Via D'amelio, Quattro Arresti Per La Strage
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1 Via d’Amelio, quattro arresti per la strage Salvo Palazzolo Sono trascorsi vent’anni dall’attentato che causò la morte del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, ma la verità su quel terribile episodio non è ancora nota. A poco a poco, però, emergono alcuni indizi che inducono i magistrati a seguire una pista nuova e apparente- mente incredibile: responsabili di quella strage, secondo questa ipotesi, sarebbero stati, insieme a Cosa Nostra, elementi di spicco della politica nazionale e alti dirigenti dei servizi segreti. Lo scopo dell’innominabile operazione sarebbe stato quello di consentire una trattativa fra lo Stato e Cosa Nostra per ragioni che oggi non sono ancora ben chiare. Paolo Borsellino, avendo avuto sentore della trattativa ed essendovisi mostrato contrario, avrebbe costituito un ostacolo da eliminare. Dopo aver svelato il depistaggio del falso Calogero Pulci, era l’unico in libertà: è ac- pentito Vincenzo Scarantino1, la Procura di cusato di calunnia aggravata, perché con le Caltanissetta prova a rimettere in ordine i sue dichiarazioni avrebbe finito per fare da tasselli della complicata indagine attorno riscontro al falso pentito Vincenzo Scaranti- alla morte del giudice Paolo Borsellino. De- no. La Procura aveva chiesto l’arresto di una terminante si è rivelata la collaborazione del quinta persona, il meccanico Maurizio Co- pentito Gaspare Spatuzza, l’ex killer di Bran- sta, a cui Spatuzza si rivolse per sistemare i caccio che rubò la Fiat 126 poi imbottita di freni della Fiat 126, ma il gip ha rigettato la esplosivo: nei mesi scorsi, le sue dichiarazio- misura. Costa resta indagato a piede libero ni hanno portato alla scarcerazione di sei in- per favoreggiamento aggravato. nocenti; adesso, fanno scattare quattro ordi- Ecco, dunque, un primo importante nanze di custodia cautelare, che sono state passo avanti per fare luce sui misteri che firmate dal gip Alessandra Giunta. Questa vent’anni dopo ancora si addensano attor- mattina, i provvedimenti sono stati notificati no a via d’Amelio. La nuova inchiesta por- in carcere dalla Dia al capomafia plurierga- ta la firma del procuratore di Caltanissetta stolano Salvino Madonia (è accusato di aver Sergio Lari, degli aggiunti Domenico Gozzo partecipato nel dicembre 1991 alla riunione e Amedeo Bertone, dei sostituti Nicolò Ma- della Cupola in cui si decise l’avvio della stra- rino, Gabriele Paci e Stefano Luciani. Con i tegia stragista) e ai boss Vittorio Tutino e Sal- magistrati lavora ormai da anni una squadra vatore Vitale (il primo rubò con Spatuzza la della Dia di Caltanissetta, coordinata dal vice 126 per la strage; il secondo abitava nel pa- questore aggiunto Ferdinando Buceti. lazzo della madre di Borsellino, in via d’Ame- L’ultimo atto d’accusa della Procura nis- lio, e avrebbe fatto da talpa agli stragisti). Un sena si compone di 1670 pagine, riportate e quarto provvedimento riguarda il pentito analizzate nel provvedimento del gip: i ma- 1. Vincenzo Scarantino: appartenente alla piccola criminalità palermitana, dopo essere stato arrestato si dichiarò autore del furto dell’automobile che poi, imbottita di tritolo, avrebbe provocato la morte di Paolo Borsellino. In realtà la sua testimonianza si è rivelata falsa ed è stata successivamente ritrattata dallo stesso Scarantino. Via d’Amelio, quattro arresti per la strage arresti quattro d’Amelio, Via Torino EDISCO, Viberti © Editrice di P.G. 2 gistrati ricostruiscono non solo la fase ese- le indagini di Caltanissetta dicono che Bor- cutiva della strage, ma affrontano anche i sellino sapeva dei primi contatti intrapresi delicati capitoli del movente e dell’eventua- da alcuni carabinieri del Ros con l’ex sindaco le coinvolgimento di uomini delle istituzioni. Vito Ciancimino (contatti che poi si sarebbe- Ecco alcuni passaggi cruciali del documen- ro trasformati in una trattativa Stato-mafia to, con le ricostruzioni e le testimonianze ancora oggi dai contorni poco chiari). Lo che finiscono per chiamare in causa pezzi riferisce ai pm il magistrato Liliana Ferraro, dello Stato. che qualche tempo prima era stata avvicina- ta proprio da un ufficiale del Ros: “Vidi Bor- Chi azionò il telecomando • I pm esclu- sellino il 28 giugno e affrontai l’argomento”, dono che i mafiosi fossero appostati al Ca- precisa la Ferraro. stello Utveggio di Montepellegrino, che so- Il giorno dopo, Borsellino incontrò altri vrasta via d’Amelio. Secondo il racconto del due colleghi magistrati, Alessandra Camas- pentito Fabio Tranchina, “è quasi certamente sa e Massimo Russo. “Si distese sul divanetto Giuseppe Graviano che azionò il telecoman- del suo ufficio – ha messo a verbale la Ca- do”, scrivono i magistrati. “Era dietro il muro massa – e mentre gli sgorgavano le lacrime che delimitava la fine della via D’Amelio ed dagli occhi, disse: “Non posso pensare che un retrostante giardino”. Graviano è stato un amico mi abbia tradito”. Massimo Rus- già condannato per la strage del 19 luglio. so ha aggiunto: “Qualche giorno prima era stato a Roma e aveva avuto un pranzo, forse L’uomo del mistero • Il pentito spiega di una cena, con alti ufficiali dei carabinieri. Fu aver portato l’auto in un garage di via Villa- lo stesso Borsellino a parlarcene a un certo sevaglios, per essere caricata di esplosivo. punto”. Sia la Camassa che Russo pensarono Era il giorno prima della strage. Assieme ad che il traditore fosse a quella cena. E adesso altri mafiosi c’era un uomo che Spatuzza non lo pensano anche i magistrati di Caltanisset- aveva mai visto. Scrivono i pm: “Non è allo ta: “È probabile – scrivono – che il traditore stato possibile affermare che l’uomo notato fosse tra le persone incontrate”. da Spatuzza fosse un uomo appartenente Così, dopo i verbali di Camassa e Russo, i ai servizi di sicurezza per il solo fatto che il pm inseriscono nella loro ricostruzione le di- collaboratore non ebbe a riconoscerlo come chiarazioni della moglie di Borsellino, Agne- appartenente a Cosa Nostra”. I magistrati ag- se. “Il 15 luglio, verso sera, conversando con giungono però: “Non si può escludere allo mio marito in balcone lo vidi sconvolto, mi stato l’ipotesi di un coinvolgimento nella disse testualmente: “Ho visto la mafia in di- fase preparatoria della strage di personaggi retta, perché mi hanno detto che il generale “riservati”, ignoti a Spatuzza”. Ecco il primo Subranni era “punciutu”. Tre giorni dopo, du- dei misteri ancora da risolvere, per cui le in- rante una passeggiata sul lungomare di Ca- dagini proseguono. rini, mi disse che non sarebbe stata la mafia ad ucciderlo, della quale non aveva paura, La trattativa e il “traditore” • Il secon- ma sarebbero stati i suoi colleghi ed altri a do mistero riguarda l’agenda rossa di Bor- permettere che ciò potesse accadere”. sellino, scomparsa sul luogo della strage. “Punciutu”, vuole dire mafioso. I pm os- In quelle pagine, probabilmente, il giudice servano: “Un’inquietante confidenza in rela- aveva annotato la sua ultima scoperta dopo zione alla figura del generale Subranni, capo la morte dell’amico Giovanni Falcone. Non del Ros dei carabinieri, proprio la struttura sappiamo con precisione cosa, però adesso che stava conducendo la cosiddetta trattati- Via d’Amelio, quattro arresti per la strage arresti quattro d’Amelio, Via Torino EDISCO, Viberti © Editrice di P.G. 3 va”. Per questa ragione, Subranni è indagato fine del 1992 ai circa 400 alla metà del 1994”. dalla Procura di Caltanissetta per concorso Chi decise? I pm non credono alla versione esterno in associazione mafiosa. dell’ex Guardasigilli Conso, che si è assunto Risentita nuovamente dai pm, la signora la totale responsabilità di quella scelta. Così, Borsellino ha aggiunto un ricordo: “Mio ma- ancora una volta, l’indagine torna nel cuore rito non mi parlò mai di trattativa, ma a metà dello Stato. giugno mi fece cenno a un colloquio tra la mafia e parti infedeli dello Stato”. Il “supertestimone” Ciancimino • Un Ancora “metà giugno”, il periodo in cui contributo importante per risolvere i misteri Graviano avviò i preparativi per la strage, di quei mesi i pm di Caltanissetta si aspet- incaricando Spatuzza di rubare la 126. Ecco tavano dal figlio dell’ex sindaco di Palermo. il dilemma che si pongono i magistrati: “La Ma Ciancimino junior ha deluso, e non poco. trattativa fu tra i motivi aggiuntivi che han- I pm sono disposti a concedergli solo un no spinto Cosa Nostra ad effettuare proprio merito: “Ha contribuito a risvegliare la me- nel luglio 1992 la strage di via d’Amelio per moria di persone che, pur non direttamen- mera leggerezza di chi a quella trattativa te chiamate in causa da lui, forse temevano ha partecipato? Ovvero (purtroppo) qual- che fosse a conoscenza di vicende inerenti che ‘servitore dello stato infedele’ si spinse la trattativa di cui essi erano stati testimoni sino al punto di additare volontariamente privilegiati e che in precedenza non aveva- il dottor Borsellino come ostacolo al buon no mai rivelato ad alcuno”. Per il resto, i pm fine della trattativa?”. Dopo aver riletto le nisseni parlano di “un giudizio finale sostan- dichiarazioni del pentito Giovanni Brusca i zialmente negativo sull’attendibilità intrin- magistrati di Caltanissetta propendono per seca” di Massimo Ciancimino. In un altro l’ipotesi più drammatica, “che qualcuno ab- passaggio, i magistrati parlano addirittura di bia riferito a Cosa Nostra che Borsellino era “pseudo collaborazione di Ciancimino”, che di ostacolo alla prosecuzione della trattati- “sembra essere più favorevole agli interessi va”. Così, il tentativo di bloccare le stragi si di Cosa Nostra che a quelli dello Stato”. Ma sarebbe trasformato nel più grande pastic- perché questo atteggiamento? I pm ipotiz- cio (ovvero patto scellerato) della Repubbli- zano che Ciancimino voglia ancora “salva- ca. La conclusione dei pm è amara: “Alcuni guardare il proprio patrimonio”, ma ipotiz- significativi risultati Cosa Nostra li ha otte- zano pure che dietro di lui “si nasconda una nuti.