XII° Ciclo LE FIBRE TESSILI ARTIFICIALI in ITALIA
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Università degli Studi di Pisa Facoltà di Economia e Commercio Corso di dottorato in Storia Economica - XII° Ciclo LE FIBRE TESSILI ARTIFICIALI IN ITALIA DAI PRIMI DEL NOVECENTO ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE Coordinatore e relatore: Chiar.mo Prof. Tommaso Fanfani Canditata: Dott.ssa Marcella Spadoni Anno accademico: 1999/2000 INDICE ( pagine) ABBREVIAZIONI ARCHIVISTICHE 4 INTRODUZIONE 7 PARTE PRIMA : IL PRODOTTO ED IL SUO COLLOCAMENTO SUL MERCATO CAPITOLO I LE FIBRE TESSILI ARTIFICIALI 1.1 I precursori 15 1.2 Le principali tecniche produttive 18 1.3 Filati artificiali di origine vegetale e animale 22 1.4 I miglioramenti qualitativi 28 1.5 Gli utilizzi 30 CAPITOLO II LA PRODUZIONE E LA DISTRIBUZIONE 2.1 L'andamento della produzione 33 2.2 I prezzi 38 2.3 Le vendite in Italia e all'estero 40 2.4 L'influenza della pubblicità 49 PARTE SECONDA : IL SETTORE CAPITOLO I GLI IMPRENDITORI ED IL MANAGEMENT 1.1 Riccardo Gualino l'"immaginifico"speculatore 54 1.2 Il consiglio di amministrazione della SNIA durante la presidenza Gualino 70 1.3 Senatore Borletti e Franco Marinotti 78 1.4 La Châtillon e gli uomini della Comit 83 2 1.5 Paolo Orsi Mangelli industriale serico 86 CAPITOLO II STRUTTURA ED ORGANIZZAZIONE PRODUTTIVA 2.1 Le principali società italiane 93 2.2 L'integrazione orizzontale e verticale 102 2.3 Le strategie di espansione all'estero 106 2.4 La localizzazione industriale 108 2.5 Gli altri paesi produttori: cenni 112 2.6 I cartelli nazionali e internazionali 120 CAPITOLO III I NODI GESTIONALI E LE PERFORMANCES AZIENDALI 3.1 L'approvvigionamento di capitale 128 3.2 Le immobilizzazioni tecniche ed il loro ammortamento 152 3.3 Le materie prime e l'energia 155 3.4 Consistenza, composizione e condizioni di vita della manodopera 163 3.5 Spese per la manodopera: salari, previdenza sociale ed edilizia abitativa 171 3.6 Le esternalità 177 3.7 Alcune considerazioni sulla contabilità. I casi di window dressing 181 3.8 I risultati economici 184 CONCLUSIONI 189 ALLEGATI 193 FONTI ARCHIVISTICHE 281 BIBLIOGRAFIA 283 3 ABBREVIAZIONI ARCHIVISTICHE AC = Archivio della Confindustria, Roma Fondi : CC = Contratti Collettivi; DB = Dossiers Balella. • ACCM = Archivio Camera di Commercio di Milano Fondo : AS = Atti di Società • ACSR = Archivio Centrale dello Stato, Roma Fondi : AC, MD = Alto Commissariato, Memorie difensive di senatori; CP, FP = Confinati Politici, Fascicoli personali; Iri, SN, Istituto per la Ricostruzione Industriale, Serie Nera; Iri, SR = Istituto per la Ricostruzione Industriale, Serie Rossa; PCM = Presidenza del Consiglio dei Ministri; PNF, FP = Partito Nazionale Fascista, Fascicoli personali di senatori e consiglieri nazionali; SPD, CO = Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Ordinario; SPD, CR = Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato. • ASBCI = Archivio Storico della Banca Commerciale Italiana, Milano Fondi : CpEC = Copialettere Ettore Conti; CpT = Copialettere Toeplitz; Sofindit = Società Finanziaria Industriale; ST = Segreteria Toeplitz; VCA = Verbali del Consiglio di Amministrazione. • ASBI = Archivio Storico della Banca d'Italia, Roma Fondi : Be = Beneduce; CSVI = Consorzio Sovvenzioni su Valori Industriali; DA = Direttorio Azzolini; IC = Ispettorato del Credito; 4 Sc = Sconti; St = Studi. • ASCI = Archivio Storico del Credito Italiano, Milano Fondi : CC = Verbali del Comitato Centrale; CE = Verbali del Comitato Esecutivo. • ASNICM = Archivio SNIA, Cesano Maderno • ASNIM = Archivio SNIA, Milano • AST , SR = Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite Fondo : GPT = Gabinetto di Prefettura di Torino. • AT = Archivio Roberto Tremelloni, Milano. • ATM, SC = Archivio del Tribunale di Milano, Sezione Commerciale Fondo : AS = Atti di Società. • BB = Biblioteca Bocconi Fondo : B = Bilanci • FLE = Fondazione Luigi Einaudi, Torino Archivi : ALE = Archivio Luigi Einaudi; APTDR = Archivio Paolo Thaon de Revel. 5 Altre abbreviazioni utilizzate: b.= busta cart. = cartella C.d.A. = Consiglio di Amministrazione f. = faldone fasc. = fascicolo fogl. = foglio n. = numero pratt. = pratiche sez. = sezione sottofasc. = sottofascicolo 6 INTRODUZIONE A partire dalla seconda metà dell'Ottocento, l'industria tessile fu protagonista di una vera e propria rivoluzione, dal punto di vista dell'innovazione di prodotto. Dopo varie sperimentazioni infruttuose, grazie ai progressi raggiunti nel settore chimico e nella tecnologia tessile, vennero inventate e poi fabbricate industrialmente le fibre tessili artificiali. Fino ad allora, la domanda di vestiario, espressione di un bisogno antico quanto l'uomo, era stata soddisfatta sfruttando fibre tessili naturali di origine animale (lana, seta) e vegetale (cotone, lino, canapa, ecc.). La produzione tessile risultava di conseguenza soggetta sia alle condizioni climatiche ed ambientali, capaci di mandare in rovina intere piantagioni, sia al rischio che eventuali malattie potessero colpire le mandrie di ovini o i bachi da seta. Il tentativo di rendere più stabile l'offerta e di ridurre i costi di produzione spinse, quindi, gli scienziati a sperimentare prodotti alternativi alle fibre naturali, a cominciare dalla più costosa di esse, la seta: il primo risultato di queste ricerche fu la seta artificiale. La nuova fibra tessile, cui venne attribuito il nome di raion, apparve sul mercato mondiale un po' in sordina, ma visse un vero e proprio boom nel primo dopoguerra, creando un'autentica rivoluzione nella moda femminile. Grazie al suo prezzo decisamente inferiore rispetto a quello della seta naturale, anche casalinghe, contadine ed operaie poterono indossare capi d'abbigliamento dai colori intensi e dall'aspetto raffinato, fino a quel momento prerogativa delle donne più abbienti. Le calze di raion, fini, lucide e trasparenti sostituirono le più grossolane calze di cotone e lana e le costose calze di seta. Ma le fibre tessili artificiali non furono impiegate soltanto come surrogati della seta. Con il tempo vennero inventate filati in grado di sostituire il cotone e la lana. Inoltre, alcune fibre artificiali, come il fiocco, iniziarono ad essere utilizzate in mescola agli altri filati naturali, come prodotti ad essi complementari, mentre fibre artificiali, dotate di caratteristiche particolari, furono usate per nuovi impieghi, fino a 7 quel momento sconosciuti. Si pensi, ad esempio, alla produzione di carta trasparente in fibra artificiale ( cellophane ), usata nell'industria alimentare. Nel nostro paese, l'industria delle fibre tessili artificiali, sorta ai primi del XX secolo, con un certo ritardo rispetto ad altri paesi, manifestò una crescita sorprendente nel corso degli anni Venti, al punto da far parlare di "uno dei casi di sviluppo industriale più rapido che ebbe a verificarsi nel periodo tra le due guerre mondiali" 1, per poi subire un ridimensionamento nel corso dei primi anni Trenta. Questo studio si propone di descrivere l'evoluzione dell'industria italiana delle fibre tessili artificiali e di spiegarne le cause, prendendo in considerazione due diverse prospettive di analisi: l'ottica macroeconomica e quella microeconomica. Il settore verrà studiato nel suo complesso, da un punto di vista generale, ma, al tempo stesso, saranno analizzati le caratteristiche e lo sviluppo di quei soggetti economici (imprenditori e managers , società), che vi si imposero da protagonisti. I due piani di studio non saranno nettamente separati, nel corso della trattazione, ma risulteranno interdipendenti e compenetranti. Inoltre, si tenterà di considerare il settore, non solo come un sistema aperto nei confronti dei mercati esteri, ma anche come un sistema in grado di recepire gli stimoli ed i vincoli offerti dalla politica economica nazionale e di trasmetterne a sua volta. Infine, l'analisi delle diverse problematiche verrà condotta cercando di non trascurare la prospettiva diacronica. Per facilitare la lettura, il lavoro è stato diviso in due parti. Nel corso della prima, le fibre tessili artificiali, sia di origine vegetale, sia di origine animale, saranno presentate dal punto di vista merceologico, precisandone caratteristiche qualitative ed impieghi. Inoltre, verranno descritti i quattro principali procedimenti produttivi utilizzati per ottenere il raion (sistema alla nitrocellulosa, al cuprammonio, alla viscosa e all'acetato di cellulosa) ed i loro sviluppi nel corso del tempo. Il secondo capitolo, sempre della prima parte, è dedicato all'andamento della produzione italiana di filati artificiali e al suo collocamento sul mercato mondiale, prendendo in esame variabili quali la produzione, i prezzi, la bilancia commerciale, i più importanti mercati di sbocco, i dazi doganali imposti, le vendite realizzate 1A. CONFALONIERI , Banche miste e grande industria in Italia 1914-1933, vol. II, Milano, Banca Commerciale Italiana, 1997, p. 165. 8 all'interno del paese, il ruolo del messaggio pubblicitario nel richiamare l'interesse dei consumatori. Dopo aver trattato la problematica relativa al prodotto, in un'ottica principalmente macroeconomica, si passerà, quindi, nel corso della seconda parte, allo studio dei principali operatori del settore, ad iniziare dagli uomini che riuscirono ad emergere, lasciando un loro segno indelebile nell'industria dei filati artificiali. Tra di essi ricordiamo: Alberto Fassini, che fu il primo industriale ad intravedere le straordinarie potenzialità di sviluppo della nuova produzione e che guidò il gruppo CISA Viscosa fino agli anni Quaranta; Riccardo Gualino, che, negli anni Venti, fece della SNIA Viscosa la prima società italiana per capitale sociale e la maggiore esportatrice