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4 TESORI FABRICA DI ROMA FABRICA di Roma

4 · Dalla Preistoria alla Protostoria

6 · I Falisci

12 · I Romani

14 · Novi

20 · La Via Amerina

22 · L’Alto Medioevo

24 · S.Maria in Falleri

40 · Nasce il Borgo

42 · Le Corporazioni

44 · La Rocca

53 · Il Palazzo dei Vico

54 · Il Duomo

64 · Il Palazzo Cencelli

70 · La Chiesa di Santa Maria della Pietà

72 · La Chiesa della Madonna della Vittoria

77 · La Chiesa di Santa Maria della Stradella

STORIA E LEGGENDE D’ITALIA 5 DALLAPreistoriA ALLAPROTOSTORIA

Gli altopiani tufacei con i loro ripidi pendii, umana in grotte prossime a sorgenti d’ac- scavati dal lavoro paziente di innumerevoli qua rivela un aspetto importantissimo del- corsi d’acqua, affluenti del Tevere, hanno la vita spirituale di questi uomini: il culto favorito fin dalla preistoria l’insediamento delle acque. Una frequentazione di questo dell’uomo in questo territorio. Le prime tipo è stata evidenziata nelle caverne cosid- attestazioni, seppure sporadiche, risalgono dette dell’Acqua, della Stipe e nella Grotta infatti al periodo acheulano e musteriano del Vannaro (Corchiano), di Monte Venere ma è solamente a partire dal Neolitico che sul lago di Vico (Caprarola) ed infine nelle le emergenze archeologico-monumentali e gallerie del (S. Oreste). i materiali ritrovati, nonostante le lacune e I dati raccolti dagli studiosi permettono di la frammentarietà della documentazione, ipotizzare un’economia basata prevalente- permettono di tracciare un quadro socio- mente sull’agricoltura e sull’allevamento economico coerente. del bestiame, con la caccia divenuta de- I luoghi dove si è accertata una frequen- cisamente un’attività di secondaria im- tazione antropica sono cavità naturali di portanza. Fin da questa età, si attestano modeste dimensioni che si aprono lungo scambi materiali e culturali con altri terri- costoni a picco, in prossimità dei corsi tori dell’Italia peninsulare e in particolare d’acqua tributari del Tevere, che offrono con l’area adriatica, da cui provenivano le un riparo naturale e sicuro. ossidiane, le pietre verdi utilizzate per la Rarissime sono, invece, le tracce di abitati fabbricazione di accette e ceramiche. all’aperto come quelle accertate nel terri- Nell’età del Bronzo, le ricerche topogra- torio di Corchiano e di Sutri. La presenza fiche evidenziano una diminuzione delle

6 TESORI FABRICA DI ROMA DALLAPreistoriA ALLAPROTOSTORIA

sedi antropiche, che si caratterizzano per di economia misto, basato prevalentemen- l’utilizzo ininterrotto di precedenti ripari in te sulla pastorizia e l’allevamento del be- grotta (ad esempio, la Grotta del Vannaro), stiame e sull’agricoltura. Anche la caccia mentre iniziano a diffondersi insediamenti e la pesca (interessante il ritrovamento di in posizioni aperte e in prossimità dei corsi numerosi ami in bronzo) venivano pratica- d’acqua (insediamento di Monte Venere). te, pur rimanendo attività secondarie. I pochi scavi sistematici relativi a questa Nel momento di passaggio dal Bronzo re- fase del Neolitico, che tuttavia hanno in- cente al Bronzo finale, fase culturalmente teressato entrambe le tipologie d’insedia- definita protovillanoviana (metà del XII mento (quello sul sito di Narce, condotto - fine del X secolo a.C.), la distribuzione dalla Soprintendenza alla Preistoria e al- degli insediamenti nel territorio cambia ra- l’Etnografia e dalla Scuola Britannica) dicalmente, passando dalle posizioni aper- hanno permesso una ricostruzione detta- te del periodo precedente all’occupazione gliata dell’assetto socio-economico del di rilievi, naturalmente protetti, o difesi, tempo. L’insediamento a capanne, sulla nei lati più accessibili, da fortificazioni ar- riva sinistra del fiume Treja, era dotato tificiali. di un’area monumentale, probabilmente I principali centri dell’età del Ferro: Falerii un’area sacra, che testimonierebbe una Veteres () e Narce (Cal- specializzazione del lavoro avvenuta in cata), per citare solo i siti più importanti, si seno alla comunità. sviluppano su insediamenti protovillano- La presenza di resti ossei animali, riferibili viani, divenute successivamente acropoli ad ovini, bovini e suini, ricostruisce un tipo dei nuovi centri.

STORIA E LEGGENDE D’ITALIA 77 I Falisci Nell’età del Ferro il quadro di po- polamento che era andato deli- neandosi nel periodo proto- villanoviano, vede sorgere nuovi ed importanti centri (Corchiano, Vignanello) e l’emergere di altri egemoni, quali Narce e Falerii (Vete- res, la definirono i moderni eruditi per distinguerla dalla fondazione omonima del 241 a.C., che gli stessi chiamarono Novi). Ancora in età proto- storica, sulle inespugnabili alture tufacee, inizia così la storia di un popolo che raggiunse un notevole livel- lo di civiltà: i Falisci, una etnia particolare e diversa che parla una lingua tutta sua, secondo la famosa de- finizione di Strabone (V, 22).

8 TESORI FABRICA DI ROMA Il Tevere e i numerosi affluenti rendevano losanga di bronzo, mentre pendenti e ca- partecipi i Falisci dei traffici commercia- tenelle con pendagli arricchivano i tes- li gravitanti sulla bassa e media valle del suti della donna insieme a fibule di vario Tevere, manifestando in essi una cultura tipo, a collane d’ambra, di pasta vitrea aperta alle influenze esterne, soprattutto e di faїence, queste ultime con pendenti etrusche ma anche sabine ed umbre. Già rappresentanti divinità egizie e scarabei. nell’VIII secolo a.c., giungono oggetti Una splendida collana in oro, interpre- d’importazione di provenienza greca e tata come un amuleto e simile al moni- orientale che completano gli straordinari le della bambina, completava la ricca corredi funerari di un ricco ceto sociale, parure di oggetti ornamentali. Il loculo formatosi grazie al controllo di quelle conteneva il resto del corredo, rappre- stesse vie di comunicazione. sentato da vasellame in ceramica. Nel corso di questo secolo si assiste al A parte questi interessanti oggetti di graduale passaggio dal rito incineratorio provenienza estera, anche la cultura ma- a quello dell’inumazione: le più anti- teriale dei Falisci non va certo sottova- che tombe a pozzo (semplici, con lutata. La ceramica d’impasto, di produ- l’unica fossa che accoglie l’olla per zione locale, proveniente dalle necropoli le ceneri del defunto, o con locu- di Falerii, mostra infatti una vivacità di lo per il corredo) lasciano il posto forme, dagli ornati spesso plastici ed alle tombe a fossa, semplici o di excisi (come i caratteristici kantharoi, grandi dimensioni, provviste di altrimenti detti karkesia), che dà la mi- loculo, parietale o contiguo, per sura dell’originalità propria di questo il corredo funebre. popolo. La deposizione spesso avviene su Nella prima metà del VII sec. a.C. com- tavolati lignei o in tronco d’albe- paiono le prime tombe a camera, che ro e, per gli individui più ricchi, esprimono la volontà di affermazione in sarcofagi di tufo con coperchio individuale di una comunità in rapida a tetto displuviato. Interessante il ascesa, anche attraverso le forme mo- caso di una tomba a fossa scavata numentali dell’architettura funeraria. nella necropoli di Monte Lo Greco Un secolo più tardi, si elaborerà una ti- nel territorio di Narce, per la ric- pologia originale, che informerà di sé il chezza dei corredi in essa ritrovati territorio falisco: la tomba a camera con (oggi al Museo dell’Agro Falisco loculi parietali, chiusi da tegole e spesso di Civita Castellana). Un unico disposti su più file sovrapposte. L’inda- grande sarcofago di tufo a co- gine archeologica ha evidenziato un uti- perchio testudinato, conteneva lizzo prolungato di questo tipo di tombe, le sepolture, di una donna e di che in alcuni casi si protrae addirittura una bambina, evidentemente fino ad età ellenistica, segno di una forte madre e figlia, sontuosamente continuità gentilizia. abbigliate: le vesti erano fer- Nel corso del VI e del V sec. a.C. il com- mate in vita da un cinturone a mercio destinato all’area falisca si arric-

STORIA E LEGGENDE D’ITALIA 9 chisce dei prodotti ceramici attici, prima rosse. La ricca città inizia un nuovo pro- a figure nere e poi a figure rosse, molti gramma edilizio che, ancora una volta, dei quali opera d’importanti maestri. interessa le aree sacre con la costruzione In questa fase Falerii accresce la sua di due nuovi e monumentali templi, uno ricchezza ed il suo potere, divenendo, a nel santuario di Celle e l’altro in quello scapito di Narce, l’unico centro egemo- urbano dello Scasato. Il livello artistico ne della ‘nazione’ falisca. Quale segno della coroplastica raggiunge ora punte evidente della potenza acquisita, l’abita- altissime con le terrecotte votive e la to ora raggiunge la sua massima esten- decorazione fittile degli edifici templari, sione, occupando l’intero pianoro. Im- esemplificati dal famoso ciclo frontana- portanti santuari si sviluppano a Vignale le dello Scasato, conservato al Museo di e a Sassi Caduti dopo il 500 a.C., som- Villa Giulia a Roma. mandosi a quelli già presenti e dunque Questo periodo di prosperità coinvol- all’antico santuario federale suburbano ge anche i centri settentrionali, in par- di Celle, dedicato a Giunone Curite, e al ticolare Corchiano e Vignanello, ma la santuario delle Acque presso il fosso dei caduta di Veio e di (396-395 Cappuccini. a.C.) e l’entrata nella sfera politica ro- Nell’area urbana, in località Scasato, mana di Nepi e Sutri sono i primi sentori sorgeva un edificio templare a tre - cel delle pericolose mire espansionistiche le, da cui proviene la bella testa fittile di Roma. di Zeus d’influenza fidiaca. Il periodo di splendore si protrarrà fino al IV sec. a.C., quando Falerii sostituisce la ce- ramica d’importazione attica, scaduta a livelli di produzione di serie, con una produzione propria a figure

10 TESORI FABRICA DI ROMA IROMANI

La capitale dei Falisci, Falerii Veteres, avvertì subito la grave minaccia dell’espansionismo romano e già nel 402 a.C. si al- leò con Veienti e Capenati per contrastarla. La sconfitta delle alleate tra il 396-395 a.C., aggravata dall’entrata di Nepi e Sutri nella sfera romana, costrinse Falerii, stretta d’assedio dal dittatore M. Furio Camillo, ad un immediato trattato di pace nel 394 a.C. I Falisci che fino a questo momento mantenevano intatto il pro- prio territorio, aprirono le ostilità invadendo e saccheggiando il territorio romano fino alle Saline e nel tentativo di liberarsi dell’odiata rivale, affiancarono nella guerra che si combatté dal 357 al 351. Ma i tempi per i due popoli erano ormai funesti e le città insorte furono di nuovo sottomesse a Roma. Più di cinquanta anni dopo, all’ennesimo scontro e ad una nuova sconfitta seguiva un trattato di pace perpetua, ma la ribellione del 241 segnò per sempre il destino della città con una punizione esemplare: la distruzione della città. Roma ot- teneva così il controllo e la pacificazione dell’intero territorio e con le colonie latine dedotte da tempo nei territori di Nepi e Sutri chiudeva definitivamente un periodo di duri scontri.

12 TESORI FABRICA DI ROMA FALERII

14 TESORI FABRICA DI ROMA NOVI Nel 241 a.C. la capitale dei Falisci, Falerii Ad essi era collegata una viabilità minore Veteres, è conquistata e distrutta dai Ro- che formava la maglia urbana, delimitan- mani. La ribellione della città che rompe do isolati regolari: strade lastricate larghe così il trattato di pace perpetua che vigeva 2,80 metri e fiancheggiate da marciapie- a partire dal 293 a.C. con Roma, ha con- di in blocco di tufo squadrato, sono state seguenze irreparabili: la città è distrutta e messe in luce durante i saggi ottocente- sostituita da una nuova fondazione a po- schi, mentre gli scavi condotti tra il 1969 chi chilometri di distanza e in un luogo e il 1975, hanno evidenziato un isolato ad pianeggiante, difficilmente difendibile, ovest dell’incrocio della via Amerina con mentre metà del suo territorio è confisca- il decumano. L’area che si ipotizzò come to ed entra a far parte dell’agro pubblico prossima al foro, risultò occupata da un romano. podio monumentale forse pertinente ad un Nasce così, sotto le direttive ed il controllo tempio o comunque ad un importante edi- di Roma, che dà l’avvio, a tut- ficio pubblico (attualmente, l’emergenza ti gli effetti, al lento ma efficace processo archeologica più significativa all’interno di romanizzazione del territorio falisco. di Falerii). Le fonti antiche tacciono sullo status giu- La città fu subito cinta da imponenti mura, ridico originario della città mentre le nu- costruite con blocchi squadrati di tufo e merose epigrafi provenienti dal sito e po- rinforzate da 50 torri rettangolari, 4 porte steriori all’89 a.C. (data in cui, in seguito principali e 5 secondarie. alla guerra sociale, Roma concede ai suoi In età augustea fu costruito il teatro, l’uni- alleati la cittadinanza romana), accertano co dell’agro falisco, che venne interamen- il raggiungimento dello status di munici- te scavato tra il 1829 e il 1830. Nel tempo pium romanum. l’edificio si è interrato, così che oggi si può Come tutte le fondazioni nuove ad opera localizzare solo grazie all’avvallamento di Roma, Falerii Novi ebbe un impianto del terreno, rimanendo chiaramente leggi- urbanistico regolare, basato su due assi bile nelle foto aeree. stradali principali che si incrociano per- Dai rapporti di scavo di quegli anni sappia- pendicolarmente al centro della città, mo che la cavea era in peperino, mentre le il decumano e il tratto urbano della via piante, seppure incomplete del Cazzaniga Amerina, che l’attraversa da nord a sud. e del Vespignani, mettono bene in eviden-

STORIA E LEGGENDE D’ITALIA 15 za i muri radiali di sostegno. Un importan- misurano m 63 x 40 circa), te- te apparato decorativo fu allora riportato stimonia la passione per i munera alla luce, probabilmente proveniente dagli (i ludi gladiatori), diffusa in tutte le intercolumni e dal frons scaenae (l’edifi- città romane dell’Impero. cio scenico, che si innalzava alle spalle L’evergetismo privato, quindi, che ha do- del palcoscenico, in genere scandito da tato la città di un teatro e di un anfiteatro, ordini di colonne, nicchie, esedre decora- come solo le maggiori città dell’Impero, te con statue che riproducevano divinità, ci documenta la prosperità economica di esponenti della famiglia imperiale e della Falerii Novi. politica locale e lo stesso imperatore, che L’anfiteatro, in opera cementizia e con con la sua immagine diveniva il garante paramento in blocchi di tufo e peperino, è simbolico della vita stessa della città). tuttora visibile percorrendo la strada pro- Il materiale proveniente da questo edificio vinciale Civita Castellana- Fabrica. Dai è purtroppo andato disperso nel mercato testi epigrafici conosciamo poi l’esistenza antiquario ma una statua femminile di di- di portici, edifici di culto e terme. mensioni colossali con cornucopia si con- L’antica città falisca di Falerii Novi o me- serva ancora al Museo di Berlino, mentre glio Civitas Falisci, per abbandonare la due statue di sileno addormentato, orna- denominazione erudita ed adottare quella menti di fontana, sono esposte al Museo utilizzata nelle fonti scritte latine, pur es- del Louvre. sendo stata privata di ogni funzione giuri- Materiali preziosi provenienti dalle pro- dica e strategica, rimane probabilmente un vince, come colonne in marmo africano centro religioso di primaria importanza, e giallo antico, testimoniano lo splendore attraverso i santuari nelle località Vignale, di questo edificio e la ricchezza della città lo Scasato, Celle e Sassi Caduti e la sede di raggiunta in questa epoca. un mercato, durante le celebrazioni sacre. La costruzione del teatro, quale edificio Lungo i principali assi stradali che collega- gradito ad Augusto ed assunto a simbolo vano Falerii Novi agli altri centri del terri- dell’autorità imperiale, diviene un atto di torio sorgono le numerose necropoli della fedeltà a Roma e un modo efficace, per città: ad ovest, lungo la strada per Sutri, le quei ricchi cittadini o per le autorità che necropoli di Pian di Cava e dei Pontoni; finanziarono l’opera, di emergere presso ad est lungo la strada per Falerii Veteres, l’imperatore. In quegli stessi anni fu rin- la necropoli dei Tre Camini; a nord e a sud venuto un edificio a pianta circolare nei le necropoli della via Amerina. pressi del teatro, che secondo il Pasqua- A sud del Rio del Purgatorio, le catacom- lis, sulla base delle antefisse qui ritrovate, be dei SS. Gratiliano e Felicissima, testi- poteva ricondursi ad un tempio dedicato a moniano la vita spirituale della numerosa Bacco. comunità cristiana del centro urbano, du- A nord della città fuori dal circuito mu- rante i secoli IV e V. Secondo la tradizione rario si innalzava il secondo edificio da i due martiri sarebbero stati sepolti qui e il spettacolo, l’anfiteatro, che seppure di culto, che da allora si sviluppò, determinò dimensioni modeste (gli assi della cavea la costruzione di una piccola chiesetta.

16 TESORI FABRICA DI ROMA