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Luisa Sello, Flute (14k gold Miyazawa) Bruno Canino, Piano (Piano Gran coda – Steinway&Sons D 274, 1960 property of Amici della Musica di Udine) Myriam Dal Don, Violin Giuseppe Mari, Viola CDS7886 (DDD) Ludwig van Beethoven (Bonn, 1770 - Vienna, 1827) Theobald Boehm (Munich, 1794 -1881) FSlueter Cehnamabdere M fuosic r Ludwig Ludwig van Beethoven Serenade Op. 41 in D major for flute and piano (1803) 25:09 1 Entrata. Allegro 03:30 2 Tempo ordinario d'un Menuetto 05:11 3 Allegro molto 02:18 4 Andante con variazioni 06:23 5 Allegro scherzando e vivace 02:09 6 Adagio - Allegro vivace e disinvolto 05:38 Ludwig van Beethoven / Theobald Boehm 7 nd Adagio from the 2 movement of the piano concerto Op. 15 09:59 Ludwig van Beethoven Serenade Op. 25 in D major for flute, violin, viola (1801) 23:59 8 Entrata. Allegro 03:23 9 Tempo ordinario d'un Menuetto 05:02 10 Allegro molto 02:06 11 Andante con variazioni 06:08 12 Allegro scherzando e vivace 02:05 13 Adagio - Allegro vivace e disinvolto 05:15 RUNNING TIME 59:16 LUDWIG VAN BEETHOVEN non gli impediva, peraltro, di essere comun - Il riposo del guerriero que e sempre sé stesso. Opere da camera con flauto Per tutti i 56 anni e qualche mese della sua vita, Ludwig van Beethoven fu afflitto da un C’è tutto un repertorio beethoveniano minore continuo bisogno di denaro. Quando morì, la cui importanza (e consistenza) non contra - alle cinque del pomeriggio del 26 marzo sta affatto con la quella delle opere maggiori, 1827, non possedeva praticamente nulla oltre anzi la integra e aiuta a chiarire meglio il ai due pianoforti che ingentilivano il dramma - mondo compositivo di questo autore la cui tico disordine dell’appartamento che abitava grandezza non cessa mai di stupire chiunque nel Convento degli Spagnoli Neri, a Vienna. si accosti alle sue opere. Per molti aspetti, Arrivato nella capitale asburgica dalla natìa Beethoven fu forse il più grande rivoluzionario Bonn nel 1792, a ventidue anni, il giovane che la storia della musica abbia mai conosciu - musicista era diventato bene presto uno dei to; il suo avvento sulla scena musicale euro - beniamini del pubblico viennese. Pianista for - pea sembra fungere da elemento separatore midabile, improvvisatore geniale, dotato di un tra un prima e un dopo dell’idea stessa del caratteraccio ispido e sospettoso che così comporre. Ma, si sa, nessuno può essere bene contribuiva alla creazione del personag - rivoluzionario per ventiquattro ore al giorno, gio, Beethoven aveva ben presto cominciato dodici mesi all’anno, per tutta la vita. Anche i a farsi conoscere anche come compositore e grandi rivoluzionari hanno bisogno di qualche a pubblicare le sue opere, accolte fin da subi - momento di relax , in cui possono adagiarsi to con legittimo sospetto dalla critica passati - nella normalità della vita quotidiana, nella sta che faceva capo alla severa «Allgemeine semplicità di un fare disteso e con minori pre - musikalische Zeitung» di Lipsia, dove le sue tese di originalità. L’uomo che scrisse la innovazioni e l’originalità di linguaggio delle Terza, la Quinta e la Sesta Sinfonia, il Fidelio , sue prime opere erano viste come fumo negli la Missa Solemnis , le ultime Sonate per piano - occhi. Fin da subito, e prima ancora di giun - forte e, soprattutto, gli ultimi Quartetti per gere al successo come sinfonista – cosa che archi – che costituiscono per così dire il limite fece solo intorno ai trent’anni – Beethoven oltre il quale le possibilità espressive della divenne famoso per le sue opere per piano - musica stessa paiono impossibilitate ad forte, arditamente originali e dotate di una andare –, quell’uomo in tutti i sensi fuori del carica innovativa addirittura dirompente. Oltre comune sapeva anche, all’occorrenza, scrive - che con queste opere, in cui più è evidente re in maniera meno impegnata, più tranquilla, l’impronta della sua personalità, Beethoven placidamente conforme ai canoni correnti, raccolse però consensi anche con lavori di rispettati in modo quasi pedissequo. Il che più modeste ambizioni e di più tradizionale 4 concezione, che piacevano anche ai critici editori con un comportamento, in fase di trat - oltre che al pubblico, come ad esempio il tativa, non meno spregiudicato. Finiva così Settimino op. 20 o la Serenata per violino, che spesso si rivelassero più remunerative, viola e violoncello op. 8, sulla cui bellezza tutti per lui, composizioni di più modeste ambizio - erano disposti a convenire. Erano appunto ni – come, ad esempio, i canti scozzesi che opere come queste che permettevano al gio - Beethoven armonizzò in gran copia e che vane Beethoven di racimolare qualche soldo, venivano pagati dagli editori britannici in visto che, col carattere che aveva, egli non sonanti sterline – piuttosto che le grandi e ebbe mai, per tutta la vita, un incarico ufficiale ambiziose opere sinfoniche, che erano tanto che gli permettesse di fare affidamento su costose da stampare quanto difficili da vende - introiti stabili e regolari, né a corte – dove era re. Opere, insomma, come quelle proposte visto anzi con un certo sospetto – né presso nel nostro CD, verso le quali il Beethoven qualche teatro o altra organizzazione musica - della piena maturità, perfettamente conscio le viennese. A complicare le cose si era poi del valore di quanto stava facendo, finì anche aggiunta, sempre intorno ai trent’anni, la sor - per mostrare, qualche volta, una specie di dità progressiva, che aveva reso il suo carat - (ingiusta) insofferenza. tere ancora più chiuso e riservato. È noto che, La Serenata in Re maggiore per flauto, violino per alleviare i suoi problemi economici, ad un e viola fu portata a termine da Beethoven certo punto tre nobili mecenati, il principe verso il 1797; l’editore Cappi di Vienna la pub - Lobkowitz, il conte Kinsky e l’arciduca blicò come op. 25 solo nel 1802. Si tratta dun - Rodolfo (di quest’ultimo Beethoven era anche que di un lavoro giovanile, che si inserisce nel insegnante privato di musica) si autotassaro - medesimo filone della Serenata op. 8 e del no per dotarlo di una rendita che, per quanto Settimino op. 20, e che può essere annovera - quasi mai pagata regolarmente e, dopo il to tra le opere più leggere e solari di tutta la 1809, falcidiata dall’inflazione, permise al produzione cameristica beethoveniana. Si musicista di tirare avanti stentatamente per articola in sette movimenti, secondo lo sche - tutta la vita. Gli editori, dal canto loro, faceva - ma classico della serenata viennese settecen - no il loro mestiere e quindi mercanteggiavano tesca, che prevedeva una marcia introduttiva, da una posizione di forza sul prezzo delle due minuetti (uno serio e uno più scherzoso) opere che acquistavano, pagavano poco e e due tempi lenti (uno dei quali, solitamente, non sempre erano puntuali nell’adempimento in forma di tema con variazioni). Uno dei dei loro impegni economici. Il diritto d’autore momenti più piacevoli e originali dell’intera non esisteva ancora e Beethoven – che se composizione è costituito proprio dal primo fosse nato appena un secolo dopo sarebbe tempo, una deliziosa Entrata (Allegro) piena di stato un uomo ricchissimo – ripagava i suoi humour e di garbata ironia. Il secondo movi - 5 mento, Tempo ordinario d’un Minuetto , ha un anche nella sua nuova veste per flauto e pia - andamento impettito e solenne, e presenta noforte la Serenata conserva i suoi caratteri ben due Trii , destinati a mettere in luce, rispet - piacevoli di musica di intrattenimento, ben tivamente, il violino e il flauto. Segue un lontana dagli ardimenti linguistici delle coeve Allegro molto , caratterizzato da un uso conti - opere pianistiche. nuo e tipicamente beethoveniano dello sfor - Completa il CD, infine, l’arrangiamento per zando . Il quarto tempo è un Andante con flauto e pianoforte del movimento lento, variazioni ; le tre variazioni, di carattere essen - Largo , del Concerto n. 1 in Do maggiore per zialmente ornamentale, sono riservate, di pianoforte e orchestra op. 15, lavoro portato a volta in volta, ad uno dei tre strumenti. termine da Beethoven nel 1798 e pubblicato L’ Allegro Scherzando e Vivace , assai breve, per la prima volta nel 1800. Autore della tra - prefigura già, nella sua disinvolta allegria, gli scrizione è Theobald Böhm (Monaco di atteggiamenti dei più tardi Scherzi strumenta - Baviera, 1794 - 1881), celebre virtuoso di flau - li, mentre il sesto tempo, Adagio , è una breve to e costruttore di strumenti, ideatore di un parentesi lirica prima del Finale , un Allegro nuovo tipo di flauto in metallo che rivoluziona - vivace esuberante e ricco di estro. Come ha va il sistema di chiavi fino ad allora in uso e scritto il massimo studioso italiano di che è rimasto sostanzialmente identico fino ai Beethoven, Giovanni Carli Ballola, «questa giorni nostri. “piccola musica notturna” beethoveniana, che sposa la leggerezza all’intimità espressi - Danilo Prefumo va, è il paradiso perduto dell’autore della Quinta Sinfonia; v’è chi, per lei, darebbe tutto il Quinto Concerto per pianoforte o il Finale Luisa Sello , definita dal New York Concert dell’Eroica: paradosso discutibile, ma perfet - Review artista dalla ‘avvincente passione e tamente comprensibile». spontanea cantabilità, con tecnica brillante, La composizione dovette essere subito accol - eccellente controllo del fiato, suono generoso ta da un buon successo perché circa un anno e grande charme, suona in tutto il mondo ed è dopo, nel 1803, Hoffmeister & Kühnel di artista scelta dal Ministero Italiano dei Beni Lipsia ne pubblicarono una versione per flau - Culturali per rappresentare la musica italiana. to e pianoforte che apparve come op. 41. Era Nel suo curriculum figurano i nomi di Riccardo stato realmente Beethoven ad arrangiare in Muti, Teatro alla Scala di Milano, Trevor questa nuova veste la sua composizione pre - Pinnock, Alirio Diaz, Wiener Symphoniker, cedente? Alcuni studiosi propendono per il Carnegie Hall, Juilliard School, Philippe no, suggerendo però che Beethoven abbia Entremont, Karl Leister, Bruno Canino, revisionato la trascrizione.