Cefalonia: Anamnesi Di Una Tragedia
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Università degli Studi di Roma “La Sapienza” A.A. 2003-2004 Facoltà di Lettere e Filosofia Tesi di Laurea Cefalonia: anamnesi di una tragedia L’eccidio della Divisione Acqui a Cefalonia nella costruzione locale della memoria: immagini, sensi, luoghi Studente: Emilio Giaccio Relatore: Maria Minicuci Co-relatore: Renata Ago 1 PREMESSA............................................................................................... 4 INTRODUZIONE........................................................................................ 7 LA DIVISIONE ACQUI A CEFALONIA ................................................... 29 1.1 – L’arrivo in Grecia e l’occupazione di Cefalonia: motivazioni e svolgimento..................29 1.2 – Settembre 1943: la lotta e le stragi......................................................................................40 1.2.1 – 15-22 settembre 1943: la battaglia ...................................................................................43 1.2.2 – La divisione “Edelweiss” e le stragi .................................................................................46 1.3 – Dopo l’eccidio: la sorte dei sopravvissuti ed i processi......................................................50 1.3.1 – I processi ............................................................................................................................52 LA MEMORIA SENSIBILE...................................................................... 54 2.1 – Immagini, sensorialità, ricordo ...........................................................................................54 2.2 – Immagini mentali e memoria ..............................................................................................66 2.3 – “L’immagine” del ricordo ...................................................................................................70 2.4 – Sensorialità del ricordo, ricordo della sensorialità............................................................76 2.5 – L’odore del ricordo ..............................................................................................................86 2.6 – Passi “lenti”, passi “pesanti”: ascoltare la memoria .........................................................95 2.7 – Immagini di una quotidianità violata ...............................................................................107 2.8 – L’esperienza del passato: le stragi come “buco nero” della memoria ...........................116 2.9 – Il distante “vicino”, il distante “distante”: immagini dell’alterità .................................122 2.9.1 – L’incolmabilità di una distanza: il tedesco....................................................................123 2.9.2 – Il distante “vicino”: l’italiano.........................................................................................127 2.9.2.1 – “Con gli italiani si poteva parlare”: la “voce” e la costruzione di una vicinanza ...138 2.10 – Corelli e San Gerasimo: lo scontro delle immagini .......................................................145 2.10.1 – La processione del Santo...............................................................................................155 2 2.10.2 – “Questa non è Cefalonia”: la Processione ed il Mandolino .......................................165 LE DIVISIONI DELLA MEMORIA ......................................................... 171 3.1 – Memorie culturali e divisioni del ricordo.........................................................................171 3.2 – Un solco nella memoria locale ...........................................................................................178 3.2.1 – L’episodio delle motozattere...........................................................................................181 3.2.2 – Pampaloni ed Apollonio tra “colpa” ed “eroismo” ......................................................185 3.3 – La memoria ed i confini dell’identità nazionale ..............................................................196 4.3.1 – La ritualità commemorativa: fondazione di una differenza........................................201 4.2.2 – I segmenti della memoria: monumenti e comportamenti sociali.................................212 COSTRUENDO UN LUOGO DELLA MEMORIA: TROIANATA........... 223 4.1 – Localizzare il passato: i “luoghi della memoria”.............................................................223 4.2 – Le stragi: una topografia della memoria..........................................................................228 4.2.1 – Luoghi del presente, tracce del passato: ripercorrendo le stragi ................................232 4.2.2 – La morte nella memoria dei luoghi................................................................................235 4.2.3 – Interpretare i luoghi: la “casetta rossa” ed il ricordo italiano ....................................239 4.3 – Le stragi nel concreto: Troianata......................................................................................245 BIBLIOGRAFIA..................................................................................... 258 3 Premessa Negli ultimi anni sembra aver avuto luogo una diffusa “riscoperta” di uno degli eventi meno conosciuti tra quelli riguardanti le vicende e la sorte, spesso tragica, delle truppe italiane dislocate all’estero nel corso della seconda guerra mondiale: si tratta, nello specifico, dell’eccidio della divisione “Acqui”, avvenuto sull’isola greca di Cefalonia nel settembre del 1943. La seguente trattazione sarà orientata, comunque, non da una pretesa di ricostruzione della verità storica riguardante i fatti in oggetto, né da una esaustiva ricognizione delle dinamiche e delle vicende belliche, quanto piuttosto dall’analisi antropologica di particolari “memorie”, le quali sono state sinora – senza dubbio – trascurate in gran parte degli studi dedicati all’argomento: ossia quelle prodotte, localmente, a Cefalonia. Questa tesi rappresenta, infatti, il risultato di una ricerca da me condotta sull’isola greca tra l’ottobre del 2003 e l’agosto del 2004, nel corso di due prolungati soggiorni (più un terzo viaggio di minor durata). Lo svolgimento del lavoro sul campo ha previsto, anzitutto, l’adozione di una metodologia d’indagine basata sul colloquio (spesso informale) e l’intervista, allo scopo di cercare di cogliere i percorsi e le modalità che determinano la costruzione sia di una “memoria pubblica” che di memorie “individuali” o “private” riguardanti l’accadimento. Le narrazioni orali dell’evento sono state quindi utilizzate come filo conduttore dell’analisi; quest’ultima è stata svolta, inoltre, porgendo particolare 4 attenzione alla “sensorialità” manifestata all’interno delle testimonianze raccolte, attraverso la quale il ricordo del passato sembra divenire un canale privilegiato per l’espressione e la comunicazione di interpretazioni e giudizi alquanto condivisi. I racconti rilevati sono stati analizzati, inoltre, alla luce della loro capacità di render conto di rappresentazioni interpretative del passato locale spesso conflittuali, rivelatrici del dispiegamento di specifiche strategie sociali di definizione identitaria dei diversi gruppi compresenti nell’ambito isolano. Sono stati adoperati, allo scopo, riferimenti a pratiche cerimoniali, rituali e commemorative la cui centralità – nel contesto della vita sociale isolana – meriterebbe, di certo, una trattazione più approfondita e circostanziata rispetto a quella fornita (per ovvi motivi) in questa sede. Le “fonti” qui utilizzate sono, quindi, di natura essenzialmente orale – integrate, per quanto possibile, da un corpus documentario scritto che, perlomeno in riferimento alla produzione greca riguardante gli eventi dell’occupazione italiana e del settembre del 1943, si è dimostrato essere abbastanza esiguo. Una riflessione necessariamente provvisoria, quella di seguito proposta, riguardante un “punto di vista” – quale quello locale, espresso nei confronti degli episodi in questione – certamente da approfondire. 5 Vorrei esprimere immensa gratitudine a quanti hanno concorso, in Italia come a Cefalonia, con pazienza e disponibilità, al compimento del presente lavoro. In particolare, desidero ringraziare l’Associazione Italo-greca di Cefalonia ed Itaca “Mediterraneo”, padre Severino Trentin, Clotilde Perrotta e Bruna De Paula per la generosa disponibilità e per l’essenziale contributo fornitomi in loco. Altrettanto sentiti ringraziamenti vanno agli altri amici cefalioti, in particolare a Beatrice Ipekian, Lia Stefanitsi, Gerasimo Lalìs, Falì Zapanti, Elli e Iolanda Gorno; a Spìros Vangelàtos, fondamentale presenza. Allo stesso modo ringrazio sentitamente Alexandra Bernitsa (presidentessa della Comunità Ellenica di Roma e del Lazio) e Nikos Alexandratos, per il sostegno fornitomi prima della mia partenza per l’isola, così come il prof. Enzo Orlanducci, segretario generale della ANRP. Desidero inoltre esprimere profonda gratitudine e riconoscenza nei confronti della prof.ssa Maria Minicuci, per aver reso possibile, con la sua insostituibile guida, i consigli e la pazienza dedicatami, la realizzazione della presente tesi. 6 Introduzione «Cefalonia è l’isola straniera nella quale sono rimasti vittime il più gran numero di militari italiani, avendovi trovato distruzione e morte l’intera divisione “Acqui” in un collettivo spaventoso massacro di cui penso che ben pochi riscontri vi siano nella storia dei secoli». Sono queste le parole con le quali padre Romualdo Formato, all’epoca cappellano militare presso il 33° reggimento artiglieria della Divisione, ha ricordato l’isola