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DIZIONARIO DI ERUDIZIONE STORICO-ECCLESIASTICA

DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIAL M ENTE INTORNO

Al PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI; AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARH GRADI DELLA GERARCHIA DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI, Al niTI, ALLE CEBEMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE DI GAETANO MORONI ROMANO

PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ GREGORIO XVI.

v° VOL. X.

IN VENEZIA DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA

MDCCCXLI

J hòQO -

DIZIONARIO

DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

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§ VI. Altre nolizie sui Cardinali. VIII romano, fu il primo che pub blicò i diritti, e le preeminenze dei I. Prerogative, preeminenze, e Cardinali della santa romana Chiesa. privilegi. II. Cariche, qualifiche che Leggiamo presso l'altro annalista Ri esercitano, e Cardinali palatini. naldi, all'anno i225, la costituzione III. Titoli onorifici. IV. Precedenze di Onorio III , emanata in Rieti nel sagro Collegio. V. Insegne, di a' 2o novembre, nella quale pub stinzioni, e vesti usuali e sacre. blicò rigorose pene contro quelli, 'VI. Rendite. VII. Deposti, ed esclusi che in qualche modo offendessero, dalla pontificia elezione. VIII. Car ovvero oltraggiassero i Cardinali del dinali celebri. IX. Esequie. la Chiesa romana, dichiarandoli rei di lesa maestà, perpetuamente infa mi e banditi; ed applicati i loro privilegi. I. MT P rerogative Oltre quanto , preeminenze, in questo e beni al fisco, nel caso che ostilmente perseguitassero un Cardinale, l' im articolo superiormente si è detto prigionassero, o lo percuotessero, con sulla sublime dignità Cardinalizia, altre pene simili a' loro complici e e di tutt'altro che riguarda sì emi fautori, restando tutti soggetti alla nente grado, massime nella Chiesa scomunica, dalla quale non potes universale, di cui sono principi e sero essere assoluti, che dal solo senatori, ed oltre ciò, che si dice romano Pontefice, o da chi ne ri ne' rispettivi articoli del Dizionario cevesse da lui commissione. Bonifa su questo medesimo argomento, ac cio VIII, mentre voleva castigare i cenneremo le cose principali relative. Cardinali Jacopo e Pietro Colonna Diversi autori, e fra gli altri l'an per aver cospirato contro la Chiesa, nalista Baronio, all'anno 882, dicono per contenere tutti a venerare e che il Sommo Pontefice Giovanni rispettare la dignità Cardinalizia, 6 CAR conclave nella CAR sede vacante; ma nel i298, pubblicò una costituzione simile a quella di Onorio III , ove Innocenzo VI, appena eletto nel al capo Felicis recordationis, 5. De i 352 , cassò tutte le leggi , che i pcenis in 6, fulminò le censure ec Cardinali aveano stabilito in concla clesiastiche contro quelli, che con ve, come contrarie al pontificio di sacrilego attentato ardissero offendere ritto, locchè descrive anco l' abbate i Cardinali. A causa poi dell'atten Gusta , della condona della Chiesa tato contro il Cardinal s. Carlo cattolica nella elezione del suo capo Borromeo, il Pontefice s. Pio V, visibile, Venezia i799, a pag. i47- colla costituzione g3 , Infelicis sce Tuttavolta Innocenzo VIII , creato enli, de' i9 dicembre i 56p, rinnovò a' 29 agosto i 4^4, confermò i ca il decreto di Bonifacio VIII contro pitoli, che tutti i Cardinali aveano quelli, che ardissero macchinare insi giurato di osservare, nel caso che die alla vita de' Cardinali, estendendo uno di loro fosse eletto Papa; uso le pene medesime, imposte ai rei di precedentemente pure praticato nel lesa maestà, a quelli ancora, che conclave, in cui fu innalzato al pon in qualche maniera sapessero gli tificato Paolo II , nel i464. In autori del delitto da commettersi , o esso i sacri elettori stabilirono di già commesso, e non lo rivelassero. ciotto leggi, che riporta il Quirini, Gregorio XI, nel i 378 , come Vindiciae Pauli II, pag. 22, per riporta il Burio nella sua vita, vie la buona amministrazione del pon tò che i patriarchi , arcivescovi , e tificato. V. Natale Alessandro, Hist. vescovi potessero portare avanti la Eccles. tom. VIII, cap. I, art. 8. croce in presenza de' Cardinali, che I capitoli del conclave d' Innocenzo fossero legati, o nunzi della San VIII sono riferiti dal Burcardo, ta Sede. Leone X , con una bolla allora maestro delle cerimonie, pres de' i6 maggio i5i6, accordò ai so il Rinaldi all'anno i484, "' 29 Cardinali l'esenzione dalle decime, e 3o, e sono i seguenti. e nel concilio generale XVII che i. Che si dessero dalla camera celebrò, determinò, chela casa, fa apostolica ogni mese cento scudi miglia, tavola ed arredi de' Cardi d' oro a que' Cardinali, che non ne nali dovessero essere specchio di avessero quattromila di benefizi . modestia e di moderazione, e che 2. Che non si potesse procedere solamente i loro famigliari in attua contro di essi senza il consenso dei lità di servigio godessero l' immu tre Cardinali prescelti da ciascuno nità ecclesiastica. Per la bolla di dei tre ordini, nè si desse contro Paolo IV, de' a8 maggio i555, di loro sentenza, senonchè secondo la detta comunemente del Compatto, costituzione di Papa Silvestro I, il i Cardinali erano esenti dalla pre quale, essendo interrogato nel con venzione del Papa nella collazione cilio romano del 324 quanti testi de' benefizi , ch' essi facevano come moni fossero necessari per condan ordinari , sia ch' essi li « conferissero nare gli ecclesiastici, rispose che per soli, che unitamente ai capitoli, per condannare un prete Cardinale non la clausola, tam conjunctim, quaru vi volevano meno di quarantadue divisim , locchè veniva accordato testimoni, e per condannare un dia dipoi dagli articoli, e dalle conven cono Cardinale ve ne volevano ven zioni fatte tra i Cardinali riuniti in tidue, come riporta l'Amati. 3. Che CAR giuramento. Anzi CAR nel continuatore j fossero franchi da ogni gravezza. 4- Che toccasse ad essi il provvedere del Burcardo, nel conclave del i6o5 i benefizi delle chiese, che ognuno per l' elezione di Leone XI a pag. di loro possedeva. 5. Che niuno de 45 i, si legge, che dai Cardinali gli stessi Cardinali fosse punito con furono sottoscritte le capitolazioni , censure ecclesiastiche , se così non in aumento della dignità e autorità ordinassero i canoni. 6. Che il fu Cardinalizia. turo Pontefice fosse obbligato a da I Cardinali godono il privilegio re per soldo a' soldati contro il degli altari portatili , e possono in turco le rendite delle allumiere in conseguenza aver cappelle domesti difesa de' cristiani , e in provvedere che [Vedi), e quindi far celebrare con esse i nobili esiliati , e cacciati la messa nelle loro stesse camere in dagl' infedeli. 7. Che non potesse tempo di malattia; e nei viaggi non andare colla curia, e corte romana solo possono celebrare sull'altare por fuori d' Italia , se non col consenso tatile prima dell'aurora , e dopo il di due parti de' Cardinali. 8. Che mezzodì, ma possono dare autorità non potesse alienare i beni della di celebrar la messa ai propri cap Chiesa, intorno alla qual cosa s. Pio pellani. Pompeo Sarnelli, nelle Let V emanò poscia la celebre bolla tere Ecclesiastiche, tomo VIII lette Admonet nos, su cui debbono giu ra XXXV, afferma che i Cardinali rare i Cardinali nel ricevere il cap non solo godono l' indulto di eleg pello rosso , e nell' entrare in con gersi il confessore non approvato dal clave. 9. Che non potessero deporre l'Ordinario, ma anco pei loro fami alcun prelato per le istanze de' prin gliari. Intorno a ciò leggasi l'Andreuc- cipi, se non fosse convinto di esser ci. Prima del concilio tridentino , i colpevole d' un qualche misfatto, Cardinali potevano conferire la pri io. Che non promovesse al Cardi ma tonsura, e gli ordini minori nel nalato, se non persone ragguarde le chiese titolari, il quale indulto fu voli per virtù e dignità. Qui però revocato dal concilio, sebbene gra rammentiamo, che il sunnominato vissimi dottori sostengano non in Innocenzo VI avea stabilito non po tendersi revocato per riguardo ai tersi l'autorità pontificale per veru propri famigliari. E conferma tale na ragione restringere dai Cardina opinione il Barbosa, con una deci li in conclave, e in qualunque tem sione rotale de' 3 dicembre i58a. po della sede vacante, nè aver altro I Cardinali dell'ordine de' preti, e diritto i Cardinali, che di dare al dell' ordine de' diaconi godono giu mondo cattolico il padre e pastore, risdizione quasi episcopale nelle loro e ai dominii della Chiesa, il so chiese titolari. Al Cardinale religio vrano. Ciò non pertanto, tali capi so è permesso di essere padrino e toli si continuarono a fare, per cui compare nel battesimo, cosa vietata il citato Burcardo, ne' Conclavi dei a' monaci pei motivi, che accenna lo Pontefici Romani, a p. 1i 6, riporta stesso Barbosa, i quali però non deb i capitoli sottoscritti dai Cardinali bono considerarsi pei Cardinali, giac nel i55g nella sede vacante di Pa chè evvi l' esempio che quando san pa Paolo IV, per farli giurare e os Gregorio I era diacono Cardina le, servare al Pontefice futuro, leggen tenne al sacro fonte un figlio del dosi, a pag. 2 i b , la formula del l'imperatore Maurizio. Certo è pe 8rò, che i Cardinali CAR diaconi per am il senato apostolico CAR ha il camerlen ministrare il sacramento del batte go , ed ogni anno per turno un simo, e quello del matrimonio, per Cardinale diviene camerlengo del vestir monache, e per celebrare la sagro Collegio (Vedi). Questo Car messa in pubblico se sacerdoti, han dinal camerlengo del sagro Colle no bisogno della pontificia autoriz gio è l'amministratore delle sue ren zazione. Anzi riporta il Macri, No dite, e furono stabilite meglio le sue tizia de' vocaboli ecclesiastici j de ingerenze nel pontificato di Leone Cardinalibus , che Urbano IV a- X, giacchè più remota è la sua veva ordinato, che niun Cardina origine, leggendosi in Cardella Me le potesse usare le insegne Cardi morie storiche de' Cardinali tomo nalizie, nè intervenire alle consulte II, p. i53, che Guglielmo Curii, e congregazioni, e godere le entra Court, o Novelli, creato Cardinale te ecclesiastiche, prima di essere sa nel i338 da Benedetto XII in A- cerdote, lib. I, epist. 37. vignone , divenne camerlengo del Tutti i Cardinali hanno diritto sagro Collegio, come rilevasi dal li di assistere ai concistori, alle Cap bro delle obbligazioni dell'archivio pelle Papali, alle processioni, ed al vaticano, avendo equivocato chi lo tre sagre funzioni Pontificie e Car annoverò tra i Cardinali camerlen dinalizie. V, Cappelle Pontificie, e ghi di santa romana Chiesa. Oltre Cardinalizie. Inoltre i Cardinali in quanto dicemmo del camerlengo del Italia non solo andavano esenti dal sagro Collegio al citato suo artico le decime, ma eziandio dalle gabel lo, non riuscirà discaro, che qui si le, e da ogni carico ordinario e aggiunga, come dalle costituzioni straordinario. Nel pontificato di Cle del sagro Collegio, approvate da mente X, il Cardinal camerlengo Paolo III nel i546, e stampate in privò i Cardinali del privilegio del Roma nel i833, si ricavi, che se i l' esenzione delle gabelle, ma il Par Cardinali assenti da Roma , gl' in pa glielo restituì. Oggidì non lo go fermi, o i vecchi vogliono dispen dono più, ma invece hanno per sarsi da questo ufficio, è in loro li compenso cento scudi annui. Nel bertà, e allora viene creato in ca i565, Pio IV proibì con una co merlengo quel Cardinale, che lo se stituzione, poi confermata da Gre gue per anzianità di ordine e di gorio XIII, che i palazzi de' Cardi creazione. Quando poi il Cardinal nali servissero di asilo ai delinquen camerlengo vuole esentarsi da Ro ti e malfattori. Urbano VIII, nel ma, ovvero si ammala, può egli palazzo vaticano, istitul l' archivio surrogare un altro Cardinale a sua de' Cardinali, per loro uso in con scelta. Se il Cardinal camerlengo clave coll'autorità della bolla, Ad- muore prima che finisca l' anno , monet nos cura pastoralis affidi, deve essere surrogato in luogo di emanata nel i625, decimo octavo lui quel Cardinale, che Io segue im kal. januarii. mediatamente ; e la messa cantata Durante il conclave medesimo e per le di lui esequie, deve esser nella sede vacante , fa le veci del celebrata da quel Cardinale cui segretario di stato , il prelato se tocca secondo il turno annuale del gretario del sagro Collegio (Vedi). le cappelle , giacchè il Cardinale Oltre il segretario, ed altri ministri, successore in questo camerlengato, CAR za di palafreniere CAR pontificio, la quale 9 entra nella carica solo nel primo concistoro, mediante la consegna, sogliono cedere ad altro soggetto ido che il Papa fa' a lui della borsa. neo , ed approvato da monsignor Ma il regnante Pontefice nella mor maggiordomo per la somma di cir te del Cardinal Gamberini, che ces ca cinquecento scudi ; e vivente il sò di vivere a' 25 aprile i84i, di Pontefice , nominano alle vacanze spensò il Cardinal Giustiniani , il que' Cardinali, che non aveano eser quale veniva dopo di lui ( e che citato tal privilegio. Ma di questo è pure camerlengo di santa romana argomento si tratta all'articolo Fa Chiesa) dall' attendere il consueto miglia de' Cardinali. concistoro, autorizzandolo ad eserci Lungo sarebbe parlare di tutte tare l'uffizio. E poi da sapersi, che le prerogative, preeminenze, e pri il Cardinal camerlengo del sagro vilegi de' Cardinali , di alcuni dei Collegio, il quale in tal modo suc quali si parlerà ne' seguenti numeri, cede al defonto, non viene pregiu e si fa menzione agli articoli rela dicato nel turno, cui deve fare nel tivi. V. Plati, De Cardinaìibus , Sy- seguente anno , secondo il metodo nopsis praecipuarum praeeminentia- da noi descritto al nominato arti rum, et prìvilegiorum Sanctae Ro- colo. manae Ecclesiae Cardinalium. Fino agli ultimi tempi, i Cardi nali godevano dal palazzo apostolico II. Carielle e qualifiche, che eser la cosi detta parte di pane e vino, es citano i Cardinali; e Cardinali sendo considerati quai continui com palatini. mensali del Papa ; ma sul declinare del secolo decorso, cessarono per le vicende Le tre patriarcali basiliche di Ro dei tempi tali somministrazioni , il cui ma , di s. Giovanni , di s. Pietro , quantitativo si legge nei ruoli dello e di s. Maria Maggiore hanno per stesso palazzo. Sotto s. Pio V, i Car arcipreti altrettanti Cardinali. Inoltre dinali nominavano per cedola uno o i Cardinali occupano le seguenti cari due famigliari al novello Pontefice; che, cioè di vicario di Roma ; peniten ed eletto, nel i 566, quel Papa ne no ziere maggiore ; camerlengo di santa minarono diversi, come chirurghi, ca Chiesa, il quale è pure arcicancel- merieri, palafrenieri, scudieri, individui liere dell' università Romana ; can della scuderia, un cappellano, un aiu celliere, e vice-cancelliere di s. Chie tante di camera. Così l'ambasciatore di sa; legati apostolici delle legazioni Portogallo nominò un medico, quel di Velletri, che è sempre il Cardi lo di Spagna un cameriere e un nal decano, di Bologna, di Ferrara, palafreniere, e quello dell' imperato di Forlì, di Ravenna, e di Urbino re un cameriere, ed un sotto came e Pesaro ; prefetti delle congrega riere. In progresso all' elezione del zioni Cardinalizie, meno quelle del nuovo Papa nominarono un fami l' inquisizione, della visita apostolica, gliare, e per solito il più antico di e della concistoriale , la cui prefet livrea, a percepire la quota di cento tura suole ritenersi il Papa, ma scudi, che pagavasi dal palazzo apostor la prima ha un Cardinale, per se lieo , ed ora i primi dodici Cardinali, gretario, mentre le congregazioni del oltre l' eletto Papa, nominano il più l' esame de' vescovi, e degli affari ec antico de' loro domestici per la piaz- clesiastici straordinarii non hanno prefettoio considerandosi CAR per tale Io tario de' memoriali CAR , e il segretario stesso Pontefice. Tutti i Cardinali de'brevi Pontificii. Quest'ultimo però poi, anche assenti da Roma in ser gode tale ufficio a vita. Come prima- vigio della santa Sede ec., sono rii famigliari del Sommo Pontefice membri delle congregazioni Cardi (siccome prima tali cariche veniva nalizie, il cui numero e relative no esercitate dai prelati ) negli an notizie si riportano a quegli arti tichi ruoli del palazzo apostolico e- coli , delle quali congregazioni non rano registrati nella distinta classe ne hanno meno di quattro, asse de' camerieri segreti partecipanti, e gnata loro dal Papa, dopo che ha perciò al pari di loro avevano scu aperta la bocca a' medesimi Cardi di quarantacinque il mese, e la par nali. In progresso suole accrescerle te di pane, vino e altre cose; ma secondo i meriti , onde non vengo nella distribuzione degli emolumenti no conferite a quei Cardinali , che de'camerieri segreti partecipanti, ora non si sono recati a Roma a pren ne gode il solo segretario de' memo dere il cappello Cardinalizio, e nep riali. Quando vi sono Cardinali ni pure a que' Cardinali , a cui per poti, sono considerati fra i Cardinali tratto di specialissima onorificenza palatini. Così se il prelato uditore viene spedito il cappello nel luogo del Papa fosse elevato alla porpora, ove risiedono. e rimanesse nel palazzo apostolico Inoltre ai Cardinali spettano le colla qualità di pro-uditore, sareb cariche di visitatori apostolici di luo be considerato Cardinale palatino. I ghi pii, come ospedali, ospizi, con- Cardinali palatini hanno dal Ponte servatorii, ec., di bibliotecario di s. fice le udienze (Fedi) più frequen Chiesa, di presidente della congre ti degli altri Cardinali, stante la gazione della revisione de' conti , e qualità degli affari, che sono lo di presidente della commissione dei ro affidati . Tanto i Cardinali pa snssidii, e dell' ospizio della Madon latini , che le loro segreterie, e fa na degli angeli alle terme Diocle- miglie hanno residenza ed abitazio ziane, nonchè di presidenti del con ne nei palazzi apostolici ; e le fami siglio supremo camerale. Ad un Car glie godono di particolari propine dinale il Papa assegna pure il gran nelle ricorrenze di agosto, e Natale, priorato in Roma dell' Ordine ge e per altre circostanze. I Cardinali rosolimitano. Tutte le menzionate palatini sono invitati, e intervengo cariche vacano soltanto per rinun no in abito Cardinalizio, quando il zia , per promozione e per morte , Papa assiste nella basilica vaticana seppure non disponga altrimenti il alla messa, che si canta dal Cardi sovrano Pontefice. Talvolta i Car nal arciprete per la dedicazione del dinali esercitano cariche prelatizie la chiesa, quando in essa si espone col titolo di pro, come di tesoriere, il ss. Sagramento in forma di qua- governatore di Roma, ec. rant'ore, e quando si celebrano le I Cardinali palatini, cui suole eleg esequie de' Pontefici defunti nella gere ogni nuovo Papa, a meno che cappella del coro. Cosi intervengono non confermi alcuno di quelli del pure nel giorno, in cui il Papa dà, nel suo predecessore, sono il datario, il cortile del Quirinale, l'apostolica be segretario di stato, il segretario per nedizione all' arcicon fraternita del ss. gli aflari di stato interni , il segre- nome di Maria, ed in altre funzio- CAR » la sacrosanta CAR romana Chiesa, go- ii ni, come di consacrazione di vesco vi, ec. Di tutte le cariche, degli uffi » dano e per singolarità, e per po- zi, e delle qualifiche Cardinalizie ,< tenza e per dignità di quel col- accennate in questo numero, si par » mo, della cui gloria è ornato il la a' relativi articoli. » nostro amplissimo senato, dichia- Aggiungiamo poi, che nel ponti » riamo cioè ch'eglino sieno patrizi ficato di s. Gregorio II, eletto nel » e consoli, e vengano altresì deco- l'anno 7 i 5, essendosi già accresciu » rati con tutte le altre dignità im- ti i diaconi Cardinali regionari, dal » periali ", come riporta il Tama numero di sette, a quello di quat gna t. I. p. 2ii. Quindi s. Pier tordici, egli ne aggiunse quattro col Damiani chiamò i Cardinali Sena nome di palatini, per assistere sem tori di tutto il mondo, e senatori pre al Pontefice nella basilica di s. ancora di tutta la Chiesa, ed an Giovanni in Laterano, nell'atto che co il Muratori, Rer. haI, tom. I. celebrava ; quindi incominciò il no p. II. pag. 54o, dice, che a' tempi me dei Cardinali diaconi palatini, di Alessandro III i Cardinali veni come fra gli altri si osserva dal Vit- vano denominati senatori. Clemente torelli apiid Ciacconium in vita s. IV dichiarò presidi, e proconsoli i Higynii. Il Pagi ci fa sapere che , Cardinali legati a Intere, e il gran nel i4l°, i Cardinali diaconi erano Pio II chiamò i Cardinali Senatori giunti al numero di diciannove, e di Roma. tanti il Panvinio assicura che fos Il titolo di Dominus fu dato as sero nel i545 sotto Paolo III. Pio sai per tempo a' Cardinali, per cui IV li portò di poi al numero di il detto s. Pier Damiani scrisse Do venticinque, ma si ridussero in se mino Hildeprando, chiamandolo dile- guito a ventuno, finchè Sisto V , ctis sinie frater et domine. Il Garam- nel i585, li stabili, secondo il nu pi nel Sigillo della Garfagnana, p. mero anteriore a Gregorio II, cioè 66, dice che si dava il solo titolo a quattordici. di Domini, o Domni ai Cardinali; indi soggiunge l' istruzione data da III. Titoli onorifici. un canonista della curia Romana al tempo di Gregorio IX, del i227, Ne' paragrafi precedenti si è det riguardo ai titoli onorifici, che dare to con quali denominazioni fossero doveansi ai Cardinali, nei libelli del onorati i Cardinali di s. Chiesa. Qui le petizioni, nelle cause ecclesiasti aggiungiamo, che vennero qualifica che. Egli adunque così ne insegna ti siccome » partecipi delle chiavi le formule : Corani vobis Pater san- » pontificie, proceri del clero, basi cte, si es corani Domino Papa. Si ,» del tempio di Dio, luminari chia- es coram domino Cardinali, dices » rissimi della Chiesa, che vegliano sic: Corani vobis, venerande Pater » per le anime dei popoli, e colon- T. lituli s. Sabinae presbyler Car- » ne della Chiesa medesima ". Vuol dindlisj et sic si es coram presby- si, che l' imperatore Costantino de teris Cardinalibus. Si coram diaco- corasse col seguente diploma i Car nibus dicas sic : Corani vobis ve dinali di Roma: » Decretiamo, che nerande pater, domine Otto s. Ni » gli uomini chierici reverendissimi, colai in Carcere Tulliano diacone » i quali in diversi ordini servono Cardinalis. Diaconi Cardinale* non ia CAR quello di Caro CAR amieo. V. l'Henault habeut titulum presbyteri sic. Si corani episcopis, dices sic: Coram nell'abregé de la France. vobis venerande Pater, domine Sa- Urbano VIII, nel i63o, accrebbe biniensis, domine Ostiensis et sic, le preeminenze de'Cardinali, e diede si coram episcopis Cardinalibus , loro il titolo di eminenza, ed emi- supprimes et nomen tituli et no- nentissimo (Vedi), in vece di quello liicu Cardi nalis; et procedes sic: di signore illustrissimo , che davasi Coram vobis venerande pater , ancora a diversi principi d' Italia , parlibus a domino Papa audito avanti che loro si attribuisse il ti re concesso , praeponit Lauren- tolo di altezza ; proibendo a' Cardi tius procurator capituli rotomar- nali di ricevere altri titoli, a meno gensis , (juod ecclesia rotomagensi che fosse loro dato dalle teste coro vacante, etc. In appresso o si ag nate. Quindi il suo immediato succes giunse anche quello di reverendij sore Innocenzo X approvò il decreto e ne' libri de' conti del sagro Col della congregazione cerimoniale, che legio, da Bonifacio VIII fino a Gre prescriveva a' Cardinali, di qualun gorio XI, il quale morì nel i378, que dignità e lignaggio , di conten furono .detti reverendi patres et do tarsi del solo nome di Cardinale, mini, indi si cominciò a stabilire senza veruna aggiunta di titolo se frequentemente il reverendissimi^ pa colare : tultavolta in progresso si è ter et dominus, che si continuò nel permesso aggiungervi quello d'impe XIV e XV secolo. riale e reale, se il porporato è di tali Eletto Papa Adriano VI , a' 9 famiglie. I titoli, che comunemente i gennaio i522, benchè assente dal Cardinali si danno nello scriversi conclave , siccome dimorante nella tra di loro, sono di eminentissimo e Spagna , il sagro Collegio gli spedì reverendissimo signor mio osservan il decreto di sua esaltazione; onde dissimo, al Cardinale decano si dà nella lettera responsiva, che inviò in per distinzione il colendissimo , in Roma a' Cardinali, e che leggesi nel vece dell'osservandissimo, ed al Car tomo I del Cinelli, in data dell'ul dinal nipote del Papa regnante, se timo febbraio , si sottoscrisse con vi fosse , si darebbe dai Cardinali questa formula : Reverendissiniarum creati da lui, il trattamento di pa Doni, vestrarum amicus et confra- drone colendissimo , in vece dell'o.?- ter, etelectus Pontifex romanus. Di servandissimo , venendo chiamato il poi Sisto V decretò la pena di sco Cardinal nipote del Papa, il Cardi munica , se i Cardinali ricevessero nal padrone. Quando i Cardinali ed aprissero lettere colla direzione scrivono al Pontefice, se sono stati di semplice Cardinale, senza i titoli da lui creati, nella sottoscrizione ag d' illustrissimo , e reverendissimo , giungono: e creatura. ll Papa scriven dovendole subito lacerare. Dopo che do ai Cardinali vescovi dà loro il ti Clementemente Enrico VIII IV assolvette re di Francia,solenner tolo di venerabili fratri nostro j se poi sono dell'ordine de' preti, e de' dia nel i 5g5, dice il Bercastel, Histoire coni, dilecto jilio nostro, e scriven de l'Eglise, tom. XIX, p. 56 i, quel do loro confidenzialmente in idioma monarca diede il titolo di cugini ai italiano : Al reverendissimo signor Cardinali, che fino allora dai re di Cardinale. Parlando poi il Pontefice Francia avevano ricevuto soltanto ai Cardinali nelle allocuzioni conci- CAB. CAR storiali , si indirizza loro col titolo , i quali colla qualifica di legati ed|3 venerabiles fratres , e nelle bolle si in cappa nel solenne ingresso la ac usa la frase , de Consilio venerali- compagnarono a cavallo sino alla liimi fratrum nostrorum. Dice il porta Flaminia. Quivi il sagro Col Macri, che i Cardinali nel promul legio trovossi a complimentarla, ed in gare qualche decreto , nel principio cappa e nobile cavalcata la prece de' loro titoli, sogliono usare la for dette nel recarsi dal Papa. I Cardi mula: N. miseratione divina etc. nali legati andarono a' loro luoghi, Di tale argomento, e di tutte le re e i due primi diaconi subentrarono gole relative abbiamo le istruzioni a prenderla ih mezzo nell' accompa per la gioventù impiegata nella se gnamento. Sulle precedenze de' posti greteria, di Francesco Parisi , stam fra' Cardinali, nelle loro chiese tito pate in Roma in quattro volumi nel lari, protettorie, o arciprctali, si può i785, utilissime principalmente pei consultare l'articolo Cappelle Cardi segretari de' Cardinali, massime nel nalizie, ove dicesi dell'invito, che si tom. IlI, p. 65, Titolario per Car fa al sagro Collegio per esse, ed al dinale, disposto secondo i nomi del tre cose relative. le persone, alle quali si convengono Dividendosi il sagro Collegio in i titoli, giusta il cerimoniale dei Car tre ordini, cioè di vescovi suburbi- dinali. cari, preti e diaconi , si passa da quelli de'preti e de'diaconi a quello IV. Precedenze nel sagro Collegio. de' vescovi col metodo che diremo. I preti non possono essere vescovi All' articolo Cappelle Pontificie titolari, ed abbiamo solo, che Cle parlandosi dei posti di esse, e di mente VIII dichiarò arcivescovo ti quelli de' Cardinali, si è trattato del tolare di Filippi , il Cardinal Nino la loro precedenza sui principi ed de Cuevara; Benedetto XIV arcive ambasciatori, riportandosi vari esem scovo in partibus di Nicosia, il Car pi analoghi. Ma per rammentarne dinal deile Lanze, consacrandolo qui alcuni soltanto, diremo che Car egli stesso nella cappella Paolina lo VIII re di Francia , recatosi a del Quirinale. V. Vescovi Cardinali Roma nel if\g5 con trentamila sol consacrati dai Papi. Altrettanto, nel dati, e con mire ostili, come si paci i758, Clemente XIII fece col Car ficò con Alessandro VI , volle assi dinal duca di Yorck, che ritenendo stere al pontificale, prendendo posto la diaconia era passato all' ordine dopo il primo Cardinal vescovo; di presbiterale. Dopo la consacrazione poi Alfonso II duca di Ferrara , e lo tenne seco a mensa in uno ai due figli del duca , ed elettore di Cardinali assistenti. V. Pranzi, ove Baviera, furono fatti sedere da Inno dicesi quali erano i solenni conviti, cenzo IX, e Clemente VIII in con in cui aveano luogo i Cardinali. cistoro, e nelle cappelle, dopo l'ulti Quindi, nel i762, volendo il me mo Cardinale, mentre altri principi desimo Clemente. XIII fare vicario sovrani vennero situati in mezzo agli di Roma il Cardinal Marc' Antonio ultimi due Cardinali. Sotto Alessan Colonna, questi dall'ordine de'dia dro VII, quando la regina Cristina coni con pontificia dispensa passò a di Svezia recossi a Roma , il Papa quello de' preti , prendendo luogo deputò due Cardinali ad incontrarla, secondo l' anzianità della sua pro i4 CAR pubblico diritto CAR un:, eruditissima, ed mozione alla porpora. Indi il con sacrò arcivescovo titolare in parli- elegantissima dissertazione Iatina, che bus di Corinto, nella predetta Cap il sunnominato Cardinal Castiglioni pella Paolina del palazzo Quirinale. lasciò inedita sotto il titolo Diaconi- Fra i Cardinali diaconi , possono con, dedicata al Cardinal Braschi esservi dei preti , anzi de' vescovi diacono, nella quale evvi mirabil eziandio, senza che però in cappella mente esposto quanto riguarda i Car pontificia nulla più possano eserci dinali diaconi. tarne che le sole funzioni inerenti ll passaggio de' Cardinali da un all'ordine diaconale. Pi£ specialmente ordine all' altro chiamasi Ozionc , in Roma fanno essi funzioni presbi (Vedi) ossia ottare, la cui origine e terali in pubbliche chiese. Molti sono progresso dottamente si espone dal stati i Cardinali diaconi vescovi di Panvinio, De septem Urbis Eccles. giurisdizione, fra' quali è da ram cap. 3 ad finem: » Presso gli anti mentarsi il Cardinal Gio. Castiglioni chi pertanto, egli dice, per più vescovo d' Osimo e Cingoli , che di mille duecent' anni non inter continuò sino alla morte, accaduta rotti si mantenne nella Romana nel i8i5, ad appartenere all'ordine Chiesa il costume, che nè i dia de' diaconi. A questo era stato in coni le diaconie una volta rice nalzato a' i7 gennaio i8o3, da Pio vute, uè i preti i titoli , nè i VII, che allora lo pubblicò Cardinale, vescovi Cardinali i propri vescova e gli conferì la diaconia di s. Maria ti mutassero; dal che nasceva che in Domnica. Lo stesso era avvenuto i diaconi, i preti e i vescovi Cardi di un insigne suo antecessore in nali, maggiormente accudivano, a- quel vescovato, cioè del Cardinal dornavano, rifabbricavano, amplia Lanfredini, ch'era diacono di santa vano le proprie diaconie, e i propri Maria iu Portico. Inoltre abbiamo vescovati, sapendo di doverli ritene che Innocenzo X, nel i654, fece re finchè vivessero. Al presente i Cardinale Carlo Gualtieri, e gli die Cardinali per la legge dell' ozione de per diaconia la chiesa di s. Pan possono ottare a molti titoli e crazio, che apparteneva- all' ordine diaconie; locchè ebbe principio a' de' preti, essendo che erano tutte tempi di Alessandro V nel con occupate le diaconie; e sebbene di cilio pisano del i4io, nel quale tal ordine, lo dichiarò arcivescovo avendo prodotto lo scisma, che i di Fermo. Avvenne poi che trovan titoli Cardinalizi avessero almeno dosi tal Porporato in Roma nel due Cardinali, uno dell' ubbidien pontificato di Clemente IX nel dì za d'Avignone, l'altro della Ro del s. Maiale, nè potendo il Ponte mana ; terminato lo scisma, e fat fice celebrare la messa pontificale, to di tanti Cardinali un solo col ma soltanto assistervi, meno i Car legio , creato il nuovo Pontefice , dinali diaconi, che doveansi in essa fu d' uopo allora, che tali muta comunicare, avendo lutti gli altri zioni si facessero, per le quali un Cardinali celebrato, il Papa, per non di que' due, che nello scisma ave alterare il rito, dichiarò il Gualtieri vano il vescovato di Frascati, lo prete di s. Eusebio, e gli fece can dimettesse all'altro, ed ottasse a tare la messa. Ed a questo propo quello di Sabina allora vacante. sito è a desiderarsi, che si renda di Lo stesso accadde ne' titoli e nel CAR nosce, che alcuni CAR Cardinali decani iS » le diaconie: locchè sebbene allora » accadesse per necessità, passò poi nonto, come vollero da passare ultimo feceroa tal vescova-. i Cardi » frequentissimamente in esempio; » e perciò vediamo accadere , che nali Francesco Pignatelli , e Gio. » lo stesso Cardinale fatto diacono Francesco Albani. Nè ancora altri » ha ottato a tre e quattro diaco- vollero divenire decani , come fece » nie ; divenuto prete otta ad al- nel i763 il Cardinal Paolucci, per » frettanti titoli , e finalmente a cui Clemente XIII permise, che pas » tutti i vescovati. Aggiungiamo , sasse il Cardinal Cavalchini. Ma per » che tanto il vescovo, che il pre- le relative notizie sul decanato del » te e il diacono, sogliono talora sagro Collegio, V. il Riganti, Coni » ritenere titoli e diaconie in com- mene, ad Reg. Can. t. I, ad Reg. » menda ". Tale esempio della ozio- 8, § 1. ne fu con parsimonia seguito sino Anticamente dopo il Papa , pre a Sisto IV, il quale assegnò diaco conizzavano in concistoro diversi nie a' preti, e titoli a' diaconi , fin vescovati i Cardinali , massime i che Sisto V colla bolla Postquam, Cardinali protettori ; anzi Urbano e Clemente XII colla costituzione VIII concesse al Cardinal seniore Pastorale qfficium, con leggi oppor- dell' ordine de' preti di fare il pro tunissime determinarono le regole cesso delle chiese suburbicarie , e della ozione, leggendosi nel Cardinal proporle nel concistoro segreto, ma Paleotti , De sacri concisiorii con- poi diede tal privilegio al Cardinal sult. in concI, over, membr. 5 in vicario di Roma, che l'esercitò sino princip., che ne' tre ordini de' Car a Pio VI ; come sino a quel Papa dinali la gerarchia terrena corrispon il Cardinal camerlengo del sagro de alla celeste ripartita in serafini, Collegio propose l'ultima chiesa va cherubini e troni, con altre simbo cante : argomento, che si tratterà al liche spiegazioni, delle quali egual l' articolo Concistori, ed altrove. mente tratta il Piazza nella Gerar chia Cardinalizia. V. Insegne, distinzioni, e vesti usuali Ma dicendosi all'articolo Ozione, e sagre. quando i Cardinali diaconi possano ottare al vescovato suburbicario (es Sono insegne del Cardinalato l'uso sendo però prima entrati nell'ordi della campanella [Vedi) ai loro pa ne de' preti, ciocchè, secondo la co lazzi, e la mazza di argento (Vedi), stituzione di Clemente VIII , non sebbene esse non sieno più in uso. possono eseguire prima di dieci an La prima suonavasi al ritorno del ni di Cardinalato ) , ci limiteremo concistoro in cui aveano ricevuto il ad accennare , aver Clemente XII cappello rosso, nell' uscire di palazzo decretato , che il più anziano dei col treno nobile, e nel ricevere vi Cardinali vescovi suburbicari resi site formali, ec. La seconda si fa denti in curia, o che ne sia assen ceva portare innanzi da un aiutan te per pubblica, o necessaria cagio te di camera , qual segno di auto ne, deve occupare il posto di deca rità e giurisdizione, allorchè si reca no del sagro Collegio, ed essere ve vano alle cappelle, ai concistori e in scovo d' Ostia e Velletri. Tuttavia altri luoghi e funzioni , secondo il non mancano esempi, per cui si co- decretato di Paolo II. Solevano i Car i6 CAR » proprio sangue, CAR " a cui appunto dinali anticamente recarsi ai detti siti in cavalcata, per cui racconta allude il colore rosso della porpora, Marc' Antonio Valena , che quando e delle altre insegne, e indumenti i Cardinali andavano pontificalmen Cardinalizi. V. Cappa de' Cardinali, te vestiti in cavalcata, godevano l'au nonchè gli articoli Croccia, veste che torità di poter all' incontrarsi con usano in conclave, Porpora Cardi alcuno, che subisse la condanna del nalizia, e Calze de' Cardinali. l' estremo supplizio , liberarlo dalla Il Cappello rosso è parere di al morte. Ma perchè ciò non passasse cuni, che fosse stato usato dai Car in abuso , nella mattma in cui ese- dinali legati prima che Innocenzo guivasi qualche sentenza capitale, i IV, nel i245, lo stabilisse ai Car Cardinali si astennero in seguito di dinali, insieme alla porpora. Quel andar per la strada ove dovea pas Papa lo decretò di colore rosso per sare il condannato, e pel luogo, ove rammentare al sagro Collegio, che dovea subire la pena di morte. Pio fosse sempre pronto a spargere il IV, nel i564, esortò gravemente i sangue per la fede, per la sede Cardinali a non adottare l'uso delle apostolica, e per la pace del cristia carrozze allora introdotto, ed Inno nesimo. V. Agostino Patrizi, Ccereni. cenzo XI, nel i676, con patetico lib. I, sect. 8, cap. 4- Quindi questo discorso in concistoro segreto invitò cappello servi per decorare lo stem il sagro Collegio a non adoperare ma gentilizio, e i sigilli; ma Inno carrozze superbe ed eleganti, nè ve cenzo X vietò, che fosse sovrasta stire i domestici loro con livree fa to da alcuna corona reale, o du- stose. V. Carrozze e Cavalli. eale. Riporta il Macri che l' arci Anche il concilio generale XVII, vescovo di Salisburgo, usava porre nella sessione XII, disse convenire ai sulle di lui arme il cappello rosso, Cardinali la porpora che vestono. Mol intitolandosi Cardinalis natii*. V. ti poi sono gli scrittori, i quali col ven. Sigilli. Bellarmino, cap. 8 dell' Apologia, di L' anello, che il Papa dà a' Car chiarano che la porpora si deve alla dinali, ha per gemma un zaffiro, che loro dignità reputata eguale alla regia. denota il sommo sacerdozio, ed an La porpora vuolsi anticamente usata che il regno, giacchè i Cardinali dai Cardinali apocrisari, o sieno nunzi fanno parte del Pontefice, e come apostolici. Certo è che nel pontificato dicemmo , regibus aequiparantur j di Gregorio IX i Cardinali si videro di onde nel conferirlo il Pontefice, in essa vestiti, finchè stabilmente decre- uno ai titoli, e alle diaconie, dice tolla Bonifacio VIII, e meglio ancora il Lunadoro, che intende congiun Paolo II. Ma di questa, e delle altre gerli e sposarli colla chiesa , che insegne del Cardinalato, ecco come si loro assegna. espressero i padri di Basilea, finchè La berretta, e il berrettino rosso fu ecumenico fu il concilio loro: » Ri- rono da Paolo II accordati a' Cardi » flettano i Cardinali nel ricevere nali per distinguerli dai prelati nei » le insegne della propria dignità, luoghi ove non potevano usare il » al loro significato, il quale si è cappello rosso; ma i Cardinali reli » che pel bene della Chiesa univer- giosi continuarono a portare il cap » sale, quando sia necessario, non puccio, ovvero la berretta del colore » debbono temere di spargere il dell'abito del proprio Ordine, finché CAR cappelle, e funzioni CAR pontificie, i7in Gregorio XIV concesse anche ad essi tanlo la berretta , che il berret cui usano mitre di damasco bianco, tino rosso. Paolo II die' pure a' Car siccome dispose Paolo II. Il Garam- dinali le gualdrappe rosse da usarsi pi , nel suo Sigillo della Garfagna- nelle cavalcate, e dispose che nelle na, pag. 73, dice che l'uso della cappelle, nei concistori, ed in altri luo mitra ne' Cardinali incominciò nel ghi, sedessero su banchi più alti di secolo XI, nei pontificati dei santi quelli di qualunque prelato. L'om Leone IX, e Gregorio VII, e che brellino {Vedi), ed il baldacchino fu comune pure a' Cardinali diaconi, [Fedi), sono pure distintivi de'Car- riportandone testimonianze del i i92, dinali. in cui governava la Chiesa Celestino benedetto XIV decretò, che i III. Aggiunge poi il Macri, che sotto Cardinali ascritti a qualche Ordine Eugenio IV le mitre Cardinalizie era equestre, come il gerosolimitano, no di bambacina bianca. Oltre le potessero portare la croce di pezza mitre di damasco, i Cardinali ado bianca sulla mozzetta rossa, consi perano anco le mitre giojellate, e i derandosi come parte di abito d'una vescovi suburbicari per formale han religione professa. V. Vesti Cardi- no tre pigne dorate , coperte di nauzie. Anche il Sarnelli è di opi perle; ma cantando messa, e facen nione, che i Cardinali incomincias do altre solenni funzioni, i Cardinali sero da Bonifacio VIII a vestire hanno l'uso de'sacri paramenti pon di rosso e di paonazzo, al quale tificali. Possono in morte lasciare poi si aggiunse il rosaceo nelle do i Cardinali, i paramenti e i sacri meniche Gaudete e Lcetare . In arredi, mediante indulto pontificio, quanto alla forma, che in tutti a chiese pubbliche ed ai propri ti dev'essere eguale, dice che sia inco toli , secondo le prescrizioni del con minciata nel pontificato di Bonifacio cilio generale XVlI, e di s. Pio V, IX, mentre in avanti procedevano altrimenti appartengono alla cappella in abito ecclesiastico molto somi pontificia , secondo le disposizioni gliante al monastico. Alessandro VII di Clemente VII, di Giulio III, di vietò a' Cardinali l' uso del corruc Clemente VIII, di Urbano VIII, e cio nella loro persona, col quale di Benedetto XIV. V. le bolle di; solevano palesare il dolore per la questi due ultimi Pontefici, Equum perdita de' congiunti. In che esso est, de' i9 luglio i642, Bull. rom. consistesse, lo si dirà al citato arti tom. XI, par. II, pag. 836, e l'altra, colo Vesti Cardinalizie. Intorno a Inter arduas, de' 22 aprile i749, ciò è a vedersi il Sandini nella vita Bull. tom. XVIII, pag. 26. di quel Papa. Alcuni Cardinali del secolo passato, parenti o nipoti di VI. Rendite de' Cardinali. alcun Pontefice, per la morte di lui suggellarono le loro lettere con Sino dal nascere della Chiesa tut cera di Spagna di color nero. ti i ministri di lei furono mantenuti Gli abiti sagri de' Cardinali con dal tesoro e rendite di essa, finchè sistono nel piviale , pianeta e dal poi ebbero origine i benefici eccle matiche, secondo l'ordine episcopale, siastici (Vedi), co' quali si provvide presbiterale, e diaconale cui appar alla sussistenza degli ecclesiastici. Na tengono. Con essi intervengono alle turalmente ne fruirono ancora i Car VOI. X. ,8 CAR più ne tratta la CAR costituzione da Paolo llmali. Considerando Nicolò IV, elet to nel i288, di quanto aiuto fossero i IV emanata a' i 2 giugno i 556, che Cardinali al sovrano Pontefice, e, co si legge nel tomo IV, p. 33o del me dic'egli, » quanto operosa sedulita- Bollario romano, e la costituzione, ,• te cum ipso laborarent,et tam ipsius In regimine, pubblicata da Benedet » ecclesiae, quam totius orbis incum- to XIV, a' 3 febbraio i74-5, e ri » bentia onera indefessis cum eo portata nel Bollario magno t. XVI, » sellici tudi nibus partirentur ", dispo p. 278, ed il Plato, De munere Car se che di tutte le rendite della sede dinalium ratione ordinis, hac occa apostolica due porzioni se ne faces sione dividitur solimi inter Cardina- sero, una cioè per la camera papale, les praesentes , pag. 76. Pertanto i e l'altra si ripartisse egualmente fra Cardinali assenti dalla curia non pos tutti i Cardinali; e che la elezione, sono godere degli emolumenti del o rimozione di tutti gli uffiziali, mi rotolo, e tutto al più, come leggia nistri ed esattori delle rendite sud mo anche nel Lunadoro, De Car dette, non si facesse che De consi dinali, tom. II, p. 27 , ne parteci lio Cardinalium. Benedetto XII, nel peranno que' Cardinali, che per qual i334, soccorse ai bisogni de' Cardi che legittima causa fossero andati a nali con centomila zecchini d' oro ; Roma, e vi avessero dimorato alcun e i successori conferirono loro pin tempo. gui Iwneficii per sostenere con isplen- dore la loro dignità. Queste rendi VII. Cardinali deposti, ed esclusi te dai Cardinali si impiegarono in dalla Pontificia elezione. gran parte nella erezione di sontuose chiese, nella riparazione delle caden Lungo sarebbe il dire de' Cardi ti, in pie istituzioni, ed in largizioni nali, che ne' tempi lagrimevoli della co' poveri, come si rileverà alle rispet Chiesa seguendo le parti degli anti tive biografie ed altrove. Rimonta papi, furono da essi fatti anticardi a Paolo II, siccome d'animo gran nali, e perciò scomunicati, e deposti de, il cosi detto Piatto Cardinali dai legittimi Pontefici. Intorno a ciò zio [Fedi), rendita di che annual si parla agli articoli Scismi , Anti mente godono i Cardinali, oltre gli papi, e Anticardinali, e nelle singole emolumenti , provvisioni ed abitazio biografie. V. Coronelli de' Cardina ni annesse alle cariche primarie del li, e della Serie dei Pseudo-Car sagro Collegio. Gregorio X però, col dinali, o Anlicardinali. Ci limiteremo le leggi formate pel conclave e sede pertanto a rammentare, che Odetto di vacante, vietò a' Cardinali di nulla Coligny, creato Cardinale ad istanza di prendere in quel tempo dalla came Francesco I, nel i533, da Clemente ra apostolica e dalle sue rendite, il VII, abbracciò gli errori di Calvino che confermarono altri Pontefici. V. per compiacere ai suoi fratelli; motivo Conclave , e conclavisti ve' Cardi per cui da Pio IV , nel concistoro nali. Pel rotolo, o distribuzioni, che de'3i marzo i 563, fu deposto dal fa il Cardinal camerlengo del sagro la sua dignità, e degradato formal Collegio al collegio medesimo, a ca mente, venendo in seguito esiliato gione dell' assistenza nelle cappelle , dalla Francia. Pio VI, nel i788, pel congregazioni, concistori, si è già det le premure di Luigi XVI, non sen to abbastanza a quel!' articolo : di za ripugnanza, creò Cardinale Ste- CAR gere il sommo CAR Pontefice. Di fatti i9 i fano Carlo de Lomeniè de Brienne, arcivescovo di Sens. Costui in se Cardinali Jacopo e Pietro Colonna, guito fece il civico giuramento alla zio , e nipote scomunicati , degra famosa costituzione del clero di Fran dati e deposti dal Cardinalato da cia, e, ad onta delle paterne ammoni- Bonifacio VIII, non poterono inter iioni dello stesso Pio VI, prese par venire ai conclavi in cui, nel i3o3, te nello scisma, il quale desolò quel fu eletto Benedetto XI, e nel i3o5, regno nel fine del secolo decorso, in cui fu creato Clemente V. Questi perlochè il medesimo Pontefice, nel però li assolvette, e li restituì alla concistoro de' 26 settembre i79i, lo dignità Cardinalizia. dichiarò decaduto, spergiuro e pri Cospirarono contro Giulio II i vato della dignità Cardinalizia. V . Cardinali Bernardino Carvaial, Gu l' Allocuzione concistoriale del men glielmo Brissonnet, Francesco Borgia, tovato concistoro. Rinaldo di Priè, e Federico di San- Nel formare Gregorio X le men severino, con altri riferiti dallo Spon- zionate leggi pel conclave, nell' arti dano all'anno i5i i, affine di depor colo VII! prescrisse, che non si lo dal pontificato, per la guerra, che poteva negare l' ingresso ai Cardi erasi accesa con Lodovico XII re nali soggetti alla censura e scomu di Francia, per cui convocarono a nicati. Ed è perciò , che appena Pisa un conciliabolo. A reprimere co muore il Papa , il sagro Collegio tanta audacia, ad esempio di Euge spedisce corrieri straordinari per tut nio IV, che celebrò il concilio di te le parti a' colleghi assenti , per Firenze contro il conciliabolo di Ba partecipar loro la morte del sovrano silea, il gran Giulio II intimò il Pontefice, ed invitarli, ancorchè af concilio di Laterano V. Ma mentre fetti colle censure, a recarsi solleci questo proseguiva nelle sessioni , il tamente al conclave, e concorrere Papa si ammalò gravemente, e vi alla elezione del nuovo Papa. La cino a morire, chiamò a sè il sagro disposizione di Gregorio X, che i Collegio, e gli disse, che ad esso Cardinali affetti colla scomunica, o spettava la elezione del successore , qualunque altra censura, non sieno non a' padri del concilio generale, esclusi dalla voce sì attiva che pas ch'eglino potevano accordare il di siva nel conclave, fu poi confermata ritto del suffragio a' Cardinali as anche dai Pontefici Clemente V colla senti, ma non agli scismatici, desi costituzione, Ne Romani, De Elect. gnando così i capi del concilio pi lib. I, tit. 3, 4, Ccelerum-j da Pio sano : » Come Giuliano della Rovere IV, mediante la costituzione, In (ch' era il nome battesimale), dis eligendi.?, Bull. Rom. tom. IV par. se egli, " io perdono ad essi colla II, pag. i45, non che dalla costi » sincerità del mio cuore; ma co- tuzione di Urbano VIII, Ad Ro » me Giulio II, capo della Chiesa, mani, Bull. tom. V, par. V, pag. » io debbo vendicare i suoi diritti, 3p7, e da Gregorio XV, in virtù » e li escludo dalla elezione ". Nel della costituzione Acterni Patris, i5i3 gli successe Leone X, il qua Bull. tom. V, par. IV, pag. 4°o. le continuò la celebrazione del con Tuttavolta dai seguenti esempi si cilio; indi fatti arrestare in Livorno rileverà, che talora i Cardinali fu Carvajal, e Sanseverino, li fece con rono esclusi dal concorrere ad cleg- durre segretamente a Roma, ed essi si 2o CAR «ori, nonchè di CAR concorrere alla fu prostrarono pentiti a' piedi del Papa, il quale, malgrado l' opposizione di va tura elezione- come riporta il Ri ri principi, li restituì all' antico gra naldi all'anno i5 i 7, num. 96. Gli do, colla penitenza di digiunare u altri due ottennero similmente per na volta il mese finchè vivessero. dono colla pena di sborsare ognuno Spogliatisi allora dell' abito paonaz dodicimila fiorini. Di tutto ciò scri zo con cui si presentarono al con ve minutamente il Ciacconio nella cistoro come semplici preti, il mae storia del pontificato di Leone X, stro di cerimonie li rivestì della nella sua opera Gesta Rom. Ponti- porpora. Quanto agli altri tre no Jicum. minati Cardinali fautori del conci Eletto in successore di Leone X liabolo, Borgia era morto, ed il Priè il Papa Adriano VI, il detto Car e Brissonnet furono compresi nella dinal Soderini, mentre ne godeva riconciliazione tra la santa Sede, e tutto il favore, occultamente avvisava il re di Francia. con lettere Francesco I contro Car Non andò guari, che per vicen lo V e contro il medesimo Ponte de politiche e personali, nel i 5i 7, fice, ma venendo intercettate le let fu tramata una congiura contro la tere, fu convinto di fellonia, e con sacra persona dello stesso Leone X, dannato al carcere di Castel s. An alla testa della quale era il Cardi gelo. Morto però Adriano VI a' i4 nal Alfonso Petrucci ; ma volendo settembre \5iZ, neh" ultimo giorno Dio farla scoprire, con legale pro delle novendiali esequie , il sagro cesso, il Petrucci a' 6 luglio fu segre Collegio lo liberò perchè si recasse tamente decapitato in Castel s. An in conclave , in cui, sebbene ripu gelo, ed i suoi complici principali gnante, diede il voto per l'elezione subirono la pena di morte. Come di Clemente VII, il quale genero consapevoli della congiura, restarono samente gli perdonò, lo liberò dal accusati e prigioneri quattro Car carcere, e lo ammise alla sua grazia. dinali, cioè Riario, decano del sagro Nel conclave del i 72i, in cui fu Collegio, Saoli, Volaterrano fratello eletto Innocenzo XIII, a tenore del di Soderini principe di Firenze, e le costituzioni pontificie, furono in Adriano di s. Grisogono. Il primo vitati al conclave i Cardinali de domandò perdono per non averne Noailles (Vedi) ed Alberoni (Fedi), dato avviso, e l'ottenne dopo esse affetti colle censure; ma il primo si re stato spogliato di tutti i benefizi scusò di andarvi per la sua avanza e della porpora, e dopo aver paga ta età e cagionevole salute , ed il ta la multa di centomila scudi ; il secondo vi si recò, benchè sfigurato secondo, egualmente complice, per da' suoi travagli, e dai nascondigli non aver manifestato la congiura , ove si tratteneva. Dipoi, per morte ebbe la sentenza di privazione del di Benedetto XIII, Clemente XII la porpora, e di perpetua prigio e Benedetto XIV, il sagro Collegio nia, pena che poi fu commutata nel chiamò il famoso Cardinal Coscia pagamento d'una cospicua somma ad assistere ai comizi per l' ele di danaro, onde venne reintegrato zione de' tre Papi, siccome effettiva di tutti i benefizi, restando però mente eseguì, mediante il salvacon privo di voce attiva e passiva , ad dotto dello stesso sagro Collegio. arbitrio di Leone X e suoi succes- Però Clemente XII, ad esempio di CAR CAR 2i Leone X, che avea privato il Car tlì di Pio VI, tomo I, pag. 224. dinal Snoli della voce attiva e pas V. Consti tutiones Aposl. et decreta siva anche nell' elezione del Romano (fuae jurantur , ac formula jura- Pontefice, ne lo privò, dopo forma menti praestari solita a S. R. E. le processo compilato da una con Cardinalibus, Romae, i755. gregazione di sei Cardinali, e fu pure sospeso dalle funzioni arcivescovili VIII. Cardinali celebri. colla multa di duecento mila scudi a favore della camera apostolica , Il numero di questi è pressochè per aver abusato nel potere sotto impossibile ad essere descritto: però Benedetto XIII, che lo avea ammes dalle individuali biografie se ne am so all'intima sua confidenza. Tut- mireranno le luminose gesta e le tavolta venne in seguito assoluto splendide virtù, esercitate da moltis dalle censure, e liberato dal carce simi Cardinali, che o si 'distinsero re di Castel s. Angelo, a cui era per santità e meritarono l' onore stato condannato per dieci anni. La degli altari; o furono sollevati al sentenza di lui si legge presso il Pontificato ed in esso destarono ve Lunig, tom. IV pag. 585, e com nerazione a tutto il mondo per .ma pendiata presso il Guerra, Epitome gnanime imprese ; o ricusarono ac del Bull. tom. I, p. 394. cettare sì sublime dignità, come di Finalmente, avendo il parlamen cesi all' articolo Rinunzie al Ponti to di Parigi giudicato il Cardi ficato ; o divennero rinomati per nal de Rohan per la sua incol profonda scienza , e pel disbrigo di pazione, essendo stato quel tribu- alti e gravissimi affari diplomatici , liiile incompetente al suo grado, ed civili ed ecclesiastici. E la presente avendo perciò violati il Cardinale i età nostra può ben vantare porpo giuramenti fatti nel ricevere la di rati, che risplendono per probità di gnità Cardinalizia, non potè più costumi, senno, dottrina ed espe aspirare alle prerogative ed onori rienza, essendone il principale or di tal qualifica. Quindi da Pio VI, namento il Cardinal Bartolomeo Pac uel concistoro segreto de' i3 feb ca, decano del sagro Collegio , che braio i786, con un decreto fu so conta otto lustri di Cardinalato, e il speso, e privato della voce attiva p. Carlo Odescalchi gesuita , che e passiva, e degli onori e diritti da ultimo rinunziò la porpora. Nel della porpora, da durare sinchè en l'articolo, che tratta della Porpora tro sei mesi non si fosse presentato si dice di quella rinunziato , e si alla santa Sede, e purgato della ele vedranno que' Cardinali che per n zione, che avea fatta del menzionato mi Irà deposero la porpora. Volen tribunale laicale ed incompetente. do tuli. nulla indicare i principali , Ma dipoi essendo dal Cardinal de che fiorirono nelle decorse epoche, Rohan, per mezzo di monsignor Al incominciando solo dal XIII secolo, bani , state rappresentate le sue oltre quelli che furono collocati sulla ragioni in concistoro, venne assolu veneranda cattedra di s. Pietro , e to e rimesso al godimento di tutte quelli di regio sangue, meritano spe le prerogative e preeminenze del Car cial menzione i seguenti. dinalato. Il menzionato decreto pon Pietro Capocci, romano, fatto tificio si riporta dal Tavanli, Fa- nel i244 Cardinale da Innocenzo 22 CAR Giovanni Vitello CAR ViteUeschì , di IV, ricuperò alla Chiesa romana parecchi domimi, esercitò varie le Fuligno, nato in Corneto, creato nel gazioni con sommo decoro, e in Ro i437 Cardinale da Eugenio IV, fu ma edificò le chiese di s. Antonio ricuperatore de' dominii della sede abbate, e di s. Maria in Via. apostolica , onde il senato romano Matteo Rosso Orsini, romano, gli eresse una statua , col titolo di elevato al Cardinalato nel i262 da terzo padre della patria, dopo Ro Urbano IV, meritò l' intima amici molo ed Augusto. zia di s. Francesco d' Assisi , inter Bessarione di Trebìsonda, fatto venne a tredici conclavi, coronò co nel i439 Cardinale da Eugenio IV, me primo diacono cinque Pontefici, era profondo letterato, mecenate dei e, sebbene invano, si oppose al tras dotti, e glorioso per le sue qualità. ferimento della sede Pontificia in Guglielmo di Eslouteville, france Francia. se, annoverato al sagro Collegio da Latino Frangipane Orsini, roma Eugenio IV, nel i 4^9, fu restaura no, dell' Ordine de' predicatori, fat tore delle lettere e scienze in Fran to Cardinale nel i278 dallo zio cia, e fondatore della chiesa e del Nicolò III , fu di tale riputazione , convento di s. Agostino in Roma. che quattro Papi nulla risolvettero Ludovico Scarampi Mezzarota di senza il suo oracolo, e per sua morte Padova, fatto Cardinale nel i44° s. Celestino V pose in esecuzione da Eugenio IV, ed assai rinomato la rinunzia, che meditava del Pon per le vittorie strepitose, che ripor tificato. tò sui nemici della Chiesa romana. Bertrando di Eux, francese, in Nicolò di Cusa, di Treveri , nel signito della dignità Cardinalizia, nel i448, da Nicolò V venne fatto Car i 338, da Benedetto XII, esercitò le dinale, e fu gran difensore e lega primarie cariche e legazioni , oltre to della santa Sede, attribuendosi il vicariato apostolico di Roma e alla sua rara dottrina il rinnova dello stato ecclesiastico. mento dell'ipotesi del moto della Egidio Albornoz CardIo , spa- terra intorno al sole, messa in ob- gnuolo, elevato al Cardinalato da blio dopo Pitagora, e poi riprodot Clemente VI, nel i35o, fu cogno ta da Copernico e Galileo. minato dai Papi Padre della Chie Latino Orsini, romano, fatto Car sa, e vindice della libertà ecclesia dinale nel i 448 da Nicolò V , fu stica, avendo ricuperato alla santa arbitro degli affari sotto Sisto IV , Sede molti dei suoi dominii. il quale con tutti i Cardinali essen Giuliano Cesarmi, romano, elet do infermo l' andò a trovare, e ce to Cardinale nel i426 da Martino lebrò un concistoro nella sua ca V, celebre per le legazioni sostenute mera. In Roma edificò egli il mo- con vantaggio della Chiesa Romana, nistero, e la chiesa di s. Salvatore e modello di scienza e virtù. in Lauro. Domenico Capranica , romano , Pietro di Aubusson , francese , creato nel i42 3 segretamente Car XXXIX gran maestro di Rodi , dinale da Martino V, sostenne do nel i489 fu sollevato alla porpora dici legazioni, fu dotato di rari pre da Innocenzo VIII, colla qualifica di gi, e fondò il primo collegio in Roma, legato dell' Asia; fu chiamato il Sal dal suo nome chiamato Capranica. vatore di Rodi. CAR Normandia , abiurato CAR il protestan a3 Francesco Ximenes de Cisneros, spalniolo , elevato al Cardinalato tismo, si meritò per l' alto suo in nel i5o7 da Giulio II, primo mi gegno, il titolo di s. Agostino della nistro della monarchia spagnuola, Francia,pora da Clemente e nel i6o4 VIII. ebbe la por-* eccellente politico, di santa vita e riputazione. Armando Gio. du Plessis de Ri- Innocenzo Cibo , genovese , nel chelieu, primo ministro di Francia, i5i3, da Leone X fu fatto Cardi uno de' più grandi ingegni della Fran nale, e riuscì assai benemerito della cia, e de' più abili ministri diplo Chiesa romana e dell'Italia, per a- matici, che sieno stati al mondo, ri ver impedito, che Clemente VII pas cevette la porpora da Gregorio XV sasse in Avignone. Assai fu ancora nel i622. benemerito co' letterati pei tesori , Giulio Mazzarini, dell'Abruzzo, cui profuse in loro favore , e fu si degno successore del Richelieu nel moderato, che ricusò il principato di ministero di Francia, sommo in po Firenze. litica e nel trattare i più rilevanti Nicolò Ridolfi , fiorentino, nel affari, nel i64i, fu ascritto da Ur i5i7, fu premiato da Leone X col bano VIII al sagro Collegio. Cardinalato , alloggiò in sua casa Francesco Sforza Pallavicino, ro Clemente VII, Paolo III e due volte mano , della compagnia di Gesù , Carlo V, ed era chiamato lo splen autore della Storia del concilio di dore del suo secolo. Trento, fatto Cardinale nel i 657 , Antonio Perronel de Granvela, ad onta della sua ripugnanza , da francese , ornato colla porpora da Alessandro VII. Pio IV nel i56i, era vicere di Na Gio. Bona, cisterciense di Mon- poli e di Spagna, e fu pieno di dovi , renitente accettò per ubbi gloria, gran diplomatico e colto nel dienza, nel i669, il Cardinalato da le lingue. Egli ad un tempo detta Clemente IX, encomiato per singo va a cinque segretari. la!' scienza liturgica, e santità di vita. Francesco Toledo, gesuita spa Gio. Battista de Luca, napolita gnnolo , maestro del celebre dome no, di grande riputazione, d'illibati nicano Soto, fu creato Cardinale nel costumi , e di eminente dottrina , i5g3 da Clemente VIII. Era pro specialmente legale, fu fregiato del fondo letterato , e fu benemerito la porpora da Innocenzo XI nel della conversione di Enrico IV. i68i. Cesare Baronio di Sora, della Melchiorre de Polignac, francese, congregazione dell' Oratorio , autore . creato Cardinale nel i7i2 da Cle dell' immortal' opera : Annali eccle mente XI, di straordinario talento, siastici, onde fu chiamato il padre e peritissimo nell'arte di trattare gli iella storia ecclesiastica. affari. Ven. Roberto Bellarmino, gesuita Vincenzo Petra, napolitano, ele di Montepulciano, il cui nome è un vato al Cardinalato nel i724 da elogio. Clemente VIII nel «599 in Benedetto XIII. Egli per la sua pietà, crearlo Cardinale, disse: hunc eli- sapere ed opere, meritò, che in con %imus, quia paretu non habet in clave il sagro Collegio l'eleggesse pe ecclesia quo ad doclrinam. nitenziere maggiore, confermandolo Giacomo Dary du Perron , di Clemente XII. a4 CAR ii25; 3.° b. Baldovino CAR nel ri3o; Angelo Maria Querini, venezia no , fatto Cardinale nel i726 da 4-° b. Stefauo nel i i 4o ; 5.° b. Benedetto XIII, la cui dottrina, e- Ugo nel ii5o; 6." b. Enrico nel rudizione, ed opere sono a tutti note. ii 79; 7.° b. Beccaria nel i257; Silvio Valenti Gonzaga, di Man 8.° b. Manzuoli nel i 4o8 ; 9.° b. tova, creato Cardinale da Clemente AllunamI nel i426. XII nel i738, di vasta mente, e Il b. Pietro da Luxemburgo an di memoria così pronta, che inter ticardinale di Clemente VII pseu rotto nel dettare, facilmente ripren do-Papa, non può annoverarsi tra deva il sentimento, che avea lascia i Cardinali, mentre nel breve apo to,ducia onde di Benedettosi acquistò XIV. la stima e lì' stolico di beatificazione , emana to nell'anno i537 dal legittimo Pon Giuseppe Agostino Orsi, fioren tefice Clemente VII, si tace la qua tino,plaudito dell' autore Ordine della de' predicatori, Storia eccle ap^ lifica di beato. In eterna rinomanza sono poi, siastica dei primi secoli della Chie oltre di questi, altri porporati, che sa, fatto Cardinale, nel i759, da si distinsero in pietà , virtù, scien Clemente XIII. za, generosità , protezione a' lette Giacinto Sigismondo Gerdil, bar rati, e in tante altre simili prege nabita di Savoja, annoverato al sa voli qualità , da renderne immor gro Collegio nel i777 da Pio VI, tale il nome. Tali sono gli Ac- siccome chiaro per santa vita, e ciajuoli, gli Acquaviva, gli Aguir- profonda scienza. re, gli Albani, gli Albizi gli Aldo Inoltre veneriamo sugli altari i brandino gli Altieri, gli Aroboise, seguenti Cardinali di s. Chiesa , di gli Ammanati , gli Autoniani , gli cui riportiamo le epoche nelle quali Azzolini, i Barbarigo, i Barberini, i furono assunti al Cardinalato. i.° s. Belluga, i Bembo, i Bentivoglio, i Pier Damiani, nel io58; 2.° s. Pie Bichi, i Boncompagno, i Bouelli, i tro Igneo nel io75; 3." s. Bernar Borghesi, i Borgia, i Borromei, i do vescovo di Parma nel i o9o ; Brancacci, i Caetani, i Campeggi, i 4-° s. Berardo nel ni4; 5." s. Capizucchi, i Caraccioli, i Caraffa, Guarino nel ii 44 ì 6.° s. Galdino i Carpegna, i Carvajal, i Casanata, nel ii 65; 7." s. Alberto de' conti i Castiglione i Ceccano, i Cenci, i di Lorena martire nel ii 92 ; 8.° s. Cesarmi, i Cesi, i Chigi, i Cibo, i Raimondo Nonnato nel i237 ; 9.° s. Colonna, i Conti, i Consalvi, i Cor Bonaventura Fidanza nel i273 ; dova, i Cornaro, i Corsini, i Cre- i o. s. Carlo Borromeo, nel i 56o ; . scenzi, i Delci, i Delfino, i Doria, i ii. b. Gio. Domenico Bianchini, o d' Este, i Facchinetti , i Falconieri , di Domenico nel i4o8; i 1. ° b. Al i Farnese , i Ferrari , i Fieschi , i bergati nel i426; i3.° b. Burali. Fontana, i Gambara, i Garampi, i nel i57o; i4.° b. Barbarigo nel Gentili, i Ginnasi, i Giudice, i Giu i66o; i5.° b. Tommasi nel i7 i2. stiniani, i Gonzaga, i Gozzadini, i Si annoverano inoltre come beati Grimaldi, i Grimani, i Gualtieri, i i seguenti Cardinali , ma non evvi Guisa , i Iacobacci , gl'Imperiali , i per altro fino ad ora l'oracolo del Lancellotti, i Lante, i Lorena, i Lu- Vaticano pel loro culto. i.° b. li dovisi , i de Lugo , i Madrucci , i bello nel io97; 2.° b. Matteo nel Mallci, i Manriquez, i Marescotti, 1 CAR a Cappelle Cardinalizie. CAR Le ese 25 Mattei, i Medici, i Mendoza, i Mil- liui, i Moroni, i Morosi ni, i Negro- quie poi pei Cardinali fnrono egual ni, i Nerli, i Nobili, i Noris, gli O- mente regolarizzate da Alessandro descalchi, gli Orsini, gli Ossat, gli IV, indi si celebrarono per nove Ottoboni , i Pacecco , i Pallavicini , giorni. Sisto IV ne moderò la spe i Paleotti, i Pallotta, i Pamphily, sa, ed altrettanto fecero Alessandro i Paolucci, i Papareschi, i Passionei, VI, e il concilio lateranense V; ma i Peretti, i Pelrucci, i Piccolomini, meglio ne determinò il cerimoniale i Pierleoni, i Pignatelli, i Pisani, i Benedetto XIV nel i74.i. Tanto Polo, i della Porta, i Priuli, i Puc per la benedizione, che s' implora ci, i Quignones, i Rezzonico, i Ria- dal Pontefice dai Cardinali agoniz ri, i Rochefoucault, i Rohan, i Ro zanti, quanto per l'esposizione, tras spigliosi , i Rovere, i Ruffo , i Sac porto , esequie e tumulazione del chetti, i Sadoleto , i Sagripanti , i cadavere de' Cardinali, si tratta agli Salviati, i Sanseverino, i Santorio, articoli Benedizione, Cappelle Pon i Santacroce, i Savelli, i Serbelloni, tificie STRAORDINARIE, CaDAVEBE ed E- gli Sfondrati, gli Sforza, i Silva, i SEQUIE. Simonetta, i Sirleti, gli Spada, gli I Cardinali decano, vicecancellie Spinola, i Talleyrand, i Teodoli, i re, camerlengo e penitenziere mag Torres, i Trivulzi , i Truchses, i giore godono la prerogativa, che il Turrecremata , i Veralli, i Vidoni, loro cadavere sia trasportato dal i Visconti, i Zabarella, i Zacchia , proprio palazzo alla chiesa, in un i Zelada, i Zuniga, e i Zurla, oltre magnifico letto, mentre quello degli ritotanti delle altri, imperiali e quelli e che reali hanno case d'A lio- altri vi si reca nella carrozza fune bre, nella quale oggidl sogliono in ragona , d'Austria, di Baviera, di distintamente recarsi tutti i Cardi Bourbon, di Yorck, di Portogallo, nali , cosicchè non ha perciò più di Savoja , di Sassonia , e di altre luogo la cavalcata pei trasporti del case sovrane summentovate. le spoglie mortali de' menzionati quattro Cardinali dignitari. V. il g. Esequie dei Cardinali. Cardinal Petra, Commentar, ad coll utti. Apostolic. tom. II, ad constit. i, Gli anniversari , ed esequie pei Honorii III, secl. unic. Cardinali furono regolarizzate da A- Scrissero le vite de' Cardinali Teo Jessandro IV del ii5/\.. Dipoi, nel doro Amidenio, Donio Attichy, Fe i5i8, nel pontificato di Leone X, lice Cantelorio, Alfonso Ciacconio , il Cardinal Achille de Grassi otten Girolamo Garimberti, Mario Guar- ne, che si celebrassero a' 5 novem nacci, Filippo Monti Cardinale, Gio bre, dovendo cantare la messa il vanni Palazzi, Onofrio Panvinio, Gio. camerlengo del sagro Collegio. Be Antonio Pietramellara, Antonio San- nedetto XIII, nel concilio romano dero, Giuseppe de Novaes, Giancarlo del i725, stabilì meglio questa con Stadel; nonchè Vincenzo Coronelli, suetudine : argomento che si tratta, nella sua Tavola sinottica de Car in uno agli anniversari pei Cardi dinali dalla loro istituzione fino nali di alcune congregazioni, agli al Xf^II secolo, colla serie de' pseu articoli Anniversari pei Cardinali, do-Cardinali, ec., stampata in Ve nelle cappelle Pontificie al § X, ed nezia nel i 7 o i ; e principalmente 2 6 CAR Giovanni conte CAR d'Angouleme, am Lorenzo Cardella, Memorie storiche de' Cardinali della s. romana Chie bedue pupilli, volle prenderne la sa, incominciando da quelli di s. difesa, istituendo l'Ordine de' cava Gelasio I, sino ai creati da Be lieri denominati del Cardo, e della nedetto XIV, Roma i792. b. Vergine, conosciuto anco sotto Noi, colla possibile diligenza, pro il nome di Notre-Dame du Char- curiamo riempire il vuoto che vi don, sebbene il Michieli, Tes. Milit., era, delle biografie de' Cardinali di pag. 88, opini, che tal Ordine fu Clemente XIV, dei due Pii VI e piuttosto dal detto principe restau VII, non che di Leone XII, Pio rato nel f4o3, ciocchè dal Giusti VIII, e dello stesso regnante Gre niani viene protratto al i/l3o. Diede gorio XVI, ma defonti, con com pertanto il duca Filippo per insegna pendiose biografie , e notizie tratte e distintivo a' cavalieri un collare, o da buone fonti. collana d'oro e argento, formata di ' Della dignità Cardinalizia, e per gigli e fiori di cardo , col motto ciò che riguarda i succitati autori , Esperancej insegne, che assunse egli abbiamo Andrea Barbazia, De Prac- stesso, dichiarandosi capo e gran stantia Cardinaliumj Cardinal Ago maestro dell'Ordine. Con tal motto stino Valerio, Della dignità del Car egli intese dichiarare la grandezza dinalato, Venezia i 833 ; P. Stanis del suo animo, col giglio l'analogo lao Santinelli, Della dignità del Car simbolo della speranza, e col cardo, dinalato, ec., nel tomo XXIV degli siccome ha il fiore color celeste, Opuscoli di Calogerà, pag. 395 ; volle esprimere, che le azioni do- Jo. Fr. Budaeus, de origine Cardi- veano essere virtuose, ed aver sem naliiiae dignitatis, Schediasma Hist. pre per iscopo il godimento del Jenae i 693 : ma di questo autore cielo. A tal oggetto doveano i ca furono proibite le opere a' 5 mag valieri essere pronti alla difesa della gio i759. Si possono inoltre con cattolica religione. Dalla collana pen sultare Ludovico Muratori , Disser deva una croce equestre, e nel mezzo tazione LXI dell' Origine ed isti una medaglia smaltata di color ver tuzione de' Cardinali, Exst. in t. V, de, coll' immagine della b. Vergine Ant. med. aevi. Giovanni Boterio , col bambino Gesù in braccio, coro Dell'officio del Cardinale j Pao nata di stelle e cinta di raggi . lo Cortesi , del Cardinalato , Gian- Questi cavalieri nelle funzioni solen nandrea Tria, dell'uffìzio e digni ni, come riporta il Bonanni, usava tà de' Cardinali di S. R. Chiesa, no un abito di seta damascata color e Carlo Bartolommeo Piazza, Della di carne, con maniche larghe, ed ar Gerarchia CARDO, Cardinalizia, o della Ruta. Roma Ordine i 7o3. macollo di velluto, nel quale me diante un ricamo formavasi la pa militare nella Scozia , chiamato an rola Esperance: la fibbia era della che CARDO di s. Andrea s. Maria del ( Cardo.del ). Ordine Vedi. forma del cardo, ed ornata di smalto verde, mentre la cappa, o manto era militare, nella Borgogna. Filippo II, di seta turchina damascata, con fo il Buono, duca di Borgogna , dopo dera rossa, del quale colore era aver avuto la gloria di fondare l'Or pure il berrettone. Tanto riporta il dine del Tosone d'oro, per le com Giustiniani citato, nell' Historie cro petenze contro il duca d'Orleans, e nologiche degli Ordini equestri ec, CAR mi, era vescovo CAR di Urgelle, quando 27 al capo LVII. II Bonanni, Catalogo ce. , ne dà anche la figura alla ta a mezzo del re di Aragona, ai i8 vola XX. Ne deve tacersi, che altri dicembre del i46i, Pio II lo creò credono istituito quest'Ordine caval Cardinal prete. Ma dopo un lustro leresco nel i37o in Moulins da Luigi di Cardinalato, verso il fine, del II soprannominato il Buono, duca i486, morì nel castello di Cervara di Borbone, il giorno della Purifi nella Catalogna. cazione di Maria Vergine. CARIA. Provincia dell'Asia mi CARDONA Errico, Cardinale. nore nell' impero Ottomano, che Errico Cardona, nato nel i485 in vuolsi così appellata da Car, di lei Urgelle della Spagna dai duchi di fondatore. Ora è compresa nell'Ana Cardona, era assai virtuoso. Secon tolia o Natolia occidentale, detta il do Aymerich, nel i 3o5, Giulio II paese di levante. Afiodisiade n'è la lo esaltò al vescovato di Barcellona, metropoli, e le altre sue principali coll'amministrazione della chiesa di città sono Alicarnasso, Gnido, Mile- Urgelle ; poi, nel i 5 i 2, lo promosse to e Mindo. Siccome s. Giovanni alla metropolitana di Monreale in apostolo ed evangelista è riconosciuto Sicilia. Andato per mare al governo per istitutore della chiesa d' Asia, cosi della sua chiesa, i corsari gl' invo vuolsi aver egli bandito l'evangelo larono il sagro pallio, ed il Ponte in Caria. In essa l'anno 366 si ce fice saputolo, senza esserne richiesto, lebrò un concilio , coll' intervento gliene mandò un altro. Nel i522, di trentaquattro vescovi dell'Asia, dalla Spagna si recò a Roma con seguaci di Macedonio, i quali riget Adriano VI, che gli conferì poi la tarono la parola consostanziale, ap prefettura di Castel s. Angelo; quin provando la formula di fede com di con altri Cardinali lo costituì pilata nelle assemblee d' Antiochia commissario, e giudice nella causa e Seleucia. V. l' annalista Baronio del Cardinal Soderini. In appresso, al suddetto anno. Il Dizionario dei a mezzo di Carlo V ai 2i novem concili chiamò questo il concilio bre i5if, Clemente VII sebbene Cariense, ed aggiunge, che la detta fosse in Castel s. Angelo , lo creò professione di fede fu opera del Cardinal prete assente di s. Marcel martire s. Luciano. lo , vicere e presidente della Sici CARrACENO Pietro, Cardinale. lia. A Monreale fondò un moniste- Pietro Cariaceno da Garisendo, dio io alle sagre vergini , e beneficata cesi di Bologna, fu creato Cardinal insignemente quella chiesa, morì a prete dei ss. Silvestro e Martino ai Roma nel i53o di quarantacinque Monti, da Onorio II, nelle tempora anni, e tre di Cardinalato. Fu se di dicembre del i i25. Si mantenne polto in S. M. di Monferrato, alla fedelissimo ad Innocenzo li , contro cui fabbrica avea contribuito con l'antipapa Anacleto, e si trovò ai grosse somme. Arricchì poi questa comizi di lui. Si legge il suo nome chiesa anche di rendite perpetue, tra in una bolla spedita in Laterano, le quali di una messa quotidiana. nel ii28, da Onorio II. Morì pro CARDONA Jacopo , Cardinale. babilmente nel pontificato d' Inno Jacopo Cardona, nato nella Spagna cenzo II, poichè non si sa, che sia da nobilissima famiglia , straordina intervenuto ai comizi di Celestino lI, rio in iscienza, e di piissimi costu- immediato successore d'Innocenzo. 28 CAR curia romana CAR sono denominati ge CARIATI (Chariatien.). Città con residenza vescovile nel regno delle nericamente gli uflici. S. Bernardo, due Sicilie, nella provincia della nel lib. IV, de Considerai- cap. 4 , Calabria citeriore, ed anche titolo dice: che quello, il quale per se di principato, o contea appartenente stesso prega per alcuna carica, è al duca di Seminaria. Chiamasi Ca già giudicalo j ed il Papa Nicolò Ill riati vecchia V antica Patcrnum , del i277, soleva ripetere, che la per distinguerla da Cariati nuovo, dottrina senza bontà, era veleno borgo mezza lega distante dalla città. senza medicina. V. Catechism. con Essa è edificata con solido recinto di dì. Trident. p. 3, de 7 prcecept. mura, nella parte boreale del pro mmi. 7. Fra i Pontefici, che furono montorio, fra' due golfi di Taranto assai cauti nel conferire le cariche, e di Squillace, e viene bagnata dal meritano special menzione, Paolo II piccolo fiume A qua n il»-, che mette del i464, che fu il primo sovrano fóce nel mar jonio. La sua sede Pontefice, il quale affidasse la cu vescovile, eretta verso il secolo IX, stodia delle fortezze a' prelati e a fu poscia unita a Cerenza, Gerun- degni ecclesiastici , affinchè in ogni lia ; ma sempre restò suffraganea evento fossero più fedeli alla Santa della metropoli di s. Severina, come Sede. Tanto zelante si mostrò nel lo è tuttora. Cariati fu occupata per distribuire le cariche, e tanta sag ben due volte dai turchi. Tale sog gezza e rettitudine vi poneva , che gezione si vuole imposta nel i i 8 i da egli nè in fretta, nè per le pre Lucio III ; ma a' nostri giorni il Pon ghiere, o raccomandazioni di per tefice Pio VII colla bolla, Deutiliori sone ragguardevoli, ma solamente dominicce, quinto kalend. julii i8i8, con piena e matura deliberazione, confermò l' unione di Cerenza a a misura de' meriti personali distri Cariati, ed inoltre vi uni le sedi ve buiva le cariche e le dignità; onde scovili di Strangoli ed Umbriatico , di frequente accadeva, che trova v;isi ambedue, come Cerenza, erette nel all' improvviso premiata la virtù di secolo decimo. La bella cattedrale molti soggetti di esemplar bontà, di Cariati è dedicata a s. Michele malgrado la loro assenza da Roma, Arcangelo, e si compone il capitolo o di altri affatto ignari di simile di cinque dignità, prima delle quali guiderdone. Paolo V, eletto nel è l'arcidiacono, essendo le altre il i6o 5, si astenne nel .bollore del decano, l'arciprete, il cantore e il l' esaltazione di dispensar cariche, tesoriere, di nove canonici, e di dicendo, che troppo facile era in allri sacerdoti e chierici pel divino quel tempo il chiedere, ed il con servigio. Sonovi due conventi di re cedere inavvedutamente. Appena e- ligiosi ed il seminario. Ne' registri sallalo, nel i69 i, al pontificato In della camera apostolica, è tassata nocenzo XII , a scegliere i soggetti di duecento novantatre fiorini. V. adatti e meritevoli delle cariche Ceremza. vacanti, per tre giorni si chiuse col CARICA. Uffizio, impiego, posto, Cardinal Albani ( che gli successe munus, offìcium, dignitas, magistra col nome di Clemente XI ) , affine ta.';. Dignità, che dà potere ed au di scegliere i migliori con maturo torità sopra degli altri a quelli , cui consiglio. Divenuto Papa, nel i724, viene conterita. Così nella corte e Benedetto XIII, stette ritirato Ire CAR XIII; ma poi, conosciutaCAR la verità, 29 ri giorni in continua orazione, per im plorare il divin lume, ed assilnlo, nel corse a Martino V , che creollo Car i 74o, a tal dignità il gran Benedetto dinal prete del titolo dei Santiqimt- XIV, subito con modi convenienti tro, ai i9 marzo del i4l9- Poscia fu esorto i prelati ad una seria appli arciprete della basilica lateranese, le cazione allo studio, e ad una con gato di Bologna, e da Eugenio IV dotta irreprensibile, protestandosi di venne fatto vicario di Avignone . non promoverne giammai veruno, Ma ad onta delle più forti rimo se non che a proporzione delle scien stranze di quel Pontefice, volea sos ze e de' buoni costumi , che osser tenersi in quella legazione con le verebbe in essi. armi ; per cui dovette il Papa pri CARILEFO (s.), nacque in Al- varlo dell'amministrazione della chie vergna. I genitori di lui, distintissi sa di Osma, o di Siguenza , e mi mi per nobiltà e virtù, ebbero tutta nacciarlo di altre pene ; e quindi in la cura di allevarlo alla pietà ed suo luogo fece legato il Cardinal Pie alle scienze, e appena uscito d' in tro di Foix, che dopo alcuni mesi, fanzia, lo affidarono ai monaci di cacciato il Carillo, n' ebbe il possesso. Menat nella diocesi di Clermont. Ristaurò magnificamente la chiesa Cresciuto in età , abbracciò quella del suo titolo, come apparisce dalla regola, ma non corse molto tempo marmorea lapide , che tuttora si che, in compagnia di s. Avito, ab conserva; poscia, nel i 4-34. , dopo bandonò quel monistero, affine di diciannove anni di Cardinalato, com starsene in maggior solitudine nella preso quello pseudo sotto Benedet badia di Micy, presso ad Orleans. to XIII, morì a Basilea, ove andò Quivi fu ordinato sacerdote, e aman per assistere al concilio. Eblse poi te quale egli era della vita romiti- onorevole tomba nella chiesa di ca, dal monistero di Micy andos- Osma nella Spagna. Questo illustre sene nel Maine, imitando interamen Cardinale lasciò grosse somme di te gli anacoreti orientali. A cagio danaro da distribuirsi ai poveri ve ne della gran copia di discepoli, che scovi , che si trovavano a quel si a lui venivano da ogni parte, do nodo. vette mutar consiglio il nostro san CARINA, o CARINI. Città ve to, e donato dal re Childeberto di scovile degli Abruzzi, nel regno delle un pezzo di terreno, vi piantò un due Sicilie. La sua sede istituita nel monistero, chiamato prima Anisole quinto secolo, fu nei primi del sesto o Anille, dal fiume sul quale era unita' dal Pontefice s. Gregorio I, il posto, e detto poi di s. Carilefo o Grande, alla metropolitana di Reg s. Caluis, dal nome del suo fonda gio di Calabria. A' nostri giorni, e nel tore. La vita di lui fu un continuo i 8 i 8, Pio VII , colla bolla De Melà modello di penitenza e di orazione. ri, l' unì per sempre all' arcivescovo Mori nell'anno 542, e la sua me di Trani. Ora non è che un borgo, moria si onora il giorno primo di capo luogo di cantone della pro luglio. vincia di Palermo, sul fiume del CARILLO Alfonso , Cardina suo nome, con un castello gotico.. le.. Alfonso Carillo, altrimenti Cari- Poco distante si veggono le rovine glio da Cuenca, prima fu pseudo dell' antica Hyccara. Cardinale dell' antipapa Benedetto CARINOLA, Celennx. Città ve- scovile3o nel regno CAR delle due Sicilie, rato duca da Enrico CAR IV. Alla mor nella provincia della Terra di La te del duca Enrico III, per man voro , col titolo di contea. Fu edi canza di successione, Lotario II die ficata presso l' antica Caleno, tra il de il ducato ad Erbone conte pa monte Massico, e il fiume Saone latino, a cui, nel i i4o, per volere in posizione umida. Vuolsi fondata di Corrado III, successe in questo verso il i o58 dai principi longo domìnio il conte di Sponheim En- bardi di Capua, e fiori allorquando gelberto, ma la sua posterità ter essi distrussero Forum Claudii, le minò nel i269. Passò il ducato cui vestigia sono poco distanti, e sotto il dominio dei re boemi, ma perciò dicesi Civita rolta. Il vescovo essendosene impadronito Rodolfo di di quest' ultima città , la cui sede Absburg, nel i 282, ne investì Mer- vescovile era stata eretta nel VI cardo, il quale, col suo genero Al secolo, verso il io87, essendo go berto d' Austria fece un accordo , vernata da s. Bernardo, trasferl il che all' estinzione della linea masco seggio a Carinola, che rimase suffra- lina la Carinlia passerebbe nei di ganea della metropoli Capuana, sin scendenti d'Alberto : il che si verificò chè cessò anche essa di esistere nel nel i3a i. Fu allora, che i duchi Al i 8 i 8, allorchè Pio VII la unì a berto ed Ottone vennero riconosciu Sessa. Si contano quarantotto vesco ti per legittimi signori del ducato vi, che governarono le due diocesi. da Ludovico, il Bavaro, e rimase per Tuttora si conservano la bella cat sempre nella casa d' Austria. Nelle tedrale, una collegiata, il seminario, ultime vicende fu varia la sorte ed un convento di francescani. della Carintia , giacchè , nel i 809, CARINTIA ( Carinthia ). Antica l'alta fu ceduta alla Francia, ed unita provincia dell'impero d'Austria, che alle provincie illiriche , finchè nel avea i! titolo di ducato, e divide- 18i4, fu restituita all'Austria, ed vasi in alta e bassa. Oggidì forma Insieme alla bassa Carintia passò a il circolo di Klagenfurt, e di Vil- far parte del regno Illirico. Attual Jacco del regno d' Illiria (Vedi). S. mente nella Carintia vi sono i 've Virgilio, vescovo di Salisburgo, vie scovati di Gurk e di Lavant (Vedi). ne venerato per apostolo della Ca- CARIOPOLI, o CLARIOPOLI rinlia , cosicchè essa abbracciò la (Chariopolitan.). Vescovato in par- dottrina di Gesù Cristo nel settimo tibus, sottoposto alla metropoli di secolo. Gli antichi Carni abitatori Stauropoli, che da ultimo, nel conci- delle Alpi della Carinola alta, ne sloro de'2 ottobre i837, dal regnan presero il nome, e verso la caduta te Pontefice fu conferito a d. Raf dell'impero occidentale nel secolo faele Serena napolitano. Questa cit V si dilatarono nel vicino Noricum, tà della Caria nell' Asia minore, fu onde poscia si chiamarono Carinti. già sede e residenza vescovile fon In seguito vi si stabilirono molti data nel IX secolo, soggetta all' e- slavi, e gli abitanti allora ebbero il sarcato di Tracia. Abbiamo noti proprio principe. Carlo Magno ne zia di quattro vescovi, che vi ebbe conferi il governo ad Ingevone , ro sede , e furono suffraganei di sottoponendo gl' imperatori suoi suc Eraclea. L'altra Cbariopolis , o Che- cessori l' intero paese ai margravi . riopolis, o Cheropoli, sede vescovi Nel io73 Marguardo ne fu dichia- le fondata nel secolo XII nella Mo- CAR guerra, istituì l'Ordine CAR della Carità 3i rea, era sottoposta alla diocesi di Misi tra. cristiana. Quelli, che vi erano am CARISSIMO. V. Caro. messi, dovevano 'portare una croce C A RISTO (Caryslen.). Città ve al sinistro lato del mantello, stabi scovile della Grecia nella parte orien lendo , che la croce dovesse essere tale dell' isola di Negroponte, della circondata dal motto, ricamato in primiera Acaia nell'esarcato di Ma oro : per aver fedelmente servito , cedonia, presso il capo di Loro, con volendo dare così un premio d' in buon porto. Un tempo fu assai ri coraggiamento a quelli, che in servi nomata tanto per le cave di mar gio del proprio sovrano , e per la mo, che per l'amianto, con cui for- gloria della nazione aveano affron mavasi una tela incombustibile. Al tato valorosamente i pericoli. Ma cuno la chiama anche Castel-Ros quest'Ordine terminò colla vita del so. Nel quinto secolo vi fu eretta suo fondatore. una sede vescovile, suffraganea di CARITÀ'. Ordine religioso, sta Calcide di Negroponte ; ma oggidì bilito da s. Giovanni di Dio in ser è un vescovato in partibus, sogget vigio degli ammalati , volgarmente to alla medesima metropolitana, il chiamati Benfratelli. Vedi. cui titolo ultimamente dall' odier CARlTA\ Congregazione de' fra no Pontefice Gregorio XVI , nel ti di s. Ippolito. Verso l'anno i 585 concistoro de' i7 settembre i838, un pio uomo chiamato Bernardino fu conferito a d. Giuseppe Gioac Alvarez del Messico nelle Indie oc chino Goldtmann, per aver trasla- cidentali, animato dallo spirito di tato alla sede di Beauvais l' attual carità pel prossimo , che guidò san vescovo, che il godeva. Giovanni di Dio, prima formò una CARITÀ' (s.) Questa santa, uni società di persone divote , perchè tamente alle due sorelle s. Fede e avessero cura de' poveri infermi , e s. Speranza, sostenne glorioso mar poi fondò per essi un ospedale fuori tirio nel regno di Adriano. La ma della città di Messico , col titolo di dre di loro s. Sofia , condotta da s. Ippolito. Avvegnachè nel giorno riverenza alle virtù teologali, impo di questo santo si era convertita se alle tre sue figliuole questi no quella città dall'idolatria alla fede ni, e dopo averle allevate nel ti cattolica , formò colla delta società mor santo di Dio, destò nei loro una confraternita , con apposite re petti il desiderio di morire per lui, gole. Furono queste confermate da e le vide ripiena di santa letizia, Gregorio XIII, insieme all'erezione versare il sangue per Gesù Cristo. dell'ospedale, e da Sisto V, il quale I nomi di queste tre sante sorelle esentò l'istituto altresì dalla giurisdi sono celebri nelle chiese d' Oriente zione degli Ordinari. Si accrebbero non meno che in quelle dell' Occi gli ospedali da loro fabbricati, onde dente. la congregazione prese il nome della CARITÀ'. Ordine militare. En Carilà di s. Ippolito. Clemente VIII, rico III, re di Francia sedette su con breve de' 2 aprile i594, accor quel trono dal i574 fino al i58c), dò a questi spedalieri tutte le grazie epoca della sua morte. In vantag ed esenzioni concesse da s. Pio V, gio dei militari resi imperfetti nel Gregorio XIII e da Sisto V a quei le membra pegli avvenimenti della di s. Giovanni di Dio. Non facevano 3 a CAR vi sia in ciascun CAR ospedale, e questo però gli spedalieri di s. Ippolito, che due voti, semplici di castità e di sia incapace di essere superiore della povertà ; ma non credendosi obbli congregazione. gati a perseverare nella congregazio- Iu oltre Clemente XI, ai 27 giu gazione , l' abbandonavano quando gno i7oi, col disposto della costitu loro piaceva. Il generale, che avea zione , Injunclì , presso il tomo X il titolo di maggiore, con alcuni suoi par. I del citato Bollario, concedette religiosi ricorse allo stesso Clemente a questi spedalieri della carità di VIII, il quale con una bolla, data s. Ippolito la comunicazione de' pri il primo ottobre i 5o,4 , gli obbligò vilegi degli Ordini mendicanti, e dei in avvenire di fare i voti di perpe chierici regolari ministri degli infer tua ospitalità ed ubbidienza, in vece mi, di che pur godono que' dell'Or degli altri due, e volle che fossero dine di s. Giovanni di Dio. Con emessi anco da coloro, che già com quest'Ordine quelli di s. Ippolito con ponevano la congregazione. vengono altresì nella forma dell'abi Jn seguito nacque da ciò un dis to , nè differiscono che nel colore , ordine , a cui riparò fr. Gio. Ca poichè per quello di s. Ippolito è brera procuratore generale di essi tanè, e pei Benfratelli (Vedi) pre con ricorrere al Pontefice Innocen sentemente è nero. zo XII, e domandando a nome dei Poco di poi, considerando lo stesso suoi confratelli la licenza di pronun Clemente XI , che dovendo essere ziare i voti solenni, sotto la regola un solo sacerdote in ciascun ospe di s. Agostino, fece istanza, che ai dale, poteva accadere che per la venti spedalieri più anziani (dai qua morte di esso dovesse restare alcun li secondo l'ordinamento di Clemen ospedale per tempo notabile senza sa te VIII doveva eleggersi il generale, cerdote, cioè almeno fino alle più pros o maggiore ) , si sostituissero altri sime tempora, affinchè ne fosse or venti più espcrimentati e capaci. Il dinato un altro, permise ai 25 giu Papa aderì alla prima parte della gno i7oi, colla costituzione, Cuni domanda, e con la bolla, Ex debito, sicut , che i chierici di questa con de' 2o maggio i 7oo , che si legge gregazione si potessero ordinare fuori nel tomo IX, p. 53g del Bollario, di dette tempora. E vedendo Inno permise loro di fare i voti solenni cenzo XIII, che alcune costituzioni di povertà, castità, ubbidienza ed d' Innocenzo XII non erano state ospitalità, e di professare la regola trovate utili all' istituto, ai 7 agosto di s. Agostino. Eresse la congrega i722, le corresse, e le accrebbe col- zione in Ordine religioso, conferman l' autorità del suo breve , Exponi , dole i privilegi de' suoi predecessori, riportato dal Bollario romano, al e la prese sotto la protezione della tomo XII, part. II, pag. 25o. Cle Santa Sede, ma in quanto all'elezio mente XII poi, a' i9 aprile i73 i , ne del maggiore, non volle innovare in virtù della costituzione, Emana- cosa alcuna. Indi, a' 2 i giugno del vit, presso il tom. XIII del Bollario, l'anno stesso, mediante la costituzio stabilì che in ciascun ospedale vi ne, Ex in/une lo , approvò pure le fossero due sacerdoti, i quali però, costituzioni , fra le quali una ve come prescrisse colla costituzione , n'è, che i frati dell'Ordine debbano Nnper, de' 7 ottobre i735, non po essere laici, e che un solo sacerdote tessero godere, come nell'Ordine dei CAR CAR 33 Ben fratelli, alcuna prelatura nella stico, o da alcun semplice fedele, congregazione, nella quale determi sono pronti a prestarsi per quanto nò ancora col contenuto della costi è dato lor di potere. Fanno i voti tuzione, Cum sicut, che in luogo di semplici e perpetui ; con questa tre anni , come si faceva prima , si condizione però, che sieno stabiliti celebrassero i capitoli generali di sei dietro il giudizio de' loro superiori. in sei anni. Alcuni scelti dal superiore emetto CARITA'(Istituto delia). Congre no anche un quarto voto delle mis gazione religiosa, ch' ebbe origine sioni al Sommo Pontefice, ponen nel i828 sopra il sagro monte Cal dosi a disposizione di lui. vario di Domodossola nella diocesi Possono appartenere a questo i- di Novara per opera del sacerdote stituto, oltre che i membri legati conte Antonio Rosmini Serbati, ec con voto, anche altri fedeli senza clesiastico esemplare, ed autore ce- voti per mera divozione, al fine di lcbratissimo di opere filosofico-mo prendere parte all' esercizio di quel rali, il quale impiegò tutte le sue le opere di carità, che l'istituto a- fortune in vantaggio della medesi vesse occasione di assumere. I su ma congregazione, nata e sviluppa periori di questo istituto sono pri ta sotto gli auspici del Cardinal mieramente un superiore generale, e Giuseppe Morozzo, vescovo di No secondariamente de' superiori parti vara, non meno che del piissimo colari da lui proposti ne' vari luo Carlo Alberto re di Sardegna . I ghi, secondo i diversi peculiari biso membri di questo rispettabile istitu gni. Quelli, che desiderano qualche to, composto di sacerdoti e di lai servigio dall' istituto, si rivolgono ai ci, hanno per fine la propria e l'al superiori del medesimo, i quali so trui perfezione e santificazione, pro no obbligati di riceverlo senza ave curata coi vicendevoli aiuti, che si re nessun riguardo a' temporali in trovano in una società religiosa, ed teressi , purchè sieno certi di ave esercitante quelle opere di carità, le re de' soggetti capaci di questo in quali loro sono possibili, e vengono carico; ma nel caso contrario, han ad essi domandate. Il perchè qualun no il diritto di non assumere l' o- que pia opera da essi viene riguardata pera ricercata. come essenziale occupazione dell' isti Tra le opere caritatevoli, in cui tuto-, non escluso l'insegnamento nel questa congregazione ebbe occasio le scuole, ed il servigio negli ospe ne di adoperarsi fino da[ principio, dali ce, anzi in quanto ad essi i una si fu la conversione dei prote membri di questo istituto predili stanti, che vanno a Domodosso gono i ministeri più bassi, e me la dalla vicina Svizzera. Pietro Fa- no considerati. Se niente venga lo vre del cantone di Vaud, la mo ro domandato, attendono nelle loro glie e la figlia di lui furono i pri chiese alla preghiera, ed allo studio mi, di cui i sacerdoti della carità nelle loro case. Si propongono poi abbiano ricevuta l' abiura nel i828, in un modo speciale di prestar ogni e dopo quel tempo ne istruirono ossequio a' vescovi, e di servirli in nella fede cattolica e indussero ad ciò, ch' essi desiderano per lo bene abiurare un gran numero, fra i del loro gregge. E quando sieno ri quali si conta anche la nobile don chiesti da alcun superiore ecclesia- zella inglese Letizia Frelawny, figlia voi. x. 3 34 CAR In questo anno CAR si aprì una nuo del baronetto Guglielmo Frelawny, membro del parlamento nella ca va casa dell' istituto della Carità nel mera dei comuni per la contea di la medesima città di Domodossola, e Cornovaglia. L'abiura di questa don l'ottimo e benemerito conte Giacomo zella fu ricevuta dal sullodato Car Mellerio le affidò la direzione degli dinal Morozzo ai i3 ottobre i 833, studi del suo ginnasio, con appro e ne parlarono le Memorie di Reli vazione della regia riforma, a cui gione; e di letteratura di Modena, fu poi aggiunto un convitto di gio t. III. p. 449, e seg. vanetti, e lo studio della filosofia. I membri di questa congregazio A Stresa sul lago maggiore, in a- ne furono chiamati successivamente mena posizione, havvi il noviziato del nel Tirolo italiano, nella Savoja, e l' istituto, in un edifizio apposita nell' Inghilterra. Presentemente si mente fabbricato. Finalmente il pre trovano in due distretti di quel re fato Sommo Pontefice , con lettere gno, cioè nell' occidentale e nel me apostoliche dei 2o settembre i839, dio, de' quali sono vicari apostolici che incominciano, In sublimi mili- monsignor Baines vescovo di , tanlis Ecclesiae solio , ha canoni e Walsh vescovo di Cambisopoli. Il camente approvata questa religiosa sacerdote, che col titolo di vice congregazione, i cui membri vesto provinciale regge presentemente l'i no abito talare di color nero, della stituto in Inghilterra, è d. Giovan comune forma ecclesiastica. ni Battista Pagani, noto per le pie CARITÀ". Ordine religioso del opere da lui stampate. Nel i8 35, la b. tergine. Esso fu istituito da il detto regnante re di Sardegna certo Guido signore di Joinville nel Carlo Alberto esibì all'istituto del la diocesi di Chalons-sur-Marne in la Carità l' antica Badia di s. Miche Francia, nel declinar del secolo XIII, le della Chiusa nella diocesi e provin colla regola di s. Agostino , come cia di Susa in Piemonte, per prov racconta l' annalista Spondano al vedere al decoro, e alla venerazione l' anno i29o. I religiosi ebbero poi di quel santo luogo, già un tempo in Parigi un convento chiamato Bil- floridissimo monistero, detto capo del lettes. I Pontefici Bonifacio VIII e suo Ordine. A tal fine impetrò dal Clemente VI, eletto nel i 342, con Papa regnante Gregorio XVI un autorità apostolica approvarono que- breve, che fu spedito ai 23 agosto st' Ordine, che per altro essendosi i836, e col quale il Pontefice con poco propagato, non ebbe lunga ferì all'istituto della Carità, l' am durata. ministrazione e il godimento di det CARITÀ* delia Madonna. Ordine ta abbazia. I padri della Carità vi delle religiose ospitalarie. Nel i624 entrarono nell' ottobre dello stesso Simona Gaugain, ad imitazione dei anno. Contemporaneamente il me Benfratelli, volle istituire in Parigi desimo religiosissimo re di Sardegna le monache per servir le donne in fece trasportare in quella chiesa ferme. A tal effetto acquistò una abbaziale le spoglie mortali di vari casa presso il convento de' minimi, principi suoi antenati ; nella quale ed insieme ad alcune compagne , occasione, l'abbate Gustavo de' conti pose le fondamenta del suo Órdine, Avogadro di Valdengo pubblicò la ufficio del quale è appunto quello di Storia dell'Abbazia ec. , No vara i837. assistere le donne malate negli o spedali. Superata CAR dalla fondatrice CAR bilimenti di carità, che andava fon 37 ogni difficoltà, non senza particola dando, massime in Parigi; ma ella re assistenza divina, poscia terminò i col medesimo suo direttore volle suoi giorni in Parigi ai i'4 ottobre stabilire quest' Ordine composto di i655, piena di meriti e col nome di zitelle , per servire i poveri , aver madre Francesca della Croce. cura de' vecchi, de' fanciulli e degli Seguivano queste religiose ospi infermi, cui la vergogna impedisce taliere le costituzioni, che ai 2o lu recarsi ne' pubblici ospedali. Il no glio i628 loro diede Gianfrancesco viziato fu stabilito per le sue seguaci de Gondy, arcivescovo di Parigi, e in Parigi nel sobborgo s. Denis, con die furono, nel i633, approvate da voti semplici, e cinque anni di pro Urbano VIII. ve, e sotto la direzione de' superio In principio professarono la re ri della congregazione della missio gola del terzo Ordine di s. Fran ne. Assistevano queste monache an cesco, indi adottarono quello di s. co gl' infermi negli ospedali, visita Agostino, stabilendo però che al ve- vano le prigioni, ed istruivano le spero e al mattutino si facesse com fanciulle povere. L'istituto propa- memorazione dei due santi, cele gossi ovunque dopo la morte della brandone la festa con rito di pri benemerita confondatrice ( che se ma classe. Aveano fondati ospedali gui ai i6 marzo i66o), sì per presso i loro monisteri, in cui ri tutta la Francia, che nella Germa cevevano le donne inferme, non pe nia, in Polonia, nelle principali città rò di mali incurabili e contagiosi. d'Italia, e persino in America. Le Molto per la Francia si sono esse pro regole di quest' Ordine furono scrit pagate, e facevano i tre voti ordi te dallo stesso s. Vincenzo de Paolis. nari, non che quello di esercitare i Molte altre congregazioni si sono detti uffizi ospitalieri colle femmine. formate in appresso sotto il nome di L' abito loro era di panno bigio, cinto figlie, o sorelle della carità, e per lo di un cordone bianco con uno sca più tutte addette agli stessi carita polare di tela bianca. Nelle funzioni tevoli esercizi, e composte, o presie usavano un manto egualmente bi dute dalle principali dame. gio, ed esercitavansi in altre pie pra Correndo l'anno i 8 i 9 , nel pon tiche, come riporta il p. Annibali, tificato di Pio VII, alcune matrone nel suo Compendio della storia de romane istituirono in Roma puran- gli Ordini regolari, parte III. p. co le sorelle della Carità, colle re 245 e seg. gole presso a poco conformi alle sud CARITÀ" (Sorelle della). Ordi dette, ed ai 2 febbraio i82o, con ne di monache istituito da s. Vin autorizzazione pontificia il Cardinal cenzo de Paolis, e da madama Lui Litta , allora vicario di Roma , ne gia di Marillac, vedova di Antonio fece la canonica erezione nella chie le Gras, dette anche Figlie della sa di s. Maria de' Monti, costituen Carila, e suore grigie. Questa pia done il parroco a perpetuo diretto signora, essendole morto il marito re , sotto la presidenza de' Signori nel i625, si pose sotto la direzione della Missione, i quali debbono in di s. Vincenzo, che avea fondata tervenire alle congregazioni, che si la congregazione de' Signori della tengono dalle sorelle. Sono escluse Missione. Egli la impiegò negli sta- le donzelle, e solo ammesse a farne 36 CAR no in oblate e CAR in converse, ed os parte le vedove e le maritate. Il loro impiego consiste nel visitare due servano la vita comune. Fanno tutti volte per settimana nelle proprie ca gli ufficii relativi all' assistenza del se i poveri infermi cronici d'ambo le inferme, comprese quelle della i sessi , esclusi dai grandi ospedali , bassa chirurgia. La loro utilità ed somministrar loro il medico, il chi esemplarità mosse il regnante Gre rurgo e i medicinali gratuitamen gorio XVI a stabilire queste ospita te, assistendoli eziandio, come si ag larie anche nell' arcispedale di s. gravino nel male, sì di giorno che Giacomo in Augusta nel quartiere di notte. Fra le sorelle una ha il delle donne, il che effettuò nel i834, titolo di superiora ; ed un analogo con benefizio e vantaggio dello stabi discorso , che si fa loro in ogni mese, limento, per la vigilante ed esemplar infervora le esemplari sorelle al ca carità, colla quale sì benemerite suo ritatevole ed utile ufficio. Esse, nel re assistono le malate. V. Ospe i826, si estesero nella parrocchia dali. di s. Agostino, e in quella di s. Sal CARITA" della Madonna. Con vatore in Lauro de'Marcheggiani, e gregazione di religiose. Il p. Odone, successivamente in altre parrocchie. fondatore della congregazione dei Nè si deve passar sotto silenzio, che preti, da lui detti Odonisti, sotto queste sorelle nei casi di bisogno si l' invocazione di Gesù e Maria , fa prestano reciprocamente assistenza . cendo le missioni , convertì molte Nel predetto anno i826, furono stam donne peccatrici, le quali ai 25 no pate in Roma le Regole della com vembre i64.i, da lui furono rin pagnia della Carità istituita da s. chiuse in una casa nella città di Vincenzo de Paolis, ec., e di essa Caen. Aumentandosi il loro nume tratta monsignor Morichini, Degli ro, stabilì d' istituire colla regola istituti di pubblica carità, ec., pub di s. Agostino un nuovo Ordine di blicati in Roma nel i832, alla parte religiose, che ai tre soliti voti ag I, capitolo XI. giungessero il quarto, d'impiegarsi La pia principessa d. Teresa Do- cioè nelle istruzioni, e nella cura del ria Pamphilj , volendo introdurre le donne pericolanti. Il p. Odone negli ospedali femminili in Roma le scrisse per esse ancora le regole con sorelle della Carità, fondò nel i82i formi a quelle delle monache della una congregazione di esse col titolo Visitazione, meno alcune particola di ospitalarie, le quali furono col rità proprie di questo istituto. For locate iiell' arcispedale del ss. Salva mò pure le costituzioni per le pe tore al La tonmo, approvandone le nitenti, ordinando fra le altre cose, regole, nel i827, Leone XII. Nel che abitassero separate dalle mona medesimo anno si stamparono Co che, e che fosse la congregazione stituzioni per la congregazione del diretta dalle religiose della Visitazio le ospitalarie, detta della misericor ne. Ai 2 gennaio i 666, Alessandro dia, e quindi furono confermate dal VII con sua bolla l'eresse però in regnante Pontefice. Fanno esse quat Ordine religioso , per cui ben pre tro voti semplici, di povertà, casti sto si diffuse in diversi luoghi di tà, obbedienza ed ospitalità. Posso Francia. L'abito, lo scapolare, e il no essere zitelle, o vedove, ed il lo manto sono di color bianco, ma il ro abito è di saia nero. Si divido- velo pel capo è nero. Sullo scapo- CAR me. Liberato miracolosamente C AR dalle 37 lare evvi un cuore di argento colla b. Vergine ed il Bambino scolpiti, sevizie di alcuni malandrini, diven giacchè jl p. Odone inculcò alle mo ne anche possessore del loro dana nache una particolare divozione al ro, col quale edificò una chiesa con Cuor di Gesù e di Maria. Il perchè romitorio, che prese il nome di celebrarono la festa del Cuore di Pharos. Ivi molti ricevettero da lui Maria sino dal i643, mediante l'ap il battesimo, ed altri elessero di vi provazione di parecchi vescovi di vere sotto la sua direzione solita Francia, e la conferma dei Sommi riamente, con vesti di cilicio e par Pontefici, e poscia celebrarono anco chissimo cibo, attendendo ad opere quella del Cuore di Gesù. eziandio manuali, ed osservando le CARITÀ' (Figlie della). Congre regole, che il fondator loro aveva gazione di religiose. L' istituto delle composte. Indi parti s. Caritone a cosi dette Figlie della Carità ebbe fondare altro romitorio, chiamato principio nella città di Verona nel Sucam, ove grande fu il concorso l'anno i8o8. L'illustre e piissima delle persone per seguirne il vivere dama Maddalena de' marchesi di religioso. Ma il nostro santo , per Canossa ne fu la benemerita fonda maggior austerità , abitava in una trice ; e Leone XII con amplissimo spelonca detta cremastos o pensile, breve apostolico de' 2 3 dicembre perchè non poteva ascendervisi che i828, ne confermò pienamente le mediantemente morì una nel scala pontificato , finchè di santa- san ' regole. Trovasi questa istituzione oramai diffusa pei' quasi tutto il re Giulio I, eletto l'anno 336. L'abito gno lombardo-veneto , ed anche al di questi religiosi era di colore leo di là di esso, con sommo vantag nino, con cappuccio simile nella gio della popolazione, mediante l' e- forma a quello dei greci. Riferisce ducazione che riceve la gioventù più Isidoro, che tanto si accrebbero, povera ed abbandonata , e l' assi che in un solo monistero eretto stenza che si presta da queste reli dallo stesso istitutore, si contavano giose alle inferme negli ospedali, non più di mille monaci, ed Apollonio meno che l' istruzione alle contadi aggiunge, che talvolta se ne nume ne per sostenere l'uffizio di maestre rarono cinque mila. V. ll Lippoma- nelle ville, colla pratica ad un tem no nelle Vite de' Padri di quest' Or po degli spirituali esercizii ne' loro dine a' 28 settembre. monisteri a comodo e vantaggio CARLISLE ( Carleolum) . Città della classe più agiata delle città. vescovile d'Inghilterra, capo luogo CARITONE. Ordine religioso. della contea di Cuberland, situata Esso fu celebre nell'oriente, e vanta in mezzo ad amene pianure al con origine antichissima, dappoichè ri fluente dell'Eden, e del Caldew. Fu conosce per fondatore s. Caritone chiamata anche Luguvallutn , ed il di Iconio, discepolo di s. Tecla, e suo nome significa città presso il di s. Paolo primo eremita. Nell' im muro, perchè è vicina a quello edi pero pertanto di Aureliano egli pa ficato dai romani per difendere i ti tormenti e persecuzioni siccome bretoni dalle scorrerie dei calcedo confessore della fede di Gesù Cri ni. Nel castello, edificato nel VII sto, e solo alla di lui morte uscì secolo, da Egfrido re di Northum- di prigione, e recossi in Gcrusalem- berland, stette prigione la regina 38 CAR CARLO Borromeo CAR (s). Di Giber di Scozia, l'infelice Maria Stuard. Dopo di aver fiorito sotto il domi to Borromeo e di Margarita de'Me. nio de' romani, ne' primordii del dici, sorella di Giannangelo poi Pon IX secolo , fu rovinata dai danesi. tefice, nacque questo santo nel castel Nel regno di David sovrano di Sco lo di Arona a' i di ottobre dell'an zia appartenne Carlisle alla Scozia , no i538. I genitori di lui, se era e tanto piacque la sua posizione a no distintissimi per la nobiltà della Guglielmo II, che montato sul tro nascita, chiari non meno rendevan- no inglese, nel io83, la fece rifab si per la santità dei costumi, così bricare. Sotto la dominazione di che il loro figliuolo non appena co Enrico III fu incendiata dagli scoz nobbe la grandezza della sua origi zesi, disastro, che per avvenimento ne, che sentissi tratto dal loro esem fortuito si rinnovò in quello di pio all' esercizio delle cristiane virtù. Odoardo I. Indi fortificolla Enrico Fanciullo ancora, dava egli non dub VIII, e il generale Lesly la superò bi segni di quella vocazione, che do- nel i644, e nel l74^ cadde in vea renderlo in appresso il modello potere del pretendente Odoardo dei pastori della Chiesa di Cristo, poi Stuard ; ma il duca di Cumberland chè nulla curante dei piaceri anche subito la fece tornare all'ubbidienza innocenti, cui quella età è di ordinario dell' Inghilterra. inchinevole, era tutto nelle pratiche Alla fine del secolo XI venne di pietà, e nelle opere di miseri edificato in Carlisle un monistero cordia. Cresciuto negli anni, ricevet di canonici regolari, mediante l' e- te la chericale tonsura, e compito redità di certo Vauthier. La chie il dodicesimo anno, Giulio Cesare sa, magnificamente fabbricata con Borromeo , zio di lui gli rassegnò disegno sassone gotico , talmente la abbazia di s. Gratiniano , e s. piacque ad Enrico I, e a Turstand Felino , nel territorio di Arona, arcivescovo di Yorck, che fu eretta che da lungo tempo era posseduta in cattedrale suffraganea a detta da persone ecclesiastiche di quella metropoli, coll'approvazione del som illustre famiglia. Carlo, cui non erano mo Pontefice Innocenzo II verso ignote le regole della Chiesa, rap l'anno i i 33, anche per togliere le presentò a suo padre, che delle ren differenze giurisdizionali, che nasce dite di quel ricchissimo beneficio vo vano tra il vescovo di Glascow, e leva fosse distribuito a'poverelli quan quello di Yorck, onde ne fu pre to sopravvanzava alla sua educazio posto a primo vescovo un tal A- ne, ed al servigio della Chiesa. Pie delwaldo , scelto dai canonici con no di compiacenza il buon padre indulto apostolico . Nelle vicende per le sante intenzioni del figlio, in- della riforma , soggiacque questa caricossi ben volentieri, nella mino sede alla sorte delle altre, e in par rità di lui, della amministrazione di te la cattedrale fu demolita; però quei beni, dandone il sopravvanzo in ancora esiste il vasto suo coro. Vi limosina. Studiò Carlo la gramatica ha pure in Carlisle la chiesa di san e la rettorica in Milano, fu indi a Curberto degna di memoria; ma Pavia per lo studio del diritto ci ora questa città è sede d' un ve vile e canonico, e, l'anno i55a, di scovo anglicano, ed ha il titolo di ritorno da Milano, dove erasi con ,contea. dotto a cagione della morte di suo CAR l' Ordine gerosolimitano CAR di Malta. La 3g padre, vi prese il grado di dottore. Restituitosi in patria, e giuntagli to maggior gloria di Dio era l' unico sto la nuova, che il Cardinale de fine, che proponevasi il Borromeo Medici, suo zio, era stato innalzato in ogni sua azione e imprendimento. alla suprema dignità della Chiesa, Sempre guidato da questo pensie col nome di Pio IV, anzichè insu ro , non è a maravigliare com' egli perbirsene, e sentir compiacenza del rispondesse perfettamente in ogni le universali congratulazioni, che da suo affare al desiderio di tutti i tutta Milano se ne facevano, pensò buoni. Fatto più agli altri che a sè, essere più savio consiglio il ricorre non risparmiava fatica pel bene del re a Dio, acciocchè si degnasse di lo stato e della Chiesa , e siccome non permettere, che cadesse in va in mezzo a si grandi e svariate in- nagloria , fermando proposito di cumbenze non è difficile il prendere non partire da Milano se non allo un qualche abbaglio , egli, che non ra che per obbedienza lo chiamasse sentiva molto avanti di sè stesso , il Pontefice. Non andò guari di amò aversi sempre da vicino perso tempo, che il Papa lo volle a sè, e ne di specchiata virtù e prudenza , giunto in Roma, lo fece segretario le quali frequentemente consultava, de' memoriali, protonotario apostoli sottomettendosi con somma docilità co, e referendario d'ambedue le se in ogni cosa al loro giudizio. Sape gnature. Dopo un mese da Pio IV va egli cos'i saviamente distribuire U fu creato Cardinale a' 3 i di gennaio suo tempo, che non avea giorno in dell'anno i56o, e gli venne con cui alcuna ora non consacrasse alla ferita la diaconia de' ss. Vito e Mo orazione ed allo studio, e preso da desto. Quindi nell'anno appresso fu caldo amore a quest'ultimo, ad istil nominato arcivescovo di Milano , non larlo in altrui, e ad isbandir l'ozio, contando ancora il vigesimo terzo an istitul nel Vaticano una accademia no di età. Non è a dire quanto siasi di ecclesiastici insieme e di laici , i adoperato il nostro santo per non quali con frequenti tornate doves accettare queste onorevoli cariche, e sero trattare di oggetti riguardanti quanto fermamente durò in sino a che la religione ed il progresso sempre gli fu concesso di rifiutare la digni maggiore degli ottimi studi; accade tà di camerlengo, di grande autori mia di cui parlammo al suo articolo, tà ed onorificenza, ed allora la più nel vol. I, p. 42 di questo Dizionario. lucrosa della corte romana. Il Pon Se Carlo alloggiò in Roma un magni tefice, che teneramente lo amava , fico palazzo, e questo elegantemente non già per la parentela, ma per addobbato, non è a credersi che il la conoscenza del vero suo merito, cuore di lui fosse schiavo della am e perchè in lui vedeva un utile e bizione,- poichè anzi se esteriormente zelante ministro dello stato , lo inca viveva con pompa, affine di unifor ricò pure della legazione di Bologna, marsi all'uso della corte, egli sapeva della Romagna e della Marca di An mortificare sè stesso anche in mezzo cona , stabilendolo anche protettore a quella grandezza , e perciò si rese della corona di Portogallo, dei Paesi- più meritevole di encomio la sua Bassi, dei cantoni cattolici della Sviz umiltà. Quantunque la sua assen zera , e degli Ordini religiosi di za da Milano non fosse volonta ». Francesco, dei carmelitani, e del- ria, ed egli prestasse l'opera sua 4oal bene universale CAR della Chiesa, pu finalmente glielo CAR concesse, creatolo re il Borromeo non poteva acquie prima suo legato a latore per tutta tarsi sul fatto della residenza, e non l' Italia. Il giorno primo di settem fece fine a' suoi dubbi se non quan bre dell'anno i 565 , s. Carlo partì do il pio e dotto arcivescovo di da Roma, e trattenutosi un qualche Braga, Bartolommeo de' Martiri, con giorno a Bologna, di cui era legato, saggia decisione lo tranquilla intiera fu a Milano, dove egli venne accolto mente. Morto l' unico fratello suo , con le dimostrazioni della più sen nel mese di novembre dell'anno tita esultanza, parendo a quel popo i 562, e rimasta così senza consola lo di rivedere in lui ricopiata la zione e sostegno quella illustre fa immagine di s. Ambrogio. Non mol miglia, i suoi amici ed il Papa me to dopo il suo arrivo, aprì il santo desimo lo persuadevano a lasciare arcivescovo il primo concilio provin lo stato ecclesiastico, per ripararne ciale , cui intervennero due Cardi il danno, ma egli affine di liberarsi nali forestieri ed undici suffragane! da ogni ulteriore sollecitazione, ri di Milano. Fu comune l'ammirazio cevette l'ordine sacro prima che ter ne nel vedere con quanto zelo e minasse quell'anno, e non molto ap pietà venne celebrato questo conci presso fu fatto gran penitenziere, ed lio da un giovane, qual era s. Carlo, arciprete della basilica di santa Ma di soli ventisei anni di età. Si trattò ria Maggiore, divenendo in seguito principalmente in questo concilio in prete del titolo di santa Prassede . torno alla riforma del clero, alla Non è tacersi quanto egli siasi ad celebrazione dell' offizio divino, all'am operato , con sommo zelo e pru ministrazione dei ss. Sacramenti, al denza , per la conclusione del conci la maniera di tenere il catechismo, lio di Trento , avvenuta l' anno se tutte le domeniche e feste dell'anno, guente i 563 , avvertendo i vescovi in ogni chiesa parrocchiale , facen e i principi del cattivo stato di sa dosi sopra tutto questo, dei sapien lute del Papa , ed eccitandoli con tissimi regolamenti. Il Pontefice, to caldissime istanze ad affrettarne il sto che ne fu informato, scrisse al compimento; nè è da passarsi sotto nipote le sue più confortanti con silenzio, come egli, tostochè fu sciol gratulazioni. Posto termine al con ta quella venerabile assemblea, die- cilio, la prima cura di s. Carlo fu desi ogni premura di far eseguire rivolta alla visita della sua diocesi. tutti i decreti, che riguardavano la Avuta notizia, che il Papa era gra riforma della disciplina. Non appe vemente ammalato, partì per Roma, na seppe, che la diocesi di Milano con santa libertà scuoprì allo zio il abbisognava della presenza di lui , suo pericolo , e volle egli stesso a togliere alcuni disordini, ai quali amministrargli il santo Viatico e in vano si studiava di rimediare il l'estrema unzione, nè si allontanò piissimo suo vicario generale Orma- da lui, ma unitamente a san Filip netto, fece istanza al santo Padre, po Neri lo assistè sino alla morte, perchè gli permettesse di partire, e che avvenne a' io dicembre dell'an così ardentemente ne lo pregò, che no i 565. s. Pio V, successore a que ottenne di andare a Milano per te sto Pontefice, voleva persuadere il nervi un concilio provinciale, e far nostro santo a trattenersi in Roma, la visita della sua diocesi . Pio IV come per lo avanti , ma egli , che CAR sconosciute o superstiziose CAR , negletti 4i desiderava di riparare ai disordini della sua diocesi , pregò il Papa a i sacramenti, e i sacerdoti per la dispensamelo , sebbene senza riguar maggior parte ignoranti e scostuma do alcuno, a solo bene della Chie ti, s. Carlo tenne sei concilii provin sa, ne avea promosso l' esaltazione ; ciali ed undici sinodi diocesani , e e rimastosi con lui alcuni gior pubblicò degli ordinamenti e delle ni soltanto per informarlo delle co istruzioni pastorali , che si ebbero se dello stato. Indi rinunziò le cari poi sempre dai più zelanti pastori che che disimpegnava , dalle quali come modelli in simil genere. Seb traeva una rendita di cinquanta bene da principio il santo arcivesco mila scudi; ed abbandonò quella vo abbia incontrate delle difficoltà capitale , giungendo nella sua Mi nella esecuzione dei decreti dei suoi lano nel mese di aprile del i566. concili, pure egli seppe così accop Ad ottenere con più efficacia la ri piare alla dolcezza dei modi una forma della diocesi, pensò essere di fermezza inflessibile, che non v'ebbe molto vantaggio l'unire all'eloquen in progresso chi non si assoggettasse za della parola , quella ancora del alla regola. La predicazione della di l' esempio, ammaestrato dal divino vina parola era da lui sostenuta con Pastore , di cui è detto , che pri amorevole assiduità e copiosissimo ma fece e poscia insegnò. Quantun frutto : e siccome egli era persuaso, que la precedente sua vita fosse sotto che la più efficace maniera a per ogni riguardo esemplare, pure egli petuare la cognizione e la pratica si studiò di meglio più sempre per della religione consisteva nello istrui fezionarla, e vi riuscì per modo, che re i fanciulli , non contento di in divenne oggetto della universale ve fiammare a ciò i sacerdoti tutti della nerazione. Troppo lunga cosa sareb sua diocesi, piantò molte scuole, nel be l' enumerare le distinte virtù di le quali insegnavansi i primi erudi lui, e difficile il dire in quale più menti della lède, dandone egli me che nelle altre risplendesse , se in desimo il regolamento. L'anno i578 tutte egli toccava il sommo grado istituì la congregazione degli oblati della perfezione cristiana. Nelle ora di s. Ambrogio, composta di preti se zioni riceveva grazie e consolazioni colari, i quali si offerivano al vesco straordinarie , che desiderava non vo per lavorare nella vigna del Si fossero note ad alcuno , mortificava gnore, ed a questi affidò in seguito continuamente il suo corpo colle più il reggimento del grande suo semi lunghe astinenze, e con asprezze le nario, governato in prima dai ge più rigorose, distribuiva ai poveri suiti , che lo rinunziarono. Formò ed agli ospitali ogni sua rendita fa ancora in Milano una società di pie migliare, e quanto a lui veniva da donne , affinchè col buon esempio gli altri beneficii , non riservando loro giovassero al ravvedimento di per sè stesso che breve parte dei altrui , e ne ebbe i più consolanti suoi averi. Lo zelo pastorale di lui risultati. Nelle visite di tutta la sua mal comportando i disordini in che diocesi mostrò chiaramente quanto miseramente era avvolta la diocesi ardesse il cuore di lui dell'amore di di Milano , sicchè le grandi verità Dio e del vantaggio delle anime al della salute parevano andate in di la sua cura affidate, poichè in que menticanza , le pratiche di religione ste ebbe a sofferire continui disagi 4* CAR davano il bene della CAR sua diocesi, pure nel corpo, per la distanza e difficol tà dei luoghi, e molte amarezze nel faceva in modo , che, questi adem lo spirito per la perversità di alcuni, piuti , gli rimanesse alcun che di che si studiavano di opporsi alle sante tempo per assecondare cotale suo intenzioni del loro prelato, lo che desiderio, e ben volentieri aiutava tutto egli valse a superare con in del suo consiglio e dirigeva nello vitta costanza , rallegrandosi molto spirito quei molti , che a lui accor allorquando per amore di Gesù Cri revano , come a privato direttore sto dovea sopportare anche il fred della coscienza. In una parola la vita do, la fame e la sete; e di questa di lui fu in ogni sua parte conse- non curanza del proprio bene per crata per modo alla maggior gloria provvedere a quello degli altri, non di Dio, ed al vantaggio delle anime, dubbia prova noi abbiamo in quel da potersi asserire con franchezza , tempo nel quale la pestilenza me essere stato il nostro santo uno dei nava i suoi guasti nella diocesi di più distinti pastori della Chiesa di Milano. Egli, anzichè seguire il con Cristo. Ma le durate incessanti fa siglio di molti, che lo persuadevano tiche; nel governo della sua diocesi, a ritirarsi in alcuna altra parte non e le severe sue penitenze, venivano infetta, affine di conservare la pre così logorando i preziosi giorni di ziosa sua vita, sostenendo che un lui, che a dì 24 di ottobre dell'an vescovo, il quale è obbligato a dare no i584 gravemente infermò, e ren- il sangue pel suo gregge, non pote dutosi inutile ogni umano rimedio, va senza grave colpa abbandonarlo il giorno 4 novembre dell'anno me nel pericolo, volle assistere egli me desimo nella ancor fresca età di desimo i malati, e amministrar loro quarantasei anni, e ventiquattro di i sacramenti, esortando cosi anche Cardinalato , col riso sulle labbra, coll'esempio i suoi cooperatori a non che sembrava un presagio della fu curare la propria vita temporale in tura sua gloria, santamente morì. confronto degli spirituali bisogni dei Il Signore rese chiaro ben presto il loro fratelli. Ordinò in quella lut santo arcivescovo con gran copia tuosissima circostanza tre processioni di miracoli , a di lui intercessione generali, cui egli intervenne a piedi operati, e l'anno i6 io fu Carlo so scalzi , con una corda al collo , e lennemente canonizzato nel primo con un crocefisso nelle mani , offe di novembre dal Pontefice Paolo rendosi vittima al Signore per li V. Tra le sue opere pubblicate par peccati del suo popolo. Nè solamen ticolarmente in Milano nel i747 in te ai soccorsi spirituali si rimaneva vol. V in fol. sonò degne di special l'ardente carità di lui, ma per assi riguardo le Istruzioni pei confessori, stere ai poveri fece fondere tutto il che il clero di Francia fece stampa suo vasellame, e diede loro in sollie re a sue spese ; ed Acta Ecclesiae vo ogni suo mobile, per sino anche Mediolanensis , Milano i599, in fog. il suo letto; ed in un sol giorno Si hanno ancora molte sue opere distribuì ai poveri quaranta mila scudi, dommatiche e morali, e la biblioteca e ventimila in un altro. Egli amava di del santo sepolcro di Milano con assistere alle persone moribonde, e serva trenta volumi manoscritti di quantunque mettesse innanzi ad ogni lettere del santo prelato. altra cosa i doveri generali, che guar- Fra le molte vite di s. Carlo CAR re. E così avvenne CAR nel fatto, poichè 43 Borromeo, delle quali riporta un ca talogo il Novaes t. IX, p. i i3, una mentre faceva orazione nella chiesa delle più esatte e più ampie, anzi, di s. Domiziano, innanzi all' altare al dire del Volpi, delle più belle, della beata Vergine , fu assassinato accurate e giudiziose vite de' santi dai suoi nemici nell'anno ii24. scritte in italiano, è quella di Giam CARLO MAGNO (b). Fu figliuo pietro Giussani, medico milanese, e lo del re Pipino, e nacque nell'an poi oblato di s. Sepolcro, che fu no 742. Rimasto, per la morte del stampata in Roma dalla tipografia padre e del fratello Carlomano, so camerale nel i6io, e poi in Brescia lo padrone di tutta la monarchia nel i 6 i 3. Il Rossi, dotto prete del francese, si rese chiaro così per la la congregazione degli oblati , la grandezza delle sue conquiste, da tradusse in latino, e poi venne ar meritarsi il soprannome di Magno. ricchita di osservazioni importanti Egli si mostrò assai pio, zelante e dall' Oltracchi, e pubblicata nel i75o caldo per la causa dei Pontefici , in Milano. Monsignor Godeau la ed Adriano I ( Vedi ) e Leone III scrisse in francese, e la pubblicò a (Fedi) ne' varii bisogni dello stato Parigi nel i663; ed ivi il p. Tou- sperimentarono i benefici effetti del ron CARLO stampò il la Buono sua nel (ven.). i76i. Fu fi figliale attaccamento di lui. Il primo Carlo Magno l'ebbe in conto di gliuolo a s. Canuto re di Danimar padre, ne pianse la morte, e ne ce ca. L'anno ii i9 divenne conte di lebrò le geste ; dal secondo ricevet Fiandra per testamento di Baldovi te la corona imperiale, rinnovando no. Mostrossi adorno di tutte le cri in lui con autorità apostolica l'im stiane virtù, ma quelle, che più bril pero d'occidente. Noi non diremo larono in lui, furono la carità verso delle vittorie di questo principe, e i poveri e la umiltà. Più volte degli avvenimenti maravigliosi , che diede fondo ai suoi tesori per sov lo riguardano, venendone trattato venire gl' indigenti , e non fu raro ai rispettivi articoli. Qui è nostro il caso, che vendesse anche le vesti intendimento di mostrarlo solamen per sostentarli. Amava più chi lo te benemerito alla religione ed al rimproverasse d'un qualche fallo, la Chiesa, e porre in chiaro del che non chi lo esaltasse per le sue le azioni di lui quelle soltanto, che virtù: e perchè a guarentire la mi degno lo resero del titolo di bea seria dall'oppressione dei grandi sta to. Non è a negarsi, ch'egli non bilì soavissime leggi, si attirò l'odio abbia macchiato i primi suoi an di questi, tra i quali Bertulfo, ini ni con quei disordini, ai quali d' or quo usurpatore , venne nell' empia dinario la gioveutù è ' troppo in deliberazione di torgli la vita, e non chinevole; ma se fu peccatore, sep durò molta fatica a trovare di un pe ancora redimere i suoi peccati tal delitto scellerati esecutori. Ne fu con larghissime limosine, e coll' e- avvisato il venerabile Carlo; ma egli, satto adempimento dei doveri del anzichè procurarsi uno scampo, rispo vero cristiano. Non contento di san se, che se era in piacere al Signo tificare sè stesso , egli , che per la re di troncare i suoi giorni, egli sua condizione più che altri mai lo moriva contento, non potendosi per poteva, si adoperò di promuovere dere la vita per una causa miglio- la santificazione ancora negli altri , 44 CAR carmelitani [Vedi), CAR dei quali da al e ben conoscendo, che il contegno delle persone consagrate al Signo cuno si fa rimontare l'origine non re ha molta (orza sui popoli, usò solo alla prima età della Chiesa , moltissima cura per la riforma del ma altresl a quella de' profeti, cioè clero e dei monisteri, e di qui eb allo stesso Elia , che si vuole istitu bero origine quei molti sinodi, nei tore de' religiosi detti dell' antica: os quali si stabilirono quegli esimi i re servanza. A tale questione impose golamenti, che trovansi nei Capito silenzio Innocenzo XII , mediante lari di questo principe. Mostrò la la costituzione , Redemptoris , che più interessante premura perchè il emanò ai 2o novembre i698. Il divino servizio si facesse con quel Bonanni, nella seconda parte del decoro e con quella maestà , che Catalogo degli Ordini religiosi , conviene alla grandezza di Dio, e stampato in Roma nel i 74 i , al nu decorò a tale effetto con grande ma mero 37, racconta, parlando delle gnificenza le chiese, e le provvide di antiche monache del monte Car vari e preziosi ornamenti per la ce melo, che verso l'anno 326, essen lebrazione dei sagrosanti misteri. Lo dosi recata in Gerusalemme l' im zelo di lui fu ardentissimo a toglie peratrice s. Elena per discoprire il re quelle nuove dottrine, che a' suoi sepolcro del Redentore, il rinvenne giorni tentavano di guastare la pu ove stavano due monache solitarie rezza della immacolata fede di Cri nascoste in una spelonca per non sto, e ne ebbe i più confortanti ri essere uccise dai barbari , secondo sultati. Questo ottimo sovrano, che che riporta a detto anno il p. Le- tanto operò per la maggior gloria zana annalista dell' Ordine carme di Dio, e per lo splendore della litano. Il Bostio, ed altri storici santa Sede apostolica, mori nel set affermano, ch'erano religiose car tantesimo secondo anno di sua età, melitane, denominate anche di s. a' dì 28 di gennaio dell'anno 8i4. Elia, giacchè, secondo quegli autori, Sebbene il decreto di sua canonizza in tal' epoca non si conosceva altro zione sia dato a' 29 dicembre ii 65 Ordine regolare. Certo è, che la pia dall' antipapa Pasquale III ; pure la Augusta fondò un monistero presso s. Chiesa in considerazione delle be il s. Sepolcro, in cui pose molte nemerenze di Carlo Magno, tollerò vergini, affinchè vivessero colla re il culto, che alcuni a lui rendono, gola de' solitarii abitanti del monte e non abrogò il decreto dell'ille Carmelo, dando loro per direttrici gittimo Pontefice: per la qual cosa le due monache menzionate. può considerarsi come dalla mede Il succitato autore parlando poi sima Chiesa' beatificato. Così la opi al numero 38 delle monache car narono il Lambertini, e il Contelori. melitane d'Europa, ed altrove, as Il suo nome peraltro non fu intro serisce ch'erano sparse ovunque, e dotto nel Martirologio romano. Egli è si distinguevano per santità di vita, onorato da molte chiese di Francia, avendone mitigata l'antica regola In di Fiandra e di Germania, la sua nocenzo IV nel i248. Ignorasi per memoria però non è venerata nella altro qual fosse il primo monistero Chiesa universale. di esse in Europa, e sembra che si nache, CARMELITANE. che seguono Ordine la regola di Mo- dei principiasse a fondarle nell' epoca, in cui gli storici riportano il trasferi- CAR vi si ritirò, ne CAR prese l'abito, e nel 45 mento de' carmelitani dalla Palesti na. Abbiamo inoltre dal p. Luigi i4B5 vi mori in odore di santità. di s. Teresa , autore del libro : La Le monache di Huy, siccome vicine successione di Elia, seguito da altri, al convento dei religiosi, aveano in che il b. Giovanni Soreth, essendo principio la chiesa intitolata delle generale de' carmelitani, ottenne da tre Marie in comune: ma ad evi Nicolò V, divenuto Papa nel i447, tarne l' incomodo , la pia duchessa il privilegio di poter avere il suo ottenne dal Pontefice Sisto IV, che Ordine i monisteri delle monache, le sue monache passassero in un mo come gli aveano i domenicani e gli nistero di benedettine , dopo aver agostiniani , riputandosi a vergo loro ottenute molte grazie spirituali gna, diceva, che gli altri Ordini a- e privilegi. Queste religiose differi vessero donne osservatrici delle loro vano nell'abito dalle altre carmeli regole, e che il solo Ordine carme tane, usando tonaca e scapolare di litano, particolarmente istituito per color bigio , mantello bianco fode onorare la regina delle vergini, non rato di pelli d'agnello, e velo nero ne avesse alcuno di queste. Da ciò in testa. inferisce l' autore della Storia degli Vestono le monache carmelitane, Ordini religiosi, tradotta dal p. Fon come i religiosi dell'antica osservan tana, tomo I, part. I, cap. 44 , cne za, cioè tonaca e scapolare di color le monache carmelitane fossero isti tanè, velo bianco sul capo, cui ne so tuite, verso l'anno i452, dallo slesso vrappongono altro nero, e recandosi b. Soreth coll' autorità apostolica iu coro, assumono anche un manto della bolla conseguita da Nicolò V, bianco a guisa di cappa , essendo per cui fondò in Francia i primi tutto di lana. Egualmente vestono cinque monisteri. Tuttavolta che pri le monache riformate e della stretta ma delle suindicate epoche esistes osservanza, siccome tutte unite al sero monisteri di carmelitane, lo ri l' Ordine carmelitano , e sottoposte leviamo dalla costituzione Sanclorum all' immediata giurisdizione del p. meritis, presso il bollario dell' Or generale. Godono perciò i privile dine, parte I, appendice p. 546, di gi dei mendicanti; ma è da avver Giovanni XXII, con cui accordò in tirsi, che non tutte le monache car dulgenza per la chiesa delle carme melitane sono soggette alla giurisdi litane di Messina. Checchè ne sia , zione del p. generale, mentre gran si prese tanta cura il zelante padre parte di esse dipendono da quella Soreth , che volle sempre visitarle de' rispettivi Ordinari. Fra le car di persona, mentre talvolta ad altri melitane fiorirono un gran numero commetteva la cura di visitar i con di serve di Dio, e, per non dire che venti de' suoi frati , principalmente delle principali, solo nomineremo s. il monistero di Liegi (dal quale per Teresa solennemente canonizzata nel la distruzione recatavi nel i468 da i622 da Gregorio XV, fondatrice un incendio, fece trasferir le mona de' carmelitani scalzi, e delle carme che ad Huy), nonchè l'altro di Van- litane scalze {Vedi), e s. Maria Mad nes, fabbricato nel i463 dalla ven. dalena de' Pazzi, che colla stessa so suor Francesca del regio sangue lennità fu esaltata all'onore degli d'Amboise, già duchessa di Bretta altari nel i669 da Clemente IX. gna, che dopo la morte del marito V. il p. Daniele della Vergiue Ma- 46 CAR CAR ria nella Vigna del Carmelo, al coiari usanze introdotte nel moni- n.° 996, e il Martirologio gallica stero di Firenze da s. Maria Mad no del Soussay a' 4 ottobre. dalena de' Pazzi, cui danno il titolo In Roma le carmelitane hanno di madre. Quindi, a differenza delle la chiesa, ed il monistero sotto il antiche carmelitane, usano nel di titolo della ss. Incarnazione del Ver vino uffizio il rito romano, ed han bo divino, detto delle Barberine, no costituzioni proprie approvate, presso le terme Diocleziane, per la nell'anno i657 ai 22 dicembre, strada che conduce a porta Pia. In dal Cardinal Carlo Barberini loro questo luogo anticamente eravi una protettore. chiesa dedicata all' Annunziazione di CARMELITANE Scaxze. Ordine Maria Vergine, con un ospizio dei di monache, dette anche Teresiane. romitani di monte Vergine. Il mo Di tutte le riforme dell'insigne Or nistero fu fatto fabbricare nel i639 dine carmelitano, la più celebre e da Urbano VIII, Barberini, ove ragguardevole è quella eseguita da poi entrò la moglie di d. Paolo s. Teresa d'Avila. In quella città, fratello del Pontefice, colle figlie, nel nel i535, entrò ella nel monistero recarsi da Firenze a Roma ; ed il delle carmelitane, detto dell'Incar suo nipote Cardinal Francesco Bar nazione, il quale seguiva la regola berini , detto il seniore, per mezzo di s. Alberto, approvata da Onorio dell'architetto Paolo Picchetti, eresse III, e ai 2 novembre ne vestì l'a dai fondamenti la contigua chiesa , bito. Ricolma delle divine grazie, da lui stesso consagrata ai 23 ot superò le prove del noviziato, e fece tobre i67o, i cui quadri furono di la solenne professione. Quindi, ar pinti dal rinomato Giacinto Brandi. dendo il suo cuore del desiderio Alessandro VII diede in cura a que di riformare il proprio Ordine a ste monache la contigua chiesa di vivere con maggiore austerità, e di s. Cajo (Vedi). Ma il Piazza, Gerar più .aumentarlo a riparazione dei chia cardinalizia, p. 554, dice che danni recati alla Chiesa dai prote fu Urbano VIII, il quale fece tal con stanti , incoraggila da una divina cessione. Per la vicinanza al pontificio rivelazione, comunicò il suo divisa palazzo del Quirinale, il monistero fu mento ad alcune fanciulle secolari, onorato dalle visite di parecchi Papi, che seco convivevano nel monistero, massime di Clemente XI e Inno le quali si dichiararono pronte a cenzo XIII; e nel i724 Benedetto seguirla. La sua cugina Antonia XIII vi vesti coll' abito religioso due de Paxas , chiamata poi in religione figlie del principe Pamphilj. Nel Antonia dello Spirito Santo, ed i742 si stampò in Roma il Ritua una dama somministrarono loro le del ven. monistero della ss. In mezzi per acquistare una casa, on carnazione del Verbo divino in Ro de col consiglio del confessore e ma, e degli altri monisteri dell'i de' ss. Pietro d'Alcantara, e Ludo stituto carmelitano j ed il Venuti , vico Bertrando, intraprese in Avila nel tomo I, p. i8o, della sua Ro la fondazione del primo monistero. ma moderna, ci dà notizie sulla Ad onta delle gravi difficoltà, che detta chiesa e monistero. Queste car incorse, nel i562, ne ottenne da melitane però appartengono ad una Pio IV, ai 7 febbrajo per organo specie di riforma, secondo le parti- del Cardinal penitenziere maggiore, CAR poi canonizzato CAR da Benedetto XIII 47 la facoltà diretta a due illustri ma trone benemerite dell'opera, coll' ap (il quale per averla ajutata in tale provazione ex nunc pro tunc degli riforma è riconosciuto qual confon statuti, e delle ordinazioni da com datore de' Carmelitani scalzi ), venne pilarsi dalla priora, e dalle mona aperto il primo convento in Dur- che intorno al governo del moni- velo, e poi quello di Pastrana rico stero. Cosi la santa venne abilitata nosciuto dall'Ordine per principale, a stabilire la riforma, ed erigere un giacchè ivi si perfezionò la regolare monistero di Carmelitane, sotto quel osservanza. V. Carmelitani Scalzi, titolo, che le fosse piaciuto, coll'ob- detti anche Teresiaki. bligo di seguir l' istituto carmelita Frattanto le fondazioni delle mo no, e colla soggezione al vescovo nache si moltiplicarono, e la rifor- d'Avila. matiice ebbe la consolazione di es La nuova casa fu dedicata a san serlo anche di quello della sua pri Giuseppe protettore dell'Ordine, e ma professione , cooperandovi lo particolare santo di s. Teresa. Vi stesso p. Giovanni della Croce, che introdusse essa la detta sua cugina, ne divenne confessore, e prima di e tre orfane povere , cioè Anto morire potè vedere già fondati di nia dello Spirito Santo, Maria della ciassette monisteri, e quindici con Croce, Orsola de' Santi, e Maria venti di sua riforma. Essa fu gra di s. Giuseppe, che furono come ziata da Dio dei più grandi favori, quattro pietre fondamentali della del dono della contemplazione, della stessa riforma. Vestirono esse una rivelazione , risplendendo eziandio tonaca grossolana, collo scapolare di per uno spirito superiore e straor color tanè, coprirono il capo con dinario quale si ravvisa nelle sue una grossa tela, e incedendo scalze opere ascetiche tutte spirituali, e nei piedi, incominciarono ad osser piene dell' intelligenza delle cose di vare l' antica regola dell'Ordine, se Dio. Dopo la beata sua morte il condo le dichiarazioni d' Innocenzo suo istituto si propagò per tutto il IV. Superate altre contrarietà, santa mondo, e il Cardinal Berulle con Teresa ai 5 dicembre i562 conse dusse sei religiose dalla Spagna in guì dal medesimo Pio IV, per lo Francia , fra le quali due erano stesso mezzo del Cardinal peniten state discepole della fondatrice. Il ziere maggiore, accedendo poi alla primo monistero si fondò per esse conferma lo stesso Papa con altra in Parigi nel borgo di s. Giacomo, costituzione, che non potesse il suo ed ivi ritirassi la duchessa de la istituto possedere cosa alcuna ne in Vajliere, ed avendo la regina di particolare, nè in comune., e vivesse Spagna Elisabetta mandato in dono colle limosine. In principio vennero a quella di Francia Maria de' Me escluse le converse, perchè si servis dici un dito della santa, essa lo sero scambievolmente. Niente sgo diede al detto monistero. mentata dai vinti ostacoli, s. Teresa Tuttora propagate fioriscono le concepì il meraviglioso disegno di Carmelitane scalze con singolar edi riformare anche i religiosi del me ficazione, e vantaggio dei popoli. In desimo Ordine. Il perchè aiutata alcuni luoghi sono soggette ai su dai due carmelitani p. Antonio di periori dell'Ordine, e in altri agli Gesù, e p. Giovanni della Croce, Ordinari. Ove ciò possa farsi senza 48 CAR rita per , aver CAR contribuito in quel certo aggravio, debbono vivere di limosine, e non possedere veruno regno a propagare sì esemplar isti stabile. Ne' monisteri, che hanno tuto, e ciò ad istanza dell'assemblea rendite, venti debbono essere le mo del clero di Francia, di Luigi XVI, nache, comprese tre converse, e si e di altri, che ne supplicarono la ammette in qualche caso una de Santa Sede. In Roma vi sono cin cima ottava corista. Ne' monisteri que monisteri di religiose Carmeli privi di rendite sufficienti ricevono tane scalze, cioè di s. Giuseppe a un minor numero di monache. Il capo le case, di s. Maria del Monte vestiario è quale superiormente si Carmelo in s. Egidio nel rione di è accennato. Solo aggiungiamo, che Trastevere, de' ss. Pietro e Marcel portano il soggolo sullo scapolare, lino, di s. Maria dell'Assunta detta e che al velo nero del capo ne so Regina Coeli, e di s. Teresa, come vrappongono altro più ampIo, par appresso. ticolarmente quando si debbono Presso la piazza di Spagna sonovi comunicare. Il mantello, o la cappa la chiesa e il monistero di s. Giu è bianca, e più lunga dei frati; i seppe a capo le case, così chiamato sandali sono di canape, e le calze perchè all' epoca della sua prima di panno grosso, secondo le prescri erezione, non eranvi come al pre zioni dell' istitutrice, benchè si chia sente altre case in sito più elevato mino scalze. Tutti i loro indumenti su questa estremità del monte Pin- sono di lana, e l'uso del lino è cio. La chiesa e il monistero furo affatto vietato. Pel loro tenore di no, nel i598, edificati dalla pietà vita austero (giacchè dormono su del p. Francesco Soto spagnuolo, letti senza materazzi, cioè su sac sacerdote dell'oratorio di s. Filippo coni di paglia, e non mangiano Neri , e cantore della cappella pon carne se non inferme), veggasi il tificia, donandolo alle Carmelitane p. Annibali da Latera, Compendio scalze: il perchè fu il primo moni- della storia degli Ordini regolari, stero, che le Carmelitane scalze aves nel capitolo XII, delle religiose sero in Roma, e nello stato ponti Carmelitane pag. i22 e seg. ficio, non però soggetto all'Ordine, Lungo sarebbe il qui riportare mentre il primo di quelli soggetti tutte le serve di Dio, che apparten all'Ordine fu, come diremo, il se nero all' Ordine delle Carmelitane guente di s. Egidio. Per questo di scalze, per cui ci limiteremo a par s. Giuseppe a capo le case contribuì lare delle due ultime. Clemente XIV ad aumentarne le rendite la celebre nel i77 i approvò il culto imme Fulvia Sforza dama romana. Fu di morabile della b. Giovanna Scopelli, poi la chiesa, nel i628, restaurata monaca carmelitana della congrega dal Cardinal Marcello Lantc, che zione di Mantova, che Eugenio IV per la sua carità fu chiamato san arricchì di privilegi, e che fonda Giovanni Limosinarlo. Egli inoltre trice divenne del monistero di santa la decorò di buoni quadri, avendo Maria del Popolo di Reggio. Il Pon dipinto il Lanfranco quello di santa. tefice Pio VI, nel i79i, solenne Teresa, mentre l' altro rappresen mente beatifico la b. Maria dell' In tante la nascita di Gesù Cristo è carnazione, fondatrice delle Carme opera di suor Maria Eufrasia Be litane scalze in Francia, e beueme- nedetti monaca di questo monistero. Andrea Sacchi CARvi dipinse il quadro Camassie, quello CAR dal lato sinistro 49 è

dell'altare maggiore, ossia s. Giusep di s. Egidio del Roncalli , detto pe, e la s. Teresa sulla porta del Pomarancio il giovane, e quello monistero, del quale fu anco bene della parte destra da ultimo è opera fattore il Cardinal Emmanuele de del Pozzi, il quale vi dipinse la Ma Gregorio, che, morendo nel i839, donna, che pone s. Teresa sotto il volle ivi essere sepolto presso la sua patrocinio di s. Giuseppe. Ai due genitrice. tondini di questo altare vi figurò lo Il monistero delle Carmelitane stesso Pozzi, s. Giovanni della Cro scalze sotto il titolo di s. Maria del ce, e la b. Maria dell'Incarnazione. Monte Carmelo, eretto pel primo Il coro è pieno d' insigni reliquie, come dipendente dall' Ordine dei ma ciò, che rende celebre questo Carmelitani scalzi in Roma, e nello monistero si è non solo l'essere esso stato pontificio, ' è questo di s. Egi il primo in ordine agli altri aggre dio in Trastevere, nel pontificato gati ai Carmelitani scalzi, ma an di Paolo V, ai 29 luglio i6 io, con cora l' essere radice di altri mo- facoltà concesse dal Papa vivee vocis nisteri , quali sono quello di s. Te oraculo, che poi ad istanza della resa a Terni , di s. Teresa nella principessa di Venafro confermò con strada pia alle quattro fontane, di suo breve de' 29 marzo i6i i. Ove cui in seguito parleremo, di s. Giu è ora la chiesa dedicata alla B. V. seppe a Vienna, e di s. Maria Regi del Carmelo, vi era una piccola na Coeli, del quale pure si tratterà. chiesa dedicata ai santi Crispino e La ven. Maria Chiara della Passione, Crispiniano, con confraternita dei figlia del contestabile d. Filippo Co lavoranti calzolari , che da- Urbano lonna sum mentovato, le cui virtù, diVIII I' altra fu trasferita piccola a chiesa s. Bonosa. dedicata Quin-- a in grado eroico con solenne decreto approvò Clemente XIII, quivi prese s. Egidio venne ricostruita e rac l'abito religioso, dopo che Francesca chiusa nel recinto della clausura , Mazziotti vi avea meglio stabilito il e con facoltà di Urbano VIII, data monistero. col breve Devotionis et fidei, de' i 5 La vera origine di questo moni- novembre i632, il titolo di san- stero di s. Egidio si dee a dieci divo t' Egidio fu trasferito alla predetta te donne, parte delle quali erano chiesa de' calzolari. E altresì a sa vedove e nobili. Ritiratesi esse nel persi, che anticamente la chiesa di i6oi in una povera casa situata s. Egidio era dedicata a s. Lorenzo, nel luogo stesso del monistero, vis e dipendeva dalla basilica di san sero sino alla menzionata epoca del ta Maria in Trastevere, il cui capi melitane i 6 i o, secondo scalze, la finchè regola eretta delle la Car- ca tolo avendola conceduta ad Agostino Lancellotti nobile romano, questi la sa in monistero, si fecero venire da rifabbricò in onore di s. Egidio ab quello di s. Giuseppe, fondato in bate, restaurandola poscia il conte Napoli, due monache colla qualifica stabile d. Filippo Colonna. Il qua di priora, e sotto - priora. Quando dro dell' altar maggiore, il quale è si vesfi la detta venerabile Maria tutto di marmo bianco, rappresenta Chiara della Passione, era tanto pove Maria Santissima, che dà l'abito a ro e angusto il monistero, che otten s. Simone Stock, ed è dipinto dal ne dal genitore l'erezione del nuovo, voi. x. . 4 5o CAB. del monistero scritta CAR dal p. Emma- .e la riedificazione della chiesa. Dive nuta priora, uscì dal monistero per nuele di Gesù e Maria. fondare quello di Regina Coeli unita Le Carmelitane scalze del moni- mente alla m. Teresa di s. Giusep stero de' ss. Pietro e Marcellino pe, colla cooperazione dei signori vicino al Laterano riconoscono per della Corbara nel i654- Ma già, loro primario istitutore il Cardinal sino dal i 6 i 8, due altre religiose e- Domenico Ginnasi, decano del sagro rano uscite per fondar quello di Collegio , che meritò l' intima ami Terni, una delle quali, cioè la m. cizia dei ss. Giuseppe Calasanzio, e .Caterina di s. Domenico, si recò nel Camillo de Lellis. Avendo egli il i629, a Vienna per erigere quel di suo palazzo sulla piazza, che da lui s. Giuseppe, mentre nel i627 per prese il nome, presso le botteghe l'altro di s. Teresa alle quattro Fon oscure, ove oggidì dimorano le mae tane, era stata prescelta la m. Ippo stre pie, collocatevi dal Papa re lita Maria Colonna, sorella della ve gnante, acquistò la contigua chiesa nerabile Maria Chiara. Ma non avendo di s. Lucia, già antica parrocchia, essa accettato tale incarico, furono e poscia unitala al suo palazzo, di surrogate altre due madri dello vise questo, parte per un collegio stesso monistero di sant' Egidio. di otto giovani di Castel Bolognese V. Eusebius ab omnibus Sanctis, sua patria, e parte lo donò pel Enchiridion Chronologicum , Ro- monistero delle Carmelitane scalze, mae i737, pag. 44- 72- iIO> I22# che ai 3o giugno i637 vi restarono e 26o. chiuse, da lui perciò dette Teresiane Il monistero di s. Egidio fu sem Ginnasie. Piacque poscia a Bene pre riguardato con benevolenza dai detto XIV di trasportare vicino a Sommi Pontefici. Urbano VIII si .s. Pietro in Vincoli i monaci ma recava sovente a visitarlo, trattenen roniti, collocati nel i7o7 da Cle dosi entro la clausura colla religio mente XI, nel monistero, che fab sa famiglia, vi disse messa privata in bricò loro presso la chiesa dei santi chiesa, e comunicò le monache. Ales Pietro e Marcellino, ciò che avven sandro VII lo aiutò con limosine, ne nel i754. La chiesa de' ss. Pietro e gli assegnò venti scudi al mese. e Marcellino era stata titolare del Clemente XI, Clemente XII, e Be medesimo Benedetto XIV, ed aven nedetto XIV ne furono egualmente dola fatta rifabbricare, la fece con benemeriti, e da ultimo Leone XII sagrare dal Cardinal Malvezzi , e in molti incontri gli dimostrò la quindi la concesse col contiguo mo sua sovrana protezione. Tanta è nistero alle monache Carmelitane dunque la venerazione, che si ba Ginnasie, che vi passarono ad abi per questo rispettabile luogo, il quale tarlo, lasciando il primo lor moni- viene appellato arci monistero. Fra stero alle botteghe oscure. V. Chiesa le sovrane recatesi a Roma che l'o de' ss. Marcellino e Pietro. norarono in persona , va rammen Il monistero dell'Assunta di santa tata la vedova di Giovanni III, re Maria Regina Coeli alla Lungara, di Polonia, Maria, che vi si recava delle Carmelitane scalze riformate, ogni dì , e voleva ivi ritirarsi, se non fu eretto da d. Anna Colonna mo eiagno, obbligata come si a legge far ritorno nella cronaca nel re* glie di d. Taddeo Barberini, nipote di Urbano VIII, nell'anno i654, CAR XIV, a' 7 gennaio, CAR vi ammise alla £i in un alla chiesa contigua, con ar chitettura di Francesco Contini. Ivi professione religiosa d. Isabella Co particolarmente è pregevole il cibo lonna, col nome di suor M. Anna rio formato di pietre di valore , e Teresa Imelde di Gesù Crocefisso, il quadro di s. Teresa dipinto dal Ro che inoltre comunicò ed esortò, e manelli. Si chiamano queste monache poi vi fece ritorno a farne la vela di Regina Coeli (Fedi), non perchè tone, dopo aver celebrata la messa. secondo il loro religioso istituto, Lo stesso Pontefice vi vestì solenne ogni quattro ore recitino quell'anti mente dell' abito Carmelitano, nel fona nI suono della loro campana, i75?, d. Lucrezia, altra figlia del ma sibbene perchè alla Regina del contestabile Colonna , facendo da Cielo Maria fu dedicato il monistero paraninfo il pronipote di lui d. Gio. loro. La predetta d. Anna, che era Lambertini. stata congiunta in matrimonio con Il monistero poi e la Chiesa di d. Taddeo, dallo stesso Urbano VIII, s. Teresa , nella strada pia , alle con somma grandezza d'animo sos quattro fontane con disegno di Bar tenne il suo grado in molti fasti tolomeo Braccioli di s. Angelo in diosi incontri, e mostrò nobile for Vado, per le monache Carmelitane tezza nelle avversità della casa Bar scalze dette le Teresiane, fu cretto berini. Rimasta vedova, non solo dalla pia d. Caterina Cesi, figlia di sfondò a sue spese questo monistero, d. Olimpia Orsini, e di d. Federico ma volle ritirarvisi, ed esservi se Cesi duca di Acquasparta, vedova polta coll' altra confondatrice sua del marchese della Rovere. Questa sorella d. Vittoria, che professando rispettabile donna, nell'età di tren nel monistero di s. Egidio , nel tatre anni, si vestì Carmelitana nel nofrio i65.9, Barberini,nelle mani fratello del Cardinal di Urbano S.O monistero di s. Egidio, nè avendo accettato l' incarico di fondare il VIlI, la regola , prese il nome di monistero di s. Teresa la madre Chiara Maria della Passione. Uscen Ippolita Maria Colonna che n'era stata do poi da s. Egidio, nel i 654, m deputata, fu surrogata la Cesi , la qua compagnia della m. Teresa di san le avea assunto il nome di M. Cate Giuseppe, si recò in questo moni- rina di Cristo. Essa, in compagnia stero ad ordinarne l' instituzione , di altra monaca, si recò a fondarlo, per cui è riconosciuta per confonda e vi si ritirò a' 23 aprile i627, nel trice. Inoltre vi si ritirò, e vi fu pontificato di Urbano VIII, giorno pure tumulata d. Laura Tomacella in cui si celebra la festa di s. Gior loro parente. Il deposito di d. An gio martire. La prima messa fu ce na è di finissimi marmi neri, ed il lebrata ai i 5 del predetto mese, e busto è di bronzo. Il p. Biagio della quivi la fondatrice morì in età di Purificazione carmelitano scalzo, e quarantasette anni , ai 2 3 maggio Luigi Ignazio Orsolini pubblicarono i637. Questa chiesa e monistero, la vita di d. Vittoria Colonna car per essere vicini al palazzo aposto melitana scalza , . confondatrici del lico Quirinale, furono onorati dalle monistero, che per la sua santa vita visite di vari Sommi Pontefici, mas ebbe il titolo di venerabile, ricono sime nella festa di s. Teresa. Inno scendone le virtù in grado eroico cenzo XIII , avendovi da Cardinale Clemente XIII. Nel i746, Benedetto vestito due pronipoti , figlie del 5a CAR Carmelitani ne citanoCAR in loro favore principe Ruspoli , vi si recò nel i72i a dar loro solennemente il altri più antichi, cioè Giovanni V , sagro velo. Stefano V, Leone IV, Adriano II, CARMELITANI Calzati dell'an Sergio III, Gregorio VII ed Ales tica osservanza. Ordine religioso, sandro III che, al dire di Silvera, che trae il suo nome, e la sua ori accordarono parecchie indulgenze a gine dal Carmelo (Vedi), montagna coloro, i quali in alcuni giorni del della Siria, abitata in passato dai l' anno avessero visitate le chiese dei profeti Elia ed Eliseo, da cui pre Carmelitani, come dicono rilevarsi tendono i Carmelitani discendere , dalle loro bolle, approvate da Si per una non interrotta successione. sto IV nel i 477* Confermano poi Abitando separatamente in quali la medesima tradizione coll' offizio , tà di eremiti sul monte Carmelo che da tempo immemorabile recita parecchi di essi , riunitisi insieme no di s. Elia a' 2o luglio, nel qua nel secolo XII, ebbero nel i2o9 da le apertamente viene egli appellato s. Alberto, patriarca di Gerusalem duce, fondatore, e padre de' Carme me, una regola, che nel i226 da litani. Finalmente la corroborano Onorio III fu approvata. Tuttavia con diversi martirologi, e con altri essendo quest' Ordine grandemente monumenti, che si possono vedere benemerito, ed insigne nella Chiesa, nel p. Lezana annalista de' Carme è necessario riportare le differenti o- litani; nella Vigna del Carmelo del pinioni sulla di lui rimota origine, p. Daniele della Vergine Maria; nel e le questioni insorte su tale antichi lo Specchio del Carmelo del medesi tà, nonchè quanto altro lo riguarda. mo autore; ne' due tomi dell' Arse Tra i Carmelitani pertanto è tra nale istorico-lcologico del p. Fran dizione costante, che il loro venera cesco di Buona Speranza; nell' opera bile Ordine abbia avuto inconiin - del p. Sebastiano di s. Paolo; nella ciamento circa novecento anni avan Storia Cronologica, e nel Sacro ti la nascita di Gesù Cristo, dal san Carmelo italiano del p. Mariano to profeta Elia nativo diTesbe nel Ventimiglia, tutti riportati dal p. paese di Galaad, il quale fiori nei Annibale da Latera, nel suo Com regni d' Acab re d' Israele, e di pendio della storia degli Ordini re Giosafat re di Giuda. Provano essi golari, al capitolo X, e in altri mol tal tradizione con ragioni, autorità li autori, che per difendere la tan di scrittori, tanto carmelitani, che to contrastata origine de' Carmelita stranieri, e con quanto dissero i ni scrissero in diversi tempi, e par Pontefici Romani , principalmente ticolarmente verso il fine del seco Giovanni XXII, Sisto IV, Giulio III, lo XVII, e nel principio del seguen s. Pio V, Gregorio XIII, Sisto V, te, contro il celebre p. Papebrochio, e Clemente VIII. Benedetto XIII, ed altri continuatori di Bollando, nel i725, accordò loro di erigere nel tomo I : Acta sanctorum Bol- nella basilica vaticana, fra le statue landiana vindicataj e fu allora, che dei fondatori degli Ordini religiosi, sostenendosi con calore la contro quella di s. Elia con questa iscrizio versia se l'Ordine del Carmine fos ne : Universus Ordo Carmelitarum se fondato da Elia ed Eliseo profe fondatori suo sancto Eliae. prophe- ti, le parti contendenti cominciava tae erexit. Prima dei detti Papi, i no ad allontanarsi dai termini con- CAR quale fu veduta, CAR siccome diversi af53 venevoli, per cui il Pontefice Inno cenzo XII, Pignatlelli, a' 2o novem fermano, dalla cima del monte Car bre i698, colla costituzione i73, melo sotto la figura d'una nuvolet che si legge nel Bollario romano al ta, che ascendeva dal mare. Favo tomo IX p. 495, impose silenzio ai ri ella di poi in varie circostanze, due parliti, sotto pena di scomuni e ricolmò di grazie l'Ordine mede ca latae se.nte.ndae in caso di con simo, per cui in quel monte, e al travvenzione. Questa costituzione è trove è stata, ed è venerata con anche riportata da Tommaso Pas particolar culto qual patrona del cucci nel Compendio ad consult. ca- l'Ordine. Dimostrano i Carmelitani nonicas Pignattelli partII, p. 348. poi la loro discendenza da Elia fino Veggasi su questa famigerata que a Cristo per mezzo di Eliseo, e dei stione Papebrochio in Vita b. Alber figli de' profeti, e quindi pegli assidei ti die 8 aprilis p. 777, e nel Pro ed esseni, i quali erano uomini riputa pileo par. II. p. 39 ; Bellarmi ti giusti e religiosi nell' antico testa no lib. II, de Monachis cap. 39, mento, perchè affettavano un grado p. 24o, tom. II ; Baronio ad annum di santità più eminente di quella ii8i § i3, ed il Cardinal Petra, ordinata dalla legge, di cui zelan Commentar- ad Const• Apost., tomo do l' osservanza , vivevano per lo II, p. 273, non che il tomo I del più nelle campagne in istretta u- la Chronica dos Carmelitas del p. nione tra loro, separati dalla socie Pereira, il quale parlando dell' ori tà, e tutti occupati nella contem gine della sua religione, dice che il plazione, e nel lavoro delle mani. fondatore fu s. Elia, volendolo pro Per provare, che questi uomini dab vare con diversi fondamenti, fra i bene, e discendenti da Elia, esistes quali riporta la rivelazione della b. sero pure ne' tempi apostolici, che Vergine fatta a s. Pietro Tommaso, co abbracciassero con molto ardore la me si legge nell'uffizio di questo santo. religione cristiana, e si chiamassero Dopo s. Elia, scrive che s. Eliseo eremiti del monte Carmelo, addu abbia esercitato il generalato de'Car- cono l' autorità del vescovo di Ge melitani fino all' anno della creazio rusalemme Giovanni II, primo pa ne del mondo 32o4, cioè 849 anni triarca di quella città, presa dal ca prima della nascita del Redentore; pitolo 3o del libro a lui attribuito, indi descrivendo gli altri generali de Instiliiitione Monachorum, e di del Carmine in tempo della legge scrit retto a Caprasio, lune totius ordi- ta, passa a quelli della legge di grazia, nis eliani archimandritae, et abba in cui fu il primo a sostenere, co ti generali. Apportano anche l'au me egli crede, questo carattere s. torità di Giuseppe Antiocheno, il Gio. Battista, e lo convalida colla quale secondo il Possevino fiorì- nel testimonianza di fr. Gio. da Car- l'anno di Cristo i3o, e nel capito tagena francescano, nel tomo III de lo XII de perfecta militi a primiti- sacris arcanis Deiparae , ove si vae Ecclesiae , dice che i soli appoggia a molti testi de' ss. Padri. tari imitatori di Elia ed Eliseo al Dal menzionato profeta Elia questo tempo degli apostoli, discesero dal Ordine è detto anche Eliano j altri monte Carmelo, predicarono la fe però lo chiamano Mari-Eliano, da de di Gesù Cristo nella Gali s. Elia, e da Maria santissima, la lea, nella Samaria, e nella Pale- 54 CAB. CAR stina, et in Virginis Marine hono lemme, nè altra, meno quella ad essi rem in montis Carmeli declivio fa- data dal patriarca s. Alberto. Di fat bricantes oratorium, Salvatoris Ma- ti s. Broccardo, superiore degli eremi tri specialissime servierunt. Aggiun ti del monte Carmelo, fu quello che gono alle sopraddette autorità quella a lui la domandò vedendo aumen del Cardinal di Vitriaco, nel capo tarsi il numero de' suoi eremiti ; 52 della Storia orientale, da lui locchè dal patriarca s. Alberto gli scritta dopo avere scorsi que' paesi , venne accordato, onde scrisse una ed essersi trovato nel i 2 i 9 in Da regola e l' inviò a s. Broccardo e nnata coll' esercito de' cristiani, ivi ai suoi eremiti, che vivevano sot accampato contro il pascià d'Egit to la di lui ubbidienza, e dimora to. I sopraccitati scrittori, non che vano alla fontana di Elia sul mon il Bollario Carmelitano, par. I, pag. te Carmelo. Tal regola comincia co i , vogliono quindi, che a' religiosi si : Albertus Dei grafia Jerosoly- abitatori del monte Carmelo, e dei mitanae ecclesiae vocalus patriar- suoi dintorni parte eremiti, e parte cha, dilectis in Chrislo filiis Broc cenobiti, essendosi accresciuti, verso cardo, et caeteris eremitis, qui sub l' anno 4oo» il mentovato patriarca ejus obedienlia juxta fontem Eliae gerosolimitano Giovanni II desse la in monte Carmelo morantur, salu- regola contenuta nel menzionato li tem in Domino. V. pure il Butler, Vi bro de inslilut. Monadi. , regola le de' Santi, aprile pag. 94, che che da loro si osservò , finchè al dimostra aver s. Alberto data la tra non ne ottennero da s. Alberto, regola non prima dell' anno i 2o9. altro patriarca di Gerusalemme, ai Questi dopo essere stato trasferito 1 "> gennaio ii7i, o ii8(. Il p. da Innocenzo III iidl' anno i 204 Gros, generale dell'Ordine, verso il dalla chiesa di Vercelli a quella di i 4 i i , lasciò scritto nel suo Orlo Gerusalemme, fu il XII patriarca del Carmelo^ che il patriarca Gio Iatino di tal metropolitana. Il me vanni II diede al suo discepolo Ca- desimo santo chiamato dal detto prasio non una regola da lui com Papa al concilio generale XII, di posta, ma quella di s. Basilio, e che Luterano IV, nel i 2 i 5, non vi si questa essi osservarono sino all'al potè recare essendo stato ucciso nel tra loro assegnata nel iio5, o nel precedente anno da un italiano, per i 2o9 dal parmigiano s. Alberto. vendicarsi delle giuste correzioni fat Tuttavolta è in questione, che Gio tegli quando era vescovo di Ver vanni II patriarca gerosolimitano celli. Mori martire della giustizia , abbia dato la regola ai Carmelita sebbene i Carmelitani ne celebrino ni. Si legga l' autore della Storia la festa agli otto aprile con rito di degli Ordini monastici religiosi e confessore. militari, tradotta dal p. Fontana, La regola adunque scritta in die ove alla pag. 3 i7 si dice, che i ciotto brevissimi capitoli da s. Al Carmelitani non hanno ricevuto al berto, e da lui data a s. Broccar cuna regola, nè quella di s. Basilio, do, superiore degli eremiti del mon iiè il libro delle Istituzioni dei mo te Carmelo, successore nello stesso naci falsamente attribuito al detto uffizio di s. Bertoldo Malafaida di Giovanni II di questo nome , e nazione francese, il quale fu il pri XLII o XLIV vescovo di Gcrusa- mo che, lasciato il titolo di abba CAR alcuni pretendevano CAR che ivi solo po-• 55 te . e di archimandrita , prendesse all' uso de' latini quello di priore tessero dimorare), ma ancora in tutti generale; regola che da molti Carmeli i luoghi compatibili colla regolare tani si osserva; è appunto quella che osservanza : ordinarono che ne' viag nel i226 ai 3 gennaio, fu approva gi si potessero nutrire di erbe cotte ta da Onorio III, e altri dicono, tra nel brodo della carne, e navigando i quali Bergier, con diploma dato per mare anche di carne , restrin in Rieti ai 3o gennaio i226, cor gendo il silenzio da compieta sino retta in parte da Innocenzo IV, e all' ora di prima del giorno appres mitigata da Eugenio IV, come me so. Permisero loro ancora di man glio si dirà. Questa regola tratta giare nel refettorio, e regolarono la dell' elezione del priore, de' suoi do recita del divino ufficio, ch'essi di veri, delle celle de' frati in mezzo cono eseguire secondo il rito gero alle quali prescrive l' erezione di un solimitano. Tuttociò fu approvato oratorio , in cui tutti i religiosi da Innocenzo IV nel i248 colla bol dovranno adunarsi per assistere al la, Quae honorem, e confermato da la messa, e che fuori di tal tempo, altri Papi : onde quelli, che osserva e dell' uffizio divino stieno ritirati no le correzioni fatte da Innocenzo nelle proprie celle, ove si occupino IV chiamaronsi Carmelitani osser in orare, meditare, e nel lavoro del vanti la regola primitiva, e gli altri, le mani, meno un legittimo impe che seguirono quella mitigata da dimento. Prescrive altresì l' epoca altri Pontefici, si denominarono Car per celebrare i capitoli locali, e il melitani conventuali. digiuno dall' esaltazione della croce Nel pontificato di Gregorio IX , sino a Pasqua, la perpetua asti predecessore d' Innocenzo IV , per nenza dalle caini, il rigoroso silen una rivelazione della ss. Vergine al zio da vespero sino a terza del di beato Alaino generale de' carmeli seguente, la privazione di qualun tani, -molti di essi dalla Siria e Pa que cosa in particolare, e la recita lestina passarono in Europa , e da farsi dai frati laici, o conversi di quindi fondarono conventi in Ci alcune orazioni in luogo del divino pro, Inghilterra e Sicilia, propagan uffizio. Celebrano però i carmelita dosi altresì per la Francia, Germa ni calzati la messa, col rito dell'an nia, Italia e altri luoghi, per cui il tico messale Parisiense V. il Pal loro primo capitolo generale tenuto liasi Explicatio Missae, tomo IV. in Europa, ebbe luogo nel ìi/[.5, disser. XV. art. 4- nel convento di Ailesford in In A moderare e correggere tal re ghilterra. Eletto fu successore al gola, i Carmelitani spedirono due b. Alaino, il celebre b. Simone Stock, religiosi al Papa Innocenzo IV, il sotto il cui governo l' Ordine car quale vi deputò il Cardinal Ugo di melitano proseguì a moltiplicarsi mi s. Carlo , e Guglielmo vescovo di rabilmente ; ed il medesimo b. Si Antarada ossia Tortosa nella Fran mone Stock ottenne per esso, come cia. Questi vi aggiunsero il voto di si dirà poi, dalla ss. Vergine lo sca castità , indi dichiararono, che seb polare, e dai Pontefici molti privi bene i carmelitani fossero eremiti, ciò legi. non ostante potessero avere conventi In tempo del grande scisma d'Oc non solo nelle solitudini ( giacché cidente, incominciato nell'anno i378, 56 CAR in Italia furono CAR detti Listati, per si divisero i carmelitani in due par titi, secondo le ubbidienze che se cui in alcune pitture antiche tali liste guivano, di Roma o di Avignone, compariscono bianche, grigie e ne ognuna delle quali si elesse un ge re, ed in altre bianche e tanè ; in nerale, argomento di che diffusa alcune si veggono stese per lungo mente tratta il p. Sebastiano Fan- da cima a fondo della cappa, e in toni Castrucci carmelitano, nell' Isto altre poste a traverso a guisa di ria d' Avignone , pubblicata nel i678 fascie. Se ne vedono talvolta cinque, in Venezia. Per questo in epoca si e tal' altra sette, ed anche in mag lagrimevole per tutti gli Ordini re gior numero. Passati i religiosi in ligiosi, anche nel carmelitano s' in Europa, stabilirono di lasciare que trodusse il rilassamento dall'antico ste liste, ma venne l'ordine sospeso spirito, che durò sino al i43o, nel nel concilio generale XIV , lionese qual anno fu celebrato il capitolo II, celebrato da Gregorio X nel i 274, generale, in cui determinossi ricor acciocchè fosse più maturamente esa rere al Sommo Pontefice per por minato. Assunto però nel i285 al vi un opportuno riparo. Difatti il pontificato Onorio IV, non solo egli Papa Eugenio IV, creato a' 3 marzo lo confermò , come si ha pure da dell'anno i 43 i , vi prese provviden Tolomeo da Lucca, Histor. Eccl. lib. za, e ne mitigò il rigore, dappoichè XXIV, capo i4, ma per le istanze permise loro di mangiare la carne del p. Pietro di Milland generale tre volte la settimana , moderò il de' carmelitani, concesse, che lasciato digiuno dalla festa della ss. Croce l'abito d'allora siccome non decen «ino alla Pasqua, moderò il continuo te , assumessero la cappa bianca , silenzio, e concedette loro di uscire ciocchè si effettuò nel capitolo ge dalle proprie celle alcune ore deter nerale adunato nel i287 in Mont minate, e di passeggiare dentro la pellier, nel qual anno principiarono. clausura. Insorto poi il dubbio sul ad usare anche uno scapolare eguale digiuno, che alcuni superiori vole a quello donato dalla ss. Vergine vano osservato anche ne' giorni in al b. Stock, siccome affermano molti cui era permesso di mangiar carne, autori, fra' quali Sandero, Cornelio ricorsero a Pio II che, nel i4%, a Lapide , Papebrochio stesso , e il diede facoltà ai generali pro tem gran Lambertini, De festis, \. II , pore di ordinare in proposito ciò p. 37i. Fu approvato tale scapola che avessero stimato più confacente re dalla congregazione de' Riti nel- in proporzione della qualità delle l' uffizio della commemorazione so persone, de' luoghi e dei tempi. lenne della b. Vergine del Carmelo I Carmelitani vestivano dapprima a' i6 luglio, ed era di color tanè, un abito bianco ; ma i saraceni , simile a quello dell' abito o tonaca, presso i quali tal colore è segno di e del cappuccio, che portano di con nobiltà, avendoli obbligati a lasciar tinuo. Sullo scapolare sovrappongo lo, adottarono gli abiti formati a no nelle funzioni, e quando escono striscie secondo l'uso degli orientali, dal convento a beneplacito, la detta per cui in passato vennero chia cappa bianca con altro cappuccio mati Fratres Barrati, Birrati, Ra di egual colore ; abito che inoltre di diati, Stragulati, a motivo di tal poi fu approvato da Bonifacio VIII abito screziato a diversi colori, ed ai 25 novembre i295, coll' autorità

CAR da s. Pio V, collaCAR costituzione, Su 57 della costituzione, Justis petenlium, come racconta s. Antonino in Chron. perna disposinone del i 566 ; da Gre part. III, tit. 2o, cap. 5. V. il Ga gorio XIII, colla costituzione, Ut lani pi nelle sue Memorie della b. laudes, del i 8 settembre i 57 7 ; da Chiara, ove a p. i44 riporta eru Clemente X, colla costituzione, Com- ditissime notizie snll' antico abito mìssa nobis, degli 8 maggio i673, de' Carmelitani. non che da altri Pontefici. Dicesi, che il Pontefice Giovanni Insorte per la suddetta bolla di XXII, eletto nel i 3 i 6, abbia pub Paolo V da per tutto gravi dispu blicato in favore de'Carmelitani, ai te, e principalmente in Portogallo , 3 marzo del sesto anno del suo di cui fece la storia Paolo di Tutti pontificato, la celebre bolla, Sacrar i Santi, nella Clavis aurea par. II, tissinio iiti culmine, emanata in Avi cap. i 5, i Carmelitani furono denun gnone, chiamata volgarmente Sabr ziati all' inquisizione di Lisbona, ed Latina, perchè la b. Vergine, sicco il Pontefice, dopo maturo esame, me molti autori affermano , avea per fermare il corso alla controver promesso al beato Simone Stock sia, fece inviare nel i6i 3 all'inqui di levare dal purgatorio, nel primo sitore generale di Portogallo il pon sabbato dopo la loro morte , tutti tificio decreto , in cui si permet quelli che fossero ascritti alla fra teva a'pp. carmelitani di predicare, tellanza o confraternita di s. Maria » che il popolo cristiano poteva pia- del Cannine, della quale tratta il » mente credere il soccorso che Eaillet a' i5 agosto § 6, num. 34- » godono le anime de' religiosi, e IVel pontificato' però di Paolo V » de' confratelli del Carmine, cioè avendo egli a' 27 maggio i6o6 » che la beatissima Vergine co' suoi pubblicato la costituzione, Romanus » meriti, e colla sua intercessione, Ponlìfex, che si legge nel tomo V » principalmente nel giorno del sab- del Boll, roman. par. III, p. 227, » bato, aiuterà le suddette anime, con essa sospese tutte le indulgenze m che moriranno in grazia; se in accordate da' suoi predecessori a' rer » questa vita avranno portato l'a- golari. Ciò non pertanto i Carmeli » bito, serbata la castità nel loro tani di Portogallo seguitarono a pre » stato, quelli che sapranno legge- dicare la Sabbatina, bolla che seb » re , avranno recitato l' uffizio pic- bene sospetta a molti eruditi, fra i » colo della Madonna, e non sapen- quali a Launoio in Dissert. de car » do recitarlo, avranno osservati i melitani scapularis sodalitio , tom. » digiuni della Chiesa, e si saran- II, pag. 4o4, per non trovarsene » no astenuti dalla carne il mer- l'originale, nè per essere stata ap » coledì ed il sabbato, eccetto se provata dai Pontefici in forma spe » in tali giorni accadesse il Natale cifica, ma solo in forma comune, » del Signore. Vietava però che si tuttavolta era stata confermata in » potessero dipingere le immagini torno alle indulgenze e privilegi, che » della medesima Vergine Maria in concedeva a' religiosi e connati del » atto di scendere nel purgatorio Carmine, da Clemente VII ai i 2 a- » per levarne quell'anime ". Questo ^osto i53o colla costituzione Ex decreto, secondo Lambertini, De fe- Clementij da Paolo III colla costi stis B. M. Firginis, § 77, p. 282, tuzione Provisionis nostrae del i 534; trovasi nel bollarlo dei carmelitani 58 CAR dalla morte; ma CAR il Papa regnante tomo I, p. 62, tom. II, p. 6o i , con servandosene l'originale nella segre nel concistoro de' 6 aprile i 835 , taria del consiglio generale dell'in annoverò al sagro Collegio Placido quisizione di Lisbona. Maria Tadiui, dell' Ordine della b. Dai carmelitani ebbero origine le Vergine del Carmelo dell' antica carmelitane (Vedi), nel secolo XV osservanza , attual degnissimo arci i carmelitani riformati ( Vedi ) , nel vescovo di Genova, e gli conferi il secolo XVI i carmelitani scalzi o titolo presbiterale di s. Maria in Teresiani (Vedi), oltre i carmeli Traspontina degli stessi carmelitani. tani del terzo Ordine ( Vedi ). In Quest' Ordine insigne, oltre la questo benemerito Ordine, che colla congregazione di Mantova, e la vi costituzione 65 di s. Pio V, emanata caria di Sardegna , ora elevata a nel i567, fu riconosciuto per men provincia, ebbe sino a trentacinque dicante , insieme alle sue monache, provincie, sotto l'ubbidienza di un in ogni epoca fiorirono moltissimi solo generale, il quale risiede nel dotti e santi religiosi, come leggia convento di s. Maria in Trasponti mo nel citato autore della Storia na di Roma, siccome capo dell'Or degli Ordini religiosi, tradotta dal dine. In Madrid dimorava il vicario p. Fontana t. I, p. I, e. 44, non generale delle provincie Cismonta che dai pp. Gio. Gros, Francesco ne: ma per le attuali vicende per di s. Angelo, Emmanuele Romano Do la Spagna ora non vi è che un com menico di Gesù, ed altri carmelita missario apostolico, colle facoltà di ni, i quali composero interi volumi, vicario generale per la sola peniso per enumerare i soggetti del loro la, eletto dal Papa regnante, e re Ordine illustri per santità di vita , sidente in Roma. Il procuratore ge per le dignità ecclesiastiche eserci nerale dell'Ordine gode il privilegio tate, e per la loro profonda dottri di pronunziare il discorso nella Cap na. Un altro parimenti ne diede in pella pontificia, nella quarta dome luce il p. Domenico di Gesù, che nica di quaresima, e nella quarta tratta de' soggetti presi da questa domenica dell'avvento. religione per conferir loro la prima La prima chiesa concessa in Ro dignità della Chiesa. Essi, come ri ma a' Carmelitani dell' antica osser leva il Novaes nel tomo I, p. 84 vanza, fu quella di s. Giuliano ai delle sue Dissertazioni, contano fra trofei di Mario sul monte Esquili- i loro religiosi tre Pontefici, due an no. Presentemente hanno i Carme tichissimi , cioè s. Telesforo greco , litani tre conventi in Roma , colle eletto nel i 42 , s. Dionisio greco , chiese annesse che sono parrocchie, creato nel 26i, e il b. Benedetto e titoli Cardinalizi, cioè i.° la chie XII esaltato nel i 334, cne da car sa dei ss. Silvestro e Martino ai melitano passò abbate di Castello , Monti, che Bonifacio VIII nel i295 sebbene il Baluzio non sia di tal diede in cura a'Carmelitani, i qua parere. Leone XII, dopo avere tras- li ne furono assai benemeriti, giac latato dalla sede vescovile di Rieti chè ripete l'attual forma dal p. Gio a quella di Osimo e Cingoli mon vanni Antonio Filippini romano, signor Timoteo Maria Ascenzi car generale dell' Ordine, che v' impie melitano, mentre nel i828 lo vo gò grossa somma di danaro, e scuo- leva creare Cardinale, venne rapito prì l'antica chiesa sotterranea; 2.° La CAR vedere il p. Ventimiglia, CAR Cronolog. 5c) chiesa di s. Grisogono in Trasteve re, presso la quale fu già l' abitazione de generali latini a pag. i, e il p. de' Pontefici, e che Sisto IV nel Daniele, Speculum Carni- tom. I, i480 diede ai Carmelitani riformati pag. io2, ove riportandosi lo stem della congregazione di Mantova (Ve ma vi è la figura di Elia sul Ta- di); 3.° La chiesa di s. Maria in borre, avente nella bandiera lo stem Traspontina in Borgo nuovo nel ma^ dell' Ordine come sopra. i484 concessa ad essi da Innocenzo E però da avvertirsi, che lo stem VIII, ma che per essere stata demolita ma de' Carmelitani scalzi differisce affme di fortificare Castel s. Angelo, in questo sol punto, che la sommi fu data loro l'attuale incominciata tà del monte è intersecata da una a edificarsi da Pio IV nel i564, linea orizzontale, che forma una insieme al contiguo convento per croce, a denotare la vita più peni abitazione dei Carmelitani , peroc tente, che essi menano osservando chè già in avanti possedevano la la primitiva regola. Il monte poi vecchia chiesa di Traspontina. Al dello stemma figura il monte Carmelo; l' articolo Chiese, si riportano le no le stelle rappresentano Maria Santiss. tizie delle tre qui mentovate. che la Chiesa appella Stella marisj Sino al pontificato poi di Leone la corona è figura della di lei so XII, i Carmelitani ebbero il con vranità, essendo regina de' patriar vento e la chiesa di s. Maria di chi, e di tutti i santi ; la spada fi Montesanto, o Regina Coeli sulla nalmente impugnata dalIa mano di piazza del popolo in Roma, loro Elia, è simbolo del di lui zelo. concessa nel i662 da Alessandro CARMELITANI Riformati. La VII, venendo poi rifabbricato il prima riforma di quest' Ordine, do convento dall' architetto Girolamo po le mitigazioni della loro regola Teodoli. Abbiamo dal Bonanni , fatte da Papa Eugenio IV, si fu Catalogo degli Ordini religiosi , quella introdotta dal b. o ven. (co capo LXVI, che i religiosi Carme si detto pel culto immemorabile litani di detto convento non por che gode ) Giovanni Soreth france tavano cappello, coprendosi del solo se di Normandia, il quale avendo cappuccio ; vestivano come gli altri, principiato a riformare diversi con ma di panno più grosso di color venti, eletto XXV generale latino grigio, ed il mantello, o cappa di del suo Ordine in Avignone nel color bianco. Nelle memorie dei i45l, si applicò con indefesso zelo Carmelitani il detto panno grosso per restituire ne' Carmelitani l'anti veniva chiamato carpita, e ne trat co splendore, e la primiera osser ta il Du-Cange. vanza. I religiosi da coro a suo Lo stemma dei Carmelitani cal tempo vestivano di nero, e i laici zati e scalzi è sovrastato da una o conversi di color tanè , ond' egli corona, sulla quale sorge un brac lasciato il primo, prese il secondo. cio, la cui mano stringe una spada. Nel capitolo generale celebrato nel Nella targa evvi un monte acumi i472 in Asti fu quell'abito con una nato con tre stelle, cioè due late costituzione adottato per tutti i suoi ralmente alla sua estremità, l'altra correligiosi, i quali tuttora l' usano, nel mezzo dello stesso monte. Sullo giacchè vuolsi, che questo fosse l'an stemma di questo Ordine, si può tico colore dell'abito carmelitano, Co CAR do teologo, a cui CAR il p. Bonanni nel secondo l'opinione di alcuni, oltre quanto si disse all'articolo precedente suo Catalogo, capo LXVI, dà per CàRMEUTAHi. ll b. Sorelh inoltre fon compagno non solo, ma assegna an dò quattro monisteri di Carmelitane co il merito principale di tale isti nel i4^2, uno de' quali a Liegi, che tuzione al b. Angelo Agostino, det fu poscia trasportato ad Huy. Un to comunemente Angelino, donde il altro ne fondò a Vannes , benchè p. Francesco Tommaso insigne in per altro il fondasse Francesca di pietà e dottrina, e il p. Pietro Ste Amboise duchessa di Brettagna, che fano tolosano, che fu il primo vi dopo la morte del duca Pietro II suo cario generale della congregazione , marito, vi prese il velo l'anno i 4^7- passarono a Mantova a fare la ri Questo santo religioso soffri molte forma carmelitana. L' opinione per peripezie per introdurre tal riforma altro più abbracciata è, che il det ne' conventi , visitando a questo fine to p. Conecte introducesse la con quasi tutte le provincie d' Europa. gregazione nel convento di Girona, Quindi pel desiderio di vivere con al quale essendosi unito quello delle maggior ritiratezza, presso Nantes Selve, e l' altro di Mantova sotto il edificò un altro convento in un luo governo d'un superiore, che dap go chiamato Coets, ove pieno di principio avea il titolo di presiden meriti mori nel i/j85 santamente, te, si rivolsero tutti e tre al Pontefi sebbene il p. Annibale nel suo Com ce Eugenio IV per l' approvazione, pendio ec. , dice,, che morisse ad ed egli venuto in cognizione della Angres, nel i 47 r , e che Dio ha osservanza ed esemplarità con cui illustrato il suo sepolcro con molti vivevano tafi religiosi , sottrasse i prodigi. conventi dalla giurisdizione del pro L'altra celebre riforma de'Car- vinciale, e li lasciò soggetti a quella melita'ni, è quella della Congrega soltanto del priore generale dell'Or zione di Mantova, della quale si fa dine, concedendo loro molti privi autore il p. Tommaso Conecte fran legi, e la facoltà di eleggersi un vi cese, che avendola incominciata ver cario generale, che li governasse. Il so il i424, e nel seguente anno generale de' Carmelitani dell'antica nel convento di Girona sulle Alpi, osservanza non volle approvarne la nella diocesi di Sion, recandosi poi elezione, ma nel i442 yi supplì a Roma, la stabilì nel convento del Eugenio IV con autorità apostolica, le Selve nella Toscana. Da questo prescrivendo nella bolla perciò ema essendo passato all' altro convento nata, che, eletto il vicario generale di Mantova, riuscì il più celebre, e da due terzi del capitolo, si avesse diede il nome alla medesima con come per confermato senza rivol gregazione e riforma. Tattavolta vi gersi al padre generale , e ciò si do sono alcuni, che riconospono per di vesse godere dall' Ordine finchè lei autore il p. Giovanni Lapi fio continuasse a vivere nella esatta rentino, e vogliono che coll'autorità osservanza stabilita. d' una bolla di Eugenio IV avesse Bea presto fiorì e si propagò la principio nel convento di Mantova, congregazione di Mantova, contando mentre altri scrivono che fosse isti in Italia più di cinquanta conventi. tuita nel 1 4 i 3 in quello delle Sel Sisto IV avendo fatta proseguire la ve dal p. Giacomo Alberto profon- basilica della s. Casa di Loreto in- CA.R nero. Nel secolo CAR decorso i religiosi 6i cominciata da Paolo II, per mezzo del Cardinal della Rovere suo ni tralasciarono di eleggere il vicario pote, e primo protettore di questa generale, e di seguire la costituzio riforma, ne concesse ai pp. di que ne e nome della congregazione man sta congregazione la cura , per cui tovana, riunendosi all'Ordine carme vi dimorarono alcun tempo. Il me litano dell' antica osservanza , sotto desimo Cardinale , essendo passato la immediata giurisdizione del priore dal titolo di s. Balbina a quello di generale. s. Grisogono, volle che questa anti Mentre il p. Spagnoli era gene chissima chiesa fosse officiata dai rale de' Carmelitani, ebbero luogo suoi Carmelitani, facendo fabbricare due altre riforme, una in Francia il contiguo convento. detta la congregazione d' Alby , la Il p. Penso scrisse la vita degli quale governavasi da un vicario ge uomini illustri, che si resero distinti nerale eletto dal capitolo generale nella congregazione di Mantova, ma della congregazione di Mantova, che merita special menzione il p. Giam nel i58o fu riunita all'Ordine da battista Spagnoli, detto il Mantovano, Papa Gregorio XIII, l'altra istituita rinomato per santità di vita, e per presso Genova in un convento, che le sue opere, nonchè per essere sta prese il nome di Monte Oliveto, per to eletto sei volte vicario generale opera del p. Ugolino, il quale non con della medesima , e poi generale di tento dell'osservanza della regola mi tutto l'Ordine nel i 5 i 3, fatto in Ro tigata da Eugenio IV , volle intro ma nel capitolo generale. Procurò durre quella anteriormente dichia egli di dilatare in diversi conventi rata e corretta da Innocenzo IV , la riforma, e per mantenere in essa disegno che eftettuossi solo nel con il color tanè contro chi bramava si vento di Monte Oliveto , il quale , adottasse il nero nell'abito, rinunziò sebbene fosse solo , e soggetto inte al generalato, e morendo nel i5i6, ramente al generale dell'Ordine, pu gli fu eretto un magnifico sepolcro re nel pontificato di Leone X prese nella chiesa di Mantova. Inoltre Fede il titolo di congregazione . Nella rico I, duca di Mantova, collocò la Francia fu operata inoltre altra ri sua statua appresso quella di Virgi forma di Carmelitani verso l' anno lio nell'arco trionfale da lui eretto, i60.4 dal P- Pietro Bouhourt nel perchè, oltre queste doti, il p. Spa convento di Rennes nella Brettagna ; gnoli fu tenuto pel poeta più eccel poi fu perfezionata dal p. Teobaldo lente de' suoi tempi. I religiosi di e in seguito dai pp. Riccardo e questa congregazione differivano da Giovanni Baray. Nel capitolo provin gli altri, perchè in tutto l'anno nella ciale tenuto in Gand nel i6o3, pre feria seconda e quarta non mangia sieduto dal p. Silvio, si fecero diversi vano carne , vivevano con vita co decreti per istabilir la riforma, e in mune , e per altre particolari con breve per opera de' suddetti religiosi, e suetudini. Vestivano come gli altri di altri che loro si unirono, vennero Carmelitani , ed una volta non si fondati nuovi conventi sotto la me distinguevano da questi che pel desima osservanza , co' quali si for eappello , il quale nella parte supe mò la provincia Touranie. Da que riore era bianco , cangiandolo po sta , ad onta delle opposizioni degli scia in quello ecclesiastico di color altri Carmelitani , la riforma si dif 62 CAR rò con tutta l'CAR efficacia per intro fuse non solo in Francia, ma nelle Fiandre e in Italia. durre la stretta osservanza nella Ger Nell'anno i6i9, i pp. Desiderio mania , e gli riuscì di stabilirla in Planca da Catania , e Alfio Lican- diversi conventi di quelle provincie dro, ambedue della provincia di s. per mezzo dei pp. Antonio della pro Alberto, intrapresero altra riforma vincia di Touranie, e Gabjiele della nella Sicilia, ed i pp. Perrone e Sta- Nunziata della provincia di Fiandra, tella altra pure ne fecero in detta iso destinati a tal fine suoi commissari. la nel i727. La prima era composta Ad indurre tutti i conventi ad ab di quattordici conventi, cioè due nello bracciarla, mandò una circolare alla stato pontificio, tre nel regno diNapoli, maggior parte de' Carmelitani, ma e nove in Sicilia , e si appella di altro non ottenne, che molti, lasciata Monte Santo. La seconda è compo la tonaca di color nero , ne vestis sta di nove conventi , e si chiama sero altra di color tanè , o grigio Scala Paradisi. La prima fu dichia scuro, onde tutti quelli, che l'adot rata provincia, nel i646, da Papa tarono, vestono come gli altri del Innocenzo X ; la seconda lo divenne l'Ordine, e poco tra loro distinguon- coll'approvazione di Benedetto XIII. si, avendo tutti le stesse costituzioni L'una e l'altra non formano un corpo prescritte nel i635 dai religiosi del distinto , e separato dall'Ordine, stan la provincia di Touranie. Tali co do subordinate al priore generale. Am stituzioni essendo state confermate da bedue non ammettono gradi, e so Urbano VIII nel i639, fu quindi co lamente differiscono in questo , che mandato dal generale capitolo tenuto la seconda pratica vita comune , e in Roma nel i 645, che si osservasse la prima non la osserva, per la po ro colla conferma pontificia d' Inno vertà de' suoi conventi ora divenuti cenzo X in tutti i conventi riformati sette. Tutte e due queste riforme dell'Ordine, fondati e da fondarsi, af professano il primiero istituto car fine di mantenere l' uniformità. melitano , avendo rinunziato all' in Finalmente nel generalato del p. dulto di Eugenio IV, si astengono Teodoro Strazio, fu eseguita in Fran dalle carni come i carmelitani scalzi, cia altra riforma particolare dal p. e seguono la regola moderata da In Biancardo, in cui si dovea osservar nocenzo IV. la regola del patriarca s. Alberto sen La congregazione di Torino fu fatta za le dichiarazioni d' Innocenzo IV, nel i633, in quella città, ad istanza di e senza le mitigazioni di Eugenio IV, Vittorio Amadeo I, duca di Savoia, onde quelli che professarono tale rifor venendo destinato ad incominciarla il ma furono appellati Carmelitani del regio commissario p. Teodoro Stra primo istituto. Indi unitisi al p. Bian zio generale , e a promoverla il p. cardo alcuni religiosi , fabbricarono Luigi Bulla , cui successe il p. Do un eremo in Grateville, luogo della menico di s. Maria, che felicemente diocesi di Bazas, ove le celle, secon vi riuscì , istituendola nel convento do la regola primitiva, erano sepa della città di Torino, donde si di rate ; ogni frate vi mangiava solo ; latò ad altri conventi della provin ne' viaggi si astenevano tutti dalle cia del Piemonte. Il p. Antonio Fi erbe , ed altri cibi cotti nel brodo lippi romano, eletto in Roma gene della carne; e facevano il solo voto rale, a' 3o maggio i648, si adope- di ubbidienza , intendendo di com CAR a prendere le giuste CAR misure, affine 63 prendere in questo gli altri due. La qual riforma approvata dapprima di mandare ad effetto un tanto di dal medesimo generale p. Strazio , visamente. e poi nel i636 da Urbano VIlI, si Ad eseguire la meditata riforma, estinse per altro poco dopo. la s. Vergine pose gli occhi sul p. CARMELITANI Scalzi, o Tere- Giovanni di s. Mattia, e sul p. An siahi. Ordine religioso. S. Teresa tonio d' Eredia , ambedue cospicui di Gesù nacque a' 28 marzo i5i5 carmelitani per santità di vita, i in Avi la nella vecchia Castiglia, da quali , siccome bramosi di vivere Alfonso, o Alonso Sanchez de Ce- con maggior austerità, aveano deter peda , e da Beatrice d' Ahumada. minato di passare fra i certosini . Entrata nel monistero delle carme Si abboccò quindi pel primo col litane di detta città , vi professò la p. Antonio, ch' era priore del con regola religiosa nel i535 secondo vento di Medina del Campo, e poi alcuni, benchè il p. Federico di s. col p. Giovanni, che s' era recalo Antonio nella sua V ita dica , che da Salamanca a quest' ultima città , la professasse nel i537. Quindi comunicò loro il progetto della ri ispirata da Dio, stabili di vivere forma de' carmelitani, per ristabi sotto la regola prescritta all'Ordine lirlo nel primiero fervore ed osser carmelitano dal patriarca s. Alberto, vanza, e gli allettò a seguirne il e poi mitigata dal Romano Ponte divisamente, abbandonando quello di fice Innocenzo IV, con tanto ardore farsi certosini. Frattanto d. Raffaele di spirito, che non volendo servirsi Mexia Velasquez, cavaliere abitante delle concessioni apostoliche, la os in Avila, e concittadino di s. Te servò esattamente nel suo antico resa, le offrì una casa di campagna, rigore con tutta la perfezione, ed che aveva a Durvello, per erigervi ebbe l'autorizzazione, nel i562, da un convento di carmelitani scalzi , Papa Pio IV di stabilire una rifor ed essa avendola accettata, fece sa ma di monache, le quali seguissero pere ai summentovati religiosi, che il suo esempio. Vinte insormonta avea trovato il luogo per incomin bili difficoltà, in Avila stessa aprì ciar la sospirata riforma, purchè il primo monistero alle carmelitane essi avessero coraggio di abitarvi, scalze ( Vedi), col qual nome fu essendo piccolo e disagiato, al che rono appellate le religiose da lei risposero esser pronti. fondate. Ben presto il suo istituto Recatasi la santa islitutrice a propagossi colla erezione di parecchi Vagliadolid, ed ottenuta l'approva monisteri, e da tale successo ani zione dai due provinciali di Casti mata , concepl l' alto disegno d' in glia, presente e passato, richiesta trodurre la riforma anche ne' frati dal p. generale dell' Ordine , inviò dell' Ordine carmelitano , onde col il p. Giovanni a Durvelo, dandogli consiglio del p. Gio. Battista Rubeo l' abito per la riforma , ed alcuni generale, il quale l'avea facoltizzata sacri arredi per l'altare. Il religioso, a fondare un maggior numero di assunto tal abito, vi dimorò solo monisteri di monache, purchè rima dal principio di ottobre i 568 sino nessero sotto la giurisdizione de' su a quello di novembre , ed a' 2 7 di periori dell'Ordine, piena di mira questo mese, a lui si congiunse il bile e portentoso coraggio, cominciò p. Antonio d' Eredia , con un fiate 64 CAB. dopo tre anni CABfu trasportato il suo laico. Essi, dopo aver passata tutta la notte in orazione, nella mattina venerando corpo ad Avila sua pa seguente davanti il ss. Sacramento tria ; ma Sisto V nel i589 ordinò, rinnovarono la professione della ri ad istanza del duca d'Alba, che si forma, come fece il laico, rinun restituisse al monistero, ove avea ziando solennemente alla regola mi cessato di vivere. Ivi conservasi in tigata. Indi cambiarono i loro nomi, corrotto, senza la mano sinistra, che secondo il costume introdotto da s. venendo troncata dal provinciale Teresa tra le sue religiose, ed il de' carmelitani scalzi , fu riposta in p. Antonio aggiunse al suo quello Avila, e senza un piede, che nel di Gesù, e il p. Giovanni quello i6i5, fu mandato in Roma nel della Croce. Quindi visitati dal p. convento di s. Maria della Scala, provinciale, il primo fu fatto priore, nella qual città nel i622 canoniz e il secondo sottopriore. Questo se zata venne da Gregorio XV. In condo, per essere stato il principal quanto poi al p. Giovanni della cooperatore di s. Teresa, è ricono Croce, dopo aver sostenuto con in sciuto dai carmelitani scalzi quale vitta pazienza molte tribolazioni , confondatore , e poi meritò l' onore rese tranquillamente lo spirito a degli altari. Dio, a' i4 dicembre i5gi , nel Sebbene il convento di Durvelo convento di Ubeda nell' Andalu fosse il primo della riforma e la sia; ed avendo Anna di Penaloso sua culla, pure per principale viene levato segretamente dal sepolcro in riconosciuto quel di Pastrana eretto cui giaceva in Ubeda il corpo di a' i3 luglio i56g, perchè quivi la lui, trasportandolo di notte in Se regolare osservanza si stabilì nella govia, Clemente VIII ordinò, che sua vera perfezione, ed anche per fosse restituito al suo conve^o, e po chè quello di Durvelo, stante l'an scia venne canonizzato da Benedetto gustia del sito nel i57o, venne XIII nel i726. V. s. Teresa, e s. trasferito nella città di Manzera , Giovanni della Croce. onde ritornato all'antico proprieta La santa riformatrice prima di rio , venne dipoi nel i6i2 dai Car morire provò la dolce compiacenza, melitani scalzi acquistato, e vi eres di veder fondati più di diciassette sero un bel convento, proseguendosi monisteri di carmelitane scalze , e per altro a celebrare i capitoli ge quindici conventi di carmelitani nerali in Pastrana , che sempre volle scalzi, e mentre viveva, fu portato conservar la maggioranza. ll p. Gio il suo Ordine anche nelle Indie, e vanni della Croce ne'diversi conventi dopo la sua morte meravigliosa successivamente fondati, esercitò l' uf mente si propagò per tutta la cri fizio di maestro de' novizi , e fu stianità, fiorendo tuttora con im priore in quello d'Alcalà , ma sog menso vantaggio delle popolazioni. giacque ad una fiera persecuzione, Nel principio questi conventi erano dalla quale liberollo il credito di soggetti non solo al p. generale, s. Teresa, senza ch'ella potesse an ma ancora a' rispettivi provinciali dar esente da egual sorte. Nel i582, de' carmelitani dell' antica osservan tornando essa da Burgos, ove avea za (Fedi), i quali solo costituivano fondato un monistero di monache, dei priori, acciò vigilassero per man morì a' 6 ottobre in Alba, donde tenere in essi la riforma, fiatlle nel CAR che il capo di CARquesta congregazione 65 i58o, il Pontefice Gregorio XIII, ad istanza di Filippo II re di Spa si chiami preposito generale dell'Or gna , con una costituzione emanata dine degli scalzi , ossia dei primitivi, a' 22 giugno, separò i carmelitani di quelli cioè, i quali osservano la scalzi dai calzati , o dell' antica os regola dell'Ordine della beata Ma servanza, dando ai primi un pro ria del monte Carmelo, ed aggiunge vinciale particolare eletto dal loro la concessione , le comunicazioni , ceto, sebbene li lasciasse soggetti al l' estensione all' Ordine degli scalzi , priore generale di tutto l' Ordine. al suo preposito generale, ed a' suoi Sisto V, nel i587, vedendo che i religiosi, di tutti i singoli privilegi, conventi degli scalzi si moltiplicavano, facoltà, grazie, prerogative, indulti, concesse loro di poter eleggere un favori e concessioni accordate, o .vicario generale, finchè Clemente da accordarsi in futuro all'Ordine VIII col disposto della costituzione carmelitano dai romani Pontefici, 76, che si legge nel Bollario ro dai legati della santa Sede, dagl'im mano, tom. V, par. Il, pag. 468, peratori e principi. a' 2o dicembre i593, li divise e Quindi la riforma de' carmelitani separò affatto dagli altri carmelita scalzi dell'uno e l'altro sesso, dal ni , lor permettendo d' eleggersi il medesimo Clemente VIII fu, a' i3 proprio generale, ed annoverandoli novembre i 6oo, coll' autorità della eziandio fra gli Ordini mendicanti, costituzione 2 33 presso il citato Bol lo che poi approvò Gregorio XV. lario pag. 3 i6, divisa in due con Ecco poi come si espresse Cle gregazioni, di Spagna e dell' Italia. mente VIII, nella citata bolla Pa- In questa bolla, che comincia, In storalis officii de' 2o dicembre i593: Apostolico dignitatis , assumendo » Oinncs et singulas personas pracfa- il Pontefice per causa della sua de » tae congregationis discalceatorum, terminazione, l'aver saputo da testi » illiusque conventus,' domus, col- moni degnissimi di fede, e l'aver » legia, et provincias tam virorum, conosciuto per esperienza propria » quam mulierum, ab omni supe- » quantum utilitatis in Ecclesia Dei - rioritate, jurisdictione, gubernio, » piis eorum exercitiis, tuin oratio- » regimine, et administratione, sub- » nibus, mortificationibus, asperitate » jectione , obedientia, visitatione, » vitae, tuin praedicationibus, confes- » correctione, et emendatione tam » sionibus et sacramentorum admi- » generalis Ordinis carmelitarum, » nistratione ", giornalmente ripor » quam aliorum prselatorum , et tisi per i carmelitani scalzi, erige la » superiorum quacumque auctori- congregazione d' Italia, da possedere » tate fungentium, et functurorum, i conventi già fondati in Italia , e » et quantuinvis amplissimi* privile- tutti gli altri che si fonderebbero » giis, et facultatibus utentium et nell' Italia stessa, e negli altri luoghi, .,• usurorum, perpetuo eximimus et e regni fuori di quelli di Spagna; » libera iii us .... ipsamque congre- e dichiarandola immediatamente sog » gationem discalceatorum . . . sub getta alla Santa Sede, vuole che sia » immediata nostra et sedis aposto- governata, e retta ab uno prceposito » licae protectione, subjectione, gu- cuni definitorum inlervenlu t juxta » bernatione , et obedientia recipi- regularia efusdem ordinis statuta. » mas et subjicimus. " Ordina poi, Quindi alla nuova congregazione, voi. x. 5 GG CAB uno in Genova CAR con un monistero alle sue case , ai conventi , ai suoi superiori, o sudditi, accorda di po di monache, l'altro in Roma presso ter godere, senza alcuna differenza, la chiesa di s. Maria della Scala, eb di tutti i privilegi e di tutte le gra be un commissario generale indipen zie , tanto spirituali che temporali , dente dagli spagnuoli, e restò sogget già concesse , o da concedersi alla ta per ordine dello stesso Clemente congregazione di Spagna dalla Sede VIII al Cardinal Pinelli, allora pro apostolica. Così l'Ordine carmelitano tettore dell'Ordine carmelitano tan venne ad avere tre generali, ciascu to dei calzati , che degli scalzi. Gli no indipendente dall' altro. Indi a spagnuoli diedero il motivo di fon ciascuno di essi venne aggiudicata dare le due congregazioni, come quel la facoltà di ascrivere al sacro abi li che pretesero la riforma di s. Te tino, e di erigere fuori di Roma le resa non dovesse uscire dalla Spa confraternite del sacro scapolare esclu gna, facendo ogni sforzo perchè non sivamente agli Ordinari : e appunto s'introducesse altrove. Ma stabilita in grazia d'una tale separazione dai in Italia, rapidamente passò in Fran carmelitani calzati, e di una tale cia, in Germania, in Polonia, in Fian autorità ne' generali dei carmelitani dra ed altrove, ed anche in Persia, scalzi , il Papa Pio VII , dietro ad giacchè fino dal loro nascere parti un favorevole voto d' un maestro rono per le missioni , ebbero con di cerimonie della cappella pontifi venti in Hispahan , in Sindi , nel cia, con rescritto emanato per orga Mogol, nel Malabar, in Bassora, in no della segreteria de' memoriali ai Goa, nel Monte Libano, in Aleppo, 5 febbraio i82 i, accordò facoltà di nel Monte Carmelo, e in altri luo aver luogo fra gli altri superiori ge ghi dell'Indie Orientali e della Si nerali nelle cappelle pontificie al ge ria, non che in America, esistendo nerale, e procuratore generale della ne moltissimi tuttora , i quali frut congregazione d'Italia, salva proela- tuosamente esercitano le sante mis tione illorum, qui enunciato privile sioni, d'intelligenza e dipendenza gio jam inveniuntur donati. dalla congregazione di Propaganda, La prima per la Spagna , e pel la quale, come si dirà , prova ed Portogallo conteneva dieci provincie, istruisce in Roma nel collegio di una delle quali in America, e que s. Pancrazio i carmelitani scalzi nel ste numeravano cento sessantun con l'apostolico ministero. Paolo V diede venti di religiosi, e novantaquattro poscia ai carmelitani scalzi la facoltà monisteri di monache. Quella d'Ita di fondare conventi colla sola licen lia abbracciava tutte le altre nazio za del vescovo, e sotto il suo Pon ni , con un generale residente in tificato essi passarono in Francia , Roma, possedea trecent'ottantatre con mentre regnava Luigi XIII, che loro venti nell'Europa, che formavano ven permise di stabilirsi in Parigi , po titre provincie , fra' quali sette ne nendo nel i6i 3 la prima pietra avea la Francia, in cui eranvi ses nella chiesa di essi la regina madre santanove monisteri, ed oltre a ciò Maria de Medici. ebbe sino a venti conventi nell'Asia. Si professa dai carmelitani scalzi Sebbene questa congregazione d'Ita la regola di s. Alberto senza le miti lia, detta di s. Elia, non avesse da gazioni di Eugenio IV, e si praticano principio che due conventi di frati, da essi molte austerità , che sono CAR della congregazione CAR d'Italia, ovvero 67 descritte dal p. Annibale da Latera, nel citato Compendio, al capit. XIII, di s. Elia , non portano alcun cap Dei frati carmelitani scalzi. Si al puccio, fanno uso del cappello nero, zano a mezza notte per recitare il colle sole due falde laterali alzate; mattutino, meno i conventi di stu quelle però della congregazione di dio, inoltre a differenza de' calzati , Spagna non si distinguono nel ve celebrano la messa e recitano l'uffi stire dai sacerdoti, facendosi essi sol cio divino secondo il rito della Chie tanto la corona clericale', comune ai sa romana ; fanno ogni giorno due sacerdoti d' Italia. Finalmente i con ore di orazione mentale, si discipli versi esercitano la professione di spe nano, non mangiano carne che nei ziale, in que' conventi ove vi sono viaggi di mare , osservano parecchi le spezierie, delle quali si tratta al digiuni, e dormono sopra un sacco termine di quest'articolo. Di questi ne di paglia. Vestono tonaca e sca laici si fa menzione dal p. Cassiano polare color tanè, ed un mantello carmelitano scalzo alla parola Do bianco di panno . Sullo scapolare nati, e dal Bonanni, Catalogo degli portano il cappuccio color tanè, su Ordini religiosi, cap. 68, nel quale cui pongono quello di color bianco ne riporta la figura, come ne' capi quando assumono il mantello egua precedenti esibisce quelle de' carme le, incedono scalzi, co'sandali di cuoio, litani calzati, riformati e scalzi. ma i carmelitani della congregazio Nelle costituzioni de' carmelitani ne di Spagna li usano fatti di ca scalzi si ordina, che in ogni pro nape, vietandosi affatto a tutti l'uso vincia vi sia un convento fabbrica del lino. Siccome in quasi tutti gli Or to in qualche solitudine , all' uso dini religiosi, oltre i sacerdoti, vi sono delle Certose, e che questo non sia i laici religiosi assegnati alla vita ope se non un solo, detto comunemente rativa di Marta, ed impiegati negli deserto. Siccome i primi religiosi uffici servili, così parimenti ve ne carmelitani furono eremiti, che vi sono fra i carmelitani scalzi , e si vevano sotto la ispezione d' un su chiamano fratelli Donali. Tra le opere, periore, quindi i carmelitani scalzi ch' essi esercitano in servigio dei con si fecero la detta legge di aver in venti, l'una è il cercare l'elemosina, ciascuna provincia un convento, con siccome mendicanti, sebbene per in suo deserto, o romitorio. È a sa dulto pontificio posseggano dei beni. persi, che questa casa somiglia a I laici di queste due congregazioni quella- de' certosini, e solamente il non vengono ammessi alla professio recinto è più vasto, sia in giardino ne solenne, se non dopo fatta una che in boschi, affine di contenere lunga prova di più anni , compita più celle separate. Quando il prio la quale, emettono i tre voti di ob re ha permesso ad uno de' suoi re bedienza , castità e povertà al pari ligiosi di passare qualche tempo in dei tre religiosi coristi ; con questo una di queste celle, vi si ritira per che nella congregazione d' Italia vi darsi unicamente alla orazione, e aggiungono un quarto voto, di non agli altri esercizi della vita mona pretendere giammai alcuna mutazio stica, cui adempie in privato alle ne di abito, o di salire a grado più stesse ore che nel convento . Regna alto di quello, al quale Iddio gli ha tra essi un silenzio quasi continuo, e chiamati. Quindi i laici, o conversi appena si veggono alcuna volta in questa68 specie di CAR deserto. Non pos tino, nipote di CAR Clemente XII , e sono abitarvi nè novizi, nè giovani carmelitano scalzo, fu fatto, ad on professi, nè i deboli, i cagionevoli, i ta della sua ripugnanza, vescovo di malinconici, e i poco inclinati agli Arezzo, e nel i 7 3 i dallo zio fu creato esercizi spirituali: sempre poi devo Cardinale prete di s. Martino a'Mon- no esser abitati da tre o quattro ti, e vicario di Roma, morendo con solitari, che devono dimorarvi, per fama di tal santità, da trattarsene istruire e formare gli altri. Ma ul la beatificazione. Parlano lungamen teriori notizie sulla istituzione di te dei carmelitani scalzi, gli autori questi deserti, sulle osservanze di della vita di s. Teresa, Francesco chi vi si ritira, sulle penitenze, sui Martinez, e principalmente Giambat digiuni, sulle orazioni, e a chi in tista Lezana, AtmaI. Ord. B. M. V. essi si possa accordare l' ospitalità , de Monte Carmelo, Romae i656. esclusi i secolari, ne porge il p. An In Roma i carmelitani scalzi nibali citato, capitolo XIII pag. 224, hanno tre chiese di titolo Cardina e seg. Per causa di tali deserti, al lizio, cogli annessi conventi, cioè s. cuni scrittori annoverano i carme Maria della Scala , s. Maria del litani scalzi tra' solitari dell' Occiden la Vittoria, e s. Pancrazio fuori la te. I carmelitani scalzi di Francia, porta di questo nome. Di esse si per supplire in qualche modo al tratta all' articolo Chiese, onde qui difetto di un terreno vasto, che po diremo soltanto come sieno state con tesse servire di romitorio, aveano cedute all'Ordine. fatto edificare una piccola cella nei S. Maria della Scala fu edifica loro giardini, ma poi Luigi XIV ta nel i5cp dal Cardinal di Como, donò loro il gran romitorio presso in onore della b. Vergine, la cui la città di Louviers nella diocesi immagine trovossi su d'una scala d'Evreux in Normandia, che descris in questo luogo, quindi fu conce se Villefore nelle sue Vile de' Pa duta nel i597 dal Pontefice Cle dri del deserto di Occidente, to mente VIII ai carmelitani scalzi. mo II. La chiesa di s. Maria della Vit Innumerabili persone illustri per toria fu eretta dai carmelitani scal santità, per dottrina, per dignità ec zi in onore dell' apostolo delle genti clesiastiche, ed eziandio per isplendi- in uno all' annesso convento, cui di natali, sono fiorite tanto tra le venne aggiunta la facciata dal ce carmelitane scalze, che tra i religio lebre Cardinal Scipioni Caffarelli si del medesimo Ordine, il cui gene Borghese , in compenso della sta rale della congregazione d'Italia pren tua di Ermofrodito da essi rin de il titolo anche di priore del venuta ne' fondamenti della medesi monte Carmelo. Fra quelli, che si ma. Passati dieci anni, nel i622, sono distinti cogli scritti e con ope prese il titolo di s. Maria della Vit re stampate, meritamente prendono toria per le vittorie riportate in Ger il primo luogo s. Teresa loro isti- mania sugli eretici, e per la di lei tutrice, e s. Giovanni della Croce di immagine collocata nell'altare prin lei coadiutore, de' quali abbiamo o- cipale, proveniente dalla detta re pere ascetiche piene di dottrina e di gione. Nella dispersione generale sapienza celeste. Nel secolo decorso degli Ordini religiosi, avvenuta do fr. Giapnantonio Guadagni fioren- po il i809, il convento fu venduto CAR chiesa di s. Susanna, CAR cioè nel con 69 e spogliato , finchè i rellgiosi car melitani scalzi lo ricuperarono nel vento della detta chiesa di s. Paolo. i8.4. Giunto ciò a notizia di certo Fran La chiesa di s. Pancrazio fu da cesco Cimini signore napoletano, pel ta a' Carmelitani scalzi nel pontifi desiderio che nutriva per la conver cato di Alessandro VII. Nel conven sione degl' infedeli , lasciò morendo to contiguo evvi il collegio de' reli nel i6o8 a' carmelitani scalzi l'an giosi, che si vogliono recare alle nua rendita di tremila ducati, per missioni nella dipendenza della sa chè la erogassero pel seminario delle cra congregazione Cardinalizia di loro missioni. Intanto avendo Paolo Propaganda, istituzione eh' ebbe la V fatto incominciare l'erezione di seguente origine. Il p. Pietro della un analogo ospizio presso piazza Madre di Dio, carmelitano scalzo, e Farnese, per istabilirvi un apposito commissario apostolico, desiderando convento per le missioni , nel i 6 i 5, d'impiegare i suoi correligiosi nelle temendo che ne potesse derivare missioni, manifestò questo divisamen pregiudizio alla congregazione, col te al Pontefice Clemente VIII, di dichiararsi da essa indipendente , cui era predicatore, il quale con risolvette, che il seminario, o colle suo breve spedi quattro carmelitani gio si collocasse nel nuovo convento scalzi in Persia a' i4 luglio i6o4; della chiesa di s. Paolo alle Terme ma essendo egli morto mentre i Diocleziane, che poi prese il nome religiosi erano arrivati in Polonia , di s. Maria della Vittoria, col titolo Paolo V nel i6o5 li autorizzò a di Seminario della Conversione di proseguire il viaggio. In questo an s. Paolo, onde progredendo felice no si adunò in Roma il primo ca mente per le cure del p. generale pitolo generale, dopo che la con Giovanni di Gesù Maria , nel pon gregazione d' Italia, appellata di s. tificato di Alessando VII ed in virtù Elia, si era divisa da quella di Spa del suo breve, Decet Rom. Pont. gna chiamata di s. Teresa, ed in dato a' 24 settembre i655, confer esso i capitolari emisero il voto mando quello da Urbano VIII ema di recarsi alle missioni a predicare nato nel i632, Romanus Pontìfex, il vangelo. Quindi vedendo necessa acquietò le controversie insorte, e ria l' erezione di opportuni semina per l'autorità dell'altro breve, In ri o conventi per istruir quelli, che scrutabili, del primo marzo i662, si sentivano chiamati a tal carrie fu trasferito nel convento di s. Pan ra, ottennero dallo stesso Paolo V, crazio, concorrendovi coll' assenso il a' i5 dicembre i6o5, il decreto Cardinal Maidalchini, abbate com Tolius orbis terrarum, col quale mendatario della chiesa. Pertanto per venne loro conceduta facoltà di lo zelo e la prudenza del p. Dome erigerne uno in Roma, e tempo nico della ss. Trinità, generale d'al raneamente, coll' autorità del bre lora , a' 6 marzo di detto anno , ve Romani Pontificis , emanato ebbe incominciamento colla dipen dallo stesso Paolo V nel i 6 i 3 , denza dal generale pro tempore, e venne destinato il convento di suo definitorio, restaurandosi la chie s. Silvestro di Monte Compatii sopra sa colla spesa di duemila scudi. Frascati , e poco dopo s' incominciò Sulle qualità, che si richieggono da l' erezione d' un ospizio presso la quei religiosi , i quali bramano recarsi 7o CAR GAR alle missioni, ed altri uffici relativi, ossa la chiesetta ed il convento, il tratta Carlo Bartolomeo Piazza, Ope perchè i carmelitani scalzi nel ij5i, re pie di Roma, trattato IV, capo fecero acquisto del palazzo Rocci XXVIII. Noi solo ricorderemo, che presso il mentovato collegio inglese, fra le altre cose, dopo otto giorni e la chiesa di s. Maria di Monser- dal loro ingresso, debbono emettere rato , ove trasportarono l' ospizio , il voto di recarsi a qualunque mis ed edificarono sotto il medesimo sione, sia per conversione di eretici, una piccola chiesa. sia di gentili, sia d'infedeli. L' origine poi delle spezierie an Inoltre i Carmelitani scalzi hanno cora pel pubblico nei carmelita in Roma l'ospizio di s. Teresa presso ni scalzi è accaduta in vari tempi, il collegio inglese, residenza del ge secondo la varietà delle provincie. nerale e procuratore generale della La spezieria del convento della Sca congregazione d' Italia, abitandovi la in Roma conta circa cento cin anco il procuratore generale di quel quanta anni. I poveri ne han go la di Spagna. Anticamente questa duto, e ne godono per le carità avea l'ospizio e la chiesa di s. Anna fatte loro continuamente , fra le alle quattro Fontane, che Pio VII quali non è piccola quella di ca diede alle monache adoratrici per var sangue, e denti a chiunque petue del ss. Sacramento, le quali vi concorre, senza pretendere co il regnante Pontefice ultimamente sa alcuna , o a pagamento , o in ha trasferite nel monistero, e chiesa rimunerazione ; e la gratitudine di s. Maddalena al Quirinale. La della mendicità soccorsa compar congregazione d' Italia , sulla piazza ve precipuamente nei pontificati di del monte di Pietà, aveva l'ospizio Clemente XIV e Pio VI, negli at con una chiesa dedicata a s. Teresa, testati , che distesero in proposito i e a s. Giovanni della Croce, fabbri parrochi della regione di Trasteve cata l'una, e l'altro nel palazzo già re. L' utile ritratto dalla vendita dei de' Barberini, ove abitò Urbano VIII generi andò sempre, almeno in par nel suo Cardinalato, cioè al destro te, pel culto di Dio, e nella manu lato di detto edifizio, al quale nel tenzione, e nell'ornato delle chiese. suo ingrandimento fu compresa la Il Papa Leone XII, per organo del chiesa e l'ospizio, il che avvenne Cardinal Bertazzoli, allora protetto nel pontificato di Clemente XII. Fu re di tutto l' Ordine carmelitano , acquistato tal palazzo dal Cardinal nel i828, accordò che il risultato Francesco Barberini nel i734, per delle spezierie della provincia roma residenza de' superiori generali della na cedesse non solo a benefizio del congregazione d' Italia. La chiesetta le chiese e conventi , di cui forma fu benedetta dal Cardinal Guadagni no una proprietà; ma eziandio ad a' i6 gennajo IJ35, ed il Papa, utile delle altre case della provin col breve , Exponi nobis nuper fe- cia stessa troppo bisognose di aiuto cerunt, emanato a' 2 i marzo, con dopo le note vicende del i 8 i 4- E cedette diversi privilegi a tal con il regnante Gregorio XVI, con di vento , che dichiarò soggetto in spaccio del Cardinal Lambruschini perpetuo ai superiori maggiori. Non prefetto della congregazione degli andò guari, che per l' edifizio della studii , in data de' 29 settembre deposi leria, furono incorporati ad i 838, ordinò con piena soddisfa/io- CAR In questa regola CAR pertanto si dà 71 ne de' religiosi, il modo da tenersi in Roma nell' esame ed approvazio la facoltà di ammettere nel terz' Or ne de' nuovi conversi esercenti , ad dine ogni sorte di persone d'ambo oggetto di rilasciar loro, o l'alta, o i sessi , nonchè ecclesiastici e seco la bassa matricola. Non è poi a ta lari, fanciulle, vedove e maritate, cersi , che nel Pontificato di Pio purchè di vita esemplare si mostras VIII, e dal settembre i829, gode sero degne del patrocinio della b. la spezieria della Scala l' onore di Vergine, alla quale devono profes poter somministrare l'occorrente per sare una special devozione. Sono poi la sacra persona del sommo Pon esclusi coloro, che fossero stati ri tefice , ed in seguito meritò anche cusati da un altro terz' Ordine , i d' essere prescelta a dare i medica sospetti d' eresia, i disubbidienti al menti alla famiglia, e guardia sviz la sede apostolica , e quelli che a- zera pontificia, nonchè alla brigata vessero alcun' altra imperfezione, do de' carabinieri. vendo aver mezzi da vivere, ovve CARMELITANI dei terz' Ordi ro il modo di procacciarselo con la re. Sebbene alcuni autori carmeli vorare onestamente. Consistono gli tani facciano antico quest' Ordine obblighi dei terziarii di fare un an quanto il loro, secondo che si è in no di noviziato innanzi di profes dicato all'articolo Carmelitani cal sare. I chierici hanno da recitare zati deW antica osservanza [Vedi), l' uffizio divino secondo il rito della riportando fra le altre opinioni quel Chiesa romana , o delle rispettive le di Diego Martinez Coda nel Trat diocesi, e 'i secolari che sanno leg tato sui terziarii, stampato nel i5o,2, gere sono egualmente tenuti a re in Siviglia ; pure l' altro carmelita citarlo secondo il rito de' carmelita no Silvera, Opuscul. var. Resol. 38, ni, ovvero quello della Madonna , ingenuamente confessa che, nel i476, mentre quelli, che non sanno legge sotto il pontificato di Sisto IV, del re, devono ogni giorno recitare venti la Rovere, ebbero principio i ter Pater ed Ave, e nelle domeniche ziarii carmelitani , essendo stato il e feste solenni quaranta pel mattu primo istitutore nel i22i d'unter- tino , quindici pel vespero , e sette z' Ordine di s. Francesco, dappoichè per cadauna delle tre ore canoni quel Papa concesse ai superiori dei che. Sono obbligati a digiunare in carmelitani di poter dare l'abito, e tutto l'avvento, in tutti i mercordì la regola dell'Ordine loro alle per dell'anno tranne quello che cade sone dell' uno e l' altro sesso , che nell' ottava di pasqua , nella vigilia l' avessero domandata. Comunque dell' Ascensione, e del Corpus Do sia, i fratelli e le sorelle del ter- mini, in quelle delle principali fe z Ordine de' carmelitani, anticamen ste della Madonna, compresa quella te non avevano altra regola che del Carmine, la cui festa cade a' i 6 quella del primitivo Ordine, data dal luglio, e in tutti i mercoledì e sab patriarca s. Alberto, avendone verso bati inclusive dall' esaltazione della il i635 nel pontificato d'Urbano VIII ss. Croce all' avvento, e dal Natale avuta un'altra dal p. generale Teo sino a quaresima. In tutto l'anno doro Strazio, la quale, nel i678, poi si devono astenere ne' mercole fu riformata dal p. Emilio Giaco dì dalla carne, eccettuato quello in melli, vicario generale dei carmelitani. cui cadesse la natività di G. C. 73 CAR giosi, perchè non CAR fanno i voti so L'abito de' fratelli, e delle sorelle del terz'Ordine deve essere una veste lenni, ciò non ostante le loro con lunga, che dia nel colore nero o rosso, gregazioni sono veri Ordini, e sotto fermata con una cintura di cuojo un tal nome sono stati approvati larga due dita, collo scapolare lar dai Sommi Pontefici. V. Manua go mezzo piede, e lungo sino alle le de' terziari carmelitani, Nizza ginocchia, e colla cappa bianca, che i745. dovrà arrivare alla metà delle gam CARMELO (Carmelus mons). be. Le sorelle adoperano un velo Monte della Turchia asiatica nel bianco senza soggolo, ma tanto es pascialato d'Acri , il cui nome si se che gli uomini, ne' luoghi in cui gnifica vigna di Dio, per la sua non sono compatibili tali abiti, por gran fertilità ed amena posizione. tano vesti secolari d'un colore, che S' innalza cinquecento tese sopra il si avvicina al tanè. In alcuni luoghi livello del mare, e può dirsi un si videro terziarie de' carmelitani composto di colline unite, che cir scalzi colla cappa della predetta lun condano una valle, una delle quali ghezza simile a quella dei religiosi, e si estende fino al Mediterraneo. per lo più esse fanno il voto di casti Nella divisione della terra di Ca tà, che per lo pivi viene emesso an naan, fatta da Giosuè, questa mon che dalle altre terziarie, le quali vivo tagna toccò alla tribù di Aser, aven no nelle proprie case coll' abito del do a mezzodì quella di Manasse. l' istituto. In Italia e nella Spagna, Posto in quella parte di Palestina molti del terz'Ordine carmelitano fra la Galilea e la Samaria, gli si fiorirono Non si per dee santità confondere di vita. quest'isti danno tredici leghe di circuito, ed è celebre questo monte negli annali tuto colla confraternita dello scapo della religione pel soggiorno ed i lare della Madonna del Carmine, miracoli dei profeti Elia ed Eliseo, dell' origine del quale non conven e pel soggiorno di migliaia di reli gono gli autori, sebbene sia certo, giosi nelle grotte scavate nella roc che fu istituito dopo che il b. Si cia , di cui si veggono gli avanzi. mone Stock ricevette lo scapolare Nella falda del monte si addita la dalla ss. Vergine, coll' ingiunzione grotta, che dicesi di Elia, e che di farlo assumere dai suoi religiosi onorata viene anche dai turchi e qual divisa del loro Ordine. Certo dagli arabi. Più in alto v' ha quella è altresì, che simili confraternite già del discepolo Eliseo, che fu perciò esistevano nell'anno i 262 , mentre assai celebre anche presso i giudei. nel bollario dell'Ordine parte I, Quivi adoravasi in un tempio fa pag. 27, si registra una costituzione moso una divinità chiamata Caìme di Urbano IV degli 8 maggio i262, lo, e vuolsi che Vespasiano impe in cui concede ai carmelitani di ratore, verso l' anno 72 dell' era ascoltare le confessioni confratrum, cristiana, vi oflrisse un sagrifizio et familiarium. La confraternita del alle deità ivi adorate. Carmine non è il terz'Ordine, come I Carmelitani , che riguardano alcuni hanno scritto, giacchè le con i menzionati due profeti per loro fraternite non hanno regola, ma fondatori principali, vi ebbero mo- solo statuto. È vero che ai terzia nistero e romitaggio sino dalla più ri! non conviene il nome di reli- rimota antichità. Dell' attuale mo- CAR CAR 73 nistero ivi esistente si parlerà in ap tulu-io eretto, e da tempo immemo presso. Si chiamarono monache del rabile dedicato alla beata Vergine Monte Carmelo quelle trovate dal del monte Carmelo, la cui conser l' imperatrice s. Elena nel IV secolo, vazione fu sempre a cuore de' fedeli, come si disse all' articolo Carmeli soprattutto ai religiosi Carmelitani tane. ll Bostio asserisce, che Maria, custodi di esso. Questo sagro tem una di esse, fu preposta dall'impera pio , che nelle vicende de' secoli fu trice a dirigere il monistero dalla sua replicate volte demolito dagl' infe pietà fondato presso il s. Sepolcro, a- deli, e ricostruito dai Carmelitani, vendo avuto a succederle nella quali venne, nel i82 i, diroccato quasi fica di superiora s. Sineletica, s. Sara, dalle fondamenta per una fatale ed una vergine chiamata Romana, ov irruzione militare. Pio VII, mosso vero Nonna. Sopra questo monte l'Or dalle preghiere de' Carmelitani scal dine carmelitano indubitatamente zi, che si accinsero a riedificarlo ebbe l'origine, raccontando il p. Sa colle pie oblazioni , autorizzò i su raceno a carte 287 del Menologio periori dell'Ordine a questuare per Carmelitano, che nel i 2o9 o nel rinvenirne i mezzi. Difatti, nel i828, i 2 i 2 , Giovanni di Vescy signore nel giorno appunto della festa del di Alnelvico, e Riccardo di Grey, Corpus Domini, in cui sette anni signore di Codenore, ambedue no prima era stato distrutto l'antico, bili inglesi, e crociati della sagra fu gettata la prima pietra negli guerra coutro gl' infedeli, traspor stessi ruderi e sull' area del prece tarono in Inghilterra alcuni religiosi dente. Quindi premuroso il regnante del Carmelo, e che in Alnelvico si Pontefice, che si portasse a compi fondasse il primo convento di que- mento opera così rilevante, concesse st' Ordine. Così ancora si ha , che a 'superiori de'detti Carmelitani scal s. Luigi IX, re di Francia, al suo zi, nel i836, che continuassero la ritorno dalla crociata in Palestina, colletta, e con lettere del Cardinal passò al monte Carmelo, ed ottenne Sala, prefetto de' vescovi e regolari, dal superiore sei religiosi, che seco de' 26 gennaio, raccomandò agli condusse a Parigi, ove si stabilirono arcivescovi, vescovi ed altri Ordinari sotto il nome di carmelitani. Con de' luoghi i religiosi dell' Ordine, cesse loro parecchie grazie e privi che il preposito generale de'Carmeli- legi verso l'anno ii^5 , siccome tani scalzi invierebbe per la colletta. afferma il vescovo di Chalons nella Felici furono i risultati sì prima Topografia de' Santi j e quindi dal che dopo, giacchè la questua non Carmelo passarono altri nella Spa solo si effettuò in Europa, ma ezian gna, altri in Italia ed altri altrove. dio nell' e nell' Asia : ond' è Così propagaronsi mirabilmente per che il tempio è già risorto più son l' Europa, approvandoli e proteg tuoso e più imponente del demo gendoli sempre i romani Pontefici. lito. Tutto il fabbricato sorge in Fra i venerandi monumenti della forma quadrata, ed in mezzo vi sta redenzione, che gelosamente si con rinchiusa la chiesa di forma a croce servano, e con singolar divozione si greca con cupola. Sotto il presbi venerano ne' santi luoghi della Pa terio di essa si vede la celebratissi- lestina, è, e fu sempre celebre fino ma grotta , che servì di abitazione dai primi secoli della Chiesa il San- al profeta Elia; e sull' aItar mag- 74 CAR privilegiato perpetuo CAR l'altare maggio giore , adornato di marmi bianchi , forniti dal monte istesso, si venera re della nuova chiesa per tutte le la statua prodigiosa della Regina messe, che vi sarebbono celebrate del Cielo, che fu coronata in Roma, da qualsivoglia sacerdote secolare o nel i823 ai 4 marzo, nel palazzo regolare; poscia, nell'anno i837, ac del Quirinale dal sagrista monsignor cordò lo stesso privilegio per l'alta Menochio vescovo di Porfirio, alla re erettovi ad onore di s. Luigi IX presenza del Pontefice Pio VII. Nel re di Francia , e da ultimo , dopo convento, oltre le abitazioni de' reli la favorevole sentenza della s. con giosi, e tuttociò che è indispensabile gregazione de' Riti, con breve apo per tutelarne la sicurezza, vi è, co stolico de' 26 novembre i839, in me sempre vi è stato, un comodis nalzò la chiesa stessa al grado di simo ospizio pei viaggiatori europei, basilica minore, con tutti e singoli a' quali viene prestata edificante as privilegi, grazie, preeminenze, esen sistenza, al paro di quella che viene zioni ed indulti di cui godono , e praticata verso i levantini in un'al potranno godere le altre chiese de tra fabbrica poco distante. corate di egual titolo. E da notarsi, che il monte Car Fu poi sempre con tal divozione melo, posseduto ed abitato per tan venerata la beatissima Vergine nel to tempo dai padri carmelitani del monte Carmelo, che i religiosi abi l' osservanza , e da essi poi a forza tatori del monte ne presero il no lasciato per le vicende luttuose ac me per la cappella da essi ristorata cadute in que' luoghi, venne alla fi in onore di lei, e in avanti dedi ne ricuperato dal principe di quel cata a s. Elia. Sì antico è il culto territorio, ed ottenuto dai padri car di s. Maria del Carmine, o di mon melitani scalzi della congregazione te Carmelo, che se ne facevano l'uffi d' Italia, col patto di pagargli un an zio e la messa sino dal i226 a' i6 nuo tributo. A' 29 novembre i63i, luglio, dai carmelitani, a' quali con ne presero essi possesso, e vi stabi fermò l'uso Sisto V nel i587. Quin lirono una residenza col . titolo di s. di Innocenzo XI, col disposto della Elia. Nel seguente anno i632, dal costituzione Apostolatus, Bull. rom. capitolo generale adunato in Roma, t. VII, p. 92, a' 24 marzo i679, al novello generale fu di comune lo estese a tutti i dominii portoghe consenso aggiunto il titolo di priore si, e Benedetto XIII, prima a' 2.5 del santo monte Carmelo, colla fa agosto i725, lo concesse a tutto lo coltà di destinare un religioso a sos stato pontificio, estendendolo poscia tenerne le veci; e Urbano VIII, con a tutta la Chiesa, coll'altro suo de bolla de' 3 dicembre i 633 , volle creto de' i4 settembre i726. Di che i carmelitani scalzi godessero il questo argomento tratta il p. Giu diritto, che chiamasi privativo, di seppe Pereira di s. Anna, carmeli abitar soli in quel sagro monte, co tano portoghese, nel suo Cronico de me abbiamo dal p. Federico di s. Carmo Portugal. t. I, par. IV, cap. Antonio nella Vita di s. Teresa, IV. lib. V, capo i 7. CARMELO, o di s. Maria del Il medesimo Papa regnante Gre Carmine. Ordine militare ed eque gorio XVI, annuendo alle preghie stre, istituito in Francia dal re En re de' religiosi, nel i 835, dichiarò rico IV, sotto il titolo, l'abito e la CAR istituito, ciò che CAR il Giustiniani ci75 regola della Madonna del monte Carmelo. Composto era di cento tato non approva. Il principale sta cavalieri francesi, de' quali otto po bilimento di questi cavalieri era in tevano - essere ecclesiastici. Dovevano Boignì pvesso Orleans. Aggiunge il principalmente combattere gli ere Novaes, tomo IX p. io7, che i ca tici, e in tempo di guerra doveano valieri dell' Ordine dei suddetti due marciare presso il re. Approvato titoli furono soli francesi• come quel venne con autorità apostolica da lo de' ss. Maurizio e Lazzaro di Sa Paolo V, Borghese, nel i6o9 ai voia era pe' savoiardi ed italiani. i6 febbraio, colla costituzione Mi- Per la menzionata unione parteci litantium , o 93, che si legge nel parono anche i francesi addetti al Bollario romano tomo V par. III, l' Ordine di s. Maria del Carmine pag. 297 , come eziandio ripor delle prerogative concedute a quello ta il Giustiniani, Istoria degli Or di s. Lazzaro. Ma nelle ultime vi dini equestri, ec. p. 34g. Doveva cende della Francia , avvenute nel no inoltre i cavalieri provare quat declinare del secolo XVIII, questo tro gradi di nobiltà, avere trenta del Carmelo fu estinto con o- anni di età, astenersi il mercoledì gni Ordine di qualunque altro isti dall' uso delle carni , recitare ogni tuto. giorno o l' uffizio, o la corona, ed CARNEVALE, Carnovale o Car il sabba to ascoltar la messa. Giura nasciale, Baecanalia, geniales ante vano difendere la Chiesa romana , quadragenarium jejunium dies. Co di essere fedeli al sovrano, ed os si chiamasi quel tempo di godimen servare la castità conjugale. Consi to e di particolar tripudio e sollazzo, steva la collana in un nastro di se che incomincia nel giorno seguente ta color castagno , ossia tanè , dal alla festa di Epifania, cioè a' 7 gen quale pendeva una croce di oro di naio, e dura sino alla mezza notte, otto punte, biforcata nelle estremità che precede il primo giorno di qua di color violaceo. Nel mezzo di essa resima. In generale dopo la festa di era incisa l'immagine della beata s. Antonio abbate , che cade a' i 7 Vergine del Carmelo, avente in am di detto mese, cominciano le masche bedue le mani gli scapolari (Fedi), re (Fedi), locchè altrove ha luogo do chiamati volgarmente abitini, e cir po quella della Purificazione, che si condata da raggi d' oro. Il mantel celebra a' 2 febbraio. In Roma poi, lo de' cavalieri si ornava della stessa ove per la sua breve durata, e pel croce. ll primo gran maestro di al tre circostanze vuolsi essere il più quest' Ordine fu Filiberto Nerreta- brillante, le maschere incominciano no, cavaliere di quello di s. Lazza nel sabbato di settuagesima, qualora ro, per essere slato con indulto di ' non sia impedito dalla vigilia e fe Paolo V, pubblicato a' 3i ottobre, sta della Purificazione, o dalla festa unito l' Ordine del Carmelo a quel di s. Mattia. V. Carnevale di Roma. lo di s. Lazzaro insieme alle com Tuttavolta si costumò in Italia di mende, che quest' ultimo possedeva. principiare il Carnevale dal giorno Alcuni anzi pretendono, che il detto seguente alle feste di Natale, e pro Ordine del Carmine sia stato piut seguirlo sino a quello delle ceneri, tosto unito a quello di s. Lazzaro in cui s'incomincia la quaresima, di Gerusalemme, che separatamente eccettuate le chiese di rito ambro 76 CAB. garono tal nome CAR per sollievo, e sol siano, nelle quali si protrae sino alla prima domenica di quaresima. La lazzo della carne. derivazione della parola Carnevale , Qualunque sia la spiegazione di o Carnovale, secondo la Crusca, Du questo vocabolo, sembra probabi Cange, Muratori, Politi, ed altri vie le, che la cosa significata debba la ne da carna-aval, perchè in tal tem sua origine alle feste del paganesimo, po si mangia molta quantità di carne, da cui ebbero origine que' godimenti onde indennizzarsi in qualche modo profani del primo dì dell'anno, dei dell'astinenza, che si deve osservare re, e del carnevale in cui tanti cri nella successiva quaresima ; giacchè stiani non arrossiscono di gozzoviglia nella bassa latinità fu detto carnis re, al segno che Gislenio Busbech, levamen , non che carnis privium, ambasciatore ottomano di Solima mentre gli spagnuoli dissero latina no II, trovandosi in una città cat mente carnes tollendas, come si ha tolica in tempo di carnovale, tornan dal messale mozarabico. Altri spie do in Costantinopoli , raccontò che garono carno-vale, addio alla carne, in certo tempo dell'anno i cristiani perchè i monaci e i chierici con di diventano pazzi, ma in virtù di cer versa misura mangiavano carne nelle ta cenere , che nelle chiese si met settimane precedenti la quaresima , teva loro sul capo, tornavano in sè mentre il rimanente del clero ed e guarivano dalla pazzia. Certamen il popolo proseguivano a cibarsi di te che il tempo di carnevale lo è carne sino al principio di quaresima. di follia , di danze , di mascherate , In quei giorni si diede il nome di e di giuochi e divertimenti licenziosi, Carnevale, perchè in essi si dava tuttavolta non è sì deplorabile co l'addio e il comiato alla carne, ve me le feste de' gentili, da cui vuolsi nendo anche detto carnis privium originato. sacerdotum, cioè cominciamento del Di fatti le principali feste che i la quaresima dei preti. Quindi la greci, e i romani spendevano in goz settimana di sessagesima fu detta dai zoviglie e dissolutezze erano i bac greci apocreos, che equivale al no canali , le strenne, e i saturnali. I stro carnis privium. Nel lunedì suc Baccanali istituiti dalla rimota anti cessivo alla domenica di quinquage chità ad onore di Bacco passarono sima si escludevano poscia dai cibi dall'Egitto in Grecia, e da questa ordinari le ova e i latticini ; rito , in Roma, ove si celebravano due che nei secoli VII e VIII s'intro volte all'anno, cioè nel declinar del dusse in diverse chiese e monisteri. la stagione invernale nell'ultimo gior Ma Ottavio Ferrario dice all'oppo no di febbraio. A questi davasi il sto, essere il vocabolo Carnevale, il nome di Brumalia , al paro che medesimo che Carnalia, scilicet fe quelli de' 25 agosto sul terminai* sta ut saturnalia, liberalia, ec., de dell' estate. In questa festa di Bacco rivato anche questo dal copioso uso si vedevano uomini e donne a cor della carne, e questa etimologia fu rere a torme sulle principali strade, adottata pure dal Menage ; ed il Mu vestiti di pelli di animali , e ornati ratori citato non si oppone a chi di foglie d'edera, o di vite a guise vuol derivata la voce da carnasciale di ghirlande con cui coronavano il dalle due voci egualmente italiane capo, urlando, cantando e danzando. carne, e scialare, mentre altri spie- Portavano in mano un piccolo picco CAR di nove , in onore CAR delle grazie , 77 e che chiamavano tirso circondato di pampini , e di edera , facendosi ac delle muse. In ciascuna brigata sce- compagnare dai corni , dai timpani, glicvasi il re della festa, mentre sin ed altri simili stromenti . I greci chè essa durava i combattimenti dei chiamavano siffatte feste Dionisio., gladiatori, e molti altri licenziosi di uno de' nomi di Bacco, e le diceva vertimenti attruppavano il popolo ii, no anche Orgia, cioè festa furibon diverse piazze, e queste non che le da , perchè in esse molti ubbriaca- case risuonavano di grida, e di schia vansi sino a perdere il senno. ll mazzi, essendo per tutto tumulto, e dotto p. Paciaudi, ne' suoi commen disordine. V. Rollin, Storia romana, tarii de Umbellae gestatione, Roma sui Le Saturnali strenne tomo o calende IV. di gennaio, i752 racconta gli antichi riti super stiziosi , e descrive l' origine di sì ossia il primo giorno dell' anno , a empie feste, le quali diventarono co Roma erano un giorno di festa , e tanto criminose ed enormi , che il licenziosità in onore di Giano, e di senato si vide costretto a sopprimer Strenia dea dei doni. Tal festa ven le. Continuarono nondimeno in pa ne istituita da Tazio re de' Sabini , recchie provincie dell' impero, come e poi collega di Romolo. Pertanto in Grecia, furono tolte, allorquando nel primo giorno del nuovo anno vi penetrò la luce del vangelo di il popolo portava un ramo di ver Gesù Cristo. bene tolto da un boschetto consa I saturnali in Roma si celebrava crato a Strenia. I quali rami di ver no verso li i5 dicembre, e si con bena erano riguardati cpme buon tinuavano per tre , cinque o sette augurio pel nuovo anno : ed è per giorni , mentre le donne li celebra ciò che in tal giorno ciascuno face vano il primo giorno di marzo. Per va de' presenti agli amici , massime tutto il tempo ch'essi duravano gli i clienti a' loro padroni , i vassalli schiavi erano trattati nelle famiglie a' loro principi, e quindi i gentiluo come i padroni, e alcuna volta que mini agli stessi imperatori. Delle sti li servivano a mensa ; essi altresì strenne , donde ebbero origine le aveano libertà d'insultarli, e di dir mancie che tuttora si danno per la loro ogni villania con parole, e per ricorrenza del Natale , e del primo sino di rimproverarne i difetti, e ciò dell'anno, è a vedersi Mart. Lipenii in memoria del Secol d'oro di Sa Slrenarium civilium historia a pri turno, o di Noè avanti la divisione ma origine ad nostra usaue tempo della terra, e della distinzione delle ra deducta, Lipsia? i670. condizioni. Queste feste che in ori Sebbene i cristiani abborrissero il gine potevano essere innocenti, avea culto di Giano e di Strenia, tu Ua- no poscia degenerato in una ecces volta ne' primi secoli della Chiesa , siva licenza, e negli ultimi tempi il mostrarono attaccamento alle loro popolo vi si abbandonava con ogni antiche pratiche e superstizioni, non sorta di disordini, e dissolutezze. Du che a' loro doni, giuochi e banchet rante i Saturnali in Roma tutti gli ti che reciprocamente si davano. Di affari erano sospesi , si passavano le versi concili condannarono non per intere notti in tripudi e in pranzi tanto questi abusi, e i ss. Ambrogio sontuosi : il numero dei convitati ed Agostino , e altri zelanti pastori non era minore di tre, nè maggiore fecero ogni sforzo per isradicarlo. Nel declinar78 del V secoloCAR il zelante Pon rimanendone una CAR traccia nelle ferie

tefice s. Gelasio I dovette superare carnevalesche, o carnascialesche, a- grandi ostacoli onde abolir da Roma vanzo degli antichi succennati sa le feste lupercali che si celebravano turnali, e delle antiche feste in ono nel mese di febbraio al Dio pane , re di Bacco, di Strenia, e di Cere e di Cerere, istituendo invece la fe re, nonchè della festa de' pazzi in sta della Purificazione, cui s. Sergio I cui aveano luogo mascherate bizzar aggiunse la processione colle candele re, e la più sfrenata licenza, dap accese. Ed altrove per le calende di poichè gli antichi si servivano delle gennaio si celebrò per lungo tempo maschere non solo sul teatro , ma in ogni famiglia la stravagante festa eziandio ne' banchetti , ne' trionfi , de' pazzi, nella quale sceglievansi un nelle guerre, nelle feste degli dei, Papa, un decano, e un re de' pazzi, soprattutto ne' baccanali , e talvolta e al favore di quest'anarchia dome pure ne' funerali. L' uso delle ma stica venivano commessi i più gravi schere fu molto praticato nelle ce disordini , violandosi impunemente rimonie religiose, e nelle festività tutte le leggi della disciplina , non di certe divinità, come ne' Saturna serbandosi, più ne sobrietà, nè buon li in cui comparivasi in pubblico ordine, ed in onta del cristianesimo anche col volto imbrattato di fulig usandosi ogni sorta di dissolutezza. gine, ed Ovidio e Censorino ci di V. Martinetti , Opuscula quinque , cono, che durante la festa di Mi Romae i828, capit. V, § III, Dei nerva chiamata i Quinauatri, corre- Bassi tempi, ove tratta anche della vasi per le strade colla maschera festa dell'asino, che celebravasi nel sul volto. S. Astero, vescovo di Ama l'ottava di Natale alla Circoncisione, sia, che fiori nel IV secolo, e nel in memoria d'aver assistito alla na principio del V, parlando delle ma scita del Salvatore, e di averlo por scherate, che si facevano nelle calen tato nell' entrata in Gerusalemme. de di gennaio , e raccontando le Finalmente altra profana e ridicola varie pazzie del popolo, fra le altre usanza era nello scegliersi un re nel nota il vestirsi gli uomini da donna, la vigilia dell'Epifania, il quale avea e viceversa, come si fa oggidl nel la colpevole libertà di godere, e far carnevale. Anche Polidorio Virgilio godere altrui a discapito della mo lib. V. De rer. invent., è di senti destia e temperanza cristiana ; avan mento, che il carnevale derivi ezian zo delle sregolatezze de' pagani, che dio dai giuochi Quinauatri, et Me- i cattivi cristiani frammischiarono galensi, ad quos romani personati colle loro pratiche, nella medesima accedebant. Dicesi poi maschera la stagione in cui la celebravano i sud persona dal figurare con essa rap detti, per cui il Deslions scrisse una presentare e fingere altro personag dissertazione sopra : Il re beve , co gio. Maschera pure dicesi quella me si pubblicò la Storia della festa intera copertura del volto , ovvero de' pazzi a Losanna, nel i 755. quella che dicesi mascherina con un Ma lo zelo de' Pontefici, le prov naso e con due occhi, che si mette videnze de'concilii, la vigilanza dei sulla faccia per trasformarla ; e l'uso vescovi, il rimprovero de' saggi, e il di essa nel Carnevale si rendette progresso de' lumi sbandirono poco quasi comune nel secolo XVI. Le a poco gli avanzi del paganesimo, maschere si fanno di cera, di tela CAR uso de' divertimenti CAR carnevaleschi, 79 dipinta e di carta pista, sotto diver se forme e sesso. V. Maschera. massime le mascherate, sempre ge Molte, e grandi pazzie ne' secoli mendo contemporaneamente promuo successivi si praticarono in Italia in ve esercizi di pietà, dappoichè sono tempo di carnevale , specialmente pericolose le conseguenze delle tras in Venezia ed in Firenze, dalle formazioni, come quelle che all'oc quali trassero origine diverse di casione favoriscono il mal costume, quelle, che si permettono tuttora e la gozzoviglia non propria de' se nelle città italiane. Il Bottaio, il guaci del Vangelo, altro non essen Firenzuola, il Varchi, ed altri par do i carnevaleschi baccanali se non lano de' giuochi carnevaleschi , così una imitazione delle abbominevoli il Bonarroti e il Berni, il quale, crapule de' pagani allorchè si dava come di cosa comune disse del co no in preda alle loro passioni, ed è stume che i fanciulli avevano nel perciò che furono costantemente ri Carnevale di tirare a sassi per una provati dalla voce della ragione, da strada. Questo pericoloso giuoco fan quella del vangelo, dai sacri canoni, ciullesco in appresso si riformò e dai concilii, e da tutti i Pontefici, si temperò dalle persone più civili e zelanti pastori delle chiese, dai ed agiate , le quali costumarono primi secoli fino a noi. La Chiesa lanciarsi a vicenda nel carnevale dalla settuagesima ricopre i suoi al de' frutti, ed anche delle palle, e tari , e veste di penitenza i suoi de'gusci a guisa d'ova pieni d'acqua. ministri, sospende il cantico dellW- Da questo può darsi, che abbia avuto leluia, e alle parole di allegrezza origine il costume in vigore presso frammischia le lagrime, e i sospiri molte città d'Italia, particolarmente della tristezza. Ella pertanto nel tem tra le persone mascherate, di gettarsi po del carnevale prende il segno di a vicenda confetti, o altri grani duolo nel colore paonazzo, soppri innocui, o mazzetti di fiori, od al me i cantici, e ci propone a consi tro , che solo serve a promovere derare la funesta caduta de' nostri le risa e il sollazzo del popolo. Ec primi genitori, e gli effetti lagri- co dunque donde provengono il di mevoli di sì gran peccato ; ecco il vertimento dell'attual carnevale, le suo spirito nella settuagesima. Nella mascherate che in esso si fanno , sessagesima poi ci ricorda il tremen rappresentanti talora anche qualche do castigo dell' universal diluvio, fatto storico, mitologico, e bizzarro; col quale Dio pum il mondo per non che le corse de' cavalli, i sol quei peccati appunto, che nel carne lazzi propri delle consuetudini dei vale più facilmente si commettono; luoghi, i teatri, i festini, le danze, e nella domenica di quinquagesima i banchetti, le cene ed ogni altra ci pone avanti gli occhi la passione sorta di divertimenti tutti propri di di Gesù Cristo, le beffe, gli strapaz questo tempo, che si può dire af zi, e i tormenti ch' egli soffri per la fatto democratico, vedendosi senza nostra salute, affine d' eccitare in riserbo trattare e scherzare il no noi i sentimenti di compunzione per bile col plebeo, e colla stessa indif ben disporci al digiuno della qua ferenza i diversi ceti delle persone resima. Osserva il Bellarmino, che con egualità e domestichezza. prima si andava con ben altro gau Se la Chiesa tollera l' inveterato dio ed allegrezza incontro a tal 8o CAR Grenoble. In moltissimi CAR luoghi è digiuno, giacchè i cristiani senza danze, e senza maschere si sollazza in costume eziandio in que'giorni il vano con moderazione e lecitamen pio esercizio del Carnevale Santi te. Riguardo agli ecclesiastici, non ficato. solo è proibito loro il danzare, ma A reprimere gli eccessi del car di essere spettatori ai balli ; e i nevale, monsignor Graziani vescovo concili Laodiceno nel 327, l'Aga- d'Amelia celebrò nel i595 in quel tense, quello di Trento, il provin la città un sinodo provinciale, nel ciale di Milano, ed altri che si pos pontificato di Clemente VIlI, ed o- sono vedere in Benedetto XIV, De gni anno in tempo di carnevale Synodo Dioe.cesana lib. 7 cap. 6i, Papa Clemente IX si ritirava nel emanarono le relative determinazio convento di s. Sabina sul monte ni, che riguardano eziandio gli spet Aventino, solamente per occuparsi tacoli profiìui. nelle opere di pietà. Clemente XI , Tralasciando di rammentare quan a reprimere i disordini carnevale to i zelanti Sommi Pontefici e ve schi, agli ii gennaio i7 i9, ed ai scovi fecero nei tempi anteriori a 4 gennaio i72i, emanò due apo quelli, che accenneremo, per consa stolici brevi; e Benedetto XIII del crare i pericolosi giorni di carneva i724 passava i giorni del carneva le con pratiche- divote di edificazio le in pii esercizi nel convento di s. ne e penitenza , meritano special Sisto de' domenicani suoi «irreligio menzione il Cardinal s. Carlo Bor si. Quindi ne' primordi del i748, romeo, che alla sua diocesi di Mi il gran Benedetto XIV si occupò lano fece molte notificazioni e i- ad estirpare molti e gravi abusi struzioni pastorali contro i diverti introdottisi nel tempo di carnevale, menti carnevaleschi; il Cardinal Pa- dirigendo a tal fine a tutti i vescovi leotto arcivescovo di Bologna, che dello stato ecclesiatico l'erudita lette per arrestare i progressi del mal co ra circolare Inter coelera, emanata stume, istituì in dette città pubbli il dì primo gennaio, che leggesi nel che preghiere, dette allora le tren- suo Bollario tomo II, p. 375, in t'ore ne'tre giorni di quinquagesima cui vietò l'abuso di prolungare do con sermone e indulgenza ; s. Filip po la mezza notte dell' ultimo gior po Neri, che stabilì a Roma con no di carnevale i festini e le ma molto profitto più processioni alle schere, e F uso di esse ne' venerdì sette chiese principali nei detti tre e ne' giorni festivi. Alla pravità di giorni. In molte città di differen siffatti baccanali, con isquisita dot ti regni , e principalmente in Ro trina, Benedetto XIV oppose gli ma si pratica la divozione della es esercizi di pietà, che caldamente posizione del ss. Sacramento in for inculcò ai vescovi di esercitare, e- ma di quarant' ore con indulgen sortando i fedeli a praticarli, mas za , benedizione , sermone , e al sime ne' tridui col ss. Sacramento tre pratiche religiose, locchè è in esposto, pe' quali concesse indulgen uso anche oggidì, affine di contrap za plenaria a quelli, che vi assi porre spirituali esercizi alle pra stessero, e ciò in riparazione degli tiche carnevalesche; cosa che pure scandali e sregolamenti del carne stette tanto a cuore di propagare vale. Clemente XIII, che, nel i758, al Cardinal le Camus vescovo di gli successe , estese tal' indulgenza CAR CAR 8l plenaria a tulta la Chiesa, median quatri, ec., tutte feste clamorose ce te una costituzione apostolica, in lebrate dagli antichi dominatori del cui esorta i ministri di Gesù Cri mondo, i quali, come ci racconta sto a consacrare particolarmente i Giovenale, due cose avidamente de detti tre giorni all' orazione pian sideravano : pane, e feste. Oggidì il gendo tra il vestibolo e l' altare, popolo in tal tempo suol darsi alla come gli invita Dio per bocca del più viva allegrezza e tripudio, a ri profeta, Joel. il. i7, affine di cal creazioni, a teatri, accademie, festi mare la sua collera, e preservare i ni, coll' uso delle maschere sul vol popoli in questi giorni di tentazio to, con travestimenti di varie fog- ne dai pericoli, ai quali sono e- gie, anche senza maschera, contraf sposti , di andare smarriti dalle facendo ad un tempo negli abiti i sue vie. costumi, e la favella di varie nazio Finalmente abbiamo , che il ni. Prima di descrivere le notizie, vescovo d' Ipri, Felice di Waz- che abbiamo riunite, per non in vrans, nell'anno i768, indirizzò al terrompere l'argomento, ed a mag clero della sua diocesi una istruzio gior chiarezza, accenneremo somma ne pastorale, colla quale vietò agli riamente le cose principali. ecclesiastici di assistere ai festini ed In Roma il carnevale è riputato alle assemblee di divertimento car dagli esteri d' ogni nazione il più nevalesco, di stare sulla porta, e brillante, giocondo e caratteristico alla finestra per vedere le masche degli altri luoghi, sia per la sua rate ec, e di farsi vedere in tali breve durata, sia per l'apparato del giorni per le strade pubbliche, quan la principale e magnifica strada del do non vi fossero costretti dai do corso, sia per l' intervento copiosis veri del proprio ministero; facen simo de' cocchi , sia per certe ma dosi solo vedere nelle chiese e per le scherate lepide, graziose e dilettevoli strade, che ad esse conducono, o a vi proprie del costume di alcune classi sitar malati negli ospedali ; in somma dei romani, e sia pel gran concorso li esortò a vivere nel raccoglimento in di spettatori, particolarmente forestie tutto questo tempo separati di cor ri, che con piacere ne prendono po e di spirito dalle persone del parte, non meno che per altre cir mondo, ed assistere ai divini uffizi, costanze diverse. Imperocchè quelli, e alle preghiere delle quarant' ore. che soprammodo contribuiscono a V. Trattato de' giuochi e de diverti rendere brillante il carnovale roma menti permessi, e proibiti ai cri no sono i romaneschi ( col qual no stiani, Roma i 768, capitolo XII. Dei me vengono distinti gli abitanti di balli, delle maschere ed altri diver Roma, che dai nobili e cittadini so timenti carnevaleschi j Pompeo Sar- no considerati pegl' idiotismi, e pei nelli, tomo III Lettera XVIII, Delle barbarismi del loro linguaggio), cioè Maschere. quelli particolarmente di alcuni rio CARNEVALE di Roma. Al pre ni della città , come di Monti, cedente articolo si è detta l' origine Regola, Trastevere, ec. In quegl'idio- di questo divertimento, che precede tismi è chiara l' espressione alla la quaresima, e che rinnova in qual universale intelligenza, ed in mezzo che modo con moderazione ed one ai rustici modi, d' altronde cortesi , stà i saturnali, i lupercali, i quin- spontanei, senti palesarli sentimenti vol. x. 6 Si CAR il quale è maggiore CAR in detti due sì generosi, ingenui, e di un deli cato gusto, insieme a motti arguti, giorni come i più solenni, ed i più graziosi, e piedi d' energia, che ben brillanti del carnevale. V ha un se per essi si è spiegato come Roma condo premio in solo danaro , pel sia la patria perpetua dell' immagi secondo cavallo, il quale arriva alla nazione su d' ogni classe di persone, meta, che chiamasi la ripresa dei e quanta piacevolezza v' abbia allo barbari , cioè al termine del corso ra che in un modo tutto partico presso il palazzo di Venezia. La lare sono usati nelle mascherate partenza dei barbari è innanzi I' o- carnevalesche, ed allora che si fan belisco della piazza del popolo, do no con tanta naturalezza a contraf pochè il cavalier mossiere abbia or fare alcUn personaggio di maggior dinato il suono della tromba per la condizione, interponendovi di bellis quale per mezzo dello scrocco, si tira simi episodi, che più fauno sensibile il canapo, che tratteneva i cavalli il grado che rappresentano. corridori. La detta piazza, e le al Otto sono in Roma i giorni pre tre principali sono guarnite pel buon scritti alle mascherate, ed alle car ordine da vari corpi di milizie, ol rierebari, de' giacchè cavalli, è solitodette corse principiare de" bar* il tre quelle amovibili, che perlustrano il corso, e le altre strade, affine di carnevale nel sabbato precedente la prolungare il tragitto alle carrozze. domenica di sessagesima, qualora Nel primo giorno, nel giovedì non sia Impedito, ed esclusa questa, grasso, e nell' ultimo giorno il go il venerdì e la domenica di quin vernatore di Roma , accompagnato quagesima, termina il martedì avanti da monsignor procuratore generale il giorno delle ceneri. Al suono del del fisco, o, in sua assenza, dal pri campanone di Campidoglio, cioè ad mo luogotenente del governo, non ore diciannove i mascherati sortono che il senatore coi conservatori di per la città, ma però ad ore venti Roma, ed i priori de' caporioni, dai quattro debbono togliersi la masche rispettivi palazzi con treno di for ra dal volto, per riprenderla se si malità, circondati colle proprie guar rechino ai festini, che sono cinque. die e domestici, si recano alla detta Gli Otto pallli, 0 premi de'cavalli di piazza del popolo. In mezzo al corso razza italiana, vincitori delle corse, incedono sino alla loggia posta in consistenti in varie canne di drappo un angolo del palazzo di Venezia , di sto Ila, di seta, di velluto, di tela da dove giudicano, o decretano il d'oro, o di tela d'argento, nella mat premio al vincitore. In caso di dis tina del primo giorno di carnevale crepanza, o d'irregolarità della corsa, dal Campidoglio sono portati per il pallio si destina dal Pontefice a la città sopra altrettante aste dai co qualche chiesa, o monistero, e tal sì detti fedeli di Campidoglio ( Fedi), volta a quello di s. Antonio sull'Es- in cavalcata, preceduti dai loro trom quilino. Negli altri giorni i suddetti betti, schierandosi essi anche avanti magistrati dalle loro residenze con al palazzo, ove risiede il sovrano minor formalità vanno direttamen Pontefice. I più nobili di detti palli! te alla menzionata loggia. si danno nel giovedì grasso, e nel- Non si deve poi passare sotto si l' ultimo giorno al cavallo vincitore, lenzio, leggersi nei Diari di Roma, insieme ad altro premio in danaro, che nel primo giorno di carnevale

CAR principe al plebeo CAR , da classe a clas 83 cavalcavano pel corso il governa tore , il senatore ed i conservatori se di persone : tanta è l' uniformità di Roma, col priore de' capo-rioni, della comune gioia. Questo diverti e i primari ufìiziali del tribunale mento de' moccoletti, che incomincia criminale.sa al secondo In ogni sparo giorno de' della mortari cor» , appena terminata la carriera de' ca valli, e dura sino ad un'ora di not cioè alle ore ventitre, tutto il corso te, forma il carattere , ed è il più deve essere sgombrato dalle carroz luminoso elogio de' romani, con co ze, ed allora , quando ne voglia stante stupore ed ammirazione dei profittare, con nobile treno percor forestieri; dappoichè mentre l'im re tutta la via , per distinzione e menso popolo appassionato per tal privilegio, uno degli ambasciatori re sollazzo n' è tutto caldo ed immer sidenti in Roma, avendone prima da so, all' avviso dato dell' ora suonata to l'avviso , e preso i debiti concerti del termine, prontamente ubbidisce con monsignor governatore, il quale dà e quietamente si ritira senza il più le opportune provvidenze per la re piccolo inconveniente, dandosi così golarità della corsa. Quindi , come fine al carnevale, meno i teatri, e i si pratica ogni giorno, un drappel festini, che però devono terminare lo di dragoni cavalcando al galop avanti la mezza notte. po, dalla mossa si reca alla ripresa, Non solo Roma si distingue pel ove giunti, segue la carriera de' bar suo brillante carnevale, ma, qual si bari. conviene alla capitale del cristiane Sulla celebrazione del carnevale, simo, riesce esemplare e di edifica e sul buon ordine di esso ha giu zione per divote opere, che contem risdizione monsignor governatore di poraneamente ella pratica in molte Roma, che con autorizzazione so chiese , monisteri, oratorii, ec. con vrana emana il bando per le ma esercizi spirituali, prediche ed altre schere, corse e festini; mentre sul- pratiche religiose, massime coll'espo- l' ammissione de' cavalli alla carrie sizione del ss. Sacramento nelle ba ra, e sul conferimento del premio, siliche, ad altri sacri templi. Tale incombe al magistrato romano pub esposizione si fa con magnificenza ec blicare i relativi regolamenti. Final clesiastica, e con sacro decoro, princi mente hanno termine le feste car palmente nella chiesa dell' oratorio nevalesche collo spettacolo singolare della ss. Comunione generale, detto e giocondissimo de' moccoletti , col del p. Caravila, dal lunedì di sessa quale non intendesi fare i funerali gesima per tre giorni inclusive, nella al morto carnevale , come si dice basilica di s. Lorenzo in Damaso volgarmente, ma rinnovare la me dal giovedì alla domenica di quin moria delle feste di Bacco , di Ce quagesima, e da questa sino alla rere , ovvero de' giuochi Circensi , sera dell' ultimo giorno di carneva come meglio si dirà in ultimo; sol le, nella chiesa del Gesù. In questa lazzo, che ha luogo nella via del chiesa, e nella detta basilica si fa Corso principalmente. Tutti si for tale esposizione con cappella Car niscono di più moccoli di cera , li dinalizia ( Vedi ) , ed in tutti e tre accendono, e lungo il corso succede i luoghi si reca il sovrano Ponte la gara di levarseli e scambievol fice accompagnato dalla sua corte mente smorzarli, senza distinzione dal a venerare il ss. Sacramento; men 84 CAR via del corso ( CARl' antica via lata ) , tre nel martedì sera, dopo la corsa, nella chiesa del Gesù, si reca con avendo principio dall'arco di Domi formalità il summentovato senato ziano presso il palazzo Fiano, e di romano, terminandosi colla benedi là giungendo al palazzo di Venezia zione del Venerabile. Non è poi a edificato dal medesimo Pontefice. passarsi sotto silenzio , che l' esposi In esse correvano negli otto giorni zione all' oratorio del Caravita si di carnevale vecchi, giovani, ragaz eseguiva con una macchina con zi, ebrei, cavalli, asini e bufali, con qualche simbolo allusivo. £ per dire sistendo il premio in alcuni pezzi di di quelle di alcuni anni, nel i7i8, drappo detto pallio. Questi spettacoli si figurò la visione d'Ezechiele; nel adattati al gusto de' tempi, diedero <72i quella di s. Giovanni vidi in il nome di Corso alla suddetta stra medio seniorum Agnunij nel i722 il da, e ad esempio di Roma, molte miracolo della moltiplicazione dei città d' Italia e d' oltremonti cosi pani , mentre alla chiesa di Gesù chiamarono la strada più retta e esprirnevasi il sogno di Giuseppe decorosa. Così le corse successiva ebreo. Nel i724 poi al Caravita si mente si allungarono, come il car rappresentò la pesca nel mare di nevale si variò in Roma, seguendo Tiberiade, ed al Gesù, Gedeone coi quelle e questo nel modo superior suoi trecento soldati. mente accennato, per quell' ingegno e gusto dai romani sempre mani Notizie sul carnevale, che i Roma festato nel variare i loro popolari ni festeggiavano nei bassi tempi spettacoli, ed i pubblici divertimen sino al secolo decimoquinto , e ti loro. parte del deciniosesto. A formarsi un' idea del carnevale di Roma ne' secoli di mezzo, biso All' articolo Carnevale abbiamo gna necessariamente descrivere i tan detto quante e quali erano le feste, to famigerati giuochi di Agone e che principalmente aveano luogo in di Testaccio , come quelli, che per Roma, presso gli antichi romani, diversi secoli formarono appunto il nei tempi chiamati poscia carneva carnevale romano. Quelli però nel leschi. Indi a poco a poco , massi pontificato di Paolo III, Farnese, e me ne' secoli di mezzo, i giuochi di specialmente quelli neh" anno i545, Agone e di Testaccio formarono per riuscirono i più splendidi e magni molto tempo il carnevale in Roma. fici. Quindi noi stimiamo opportu A questi succedettero le corse, come no di darne una breve descrizióne, divertimento assai gradito ai roma tratta da una contemporanea rela ni, ond' ebbero talora luogo al Te- zione, che si conserva mss. nella bi staccio, monte artificiale vicino alla blioteca della principesca famiglia sponda sinistra del Tevere, non che Altieri, eguale a quella, che si legge per le strade che da Campo di fio nel mss. della biblioteca Albani, ci ri conduce ai Banchi, prossimi al tato dal Marini, ne' suoi Archiatri ponte sant' Angelo , ed eziandio pontificii, p. 72. Eccone il titolo: per quella denominata Florida e Il vero progresso della festa d'A poi Giulia , finchè nel pontifica gone e di Testaccio celebrata dai to di Paolo II , eletto nelT anno signori romani nel giovedì, e nel i464, furono stabilite sulla attuale lunedì di carnevale dell'anno i 5^5, CAR una specie di concilio CAR in atto di con 85 rome solevano fare gli antichi ro mani, col vero significato de' carri dannare gli eretici. Il settimo del trionfali. Eccone la descrizione. rione della Regola , con un cervo , » Giovedì, che fu alli 2 i di feb che inseguiva alcuni serpenti, aven braio i 545, si celebrò la festa di done afferrato uno colla bocca. L'ot IV ri vomì secondo il modo antico; tavo del rione Parione con uno smi tutti quelli, che avevano da en surato grifone suo simbolo, posto trar in così solenne pompa, si ri alla custodia d' un nascondiglio d'o dussero nella piazza di Campido ro. Il nono del rione Ponte , con glio, donde si partirono sulle 2o due cavalieri a cavallo affrontati in ore, e vennero verso la piazza di sieme sopra un ponte, uno vestito Agone, coll' ordine infrascritto. E- alla romana, l'altro alla barbaresca, rano primi nell' ordinanza molti de' quali il primo restava vincitore. trombetti a cavallo vestiti di ros Il decimo del rione di Campomar- so, presso i quali venivano i mi zo con due eserciti sopra , da una nistri della giustizia colle insegne parte di turchi, e dall'altra d'ita loro ; seguitavano gli artieri del liani, tedeschi, spagnuoli e francesi, la città in tutto settemila , che che venivano alle mani, dichiaran durò il passare circa quatte' ore dosi la vittoria pei secondi. L'unde- con trombe , e tamburi , ripar cimo del rione Colonna rappresen titi in tante compagnie quan tante i due monti Abila e Calpe te sono le arti, e divisi in tante con un braccio di mare ad essi in parti, quanti erano i carri trion termedio, pel quale veleggiava una fali, fra i quali trammezzate anda nave verso l'oriente direttamente. vano dette fanterie, sotto le loro Dopo tal carro seguiva gran quan I bandiere armate bravamente d'ar- tità di guastatori con vettovaglia, » miIndi bellissime". l' autore segue la descrizio artiglieria e diversi arnesi propri d' un campo militare , e quindi il ne de' carri ; ma non essendo della duodecimo carro del rione di Tre natura di quest'opera il tener die vi, con un cavaliere armato alla ro tro ad ogni particolarità, ci limitere mana, che con una lancia in mano mo a dire in compendio ciò che può superava un barbaro, già messosi riguardare il sostanziale della festa. sotto i piedi con vigore. Per trat II primo carro pertanto era quello tenimento della festa, oltre l' ordine del rione di Trastevere rappresen e il consueto, eravi un gran Mongi- tante il carro massimo. Il secondo bello rappresentato sopra un altro del rione Ripa, sopra del quale gran carro tirato dai cavalli, ai cantoni deggiava con vari emblemi la sta del quale vedevansi bellissimi tro tua della Fortuna. Il terzo del rio fei, e sotto il Mongibello fu prepa ne di s. Angelo, che figurava la cit rato un magnifico fuoco artificiale, tà di Costantinopoli. Il quarto del che si fece eseguire nell' entrare in rione di Campitell! , ove si vedeva Agone, con grande meraviglia ed no espressi al naturale gli orti delle allegria di tutti gli astanti. Appresso Esperidi. Il quinto del rione della seguitava il carro del rione de' Mon Pigna colla statua di Cibele turri ti, che figurava la favola di Pro ta. Il sesto del rione di s. Eusta meteo legato al monte Caucaso. In chio , nel quale era rappresentato di venivano in bella ordinanza i con- 86 CAR porioni, Adriano CAR Velli, da' due can testabili di tutti i tredici rioni di Roma (giacchè allora Borgo non lo cellieri Curzio Frangipane e Belar- era) in numero di trecento , con dino Caffarelli, che conducevano in ispade, e con targoni all'antica, nei mezzo Giuliano Cesarino gonfalo quali erano dipinte le insegne dei niere di Roma , il quale portava il loro rispettivi rioni ; i gentiluomini gran gonfalone romano, riccamente delle città di Sutri e Tivoli chia vestito e pieno di gioie fino agli mati dal senato romano alla festa; speroni, gioie che si valutarono a ed ottantadue giovanetti, che dice- trentamila scudi. Seguito egli era da vansi giuocatori, vestiti all'antica con quattro paggi vestiti all' antica di te diverse livree d'oro e d'argento e la d'oro, oltre venti staffieri eoa di seta sopra bravissimi cavalli, superbe livree. Finalmente procede scortati ognuno da molti staffieri , vano i conservatori di Roma Sante anch'essi con gran lusso vestiti chi da Corneto, Lorenzo Velli, e Ales di raso, e chi di velluto. Veniva in sandro d' Alessi, non che il senatore ultimo un numeroso coro di musi cogli altri uffiziali del Campidoglio. ca tramezzata da molti trombetti a Questa sontuosa e magnifica ca cavallo. Chiudeva la processione dei valcata partita dal Campidoglio per carri quello del Papa, la cui sta la strada nuova, si recò alla piazza tua in abito pontificale si ergeva della Pigna, o de'Cesarini, prosegui nel mezzo, ed ai lati si ammirava per le case di Valle, ed a quelle no quattro bassorilievi allusivi alle de' Massimi, voltando per campo di virtù di lui. Tutte queste macchine Fiore, donde passò alla piazza Far ambulanti erano tirate dai bufali. nese. Nel palazzo di sua famiglia, Il carro pontificio era seguito da ed ai balconi eravi Paolo III con due sindaci del popolo romano, Ma molti Cardinali, i duchi di Castro ria Maccarone, e Alessandro de Gras e Camerino suoi nipoti, con molti si, ed in mezzo ad essi marciava signori e signore. Fatta la cavalcata l'officiale dell'anello col bastone in un giro per la piazza, voltò per mano, e l' anello in cima ( che fu corte Savella , e per Banchi , pel messer Francesco Salamoni ), da tre ponte s. Angelo, s'avviò pei Coro manescalchi con paggi e staffieri , nari , piazza di s. Apollinare , da Bruto Goffredi, Vincenzo Dolce, e dove entrò per piazza d'Agone ora Pier Domenico Madaleni; dal ca Navona, e circondatala più volte, porione con simile corteggio , che si schierò in essa come un batta furono, di Ripa, Cola Evangelista , glione. Alle ore ventiquattro ognuno di s. Angelo, Lelio de' Fabj ; di Cam di quelli, che la componevano, si piello, Tiberio Margano; della Pi ritirò alla propria abitazione. Fu gna , Antimo Capizucchi ; di s. Eu opinione generale, che tal festa co stachio, Rotilio Alberino; della Re stasse centomila soudi, senza com gola, Giulio Americi ; di Campo prendere le vestimenta, giacchè an Marzo, Pietro Cardello; di Pario- che gli artigiani erano vestiti deco ne, Alessandro Cinquini; di Ponte, rosamente. Gio. Battista Altoviti ; di Colonna, Alla descrizione della festa di Vincenzo del Sordo; di Trevi, Ri Agone , segue immediatamente l' al naldo de Bracciano ; di Monti, Mu tra di Testaccio pubblicata dal Cre zio de Mantaro; dal priore de'ca- sci mbeni, Siato della basilica di CAR quali si fecero CAR non manco prove, 87 s. Maria in Cosmedin, pag. go, e che qui si aggiungerà a piena co che in ammazzare i tori. Fra gnizione e schiarimento de' giuochi molte livree, che si videro quel suddetti , portando tal descrizione dì , ve ne fu una di trentasei la data di Roma 2i febbraio i.lp, mattaccini vestiti di rosso a ca ed è la seguente. vallo con zagaglia in mano, e » Domenica passata si doveva questi furono i primi ad assaltare » lare la festa in Testaccio, ma per i tori. Ma la più nobile cosa, " la perversità del tempo fu dilfe- che si vedesse, fu una livrea di » rita al giorno seguente. Il lunedì sei cavalieri, che fecero il Cardi » adunque andò tutto l'ordine della nal Farnese, il Cardinal di santa » festa in Testaccio, nel medesimo Fiora , e il duca di Camerino » modo che aveva fatto giovedì in nipoti del Papa. Questi erano » Agone, meno i carri. Questo luo- vestiti da soldati all' antica, e i » go è il più comodo, e il più bello vestimenti erano d'oro, d'argento » pegli spettacoli, che si possa imma- e di seta con ricami, trapunti, » ginare al mondo. A ponente è il fregi e la yori sopra lavori, e con » monte Testaccio, a levante un tal vaghezza, che a me non basta » piccolo colle, sul quale evvi il l'animo a descriverli. Colla mede » monistero di s. Saba, a setten- sima nobiltà erano anche ornati » trione è quella parte dell' Aven- i loro bellissimi cavalli , i quali » tino, che ha fortificata Paolo III, furono di tanta destrezza e ga- » ed alcune case di vigne, a mez- gliardia, che a tutto il popolo » zogiorno sono le mura di Roma, parve miracolo le cose, che fe » lungo le quali sta un torrione cero sopra di quelli i cavalieri. » ogni dieci canne. Tutti questi Li compagni dei prefati Cardi » luoghi erano pieni di gente, ve- nali , e duca in questa livrea , » dendo ciascuno comodamente. 0l- furono il duca di Melfi , il conte » tre queste parti più eminenti vi di s. Fiora, e il principe di Ma » era un gran numero di palchi, cedonia. Si corsero ancora tre «, e di carri legati insieme , che pal Hi; pei barbari di broccato » servivano e per la vista e per d' oro, pei cavalli di velluto cre » difesa. Nel mezzo è un grau misino, e per le cavalle di velluto » prato , dal quale dalla banda di paonazzo. Il corso cominciava do » tramontana era il catafalco di ve Je mura della città si congiun » Madama. Il luogo fu tutto cir- gono col Tevere, e passava per » condato dalle fanterie , e dai ca- mezzo la prateria , e terminava » valli, e dappoi con bella pompa alla cima del monte Aventino, » fecero di sè mostra tutti quelli, sicchè ciascuno poteva benissimo " che il giovedì l'aveano fatta sì vedere dal principio al fine. Io » bella in Agone. Intanto s' inco- non entro a ragguagliarvi di al » minciò la gran caccia, nella quale cuni altri particolari , perchè sa » furono morti tredici tori, e fu- rebbe troppo lunga la storia; » rono rovinate giù da Testaccio sicchè questo vi basti di quella » sei carrozze, e sopra ciascuna di giornata. 1l dì di carnevale cor » esse era uu pallio rosso, e un sero il pallio gli asini e le bufale, » porco vivo, per guadagno dei secondo l' usanza e bagordi , e

88 CAR nirsene, laonde CAR ne rimasero da cen " tumulti a furia. Sicchè questo vi » basti di quella giornata. La notte to ferite , perchè i carri in tutti » si recitò una commedia in casa furono tredici, con altrettanti tori, » di Caffarelli. Il primo giorno di i quali appena giunti alla meta era » quaresima fu la stazione a santa no uccisi da innumerabili colpi. Poi » Sabina, la quale fu tanto solen- si fecero dal detto monte alla colon » ne , che molti vennero in disputa, netta posta alle radici di Aventino. » chi fosse più bello, il carnevale, le corse de' barbari , delle cavalle , ,< o la quaresima di Roma. e di cavalli chiamati turchi tutti Osserva il Ratti, Della famiglia cavalcati da putti, e con pallii al Sforza, par. II, Roma i795, che vincitore per premio. Quanto poi bisogna convenire, che veramente i sieno antichi siffatti giuochi, si ri giuochi celebrati nel detto anno di leva da una bolla di Urbano V, Agone, e di Testaccio facessero gran eletto in Avignone nel i362 , con colpo sull' animo de romani e de cui protestò contro la forza , che gli altri, che v' intervennero, dap i romani adoperavano per obbliga poichè molti si diedero premura di re, le città, e luoghi vicini, come stenderne diligenti relazioni, acciò Anagni, Corneto, Magliano, 'Piper- non se ne perdesse la rimembran no, Sutri, Terracina, Tivoli, Tosca- za. Due altre sono pure citate dal nella, Velletri ec., a mandar uomi Crescimbeni, e la prima stampata ni da ogni comunità per accrescer con questo titolo: Li grandi trionfi, ne la solennità, siccome afferma nei feste, pompe, e livree fatti dalli suoi Archiatri il citato Marini, to signori romani per la festa di Agone mo II. p. 72. e di Testacelo. L'altra manoscritta Non riesca discaro, che qui si dia fu compilata da Gio. M." Zappi tibur- un cenno sulla piazza Navona o Ago tino, che fu uno de' giuocatori, e il ne, e sul monte di Testaccio. La porta - stendardo della sua patria. piazza Navona, una della più gran Un'altra lunga e curiosa descrizio di di Roma, prese il nome dal cir ne di una festa di Testaccio, come co Alessandrino o Agone, onde giuo eseguita l'anno i372 a' iS agosto chi di Agone furono detti quelli nel nel pontificato di Gregorio XI resi la medesima celebrati. Di essa Fran dente in Avignone , è riportata a cesco Cancellieri ci dà erudite notizie, pag. 58g e seg. da Marco Ubaldo nel suo Mercato, lago, e palazzo pan- Bicci nella sua eruditissima Notizia filiano nel circo Agonale, detto vol della romana famiglia Boccapaduli, garmente piazza Navona , Roma Roma i762. Secondo la narrazione i 8 i i . In essa attualmente si fa li ch'egli riporta d'una di tali feste, na gran fiera, o mercato nel mer la corsa a Testaccio consistette nel coledl d' ogni settimana, ed ogni correre che fecero da quel monte mattina il mercato delle erbe e co- al piano due carri o carrozze per mestibili. Nel mese poi di agosto nei volta tirate dai tori, con quattro sabbati, e nelle domeniche, viene al porci legati dentro, ed una can lagata dalle tre celebri fontane, che na di panno rosato per pallio ; decorano la piazza, ed in alcune e che appena giunsero sulla piazza, circostanze vi si tengono le corse trecento persone colle spade nude, del fantino, delle quali poi riparle vi si scagliarono sopra per impadro- remo, specialmente in occasione del CAR gesima, delta di CAR Testardo. Quindi 89 vi passaggio per Roma di qualche monarca, come da ultimo ebbe luo fu aggiunto un terzo giorno interme go per Francesco II re delle due dio tra i due suddetti, cioè il sabbato Sicilie. Tali fantini sono giovani a destinato alla caccia de' tori, come ap cavallo a dorso nudo, divisi in tre parisce dalla bolla di Martino V, Cir- squadre e vestiti di colori diversi. ll cumspecta sedis aposlolicae, emanata monte poi di Testacelo, Testacen* , in Roma VII id, martiis an. i^T. si formò da una immensa quantità Divenuto poi nel i464 sovrano Pon di frantumi di terra cotta. Alcuni tefice il menzionato Paolo II, Bar dicono che Tarquinio assegnò tal bo, veneziano d' animo grande, vi luogo a' fabbricatori di vasi, tanto per aggiunse le otto corse de' pallii, che la comodità dell' imbarco sul Teve ancora oggidì sono in uso, sebbene re, che per giovarsi delle sue acque, dalla loro prima istituzione rifor e siccome loro proibì gettare quelli, mate. Paolo II conobbe meglio dei che si rompevano, nel fiume, così suoi predecessori il vero genio del col porli in questo sito, in progresso popolo di Roma, e le due molle di tempo ne divenne un monte deli principali, che lo fanno agire, a se zioso, e molto comodo alla conserva conda di chi il deve condurre col zione del vino nell' estate. Il Can lo stesso di lui vantaggio ; paneni, cellieri dice, che vi fosse anticamen et circenses. Onde si studiò parti te celebrato il mercato, e il Vasi , colarmente di contentarlo in am tom. II. p. 437, Itinerario di Ro bedue queste cose, coll' abbondan ma, dà al monte di Testaceio an za de' viveri, e coi pubblici spetta che altra origine. Nel i 686 il Mar coli , de' quali volendo godere egli tinelli stampò un libro sul monte stesso , siccome di naturale piuttosto Testaceo o Testaccioj l' Eschinardi allegro , ordinò , che le corse, le scrisse, nel i697, una lettera sul mon quali per lo innanzi si facevano a te Testaccioj ed altrettanto fece il strada Florida o Giulia, si facessero Contucci, riportata nel t. III. ArcacI. dall'arco di Domiziano, poi detto di Carniin. Attualmente nel maggio, Portogallo, sino al palazzo di s. Marco, nell' estate, e massime nell' ottobre detto poi di Venezia, da lui eretto è frequentato questo monte dai ro ed abitato ; benchè alcuni dicono , maneschi, e dalle minenli per le che i cavalli partissero dalla piazza vignate, ovvero sia per certe ricrea Flaminia, o del popolo. Ma poi ve zioni consistenti in colezioni, balli, dremo l' arco demolito da Alessan canti dei ritornelli, della tarantella, dro VII, acciocchè le corse libera e simili curiose composizioni, fra il mente seguissero dalla detta piazza suono de' tamburelli, dei calascioni, sino a quella di Venezia. e dei mandolini. Racconta dunque il Platina, nel Ritornando all' origine del carne la Vita di Paolo II, di cui fu vale romano, dopo l' abolizione dei contemporaneo, e a p. /\.56, che Saturnali, Lupercali ec., ed altri an avendo egli quietate le cose d' Ita tichi giuochi, consistevano gli spet lia colla celebre pace del i468, per tacoli in principio nella festa di la quale furono fatte feste per tut giovedì grasso, o di sessagesima, det ta l Italia, e per due giorni in Ro ta di Agone, e nell' altra dell' ulti ma, il Pontefice indi ordinò, ad i- ma domenica, cioè quella di quinqua- mitazione degli antichi, alcuni giuo» go CAR che vi si conduceva CAR colla maggior chi e feste magnifiche, e diede un sontuoso banchetto al popolo. Il pompa degli antichi romani, circon Vianesio da Bologna, ch' era vice- dato dai magistrati di Roma stessa, e camerlengo , dispose le cose se per altre decorazioni degne soltailto condo il volere del Papa. I giuo di quell' eterna città. Si dilettava il chi furono otto pallii , che nel detto Papa di queste mascherate, e carnevale per otto giorni continui delle feste di carnovale, che spesso si donarono a quelli, che nel corso vedeva con trasporto dietro ad una restarono vincitori. Correvano i vec finestra in compagnia di alcuni Car chi, correvano i giovani, correvano dinali. In quel tempo fu dal Papa quelli, che erano di mezza età, scoperta una congiura tramata con correvano i giudei, e si facevano tro i preziosi suoi giorni ; ma e- ben satollare prima, perchè corres gli , lungi dal vendicarsi dell' au sero con minor velocità. Correvano tore, il ricolmò di confusione colla i cavalli e le cavalle, gli asini, e sua magnanimità, e facendo uso del i bufali con piacere di tutti. Si suo animo grande, ordinò che si correva dall' arco di Domiziano si continuassero secondo il solito i di no alla chiesa e al palazzo di s. Mar vertimenti carnevaleschi, col solo di co, ove stava il Papa, prendendo vario di alcune pattuglie di uomini grandissimo piacere per queste fe armati, distribuite per la città, per ste; e dopo la corsa a' fanciulli lor precauzione prudenziale. di di fango per aver corso, faceva Negli statuti di Roma compilati dare un carlino a cadauno. sotto lo stesso Paolo II, dopo esser Leggiamo poi nel Novaes altre si detto, che gli ebrei pagavano al analoghe particolarità, che merita la camera capitolina mille cento no qui riportarsi. Molto procurava trenta fiorini di soldi quarantasette questo Pontefice , egli dice , di di l' uno, gli ultimi trenta dei quali vertire il popolo romano. A que erano stati aggiunti in memoria dei sto, al senato, ed a' forestieri face trenta danari, che i medesimi sbor va egli nel tempo di carnevale un sarono a Giuda per prezzo del lauto banchetto nel suo palazzo tradimento fatto al Redentore nel- di s. Marco, incaricandone dell' as l' orto di Getsemani ; e dopo sistenza il suo nipote Cardinal Mar essersi stabilito in quante e quali co Barbo, con diversi prelati, per incumbenze ed usi detta somma si chè nulla mancasse al buon ordine, e doveva ripartire ed erogare, spiegasi alla squisita sua magnificenza. Finito in che consistessero i giuochi carne il pranzo, gittava al popolo gran valeschi , secondo il nuovo stabili quantità di danaro dalle sue fine mento , e disposizione del sovrano stre. Regalò una volta al popolo ro Pontefice Paolo II, ne' seguenti ter mano quattrocento scudi, allorchè mini, che riportiamo dal latino tra gli preparò una splendida e nume dotti : » Parimenti che si debbano rosa mascherata, che descrive il » celebrare con solennità i giuochi Canesio, Fita Pauli II, p. 65, la » di Agone e di Testaceio. Prixnie- quale non si vede così maestosa al » rumente che si facciano, e poi si -tempo d' oggi, per i carri, figure , » portino in essi quattro anelli di personaggi, guardie di cento sessan » argento dorati , due in Agone, e ta e più giovani scelti, pel senato » due in Testaceio, in uno de' quali CAB. CAB gi » debbano giuocare coll'asta i cit- Marmi, degli Archiatri , t. II, p. 62, » tadini, e nell'altro gli scudieri. colla quale il Pontefice esentava da » Parimenti nel campo di Testaccio questa contribuzione l'ebreo Angelo » si portino tre pallìi d' oro e di suo medico, e la famiglia di lui. » seta , al primo de' quali corrano Martino V, avendo pietà della mi » i cavalli de' romani, al secondo i seria della loro sinagoga, accordò » cavalli de' forensi , al terzo poi i agli ebrei di Boma di poter porre » conduttori degli asini. Parimenti in contribuzione quelle ancora dello » si portino sei carri, due de' quali stato pontificio, e questa grazia fu » erano soliti a farsi dai molinari, dal predetto Paolo II approvata e » ne' quali solevano porsi i soliti confermata. Oltre a ciò gli ebrei » animali, cioè due giovenchi, e due prima che incominci il carnevale , » porci in ciascun carro, compresi mandano alcuni deputati dai con » particolarmente que' giovenchi, che servatori di Roma , implorando la » erano soliti portarsi dai monisteri continuazione della protezione del » di s. Paolo, e de' ss. Saba e Gre- popolo romano, ed offrendo un maz » gorio in ciascun anno pei detti zo di fiori, con una cedola di venti » giuochi. E gli stessi carri debbono scudi per erogarli nell'addobbamento » essere coperti di panno rosso ad dei palchi della magistratura roma » onore del popolo romano. Pari- na sulla piazza del popolo. Ad essi » mente si aggiunse alla suddetta risponde il primo conservatore, che » festa, per grazia di Paolo II, che col continuando gli ebrei di Boma ad » danaro della camera si facciano al- esser fedeli e quieti ec. , non reste » tri sei pallii, uno per gli ebrei, che ranno privi nè della loro protezio » corrono il giorno di lunedi prima ne , nè di quella del sovrano Pon » della domenica di carnevale (cioè tefice ; indi i medesimi deputati van » domenica di quinquagesima), un no a fare un eguale omaggio al se » altro pei fanciulli cristiani nel natore di Boma, che dà loro eguale » giorno di martedì , un altro pei risposta. , ; ' » giovani cristiani nel giorno seguen- Lo stesso Marini nella medesima » te di mercoledì, un altro pei ses- opera, e tomo, alla p. 24i, riporta » sagenari nel giorno di venerdì , due lettere di Leonardo da Sarzana » un altro per gli asini nel giorno scritte a Giacomo di Volterra sulle » di lunedì di carnevale , un altro grandi feste, e giuochi fatti in Agone » per le bufale nel giorno di mar- a' 4 febbraio i492 per la sconfitta » tedì di carnevale "„ de' Mori, e presa di Granata; delle Si sa inoltre, che per le feste quali ci lasciò memoria anche Carlo celebrate in tempo di carnevale Verardo cameriere , e segretario di nel secolo XIV a piazza Navona ed Paolo IL Ma essendo molto inte a Testaccio, e che si descrivono a ressanti quelle fatte nel carnevale p. 589, nella citata Storia di ca dell' anno i 55o, appena eseguita sa Boccapaduli , l' università degli la elezione di Giulio IH , lo che ebrei, come più sopra dicemmo, pa fu a' 7 febbraio , si crede oppor gava mille cento trenta fiorini d'oro tuno darne qui un estratto. Nel per islromeuto del popolo romano le miscellanee della celebre biblio inserito nella bolla di Bonifacio IX teca casanatense evvi un opusco del i399, che si legge nel mentovato lo rarissimo con questo titolo : La g2 CAR ch' era di velluto CAR turchino con trionfante festa fatta dalli signori romani per la creazione di Papa maniche ed ornamento di tela Giulio III , col significato delle fi d' oro: questi avevano un non so gure fatte nell'apparato della scena che dell'abito moresco, ed erano della commedia, colle dichiarazioni guidati dal principe di Macedonia. di tutti i giuochi de'cavalli, caccia di Gli stivaletti delle gambe erano tori, ed altri bellissimi conviti, Ro fatti all'antica , ed all'antica era ma. Questo libro fu dedicato a d. Gio no le trombe che portavano, es vanna d'Aragona moglie di Ascanio sendo i loro trombetti vestiti della Colonna, per ragguagliarla di quanto medesima maniera dei predetti , di bello si fece in Roma dal popolo con altri suoni e stramenti mo pel nuovo Pontefice, e per dimostrar reschi. Questi, mentre la caccia si le la magnificenza e grandezza del faceva in Campidoglio , passando l'animo de' romani, che non voglio per la città sopra bellissimi ca no cedere agli antichi, dappoichè la valli , fecero il giuoco de' caro spesa occorsa fu grande, come son selli nella piazza di s. Pietro alla tuosi riuscirono gli spettacoli, il cui presenza di Sua Santità, e poi ri apparato venne eseguito in soli quat tornati in Campidoglio, essendo già tro giorni. Segue la descrizione. la caccia finita, giuocarono il me » Primieramente il giorno di car desimo giuoco in quella piazza , nevale (perciocchè quel dì era che fu bellissima e vaga cosa ve costituito a cotal festa), nella piaz dere, e terminato questo giuoco , za di Campidoglio si fece una entrarono nel palazzo de' signori caccia di tori, alla quale fu pre conservatori , e dopo loro gran sente quasi tutto il popolo colla moltitudine di popolo di ogni gra nobiltà di questa corte, e di que do, dove fu celebrata una solen- sta città, così di donne, come di nissima e magnifica cena , alla uomini, dalla qual piazza, avanti quale furono convitati il nipote, che la caccia incominciasse , si e fratello di nostro Signore, colle partivano quaranta gentiluomini , loro donne , le quali furono ono con quaranta servitori tutti a ca rate da molte gentildonne romane, vallo ordinati in due squadre di mangiando tutte le donne ad una livree diverse l'una dall'altra, cioè sola tavola. In un' altra tavola venti di loro coi servitori, vestiti mangiarono sette Cardinali col di velluto cremisi con maniche di duca Orazio Farnese, ed altri si tela d'argento, e similmente era gnori. L'altra fu dei nipoti del ornato il resto del vestir loro , Papa, con uno de' signori conser avendo in testa una berretta aguz vatori, ed altri signori e gentiluo za, la quale, insieme colla veste, mini. Finita la cena, tutta questa ch' era larga con una storta al brigata si condusse in luoghi dis fianco, onde sembravano tanti tur posti e ordinati nel teatro per chi : questa fazione era guidata vedere una bellissima commedia dal sig. Giuliano Cesarini, gonfa nella corte di detto palazzo, il loniere e generale di questo po quale era ornato da tre faccie di polo. I venti altri gentiluomini , quadri di tela grande ed istoriati ; coi loro servitori aveano in dosso la quarta faccia di questa corte un abito della stessa lunghezza , era occupata dalla scena : la più

CAR volto la polvere, CAR o la farina, e non 93 » gran parte di questi quadri con- » tenevano alcuni grandi fatti di i razzi matti di fuochi artifiziali; » Giulio Cesare, alludendo con quel- ma fu introdotta la costumanza di » li al nome di nostro Signore, che tirare per gentilezza i confetti. I no » pure si chiama Giulio. La com- bili rispettarono il popolo, e questo " media fu bella e ben recitata, e si astenne dal molestare i barbari » tanto procedette in lungo la festa, corridori , laddove per lo innanzi » che terminò verso le dieci ore ". ciascuno si faceva lecito di spaven Paolo IV, Caraffa, che eletto nel tarli per impedirne la vittoria. i555, regnò sino all'agosto i55g, Il merito maggiore per l' incolu sebbene grave ed austero, ogni anno mità degli spettatori alle corse, per nel tempo di carnevale, invitava un quella de' cavalli, provenne dalla giorno a pranzo tutto il sagro Col regolarizzazione della via del corso, legio de' Cardinali , solendo dire : e dalle previdenze del governo. E essere cosa convenevole, che il prin primieramente dobbiamo ad Ales cipe qualche volta si ricreasse coi sandro VII, Chigi, non solo il rad suoi fratelli, e co' suoi figli. Ma drizzamento e miglioramento di tal asceso al trono del Vaticano nel via, ma la demolizione dell'arco di i585 Sisto V, e trovando Roma, Marc'Aurelio detto di Domiziano, e e lo stato ecclesiastico pieno di mal di Portogallo, eseguita nel i662 per fattori e di abusi , su tutto prese renderla più libera e più dritta. Fu opportuna provvidenza con felici chiamato di Portogallo, perchè aven risultati. Avendo poi bisogno di ri do il Cardinal Evesano inglese fab formarsi il carnevale romano , nel bricato un palazzo, ora degli Otto- quale accadevano licenze, abusi, e boni duchi di Fiano, presso san prepotenze insoffribili, volle egli ri Lorenzo in Lucina, abitollo il Car mediarvi col solo terrore. Fece per dinal da Silva, portoghese, ed amba tanto alcuni giorni prima del car sciatore di Portogallo a Paolo III. nevale erigere alcuni patiboli, ed Quindi Clemente XII, nel i736, alzare le travi colle corde, queste grandemente ne migliorò la strada per castigar le braccia a chi le al sia col dirizzarla, che col renderla lungasse contro il prossimo ; quelli eguale; Pio VII tolse l'inconveniente, per istringere le fauci a chi togliesse che nel tempo della carriera de' ca ad altrui la vita; indi comandò che valli fosse ingombro dalle carrozze lungo il corso, per evitare le disgra e carri, e finalmente la perfezione fie, che accadevano con frequenza di tal via venne compita e nobili per la calca del popolo insolente, si tata nell' odierno pontificato. Gio facesse uno steccato di travi da am vanni Mantovano, dotto poeta lati bedue le parti, acciocchè nel mezzo no, che fiorì nel i4oo, nel descri rimanesse luogo libero a'carri trion vere il carnevale di Roma, paragona fali , alle carrozze, a' barbari, e di le corse de'cavalli alle feste Equirie, qua e di là camminasse sicuro il delle quali si fa menzione all'artico popolo. Questi preparativi, e le re lo Chiesa, di s. Maria w Acquiro, lative disposizioni bastarono a repri ove appunto si facevano le corse mere i gravi disordini invalsi, che dei cavalli con tanto entusiasmo in tal circostanza succedevano. Non degli antichi romani. V. il Loca- si vide più gettata addosso, o in telli , Il perfetto cavaliere, Dei tor 94 CAR squadre, che si CAR distinguono dalle nei pag. 4i •, Delle Giostre, e da. pag,Carrosellì 4l6, pag.4l7» 4 42l- l 2 , e Delle corse vesti: ognuna fa per tre volte il giro del circo con veloce corso, indi Le corse non solo per la via i tre vincitori d'ognuna si riuniscono Lata, ma, come si disse, ebbero affine di eseguire una quarta corsa, luogo prima di essa per la strada e quegli che vince prende il premio. Florida o Giulia, per la via del Questo divertimento riesce piacevole, la Lungara , e per quelle delle tanto per la vastità, e adornamenti porte Cavalleggieri e Fabrica , e della piazza, che per rinnovarsi la per altre , nonchè nella piazza Na- memoria de' giuochi agonali, ivi ce vona. Difatti il padre Eschinardi, lebrati ne' precedenti secoli nel car nella Descrizione di Roma p. 282, nevale. Ad avere poi una chiara ci assicura, che per la strada Giulia cognizione delle feste carnevalesche, s' introdussero le corse, ed anche e straordinarie celebrate in Roma nel piano del monte Testaccio, e ne' bassi secoli, sono a vedersi Gio. ne'tempi posteriori dalla piazza Far Camillo Peresio, // Maggio roma nese a quella Vaticana, locchè con nesco, ovvero il pallio conquistato, ferma Pompilio Totti, Ritratto di nel linguaggio del volgo di Roma, Roma moderna, pag. 335, e nella Ferrara i688, e Giuseppe Berneri, loggia del collegio Bandinelli presso // Meo Patacca , ovvero Roma in s. Giovanni de' fiorentini siedevano feste nei trionfi di Vienna, nel lin i giudici per decretare il pallio al guaggio romanesco, Roma i695. vincitore, il qual premio si poneva Ora passiamo a dire quando in su d' un ferro, che ivi rimase sino Roma si sospende il carnevale, quan a' nostri giorni. Indi per la nascita do si sono anticipate, o posticipate di Luigi XIV, siccome l'ambascia le corse de' cavalli e l' uso de'pallii tore di Francia abitava a strada in caso d' irregolarità, od altra eve Giulia, si fecero tre corse di barbari nienza accaduta nelle carriere dei e cavalli coi pallii. Nel i7o9, abi barbari. Il carnevale, e le corse pri tando la regina vedova di Polonia mieramente si sospendono in Roma Maria Casimira al palazzo de Tor nella celebrazione degli anni santi. res alla Trinità de' monti, fece fare Gregorio XIII, nel i575, prima di la corsa di due , pallii ai putti , e celebrare l'XI anno santo, proibì i agli asini. Per la festa poi di s. An baccanali, e ordinò che le spese de tonio di Padova, celebrata a s. Sal gli spettacoli carnevaleschi fossero vatore in Onda a ponte Sisto, segui convertite in vantaggio de' pellegrini. una corsa di ragazzi col pallio. Anche Clemente X, avanti di cele Nella piazza di Agone o Navona, brare nel i675 il XV anno santo, quando ha luogo la summentovata ad esempio de'suoi predecessori, vietò corsa del fantino, ecco come segue. il carnevale, ed erogò in favore del All'intorno di essa si erigono de' pal l' arciconfraternita della ss. Trinità chi a vari ordini , che seguono la for de' pellegrini , i seimila scudi che, ma rettilinea della piazza, essendo secondo il consueto, si spendevano l' interno di essa difeso, e chiuso da pei divertimenti carnevaleschi, ed uno steccato. I cavalli corridori devono impose ai giudei, che alla medesima portare sul dorso nudo un fantino somministrassero il valore de' pallii , o giovinetto, e sono divisi in tre non avendo luogo neppure le car- CAR dì 26 aprile. Lo CAR stesso caso avven 95 riere de'cavalli. V. Anni Santi, ove si riportano le sospensioni del car ne nel i766 per la festa della Pu nevale in tal tempo, e l' erogazione rificazione. Quindi si fece altrettan del danaro, che suole spendersi pel to, meno la corsa, ed il pallio da medesimo. Clemente XIII fu donato alla chie Nel pontificato d'Innocenzo XIII sa di s. Marco. Nell' anno seguente incontrandosi nel mercoledì di car questo Pontefice, stante le circostan nevale la festa della Purificazione ze de'tempi, ordinò che il carneva della b. Vergine, il pallio che si do- le si facesse senza le maschere, e vea correre nella vigilia, fu anticipa senza i teatri, permettendo le sole to nella precedente prima domenica corse de' barbari. E siccome la fe di carnevale o sessagesima, e l'al sta di s. Mattia cadde nel primo tro del mercoledl nella domenica martedì, accordò che la corsa aves di quinquagesima. Sotto Clemente se luogo nel giovedì precedente. Po XII, essendo caduta la predetta fe scia, nel i769, per essersi incon sta nel veneldl di carnevale, vacò trata la festa della Purificazione nel questo nel giovedl grasso, ma la cor- giovedì grasso, vacò il carnevale in

CAR » Perchè non CARsiamo privati di una ij9 Jio Carino suo successore immedia to. Onde osserva, che non di rado » regola fissa, determiniamo, che il si usò per nome proprio quello, che » titolo di nostro carissimo fratel- prima era solamente aggettivo; ed » lo si compartisca nel carteggio al un santo fanciulla martire trovò che » nostro fratello provinciale, ed ai avea nome Carissimo. » padri di provincia ". Il Garampi, Del sigillo p. 66 , CARO Ugo, Cardinale. Ugo Ca racconta che in un placito tenutosi ro , denominato da s. Teodosio , o nell' anno i i 39 da Innocenzo II per di s. Thiery, o meglio di s. Caro, una causa del monistero di s. Gre nacque a san Chers in Vienna del gorio, Oddone signore di Poli, ch'era Delfinato. Volgarmente si chiamava l' avversario del monistero , parlò Ugone Cardinale, ed era dottore in sempre così : » Domine Papa, ego signe, e profondo in teologia. Per .w ad vestram praesentiam libenter venuta la fama di lui a Gregorio » adveni , Carissime , non ad haec IX, lo spedi con altri dotti e pii re » responsurus etc. Rogamus, carissi- ligiosi al patriarca Germano di Co » me Domine, ut me ad haec re- stantinopoli a trattare l' unione del » spondere non cogas etc. Sicut no- la chiesa greca colla latina. Quindi » stri Carissimi Domini etc. Fac nel i 244 venne promosso all' arci » Domine Papa ad praesens justi- vescovato di Lione, e nel medesimo » tiam etc. ". Francesco Parisi nel anno da Innocenzo IV, nel tempo le sue Istruzioni per le segreterie, del generale concilio, fu creato Car tomo III, p. i6, De' titoli in spe dinal prete di s. Sabina con altri cie § Carissimo, dice che di questo undici soggetti. Nel ii5i fu spe si serve il Pontefice romano nelle dito legato in Germania a pacifica lettere all' imperatore, ed altri costi re quelle provincie , ed a favorire tuiti in regia dignità , come ancora Guglielmo di Olanda eletto re di alle loro mogli : Carissime in Chri- Germania in vece di Federigo II , stojili nosler, salutau, ec. ed in cor nonchè a correggere i molti disor po, la Maestà vostra, ec. Anche i dini , che per la condizione dei tem sovrani usano il carissimo , come pi si erano introdotti in quelle chie noi l' usiamo co' parenti ed amici , se. Allora ebbe a trattare la causa e nel i 369 l' imperatore Carlo IV dell' arcivescovo di Treveri accusato scrivendo a Landolfo Colonna, gli di aver favorite le ostilità praticate scrisse carissime. Rileva il Bercastel, contro i crocesignati dal popolo di Histoire de l'Eglise lom. XIX, p. Coblentz. Estese le sue premure al .56 i che, allorquando nel i595 ri la chiesa di Liegi, approvò la festa cevette la solenne assoluzione da del Corpus Domini nuovamente in- Clemente ViII il re di Francia stituita in quella diocesi, e volle che Enrico IV, questi diede a' Cardinali nel i252, si celebrasse da tutto il il titolo di cugino , mentre fino al clero della sua legazione. Divenne lora dai monarchi di Francia non carissimo al Pontefice per le sue doti aveano avuto che quello di caro distinte , postillò tutta la sacra Scrit amico. tura , e ne commentò alcuni libri , Dalle regole poi dei religiosi Al- e, secondo alcuni, fu il primo a di cantarini, Constituliones , ec. Valen viderla in capitoli , e con molti cia , i7o3 a pag. i38, si legge: individui del suo Ordine terminò ìoo CAB. coloro, che percuotono CAB gli ecclesia le Concordanze della Bibbia , che lo resero immortale. Stabilì nella stici. Labbé tomo IX, Arduino to sua patria un convento a' frati del mo VI. suo Ordine, e consunto dalle fati Il 3.° si adunò nel io28, sopra che, dopo i conclavi di Alessandro la fede cattolica , e contro i mani e di Urbano IV, morì in Orvieto chei , che propagavano i loro errori nel i264, diciannove anni dacchè nelle Gallie, non che per la confer era stato insignito della porpora. Fu maConcili della pag. pace. go. Diz. portatile dei , sepolto nella chiesa del suo Ordine, e la salma di lui fu trasferita a Lio Il 4-° concilio si convocò nel i o8o, ne, ove si collocò nella chiesa dei ovvero nel i o82 , secondo il Labbé domenicani con chiarissimo elogio tom. X, e l'Arduino tom. VI. Vi al manco lato dell'altar maggiore, fu deposto il vescovo di Saintes presente Guido vescovo Cardinal di Bosone, sebbene altri vogliano, che Sabina legato a latere, che fu poi vi si consacrasse soltanto un altare. Clemente Papa IV. Il Marracci, ri Il 5." celebrato nel i i 86 nel cordando questo dottissimo ed illu pontificato di Uibano UT, e presie stre Porporato , esalta a cielo la di duto dall' arcivescovo di Bourges vozione di lui, che nudriva speciale legato apostolico, si occupò di vàri verso la santissima Vergine. punti della disciplina ecclesiastica. CABOFFÈ, Carqffiim. Piccola Ivi. città di Francia, chiamata anche CABPASSO (Carpasien.). Città Charroux nel dipartimento della vescovile nell' isola di Cipro, ora Vienna, circondario di Civray, edi semplice borgo della Turchia asiatica ficata su di un ruscello, che più sulla costa settentrionale di Cipro, abbasso si riunisce alla riva destra con piccolo porto. Dipendente dalla del Charente, nella diocesi di Poi- metropoli di Su lamina, nel XII se tiers. Eravi una famosa abbazia di colo, si unì all' antica sede di Ce- benedettini fondata con approvazio raunia ( Cerines ), nella diocesi di ne di Carlo Magno dal conte di Antiochia. Due vescovi si conoscono Limoges Botegario in uno ad Eu- di Carpasso , che fu detta anche frasia sua consorte; e siccome Carlo Carpasia. Divenne in seguito ve Magno vi pose nella chiesa un pez scovato in partibus, titolo che pur zetto della ss. Croce, la chiesa fu ora conserva monsig. Michele Fle dedicata al ss. Salvatore. In questo ming, de' minori riformati, e che monistero, che viene pure appellato gli fu conferito a' io luglio i829 San-Carrof, Sanctum Carrofum, se da Pio VIII , in uno al vicariato condo la Gallio. Christiana tom. II , apostolico di Terra Nuova nell' A- col. i277, si celebrarono i seguenti m erica. cinque concili, detti Carrofensi. CABPATO (Charpatus). Città ll i.° vi venne convocato nell'an arcivescovile tra Bodi e Creta nelle no 983, sotto Lotario I. Gallia isole Cicladi dell' esarcato d' Asia , Christ. tom. II, pag. 5 ii. chiamata .volgarmente Scarpanto. Fu Il 2.° fu tenuto l'anno 989, in eretta in vescovato nel V secolo , favore del monistero, e si fulmina ed in arcivescovato nel nono, ed è rono pene contro quelli, che deru dipendente dalla metropoli di Bodi. bano le chiese, o i poveri, e contro Se ne fa menzione pure negli atti de' concili , e si CAR conoscono sette dei CAR ioi già uditore di lui, non che una bi tuoi vescovi. blioteca. Dopo i conclavi d'Inno CARPEGNA Gasparo, Cardinale. cenzo XI, Alessandro VIII, Inno Gasparo Carpegna, dei conti di cenzo XII, e Clemente XI, morì a Carpegna , congiunto al Cardinal Roma vescovo di Sabina nel i 7 i 4i Ulderico di tal nome, nacque é di ottantotto anni, e quarantatre Roma nel i626. Appena prelato, di Cardinalato; e senza pompa fu Innocenzo X lo fece uditore della nebre fu sepolto nella tomba dei segnatura, poi segretario della con suoi maggiori a S. M. in Vallicella, gregazione delle Acque. Egli com rimpetto alla cappella detta dell' In pose le ardue differenze tra la corte coronazione. Nel i 683 a Roma pub di Roma ed il granduca di Toscana blicò un' opera morale ; e per la sua circa il corso delle Chiane, che sor letteratura, fu il primo Cardinale gevano fra i due confini, e che ri ad essere acclamato nella celebre tenute pregiudicavano ambe le parti, accademia di Arcadia. V. Josephus e ritrovò un comune soddisfacente Montereius, Rariorum maximi mo riparo. Dappoi Alessandro VII lo duli numismata selecta ex biblio- ascrisse agli uditori di Rota; e Cle theca Em. Card. Carpignae com mente IX ai consultori del s. Offi- mentario illustrata , Amstelodami zio ; poi Clemente X , che avealo i685. Ma il museo per la maggior affine , a premio de' suoi preclari parte passò al Vaticano, e la biblio meriti , lo dichiarò suo datario ; e teca in progresso fu alienata. poscia ai 22 dicembre i67o, lo CARPEGNA Ulderico, Cardina creò Cardinal prete di s. Pudenzia- le. Ulderico Carpegna della nobile na. Oltre a ciò, lo fece vicario di famiglia Carpegna di Roma, ma na Roma; prefetto della congregazione to a Milano nel i5g5, conseguita dei vescovi e regolari; di quella dei da Gregorio XV l' abbazia di s. riti , e Io ascrisse a quelle del san Maria di Mutino in Montefeltro, per to offizio , del concilio , ed altre qualche tempo fu alla corte del Car molte, nelle quali tutte guadagnò dinal Antonio Barberini fratello di assai nella comune estimazione per Urbano VIII, che nel i63o Io pro la sua equità e profonda dottrina. mosse a vescovo di Gubbio, per la Clemente XI lo stimava tanto , morte di suo fratello Pietro Carpe che desiderando il consiglio di que gna . Ristaurò a tutte sue spese , sto Cardinale in una importantissima il seminario di quella cattedrale e causa, non ebbe difficoltà di andare soccorso da saggi uomini lo ridusse con trentacinque porporati al palazzo a perfetta disciplina. Morto il duca del Carpegna malato, ai 22 luglio di Urbino, Urbano VIII, che aveva del i7o8, a tenere solenne congre ricuperato quel ducato alla SantaSede, gazione nella camera di lui, come per esaltare il Carpegna , e fare co apparisce da chiari monumenti , e sa grata agli urbinati, ai 28 novembre segnatamente da un quadro, che del i633, lo creò Cardinal prete di conservavasi nell'appartamento del s. Anastasia , chiesa , cui poscia il conte Carpegna, il quale ricorda Carpegna abbellì magnificamente. Da va tale avvenimento . Si formò Gubbio, nel i639, passò al gover questo porporato un rispettabile mu no della chiesa di Todi , cui dopo seo, del quale parla il Borarioti, un lustro rinunziò al Pontefice; e io2 CAR gato pontificio. CAR Inoltre in Carpren- dopo altri titoll , sotto Alessandro VII passò al vescovato di Albano, trasso risiedeva pure il rettore del e vi stabilì il seminario. Benevolo contado Venaissino, la cui serie in coi poveri , in tempo di giubileo cominciata nel i235, regnando Gre ne raccolse nel proprio palazzo gran gorio IX, riportasi a quell' articolo. de quantità. Era stimato poi pel fEgli vi teneva il luogotenente, e suo saggio parere e consiglio dal sa giudicava non solo immediatamente gro Collegio e dalle congregazioni nel dipartimento di Carpentras, ma dei vescovi e regolari , del buongo anche era giudice supremo di tutta verno, dell'indice e da altre molte la provincia Venaissina, con amplis alle quali era ascritto. Da ultimo, sima giurisdizione conferitagli dai dopo aver favorita la elezione d'In Romani Pontefici. Carpentrasso è di nocenzo X, Alessandro VII, dei due forma quasi triangolare, ed è rino Clementi IX e X , e d' Innocenzo mata ancora per la sua numerosa XI, mentre era vescovo di Porto nobiltà, pei molti e considerabili dal i675 sotto Clemente X, e pro suoi edifizi, essendo la cattedrale di tettore dell' Ordine di Premostrato, bolla proporzione, ornata di colon morì a Roma nel i679 di ottanta ne prese da un antico tempio di quattro anni e quarantasei di Car Diana, che esisteva a Venasque. Es dinalato, e fu sepolto in chiesa a s. sa era dedicata a s. Suffredo, ed Andrea della Valle, poco lungi dalla avea un capitolo composto di dodi porta maggiore, con bellissima lapi ci canonici. Fu celebre anche l' o- de, fregiata del suo elogio e 'delle pulehza del mercato di Carpentrasso, insegne Cardinalizie. Nel i678 asse che tuttora si tiene ogni venerdì gnò il Carpegna dieci luoghi di Mon con grande concorso, ed è celebre te ài sacerdoti .della congregazione tuttavia per le magnifiche mura di della Missione, coll' obbligo di fare pietra che la circondano , erette ogni anno le missioni in due luo principalmente dagli antipapi Cle ghi della diocesi di Porto. Pier An mente VII, e Benedetto XIII, tonio Guerrieri, Genealogia di casa notandosi specialmente l' alta tor Carpegna i storicamente compilata , re, che domina sulla porta di O- Rimini i667. range. CARPENTRASSO o CARPEN- Carpentras vanta rimotissima o- TRAS. Città vescovile di Provenza in rigine, fu capo de' Memini, o Mi Francia, nel dipartimento di Valchiu- nimi ., popoli subalterni ai bavari , sa, capoluogo di circondario e di can onde Plinio la chiamò Carpenlora- tone, edificata in una bella posizione cte Meminorum, e Tolomeo Forum a' piedi del monte Ventouz, e sulla Neronis sub Tricastiuis Meminis , riva sinistra dell' Auzon. Fu capitale quorum civitas forum Neronis j il del contado Venaissino(/^e<&), già do che diede argomento al p. Labbè, minio della Santa Sede dal secolo per conciliare i detti autori, di di XIII, fino agli ultimi del XVIII , re che sia una stessa cosa, Carpen- non che fu allora residenza della curia toracte, e forum Neronis. Giulio della provincia, del giudice delle ap Cesare trovandosi nella Provenza, vi pellazioni, spettandogli quelle dei giu fece dedurre molte colonie da Tibe dici di Lilla, e Valreas, il quale era rio Nerone. Questi v' istituì le fie temporaneo, e costituito dal vice-le- re e i mercati, vi eresse un tribù CAB. tea ; onde nelle CAB monete che fece io3 co nale per rendere ragione alle altre terre de' Memini, onde dal concor niare a Morilleux, o Monteux, castel so de' carri e cocchi scoperti, che lo da lui eretto presso Carpentrasso, in grandissimo numero accorrevano ed ove alcun tempo dimorò, prese il ai mercati ed alle fiere, vuolsi de titolo di Conte del P^enaissin. En rivato il nome di Carpentras, e dal trato l'anno i3i4, trovandosi Cle detto Nerone l' altro di Forum Ne- mente V malconcio in salute, tras ronis. Tultavolta dagli avanzi di un portò la sua corte e curia a Car- arco trionfale, incassato nelle co prentrasso come capitale del conta struzioni dell' antieo palazzo vescovi do ; indi volendosi recare a Bor le, rappresentante in rilievo un con deaux, cessò di vivere a Riquemaure quistatore, che tiene due re incate ai 2o aprile di detto anno. Il suo nati, e che credesi appartenere al corpo fu trasportato in Carpentrasso, monumento innalzato in onore di ove colla corte dimoravano i Cardina Gneo Domizio Enobarbo, e di Quin li, e vi restò per molto tempo senza to Fabio Massimo, vincitori degli sepoltura, perchè i suoi parenti e do allobrogi e degli auvergnati, si rile mestici nou si occupavano che .della va che la città era già importante, sua eredità. Finalmente venne tras come veniva comprovato da una i- ferito a' 27 agosto ad Usesta dio scrizione di caratteri romani antichi cesi di Bazas, e fu sepolto nella col fuori della porta Auriaca, nell'orto legiata de' canonici regolari da lui Brutinelli. Certo è che Carpentras- fondata, i quali aveano avuto dai so divenne una delle principali cit Cardinali sentenza favorevole contro tà della Gallia Narbonese. Se poi la chiesa di Carpentrasso, che ricu fosse eretta sulle rovine di Vindi- sava di ceder loro il pontificio ca sca, o Venasco, o se fosse questa u- davere, ad onta della volontà espres na diocesi riunita a Carpentrasso, sa dal defunto, che aveva ordinato si dirà parlando in appresso della dover esser tumulato nella colle sede episcopale e de' più insigni suoi giata. vescovi, non che di quanto riguar Quindi ventitre Cardinali, fra i da l' origine della sovranità della quali sei italiani ed il resto francesi, Santa Sede. Passiamo ora piuttosto si rinchiusero in conclave nel palazzo a dire del trasferimento della sede del vescovo di Carpentrasso. Ma sicco medesima in Provenza per quanto me essi erano risoluti di non eleg può riguardar Carpentrasso, e dei gere per Papa un guascone, come successivi suoi avvenimenti. pretendevano i molti Cardinali di Eletto al sommo pontificato, questa provincia (V. s. Antonino col nome di Clemente V, l'arcive nella sua Cronaca tit. XXI. cap. scovo di Bordeaux Bertrando de IY, ed il Villani al cap. 79 del lib. Got a' 5 giugno 1 3o5, subito chia IX), perciò i parenti di Clemente mò i Cardinali in Francia, ov' egli V , ovvero i medesimi Cardinali trovavasi, e vedendo l' Italia in pre guasconi, annoiati della lunghezza da alle fazioni, stabili la residenza del conclave e degli ardori della pontificia in Avignone non molto stagione estiva, attaccarono il fuoco distante da Carpentrasso. Indi nel al conclave stesso, per cui i sacri elet i 3 i o volle visitare la provincia del tori si trovarono costretti ad uscirne Yenaissino, che elevò al grado di con* per un'apertura fatta nel muro di die io4 > CAR apostolica. Questa CAR colla forza delle tro al palazzo, a' 24 luglio i 3 i 5, dopo quasi tre mesi che vi eiano armi ne cacciò Rodrigo de Luna, entrati. Per cagione di questi tu nipote del falso Pontefice, che coi multi, nati prima anche tra gli a- suoi soldati dominava molti luoghi, bitanti di Carpentrasso, e per altre e quindi tutti furono sottomessi al ragioni, durò la sede vacante due la sovranità ed alla religiosa ubbi anni, tre mesi e diciassette giorni, dienza di Alessandro V. finche in Lione fu eletto Giovanni Carpentrasso dopo tal' epoca go XVII, già cancelliere di Roberto con dette pace e tranquillità ; se non te di Provenza, e vescovo di Avi che nel secolo XVI le guerre rivi gnone. vili e religiose la sturbarono. Di Gregorio XI, il settimo de' Pon fatti, nel i562, gli eretici ugonot tefici che facessero residenza in A- ti si accamparono col loro esercito vignone {Vedi), nel i377, riportò la innanzi la città, ma furono valoro sede Papale a Roma, ove essendo samente respinti dagli abitanti, on morto nel seguente anno, fu collo de recandovisi il general pontificio cato sulla cattedra apostolica Urba Serbelloni, parente di Pio IV, ne no VI, napoletano. Non andò gua volle rimunerare la fedeltà e il va ri, che i Cardinali francesi, disgu lore, ed è perciò che nella sala del stati dal suo rigore, e anelando di la rettoria donò al governatore San far ritorno nel delizioso soggiorno ta Galla una catena d' oro colle chia di Provenza, si ribellarono, ed a'2o vi della romana Chiesa pendenti, e settembre i378, elessero scismati simili nella forma, ma minori nella camente l' antipapa Clemente VII , grandezza ne diede agli altri capi il quale trasferendosi, a' 2o maggio tani. Ne' secoli successivi soggiacque i379, in Avignone, vi stabili il la- Carpentrasso al dominio straniero in grimevole scisma, che crudelmente varie epoche, finchè poi venne riu lacerò la Chiesa più di cinquanta- nito alla Francia. un anno, e siccome i fedeli non sa Primieramente la città, insieme pevano qual fosse il legittimo Pon al contado Venaissino e ad Avigno tefice, cosi Clemente VII ebbe nel ne, nel i662, regnando Alessandro la sua ubbidienza parecchi regni e VII, Chigi, fu invasa dalle truppe nazioni, e dominò da sovrano in di Luigi XIV re di Francia, adon Avignone divenuto, fino dal i 3/j8, tato per le- offese fatte in Roma della Santa Sede, e sul contallo V c- dai soldati corsi al suo ambasciato naissino unito ad Avignone in quel- re de Crecquy ; ma pel trattato l' anno da Clemente VI. di pace de' i2 marzo i664, i detti Celebratosi il concilio di Pisa, vi domimi si restituirono alla sede a- fu deposto Benedetto XIII successo postolica. Essi però nuovamente fu re dell'antipapa Clemente VII, e rono occupati per ordine dello stes nel i4o9, vi fu creato Pontefice so monarca, nel i688, nel pontifi Alessandro V. Il pseudo-Papa da cato d' Innocenzo XI, Odescalchi, Avignone ritirossi a Paniscola nella per le vertenze insorte delle fran Spagna, per lo che il novello so chigie e regalie, e per le censure vrano Pontefice provvide al gover fulminate contro l' ambasciatore La- no di Avignone e del contado Ve- vardino. Ma nel seguente pontifica naissino, coll' istituire la legazione to di Alessandro VIII, Ottoboni, nel i69o, fu a lui CARrestituito lo stato di guardano esclusivamente CAR Carpentras io5

Avignone, compreso Caipentrasso, a- so, qual capitale del Venaissino. Ora vendo del tutto fine le differenze, nel la città di Carpentrasso conta circa i692, sotto Innocenzo XII. Dipoi, es diecimila anime, è residenza di un sendo Luigi XV, re di Francia, malcon tribunale ordinario, dividesi in due tento della corte di Roma, perchè cantoni, con altri tre, cioè Mour- Clemente XIII, Rezzonico, sostene moiron, Pernes patria di Flechier , va la benemerita compagnia di Ge e Sault. sù, che si voleva soppressa, e irri Passando a parlare della sede ve tato pel monitorio intimato al suo scovile di Carpentrasso e dei prin parente Ferdinando di Borbone du cipali suoi vescovi, si dee premette ca di Parma, ordinò l' invasione de re, che questa città fu anco appel gli stati della romana Chiesa in Pro lata Vindisca, o Vindausica, Ven- venza,trasso fu per presa cui, dainel i768,francesi, Carpen- come dacensis urbs, per l'unione fatta del la diocesi dell'antica Vendacense al quella, che dovea seguire la sorte di vescovo di Carpentrasso, la cui sede Avignone e del contado. Accomo alcuni con poco fondamento vorreb date nondimeno le cose da Clemen bero originata nel secondo, o nel te XIV, Ganganelli, nel i774» fu terzo secolo. Incominciò pertanto evacuata in un agli altri domimi Vindausica ad essere città verso l'an pontifici. Non tardarono ulteriori av no 4° 7 , e decimoterzo dell'impera venimenti a ritogliere ad essi Caìv tore Onorio, quando inondarono le pentrasso, dappoichè nel declinar del Gallie, a bello studio lasciate senza secolo XVIII, propagandosi lo spiri difesa da Stilicone, i vandali in un to di vertigine della rivoluzione fran agli alani, i quali con altri barbari cese in Avignone, alcuni ribelli si la devastarono. Allora è verosimile, diedero alla repubblica di Francia, che Carpentrasso provasse gli effetti e nell'aprile del i79i assediarono di eguali ostilità, e di colà si tras Carpentrasso, che presero insieme al ferisse il vescovo a Vindausica, che resto del contado, il quale con A- forse fu una delle poche terre, le vignone per la forza delle armi fu quali ne rimasero immuni, pei' te ceduto interamente alla Francia col stimonio di s. Girolamo. Quindi in trattato di Tolentino de' i9 febbra torno a quel tempo datasi in luce io i 797, dal Pontefice Pio VI, il la notizia delle provinele, vi si leg requale i pochi fu a stati, ciò costretto che gli pererano salvar ri ge Civitas Carpenctoratensis, nunc Vindausica. Ma poi riparatasi la masti dalla francese occupazione. città di Carpentrasso, essa riassun Quindi è, che il successore Pio VII, se l' elezione del proprio vescovo , prima nel congresso di Vienna del continuando parimenti i vescovi di i 8 i 5, e poi nel i 8 i 7 al re . Luigi Vindausica, onde in un tempo stes XVIII, protestò per garantire i di so avea Carpentrasso il suo vescovo, ritti della Santa Sede, acciocchè il e l' avea altresl Vindausica nel 45o, ducato d' Avignone, e il contado Ve- vedendosi ambedue sottoscritti in una ' naissino o fossero ad essa restituiti, o lettera de' vescovi della Gallia al reintegrata fosse con un compenso, Pontefice s. Leone I. Distrutta dai come meglio può vedersi all' articolo longobardi Vindausica, la sua dio Avignone, in cui molte notizie ri- cesi si um alla sede di Carpentrasso, io6 CAR il vescovo di Carpentrasso CAR abbando nè più si trova da indi in poi al cun vescovo Vendacense distinto dal nasse la sede propria. Pertanto l'ac Carpentoratense , benchè alcun ve caduto dee piuttosto riferirsi al tem scovo di Carpentrasso talora s' inti po dell' invasione vandalica verso tolasse vescovo Vendacense per la l'anno 4° 7- Distrutta poi Vindau seguita unione delle due chiese. Che sica, in suo luogo venne edificata la in Carpentrasso vi fosse il vescovo terra di Venasca , la quale sempre ne' tempi precedenti alle invasioni fu appellata Venasca , o Venasco , barbaresche, lo persuade il pensiero nello stesso tempo , che la città di che il vescovato fosse eretto in una Carpentrasso era detta città Ven città, ove per essere capo de' popoli dacense, e Vindausica. Memini doveva risiedere alcun ma Ritornando alla sede di Carpen gistrato romano, in conformità alla trasso, prima della incursione van regola per ordinario osservata nella dalica nelle Gallie, seguita nel 4°7, primitiva Chiesa nell'erezione delle come dicemmo , sotto l' impero di sedi episcopali ; oltre di che se da Onorio, avea essa i suoi vescovi. Seb Carpentrasso non si fosse trasferito bene in gran parte fosse stata di il vescovato di Vindausica, non po strutta dalle armi de' barbari, ne trebbe agevolmente intendersi il sen fu però trasportata la sede in Vin so delle parole della Notizia delle dausica , come luogo più forte , e provincie, Cìvitas Carpenctoratensis quindi per gl' infedeli di più difficile mnie Vindausica. Nè in altro tem accesso. Ma quando pochi anni do po può collocarsi questa traslazione, po Carpentrasso fu riedificata, o ri per conformarsi al tempo delle No parata., riassunse la elezione del pro tizie. Alcuni han creduto, che ne prio vescovo, senza che Vindausica seguisse la traslazione quando i bor perdesse il suo; onde ripeteremo, gognoni estendendo nelle Gallie il che nello stesso tempo sedeva un loro dominio, fra le città vescovili, vescovo in Carpentrasso, mentre un che nel 4J3 occuparono presso il altro reggeva la chiesa di Vindau Reno, s' insignorirono di Carpentras sica. Distrutta quest' ultima nel sesto so, ond' è che essendo i borgognoni secolo dai longobardi, si riunì la sua eretici ariani, si ritirasse in 'Vindau ,diocesi a Carpentrasso, alla distru sica il vescovo cattolico. Ciò per al zione della quale andò congiunta la tro ripugna, perchè non prima del perdita de' monumenti de' primi suoi 452, o del 462, si estesero i bor vescovi, onde il primo di essi a noi gognoni sino alle sponde della Du noto è Sabino, che sottoscrisse la let rezza, tempo assai posteriore alla tera a s. Leone I in uno a Superveu- notizia delle provincie. Essi anzi al tore vescovo Vendacense nel 45l j lora erano cattolici come lo era Gan- essendo ambedue sottoposti alla me deuco o Gondiaco loro re; e quan tropoli d' Arles, nè si sa con qual do gli successe Gondebaldo suo pri fondamento Io Scaligero le facesse mogenito infetto di arianismo, non suffraganee di quella di Vienna. perciò abbandonarono i vescovi catto Giuliano, vescovo di Carpentras lici delle altre sedi, le città del di lui so, nel 5i7, intervenne ai concilii dominio, compreso quello di Lione, Epaonense ed Arelatense , e sotto nella qual città risiedeva Gondebaldo; di lui fu tenuto in Carpentrasso un per la qual cosa non vi è ragione che concilio di sedici vescovi, del quale CAR riuscì per questa CAR chiesa di sommo i07 si parlerà in fine , e che fu no tabile prerogativa di questa chiesa. splendore, sebbene in progresso di Gli successe Principio, e a questo s. tempo si diminuissero a segno, che Siftredo, o Suffredo, vescovo di Vin- nel secolo XVIII rimasero dodici. dausica, per essere comunemente col Il vescovo Raimondo, che governò locati tra i vescovi di Carpentrasso, dal ii55 all'anno ii7o, per do considerandosi allora i due vescovati nazione di Raimondo V conte di uniti, ovvero secondo altri, non es Tolosa , acquistò per sè, e suoi suc sendo ancora sede episcopale Car cessori il dominio temporale della pentrasso , ma solo compresa nella terra di Venasca nel i i 5g. Andrea fu diocesi Vendacense. Chi lo descrive vescovo nel i i 85; e Guglielmo fleroal- nel catalogo de' vescovi di Carpen di lo era nel i 2 i 2, nel qual anno scris trasso, gli dà luogo tra Principio e se al Pontefice Innocenzo III contro i Clemazio, che fu oriondo del Lazio, conti Tolosani. Egli, ovvero il suo pre e che tratto dal monistero di Lerins, decessore Andrea, fu espulso dalla se fu ordinato vescovo da s. Cesario de da Raimondo VI conte di Tolo d' Arles , e che poi in una casuccia sa. Dalla confessione di tal delitto presso la chiesa di s. Maria da lui fatta poi dallo stesso conte, e dagli fabbricata, mori santamente a' 29 ordini analoghi dati dal pontificio novembre, come nota il martirolo legato Milone, si raccoglie che Rai gio gallicano. Dopo pochi anni, al mondo VI eresse una fortificazione cuni temerari involarono il suo cor a Carpentrasso, e vi esercitò molte po; ma percossi per via da repen violenze ; ma s' ignora quali esse tina cecità, restarono inabili a pro fossero, e qual fosse il tenore del seguire il cammino , onde scoperti l' ammonizione. Si rileva per altro allorchè erravano all' intorno di Car dalla lettera scritta da Ugo vescovo pentrasso, arrestati che furono, con di Riez e da Tedisio legati aposto fessarono il fallo ; quindi il clero , lici a Papa Innocenzo III, che Rai e il popolo trasferitosi processional- mondo VI fu dal medesimo Ugo e menle nel luogo, ove i rei aveano da Milone condannato a mille mar deposto le sante ossa , le trasporta che d'argento, per riparare i danni rono onorevolmente nella loro città, da lui portati ai vescovi di Carpen e come dono della Provvidenza lo trasso e di Vaison. Poco dipoi, siccome elessero per ispeciale patrono, dedi riporta il Pagi, nella critica dell'anna candogli la cattedrale. lista Baronio all'anno i22g, cioè nel Il vescovo Licerio si sottoscrisse pontificato di Gregorio IX, dalle terre nel sinodo di Chàlons del 65o, ed tolte a Raimondo VII, furono date al è registrato col titolo di vescovo la Chiesa romana quelle del Venaissi- Vendacense : ond' è verosimile , che no, di cui Carpentrasso era, e continuò la sede di Vindausica, prima di ad essere la capitale , onde nel det strutta nel 575, fosse unita a questa to anno cominciò il dominio tem di Carpentrasso ne' tempi di Lice porale della santa Sede , tanto in rio , o poco innanzi. Nell' anno 982 Carpentrasso che nel contado, di cui divenne vescovo Leirardo, il quale Gregorio IX fece rettore nel i240 lasciò il suo nome in benedizione, il vescovo di Carpentrasso Gugliel poichè istituì in Carpentrasso un ca mo Bariolis, prelato di merito, e di pitolo di sessanta canonici , lo che non comuni talenti. io8 CAR geste, ed alcuno CAR decorato della di Secondo gli atti concistoriali, sotto il vescovato di Berengario di Masa- gnità Cardinalizia , come Giuliano no, avvenne il trasferimento della della Rovere, nipote di. Sisto IV, sede pontificia nella Provenza. Nel che il creò, mentre n'era vescovo, i'i5?., Papa Clemente VI commise Cardinale di s. Pietro in Vincoli a Goffredo, secondo vescovo di Car- nel i 47 i , trasferendolo poi nel pentrasso, e a quello d' Usez , e i 474 alla sede d'Avignone , che a all'abbate di s. Rufo di Valenza, suo riguardo elevò al grado metro il processo informativo per la cano politico nel i475 : onde sottraendo nizzazione di s. Elzeario, che poi Carpentrasso, Cavaillon, e Vaison, celebrò Urbano V nipote del santo. vescovati del contado Venaissino, Fu sotto Goffredo, che il detto dalla giurisdizione di Arles, li sot Pontefice acquistò dalla regina Gio topose a quella della nuova metro vanna signora di Provenza , pel poli, e poscia nel i5o3, il Cardinal prezzo di ottantamila fiorini la città della Rovere fu sublimato al triregno d'Avignone, che congiunse al Ve- col nome di Giulio II. Nel i482 naissino. Indi, nel i^5j, Innocenzo fu vescovo di Carpentrasso Pietro VI promosse a questa sede il nipote de Valentaris , che Leone X , nel di Clemente VI, Giovanni Roger di i5i3, fece rettore del contado; gli Limoges, il quale ebbe la consola successe il celebre Giacomo Sadoleto, zione di vedere, nel i37o, eletto amplissimo Cardinale, e a questo il Papa il proprio nipote Gregorio XI, nipote Paolo, che congiunse ancor che nell' anno seguente lo traslatò egli col vescovato la rettoria del ad Auch, e poi a Narbona, sosti Venaissino, il qual magistrato in tuendogli nella sede di Carpentrasso un al luogotenente, come sopra di Giovanni Flandrini. Mentre questi cemmo, aveano residenza in Car governava il vescovato nel i376, pentrasso. Giacomo Sacrato, altro Gregorio XI partì dalla Provenza , nipote del Cardinal Sadoleto, nel e ristabill in Roma la sede del Som i572, fu dichiarato vescovo di Car mo Pontefice. Accaduto il grande pentrasso, diede alla luce alcuni * scisma, l' intruso Clemente VII esal Commentarii sui salmi, e sulle epistole tò il Flandrini prima alla metropoli di s. Paolo, fu rettore alcun tempo d'Auch, e nel i3go all'anticardina- del contado, e nel i5o,i chiamò lato, morendo nella falsa ubbidien nella città i religiosi cappuccini. za ; onde negli antiponlificati di Finalmente altri vescovi illustri go Clemente VII e Benedetto XIII, vernarono questa sede, alcuni dei furono vescovi di Carpentrasso Gu quali furono decorati della porpora glielmo III, che avea accompagnato Cardinalizia , ed altri riunirono il Gregorio XI in Roma , Pietro IV, rettorato del Venaissino ed anche Giovanni V, e nel i4o6 fu innal la vicelegazione d'Avignone. A van zato a questa sede Paolo Campioni, taggio di questa diocesi, a' 9 agosto cui successe nel ii\.i i legittimamente i78o, Pio VI stabilì la dotazione Lodovico Fieschi de' conti sovrani pel collegio di Carpentrasso, istituito di Lavagna, siccome eletto da Gio nel i6o7, mediante il contenuto vanni XXIII. della lettera apostolica in forma di Quindi fiorirono altri zelanti ve breve, Aelernos Sapientùe Consilio j scovi , e commendevoli per le loro ma pel concordato del i8oi restò CAB. dena, sulla sponda CAR del canale Naviglio, io9 la sede di Carpentrasso soppressa , essendone slato l'ultimo vescovo Giu che mette nel Panaro, e prende da seppe Beni di Gubbio . Essa era essa il suo nome. È cinta di mura composta di trenta chiese parroc con belle strade, e cospicui edifici, chiali, oltre l'abbazia di s. Madda fra i quali primeggia il palazzo detto lena situata nella stessa diocesi. V. il Castello, antico soggiorno de' prin Gallia Christ. tona. II, pag. 893. cipi della famiglia Pio, che adorna ll concilio Carpentoratense fu col suo prospetto la piazza princi celebrato in questa città nell'anno pale decorata di ampio portico. Que 527 o 529 nel pontificato di san sta- città fu assai florida, e dicesi che Felice IH detto IV, e nel vescovato prendesse la denominazione dai po di Giuliano, che vi si sottoscrisse poli Carpi della Valeria, che si vo in uno a quindici altri vescovi con gliono trapiantati da Diocleziano nel la presidenza di s. Cesario metro la bassa Pannonia presso l'Istro, pri politano di Arlas, e vi si compila mitivamente dimoranti forse nei mon rono vari canoni. Agricio, o Agrocio ti Carpazi. Lo stesso Diocleziano, vescovo d'Antibo, che irregolarmente verso l'annno 294, dal Danubio li avea conferito un'ordinazione, venne stabilì in Italia, e massime in que dichiarato perciò sospeso per un sto luogo. Eretta Carpi in principa anno dal celebrar messa; e in un to per la famiglia Pio, nell'anno canone si diede proibizione ai vescovi i 3 i9, divenne capitale di esso, essen di esigere assegni dalle parrocchie, done stato Manfredo il suo primo quando abbiano rendite sufficienti signore, come lo fu di Modena, colla per vivere, e sostenere il decoro qualifica di vicario imperiale. Il prin episcopale. Concil. tom. IV, p. i663. cipato si mantenne nella famiglia Beg. XI. Arduino tom. II. Pio sino al i55o circa, dappoiché CARPI. Città vescovile antichis Alberto, rinomato per le sue opere sima dell'Africa proconsolare, chia contro Erasmo, e perciò chiamato mata da Tolomeo Carpis. Secon il dotto, nelle guerre, che nel prin dino , vescovo di questa sede , as cipio del secolo XVI desolarono sistette al concilio di Cartagine, al l'Italia, essendo stato costretto a se la cui metropoli era sottoposta , guir le parti del re di Francia Fran mentre in questa governava s. Ci cesco I, contro l'imperatore Carlo V, priano. V. Concil. s. Cypr. Nell'al dopo la malaugurata battaglia di tro concilio cartaginese convocato Pavia, vide il suo principato invaso da Aurelio l'anno 4i9, e aa" uno dagl'imperiali, confiscato il feudo, e intimato da Bonifacio nel secolo VI, dato quindi dal medesimo impera intervennero i vescovi di Carpi; così tore ad Alfonso I, duca di Ferrara, nel concilio di io5 celebrato nella mediante formale investitura . Da basilica lateranense, tenuto nel 649 allora in poi gli Estensi il conserva dal Pontefice s. Martino I, si fece rono incorporato a' loro dominii. menzione di certo Basso vescovo di Tuttavolta l'Estense Ercole I, in Carpi. Dicesi però, che attualmente compenso d' una parte della contea non sia che un semplice villaggio di Carpi, concesse alla famiglia Pio iu vicinanza di Tunisi. la distinta terra di Sassuolo sulla CARPI (Carpen.). Città con resi riva sinistra del Secchia, e poscia il denza vescovile nel ducato di Mo- duca di Modena Francesco I vi fab- no CAR i5i6 dal principe CAR Alberto Pio, ed hricò un maestoso palazzo con giar dini, e parchi amenissimi. In Roma ha contiguo l'episcopio. Il suo capi la famiglia Pio ebbe un bellissimo tolo si compone di tre dignità, pri palazzo a Campo di fiori, facendovi ma delle quali è l'arcidiacono , con eseguire la facciata esterna dall' Arcuc- quattordici canonici prebendati , di ci. Produsse Carpi uomini di gran due mansionari , e di altri preti e rinomanza, e fra gli altri il Bissoli, chierici pel divin servigio, deputan inventore dei caratteri greci; Ugo delle do un cappellano per la cura par stampe in legno; Alghisi del piano rocchiale. l1 magnifico tempio di san per le fortificazioni ; Rossi, de' lavori Nicolò si deve pure alla splendidezza a scagliola colorata, non che dotti, del principe Alberto. Bella egualmen e letterati. Ridolfo Pio de' principi te è la chiesa di s. Francesco. La di Carpi vi nacque a' 22 febbraio prima chiesa però di Carpi è anti i5oo, fu creato Cardinale da Pao chissima, e la sua fondazione rimon lo III, e morì decano del sagro Col ta all'ottavo secolo, giacchè verso la legio , personaggio degno d' eterna metà di esso Astolfo , re de' longo memoria, a segno che sarebbe suc bardi, ne ordinò l'edificazione. Sino ceduto nel pontificato a Paolo IV, dal suo principio fu insignita quella se il Cardinal d'Este non vi si fosse chiesa di un arciprete mitrato, im opposto nel fondato timore, che il mediatamente soggettò alla Santa Cardinal Ridolfo avrebbe ricuperato Sede, portandone ora il titolo abba- alla sua famiglia questo dominio. ziale lo stesso vescovo. La mensa è Carpi divenne sede vescovile suf- tassata di duecento settantasette fio fraganea della metropoli di -Bologna rini. Questa città ha un seminario per le istanze di Francesco III, duca vescovile, un ospedale, un monte di di Modena, fatte al Pontefice Pio VI, pietà e parecchi stabilimenti di be il quale nel concistoro de' i3 di neficenza riccamente dotati, oltre un cembre i779, la eresse in seggio convento di religiosi, un monistero episcopale, e vi preconizzò per pri di monache e due conservatori. V. mo vescovo Francesco Benincasa ex Mirandola. gesuita di Sassuolo, diocesi di Reg CARPO (s.). Fu vescovo di Tia- gio. Il secondo vescovo fu Carlo Bel- tira nell' Asia minore, ed arrestato loni lodigiano, egualmente preconiz- unitamente a Papilo, suo diacono, eato da Pio VI, nel i794; indi nell'anno 25 i, durante la persecu Pio VII, nell'anno i822, fece altret zione di Decio , sostenne con lui il tanto con Filippo Cattani modenese; martirio nella città di Pergamo, per Leone XII nel i826 con Adeodato ordine del governatore Valerio, che Caleffi di Carpi, e il regnante Pon non lasciò intentata ogni maniera tefice nel i 83 i con Clemente Ma di tormenti a smuovere la loro co ria Bassetti parmigiano, e nel i83g stanza nel confessare la fede di Gesù con l' attuale Pietro Raffaelli della Cristo. Garfagnana, a nomina del duca re CARPOCRAZIANI. Eretici disce gnante Francesco IV. La sontuosa poli di Carpocrate. Eia costui di cattedrale, modellata sul disegno del Alessandria, o, come altri vogliono, la basilica di s. Pietro di Roma, e di Samosata, e visse nel secolo se dedicata all'Assunzione di Maria Ver condo della Chiesa. La di lui setta gine in cielo, fu fondata verso il professava un impasto di errori i più grossolani. CAR Egli insegnava , che ca chi la dice CAR rifabbricata dai par i i i

Gesù Cristo era figlio naturale di ti. In questa città furono uccisi i Giuseppe, nato come gli altri uomi Crassi. ni, e distinto per la sola di lui vir Attualmente Carra è vescovato tù ; che il mondo era creatura de in parlibus , che riconosce Edessa gli angeli ; che per giugnere a Dio pure in parlibus per metropoli ; e Bisognava compire tutte le opere nel i838 a.'i5 settembre, il regnan della concupiscenza , cui doveasi in te Gregorio XVI conferi quel ve tutto obbedire, e di più che l'anima scovato all' attual vicario apostolico passerà in diversi corpi finchè abbia di Moldavia monsignor Pier Raf commesse le azioni più turpi. A que faele Arduini de' minori conven sti deliri aggiugnea, che l'uomo pos tuali. sede due anime, la prima delle quali CARRANZA (da) Bartolomeo. se stava senza la unione della se Scrittore del secolo decimosesto , conda rimanea preda degli angeli nato a Miranda nella Navarra l'an ribelli, cosi pure, che in natura non no i5o3. Corse i primi studi nella esisteva alcun male, ma soltanto nel nuova università di Alcalà, e poscia la nostra opinione. Ad altri non po entrò nell'Ordine dei domenicani. chi assurdi insegnati da quell' impo Ben presto fu in grado di dive store, i discepoli di lui aggiunsero, nirne maestro, e i di lui superiori, ch'erano falsi i libri dell'antico testa che ne ammiravano la precocità del mento, e negavano la risurrezione dei l'ingegno, Io destinarono ad inse morti. Adoravano le immagini di Pita gnare teologia nell'università di Sa gora e di Platone, dn'principii del quale lamanca, dove ottenne la prima cat avea Carpocrate dedotto il suo siste tedra , posto allora consecrato ad ma. Essi distinguevano i loro seguaci un solo distinto merito. Nel capito con una marca nell'orecchio. La vi lo generale del suo Ordine, tenuto ta scandalosa, che conducevano, die a Roma, l'anno i539, egli presie de causa a molte accuse contro i dette a tutte le tesi, e per tal ma veri fedeli, che perseguitati vennero niera si distinse, che Paolo III lo a sangue e barbaramente immolati. dichiarò qualificatore del s. ufficio, CARRA , o CHARRES ( Car- e gli conferì la berretta di dottore. rhen. ). Città vescovile in partìbus Carlo V, di cui godeva la più alta di Mesopotamia, la cui sede fu eret riputazione, Io inviò al .concilio di ta nel IV secolo, e sottoposta alla Trento, e là si fece osservare pel metropoli di Edessa. Venne chia suo zelo e per gli scritti suoi. In mata anche Harnin, e conta undici terrotto il concilio, se ne tornò in vescovi, che vi ebbero la loro sede; Ispagna, ove accettò il provincialato come fu patria di diversi uomini del suo Ordine. Tornato al conci illustri. Vuolsi, che sia Carran , O lio, e nuovamente ripatriatosi , ri Charan città di Mesopotamia, nel nunziò all'essere confessore di Fi la quale Giacobbe abbia dimorato lippo d'Austria, erede presuntivo di circa venti anni, e nella quale si Carlo V, ma ricevette l'incarico di ammogliò, e nacquero quasi tutti i ' suo elemosiniere e predicatore. Quel suoi figli, come pure dicesi che in principe lo condusse in Inghilterra, essa sia morto il suo bisavolo pa quando vi si recò per isposare la dre del patriarca Abramo. Nè man- regina Maria, e ben utilmente per ii2 CAR Sette anni passò CAR in quel castello, e quel regno, che ne sentì il benefi cio dello ardentissimo zelo di lui poi con alcune penitenze fu assolto, per la religione cattolica. Filippo, ma colla condizione che abiurasse divenuto successore di Carlo V , certe proposizioni pel solo rispetto promosse il Carranza all' arcivesco della inquisizione spagnuola. Car vato di Toledo. Ma egli, che avea ranza vi si assoggettò coi sentimenti già ricusati due vescovati, non ac del vero cristiano e di un innocen cettò la nuova sede che per forti te calunniato; ed il Bernini, Storia sollecitazioni del re. Carlo V lo ri dell' Eresie, tom. IV, capo X, pag. chiese della sua assistenza negli ulti 45 i, descrive il processo, e l'esito mi suoi giorni. Ma sparsa voce, che di questa causa. Sarebbe forse ritor egli morisse con sentimenti poco nato alla sua chiesa, se poco dopo cattolici, tosto ne fu incolpato l'ar la sua assoluzione non fosse stato ra civescovo, il quale nella sua esalta pito a' viventi. La morte di lui ac zione avea incontrati molti nemici, cadde a'2 maggio i576, nel convento che inoltre l' accusarono di gravi della Minerva. Egli prima di mo sospetti di eresia, fondati in alcune rire, alla presenza del ss. Sagramen- note marginali, poste da esso in li to protestò, che non aveva mai a- bri eretici. Venne subito incarcerato, vuti sentimenti eretici ; nondimeno e condotto da due vescovi alla inqui per solo effetto di umiltà, cercò di sizione. Il Carranza, conoscitore dei scusare i suoi giudici. Il giorno dei sentimenti che animavano i suoi giu suoi funerali stettero chiuse tutte dici , non volle sottomettersi ai loro le botteghe come in una gran fe processi, e domandò al Papa dei sta, e come quello di un santo fu coni mi ssari i. Pio IV glieli accordò onorato il suo corpo. Gregorio XIII ben volentieri , e spedì in Ispagna fece porre sulla tomba di lui un il Cardinal Boncompagno, fr. Feli epitafio, neL quale parla vasi del de ce Peretti, monsignor Castagna, il funto come di un uomo egualmen p. Bonucci, e monsignor Aldobran- te illustre pel suo sapere e pei co dini : i primi tre divennero Ponte stumi, modesto nelle prosperità, e fici, e gli ultimi due Cardinali. Ma nelle avversità paziente. Le sue ope insorte delle questioni tra i commissa re sono : i ." La Somma dei Con ri! e gli ufficiali dell'inquisizione, l'af cila e de Papi da s. Pietro sino fare non ebbe termine. Pio V, suc a Giulio II Ij 2.° Controversia sul cesso a Pio IV, avocò l'affare a la residenza de' vescovi e degli al Bonia, dove il Carranza fu condot tri pastori j 3." Sermone recitato to, e chiuso in Castel s. Angelo, nel concilio di Trento la prima ma trattato con onore.' Raccontasi, domenica di quaresimaj 4-° Istru che nello entrare in prigione dices zione sulla Spagnaj 5." Commenti se : » Io mi trovo sempre tra il sul catechismo cristiano, ec. Gli viene » mio più grande amico e il mio attribuito anche un Trattato sulla » più grande nemico : il primo è pazienza. , » la mia innocenza; il secondo il CARRARA. Francesco, Cardina » mio arcivescovato di Toledo ". le. Francesco Carrara nacque da Infatti le pingui rendite di quella nobile prosapia a Bergamo a' 6 no sede furono il motivo, per cui di vembre i7i6. Fatti regolarmente i venne il bersaglio de' suoi nemici. suoi studi, volle abbracciare lo stato CAR XII congregata CAR un' assemblea di n3 ve ecclesiastico, e bramoso di dedicarsi all' immediato servigio della santa scovi e di dottori principali della Sede, si pose in prelatura, ove per Francia, i quali avevano stabilito corse un' onorata carriera , pel ze di dover mandare alcuni oratori al lante disimpegno delle cariche affi Papa, perchè trattassero la pace, e dategli . Divenuto segretario della dove l' avessero trovato renitente, si congregazione del Concilio, Pio VI, appellassero al futuro concilio. Ma ai i4 febbraio del i785, creollo il Cardinale del Carretto vi si op Cardinale dell' ordine de' preti , ' e pose e molto si adoperò perchè il poscia gli conferì la chiesa titola re, abbandonato il conciliabolo pi re di san Silvestro in Capite, don sano, aderisse al concilio lateranen- de passò a quella di s. Girolamo se. Doti eminenti di cuore e d' in degli Schiavoni. Venne aggregato alle gegno possedeva questo Cardinale , congregazioni Cardinalizie del conci per cui oltre gli encomii di chiari lio, di propaganda, de' vescovi e re scrittori, ebbe quelli di Leone X golari, e dell'indice. Fu fatto pro in una lettera indiritta al gran mae tettore della chiesa e nazione ber stro di Rodi fratello dello stesso gamasca in Roma, e degli ospedali Cardinale. Varie chiese fondò nella di Perugia, Spoleto, Viterbo e Narni, Marca del Finale, ed alcune ne in ove si ricevevano i projetti. Morì staurò arricchendole di oggetti pre poscia a Roma a' 26 marzo del ziosi. Generoso co' poveri, de' quali i 793, di settantasette anni, ed otto si fece il padre ed il proteggitore , di Cardinalato, compianto per l'egre intervenne al concilio lateranense gie sue doti, e fu esposto e sepolto celebrato sotto Giulio II, e si trovò nella chiesa del suo titolo Cardi al conclave di Leone X. Morì nel nalizio. i5i4, dopo nove annidi Cardina CARRETTO (del) Cario Dome lato, ed ebbe sepoltura nella sua nico , Cardinale. Carlo Domenico titolare di s. Cecilia senza alcuna Carretto nacque dai marchesi del pompa CARROZZA. funebre. Sorta di carro con Finale , ed era originario di Geno va. Promosso all' arcivescovato di quattro ruote, chiamata in latino , Tebe , ad istanza di Luigi XII re currus, carrum, rheda ec. La sua di Francia , che molto si giovava origine, non che quella del nome, de' suoi consigli, fu creato diacono, vuolsi derivata dagli antichi carri, per non già prete Cardinale, come altri cui il dizionario francese delle origini scrisse. Insieme col vescovo di Ti dice, che anticamente le vetture di voli fu destinato alla corte del me qualunque genere portavano altresì desimo re Luigi XII, affine di sta il nome di carri ; ed è perciò che bilire la pace tra i principi cristia carro dicesi ancora in termine d'ar ni, e poscia, nel i5o7, coll' inter te al complesso dei pezzi di legna posizione pure di Luigi XII, otten me su cui si stabilisce la cassa del ne da Papa Giulio II l' arcivesco le carrozze, sterzi, calessi e simili. vato diReims, che dopo diciotto Si osserva, che in Francia non è mesi ebbe a rinunziare per quello antico l' uso, nè il nome delle car di Tours ; chiesa che, nel i 5 i 4, col rozze, che in origine appellavansi consenso di Leone X, mutò in quel coches, nome il quale pretendesi la di Cahors. In Tours aveva Luigi primieramente derivato da una cit- vol. x. 8 n4 CAE rigine de' carri, CAR non che sull'arte di til d' Ungheria, ove si erano fabbri cate le prime carrozze. Dubita il cavalcare. ll tragico Eschilo attri Menagio , se i francesi prendesse buisce a Prometeo la primaria in ro quel nome dall'italiano carroc venzione de' carri a due ruote, altri cio, carro militare usato nelle guer a Tritolemo; e Virgilio fa autore re, egualmente con quattro ruo di quelli a quattro ruote il re di te, sul quale gli antichi italiani por Atene Erittonio, che non potea cam tavano la bandiera del comune, ed minare per le gambe torte. Pure si una campana per dare i segnali , sa, che i cirenaici furono, se non ovvero se siasi formato in Francia gl'inventori dei carri, almeno quelli quel vocabolo proveniente da car- che li perfezionarono. Anticamente ruca, che presso gli antichi era un non ne era permesso l' uso a tutti carretto, il quale serviva a portare indistintamente, giacchè abbiamo, che persone. Avendo servito il carroccio per un tempo fu un privilegio de eziandio da campanile, se ne trattò gli eroi e delle matrone. Gli arconti a questo articolo. Soltanto qui ci e gli efori invigilavano sui disordi permettiamo aggiungere, che l'in ni e sugli abusi de' carri. I romani, venzione del carroccio si attribuisce che presero molto dai greci nelle od Ariberto arcivescovo di Milano, costumanze, ebbero pure i loro car il quale oppose le armi italiane al ri, sino dai primordi della repub l' imperatore Corrado , e che al blica, limitandosene l' uso ad alcu l' altro arcivescovo milanese Ottone ne sacre cerimonie, ai giuochi del Visconti se ne deve l'abbandono circo, come si ha dal Panvinio, de nel secolo XIV , nella spedizione ludi.? circensibus, ed alla pompa contro Castel Sperio, in cui si sos trionfale , n' era ma vietata ogni tituì al carroccio un grande sten mollezza. Si dà il merito della in dardo colla effigie di sant'Ambro venzione dei carri trionfali a Ro gio. Diremo ancora, che in esso molo, a Tarquinio il vecchio, o a si celebrarono talvolta anche i di Valerio Publicola. Essi erano do vini misteri, onde il perderlo nelle rati e tirati dai cavalli , dai leoni , battaglie riputavasi di grande ver elefanti, ec. ma erano discoperti, e gogna. senza seditore, onde il trionfatore , Sebbene non sia nostro divisamen o condottiero v'incedeva in piedi. te che di parlare dell' origine delle Tuttavolta le dame e matrone ro carrozze, daremo tuttavia alcun cen mane, sino dall'ultimo re di Roma, no soltanto di quelle de'primari della usarono una specie di carro dome gerarchia ecclesiastica, e di ciò che stico egualmente scoperto, e più tar ad esse è relativo, senza parlare del di coperto a due ruote detto Car- la forma ed uso di quelle degli al pentum, il quale poi divenne un di tri, e molto meno delle tante loro stintivo privilegiato per le persone variate foggia Premettiamo innanzi della famiglia imperiale. Vero è, tutto alcuni cenni sulle diverse prin che alle stesse matrone sotto il go cipali specie degli antichi carri, e verno tribunizio fu accordato il di sulla origine loro donde derivò quel ritto di servirsi d' un altra foggia la delle carrozze. Plinio pertanto di cocchio denominato Pilentum. Et- pretende, che Ci mone sia stato il vi per altro chi dà la gloria della primo, il quale abbia scritto sull'o- invenzione del carro ai Cinesi tre CAR era molto dissimile CAR dalla carrozza. iiS mila anni circa avanti l'era cristiana. E pur noto, che gli egiziani ebbero In fatti tra le cose memorabili di i carri, ed i loro principi inventaro M. Antonio Valena, egli notò che no i carri falcati , così detti per prima delle carrozze, particolarmente chè armati di falce, o lame taglien in Roma, si usavano i cocchi, donde ti al timone , intorno alle spon derivò il nome di cocchiere al gui de, ed alle ruote. Erano essi ti datore, detto pur carrozziere da rati da cavalli , e spingevansi in carrozza. guerra contro l'inimico. Non man Venendo adunque all'origine del cano altre nazioni di pretendere le carrozze , la prima , che si vide alla preferenza in tal micidiale in in Italia nella città di Firenze, vo venzione. gliono alcuni che fosse verso la metà E a tutti noto, che la sacra Scrit del i5oo. Prime ad usarle furono tura fa menzione dei carri di Fa le marchesi di Massa di casa Cibo, raone, e da essa sembra che Assa una delle quali era maritata al mar lonne sia stato il primo ad intro chese di Mantova. V. Charpentier durne la costumanza - fra i suoi i- alla voce Currus. Ed è perciò che sraeliti, i cui re aveano viaggiato il Pontefice Pio IV, nel concistoro come i progenitori patriarchi su cam de' 27 novembre i564, con grave melli, asini e muli. Certo è, che il discorso, che riporta Cancellieri nei suo fratello Salomone possedeva un suoi Possessi a pag. no, esortò i gran numero di carri pel servigio Cardinali a non prevalersi delle car delle sue tante mogli. Si chiamaro rozze introdotte in que' tempi da no poi bighe, trighe, e quadrighe alcune dame, ma di proseguire ad quei carri cui si attaccarono due, tre, andare a cavallo con quella maestà o quattro cavalli. Per essi è a veder ecclesiastica, che tanto avea sorpreso si Mellerus de Synoride, seu Bigis e piaciuto all' imperatore Carlo V, currilibus veterum, e il primo tomo il quale dopo il suo ritorno da Ro del Meurzio , e la dissertazione del ma nella Spagna avea detto che la Politi sull' uso delle quadrighe degli cosa, la quale a lui più d' ogni al antichi. Sulla famosa quadriga di tra era piaciuta nella capitale del creta de veienti, nel i 8 i 2, pubbli cristianesimo , era la cavalcata, con cò in Roma Cancellieri un libro in cui andavano i Cardinali alle cap titolato, le sette cose fatali di Ro pelle e concistori. Proseguirono i ma antica. Cardinali ad andare per la città a Anche la carretta fu una specie cavallo , o in lettiga ( Vedi ) , sino di carro somigliante al Carpentum al termine del secolo XVI, come de' latini, e anticamente fu presa in afferma il citato Valena, e sebbene significato di carrozza, essendo tutta le cavalcate ( Vedi) terminassero dorata, e coperta di drappi. Il p. col secolo decorso, nei primi del Menochio nella Centuria IX, 7o, secolo XVII, i Cardinali , i prelati, eruditamente scrisse quanto il popolo ed anche i Pontefici incominciaro romano si dilettasse degli spettacoli, no a far uso delle carrozze. V. Bor massime di veder correre le carret gia, Memorie di Benevento, tom. III, te. Anche dal dizionario della lin p. 3o6 , e Vittorelli nelle Addizio gua italiana abbiamo , che la car ni al Ciacconio all' anno i 564, nella retta si disse cocchio , il quale non vita di Pio IV. n6 CAR Brunswich proibì CAR l' uso delle carroz Nella Spagna fu, nel iSfó, in tempo del suddetto Carlo V, intro ze a' suoi sudditi, temendo che per redotta la qualela prima concorsero carrozza, gli per abitanti vede- tal cagione si perdesse il lodevole costume nobile e coraggioso di mon di città intere ; quindi vi si accreb tare a cavallo con tutte le oppor bero in tal numero, che nel i577 tune armi ; da ciò si deduce quanto il re Filippo II le fece proibire con l' uso delle carrozze erasi propagato. pubblica legge, giacche la gente or Dall' Italia ancora si recò in Fran dinaria e di mediocre condizione si cia il comodo dei cristalli e degli credeva disonorata se non usava la specchi alle carrozze , e vuolsi che carrozza. In Francia l' origine delle pel primo Bassompierre ne facesse carrozze rimonta al i457, nel qual applicare alla sua carrozza , e che anno Ladislao V , re d' Ungheria e il secondo verso il i64o sia stato Boemia , per mezzo del suo amba il principe di Condè, giacchè sino sciatore , fece presentare in Parigi allora erano state chiuse con corti alla regina moglie di Carlo VII un ne di cuoio, che si calavano nell'en carro sospeso , o carrozza da tutti trare e neh" uscire. Già nel i63i ammirata, cioè un cocchio assai ric nella Spagna l'infante Maria fu co e tremolante, dal che alcuni pre veduta in una carrozza a due luo tesero inferire, che sino da quell'e ghi con vetri e cristalli ; nè dee poi poca le carrozze fossero sospese su tacersi, che a' nostri giorni il vapo cinghie di cuojo, o di molle di fer re già a tante macchine applicato , ro. Indi sul fine del regno di Fran venne pure esteso alle carrozze. V. cesco I, fu il primo a condursi in la Dissert. des Largesses des Ro- carrozza Giovanni de Laval Debois mains , e de l'anciennetè des Car- Dauphin, signore della corte, il qua rossesj nel t II, Varìèlés Histor. le non poteva agevolmente cavalca p. 8i, Paris i752. re per l' eccessiva grassezza del suo In Roma, dopo il discorso sum- corpo. Vi furono poscia nella corte mentovato fatto da Pio IV al sagro due sole carrozze provenienti dall'I Collegio, contro l'uso delle carroz talia, e ne facevano soltanto uso la ze , per un tempo fu più raro, mas regina, e nel i55o la duchessa sime ne' Cardinali e prelati ; ma nel d'Angouléme Diana, figlia naturale popolo presto ne divenne invece co di Enrico II. Fuori poi della corte tanto grande l'abuso, senza distin il primo a servirsene fu CristoIàno zione di ceto, che nella prammatica, Tuano, dopo che fu dichiarato pre o riforma sul vestire ed altro fatta sidente del parlamento , come si ha nel i588 dal senato romano per or dal Tuano nella sua vita, e fece dine di Sisto V, si presero provvi fare la carrozza a cagione della got denze anche sul numero ed uso ta, che il tormentava, e gl' impedi delle carrozze. Tuttavolta non andò va camminare e cavalcare. Ma sic guari che per la comodità di esse come le signore ancora usavano le a chi poteva tenerle ne fu comune lettighe , o andavano dietro i pro l'usanza, come la seguirono i Car pri scudieri, così la moglie del Tua dinali ed i prelati, particolarmente no non volle servirsene, continuan nei viaggi , dappoichè si continuò do ad andare in groppa dietro un ad andare in portantina, o lettiga, domestico. Nel i588, Giulio di ovvero a cavallo, alle cappelle ed ai concistori, senza CAR far menzione delle colo s' incominciò CAR a far distinzioni n7

cavalcate, colle quali lo stesso Pon nella forma e negli ornati delle car tefice prendeva il solenne possesso , rozze, di che si parlerà in appresso, e recavasi alle cappelle dell' Annun ma furono adottati anche de' ceri ziata, e della Natività, sebbene v'ince moniali , ed il Sestini , che stampò dessero anche in sedia, o lettiga a- il suo Maestro di camera a Liegi perta . Conferma l' uso delle car nel i634, ecco quanto dice in pro rozze ne' prelati e Cardinali, nell' in posito, al suo capo 4o, Del ferma cominciar del secolo XVII, il viag re la carrozza: » I Cardinali fanno gio, che nel Pontificato di Clemen » fermare la carrozza agli altri Car- te VIII fecero insieme in carrozza » dinali , agli ambasciatori regi , a per Benevento i prelati Ludovisi e » quelli di Toscana e Savoia, al Barberini, che poi divennero Papi, » prefetto di Roma, e ai principi il primo nel i62i col nome di » assistenti al soglio. Sogliono an- Gregorio XV, e il secondo col no » cora farla fermare agli agenti dei me di Urbano VIII. Del medesimo » duchi serenissimi, ai prelati, baro- Gregorio XV racconta l'Amidenio, » ni e dame, ma non tutti, e non a che essendo da prelato amicissimo » tutti. I Cardinali adunque la fanno dell'altro prelato Pamphily ( che nel » fermare o ad altri Cardinali, o a i644 per morte di Urbano VIII fu » dame, o ad altri personaggi. Se eletto Pontefice col nome d' Inno » ad altri Cardinali , i più anziani cenzo X), riavutosi il Pamphily da » sono gli ultimi a fermarla, ed i una grave infermità, andò per la » primi a partire; se a dame, sono convalescenza in Marino, ove mon » i primi a fermare, e gli ultimi a signor Ludovisi fu a visitarlo, trat » partire ; se ad altri personaggi , tenendosi seco alcuni giorni ; e lo » sono gli ultimi a fermare , e i stesso Amidenio volle servirli della » primi a partire ". propria carrozza, rilevando anzi l'o » Quando il Cardinale incontrasse nore ricevuto di aver servito due per la strada il ss. Sacramento , prelati in un tempo medesimo ; pre non solo smonta dalla carrozza , lati che ambedue ascesero sulla cat ma l'accompagna essendo il sacer tedra apostolica. dote di ritorno fino alla chiesa, e Per essere poi distinti i Cardinali quivi s' inginocchia, e fa orazione dagli altri, Urbano VIII concesse ai ricevendo la benedizione colla ss. cavalli delle loro carrozze i fiocchi, Eucaristia, e andando il sacerdote e ciuffi rossi ai finimenti , ed ecco dall' infermo , il Cardinale lo ac come Giacinto Gigli nel suo Diario compagna sino alla porta della ne indica il tempo preciso : » Nel casa dell' infermo, premessa la ge » i625 i Cardinali alla loro antica nuflessione , e il ricevimento poi » pompa aggiunsero un altro segno della benedizione; altrettanto os » nuovo, ponendo alla testa dei ca- serva il Cardinale andando in qua " valli della carrozza i fiocchi rossi, lunque abito e modo ". » dove prima li usavano neri , ed » Se il Cardinale trovasse per la " il primo che l'incominciò fu il città , o fuori a spasso altri Car » Cardinal Magalotto, fratello della dinali a piedi , smonta anch' egli » cognata del Papa a' io giugno a fare i soliti complimenti, e quan » i63o ". Non solo in questo se- do si sono licenziati, suol camnii- n8 CAB. prima udienza CAR del Pontefice col cor » naie un poco prima di rimonta- » re. Se trovasse qualunque altro teggio di cento sessanta carrozze ; e » personaggio, non suole smontare, quando fece altrettanto il duca del » quando non voglia parlargli di l' infantado, ambasciatore di detto » qualche affare. Se più di un Car- monarca, il suo seguito componevasi » dinale fosse in una carrozza , ed di trecento carrozze, delle quali cen » incontrasse ambasciatori e baroni, to appartenevano al principe Ludo- » a' quali fosse solito fermarsi, il visi, ottanta al contestabile Colonna, » più anziano , che sarà nel primo sessanta al principe di Gallicano, e » luogo, suol domandare al Cardi- venticinque alla principessa di Bufe ;, nal padrone della carrozza, se egli ra. In progresso le carrozze de' Car » usa fermare a tal signore, e ris- dinali si fabbricarono con tanta ric » pondendo di sì , il detto anzia- chezza , che assunto al pontificato » no accenna che si fermi , ed an- nel i676 il venerando Innocenzo XI, » cora che si parta ". Sembrò in Odescalchi, in concistoro segreto ri dispensabile riportare questo tratto provò con patetico discorso ai Car del cerimoniale antico per osservare, dinali le carrozze superbe, e le livree che ora senza tante etichette, o ne- fastose, pregandoli per le viscere di gl' incontri con personaggi , o passan Gesù Cristo a star lontani dalla pom do avanti ai quartieri, si esaurisco pa, non conveniente all'ecclesiastico no le convenienze col semplice sa decoro. Assunto dipoi, nel i724, al luto, e col calare il cristallo più o pontificato Benedetto XIII, voleva meno secondo il personaggio che si uscir di palazzo senza guardie, in un vuol complimentare, toccando al cocchio a bandinelle tirate, ma doven maestro di camera , od al gentiluo dosi accomodare alle istanze de' più mo il vegliare alla calatura del cri prudenti di sua corte, si uniformò stallo; onde oggidì i Cardinali ed i alle anteriori consuetudini. Spesso prelati non sogliono smontare dalla poi accadde, che andando quel Pon carrozza , se non incontrandosi col tefice in carrozza per Roma, e pre ss. Sacramento, o col sovrano Pon gato di benedire alcun infermo, scen tefice. deva dalla carrozza per esaudire la Nel predetto secolo XVII si ac pia ricerca. crebbe in Roma talmente il numero Parlandosi a' rispettivi articoli, e delle carrozze, che Maurizio di Sa specialmente a Viaggi de' Papi, In voia, creato Cardinale nel i6o7 da gressi, Cappelle, Possessi, Cavalcate, Paolo V, dignità che poi, nel i 642, Udienza, massime all'articolo Treni , rinunziò pel ducato, siccome princi Cavalli , e ad altri che riguardano pe splendidissimo, fu veduto nelle i Papi, Cardinali, prelati e relative pubbliche funzioni col seguito di funzioni, insegne e preeminenze, ci duecento carrozze , ed un corteggio limiteremo solo qui a dire generica d' innumerabili cavalieri. Nel i65o mente alcun' altra notizia sulle car essendosi recati a Roma alcuni am rozze, e quali persone in esse si am basciatori da Papa Innocenzo X, ab teficemettono. nel Pertanto treno nobile il Sommo o semipub Pon-. biamo che il principe Ercole Trivul- zio , ambasciatore straordinario di blico conduce seco in carrozza due d. Marianna d'Austria, moglie del Cardinali , in quello di città detto re di Spagna Filippo IV, andò alla impropriamente di campagna, il mag CAR parte di dietro CAR ha una sedia, ed 1i9 è giordomo e il maestro di camera, e in quello per le trottate, due came fregiata nel cielo dallo Spirito Santo. rieri segreti, non mai portando veruno Nei treni di città e nobile il coc a spalla. Abbiamo di Pio VI, che re chiere nobile cavalca i cavalli ti candosi , nel i782, in Germania, monieri, in quelli delle trottate, come arrivò a Neustadt, l'impera e ne' viaggi ascende in cassetta. tore Giuseppe II volle aprire lo Due palafrenieri vanno sempre die sportello della carrozza, ed invitollo tro la carrozza coll'ombrellino pie ad entrare nella propria , onde il gato, ma nei treni nobili, detti anco capo della Chiesa, e il capo dell' im semipubblici, procedono a piedi. Lo pero entrarono insieme in Vienna. sportello suole aprirsi dal cavallerizzo Quando poscia Pio VI recossi in (Fedi), cedendo ai sovrani, ai Cardi Augusta , fu incontrato dall' elettore nali e agli ambasciatori. Nei viaggi, di Treveri con magnifica carrozza in mancanza del cavallerizzo, apre lo tirata da otto cavalli, ove entrò con sportello il generale delle poste, e detto principe, facendo l'ingresso in assenza di questo, l'esente delle nella città fra le maggiori distinzioni. guardie nobili, che fa altrettanto Nelle villeggiature pei dintorni di Ro nelle trottate, come quello, che ca ma, Pio VII, nel i8o2, recossi in car valca allo sportello della carrozza rozza col re di Sardegna Emmanuele preceduto e seguito dalle altre guar IV e col Cardinal duca di Yorck, ene1 die nobili. Le carrozze sono più, o i8o5 col detto re, e con monsignor meno nobili secondo i treni. Da ul maggiordomo, passando nella secon timo Leone XII fece fare quella da carrozza il maestro di camera. pel treno semipubblico, che costò, Nell'anno precedente avendo incon compresi i finimenti, ventiseimila trato il detto Pontefice il Cardinal scudi, e riuscì la più ricca carrozza duca di Yorck con monsignor Ce 'sovrana. Il colore del carro e della sarmi, fece passare alla seconda car cassa delle pontificie carrozze è rosso rozza il maggiordomo e il maestro con doratme, intagli e guarnizioni di camera , e fece ascendere nella di metalli dorati. ll suo interno è sua i detti personaggi. Allorchè poi, foderato ed addobbato di drappi nel i8i5, fu visitato in Castel Gan- di seta rossa, e velluto di egual dolfo nella villa Barberini , dal te colore, con corrispondente tappeto. nente maresciallo Nugnet , già co Le carrozze palatine , dette frul mandante imperiale in Italia le ar loni, o furloni, hanno il carro, e mate austriache, Pio VII, che fatto la cassa dipinti di vernice violacea lo aveva principe romano, per usar scura, e la parte superiore esterna gli una singolare onorificenza , Io col cielo di color nero. Sono fode condusse seco in carrozza al palazzo rate nell' interno di seta e dama apostolico. Ed il regnante Pontefice schi rossi , e ne godono l' uso i pri recandosi a Velletri nel i83i e i839, mari prelati, e gli uffiziali della entrò nella carrozza del Cardinal corte pontificia. Dietro alla cassetta Bartolomeo Pacca , decano del sa del cocchiere evvi una tavola ove gro Collegio, vescovo e legato di ascendono i domestici, ma al frul Velletri, ed il volle inoltre a sini lone , di seguito alla carrozza del stra , e a spalla per distinzione. Pontefice, i domestici vanno dalla La carrozza del Pontefice dalla parte di dietro, ove evvi una tavo- no CAR alle seterie dei CAR finimenti e delle letta più bassa, su cui montano i garzoni della scuderia pontificia. guarnizioni di seta delle carrozze. Vuolsi, che l'uso dei domestici di IN'iuno in Roma può usare più di ascendere la detta tavoletta nel da due cavalli , meno i sovrani , ed i vanti del frullone, sia derivato dal ciuffi e fiocchi di seta rossa di che non dover volgere le spalle al Papa, guarniscono i Cardinali i finimenti, allorchè sieno nel frullone precedente possono essere anche di lana, ma la carrozza pontificia. di egual colore. In ogni tempo, e I Cardinali in sede vacante non persino ne' viaggi un domestico dei portano veruno a spalla in carrozza. Cardinali porta dietro alla carrozza Quando vanno in abito cardinalizio l' ombrellino rosso e paonazzo, se portano seco quei della propria an condo le epoche. Siccome antica ticamera, ed allorchè si recano in mente, e prima che i Cardinali a- alcun luogo formalmente, portano dottassero le carrozze, cavalcavano con sè vescovi e prelati. Sino al e viaggiavano coll' ombrellino per secolo passato usarono i Cardinali ripararsi dal sole e dalla pioggia ; grandi carrozze dette carrozzoni , così e per segnale di dignità, e in o carrozze a coda, in cui andavano memoria del precedente uso, sempre comodamente sei od otto persone. un loro domestico lo porta quan Welle odierne non più di quattro se do escono dal proprio palazzo. Pri ne ammettono. Oggi di due specie ma i Cardinali, quando uscivano in sono le carrozze de' Cardinali, cioè abito Cardinalizio, incedevano con le berline, e i frulloni , non com due carrozze; ora in questo modo, prendendosi i carrozzini e le ba cioè in berlina e frullone, quasi tutti starde che usano la notte, o nel- i Cardinali intervengono alle fun l.' andare a trottare. Le berline so zioni, usando però i principi tre no nobilissimi legni col carro di-' carrozze nelle solennità. Usano poi pinto di vernice rossa, con intagli, tutti una sola carrozza quando in metalli e dorature. La cassa è de abito Cardinalizio si recano alle con corata di fregi e di esterne miniature, gregazioni, udienza del Papa e fun e l' interno è addobbato con dama zioni minori. Giornalmente apre lo schi , setini rossi , con guarnizioni , sportello il domestico più anziano mentre la coperta della cassetta del di servizio, nelle funzioni , e in altre cocchiere per lo più è di drappo rosso. circostanze il decano degli stessi do Il frullone ha egualmente il carro di mestici. E troppo noto, che anche le pinto di vernice rossa, come lo è seconde carrozze de' Cardinali nel tre la cassa con dorature; ma il tutto no, hanno i cavalli coi ciuffi e fioc riesce meno ricco della preceden chi, sebbene i primi si vorrebbono te , solendosi foderare l' interno di da alcuni critici esclusi, ed usati so panno , velluto , o seta. All' articolo lo dai cavalli della carrozza ove si Cappelle si tratta del modo come trovano i Cardinali. Egli è perciò i Cardinali si recano alle cappelle che i frulloni o carrozze Cardinalizie, e funzioni pontificie , non che con se non seguono il treno , cioè la qual treno, e si dice che il solo prima ove è il Cardinale, i cavalli Cardinal decano, e i Cardinali prin debbono essere senza i ciuffi, e mai cipi , o i marchesi , che godono le da veruno deve interrompersi il insegne principesche, intarsiano l'oro treno , od il seguito delle carrozze. CAR quella del maestro CAR di camera, i21do Ora, che non si praticano più le pompe funebri di portare il cadave ve essi vadano in carrozza col Pon re dei Cardinali delle prime cariche tefice, sono tirate da quattro ca sul letto , i Cardinali defunti dal valli. Quando poi essi vanno nella se palazzo alla chiesa si trasportano conda muta palatina, allora debbo nella carrozza di lutto di color ne no usare soli due cavalli, in fiocchi ro con addobbi d'oro, e i cavalli con e ciuffi. Tutti gli altri prelati non finimenti guarniti di fiocchi, e ciuf possono usare i fiocchi. Solo è loro fi di seta nera frammista d'oro. permesso di usare le guide , ed i Quando i Cardinali usavano il lut guinzagli di seta di vari colori, esclu to, le loro carrozze erano coperte si i sopraddetti, come non è loro di velluto nero, imbollettate di nero, permesso il frullone, ma solo la car con colonne del medesimo velluto rozza della forma ordinaria di quelle ed ogni altra parte di nero. Anche degli ecclesiastici. i principi, e le principesse defun Finalmente non si dee passare sot te sono trasportate alla chiesa in to silenzio, sebbene lo si dica a'ris- carrozza, a meno che non dispon pettivi articoli, che nella corte ro gano diversamente. l quattro prelati mana gli ambasciatori e i principi di fiocchetti , cioè governatore di assistenti al soglio nelle solennità , Roma, uditore della camera, teso e ne' treni di formalità adoperano, riere, e maggiordomo, sono così chia oltre l'ombrellino celeste nel cielo mati perchè hanno fuso de' fiocchi della carrozza, i fiocchi di sela di e ciuffi di seta paonazza ai fini tal colore frammisti con oro, facen menti della loro carrozza , nè pos dosi i primi precedere dai lacchè , sono usarli di colore rosso. Godono mentre altri usano il colore proprio eguale privilegio i patriarchi; ma i della loro corte. Così il senatore di vescovi, allorchè si recano a cele Roma, e i conservatori col priore brare le funzioni, e nelle feste so de'caporioni per pontificia concessio lenni adoperano ciuffi e fiocchi di ne, allorchè incedono con formalità, seta verde. Tanto i prelati di fioc hanno il distintivo de' ciuffi e fioc chetti, quanto i patriarchi hanno chi di seta bleu intarsiati con oro. l'uso del frullone nelle festività, co I principi romani, e i marchesi di me i Cardinali. Il maestro di came baldacchino (Vedi) adoperano l'om ra del Papa, procedendo la sua car brellino e i fiocchi, come i principi rozza appresso il treno pontificio, assistenti al soglio. V. Antonio Loca usa il frullone cardinalizio, e ai fi' tell!, // perfetto Cavaliere, e. XXI, nimenti dei cavalli si uniscono i pag. 4o6, e seguenti; Dei cavalli fiocchi e i ciuffi di seta di vario co da carrozza. lore, escluso il rosso, il paonazzo CARSEOLT. Antica città d' Italia e il verde, e ciò per l'uniformità presso i sabini sulla via Valeria. colla carrozza del maggiordomo, che Venne anche chiamata città dei mar per altro' l'usa di colore paonazzo, zi, e città degli equi, forse per essere e che pur segue il treno. Se però stata posseduta alternativamente dagli il maestro di camera fosse pa uni e dagli altri. Vi si mandarono triarca o vescovo, farà uso del co due colonie in epoche diverse , una lore conveniente a lui. Però tan delle quali, secondo Tito Livio, vi to la carrozza del maggiordomo, che fu stabilita l' anno /p4 tu Roma. i23 CAR sero origine i CARcos'i detti codici pa- Nei primi secoli della Chiesa divenne patrimonio della Santa Sede, e san limsesti , che il ch. Cardinal Angelo Gregorio I, del 5<)o, ne fa menzio Mai seppe con immenso studio rein ne nelle sue epistole. La Chiesa ro tegrare, scoprendo in essi la Repub mana vi teneva per l'amministrazio blica di Cicerone, trattato ch' erasi ne del luogo un rettore, ovvero di perduto , non che altre opere insi fensore. gni della dotta antichità. Questa ra CARTA ( Charta,papyrus). Com rità, ed il forte prezzo delle carte posto che si fa per lo più di cenci, pergamene nel medio evo, indussero o di lini macerati, e si riduce in fogli gl' industriosi italiani a trovare un sottilissimi per uso di scrivervi. Del equivalente , e lo trovarono nella la carta, che usavano gli antichi per carta fabbricata cogli stracci di lino, iscrivere, fra gli altri eruditamente invenzione, che Montfaucon stabili tratta il p. Menochio , tomo II, p. sce nel secolo XI ; ma lo Stellutì , 44o- La materia, sulla quale si co ne' suoi Commenti a Persio, volle minciò da principio a scrivere, sem provare, che sino dal 9oo fosse stata bra che fossero i mattoni di creta inventata in Fabriano sua patria. cotta , o la pietra ; uso pei primi L'opinione più comune assegna l'in esercitato dai babilonesi e dai fe- venzione della carta nel secolo XII nicii, che, secondo Plinio, scrissero ai greci rifuggiti in Basilea, e parti le loro leggi e consuetudini in pie colarmente in Italia, i quali inse tre cotte e sui marmi. Si usò an gnarono l' arte di fabbricare la car cora a scrivere sulle foglie , onde ta bambagina o di cotone , che nel derivò la parola foglio. Dalle foglie loro paese già praticavasi, onde fu si passò a scrivere nelle sottili cor- detta bambagina e cutanea. Altri teccie degli alberi , i quali, secondo ne danno il vanto alla Germania, Ulpiano, erano di tre specie , cioè nè manca chi sostenga ripetersi in Tilia, Phylira, e Papyro. Si ado Italia l' origine della carta nel bor perarono anco tavolette sottili, colle go di Colle in Val di Elsa nella quali si formavano libri, dandosi ai Toscana, affermandosi ivi essere le fanciulli per insegnar loro l'alfabeto, e più antiche cartiere d' Italia. Certo ve n' erano anche di avorio. Si scris è che, nel secolo XIII, l' uso ne di se pure sul piombo, ìndi sulle pelli venne generale, e nel seguente già di animali dette pergamene, siccome in Italia vi erano molte cartiere. invenzione di Cumene re di Perga La loro introduzione in Francia ri mo. Indi, secondo Plinio lib. XIII monta verso l' anno i 34o. cap. i i , fu introdotta la carta al Carta si chiama pure un atto tempo di Alessandro Magno ; ma ciò autentico col suggello di un princi deve intendersi per le membrane e pe, d' un signore, d' una chiesa , di per le pergamene. Ne' bassi tempi , un capitolo, o di una comunità, e queste pelli divennero così rare, che che serve a tutelare i diritti di uno si usava nelle antiche biblioteche stato, comunità o signoria. Si dis raschiare i codici de' primi tempi , sero Carte talvolta i libri, e quin contenenti scritture di autori classi di sagre Carte si chiamano i libri ci greci e latini , e sopra vi si scri della Bibbia. Carta si dice pure veva la nota delle spese giornalie dai legisti una scrittura di obbli re, e simili bagatelle. Da ciò tras- go e di contratto qualunque sia CAR fale occupazione CAR di Scipione, e i23- la' pubblico, o privato. La istituzione poi della carta bollata , cioè carta battaglia in cui Annibale fu disfatto sigillata nello stato pontificio per sotto le mura di Cartagine in Afri l' autenticità de' contraiti e per le ca, Scipione la prese l'anno di Ro scritture, rimonta a Clemente XII , ma 542 , e in tal' oocasione il ro comunque sia stata effettuata nel mano eroe rese con magnanima i74.i dal Pontefice Benedetto XIV. azione a' propri parenti un'avvenente CARTACO (s.), il giovane, so schiava, e al di lei sposo il prezzo prannominato Mocuda, fu vescovo in offerto pel suo riscatto. Indi a' tem Irlanda. Discepolo di s. Cartaco,'i7 pi di Cesare divenne questa città vecchio, e di s. Congallo, predicò il colonia romana, colla dipendenza santo vangelo nel territorio di Riar di cinquanta città della Spagna, migh , e di là passato a Westr delle quali fu capitale. Molto soffrì Meath , vi fondò il monistero di nelle vicende del romano dominio, Rathenin o Raithin , che riuscì ce- e nel quinto secolo fu devastata lcbratissimo in tutta l' Europa per prima nel 4"9 dai vandali, poscia pietà e per sapere. Ne ebbe per dai visigoti , onde decaduta dal suo quaranta anni il governo, e la re splendore, solo interamente si riebbe gola, ch'egli dettò, conservasi tuttora verso l'anno i57o, per averla rifab in lingua irlandese. Obbligato coi bricata e fortificata il re Filippo suoi discepoli alla fuga per le per II, che conobbe la bontà del suo secuzioni di un re di quelle regioni, vasto e importante porto, rianiman si ritirò nella provincia di Leinster, do il commercio decaduto sotto il fondandovi un monistero. Morì ai dominio de'mori. Nel i7o6 Giovan- iì di maggio del 637. Al nome Leak, nella guerra di successione, di lui fu dedicata la chiesa mag la prese per l'arciduca Carlo, ma giore di Lismore , e la città per poco di poi il duca di Bervick la lui è chiamata Lismore- Mochuda. ridonò al potere di Filippo V. Va CARTAGENA ( Chartaginen.) . lidissime sono le sue fortificazioni , Città con residenza vescovile nella grande è l' arsenale , come ampli Spagna nel regno di Murcia, che sono i cantieri di costruzione, onde vanta antichissima origine. Posta in è una delle più belle città di Spa fondo ad una piccola baia nella gna. costa Murciana meridionale, si slima La sua sede vescovile rimonta fóndata, o almeno considerabilmente a'do primi che neltempi terzo della secolo Chiesa, era per metro mo^ baleingrandita, Barca, che dal la cartaginese eresse in capitale Asdr li politana, e si pretende che il suo delle sue conquiste, imponendole il primo vescovo , nominato Basilio , nome della metropoli africana, per fosse martirizzato l'anno 5f di Cri cui chiamossi Carthago nova. Pure sto. Rovinata in seguito dai goti e fu appellala anche Spartaria, che dagli s vezzosi, i diritti metropolitani vuolsi essere il nome suo antico passarono a Toledo; ma il vescovo dall'abbondanza di quel giunco chia Diego Martinez, vedendosi ogni gior mato Sparlimi, che ivi vegeta spon no interrotto nelle funzioni del suo taneo. Dg qui si mosse Annibale episcopale ministero, é negli uffizi per andar a formare il memorando divini dalla moltitudine de'mori, di assedio di Sagunto. Dopo la trion- cui ridondava la città, ed al vedevo i^4 CAJEl Spagna. Tanto CAR la sua baja, una non meno le frequenti incursioni dei corsari africani, col permesso delle migliori della costa, che il vi del Pontefice Nicolò IV, e del re cino paese chiamato Calamari, fu Sancio IV, nel i29i ne trasferì la rono scoperti da Rodrigo di Bastidas sede in Murcia ( Vedi ). Sgombrata nel i52o, e fu sottomessa da don di poi interamente la città dai mori, Pietro de Heredia nel i533. Vi nel i36o, Papa Innocenzo VI, con fondò egli la città di Cartagena, bolla data in Avignone, decretò che che per la sua deliziosa situazione, il vescovato di Cartagena non sa e per la sicurezza della baja poco rebbe più soggetto a Toledo, cioc dipoi diventò il centro del com chè per altro col pontificio bene mercio di quella parte d' America. placito non ebbe effetto, dappoichè La sua opulenza attirò a Cartagena l'arcivescovo di Toledo continuò ad l' ingorda cupidigia di alcuni avven esercitar la sua giurisdizione metro turieri d'Europa, ed infatti fu sac politica, come sugli altri suffragane! cheggiata dai corsari francesi nel a lui soggetti. Non si deve poi pas i544, e