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DIZIONARIO DI ERUDIZIONE STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIAL M ENTE INTORNO
Al PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI; AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARH GRADI DELLA GERARCHIA DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI, Al niTI, ALLE CEBEMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE DI GAETANO MORONI ROMANO
PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ GREGORIO XVI.
v° VOL. X.
IN VENEZIA DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLI
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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
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§ VI. Altre nolizie sui Cardinali. VIII romano, fu il primo che pub blicò i diritti, e le preeminenze dei I. Prerogative, preeminenze, e Cardinali della santa romana Chiesa. privilegi. II. Cariche, qualifiche che Leggiamo presso l'altro annalista Ri esercitano, e Cardinali palatini. naldi, all'anno i225, la costituzione III. Titoli onorifici. IV. Precedenze di Onorio III , emanata in Rieti nel sagro Collegio. V. Insegne, di a' 2o novembre, nella quale pub stinzioni, e vesti usuali e sacre. blicò rigorose pene contro quelli, 'VI. Rendite. VII. Deposti, ed esclusi che in qualche modo offendessero, dalla pontificia elezione. VIII. Car ovvero oltraggiassero i Cardinali del dinali celebri. IX. Esequie. la Chiesa romana, dichiarandoli rei di lesa maestà, perpetuamente infa mi e banditi; ed applicati i loro privilegi. I. MT P rerogative Oltre quanto , preeminenze, in questo e beni al fisco, nel caso che ostilmente perseguitassero un Cardinale, l' im articolo superiormente si è detto prigionassero, o lo percuotessero, con sulla sublime dignità Cardinalizia, altre pene simili a' loro complici e e di tutt'altro che riguarda sì emi fautori, restando tutti soggetti alla nente grado, massime nella Chiesa scomunica, dalla quale non potes universale, di cui sono principi e sero essere assoluti, che dal solo senatori, ed oltre ciò, che si dice romano Pontefice, o da chi ne ri ne' rispettivi articoli del Dizionario cevesse da lui commissione. Bonifa su questo medesimo argomento, ac cio VIII, mentre voleva castigare i cenneremo le cose principali relative. Cardinali Jacopo e Pietro Colonna Diversi autori, e fra gli altri l'an per aver cospirato contro la Chiesa, nalista Baronio, all'anno 882, dicono per contenere tutti a venerare e che il Sommo Pontefice Giovanni rispettare la dignità Cardinalizia, 6 CAR conclave nella CAR sede vacante; ma nel i298, pubblicò una costituzione simile a quella di Onorio III , ove Innocenzo VI, appena eletto nel al capo Felicis recordationis, 5. De i 352 , cassò tutte le leggi , che i pcenis in 6, fulminò le censure ec Cardinali aveano stabilito in concla clesiastiche contro quelli, che con ve, come contrarie al pontificio di sacrilego attentato ardissero offendere ritto, locchè descrive anco l' abbate i Cardinali. A causa poi dell'atten Gusta , della condona della Chiesa tato contro il Cardinal s. Carlo cattolica nella elezione del suo capo Borromeo, il Pontefice s. Pio V, visibile, Venezia i799, a pag. i47- colla costituzione g3 , Infelicis sce Tuttavolta Innocenzo VIII , creato enli, de' i9 dicembre i 56p, rinnovò a' 29 agosto i 4^4, confermò i ca il decreto di Bonifacio VIII contro pitoli, che tutti i Cardinali aveano quelli, che ardissero macchinare insi giurato di osservare, nel caso che die alla vita de' Cardinali, estendendo uno di loro fosse eletto Papa; uso le pene medesime, imposte ai rei di precedentemente pure praticato nel lesa maestà, a quelli ancora, che conclave, in cui fu innalzato al pon in qualche maniera sapessero gli tificato Paolo II , nel i464. In autori del delitto da commettersi , o esso i sacri elettori stabilirono di già commesso, e non lo rivelassero. ciotto leggi, che riporta il Quirini, Gregorio XI, nel i 378 , come Vindiciae Pauli II, pag. 22, per riporta il Burio nella sua vita, vie la buona amministrazione del pon tò che i patriarchi , arcivescovi , e tificato. V. Natale Alessandro, Hist. vescovi potessero portare avanti la Eccles. tom. VIII, cap. I, art. 8. croce in presenza de' Cardinali, che I capitoli del conclave d' Innocenzo fossero legati, o nunzi della San VIII sono riferiti dal Burcardo, ta Sede. Leone X , con una bolla allora maestro delle cerimonie, pres de' i6 maggio i5i6, accordò ai so il Rinaldi all'anno i484, "' 29 Cardinali l'esenzione dalle decime, e 3o, e sono i seguenti. e nel concilio generale XVII che i. Che si dessero dalla camera celebrò, determinò, chela casa, fa apostolica ogni mese cento scudi miglia, tavola ed arredi de' Cardi d' oro a que' Cardinali, che non ne nali dovessero essere specchio di avessero quattromila di benefizi . modestia e di moderazione, e che 2. Che non si potesse procedere solamente i loro famigliari in attua contro di essi senza il consenso dei lità di servigio godessero l' immu tre Cardinali prescelti da ciascuno nità ecclesiastica. Per la bolla di dei tre ordini, nè si desse contro Paolo IV, de' a8 maggio i555, di loro sentenza, senonchè secondo la detta comunemente del Compatto, costituzione di Papa Silvestro I, il i Cardinali erano esenti dalla pre quale, essendo interrogato nel con venzione del Papa nella collazione cilio romano del 324 quanti testi de' benefizi , ch' essi facevano come moni fossero necessari per condan ordinari , sia ch' essi li « conferissero nare gli ecclesiastici, rispose che per soli, che unitamente ai capitoli, per condannare un prete Cardinale non la clausola, tam conjunctim, quaru vi volevano meno di quarantadue divisim , locchè veniva accordato testimoni, e per condannare un dia dipoi dagli articoli, e dalle conven cono Cardinale ve ne volevano ven zioni fatte tra i Cardinali riuniti in tidue, come riporta l'Amati. 3. Che CAR giuramento. Anzi CAR nel continuatore j fossero franchi da ogni gravezza. 4- Che toccasse ad essi il provvedere del Burcardo, nel conclave del i6o5 i benefizi delle chiese, che ognuno per l' elezione di Leone XI a pag. di loro possedeva. 5. Che niuno de 45 i, si legge, che dai Cardinali gli stessi Cardinali fosse punito con furono sottoscritte le capitolazioni , censure ecclesiastiche , se così non in aumento della dignità e autorità ordinassero i canoni. 6. Che il fu Cardinalizia. turo Pontefice fosse obbligato a da I Cardinali godono il privilegio re per soldo a' soldati contro il degli altari portatili , e possono in turco le rendite delle allumiere in conseguenza aver cappelle domesti difesa de' cristiani , e in provvedere che [Vedi), e quindi far celebrare con esse i nobili esiliati , e cacciati la messa nelle loro stesse camere in dagl' infedeli. 7. Che non potesse tempo di malattia; e nei viaggi non andare colla curia, e corte romana solo possono celebrare sull'altare por fuori d' Italia , se non col consenso tatile prima dell'aurora , e dopo il di due parti de' Cardinali. 8. Che mezzodì, ma possono dare autorità non potesse alienare i beni della di celebrar la messa ai propri cap Chiesa, intorno alla qual cosa s. Pio pellani. Pompeo Sarnelli, nelle Let V emanò poscia la celebre bolla tere Ecclesiastiche, tomo VIII lette Admonet nos, su cui debbono giu ra XXXV, afferma che i Cardinali rare i Cardinali nel ricevere il cap non solo godono l' indulto di eleg pello rosso , e nell' entrare in con gersi il confessore non approvato dal clave. 9. Che non potessero deporre l'Ordinario, ma anco pei loro fami alcun prelato per le istanze de' prin gliari. Intorno a ciò leggasi l'Andreuc- cipi, se non fosse convinto di esser ci. Prima del concilio tridentino , i colpevole d' un qualche misfatto, Cardinali potevano conferire la pri io. Che non promovesse al Cardi ma tonsura, e gli ordini minori nel nalato, se non persone ragguarde le chiese titolari, il quale indulto fu voli per virtù e dignità. Qui però revocato dal concilio, sebbene gra rammentiamo, che il sunnominato vissimi dottori sostengano non in Innocenzo VI avea stabilito non po tendersi revocato per riguardo ai tersi l'autorità pontificale per veru propri famigliari. E conferma tale na ragione restringere dai Cardina opinione il Barbosa, con una deci li in conclave, e in qualunque tem sione rotale de' 3 dicembre i58a. po della sede vacante, nè aver altro I Cardinali dell'ordine de' preti, e diritto i Cardinali, che di dare al dell' ordine de' diaconi godono giu mondo cattolico il padre e pastore, risdizione quasi episcopale nelle loro e ai dominii della Chiesa, il so chiese titolari. Al Cardinale religio vrano. Ciò non pertanto, tali capi so è permesso di essere padrino e toli si continuarono a fare, per cui compare nel battesimo, cosa vietata il citato Burcardo, ne' Conclavi dei a' monaci pei motivi, che accenna lo Pontefici Romani, a p. 1i 6, riporta stesso Barbosa, i quali però non deb i capitoli sottoscritti dai Cardinali bono considerarsi pei Cardinali, giac nel i55g nella sede vacante di Pa chè evvi l' esempio che quando san pa Paolo IV, per farli giurare e os Gregorio I era diacono Cardina le, servare al Pontefice futuro, leggen tenne al sacro fonte un figlio del dosi, a pag. 2 i b , la formula del l'imperatore Maurizio. Certo è pe 8rò, che i Cardinali CAR diaconi per am il senato apostolico CAR ha il camerlen ministrare il sacramento del batte go , ed ogni anno per turno un simo, e quello del matrimonio, per Cardinale diviene camerlengo del vestir monache, e per celebrare la sagro Collegio (Vedi). Questo Car messa in pubblico se sacerdoti, han dinal camerlengo del sagro Colle no bisogno della pontificia autoriz gio è l'amministratore delle sue ren zazione. Anzi riporta il Macri, No dite, e furono stabilite meglio le sue tizia de' vocaboli ecclesiastici j de ingerenze nel pontificato di Leone Cardinalibus , che Urbano IV a- X, giacchè più remota è la sua veva ordinato, che niun Cardina origine, leggendosi in Cardella Me le potesse usare le insegne Cardi morie storiche de' Cardinali tomo nalizie, nè intervenire alle consulte II, p. i53, che Guglielmo Curii, e congregazioni, e godere le entra Court, o Novelli, creato Cardinale te ecclesiastiche, prima di essere sa nel i338 da Benedetto XII in A- cerdote, lib. I, epist. 37. vignone , divenne camerlengo del Tutti i Cardinali hanno diritto sagro Collegio, come rilevasi dal li di assistere ai concistori, alle Cap bro delle obbligazioni dell'archivio pelle Papali, alle processioni, ed al vaticano, avendo equivocato chi lo tre sagre funzioni Pontificie e Car annoverò tra i Cardinali camerlen dinalizie. V, Cappelle Pontificie, e ghi di santa romana Chiesa. Oltre Cardinalizie. Inoltre i Cardinali in quanto dicemmo del camerlengo del Italia non solo andavano esenti dal sagro Collegio al citato suo artico le decime, ma eziandio dalle gabel lo, non riuscirà discaro, che qui si le, e da ogni carico ordinario e aggiunga, come dalle costituzioni straordinario. Nel pontificato di Cle del sagro Collegio, approvate da mente X, il Cardinal camerlengo Paolo III nel i546, e stampate in privò i Cardinali del privilegio del Roma nel i833, si ricavi, che se i l' esenzione delle gabelle, ma il Par Cardinali assenti da Roma , gl' in pa glielo restituì. Oggidì non lo go fermi, o i vecchi vogliono dispen dono più, ma invece hanno per sarsi da questo ufficio, è in loro li compenso cento scudi annui. Nel bertà, e allora viene creato in ca i565, Pio IV proibì con una co merlengo quel Cardinale, che lo se stituzione, poi confermata da Gre gue per anzianità di ordine e di gorio XIII, che i palazzi de' Cardi creazione. Quando poi il Cardinal nali servissero di asilo ai delinquen camerlengo vuole esentarsi da Ro ti e malfattori. Urbano VIII, nel ma, ovvero si ammala, può egli palazzo vaticano, istitul l' archivio surrogare un altro Cardinale a sua de' Cardinali, per loro uso in con scelta. Se il Cardinal camerlengo clave coll'autorità della bolla, Ad- muore prima che finisca l' anno , monet nos cura pastoralis affidi, deve essere surrogato in luogo di emanata nel i625, decimo octavo lui quel Cardinale, che Io segue im kal. januarii. mediatamente ; e la messa cantata Durante il conclave medesimo e per le di lui esequie, deve esser nella sede vacante , fa le veci del celebrata da quel Cardinale cui segretario di stato , il prelato se tocca secondo il turno annuale del gretario del sagro Collegio (Vedi). le cappelle , giacchè il Cardinale Oltre il segretario, ed altri ministri, successore in questo camerlengato, CAR za di palafreniere CAR pontificio, la quale 9 entra nella carica solo nel primo concistoro, mediante la consegna, sogliono cedere ad altro soggetto ido che il Papa fa' a lui della borsa. neo , ed approvato da monsignor Ma il regnante Pontefice nella mor maggiordomo per la somma di cir te del Cardinal Gamberini, che ces ca cinquecento scudi ; e vivente il sò di vivere a' 25 aprile i84i, di Pontefice , nominano alle vacanze spensò il Cardinal Giustiniani , il que' Cardinali, che non aveano eser quale veniva dopo di lui ( e che citato tal privilegio. Ma di questo è pure camerlengo di santa romana argomento si tratta all'articolo Fa Chiesa) dall' attendere il consueto miglia de' Cardinali. concistoro, autorizzandolo ad eserci Lungo sarebbe parlare di tutte tare l'uffizio. E poi da sapersi, che le prerogative, preeminenze, e pri il Cardinal camerlengo del sagro vilegi de' Cardinali , di alcuni dei Collegio, il quale in tal modo suc quali si parlerà ne' seguenti numeri, cede al defonto, non viene pregiu e si fa menzione agli articoli rela dicato nel turno, cui deve fare nel tivi. V. Plati, De Cardinaìibus , Sy- seguente anno , secondo il metodo nopsis praecipuarum praeeminentia- da noi descritto al nominato arti rum, et prìvilegiorum Sanctae Ro- colo. manae Ecclesiae Cardinalium. Fino agli ultimi tempi, i Cardi nali godevano dal palazzo apostolico II. Carielle e qualifiche, che eser la cosi detta parte di pane e vino, es citano i Cardinali; e Cardinali sendo considerati quai continui com palatini. mensali del Papa ; ma sul declinare del secolo decorso, cessarono per le vicende Le tre patriarcali basiliche di Ro dei tempi tali somministrazioni , il cui ma , di s. Giovanni , di s. Pietro , quantitativo si legge nei ruoli dello e di s. Maria Maggiore hanno per stesso palazzo. Sotto s. Pio V, i Car arcipreti altrettanti Cardinali. Inoltre dinali nominavano per cedola uno o i Cardinali occupano le seguenti cari due famigliari al novello Pontefice; che, cioè di vicario di Roma ; peniten ed eletto, nel i 566, quel Papa ne no ziere maggiore ; camerlengo di santa minarono diversi, come chirurghi, ca Chiesa, il quale è pure arcicancel- merieri, palafrenieri, scudieri, individui liere dell' università Romana ; can della scuderia, un cappellano, un aiu celliere, e vice-cancelliere di s. Chie tante di camera. Così l'ambasciatore di sa; legati apostolici delle legazioni Portogallo nominò un medico, quel di Velletri, che è sempre il Cardi lo di Spagna un cameriere e un nal decano, di Bologna, di Ferrara, palafreniere, e quello dell' imperato di Forlì, di Ravenna, e di Urbino re un cameriere, ed un sotto came e Pesaro ; prefetti delle congrega riere. In progresso all' elezione del zioni Cardinalizie, meno quelle del nuovo Papa nominarono un fami l' inquisizione, della visita apostolica, gliare, e per solito il più antico di e della concistoriale , la cui prefet livrea, a percepire la quota di cento tura suole ritenersi il Papa, ma scudi, che pagavasi dal palazzo apostor la prima ha un Cardinale, per se lieo , ed ora i primi dodici Cardinali, gretario, mentre le congregazioni del oltre l' eletto Papa, nominano il più l' esame de' vescovi, e degli affari ec antico de' loro domestici per la piaz- clesiastici straordinarii non hanno prefettoio considerandosi CAR per tale Io tario de' memoriali CAR , e il segretario stesso Pontefice. Tutti i Cardinali de'brevi Pontificii. Quest'ultimo però poi, anche assenti da Roma in ser gode tale ufficio a vita. Come prima- vigio della santa Sede ec., sono rii famigliari del Sommo Pontefice membri delle congregazioni Cardi (siccome prima tali cariche veniva nalizie, il cui numero e relative no esercitate dai prelati ) negli an notizie si riportano a quegli arti tichi ruoli del palazzo apostolico e- coli , delle quali congregazioni non rano registrati nella distinta classe ne hanno meno di quattro, asse de' camerieri segreti partecipanti, e gnata loro dal Papa, dopo che ha perciò al pari di loro avevano scu aperta la bocca a' medesimi Cardi di quarantacinque il mese, e la par nali. In progresso suole accrescerle te di pane, vino e altre cose; ma secondo i meriti , onde non vengo nella distribuzione degli emolumenti no conferite a quei Cardinali , che de'camerieri segreti partecipanti, ora non si sono recati a Roma a pren ne gode il solo segretario de' memo dere il cappello Cardinalizio, e nep riali. Quando vi sono Cardinali ni pure a que' Cardinali , a cui per poti, sono considerati fra i Cardinali tratto di specialissima onorificenza palatini. Così se il prelato uditore viene spedito il cappello nel luogo del Papa fosse elevato alla porpora, ove risiedono. e rimanesse nel palazzo apostolico Inoltre ai Cardinali spettano le colla qualità di pro-uditore, sareb cariche di visitatori apostolici di luo be considerato Cardinale palatino. I ghi pii, come ospedali, ospizi, con- Cardinali palatini hanno dal Ponte servatorii, ec., di bibliotecario di s. fice le udienze (Fedi) più frequen Chiesa, di presidente della congre ti degli altri Cardinali, stante la gazione della revisione de' conti , e qualità degli affari, che sono lo di presidente della commissione dei ro affidati . Tanto i Cardinali pa snssidii, e dell' ospizio della Madon latini , che le loro segreterie, e fa na degli angeli alle terme Diocle- miglie hanno residenza ed abitazio ziane, nonchè di presidenti del con ne nei palazzi apostolici ; e le fami siglio supremo camerale. Ad un Car glie godono di particolari propine dinale il Papa assegna pure il gran nelle ricorrenze di agosto, e Natale, priorato in Roma dell' Ordine ge e per altre circostanze. I Cardinali rosolimitano. Tutte le menzionate palatini sono invitati, e intervengo cariche vacano soltanto per rinun no in abito Cardinalizio, quando il zia , per promozione e per morte , Papa assiste nella basilica vaticana seppure non disponga altrimenti il alla messa, che si canta dal Cardi sovrano Pontefice. Talvolta i Car nal arciprete per la dedicazione del dinali esercitano cariche prelatizie la chiesa, quando in essa si espone col titolo di pro, come di tesoriere, il ss. Sagramento in forma di qua- governatore di Roma, ec. rant'ore, e quando si celebrano le I Cardinali palatini, cui suole eleg esequie de' Pontefici defunti nella gere ogni nuovo Papa, a meno che cappella del coro. Cosi intervengono non confermi alcuno di quelli del pure nel giorno, in cui il Papa dà, nel suo predecessore, sono il datario, il cortile del Quirinale, l'apostolica be segretario di stato, il segretario per nedizione all' arcicon fraternita del ss. gli aflari di stato interni , il segre- nome di Maria, ed in altre funzio- CAR » la sacrosanta CAR romana Chiesa, go- ii ni, come di consacrazione di vesco vi, ec. Di tutte le cariche, degli uffi » dano e per singolarità, e per po- zi, e delle qualifiche Cardinalizie ,< tenza e per dignità di quel col- accennate in questo numero, si par » mo, della cui gloria è ornato il la a' relativi articoli. » nostro amplissimo senato, dichia- Aggiungiamo poi, che nel ponti » riamo cioè ch'eglino sieno patrizi ficato di s. Gregorio II, eletto nel » e consoli, e vengano altresì deco- l'anno 7 i 5, essendosi già accresciu » rati con tutte le altre dignità im- ti i diaconi Cardinali regionari, dal » periali ", come riporta il Tama numero di sette, a quello di quat gna t. I. p. 2ii. Quindi s. Pier tordici, egli ne aggiunse quattro col Damiani chiamò i Cardinali Sena nome di palatini, per assistere sem tori di tutto il mondo, e senatori pre al Pontefice nella basilica di s. ancora di tutta la Chiesa, ed an Giovanni in Laterano, nell'atto che co il Muratori, Rer. haI, tom. I. celebrava ; quindi incominciò il no p. II. pag. 54o, dice, che a' tempi me dei Cardinali diaconi palatini, di Alessandro III i Cardinali veni come fra gli altri si osserva dal Vit- vano denominati senatori. Clemente torelli apiid Ciacconium in vita s. IV dichiarò presidi, e proconsoli i Higynii. Il Pagi ci fa sapere che , Cardinali legati a Intere, e il gran nel i4l°, i Cardinali diaconi erano Pio II chiamò i Cardinali Senatori giunti al numero di diciannove, e di Roma. tanti il Panvinio assicura che fos Il titolo di Dominus fu dato as sero nel i545 sotto Paolo III. Pio sai per tempo a' Cardinali, per cui IV li portò di poi al numero di il detto s. Pier Damiani scrisse Do venticinque, ma si ridussero in se mino Hildeprando, chiamandolo dile- guito a ventuno, finchè Sisto V , ctis sinie frater et domine. Il Garam- nel i585, li stabili, secondo il nu pi nel Sigillo della Garfagnana, p. mero anteriore a Gregorio II, cioè 66, dice che si dava il solo titolo a quattordici. di Domini, o Domni ai Cardinali; indi soggiunge l' istruzione data da III. Titoli onorifici. un canonista della curia Romana al tempo di Gregorio IX, del i227, Ne' paragrafi precedenti si è det riguardo ai titoli onorifici, che dare to con quali denominazioni fossero doveansi ai Cardinali, nei libelli del onorati i Cardinali di s. Chiesa. Qui le petizioni, nelle cause ecclesiasti aggiungiamo, che vennero qualifica che. Egli adunque così ne insegna ti siccome » partecipi delle chiavi le formule : Corani vobis Pater san- » pontificie, proceri del clero, basi cte, si es corani Domino Papa. Si ,» del tempio di Dio, luminari chia- es coram domino Cardinali, dices » rissimi della Chiesa, che vegliano sic: Corani vobis, venerande Pater » per le anime dei popoli, e colon- T. lituli s. Sabinae presbyler Car- » ne della Chiesa medesima ". Vuol dindlisj et sic si es coram presby- si, che l' imperatore Costantino de teris Cardinalibus. Si coram diaco- corasse col seguente diploma i Car nibus dicas sic : Corani vobis ve dinali di Roma: » Decretiamo, che nerande pater, domine Otto s. Ni » gli uomini chierici reverendissimi, colai in Carcere Tulliano diacone » i quali in diversi ordini servono Cardinalis. Diaconi Cardinale* non ia CAR quello di Caro CAR amieo. V. l'Henault habeut titulum presbyteri sic. Si corani episcopis, dices sic: Coram nell'abregé de la France. vobis venerande Pater, domine Sa- Urbano VIII, nel i63o, accrebbe biniensis, domine Ostiensis et sic, le preeminenze de'Cardinali, e diede si coram episcopis Cardinalibus , loro il titolo di eminenza, ed emi- supprimes et nomen tituli et no- nentissimo (Vedi), in vece di quello liicu Cardi nalis; et procedes sic: di signore illustrissimo , che davasi Coram vobis venerande pater , ancora a diversi principi d' Italia , parlibus a domino Papa audito avanti che loro si attribuisse il ti re concesso , praeponit Lauren- tolo di altezza ; proibendo a' Cardi tius procurator capituli rotomar- nali di ricevere altri titoli, a meno gensis , (juod ecclesia rotomagensi che fosse loro dato dalle teste coro vacante, etc. In appresso o si ag nate. Quindi il suo immediato succes giunse anche quello di reverendij sore Innocenzo X approvò il decreto e ne' libri de' conti del sagro Col della congregazione cerimoniale, che legio, da Bonifacio VIII fino a Gre prescriveva a' Cardinali, di qualun gorio XI, il quale morì nel i378, que dignità e lignaggio , di conten furono .detti reverendi patres et do tarsi del solo nome di Cardinale, mini, indi si cominciò a stabilire senza veruna aggiunta di titolo se frequentemente il reverendissimi^ pa colare : tultavolta in progresso si è ter et dominus, che si continuò nel permesso aggiungervi quello d'impe XIV e XV secolo. riale e reale, se il porporato è di tali Eletto Papa Adriano VI , a' 9 famiglie. I titoli, che comunemente i gennaio i522, benchè assente dal Cardinali si danno nello scriversi conclave , siccome dimorante nella tra di loro, sono di eminentissimo e Spagna , il sagro Collegio gli spedì reverendissimo signor mio osservan il decreto di sua esaltazione; onde dissimo, al Cardinale decano si dà nella lettera responsiva, che inviò in per distinzione il colendissimo , in Roma a' Cardinali, e che leggesi nel vece dell'osservandissimo, ed al Car tomo I del Cinelli, in data dell'ul dinal nipote del Papa regnante, se timo febbraio , si sottoscrisse con vi fosse , si darebbe dai Cardinali questa formula : Reverendissiniarum creati da lui, il trattamento di pa Doni, vestrarum amicus et confra- drone colendissimo , in vece dell'o.?- ter, etelectus Pontifex romanus. Di servandissimo , venendo chiamato il poi Sisto V decretò la pena di sco Cardinal nipote del Papa, il Cardi munica , se i Cardinali ricevessero nal padrone. Quando i Cardinali ed aprissero lettere colla direzione scrivono al Pontefice, se sono stati di semplice Cardinale, senza i titoli da lui creati, nella sottoscrizione ag d' illustrissimo , e reverendissimo , giungono: e creatura. ll Papa scriven dovendole subito lacerare. Dopo che do ai Cardinali vescovi dà loro il ti Clementemente Enrico VIII IV assolvette re di Francia,solenner tolo di venerabili fratri nostro j se poi sono dell'ordine de' preti, e de' dia nel i 5g5, dice il Bercastel, Histoire coni, dilecto jilio nostro, e scriven de l'Eglise, tom. XIX, p. 56 i, quel do loro confidenzialmente in idioma monarca diede il titolo di cugini ai italiano : Al reverendissimo signor Cardinali, che fino allora dai re di Cardinale. Parlando poi il Pontefice Francia avevano ricevuto soltanto ai Cardinali nelle allocuzioni conci- CAB. CAR storiali , si indirizza loro col titolo , i quali colla qualifica di legati ed|3 venerabiles fratres , e nelle bolle si in cappa nel solenne ingresso la ac usa la frase , de Consilio venerali- compagnarono a cavallo sino alla liimi fratrum nostrorum. Dice il porta Flaminia. Quivi il sagro Col Macri, che i Cardinali nel promul legio trovossi a complimentarla, ed in gare qualche decreto , nel principio cappa e nobile cavalcata la prece de' loro titoli, sogliono usare la for dette nel recarsi dal Papa. I Cardi mula: N. miseratione divina etc. nali legati andarono a' loro luoghi, Di tale argomento, e di tutte le re e i due primi diaconi subentrarono gole relative abbiamo le istruzioni a prenderla ih mezzo nell' accompa per la gioventù impiegata nella se gnamento. Sulle precedenze de' posti greteria, di Francesco Parisi , stam fra' Cardinali, nelle loro chiese tito pate in Roma in quattro volumi nel lari, protettorie, o arciprctali, si può i785, utilissime principalmente pei consultare l'articolo Cappelle Cardi segretari de' Cardinali, massime nel nalizie, ove dicesi dell'invito, che si tom. IlI, p. 65, Titolario per Car fa al sagro Collegio per esse, ed al dinale, disposto secondo i nomi del tre cose relative. le persone, alle quali si convengono Dividendosi il sagro Collegio in i titoli, giusta il cerimoniale dei Car tre ordini, cioè di vescovi suburbi- dinali. cari, preti e diaconi , si passa da quelli de'preti e de'diaconi a quello IV. Precedenze nel sagro Collegio. de' vescovi col metodo che diremo. I preti non possono essere vescovi All' articolo Cappelle Pontificie titolari, ed abbiamo solo, che Cle parlandosi dei posti di esse, e di mente VIII dichiarò arcivescovo ti quelli de' Cardinali, si è trattato del tolare di Filippi , il Cardinal Nino la loro precedenza sui principi ed de Cuevara; Benedetto XIV arcive ambasciatori, riportandosi vari esem scovo in partibus di Nicosia, il Car pi analoghi. Ma per rammentarne dinal deile Lanze, consacrandolo qui alcuni soltanto, diremo che Car egli stesso nella cappella Paolina lo VIII re di Francia , recatosi a del Quirinale. V. Vescovi Cardinali Roma nel if\g5 con trentamila sol consacrati dai Papi. Altrettanto, nel dati, e con mire ostili, come si paci i758, Clemente XIII fece col Car ficò con Alessandro VI , volle assi dinal duca di Yorck, che ritenendo stere al pontificale, prendendo posto la diaconia era passato all' ordine dopo il primo Cardinal vescovo; di presbiterale. Dopo la consacrazione poi Alfonso II duca di Ferrara , e lo tenne seco a mensa in uno ai due figli del duca , ed elettore di Cardinali assistenti. V. Pranzi, ove Baviera, furono fatti sedere da Inno dicesi quali erano i solenni conviti, cenzo IX, e Clemente VIII in con in cui aveano luogo i Cardinali. cistoro, e nelle cappelle, dopo l'ulti Quindi, nel i762, volendo il me mo Cardinale, mentre altri principi desimo Clemente. XIII fare vicario sovrani vennero situati in mezzo agli di Roma il Cardinal Marc' Antonio ultimi due Cardinali. Sotto Alessan Colonna, questi dall'ordine de'dia dro VII, quando la regina Cristina coni con pontificia dispensa passò a di Svezia recossi a Roma , il Papa quello de' preti , prendendo luogo deputò due Cardinali ad incontrarla, secondo l' anzianità della sua pro i4 CAR pubblico diritto CAR un:, eruditissima, ed mozione alla porpora. Indi il con sacrò arcivescovo titolare in parli- elegantissima dissertazione Iatina, che bus di Corinto, nella predetta Cap il sunnominato Cardinal Castiglioni pella Paolina del palazzo Quirinale. lasciò inedita sotto il titolo Diaconi- Fra i Cardinali diaconi , possono con, dedicata al Cardinal Braschi esservi dei preti , anzi de' vescovi diacono, nella quale evvi mirabil eziandio, senza che però in cappella mente esposto quanto riguarda i Car pontificia nulla più possano eserci dinali diaconi. tarne che le sole funzioni inerenti ll passaggio de' Cardinali da un all'ordine diaconale. Pi£ specialmente ordine all' altro chiamasi Ozionc , in Roma fanno essi funzioni presbi (Vedi) ossia ottare, la cui origine e terali in pubbliche chiese. Molti sono progresso dottamente si espone dal stati i Cardinali diaconi vescovi di Panvinio, De septem Urbis Eccles. giurisdizione, fra' quali è da ram cap. 3 ad finem: » Presso gli anti mentarsi il Cardinal Gio. Castiglioni chi pertanto, egli dice, per più vescovo d' Osimo e Cingoli , che di mille duecent' anni non inter continuò sino alla morte, accaduta rotti si mantenne nella Romana nel i8i5, ad appartenere all'ordine Chiesa il costume, che nè i dia de' diaconi. A questo era stato in coni le diaconie una volta rice nalzato a' i7 gennaio i8o3, da Pio vute, uè i preti i titoli , nè i VII, che allora lo pubblicò Cardinale, vescovi Cardinali i propri vescova e gli conferì la diaconia di s. Maria ti mutassero; dal che nasceva che in Domnica. Lo stesso era avvenuto i diaconi, i preti e i vescovi Cardi di un insigne suo antecessore in nali, maggiormente accudivano, a- quel vescovato, cioè del Cardinal dornavano, rifabbricavano, amplia Lanfredini, ch'era diacono di santa vano le proprie diaconie, e i propri Maria iu Portico. Inoltre abbiamo vescovati, sapendo di doverli ritene che Innocenzo X, nel i654, fece re finchè vivessero. Al presente i Cardinale Carlo Gualtieri, e gli die Cardinali per la legge dell' ozione de per diaconia la chiesa di s. Pan possono ottare a molti titoli e crazio, che apparteneva- all' ordine diaconie; locchè ebbe principio a' de' preti, essendo che erano tutte tempi di Alessandro V nel con occupate le diaconie; e sebbene di cilio pisano del i4io, nel quale tal ordine, lo dichiarò arcivescovo avendo prodotto lo scisma, che i di Fermo. Avvenne poi che trovan titoli Cardinalizi avessero almeno dosi tal Porporato in Roma nel due Cardinali, uno dell' ubbidien pontificato di Clemente IX nel dì za d'Avignone, l'altro della Ro del s. Maiale, nè potendo il Ponte mana ; terminato lo scisma, e fat fice celebrare la messa pontificale, to di tanti Cardinali un solo col ma soltanto assistervi, meno i Car legio , creato il nuovo Pontefice , dinali diaconi, che doveansi in essa fu d' uopo allora, che tali muta comunicare, avendo lutti gli altri zioni si facessero, per le quali un Cardinali celebrato, il Papa, per non di que' due, che nello scisma ave alterare il rito, dichiarò il Gualtieri vano il vescovato di Frascati, lo prete di s. Eusebio, e gli fece can dimettesse all'altro, ed ottasse a tare la messa. Ed a questo propo quello di Sabina allora vacante. sito è a desiderarsi, che si renda di Lo stesso accadde ne' titoli e nel CAR nosce, che alcuni CAR Cardinali decani iS » le diaconie: locchè sebbene allora » accadesse per necessità, passò poi nonto, come vollero da passare ultimo feceroa tal vescova-. i Cardi » frequentissimamente in esempio; » e perciò vediamo accadere , che nali Francesco Pignatelli , e Gio. » lo stesso Cardinale fatto diacono Francesco Albani. Nè ancora altri » ha ottato a tre e quattro diaco- vollero divenire decani , come fece » nie ; divenuto prete otta ad al- nel i763 il Cardinal Paolucci, per » frettanti titoli , e finalmente a cui Clemente XIII permise, che pas » tutti i vescovati. Aggiungiamo , sasse il Cardinal Cavalchini. Ma per » che tanto il vescovo, che il pre- le relative notizie sul decanato del » te e il diacono, sogliono talora sagro Collegio, V. il Riganti, Coni » ritenere titoli e diaconie in com- mene, ad Reg. Can. t. I, ad Reg. » menda ". Tale esempio della ozio- 8, § 1. ne fu con parsimonia seguito sino Anticamente dopo il Papa , pre a Sisto IV, il quale assegnò diaco conizzavano in concistoro diversi nie a' preti, e titoli a' diaconi , fin vescovati i Cardinali , massime i che Sisto V colla bolla Postquam, Cardinali protettori ; anzi Urbano e Clemente XII colla costituzione VIII concesse al Cardinal seniore Pastorale qfficium, con leggi oppor- dell' ordine de' preti di fare il pro tunissime determinarono le regole cesso delle chiese suburbicarie , e della ozione, leggendosi nel Cardinal proporle nel concistoro segreto, ma Paleotti , De sacri concisiorii con- poi diede tal privilegio al Cardinal sult. in concI, over, membr. 5 in vicario di Roma, che l'esercitò sino princip., che ne' tre ordini de' Car a Pio VI ; come sino a quel Papa dinali la gerarchia terrena corrispon il Cardinal camerlengo del sagro de alla celeste ripartita in serafini, Collegio propose l'ultima chiesa va cherubini e troni, con altre simbo cante : argomento, che si tratterà al liche spiegazioni, delle quali egual l' articolo Concistori, ed altrove. mente tratta il Piazza nella Gerar chia Cardinalizia. V. Insegne, distinzioni, e vesti usuali Ma dicendosi all'articolo Ozione, e sagre. quando i Cardinali diaconi possano ottare al vescovato suburbicario (es Sono insegne del Cardinalato l'uso sendo però prima entrati nell'ordi della campanella [Vedi) ai loro pa ne de' preti, ciocchè, secondo la co lazzi, e la mazza di argento (Vedi), stituzione di Clemente VIII , non sebbene esse non sieno più in uso. possono eseguire prima di dieci an La prima suonavasi al ritorno del ni di Cardinalato ) , ci limiteremo concistoro in cui aveano ricevuto il ad accennare , aver Clemente XII cappello rosso, nell' uscire di palazzo decretato , che il più anziano dei col treno nobile, e nel ricevere vi Cardinali vescovi suburbicari resi site formali, ec. La seconda si fa denti in curia, o che ne sia assen ceva portare innanzi da un aiutan te per pubblica, o necessaria cagio te di camera , qual segno di auto ne, deve occupare il posto di deca rità e giurisdizione, allorchè si reca no del sagro Collegio, ed essere ve vano alle cappelle, ai concistori e in scovo d' Ostia e Velletri. Tuttavia altri luoghi e funzioni , secondo il non mancano esempi, per cui si co- decretato di Paolo II. Solevano i Car i6 CAR » proprio sangue, CAR " a cui appunto dinali anticamente recarsi ai detti siti in cavalcata, per cui racconta allude il colore rosso della porpora, Marc' Antonio Valena , che quando e delle altre insegne, e indumenti i Cardinali andavano pontificalmen Cardinalizi. V. Cappa de' Cardinali, te vestiti in cavalcata, godevano l'au nonchè gli articoli Croccia, veste che torità di poter all' incontrarsi con usano in conclave, Porpora Cardi alcuno, che subisse la condanna del nalizia, e Calze de' Cardinali. l' estremo supplizio , liberarlo dalla Il Cappello rosso è parere di al morte. Ma perchè ciò non passasse cuni, che fosse stato usato dai Car in abuso , nella mattma in cui ese- dinali legati prima che Innocenzo guivasi qualche sentenza capitale, i IV, nel i245, lo stabilisse ai Car Cardinali si astennero in seguito di dinali, insieme alla porpora. Quel andar per la strada ove dovea pas Papa lo decretò di colore rosso per sare il condannato, e pel luogo, ove rammentare al sagro Collegio, che dovea subire la pena di morte. Pio fosse sempre pronto a spargere il IV, nel i564, esortò gravemente i sangue per la fede, per la sede Cardinali a non adottare l'uso delle apostolica, e per la pace del cristia carrozze allora introdotto, ed Inno nesimo. V. Agostino Patrizi, Ccereni. cenzo XI, nel i676, con patetico lib. I, sect. 8, cap. 4- Quindi questo discorso in concistoro segreto invitò cappello servi per decorare lo stem il sagro Collegio a non adoperare ma gentilizio, e i sigilli; ma Inno carrozze superbe ed eleganti, nè ve cenzo X vietò, che fosse sovrasta stire i domestici loro con livree fa to da alcuna corona reale, o du- stose. V. Carrozze e Cavalli. eale. Riporta il Macri che l' arci Anche il concilio generale XVII, vescovo di Salisburgo, usava porre nella sessione XII, disse convenire ai sulle di lui arme il cappello rosso, Cardinali la porpora che vestono. Mol intitolandosi Cardinalis natii*. V. ti poi sono gli scrittori, i quali col ven. Sigilli. Bellarmino, cap. 8 dell' Apologia, di L' anello, che il Papa dà a' Car chiarano che la porpora si deve alla dinali, ha per gemma un zaffiro, che loro dignità reputata eguale alla regia. denota il sommo sacerdozio, ed an La porpora vuolsi anticamente usata che il regno, giacchè i Cardinali dai Cardinali apocrisari, o sieno nunzi fanno parte del Pontefice, e come apostolici. Certo è che nel pontificato dicemmo , regibus aequiparantur j di Gregorio IX i Cardinali si videro di onde nel conferirlo il Pontefice, in essa vestiti, finchè stabilmente decre- uno ai titoli, e alle diaconie, dice tolla Bonifacio VIII, e meglio ancora il Lunadoro, che intende congiun Paolo II. Ma di questa, e delle altre gerli e sposarli colla chiesa , che insegne del Cardinalato, ecco come si loro assegna. espressero i padri di Basilea, finchè La berretta, e il berrettino rosso fu ecumenico fu il concilio loro: » Ri- rono da Paolo II accordati a' Cardi » flettano i Cardinali nel ricevere nali per distinguerli dai prelati nei » le insegne della propria dignità, luoghi ove non potevano usare il » al loro significato, il quale si è cappello rosso; ma i Cardinali reli » che pel bene della Chiesa univer- giosi continuarono a portare il cap » sale, quando sia necessario, non puccio, ovvero la berretta del colore » debbono temere di spargere il dell'abito del proprio Ordine, finché CAR cappelle, e funzioni CAR pontificie, i7in Gregorio XIV concesse anche ad essi tanlo la berretta , che il berret cui usano mitre di damasco bianco, tino rosso. Paolo II die' pure a' Car siccome dispose Paolo II. Il Garam- dinali le gualdrappe rosse da usarsi pi , nel suo Sigillo della Garfagna- nelle cavalcate, e dispose che nelle na, pag. 73, dice che l'uso della cappelle, nei concistori, ed in altri luo mitra ne' Cardinali incominciò nel ghi, sedessero su banchi più alti di secolo XI, nei pontificati dei santi quelli di qualunque prelato. L'om Leone IX, e Gregorio VII, e che brellino {Vedi), ed il baldacchino fu comune pure a' Cardinali diaconi, [Fedi), sono pure distintivi de'Car- riportandone testimonianze del i i92, dinali. in cui governava la Chiesa Celestino benedetto XIV decretò, che i III. Aggiunge poi il Macri, che sotto Cardinali ascritti a qualche Ordine Eugenio IV le mitre Cardinalizie era equestre, come il gerosolimitano, no di bambacina bianca. Oltre le potessero portare la croce di pezza mitre di damasco, i Cardinali ado bianca sulla mozzetta rossa, consi perano anco le mitre giojellate, e i derandosi come parte di abito d'una vescovi suburbicari per formale han religione professa. V. Vesti Cardi- no tre pigne dorate , coperte di nauzie. Anche il Sarnelli è di opi perle; ma cantando messa, e facen nione, che i Cardinali incomincias do altre solenni funzioni, i Cardinali sero da Bonifacio VIII a vestire hanno l'uso de'sacri paramenti pon di rosso e di paonazzo, al quale tificali. Possono in morte lasciare poi si aggiunse il rosaceo nelle do i Cardinali, i paramenti e i sacri meniche Gaudete e Lcetare . In arredi, mediante indulto pontificio, quanto alla forma, che in tutti a chiese pubbliche ed ai propri ti dev'essere eguale, dice che sia inco toli , secondo le prescrizioni del con minciata nel pontificato di Bonifacio cilio generale XVlI, e di s. Pio V, IX, mentre in avanti procedevano altrimenti appartengono alla cappella in abito ecclesiastico molto somi pontificia , secondo le disposizioni gliante al monastico. Alessandro VII di Clemente VII, di Giulio III, di vietò a' Cardinali l' uso del corruc Clemente VIII, di Urbano VIII, e cio nella loro persona, col quale di Benedetto XIV. V. le bolle di; solevano palesare il dolore per la questi due ultimi Pontefici, Equum perdita de' congiunti. In che esso est, de' i9 luglio i642, Bull. rom. consistesse, lo si dirà al citato arti tom. XI, par. II, pag. 836, e l'altra, colo Vesti Cardinalizie. Intorno a Inter arduas, de' 22 aprile i749, ciò è a vedersi il Sandini nella vita Bull. tom. XVIII, pag. 26. di quel Papa. Alcuni Cardinali del secolo passato, parenti o nipoti di VI. Rendite de' Cardinali. alcun Pontefice, per la morte di lui suggellarono le loro lettere con Sino dal nascere della Chiesa tut cera di Spagna di color nero. ti i ministri di lei furono mantenuti Gli abiti sagri de' Cardinali con dal tesoro e rendite di essa, finchè sistono nel piviale , pianeta e dal poi ebbero origine i benefici eccle matiche, secondo l'ordine episcopale, siastici (Vedi), co' quali si provvide presbiterale, e diaconale cui appar alla sussistenza degli ecclesiastici. Na tengono. Con essi intervengono alle turalmente ne fruirono ancora i Car VOI. X. ,8 CAR più ne tratta la CAR costituzione da Paolo llmali. Considerando Nicolò IV, elet to nel i288, di quanto aiuto fossero i IV emanata a' i 2 giugno i 556, che Cardinali al sovrano Pontefice, e, co si legge nel tomo IV, p. 33o del me dic'egli, » quanto operosa sedulita- Bollario romano, e la costituzione, ,• te cum ipso laborarent,et tam ipsius In regimine, pubblicata da Benedet » ecclesiae, quam totius orbis incum- to XIV, a' 3 febbraio i74-5, e ri » bentia onera indefessis cum eo portata nel Bollario magno t. XVI, » sellici tudi nibus partirentur ", dispo p. 278, ed il Plato, De munere Car se che di tutte le rendite della sede dinalium ratione ordinis, hac occa apostolica due porzioni se ne faces sione dividitur solimi inter Cardina- sero, una cioè per la camera papale, les praesentes , pag. 76. Pertanto i e l'altra si ripartisse egualmente fra Cardinali assenti dalla curia non pos tutti i Cardinali; e che la elezione, sono godere degli emolumenti del o rimozione di tutti gli uffiziali, mi rotolo, e tutto al più, come leggia nistri ed esattori delle rendite sud mo anche nel Lunadoro, De Car dette, non si facesse che De consi dinali, tom. II, p. 27 , ne parteci lio Cardinalium. Benedetto XII, nel peranno que' Cardinali, che per qual i334, soccorse ai bisogni de' Cardi che legittima causa fossero andati a nali con centomila zecchini d' oro ; Roma, e vi avessero dimorato alcun e i successori conferirono loro pin tempo. gui Iwneficii per sostenere con isplen- dore la loro dignità. Queste rendi VII. Cardinali deposti, ed esclusi te dai Cardinali si impiegarono in dalla Pontificia elezione. gran parte nella erezione di sontuose chiese, nella riparazione delle caden Lungo sarebbe il dire de' Cardi ti, in pie istituzioni, ed in largizioni nali, che ne' tempi lagrimevoli della co' poveri, come si rileverà alle rispet Chiesa seguendo le parti degli anti tive biografie ed altrove. Rimonta papi, furono da essi fatti anticardi a Paolo II, siccome d'animo gran nali, e perciò scomunicati, e deposti de, il cosi detto Piatto Cardinali dai legittimi Pontefici. Intorno a ciò zio [Fedi), rendita di che annual si parla agli articoli Scismi , Anti mente godono i Cardinali, oltre gli papi, e Anticardinali, e nelle singole emolumenti , provvisioni ed abitazio biografie. V. Coronelli de' Cardina ni annesse alle cariche primarie del li, e della Serie dei Pseudo-Car sagro Collegio. Gregorio X però, col dinali, o Anlicardinali. Ci limiteremo le leggi formate pel conclave e sede pertanto a rammentare, che Odetto di vacante, vietò a' Cardinali di nulla Coligny, creato Cardinale ad istanza di prendere in quel tempo dalla came Francesco I, nel i533, da Clemente ra apostolica e dalle sue rendite, il VII, abbracciò gli errori di Calvino che confermarono altri Pontefici. V. per compiacere ai suoi fratelli; motivo Conclave , e conclavisti ve' Cardi per cui da Pio IV , nel concistoro nali. Pel rotolo, o distribuzioni, che de'3i marzo i 563, fu deposto dal fa il Cardinal camerlengo del sagro la sua dignità, e degradato formal Collegio al collegio medesimo, a ca mente, venendo in seguito esiliato gione dell' assistenza nelle cappelle , dalla Francia. Pio VI, nel i788, pel congregazioni, concistori, si è già det le premure di Luigi XVI, non sen to abbastanza a quel!' articolo : di za ripugnanza, creò Cardinale Ste- CAR gere il sommo CAR Pontefice. Di fatti i9 i fano Carlo de Lomeniè de Brienne, arcivescovo di Sens. Costui in se Cardinali Jacopo e Pietro Colonna, guito fece il civico giuramento alla zio , e nipote scomunicati , degra famosa costituzione del clero di Fran dati e deposti dal Cardinalato da cia, e, ad onta delle paterne ammoni- Bonifacio VIII, non poterono inter iioni dello stesso Pio VI, prese par venire ai conclavi in cui, nel i3o3, te nello scisma, il quale desolò quel fu eletto Benedetto XI, e nel i3o5, regno nel fine del secolo decorso, in cui fu creato Clemente V. Questi perlochè il medesimo Pontefice, nel però li assolvette, e li restituì alla concistoro de' 26 settembre i79i, lo dignità Cardinalizia. dichiarò decaduto, spergiuro e pri Cospirarono contro Giulio II i vato della dignità Cardinalizia. V . Cardinali Bernardino Carvaial, Gu l' Allocuzione concistoriale del men glielmo Brissonnet, Francesco Borgia, tovato concistoro. Rinaldo di Priè, e Federico di San- Nel formare Gregorio X le men severino, con altri riferiti dallo Spon- zionate leggi pel conclave, nell' arti dano all'anno i5i i, affine di depor colo VII! prescrisse, che non si lo dal pontificato, per la guerra, che poteva negare l' ingresso ai Cardi erasi accesa con Lodovico XII re nali soggetti alla censura e scomu di Francia, per cui convocarono a nicati. Ed è perciò , che appena Pisa un conciliabolo. A reprimere co muore il Papa , il sagro Collegio tanta audacia, ad esempio di Euge spedisce corrieri straordinari per tut nio IV, che celebrò il concilio di te le parti a' colleghi assenti , per Firenze contro il conciliabolo di Ba partecipar loro la morte del sovrano silea, il gran Giulio II intimò il Pontefice, ed invitarli, ancorchè af concilio di Laterano V. Ma mentre fetti colle censure, a recarsi solleci questo proseguiva nelle sessioni , il tamente al conclave, e concorrere Papa si ammalò gravemente, e vi alla elezione del nuovo Papa. La cino a morire, chiamò a sè il sagro disposizione di Gregorio X, che i Collegio, e gli disse, che ad esso Cardinali affetti colla scomunica, o spettava la elezione del successore , qualunque altra censura, non sieno non a' padri del concilio generale, esclusi dalla voce sì attiva che pas ch'eglino potevano accordare il di siva nel conclave, fu poi confermata ritto del suffragio a' Cardinali as anche dai Pontefici Clemente V colla senti, ma non agli scismatici, desi costituzione, Ne Romani, De Elect. gnando così i capi del concilio pi lib. I, tit. 3, 4, Ccelerum-j da Pio sano : » Come Giuliano della Rovere IV, mediante la costituzione, In (ch' era il nome battesimale), dis eligendi.?, Bull. Rom. tom. IV par. se egli, " io perdono ad essi colla II, pag. i45, non che dalla costi » sincerità del mio cuore; ma co- tuzione di Urbano VIII, Ad Ro » me Giulio II, capo della Chiesa, mani, Bull. tom. V, par. V, pag. » io debbo vendicare i suoi diritti, 3p7, e da Gregorio XV, in virtù » e li escludo dalla elezione ". Nel della costituzione Acterni Patris, i5i3 gli successe Leone X, il qua Bull. tom. V, par. IV, pag. 4°o. le continuò la celebrazione del con Tuttavolta dai seguenti esempi si cilio; indi fatti arrestare in Livorno rileverà, che talora i Cardinali fu Carvajal, e Sanseverino, li fece con rono esclusi dal concorrere ad cleg- durre segretamente a Roma, ed essi si 2o CAR «ori, nonchè di CAR concorrere alla fu prostrarono pentiti a' piedi del Papa, il quale, malgrado l' opposizione di va tura elezione- come riporta il Ri ri principi, li restituì all' antico gra naldi all'anno i5 i 7, num. 96. Gli do, colla penitenza di digiunare u altri due ottennero similmente per na volta il mese finchè vivessero. dono colla pena di sborsare ognuno Spogliatisi allora dell' abito paonaz dodicimila fiorini. Di tutto ciò scri zo con cui si presentarono al con ve minutamente il Ciacconio nella cistoro come semplici preti, il mae storia del pontificato di Leone X, stro di cerimonie li rivestì della nella sua opera Gesta Rom. Ponti- porpora. Quanto agli altri tre no Jicum. minati Cardinali fautori del conci Eletto in successore di Leone X liabolo, Borgia era morto, ed il Priè il Papa Adriano VI, il detto Car e Brissonnet furono compresi nella dinal Soderini, mentre ne godeva riconciliazione tra la santa Sede, e tutto il favore, occultamente avvisava il re di Francia. con lettere Francesco I contro Car Non andò guari, che per vicen lo V e contro il medesimo Ponte de politiche e personali, nel i 5i 7, fice, ma venendo intercettate le let fu tramata una congiura contro la tere, fu convinto di fellonia, e con sacra persona dello stesso Leone X, dannato al carcere di Castel s. An alla testa della quale era il Cardi gelo. Morto però Adriano VI a' i4 nal Alfonso Petrucci ; ma volendo settembre \5iZ, neh" ultimo giorno Dio farla scoprire, con legale pro delle novendiali esequie , il sagro cesso, il Petrucci a' 6 luglio fu segre Collegio lo liberò perchè si recasse tamente decapitato in Castel s. An in conclave , in cui, sebbene ripu gelo, ed i suoi complici principali gnante, diede il voto per l'elezione subirono la pena di morte. Come di Clemente VII, il quale genero consapevoli della congiura, restarono samente gli perdonò, lo liberò dal accusati e prigioneri quattro Car carcere, e lo ammise alla sua grazia. dinali, cioè Riario, decano del sagro Nel conclave del i 72i, in cui fu Collegio, Saoli, Volaterrano fratello eletto Innocenzo XIII, a tenore del di Soderini principe di Firenze, e le costituzioni pontificie, furono in Adriano di s. Grisogono. Il primo vitati al conclave i Cardinali de domandò perdono per non averne Noailles (Vedi) ed Alberoni (Fedi), dato avviso, e l'ottenne dopo esse affetti colle censure; ma il primo si re stato spogliato di tutti i benefizi scusò di andarvi per la sua avanza e della porpora, e dopo aver paga ta età e cagionevole salute , ed il ta la multa di centomila scudi ; il secondo vi si recò, benchè sfigurato secondo, egualmente complice, per da' suoi travagli, e dai nascondigli non aver manifestato la congiura , ove si tratteneva. Dipoi, per morte ebbe la sentenza di privazione del di Benedetto XIII, Clemente XII la porpora, e di perpetua prigio e Benedetto XIV, il sagro Collegio nia, pena che poi fu commutata nel chiamò il famoso Cardinal Coscia pagamento d'una cospicua somma ad assistere ai comizi per l' ele di danaro, onde venne reintegrato zione de' tre Papi, siccome effettiva di tutti i benefizi, restando però mente eseguì, mediante il salvacon privo di voce attiva e passiva , ad dotto dello stesso sagro Collegio. arbitrio di Leone X e suoi succes- Però Clemente XII, ad esempio di CAR CAR 2i Leone X, che avea privato il Car tlì di Pio VI, tomo I, pag. 224. dinal Snoli della voce attiva e pas V. Consti tutiones Aposl. et decreta siva anche nell' elezione del Romano (fuae jurantur , ac formula jura- Pontefice, ne lo privò, dopo forma menti praestari solita a S. R. E. le processo compilato da una con Cardinalibus, Romae, i755. gregazione di sei Cardinali, e fu pure sospeso dalle funzioni arcivescovili VIII. Cardinali celebri. colla multa di duecento mila scudi a favore della camera apostolica , Il numero di questi è pressochè per aver abusato nel potere sotto impossibile ad essere descritto: però Benedetto XIII, che lo avea ammes dalle individuali biografie se ne am so all'intima sua confidenza. Tut- mireranno le luminose gesta e le tavolta venne in seguito assoluto splendide virtù, esercitate da moltis dalle censure, e liberato dal carce simi Cardinali, che o si 'distinsero re di Castel s. Angelo, a cui era per santità e meritarono l' onore stato condannato per dieci anni. La degli altari; o furono sollevati al sentenza di lui si legge presso il Pontificato ed in esso destarono ve Lunig, tom. IV pag. 585, e com nerazione a tutto il mondo per .ma pendiata presso il Guerra, Epitome gnanime imprese ; o ricusarono ac del Bull. tom. I, p. 394. cettare sì sublime dignità, come di Finalmente, avendo il parlamen cesi all' articolo Rinunzie al Ponti to di Parigi giudicato il Cardi ficato ; o divennero rinomati per nal de Rohan per la sua incol profonda scienza , e pel disbrigo di pazione, essendo stato quel tribu- alti e gravissimi affari diplomatici , liiile incompetente al suo grado, ed civili ed ecclesiastici. E la presente avendo perciò violati il Cardinale i età nostra può ben vantare porpo giuramenti fatti nel ricevere la di rati, che risplendono per probità di gnità Cardinalizia, non potè più costumi, senno, dottrina ed espe aspirare alle prerogative ed onori rienza, essendone il principale or di tal qualifica. Quindi da Pio VI, namento il Cardinal Bartolomeo Pac uel concistoro segreto de' i3 feb ca, decano del sagro Collegio , che braio i786, con un decreto fu so conta otto lustri di Cardinalato, e il speso, e privato della voce attiva p. Carlo Odescalchi gesuita , che e passiva, e degli onori e diritti da ultimo rinunziò la porpora. Nel della porpora, da durare sinchè en l'articolo, che tratta della Porpora tro sei mesi non si fosse presentato si dice di quella rinunziato , e si alla santa Sede, e purgato della ele vedranno que' Cardinali che per n zione, che avea fatta del menzionato mi Irà deposero la porpora. Volen tribunale laicale ed incompetente. do tuli. nulla indicare i principali , Ma dipoi essendo dal Cardinal de che fiorirono nelle decorse epoche, Rohan, per mezzo di monsignor Al incominciando solo dal XIII secolo, bani , state rappresentate le sue oltre quelli che furono collocati sulla ragioni in concistoro, venne assolu veneranda cattedra di s. Pietro , e to e rimesso al godimento di tutte quelli di regio sangue, meritano spe le prerogative e preeminenze del Car cial menzione i seguenti. dinalato. Il menzionato decreto pon Pietro Capocci, romano, fatto tificio si riporta dal Tavanli, Fa- nel i244 Cardinale da Innocenzo 22 CAR Giovanni Vitello CAR ViteUeschì , di IV, ricuperò alla Chiesa romana parecchi domimi, esercitò varie le Fuligno, nato in Corneto, creato nel gazioni con sommo decoro, e in Ro i437 Cardinale da Eugenio IV, fu ma edificò le chiese di s. Antonio ricuperatore de' dominii della sede abbate, e di s. Maria in Via. apostolica , onde il senato romano Matteo Rosso Orsini, romano, gli eresse una statua , col titolo di elevato al Cardinalato nel i262 da terzo padre della patria, dopo Ro Urbano IV, meritò l' intima amici molo ed Augusto. zia di s. Francesco d' Assisi , inter Bessarione di Trebìsonda, fatto venne a tredici conclavi, coronò co nel i439 Cardinale da Eugenio IV, me primo diacono cinque Pontefici, era profondo letterato, mecenate dei e, sebbene invano, si oppose al tras dotti, e glorioso per le sue qualità. ferimento della sede Pontificia in Guglielmo di Eslouteville, france Francia. se, annoverato al sagro Collegio da Latino Frangipane Orsini, roma Eugenio IV, nel i 4^9, fu restaura no, dell' Ordine de' predicatori, fat tore delle lettere e scienze in Fran to Cardinale nel i278 dallo zio cia, e fondatore della chiesa e del Nicolò III , fu di tale riputazione , convento di s. Agostino in Roma. che quattro Papi nulla risolvettero Ludovico Scarampi Mezzarota di senza il suo oracolo, e per sua morte Padova, fatto Cardinale nel i44° s. Celestino V pose in esecuzione da Eugenio IV, ed assai rinomato la rinunzia, che meditava del Pon per le vittorie strepitose, che ripor tificato. tò sui nemici della Chiesa romana. Bertrando di Eux, francese, in Nicolò di Cusa, di Treveri , nel signito della dignità Cardinalizia, nel i448, da Nicolò V venne fatto Car i 338, da Benedetto XII, esercitò le dinale, e fu gran difensore e lega primarie cariche e legazioni , oltre to della santa Sede, attribuendosi il vicariato apostolico di Roma e alla sua rara dottrina il rinnova dello stato ecclesiastico. mento dell'ipotesi del moto della Egidio Albornoz CardIo , spa- terra intorno al sole, messa in ob- gnuolo, elevato al Cardinalato da blio dopo Pitagora, e poi riprodot Clemente VI, nel i35o, fu cogno ta da Copernico e Galileo. minato dai Papi Padre della Chie Latino Orsini, romano, fatto Car sa, e vindice della libertà ecclesia dinale nel i 448 da Nicolò V , fu stica, avendo ricuperato alla santa arbitro degli affari sotto Sisto IV , Sede molti dei suoi dominii. il quale con tutti i Cardinali essen Giuliano Cesarmi, romano, elet do infermo l' andò a trovare, e ce to Cardinale nel i426 da Martino lebrò un concistoro nella sua ca V, celebre per le legazioni sostenute mera. In Roma edificò egli il mo- con vantaggio della Chiesa Romana, nistero, e la chiesa di s. Salvatore e modello di scienza e virtù. in Lauro. Domenico Capranica , romano , Pietro di Aubusson , francese , creato nel i42 3 segretamente Car XXXIX gran maestro di Rodi , dinale da Martino V, sostenne do nel i489 fu sollevato alla porpora dici legazioni, fu dotato di rari pre da Innocenzo VIII, colla qualifica di gi, e fondò il primo collegio in Roma, legato dell' Asia; fu chiamato il Sal dal suo nome chiamato Capranica. vatore di Rodi. CAR Normandia , abiurato CAR il protestan a3 Francesco Ximenes de Cisneros, spalniolo , elevato al Cardinalato tismo, si meritò per l' alto suo in nel i5o7 da Giulio II, primo mi gegno, il titolo di s. Agostino della nistro della monarchia spagnuola, Francia,pora da Clemente e nel i6o4 VIII. ebbe la por-* eccellente politico, di santa vita e riputazione. Armando Gio. du Plessis de Ri- Innocenzo Cibo , genovese , nel chelieu, primo ministro di Francia, i5i3, da Leone X fu fatto Cardi uno de' più grandi ingegni della Fran nale, e riuscì assai benemerito della cia, e de' più abili ministri diplo Chiesa romana e dell'Italia, per a- matici, che sieno stati al mondo, ri ver impedito, che Clemente VII pas cevette la porpora da Gregorio XV sasse in Avignone. Assai fu ancora nel i622. benemerito co' letterati pei tesori , Giulio Mazzarini, dell'Abruzzo, cui profuse in loro favore , e fu si degno successore del Richelieu nel moderato, che ricusò il principato di ministero di Francia, sommo in po Firenze. litica e nel trattare i più rilevanti Nicolò Ridolfi , fiorentino, nel affari, nel i64i, fu ascritto da Ur i5i7, fu premiato da Leone X col bano VIII al sagro Collegio. Cardinalato , alloggiò in sua casa Francesco Sforza Pallavicino, ro Clemente VII, Paolo III e due volte mano , della compagnia di Gesù , Carlo V, ed era chiamato lo splen autore della Storia del concilio di dore del suo secolo. Trento, fatto Cardinale nel i 657 , Antonio Perronel de Granvela, ad onta della sua ripugnanza , da francese , ornato colla porpora da Alessandro VII. Pio IV nel i56i, era vicere di Na Gio. Bona, cisterciense di Mon- poli e di Spagna, e fu pieno di dovi , renitente accettò per ubbi gloria, gran diplomatico e colto nel dienza, nel i669, il Cardinalato da le lingue. Egli ad un tempo detta Clemente IX, encomiato per singo va a cinque segretari. la!' scienza liturgica, e santità di vita. Francesco Toledo, gesuita spa Gio. Battista de Luca, napolita gnnolo , maestro del celebre dome no, di grande riputazione, d'illibati nicano Soto, fu creato Cardinale nel costumi , e di eminente dottrina , i5g3 da Clemente VIII. Era pro specialmente legale, fu fregiato del fondo letterato , e fu benemerito la porpora da Innocenzo XI nel della conversione di Enrico IV. i68i. Cesare Baronio di Sora, della Melchiorre de Polignac, francese, congregazione dell' Oratorio , autore . creato Cardinale nel i7i2 da Cle dell' immortal' opera : Annali eccle mente XI, di straordinario talento, siastici, onde fu chiamato il padre e peritissimo nell'arte di trattare gli iella storia ecclesiastica. affari. Ven. Roberto Bellarmino, gesuita Vincenzo Petra, napolitano, ele di Montepulciano, il cui nome è un vato al Cardinalato nel i724 da elogio. Clemente VIII nel «599 in Benedetto XIII. Egli per la sua pietà, crearlo Cardinale, disse: hunc eli- sapere ed opere, meritò, che in con %imus, quia paretu non habet in clave il sagro Collegio l'eleggesse pe ecclesia quo ad doclrinam. nitenziere maggiore, confermandolo Giacomo Dary du Perron , di Clemente XII. a4 CAR ii25; 3.° b. Baldovino CAR nel ri3o; Angelo Maria Querini, venezia no , fatto Cardinale nel i726 da 4-° b. Stefauo nel i i 4o ; 5.° b. Benedetto XIII, la cui dottrina, e- Ugo nel ii5o; 6." b. Enrico nel rudizione, ed opere sono a tutti note. ii 79; 7.° b. Beccaria nel i257; Silvio Valenti Gonzaga, di Man 8.° b. Manzuoli nel i 4o8 ; 9.° b. tova, creato Cardinale da Clemente AllunamI nel i426. XII nel i738, di vasta mente, e Il b. Pietro da Luxemburgo an di memoria così pronta, che inter ticardinale di Clemente VII pseu rotto nel dettare, facilmente ripren do-Papa, non può annoverarsi tra deva il sentimento, che avea lascia i Cardinali, mentre nel breve apo to,ducia onde di Benedettosi acquistò XIV. la stima e lì' stolico di beatificazione , emana to nell'anno i537 dal legittimo Pon Giuseppe Agostino Orsi, fioren tefice Clemente VII, si tace la qua tino,plaudito dell' autore Ordine della de' predicatori, Storia eccle ap^ lifica di beato. In eterna rinomanza sono poi, siastica dei primi secoli della Chie oltre di questi, altri porporati, che sa, fatto Cardinale, nel i759, da si distinsero in pietà , virtù, scien Clemente XIII. za, generosità , protezione a' lette Giacinto Sigismondo Gerdil, bar rati, e in tante altre simili prege nabita di Savoja, annoverato al sa voli qualità , da renderne immor gro Collegio nel i777 da Pio VI, tale il nome. Tali sono gli Ac- siccome chiaro per santa vita, e ciajuoli, gli Acquaviva, gli Aguir- profonda scienza. re, gli Albani, gli Albizi gli Aldo Inoltre veneriamo sugli altari i brandino gli Altieri, gli Aroboise, seguenti Cardinali di s. Chiesa , di gli Ammanati , gli Autoniani , gli cui riportiamo le epoche nelle quali Azzolini, i Barbarigo, i Barberini, i furono assunti al Cardinalato. i.° s. Belluga, i Bembo, i Bentivoglio, i Pier Damiani, nel io58; 2.° s. Pie Bichi, i Boncompagno, i Bouelli, i tro Igneo nel io75; 3." s. Bernar Borghesi, i Borgia, i Borromei, i do vescovo di Parma nel i o9o ; Brancacci, i Caetani, i Campeggi, i 4-° s. Berardo nel ni4; 5." s. Capizucchi, i Caraccioli, i Caraffa, Guarino nel ii 44 ì 6.° s. Galdino i Carpegna, i Carvajal, i Casanata, nel ii 65; 7." s. Alberto de' conti i Castiglione i Ceccano, i Cenci, i di Lorena martire nel ii 92 ; 8.° s. Cesarmi, i Cesi, i Chigi, i Cibo, i Raimondo Nonnato nel i237 ; 9.° s. Colonna, i Conti, i Consalvi, i Cor Bonaventura Fidanza nel i273 ; dova, i Cornaro, i Corsini, i Cre- i o. s. Carlo Borromeo, nel i 56o ; . scenzi, i Delci, i Delfino, i Doria, i ii. b. Gio. Domenico Bianchini, o d' Este, i Facchinetti , i Falconieri , di Domenico nel i4o8; i 1. ° b. Al i Farnese , i Ferrari , i Fieschi , i bergati nel i426; i3.° b. Burali. Fontana, i Gambara, i Garampi, i nel i57o; i4.° b. Barbarigo nel Gentili, i Ginnasi, i Giudice, i Giu i66o; i5.° b. Tommasi nel i7 i2. stiniani, i Gonzaga, i Gozzadini, i Si annoverano inoltre come beati Grimaldi, i Grimani, i Gualtieri, i i seguenti Cardinali , ma non evvi Guisa , i Iacobacci , gl'Imperiali , i per altro fino ad ora l'oracolo del Lancellotti, i Lante, i Lorena, i Lu- Vaticano pel loro culto. i.° b. li dovisi , i de Lugo , i Madrucci , i bello nel io97; 2.° b. Matteo nel Mallci, i Manriquez, i Marescotti, 1 CAR a Cappelle Cardinalizie. CAR Le ese 25 Mattei, i Medici, i Mendoza, i Mil- liui, i Moroni, i Morosi ni, i Negro- quie poi pei Cardinali fnrono egual ni, i Nerli, i Nobili, i Noris, gli O- mente regolarizzate da Alessandro descalchi, gli Orsini, gli Ossat, gli IV, indi si celebrarono per nove Ottoboni , i Pacecco , i Pallavicini , giorni. Sisto IV ne moderò la spe i Paleotti, i Pallotta, i Pamphily, sa, ed altrettanto fecero Alessandro i Paolucci, i Papareschi, i Passionei, VI, e il concilio lateranense V; ma i Peretti, i Pelrucci, i Piccolomini, meglio ne determinò il cerimoniale i Pierleoni, i Pignatelli, i Pisani, i Benedetto XIV nel i74.i. Tanto Polo, i della Porta, i Priuli, i Puc per la benedizione, che s' implora ci, i Quignones, i Rezzonico, i Ria- dal Pontefice dai Cardinali agoniz ri, i Rochefoucault, i Rohan, i Ro zanti, quanto per l'esposizione, tras spigliosi , i Rovere, i Ruffo , i Sac porto , esequie e tumulazione del chetti, i Sadoleto , i Sagripanti , i cadavere de' Cardinali, si tratta agli Salviati, i Sanseverino, i Santorio, articoli Benedizione, Cappelle Pon i Santacroce, i Savelli, i Serbelloni, tificie STRAORDINARIE, CaDAVEBE ed E- gli Sfondrati, gli Sforza, i Silva, i SEQUIE. Simonetta, i Sirleti, gli Spada, gli I Cardinali decano, vicecancellie Spinola, i Talleyrand, i Teodoli, i re, camerlengo e penitenziere mag Torres, i Trivulzi , i Truchses, i giore godono la prerogativa, che il Turrecremata , i Veralli, i Vidoni, loro cadavere sia trasportato dal i Visconti, i Zabarella, i Zacchia , proprio palazzo alla chiesa, in un i Zelada, i Zuniga, e i Zurla, oltre magnifico letto, mentre quello degli ritotanti delle altri, imperiali e quelli e che reali hanno case d'A lio- altri vi si reca nella carrozza fune bre, nella quale oggidl sogliono in ragona , d'Austria, di Baviera, di distintamente recarsi tutti i Cardi Bourbon, di Yorck, di Portogallo, nali , cosicchè non ha perciò più di Savoja , di Sassonia , e di altre luogo la cavalcata pei trasporti del case sovrane summentovate. le spoglie mortali de' menzionati quattro Cardinali dignitari. V. il g. Esequie dei Cardinali. Cardinal Petra, Commentar, ad coll utti. Apostolic. tom. II, ad constit. i, Gli anniversari , ed esequie pei Honorii III, secl. unic. Cardinali furono regolarizzate da A- Scrissero le vite de' Cardinali Teo Jessandro IV del ii5/\.. Dipoi, nel doro Amidenio, Donio Attichy, Fe i5i8, nel pontificato di Leone X, lice Cantelorio, Alfonso Ciacconio , il Cardinal Achille de Grassi otten Girolamo Garimberti, Mario Guar- ne, che si celebrassero a' 5 novem nacci, Filippo Monti Cardinale, Gio bre, dovendo cantare la messa il vanni Palazzi, Onofrio Panvinio, Gio. camerlengo del sagro Collegio. Be Antonio Pietramellara, Antonio San- nedetto XIII, nel concilio romano dero, Giuseppe de Novaes, Giancarlo del i725, stabilì meglio questa con Stadel; nonchè Vincenzo Coronelli, suetudine : argomento che si tratta, nella sua Tavola sinottica de Car in uno agli anniversari pei Cardi dinali dalla loro istituzione fino nali di alcune congregazioni, agli al Xf^II secolo, colla serie de' pseu articoli Anniversari pei Cardinali, do-Cardinali, ec., stampata in Ve nelle cappelle Pontificie al § X, ed nezia nel i 7 o i ; e principalmente 2 6 CAR Giovanni conte CAR d'Angouleme, am Lorenzo Cardella, Memorie storiche de' Cardinali della s. romana Chie bedue pupilli, volle prenderne la sa, incominciando da quelli di s. difesa, istituendo l'Ordine de' cava Gelasio I, sino ai creati da Be lieri denominati del Cardo, e della nedetto XIV, Roma i792. b. Vergine, conosciuto anco sotto Noi, colla possibile diligenza, pro il nome di Notre-Dame du Char- curiamo riempire il vuoto che vi don, sebbene il Michieli, Tes. Milit., era, delle biografie de' Cardinali di pag. 88, opini, che tal Ordine fu Clemente XIV, dei due Pii VI e piuttosto dal detto principe restau VII, non che di Leone XII, Pio rato nel f4o3, ciocchè dal Giusti VIII, e dello stesso regnante Gre niani viene protratto al i/l3o. Diede gorio XVI, ma defonti, con com pertanto il duca Filippo per insegna pendiose biografie , e notizie tratte e distintivo a' cavalieri un collare, o da buone fonti. collana d'oro e argento, formata di ' Della dignità Cardinalizia, e per gigli e fiori di cardo , col motto ciò che riguarda i succitati autori , Esperancej insegne, che assunse egli abbiamo Andrea Barbazia, De Prac- stesso, dichiarandosi capo e gran stantia Cardinaliumj Cardinal Ago maestro dell'Ordine. Con tal motto stino Valerio, Della dignità del Car egli intese dichiarare la grandezza dinalato, Venezia i 833 ; P. Stanis del suo animo, col giglio l'analogo lao Santinelli, Della dignità del Car simbolo della speranza, e col cardo, dinalato, ec., nel tomo XXIV degli siccome ha il fiore color celeste, Opuscoli di Calogerà, pag. 395 ; volle esprimere, che le azioni do- Jo. Fr. Budaeus, de origine Cardi- veano essere virtuose, ed aver sem naliiiae dignitatis, Schediasma Hist. pre per iscopo il godimento del Jenae i 693 : ma di questo autore cielo. A tal oggetto doveano i ca furono proibite le opere a' 5 mag valieri essere pronti alla difesa della gio i759. Si possono inoltre con cattolica religione. Dalla collana pen sultare Ludovico Muratori , Disser deva una croce equestre, e nel mezzo tazione LXI dell' Origine ed isti una medaglia smaltata di color ver tuzione de' Cardinali, Exst. in t. V, de, coll' immagine della b. Vergine Ant. med. aevi. Giovanni Boterio , col bambino Gesù in braccio, coro Dell'officio del Cardinale j Pao nata di stelle e cinta di raggi . lo Cortesi , del Cardinalato , Gian- Questi cavalieri nelle funzioni solen nandrea Tria, dell'uffìzio e digni ni, come riporta il Bonanni, usava tà de' Cardinali di S. R. Chiesa, no un abito di seta damascata color e Carlo Bartolommeo Piazza, Della di carne, con maniche larghe, ed ar Gerarchia CARDO, Cardinalizia, o della Ruta. Roma Ordine i 7o3. macollo di velluto, nel quale me diante un ricamo formavasi la pa militare nella Scozia , chiamato an rola Esperance: la fibbia era della che CARDO di s. Andrea s. Maria del ( Cardo.del ). Ordine Vedi. forma del cardo, ed ornata di smalto verde, mentre la cappa, o manto era militare, nella Borgogna. Filippo II, di seta turchina damascata, con fo il Buono, duca di Borgogna , dopo dera rossa, del quale colore era aver avuto la gloria di fondare l'Or pure il berrettone. Tanto riporta il dine del Tosone d'oro, per le com Giustiniani citato, nell' Historie cro petenze contro il duca d'Orleans, e nologiche degli Ordini equestri ec, CAR mi, era vescovo CAR di Urgelle, quando 27 al capo LVII. II Bonanni, Catalogo ce. , ne dà anche la figura alla ta a mezzo del re di Aragona, ai i8 vola XX. Ne deve tacersi, che altri dicembre del i46i, Pio II lo creò credono istituito quest'Ordine caval Cardinal prete. Ma dopo un lustro leresco nel i37o in Moulins da Luigi di Cardinalato, verso il fine, del II soprannominato il Buono, duca i486, morì nel castello di Cervara di Borbone, il giorno della Purifi nella Catalogna. cazione di Maria Vergine. CARIA. Provincia dell'Asia mi CARDONA Errico, Cardinale. nore nell' impero Ottomano, che Errico Cardona, nato nel i485 in vuolsi così appellata da Car, di lei Urgelle della Spagna dai duchi di fondatore. Ora è compresa nell'Ana Cardona, era assai virtuoso. Secon tolia o Natolia occidentale, detta il do Aymerich, nel i 3o5, Giulio II paese di levante. Afiodisiade n'è la lo esaltò al vescovato di Barcellona, metropoli, e le altre sue principali coll'amministrazione della chiesa di città sono Alicarnasso, Gnido, Mile- Urgelle ; poi, nel i 5 i 2, lo promosse to e Mindo. Siccome s. Giovanni alla metropolitana di Monreale in apostolo ed evangelista è riconosciuto Sicilia. Andato per mare al governo per istitutore della chiesa d' Asia, cosi della sua chiesa, i corsari gl' invo vuolsi aver egli bandito l'evangelo larono il sagro pallio, ed il Ponte in Caria. In essa l'anno 366 si ce fice saputolo, senza esserne richiesto, lebrò un concilio , coll' intervento gliene mandò un altro. Nel i522, di trentaquattro vescovi dell'Asia, dalla Spagna si recò a Roma con seguaci di Macedonio, i quali riget Adriano VI, che gli conferì poi la tarono la parola consostanziale, ap prefettura di Castel s. Angelo; quin provando la formula di fede com di con altri Cardinali lo costituì pilata nelle assemblee d' Antiochia commissario, e giudice nella causa e Seleucia. V. l' annalista Baronio del Cardinal Soderini. In appresso, al suddetto anno. Il Dizionario dei a mezzo di Carlo V ai 2i novem concili chiamò questo il concilio bre i5if, Clemente VII sebbene Cariense, ed aggiunge, che la detta fosse in Castel s. Angelo , lo creò professione di fede fu opera del Cardinal prete assente di s. Marcel martire s. Luciano. lo , vicere e presidente della Sici CARrACENO Pietro, Cardinale. lia. A Monreale fondò un moniste- Pietro Cariaceno da Garisendo, dio io alle sagre vergini , e beneficata cesi di Bologna, fu creato Cardinal insignemente quella chiesa, morì a prete dei ss. Silvestro e Martino ai Roma nel i53o di quarantacinque Monti, da Onorio II, nelle tempora anni, e tre di Cardinalato. Fu se di dicembre del i i25. Si mantenne polto in S. M. di Monferrato, alla fedelissimo ad Innocenzo li , contro cui fabbrica avea contribuito con l'antipapa Anacleto, e si trovò ai grosse somme. Arricchì poi questa comizi di lui. Si legge il suo nome chiesa anche di rendite perpetue, tra in una bolla spedita in Laterano, le quali di una messa quotidiana. nel ii28, da Onorio II. Morì pro CARDONA Jacopo , Cardinale. babilmente nel pontificato d' Inno Jacopo Cardona, nato nella Spagna cenzo II, poichè non si sa, che sia da nobilissima famiglia , straordina intervenuto ai comizi di Celestino lI, rio in iscienza, e di piissimi costu- immediato successore d'Innocenzo. 28 CAR curia romana CAR sono denominati ge CARIATI (Chariatien.). Città con residenza vescovile nel regno delle nericamente gli uflici. S. Bernardo, due Sicilie, nella provincia della nel lib. IV, de Considerai- cap. 4 , Calabria citeriore, ed anche titolo dice: che quello, il quale per se di principato, o contea appartenente stesso prega per alcuna carica, è al duca di Seminaria. Chiamasi Ca già giudicalo j ed il Papa Nicolò Ill riati vecchia V antica Patcrnum , del i277, soleva ripetere, che la per distinguerla da Cariati nuovo, dottrina senza bontà, era veleno borgo mezza lega distante dalla città. senza medicina. V. Catechism. con Essa è edificata con solido recinto di dì. Trident. p. 3, de 7 prcecept. mura, nella parte boreale del pro mmi. 7. Fra i Pontefici, che furono montorio, fra' due golfi di Taranto assai cauti nel conferire le cariche, e di Squillace, e viene bagnata dal meritano special menzione, Paolo II piccolo fiume A qua n il»-, che mette del i464, che fu il primo sovrano fóce nel mar jonio. La sua sede Pontefice, il quale affidasse la cu vescovile, eretta verso il secolo IX, stodia delle fortezze a' prelati e a fu poscia unita a Cerenza, Gerun- degni ecclesiastici , affinchè in ogni lia ; ma sempre restò suffraganea evento fossero più fedeli alla Santa della metropoli di s. Severina, come Sede. Tanto zelante si mostrò nel lo è tuttora. Cariati fu occupata per distribuire le cariche, e tanta sag ben due volte dai turchi. Tale sog gezza e rettitudine vi poneva , che gezione si vuole imposta nel i i 8 i da egli nè in fretta, nè per le pre Lucio III ; ma a' nostri giorni il Pon ghiere, o raccomandazioni di per tefice Pio VII colla bolla, Deutiliori sone ragguardevoli, ma solamente dominicce, quinto kalend. julii i8i8, con piena e matura deliberazione, confermò l' unione di Cerenza a a misura de' meriti personali distri Cariati, ed inoltre vi uni le sedi ve buiva le cariche e le dignità; onde scovili di Strangoli ed Umbriatico , di frequente accadeva, che trova v;isi ambedue, come Cerenza, erette nel all' improvviso premiata la virtù di secolo decimo. La bella cattedrale molti soggetti di esemplar bontà, di Cariati è dedicata a s. Michele malgrado la loro assenza da Roma, Arcangelo, e si compone il capitolo o di altri affatto ignari di simile di cinque dignità, prima delle quali guiderdone. Paolo V, eletto nel è l'arcidiacono, essendo le altre il i6o 5, si astenne nel .bollore del decano, l'arciprete, il cantore e il l' esaltazione di dispensar cariche, tesoriere, di nove canonici, e di dicendo, che troppo facile era in allri sacerdoti e chierici pel divino quel tempo il chiedere, ed il con servigio. Sonovi due conventi di re cedere inavvedutamente. Appena e- ligiosi ed il seminario. Ne' registri sallalo, nel i69 i, al pontificato In della camera apostolica, è tassata nocenzo XII , a scegliere i soggetti di duecento novantatre fiorini. V. adatti e meritevoli delle cariche Ceremza. vacanti, per tre giorni si chiuse col CARICA. Uffizio, impiego, posto, Cardinal Albani ( che gli successe munus, offìcium, dignitas, magistra col nome di Clemente XI ) , affine ta.';. Dignità, che dà potere ed au di scegliere i migliori con maturo torità sopra degli altri a quelli , cui consiglio. Divenuto Papa, nel i724, viene conterita. Così nella corte e Benedetto XIII, stette ritirato Ire CAR XIII; ma poi, conosciutaCAR la verità, 29 ri giorni in continua orazione, per im plorare il divin lume, ed assilnlo, nel corse a Martino V , che creollo Car i 74o, a tal dignità il gran Benedetto dinal prete del titolo dei Santiqimt- XIV, subito con modi convenienti tro, ai i9 marzo del i4l9- Poscia fu esorto i prelati ad una seria appli arciprete della basilica lateranese, le cazione allo studio, e ad una con gato di Bologna, e da Eugenio IV dotta irreprensibile, protestandosi di venne fatto vicario di Avignone . non promoverne giammai veruno, Ma ad onta delle più forti rimo se non che a proporzione delle scien stranze di quel Pontefice, volea sos ze e de' buoni costumi , che osser tenersi in quella legazione con le verebbe in essi. armi ; per cui dovette il Papa pri CARILEFO (s.), nacque in Al- varlo dell'amministrazione della chie vergna. I genitori di lui, distintissi sa di Osma, o di Siguenza , e mi mi per nobiltà e virtù, ebbero tutta nacciarlo di altre pene ; e quindi in la cura di allevarlo alla pietà ed suo luogo fece legato il Cardinal Pie alle scienze, e appena uscito d' in tro di Foix, che dopo alcuni mesi, fanzia, lo affidarono ai monaci di cacciato il Carillo, n' ebbe il possesso. Menat nella diocesi di Clermont. Ristaurò magnificamente la chiesa Cresciuto in età , abbracciò quella del suo titolo, come apparisce dalla regola, ma non corse molto tempo marmorea lapide , che tuttora si che, in compagnia di s. Avito, ab conserva; poscia, nel i 4-34. , dopo bandonò quel monistero, affine di diciannove anni di Cardinalato, com starsene in maggior solitudine nella preso quello pseudo sotto Benedet badia di Micy, presso ad Orleans. to XIII, morì a Basilea, ove andò Quivi fu ordinato sacerdote, e aman per assistere al concilio. Eblse poi te quale egli era della vita romiti- onorevole tomba nella chiesa di ca, dal monistero di Micy andos- Osma nella Spagna. Questo illustre sene nel Maine, imitando interamen Cardinale lasciò grosse somme di te gli anacoreti orientali. A cagio danaro da distribuirsi ai poveri ve ne della gran copia di discepoli, che scovi , che si trovavano a quel si a lui venivano da ogni parte, do nodo. vette mutar consiglio il nostro san CARINA, o CARINI. Città ve to, e donato dal re Childeberto di scovile degli Abruzzi, nel regno delle un pezzo di terreno, vi piantò un due Sicilie. La sua sede istituita nel monistero, chiamato prima Anisole quinto secolo, fu nei primi del sesto o Anille, dal fiume sul quale era unita' dal Pontefice s. Gregorio I, il posto, e detto poi di s. Carilefo o Grande, alla metropolitana di Reg s. Caluis, dal nome del suo fonda gio di Calabria. A' nostri giorni, e nel tore. La vita di lui fu un continuo i 8 i 8, Pio VII , colla bolla De Melà modello di penitenza e di orazione. ri, l' unì per sempre all' arcivescovo Mori nell'anno 542, e la sua me di Trani. Ora non è che un borgo, moria si onora il giorno primo di capo luogo di cantone della pro luglio. vincia di Palermo, sul fiume del CARILLO Alfonso , Cardina suo nome, con un castello gotico.. le.. Alfonso Carillo, altrimenti Cari- Poco distante si veggono le rovine glio da Cuenca, prima fu pseudo dell' antica Hyccara. Cardinale dell' antipapa Benedetto CARINOLA, Celennx. Città ve- scovile3o nel regno CAR delle due Sicilie, rato duca da Enrico CAR IV. Alla mor nella provincia della Terra di La te del duca Enrico III, per man voro , col titolo di contea. Fu edi canza di successione, Lotario II die ficata presso l' antica Caleno, tra il de il ducato ad Erbone conte pa monte Massico, e il fiume Saone latino, a cui, nel i i4o, per volere in posizione umida. Vuolsi fondata di Corrado III, successe in questo verso il i o58 dai principi longo domìnio il conte di Sponheim En- bardi di Capua, e fiori allorquando gelberto, ma la sua posterità ter essi distrussero Forum Claudii, le minò nel i269. Passò il ducato cui vestigia sono poco distanti, e sotto il dominio dei re boemi, ma perciò dicesi Civita rolta. Il vescovo essendosene impadronito Rodolfo di di quest' ultima città , la cui sede Absburg, nel i 282, ne investì Mer- vescovile era stata eretta nel VI cardo, il quale, col suo genero Al secolo, verso il io87, essendo go berto d' Austria fece un accordo , vernata da s. Bernardo, trasferl il che all' estinzione della linea masco seggio a Carinola, che rimase suffra- lina la Carinlia passerebbe nei di ganea della metropoli Capuana, sin scendenti d'Alberto : il che si verificò chè cessò anche essa di esistere nel nel i3a i. Fu allora, che i duchi Al i 8 i 8, allorchè Pio VII la unì a berto ed Ottone vennero riconosciu Sessa. Si contano quarantotto vesco ti per legittimi signori del ducato vi, che governarono le due diocesi. da Ludovico, il Bavaro, e rimase per Tuttora si conservano la bella cat sempre nella casa d' Austria. Nelle tedrale, una collegiata, il seminario, ultime vicende fu varia la sorte ed un convento di francescani. della Carintia , giacchè , nel i 809, CARINTIA ( Carinthia ). Antica l'alta fu ceduta alla Francia, ed unita provincia dell'impero d'Austria, che alle provincie illiriche , finchè nel avea i! titolo di ducato, e divide- 18i4, fu restituita all'Austria, ed vasi in alta e bassa. Oggidì forma Insieme alla bassa Carintia passò a il circolo di Klagenfurt, e di Vil- far parte del regno Illirico. Attual Jacco del regno d' Illiria (Vedi). S. mente nella Carintia vi sono i 've Virgilio, vescovo di Salisburgo, vie scovati di Gurk e di Lavant (Vedi). ne venerato per apostolo della Ca- CARIOPOLI, o CLARIOPOLI rinlia , cosicchè essa abbracciò la (Chariopolitan.). Vescovato in par- dottrina di Gesù Cristo nel settimo tibus, sottoposto alla metropoli di secolo. Gli antichi Carni abitatori Stauropoli, che da ultimo, nel conci- delle Alpi della Carinola alta, ne sloro de'2 ottobre i837, dal regnan presero il nome, e verso la caduta te Pontefice fu conferito a d. Raf dell'impero occidentale nel secolo faele Serena napolitano. Questa cit V si dilatarono nel vicino Noricum, tà della Caria nell' Asia minore, fu onde poscia si chiamarono Carinti. già sede e residenza vescovile fon In seguito vi si stabilirono molti data nel IX secolo, soggetta all' e- slavi, e gli abitanti allora ebbero il sarcato di Tracia. Abbiamo noti proprio principe. Carlo Magno ne zia di quattro vescovi, che vi ebbe conferi il governo ad Ingevone , ro sede , e furono suffraganei di sottoponendo gl' imperatori suoi suc Eraclea. L'altra Cbariopolis , o Che- cessori l' intero paese ai margravi . riopolis, o Cheropoli, sede vescovi Nel io73 Marguardo ne fu dichia- le fondata nel secolo XII nella Mo- CAR guerra, istituì l'Ordine CAR della Carità 3i rea, era sottoposta alla diocesi di Misi tra. cristiana. Quelli, che vi erano am CARISSIMO. V. Caro. messi, dovevano 'portare una croce C A RISTO (Caryslen.). Città ve al sinistro lato del mantello, stabi scovile della Grecia nella parte orien lendo , che la croce dovesse essere tale dell' isola di Negroponte, della circondata dal motto, ricamato in primiera Acaia nell'esarcato di Ma oro : per aver fedelmente servito , cedonia, presso il capo di Loro, con volendo dare così un premio d' in buon porto. Un tempo fu assai ri coraggiamento a quelli, che in servi nomata tanto per le cave di mar gio del proprio sovrano , e per la mo, che per l'amianto, con cui for- gloria della nazione aveano affron mavasi una tela incombustibile. Al tato valorosamente i pericoli. Ma cuno la chiama anche Castel-Ros quest'Ordine terminò colla vita del so. Nel quinto secolo vi fu eretta suo fondatore. una sede vescovile, suffraganea di CARITÀ'. Ordine religioso, sta Calcide di Negroponte ; ma oggidì bilito da s. Giovanni di Dio in ser è un vescovato in partibus, sogget vigio degli ammalati , volgarmente to alla medesima metropolitana, il chiamati Benfratelli. Vedi. cui titolo ultimamente dall' odier CARlTA\ Congregazione de' fra no Pontefice Gregorio XVI , nel ti di s. Ippolito. Verso l'anno i 585 concistoro de' i7 settembre i838, un pio uomo chiamato Bernardino fu conferito a d. Giuseppe Gioac Alvarez del Messico nelle Indie oc chino Goldtmann, per aver trasla- cidentali, animato dallo spirito di tato alla sede di Beauvais l' attual carità pel prossimo , che guidò san vescovo, che il godeva. Giovanni di Dio, prima formò una CARITÀ' (s.) Questa santa, uni società di persone divote , perchè tamente alle due sorelle s. Fede e avessero cura de' poveri infermi , e s. Speranza, sostenne glorioso mar poi fondò per essi un ospedale fuori tirio nel regno di Adriano. La ma della città di Messico , col titolo di dre di loro s. Sofia , condotta da s. Ippolito. Avvegnachè nel giorno riverenza alle virtù teologali, impo di questo santo si era convertita se alle tre sue figliuole questi no quella città dall'idolatria alla fede ni, e dopo averle allevate nel ti cattolica , formò colla delta società mor santo di Dio, destò nei loro una confraternita , con apposite re petti il desiderio di morire per lui, gole. Furono queste confermate da e le vide ripiena di santa letizia, Gregorio XIII, insieme all'erezione versare il sangue per Gesù Cristo. dell'ospedale, e da Sisto V, il quale I nomi di queste tre sante sorelle esentò l'istituto altresì dalla giurisdi sono celebri nelle chiese d' Oriente zione degli Ordinari. Si accrebbero non meno che in quelle dell' Occi gli ospedali da loro fabbricati, onde dente. la congregazione prese il nome della CARITÀ'. Ordine militare. En Carilà di s. Ippolito. Clemente VIII, rico III, re di Francia sedette su con breve de' 2 aprile i594, accor quel trono dal i574 fino al i58c), dò a questi spedalieri tutte le grazie epoca della sua morte. In vantag ed esenzioni concesse da s. Pio V, gio dei militari resi imperfetti nel Gregorio XIII e da Sisto V a quei le membra pegli avvenimenti della di s. Giovanni di Dio. Non facevano 3 a CAR vi sia in ciascun CAR ospedale, e questo però gli spedalieri di s. Ippolito, che due voti, semplici di castità e di sia incapace di essere superiore della povertà ; ma non credendosi obbli congregazione. gati a perseverare nella congregazio- Iu oltre Clemente XI, ai 27 giu gazione , l' abbandonavano quando gno i7oi, col disposto della costitu loro piaceva. Il generale, che avea zione , Injunclì , presso il tomo X il titolo di maggiore, con alcuni suoi par. I del citato Bollario, concedette religiosi ricorse allo stesso Clemente a questi spedalieri della carità di VIII, il quale con una bolla, data s. Ippolito la comunicazione de' pri il primo ottobre i 5o,4 , gli obbligò vilegi degli Ordini mendicanti, e dei in avvenire di fare i voti di perpe chierici regolari ministri degli infer tua ospitalità ed ubbidienza, in vece mi, di che pur godono que' dell'Or degli altri due, e volle che fossero dine di s. Giovanni di Dio. Con emessi anco da coloro, che già com quest'Ordine quelli di s. Ippolito con ponevano la congregazione. vengono altresì nella forma dell'abi Jn seguito nacque da ciò un dis to , nè differiscono che nel colore , ordine , a cui riparò fr. Gio. Ca poichè per quello di s. Ippolito è brera procuratore generale di essi tanè, e pei Benfratelli (Vedi) pre con ricorrere al Pontefice Innocen sentemente è nero. zo XII, e domandando a nome dei Poco di poi, considerando lo stesso suoi confratelli la licenza di pronun Clemente XI , che dovendo essere ziare i voti solenni, sotto la regola un solo sacerdote in ciascun ospe di s. Agostino, fece istanza, che ai dale, poteva accadere che per la venti spedalieri più anziani (dai qua morte di esso dovesse restare alcun li secondo l'ordinamento di Clemen ospedale per tempo notabile senza sa te VIII doveva eleggersi il generale, cerdote, cioè almeno fino alle più pros o maggiore ) , si sostituissero altri sime tempora, affinchè ne fosse or venti più espcrimentati e capaci. Il dinato un altro, permise ai 25 giu Papa aderì alla prima parte della gno i7oi, colla costituzione, Cuni domanda, e con la bolla, Ex debito, sicut , che i chierici di questa con de' 2o maggio i 7oo , che si legge gregazione si potessero ordinare fuori nel tomo IX, p. 53g del Bollario, di dette tempora. E vedendo Inno permise loro di fare i voti solenni cenzo XIII, che alcune costituzioni di povertà, castità, ubbidienza ed d' Innocenzo XII non erano state ospitalità, e di professare la regola trovate utili all' istituto, ai 7 agosto di s. Agostino. Eresse la congrega i722, le corresse, e le accrebbe col- zione in Ordine religioso, conferman l' autorità del suo breve , Exponi , dole i privilegi de' suoi predecessori, riportato dal Bollario romano, al e la prese sotto la protezione della tomo XII, part. II, pag. 25o. Cle Santa Sede, ma in quanto all'elezio mente XII poi, a' i9 aprile i73 i , ne del maggiore, non volle innovare in virtù della costituzione, Emana- cosa alcuna. Indi, a' 2 i giugno del vit, presso il tom. XIII del Bollario, l'anno stesso, mediante la costituzio stabilì che in ciascun ospedale vi ne, Ex in/une lo , approvò pure le fossero due sacerdoti, i quali però, costituzioni , fra le quali una ve come prescrisse colla costituzione , n'è, che i frati dell'Ordine debbano Nnper, de' 7 ottobre i735, non po essere laici, e che un solo sacerdote tessero godere, come nell'Ordine dei CAR CAR 33 Ben fratelli, alcuna prelatura nella stico, o da alcun semplice fedele, congregazione, nella quale determi sono pronti a prestarsi per quanto nò ancora col contenuto della costi è dato lor di potere. Fanno i voti tuzione, Cum sicut, che in luogo di semplici e perpetui ; con questa tre anni , come si faceva prima , si condizione però, che sieno stabiliti celebrassero i capitoli generali di sei dietro il giudizio de' loro superiori. in sei anni. Alcuni scelti dal superiore emetto CARITA'(Istituto delia). Congre no anche un quarto voto delle mis gazione religiosa, ch' ebbe origine sioni al Sommo Pontefice, ponen nel i828 sopra il sagro monte Cal dosi a disposizione di lui. vario di Domodossola nella diocesi Possono appartenere a questo i- di Novara per opera del sacerdote stituto, oltre che i membri legati conte Antonio Rosmini Serbati, ec con voto, anche altri fedeli senza clesiastico esemplare, ed autore ce- voti per mera divozione, al fine di lcbratissimo di opere filosofico-mo prendere parte all' esercizio di quel rali, il quale impiegò tutte le sue le opere di carità, che l'istituto a- fortune in vantaggio della medesi vesse occasione di assumere. I su ma congregazione, nata e sviluppa periori di questo istituto sono pri ta sotto gli auspici del Cardinal mieramente un superiore generale, e Giuseppe Morozzo, vescovo di No secondariamente de' superiori parti vara, non meno che del piissimo colari da lui proposti ne' vari luo Carlo Alberto re di Sardegna . I ghi, secondo i diversi peculiari biso membri di questo rispettabile istitu gni. Quelli, che desiderano qualche to, composto di sacerdoti e di lai servigio dall' istituto, si rivolgono ai ci, hanno per fine la propria e l'al superiori del medesimo, i quali so trui perfezione e santificazione, pro no obbligati di riceverlo senza ave curata coi vicendevoli aiuti, che si re nessun riguardo a' temporali in trovano in una società religiosa, ed teressi , purchè sieno certi di ave esercitante quelle opere di carità, le re de' soggetti capaci di questo in quali loro sono possibili, e vengono carico; ma nel caso contrario, han ad essi domandate. Il perchè qualun no il diritto di non assumere l' o- que pia opera da essi viene riguardata pera ricercata. come essenziale occupazione dell' isti Tra le opere caritatevoli, in cui tuto-, non escluso l'insegnamento nel questa congregazione ebbe occasio le scuole, ed il servigio negli ospe ne di adoperarsi fino da[ principio, dali ce, anzi in quanto ad essi i una si fu la conversione dei prote membri di questo istituto predili stanti, che vanno a Domodosso gono i ministeri più bassi, e me la dalla vicina Svizzera. Pietro Fa- no considerati. Se niente venga lo vre del cantone di Vaud, la mo ro domandato, attendono nelle loro glie e la figlia di lui furono i pri chiese alla preghiera, ed allo studio mi, di cui i sacerdoti della carità nelle loro case. Si propongono poi abbiano ricevuta l' abiura nel i828, in un modo speciale di prestar ogni e dopo quel tempo ne istruirono ossequio a' vescovi, e di servirli in nella fede cattolica e indussero ad ciò, ch' essi desiderano per lo bene abiurare un gran numero, fra i del loro gregge. E quando sieno ri quali si conta anche la nobile don chiesti da alcun superiore ecclesia- zella inglese Letizia Frelawny, figlia voi. x. 3 34 CAR In questo anno CAR si aprì una nuo del baronetto Guglielmo Frelawny, membro del parlamento nella ca va casa dell' istituto della Carità nel mera dei comuni per la contea di la medesima città di Domodossola, e Cornovaglia. L'abiura di questa don l'ottimo e benemerito conte Giacomo zella fu ricevuta dal sullodato Car Mellerio le affidò la direzione degli dinal Morozzo ai i3 ottobre i 833, studi del suo ginnasio, con appro e ne parlarono le Memorie di Reli vazione della regia riforma, a cui gione; e di letteratura di Modena, fu poi aggiunto un convitto di gio t. III. p. 449, e seg. vanetti, e lo studio della filosofia. I membri di questa congregazio A Stresa sul lago maggiore, in a- ne furono chiamati successivamente mena posizione, havvi il noviziato del nel Tirolo italiano, nella Savoja, e l' istituto, in un edifizio apposita nell' Inghilterra. Presentemente si mente fabbricato. Finalmente il pre trovano in due distretti di quel re fato Sommo Pontefice , con lettere gno, cioè nell' occidentale e nel me apostoliche dei 2o settembre i839, dio, de' quali sono vicari apostolici che incominciano, In sublimi mili- monsignor Baines vescovo di Siga , tanlis Ecclesiae solio , ha canoni e Walsh vescovo di Cambisopoli. Il camente approvata questa religiosa sacerdote, che col titolo di vice congregazione, i cui membri vesto provinciale regge presentemente l'i no abito talare di color nero, della stituto in Inghilterra, è d. Giovan comune forma ecclesiastica. ni Battista Pagani, noto per le pie CARITÀ". Ordine religioso del opere da lui stampate. Nel i8 35, la b. tergine. Esso fu istituito da il detto regnante re di Sardegna certo Guido signore di Joinville nel Carlo Alberto esibì all'istituto del la diocesi di Chalons-sur-Marne in la Carità l' antica Badia di s. Miche Francia, nel declinar del secolo XIII, le della Chiusa nella diocesi e provin colla regola di s. Agostino , come cia di Susa in Piemonte, per prov racconta l' annalista Spondano al vedere al decoro, e alla venerazione l' anno i29o. I religiosi ebbero poi di quel santo luogo, già un tempo in Parigi un convento chiamato Bil- floridissimo monistero, detto capo del lettes. I Pontefici Bonifacio VIII e suo Ordine. A tal fine impetrò dal Clemente VI, eletto nel i 342, con Papa regnante Gregorio XVI un autorità apostolica approvarono que- breve, che fu spedito ai 23 agosto st' Ordine, che per altro essendosi i836, e col quale il Pontefice con poco propagato, non ebbe lunga ferì all'istituto della Carità, l' am durata. ministrazione e il godimento di det CARITÀ* delia Madonna. Ordine ta abbazia. I padri della Carità vi delle religiose ospitalarie. Nel i624 entrarono nell' ottobre dello stesso Simona Gaugain, ad imitazione dei anno. Contemporaneamente il me Benfratelli, volle istituire in Parigi desimo religiosissimo re di Sardegna le monache per servir le donne in fece trasportare in quella chiesa ferme. A tal effetto acquistò una abbaziale le spoglie mortali di vari casa presso il convento de' minimi, principi suoi antenati ; nella quale ed insieme ad alcune compagne , occasione, l'abbate Gustavo de' conti pose le fondamenta del suo Órdine, Avogadro di Valdengo pubblicò la ufficio del quale è appunto quello di Storia dell'Abbazia ec. , No vara i837. assistere le donne malate negli o spedali. Superata CAR dalla fondatrice CAR bilimenti di carità, che andava fon 37 ogni difficoltà, non senza particola dando, massime in Parigi; ma ella re assistenza divina, poscia terminò i col medesimo suo direttore volle suoi giorni in Parigi ai i'4 ottobre stabilire quest' Ordine composto di i655, piena di meriti e col nome di zitelle , per servire i poveri , aver madre Francesca della Croce. cura de' vecchi, de' fanciulli e degli Seguivano queste religiose ospi infermi, cui la vergogna impedisce taliere le costituzioni, che ai 2o lu recarsi ne' pubblici ospedali. Il no glio i628 loro diede Gianfrancesco viziato fu stabilito per le sue seguaci de Gondy, arcivescovo di Parigi, e in Parigi nel sobborgo s. Denis, con die furono, nel i633, approvate da voti semplici, e cinque anni di pro Urbano VIII. ve, e sotto la direzione de' superio In principio professarono la re ri della congregazione della missio gola del terzo Ordine di s. Fran ne. Assistevano queste monache an cesco, indi adottarono quello di s. co gl' infermi negli ospedali, visita Agostino, stabilendo però che al ve- vano le prigioni, ed istruivano le spero e al mattutino si facesse com fanciulle povere. L'istituto propa- memorazione dei due santi, cele gossi ovunque dopo la morte della brandone la festa con rito di pri benemerita confondatrice ( che se ma classe. Aveano fondati ospedali gui ai i6 marzo i66o), sì per presso i loro monisteri, in cui ri tutta la Francia, che nella Germa cevevano le donne inferme, non pe nia, in Polonia, nelle principali città rò di mali incurabili e contagiosi. d'Italia, e persino in America. Le Molto per la Francia si sono esse pro regole di quest' Ordine furono scrit pagate, e facevano i tre voti ordi te dallo stesso s. Vincenzo de Paolis. nari, non che quello di esercitare i Molte altre congregazioni si sono detti uffizi ospitalieri colle femmine. formate in appresso sotto il nome di L' abito loro era di panno bigio, cinto figlie, o sorelle della carità, e per lo di un cordone bianco con uno sca più tutte addette agli stessi carita polare di tela bianca. Nelle funzioni tevoli esercizi, e composte, o presie usavano un manto egualmente bi dute dalle principali dame. gio, ed esercitavansi in altre pie pra Correndo l'anno i 8 i 9 , nel pon tiche, come riporta il p. Annibali, tificato di Pio VII, alcune matrone nel suo Compendio della storia de romane istituirono in Roma puran- gli Ordini regolari, parte III. p. co le sorelle della Carità, colle re 245 e seg. gole presso a poco conformi alle sud CARITÀ" (Sorelle della). Ordi dette, ed ai 2 febbraio i82o, con ne di monache istituito da s. Vin autorizzazione pontificia il Cardinal cenzo de Paolis, e da madama Lui Litta , allora vicario di Roma , ne gia di Marillac, vedova di Antonio fece la canonica erezione nella chie le Gras, dette anche Figlie della sa di s. Maria de' Monti, costituen Carila, e suore grigie. Questa pia done il parroco a perpetuo diretto signora, essendole morto il marito re , sotto la presidenza de' Signori nel i625, si pose sotto la direzione della Missione, i quali debbono in di s. Vincenzo, che avea fondata tervenire alle congregazioni, che si la congregazione de' Signori della tengono dalle sorelle. Sono escluse Missione. Egli la impiegò negli sta- le donzelle, e solo ammesse a farne 36 CAR no in oblate e CAR in converse, ed os parte le vedove e le maritate. Il loro impiego consiste nel visitare due servano la vita comune. Fanno tutti volte per settimana nelle proprie ca gli ufficii relativi all' assistenza del se i poveri infermi cronici d'ambo le inferme, comprese quelle della i sessi , esclusi dai grandi ospedali , bassa chirurgia. La loro utilità ed somministrar loro il medico, il chi esemplarità mosse il regnante Gre rurgo e i medicinali gratuitamen gorio XVI a stabilire queste ospita te, assistendoli eziandio, come si ag larie anche nell' arcispedale di s. gravino nel male, sì di giorno che Giacomo in Augusta nel quartiere di notte. Fra le sorelle una ha il delle donne, il che effettuò nel i834, titolo di superiora ; ed un analogo con benefizio e vantaggio dello stabi discorso , che si fa loro in ogni mese, limento, per la vigilante ed esemplar infervora le esemplari sorelle al ca carità, colla quale sì benemerite suo ritatevole ed utile ufficio. Esse, nel re assistono le malate. V. Ospe i826, si estesero nella parrocchia dali. di s. Agostino, e in quella di s. Sal CARITA" della Madonna. Con vatore in Lauro de'Marcheggiani, e gregazione di religiose. Il p. Odone, successivamente in altre parrocchie. fondatore della congregazione dei Nè si deve passar sotto silenzio, che preti, da lui detti Odonisti, sotto queste sorelle nei casi di bisogno si l' invocazione di Gesù e Maria , fa prestano reciprocamente assistenza . cendo le missioni , convertì molte Nel predetto anno i826, furono stam donne peccatrici, le quali ai 25 no pate in Roma le Regole della com vembre i64.i, da lui furono rin pagnia della Carità istituita da s. chiuse in una casa nella città di Vincenzo de Paolis, ec., e di essa Caen. Aumentandosi il loro nume tratta monsignor Morichini, Degli ro, stabilì d' istituire colla regola istituti di pubblica carità, ec., pub di s. Agostino un nuovo Ordine di blicati in Roma nel i832, alla parte religiose, che ai tre soliti voti ag I, capitolo XI. giungessero il quarto, d'impiegarsi La pia principessa d. Teresa Do- cioè nelle istruzioni, e nella cura del ria Pamphilj , volendo introdurre le donne pericolanti. Il p. Odone negli ospedali femminili in Roma le scrisse per esse ancora le regole con sorelle della Carità, fondò nel i82i formi a quelle delle monache della una congregazione di esse col titolo Visitazione, meno alcune particola di ospitalarie, le quali furono col rità proprie di questo istituto. For locate iiell' arcispedale del ss. Salva mò pure le costituzioni per le pe tore al La tonmo, approvandone le nitenti, ordinando fra le altre cose, regole, nel i827, Leone XII. Nel che abitassero separate dalle mona medesimo anno si stamparono Co che, e che fosse la congregazione stituzioni per la congregazione del diretta dalle religiose della Visitazio le ospitalarie, detta della misericor ne. Ai 2 gennaio i 666, Alessandro dia, e quindi furono confermate dal VII con sua bolla l'eresse però in regnante Pontefice. Fanno esse quat Ordine religioso , per cui ben pre tro voti semplici, di povertà, casti sto si diffuse in diversi luoghi di tà, obbedienza ed ospitalità. Posso Francia. L'abito, lo scapolare, e il no essere zitelle, o vedove, ed il lo manto sono di color bianco, ma il ro abito è di saia nero. Si divido- velo pel capo è nero. Sullo scapo- CAR me. Liberato miracolosamente C AR dalle 37 lare evvi un cuore di argento colla b. Vergine ed il Bambino scolpiti, sevizie di alcuni malandrini, diven giacchè jl p. Odone inculcò alle mo ne anche possessore del loro dana nache una particolare divozione al ro, col quale edificò una chiesa con Cuor di Gesù e di Maria. Il perchè romitorio, che prese il nome di celebrarono la festa del Cuore di Pharos. Ivi molti ricevettero da lui Maria sino dal i643, mediante l'ap il battesimo, ed altri elessero di vi provazione di parecchi vescovi di vere sotto la sua direzione solita Francia, e la conferma dei Sommi riamente, con vesti di cilicio e par Pontefici, e poscia celebrarono anco chissimo cibo, attendendo ad opere quella del Cuore di Gesù. eziandio manuali, ed osservando le CARITÀ' (Figlie della). Congre regole, che il fondator loro aveva gazione di religiose. L' istituto delle composte. Indi parti s. Caritone a cosi dette Figlie della Carità ebbe fondare altro romitorio, chiamato principio nella città di Verona nel Sucam, ove grande fu il concorso l'anno i8o8. L'illustre e piissima delle persone per seguirne il vivere dama Maddalena de' marchesi di religioso. Ma il nostro santo , per Canossa ne fu la benemerita fonda maggior austerità , abitava in una trice ; e Leone XII con amplissimo spelonca detta cremastos o pensile, breve apostolico de' 2 3 dicembre perchè non poteva ascendervisi che i828, ne confermò pienamente le mediantemente morì una nel scala pontificato , finchè di santa- san ' regole. Trovasi questa istituzione oramai diffusa pei' quasi tutto il re Giulio I, eletto l'anno 336. L'abito gno lombardo-veneto , ed anche al di questi religiosi era di colore leo di là di esso, con sommo vantag nino, con cappuccio simile nella gio della popolazione, mediante l' e- forma a quello dei greci. Riferisce ducazione che riceve la gioventù più Isidoro, che tanto si accrebbero, povera ed abbandonata , e l' assi che in un solo monistero eretto stenza che si presta da queste reli dallo stesso istitutore, si contavano giose alle inferme negli ospedali, non più di mille monaci, ed Apollonio meno che l' istruzione alle contadi aggiunge, che talvolta se ne nume ne per sostenere l'uffizio di maestre rarono cinque mila. V. ll Lippoma- nelle ville, colla pratica ad un tem no nelle Vite de' Padri di quest' Or po degli spirituali esercizii ne' loro dine a' 28 settembre. monisteri a comodo e vantaggio CARLISLE ( Carleolum) . Città della classe più agiata delle città. vescovile d'Inghilterra, capo luogo CARITONE. Ordine religioso. della contea di Cuberland, situata Esso fu celebre nell'oriente, e vanta in mezzo ad amene pianure al con origine antichissima, dappoichè ri fluente dell'Eden, e del Caldew. Fu conosce per fondatore s. Caritone chiamata anche Luguvallutn , ed il di Iconio, discepolo di s. Tecla, e suo nome significa città presso il di s. Paolo primo eremita. Nell' im muro, perchè è vicina a quello edi pero pertanto di Aureliano egli pa ficato dai romani per difendere i ti tormenti e persecuzioni siccome bretoni dalle scorrerie dei calcedo confessore della fede di Gesù Cri ni. Nel castello, edificato nel VII sto, e solo alla di lui morte uscì secolo, da Egfrido re di Northum- di prigione, e recossi in Gcrusalem- berland, stette prigione la regina 38 CAR CARLO Borromeo CAR (s). Di Giber di Scozia, l'infelice Maria Stuard. Dopo di aver fiorito sotto il domi to Borromeo e di Margarita de'Me. nio de' romani, ne' primordii del dici, sorella di Giannangelo poi Pon IX secolo , fu rovinata dai danesi. tefice, nacque questo santo nel castel Nel regno di David sovrano di Sco lo di Arona a' i di ottobre dell'an zia appartenne Carlisle alla Scozia , no i538. I genitori di lui, se era e tanto piacque la sua posizione a no distintissimi per la nobiltà della Guglielmo II, che montato sul tro nascita, chiari non meno rendevan- no inglese, nel io83, la fece rifab si per la santità dei costumi, così bricare. Sotto la dominazione di che il loro figliuolo non appena co Enrico III fu incendiata dagli scoz nobbe la grandezza della sua origi zesi, disastro, che per avvenimento ne, che sentissi tratto dal loro esem fortuito si rinnovò in quello di pio all' esercizio delle cristiane virtù. Odoardo I. Indi fortificolla Enrico Fanciullo ancora, dava egli non dub VIII, e il generale Lesly la superò bi segni di quella vocazione, che do- nel i644, e nel l74^ cadde in vea renderlo in appresso il modello potere del pretendente Odoardo dei pastori della Chiesa di Cristo, poi Stuard ; ma il duca di Cumberland chè nulla curante dei piaceri anche subito la fece tornare all'ubbidienza innocenti, cui quella età è di ordinario dell' Inghilterra. inchinevole, era tutto nelle pratiche Alla fine del secolo XI venne di pietà, e nelle opere di miseri edificato in Carlisle un monistero cordia. Cresciuto negli anni, ricevet di canonici regolari, mediante l' e- te la chericale tonsura, e compito redità di certo Vauthier. La chie il dodicesimo anno, Giulio Cesare sa, magnificamente fabbricata con Borromeo , zio di lui gli rassegnò disegno sassone gotico , talmente la abbazia di s. Gratiniano , e s. piacque ad Enrico I, e a Turstand Felino , nel territorio di Arona, arcivescovo di Yorck, che fu eretta che da lungo tempo era posseduta in cattedrale suffraganea a detta da persone ecclesiastiche di quella metropoli, coll'approvazione del som illustre famiglia. Carlo, cui non erano mo Pontefice Innocenzo II verso ignote le regole della Chiesa, rap l'anno i i 33, anche per togliere le presentò a suo padre, che delle ren differenze giurisdizionali, che nasce dite di quel ricchissimo beneficio vo vano tra il vescovo di Glascow, e leva fosse distribuito a'poverelli quan quello di Yorck, onde ne fu pre to sopravvanzava alla sua educazio posto a primo vescovo un tal A- ne, ed al servigio della Chiesa. Pie delwaldo , scelto dai canonici con no di compiacenza il buon padre indulto apostolico . Nelle vicende per le sante intenzioni del figlio, in- della riforma , soggiacque questa caricossi ben volentieri, nella mino sede alla sorte delle altre, e in par rità di lui, della amministrazione di te la cattedrale fu demolita; però quei beni, dandone il sopravvanzo in ancora esiste il vasto suo coro. Vi limosina. Studiò Carlo la gramatica ha pure in Carlisle la chiesa di san e la rettorica in Milano, fu indi a Curberto degna di memoria; ma Pavia per lo studio del diritto ci ora questa città è sede d' un ve vile e canonico, e, l'anno i55a, di scovo anglicano, ed ha il titolo di ritorno da Milano, dove erasi con ,contea. dotto a cagione della morte di suo CAR l' Ordine gerosolimitano CAR di Malta. La 3g padre, vi prese il grado di dottore. Restituitosi in patria, e giuntagli to maggior gloria di Dio era l' unico sto la nuova, che il Cardinale de fine, che proponevasi il Borromeo Medici, suo zio, era stato innalzato in ogni sua azione e imprendimento. alla suprema dignità della Chiesa, Sempre guidato da questo pensie col nome di Pio IV, anzichè insu ro , non è a maravigliare com' egli perbirsene, e sentir compiacenza del rispondesse perfettamente in ogni le universali congratulazioni, che da suo affare al desiderio di tutti i tutta Milano se ne facevano, pensò buoni. Fatto più agli altri che a sè, essere più savio consiglio il ricorre non risparmiava fatica pel bene del re a Dio, acciocchè si degnasse di lo stato e della Chiesa , e siccome non permettere, che cadesse in va in mezzo a si grandi e svariate in- nagloria , fermando proposito di cumbenze non è difficile il prendere non partire da Milano se non allo un qualche abbaglio , egli, che non ra che per obbedienza lo chiamasse sentiva molto avanti di sè stesso , il Pontefice. Non andò guari di amò aversi sempre da vicino perso tempo, che il Papa lo volle a sè, e ne di specchiata virtù e prudenza , giunto in Roma, lo fece segretario le quali frequentemente consultava, de' memoriali, protonotario apostoli sottomettendosi con somma docilità co, e referendario d'ambedue le se in ogni cosa al loro giudizio. Sape gnature. Dopo un mese da Pio IV va egli cos'i saviamente distribuire U fu creato Cardinale a' 3 i di gennaio suo tempo, che non avea giorno in dell'anno i56o, e gli venne con cui alcuna ora non consacrasse alla ferita la diaconia de' ss. Vito e Mo orazione ed allo studio, e preso da desto. Quindi nell'anno appresso fu caldo amore a quest'ultimo, ad istil nominato arcivescovo di Milano , non larlo in altrui, e ad isbandir l'ozio, contando ancora il vigesimo terzo an istitul nel Vaticano una accademia no di età. Non è a dire quanto siasi di ecclesiastici insieme e di laici , i adoperato il nostro santo per non quali con frequenti tornate doves accettare queste onorevoli cariche, e sero trattare di oggetti riguardanti quanto fermamente durò in sino a che la religione ed il progresso sempre gli fu concesso di rifiutare la digni maggiore degli ottimi studi; accade tà di camerlengo, di grande autori mia di cui parlammo al suo articolo, tà ed onorificenza, ed allora la più nel vol. I, p. 42 di questo Dizionario. lucrosa della corte romana. Il Pon Se Carlo alloggiò in Roma un magni tefice, che teneramente lo amava , fico palazzo, e questo elegantemente non già per la parentela, ma per addobbato, non è a credersi che il la conoscenza del vero suo merito, cuore di lui fosse schiavo della am e perchè in lui vedeva un utile e bizione,- poichè anzi se esteriormente zelante ministro dello stato , lo inca viveva con pompa, affine di unifor ricò pure della legazione di Bologna, marsi all'uso della corte, egli sapeva della Romagna e della Marca di An mortificare sè stesso anche in mezzo cona , stabilendolo anche protettore a quella grandezza , e perciò si rese della corona di Portogallo, dei Paesi- più meritevole di encomio la sua Bassi, dei cantoni cattolici della Sviz umiltà. Quantunque la sua assen zera , e degli Ordini religiosi di za da Milano non fosse volonta ». Francesco, dei carmelitani, e del- ria, ed egli prestasse l'opera sua 4oal bene universale CAR della Chiesa, pu finalmente glielo CAR concesse, creatolo re il Borromeo non poteva acquie prima suo legato a latore per tutta tarsi sul fatto della residenza, e non l' Italia. Il giorno primo di settem fece fine a' suoi dubbi se non quan bre dell'anno i 565 , s. Carlo partì do il pio e dotto arcivescovo di da Roma, e trattenutosi un qualche Braga, Bartolommeo de' Martiri, con giorno a Bologna, di cui era legato, saggia decisione lo tranquilla intiera fu a Milano, dove egli venne accolto mente. Morto l' unico fratello suo , con le dimostrazioni della più sen nel mese di novembre dell'anno tita esultanza, parendo a quel popo i 562, e rimasta così senza consola lo di rivedere in lui ricopiata la zione e sostegno quella illustre fa immagine di s. Ambrogio. Non mol miglia, i suoi amici ed il Papa me to dopo il suo arrivo, aprì il santo desimo lo persuadevano a lasciare arcivescovo il primo concilio provin lo stato ecclesiastico, per ripararne ciale , cui intervennero due Cardi il danno, ma egli affine di liberarsi nali forestieri ed undici suffragane! da ogni ulteriore sollecitazione, ri di Milano. Fu comune l'ammirazio cevette l'ordine sacro prima che ter ne nel vedere con quanto zelo e minasse quell'anno, e non molto ap pietà venne celebrato questo conci presso fu fatto gran penitenziere, ed lio da un giovane, qual era s. Carlo, arciprete della basilica di santa Ma di soli ventisei anni di età. Si trattò ria Maggiore, divenendo in seguito principalmente in questo concilio in prete del titolo di santa Prassede . torno alla riforma del clero, alla Non è tacersi quanto egli siasi ad celebrazione dell' offizio divino, all'am operato , con sommo zelo e pru ministrazione dei ss. Sacramenti, al denza , per la conclusione del conci la maniera di tenere il catechismo, lio di Trento , avvenuta l' anno se tutte le domeniche e feste dell'anno, guente i 563 , avvertendo i vescovi in ogni chiesa parrocchiale , facen e i principi del cattivo stato di sa dosi sopra tutto questo, dei sapien lute del Papa , ed eccitandoli con tissimi regolamenti. Il Pontefice, to caldissime istanze ad affrettarne il sto che ne fu informato, scrisse al compimento; nè è da passarsi sotto nipote le sue più confortanti con silenzio, come egli, tostochè fu sciol gratulazioni. Posto termine al con ta quella venerabile assemblea, die- cilio, la prima cura di s. Carlo fu desi ogni premura di far eseguire rivolta alla visita della sua diocesi. tutti i decreti, che riguardavano la Avuta notizia, che il Papa era gra riforma della disciplina. Non appe vemente ammalato, partì per Roma, na seppe, che la diocesi di Milano con santa libertà scuoprì allo zio il abbisognava della presenza di lui , suo pericolo , e volle egli stesso a togliere alcuni disordini, ai quali amministrargli il santo Viatico e in vano si studiava di rimediare il l'estrema unzione, nè si allontanò piissimo suo vicario generale Orma- da lui, ma unitamente a san Filip netto, fece istanza al santo Padre, po Neri lo assistè sino alla morte, perchè gli permettesse di partire, e che avvenne a' io dicembre dell'an così ardentemente ne lo pregò, che no i 565. s. Pio V, successore a que ottenne di andare a Milano per te sto Pontefice, voleva persuadere il nervi un concilio provinciale, e far nostro santo a trattenersi in Roma, la visita della sua diocesi . Pio IV come per lo avanti , ma egli , che CAR sconosciute o superstiziose CAR , negletti 4i desiderava di riparare ai disordini della sua diocesi , pregò il Papa a i sacramenti, e i sacerdoti per la dispensamelo , sebbene senza riguar maggior parte ignoranti e scostuma do alcuno, a solo bene della Chie ti, s. Carlo tenne sei concilii provin sa, ne avea promosso l' esaltazione ; ciali ed undici sinodi diocesani , e e rimastosi con lui alcuni gior pubblicò degli ordinamenti e delle ni soltanto per informarlo delle co istruzioni pastorali , che si ebbero se dello stato. Indi rinunziò le cari poi sempre dai più zelanti pastori che che disimpegnava , dalle quali come modelli in simil genere. Seb traeva una rendita di cinquanta bene da principio il santo arcivesco mila scudi; ed abbandonò quella vo abbia incontrate delle difficoltà capitale , giungendo nella sua Mi nella esecuzione dei decreti dei suoi lano nel mese di aprile del i566. concili, pure egli seppe così accop Ad ottenere con più efficacia la ri piare alla dolcezza dei modi una forma della diocesi, pensò essere di fermezza inflessibile, che non v'ebbe molto vantaggio l'unire all'eloquen in progresso chi non si assoggettasse za della parola , quella ancora del alla regola. La predicazione della di l' esempio, ammaestrato dal divino vina parola era da lui sostenuta con Pastore , di cui è detto , che pri amorevole assiduità e copiosissimo ma fece e poscia insegnò. Quantun frutto : e siccome egli era persuaso, que la precedente sua vita fosse sotto che la più efficace maniera a per ogni riguardo esemplare, pure egli petuare la cognizione e la pratica si studiò di meglio più sempre per della religione consisteva nello istrui fezionarla, e vi riuscì per modo, che re i fanciulli , non contento di in divenne oggetto della universale ve fiammare a ciò i sacerdoti tutti della nerazione. Troppo lunga cosa sareb sua diocesi, piantò molte scuole, nel be l' enumerare le distinte virtù di le quali insegnavansi i primi erudi lui, e difficile il dire in quale più menti della lède, dandone egli me che nelle altre risplendesse , se in desimo il regolamento. L'anno i578 tutte egli toccava il sommo grado istituì la congregazione degli oblati della perfezione cristiana. Nelle ora di s. Ambrogio, composta di preti se zioni riceveva grazie e consolazioni colari, i quali si offerivano al vesco straordinarie , che desiderava non vo per lavorare nella vigna del Si fossero note ad alcuno , mortificava gnore, ed a questi affidò in seguito continuamente il suo corpo colle più il reggimento del grande suo semi lunghe astinenze, e con asprezze le nario, governato in prima dai ge più rigorose, distribuiva ai poveri suiti , che lo rinunziarono. Formò ed agli ospitali ogni sua rendita fa ancora in Milano una società di pie migliare, e quanto a lui veniva da donne , affinchè col buon esempio gli altri beneficii , non riservando loro giovassero al ravvedimento di per sè stesso che breve parte dei altrui , e ne ebbe i più consolanti suoi averi. Lo zelo pastorale di lui risultati. Nelle visite di tutta la sua mal comportando i disordini in che diocesi mostrò chiaramente quanto miseramente era avvolta la diocesi ardesse il cuore di lui dell'amore di di Milano , sicchè le grandi verità Dio e del vantaggio delle anime al della salute parevano andate in di la sua cura affidate, poichè in que menticanza , le pratiche di religione ste ebbe a sofferire continui disagi 4* CAR davano il bene della CAR sua diocesi, pure nel corpo, per la distanza e difficol tà dei luoghi, e molte amarezze nel faceva in modo , che, questi adem lo spirito per la perversità di alcuni, piuti , gli rimanesse alcun che di che si studiavano di opporsi alle sante tempo per assecondare cotale suo intenzioni del loro prelato, lo che desiderio, e ben volentieri aiutava tutto egli valse a superare con in del suo consiglio e dirigeva nello vitta costanza , rallegrandosi molto spirito quei molti , che a lui accor allorquando per amore di Gesù Cri revano , come a privato direttore sto dovea sopportare anche il fred della coscienza. In una parola la vita do, la fame e la sete; e di questa di lui fu in ogni sua parte conse- non curanza del proprio bene per crata per modo alla maggior gloria provvedere a quello degli altri, non di Dio, ed al vantaggio delle anime, dubbia prova noi abbiamo in quel da potersi asserire con franchezza , tempo nel quale la pestilenza me essere stato il nostro santo uno dei nava i suoi guasti nella diocesi di più distinti pastori della Chiesa di Milano. Egli, anzichè seguire il con Cristo. Ma le durate incessanti fa siglio di molti, che lo persuadevano tiche; nel governo della sua diocesi, a ritirarsi in alcuna altra parte non e le severe sue penitenze, venivano infetta, affine di conservare la pre così logorando i preziosi giorni di ziosa sua vita, sostenendo che un lui, che a dì 24 di ottobre dell'an vescovo, il quale è obbligato a dare no i584 gravemente infermò, e ren- il sangue pel suo gregge, non pote dutosi inutile ogni umano rimedio, va senza grave colpa abbandonarlo il giorno 4 novembre dell'anno me nel pericolo, volle assistere egli me desimo nella ancor fresca età di desimo i malati, e amministrar loro quarantasei anni, e ventiquattro di i sacramenti, esortando cosi anche Cardinalato , col riso sulle labbra, coll'esempio i suoi cooperatori a non che sembrava un presagio della fu curare la propria vita temporale in tura sua gloria, santamente morì. confronto degli spirituali bisogni dei Il Signore rese chiaro ben presto il loro fratelli. Ordinò in quella lut santo arcivescovo con gran copia tuosissima circostanza tre processioni di miracoli , a di lui intercessione generali, cui egli intervenne a piedi operati, e l'anno i6 io fu Carlo so scalzi , con una corda al collo , e lennemente canonizzato nel primo con un crocefisso nelle mani , offe di novembre dal Pontefice Paolo rendosi vittima al Signore per li V. Tra le sue opere pubblicate par peccati del suo popolo. Nè solamen ticolarmente in Milano nel i747 in te ai soccorsi spirituali si rimaneva vol. V in fol. sonò degne di special l'ardente carità di lui, ma per assi riguardo le Istruzioni pei confessori, stere ai poveri fece fondere tutto il che il clero di Francia fece stampa suo vasellame, e diede loro in sollie re a sue spese ; ed Acta Ecclesiae vo ogni suo mobile, per sino anche Mediolanensis , Milano i599, in fog. il suo letto; ed in un sol giorno Si hanno ancora molte sue opere distribuì ai poveri quaranta mila scudi, dommatiche e morali, e la biblioteca e ventimila in un altro. Egli amava di del santo sepolcro di Milano con assistere alle persone moribonde, e serva trenta volumi manoscritti di quantunque mettesse innanzi ad ogni lettere del santo prelato. altra cosa i doveri generali, che guar- Fra le molte vite di s. Carlo CAR re. E così avvenne CAR nel fatto, poichè 43 Borromeo, delle quali riporta un ca talogo il Novaes t. IX, p. i i3, una mentre faceva orazione nella chiesa delle più esatte e più ampie, anzi, di s. Domiziano, innanzi all' altare al dire del Volpi, delle più belle, della beata Vergine , fu assassinato accurate e giudiziose vite de' santi dai suoi nemici nell'anno ii24. scritte in italiano, è quella di Giam CARLO MAGNO (b). Fu figliuo pietro Giussani, medico milanese, e lo del re Pipino, e nacque nell'an poi oblato di s. Sepolcro, che fu no 742. Rimasto, per la morte del stampata in Roma dalla tipografia padre e del fratello Carlomano, so camerale nel i6io, e poi in Brescia lo padrone di tutta la monarchia nel i 6 i 3. Il Rossi, dotto prete del francese, si rese chiaro così per la la congregazione degli oblati , la grandezza delle sue conquiste, da tradusse in latino, e poi venne ar meritarsi il soprannome di Magno. ricchita di osservazioni importanti Egli si mostrò assai pio, zelante e dall' Oltracchi, e pubblicata nel i75o caldo per la causa dei Pontefici , in Milano. Monsignor Godeau la ed Adriano I ( Vedi ) e Leone III scrisse in francese, e la pubblicò a (Fedi) ne' varii bisogni dello stato Parigi nel i663; ed ivi il p. Tou- sperimentarono i benefici effetti del ron CARLO stampò il la Buono sua nel (ven.). i76i. Fu fi figliale attaccamento di lui. Il primo Carlo Magno l'ebbe in conto di gliuolo a s. Canuto re di Danimar padre, ne pianse la morte, e ne ce ca. L'anno ii i9 divenne conte di lebrò le geste ; dal secondo ricevet Fiandra per testamento di Baldovi te la corona imperiale, rinnovando no. Mostrossi adorno di tutte le cri in lui con autorità apostolica l'im stiane virtù, ma quelle, che più bril pero d'occidente. Noi non diremo larono in lui, furono la carità verso delle vittorie di questo principe, e i poveri e la umiltà. Più volte degli avvenimenti maravigliosi , che diede fondo ai suoi tesori per sov lo riguardano, venendone trattato venire gl' indigenti , e non fu raro ai rispettivi articoli. Qui è nostro il caso, che vendesse anche le vesti intendimento di mostrarlo solamen per sostentarli. Amava più chi lo te benemerito alla religione ed al rimproverasse d'un qualche fallo, la Chiesa, e porre in chiaro del che non chi lo esaltasse per le sue le azioni di lui quelle soltanto, che virtù: e perchè a guarentire la mi degno lo resero del titolo di bea seria dall'oppressione dei grandi sta to. Non è a negarsi, ch'egli non bilì soavissime leggi, si attirò l'odio abbia macchiato i primi suoi an di questi, tra i quali Bertulfo, ini ni con quei disordini, ai quali d' or quo usurpatore , venne nell' empia dinario la gioveutù è ' troppo in deliberazione di torgli la vita, e non chinevole; ma se fu peccatore, sep durò molta fatica a trovare di un pe ancora redimere i suoi peccati tal delitto scellerati esecutori. Ne fu con larghissime limosine, e coll' e- avvisato il venerabile Carlo; ma egli, satto adempimento dei doveri del anzichè procurarsi uno scampo, rispo vero cristiano. Non contento di san se, che se era in piacere al Signo tificare sè stesso , egli , che per la re di troncare i suoi giorni, egli sua condizione più che altri mai lo moriva contento, non potendosi per poteva, si adoperò di promuovere dere la vita per una causa miglio- la santificazione ancora negli altri , 44 CAR carmelitani [Vedi), CAR dei quali da al e ben conoscendo, che il contegno delle persone consagrate al Signo cuno si fa rimontare l'origine non re ha molta (orza sui popoli, usò solo alla prima età della Chiesa , moltissima cura per la riforma del ma altresl a quella de' profeti, cioè clero e dei monisteri, e di qui eb allo stesso Elia , che si vuole istitu bero origine quei molti sinodi, nei tore de' religiosi detti dell' antica: os quali si stabilirono quegli esimi i re servanza. A tale questione impose golamenti, che trovansi nei Capito silenzio Innocenzo XII , mediante lari di questo principe. Mostrò la la costituzione , Redemptoris , che più interessante premura perchè il emanò ai 2o novembre i698. Il divino servizio si facesse con quel Bonanni, nella seconda parte del decoro e con quella maestà , che Catalogo degli Ordini religiosi , conviene alla grandezza di Dio, e stampato in Roma nel i 74 i , al nu decorò a tale effetto con grande ma mero 37, racconta, parlando delle gnificenza le chiese, e le provvide di antiche monache del monte Car vari e preziosi ornamenti per la ce melo, che verso l'anno 326, essen lebrazione dei sagrosanti misteri. Lo dosi recata in Gerusalemme l' im zelo di lui fu ardentissimo a toglie peratrice s. Elena per discoprire il re quelle nuove dottrine, che a' suoi sepolcro del Redentore, il rinvenne giorni tentavano di guastare la pu ove stavano due monache solitarie rezza della immacolata fede di Cri nascoste in una spelonca per non sto, e ne ebbe i più confortanti ri essere uccise dai barbari , secondo sultati. Questo ottimo sovrano, che che riporta a detto anno il p. Le- tanto operò per la maggior gloria zana annalista dell' Ordine carme di Dio, e per lo splendore della litano. Il Bostio, ed altri storici santa Sede apostolica, mori nel set affermano, ch'erano religiose car tantesimo secondo anno di sua età, melitane, denominate anche di s. a' dì 28 di gennaio dell'anno 8i4. Elia, giacchè, secondo quegli autori, Sebbene il decreto di sua canonizza in tal' epoca non si conosceva altro zione sia dato a' 29 dicembre ii 65 Ordine regolare. Certo è, che la pia dall' antipapa Pasquale III ; pure la Augusta fondò un monistero presso s. Chiesa in considerazione delle be il s. Sepolcro, in cui pose molte nemerenze di Carlo Magno, tollerò vergini, affinchè vivessero colla re il culto, che alcuni a lui rendono, gola de' solitarii abitanti del monte e non abrogò il decreto dell'ille Carmelo, dando loro per direttrici gittimo Pontefice: per la qual cosa le due monache menzionate. può considerarsi come dalla mede Il succitato autore parlando poi sima Chiesa' beatificato. Così la opi al numero 38 delle monache car narono il Lambertini, e il Contelori. melitane d'Europa, ed altrove, as Il suo nome peraltro non fu intro serisce ch'erano sparse ovunque, e dotto nel Martirologio romano. Egli è si distinguevano per santità di vita, onorato da molte chiese di Francia, avendone mitigata l'antica regola In di Fiandra e di Germania, la sua nocenzo IV nel i248. Ignorasi per memoria però non è venerata nella altro qual fosse il primo monistero Chiesa universale. di esse in Europa, e sembra che si nache, CARMELITANE. che seguono Ordine la regola di Mo- dei principiasse a fondarle nell' epoca, in cui gli storici riportano il trasferi- CAR vi si ritirò, ne CAR prese l'abito, e nel 45 mento de' carmelitani dalla Palesti na. Abbiamo inoltre dal p. Luigi i4B5 vi mori in odore di santità. di s. Teresa , autore del libro : La Le monache di Huy, siccome vicine successione di Elia, seguito da altri, al convento dei religiosi, aveano in che il b. Giovanni Soreth, essendo principio la chiesa intitolata delle generale de' carmelitani, ottenne da tre Marie in comune: ma ad evi Nicolò V, divenuto Papa nel i447, tarne l' incomodo , la pia duchessa il privilegio di poter avere il suo ottenne dal Pontefice Sisto IV, che Ordine i monisteri delle monache, le sue monache passassero in un mo come gli aveano i domenicani e gli nistero di benedettine , dopo aver agostiniani , riputandosi a vergo loro ottenute molte grazie spirituali gna, diceva, che gli altri Ordini a- e privilegi. Queste religiose differi vessero donne osservatrici delle loro vano nell'abito dalle altre carmeli regole, e che il solo Ordine carme tane, usando tonaca e scapolare di litano, particolarmente istituito per color bigio , mantello bianco fode onorare la regina delle vergini, non rato di pelli d'agnello, e velo nero ne avesse alcuno di queste. Da ciò in testa. inferisce l' autore della Storia degli Vestono le monache carmelitane, Ordini religiosi, tradotta dal p. Fon come i religiosi dell'antica osservan tana, tomo I, part. I, cap. 44 , cne za, cioè tonaca e scapolare di color le monache carmelitane fossero isti tanè, velo bianco sul capo, cui ne so tuite, verso l'anno i452, dallo slesso vrappongono altro nero, e recandosi b. Soreth coll' autorità apostolica iu coro, assumono anche un manto della bolla conseguita da Nicolò V, bianco a guisa di cappa , essendo per cui fondò in Francia i primi tutto di lana. Egualmente vestono cinque monisteri. Tuttavolta che pri le monache riformate e della stretta ma delle suindicate epoche esistes osservanza, siccome tutte unite al sero monisteri di carmelitane, lo ri l' Ordine carmelitano , e sottoposte leviamo dalla costituzione Sanclorum all' immediata giurisdizione del p. meritis, presso il bollario dell' Or generale. Godono perciò i privile dine, parte I, appendice p. 546, di gi dei mendicanti; ma è da avver Giovanni XXII, con cui accordò in tirsi, che non tutte le monache car dulgenza per la chiesa delle carme melitane sono soggette alla giurisdi litane di Messina. Checchè ne sia , zione del p. generale, mentre gran si prese tanta cura il zelante padre parte di esse dipendono da quella Soreth , che volle sempre visitarle de' rispettivi Ordinari. Fra le car di persona, mentre talvolta ad altri melitane fiorirono un gran numero commetteva la cura di visitar i con di serve di Dio, e, per non dire che venti de' suoi frati , principalmente delle principali, solo nomineremo s. il monistero di Liegi (dal quale per Teresa solennemente canonizzata nel la distruzione recatavi nel i468 da i622 da Gregorio XV, fondatrice un incendio, fece trasferir le mona de' carmelitani scalzi, e delle carme che ad Huy), nonchè l'altro di Van- litane scalze {Vedi), e s. Maria Mad nes, fabbricato nel i463 dalla ven. dalena de' Pazzi, che colla stessa so suor Francesca del regio sangue lennità fu esaltata all'onore degli d'Amboise, già duchessa di Bretta altari nel i669 da Clemente IX. gna, che dopo la morte del marito V. il p. Daniele della Vergiue Ma- 46 CAR CAR ria nella Vigna del Carmelo, al coiari usanze introdotte nel moni- n.° 996, e il Martirologio gallica stero di Firenze da s. Maria Mad no del Soussay a' 4 ottobre. dalena de' Pazzi, cui danno il titolo In Roma le carmelitane hanno di madre. Quindi, a differenza delle la chiesa, ed il monistero sotto il antiche carmelitane, usano nel di titolo della ss. Incarnazione del Ver vino uffizio il rito romano, ed han bo divino, detto delle Barberine, no costituzioni proprie approvate, presso le terme Diocleziane, per la nell'anno i657 ai 22 dicembre, strada che conduce a porta Pia. In dal Cardinal Carlo Barberini loro questo luogo anticamente eravi una protettore. chiesa dedicata all' Annunziazione di CARMELITANE Scaxze. Ordine Maria Vergine, con un ospizio dei di monache, dette anche Teresiane. romitani di monte Vergine. Il mo Di tutte le riforme dell'insigne Or nistero fu fatto fabbricare nel i639 dine carmelitano, la più celebre e da Urbano VIII, Barberini, ove ragguardevole è quella eseguita da poi entrò la moglie di d. Paolo s. Teresa d'Avila. In quella città, fratello del Pontefice, colle figlie, nel nel i535, entrò ella nel monistero recarsi da Firenze a Roma ; ed il delle carmelitane, detto dell'Incar suo nipote Cardinal Francesco Bar nazione, il quale seguiva la regola berini , detto il seniore, per mezzo di s. Alberto, approvata da Onorio dell'architetto Paolo Picchetti, eresse III, e ai 2 novembre ne vestì l'a dai fondamenti la contigua chiesa , bito. Ricolma delle divine grazie, da lui stesso consagrata ai 23 ot superò le prove del noviziato, e fece tobre i67o, i cui quadri furono di la solenne professione. Quindi, ar pinti dal rinomato Giacinto Brandi. dendo il suo cuore del desiderio Alessandro VII diede in cura a que di riformare il proprio Ordine a ste monache la contigua chiesa di vivere con maggiore austerità, e di s. Cajo (Vedi). Ma il Piazza, Gerar più .aumentarlo a riparazione dei chia cardinalizia, p. 554, dice che danni recati alla Chiesa dai prote fu Urbano VIII, il quale fece tal con stanti , incoraggila da una divina cessione. Per la vicinanza al pontificio rivelazione, comunicò il suo divisa palazzo del Quirinale, il monistero fu mento ad alcune fanciulle secolari, onorato dalle visite di parecchi Papi, che seco convivevano nel monistero, massime di Clemente XI e Inno le quali si dichiararono pronte a cenzo XIII; e nel i724 Benedetto seguirla. La sua cugina Antonia XIII vi vesti coll' abito religioso due de Paxas , chiamata poi in religione figlie del principe Pamphilj. Nel Antonia dello Spirito Santo, ed i742 si stampò in Roma il Ritua una dama somministrarono loro le del ven. monistero della ss. In mezzi per acquistare una casa, on carnazione del Verbo divino in Ro de col consiglio del confessore e ma, e degli altri monisteri dell'i de' ss. Pietro d'Alcantara, e Ludo stituto carmelitano j ed il Venuti , vico Bertrando, intraprese in Avila nel tomo I, p. i8o, della sua Ro la fondazione del primo monistero. ma moderna, ci dà notizie sulla Ad onta delle gravi difficoltà, che detta chiesa e monistero. Queste car incorse, nel i562, ne ottenne da melitane però appartengono ad una Pio IV, ai 7 febbrajo per organo specie di riforma, secondo le parti- del Cardinal penitenziere maggiore, CAR poi canonizzato CAR da Benedetto XIII 47 la facoltà diretta a due illustri ma trone benemerite dell'opera, coll' ap (il quale per averla ajutata in tale provazione ex nunc pro tunc degli riforma è riconosciuto qual confon statuti, e delle ordinazioni da com datore de' Carmelitani scalzi ), venne pilarsi dalla priora, e dalle mona aperto il primo convento in Dur- che intorno al governo del moni- velo, e poi quello di Pastrana rico stero. Cosi la santa venne abilitata nosciuto dall'Ordine per principale, a stabilire la riforma, ed erigere un giacchè ivi si perfezionò la regolare monistero di Carmelitane, sotto quel osservanza. V. Carmelitani Scalzi, titolo, che le fosse piaciuto, coll'ob- detti anche Teresiaki. bligo di seguir l' istituto carmelita Frattanto le fondazioni delle mo no, e colla soggezione al vescovo nache si moltiplicarono, e la rifor- d'Avila. matiice ebbe la consolazione di es La nuova casa fu dedicata a san serlo anche di quello della sua pri Giuseppe protettore dell'Ordine, e ma professione , cooperandovi lo particolare santo di s. Teresa. Vi stesso p. Giovanni della Croce, che introdusse essa la detta sua cugina, ne divenne confessore, e prima di e tre orfane povere , cioè Anto morire potè vedere già fondati di nia dello Spirito Santo, Maria della ciassette monisteri, e quindici con Croce, Orsola de' Santi, e Maria venti di sua riforma. Essa fu gra di s. Giuseppe, che furono come ziata da Dio dei più grandi favori, quattro pietre fondamentali della del dono della contemplazione, della stessa riforma. Vestirono esse una rivelazione , risplendendo eziandio tonaca grossolana, collo scapolare di per uno spirito superiore e straor color tanè, coprirono il capo con dinario quale si ravvisa nelle sue una grossa tela, e incedendo scalze opere ascetiche tutte spirituali, e nei piedi, incominciarono ad osser piene dell' intelligenza delle cose di vare l' antica regola dell'Ordine, se Dio. Dopo la beata sua morte il condo le dichiarazioni d' Innocenzo suo istituto si propagò per tutto il IV. Superate altre contrarietà, santa mondo, e il Cardinal Berulle con Teresa ai 5 dicembre i562 conse dusse sei religiose dalla Spagna in guì dal medesimo Pio IV, per lo Francia , fra le quali due erano stesso mezzo del Cardinal peniten state discepole della fondatrice. Il ziere maggiore, accedendo poi alla primo monistero si fondò per esse conferma lo stesso Papa con altra in Parigi nel borgo di s. Giacomo, costituzione, che non potesse il suo ed ivi ritirassi la duchessa de la istituto possedere cosa alcuna ne in Vajliere, ed avendo la regina di particolare, nè in comune., e vivesse Spagna Elisabetta mandato in dono colle limosine. In principio vennero a quella di Francia Maria de' Me escluse le converse, perchè si servis dici un dito della santa, essa lo sero scambievolmente. Niente sgo diede al detto monistero. mentata dai vinti ostacoli, s. Teresa Tuttora propagate fioriscono le concepì il meraviglioso disegno di Carmelitane scalze con singolar edi riformare anche i religiosi del me ficazione, e vantaggio dei popoli. In desimo Ordine. Il perchè aiutata alcuni luoghi sono soggette ai su dai due carmelitani p. Antonio di periori dell'Ordine, e in altri agli Gesù, e p. Giovanni della Croce, Ordinari. Ove ciò possa farsi senza 48 CAR rita per , aver CAR contribuito in quel certo aggravio, debbono vivere di limosine, e non possedere veruno regno a propagare sì esemplar isti stabile. Ne' monisteri, che hanno tuto, e ciò ad istanza dell'assemblea rendite, venti debbono essere le mo del clero di Francia, di Luigi XVI, nache, comprese tre converse, e si e di altri, che ne supplicarono la ammette in qualche caso una de Santa Sede. In Roma vi sono cin cima ottava corista. Ne' monisteri que monisteri di religiose Carmeli privi di rendite sufficienti ricevono tane scalze, cioè di s. Giuseppe a un minor numero di monache. Il capo le case, di s. Maria del Monte vestiario è quale superiormente si Carmelo in s. Egidio nel rione di è accennato. Solo aggiungiamo, che Trastevere, de' ss. Pietro e Marcel portano il soggolo sullo scapolare, lino, di s. Maria dell'Assunta detta e che al velo nero del capo ne so Regina Coeli, e di s. Teresa, come vrappongono altro più ampIo, par appresso. ticolarmente quando si debbono Presso la piazza di Spagna sonovi comunicare. Il mantello, o la cappa la chiesa e il monistero di s. Giu è bianca, e più lunga dei frati; i seppe a capo le case, così chiamato sandali sono di canape, e le calze perchè all' epoca della sua prima di panno grosso, secondo le prescri erezione, non eranvi come al pre zioni dell' istitutrice, benchè si chia sente altre case in sito più elevato mino scalze. Tutti i loro indumenti su questa estremità del monte Pin- sono di lana, e l'uso del lino è cio. La chiesa e il monistero furo affatto vietato. Pel loro tenore di no, nel i598, edificati dalla pietà vita austero (giacchè dormono su del p. Francesco Soto spagnuolo, letti senza materazzi, cioè su sac sacerdote dell'oratorio di s. Filippo coni di paglia, e non mangiano Neri , e cantore della cappella pon carne se non inferme), veggasi il tificia, donandolo alle Carmelitane p. Annibali da Latera, Compendio scalze: il perchè fu il primo moni- della storia degli Ordini regolari, stero, che le Carmelitane scalze aves nel capitolo XII, delle religiose sero in Roma, e nello stato ponti Carmelitane pag. i22 e seg. ficio, non però soggetto all'Ordine, Lungo sarebbe il qui riportare mentre il primo di quelli soggetti tutte le serve di Dio, che apparten all'Ordine fu, come diremo, il se nero all' Ordine delle Carmelitane guente di s. Egidio. Per questo di scalze, per cui ci limiteremo a par s. Giuseppe a capo le case contribuì lare delle due ultime. Clemente XIV ad aumentarne le rendite la celebre nel i77 i approvò il culto imme Fulvia Sforza dama romana. Fu di morabile della b. Giovanna Scopelli, poi la chiesa, nel i628, restaurata monaca carmelitana della congrega dal Cardinal Marcello Lantc, che zione di Mantova, che Eugenio IV per la sua carità fu chiamato san arricchì di privilegi, e che fonda Giovanni Limosinarlo. Egli inoltre trice divenne del monistero di santa la decorò di buoni quadri, avendo Maria del Popolo di Reggio. Il Pon dipinto il Lanfranco quello di santa. tefice Pio VI, nel i79i, solenne Teresa, mentre l' altro rappresen mente beatifico la b. Maria dell' In tante la nascita di Gesù Cristo è carnazione, fondatrice delle Carme opera di suor Maria Eufrasia Be litane scalze in Francia, e beueme- nedetti monaca di questo monistero. Andrea Sacchi CARvi dipinse il quadro Camassie, quello CAR dal lato sinistro 49 è
dell'altare maggiore, ossia s. Giusep di s. Egidio del Roncalli , detto pe, e la s. Teresa sulla porta del Pomarancio il giovane, e quello monistero, del quale fu anco bene della parte destra da ultimo è opera fattore il Cardinal Emmanuele de del Pozzi, il quale vi dipinse la Ma Gregorio, che, morendo nel i839, donna, che pone s. Teresa sotto il volle ivi essere sepolto presso la sua patrocinio di s. Giuseppe. Ai due genitrice. tondini di questo altare vi figurò lo Il monistero delle Carmelitane stesso Pozzi, s. Giovanni della Cro scalze sotto il titolo di s. Maria del ce, e la b. Maria dell'Incarnazione. Monte Carmelo, eretto pel primo Il coro è pieno d' insigni reliquie, come dipendente dall' Ordine dei ma ciò, che rende celebre questo Carmelitani scalzi in Roma, e nello monistero si è non solo l'essere esso stato pontificio, ' è questo di s. Egi il primo in ordine agli altri aggre dio in Trastevere, nel pontificato gati ai Carmelitani scalzi, ma an di Paolo V, ai 29 luglio i6 io, con cora l' essere radice di altri mo- facoltà concesse dal Papa vivee vocis nisteri , quali sono quello di s. Te oraculo, che poi ad istanza della resa a Terni , di s. Teresa nella principessa di Venafro confermò con strada pia alle quattro fontane, di suo breve de' 29 marzo i6i i. Ove cui in seguito parleremo, di s. Giu è ora la chiesa dedicata alla B. V. seppe a Vienna, e di s. Maria Regi del Carmelo, vi era una piccola na Coeli, del quale pure si tratterà. chiesa dedicata ai santi Crispino e La ven. Maria Chiara della Passione, Crispiniano, con confraternita dei figlia del contestabile d. Filippo Co lavoranti calzolari , che da- Urbano lonna sum mentovato, le cui virtù, diVIII I' altra fu trasferita piccola a chiesa s. Bonosa. dedicata Quin-- a in grado eroico con solenne decreto approvò Clemente XIII, quivi prese s. Egidio venne ricostruita e rac l'abito religioso, dopo che Francesca chiusa nel recinto della clausura , Mazziotti vi avea meglio stabilito il e con facoltà di Urbano VIII, data monistero. col breve Devotionis et fidei, de' i 5 La vera origine di questo moni- novembre i632, il titolo di san- stero di s. Egidio si dee a dieci divo t' Egidio fu trasferito alla predetta te donne, parte delle quali erano chiesa de' calzolari. E altresì a sa vedove e nobili. Ritiratesi esse nel persi, che anticamente la chiesa di i6oi in una povera casa situata s. Egidio era dedicata a s. Lorenzo, nel luogo stesso del monistero, vis e dipendeva dalla basilica di san sero sino alla menzionata epoca del ta Maria in Trastevere, il cui capi melitane i 6 i o, secondo scalze, la finchè regola eretta delle la Car- ca tolo avendola conceduta ad Agostino Lancellotti nobile romano, questi la sa in monistero, si fecero venire da rifabbricò in onore di s. Egidio ab quello di s. Giuseppe, fondato in bate, restaurandola poscia il conte Napoli, due monache colla qualifica stabile d. Filippo Colonna. Il qua di priora, e sotto - priora. Quando dro dell' altar maggiore, il quale è si vesfi la detta venerabile Maria tutto di marmo bianco, rappresenta Chiara della Passione, era tanto pove Maria Santissima, che dà l'abito a ro e angusto il monistero, che otten s. Simone Stock, ed è dipinto dal ne dal genitore l'erezione del nuovo, voi. x. . 4 5o CAB. del monistero scritta CAR dal p. Emma- .e la riedificazione della chiesa. Dive nuta priora, uscì dal monistero per nuele di Gesù e Maria. fondare quello di Regina Coeli unita Le Carmelitane scalze del moni- mente alla m. Teresa di s. Giusep stero de' ss. Pietro e Marcellino pe, colla cooperazione dei signori vicino al Laterano riconoscono per della Corbara nel i654- Ma già, loro primario istitutore il Cardinal sino dal i 6 i 8, due altre religiose e- Domenico Ginnasi, decano del sagro rano uscite per fondar quello di Collegio , che meritò l' intima ami Terni, una delle quali, cioè la m. cizia dei ss. Giuseppe Calasanzio, e .Caterina di s. Domenico, si recò nel Camillo de Lellis. Avendo egli il i629, a Vienna per erigere quel di suo palazzo sulla piazza, che da lui s. Giuseppe, mentre nel i627 per prese il nome, presso le botteghe l'altro di s. Teresa alle quattro Fon oscure, ove oggidì dimorano le mae tane, era stata prescelta la m. Ippo stre pie, collocatevi dal Papa re lita Maria Colonna, sorella della ve gnante, acquistò la contigua chiesa nerabile Maria Chiara. Ma non avendo di s. Lucia, già antica parrocchia, essa accettato tale incarico, furono e poscia unitala al suo palazzo, di surrogate altre due madri dello vise questo, parte per un collegio stesso monistero di sant' Egidio. di otto giovani di Castel Bolognese V. Eusebius ab omnibus Sanctis, sua patria, e parte lo donò pel Enchiridion Chronologicum , Ro- monistero delle Carmelitane scalze, mae i737, pag. 44- 72- iIO> I22# che ai 3o giugno i637 vi restarono e 26o. chiuse, da lui perciò dette Teresiane Il monistero di s. Egidio fu sem Ginnasie. Piacque poscia a Bene pre riguardato con benevolenza dai detto XIV di trasportare vicino a Sommi Pontefici. Urbano VIII si .s. Pietro in Vincoli i monaci ma recava sovente a visitarlo, trattenen roniti, collocati nel i7o7 da Cle dosi entro la clausura colla religio mente XI, nel monistero, che fab sa famiglia, vi disse messa privata in bricò loro presso la chiesa dei santi chiesa, e comunicò le monache. Ales Pietro e Marcellino, ciò che avven sandro VII lo aiutò con limosine, ne nel i754. La chiesa de' ss. Pietro e gli assegnò venti scudi al mese. e Marcellino era stata titolare del Clemente XI, Clemente XII, e Be medesimo Benedetto XIV, ed aven nedetto XIV ne furono egualmente dola fatta rifabbricare, la fece con benemeriti, e da ultimo Leone XII sagrare dal Cardinal Malvezzi , e in molti incontri gli dimostrò la quindi la concesse col contiguo mo sua sovrana protezione. Tanta è nistero alle monache Carmelitane dunque la venerazione, che si ba Ginnasie, che vi passarono ad abi per questo rispettabile luogo, il quale tarlo, lasciando il primo lor moni- viene appellato arci monistero. Fra stero alle botteghe oscure. V. Chiesa le sovrane recatesi a Roma che l'o de' ss. Marcellino e Pietro. norarono in persona , va rammen Il monistero dell'Assunta di santa tata la vedova di Giovanni III, re Maria Regina Coeli alla Lungara, di Polonia, Maria, che vi si recava delle Carmelitane scalze riformate, ogni dì , e voleva ivi ritirarsi, se non fu eretto da d. Anna Colonna mo eiagno, obbligata come si a legge far ritorno nella cronaca nel re* glie di d. Taddeo Barberini, nipote di Urbano VIII, nell'anno i654, CAR XIV, a' 7 gennaio, CAR vi ammise alla £i in un alla chiesa contigua, con ar chitettura di Francesco Contini. Ivi professione religiosa d. Isabella Co particolarmente è pregevole il cibo lonna, col nome di suor M. Anna rio formato di pietre di valore , e Teresa Imelde di Gesù Crocefisso, il quadro di s. Teresa dipinto dal Ro che inoltre comunicò ed esortò, e manelli. Si chiamano queste monache poi vi fece ritorno a farne la vela di Regina Coeli (Fedi), non perchè tone, dopo aver celebrata la messa. secondo il loro religioso istituto, Lo stesso Pontefice vi vestì solenne ogni quattro ore recitino quell'anti mente dell' abito Carmelitano, nel fona nI suono della loro campana, i75?, d. Lucrezia, altra figlia del ma sibbene perchè alla Regina del contestabile Colonna , facendo da Cielo Maria fu dedicato il monistero paraninfo il pronipote di lui d. Gio. loro. La predetta d. Anna, che era Lambertini. stata congiunta in matrimonio con Il monistero poi e la Chiesa di d. Taddeo, dallo stesso Urbano VIII, s. Teresa , nella strada pia , alle con somma grandezza d'animo sos quattro fontane con disegno di Bar tenne il suo grado in molti fasti tolomeo Braccioli di s. Angelo in diosi incontri, e mostrò nobile for Vado, per le monache Carmelitane tezza nelle avversità della casa Bar scalze dette le Teresiane, fu cretto berini. Rimasta vedova, non solo dalla pia d. Caterina Cesi, figlia di sfondò a sue spese questo monistero, d. Olimpia Orsini, e di d. Federico ma volle ritirarvisi, ed esservi se Cesi duca di Acquasparta, vedova polta coll' altra confondatrice sua del marchese della Rovere. Questa sorella d. Vittoria, che professando rispettabile donna, nell'età di tren nel monistero di s. Egidio , nel tatre anni, si vestì Carmelitana nel nofrio i65.9, Barberini,nelle mani fratello del Cardinal di Urbano S.O monistero di s. Egidio, nè avendo accettato l' incarico di fondare il VIlI, la regola , prese il nome di monistero di s. Teresa la madre Chiara Maria della Passione. Uscen Ippolita Maria Colonna che n'era stata do poi da s. Egidio, nel i 654, m deputata, fu surrogata la Cesi , la qua compagnia della m. Teresa di san le avea assunto il nome di M. Cate Giuseppe, si recò in questo moni- rina di Cristo. Essa, in compagnia stero ad ordinarne l' instituzione , di altra monaca, si recò a fondarlo, per cui è riconosciuta per confonda e vi si ritirò a' 23 aprile i627, nel trice. Inoltre vi si ritirò, e vi fu pontificato di Urbano VIII, giorno pure tumulata d. Laura Tomacella in cui si celebra la festa di s. Gior loro parente. Il deposito di d. An gio martire. La prima messa fu ce na è di finissimi marmi neri, ed il lebrata ai i 5 del predetto mese, e busto è di bronzo. Il p. Biagio della quivi la fondatrice morì in età di Purificazione carmelitano scalzo, e quarantasette anni , ai 2 3 maggio Luigi Ignazio Orsolini pubblicarono i637. Questa chiesa e monistero, la vita di d. Vittoria Colonna car per essere vicini al palazzo aposto melitana scalza , . confondatrici del lico Quirinale, furono onorati dalle monistero, che per la sua santa vita visite di vari Sommi Pontefici, mas ebbe il titolo di venerabile, ricono sime nella festa di s. Teresa. Inno scendone le virtù in grado eroico cenzo XIII , avendovi da Cardinale Clemente XIII. Nel i746, Benedetto vestito due pronipoti , figlie del 5a CAR Carmelitani ne citanoCAR in loro favore principe Ruspoli , vi si recò nel i72i a dar loro solennemente il altri più antichi, cioè Giovanni V , sagro velo. Stefano V, Leone IV, Adriano II, CARMELITANI Calzati dell'an Sergio III, Gregorio VII ed Ales tica osservanza. Ordine religioso, sandro III che, al dire di Silvera, che trae il suo nome, e la sua ori accordarono parecchie indulgenze a gine dal Carmelo (Vedi), montagna coloro, i quali in alcuni giorni del della Siria, abitata in passato dai l' anno avessero visitate le chiese dei profeti Elia ed Eliseo, da cui pre Carmelitani, come dicono rilevarsi tendono i Carmelitani discendere , dalle loro bolle, approvate da Si per una non interrotta successione. sto IV nel i 477* Confermano poi Abitando separatamente in quali la medesima tradizione coll' offizio , tà di eremiti sul monte Carmelo che da tempo immemorabile recita parecchi di essi , riunitisi insieme no di s. Elia a' 2o luglio, nel qua nel secolo XII, ebbero nel i2o9 da le apertamente viene egli appellato s. Alberto, patriarca di Gerusalem duce, fondatore, e padre de' Carme me, una regola, che nel i226 da litani. Finalmente la corroborano Onorio III fu approvata. Tuttavia con diversi martirologi, e con altri essendo quest' Ordine grandemente monumenti, che si possono vedere benemerito, ed insigne nella Chiesa, nel p. Lezana annalista de' Carme è necessario riportare le differenti o- litani; nella Vigna del Carmelo del pinioni sulla di lui rimota origine, p. Daniele della Vergine Maria; nel e le questioni insorte su tale antichi lo Specchio del Carmelo del medesi tà, nonchè quanto altro lo riguarda. mo autore; ne' due tomi dell' Arse Tra i Carmelitani pertanto è tra nale istorico-lcologico del p. Fran dizione costante, che il loro venera cesco di Buona Speranza; nell' opera bile Ordine abbia avuto inconiin - del p. Sebastiano di s. Paolo; nella ciamento circa novecento anni avan Storia Cronologica, e nel Sacro ti la nascita di Gesù Cristo, dal san Carmelo italiano del p. Mariano to profeta Elia nativo diTesbe nel Ventimiglia, tutti riportati dal p. paese di Galaad, il quale fiori nei Annibale da Latera, nel suo Com regni d' Acab re d' Israele, e di pendio della storia degli Ordini re Giosafat re di Giuda. Provano essi golari, al capitolo X, e in altri mol tal tradizione con ragioni, autorità li autori, che per difendere la tan di scrittori, tanto carmelitani, che to contrastata origine de' Carmelita stranieri, e con quanto dissero i ni scrissero in diversi tempi, e par Pontefici Romani , principalmente ticolarmente verso il fine del seco Giovanni XXII, Sisto IV, Giulio III, lo XVII, e nel principio del seguen s. Pio V, Gregorio XIII, Sisto V, te, contro il celebre p. Papebrochio, e Clemente VIII. Benedetto XIII, ed altri continuatori di Bollando, nel i725, accordò loro di erigere nel tomo I : Acta sanctorum Bol- nella basilica vaticana, fra le statue landiana vindicataj e fu allora, che dei fondatori degli Ordini religiosi, sostenendosi con calore la contro quella di s. Elia con questa iscrizio versia se l'Ordine del Carmine fos ne : Universus Ordo Carmelitarum se fondato da Elia ed Eliseo profe fondatori suo sancto Eliae. prophe- ti, le parti contendenti cominciava tae erexit. Prima dei detti Papi, i no ad allontanarsi dai termini con- CAR quale fu veduta, CAR siccome diversi af53 venevoli, per cui il Pontefice Inno cenzo XII, Pignatlelli, a' 2o novem fermano, dalla cima del monte Car bre i698, colla costituzione i73, melo sotto la figura d'una nuvolet che si legge nel Bollario romano al ta, che ascendeva dal mare. Favo tomo IX p. 495, impose silenzio ai ri ella di poi in varie circostanze, due parliti, sotto pena di scomuni e ricolmò di grazie l'Ordine mede ca latae se.nte.ndae in caso di con simo, per cui in quel monte, e al travvenzione. Questa costituzione è trove è stata, ed è venerata con anche riportata da Tommaso Pas particolar culto qual patrona del cucci nel Compendio ad consult. ca- l'Ordine. Dimostrano i Carmelitani nonicas Pignattelli partII, p. 348. poi la loro discendenza da Elia fino Veggasi su questa famigerata que a Cristo per mezzo di Eliseo, e dei stione Papebrochio in Vita b. Alber figli de' profeti, e quindi pegli assidei ti die 8 aprilis p. 777, e nel Pro ed esseni, i quali erano uomini riputa pileo par. II. p. 39 ; Bellarmi ti giusti e religiosi nell' antico testa no lib. II, de Monachis cap. 39, mento, perchè affettavano un grado p. 24o, tom. II ; Baronio ad annum di santità più eminente di quella ii8i § i3, ed il Cardinal Petra, ordinata dalla legge, di cui zelan Commentar- ad Const• Apost., tomo do l' osservanza , vivevano per lo II, p. 273, non che il tomo I del più nelle campagne in istretta u- la Chronica dos Carmelitas del p. nione tra loro, separati dalla socie Pereira, il quale parlando dell' ori tà, e tutti occupati nella contem gine della sua religione, dice che il plazione, e nel lavoro delle mani. fondatore fu s. Elia, volendolo pro Per provare, che questi uomini dab vare con diversi fondamenti, fra i bene, e discendenti da Elia, esistes quali riporta la rivelazione della b. sero pure ne' tempi apostolici, che Vergine fatta a s. Pietro Tommaso, co abbracciassero con molto ardore la me si legge nell'uffizio di questo santo. religione cristiana, e si chiamassero Dopo s. Elia, scrive che s. Eliseo eremiti del monte Carmelo, addu abbia esercitato il generalato de'Car- cono l' autorità del vescovo di Ge melitani fino all' anno della creazio rusalemme Giovanni II, primo pa ne del mondo 32o4, cioè 849 anni triarca di quella città, presa dal ca prima della nascita del Redentore; pitolo 3o del libro a lui attribuito, indi descrivendo gli altri generali de Instiliiitione Monachorum, e di del Carmine in tempo della legge scrit retto a Caprasio, lune totius ordi- ta, passa a quelli della legge di grazia, nis eliani archimandritae, et abba in cui fu il primo a sostenere, co ti generali. Apportano anche l'au me egli crede, questo carattere s. torità di Giuseppe Antiocheno, il Gio. Battista, e lo convalida colla quale secondo il Possevino fiorì- nel testimonianza di fr. Gio. da Car- l'anno di Cristo i3o, e nel capito tagena francescano, nel tomo III de lo XII de perfecta militi a primiti- sacris arcanis Deiparae , ove si vae Ecclesiae , dice che i soli appoggia a molti testi de' ss. Padri. tari imitatori di Elia ed Eliseo al Dal menzionato profeta Elia questo tempo degli apostoli, discesero dal Ordine è detto anche Eliano j altri monte Carmelo, predicarono la fe però lo chiamano Mari-Eliano, da de di Gesù Cristo nella Gali s. Elia, e da Maria santissima, la lea, nella Samaria, e nella Pale- 54 CAB. CAR stina, et in Virginis Marine hono lemme, nè altra, meno quella ad essi rem in montis Carmeli declivio fa- data dal patriarca s. Alberto. Di fat bricantes oratorium, Salvatoris Ma- ti s. Broccardo, superiore degli eremi tri specialissime servierunt. Aggiun ti del monte Carmelo, fu quello che gono alle sopraddette autorità quella a lui la domandò vedendo aumen del Cardinal di Vitriaco, nel capo tarsi il numero de' suoi eremiti ; 52 della Storia orientale, da lui locchè dal patriarca s. Alberto gli scritta dopo avere scorsi que' paesi , venne accordato, onde scrisse una ed essersi trovato nel i 2 i 9 in Da regola e l' inviò a s. Broccardo e nnata coll' esercito de' cristiani, ivi ai suoi eremiti, che vivevano sot accampato contro il pascià d'Egit to la di lui ubbidienza, e dimora to. I sopraccitati scrittori, non che vano alla fontana di Elia sul mon il Bollario Carmelitano, par. I, pag. te Carmelo. Tal regola comincia co i , vogliono quindi, che a' religiosi si : Albertus Dei grafia Jerosoly- abitatori del monte Carmelo, e dei mitanae ecclesiae vocalus patriar- suoi dintorni parte eremiti, e parte cha, dilectis in Chrislo filiis Broc cenobiti, essendosi accresciuti, verso cardo, et caeteris eremitis, qui sub l' anno 4oo» il mentovato patriarca ejus obedienlia juxta fontem Eliae gerosolimitano Giovanni II desse la in monte Carmelo morantur, salu- regola contenuta nel menzionato li tem in Domino. V. pure il Butler, Vi bro de inslilut. Monadi. , regola le de' Santi, aprile pag. 94, che che da loro si osservò , finchè al dimostra aver s. Alberto data la tra non ne ottennero da s. Alberto, regola non prima dell' anno i 2o9. altro patriarca di Gerusalemme, ai Questi dopo essere stato trasferito 1 "> gennaio ii7i, o ii8(. Il p. da Innocenzo III iidl' anno i 204 Gros, generale dell'Ordine, verso il dalla chiesa di Vercelli a quella di i 4 i i , lasciò scritto nel suo Orlo Gerusalemme, fu il XII patriarca del Carmelo^ che il patriarca Gio Iatino di tal metropolitana. Il me vanni II diede al suo discepolo Ca- desimo santo chiamato dal detto prasio non una regola da lui com Papa al concilio generale XII, di posta, ma quella di s. Basilio, e che Luterano IV, nel i 2 i 5, non vi si questa essi osservarono sino all'al potè recare essendo stato ucciso nel tra loro assegnata nel iio5, o nel precedente anno da un italiano, per i 2o9 dal parmigiano s. Alberto. vendicarsi delle giuste correzioni fat Tuttavolta è in questione, che Gio tegli quando era vescovo di Ver vanni II patriarca gerosolimitano celli. Mori martire della giustizia , abbia dato la regola ai Carmelita sebbene i Carmelitani ne celebrino ni. Si legga l' autore della Storia la festa agli otto aprile con rito di degli Ordini monastici religiosi e confessore. militari, tradotta dal p. Fontana, La regola adunque scritta in die ove alla pag. 3 i7 si dice, che i ciotto brevissimi capitoli da s. Al Carmelitani non hanno ricevuto al berto, e da lui data a s. Broccar cuna regola, nè quella di s. Basilio, do, superiore degli eremiti del mon iiè il libro delle Istituzioni dei mo te Carmelo, successore nello stesso naci falsamente attribuito al detto uffizio di s. Bertoldo Malafaida di Giovanni II di questo nome , e nazione francese, il quale fu il pri XLII o XLIV vescovo di Gcrusa- mo che, lasciato il titolo di abba CAR alcuni pretendevano CAR che ivi solo po-• 55 te . e di archimandrita , prendesse all' uso de' latini quello di priore tessero dimorare), ma ancora in tutti generale; regola che da molti Carmeli i luoghi compatibili colla regolare tani si osserva; è appunto quella che osservanza : ordinarono che ne' viag nel i226 ai 3 gennaio, fu approva gi si potessero nutrire di erbe cotte ta da Onorio III, e altri dicono, tra nel brodo della carne, e navigando i quali Bergier, con diploma dato per mare anche di carne , restrin in Rieti ai 3o gennaio i226, cor gendo il silenzio da compieta sino retta in parte da Innocenzo IV, e all' ora di prima del giorno appres mitigata da Eugenio IV, come me so. Permisero loro ancora di man glio si dirà. Questa regola tratta giare nel refettorio, e regolarono la dell' elezione del priore, de' suoi do recita del divino ufficio, ch'essi di veri, delle celle de' frati in mezzo cono eseguire secondo il rito gero alle quali prescrive l' erezione di un solimitano. Tuttociò fu approvato oratorio , in cui tutti i religiosi da Innocenzo IV nel i248 colla bol dovranno adunarsi per assistere al la, Quae honorem, e confermato da la messa, e che fuori di tal tempo, altri Papi : onde quelli, che osserva e dell' uffizio divino stieno ritirati no le correzioni fatte da Innocenzo nelle proprie celle, ove si occupino IV chiamaronsi Carmelitani osser in orare, meditare, e nel lavoro del vanti la regola primitiva, e gli altri, le mani, meno un legittimo impe che seguirono quella mitigata da dimento. Prescrive altresì l' epoca altri Pontefici, si denominarono Car per celebrare i capitoli locali, e il melitani conventuali. digiuno dall' esaltazione della croce Nel pontificato di Gregorio IX , sino a Pasqua, la perpetua asti predecessore d' Innocenzo IV , per nenza dalle caini, il rigoroso silen una rivelazione della ss. Vergine al zio da vespero sino a terza del di beato Alaino generale de' carmeli seguente, la privazione di qualun tani, -molti di essi dalla Siria e Pa que cosa in particolare, e la recita lestina passarono in Europa , e da farsi dai frati laici, o conversi di quindi fondarono conventi in Ci alcune orazioni in luogo del divino pro, Inghilterra e Sicilia, propagan uffizio. Celebrano però i carmelita dosi altresì per la Francia, Germa ni calzati la messa, col rito dell'an nia, Italia e altri luoghi, per cui il tico messale Parisiense V. il Pal loro primo capitolo generale tenuto liasi Explicatio Missae, tomo IV. in Europa, ebbe luogo nel ìi/[.5, disser. XV. art. 4- nel convento di Ailesford in In A moderare e correggere tal re ghilterra. Eletto fu successore al gola, i Carmelitani spedirono due b. Alaino, il celebre b. Simone Stock, religiosi al Papa Innocenzo IV, il sotto il cui governo l' Ordine car quale vi deputò il Cardinal Ugo di melitano proseguì a moltiplicarsi mi s. Carlo , e Guglielmo vescovo di rabilmente ; ed il medesimo b. Si Antarada ossia Tortosa nella Fran mone Stock ottenne per esso, come cia. Questi vi aggiunsero il voto di si dirà poi, dalla ss. Vergine lo sca castità , indi dichiararono, che seb polare, e dai Pontefici molti privi bene i carmelitani fossero eremiti, ciò legi. non ostante potessero avere conventi In tempo del grande scisma d'Oc non solo nelle solitudini ( giacché cidente, incominciato nell'anno i378, 56 CAR in Italia furono CAR detti Listati, per si divisero i carmelitani in due par titi, secondo le ubbidienze che se cui in alcune pitture antiche tali liste guivano, di Roma o di Avignone, compariscono bianche, grigie e ne ognuna delle quali si elesse un ge re, ed in altre bianche e tanè ; in nerale, argomento di che diffusa alcune si veggono stese per lungo mente tratta il p. Sebastiano Fan- da cima a fondo della cappa, e in toni Castrucci carmelitano, nell' Isto altre poste a traverso a guisa di ria d' Avignone , pubblicata nel i678 fascie. Se ne vedono talvolta cinque, in Venezia. Per questo in epoca si e tal' altra sette, ed anche in mag lagrimevole per tutti gli Ordini re gior numero. Passati i religiosi in ligiosi, anche nel carmelitano s' in Europa, stabilirono di lasciare que trodusse il rilassamento dall'antico ste liste, ma venne l'ordine sospeso spirito, che durò sino al i43o, nel nel concilio generale XIV , lionese qual anno fu celebrato il capitolo II, celebrato da Gregorio X nel i 274, generale, in cui determinossi ricor acciocchè fosse più maturamente esa rere al Sommo Pontefice per por minato. Assunto però nel i285 al vi un opportuno riparo. Difatti il pontificato Onorio IV, non solo egli Papa Eugenio IV, creato a' 3 marzo lo confermò , come si ha pure da dell'anno i 43 i , vi prese provviden Tolomeo da Lucca, Histor. Eccl. lib. za, e ne mitigò il rigore, dappoichè XXIV, capo i4, ma per le istanze permise loro di mangiare la carne del p. Pietro di Milland generale tre volte la settimana , moderò il de' carmelitani, concesse, che lasciato digiuno dalla festa della ss. Croce l'abito d'allora siccome non decen «ino alla Pasqua, moderò il continuo te , assumessero la cappa bianca , silenzio, e concedette loro di uscire ciocchè si effettuò nel capitolo ge dalle proprie celle alcune ore deter nerale adunato nel i287 in Mont minate, e di passeggiare dentro la pellier, nel qual anno principiarono. clausura. Insorto poi il dubbio sul ad usare anche uno scapolare eguale digiuno, che alcuni superiori vole a quello donato dalla ss. Vergine vano osservato anche ne' giorni in al b. Stock, siccome affermano molti cui era permesso di mangiar carne, autori, fra' quali Sandero, Cornelio ricorsero a Pio II che, nel i4%, a Lapide , Papebrochio stesso , e il diede facoltà ai generali pro tem gran Lambertini, De festis, \. II , pore di ordinare in proposito ciò p. 37i. Fu approvato tale scapola che avessero stimato più confacente re dalla congregazione de' Riti nel- in proporzione della qualità delle l' uffizio della commemorazione so persone, de' luoghi e dei tempi. lenne della b. Vergine del Carmelo I Carmelitani vestivano dapprima a' i6 luglio, ed era di color tanè, un abito bianco ; ma i saraceni , simile a quello dell' abito o tonaca, presso i quali tal colore è segno di e del cappuccio, che portano di con nobiltà, avendoli obbligati a lasciar tinuo. Sullo scapolare sovrappongo lo, adottarono gli abiti formati a no nelle funzioni, e quando escono striscie secondo l'uso degli orientali, dal convento a beneplacito, la detta per cui in passato vennero chia cappa bianca con altro cappuccio mati Fratres Barrati, Birrati, Ra di egual colore ; abito che inoltre di diati, Stragulati, a motivo di tal poi fu approvato da Bonifacio VIII abito screziato a diversi colori, ed ai 25 novembre i295, coll' autorità
CAR da s. Pio V, collaCAR costituzione, Su 57 della costituzione, Justis petenlium, come racconta s. Antonino in Chron. perna disposinone del i 566 ; da Gre part. III, tit. 2o, cap. 5. V. il Ga gorio XIII, colla costituzione, Ut lani pi nelle sue Memorie della b. laudes, del i 8 settembre i 57 7 ; da Chiara, ove a p. i44 riporta eru Clemente X, colla costituzione, Com- ditissime notizie snll' antico abito mìssa nobis, degli 8 maggio i673, de' Carmelitani. non che da altri Pontefici. Dicesi, che il Pontefice Giovanni Insorte per la suddetta bolla di XXII, eletto nel i 3 i 6, abbia pub Paolo V da per tutto gravi dispu blicato in favore de'Carmelitani, ai te, e principalmente in Portogallo , 3 marzo del sesto anno del suo di cui fece la storia Paolo di Tutti pontificato, la celebre bolla, Sacrar i Santi, nella Clavis aurea par. II, tissinio iiti culmine, emanata in Avi cap. i 5, i Carmelitani furono denun gnone, chiamata volgarmente Sabr ziati all' inquisizione di Lisbona, ed Latina, perchè la b. Vergine, sicco il Pontefice, dopo maturo esame, me molti autori affermano , avea per fermare il corso alla controver promesso al beato Simone Stock sia, fece inviare nel i6i 3 all'inqui di levare dal purgatorio, nel primo sitore generale di Portogallo il pon sabbato dopo la loro morte , tutti tificio decreto , in cui si permet quelli che fossero ascritti alla fra teva a'pp. carmelitani di predicare, tellanza o confraternita di s. Maria » che il popolo cristiano poteva pia- del Cannine, della quale tratta il » mente credere il soccorso che Eaillet a' i5 agosto § 6, num. 34- » godono le anime de' religiosi, e IVel pontificato' però di Paolo V » de' confratelli del Carmine, cioè avendo egli a' 27 maggio i6o6 » che la beatissima Vergine co' suoi pubblicato la costituzione, Romanus » meriti, e colla sua intercessione, Ponlìfex, che si legge nel tomo V » principalmente nel giorno del sab- del Boll, roman. par. III, p. 227, » bato, aiuterà le suddette anime, con essa sospese tutte le indulgenze m che moriranno in grazia; se in accordate da' suoi predecessori a' rer » questa vita avranno portato l'a- golari. Ciò non pertanto i Carmeli » bito, serbata la castità nel loro tani di Portogallo seguitarono a pre » stato, quelli che sapranno legge- dicare la Sabbatina, bolla che seb » re , avranno recitato l' uffizio pic- bene sospetta a molti eruditi, fra i » colo della Madonna, e non sapen- quali a Launoio in Dissert. de car » do recitarlo, avranno osservati i melitani scapularis sodalitio , tom. » digiuni della Chiesa, e si saran- II, pag. 4o4, per non trovarsene » no astenuti dalla carne il mer- l'originale, nè per essere stata ap » coledì ed il sabbato, eccetto se provata dai Pontefici in forma spe » in tali giorni accadesse il Natale cifica, ma solo in forma comune, » del Signore. Vietava però che si tuttavolta era stata confermata in » potessero dipingere le immagini torno alle indulgenze e privilegi, che » della medesima Vergine Maria in concedeva a' religiosi e connati del » atto di scendere nel purgatorio Carmine, da Clemente VII ai i 2 a- » per levarne quell'anime ". Questo ^osto i53o colla costituzione Ex decreto, secondo Lambertini, De fe- Clementij da Paolo III colla costi stis B. M. Firginis, § 77, p. 282, tuzione Provisionis nostrae del i 534; trovasi nel bollarlo dei carmelitani 58 CAR dalla morte; ma CAR il Papa regnante tomo I, p. 62, tom. II, p. 6o i , con servandosene l'originale nella segre nel concistoro de' 6 aprile i 835 , taria del consiglio generale dell'in annoverò al sagro Collegio Placido quisizione di Lisbona. Maria Tadiui, dell' Ordine della b. Dai carmelitani ebbero origine le Vergine del Carmelo dell' antica carmelitane (Vedi), nel secolo XV osservanza , attual degnissimo arci i carmelitani riformati ( Vedi ) , nel vescovo di Genova, e gli conferi il secolo XVI i carmelitani scalzi o titolo presbiterale di s. Maria in Teresiani (Vedi), oltre i carmeli Traspontina degli stessi carmelitani. tani del terzo Ordine ( Vedi ). In Quest' Ordine insigne, oltre la questo benemerito Ordine, che colla congregazione di Mantova, e la vi costituzione 65 di s. Pio V, emanata caria di Sardegna , ora elevata a nel i567, fu riconosciuto per men provincia, ebbe sino a trentacinque dicante , insieme alle sue monache, provincie, sotto l'ubbidienza di un in ogni epoca fiorirono moltissimi solo generale, il quale risiede nel dotti e santi religiosi, come leggia convento di s. Maria in Trasponti mo nel citato autore della Storia na di Roma, siccome capo dell'Or degli Ordini religiosi, tradotta dal dine. In Madrid dimorava il vicario p. Fontana t. I, p. I, e. 44, non generale delle provincie Cismonta che dai pp. Gio. Gros, Francesco ne: ma per le attuali vicende per di s. Angelo, Emmanuele Romano Do la Spagna ora non vi è che un com menico di Gesù, ed altri carmelita missario apostolico, colle facoltà di ni, i quali composero interi volumi, vicario generale per la sola peniso per enumerare i soggetti del loro la, eletto dal Papa regnante, e re Ordine illustri per santità di vita , sidente in Roma. Il procuratore ge per le dignità ecclesiastiche eserci nerale dell'Ordine gode il privilegio tate, e per la loro profonda dottri di pronunziare il discorso nella Cap na. Un altro parimenti ne diede in pella pontificia, nella quarta dome luce il p. Domenico di Gesù, che nica di quaresima, e nella quarta tratta de' soggetti presi da questa domenica dell'avvento. religione per conferir loro la prima La prima chiesa concessa in Ro dignità della Chiesa. Essi, come ri ma a' Carmelitani dell' antica osser leva il Novaes nel tomo I, p. 84 vanza, fu quella di s. Giuliano ai delle sue Dissertazioni, contano fra trofei di Mario sul monte Esquili- i loro religiosi tre Pontefici, due an no. Presentemente hanno i Carme tichissimi , cioè s. Telesforo greco , litani tre conventi in Roma , colle eletto nel i 42 , s. Dionisio greco , chiese annesse che sono parrocchie, creato nel 26i, e il b. Benedetto e titoli Cardinalizi, cioè i.° la chie XII esaltato nel i 334, cne da car sa dei ss. Silvestro e Martino ai melitano passò abbate di Castello , Monti, che Bonifacio VIII nel i295 sebbene il Baluzio non sia di tal diede in cura a'Carmelitani, i qua parere. Leone XII, dopo avere tras- li ne furono assai benemeriti, giac latato dalla sede vescovile di Rieti chè ripete l'attual forma dal p. Gio a quella di Osimo e Cingoli mon vanni Antonio Filippini romano, signor Timoteo Maria Ascenzi car generale dell' Ordine, che v' impie melitano, mentre nel i828 lo vo gò grossa somma di danaro, e scuo- leva creare Cardinale, venne rapito prì l'antica chiesa sotterranea; 2.° La CAR vedere il p. Ventimiglia, CAR Cronolog. 5c) chiesa di s. Grisogono in Trasteve re, presso la quale fu già l' abitazione de generali latini a pag. i, e il p. de' Pontefici, e che Sisto IV nel Daniele, Speculum Carni- tom. I, i480 diede ai Carmelitani riformati pag. io2, ove riportandosi lo stem della congregazione di Mantova (Ve ma vi è la figura di Elia sul Ta- di); 3.° La chiesa di s. Maria in borre, avente nella bandiera lo stem Traspontina in Borgo nuovo nel ma^ dell' Ordine come sopra. i484 concessa ad essi da Innocenzo E però da avvertirsi, che lo stem VIII, ma che per essere stata demolita ma de' Carmelitani scalzi differisce affme di fortificare Castel s. Angelo, in questo sol punto, che la sommi fu data loro l'attuale incominciata tà del monte è intersecata da una a edificarsi da Pio IV nel i564, linea orizzontale, che forma una insieme al contiguo convento per croce, a denotare la vita più peni abitazione dei Carmelitani , peroc tente, che essi menano osservando chè già in avanti possedevano la la primitiva regola. Il monte poi vecchia chiesa di Traspontina. Al dello stemma figura il monte Carmelo; l' articolo Chiese, si riportano le no le stelle rappresentano Maria Santiss. tizie delle tre qui mentovate. che la Chiesa appella Stella marisj Sino al pontificato poi di Leone la corona è figura della di lei so XII, i Carmelitani ebbero il con vranità, essendo regina de' patriar vento e la chiesa di s. Maria di chi, e di tutti i santi ; la spada fi Montesanto, o Regina Coeli sulla nalmente impugnata dalIa mano di piazza del popolo in Roma, loro Elia, è simbolo del di lui zelo. concessa nel i662 da Alessandro CARMELITANI Riformati. La VII, venendo poi rifabbricato il prima riforma di quest' Ordine, do convento dall' architetto Girolamo po le mitigazioni della loro regola Teodoli. Abbiamo dal Bonanni , fatte da Papa Eugenio IV, si fu Catalogo degli Ordini religiosi , quella introdotta dal b. o ven. (co capo LXVI, che i religiosi Carme si detto pel culto immemorabile litani di detto convento non por che gode ) Giovanni Soreth france tavano cappello, coprendosi del solo se di Normandia, il quale avendo cappuccio ; vestivano come gli altri, principiato a riformare diversi con ma di panno più grosso di color venti, eletto XXV generale latino grigio, ed il mantello, o cappa di del suo Ordine in Avignone nel color bianco. Nelle memorie dei i45l, si applicò con indefesso zelo Carmelitani il detto panno grosso per restituire ne' Carmelitani l'anti veniva chiamato carpita, e ne trat co splendore, e la primiera osser ta il Du-Cange. vanza. I religiosi da coro a suo Lo stemma dei Carmelitani cal tempo vestivano di nero, e i laici zati e scalzi è sovrastato da una o conversi di color tanè , ond' egli corona, sulla quale sorge un brac lasciato il primo, prese il secondo. cio, la cui mano stringe una spada. Nel capitolo generale celebrato nel Nella targa evvi un monte acumi i472 in Asti fu quell'abito con una nato con tre stelle, cioè due late costituzione adottato per tutti i suoi ralmente alla sua estremità, l'altra correligiosi, i quali tuttora l' usano, nel mezzo dello stesso monte. Sullo giacchè vuolsi, che questo fosse l'an stemma di questo Ordine, si può tico colore dell'abito carmelitano, Co CAR do teologo, a cui CAR il p. Bonanni nel secondo l'opinione di alcuni, oltre quanto si disse all'articolo precedente suo Catalogo, capo LXVI, dà per CàRMEUTAHi. ll b. Sorelh inoltre fon compagno non solo, ma assegna an dò quattro monisteri di Carmelitane co il merito principale di tale isti nel i4^2, uno de' quali a Liegi, che tuzione al b. Angelo Agostino, det fu poscia trasportato ad Huy. Un to comunemente Angelino, donde il altro ne fondò a Vannes , benchè p. Francesco Tommaso insigne in per altro il fondasse Francesca di pietà e dottrina, e il p. Pietro Ste Amboise duchessa di Brettagna, che fano tolosano, che fu il primo vi dopo la morte del duca Pietro II suo cario generale della congregazione , marito, vi prese il velo l'anno i 4^7- passarono a Mantova a fare la ri Questo santo religioso soffri molte forma carmelitana. L' opinione per peripezie per introdurre tal riforma altro più abbracciata è, che il det ne' conventi , visitando a questo fine to p. Conecte introducesse la con quasi tutte le provincie d' Europa. gregazione nel convento di Girona, Quindi pel desiderio di vivere con al quale essendosi unito quello delle maggior ritiratezza, presso Nantes Selve, e l' altro di Mantova sotto il edificò un altro convento in un luo governo d'un superiore, che dap go chiamato Coets, ove pieno di principio avea il titolo di presiden meriti mori nel i/j85 santamente, te, si rivolsero tutti e tre al Pontefi sebbene il p. Annibale nel suo Com ce Eugenio IV per l' approvazione, pendio ec. , dice,, che morisse ad ed egli venuto in cognizione della Angres, nel i 47 r , e che Dio ha osservanza ed esemplarità con cui illustrato il suo sepolcro con molti vivevano tafi religiosi , sottrasse i prodigi. conventi dalla giurisdizione del pro L'altra celebre riforma de'Car- vinciale, e li lasciò soggetti a quella melita'ni, è quella della Congrega soltanto del priore generale dell'Or zione di Mantova, della quale si fa dine, concedendo loro molti privi autore il p. Tommaso Conecte fran legi, e la facoltà di eleggersi un vi cese, che avendola incominciata ver cario generale, che li governasse. Il so il i424, e nel seguente anno generale de' Carmelitani dell'antica nel convento di Girona sulle Alpi, osservanza non volle approvarne la nella diocesi di Sion, recandosi poi elezione, ma nel i442 yi supplì a Roma, la stabilì nel convento del Eugenio IV con autorità apostolica, le Selve nella Toscana. Da questo prescrivendo nella bolla perciò ema essendo passato all' altro convento nata, che, eletto il vicario generale di Mantova, riuscì il più celebre, e da due terzi del capitolo, si avesse diede il nome alla medesima con come per confermato senza rivol gregazione e riforma. Tattavolta vi gersi al padre generale , e ciò si do sono alcuni, che riconospono per di vesse godere dall' Ordine finchè lei autore il p. Giovanni Lapi fio continuasse a vivere nella esatta rentino, e vogliono che coll'autorità osservanza stabilita. d' una bolla di Eugenio IV avesse Bea presto fiorì e si propagò la principio nel convento di Mantova, congregazione di Mantova, contando mentre altri scrivono che fosse isti in Italia più di cinquanta conventi. tuita nel 1 4 i 3 in quello delle Sel Sisto IV avendo fatta proseguire la ve dal p. Giacomo Alberto profon- basilica della s. Casa di Loreto in- CA.R nero. Nel secolo CAR decorso i religiosi 6i cominciata da Paolo II, per mezzo del Cardinal della Rovere suo ni tralasciarono di eleggere il vicario pote, e primo protettore di questa generale, e di seguire la costituzio riforma, ne concesse ai pp. di que ne e nome della congregazione man sta congregazione la cura , per cui tovana, riunendosi all'Ordine carme vi dimorarono alcun tempo. Il me litano dell' antica osservanza , sotto desimo Cardinale , essendo passato la immediata giurisdizione del priore dal titolo di s. Balbina a quello di generale. s. Grisogono, volle che questa anti Mentre il p. Spagnoli era gene chissima chiesa fosse officiata dai rale de' Carmelitani, ebbero luogo suoi Carmelitani, facendo fabbricare due altre riforme, una in Francia il contiguo convento. detta la congregazione d' Alby , la Il p. Penso scrisse la vita degli quale governavasi da un vicario ge uomini illustri, che si resero distinti nerale eletto dal capitolo generale nella congregazione di Mantova, ma della congregazione di Mantova, che merita special menzione il p. Giam nel i58o fu riunita all'Ordine da battista Spagnoli, detto il Mantovano, Papa Gregorio XIII, l'altra istituita rinomato per santità di vita, e per presso Genova in un convento, che le sue opere, nonchè per essere sta prese il nome di Monte Oliveto, per to eletto sei volte vicario generale opera del p. Ugolino, il quale non con della medesima , e poi generale di tento dell'osservanza della regola mi tutto l'Ordine nel i 5 i 3, fatto in Ro tigata da Eugenio IV , volle intro ma nel capitolo generale. Procurò durre quella anteriormente dichia egli di dilatare in diversi conventi rata e corretta da Innocenzo IV , la riforma, e per mantenere in essa disegno che eftettuossi solo nel con il color tanè contro chi bramava si vento di Monte Oliveto , il quale , adottasse il nero nell'abito, rinunziò sebbene fosse solo , e soggetto inte al generalato, e morendo nel i5i6, ramente al generale dell'Ordine, pu gli fu eretto un magnifico sepolcro re nel pontificato di Leone X prese nella chiesa di Mantova. Inoltre Fede il titolo di congregazione . Nella rico I, duca di Mantova, collocò la Francia fu operata inoltre altra ri sua statua appresso quella di Virgi forma di Carmelitani verso l' anno lio nell'arco trionfale da lui eretto, i60.4 dal P- Pietro Bouhourt nel perchè, oltre queste doti, il p. Spa convento di Rennes nella Brettagna ; gnoli fu tenuto pel poeta più eccel poi fu perfezionata dal p. Teobaldo lente de' suoi tempi. I religiosi di e in seguito dai pp. Riccardo e questa congregazione differivano da Giovanni Baray. Nel capitolo provin gli altri, perchè in tutto l'anno nella ciale tenuto in Gand nel i6o3, pre feria seconda e quarta non mangia sieduto dal p. Silvio, si fecero diversi vano carne , vivevano con vita co decreti per istabilir la riforma, e in mune , e per altre particolari con breve per opera de' suddetti religiosi, e suetudini. Vestivano come gli altri di altri che loro si unirono, vennero Carmelitani , ed una volta non si fondati nuovi conventi sotto la me distinguevano da questi che pel desima osservanza , co' quali si for eappello , il quale nella parte supe mò la provincia Touranie. Da que riore era bianco , cangiandolo po sta , ad onta delle opposizioni degli scia in quello ecclesiastico di color altri Carmelitani , la riforma si dif 62 CAR rò con tutta l'CAR efficacia per intro fuse non solo in Francia, ma nelle Fiandre e in Italia. durre la stretta osservanza nella Ger Nell'anno i6i9, i pp. Desiderio mania , e gli riuscì di stabilirla in Planca da Catania , e Alfio Lican- diversi conventi di quelle provincie dro, ambedue della provincia di s. per mezzo dei pp. Antonio della pro Alberto, intrapresero altra riforma vincia di Touranie, e Gabjiele della nella Sicilia, ed i pp. Perrone e Sta- Nunziata della provincia di Fiandra, tella altra pure ne fecero in detta iso destinati a tal fine suoi commissari. la nel i727. La prima era composta Ad indurre tutti i conventi ad ab di quattordici conventi, cioè due nello bracciarla, mandò una circolare alla stato pontificio, tre nel regno diNapoli, maggior parte de' Carmelitani, ma e nove in Sicilia , e si appella di altro non ottenne, che molti, lasciata Monte Santo. La seconda è compo la tonaca di color nero , ne vestis sta di nove conventi , e si chiama sero altra di color tanè , o grigio Scala Paradisi. La prima fu dichia scuro, onde tutti quelli, che l'adot rata provincia, nel i646, da Papa tarono, vestono come gli altri del Innocenzo X ; la seconda lo divenne l'Ordine, e poco tra loro distinguon- coll'approvazione di Benedetto XIII. si, avendo tutti le stesse costituzioni L'una e l'altra non formano un corpo prescritte nel i635 dai religiosi del distinto , e separato dall'Ordine, stan la provincia di Touranie. Tali co do subordinate al priore generale. Am stituzioni essendo state confermate da bedue non ammettono gradi, e so Urbano VIII nel i639, fu quindi co lamente differiscono in questo , che mandato dal generale capitolo tenuto la seconda pratica vita comune , e in Roma nel i 645, che si osservasse la prima non la osserva, per la po ro colla conferma pontificia d' Inno vertà de' suoi conventi ora divenuti cenzo X in tutti i conventi riformati sette. Tutte e due queste riforme dell'Ordine, fondati e da fondarsi, af professano il primiero istituto car fine di mantenere l' uniformità. melitano , avendo rinunziato all' in Finalmente nel generalato del p. dulto di Eugenio IV, si astengono Teodoro Strazio, fu eseguita in Fran dalle carni come i carmelitani scalzi, cia altra riforma particolare dal p. e seguono la regola moderata da In Biancardo, in cui si dovea osservar nocenzo IV. la regola del patriarca s. Alberto sen La congregazione di Torino fu fatta za le dichiarazioni d' Innocenzo IV, nel i633, in quella città, ad istanza di e senza le mitigazioni di Eugenio IV, Vittorio Amadeo I, duca di Savoia, onde quelli che professarono tale rifor venendo destinato ad incominciarla il ma furono appellati Carmelitani del regio commissario p. Teodoro Stra primo istituto. Indi unitisi al p. Bian zio generale , e a promoverla il p. cardo alcuni religiosi , fabbricarono Luigi Bulla , cui successe il p. Do un eremo in Grateville, luogo della menico di s. Maria, che felicemente diocesi di Bazas, ove le celle, secon vi riuscì , istituendola nel convento do la regola primitiva, erano sepa della città di Torino, donde si di rate ; ogni frate vi mangiava solo ; latò ad altri conventi della provin ne' viaggi si astenevano tutti dalle cia del Piemonte. Il p. Antonio Fi erbe , ed altri cibi cotti nel brodo lippi romano, eletto in Roma gene della carne; e facevano il solo voto rale, a' 3o maggio i648, si adope- di ubbidienza , intendendo di com CAR a prendere le giuste CAR misure, affine 63 prendere in questo gli altri due. La qual riforma approvata dapprima di mandare ad effetto un tanto di dal medesimo generale p. Strazio , visamente. e poi nel i636 da Urbano VIlI, si Ad eseguire la meditata riforma, estinse per altro poco dopo. la s. Vergine pose gli occhi sul p. CARMELITANI Scalzi, o Tere- Giovanni di s. Mattia, e sul p. An siahi. Ordine religioso. S. Teresa tonio d' Eredia , ambedue cospicui di Gesù nacque a' 28 marzo i5i5 carmelitani per santità di vita, i in Avi la nella vecchia Castiglia, da quali , siccome bramosi di vivere Alfonso, o Alonso Sanchez de Ce- con maggior austerità, aveano deter peda , e da Beatrice d' Ahumada. minato di passare fra i certosini . Entrata nel monistero delle carme Si abboccò quindi pel primo col litane di detta città , vi professò la p. Antonio, ch' era priore del con regola religiosa nel i535 secondo vento di Medina del Campo, e poi alcuni, benchè il p. Federico di s. col p. Giovanni, che s' era recalo Antonio nella sua V ita dica , che da Salamanca a quest' ultima città , la professasse nel i537. Quindi comunicò loro il progetto della ri ispirata da Dio, stabili di vivere forma de' carmelitani, per ristabi sotto la regola prescritta all'Ordine lirlo nel primiero fervore ed osser carmelitano dal patriarca s. Alberto, vanza, e gli allettò a seguirne il e poi mitigata dal Romano Ponte divisamente, abbandonando quello di fice Innocenzo IV, con tanto ardore farsi certosini. Frattanto d. Raffaele di spirito, che non volendo servirsi Mexia Velasquez, cavaliere abitante delle concessioni apostoliche, la os in Avila, e concittadino di s. Te servò esattamente nel suo antico resa, le offrì una casa di campagna, rigore con tutta la perfezione, ed che aveva a Durvello, per erigervi ebbe l'autorizzazione, nel i562, da un convento di carmelitani scalzi , Papa Pio IV di stabilire una rifor ed essa avendola accettata, fece sa ma di monache, le quali seguissero pere ai summentovati religiosi, che il suo esempio. Vinte insormonta avea trovato il luogo per incomin bili difficoltà, in Avila stessa aprì ciar la sospirata riforma, purchè il primo monistero alle carmelitane essi avessero coraggio di abitarvi, scalze ( Vedi), col qual nome fu essendo piccolo e disagiato, al che rono appellate le religiose da lei risposero esser pronti. fondate. Ben presto il suo istituto Recatasi la santa islitutrice a propagossi colla erezione di parecchi Vagliadolid, ed ottenuta l'approva monisteri, e da tale successo ani zione dai due provinciali di Casti mata , concepl l' alto disegno d' in glia, presente e passato, richiesta trodurre la riforma anche ne' frati dal p. generale dell' Ordine , inviò dell' Ordine carmelitano , onde col il p. Giovanni a Durvelo, dandogli consiglio del p. Gio. Battista Rubeo l' abito per la riforma , ed alcuni generale, il quale l'avea facoltizzata sacri arredi per l'altare. Il religioso, a fondare un maggior numero di assunto tal abito, vi dimorò solo monisteri di monache, purchè rima dal principio di ottobre i 568 sino nessero sotto la giurisdizione de' su a quello di novembre , ed a' 2 7 di periori dell'Ordine, piena di mira questo mese, a lui si congiunse il bile e portentoso coraggio, cominciò p. Antonio d' Eredia , con un fiate 64 CAB. dopo tre anni CABfu trasportato il suo laico. Essi, dopo aver passata tutta la notte in orazione, nella mattina venerando corpo ad Avila sua pa seguente davanti il ss. Sacramento tria ; ma Sisto V nel i589 ordinò, rinnovarono la professione della ri ad istanza del duca d'Alba, che si forma, come fece il laico, rinun restituisse al monistero, ove avea ziando solennemente alla regola mi cessato di vivere. Ivi conservasi in tigata. Indi cambiarono i loro nomi, corrotto, senza la mano sinistra, che secondo il costume introdotto da s. venendo troncata dal provinciale Teresa tra le sue religiose, ed il de' carmelitani scalzi , fu riposta in p. Antonio aggiunse al suo quello Avila, e senza un piede, che nel di Gesù, e il p. Giovanni quello i6i5, fu mandato in Roma nel della Croce. Quindi visitati dal p. convento di s. Maria della Scala, provinciale, il primo fu fatto priore, nella qual città nel i622 canoniz e il secondo sottopriore. Questo se zata venne da Gregorio XV. In condo, per essere stato il principal quanto poi al p. Giovanni della cooperatore di s. Teresa, è ricono Croce, dopo aver sostenuto con in sciuto dai carmelitani scalzi quale vitta pazienza molte tribolazioni , confondatore , e poi meritò l' onore rese tranquillamente lo spirito a degli altari. Dio, a' i4 dicembre i5gi , nel Sebbene il convento di Durvelo convento di Ubeda nell' Andalu fosse il primo della riforma e la sia; ed avendo Anna di Penaloso sua culla, pure per principale viene levato segretamente dal sepolcro in riconosciuto quel di Pastrana eretto cui giaceva in Ubeda il corpo di a' i3 luglio i56g, perchè quivi la lui, trasportandolo di notte in Se regolare osservanza si stabilì nella govia, Clemente VIII ordinò, che sua vera perfezione, ed anche per fosse restituito al suo conve^o, e po chè quello di Durvelo, stante l'an scia venne canonizzato da Benedetto gustia del sito nel i57o, venne XIII nel i726. V. s. Teresa, e s. trasferito nella città di Manzera , Giovanni della Croce. onde ritornato all'antico proprieta La santa riformatrice prima di rio , venne dipoi nel i6i2 dai Car morire provò la dolce compiacenza, melitani scalzi acquistato, e vi eres di veder fondati più di diciassette sero un bel convento, proseguendosi monisteri di carmelitane scalze , e per altro a celebrare i capitoli ge quindici conventi di carmelitani nerali in Pastrana , che sempre volle scalzi, e mentre viveva, fu portato conservar la maggioranza. ll p. Gio il suo Ordine anche nelle Indie, e vanni della Croce ne'diversi conventi dopo la sua morte meravigliosa successivamente fondati, esercitò l' uf mente si propagò per tutta la cri fizio di maestro de' novizi , e fu stianità, fiorendo tuttora con im priore in quello d'Alcalà , ma sog menso vantaggio delle popolazioni. giacque ad una fiera persecuzione, Nel principio questi conventi erano dalla quale liberollo il credito di soggetti non solo al p. generale, s. Teresa, senza ch'ella potesse an ma ancora a' rispettivi provinciali dar esente da egual sorte. Nel i582, de' carmelitani dell' antica osservan tornando essa da Burgos, ove avea za (Fedi), i quali solo costituivano fondato un monistero di monache, dei priori, acciò vigilassero per man morì a' 6 ottobre in Alba, donde tenere in essi la riforma, fiatlle nel CAR che il capo di CARquesta congregazione 65 i58o, il Pontefice Gregorio XIII, ad istanza di Filippo II re di Spa si chiami preposito generale dell'Or gna , con una costituzione emanata dine degli scalzi , ossia dei primitivi, a' 22 giugno, separò i carmelitani di quelli cioè, i quali osservano la scalzi dai calzati , o dell' antica os regola dell'Ordine della beata Ma servanza, dando ai primi un pro ria del monte Carmelo, ed aggiunge vinciale particolare eletto dal loro la concessione , le comunicazioni , ceto, sebbene li lasciasse soggetti al l' estensione all' Ordine degli scalzi , priore generale di tutto l' Ordine. al suo preposito generale, ed a' suoi Sisto V, nel i587, vedendo che i religiosi, di tutti i singoli privilegi, conventi degli scalzi si moltiplicavano, facoltà, grazie, prerogative, indulti, concesse loro di poter eleggere un favori e concessioni accordate, o .vicario generale, finchè Clemente da accordarsi in futuro all'Ordine VIII col disposto della costituzione carmelitano dai romani Pontefici, 76, che si legge nel Bollario ro dai legati della santa Sede, dagl'im mano, tom. V, par. Il, pag. 468, peratori e principi. a' 2o dicembre i593, li divise e Quindi la riforma de' carmelitani separò affatto dagli altri carmelita scalzi dell'uno e l'altro sesso, dal ni , lor permettendo d' eleggersi il medesimo Clemente VIII fu, a' i3 proprio generale, ed annoverandoli novembre i 6oo, coll' autorità della eziandio fra gli Ordini mendicanti, costituzione 2 33 presso il citato Bol lo che poi approvò Gregorio XV. lario pag. 3 i6, divisa in due con Ecco poi come si espresse Cle gregazioni, di Spagna e dell' Italia. mente VIII, nella citata bolla Pa- In questa bolla, che comincia, In storalis officii de' 2o dicembre i593: Apostolico dignitatis , assumendo » Oinncs et singulas personas pracfa- il Pontefice per causa della sua de » tae congregationis discalceatorum, terminazione, l'aver saputo da testi » illiusque conventus,' domus, col- moni degnissimi di fede, e l'aver » legia, et provincias tam virorum, conosciuto per esperienza propria » quam mulierum, ab omni supe- » quantum utilitatis in Ecclesia Dei - rioritate, jurisdictione, gubernio, » piis eorum exercitiis, tuin oratio- » regimine, et administratione, sub- » nibus, mortificationibus, asperitate » jectione , obedientia, visitatione, » vitae, tuin praedicationibus, confes- » correctione, et emendatione tam » sionibus et sacramentorum admi- » generalis Ordinis carmelitarum, » nistratione ", giornalmente ripor » quam aliorum prselatorum , et tisi per i carmelitani scalzi, erige la » superiorum quacumque auctori- congregazione d' Italia, da possedere » tate fungentium, et functurorum, i conventi già fondati in Italia , e » et quantuinvis amplissimi* privile- tutti gli altri che si fonderebbero » giis, et facultatibus utentium et nell' Italia stessa, e negli altri luoghi, .,• usurorum, perpetuo eximimus et e regni fuori di quelli di Spagna; » libera iii us .... ipsamque congre- e dichiarandola immediatamente sog » gationem discalceatorum . . . sub getta alla Santa Sede, vuole che sia » immediata nostra et sedis aposto- governata, e retta ab uno prceposito » licae protectione, subjectione, gu- cuni definitorum inlervenlu t juxta » bernatione , et obedientia recipi- regularia efusdem ordinis statuta. » mas et subjicimus. " Ordina poi, Quindi alla nuova congregazione, voi. x. 5 GG CAB uno in Genova CAR con un monistero alle sue case , ai conventi , ai suoi superiori, o sudditi, accorda di po di monache, l'altro in Roma presso ter godere, senza alcuna differenza, la chiesa di s. Maria della Scala, eb di tutti i privilegi e di tutte le gra be un commissario generale indipen zie , tanto spirituali che temporali , dente dagli spagnuoli, e restò sogget già concesse , o da concedersi alla ta per ordine dello stesso Clemente congregazione di Spagna dalla Sede VIII al Cardinal Pinelli, allora pro apostolica. Così l'Ordine carmelitano tettore dell'Ordine carmelitano tan venne ad avere tre generali, ciascu to dei calzati , che degli scalzi. Gli no indipendente dall' altro. Indi a spagnuoli diedero il motivo di fon ciascuno di essi venne aggiudicata dare le due congregazioni, come quel la facoltà di ascrivere al sacro abi li che pretesero la riforma di s. Te tino, e di erigere fuori di Roma le resa non dovesse uscire dalla Spa confraternite del sacro scapolare esclu gna, facendo ogni sforzo perchè non sivamente agli Ordinari : e appunto s'introducesse altrove. Ma stabilita in grazia d'una tale separazione dai in Italia, rapidamente passò in Fran carmelitani calzati, e di una tale cia, in Germania, in Polonia, in Fian autorità ne' generali dei carmelitani dra ed altrove, ed anche in Persia, scalzi , il Papa Pio VII , dietro ad giacchè fino dal loro nascere parti un favorevole voto d' un maestro rono per le missioni , ebbero con di cerimonie della cappella pontifi venti in Hispahan , in Sindi , nel cia, con rescritto emanato per orga Mogol, nel Malabar, in Bassora, in no della segreteria de' memoriali ai Goa, nel Monte Libano, in Aleppo, 5 febbraio i82 i, accordò facoltà di nel Monte Carmelo, e in altri luo aver luogo fra gli altri superiori ge ghi dell'Indie Orientali e della Si nerali nelle cappelle pontificie al ge ria, non che in America, esistendo nerale, e procuratore generale della ne moltissimi tuttora , i quali frut congregazione d'Italia, salva proela- tuosamente esercitano le sante mis tione illorum, qui enunciato privile sioni, d'intelligenza e dipendenza gio jam inveniuntur donati. dalla congregazione di Propaganda, La prima per la Spagna , e pel la quale, come si dirà , prova ed Portogallo conteneva dieci provincie, istruisce in Roma nel collegio di una delle quali in America, e que s. Pancrazio i carmelitani scalzi nel ste numeravano cento sessantun con l'apostolico ministero. Paolo V diede venti di religiosi, e novantaquattro poscia ai carmelitani scalzi la facoltà monisteri di monache. Quella d'Ita di fondare conventi colla sola licen lia abbracciava tutte le altre nazio za del vescovo, e sotto il suo Pon ni , con un generale residente in tificato essi passarono in Francia , Roma, possedea trecent'ottantatre con mentre regnava Luigi XIII, che loro venti nell'Europa, che formavano ven permise di stabilirsi in Parigi , po titre provincie , fra' quali sette ne nendo nel i6i 3 la prima pietra avea la Francia, in cui eranvi ses nella chiesa di essi la regina madre santanove monisteri, ed oltre a ciò Maria de Medici. ebbe sino a venti conventi nell'Asia. Si professa dai carmelitani scalzi Sebbene questa congregazione d'Ita la regola di s. Alberto senza le miti lia, detta di s. Elia, non avesse da gazioni di Eugenio IV, e si praticano principio che due conventi di frati, da essi molte austerità , che sono CAR della congregazione CAR d'Italia, ovvero 67 descritte dal p. Annibale da Latera, nel citato Compendio, al capit. XIII, di s. Elia , non portano alcun cap Dei frati carmelitani scalzi. Si al puccio, fanno uso del cappello nero, zano a mezza notte per recitare il colle sole due falde laterali alzate; mattutino, meno i conventi di stu quelle però della congregazione di dio, inoltre a differenza de' calzati , Spagna non si distinguono nel ve celebrano la messa e recitano l'uffi stire dai sacerdoti, facendosi essi sol cio divino secondo il rito della Chie tanto la corona clericale', comune ai sa romana ; fanno ogni giorno due sacerdoti d' Italia. Finalmente i con ore di orazione mentale, si discipli versi esercitano la professione di spe nano, non mangiano carne che nei ziale, in que' conventi ove vi sono viaggi di mare , osservano parecchi le spezierie, delle quali si tratta al digiuni, e dormono sopra un sacco termine di quest'articolo. Di questi ne di paglia. Vestono tonaca e sca laici si fa menzione dal p. Cassiano polare color tanè, ed un mantello carmelitano scalzo alla parola Do bianco di panno . Sullo scapolare nati, e dal Bonanni, Catalogo degli portano il cappuccio color tanè, su Ordini religiosi, cap. 68, nel quale cui pongono quello di color bianco ne riporta la figura, come ne' capi quando assumono il mantello egua precedenti esibisce quelle de' carme le, incedono scalzi, co'sandali di cuoio, litani calzati, riformati e scalzi. ma i carmelitani della congregazio Nelle costituzioni de' carmelitani ne di Spagna li usano fatti di ca scalzi si ordina, che in ogni pro nape, vietandosi affatto a tutti l'uso vincia vi sia un convento fabbrica del lino. Siccome in quasi tutti gli Or to in qualche solitudine , all' uso dini religiosi, oltre i sacerdoti, vi sono delle Certose, e che questo non sia i laici religiosi assegnati alla vita ope se non un solo, detto comunemente rativa di Marta, ed impiegati negli deserto. Siccome i primi religiosi uffici servili, così parimenti ve ne carmelitani furono eremiti, che vi sono fra i carmelitani scalzi , e si vevano sotto la ispezione d' un su chiamano fratelli Donali. Tra le opere, periore, quindi i carmelitani scalzi ch' essi esercitano in servigio dei con si fecero la detta legge di aver in venti, l'una è il cercare l'elemosina, ciascuna provincia un convento, con siccome mendicanti, sebbene per in suo deserto, o romitorio. È a sa dulto pontificio posseggano dei beni. persi, che questa casa somiglia a I laici di queste due congregazioni quella- de' certosini, e solamente il non vengono ammessi alla professio recinto è più vasto, sia in giardino ne solenne, se non dopo fatta una che in boschi, affine di contenere lunga prova di più anni , compita più celle separate. Quando il prio la quale, emettono i tre voti di ob re ha permesso ad uno de' suoi re bedienza , castità e povertà al pari ligiosi di passare qualche tempo in dei tre religiosi coristi ; con questo una di queste celle, vi si ritira per che nella congregazione d' Italia vi darsi unicamente alla orazione, e aggiungono un quarto voto, di non agli altri esercizi della vita mona pretendere giammai alcuna mutazio stica, cui adempie in privato alle ne di abito, o di salire a grado più stesse ore che nel convento . Regna alto di quello, al quale Iddio gli ha tra essi un silenzio quasi continuo, e chiamati. Quindi i laici, o conversi appena si veggono alcuna volta in questa68 specie di CAR deserto. Non pos tino, nipote di CAR Clemente XII , e sono abitarvi nè novizi, nè giovani carmelitano scalzo, fu fatto, ad on professi, nè i deboli, i cagionevoli, i ta della sua ripugnanza, vescovo di malinconici, e i poco inclinati agli Arezzo, e nel i 7 3 i dallo zio fu creato esercizi spirituali: sempre poi devo Cardinale prete di s. Martino a'Mon- no esser abitati da tre o quattro ti, e vicario di Roma, morendo con solitari, che devono dimorarvi, per fama di tal santità, da trattarsene istruire e formare gli altri. Ma ul la beatificazione. Parlano lungamen teriori notizie sulla istituzione di te dei carmelitani scalzi, gli autori questi deserti, sulle osservanze di della vita di s. Teresa, Francesco chi vi si ritira, sulle penitenze, sui Martinez, e principalmente Giambat digiuni, sulle orazioni, e a chi in tista Lezana, AtmaI. Ord. B. M. V. essi si possa accordare l' ospitalità , de Monte Carmelo, Romae i656. esclusi i secolari, ne porge il p. An In Roma i carmelitani scalzi nibali citato, capitolo XIII pag. 224, hanno tre chiese di titolo Cardina e seg. Per causa di tali deserti, al lizio, cogli annessi conventi, cioè s. cuni scrittori annoverano i carme Maria della Scala , s. Maria del litani scalzi tra' solitari dell' Occiden la Vittoria, e s. Pancrazio fuori la te. I carmelitani scalzi di Francia, porta di questo nome. Di esse si per supplire in qualche modo al tratta all' articolo Chiese, onde qui difetto di un terreno vasto, che po diremo soltanto come sieno state con tesse servire di romitorio, aveano cedute all'Ordine. fatto edificare una piccola cella nei S. Maria della Scala fu edifica loro giardini, ma poi Luigi XIV ta nel i5cp dal Cardinal di Como, donò loro il gran romitorio presso in onore della b. Vergine, la cui la città di Louviers nella diocesi immagine trovossi su d'una scala d'Evreux in Normandia, che descris in questo luogo, quindi fu conce se Villefore nelle sue Vile de' Pa duta nel i597 dal Pontefice Cle dri del deserto di Occidente, to mente VIII ai carmelitani scalzi. mo II. La chiesa di s. Maria della Vit Innumerabili persone illustri per toria fu eretta dai carmelitani scal santità, per dottrina, per dignità ec zi in onore dell' apostolo delle genti clesiastiche, ed eziandio per isplendi- in uno all' annesso convento, cui di natali, sono fiorite tanto tra le venne aggiunta la facciata dal ce carmelitane scalze, che tra i religio lebre Cardinal Scipioni Caffarelli si del medesimo Ordine, il cui gene Borghese , in compenso della sta rale della congregazione d'Italia pren tua di Ermofrodito da essi rin de il titolo anche di priore del venuta ne' fondamenti della medesi monte Carmelo. Fra quelli, che si ma. Passati dieci anni, nel i622, sono distinti cogli scritti e con ope prese il titolo di s. Maria della Vit re stampate, meritamente prendono toria per le vittorie riportate in Ger il primo luogo s. Teresa loro isti- mania sugli eretici, e per la di lei tutrice, e s. Giovanni della Croce di immagine collocata nell'altare prin lei coadiutore, de' quali abbiamo o- cipale, proveniente dalla detta re pere ascetiche piene di dottrina e di gione. Nella dispersione generale sapienza celeste. Nel secolo decorso degli Ordini religiosi, avvenuta do fr. Giapnantonio Guadagni fioren- po il i809, il convento fu venduto CAR chiesa di s. Susanna, CAR cioè nel con 69 e spogliato , finchè i rellgiosi car melitani scalzi lo ricuperarono nel vento della detta chiesa di s. Paolo. i8.4. Giunto ciò a notizia di certo Fran La chiesa di s. Pancrazio fu da cesco Cimini signore napoletano, pel ta a' Carmelitani scalzi nel pontifi desiderio che nutriva per la conver cato di Alessandro VII. Nel conven sione degl' infedeli , lasciò morendo to contiguo evvi il collegio de' reli nel i6o8 a' carmelitani scalzi l'an giosi, che si vogliono recare alle nua rendita di tremila ducati, per missioni nella dipendenza della sa chè la erogassero pel seminario delle cra congregazione Cardinalizia di loro missioni. Intanto avendo Paolo Propaganda, istituzione eh' ebbe la V fatto incominciare l'erezione di seguente origine. Il p. Pietro della un analogo ospizio presso piazza Madre di Dio, carmelitano scalzo, e Farnese, per istabilirvi un apposito commissario apostolico, desiderando convento per le missioni , nel i 6 i 5, d'impiegare i suoi correligiosi nelle temendo che ne potesse derivare missioni, manifestò questo divisamen pregiudizio alla congregazione, col te al Pontefice Clemente VIII, di dichiararsi da essa indipendente , cui era predicatore, il quale con risolvette, che il seminario, o colle suo breve spedi quattro carmelitani gio si collocasse nel nuovo convento scalzi in Persia a' i4 luglio i6o4; della chiesa di s. Paolo alle Terme ma essendo egli morto mentre i Diocleziane, che poi prese il nome religiosi erano arrivati in Polonia , di s. Maria della Vittoria, col titolo Paolo V nel i6o5 li autorizzò a di Seminario della Conversione di proseguire il viaggio. In questo an s. Paolo, onde progredendo felice no si adunò in Roma il primo ca mente per le cure del p. generale pitolo generale, dopo che la con Giovanni di Gesù Maria , nel pon gregazione d' Italia, appellata di s. tificato di Alessando VII ed in virtù Elia, si era divisa da quella di Spa del suo breve, Decet Rom. Pont. gna chiamata di s. Teresa, ed in dato a' 24 settembre i655, confer esso i capitolari emisero il voto mando quello da Urbano VIII ema di recarsi alle missioni a predicare nato nel i632, Romanus Pontìfex, il vangelo. Quindi vedendo necessa acquietò le controversie insorte, e ria l' erezione di opportuni semina per l'autorità dell'altro breve, In ri o conventi per istruir quelli, che scrutabili, del primo marzo i662, si sentivano chiamati a tal carrie fu trasferito nel convento di s. Pan ra, ottennero dallo stesso Paolo V, crazio, concorrendovi coll' assenso il a' i5 dicembre i6o5, il decreto Cardinal Maidalchini, abbate com Tolius orbis terrarum, col quale mendatario della chiesa. Pertanto per venne loro conceduta facoltà di lo zelo e la prudenza del p. Dome erigerne uno in Roma, e tempo nico della ss. Trinità, generale d'al raneamente, coll' autorità del bre lora , a' 6 marzo di detto anno , ve Romani Pontificis , emanato ebbe incominciamento colla dipen dallo stesso Paolo V nel i 6 i 3 , denza dal generale pro tempore, e venne destinato il convento di suo definitorio, restaurandosi la chie s. Silvestro di Monte Compatii sopra sa colla spesa di duemila scudi. Frascati , e poco dopo s' incominciò Sulle qualità, che si richieggono da l' erezione d' un ospizio presso la quei religiosi , i quali bramano recarsi 7o CAR GAR alle missioni, ed altri uffici relativi, ossa la chiesetta ed il convento, il tratta Carlo Bartolomeo Piazza, Ope perchè i carmelitani scalzi nel ij5i, re pie di Roma, trattato IV, capo fecero acquisto del palazzo Rocci XXVIII. Noi solo ricorderemo, che presso il mentovato collegio inglese, fra le altre cose, dopo otto giorni e la chiesa di s. Maria di Monser- dal loro ingresso, debbono emettere rato , ove trasportarono l' ospizio , il voto di recarsi a qualunque mis ed edificarono sotto il medesimo sione, sia per conversione di eretici, una piccola chiesa. sia di gentili, sia d'infedeli. L' origine poi delle spezierie an Inoltre i Carmelitani scalzi hanno cora pel pubblico nei carmelita in Roma l'ospizio di s. Teresa presso ni scalzi è accaduta in vari tempi, il collegio inglese, residenza del ge secondo la varietà delle provincie. nerale e procuratore generale della La spezieria del convento della Sca congregazione d' Italia, abitandovi la in Roma conta circa cento cin anco il procuratore generale di quel quanta anni. I poveri ne han go la di Spagna. Anticamente questa duto, e ne godono per le carità avea l'ospizio e la chiesa di s. Anna fatte loro continuamente , fra le alle quattro Fontane, che Pio VII quali non è piccola quella di ca diede alle monache adoratrici per var sangue, e denti a chiunque petue del ss. Sacramento, le quali vi concorre, senza pretendere co il regnante Pontefice ultimamente sa alcuna , o a pagamento , o in ha trasferite nel monistero, e chiesa rimunerazione ; e la gratitudine di s. Maddalena al Quirinale. La della mendicità soccorsa compar congregazione d' Italia , sulla piazza ve precipuamente nei pontificati di del monte di Pietà, aveva l'ospizio Clemente XIV e Pio VI, negli at con una chiesa dedicata a s. Teresa, testati , che distesero in proposito i e a s. Giovanni della Croce, fabbri parrochi della regione di Trasteve cata l'una, e l'altro nel palazzo già re. L' utile ritratto dalla vendita dei de' Barberini, ove abitò Urbano VIII generi andò sempre, almeno in par nel suo Cardinalato, cioè al destro te, pel culto di Dio, e nella manu lato di detto edifizio, al quale nel tenzione, e nell'ornato delle chiese. suo ingrandimento fu compresa la Il Papa Leone XII, per organo del chiesa e l'ospizio, il che avvenne Cardinal Bertazzoli, allora protetto nel pontificato di Clemente XII. Fu re di tutto l' Ordine carmelitano , acquistato tal palazzo dal Cardinal nel i828, accordò che il risultato Francesco Barberini nel i734, per delle spezierie della provincia roma residenza de' superiori generali della na cedesse non solo a benefizio del congregazione d' Italia. La chiesetta le chiese e conventi , di cui forma fu benedetta dal Cardinal Guadagni no una proprietà; ma eziandio ad a' i6 gennajo IJ35, ed il Papa, utile delle altre case della provin col breve , Exponi nobis nuper fe- cia stessa troppo bisognose di aiuto cerunt, emanato a' 2 i marzo, con dopo le note vicende del i 8 i 4- E cedette diversi privilegi a tal con il regnante Gregorio XVI, con di vento , che dichiarò soggetto in spaccio del Cardinal Lambruschini perpetuo ai superiori maggiori. Non prefetto della congregazione degli andò guari, che per l' edifizio della studii , in data de' 29 settembre deposi leria, furono incorporati ad i 838, ordinò con piena soddisfa/io- CAR In questa regola CAR pertanto si dà 71 ne de' religiosi, il modo da tenersi in Roma nell' esame ed approvazio la facoltà di ammettere nel terz' Or ne de' nuovi conversi esercenti , ad dine ogni sorte di persone d'ambo oggetto di rilasciar loro, o l'alta, o i sessi , nonchè ecclesiastici e seco la bassa matricola. Non è poi a ta lari, fanciulle, vedove e maritate, cersi , che nel Pontificato di Pio purchè di vita esemplare si mostras VIII, e dal settembre i829, gode sero degne del patrocinio della b. la spezieria della Scala l' onore di Vergine, alla quale devono profes poter somministrare l'occorrente per sare una special devozione. Sono poi la sacra persona del sommo Pon esclusi coloro, che fossero stati ri tefice , ed in seguito meritò anche cusati da un altro terz' Ordine , i d' essere prescelta a dare i medica sospetti d' eresia, i disubbidienti al menti alla famiglia, e guardia sviz la sede apostolica , e quelli che a- zera pontificia, nonchè alla brigata vessero alcun' altra imperfezione, do de' carabinieri. vendo aver mezzi da vivere, ovve CARMELITANI dei terz' Ordi ro il modo di procacciarselo con la re. Sebbene alcuni autori carmeli vorare onestamente. Consistono gli tani facciano antico quest' Ordine obblighi dei terziarii di fare un an quanto il loro, secondo che si è in no di noviziato innanzi di profes dicato all'articolo Carmelitani cal sare. I chierici hanno da recitare zati deW antica osservanza [Vedi), l' uffizio divino secondo il rito della riportando fra le altre opinioni quel Chiesa romana , o delle rispettive le di Diego Martinez Coda nel Trat diocesi, e 'i secolari che sanno leg tato sui terziarii, stampato nel i5o,2, gere sono egualmente tenuti a re in Siviglia ; pure l' altro carmelita citarlo secondo il rito de' carmelita no Silvera, Opuscul. var. Resol. 38, ni, ovvero quello della Madonna , ingenuamente confessa che, nel i476, mentre quelli, che non sanno legge sotto il pontificato di Sisto IV, del re, devono ogni giorno recitare venti la Rovere, ebbero principio i ter Pater ed Ave, e nelle domeniche ziarii carmelitani , essendo stato il e feste solenni quaranta pel mattu primo istitutore nel i22i d'unter- tino , quindici pel vespero , e sette z' Ordine di s. Francesco, dappoichè per cadauna delle tre ore canoni quel Papa concesse ai superiori dei che. Sono obbligati a digiunare in carmelitani di poter dare l'abito, e tutto l'avvento, in tutti i mercordì la regola dell'Ordine loro alle per dell'anno tranne quello che cade sone dell' uno e l' altro sesso , che nell' ottava di pasqua , nella vigilia l' avessero domandata. Comunque dell' Ascensione, e del Corpus Do sia, i fratelli e le sorelle del ter- mini, in quelle delle principali fe z Ordine de' carmelitani, anticamen ste della Madonna, compresa quella te non avevano altra regola che del Carmine, la cui festa cade a' i 6 quella del primitivo Ordine, data dal luglio, e in tutti i mercoledì e sab patriarca s. Alberto, avendone verso bati inclusive dall' esaltazione della il i635 nel pontificato d'Urbano VIII ss. Croce all' avvento, e dal Natale avuta un'altra dal p. generale Teo sino a quaresima. In tutto l'anno doro Strazio, la quale, nel i678, poi si devono astenere ne' mercole fu riformata dal p. Emilio Giaco dì dalla carne, eccettuato quello in melli, vicario generale dei carmelitani. cui cadesse la natività di G. C. 73 CAR giosi, perchè non CAR fanno i voti so L'abito de' fratelli, e delle sorelle del terz'Ordine deve essere una veste lenni, ciò non ostante le loro con lunga, che dia nel colore nero o rosso, gregazioni sono veri Ordini, e sotto fermata con una cintura di cuojo un tal nome sono stati approvati larga due dita, collo scapolare lar dai Sommi Pontefici. V. Manua go mezzo piede, e lungo sino alle le de' terziari carmelitani, Nizza ginocchia, e colla cappa bianca, che i745. dovrà arrivare alla metà delle gam CARMELO (Carmelus mons). be. Le sorelle adoperano un velo Monte della Turchia asiatica nel bianco senza soggolo, ma tanto es pascialato d'Acri , il cui nome si se che gli uomini, ne' luoghi in cui gnifica vigna di Dio, per la sua non sono compatibili tali abiti, por gran fertilità ed amena posizione. tano vesti secolari d'un colore, che S' innalza cinquecento tese sopra il si avvicina al tanè. In alcuni luoghi livello del mare, e può dirsi un si videro terziarie de' carmelitani composto di colline unite, che cir scalzi colla cappa della predetta lun condano una valle, una delle quali ghezza simile a quella dei religiosi, e si estende fino al Mediterraneo. per lo più esse fanno il voto di casti Nella divisione della terra di Ca tà, che per lo pivi viene emesso an naan, fatta da Giosuè, questa mon che dalle altre terziarie, le quali vivo tagna toccò alla tribù di Aser, aven no nelle proprie case coll' abito del do a mezzodì quella di Manasse. l' istituto. In Italia e nella Spagna, Posto in quella parte di Palestina molti del terz'Ordine carmelitano fra la Galilea e la Samaria, gli si fiorirono Non si per dee santità confondere di vita. quest'isti danno tredici leghe di circuito, ed è celebre questo monte negli annali tuto colla confraternita dello scapo della religione pel soggiorno ed i lare della Madonna del Carmine, miracoli dei profeti Elia ed Eliseo, dell' origine del quale non conven e pel soggiorno di migliaia di reli gono gli autori, sebbene sia certo, giosi nelle grotte scavate nella roc che fu istituito dopo che il b. Si cia , di cui si veggono gli avanzi. mone Stock ricevette lo scapolare Nella falda del monte si addita la dalla ss. Vergine, coll' ingiunzione grotta, che dicesi di Elia, e che di farlo assumere dai suoi religiosi onorata viene anche dai turchi e qual divisa del loro Ordine. Certo dagli arabi. Più in alto v' ha quella è altresì, che simili confraternite già del discepolo Eliseo, che fu perciò esistevano nell'anno i 262 , mentre assai celebre anche presso i giudei. nel bollario dell'Ordine parte I, Quivi adoravasi in un tempio fa pag. 27, si registra una costituzione moso una divinità chiamata Caìme di Urbano IV degli 8 maggio i262, lo, e vuolsi che Vespasiano impe in cui concede ai carmelitani di ratore, verso l' anno 72 dell' era ascoltare le confessioni confratrum, cristiana, vi oflrisse un sagrifizio et familiarium. La confraternita del alle deità ivi adorate. Carmine non è il terz'Ordine, come I Carmelitani , che riguardano alcuni hanno scritto, giacchè le con i menzionati due profeti per loro fraternite non hanno regola, ma fondatori principali, vi ebbero mo- solo statuto. È vero che ai terzia nistero e romitaggio sino dalla più ri! non conviene il nome di reli- rimota antichità. Dell' attuale mo- CAR CAR 73 nistero ivi esistente si parlerà in ap tulu-io eretto, e da tempo immemo presso. Si chiamarono monache del rabile dedicato alla beata Vergine Monte Carmelo quelle trovate dal del monte Carmelo, la cui conser l' imperatrice s. Elena nel IV secolo, vazione fu sempre a cuore de' fedeli, come si disse all' articolo Carmeli soprattutto ai religiosi Carmelitani tane. ll Bostio asserisce, che Maria, custodi di esso. Questo sagro tem una di esse, fu preposta dall'impera pio , che nelle vicende de' secoli fu trice a dirigere il monistero dalla sua replicate volte demolito dagl' infe pietà fondato presso il s. Sepolcro, a- deli, e ricostruito dai Carmelitani, vendo avuto a succederle nella quali venne, nel i82 i, diroccato quasi fica di superiora s. Sineletica, s. Sara, dalle fondamenta per una fatale ed una vergine chiamata Romana, ov irruzione militare. Pio VII, mosso vero Nonna. Sopra questo monte l'Or dalle preghiere de' Carmelitani scal dine carmelitano indubitatamente zi, che si accinsero a riedificarlo ebbe l'origine, raccontando il p. Sa colle pie oblazioni , autorizzò i su raceno a carte 287 del Menologio periori dell'Ordine a questuare per Carmelitano, che nel i 2o9 o nel rinvenirne i mezzi. Difatti, nel i828, i 2 i 2 , Giovanni di Vescy signore nel giorno appunto della festa del di Alnelvico, e Riccardo di Grey, Corpus Domini, in cui sette anni signore di Codenore, ambedue no prima era stato distrutto l'antico, bili inglesi, e crociati della sagra fu gettata la prima pietra negli guerra coutro gl' infedeli, traspor stessi ruderi e sull' area del prece tarono in Inghilterra alcuni religiosi dente. Quindi premuroso il regnante del Carmelo, e che in Alnelvico si Pontefice, che si portasse a compi fondasse il primo convento di que- mento opera così rilevante, concesse st' Ordine. Così ancora si ha , che a 'superiori de'detti Carmelitani scal s. Luigi IX, re di Francia, al suo zi, nel i836, che continuassero la ritorno dalla crociata in Palestina, colletta, e con lettere del Cardinal passò al monte Carmelo, ed ottenne Sala, prefetto de' vescovi e regolari, dal superiore sei religiosi, che seco de' 26 gennaio, raccomandò agli condusse a Parigi, ove si stabilirono arcivescovi, vescovi ed altri Ordinari sotto il nome di carmelitani. Con de' luoghi i religiosi dell' Ordine, cesse loro parecchie grazie e privi che il preposito generale de'Carmeli- legi verso l'anno ii^5 , siccome tani scalzi invierebbe per la colletta. afferma il vescovo di Chalons nella Felici furono i risultati sì prima Topografia de' Santi j e quindi dal che dopo, giacchè la questua non Carmelo passarono altri nella Spa solo si effettuò in Europa, ma ezian gna, altri in Italia ed altri altrove. dio nell' Africa e nell' Asia : ond' è Così propagaronsi mirabilmente per che il tempio è già risorto più son l' Europa, approvandoli e proteg tuoso e più imponente del demo gendoli sempre i romani Pontefici. lito. Tutto il fabbricato sorge in Fra i venerandi monumenti della forma quadrata, ed in mezzo vi sta redenzione, che gelosamente si con rinchiusa la chiesa di forma a croce servano, e con singolar divozione si greca con cupola. Sotto il presbi venerano ne' santi luoghi della Pa terio di essa si vede la celebratissi- lestina, è, e fu sempre celebre fino ma grotta , che servì di abitazione dai primi secoli della Chiesa il San- al profeta Elia; e sull' aItar mag- 74 CAR privilegiato perpetuo CAR l'altare maggio giore , adornato di marmi bianchi , forniti dal monte istesso, si venera re della nuova chiesa per tutte le la statua prodigiosa della Regina messe, che vi sarebbono celebrate del Cielo, che fu coronata in Roma, da qualsivoglia sacerdote secolare o nel i823 ai 4 marzo, nel palazzo regolare; poscia, nell'anno i837, ac del Quirinale dal sagrista monsignor cordò lo stesso privilegio per l'alta Menochio vescovo di Porfirio, alla re erettovi ad onore di s. Luigi IX presenza del Pontefice Pio VII. Nel re di Francia , e da ultimo , dopo convento, oltre le abitazioni de' reli la favorevole sentenza della s. con giosi, e tuttociò che è indispensabile gregazione de' Riti, con breve apo per tutelarne la sicurezza, vi è, co stolico de' 26 novembre i839, in me sempre vi è stato, un comodis nalzò la chiesa stessa al grado di simo ospizio pei viaggiatori europei, basilica minore, con tutti e singoli a' quali viene prestata edificante as privilegi, grazie, preeminenze, esen sistenza, al paro di quella che viene zioni ed indulti di cui godono , e praticata verso i levantini in un'al potranno godere le altre chiese de tra fabbrica poco distante. corate di egual titolo. E da notarsi, che il monte Car Fu poi sempre con tal divozione melo, posseduto ed abitato per tan venerata la beatissima Vergine nel to tempo dai padri carmelitani del monte Carmelo, che i religiosi abi l' osservanza , e da essi poi a forza tatori del monte ne presero il no lasciato per le vicende luttuose ac me per la cappella da essi ristorata cadute in que' luoghi, venne alla fi in onore di lei, e in avanti dedi ne ricuperato dal principe di quel cata a s. Elia. Sì antico è il culto territorio, ed ottenuto dai padri car di s. Maria del Carmine, o di mon melitani scalzi della congregazione te Carmelo, che se ne facevano l'uffi d' Italia, col patto di pagargli un an zio e la messa sino dal i226 a' i6 nuo tributo. A' 29 novembre i63i, luglio, dai carmelitani, a' quali con ne presero essi possesso, e vi stabi fermò l'uso Sisto V nel i587. Quin lirono una residenza col . titolo di s. di Innocenzo XI, col disposto della Elia. Nel seguente anno i632, dal costituzione Apostolatus, Bull. rom. capitolo generale adunato in Roma, t. VII, p. 92, a' 24 marzo i679, al novello generale fu di comune lo estese a tutti i dominii portoghe consenso aggiunto il titolo di priore si, e Benedetto XIII, prima a' 2.5 del santo monte Carmelo, colla fa agosto i725, lo concesse a tutto lo coltà di destinare un religioso a sos stato pontificio, estendendolo poscia tenerne le veci; e Urbano VIII, con a tutta la Chiesa, coll'altro suo de bolla de' 3 dicembre i 633 , volle creto de' i4 settembre i726. Di che i carmelitani scalzi godessero il questo argomento tratta il p. Giu diritto, che chiamasi privativo, di seppe Pereira di s. Anna, carmeli abitar soli in quel sagro monte, co tano portoghese, nel suo Cronico de me abbiamo dal p. Federico di s. Carmo Portugal. t. I, par. IV, cap. Antonio nella Vita di s. Teresa, IV. lib. V, capo i 7. CARMELO, o di s. Maria del Il medesimo Papa regnante Gre Carmine. Ordine militare ed eque gorio XVI, annuendo alle preghie stre, istituito in Francia dal re En re de' religiosi, nel i 835, dichiarò rico IV, sotto il titolo, l'abito e la CAR istituito, ciò che CAR il Giustiniani ci75 regola della Madonna del monte Carmelo. Composto era di cento tato non approva. Il principale sta cavalieri francesi, de' quali otto po bilimento di questi cavalieri era in tevano - essere ecclesiastici. Dovevano Boignì pvesso Orleans. Aggiunge il principalmente combattere gli ere Novaes, tomo IX p. io7, che i ca tici, e in tempo di guerra doveano valieri dell' Ordine dei suddetti due marciare presso il re. Approvato titoli furono soli francesi• come quel venne con autorità apostolica da lo de' ss. Maurizio e Lazzaro di Sa Paolo V, Borghese, nel i6o9 ai voia era pe' savoiardi ed italiani. i6 febbraio, colla costituzione Mi- Per la menzionata unione parteci litantium , o 93, che si legge nel parono anche i francesi addetti al Bollario romano tomo V par. III, l' Ordine di s. Maria del Carmine pag. 297 , come eziandio ripor delle prerogative concedute a quello ta il Giustiniani, Istoria degli Or di s. Lazzaro. Ma nelle ultime vi dini equestri, ec. p. 34g. Doveva cende della Francia , avvenute nel no inoltre i cavalieri provare quat declinare del secolo XVIII, questo tro gradi di nobiltà, avere trenta del Carmelo fu estinto con o- anni di età, astenersi il mercoledì gni Ordine di qualunque altro isti dall' uso delle carni , recitare ogni tuto. giorno o l' uffizio, o la corona, ed CARNEVALE, Carnovale o Car il sabba to ascoltar la messa. Giura nasciale, Baecanalia, geniales ante vano difendere la Chiesa romana , quadragenarium jejunium dies. Co di essere fedeli al sovrano, ed os si chiamasi quel tempo di godimen servare la castità conjugale. Consi to e di particolar tripudio e sollazzo, steva la collana in un nastro di se che incomincia nel giorno seguente ta color castagno , ossia tanè , dal alla festa di Epifania, cioè a' 7 gen quale pendeva una croce di oro di naio, e dura sino alla mezza notte, otto punte, biforcata nelle estremità che precede il primo giorno di qua di color violaceo. Nel mezzo di essa resima. In generale dopo la festa di era incisa l'immagine della beata s. Antonio abbate , che cade a' i 7 Vergine del Carmelo, avente in am di detto mese, cominciano le masche bedue le mani gli scapolari (Fedi), re (Fedi), locchè altrove ha luogo do chiamati volgarmente abitini, e cir po quella della Purificazione, che si condata da raggi d' oro. Il mantel celebra a' 2 febbraio. In Roma poi, lo de' cavalieri si ornava della stessa ove per la sua breve durata, e pel croce. ll primo gran maestro di al tre circostanze vuolsi essere il più quest' Ordine fu Filiberto Nerreta- brillante, le maschere incominciano no, cavaliere di quello di s. Lazza nel sabbato di settuagesima, qualora ro, per essere slato con indulto di ' non sia impedito dalla vigilia e fe Paolo V, pubblicato a' 3i ottobre, sta della Purificazione, o dalla festa unito l' Ordine del Carmelo a quel di s. Mattia. V. Carnevale di Roma. lo di s. Lazzaro insieme alle com Tuttavolta si costumò in Italia di mende, che quest' ultimo possedeva. principiare il Carnevale dal giorno Alcuni anzi pretendono, che il detto seguente alle feste di Natale, e pro Ordine del Carmine sia stato piut seguirlo sino a quello delle ceneri, tosto unito a quello di s. Lazzaro in cui s'incomincia la quaresima, di Gerusalemme, che separatamente eccettuate le chiese di rito ambro 76 CAB. garono tal nome CAR per sollievo, e sol siano, nelle quali si protrae sino alla prima domenica di quaresima. La lazzo della carne. derivazione della parola Carnevale , Qualunque sia la spiegazione di o Carnovale, secondo la Crusca, Du questo vocabolo, sembra probabi Cange, Muratori, Politi, ed altri vie le, che la cosa significata debba la ne da carna-aval, perchè in tal tem sua origine alle feste del paganesimo, po si mangia molta quantità di carne, da cui ebbero origine que' godimenti onde indennizzarsi in qualche modo profani del primo dì dell'anno, dei dell'astinenza, che si deve osservare re, e del carnevale in cui tanti cri nella successiva quaresima ; giacchè stiani non arrossiscono di gozzoviglia nella bassa latinità fu detto carnis re, al segno che Gislenio Busbech, levamen , non che carnis privium, ambasciatore ottomano di Solima mentre gli spagnuoli dissero latina no II, trovandosi in una città cat mente carnes tollendas, come si ha tolica in tempo di carnovale, tornan dal messale mozarabico. Altri spie do in Costantinopoli , raccontò che garono carno-vale, addio alla carne, in certo tempo dell'anno i cristiani perchè i monaci e i chierici con di diventano pazzi, ma in virtù di cer versa misura mangiavano carne nelle ta cenere , che nelle chiese si met settimane precedenti la quaresima , teva loro sul capo, tornavano in sè mentre il rimanente del clero ed e guarivano dalla pazzia. Certamen il popolo proseguivano a cibarsi di te che il tempo di carnevale lo è carne sino al principio di quaresima. di follia , di danze , di mascherate , In quei giorni si diede il nome di e di giuochi e divertimenti licenziosi, Carnevale, perchè in essi si dava tuttavolta non è sì deplorabile co l'addio e il comiato alla carne, ve me le feste de' gentili, da cui vuolsi nendo anche detto carnis privium originato. sacerdotum, cioè cominciamento del Di fatti le principali feste che i la quaresima dei preti. Quindi la greci, e i romani spendevano in goz settimana di sessagesima fu detta dai zoviglie e dissolutezze erano i bac greci apocreos, che equivale al no canali , le strenne, e i saturnali. I stro carnis privium. Nel lunedì suc Baccanali istituiti dalla rimota anti cessivo alla domenica di quinquage chità ad onore di Bacco passarono sima si escludevano poscia dai cibi dall'Egitto in Grecia, e da questa ordinari le ova e i latticini ; rito , in Roma, ove si celebravano due che nei secoli VII e VIII s'intro volte all'anno, cioè nel declinar del dusse in diverse chiese e monisteri. la stagione invernale nell'ultimo gior Ma Ottavio Ferrario dice all'oppo no di febbraio. A questi davasi il sto, essere il vocabolo Carnevale, il nome di Brumalia , al paro che medesimo che Carnalia, scilicet fe quelli de' 25 agosto sul terminai* sta ut saturnalia, liberalia, ec., de dell' estate. In questa festa di Bacco rivato anche questo dal copioso uso si vedevano uomini e donne a cor della carne, e questa etimologia fu rere a torme sulle principali strade, adottata pure dal Menage ; ed il Mu vestiti di pelli di animali , e ornati ratori citato non si oppone a chi di foglie d'edera, o di vite a guise vuol derivata la voce da carnasciale di ghirlande con cui coronavano il dalle due voci egualmente italiane capo, urlando, cantando e danzando. carne, e scialare, mentre altri spie- Portavano in mano un piccolo picco CAR di nove , in onore CAR delle grazie , 77 e che chiamavano tirso circondato di pampini , e di edera , facendosi ac delle muse. In ciascuna brigata sce- compagnare dai corni , dai timpani, glicvasi il re della festa, mentre sin ed altri simili stromenti . I greci chè essa durava i combattimenti dei chiamavano siffatte feste Dionisio., gladiatori, e molti altri licenziosi di uno de' nomi di Bacco, e le diceva vertimenti attruppavano il popolo ii, no anche Orgia, cioè festa furibon diverse piazze, e queste non che le da , perchè in esse molti ubbriaca- case risuonavano di grida, e di schia vansi sino a perdere il senno. ll mazzi, essendo per tutto tumulto, e dotto p. Paciaudi, ne' suoi commen disordine. V. Rollin, Storia romana, tarii de Umbellae gestatione, Roma sui Le Saturnali strenne tomo o calende IV. di gennaio, i752 racconta gli antichi riti super stiziosi , e descrive l' origine di sì ossia il primo giorno dell' anno , a empie feste, le quali diventarono co Roma erano un giorno di festa , e tanto criminose ed enormi , che il licenziosità in onore di Giano, e di senato si vide costretto a sopprimer Strenia dea dei doni. Tal festa ven le. Continuarono nondimeno in pa ne istituita da Tazio re de' Sabini , recchie provincie dell' impero, come e poi collega di Romolo. Pertanto in Grecia, furono tolte, allorquando nel primo giorno del nuovo anno vi penetrò la luce del vangelo di il popolo portava un ramo di ver Gesù Cristo. bene tolto da un boschetto consa I saturnali in Roma si celebrava crato a Strenia. I quali rami di ver no verso li i5 dicembre, e si con bena erano riguardati cpme buon tinuavano per tre , cinque o sette augurio pel nuovo anno : ed è per giorni , mentre le donne li celebra ciò che in tal giorno ciascuno face vano il primo giorno di marzo. Per va de' presenti agli amici , massime tutto il tempo ch'essi duravano gli i clienti a' loro padroni , i vassalli schiavi erano trattati nelle famiglie a' loro principi, e quindi i gentiluo come i padroni, e alcuna volta que mini agli stessi imperatori. Delle sti li servivano a mensa ; essi altresì strenne , donde ebbero origine le aveano libertà d'insultarli, e di dir mancie che tuttora si danno per la loro ogni villania con parole, e per ricorrenza del Natale , e del primo sino di rimproverarne i difetti, e ciò dell'anno, è a vedersi Mart. Lipenii in memoria del Secol d'oro di Sa Slrenarium civilium historia a pri turno, o di Noè avanti la divisione ma origine ad nostra usaue tempo della terra, e della distinzione delle ra deducta, Lipsia? i670. condizioni. Queste feste che in ori Sebbene i cristiani abborrissero il gine potevano essere innocenti, avea culto di Giano e di Strenia, tu Ua- no poscia degenerato in una ecces volta ne' primi secoli della Chiesa , siva licenza, e negli ultimi tempi il mostrarono attaccamento alle loro popolo vi si abbandonava con ogni antiche pratiche e superstizioni, non sorta di disordini, e dissolutezze. Du che a' loro doni, giuochi e banchet rante i Saturnali in Roma tutti gli ti che reciprocamente si davano. Di affari erano sospesi , si passavano le versi concili condannarono non per intere notti in tripudi e in pranzi tanto questi abusi, e i ss. Ambrogio sontuosi : il numero dei convitati ed Agostino , e altri zelanti pastori non era minore di tre, nè maggiore fecero ogni sforzo per isradicarlo. Nel declinar78 del V secoloCAR il zelante Pon rimanendone una CAR traccia nelle ferie
tefice s. Gelasio I dovette superare carnevalesche, o carnascialesche, a- grandi ostacoli onde abolir da Roma vanzo degli antichi succennati sa le feste lupercali che si celebravano turnali, e delle antiche feste in ono nel mese di febbraio al Dio pane , re di Bacco, di Strenia, e di Cere e di Cerere, istituendo invece la fe re, nonchè della festa de' pazzi in sta della Purificazione, cui s. Sergio I cui aveano luogo mascherate bizzar aggiunse la processione colle candele re, e la più sfrenata licenza, dap accese. Ed altrove per le calende di poichè gli antichi si servivano delle gennaio si celebrò per lungo tempo maschere non solo sul teatro , ma in ogni famiglia la stravagante festa eziandio ne' banchetti , ne' trionfi , de' pazzi, nella quale sceglievansi un nelle guerre, nelle feste degli dei, Papa, un decano, e un re de' pazzi, soprattutto ne' baccanali , e talvolta e al favore di quest'anarchia dome pure ne' funerali. L' uso delle ma stica venivano commessi i più gravi schere fu molto praticato nelle ce disordini , violandosi impunemente rimonie religiose, e nelle festività tutte le leggi della disciplina , non di certe divinità, come ne' Saturna serbandosi, più ne sobrietà, nè buon li in cui comparivasi in pubblico ordine, ed in onta del cristianesimo anche col volto imbrattato di fulig usandosi ogni sorta di dissolutezza. gine, ed Ovidio e Censorino ci di V. Martinetti , Opuscula quinque , cono, che durante la festa di Mi Romae i828, capit. V, § III, Dei nerva chiamata i Quinauatri, corre- Bassi tempi, ove tratta anche della vasi per le strade colla maschera festa dell'asino, che celebravasi nel sul volto. S. Astero, vescovo di Ama l'ottava di Natale alla Circoncisione, sia, che fiori nel IV secolo, e nel in memoria d'aver assistito alla na principio del V, parlando delle ma scita del Salvatore, e di averlo por scherate, che si facevano nelle calen tato nell' entrata in Gerusalemme. de di gennaio , e raccontando le Finalmente altra profana e ridicola varie pazzie del popolo, fra le altre usanza era nello scegliersi un re nel nota il vestirsi gli uomini da donna, la vigilia dell'Epifania, il quale avea e viceversa, come si fa oggidl nel la colpevole libertà di godere, e far carnevale. Anche Polidorio Virgilio godere altrui a discapito della mo lib. V. De rer. invent., è di senti destia e temperanza cristiana ; avan mento, che il carnevale derivi ezian zo delle sregolatezze de' pagani, che dio dai giuochi Quinauatri, et Me- i cattivi cristiani frammischiarono galensi, ad quos romani personati colle loro pratiche, nella medesima accedebant. Dicesi poi maschera la stagione in cui la celebravano i sud persona dal figurare con essa rap detti, per cui il Deslions scrisse una presentare e fingere altro personag dissertazione sopra : Il re beve , co gio. Maschera pure dicesi quella me si pubblicò la Storia della festa intera copertura del volto , ovvero de' pazzi a Losanna, nel i 755. quella che dicesi mascherina con un Ma lo zelo de' Pontefici, le prov naso e con due occhi, che si mette videnze de'concilii, la vigilanza dei sulla faccia per trasformarla ; e l'uso vescovi, il rimprovero de' saggi, e il di essa nel Carnevale si rendette progresso de' lumi sbandirono poco quasi comune nel secolo XVI. Le a poco gli avanzi del paganesimo, maschere si fanno di cera, di tela CAR uso de' divertimenti CAR carnevaleschi, 79 dipinta e di carta pista, sotto diver se forme e sesso. V. Maschera. massime le mascherate, sempre ge Molte, e grandi pazzie ne' secoli mendo contemporaneamente promuo successivi si praticarono in Italia in ve esercizi di pietà, dappoichè sono tempo di carnevale , specialmente pericolose le conseguenze delle tras in Venezia ed in Firenze, dalle formazioni, come quelle che all'oc quali trassero origine diverse di casione favoriscono il mal costume, quelle, che si permettono tuttora e la gozzoviglia non propria de' se nelle città italiane. Il Bottaio, il guaci del Vangelo, altro non essen Firenzuola, il Varchi, ed altri par do i carnevaleschi baccanali se non lano de' giuochi carnevaleschi , così una imitazione delle abbominevoli il Bonarroti e il Berni, il quale, crapule de' pagani allorchè si dava come di cosa comune disse del co no in preda alle loro passioni, ed è stume che i fanciulli avevano nel perciò che furono costantemente ri Carnevale di tirare a sassi per una provati dalla voce della ragione, da strada. Questo pericoloso giuoco fan quella del vangelo, dai sacri canoni, ciullesco in appresso si riformò e dai concilii, e da tutti i Pontefici, si temperò dalle persone più civili e zelanti pastori delle chiese, dai ed agiate , le quali costumarono primi secoli fino a noi. La Chiesa lanciarsi a vicenda nel carnevale dalla settuagesima ricopre i suoi al de' frutti, ed anche delle palle, e tari , e veste di penitenza i suoi de'gusci a guisa d'ova pieni d'acqua. ministri, sospende il cantico dellW- Da questo può darsi, che abbia avuto leluia, e alle parole di allegrezza origine il costume in vigore presso frammischia le lagrime, e i sospiri molte città d'Italia, particolarmente della tristezza. Ella pertanto nel tem tra le persone mascherate, di gettarsi po del carnevale prende il segno di a vicenda confetti, o altri grani duolo nel colore paonazzo, soppri innocui, o mazzetti di fiori, od al me i cantici, e ci propone a consi tro , che solo serve a promovere derare la funesta caduta de' nostri le risa e il sollazzo del popolo. Ec primi genitori, e gli effetti lagri- co dunque donde provengono il di mevoli di sì gran peccato ; ecco il vertimento dell'attual carnevale, le suo spirito nella settuagesima. Nella mascherate che in esso si fanno , sessagesima poi ci ricorda il tremen rappresentanti talora anche qualche do castigo dell' universal diluvio, fatto storico, mitologico, e bizzarro; col quale Dio pum il mondo per non che le corse de' cavalli, i sol quei peccati appunto, che nel carne lazzi propri delle consuetudini dei vale più facilmente si commettono; luoghi, i teatri, i festini, le danze, e nella domenica di quinquagesima i banchetti, le cene ed ogni altra ci pone avanti gli occhi la passione sorta di divertimenti tutti propri di di Gesù Cristo, le beffe, gli strapaz questo tempo, che si può dire af zi, e i tormenti ch' egli soffri per la fatto democratico, vedendosi senza nostra salute, affine d' eccitare in riserbo trattare e scherzare il no noi i sentimenti di compunzione per bile col plebeo, e colla stessa indif ben disporci al digiuno della qua ferenza i diversi ceti delle persone resima. Osserva il Bellarmino, che con egualità e domestichezza. prima si andava con ben altro gau Se la Chiesa tollera l' inveterato dio ed allegrezza incontro a tal 8o CAR Grenoble. In moltissimi CAR luoghi è digiuno, giacchè i cristiani senza danze, e senza maschere si sollazza in costume eziandio in que'giorni il vano con moderazione e lecitamen pio esercizio del Carnevale Santi te. Riguardo agli ecclesiastici, non ficato. solo è proibito loro il danzare, ma A reprimere gli eccessi del car di essere spettatori ai balli ; e i nevale, monsignor Graziani vescovo concili Laodiceno nel 327, l'Aga- d'Amelia celebrò nel i595 in quel tense, quello di Trento, il provin la città un sinodo provinciale, nel ciale di Milano, ed altri che si pos pontificato di Clemente VIlI, ed o- sono vedere in Benedetto XIV, De gni anno in tempo di carnevale Synodo Dioe.cesana lib. 7 cap. 6i, Papa Clemente IX si ritirava nel emanarono le relative determinazio convento di s. Sabina sul monte ni, che riguardano eziandio gli spet Aventino, solamente per occuparsi tacoli profiìui. nelle opere di pietà. Clemente XI , Tralasciando di rammentare quan a reprimere i disordini carnevale to i zelanti Sommi Pontefici e ve schi, agli ii gennaio i7 i9, ed ai scovi fecero nei tempi anteriori a 4 gennaio i72i, emanò due apo quelli, che accenneremo, per consa stolici brevi; e Benedetto XIII del crare i pericolosi giorni di carneva i724 passava i giorni del carneva le con pratiche- divote di edificazio le in pii esercizi nel convento di s. ne e penitenza , meritano special Sisto de' domenicani suoi «irreligio menzione il Cardinal s. Carlo Bor si. Quindi ne' primordi del i748, romeo, che alla sua diocesi di Mi il gran Benedetto XIV si occupò lano fece molte notificazioni e i- ad estirpare molti e gravi abusi struzioni pastorali contro i diverti introdottisi nel tempo di carnevale, menti carnevaleschi; il Cardinal Pa- dirigendo a tal fine a tutti i vescovi leotto arcivescovo di Bologna, che dello stato ecclesiatico l'erudita lette per arrestare i progressi del mal co ra circolare Inter coelera, emanata stume, istituì in dette città pubbli il dì primo gennaio, che leggesi nel che preghiere, dette allora le tren- suo Bollario tomo II, p. 375, in t'ore ne'tre giorni di quinquagesima cui vietò l'abuso di prolungare do con sermone e indulgenza ; s. Filip po la mezza notte dell' ultimo gior po Neri, che stabilì a Roma con no di carnevale i festini e le ma molto profitto più processioni alle schere, e F uso di esse ne' venerdì sette chiese principali nei detti tre e ne' giorni festivi. Alla pravità di giorni. In molte città di differen siffatti baccanali, con isquisita dot ti regni , e principalmente in Ro trina, Benedetto XIV oppose gli ma si pratica la divozione della es esercizi di pietà, che caldamente posizione del ss. Sacramento in for inculcò ai vescovi di esercitare, e- ma di quarant' ore con indulgen sortando i fedeli a praticarli, mas za , benedizione , sermone , e al sime ne' tridui col ss. Sacramento tre pratiche religiose, locchè è in esposto, pe' quali concesse indulgen uso anche oggidì, affine di contrap za plenaria a quelli, che vi assi porre spirituali esercizi alle pra stessero, e ciò in riparazione degli tiche carnevalesche; cosa che pure scandali e sregolamenti del carne stette tanto a cuore di propagare vale. Clemente XIII, che, nel i758, al Cardinal le Camus vescovo di gli successe , estese tal' indulgenza CAR CAR 8l plenaria a tulta la Chiesa, median quatri, ec., tutte feste clamorose ce te una costituzione apostolica, in lebrate dagli antichi dominatori del cui esorta i ministri di Gesù Cri mondo, i quali, come ci racconta sto a consacrare particolarmente i Giovenale, due cose avidamente de detti tre giorni all' orazione pian sideravano : pane, e feste. Oggidì il gendo tra il vestibolo e l' altare, popolo in tal tempo suol darsi alla come gli invita Dio per bocca del più viva allegrezza e tripudio, a ri profeta, Joel. il. i7, affine di cal creazioni, a teatri, accademie, festi mare la sua collera, e preservare i ni, coll' uso delle maschere sul vol popoli in questi giorni di tentazio to, con travestimenti di varie fog- ne dai pericoli, ai quali sono e- gie, anche senza maschera, contraf sposti , di andare smarriti dalle facendo ad un tempo negli abiti i sue vie. costumi, e la favella di varie nazio Finalmente abbiamo , che il ni. Prima di descrivere le notizie, vescovo d' Ipri, Felice di Waz- che abbiamo riunite, per non in vrans, nell'anno i768, indirizzò al terrompere l'argomento, ed a mag clero della sua diocesi una istruzio gior chiarezza, accenneremo somma ne pastorale, colla quale vietò agli riamente le cose principali. ecclesiastici di assistere ai festini ed In Roma il carnevale è riputato alle assemblee di divertimento car dagli esteri d' ogni nazione il più nevalesco, di stare sulla porta, e brillante, giocondo e caratteristico alla finestra per vedere le masche degli altri luoghi, sia per la sua rate ec, e di farsi vedere in tali breve durata, sia per l'apparato del giorni per le strade pubbliche, quan la principale e magnifica strada del do non vi fossero costretti dai do corso, sia per l' intervento copiosis veri del proprio ministero; facen simo de' cocchi , sia per certe ma dosi solo vedere nelle chiese e per le scherate lepide, graziose e dilettevoli strade, che ad esse conducono, o a vi proprie del costume di alcune classi sitar malati negli ospedali ; in somma dei romani, e sia pel gran concorso li esortò a vivere nel raccoglimento in di spettatori, particolarmente forestie tutto questo tempo separati di cor ri, che con piacere ne prendono po e di spirito dalle persone del parte, non meno che per altre cir mondo, ed assistere ai divini uffizi, costanze diverse. Imperocchè quelli, e alle preghiere delle quarant' ore. che soprammodo contribuiscono a V. Trattato de' giuochi e de diverti rendere brillante il carnovale roma menti permessi, e proibiti ai cri no sono i romaneschi ( col qual no stiani, Roma i 768, capitolo XII. Dei me vengono distinti gli abitanti di balli, delle maschere ed altri diver Roma, che dai nobili e cittadini so timenti carnevaleschi j Pompeo Sar- no considerati pegl' idiotismi, e pei nelli, tomo III Lettera XVIII, Delle barbarismi del loro linguaggio), cioè Maschere. quelli particolarmente di alcuni rio CARNEVALE di Roma. Al pre ni della città , come di Monti, cedente articolo si è detta l' origine Regola, Trastevere, ec. In quegl'idio- di questo divertimento, che precede tismi è chiara l' espressione alla la quaresima, e che rinnova in qual universale intelligenza, ed in mezzo che modo con moderazione ed one ai rustici modi, d' altronde cortesi , stà i saturnali, i lupercali, i quin- spontanei, senti palesarli sentimenti vol. x. 6 Si CAR il quale è maggiore CAR in detti due sì generosi, ingenui, e di un deli cato gusto, insieme a motti arguti, giorni come i più solenni, ed i più graziosi, e piedi d' energia, che ben brillanti del carnevale. V ha un se per essi si è spiegato come Roma condo premio in solo danaro , pel sia la patria perpetua dell' immagi secondo cavallo, il quale arriva alla nazione su d' ogni classe di persone, meta, che chiamasi la ripresa dei e quanta piacevolezza v' abbia allo barbari , cioè al termine del corso ra che in un modo tutto partico presso il palazzo di Venezia. La lare sono usati nelle mascherate partenza dei barbari è innanzi I' o- carnevalesche, ed allora che si fan belisco della piazza del popolo, do no con tanta naturalezza a contraf pochè il cavalier mossiere abbia or fare alcUn personaggio di maggior dinato il suono della tromba per la condizione, interponendovi di bellis quale per mezzo dello scrocco, si tira simi episodi, che più fauno sensibile il canapo, che tratteneva i cavalli il grado che rappresentano. corridori. La detta piazza, e le al Otto sono in Roma i giorni pre tre principali sono guarnite pel buon scritti alle mascherate, ed alle car ordine da vari corpi di milizie, ol rierebari, de' giacchè cavalli, è solitodette corse principiare de" bar* il tre quelle amovibili, che perlustrano il corso, e le altre strade, affine di carnevale nel sabbato precedente la prolungare il tragitto alle carrozze. domenica di sessagesima, qualora Nel primo giorno, nel giovedì non sia Impedito, ed esclusa questa, grasso, e nell' ultimo giorno il go il venerdì e la domenica di quin vernatore di Roma , accompagnato quagesima, termina il martedì avanti da monsignor procuratore generale il giorno delle ceneri. Al suono del del fisco, o, in sua assenza, dal pri campanone di Campidoglio, cioè ad mo luogotenente del governo, non ore diciannove i mascherati sortono che il senatore coi conservatori di per la città, ma però ad ore venti Roma, ed i priori de' caporioni, dai quattro debbono togliersi la masche rispettivi palazzi con treno di for ra dal volto, per riprenderla se si malità, circondati colle proprie guar rechino ai festini, che sono cinque. die e domestici, si recano alla detta Gli Otto pallli, 0 premi de'cavalli di piazza del popolo. In mezzo al corso razza italiana, vincitori delle corse, incedono sino alla loggia posta in consistenti in varie canne di drappo un angolo del palazzo di Venezia , di sto Ila, di seta, di velluto, di tela da dove giudicano, o decretano il d'oro, o di tela d'argento, nella mat premio al vincitore. In caso di dis tina del primo giorno di carnevale crepanza, o d'irregolarità della corsa, dal Campidoglio sono portati per il pallio si destina dal Pontefice a la città sopra altrettante aste dai co qualche chiesa, o monistero, e tal sì detti fedeli di Campidoglio ( Fedi), volta a quello di s. Antonio sull'Es- in cavalcata, preceduti dai loro trom quilino. Negli altri giorni i suddetti betti, schierandosi essi anche avanti magistrati dalle loro residenze con al palazzo, ove risiede il sovrano minor formalità vanno direttamen Pontefice. I più nobili di detti palli! te alla menzionata loggia. si danno nel giovedì grasso, e nel- Non si deve poi passare sotto si l' ultimo giorno al cavallo vincitore, lenzio, leggersi nei Diari di Roma, insieme ad altro premio in danaro, che nel primo giorno di carnevale
CAR principe al plebeo CAR , da classe a clas 83 cavalcavano pel corso il governa tore , il senatore ed i conservatori se di persone : tanta è l' uniformità di Roma, col priore de' capo-rioni, della comune gioia. Questo diverti e i primari ufìiziali del tribunale mento de' moccoletti, che incomincia criminale.sa al secondo In ogni sparo giorno de' della mortari cor» , appena terminata la carriera de' ca valli, e dura sino ad un'ora di not cioè alle ore ventitre, tutto il corso te, forma il carattere , ed è il più deve essere sgombrato dalle carroz luminoso elogio de' romani, con co ze, ed allora , quando ne voglia stante stupore ed ammirazione dei profittare, con nobile treno percor forestieri; dappoichè mentre l'im re tutta la via , per distinzione e menso popolo appassionato per tal privilegio, uno degli ambasciatori re sollazzo n' è tutto caldo ed immer sidenti in Roma, avendone prima da so, all' avviso dato dell' ora suonata to l'avviso , e preso i debiti concerti del termine, prontamente ubbidisce con monsignor governatore, il quale dà e quietamente si ritira senza il più le opportune provvidenze per la re piccolo inconveniente, dandosi così golarità della corsa. Quindi , come fine al carnevale, meno i teatri, e i si pratica ogni giorno, un drappel festini, che però devono terminare lo di dragoni cavalcando al galop avanti la mezza notte. po, dalla mossa si reca alla ripresa, Non solo Roma si distingue pel ove giunti, segue la carriera de' bar suo brillante carnevale, ma, qual si bari. conviene alla capitale del cristiane Sulla celebrazione del carnevale, simo, riesce esemplare e di edifica e sul buon ordine di esso ha giu zione per divote opere, che contem risdizione monsignor governatore di poraneamente ella pratica in molte Roma, che con autorizzazione so chiese , monisteri, oratorii, ec. con vrana emana il bando per le ma esercizi spirituali, prediche ed altre schere, corse e festini; mentre sul- pratiche religiose, massime coll'espo- l' ammissione de' cavalli alla carrie sizione del ss. Sacramento nelle ba ra, e sul conferimento del premio, siliche, ad altri sacri templi. Tale incombe al magistrato romano pub esposizione si fa con magnificenza ec blicare i relativi regolamenti. Final clesiastica, e con sacro decoro, princi mente hanno termine le feste car palmente nella chiesa dell' oratorio nevalesche collo spettacolo singolare della ss. Comunione generale, detto e giocondissimo de' moccoletti , col del p. Caravila, dal lunedì di sessa quale non intendesi fare i funerali gesima per tre giorni inclusive, nella al morto carnevale , come si dice basilica di s. Lorenzo in Damaso volgarmente, ma rinnovare la me dal giovedì alla domenica di quin moria delle feste di Bacco , di Ce quagesima, e da questa sino alla rere , ovvero de' giuochi Circensi , sera dell' ultimo giorno di carneva come meglio si dirà in ultimo; sol le, nella chiesa del Gesù. In questa lazzo, che ha luogo nella via del chiesa, e nella detta basilica si fa Corso principalmente. Tutti si for tale esposizione con cappella Car niscono di più moccoli di cera , li dinalizia ( Vedi ) , ed in tutti e tre accendono, e lungo il corso succede i luoghi si reca il sovrano Ponte la gara di levarseli e scambievol fice accompagnato dalla sua corte mente smorzarli, senza distinzione dal a venerare il ss. Sacramento; men 84 CAR via del corso ( CARl' antica via lata ) , tre nel martedì sera, dopo la corsa, nella chiesa del Gesù, si reca con avendo principio dall'arco di Domi formalità il summentovato senato ziano presso il palazzo Fiano, e di romano, terminandosi colla benedi là giungendo al palazzo di Venezia zione del Venerabile. Non è poi a edificato dal medesimo Pontefice. passarsi sotto silenzio , che l' esposi In esse correvano negli otto giorni zione all' oratorio del Caravita si di carnevale vecchi, giovani, ragaz eseguiva con una macchina con zi, ebrei, cavalli, asini e bufali, con qualche simbolo allusivo. £ per dire sistendo il premio in alcuni pezzi di di quelle di alcuni anni, nel i7i8, drappo detto pallio. Questi spettacoli si figurò la visione d'Ezechiele; nel adattati al gusto de' tempi, diedero <72i quella di s. Giovanni vidi in il nome di Corso alla suddetta stra medio seniorum Agnunij nel i722 il da, e ad esempio di Roma, molte miracolo della moltiplicazione dei città d' Italia e d' oltremonti cosi pani , mentre alla chiesa di Gesù chiamarono la strada più retta e esprirnevasi il sogno di Giuseppe decorosa. Così le corse successiva ebreo. Nel i724 poi al Caravita si mente si allungarono, come il car rappresentò la pesca nel mare di nevale si variò in Roma, seguendo Tiberiade, ed al Gesù, Gedeone coi quelle e questo nel modo superior suoi trecento soldati. mente accennato, per quell' ingegno e gusto dai romani sempre mani Notizie sul carnevale, che i Roma festato nel variare i loro popolari ni festeggiavano nei bassi tempi spettacoli, ed i pubblici divertimen sino al secolo decimoquinto , e ti loro. parte del deciniosesto. A formarsi un' idea del carnevale di Roma ne' secoli di mezzo, biso All' articolo Carnevale abbiamo gna necessariamente descrivere i tan detto quante e quali erano le feste, to famigerati giuochi di Agone e che principalmente aveano luogo in di Testaccio , come quelli, che per Roma, presso gli antichi romani, diversi secoli formarono appunto il nei tempi chiamati poscia carneva carnevale romano. Quelli però nel leschi. Indi a poco a poco , massi pontificato di Paolo III, Farnese, e me ne' secoli di mezzo, i giuochi di specialmente quelli neh" anno i545, Agone e di Testaccio formarono per riuscirono i più splendidi e magni molto tempo il carnevale in Roma. fici. Quindi noi stimiamo opportu A questi succedettero le corse, come no di darne una breve descrizióne, divertimento assai gradito ai roma tratta da una contemporanea rela ni, ond' ebbero talora luogo al Te- zione, che si conserva mss. nella bi staccio, monte artificiale vicino alla blioteca della principesca famiglia sponda sinistra del Tevere, non che Altieri, eguale a quella, che si legge per le strade che da Campo di fio nel mss. della biblioteca Albani, ci ri conduce ai Banchi, prossimi al tato dal Marini, ne' suoi Archiatri ponte sant' Angelo , ed eziandio pontificii, p. 72. Eccone il titolo: per quella denominata Florida e Il vero progresso della festa d'A poi Giulia , finchè nel pontifica gone e di Testaccio celebrata dai to di Paolo II , eletto nelT anno signori romani nel giovedì, e nel i464, furono stabilite sulla attuale lunedì di carnevale dell'anno i 5^5, CAR una specie di concilio CAR in atto di con 85 rome solevano fare gli antichi ro mani, col vero significato de' carri dannare gli eretici. Il settimo del trionfali. Eccone la descrizione. rione della Regola , con un cervo , » Giovedì, che fu alli 2 i di feb che inseguiva alcuni serpenti, aven braio i 545, si celebrò la festa di done afferrato uno colla bocca. L'ot IV ri vomì secondo il modo antico; tavo del rione Parione con uno smi tutti quelli, che avevano da en surato grifone suo simbolo, posto trar in così solenne pompa, si ri alla custodia d' un nascondiglio d'o dussero nella piazza di Campido ro. Il nono del rione Ponte , con glio, donde si partirono sulle 2o due cavalieri a cavallo affrontati in ore, e vennero verso la piazza di sieme sopra un ponte, uno vestito Agone, coll' ordine infrascritto. E- alla romana, l'altro alla barbaresca, rano primi nell' ordinanza molti de' quali il primo restava vincitore. trombetti a cavallo vestiti di ros Il decimo del rione di Campomar- so, presso i quali venivano i mi zo con due eserciti sopra , da una nistri della giustizia colle insegne parte di turchi, e dall'altra d'ita loro ; seguitavano gli artieri del liani, tedeschi, spagnuoli e francesi, la città in tutto settemila , che che venivano alle mani, dichiaran durò il passare circa quatte' ore dosi la vittoria pei secondi. L'unde- con trombe , e tamburi , ripar cimo del rione Colonna rappresen titi in tante compagnie quan tante i due monti Abila e Calpe te sono le arti, e divisi in tante con un braccio di mare ad essi in parti, quanti erano i carri trion termedio, pel quale veleggiava una fali, fra i quali trammezzate anda nave verso l'oriente direttamente. vano dette fanterie, sotto le loro Dopo tal carro seguiva gran quan I bandiere armate bravamente d'ar- tità di guastatori con vettovaglia, » miIndi bellissime". l' autore segue la descrizio artiglieria e diversi arnesi propri d' un campo militare , e quindi il ne de' carri ; ma non essendo della duodecimo carro del rione di Tre natura di quest'opera il tener die vi, con un cavaliere armato alla ro tro ad ogni particolarità, ci limitere mana, che con una lancia in mano mo a dire in compendio ciò che può superava un barbaro, già messosi riguardare il sostanziale della festa. sotto i piedi con vigore. Per trat II primo carro pertanto era quello tenimento della festa, oltre l' ordine del rione di Trastevere rappresen e il consueto, eravi un gran Mongi- tante il carro massimo. Il secondo bello rappresentato sopra un altro del rione Ripa, sopra del quale gran carro tirato dai cavalli, ai cantoni deggiava con vari emblemi la sta del quale vedevansi bellissimi tro tua della Fortuna. Il terzo del rio fei, e sotto il Mongibello fu prepa ne di s. Angelo, che figurava la cit rato un magnifico fuoco artificiale, tà di Costantinopoli. Il quarto del che si fece eseguire nell' entrare in rione di Campitell! , ove si vedeva Agone, con grande meraviglia ed no espressi al naturale gli orti delle allegria di tutti gli astanti. Appresso Esperidi. Il quinto del rione della seguitava il carro del rione de' Mon Pigna colla statua di Cibele turri ti, che figurava la favola di Pro ta. Il sesto del rione di s. Eusta meteo legato al monte Caucaso. In chio , nel quale era rappresentato di venivano in bella ordinanza i con- 86 CAR porioni, Adriano CAR Velli, da' due can testabili di tutti i tredici rioni di Roma (giacchè allora Borgo non lo cellieri Curzio Frangipane e Belar- era) in numero di trecento , con dino Caffarelli, che conducevano in ispade, e con targoni all'antica, nei mezzo Giuliano Cesarino gonfalo quali erano dipinte le insegne dei niere di Roma , il quale portava il loro rispettivi rioni ; i gentiluomini gran gonfalone romano, riccamente delle città di Sutri e Tivoli chia vestito e pieno di gioie fino agli mati dal senato romano alla festa; speroni, gioie che si valutarono a ed ottantadue giovanetti, che dice- trentamila scudi. Seguito egli era da vansi giuocatori, vestiti all'antica con quattro paggi vestiti all' antica di te diverse livree d'oro e d'argento e la d'oro, oltre venti staffieri eoa di seta sopra bravissimi cavalli, superbe livree. Finalmente procede scortati ognuno da molti staffieri , vano i conservatori di Roma Sante anch'essi con gran lusso vestiti chi da Corneto, Lorenzo Velli, e Ales di raso, e chi di velluto. Veniva in sandro d' Alessi, non che il senatore ultimo un numeroso coro di musi cogli altri uffiziali del Campidoglio. ca tramezzata da molti trombetti a Questa sontuosa e magnifica ca cavallo. Chiudeva la processione dei valcata partita dal Campidoglio per carri quello del Papa, la cui sta la strada nuova, si recò alla piazza tua in abito pontificale si ergeva della Pigna, o de'Cesarini, prosegui nel mezzo, ed ai lati si ammirava per le case di Valle, ed a quelle no quattro bassorilievi allusivi alle de' Massimi, voltando per campo di virtù di lui. Tutte queste macchine Fiore, donde passò alla piazza Far ambulanti erano tirate dai bufali. nese. Nel palazzo di sua famiglia, Il carro pontificio era seguito da ed ai balconi eravi Paolo III con due sindaci del popolo romano, Ma molti Cardinali, i duchi di Castro ria Maccarone, e Alessandro de Gras e Camerino suoi nipoti, con molti si, ed in mezzo ad essi marciava signori e signore. Fatta la cavalcata l'officiale dell'anello col bastone in un giro per la piazza, voltò per mano, e l' anello in cima ( che fu corte Savella , e per Banchi , pel messer Francesco Salamoni ), da tre ponte s. Angelo, s'avviò pei Coro manescalchi con paggi e staffieri , nari , piazza di s. Apollinare , da Bruto Goffredi, Vincenzo Dolce, e dove entrò per piazza d'Agone ora Pier Domenico Madaleni; dal ca Navona, e circondatala più volte, porione con simile corteggio , che si schierò in essa come un batta furono, di Ripa, Cola Evangelista , glione. Alle ore ventiquattro ognuno di s. Angelo, Lelio de' Fabj ; di Cam di quelli, che la componevano, si piello, Tiberio Margano; della Pi ritirò alla propria abitazione. Fu gna , Antimo Capizucchi ; di s. Eu opinione generale, che tal festa co stachio, Rotilio Alberino; della Re stasse centomila soudi, senza com gola, Giulio Americi ; di Campo prendere le vestimenta, giacchè an Marzo, Pietro Cardello; di Pario- che gli artigiani erano vestiti deco ne, Alessandro Cinquini; di Ponte, rosamente. Gio. Battista Altoviti ; di Colonna, Alla descrizione della festa di Vincenzo del Sordo; di Trevi, Ri Agone , segue immediatamente l' al naldo de Bracciano ; di Monti, Mu tra di Testaccio pubblicata dal Cre zio de Mantaro; dal priore de'ca- sci mbeni, Siato della basilica di CAR quali si fecero CAR non manco prove, 87 s. Maria in Cosmedin, pag. go, e che qui si aggiungerà a piena co che in ammazzare i tori. Fra gnizione e schiarimento de' giuochi molte livree, che si videro quel suddetti , portando tal descrizione dì , ve ne fu una di trentasei la data di Roma 2i febbraio i.lp, mattaccini vestiti di rosso a ca ed è la seguente. vallo con zagaglia in mano, e » Domenica passata si doveva questi furono i primi ad assaltare » lare la festa in Testaccio, ma per i tori. Ma la più nobile cosa, " la perversità del tempo fu dilfe- che si vedesse, fu una livrea di » rita al giorno seguente. Il lunedì sei cavalieri, che fecero il Cardi » adunque andò tutto l'ordine della nal Farnese, il Cardinal di santa » festa in Testaccio, nel medesimo Fiora , e il duca di Camerino » modo che aveva fatto giovedì in nipoti del Papa. Questi erano » Agone, meno i carri. Questo luo- vestiti da soldati all' antica, e i » go è il più comodo, e il più bello vestimenti erano d'oro, d'argento » pegli spettacoli, che si possa imma- e di seta con ricami, trapunti, » ginare al mondo. A ponente è il fregi e la yori sopra lavori, e con » monte Testaccio, a levante un tal vaghezza, che a me non basta » piccolo colle, sul quale evvi il l'animo a descriverli. Colla mede » monistero di s. Saba, a setten- sima nobiltà erano anche ornati » trione è quella parte dell' Aven- i loro bellissimi cavalli , i quali » tino, che ha fortificata Paolo III, furono di tanta destrezza e ga- » ed alcune case di vigne, a mez- gliardia, che a tutto il popolo » zogiorno sono le mura di Roma, parve miracolo le cose, che fe » lungo le quali sta un torrione cero sopra di quelli i cavalieri. » ogni dieci canne. Tutti questi Li compagni dei prefati Cardi » luoghi erano pieni di gente, ve- nali , e duca in questa livrea , » dendo ciascuno comodamente. 0l- furono il duca di Melfi , il conte » tre queste parti più eminenti vi di s. Fiora, e il principe di Ma » era un gran numero di palchi, cedonia. Si corsero ancora tre «, e di carri legati insieme , che pal Hi; pei barbari di broccato » servivano e per la vista e per d' oro, pei cavalli di velluto cre » difesa. Nel mezzo è un grau misino, e per le cavalle di velluto » prato , dal quale dalla banda di paonazzo. Il corso cominciava do » tramontana era il catafalco di ve Je mura della città si congiun » Madama. Il luogo fu tutto cir- gono col Tevere, e passava per » condato dalle fanterie , e dai ca- mezzo la prateria , e terminava » valli, e dappoi con bella pompa alla cima del monte Aventino, » fecero di sè mostra tutti quelli, sicchè ciascuno poteva benissimo " che il giovedì l'aveano fatta sì vedere dal principio al fine. Io » bella in Agone. Intanto s' inco- non entro a ragguagliarvi di al » minciò la gran caccia, nella quale cuni altri particolari , perchè sa » furono morti tredici tori, e fu- rebbe troppo lunga la storia; » rono rovinate giù da Testaccio sicchè questo vi basti di quella » sei carrozze, e sopra ciascuna di giornata. 1l dì di carnevale cor » esse era uu pallio rosso, e un sero il pallio gli asini e le bufale, » porco vivo, per guadagno dei secondo l' usanza e bagordi , e
88 CAR nirsene, laonde CAR ne rimasero da cen " tumulti a furia. Sicchè questo vi » basti di quella giornata. La notte to ferite , perchè i carri in tutti » si recitò una commedia in casa furono tredici, con altrettanti tori, » di Caffarelli. Il primo giorno di i quali appena giunti alla meta era » quaresima fu la stazione a santa no uccisi da innumerabili colpi. Poi » Sabina, la quale fu tanto solen- si fecero dal detto monte alla colon » ne , che molti vennero in disputa, netta posta alle radici di Aventino. » chi fosse più bello, il carnevale, le corse de' barbari , delle cavalle , ,< o la quaresima di Roma. e di cavalli chiamati turchi tutti Osserva il Ratti, Della famiglia cavalcati da putti, e con pallii al Sforza, par. II, Roma i795, che vincitore per premio. Quanto poi bisogna convenire, che veramente i sieno antichi siffatti giuochi, si ri giuochi celebrati nel detto anno di leva da una bolla di Urbano V, Agone, e di Testaccio facessero gran eletto in Avignone nel i362 , con colpo sull' animo de romani e de cui protestò contro la forza , che gli altri, che v' intervennero, dap i romani adoperavano per obbliga poichè molti si diedero premura di re, le città, e luoghi vicini, come stenderne diligenti relazioni, acciò Anagni, Corneto, Magliano, 'Piper- non se ne perdesse la rimembran no, Sutri, Terracina, Tivoli, Tosca- za. Due altre sono pure citate dal nella, Velletri ec., a mandar uomi Crescimbeni, e la prima stampata ni da ogni comunità per accrescer con questo titolo: Li grandi trionfi, ne la solennità, siccome afferma nei feste, pompe, e livree fatti dalli suoi Archiatri il citato Marini, to signori romani per la festa di Agone mo II. p. 72. e di Testacelo. L'altra manoscritta Non riesca discaro, che qui si dia fu compilata da Gio. M." Zappi tibur- un cenno sulla piazza Navona o Ago tino, che fu uno de' giuocatori, e il ne, e sul monte di Testaccio. La porta - stendardo della sua patria. piazza Navona, una della più gran Un'altra lunga e curiosa descrizio di di Roma, prese il nome dal cir ne di una festa di Testaccio, come co Alessandrino o Agone, onde giuo eseguita l'anno i372 a' iS agosto chi di Agone furono detti quelli nel nel pontificato di Gregorio XI resi la medesima celebrati. Di essa Fran dente in Avignone , è riportata a cesco Cancellieri ci dà erudite notizie, pag. 58g e seg. da Marco Ubaldo nel suo Mercato, lago, e palazzo pan- Bicci nella sua eruditissima Notizia filiano nel circo Agonale, detto vol della romana famiglia Boccapaduli, garmente piazza Navona , Roma Roma i762. Secondo la narrazione i 8 i i . In essa attualmente si fa li ch'egli riporta d'una di tali feste, na gran fiera, o mercato nel mer la corsa a Testaccio consistette nel coledl d' ogni settimana, ed ogni correre che fecero da quel monte mattina il mercato delle erbe e co- al piano due carri o carrozze per mestibili. Nel mese poi di agosto nei volta tirate dai tori, con quattro sabbati, e nelle domeniche, viene al porci legati dentro, ed una can lagata dalle tre celebri fontane, che na di panno rosato per pallio ; decorano la piazza, ed in alcune e che appena giunsero sulla piazza, circostanze vi si tengono le corse trecento persone colle spade nude, del fantino, delle quali poi riparle vi si scagliarono sopra per impadro- remo, specialmente in occasione del CAR gesima, delta di CAR Testardo. Quindi 89 vi passaggio per Roma di qualche monarca, come da ultimo ebbe luo fu aggiunto un terzo giorno interme go per Francesco II re delle due dio tra i due suddetti, cioè il sabbato Sicilie. Tali fantini sono giovani a destinato alla caccia de' tori, come ap cavallo a dorso nudo, divisi in tre parisce dalla bolla di Martino V, Cir- squadre e vestiti di colori diversi. ll cumspecta sedis aposlolicae, emanata monte poi di Testacelo, Testacen* , in Roma VII id, martiis an. i^T. si formò da una immensa quantità Divenuto poi nel i464 sovrano Pon di frantumi di terra cotta. Alcuni tefice il menzionato Paolo II, Bar dicono che Tarquinio assegnò tal bo, veneziano d' animo grande, vi luogo a' fabbricatori di vasi, tanto per aggiunse le otto corse de' pallii, che la comodità dell' imbarco sul Teve ancora oggidì sono in uso, sebbene re, che per giovarsi delle sue acque, dalla loro prima istituzione rifor e siccome loro proibì gettare quelli, mate. Paolo II conobbe meglio dei che si rompevano, nel fiume, così suoi predecessori il vero genio del col porli in questo sito, in progresso popolo di Roma, e le due molle di tempo ne divenne un monte deli principali, che lo fanno agire, a se zioso, e molto comodo alla conserva conda di chi il deve condurre col zione del vino nell' estate. Il Can lo stesso di lui vantaggio ; paneni, cellieri dice, che vi fosse anticamen et circenses. Onde si studiò parti te celebrato il mercato, e il Vasi , colarmente di contentarlo in am tom. II. p. 437, Itinerario di Ro bedue queste cose, coll' abbondan ma, dà al monte di Testaceio an za de' viveri, e coi pubblici spetta che altra origine. Nel i 686 il Mar coli , de' quali volendo godere egli tinelli stampò un libro sul monte stesso , siccome di naturale piuttosto Testaceo o Testaccioj l' Eschinardi allegro , ordinò , che le corse, le scrisse, nel i697, una lettera sul mon quali per lo innanzi si facevano a te Testaccioj ed altrettanto fece il strada Florida o Giulia, si facessero Contucci, riportata nel t. III. ArcacI. dall'arco di Domiziano, poi detto di Carniin. Attualmente nel maggio, Portogallo, sino al palazzo di s. Marco, nell' estate, e massime nell' ottobre detto poi di Venezia, da lui eretto è frequentato questo monte dai ro ed abitato ; benchè alcuni dicono , maneschi, e dalle minenli per le che i cavalli partissero dalla piazza vignate, ovvero sia per certe ricrea Flaminia, o del popolo. Ma poi ve zioni consistenti in colezioni, balli, dremo l' arco demolito da Alessan canti dei ritornelli, della tarantella, dro VII, acciocchè le corse libera e simili curiose composizioni, fra il mente seguissero dalla detta piazza suono de' tamburelli, dei calascioni, sino a quella di Venezia. e dei mandolini. Racconta dunque il Platina, nel Ritornando all' origine del carne la Vita di Paolo II, di cui fu vale romano, dopo l' abolizione dei contemporaneo, e a p. /\.56, che Saturnali, Lupercali ec., ed altri an avendo egli quietate le cose d' Ita tichi giuochi, consistevano gli spet lia colla celebre pace del i468, per tacoli in principio nella festa di la quale furono fatte feste per tut giovedì grasso, o di sessagesima, det ta l Italia, e per due giorni in Ro ta di Agone, e nell' altra dell' ulti ma, il Pontefice indi ordinò, ad i- ma domenica, cioè quella di quinqua- mitazione degli antichi, alcuni giuo» go CAR che vi si conduceva CAR colla maggior chi e feste magnifiche, e diede un sontuoso banchetto al popolo. Il pompa degli antichi romani, circon Vianesio da Bologna, ch' era vice- dato dai magistrati di Roma stessa, e camerlengo , dispose le cose se per altre decorazioni degne soltailto condo il volere del Papa. I giuo di quell' eterna città. Si dilettava il chi furono otto pallii , che nel detto Papa di queste mascherate, e carnevale per otto giorni continui delle feste di carnovale, che spesso si donarono a quelli, che nel corso vedeva con trasporto dietro ad una restarono vincitori. Correvano i vec finestra in compagnia di alcuni Car chi, correvano i giovani, correvano dinali. In quel tempo fu dal Papa quelli, che erano di mezza età, scoperta una congiura tramata con correvano i giudei, e si facevano tro i preziosi suoi giorni ; ma e- ben satollare prima, perchè corres gli , lungi dal vendicarsi dell' au sero con minor velocità. Correvano tore, il ricolmò di confusione colla i cavalli e le cavalle, gli asini, e sua magnanimità, e facendo uso del i bufali con piacere di tutti. Si suo animo grande, ordinò che si correva dall' arco di Domiziano si continuassero secondo il solito i di no alla chiesa e al palazzo di s. Mar vertimenti carnevaleschi, col solo di co, ove stava il Papa, prendendo vario di alcune pattuglie di uomini grandissimo piacere per queste fe armati, distribuite per la città, per ste; e dopo la corsa a' fanciulli lor precauzione prudenziale. di di fango per aver corso, faceva Negli statuti di Roma compilati dare un carlino a cadauno. sotto lo stesso Paolo II, dopo esser Leggiamo poi nel Novaes altre si detto, che gli ebrei pagavano al analoghe particolarità, che merita la camera capitolina mille cento no qui riportarsi. Molto procurava trenta fiorini di soldi quarantasette questo Pontefice , egli dice , di di l' uno, gli ultimi trenta dei quali vertire il popolo romano. A que erano stati aggiunti in memoria dei sto, al senato, ed a' forestieri face trenta danari, che i medesimi sbor va egli nel tempo di carnevale un sarono a Giuda per prezzo del lauto banchetto nel suo palazzo tradimento fatto al Redentore nel- di s. Marco, incaricandone dell' as l' orto di Getsemani ; e dopo sistenza il suo nipote Cardinal Mar essersi stabilito in quante e quali co Barbo, con diversi prelati, per incumbenze ed usi detta somma si chè nulla mancasse al buon ordine, e doveva ripartire ed erogare, spiegasi alla squisita sua magnificenza. Finito in che consistessero i giuochi carne il pranzo, gittava al popolo gran valeschi , secondo il nuovo stabili quantità di danaro dalle sue fine mento , e disposizione del sovrano stre. Regalò una volta al popolo ro Pontefice Paolo II, ne' seguenti ter mano quattrocento scudi, allorchè mini, che riportiamo dal latino tra gli preparò una splendida e nume dotti : » Parimenti che si debbano rosa mascherata, che descrive il » celebrare con solennità i giuochi Canesio, Fita Pauli II, p. 65, la » di Agone e di Testaceio. Prixnie- quale non si vede così maestosa al » rumente che si facciano, e poi si -tempo d' oggi, per i carri, figure , » portino in essi quattro anelli di personaggi, guardie di cento sessan » argento dorati , due in Agone, e ta e più giovani scelti, pel senato » due in Testaceio, in uno de' quali CAB. CAB gi » debbano giuocare coll'asta i cit- Marmi, degli Archiatri , t. II, p. 62, » tadini, e nell'altro gli scudieri. colla quale il Pontefice esentava da » Parimenti nel campo di Testaccio questa contribuzione l'ebreo Angelo » si portino tre pallìi d' oro e di suo medico, e la famiglia di lui. » seta , al primo de' quali corrano Martino V, avendo pietà della mi » i cavalli de' romani, al secondo i seria della loro sinagoga, accordò » cavalli de' forensi , al terzo poi i agli ebrei di Boma di poter porre » conduttori degli asini. Parimenti in contribuzione quelle ancora dello » si portino sei carri, due de' quali stato pontificio, e questa grazia fu » erano soliti a farsi dai molinari, dal predetto Paolo II approvata e » ne' quali solevano porsi i soliti confermata. Oltre a ciò gli ebrei » animali, cioè due giovenchi, e due prima che incominci il carnevale , » porci in ciascun carro, compresi mandano alcuni deputati dai con » particolarmente que' giovenchi, che servatori di Roma , implorando la » erano soliti portarsi dai monisteri continuazione della protezione del » di s. Paolo, e de' ss. Saba e Gre- popolo romano, ed offrendo un maz » gorio in ciascun anno pei detti zo di fiori, con una cedola di venti » giuochi. E gli stessi carri debbono scudi per erogarli nell'addobbamento » essere coperti di panno rosso ad dei palchi della magistratura roma » onore del popolo romano. Pari- na sulla piazza del popolo. Ad essi » mente si aggiunse alla suddetta risponde il primo conservatore, che » festa, per grazia di Paolo II, che col continuando gli ebrei di Boma ad » danaro della camera si facciano al- esser fedeli e quieti ec. , non reste » tri sei pallii, uno per gli ebrei, che ranno privi nè della loro protezio » corrono il giorno di lunedi prima ne , nè di quella del sovrano Pon » della domenica di carnevale (cioè tefice ; indi i medesimi deputati van » domenica di quinquagesima), un no a fare un eguale omaggio al se » altro pei fanciulli cristiani nel natore di Boma, che dà loro eguale » giorno di martedì , un altro pei risposta. , ; ' » giovani cristiani nel giorno seguen- Lo stesso Marini nella medesima » te di mercoledì, un altro pei ses- opera, e tomo, alla p. 24i, riporta » sagenari nel giorno di venerdì , due lettere di Leonardo da Sarzana » un altro per gli asini nel giorno scritte a Giacomo di Volterra sulle » di lunedì di carnevale , un altro grandi feste, e giuochi fatti in Agone » per le bufale nel giorno di mar- a' 4 febbraio i492 per la sconfitta » tedì di carnevale "„ de' Mori, e presa di Granata; delle Si sa inoltre, che per le feste quali ci lasciò memoria anche Carlo celebrate in tempo di carnevale Verardo cameriere , e segretario di nel secolo XIV a piazza Navona ed Paolo IL Ma essendo molto inte a Testaccio, e che si descrivono a ressanti quelle fatte nel carnevale p. 589, nella citata Storia di ca dell' anno i 55o, appena eseguita sa Boccapaduli , l' università degli la elezione di Giulio IH , lo che ebrei, come più sopra dicemmo, pa fu a' 7 febbraio , si crede oppor gava mille cento trenta fiorini d'oro tuno darne qui un estratto. Nel per islromeuto del popolo romano le miscellanee della celebre biblio inserito nella bolla di Bonifacio IX teca casanatense evvi un opusco del i399, che si legge nel mentovato lo rarissimo con questo titolo : La g2 CAR ch' era di velluto CAR turchino con trionfante festa fatta dalli signori romani per la creazione di Papa maniche ed ornamento di tela Giulio III , col significato delle fi d' oro: questi avevano un non so gure fatte nell'apparato della scena che dell'abito moresco, ed erano della commedia, colle dichiarazioni guidati dal principe di Macedonia. di tutti i giuochi de'cavalli, caccia di Gli stivaletti delle gambe erano tori, ed altri bellissimi conviti, Ro fatti all'antica , ed all'antica era ma. Questo libro fu dedicato a d. Gio no le trombe che portavano, es vanna d'Aragona moglie di Ascanio sendo i loro trombetti vestiti della Colonna, per ragguagliarla di quanto medesima maniera dei predetti , di bello si fece in Roma dal popolo con altri suoni e stramenti mo pel nuovo Pontefice, e per dimostrar reschi. Questi, mentre la caccia si le la magnificenza e grandezza del faceva in Campidoglio , passando l'animo de' romani, che non voglio per la città sopra bellissimi ca no cedere agli antichi, dappoichè la valli , fecero il giuoco de' caro spesa occorsa fu grande, come son selli nella piazza di s. Pietro alla tuosi riuscirono gli spettacoli, il cui presenza di Sua Santità, e poi ri apparato venne eseguito in soli quat tornati in Campidoglio, essendo già tro giorni. Segue la descrizione. la caccia finita, giuocarono il me » Primieramente il giorno di car desimo giuoco in quella piazza , nevale (perciocchè quel dì era che fu bellissima e vaga cosa ve costituito a cotal festa), nella piaz dere, e terminato questo giuoco , za di Campidoglio si fece una entrarono nel palazzo de' signori caccia di tori, alla quale fu pre conservatori , e dopo loro gran sente quasi tutto il popolo colla moltitudine di popolo di ogni gra nobiltà di questa corte, e di que do, dove fu celebrata una solen- sta città, così di donne, come di nissima e magnifica cena , alla uomini, dalla qual piazza, avanti quale furono convitati il nipote, che la caccia incominciasse , si e fratello di nostro Signore, colle partivano quaranta gentiluomini , loro donne , le quali furono ono con quaranta servitori tutti a ca rate da molte gentildonne romane, vallo ordinati in due squadre di mangiando tutte le donne ad una livree diverse l'una dall'altra, cioè sola tavola. In un' altra tavola venti di loro coi servitori, vestiti mangiarono sette Cardinali col di velluto cremisi con maniche di duca Orazio Farnese, ed altri si tela d'argento, e similmente era gnori. L'altra fu dei nipoti del ornato il resto del vestir loro , Papa, con uno de' signori conser avendo in testa una berretta aguz vatori, ed altri signori e gentiluo za, la quale, insieme colla veste, mini. Finita la cena, tutta questa ch' era larga con una storta al brigata si condusse in luoghi dis fianco, onde sembravano tanti tur posti e ordinati nel teatro per chi : questa fazione era guidata vedere una bellissima commedia dal sig. Giuliano Cesarini, gonfa nella corte di detto palazzo, il loniere e generale di questo po quale era ornato da tre faccie di polo. I venti altri gentiluomini , quadri di tela grande ed istoriati ; coi loro servitori aveano in dosso la quarta faccia di questa corte un abito della stessa lunghezza , era occupata dalla scena : la più
CAR volto la polvere, CAR o la farina, e non 93 » gran parte di questi quadri con- » tenevano alcuni grandi fatti di i razzi matti di fuochi artifiziali; » Giulio Cesare, alludendo con quel- ma fu introdotta la costumanza di » li al nome di nostro Signore, che tirare per gentilezza i confetti. I no » pure si chiama Giulio. La com- bili rispettarono il popolo, e questo " media fu bella e ben recitata, e si astenne dal molestare i barbari » tanto procedette in lungo la festa, corridori , laddove per lo innanzi » che terminò verso le dieci ore ". ciascuno si faceva lecito di spaven Paolo IV, Caraffa, che eletto nel tarli per impedirne la vittoria. i555, regnò sino all'agosto i55g, Il merito maggiore per l' incolu sebbene grave ed austero, ogni anno mità degli spettatori alle corse, per nel tempo di carnevale, invitava un quella de' cavalli, provenne dalla giorno a pranzo tutto il sagro Col regolarizzazione della via del corso, legio de' Cardinali , solendo dire : e dalle previdenze del governo. E essere cosa convenevole, che il prin primieramente dobbiamo ad Ales cipe qualche volta si ricreasse coi sandro VII, Chigi, non solo il rad suoi fratelli, e co' suoi figli. Ma drizzamento e miglioramento di tal asceso al trono del Vaticano nel via, ma la demolizione dell'arco di i585 Sisto V, e trovando Roma, Marc'Aurelio detto di Domiziano, e e lo stato ecclesiastico pieno di mal di Portogallo, eseguita nel i662 per fattori e di abusi , su tutto prese renderla più libera e più dritta. Fu opportuna provvidenza con felici chiamato di Portogallo, perchè aven risultati. Avendo poi bisogno di ri do il Cardinal Evesano inglese fab formarsi il carnevale romano , nel bricato un palazzo, ora degli Otto- quale accadevano licenze, abusi, e boni duchi di Fiano, presso san prepotenze insoffribili, volle egli ri Lorenzo in Lucina, abitollo il Car mediarvi col solo terrore. Fece per dinal da Silva, portoghese, ed amba tanto alcuni giorni prima del car sciatore di Portogallo a Paolo III. nevale erigere alcuni patiboli, ed Quindi Clemente XII, nel i736, alzare le travi colle corde, queste grandemente ne migliorò la strada per castigar le braccia a chi le al sia col dirizzarla, che col renderla lungasse contro il prossimo ; quelli eguale; Pio VII tolse l'inconveniente, per istringere le fauci a chi togliesse che nel tempo della carriera de' ca ad altrui la vita; indi comandò che valli fosse ingombro dalle carrozze lungo il corso, per evitare le disgra e carri, e finalmente la perfezione fie, che accadevano con frequenza di tal via venne compita e nobili per la calca del popolo insolente, si tata nell' odierno pontificato. Gio facesse uno steccato di travi da am vanni Mantovano, dotto poeta lati bedue le parti, acciocchè nel mezzo no, che fiorì nel i4oo, nel descri rimanesse luogo libero a'carri trion vere il carnevale di Roma, paragona fali , alle carrozze, a' barbari, e di le corse de'cavalli alle feste Equirie, qua e di là camminasse sicuro il delle quali si fa menzione all'artico popolo. Questi preparativi, e le re lo Chiesa, di s. Maria w Acquiro, lative disposizioni bastarono a repri ove appunto si facevano le corse mere i gravi disordini invalsi, che dei cavalli con tanto entusiasmo in tal circostanza succedevano. Non degli antichi romani. V. il Loca- si vide più gettata addosso, o in telli , Il perfetto cavaliere, Dei tor 94 CAR squadre, che si CAR distinguono dalle nei pag. 4i •, Delle Giostre, e da. pag,Carrosellì 4l6, pag.4l7» 4 42l- l 2 , e Delle corse vesti: ognuna fa per tre volte il giro del circo con veloce corso, indi Le corse non solo per la via i tre vincitori d'ognuna si riuniscono Lata, ma, come si disse, ebbero affine di eseguire una quarta corsa, luogo prima di essa per la strada e quegli che vince prende il premio. Florida o Giulia, per la via del Questo divertimento riesce piacevole, la Lungara , e per quelle delle tanto per la vastità, e adornamenti porte Cavalleggieri e Fabrica , e della piazza, che per rinnovarsi la per altre , nonchè nella piazza Na- memoria de' giuochi agonali, ivi ce vona. Difatti il padre Eschinardi, lebrati ne' precedenti secoli nel car nella Descrizione di Roma p. 282, nevale. Ad avere poi una chiara ci assicura, che per la strada Giulia cognizione delle feste carnevalesche, s' introdussero le corse, ed anche e straordinarie celebrate in Roma nel piano del monte Testaccio, e ne' bassi secoli, sono a vedersi Gio. ne'tempi posteriori dalla piazza Far Camillo Peresio, // Maggio roma nese a quella Vaticana, locchè con nesco, ovvero il pallio conquistato, ferma Pompilio Totti, Ritratto di nel linguaggio del volgo di Roma, Roma moderna, pag. 335, e nella Ferrara i688, e Giuseppe Berneri, loggia del collegio Bandinelli presso // Meo Patacca , ovvero Roma in s. Giovanni de' fiorentini siedevano feste nei trionfi di Vienna, nel lin i giudici per decretare il pallio al guaggio romanesco, Roma i695. vincitore, il qual premio si poneva Ora passiamo a dire quando in su d' un ferro, che ivi rimase sino Roma si sospende il carnevale, quan a' nostri giorni. Indi per la nascita do si sono anticipate, o posticipate di Luigi XIV, siccome l'ambascia le corse de' cavalli e l' uso de'pallii tore di Francia abitava a strada in caso d' irregolarità, od altra eve Giulia, si fecero tre corse di barbari nienza accaduta nelle carriere dei e cavalli coi pallii. Nel i7o9, abi barbari. Il carnevale, e le corse pri tando la regina vedova di Polonia mieramente si sospendono in Roma Maria Casimira al palazzo de Tor nella celebrazione degli anni santi. res alla Trinità de' monti, fece fare Gregorio XIII, nel i575, prima di la corsa di due , pallii ai putti , e celebrare l'XI anno santo, proibì i agli asini. Per la festa poi di s. An baccanali, e ordinò che le spese de tonio di Padova, celebrata a s. Sal gli spettacoli carnevaleschi fossero vatore in Onda a ponte Sisto, segui convertite in vantaggio de' pellegrini. una corsa di ragazzi col pallio. Anche Clemente X, avanti di cele Nella piazza di Agone o Navona, brare nel i675 il XV anno santo, quando ha luogo la summentovata ad esempio de'suoi predecessori, vietò corsa del fantino, ecco come segue. il carnevale, ed erogò in favore del All'intorno di essa si erigono de' pal l' arciconfraternita della ss. Trinità chi a vari ordini , che seguono la for de' pellegrini , i seimila scudi che, ma rettilinea della piazza, essendo secondo il consueto, si spendevano l' interno di essa difeso, e chiuso da pei divertimenti carnevaleschi, ed uno steccato. I cavalli corridori devono impose ai giudei, che alla medesima portare sul dorso nudo un fantino somministrassero il valore de' pallii , o giovinetto, e sono divisi in tre non avendo luogo neppure le car- CAR dì 26 aprile. Lo CAR stesso caso avven 95 riere de'cavalli. V. Anni Santi, ove si riportano le sospensioni del car ne nel i766 per la festa della Pu nevale in tal tempo, e l' erogazione rificazione. Quindi si fece altrettan del danaro, che suole spendersi pel to, meno la corsa, ed il pallio da medesimo. Clemente XIII fu donato alla chie Nel pontificato d'Innocenzo XIII sa di s. Marco. Nell' anno seguente incontrandosi nel mercoledì di car questo Pontefice, stante le circostan nevale la festa della Purificazione ze de'tempi, ordinò che il carneva della b. Vergine, il pallio che si do- le si facesse senza le maschere, e vea correre nella vigilia, fu anticipa senza i teatri, permettendo le sole to nella precedente prima domenica corse de' barbari. E siccome la fe di carnevale o sessagesima, e l'al sta di s. Mattia cadde nel primo tro del mercoledl nella domenica martedì, accordò che la corsa aves di quinquagesima. Sotto Clemente se luogo nel giovedì precedente. Po XII, essendo caduta la predetta fe scia, nel i769, per essersi incon sta nel veneldl di carnevale, vacò trata la festa della Purificazione nel questo nel giovedl grasso, ma la cor- giovedì grasso, vacò il carnevale in CAR » Perchè non CARsiamo privati di una ij9 Jio Carino suo successore immedia to. Onde osserva, che non di rado » regola fissa, determiniamo, che il si usò per nome proprio quello, che » titolo di nostro carissimo fratel- prima era solamente aggettivo; ed » lo si compartisca nel carteggio al un santo fanciulla martire trovò che » nostro fratello provinciale, ed ai avea nome Carissimo. » padri di provincia ". Il Garampi, Del sigillo p. 66 , CARO Ugo, Cardinale. Ugo Ca racconta che in un placito tenutosi ro , denominato da s. Teodosio , o nell' anno i i 39 da Innocenzo II per di s. Thiery, o meglio di s. Caro, una causa del monistero di s. Gre nacque a san Chers in Vienna del gorio, Oddone signore di Poli, ch'era Delfinato. Volgarmente si chiamava l' avversario del monistero , parlò Ugone Cardinale, ed era dottore in sempre così : » Domine Papa, ego signe, e profondo in teologia. Per .w ad vestram praesentiam libenter venuta la fama di lui a Gregorio » adveni , Carissime , non ad haec IX, lo spedi con altri dotti e pii re » responsurus etc. Rogamus, carissi- ligiosi al patriarca Germano di Co » me Domine, ut me ad haec re- stantinopoli a trattare l' unione del » spondere non cogas etc. Sicut no- la chiesa greca colla latina. Quindi » stri Carissimi Domini etc. Fac nel i 244 venne promosso all' arci » Domine Papa ad praesens justi- vescovato di Lione, e nel medesimo » tiam etc. ". Francesco Parisi nel anno da Innocenzo IV, nel tempo le sue Istruzioni per le segreterie, del generale concilio, fu creato Car tomo III, p. i6, De' titoli in spe dinal prete di s. Sabina con altri cie § Carissimo, dice che di questo undici soggetti. Nel ii5i fu spe si serve il Pontefice romano nelle dito legato in Germania a pacifica lettere all' imperatore, ed altri costi re quelle provincie , ed a favorire tuiti in regia dignità , come ancora Guglielmo di Olanda eletto re di alle loro mogli : Carissime in Chri- Germania in vece di Federigo II , stojili nosler, salutau, ec. ed in cor nonchè a correggere i molti disor po, la Maestà vostra, ec. Anche i dini , che per la condizione dei tem sovrani usano il carissimo , come pi si erano introdotti in quelle chie noi l' usiamo co' parenti ed amici , se. Allora ebbe a trattare la causa e nel i 369 l' imperatore Carlo IV dell' arcivescovo di Treveri accusato scrivendo a Landolfo Colonna, gli di aver favorite le ostilità praticate scrisse carissime. Rileva il Bercastel, contro i crocesignati dal popolo di Histoire de l'Eglise lom. XIX, p. Coblentz. Estese le sue premure al .56 i che, allorquando nel i595 ri la chiesa di Liegi, approvò la festa cevette la solenne assoluzione da del Corpus Domini nuovamente in- Clemente ViII il re di Francia stituita in quella diocesi, e volle che Enrico IV, questi diede a' Cardinali nel i252, si celebrasse da tutto il il titolo di cugino , mentre fino al clero della sua legazione. Divenne lora dai monarchi di Francia non carissimo al Pontefice per le sue doti aveano avuto che quello di caro distinte , postillò tutta la sacra Scrit amico. tura , e ne commentò alcuni libri , Dalle regole poi dei religiosi Al- e, secondo alcuni, fu il primo a di cantarini, Constituliones , ec. Valen viderla in capitoli , e con molti cia , i7o3 a pag. i38, si legge: individui del suo Ordine terminò ìoo CAB. coloro, che percuotono CAB gli ecclesia le Concordanze della Bibbia , che lo resero immortale. Stabilì nella stici. Labbé tomo IX, Arduino to sua patria un convento a' frati del mo VI. suo Ordine, e consunto dalle fati Il 3.° si adunò nel io28, sopra che, dopo i conclavi di Alessandro la fede cattolica , e contro i mani e di Urbano IV, morì in Orvieto chei , che propagavano i loro errori nel i264, diciannove anni dacchè nelle Gallie, non che per la confer era stato insignito della porpora. Fu maConcili della pag. pace. go. Diz. portatile dei , sepolto nella chiesa del suo Ordine, e la salma di lui fu trasferita a Lio Il 4-° concilio si convocò nel i o8o, ne, ove si collocò nella chiesa dei ovvero nel i o82 , secondo il Labbé domenicani con chiarissimo elogio tom. X, e l'Arduino tom. VI. Vi al manco lato dell'altar maggiore, fu deposto il vescovo di Saintes presente Guido vescovo Cardinal di Bosone, sebbene altri vogliano, che Sabina legato a latere, che fu poi vi si consacrasse soltanto un altare. Clemente Papa IV. Il Marracci, ri Il 5." celebrato nel i i 86 nel cordando questo dottissimo ed illu pontificato di Uibano UT, e presie stre Porporato , esalta a cielo la di duto dall' arcivescovo di Bourges vozione di lui, che nudriva speciale legato apostolico, si occupò di vàri verso la santissima Vergine. punti della disciplina ecclesiastica. CABOFFÈ, Carqffiim. Piccola Ivi. città di Francia, chiamata anche CABPASSO (Carpasien.). Città Charroux nel dipartimento della vescovile nell' isola di Cipro, ora Vienna, circondario di Civray, edi semplice borgo della Turchia asiatica ficata su di un ruscello, che più sulla costa settentrionale di Cipro, abbasso si riunisce alla riva destra con piccolo porto. Dipendente dalla del Charente, nella diocesi di Poi- metropoli di Su lamina, nel XII se tiers. Eravi una famosa abbazia di colo, si unì all' antica sede di Ce- benedettini fondata con approvazio raunia ( Cerines ), nella diocesi di ne di Carlo Magno dal conte di Antiochia. Due vescovi si conoscono Limoges Botegario in uno ad Eu- di Carpasso , che fu detta anche frasia sua consorte; e siccome Carlo Carpasia. Divenne in seguito ve Magno vi pose nella chiesa un pez scovato in partibus, titolo che pur zetto della ss. Croce, la chiesa fu ora conserva monsig. Michele Fle dedicata al ss. Salvatore. In questo ming, de' minori riformati, e che monistero, che viene pure appellato gli fu conferito a' io luglio i829 San-Carrof, Sanctum Carrofum, se da Pio VIII , in uno al vicariato condo la Gallio. Christiana tom. II , apostolico di Terra Nuova nell' A- col. i277, si celebrarono i seguenti m erica. cinque concili, detti Carrofensi. CABPATO (Charpatus). Città ll i.° vi venne convocato nell'an arcivescovile tra Bodi e Creta nelle no 983, sotto Lotario I. Gallia isole Cicladi dell' esarcato d' Asia , Christ. tom. II, pag. 5 ii. chiamata .volgarmente Scarpanto. Fu Il 2.° fu tenuto l'anno 989, in eretta in vescovato nel V secolo , favore del monistero, e si fulmina ed in arcivescovato nel nono, ed è rono pene contro quelli, che deru dipendente dalla metropoli di Bodi. bano le chiese, o i poveri, e contro Se ne fa menzione pure negli atti de' concili , e si CAR conoscono sette dei CAR ioi già uditore di lui, non che una bi tuoi vescovi. blioteca. Dopo i conclavi d'Inno CARPEGNA Gasparo, Cardinale. cenzo XI, Alessandro VIII, Inno Gasparo Carpegna, dei conti di cenzo XII, e Clemente XI, morì a Carpegna , congiunto al Cardinal Roma vescovo di Sabina nel i 7 i 4i Ulderico di tal nome, nacque é di ottantotto anni, e quarantatre Roma nel i626. Appena prelato, di Cardinalato; e senza pompa fu Innocenzo X lo fece uditore della nebre fu sepolto nella tomba dei segnatura, poi segretario della con suoi maggiori a S. M. in Vallicella, gregazione delle Acque. Egli com rimpetto alla cappella detta dell' In pose le ardue differenze tra la corte coronazione. Nel i 683 a Roma pub di Roma ed il granduca di Toscana blicò un' opera morale ; e per la sua circa il corso delle Chiane, che sor letteratura, fu il primo Cardinale gevano fra i due confini, e che ri ad essere acclamato nella celebre tenute pregiudicavano ambe le parti, accademia di Arcadia. V. Josephus e ritrovò un comune soddisfacente Montereius, Rariorum maximi mo riparo. Dappoi Alessandro VII lo duli numismata selecta ex biblio- ascrisse agli uditori di Rota; e Cle theca Em. Card. Carpignae com mente IX ai consultori del s. Offi- mentario illustrata , Amstelodami zio ; poi Clemente X , che avealo i685. Ma il museo per la maggior affine , a premio de' suoi preclari parte passò al Vaticano, e la biblio meriti , lo dichiarò suo datario ; e teca in progresso fu alienata. poscia ai 22 dicembre i67o, lo CARPEGNA Ulderico, Cardina creò Cardinal prete di s. Pudenzia- le. Ulderico Carpegna della nobile na. Oltre a ciò, lo fece vicario di famiglia Carpegna di Roma, ma na Roma; prefetto della congregazione to a Milano nel i5g5, conseguita dei vescovi e regolari; di quella dei da Gregorio XV l' abbazia di s. riti , e Io ascrisse a quelle del san Maria di Mutino in Montefeltro, per to offizio , del concilio , ed altre qualche tempo fu alla corte del Car molte, nelle quali tutte guadagnò dinal Antonio Barberini fratello di assai nella comune estimazione per Urbano VIII, che nel i63o Io pro la sua equità e profonda dottrina. mosse a vescovo di Gubbio, per la Clemente XI lo stimava tanto , morte di suo fratello Pietro Carpe che desiderando il consiglio di que gna . Ristaurò a tutte sue spese , sto Cardinale in una importantissima il seminario di quella cattedrale e causa, non ebbe difficoltà di andare soccorso da saggi uomini lo ridusse con trentacinque porporati al palazzo a perfetta disciplina. Morto il duca del Carpegna malato, ai 22 luglio di Urbino, Urbano VIII, che aveva del i7o8, a tenere solenne congre ricuperato quel ducato alla SantaSede, gazione nella camera di lui, come per esaltare il Carpegna , e fare co apparisce da chiari monumenti , e sa grata agli urbinati, ai 28 novembre segnatamente da un quadro, che del i633, lo creò Cardinal prete di conservavasi nell'appartamento del s. Anastasia , chiesa , cui poscia il conte Carpegna, il quale ricorda Carpegna abbellì magnificamente. Da va tale avvenimento . Si formò Gubbio, nel i639, passò al gover questo porporato un rispettabile mu no della chiesa di Todi , cui dopo seo, del quale parla il Borarioti, un lustro rinunziò al Pontefice; e io2 CAR gato pontificio. CAR Inoltre in Carpren- dopo altri titoll , sotto Alessandro VII passò al vescovato di Albano, trasso risiedeva pure il rettore del e vi stabilì il seminario. Benevolo contado Venaissino, la cui serie in coi poveri , in tempo di giubileo cominciata nel i235, regnando Gre ne raccolse nel proprio palazzo gran gorio IX, riportasi a quell' articolo. de quantità. Era stimato poi pel fEgli vi teneva il luogotenente, e suo saggio parere e consiglio dal sa giudicava non solo immediatamente gro Collegio e dalle congregazioni nel dipartimento di Carpentras, ma dei vescovi e regolari , del buongo anche era giudice supremo di tutta verno, dell'indice e da altre molte la provincia Venaissina, con amplis alle quali era ascritto. Da ultimo, sima giurisdizione conferitagli dai dopo aver favorita la elezione d'In Romani Pontefici. Carpentrasso è di nocenzo X, Alessandro VII, dei due forma quasi triangolare, ed è rino Clementi IX e X , e d' Innocenzo mata ancora per la sua numerosa XI, mentre era vescovo di Porto nobiltà, pei molti e considerabili dal i675 sotto Clemente X, e pro suoi edifizi, essendo la cattedrale di tettore dell' Ordine di Premostrato, bolla proporzione, ornata di colon morì a Roma nel i679 di ottanta ne prese da un antico tempio di quattro anni e quarantasei di Car Diana, che esisteva a Venasque. Es dinalato, e fu sepolto in chiesa a s. sa era dedicata a s. Suffredo, ed Andrea della Valle, poco lungi dalla avea un capitolo composto di dodi porta maggiore, con bellissima lapi ci canonici. Fu celebre anche l' o- de, fregiata del suo elogio e 'delle pulehza del mercato di Carpentrasso, insegne Cardinalizie. Nel i678 asse che tuttora si tiene ogni venerdì gnò il Carpegna dieci luoghi di Mon con grande concorso, ed è celebre te ài sacerdoti .della congregazione tuttavia per le magnifiche mura di della Missione, coll' obbligo di fare pietra che la circondano , erette ogni anno le missioni in due luo principalmente dagli antipapi Cle ghi della diocesi di Porto. Pier An mente VII, e Benedetto XIII, tonio Guerrieri, Genealogia di casa notandosi specialmente l' alta tor Carpegna i storicamente compilata , re, che domina sulla porta di O- Rimini i667. range. CARPENTRASSO o CARPEN- Carpentras vanta rimotissima o- TRAS. Città vescovile di Provenza in rigine, fu capo de' Memini, o Mi Francia, nel dipartimento di Valchiu- nimi ., popoli subalterni ai bavari , sa, capoluogo di circondario e di can onde Plinio la chiamò Carpenlora- tone, edificata in una bella posizione cte Meminorum, e Tolomeo Forum a' piedi del monte Ventouz, e sulla Neronis sub Tricastiuis Meminis , riva sinistra dell' Auzon. Fu capitale quorum civitas forum Neronis j il del contado Venaissino(/^e<&), già do che diede argomento al p. Labbè, minio della Santa Sede dal secolo per conciliare i detti autori, di di XIII, fino agli ultimi del XVIII , re che sia una stessa cosa, Carpen- non che fu allora residenza della curia toracte, e forum Neronis. Giulio della provincia, del giudice delle ap Cesare trovandosi nella Provenza, vi pellazioni, spettandogli quelle dei giu fece dedurre molte colonie da Tibe dici di Lilla, e Valreas, il quale era rio Nerone. Questi v' istituì le fie temporaneo, e costituito dal vice-le- re e i mercati, vi eresse un tribù CAB. tea ; onde nelle CAB monete che fece io3 co nale per rendere ragione alle altre terre de' Memini, onde dal concor niare a Morilleux, o Monteux, castel so de' carri e cocchi scoperti, che lo da lui eretto presso Carpentrasso, in grandissimo numero accorrevano ed ove alcun tempo dimorò, prese il ai mercati ed alle fiere, vuolsi de titolo di Conte del P^enaissin. En rivato il nome di Carpentras, e dal trato l'anno i3i4, trovandosi Cle detto Nerone l' altro di Forum Ne- mente V malconcio in salute, tras ronis. Tultavolta dagli avanzi di un portò la sua corte e curia a Car- arco trionfale, incassato nelle co prentrasso come capitale del conta struzioni dell' antieo palazzo vescovi do ; indi volendosi recare a Bor le, rappresentante in rilievo un con deaux, cessò di vivere a Riquemaure quistatore, che tiene due re incate ai 2o aprile di detto anno. Il suo nati, e che credesi appartenere al corpo fu trasportato in Carpentrasso, monumento innalzato in onore di ove colla corte dimoravano i Cardina Gneo Domizio Enobarbo, e di Quin li, e vi restò per molto tempo senza to Fabio Massimo, vincitori degli sepoltura, perchè i suoi parenti e do allobrogi e degli auvergnati, si rile mestici nou si occupavano che .della va che la città era già importante, sua eredità. Finalmente venne tras come veniva comprovato da una i- ferito a' 27 agosto ad Usesta dio scrizione di caratteri romani antichi cesi di Bazas, e fu sepolto nella col fuori della porta Auriaca, nell'orto legiata de' canonici regolari da lui Brutinelli. Certo è che Carpentras- fondata, i quali aveano avuto dai so divenne una delle principali cit Cardinali sentenza favorevole contro tà della Gallia Narbonese. Se poi la chiesa di Carpentrasso, che ricu fosse eretta sulle rovine di Vindi- sava di ceder loro il pontificio ca sca, o Venasco, o se fosse questa u- davere, ad onta della volontà espres na diocesi riunita a Carpentrasso, sa dal defunto, che aveva ordinato si dirà parlando in appresso della dover esser tumulato nella colle sede episcopale e de' più insigni suoi giata. vescovi, non che di quanto riguar Quindi ventitre Cardinali, fra i da l' origine della sovranità della quali sei italiani ed il resto francesi, Santa Sede. Passiamo ora piuttosto si rinchiusero in conclave nel palazzo a dire del trasferimento della sede del vescovo di Carpentrasso. Ma sicco medesima in Provenza per quanto me essi erano risoluti di non eleg può riguardar Carpentrasso, e dei gere per Papa un guascone, come successivi suoi avvenimenti. pretendevano i molti Cardinali di Eletto al sommo pontificato, questa provincia (V. s. Antonino col nome di Clemente V, l'arcive nella sua Cronaca tit. XXI. cap. scovo di Bordeaux Bertrando de IY, ed il Villani al cap. 79 del lib. Got a' 5 giugno 1 3o5, subito chia IX), perciò i parenti di Clemente mò i Cardinali in Francia, ov' egli V , ovvero i medesimi Cardinali trovavasi, e vedendo l' Italia in pre guasconi, annoiati della lunghezza da alle fazioni, stabili la residenza del conclave e degli ardori della pontificia in Avignone non molto stagione estiva, attaccarono il fuoco distante da Carpentrasso. Indi nel al conclave stesso, per cui i sacri elet i 3 i o volle visitare la provincia del tori si trovarono costretti ad uscirne Yenaissino, che elevò al grado di con* per un'apertura fatta nel muro di die io4 > CAR apostolica. Questa CAR colla forza delle tro al palazzo, a' 24 luglio i 3 i 5, dopo quasi tre mesi che vi eiano armi ne cacciò Rodrigo de Luna, entrati. Per cagione di questi tu nipote del falso Pontefice, che coi multi, nati prima anche tra gli a- suoi soldati dominava molti luoghi, bitanti di Carpentrasso, e per altre e quindi tutti furono sottomessi al ragioni, durò la sede vacante due la sovranità ed alla religiosa ubbi anni, tre mesi e diciassette giorni, dienza di Alessandro V. finche in Lione fu eletto Giovanni Carpentrasso dopo tal' epoca go XVII, già cancelliere di Roberto con dette pace e tranquillità ; se non te di Provenza, e vescovo di Avi che nel secolo XVI le guerre rivi gnone. vili e religiose la sturbarono. Di Gregorio XI, il settimo de' Pon fatti, nel i562, gli eretici ugonot tefici che facessero residenza in A- ti si accamparono col loro esercito vignone {Vedi), nel i377, riportò la innanzi la città, ma furono valoro sede Papale a Roma, ove essendo samente respinti dagli abitanti, on morto nel seguente anno, fu collo de recandovisi il general pontificio cato sulla cattedra apostolica Urba Serbelloni, parente di Pio IV, ne no VI, napoletano. Non andò gua volle rimunerare la fedeltà e il va ri, che i Cardinali francesi, disgu lore, ed è perciò che nella sala del stati dal suo rigore, e anelando di la rettoria donò al governatore San far ritorno nel delizioso soggiorno ta Galla una catena d' oro colle chia di Provenza, si ribellarono, ed a'2o vi della romana Chiesa pendenti, e settembre i378, elessero scismati simili nella forma, ma minori nella camente l' antipapa Clemente VII , grandezza ne diede agli altri capi il quale trasferendosi, a' 2o maggio tani. Ne' secoli successivi soggiacque i379, in Avignone, vi stabili il la- Carpentrasso al dominio straniero in grimevole scisma, che crudelmente varie epoche, finchè poi venne riu lacerò la Chiesa più di cinquanta- nito alla Francia. un anno, e siccome i fedeli non sa Primieramente la città, insieme pevano qual fosse il legittimo Pon al contado Venaissino e ad Avigno tefice, cosi Clemente VII ebbe nel ne, nel i662, regnando Alessandro la sua ubbidienza parecchi regni e VII, Chigi, fu invasa dalle truppe nazioni, e dominò da sovrano in di Luigi XIV re di Francia, adon Avignone divenuto, fino dal i 3/j8, tato per le- offese fatte in Roma della Santa Sede, e sul contallo V c- dai soldati corsi al suo ambasciato naissino unito ad Avignone in quel- re de Crecquy ; ma pel trattato l' anno da Clemente VI. di pace de' i2 marzo i664, i detti Celebratosi il concilio di Pisa, vi domimi si restituirono alla sede a- fu deposto Benedetto XIII successo postolica. Essi però nuovamente fu re dell'antipapa Clemente VII, e rono occupati per ordine dello stes nel i4o9, vi fu creato Pontefice so monarca, nel i688, nel pontifi Alessandro V. Il pseudo-Papa da cato d' Innocenzo XI, Odescalchi, Avignone ritirossi a Paniscola nella per le vertenze insorte delle fran Spagna, per lo che il novello so chigie e regalie, e per le censure vrano Pontefice provvide al gover fulminate contro l' ambasciatore La- no di Avignone e del contado Ve- vardino. Ma nel seguente pontifica naissino, coll' istituire la legazione to di Alessandro VIII, Ottoboni, nel i69o, fu a lui CARrestituito lo stato di guardano esclusivamente CAR Carpentras io5 Avignone, compreso Caipentrasso, a- so, qual capitale del Venaissino. Ora vendo del tutto fine le differenze, nel la città di Carpentrasso conta circa i692, sotto Innocenzo XII. Dipoi, es diecimila anime, è residenza di un sendo Luigi XV, re di Francia, malcon tribunale ordinario, dividesi in due tento della corte di Roma, perchè cantoni, con altri tre, cioè Mour- Clemente XIII, Rezzonico, sostene moiron, Pernes patria di Flechier , va la benemerita compagnia di Ge e Sault. sù, che si voleva soppressa, e irri Passando a parlare della sede ve tato pel monitorio intimato al suo scovile di Carpentrasso e dei prin parente Ferdinando di Borbone du cipali suoi vescovi, si dee premette ca di Parma, ordinò l' invasione de re, che questa città fu anco appel gli stati della romana Chiesa in Pro lata Vindisca, o Vindausica, Ven- venza,trasso fu per presa cui, dainel i768,francesi, Carpen- come dacensis urbs, per l'unione fatta del la diocesi dell'antica Vendacense al quella, che dovea seguire la sorte di vescovo di Carpentrasso, la cui sede Avignone e del contado. Accomo alcuni con poco fondamento vorreb date nondimeno le cose da Clemen bero originata nel secondo, o nel te XIV, Ganganelli, nel i774» fu terzo secolo. Incominciò pertanto evacuata in un agli altri domimi Vindausica ad essere città verso l'an pontifici. Non tardarono ulteriori av no 4° 7 , e decimoterzo dell'impera venimenti a ritogliere ad essi Caìv tore Onorio, quando inondarono le pentrasso, dappoichè nel declinar del Gallie, a bello studio lasciate senza secolo XVIII, propagandosi lo spiri difesa da Stilicone, i vandali in un to di vertigine della rivoluzione fran agli alani, i quali con altri barbari cese in Avignone, alcuni ribelli si la devastarono. Allora è verosimile, diedero alla repubblica di Francia, che Carpentrasso provasse gli effetti e nell'aprile del i79i assediarono di eguali ostilità, e di colà si tras Carpentrasso, che presero insieme al ferisse il vescovo a Vindausica, che resto del contado, il quale con A- forse fu una delle poche terre, le vignone per la forza delle armi fu quali ne rimasero immuni, pei' te ceduto interamente alla Francia col stimonio di s. Girolamo. Quindi in trattato di Tolentino de' i9 febbra torno a quel tempo datasi in luce io i 797, dal Pontefice Pio VI, il la notizia delle provinele, vi si leg requale i pochi fu a stati, ciò costretto che gli pererano salvar ri ge Civitas Carpenctoratensis, nunc Vindausica. Ma poi riparatasi la masti dalla francese occupazione. città di Carpentrasso, essa riassun Quindi è, che il successore Pio VII, se l' elezione del proprio vescovo , prima nel congresso di Vienna del continuando parimenti i vescovi di i 8 i 5, e poi nel i 8 i 7 al re . Luigi Vindausica, onde in un tempo stes XVIII, protestò per garantire i di so avea Carpentrasso il suo vescovo, ritti della Santa Sede, acciocchè il e l' avea altresl Vindausica nel 45o, ducato d' Avignone, e il contado Ve- vedendosi ambedue sottoscritti in una ' naissino o fossero ad essa restituiti, o lettera de' vescovi della Gallia al reintegrata fosse con un compenso, Pontefice s. Leone I. Distrutta dai come meglio può vedersi all' articolo longobardi Vindausica, la sua dio Avignone, in cui molte notizie ri- cesi si um alla sede di Carpentrasso, io6 CAR il vescovo di Carpentrasso CAR abbando nè più si trova da indi in poi al cun vescovo Vendacense distinto dal nasse la sede propria. Pertanto l'ac Carpentoratense , benchè alcun ve caduto dee piuttosto riferirsi al tem scovo di Carpentrasso talora s' inti po dell' invasione vandalica verso tolasse vescovo Vendacense per la l'anno 4° 7- Distrutta poi Vindau seguita unione delle due chiese. Che sica, in suo luogo venne edificata la in Carpentrasso vi fosse il vescovo terra di Venasca , la quale sempre ne' tempi precedenti alle invasioni fu appellata Venasca , o Venasco , barbaresche, lo persuade il pensiero nello stesso tempo , che la città di che il vescovato fosse eretto in una Carpentrasso era detta città Ven città, ove per essere capo de' popoli dacense, e Vindausica. Memini doveva risiedere alcun ma Ritornando alla sede di Carpen gistrato romano, in conformità alla trasso, prima della incursione van regola per ordinario osservata nella dalica nelle Gallie, seguita nel 4°7, primitiva Chiesa nell'erezione delle come dicemmo , sotto l' impero di sedi episcopali ; oltre di che se da Onorio, avea essa i suoi vescovi. Seb Carpentrasso non si fosse trasferito bene in gran parte fosse stata di il vescovato di Vindausica, non po strutta dalle armi de' barbari, ne trebbe agevolmente intendersi il sen fu però trasportata la sede in Vin so delle parole della Notizia delle dausica , come luogo più forte , e provincie, Cìvitas Carpenctoratensis quindi per gl' infedeli di più difficile mnie Vindausica. Nè in altro tem accesso. Ma quando pochi anni do po può collocarsi questa traslazione, po Carpentrasso fu riedificata, o ri per conformarsi al tempo delle No parata., riassunse la elezione del pro tizie. Alcuni han creduto, che ne prio vescovo, senza che Vindausica seguisse la traslazione quando i bor perdesse il suo; onde ripeteremo, gognoni estendendo nelle Gallie il che nello stesso tempo sedeva un loro dominio, fra le città vescovili, vescovo in Carpentrasso, mentre un che nel 4J3 occuparono presso il altro reggeva la chiesa di Vindau Reno, s' insignorirono di Carpentras sica. Distrutta quest' ultima nel sesto so, ond' è che essendo i borgognoni secolo dai longobardi, si riunì la sua eretici ariani, si ritirasse in 'Vindau ,diocesi a Carpentrasso, alla distru sica il vescovo cattolico. Ciò per al zione della quale andò congiunta la tro ripugna, perchè non prima del perdita de' monumenti de' primi suoi 452, o del 462, si estesero i bor vescovi, onde il primo di essi a noi gognoni sino alle sponde della Du noto è Sabino, che sottoscrisse la let rezza, tempo assai posteriore alla tera a s. Leone I in uno a Superveu- notizia delle provincie. Essi anzi al tore vescovo Vendacense nel 45l j lora erano cattolici come lo era Gan- essendo ambedue sottoposti alla me deuco o Gondiaco loro re; e quan tropoli d' Arles, nè si sa con qual do gli successe Gondebaldo suo pri fondamento Io Scaligero le facesse mogenito infetto di arianismo, non suffraganee di quella di Vienna. perciò abbandonarono i vescovi catto Giuliano, vescovo di Carpentras lici delle altre sedi, le città del di lui so, nel 5i7, intervenne ai concilii dominio, compreso quello di Lione, Epaonense ed Arelatense , e sotto nella qual città risiedeva Gondebaldo; di lui fu tenuto in Carpentrasso un per la qual cosa non vi è ragione che concilio di sedici vescovi, del quale CAR riuscì per questa CAR chiesa di sommo i07 si parlerà in fine , e che fu no tabile prerogativa di questa chiesa. splendore, sebbene in progresso di Gli successe Principio, e a questo s. tempo si diminuissero a segno, che Siftredo, o Suffredo, vescovo di Vin- nel secolo XVIII rimasero dodici. dausica, per essere comunemente col Il vescovo Raimondo, che governò locati tra i vescovi di Carpentrasso, dal ii55 all'anno ii7o, per do considerandosi allora i due vescovati nazione di Raimondo V conte di uniti, ovvero secondo altri, non es Tolosa , acquistò per sè, e suoi suc sendo ancora sede episcopale Car cessori il dominio temporale della pentrasso , ma solo compresa nella terra di Venasca nel i i 5g. Andrea fu diocesi Vendacense. Chi lo descrive vescovo nel i i 85; e Guglielmo fleroal- nel catalogo de' vescovi di Carpen di lo era nel i 2 i 2, nel qual anno scris trasso, gli dà luogo tra Principio e se al Pontefice Innocenzo III contro i Clemazio, che fu oriondo del Lazio, conti Tolosani. Egli, ovvero il suo pre e che tratto dal monistero di Lerins, decessore Andrea, fu espulso dalla se fu ordinato vescovo da s. Cesario de da Raimondo VI conte di Tolo d' Arles , e che poi in una casuccia sa. Dalla confessione di tal delitto presso la chiesa di s. Maria da lui fatta poi dallo stesso conte, e dagli fabbricata, mori santamente a' 29 ordini analoghi dati dal pontificio novembre, come nota il martirolo legato Milone, si raccoglie che Rai gio gallicano. Dopo pochi anni, al mondo VI eresse una fortificazione cuni temerari involarono il suo cor a Carpentrasso, e vi esercitò molte po; ma percossi per via da repen violenze ; ma s' ignora quali esse tina cecità, restarono inabili a pro fossero, e qual fosse il tenore del seguire il cammino , onde scoperti l' ammonizione. Si rileva per altro allorchè erravano all' intorno di Car dalla lettera scritta da Ugo vescovo pentrasso, arrestati che furono, con di Riez e da Tedisio legati aposto fessarono il fallo ; quindi il clero , lici a Papa Innocenzo III, che Rai e il popolo trasferitosi processional- mondo VI fu dal medesimo Ugo e menle nel luogo, ove i rei aveano da Milone condannato a mille mar deposto le sante ossa , le trasporta che d'argento, per riparare i danni rono onorevolmente nella loro città, da lui portati ai vescovi di Carpen e come dono della Provvidenza lo trasso e di Vaison. Poco dipoi, siccome elessero per ispeciale patrono, dedi riporta il Pagi, nella critica dell'anna candogli la cattedrale. lista Baronio all'anno i22g, cioè nel Il vescovo Licerio si sottoscrisse pontificato di Gregorio IX, dalle terre nel sinodo di Chàlons del 65o, ed tolte a Raimondo VII, furono date al è registrato col titolo di vescovo la Chiesa romana quelle del Venaissi- Vendacense : ond' è verosimile , che no, di cui Carpentrasso era, e continuò la sede di Vindausica, prima di ad essere la capitale , onde nel det strutta nel 575, fosse unita a questa to anno cominciò il dominio tem di Carpentrasso ne' tempi di Lice porale della santa Sede , tanto in rio , o poco innanzi. Nell' anno 982 Carpentrasso che nel contado, di cui divenne vescovo Leirardo, il quale Gregorio IX fece rettore nel i240 lasciò il suo nome in benedizione, il vescovo di Carpentrasso Gugliel poichè istituì in Carpentrasso un ca mo Bariolis, prelato di merito, e di pitolo di sessanta canonici , lo che non comuni talenti. io8 CAR geste, ed alcuno CAR decorato della di Secondo gli atti concistoriali, sotto il vescovato di Berengario di Masa- gnità Cardinalizia , come Giuliano no, avvenne il trasferimento della della Rovere, nipote di. Sisto IV, sede pontificia nella Provenza. Nel che il creò, mentre n'era vescovo, i'i5?., Papa Clemente VI commise Cardinale di s. Pietro in Vincoli a Goffredo, secondo vescovo di Car- nel i 47 i , trasferendolo poi nel pentrasso, e a quello d' Usez , e i 474 alla sede d'Avignone , che a all'abbate di s. Rufo di Valenza, suo riguardo elevò al grado metro il processo informativo per la cano politico nel i475 : onde sottraendo nizzazione di s. Elzeario, che poi Carpentrasso, Cavaillon, e Vaison, celebrò Urbano V nipote del santo. vescovati del contado Venaissino, Fu sotto Goffredo, che il detto dalla giurisdizione di Arles, li sot Pontefice acquistò dalla regina Gio topose a quella della nuova metro vanna signora di Provenza , pel poli, e poscia nel i5o3, il Cardinal prezzo di ottantamila fiorini la città della Rovere fu sublimato al triregno d'Avignone, che congiunse al Ve- col nome di Giulio II. Nel i482 naissino. Indi, nel i^5j, Innocenzo fu vescovo di Carpentrasso Pietro VI promosse a questa sede il nipote de Valentaris , che Leone X , nel di Clemente VI, Giovanni Roger di i5i3, fece rettore del contado; gli Limoges, il quale ebbe la consola successe il celebre Giacomo Sadoleto, zione di vedere, nel i37o, eletto amplissimo Cardinale, e a questo il Papa il proprio nipote Gregorio XI, nipote Paolo, che congiunse ancor che nell' anno seguente lo traslatò egli col vescovato la rettoria del ad Auch, e poi a Narbona, sosti Venaissino, il qual magistrato in tuendogli nella sede di Carpentrasso un al luogotenente, come sopra di Giovanni Flandrini. Mentre questi cemmo, aveano residenza in Car governava il vescovato nel i376, pentrasso. Giacomo Sacrato, altro Gregorio XI partì dalla Provenza , nipote del Cardinal Sadoleto, nel e ristabill in Roma la sede del Som i572, fu dichiarato vescovo di Car mo Pontefice. Accaduto il grande pentrasso, diede alla luce alcuni * scisma, l' intruso Clemente VII esal Commentarii sui salmi, e sulle epistole tò il Flandrini prima alla metropoli di s. Paolo, fu rettore alcun tempo d'Auch, e nel i3go all'anticardina- del contado, e nel i5o,i chiamò lato, morendo nella falsa ubbidien nella città i religiosi cappuccini. za ; onde negli antiponlificati di Finalmente altri vescovi illustri go Clemente VII e Benedetto XIII, vernarono questa sede, alcuni dei furono vescovi di Carpentrasso Gu quali furono decorati della porpora glielmo III, che avea accompagnato Cardinalizia , ed altri riunirono il Gregorio XI in Roma , Pietro IV, rettorato del Venaissino ed anche Giovanni V, e nel i4o6 fu innal la vicelegazione d'Avignone. A van zato a questa sede Paolo Campioni, taggio di questa diocesi, a' 9 agosto cui successe nel ii\.i i legittimamente i78o, Pio VI stabilì la dotazione Lodovico Fieschi de' conti sovrani pel collegio di Carpentrasso, istituito di Lavagna, siccome eletto da Gio nel i6o7, mediante il contenuto vanni XXIII. della lettera apostolica in forma di Quindi fiorirono altri zelanti ve breve, Aelernos Sapientùe Consilio j scovi , e commendevoli per le loro ma pel concordato del i8oi restò CAB. dena, sulla sponda CAR del canale Naviglio, io9 la sede di Carpentrasso soppressa , essendone slato l'ultimo vescovo Giu che mette nel Panaro, e prende da seppe Beni di Gubbio . Essa era essa il suo nome. È cinta di mura composta di trenta chiese parroc con belle strade, e cospicui edifici, chiali, oltre l'abbazia di s. Madda fra i quali primeggia il palazzo detto lena situata nella stessa diocesi. V. il Castello, antico soggiorno de' prin Gallia Christ. tona. II, pag. 893. cipi della famiglia Pio, che adorna ll concilio Carpentoratense fu col suo prospetto la piazza princi celebrato in questa città nell'anno pale decorata di ampio portico. Que 527 o 529 nel pontificato di san sta- città fu assai florida, e dicesi che Felice IH detto IV, e nel vescovato prendesse la denominazione dai po di Giuliano, che vi si sottoscrisse poli Carpi della Valeria, che si vo in uno a quindici altri vescovi con gliono trapiantati da Diocleziano nel la presidenza di s. Cesario metro la bassa Pannonia presso l'Istro, pri politano di Arlas, e vi si compila mitivamente dimoranti forse nei mon rono vari canoni. Agricio, o Agrocio ti Carpazi. Lo stesso Diocleziano, vescovo d'Antibo, che irregolarmente verso l'annno 294, dal Danubio li avea conferito un'ordinazione, venne stabilì in Italia, e massime in que dichiarato perciò sospeso per un sto luogo. Eretta Carpi in principa anno dal celebrar messa; e in un to per la famiglia Pio, nell'anno canone si diede proibizione ai vescovi i 3 i9, divenne capitale di esso, essen di esigere assegni dalle parrocchie, done stato Manfredo il suo primo quando abbiano rendite sufficienti signore, come lo fu di Modena, colla per vivere, e sostenere il decoro qualifica di vicario imperiale. Il prin episcopale. Concil. tom. IV, p. i663. cipato si mantenne nella famiglia Beg. XI. Arduino tom. II. Pio sino al i55o circa, dappoiché CARPI. Città vescovile antichis Alberto, rinomato per le sue opere sima dell'Africa proconsolare, chia contro Erasmo, e perciò chiamato mata da Tolomeo Carpis. Secon il dotto, nelle guerre, che nel prin dino , vescovo di questa sede , as cipio del secolo XVI desolarono sistette al concilio di Cartagine, al l'Italia, essendo stato costretto a se la cui metropoli era sottoposta , guir le parti del re di Francia Fran mentre in questa governava s. Ci cesco I, contro l'imperatore Carlo V, priano. V. Concil. s. Cypr. Nell'al dopo la malaugurata battaglia di tro concilio cartaginese convocato Pavia, vide il suo principato invaso da Aurelio l'anno 4i9, e aa" uno dagl'imperiali, confiscato il feudo, e intimato da Bonifacio nel secolo VI, dato quindi dal medesimo impera intervennero i vescovi di Carpi; così tore ad Alfonso I, duca di Ferrara, nel concilio di io5 celebrato nella mediante formale investitura . Da basilica lateranense, tenuto nel 649 allora in poi gli Estensi il conserva dal Pontefice s. Martino I, si fece rono incorporato a' loro dominii. menzione di certo Basso vescovo di Tuttavolta l'Estense Ercole I, in Carpi. Dicesi però, che attualmente compenso d' una parte della contea non sia che un semplice villaggio di Carpi, concesse alla famiglia Pio iu vicinanza di Tunisi. la distinta terra di Sassuolo sulla CARPI (Carpen.). Città con resi riva sinistra del Secchia, e poscia il denza vescovile nel ducato di Mo- duca di Modena Francesco I vi fab- no CAR i5i6 dal principe CAR Alberto Pio, ed hricò un maestoso palazzo con giar dini, e parchi amenissimi. In Roma ha contiguo l'episcopio. Il suo capi la famiglia Pio ebbe un bellissimo tolo si compone di tre dignità, pri palazzo a Campo di fiori, facendovi ma delle quali è l'arcidiacono , con eseguire la facciata esterna dall' Arcuc- quattordici canonici prebendati , di ci. Produsse Carpi uomini di gran due mansionari , e di altri preti e rinomanza, e fra gli altri il Bissoli, chierici pel divin servigio, deputan inventore dei caratteri greci; Ugo delle do un cappellano per la cura par stampe in legno; Alghisi del piano rocchiale. l1 magnifico tempio di san per le fortificazioni ; Rossi, de' lavori Nicolò si deve pure alla splendidezza a scagliola colorata, non che dotti, del principe Alberto. Bella egualmen e letterati. Ridolfo Pio de' principi te è la chiesa di s. Francesco. La di Carpi vi nacque a' 22 febbraio prima chiesa però di Carpi è anti i5oo, fu creato Cardinale da Pao chissima, e la sua fondazione rimon lo III, e morì decano del sagro Col ta all'ottavo secolo, giacchè verso la legio , personaggio degno d' eterna metà di esso Astolfo , re de' longo memoria, a segno che sarebbe suc bardi, ne ordinò l'edificazione. Sino ceduto nel pontificato a Paolo IV, dal suo principio fu insignita quella se il Cardinal d'Este non vi si fosse chiesa di un arciprete mitrato, im opposto nel fondato timore, che il mediatamente soggettò alla Santa Cardinal Ridolfo avrebbe ricuperato Sede, portandone ora il titolo abba- alla sua famiglia questo dominio. ziale lo stesso vescovo. La mensa è Carpi divenne sede vescovile suf- tassata di duecento settantasette fio fraganea della metropoli di -Bologna rini. Questa città ha un seminario per le istanze di Francesco III, duca vescovile, un ospedale, un monte di di Modena, fatte al Pontefice Pio VI, pietà e parecchi stabilimenti di be il quale nel concistoro de' i3 di neficenza riccamente dotati, oltre un cembre i779, la eresse in seggio convento di religiosi, un monistero episcopale, e vi preconizzò per pri di monache e due conservatori. V. mo vescovo Francesco Benincasa ex Mirandola. gesuita di Sassuolo, diocesi di Reg CARPO (s.). Fu vescovo di Tia- gio. Il secondo vescovo fu Carlo Bel- tira nell' Asia minore, ed arrestato loni lodigiano, egualmente preconiz- unitamente a Papilo, suo diacono, eato da Pio VI, nel i794; indi nell'anno 25 i, durante la persecu Pio VII, nell'anno i822, fece altret zione di Decio , sostenne con lui il tanto con Filippo Cattani modenese; martirio nella città di Pergamo, per Leone XII nel i826 con Adeodato ordine del governatore Valerio, che Caleffi di Carpi, e il regnante Pon non lasciò intentata ogni maniera tefice nel i 83 i con Clemente Ma di tormenti a smuovere la loro co ria Bassetti parmigiano, e nel i83g stanza nel confessare la fede di Gesù con l' attuale Pietro Raffaelli della Cristo. Garfagnana, a nomina del duca re CARPOCRAZIANI. Eretici disce gnante Francesco IV. La sontuosa poli di Carpocrate. Eia costui di cattedrale, modellata sul disegno del Alessandria, o, come altri vogliono, la basilica di s. Pietro di Roma, e di Samosata, e visse nel secolo se dedicata all'Assunzione di Maria Ver condo della Chiesa. La di lui setta gine in cielo, fu fondata verso il professava un impasto di errori i più grossolani. CAR Egli insegnava , che ca chi la dice CAR rifabbricata dai par i i i Gesù Cristo era figlio naturale di ti. In questa città furono uccisi i Giuseppe, nato come gli altri uomi Crassi. ni, e distinto per la sola di lui vir Attualmente Carra è vescovato tù ; che il mondo era creatura de in parlibus , che riconosce Edessa gli angeli ; che per giugnere a Dio pure in parlibus per metropoli ; e Bisognava compire tutte le opere nel i838 a.'i5 settembre, il regnan della concupiscenza , cui doveasi in te Gregorio XVI conferi quel ve tutto obbedire, e di più che l'anima scovato all' attual vicario apostolico passerà in diversi corpi finchè abbia di Moldavia monsignor Pier Raf commesse le azioni più turpi. A que faele Arduini de' minori conven sti deliri aggiugnea, che l'uomo pos tuali. sede due anime, la prima delle quali CARRANZA (da) Bartolomeo. se stava senza la unione della se Scrittore del secolo decimosesto , conda rimanea preda degli angeli nato a Miranda nella Navarra l'an ribelli, cosi pure, che in natura non no i5o3. Corse i primi studi nella esisteva alcun male, ma soltanto nel nuova università di Alcalà, e poscia la nostra opinione. Ad altri non po entrò nell'Ordine dei domenicani. chi assurdi insegnati da quell' impo Ben presto fu in grado di dive store, i discepoli di lui aggiunsero, nirne maestro, e i di lui superiori, ch'erano falsi i libri dell'antico testa che ne ammiravano la precocità del mento, e negavano la risurrezione dei l'ingegno, Io destinarono ad inse morti. Adoravano le immagini di Pita gnare teologia nell'università di Sa gora e di Platone, dn'principii del quale lamanca, dove ottenne la prima cat avea Carpocrate dedotto il suo siste tedra , posto allora consecrato ad ma. Essi distinguevano i loro seguaci un solo distinto merito. Nel capito con una marca nell'orecchio. La vi lo generale del suo Ordine, tenuto ta scandalosa, che conducevano, die a Roma, l'anno i539, egli presie de causa a molte accuse contro i dette a tutte le tesi, e per tal ma veri fedeli, che perseguitati vennero niera si distinse, che Paolo III lo a sangue e barbaramente immolati. dichiarò qualificatore del s. ufficio, CARRA , o CHARRES ( Car- e gli conferì la berretta di dottore. rhen. ). Città vescovile in partìbus Carlo V, di cui godeva la più alta di Mesopotamia, la cui sede fu eret riputazione, Io inviò al .concilio di ta nel IV secolo, e sottoposta alla Trento, e là si fece osservare pel metropoli di Edessa. Venne chia suo zelo e per gli scritti suoi. In mata anche Harnin, e conta undici terrotto il concilio, se ne tornò in vescovi, che vi ebbero la loro sede; Ispagna, ove accettò il provincialato come fu patria di diversi uomini del suo Ordine. Tornato al conci illustri. Vuolsi, che sia Carran , O lio, e nuovamente ripatriatosi , ri Charan città di Mesopotamia, nel nunziò all'essere confessore di Fi la quale Giacobbe abbia dimorato lippo d'Austria, erede presuntivo di circa venti anni, e nella quale si Carlo V, ma ricevette l'incarico di ammogliò, e nacquero quasi tutti i ' suo elemosiniere e predicatore. Quel suoi figli, come pure dicesi che in principe lo condusse in Inghilterra, essa sia morto il suo bisavolo pa quando vi si recò per isposare la dre del patriarca Abramo. Nè man- regina Maria, e ben utilmente per ii2 CAR Sette anni passò CAR in quel castello, e quel regno, che ne sentì il benefi cio dello ardentissimo zelo di lui poi con alcune penitenze fu assolto, per la religione cattolica. Filippo, ma colla condizione che abiurasse divenuto successore di Carlo V , certe proposizioni pel solo rispetto promosse il Carranza all' arcivesco della inquisizione spagnuola. Car vato di Toledo. Ma egli, che avea ranza vi si assoggettò coi sentimenti già ricusati due vescovati, non ac del vero cristiano e di un innocen cettò la nuova sede che per forti te calunniato; ed il Bernini, Storia sollecitazioni del re. Carlo V lo ri dell' Eresie, tom. IV, capo X, pag. chiese della sua assistenza negli ulti 45 i, descrive il processo, e l'esito mi suoi giorni. Ma sparsa voce, che di questa causa. Sarebbe forse ritor egli morisse con sentimenti poco nato alla sua chiesa, se poco dopo cattolici, tosto ne fu incolpato l'ar la sua assoluzione non fosse stato ra civescovo, il quale nella sua esalta pito a' viventi. La morte di lui ac zione avea incontrati molti nemici, cadde a'2 maggio i576, nel convento che inoltre l' accusarono di gravi della Minerva. Egli prima di mo sospetti di eresia, fondati in alcune rire, alla presenza del ss. Sagramen- note marginali, poste da esso in li to protestò, che non aveva mai a- bri eretici. Venne subito incarcerato, vuti sentimenti eretici ; nondimeno e condotto da due vescovi alla inqui per solo effetto di umiltà, cercò di sizione. Il Carranza, conoscitore dei scusare i suoi giudici. Il giorno dei sentimenti che animavano i suoi giu suoi funerali stettero chiuse tutte dici , non volle sottomettersi ai loro le botteghe come in una gran fe processi, e domandò al Papa dei sta, e come quello di un santo fu coni mi ssari i. Pio IV glieli accordò onorato il suo corpo. Gregorio XIII ben volentieri , e spedì in Ispagna fece porre sulla tomba di lui un il Cardinal Boncompagno, fr. Feli epitafio, neL quale parla vasi del de ce Peretti, monsignor Castagna, il funto come di un uomo egualmen p. Bonucci, e monsignor Aldobran- te illustre pel suo sapere e pei co dini : i primi tre divennero Ponte stumi, modesto nelle prosperità, e fici, e gli ultimi due Cardinali. Ma nelle avversità paziente. Le sue ope insorte delle questioni tra i commissa re sono : i ." La Somma dei Con ri! e gli ufficiali dell'inquisizione, l'af cila e de Papi da s. Pietro sino fare non ebbe termine. Pio V, suc a Giulio II Ij 2.° Controversia sul cesso a Pio IV, avocò l'affare a la residenza de' vescovi e degli al Bonia, dove il Carranza fu condot tri pastori j 3." Sermone recitato to, e chiuso in Castel s. Angelo, nel concilio di Trento la prima ma trattato con onore.' Raccontasi, domenica di quaresimaj 4-° Istru che nello entrare in prigione dices zione sulla Spagnaj 5." Commenti se : » Io mi trovo sempre tra il sul catechismo cristiano, ec. Gli viene » mio più grande amico e il mio attribuito anche un Trattato sulla » più grande nemico : il primo è pazienza. , » la mia innocenza; il secondo il CARRARA. Francesco, Cardina » mio arcivescovato di Toledo ". le. Francesco Carrara nacque da Infatti le pingui rendite di quella nobile prosapia a Bergamo a' 6 no sede furono il motivo, per cui di vembre i7i6. Fatti regolarmente i venne il bersaglio de' suoi nemici. suoi studi, volle abbracciare lo stato CAR XII congregata CAR un' assemblea di n3 ve ecclesiastico, e bramoso di dedicarsi all' immediato servigio della santa scovi e di dottori principali della Sede, si pose in prelatura, ove per Francia, i quali avevano stabilito corse un' onorata carriera , pel ze di dover mandare alcuni oratori al lante disimpegno delle cariche affi Papa, perchè trattassero la pace, e dategli . Divenuto segretario della dove l' avessero trovato renitente, si congregazione del Concilio, Pio VI, appellassero al futuro concilio. Ma ai i4 febbraio del i785, creollo il Cardinale del Carretto vi si op Cardinale dell' ordine de' preti , ' e pose e molto si adoperò perchè il poscia gli conferì la chiesa titola re, abbandonato il conciliabolo pi re di san Silvestro in Capite, don sano, aderisse al concilio lateranen- de passò a quella di s. Girolamo se. Doti eminenti di cuore e d' in degli Schiavoni. Venne aggregato alle gegno possedeva questo Cardinale , congregazioni Cardinalizie del conci per cui oltre gli encomii di chiari lio, di propaganda, de' vescovi e re scrittori, ebbe quelli di Leone X golari, e dell'indice. Fu fatto pro in una lettera indiritta al gran mae tettore della chiesa e nazione ber stro di Rodi fratello dello stesso gamasca in Roma, e degli ospedali Cardinale. Varie chiese fondò nella di Perugia, Spoleto, Viterbo e Narni, Marca del Finale, ed alcune ne in ove si ricevevano i projetti. Morì staurò arricchendole di oggetti pre poscia a Roma a' 26 marzo del ziosi. Generoso co' poveri, de' quali i 793, di settantasette anni, ed otto si fece il padre ed il proteggitore , di Cardinalato, compianto per l'egre intervenne al concilio lateranense gie sue doti, e fu esposto e sepolto celebrato sotto Giulio II, e si trovò nella chiesa del suo titolo Cardi al conclave di Leone X. Morì nel nalizio. i5i4, dopo nove annidi Cardina CARRETTO (del) Cario Dome lato, ed ebbe sepoltura nella sua nico , Cardinale. Carlo Domenico titolare di s. Cecilia senza alcuna Carretto nacque dai marchesi del pompa CARROZZA. funebre. Sorta di carro con Finale , ed era originario di Geno va. Promosso all' arcivescovato di quattro ruote, chiamata in latino , Tebe , ad istanza di Luigi XII re currus, carrum, rheda ec. La sua di Francia , che molto si giovava origine, non che quella del nome, de' suoi consigli, fu creato diacono, vuolsi derivata dagli antichi carri, per non già prete Cardinale, come altri cui il dizionario francese delle origini scrisse. Insieme col vescovo di Ti dice, che anticamente le vetture di voli fu destinato alla corte del me qualunque genere portavano altresì desimo re Luigi XII, affine di sta il nome di carri ; ed è perciò che bilire la pace tra i principi cristia carro dicesi ancora in termine d'ar ni, e poscia, nel i5o7, coll' inter te al complesso dei pezzi di legna posizione pure di Luigi XII, otten me su cui si stabilisce la cassa del ne da Papa Giulio II l' arcivesco le carrozze, sterzi, calessi e simili. vato diReims, che dopo diciotto Si osserva, che in Francia non è mesi ebbe a rinunziare per quello antico l' uso, nè il nome delle car di Tours ; chiesa che, nel i 5 i 4, col rozze, che in origine appellavansi consenso di Leone X, mutò in quel coches, nome il quale pretendesi la di Cahors. In Tours aveva Luigi primieramente derivato da una cit- vol. x. 8 n4 CAE rigine de' carri, CAR non che sull'arte di til d' Ungheria, ove si erano fabbri cate le prime carrozze. Dubita il cavalcare. ll tragico Eschilo attri Menagio , se i francesi prendesse buisce a Prometeo la primaria in ro quel nome dall'italiano carroc venzione de' carri a due ruote, altri cio, carro militare usato nelle guer a Tritolemo; e Virgilio fa autore re, egualmente con quattro ruo di quelli a quattro ruote il re di te, sul quale gli antichi italiani por Atene Erittonio, che non potea cam tavano la bandiera del comune, ed minare per le gambe torte. Pure si una campana per dare i segnali , sa, che i cirenaici furono, se non ovvero se siasi formato in Francia gl'inventori dei carri, almeno quelli quel vocabolo proveniente da car- che li perfezionarono. Anticamente ruca, che presso gli antichi era un non ne era permesso l' uso a tutti carretto, il quale serviva a portare indistintamente, giacchè abbiamo, che persone. Avendo servito il carroccio per un tempo fu un privilegio de eziandio da campanile, se ne trattò gli eroi e delle matrone. Gli arconti a questo articolo. Soltanto qui ci e gli efori invigilavano sui disordi permettiamo aggiungere, che l'in ni e sugli abusi de' carri. I romani, venzione del carroccio si attribuisce che presero molto dai greci nelle od Ariberto arcivescovo di Milano, costumanze, ebbero pure i loro car il quale oppose le armi italiane al ri, sino dai primordi della repub l' imperatore Corrado , e che al blica, limitandosene l' uso ad alcu l' altro arcivescovo milanese Ottone ne sacre cerimonie, ai giuochi del Visconti se ne deve l'abbandono circo, come si ha dal Panvinio, de nel secolo XIV , nella spedizione ludi.? circensibus, ed alla pompa contro Castel Sperio, in cui si sos trionfale , n' era ma vietata ogni tituì al carroccio un grande sten mollezza. Si dà il merito della in dardo colla effigie di sant'Ambro venzione dei carri trionfali a Ro gio. Diremo ancora, che in esso molo, a Tarquinio il vecchio, o a si celebrarono talvolta anche i di Valerio Publicola. Essi erano do vini misteri, onde il perderlo nelle rati e tirati dai cavalli , dai leoni , battaglie riputavasi di grande ver elefanti, ec. ma erano discoperti, e gogna. senza seditore, onde il trionfatore , Sebbene non sia nostro divisamen o condottiero v'incedeva in piedi. te che di parlare dell' origine delle Tuttavolta le dame e matrone ro carrozze, daremo tuttavia alcun cen mane, sino dall'ultimo re di Roma, no soltanto di quelle de'primari della usarono una specie di carro dome gerarchia ecclesiastica, e di ciò che stico egualmente scoperto, e più tar ad esse è relativo, senza parlare del di coperto a due ruote detto Car- la forma ed uso di quelle degli al pentum, il quale poi divenne un di tri, e molto meno delle tante loro stintivo privilegiato per le persone variate foggia Premettiamo innanzi della famiglia imperiale. Vero è, tutto alcuni cenni sulle diverse prin che alle stesse matrone sotto il go cipali specie degli antichi carri, e verno tribunizio fu accordato il di sulla origine loro donde derivò quel ritto di servirsi d' un altra foggia la delle carrozze. Plinio pertanto di cocchio denominato Pilentum. Et- pretende, che Ci mone sia stato il vi per altro chi dà la gloria della primo, il quale abbia scritto sull'o- invenzione del carro ai Cinesi tre CAR era molto dissimile CAR dalla carrozza. iiS mila anni circa avanti l'era cristiana. E pur noto, che gli egiziani ebbero In fatti tra le cose memorabili di i carri, ed i loro principi inventaro M. Antonio Valena, egli notò che no i carri falcati , così detti per prima delle carrozze, particolarmente chè armati di falce, o lame taglien in Roma, si usavano i cocchi, donde ti al timone , intorno alle spon derivò il nome di cocchiere al gui de, ed alle ruote. Erano essi ti datore, detto pur carrozziere da rati da cavalli , e spingevansi in carrozza. guerra contro l'inimico. Non man Venendo adunque all'origine del cano altre nazioni di pretendere le carrozze , la prima , che si vide alla preferenza in tal micidiale in in Italia nella città di Firenze, vo venzione. gliono alcuni che fosse verso la metà E a tutti noto, che la sacra Scrit del i5oo. Prime ad usarle furono tura fa menzione dei carri di Fa le marchesi di Massa di casa Cibo, raone, e da essa sembra che Assa una delle quali era maritata al mar lonne sia stato il primo ad intro chese di Mantova. V. Charpentier durne la costumanza - fra i suoi i- alla voce Currus. Ed è perciò che sraeliti, i cui re aveano viaggiato il Pontefice Pio IV, nel concistoro come i progenitori patriarchi su cam de' 27 novembre i564, con grave melli, asini e muli. Certo è, che il discorso, che riporta Cancellieri nei suo fratello Salomone possedeva un suoi Possessi a pag. no, esortò i gran numero di carri pel servigio Cardinali a non prevalersi delle car delle sue tante mogli. Si chiamaro rozze introdotte in que' tempi da no poi bighe, trighe, e quadrighe alcune dame, ma di proseguire ad quei carri cui si attaccarono due, tre, andare a cavallo con quella maestà o quattro cavalli. Per essi è a veder ecclesiastica, che tanto avea sorpreso si Mellerus de Synoride, seu Bigis e piaciuto all' imperatore Carlo V, currilibus veterum, e il primo tomo il quale dopo il suo ritorno da Ro del Meurzio , e la dissertazione del ma nella Spagna avea detto che la Politi sull' uso delle quadrighe degli cosa, la quale a lui più d' ogni al antichi. Sulla famosa quadriga di tra era piaciuta nella capitale del creta de veienti, nel i 8 i 2, pubbli cristianesimo , era la cavalcata, con cò in Roma Cancellieri un libro in cui andavano i Cardinali alle cap titolato, le sette cose fatali di Ro pelle e concistori. Proseguirono i ma antica. Cardinali ad andare per la città a Anche la carretta fu una specie cavallo , o in lettiga ( Vedi ) , sino di carro somigliante al Carpentum al termine del secolo XVI, come de' latini, e anticamente fu presa in afferma il citato Valena, e sebbene significato di carrozza, essendo tutta le cavalcate ( Vedi) terminassero dorata, e coperta di drappi. Il p. col secolo decorso, nei primi del Menochio nella Centuria IX, 7o, secolo XVII, i Cardinali , i prelati, eruditamente scrisse quanto il popolo ed anche i Pontefici incominciaro romano si dilettasse degli spettacoli, no a far uso delle carrozze. V. Bor massime di veder correre le carret gia, Memorie di Benevento, tom. III, te. Anche dal dizionario della lin p. 3o6 , e Vittorelli nelle Addizio gua italiana abbiamo , che la car ni al Ciacconio all' anno i 564, nella retta si disse cocchio , il quale non vita di Pio IV. n6 CAR Brunswich proibì CAR l' uso delle carroz Nella Spagna fu, nel iSfó, in tempo del suddetto Carlo V, intro ze a' suoi sudditi, temendo che per redotta la qualela prima concorsero carrozza, gli per abitanti vede- tal cagione si perdesse il lodevole costume nobile e coraggioso di mon di città intere ; quindi vi si accreb tare a cavallo con tutte le oppor bero in tal numero, che nel i577 tune armi ; da ciò si deduce quanto il re Filippo II le fece proibire con l' uso delle carrozze erasi propagato. pubblica legge, giacche la gente or Dall' Italia ancora si recò in Fran dinaria e di mediocre condizione si cia il comodo dei cristalli e degli credeva disonorata se non usava la specchi alle carrozze , e vuolsi che carrozza. In Francia l' origine delle pel primo Bassompierre ne facesse carrozze rimonta al i457, nel qual applicare alla sua carrozza , e che anno Ladislao V , re d' Ungheria e il secondo verso il i64o sia stato Boemia , per mezzo del suo amba il principe di Condè, giacchè sino sciatore , fece presentare in Parigi allora erano state chiuse con corti alla regina moglie di Carlo VII un ne di cuoio, che si calavano nell'en carro sospeso , o carrozza da tutti trare e neh" uscire. Già nel i63i ammirata, cioè un cocchio assai ric nella Spagna l'infante Maria fu co e tremolante, dal che alcuni pre veduta in una carrozza a due luo tesero inferire, che sino da quell'e ghi con vetri e cristalli ; nè dee poi poca le carrozze fossero sospese su tacersi, che a' nostri giorni il vapo cinghie di cuojo, o di molle di fer re già a tante macchine applicato , ro. Indi sul fine del regno di Fran venne pure esteso alle carrozze. V. cesco I, fu il primo a condursi in la Dissert. des Largesses des Ro- carrozza Giovanni de Laval Debois mains , e de l'anciennetè des Car- Dauphin, signore della corte, il qua rossesj nel t II, Varìèlés Histor. le non poteva agevolmente cavalca p. 8i, Paris i752. re per l' eccessiva grassezza del suo In Roma, dopo il discorso sum- corpo. Vi furono poscia nella corte mentovato fatto da Pio IV al sagro due sole carrozze provenienti dall'I Collegio, contro l'uso delle carroz talia, e ne facevano soltanto uso la ze , per un tempo fu più raro, mas regina, e nel i55o la duchessa sime ne' Cardinali e prelati ; ma nel d'Angouléme Diana, figlia naturale popolo presto ne divenne invece co di Enrico II. Fuori poi della corte tanto grande l'abuso, senza distin il primo a servirsene fu CristoIàno zione di ceto, che nella prammatica, Tuano, dopo che fu dichiarato pre o riforma sul vestire ed altro fatta sidente del parlamento , come si ha nel i588 dal senato romano per or dal Tuano nella sua vita, e fece dine di Sisto V, si presero provvi fare la carrozza a cagione della got denze anche sul numero ed uso ta, che il tormentava, e gl' impedi delle carrozze. Tuttavolta non andò va camminare e cavalcare. Ma sic guari che per la comodità di esse come le signore ancora usavano le a chi poteva tenerle ne fu comune lettighe , o andavano dietro i pro l'usanza, come la seguirono i Car pri scudieri, così la moglie del Tua dinali ed i prelati, particolarmente no non volle servirsene, continuan nei viaggi , dappoichè si continuò do ad andare in groppa dietro un ad andare in portantina, o lettiga, domestico. Nel i588, Giulio di ovvero a cavallo, alle cappelle ed ai concistori, senza CAR far menzione delle colo s' incominciò CAR a far distinzioni n7 cavalcate, colle quali lo stesso Pon nella forma e negli ornati delle car tefice prendeva il solenne possesso , rozze, di che si parlerà in appresso, e recavasi alle cappelle dell' Annun ma furono adottati anche de' ceri ziata, e della Natività, sebbene v'ince moniali , ed il Sestini , che stampò dessero anche in sedia, o lettiga a- il suo Maestro di camera a Liegi perta . Conferma l' uso delle car nel i634, ecco quanto dice in pro rozze ne' prelati e Cardinali, nell' in posito, al suo capo 4o, Del ferma cominciar del secolo XVII, il viag re la carrozza: » I Cardinali fanno gio, che nel Pontificato di Clemen » fermare la carrozza agli altri Car- te VIII fecero insieme in carrozza » dinali , agli ambasciatori regi , a per Benevento i prelati Ludovisi e » quelli di Toscana e Savoia, al Barberini, che poi divennero Papi, » prefetto di Roma, e ai principi il primo nel i62i col nome di » assistenti al soglio. Sogliono an- Gregorio XV, e il secondo col no » cora farla fermare agli agenti dei me di Urbano VIII. Del medesimo » duchi serenissimi, ai prelati, baro- Gregorio XV racconta l'Amidenio, » ni e dame, ma non tutti, e non a che essendo da prelato amicissimo » tutti. I Cardinali adunque la fanno dell'altro prelato Pamphily ( che nel » fermare o ad altri Cardinali, o a i644 per morte di Urbano VIII fu » dame, o ad altri personaggi. Se eletto Pontefice col nome d' Inno » ad altri Cardinali , i più anziani cenzo X), riavutosi il Pamphily da » sono gli ultimi a fermarla, ed i una grave infermità, andò per la » primi a partire; se a dame, sono convalescenza in Marino, ove mon » i primi a fermare, e gli ultimi a signor Ludovisi fu a visitarlo, trat » partire ; se ad altri personaggi , tenendosi seco alcuni giorni ; e lo » sono gli ultimi a fermare , e i stesso Amidenio volle servirli della » primi a partire ". propria carrozza, rilevando anzi l'o » Quando il Cardinale incontrasse nore ricevuto di aver servito due per la strada il ss. Sacramento , prelati in un tempo medesimo ; pre non solo smonta dalla carrozza , lati che ambedue ascesero sulla cat ma l'accompagna essendo il sacer tedra apostolica. dote di ritorno fino alla chiesa, e Per essere poi distinti i Cardinali quivi s' inginocchia, e fa orazione dagli altri, Urbano VIII concesse ai ricevendo la benedizione colla ss. cavalli delle loro carrozze i fiocchi, Eucaristia, e andando il sacerdote e ciuffi rossi ai finimenti , ed ecco dall' infermo , il Cardinale lo ac come Giacinto Gigli nel suo Diario compagna sino alla porta della ne indica il tempo preciso : » Nel casa dell' infermo, premessa la ge » i625 i Cardinali alla loro antica nuflessione , e il ricevimento poi » pompa aggiunsero un altro segno della benedizione; altrettanto os » nuovo, ponendo alla testa dei ca- serva il Cardinale andando in qua " valli della carrozza i fiocchi rossi, lunque abito e modo ". » dove prima li usavano neri , ed » Se il Cardinale trovasse per la " il primo che l'incominciò fu il città , o fuori a spasso altri Car » Cardinal Magalotto, fratello della dinali a piedi , smonta anch' egli » cognata del Papa a' io giugno a fare i soliti complimenti, e quan » i63o ". Non solo in questo se- do si sono licenziati, suol camnii- n8 CAB. prima udienza CAR del Pontefice col cor » naie un poco prima di rimonta- » re. Se trovasse qualunque altro teggio di cento sessanta carrozze ; e » personaggio, non suole smontare, quando fece altrettanto il duca del » quando non voglia parlargli di l' infantado, ambasciatore di detto » qualche affare. Se più di un Car- monarca, il suo seguito componevasi » dinale fosse in una carrozza , ed di trecento carrozze, delle quali cen » incontrasse ambasciatori e baroni, to appartenevano al principe Ludo- » a' quali fosse solito fermarsi, il visi, ottanta al contestabile Colonna, » più anziano , che sarà nel primo sessanta al principe di Gallicano, e » luogo, suol domandare al Cardi- venticinque alla principessa di Bufe ;, nal padrone della carrozza, se egli ra. In progresso le carrozze de' Car » usa fermare a tal signore, e ris- dinali si fabbricarono con tanta ric » pondendo di sì , il detto anzia- chezza , che assunto al pontificato » no accenna che si fermi , ed an- nel i676 il venerando Innocenzo XI, » cora che si parta ". Sembrò in Odescalchi, in concistoro segreto ri dispensabile riportare questo tratto provò con patetico discorso ai Car del cerimoniale antico per osservare, dinali le carrozze superbe, e le livree che ora senza tante etichette, o ne- fastose, pregandoli per le viscere di gl' incontri con personaggi , o passan Gesù Cristo a star lontani dalla pom do avanti ai quartieri, si esaurisco pa, non conveniente all'ecclesiastico no le convenienze col semplice sa decoro. Assunto dipoi, nel i724, al luto, e col calare il cristallo più o pontificato Benedetto XIII, voleva meno secondo il personaggio che si uscir di palazzo senza guardie, in un vuol complimentare, toccando al cocchio a bandinelle tirate, ma doven maestro di camera , od al gentiluo dosi accomodare alle istanze de' più mo il vegliare alla calatura del cri prudenti di sua corte, si uniformò stallo; onde oggidì i Cardinali ed i alle anteriori consuetudini. Spesso prelati non sogliono smontare dalla poi accadde, che andando quel Pon carrozza , se non incontrandosi col tefice in carrozza per Roma, e pre ss. Sacramento, o col sovrano Pon gato di benedire alcun infermo, scen tefice. deva dalla carrozza per esaudire la Nel predetto secolo XVII si ac pia ricerca. crebbe in Roma talmente il numero Parlandosi a' rispettivi articoli, e delle carrozze, che Maurizio di Sa specialmente a Viaggi de' Papi, In voia, creato Cardinale nel i6o7 da gressi, Cappelle, Possessi, Cavalcate, Paolo V, dignità che poi, nel i 642, Udienza, massime all'articolo Treni , rinunziò pel ducato, siccome princi Cavalli , e ad altri che riguardano pe splendidissimo, fu veduto nelle i Papi, Cardinali, prelati e relative pubbliche funzioni col seguito di funzioni, insegne e preeminenze, ci duecento carrozze , ed un corteggio limiteremo solo qui a dire generica d' innumerabili cavalieri. Nel i65o mente alcun' altra notizia sulle car essendosi recati a Roma alcuni am rozze, e quali persone in esse si am basciatori da Papa Innocenzo X, ab teficemettono. nel Pertanto treno nobile il Sommo o semipub Pon-. biamo che il principe Ercole Trivul- zio , ambasciatore straordinario di blico conduce seco in carrozza due d. Marianna d'Austria, moglie del Cardinali , in quello di città detto re di Spagna Filippo IV, andò alla impropriamente di campagna, il mag CAR parte di dietro CAR ha una sedia, ed 1i9 è giordomo e il maestro di camera, e in quello per le trottate, due came fregiata nel cielo dallo Spirito Santo. rieri segreti, non mai portando veruno Nei treni di città e nobile il coc a spalla. Abbiamo di Pio VI, che re chiere nobile cavalca i cavalli ti candosi , nel i782, in Germania, monieri, in quelli delle trottate, come arrivò a Neustadt, l'impera e ne' viaggi ascende in cassetta. tore Giuseppe II volle aprire lo Due palafrenieri vanno sempre die sportello della carrozza, ed invitollo tro la carrozza coll'ombrellino pie ad entrare nella propria , onde il gato, ma nei treni nobili, detti anco capo della Chiesa, e il capo dell' im semipubblici, procedono a piedi. Lo pero entrarono insieme in Vienna. sportello suole aprirsi dal cavallerizzo Quando poscia Pio VI recossi in (Fedi), cedendo ai sovrani, ai Cardi Augusta , fu incontrato dall' elettore nali e agli ambasciatori. Nei viaggi, di Treveri con magnifica carrozza in mancanza del cavallerizzo, apre lo tirata da otto cavalli, ove entrò con sportello il generale delle poste, e detto principe, facendo l'ingresso in assenza di questo, l'esente delle nella città fra le maggiori distinzioni. guardie nobili, che fa altrettanto Nelle villeggiature pei dintorni di Ro nelle trottate, come quello, che ca ma, Pio VII, nel i8o2, recossi in car valca allo sportello della carrozza rozza col re di Sardegna Emmanuele preceduto e seguito dalle altre guar IV e col Cardinal duca di Yorck, ene1 die nobili. Le carrozze sono più, o i8o5 col detto re, e con monsignor meno nobili secondo i treni. Da ul maggiordomo, passando nella secon timo Leone XII fece fare quella da carrozza il maestro di camera. pel treno semipubblico, che costò, Nell'anno precedente avendo incon compresi i finimenti, ventiseimila trato il detto Pontefice il Cardinal scudi, e riuscì la più ricca carrozza duca di Yorck con monsignor Ce 'sovrana. Il colore del carro e della sarmi, fece passare alla seconda car cassa delle pontificie carrozze è rosso rozza il maggiordomo e il maestro con doratme, intagli e guarnizioni di camera , e fece ascendere nella di metalli dorati. ll suo interno è sua i detti personaggi. Allorchè poi, foderato ed addobbato di drappi nel i8i5, fu visitato in Castel Gan- di seta rossa, e velluto di egual dolfo nella villa Barberini , dal te colore, con corrispondente tappeto. nente maresciallo Nugnet , già co Le carrozze palatine , dette frul mandante imperiale in Italia le ar loni, o furloni, hanno il carro, e mate austriache, Pio VII, che fatto la cassa dipinti di vernice violacea lo aveva principe romano, per usar scura, e la parte superiore esterna gli una singolare onorificenza , Io col cielo di color nero. Sono fode condusse seco in carrozza al palazzo rate nell' interno di seta e dama apostolico. Ed il regnante Pontefice schi rossi , e ne godono l' uso i pri recandosi a Velletri nel i83i e i839, mari prelati, e gli uffiziali della entrò nella carrozza del Cardinal corte pontificia. Dietro alla cassetta Bartolomeo Pacca , decano del sa del cocchiere evvi una tavola ove gro Collegio, vescovo e legato di ascendono i domestici, ma al frul Velletri, ed il volle inoltre a sini lone , di seguito alla carrozza del stra , e a spalla per distinzione. Pontefice, i domestici vanno dalla La carrozza del Pontefice dalla parte di dietro, ove evvi una tavo- no CAR alle seterie dei CAR finimenti e delle letta più bassa, su cui montano i garzoni della scuderia pontificia. guarnizioni di seta delle carrozze. Vuolsi, che l'uso dei domestici di IN'iuno in Roma può usare più di ascendere la detta tavoletta nel da due cavalli , meno i sovrani , ed i vanti del frullone, sia derivato dal ciuffi e fiocchi di seta rossa di che non dover volgere le spalle al Papa, guarniscono i Cardinali i finimenti, allorchè sieno nel frullone precedente possono essere anche di lana, ma la carrozza pontificia. di egual colore. In ogni tempo, e I Cardinali in sede vacante non persino ne' viaggi un domestico dei portano veruno a spalla in carrozza. Cardinali porta dietro alla carrozza Quando vanno in abito cardinalizio l' ombrellino rosso e paonazzo, se portano seco quei della propria an condo le epoche. Siccome antica ticamera, ed allorchè si recano in mente, e prima che i Cardinali a- alcun luogo formalmente, portano dottassero le carrozze, cavalcavano con sè vescovi e prelati. Sino al e viaggiavano coll' ombrellino per secolo passato usarono i Cardinali ripararsi dal sole e dalla pioggia ; grandi carrozze dette carrozzoni , così e per segnale di dignità, e in o carrozze a coda, in cui andavano memoria del precedente uso, sempre comodamente sei od otto persone. un loro domestico lo porta quan Welle odierne non più di quattro se do escono dal proprio palazzo. Pri ne ammettono. Oggi di due specie ma i Cardinali, quando uscivano in sono le carrozze de' Cardinali, cioè abito Cardinalizio, incedevano con le berline, e i frulloni , non com due carrozze; ora in questo modo, prendendosi i carrozzini e le ba cioè in berlina e frullone, quasi tutti starde che usano la notte, o nel- i Cardinali intervengono alle fun l.' andare a trottare. Le berline so zioni, usando però i principi tre no nobilissimi legni col carro di-' carrozze nelle solennità. Usano poi pinto di vernice rossa, con intagli, tutti una sola carrozza quando in metalli e dorature. La cassa è de abito Cardinalizio si recano alle con corata di fregi e di esterne miniature, gregazioni, udienza del Papa e fun e l' interno è addobbato con dama zioni minori. Giornalmente apre lo schi , setini rossi , con guarnizioni , sportello il domestico più anziano mentre la coperta della cassetta del di servizio, nelle funzioni , e in altre cocchiere per lo più è di drappo rosso. circostanze il decano degli stessi do Il frullone ha egualmente il carro di mestici. E troppo noto, che anche le pinto di vernice rossa, come lo è seconde carrozze de' Cardinali nel tre la cassa con dorature; ma il tutto no, hanno i cavalli coi ciuffi e fioc riesce meno ricco della preceden chi, sebbene i primi si vorrebbono te , solendosi foderare l' interno di da alcuni critici esclusi, ed usati so panno , velluto , o seta. All' articolo lo dai cavalli della carrozza ove si Cappelle si tratta del modo come trovano i Cardinali. Egli è perciò i Cardinali si recano alle cappelle che i frulloni o carrozze Cardinalizie, e funzioni pontificie , non che con se non seguono il treno , cioè la qual treno, e si dice che il solo prima ove è il Cardinale, i cavalli Cardinal decano, e i Cardinali prin debbono essere senza i ciuffi, e mai cipi , o i marchesi , che godono le da veruno deve interrompersi il insegne principesche, intarsiano l'oro treno , od il seguito delle carrozze. CAR quella del maestro CAR di camera, i21do Ora, che non si praticano più le pompe funebri di portare il cadave ve essi vadano in carrozza col Pon re dei Cardinali delle prime cariche tefice, sono tirate da quattro ca sul letto , i Cardinali defunti dal valli. Quando poi essi vanno nella se palazzo alla chiesa si trasportano conda muta palatina, allora debbo nella carrozza di lutto di color ne no usare soli due cavalli, in fiocchi ro con addobbi d'oro, e i cavalli con e ciuffi. Tutti gli altri prelati non finimenti guarniti di fiocchi, e ciuf possono usare i fiocchi. Solo è loro fi di seta nera frammista d'oro. permesso di usare le guide , ed i Quando i Cardinali usavano il lut guinzagli di seta di vari colori, esclu to, le loro carrozze erano coperte si i sopraddetti, come non è loro di velluto nero, imbollettate di nero, permesso il frullone, ma solo la car con colonne del medesimo velluto rozza della forma ordinaria di quelle ed ogni altra parte di nero. Anche degli ecclesiastici. i principi, e le principesse defun Finalmente non si dee passare sot te sono trasportate alla chiesa in to silenzio, sebbene lo si dica a'ris- carrozza, a meno che non dispon pettivi articoli, che nella corte ro gano diversamente. l quattro prelati mana gli ambasciatori e i principi di fiocchetti , cioè governatore di assistenti al soglio nelle solennità , Roma, uditore della camera, teso e ne' treni di formalità adoperano, riere, e maggiordomo, sono così chia oltre l'ombrellino celeste nel cielo mati perchè hanno fuso de' fiocchi della carrozza, i fiocchi di sela di e ciuffi di seta paonazza ai fini tal colore frammisti con oro, facen menti della loro carrozza , nè pos dosi i primi precedere dai lacchè , sono usarli di colore rosso. Godono mentre altri usano il colore proprio eguale privilegio i patriarchi; ma i della loro corte. Così il senatore di vescovi, allorchè si recano a cele Roma, e i conservatori col priore brare le funzioni, e nelle feste so de'caporioni per pontificia concessio lenni adoperano ciuffi e fiocchi di ne, allorchè incedono con formalità, seta verde. Tanto i prelati di fioc hanno il distintivo de' ciuffi e fioc chetti, quanto i patriarchi hanno chi di seta bleu intarsiati con oro. l'uso del frullone nelle festività, co I principi romani, e i marchesi di me i Cardinali. Il maestro di came baldacchino (Vedi) adoperano l'om ra del Papa, procedendo la sua car brellino e i fiocchi, come i principi rozza appresso il treno pontificio, assistenti al soglio. V. Antonio Loca usa il frullone cardinalizio, e ai fi' tell!, // perfetto Cavaliere, e. XXI, nimenti dei cavalli si uniscono i pag. 4o6, e seguenti; Dei cavalli fiocchi e i ciuffi di seta di vario co da carrozza. lore, escluso il rosso, il paonazzo CARSEOLT. Antica città d' Italia e il verde, e ciò per l'uniformità presso i sabini sulla via Valeria. colla carrozza del maggiordomo, che Venne anche chiamata città dei mar per altro' l'usa di colore paonazzo, zi, e città degli equi, forse per essere e che pur segue il treno. Se però stata posseduta alternativamente dagli il maestro di camera fosse pa uni e dagli altri. Vi si mandarono triarca o vescovo, farà uso del co due colonie in epoche diverse , una lore conveniente a lui. Però tan delle quali, secondo Tito Livio, vi to la carrozza del maggiordomo, che fu stabilita l' anno /p4 tu Roma. i23 CAR sero origine i CARcos'i detti codici pa- Nei primi secoli della Chiesa divenne patrimonio della Santa Sede, e san limsesti , che il ch. Cardinal Angelo Gregorio I, del 5<)o, ne fa menzio Mai seppe con immenso studio rein ne nelle sue epistole. La Chiesa ro tegrare, scoprendo in essi la Repub mana vi teneva per l'amministrazio blica di Cicerone, trattato ch' erasi ne del luogo un rettore, ovvero di perduto , non che altre opere insi fensore. gni della dotta antichità. Questa ra CARTA ( Charta,papyrus). Com rità, ed il forte prezzo delle carte posto che si fa per lo più di cenci, pergamene nel medio evo, indussero o di lini macerati, e si riduce in fogli gl' industriosi italiani a trovare un sottilissimi per uso di scrivervi. Del equivalente , e lo trovarono nella la carta, che usavano gli antichi per carta fabbricata cogli stracci di lino, iscrivere, fra gli altri eruditamente invenzione, che Montfaucon stabili tratta il p. Menochio , tomo II, p. sce nel secolo XI ; ma lo Stellutì , 44o- La materia, sulla quale si co ne' suoi Commenti a Persio, volle minciò da principio a scrivere, sem provare, che sino dal 9oo fosse stata bra che fossero i mattoni di creta inventata in Fabriano sua patria. cotta , o la pietra ; uso pei primi L'opinione più comune assegna l'in esercitato dai babilonesi e dai fe- venzione della carta nel secolo XII nicii, che, secondo Plinio, scrissero ai greci rifuggiti in Basilea, e parti le loro leggi e consuetudini in pie colarmente in Italia, i quali inse tre cotte e sui marmi. Si usò an gnarono l' arte di fabbricare la car cora a scrivere sulle foglie , onde ta bambagina o di cotone , che nel derivò la parola foglio. Dalle foglie loro paese già praticavasi, onde fu si passò a scrivere nelle sottili cor- detta bambagina e cutanea. Altri teccie degli alberi , i quali, secondo ne danno il vanto alla Germania, Ulpiano, erano di tre specie , cioè nè manca chi sostenga ripetersi in Tilia, Phylira, e Papyro. Si ado Italia l' origine della carta nel bor perarono anco tavolette sottili, colle go di Colle in Val di Elsa nella quali si formavano libri, dandosi ai Toscana, affermandosi ivi essere le fanciulli per insegnar loro l'alfabeto, e più antiche cartiere d' Italia. Certo ve n' erano anche di avorio. Si scris è che, nel secolo XIII, l' uso ne di se pure sul piombo, ìndi sulle pelli venne generale, e nel seguente già di animali dette pergamene, siccome in Italia vi erano molte cartiere. invenzione di Cumene re di Perga La loro introduzione in Francia ri mo. Indi, secondo Plinio lib. XIII monta verso l' anno i 34o. cap. i i , fu introdotta la carta al Carta si chiama pure un atto tempo di Alessandro Magno ; ma ciò autentico col suggello di un princi deve intendersi per le membrane e pe, d' un signore, d' una chiesa , di per le pergamene. Ne' bassi tempi , un capitolo, o di una comunità, e queste pelli divennero così rare, che che serve a tutelare i diritti di uno si usava nelle antiche biblioteche stato, comunità o signoria. Si dis raschiare i codici de' primi tempi , sero Carte talvolta i libri, e quin contenenti scritture di autori classi di sagre Carte si chiamano i libri ci greci e latini , e sopra vi si scri della Bibbia. Carta si dice pure veva la nota delle spese giornalie dai legisti una scrittura di obbli re, e simili bagatelle. Da ciò tras- go e di contratto qualunque sia CAR fale occupazione CAR di Scipione, e i23- la' pubblico, o privato. La istituzione poi della carta bollata , cioè carta battaglia in cui Annibale fu disfatto sigillata nello stato pontificio per sotto le mura di Cartagine in Afri l' autenticità de' contraiti e per le ca, Scipione la prese l'anno di Ro scritture, rimonta a Clemente XII , ma 542 , e in tal' oocasione il ro comunque sia stata effettuata nel mano eroe rese con magnanima i74.i dal Pontefice Benedetto XIV. azione a' propri parenti un'avvenente CARTACO (s.), il giovane, so schiava, e al di lei sposo il prezzo prannominato Mocuda, fu vescovo in offerto pel suo riscatto. Indi a' tem Irlanda. Discepolo di s. Cartaco,'i7 pi di Cesare divenne questa città vecchio, e di s. Congallo, predicò il colonia romana, colla dipendenza santo vangelo nel territorio di Riar di cinquanta città della Spagna, migh , e di là passato a Westr delle quali fu capitale. Molto soffrì Meath , vi fondò il monistero di nelle vicende del romano dominio, Rathenin o Raithin , che riuscì ce- e nel quinto secolo fu devastata lcbratissimo in tutta l' Europa per prima nel 4"9 dai vandali, poscia pietà e per sapere. Ne ebbe per dai visigoti , onde decaduta dal suo quaranta anni il governo, e la re splendore, solo interamente si riebbe gola, ch'egli dettò, conservasi tuttora verso l'anno i57o, per averla rifab in lingua irlandese. Obbligato coi bricata e fortificata il re Filippo suoi discepoli alla fuga per le per II, che conobbe la bontà del suo secuzioni di un re di quelle regioni, vasto e importante porto, rianiman si ritirò nella provincia di Leinster, do il commercio decaduto sotto il fondandovi un monistero. Morì ai dominio de'mori. Nel i7o6 Giovan- iì di maggio del 637. Al nome Leak, nella guerra di successione, di lui fu dedicata la chiesa mag la prese per l'arciduca Carlo, ma giore di Lismore , e la città per poco di poi il duca di Bervick la lui è chiamata Lismore- Mochuda. ridonò al potere di Filippo V. Va CARTAGENA ( Chartaginen.) . lidissime sono le sue fortificazioni , Città con residenza vescovile nella grande è l' arsenale , come ampli Spagna nel regno di Murcia, che sono i cantieri di costruzione, onde vanta antichissima origine. Posta in è una delle più belle città di Spa fondo ad una piccola baia nella gna. costa Murciana meridionale, si slima La sua sede vescovile rimonta fóndata, o almeno considerabilmente a'do primi che neltempi terzo della secolo Chiesa, era per metro mo^ baleingrandita, Barca, che dal la cartaginese eresse in capitale Asdr li politana, e si pretende che il suo delle sue conquiste, imponendole il primo vescovo , nominato Basilio , nome della metropoli africana, per fosse martirizzato l'anno 5f di Cri cui chiamossi Carthago nova. Pure sto. Rovinata in seguito dai goti e fu appellala anche Spartaria, che dagli s vezzosi, i diritti metropolitani vuolsi essere il nome suo antico passarono a Toledo; ma il vescovo dall'abbondanza di quel giunco chia Diego Martinez, vedendosi ogni gior mato Sparlimi, che ivi vegeta spon no interrotto nelle funzioni del suo taneo. Dg qui si mosse Annibale episcopale ministero, é negli uffizi per andar a formare il memorando divini dalla moltitudine de'mori, di assedio di Sagunto. Dopo la trion- cui ridondava la città, ed al vedevo i^4 CAJEl Spagna. Tanto CAR la sua baja, una non meno le frequenti incursioni dei corsari africani, col permesso delle migliori della costa, che il vi del Pontefice Nicolò IV, e del re cino paese chiamato Calamari, fu Sancio IV, nel i29i ne trasferì la rono scoperti da Rodrigo di Bastidas sede in Murcia ( Vedi ). Sgombrata nel i52o, e fu sottomessa da don di poi interamente la città dai mori, Pietro de Heredia nel i533. Vi nel i36o, Papa Innocenzo VI, con fondò egli la città di Cartagena, bolla data in Avignone, decretò che che per la sua deliziosa situazione, il vescovato di Cartagena non sa e per la sicurezza della baja poco rebbe più soggetto a Toledo, cioc dipoi diventò il centro del com chè per altro col pontificio bene mercio di quella parte d' America. placito non ebbe effetto, dappoichè La sua opulenza attirò a Cartagena l'arcivescovo di Toledo continuò ad l' ingorda cupidigia di alcuni avven esercitar la sua giurisdizione metro turieri d'Europa, ed infatti fu sac politica, come sugli altri suffragane! cheggiata dai corsari francesi nel a lui soggetti. Non si deve poi pas i544, eNumidia
vari smembramenti di quelle di Asti labro. Fu ascritto alle congrega e Vercelli. La cattedrale, uno dei zioni di propaganda, della sagra più belli edilizi della città , fu de consulta, di Avignone, e della Lau- dicata in onore di s. Evasio vescovo rctana. Fra le diverse protettorie e martire. Il capitolo ha due digni che sostenne, vanno rammentate tà , la prima delle quali è il pre quella dell' ospizio apostolico di san vosto, con quattordici canonici, con Michele, delle arciconfraternite del due prebende, ed altri preti e chie Gonfalone , del ss. Crocefisso di rici. Esso elegge il parroco per la s. Marcello , e del Conservatorio cura delle anime, ed oltre la catte Pio da lui fondato a s. Pietro Mon- drale, si contano tre altre parroc torio mentre era governatore di chie. Vi sono i francescani, i soma- Roma, per le povere zitelle, con eri schi , e la congregazione della mis gervi una fabbrica di pannine, e sione, varie confraternite, due semi altre manifatture, e chiamato Pio nari, ospedale, e monte di pietà. dalle beneficenze che gli procurò da La mensa è tassata in camera apo Pio VI, massime nel i782. Mori stolica in fiorini 333. in Roma prefetto del Buongover Fra gli uomini illustri, che fio no, e diacono di s. Maria ad Mar- rirono in Casale, vanno particolar tyres a' i5 gennaio i787, di set mente ricordati i tre seguenti Car tantatre anni , e diciassette di Car dinali : Marc' Antonio Boba, de' si dinalato. Fu esposto e sepolto nella gnori di Bossignano, degno della chiesa di s. Agostino, ove la nobi porpora, cui Io esaltò nel i565 Pio lissima sua casa ha la propria se IV ; Gio. Francesco Blandrata , dei poltura, nella cappella dedicata a conti di s. Giorgio, fatto Cardinale s. Pietro apostolo. Le sue virtù, le nel i5g6, da Clemente VIII, poco sue belle azioni, l' ingegno e la pie mancando che non gli succedesse nel tà, furono celebrate da C. Branca- pontificato ; e Giangiacomo Millo doro, poi Cardinale, nell' Elogio de'marchesi di Tubine e di Altana, storico del Cardinal Antonio Ca nel i753 creato da Benedetto XIV sali, Macerata i787. Cardinale , e da lui assai amato. CASALIO Gasparo. Scrittore del CASALI Antonio, Cardinale. An secolo decimosesto, nativo di San- tonio Casali, di nobile schiatta ro taren in Portogallo. Si ascrisse al mana, e de' marchesi di tal nome , l'Ordine degli eremiti di s. Agostino nacque a Roma a' 25 maggio del l'anno i5^i. Si distinse nel sapere i7i4. Dopo aver percorso lodevol per modo, che fu scelto a primario mente la carriera degli studi, aman professore nell' università di Coim- do porsi al servigio della Sede Apo bra. Venne poscia innalzato alla stolica, fu fatto prelato, e progressi sede di Zunsal nell' isola Madera, vamente esercitò con lode diverse dalla quale passò, nel i556, a quel cariche. Da segretario di consulta , la di Leira nell' Estremadura , e poi divenne governatore di Roma; poscia a quella di Coimbra , dove quindi da Clemente XIV, a' i2 di morì nel i587 circa. 'ntervenne cembre i77o, fu promosso al Car due volte al concilio di Trento. Fu dinalato; ma non fu pubblicato che precettore dell' infante Giovanni III, nel concistoro del i5 marzo i773, che poi lo fece suo confessore, e .38 CAS Questo degnissimo CAS porporato lasciò di capo del consiglio di coscienza. Ab biamo di lui le opere seguenti: i. sè eterna memoria nella fumosa biblio De Sacrificio Missce libri tres j i. teca da lui fondata a pubblico bene De caena et calice Domini, libri di Roma nel convento dei domenicani Iresj 3. De usu calicis libri Ires j di s. Maria sopra Minerva, ove sorge 4« Axìomata Christiana. la statua di lui eccellentemente la CASANATTA o CASANATA Gi vorata dal signor le Gros in finis rolamo, Cardinale. Girolamo Ca- simo marmo. Di più, a tale biblio sauatta, oriundo spagnuolo, ina na teca lasciò un fondo di ottantamila to a Napoli nel i62o, per soddis scudi, perchè mantenesse a bene fare al desiderio del genitore, si ap della s. Sede sei religiosi teologi di plicò allo studio della legge. Reca varie nazioni, e due altri in una tosi a Roma fu cameriere d' In scuola contigua, a dichiarare ed es nocenzo X; quindi dal i647 in porre s. Tommaso ; inoltre la volle poi governò le città e le provincie assistita da tre religiosi non sacer ecclesiastiche, come Sabina, Fabria doti, e due bibliotecari perchè po no, Ancona e Camerino, che avea tessero servire i ricorrenti alla me a vescovo Emilio Altieri, poi Clemen desima, dacchè viene tenuta per una te X, con cui il Casanatta strinse delle migliori d'Europa, per la sua sincera amicizia. In appresso da Ales ampiezza, maestà e scelta di volumi sandro VII nel i658, fu stabilito in ogni genere di studio. V. Bi inquisitore a Malta; quindi venne blioteca Casanatense. Finalmente , annoverato tra i prelati di consulta, dopo essere intervenuto alla elezione e tra i votanti dell' una e l' altra dei due Innocenzi XI, e XII, e di segnatura ; ed inoltre fu fatto con Alessandro VIII, mori a Roma nel sultore de'riti e della sagra inquisi l'anno i7oo, di ottanta anni e venti zione, come anche segretario di sette di Cardinalato. Ebbe poi tom Propaganda. Morto Alessandro VII, ba nella basilica lateranense, ove tra il sagro Collegio lo elesse gover le du« cappelle di s. Ilario e di s. natore del conclave di Clemente Francesco sorge la statua di lui. IX, che nell' anno i 668 lo vol Era questo porporato zelantissimo le assessore del s. offizio; Clemente per la religione cattolica, piacevole X lo promosse a segretario della e benigno, ed amante della giustizia congregazione dei vescovi e regola attemperata a clemenza. ri, e a premio delle sue belle doti, CASANOVA Giovanni, Cardina e della integrità ne' suoi impieghi, le. Giovanni Casanova nacque da ai i3 giugno i673, lo creò Cardi nobili parenti a Barcellona nella nal di s. Maria in Portico, diaco Spagna, e nel i4o4 professò nel- nia, cui nel i686, cambiò col tito l' Ordine dei predicatori, ove riuscl lo presbiterale di s. Silvestro in Ca assai dotto in filosofia e teologia. pile. Venne eziandio ascritto alle Volata fama di lui a Martino V , congregazioni del s. offizio, del con nel i4l8, lo fece maestro del sa cilio, dei riti, di propaganda ed al gro palazzo, distinguendosi poscia tre ; colla ' prefettura delle congre quando scrisse della podestà del Pa gazioni dei regolari, e della visita pa sopra il concilio, contro la con apostolica. Innocenzo XII, nel i693, venticola di Basilea, ed altri trat lo fece bibliotecario della vaticana. tati di teologia. Indi, nel i424, '°
> CAS CAS «39 stesso Martino lo promosse a ve nori, cui avea egli composta. Mar scovo di Uosa nella Sardegna, e di tino IV a' 23 marzo del i28i lo poi alla chiesa di s. Asafo nella pro creò Cardinal prete dei ss. Pietro e vincia di Tarragona. In appresso e Marcellino, dei quali ristaurò la chie segretamente dallo stesso Martino V, sa con gran dispendio. Dopo il con ai 23 di giugno del i426, fu innal clave di Onorio IV, morì di peste a zato all' onor della porpora, e, se Roma nel i287, sei anni dacchè condo Mattei, da Eugenio IV, eb vestiva la sagra porpora, e fu se be le insegne Cardinalizie col titolo polto nella basilica lateranense. In presbiterale di s. Sisto, e l' ammini questa il Cardinal Iacopo Colonna, strazione della chiesa di Girona nella di lui intrinseco amico, fabbricò una Catalogna. Insorti poscia non lievi dis cappella, e un altare per celebrar sapori col noveJio Pontefice, si riti vi la s. Messa a suffragio dell' ani rò in Basilea, ove teneasi il conci ma dell'amico. lio; ma non andò guari che si CASCARA, o CASCHARA. Città riconciliò col detto Pontefice , e metropolitica della provincia patriar scrisse le sullodate opere . Morì cale di Caldea, ove Maris predi nel i436, dopo dieci anni di Car cò il vangelo, e stabilì un vescovo, dinalato , e portato a Barcellona , dopo aver predicata la fede in Seleu- ebbe tomba nella chiesa dei predica cia, onde in mancanza del cattoli tori in marmoreo avello. co di Seleucia ne faceva le veci. CASANOVA Iacopo, Cardinale. Nel secolo XII fu eretta in metro Iacopo Casanova da Valenza, ca poli con tre suffragane!. Evvi anco meriere al Pontefice, e protonotario ra Cascara, sede episcopale di Me- apostolico, a' 3o giugno i5o3, fu sopotamia, nel patriarcato d' Antio da Alessandro VI creato Cardinal chia, fondata nel quinto secolo, sot prete di s. Stefano al Montecelio. to la giurisdizione di Amida. Egli solo si trovava nel palazzo va CASCHAU (Cassovien.). Città con ticano, quando, morto il Pontefice, residenza vescovile in Ungheria. V. il duca Valentino gli diede il sac Cassovia. co, e fu costretto a consegnar le CASELLI Cario Francesco, Car chiavi a chi andò con un picchetto dinale. Carlo Francesco Caselli nac di soldati, per prendersi il meglio, que ai 2o ottobre i74o in Ales che v' era. Ma dopo un anno di sandria della Paglia, da civili geni Cardinalato , morì a Roma , nel tori, che lo educarono saggiamente. i 5o4, dopo aver contribuito all' e- Quindi volle aggregarsi all'istituto saltamento di Pio III e Giulio II. religioso de' servi di Maria Vergine, CASARlENSE Procopio. V. Pno- nel quale sostenne con lode vari uf corio di Cesarea. fìzi, che gli meritarono i maggiori CASATI Clusuno, Cardinale. gradi. Il perchè, nel i 78i, dappri Clusiano Casati, conte di Casate, dio ma fu nominato segretario generale, cesi di Milano, era arcidiacono di poi provinciale, e per la conclusio quella metropolitana, quando perve ne di alcuni affari, che gli procu nuto a Roma Nicolò HI lo fece u- rarono l' applauso de' suoi confra ditore di Ruota, e perchè lo stima telli, venne da loro proclamato ge va moltissimo, volle ch' esaminasse nerale di tutto l'Ordine nel i792, la spiegazione della regola dei ini- dopo avere esercitato la carica di t4o CAS e deportato in CASSavona, si adunò in procuratore generale. Venuto Pio VI in cognizione della sua pruden Parigi il famoso concilio nazionale, za e dottrina, lo nominò consulto ed ivi diede il Caselli nuove prove re delle congregazioni Cardinalizie di senno, di scienza, e di soda pie de' Riti, e del s. Offizio ; e forse tà, e siccome impavido sostenitore senza le sopravvenute circostanze , dei diritti della santa Sede, cadde che desolarono il termine del seco dalla grazia dell' imperatore Napo lo XVIII, lo avrebbe esaltato al Car leone. Insignito in progresso dalla dinalato. Divenuto Pontefice Pio regnante sovrana di Parma e Pia VII, bramoso di accomodare gli af cenza della qualifica di suo intimo fari di Francia, sconvolta dalle ac consigliere, e di gran croce dell'Or cennate catastrofi , . e farvi rifiorire dine costantiniano di s. Giorgio, lo la religione , vi spedì il Cardinal fece di poi gran priore del medesi Consalvi, monsignor Spina, poi Car mo, dignità, che avrebbero in pro dinale, e il nostro Caselli colla qua gresso i suoi successori nel vesco lifica di suo teologo consulente, i vato. Finalmente colla lode di ze quali, ai i4 giugno i8oi, sottoscris lante pastore, morì in Parma ai i9 sero la tanto celebre convenzione, aprile i828, e venne esposto e se ch'ebbe per fine il concordato fra polto in quella cattedrale. V. Ora la santa Sede e quel regno. Nello zione in morte del Cardinale Car incominciare l'anno i8o2, lo stesso lo Francesco Caselli, ec. , del pa Pontefice l' incaricò di accompagna dre Agostino Garbarini priore cas- re in Roma le venerande ceneri sinese, Parma i828. del suo glorioso predecessore Pio CASERTA (Casertan.). Città con VI, che ancora giacevano in Valen residenza d' un vescovo nel regno za ove era morto. Indi nel marzo delle due Sicilie, capoluogo della lo fece arcivescovo di Sida in par- provincia di Terra di Lavoro, che iibus, ed avendolo creato Cardinale contiene la maggior parte della ce nel concistoro de' 23 febbraio i8oi, lebre Campania felice. Fu edificata riservandoselo in petto, lo pubblicò dai longobardi sul declivio di una nel concistoro de' 9 agosto del me collina dei monti tifatini, e prese il desimo anno i8o2, assegnandogli nome dalla contrada chiamata Casa per titolo presbiterale la chiesa di irta, perchè componevasi di un ag s. Marcello degli stessi pp. serviti , gregato di amenissimi villaggi e di non che le congregazioni del s. uf borghi, capo de' quali fu questa cit fizio, de' vescovi e regolari, dell' in tà, detta perciò la vecchia , a di dice, della disciplina , e dell' esame stinguerla dalla nuova, di cui si farà de' vescovi in sagra teologia. Non menzione in ultimo. Ebbe Caserta andò guari, che il governo francese il titolo di principato , che insieme lo dichiarò senatore dell' impero, ed al feudo fu ceduto dalla nobile fa essendo stato nominato arcivescovo miglia Caetani romana (Vedi) al re di Parigi, gli riuscì di farei dispen di Napoli Carlo III di Borbone nel sare. Poco dopo Pio VII conservan i 75 i, ricevendo in cambio Teano. E dogli il grado arcivescovile, nel con per alcun tempo, nel nono secolo, era cistoro de' 28 maggio i8o4, pre- stata dominata da Landolfo, fratello conizzollo vescovo di Parma. Strap del conte di Capila , mentre, allor pato poscia il Pontefice da Roma, chè era contea, fu data insieme ad CAS dall'arcivescovato CAS da lui avuto. i4« Pei altre signorie , con mero e misto impero da Urbano VI al suo nipote distinti suoi meriti , nel i 5g2 , sa Francesco Prignani, col consenso di rebbe stato eletto Papa per adora Carlo III Durazzo. La popolazio zione, se non si fosse opposto il ne di Caserta e il suo lustro mol Cardinal Ascanio Colonna. to diminuirono dopo la fondazione La città di Caserta nuova contiene di Caserta nuova. Tuttavolta è piaz un superbo castello reale incomin za di guerra per le sue fortificazio ciato nel i7.5o dal re Carlo III Bor ni. In varie epoche fu onorata Ca bone, poi monarca di Spagna, che serta vecchia della presenza de' ro vuolsi il più magnifico , splendido mani Pontefici , e da ultimo , nel ed ameno d'Italia, per opera dell'ar i729, da quella di Benedetto XIII, chitetto Vanvitelli, occupando l'area che recossi ad abitare il convento dell'ampliato villaggio della Torre. de' minimi paolotti di s. Francesco Al di fuori la figura è ottangolare, di Paola. e al di dentro si compone di quat La sede vescovile di Caserta fu tro palazzi, ricchi di pitture, sta istituita, verso il 97o, dal Pontefice tue e altri preziosi ornamenti, e fra Giovanni XIII , che inoltre la fece le delizie è da annoverarsi il bosco, suftraganea di Capua. Vuolsi nondi già celebre sotto i principi di Ca meno, che i suoi vescovi stabilmente serta, e che termina in un castello e regolarmente incominciassero a circondato da un canale di acque, succedervi' nell'anno i ioo circa. In le quali derivano da un' ampia pe di Pio VII, colle lettere apostoliche, schiera . In una parola tutto è real date V kalend. j'ulii i 8 i 8 , De magnificenza in Caserta , siccome melìori dominicae , vi um la sede proprietà de' monarchi del regno vescovile di Cajazzo. La sua sontuo delle due Sicilie, anche per l' ele sa e bella cattedrale, sagra a s. Mi ganza degli altri edifizi, e per l' a- chele Arcangelo, è molto antica; ed menità dei giardini. il suo capitolo è fregiato di quattro CASGARA. Città metropolitana dignità , prima delle quali è il de del Turquestan della diocesi di Cal cano : diecinove sono i canonici, che dea, ove il cam de' tartari permi fruiscono di due prebende, ed altri se, che il cattolico di Seleucia nei preti e chierici sono addetti alle primordii del IX secolo spedisse pre ufficiature. La cattedrale è pure par dicatori cristiani, e dove dopo due rocchia, onde il curato si elegge secoli professò il vangelo lo stesso dal capitolo , coll'approvazione del principe de' turchi, insieme a due vescovo. Vi hanno inoltre due se centomila sudditi. Verso l' anno i 2oo minari , parecchie chiese , quattro era sovrano di questa città Unge- case religiose , ed un monistero di ham, detto il re Giovanni, e quan monache, un conservatorio, sodalizi, do più tardi nel i263 vi giunse il ospedale e monte di pietà. La men p. Rubruquis, missionario inviatovi sa è tassata di duecento quarantasei da s. Luigi IX re di Francia, co fiorini. Fra gli uomini illustri, che mandava un altro Giovanni prete, sortirono a patria Caserta, merita spe che inoltre eseguiva le funzioni epi cialmente ricordanza, il Cardinal di S. scopali. E troppo noto, che i ve Romana Chiesa Giulio Antonio San- scovi nestoriani, in alcune parti del torio, denominato di Santaseverina le Indie, e in altre ove erano, so i4* CAS vine della cattedrale CAS antica, in una levano ordinare de' fanciulli per ser virsene quai diaconi e sacerdoti, on situazione pittoresca. L'arcivescovo, de non è a meravigliarsi se i loro che dipende per la santa Sede dalla re spesse volte si trovino insigniti congregazione Cardinalizia di pro del sacerdozio. paganda , risiede in Thurles , città CASHEL ( Chasalien.). Città con d' Irlanda, baronia d' Eliogurty, che residenza di un arcivescovo nell' Ir dà il titolo di conte alla famiglia landa, provincia Momonia, o di Muu- Ormond . Ben fabbricata è Cashel ster, capitale della contea Tippera- in fertile paese sul Suire, e la chiesa ry, baronia di Middlethird. Fu edi è uno de' suoi migliori edifizi. Nella ficata sulla riva sinistra del Suir, diocesi da ultimo vi erano quaran- ma abbruciata nel i654, venne di tasette parrocchie, e molte altre cap poi rifabbricata. Si veggono ancora pelle. Evvi un monistero di Orsoli- gli avanzi dell' abbazia di Cashel , ne, e molte scuole pei cattolici, i residenza dei re di Munster , ed al quali superano i duecento sessanta suo ingresso evvi una gran torre di mila per tutta la diocesi , dove ol cinquautaquattro piedi di circonfe tre i quarantasette parrochi, si con renza. tavano sessanta vicari , e tutti ri Anche questa sede vescovile fu traggono il loro sostentamento dagli eretta da s. Patrizio l' anno 425 , emolumenti parrocchiali e da pie allorchè fu mandato in Irlanda a oblazioni. predicar la fede dal Pontefice s. Ce Due concilii si celebrarono in Ca lestino I, e non, come altri dicono, shel, conosciuti anco sotto il nome nel secolo decimo. Chiamasi pure di Cassel, e sono i seguenti: Ca.fsilia, Ternù, o Ivernis. Nel con Il primo, adunato nell'anno ii7i, cilio di Mellifonte , celebrato nel o ii72 per comando di Enrico lI ii 52, fu eretta al grado arcivesco re d' Inghilterra, fu tenuto da Rau- vile , ciò che approvò il Pontefice lo arcidiacono di Landaf, presieden Eugenio III, e le vennero assegnate dovi Cristiano vescovo di Lismore per chiese suffraganee, Emly o Emi- in qualità di legato della sede apo ley, Limeric, Waterford, Corck, Ross, stolica. Vi si esposero i disordini , Killala, Clonci, Roscrea e Ardart. che regnavano nel paese , onde fu Attualmente Y arcivescovo di Cashel provveduto con otto canoni. Il pri è amministratore perpetuo della dio mo ci fa conoscere , che in queste cesi di Emly, ed ha per suffraganee parti sussisteva la poligamia, giac le sedi di Corck, di Cloyne e Ross che comanda , che i matrimoni si unite, di Kery unita ad Aghadon, contraggano secondo le leggi. Il se di Limerick, di Waterford unita a condo prescrive le decime sul be Lismore, di Killaloe e di Kilfenora, stiame, sui frutti, e sulle altre cose la quale è unita a Chilmaghduag, in favore della chiesa parrocchiale. che però è sotto la giurisdizione del Jo. Brompt. io7i. l' arcivescovo di Tuam. Il secondo nell'anno i^.S3, tenu Cashel ha una bella cattedrale , to da Giovanni Catwel arcivescovo edifizio moderno di architettura di Cashel in Limerick, versò sopra greca ; e l' episcopio conteneva, una la disciplina ecclesiastica. AugI. t. III. biblioteca di manoscritti interessanti. CASIMIRO (s.). Fu questi il ter Sopra una rupe si veggono le ro- zo dei tredici figli di Casimiro III, re di Polonia, e CAS di Elisabetta d' Au tempo nei pericoli CAS della corte, e i43 nel stria, virtuosissima principessa, e nac vigesimoquarto anno di età mori di que il giorno cinque di ottobre del etisia a Vilna il giorno 4 di mar l' anno i458. Fin dai più teneri zo del i483, avendo già molto pri anni poteva argomentarsi dalla pie ma predelta la sua morte. Ebbe tà di lui e dallo spirito di mortifi sepoltura nella chiesa di s. Stanislao, cazione, a qual grado di cristiana ed il Pontefice Leone X lo ascrisse perfezione sarebbe un giorno arri al numero dei santi nel i 5a i . Il vato, poichè, sebbene ancora fanciul corpo di lui, cento e vent'anni do lo, egli trascorreva le intere notti po la sua morte, fu trovato incor nella orazione, meditava col più ma- rotto, e le sue preziose reliquie fu raviglioso raccoglimento la passione rono collocate in una magnifica cap di Gesù Cristo, portava un cilicio , pella di marmo , fabbricala a tal ed abboriendo ogni pompa , non uopo. Egli è il santo protettore della usciva di casa se non per assistere Polonia. alle funzioni e sacre salmodie della CASINI Antonio, Cardinale. An Chiesa. Cresciuto cogli anni, crebbe tonio Casini sanese, nacque da Gio mirabilmente nell'esercizio d'ogni vanni che fu medico di Urbano VI, più bella virtù cristiana per modo e da una signora di casa Capocci , tale da non potersi dire qual mag nata da una sorella di quel Papa, di giormente in lui rispondesse; egli cui Antonio era pronipote. Divenne umile con tutti, liberale verso dei pievano di Signa, poi canonico e vica poveri, severo solamente con se stes rio generale di Firenze, e sottocolletto so ; la purità di lui era più da an re apostolico nella Toscana. Godeva gelo che da uomo , e quantunque gran fama quando si condusse a Ro fòsse più volte sollecitato a congiun ma, il perchè Innocenzo VII lo as gersi in matrimonio, vi resistette con sociò ai cherici di camera ; e nel i4o7 somma costanza. Gli ungheresi mal Gregorio XII lo fece vescovo di contenti del loro re Mattia, volendo Pesaro. Quindi Alessandro V, nel innalzare sul loro trono il nostro i4o9, lo spedì al vescovato di Sie santo giovanetto, ne fecero al pa na, che nel i427 cambiò con quel dre la domanda , e questi obbli lo di Grosseto. Poi Giovanni XXIII gò il figliuolo a porsi in capo ad lo elesse tesoriere, vicelegato di Bo un' armata per sostenere il diritto logna, e governatore della Roma di sua elezione. Ma come seppe gna. Nella cattedrale di Siena eres il buon Casimiro, che questa spe se una cappella a s. Sebastiano, ar dizione era ingiusta, e che il Pon ricchì la biblioteca di quella chiesa tefice Sisto IV erasi dichiarato in di rarissimi codici, e vi lasciò altre favore dal re deposto, ricusò fer opere a perpetua memoria di lui . mamente di arrendersi ai replicati Stabilì due cappellanie nella metro inviti di quei ribelli, e per non ac politana di Firenze con dote conve crescere colla sua presenza il ram niente, ed ai 2 3 giugno del i&d marico del padre, si ritirò nel ca da Martino V fu creato Cardinal stello di Dobzki, ove visse fra gli prete di s. Marcello. Nell'anno ap esercizi d' un' austerissima penitenza. presso rinunziò la sua diocesi , pro Tanto era a Dio cara l' anima di curando che venisse conferita a san lui, che non soffri di lasciarlo lungo Bernardino da Siena, il quale nio- >44 cas di sacco sotto le CAS vesti Cardinalizie, destamente la ricusò. Intervenne al concilio di Costanza, alla prima ses e conduceva vita esemplare , quale sione di quello di Basilea, ed al con si conveniva a chi per uffizio dovea clave di Eugenio IV, che avendolo poi ammaestrare gli stessi maestri della carissimo, lo dichiarò arciprete del religione. Era nemico al fasto, alle la basilica liberiana. Morì a Firen grandezze , ma spendeva ogni an ze nell'anno i439, dopo tredici anni no mille scudi per ristaurare ed di Cardinalato, e portato a Roma, abbellire la sua chiesa ; siccome fu sepolto nella detta basilica libe frugalissimo, dava ai poveri quan riana con breve iscrizione. Liberale to più poteva sottrarre al suo as coi poveri , non mai negava loro sai mite sostentamento, e nessun limosina , perlochè era chiamato il povero ricorso al Casini , partì Cardinal m isericordioso. sconsolato. Da ultimo , dopo peno CASINI Francesco Maria, Car sissima malattia sostenuta con gran dinale. Francesco Maria Casini nac sofferenza , assistito dal venerabile que in Arezzo da nobili genitori , Tendermi, mori a Roma nel i7i9, nel i648. Di quindici anni andò di settantun anno , e sei di Car fra i cappuccini, e ne vestì l'abito dinalato, e fu sepolto nella chiesa a Cortona, ove si distinse per virtù del suo Ordine. Quando il Ponte e per dottrina massime nella predi fice ne seppe la morte , non potè cazione, sostenuta con somma ri rattenere le lagrime, dacchè molto putazione nelle migliori città d' Ita lo amava e stimava. Nella sua in lia. Predicò a Parigi, dinanzi al re fermità gli mandò mille scudi per e alla regina della Gran Bretta le spese necessarie; ma il Casini li gna , alla presenza dell' imperatore , ricusò, ed il Pontefice li assegnò alla e degli elettori Palatino e Mogon- eredità di lui, cui lasciò al collegio tino, e ad altri gran principi e signo di Propaganda. Le prediche del Ca ri. Innocenzo XII lo nominò predica sini spirano eloquenza e perizia non tore apostolico, e ciò tanto piacque comune della divina Scrittura, e si al sagro Collegio , che nominò due pubblicarono a Roma in tre volumi. Cardinali a ringraziare il Pontefice La vita di lui venne estesa dal pre per la scelta di tanto uomo. Infermato lato Fabroni, che ricorda anche le gravemente il Pontefice, lo volle suo altre opere di questo degnissimo assistente, e fece a lui la sua confes- porporato. I giornalisti d' Italia nel sion generale. Successo nel pontificato tomo XXXII p. 449, fanno l' elo Clemente XI, continuò a lungo il gio storico del Cardinal Casini, di Casini nel suo impiego, fino a che cui pure abbiamo una traduzio piacque al medesimo Pontefice, ai ne dal francese de' Consigli della 3o gennaio i7i3, sollevarlo all'onor Sapienza. della porpora col titolo di s. Prisca, CASONI Lorenzo, Cardinale. Lo di ascriverlo alle congregazioni del renzo Casoni nacque da nobile pro s. offizio, dei vescovi e regolari, dei sapia a Sarzana, nel i644- Inno riti , di propaganda ed altre, colla cenzo XI lo assegnò compagno al protettoria di tutto l'Ordine della nunzio Bevilacqua nel viaggio al con redenzione degli schiavi. Divenuto gresso di Odenheim, ove fu stabili Cardinale, non dimenticò la profes ta la pace tra i principi d'Europa. sione religiosa , che anzi vestiva ll Casoni vi si trattenne per qual- CAS ed ebbe tomba CAS nella basilica di i45 s. che tempo., anche partito il nunzio, per accomodare alcuni all'ari di con Pietro ai Vincoli suo ultimo titolo, seguenza restati indecisi. Ritornato non molto lungi dall' altar maggiore. a Roma, fu canonico di S. M. in CASONI Filippo, Cardinale. Fi Vialata ; poi della basilica di s. Ma lippo Casoni nacque in Sarzana, li ria Maggiore ; quindi, essendo Pon 6 marzo i733, da nobile famiglia. tefice Alessandro VIII, andò nunzio Siccome fornito di belle doti, e con alla corte di Napoli, ove si fermò vocazione ecclesiastica, si recò in per ben due lustri. Divenuto poi Roma ove applicossi agli studi nel Pontefice il Cardinal Albani col no collegio Nazareno, sotto la cura dello me di Clemente XI, amico al Ca zio monsignor Nicola Casoni, che soni, che dal ven. Innocenzo XI gli poi morì decano de' chierici di ca avea ottenuti speciali favori, e per mera, e commissario delle armi. mostrargli la sua riconoscenza, lo Desideroso di servire la Santa Sede, chiamò a Roma , e , nell' anno ebbe la prelatura di famiglia, isti i7o2, lo dichiarò assessore del santo tuita dal Cardinal Lorenzo Casoni, Officio. Poscia nel i7o6 lo ascrisse e quindi venne fatto successivamente al sagro Collegio col titolo di s. governatore di Narni e di Loreto, Bernardo alle Terme, colla protet- donde fu trasferito alla vicelegazione toria dei minori osservanti, e la d'Avignone, ove soffrì molto allor legazione di Ferrara. Esercitando chè la rivoluzione francese invase questo ultimo uffizio, ebbe molto a anche quel dominio pontificio. Ma sofferire, perchè gl' imperiali aveano sebbene minacciato della vita, non occupato Comacchio, ed assediata lasciò il posto, se non quando fu Ferrara ; ma per le sue diligenze richiamato da Pio VI. Questo Pon non n' ebbe che leggerissimo danno. tefice inviollo nunzio nella Spagna, Se non che non conferendo a lui da dove il Casoni potè fargli giungere quel clima, chiese ed ottenne dal opportuni soccorsi allorchè fu depor Papa di lasciar quella legazione, e tato. Perciò il successore Pio VII, ai n'ebbe invece quella di Bologna, 23 febbraio i 8oi, il creò Cardinale cui preservò dalla carestia, e dalla dell' ordine de' preti , assegnandogli peste degli animali, che minacciava il titolo di s. Maria degli Angeli quella provincia. Là come uno dei alle Terme. In seguito fu annoverato Cardinali inquisitori generali, rice alle primarie congregazioni Cardina vette l' abiura, cui fece del lutera lizie, dichiarandolo lo stesso Pio VII nismo Federigo Augusto elettore prefetto di quelle della sagra con di Sassonia, divenuto re di Polonia. sulta e della Lauretana. Per la sua Nella cattedrale della sua patria prudenza e destrezza nel maneggio fondò una sontuosa cappella, rincro- degli affari, quando il detto Papa stata da preziosi marmi, e bella di lo fece segretario di stato, nei tem eccellenti pitture, ad onore del ss. pi i più difficili e scabrosi , dovette Crocefisso, e vi stabilì due magnifi esercitare tutto il suo zelo ed atti ci mausolei a ricordare i favori ri vità , contro . le pretensioni di Na cevuti dai due Pontefici Innocenzo poleone, che aspirava ad occupare XII e Clemente XI. Da ultimo, di gli stati della Chiesa, come dipoi settantasei anni, e quattordici di Car effettuò. Fu protettore il Casoni, dinalato, mori a Roma nel i72o, e visitatore apostolico della chiesa, voi. x. i46 CAS nire i riformatori CAS del culto assieine e casa degli orfani in s. Maria in Aquiro, e del monistero de' ss. Quat alla Chiesa cattolica. In quel tempo tro Coronati, e morendo in Roma egli pubblicò la sua opera De Offi ai 9 ottobre dell' anno i8ii, fu es cio pii veri in dissidio religionis. posto nella chiesa parrocchiale di Il fervore, ond'era animato per la santa Maria in Campitelli, ed ivi pace della religione, forse gli fece tumulato. Colla morte del Cardi accordar troppo ai protestanti: però nal Filippo Casoni, questa illustre non è a dirsi , ch' egli siasi punto famiglia genovese, dopo aver dato distaccato dalle ortodosse verità, che distinti personaggi alla Chiesa, alle sostenne sempre con invitto corag scienze e alle armi, rimase estinta, gio e coi propri scritti, e col com lasciando solo superstite la contessa battere valorosamente gli eretici. Violante sorella del Porporato, già Che se una qualche espressione di maritata a Poddio Venturelli patri lui si potrebbe da alcuno richiamare zio Amerino, dal quale matrimonio in sospetto, Cassandra prima di nacque la contessa Maria, che si morire assoggettò quanto scrisse al sposò al cavalier Giovanni Vannicelli. giudizio della Chiesa cattolica. Era 1I primogenito di quel nodo coniugale fornito di una rara moderazione e è l'attuale governatore di Roma mon di un particola!' disinteresse e umil signor Luigi Vannicelli, il quale come tà. I principi della Germania lo erede della famiglia Casoni, ne as riguardarono come l'uomo il più sunse anche il cognome, che onora adatto a terminare le discordie di colle note egregie sue doti. religione. Il principe di Cleves lo CASSA. Sede vescovile della pri volle presso di sè per combattere ma Pamfilia, diocesi d'Asia, eretta gli anabattisti. L' imperato!' Ferdi nel quarto secolo, e sottoposta alla nando lo avrebbe voluto in Vienna metropolitana di Sida , della quale per opporlo ai luterani; ma la got si conoscono quattro, o cinque ve ta, da cui era tormentato, non gli scovi. • permise il viaggio: nondimeno, per CASSANDRIA o CASSANDREA. assecondare i voti di quel monarca, Città vescovile della Macedonia nel compose l' opera : Consultalo de l'esarcato di tal nome, sulla punta articulis fidei inter papistas et pro- del capo Canistro, già denominata lestantes controversi*. Questo lavoro Potidoca . Era considerabile quan fu l'ultimo di sua vita, poichè morì do Cassandra re, o tiranno di Ma nel i566, avendo l'età di cinquan cedonia, l' abbellì e fortificò. Nel tadue anni. Le sue opere stampate quinto secolo fu eretta in sede epi separatamente furono raccolte da scopale , dichiarandosi suuraganea Decordas nella edizione di Parigi della metropoli di Tessalonica. i6i6 in fogl. Si trovano in esse la CASSANDRO Giorgio. Scrittore prima edizione di Virgilio da Tarso, del secolo decimosesto, nato a Cas- il trattato d'Onorato d'Antan intor santh, vicino a Bruges. Era egli no alla predestinazione ed alla uno de'più dotti teologi di quell'età. grazia , con altre scritture sulla Insegnò teologia a Bruges ed a Gand, medesima questione ; alcuni Com ma poscia partì per Colonia dove menti sulle due nature di G. C, attese pienamente allo studio, e in diversi trattati contro gli anabattisti; ispecial maniera sul mezzo di riu- un trattato De Sacra Comunione CAS drale. Nella città CAS non vi hanno altre i47 clirislianì populi in ulraque specie; una Difesa rIfIla tradizione della parrocchie, ma vi sono un convento Chiesa, e, de'padri contro Calvino; di religiosi, due confraternite , semi un' opera sulla liturgiaj una rac nario ce. La mensa è tassata nella ca colta d'Innij alcune annotazioni sul mera apostolica, in centosedici fiorini. poema della resurrezione di s. For Fra i vescovi di Cassano è degno di tunato; molte lettere; un trattato special menzione il Cardinal Gio. De viris illustribui, qui ante Pro- Angelo de' Medici milanese, il quale, cam in Latio fuere, et appendix fatto vescovo di Cassano, nel i553, ad Plinium de viris illustribui. da Papa Giulio III, per nomina CASSANO ( Cassanen. ). Città dell' imperatore Carlo V, governò con residenza vescovile nel regno la diocesi sino al i556, in cui fu delle due Sicilie, nella provincia di trasferito alla sede di Foligno «la Calabria citeriore, edificata in pia Paolo IV, morto il quale, nel i55g, nura, e bagnata dall'Eiano, influen gli successe nel pontificato col nome te del Coscile, capoluogo di cantone. di Pio IV. Credettero molti, che gli enotri sieno CASSANDO o CASSARD Fran stati i fondatori di questa città, la cesco, Cardinale. Francesco Cas quale caduta poi in potere de' ro sando nacque a Fayette, diocesi di mani , divenne prima colonia e poi Grenoble. Era perito in ambe le municipio romano. Vi si vedono gli leggi, e divenne arcivescovo di Tours. avanzi di un castello quasi inacces Poi Gregorio IX, nel i287, lo creò sibile. Vuolsi, che sia l'antica Ca- Cardinal prete de'ss. Silvestro e Mar silianum, città di Lucania, chiamata tino ai monti ; ma pochi mesi do anche Massilianum, eretta nel quinto po la sua promozione, caduto di secolo, ovvero più anticamente, ciò cavallo, si sconciò per siffatta ma che le diede occasione di pretendere niera il capo, che quasi di subito all' esenzione. Certo è , che Cassano morì a Lione, ove ebbe tomba in fu dichiarata sede vescovile verso chiesa dei predicatori, ai quali lasciò F anno i o98 , considerandosi sotto rendite considerabili. Benchè Ciacco- la metropoli di Cosenza, ed anche nio, Panvinio, e l'Aubery non par immediatamente soggetta alla Santa lino di questo Porporato, pure lo Sede, finchè s. Pio V stabilì, ai i7 ricorda il Frizonio, e ciò che più settembre i566, che fosse suffraga- monta, l'antico epitafio nella sa nea alla metropolitana di Reggio, grestia della suddetta chiesa lo dice ad onta che in alcune adunanze apertamente Cardinal di san Mar ecclesiastiche intervenisse il vescovo tino. a quelle di Cosenza. Maestosa è la CASSIA ( Cas.iien. ). Città vesco cattedrale dedicata alla Natività di vile in partibus, fondata nel quinto Maria Vergine , ed il capitolo si secolo, sotto la giurisdizione del pa compone di quattro dignità, cioè del triarcato alessandrino , ed attual l' arcidiacono, che è la prima, del mente vescovato in parti bus. Gli diacono, del cantore e del tesoriere, ultimi vescovi furono Ignazio dei di dodici canonici con due prebende, principi Giedroye, e monsignor Gio e diversi preti e chierici pel culto vanni Bercich, dal regnante Ponte di Dio. L'arcidiacono, con un prete fice , nel concistoro de' i 3 luglio per aiuto, è il parroco della catte- i840, fatto vescovo di Cassia, e de putato i48 ausiliare CAS dell'arcivescovo di struire i discepoli CAS nella religione del
Zara. Nazareno, non sacrificasse con quelli CASSIANO. Ordine di monache. ai falsi numi. Il santo colla fer Giovanni Cassiano, oriundo di Teo- mezza, tutta propria di un vero dosia nella Scizia , nato in Atene , credente, ne disprezzò le minaccie , dopo essere stato educato nel ino- ed attese con più calore alle usate nistero di Betlemme, si recò nell'E sue religiose istruzioni. Vedendosi gitto, ove visitò gran parte dei mo- per tal maniera deriso il governa nisteri in esso sparsi. Quindi passò tore, pensò, con inudito esempio, di in Costantinopoli dove s. Gio. Gri- far perire il maestro per le mani sostomo l'ordinò diacono, e poi lo dei suoi discepoli, i quali dimenti inviò suo legato a Papa s. Innocen cando ogni sentimento di compas zo I in Roma. Ma presa nel 4io sione, che potevano loro facilmente questa città da Alarico, ne parti per suggerire e la tenera età, e la gra Marsiglia, ed ivi fondò il moni stero titudine, più crudeli ancora, che non di s. Vittore, nel quale visse pia comportava il comando, si facevano mente molti anni. Indi volle isti un barbaro gioco di scrivere con tuirne un altro per le donne, il isti li il loro compito sulla pelle del quale fioriva nel 49° , come rac santo. Questo martirio dee ascriver contano Bellarmino nel libro degli si al più tardi sotto l' impero di Scrittori ecclesiastici, il Tritemio , Diocleziano, e fu uno dei più tor e il Labbé. Aggiunge il secondo , mentosi per la lunghezza della du che in tal monistero lungamente si rata , e dei più strani e singolari mantenne il fervore della discipli per la qualità dei carnefici. Questo na. S' ignora però quali regole des glorioso martire fu sempre in gran se ai monaci e alle monache; ma de venerazione presso i fedeli. La avendo Cassiano scritto alcuni libri festa di lui ricorre il giorno i3 a- sull' istituzione monastica , si ritiene gosto. che tanto i monaci, che le mona CASSIANO (s.). Intorno a questo che, vivessero secondo i di lui pre santo poche sono le notizie, che ci cetti. Altri autori sono di parere , pervennero , ed anche queste non che le monache per volere dei ro delle più certe. Si legge , che fosse mani Pontefici in appresso adottas di nazione egiziano , e che venuto sero la regola di s. Agostino. Il lo nelle Gallie, e procacciatasi grande ro abito era di lana bianca, usava venerazione per le sue non ordina no un rocchetto di lino, ed un velo rie virtù, succedesse a s. Retizio nel- nero sul capo. l' episcopato di Autun; s' ignora pe CASSIANO (s.). Era maestro di rò in qual tempo egli governasse umane lettere in Imola, e ardente quella chiesa. Il nome di lui viene di santo amore per la fede di Gesù ricordato in molti martirologi sotto Cristo, non tralasciava di unire ai il dì 5 di agosto. precetti letterarii le più sane mas CASSIANO Giovanni. Monaco sime del vangelo. Fu nota questa e scrittore ecclesiastico del secolo cosa al governatore di quella pro quinto. Secondo la opinione più ve vincia, e nemico questi com'era del rosimile, era egli di origine scita, e nome cristiano, lo minacciò della nacque verso la metà del quarto se più crudel morte, se, anzichè in- colo. Sin da fanciullo fu condotto in un monistero CAS di Betlemme, dove ha dato motivo CAS a credere ch' eglii49
fece professione di vita religiosa. Do malamente sentisse in quel dogma. po qualche anno uscì di quel luo Perciò s. Prospero imprese l' opera go per visitare i solitarii di Egitto, intitolata Contra Collatorem,per con coi quali si trattenne per qualche futarlo. Ma al tempo di Cassiano , tempo ; ma se ne ritornò al suo scrive un critico, non si era per anco monistero. Poi si avviò nuovamente deciso dalla Chiesa in riguardo a alla volta dell'Egitto, che abban quel mistero, sopra il quale non fu donò per recarsi alla Palestina, e di pronunciato giudizio che nel conci là in Costantinopoli. Ivi era patriarca lio di Ragusa del fog. Per la qual s. Giovanni Grisostomo , già suo cosa un qualche di lui abbaglio non maestro, il quale Io pose nell' ordi toglie, che la sua memoria non ten ne dei diaconi. Esiliato poscia quel gasi venerata. Egli scrisse ancora un santo vescovo, Cassiano in compa Trattato dell' Incarnazionej ma il gnia di Germano , . meritò d' essere Combattimento dei vizi e della vir deputato dal clero al Papa Inno tù, il Rimedio spirituale del mona cenzo I per fargli conoscere la inno co, gli Atti del martirio di s. Vit cenza del santo pastore. Questo Papa tore di Marsiglia sono opere a lui ordinò prete Cassiano, il quale passò semplicemente attribuite. da Roma nelle Gallie, e fissò la sua CASSINENSE Leone. V. Leone dimora in Marsiglia, dove istitul due Cassinense. monisteri uno pegli uomini, l' altro CASSINESI. Congregazione mo per le femmine. ll primo è la ce nastica dell' Ordine di s. Benedetto. lebre abbazia di s. Vittore , in cui Nei primordi del secolo VI, e nel si afferma, che avesse sotto la sua pontificato di s. Ormisda, s. Bene disciplina fino a cinquemila monaci. detto (Vedi) istitul l'Ordine dei be Ivi-ael 433 egli era ancor vivo, nedettini (Vedi) , colla regola che secondo la cronaca di s. Prospero. meditata a Subiaco, compì e pub Dupin fa succedere la sua morte blicò a Montecassino ( Vedi). In nel 44° : alcuni altri la vogliono progresso di tempo l'Ordine ebbe accaduta qualche anno dopo. Cas molte congregazioni distinte, e tra siano è onorato come santo dalla queste la più celebre fu quella det Chiesa greca ed anche in Marsi ta prima di s. Giustina di Padova, glia, dove la festa si celebra a' 23 lu e poi di Montecassino. La chiesa di glio. Vien detto, che la di lui testa s. Giustina fu fondata nel quinto nell'abbazia di s. Vittore si conservi secolo dal console Opilio, e il mo in un reliquiario prezioso , e il suo nistero dei benedettini nel nono. corpo in un sotterraneo della me Questa congregazione ebbe princi desima chiesa. Egli ha lasciato di pio nell'anno i4o8 da Luigi o Lu verse opere, cioè : dodici libri delle dovico Barbo, gentiluomo veneziano. Istituzioni monastiche, e ventiquat Essendo egli priore dei canonici di tro conferenze, che racchiudono le s. Giorgio d' Alga , vestì l'abito di massime e le istruzioni imparate s. Benedetto, ma dallo zio Grego dalla bocca dei più celebri solitarii rio XII fu obbligato ad accettare il ed abbati dell' Egitto. La maniera, monistero e l'abbazia di s. Giusti colla quale Cassiano si è espresso na, affinchè vi ristabilisse la regolare riguardo a certi punti della grazia, osservanza, la quale ivi, ed altrove t5o CAS l' Italia, la detta CAS congregazione era era decaduta dall' antico fervore. Principiò Luigi Barbo la grand'ope- formata da settantuno monisteri, tra ra coll' aiuto di due monaci bene i quali a cagion di onore nominia dettini della congregazione camaldo mo Montecassino e Subiaco, fondati lese, da lui richiesti all'abbate di da s. Benedetto; s. Maria di Farfa; s. Michele di Murano, e di due ca Bobbio edificato da s. Colombano ; nonici fatti venire da s. Giorgio in s. Giorgio di Venezia; s. Giustina Alga. Non andò guari , che questa di Padova: s. Martino di Palermo; congregazione benedettina fiori tal s. Nicola di Catania ; s. Placido di mente, che fu abbracciata e seguita Messina ; s. Salvatore di Papia ; s. da molti monisleri d' Italia, i quali Severino di Napoli ; s. Sempliciano bramarono unirsi a quello di Pa di Milano; ss. Trinità di Cava; s. dova , e formarono una congrega Benedetto di Palirona ; s. Paolo di zione, che lo stesso Barbo volle chia Roma; s. Pietro di Modena; s. Ma mare di s. Giustina , la quale fu ria del monte di -Cesena; s. Onorato confermata nel i4l7 >n Milano dal di Lerino. Oggi però questa con Pontefice Martino V, reduce dal ce gregazione non ne conta che venti lebre concilio di Costanza. cinque. Quasi tutti i monisteri, che uni- Lo stesso Giulio II, come si leg ronsi a quello di Padova, come quel ge, nel Bull. Cassin. t. I, const. i i 4, lo di s. Paolo fuori le mura di Ro e t. II constit. 397, concesse all'abba ma, del quale si parla all'articolo te, e ai monaci cassinesi di s. Paolo Chiesa di s. Paolo nella via Ostien un ospizio sul monte Quirinale , la se, quello di s. Benedetto di Man cui chiesa chiamavasi di s. Saturni tova , ed altri dei principali , erano no de Caballo, così detto dalla vi come quello medesimo di s. Giusti cinanza de' due cavalli marmorei e na della benemerita e celebrata con colossali che sono sulla piazza del gregazione cluniacense (Vedi), che Quirinale : ospizio che in parte ebbe principio iu Francia l' anno fu demolito, e parte incorporato al 9io da s. Bernone , accresciuta e palazzo apostolico ingrandito da Pao poi propagata per tutte le provin- lo V. In compenso fu data da quel cie di Europa, e di altrove. Quin Pontefice ai cassinesi per casa di di, nel i5o4, avendo il Pontefice noviziato, mediante la costituzione Giulio II dichiarata abbazia nullius emanata nel i6o8, e riportata nel quella di Monte Cassino, dopo la citato bollario , tomo II , 25g , rinunzia fattane dal Cardinal de' Me la chiesa di s. Calisto col palazzo dici, poiPontefice Leone X, che n'era del titolare eretto al lato destro di abbate commendatario, uiù Montecas- detta chiesa dal Cardinal Moroni, sino alla congregazione dis. Giustina, come accerta l'iscrizione, che leggesi e volle che in avvenire si chiamasse sull'architrave di alcune finestre tut Congregazione di Monte Cassino, e tora esistenti, Cardinalis Moronius. che i monaci, i quali la compongo Desso però è ben diverso dal pa no, si chiamassero cassinesi, sì per lazzo di cui parleremo , eretto sul la rinomanza del luogo , come per segnòdisegno inoltre di Orazio Paolo'V Torregiaui. ai cassine As* essere ivi venerate le ceneri di s. Benedetto. Prima delle ultime ca si una barca sul fiume Tevere , lamità, che afflissero massimamente per comodo dei trasporti alla basi CAS s. Vittorino , il CAS quale dalla idolatria i5t lica e al monistero di s. Paolo. Per compenso poi al Cardinal titolare fu convertito alla fede di Gesù Cri di s. Calisto di tal palazzo , stabilì sto per mezzo di alcuni trattenimenti, che la camera apostolica gli avreb che ebbe con Cassio. Furono com be pagati annui scudi quattrocento pagni nelle apostoliche fatiche e nel 'venti. V. Chiesa di s. Calisto. Di la gloria del martirio, che sostenne poi i cassinesi eressero sulla piazza ro in Calvergna verso l'anno 266. di s. Maria in Trastevere un pa La festa di loro ricorre il giorno i5 lazzo, che unirono alla chiesa di s. di maggio. Calisto, e a quello del Cardinal Mo- CASSIUM, o CASSUM. Sede e- roni. In esso si vede ripetuta e scol piscopale eretta nel quinto secolo , pita sul travertino, ed incassata in della prima Augustamnica in Egitto, vari punti della facciata l'arma del nel patriarcato di Alessandria, sotto monistero di s. Paolo, i cui monaci la metropoli di Pelusium. Lampete vi passano la stagione estiva. suo vescovo intervenne al concilio Lungo sarebbe il riportare i pregi Efesino. della congregazione cassinese , e gli CASSO VI A o CASCHAU {Cor- uomini grandi che vi fiorirono, a- sovien.). Città con residenza vesco vendo da ultimo dato al Vaticano vile in Ungheria, chiamata anche il glorioso Pio VII, e al sagro Col Kassa, città libera e reale, capo legio i Cardinali Gio. de Primis luogo del comitato di Abajvar, e lodato da s. Antonino; Cortese, Con della marca del suo nome. Lo Sche* ti, Porzia, Tamburini, Quirini, Lu meI influente dell' Hernad l' attra cIìi e Crescini. Vanta inoltre cento versa, e dopo aver formato un' iso cinquanta vescovi, e da quattrocen la elittica nella piazza principale , to uomini celebri, fra' quali Sayro, colla quale evvi una comunicazione Grillo amico di Tasso, Castelli di mediante i ponti, confonde le sue scepolo del gran Galileo e maestro acque con l' altre del prossimo fiu di Torricelli, Borelli, Cavalieri, Ar me. E un' antica piazza ben forti mellini , Angelo della Noce, Gatto- ficata, dappoichè fu circondata di la, Galletti, Fulgosi, Blasi, Alberti, mura sotto Emerico, che divenne Abbate di Costanzo , Tonani e d. re l' anno i i9i. Dopo il i27o, Ste Raffaele Zelli. Ora il p. abbate pre fano IV la ingrandì, e Andrea III, sidente della congregazione si tro del i29i, vi aggiunse delle nuove va nel monistero di suo governo, mura con una fossa. Carlo I, del e il p. abbate procuratore genera i 3o9 , vi fece costruire torri , è le in Roma. Circa le altre cose molte altre validi fortificazioni, le principali, che riguardano questi be quali poi furono completate da Gi- nemeriti monaci, e dei loro moni- stra, allorchè vi si difese contro i steri più insigni, si tratta ai rispet boemi. Nel i657, il vescovo d' A- tivi articoli, oltre quanto si disse al gria o Erlau vi fondò l' università; l' articolo Benedettini. che venne confermata nel i 66 i dal CASSINO ( Casinum ). Antica se l' imperatore Leopoldo I. Rinomati de vescovile nella Campania. V. sono i suoi bagni minerali, e me MoNTECASSINO. rita menzione il grande arsenale. CASSIO (s.). La storia di questo La sede vescovile di Cassovia fu sunto martire è unita a quella di eretta nell'anno itJoij. dal Poutefi iSi CAS anche Castabla, CAS non che Moni ce Pio VII, che nel concistoro dei ao agosto vi preconizzò per primo sta. vescovo Andrea Szabò della dioce CASTAGNA Giamrattista, Car si di Strigonia, dichiarandola suf- dinale. V. Urrano Papa VII. fraganea della metropoli d' Agria. CASTAGNETTO Bernardo, Car La cattedrale di architettura gotica dinale. Bernardo Castagnetto, o Ca- di buon gusto, adorna di gran nu stanet, si crede nato a Montpellier, mero di sculture, è dedicata a s. secondo Goriel, e Amalrico Augeri, Elisabetta. Il capitolo si compone che lo dice uomo venerabile, ed ec di quattro dignità, di cui è la prima clesiastico insigne. Era arcidiaco il prevosto, con due canonici, due no di Maiorica e di Narbona ; udi cappellani, oltre alcuni preti e chie tore di rota, cappellano e suddiaco rici per servizio della medesima. no Pontificio, spedito nel \ilfi, da Nella cattedrale vi è unita la par Clemente IV, nell' Alemagna per rocchiaco con cinque sotto la sacerdoti cura d'un sussidiarii canoni- , terminare lo scisma nella chiesa di Treveri, a motivo di Errico già le non essendovi nella città altra par gittimamente deposto , che conti rocchia. L' episcopio è un bell' e- nuava a governar quella chiesa, la difizio; vi sono un convento di religio amministrazione della quale il Papa si domenicani, un monistero di mo assegnò al ministro pontificio. Poi nache dette di s. Orsola, un ospe da Innocenzo V, nel i276, fu pro dale pegl' infermi, un seminario con mosso alla chiesa d'Alby; ma, perse molti alunni e altri luoghi pii. La guitato dagli eretici Albigesi, dovet diocesi di Cassovia è vasta, e la te ritirarsi in Annecy, per adempire mensa episcopale è tassata nei libri tranquillamente ai suoi pastorali uf della camera apostolica in fiorini fici. Dappoi, nel i3o8, fu trasferito mille. alla chiesa di Puy nel Velay; da CASTABALA. Antica città ve ultimo Giovanni XXII, ai i6 di scovile, ora in parlibus, della bas cembre del i 3 i 6, lo creò in Avi sa Cilicia, diocesi d' Antiochia, ed gnone Cardinal vescovo di Porto, eretta nel quinto secolo come suf- colla facoltà di ritenere a commen fraganea di Anazarba , la quale pu da la chiesa del Puy. Da vescovo re è attualmente metropoli in par promosse calorosamente, coll'arcive- tibus. Da ultimo, a' 4 giugno i833, vo di Roan , la canonizzazione di il regnante Gregorio XVI fece ve san Luigi IX re di Francia, cui scovo di Castabala monsignor Gio fece Bonifacio VIII, che concesse di vanni Murdoch, coadiutore del vi vestir da preti secolari ai canonici cario apostolico della santa Sede , del CastagnettO, i quali vivevano sot nel distretto occidentale di Scozia. to la regola di s. Agostino. Nicolò Questa città è situata nei confini IV gli ordinò di far restituire alla della Siria, è annessa alla Cappa- chiesa di Lodeve le decime ecclesia docia , e Strabone dice che fu ce stiche, ed altri beni alienati da quel lebre per un tempio di Diana Pe- capitolo: si trovò a quattro concili rasia, aggiungendo Plinio, che gli tenuti nella sua provincia di Bour- abitanti conducevano alla guerra ges ; nel vescovato di Puy fondò un truppe di cani di una razza as monistero di vergini agostiniane, e sai grande. Essa viene chiamata nel i3 i7 morì in Avignone, dopo CAS due conventi CAS di religiosi , altra i53 otto mesi di Cardinalato, e fu se polto in quella cattedrale. chiesa parrocchiale, un conserva CASTAGNOLA Francesco, Car torio di donne , diversi sodalizi , dinale. Francesco Castagnola di Na ospedale e monte di pietà. Ascen poli, a premio dello zelo dimostra dono poi le tasse in favore della to verso la Chiesa Romana, da Ur camera apostolica a fiorini trecento bano VI, nel dicembre del i 38 i , trenta tre. fu creato Cardinal diacono dopo es CASTEL-GANDOLFO ( Cauri sere stato prima promosso alla di Gandulphi). Luogo di villeggiatura gnità di protonotario apostolico. Se de' sovrani Pontefici distante più di non che, prima di ricevere il cappel tredici miglia da Roma, situato al lo ed il titolo Cardinalizio, morì a mezzogiorno del monte Albano , da Genova, secondo Ciacconio, nel i 386. dove Cesare vide Roma , come si CASTELBRANCO (Castri Albi). ha da Lucano lib. IN, e dal Bion Città con residenza vescovile nel do nella sua Italia illustrata, pag. Portogallo nella provincia di Beira, 326. Siccome Castel Gandolfo è di capoluogo di Comarca, edificata su venuto assai rinomato pel soggiorno di un' erta pendice, sufficientemente de' Papi da più di due secoli, cioè fortificata. I torrenti Liria e Crete massime nella primavera ed autun influenti nel Tago, ch'è in poca di no , non che per molte bolle , per stanza, le scorrono vicini. E circon molti brevi da essi ivi spediti, e per data da una doppia muraglia, fian funzioni solenni che vi celebrarono, cheggiata da sette torri, e difesa da ci sembra indispensabile un qual una buona cittadella. Il Sommo Pon che dettaglio ed indicazione di sua tefice Clemente XIV, per le istan topografia, temperatura ed ameni ze di Giuseppe I re di Portogallo, tà, e del delizioso famigerato suo eresse Castelbranco , detto anche lago. Castello- Branco, in seggio vescovi Questo castello è alla medesima le nel concistoro de' i 7 giugno i 77 i, altezza del polo di Roma, cioè gradi dichiarandolo suffraganeo del pa quarantadue, ed alcuni dicono me triarcato di Lisbona, e preconizzan no due minuti. E sotto il segno di dovi per primo vescovo fi-. Giu leone come Roma , che guarda al seppe di Gesù e Maria Gaetano, del l'occidente, venendo spalleggiato al l'Ordine de' predicatori di Lisbona. l'oriente dal lago, e dal monte Al La cattedrale è dedicata a s. Mi bano , a piè del quale è edificato. chele Arcangelo, piuttosto vasta, e Da tramontana signoreggia Marino, decentemente ornata. Sino al i82o, l'antico Tuscolo, e i monti di Ti in cui Pio VII nel concistoro dei voli ; e dal mezzogiorno vagheggia 1 i febbraio vi preconizzò in vesco Ardea e altri luoghi, e dalla parte vo Gioacchino Giuseppe de Miranda occidentale- da per tutto poi gode la Coutinho, non vi era capitolo nella vista del. mare. Confina col detto cattedrale. Solo nella città eravi una lago e monte, colla Riccia, con Alba chiesa detta collegiata, la quale aveva no, colla via Appia, colle frattocchie un vicario, o rettore, con cinque preti e campagna- romana. Sebbene, per la beneficiati, essendo curato della par vicinanza al lago, non dovesse l'aria rocchia il detto vicario. Oltre la essere perfetta, pure la sua elevata cattedrale esistono in Castelbranco posizione, e lo sfogo, che riceve per i54 CAS i consoli Costo CAS Licinio, Valerio Po- due canali il lago medesimo, ne atte nuano i vapori, e più purgata ren tito, e Fabio Ambusto, come li dono l'aria. Tuttavolta, come attesta chiama Gio. Cuspiniano, de Consoli il p. Kirker, non possiamo occulta romani pag. i o9 : quindi l' oracolo re che presso il lago crescono erbe rispose, che non mai i romani venefiche, cioè lo stramonio, da al avrebbono definitivamente soggio tri chiamato noce metella, il cui gato i vejenti, se prima non con veleno è sonnifero, il napello, e la ducessero altrove lo sfogo delle cicuta, per cui ne segue, che tutte acque, vietando loro lo sboccamento le nocevoli qualità , che esalano al mare, ma che invece le spar dalla terra in dette e altre simili gessero per la campagna affine di ba erbe, e ne'serpenti e rospi, che sulla gnarne il terreno. Nello stèsso tempo riva del lago albergano, come in avendo i soldati romani preso un borse naturali trasfondonsi. Curioso indovino vejente, bravo architetto è ancora il fenomeno, che piovendo militare ed idraulico, che avea in certi tempi dell' anno, in alcuni pronunziato la medesima predizione luoghi sembra che ogni goccia d'ac di Delfo, allorquando il senato de qua si converta in piccoli rospi, putò i tribuni Cornelio e Postumio i quali per altro poco dopo muo a deviare le acque del lago con iono, se non vanno in luoghi d'ac opportuno scolo , fu commessa al qua. Dalla parte del mezzogiorno l' indovino l' esecuzione dell' opera. il castello è molestato dai venti Questa fu intrapresa nell' anno di austro-scirocco, ed austro-garbino , Roma 356, o 357, e nel medesimo che sono calidi ed umidi , onde anno meravigliosamente condotta a soltanto la parte meridionale è assai fine. Venne pertanto traforata la umida: le altre tre poi sono d'aere montagna, e formato il famoso temperato. emissario, il quale per un canale Il vicino sottoposto lago, il cui scavato nelle viscere del monte , letto è il cratere d' un estinto vul pel tratto d' un miglio e mezzo cano, e che ha il suolo basaltico, circa scarica le acque del Iago nella è situato in una valle concava di campagna fra Pratica, Ostia e Ro forma ovale più lungo che largo, ma; lavoro che fa veramente stu avendo circa cinque miglia di dia pire, giacchè scorrono ormai circa metro. Di questo lago riferiscono ventidue secoli e mezzo dalla sua Lucio lib. 5, Valerio Massimo, lib. costruzione, senza che abbia sofferto i , Plutarco nella vita di Camillo, il canale, che avendo foce in riva e Cicerone, lib. I de Divinat., che al lago sotto Castel Gandoltò, si venendo assediata Vejo dai romani vede solidamente costruito con pie sotto Furio Camillo, crebbero le tre quadrate, e da carro, egregia sue acque in tanta quantità , che mente unite e col legate. Fatto è fu stimato portento , mentre era che, compiuto questo lavoro, Vejo nel colmo dell' estate quando gli fu presa, e i vejenti per sempre altri laghi erano quasi secchi, per furono sottomessi dai romani. In non aver da tanto tempo piovuto. appresso allo sfogo dell' artifizioso Per questa inondazione, e pei traforo , la natura ne operò due danni che recava, i romani spedi altri , cioè uno dalla parte de' cap rono a consultare l'oracolo di Delfo puccini di Albano, ond' è che per CAS suddetta epoca, CAS il lago dal nome i55 del vie sotterranee l' acqua col giro di quattro. miglia, va ad unirsi al lago castello, che lo sovrasta, non fu più di Nemi, seppure questo essendo chiamato Albano, ma lago di Ca più alto invece immette le sue ac stel Gandolfo. ll Torrigio, nelle Grot que nel lago di castello ; l' altro te Vaticane, pag. 4 i3, dice che il dalla parte d' occidente, donde le lago d' Albano, quello di Nemi, e acque per vie sotterranee e tortuose l'' altro di Turno, furono dal gran si uniscono coll'acqua ciabra, o cra- Costantino donati alla chiesa di s. bra detta la Marrana, della quale Gio : Battista da lui edificata nella abbiamo notizie dal Crescimbeni. città di Albano. Abbonda questo la V. Gio. Lupi, Lezione intorno i go di tinche, di proviglioni, di lattari- due laghi Albano e Nemorense, ni, di spianarelle, e persino di eccel Roma i78i. Non è poi a tacersi, lenti anguille di non ordinaria gros che il lago Albano vuolsi abbia sezza. Alla sua riva, oltre la spelonca altro emissario dal lato di Marino, dell'emissario, se ne vede altra chia e che da quello derivi l' acqua fe- mata Bergantino, dalla parte del rentina, che serve all'uso de' Mari- monte di Castel Gandolfo, ed anche nesi nel fontanile pubblico nella bagno di Diana; speco, o ninfeo sca valle per cui si ascende alla città, vato nel vivo sasso, di opera reti sebbeue pur debbasi avvertire, che colare e laterizia. Altro ninfeo esi tali acque sono superiori al livello ste verso il nord di simile costru del lago di Castello. zione, con pilastri, cornici e vasche Dalla perforazione del monte Al incavate nel vivo sasso. Nel corren bano risultò il vantaggio delle mole , te anno, nel detto ninfeo e in pro la pesca delle anguille, e si rimediò va dell' antico suo uso, e degli ac all' eccidio dello straripamento. Se cennati ornamenti, in uno scavo ivi condo Dionisio d' Alicarnasso, fol. eseguito si rinvenne l' avanzo d' un 5j, e 776, in questo lago restò mosaico a colori con delfini e mostri sommerso Silvio uno dei re Albani, marini, i quali sono anche rappre in punizione del disprezzo, che avea sentati nei bassorilievi di marmo che pegli dei, in uno alla reggia che a- nel luogo pure si rinvennero, ed al bitava, per uno straripamento delle cuno di qualche pregio, come tro- acque. Questo lago chiamato Lacas varonsi de' torsi di statue, ed un bu Albanensìs, non che la selva, le sto colossale, che vuolsi essere un contigue vigne e sue pertinenze, nel Polifemo. Il dotto Pontefice Pio li, i 233, appartenevano al monistero ed ne' suoi Commentari, lib. II, celebra abbazia di s. Maria di Grottaferra- questo lago, in occasione che vi si re ta, come rilevasi da una bolla del Pon cò nella primavera del i46i, narran tefice Gregorio IX, e poscia passò in doci, che anche allora pei suoi ampi proprietà della camera apostolica; ma e deliziosi prati, supponevasi aver mi qui si dee premettere, che in se tempo servito alle fiere, ai sagri fizi,a- guito la detta camera a' 22 settem gli spettacoli, e a comodo delle nin bre i8o2, col rogito del de Grego- fe, le quali vuolsi avessero abita ris, vendette il lago al principe Po- to nell' antro cavato nel sasso abbel niatowski, e da questo fu alienato lito con antichi muri, e fatto a for in favore di Lorenzo Lezzani, che ma di tempio con qualche idolo. ne è l'attuale proprietario. Dopo la Molto piacevano al detto Pontefice le iS6 CAS se la medesima CAS della romana, don sue colline, le sue selve d'elei sempre verdeggianti, e la sua forma tea de forse prese nome ed esistenza il trale dalla parte di oriente. Final castello , dappoichè abbiamo un mente Domiziano, ch' ebbe la villa Tannotto di Ottone Candolfo , o ora Barberini di cui parleremo, e Candulfi, nel ii 23, senatore di Ro che giunge sino alle sponde del la ma. Il Nerini e il Vitale credono , go, si vuole che vi facesse rappre che da questa famiglia , e non dal sentare alcuni spettacoli navali ad conte Gandolfo Savello, il Castel uso delle romane naumachie. Se dee Gandolfo abbia preso la sua deno credersi genuino un diploma dell'im minazione, secondo l'opinione gene peratore Lotario I, dato nell' anno ralmente invalsa. Il Ratti, nella Sto 846, gl' imperatori nel medio evo a- ria di Gemano, ha riportato un vevano a Castel Gandolfo un'amena istromento di rinuncia , che Pietro villa per loro diporto, cioè in occa economo di santa Maria in Aquiro, sione che recavansi a Roma. di cui si parla in una bolla di Lu Prima di parlare dell' origine e cio III de' 2 aprile ii 83, e Nicola degli avvenimenti di Castel Gan d'Angelo e Rustico di Cencio Can dolfo, premetteremo alcune opinio dolfi, fecero nel i22i ad Onorio ni sul suo nome, essendo stato chia III, Savelli, di tutte le pretensioni mato con qualche differenza. Pio II, cui aveano contro la camera apo ne' citati Commentari, lib. XI, p. stolica, per esser stato disfatto il 564, lo chiama Castel Gandolfo, di loro Castel Gandolfo. Che verso il cendo che il lago Albano è chia fine del secolo XIII Castel Gandolfo mato lago di castello , a Castel passò sotto il dominio della famiglia lo Gandulji Sabino rum. Paolo Meru- Savelli, apparisce chiaramente dal te da , nella sua Cosmografia , par. stamento di Onorio IV, Savelli, che 2. lib. 4- f°l- 55$, l° chiama San porta la data de' i2 luglio i285, Gandolfo, esprimendosi cosi : hodie pubblicato dal Ratti, Famiglia Sfor Savello si Leandro fìdes , si aliis za, tom. II, p. 3o2, in cui nel par Gandulji, nel s. Gandolfo, e stima lare dei dominii di sua famiglia, vi che sia il medesimo che Albano. comprende Castro, quod dicitur Tur- Gandolfo lo dice fr. Leandro Al ris de Gandulphis. Tuttavolta in berti alla pag. n55, ma i più sli un istromento del i389 sembra , mano, che si debba chiamare Castel che questo luogo sia passato ai Ca- Gandolfo, come lo chiamò Sisto IV, pizucchi, dai quali nel secolo se in una bolla data in Roma a'.i6 ot guente tornò ai Savelli, e poi di tobre i482 diretta, come poi dire venne dominio della santa Sede. mo, ai Velletrani, ove chiama que- Vuolsi da alcuni far rimontare to luogo Torre de' Candolfi, e ere- l'origine di Castel Gandolfo dal desi che così possa essere stato deno le ruine dell' antica Alba longa , minato dalla famiglia Candulfl , oggi Albano (Vedi), fra' quali il la quale era nobile in Roma nel Biondo dice, essersi fabbricato co XII e XIII secolo. Una famiglia gli avanzi della distrutta metropoli CandoKì fioriva in Genova prima albanese, dal celebre Cardinal Lu del secolo XII, ed Ottone de Can- dovico Scarampo Mezzarota, vesco dulpho fu console di quella repub vo suburbicario di Albano, e ca blica nel ii25. Essa vuolsi che fos- merlengo di santa Chiesa, il quale CAS i482, De veslris CAS fide, ad essi diede i5? con fabbricare nel medesimo luogo molte abitazioni per le ville, diede Castel Gandolfo , ch' egli chiamò forma di Castello all'antica rovinata Casale Turris Candulphorum, e al città. Tanto il Biondo dice nell'e tri luoghi appartenenti ai Savelli , logio di detto porporato a p. 3i9, e confiscati dalla camera apostolica, del cui parere è il Ciacconio nella onde i velletrani ne presero pos vita di Eugenio IV. Essendo il luo sesso, per essere autorizzati da Gio go ritornato alla giurisdizione dei vanni vescovo di Alatri, giudice de Savelli, ed essendosi questi ribellati putato, come rilevasi da un istro- alla santa Sede, il medesimo Euge mento rogato da Filippo da Ponte- nio IV, nel i436, benchè alcuni corvo. Però non andò guari , che vogliano prima, comandò al genera successe a Sisto IV il Pontefice In le delle armi pontificie Giovanni nocenzo VIlI, il quale restituì Ca Vitelleschi, ch'era capo de' Guelfi, stel Gandolfo ai Savelli nel i486, di saccheggiarlo e distruggerlo , per non però del ramo di Albano , ma punire il proprietario Cola Savello, al maresciallo del conclave Tullo che vi aveva ricettato il conte An Ostilio, e Tito Flaminio fratelli. Iu tonio Pontedera ribelle di s. Chiesa. seguito essi lo cedettero, nel i535, In detto sacco rimase ucciso Rinal al Cardinal Nicolò Gaddi, in per do fratello di Cola, e tanto il ca muta di Castel Montorio , che in stello, che altri luoghi de' Savelli , avanti dai medesimi fratelli Savelli passarono in potere di Eugenio V. era stato venduto a Consalvo Mon Ma il successore di lui Nicolò IV te, e a monsignor Gaspare Monte con diploma de' 3 agosto i 447 , vescovo col consenso di questi ul lo restituì con altre terre a Gio. timi. Dopo dieci anni, Castello tor Battista, Mariano Battista, e Fran nò sotto i suoi antichi signori, dap cesco Savelli figliuoli del defunto poichè il predetto Tullo Ostilio Cola, assolvendoli dalle censure, in pagò al Cardinal Gaddi le somme cui erano incorsi come rei di lesa sborsate , come si legge in un istro- maestà. Dipoi, nel i47o, Castello mento di transazione de' i7 luglio Gandolfo fu dai mentovati Savelli i545, rogato dal noi aro di Cam cambiato con una parte di Palom pidoglio Curzio Saccoccia. baro, con Bartolomea figlia di Gia Non tardò molto ad alienarsi il como Savelli. Indi successero a Bar castello , acquistandolo per quindi tolomea, Ludovico, Antimo , e altri cimila scudi il principe d. Orazio cinque figli di Cristoforo Savelli pa Farnese, nipote dell'allora vivente droni di Albano. Paolo III; però, correndo l' anno Abbiamo da Alessandro Borgia , i 55o, per egual somma lo ricuperò nella sua Storia di Velletri, p. 38o, d. Federico figlio di Gio. Battista che il Pontefice Sisto IV, per mo Savelli. A questo succedettero in e- strarsi grato ai velletrani, i quali gual porzione, Mariano vescovo di l'avevano aiutato contro l' esercito Gubbio , e Bernardino maresciallo del duca di Calabria, e in compen del conclave, di lui fratelli. Della soritorio dei dannidai figli ricevuti di Cristoforo nel loro Savel ter' porzione paterna restarono poscia eredi di Bernardino, secondo la sua li, seguaci del partito del duca , testamentaria disposizione , il duca con lettere apostoliche de' i 6 ottobre Gio. Battista, Paolo, Giulio, Fran i58 CAS di varie terre CAS de' Savelli, acciò si cesco e Federico. Non è qui a ta cersi, che Castel Gandolfo fu eretto ritirassero. Finalmente nel i6o4, in ducato da Sisto V a favore del sotto il 27 maggio, il medesimo Cle maresciallo Bernardino, con suo mo mente VIII, in virtù d'un decreto to proprio dato apud s. Mariani concistoriale, incorporò Castel Gan Majorcm quarto hai. marlii anno dolfo al dominio temporale della quinto, perchè Bernardino avea spo Sede apostolica , comprendendolo sato Maria Felice, pronipote del nella botla di s. Pio V de non alie- Pontefice. Poco dipoi mentre Ca nandis, et infeudandis bonis Ec- stel Gandolfo era proprietà degli clesiae. eredi di Bernardino e Mariano ve Riferisce il citato Ratti, t. II. p. scovo di Gubbio summentovati, nei 343, che l'inutile e forse irragio primi di luglio i596, nel Pontifi nevole opposizione di monsignor Ma cato di Clemente VIII, avendo i riano Savelli deve aver dato motivo Savelli fatti vari debiti, i creditori alla iscrizione, che fu posta sulla ottennero che i commissari camera porta del palazzo di Castel Gandol li prendessero possesso di Castel fo, o sulla porta romana sotto gli Gandolfo, in virtù della bolla dei stemmi del senato romano, delle chia Baroni pubblicata a' 3o di giugno, vi pontificie e de' Savelli, appunto rimanendone proprietaria la stessa sotto il pontificato di Clemente VIII, camera apostolica, perchè avea sod come riferisce il Volpi : Vetus La- disfatto i creditori col pagamento tium, t. VII. p. i6o. di ventiquattromila scudi: somma, che sarebbe molto maggiore , se QUI POTENTI MINORA condo un manoscritto , che si con NEGAT MAJORA PERMITTIT serva in Castel Gandolfo da me inte ramente letto , donde il Cancellieri trasse gran parte delle sue Notizie iscrizione, che fu tolta per ordine di di Castel Gandolfo , giacchè esso Clemente XIII, e trasportata in un dice, che la Camera apostolica sbor cortile, ch'era avanti il palazzo dei sò ventiquattromila scudi, mentre il Savelli. manoscritto chiaramente dice cento Prima del pontificato di Paolo V, cinquantamila scudi da pagarsi ai questo luogo si giudicava insalubre creditori del Cardinal Giacomo e per le acque palustri, che il circon Bernardino maresciallo. Certo è, che davano, e che costretti erano a be il vescovo Mariano sul principio re gli abitanti. Vi prese però prov validamente si oppose all'alienazione videnza il magnanimo Pontefice, con del Castello, ma poi vedendo irri far prosciugare il laghetto di Tur tato Clemente V1II perchè forse gli no, da cui appunto derivavano le stava molto a cuore un tale acqui nocive esalazioni, e con introdurvi sto, riflettendo che sarebbono state delle acque salubri prese dalle sor vane le sue opposizioni, e potevano genti di Palazzola ; operazioni che portare ulteriori danni alla sua ca fece eseguire colla direzione del Car sa, acconsentì alla vendita, e fu al dinal Serra, il quale per memoria, lora, che il Cardinal Bartolomeo nel i 6 i i , vi fece porre una iscri Cesi scrisse, a' 9 giugno i^97, una zione, che si legge nel Bonanni tom. lettera ai commissari sequestrataìa II. p. 294. Dipoi questo Pontefice, CAS est discuopresi la C Aselva S di Diana ari-i 39 nell' anno i 6 i 9, si recò a Castel Gandolfo, e con tutte le formalità cina, e di Diana Nemorense, a pose la prima pietra alla chiesa dei scirocco e a ponente il mediterra francescani riformati. Divisava inol neo, dal promontorio Circeo fino a tre Paolo V di recare ulteriori van Civitavecchia, Marnale, lib. V. Ep. taggi a Castel Gandolfo, ma distrat i. potè dire a Domiziano: to dal maraviglioso ingrandimento della Villa Mondragone (Vedi) in Sai collibus uteris Albae Frascati, ove voleva stabilire la vil Caesar, et hinc Triviam prospi- leggiatura de' sovrani Pontefici, non cis, inde Thelyn. effettuò le sue benefiche intenzioni. Nè ando guari, che i destini di Ca stel Gandolfo in un punto variaro Il p. Lupi nella lettera XX, del no, e per la sua situazione sull' alto la parte II delle sue Lettere erudi bordo del suo lago, da cui si gode te, stima che Castel Gandolfo sia la doppia vista della campagna e stato fondato sui residui della son dello stesso lago, per l' amenità del tuosa villa, una gran parte della luogo, e per la vicinanza della ca quale è occupata dalla chiesa, dal pitale avvenne, che i Pontefici lo convento e dal terreno dei rifor prescegliessero a loro dimora nelle mati, de' quali poi si parlerà, e prin villeggiature autunnali, e anche di cipalmente dalla villa Barberini. prima vera, recandovisi colla corte sino Acquistatasi adunque da Urbano da Urbano VIII, il quale ne fu prin VIII la villa del prelato Visconti, cipalmente benemerito, nel modo che celebrata anche dai versi Pindarici andiamo a narrare. di monsignor Azzolini, villa che la Il Cardinal Maffeo Barberini, fio famiglia Barberini (Vedi) tuttora rentino, avea nella terra di Castel possiede, ed ove suole usare , volle Gandolfo una casa, e nel medesimo quindi Fabbricare un magnifico pa territorio un casino con alcune vi lazzo pontificio in Castel Gandolfo, gne, con piantagioni di migliaia di con architettura di Carlo Maderno, alberi, e siti deliziosi. Ivi solendo di Bartolomeo Breccioli e di Dome egli trattenersi, descrisse quel luogo nico Castelli. Lo fece decorare con al prelato Lorenzo Magalotto, fra bellissime pitture , particolarmente tello di sua cognata, con versi poe nella cappella segreta (Vedi), ed in tici poi pubblicati dal di lui nipote oltre vi fece eseguire il contiguo Cardinal Barberini. Avendone il por giardino, che in un al palazzo cir porato sperimentata la salubrità del condò di alte mura a guisa di roc l' aria, assunto che fu nel i623 al ca, ampliò i cunicoli per condurre sommo pontificato col nome di Ur l' acqua da Palazzola a Castello, ed bano VIII, si fece vendere la villa aprì una comoda strada, che con di monsignor Visconti, edificata da duce ai cappuccini di Albano, fian Publio Clodia, e poi ingrandita da cheggiata di ombrosi alberi, co' qua Domiziano imperatore, con fonda li decorò altresì l' altra che con menti- tali, e cotanto grandiosi, che duce ad Albano; strade che ven Cicerone non dubitò di chiamarle, gono entrambe chiamate gallerie, sub.»tructionnm moles insana?. Per per comodo, ed ameno passeggio ri luogo sì delizioso, donde al nord- parato dal sole a mezzo di gros si i6o alberi. Si osserva CAS per altro dalla d' un casino contiguoCAS al palazzo
grossezza degli alberi essere questa pontificio, che seguitò a godere la ultima galleria piantata prima del sua consorte Anna Maria Costa la precedente. Per celebrare tanta gli li. magnificenza, fu coniata una me Se Castel Gandolfo deve la pri daglia coll' epigrafe Suburbano Re- maria sua ventura ad Urbano VIII, cessu, e nel rovescio il prospetto ripete il suo incremento ed ulterio del palazzo apostolico, nella facciata ri abbellimenti da Alessandro VII, del quale fu collocata la seguente Chigi, di Siena. Elevato questi al marmorea iscrizione : Pontificato, nel i655, stava per re carsi nell' anno seguente a Castel Gandolfo ; ma vinto dalle istanze VRBANVS . Vin di parecchi personaggi di chiamar SEMITIS PONTIFEX . COMrLANATIS . MAXIMVS da Siena in Roma i propri parenti, nel concistoro de' 24 aprile doman dò prima su questo punto a' Car COETERISQVE . AD . VSVM . VILLAB dinali il loro individual parere in COMPARATIS iscritto, per averlo nel ritorno dalla COMMODITATI SVBVRBAMAS . PONTIFICVM . AEDES villeggiatura, a cui invitò que' Car dinali, che volessero parteciparvi. EXTRVXIT Essi di fatti vi si recarono col voto affermativo, per cui il Papa scrisse un AKNO . DOMINI . MDCXXIX breve al fratello e ai due nipoti, invi PONTIFICATVS . VII tandoli a partire per Roma, dando loro vari e prudenti avvertimenti. Urbano VIII fece inoltre altri be Giunti che furono in Castel Gandolfo, nefizi a Castel Gandolfo, acciò riu vennero presentati al Pontefice dal scisse di diporto e ricreazione ai marchese Patrizi. Frequentando que Sommi Pontefici onde sollevarsi dal sto Papa il Castello, fece la via albo- le gravi cure della Chiesa universale rata sulla parte del lago, che con e dello stato. Egli, nel suo pontifi duce ai cappuccini , dal suo nome cato, proseguì a frequentare questo chiamata Alessandrina, ingrandì, e sito trasferendovisi quasi ogni anno terminò il palazzo apostolico, pro colla famiglia pontificia, onde fu il seguendo ancora il recinto delle mu primo Papa a datare le bolle, e i ra a guisa di cittadella ; e fu il brevi Arce Gandulphi. E in fatti primo ad abitare stabilmente il pa con un breve sottoscritto da lui, in lazzo , giacchè Urbano VIII preferì questo Castello accordò alla nazio dimorare in quello della sua fami ne Lucchese la chiesa di s. Bona glia Barberini nella villa da lui ac ventura, e colla bolla, che vi spedì quistata , affine di evitare le conse a' 25 ottobre i626, eresse il semi guenze d'un edifizio da poco eretto. nario vaticano. Innocenzo X, che gli A memoria poi dell' ampliazione successe, nel i644, non mai si re del palazzo assai lodato per la cò a Castel Gandolfo, e solo sappia sua comodità e bella distribuzione mo, che con un breve concesse al de' luoghi, fu eretta la seguente i- marchese Gregorio Serlupi l' uso scrizionc: CAS CAS iGi
ALEXANDER AEDES . . VII AB . . PONTIFEXVRBANO . . Vili MAXIMVS
OB . COELI . SOLiQVE ANIMO . CORPORIQVE SALVBRITATEM . BREVI . AMOENITATEMQVE . SECESSV . REFICIENDiS
POSiTAS . AMPLIAVIT . INSTRVXIT . ABSOLVIT . ANNO . MDCLX
Nella piazza di detto palazzo, che del valente architetto. È di t'orma a è decorata da una fontana, Alessan- croce greca con cupola nel centro , dro VII, con disegno del cavaliere e pilastri d'ordine dorico. Il quadro Lorenzo Bernini , fece erigere la dell' altare maggiore è di Carlo Ma- chiesa collegiata , dedicandola in ratta. A perenne ricordanza poi del onore di s. Tommaso di Villanova munifico Pontefice, sulla porta princi- da lui solennemente canonizzato , e pale dalla parte interiore della chie- reputata una delle migliori opere sa, fu collocata questa iscrizione:
FLAVIVS CVIVS B.ALEXANDER INTER THOM.E AEDEM . CARD.. PIE .PRIMVM ANNO SANCToS ..t . . RITEQVEARCHIEPISCOPOE vn CHISIVS . . . SAL. SOLO . FVNDAMENTI . PONTIFEX AB . . . . DEDICAVIT MDCLXI. .FR. EXTRVCTAM SE . . VALENTINO.. F. . RELATOMAXIMVS LAPIDEM . POSVERAT
I Pontefici successori di Alessan- dico monsignor Lancisi a cagione dro VII non si recarono a Castel degli abituali suoi incomodi, che il Gandolfo, e solo si sa, che Innocen- molestavano, assai frequentò Castel zo XII, nel i697, fece rifare la Gandolfo, vi fece molti ristami, e campana della chiesa. Ma Clemen- ne fu molto benemerito. Tralascia te XI, Albani, d'Urbino, che ele- rio nondimeno per brevità la descri vato alla cattedra di s. Pietro nel zione di tali ristauri e beneficenze , i7oo, vi sedette gloriosamente sino tutto dicendo la seguente iscrizione al i72i, nel suo lungo pontificato posta sulla porta, che conduce in per consiglio del celebre suo me- Albano:
CLEMENS . XI . PONTIFEX . MAXIMVS OPPIDI . PONTIFICIO . AB . VRBE . SECESSVI . DESTINATI ' ' ORNATO AFFECTAE . AC PLVRIESPLVRIMIS . NOVIS CVIVS . INSTAVRATOVIA SVAE . . VTILE . .. SVBLATIS AQVAE .SILICESALVBRE VALETVDOTI . EXPERTVS . . . PALATIO. STRATA RIVVLIS. IMPEDIMENTO COELVM . REPARANDAE. .FVIT AVCTO . FONTE
VOL. X. PRIVATAE ELEGANTIOREM . PVBLICAEQ. ANNO . . AD SAL. . COMMQDKTATI. . ORDINEM MDCCXII . DIBECTA . CONSVLVIT I I i 63 CAS bolle e brevi, fu CAS il gran Benedetto Innocenzo XIII non si recò a questo Castello, e Benedetto XIII XIV, Lambertini, bolognese, del trovandosi, nel i729, in Albano re quale riporteremo compendiosamente duce da Benevento nel martedì, gior le cose meritevoli di special men no 7 giugno, andò a visitare Castel zione, parlandosi delle altre all'ar Gandolfo, e la chiesa parrocchiale ticolo Villeggiature de' Papì , in arcipretale. E poi da sapersi , che cui si Vedrà ove recavansi i Ponte dopo la riforma de' tribunali, fatta fici romani, massime nell'estate per nel i692, da Innocenzo XII, essen evitare i caldi della stagione, prima do insorte molte controversie sul che avessero stabilita la villeggia diritto di giudicare, appartenenti al tura in Castel Gandolfo. All'articolo tribunale di monsignor maggiordo Treni, si leggerà ancora con quale mo prefetto de' sacri palazzi aposto treno i Papi vi si conducono, in uno lici, vi fu rimediato da Benedetto alla famiglia e corte pontificia, che XIII. Il governo di Castel Gandolfo li segue. E pure da avvertirsi, che i fu dato dai Pontefici ai maggior Pontefici, dimorando a Castel Gan domi pro tempore sino dal tempo dolfo, onorarono di loro presenza i ch'essi andarono a risiedervi per circostanti paesi e ville, chiese, col ricrearsi dalla somma degli affari , legi, e case religiose d'ambo i sessi, il qual governo fu loro tolto dalla ed anche qualche famiglia nobile, e suindicata riforma de' tribunali. Ma perciò si recarono di frequente ad Benedetto XIII, nel tempo ch'era Albano, a Palazzuolol di cui par suo maggiordomo monsignor Cibo, lammo all'articolo Alrano, alla Ric col disposto della costituzione /Equi- cia, a Galloro, a Genzano, a Nemi, tatis , de' 24 settembre i728, che a Civita Lavinia, a Veìletrl, a Net si legge nel Bull. maga. tom. XIII, tuno, a Porto d'Anzo, a Marino, a p. 378, e che in copia esiste nella Grottaferrata, a Frascati* e ad altri segreteria comunale, restitul a' pre luoghi, delle quali visite si fa la lati maggiordomi il governo di Ca debita menziorie agli articoli rispet stel Gandolfo, colla privativa di una tivi . In detti siti ascoltarono i plenaria civile e criminale giurisdi Pontefici, o celebrarono la messa, zione, indipendentemente da qualun e altre sacre funzionI , concessero que tribunale di Roma, per mezzo privilegi, e grazie spirituali, benefi di un governatore o luogotenente carono, premiarono, e fecero atti di ivi residente, disposizione che a' no clemenza, ih somma lasciarono me stri giorni confermò Pio VII con morie degne di sè. suo moto proprio* V. Maggiordomi Tornando a Benedetto XIV, come pontificii, ec. vol. IV, pag. 7 della fu eletto Papa, nel i74», nell'anno Raccolta delle leggi e disposizioni seguente a' 3 giugno andò a Castel di pubblica amministrazione, dove Gandolfo, ricevuto alla porta della si tratta della facoltà del giusdicente chiesa dal Cardinal vescovo di Al di Castel Gandolfo , e dipendenza bano , donde passò ad abitare il del maggiordomato. palazzo apostolico, e sino da lui Ma il Pontefice , che più di fre abbiamo dai Viari di Roma pub quente, e più lungamente si recò e blicato il costume di ricevere i risiedette in Castel Gandolfo, vi ce Pontefici all' udienza le dame, nel lebrò solenni funzioni, e vi spedì palazzo della villa Barberini , dove CAS subito in processione. CAS Inoltre il ma i63 pur sogliono essi passeggiare, massi me nel sorprendente viale, lunghis gnanimo Pontefice nel novembre simo e fiancheggiato da grossi e inviò a Castello il Cardinal Colonna pittoreschi alberi, non che intorno pro-maggiordomo, e Y elemosiniere alle altre deliziose parti, ed al pi- monsignor Boccapaduli, a distribuire neto di si amena villa. Benedetto quelle limosine, ch'era solito dare XIV di frequente vi si recò a di nella villeggiatura. Anche nel i744 porto col re d' Inghilterra Giacomo Benedetto XlV, per lo stesso con III. Vero è però, che i Papi anche tagio , non ancora estinto , e pel prima di Benedetto XIV frequenta passaggio di truppe straniere, non rono la villa Barberini, e ricevettero andò a Castello, nè nel maggio, nè nel palazzo di essa le signore distinte nell'ottobre. al bacio del piede. Passati ventitre L'anno i74^, a' i5 maggio, il giorni di villeggiatura in Castel Gan- Papa recossi a Castel Gandolfo, e dolfo, il detto Papa fece ritorno in mentre in Roma i Cardinali cele Roma, avendo prima fatto rifare brarono le cappelle di s. Filippo, la strada, che dal giardino pontifi dell'Ascensione nella basilica latera- cio conduce a Marino. nense, della Pentecoste, e della ss. Noteremo adunque le altre volte, Trinità, Benedetto XIV, avendo che Benedetto XlV vi si portò in fatto pubblicare, che nella mattina uno alle cose principali della sua dell'Ascensione dalla loggia del pa permanenza. Nel fine pertanto di lazzo avrebbe data la solenne bene settembre i74.i, recossi a Castello, dizione, dopo aver celebrato la e vi stette sino ai 3o di ottobre : messa bassa nella chiesa principale altrettanto fece, nel i742, partendo vestito di mozzetta e stola, e pre da Roma domenica 27 maggio, e ceduto dalla croce pontificia , si 'vi si trattenne un mese; poi a' 27 trasferì sulla loggia , si pose a se settembre vi ritornò, restituendosi dere sopra una sedia elevata, ed alla capitale a' 3o ottobre. Quindi, alzatosi in piedi, compartì l'aposto nel i 743 a' 24 maggio, Benedetto lica benedizione colle solite preci e XIV andò a Castel Gandolfo, ove cerimonie, sostenendo il libro e la celebrò col capitolo di Albano, con candela due prelati , mentre due fraternita del luogo, e camera se altri pubblicarono l' indulgenza ple greta la processione del Corpus Do naria in latino e in italiano, fra lo mini, mentre in Boma il sagro sparo di cento mortari, il suono Collegio non solo fece questa fun della banda delle milizie schierate zione, ma intervenne alle cappelle sulla piazza, e quello delle campane. di s. Filippo, della Pentecoste, della Una però particolare ne comparti ss. Trinità, e di s. Gio. Battista, nel partire al re Giacomo III, che indi il Papa si recò a Roma a' 27 vi si era recato da Albano. Dipoi , giugno. Stante il contagio, che af avendo fatto pubblicare, che nelle fliggeva la capitale, non vi andò tre feste della Pentecoste l'avrebbe nell'autunno, donando invece alla data col ss. Sacramento nella chiesa, .chiesa una macchina di legno inta colla medesima indulgenza, essa fu gliato e dorato, colla di vota statua decorosamente addobbata, e immen della b. Vergine del Rosario, che so fu il concorso degli. abitanti dei per la festa gli abitanti portarono luoghi circonvicini. Poscia, a' 5 giù i64 CAS funzioni della Cappella CAS della ss. Tri .gno, si restituì in Roma, senza ritornarvi nel mese di ottobre a nità, delle processioni del Corpus villeggiare. Domini, ed al Laterano la cappella A' 7 maggio i 746, Benedetto XIV di s. Gio. Battista. Il Papa avendo andò a Castel Gandolfo , e quivi , determinato di celebrare la detta dimorando il sagro Collegio in Ro processione in Castello, ne fece par ma , intervenne alle cappelle dell'A tecipare la notizia alle città e paesi scensione, di s. Filippo, della Pen vicini , col premio dell' indulgenza tecoste, e della ss. Trinità, prati plenaria. Nella mattina della festa cando il Papa nella sua villeggiatura disse la messa nella sua privata cap ciò, clie per l'Ascensione, e Pentecoste pella, a piedi si trasferì nella chie avea fatto nell'anno precedente; indi sa principale, e traversò la piazza, a' 6 giugno fece ritorno in Roma. ove avea da fare il giro la proces Nel seguente anno poi i 747, benchè sione; piazza che a tal effetto era Benedetto XIV si recasse a Civita guarnita di milizie; ed avendo nella vecchia, non tralasciò di andare a sagrestia assunti i sagri paramenti, Castello, ed a' 3 giugno trovò la facendo da diacono e suddiacono i galleria del palazzo apostolico deco prelati Boccapaduli e Argenvilliers, rata di pitture e di ornati, colla si recò all' altare maggiore, prese il stanza contigua ridotta vagamente ss. Sacramento, e segui la proces alla cinese. In questa sua dimora il sione , ch' ebbe l' ordine seguente. provvido Pontefice, per mezzo di Precedeva col suo gonfalone , o ban monsignor Boccapaduli elemosiniere, diera la compagnia del ss. Sacra istituì in Castel Gandolfo le Maestre mento, con istendardo e crocefisso, pie per istruire ed educare le don seguivano sei coppie di zitelle po zelle del luogo, e quelle di Albano, vere ammantate coll' abito, che in con aver accomodato di tutto il bi sieme alla dote avea loro fatto con sognevole una casa, ed assegnato ferire il Papa dall' elemosiniere. Ap loro un congruo mantenimento. Pri presso incedevano le due superiore ma di partire onorò detta casa di delle maestre pie della scuola pon sua presenza, assoggettando le mae tificia, e i guardiani del menzionato stre pie al detto elemosiniere pro sodalizio , seguiti dai pp. riformati tempore. In Roma i Cardinali assi collo stendardino ; indi veniva la stettero alla processione dell'ottava magistratura in rubone, e il luogo del Corpus Domini nella basilica tenente in abito talare con torcie vaticana, e alla cappella di s. Gio. accese; dopo i cantori in cotta suc Battista, mentre Benedetto XIV fece cedeva un cappellano segreto , che in Castello la detta processione, portava la preziosa mitra papale. dando nella chiesa principale alcune Quindi venivano la croce pontifi volte la benedizione col Venerabile, cia sostenuta da un suddiacono , in ed accordando indulgenza plenaria. mezzo a due cappellani comuni coi Fece poi ritorno alla capitale a' 26 candellieri , il capitolo , e il clero giugno. della cattedrale di Albano colle sue Nel i748, Benedetto XIV intra dignità , e co' suoi abiti sagri, il vi prese il viaggio per Castello a' 25 cario generale in piviale, e tutti a- maggio, e durante il suo soggiorno, veano i ceri accesi, insieme a quanti il sagro Collegio in Roma fece le altri componevano la processione. CAS maestro di camera, CAS dando poi un'al »65 Finalmente due accoliti ceroferari , e due turiferari precedevano il bal tra benedizione dalla nuova loggia dacchino, le cui aste venivano soste fatta costruire appositamente dal pro nute da otto mansionari del detto maggiordomo Cardinal Colonna, in capitolo in piviale. Sotto il baldac uno a due stanze contigue erette chino il sommo Pontefice portava pel medesimo oggetto. A' 26 giu a piedi il Venerabile, assistito dai gno, Benedetto XIV si restituì in mentovati ministri , e seguito dal Roma. caudatario, e dall'altro cappellano Nell'anno santo i75o, celebrato segreto colla mitra usuale , circon da Benedetto XIV con esemplar dando il baldacchino dodici chierici edificazione, partì egli per Castello nel in cotta con torcie accese, la guar venerdì 29 maggio, intervenendo i dia svizzera, ed i cavalleggieri , e Cardinali in Roma alle processioni chiudendo la processione il Cardinal dell'ottava del Corpus Domini e pro-maggiordomo insieme a tutta la alla cappella di s. Gio. Battista. Es camera segreta, con torcie. Entrata sendosi rotta in Castello la campa la processione in chiesa , dopo le na grande della chiesa, già fatta da consuete preci, il Papa diede col ss. Alessandro VII , e rifusa da Inno Sacramento la trina benedizione, e, cenzo XII, Benedetto XIV la fece deposti i sagri indumenti, e porta rifondere, e in onore di s. Nicolò , tosi al suo palazzo, dalla loggia ri- e di s. Tommaso da Villanova, la benedì l' innumerabile popolo. Inol benedì, dopo aver celebrato la mes tre Benedetto XIV segnalò in que- sa nella stessa chiesa agli i i giugno, st' anno la sua permanenza in Ca e a'26 di questo mese, anche in gior stello con arricchire la chiesa prin no di venerdì, si ricondusse in Roma. cipale dell'indulgenza plenaria, per A' 27 maggio i75i andò Bene tutte le feste della ss. Vergine e dei detto XIV a Castello, ove colla stes ss. XII apostoli, da applicarsi per sa solennità, e colle cerimonie degli modo di suffragio alle anime dei anni precedenti fece la processione fedeli defunti, per cui a perenne ri del Corpus Domini, praticando in cordanza fu posta in una parete Roma altrettanto i Cardinali, che della chiesa una iscrizione, che ri inoltre intervennero alle cappelle portasi fra quelle bolognesi da mon della Pentecoste, della ss. Trinità , signor Galletti. A' 26 giugno, Be e di s. Gio. Battista. Il Papa fece nedetto XIV fece ritorno alla domi ritorno alla capitale a' 26 giugno. nante. Nell' anno seguente, a' 25 maggio, Nel i 749, a' 27 maggio, il Papa tornò a Castello, ove colla consue recossi a Castel Gandolfo, e in Ro ta ecclesiastica magnificenza fece la ma i Cardinali assistettero alla cap processione del Corpus Domini, a- pella della ss. Trinità, alle proces vendo donato alla chiesa ottanta sioni del Corpus Domini, e alla candellieri dorati di varie grandezze, Cappella di s. Gio. Battista , nella con altre sagre suppellettili. In Ro basilica lateranense, mentre il Pon ma i Cardinali fecero tutte le fun tefice celebrò, come nel precedente zioni come nel i75i, ed a' 26 giu anno, la processione del Corpus Do gno Benedetto XIV vi fece ritorno. mini, assistito dai prelati Livizzani Al primo di giugno i753 si re segretario de' memoriali, e Malvezzi cò di nuovo a Castello, in cui ebbe i66 CAS costituzioni e brevi CAS in confronto di luogo la predetta processione, come eseguì in Roma il sagro Collegio, in quelle spedite dai predecessori e suc uno alle altre cappelle, e in questa cessori, colla data Datimi ex Arce città si restituì nel solito giorno, fa Gandidphi, per cui non sarà disca cendo altrettanto il pronipote mar ro, che qui se ne indichino le prin chese Giovanni Lambertini, che mon cipali, dappoichè tuttociò, che riguar signor Millo avea condotto alla 'vil da i Sommi Pontefici, interessa al leggiatura. l'intero mondo cattolico. Il terzo Nell'anno seguente , a' 6 giugno , breve spedito da Renedetto XIV in Benedetto XIV eseguì la partenza Castello a' 24 giugno i 745, fu quel per Castello ove celebrò la predetta lo che incomincia Libenlissime , processione, e nella festa di s. Gio. che si legge nel suo Rollario al to Battista, dopo aver detto messa in mo I, pag. 233, e da lui diretto a chiesa, cresimò il menzionato pro tutto il corpo episcopale sulla con nipote, facendo da padrino il Car servazione, e reintegrazione del di dinal Colonna. I Cardinali assistet giuno, e sul modo di chiedere , ed tero tutte le ricorrenti funzioni in accordare le dispense generali alla Roma, cui il Papa fece ritorno a' 27 diocesi, o città per giuste cause , e giugno. colle dovute limitazioni. Il quarto Domenica 7.5 maggio i 755, Ca de' 27 maggio i746, Pontificia, stello rivide Renedetto XIV col pro tom. II, p. 25, fu indiritto al vesco nipote, che vi si trattenne sino ai vo di s. Paolo nell' America porto 2(1 giugno, avendo fatta la solila ghese, sui regolari dimoranti fuori processione, che insieme alle altre dei chiostri. ll quinto, de' io giu funzioni celebrarono anche i Cardi gno i748, Concredi tum , fu sopra nali in Roma. Essendo morto a Ti la rinnovazione delle investiture, ed voli il Cardinal Besozzi, e trasferi altre concessioni dei beni camerali. tosi il suo corpo in Roma, i colle Gli altri, in un alle bolle , sono i ghi tennero cappella di requiem nel seguenti : Predarne Militine, Bull- la chiesa di s. Marcello. Finalmen maga. tom. XVII, p. 234, in con te Benedetto XIV per l'ultima volta ferma dei privilegi dell' Ordine di andò a Castel Gandolfo, accompa di s. Stefano; degli 8 giugno i748; gnato dal pronipote a' 25 maggio Quo die, del detto mese tom. II, 1756, giacchè l'età, e i suoi inco p. i9o, sul commercio libero delle modi non glielo permisero più , e vettovaglie ; Justitiae de' 3 maggio fece la processione, che pur dal sa i749, pel regolamento del tribunale gro Collegio venne celebrata in Ro del governo, e sue congregazioni , ma insieme alle altre cappelle. A' 26 col metodo per visitar le carceri , giugno La dimora il Papa di fece sì ritorno gran inPontefice Roma. nel tom. III, p. 3i. V'ha l'Enci clica Aposlolatua , in preparazione a Castel Gandolfo era egualmente dell'anno santo con data dei 26 impiegata al reggimento della Chie detto, tom. III, pag. 64, piena di sa universale , al governo del suo erudizione sull' antichità , sui pregi stato , e nell'esercizio di genero e sulle indulgenze dell' universal giu se beneficenze. Egli pertanto fu il bileo. Il moto proprio, Benclic in Papa, che emanò in Castel Gan sequela, de' a 6 novembre i74oh « dolfo il maggior numero di bolle, al tom. III, p. 4c., sul commercio delle vettovaglie, CAS e sulla estrazione seguì egli colla CAS torcia accesa, e i67 in de' grani. Magno cum, tom. IH, p. quella del giovedì, che si fa nella i69 de' i4 giugno i75i è un' en stessa chiesa di Castello, portò il ciclica ai primati, arcivescovi e ve Venerabile. Inoltre a' io giugno scovi della Polonia contro gli abusi consacrò in detta chiesa nobilmen degli oratori! privati , Sinceritas , te apparata l' eletto vescovo di Tor t. IV, p. 49- de'i3 giugno \f5i, cello Giuseppe Cornaro. A' 37 di è altro breve con cui accordò alla detto mese fece ritorno alla domi repubblica di Venezia poter nomi-, nante, dopo aver nel giorno, prece naie alle chiese di Torcello, Caor- dente emanato in data di Castel le, e Chioggia. L' enciclica, Cum reli Gandolfo la costituzione Inter mul- giosi, t. IV. p. 92, è diretta ad im tiplices, colla quale comandò, che in vipegnar all' istruzione i patriarchi, de' fedelie tutti sulle i vesco-r cose sede vacante niuna città dello stato ecclesiastico si armasse. Quindi, ai della religione e dottrina cristiana. 3 ottobre del medesimo anno, ri Non è poi a tacersi, che Benedetto tornò a Castel Gandolfo, ove nel XIV nella stessa villeggiatura trattò palazzo apostolico consacrò 1' altare gravi affari, e accomodò diverse ver della cappella segreta, e nella chie tenze, una delle quali, nel i753, fu sa principale consacrò il Cardinal sulla terza parte dei frutti dei be Odescalchi in arcivescovo di Nicea nefizi, che vacano nel dominio del in partibus, e il Cardinal Valenti regno di Napoli. in vescovo di Rimini, che poi coi ziano, Clemente ebbe XIII, per Rezsonico, Castel Gandolfo vener dieoi Cardinali assistenti tenne seco nel palazzo apostolico a latito pran molta predilezione, gliene piaceva il zo, con tutte le formalità, nel salo soggiorno,gre funzioni, vi edimorò, ne fu largo celebrovvi benefat sa» ne delle quattro colonne. La chiesa fu sontuosamente addobbata, così tore, cose tutte, che compendiosamen l' altare maggiore, e con egual ma te andiamo a descrivere. Partì adun gnificenza, e pari splendidezza ebbe que questo Pontefice per Castello il luogo il pranzo, la cui direzione si giornodi Pentecoste a'3 giugno i 759, affidò al foriere maggiore, marche dinali,avendo e nella seguendolo sua carrozza i nipoti due d. Car-Gio, se Chigi Montori Patrizi, il quale dipoi nello stesso Castello donò a Battista, e d. Abbondio, il primo Clemente XIII due quadri rappre de' quali fece Cardinale, e il secon sentanti la detta consacrazione , ed do senatore di Roma ; ma per la il solenne convito. A' 26 di ottobre, processione del Corpus Domini si il Papa fece ritorno in Roma. ra,recò ripartendone alla dominante il venerdì. il martedl I Caiv se^ Nel i76o, dopo aver fatto in Roma la processione del Corpus dinali intervennero a quelle della Domini, nel seguente giorno 6 giu ottava, e celebrarono le cappelle gno, Clemente XIII passò a Castel della ss. Trinità, pel defunto Car Gandolfo, ove il raggiunsero i sud dinal Borghese, e di s. Gio. Batti detti nipoti. Ivi nell' ottava della sta, mentre il Pontefice a Castel menzionata solennità, portò in pro Gandolfo seguì la processione, che cessione l'augustissimo Sacramento, nella domenica fra l' ottava del Cor e in Roma i Cardinali intervenne pus Domini si fa dai riformati. La ro alle altre processioni, celebralo ^8 CAS dolfo , osservò laCAS nuova balaustrata no la cappella pei defunti Cardina li Mesmer e Portocarrero ( il quale da lui ordinata, per formare avanti prima di morire mandò a Castello l' altare maggiore il presbiterio , a a prendere la benedizione apostoli maggior decenza e comodo nelle ca ), e la cappella di s. Giovanni funzioni. Per la festa del ss. Rosa Battista , tornando il Pontefice alla rio vi celebrò la messa , e sommi capitale ai 17 giugno. nistrò la comunione a più di due Indi, nel medesimo anno ai 27 cento persone , facendo altrettanto settembre, Clemente XIlI si recò al nella chiesa de' riformati per la fe la villeggiatura coi nipoti. Ivi nella sta di s. Pietro d' Alcantara, e si chiesa principale benedì una cam restituì alla capitale a' 26 ottobre. pana, ch'era stata fusa nel i 643, ed Essendo andato, nel i762, Cle egli avea fatto rifondere in onore mente XIII alla fine di aprile a della b. Vergine, di s. Clemente Pa Civitavecchia, soltanto a' 28 settem pa, e di s. Carlo Borromeo ; ai 5 bre si recò a Castel Gandolfo coi ottobre vi consacrò in arcivescovo nipoti, portandosi subito in chiesa, di Atene Gio. Carlo Boschi suo mae ove, dopo aver orato, osservò le due stro di camera, ed ai i5 di detto balaustrate di marmo, che avea fatto mese si restituì in Roma, In que eseguire pei presbiterii dei due altari sto medesimo anno sulla porta ro laterali, e poscia a' 26 ottobre, fece mana, fu collocata la seguente iscri ritorno Nell' anno alla dominante. seguente andò a Castel zione : lo a' 4 giugno, seguendolo i nipoti, CLEMEITS LAXATA AMPLIATA . . XIHPORTA . . VIA PONTIFEX . MOLLITO . AC . STRATA . MAXIMVS . CLIVO e siccome avea fatto costruire un ponte coperto, ossia arco , per dar comodo di passare dalle loro abita COMMODIORI PONTIFICATVS ANNO . . DOMINI ACCESSVI . SVI . . MDCCLX ANITO . CONSVLVIT . IH > zioni al palazzo apostolico, ai pre lati maggiordomo, e maestro di ca mera, si recò a vedere sì stabile ed opportuna costruzione. I Cardi Correndo l'anno i76i, Clemente nali in Roma intervennero alle pro XIII, a' 3o, maggio , parli per Ca cessioni dell' ottava del Corpus Do stello, ove i Cardinali Orsi, Delci mini, alle esequie del Cardinal Mer- decano del sagro Collegio, e Passio- lini Paolucci, il cui maestro di came nei, prima di morire, mandarono a ra si condusse dal Papa a partecipar prendere la pontificia benedizione, gli la morte, e la cappella di s. Gio. onde in Roma i colleghi gli cele Battista. Clemente XIII a Castello, brarono le consuete esequie, non nella domenica fra l' ottava di detta che la cappella di s. Gio. Battista. solennità, intervenne con torcia ac Nel giorno seguente il Papa tornò cesa alla processione, che i pp. ri in Roma, avendo condannato a' i4 formati fecero solennemente, e vo giugno col breve Cum inler (presso lendo portare il Santissimo in quella il Guerra t. I, p. i6o) dato in det dell'ottava, alla processione della chie to Castello, l' Esposizione della dot sa principale, fece pubblicar l'indul trina cristiana, stampata a Napoli. genza plenaria da lucrarsi da quelli, Dipoi, a' 28 settembre, ne partì, e che intervenivano alla stessa proces giunto nella chiesa di Castel Gan- sione. Fu nei tanto decorosamente pa CAS Quest' ultimo da CAS Siena mandò 169 a rata la chiesa, e facendo il giro per la piazza, precedevano i pp. riformati, prender la benedizione, e il sagro la confraternita del ss. Sacramento, Collegio ne celebrò le esequie. Le seguita dalla magistratura , priore beneficenze di Clemente XIII per comunale, e luogotenente, non che Castel Gandolfo in quella villeggia dalle zitelle dotate dal Pontefice. In tura furono il dono d' un nobile ci di veniva il capitolo di Albano ve borio, per conservare la ss. Eucari stito de' sagri paramenti con candele stia, per l' altare di s. Tommaso di accese incedendo con piviale il vi Villanova, di due magnifiche por cario generale, e le due dignità, e tiere, due tappeti pei due minori in piviale e mitra gli arcivescovi altari, e il tendone per la porta Bufalini maggiordomo, e Boschi mae principale, onde nella chiesa fu eret stro di camera. Il Papa sotto bal ta una iscrizione, per celebrare la dacchino, le cui aste alternativamen pontificia generosità verso la mede te reggevano dodioi benefiziati della sima. cattedrale di Albano in piviale, por Nel i764, Clemente XIII si recò tava il Venerabile, assistito dai mon a Castello a' 25 settembre, e ne signori Boccapaduli e Manassei, cir partì a' 26 ottobre. In Roma il sa condati da dodici seminaristi con gro Collegio celebrò le esequie al torcie. Appresso procedevano con si defunto Cardinal Imperiali. mili torcie i Cardinali Cavalchini , Nell'anno seguente vi ritornò ai i 9 Rezzonico e Guglielmi, e monsi giugno, seguendolo i nipoti, e ricon gnor Gio. Battista Rezzonico , con ducendosi alla capitale a' 26 giugno. altra prelatura. Giunta la processio Nella sua assenza mori il senatore ne in chiesa , il Papa sui gradini di Roma Bielke, dopo aver mandato esteriori, si voltò al popolo, e lo be- a prender l'apostolica benedizione, nedì col Santissimo, facendo poi in e i Cardinali intervennero alla pro chiesa altrettanto dopo le solite ora cessione dell' ottava del Corpus Do zioni, con che terminò la funzione, mini, e alla cappella di s. Gio. Bat avendo vegliato al buon ordine i tista. Indi, a' 25 settembre, del me cavalleggieri , gli svizzeii e le co desimo i765, Clemente XIII recossi razze. Nella sua permanenza Cle a Castello, rimanendovi per un in mente XIII, oltre le consuete limo- tero mese ; ma non vi fece più ri sine, distribuite anche colle sue ma torno ne' seguenti tre anni del suo ni, per mezzo dell' elemosiniere Boc pontificato. capaduli, soccorse specialmente gl'in Clemente XIV, Ganganelli, elet fermi di Castel Gandolfo coi medi to nel i769, a' 2 7 settembre parti cinali, ed altri aiuti. Alla chiesa fe da Roma per la villeggiatura di ce fare gli scalini di marmo ai tre Castel Gandolfo, e vi soggiornò sino altari, e donò un bel tappeto per a' 26 ottobre. Nell'anno seguente vi cuoprire quei dell' altare principale, tornò a' 26 settembre, restituendosi facendo ritorno alla dominante ai alla capitale ai 28 ottobre. a5 giugno i763. La villeggiatura Indi , nel i 77 i , Clemente XIV dell'autunno incominciò a' 28 set andò a Castello, a' 2 5 settembre, e tembre , e terminò a' 26 ottobre , vi si trattenne fino a' 28 di ot nel qual tempo morirono i Caldi- tobre. Nella sua dimora fece cele pali Valenti, Banchieri e Ferroni. brare una solennità, ed accordò in- i70 CAS la chiesa parrocchiale, CAS la fece solen dillgenza plenaria nella chiesa par rocchiale, per la festa di s. Fran nemente benedire dal maggiordomo, cesco coll' esposizione del cilicio del coi nomi de' ss. Tommaso, Benedet santo in un bellissimo reliquiario to e Nicola. Ampliò, regolarizzò, e d'argento dorato, dal Pontefice me rose più amene e comode le pas desimo donato. Pel felice parto della seggiate delle cosi dette gallerie, ol principessa d' Asturias disse messa tre la strada , che dal suo cognome all altar maggiore , ove, deposta la chiamasi Qanganelli. Nel palazzo stola usuale rossa, ed assunta la bian apostolico fece vari bonificamenti , ca, intuonò il Te Deuni, e poi be- ed ornò alcune camere presso la nedì il popolo, avvenimento che fu galleria, una delle quali per tratte festeggiato con illuminazioni delle nimento fu graziosamente dipinta facciate della chiesa e del palazzo con cose relative alle opere eseguite apostolico, della piazza, del borgo, nel di lui pontificato. La villa del e dall' incendio di fuochi artifi- Cardinal Camillo Cibo, frequentata ziali. già da Benedetto XIV, deliziosissi La villeggiatura dell' anno i773 ma, ricca di marmi di Carrara, di durò dai 2i settembre a'2 8 di otto statue e dj belle decorazioni, essen bre; e quella del i773 fu dai ai do divenuta eredità del duca di Mo settembre ai 28 di ottobre, come dena , fu acquistata da Clemente nell'anno precedente. XIV, in uno al contiguo pqlazzello, Varie beneficenze fece Clemente per la somma di scudi diciottomila; XIV a Castel (,amloll<,, e per dire onde per tante benemerenze , nel delle principali , avendo fatta fon cortile del palazzo pontificio,, fu eretr dere una campana per servigio del- ta l' iscrizione seguente :
CIEMENS . XIV ' PONTIFEX , MAXfMVS AD . COMMODIOREMHAS . AEDES, . NOVA . PQNT?FPC?AM . ACCESSIONE . RVSTICATIONEM . AVXIT
FROXIMAM . YIltAM . HORTOS.QVE . AMOENISSJMOS . COMPARAVA TER . MONT(S . CLIVVM . lENlOIiEM^ . VJAM . APERViT ANDfO . MDCCtXXIV . POajTUnCATVS . SVJ , QVINTQ astenne Il sommo dal recarsi Pontefice a Castel Pio Gandolfo, VI si osservarneCaste) Gando|fo i lavori. lasciò Tuttavolta due memo- in dappoichèprosciugamento essendo delle impegnato paludi Pontine, nel rieiscrizioni , come ; rilevasi da queste due andava ogni anno a Terracina , per
PII HYPOGAEVM . SEXTl . PONT . CVM . MAX . ARA . AN. ET . .XXH OMNI . MARINVS . CV1TV . . CARAFFA FAC . CVR . .PRAEF OPPIDANORVM . S . P . A
GANDVIPHENSIVM . CINERXBVS . REV(CTVRIS . COEMETERIVM L' altra col solo suo nome esiste sulle due porte laterali dell' altar Pivs . sextvs . p . m sagrestia,maggiore dellaconsumata chiesa, da allorchè un incen- la Inoltre il magnanimo Pontefiee dio , fu per suo ordine repristinata. volle preservare il palazzo apostolico, CAS Restituito, nel CAS i8 i4, Pio VIIi7 i e la detta chiesa, che prima era bersaglio de' fulmini, col far porre gloriosamente a Roma, ne partì per in ambedue i luoghi i conduttori la villeggiatura a' 5 ottobre, scortato elettrici. Ma il palazzo, nel declinar dalle guardie nobili, che in quel del secolo decorso, soggiacque agli giorno ripresero l'antico servizio, ed avvenimenti , che posero a soqqua incontrato dalla regina d' Etruria dro lo stato Pontificio, giacchè in Maria Luisa di Borbone, insieme vaso dai repubblicani francesi, ed- ai reali suoi figli Carlo Ludovico occupata Roma da- essi, furono con attuaI duca di Lucca, e Maria Luisa fiscati e sequestrati tutti i palazzi Carlotta principessa di Sassonia, en pontificii, nel i798, insieme a questo trò in chiesa, e v' intuonò l' inno di Castel Gandolfo, come fosse pro della riconoscenza Te Deum lau prietà della repubblica francese. Ma dai nus. Quivi fu visitato da Carlo avendo gli abitanti, per attaccamen Emmanuele IV re di Sardegna, e to alla Santa Sede voluto difendersi, fece ritorno alla dominante a' 29 provarono i terribili effetti d' una ottobre. forza senza paragone maggiore, con Nell'anno seguente la villeggiatura saccheggi e con uccisioni. di Castel Gandolfo incomincio- a' i8 Pio VII , Clùaramonti , benchè settembre , e terminò a' 3o di ot eletto nel i8oo, soltanto a' 3 ottobre tobre. i8o3, affine di sollevarsi alquanto Nell'anno i8 i6, dal giorno 6 al dalle gravi cure del pontificato, an 1 i maggio , Pio VII risiedette a dò a Castel Gandolfo, e vi si trat Castel Gandolfo : vi tornò il primo tenne fino a' 29 dello stesso mese. di ottobre rimanendovi sino ai 27. Appena arrivato, giusta il costume, Vi ricevette Carlo IV re di Spa smontò alla chiesa, e, passato nel gna, che gli presentò l'infante don palazzo apostolico, dalla loggia com Francesco di Paola suo figlio, il partì la sua benedizione. Quel pa quale partiva per Madrid; ed a' i3 lazzo dallo stess.o Pio VII era stato ottobre si portò a Galloro, ove nella fatto restaurare e ammobigliare, affine chiesa dei Vallombrosani, data, ad di riparare ai guasti e allo spoglio ac istanza di Genzano e della Riccia, caduto nella fatale epoca suaccennata. ai gesuiti, coronò la b. Vergine che Indi ritornò Pio VII a Castel jvi si venera, e che era stata già Gandolfo, nel i8o4 a' 9 ottobre, coronata nel i726 dal capitolo va ove fu visitato dall'arciduchessa Ma ticano, perchè, nel i799, le era rianna d'Austria, e a' 27 forno in stata rapita la corona d' oro. In Roma. La villeggiatura dell'ottobre questo anno Pio VII fece collocare i8o5 fu di 27 giorni, cioè dai 2 nella galleria dell'appartamento pon a' 29 detto; nel i8o6 non andò a tificio un' esatta meridiana, lunga Castello essendo stato a Parigi, e palmi trenta, con lastre di marmo stanti le circostanze de' tempi nep bianco, le quali hanno nel mezzo pure negli anni i8o7 e i8o8, finchè una lista di metallo, e sulla mede a' 9 luglio i8o9, venne deportato sima sono incisi i segni del zodinco, dai francesi imperiali, che avendo e i mesi. I due termini estremi invaso lo stato pontificio, ne fecero della pasqua sono sotto il dì 22 provare le conseguenze anche a Ca marzo i8 i8, e l'altro sotto il dì stel Gandolfo. 25 aprile nel i886. Inoltre nel me i72 CAS tesse effettuarlo, CAS avendo regnato solo desi nio anno Pio VII fece instaurare la eappelletta esistente nella galleria venti mesi, pure il palazzo aposto di sotto, cioè della strada arborata lico, e la detta chiesa, vennero ristau tra Castello ed Albano, chiesetta rati, e corredati di quegli addobbi, dedicata alla b. Vergine. mobiglie, suppellettili, e masserizie Finalmente l' ultima volta che di cui mancava. Fu inoltre ristabi Pio VII fu a Castel Gandolfo, da lito il giardino, divenuto bosco , e lui in tante guise beneficato, fu nel vennero risarciti i conduttori delle i8i7, recandovisi a' i2 maggio. I acque, che fransi quasi disperse. Cardinali nella sua assenza celebra Quindi assunto al pontificato il rono in Roma i vesperi e le cap regnante Gregorio XVI, dal i83i in pelle dell'Ascensione, della Penteco poi, si è recato ogni anno a Castel ste, della ss. Trinità, di s. Filippo, Gandolfo, lasciandovi ogni volta mo ed intervennero alle processioni del numenti e contrassegni di beneficen l' ottava del Corpus Domini. Per za. Accrebbe le masserizie del pa quella della festa il Papa andò a lazzo apostolico, fece operare un ge Roma il martedì, e riparti il vener nerale ristauro di esso con importanti dì, celebrando la messa nella basi miglioramenti , e la galleria che lica vaticana per la festa de' santi conduce ad Albano fu ridotta da Pietro e Paolo il Cardinal Mattei lui in modo di divenire comoda e decano del sagro Collegio. Fece ri cipaledeliziosa in passeggiata. diversi tempi La venne chiesa abbon prinr torno il Pontefice alla dominante il dì primo luglio. A Castel Gandolfo dantemente fornita di sagri arredi, nella mattina dell'Ascensione avea e di quanto occorre pel decoro del celebrato messa nella chiesa princi divin culto, e mentre lo stesso Pon pale, e dalla loggia del palazzo apo tefice dimorava in Castello, fu con stolico con triregno in capo, e sotto sacrata dal Cardinal Falzacappa , baldacchino, assistito dai Cardinali vescovo d' Albano, nell'ottobre i834- Di Pietro e Consalvi, e da molta Da ultimo per opera del prelodalo prelatura, compartì la solenne be Pontefice venne abbellita la villa nedizione propria di questo giorno. Cibo , si operò un riallacciamento Da questa stessa residenza di Castel alle sorgenti sotto Palazzolo, con Gandolfo, a' i 2 giugno, spedì Luterai ispurgo dei conduttori, furono sta apostolica} in forma brevis ad ar- bilite le denominazioni delle strade, chiepiscopos , et capitulos Eccles. numerate le case, ripulito e regola vacanlium , super dismembratione rizzato tutto il paese , operandosi diaecesium regni Galliarum, senza ora la formazione d' un campo san mentovar le altre. to, non che la livellazione dello stra Leone XII non fece villeggiatura done, che dalla galleria inferiore con a Castel Gandolfo, e solo a' 2 i otto duce alla strada verso Marino. La bre i824 andando a pranzo ai cap livellazione della galleria superiore puccini d'Albano, si recò prima a que dal convento dei religiosi riformati sto Castello a visitare la chiesa parroc sino alla porta urbana, venne egre chiale. Ma avendo il di lui successore giamente compita; laonde nella det Pio VIII, Castiglioni, esternato il de ta porta, egualmente abbellita, fu siderio di recarvisi, sebbene non po- eretta la seguente iscrizione: CAS CAS i73 GREGORIVS . XVI . PONT . MAX . ANNO . X . SAC . TRINCIP PORTA CVRANTE . ET . . FRANC MVRIS PVBLICAE . . XAV RESTITVTIS . .COMMODITATI DE . .MAXIMIS LEVATO . PROSPEXIT . . PRAEF AC . .MVNITO DOM . . PONT CLIVO
Lo stesso Pontefice è benemerito essendo solito egli recarvisi nell' ot di Castel Gandolfo anche per le tobre, in detto anno vi andò a' i6 istituzioni di pubblica beneficenza. luglio, e vi rimase sino a' i6 set A nominare le principali , diremo tembre, solo partendo verso Roma che volle istituita nella chiesa arci- per la cappella, e per la benedizio pretale una cappellania, con nomina ne dell' Assunta ; laonde il sagro del maggiordomo pro tempore, ad Collegio, e chi ha luogo in cappel un sacerdote per aiuto del parroco la assisterono a quella della natività nella cura delle anime. Ordinò l'at di Maria Vergine. In detta dimora tivazione dell'istituto di carità se Gregorio XVI a' i8 agosto emanò condo le regole di s. Vincenzo de il breve Ubi primum magno, col Paolis, presieduto dall' arciprete , e quale commise in suo nome al Car da una delle donne più pie e di dinale Lambruschini di consacrare stinte del paese, per soccorrere i la basilica di s. Maria degli Angeli poveri, specialmente infermi. Con presso Assisi; e poi nel settembre cesse quattro doti annuali di scudi spedi l'epistola enciclica Notimi vo- venti l' una per quelle donzelle del bìs, colla quale eccitò la pietà dei luogo, che distinguonsi nel buon fedeli a vieppiù concorrere . con li- costume, e nell' apprendere la dot mosine alla benemerita Società del trina cristiana, ed attualmente, con la propagazione della fede, istitui tripudio della popolazione, nel pa- ta Nel in Lione. territorio di Castel Gandolfo lazzetto della villa Cibo, ha stabi lito una casa pei tanto utili e bene vi sono la chiesa, e il convento de' re meriti religiosi delle scuole cristiane ligiosi riformati di s. Francesco , il per l' educazione , e istruzione della cui locale fu acquistato nel- i6 i9 gioventù , avendone ad essi dato il colle pie elargizioni dei terrazzani , possesso a' i8 luglio i84i il sum- e coll' obbligo di un annuo canone mentovato maggiordomo. di scudi dieci in favore della ca Dai Diarìi di Roma, per la mag mera apostolica, per edificarvi la gior parte nell'odierno pontificato chiesa, e il convento pei detti reli da noi compilati per ciò, che riguar giosi, mentre era custode di essi il da le villeggiature ivi fatte dal p. Cipriano di Ponzano. Paolo V, Papa regnante, sono riportate le fe come superiormente dicemmo, con ste, e tutto altro che sia relativo al grande solennità benedi la prima soggiorno di lui in questo luogo. pietra, che vi gettò d. Francesco Da ultimo, a' 6 settembre del i 84o, Peretti, abbate di Chiaravalle, poi si celebrò solennemente la festa di Cardinale, il quale a proprie spese s. Sebastiano martire protettore di vi fabbricò il coro, e la stessa chie Castel Gandolfo, nel qual giorno il sa dedicandola a s. Francesco di Pontefice dalla loggia del palnzzo Assisi, e alla immacolata Concezio compartì colle consuete cerimonie ne di Maria Vergine, venendo po l'apostolica benedizione, dappoichè, scia consacrata nel pontificato di >74 gas L' incantevole CAS vista di questo luo Urbano VIII a' 4 settembre i632. Tanto la chiesa che il convento in go posto su di un colle , che gode diverse epoche provarono gli effetti di una estesa veduta sulla campa del soggiorno de' Sommi Pontefici gna romana , e su quel tratto di nel vicino castello, i quali non solo mare, che dal promontorio Circeo l'onorarono di loro presenza nel vi giunge ai monti della Tolfa, cotan sitar la chiesa, la libreria del con to piacque ad un Cardinale , che , vento, e in celebrarvi più volte la siccome raccontano i castellani , messa, ed intervenire talvolta alla esclamò : Oh quanto vi starebbe be processione del Corpus Domìni, ma ne qui una casa I II che uditosi furono larghi , con diverse benefi da un suo ben affetto, sollecitamen cenze; e, per non dire di tutte, Be te vi fece costruire una discreta casa nedetto XIV fece eseguire dal pit per villeggiarvi , avendo altrettanto tore Milani il quadro dell' altare fatto il Cardinal Altemps colla villa maggiore, decorò di marmi l'altare Mondragone di Frascati , dopo che medesimo dichiarandolo nel i 747 Gregorio XIII in quel sito fece una privilegiato quotidianamente in per eguale esclamazione. In progresso petuo, facendo pur ornare di me di tempo tal delizioso soggiorno di talli dorati il ciborio , e rinnovare venne proprietà della principesca fa il pavimento della chiesa. Dipoi, pel miglia Giustiniani, e di poi del du medesimo altare Clemente XIII do ca di Bracciano d. Giovanni Torlo nò un nobile baldacchino per espor- nia, il quale vi operò molte como vi il ss. Sacramento. dità , per passarvi la primavera e Nel medesimo castello e suo ter l'autunno. Siccome d'animo grande, ritorio non mancarono nobili e par osservando, che la via per la quale ticolari di fabbricarvi casamenti , e i Papi si conducono a Castel Gan- piccoli palazzi per diporto nelle sta dolfo è in alcuni punti alquanto ri gioni di primavera ed autunno. Ed pida , immaginò e condusse a fine è perciò , che le principesche case una comoda strada non solo per Orsini, Caetani , Boncompagno ed proprio uso, ma eziandio per quello Albani vi hanno edifizii e luoghi de' sovrani Pontefici allorquando fos di villeggiatura, sebbene il palazzine se loro piaciuto profittarne ; strada, degli Albani, per disposizione del che dal sito detto de' due santi, per Cardinal Giuseppe, sia divenuto pro correndo gli estesi pascolar! di Ma prietà del palazzo apostolico. Ma il rino e di Castel Gandolfo , giunge luogo, che merita special menzione, fino alla sommità del colle. Per ren è quello di proprietà del commen derla vieppiù piacevole, fiancheggiata datore d. Carlo Torlonia, poco di venne da spessi alberi di olmo. Ma stante dal giardino pontificio. Di que passando il duca a miglior vita nel sto luogo, che per ricchezza, elegan i829, lasciò questo luogo per lega za ed amenità, è una delle più no to al suddetto commendatore suo bili e più belle villeggiature dei din figlio. Questi distinguendosi , come torni, crediamo di non poterci dis gl'illustri fratelli, per amor filiale, pensare dal fare un parziale cenno, in memoria del genitore , che gli anche in considerazione ch'è stato due era sì caro , volle migliorarlo , ed volte onorato della sovrana presen ampliarlo splendidamente ; e, senza za del regnante Pontefice. badare a spesa, divisò di nobilitare il casino, e di CAS formarvi J' intorno sepolcrale eretto CAS dall' architetto De- ij5 un' amena villa. triano, per l' imperatore Publio E- Pertanto coll* opera dell' archi lio Adriano,e per la sua famiglia tetto Raimondi, rassodate le mura, Elia, sulla riva del Tevere, insieme fece eseguire nel prospetto un por al ponte Elio, ora ponte s. Angelo. tico con colonne d' ordine dorico , Ma questo castello, dopo di aver sormontandolo con ornamento joni- servito alle famose fazioni, che a- co in pilastri a ridosso del muro , gitarono Roma in epoche diverse, e con suo timpano , ove fa bella e per le quali Papi, Cardinali, prin mostra un basso rilievo, invenzione cipi, guerrieri, e grandi personaggi del celebre pittore Thorwaldsen , ivi imprigionati vi perdettero mise rappresentante Apollo, che suona la ramente la vita , a Cura de' sovra cetra in mezzo ai pastori. Nell' in ni Pontefici divenne una fortezza terno del casino riformò ogni parte, regolare, quale si vede al presente, e rese principalmente magnifico il affidata alla custodia del castellano pian terreno con colonne di marmo, (Vedi), e con quelle opere e fortifi mosaici, stucchi, dorature e pitture cazioni richieste secondo l'uso e i eseguite da Coghetti, da Capalti, da principii artistici de'tempi. Non man Paolettij e da Gagliardi, essendo au carono inoltre di farlo adornare, do tori degll ornati Scarabellotto e ve non poterono restituirlo al pri Nebbia tutti valenti artisti . Mi miero lustro. Ma dell' antica sua rabile è la sala tutta di marmo , magnificenza, e de' principali avve che Conduce al secondo piano nella nimenti cui andò soggetto, andiamo elegante cappella decorata di otto ora Compendiosamente a porgerne colonne canalate, e secondo i mono una descrizione a seconda delle epo poteri tempietti degli antichi, men che cronologiche, e con quanto di tre nella decorazione di scomparti più interessante può riguardarlo. mento di stucchi , dorature e altri Dalle storie delle guerre dei goti, ornamenti , ricorda la maniera del di Procopio principalmente, abbia cinquecento. Finalmente superando mo adunque la descrizione d' uno il generoso proprietario ogni osta de' più belli monumenti dell' anti colo , che la località presentava a chità, quale si fu la mole Adriana, motivo del suolo di lava vulcanica, che prese il nome dall' imperatore recinse uno spazio di terreno, e ne Adriano* il quale per emulare il fece deliziosa villa, la quale sempre mausoleo d' Augusto, che torreggia più si arricchisce per lui di rare va sulla sponda sinistra del Teve piante, e di fiori i più scelti, riscuo re, la fece erigere sulla destra di tendo da tutti ammirazione pel suo questo fiume, ne' primordi del seco gusto , con che da soggiorno cam lo secondo, sull' area de' famigerati pestre CASTEL l'ha resa SANI" luogo ANGELO di vera delizia. (Ca orti di Domizia, e in prossimità del circo Adriano, acciò servisse di strimi s. Angeli). Forte della città tomba per sé, e pe' suoi discenden di Roma , chiamato anticamente ti. Non si risparmiò cosa alcuna af Mausoleo di Adriano, o Mole Adria finchè tutto corrispondesse al gran na, Mole.s Hadriani, ed anche Ca dioso concetto, all' intelligenza, ed al stello di Crescenzio, Turris 'Crescen gusto di quel monarca filosofo. Su ti'!. Fu così ridotto dal monumento di un ampio quadrato, formato di grandi i76 massi di pietraCAS indigena, sor decorato di pilastri CAS e di nicchie con
geva la rotonda mole, della quale, istatue corrispondenti a quelle del sebbene assai diminuita, è tuttora primo ordine. Quando Y imperatore imponente l'aspetto di quell'avanzo, Aureliano, che fu esaltato all'impe che ora serve di maschio al Castel ro nell'anno 27o dell'era cristiana, lo. Dirimpetto al ponte eravi la cioè i32 anni dopo la morte di porta principale di bronzo situata Adriano ivi sepolto, chiuse il cam in mezzo del fianco, che riguarda po di Marte, come avea fatto della va la città, donde per una comoda città con recinto di mura, il mau via costruita a spirale si ascendeva soleo d' Adriano trovandovisi com alla cima per molli grandi scaglio preso divenne naturalmente una ni, e sulla cui sommità vuolsi fos specie di cittadella, ed anche verso se collocata la bella pigna di bron il tempo dell'imperatore Onorio, zo dorato, poi trasportata nel giar che fiori nell' anno 395, allorchè dino vaticano, benchè alcuno pre per prevenire le incursioni de' bar tenda che vi fosse un carro trion bari, volle risarcire le mura di Ro fale colla statua dell' imperatore. Il ma, essendo già il mausoleo guasto Marangoni, Delle cose gentilesche e e spogliato de' suoi più pregevoli profane trasportate ad uso delle ornamenti, si riconobbe atto ad uso chiese) cap. LXIX, dice, che in det di cittadella, per le sue doppie e ta pigna probabilmente furono col fortissime muraglie. Quindi i roma locate le ceneri di Adriano, e che ni, nella prima guerra gotica, vi si poi, l' anno 49o\ Papa s. Simmaco rinchiusero in difesa, allorchè quei la trasportò per ornamento all' a- selvaggi del settentrione capitanati trio della basilica vaticana ; indi nel dal re Alarico, entrarono in Roma la sua riedificazione fu trasferita al ai 24 agosto del 4o9, e(l assediaro menzionato contiguo giardino, ove no il mausoleo dopo aver saccheg si vede fra due pavoni di bronzo. giata la città. Ed essendo i ro Tutte le decorazioni esterne erano mani e i greci, che vi si erano for di marmo pario, fregiate di festoni, tificati, sprovisti di armi e mezzi e sugli ornati della base poggiava valevoli a respingerli, presero il ri no i pilastri all'intorno del cerchio, provevole e fatale partito di rom e non le colonne, che da alcuni si pere e lanciare contro i goti tutte sostenne essere quelle perite nella le opere e statue rimaste, per cui il basilica di s. Paolo. Molte statue di nemico restò talmente oppresso, che gran pregio abbellivano la sommi fu costretto ad abbandonare Roma. tà, posando nel supremo cornicione Altri dicono, che da Paolo, capita gruppi di scultura, mentre cavalli no della cavalleria greca, sia stato di bronzo si vedevano nei quattro usato tal fatale mezzo di difesa con angoli del quadrato. Però sembra tro Totila; e altri dicono essere ciò la più comune opinione, che l' este stato allorchè Vitige prese Roma. riore ornato fosse di due ordini di Certo è, che gli stessi greci e roma archi leti ara, il primo dei quali inferio ni di Belisario, i goti ed altri bar re decorato di quarantotto colonne, bari ne accrebbero i danni colla to che formavano un portico circolare, tale rovina del monumento, sia che altrettante essendo vene sopra il cor l' offendessero o sia che il difendes nicione. ll secondo ordine veniva sero. Cosi perirono tanti stimabili CAS restaurare le mura CAS di Roma, i77 vi oggetti d'arte, potendosi giudicare del loro merito dal Fauno dormien comprendesse il mausoleo, il quale te di squisito lavoro, che ne faceva sino al secolo X portò anche il no parte, il quale rinvenutosi fra diver me di Carcere di Teodorico, per si rottami verso il i63o nel ponti chè quel principe vi teneva un pre ficato di Urbano VIII, Barberini, sidio. e da lui donato alla sua famiglia , Gli esarchi di Ravenna, ed altri forma oggi uno dei più preziosi in seguito l'occuparono successiva oggetti .del museo del re di Ba mente , proseguendo sempre più a viera. rovinarlo; e sebbene l'origine della Da quel tempo in poi i pochi sovranità de' Papi incominciasse in avanzi del monumento andarono Roma e sue dipendenze , nel ponti sempre deteriorando, disputati so ficato di s. Gregorio II, verso l'an vente dai diversi partiti, che signo no 73o, e s. Leone IV, nell'848, reggiavano Roma, cosicchè di sì fondasse la città Leonina (Vedi), insigne sepolcro non rimane che il confinante col castello mediante il misero avanzo del corpo, o torre borgo ( Vedi ) , tuttavolta la mole rotonda, scemata in gran parte nella Adriana, o Castel s. Angelo, fu do sua sommità, sopra la quale, dopo minata dalla fazione prevalente, e che i romani Pontefici esercitarono dai potenti loro capi. Di fatti sotto il la loro piena sovranità in Roma, Pontefice Giovanni X , la famosa Ma- cangiandone il destino, fecero ag rozia nobile romana, avvenente quan giungere quelle costruzioni, che veg- to possente, nella sua vedovanza giun giamo a guisa di fortezza , e che se l' anno 92 1 ad impadronirsi di fino dal santo Pontefice Gregorio I Castel s. Angelo, ed a rendersi così acquistarono il nome di Castello, arbitra di Roma, sino a far perire siccome acquistarono quello di san in prigione il Papa. Rimaritatasi t'Angelo pel seguente avvenimento. con Ugo re d' Italia , mentre un Afflitta Roma da una . pestilenza , giorno versava ad Ugo l'acqua sulle nel 5g3, il detto Papa, per far ces mani Alberico figlio del primo ma sare il flagello, si recò processional- rito di Marozia, per avergliene ver niente a s. Pietro, ad implorare la sata in troppa copia ne ricevette uno divina misericordia, e giunto sul schiaffo. Irritato Alberico dell'affron ponte s. Angelo, vide apparire nel to , fece osservare ai romani, che più alto della mole Adriana un se quel principe trattava così un Angelo, in atto di rimettere la spada suo pari, molto più avrebbe sovra nel fodero, per dimostrare il termi essi tiranneggiato. Tanto bastò per ne del morbo, e placata l'ira divina, chè i romani, stanchi della prepoten come di fatto seguì. In memoria za, d'una donna, prendessero le armi pertanto della miracolosa apparizione, con tal prontezza , che non avendo fu poi eretta nella sommità del mau potuto Ugo porsi in difesa, si salvò soleo prima una cappella, e nell'e colla fuga facendosi calare con una stremità un Angelo in atto di riporre fune da Castel s. Angelo sua resi la spada nel fodero, come in seguito denza. Allora i ribelli romani, in si dirà. Questo castello fu anche vece di restituire al Pontefice Gio detto Carcere di Teodorico, perocchè vanni XI il dominio della città, di si vuole che il re Teodorico nel chiararono loro principe Alberico , vol. x. i2 i78 CAS fine di marzo 973, CAS per opera prin ed imprigionarono il Papa e Ma- rozia nel g33, morendo Giovanni cipalmente di Francone, scelleratis XI nella sua carcere di Castel s. An simo diacono, che s' intruse nel pon gelo, nel principio di gennaio 936. tificato col nome di Bonifacio VII. Assunto al pontificato, nell' an Ma questi per castigo divino, aven no p65, Giovanni XIII, incorse l'o do imprigionato e fatto morire di dio della nobiltà romana, per cui fame e col veleno, nel giugno del sacrilegamente fu posto in ceppi nel 975, nel medesimo castello, il Papa Castel s. Angelo dalla fazione , che Giovanni XIV, cessò di vivere al dirigeva Roflredo prefetto di Roma. l' improvviso, facendosi del suo corpo Partendo però l' imperatore Ottone una crudele carneficina per opera I, nel 966, alla volta di questa de' medesimi suoi seguaci. città, restituì alla sede il Pontefice, Continuando Crescenzio a domi al quale era riuscito di ritirarsi a nare Roma col governo di Castel Capua , e dodici de' primari congiu s. Angelo, il Pontefice Giovanni XV, rati furono appesi alla forca, men detto XVI, travagliato da lui gran tre le ossa del defonto Roffredo ven demente,si in Toscana, si trovò invocando, costretto a nelricovrir g85, nero ignominiosamente tratte dalla tomba. Continuando l'anarchia, che l'aiuto di Ottone III imperatore ; in mezzo alle fazioni desolò Roma locchè saputo da Crescenzio e dai e l'Italia, massime nel declinar del suoi faziosi, per timore richiamaro l' infelice secolo X, Crescenzio o no il Papa in Roma. Gli successe Cencio Numentano, si usurpò l' au Gregorio V, nel 996, il quale coro torità suprema col titolo di console, nò in Roma il suo parente Ottone III. occupò il Castel s. Angelo, lo forti Ma tornato questi in Germania, Cre ficò ad uso di rocca, e da essa com scenzio, nel 997 , cacciò dalla città batteva , o sosteneva , secondo il di il buon Pontefice , e ne' principii verso partito, i Pontefici, per cui di maggio scismaticamente gli sosti quel sepolcro di Adriano, che, come tuì Filagato , che prese il nome di dicemmo, fu chiamato pure Car Giovanni XVII. Allora l'imperatore cere di Teodorico, ed anche Casa raggiunse il legittimo Gregorio V di Teodorico, prese il nome di Ca in Pavia, e con un esercito il con siriati Crescentii , Castelhmi Cre- dusse in Roma. Ma allorchè l'anti scenlii , nome che conservò alcun papa, uscito dal castello, cercava in tempo promiscuamente alla denomi volarsi, i soldati imperiali lo rag nazione di Teodorico , finchè pre giunsero , e barbaramente Io muti valse, e riprese il nome di Castel larono e postolo sopra un asino a ri s. Angelo. Nel 972, per morte del troso il condussero per la città, ove l' imperatore Ottone II, l' Italia si morì poco dopo. Crescenzio si chiu ribellò, come fece Roma, affine di se nel castello, e quivi ostinatamen ricuperare l'antica libertà, essendo te si difese, ma l' imperatore prima il primo ad eccitar la rivolta il ve lo assediò, circondando all' intor detto Crescenzio, o Cencio cittadino no il castello con macchine altissime romano, ch'ebbe inoltre l'ardire di di abeti (il che certamente fu dan porre il Papa Benedetto VI nella noso all'edificio), e servendosi di una prigione di Castel s. Angelo, ove falsa capitolazione , l' ebbe in suo miseramente morì strangolato alla potere e il fece decapitare nel mar- CAS s. Angelo. Quindi CAS Enrico IV, i79 nel zo del 998, mentre dodici del suo partito furono impiccati ai merli di io84, per la terza volta pose asse questo forte. Stefania , vedova di dio a Roma, ed avendo corrotti al Crescenzio, fu esposta ai pubblici ol cuni romani , finalmente gli riuscì traggi, di che vuolsi, che si vendi entrarvi ai 22 marzo , conducendo casse col veleno , cui si attribuisce seco l'altro antipapa Clemente III , l'immatura morte dell'imperatore. che fece intronizzar nella sedia di san In fatti mentre questi si credeva si Pietro. Dal palazzo Iateranense san curo in Roma, i romani gli uccisero Gregorio VII si ritirò per sua si gran parte de' suoi soldati, e l'asse curezza in Castel s. Angelo, ove En diarono nel i oo i in Campidoglio , rico IV strettamente l'assediò, finchè e quando con nuovo esercito vole recatosi a Roma il duce de' norman va vendicarsi , morì ai 28 gennaio ni Roberto Guiscardo, pose in fuga ioo2, e fu sepolto nel portico della l'inimico, e liberò il legittimo Papa, basilica vaticana. che fece ritorno al patriarchio Iate Eletto nel io6i Papa Alessan ranense. dro II, Enrico IV re de' romani in Morto s. Gregorio VII, ed eletto opposizione dichiarò antipapa Cada- in successore il virtuoso Vittore III, loo col nome di Onorio II, il quale non perciò cessarono le vertenze, an coll'aiuto delle sue truppe nel io62 zi l'antipapa era venuto in possesso si recò in Roma per mettersi in di vari luoghi forti di Roma, com possesso della pseudo-dignità, occu preso il Pantheon, essendo gli altri pando la città Leonina e il Vatica in potere di Vittore III come il no. Ma i romani, co' validi aiuti di Castel s. Angelo, e l'adiacente città Goffredo duca di Toscana , poco Leonina. Nel giorno precedente alla mancò che non facessero prigione festa di s. Pietro, le due fazioni ven l' antipapa, se Cencio, figlio del pre nero alle mani, occupando gli scis fetto di Roma e di parte imperiale, matici i dintorni del Vaticano. Ma colle sue squadre, e non senza dif le fedeli truppe Pontificie, sostenen ficoltà, nol conduceva in salvo nel dosi nel Castel s. Angelo, e nell'in Castel s. Angelo , ov' egli comanda terno della basilica di s. Pietro , va. Quivi fu però strettamente as non riuscì all'antipapa di celebrarvi sediato, e nel timore di perire, som i pontificali nel dì della festa. Tut ministrò trecento libbre d' argento tavia in progresso il Castello cadde per fuggire , dopo esser stato due in potere de' nemici , e recatosi a anni prigione nel castello. In Ales Roma il Pontefice Urbano II nel sandro II non terminarono le diffe io93, si rifugiò in casa di Gio. Fran renze della Chiesa con Enrico IV, gipani , giacchè Ferrucchio teneva chè anzi col successore s. Gregorio per l'antipapa Clemente III, il La- VII divennero maggiori per le in terano, e Castel s. Angelo. Ma di vestiture ecclesiastiche- Il suddetto poi consegnò al legittimo Pontefice Cencio non mancò sotto questo Papa questi due luoghi per certa somma di mostrare il suo mal talento, ac di danaro, che Goffredo abbate vin- cresciuto dagli impedimenti , che il docinense, appositamente recatosi in Pontefice poneva all'esazione dell' in Roma Negli , somministrò scismi insorti ad contro Urbano i Pon II. / giusto tributo da lui imposto a quelli , che trapassassero il ponte tefici Gelasio lì, ed Alessandro III , i8o CAS umore del sagro GAS Collegio, compo il Castello s. Angelo soggiacque a varie vicende , ora in possesso del sto di quasi tutti francesi, che era legittimo Papa , ed ora degli anti no bramosi di far ritorno in Fran papi , ed il Cardinal Breekspeare , cia, e macchinavano di sacrilegamente che n'era prefetto sotto Alessan deporlo. I congiurati poterono im dro III , vi salvò i Cardinali della padronirsi del Castel s. Angelo , di di lui ubbidienza , contro i furori cui era custode un comandante fran dell'antipapa Vittore. cese, e traendo al loro partito il Stabilitasi dipoi, nell'anno i3o5 conte di Fondi, e le milizie francesi, da Clemente V, la residenza pon ai 20 settembre, elessero in detta tificia in Avignone , governando città l'antipapa Clemente VII. Que i Papi la città di Roma per mez sti , ed Urbano VI si fulminarono zo dei loro vicari, o legati, all'arti scambievolmente le censure, e nel colo Avignone si riportano le cose i379 diedero di piglio alle armi. I particolari e degne di menzione, principii furono dannosi ad Urbano riguardanti anco il Castel s. Angelo. VI, giacchè i soldati bretoni e gua Quando Urbano V divisava di re sconi , unitisi ai savojardi guidati stituire a Roma la dimora Pontifi dal conte di Montioye , nipote del cia, giunto, nel i 367, per tal effet l' antipapa , trionfarono della disor to a Corneto, i romani gli spediro dinata moltitudine romana priva di no colà le chiavi di questo Castello; disciplina , e penetrarono in Roma ma essendosi dovuto ricondurre in a rinforzare la guarnigione di Castel Avignone , toccò al successore Gre s. Angelo, ed a guarnire con forti gorio XI , col recarsi a Roma nel ficazioni il Vaticano, gettandosi poi i377, la gloria di restituirvi la sede a dare il guasto alla campagna. Ma apostolica, ponendo in Castel s. An partendo da Roma, ai 28 aprile, il gelo una guarnigione francese di prode conte di Barbiano, alla testa truppe seco lui condotte. Gli autori, dell'esercito papale, cui si unirono che trattano della basilica e del le truppe imperiali ed italiche, pres patriarchio lateranense, antica abi so Marino disfece i guasconi co tazione dei Papi, dicono che Gre mandati da Bernardo de la Sale, e gorio XI, nel restituire a Roma la e poi il Montioye co' suoi bretoni, residenza pontificia, non andò ad facendoli prigioni. Laonde seguì, che abitare il Laterano, perchè il palaz i francesi, i quali occupavano Castel zo era rovinato, e preferì abitare s. Angelo, capitolarono, e lo conse nel palazzo vaticano a cagione della gnarono ai romani , avendo prima vicina mole Adriana, siccome luogo il castellano francese non solo in di sicurezza in qualunque tumul quietati gli abitanti con dardi e can to, massime in que' tempi facile ad nonate con rovina delle case vicine, accadere, per le guerre de' fioren delle quali alcune andarono a fuoco, tini, e pel mal umore dei france ma opposta resistenza per un anno si, i quali con rancore avevano ve all'assedio, con cui aveano i romani duto la partenza del Papa dalla cinto il forte, battendolo con mac Francia. chine ed artiglierie. Onde appena eb Però essendo morto Gregorio XI bero per capitolazione il castello , nel i378, contro il successore Ur erano sul punto di demolirlo affatto, bano VI presto si manifestò il mal perchè non potesse più far loro pre- CAS furono puniti colle CAS pontificie censu i8i giudizio, e ninno vi si ritirasse per fare altrettanto, ed irritati pei danni, re. Essendo poi riuscito al Papa di far che da questa fortezza aveano rice demolire i baloardi costrutti intorno vuti, la smantellarono e ne porta al castello, ai 9 agosto finalmente li rono via persino i marmi, che l'or ebbe in suo pieno potere. Nel Diario navano. Urbano VI poi dalla sua romano di Antonio di Pietro , dal residenza di s. Maria in Trastevere si l' anno i4o4 al i4i7, presso il Mu recò al Vaticano processional mente ratori, Rei: Iteii- t. XXIV, p. io26, a piedi scalzi per renderne grazie a si legge, che ai i 5 giugno i 4 i i , Dio. Successo ad Urbano VI Papa ordinò Giovanni XXlIl fosse inco Bonifacio IX , nel i 395 , restaurò minciato, come lo fu nel giorno do con grande magnificenza Castel s. po, un corridore che dal palazzo Angelo riducendolo sempre più a Vaticano conduceva a Castel s. An guisa di fortezza con solidissimi ba- gelo. Il Venuti, nella Descrizione di loardi. Roma del p. Eschinardi, pag. 34, Durante Io scisma, che continua dice che Giulio II fece questo cor va in Avignone Benedetto XIII an ridore, ma egli è certo che piutto tipapa, in Roma il pacifico Innocen sto ad Alessandro VI se ne deve zo VII era inquietato dalle fazioni, l'erezione, se non il compimento. e dalle mire di Ladislao re di Na Altri avvenimenti riguardanti il poli, per cui nel i4o5 procurò pa Castel s. Angelo accaddero nel pon cificare gli animi, e ricolmare di bc- tificato di Eugenio IV. Successo egli, neficii il popolo romano, creandone nel i43 i, a Martino V, Colonna, sei Cardinali. Ad onta di ciò i ro i nipoti di quest'ultimo, siccome po mani, sempre inquieti in que' miseri tentissimi, procurarono subito di op tempi, reclamavano la custodia di primerlo. Furono pertanto imprigio Campidoglio (Fedi), e del Castel nati l'arcivescovo di Benevento fi s. Angelo ; onde Innocenzo VII, te glio di Antonio Colonna, e il suo mendo tali rimostranze, e gli aspiri fratello Masio, il quale fu costretto del re Ladislao, che avea corrotto a confessare che volea prendere a tra Antonio Tomazelli, castellano di Ca dimento Castel s. Angelo, uccidere stel s. Angelo, si rifugiò a Viterbo, il castellano, consegnare il forte ai e Ladislao, per profittare delle cir Colonnesi, e quindi cacciare il Papa costanze, subito corse a Roma. Tras e gli Orsini da Roma . Masio fu corsi alcuni mesi, e pentiti i roma adunque degradato, e in campo di ni de' falli commessi , con diverse Fiore fu fatto morire con morte ambascerie, nel i 4o6 , richiamarono esemplare. Quindi, nel i434, aven il Papa, con pieno ed assoluto do do Filippo duca di Milano spedito minio della città. Ritornato Inno contro il Pontefice Nicolò Forte- cenzo VII, ai i3 marzo, in Roma, braccio, i romani si ribellarono, gri non vi trovò calma perfetta, sebbe darono libertà, e fecero sette citta ne ricevuto con applauso , mentre dini romani magistrati della città. ancor persistevano nella ribellione Eugenio IV travestito fuggì su d'u il castellano Tomazelli, che per La na barchetta pel Tevere, ove alcuni dislao possedeva ancora il Castel s. romani, essendosene avveduti , pro Angelo, donde si facevano continue curarono impedirne la fuga, sinchè ostilità, ed altri, chc ai 2o giugno avessero preso Castel s. Angelo. Non i82 CAS Ridio castellano CAS ricevette tante fe essendo ciò loro riuscito, tutti si di ressero contro il castello per pren rite, che nel medesimo forte mori derlo, che cinsero di trincee , per dopo quattro giorni nel i44°, come chè gli assediati non potessero rice racconta il Platina, ed altri riferi vere soccorsi, nè uscirne. L' astuto scono nella vita di Eugenio IV. castellano però, coll' aiuto di Bal- Nicolò V, che successe, nel i447, dassare Àusido , uomo sagace che ad Eugenio IV, fabbricò due torri avea in custodia la porta bassa del sul ponte s. Angelo, fortificò il ca Castello, istruì un soldato di ciò, stello con bastioni e altre opere, eri che avrebbe a fare. Siccome gli as gendovi inoltre quattro torri e di sediati talvolta uscivano a scara verse abitazioni ; vi fece punire Ste mucciare, in una di queste azioni fano Porcari nobile romano , capo il soldato si fece prendere dai ro d' una tremenda congiura, venendo mani, co' quali altamente si lagnò impiccato al muro del Castel s. An delle crudeltà ed avarizia del castella gelo ai 9 gennaio i4$3. Calisto III, no, e disse che se gli avessero promesso spagnuolo, fu eletto in di lui suc un premio si offriva ucciderlo , e cessore , ma siccome avea dato il consegnar in loro potere il castello. Castel s. Angelo in custodia de' Ca Caduti i romani nell'agnato, permi talani, nel i458, mentre era mori sero che ponesse ad esecuzione il bondo, il sagro Collegio stimò bene piano. In fatti rientrato nel castel di toglier dalle loro mani la for lo, poco dopo si vide appiccato ad tezza, dando perciò alcune migliaia una finestra uno, che alle vesti sem di scudi al castellano. Dopo la mor brava il castellano ; indi chiaman te di Pio II, Piccolomini, avvenuta do il soldato ad alta voce i roma nel i464, i Cardinali non voleva ni ad entrar nella rocca, i principali no entrare in conclave nel palazzo di essi incautamente vi si recarono, Vaticano, intimoriti dal non aver il ma tutti furono fatti prigioni, e sulla nipote del defonto , Antonio duca moltitudine , che si era avvicinata di Amalfi, restituita la fortezza di al castello, furono tirati molti colpi Castel s. Angelo, dimorando egli al di artiglierie ; onde, per liberare gli lora nel Celano. Nella Storia de con ostaggi, fu d'uopo porre in libertà clavi, a p. 84, si dice, che il castel il nipote del Papa, Cardinal Con- lo era in custodia del Cardinal Pic dulmero camerlengo , che nella ri colomini, nipote di Pio II , in quel bellione era stato carcerato ; e po tempo assente da Roma. Tuttavolta scia i romani restituirono ad Euge ad altri riuscì di persuaderli, ed eles nio IV la sovranità della città ve sero Paolo II, che fu il primo Pontefi nendo contenuti dal celebre Giovan ce il quale affidò il governo e la custo ni Vitelleschi generale dell' esercito dia delle fortezze della santa Sede a papale. Ma divenuto questo, sebbene prelati e degni ecclesiastici, affinchè Cardinale , gravemente sospetto al in ogni evento fossero più fedeli ai Pontefice di tramar congiure , nel Papi e alla Sede apostolica. Questo passare dinanzi al castello fu fatto Pontefice era d'animo sì clemente , arrestare, e, volendosi difendere colla che mai permise si eseguisse la pe spada, non essendo soccorso da' suoi, na di morte , cambiando tal' estre die da lui si erano allontanati, dalla ma punizione coll' esilio, colla gale guardia del castello, e da Antonio ra, col carcere, e colla prigione ili CAS stesso sagro Collegio CAS a' 2 5 agosto i83 Castel s. Angelo, colla quale egli diceva aver ridotti i giovani roma predetto. ni scapestrati a tanta modestia e Ad Alessandro VI, Borgia, crea buona condotta , a quanta nessun to nel i492 , si debbono molte altro buon maestro li avrebbe ri fortificazioni del Castel s. Angelo , dotti. Di questi esempi nella nobil delle fosse, dei baloardi, ed altre tà romana, parecchi ne riporta il opere. Vi eresse altresì una torre Canesio nella di lui vita. quadrata sopra il maschio, che an Abbiamo dal Burcardo Conclave cora sussiste, chiusa però da due de' Pontefici Romani, che a quello il lati dai recenti edifizi fatti per co quale si celebrò per morte di Si modo del castellano, e degli altri sto IV nell'anno i 4^4, ecl elezione ufficiali del forte. Essendo caduto d'Innocenzo VlII, nel primo gior un fulmine, nello stesso pontificato no delle esequie, ai i 2 agosto, non di Alessandro VI sulle opere supe intervennero molti Cardinali per riori, bisognò rifarle. Vuolsi ancora chè il Castel s. Angelo stava nelle ch' egli vi costruisse l' annesso cor mani di Girolamo Riario nipote del ridore, il quale dal castello comu defonto Pontefice; ma ai 22 egli nica col palazzo apostolico vaticano, restituì il castello (nel quale ai i4 affine di aver pronto un ricovero di detto mese erasi ritirata la con nei tempi di fazioni e di guerre, e tessa di lui consorte) e tutte le le chiavi di esso si conservano pres fortezze della Chiesa, ch' erano in sua so il Pontefice Urbano VIII poi custodia. Questa restituzione tutta nel i63o fece con tetto cuoprire via non venne eseguita finchè i Car un tal corridore, cioè quella specie dinali non gli fecero sborsare quat di loggiato che sta sul corridore tro mila ducati di stipendio; restitu medesimo, ed inoltre lo fece restau zione che segui in questo modo. Il rare in molti luoghi, e separare vescovo di Todi, che era il castel dalle case per maggior sicurezza. lano, giurò nelle mani del sagro Nell'odierno pontificato vi si esegui Collegio di tenere il castello ad i- rono altri notabili miglioramenti. stanza di esso, e restituirlo poi al Di questo corridore è una imita l' eletto Pontefice, promettendo di zione anche più magnifica il cor cambiare tutti i custodi, e di man ridore, che in Firenze va dal pa darli via secondo la volontà dei lazzo Pitti al palazzo vecchio, cor Cardinali. L'ultimo giorno dell'e ridore, che i granduchi di casa Me sequie, che fu ai 25 agosto, tutti i dici, dai quali fu fabbricato, aveano Cardinali andarono a s. Pietro, ec in animo di condurre fino alla chie cettuati Savelli e Colonna, perchè sa della Nunziata. Va poi avverti nella notte precedente, contro i ca to, che il passetto, il quale dal Va pitoli, e le promesse predette, era ticano conduce al castello, si com no entrati in Castel s. Angelo cen pone di due piani; del primo che to cinquanta fantaccini ; laonde i riceve lume da alcune aperture la Cardinali, e gli altri ne rimasero terali delle mura, e del secondo, che disgustati. Tuttavolta il sagro Col è come un loggiato, coperto di tet legio fece quindi in modo , che la to. Chi passa pel primo non è ve famiglia Riario sgombrasse il castel duto, non così chi va nel secondo. lo, divenendone assoluto padrone lo Il medesimo Alessandro VI, op i84 CAS vazione nel castello, CAS perchè si sn- ponendosi alle pretensioni di Carlo VIII re di Francia, che voleva l'in rebbono adunati in conclave al Va vestitura del regno di Napoli, pen ticano. E di fatti ai 2 3 settembre sò quel principe d' impadronirsene , i5o3 concordemente ivi esaltarono e vendicarsi del Papa. A tal effet al pontificato Pio IH, che per sal to si recò in Italia con circa trenta vare Cesare Borgia dal risentimen mila i 494- uomini, Alessandro ed entrò VI, intimorito in Roma nel da to degli Orsini, lo fece porre sotto cortese guardia in Castel s. Angelo. sì poderoso esercito, coi Cardinali Egli pertanto vi si recò pel corri Orsini e Caraffa, passò ad abitare dore accompagnato dai Cardinali Castel s. Angelo ; ma il re sebbene Arbonense, Salernitano, Surentino, avesse ricevuto dai romani le chia Bolognese, Rotomagense, e Borgia, vi della città, venne a concordia seguito da due paggi e quattro ser col Pontefice, il quale si restituì al vitori, da tutte le sue figliuole, la Vaticano, con dure condizioni, che maggiore delle quali fu dal castel si riportano dall' annalista Hi naleli , lano posta nel maschio. Morto po all'anno i49,5. Indi il re s'avviò co dipoi Pio III, ai i8 ottobre a Napoli, ma il Papa avendo sco i5o3, dal Castel s. Angelo lo tras municato que' napoletani, che lo a- se Giulio II per mandarlo nella for vessero favorito, allorquando quel tezza d'Ostia, ove lo avrebbe rite principe fece ritorno in Roma, non nuto finchè non avesse fatto resti riputando il castello per sicuro asi tuire dai suoi castellani le fortez lo, si ritirò a Viterbo. ze, che occupava nello stato eccle Molto Alessandro VI, nel i5o3, siastico V. Borgia famiglia. il suo figlio Cesare Borgia duca Va L' imperatore Carlo V indispetti lentino, volendo imporre al sagro to della lega fatta nel i.T26 da Collegio acciò eleggesse un Papa suo Clemente VII con varii principi con amico, con dodici mila uomini ar tro la sua potenza in Italia , pub mati assediò Castel s. Angelo, e il blicò la guerra contro il Papa, e i Vaticano, per cui si legge nei Diari primi a cominciarla furono i Colon- del Burcardo, che nelle generali nesi, col vicere di Napoli Ugo Mon- congregazioni fatte dai Cardinali cada. Questi con buon esercito, sac nella sagrestia della Minerva, stabi cheggiando ai 2o settembre il bor lirono di celebrare il conclave in Ca go nuovo e il palazzo Vaticano , stel s. Angelo, e per maggior sicu Clemente VII scampò la morte col rezza esigettero il giuramento di fe rifugiarsi pel contiguo corridore in deltà dal castellano. Ma di poi, a- Castel s. Angelo, ove fu costretto a vendo il sagro Collegio spedito al capitolare ed accettar la tregua, che duca Valentino ( cui non volle ac durò poco tempo , onde dopo tre cordare di ritirarsi colle sue genti giorni potè ritornare al Vaticano , in Castello) Prospero Colonna, que come descrive il Guicciardini, HislO' sti ed alcuni ambasciatori il persua ria, lib. XVIII. sosero sagro a ritirarsi Collegio a Nepi mandò , onde il lo Cardi stes* Raccontano però il Giovio e il Ciacconio, che quando Clemente VII nal Carvajal al castellano che sem udì, che i nemici erano già entrati brava renitente sul farsi il concla in Borgo, non voleva partirsi dal ve nel forte, acciò non facesse inno- palazzo, anzi chiedeva di essere ve- CAS pel rigore degli CAS assedianti. Pertanto i83 stilo cogli abiti pontificali, e voleva aspettarli sulla cattedra pontificia, fu Clemente VII costretto a capi come già in simil caso, ma con e- tolare, ed arrendersi con durissime vento infelice, avea praticato in A- condizioni ai 5 giugno, cioè: i." di nagni Bonifacio VIII. Dissuaso però pagare al momento cento mila du difficilmente con grandissime pre cati d'oro, altri cinquanta mila den ghiere dai Cardinali, finalmente ad tro venti giorni, e venticinque mila ore diciassette mentre già il palaz nel periodo di due mesi; i.° di zo si saccheggiava, si ritirò, come consegnare in deposito il Castel s. dicemmo , con alcuni de' Cardinali Angelo nelle mani degli ufficiali pel corridore nel castello, in cui dell'imperatore; 3. di rimanere il trovò non esservi provvisione nem Papa prigioniero di Carlo V sino meno per tre giorni, senza muni al pagamento dei primi centocin zione e sufficiente presidio per la quanta mila ducati per ottenere il cattiva cura di monsignor Giulio del suo riscatto. Clemente VII, pei sa- Medici, castellano. Allora il Papa grifizi fatti e pel sacco non era più con premura fece chiamare d. Ugo in grado di pagar le somme , che Moncada nella stessa sera, acciò voles avea dovuto promettere per forza , se venire ad abboccarsi con lui, ed per cui si trovò nella più penosa e inviò in casa Colonna per ostaggi i spaventevole situazione, anche per la Cardinali Cibo e Ridolti. Vi si recò pestilenza, ch' erasi sviluppata in Ro il Moncada, benchè vi ripugnassero ma, e comunicata entro il medesi i Colonnesi, e gli portò la mitra mo castello. Le sue vive preghiere, pontificale preziosa, rubata la mat e quelle dei Cardinali, che lo avea- tina dai soldati, non che il pasto no seguito in castello ai i3 agosto, rale di argento, seguito da alcuni dei ottennero la grazia di essere tra suoi. dotti al Vaticano nel luogo detto di Ad onta della suaccennata tregua, Belvedere, ove rimasero custoditi da Carlo di Borbone poco di poi, con mille spagnuoli, guardando il Papa un esercito di quarantamila uomini, a vista lo spagnolo Alicornio, a cui assediò e prese Roma ai 6 maggio Carlo V avea raccomandato in Ispa- iSi'j, rimanendovi nel punto stesso gna la custodia di Francesco I, il morto da una palla di artiglieria, quale in questa prigionia trattò il che parti da questo castello, o più vicario di Cristo, come se fosse sta probabilmente dal campanile di s. to un capo di masnadieri. Ma ritor Spirito. Filiberto principe d' Oran- nato Clemente VII in Castel s. An ge, luterano, sottentrò al supremo gelo, e dubitando vieppiù delle mi comando, onde la capitale del mon re degli spagnuoli, agli 8 dicembre do cattolico soggiacque alle più fu di notte se ne fuggi in abito di neste disavventure, e al più deplo mercante ad Orvieto, avendogli Ben rabile saccheggiamento, che venne venuto Cellini, che dimorava nel proseguito per due mesi. Appena castello, cucite le gioie de' pontificii Clemente VII intese l'avvicinamento triregni nelle di lui vesti, e in quel dell'inimico, pel mentovato corri le del Cavalierino di lui famigliare. dore passò in Castel s. Angelo, ove Dipoi il Cardinal Campeggi, legato fu strettamente assediato, solfiendo- di Roma, costrinse l' esercito impe vi le più gvavi angustie, e miserie riale a partirne ai i7 febbraio i 528, i.% GAS reatino Raffaele, CAS figlio di Eaccio da e Clemente VII vi fece ritorno sol tanto ai 6 ottobre. Montelupo, fece una statua di mar In Castel s. Angelo mentre vi mo alta cinque braccia rappresentan dimorava il Pontefice, morirono due te l'Angelo s. Michele a similitudine Cardinali : cioè ai i5 agosto i527, di quello, che apparve a s. Grego d'anni trentasei , Ercole Rangoni rio I, quando nella sommità del nobile milanese, riguardato come castello Io vide rimettere la spada l'amore, e la delizia del sagro Col nella guaina, e fu collocato in cima legio per cui ne fu pianta la mor della torre quadra di mezzo, dove te, e Francesco Armellini Medici, s' inalberava lo stendardo pontificio; della famiglia Pantalassi di Perugia, e siccome fu fatto architetto del che vi cessò di vivere d'anni cin castello , seguendo la maniera di quantotto nell'ottobre i5v.y, pel do Michelangelo, vi accomodò e decorò lore di aver perduto nel saccheggio molte stanze con intagli di pietre e quanto possedeva in Roma. Nel mischi di diverse sorti nei cammini, lo stesso castello, ad onta di tan finestre e porte. Sotto il detto An te peripezie, Clemente VII, ai 2 i gelo divisava Clemente VII di porre novembre, tenne concistoro, facen le statue de' sette vizi capitali, forse dovi la sua seconda promozione dei per alludere, che il luogo non solo seguenti otto Cardinali : Antonio e di difesa , ma di punizione pei Sanseverino napoletano; Gio. Vin rei, ma sebbene li avesse fatti di cenzo Caraffa napoletano , Antonio segnare da Baccio Bandinelli, questa Matteo Palmieri napoletano, Anto idea non fu effettuata, come rac nio de Prat assente francese, Enri conta il Bonanni tom. I, pag. i35, co Cardona spagnuolo assente, già che d' altronde sarebbe riuscita di prefetto di Castel s. Angelo, ad istan ornamento al castello. za di Carlo V, Girolamo Grimaldi Giulio III, Ciocchi del Monte, genovese, Pirro Gonzaga di Manto a' a4 giugno dell'anno santo i55o va, cugino di Luigi, il quale dalla prese il solenne possesso nella basi piil igione Pontefice di Castel travestito s. Angelo in condusseOrvieto, lica lateranense, e poi coi Cardinali, colla famiglia pontificia, ed altri, e Sigismondo Pappacoda napoletano, ch'erano intervenuti alla cavalcata, che per umiltà rinunziò la dignità. si recò in Castel s. Angelo , ove Avendo poi Clemente VII osser pranzò, e si trattenne tutto il giorno vato, mentre era assediato in questo e la notte. Prima di lui , anche castello, che dalle due cappellette Leone X , nel i 5 i 3, ritornando al di marmo, erette nell' ingresso del Vaticano dal solenne possesso preso ponte s. Angelo in onore de' santi agli i i aprile , giunto che fu a Pietro e Paolo, i soldati cogli ar ponte s. Angelo, licenziò i Cardinali, chibugi ammazzavano chiunque si entrò nel castello , e vi rimase a allacciasse alle mura del castello, dormire la notte, come attesta Pa ritirandosi in esse prontamente, le ride de Grassis, Acta Ccerem. pag. fece subito demolire, e poscia in 382. Angelo Massarelli, parlando vece vi eresse due basamenti colle di Paolo IV, Caraffa, nel suo Dia statue dei medesimi principi degli rio, dice che partendo dal Vaticano, apostoli. Nel medesimo pontificato di lunedì 3 giugno i555, per passare Clemente VII, il celebre scultore fio- al palazzo di s. Marco, ad evitare CAS CAS i87 i gran caldi dell'estate e per como tre pontificali di Natale , di Pasqua , do della curia , andò in Castel s. di s. Pietro, nella vigilia del Corpus Angelo, e vi dormì la notte, par Domini, o in occasione di qualche tendone il giorno seguente. Si parla pontificale straordinario, dal mag poi nel Diario, scritto da Gio. Fran giordomo, dal tesoriere, dal presi cesco Firmano, del possesso solenne, dente del mare, ossia dal prefetto che ai 6 gennaio i56o, prese della di Castel s. Angelo, o da altri da basilica lateranense il Pontefice Pio loro deputati a farne le veci ( re IV, Medici, che dopo in lettiga si candosi a Castel s. Angelo, e por fece portare nel Castel s. Angelo, tando ognuno la chiave ond' era ove pranzò, succedendo molte salve chiuso il cassone di ferro in cui d' artiglieria nell' ingresso e nella stavano riposti i triregni), si estrae partenza. vano coll' assistenza del gioielliere Questo Papa non solo prese par- de' ss. palazzi apostolici, e si conse ticolar cura dell' adiacente borgo, o gnavano a un cappellano segreto, città Leonina, che volle fortificare, rogandosi l'atto dell'estrazione, e ma cinse anche di solide mura il della consegna da un notaro di ca Castel s. Angelo, e in molte parti mera , dal quale coll' intervento dei lo restaurò ed abbellì, accrescendone medesimi soggetti, si rogava l'altro le difese. Avendo fatto fabbricare atto, quando si riportavano nello una porta poco lungi da questo stesso luogo dopo la funzione. Ezian forte , fu chiamata Porta Castello, dio fino al termine del secolo XVIII ma poi fu chiusa. in questo luogo, in una gran camera Del Castel s. Angelo, siccome il rotonda , eravi l' importantissimo luogo più sicuro di Roma, si servi Archivio segreto di Castel s. Angelo rono i Pontefici romani per custo (J^edi), ch'ebbe principio, nel i5o,2, dirvi le cose più preziose, il danaro, da Clemente VIII per suggerimento i triregni, e gli archivi. Sisto V pel di Bartolomeo Cesi ( il quale fu primo vi ripose un milione di scudi egualmente benemerito dello stabili d'oro nel i586, come si legge nella mento dell'archivio vaticano) poi costituzione 43, Ad clavum, de' 2i Cardinale, e che ne fu il primo aprile, che in moneta corrente equi prefetto. valeva ad un milione seicento cin Tale archivio, nel i799, fu riu quantamila scudi; un altro milione nito a quello Vaticano. Giuseppe di scudi d'oro vi pose nel i587, sic Antonio Vitale, nelle Memorie dei come risulta' dalla costituzione io8, Tesorieri pag. 47, (per conciliare la Anno superiore, emanata ai -6 no verità di tale istituzione con l'espres vembre, ed un terzo ve lo pose nel sioni del breve di Leone X de' i 8 i 588, facendone testimonianza la co settembre i 5 i 5, diretto a Filippo stituzione i25, Etsi, de' 27 aprile, Beroaldo, e citato da Tommaso In- che in tutto formano cinque milioni ghirami nelle due sue Orazioni e centocinquantamila scudi d'argen pubblicate dal Galletti pag. i2, al to- V. Tesoro Pontificio. In Castel quale commise curam privilegiorum, s. Angelo si custodirono altresì, sino et scrìpturarum S. R. Ec., quce in agli ultimi del secolo decorso, le arce nostra s. Angeli de Urbe re- mitre preziose e i pontificii triregni posita sunt , e che prima avea ( Fedi), che ne'gioini precedenti ai commessa allo stesso Inghirami ) i88 CAS Ih oltre col bronzo CAS delle travi del' dice, che ancora non vi era stabilito un archivio formale e ben ordinato Pantheon vi fece fondere più di di tutte le carte spettanti alla sede ottanta pezzi di artiglieria, come si apostolica, e che quindi il Cesi fece vede nell' iscrizione posta nel portico a ciò determinare Clemente VIII e del menzionato tempio, cosicchè rese Paolo V, comprovandolo con l' au il castello quasi inespugnabile, e di torità dell'Oldoino, il quale, nel tomo più, nell'anno i644, il circondò IV, pag. 267, asserisce, che Cle di grosse muraglie e bastioni, da mente VIII Tabularium pontifichua quella parte, che guarda la città in arce Hadriani constiluil. Extat Leonina. Card. Maphoei Barberini, qui ad Di poi altre fortificazioni , e be Petri solium evectus Urbanus VIlI nefica fecero in questo castello, Cle est nominatu*, epigramma ad Cle- mente X, Altieri, eletto nel i67o, mentem VIlI, de Tabulario ponti ed Innocenzo XI, Odescalchi, che ficio in arce Hadriana . Leggesi gli successe nel i676. Innocenzo XII, di fatti inter e/us Poe/nata, Roma; Pìgnatelli, malgrado le grandi spese i635. da lui sostenute, morendo nel i7oo, Grandemente benemerito di que lasciò un milione di scudi in Castel sto forte fu Papa Urbano VIII, al s. Angelo depositati. lorchè fortificò vari punti dello stato Esaltato al Pontificato, nel i73o, nella guerra, che sostenne. Lo rin Clemente XII, Corsini, dal Vaticano novò in molte parti con opere di fece condurre l' acqua nel Castel s. difesa solidissime, nel i628, e vi Angelo in vantaggio e comodo del aggiunse il bastione, che si vede presidio , ed autorizzò il duca di sopra il Tevere , restringendo da Palombara Zenobio Savelli, in quel quel Iato il corso delle acque, ed tempo castellano, ad erigere la nuo impedendo cosi gli effetti delle ec va abitazione per sè, abitazione che cessive inondazioni, come ne fa fede ancora serve a tal uopo. La fabbrica la lapide, che trovasi infissa sul nondimeno non fu terminata se non muro esterno, che chiude la cortina sotto il pontificato del di lui succes del castello, e che continua la strada sore Benedetto XIV, Lambertini. verso il Vaticano. Eccone il tenore : Il qual Pontefice pose in questo Urbanus VIlI. Pont. Max. forte i due milioni di scudi statigli inviati da Ferdinando VI re di Spa cludens Propugnaculuni, sub Pontificis duo fornice hcec spada. inter- gna, pel noto trattato. Nel i748, si recò quel Pontefice nel castello, Inutilker antiquitus fabricatum venendo ricevuto ai cancelli, in as solo lequavit, senza del duca di Palombara vice- Fluminis lapsu hac ex parte re- castellano, e di monsignor Santo- serato buono, presidente del mare e pre Quod munitam magis arceni efflcit, fetto di Castel s. Angelo, da mons. Ei exundationes ingruentes cohibet Maggi pro - commissario generale Ne posteri provenientis hinc uti- delle armi, che gli presentò le chiavi litatis della fortezza. Entrò nel forte in com Ignari secus quid moliantur, pagnia dei Cardinali Valenti segre Hoc voluìt extare documentum. tario di stato, e Colonna, non che Anno Doni. i628. Pontif. V. di monsig. Banchieri tesoriere gene CAS dici milioni di CAS franchi , onde i89 col rale. Il Pontefice percorse molti luoghi del castello , ed osservò il consenso del sagro Collegio ricorse celebre archivio. Essendo poi mal ai tesori depositati pei bisogni più menata dal tempo, e dai fulmini la urgenti da Sisto V in Castel s. Ange statua di s. Michele arcangelo, ese lo, stato opportunemente fortificato guita in marmo da Raffaele da e provveduto di munizioni e vetto Montelupo, Benedetto XIV ne ordinò vaglie a tenore del pericolo, in cui un modello colossale al fiammingo trovavasi Roma, già piena di emis Pietro Venschelfeld, e la fece fon sari francesi. Ad onta de' suddetti dere in bronzo dal valente gettatore sagrifizi gl' invasori, nel i 797, mi Francesco Giardoni. Quindi, nel nacciavano di estendere le conqui i752, si portò alla fonderia came ste ; e fu allora che Pio VI inviò rale, ove era stata eseguita la fu a Terracina tutto ciò, che di prezio sione, e benedi la statua, che poi so conservavasi in Castel s. Angelo, fu collocata sulla sommità del ma e munì di alquanta truppa i con schio di Castel s. Angelo , ed è magna,fini della sebbene limitrofa invano. legazione Dappoichè di Ro- quella, che tuttora si vede. Fu essa scoperta nel medesimo anno quan superata dai francesi la fortezza di do Benedetto XIV dal Quirinale, il Mantova, una divisione dell'armata giorno della vigilia dei ss. Pietro e si rivolse verso lo stato ecclesiastico, Paolo, si recava al Vaticano pel ve- e battuta la poca truppa , che le spero pontificale, ed allorchè passava si oppose, giunse sino a Fuligno , il ponte s. Angelo varie salve di onde fu costretto il Papa a chiede artiglieria accompagnavano quello re la pace, e spedire a Tolentino i scoprimento. Benedetto XIV in altro plenipotenziari. Indi Pio VI, per la giorno si recò al Castello, per rive umiliante pace che, ai 2 3 febbraio, dere l' archivio segreto , che avea venne obbligato a stipulare in To fatto restaurare ed abbellire. lentino, credendo per essa cessato Nel i
Enrico dei duchi di Cardona, spa- nel i6o5, fece prefetto del forte il gnuolo, arcivescovo di Monreale, e proprio fratello Gio. Battista Bor uomo di straordinaria virtù , cele ghese. Il citato Cancellieri racconta brato qual degno di eterna memo ne' menzionati Possessi a pag. i74, ria. Quindi il dichiarò prefetto di che in quello pigliato da Paolo V, Castel s. Angelo: ed in progresso appresso i conservatori di Roma ca mentre trovavasi nella sua diocesi , valcavano i fratelli di sua Santità , ed essendo il Pontefice Clemente cioè Francesco , capitano generale VII, nel i5ij, assediato in Castel della guardia di sua Beatitudine, e s. Angelo, fu da quel Pontefice crea governatore di Borgo, e Gio. Batti to Cardinale. In tal tempo era ca sta castellano di Castel s. Angelo , stellano monsignor Giulio de Medici -tra' quali cavalcava l' ambasciatore parente del Papa, il quale lo do di Savoia. vette acremente rimproverare per Nel Pontificato di Urbano VIII, aver trovato il forte sprovvisto di Barberini, ottenne la castellani,! il tutto, allorchè vi si ritirò per evi patrizio velletrano Giuseppe Ginnetti, tare le prime furie dell' esercito del fratello del celebre Cardinal Marzio vicere di Napoli d. Ugo Moncada. vicario di Roma sotto cinque Papi, postoPaolo alla III, presidenzaFarnese, dopo della aver fortezza pie*- e marchese di Roccagorga. Questi si rese molto benemerito del castel della città di Perugia da lui stesso lo, per avere istituita, e dotata una edificata , Tiberio Crispi, romano , cappellani» nella cappella del ca suo stretto congiunto, uomo adorno stellano, dedicata all'arcangelo s. Mi di molte belle doti, lo destinò al chele dando a' successori suoi la fa tresì alla prefettura di Castel s. An coltà di nominare il cappellano. Il gelo, e nel i544 lo fece Cardinale. Pontefice Innocenzo X, Pamphilj, Il Papa Urbano VII, eletto nel i59o, dichiarò nel i6^5 governatore di conferì il governo e il comando del Castel s. Angelo il marchese An forte al suo nipote Mario Mellini , drea Giustiniani, principe di Bassa- proibendogli di accettare il titolo no, marito di una sua nipote. Ales di eccellenza proprio dei nipoti dei sandro VII, Chigi, sanese, nominò Papi. Da Clemente VIII, asceso al nel i656, d. Mario suo fratello ge trono pontificio a' 3o gennaio i592, nerale di s. Chiesa , e castellano. fu fatto prefetto di Castel s. Auge- Clemente X , altieri , dopo avere Io il suo nipote Pietro Aldobrandi adottato nella propria famiglia Ga no oriundo fiorentino, il quale os spare Paluzzi degli Albertoni, che servando che il presidio del forte avea sposato la di lui nipote, lo in era composto di soli soldati di fan signì nel i67o della carica di ge teria , e non aveva persone capaci nerale di s. Chiesa, e di castellano. di manovrare e servire le artiglie Alessandro VIII, nel i689, creò il rie, e che nelle diverse circostanze suo nipote d. Marco Ottoboni gene di bisogno avea dovuto il governo rale delle galere pontificie , e go cercarne altrove, ottenne dallo zio la vernatore del castello. Nel i72i formazione di una compagnia di Papa Innocenzo XIII confermò in bombardieri col rispettivo capitano, vice-castellano certo Olivieri, fratello e cogli uffiziali- Assuuto poscia al su- del Cardinale di tal cognome, am CAS impugnata in una CAS mano, e nell'al 2o9 bedue congiunti del predecessore Clemente XI. Nel pontificato di Cle tra il bastone di comando. mente XII, Corsini, e precisamente Nel numero 7656 dell'anno i766 nel i73o, fu vice-castellano il duca si accenna la morte del balì Papi- di Palombara Zenobio Savelli. Suc rio Bussi vice-castellano, e si racconta, cessivamente si enumerano fra i vi che il cadavere di lui fu esposto ce - castellani un balì Ricci , e un nella sala paolina del castello, as commendatore d. Marco Ottoboni sistendo alle esequie i cavalieri ge ai tempi in cui regnava Pio VI. rosolimitani di lui confratelli. Al fi Nella restaurazione poi del governo ne delle esequie ebbe luogo lo spa Pontificio, dopo le vicende avvenu ro del cannone. Negli ultimi tempi, te sul fine dell'ultimo secolo, ebbe il cadavere del general Colli coman il comando del forte s. Angelo , il dante del castello , fu consegnato generale di brigata Francesco di Pao formalmente ad un officiale coman la Colli , e dopo la di lui morte , dante un picchetto di granatieri, e il suo figlio Angelo Colli , coman venne scortato con divota pompa al dante il corpo dei cannonieri. Po la chiesa, seguito e preceduto da steriormente, restituito lo stato ec tutta la guarnigione della città, clesiastico al legittimo sovrano Pon la quale nella seguente mattina si tefice Pio VII, questi elesse per co radunò innanzi la detta chiesa , e mandante del forte s. Angelo , nel fece le consuete tre scariche di fu i8i5, il barone Carlo Ancajani ge cile nel tempo della messa di re nerale di brigata , cui il regnante quie, che fu cantata. Gregorio XVI diede per successore CASTELLAR Giovanni, Cardina nel i837 il commendatore Ottavia le. Giovanni Castellar nacque nel no Zamboni, ed avendo poi questi i442 dalla nobile famiglia di Castella, data la sua rinunzia, lo stesso Pon nella diocesi di Valenza. Era consan tefice nominò il conte Domenico guineo ad Alessandro VI , canonico Bentivoglio generale di brigata , al prima di Siviglia, poi di Napoli, quindi quale nel mese di febbraio i839 fu di Burgos, governator di Perugia , sostituito il commendatore Filippo nel i4°/3 arcivescovo di Trani, nel cav. Contini, parinunti generale di i497 di Oleron nel!' Aquitania; fi brigata , che tuttora ritiene il co nalmente ai 3i maggio del i5o3 mando di questa si rinomata fortezza. Alessandro VI l' onorò della sacra I Diarii di Roma hanno talvolta porpora col titolo di s. Maria in descritta la pompa funebre, che si Trastevere. Dipoi fu trasferito alla celebra nella morte di qualche vice chiesa di Monreale in Sicilia, della castellano. Quello del i7i8 al nu quale, per le strettezze dei tempi , mero i 52 riporta, che il cadavere non potè conseguire le bolle nè da del vice-castellano Origo fu traspor Alessandro VI, nè da Pio III, che gli tato, vestito di sacco da confrate , successe, ma solamente da Giulio II. nella chiesa di s. Marcello senza Passato dipoi da Roma a Napoli, e pompa militare, ma che nella se di qua nella Spagna, morì a Va guente mattina fu esposto sopra un lenza nel i5o5 di sessantatre anni, alto Ietto funebre, coperto di ar e trenta mesi di Cardinalato , ed matura di ferro , con elmo in testa ebbe la tomba de' suoi antenati nel sormontato da piume, colla spada convento de' romitani. vol. x. 4 2 io CAS mossi, nel i767, CAS Castel Sardo. La CASTELL ARAGONESE, o Ca stel Sardo (Castrimi Aragonense). sede vescovile poi d' Ampurias, che Città vescovile dell' isola di Sarde in progresso era stata trasferita a gna, forte con porto di mare sulla Terranuova, da ultimo fu dal Papa costa settentrionale della divisione regnante, nel i839, stabilita nella di Sassari, cioè sulla punta orientale città di Tempio. L' antica chiesa del golfo Turritano. Essa è cinta cattedrale di Castel Sardo è dedi da vecchie mura , e da bastioni , cata a s. Antonio abbate. Il capi mentre il suo porto la difende con tolo si compone della dignità del un fortino. Fabbricata verso il i2i0 l'arciprete, e di undici canonici con dai genovesi, venne prima chiamata due prebende, non che di parecchi Castel Genovese, e fu popolata di preti e chierici. Nella stessa catte liguri della casa Doria, sugli avanzi drale evvi la parrocchia, ch' è l uni di Giuliola Ampurias. Indi passata ca della città, e che viene ammi la Sardegna, nel XIV secolo, sotto nistrata da un canonico approvato il dominio de' re Aragonesi , il ca dal vescovo con due preti ausi stello prese da questi il none, per» liari. Vi ha eziandio un convento che fu la prima città, ch'essi occu de' minori conventuali . La tassa parono verso il i323. Commanville della mensa, secondo i registri ca dice, che nel i5o3 vi fu trasferita merali, e le proposizioni del con la sede vescovile di Ampurias (Vedi) cistoro, ascende a cento settantuno istituita nel sesto secolo, e suffraga- fiorini. nea della metropoli di Sassari. Il CASTELLENSE o CASTELLI, vescovo vi risiedeva sei mesi dell'an Adriano, Cardinale. Adriano Castel- no. La chiesa cattedrale di Ampu lense o Castelli nacque a Corneto rias era sotto F invocazione di san da buoni e doviziosi parenti, e per Pietro delle immagini, con arciprete ciò fu detto il Cardinal di Corne e otto canonici; ma attualmente to. Era assai eccellente nella lin non avvi che una piccola chiesa gua latina, nonche nella greca ed denominata s. Pietro di Mare, sulla ebraica. Innocenzo VIII, conoscendo spiaggia boreale. Nella invasione fran la destrezza di lui nel maneggio cese del i527, sotto Francesco I, degli affari, lo spedì nunzio a paci re di Francia, e Carlo V impera ficare i re di Scozia e d' Inghilterra. tore, diretta dai capitani Renzo In appresso divenne accetto ad En Ursini di Cerì pel re, e da Andrea rico VII, il quale si prevalse del Doria celebre ammiraglio per l' im l' opera sua presso i Pontefici In peratore, Castel Aragonese fu valo nocenzo VlII, ed Alessandro VI. rosamente difeso dai fratelli Manca Quindi fu nominato alla chiesa di Baroni di Tiesi Sassaresi, che furono Herford, cui cangiò poscia con quel favoriti da una tempesta nel ribat la di Bath e Velles unite, e fu tere l' assalto . Dipoi , nel secolo spedito nunzio in Francia a com XVIII, Filippo V re di Spagna ne porre le cose d' Italia. A nome del discacciò i tedeschi nella guerra di la santa Sede andò alla corte di successione, finchè divenuta dominio Parigi a condolersi della perdita di della casa di Savoja, in uno al re Carlo VIII, poi divenne segretario gno di Sardegna, cambiò di nuovo delle lettere pontificie, e pressochè il nome dal suo signore, e chia- arbitro degli affari del Pontificato;
CAS CASTELLI Giuseppe CAS Maria, Car 2i1 fu cherico di camera, tesoriere, e da ultimo ai 3o maggio del i5o3, dinale. Giuseppe Maria Castelli nac Alessandro VI lo innalzò all' onor que a Milano da nobile famiglia della porpora col titolo di s. Griso- a' 4 ottobre del i7o5, e fatti i gono. Sebbene abbia seguito a Bo suoi studii manifestò viva brama di logna Giulio II , pure per certe di dedicarsi al servigio della Santa Se spute avute col vescovo di Vigorne, de, ponendosi in prelatura. Avendo ambasciatore del re d' Inghilterra, esercitate con zelo e lodevolmente incontrò lo sdegno di Giulio, e ad diverse cariche, dopo essere stato evitarne gli effetti, ricovrò presso il commendatore di s. Spirito, venne lago di Garda sui monti di Trento. promosso al Cardinalato da Clemen Morto Giulio, ed eletto Leone X, te XIII a' 24 settembre del i759 ritornò a Roma ove fu accolto ed col titolo presbiterale di s. Alessio. onorato assai dal novello Pontefice. A cagione della reputazione che go Ma la congiura ordita dal Cardinal dette presso i Pontefici, fu aggrega Petrucci contro Leone, rovinò il to alle congregazioni cardinalizie del Castellense; dappoichè essendo mossa s. offizio, del concilio, di propagan contro di lui l'accusa, che fosse col da, dell'esame de' vescovi, dell' indi pevole di tale delitto, venne condan ce, della disciplina regolare, della nato ad un' ammenda di 25 ooo visita apostolica, delle acque, e della scudi d'oro, e temendo di peggio, correzione de' libri della chiesa orien fuggì da Roma nel giugno del i5i7, tale. Ed è perciò, che ricco di me e ricovrò a Venezia. Senonchè citato riti e di esperienza fu fatto prefetto legalmente dal Pontefice dopo tem generale della mentovata congrega po convenevole, e non comparso, si zione di Propaganda, laonde potè dichiarò contumace, venne privato esercitare ovunque i suoi lumi , e e spogliato d'ogni dignità, uffizio e l'ecclesiastico zelo da cui era anima benefizio , nè si sa come , e dove to. Fu protettore del collegio apo terminasse di vivere. Avea dato stolico de' sacerdoti a ponte Sisto , principio alla versione della divina della chiesa nazionale e arciconfra- Scrittura, dall'ebreo in latino: a ternita de' ss. Ambrogio e Carlo dei Carlo V dedicò un'opera latina, cui milanesi, dell'accademia teologica, compose sui modi di parlare latina delle città di Narni, Piperno, e Ci mente; ed un'altra ne compose in vita-Castellana , e degli ospedali di titolata La vera Filosofia, ove rac Perugia, Spoleto, Narni e Viterbo. colse le sentenze de' quattro latini Morì a Roma li 9 aprile i7^o, al dottori. A Roma non molto lungi tamente lodato per la sua pietà non dal Vaticano e sulla piazza Scossa- comune, e straordinaria dottrina, e cavalli fabbricò un palazzo, cui do fu esposto nelle esequie , e sepolto nò al re d' Inghilterra, e quindi fu secondo la sua testamentaria dispo posseduto dalla famiglia Giraud, ed sizione, nella detta chiesa de' ss. Am Oggi è proprietà del principe d. Ales brogio e Carlo al Corso. sandro Torlonia. Da Girolamo Ferri CASTELLI Guido (de'), Cardina si ha De rebus gestis et scriptis Ha- le. V. Celestino II. driani Castellani Cardinalis , quo CASTELLUM TlTULIANUM, o imprimis auctore latinitas resuluta, Castello Titvlita. Sede episcopale FaVcntiae i77i. di Numidia, nell'Africa occidentale, mi CAS vennero a fondare CAS il regno di Leo sottoposto a Cirta Giulia, metropoli del IV secolo. Not. Afr. ne (Fedi), s'impadronirono subito CASTELLUM MEDIANUM. Se di questa provincia, ma essa non de episcopale della Mauritiana Cesa fu interamente riunita a questo re ria na nell'Africa occidentale. NoI. gno se non verso l'anno i o85, sotto Afr. Alfonso IV, re di Leone, e primo CASTELLUM JABARITANUM. di Castiglia, figlio minore del re Sede vescovile della Mauritiana Ce- Sancio I, fondatore della monarchia sariana, nell'Africa occidentale. Not. Castigliana. Da quel tempo la nuova Afr. CASTELLUM TETRAPORTIEN- segui i destini della vecchia Casti glia sino alla traslazione della sede SE. Sede vescovile della Mauritiana della monarchia spagnuola nel suo Cesariana, sotto la giurisdizione di seno. Confina colla Castiglia vecchia, Giulia Cesarea , che fu eretta in con l'Aragona, Valenza, l'Andalu metropoli nel IV secolo, nell'Africa sia, Murcia, e l' Estremadura. La occidentale. Not. Afr. nuova Castiglia , di cui Madrid è CASTELLUM. Sede episcopale capoluogo, dividesi in cinque Pro della Mauritiana Cesariana, cioè vincie che sono : Cuenca , Guadala- sottoposta alla metropoli di Giulia xara, Madrid, la Manica e Toledo. Cesarea, nell'Africa occidentale. Not. V. Castiglia Vecchia, Aragona, e Afr. Spagna. CASTELLUM RIPENSE. Sede CASTIGLIA VECCHIA. Provin episcopale nella Mauritiana Cesaria cia della Spagna. Dopo esser pas na, nell'Africa occidentale. Genu. sata dal dominio dei romani a quel lib. de Script. Eccl. lo dei goti, e da questi ai mori, la CASTELLUM MINUS. Sede ve vecchia Castiglia, primaria culla del scovile della Mauritiana Cesariana, la possente monarchia spagnuola , nell'Africa occidentale. Not. Afr. fu riunita al regno di Leone, fondato CASTELLUM. Sede vescovile di circa l' anno 92o dai cristiani, che Numidia nell'Africa occidentale sotto si rifugiarono nelle montagne del la metropoli di Cirilla Julia. Not. le Asturie nell' epoca dell' invasione Afric. moresca. Quindi venne governata CASTENAT o CASTANET Ber dai suoi conti particolari. In segui nardo , Cardinale. V. Castagneto. to i Castigliani, essendosi ribellati CASTIGLIA NUOVA. Una delle contro Ordunno I re di Leone, che più grandi provincie della Spagna, avea fatto trucidare i conti gover che tiene il primo posto, avendo nel natori della Castiglia, giunsero a mezzo di essa la città di Madrid rendersi indipendenti, e confidarono ( Fedi ) , capitale della monarchia l'amministrazione del loro paese a spagnuola. Dicesi nuova perchè tolta due giudici. Fernando Gonzales, fi a' mori in epoca posteriore all'altra, glio di uno di essi, fu acclamato che chiamasi vecchia. Fino al secolo conte di Castiglia l'anno 923; ma XI ebbe il titolo di contea , e per la sua discendenza essendosi estinta un tempo si denominò anco regno nel conte di Garcias, il re di Na- Toletano. La nuova Castiglia formò varra Sancio I, divenuto conte di sotto il dominio moresco un regno Castiglia pel suo matrimonio con particolare, ed i cristiani, che per- Rulnla Mayor sorella dell' ultimo CAS CAS ài3 conte, fu acclamato, nell'anno io28, stiglioni, Castillon, ChaOllon. E pe per primo re di Castiglia. In ap rò assai difficile il rintracciare qua presso, a poco a poco i successori li di. queste famiglie abbiano tra di lui s' impadronirono dei regnidi di loro una comune origine, e qua Leone, di Aragona (Predi') e di Va li non abbiano di comune che il lenza, non che del principato di nome, e così se questo provenga da Catalogna, della Discaglia, e di una signoria ottenuta, o non semplice porzione del reame di Navarra, ed mente dalla indicazione d'origine. estesero le loro conquiste nella re Se da queste considerazioni genera gione meridionale della Spagna sog li scenderemo ora ai particolari del getta al dominio dei mori. Però la la famiglia milanese, che diede alla vecchia Castiglia non perdette il Chiesa un sommo Pontefice, e al suo titolo di regno se non allor sagro Collegio quattro, o forse, co quando, nel i476, pel celebre ma me si dirà, cinque Cardinali, dire trimonio d' Isabella con Ferdinando mo che dai documenti non risulta re d' Aragona, i possessi di questi alcun fondato argomento per crede due sovrani non formarono che un re, ch' essa abbia comune l' origine solo regno. Tuttavolta allorchè Co coi Castillon, o Chàtillon di Fran lombo volle tentare il discuoprimen- cia, nè coi Castiglioni di Piemon to del nuovo mondo, la regina Isa te, ne' coi Castiglioni d' Ischia, che, bella, che gliene fornì i mezzi, vol nel i8o3, diedero al medesimo sa le che i risultati, i quali ne sareb- gro Collegio il Cardinale Giovanni bono derivati, fossero a vantaggio Castiglione (Vedi). Quest' ultima soltanto della sua corona di Castiglia. famiglia, avendo comune lo stem Burgos [Vedi), capoluogo della pro ma coi Castiglioni di Milano, e vincia, fu sede della real corte sino con quelli di Cingoli, compone le all' imperatore Carlo V, il quale sue arme gentilizie di un campo volle trasferirne la residenza a Ma rosso , con leone rampante , che drid , donde provenne la deca colla branca destra sostiene una denza dall'antico lustro, e dal flo torre. E quando la casa Farnese le rido stato, goduto dalla Castiglia concesse di poter inquartare parte vecchia tanto sotto i suoi conti , del suo stemma, divise il proprio quanto sotto i suoi re. La Casti in due parti: nel lato superiore in glia vecchia confina colla Navarra , campo celeste riportò tre gigli far- colla Discaglia, colle Asturie, e col nesiani, e in quello inferiore l' an regno di Leone, coll' Aragona, colla tico della famiglia, proprio , co Castiglia nuova (Vedi), e dividesi me dicemmo, anche dei Castiglioni nelle cinque provincie di Burgos, Se di Cingoli , e di quelli di Mi govia, Avila, Coria, e Logrogno. V. lano. Spagna. Il paese, onde traggono origine i CASTIGLIONI Famiglia. Dalla Castiglioni di Milano, è posto cin voce di bassa latinità Castellionum que miglia al mezzo di Varese, indicante un castelletto, derivò il no nell' antico contado del Seprio, il me di moltissimi paesi in Francia cui nome pare derivato da quello ed in Italia. Da questi nomi poi a d'Insubiia. Nell'archivio diplomati vicenda ebbero origine quelli di più co di Milano trovasi un documen famiglie italiane e francesi dette Ca- to dell' anno 987, in cui è fatta 2i4 CAS omesso questo CAS secondo predicato o menzione di un Guido Castiglioni figlio di Palcheterio di nazione lon aggiunto, è quella cui appartenne gobarda, che diede in feudo alcu il fu cavaliere Luigi Castiglioni, pre ne terre di Valtellina. D' altra par sidente dell'accademia di belle arti te una tradizione riferita dal Si- di Milano, che ha tessuto una la gonio vuole, che Corrado, figlio di boriosa storia in più volumi dei Berengario re d' Italia, togliesse in diversi rami Castiglioni di Milano, moglie Richelda di stirpe longobar storia che si conserva manoscritta da, ed avesse possedimenti in Lom dai nipoti di lui. Di là sono trat bardia, fra i quali Castiglione, otte te molte delle notizie , che qui si nutane la signoria dall'arcivescovo accennano. A questa famiglia pure di Milano; le quali notizie però appartiene Guarnerio, che nel seco potrebbero conciliarsi col supporre, lo decimoquinto fu famoso giure che la signoria di quel paese pas consulto, ed ebbe gran parte nel sasse da una famiglia longobarda in reggimento politico della patria, du quella di Corrado , mercè il suo rante la fine della dinastia Viscon matrimonio con Richelda, e la con ti, e l' effimera repubblica, che pre seguente conferma nella investitura. cedette il dominio Sforzesco. Ritengono però ordinariamente i All'altro ramo Castiglioni poi , genealogisti, che da questo Corrado, suddiviso in un numero grandissimo detto anche Conone, derivi la fa di famiglie, molte delle quali sono miglia Castiglioni, ma le prove di ora decadute in basso stato, apparten figliazione mancano in parte, ed in ne il Pontefice Celestino IV (Vedi), parte si appoggiano a tradizioni, ed e vi appartenne pure da ultimo a monumenti sospetti. E pure in l'altro Pontefice Pio VIII (Fedi). certo se i due principali rami del Di essi, e delle loro famiglie parle la famiglia, l' uno detto inoltre di remo in appresso. Casciago dal nome di altra terra Un altro ramo secondario dei Ca vicina a Varese, l' altro detto sem stiglioni di Castiglione, è quello di plicemente di Castiglione, abbiano Mantova cui appartiene il celebre in realtà origine comune. La qua- Baldassare,unodei più eleganti scrit Je, se l' hanno, è certamente assai tori d' Italia del secolo XVl, discen antica, ed anteriore al secolo deci dente da un altro di egual nome, moquarto, cui ascende la discen che ivi si stabilì nel secolo decimo denza dimostrata per autentici do quinto per servigio di quei duchi, cumenti dei due rami. E sebbene e per la cui rinomanza , non cre per l'epoca anteriore i dati di fi diamo dispensarci dal farne qui una gliazione non sieno egualmente certi, special menzione. Nacque Baldassa- pure si hanno dati generici intorno re presso Mantova nel i478 a Ca al possedimento de' beni, e alle satico, casa di campagna apparte qualifiche delle due famiglie, che ne nente alla sua famiglia. Il suo ge assicurano essere state ambedue di nitore di nobilcstirpe si era impa stinte sino da un' epoca di molto rentato co' sovrani di quello slato anteriore. sposando Luigia Gonzaga . Baldas- La famiglia detta di Castiglione saie studiò a Milano, e quindi pas di Casciago (de Castellione de Ca sò nella milizia, nella quale militò sciago), la quale però da secoli ha anco pel duca d' Urbino Guidobal do, e divenne tosto CAS uno degli or storia politica e CAS letteraria. Il Cor ai5
namenti di quella splendidissima cor tigiano tratta dell'arte, cui debbo te. Per lo sue eccelse doti fu spe no usare quelli che sono in corte, dito dal duca ambasciatore ad En per rendersi utili, e graditi ai prin rico VII re d'Inghilterra, il quale cipi. V. la vita, che ne scrisse Ber volle annoverarlo agli Ordini eque nardino Marliani, stampata nel i733 stri del regno. Succeduto al ducato in Padova colle opere del Casti- d' Urbino Francesco Maria, Baldassa- glioni. re fu fatto da lui conte col feudo, e il Altri rami dei Castiglioni, i quali castello di Nuvillara vicino a Pesaro, conservano la nobiltà, sono sparsi e venne inviato; poscia ambasciatore per la Lombardia, e principalmente a Leone X, presso il quale conseguì nell'antica sede di questa famiglia, molta gloria , per le scientifiche re cioè nell'antico contado del Seprio, lazioni, che contrasse coi primarii ove tutti senza distinzione di con artisti, e coi letterati. Ritornato a dizione, e senza dar prove di ori Mantova nel i 5 ! 6 sposò la contessa gine, votano per antica consuetu Torelli, celebrandone il maritaggio dine nella nomina dell'arciprete di il marchese di Mantova con giostre, Castiglione. Se si bramassero più tornei, ed altri pubblici spettacoli. estese notizie intorno alla famiglia Perduta dopo tre anni la moglie , ed alle persone, che tanto nelle di che gli lasciò un figlio per nome gnità ecclesiastiche, quanto nella mi Camillo, proseguì in Roma a ren lizia, nelle lettere, e nelle magistra dere importanti servigi al duca d'Ur ture si distinsero, molte se ne pos bino, donde Clemente VII lo man sono trovare nelle FamIglie illustri dò per rilevanti affari nel l5i5 al italiane, opera assai giustamente l' imperatore Carlo V. Tuttavolta encomiata, che dal conte Pompeo saccheggiata Roma nel i527 dalle Litta si pubblica in Milano, e la cui truppe imperiali , il Papa se ne dol' parte spettante a questa famiglia, è «e con Baldassare, come avesse tras venuta alla luce sino dal i822. curato i suoi interessi. Invece Carlo Questo erudito autore dà pure il V lo nominò in appresso vescovo catalogo dei precedenti scrittori, che d'Avila ; ma caduto malato in Tole hanno trattato di questa stessa fa do, ivi morì a' a febbraio i520, con miglia. Ancora più doviziosa raccol gran rammarico di quel monarca. ta di notizie, e di documenti tro Questo celebre scrittore lasciò poche vasi nell' accennata storia manoscritta opere , ma tutte di stile perfetto, e del cavalier Luigi , che conservasi di eccellente gusto, La più nota è presso {a illustre famiglia di Milano. il rinomato Libro del Cortigiano, A seconda del nostro proponi che fu scritto nell'anno i5i8, e do mento, dovendo far menzione dei po aver consultato il parere di Bem due rami Castiglioni , solo perchè bo, fu per la prima volta stampa diedero alla Chiesa Papi e Cardi to a Venezia nel i5a8 con bella nali , sebbene si trovi ai rispettivi edizione da Aldo. Ivi nel i533 si articoli la biografia di cadauno , stamparono pure le Poesie italiane pur daremo qui alcun cenno , par e latine, veri modelli di eleganza. lando prima di quello residente in Le sue Lettere poi sono preziose Milano , che tuttora fiorisce col ti per lo stile non meno che per la tolo di Marchese. Il maggior lustro, 2i6 CAS Francesco Abbondio CAS Castiglioni^ e decoro della famiglia Castiglioni di Milano furono Goffredo figlio di Gio nobile milanese della famiglia di vanni Castiglioni, e Cassandra Cri Celestino IV e ( come dicono No velli, sorella di Urbano HI, il quale vaes tomo VII, p. i76, e Cardella venne esaltato al pontificato nel i i 85. tomo V, p. 83, della famiglia dei Educato Goffredo santamente da s. Cardinali Ottaviano, Goffredo, o Got- Caldino, meritò che, nel i227, Gre tifredo , Branda , e Giovanni Casti gorio IX il creasse Cardinale , ed glioni , senza però rendere ragione in morte del Pontefice, ad onta della del Cardinale Ottavio, non esisten sua virtuosa ripugnanza , fu innal do fra quelli che ne riportano la zato alla cattedra apostolica a' 22 biografia), per le sue egregie qua settembre i24i, prendendo il nome lità fu da Pio IV nel i565 elevato di Celestino IV : ma essendo egli al Cardinalato. indebolito dalla vecchiaia regnò ap Passiamo ora ad accennare quan pena diciassette giorni. Il Cardella to riguarda la discendenza del ra Memorie storiche de' Cardinali, di mo Castiglioni stabilito nella Marca ce che Innocenzo IV immediato suc Anconitana , nello stato Pontificio. cessore di Celestino IV, nel i244, Le relazioni , che la famiglia Casti annoverò al sagro Collegio Goffredo glioni di Cingoli può avere con quel Castiglioni, milanese, parente di Ce la di Celestino IV milanese , consi lestino III , ma che piuttosto deve stono unicamente, secondo la opinio ritenersi un Goffredo da Trani, del ne, e per quanto è a cognizione di quale sentimento è pure il Novaes, essa , nella provenienza della delta Storia de' Pontefici, t. III, p. 2i0. famiglia da Milano , e nell' identità Branda Castiglioni , nobile mila del casato e dello stemma che, sic nese della famiglia di Celestino IV, come dicemmo, è comune a diverse e del ramo propriamente detto Ca fathiglie Castiglioni. Certo è però , stiglione, perchè continuò ad avere lo ripetiamo ancora una volta, che stanza nella terra nativa, v'istituì la famiglia Castiglioni di Milano , una collegiata con collazione di be- ora divisa e moltiplicata in moltis nefizii, che durano tuttora. Egli vie simi rami sì in quella città che al ne ritenuto per uno dei più dotti trove, conta un comune antico sti giureconsulti del suo tempo , e nel pite, dal (piale tutte derivano. Al i 4 n fu creato Cardinale da Gio principio del Secolo decimosettimo, vanni XXIII. La vita di lui fu scritta e forse nell'anno i 6o i , un Bernar da Salvino Salvini , e tradotta in do, o Branda Castiglioni , figlio di latino dal p. Anton Felice Mattei , Giulio, e nipote di Giovanni, emi il quale tratta dello stesso Cardinale grò da Milano , e venne ad essere lungamente nella Storia della chie autore della famiglia Castiglioni di sa di Pisa, tomo II, p. i22 e seg. Cingoli. Secondo altre veridiche me Giovanni Castiglioni, nobile mi morie, fu Giulio, il quale di pro lanese , insigne nell' arte oratoria, e fessione banchiere ( che in quel tem nel diritto civile, ad onta che da po con vocabolo spagnuolo si dice alcuni si dica nato in Pavia, fu va varador) , recossi a Cingoli nel creato Cardinale nel i456 da Ca i6oo per oggetto di sua professio listo III, ed ebbe sepoltura in Mi ne, e vi si stabilì. Egli appartene lano nella tomba de' suoi maggiori. va al ramo dei Castiglioni di Casti CAS di tali signori, CAS che monsignor 2i7 Ca glione, detto secondariamente di Ve dano , altra terra poco distante da stiglioni potè trovare, ed avere i Varese, ov' ebbe stanza. documenti riguardanti il menziona Quinto discendente di tal Giulio to Bernardo, stipite del ramo di fu Carlo , il quale avendo sposata Cingoli. Dipoi, nel i8i6, il sud Sanzia Ghislieri di Jesi, della pro detto Pio VII lo creò Cardinale di sapia di s. Pio V, ebbe quat santa romana Chiesa, poi vescovo tro figli maschi, e tre femmine, cioè: di Cesena, indi penitenziere maggio d. Bernardo, che divenne canonico re; finalmente, a' 3 i marzo i829, arcidiacono della cattedrale di sua fu eletto in Sommo Pontefice col palria , e mori nel declinare del nome di Pio VIII. Breve fu il suo i84o; Francesco Saverio poi Pon pontificato, dappoichè non regnò tefice; Alessandro, ed il conte Filip che venti mesi, e fu segnalato da po che si congiunse in matrimonio molti tratti, che ne onorano la me colla nobile Ludovica Cavallini pu moria grandemente. Non si sapreb re di Cingoli. Il conte Filippo colla be dire dove fosse più moderato e sua numerosa prole sostiene la di prudente il contegno, se nei Casti scendenza della nobile e illustre fa glioni di Cingoli suoi intimi con miglia. Le fémmine poi sorelle del giunti, o in quello del Papa verso Pontefice sono: Caterina, che si di essi. Solo nel suo testamento sta sposò al nobile Mattioli di Gualdo bilì dal suo privato peculio la som di Nocera; Adelaide, che si maritò ma di scudi ventimila, per una pre col nobile Giuseppe Mei di Mon- latura di un individuo della propria dolfo, ed Antonia , che rimase in famiglia in servigio della Santa Se casa in istato nubile. de, deputando il decano degli udi Francesco Saverio, nato in Cin tori di Rota per l' esecuzione di tale goli a' 2o novembre i76i, educato volontà. F. Pio VIII. nel collegio Mon talto di Bologna, Non riuscirà poi discaro, che qui fece tali progressi nelle scienze, nel si riproduca la lettera scritta da le virtù e nella saggezza, che Pio Pio VIII a'suoi fratelli, dopo la sua VII, agli ii agosto i8oo, lo pre elezione, e quale l'abbiamo dal ch. conizzò vescovo di Montalto. Zela abbate Giovanni Bellomo Continua tore della libertà ecclesiastica, dopo zione di Dercastel, ec. vol. II, pag. che i francesi nei primi anni del seco 232 : » L'immensa misericordia e lo corrente tornarono ad invadere » bontà di Dio ci ha oggi scelti a lo stato pontificio, fu uno dei primi » sedere nella cattedra di s. Pietro. tivi vescovi ad essere tolto dalla sua » Al gran beneficio noi tremiamo, sede, e trasportato venne a Milano. » piangiamo, e chiediamo aiuto a Quivi egli entrò in istretta relazio » tutti i buoni fedeli, ed a voi cari ne coi principali individui delle pa » fratelli, secondo la carne, acciò l'as- trizie famiglie Castiglioni, massime " sunzione nostra sia per la sola col conte Luigi ex senatore, e col » gloria di Dio, pel buon servigio conte avvocato Francesco, i quali , » della Chiesa, e dello stato, e per come di sopra accennammo, conser » la salute delle anime nostre. Aiu- vano archivi copiosissimi delle me » tateci pertanto con molte orazioni morie, e monumenti riferibili al lo » vostre, e delle anime buone. Nes- ro casato. Fu allora, e pei mezzi » sun fasto, nessuna pompa, nes 2i8 CAS p. Mauro Sarti CAS nella sua opera dei " «una elevazione ; manteniamoci » umili, e compatiteci nel peso, Professori dell' Università di Bolo » ohe il Signore ci ha addossato. gna, tom. I, pag. 342. » Nessuno di voi, nè della casa, si CASTIGLIONI Branda, Cardi » muova dal suo posto: vi amia- nale. Branda Castiglioni nacque a » mo secondo Dio, e in pegno vi Milano da antica e nobile famiglia » diamo l'apostolica benedizione "• nel i 35o. Come celebre giurecon In conferma di ciò, il Pontefice Pio sulto, Gio. Galeazzo Visconti, per VIII, per mezzo di un biglietto di conseguire da Bonifacio IX privilegi monsignor di Ligne, segretario del all' università di Pavia , nella quale la sagra congregazione cerimoniale , era lettore il Castiglioni, e per altri fece partecipare individualmente ad rilevanti affari , invidlo a Roma , ogni Cardinale, che niuno de' suoi ove il Papa lo fece cappellano ed parenti venisse in particola;1 manie uditore di Ruota; e dipoi legato in ra riconosciuto, sebbene lungi da Ajemagna ove compose a pace quelle porne veruno in dimenticanza, tutti chiese sconvolte e turbate. Perciò egualmente cari ritenesse nel pa ebbe a premio, nel i4o4, il vesco-f terno suo cuore: volendo inoltre che vaio di Piacenza, cui resse da vero gli stessi parenti fossero solo consi pastore ; ma poscia Gregorio XII lora,derati, proseguendo come lo erano ad stati avere sino quel al» glielo tolse, perchè nel concilio di Pisa si mostrò a lui contrario, ve trattamento medesimo, che loro si dendo, che per terminare lo scisma dava prima del di }ui innalzamento non rinunziava al Pontificato, come alla sovrana Pontificia dignità. si era solennemente obbligato con CASTIGLIONI Odone, Cardinale. giuramento prima della elezione. V. Chatillo». Inviato da Alessandro V legato in CASTIGLIONI Ottohe, Cardi Lombardia , il marchese Orlando nale. V. Chatilion. Pallavicino lo fece arrestare col sua CASTIGLIONI Goffredo, Cardi seguito a Borgo s. Donnino, e circa nale. V. Celestino IV. tre mesi e mezzo lo ritenne, il quale CASTIGLIONI Goffredo, Car avido di danaro, rigettate le istanze dinale. Goffredo Castiglioni milanese, di Sigismondo re dei romani, non consanguineo a Celestino III (come lo lasciò libero se non quando i dicono Cardella , e Novaes , mentre parenti di Ini pagarono mille scudi forse dovrebbe dirsi Celestino IV) d'oro a Venezia, e duecento a Fi cappellano pontificio, nel dicembre del renze. Senonohè cangiò ben presto i244, da Innocenzo IV fu creato alvanni Castiglioni XXIII, laa'6 sorte giugno ; poiché del i4 Gior i r, Cardinal diacono di s. Adriano, e legato in Sardegna ad esiger giura lo creò Cardinal prete di s. Clemen mento di fedeltà da Benedetta prin te , e nel i 4 i 3 lo spedì legato a cipessa di Cagliari e di Messa , feu Sigismondo perchè lo seguisse in dataria della Chiesa romana, coll'an- Italia, da cui ottenne a Giovanni nuo censo di venti libbre di argento. da Vignate, signor di Piacenza e di glioniSe.nonchè si vuole la promozione una favola, del poichè Casti- Lodi, l'investitura di Lodi medesi mo. Al concilio di Costanza fu sti lo si dice scambiato pel Cardinale mato altamente. D' ordine di Euge Goffredo da Traui. V. il dottissimo nio IV fece a Firenze la traslazione CAS Pontefici Nicolò CAS V e Calisto aig III, di un monistero di monache. Mar tino V, che lo stimava assai, man- specialmente presso l'imperatore Fe dollo legato in Boemia a combattere derico IH, col quale trattò affari di gli errori degli ussiti e viclefisti , e somma importanza. Perorò da va vi riuscì con ottimo successo. Poi loroso nelle diete di Ratisbona e andò in Ungheria a confermare quei Francfort, a disporre quei principi popoli vacillanti nella fede; in Ale- ed elettori alla guerra contro gli magna radunò un concilio a miglio Ottomani ; a vista delle quali cose rare singolarmente il clero; come Calisto III, ai i 8 settembre del i456, legato apostolico, nel i4a4i inter volle crearlo Cardinal prete di san venne alla incoronazione di Sofia Clemente; e Pio II legato della moglie a Jagellone re di Polonia, Marca, cui governò con soddisfaci e si condusse in quegl' impegni dif mento comune. Morì legato a Ma ficilissimi in modo da ottener da Si cerata, nel i46o, dopo quattro anni gismondo lettere di commendazione, di Cardinalato , ed ebbe a tomba e dal Papa d'esser trasferito al ve quella de' suoi maggiori a Milano. scovato di Porto. Dicesi, che ammi CASTIGLIONI Francesco Arrok- nistrasse la chiesa di Magalona. AI dio, Cardinale. Francesco Abbondio concilio di Basilea favorì Eugenio Castiglioni, patrizio milanese, nacque IV; ma ostinati i padri nell' inva nel i5a3 dalla prosapia di Celesti dere le prerogative del romano Pon no IV, e dei porporati Ottaviano, tefice, lasciò quel conciliabolo, ed an Goffredo , Branda e Giovanni dello dò a Firenze a proseguire l'ecumenico stesso nome. Era versato assai nel concilio a favore del Papa, che si valse la sacra e profana letteratura , e di lui come paciere fra la Chiesa, e dottissimo nelle lingue greca e lati Filippo Maria Visconti duca di Mi na. Studiò a Pavia le facoltà teo lano. Non è poi probabile quanto logiche, il diritto civile e canonico, dice Corio, che il Castiglioni volesse a cui seppe unire anche la poesia. togliere da Milano il rito ambro Era abbate di s. Abbondio di Co siano. Stabilì due collegi alla edu mo, quando lo conobbe Pio IV, che cazione della gioventù, uno in Ca Io promosse nel i56i al vescovato stiglione, l'altro a Pavia, e una bi di Bobbio. Poscia conosciutolo meglio blioteca a pubblico uso. Finalmente nel concilio di Trento, ai i2 mar pieno di meriti morì in Castiglione zo del i565>, lo creò Cardinal prete nel i44-3, di 9,3 anni, e 3a di di s. Nicolò tra le Immagini ; ma Cardinalato, e fu sepolto nella chie dopo il conclave di s. Pio V, morì sa maggiore, cui egli medesimo ma a Roma nel i568 di quarantacin gnificamente avea fondata. que anni, e tre di Cardinalato , ed CASTIGLIONI GiovAinn, Cardi ebbe tomba nella chiesa di s. Ma nale. Giovanni Castiglioni d' illustre ria del popolo. Riformò il collegio milanese lignaggio, o meglio di Pa di Pavia fondato dal Cardinal Bran via, assai dotto nella oratoria, e nel da Castiglioni, lo ristaurò e gli donò diritto civile, ebbe da Eugenio IV parecchie migliaia di scudi; innalzò nel i 4.4.4 il vescovato di Costanza o un mausoleo a Celestino IV, ma Coutances nella Normandia, e nel i454 prevenuto dalla morte , non potè quello di Pavia, cui poco giovò, a compirlo. L'Argelati tesse esatto cata motivo delle nunziature, ch'ebbe dai logo delle opere del nostro Porporato. 22o CAS tempo che fu CASvescovo, al bene del CASTIGLIONE o CASTIGLIO NE Giovanni, Cardinale. Giovanni le due diocesi. Il perchè si guada Castiglione o Castiglione, nacque in gnò la venerazione e l'amore di tut Ischia terra del Patrimonio, diocesi ti. Morì in Osimo a' q gennaio i8 ì5, di Acquapendente, ai i3 gennaio e venne esposto e sepolto in quella i74?.. Applicò i suoi rari talenti cattedrale. Fu protettore della men con tanto successo alle liberali di zionata accademia teologica, non che scipline, ed alle scienze, che non so protettore e visitatore apostolico lo divenne egregio oratore latino, dell'ospedale de proietti di Viterbo, ma ancora profondo teologo e ca e lasciò la sua memoria in bene nonista. Fatto socio dell' insigne dizione. accademia teologica della Sapienza , CASTIGLIONI Francesco Save ivi difese con applauso varie con rio, Cardinale. V. Pio VIII. clusioni. Come membro della dotta CASTO (s.). Di questo martire accademia di religione cattolica , vi e del compagno di lui s. Emilio, recitò non poche erudite disserta che quanto si mostrarono deboli nel zioni. Quindi pe' suoi meriti lettera la prima persecuzione , altrettanto ri , e morali virtù ottenne la così furono forti nella seconda, crediamo detta prelatura di s. Ivo, e da Pio opportuna cosa recare le parole, che VI venne destinato presidente del ci lasciò scritte s. Cipriano : » Se collegio Germanico-Ungarico, e pro furono vinti nel primo combatti mosso a segretario della congrega mento, essi riportarono trionfò zione del buon governo. La saviez nel secondo : dopo aver ceduto za, con cui disimpegnò tali cariche, alle fiamme, costrinsero le fiam il fece promovere alla dignità co me a cedere ad essi. Essi usa spicua di commendatore dello spe rono per vincere delle armi stes dale di s. Spirito in Sassia» e final se, che il nemico avea adoperato mente dal Pontefice Pio VII, a' 23 per abbatterli. Domandarono per febbraio i 8o i , fu creato e riserba dono di loro debolezza non tanto to in petto Cardinale di S. Chiesa, colle lagrime, quanto col mostra venendo pubblicato nel concistoro re le piaghe ricevute. La voce de' i7 gennaio i8o3 dell' ordine delle ferite, di cui si vedeano co diaconale, col titolo della diaconia perti , era assai più efficace ad di s. Maria in Domnica. Venne an ottenerlo, che non faceano i lai, noverato tra i Cardinali componen che alzavano nella loro disgrazia ". ti le congregazioni del concilio, del Questi santi sostennero il martirio l'esame de' vescovi, de' riti, dell'in in Africa , verso l'anno i5o , sotto dice e del buon governo, e fece le l' imperator Decio. Sono ricordati veci del Cardinal Antonelli nel tem nel giorno 22 maggio. po del suo viaggio a Parigi, in qua CASTORE (s.), nacque a Nimes lità di penitenziere maggiore. De d'una illustre famiglia. Congiuntosi stinato dallo stesso Pio VII, nel in matrimonio con una donna vir concistoro degli ii giugno i8o8, a tuosa al par di lui , con reciproco vescovo di Osimo e Cingoli, conti consentimento si obbligarono a con nuò ad appartenere all' ordine dei tinenza, anzi ambedue abbracciarono diaconi, consacrando i suoi talenti, lo stato religioso. Egli fondò un mo- e il suo zelo pastorale per tutto il nistero a Mauanca in Provenza , e ne fu il primo CAS abbate , ma gustò CASTRA GALBA. CAS Sede vescovile 22i
per poco le dolcezze della vita mo di Numidia nell'Africa. Aug. lib. 6, nastica, poichè eletto vescovo di Apt, cantra Donat. per unanime consenso, dovette a suo CASTRA, o CATRA. Sede epi malincuore assumere un tale ( inca scopale della Mauritiana Cesariana, rico, rispettando nella voce del po nell'Africa occidentale, sottoposta al polo la volontà stessa di Dio. Disim la metropoli di Giulia Cesarea. No- pegnò con somma premura gli ob lit. Afrìc. blighi tutti dell'alto suo ministero, CASTRA SIBERIANA. Sede ve fu soprammodo liberale coi poveri , scovile della Mauritiana, nell'Africa non dimenticando però mai in mez occidentale, dipendente dalla giuris zo alle sue gravi incumbenze il mo- dizione della metropoli di Giulia nistero da sè fondato, per cui com Cesarea. Notit. Afric. mise al celebre Cassiano abbate di CASTRES (Castra). Città ve Marsiglia , che componesse una re scovile di Francia , posta in una gola, secondo le osservanze praticate valle fertile e deliziosa in riva del in oriente . Questo santo pastore fiume Agocet dipartimento del Tarn mori il giorno 2 di settembre del nella provincia di Linguadoca, ca l'anno 42°, come per la magggior po luogo di sotto-prefettura con tri parte si crede, e la festa di lui è bunale civile e commerciale, e sic celebrata sì ad Apt che a Nimes il come appartenente al piccolo paese giorno 2 i dello stesso mese. chiamato Albigese, chiamasi pure CASTORIA, o Castoria Castra Castrimi Albigcnsium. Il detto fiume (Castorien). Città vescovile in par la divide in due parti, l' una si ti bus , della diocesi di Illiria nella chiama Villegoudon , e comunica Macedonia, fondata sino dal nono con Castres propriamente detta per secolo sotto la metropoli d'Acrida mezzo di due ponti di pietra. Que egualmente in parlibus, e conosciu sta città vuolsi fondata verso l'an ta anche col titolo di prototrono , no 547, e secondo alcuni ripete ,il come abbiamo da Commanville, Hist. suo nome da un antico accampa de V Ardi, et Eves. pag. 2 i 6. Vuol mento romano. Tutlavolta altri le si situata sul lago Lichnide presso danno altra origine. Debbe il suo Acrida ed E< lessa, in una lingua di principale ingrandimento ad un'an terra ferma , sopra diverse piccole tica abbazia dell'Ordine di s. Bene eminenze. detto. Aveva il titolo di contea, ed CASTORIA. Sede vescovile eretta i principi di Montfort, di Bourbon e nel XII secolo, dipendente dalla me diArmagnac, furono conti di Castres, tropoli di Tebe in Grecia, presso cui sino a Giacomo di Armagnac, che fu si veggono le rovine dell'antica Del decapitato nel i476, sotto il regno di fo. Dalle lettere del gran Pontefice Luigi XI. Questo principe donò il Innocenzo III, se ne rileva una scrit paese a Houli I deJnges, luogotenente ta al vescovo latino di Castoria. regio nel Rossiglione, quindi ritornò CASTRA-NOVA. Sede vescovile la contea alla corona di Francia, della Mauritiana Cesariana , nell'A sotto Francesco I. Incominciate le frica occidentale , soggetta alla me turbolenze religiose dopo la morte tropolitana di Giulia Cesarea, e chia di Enrico II, i suoi abitanti ab masi anche Castranobium. Noi. Afr. bracciata la religione riformata , 222 CAS solo si sa che CASla cattedrale era de fortificarono la città, e stabilirono una specie di repubblica, che durò dicata alla beata Vergine, e che il sino al i629, in cui furono obbli capitolo coniponevasi di un arcipre gati a demolire le fortificazioni di te, e di dieci canonici, oltre i be Luigi XIII. In questa città fu sta neficiati. bilito il tribunale, detto Chambre CASTRO. Città vescovile del re de V Edit appartenente ai pretesi gno delle due Sicilie, detto Castrimi riformati della dipendenza di Tolo Minervae, che vanta antichissima sa ; ma Luigi XIV prima lo tras origine, situata vicino al mare, ed ferì, nel i679, a Castel Naudary, in mezzo a fecondo territorio , ap e poscia il soppresse nel i684. partenente alla provincia di Terra Il Sommo Pontefice Giovanni d' Otranto. Eretta in contea, venne XXII, nell'anno i 3 i 7, nella men dai suoi signori fortificata , ed il zionata abbazia di monaci benedet vecchio castello sovrasta alle sue tini, istituì un vescovato, erigen mura. I turchi vi fecero immensi do in cattedrale la chiesa dedicata guasti nel i537, ed uccisero e con ai ss. Benedetto e Vincenzo. Vi dussero schiavi la maggior parte dei stabilì la rendita di trentamila lire, suoi abitanti, senza aver riguardo a assegnandogli cento quattordici par donne, e a fanciulli. In altre inva rocchie, e dichiarandolo suffraganeo sioni barbaresche soffrì diversi sac della metropoli di Bourges; ma Com- cheggi; laonde, sebbene riparata più manville dice a quella di Tolosa. volte, non potè riprendere il pri Il suo capitolo regolare, nel i535, miero lustro. fu secolarizzato da Papa Paolo IN, Nel secolo decimo , ovvero, co che vi prepose sedici canonici con me altri vogliono, nell'anno ii79, tre dignità. Dipoi Innocenzo XI, vi fu eretta la sede vescovile, sotto col disposto della bolla Triumphans, posta alla metropolitica giurisdizio emanata a' 3 ottobre i678, che si ne d'Otranto; ma nell'anno i8i8 il legge nel Boll. Rom. toni. VIII. p. Pontefice Pio VII, coll 'autorità del 6 i , nell' erigere Alby in metropoli, la bolla De meliori dominicae, la le assegnò Castres per suffraganea soppresse, e per sempre la unì alla liberandola dalla soggezione di Bour medesima chiesa d' Otranto. La cat ges. Finalmente Pio VII, col con tedrale è dedicata all' Assunzione cordato del i8o i, soppresse que di Maria Vergine, edifizio vasto e sta sede vescovile, che pagava mille ben fabbricato; il capitolo conipo cinquecento fiorini alla camera apo nevasi di due dignità, cioè l'arci stolica. Fra i suoi edifici è considera diacono, e l'arciprete, con sei cano bile l'antico episcopio, fabbricato Con nici, ed alcuni chierici addetti al disegno del rinomato Mansard. divino servigio; ed il vescovo era CASTRO. Città vescovile rovi signore d'una piccola borgata chia nata in Sardegna, la cui erezione mata Madiana. in vescovato rimonta al secolo duo CASTRO ( Castremonium). Città decimo. Alessandro VI lo trasferì ad vescovile, distrutta, nello stato pon Othana, e poco dipoi il Pontefice tificio, e già capitale dello stato e Giulio II, nel i 5o5, riunì ambedue ducato di tal nome. Ora non è che le sedi ad Alghero {Vedi). Ignorasi una boscaglia, con alcuni ruderi la situazione di questa antica città; dell'antica città. 1l luogo è di giù CAS inclitac civitatis CAS Bulgiae, ejusdem 223 risdizione ed è soggetto nlla dele gazione apostolica di Viterbo, sulla destructionis, ciìjus post excidium a riva destra del fiume Olpeta, di Romanis editimi, sedis episcopalis stante cinque leghe dal mare. Una per b. Bernardum de Balneoregio colonna indica il sito ove sorgeva in ea lune temporis antistilem Ca la città coll' iscrizione : qui fu castro; strimi, quod olim dicebatur Castrimi ed una statua, eretta a Giovanni di d. Felicitatis , fuit delata, in qua Castro figlio del celebre giuriscon- multa et auditu digna, et intellectu sulto Paolo, fu decretata alla di lui praeclara continentur. Extr. nel Di memoria pel ritrovamento dell'allu scorso dell' aria di Castro fog. 3 9 me nei monti di Tolfa nell'anno del Ghezzi. V. inoltre il Nibby , i462 sotto il pontificato di Pio II, Dichiarazione di un vaso Vulcien- il quale ne' suoi Commentari , lib. te, ritrovato in Vulci, o Volscia, VII, pag. i85, racconta il modo ed offerto dai Candelori marcIìesi come accadde sì utile scoperta. di Vulei a Papa Gregorio XVI, Il Pontefice Adriano IV, eletto Roma i834, non che l'articolo nell'anno i i 54, comperò dai conti VuiCt. di Castro tale stato, con molte te Essendo stato eletto Papa nel nute intorno al lago di s. Cristina , i534 il Cardinal Alessandro Far siccome abbiamo dal Papebrochio, nese decano del sagro Collegio , e nel Propylaeo par. II, pag. 24 » vescovo di Ostia e Velletri, il quale n. 2. La città di Castro divenne prese il nome di Paolo III, Pier in progresso assai florida, dappoichè Luigi Farnese suo figlio si recò a sino dal quinto secolo, secondo Com- Roma da Valentano, terra del Pa manville, godeva il seggio vescovile. trimonio di s. Pietro spettante alla Altri sostengono, che nel sesto seco sua famiglia. Sollecito il Pontefice lo vi sia stata trasferita la sede di di rendere questa sempre più illu Volscia, o Videi Bulcentina, allor stre, sebbene altronde nobilissima e quando fu distrutta questa città dai doviziosa, volle che Pier Luigi ac saraceni, e che l'ultimo vescovo di quistasse Frascati da Lucrezia della essa, s. Bernardo della famiglia Jan Rovere Colonna, e quindi ne faces ni, fosse il primo vescovo di Castro. se cessione alla camera apostolica , Fra i suoi edificli primeggiava la la quale l' accettò, dando a lui in cattedrale, molto bella, e dedica Cambio la città di Castro. Paolo III ta a san Savino martire. Il ca unì a questa città le terre, che in pitolo si componeva dell'arcidiaco diversi modi i Farnesi avevano nel no, ch'era il solo dignitario, di ot Patrimonio di s. Pietro, é di tutte to canonici, e di alcuni chierici per queste formò ed eresse il ducato l' uffiziatura , disimpegnando le veci detto di Castro dalla sua capitale , di parroco il medesimo arcidiacono. dandone il dominio a Pier Luigi e Questo antico vescovato era immedia suoi eredi , istituendoli e nominan tamente soggetto alla santa Sede. Ne doli duchi di Castro. Spedì per ciò tratta l' Ughelli nell' Italia sagra, la bolla Videlicet immeriti, data in t. I, p. 678. Intorno a Bulcia, città Roma apud s. Pelrum an. i53j vescovile nel Patrimonio, poscia di prid. kal. nov., cioè nell'anno terzo roccata , chiamata ancora Bulgia , del suo pontificato. Ed è perciò, che abbiamo : Chronica antiquae.a alque in virtù di questa bolla fu pure investito224 del nuovo CAS ducato Ottavio II re di Francia CAS , pel quale com
Farnese secondogenito di Pier Lui battendo da prode nelle Fiandre, gi, colla condizione eh' egli dovesse morì in seguito sotto Edino nel i 554 andarne al possesso dopo la morte, senza aver lasciata successione. Dopo o rinunzia del padre, e quindi a lui la morte di Pier Luigi, vedendo succedessero tutti i primogeniti di Ottavio Piacenza caduta in mano casa Farnese. degl' imperiali, voleva restar padro Noi lasciamo di dire qui le dispo ne di Parma, ed ottenne, colla me sizioni, che sul governo perpetuo del diazione di Orazio suo fratello e la città di Nepi si fecero a favore genero del re di Francia, che Par di Ottavio, e de' suoi successori, ma fosse guernita dai francesi con giacchè non risguardano direttamen tro la volontà di Giulio III, il quale te la città, o il ducato di Castro, era succeduto a Paolo III. Quel soli oggetti del presente articolo. Pontefice sottomise per ciò Ottavio Aggiungeremo soltanto, che al du alle censure, ed unitosi all' impera cato di Castro uni il Papa altresì tore Carlo V gli mosse guerra, ed la contea di Ronciglione. Pier Lui occupò lo stato di Castro a nome gi rimase duca di Castro finchè non della Santa Sede. Posteriormente fu investito del ducato di Parma fatta la pace per le preghiere di e Piacenza, ch' egli ed i Farnesi eb Margherita d'Austria Ottavio, ed bero dalla camera apostolica in feu Orazio ottennero nuovamente quello do col peso di pagare alla camera stato ricevendone nuova investitura stessa ogni anno un tributo o cen da Giulio III. Laonde Ottavio fu so. I Farnesi in ' questa occasione riposto in possesso dello stato me diedero in vece alla camera il du desimo da Camillo Orsini generale cato di Camerino, e la città di Ne di s. Chiesa. pi, della quale Ottavio cessò di es Nell' occupazione del ducato di sere governatore, divenendo duca Castro fatta dai soldati pontificii, il di Castro in luogo di suo padre. ducato subì molti cangiamenti , e Fu Ottavio, che dopo la morte del quindi il Cardinal Alessandro fratello genitore duca di Parma e Piacenza, del duca Ottavio, lasciata Firenze pubblicò il famoso Statalo Farne- dov'erasi rifugiato in tempo dell'oc siano, che si legge sotto il seguente cupazione medesima, e composte le titolo: Sancliones municipales sta- cose, si recò a visitarlo, lo riordinò, hium Castri et Roncilionis editae e per commissione di Ottavio, che per serenissimum ducetu Octavinm allora stava in Parma, pose alla Farnesium, anno Domimeae salutis cura del medesimo Sforza Monal- i558. deschi della Cervara con titolo di Ottavio ebbe per moglie Marghe vice-duca nel i553. 1l duca Ottavio rita d' Austria figlia di Carlo V, e mandò dopo da Parma varie colonie per fratelli i Cardinali Alessandro, nello stato di Castro per estendervi e Ranuccio Farnesi, ed Orazio quel l' agricoltura , e vi fabbricò alcune desso che il Pontefice Paolo lll in nuove borgate. Vi fece pure traspor vestì del ducato di Castro nel i 548, tare da Piacenza, dove eia stato e che dopo di aver assistito alla sepolto, il cadavere di suo padre morte del Papa nel dì i novembre Pier Luigi, ucciso in una cospira i549, sposò Diana figlia di Enrico zione di nobili piaceutiqi ordita CAS CAS contro di lui, e volle ch'esso fosse Farnesi per sicurezza dei loro 225 de sepolto nella chiesa dell' isola Bisen- biti costituiti in forma di altrettanti tina sul lago di Bolsena. lotti, che importavano un frutto ora E quì non sarà inopportuno per maggiore ora minore, ma il cui maggior chiarezza, e per istruire valore capitale era di cento scudi. quelli che confondono diversi ducati Cotali lotti prendevano il nome di in un solo, il notare, che la fami Luoghi di Monti (Vedi), e questi glia Farnese fino dal i498, dopo monti si denominavano Farnesiani la uccisione di tre fratelli Farnesi a differenza di quelli creati da altre accaduta in Ischia nel mese di lu famiglie. glio dello stesso anno, si era divisa Sappiamo così che Clemente VIII, in due rami, cioè in quello di Ra la cui -nipote Margherita Aldobran- nuccio figlio di uno dei tre uccisi, dini fu maritata al duca Ranuccio I, ed in quello di Bartolomeo loro concesse ai Farnesi di erigere altri fratello, e zio per conseguenza di due monti, il primo coll' autorizza Banuccio, i quali zio e nipote, nel zione del breve Praeclara devotio- caso barbaro si erano salvati nascon nìs, ed il secondo Mediante l' altro dendosi in un pozzo di grano. Per breve Cum sicut nuper. In questo ciò avendo Paolo III nella discen secondo si dice che Mario Farnese, denza di Ranuccio stabilito il ducato duca di Latera, teneva già in enfi di Castro, investendone, come si è teusi per annuo canone parecchi detto, Pier Luigi suo figlio, e i suc latifondi dello stato di Castro ivi cessori di lui come discendenti di enumerati. I Farnesi duchi di Castro Ranuccio, dal quale discendeva pure e altresì di Parma e Piacenza però lo stesso Papa, lasciò alla linea di non furono puntuali nel pagamento Bartolomeo le due terre di Farnese de' frutti di tali loro debiti, e quin e di Latera, già ad essa assegnata di avvenne che nel i64i, il Pon nella predetta divisione dei beni tefice Urbano VIII credè giusto Farnesiani, conferendo anche a quel fossero eseguiti alcuni mandati spe li di tal linea il titolo di duchi, ed diti giudizialmente contro i Farnesi il titolo di ducato alla unione delle ad istanza dei loro creditori. Il duca dette due terre. inesperto, perchè molto giovane, in Il ducato di Castro non presenta vece di pagare quanto doveva, o di altre cose considerevoli fino ad O- comporsi col Papa se non coi cre doarilo Farnese figlio di Ranuccio I. ditori, pensò d' impedire l'esecuzione Questi divenne duca ancor giovane, di tali mandati resistendo colla for invece del suo fratello Alessandro, za delle armi , e spedì da Parma che quantunque primogenito fu giu Delfino Angelieri con truppa per dicato inabile al governo per essere fortificare Castro. Il Pontefice mandò nato sordo-muto. Ebbe Odoardo mol pertanto alla volta di Castro il mar te differenze colla casa Barberini nel chese Luigi Mattei con una truppa pontificato di Urbano VIII di tal regolare, composta di sei mila fanti famiglia , ed ecco l' epoca da cui e cinquecento cavalli oltre l'artiglie comincia la rovina del ducato di ria, alla quale i castrensi volentieri Castro. Giacchè, non molto dopo si assoggettarono, mediante capito l'erezione di questo ducato, fu esso lazione conchiusa nel dì i3 ottobre specialmente assegnato dai duchi dello stesso anno, essendosi preceden- VOI. X. i5 ?.i6 CAS più forti, coll'usare CAS le minaccia del temente i soldati pontificii impadro niti della rocca di Montalto di Castro. la forza per ridurlo al dovere. Il du Ma non andò guari, che lo stato ca peraltro si ostinò vieppiù, e si di Castro fu reso al duca Odoardo pose in misura di resistere ; il per per impegno delle corti alleate ed chè essendosi reso ribelle, venne a amiche dei Farnesi. Le condizioni porre il sovrano Pontefice in neces di pace furono pattuite per mezzo sità di scomunicarlo , e di dichia del Cardinale Doughi plenipotenzia rarlo decaduto dal possesso del du rio di Urbano VIII, e del Cardinal cato di Castro e Ronciglione. Se il Bichi plenipotenziario del re di Papa Urbano VIII fosse venuto a Francia , senza nominare altri ple- quel passo in vista de' suoi nipoti nipotenziarii. Concorse alla concordia ed a fine di dar loro quello che al monsignor Lorenzo Imperiali , poi duca avesse ritolto, avrebbe tentato fatto da Innocenzo X Cardinale, di profittare di questo momento , come governatore della provincia del ciò che non fece in verun modo , patrimonio e commissario generale seppure anzi non voglia dirsi, che dello stato di Castro. tentò in vece tutto l' opposto. Di Sebbene il duca Odoardo fosse fatti , sebbene Ranuccio padre del ristabilito nel ducato di Castro, se duca Odoardo fosse morto non fa guitò a non prendersi alcun pensie cto investimento, et extinctione mon- ro di pagare quanto doveva pei tis Farnesii prout ipse dux tene- monti Farnesiani , e quindi cresce batur, pure fu Urbano VIlI, che vano sempre più le istanze dei cre alle preghiere di Odoardo medesi ditori dirette al Papa, affinchè egli mo, con breve de' 7 luglio i632, obbligasse i Farnesi a pagare il prorogò il tempo dell'estinzione ad decorso, ed a restituire il capitale. altri dodici anni, e gli accordò la fa Vi è chi ha incolpato i nipoti di coltà di creare pure altri seicento Urbano VIII, come disgustati dei luoghi di Monte sopra introitibus Farnesi per altri motivi, della seve certis et incertis di alcuni determi rità onde procedette questo Pontefice nati latifondi di sua possessione posti contro di loro. Ma, senza altro dire nel ducato di Castro. Altresì nel in difesa del Papa , basterà qui il i634 pregato il Papa di nuovo dal notare che molti monitorii erano stati lo stesso Odoardo, agli i i di gen pubblicati prima di ricorrere alle ar naio, gli concesse di erigerne altri mi per indurre il duca Odoardo ad mille, e di unirli ed incorporarli, estinguere i luoghi di monte, e pagar obbligandosi il duca Odoardo al pa ne gl'interessi decorsi nei termini dei gamento de' frutti di questi mille contratti ; e che questi monitorii non luoghi ed alla loro estinzione den solo non produssero alcun effetto, ma tro tre anni, come consta dai chi resero insolente e restio sempre più rografi di Urbano VIII riportati nel- il duca stesso , cosicchè dovette il l' istromento, erogato nel dì i5 set Papa aggravare la mano comincian tembre i632, e 4 febbraio i634. do dal sospendere le tratte dei gra Il medesimo Papa inoltre permise ni, che i Farnesi pretendevano di lo stabilimento di un altro monte avere per concessione di altri Papi. super annui s redditi bus ducatus Ca E siccome ciò non fu sufficiente, cosi stri et Roncilionis , e il duca Odoar si dovette finalmente venire a passi do accordò per tale erezione i frulli
:' CAS della quale era 'CAS stato creato vesco '257 al qualtro e mezzo per cento, ossia per ogni luogo di monte. Tutti que vo da Innocenzo X. Si credè, che sti luoghi di monte insieme ascen un tal orrendo attentato derivasse devano alla somma di un milione da quelli, i quali avcano spacciato duecento novantuno mila e settecen non volersi dal duca nello stato di to scudi, compresi i frutti decorsi Castro quel vescovo. Venne cosi a e non soddisfatti. Odoardo però tut dissiparsi ogni lusinga di composi to promise , ma nulla attese , nep zione, e ai 2o dello stesso mese fu pure dopo aver ricuperato il ducato per comando del Papa dato prin di Castro. cipio al processo, venendone affida Ma oramai è tempo, che passiamo ta la commissione al governatore a parlare di Ranuccio II figlio di di Viterbo. Terminato il processo Odoardo , ed ultimo dei duchi di furono spediti alla volta di Castro Castro. Conoscendo questi di non più corpi di armati sotto la condot poter pagare il debito enorme la ta del conte David 'Widman, e del sciatogli da' suoi antecessori , e ve marchese Girolamo Gabrielli, dichia dendo intorbidarsi sempre più gli randosi in commissario generale affari di sua famiglia , cominciò a monsignor Marcello Santacroce poi coltivare il progetto di cedere gli Cardinale. Le pontificie truppe giun stati di Castro e Ronciglione alla sero sotto Castro ai 29 giugno, e camera apostolica, offerendoli ad In la strinsero d' assedio ; il perchè la nocenzo X, il quale nel i644 era suc" città si arrese mediante capitolazio ceduto immediatamente ad Urbano ne sottoscritta li 2 settembre dai VIII. Egli pertanto si ridusse a que due mentovati capitani pontificii, e sto consiglio perchè, nell'anno i 648, da Sansone Asinelli colonnello gene attesi i ricorsi sempre crescenti de'cre- rale degli stati di Castro e Ronci ditori Farnesiani , il Papa ordinò glione, non che governatore della cit che si facessero formali e gravi in tà Quando di Castro. il duca Ranuccio II eb timazioni al duca Ranuccio II ; e questi non essendosene scosso, alme be l'avviso, che Castro era assedia no in apparenza , si tornarono a to dalle truppe del Papa, si diede pubblicare contro di lui i monitorii a far leva , nè tardò d' inviare al propri della circostanza. la volta dei domiuii della Santa Mentre si moltiplicavano da una Sede un esercito sotto il comando parte gli eccitamenti del Papa, e del suo primo ministro e favorito, dall' altra parecchi sovrani insiste marchese Gaufrido, o Godefroi fran vano presso di lui per dar luogo cese. Questo però investito dal ge ad un amichevole accomodamento, nerale Luigi Mattei, e da altri co che si prevedeva già di facile con mandanti papali, che andarono ad clusione , nel i649, restò attraver incontrarlo nel bolognese, fu rotto sato questo disegno per la morte e disperso. Per effetto appunto di violenta toccata per mala ventura questa disfatta Castro si arrese. col a monsignor Cristoforo Giarda bar la capitolazione accennata, e fu con nabita genovese, nel dì i8 marzo segnato alle forze d' Innocenzo X. dell' anno medesimo, allorchè que Attesa la precedente uccisione del sto prelato si recava a prendere il vescovo, la resistenza opposta alle governo della sua chiesa di Castro, truppe pontificie, e per torre altru 228 CAS cipe cosi giovane CAS qual era Ranuc sì i motivi di nuove discordie, il Papa ordinò che Castro fosse atter cio, lo rimise nella pontificia grazia. rato, lasciando in arbitrio degli a- Passarono poi gli otto anni accor bitanti di andare dove loro aggra datigli per 'soddisfare l? impegno disse. La demolizione ebbe effetto contratto colla camera , senza che interamente, e nel luogo, dove una il duca in questo tempo pagasse volta sorgeva la città, fu posta la nè punto nè poco, e la Santa Sede colonna, di cui facemmo superior seguitò a tener ferma la conqui mente menzione, essendo incomin sta dello stato di Castro. Quindi, ciato l'atterramento ai 28 settem essendo morto Innocenzo X, i mi bre i649- Monsignor Giulio Spino nistri del duca fecero mostra di la, poi decorato colla porpora nel voler pagare il danaro dovuto al la qualifica di commissario aposto l'erario pontificio; ma quei della lico, prese possesso in nome della camera apostolica si ricusarono di Santa Sede dello stato di Castro, riceverlo perchè non era stato per e le grosse campane della cattedra anco eletto il nuovo Papa. Seguita le, stimabili pel bel concerto del l'esaltazione di Alessandro VII, né loro suono, da Innocenzo X furo essendo stato pagato il debito, que no fatte trasportare in Roma, e col sto Pontefice, nell'anno i66i, di locare nel campanile della chiesa chiarò formalmente in concistoro , di s. Agnese in piazza Navona da ebe gli stati di Castro e Ronci- lui riedificata. Quindi lo slesso Pon glione venivano incamerati , cioè tefice, avendo precedentemente sop incorporati nei dominii della San presso il vescovato di Castro, colla ta Sede, soggettandoli alla bolla costituzione In supremo, emanata di s. Pio V, de non alienandis , ai i 3 settembre dello stesso anno, che confermò ed ampliò colla co ne trasferi la sede ad Acquapenden stituzione Inter Bull. Rom. to te (Vedi). mo VI. parte V. pagina i97. V. Udita la rovina di Castro, il du l'Egss, Pontif. Doct., in Alexandro ca Ranuccio II pensò a' casi suoi, VII pag. 885, e gli articoli Far e si diede ad ascoltare consigli di nese e Parma . In oltre si sa , pace. Questa fu realmente conchiusa che posteriormente nuove proroghe coll' interposizione di vari principi , furono accordate per la redenzione a condizione che il Papa confermas degli stati medesimi; ma si sa pu se al duca, a favore però dei cre re, che uè il pagamento, nè il de ditori, i feudi devoluti alla camera posito della somma che per questo apostolica, purchè egli pagasse alla bisognava , non ostante tutto ciò camera slessa un milione seicento che si è detto in contrario, ebbero mila e settecento cinquanta scudi effetto, e quindi la Santa Sede, mal romani in termine di otto anni, e grado le proteste fatte in contrario, che intanto rimanesse confiscalo lo prima dai duchi di Parma e Pia stato per sicurezza a favore della cenza, e poi dai loro eredi, segue Santa Sede. Placatosi Innocenzo X a ritenerli ancora, e vari solenni col duca, massime pel castigo dato trattati europei sono sopraggiunti a fìaufrido, che fu una delle prin a riconoscere la validità del suo cipali cause di tanti mali, co' per possesso. Cos'i terminò il ducato di versi cousigli dati da lui ad un prin- Castro, e ne fu ultimo duca Ila CAS Zecche di Castro CAS e di Novara. 229 nuccio II, Farnese, come il primo era stato Pier Luigi. Ext. nella Collezione del Zanetti Noi porremo termine a questo tom. V: Nuova raccolta delle mo articolo, avvertendo chiunque amasse nete e Zecche d' Italia, ec.; Lettera ulteriori notizie sulla città, e sul scritta ad un signore in risposta ducato di Castro, che potrà averne del libro stampato sopra le ragió a dovizia consultando le seguenti ni del serenissimo di Parma con opere: Dominicus Angeli, De de- tro la presa della città, e ducato predalione Castrensium, et suae pa- di Castro eseguita dalle armi pon triae hisloria, Exsl. in Thes. ant. tifìcie nel i64i : lavoro di monsi et histor. /tal. tom. VIII par. III; gnor Felice Contelori; Pietro e Pao Jo. Blavius, Theatrum civitatum de lo Qualiotti, Relazione del già se admirandarum Italiae, Amsteloda- guilo disseccamento dell' antica pa mi, i662; Breve esposizione delle lude denominata il Paglietto posta ragioni della Sede apostolica intor nel territorio del Piagno dell'abba- no all' incamerazione del ducato di dia stato di Castro Roma 'i778; Castro, e dello stato di Ronciglio- Relazione delle ragioni del duca iie, i733; Defensio jurium came- di Parma contro la presente occu rae apostolicae in statu Castri si ne pazione del ducato di Castro , loco et anno; Defensio jurium Cam. stampata li 7 agosto i642, cui si aposlol. pro responsione ad librimi, diede per risposta: Defensio ec. i642, cuius titulus inscriptus est: Relazio succitata, e la seguente Responsio ni delle ragioni ec. i642; Disser- ad libellum, qui inscribitur : rela- tatio de ducatu Castri et Roncilio- tio jurium j Bonaventura Theuli , nis , ejusque /usta ac legilima Convento di s. Francescoj Appara possessione penes Rev. Cam. Ap., to minoritico della provincia di di monsignor Giusto Fontanini; Car Roma i648; Responsio ad libellum lo Fontana, Discorso circa il pon inscriptum : Vera e sincera rela te della Badia situato nella cam zione delle ragioni del duca di pagna fra la città di Castro, che Parma, contro la presente occu fu demolita, e la terra di Canino, pazione del ducato di Castro; Roma i 7 i i ; Mariano Ghezzi, Bre Responsio juris ad relationem prae- ve discorso sopra la salubrità del tensorum jurium ducis Odoar- l' aria della città di Castro, Ron- di Farnesiij Lud. Zuccovius, Acta, ciglione i6io, e Discorso sopra il et controversile Inter Papam In- Fumaiuolo della città di Castro, e nocentium X et Odoardum Farne- de' maravigliasi suoi effètti, Ronci- sium Parmae ducem de ducatu glione i6io; Gorabi, Ponderazione, Castri, Exst. in calce Diss. ejus- e risoluzione del parere stampato dem de r adone status , i 663 ; ed tolto il nome di Fr. Francesco di Acta inter Urbanum VIII Papam Assisi, contro il serenissimo di Par et Odoardum Farnesium Parmae ma, ed altri principi. Sì narra in et Placentiae ducem, hujusque ra- quest' ultimo opuscolo della questio tiones contra invasionem ducatus ne insorta tra Urbano VIII, ed il Castri, factam anno XLI hujus duca Odoardo Farnese l'anno i64.i, saeculi XVII. sostenendosi il duca dal Gorabi ; CASTRO (de) Giovanm, Cardi Lettera a" un anonimo sopra le nale. Giovanni da Castro, da alcuni a3o CAS un sinodo a Siviglia, CAS ove mori nel detto Giordano, nacque di nobilissima famiglia in Valenza. Fatto prefetto di i6oo di ottanta anni, e sedici di Castel s. Angelo, per l' integrità della Cardinalato, ed ebbe tomba in quel «ua condotta fu da Sisto IV pro la metropolitana. Di là fu poscia mosso, nel i479, al vescovato di portato a Monforte nella Galizia, e Girgenti nella Sicilia, e fatto abba riposa nella chiesa dei gesuiti da te commendatario del monistero di lui fondata , abbellita e dotata di Fossanova, ed amministratore di Sles- molte rendite. In morte lasciò due wick in Danimarca. Diciassette anni centomila scudi da distribuirsi a pu dopo venne creato prete Cardinale pilli, vedove, e povere famiglie. del titolo di s. Prisca. Intervenne CASTRO (de) Alfonso. Scrittore ai conclavi di Pio III, e di Giulio ecclesiastico del secolo XVI , uno II, e due lustri dopo essere stato de' più celebri teologi spagnuoli , creato Cardinale, morì in Roma , nato a Zamorra. Entrò giovinetto nel i5o6, nell' età di settantasei nell'Ordine de' frati minori; insegnò anni, venendo sepolto nella chiesa teologia a Salamanca per più di di s. Maria del Popolo, dove al trent'anni, e meritò pel suo sapere manco lato della cappella di s. Gi d'essere inviato al concilio di Tren rolamo, se ne vede il magnifico a- to. Filippo II di Spagna l'ebbe in rello. alta stima, e seco lo condusse in CASTRO (de) Rodrigo, Cardi- Inghilterra quando vi si recò ad naIe. Rodrigo de Castro dei conti isposare la regina Maria. Nel suo di Lerma, spagnuolo, nacque nel ritorno quel principe lo nominò al )52o. Dopo avere studiato nella l' arcivescovato di Compostella. Ma università di Salamanca, divenne prima di ricevere le bolle, Alfonso consultore della inquisizione, e per morì in età di sessantatre anni, avendo ossequiare Filippo II , andò nelle la sua dimora in Brusselles. Ci lasciò Fiandre e in Inghilterra col fratello alcune opere, delle quali la più im Pietro vescovo di Salamanca; quindi portante è un trattato contro le a Roma con Ferdinando Ruiz de eresie. Gli altri suoi scritti sono ; Castro, ambasciatore di quel sovra i.° De iusta hceretìcorwn punùione no. Nel partir da Roma , Pio IV libri tres j i." De potestate legis gl' ingiunse di assicurarsi dell'arci pcenalis libri duoj 3.° De sortilegiis vescovo di Toledo nella Spagna, ac maleficiis, eorumque punùlone. cui egli consegnò dipoi al tribunale Ha lasciato altresì un commento sui della inquisizione; quindi fu vescovo dodici profeti minori; quarantanove di Zamorra, poi di Cuenca; poscia omelie sui salmi IV e XXXI , non arcivescovo di Siviglia, e Cardinal che un trattato della validità del prete dei ss. Apostoli, creato da Gre matrimonio di Enrico VIII con Ca gorio XIII a' i2 dicembre del i 583. terina d'Aragona. * Filippo II ottenne, che il Pontefice Alfonso de Castro scriveva abba gli mandasse in Ispagna il cappello stanza bene: aveva letto molto, ma Cardinalizio. La nuova dignità fece era più forte nella controversia che splendere vieppiù le virtù del no nella storia. Egli nel suo trattato vello porporato, sollecito del suo contro le eresie si è molto più esteso gregge, generoso coi poveri, e li nel confutare le nuove, che a tes berale con tutti. Nel i 586 tenue ser la storia delle antiche. Anziché seguire l'ordine CAS cronologico, le rag prevenire quei CASmali, che avvengono »3l guaglia per ordine alfabetico. spesso nella prossima cambianza di CASTROCELLI Giovami, Car padrone. Morto Boberto re di Na dinale. Giovanni Castrocelli è fama poli e Sicilia, il Papa deputò il Ca- discendesse da nobile prosapia di stroluce come legato, amministratore Benevento. Era preposto al moni- e vicario della s. Sede, a reggere stero di s. Benedetto di Capua, quei dominii; ma Giovanna I, figlia quando Martino IV, nel i282,lo di Carlo Martello figlio di Boberto, promosse ad arcivescovo di Bene che, qual erede della corona, voleva vento, e s. Celestino V lo creò Car governar sola , senza dipender dal dinal prete di s. Vitale, a Teano Cardinale, tanto fece col Papa, che nella Campagna, e amministratore richiamato il legato in Avignone, le della chiesa di s. Agata dei goti a concesse quanto bramava, a patto beneplacito apostolico, nel settembre però di osservare quelle leggi, che del i294. Dice il Gattula, che il le sarebbero state prescritte. Ma dis Castrocelli fu promosso dopo cena, sipando ella i beni del regno, il cosa insolita, della qual cosa mo legato con solenne decreto annullò vendo querele il sagro Collegio, ri tutte le donazioni da lei fatte; poi nunziò il Castrocelli alla sua dignità. prima di partire citò al suo tribu Ma dopo alcuni giorni gli fu confe nale alcuni eretici , detti Neofiti, rita nuovamente in pien concistoro che ostinati nell'errore, punì secondo dal Pontefice , che inoltre lo stabilì le leggi ecclesiastiche. In Toscana, vicecancelliere della S. B. Chiesa. Sardegna e Corsica usò della me Senonchè in capo a sei mesi, mori desima giurisdizione ad impedire se a Benevento nel i295. gnatamente, che Lodovico il Bavaro, CASTROLUCE o de CHATELUS il quale avea acquistato il Tirolo, Almerico, Cardinale. Aimerico Ca- venisse, come minacciava, ad inva stroluce o de Chatelus, così chiamato der l' Italia, ove la religione sofie- dal luogo ove nacque a Limoges, era riva assaissimo. Due anni dopo il consanguineo al Pontefice Clemen Castroluce andò a Boma per sedare te VI. Si rese assai perito in ambe i trambusti eccitati da certo Gabrini le leggi , e nel i 3 i 4 , fu canonico figlio di un la vernieri:, o sia Cola di di Limoges. Quindi venne eletto ar Bienzo, quantunque questo fatto ven cidiacono transvigennense nella chiesa ga piuttosto attribuito al Cardinal di Tours, presidente di Ferrara, e Bertrando Deucio. Finalmente, dopo rettore dell' Emilia, nei quali impie avere stabilito nella chiesa di Char ghi essendosi contenuto a maraviglia, tres una cappella a s. Pietro con Giovanni XXII, nel i322, lo pro dodici canonici, ai quali assegnò suf mosse all'arcivescovato di Raven ficienti rendite pel mantenimento na, e nell'anno 1 3 3 .> alla chiesa di proprio e della cappella medesima , Chartres. Poi, essendo uditore delle secondo l' opinione più probabile , contraddette , fu creato Cardinal morì nel i35o, dopo un Cardinalato prete di s. Martino da Clemente VI ili otto, o nove anni. a' ao dicembre del i342, e desti CASTBUCCI Giamrattista, Car nato legato a Roma, nella Toscana, dinale. Giambattista Castrucci, pa nelle due isole di Corsica e Sarde trizio lucchese, nacque nel i 54l - gna a stabilirvi il buon ordine, e Era di piacevole iudolc e dolce; 23? CAT donodire nemici costoro del la CAT esistenzaBattesimo. del Non peccato cre- nelle migliori università d'Italla fece gran tesoro di scienze, e di non ancora cinque lustri conseguì la originale; quindi riguardano quel laurea in legge, ed amministrò con sacramento come cosa indifferente, grande riputazione la repubblica. o al più come un motivo eccitante Pervenuto a Roma, fu alla corte la fede. Così la pensavano anche i del Cardinal Peretti, poi Sisto V, sociniani. Alcuni altri poi negando, da cui ebbe un canonicato nella che la giustificazione dell'anima di basilica vaticana; quindi nel i585 penda da un segno esteriore che fu datario ed arcivescovo di Chieti, tocca il solo corpo, appellavano af la quale diocesi, essendo sempre as fatto inutile il salutare lavacro. sente, governò per mezzo di vicari, CATABlTA. Sede episcopale della e ben due volte rinunziò, deside Mauritiana Cesariana , nell' Africa rando che venisse conferita a due occidentale , sotto la metropoli di suoi concittadini di sperimentata Giulia Cesarea. Not. Ajric. pietà e prudenza . Dipoi lo stesso CATACOMBE. Luogo sotterra Sisto V creollo Cardinal prete di neo con molte tombe, con cavi fatti t. Maria in Araceli ai i8 dicem per sepoltura dei cadaveri , che in bre del i585, e 28 giorni dopo origine si chiamarono arenarium, passò al titolo dei santi Giovanni e arena riae , ad arenas, ad indicare Paolo, come prova ad evidenza il il luogo donde si trae sabbia, come p. Casimiro. Era prefetto della se rilevasi dagli atti de' martiri , che gnatura di giustizia, ascritto alle vi furono seppelliti. Si chiamarono prime congregazioni, ed adoperato pure cryptae, ossia caverne, e dal in affari molto interessanti. Mori a la natura- del luogo cryptae arena' Lucca nel i 5g5, di cinquantaquattro riae, no%. che arcae nell'Africa, se anni e dieci di Cardinalato, e fu condo gif atti di s. Cipriano. Altra, sepolto nella chiesa dei minori os volta si dissero tumbae, e frequen servanti con semplice epitafio. Era temente coemeleria, cioè dormilorii, intervenuto ai conclavi di Urbano per la fede della risurrezione, giac VII, di Gregorio XIV, d'Innocenzo chè la morte de' giusti, come devo IX e di Clemente VIII. no essere i cristiani, è un sonno di CASTRUM MARTIS. Città ve pace. La parola catacomba è for scovile della Dacia mediterranea , mata da cumba, letto per riposare, eretta nel IV secolo, e sottoposta e dalla preposizione greca cala, che alla metropoli di Sardica, presa a significa appresso. Osserva il Du- tradimento dagli unni. Al concilio cange, che il Papa s. Gregorio I , di Sardica intervenne il suo vescovo lib. IlI, ep. 3o, scrisse Catatumbae, per nome Calvus. ma il nome ordinario è Catacumbae, CASULAE CARIANÈNSES. Città che sembra non usato prima del vescovile rovinata nella Bizacena in quarto secolo, venendo dato pel pri Africa. Silvano suo vescovo inter mo al celebre cimiterio di Calisto, venne alla conferenza di Cartagine. e poscia a tutti gli antichi cimiterii, CATABATTISTI. Appellazione da che sono d' intorno a Roma. V. Gt ta comunemente a coloro tutti, che MITEEII. negano la necessità del battesimo. Sono queste grotte, come vie sot La parola, di greca etimologia, vuol terranee alte circa due uomini, 9 . CAT Dura essem CAT Roruae puer .... 233 larghe circa quattro piedi. Fanno varie guide, ed aprono diverse stra solebam cum caeteris ejusdem ae- de. Il perchè se uno, che le voglia tatis et propositi dielms domini- vedere, non viene accompagnato dai cis sepulcra Apostolorum, et niar- custodi , o da persone pratiche , e tyrum circumire, cryptas ingredi, non sia provveduto di lumi , fàcil quae in terrarum profunda de- mente potrebbe smarrirsi senza rin fossae , ex utraque parte ingre- venire la porta, onde in varie cala- dientium per parietes habent cor- combe fu alzato un muro , perchè pora sepultorum , et ita obscnra non vi si entrasse. sunt omnia, ut propeniodum il- Nelle pareti , tanto a destra che lud propheticum compleatur : De- a sinistra, sono incavati i sepolcri a scendant in infero um viventes, più ordini in forma di cassoni an et raro desuper lumen admissum che con tavoì-i di marmo, o di terra horrorem temperet tenebrarum , cotta , trovandosi in alcune scolpite ut non tam fenestram, quam fo- palme, croci, cervi, agnelli, colom ramendemissi luminis putes: rur- be, un pesce, come simbolo di Gesù sumque pedetentim acceditur , et Cristo ( su di che il Costadoni scris coeca nocte circumdatis illud Vir- se una dissertazione ), e talvolta il gilianum proponitur ": nome di quel martire, che vi fu ri posto con un'ampolla del suo san Horror ubique animos s imiiI ipso, gue, ed ancora cogli stromenti del silentia terrent. martirio. Tali cassoni, o scavi late rali chiamati loculi, quando erano Gli antichi cimiteri, o catacombe capaci di due, tre, o quattro corpi, de' cristiani in Roma, ora sono otto, erano appellati bisomum, trisomum, che possono suddividersi sino a ses o quadrisomum. La maggior parte santa, mentre l'annalista Baronio degli autori conviene, che tali sot all' anno 226, ne enumera quaran terranei, cavati éntro il tufo, e nei tatre . Ne tratta il Venuti nella massi di arena e di pozzolana, non Descrizione di Roma del p. Eschi- solo seryirono di tomba ai primitivi nardi, p. 5o e seg. Oltre i cimiteri cristiani , massime ai confessori di e le catacombe dei romani, ne eb Cristo, ma come luogo inviolabile, bero i cristiani, al riferire del Bol- divennero la culla, ed il rifugio della detti , degli altri in Terni, Spoleto, santa fede nel tempo delle persecu Chiusi, Lucca, Padova, Brescia, A- zioni , e le prime chiese degli stessi quila, Napoli, Nola, Pozzuolo, Mi cristiani. Nelle cappelle erettevi ce lano, Firenze, e persino nella Pale lebravano tutte le sagre funzioni , stina. Delle grotte di Siracusa, chia battezzavano, ordinavano ec., sicco mate catacombe romane , tratta il me abbiamo da incontrastabili ed p. Lupi, nel tom. II, delle Disser antichissimi documenti, al dire di tazioni, parte II, delle Lettere eru Panvinio, de Rit. sepel. mori, apud dite, lettera IX. ChrisL et eorum coemet. cap. II. La più celebre delle catacombe La forma di queste catacombe o presso Roma, è il cimiterio di Ca cimiteri, si descrive anche da s. Gi listo nella via Appia, cosi chiamato rolamo, in Ezech. cap. 4°, P- 4^3, perchè ristabilito da s. Calisto I , Pper., tom. V, con queste parole: eletto Papa l'anno 22i, il quale fu a34 CAT » chiunque lo CAT visiterà essendo ve- arricchito di cento settantaquattro mila corpi di martiri, e di quaran » ramente contrito, e dopo confes- tasei Pontefici, come attesta l' Arin » satosi, otterrà l'intiera remissione ghi, Roma subterran. l. IlI, e. il, » di tutti i suoi peccati per li glo- § i,e 2o: onde si potrà argomen » riosi meriti di cento settantaquat- tare a proporzione quanti ne avran » tro mila martiri, che sono ivi no contenuti le altre catacombe. » stati seppelliti, con quarantasei Altri però sostengono, che soli quat » Pontefici illustri, i quali tutti han- tordici Pontefici , ovvero diciassette » no patito grandi tribolazioni , e sieno stati sepolti in detta catacom » per divenire gli eredi del regno ba. V. Sepolcri de' Romani Ponte » del Signore , hanno sofferto il fici. Il cimiterio di Calisto viene » supplizio della morte pel nome appellato anche di s. Sebastiano, » di Gesù Cristo ec.". Nel primo perchè è presso questa chiesa, fuori ingresso del sotterrando vi è una la porta del suo nome , già l'anti cappella con un busto di s. Seba ca Capena, leggendosi nel calenda stiano eseguito in marmo dal Ber rio Bucheriano: III haI. febr. Fa nini, conservandosi nell'urna sotto biani in Callisti, et Sebastiani ad l' altare il corpo della matrona ro catacumbasj e nella vita di Adria mana s. Lucina. Sono queste cata no l : ecclesiam apostolorum foris combe ritenute per le più vaste di portatu Appiani, cioè di s. Seba Roma: il perchè vuolsi, che per ben stiano, in loco qui appellatur cata- sei miglia si estendano per lunghi cumba , ubi corpus b. Sebastiani m. ed intricati couicoli. Siccome tutte cuni aliis quiescit. Ma ebbe la mag le catacombe rimasero in venera giore rinomanza e gloria questo ci zione grande de' fedeli, per cui mol miterio di Calisto, o di s. Sebastia ti vollero essere tumulati presso le no allorquando vi furono depositati ceneri de' ss. martiri, cos'i per la gran per quasi due secoli i corpi dei prin copia, che in queste di s. Sebastia cipi degli apostoli ss. Pietro e Paolo, no se ne depositarono, sempre i cri su di che è a vedersi il Piazza, stiani n'ebbero una particolare di Della traslazione dei corpi de' glo vozione, ed anche sino dal tempo riosi apostoli ss. Pietro e Paolo al di Pelagio I, prima cioè che Roma le, catacombe di s. Sebastiano, nel- soffrisse, nell' anno 558, l' invasione V Enierologia t. I p. i 34 ; Maran dei longobardi, era pio cgstume del goni , de translationibus corporum popolo romano di recarsi a piedi ss. Pontificuni Romanorum ex pri scalzi a visitare queste catacombe, mis eorumdem sepulcris ad alias ciò che fecero pure, oltre il citato eccle.sias, in Chron. Rom. Pont., e san Girolamo , in progresso altri Moretti in Disputatione de trasla- santi, come le ss. Brigida, e Cate tione corporum ss. Apostolorum Pe- rina da Siena. Fu in esse appunto tri et Pauli ad catacumbas de Ca che s. Filippo Neri, nel periodo di listo P. et M. dieci anni passò di frequente le in Nella detta chiesa di s. Sebastia tere notti a fare ivi penitenze , e no evvi la porta, da cui si discen fervorose orazioni, nutrendosi di so de alle catacombe, leggendosi nella lo pane e radiche di erba. Ancora iscrizione: » E quivi il cimiterio il Cardinal s. Carlo Borromeo ar » del celebre Papa Calisto martire: civescovo di Milano, iu questo sa CAI di quella di s. CATKicomede nella 23? via gro luogo spesso si recava a fare orazione, e a passarvi le notti as Nomentana; cos'i fece Giovanni VII sorto nelle divine meditazioni. del 7o5 con quella de' ss. Marco Gli antichi Sommi Pontefici im e Marcellino nella via Appia, dipoi piegarono tutta la diligenza per man restaurata anche da Adriano I. Ste tenere questi venerabili santuari sot fano HI rifece quella di s. Sotero terranei, ed è perciò, che studiosa nella via Appia ed Ardeatina. S. mente li adornarono con cappelle, Adriano I restaurò quelle di s. Ci ed altari, e con sagre pitture e mo riaca con fabbriche ed ornamenti, saici, e procurarono di conservare presso la quale da ultimo fu eretto tutti i loro diversi ordini un sopra il cimiterio pubblico de'ss. Pietro l'altro, affinchè non rovinassero, ri- e Marcellino nella via Labicana ; di staurandoli prontamente ad ogni s. Felicita, di s. Silvestro, di s. Sa uopo. turnino, de'ss. Crisanto e Daria, di 1l citato p. Lupi , Ep. s. Sev. s. Ilaria, e finalmente quella di s. p. 2 dice: Siint tres omnino cuni- Ermete, tutte situate nella via Va culorum ordints, quorum anus alte leria nuova ed antica. Altrettanto ri subjacet j ma in alcune cata praticarono Benedetto III col cimi combe sono anche quattro, e in al terio di s. Marco nella via Appia, cune pure cinque. Di queste cata Gregorio III, e s. Leone III, che re combe, chiamate eziandio cimiteri, staurò il cimiterio di s. Sisto nella si parlerà a quell'articolo. Furono via Appia, senza nominare altri Pa in varie epoche rinnovate, ed ab pi, i quali furono solleciti della ve bellite dai Papi, per cui s. Giulio I, nerazione, e della conservazione delle eletto l'anno 336, quando già i cri catacombe. stiani potevano pubblicamente eser I titoli e le iscrizioni dei martiri citare il loro culto, rinnovò le ca sparse nelle catacombe, vi si con tacombe di s. Valentino nella via servarono almeno sino alla metà Flaminia, ove poi furono aggiunti dell'ottavo secolo, in cui per l'asse molti ornamenti nell'ottavo e nono dio posto a Boma da Aistulfo, che secolo, dai Papi Adriano I, Leone III, co' suoi longobardi devastò i sagri e Gregorio IV. S. Damaso I, creato cimiteri, s. Paolo I trasportò multa l' anno 367 , ristorò le catacombe , corpora sanctorum , come leggesi o cimiteri di Lucina, di Pretesta nell'epistola ad Io. Albertum toni. to e di Calisto. S. Bonifacio I, del XII Coutil, p. 646, e presso Ana 4 i 8, fabbricò un oratorio nel cimi- stasio in Vita Pauli I. Oltre di terio di s. Felicita nella via Sala esso Stefano II, detto III, e Pasqua ria, ed il suo successore immediato le I, dalla metà dell' ottavo secolo s. Celestino I, ristorò ed ornò di fino alla metà del seguente, n'estras- sagre pitture quello di Pretestato. sero le ossa dei martiri, prendendo S. Giovanni I, del 524, restaurò le tutti quelli, ch' erano più venerati catacombe dei ss. Felice ed Adauto per la loro celebrità, e quelli pure, nella via ostiense, detto anche di cui si seppe con sicurezza aver con Commodilla, presso s. Paolo, dei ss. seguito la palma. del martirio, per Nereo ed Achilleo, nella via Appia, le iscrizioni trovate affisse a' loro e. l' altra di s. Priscilla. Bonifacio luoghi. Ma siccome allora non eb V, eletto nel 6i9, fu benemerito bero altra cura; che quella di por *36 CAT delle reliquie e CAT corpi de' santi mar re in salvo le pericolanti reliquie , così non pensarono, come certamen tiri dalle catacombe, i Pontefici fu te si farebbe adesso, a tener conto rono solleciti di emanare appositi ancbe delle lapidi , che lasciarono regolamenti ; particolarmente nel perire miseramente. Il perche le ca i672 Clemente X, mediante la co tacombe si rimasero da più secoli stituzione Ex commisia, e nel i7o4 esauste de' corpi de' martiri conosciu Clemente XI con bolla, che si legge ti, avendo avuto perciò Gregorio IV, nel bollarlo magno t. VIII, p. 246. eletto nell'anno 827, tutta la ragio Ed è perciò, che le catacombe e i ne di scrivere ad uno, che gli avea cimiteri sono sotto la speciale vigi richiesto qualche corpo di santo mar lanza della sagra congregazione del tire, che non ve lo trovava, inqui- le indulgenze e sagre reliquie, e del rentes, nequaquam invenire potui- Cardinal vicario, il quale vi deputa musj e non già perchè non vi fos due visitatori de' sagri cimiteri, uno sero cavatori, come si spiegò da dei quali è custode delle reliquie , Benedetto XIV, de Beati/., et Ca che si estraggono da essi e dalle non, lib. IV, p. 2, e. 27, che poi catacombe. A tali ministri spetta nella lettera al Cardinal Malvezzi , ordinare e regolare gli scavi pel ri nell' Appendice del tom. IV del suo trovamento dei corpi santi, che po Bollario cambiò parere, ammetten scia colla pontificia autorità si con do anch' egli, che realmente non po cedono in dono a chiese insigni, ed tè rinvenirlo , perchè non vi era, a ragguardevoli personaggi. ovvero per essere le gallerie e i Non deve tralasciarsi di avverti cunicoli delle catacombe quasi labe- re, che Alessandro VII, nel i656, rinti, laonde difficile sarebbe fare concesse a monsignor Landucci sa- delle medesime una pianta topogra grista, ed a' suoi successori, l'auto fica, giacchè tali gallerie e cunicoli, rità di fare scavi nelle catacombe sono talvolta interrotti a cagione de coi propri cavatori, ed i corpi dei gli smottamenti e delle rovine del martiri, che vi avessero rinvenuti, si le volte, le quali sovente sono acca tenessero da loro custoditi per con dute, massime nelle scavazioni per cederli a chi ne facesse ricerca, e a le scoperte. disposizione del Pontefice. Di tal Fatte quelle antiche estrazioni concessione parla il Boldetti alle de' corpi santi, non se ne intrapre pag. i 38 e 257. Vero è però, che sero che dopo sette secoli, venendo non tutti i corpi, i quali rinvengon- riassunte sotto Clemente VIII, Pao si nelle catacombe sono reputati di lo V e Gregorio XV, e continuate martiri, ma quelli soltanto, che han successivamente. Talvolta gli antichi no contrassegni sufficienti a deno cristiani, per gratitudine verso i ca tare la certezza del sofferto marti vatori delle catacombe, solevano ef rio; ed a quelli, che si trovano con figiarli in qualche conetta de' cu segni del martirio , ma anonimi , nicoli o corridori delle catacombe, viene imposto un nome tolto da con una lucerna in mano , e con una cristiana virtù, o di qualche due colombe ai lati, come osserva altro martire. si in un rame riportato dal p. Giu Per rendere più sospette le re seppe Bianchini nella sua storia tri liquie estratte dalle catacombe, mol partita. Ma sui cavatori posteriori ti accattolici hanno detto , ch' esse CAT CAT 2X7 non devono la loro origine se non Adolph . Hartmann , De origine che ai lavori indispensabili delle Cryptarum in ecclesiis christiano- cave, le quali facevansi presso le rum, Marb. Cattorum i733 ; Ja. grandi città, e agli altri scavi di Nic. Erithracus, De Roma subt. Aur. terra, di pozzolana e di sabbia, che Pelliccia, Dissertatio I de Coeme- erano necessari alle costruzioni; e terio sive Catacumba neapolitana che i tanti loculi o scanni, i quali t. IV. p. III p. 68 ; Mamacbi, Co si cuoprivano con tegole e marmi, stumi de' primi cristiani, t. III. p. erano destinati alla sepoltura dei i66; Artaud, Voyage dans les ca- gentili, che vi seppellivano gli schia tacombes de Rome, Paris i 8 i o; e vi per evitare la spesa di farli ab Mario Pieri, Discorso de' viaggi, Mi bruciare. Ma a tali accuse risponde lano i8 i2, ove a p. 28 descrive il Bergier alla parola Catacomba , lo smarrimento entro le catacom dappoichè se è probabile l' opinio be di s. Sebastiano, di un viaggia ne degli scavi, siccome sostenuta da tore, che perde il filo ed il lume, gravi autori, è poi certo che i cri con cui si era incautamente intro stiani de' primi tempi, in cui i dotto, senza altra guida ; disgrazia, barbari si recarono al saccheggio che accadde anche ad altri. Il p. An- di Roma , chiusero le catacombe tonmaria Lupi , nel tomo I, delle per impedirne la profanazione , e sue Dissertazioni, Faenza i 785, a tranquillata la Chiesa, vennero suc pag. Si. e seg. , tratta degli an cessivamente riaperte, laonde le con tichi cimiteri detti catacombe, e di getture de' protestanti, massime di ce, che furono fatti ad imitazione Burnet, di Spanheim, di Basnagio, delle sepolture de' gentili ; che è di Misson ec. , sono false per ogni falso che molto prima servissero parte, e sono un prodotto contro i per seppellirvi i gentili, come ma cattolici, contro il culto de' sapti, e lignamente opinò il protestante Mon- delle sante reliquie, che ci gloriamo rò, e risponde alle opposizioni, che ▼enerare. contro le catacombe fanno gli e- Finalmente sulle catacombe scris terodossi. Da ultimo, e nel i837, sero, e si possono consultare i seguenti il celebre Raoul Rochette pubblicò! autori: Roma sagra, ricercata in in Parigi Tableau des catacombes tutti i giorni della settimana ecclesia de Rome, opera che nel medesi stica nelle opere pie che vi si fanno, mo anno si stampò anche a Brus- Boma i673; Pietro Zorn nella disser selles. tazione De Catacumbis seu Cry- CATAFALCO ( Pegma funebre). ptis sepulchralibus ss. Martyrum, Edifizio di legname fatto per lo pid Lipsiae i7o3; Carlo Samuele Sonffio in quadro od a piramide, che si de Concionibus funebribus vcterum, circonda di torcie e cerei, dove si Lipsiae i 688 ; Enrico Leone Schur- pone la bara di un morto. Il Dizio zlleisch, De lucernis veterum sepul nario delle Origini, Milano i829, chralibus, Vittembergae i7 io; Gioa dice, che nell' ornamento del cata chino Ildebrando, Primilivae ec- falco entrano i simboli della morte, 'siae offertorium pro defunclis , gli attributi caratteristici , le virtù, lm*' Ifi?; Armandi Gotti, le cariche, ed anco gli stemmi gen 'nnes duae de e, tilizi del defonto con tutti gli analo- ,siae i7i0 :hi accessorii, come panni e ornamen 2-S8 CAT CAT ti lugubri ce. Sovente i catafalchi si maxima concilioruni omnium Hi- collocano su gradinate, disponendosi spanice et novi orbis etc. Il p. Ca sopra di queste gruppi di figure talano ha scritto anche alcuni com allegoriche e simili, relative alle mentari sul ceremoniale de' vescovi, qualità e al carattere del defonto. e sui CATALOGNA. quattro primi Provincia concili generali. della CATAFRIGI. Eretici del secolo II , rampollo de' montanisti , e cosi Spagna, che viene separata dalla chiamati perchè sortirono nella Fri Francia dai Pirenei. Soggiacque do gia. Essi componeano l' Eucaristia po le romane e le gotiche invasioni con farina e sangue estratto con ai conti di Barcellona , città che piccole ferite dal corpo di un fan n' è la capitale. Uno di detti conti, ciullo; il quale se a caso moriva, col matrimonio, che contrasse con riguardavano qual martire, se so- d. Petronilla regina d' Aragona, unì pravvivea, come gran sacerdote. Essi i due stati, trasmettendone lo scet affettavano temperanza astenendosi tro alla sua posterità, dalla quale dalle carni degli animali, e si spac poi derivarono Ferdinando V, il ciavano assai continenti; ma bestem cattolico, ed Isabella, che riunirono miavano dall' altro lato contro la la monarchia, mediante la congiun validità delle nozze. San Eleutero, zione dei regni di Leone e di Ca- Papa del i 79, fece un decreto con stiglia. Ci permettiamo, e limitiamo tro di essi , ed insieme insegnò, che soltanto a questo cenno, per parla eia cosa lecita per ciaschedun dei re di un concilio , ch' è conosciuto fedeli il cibarsi anche delle carni de sotto il nome di Catalogna. Questo gli animali. San Zefirino, del 2o3, pertanto vuolsi celebrato nel primo condannò anch' egli que' fanatici, as maggio dell'anno i246, dall'arci sieme agli altri eretici di quel tem vescovo di Tarragona , con l' inter po, la maggior parte discepoli di vento di sei vescovi. Vi si confermò Montano. la scomunica contro coloro, che si CATALANO Giuseppe. Scrittore assicuravanosone ecclesiastiche, con violenza e dei lorodelle beni. per1 ecclesiastico del secolo XVIII, assai dotto e laborioso. Era egli ascritto Inoltre vi si ordinò, che i saraceni all' oratorio di s. Girolamo della schiavi, i quali domandavano il bat Carità. Abbiamo di lui. le seguenti tesimo, dimorassero prima alquanti opere : i ." Pontificale romanum in giorni presso il rettore della chiesa, tres partes dislributum Clementi* per provare e fare esperimenti sulla VIII, ac Urbani VIIi auctoritate loro conversione. Marca, Hispan. recognitum, nunc prinium prolego pag. 5 i2. meni! et conunentariis illustratimi j CATANDRINI, CALDARINI, o 2." Sacrarum cxremoniarum, sive CALDERlNI Filippo, Cardinale. V. rituum ecclesiaslicorum Sanctce Ro Calandrisi. mance Ecclesice libri tres, ab Ail CATANIA (Catanien.). Città gustino Patricio ordinati et a Mar con residenza vescovile in Sicilia, cello Corcyrensi archiepiscopo pri- capoluogo della provincia chiamata iMim editi etc.; 3.° De magìstro Valle minore di Catania, vantaggio sacri palatii apostolici libri duoj samente situata sulla costa orientale 4- De secretorio sacrce congrega- dell' isola a piedi del monte Etna o tionis indicis libri duoj 5." Colleclio 'Mongibello, sulla estremità della va sta pianura del CAT suo nome, una del e Luigi, re di C Sicilia, A T vi morì a nel 3y
le più belle città della Sicilia non i355. Alfonso d' Aragona vi fon solo, ma d' Italia. Catania, che poi dò la sua rinomata università, e dai romani fu chiamata Catana, e l' imperatore Carlo V cinse la città Catina , fu fondata, secondo qual di solide mura, il perchè colle sue che autore , l' anno 726 prima di fortificazioni si novera fra le piazze G. C, sette anni dopo Siracusa, da forti del regno. Dopo l' ultima mi una colonia di Nasso, e, secondo al litare occupazione di Malta, nel i 798, tri, da una colonia di calcidesi gui i cavalieri gerosolimitani si recaro dati da Evarco, nel 7o4. Il celebre no a Messina, donde nel gennaio legislatore Caronda viveva in que i 8o4, il balì Tonimasi gran mae sta città verso l' anno 65o della stro, ed i grandi dignitari dell'Or menzionata epoca. Gerone, tiranno dine gerosolimitano, si fissarono in di Siracusa, trasportò altrove i suoi Catania, e vi rimasero fino all' a- primi coloni, nel ^f&, per dar luo gosto i826, in cui passarono a Fer go a cinque mila greci tratti dal rara. In Catania era morto, ai i3 Peloponneso, e ad altrettanti di giugno i8o5, il gran maestro Toni Siracusa : ma quindici anni dopo la masi, ed ivi gli successe il balì Gue- sua morte, i primarii suoi abitanti vara eletto luogotenente ai i5 giu da Leontini, ove eransi stabiliti, dis gno, che morì poi ai 25 aprile cacciarono gl'invasori, e rovesciaro i 8 i 4-- Quindi gli venne dato in suc no la tomba del tiranno. La città cessore ai 26 aprile il balì Centel- lasciò allora il nome di Etna, che les, che morì pure in Catania ai avea ricevuto da Gerone. Per altro io giugno i82i , onde fu eletto rimase quel nome al castello, chia luogotenente il commendatore Bu mato per Io innanzi Inessum, e si sca. tuato sul pendio del monte. Ivi Tre volte il vulcano distrusse ritiraronsi coloro, che ai veri Cata- Catania, ed altrettante volte fu rie nesi dovettero cedere il posto, e dificata . Se l' Etna da un lato vuolsi crederne gli avanzi d'esso in le è sorgente d' inesauribili dovi un convento rurale detto s. Nicolò zie, lo è per l'altro di deplorabili in Arena, che divenne abbazia re avvenimenti. Uno di questi rammen golare della congregazione di Mon- tavano le statue erette sulle sponde tecassino, il cui abbate aveva il dirit del Simeto, dei fratelli Anfinomo to di assistere agli stati del regno ed Anapio, che in una' tremenda ir di Sicilia. ruzione, abbandonati gli aviti te Dionisio s' impadronì col ferro di sori, s' indossarono il peso dei ca Catania, vendendo poi all' asta pub denti genitori, e perirono vittima blica gli abitanti, che aveva fatto dell' amor filiale. Fra le rovine del schiavi, e concedendone ai Campa l' antica città, sono degni di osser ni il dominio. Sotto Augusto di vazione l'anfiteatro, le naumachie, venne colonia romana ; fu da lui il circo, l' odeone, i sepolcri, i ba riparata, e si mantenne in fiore e gni ec., ma del suo famoso tem riputazione nell'impero de' romani. pio di Cerere non si rinvengono a- In progresso di tempo servì Cata vanzi. nia di residenza a parecchi sovrani, Attualmente Catania si divide nei e principi della dinastia aragonese , tre circondari del Duomo, di s. Mar ifa CAT sole, o proconsole, CAT con colonne di co, e di Borgo. Le sue piazze, e le sue strade vaste e regolari sono sel granito di un grande diametro, le ciate di lava ; ed i suoi edifici, in quali per altro sono racchiuse dai generale, sono di un' architettura pilastri, fin da quando il vescovo imponente, e primeggiano, oltre la Reggio fece restaurare la chiesa. cattedrale, il palazzo del senato, o Dedicata questa cattedrale ad o- magistratura municipale ed il tea nore della concittadina e patrona tro. Fu, nel i693, ed ai 22 gen s. Agata vergine e martire sotto lo naio, ch' essa venne quasi distrutta imperatore Decio, fu riedificata do dal terremoto, avendone provato de po il menzionato disastro del i693, gli altri, massime negli anni i783 in cui morirono ventimila persone. e i8 i8, che assai danneggiarono Dall'anno io93, il suo capitolo fu molte eleganti fabbriche. Il porto regolare, e dell'Ordine di s. Bene di Catania consiste piuttosto in una detto, sino al i578, in cui ven darsena: il perchè, nel declinare ne secolarizzato da Gregorio XIII. del secolo decorso, fu incominciato Oggidì si compone di cinque digni un molo sotto la direzione del ce tà, cioè del priore ch' è la prima, lebre ingegnere Zara maltese, che dell' arcidiacono, del cantore, del de tuttora si continua. Ma essendo la cano, e del tesoriere, con dodici ca darsena naturalmente di poco fon nonici con due prebende, dei cano do, non vi entrano che bastimenti nici secondari mansionari, di sei be mercantili, e poco si frequenta. E neficiati, di quattro cappellani, e di poi degna di special menzione l' in altri sacerdoti e chierici tutti ad clita accademia Gioenia, per le sue detti al divino servizio. Dal sacer utili e dotte produzioni letterarie, dote maestro de' cappellani, eletto riguardanti la flora, e mineralogia dal vescovo, si esercita la cura del sicula, oltre ogni altra parte delle le aniirie nella stessa cattedrale, ove scienze naturali. Fu il commenda evvi il fonte battesimale, ed in cas tore Fr. Cesare Borgia di Velletri sa d'argento, ornata di pietre, si del sovrano Ordine gerosolimitano, conserva con gran venerazione il che fondò tale illustre accademia, e corpo della protettrice sant' Aga ne fu il presidente nel primo trien ta. Inoltre nella città vi sono ot nio, divenendo anzi poscia presi to parrocchie col rispettivo fon dente perpetuo onorario. te. Tale è la chiesa di santa Abbiamo dai sagri fasti di Cata Maria da san Pio V insignita del nia, che la sua sede vescovile ven titolo di collegiata, vicina ad un ne istituita nel quinto secolo, e che antico monistero, che portava il ti dai greci nel nono fu eretta in me tolo della predetta santa Agata. La tropoli onoraria, divenendo nel de cattedrale, fra i suoi ornamenti , cimosecondo suffraganea di Monrea ha anche due organi, ma quelli le, a cui è tuttora soggetta, allor della chiesa di s. Nicola, vasta e quando quella chiesa divenne me magnifica, sono riputati più eccel tropoli. Vuolsi, che la cattedrale di lenti. Vi sono poi quattordici con sontuosa architettura, edificata nel queventi monisteri e monisteri di monache,di religiosi, quattro e ciu- io93 dal conte Buggero, sia stata fabbricata nel luogo d' un antico conservatorii, e diverse arciconfrater- tempio eretto da certo Laberio con- nite, due ospedali, uu monte di pietà, CAT cioè del diacono, CAT del corista, dell'ar 24,i un cospicuo seminario, ed il cimiterio fuori della città. cidiacono e- del tesoriere, di quat CATANZARO ( Cathacen.). Città tordici canonici con due prebende, con residenza vescovile nel regno di sei mansionari, e di altri preti delle due Sicilie, capoluogo della e chierici addetti al culto divino. provincia della Calabria ulteriore Nella detta chiesa evvi la cura del seconda, di distretto e di cantone, le anime con fonte battesimale. Vi situata su di un'amena ed elevata si venerano diverse reliquie, fra le posizione, a pie della quale scorre quali il corpo del patrono s. Vita il Corace. Essa è difesa da un ca liano martire. Nella città si contano stello fortificato, e lo era anche la altre dieci parrocchie, tre conventi città. Il terremoto del i783 la di religiosi, e due monisteri di mo distrusse alquanto, ma poscia venne nache, un orfanotrofio, un ospedale, in gran parte riparata con nuove ed un seminario. La tassa di questa fabbriche. Dicesi, che fosse fabbricata mensa è registrata nei libri della ca dal greco imperatore Niceforo Co- mera apostolica in trenta fiorini. mneno, ovvero dai greci nel suo impe- CATAQUENZA, o CATAQUEN- rio.Fu sempre la metropoli di tutta la SUSCA, ed anche Cataquae. Sede Calabria Ultra, prima che venisse in vescovile di Numidia nell'Africa oc due parti suddivisa, ed ha tuttavol- cidentale, che nei primordi del quin ta i superiori dicasteri provinciali, to secolo , fu governata dai vescovi e la gran corte civile per le appel Bonifacio , e Paolo. Aug. ep. 1 26. lazioni, ch' è una delle quattro di Se ne fa menzione negli atti della qua dal faro, e che comprende tut conferenza tenuta in Cartagine nel te le Calabrie nella sua giurisdizio l'anno 4i i• ne. Oltre alcuni stabilimenti di be CATARA. Sede vescovile della neficenza, evvi una reale accademia diocesi di Caldea, nel golfo persiano. delle scienze, ed uno de' maggiori Nel 74o era vescovo di essa Fetio- licei regi. ne, e quando era cattolico de' nesto- La sede vescovile in Catanzaro, riani Jesuiab III , il vescovo e gli che chiamasi pure Catanzara, e in abitanti di Catara lo abbandonaro latino Cantalium, Catacium, fu sta no , per seguire il metropolita di bilita dal Sommo Pontefice Calisto Persia. II, nel ii2i, trasferendovi la sede CATARI e Cataeini. Eretici di di Taverna, la cui erezione rimon scepoli di Montano. Questa parola tava al secolo quinto. E suffraganea significa puri, e se l'attribuivano, dell'arcivescovo di Reggio, al qua oltre ad essi , anche i manichei , i le è tuttora sottoposta. La cat novaziani, gli albigesi ed altri ereti tedrale fu più volte restaurata al ci. I montanisti presero tal nome paro delle altre chiese a cagio per significare, ch' essi non erano del ne degli scuotimenti di terra, ed numero di coloro, i quali riceveva è dedicata all' Assunzione della no a penitenza quelli, che avean ne beata Vergine Maria; ma pei me gata la fede pel timore de' tormen desimi scuotimenti , passò da ul ti ; cosi pure che nulla partecipava timo il capitolo ad ufficiare nella no del loro delitto. Sotto tale pre chiesa di s. Francesco. Tal capito testo d'ipocrisia negavano intanto lo si compone di quattro dignità , la facoltà della Chiesa di rimettere i6 243 CAT nel viaggio sorpreso CAT in Napoli da anche il peccato di apostasia. Ve stivano di bianco, per indicare, co mortal malattia, fini di vivere agli me essi dicevano, la purità della 8 novembre dell' anno stesso. loro coscienza. Il Cardinal Pallavicino, Star. Con CATARINO Amrrogio. Scrittore dì- di Trento, I. XIII, e. 8, in po ecclesiastico del secolo decimosesto, che parole ha espresso il vero ca nato in Siena l'anno i487. Insegnò rattere del Catarino , dicendolo : dapprima la legge civile in parec » uomo di somma riputazione nei chie città d' Italia sotto il nome di » suoi anni , di minore nelle sue Lancellotto Politi. Nell'età d'anni » opere , forse non favorito in esse trenta circa , professò la regola di s. » dalla universale opinione altrui : Domenico in Firenze, e vi assunse » ma nelle contese cogli eretici e il nome sotto il quale è conosciuto. » nelle funzioni del concilio , non D'allora in poi con tal profitto si die » fu inferiore d'applauso a veruno de allo studio della teologia, che in » de' coetanei e de'colleghi ". E ve brevissimo tempo divenne uno dei ramente sarebbe degno di maggior più celebri teologi. Per meglio at lode il nostro teologo, se alla viva tendere a quella scienza, passò in cità dello ingegno ed alla estension Francia nel i532, e vi si tratten del sapere avesse congiunta un' e- ne quasi dieci anni. Tornato indi guale moderazione nel proporre le in Italia, meritò di essere invia sue opinioni, e nello impugnare le to al concilio di Trento, ove ebbe altrui. In tal maniera non avrebbe campo di spiegare non solo il suo sostenute sentenze tali , che poscia vasto sapere, ma ancora la sua in a ragione gli furono rimproverate, dole bellicosa, perciocchè gravi con e per cui qualche sua opera è stata tese sostenne per diverse opinio registrata neh' Indice. Nondimeno ni con altri teologi del suo Or egli fu uno de' primi a prender le dine , come con Bartolomeo Car- armi contro Lutero. La nomencla ranza, con Domenico Soto, e con tura delle sue numerosissime ope Bartolomeo Spina, maestro del sagro re potrassi leggere presso i padri palazzo. Anzi le contese s'ebbero Quetif ed Echard (Script. Ord. prad. con tal calore, che non si ristettero t. II, pag. i44) , i quali tessero an in semplici dispute a bocca, ma si che il catalogo delle varie edizioni, fecero anche pubbliche con alcuni che ne furono fatte. Abbiasi peral libri stampati dagli uni contro gli tro un' idea generale di quanto scris altri. Nel i547, PaoIo W lo pro se. I suoi Commenti intorno ai pri mosse alla sede di Minorica nel re mi capitoli della Genesi, s. Paolo e gno di Napoli, sebbene molti di lui le epistole canoniche, ridondano di nemici adoprassero ogni mezzo per questioni di controversia, nelle quali impedire il suo innalzamento. Cin combatte con franchezza il Cardinal que anni dopo, il Pontefice Giulio Gaetano. Il Trattato della grazia III, che avea avuto il Catarino an contiene certe proposizioni adatto cor secolare a suo maestro in leg nuove, e anche non troppo con ge, lo trasferì alla chiesa di Conza ; formi. Compose parecchi scritti in e nel i 553 lo chiamò a Roma. Era favore della immacolata Concezio comune opinione, ch' ei dovesse ri ne. Le sue questioni quibusnam ver- cevere l'onor della porpora; ma bis Christus conferii Eucharistiae v CAT sone soggette CAT all'impero romano a43 sacramentum, sono posle nell'Indi ce, sotto il nome Politili Ambros. ed ai re alleati , e per potere in Catharinus. Negli altri scritti vuol caso di guerra fare in ciascun re distaccarsi dai sentimenti dell' An gno quella leva di gente , che oc gelico, ove per altro si tratta di corresse al bisogno. Ma qualunque cose non definite. Scriveva egli e- sia stata la vera ragione di que- legantemente , e le sue opere st' ordine di Augusto , avverte il non mancano di chiarezza e di me Lamy, cap. g, num. 3, che ciò fu todo. un tratto meraviglioso della Sapien CATASTO ( Census ). Kegistro e za divina, la quale volle, che da stima de' beni stabili, ed ancora quel questo censo risultasse una irrefra la gravezza , che s' impone secondo gabile testimonianza , che Gesù Cri l' estimo de' medesimi, nonchè il li sto discendeva dal regio sangue di bro ove essi vengono registrati , e Davidde. V. Joh. Guil. Jani de descritti coi nomi dei possessori. Col Censn romanorum primo recentiores nome di catasto e anche di censo quaedam controversi ae, Vittember- s'intende pure l'enumerazione della gae i 7 i 5, et in tomo V Thesaur. popolazione. L' esatta ripartizione Theol. Phil. p. 424, e Francesco dell' imposta , come la descrizione Cancellieri , Notizie sul natale di della popolazione , che i moderni G. C, ove a pag. 79 riporta un chiamano statistica (la quale ora elenco degli scrittori , che trattaro sta formando in Roma il prov no del censo di Augusto . Pel Ca vido governo ) è uno dei più tasto poi dello stato pontifìcio, si grandi benefizi, che un popolo ri può consultare l'articolo Congrega cever possa da chi lo regge; il per zione Cardinalizia bel Censo. chè si legge, che Ottaviano Augusto CATECHISMO ( Catechismi ). stabilì il catasto , o il censo , rem Istruzione, la quale insegna ciò che saluberrimam loto futuram impe un cristiano deve sapere, credere e rio. Tutta volta cercandosi dai cri operare per ottenere la salute eter tici per qual motivo Augusto ordi na , riguardante l' ammaestramento nasse questo censo, si vuole che ciò della fede e dei costumi. Chiamasi facesse non solo per conoscere il nu pure Catechismo quel libro, che ne mero de' suoi sudditi , ma per sa contiene l' insegnamento. L' origine pere le sostanze e gl' impieghi di di tal parola deriva dalla greca ca ciascuno, per poi imporre un pro techesi, catechesis, christianae doclri- porzionato tributo , come opina nae institutio, cioè spiegazione della no Ambrosio, Beda, Eulimio, et dottrina cristiana ( Fedi ), che è la Maldonato in e. i. Lucae. Alcuni breve e metodica istruzione dei mi però si oppongono, sostenendo che steri della fede per quelli, che vo siccome gli ebrei avevano i loro re, gliono farsi cristiani , e ricevere il ed obbedivano ad Erode, così a lui salutare lavacro, della cui ammini solo e non ai romani solevano pa strazione era incaricato il catechi gare i tributi . Onde Richard , e sta ( Fedi ). Bineo de Natali Jesu Christi, lib. Essendo stati i vescovi stabiliti I, e. 3, credono piuttosto, che fosse da Gesù Cristo maestri de' fedeli , ordinata questa descrizione soltan essi devono presentare ai propri to per sapere il numero delle per- diocesani un catechismo, ed il cate 244 CAT CAT chismo romano ( Vedi ) è il mi rio le cose da credere, e da fug gliore di tutti. L'uniformità della girsi nelle materie della nostra fe dottrina insegnata in tutti i libri de. Di questo catechismo adun elementari, è una prova irrefraga que lo stesso Clemente XIII , per bile dell' unità della fede , che re opporsi alla condannata Esposizio gna in tutta la Chiesa universale . ne , fece pubblicare in quell' anno Di tutti i libri il più difficile è una nuova edizione in latino, e in un buon catechismo , come quello, italiano per opera della stamperia che adattato ad ogni maniera di per camerale. sone, si tiene per un compendio di I concilii raccomandano ai par teologia. rocI] i di spiegare in tutte le feste Che se alcuni inserirono nei • ca il catechismo nelle loro parrocchie. techismi delle opinioni, che non ap Varii Pontefici, e da ultimo Cle partengono alla fede cattolica, que mente XI, Benedetto XIII, e Bene sta temerità fu comunemente disap detto XIV , s. Carlo Borromeo e provata ed altamente biasimata. V. molti insigni Cardinali, ed altri uo d. Francesco Gusta, Sui catechismi mini grandi , esercitarono l' uffizio moderni, Saggio critico - teologico , di catechizzare persino i fanciulli, e in cui fa la disamina dei catechismi la gente di campagna. In Boma , di tutte le nazioni ; e il breve Cum nell'intera quarta settimana di qua inter presso il Guerra, t. I, p. i6o, resima, in molte chiese stabilite dal dato da Clemente XIII ai i4 giu Cardinal vicario si fanno le istru gno i 76i, col quale condannò V E- zioni catechistiche in preparazione sposizione della dottrina cristiana, al ricevimento della ss. comunione, stampata a Napoli in cinque tomi a cui per precetto della Chiesa de nel i758-i759 e i76o, e tradotta ve accostarsi ogni cattolico nel tem nella lingua francese , nella quale po pasquale. V. de la Combe, alla era stata condannata dalla congre parola Catechismo. gazione dell' Indice ai 2 i novembre CATECHISMO Romano. Chia i757. Per maggiormente poi tener masi ancora Catechismo del conci- . lontani i fedeli dal pericolo, in cui Ho di Trento, perchè i venerabili possono inciampare in questa deli padri di quell' augusto consesso, do cata materia, lo stesso Pontefice con po aver raccolta molta materia su una lettera enciclica dello stesso gior questo oggetto importantissimo, in no, In Dominico , presso il citato caricarono due vescovi ed un teo Guerra, t. III, p. 25, diretta a' ve logo del celebre Ordine de' predica scovi della Chiesa cattolica, li esor tori affinchè il riducessero in com tava e comandava loro di servirsi pendio. Ma non potendo i padri pel regolamento del loro gregge del condurre a fine sì grave affare, ne Catechismo romano, con tanto stu lasciarono la cura alla suprema au dio e profitto de' cattolici fatto com torità del sommo Pontefice, come pilare dai Sommi Pontefici suoi pre abbiamo da tanti autori, massime decessori, principalmente da s. Pio dal p. Reginaldo, de Catechis. Rom. V dopo il concilio di Trento, il auctoritate. Ed è perciò, che s. Pio quale avendo condannate le eresie, V, Ghislieri, eletto nel i566, subito che a quei tempi erano insorte, for si occupò del catechismo di detto mò un catechismo, io cui s' insegna- concilio tridentino , e lo diede a CAT romano. Il primo CAT diresse perciò 245 un compilare a tre riputati e dotti sog getti di quel tempo. Le due parti breve al famoso tipografo Manuzio, del Simbolo, e de' Sacramenti toc e il secondo spedi altro breve a carono a monsignor Muzio Calini Millanges di Bordeaux , e ciò prin bresciano, arcivescovo di Zara, poi cipalmente ad uso di tutti i parro- vescovo di Terni, il quale fu anche chi cattolici. Ma per le altre condi adoperato nell'Indice dei libri da zioni, merito, utilità e polemica del proibirsi, e nella riforma del bre catechismo romano, si consulti l'ab viario, e del messale romano. A bate Bergier a tale articolo. Pier Galesini , dottissimo milanese , CATECHISTA. Colui, che fa il toccò la terza parte, che tratta del catechismo, che catechizza, ovvero Decalogo j e a Giulio Poggiani, fa che ne ha composto dei libri. Nei migerato letterato di Suna nella dio primi secoli della Chiesa si chiama cesi di Novara, toccò l'ultima parte rono catecumeni i nuovi discepoli sulla Orazione domenicale. Finito in nella fede cristiana, non ancor bat questa forma da tre diverse mani il tezzati, di cui la Chiesa prendeva catechismo, fu dato allo stesso Pog particolar cura per istruirli nella giani, affinchè lo ripulisse nello sti fede. Oltre i sermoni dei vescovi, le interamente, e quasi lo rifacesse ai quali era loro permesso assistere, da capo , nel tempo , che una con troviamo negli antichi scrittori, che gregazione deputata dal medesimo in certe chiese, parlandosi dei cate s. Pio V, e di cui era presidente cumeni dei due primi ordini , si il celebratissimo Cardinal Guglielmo destinavano abili soggetti per am Sirleto, lo rivedeva nel dottrinale. maestrarli , i quali si chiamavano Con tutta questa diligenza fu for catechisti , termine usato si dagli mato , e compito il catechismo ro autori profani, che ecclesiastici, anche mano, nel quale si comprende, co per indicare coloro, i quali insegna me dicemmo all'articolo Catechismo, vano Nell' i epistolaprimi elementi attribuita delle a scienze. s. Cle ogni dottrina necessaria alla istru zione de' fedeli, comune nella Chie mente, e diretta a Jacopo, i cate sa , e che da ogni errore li tiene chisti sono distinti dai vescovi, dai lontani. V. Pompeo Sarnelli Lette sacerdoti, e dai diaconi. Nella chiesa re ecclesiastiche, tomo IX, p. 35 , di Alessandria eravi una celebre ove riporta i nomi di quelli, che scuola di catechisti per istruire quel composero il catechismo romano, ov li , che si disponevano a ricevere il vero quello già prima incomin battesimo, venendone incaricati uo ciato, come si disse superiormente , mini grandi. Eusebio cesariense chia dal sagro concilio di Trento, oioè ma questa scuola non già di cate fr. Egidio Foscario domenicano, ve cumeni, ma di fedeli, lib. V, Hist. scovo di Modena, Lionardo Marino Eccl. e. io. Tutta volta, che vi fos arcivescovo di Lanciano, e fr. Fran sero istruiti i catecumeni, ricavasi cesco Forerio portoghese, che fu il da Origene, Coni. Cels. lib. 3, pag. primo segretario della congregazione i4<- Fra i catechisti della scuola dell' Indice. alessandrina, sono .a nominarsi Pan- Tanto s. Pio V, che l'immediato teno , che sapeva egualmente le successore Gregorio XIII, approva scienze umane, e le divine Scritture, rono e pubblicarono il catechismo il quale poi andò a predicare l'evan 246 CAT ai talenti , ed ai CAT doni particolari di gelo nelle più rimote provincie del l'Asia, ed inoltre s. Clemente ales cui erano forniti. sandrino, e il medesimo Origene. In alcune chiese l' impiego di ca Questi fu incaricato d' istruire i techista non veniva assegnato a per catecumeni, contando l'età di diciot sona particolare; ma era lasciato to anni , mentre era ancora laico. allo zelo e alla prudenza di ciascun Divenne quella scuola sì famosa al fedele l' istruire i catecumeni. S. A- suo tempo, che vi accorrevano le gostino, che fu fatto catecumeno in genti dai più lontani paesi. S. Gre Milano, non fa cenno di alcun par gorio taumaturgo vi apprese i primi ticolare destinato a istruirlo, come rudimenti di nostra fede, e vi fece neppure in Roma vi ha vestigio di tali progressi, che lo resero poi simili catechisti. S. Cirillo gerosoli l' ammirazione di tutti. Nella chiesa mitano parla a tutti i fedeli, quan di Cartagine s. Cipriano pose nel- do dice : Se vien generato qualcuno l' impiego di catechista un rettorico a Gesù Cristo, colle vostre istru per nome Ottato, come lo attesta zioni rendetelo attento . Altrove e- con queste parole: Noi abbiamo gli l' invita a combattere generosa stabilito Oliato uno de' lettoti, ac mente contro i nemici della Chiesa, ciocché sia maestro degli uditori. e a predicare l'evangelo, e vuole Nella medesima chiesa duecento an soprattutto, che quelli i quali sono ni dopo aveva lo stesso incarico il dotati d' ingegno in guadagnar ani diacono Deogratias, ed a sua istanza me, vi si adoperino incessantemente. s. Agostino compose il bel trattato: Ma in que' luoghi, ove non vi erano De catechizandis rudibus, nel quale nè catechisti destinati, nè scuola di gli dà eccellenti istruzioni per inse catecumeni, venivano particolarmen gnargli come dovea compiere il suo te a tal uopo incaricati i padrini ministero ; e san Gregorio Nisseno e le madrine, i quali doveano abili scrisse un Discorso sopra lo stesso tare alla religione coloro, di cui poi argomento, per mostrare a' catechisti nel battesimo dovevano farsi mal come dovessero insegnare agli altri. levadori. Il Du Cange alla parola Fra le dignità della chiesa di Co Catechizare, dice, che conservavasi stantinopoli, il catalogo degli uffi- ancora un' ombra di questo antico ziali annovera i catechisti, il cui costume ne' posteriori secoli, sino a impiego era istruire il popolo, e quando cominciarono a presentarsi tutti quelli, che lasciavano l' eresia al battesimo i soli fanciulli, catechiz per rientrare nella Chiesa cattolica. zandoli in questo modo i padrini, Si può credere col Macri , Notizia imponendo loro il nome, e offeren de vocaboli ecclesiastici, che questo doli al battesimo, dopo averli fatti i iHizialu fosse incaricato anche di in tal guisa catecumeni. Lo stesso istruire gl'infedeli, i quali chiedeva Du Cange cita un legista , che pone no il battesimo, e Teofane fa men in questione, se quegli che ha in tal zione di questo uffizio. Da tuttociò modo catechizzato un fanciullo, con si rileva, che l' impiego ora si affi tragga con lui affinità , e Matteo dava a un lettore, a un diacono, e Paris, all'anno i239, parlando di anche ad un secolare, e che nella Odoardo figlio di Enrico III , rè scelta de'catechisti non tanto aveasi d' Inghilterra, dice che fu catechiz riguardo al posto delle persone, che zato da un vescovo chiamato GuaI-
CAT chiese, ciocchè nonCAT mai fanno i 247dia tieri, battezzato dal legato del Papa, e confermato dall'arcivescovo di Can- coni e i chierici inferiori. torbery, il quale unitamente a quel CATECUMENO (Catechumenus). lo di Londra Io levò al sagro I Catecumeni sono quelli, che desi fonte. derano il battesimo, e che si pre In tali istruzioni non si disco parano a riceverlo facendosi istrui priva ai catecumeni il fondo dei re ne' misteri della religione cristia donimi della religione, perchè non na. Lo stato di tali persone si chia andassero nelle mani dei gentili, che ma Catecumenato, che deriva dalla ne avrebbero abusato e li avrebbono parola greca catechunienos , usata posti in ridicolo per non intenderli, parecchie volte nei libri del vange e per altre ragioni della disciplina lo. E proveniente dal verbo cate- dell'arcano ( Fedi ). Laonde si fa cheo, composto dalle voci cata, e ceva conoscere a' catecumeni la va cheo, che propriamente significano nità dell' idolatria , l' assurdità della suonare, o intuonare all' orecchio. loro mitologia, e della filosofia pro Letteralmentenos, indica quelli la parola a'quali catechume- si fa sen fana: s' insegnavano loro i precetti morali del vangelo, e le dottrine tire qualche cosa ; ma dall' eccle generali delle nostra religione, meno siastica consuetudine si prende fi alcuni casi, in cui e giudei e pagani guratamente per indicare coloro furono dai catechisti istruiti in tutto. che s' istruiscono, ed ai quali si fan Vero è però, che tal riserva non no sentire le cristiane istruzioni. Ta fu in ogni luogo uniforme, nè sem li parole di generico significato es pre in vigore, dappoichè abbiamo sendo nella Chiesa usate per l' am un discorso di s. Gregorio Nazian- maestramento de' divini misteri, e zeno, Serin. 4o, da lui fatto per dovendosi questi tenere celati, perchè invitare i catecumeni a far iscrivere non fossero esposti al disprezzo dei i loro nomi con quei degli altri, gentili, come richiedeva lo spirito che dovevano ricevere il battesimo, dell' antica disciplina dell' arcano, in fine del quale spiega loro il mi (Vedi), perciò le parole catechesi ', e stero della ss. Trinità, ed il sim catechunienos, possono essere relative bolo, cambiandone per altro i ter alla segreta istruzione de' fedeli. Tre mini, di che secondo la generale classi di cristiani distingue Eusebio, disciplina non soleva parlarsi dai Dcni. Evang. l. 7. e. 3, ossia dei catechisti. V. Catecumeno. presidenti, dei fedeli, e de' catecu Finalmente, oltre quanto si è meni, dappoichè i catecumeni dice- detto all'articolo Catechismo, a chi vansi ancora cristiani, anzi talora incombe il farlo, e chi siasi eserci anche fedeli. Tuttavolta il nome dei tato in questo utile e sagro mini fedeli trovavasi più comunemente stero, quì aggiungeremo, che il ve ristretto a coloro, i quali avevano nerabile d. Bartolomeo de' Martiri, già col sacro lavacro della rige e Gersone cancelliere di Parigi si ix- nerazione T anima purgata ed ab cavano ad onore di catechizzare i bellita. V. Zaccaria Storia lettera fanciulli, ritenendola per l'occupa-, ria tom. IV. p. 48o. e seg. rione la più gloriosa e necessaria. I catecumeni si distinguevano in In oriente suole il parroco, o. altro tre classi. I primi erano quelli, che sacerdote, fare il catechismo nelle desiderando convertirsi alla fede di 248 CAT classe sui quali CAT si facevano delle Cristo, ascoltavano la divina parola, senza però chiedere il battesimo, e si preghiere, come anche sugli ener chiamavano ascoltatori, o uditori(au- gumeni, e sui penitenti della terza ditores); i secondi erano quelli, che, do stazione, terminate le quali, questi po aver ascoltata la divina parola,chie- pure si facevano uscire per ordine, devano di essere ricevuti nel nume prima i catecumeni, dicendosi dal ro de' concorrenti al battesimo, e fa diacono : Ite, catechumeni, missa est, cevano scrivere il loro nome nel ruo poi gli energumeni, indi i peniten lo de' catecumeni, ed anche de' cri ti. Chiude vasi allora la porta, e si stiani, perchè cominciavano ad esse celebrava la messa de' fedeli, rima re in qualche modo iniziati nel cri nendo i catecumeni nel portico del stianesimo, ed il Thiers dice, che la chiesa. Tale parte della messa , si appellavano ancora prostrati, o ge dal principio sino all'offertorio, chia nuflettenti ( substrati, genuflectentes), mavasi la messa de' catecumeni. Non perchè dopo avere ascoltato la pre era loro permesso di vedere la dica nella chiesa , si ponevano in- ss. Eucaristia , ma acciocchè potes ginocchioni, ed in qualche modo sero avere una special comunione partecipavano delle orazioni eccle coi fedeli, veniva dato ad essi del siastiche; il terzo ordine de' catecu pane benedetto, che perciò si chia meni era quello degli eletti, o com mava il pane de' catecumeni, anche petenti (electi, competentes), ed erano per far ioro comprendere, che un coloro, che, dopo aver compiuto il giorno potevano essere ammessi al tempo del catecumenato, erano de l'altra comunione. stinati a ricevere il battesimo alla Vi ebbero i catecumeni appena prima occasione, cioè alla prossima nata la Chiesa, e se nei primi gior pasqua o pentecoste. Vi sono diver ni della sua fondazione gli aposto si autori, che dividono altrimenti i li battezzavano migliaia d' uomini catecumeni, ma le diverse divisioni, senza farli passare per la prova del che ne fecero, tornano presso a po catecumenato, fu perchè allora Dio co le medesime, e consistono in una operava prodigiosamente per istabili- semplice denominazione. re una società dedicata al suo cul Tutto il vantaggio de' primi con to, e sostituirla alla sinagoga, che sisteva nell' assistere in chiesa a quel l' avea abbandonato. In progresso la parte della messa, che perciò venne istituito il catecumenato, del chiama vasi messa de' catecumeni, e quale non si può precisamente fis ad ascoltare la lezione delle sante sare il principio. Tertulliano che Scritture, e l' esortazione o sermone fiori cento anni dopo gli apostoli , de' vescovi dopo -il vangelo. Que ne parla come di cosa ordinaria, e sto vantaggio era comune coi peni tanto bene stabilita, che gli eretici tenti della seconda stazione, detti stessi aveano i loro catecumeni. Il auditori, coi giudei, coi pagani, e perchè li rimprovera, che nelle lo cogli stessi eretici. Terminato il ser ro assemblee fossero questi mesco mone, tutti gli altri si ritiravano per lati indifferentemente coi loro fede l'intimazione del diacono, il quale a- li, e non osservassero le distinzioni vendo imposto silenzio soggiungeva, competenti. Ma s. Agostino attri catechumeni orate j parole che indi buisce l'origine del catecumenato rizzava a' catecumeni della seconda ai tempi apostolici, e s. Ireneo- lib. CAT tri restarono fino CAT all'età adulta 249 nel 4, adi,er. Haer. e. 24, ci rappre senta san Paolo come destinato a catecumenato. Nè deve tacersi, che catechizzare i gentili, e perciò più molti maliziosamente rimanevano affaticato degli altri apostoli, che nel catecumenato sino alla vecchiaia catechizzavano -i giudei. Ciò ri guar per condurre una vita più libera , da la dottrina, mentre per le cerimo essendo quella de' battezzati compo nie lo stesso santo, lib. i. e. 2i, ne sta ed austera, e vedendo i penitenti racconta alcune premesse al loro esercitarsi in lunghi esercizii espiato- battesimo dai gnostici, ed altri eretici rii , conoscevano quanto costavano di quell' epoca. le colpe mortali commesse dopo il In quanto al numero de' catecu battesimo . Da tutto ciò rilevasi , meni, non si può dubitare, che fu come fosse grande il numero dei assai grande nei primi secoli, men catecumeni, nella veneranda antichi tre pel copioso stuolo dei marti tà del cristianesimo , massime nei ri , Dio non mancò riparare . la primi cinque secoli della Chiesa. perdita de' principali membri della ' Della cura poi, che la Chiesa pren Chiesa , la quale vegliò per altro deva dei catecumeni per la loro con diligenza per impedire, che fra istruzione , si può vedere l' articolo i bramosi del battesimo, non s'in Catechista, come quello dal quale troducessero dei falsi fratelli , acciò ricevevano l'ammaestramento nella non pervertissero i veri. Ed è per fede e nei costumi , disponendoli a ciò, ch'essa li sperimentava nel cate ricevere il salutare lavacro del bat cumenato, e voleva assicurarsi del tesimo. Il Macri chiama Catechume- la loro conversione per accordar ad num il luogo destinato in chiesa pei essi il sacro lavacro, secondo il pre catecumeni, e catecumenie si disse cetto dell'apostolo s. Giovanni : Pro ro le gallerie in alto delle chiese baie spiritus si ex- Deo sunt. Dipoi, ove le donne assistevano a' divi professato il cristianesimo dagl' im ni uf&cii , secondo Ducange, ovvero peratori,bracciarlo, molti il che si affrettarono obbligò i vescovi di ab- perchè vi stavano i catecumeni , o perchè quello era il luogo nel qua a raddoppiare la vigilanza per assi le s' istruivano i catecumeni, sicco curarsi se lo facevano per umani me opina il Baronio : Fuitque illi riguardi. Quindi fu adottata una più mater spiritualis sancta Domina lunga prova pei catecumeni, avanti romana diaconissarum, quae acci- di ammetterli alla grazia battesima piens eam ascendit in catechunienum. le, il perchè era grandissimo il nu In vita s. Pelag. cap. 8. Questo mero di questi candidati del cristia medesimo vocabolo significa la casa nesimo, giacchè molti differivano per per la riunione , ed istruzione dei parecchi anni di ricevere il battesi catecumeni, e si disse anche Cate- mo, ed altri anche sino alla morte. chumeneum. Ciò non solo praticavasi da quelli, La maniera, e le cerimonie colle che uscivano dal paganesimo , ma quali si ammettevano al catecumena eziandio dalle famiglie cristiane. Di to quelli, che domandavano di esser fatti s. Ambrogio , e suo fratello vi ammessi, erano tali quali come an Satiro, s. Gregorio Nazianzeno , gli diamo ad accennare. Si esaminavano imperatori Teodorico e Valentinia- primieramente la vita, e la condotta no il Giovane, s. Agostino, ed al- de' medesimi, e trovata regolare la a5o CAT no gentili da convertire, CAT- perciò nel- disposizione , venivano ascritti al numero de' catecumeni propriamen l' occidente vuolsi , che terminasse te detti, che anche, come dicemmo nel secolo VIII. Grande cautela era superiormente, chiamavansi col nome necessaria acciocchè in quell' età non di cristiani per anticipazione, riser tornassero al gentilesimo quelli, che bandosi il nome di fedeli a quelli, che aveano ricevuto il battesimo. Ed erano battezzati. Ciò apparisce dal ti è per questo che gl' increduli anti tolo di uno dei più antichi rituali, che chi e moderni possono da qui de dice : Ordo ad faciendum christia- durre la prudente e cauta condotta num. I riti, che si usavano nei primi della Chiesa in tutti i tempi, e per secoli pel ricevimento de' catecumeni, ciò la vera scienza de' cristiani spac erano molto semplici ; coll' andare ciati da alcuni per ignoranti. poi del tempo , quando il numero Ma di questo argomento meglio di quelli, che abbracciavano il cri si tratta all'articolo Battesimo [Vedi), stianesimo , divenne minore , vi si e particolarmente ai § V, VI, IX, aggiunsero molte cerimonie non pri del medesimo, mentre al § VII si ma usate se non alla fine del cate parla dello scrutinio anticamente cumenato per servire di prossima praticato prima del battesimo sul preparazione al battesimo. Si può l'animo de' catecumeni, al § VIII anche credere , che quando si co delle cerimonie innanzi il battesimo minciò a battezzare soli fanciulli, e secondo l'antica disciplina, e al § XII si stabili di non aspettare per tale delle cerimonie dopo il battesimo funzione i giorni solenni destinati , giusta l'antica disciplina, ed al § XIII si confondessero almeno in molti degli esercizi dei neofiti dopo il bat luoghi gli esorcismi , e le altre pie tesimo. V. inoltre il p. Chardon , cerimonie, che prima si adoperava Storia de' Sagramene, Brescia i y58, no negli scrutinii, con quella che si tomo I, libro I, capitolo IV, V, VI, usava pel ricevimento dei catecu VII, VIII ec. meni. Durava il tempo del catecu Dei convertiti alla fede cattolica, menato anticamente tre mesi, Clem. o neofiti posteriori al catecumenato, epist. 3 ; ma poi fu abbreviato in e delle pie case de' catecumeni di soli quaranta giorni : qui baptizan- Roma tanto per le donne, che pe- di sunt super quadragìnta dies pu- gli uomini, nelle quali s' istruiscono blice iis tradamus sanctam, et ado- avanti di ricevere il santo battesimo, , andarli Trinitatem , Hier. ep. ad V. l' articolo Neofiti. Il Cancellieri Pammach. nella sua Settimana Santa, parlando Per la perseveranza nel catecume delle dimostrazioni di gioja, che nel nato per molti anni, come fece il sabbato santo fa la Chiesa per la grande Costantino, oltre altri esem resurrezione del suo Sposo, e per la pi superiormente addotti, essendone nuova figli nola 1i za de' neofiti , che venuto abuso , vi riparò la Chiesa, vede attorno a' suoi altari ne' tem e molto si adoprarono i ss. Ambro pli , in cui secondo l' antichissimo gio , Basilio , Gregorio Nazianzeno , rito si amministra il santo battesi ed altri, come riferisce il menziona mo, lesse un eruditissimo elenco to Baronio all'anno 377. Durò nella degli scrittori , che si occuparono Chiesa' il costume del catecumenato, di questo sacramento, e dei catecu liliche nelle città cattoliche vi furo- meni. Riguardo poi ai catecumeni, CAT alle sue spoglie CAT con pubblico culto. 2?i i quali morivano senza aver rice vuto il battesimo nell'antica Chiesa, Anco s. Eusebio Emisseno in una tra i padri principali vi erano due sua omelia ad onore dei santi mar sentimenti, e pratiche contrarie. S. tiri Epipodio ed Alessandro, afferma Gio. Grisostomo, s. Agostino, e il che molte chiese, le quali non ave concilio di Braga nel canone 35, vano potuto ottenere qualche loro per la ragione di non essere stati reliquia, aveano invece richiesta pre battezzati, proibiscono di dover ri murosamente porzione delle loro cevere oblazioni , e la celebrazione catene. Così in Napoli , al riferire dei sacrifizi per essi. Per l'opposto di Baronio, nelle note al martirolo s. Ambrogio protesta, che possono gio a' 3o settembre, conservansi le farsi preghiere particolari e pubbli catene di s. Gregorio arcivescovo e che, ed anche celebrare messe in primate dell'Armenia, che patì sotto suffragio de'catecumeni defunti. Tut- Diocleziano. In Roma nella basilica tavolta il Berlendi, Delle oblazioni lateranense esiste la catena con cui all'altare, pag. 54 e seg., trattando s. Gio. Evangelista fu trasportato questo argomento, procura di con in Efeso, e il Cardinal Egidio dei cordare tali sentimenti. santi Cosma e Damiano, nell'anno CATENE di S. PIETRO. Reliquia i22o, fra le altre reliquie, donò a insigne, che si conserva in Roma Federico Chiaramonte magnani par- nella basilica di s. Pietro in Vin- lem de catena vinculi s. Laurentii. culis sull' Esquilino, appartenente ai Il citato s. Gio. Grisostomo celebra le canonici regolari lateranensi. catene, colle quali fu avvinto l' apo Volendo prima dire qualche cosa, stolo delle genti s. Paolo, e Gio. Erne come sempre siano state venerate sto Emmanuele Walchio scrisse, De le catene dei ss. martiri, ci permet vinculis apostoli Pauli ex antiquita- teremo di premettere un cenno re tutti profanatami monumentis ìlluslra- lativo. Troppo nota è la cura, che tìs, Jenae i 746- Sappiamo inoltre che si prendevano gli antichi cristiani il tribuno comandò, che s. Paolo fos non solo nel raccogliere, e nel gelo se legato catenis duabus , In Actis samente custodire gli strumenti del Apost. XXI, ed egli stesso narra, martirio degli apostoli e degli atleti che vinctus ab Hierosolymis fu con di Gesù Cristo, ma altresì nel pro dotto in Roma, ove chiamati innanzi curare l' acquisto delle catene, con a sè gli ebrei, disse loro: propter cui erano stati avvinti nelle carceri, speni Israel catena hac circumda- e poi guidati all' estremo supplizio. tus suni, di cui spesse volte fa men Varie di esse trovate nelle catacom zione nelle sue epistole agli Efesini, be e nei cimiteri, in uno ai corpi e al discepolo Timoteo. Non può dei santi martiri, ne fanno chiara dubitarsi, che queste catene religio testimonianza, come si legge nel samente si custodissero nella sua Boldetti, Osservazioni sopra i cimi basilica ostiense, poichè il Papa san teri dei martiri, lib. I, cap. 6o, Gregorio I ne scrisse all'imperatrice pag. 3 i 4. Racconta poi s. Gio. Gri Costanza in epist. XXX, lib. IV, sostomo, che s. Bubila, vescovo e pag. 2 58, tom. VII. Papebrochio, martire antiocheno, fu sepolto colle commentando tal passo, dice essere catene, colle quali era stato impri probabile che la catena, con cui fu gionato, e che si onoravano in una avvinto nel viaggio che fece s. Paolo ».*)» CAT come si legge inCAT Act. XII, 4, 7, '<* dall'oriente in Roma, e l'altra colla quale ivi venne rinchiuso, com' egli condusse fuori della prigione ; e che crede, nel carcere Mamertino, siano recatosi in Roma fu da Nerone fatto le catene medesime con cui era stato rinchiudere nel carcere Mamertino, legato nello stesso sito, nel collo, e ove nove mesi stette legato con una nelle mani. E certo poi che si rileva catena, dipoi trovata da s. Balbi- il pio costume di mandare in dono na l' anno i 26 nel pontificato di a' personaggi più distinti la limatura s. Alessandro I, e data da essa a s. di queste catene, anche dalla lettera Teodora nobilissima romana, e so scritta dal prefato Pontefice ad Eu rella di s. Ermete prefetto di Ro logio patriarca Alessandrino: Trans- ma, fu consegnata al detto Papa, il misimus crucem parvulam in qua quale la ripose nella chiesa da s. Teo de catenis ss. Petri et Pauli apo- dora stessa eretta, o rinnovata ; ed è stolorum inserta est benedictio, quos perciò che tal chiesa prese il nome di oculis vestris assidue superpona- s. Pietro in Vinculìs, e dal medesimo tur , quia multa per eandem be- Alessandro I fu consacrata nel dì nedictionem miracula fieri consue- primo d'agosto.' Però, come diremo verunt. Una piccola parte di queste all' articolo Chiesa di s. Pietro in catene sembra che anticamente esi Vikculis, sembra certo e indubitato, stesse nella chiesa di s. Pietro in che piuttosto essa fosse edificata sol Vinculis, facendone menzione Nicolò tanto verso la metà del quinto secolo Signorile in Cod. Bibl. Vat. 3556, in un modo maestoso, ma pel mede fol. 6i, il quale nel catalogo delle simo oggetto. Gli atti di s. Alessan reliquie di Roma, che compilò nei pri dro I, donde ciò si ricava, sono ripu mordi del secolo XV sotto Martino tati apocrifi da uomini eruditissimi, V, dopo aver parlato di quelle di s. da altri però come l'Enschenio , in Pietro di cui siam per trattare, cosi Comment. praevio ad acta s. A* si esprime : .modicam catenam, qua lexandri pag. 267 , lo Schelstrate fuit ligatus s. Paulus. Di altre sacre Antiq. illustr. t. I, diss. II, e. 3, n. catene, e delle notizie analoghe, fa pa i2, p. i65, il Raronio, ad annum rola Cancellieri nelle Disseriazioni i32, n. i, sono giudicati idmeno epistolari bibliografiche, Roma i 8o9. per la maggior parte legittimi e de Se adunque gli antichi cristiani gni di fede. Nè vogliamo qui tacere, con tanto studio raccolsero e vene che il Sangallo, Gesta de' Pont. t. rarono le catene de'martiri, non in III, p. i85>, n. i, racconta dello feriore dev'essere slato l' impegno di stesso s. Alessandro I, che avendo custodire le catene del principe degli convertito il detto Ermete colla fa apostoli, e primo Pontefice s. Pietro, miglia, fu carcerato, ma nella pri e siccome naturalmente dovevano gione convertì ancora il tribuno Qui preferire tali ferri all'oro e alle gem rino , è dopo di avere renduto a me, si saranno studiati di conservarli Balbma stessa di, lui figliuola la sa siccome un prezioso tesoro. Abbiamo nità corporale colla- guarigione del dal Novaes, nella vita di s. Pietro, che le scrofole, col solo tocco delle sue questi per ordine di Erode Agrippa catene, la sanò anche nell'anima ner fu posto in Gerusalemme in carce mezzo del battesimo : evvi poi chi re, dalla quale fu liberato da un dice, che tal miracolo si ottenne angelo, che sciogliendone le catene, colle catene di s. Pietro. Leggesi CAT raccontano tal CAT fatto accaduto sotto a53 inoltre nel Piazza, Gerarchia pag. 537, che le catene di s. Alessandro s. Leone I, che ai 9 maggio 44° I col di lui corpo , dal Pontefice successe a s. Sisto III, il quale vo Alessandro II furono donate a Luc lendo confrontare la catena di Ge ca, ove vennero riposte nella chie rusalemme con quella di Roma, am sa a lui dedicata, sebbene non man bedue Certo miracolosamente è, che nel sesto si riunirono. secolo le chino altre chiese, le quali sosten gono possedere il corpo di s. Ales due catene riunite trovavansi nella sandro I. basilica di s. Pietro in Vinculis, Abbiamo poi dal Bernini, Storia come dichiara un'antica iscrizione di Uule V eresie, p. i 3 i , e i 98 , ivi esistente riportata da molti, non che Giovenale vescovo di Gerusa che dal Martinelli, Roma ex Etlm. lemme nel 4^9 donò ad Eudossia sacra , p. 284. Una di esse è com imperatrice moglie di Teodosio il posta di ventidue anelli , l' ultimo giovane o il juniore, le due catene, de' quali è ritorto ed è adunco, in colle quali s. Pietro nella medesima castrato in una specie di collare , città fu legato per ordine di Ero formato di un doppio ferro a guisa de , onde una la ripose nella chiesa di un semicircolo , il quale certa dedicata a questo apostolo in Co mente fu la boja, che dovette ser stantinopoli , come si legge nel Me- vire per serrare il collo a s. Pietro, nologio graec. die i 6 januarii, e e dee credersi sia stata la catena l' altra la mandò a Roma ad Eu del carcere Mamertino, dal quale fu dossia sua figlia , moglie dell' impe condotto al glorioso martirio. L'al ratore Valentiniano III, la quale tra catena è formata di undici anelli ; subito snll' Esquilino volle innalzare sette sono del tutto simili a quelli a s. Pielro un tempio, ovvero, se della precedente, e del medesimo condo la verità della storia, riedifi lavoro, a segno che sembrano parte cò il preesistente nel colle Esqui della romana : gli altri quattro sono lino , e perciò fu detto il titolo di più piccoli, e alquanto diversi dagli Eudossia. Essendo poi Pontefice s. altri , laonde questi possono credersi Sisto IH, meritò di vedere il mira una porzione della catena, con cui colo, di cui fa testimonianza il Ba- P apostolo fu stretto in Gerusalem ronio, cioè che tal catena nel porsi me , dappoichè da queste catene insieme a quella sunnominata , che riunite i romani Pontefici tolsero strinse in Roma lo stesso santo per varii anelli, e, come dicesi all'arti comando di Nerone, si congiunse colo Anelli delle catene di s. Pie con essa, e formò una sola catena, tro (Vedi), li regalarono a prin dicendoci il Brev. rom. die I aug. : cipi , ed a chiese insigni. ut non duae, sed una catena ab eo- Colla limatura poi di dette ca dem arlrfi.ee confecta esse videretur. tene i Pontefici vollero rendere pre Quindi per la dedicazione di tal gevole e sacro qualche donativo , basilica, e in memoria di questo che inviarono agl' imperatori, ai re prodigio accaduto nel primo di ago ed ecclesiastici ragguardevoli, inclu sto, ne istituì s. Sisto III la festa, dendo poca limatura dentro chiavi della quale poi riparleremo. V. Pa- d'oro , che ponevano, prima di spe pebrochio Acta ss. junii t. IV, § i 9, dirle, sopra la tomba dello stesso p. 449) § IO) P- 4^2. Altri poi s, Pietro, iodi le mandavano in at- a54 CAT ne o tomba di s. CAT Pietro. Il citato Pa- testato di divozione e di affetto ai menzionati soggetti. Queste chiavi, pebrochione riportala forma con di come si esprime s. Gregorio Tur., versi disegni. Tali chiavette si portava de glor. martyr. lib. I, e. 28, super no appese al collo per essere scam aegros postiae mullis solerii mira- pati da disgrazie , e da ogni male ciilis comscrire. Leggiamo pertanto per l' intercessione di s. Pietro, e nel citato Bernini, che s. Gregorio I si solevano accostare agli occhi per ne mandò una ad Anastasio patriar divozione. Egli pertanto racconta , ca di Antiochia, al re di Spagna, che i legati imperiali spediti nel o de' visigoti Recaredo, al re di Fran l'anno 5ir) da Giustiniano I al cia Childeberto, ed a Teotisto ca sommo Pontefice Ormisda', gli ri valiere cattolico e balio del figlio chiesero qualche porzione di queste dell' imperatore Maurizio. S. Gre catene pel singolar culto, in cui era gorio III mandò simili chiavi d'oro no tenute sino dai tempi i più ri colla limatura delle catene a Carlo moti. Oltre i citati esempi, s. Gre Martello ; s. Leone III a Carlo Ma gorio I ne mandò pure ad altri so gno; e s. Gregorio VII ad Acone vrani e personaggi sì ecclesiastici re di Danimarca. Soggiunge lo stes che secolari, consoli e patrizi, usan so Bernini , che un re dei longo do queste formule : » Clavem a sa- bardi, quando entrò in una città di » cratissimo d. Petri corpore vobis lìidal Pò, trovò una di queste chiavi , » transmisimus, in qua ferrum de la quale vedendo egli esser d' oro , » catenis ejus clausum est, et quod » et ex illa aliquid aliud volens sibi » illius collum ligavit ad martyrium, » facere, eduxit coltellum, ut Cam » vestrum ab omnibus peccatis sol- » inciderci, qui moi coltellum cum » vat ". E per riguardo alle croci : » quo eam per partes mittere vo- » Transmisimus crucein parvulam, » lebat, sibi in guttura defix.it, ea- » in qua de catenis b. Petri apo- » demque hora defunctus cecidit. » stoli apposita est benedictio, quae » Antaris lungubardorum rex pro » oculis vestris assidue superpona- » eodem miraculo aliam aurcam » tur, quia multa per eamdem be- » clavem fecit , atque cum ea pa- » nedictionem miracula fieri con- » riter transmisit ( al Pontefice Pe- » sueverunt ". » lagio II ) indicans quale per eam Gli altri Pontefici, che spedirono » miracolimi contigisset ". questo dono,- rammentati da Cancel Ma Francesco Cancellieri nelle lieri, sono s. Vitaliano che ne man sue erudite Nolizie del carcere Tul dò alla consorte di Oswio re dei liano, detto poi Mamertino, ove fu nortumbri , scrivendogli : » Conju- rinchiuso s. Pietro, e delle catene » gi, nostrae spirituali filiae, direxi- con cui vi fu avvinto prima del suo » mus crucem, clavem auream ha- martirio, non solo dice che la li » bentem de sacratissimis vinculis matura di esse fu racchiusa entro » bb. apostolorum Petri et Pauli ". chiavi, ma anche entro crocette, e Costantino, creato Papa nell' anno che le une e le altre furono d'oro 7o8 , inviò ad Eraldo arcivescovo e di argento, non che entro qual viennense, de Vinculis apostolorum. che prezioso reliquiario, dicendoci S. Gregorio VII fece lo stesso do inoltre, che le chiavi nella forma nativo anche ad Alfonso re di Ca- erano simili a quelle della confessio- stiglia , a cui scrisse : » Ex more CAT frraria d'Italia, CAT t, III, p. 3g3, a55 che » sanctorum , misimus vobis clavi- » culani auream in qua de catenis combatte il Basnage impugnatore » b. Petri benedictio continetur ", e dell' identicità delle catene di s. Pie per rinnovare questi antichi esempi, tro. Su questo argomento , più di nel secolo decorso, Benedetto XIV ogni altro, è da consultarsi la dot volle arricchire collo stesso prezioso tissima Dissertatio de catenis sancti dono la sua chiesa bolognese, che Petri, Romae i828, del celebre p. continuava a governare da Papa. abbate Michelangelo Monsacrati ca E poi da avvertirsi , come meglio nonico regolare. Nè minor prova diremo all' articolo Chiavi ( Vedi) , della venerazione prestata a queste che nelle chiavi della confessione di catene sono i miracoli, de quali fan s. Pietro spedite a Carlo Magno re no buona testimonianza s. Gregorio de' francesi nell'anno 796 da s. Magno in più luoghi delle sue Leone III, il Baronio a detto anno, lettere, specialmente l. I, ep. 3o, n. i i , il Bellarmino, de traslat. im 3i ; s. Gregorio Turonese, l. I, de perii lib. I, e. i3 p. 345, il Pape- gloria martyrum, e. 28 ; e l' antico brochio, in t. V, junii, p. 4^3, e il autore del Sermone de vinculis s. Catalano, in t. XI, pontificali1! rom. Petri, nell' Omcliario d'Alcamo. p. 3g6, hanno sostenuto esservi in La festa istituita in onore delle clusa la limatura di ferro delle stes catene di s. Pietro è anche un' al se catene , ad onta di quanto scris tra prova della loro esistenza in Ro sero Nicola Alemanni , De Latera- ma; la qual festa in tutti i calen nen. Parietinis, e. i4, p, i 4, e An dari, i martirologi, e i sagramentari drea Vittorelli, in addìtion. ad Ciac- pubblicati dal Pamelio, dal Rocca, conium in vita Leonis III, t. I, p. da Ugone Menardo, dal Tommasi , 368. Molti altri esempi di detto da monsignor Giorgi si trova nota pio costume si leggono presso il Se- ta; anzi in più luoghi guardavasi verano nelle sue Memorie sacre del tal festa come di precetto. Nell' an le sette chiese di Roma. tico calendario germanico del Be- Fra i prodigi operali da Dio per chio essa è segnata coi medesimi intercessione di s. Pietro, ai vene caratteri rossi , come sono notate ratori delle sue catene, non si de quelle di s. Lorenzo, di s. Bartolo ve passare sotto silenzio , che nel meo, e di s. Paolino di Treveri. Il pontificato di Giovanni XIII nell'an detto Monsacrati ne parla a p. 28 no 967, e mentre l'imperatore Ot con molta erudizione, riportandone tone I dimorava in Roma , un de copiosi esempi estratti dai concili di monio entrò in uno dei signori del chiese particolari, e da altri libri. suo seguito, per lo che si ebbe ri Nel martirologio Centulense si leg corso alla catena di s. Pietro , la ge, il di primo d'agosto: Romae quale gli fu messa intorno al collo, ad vincala s. Petri festivus et sole- e subito ne restò perfettamente li mnis concursus j e Jacopo Gaetano, berato. Dne anni dopo lo stesso il quale fiorì sotto Bonifacio VIII, nel Pontefice tolse un anuio delle stesse suo Ordinario s. romanae ecclesiac, catene, e lo inviò in dono al vesco afferma : in festo s. Petri non fie- vo di Metz, giacchè solevano i Papi bat concislorium. Dal che pare che donarne quando era seguito qualche questa festa anche in Roma fosse miracolo. V. il Zaccaria, Storia let- riguardata a quei tempi come so
256 CAT monsignor maggiordomo CAT ; la secon lenne. I greci con pieno uffizio, e con doppio canone solennizzavano da è presso il Cardinal titolare di pure questa festa, ma a'i6 genna quella basilica celebiatissima, la ter io . Tra essi già era in vigore nel za finalmente è presso l' abbate di nono secolo, essendone una prova s. Pietro in Vincoli. Due volte al manifesta il trovarsi registrata nel l' anno si espongono alla venerazio martirologio di Basilio imperatore ne de' fedeli, nel quinto giorno cioè scritto circa l' anno 886, e celebra fra l'ottava de' ss. Pietro e Paolo to da Giuseppe denominato l'inno quando i prelati chierici di came grafo, il quale morì nell'883. Quan ra vi fanno la cappella prelatizia do poi cominciasse tra i latini, nel (Vedi), secondo la costituzione di la grandissima varietà de' sentimen Benedetto 'XIV, e nella summento- ti degli scrittori, riportati dal Mon- vata festa delle catene stesse per tutta siicrati a pag. 3o e seg., sembra a l' ottava. lui più verosimile il principio coll'e- ll Cancellieri nell' opera citata, al poca dell' erezione, o riedificazione capo XV, Quando fu istituita la della stessa basilica Eudossiana di s. festa dei Vincoli di s. Pietro, de Pietro hi Vinculis. Antichissimo poi scrive i diversi pareri e le supposi è il rito, che si usa in Roma, di ba zioni degli autori, che ne danno il ciare con riverenza le catene di s. vanto a s. Alessandro I, a s. Siri- Pietro, siccome attestano i martiro cio, a s. Innocenzo I, ed a s. Sisto logi, i sagramentari , non che gra III ; ma di niuno si ha certa testi vi autori ; divozione, che continua monianza, perchè s. Leone I, suc oggidì, e recandosi nel giorno della cessore di s. Sisto III, in un ser festa in detta chiesa il Sommo Pon mone recitato nella chiesa di s. Pie tefice, non solo bacia con venerazio tro sull' Esquilino, fece riflettere al ne i sacri ferri , ma se li pone al popolo ivi adunato la doppia ragio collo. ne che aveva di rallegrarsi, una cioè Queste s. catene si conservano pre della festa de' Maccabei, che ricor sentemente in una cassetta d'argen reva in quel giorno, e che è la so to cesellato, prezioso lavoro fatto la festa de'martiri dell'antico testa eseguire dai canonici regolari di s. mento, la quale fra noi si celebri, e l'al Pietro in Vincoli; la quale cassetta tra della dedicazione della chiesa , è rinchiusa nella sagrestia entro una senza neppur nominare i santi vin profonda cavità difesa nella sua aper coli . Finalmente si attribul l'in tura da un cancello di ferro, che vie troduzione della festa anche a s. ne coperto da due sportelli lavorati Pelagio I. Si può però ritenere, che in bronzo dagli elegantissimi artefici coll' introduzione della solennità dei fratelli Pollajuolo, in quella basilica vincoli di s. Pietro si sieno volute sepolti, i quali sembra abbiano riu abolire le feste, che in Roma face- nito in tale lavoro le bellezze tutte vansi in onore di Augusto , oltre della loro arie immortale. Le sud quella della dea Speranza, per la dette catene di s. Pietro non pos dedicazione fattale in quel giorno sono estrorsi che aprendo tre luo del suo tempio nel foro olitorio, e ghi distinti chiusi con tre distinte la celebrazione de' combattimenti e- chiavi, una delle quali è presso il questri per l'altra dedicazione del Sommo Pontefice, custodita però da tempio di Marte, riferita da Dione, CAT l' impero d' oriente, CAT l'Ordine venne 257 lib. IX histor. p. 667. Da questa poi derivò l' uso, che dura anche estinto, sebbene nel libro degli Ordini al presente, di stare in allegria e Equestri, stampato a Parigi nel i 67 i , d' invitare a mensa gli amici, locchè si affermi ancora a quell' epoca in chiamasi volgarmente ferrare ago parte sussistere, perchè i monaci sto, come osserva l'Ugonio nelle Sia basiliani, custodi del corpo di s. Ca zioni di Roma, p. 53, ed anche il terina, conferivano le insegne e il fer ad Augustum, come io credo, da cavalierato ad alcun pellegrino , che cui è venuto il cos'i detto Ferragosto j prometteva osservare la castità con e non dai ferri delle catene di s. Pie iugale, ed obbedienza a s. Basilio. tro, di cui si celebra la festa, come V. Giustiniani, Historie cronologiche pensò il Bernini, loco citato, confutato degli Ordini equestri, pag. i 2 i , e dal p. Carmeli, Storia di vari costu Bonanni, Catalogo degli Ordini e- mi sacri e profani degli antichi a queslri e regolari pag. 2 i . noi pervenuti, Venezia i778, capo CATERINA (s.) Figri detta di X, dell' uso che si chiama ferrare Bologna , Badessa della Clarisse agosto, tom. II. p. i76. di Bologna , nacque in questa cit CATERINA (s.): Ordine equestre tà nell'anno i4i3. Fino da fan del monte Sinai, o dì Gerusalem ciulla diede ella non dubbi segni me. Nell'anno io63, ovvero nel di santità , e quantunque , a cagio io67, alcune pie, e nobili persone ne dell'altezza del suo casato, in 'vollero istituire, ad esempio de' ca età di dodici anni, fosse già dama valieri del s. Sepolcro, un Ordine e- di onore della principessa Marghe questre sotto la regola di s. Basilio, rita d' Este, poichè dopo due anni in difesa della Chiesa cattolica, e ne fu liberata , non amando che per custodire il corpo di s. Cate di servire Dio solo, si ritirò in rina vergine e martire rinvenuto Ferrara, presso alcune pie femmi nel monte Sinai, ponendosi sotto il ne del terzo Ordine di s. France patrocinio della santa, e del suo no sco. Eretta in progresso di tempo me fregiando l'Ordine. Difendevano questa congregazione a monistero ed alloggiavano i pellegrini, che si sotto la regola di santa Chiara, vi recavano ne' luoghi santi di Palesti fece anch' ella i solenni voti, ed ivi na, e il sepolcro della loro patrona. rimase in fino a che fu fondato il Aumentatosi il numero di questi convento delle Clarisse di Bologna , cavalieri, elessero un gran maestro, delle quali fu la prima priora. Tut e formarono in seguito anche delle te quelle virtù, che devono adorna commende. Professavano la castità re una più perfetta religiosa , era coniugale, e per due anni ciascuno no da lei possedute in grado emi era obbligato alla custodia del sa nente così, che il Signore la volle gro deposito. L' abito consisteva in premiata anche in questa vita del una tonaca bianca, e per insegna dono dei miracoli e della profezia. portavano sopra esso gl' istromenti Senza pronunciare accertato giudi del martirio di s. Caterina, che con zio sulla verità di quelle visioni e sisteva in una mezza ruota armata rivelazioni, che a lei si vogliono at di punte taglienti, e traversata da tribuite , poichè è facile in que una spada tinta di sangue. Ma e- sto genere di cose, come ne avvisa steso il dominio degli ottomani sul- Benedetto XIV ( de Canon- SS. ) , i7 a 58 CAT L'orazione e la CAT solitudine costitui il cadere in fantasticherie , solo diremo ch'ella fu veramente un' a- vano il meglio delle sue delizie, ed nima assai diletta al Signore, se affinchè il suo cuore non fosse di anche al presente con un conti viso fra la creatura ed il creatore, nuo miracolo Egli si degna con tenera ancora degli anni, fece voto servarne fresche e palpabili le sa di rimanersi vergine in tutta la vita. cre spoglie, che si custodiscono col Questa sua deliberazione costò a la maggior pompa e devozione nel lei non lievi, nè brevi contrasti per la chiesa delle Clarisse in Bologna. parte specialmente dei suoi genitori, Morì il nono giorno di marzo nel che adoperarono ogni maniera di i463, contando il cinquantesimo persuasione per indurla ad unirsi in anno di età. Clemente VIII, nell'an matrimonio. Ella, anzichè mancare no i 5g2, pose il suo nome nel mar al suo voto, sostenne in pace ogni tirologio romano. Clemente XI nel più duro travaglio, ed affine di stri- i7i2 compi il processo della sua gnersi maggiormente a Dio, addop canonizzazione, che solennemente ce piò le usate sud pratiche di devo lebrò nella basilica vaticana ; ma la zione, e fu tutta nelle opere di bolla non fu spedita che sotto Be carità e mortificazione. Di soli quin nedetto XIII, nel i724. dici anni era già così avanti nella CATERINA (s.) di Svezia. Fu via della perfezione, da non saper figliuola di santa Brigida e di Ul- si che più bramare , e nel i 365 fone, principe di Nericia in Isvezia. vestì l' abito del terzo Ordine di ». Nella età di sette anni entrò nel Domenico. Il Signore la volle afflit monistero di Risberg, per riceverne ta da gravi malattie corporali , che cristiana educazione, e legatasi ap tollerò con eroica pazienza. Egli , presso in matrimonio con Egardo, che volea sempre più renderla a sè giovane di molta pietà, di mutuo pa diletta, permise ancora che il demo rere si obbligarono a vivere conti nio in varie guise, e con vari ten nenti, aiutandosi l'un l'altro nell'eser tativi d'impurità la tentasse, e che cizio delle virtil, e nelle pratiche di cadesse nelle più affliggenti desolazio carità. Morto il padre di lei, si unì ni di spirito; ma Caterina, a mezzo alla madie sua nel viaggio di Pa della preghiera, dell' umiltà, della lestina, e rimasta priva anche di rassegnazione, e di una ferma con questa, per morte avvenutane in Ro fidenza in Dio, ne riportò sempre ma, ritornò in Isvezia, dove si fece felicissimi effetti. Fu singolare la sua religiosa nel monistero di Watzen, carità verso i poveri, e l'ardente di cui morì badessa ai 24 di mar suo zelo per lo vantaggio dei pros zo i 38 i . Il martirologio romano simi , segnatamente riguardo allo fa memoria di lei il giorno vigesi- spirito, sicchè non può dirsi abba mo primo dello stesso mese. stanza quanto ella abbia giovato CATERINA (s.) da Siena, nacque alla conversione dei peccatori, se ebbe in questa città l'anno i 347 » da a dire il Pontefice Pio lì, che non Giacomo Benincasa, discendente del era possibile avvicinarsi a lei senza la famiglia Borghese. Le belle do tornarne migliori. Troppo lunga cosa ti dello spirito e del corpo, che fi sarebbe il narrare delle sue estasi, no da fanciulla la adornavano , le de' suoi doni particolari, e dei mi meritarono il nome di Eufrosina. racoli da lei operati, e basterà al CAT CATERINA CAT (s.) V. e M. Di que a&) nostro intendimento averne fatto solamente cenno. Fu fornita di lar sta santa si può con certezza sa ghi lumi soprannaturali , e tanto ne pere soltanto, che nacque di stir sapeva innanzi nelle cose sacre, da pe reale, che fu dotata di rari ta tirarsi V invidia di alcuni dottissimi lenti, e ricca di tanta dottrina da uomini di quell' età. Ebbe relazioni confondere un' intera assemblea di di lettere e di persona con Ponte filosofi pagani, coi quali Massimino fici, con sovrani, con Cardinali, e l'avea posta a disputa, e che coro sempre pel maggior bene della Chie nò la sua vita colla gloria del mar sa di Dio, incontrò viaggi, sostenne tirio in Alessandria. Intorno alla legazioni, consigliò illustri perso traslazione del corpo della santa naggi a vieppiù accrescere la gloria martire, monsignor Falconi, arcive del Signore, a mantenere la pace scovo di s. Severino ( Comment. ad dei popoli , a fogliere gli insorti Capponianas Tabulas Ruth. Ro scismi. La sua vita in somma fu un mce i755, pag. 36), così scrive: intreccio continuo di contemplazione " è detto che il corpo della santa e di azione, ed oltre all' esempio » fu portato dagli Angeli sul monte delle sue virtù singolari, ci lasciò » Sinai , locchè significa che i mo- delle opere, le quali non possono » naci del Sinai lo portarono nel non riuscire preziose a tutti quelli , » loro monistero per arricchirlo di che sanno amare la vera pietà. So » sì prezioso tesoro .... Si sa , che no queste: Sei trattati in dialogo, » l'abito monastico fu detto sovente un discorso sulla Annunciazione della » abito angelico, e che anticamente santa Vergine, e trecentosessanta- » i monaci erano chiamati angeli". quattro lettere, le quali ultime sono A cagione dell' alto suo sapere, anche scritte con tale proprietà di fu scelta a patrona e modello delle lingua, che gli accademici della Cru filosofiche scuole. La festa di lei ri sca le allegano come testo di lingua corre a' 25 di novembre. nel loro vocabolario. Morì in Roma CATERINA de Ricci (s.), nacque a' 29 aprile dell'anno i 38o, nell'età a Firenze l'anno i522, da Pietro di soli trentatre anni , dopo aver , de Ricci, e da Caterina Bonza, am- esortato efficacemente Gregorio XI bidue d' illustre famiglia. Chiama- a restituire a Roma la residenza vasi prima Alessandrina, ma votan pontificia, siccome fece, ed ebbe se dosi a Dio, assunse il nome della poltura nella chiesa di s. Maria so madre, che aveva perduta sino dalla pra Minerva (Vedi), nella quale è più tenera età. Poichè, fanciulla custodito tuttora il suo corpo sotto ancora, avea dimostrate le più felici un altare. ll cranio di lei è posseduto disposizioni dell'animo, il padre di dalle domenicane di Siena , ed in lei divisò affidarla alle cure delle quella sua patria si conservano con religiose di Monticelli in sua patria, la più religiosa cura la sua casa, e la solitudine, che ad altri di quel gli strumenti della sua penitenza, la età avrebbe messo in cuore la ed altre cose ancora, che le appar più cupa tristezza, non fu per essa tenevano. Fu dichiarata santa da che oggetto di spirituale delizia. Ri Pio II, nel i46 i, e Urbano VIII ne chiamata a' dodici anni nel mondo, trasferì la festa al giorno trenta di non fu però che abbandonasse gli aprile. usati esercizi di religione, ma per ■x6o CAT CATERINA CAT di Gewòva («.) Tras chè temeva le soverchie aglatezze del vivere la togliessero a poco a se i natali in Genova dalla celebre poco dall' intrapreso cammino di famiglia Fieschi, de' conti sovrani santità , volle , acconsentendovi il di Lavagna, verso l'anno i448. Tut padre, ritirarsi ben tosto fra le do ti ammiravano nella sua infanzia menicane di Prato, nella Toscana, la perfezione della consumata virtù, e presevi il velo, non compiuto per e l'eroismo più nobile nella severa anco il terzo lustro dell'età sua. mortificazion di sè medesima. Ella Quivi per due anni interi fu segno stessa ci fa sapere, che nell'età di a molte e svariate infermità , che dodici anni volea consecrarsi a Dio sostenne con sovraumana pazienza; nello stato religioso ; ma V obbedien e ritornata, come per miracolo, a za piuttosto la condusse ad impal salute, non tralasciò ogni più rigida mare tre anni dopo un gentiluomo penitenza , a purificare il suo cuore genovese per nome Giuliano Ador da ogni terrestre affezione, per unirsi no. Dir non si può abbastanza quan più strettamente al suo Dio. Umile, to ella sofferisse di tribolazioni in obbediente, devota, era divenuta in quegli anni che visse col marito, e breve luminoso esempio alle sue insieme non si può a sufficienza en sorelle religiose, ed oggetto di ve comiare la di lei pienissima rasse nerazione a principi, a vescovi, a gnazione. Ravvedutosi Adorno dei Cardinali, che in gran numero trae falli suoi, ed entrato nell' Ordine di vano per visitarla. Fu maestra delle s. Francesco, Caterina si diede con novizie, indi sottopriora, e da ultimo tutte le sue forze al divino servizio, priora perpetua in età d'anni venti e volendo unire alla contemplati cinque. Resse con impareggiabile va eziandio la vita attiva, si pose saggezza il suo monistero, incontrò nel grande spedale di Genova, ove corrispondenza per lettere con san per molti anni sèrvi gli ammalati Filippo Neri» e siccome ardevano con somma carità e tenerezza. Pe entrambi del desiderio di vedersi , rò la sua carità non potea starsene il Signore accordò loro questa con rinchiusa ne' soli angusti limiti di tentezza di spirito per una visione, quel luogo , e ben presto si dira in cui ebbero a conoscersi di perso mò a tutti gl'infermi della città, ai na ed a ragionar molto a lungo. quali, se non potea colla persona, sem La favori pure il Signore della gra pre soccorsi procacciava col danaro zia non ordinaria dei rapimenti spi e con altre prestazioni. Il suo a- rituali, e nel fervore dell'orazione more pegl' infermi segnalato si fe toccò il sublime diletto delle verità ce nella pestilenza, che in Genova celestiali. Finalmente, consumata per recò guasti terribili negli anni i 497 le asprezze continue e frequenti ma e i5oi. Le sue discipline punto lattie del suo corpo, contando il non avevano da invidiare a quelle sessagesimo settimo anno di vita, de' più austeri anacoreti ; digiunò in volò al cielo, il giorno 2 di febbraio una maniera miracolosa, e fu assidua dell' anno i589. Clemente XII la all' orazione e alla meditazione per beatificò nel i732, e Benedetto XIV modo d'impiegarvi le intere not la dichiarò santa con solenne cano ti. L' amore poi verso G. C. nel nizzazione nell' anno i746, e ne sta divin Sagramento era in lei co bili la sua festa a' i3 di febbraio. sì grande, che specialmente nell'at- to della ss. Comunione CAT se ne ve corpo , e già CATfanciulla ancora a6i da
devano segni più manifesti, e spes va indizi della santità più matu so ancora levata veniva in giocon ra. Perduti i genitori in età assai dissima estasi. Dopo lunga malattia tenera, si ricoverò presso un suo zio e assai penosa, passò di questa vita materno, uomo di assai aspre ma a' i 5 settembre i 5 io, in età d'an niere, il quale volle occuparla nei la ni sessantatre. Diciotto anni dopo la vori della campagna, e nella custo sua morte venne dissotterrato il cor dia della greggia. Carica di eccessi po di lei, e fu trovato incorrotto, e vo lavoro , non poteva attendere fin da allora venne riguardata come agli esercizi di pietà in quel modo beata. Clemente XII poi la cano ch' ella bramava, però sapea benis nizzò solennemente nel i737, e Be simo innalzarsi a Dio nel mezzo del nedetto XIV fece porre il nome di le sue occupazioni, e così del conti lei nel martirologio a' 22 luglio. nuo pascolava il suo spirito. Iddio CATERINA Mattei (b.) Nacque permise, ch' ella fosse per qualche a Raconiggi nel Piemonte l'anno tempo oppressa dagli scrupoli; ma i 486. Cominciò nella sua infanzia poi la grazia del Signore, e gli ot a gustare le dolcezze divine, colle timi consigli d' un buon sacerdote , quali Iddio l'andava disponendo al che scelto avevasi per confessore, la le più alte virtù. La sua vita è ri liberarono pienamente. Nell' età di piena di fasti, che danno a conosce sedici anni si determinò a conse- re con quale liberalità il Signore grarsi a Dio in qualche monistero. versasse le sue grazie sopra quest'a Per tale sublimissimo fine con eroi nima pura, e con quale fedeltà el ca rassegnazione e fortezza sostenne la vi corrispondesse. Il digiuno e le e vinse gli aspri trattamenti e le austerità erano le sue pratiche or contraddizioni, che le opponevano i dinarie. Così bene riuscì nella i- suoi per allontanarla dall' abbrac mi (azione della vita di s. Cateri ciato desiderio. Finalmente entrò na da Siena , cui si era proposta nell' Ordine delle canonichesse rego a modello, che fu detto non esser lari di s. Agostino, dove fin dal vi tra lei e questa santa che la so principio del suo noviziato si fece la differenza della professione reli conoscere religiosa perfetta. Ma la giosa. Morì presso Carmagnuola, nel stima, che le si mostrava, era per i547, e fu illustre assai pei mi lei un vero supplizio; cosicchè si racoli operati nella sua tomba. An diede a molte maniere di astuzie , zi a maggior incremento del culto per intieramente distruggere quel di lei, Pio VII, nel i8 i9, permise la buona opinione. Dopo ventiset di farne l' officio. La sua festa fu te mesi di noviziato fu ammessa posta ai 5 di settembre. alla professione, la quale poi diede CATERINA Tomas (b.), cano- fine ad una accanita guerra, che le nichessa regolare dell' Ordine di s. movea il demonio per distornela da Agostino. Nacque nel i533 da no quel santo divisamento. Fatta mo bili genitori nel territorio di Maio naca , nulla lasciò desiderare alla rica, una delle antiche isole Balea- perfezione delle sue virtù. Era co ri. Era dotata di rara bellezza, ma sì amante della povertà che non le eccellenti qualità dello spirito su avea di suo se non il solo brevia peravano di gran lunga quelle del rio; così delicata nella purezza che 26a CAI capitale d' un' CATantica contea dell'Al ogni piccola cosa in contrario la col piva di tale orrore che persino giu- bania austriaca, situata in fondo al gnea a cader tramortita; così esat golfo conosciuto sotto il nome di ta nella obbedienza, che ammalata Bocche di Cattano. È contornata di eziandio recavasi al disimpegno di rupi elevate, e difesa da una citta alcuni suoi ufficii, e lo faceva con della chiamata s. Giovanni, che si in tutta alacrità. Eletta a superiora nalza quattrocento piedi sopra il livello del monistero, vi si oppose con tal del mare,congiungendosi alla città per forza, che il vescovo ordinò si pas mezzo di diverse opere, che la fian sasse alla promozione di un'altra. cheggiano, le quali formano un an Bassegnatissima in una lunga e pe fiteatro. Il suo porto viene reputa nosa malattia, dopo aver predetto il to il migliore di tutti quelli dell'A giorno della sua morte, morì a'5 a- driatico. Ritengono alcuni che Cat- prile dell'anno i5j^. Le sue virtù taro, Catharuni, sia 1' antico Ascri- e i suoi miracoli le meritarono gli vium dei latini. Fabbricata verso onori della beatificazione, cui Pio VI il sesto secolo, assai soffri in epo le decretò nel i792. che diverse pei terremoti, massime CATTANEO o C ATA NEI Ade- in quello del i563, che la distrusse lardo , Cardinale . Adelardo Cat quasi interamente, non che in quel taneo o Catanei , secondo alcu lo del i667, il quale seppellì nel ni , nacque a Lendinara, allora le rovine la metà degli abitanti, re sul Veronese. Era canonico di quel cando gravi danni alle sue fortifica la chiesa, quando Lucio III, nel zioni. dicembre del ii 83, lo creò Cardi Per lungo tempo Cattaro fu ca nal prete di s. Marcello ; e Clemen poluogo della repubblica del suo te III poi gli conferì la legazione nome, indi nel i366, fu tolta da d' Oriente per la guerra di Terra- Ludovico I re d' Ungheria a Tuart- santa, ove espugnata Accona dai cro- ko re di Servia, e di Rascia, da cesignati, riconciliò le chiese pollute, cui era in avanti posseduta. Nel rimise gli altari rovesciati dagli ere i377, fu presa, saccheggiata, e pres tici, e li consacrò cogli arcivescovi di sochè distrutta dai veneziani nella Tours e di Pisa , e col vescovo A- guerra contro i genovesi, coi qua rianp. In appresso egli venne eletto, li era collegato il re Ludovico I. In nel i i 89, dal clero e dal popolo appresso venne ricuperata, e rista di Verona a proprio vescovo, la bilita da Tuartko. Di poi se ne im qual' elezione fu confermata da Cle padronì Ladislao re di Napoli, al mente III. Se nonchè, dopo essere lorquando alcuni magnati ungheresi intervenuto ai sagri comizi di Ur lo avevano riconosciuto per proprio bano lll, Gregorio VIII, Clemente, sovrano, ma fu costretto a restituirla Celestino, ed Innocenzo III, morì all'imperatore Sigismondo, da cuiCat- nel i2 i2. Fu sepolto nella chiesa taro, nel i42 3, distaccossi per darsi di s. Zenone di Verona in mar spontaneamente alla repubblica di moreo avello adornato da bella Venezia, che la conservò sino al i797, iscrizione. nel qual anno pel trattato di Cam CATTARO (Cattaren.). Città con po Formio fu ceduta all' Austria. residenza vescovile nel regno di Dal Nel i8o5, per la pace di Presbur- mazia, capoluogo di circondario, già gO, divenne dominio de' francesi, in CAT antico delle chiese, CAT in cui vi era 'a&3 da di i russi se ne resero padroni , e la occuparono sino al trattato di ambo le parti un continuato sedile Tilsit, in cui fu restituita alla Fran pei preti, inferiore in altezza a quel cia, ed incorporata alle provincie il lo del vescovo. Tali sedie vescovili liriche ; finalmente, nel i8i5, in si vedono in diverse antiche chiese conseguenza del congresso di Vien particolarmente episcopali. Dalla cat na, venne ridonata all' Austria. tedra vescovile la chiesa del vescovo, La sede 'vescovile di Cattaro van dopo il decimo secolo, si appellò Cat ta V origine nel sesto secolo sotto la tedrale (Fedi), ed in alcuni luoghi fu metropoli di Spalatro ; ma dopo la adoperata dai vescovi nel solo gior rovina prodottale dagli schiavoni , no, che prendevano possesso della come fu restaurata, passò sotto la loro chiesa. Laonde tal vocabolo, che giurisdizione di Antivari, finchè il deriva dal greco, significa tanto sede Pontefice Alessandro IN, verso l'an vescovile, che chiesa vescovile. ll no i i 8o , la dichiarò dipendente Sommo Pontefice Urbano I , del dalla metropolitana di Bari, come 226, decretò che la cattedra del lo è ancora. La svia cattedrale, an vescovo stesse nella chiesa matrice tico ed elegante edifizio, è dedicata in luogo eminente, per dimostrare a Dio sotto l' invocazione di s. Tri la di lui potestà di giudicare , di fone martire. Il capitolo si compo assolvere, e di condannare, e per ne di due dignitari , l' arcidiacono chè da quel luogo il vescovo scor e l' arciprete, con otto canonici, uno ga il popolo e il sorvegli, e quello de' quali gode la prebenda di peni veneri la maestà del prelato. Così tenziere, oltre alcuni sacerdoti e chie il Bernini, Istoria delle eresie, pag. rici addetti al culto divino. Nella 4g. V. SEDIE. cattedrale si conserva il capo di s. Nel concilio calcedonense la cat Tlifone, che è il principale protet tedra antiochena di s. Pietro, pres tore tanto della città, che della dio so gli scrittori latini dicesi comune cesi, evvi la cura parrocchiale, che mente Sede vescovile, mentre nei si esercita da un canonico, ed il primi tempi del cristianesimo le cimiterio. L' episcopio è in buono sedi vescovili di maggiore auto slato. In Cattaro si trova ezian rità e giurisdizione , si leggono dio una chiesa collegiata, sotto chiamate Troni (Vedì). E trop il titolo della Beata Vergine Maria, po noto, che le antiche cattedre dei oltre due conventi di religiosi, una vescovi, e di chiese illustri , furono confraternita della buona morte , conservate dai fedeli con venerazio ed un ospedale. La tassa della sua ne religiosa , e fra le molte fare mensa è registrata nei libri della mo menzione della cattedra di san camera apostolica in cinquanta fio Giacomo in Gerusalemme, e di san rini. Marco in Alessandria. S. Aurelio, CATTEDRA vescovile. Sedia di vescovo di Cartagine, nel 399, con legno, o di pietra talvolta con brac- vertì in chiesa il tempio della dea cì noli, sulla quale sedeva anticamen Celeste, e siccome questa sedeva so te il vescovo nell'officiatura in mez pra un leone, appunto un leone pose zo al suo clero , che il circondava sotto la cattedra vescovile. Perciò a nel recinto dell' altare, cioè nel se quell'epoca ebbe origine la consuetudi micircolo dell' abside , o del coro ne di collocarsi nelle chiese cattedrali r 264 CAT custodite nelle CAT rispettive chiese , ne i troni de' vescovi sopra il dorso di leoni scolpiti, per significare la su fa altresì testimonianza Eusebio, cap. perbia del secolo essere stata sog io, 5o, 82 del lib. VII; e l'epi giogata dalla virtù della croce. stola 2 di Padano a Sempronia- Il vescovo ha diritto di avere una no , ove parlando dello scismatico cattedra, un trono, ovvero una se Novaziano , si dice : An Novatianus, dia eminente nella sua cattedrale , queni absenlem epistola episcopum sebbene il capitolo fosse esente dalla jinxit, queni consecranle nullo, lin- di lui giurisdizione. In progresso di teata sedes accepit, etc. Di tal uso tempo invece del mezzo dell'abside, di velare le cattedre de' vescovi si fa la cattedra venne eretta dalla parte menzione pure negli atti di s. Ci destra dell'altare. Inoltre la catte priano , scritti da Ponzio diacono. dra del vescovo ha luogo non solo Dei drappi di lama d' oro , e d'ar in una chiesa esente dalla sua giu gento tessuti con seta coi colori bian risdizione, ma eziandio in una chie co , rosso, e paonazzo, coi quali si sa ove abbia la cattedra un abbate ricuopre la cattedra o sedia ponti mitrato. Anche allora deve essere ficale , chiamata propriamente col- altresì posta a destra dell'altare , e trina, si tratta all' articolo Cap dee avere un gradino più elevato pelle Pontificie , nella descrizione di quella del prelato, che va collo del trono papale. cata alla sinistra. Si deve cuoprire Si chiamò cattedra anticamente la cattedra coi colori corrispondenti un pulpito, o luogo eminente, da al rito, con istoffa di seta, ma non dove il sacerdote parlava al popolo. tessuta d'oro o di argento, ed i gra Oggidì si applica ancora a quel luo dini devono ricuoprirsi di tappeti. go, donde i professori nelle univer Abbiamo che Sisto IV, nel i48 i, sità danno le loro lezioni , per cui nel giorno sacro alla Cattedra di dicesi la cattedra della tal scienza, s. Pietro (Fedi), fece ricoprire la facoltà, o studio. Il Du Mortier, in cattedra di s. Pietro d' un panno Etymol. graeca latin- verbo cathedra d'oro, come riferisce il Volterrano, la definisce : Ius et auctoritas le- alludendo forse a ciò, che osserva il gem docendi, populum regendi , et Cardinal Baronio nelle ultime anno judicandi, onde dalla Glossa, in Cle- tazioni al Martirologio, num. 2o,- ment. e. 2 , de sepulturis si citano ove dice che costumarono i nostri i seguenti versi: maggiori coprire le sedie episcopali con veli preziosi, quasi divinimi Rex solium, doctor cathedram, ju- quoddam tribunal, e cita l'epistola dexque tribunal 2o5 di s. Agostino a Massimo : In Possidet, ac sedein praesul, prae- futuro Dei judìcio non apsides gra torque curale. data; , nec cathedrae velatce , nec sanctimonialium greges adhibebun- Ma dall'Ecclesiastico, 7, 4, con tur ad defensionem. Si ha il me più nobili titoli fu chiamata la cat desimo nell'epistola sinodica de' ve tedra , cioè Sede di onore , che il scovi dell'Egitto, riferita nell'apolo testo greco dice Sede di gloria, gia di s. Atanasio. Di questo rito an e David psalm. io6, 32, Cathe tico di velare con pannilini le sedie, dra seniorum , e il profeta Eze 0 cattedre episcopali, studiosamente chiele, 28, 2, Cathedra Dei. Nella. CAT ditare quanto CATdescrive il Villani a65 su sacra Scrittura però il vocabolo cat tedra deve intendersi per dignità, o tali parole, ch'egli vuole pronunzia per luogo, da cui autorevolmente è te da Alessandro lll, quando a Ve insegnata la dottrina. E siccome que nezia ricevette gli omaggi del vinto gli, il quale a molti contemporanea Federico. mente insegna, è duopo che per es Sopra tale sedia adoperata dai sere chiaramente inteso segga in al Pontefici , si leggevano i seguenti to, altezza ch' è pur un simbolo di versi leonini : dignità, quindi nell'uno e nell'altro significato è tal parola usata nelle Haec est Papalis sedes et Ponlifi- Scritture. Così è nominata la catte calis , dra di Mosè, la cattedra de' senio Praesidet et Chrisli de j'ure Vica- ri, la cattedra della pestilenza, ossia rius isti, della pestilente dottrina , come fu Et vocatur, quia Jure datar, sedes romana quella stabilita nel i379 in Avi gnone dal falso Pontefice Clemen Nec debet vere , nisi solus Papa te VII. sedere. Finalmente nota il Zaccaria, Sto Et in quia imis. sublimis , alii subduntur ria letteraria d' Italia , Modena i 754, tomo VI, pag. 5og, che del le Cattedre vescovili trattarono eru Ma dipoi questa sedia o cattedra ditamente il padre Costadoni nelle fu tolta, e vi fu sostituito l'altare sue Osservazioni sopra la chiesa de' canonici, erigendosi soltanto il di Tonello, e il Passeri nella XII trono quando il Papa vi celebra , Dissertazione, de throno sacro, nel o assiste le sacre funzioni. V. Cre- tomo lll delle gemme astrìfere, rac scimbeni,nense, p. Stato i 43- della chiesa latera- colte dal Gori, di cui parla Io stes so Zaccaria , nella citata Storia, al CATTEDRA e FESTA di s. Pietro tomo II, p. 32i. Senza mentovare in Roma. S. Pietro principe degli apo altri autori , va consultato il Maz stoli, e primo sommo Pontefice, dopo zocchi , nel suo libro della Chiesa aver governato per sette anni la chie cattedrale napolitana. Racconta poi sa d'Antiochia, parti per Roma capi il Cancellieri ne' suoi Possessi, pag. tale dell'impero romano, e nell'an i47, che nella basilica lateranense, no 45 dell'era cristiana, a' i8 gen nel mezzo della tribuna, cioè in fon naio, vi stabilì la sua sede. Appena do della chiesa, eravi una cattedra egli incominciò ivi a predicare il di marmo, sovrapposta a sei scalini, vangelo, ebbe a riceverne subito il nell'ultimo de' quali erano intagliate lume il senatore Pudente, il quale le figure di un aspide, di un basi in ricambio della sua conversione, lisco, di un leone, e di un drago condusse il santo apostolo nella pro ne, aualoghe al vaticinio del profeta pria casa sul monte Viminale, oggi reale Davide nel salmo novantesi chiesa di s. Pudenziana, ed ove s. mo : Super aspidem , et basiliscum Pietro gittò le fondamenta della ambulabis , et conculcabis leonem Chiesa Romana, come fra gli altri et draconem , figure statevi incise si legge nei Bollandisti, a' 2 maggio. sino dal tempo di Federico I Bar- Secondo l'usanza della nazione giu barossa, avendo perciò potuto accre- daica, e di tutte le primitive chiese, a66 CAT CAT egli occupò una cattedra, o sedia di'a , secondo la descrizione , che ne datagli dal suo ospite Pudente, so fa il dotto d. Nicola Wiseman, ora pra la quale, a guisa di trono, vescovo di Mellipotamo, e coadiutore esercitò tutti i ministeri pontificali, del vicario apostolico del distretta amministrando sacramenti , consa centrale o medio d' Inghilterra; crando vescovi , ordinando sacerdoti, Saggio critico sul Ragguaglio di assistendo ai divini uffizi , istruendo Lady Morgan rispetto alla Catte il gregge, ed annunziando il van dra di s, Pietro in Roma, tradu gelo nel tempo, che risiedette in zione dall' inglese del chiar. A, De Roma sino all'epoca del suo glorioso Luca, Roma i832. martirio, in quel luogo ove fu eret » La Cattedra di s. Pietro è per to il tempio vaticano, ed ove ora » l'appunto tale, quale ben sup- appunto si venera tal cattedra. Dal » porsi potrebbe essere stata da un l' esercitare s. Pietro l' apostolico » ricco senatore donata al reggitore ministero su tal sedia, ne provenne » della Chiesa, riverita e protetta che sedes, cathedra, thronus si de » da lui. Essa è quasi interamente nominasse l' episcopale giurisdizione, » incrostata di avorio per forma, la quale fu quindi simboleggiata » che ben dirittamente debbesi giu- nei monumenti cristiani da un, tro « dicare per una sedia curule. Può no, e da una cattedra, della qual », in due principali parti dividersi; cosa riporta diversi esempi l'Arrighi, « nella parte quadrangolare, ossia Roma Sotterranea tom. II, pag. 55, » cubica, che forma il corpo, e 666, ed il Mamachj, Orig. et antiq. - nella spalliera, diritta ed elevata, christ. tom. V, pag. 596, » che forma la parte deretana. La Cattedra di s. Pietro significa an «» prima parte è larga quattro pal- che il Pontificato di s. Pietro. S. Ci » mi romani da fronte, e dai lati priano chiama Roma la Cattedra » due e mezzo, e alta tre e mezzo. di s. Pietro , e Teodoreto , lib. II , » l'I formata da quattro stanghe cap. 27, la dice il suo trono. Par » dritte unite insieme con ispran- lando poi il Macri dell' incensazione, » ghe traversali di sopra e di sotto. che riceve il Papa dal Cardinal pri » I lati sono riempiti da una spe mo prete in porpora sciolta, e ge li eie di arcali, che posano su due nuflesso con ambedue le ginocchia, » pilastri di legno sostenenti insie- dice che ciò si fa al Pontefice se » me colle stanghe degli angoli tre dente in trono colla mitro e piviale » piccoli cerchi. La fronte ricca a pontificale, in riverenza alla catte » maraviglia è divisa in dieciotto dra apostolica di s. Pietro, che è » scomparLimenti disposti in tre file. la Questaprima sede sedia episcopale. fu conservata con » Ciascuno contiene un basso rilievo » di avorio di squisitissima finezza venerazione dai primitivi cristiani, » attorniato con altri abbellimenti nel cimiterio vaticano presso il corpo » d' oro purissimo. Questi bassi ri- del beato apostolo, ed in essa sedet » lievi rappresentano le imprese di tero i sommi Pontefici nella loro » Ercole domatore de' mostri ". (E- elezione, e nel celebrare le sagre gli è già un fatto dimostrato che i funzioni. Ma prima di parlare di primitivi cristiani, persuasi ch'era siffatte elezioni e funzioni, diremo no l' idolo esser un nulla , non si della forma e materia della catte- facevano scrupolo di convertire ia CAT CAT s67 pii usi , e di adoperare nel culto - uomini di nobil grado; concios ecclesiastico oggetti adorni dei sim siacosachè dopo questa epoca Sve- boli dell' idolatria ). " La spalliera tonio , Seneca, Tacito, Giovena v della sedia è formata da una se le e Marziale facciano memo rie d" pilastri , che sostengono ria dell' usanza di farsi traspor archi come nei lati; le colonnette tare in sedia. A questo effetto sono tre, e gli archetti quattro. ponevansi anelli ai due lati , per Sopra di essi poggia una cornice, mezzo de' quali si trasmettevano colla quale si alza un frontespizio due sbarre, e cosi la sedia dagli triangolare, che dà al tutto una schiavi sulle spalle loro portavasi. elegante ed architettonica appa A ciascuno dei lati della cattedra renza. Oltre ai testè memorati di s. Pietro vi ha due anelli in bassi rilievi, il rimanente della, dubitabilmente destinati a questo frontiera e modanature di dietro, intendimento. Cosi mentre la fat ed il timpano sono tutti incro tura di questa venerabile reliquia stati di avorio bellamente lavo ci forza ad assegnare la sua ori rato. Ben quindi aperto si pare, gine ai primi periodi del romano che questa sedia sia fattura ro impero, questo particolare la de mana, e proprio una sedia curule termina ad un periodo non ante degna d'essere occupata dal capo riore al regno di Claudio, sotto della Chiesa, e adornata di avo cui s. Pietro arrivò in Roma. Da rio, e d'oro per forma, che es ciò appare chiaro , che questa sere ben appropriata potesse alla cattedra sia di tal fatta quale un casa di un opulento senatore d( antiquario presupporrebbe dover Roma, conciossiachè la finita squi essere a voler passare per giusto sitezza della scultura ci vieti di ir suo titolo all'onore di essere crederla posteriore al secolo di stata il trono episcopale del pri Augusto, in cui le arti giunte mo Pontefice romano ". erano alla cima della perfezione". Accennammo all' articolo Catte Seguendo poi il Wiseman l' opi dra vescovile [Vedi) la riverenza nione di Lipsio sulla venuta in Ro che nei primi secoli del cristiane ma sotto l' imperio di Claudio, del simo si aveva dai fedeli in conser la quale riparleremo in appresso , varle siccome occupate dai primari aggiunge quanto segue: » Ci ha loro vescovi, e dove s' intronizzaro » un'altra circostanza, che vuolsi no poi i loro successori. La Chie » qui particolarmente ricordare nel sa Romana non mostrò meno ve » descrivere, che facciamo questa nerazione verso il trono del suo » cattedra , e che ha un' esatta primo vescovo, conservandolo ezian » corrispondenza all' epoca del pri- dio per l' intronizzazione dei suc -,, mo viaggio di s. Pietro a Roma. cessori di lui , ed il Wiseman ne » Questo viaggio intervenne nel re- adduce prove le più irrefragabili ,, gno di Claudio, ed in questo alla pag. io e seg., che l'identità » periodo di tempo, come ben hal- rintracciano di questa cattedra da 5, lo dichiarato egregiamente Giusto un secolo all'altro, e da un passo » Lipsio, tlect. C. I, cap. i9, le di Ennodio di Pavia vuolsi rileva » Scllcc gestatoria cominciarono ad re certa visita, che fino dalla pri » essere adoperate in Roma dagli mitiva Chiesa i battezzati di fresco 268 CAT disegni della medesima CAT fatti da Ste facevano alla confessione di s. Pie tro, come costumano oggidì di fano Piale, uno in prospetto, e l'al fare i battezzati adulti , dicendo : tro collo spaccato , e coll' esterno, Ecce mine ad gestatoriam sellam tuttora si veggono nella nobilissima npostolicae confessioni* uda mittunt stanza capitolare della basilica vati limino- candidatos. Un modello di cana. Sotto quello del prospetto, questa cattedra si conserva dalla evvi la seguente iscrizione: rev. fabbrica di s. Pietro, e due
CATHEDRAM . IIGNEAM . EBORE . ORNATAM PONTIFICIA!» . PETRI . SEDEM . A . MAJORIBVS INTER FRANCISCVS . ANTIQVAS . DE ASSERVATAM . ET . ALBITII . VENERAB . CANONICVS . RELIQVIAS
ALTARISTA . FABRICE . OECONOMVS . ET . A SECRETIS . DELINEANDAM . CVRAVIT Su quello poi dello spaccato è la memoria a' i8 gennaio. Tutta- scritto: Exe.mplar cathedrae s. Pe- volta parlando il Cancellieri, Descri tri, quae nunc est. zione della basilica Vaticana, §XV, In questa sedia adunque soleva Della cattedra di s. Pietro, aggiun no i Sommi Pontefici sedere allor ge che nel giorno anniversario del chè erano intronizzati, giacchè i ri la Cattedra Antiochena, e in quel ti della consagrazione del Papa no lo della Cattedra Romana, dal sito vello, come osserva il Mabillon, con ove si custodiva nel resto dell'an sistevano nella consagrazione del nuo no, veniva trasportata in processio vo Pontefice a s. Pietro, nell'im ne sopra le spalle de' canonici nella posizione del medesimo sulla sedia cappella del coro, dove si esponeva di s Pietro ec. Abbiamo persino, al pubblico culto; e che nei tempi che gli antipapi nell' intrudersi nel a noi più vicini si trasferiva con pontificato, sacrilegamente si assise- tutta la pompa vicino all'altare mag io in detta sedia , per far credere giore, ove si esponeva alla venera vera la loro falsa legittimità; rito zione de' fedeli, i quali facevano a ed uso che durò sino a Clemente gara per arrivare a baciarla con V, il quale eletto nell'anno iSoS, riverenza, e toccarla con alcuni na mentre dimorava in Francia, chia stri di seta, cingoli e cordoni , che mati colà i Cardinali, si fece corona divotamente custodivano con gran re in Lione; laonde dacchè, nell'an de diligenza, e credendoli , come no i377, Gregorio XI restituì la narra il Grimaldi In Calai. Reli- residenza pontificia in Roma, dopo (fuiar. p. 60, molto utili ed effica il soggiorno fatto in Avignone, non ci per la felicità dei parti. ll Tor- osarono i Pontefici più sedervi, la rigio a p. 563 racconta ciò, che sciandola soltanto alla venerazione pratica vasi nell'esposizione della cat del popolo, perlochè essa venne ve tedra. Il canonico Benedetto poi nel nerata in diversi luoghi della basilica tom. II Mus. ital. in Ord. XI, p„ vaticana, nella quale si presentava i33 dice che il Papa, quando si al popolo dalla cancellata del coro, celebrava la messa si metteva a se nel giorno ìn cui se uè celebrava dere nella della cattedra nello stesso modo con cui nella CAT prima domenica, proprio sito, si CAT recò a pregare 269 il dopo di aver preso possesso al la- famoso pittore Andrea Sacchi, per terano, entrava nella basilica vati udirne il giudizio di lui ; ma appe cana per sedere nella medesima. na entrato questi in chiesa, si fer Queste cerimonie non si sono mò sulla porta, ed invitato da Ber più usate, dopo che Alessandro VII nini a far alcun passo, egli non vol si risolvette, di far rinchiudere que le muoversi, dicendogli che ivi ap sta cattedra venerabile dentro un punto dovea guardarsi il suo lavo magnifico seggio di metallo dorato, ro ; e dopo averlo considerato, sog sostenuto da quattro statue colos giunse che le statue dovevano esse sali della stessa materia, cioè dai re un palmo più alte, e subito par santi Gio. Grisostomo, ed Atanasio, tì. Bernini trovò giusta la critica, dottori della Chiesa greca, e dai san ma troppo tardi ; egli però si pre ti Ambrogio ed Agostino, dottori valse opportunamente della finestra della Chiesa latina. Ciascuna statua che sta dietro la cattedra, collocan è alta ventisette palmi, ed in quan dovi lo Spirito Santo raggiante , to al peso, la prima è di 2779i che sembra ivi disceso per far mag libbre, la seconda di 23652, la giormente risplendere questa gran terza di 34o2 3 , e la quarta di mole. 3o79i. Nella fabbrica di quel seggio Siill' identità della cattedra di s. si lavorò per quattro anni, vale a Pietro, possono consultarsi i seguen dire dal i663 in poi, colla spesa ti autori, Francesco Maria Febei, di diciassettemila scudi, oltre otto De identitate Cathedrae in qua s. mila, dati all' architetto pel disegno. Petrus primum sedit, et de anti- y. il p. Bonanni, che ampiamente quitate, et praestantia solemniiatis ne tratta nella sua Templi Vatica Cathedrae romanae , Dissertatici , ni Hi storia, cap. 23. p. i3i, Ro Bomae i666; Benedetto Virgilio, ma i696, e p. io8 dell'edizione Sopra la nuova cattedra scoperta del i7oo. Si ha poi dal cav. Fon atti 8 gennaio i 666 in s. Pietro j tana p. 436, che la somma del da Fr. Torrigio, Della cattedra ove naro occorso in sì sontuosa macchi sedeva s. Pietro in Roma nei sacri na collocata in fondo della basili trofei, p. i i 7, e nelle sue Grotte ca sopra l' altare maggiore, ascen Faticane, pag. 562, e seg. ; Maria deva a scudi centosettemila cin Costanzi, De Cathedra lignea s. quecento cinquantauno, ed il peso Petri in appetì- ad Cortesium p. del metallo impiegatovi era di lib 3 i2; Cancellieri, De Cathedra s. ine duecento di.ccino vernila sessantu- Petri in cella- re.liquiarium, et in DO. altera s. Annae , veteris sacrariì Opera sì impareggiabile fu affi vaticani aliquando custodita , in data e meravigliosamente eseguita tomo III, De Secretariis, p. i 244- dal celebre cav. Gio. Lorenzo Ber Diversi protestanti avendo negato nini, il quale venendo in cognizio la venuta di s. Pietro a Roma, fu ne del sentimento esternato da An convinta egregiamente la loro mi nibale Caracci, ebbe la pazienza di scredenza da molti, fra' quali da rifare i modelli delle statue essen Panvinio, De adventu Petri ad ur- do riusciti alquanto piccoli. Quindi hem Romani, nella Bibliol. del Roc- avendo collocati i nuovi modelli al caberti, tom. i7. lya CAT scovo. Era poi CAT ben giusto, che i
Della festa della Cattedra di s. cristiani facessero tutti gli anni ri Pietro in Roma. membranza della fondazione della Chiesa romana, ch' è la madre co Era riserbato al principe degli mune di tutti i fedeli, mentre l'an apostoli il dover piantare la fede niversario de' vescovi celebrasi dalla in una città, la quale, secondo i di sola loro diocesi. vini disegni, non per altro aveva La festa pertanto della Cattedra esteso cotanto la sua possanza, che di s. Pietro è notata in un esem per agevolare la promulgazione del plare del martirologio attribuito a vangelo; città che, dopo essere sta s. Girolamo; e si legge nel sermo ta il centro di tutte le superstizio ne i8, De SanctiS) il quale si at ni del paganesimo, era destinata ad tribuisce a S. Agostino, che la Cat essere il centro dell'unita cattolica. tedra di san Pietro si festeggiava Recatosi adunque s. Pietro dall'o per onorare il giorno in cui questo riente in Roma, vi predicò il van apostolo stabilì la sua sede. Che gelo, e vi stabili la sua sede epi essa sia anteriore al 558, lo cono scopale. Infinite sono le prove, dal sciamo dal concilio di Tours aduna le quali si ricava che s. Pietro fon to in quell' anno, giacchè procurò di dò la Chiesa romana, e che in tal riparare gli abusi introdotti. Certo sede i Papi sono i successori di s. è, che il Sommo Pontefice Paolo Pietro. In quanto all' epoca dell'ar IV restaurò la festa della Cattedra rivo in Roma del principe degli a- di s. Pietro in Roma, già da mol postoli, molti ritennero col calenda to tempo trascurata da parecchie rio romano, che s. Pietro sia an chiese, come rileva il Baronio ad dato a Roma la prima volta nel Martyr. Roni. die 28 januariì, e secondo anno del regno di Claudio, comandò colla costituzione XIII, che il quale fu esaltato all'impero nell'an si legge nel Bull. Rom. del Cheru no quarantesimo primo dell'era cri bini, t. i. p. 822, pubblicata nel stiana. Ammettendosi tal data, con- i558, che si celebrasse a' i8 gennaio, vien supporre che l' apostolo tornas dichiarando inoltre il detto Pontefi se in oriente poco tempo dopo, giac ce ch'egli rinnovava questa festività chè è certo che Agrippa lo fece per confutare gli eretici, i quali ne imprigionare in Gerusalemme nel- gavano avere abitato in Roma per l' anno 43 di Cristo. Lattanzio non qualche tempo il principe degli a- parla di questo primo viaggio di s. postoli. Imperocchè sebbene la ve Pietro in Roma, dice soltanto che nuta di lui in Roma fosse costan vi si recò sotto l' impero di Nero temente confessata da tutti gli scrit ne, ed il Novaes aggiunge, che ar tori per quindici secoli, il primo rivò in Roma nell'anno 44, ° ,lel ch ebbe l' ardire di negarla fu Gu seguente. A' i8 di gennaio si ce glielmo maestro di Gio. Viclef- lebra la festa alla cattedra romana, fo, perchè nel contraddire tal ve per quell' avanzo dell' antica usanza nuta in Roma di s. Pietro, toglieva di celebrarsi ogni anno sì l' anni al Sommo Pontefice il primato, che versario della coronazione dei Som dal medesimo s. Apostolo derivò ai mi Pontefici, sì quello deHa con suoi successori. V. Sandini, Dispu sacrazione, od ordinazione d'ogni ve- tata» HI, ad Vit. Pontif. De Cath. CAT Cristiana dai molti CAT fedeli , che a7r vi D. Petri. Rom. Gregorio XIII di poi, nel i576, avea ordinato che non abitavano. Il Pontefice Innocenzo I si lavorasse in tal giorno, pio co in una lettera scritta nel principio stume il quale durò poco tempo, del secolo V ad Alessandro vescovo come osserva il Febei, De idenlit. d'Antiochia, presso le Lettere de Pa Cath. p. i58. Quindi dal pontifi pi, raccolte dal p. Constant, pag. cato di Paolo IV in poi, ebbe ori 845, chiama gli antiocheni condi gine la cappella della Cattedra di scepoli della sede Apostolica: Apo- s. Pietro (Vedi), prima nel palazzo stohcae sedis condiscipulos prinios. apostolico, e poi nella basilica vati Non v' hanno sicure notizie sulla cana. Osserva il Piazza nel suo E- sedia, o cattedra adoperata da s. merologìo di Roma, t. i p. 54, che Pietro in Antiochia; solo leggiamo anticamente era tal festa si solenne, nel Torrigio, Sagre grolle, p. 567, che per celebrarla col Papa concor che s. Pietro in Antiochia mutò in revano in Roma molti vescovi, dap chiesa la casa di Teofilo, e che vi poichè non solo rinnovavasi la me collocò la sua santa sede e cattedra, moria dell' arrivo di s. Pietro in la quale, secondo qualche autore , Roma, ma della suprema potestà citato dal Torrigio , fu trasportata concessa a lui da Cristo. Scrive poi in Roma. Abbiamo poi da Carlo Eusebio, che in questo giorno Co Bartolomeo Piazza , Émerologio di stantino imperatore fece pubblicare Roma, t I, p. i5o, che parte del in Milano quel celebre editto con la cattedra Antiochena si conserva cui restitul la pace ai cristiani, e nella basilica di s. Lorenzo in Da- li abilitò a tutti gli onori e privile maso, e ciò asserisce col Panciro- gi sì civili che militari dell'impero. li. Nella chiesa di san Pietro a Finalmente, questa festa dai cristia Venezia, che sino al i8o7 fu la ni, massime dell'Africa, si chiamò chiesa patriarcale, da molto tempo Festum Epularum, perchè in essa si conserva una sedia di pietra vol solevano fare sui sepolcri dei mor garmente denominata dal popolo la ti nelle chiese solenni conviti; e in cattedra di s. Pietro. Essa non è alcuni antichi calendarii viene detta sopra alcun altare riposta , ma sta Natalis Cathedrae s. Petri. V. Fog- di contro al muro tra il secondo, gini, De, romano s. Petri itinere et e il terzo altare ; monumento, che episcopato, exercitationes historico- Flaminio Cornero, nel i74p, pub criticae j e Francesco Cancellieri , blicò nella sua opera: Ecclesiae ce-' De Secretariis, t. III. p. i263, De netae antiqua monumenta, tom. II, festo Cathedrae Romanae. p. ig4, dicendola donata dall'im CATTEDRA e FESTA bt s. Pie peratore Michele al doge Pietro tro in Antiochia. È comune sen Gradenigo nel i3io. Ma di questa tenza degli antichi scrittori, che la pretesa cattedra , come la appella prima cattedra occupata da s. Pie Simone Assemani, le stesse guide di tro per anni sette, sia stata l'antio Venezia convengono essere tutt' al chena, come può vedersi all'articolo tro, che la cattedra antiochena del Antiochia, voi. II, pag. i69, e pres principe degli apostoli. Il Quadri , so Sandini, Disputai, historic. IIj Quattro giorni a Venezia, nel i827, e ciò perchè Antiochia , prima di p. 83, ne dà il seguente ragguaglio : tutte le altre città, fu denominata » Un'antichissima Cattedra di mar ijt CAT Antiochena di CAT s. Pietro. Il Piazza » mo dal volgo creduta essere stata » usata da s. Pietro in Antiochia. nel luogo citato, parlando della festa « Varie sono state le opinioni dei della cattedra di s. Pietro in An » dotti per rispetto ad essa, dai tiochia, la quale si celebra ai 22 » quali non è Stata ancora com- febbraio, dice che solennemente si » |,int;inii;i)te chiarita la materia celebra nella basilica vaticana con » da ogni dubhio. In essa trovasi indulgenza plenaria, avendo accre » scolpita un' iscrizione in caratteri sciuto il culto a questa festività , » cufici arabi, la quale contiene, ch' era doppio sino dal XIII secolo, » secondo il giudizio di alcuni eru- il Pontefice Clemente VIII del i592, » diti, due versetti del Rorano. il quale lo fece doppio maggiore, » Altri la tengono per un trono e aggiunse all' ufficio divino , che si ,, di alcun principe africano ". Ed attribuisce a s. Gelasio I, o a san è perciò, che non è onorata da al Gregorio I, la bellissima omelia di cuna festa, ne è tenuta in conto di s. Leone I. F. Bianchini , Disser reliquia. F. Olao Gerardo Tychsen talo de Romana Cathedra, nelle Interpre.ta.tio inscriptionis cufìcce in note ad Anastasio bibliotecario, tom. marmorea templi patriarchalis s. IV, pag. i5o, ed il Cancellieri, De Pctri cathedra, qua s. aposlolus Secretariis tom. III, pag. i246, De Petrus Antiochice sedisse traditur, Feslo Cathedrae Anliochence. Si può Rostock i 789. Da questa sedia vuo inferire pertanto, che in questo gior le il Wiseinan , nel suo Saggio no si celebra la meaioria di s. Pie critico sul ragguaglio di Lady Mor tro apostolo, quando pose la cattedra gan, rispetto alla Cattedra di san episcopale in Antiochia, e che ve Pietro, che derivi la novella adot nisse istituita per abolire l' erroneo tata con molta credulità, e raccon abuso, che i gentili in un giorno tata con asseveranza dalla medesima del mese di febbraio solevano por Lady. tare vivande e commestibili sopra i sepolcri de' loro antenati , colla Festa della Cattedra di s. Pietro falsa credenza, che le anime di essi in Antiochia. si confortassero coi detti cibi; cattiva e perniciosa costumanza, della quale La festa della Cattedra di s. Pie gli autori sono discordi nel fissare tro in generale è antichissima, come il giorno della celebrazione. Ma di si rileva nel precedente articolo : questo argomento, come di quello essa è inoltre indicata sotto li i8 del precedente articolo, soprattutto gennaio nel calendario composto nel meritano esser lette le due eruditis Pontificato di s. Liberio eletto l'an sime dissertazioni di Benedetto XIV, no 352, e la Chiesa romana ne Snlle feste della Cattedra di s. Pie celebrava la festa, come si legge in tro in Roma ed Antiochia, le quali un sermone di s. Leone I, creato essendo inedite, vennero diligente l' anno 44°- Negli antichi martiro mente pubblicate in Roma nel i828, logi, come il mss. di s. Girolamo, da monsignor Daulo Augusto Fo l' antico romano, quello di Usuardo scolo, arcivescovo di Corfù, ora pa e di Adone, si legge celebrata nel triarca di Gerusalemme. la Chiesa cattolica FUI Kalend. ' CATTEDRALE ( Ecclesia ca- martii la memoria della Cattedra thedralis). Chiesa vescovile di una CAT poi al consesso CAT del vescovo, e 27.3 dei diocesi , così chiamata dalla parola Cattedra, o sedia episcopale. Come di seniori, onde ne derivò il nome di cemmo all'articolo Cattedra ( Vedi), cattedrale, anco oggidì le chiese cat i sacerdoti che formavano col pro tedrali sono tenute e venerate qual prio vescovo l'antico presbiterio, norma delle altre chiese, per lo che presbyterium, sedevano lateralmente ad esse appartengono le processioni ai suoi fianchi in alcune sedie, men generali coll' intervento di tutto il tre il vescovo prendeva luogo in clero, il quale deve seguire il pro quella più elevata. Tuttora celebransi prio calendario. Vi si debbono con le feste del principe degli apostoli sacrare e custodire gli olii santi ; in Roma ed in Antiochia, che ram deve esservi un capitolo con digni mentano le due città, in cui questo tà ; vi si pubblicano coloro, che vo primo sommo Pontefice presiedette gliono prendere gli ordini sacri, vi ad un'adunanza di sacerdoti. Da ciò si celebrano le esequie del vescovo si rileva non doversi confondere le defunto, oltre altre funzioni ; e nel antiche cattedrali colle presenti , tempo pasquale, i pellegrini e fore mentre una volta la parola chiesa stieri vi possono adempiere il pre non significava altro che radunanza, cetto. non avendo avuto templi i cristiani Tocca poi al vescovo di fornire avanti Costantino imperatore, come la cattedrale di sacri paramenti ed si legge nel Hierolexicon del Ma- arredi , specialmente per l' uso dei cri, tom. I, pag. 2i4 alla voce Ca- pontificali , come decretò Urbano thedralis. Di fatti nei primi secoli VIII a' i6 settembre i624, e con della Chiesa si contavano sì frequen fermò a' 27 aprile i626. A tale ti le cattedrali, che non solo si era oggetto nelle provviste dei vesco no erette in ogni città, ma ezian vati s' impone ai novelli vescovi dio nelle terre, per cui i padri dei l' obbligo di risarcire e rifabbricare concilii Laodiceno e Sardicense fu la chiesa cattedrale, e il palazzo ve rono costretti a rimediare a tale scovile, per solito contiguo alla me abuso ; e lo stesso Carlo Magno , desima cattedrale, come ancora di nell'anno 739, ne' suoi Capitolari, fornire la sagrestia di essa delle ne Reg. Frane, tom. I, pag. 22o, n. i9 cessarie suppellettili sacre. L' erezio edit. Baluzii, rinnovò il decreto dei ne poi delle chiese cattedrali viene canoni laodicensi. fatta dal sommo Pontefice per mez La cattedrale, come chiesa prin zo della sacra congregazione conci cipale, fu chiamata anche Duo storiale , al paro delle unioni con mo ( Vedi ) , casa o luogo di ora altre cattedrali e delle dismembra- zione; ed il Bergier alla parola Cat zioni loro. Essendo talora due chie tedrale, che appella eziandio chiesa se unite con una cattedrale, per cia vescovile di una diocesi, aggiunge, scuna vi risiede alternativamente il che il vescovo vi ha la cattedra del vescovo. Sopprimendosi però la chie l'autorevole e pubblico insegnamen sa vescovile , perde la cattedralità , to , il quale deve essere cattolico , si riduce a collegiata, e rimane sen vale a dire interamente conforme za vicario generale. V. Vescovati e alle dottrine della Chiesa cattolica DiocEsi. insegnate dai concilii generali, e dai CATTEDRATICO ( Caihedraii- Pontefici romani. Conformemente cuni ). Diritto, censo, lributoT o ri- i3 274 CAT ha insegnata senzaCAT mescolanza , e cognizione, che pagavano ogni anno i chierici al proprio vescovo per senza alterazione. IV. L'universali tìi sostentamento della cattedra, cioè delle persone d'ogni sesso, d'ogni della dignità episcopale. Questa pen età e di qualunque condizione, che sione si chiamava anco Synodicon, sono entrate nel suo seno. Dicesi poi sinodatico, ed era in uso in molte Cattolica la vera Chiesa, e di questo diocesi. Vero è però, come leggiamo nome si fregiano i paesi, e le assem nel Macri , Notizia de vocaboli ec blee dei fedeli. La cattolicità è uno dei clesiastici, che Synodalicum significò caratteri essenziali alla vera Chiesa, pure tanto il sussidio che sommini e questo carattere trovandosi nella stravano i vescovi al loro metropo sola Chiesa Romana , essa adunque litano per le spese necessarie a ce è la vera Chiesa. San Padano poi lebrare il sinodo provinciale, quanto vescovo di Barcellona, parlando nelle il sussidio, che somministrava il clero sue lettere a Simproniano delle ere al rispettivo vescovo pel sinodo dio sie insorte nella Chiesa da Simon cesano. In quanto poi all'origine del Mago fino ai novaziani, dice che il Cattedratico, essa è nella Chiesa an nome di cattolica, di cui è fregiata la tichissima, parlandosene nel concilio Chiesa, viene da Dio, e per questo di Braga dell'anno 572, come di un nome ella è sempre stata distinta dal uso inveterato. Esso era in ragione le sette degli eretici. Io sono, dic'egli, della consuetudine delle diverse chie cristiano per nome, e cattolico per se, ma da un capitolare dell' im soprannomej V uno mi distingue, e peratore Carlo il Calvo dell' anno l'altro ni indica. Finalmente il Ga- 844 rilevasi, che apparteneva al ve rampi osserva nelle sue Memorie, scovo di ricevere questo diritto in pag. 35, con alcuni esempii, che si derrate , o in danaro effettivo. I disse cattolica, e cattolicissima in monaci però erano esenti dal Catte senso di persona pia, religiosa, e dratico. spirituale , ossia di special bontà. CATTOLICISMO ( Catholicismus). CATTOLICO (Catholicus). Que Questo vocabolo tratto dal greco, sta voce significa universale, generale, che significa universalità, indica pro e deriva da Cattolicismo ( Vedi ). priamente la dottrina, e lutto il Con essa si viene a significare quel sistema della religione cattolica, i cristiano, che segue i dogmi della suoi articoli di fede, i suoi dogmi, Chiesa cattolica, e non le opinioui le sue massime ec., nonchè la sua particolari degli eretici. Tertulliano estensione a tutti i luoghi, a tutti chiama Cristo, Catholicum Palris i tempi, a tutte le persone, secondo sacerdotum, lib. IV advers. Marc. quella insegnata da Cristo, e dagli cap. g. Che il nome di Cattolico apostoli della Chiesa. Secondo i teo fosse adottato a distinzione degli logi, il Cattolicismo riposa sopra i eretici, anche lo abbiamo, come pre seguenti quattro punti, che ne sono cedentemente dicemmo, da s. Pacia le chiavi principali. I. L'universalità no, il quale scrivendo contro i no de' luoghi , ne'quali è sparsa la Chie vaziani , ad Symb. Novat. , disse : sa, e la sua credenza. II. L'univer Chrislianus mihi nomen est, Catho salità dei tempi, nei quali essa ha licus vero cognomen. Osserva il Ber sussistito, e ne' quali sussisterà. III. nini, Istoria delle eresie, pag. 2o, L'universalità della dottrina, ch'essa che i seguaci di Gesù Cristo si chia CAT CATTOLICO. CAT Titolo ecclesiastico. 275 marono primieramente fratelli, o frati, poi santi, credenti, fedeli L'onore del nome cattolico mosse a ( Vedi ), Jessaei, o Gesuani, da prenderlo i patriarchi o primati di Gesù Cristo, Nazareni dagli ebrei, oriente , il perchè cattolico era un e Papisti dai moderni eretici. Alcuni titolo, che corrispondeva a quello di hanno infelicemente tentato di to ecumenico , cui avevano adottato i gliere dalla prima antichità il nome patriarchi di Costantinopoli , forse Cattolico, pretendendo che l' impe al tempo dell' imperatore Giustinia ratore Teodosio ne sia stato l' in no I, assunto al trono l'anno 52 7. ventore, ovvero che tal voce non Ma l'Assemanni scrittore de catho- sia stata posta nel simbolo che nel licis, seu patriarchis chaldceorum, terzo secolo. Ma basta leggere la let et nestorianorum, prxf. § IV, pag. tera del martire s. Tgnazio scritta a 57 e seg., dichiara quella denomi quelli di Smirne, il libro di Origene nazione usata nel quinto secolo al contro Celso, s. Cirillo, e s. Agostino meno , e probabilmente sul princi per confermarsi sull' antichità di pio del quarto. Dice egli pertanto, questo vocabolo, adoperato per di che l'arcivescovo di Seleucia, essen stinguere i veri dai falsi cristiani dosi pel suo nestorianismo sottratto ( Fedi), cioè dalle sette degli eretici, dall'ubbidienza del patriarca antio nati nel cristianesimo. Cosi sono cheno, appellò sè medesimo Catto state nei primitivi tempi appellate lico patriarca , mentre prima di cattoliche le lettere di alcuni apo tale divisione, cioè sul principio del stoli, perchè scritte ai cristiani di secolo quarto, i metropolitani di Se tutto il mondo. Oggidì si nominano leucia e di Persia si appellavano in generale cattolici i cristiani riu Cattolici, senza che fossero patriar niti in società, che riconoscono per chi. V. Renaudot, Dissert. sur le capo spirituale il sommo Pontefice, patriarche d'Alexandrie, n. 4, non e che professano il cattolicismo. chè l'articolo Caidea. Inoltre chiamaronsi cattolici certi Ecco quanto dice Chardon, Sto ufficiali, o magistrati, che avevano ria de" Sagramenti, tom. IlI, cap. 6, cura di esigere le imposte, e di far De'principali vescovi, che ressero le pagare i tributi nelle provincie del chiese orientali, e del Cattolico dei l' impero, facendone menzione Eu JVesloriani,ec, sulla giurisdizione del sebio, Teodoreto, Sozomeno ed altri patriarcato antiocheno, e de' predi scrittori della storia bizantina. Ag catori evangelici, che inviò al di là giungiamo col Macri, che chiama- dei confini dell'imperio romano: vasi ancora Catholicus il procura » Questi santi uomini fecero gran tore fiscale dell' imperio, perchè ap » progressi principalmente nella Per- punto era universale in tutto il » sia, ove piantarono più chiese, le dominio imperiale. Laonde per la » quali erano governate da un ve- medesima ragione, da altri era no » scovo, che aveva autorità sopra minato Catholiciarius. Il Papa In » tutti gli altri della Persia e del- nocenzo III in una sua lettera, Reg. » l'Armenia, ed egli era ordinato Epist. An. XV. ep. 78, che presso » dal patriarca d'Antiochia cui era il Baluzio è al n. 82 , ci descrive » soggetto. Ei si chiamava Cattoli- un ordine di penitenti, il cui istituto » co, forse per la vastità della sua chiamasi Catholici pauperes. » giurisdizione, alla quale soggiace 76 CAT » nestoriani ". CAT V. il citato Renau- vano i metropolitani , e vescovi semplici di que' vasti paesi. Que dot, de la Perpet. de la Foi, t. IV, sti cattolici si possono considerare lib. I, cap. 7. come un grado particolare della Finalmente leggiamo in varii au gerarchia ecclesiastica. Il Cattolico tori , che fra i prelati d' oriente , i di Persia risiedeva in Seleucia, e quali portarono il nome di Cattoli a Ctesifonte. Accadde, che i nesto- co, il patriarca di Armenia si ap riani scacciati dalle terre dell'im pellava pure il Cattolico di Armenia. pero con editti dei principi, e ri Anzi aggiungeremo, che Cattoli tiratisi nella parte della Mesopo- co appresso gli Armeni significa il tamia occupata allora dai persia capo ecclesiastico di tutta quanta ni, coi loro vescovi ed ecclesiasti una nazione, quindi essi non solo il ci , vi sparsero la loro eresia , e loro capo generale nominano cat moltiplicatisi ebbero un vescovo tolico, ma pure quelli di tutte le cui da principio chiamarono Cat altre nazioni, come si rileva dai lo tolico , e poi patriarca , il quale ro antichi scrittori: ed è perciò che inviando da per tutto missionari, per distinguere il Romano Pontefi guadagnò alla sua setta moltissi ce qual capo generale non solo del ma gente, sì pel favore dei re di la sua nazione, ma ancora di tutte Persia, che odiavano i romani e le altre, lo nominano Cattolico dei la loro religione, come per quel Cattolici, come si può vedere presso lo de' principi maomettani, i quali Fausto Bizantino storico antico del furono da lui coltivati. Conqui quarto secolo. stata dai maomettani la Persia , CATTOLICO. Titolo di onore confermarono ai cattolici o patriar principesco. Questo fu conferito dai chi dei nestoriani tutta la loro Sommi Pontefici ai re di Spagna , autorità, la quale era vastissima. chiamandoli per eccellenza cattolici, Indi questi cattolici trasferirono a cagione della loro benemerenza e la loro sede a Bagdad, e si usur zelo per la religione di Gesù Cristo, parono la giurisdizione sopra gli nonchè per la loro devozione alla ortodossi, e sopra i giacobiti me Santa Sede, ed al romano Pontefice. desimi, venendo sostenuti dai ca Nè manca chi dice avere i Papi liffi, che terminavano le contese qualche volta dato il nome di Cat coll'antico possesso. La perdettero tolico ai re di Francia, ed a quelli poi, e fu permesso ai melchiti o di Gerusalemme. ortodossi , ed ai giacobiti l'avere Questo titolo pertanto di re cat i loro proprii cattolici; ma per tolico, e di maestà cattolica è pre più di due secoli i nestoriani si sentemente ed esclusivamente appli valsero della usurpata giurisdizio calo ai re di Spagna, e i Bollandisti ne per diffondere la loro eresia,, pretendono che lo portassero comu riuscendovi mirabilmente sia per nemente tutti i re visigoti di Spa le missioni spedite all' estremità gna. Il Parisi nelle sue Istruzioni dell'Asia, come per la infelicità de per le segreterie, t. III, p. i6, ag gli altri cristiani , che trovandosi giunge che i re de' longobardi Luit- ridotti senza chiese, e sacerdoti, prando ed Ariulfo, fra i loro titoli erano .senza accorgersi costretti ad ponevano anche quello di Cattolico, impegnarsi nella comunione coi ma che poi divenne giustamente un CAT nando V ed Isabella CAT , conferi ad 277 essi particolare attributo stabile dei mo narchi delle Spagne, dopo che Fer il titolo di Cattolico nel i492 dopo dinando V, detto il Cattolico, espul la conquista di Granata, titolo con se dal suo regno i maomettani, prov fermato loro nel i496 dal succes vedendo alla perpetua conservazione sore Alessandro VI. Per questa con della religione cattolica in tutti i ferma, il titolo di re Cattolico restò suoi vasti dominii. perpetuo ed ereditario nel re Fer Prima sì glorioso titolo fu per dinando, non meno che nei re suoi sonale nei re di Spagna, quindi re successori. V. Raffaele di Volterra, stò ereditario nei successori loro. Il Geographiae, lib. II, cap. i2, e Gio primo a portarlo vuoisi essere stato vanni Mariana , De reb. Hispaniae , il re Recaredo I, in premio di aver lib. XXVI, cap. i2, pag. 2o9. Sono- convertito i suoi goti dall'arianesimo vi poi alcuni autori, che pretendono alla fede cattolica. Gli venne con aver avuto Ferdinando V questo ferito dal concilio toletano III , che titolo soltanto da Innocenzo VIII, e si celebrò l'anno 58g nel pontifica altri da Giulio II, intorno alla qual to di Pelagio II, ovvero da questo cosa può consultarsi l'annalista Spon- Papa , o dall' immediato successore dano, all'anno i492» n. 2. Inoltre s. Gregorio I. Il Pontefice Onorio I Dan. Guil. Mollero scrisse de Titillo nell'anno 637, chiamò cattolico Svin- Cattolici, Altdor. i6g5; e Galerat. tilla re di Spagna. ll Macri al vo Jac. Mainoldo de titulis Philippi Au- cabolo Catholicus, parlando di que strìi regis Catholici liber Bonon., sto titolo come proprio del re di per Boniarum i573. Ci fanno sa Spagna, dice che ebbe origine nel pere poi il Rainaldi all'anno i496, l'anno 638 quando il concilio tole n. 25, e il Comineo, lib. V, de Bel tano VI ordinò , che a nessun re lo neapo titano , che Alessandro VI fosse dato il possesso del trono rea avea stabilito attribuere Hispaniae le, se prima non giurava di non per regibus nomai, ut Christianissimi di- mettere nel suo regno persona , la cerentur, et in suis ipsum litteris, quale non fosse cattolica, laonde poi atque sermone sic eos vocasse j sed il re venne denominato cattolico ; quum ex Cardinalibus quidam re- oppure perchè Alfonso I , siccome sislerent, ncque Galliam vellent ap- discendente di Recaredo , cognomi pellatione ìlla privari , Catholicos nato il re cattolico, si dichiarò nel nominare fussisse. concilio di ereditare questo speciale Allorquando Pio IV, nel i56i, titolo. Certo è, che il Pontefice san ordinò il compimento del concilio Zaccaria, creato l'anno 74 i, confe di Trento, insorsero gravi questioni rì il titolo di re cattolico al detto di precedenza fra gli ambasciatori Alfonso I, ed Innocenzo III al re di Spagna e di Francia, sostenendo Pietro II d' Aragona allorquando , il primo che Svintilla re di Spagna nel i2o4, lo coronò nella basilica fu da Onorio I chiamato Cattolico, vaticana, attestandolo anche il Can nell'anno 637, prima che Carlo Mar cellieri, nelle Dissertazioni epistola tello avesse da Gregorio III nel 74o ri, ec., pag. igi. Finalmente Papa il titolo di Cristianissimo, ma por Innocenzo VIII, in premio dell'estin tatasi la questione in Roma, Pio IV zione del maomcttanismo dalla Spa la decise in favore della Francia. gna , per opera de' piissimi Ferdi- V. Cristiamssimo. 378 CAU CAU CATULA. Sede episcopale deHa i5 du Journal Ecclesiastiques des Mauritiana Cesariana nell'Africa oc Jos. Ant. Dinovart, Mois d'Avril, p. cidentale, e perciò sottoposta a Julia 266. Quest'uffizio ebbe origine col- Cesarea. Gennad. lib. de Script. l'uso delle vesti colla coda adottate Eccl. dal Papa, e concedute ai Cardinali, CAUCASO Monte. È situato nel- e prelati menzionati. Siccome in l' Asia minore fra il Ponto Eussino, questo articolo intendiamo parlare e il mar Caspio, con alcuni ,villaggi principalmente dei caudataiii dei abitati dai cristiani giorgiani, ed una Cardinali di Santa Romana Chiesa, piccola città vescovile che, secondo cos'ì alquanto ci diffonderemo sulle Commanville, fu eretta nel nono se loro notizie, e su ciò, che di più colo, e che le notizie greche descri rimarchevole li riguarda. Primiera vono qual sede arcivescovile onora mente osserva il Bonanni, Della ria, nel patriarcato di Costantinopo Gerarchia ecclesiastica, capo CXI, li, fra gli arcivescovati della Scizia, Dell' uso di sostenersi dal cauda e del Chersoneso Taurico. Certo Ba tario la veste Cardinalizia, che la silio era vescovo di questa sede, ed veste, la quale per mezzo della co intervenne al concilio di Costanti da discende sino a terra, è una del nopoli, che si celebrò per Giovanni le insegne principesche e di digni Becco, sotto il vecchio Andronico tà; giacche, siccome alle persone di Paleologo. condizione popolare fu dagli antichi CAUCOBARDISTI. Eretici del se prescritta la veste corta , affinchè colo sesto, seguaci di Severo Antio non fosse loro d'impedimento nell'e cheno e degli acefali, derivati da sercizio delle opere servili, cos'i alle gli eutichiani. Ebbero il nome da persone costituite in dignità si per un luogo, dove tennero le prime metteva la veste pomposa e lunga, loro assemblee. Negavano essi ob per distinzione, acciocchè ovunque bedienza al concilio di Calcedonia, riscuotessero rispetto. Quando inco e predicavano in Gesù Cristo una minciasse questa sorte di veste ad sola natura. V. Baronio ad ann. usarsi dai Cardinali, non si riferi 335. sce da autore alcuno negli atti pon CAUDATARIO ( Caudatario ). tificii, e solo abbiamo da France Ecclesiastico, il quale sostiene l' e- sco Torrigio, benefiziato della ba stremità delle vesti, detta coda, al silica vaticana nella sua Istoria del Papa, ed ai Cardinali, nonchè ai le Grotte Faticane, a carte 4°8, vescovi, e ad altri prelati, che han della terza edizione, aver egli tro no l' uso de' pontificali. Dicesi pure vato registrato in un manoscritto, in latino Syrmatis, da Syrnia, ve che il Pontefice Nicolò III, eletto ste lunga, gerulus, ossia portatore l'anno i277, introdusse l'uso del dei lembi di essa, minister, come le vesti caudate ai Cardinali, prela incaricato di tale uffizio , e limbì- ti, come ancora le cappe e i cap ferus, da lembo, che è la parte e- pucci. L' uso pertanto della cappa strema del vestimento. V. Claudio colla coda o strascico, e della sot Francois Menestrier, Sur l'usage de tana egualmente con coda, impedi te faire porter la queve dans les va le azioni nelle sacre funzioni. cerimonies de V Eglise, ci du Mon Laonde si volle rimediare all'im de, Paris i7o4, et dans le tóme barazzo, che producevano tali lem CAU bene vestito di CAD zimarra, il cauda 279 Li, col raccogliersi l' estremità della cappa sotto il braccio sinistro, e tario del primo per atto di rispet quando dovevasi sciogliere e span to lasciava subito di sostenere la co dere, venne deputato uno della fa da, donde forse ebbe origine il ce miglia perchè ne sostenesse la coda. rimoniale praticato nelle visite di Ma dovendosi ciò massimamente formalità, che ora si usano dai so praticare nelle cappelle e funzioni li Cardinali novelli col Cardinal pontificie, non sembrò conveniente decano, e questo con quelli tanto alla venerazione dovuta al luogo, nell' accesso , quanto nel recesso , che tale uffizio fosse disimpegnato cioè che il caudatario del visita dai cubicularii laici de' Cardinali, e to prende la coda della veste venne quindi introdotto, che si sos del visitante , e viceversa il cau tenesse il lembo della vesta, e si datario di quest' ultimo sostiene il spandesse lo strascico della cappa lembo della veste del primo. Non da un cappellano sacerdote, o chie si suole però sostenere la veste rico della famiglia del Cardinale, Cardinalizia dal caudatario avan donde ebbe origine l' uffizio di cau ti il ss. Sagramento, nè innanzi datario. V. Cappa dei Cardinali. il Sommo Pontefice, in segno di Questo medesimo costume di far riverenza, come avverte il citato Bo sostenere la coda della veste Car nanno a pag. 44 l' Aggiunge il Pi- dinalizi;!, come si legge in un mss. scara, nella sessione V, cap. i 3 del della biblioteca vaticana, citato da suo Cerimoniale, che il caudatario un ceri nionia le, si praticò anche in abito talare sostiene la coda ogni da altre persone di minor grado e volta che il vescovo si reca alla condizione, particolarmente quando chiesa, ma al Cardinale sempre, la curia romana era stabilita in A- vale a dire quando usa la sottana vignone; dappoichè gli arcivescovi, colla coda ; e che quando il vesco ed i vescovi di nobile nascita, ciò vo adopera la cappa, nell' inginoc- usavano .non solo per detta cit chiarsi il caudatario gliela spande , tà, ma talvolta anche ascendendo raccogliendola nell' alzarsi. Celebran l'appartamento pontificio nel palazzo do poi pontificalmente la messa, il apostolico. Leggesi infatti, che certo caudatario de' vescovi, in sottana ne Pietroarci vescovo di Narbona, regnan ra, con cotta e velo detto Bimba , do Urbano V, imprudentemente andò o Vippa, sorregge la di lui mitra, sino alla camera del Papa ossia dei ciò che praticasi degli altri cauda paramenti, accompagnato dal cau tari anche nelle cappelle papali, e datario, e che fu ripreso dal medesi nelle cardinalizie nella celebrazione mo Pontefice, venendo ammonito della messa. a non comparire più in tal forma, Dicemmo, che l' uffizio di cau dovuta solamente al grado Cardi datario dai laici cubicularii pas nalizio. Per la qual cosa que' pre sò ad esercitarsi dal cappellano del lati, i quali avevano adottato untal Cardinale. In progresso di tempo uso, l' abbandonarono prontamente, tali qualifiche furono separate, ma continuandolo solo i patriarchi si dipoi poco a poco si riunirono, co no a Martino V. Anticamente quan me vediamo oggidì, che i cappella do un Cardinale in abito s' incon ni dei Cardinali sono per lo più trava con un altro Cardinale, seb- anco caudatarii, locchè deve dirsi an a8o CAU CAU che di quello del Papa, il quale ap ta del medesimo colore paonazzo partiene alla classe dei cappellani se con bottoni neri, e poi ebbero an greti {Vedi). Anticamente eravi inoltre co la fascia con fiocchi egualmente qualche diversità fra i caudatari del di seta paonazza. Sembra però dal l'ordine de'diaconi e de'preti, da quel le parole del decreto, che la sottana li dell' ordine de' vescovi suburbica- violacea fosse da essi già usata ante ri, perchè i primi portavano la to riormente. Solo n' era andata in ga, e il velo pendente dalle spalle trascuranza la consuetudine, e fu sino alle ginocchia, con cui prende loro accordata qual prerogativa di vano le mitre di essi, allorquando distinzione, et ut ab aliis simplici- in qualche funzione dovevano depor- bus eleriris, vel presbyteris digno- le; e gli altri aggiungevano la cot scerentur. ta. Presentemente quando i Cardi Ad ogni caudatario di un novel nali usano la mitra, tutti i cauda lo Cardinale viene consegnato un tari sopra la toga, o cappa paonaz libretto con questo titolo: Brevis za, assumono la cotta, e su di essa instruclio pro dd. caudatarìis cir un velo bianco, o a guisa di stola, ca vestes, auibus de more utuntur largo un palmo, lungo sino alle gi in functionibus Emìnentissiniorum , nocchia, terminando con una fran et Reverendissimorwn DD. S. R. E. gia d'oro, riunendosi sul collo me Cardinaliuni ec. Da esso pertanto diante due fettuccie, e formando co rilevasi, che i caudatari in tutte le me un cappuccio. Ne riporta il me cappelle papali, e in quelle di s. desimo Bonanni la figura a pag. Tommaso d' Aquino, e dell' ottava 44°- Pio IV, eletto nel i 55$, con de' ss. Apostoli Pietro e Paolo, nei cesse ai caudatari dei Cardinali concistori pubblici, e nelf esequie per le funzioni, e per le cappelle de' Sommi Pontefici, nella cappella papali la sopravveste, o toga, detta palatina, debbono vestire coll' abito volgarmente soprana, di saja pao violaceo, cioè sottana e fascia, e so nazza, con maniche larghe e corte, prana con cappuccio. Inoltre si ri con fodere di seta di egual colore, cava, che in tutte le cappelle Car con cappa o cappuccio nella forma dinalizie {Vedi), meno le due pre diverso dai comuni. Da un lato cedenti, vestiranno con sottana, e della cappa evvi una saccocoia per fascia paonazza, e mantello talare, ri porvi il breviario ad uso del Car ossia ferraiuolone di seta nera, e dinale nelle cappelle. Tale forma nel medesimo modo incederanno di abito si vede dipinta nei caudata nelle esequie anniversarie dei Pon ri, nell'abside dell'antichissima chie tefici nella basilica vaticana, in tut sa titolare de'ss. Nereo ed Achilleo. te le pubbliche processioni, in qua Tuttavolta nel pontificato di s, Pio V, lunque tempo e chiesa, tanto per racconta il Bonanni, che i cauda implorare il divino aiuto per alcu tari de' Cardinali assistettero all'uf ne calamità, che per quelle dell'ot fizio delle tenebre, con toga e man tava del Corpus Domini, sebbene tello nero. Dipoi la sacra congre v'intervenisse il Papa. Così nei con gazione de' riti, col decreto Colle- cistori semi-pubblici pel Te Deum, gium càudatarioruin, de' a agosto che si canta l' ultimo giorno del del i6o8, approvato dal Pontefice l' anno nella chiesa del Gesù, nelle Paolo V, aggiunse la sottana di sbt conclusioni che si fanno qell' aula CAU del Papa, si tratta CAU agl'articoli Cap 28i del palazzo della cancelleria dagli uditori di rota, ed avvocati conci pelle Pontificie, e Cappelle Car storiali novelli, i caudatari vestono dinalizie. nel medesimo modo; fuori di tali Allorchè il Cardinale va a quelle occasioni vestono come i semplici cappelle, o ad altre funzioni con sacerdoti, cioè tutto di nero, meno una carrozza, il caudatario prende il collare di seta paonazza, il quale il terzo posto. Se poi vi si reca con sempre adoperano anco coll' abito due, egli prende il primo della se corto detto di abbate, con sottana conda. Appartiene alla famiglia no e ferraiuolo di seta. Nell' inverno bile, e fa perciò parte dell'antica però la sottana è di panno, sì nei mera, e secondo i parziali regola concistori «egreti, sì nelle prediche, menti, e sistemi delle corti Cardi e sì nelle congregazioni Cardinali nalizie, introduce anch' egli chi do zie, ec. manda l' udienza al Cardinale. Fi In quanto agli obblighi ed ap no agli ultimi tempi incombeva al partenenze del caudatario, spetta a caudatario benedire la mensa, in lui il preparare i sagri paramenti occasione di qualche convito, che ed arredi della cappella domestica imbandiva il Cardinal padrone. del Cardinale, per la celebrazione Riguardo alla chiesa e collegio della messa, incombendo pure a lui dei caudatari , ecco quanto si legge di dirla nella cappella medesima. nel Piazza, Opere pie di Roma , Quando il Cardinale celebra la mes pag. 664, parlando di s. Maria sa o in cappella pontificia, od al della Purità, de' caudatari in bor trove, prepara altresì la cassa de go, chiesa che sta presso il palazzo gli arredi e paramenti occorrenti, Giraud, ora del principe Torlonia, il che eseguisce per altre sagre fun prima di arrivare al palazzo Acco- zioni. Nelle cappelle Pontificie e Car ramboni. Nel lagrimevole saccheg dinalizie, il caudatario siede nello gio di Roma del i5ij, l'esercito scalino presso il proprio Cardinale, di Borbone fra le altre iniquità , e si alza quando si alzi il Cardina distrusse in tal luogo una casa, e a le, rimanendo a sedere quando il ridosso delle sue superstite mura , Cardinale è incensato, per non im poscia si gettarono le immondezze. pedire l' incensazione, ma si alzano Sopra di dette mura era dipinta una poi tutti i caudatari, dopo che ab immagine della b. Vergine cols. Bam bia ricevuto l' incenso l' ultimo Car bino, che con meraviglia di tutti dinale diacono. Il caudatario nelle rimase illesa allorquando nella fa cappelle sostiene la berretta e il ber mosa inondazione del Tevere, ac rettino rosso quando il Cardinale caduta nell' ottobre i53o, venne non ne fa uso, gli sorregge le cande dall' acqua ricoperta senza che la le accese e le palme, ed all'occorren pittura sofferisse alterazione veruna. za nelle stesse cappelle rammenta Ciò promosse la venerazione de' fe al proprio Cardinale ciò che deve deli, e il conseguimento di parec fare. Ma di quanto riguarda i cau chie grazie per le orazioni, che vi datari, nelle cappelle, delle candele, si recitarono, e pei lumi, che innan e torcie che loro spettano, delle zi le si accendevano. ll perchè me candele, ceneri, palme e Agnus Dei, diante pie limosine si fabbricò nel che ricevono al trono dalle mani medesimo luogo la chiesa dedican 382 CAU viali di canonicati, CAU beneficiati, o al dola alla purità di Maria Vergine, donde prese il nome di s. Maria tro, nel tempo che servono ì Car della Purità, la quale pei prodigi, dinali nelle cappelle, o funzioni, che cui continuò a fare , il capitolo s' intimano dai cursori apostolici in Vaticano, verso la metà del secolo habitu, et forma cursorwn. E seb XVII, coronò con corona di oro bene Innocenzo XII rivocasse diversi tanto la b. Vergine, quanto il di indulti, lasciò intatti quelli dei cau vino suo figlio. Quindi essendo la datari colle parole seguenti : » fir- chiesa allatto rovinata, nel pontifi » mo tamen, quoad eorundem Car- cato di Leone XII, il collegio dei » dinalium caudatarios, remanente caudatari la restaurò interamente . » decreto moderatorio sacra con- Se ne celebra la festa ai 2 luglio , » gregationis E.morum Cardinalium giorno sacro alla Visitazione della » sacri concilii Tridentini interpre- ss. Vergine, con indulgenza conces » tuni die i9 augusti i69o, edito", sa da Innocenzo XI, nel i682. come si legge nel Bollario a pag. In detta chiesa, e nel pontifica 262. to di Paolo III, ebbe origine il In questo rispettabile ceto eccle sodalizio, ed il collegio dei cauda siastico fiorirono uomini per virtù tari de' Cardinali, cioè nell' anno e dottrina commendabili, molti furo i.538. Zelanti nel promuovere il no onorati di cospicui ufficii e di maggior culto divino, e la divozione dignità ecclesiastiche, e siccome il alla Madonna, meritarono, che lo novello Pontefice suole dichiarare stesso Pontefice Paolo III, con let primo cappellano segreto e cauda tere apostoliche de' 22 novembre tario quello, che in tal qualifica i 54.6, erigesse il loro sodalizio in l'avea servito nel Cardinalato, cosi collegio, non potendovi far parte, diversi furono esaltati a cariche ri che i soli caudatari dei Cardinali, levanti, ed a gradi insigni. Per dir che sono in uffizio, o che lo ab ne di alcuni, d. Carlo Traversari biano esercitato. Monsignor cauda caudatario del Cardinal Farnese , tario del Papa suole essere eletto divenuto questi Papa col nome di in priore di questo collegio, che Paolo III, fu da lui fatto vescovo gode la protezione d'un Cardinale. di Segni. D. Antonio de Meliori- A questo collegio concessero mol bus caudatario del Cardinal Peretli, te indulgenze Paolo III, Gregorio quando questi divenne Sisto V, pri XV nel i623, Innocenzo XI, e Be- ma fu promosso a commendatore detto XIV, il quale con decreto dei dello spedale di s. Spirito in Sassia, i7 maggio i756 confermò pure e poi fu preconizzato a vescovo di quelle accordate dai suoi predeces s. Marco in Calabria. D. Giovanni sori, nel qual anno col breve Ad Canuto , caudatario del Cardinal Pastoralis dignitatis , a 5 giugno, Borghesi , assunto questi al pontifi ne confermò gli statuti e le costi cato col nome di Paolo V, fu fatto tuzioni. Fra i privilegi poi concessi da lui vescovo di Oppido. E d. Giu ai caudatari dei Cardinali, merita seppe Candido caudatario del Car no menzione l'indulto personale del dinal Barberini , poi Papa Urbano l' altare privilegiato per due giorni VIII, fu da lui fatto vescovo di Li della settimana , e il poter lucrare pari. V. Decreta, et constitutiones i frutti dei loro benefizi residen- collegii caudatariorum S. R. E. CAU venimento la valle CAV prese il nome i83 di Cardinalium , Romae i628; Camillo Fanucci , Della confraternita di s. Forche caudine, ed oggi chiamasi Maria della Purità de' caudatarii, stretto di Arpaja. Nel i8ii in Na lib. IV, e. 33 delle Opere pie, p. poli si pubblicò l'opera Le forche 393 ; Istorica relazione del mira Caudine illustrate con due ap bile scuoprimenlo seguito nel i53o pendici. Due minori villaggi poi della miracolosa immagine di Ma situati verso i due opposti ingres ria ss. della Purità in Borgo, cu si della pianura col loro nome stodita dal ven. collegio de' rever. comune di Forchia ricordano il cappellani caudatari de' R.mi Car romano disastro , che non andò in dinali, Roma i78i; Consliiuliones vendicato. In progresso di tempo ven. colI. Caudatariorum S. R. E. Caudium divenne sede episcopale , Cardinalium, Roman i829. Fran e ne fa menzione l'Ughelli Italia cesco Capparroni , nella Raccolta sacra tomo X, col. 52, finchè per della gerarchia ecclesiastica, con la sua distruzione cessò affatto di siderata nelle vesti sacre, e civili essere, erigendosi dipoi l'attuale vil usate da quelli, che la compongo laggio. no, Roma i827, riporta tre figu CAUNO, Cannus, o Cusnus. Cit re colorate, rappresentanti il cau tà episcopale della provincia di Li datario colla croccia, o sottana pao cia, diocesi d' Asia, sotto la metro nazza , il caudatario col medesimo poli di Mira, che sino dal quinto vestiario colla cotta e velo bianco secolo fu eretta in vescovato, come ad essa sovrapposto, e il caudatario leggiamo in Commanville. colla sottana e fascia di seta pao CAVA, e SARNO unite ( Cavai. nazza col ferraiuolone nera et Sarnen. ). Vescovati nel regno del CAUDlUM, o ARPAJA . Sede le due Sicilie. Cava, o la Cava pic vescovile, ed ora villaggio nel re cola città del Principato citeriore , gno delle due Sicilie, nella provin posta alle falde del monte Metellia- cia di Terra di Lavoro, nel confi no, in mezzo alla deliziosa valle del ne del principato ulteriore fra Ca- monte Fenestra, capoluogo di can pua e Benevento. Questo villaggio tone, fu fabbricata sulle rovine del fu fabbricato sulle rovine dell'anti l' antica città detta Macrina , o ca città di Caudium nel paese dei Marcina, che gli etruschi avevano sanniti irpini. Nell'anno 433 di Ro edificato vicino al mare , in luogo ma, l' imprudenza dei consoli J. Vi- ove ancora oggidì si vede un ca truvio, e Sp. Postumio trasse l'eser stello , da quelli del paese chiamato cito romano fra due montagne: laon Vìetri. Si racconta , che il re dei de circondati dai sanniti per ogni vandali Genserico, allorquando fu Iato, non solo furono costretti ad chiamato dall' Africa da Eudossia arrendersi, ma vennero obbligati al imperatrice per vendicar la morte l' umiliante condizione di passare del proprio marito, ucciso dal ti sotto al giogo, cioè a dire fra due ranno Massimo, dopo aver rovinato lancie attraversate da una terza a e distrutto la maggior parte delle guisa di forca , difilandovi tutti i città del regno di Napoli, si avvici soldati disarmati, colla testa nuda, nò a Macrina; ma gli abitanti pre e le mani legate di dietro in segno si da grande spavento , fuggirono d'ignominia. Da questo famoso av- precipitosamente dalla città, e si ri 284 CAV mano, il quale, CAV passati cento e cin fugiarono in profondi sotterranei e grotte dalla parte orientale del que giorni, si fece anacoreta nel mo monte Metelliano, chiamate le Cave nistero Cavense , ovvero vi fu co Metelliane. Quindi nel 98o presso tal stretto dai soldati di Pasquale II , luogo, s. Alferio salernitano monaco come riporta l' Oldoino. Quando il climiacense, fondò un monistero di Pontefice Calisto II, nel mi, fece benedettini sotto il titolo della ss. arrestare l'antipapa Gregorio VIII, Trinità ad Caveam Melellianam, Maurizio Bardino, lo mandò a cu che, seguendo la regola di Cluny, stodire nel monistero della ss. Tri divenne un' abbazia delle più ricche nità della Cava , e dipoi lo fece d' Italia , ed il ceppo di una illustre trasportare nella fortezza di s. Ger congregazione di ventinove badie , mano. Così quando nel i i 8o dalle e di novantuno priorati conventuali, truppe pontificie fu preso l'antipa chiamata la Congregazione di Ca pa Innocenzo III, Landone Sitino , va. Conta fra i suoi alunni Vitto il legittimo Pontefice Alessandro III re III, Papa del io86, ed Urbano lo fece condurre nel medesimo mo II, eletto nel io88, i nomi de' quall nistero a far penitenza insieme ai in varii martirologi sono registrati suoi complici , e si dice , che vi per santi. L' abbate Pietro, cui Ur morisse impenitente, terminando con bano II nel i o9 i impose colle pro lui lo scisma di ventim anno contro prie mani la mitra, e che, secondo Alessandro IH. alcuni, fu il primo a goderne la pre Nel i 394, Bonifacio IX eresse la rogativa ( mentre altri dicono che chiesa della ss. Trinità in cattedrale, da Alessandro II fu conceduta al locchè durò fino al Pontefice Ales l'abbate della Cava ) fece un recin sandro VI. Ma il Cardinal Oliviero to di muro intorno ad una terra Caraffa, che n'era vescovo, avendo vicina alla sua abbazia, ed avendovi provato di chiamarvi de' monaci di invitato tutti i fuggiaschi dispersi Monte Cassino in luogo di quelli qua e là nelle grotte del monte Me che v' erano, diede origine ad un' in telliano, a ritirarvisi , viene ricono finità di contestazioni fra lui ed i sciuto siccome il fondatore della cit monaci, i quali indussero nel i5i4 tà di Cava, il che vuolsi avvenuto Leone X a sopprimere la detta cat verso l'anno io8o. tedrale, ed a trasferire questo titolo S. Gregorio VII, ed Urbano II e la sede vescovile nella vicina città principalmente arricchirono di pri di Cava, distante dal monistero un vilegi e prerogative la congrega terzo di lega, stabilendo nella chiesa zione Cavense , onde ampla ne di dedicata alla Visitazione della bea venne la giurisdizione . Abbiamo tissima Vergine un primicero , con inoltre, che lo stesso Urbano II nel alcuni canonici, ed aggiudicando lo io92 non solo consacrò la basilica ro delle rendite sui beni dell'abba della ss. Trinità della Cava , ma zia, coll'opportuna giurisdizione sulla tolse il monistero dalla giurisdizio città e diocesi, che sottopose imme ne del vescovo di Salerno. Quindi diatamente alla santa Sede. essendo morto nel pontificato di L' abbazia, ed il magnifico moni- Pasquale II l'antipapa Clemente III, stero della ss. Trinità tuttora fiori uno di quelli che gli successe nello scono, ed è assai celebre la sua insi scisma fu l'antipapa Teodorico ro- gne biblioteca, e fino dal i585 fu CAV chiamata anche CAV Cavaglione , Cabal- i85 riunita, in un a tutte le sue dipen denze, alla congregazione di s. Giu lion, Càbellicum ec. Divenuta colonia stina, o di Monte Cassino. V. Cas- romana, ottenne privilegi, ed ebbe sikesi. Nel i833 fu stampato in Na un corpo di autriculaires , o battellieri poli il Cenno isterico intorno al sa pel passaggio della Durenza , allora, cro real monistero, e reale stabili come presentemente, difficile e pe mento della santissima Trinità di ricoloso. Per l'antica sua fondazione, Cava. oltre Plinio e Strabone, è celebrata Alla sede vescovile poi di Cava, pure dal Petrarca nel lib. II, tract. nel i8i8, Papa Pio VII coll' auto X, cap. 2, De vita solitaria. Era rità della bolla De metiori domini- allora per la maggior parte fabbri cae, unì le sedi di Sarno e Nocera cata sulla mentovata montagna che de' Pagani , ma il regnante Ponte la sovrasta , per cui in prova del fice Gregorio XVI dismembrò nuo lungo soggiorno, che i romani vi vamente da Cava, Nocera de' Paga fecero, e della sua importanza sotto ni, e nel concistoro de' 2 3 giugno il loro dominio, venne da loro anno i834 restituì a ciascuna città il verata fra le città latine con diritto proprio vescovo, rimanendo soltanto di cittadinanza . Ne' suoi dintorni Sarno (Vedi) unito a Cava colla si discopersero molte antichità quali dipendenza dalla Sede apostolica. avanzi della sua grandezza, delle Fra i molti ed eleganti edifici! del sue mura, nonchè medaglie, vasi, la città, primeggia la maestosa cat statue, iscrizioni ec. I superstiti ru tedrale. Si compone il capitolo di deri di un arco di trionfo, che vuolsi alcune dignità, prima delle quali è appartenere al tempo d'Augusto, si l'arcidiacono, di dodici canonici, con veggono nella corte dell'episcopio, due prebende, di sei ebdomada- ed una bella statua della Terra An rii, non che di altri preti e chie drogina ivi rinvenuta, figurava la rici per l' ufficiatura. Il vescovo a- propria fecondità, essendo il suo bita un ottimo episcopio, e nella territorio uno de' più ameni e fer città vi sono otto parrocchie, due tili del Venosino. conventi di religiosi, tre monisteri Passata Cavaillon in potere dei di monache, conservatorii, ospedale franchi, nell'anno 562 dell'era cri cimiterio, monte di pietà, seminario stiana, serviva di residenza a Sigi- e diversi sodalizi e stabilimenti di berto re de' francesi. Divenne in beneficenza. La mensa vescovile è progresso di tempo città baronale, tassata in camera apostolica in fio ed il suo vescovo ne fu consignore, rini quattrocento. in un al sovrano Pontefice, finchè CAVAILLON (Cabellio). Città venne riunita alla Francia. La sovra vescovile di Provenza in Francia, nità della Santa Sede su Cavaillon ri nel dipartimento di Valchiusa, capo monta al secolo XIII. Imperocchè nel luogo di cantone, sulla riva destra ri 79 condannati nel concilio latera- della Durenza presso il suo con nense, cui intervenne il vescovo Pon fluente col Conllon a piedi di una zio, gli eretici albigesi già discoperti montagna. Questa città, già dominio neh' anno precedente, e discacciati da della Santa Sede appartenente al con Tolosa, nel rifuggiarsi in Alby, ricevet tado Venosino o Venaissino, è anti tero il nome di Albigesi da quella chissima , fu abitata dai ha vari- e fu città, godendo la protezione di Rai a86 CAV partito da Avignone, CAV a persuasione mondo VI conte sovrano di quella provincia. Ma il vescovo Bertrando, principalmente di s. Caterina da Sie che governava la chiesa di Cavaillon na, a' io settembre i376, lasciatovi nel i 2 i 2 scrisse al Pontefice Inno per suo vicario il Cardinal Giovanni cenzo III contro i conti Tolosani di Blondiaco, giunse in Roma a' i 7 sostenitori fanatici di quegli eretici; gennaio i377, cioè dopo settantun il perchè, represso colle armi dei anno, sette mesi, e undici giorni crociati, e deposto e scomunicato che ne mancavano i Papi. Se gran il detto Raimondo VI , porzione de avvenimento fu tal partenza per delle sue terre fu data a Raimondo Cavaillon, non meno importanti ne VII suo figlio, parte al vincitore furono le conseguenze, giacchè mo conte di Montfort, ed il Venosino rendo poco di poi Gregorio XI, ed o Venaissino (che avendo Carpen- eletto agli 8 aprile i 378, Urbano VI, trasso per capitale comprendeva Vai- non andò guari che i Cardinali fran son e Cavaillon ) si devolse in per cesi malcontenti di lui, perchè ne petuo dominio della Chiesa Romana, correggeva i costumi, nè li secon il che avvenne nel pontificato di dava nell'idea di riportare la corte Gregorio IX. in Provenza, il cui delizioso soggior Dopo la morte del b. Benedetto no vivamente domandavano, non XI in Perugia, quivi i Cardinali tardarono a ribellarsi, ed a' 2o set elessero in successore di lui , a' 5 tembre i378 in Fondi scismatica giugno i3o5, Bertrando de Got mente fecero antipapa Clemente VII. arcivescovo di Bordeaux , benchè Passando questi in Avignone, a' 2o assente dal conclave, e senza la di giugno i379, vi consolidò lo scisma, gnità Cardinalizia. Ricevuto il de fu riconosciuto da più provincie e creto di sua elezione, chiamò i Car nazioni, ed ebbe in successore il dinali in Francia, e col nome di falso Pontefice Benedetto XIII; per Clemente V si fece coronare in Lio le quali vicende Cavaillon seguì la ne; indi per compiacere Filippo IV, sorte di Avignone ( Fedi). E come il Bello, re di Francia, e in riguar che a quell' articolo se ne riportino do alle fazioni de' Guelfi e Ghibel le notizie, pure verremo accennando lini, che laceravano l'Italia, preferì qui le principali. ai lidi fortunati del Tevere, le spiag- Lacerando la Chiesa il funestissi gie del Rodano, e sto bilì la sede mo scisma, e vivendo le popolazio pontificia in Avignone vicino a Ca ni , principalmente quelle suddite vaillon, la quale ne provò in più della Santa Sede, nella massima agi guise gli effetti onorevoli e vantag tazione, tanto i Cardinali di Gre giosi. E visitando Clemente V, nel gorio XII , che gli anticardinali di i3io, la provincia V^nosina, la di Benedetto XIII, adunatisi nel i4»9 chiarò contea , e nelle monete, che in Pisa, vi celebrarono un concilio, fece battere s' intitolò Clemente V che s. Antonino ed altri chiamano conte del Venaissino. Assunto però conciliabolo. In esso furono deposti al pontificato Gregorio XI, dichiarò ambedue, ed a' 26 giugno elessero la sola Roma, e la basilica latera- invece Alessandro V, il quale fu nense sede principale del Sommo riconosciuto dalla maggior parte dei Pontefice, e a questa egli volle ripor monarchi e delle nazioni, onde Gre tare la sua residenza papale. Laonde gorio XII si ritirò a Rimini, e Be- CAV Saputosi dai CAV nemici, che il castel 287 nedetto XIII a Paniscola nella Spa gna. Fu allora, che il nuovo Ponte lo del ponte di Sorga, e particolar fice Alessandro V, prendendo partico- mente il contado erano sforniti delle lar cura di Avignone e del contado forze maggiori per le compagnie an Venosino, fu sollecito d' istituirvi la date a Sisteron, dopo avere gli eretici legazione apostolica , sotto di cui preso di là dal Rodano i luoghi di s. Cavaillon fu posta, inviandovi per Lorenzo e Roccamaura, s'inoltrarono primo legato il Cardinal di Tureyo. al ponte di Sorga a' 26 agosto, ed Mentre Cavaillon, e le altre cit a' 29 si riunirono con tremila fanti, tà di Provenza spettanti al dominio e quattrocento cavalli , onde dopo paterno e pacifico del romano Pon lunga e coraggiosa resistenza, i ven tefice, godevano i frutti del suo uma ticinque italiani, che difendevano il nissimo governo, le guerre degli castello, dovettero cedere all'apertura ugonotti calvinisti posero quelle città della breccia, e benchè avessero gua a soqquadro in un alla Francia, e dagnato l'alto delle torri, il fuoco nel i56a i nemici entrarono in Ca che vi appiccarono gli avversarii li vaillon, portandovi gravissimi danni costrinse a ritirarsi colla sola perdi e commettendovi molte iniquità. Per ta di due individui estinti dalle fiam tanto a comprimere il furore arma me , che alimentate dal vento in to di tali eretici, il Pontefice Pio IV cendiarono tutto il castello, distrug milanese, mandò in Avignone il suo gendo così un edifizio fabbricato con parente Serbelloni qual generale del magnificenza da Urbano V, per sog le truppe di s. Chiesa a tal effetto giorno e villeggiatura dei Papi. radunate, con potenti soccorsi. Quin Avendo poi terminato gli ugonotti di ai 6 agosto i56a arrivarono in di bruciare il castello del ponte di Cavaillon Luca Antonio di Terni Sorga , sotto la condotta del loro colonnello di cinque compagnie di capo barone d' Adretz , marciarono soldati italiani, composte di novecen su Vedene, s. Savornino, e Castel to uomini ben armati e vestiti, spe novo, detto Gadagne, ove posero a dite dal Papa per difesa del paese. fuoco la chiesa , ed il priorato che Agli 8 vi si recò il Serbelloni redu dipendeva da s. Rufo di Valenza : ce da Carpentrasso ove avea pre scorsero poi il Toro, e vi arsero miati que' valorosi , che resistettero parimenti la chiesa, facendo altret alle forze degli eretici quando vigo tanto a Comons ove appiccarono rosamente assalirono la città, e passò fuoco al castello dei Perussi signori a rassegna le cinque compagnie. In del luogo, e la sera del primo set di ai io parti il colonnello da Ca tembre i562, arrivarono a Cavail vaillon con due compagnie alla vol lon. La fanteria alloggiò in campa ta di Sisteron in rinforzo alle trup gna, e la cavalleria entrò in città. pe comandate dal conte di Somma- Vi fu al solito incendiata la chie riva, mentre le altre si condussero sa, vi si commisero altre barbarie , colla scorta del signor di Crillon al e si disotterrarono molti cadave ponte di Sorga per riposarvi , ed ri , in un a quello di Arnaldo n' i7 partirono due per Carpentras Agard di Cavaillon, gettandoli tut so, ed una per Avignone, dai quali ti nel pozzo della cattedrale. In luoghi furono spediti altri soldati al di passarono a danneggiare i limi campo cattolico di Sisteron. trofi territorii, come Laoyses, Rubion, 2 88 CAT quy, e solo nel CAV i664 fu sgombrata, Maubech , Taillades e altri luoghi del contado. Più grande però fu la dopo la pace di Pisa. perdita de' cattolici d'Arles, i quali Nel pontificato d' Innocenzo XI, volendo impedire agli eretici di scor l' Avignonese e il Venosino nel i688 rere la Durenza, furono da essi fu furono nuovamente invasi per ordi gati, passandone a ilI di spada circa ne dello stesso Luigi XIV, che vo- duecento. ll perchè gli abitanti di lea sostenere con tal rappresaglia Lilla e di Carpentrasso raddoppiaro le franchigie e le regalie. Laonde fu no i mem di difesa, ed a' 4 settem colpito in Roma dalle censure ec bre partirono da Cavaillon i capi clesiastiche l' ambasciatore Enrico de' nemici con quattromila cinque Carlo marchese di Lavardino. Ma cento pedoni , novecento cavalli , e nel i69o sotto Papa Alessandro VIII sette pezzi di artiglieria, sotto il co l'Avignonese ed il Venosino venne mando del barone di Adretz, mar ro dai francesi evacuati , terminan ciando al soccorso di Sisteron , as dosi definitivamente le controversie sediato dal Sommariva comandante da Innocenzo XII. Quindi volendo cattolico. Indarno tentò il barone di Luigi XV sostenere il suo parente sorprendere la città d'Apt , e per Ferdinando duca di Parma , a cui timore che il campo di Provenza Clemente XIII avea intimato un non gli piombasse sopra , a' 6 set monitorio, da un corpo di truppe tembre in fretta retrocedette nel- francesi, nel i768, fece prendere l' interno del contado passando per possesso dei dominii pontificii di Mormoiron e Parnes. Intanto i cat Provenza , compresa Cavaillon. Nè tolici stringendo l' assedio di Siste furono restituiti dal medesimo re ron , a' 5 settembre , vi entrarono che nel i774 a Clemente XIV. gloriosamente ; e poco dopo giunse Finalmente propagatasi in questo ro a Cavaillon duecento cavalleggie- paese la terribile rivoluzione di Fran ri, che il medesimo Pio IV mandò cia, alcuni ribelli, nel i79o, inal per difesa de' suoi dominii Proven berato lo stendardo rivoluzionario , zali sotto la condotta di due nobili si diedero all'assemblea nazionale di capitani Baldassare Rangone mar Parigi , che subito s' impossessò di chese di Longiano, e Prospero Raspo- tutti i dominii ecclesiastici di Pro ni di Ravenna, che ai 2o ottobre venza , ed inutili furono i prodotti entrarono in Avignone. A quell'ar legali documenti della sovranità del ticolo si riporta il principio, prose la Santa Sede su di essi. guimento e termine di questa guer Dipoi, occupando i francesi anche ra sostenuta dai sovrani Pontefici lo stato della Chiesa in Italia , il nell'Avignonese e nel Venosino con Pontefice Pio VI fu costretto nella tro i formidabili ugonotti. pace di Tolentino del i 797 , a ce Cavaillon naturalmente segui il dere alla Francia Avignone , e il destino dell' Avignonese , e del Ve Venosino, per cui Cavaillon cessò di nosino nelle diverse vicende della essere soggetta al soave governo dei provincia, la quale fu occupata dalle Papi , e sebbene tali possedimenti armi di Luigi XIV re di Francia fossero stati riconosciuti a favore nel i662, regnando sul trono del della Francia dal congresso di Vien Vaticano Alessandro VII, per la fa na, non mancò di avanzare le ana mosa vertenza dell' ambasciatore Crec- loghe proteste il Papa Pio VII in CAV per salvarsi dalle CAV persecuzioni 289del difesa dei diritti della Sede aposto lica. Attualmente Cavaillon conta l' imperatore Federico II, s'era ri circa seimila abitanti, ed è soggetta fuggito in Francia, nel condursi da ad Avignone. Ha un bel palazzo Lione in Roma , si recò a Cavail pubblico, ed ai 5 giugno i78i soffri lon, ed onorò quella cattedrale col una violenta scossa di terremoto. dedicarla egli stesso in onore della Le notizie ecclesiastiche di Cavail beatissima Vergine. lon, e della sua sede vescovile, ora Dopo il suddetto primo vescovo più non esistente, sono le seguenti. Geniale (di cui i Sammartani fanno In dignità la sede di Cavaillon ve menzione nella Gallio. Christiana), niva riputata dopo Yaison, e prima mancano le notizie fino a Giuliano, di Vindausica e di Carpentrasso ve che fu vescovo di Cavaillon nel 4^o, scovati del Venosino, cioè per l'an e che fu uno dei vescovi di Fran tichità della sede , sebbene s' ignori cia, i quali sottoscrissero la lettera al la vera epoca in cui Cavaillon sia Pontefice s. Leone I. Perdano ne fu stata eretta in seggio episcopale. Ge il successore nel 4^9- Lungi però niale è il primo vescovo nominato dal riportare il catalogo dei vescovi nell'anno 322 dai cataloghi di que di Cavaillon, accenneremo i princi sta cattedrale, che Commanville dice pali , meritevoli di special memoria eretta nel 3 i 4, come suffraganea di sia per le loro qualità , che in ri Arles ; ma Sisto IV in considerazio guardo a circostanze relative a que ne del Cardinal Giuliano della Ro sta chiesa. S. Verano d' Aquita- vere suo nipote, e poi nel i5o3 nia , già solitario di uno speco in Papa Giulio II, allorchè era vesco un monte presso Valchiusa, dopo vo di Avignone, sollevò questa chie aver fatto un pellegrinaggio a Ro sa al grado metropolitico, e toglien ma, e dopo aver riempito ogni luogo do Vaison, Cavaillon e Carpentras colla fama di sua santità, e col dono so dalla soggezione di Arles, sotto de' miracoli, ebbe lettere dal re Si- pose queste chiese ad Avignone. In geberto, e nella morte di Agricola di, nel i8oi , Cavaillon fu privata vescovo di Cavaillon, fu tolto dal del seggio vescovile da Pio VII pel la sua solitudine, e per unanime con concordato concluso colla Francia. senso del clero e del popolo, non che Oltre il capitolo, che allora compo- del re allora residente in Cavaillon, nevasi di dodici canonici, aveva per nel 572, venne promosso a questa se dignità il prevosto e l'arcidiacono. de; indi avendo pure goduto il favore Nella diocesi enumeravansi due. ab dei re Gontrano e Clotario , morì bazie , una dedicata a s. Giovanni agli i i novembre , e volle essere nella città , l'altra fuori chiamavasi sepolto nella piccola chiesa, che ad Sinanqua ; ed eranvi anche cappuc onore della ss. Vergine aveva eretta cini, cisterciensi, e carmelitani d'am nella solitudine, in memoria di aver bo i sessi. La cattedrale , come di per virtù divina liberato il luogo da remo, era dedicata a s. Verano suo un orrendo dragone, che divorava vescovo e principal patrono. Ma armenti e uomini, come abbiamo mentre era vescovo di Cavaillon dal Petrarca. Tuttavolta scrive Pie Rostagno Berlingerio (che interven tro di .Natalibus, che s. Verano mo ne al concilio di Valenza nel i 248) rì senza veruna disposizione per ri Papa Innocenzo IV , Fiaschi , che guardo alla sepoltura, e questionan- voi. x. i9 aqo CAV da Giovanni XXII, CAV nel i334, fatto dosi dai cittadini sul luogo della tu mulazione, miracolosamente il di lui vescovo della sua patria, indi da manto, nel trapassare la Durenza , Clemente VI fu inviato legato al lasciò asciutto un tratto del letto di regno di Napoli per amministrarlo quel fiume perchè vi passasse il con nella minorità di Giovanna I, me voglio funebre , fermandosi di poi ritandosi il titolo di Padre della il manto presso la detta chiesa ove Patria. Eresse nella cattedrale di fu sepolto. Quel sacro corpo poscia Cavaillon la cappella di s. Martino, fu trasferito a Cavaillon nella cat ed a' 26 aprile i355, vi collocò le tedrale, nel i 3 i i , solennemente dal reliquie di s. Verano, e di altri vescovo Ponzio Àlgerio de Laneiis: santi tutelari della città. Fatto po indi una parte venne collocata in scia patriarca, e vicario apostolico Gorgeau diocesi d'Orleans, riscuo di Avignone per Urbano V, e go tendo ovunque profonda venerazione. vernatore di quello stato, e del con Presso la delta chiesa, e solitu tado Venosi no , allorquando quel dine di s. Verano, fu eretto il ino- Papa si portò in Roma, lo creò in nistero di s. Maria, e mentre ancora premio Cardinale nel i 368. Dal vi riposava il corpo del detto s. Ve Petrarca fu chiamato V ottimo fra rano, Clemente, fatto vescovo di Ca i mortali, per le sue preclari vir vaillon nel i o4o, col consenso del tù. Deesi notare che questo Cardi suo capitolo, donò ad Isacco, abba nale e il Cardinal Sifredo Mau- te di s. Vittore di Marsiglia, quel ry di Fauzeos creato , nell' anno monislero. Nell' anno i o8o fu elet i794, da Pio VI, furono gli uni to vescovo Desiderio nel sinodo se ci Cardinali del Venosino, benché condo d'Avignone, e venne consa in esso dimorassero per circa ses crato in Roma dal Papa s. Grego santasei anni sette Papi della nazio rio VII. Secondo la cronaca Flavi- ne francese. niacense, Giraudo, o Gerardo, per L' antipapa Clemente VII, nel testimonianza dei citati Sammarta- i387, ovvero nel i39o, nominò ni, figura nella transazione che se vescovo di Cavaillon Ugone de Ma- guì Ira il vescovo d' Avignone, e il gialla, e il suo successore Benedet priore di Buonpasso nel i267, pel to XIII ne fece poi vescovo certo pedaggio o dazio del tragitto della Pietro, surrogandogli alla sua mor Durenza, e per altri diritti. Quella te, mentre il falso Pontefice dimo transazione fu approvata dall' arci rava a Villafranca, a' 26 luglio vescovo d' Arles, e dal capitolo di i4o6, Guglielmo già abbate di Avignone. Bertrando II Imberti, Stella, ed a questo, nel i4°9, fece che nel i284 sedeva su questa se succedere Nicola Giovannacci di Ba de col consenso del prevosto, del sa- ri. Ma estinto lo scisma da Marti grista, del precentore, e degli altri no V, prepose a governare questa canonici, permutò la casa di Buon chiesa il suo cameriere Guglielmo passo nella sua diocesi, coi cavalie III. Dipoi Paolo II, nel i466, fece ri ospitalarii gerosolimitani, colla vescovo Thossano Caveriis da Vil- chiesa di Ternis. Janova, già professore carmelitano, Filippo di Cabassole, di nobile fa dottore, consigliere, e confessore di miglia di Cavaillon, da arcidiacono Giovanni duca di Bourbon e d'Au- e prevosto della cattedrale, venne vergne. Egli ordinò in miglior fin-. CAV di Clemente CAV VIII, che inoltre 2gi il ma I' uffizio di s. Vcrano, accrebbe le rendite della mensa, ristaurò ed fece vice legato d' Avignone. Pao abbellì l' episcopio, e vi eresse una lo V, nel i6io, creò vescovo di cappella in onore di s. Andrea a- Cavaillon Ottavio Mancini nobile postolo, ed un' altra ne fabbricò in romano, già rettore del contado Ve- onore della ss. Vergine nella dioce nosino. Egli ordinò, e diede alla lu si, sotto il titolo di Nostra Dama ce l'uffizio del predecessore s. Ve- della Pietà. Le sue qualità gli pro rano; ma il p. Sebastiano Fantoni cacciarono il nome di buon vescovo, Castrucci nella sua Storia d' Avi e la carica di vice legato di Avi gnone, e del contado Venosino, cre gnone. de che solo pubblicasse quello co Giulio II fece vescovo di Cavail- mandato dal vescovo Thossano sum- lon Gio. Battista Pallavicino, che mentovato. Francesco di Burdesia intervenne al concilio lateranense romano, nel i626, da Urbano VIII V, e che per lo splendore delle sue fu fatto vescovo, e poi amministra virtù, da Leone X fu promosso al tore della vice legazione d' Avigno Cardinalato, laonde si fece chiama ne. Riccardo di Sado nobile Avigno- re il Cardinal di Cavaglione. Al nese,della famiglia della celebre Laura tro ornamento di questa illustre di Sado, resa immortale dalla pen chiesa fu il celebre Cardinal Giro na di Francesco Petrarca, ne fu lamo Ghinucci, promossovi nel i537 fatto vescovo da Alessandro VII, il da Paolo HI. Morto nel i 54 i , dal quale nel i666 gli diede in succes medesimo Pontefice gli fu fatto suc sore il di lui nipote Gio. Battista cessore il fratello Pietro Ghinucci. di Sado, che morì nel i7o7. Sub Nel vescovato di lui, e nell' anno entrò in quella sede nell'anno i7 io i544, il ven- sacerdote Cesare de Giuseppe de Guyon, il quale morì Bus , nobile cittadino di Cavail- arcivescovo d' Avignone, come fu lon, incominciò ad ammaestrare per pure promosso a quella dignità l'im le pubbliche strade i fanciulli nel mediato suo successore Francesco la dottrina cristiana. A questo fine Maria de' Manzi di Longiano, dio scelse sei giovani per conformarsi ai cesi di Rimini, che fu vice legato decreti del Sommo Pontefice, e del d' Avignone. Succeduto a lui in que concilio di Trento, ed ottenne po sto vescovato Pietro Giuseppe A rtaud, scia facoltà da Clemente VIIl nel la serie de' vescovi di Cavaillon ebbe i 598, per istabilir l'istituto dei chie termine con monsig.Giuseppe Crispino rici regolari della dottrina cristiana, des Aicades de la Baumes Avignonese, e per comporre le regole analoghe. preconizzato nel concistoro de' i 6 Cosi i chierici regolari ebbero per febbraio i76i da Clemente XIII. lui di poter professare voti solenni , Non ebbe egli più successori, dap ed aver la cura di insegnare alla poichè, siccome superiormente di gente rozza i misteri della fede cemmo, col concordato del i8oi , cattolica. x fu soppressa la sede di Cavaillon, o Domenico Grimaldi, vescovo di Cavaglione. Cavaillon, nel i585, fu promosso CAVALCATA (Equitatio). Così all' arcivescovato d' Aviguone, di chiamavasi il modo col quale fino gnità a cui pure passò Gio. Fran al decorso secolo il Sommo Ponte cesco Bordini romano per volere fice, i Cardinali, i prelati, ed altri 292 CAV collo stesso ordine CAV le cose principali. primari personaggi della corte, e curia Romana, cavalcando con for V. il Freret, Recherches sur F an- malità, e pompa ecclesiastica col ciennelé de F art de l'equitalion de cerimoniale analogo alla solennità, la Grece. Meni- des bell. Leu. FUI si recavano a celebrare le sacre fun 286; Fabricy, Recherches sur l'epo zioni con abiti diversi secondo le que de F equitation, et de V usage epoche e circostanze. Con sontuosa des chars equestres chez les anciens, cavalcata altresì il Papa prendeva Marseille i674. possesso della basilica lateranense, e con magnifica cavalcata incedeva § I. Origine delle Pontificie caval l' imperatore insieme al Pontefice, cate j notizie diverse sulle più dopo la sua coronazione. Con deco anlichej e di quelle del Papa col- rosa cavalcata i Cardinali facevano V Imperatore. altresì il loro ingresso in Roma, al ritorno di qualche legazione, o nel recarsi a prendere il cappello Cardi La origine delle Cavalcate nelle nalizio ; e dovevano fare cavalcata funzioni, o di pubblica pompa, o anco i Cardinali presenti in Ro di universale allegrezza, è cotanto ma nella mattina del concistoro pub antica, che nella medesima sacra blico, per ricevere il medesimo cap Scrittura se ne rinviene la memoria, pello. Egualmente con isplendida ca e la costumanza. Di fatto leggiamo in valcata di Cardinali, prelati, e fa Isaia, cap. 66, v. 2o, che Dio dis miglia pontificia venivano incontrati se a quel profeta : Adducenl oni- i sovrani, che si recavano a Roma, nes fratres vestros de cunctis gen- e quando ivi alcuno di essi moriva, tibus donum Domino, in equis , la pompa funebre era accompa et in quadrigis , et in lecticis , et gnata dalla cavalcata; onorificenza in mulis, et in carrucis ad mon- e distinzione, cui godevano eziandio tem sanctum meum Jerusalemj ed i primari dignitari del sacro colle altrove in Geremia, 46, 9, è scritto: gio Cardinalizio. E con nobile caval Ascendile equos, et exultate in cur- cata facevano l' ingresso in Roma , ribus etc. Troppo sono celebri nelle tanto gli ambasciatori presso la santa storie i trionfi degl' imperatori ro Sede, quanto quello del re delle due mani, le cui cavalcate, che conduce- Sicilie, allorchè si recava a presen vanli al Campidoglio, vediamo tut tare al sovrano Pontefice il tributo tora effigiate ne'superstiti monumenti della Chinea. Presentemente non degli archi trionfali, e nelle quali hanno luogo che due cavalcate, gareggiarono la grandezza , la no cioè nel possesso del senatore di biltà, e il giubilo del popolo do Roma , se lo prende pubblico in minatore in sì auguste funzioni. Campidoglio, e ogni anno nei prin- Dagli ebrei, e dagli antichi romani cipii di ottobre dagli ultimi due passò questa pompa nel pontificato uditori di Rota, per la riapertura romano, ed il primo fra i Papi, del tribunale: tuttavia oi'à è piut che qual supremo capo della Chiesa, tosto adombrata l'antica cavalcata, a decoro della dignità sacerdotale , che eseguita. Ma di queste due, e ed in aumento di maestà della Sede delle diverse specie delle menzionate apostolica, rinnovasse nella metropoli cavalcate, andiamo a descriverne del cristianesimo la passata grandez za, fu il magnanimo CAV Pontefice san menclatore, ed CAV il sacellario, tutti 293
Damaso I, eletto nell'anno 367, per uflkiali del primo rango nella sacra rendere maggiormente venerata la corte di quei tempi. Allorquando dignità sublime di vicario di Cristo, poi il Papa aveva celebrato solen accompagnandola colla maestosa ap nemente la messa in qualche basi parenza della persona, e con propor lica, cavalcando ritornava al patriar zionato corteggio. ll perchè riferisce il chio lateranense, coll'ordine seguen dottore s. Girolamo segretario di quel te. Precedevano dodici militi draco- Pontefice, ep. 38, che il console nari con altrettanti stendardi, dopo Pretestato soleva dire a s. Damaso veniva addestrato un cavallo pel I: Fatemi vescovo di Roma, ed io Pontefice riccamente ornato; indi mi farò subilo cristiano. Quindi ve succedeva la croce pontificia, seguita diamo s. Leone I, nell'anno 452, dai vescovi, e dai notari, che ince recarsi incontro al feroce Attila, e devano cantando . Venivano dipoi colla mirabile sua presenza ottenere i Cardinali , i suddiaconi , l' arcidia il ritiramento del suo esercito dal cono, i diaconi col primicero, ed il l' Italia, che metteva in rovina; e Papa. Dopo cavalcava il prefetto di dipoi nell' anno 525 recarsi san Roma magnificamente vestito, cir Giovanni I in Costantinopoli , in condato dai giudici coperti di pivia contrato da tutto il popolo con cerei, le. Con esso procedevano intorno la dodici miglia fuori della città, e poi cavalcata certi ufliziali chiamati di dall' imperatore Giustino, che preso lungari, coi due prefetti navali; in dalla veneranda sua maestà, si pro di i maggiorenti, o custodi della strò sino a terra, e gli rese quegli processione , per vegliare che da omaggi, che avrebbe prestato allo ninno fosse interrotta. Discendendo stesso s. Pietro, onorandolo delle il Papa da cavallo, veniva assistito vesti augustali. Quindi i maggiori dal primicero , levandogli la corona monarchi, allorchè i Sommi Pontefici dal capo il secondicero. cavalcavano, si fecero un pregio, in Nell'ordine romano di Cencio Sa omaggio al Vicario di Cristo , di velli si racconta, che nell'elezione servirli alla staffa , e condur loro del nuovo Pontefice, era egli con il cavallo per la briglia, come pre dotto, dopo varie cerimonie, dal scrive il Cerimoniale Romano tit. II, priore della basilica lateranense, da § i9, tit. III § 26, sostenendo al uno de' Cardinali, e da uno de' ca cuni, avere avuto incominciamento nonici, ai gradini della porta, che un tal atto religioso dalla pietà di metteva al palazzo, venendo dalla Costantino il Grande verso il Pon chiesa. Ivi i giudici lo precedevano tefice s. Silvestro I. sino alla basilica di s. Silvestro I. Abbiamo nell' ordine Romano I , Ecco poi l' ordine della cavalcata. che rimonta ai tempi di s. Gelasio I, Primieramente veniva il cavallo del eletto nel 492, ° almeno di s. Grego Papa nobilmente ornato e vuoto; rio I, creato nel 5c)o, che nelle caval dopo succedeva il suddiacono colla cate pontificie il primicero, primario croce, quindi dodici bando neri con utlìziale della Chiesa romana, andava istendardi rossi, e due altri con che immediatamente innanzi al Papa, rubini, e lancie. Seguivano i due e che dietro al Papa cavalcavano prefetti navali vestiti di piviale, poi il vicedomino, il vestarario, il no- gli scrinari, quindi gli avvocati. Im 294 CAV gradini della basilica CAV vaticana, dopo mediatamente incedevano i giudici, j cantori , i diaconi , e suddiaconi, la sua consacrazione, narrata in un che dovevano leggere 1' epistola , e codice di s. Gallo, che si crede scrit l'evangelo in greco. Dopo venivano to contemporaneamente allo stesso gli abbati forensi, cioè gli abbati dei Pontefice, e riportato ancora nel- monisteri suburbani a Roma, indi l' ordine IX, De Gradibus Rom. i vescovi e gli arcivescovi, e soltan Eccl. p. 93, colle seguenti parole: to appresso ad essi stavano gli ab » Egrediens inde quum ad inferio- bati de' monisteri di Roma , seguiti » res gradus s. Petri descendit, ibi da' patriarchi , e dai vescovi Cardi » sit equus , vel sella praecessoris nali. Indi procedevano i preti Car » Pontificis, et ad sedendum pa- dinali, i diaconi Cardinali, il som » ratus. Et accedunt patroni re- mo Pontefice coi suddiaconi, che » gionum, uno incipiente, ceteris portavano la tovaglia, e col servente, » respondentibus; in hunc moduin che sosteneva l' ombrella. In questa » canunt ei laudem, Dominus Leo disposizione di cavalcata non si fa però » Papa, quem s. Petrus etegit in sua menzione de' notari, i quali, secondo » sede multis annis sedere. Hoc us- Y uso d' allora, dovevano precedere »' que ter dicto, accedit prior sta- i vescovi. " buli, et imponit ei in capite re- Giunto con quest'ordine il novello » gnum, quo ad similitudinem cassi- Pontefice al palazzo, discendeva da » dis ex albo fit indumento. Et tunc cavallo, e deposto il regno, prendeva ,• demuui ascendit super equum, et la mitra, mentre il prete Cardinale, » vallatur a judicibus, constipantur- coi tabellioni, e coi giudici faceva » que plateae immensis cuneis popi i- le solite lodi. Similmente nel dì in » lòrum, expectantium eum, et can- cui il nuovo Papa s' incoronava , i » tantium laudem. " Essendosi poi giudici, gli scrinari, e gli. avvocati questo Pontefice ritirato in Francia erano vestiti di piviale. Forse sotto per una sedizione, ritornò poscia in il nome di scrinari debbonsi inten Roma, e vi entrò come in trionfo dere i notari. Aggiunge il citato con nobilissima cavalcata . Giunto Cencio, che nelle cavalcate i Cardi a ponte Milvio a' 29 novembre del nali, ed i prelati usavano il cavallo l' 8oo, gli uscirono incontro festo ricoperto di panno "bianco, ma che samente, e colle più vive acclama i suddiaconi, i cappellani, i giudici, zioni tutto il clero, il popolo, le gli scrinari, ed altri cavalcavano or milizie, gli ottimati, il senato, le ver natamente tutti vestiti, ma non usa gini, le diaconesse e le scuole dei vano i cavalli coperti. pellegrini, cioè dei frisoni, dei sas Nel giorno poi di s. Stefano, al soni, dei longobardi ec., colle rispet lorchè il Papa cavalcando si recava tive insegne, cantando laudi ed in a s. Stefano nel monte Celio, l'ar ni saeri. Con questo splendido cor cidiacono andava tra il Pontefice, e teggio Leone IH si portò alla ba i Cardinali diaconi, e il priore della silica di s. Pietro, celebrò solenne basilica tra i Cardinali diaconi, e mente la messa, e poscia con egual tra i suddiaconi vicino al primicero. accompagnamento e pompa si recò Sostiene il Mabillon, che la prima in cavalcata alla basilica lateranen- coronazione sia stata quella di s. se, e contiguo patriarchio. Tutto Leone lll seguita nell'anno 795 ai descrive l' Anastasio nel suo Libcr
- CAV pontificia. Tre GAY poi erano le cavalca 2g5 Pontificali* in Fìt. Leon. III. nel- L' edizione del Bianchini tom. I. pag. te, nelle quali soleva il Romano Pon 28i, e nell' edizione del Vignoli tefice comparire in pubblico, prece tom. I. pag. 25o, donde il Cancel duto sempre dalla croce. La prima lieri vide in certo modo adombra cavalcata si eseguiva colla forma con to il trionfo , e la cavalcata usata sueta ed ordinaria, accompagnato dai dai Pontefici successori di Leone soli intimi famigliari; la seconda ca III, nel loro solenne possesso alla valcata coi Cardinali vestiti di sot basilica lateranense. Il perchè nella tana, rocchetto, mantelletta, e mez sua eruditissima Sioria de' solenni zetta del colore corrente, cioè rosso possessi dei Sommi Pontefici, Ro d violaceo. Di colore paonazzo in al ma i8o2, incomincia da Leone III, cune funzioni, e per alcune cappelle, fino a Pio VII la descrizione di tal come quelle pel primo giorno di funzione, con tutte le cavalcate col quaresima a s. Sabina, e nella dome le quali furono presi, funzioni ese nica IV di quaresima, era pure la guite splendidamente, con apparato valdrappa dei prelati, primarii fami il più augusto, decoroso ed impo gliari, principe assistente al soglio ec. nente, di che per noi si diede una Di ciò si tratta agli articoli rispet idea all' articolo Cappelle Pontificie tivi. La terza cavalcata, la maggio § VI capo lì num. 3. Però non si re e la più solenne, era quella deve qui tacere, che avendo traspor del possesso, e con qualche pic tato Clemente V la residenza ponti cola variazione quella per le cap ficia in Avignone, Innocenzo VI, ivi pelle della ss. Annunziata, e per fletto nel i 352, non volle fare la quelle di s. Filippo, della Natività solenne cavalcata per la città dopo di Maria Vergine, e di s. Carlo ; la coronazione, all' uso de' suoi pre ma della prima ne trattammo nel decessori, per evitarne la pompa, luogo citato di sopra, e delle altre imitandolo nel i362 l'immediato al medesimo articolo Cappelle Pon successore Urbano V, che ricusò di tificie § VI numero i. In esse il comparire in cavalcata in Avignone, Papa soleva cavalcare un cavallo bian benchè tutto già fosse preparato, co coperto di valdrappa di velluto tanto per l'avversione che aveva al rosso trinato d' oro, vestito di sot fasto, quanto perchè riguardava la tana bianca, fascia, falda, rocchetto, dignità pontificia come esiliata al di mozzetta di raso, o di velluto ros là dei monti, mentre era in Avi so, secondo i tempi, stola preziosa, gnone. e cappello in testa, se pure non an Inseguito stabiliti più regolarmen dava in lettiga, o sedia. Se inter te i cerimoniali (non essendovi l'uso veniva alcun sovrano, esercitava esso delle carrozze (Vedi) , le quali s'in V uffìzio di staffiere, e palafreniere, trodussero in Italia solo dopo la me-» uffizio clie in sua vece veniva eser tà del secolo XV, e nei primi del se citatoglio, o dal dal principe senatore assistente di Roma, al o dai so- colo XVI, ed appena anzi verso il de clinar di quel secolo cominciarono conservatori, o dal priore dei capo invalcate Roma aveano a rendersi luogo comuni), in tutti le i ca-»siti rioni, ed anticamente dal prefetto di Roma. ove il Pontefice si recava col sacro Quest'ultima cavalcata, e precisa Collegio, prelatura, corte e famiglia mente quella del possesso, e quelle 296 CAV CAV per le feste di Natale, Pasqua ec., veste usata dai sacerdoti, e dai Papi, come si disse superiormente, si chia della quale tratta il Bonanni nella mavano anche pontificali, se il Papa sua Gerarchia a pag. i 76. Sulle ca cavalcava con piviale e mitra, ovvero valcate sono poi a consultarsi il detto col triregno. I Cardinali incedevano Bonanni che, nella sua Gerarchia ec colle mitre e paramenti sacri, secondo clesiastica' e. CXXIX, tratta Delle ca il rispettivo ordine, così i patriarchi, valcate moderne nelle quali il Ponte vescovi ed abbati ec., riportandone i fice comparisce in pubblico, e nel riti, e le diverse cerimonie gli ordini capo CXXX, Delle cavalcate meno romani. Esse pefò furono tralascia solenni, e degli abiti in esse usati, te dopo che la sede pontificia fu riportandone i rami alla pag. 5 io, trasferita in Avignone, perchè riu e seg. Il Sestini, nel suo Maestra scivano di grave dispendio ed in di Camera, parla delle diverse ca comodo sì al Papa, che a tutta la valcate; e il Lunadoro nel tomo I, corte. Rimase però l' uso di fare la pop. i65XX, della descrive Corte la di grandiosa Roma al ca ca-. cavalcata pontificale coi paramenti sagri, per la sola funzione del pos valcata del solenne possesso. sesso, la quale trovasi anche descritta Il Sommo Pontefice talora ha ca nel Cerimoniale romano, lib. i. tit. valcato anco coi sovrani, e cogli im 3, e da Giovanni Battista Gallico , peratori, come si vedrà a' loro luo Acta self.cta Caeremon. S. R. E. par. ghi : anzi dopo averli solennemente i pag. 379; ma questa pure si tra coronati in s. Pietro, l'imperatore, e lasciò, essendo stato l' ultimo Leone il Papa montavano a cavallo. L' im X a prenderlo con tal formalità. peratore col manto e la corona in Tuttavolta, e presso a poco, tutto il capo gli reggeva la staffa, e gli ad resto della cavalcata proseguì a farsi, destrava per alcuni passi il cavallo; cavalcando il Papa colla mozzetta e e poi montando anch' egli a caval stola, e i Cardinali con vesti e cappe lo si poneva alla sinistra del Pon rosse e cappelli pontificali, i prelati tefice accompagnandolo fino a Ca coi mantelloni paonazzi, e cappelli stel s. Angelo. Giunta quivi la ca semipontificali, e gli altri cogli abiti valcata, il Papa faceva ritorno al propini, cavalcando mule e cavalli co Vaticano, e l' imperatore prenden perti di panno paonazzo o nero se do da lui congedo , con cavalcata condo i gradi, ed alcuni con guarni andava al Laterano ove rimaneva zioni dorate ai finimenti. V. gli arti a desinare. L' ultimo imperatore coli Cappa, Cappello e Mantellone. In romano ad essere coronato dal oltre abbiamo dal Burcardo, nella Pontefice fu Carlo V, che ricevette Storia dei conclavi p. i27, che Giu le insegne imperiali da Clemente lio II ( il quale nella sua esaltazione VII in Bologna: il perchè crediamo glimenti), donò a' la i 7 propria gennaio mula i5o4, coi festafini- opportuno riportare la solennissima cavalcata, ch'ebbe luogo in quella di sant' Antonio, si portò in caval città col Papa e l'imperatore, e col cata alla di lui chiesa, coli' nmitto, seguito delle due corti, desumendo e cingolo bianco, cappuccio di vel la dalla illustrazione della medesima luto rosso, e stola di egual colore. cavalcata dipinta nella sala Bidolfi Per l' amitto non devesi intendere in Verona, da Domenico Riccio det quello usato oggidì, ma un' antica to Brusasorci, mandato appositamen te in Bologna per CAV vedere tal funzio polo. Succedevano CAV il podestà di 297Bo ne, e quindi dipingerla diligentemen logna vestito di toga di broccato te; venne questa da ultimo riprodot d' oro su cavallo nobilmente barda ta con otto bellissime tavole incise. to, contornato dalla guardia degli Avendo pertanto convenuto Cle alabardieri, indi seguivano sei sten mente VII con Carlo V, che si sareb- dardi grandi, cioè il gran vessillo bono abboccati in Bologna, e quivi della città di Bologna, sostenuto dal sarcbbesi celebrata la coronazione a'2 2 gonfaloniere di giustizia su cavallo febbraio i53o nella cappella del pa nobilmente bardato, con armatura, lazzo apostolico, l' imperatore rice e sopravveste di broccato , e capo vette dalle mani del Papa la coro senza cimiero, con otto staffieri ve na ferrea, come re del regno lom.- stiti di drappo. Quindi procedeva bardo , o italico , e poi nella fe no i seguenti : Giulio Cesarini ro sta di s. Mattia a' 24 di detto me mano col vessillo del popolo roma se, si celebrò solennemente nella va no, vestito di tela d' oro su cavallo sta basilica di s. Petronio la gran coperto di raso paonazzo con dodici funzione della coronazione, dopo la staffieri ; Guido Rangoni con soprav quale Clemente VII e Carlo V col veste di seta bianca, col vessillo del seguito delle loro due corti, con i- la santa romana Chiesa ; d. Giovan straordinaria magnificenza fecero la ni Manrich, con armatura e soprav grandiosa cavalcata in forma di veste di tela d' oro , col vessillo di trionfo, con quell' ordine appunto Cesare, coll' aquila imperiale; Ales rappresentata dal mentovato dipin sandro de Medici col vessillo genti tore. Vi uniremo tuttavolta qual lizio di Papa Clemente VII, con li che schiarimento, che prendemmo vrea d'oro comune anche al ca dalla Lettera inedita del bolognése vallo ed agli staffieri ; Lorenzo Ci Ugo Boncompagni, poscia Grego bo, fratello del Cardinale, che por rio XIII, nella quale si descrive la tava l' ultimo de' sei stendardi co incoronazione di Carlo V impera me vessillifero di s. Chiesa, cioè il tore in Bologna, ed ivi nel corren gonfalone di essa con croce rossa in te anno pubblicata con note erudi campo bianco. Vestito era egli di tissime del ch. Gaetano Giordani, il livrea di broccato, ed i suoi staffie quale a p. 22 tesse il catalogo delle ri di raso bianco. Seguivano i ca descrizioni di questa coronazione e valli o chinee coperti di nobili bar cavalcata, e conferma la promessa dature riserbate per uso del Pon di stampare il libro da lui compo tefice , condotte a mano dai pala sto, intitolato: Della venuta e di frenieri ; quattro camerieri d' onore mora del Sommo Pontefice Clemen vestiti di cappa con berretta in ca te VII in Bologna per (a Corona po a cavallo, sostenendo con altret zione dì Carlo V imperatore cele tante verghe rosse i quattro cap brata l'anno i53o. Cronaca coji pelli pontificali; quattro trombetti a documenti, note ed incisioni. cavallo nobilmente vestiti con trom Aprivano la cavalcata i gonfalo be adornate di bende coll' aquila nieri o tribuni della città di Bolo imperiale; il suddiacono pontificio gna a cavallo con abito di cerimo con piviale sopra il rocchetto, e nia, preceduti da alfieri, che a piedi cappello di color ceruleo , che su sostenevano le insegne di quel po- mula nobilmente bardata sosteneva a98 CAV coperta di raso CAV bianco, tutto carico la croce pontificia ; due chierici della cappella papale vestiti di piviale e di corone d'oro battuto, e molti cappello, destinati a portare su due altri ne avevano di ricchissime. Tutti muli nobilmente bardati due lan questi signori avevano gli staffieri terne in asta con entro candele ac vestiti di broccato, e di drappo cre cese, precedendo l' augustissimo Sa misino. Seguiva il tesoriere impe cramento; in mezzo ad essi altro riale, o re d'armi, da altri chiamato chierico in egual modo vestito, col araldo, ossia mazziere a cavallo, il prezioso triregno papale; buon nu quale spargeva fra il popolo mo mero di torcie accese innanzi , ed nete d' oro e d'argento, ovvero du intorno del ss. Sagramento, portate cati coll' effigie dell'imperatore da da uomini a piedi; un palafreniere una parte, e l'epigrafe caroivs con sopravveste rossa, che guidava a qvintvs impehator, e dall'altra e- mano una chinea bardata di broc ranvi le colonne d' Ercole col mil cato d'oro, su cui era decentemente lesimo in mezzo, cioè mdttxx. Caval collocata una nobile custodia , che cava quindi il sacro Collegio de' Car racchiudeva la ss. Eucaristia, la quale dinali vestiti di cappa magna, e cap vedevasi dai trafori della custodia ; pello pontificale su muli nobilmente cittadini bolognesi vestiti coi loro bardati, procedendo secondo i loro abiti solenni, i quali col capo sco ordini ; quattro gran principi caval perto sostenevano le aste del bal cando cavalli nobilmente bardati dacchino di broccato con quattro colle insegne imperiali, cioè : i ." Bo aste a guisa di trono portatile, se nifacio marchese di Monferrato in guendo l' arcivescovo di Durazzo sa- veste di velluto cremisino con ma grista del Papa, che cavalcava una niche larghe , e bavaro rotondo co mula decentemente bardata , e che perto di pelli di ermellini con code, vestito era di lungo rocchetto e e con in testa un berrettone del piviale, col capo scoperto qual cu medesimo velluto foderato delle stes stode del ss. Sacramento. se pelli , e circondato della corona Appresso incedevano il conte d'As- marchesale d' oro arricchita di per ford, o d'Astorgio gran siniscalco e le ed altre preziose gemme, portando maggiordomo di Cesare , cogli altri anche lo scettro imperiale. 2." Fran nobili famigliari del medesimo su cesco Maria della Rovere duca d'Ur cavalli decentemente bardati, vestiti bino, prefetto di Roma, vestito del con abiti di cerimonia convenienti l'abito, e corona convenienti alla di al grado loro. La mentovata lette gnità di prefetto, il quale portava la ra descrive questi ultimi personag spada, ossia stocco imperiale. 3.° Car gi , prima del ss. Sacramento , e lo III duca di Savoia vestito del nel seguente modo. Dappoi veniva manto, e corona ducale, che porta no circa cento signori tra spagnuoli va la corona propria dell' impera e italiani, tutti vestiti di ricchissi tore come re dei romani . 4-° Fi me vesti d'oro e di argento, tra' qua lippo de' duchi di Baviera elettore li il marchese d' Astorgio con una del sacro romano impero , che ve veste, che fu stimata valere cinquan stito del manto, e corona ducale, ta mila scudi, e che aveva il bava- sosteneva il globo , o pomo impe ro tutto carico di gioie. Il marchese riale. Seguito era da guardie pon Moja ne portava una di broccato , tificie ed imperiali a piedi armate di alabarde , che CAV precedevano , ac pei sovrani ivi CAV defunti , si parlerà 299 compagnavano, e seguivano il Papa al termine del seguente paragrafo, e l' imperatore. dopo quelle che si facevano per al Il sommo Pontefice Clemente VII, cuni Cardinali. Medici, ornato degli abiti pontifi cali in piviale, avente in capo il § II. Cavalcate de' Cardinali. prezioso triregno, su bianco cavallo magnificamente bardato, procedeva Nel precedente paragrafo vedem alla destra dell' imperatore. mo l' origine delle pontificie caval Carlo V, re de' romani ed im cate , e in conseguenza pure di quel peratore, vestito degli abiti conve le dei Cardinali, e sino dal possesso nienti alla dignità , e alla seguita di Gregorio IX, preso nel i227, solenne funzione colla corona pre abbiamo che i Cardinali vestiti di ziosa in capo ornata di ricche gem porpora in esso cavalcarono. Anzi me, su cavallo magnificamente bar Innocenzo IV,immediato successore di dato, camminava alla sinistra del Gregorio IX, non solo concesse a'Car- Pontefice, in egual linea, e sotto il dinali il cappello rosso, ma comandò medesimo baldacchino nobile, che loro di andare per la città dome serviva di trono portatile ad ambe sticamente a cavallo, essendo stati due, e ch' era appoggiato a quattro soliti i Cardinali fino a quel tempo aste sostenute dai senatori bologne di andare ordinariamente a piedi si del numero di quaranta. per umiltà e moderazione. V. il stinato Indi acavalcavano: portare la mitra il ministro pontificia de-, Marangoni Thesaur. Parochor. lib. I, cap. 23 p. 89. Quindi Paolo II, fra due camerieri segreti ; Enrico di volendo accrescere le prerogative dei Nassau, vestito nobilmente col toson Cardinali, nel i 465, accordò loro l'uso d'oro pendente dal collo su cavallo delle gualdrappe di scarlatto rosso pomposamente bardato ; molti arci per le loro mule nelle cavalcate , vescovi e vescovi su cavalli decen nelle quali incedevano in cappa , temente bardati in cappa magna e cappuccio , e cappello pontificale , cappello pontificale; altri prelati non mentre i finimenti della mula erano vescovi con abiti prelatizii , e cap egualmente rossi , con guarnizioni, e pelli semipontificali ; troinbettieri, e staffe di metallo dorato. E a sa timpanisti imperiali. Finalmente se persi, che prima di detto Pontefice le guivano numerose compagnie di sol mule cavalcate dai Cardinali avevano dati a cavallo, alla testa delle quali le gualdrappe di drappo bianco, che cavalcavano in bella ordinanza su furono chiamate anche Mappae. generosi destrieri guarniti di nobili Dopo la prescrizione d' Innocenzo bardature, diversi principali ministri IV, i Cardinali avevano continuato dell'imperatore, non che capitani, ad incedere per la città a cavallo, ed altri uffizi ;i li colle loro rispettive facendo altrettanto i Cardinali le insegne. Era chiusa la cavalcata da gati viaggiando. Ne diede uno degli d. Antonio de Leva capitano generale ultimi esempi il Cardinal Farnese circondato da molti uffiziali , e se nipote di Paolo III, il quale andò guito dai carri coll' artiglieria. V. in Germania legato all'imperatore Coronazione degi' imperatori. Carlo V , sempre a cavallo , ripa Delle cavalcate eseguite in Roma randosi dal sole e dalla pioggia coll'om 3oo CAV mandavano le CAV loro mule, come per brellino inventato a questo effetto, che poi divenne distintivo principe le cavalcate degli ambasciatori. sco. Andarono pure i Cardinali in lettiga per la città ; ma quando alla Cavalcata de' Cardinali per pren metà del XV secolo, e nei primi dere il cappello rosso. del XVI si cominciarono ad usa re le carrozze, i Cardinali principia Allorchè il Cardinale, che era stato rono ad adoperarle , e non più creato assente da Roma, si recava cavalcarono domesticamente, massi in questa città, doveva fare l'in me quando recavansi alle cappelle e gresso pubblico ( Vedi) con caval ai concistori. ll perchè ciò disappro cata, che descrivesi a quell'articolo , vando Giuliq III, appena eletto nel e quindi con cavalcata pubblica dal i55o, e celebrandosi in quell'anno convento di s. Maria del popolo , l'uni versal giubileo, per decoro della si recava nella mattina del conci dignità Cardinalizia, ordinò al sacro storo pubblico, al palazzo quirinale, Collegio di cavalcare, particolarmen o vaticano, ove risiedeva il Papa, per te alle cappelle e concistori, come ricevervi il cappello Cardinalizio. Da prima pratica vasi. Ciò per altro fu tale cavalcata talora dispensarono i eseguito ed osservato soltanto nel Pontefici per supplica del novello corso del giubileo. Laonde il Pon porporato. Dove essa però si facesse, tefice Pio IV, nel concistoro de'27 il prefetto de' cerimonieri pontificii novembre i564, fece una grave e mandava precedentemente l'intima ragionata esortazione ai Cardinali , zione con ischedula non solo a tutti ad astenersi dall' uso delle carrozze, i Cardinali, ma ai prelati ed al ed a seguitare ad andare a cavallo tri , che vi dovevano intervenire. con quella ecclesiastica maestà, che Nella mattina poi del concistoro movendo tutti a riverenza , cotanto pubblico, il nuovo Cardinale in roc piacque al possente imperatore Carlo chetto ed abito del colore corrente, V. Avendo detto altrove l'autorità, colle carrozze a coda senza fiocchi, ch'esercitavapo i Cardinali (Fedi), e con bandinelle tirate , andava al allorchè procedevano in cavalcata convento degli agostiniani di s. Ma al palazzo apostolico, aggiungeremo ria del popolo, prima dell'arrivo poi qui, che quando nel pontificato degli altri Cardinali , quindi subito di Clemente VII l'esercito imperia assumeva la cappa paonazza, aven le, nel i^27, prese Roma, siccome do deposta la mozzetta e mantel- composto per la maggior parte di letta, e preceduto dalla sua famiglia, soldati fanatici luterani , per con con mazza elavata, ascendeva alla traffare la cavalcata de' Cardinali , camera preparata pel ricevimento si vestirono delle laro cappe, e con del sagro Collegio, cioè tanto per esse cavalcarono per Roma. E quan ricevere que'Cardinali, che volevano do i Cardinali potevano assumere il Onorare la cavalcata, quanto quei lutto grave per morte di qualche Cardinali che non cavalcando, fatto stretto congiunto, nelle cavalcate, le ivi un complimento , e trattenutisi guarnizioni della mula, e le valigie, alquanto, partivano co' propri fami che portavano i loro famigliari, era gliari per recarsi al palazzo apo no di color violaceo osservandosi stolico Adunati pel concistorotutti quelli, pubblico. che doveva ciò anche quando non cavalcando no cavalcare, i CAV maestri di cerimo fiancheggiati dalla CAV guardia svizzera, 3oi nie, cui incombeva regolare la fun armata di alabarda e di spadoni. zione, ordinavano alla cavalcata di I Cardinali cavalcavano per an porsi in ordinanza; indi i Cardinali zianità due a due, cioè prima i ve calavano in un contiguo cortile per scovi suburbicarii , poi i preti , in montare sulle mule , ricoperti col ultimo i diaconi, i quali però ince cappuccio della cappa e col cappel devano con ordine diverso , poichè lo rosso pontificale, dal Cardinale precedevano i meno anziani, e segui novello in fuori che usava quello vano i più antichi. In mezzo ad es del suo antico grado. Mentre pro si cavalcava il Cardinale nuovo so cedeva la cavalcata, le artiglierie pra mula ornata come le altre, ser di Castel s. Angelo ne davano il vito dai suoi palafrenieri, con maz segno alla città, con replicati colpi ze di legno o bastoni in mano , e di cannone. Precedevano quattro col cappuccio della cappa in testa , tamburi del senato romano a pie ma sopra di essa col cappello, che di, altrettante trombette de' caval- usava prima del Cardinalato, come leggieri, e due mazzieri pontificii a dicemmo. Appresso cavalcava la pre cavallo; indi seguivano i guarda latura secondo l' ordine della sua roba, e valigieri di ogni Cardinale preeminenza, precedendo i più de che cavalcava, portando sull'arcione gni, e cavalcando mule con gual della sella la valigia ricamata collo drappe paonazze e nere, vestiti col- stemma gentilizio del proprio pa l'abito ordinario prelatizio, e con drone. Succedevano i gentiluomini cappello semi-pontificale quelli che dei principi, degli ambasciatori, dei ne godevano l'uso, ovvero col cap Cardinali , e in ultimo quelli del pello usuale. Chiudevasi la cavalcata novello porporato, non che quelli dagli avvocati concistoriali. Veniva dei baroni, e cavalieri romani. Indi no di poi le carrozze del nuovo cavalcava il capitano della guardia Cardinale co' fiocchi rossi, messi ai svizzera pontificia , circondata da cavalli, appena incominciava a cam quattro svizzeri a piedi con alabar minare la cavalcata. Giunta que de; i mazzieri de' Cardinali colle sta al palazzo abitato dal Papa , i masse elevate, e in ultimo quello Cardinali deponevano il cappello del nuovo Cardinale. Poscia caval pontificale, e preceduti dalle rispet cavano due altri mazzieri pontificii, tive famiglie, recavansi nella sala del due maestri di cerimonie coll' abito concistoro pubblico, mentre il no di mantellone paonazzo, e talvolta vello porporato andava invece nel colla croccia sopra la veste, coperti la cappella pontificia, per adempie di cappello semi-pontificale. Ad essi re a quanto viene prescritto dai succedevano i Cardinali sopra mule cerimoniali, e dalle costituzioni apo guernite con finimenti e staffe do stoliche ai Cardinali prima di rice rate, e con gualdrappe nobili del vere il cappello rosso. Terminata colore, che richiedeva il tempo, as la funzione, ogni Cardinale, insieme sistiti dai rispettivi palafrenieri, due al novello, tornava ai propri palazzi de' quali portavano innanzi ad essi o in carrozza, o a cavallo, giacchè, due mazze di legno, o bastoni ver cavalcando, non solo i Cardinali si di, nell'estremità de' quali era im recavano ai concistori sì pubblici pressa l'arma del proprio padrone , che segreti, ma anche alle cappelle, 3oa CAV Cavalcata de' CAV Cardinali nell' in ed altresì privatamente quando ac compagnavano il Papa in lettiga. In sì privato contegno incedevano ve grèsso di qualche sovrano in stiti del colore corrente, portando Roma. sulle mule gualdrappe e finimenti ordinari, con cappello semplice, se Oltre quanto relativamente si di guendo a coppia, cioè due a due, il ce agli articoli ingressi in Roma Papa. V. Lunadoro edizione del SOLENNI, e SOVRANI CHE SI RECARONO i646, pag. 237, ed il Catalano, a Roma, noteremo qui: i.° che al Ceremoniale romano, tomo I, pag. lorquando il Pontefice Urbano V 352 e seg., ove spiega l'ordine, che nel i365 si trovava in Roma, fu osservavasi allorchè il Papa con visitato da Giovanna I regina di solenne cavalcata recavasi alla visi Napoli, la quale cavalcò per la cit ta di qualche chiesa. tà insieme coi Cardinali ; 1° che Su questo argomento è a vedersi quando nel i 45a si condusse in Roma l'articolo Cappello Cardinalizio, ove l' imperatore Federico III , coll' im si riportano non solo altre notizie peratrice Eleonora di Portogallo, analoghe a questa cavalcata, ma si con nobile cavalcata gli uscirono descrive quello, che facevasi dal no incontro tredici Cardinali, con tutti vello Cardinale nel luogo fuori di i magistrati , magnati , e curia ro Roma, ove dimorava, e dove per mana, e cavalcando fecero l'ingres ispeciale indulto del Sommo Ponte so per porta Castello, accompa fice, un ablegato apostolico gli ri gnandolo sino alla basilica vatica metteva il cappello rosso. Si face na , sulle cui scale lo attendeva vano inoltre dai Cardinali le caval Papa Nicolò V ; 3.° che nell' an cate solenni quando accompagnava no i47l portatosi a Roma Borso no al concistoro qualche Cardinale, d'Este, Paolo II Io fece incontrare che veniva spedito dal Papa legato dal suo nipote Cardinal Zeno, e dal a latere ultra montes, o allorquan Cardinal Gonzaga, i quali lo ac do tornava dalla legazione. V. il compagnarono cavalcando al palaz Sestini, // maestro di Camera, ca zo pontificio di s. Marco; quindi po XVII; Del concistoro pubblico Paolo II nel dì della Pasqua lo di nel quale si dà il cappello ai Car chiarò duca in s. Pietro, ponendo dinali, e della cavalcata per tal gli il manto di broccato d'oro, con /unzione, non che il capo XIX, una berretta a cupola, al collo una Particolarità delle cavalcate de' Car collana ricca, e nelle mani una ver dinali j e il capo XXVIII, Dell'a ga d'oro. Poscia il giorno seguente prire e chiudere la porta Santa. lo regalò della rosa d'oro , e poi Ivi si dice delle cavalcate, colle quali preceduto dalla cavalcata di quin si portavano ad eseguire tal funzio dici Cardinali, in mezzo al Cardi ne i tre Cardinali legati a latere, nal Cancelliere, e al Cardinal Gon appositamente destinati in concisto zaga, cavalcò sino al palazzo di san ro dal Papa. Ciò però da noi fu Marco, ove gli fu dato un lautissi- trattato all'articolo Anni Santi, ed mo convito. Ma avendo nel ponti a quello delle Cappelle Pontificie, ficato di Alessandro VII abdicato dove abbiamo descritto un' egual al trono la regina di Svezia, Cri funzione. stina, per abiurare gli errori di Lu- CAV Widmann sergente CAV generale delle 3o3 fero, siccome il di lei ingresso in Roma riuscì per ordine del Papa milizie della Chiesa, dispose le sol sommamente magnifico, splendido datesche pei luoghi ove dovea pas ed imponente, non riuscirà discaro, sare la cavalcata con bella ordinan che compendiosamente ne riportia za. Presso ponte Molle schierò mille mo la cavalcata solenne. fanti,le salve con ch' sei ebbero pezzi di luogo, artiglieria e schierò pel Primieramente, essendo giunta la regina a' 2o dicembre i655 alla duemila fanti sulla piazza Vaticana, villa Olgiati, dieci miglia distante con due squadroni di corazze, e do da Roma, nella stessa mattina si mos dici pezzi di artiglieria. Nella mat sero dalla città due Cardinali del tina adunque di detto giorno i Car l'ordine de' diaconi, dichiarati appo dinali legati col loro nobile corteggio, sitamente legati, cioè Carlo de' Me si avviarono per ponte Molle, ove dici fratello del gran duca di To incontrarono la regina col governato scana, e Federico d'Assia cugino del re di Roma, col magistrato di Campi la stessa regina , mentre per una doglio in uno ai loro uffiziali, i quali sovrana di maggior condizione, come l' accompagnarono alla villa fabbri di Francia e di Spagna, si sareb- cata da Giulio III, destinata per bono deputati due Cardinali dell' or luogo donde dovessero partire le so dine de' preti, o de' vescovi. Parti lenni cavalcate pei pubblici ingressi rono pertanto i legati per incontrar in Roma. Ivi sopraggiunse il mag la con pompa di pubblica cavalca giordomo del Papa, con tutta la ta, e con tal sontuosità, che il solo corte pontificia, e disceso colla re Cardinal de Medici, oltre la sua gina nel cortile, le presentò, in nome numerosa corte, conduceva quattro di Alessandro VII , una carrozza primari prelati , tre duchi , molti con ornamenti di argento, invenzio marchesi, ed altri distinti cavalieri , ne del cav. Bernini, tirata da sei tutti in si ricca comparsa, che fu cavalli frigioni leardi, una lettiga, stimato esservi stato speso ottanta ed una sedia, cioè una specie di mila scudi. Alla Storta , lungi tre lettiga scoperta, superbamente ornate, miglia dalla villa Olgiati, i legati furo e foderate di velluto turchino con ri no incontrati dal maggiordomo della cami d'argento, con muli ben ad regina, che li fece ascendere in una dobbati , non che una nobile chi- regia carrozza, e giunti alla villa, nea pure guarnita di velluto tur trovarono che la regina li attende chino, sulla quale montò la regina va a pie' delle scale, uscendo loro in mezzo ai due Cardinali legati , incontro sino alla porta. Esauriti che già avevano assunto gli abiti gli scambievoli uffizi, i legati pren lunghi e le cappe ; e preceduta in dendo la regina in mezzo, ascesero cavalcata dal menzionato corteggio, la carrozza del Pontefice , avvian cui facevano parte in copioso nume dosi verso Roma, ove in mezzo ad ro cavalieri, si avviò per la porta innumerabili torcie accese, giunsero a Flaminia, ove era attesa dal sacro tue ore di notte. Quindi la regina Collegio a cavallo, essendo i Cardi fu presentata ad Alessandro VII. nali vestiti colle cappe e cappelli Essendosi poi stabilito il giorno pontificali. Il Cardinal Barberini, sic 23 dicembre pel solenne ingresso in come il più antico, fece alla regina Roma della regina, il conte David in nome de'suoi colleghi un analogo 3o4 CAV insigniti di qualche CAV grande ufficio complimento; ed essendo in quel luogo terminato l' uffizio dei Cardi nella romana corte, come di vice nali legati, presero quello, che loro cancelliere, camerlengo , peniten conveniva nella cavalcata, e la re ziere maggiore , decano del sa gina dopo tutti i Cardinali fu posta cro Collegio, e simili; non che in mezzo dei Cardinali Orsini e dei Cardinali per nascita e per Costaguli, siccome più anziani del meriti distinti. Dice di più, che in l' ordine dei diaconi. tali funerali i famigliari pontificii Arrivata la cavalcata al Vatica cavalcavano fino alla porta della no, i Cardinali lasciarono la regina chiesa , e quindi si restituivano al per andare nell'aula concistoriale a palazzo apostolico ; ma che se ac rendere ubbidienza al Papa, rima compagnavano il Cardinal decano, nendo con essa i soli Cardinali de o altro princi palissimo porporato, Medici , e Sforza, coi quali sali alla discendevano da cavallo, entravano basilica di s. Pietro, ricevuta da in chiesa, e si trattenevano nel coro, quel capitolo; e dopo aver adorato finchè il clero terminava di cantare il ss. Sacramento, esposto sull'altare le preci sul cadavere, e quindi se maggiore, fu condotta al contiguo ne partivano. palazzo apostolico, ove fu incontrata Questo cerimoniale si osservò sino dal maggiordomo, da otto vescovi agli ultimi del secolo decorso, dap assistenti al soglio, dal maestro del poichè il Cancellieri, che pubblicò le sacro ospizio, e dai due Cardinali sue Cappelle nel i79o, parlando a Orsini e Costaguti , co' quali avea pag. 326 delle esequie de' Cardinali, cavalcato. Quindi entrata nella sala soggiunge che diverso era il traspor concistoriale tre volte si genuflesse to alla chiesa dei cadaveri dei Car in vedere Alessandro VII, e perve dinali vice-cancelliere, camerlengo, nuta al soglio ove sedeva, gli baciò decano e del penitenziere maggiore, il piede e la mano, e con brevi perchè questi venivano portati di parole scambievoli ebbe termine la giorno sopra un magnifico letto con cerimonia. grandiosa pompa funebre, attorniati dalla guardia svizzera, preceduti da Cavalcata pel trasporto dei cada tutte le confraternite, e seguiti dal veri dei Cardinali, decano del maggiordomo colla camera segreta, sacro Collegio, vice cancelliere , dai vescovi assistenti al soglio , dai camerlengo, e penitenziere mag chierici di camera , che incedevano giore. su cavalli bardati a lutto, e col cor teggio delle carrozze nobili del Car Parlando il Sestini al capo XXIV, dinale defunto, nelle quali eranvi i verso il fine, del rito antico delle di lui famigliari in abito lugubre. esequie de' Cardinali , dice che il Certo è, che l' ultima cavalcata fu Papa soleva mandare la sua fami nebre pei Cardinali decani, fu quella glia in cavalcata ad accompagnare del Cardinal Carlo Alberto Guidobono i cadaveri dei Cardinali capi d'or Cavalchini, decano, che morì a' i 2 dine , dal loro palazzo alla chiesa , marzo i774; come l'ultima dei Car ovvero da questa ove si erano cele dinali penitenzieri vuolsi essere stata brate le esequie, a quella dove tu- la cavalcata del Cardinal Galli peni mulavansi , e di quelli che erano tenziere, il quale terminò i suoi gior CAV s. Giovanni de' CAV fiorentini, e del 3o5 ca ni nel i 768. Abbiamo degli esempi, che sebbene tali cavalcate fossero in merlengo del clero, aventi ai lati i uso, pure per alcuni non furono cursori pontificii colle mazze d' ar fatte, come pel Cardinal Tanara de gento. Seguiva il letto , o talamo cano del sagro Collegio, a cagione funebre portato da sedici persone della sede vacante, perchè morì nel vestite di sacco , sebbene comparis i724? Pel Cardinal Ottoboni vice se portato da otto gentiluomini del cancelliere, che cessò di vivere nel la sua corte vestiti a lutto, e proce i 74oS pel Cardinal Delci decano che devano quattro palafrenieri del de mori nel i76i, forse perchè Cle funto in gramaglia , e banderuole mente XIII trovavasi in Castel Gau- cogli stemmi gentilizi . Il cadavere dolfo. Il Cardinal Petra poi peni era vestito pontificalmente di color tenziere maggiore , che mori nel violaceo, e veniva circondato da tre i748, vietò gli fosse fatta la ca cento confrati de' mentovati sodali valcata funebre; tuttavia venne e- zi, portando ciascuno una torcia ac seguita, anzi v' intervennero i cap cesa. Seguiti erano essi dalla fami pellani segreti , che nelle altre ca glia nobile in veste di gramaglia, o valcate di questa specie non vi ave comedo. Indi cavalcava la famiglia vano luogo, come si legge nella de pontificia, che era stata intimata dai scrizione, che fa di questa caval cursori apostolici nel giorno prece cata il numero 4^32 dei Diariì di dente. Pel primo cavalcava il capi Roma di detto anno. tano della guardia svizzera, con qua Perchè poi si prenda una più ranta individui della medesima, che esatta nozione di queste cavalcate contornavano il defunto, e il suo se funebri , riporteremo l' estratto di guito. Appresso ed a cavallo incede quella fatta nel i7 i9 pel Cardinal vano i mazzieri- Pontificii colle maz decano del sagro Collegio Nicolò ze, vestiti come nelle cavalcate. Con Acciajuoli, fiorentino, creatura di Cle essi camminavano due maestri delle mente X , la cui relazione si leg cerimonie pontificie con mantellone ge nel Diario di Roma , di detto e cappelli semi-pontificali ; indi mon anno, i1 uni. 2 56, pag. 7 e seg. Do signor maggiordomo in mezzo a tre pochè fu imbalsamato il cadavere arcivescovi e vescovi assistenti al so del Cardinal Acciajuoli , fu esposto glio , seguiti da cinque protonotari in una sala del suo palazzo, ove i re apostolici, in abito da cavalcata so ligiosi degli Ordini mendicanti si re lenne con mantellone , e cappello carono a recitare l' uffizio dei de pontificale convenienti al grado di funti. Quindi nella mattina del quar ciascuno, con. mule bardate di drap to giorno dopo la sua morte, segui po paonazzo. A coppia progredivano il trasporto deI suo cadavere alla su mule con gualdrappe nere i cap chiesa nazionale di s. Giovanni dei pellani comuni, i camerieri extra, e fiorentini, ove nelle ore pomeridia gli scudieri con cappe e sopravveste ne gli furono fatti i soliti funerali. rosse, e i primi con pelli di armel- L'ordine pertanto del trasporto, e del lini. Chiudeva il convoglio la car la cavalcata si componeva di cinque rozza nobile del defunto con fiocchi arciconfraternite, dei religiosi cappuc rossi, e due nere erano di seguito , cini, serviti, e domenicani, di parec con diversi della sua corte. chie coppie di preti, del parroco di I medesimi Diari di Roma, del- vol. x. 2o 3o6 CAV cui nel i7i4 CAV avea fatto celebrare Io stesso anno i7i9 num. 287., pag. 6, e seg., ci danno la relazio pel figlio del re di Polonia, Alessan ne della cavalcata pel cadavere del dro Sobieski. Ed è perciò, che die Cardinal Spinola camerlengo di San tro il feretro, seguiva il capitano ta Romana Chiesa, le cui esequie si degli svizzeri a cavallo con cinquan celebrarono nella chiesa de' ss. XII ta uomini della sua guardia, proce apostoli sua parrocchia, sebbene aves dendo in cavalcata i mazzieri pon se disposto, che il suo cadavere fosse tificii, due maestri delle cerimonie , tumulato nella chiesa di s. Andrea monsignor maggiordomo , i vescovi presso il noviziato de' gesuiti. La ed arcivescovi assistenti al ponti sera quindi dopo le ore ventiquat ficio soglio , i protonotari apo tro si portò alla chiesa de' ss. XII stolici partecipanti , e le tre clas apostoli la consueta cavalcata della si de' cappellani comuni , camerieri corte pontificia , col capitano della extra, e scudieri, famigliari tutti del guardia svizzera ec. Il cadavere era Papa in cappa e sopravveste rossa , collocato sul consueto letto pontifi con gualdrappe nere , precedente calmente vestito, e l'ordine della pro mente avvisati dai cursori apostolici. cessione della cavalcata fu come la Assistettero essi anche alla messa di precedente, meno che essendo stato requiem , in uno agli ordini della questo porporato protettore dell'ospi prelatura, nella chiesa di s. Maria zio apostolico di s. Michele, v' inter della Vittoria. vennero gli alunni di quello, venen Nel pontificato di Clemente XII , do circondato il letto da trecento essendo morta nel i735 in Roma torcie portate da' confrati. Si deve la regina d' Inghilterra Maria Cle poi avvertire, che come camerlengo, mentina moglie di Giacomo III, il dopo i protonotarii apostolici caval Papa colla sopraintendenza di mon carono anche i chierici di camera. signor maggiordomo le fece celebra Quanto poi agli individui, che inter re nella chiesa de' ss. XII apostoli venivano oltre i consueti alle caval solennissime esequie, quindi seguì il cate funebri pei Cardinali vice-can magnifico trasporto del di lei cada cellieri, e penitenzieri maggiori (Vedi), vere alla basilica vaticana , colI' in se ne tratta a quegli articoli. E no tervento delle confraternite, del cle to, che se il Cardinale vice-cancel ro regolare, del capitolo vaticano, ec., liere, o camerlengo fossero stati del venendo seguito il feretro dalla ca l'ordine de' diaconi, i sacri paramenti valcata solita, cioè dal capitano del erano di color rosso, vestendosi solo la guardia svizzera, da' mazzieri, dai i cadaveri de' Cardinali vescovi e maestri di cerimonie, dal maggiordo preti di colore paonazzo. mo, dai vescovi assistenti al soglio, Le snddescrilte cavalcate della fa dai protonotari apostolici, e cappel miglia pontificia , si facevano anco lani comuni, dai camerieri extra, e per accompagnare sovrani morti in scudieri del Papa, tutti con abiti da Roma. Di fatti, per dire soltanto di cavalcata, non che dai pontificii pa alcuni, Clemente XI, nel i7i9, per lafrenieri con torcie accese. la morte del serenissimo Filippo Siccome poi l' ultima cavalcata Maurizio, figlio dell'elettore Massi per una regina defunta ebbe luogo miliano di Raviera, volle che gli fos in Roma nel i8i9, e fu eguale a sero resi i medesimi onori funebri, quella eseguita per altri sovrani de CAV cese, e subito dopo CAV i religiosi di 3o7 do fuiili ln detta capitale, ci sembra in dispensabile di darne qui un cenno. dici diversi Ordini, avendo ognuno Ebbe luogo questa cavalcata pei fu di essi le candele accese, e di più nerali resi a Maria Luisa di Borbo due torcie in ogni prima coppia a ne, regina delle Spagne e delle In lato de' loro stendardini. Seguivano die, moglie del re Carlo IV, morta quindi i due parrocbi di s. Pietro a' 2 gennaio di quell' anno. Dopo e di s. Susanna, e nel mezzo di essi essersi il suo cadavere esposto nelle il camerlengo del clero, tutti e tre camere del palazzo Barberini, dalla con cotta, stola, e torcia accesa ; defunta abitato, sopra elevato letto, e dopo di essi i musici cappellani , e sotto sontuoso trono, fregiato coi e gli alunni del seminario di s. Pie reali ordini, di cui era insignita, la tro, e finalmente i due capitoli uni sera dei 9 di detto mese se ne fe ti, vaticano, e liberiano. Quest' ulti ce il trasporto alla basilica liberia mo prese la mano sinistra per tutta na, ove nel dì seguente ebbe luogo la strada, passando poi alla destra la cappella papale, celebrando la nell' entrare nella gran piazza di s. messa il Cardinale Emmanuele de Pietro, avendo tutti torcie accese in Gregorio, e lodandone le gesta lo mano. Indi veniva il gran letto, su cui spagnuolo monsig. Marco y Catalan giaceva il cadavere della defunta, ve poi Cardinale, ed allora uditore di stito d'un abito di lama d'argento, col rota per la corona di Aragona. Quin grandioso real manto di velluto cre di alle due ore pomeridiane inco misi, foderato di pelli d'armellini, colla minciò la solenne pompa funebre corona regia in capo. Era il letto coper del trasporto del real cadavere alla to di preziosa coltre di lama d'oro con basilica vaticana per la strada papa tornata di velluto nero guarnito di gal le, e coll' ordine seguente. Dopo uno lone, e di fregi consimili, coi quattro squadrone di carabinieri a cavallo , stemmi reali ai lati. Esso però veni venivano quindici tamburini col lo va preceduto da duecento sessanta, e ro tamburo scordato, e coperto di seguito da altri duecento fratelli dei nero, e quindi la banda del distac menzionati sodalizi a quattro a quat camento d' infanteria granatiera, ebe tro ripartiti, tutti con torcie accese marciava co'fucili a funerale, e col- sollevate in alto; avendo ai due lati l' insegna di cipresso nel berretto quaranta sacerdoti nazionali del clero ne, insegna portata pur da tut secolare e regolare, mentre la guardia ta la milizia, che vi era. Succede svizzera contornava il letto medesimo. vano i letterati di s. Michele, il I quattro lembi della coltre erano collegio degli orfani, e venti arci- sostenuti da altrettanti principi roma confraternite ciascuna col suo sten- ni, grandi di Spagna, e quattro gentil dardino avanti, e col cappellano uomini di corte sostenevano sulle aste in cotta e stola in fine, e coi fra le banderuole di lama d' argento, in telli vestiti col proprio sacco, colla cui vi era l' arma reale con ricami candela accesa in mano, alternando e trine d' oro intorno, mentre al con funebre canto i salmi dell'uffìzio lato destro del letto incedevano il de' morti. cavallerizzo maggiore, ed il mag Veniva di poi la croce inalbera giordomo maggiore al sinistro. Ve ta del capitolo vaticano con tre custo niva dietro un altro coro di cappel di, e quattro accoliti con torcie ac- lani cantori in veste talare e cotta, e3o8 quindi aveano luogo CAV due volanti o lac i cappellani comuni, CAV i camerieri ex
chè, due guardaportoui, due staffieri tra, e gli scudieri colle loro cappe, cogli ombrelli sotto il braccio, e tutti e cappucci rossi, i primi colle pelli gli altri staffieri e famigliari con tome di armellini, e tutti coi cappelli ne egualmente accese ; ed inoltre ac ri ecclesiastici. Finalmente vi erano compagnavano la funebre pompa il ciedodici di cera,palafrenieri e quattro pontificii garzoni con di scutor- ministro di Spagna presso la Santa Sede, Vargas y Laguna. deria con quelle di pece. Dopo tutto ciò veniva la solenne Le carrozze di corte in tutta ga cavalcata della famiglia pontificia , la, che venivano dietro, erano tira la quale cominciava co' soldati sviz te, la prima da otto, e le due altre zeri, aventi dopo di essi il loro ca da sei cavalli. Dopo vi era la gran pitano, e due mazzieri a cavallo carrozza, in cui il regio cadavere colle mazze d' argento poste a tra era stato trasportato la sera antece verso sull' arcione della sella, e due dente dal palazzo Barberini alla ba maestri delle cerimonie pontificie in silica liberiana, e poi dieci altre car niantellone, cappuccio, e cappello se rozze con ricchi, e vaghi finimenti, mi-pontificale negro foderato di pao nelle quali eranvi le dame di palazzo, nazzo, con cordoni e fiocchi misti le cameriste, ed altre persone distinte dello stesso colore paonazzo e nero. addette al servigio della corte me Poi succedeva monsig. Frosini,prefetto desima. Vi erano altresì le carrozze de'sacri palazzi apostolici e maggiordo di sua maestà la duchessa di Luc mo di Pio VII, a cavallo, nel mezzo ca, del ministro di Spagna, e quel dei monsignori Frattini arcivescovo le di prelati, e personaggi ragguar di Filippi, e vicegerente di Roma, e devoli, che avevano luogo nella pom Caprano arcivescovo d' Iconio pari pa funebre. Marciava in ultimo un menti a cavallo, tutti in gran man ben grosso distaccamento di guardia tellone, cappuccio, e cappello ponti civica scelta, con la banda, e co'tam- ficale, col divario per altro, che gli buri nel modo stesso della milizia arcivescovi, e gli altri vescovi, i quali di linea, e dietro ad esso uno squa venivano dopo, avevano lo stesso drone di cavalleria. cappello pontificale nero, ma fode Allorchè il real cadavere fu vicino rato non già di paonazzo, bensì di a Castel s. Angelo, venne salutato seta verde, e col cordone, e co'fioc- con molti colpi di artiglieria ; e giunto chi di egual colore. Seguivano in che fu nella cappella del coro della pari modo a due a due gli altri , basilica vaticana, venne ricevuto dal cioè i vescovi assistenti al soglio pon Cardinal Mattei arciprete con tutto tificio, cioè i monsignori Menochio quel capitolo, e quindi ebbe luogo vescovo di Porfirio, e sagrista pon l'assoluzione del cadavere. Questo tificio, e Margarita, vescovo di Gra allora dal gran letto fu posto in al vina e Monte Peloso. Cavalcavano tro più piccolo, donde dai gentiluo appresso i monsignori protonotari mini della reale defunta fu colloca apostolici Zambelli, Ugolini, e Pia- to nella prima cassa di cipresso eoa netti, col cappello paonazzo fodera materasso, e guanciale di seta, con. to di seta cremisi con cordoni e fioc la corona in capo, e con altre in chi di egual colore» come anche ca segne reali. La prima dama di pa valcavano i cubicularii del Papa, cioè lazzo, e le cameriste ricuoprirono
^ CAV § III. Cavalcate CAV degli Ambasciatoii 3o9 tutto il corpo con due veli dì se ta, ed appiè di esso fu posta una presso la Santa Sede. borsa chiusa con tre medaglie, una S'oro, l' altra d' argento, e la terza Oltre quanto dicemmo all'articolo di rame, in una parte della quale Amrasciatori § V (Fedi) , è indi vi era V effigie in rilievo della de spensabile riportare qui alcune no funta regina col suo nome, e dal tizie compendiate sulle cavalcate so l'altra il di lei elogio. In altra bor lenni del loro ingresso in Roma , sa, parimenti posta a' piedi, fu rin sulle cavalcate colle quali si porta chiuso il suggello reale, e quindi vano al concistoro pubblico, e sulla con doppia serratura venne chiusa cavalcata dell' ambasciatore del re la detta prima cassa, la quale fu po delle due Sicilie in presentare al Pa sta dentro un'altra di piombo chiusa pa il tributo della Chinea nella vi del pari, e suggellata cogli stemmi gilia della festa de' ss. Pietro e Pao di Spagna, del Cardinal arciprete, lo o in altri tempi, dove quel gior del capitolo vaticano, e del mini no non si fosse potuto effettuare per stro di Spagna, venendovi posta so riguardo della sede vacante. Anti pra analoga iscrizione. Indi segui chissimo è poi il rito di ricevere gli l' atto formale di consegna del ca ambasciatori, o legati de' principi con davere, e la cassa di piombo, collo accoglienze, ed onori singolarissimi, cata in una terza di legno, fu tras come si può vedere in Bruno Con portata in deposito nelle grotte va rado, De legationibus , lib. V, e. 6. ticane. Nella mattina seguente poi, Trattando il citato Sestini al cap. con permesso di Pio VII, fu cele i8 degli ambasciatori, che si reca brato altro funerale nella cappella vano in Roma, dice che si recava del coro della stessa basilica erigen no al concistoro pubblico , o semi dosi un magnifico tumulo sovrasta pubblico, per l'udienza formale del to dalla regia corona. Cantò messa Papa, gli ambasciatori de'principi, e monsignor Guerrieri arcivescovo, cui delle repubbliche , ed anche quello assisterono ventiquattro Cardinali. di Bologna, i quali facevano la caval Tanto il trasporto, che la cavalcata, cata tanto per la pubblica entrata e le funebri funzioni furono eguali o ingresso, che nella mattina in cui in tutto a quanto si praticò in Ro andavano al concistoro. Di fatti si ma, nel i689, alla regina Cristina legge nei Diari dell' Alaleona presso di Svezia, nel i735, alla regina Ma il Gattico, Acta caerem., che ai 2 ria Clementina Sobiesky, della Gran di maggio i62 i in giorno di do Brettagna; e nel i 766, per Giaco menica fecero l'entrata in Roma tre mo III re della stessa Gran Bretta ambasciatori della repubblica di Luc gna, tutti morti in Roma. V. De ca con bella cavalcata, ed ai 4 del scrizione degli onori funebri ranchi medesimo mese gli stessi ambascia li in Roma dalla real corte di Spa tori di Lucca fecero l'altra cavalca gna a sua maestà cattolica Maria ta, ed andarono al concistoro pub Luisa di Borbone regina delle Spa blico a rendere ubbidienza a Gre gne- e delle Indie il dì io gennaio gorio XV, nel cui possesso caval i 8 i 9 colla orazione funebre, Roma carono fra i nipoti del Papa, e gli pel de Romanis. ambasciatori de' principi. Nell' ingresso degli ambasciatori, i 3iò CAV gesuitatori solevano ; giacchè CAVfare gli un altri discorso, ambascia* cui Cardinali mandavano i loro gentil uomini , non che le mule coi fini menti di gala, che erano cavalcate rispondeva il prelato segretario dei dai palafrenieri , portando dietro le brevi a' principi a nome del Papa. spalle il cappello rosso pontificale Ascoltata da Gregorio XIII la let del loro padrone. Il Papa soleva tura delle lettere, vedendo da sì lon onorarli colla sua guardia de' caval- tane regioni riconosciuta la catte leggieri dal luogo ove avea inco- dra di s. Pietro, nell'abbracciare gli minciamento la cavalcata, cioè dal ambasciatori, più volte esclamò: Ora palazzo eretto da Papa Giulio III sì, mio Dio, che il vostro servo va fuori della porta Flaminia, sino al pa a morire in pacej ed alle sue la lazzo dell'ambasciatore, ed altresì col grime di consolazione, seguirono quel maggiordomo, con altri prelati, e con le de'Cardinali, e degli spettatori. Gui alcuni de' suoi intimi famigliari, che do Gualtieri scrisse esattamente la Re prendevano in mezzo l'ambasciatore, lazione della venuta degli ambascia ed allorquando nella stessa cavalcata tori giapponesi a Roma,Jino alla lo intervennero altri ambasciatori, veni ro partenza per Lisbona , Roma i 586. va ognuno di essi accompagnato da Per dare poi un' idea della ca più prelati alla sua abitazione. Allai valcata del solenne ingresso degli cavalcata poi del concistoro, soggiun ambasciatori in Roma, accenneremo ge lo stesso Sestini, che i Cardinali quella fatta nel i 742 sotto Bene mandavano molti gentiluomini, ma detto XIV, dal balì Guerin de Ten- non le mule; e che l'ordine della cin, ambasciatore del sacro militare cavalcata, il suono de' tamburi , e Ordine gerosolimitano, detto di Mal l'esplosione delle artiglierie aveano ta. Precedevano quattro tamburi luogo come nelle cavalcate de' Car del senato romano, un corriere, due dinali , venendo in essa dall'amba guardaportoni a cavallo; indi segui sciatore invitati, oltre il maggiordo vano due trombetti, e due forieri a mo, le tre classi dei cappellani co cavallo ; poi dodici carriaggi col muni , camerieri extra , e scudieri maestro di stalla, e il maniscalco. famigliari del Papa. Succedevano dodici staffieri a cavallo Quando nel pontificato di Grego con livree di colore grigio ferro, con rio XIII, i tre re di Bungo, di Ari camiciuole verdi gallonate d'argento, ma e di Omura nel Giappone, eb con cappelli bordati, e gualdrappe. bero ricevuta la luce del vangelo Li seguivano il decano con abito per opera de' gesuiti , volendo quei distinto di panno fino, e bottoniera principi rendere ubbidienza al vica d'argento, due scopatori segreti con rio di Cristo , spedirono a Roma abiti di colore cannellino con bot quattro principi in ambasceria. Giun toni d' argento , camiciuole verdi ti in Roma, a'23 marzo i585, fu guarnite d'argento, cappelli bordati, rono con solenne cavalcata da tutta e valdrappe con copertine alle pi la corte romana condotti al palazzo stole di scarlatto guernite d' oro , vaticano , e quivi in pubblico con mentre gli staffieri le avevano co cistoro baciarono i piedi al gran perte con trine di seta e d'argento. Pontefice Gregorio XIII, consegnan Succedevano quattro ufficiali, due dogli le lettere de' rispettivi sovra di credenza , e due di cucina con ni, servendo d' interprete il p. Maffei abiti di scarlatto rosso con bottoni d'oro, camiciuole CAV verdi di seta gal .ne, e cappello CAV pontificale, i cappel 3 1 i
lonate d'oro, cappelli bordati a pun lani comuni con vesti, e cappe rosse to di spagna, e valdrappe con co foderate con pelli di armellini; quat pertine alle pistole, di velluto rosso tro carrozze berline tirate a sei ca gallonate d' argento. Poscia cavalca valli, con entro alcuni fr. cappellani vano quattro ajutanti di camera dell' Ordine, il maestro di camera, vestiti con abito di finissimo panno i segretari, ed altri famigliari. Fi color cenerino, riccamente guarnito nalmente chiudevano la cavalcata d'argento, con camiciuole di drappo le mule de'Cardinali, ambasciatori, di seta verde con guarnizione pure principi , e ministri esteri , in tutti d'argento, con cappelli bordati a più di cento, facendo la via del punto di spagna d'argento, con gual corso fino a s. Giovanni della Pigna, drappa e copertina alle pistole , di ove era il palazzo dell'ambasciatore, velluto rosso gallonato di argento. il quale in questa sua residenza Indi venivano sette cavalli di rispet trattò tutti di lauti rinfreschi , e to , il maestro di casa e il guarda poscia ringraziandoli si licenziò da roba con vestiti gallonati d' oro e gl'intervenuti alla cavalcata. di argento; quattro paggi con abiti Riguardo alla cavalcata per la trinati di argento; quattro gentiluo presentazione della chinea, ch' ebbe mini col maggiordomo e col cavalle luogo sino all'anno i788, essa face- rizzo con abiti ricamati d'oro- e di vasi nel seguente modo. L'ambascia argento , fiancheggiati dagli staf tore straordinario, destinato dal re fieri , essendo tutti famigliari del delle- due Sicilie a presentare il l' ambasciatore. Procedevano poi a censo della chinea, riceveva nel cavallo due compagnie di cavalleg- proprio palazzo i complimenti dei gieri del Papa; diciannove palafre gentiluomini de' Cardinali, ambascia nieri de' Cardinali sopra mule dei tori, principi, e della nobiltà sud loro padroni, con bardature rosse, dita o feudataria alla corona Sici e cappello pontificale di egual colore liana, cui faceva servire di splendi pendente dietro le spalle; circa cento di rinfreschi, e dopo s'incominciava gentiluomini de'Cardinali, ambascia la cavalcata per la basilica vaticana, tori , principi, e ministri esteri, pro ovvero alla chiesa di s. Maria del seguiti da due trombe di cavalleg- Popolo, ove fu talvolta presentata gieri. Indi gli scudieri, e camerieri la chinea, colla seguente pompa ed extra del Pontefice colle loro vesti ordinanza. e cappe rosse; diciotto cavalieri di Dopo i tamburi dei fedeli del Malta , il capitano degli svizzeri , Campidoglio, venivano le trombe due maestri di cerimonie, e la guar dell'ambasciatore, e la compagnia dia svizzera. Poscia era cavalcato un dei cavalleggieri del Papa, seguila cavallo stornello dall'ambasciatore in dai loro capitani , corteggiali dai abito da campagna, cioè giustacuore propri paggi a cavallo, e dagli staf di velluto celeste guarnito d'oro, in fieri a piedi in livree di gala. Poscia mezzo ad un arcivescovo, e ad un cavalcava il capitano degli svizzeri protonotario apostolico , preceduto fra i suoi tamburi , e il succedeva da dodici lacchè. Appresso a lui ca l' ambasciatore in abito di ganzo valcavano due mazzieri pontificii, i d'oro, circondato dalla guardia sviz protonotari apostolici cou mantello- zera cou dodici paggi, sei volanti, 3i3 CA.V CAV e altrettanti guardaportoni, oltre un nosca la diversità, che passa fra quel gran numero di servitori, seguiti lo del secolo passato, e l'ultimo preso dal cavallerizzo, e da molte lancie nel corrente, ne riporteremo i due spezzate a piedi. Quindi camminava seguenti. la mula bianca, o chinea guidata Relazione della nobilissima caval dai palafrenieri del medesimo am cata fatta nel possesso del sena basciatore , fIancheggiata da altri tore di Roma, preso a' i5 gen svizzeri, chiudendo la cavalcata i naio i7i2 dal marchese Mario prelati nazionali sopra delle mule Frangipane. bardate, serviti dai propri famigli, ed infine quattro mute a sei cavalli, Avendo Clemente XI dichiarato che tiravano altrettante superbe car senatore di Roma il marchese Fran rozze, oltre altre otto carrozze a coda. gipane, e stabilitosi il senatorio pos Nel passare la cavalcata innanzi sesso con solenne cavalcata nel detto la fortezza di Castel s. Angelo, ve giorno, vestito il senatore con sot niva salutata da alcune salve di tana di raso cremisi, e paludamento cannoni, e pervenuta alla basilica di broccato d'oro, con preziosa col vaticana, facevasi quella funzione lana al collo, si portò privatamente che descrivesi all' articolo Cappelle in carrozza dal Campidoglio al pa Pontificie, parlandosi del vespero lazzo vaticano, ove introdotto dal pontificale per la festività dei prin maestro di camera, e da due ceri cipi degli apostoli. Terminata la monieri del Pontefice, genuflesso fece presentazione della chinea, l'amba il giuramento di fedeltà, facendone sciatore invece di cavalcare, ascen rogito gli stessi cerimonieri. Quindi deva nella sua carrozza più nobile Clemente XI gli consegnò lo scettro in compagnia di tre prelati, e re d' avorio, e fatti dal senatore i de cavasi al suo palazzo, ove nella sera, bititanto ringraziamenti, la cavalcata sefu ne regolata partì. daiIn* e in quella seguente faceva gran . ricevimento, con sontuose dimostra cerimonieri pontificii coll' ordine, che zioni di gioja. diciamo. Cavalcava il bargello di Campidoglio seguito dalle sue lancie § IV. Cavalcata del senatore di spezzate a piedi; indi succedevano Roma pel possesso in Campido due tamburi dei fedeli , ed otto glio- sergenti, tutti con bande rosse, e Eletto dal sovrano Pontefice il gialle di taffettano, e penne simili. senatore di Roma, si reca a pre Proseguivano due paggi con bande, stargli il giuramento di fedeltà, ed e penne tenendo impugnata nella a ricevere dalle mani del Papa lo mano destra una spada nuda , e scettro d' avorio. Per prendere poi nella sinistra una targa collo stem il possesso della sua dignità, va ma del nuovo senatore; un ufficiale con magnifica pompa al Campido con bande, e penne e partegiana, glio, cavalcando una chinea del pa e il capitano de'capotOri con bande, lazzo apostolico riccamente bardata, e penne doppie, co'suoi servitori in preceduto da numerosa cavalcata. livrea. Questa si fa tuttora se il senatore Appresso venivano i rappresentanti prende possesso in forma pubblica i quattordici rioni di Roma due per e con solennità, ma perchè si co» due, con tamburo battente, rappre• CAV li insegne. Succedevano CAV due paggi 3i3 sentati ognuno da un officiale con ban da e penne, avente nella mano destra a cavallo con due grandi stendardi la spada nuda, e nella sinistra un colle predette armi , ed altri due targone con arme; da un capotoro paggi con ispada e targa: poscia con penne e bande, da un deputa venivano i capotori, due altri trom to coll' insegna del rione, con ban betti del popolo romano, ed il te de e penne, da un paggio che sos nente della guardia svizzera con teneva la punta di dette insegne, molti individui di questa. Altri due parimenti con bande e penne, e da paggi sostenevano lo stocco senato quaranta soldati marciando per quat rio foderato di velluto cremisi, ed tro, mentre marciava dopo il XIV il cappello di broccato; indi un mae rione il tenente de' capotori. Ca stro di cerimonie pontificio, e molti valcava poscia il maestro di stalla palafrenieri del senatore, sei de'qua- con quaranta muli, con testiere a- li con bastoni dorati con arme del dornate di penne gialle e rosse , e Sommo Pontefice, del popolo ro guarnizioni inargentate, tirando car mano, e del senatore. ri con casse coperte da portiere, e In mezzo alla guardia svizzera guidate da mulattieri vestiti con cavalcava il senatore con paluda palandre di panno rosso, guarnite mento di broccato, collo scettro d'a di trine d'oro, collo stemma del se vorio in mano , sopra cavallo con natore di lastra dorata sulla schie ricca gualdrappa di velluto cremisi, na, e berrettone rosso guarnito di ricamata d'oro, seguendolo un ser oro. Seguivano dieci cavalli da ma vitore coll' ombrella serrata, che l'al neggio, guidati da dieci famigli di zò così chiusa fuori della piazza Va stalla vestiti come i mulattieri . ticana. Nell' uscire, che fece dal pa Quindi cavalcava una compagnia di lazzo apostolico , il senatore fu sa cavalleggieri coi trombetti, e i pala lutato dalla guardia svizzera , con frenieri dei Cardinali con mule bar una salva di mortari , e passando date e cappello pontificale pendente avanti Castel s. Angelo, si spararono dalle spalle- A cavallo pur seguiva ventiquattro colpi di cannone. Ca no quattordici mandatari di Cam valcavano poi appresso il senatore pidoglio, con valigie del senatore i due collaterali di Campidoglio, il fregiate del di lui stemma. Proce giudice criminale, l'avvocato de' po devano in nobile cavalcata un co veri di Campidoglio, il sostituto fi pioso numero di gentiluomini dei scale , il protonotario del senatore , Cardinali, dei baroni, e degli am e il collegio de' notari capitolini. Se basciatori, non che de' cavalieri ro guiva la carrozza grande senatoria mani ed esteri, regolati da quat con fiocchi neri , con altre due si tro signori romani deputati dal mili, essendo vestiti i cocchieri con Papa. Appresso camminavano quat maniche e giubboni di raso gial tro trombetti vestiti di panno fi lo gallonato d'oro, con calzoni, e no di colore rosso , cogli svolazzi sacconi rossi pure gallonati d' oro. alle trombe, aventi da una parte Procedendo la cavalcata per la stra l'arma del popolo romano, e dal da papale , tutta magnifica per gli l'altra quella del senatore , prece apparati, e tappezzerie esposte alla duti da quattro tamburi colle livree finestre e loggie, pervenne al Cam del popolo romano, decorati di egua- pidoglio, ove smontato il senatore 3i4 CAV natore si portò CAV privatamente al pa da cavallo, s'avviò alla contigua chie sa di s. Maria d' Araceli , ed incon lazzo apostolico Quirinale, ed occu trato dai minori osservanti, dopo aver pato l'appartamento detto delle con adorato il ss. Sacramento, e baciato gregazioni , ivi ricevette i complimenti l'altare maggiore, lasciò ivi un'obla degli ambasciatori, ministri esteri, e zione. All'uscire della chiesa, i musici principi romani, non che dei Cardi collocati sul Campidoglio suonarono nali esternati dai loro rispettivi gen lietamente, ed ossequiato il senatore tiluomini spediti a tal uopo, ed anco dai tre conservatori di Roma , e per corteggiarlo nella solenne caval priore de' caporioni, ascese nella sala cata. Giunta l'ora di ascendere al del palazzo senatorio, e postosi a se l' appartamento superiore, sospesa la dere, consegnò il breve di sua ele detta udienza, con pubblica forma zione al primo conservatore, il quale lità, accompagnato dai maestri delle lo diede a leggere allo scriba del sena cerimonie si recò nelle pontificie to, dopo di che prestò il senatore il camere, accolto da tutti i ceti delle consueto giuramento di conservare, persone, che componevano la nobile e mantenere i diritti e le preroga famiglia pontificia. Allorchè il Papa tive del popolo romano. E quindi ebbe avviso, che il senatore era giun avendo ringraziati ed accompagnati to, uscì dalle sue stanze vestito di i conservatori , ed il priore de' ca rocchetto e mozzetta , e postosi a porioni, ricevette le congratulazioni sedere sotto il trono, avendo a' suoi della nobiltà, e fece imbandire un lati il maggiordomo, il maestro di sontuoso rinfresco, mentre a bene camera, e facendogli corona tutte fìcio del popolo le fontane dei due le nobili persone componenti la ca leoni a piè delle scale di Campido mera segreta, fu quindi il senatore glio gettavano vino; avvenimento introdotto da due cerimonieri avanti che fu anche festeggiato colla illu al Pontefice, e, previe le consuete minazione del Campidoglio per due cerimonie, andò a' piedi del me sere con isfarzo di cera , non meno desimo, e genuflesso emise il con che con altre dimostrazioni giulive. sueto giuramento di fedeltà verso Tale cavalcata e pompa è pur de la di lui sacra persona, e suoi suc scritta dal Piazza nel suo Enierolo cessori, e di bene e fedelmente eser gie) di Roma cristiana, ecclesiasti citare il commessogli onorifico im ca e gentile, tom. I, pag. 264 e piego, precipuamente nell' ammini seg., nella qual funzione egli vede strazione della giustizia. Indi ricevette rinnovarsi in Roma la memoria de dal Papa lo scettro di avorio , in gli antichi trionfi del celebratissimo segna dell' autorità e giurisdizione Campidoglio. senatoria , colla consueta fòrmula : Recipe sceptrum, et esto senator Ur Relazione della cavalcata e solen bis. In nomine Patris, et Filìi, et Spi ne possesso preso il dì 2i giugno ritili sancii. Amen. i8i8 dal principe d. Tommaso Allora il senatore alzandosi in pie Corsini della dignità di senatore di pronunziò un eloquente ringra di Roma, conferitagli dal Ponte ziamento, cui rispose il Papa ade- fice Pio VII. quatamente, e benedicendolo fece Nel detto giorno , verso le ore ritorno alle sue stanze. l1 senatore quattro pomeridiane, il novello se- si recò nelle precedenti camere de CAV dente dalle spalle. CAV Poscia cavalcava 3if stinategli , aspettando il momento per montare a cavallo, e recarsi alla no i cursori della curia capitolina, e cavalcata per le vie destinate al devanoi gentiluomini egualmente dei Cardinali. a cavallo Succe^ le Campidoglio. Come fu tutto in or dine, incominciò la cavalcata nel guardie nobili pontificie, ed imme modo seguente. diatamente appresso i camerieri d'o Precedeva un picchetto di carabi nore, e segreti di spada e cappa del nieri a cavallo per ispanizzare la Papa a cavallo. Quindi la banda strada. Venivano quindi a lunghis della truppa capitolina, cavalcando sima fila le carrozze degli ambascia poi un paggio con valigia del sena tori, e ministri esteri con entro i tore, e due paggi di esso, uno collo rispettivi gentiluomini, che, come di stendardo del popolo romano, e l'al cemmo, già erano stati nel palazzo tro con quello del senatore. Veniva pontificio a complimentare il sena intermedio il capitano della guardia tore, in nome de' suddetti ambascia svizzera a cavallo, cui seguivano al tori e ministri . Seguiva un altro tri due paggi dello stesso senatore picchetto di carabinieri a cavallo, a cavallo, uno col cappello, l'altro quindi apriva la marcia militare il collo stocco senatorio. Dipoi un ce corpo dei pompieri col suo coman rimoniere pontificio a cavallo, e fi» dante a cavallo. Marciava in seguito nalmente compariva il senatore di un battaglione di granatieri di li Roma principe Corsini nel nobile nea, con banda e tamburi, alla testa abito di sua dignità con soltana di del quale eravi un capo di batta amuer ponsò , e rubbone di lama glione a cavallo. Seguiva altro bat d' oro, e consueta collana, cavalcan taglione di truppa civica, con ban do un bellissimo destriere riccamen da e tamburi , comandato da un te bardato con valdrappa di vellu capo di battaglione a cavallo. Dipoi to cremisi ricamata d'oro, e coper venivano le trombette ed i tamburi tura fatta a rete di seta e oro, con del Campidoglio, quindi il capitano istaffe e finimenti dorati. Circonda della truppa capitolina a cavallo col to egli era dai fedeli della camera suo ajutante , il quale era seguito capitolina, e dalla guardia svizzera da un plotone di uffiziali , e sotto del Pontefice. Si dee qui avvertire, uffiziali della truppa suddetta. Im che il cavallo in nome del Papa , mediatamente sventolavano le ban fu presentato al senatore nel punto diere dei quattordici rioni di Roma di ascendervi, dal cavallerizzo mag in gruppo, alle quali teneva dietro giore pontificio, mediante un breve la milizia urbana dei capotori. Ap complimento , a cui rispose analo presso cavalcava un foriere del se nivanogamente sopra il senatore. cavalli coperti In seguito d'uni ve' natore, seguito da venti carriaggi coperti , del medesimo senatore , forme, testiera, e valdrappe di pan il cui sopraintendente della scude no nero, il primo collaterale eser ria seguivali con dieci cavalli da cente pel senatore le veci di presi maneggio. Indi venivano due sezio dente, il secondo collaterale, ed udi ni di dragoni, e due di carabinieri tore particolare del medesimo, i qua a cavallo coi loro uffiziali ; quindi li come componenti il tribunale ci i palafrenieri de' Cardinali a caval vile della curia capitolina , indossa lo, col .cappello Cardinalizio pen- vano maestosa toga ornata di vel 3.6 CAV re , ne baciò CAV con venerazione la luto, e fascie nere. Ai giudici civili succedeva il luogotenente criminale, mensa, e lasciò in dono quattro son e giudice de'maleficii con egual to tuosi reliquiari d'argento. Adempiu ga ed ornato. Al lato del suddetto ti in tal modo gli atti religiosi, di erano l'avvocato de' poveri del Cam scese dal tempio , sempre scortato pidoglio, ed il sostituto fiscale con dalla guardia svizzera, e dalle ban toga corrispondente alla loco rap diere de' rioni in due altre divise, presentanza. Dipoi, con toga di saia col quale accompagnamento si con nera ornata di nobiltà, venivano il dusse alla gran sala di Campido protonotario del senatore, il decano glio del palazzo senatorio, ricevuto del collegio de' notari capitolini, ed dai conservatori di Roma , e dal il capo notaro criminale, seguiti da priore de' caporioni , come rappre gli altri notari collegiali in toga con sentanti del popolo romano, che in simile, cui succedevano in abito nero unione dell'avvocato fiscale, prece i sostituti dei medesimi. Chiudeva duti da moltissimi patrizi e cava no il corteggio quattro magnificlle lieri romani, si avanzarono ad incon carrozze del senatore coi suoi pala trarlo in cima al doppio scalone frenieri a piedi con ricchissime li fuori della porta d' ingresso della vree , terminando la cavalcata una pubblica sala, e lo condussero pres sezione di dragoni. so la sedia senatoria maestosamen Tal cavalcata , a seconda della te eretta in fondo di essa, ove asceso notificazione anteriormente pubbli il senatore, e collocatisi tanto i conser cata dai conservatori di Roma, per vatori e priori de'caporioni vestiti col invitare i romani ad ornare giusta il rubbone d'oro, dal destro lato, quan costume le finestre nei luoghi per cui to i giudici e fiscale dal lato sini passava, dal Quirinale si diresse verso tostro, e popolovenne dal romano pro-scriba fatta del ad sena- alta le quattro fontane, piazza Barberini, via due Macelli, piazza di Spagna , voce la lettura del breve apostoli via Condotti, corso, piazza di Vene co della dignità senatoria conferita zia, e piazza del Gesù, proseguì di gli dal Sommo Pontefice, ed an rettamente fino al Campidoglio, ed cora dell'atto del giuramento, che allorchè il senatore della via Con doveva prestare il senatore nelle dotti entrò nel corso, il Castel s. mani dei conservatori di Roma. Angelo sparò sessanta colpi di can Terminata la lettura del breve, il none. Pervenuta la cavalcata al senatore discese dalla sedia, e prestò monte capitolino , ne fu all' istan genuflesso il solito giuramento col te annunciato l'arrivo dal festevo tatto, e bacio dei santi evangeli, per le suono delle campane del Cam l'osservanza delle leggi. Dopo di ciò, pidoglio. Smontato il senatore da ca salito di nuovo il senatore sulla vallo, prima di tutto si recò al tempio mentovata sedia, il marchese Gaspa prossimo al palazzo senatorio, sagro re Cavalletti de Rossi Belloni, co allaB.V. Maria, denominato d'Arace me primo conservatore, gli diresse li , per fere i debiti ringraziamenti un discorso analogo, cui con gradi a Dio onnipotente, e venne ricevuto mento rispose con altro il senatore, dai padri minori osservanti, che lo e terminato che l'ebbe, complimen officiano. Soddisfatta ivi dal sena tò sino alla porta i conservatori di tore la sua devozione, salì all'alta- Roma, ed il priore dei caporioni, i CA.V dell' ultimo uditore, CAV ove erano trat 3i7 quali col loro seguito si restituirono iiell' adiacente palazzo di loro resi tati di rinfresco. Giunta l'ora della denza. cavalcata, il menzionato prelato, ve Tornato il senatore nel suo ap stito di sottana e fascia paonazza, partamento, fece imbandire copiosis con rocchetto, e mantellone paonaz simi rinfreschi a quelli che avevano zo, con berretta in capo, e col cap fatto parte della cavalcata, i quali pello pontificale sopra di essa, ascen dal medesimo furono tutti ringra deva su mula pontificia bardata di ziati. Nella sera poi, e in quella se ricco finimento e gualdrappa pure guente, al palazzo senatorio vi fu paonazza, ed in mezzo a due avvo gran ricevimento, in cui il senatore cati concistoriali, con nobile seguito, ricevè le congratulazioni della no si recava dal penultimo uditore di biltà romana e straniera, del cor rota, che vestito in egual modo, e po diplomatico, e del sacro Collegio, cavalcando una mula egualmente serviti tutti di magnifici rinfreschi. del palazzo apostolico, sebbene il Alle parrocchie di Roma il novello Papa abitasse al Quirinale, o altrove, senatore fece distribuire quantità di si avviava con lui, al palazzo vaticano. pane pei poveri, e i due leoni di Preceduti da numerosa cavalcata dei basalle posti a piè della cordonata menzionati gentiluomini, non che di Campidoglio, per due giorni ver degli avvocati e curiali, ossiano i sarono vino, lo che pure seguì nel procuratori di collegio, ed i procu sottoposto foro romano, detto cam ratori rotali, coi propri famigliari a po Vaccino. Inoltre nelle medesime piedi, alcuni de' quali con bastoni sere fu vagamente illuminato il Cam dipinti in mano, fregiati dell' arma pidoglio con emblemi ed ornati re della rota, giungevano all'atrio vati lativi, e rallegrato venne dalle sin cano, dove tutti discendevano, e do fonie delle orchestre, e dai fuochi ve i due uditori deposti i cappelli artificiali. Finalmente il nuovo sena e i mantelloni, assumevano le cappe tore ai 22 giugno, in forma pub violacee , ed andavano nella sala blica, e con treno nobile si portò del tribunale, chiamato auditorio , alla visita della basilica vaticana, e incontrati dal decano, e dai prelati quindi fu ad ossequiare il Cardinal colleghi per ordine di anzianità. Do decano del sacro Collegio. V. Se po la messa dello Spirito Santo, ce natore di Roma, e Campidoglio ro lebrata dal loro cappellano, passava mano. no nella camera contigua all' udito rio, ove discioltesi le cappe si pone § V. Cavalcata degli Uditori della vano a sedere nel banco coperto di Sagra Rota Romana. strato, e assistevano alla lettura delle Dopo le ferie dell' estate si apre pontificie costituzioni riguardanti il ogni anno il tribunale della rota tribunale dèlIa rota, che faceva un nei primi di ottobre ; laonde con notaro di esso, vestito con lunga ve preventivo invito tutti i Cardinali , ste paonazza, terminata la quale, prelati di fiocchetti, ambasciatori, l' ultimo uditore pronunziava una ministri esteri, principi, e primarii breve orazione sulla retta ammini della romana nobiltà e curia, fino ad strazione della giustizia, alla pre anni addietro , mandavano i loro senza di gran parte della curia. gentiluomini a cavallo al palazzo Quindi raccolte dagli uditori le cap 3i8 CAV tarli, venendo CAVtrattati di cioccolata, pe spiegate, passando gli uditori al la camera dell' uditorio per ricevere e paste, non servendosi di gelati, se i complimenti degl'intervenuti alla non l'uditore novizio dove vi fosse, cavalcata, e chiusesi le porte, il de allorchè si reca a visitare i detti due cano recitava l' orazione Adsumus, colleghi. Altrettali visite e corteggio Domine Sancte Spiritus, attribuita fanno i segreti degli altri uditori di a s. Isidoro vescovo di Siviglia, la rota, i quali poi vanno al palaz quale nelle successive rote viene ri zo vaticano per ricevere la cavalca petuta per ordine da tutti gli udi ta. Tutti gl' invitati, cioè i Cardina tori. Terminata la preghiera, il de li, prelati di fiocchetti, corpo diplo cano distribuiva i fiori, e l' elenco matico, principi, e primaria nobiltà delle rote, che in progresso doveva romana mandano i loro gentiluomi no aver luogo. Ciò fatto, i due ul ni a complimentare i predetti due timi uditori, riassunto il mantellone, ultimi uditori, lo che s'intende effet e il cappello pontificale, dal Vatica tuato per l' intiero tribunale. Ter no, preceduti dal medesimo corteg minate tali visite, l' ultimo uditore gio, facevano ritorno alle rispettive parte dalla sua abitazione preceduto abitazioni, onorificenza singolare, dap dai pontificii dragoni a cavallo, da poichè questa era l'unica cavalcata, la due servitori colle mazze munite quale tanto nell'andata, che nel ritor delle insegne rotali., e da un pala no si faceva dopo il riaprimento del freniere con la mula bianca barda tribunale, col suono della campana ta del palazzo apostolico, avendo egli di s. Pietro, cioè di quella detta del preso luogo nella propria carrozza la rota, e colla parata delle guar di gala, vestito di mantellone e roc die della guarnigione di Castel s. chetto, col decano de' suoi servi, al Angelo, sì nell' andata che nel ri la portiera col cappello pontificale. torno, duplice distinzione che in Ro Seguono immediatamente i procu ma non può vantare verun altro ratori rotali, ciascuno nella propria tribunale. V. Domenico Bernini, Il carrozza. In tal modo si procede al Tribunale della s. Rota Romana, palazzo del penultimo uditore, il qua Roma i 7 i 7, capitolo VII, della ca le ascende la carrozza dell' ultimo, e valcata della Sagra Rota ec. piglia il primo posto, mentre nella Attualmente, non avendo più luo di lui carrozza vanno i cappellani. go la cavalcata, sebbene se ne con I servi del penultimo si uniscono servi il nome, ecco quanto si prati allora a quei dell' ultimo, anche ca, rimanendo nel resto fermo quan essi colle mazze, ed il decano del to descrivemmo. Nella mattina fis primo sostiene il cappello pontifica sata per l' apertura della Rota, i le all' altra portiera. Così la di procuratori, tanto rotali che di col lui mula bardata del palazzo apo legio, in abito nero lungo di sotta stolico si unisce all' altra, ed in tal na e ferraiuolone, e con berretta, ver modo, essendo la via tutta coperta so le ore otto antimeridiane, si re di sabbione, il corteggio giunge al cano dal penultimo uditore di rota, Vaticano, ritornando nel medesimo e quindi dall' ultimo per complimen- modo, donde era partito.
FINE DEL VOLUME DECIMO. i
1943
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