Alessandro Cesareo

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Alessandro Cesareo 1 Alessandro Cesareo L'EPISTOLARIO DI COLUCCIO SALUTATI ED IL CARTEGGIO CON FRANCESCO PETRARCA COME ESEMPIO DI LATINO UMANISTICO: UNA RICERCA FILOLOGICO-LETTERARIA. TESIS DOCTORAL Director: Ángel Sierra De Cózar Codirectora: Michelina Vermicelli FACULTAD DE FILOSOFÍA Y LETRAS DEPARTAMENTO DE FILOLOGÍA CLÁSICA MADRID, DICIEMBRE DE 2014 2 INDICE INTRODUCCIÓN Y CONCLUSIONES 7 PREAMBOLO 10 CAPITOLO I : COLUCCIO A PETRARCA E SUL PETRARCA: I PROTAGONISTI E LE OPERE. I.1 Un primo profilo di Coluccio Salutati uomo politico e cancelliere. 29 I.2. L'importanza dell’Epistolario del Salutati. 38 I.3. Coluccio Salutati e Francesco Petrarca: alcuni punti di contatto. 53 I.4. Gli autori e le biblioteche. 61 I.5. Petrarca nell’opinione di Coluccio: una prima presentazione. 68 I.6. Alcune scelte politiche di Coluccio. 79 I.7. Un profilo di Francesco Petrarca. 102 I.8. Coluccio e l’ambiente petrarchesco. 119 I.9. Coluccio Salutati tra impegno politico ed amore per gli studia humanitatis. 149 1.10. Alcune considerazioni. 163 CAPITOLO II : INTRODUZIONE AL CARTEGGIO SALUTATI-PETRARCA. II.1.Natura e tipologia dell'Epistolario del Salutati. 169 II. 2. La serie delle Epistulae indirizzate a Francesco Petrarca. 185 II. 3. Coluccio scrive sul Petrarca a: Roberto Guidi, Benvenuto da Imola, Lombardo della Seta, Giovanni Bartolomei, Poggio Bracciolini. 238 CAPITOLO III : IL CARTEGGIO DI SALUTATI AL PETRARCA, E AD ALTRI SUL PETRARCA: TESTO LATINO, TRADUZIONE E NOTE. III. 1. Prima lettera al Petrarca. 269 III. 2. Seconda lettera al Petrarca. 274 III. 3. Terza lettera al Petrarca. 286 III. 4. Quarta lettera al Petrarca. 298 III. 5. Quinta lettera al Petrarca. 304 III. 6. Lettera a Roberto Guidi, conte di Battifolle. 314 III. 7. Lettera a Benvenuto da Imola. 342 III. 8. Lettera a Lombardo della Seta. 350 III. 9. Lettera a Giovanni Bartolomei da Firenze. 385 III. 10. Lettera a Poggio Bracciolini. 405 CAPITOLO IV : IL LATINO DI COLUCCIO: UN’APPROSSIMAZIONE. 457 APPENDICE 495 3 FRANCESCO PETRARCA: UNA PRESENZA DIFFUSA NELL'EPISTOLARIO DEL SALUTATI Lettera di Petrarca a Coluccio 500 CONCLUSIONI 537 BIBLIOGRAFIA 563 4 INTRODUCCIÓN Y CONCLUSIONES 5 La investigación que se desarrolla en las páginas siguientes es fruto de una experiencia de supervisión conjunta que ha resultado ser especialmente útil por haber fusionado y armonizado dos métodos diferentes de trabajo y dos maneras distintas de abordar el tema: por un lado, el texto de las cartas de Salutati a Petrarca y sobre Petrarca, su traducción del latìn al italiano, su análisis e interpretación, y de otro, el contexto histórico, político y cultural en que nacieron. El trabajo desarrollado aquí nace, de hecho, inicialmente de la voluntad de entender el significado y valor que podría atribuirse a la correspondencia entre el humanista Coluccio y Francesco Petrarca; un planteamiento que en el curso de su desarrollo se ha ido enriqueciendo, de un modo, por así decir, casi natural, con nuevas ideas y horizontes más amplios, al añadir a las cinco cartas dirigidas por Salutati a Petrarca y la única respuesta de este último, otras cinco epístolas escritas por Coluccio a Roberto Guidi, Benvenuto da Imola, Lombardo della Seta, Giovanni Bartolomei y Poggio Bracciolini, cuyo tema fundamental es Petrarca. Esta ampliación de nuestro objeto de estudio abrió, como hemos dicho, nuevas perspectivas de trabajo, de reflexión y análisis, más allá de lo contemplado en el proyecto inicial, circunscrito a la cuestión central del carteo Salutati-Petrarca, que representa una fase de las relaciones entre el poder político y el Papado, que, independientemente de no haber alcanzado el efecto previsto, mantiene el indudable interés derivado de la personalidad de sus protagonistas. Los nuevos temas planteados por los textos adicionales se proyectan sobre campos más amplios: por mencionar solo los más evidentes, la relación de la alta burguesía con los studia humanitatis adorados por Coluccio, su teoría de la superioridad del humanismo cristiano, y, en conexión con esta, la querelle entre los antiguos y los modernos, es decir: Petrarca. La parte de análisis e interpretación incide especialmente en el contexto propio del planteamiento inicial: en la personalidad y la peripecisa vital de los protagonistas y en su acción en el campo de las complejas relaciones entre la República florentina y el Papado. Para contextualizar de igual modo las controversias suscitadas en los nuevos textos harían falta no una, sino varias tesis… Desde el punto de vista filológico, creemos que el trabajo realizado tiene el valor añadido de haber hecho accesibles a estudiosos de estas nuevas cuestiones de interés más general, importantes testimonios, tal vez fuera de su alcance por estar en latín. Por otro lado, si la ampliación de los textos estudiados no nos ha permitido profundizar en la interpretación y el comentario literario y retórico de los inicialmente previstos, en cambio, el análisis inherente a toda traducción rigurosa nos ha introducido en un terreno todavía poco frecuentado: el de la lengua y el estilo del latinista Coluccio, para el que el corpus inicial habría sido insuficiente. Sobre este tema se ofrece aquí un trabajo preliminar y propedeútico, aunque, esperamos, no carente de interés. El trabajo se cierra con un apéndice que en cierto modo completa las dos perspectivas, añadiendo a los documentos esenciales de la relación Salutati-Petrarca, un copioso índice de citas y 6 referencias dispersas en todo el voluminoso epistolario de Coluccio, que enriquecen y matizan perfil biográfico y simbólico de dos de las personalidades más notables de las dos generaciones a las que representan. PREAMBOLO 7 8 Un umanista toscano, notaio, giurisperito, cancelliere ed uomo di Stato, forte di una consumata esperienza di tipo politico derivantegli dal suo permanere in importanti incarichi di tipo istituzionale e, per converso, un illustre poeta lirico, meglio noto ai più per aver operato, all'indomani della diffusione della Commedia di Dante, un importante rinnovamente espressivo e formale, più evidente nelle scelte poetiche da lui stesso portate avanti e rese famose dall'entità e dalla rilevanza assunte dai Rerum vulgarium fragmenta, costituiscono i due prestigiosi interlocutori della presente ricerca. Intento precipuo della stessa è quello di dimostrare come risulti di fatto possibile cogliere la sussistenza di un'intesa politica che, anche se non resa del tutto debitamente esplicita, costituisce un importante punto di riferimento per la progettazione e per la realizzazione di un disegno politico che, inizialmente nato solo come una riflessione maturata in senso agli interessi di un letterato, avrebbe invece potuto costituire, nelle modalità e nei tempi previsti, un'importante occasione per porre sotto gli occhi degli uomini politici del tempo tanto il problema della vacatio istituzionale provocata dal periodo avignonese del Papato che quello, altrettanto significativo, dell'identità della Signoria e del ruolo politico da assegnare alla stessa. Il presente progetto di ricerca, interamente fondato sullo sviluppo e sull'analisi, linguistica, letteraria e storica di un carteggio comprendente in tutto dieci lettere, contribuisce a cogliere e ad esplicitare con la necessaria chiarezza e con la dovuta ricchezza di dettagli il profondo, ineludibile significato di carattere politico contenuto nelle missive e relativo ad una situazione senza dubbio particolare, di cui le epistole in questione riescono a cogliere i tratti maggiormente salienti e gli elementi degni di riflessione e di nota. Essi vengono così ad essere agevolmente trasposti su di un piano politico ben più ampio ed attraente di quello meramente riconducibile alle attività svolte all'interno di una sola Signoria o portate avanti da un solo signore, il che contribuisce, benchè solo implicitamente, a rendere l'uomo investito da incarichi di tipo istituzionale e pubblico progressivamente consapevole dei limiti imposti alla sua stessa azione, nonché dell'entità e della portata delle attività da lui stesso poste in essere, soprattutto se le stesse afferiscono, nel contempo o di rimando, a situazioni familiari o personali caratterizzate da ampie ed inarginabili difficoltà. Non bisogna dimenticare, inoltre, che molte delle circostanze all'inteno delle quali i protagonisti della presente ricerca si trovarono di fatto ad operare risultano, riconducibili ad una realtà politica senza dubbio assai complessa e multiforme, a sua volta caratterizzata da un'identità di crisi, di contrasto e di cambiamento. Coluccio Salutati e Francesco Petrarca sono, pertanto, i due protagonisti di questo percorso che si dipana all'interno di un Epistolario e che, oltre a costituire una significativa testimonianza dell'impiego del latino come lingua veicolare, fornita di un lessico specifico e di un'adeguata struttura di carattere sintattico all'interno della cultura dell'Umanesimo, rappresenta anche un'attendibile memoria politica relativa all'andamento delle vicende che, nella seconda metà del Trecento, hanno ampiamente contrassegnato un'epoca, una mentalità, un costume e, quindi, anche uno stile di vita. Era, forse, ciò di cui si aveva maggiore bisogno nel senso della caratterizzazione di questo o di quell'individuo che, chiamato a svolgere un ruolo preciso e ben definito in una compagine statale 9 in via di costituzione e di caratterizzazione, era dunque interpellato ad agire e ad intervenire in prima persona all'interno di una realtà politica, sociale e civile in fase di definzione e di stabilizzazione. Nel condurre l'importante tentativo
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