Privatizzazioni, Si Comincia Con Le Poste
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23 Gennaio 1998
PRESIDENTE: Buongiorno, vediamo i presenti. Bagarella? IMPUTATO Bagarella: (voce fuori microfono) Presente. PRESIDENTE: Avvocato Ceolan, avvocato Cianferoni; è presente l’avvocato Ceolan. Barranca Giuseppe. AVV. Cianferoni: (voce fuori microfono) Sì, Presidente, è presente anche l’avvocato Cianferoni. PRESIDENTE: Ah, c’è anche lei, grazie. SEGR. D’UDIENZA: (voce fuori microfono) Rinunciante. PRESIDENTE: Avvocato Barone e avvocato Cianferoni, che è presente. Benigno Salvatore. SEGR. D’UDIENZA: (voce fuori microfono) Rinunciante. PRESIDENTE: Rinunciante. Avvocato Farina e avvocato Maffei, è sostituito dall’avvocato Ceolan. Brusca Giovanni: ora entrerà. Avvocato Li Gotti e avvocato Falciani. E’ presente l’avvocato Li Gotti. Calabrò Gioacchino. IMPUTATO Calabrò: (voce fuori microfono) Presente. PRESIDENTE: Avvocato Gandolfi, Fiorentini e Cianferoni, che è presente. Cannella Cristoforo. SEGR. D’UDIENZA: (voce fuori microfono) E’ rinunciante. PRESIDENTE: Avvocato Di Peri e avvocato Rocchi, sostituito dall’avvocato Cianferoni. Carra Pietro: libero, assente. Avvocato Cosmai e avvocato Batacchi… E’ presente l’avvocato… AVVOCATO Falciani: Falciani, Presidente.. PRESIDENTE: …Falciani in sostituzione. Di Natale Emanuele: contumace. Avvocato Gentile, Di Russo, Falciani, che è presente. Ferro Giuseppe: rinunciante. Avvocato Miniati Paoli, sostituito dall’avvocato Falciani. Ferro Vincenzo: libero, assente. Avvocato Traversi e avvocato Gennai… AVVOCATO Traversi: E’ presente PRESIDENTE: E’ presente l’avvocato Traversi. Frabetti Aldo. IMPUTATO Frabetti: (voce fuori microfono) Presente. PRESIDENTE: Avvocato Monaco, Usai, Roggero, sostituiti dall’avvocato Pepi. Giacalone Luigi. SEGR. D’UDIENZA: (voce fuori microfono) Rinunciante. PRESIDENTE: Avvocato Priola, avvocato Florio, sostituito dall’avvocato Pepi. Giuliano Francesco. IMPUTATO Giuliano: (voce fuori microfono) Presente. PRESIDENTE: Avvocato Farina e avvocato Pepi, che è presente. Graviano Filippo: rinunciante. Avvocato Oddo, avvocato Gramigni, sostituito dall’avvocato Cianferoni. -
Mafia Carini Capaci Isola Delle Femmine E Dintorni
Mafia Carini Capaci Isola delle Femmine e dintorni Comuni sciolti per mafia 25 09 09 Uploaded by isolapulita . - News videos from around the world. Figura 1 Cipriano Santo Inzerillo Gianni SIINO dichiara: DI MAGGIO Salvatore Emanuele Io l’ho conosciuto all’interno della fattoria di Bellolampo intorno alla fine degli anni ’70. I DI MAGGIO hanno avuto varie vicissitudini in negativo all’interno dell’organizzazione mafiosa, perché messi da parte. L’ho rivisto insieme ad un DI MAGGIO detto “u’ figghiu da za’ lena” che mi venne indicato come capo della famiglia di Torretta. I due vennero a raccomandare un imprenditore di Torretta al quale ho fatto aggiudicare, perché loro me lo avevano chiesto, la scuola media di Isola delle Femmine. (Ordinanza di Custodia cautelare Operazione Oldbridge N. 11059/06 R. mod. 21 D.D.A.) Copacabana Di Trapani Isola delle Femmine ............. 1 Copacabana Di Trapani Isola delle Femmine ............. …… Ed è un dato ormai processualmente acquisito che, fino a quando il suo capo indiscusso, Gaetano BADALAMENTI, non fu espulso da Cosa Nostra, la famiglia di Cinisi costituiva uno dei più importanti mandamenti della provincia di Palermo, ricomprendendo, oltre al circondario di Cinisi e Terrasini , anche i territori di Balestrate, Carini, Capaci e Isola delle Femmine (cfr. BUSCETTA, MARINO MANNOIA e MUTOLO, nonché DI MATTEO Mario Santo). Successivamente, il mandamento venne sciolto e la famiglia aggregata al mandamento di Partinico, mentre i territori che ne avevano fatto parte furono divisi tra lo stesso mandamento di Partinico e (dopo il 1982) il neo- mandamento di San Lorenzo , dopo la ristrutturazione seguita alla conclusione della sanguinosa guerra di mafia dei primi anni ’80. -
Processo Lima
CORTE DI ASSISE - SEZIONE SECONDA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO L’anno millenovecentonovantotto il giorno quindici del mese di luglio, riunita in Camera di Consiglio e così composta: 1. Dott. Giuseppe Nobile Presidente 2. Dott. Mirella Agliastro Giudice a latere 3. Sig. Spinella Giuseppe Giudice Popolare 4. “ Cangialosi Maria “ “ 5. “ Arceri Mimma “ “ 6. “ Vitale Rosa “ “ 7. “ Urso Rosa “ “ 8. “ Rizzo Giuseppe “ “ Con l’intervento del Pubblico Ministero rappresentato dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Gioacchino Natoli, e con l’assisstenza dell’ausiliario Lidia D’Amore ha emesso la seguente SENTENZA nei procedimenti riuniti e iscritti ai N 9/94 R.G.C.A, 21/96 R.G.C.A. 12/96 R.G.C. A. CONTRO 1 1) RIINA Salvatore n. Corleone il 16.11.1930 Arrestato il 18.01.1993 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO- Detenuto per altro - Assente per rinunzia Assistito e difeso Avv. Cristoforo Fileccia Avv. Mario Grillo 2) MADONIA Francesco n. Palermo il 31.03.1924 Arrestato il 21.04.1995 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Giovanni Anania Avv. Nicolò Amato del foro di Roma 3) BRUSCA Bernardo n. San Giuseppe Jato il 09.09.1929 Arrestato il 21.10.1992 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Ernesto D’Angelo 4) BRUSCA Giovanni n. San Giuseppe Jato il 20.02.1957 Arrestato il 23.05.1996 - Scarcerato il 10.04.1998 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Luigi Li Gotti del foro di Roma Avv. -
The Proliferation of Illegal Small Arms and Light Weapons in and Around the European Union
REPORT Small arms and security in EU Associate countries The proliferation of illegal small arms and light weapons in and around the European Union: Instability, organised crime and terrorist groups Dr Domitilla Sagramoso Centre for Defence Studies, Kings College, University of London July 2001 The proliferation of illegal small arms and light weapons in and around the European Union: Instability, organised crime and terrorist groups Dr Domitilla Sagramoso Centre for Defence Studies, Kings College, University of London SAFERWORLD · CENTRE FOR DEFENCE STUDIES JUNE 2001 Contents Acknowledgements 4 1. Introduction 5 2. Main findings 6 3. Recommendations 8 4. Methodology and sources 9 5. SALW in the European Union: country studies 12 United Kingdom The Netherlands Germany Italy Italian organised crime 6. SALW in EU Candidate Countries: country studies 27 Czech Republic Bulgaria 7. SALW among terrorist groups in Europe 32 Separatist movements Northern Ireland The Basque Country Corsica Right- and left-wing terrorism 8. Assessment of external sources of illegal 45 SALW in the European Union 9. Conclusions 48 Acknowledgements This report is being published as part of Saferworld’s small arms project in Central and Eastern Europe. Saferworld is grateful to the Department for International Development (DFID), UK for funding this project. Author’s acknowledgements The research was undertaken and written up by Dr Domitilla Sagramoso as part of the Centre for Defence Studies’ small arms and light weapons project funded by the Ploughshares Fund and Dulverton Trust, and conducted under the direction of Dr Chris Smith, Senior Research Fellow at the Centre for Defence Studies. The author would like to thank all those officials and journalists who helped during her various interviews in the UK, Germany, Italy, Holland, Spain, Bulgaria and the Czech Republic. -
La Commissione Regionale
LA COMMISSIONE REGIONALE Alla stregua delle convergenti dichiarazioni dei collaboranti analizzate diffusamente dai primi giudici, è emerso un quadro probatorio che ha consentito di tratteggiare l’evoluzione storica della Commissione regionale, istituita nel lontano 1975, dopo la crisi degli anni ’60 che aveva posto in rilievo l’esigenza di un effettivo coordinamento delle iniziative delle varie famiglie di Cosa Nostra. Su tale tema – per come già evidenziato nel libro I – in via di estrema sintesi deve convenirsi con i primi giudici che l’esigenza di un organismo di vertice, in linea con la struttura piramidale di Cosa Nostra, era stata avvertita non solo all’interno della provincia di Palermo, dove erano stati costituiti dapprima un triunvirato (nell’attesa che si completasse la ricostituzione di tutte le famiglie nei territori delle province, e poi la nuova Commissione provinciale), ma anche da parte delle altre province della Sicilia in cui esistevano analoghe strutture di Cosa Nostra che avevano anch’esse risentito dell’efficace azione repressiva dell’apparato statale nei primi anni successivi alle eclatanti attività criminali poste in essere dalla cosca di Michele Cavataio e dei suoi alleati. Le coerenti, puntuali e convergenti dichiarazioni rese da Buscetta e Calderone, la cui attendibilità in materia era stata accertata nell’ambito del primo maxiprocesso di Palermo, avevano trovato conferma anche in quelle rese da Di Carlo, il cui apporto probatorio costituisce un valido ulteriore riscontro alle predette propalazioni e la cui autonomia appare evidente, attesa la novità delle circostanze che in questo quadro unitario il dichiarante era stato in grado di inserire in modo armo- nico; novità che si giustificano con il fatto che provenivano da affiliato che, a differenza dei primi due, aveva a lungo operato a fianco del Riina e quindi nell’ambito dello schieramento corleonese, del quale il Buscetta ed il Calderone erano, invece, avversari. -
L'ultimo Golpe Di Massimiliano Paoli
L'ultimo golpe di Massimiliano Paoli "L'esistenza di eventuali, quanto non improbabili mandanti occulti, che restano sullo sfondo di questa vicenda, costituisce il principale enigma a cui questo processo non ha dato una convincente ed esaustiva risposta. [...] Appare necessario indagare nelle opportune direzioni per individuare gli eventuali convergenti interessi di chi a quell'epoca era in rapporto reciproco di scambio con i vertici di Cosa nostra e approfondire, se e in che misura, sussista un collegamento tra le indagini di Tangentopoli e la campagna stragista, e, infine, per meglio sviscerare i collegamenti e le reciproche influenze con gli eventi politico-istituzionali che si verificarono in quegli anni". Estratto dalla motivazione dei giudici della Corte d'assise d'appello di Caltanissetta per il processo inerente alla strage di Capaci. "Mandanti occulti". Quante volte abbiamo letto o sentito queste due parole apparentemente vaghe, inafferrabili, quasi dietrologiche ? Molte, forse troppe volte. Troppe perché per lunghi anni, per molte stragi italiane, quelle due parole sono spesso andate a braccetto col termine impunità. Due parole che trasudano verità indicibili. Verità indicibili che si sanciscono sul grande scacchiere della politica internazionale: un'inevitabile partita a scacchi giocata tra stati e lobby sulla pelle di tanti, di troppi. Una partita che ha tolto al nostro paese eccellenze sul fronte morale e professionale, ma soprattutto ha privato esseri umani del calore dei propri cari e viceversa. La più tragica delle banalità. La nostra storia però di banale ha ben poco. La nostra storia comincia con le dichiarazioni del vecchio boss di Altofonte (da tempo collaboratore di giustizia) Francesco Di Carlo. -
«La Palestina Può Esplodere Di Nuovo» Chiare E Flessibili GIOVANNA MELANDRI
18COM01A1807 ZALLCALL 13 09:46:42 07/18/96 K IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII pagina l’Unità Giovedì 18 luglio 1996 2 IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIntervisteIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII & CommentiIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII L’INTERVISTA IL COMMENTO Hanan Ashrawi Arriva l’Authority ministra palestinese dell’Istruzione superiore Avremo regole «La Palestina può esplodere di nuovo» chiare e flessibili GIOVANNA MELANDRI «Vogliamo proseguire sulla strada del negoziato ma Neta- ONO molti i pregi del disegno di legge, presentato ie- ri dal governo, che istituisce l’Autorità di garanzia nyahu con i suoi veti non fa che incitare alla violenza. La delle comunicazioni e fissa le norme antitrust nel set- Palestina -
Le Indagini E L'individuazione Degli Imputati
LE INDAGINI E L’INDIVIDUAZIONE DEGLI IMPUTATI Parallelamente all’attività di acquisizione di elementi di prova generica, legati anche all’attività dei consulenti tecnici, si svilupparono le indagini volte all’identificazione dei responsabili della strage. Gli effetti devastanti dell’attentato, l’organizzazione e la realizzazione pratica dello stesso non erano ritenute dagli inquirenti opera né di un singolo, né di pochi soggetti, ma di un ben definito gruppo di persone che si muoveva sulla base di compiti prestabiliti e ben coordinati fra loro. Infatti, l’obiettivo da colpire era il dr Falcone, che rivestiva fuori dalla Sicilia un ruolo di elevato profilo istituzionale, ma che, anche e soprattutto in virtù dell’impegno in precedenza profuso proprio nell’Isola nella lotta alla criminalità organizzata, era sottoposto a misure di protezione, che si incentravano nell’uso di autovetture blindate per gli spostamenti e la tutela personale ad opera di agenti del servizio scorte. Tali misure venivano predisposta con forme sempre più rigorose, in dipendenza dell’aumento del rischio cui il magistrato andava incontro con il passare del tempo. Pertanto, per la loro evidenza e manifesta rilevabilità all’esterno, chiunque si fosse proposto di eliminare il dr Falcone aveva ben chiaro che per colpirlo era necessario predisporre un piano che tenesse conto e superasse le difficoltà che derivavano dall’esistenza della barriera di protezione creata intorno al magistrato, cui si aggiungeva, a causa dell’elevato ruolo istituzionale assunto presso il ministero di Grazia e Giustizia, il fatto che il predetto magistrato si era stabilito a Roma e tornava a Palermo solo di tanto in tanto. -
L'eredità Di Falcone E Borsellino
L’EREDITÀ DI FALCONE E BORSELLINO INDICE PREFAZIONE 7 1. PIAZZA MAGIONE 8 2. MAGISTRATI PER SCELTA 18 3. LA NASCITA DEL POOL 28 4. MI CHIAMO BUSCETTA 38 5. IL MAXIPROCESSO 48 6. I PROFESSIONISTI DELL’ANTIMAFIA 58 7. IL PALAZZO DEI VELENI 68 8. LE PROVE NEI CASSETTI 78 9. DA PALERMO A ROMA 88 10. L’ATTENTATUNI DI CAPACI 98 11. VIA D’AMELIO, LA STRAGE ANNUNCIATA 108 12. NON LI AVETE UCCISI 118 13. L’EREDITÀ DI FALCONE E BORSELLINO 128 COLOPHON 138 PREFAZIONE La vita di due magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino raccontata at- traverso immagini che rappresentano, nel bene e nel male, anche alcuni passaggi cruciali della storia del nostro Paese. Sono queste le motivazioni che hanno spinto l’ANSA a realizzare la mostra fotograficaFalcone e Borsellino, vent’anni dopo, che ha come sottotitolo la scritta comparsa su uno dei lenzuoli bianchi esposti a Palermo subito dopo le stragi e che sintetizza la ribellione della città: “Non li ave- te uccisi: le loro idee cammineranno sulle nostre gambe”. Le foto, tratte dall’archivio dell’ANSA ma anche dagli album privati di famiglia, ri- costruiscono le vicende umane e professionali dei due magistrati antimafia legati da un destino comune fin dall’infanzia negli anni del dopoguerra alla Magione, uno dei quartieri del centro storico di Palermo. La mostra si dipana attraverso una serie di capitoli che ripercorrono le vicende salienti della lotta a Cosa Nostra: la nascita del pool; il pentimento di Tommaso Buscetta; il maxiprocesso; la stagione dei veleni; la polemica sui professionisti dell’antimafia e quella sulle prove nei cassetti; la nomina di Borsellino alla Procura di Marsala e quella di Falcone al Dipartimento degli affari penali a Roma. -
I Miei Punti Di Riferimento Sulle Tue Idee a PAGINA 6
MARIA FALCONE Il 23 maggio, vittoria della società civile A PAGINA 4 MARIASTELLA GELMINI Il valore della legalità nasce sui banchi A PAGINA 3 PIETRO GRASSO Camminando Giovanni e Paolo: i miei punti di riferimento sulle tue idee A PAGINA 6 Riportiamo ampi stralci dell’intervento Paolo Borsellino tutta la Nazione: perché to terribile per tutti noi che sentimmo scric- del Presidente della Repubblica per il mai come in queste occasioni, attorno a chiolare le istituzioni repubblicane sotto 17° anniversario della strage di Capaci. queste immagini, a questi simboli, a que- l’attacco diretto e spietato della mafia. ste memorie sentiamo di essere una Quattro anni più tardi, avevo appena di Giorgio Napolitano Nazione, una grande Nazione, e una da qualche ora giurato come ministro Nazione unita. dell’Interno del governo Prodi, quando orno in questa aula con lo stes- Vedete, incancellabile resta nel mio ani- sentii che il primo segno da dare del mio so sentimento che proviamo mo l’emozione che mi colse in quel 23 nuovo impegno era quello di volare qui a tutti insieme con Maria immaginava Paolo Borsellino, cambiare maggio 1992, quando ebbi la notizia del fa- Palermo per partecipare alla cerimonia in Falcone vedendo di anno in an- Palermo, formarsi i giovani del Sud e del tale attentato a Giovanni Falcone, a memoria di Falcone convocata nel pome- no crescere la speranza, come Nord al culto della libertà e della legalità, Francesca Morvillo e ai coraggiosi uomini riggio presso l’Assemblea regionale sici- T SEGUE A PAGINA 2 lei ha detto, smuoversi le coscienze, come e unirsi nel ricordo di Giovanni Falcone e della loro scorta [...]. -
Volume 1 Parte 1
•... ", ..., . '" . • CAPITOLO l° • . ....... ". '.'~ . '. .' . " ..... ,'"," . ~ . ". ~ ,.. ' .' ...... ". SVOLGIMENTO DEL PROCESSO e ARGOMENTAZIONI DI CARATTERE GENERALE CONTENUTE NELLA SENTENZA DI l° GRA..DO • 16 • • L lO - SVOLGIMENTO DEL PROCESSO Il presente procedimento riunisce le originarie istruttorie su tre oI)1Ìcidi, . : .. , _ ~" ~.. -.;,~ ~..•. : ,'. : l -..•... ~' ::.: : : ..•.• che si iscrivono ili una sanguinosà catena di assassini riguardanti • personalità dell'apparato istituzionale e partitico. Infatti, in un crescendo inquietante, venivano uccisi a Palermo: - il dr. Michele Reina, segretario provinciale della D.C. (9/3/1979); - il capo della Squadra Mobile di Palermo dr. Boris Giuliano (21/ì/1979); • -l'on Cesare Terranova (25/9/1979); - l' onoPiersanti Mattarella, Presidente della Regione (6/1/1980); . ..-. ilc@: Emanuele Basile; Comandante: deUà .:CoIllJl~.a . dei. , ':'. "." ~. ." .'. '." '. .'. .... .. :". "' . Carabi!1Ìeri di Monreale (5/5/1980); - il Procuratore della Repubblica di Palermo, dr. Gaetano Cos'",a (6/811980); -l'On. Pio La Torre, segretario regionale del P.c.I. (30/4/1982); - il Prefetto di Palermo, Gen. Carlo Alberto Dalla Cmesa (3/9/1982); - il Cap. Mario D'Aleo, subentrato al collega Basile nel comando della • Compagnia CC. di Monreale (13/6/1983); - il Consigliere Istruttore presso il Tribunale di Palermo, dr. Rocco Clllnnici (29/ì/1983); Ritornando agli onllcidi di cui oggi ci occupiamo (Mattarella, La Torre e Reina) va, subito, sottolineato che, dopo una breve fase di istruzione sommaria, questi venivano separatamente formalizzati a carico di ignoti ed assegnati a sé stesso dal Consigliere Istruttore. In data 24/1 0/1984 - a seguito delle note rivelazioni di Tommaso ":.:. 17 Buscetta, CIrca la riconducibilità ai vertici di "cosa nostra" degli omicidi in esame, e segnatamente alla "commissione provinciale" di " tale organismo - i tr~ MalPstratiinca,ricatj""deWi"struzjon~~mettev~o . -
Dal Corriere Della Sera Del 21 Maggio 2002
DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 21 MAGGIO 2002 «Così ho dato il segnale per uccidere Falcone» ROMA - «La macchina di Giovanni Falcone andava più piano del previsto. Avevamo fatto le prove a una velocità di 160 chilometri all’ora, invece quelli andavano a 80, 90 all’ora. Io procedevo parallelo a loro, sulla mia Lancia Delta, lungo la strada che costeggia la Palermo- Punta Raisi, e parlavo al telefonino con quelli che stavano sulla collina di Capaci. Parlavo lentamente per far capire loro che l’andatura di Falcone era più bassa dei nostri calcoli, e dentro di me pensavo: "Questo si salva... si salva"». Il pomeriggio del 23 maggio 1992, Gioacchino La Barbera, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Altofonte, doveva dare il segnale agli assassini del giudice Falcone, appostati su un’altura a destra dell’autostrada. Li chiamò quando avvistò il corteo delle tre macchine blindate - al centro la Croma bianca col magistrato a bordo, davanti e dietro quelle della scorta - e rimase al telefono per 325 secondi, quasi sei minuti. Arrivato al bivio per Partinico, chiuse la comunicazione. Il piano prevedeva che appena l’auto di Falcone fosse giunta all’altezza di un vecchio elettrodomestico abbandonato sul ciglio della strada, dalla collina qualcuno premesse il pulsante del radiocomando. «Per questo era importante la velocità delle auto. Per questo pensavo che Falcone si sarebbe salvato. Infatti le prime notizie che sentii alla radio dicevano che era solo ferito, che la dottoressa Morvillo riusciva addirittura a parlare. Invece più tardi seppi che era morto». L’autostrada si aprì alle 17,56 e 48 secondi di quel sabato siciliano, inghiottendo il giudice antimafia, sua moglie e tre agenti di scorta.