili fossili per i motori a scoppio degli autoveicoli (in particolare quelli non dotati di marmitta catalitica), dalla combustione della legna per riscaldamento civile e dalle attività industriali come la produzione di ghisa e acciaio, la raffinazione del petrolio, la lavorazione del legno e della carta. Di conseguenza, il CO è diffuso soprattutto nelle aree urbane dove sono maggiormente diffuse queste attività.

Biossido di zolfo (SO2)

Il biossido di zolfo, o anidride solforosa (SO2), è un gas dall’odore pungente, incolore, irritante, molto solubile in acqua, la cui presenza in atmosfera deriva dalla combustione di prodotti organici di origine fossile contenenti zolfo, quali carbone, petrolio e derivati. Le emissioni naturali di biossido di zolfo sono principalmente dovute all’attività vulcanica, mentre le principali sorgenti antropiche sono costituite dagli impianti per il riscaldamento e la produzione di energia alimentati a gasolio, carbone e oli combustibili. Per quanto riguarda il traffico veicolare, che contribuisce alle emissioni solo in maniera secondaria, la principale sorgente di biossido di zolfo è costituita dai veicoli con motore diesel, anche se negli ultimi anni si è avuto un netto miglioramento della qualità dei combustibili che presentano un minor contenuto di zolfo e del sempre più diffuso uso del metano. Data l’elevata solubilità in acqua, il biossido di zolfo contribuisce al fenomeno delle piogge acide trasformandosi in anidride solforica e, successivamente, in acido solforico, a causa delle reazioni con l’umidità presente in atmosfera.

Benzene (C6H6)

Il benzene (C6H6) è il più comune e largamente utilizzato degli idrocarburi aromatici, oltre ad essere uno dei più tossici. A temperatura ambiente si presenta come un liquido molto volatile, incolore, dal caratteristico odore pungente. Viene sintetizzato a partire dal petrolio e viene utilizzato come antidetonante nelle benzine e come materia prima per produrre plastiche, resine sintetiche e pesticidi.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 178 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

La maggior parte del benzene presente nell’aria deriva da combustione incompleta di combustibili fossili: le principali fonti di emissione sono il traffico veicolare (soprattutto da motori a benzina) e diversi processi di combustione industriale. Al fine della valutazione della qualità dell'aria, Il Decreto Ministeriale n.° 60 del 02/04/2002 stabilisce per Biossido di Zolfo, Biossido di Azoto, Ossidi di Azoto, Materiale Particolato, Benzene e Monossido di Carbonio, i seguenti criteri:  I valori limite, vale a dire le concentrazioni atmosferiche fissate in base alle conoscenze scientifiche al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti dannosi sulla salute umana e sull'ambiente.  Le soglie di allarme, ossia la concentrazione atmosferica oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata e raggiunto il quale si deve immediatamente intervenire.  Il margine di tolleranza, cioè la percentuale del valore limite nella cui misura tale valore può essere superato e le modalità secondo le quali tale margine deve essere ridotto nel tempo. Il termine entro il quale il valore limite deve essere raggiunto.  La soglia di valutazione superiore, vale a dire la concentrazione atmosferica al di sotto della quale le misurazioni possono essere combinate con le tecniche di modellizzazione.  La soglia di valutazione inferiore, ossia una concentrazione atmosferica al di sotto della quale è consentito ricorrere soltanto alle tecniche di modellizzazione o di stima oggettiva.  I periodi di mediazione, cioè il periodo di tempo durante il quale i dati raccolti sono utilizzati per calcolare il valore riportato Vengono di sotto riportati i principali parametri di valutazione della qualità dell'aria rimandando alla normativa vigente per un ulteriore approfondimento. Valore limite e soglia di allarme per il Biossido di Zolfo: La soglia di allarme è pari a 500 µg/m³ misurati su tre ore consecutive in un sito rappresentativo della qualità dell'aria su un area di almeno 100 km2 Valori Limite per il Biossido di Azoto e per gli Ossidi di Azoto e soglia di allarme per il Biossido di Azoto: La soglia di allarme è pari a 400 µg/m³ misurati su tre ore consecutive in un sito rappresentativo della qualità dell’aria su un area di almeno 100 km2. Valori Limite per il Materiale Particolato (PM 10): 50 µg/m³ PM10 da non superare più di 35 volte per anno civile.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 179 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Per ciò che concerne l’Ozono si fa riferimento Decreto Legislativo n.° 183 del 21/05/04 che, per tale inquinante, stabilisce:  I valori bersaglio, vale a dire le concentrazioni fissate al fine di evitare a lungo termine effetti nocivi sulla salute umana e sull'ambiente nel suo complesso, da conseguirsi per quanto possibile entro un dato periodo di tempo;

Valori Bersaglio

PARAMETRO VALORE BERSAGLIO PER IL 2010

120 µG/M³ DA NON SUPERARE PER PIÙ VALORE BERSAGLIO PER LA MEDIA SU OTTO MASSIMA GIORNALIERA DI 25 GIORNI PER ANNO CIVILE, COME PROTEZIONE DELLA SALUTE UMANA MEDIA SU 3 ANNI

VALORE BERSAGLIO PER LA AOT40, CALCOLATO SULLA BASE DEI 18000 µG/M³ H COME MEDIA SU 5 ANNI PROTEZIONE DELLA VEGETAZIONE VALORI DI UN'ORA DA MAGGIO A LUGLIO

 Gli obiettivi a lungo termine, ossia la concentrazione di ozono nell'aria al di sotto della quale si ritengono improbabili, effetti nocivi diretti sulla salute umana e sull'ambiente. Tale obiettivo è conseguito nel lungo periodo, al fine di fornire un'efficace protezione della salute umana e dell'ambiente;

Obiettivi a lungo termine

PARAMETRO VALORE BERSAGLIO PER IL 2010

MEDIA SU OTTO MASSIMA OBIETTIVO A LUNGO TERMINE PER LA GIORNALIERA NELL'ARCO DI UN 120 µG/M³ PROTEZIONE DELLA SALUTE UMANA ANNO CIVILE

AOT40, CALCOLATO SULLA BASE DEI OBIETTIVO A LUNGO TERMINE PER LA VALORI DI UN'ORA DA MAGGIO A 6000 µG/M³ H PROTEZIONE DELLA VEGETAZIONE LUGLIO

 La soglia di informazione cioè la concentrazione atmosferica oltre la quale, essendovi un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata, devono essere comunicate in modo dettagliato le informazioni relative ai superamenti registrati, le previsioni per i giorni seguenti, le informazioni circa i gruppi della popolazione colpiti e sulle azioni da attuare per la riduzione dell'inquinamento, con la massima tempestività alla popolazione ed alle strutture sanitarie competenti.

Soglie di informazione e di allarme

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 180 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

PARAMETRO SOGLIA

SOGLIA DI INFORMAZIONE MEDIA 1 ORA 180 µG/M³

SOGLIA DI ALLARME MEDIA 1 ORA 240 µG/M³

La normativa vigente definisce inoltre le modalità per l’informazione da fornire al pubblico sui livelli registrati di inquinamento atmosferico ed in caso di superamento delle soglie di allarme, e le modalità della comunicazione dei dati al Ministero dell’Ambiente.

- RUMORE - Fra le principali sorgenti di rumore ambientale (vale a dire il rumore nell´ambiente esterno e negli ambienti abitativi) vi sono le infrastrutture dei trasporti ed il traffico ad esse correlato, le attività di servizio/commerciali, le attività industriali e artigianali, le attività temporanee rumorose (cantieri, manifestazioni ricreative): 1. il traffico stradale costituisce la principale fonte di rumore, in particolare nelle aree urbane; i livelli sonori dipendono da diversi parametri fra i quali l’entità dei flussi veicolari (numero e tipologia dei mezzi), la velocità dei veicoli, il tipo di pavimentazione stradale, la presenza e la conformazione di eventuali edifici a bordo strada; 2. il rumore prodotto dalle attività artigianali ed industriali è estremamente diversificato, in quanto dipende dalla specifica tipologia di macchinario/impianto installato e/o di lavorazione effettuata. Può essere caratterizzato da componenti tonali, vale a dire dalla presenza di una concentrazione dell´energia sonora a determinate frequenze (ovvero in una specifica zona dello spettro), e risultare pertanto maggiormente disturbante; 3. dalle attività di servizio e commerciali, ed in particolare pubblici esercizi, circoli privati e discoteche, derivano molte delle segnalazioni di disturbo che i cittadini inoltrano alla Pubblica Amministrazione e/o ad Arpac, anche perché spesso queste tipologie di attività si protraggono nelle ore notturne; talora la sorgente specifica viene individuata in impianti installati al servizio dell´attività, quali condizionatori, impianti di ventilazione/aspirazione, ecc. e/o nell´attività musicale; 4. per le attività rumorose temporanee quali cantieri, manifestazioni ricreative, spettacoli, concerti, ecc., la normativa vigente prevede il rilascio, da parte delle

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 181 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

Amministrazioni Comunali, di specifiche autorizzazioni, anche in deroga ai limiti vigenti proprio in considerazione della limitata durata temporale delle stesse. Il nuovo intervento indubbiamente interverrà modificando le sorgenti del rumore evidenziate. Per verificare e monitorare l’inquinamento acustico, e le eventuali modifiche procurate dai nuovi insediamenti previsti con la variante, sia in fase di start-up che a regime, si riferiranno comunque ai valori di rilevazione del massimo valore diurno e minimo notturno in dB. Le misurazioni dei valori di rilevazione del massimo valore diurno e minimo notturno in dB verranno effettuate periodicamente da un Tecnico competente in Acustica, con idonee apparecchiature provviste di certificato di verifica e taratura aggiornata, e verranno trasferite all’Ufficio Tecnico Comunale che provvederà a verificare la congruenza con i limiti previsti dalla legge e dai regolamenti comunali.

- ACQUA - Il monitoraggio previsto, finalizzato alla preservazione delle biodiversità, attraverso il campionamento periodico dell’acqua dell’eventuale corpo recettore dell’impianto depurativo o di prima pioggia attraverso una verifica della :  qualità chimica e qualità biologica della risorsa idrica  qualità chimica e qualità biologica della risorsa idrica  Carico antropico

- RIFIUTI – A seguito della maggiore concentrazione antropica derivante dalla concretizzazione della variante che si verificherà con l’insediamento di una struttura manutentiva e di una destinata a servizi alla persona con una notevole presenza di utenti concentrati in orari definiti, si avrà, inevitabilmente, un incremento della produzione dei rifiuti. Il Comune ha attualmente in atto un piano dettagliato di raccolta differenziata, ed ugualmente per il nuovo insediamenti prevedrà un ampliamento dello stesso che includerà questa nuova area, con specifica predisposizione per la tipologia di insediamenti previsti in commerciali e produttivi. Si inviteranno gli imprenditori a massimizzare la produzione di rifiuti differenziabili ed un maggiore utilizzo di materiali riciclabili, e predisporre già all’interno dei lotti di proprietà mini-isole ecologiche in modo da ottimizzare la raccolta differenziata ed i kg di rifiuti raccolti e trasferiti al centro di raccolta.

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 182 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

L. Il Piano di Monitoraggio

Alla luce delle valutazioni effettuate verrà periodicamente redatto un rapporto di monitoraggio ambientale che darà conto delle prestazioni del programma, rapportandole anche alle previsioni effettuate. Tale rapporto avrà la duplice funzione di informare i soggetti interessati ed il pubblico in generale sulle ricadute ambientali che la programmazione sta generando, ed inoltre di fornire al decisore uno strumento in grado di individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti e dunque di consentire l’adozione delle opportune misure correttive. Alla luce delle valutazioni effettuate deve essere redatto periodicamente un rapporto di monitoraggio ambientale che dà conto delle prestazioni del programma, rapportandole anche alle previsioni effettuate. Tale rapporto ha la duplice funzione di informare i soggetti interessati ed il pubblico in generale sulle ricadute ambientali che la programmazione sta generando, ed inoltre di fornire al decisore uno strumento in grado di individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti e dunque di consentire l’adozione delle opportune misure correttive. Il piano di monitoraggio dovrà prevedere il rilevamento dei dati allo stato iniziale ed ad un momento futuro definito in accordo con l’Amministrazione comunale. Dal periodico aggiornamento degli stessi si potrà desumere se e quanto saranno raggiunti gli obiettivi, e nell’eventualità di eccessivo scostamento dai valori attesi, sarà opportuno innescare azioni correttive. Gli indicatori ambientali strategici da monitorare periodicamente in modo integrato con gli indicatori socio-economici sono: - Verifica e Monitoraggio del Sistema Qualità dell’Aria:  Emissioni di Particolato PM10;  Emissioni di Biossido di Azoto (NO2);  Emissioni di Monossido di Azoto;  Emissioni di Benzene;  Emissioni di Monossido di Carbonio (CO). La misurazione ed il monitoraggio dei valori degli elementi inquinanti dell’aria e la valutazione del superamento dei parametri di soglia causata dai nuovi insediamenti previsti con la concretizzazione della variante, potrà essere effettuata attraverso apposite centraline installate in tre punti strategici individuati opportunamente e collegati con l’ufficio ARPAB provinciale. L’ufficio provvederà al rilevamento ed a comunicare

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 183 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA ciclicamente i dati all’Ufficio Tecnico Comunale, evidenziando tempestivamente eventuali situazioni di allerta. - Verifica e Monitoraggio del Sistema dei Corpi Idrici:  Conformità dei Sistemi di Fognature e Depurazione (parametri chimici);  Consumi Idrici (in m3, per bacino e settore). - Verifica e Monitoraggio del Sistema dei Suoli:  Uso del Suolo (in m3 per scavi, m2 permeabili e impermeabili). - Verifica e Monitoraggio del Sistema Rifiuti:  Produzione Rifiuti per unità (in t);  Quantità dei Rifiuti differenziati (in t). - Verifica e Monitoraggio del Livello di Esposizione al Rumore:  Esposizione al livello di rumore (db massimo diurno e massimo diurno).

- Verifica del Livello di applicazione delle tecnologie di risparmio energetico e di utilizzo di energie alternative:  Consumi di energia (in tep totale e per settore, mq di pannelli fotovoltaici e solari). Per rendicontare periodicamente sugli indicatori e gli indici del monitoraggio è opportuno organizzare le informazioni in una matrice sintetica. Tale matrice rappresenta uno strumento di supporto decisionale, utile per evidenziare le tendenze di fondo e per aiutare a superare gli eventuali problemi. Matrice di monitoraggio degli effetti del piano

La matrice di monitoraggio deve riportare gli indicatori/indici ambientali prestazionali, per i quali è quantificato un qualche obiettivo. Inoltre per ciascun indicatore dovranno essere riportati un “valore storico” (riferito ad un passato abbastanza remoto, ad esempio anno 1990) ed un “valore base” (riferito ad un passato più recente possibile) utili ad esplicitare la verifica dei trend di ciascun indicatore in matrice. Per gli indicatori si dovranno quindi riportare valori-obiettivo (target) a medio ed a lungo termine e dei valori di target

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 184 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA intermedi il cui rispetto serve a monitorare periodicamente gli andamenti del piano, così che eventuali deviazioni possono essere affrontate per tempo. La struttura e le modalità d’uso della matrice di monitoraggio sono semplici, ossia periodicamente il team di monitoraggio deve: • inserire i nomi degli indicatori di monitoraggio in ciascuna riga; • considerare l'anno intermedio della verifica (valore I); • indicare i target intermedi attuali (valori della colonna e, cioè i valori stabiliti per l'anno in cui viene effettuata la verifica); • riportare i valori attuali rilevati per gli indicatori (valori della colonna f); • calcolare gli indici di scostamento; • riportare i giudizi sintetici nel modo seguente: buono se lo scostamento è basso, cioè g < 10% medio se lo scostamento è medio, cioè 10 % < g < 20 % cattivo se lo scostamento è alto, cioè g > 20%. • condividere ed approvare formalmente la matrice di concerto con i soggetti con competenza ambientale.

TABELLA DI MONITORAGGIO

ELEMENTI DA INDICATORI UNITÀ DI APPARECCHIATURA DI ENTE DI ENTE DI MONITORARE PROPOSTI MISURA MONITORAGGIO VERIFICA CONTROLLO

PM10 ED ALTRI CENTRALINE DI UFFICIO TECNICO ARIA ΜM ARPAB AGENTI INQUINANTI CONTROLLO COMUNALE

FONOMETRO ED UFFICIO MASSIMO DIURNO UFFICIO TECNICO RUMORE DB APPARECCHIATURE TECNICO COMUNALE MINIMO NOTTURNO ACUSTICHE COMUNALE

MICROBIOLOGIA UFFICIO TECNICO ACQUA ML PRELIEVI-LABORATORIO ARPAB PARAMETRI CHIMICI COMUNALE

QUANTITÀ RACCOLTA UFFICIO TECNICO RIFIUTI KG BILANCIA ATO DIFFERENZIATA COMUNALE

QUANTITÀ DI TERRENO SCAVATO UFFICIO MC VALUTAZIONE PROGETTI UFFICIO TECNICO SUOLO QUANTITÀ DI TECNICO MQ ESECUTIVI COMUNALE TERRENO COMUNALE IMPERMEABILE

QUANTITÀ PRODOTTA T CONTATORI UFFICIO QUANTITÀ UFFICIO TECNICO ENERGIA T BOLLETTE TECNICO CONSUMATA COMUNALE COMUNALE MQ PANNELLI ISTALLATI

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 185 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

BIBLIOGRAFIA

Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 24 del 29.01.01, Serie Generale- contenente: D. L. del 16. 01. 08. n. 4 – Disposizioni correttive ed integrative del D. L. n. 152 del 2006, recante norme in materia ambientale - Allegato VI.

BUR Basilicata n. 9 del 06.12.2001, Legge Regionale n. 6 del 02.02.2001 – Disciplina delle attività di gestione dei rifiuti ed approvazione del relativo piano, 2001.

Regione Basilicata – Dipartimento Ambiente e Territorio, Piano regionale di Gestione Rifiuti, 2007.

Piano Provinciale di Organizzazione della Gestione dei Rifiuti Aggiornamento e Completamento, Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale per la Gestione dei Rifiuti Provincia di Matera, 2012

Regione Basilicata – Dipartimento Ambiente e Territorio e Politiche della Sostenibilità – Ufficio tutela della Natura, Sistema ecologico Funzionale Territoriale,.

Regione Basilicata – Deliberazione Giunta Regionale n. 669 del 23.03.2004, Definizione dello stato conoscitivo dei corpi idrici per la redazione del piano regionale di tutela delle acque,2004

Legambiente Basilicata Onlus, Rapporto Comuni Ricicloni, 2011.

Legambiente- Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, Monitoraggio sulle azioni dei Comuni italiani nell’applicazione della legge 353/2000 e nella mitigazione del rischio incendi boschivi , 2010

Legambiente, Rapporto Cave, 2011.

Regione Basilicata, Programma Operativo 2007/2013 FESR, 2007.

Regione Basilicata – Dipartimento Ambiente e Territorio e Politiche della Sostenibilità, Piano regionale di Tutela delle Acque (PRTA), 2007.

Regione Basilicata – Deliberazione Consiglio Regionale n. 947 del 16.02.2005, Approvazione Aggiornamento Piano Regionale dei Trasporti,2005

Regione Basilicata – Union Camere – Istat - Sistan, Annuario Statistico Regionale 2010

Provincia di Matera, Programma Triennale dei Servizi di Trasporto Pubblico Locale, 2012

Autorità di Bacino della Basilicata, Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico- Aggiornamento, 2013

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 186 di 187 RAPPORTO PRELIMINARE PROGETTO DI VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DI IRSINA (MT) - LOCALITA’ VILLA DEL CONTE REALIZZAZIONE TERMINAL BUS CON SERVIZI ALLA PERSONA ED AREA TECNICO – MANUTENTIVA

INDICE

1. PREMESSA ...... 2 1.1 La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) ...... 2 1.2 Il Rapporto Ambientale ...... 6 1.3 La Verifica di Assoggettabilità ...... 7 1.4 Il Rapporto Preliminare ...... 8 A. ILLUSTRAZIONE DEI CONTENUTI, DEGLI OBIETTIVI PRINCIPALI DELLA VARIANTE AL PIANO E DEL RAPPORTO CON ALTRI PERTINENTI PIANI ...... 11 A.1 Contenuti della Variante al R.U...... 11 A.1.1 Premessa ed inquadramento territoriale ...... 12 A.1.2 Lineamenti storici ...... 15 A.1.3 Aspetti Socio - Economico ...... 18 A.1.4 Caratteristiche e obiettivi della variante ...... 25 A.1.5 Aspetti normativi della variante ...... 32 A.2 Rapporto con altri pertinenti Piani o Programmi ...... 34 A.2.1 Programma Operativo Fondo Europeo per lo sviluppo Regionale 2007-2013 (FESR) ...... 35 Valorizzazione Beni Culturali e Naturali - Biodiversità, attrattività turistica, ambientale e culturale ...... 36 Sistemi Urbani - Potenza, Matera: reti urbane innovative, servizi avanzati ...... 36 Inclusione sociale - Coesione economica e sociale, accessibilità ai servizi pubblici ...... 36 Energia e sviluppo sostenibile - Rinnovabili, salute, ambiente, sicurezza di cittadini e imprese ...... 36 Governance e assistenza tecnica - Gestione, valutazione, comunicazione del programma...... 36 A.2.2 Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 2007-2013 e 2014 – 2020 (FSE) ...... 37 PO FSE Basilicata 2007-2013 / ESF OP Basilicata 2007-2013 ...... 37 Programmazione FSE 2014-2020 ...... 38 A.2.3 Piano Regionale dei Trasporti ...... 41 A.2.4 Programma Triennale dei Servizi di Trasporto Pubblico Locale della Provincia di Matera ...... 50 A.2.5 Piano stralcio di difesa dal rischio idrogeologico ...... 61 A.2.6 Piano regionale dei rifiuti ...... 72 A.2.7 Piano provinciale dei rifiuti della provincia di Matera ...... 75 B.1 Le Tematiche Ambientali ...... 86 B.1.1 Aria ...... 86 B.1.2 Suolo ...... 100 B.1.2.1 Caratteri geomorfologici ...... 100 B.1.2.2 Caratteri geologici ...... 107 B.1.2.3 Caratteri idrogeologici ...... 114 B.1.2.5 Natura e biodiversità ...... 125 B.1.3 Rifiuti ...... 132 B.1.4 Acqua ...... 139 B.1.4.1 Acque superficiali e sistema di approvvigionamento idrico ...... 139

B.1.4.2 Acque sotterranee ...... 148 B.1.5 Inquinamento elettromagnetico ...... 148 B.1.6 Inquinamento acustico ...... 150 B. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI A LIVELLO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO O DEGLI STATI MEMBRI, PERTINENTI AL PIANO O AL PROGRAMMA, E IL MODO IN CUI, DURANTE LA SUA PREPARAZIONE, SI È TENUTO CONTO DI DETTI OBIETTIVI E DI OGNI CONSIDERAZIONE AMBIENTALE ...... 151 C.1 Individuazione degli obiettivi ...... 151 C.2 Matrice “Obiettivi di Sostenibilità – Obiettivi Specifici del Piano ...... 157 D. POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI SULL'AMBIENTE, COMPRESI ASPETTI QUALI LA BIODIVERSITÀ, LA POPOLAZIONE, LA SALUTE UMANA, LA FLORA E LA FAUNA, IL SUOLO, L'ACQUA, L'ARIA, I FATTORI CLIMATICI, I BENI MATERIALI, IL PATRIMONIO CULTURALE, ANCHE ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO, IL PAESAGGIO E L'INTERRELAZIONE TRA I SUDDETTI FATTORI ...... 159 E. MISURE PREVISTE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE NEL MODO PIÙ COMPLETO POSSIBILE GLI EVENTUALI IMPATTI NEGATIVI SIGNIFICATIVI SULL'AMBIENTE DELL'ATTUAZIONE DEL PIANO O DEL PROGRAMMA ...... 167 F. Misure di mitigazione sulla componente aria ...... 167 G. Misure di mitigazione sulla componente acqua ...... 171 H. Misure di mitigazione sulla componente suolo e sottosuolo ...... 172 I. Misure di mitigazione sulla componente vegetazione, flora e fauna ...... 172 J. Misure di mitigazione sulla componente paesaggio ...... 174 K. DESCRIZIONE DELLE MISURE PREVISTE IN MERITO AL MONITORAGGIO DI CUI ALL'ARTICOLO 10 ...... 175 L. Il Piano di Monitoraggio ...... 183 BIBLIOGRAFIA ...... 186 INDICE ...... 187

Progettisti arch. Giudice – arch. Capasso Pagina 187 di 187