Copertina MODERNA Aprile 2013 2012

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Copertina MODERNA Aprile 2013 2012 Aste Boetto Arte Moderna, Contemporanea e Fotografia by Italy | Fluxus | Worldwide 16 Aprile 2013 Arte Moderna, Contemporanea e Fotografia Martedì 16 aprile 2013 By Italy ore 15 / 3 pm Fluxus Worldwide Photograph ore 18 / 6 pm Esposizione venerdì 12 aprile 10.00 - 12.30 / 15.00 - 19.00 sabato 13 aprile 10.00 - 19.00 domenica 14 aprile 10.00 - 19.00 lunedì 15 aprile 10.00 - 12.30 / 15.00 - 19.00 Viewing of lots friday 12 april 10.00 am - 12.30 pm / 3.00 pm - 7.00 pm saturday 13 april 10.00 am - 7.00 pm sunday 14 april 10.00 am - 7.00 pm monday 15 april 10.00 am - 12.30 pm / 3.00 pm - 7.00 pm Aste Boetto srl Mura dello Zerbino, 10 R 16122 Genova - Italy Tel. +39 010 2541314 Fax +39 010 2541379 E-mail: [email protected] www.asteboetto.it Responsabile Dipartimento Arte Moderna e Contemporanea Marco Canepa Fotografia Claudio Grimaldi (Art in Progress Consulting) Impaginazione e Grafica Carola Sessarego Ringraziamenti Dionisio Gavagnin Caterina Gualco Natalina Remotti - Fondazione Pierluigi e Natalina Remotti - Camogli Grazia Previati I nostri esperti Antiquariato e Pittura del sec. XIX Marco Capozzi [email protected] Arte Moderna e Contemporanea Marco Canepa [email protected] Design e Arti Decorative del sec. XX Sergio Montefusco [email protected] Fotografia Maura Parodi [email protected] Ufficio di Milano Guido Lazzarini 335 5473581 Via S. Marco, 16 20121 Milano NOI COLLEZIONISTI Dionisio Gavagnin Noi collezionisti del secondo dopoguerra siamo cresciuti minorati all’ombra del conflitto politico-ideologico destra- sinistra, o anche, se volete, liberalismo-comunismo. Dal punto di vista culturale, e del sentire artistico anche, che della cultura fa parte, siamo stati come colonizzati dal pensiero altrui, a noi straniero, che dall’altra parte dell’oceano ci proponeva i “miti d’oggi” della Pop Art, dai Warhol negli anni ’60 fino ai Koons d’oggi; e ci siamo abituati in tutti questi anni ad esaltare, talvolta fino alla venerazione, e a stra-pagare, gli artisti della propaganda miliardaria delle multinazionali del mercato dell’arte. Con una storia dell’arte del ‘900, e parliamo qui in particolare delle arti figurative, che dovrebbe invece aver insegnato a tutti che è l’Italia, che è l’arte italiana ad aver segnato profondamente il percorso della ricerca artistica del XX secolo. Non c’è dubbio, infatti, che futurismo e metafisica rappresentino i due principali movimenti di semina e fecondazione di tutta la successiva arte del ’900, senza confini geografici e modalità espressive. Dal futurismo (anni ’10 del ‘900) si innescano, nei decenni successivi, il Dada, l’arte performativa, la poesia visiva, certa arte ambientale, spazialismo compreso, il polimaterismo, la commistione tra arte e pubblicità (come in Depero, ad esempio). Senza contare l’indubbia influenza che il futurismo ebbe sul surrealismo. E, oggidì, un Damien Hirst col suo bestiario mummificato inanella record su record milionari nelle aste internazionali, mentre il grandissimo Prampolini, che tra le due guerre si confrontava alla pari con Picasso, Mondrian, Kandinskij, ha, guerre, e ancora l’opera di scavo e cesello di Morandi alla se lo ha, un mercato rionale, e a prezzi da saldo. ricerca dell’essenza delle cose e del tempo, sarebbero stati Di De Chirico e della metafisica, poi, quasi più non si parla; inconcepibili senza l’arte metafisica. e non viene dunque abbastanza in evidenza il ruolo E, per contro, esaltiamo un artista buono, ma secondario, fondamentale del Maestro nell’emersione espressiva come Edward Hopper, che a De Chirico deve praticamente dell’inconscio e dello spirituale nell’arte moderna e tutto, come ben sapeva Breton, che in una intervista alla contemporanea. Surrealismo ed informale, per non parlare rivista View nel 1941 lo accostava, in basso però, al grande della “nuova oggettività” e del “realismo magico” tra le due Maestro metafisico. Però il mercato, si sa, ha le sue logiche perverse, e da solo non si autoregola, come invece speravano (e sperano ancora) i teorici - imbecilli o prezzolati - della libera concorrenza. Pertanto, fin che può, il mercato (o, meglio, gli operatori che fanno il mercato) continuerà a privilegiare nella propria politica di marketing una “offerta di gamma” fatta dagli “artisti di prima scelta”, prodotti opportunamente confezionati, reclamizzati e venduti come status-symbol di esclusività e di lusso. Ma, è possibile che, anche a dispetto delle evidenze, questo gioco della finzione e dell’imbroglio continui ad ignorare il sublime che l’arte italiana ha espresso lungo tutto il XX secolo? Io dico di no. E per la semplice ragione che qualsiasi collezione d’arte moderna e contemporanea, museale o non, non potrà ancora a lungo ignorare, o sottovalutare, a dispetto della storia, il contributo essenziale che l’arte Arte Moderna e Contemporanea 3 come Bruno Munari, sono ben lungi dal sognare! Eppure, se vi fossero da trovare a livello internazionale primazie temporali e qualitative in questo campo espressivo, gli italiani ancora una volta sarebbero tra i primi, se non al primo posto in assoluto. Nell’ambito poi del minimalismo e dell’arte concettuale, riconosciuto il doveroso tributo a Marcel Duchamp (ma, che debito ha costui col futurismo?), mi pare di poter affermare che, da Fontana, Manzoni e Castellani in avanti, l’Italia, con i contributi di Lo Savio, Uncini, Patella, Agnetti, Paolini, Pistoletto, Fabro, Boetti, Mauri, Staccioli, Spalletti, Vaccari, Garutti ed altri, non sia seconda a nessuno. La materia e il tempo, con decisive incursioni nell’ambito dell’arte ambientale ed antropologica, hanno poi trovato in Merz, Penone, Anselmo, Zorio, Calzolari, Kounellis, De Dominicis, Spagnulo, Mattiacci e Claudio Costa interpreti di primo piano, veri maestri di generazioni d’artisti a venire. Giustamente Germano Celant in una memorabile esposizione al Centre George Pompidou di Parigi nel 1981 definì il corpus di opere esposte, molte delle quali di artisti su citati, Identité italienne. Quella esposizione ebbe il merito di presentare al mondo, per la prima volta nel secondo dopoguerra, la risorta creatività artistica post- informale di un Paese che aveva saputo ricostruirsi sulle macerie morali e culturali di un ventennio vergognoso e dalle distruzioni della guerra. Nei trent’anni e più da quella esposizione, molto poco è stato fatto dalle Istituzioni Pubbliche preposte, e non abbastanza dagli operatori privati, per far conoscere ed apprezzare l’arte italiana in Italia e all’estero. Burocrazia, leggi demenziali, sprechi, provincialismo culturale, penuria di capitali, hanno anzi frapposto ostacoli quasi invalicabili alla promozione e alla libera esposizione e circolazione figurativa italiana ha fornito alla cultura del secolo scorso. delle opere d’arte italiane soprattutto all’estero, e impedito Oltre al futurismo e alla metafisica, il mercato una affermazione degli artisti e della produzione artistica internazionale non potrà ancora per lungo tempo italiana a livello internazionale nella misura che essi trascurare l’informale italiano, con capiscuola quali meritano. Fontana, Burri, Capogrossi e Melotti (ancora peraltro Una diversa politica culturale nella direzione della ampiamente sottovalutati), ma anche con quanti altri promozione a livello internazionale del patrimonio artistico, hanno espresso, nell’ambito di questa poetica, genuina architettonico e paesaggistico italiano è a questo punto originalità e forte personalità: dagli artisti del “Gruppo degli necessaria ed inderogabile; e in questo ambito va 8” a quelli di Forma, e ad altri, quasi del tutto ignorati dal incoraggiato - e non ostacolato, come avviene ora - il “grande mercato”: penso, ad esempio, a Tancredi, a collezionismo d’arte dal quale può venire un significativo Novelli, a Scialoja, o, ancora, a sommi scultori come contributo alla conoscenza e alla valorizzazione dell’arte Mastroianni, Milani , Garelli, Mirko, Leoncillo. italiana nel mondo. Così come si dovrà rivedere il rating di mercato della Pop Il catalogo in presentazione, per la parte dell’arte italiana, art, della “Nuova figurazione” e della “Mec-Art” italiane, da offre una gamma di proposte che, per qualità e prezzi di Schifano e suoi sodali di Piazza del Popolo (Ceroli, Festa, riferimento, costituisce una ottima occasione per il Tacchi, Mambor, Lombardo), sino a Cintoli, Baj, Adami, collezionista nazionale e internazionale di acquisire opere Baruchello, Tadini, Romagnoni, Mondino, Rotella, Bertini, di artisti, tra i quali molti sopra citati, che non potranno Tagliaferro, Mariani, Di Bello; tutti artisti di valore mancare prima o poi all’appello di una corretta valutazione internazionale. Il povero Pascali, morto giovane e di mercato. irriverente, pare l’unico che in questo ambito raccolga Perché, storia e moda non sono la stessa cosa: unanimi consensi, anche, in parte, di mercato. quest’ultima può dar lustro nel presente, farci sentire à la E, che dire dell’arte cinetica e programmata? Artisti come page, ma si può rivelare, domani, solo fumo (o bolla, come Calder, Vasarely, Soto, Uecker hanno raggiunto quotazioni si dice adesso). di mercato che i nostri del “Gruppo T” o del “Gruppo N”, o La storia, invece, è storia: e non ci piove! Alviani, o Mari, o ancora, precursori di questo tipo di arte 4 Aste Boetto OUR ART COLLECTORS Dionisio Gavagnin Since the Second World War, the world of art collection has without Metaphysical art. grown but has done so, somewhat hindered, in the shadow And yet, in contrast, Edward Hopper, considered an artist of of Italy’s political and ideological
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