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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA DIPARTIMENTO di Ricerca Linguistica, Letteraria e Filologica CORSO DI DOTTORATO DI RICERCA IN Interpretazione, filologia dei testi, storia della cultura CICLO XXVI TITOLO DELLA TESI Lo smeraldo di Mario Soldati tra surrealismo e distopia _________________________________________________________________________ _____________ RELATORE DOTTORANDO Chiar.mo Prof. Andrea Raffaele Rondini Dott. Elisa Amadori COORDINATORE Chiar.mo Prof. Massimo Bonafin ANNO 2017 1 A Martino e Valentino 2 Lo smeraldo di Mario Soldati tra surrealismo e distopia Introduzione Non ho mai scritto un libro così, non assomiglia a nessuna delle mie cose. Forse un paragone lo si può tentare solo con La verità sul caso Motta per quel suo surrealismo... 1 Lo smeraldo non è un libro di fantascienza anche se per buona parte la vicenda è proiettata nel futuro. Una visione, ecco, chiamiamola visione. Ma, allo stato di progetto, poteva anche essere un libro di fantascienza. La fantascienza ha basi razionali, direi quasi scientifiche; il mio libro contiene una visione in parte fantastica, in parte basata su convincimenti che mi auguro sbagliati.2 Nei miei romanzi c'è sempre dell'autobiografia. La mia opera più fantastica è Lo smeraldo , eppure, proprio in essa che dovrebbe essere la meno autobiografica, esistono dei passi che appartengono alla mia vita: i figli, il messaggio telepatico che riguarda la morte della mia prima moglie 3. Insomma, Lo smeraldo è uno dei più 1 Gianni Mura, Il cronista del futuro , «Epoca», 19 ottobre 1974. 2 Ibidem . 3 «Ecco. Le ho detto che la mia prima moglie era americana. Non ci vedevamo più da quarant'anni, salvo una sola sua brevissima visita in Italia. Non era malata. Era un po' più vecchia di me, ma stava benissimo. Una mattina, qualche anno fa, alle nove e tre quarti, uscii nell'uliveto davanti a casa mia, a Tellaro, sul golfo della Spezia. Era di ottobre, una giornata serena e tranquilla. Guardando verso il sole già alto, a oriente, pensai di colpo, freddamente, che mia moglie avrebbe anche potuto morire di un attacco al cuore. Non ce la farebbe a superare la crisi, pensai tra me. Le ripeto, non avevo mai saputo che fosse malata, né di cuore né d'altro. Le ripeto che non vivevamo insieme da quarant'anni. Mi ricordai soltanto, ed era la prima volta che me ne ricordavo dopo tanto tempo, che ad ogni contrarietà improvvisa e violenta i suoi pomelli diventavano paonazzi. Non ce la farebbe, mi dissi. Il giorno dopo, ricevetti un telegramma di mia figlia dagli Stati Uniti: mi comunicava la morte della mamma, per un attacco al cuore, alle tre e quarantacinque del giorno prima. Ci sono esattamente sei ore di differenza tra i fusi orari d'Italia e dello Stato dell'Est dove risiedeva mia moglie». Mario Soldati, Lo smeraldo , in Idem, Romanzi , a cura di Bruno Falcetto, Milano, Mondadori, 2006 («i Meridiani»), pp. 798-799. 3 vissuti tra i miei romanzi.4 É lo stesso Soldati, con le proprie dichiarazioni, ad aprire inevitabilmente una questione interpretativa intorno al romanzo, che si inserisce nello scenario distopico-apocalittico, affermatosi nella letteratura italiana degli anni Settanta. Facendo emergere il sapiente utilizzo da parte dell'autore di modelli letterari e figure della memoria culturale, si vuole contribuire al processo di smantellamento dell'immagine di Soldati come autore di letteratura d'intrattenimento, a cui si deve la sua esclusione dal canone; processo iniziato in occasione della riscoperta da parte della critica dell'opera soldatiana a partire dalle celebrazioni per il centenario della nascita, nel 2006 5. Si prenda a titolo esemplificativo la Guida al Novecento di Salvatore Guglielmino, uno dei testi più diffusi ancora oggi in ambito scolastico 6, in cui viene omessa la trattazione letteraria di Soldati, che troviamo tutt'al più inserito nella classificazione della narrativa per livelli, risalente a Vittorio Spinazzola, riportata dal manuale nella sezione Contestazione, ricerche, mercato : «La terza fascia è quella della letteratura d'intrattenimento: prodotti sorretti ancora da una preoccupazione di decoro formale o almeno non del tutto insensibili ai problemi di tecnica espressiva, ma volti dichiaratamente a uno scopo di piacevolezza ricreativa, di gratificante rilassamento psichico. […] L'esemplificazione qui è più rischiosa, ma a scopo puramente orientativo potremmo indicare: Piero Chiara (1913-1986), con le sue sapide storie della vita di provincia ( Il piatto piange , 1962; Il pretore di Cuvio , 1973); Mario Soldati (1906), che narra con modalità accattivanti e con un'agile - o facile - prosa ( A cena col commendatore , 1950; I racconti del maresciallo , 1967; i 4 Massimo Grillandi, Mario Soldati , Firenze, La nuova Italia, 1967, p. 3. 5 All'interno del progetto celebrativo per il centenario della nascita di Mario Soldati, è stato istituito un comitato promotore, tuttora attivo, gestito dai figli dell'autore e dalle rispettive consorti. Informazioni di contatto: www.comitatomariosoldati.it. 6 In merito alla questione del canone narrativo proposto dalle antologie scolastiche, si rimanda al seguente studio: Massimiliano Tortora, Il canone narrativo del primo Novecento nelle antologie scolastiche , «Allegoria», n. 62, 2010, pp. 153-161. 4 Nuovi racconti del maresciallo , 1984)». 7 La situazione di marginalità in cui era relegata la figura di Soldati è ben esemplificata da un articolo uscito su «la Repubblica» all'indomani della morte dell'autore, Ancora polemiche su Mario Soldati 8, dove si denuncia la non adeguata considerazione pubblica nei confronti dell'autore in quanto non affiliato a partiti o a ideologie prontamente riconoscibili, ma intellettuale libero: Non hanno più ristampato i libri di Mario Soldati, ormai praticamente introvabili. Il j' accuse contro gli editori, colpevoli di aver dimenticato lo scrittore e regista appena scomparso è del Centro Pannunzio. L'istituto, presieduto da Alda Croce, figlia del filosofo Benedetto, ha diffuso ieri, a Torino, un comunicato in cui si denuncia l' indifferenza delle istituzioni pubbliche ma anche dei privati. Le televisioni, si legge nel comunicato, in questi giorni non hanno riproposto neppure uno dei suoi celebri film. "Soldati - dicono - ha pagato fino in fondo il fatto di non essere stato un intellettuale organico, ma un uomo libero". Tornando a Lo smeraldo , è significativo che sia l'autore stesso a sottolineare il carattere di unicità del romanzo all'interno della propria produzione letteraria, carattere che già basterebbe a rendere l'opera appetibile ai fini di uno studio critico, il quale ad oggi effettivamente è lacunoso: la bibliografia, fatta eccezione per il lavoro svolto in occasione della riedizione del testo negli «Oscar Mondadori»9 e nel volume de «i Meridiani» Romanzi 10 , si risolve perlopiù in recensioni e articoli legati alla prima pubblicazione del 1974. Singolare è la vicenda editoriale, che vede l'interazione tra autore, editori 11 e 7 Salvatore Guglielmino, Guida al Novecento , Milano, Principato, 2002, p. 448. 8 Ancora polemiche su Mario Soldati , «la Repubblica», 23 giugno 1999. 9 Mario Soldati, Lo smeraldo , Milano, Mondadori, 2008. 10 Mario Soldati, Romanzi , cit. 11 Mondadori, Flammarion, Harcourt Brace Jovanovich. 5 traduttori 12 risolversi in significativi rifacimenti ed interventi sul testo. Interessante è il fatto che Soldati faccia riferimento a La verità sul caso Motta sulla base del motivo surrealista. Al riguardo Garboli ricorda come il testo sia stato accolto con entusiasmo da autori quali Savinio e Landolfi: «L'opera di Soldati è attraversata, in maniera non sempre palese né dichiarata, da una serie di linee di forza ʽfantastiche ʼ non comuni nella nostra narrativa più recente, e spesso individuabili anche in risvolti a prima vista non contigui ad esse (l'imperturbabile introduzione di componenti chiaramente ʻmelodrammatiche ʼ, o ancor più la capacità di connotare in termini inquietantemente metafisici situazioni, in sé, quanto mai reali, concrete). È un'ipotesi di lettura sostenibile e utile?». «Penso di sì. Questo è un aspetto dell'opera di Soldati poco noto, poco studiato, ma molto importante. Quando uscì La verità sul caso Motta , due fra gli scrittori surrealisti di allora, anzi, i due titolari del surrealismo italiano di allora, Savinio e Landolfi, si complimentarono con Soldati e lo abbracciarono come uno di loro, come un fratello». 13 L'autore stesso suggerisce quale chiave interpretativa del romanzo, quella fantastico-onirica, afferente alla dimensione della visione, allontanando con determinazione l'aspetto fantascientifico. D'altro canto è però innegabile come Lo smeraldo possa essere appieno inserito nell'atmosfera della grande sera del mondo 14 , che coinvolge opere ad esso pressoché coeve, quali Il pianeta irritabile di Volponi, Dissipatio H. G. di Morselli o «la trilogia atomica» di Cassola ( Il superstite , Ferragosto di morte e Il mondo senza nessuno ), il cui impianto narrativo è di natura distopica: ebbene la distopia si configura come sottogenere della science fiction . Sono dunque stati chiamati in causa almeno tre generi letterari: il fantastico, la 12 Charles Portevin per l'edizione francese (Mario Soldati, L'émeraude , Paris, Flammarion, 1976) e William Weaver per l'edizione americana (Mario Soldati, The emerald , New York and London, Harcourt Brace Jovanovich, 1977). 13 Giuliana Callegari e Nuccio Lodato, Conversazione con Cesare Garboli in Mario Soldati , a cura di Giuliana Callegari, Nuccio Lodato, Pavia, Amministrazione Provinciale di Pavia, 1986, pp. 79-80.