Giornata in Onore Di Andrea Curami E Angelo Tito Anselmi AISA·Associazione Italiana Per La Storia Dell’Automobile

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Giornata in Onore Di Andrea Curami E Angelo Tito Anselmi AISA·Associazione Italiana Per La Storia Dell’Automobile Materiali e metodologie per la storiografia dell’automobile Giornata in onore di Andrea Curami e Angelo Tito Anselmi AISA·Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile AISA ·Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile C.so di Porta Vigentina, 32 - 20122 Milano - www.aisastoryauto.it MONOGRAFIA AISA 93 Materiali e metodologie per la storiografia dell’automobile Giornata in onore di Andrea Curami e Angelo Tito Anselmi AISA·Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile Milano, 16 aprile 2011 3 Prefazione Lorenzo Boscarelli 4 Ricerca storiografica - Flashback al 1986 Franco Lombardi 6 Le stampelle della memoria Gianni Cancellieri 9 Temi di storiografia dell’automobile. Cenni di teoria generale dell’identità Franco Lombardi Andrea Curami 32 Andrea Curami: cultura, competenza, versatilità Mauro Negri 35 Andrea Curami l’orso Antonio Testa 37 Bibliografia 39 Cenni biografici 40 Intervista ad Andrea Curami Maurizio Tabucchi (EpocAuto n. 18/2009) Angelo Tito Anselmi 42 La figura e i lavori di Angelo Tito Anselmi Eric Maggiar 44 “Carrozzeria Touring”: più che un libro un legame con Tito Anselmi Aldo Rizzi 45 Carrozzeria Touring, fine dell’amicizia con Tito Anselmi Gippo Salvetti 46 Angelo Tito Anselmi, storico dell’auto. Un maestro e un amico Sergio Puttini 48 Bibliografia 51 Cenni biografici In copertina: Il disegno di Bob Freeman rappresenta un particolare del motore Ferrari 500TR, che discende dal motore 625TF montato sulla Berlinetta Vignale raffigurata nello schizzo, anch’esso opera di Bob Freeman. In 4ª di copertina: Le copertine di alcuni libri di Andrea Curami e Angelo Tito Anselmi. MONOGRAFIA AISA 93 Un’immagine della Maserati 450 S prototipo citata nella relazione di Franco Lombardi scattata nel novembre 2011 sulla pista di Vairano dell’Editoriale Domus. La vettura, già 350 S ufficiale con Moss-Jenkinson nella Mille Miglia del 1956, dopo l’incidente occorsole in quella gara, venne trasformata dalla Casa nel prototipo 450 S, mediante l’istallazione del primo motore 450 S n. 4501 e in tale configurazione venne sperimentata in prova al GP di Svezia nell’agosto del 1956. La vettura, che ha avuto tre diverse identità ufficiali da parte della Casa, viene menzionata in tema di problemi di identità nella relazione cui si fa cenno. Si ringraziano per la fotografia la rivista Ruoteclassiche e lo studio fotografico Luci e Immagini. 2 Prefazione Lorenzo Boscarelli icordare Angelo Tito Anselmi e Andrea Curami è Per commemorare Tito e Andrea, l’Aisa ha deciso di Rper tutti noi un piacere, anche se il ricordo suscita dedicare una Conferenza ai problemi che si presentano commozione, per la passione che abbiamo condiviso agli storiografi dell’automobile, cioè alle questioni che con loro, l’ammirazione che sentiamo per le loro entrambi hanno dovuto affrontare nel loro lavoro. opere, i tanti episodi che molti di noi serbano nella Franco Lombardi, cui si deve lo sviluppo del tema propria memoria e che hanno avuto Tito e Andrea per della Conferenza, affronta l’argomento da molteplici protagonisti. punti di vista, ponendo particolare cura all’analisi Erano persone diverse, ma li accomunava l’impegno a delle fonti documentali e alle difficoltà che si presen- ricostruire con precisione e attendibilità eventi, profili tano a chi tenti di ricostruire la storia delle vetture da umani, temi tecnici, che poi entrambi hanno tradotto competizione. in opere che rimarranno nella storiografia dell’automo- Gianni Cancellieri ci ricorda con quale cura e umiltà lo bile, e non solo in quella, nel caso di Andrea Curami, storico debba avvicinarsi alle fonti e ci offre anche un che ha pubblicato lavori anche di storia militare, di gustoso aneddoto in merito alla data di nascita di Enzo meccanizzazione militare, di aeronautica. Ferrari. Come si legge nei profili che di loro tracciano alcuni Lo storico dell’automobile deve saper leggere e inter- loro amici, Angelo Tito Anselmi e Andrea Curami ave- pretare fenomeni che appartengono a mondi diversi, vano evidenti peculiarità di carattere, ben note a chi li cioè l’industria, l’economia, lo sport, oltre, natural- ha frequentati e, a volte, ha collaborato con loro. mente, ad avere la sensibilità necessaria a cogliere le La qualità del loro lavoro di storiografi dell’automobi- peculiarità umane dei protagonisti. le è però tale che asperità o incomprensioni svanisco- È un impegno arduo, oltre che appassionante, che no di fronte al patrimonio che ci hanno lasciato e che richiede notevoli doti culturali e intellettuali, che ci ci permette, rileggendo i loro testi, di provare sempre auguriamo attragga numerosi talenti capaci di conti- nuove emozioni, di appassionarci nuovamente ai temi nuare l’opera di Angelo Tito Anselmi e di Andrea che hanno trattato, spiegato, documentato con tanta Curami. • maestria. Lorenzo Boscarelli, presidente Aisa e studioso di storia dell’automobile. 3 Ricerca storiografica Flashback al 1986 Franco Lombardi itengo utile ricordare il convegno torinese del 27 per una riflessione sui temi generali della nostra ricerca. Rnovembre 1986 (“Materiali e Metodologie per la Numerosi contatti con colleghi universitari fra gli stori- Storiografia dell’Automobile”) da cui trasse poi origine ci (Valerio Castronovo), gli economisti (Gigi Luini e l’Aisa. Giuseppe Volpato, uno dei più autorevoli studiosi della Nel 1985, con l’amico Massimo Colombo, poi prema- produzione automobilistica italiana) e il gruppo di sto- turamente scomparso pochi anni dopo, mettemmo in rici dell’industria (Giuseppe Berta, Pietro Bairati e piedi una società: Le Macchine del Tempo, destinata a for- Duccio Bigazzi) produssero un apprezzabile interesse. nirci una veste professionale, capace quindi di fattura- Contestualmente convocammo alcuni protagonisti re e operare sul mercato, per la gestione di alcune ini- dell’industria automobilistica come Dante Giacosa, ziative legate all’automobilismo storico. Franco Quaroni, Cicci Bianchi Anderloni, Giuseppe Le società sono strumenti per operare commercialmen- Luraghi, Aurelio Lampredi, Franco Martinengo, te ed in effetti quella struttura ci fece anche guadagna- Giuseppe Busso e Rudolf Hruska. Ad essi si affiancaro- re qualche soldo, ma alla base del nostro progetto v’era no naturalmente alcuni dei più autorevoli giornalisti la comune passione per l’auto d’epoca e per cercare dell’auto del tempo: Gino Rancati, Gianni Rogliatti e nuove occasioni organizzative, culturali ed editoriali Ferruccio Bernabò, mentre fra gli storici dell’automo- con cui intervenire con credibilità presso aziende che bile Griffith Borgeson, Giovanni Klaus Koenig, Valerio avrebbero potuto appoggiare iniziative di un certo Moretti, Angelo Tito Anselmi e Nino Balestra furono livello. della partita. Il frutto iniziale della nostra attività, fu la prima rievo- Avemmo infine alcune defezioni importanti come cazione storica del Concorso d’Eleganza di Villa quelle di Castronovo, Giacosa e Lampredi, ma l’incon- d’Este. Con l’aiuto della MaxMeyer, mettemmo infatti tro, organizzato presso il Museo dell’Automobile il 27 in piedi nel 1986 un evento che ebbe certamente un novembre, ebbe indubbiamente successo e fu un’im- buon successo e fu un viatico per altre successive portante occasione di riflessione sui percorsi e i temi nostre iniziative. La manifestazione era destinata poi a della ricerca automobilistica. ripetersi anni dopo in forme diverse sino all’odierna Dopo la scomparsa di Massimo Colombo, Le Macchine configurazione che vede la Bmw quale organizzatore. del Tempo fornì lo strumento con cui potei organizzare Prima ancora, avevamo intanto intrapreso contatti con per la Fiera di Genova la mostra Autostory, che si svol- l’Editrice Mille Miglia (Beppe Lucchini con la consu- se tra il 1990 e il 1999. Molti di voi ricordano proba- lenza editoriale di Marcello Minerbi) per un’ipotesi di bilmente quella manifestazione e le diverse mostre un libro sulle Ferrari 4 cilindri sport di cui si sapeva tematiche che la caratterizzarono. Molti ricorderanno allora assai poco. Pensavamo ad un librino agile e ad anche i numerosi convegni e seminari che le accompa- una ricerca da svolgere in un paio d’anni. Iniziai così gnarono, con l’intervento di numerosi tecnici, desi- una serie di interviste con protagonisti, testimoni e stu- gner, industriali, protagonisti e storici dell’automobile. diosi di quella stagione, anche nel corso di un mio sog- Ma intanto, a ridosso del convegno torinese, era intan- giorno in America nel 1985. Ignoravo allora che mi to nata l’Aisa, grazie agli sforzi iniziali di Tito, di sarebbe occorso un po’ più di tempo per portare vici- Vittorio Fano, di Lorenzo Boscarelli e del nucleo stori- no a compimento quel lontano progetto. co che si raccolse allora intorno all’Aisa. Dopo il Concorso di Villa d’Este ci parve opportuno, Può forse viceversa sorprendere che siano occorsi 25 anche a ridosso del lavoro di ricerca intrapreso per quel anni per ritornare a una riflessione sui temi teorici libro appena citato, pensare ad un convegno di studi delle storiografia automobilistica. Forse per la maggio- come occasione per raccogliere tutti coloro che faceva- re difficoltà nel trattare temi metodologici generali; e no ricerca nel nostro settore, anche confrontandoci con tuttavia tutto questo tempo non è trascorso invano. gli storici e gli studiosi istituzionali dell’industria. L’Aisa, dalla sua fondazione nel gennaio del 1988 (pre- Prese così corpo il progetto di quel convegno, con faci- ceduta dai vari incontri nel corso del 1987) ha infatti lità debbo dire, perché erano in effetti maturi i tempi prodotto 93 Monografie e un centinaio di convegni. Vi è in tutti noi la consapevolezza che molte di que- Franco Lombardi, socio Aisa, storico dell’automobile. ste occasioni rappresentino tappe significative nella 4 ricostruzione del percorso storico compiuto dall’auto- rie dei protagonisti. Col senno di poi posso anche aggiun- mobile. Non si tratta dunque di anni e di occasioni gere che aveva perfettamente ragione: i Colombo, Busso trascorse invano. e Lampredi non sarebbero stati sempre con noi. Merita infine aggiungere che il seminario torinese fu la Non vi fu quindi reale occasione per una vera polemi- circostanza in cui conobbi Tito.
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