Via D'amelio, Quattro Arresti Per La Strage

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Via D'amelio, Quattro Arresti Per La Strage 1 Via d’Amelio, quattro arresti per la strage Salvo Palazzolo Sono trascorsi vent’anni dall’attentato che causò la morte del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, ma la verità su quel terribile episodio non è ancora nota. A poco a poco, però, emergono alcuni indizi che inducono i magistrati a seguire una pista nuova e apparente- mente incredibile: responsabili di quella strage, secondo questa ipotesi, sarebbero stati, insieme a Cosa Nostra, elementi di spicco della politica nazionale e alti dirigenti dei servizi segreti. Lo scopo dell’innominabile operazione sarebbe stato quello di consentire una trattativa fra lo Stato e Cosa Nostra per ragioni che oggi non sono ancora ben chiare. Paolo Borsellino, avendo avuto sentore della trattativa ed essendovisi mostrato contrario, avrebbe costituito un ostacolo da eliminare. Dopo aver svelato il depistaggio del falso Calogero Pulci, era l’unico in libertà: è ac- pentito Vincenzo Scarantino1, la Procura di cusato di calunnia aggravata, perché con le Caltanissetta prova a rimettere in ordine i sue dichiarazioni avrebbe finito per fare da tasselli della complicata indagine attorno riscontro al falso pentito Vincenzo Scaranti- alla morte del giudice Paolo Borsellino. De- no. La Procura aveva chiesto l’arresto di una terminante si è rivelata la collaborazione del quinta persona, il meccanico Maurizio Co- pentito Gaspare Spatuzza, l’ex killer di Bran- sta, a cui Spatuzza si rivolse per sistemare i caccio che rubò la Fiat 126 poi imbottita di freni della Fiat 126, ma il gip ha rigettato la esplosivo: nei mesi scorsi, le sue dichiarazio- misura. Costa resta indagato a piede libero ni hanno portato alla scarcerazione di sei in- per favoreggiamento aggravato. nocenti; adesso, fanno scattare quattro ordi- Ecco, dunque, un primo importante nanze di custodia cautelare, che sono state passo avanti per fare luce sui misteri che firmate dal gip Alessandra Giunta. Questa vent’anni dopo ancora si addensano attor- mattina, i provvedimenti sono stati notificati no a via d’Amelio. La nuova inchiesta por- in carcere dalla Dia al capomafia plurierga- ta la firma del procuratore di Caltanissetta stolano Salvino Madonia (è accusato di aver Sergio Lari, degli aggiunti Domenico Gozzo partecipato nel dicembre 1991 alla riunione e Amedeo Bertone, dei sostituti Nicolò Ma- della Cupola in cui si decise l’avvio della stra- rino, Gabriele Paci e Stefano Luciani. Con i tegia stragista) e ai boss Vittorio Tutino e Sal- magistrati lavora ormai da anni una squadra vatore Vitale (il primo rubò con Spatuzza la della Dia di Caltanissetta, coordinata dal vice 126 per la strage; il secondo abitava nel pa- questore aggiunto Ferdinando Buceti. lazzo della madre di Borsellino, in via d’Ame- L’ultimo atto d’accusa della Procura nis- lio, e avrebbe fatto da talpa agli stragisti). Un sena si compone di 1670 pagine, riportate e quarto provvedimento riguarda il pentito analizzate nel provvedimento del gip: i ma- 1. Vincenzo Scarantino: appartenente alla piccola criminalità palermitana, dopo essere stato arrestato si dichiarò autore del furto dell’automobile che poi, imbottita di tritolo, avrebbe provocato la morte di Paolo Borsellino. In realtà la sua testimonianza si è rivelata falsa ed è stata successivamente ritrattata dallo stesso Scarantino. Via d’Amelio, quattro arresti per la strage arresti quattro d’Amelio, Via Torino EDISCO, Viberti © Editrice di P.G. 2 gistrati ricostruiscono non solo la fase ese- le indagini di Caltanissetta dicono che Bor- cutiva della strage, ma affrontano anche i sellino sapeva dei primi contatti intrapresi delicati capitoli del movente e dell’eventua- da alcuni carabinieri del Ros con l’ex sindaco le coinvolgimento di uomini delle istituzioni. Vito Ciancimino (contatti che poi si sarebbe- Ecco alcuni passaggi cruciali del documen- ro trasformati in una trattativa Stato-mafia to, con le ricostruzioni e le testimonianze ancora oggi dai contorni poco chiari). Lo che finiscono per chiamare in causa pezzi riferisce ai pm il magistrato Liliana Ferraro, dello Stato. che qualche tempo prima era stata avvicina- ta proprio da un ufficiale del Ros: “Vidi Bor- Chi azionò il telecomando • I pm esclu- sellino il 28 giugno e affrontai l’argomento”, dono che i mafiosi fossero appostati al Ca- precisa la Ferraro. stello Utveggio di Montepellegrino, che so- Il giorno dopo, Borsellino incontrò altri vrasta via d’Amelio. Secondo il racconto del due colleghi magistrati, Alessandra Camas- pentito Fabio Tranchina, “è quasi certamente sa e Massimo Russo. “Si distese sul divanetto Giuseppe Graviano che azionò il telecoman- del suo ufficio – ha messo a verbale la Ca- do”, scrivono i magistrati. “Era dietro il muro massa – e mentre gli sgorgavano le lacrime che delimitava la fine della via D’Amelio ed dagli occhi, disse: “Non posso pensare che un retrostante giardino”. Graviano è stato un amico mi abbia tradito”. Massimo Rus- già condannato per la strage del 19 luglio. so ha aggiunto: “Qualche giorno prima era stato a Roma e aveva avuto un pranzo, forse L’uomo del mistero • Il pentito spiega di una cena, con alti ufficiali dei carabinieri. Fu aver portato l’auto in un garage di via Villa- lo stesso Borsellino a parlarcene a un certo sevaglios, per essere caricata di esplosivo. punto”. Sia la Camassa che Russo pensarono Era il giorno prima della strage. Assieme ad che il traditore fosse a quella cena. E adesso altri mafiosi c’era un uomo che Spatuzza non lo pensano anche i magistrati di Caltanisset- aveva mai visto. Scrivono i pm: “Non è allo ta: “È probabile – scrivono – che il traditore stato possibile affermare che l’uomo notato fosse tra le persone incontrate”. da Spatuzza fosse un uomo appartenente Così, dopo i verbali di Camassa e Russo, i ai servizi di sicurezza per il solo fatto che il pm inseriscono nella loro ricostruzione le di- collaboratore non ebbe a riconoscerlo come chiarazioni della moglie di Borsellino, Agne- appartenente a Cosa Nostra”. I magistrati ag- se. “Il 15 luglio, verso sera, conversando con giungono però: “Non si può escludere allo mio marito in balcone lo vidi sconvolto, mi stato l’ipotesi di un coinvolgimento nella disse testualmente: “Ho visto la mafia in di- fase preparatoria della strage di personaggi retta, perché mi hanno detto che il generale “riservati”, ignoti a Spatuzza”. Ecco il primo Subranni era “punciutu”. Tre giorni dopo, du- dei misteri ancora da risolvere, per cui le in- rante una passeggiata sul lungomare di Ca- dagini proseguono. rini, mi disse che non sarebbe stata la mafia ad ucciderlo, della quale non aveva paura, La trattativa e il “traditore” • Il secon- ma sarebbero stati i suoi colleghi ed altri a do mistero riguarda l’agenda rossa di Bor- permettere che ciò potesse accadere”. sellino, scomparsa sul luogo della strage. “Punciutu”, vuole dire mafioso. I pm os- In quelle pagine, probabilmente, il giudice servano: “Un’inquietante confidenza in rela- aveva annotato la sua ultima scoperta dopo zione alla figura del generale Subranni, capo la morte dell’amico Giovanni Falcone. Non del Ros dei carabinieri, proprio la struttura sappiamo con precisione cosa, però adesso che stava conducendo la cosiddetta trattati- Via d’Amelio, quattro arresti per la strage arresti quattro d’Amelio, Via Torino EDISCO, Viberti © Editrice di P.G. 3 va”. Per questa ragione, Subranni è indagato fine del 1992 ai circa 400 alla metà del 1994”. dalla Procura di Caltanissetta per concorso Chi decise? I pm non credono alla versione esterno in associazione mafiosa. dell’ex Guardasigilli Conso, che si è assunto Risentita nuovamente dai pm, la signora la totale responsabilità di quella scelta. Così, Borsellino ha aggiunto un ricordo: “Mio ma- ancora una volta, l’indagine torna nel cuore rito non mi parlò mai di trattativa, ma a metà dello Stato. giugno mi fece cenno a un colloquio tra la mafia e parti infedeli dello Stato”. Il “supertestimone” Ciancimino • Un Ancora “metà giugno”, il periodo in cui contributo importante per risolvere i misteri Graviano avviò i preparativi per la strage, di quei mesi i pm di Caltanissetta si aspet- incaricando Spatuzza di rubare la 126. Ecco tavano dal figlio dell’ex sindaco di Palermo. il dilemma che si pongono i magistrati: “La Ma Ciancimino junior ha deluso, e non poco. trattativa fu tra i motivi aggiuntivi che han- I pm sono disposti a concedergli solo un no spinto Cosa Nostra ad effettuare proprio merito: “Ha contribuito a risvegliare la me- nel luglio 1992 la strage di via d’Amelio per moria di persone che, pur non direttamen- mera leggerezza di chi a quella trattativa te chiamate in causa da lui, forse temevano ha partecipato? Ovvero (purtroppo) qual- che fosse a conoscenza di vicende inerenti che ‘servitore dello stato infedele’ si spinse la trattativa di cui essi erano stati testimoni sino al punto di additare volontariamente privilegiati e che in precedenza non aveva- il dottor Borsellino come ostacolo al buon no mai rivelato ad alcuno”. Per il resto, i pm fine della trattativa?”. Dopo aver riletto le nisseni parlano di “un giudizio finale sostan- dichiarazioni del pentito Giovanni Brusca i zialmente negativo sull’attendibilità intrin- magistrati di Caltanissetta propendono per seca” di Massimo Ciancimino. In un altro l’ipotesi più drammatica, “che qualcuno ab- passaggio, i magistrati parlano addirittura di bia riferito a Cosa Nostra che Borsellino era “pseudo collaborazione di Ciancimino”, che di ostacolo alla prosecuzione della trattati- “sembra essere più favorevole agli interessi va”. Così, il tentativo di bloccare le stragi si di Cosa Nostra che a quelli dello Stato”. Ma sarebbe trasformato nel più grande pastic- perché questo atteggiamento? I pm ipotiz- cio (ovvero patto scellerato) della Repubbli- zano che Ciancimino voglia ancora “salva- ca. La conclusione dei pm è amara: “Alcuni guardare il proprio patrimonio”, ma ipotiz- significativi risultati Cosa Nostra li ha otte- zano pure che dietro di lui “si nasconda una nuti.
Recommended publications
  • Processo Mori, Parla Spatuzza "Graviano Ordinò Strage Carabinieri"
    Mafia Processo Mori, parla Spatuzza "Graviano ordinò strage carabinieri" Venerdì 05 Ottobre 2012 - 13:23 di Andrea Cottone Gaspare Spatuzza ricostruisce la fasi del fallito attentato allo stadio Olimpico di Roma del gennaio 1994 che aveva come bersaglio i carabinieri. Ma il pentito non è in grado di spiegare se si trattasse di una ritorsione a causa di un "patto" con la mafia non rispettato. PALERMO - L'obiettivo era uccidere carabinieri, "ma non tre o quattro, almeno cento, centocinquanta". Il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano ordinava, il manovale Gaspare Spatuzza eseguiva, come avvenuto nel gennaio del 1994 nel fallito attentato allo stadio Olimpico di Roma. Ma Spatuzza - che ha deposto oggi al processo di Palermo all'ex generale dei carabinieri Mario Mori per favoreggiamento aggravato - non è in grado di ricostruire il movente di quell'attentato. Alla specifica domanda del pm Nino Di Matteo se fosse a conoscenza che la strage di carabinieri era un atto di ritorsione, di "vendetta" per un patto non rispettato, il collaboratore di giustizia ha candidamente ammesso di non saperlo e inquadra l'atto all'interno della generale strategia terroristica portata avanti dalla cosca di Brancaccio. Gaspare Spatuzza , collegato in teleconferenza, ripreso di spalle con un cappello da pescatore in testa, ha iniziato la sua testimonianza ribadendo il suo pentimento, la sua decisione di sposare la legalità ma non rinnegando l'amicizia con Filippo e Giuseppe Graviano con cui, dice, "siamo cresciuti assieme". Poi ha passato in rassegna il ruolo avuto nelle cosiddette stragi in continente del 1993. Fino alla riunione di Campofelice di Roccella, comune del Palermitano, di fine '93, e quella frase pronunciata con voce tremante: "A noi queste morti non ci appartengono".
    [Show full text]
  • Anziani Nel Mirino Il Patto Sui Privilegi Della Casta Vito Lo Monaco
    Settimanale di politica, cultura ed economia realizzato dal Centro di Studi e iniziative culturali “Pio La Torre” - Onlus. Anno 6 - Numero 34 - Palermo 24 settembre 2012 ISSN 2036-4865 Anziani nel mirino Il patto sui privilegi della casta Vito Lo Monaco li scandali che hanno coinvolto Formigoni e Polverini, per forma di “consociativismo” con imprenditori mafiosi o in odore l’uso “spensierato” del denaro pubblico da parte loro e di mafia? Gdelle loro giunte e consigli regionali, hanno riportato in - come pensano di premiare quegli imprenditori che rifiutano drammatica evidenza il tema caldo della corruzione e dei privilegi ogni contatto con il sistema politico-mafioso? L’adozione di un decisi da giovani classi dirigenti regionali. I privilegi, abbondanti, rating antimafia e di tutte le forme di subappalto è nei loro pro- sono stati accordati con regolari delibere approvate da tutti, com- grammi? presi i gruppi di opposizione. L’uso distorto del denaro pubblico- -monitoreranno la proliferazione dei centri commerciali, alcuni vacanze e volgari festini da parvenu, ecc..- attiene alla responsa- dei quali si sono rivelati lavanderie del denaro sporco di mafia? bilità individuale. Essi, comunque, sono segnali chiari di un abbas- Adotteranno misure di sostegno e di protezione delle imprese samento di una soglia etica che riguarda tutti, sono i guasti della commerciali sospinte da questa proliferazione e dalla crisi eco- “cultura” del bunga bunga e di quell’esasperato individualismo che nomica nelle grinfie dell’usura e della mafia? pretende di giustificare ogni comportamento in nome di una pre- Lo scudo fiscale, la crisi economica e finanziaria, la stretta cre- sunta libertà.
    [Show full text]
  • Download Clinton Email June Release
    UNCLASSIFIED U.S. Department of State Case No. F-2014-20439 Doc No. C05761507 Date: 06/30/2015 RELEASE IN PART B6 From: H <[email protected]> Sent: Tuesday, December 15, 2009 12:25 PM To: '[email protected]' Subject: Fw: H: Memo, idea on Berlusconi attack. Sid Attachments: hrc memo berlusconi 121509.docx Pls print. Original Message From: sbwhoeop To: H Sent: Tue Dec 15 10:43:11 2009 Subject: H: Memo, idea on Berlusconi attack. Sid CONFIDENTIAL December 15, 2009 For: Hillary From: Sid Re: The Berlusconi assault 1. The physical attack on Italian Prime Minister Silvio Berlusconi is a major political event in Italy and Europe. His assailant is a mentally disturbed man without a political agenda who has been in and out of psychiatric care since he was 18 years old. Nonetheless, the assault has significant repercussions. It has generated sympathy for Berlusconi as a victim—he has been obviously injured, lost two teeth and a pint of blood, and doctors will keep him in the hospital for perhaps a week for observation. The attack comes as Berlusconi was beginning to lose political footing, having lost his legal immunity. One court inquiry is turning up evidence of his links to the Mafia while another is examining his role in the bribery case of British lawyer David Mills. Berlusconi's government and party have used the attack as a way to turn the sudden sympathy for him to his advantage, claiming that his opponents have sown a climate of "hate." Through demogogic appeals they are attempting to discredit and rebuff the legal proceedings against him and undermine the investigative press.
    [Show full text]
  • LE MENTI RAFFINATISSIME Di Paolo Mondani E Giorgio Mottola
    1 LE MENTI RAFFINATISSIME Di Paolo Mondani e Giorgio Mottola Collaborazione Norma Ferrara, Alessia Pelagaggi e Roberto Persia Immagini Dario D’India, Alfredo Farina e Alessandro Spinnato Montaggio e grafica Giorgio Vallati GIUSEPPE LOMBARDO - PROCURATORE AGGIUNTO TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA Licio Gelli era il perno. Perché attraverso la P2 lui controllava i Servizi. GIANMARIO FERRAMONTI - EX POLITICO LEGA NORD Essere lontani da Cosa Nostra se si agisce in Sicilia è molto difficile. CONSOLATO VILLANI - COLLABORATORE DI GIUSTIZIA Dietro le stragi c'erano i servizi segreti deviati GIOACCHINO GENCHI - EX UFFICIALE POLIZIA DI STATO La principale intenzione era quella di non trovare i veri colpevoli. PIETRO RIGGIO - COLLABORATORE DI GIUSTIZIA - 19/10/2020 PROCESSO D'APPELLO TRATTATIVA STATO-MAFIA L'indicatore dei luoghi dove erano avvenute le stragi fosse stato Marcello Dell'Utri. ROBERTO TARTAGLIA – EX PM PROCESSO TRATTATIVA STATO-MAFIA Chi è che insegna a Salvatore Riina il linguaggio che abbina la cieca violenza mafiosa alla raffinata guerra psicologica di disinformazione che c’è dietro l'operazione della Fa- lange Armata? NINO DI MATTEO - MAGISTRATO PROCESSO TRATTATIVA - MEMBRO CSM È successo anche questo, scoprire che un presidente della Repubblica aveva mentito. SILVIO BERLUSCONI - EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Io su indicazione dei miei avvocati intendo avvalermi della facoltà di non rispondere. SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO Buonasera, parleremo del periodo stragista che va dal 1992 al 1994, della presunta trattativa tra Stato e Mafia. Lo faremo con documenti e testimonianze inedite, tra le quali quella di Salvatore Baiardo, l’uomo che ha gestito la latitanza dei fratelli Graviano, una potente famiglia mafiosa, oggi accusata di essere l’autrice della strage di via d’Ame- lio.
    [Show full text]
  • Dell'utri Latitante
    -MSGR - 14 PESARO - 1 - 12/04/14-N: €1,20* ANNO 136- N˚ 100 ITALIA Pesaro Sped. Abb. Post. legge 662/85 art.2/19 Roma Sabato 12 Aprile 2014 • S. Zeno IL GIORNALE DEL MATTINO Commenta le notizie su ILMESSAGGERO.IT Tecnologia Corea del Sud L’anticipo Dal Phablet Arte e design Squadra decimata all’iWatch Seul diventa Totti alla guida Apple apre un polo culturale della Roma l’era post-pc internazionale contro l’Atalanta Giannetti a pag. 26 Campi a pag. 25 Ferretti a pag. 34 Dopo la stangata Ue La Grecia che rinasce Dell’Utri latitante: «Mi curo» dalle ceneri `L’ex senatore è all’estero alla vigilia della Cassazione sulla condanna per mafia: non scappo della crisi `Mandato d’arresto internazionale. Caso Berlusconi, il Pg: «Se attacca le toghe, salta l’affido» Giulio Sapelli ROMA È stato emesso un manda- to d’arresto internazionale per L’intercettazione Il retroscena ngela Merkel ieri era ad Il giallo. L’ipotesi del processo a Losanna Marcello Dell’Utri. L’ex senato- Atene. Una visita simbo- re, che a questo punto viene Il fratello confidò: Il Cavaliere pensa A lica. Meno breve di quel- considerato un latitante, spie- la che aveva precedente- ga: «Non scappo, le mie condi- fuga verso Libano al suo verdetto mente compiuto l’anno scor- zioni di salute sono precarie e so. Allora si era fermata po- mi sto curando». Il verdetto del- o Santo Domingo ed evita l’attacco che ore in un’Atene sconvol- la Cassazione, previsto per mar- ta dalla protesta. Non che in tedì prossimo, verterà sulla Cristiana Mangani Mario Ajello questi giorni non si protesti, condanna per concorso ester- ma l’ala più violenta, ossia no in associazione mafiosa.
    [Show full text]
  • It's 50 Years Since Caravaggio's Nativity Was Stolen in Palermo- Have
    AiA News-Service ART CRIME It’s 50 years since Caravaggio’s Nativity was stolen in Palermo: have the police been chasing red herrings all this time? New enquiries suggest a US or Swiss connection through the mafia heroin trade BERNARDO TORTORICI DI RAFFADALI 8th October 2019 11:38 BST Caravaggio, Nativity with St. Francis and St. Lawrence (1600) Palermo, 18 October 1969: it’s a dark and stormy night and two low-lifes in a Piaggio Ape are driving along the Via Immacolatella in the historic centre. They stop at the Oratory of San Lorenzo, break in and make straight for Caravaggio’s Nativity hanging above the altar, cut the canvas from its frame with a razor, roll it up and leave. This is the opening sequence of one of the most notorious art thefts in history, a sequence that some still find credible. Fifty years on, though, the crime has still not been solved. The passage of time and the endless versions of events offered by informers and pseudo-detectives have taken over the inquiries, while the actual fate of the Nativity remains shrouded in mystery. Here we sum up a few of the most imaginative hypotheses based on the opening sequence outlined above. • The mafioso pentito ( a criminal turned state witness), Marino Mannoia , told Judge Giovanni Falcone in 1989—and he repeated the statement in 1996—that the Caravaggio had been stolen to order, but when the purchaser saw it, he turned it down because it was badly damaged and he subsequently ordered it to be cut up and burned.
    [Show full text]
  • La Mafia Siciliana, Cosa Nostra Uno Studio Sulle Origini, La Storia, L’Attualità
    Hugvísindasvið La mafia siciliana, Cosa Nostra Uno studio sulle origini, la storia, l’attualità Ritgerð til BA-prófs í ítölsku Kristín Sveina Bjarnadóttir Júní 2013 Háskóli Íslands Hugvísindasvið Ítalska La mafia siciliana, Cosa Nostra Uno studio sulle origini, la storia, l’attualità Ritgerð til BA-prófs í ítölsku Kristín Sveina Bjarnadóttir Kt.: 240388-3249 Leiðbeinandi: Stefano Rosatti Júní 2013 Ritgerð þessi er lokaverkefni til BA-gráðu í ítölsku og er óheimilt að afrita ritgerðina á nokkurn hátt nema með leyfi rétthafa. © Kristín Sveina Bjarnadóttir 2013 Reykjavík, Ísland 2013 Ágrip Uppruna mafíunnar má rekja til Sikileyjar. Á Sikiley notar mafían heitið Cosa Nostra sem merkir „okkar mál“. Sikileyska mafían hefur haft ítök í efnahag og stjórnmálum eyjarinnar í hundruði ára en hún hefur einnig haslað sér völl á meginlandi Ítalíu og erlendis. Í lok 19. aldar var mikil kreppa á Ítalíu og fluttust margir íbúar Sikileyjar til Bandaríkjanna í leit að betra lífi og í kjölfarið mynduðust þar mafíuklíkur. Mafía er skipulögð glæpastarfsemi og stunda meðlimir hennar meðal annars fjárkúgun, peningaþvætti og eiturlyfja- og vopnasmygl. Á 10. áratug síðustu aldar náði baráttan gegn mafíunni hápunkti og voru dómararnir Giovanni Falcone og Paolo Borsellino þar fremstir í flokki. Giovanni og Borsellino helguðu lífi sínu baráttunni gegn mafíunni og urði þeir heimsfrægir fyrir harðfylgni sína gegn henni. Baráttan skilaði töluverðum árangri en nokkrir af helstu mafíuforingjum Sikileyjar voru handsamaðir. Tilgangur þessarar rigerðar er að greina frá megin einkennum sikileysku mafíunnar, sögu hennar og vinnubrögðum. Í fyrri hluta ritgerðarinnar er greint frá uppruna mafíunnar og þróun hennar í tímanna rás. Einnig er fjallað um hugtakið mafía og merkingu þess.
    [Show full text]
  • Italiens Langer Weg Zur Wahrheit
    DIE RHEINPFALZ — NR. 119 HINTERGRUND MITTWOCH, 23. MAI 2012 03_POLI Russland: Italiens langer Weg zur Wahrheit Putin zementiert seine Machtbasis 20 Jahre nach den spektakulären Bomben-Attentaten auf die Staatsanwälte Giovanni Falcone und Paolo Borsellino sind gewichtige Fragen noch immer offen. Wie kamen die Täter an die riesigen Mengen Militärsprengstoffs? VON ELKE WINDISCH, MOSKAU Wer trug Borsellinos Aktentasche vom Tatort? Wer bediente die Fernzündungen? Ja, sicher die Mafia, aber wer genau? Alle Erlasse sind unterschrieben: Russlands Präsident Putin hat sein VON PAUL KREINER, PALERMO neues Kabinett verkündet. Neuer In- nenminister wird ausgerechnet der Wie hält dieser Baum sich nur am Le- bisherige Moskauer Polizeichef ben? An einer zubetonierten, vielspu- Wladimir Kolokolzew, dessen har- rigen Innenstadtstraße, wo in der si- te Hand gegen Demonstranten be- zilianischen Hitze sonst nur Kübel- rüchtigt ist. Sechs seiner früheren pflanzen vor sich hin kümmern, Minister holt der vormalige Pre- wächst diese Magnolie vier Stock- mier Putin in den Kreml. werke hoch. Dankesbekundungen hängen dran wie sonst nur an wun- Putin war Anfang Mai nach einem dertätigen Heiligenstatuen. Die Mag- vierjährigen Intermezzo als Regie- nolie von Palermo ist ein nationales rungschef für eine dritte Amtszeit Mahnmal in Italien, so wie es in als Präsident vereidigt worden. Ei- Deutschland einmal die Berliner nen Tag später wählte das russische Mauer war. Jedes Jahr kommen un- Parlament seinen Vorgänger Medwe- zählige Schulklassen zum freiwilli- dew zum Ministerpräsidenten. Ge- gen oder pädagogisch angeleiteten gen den Ämtertausch gibt es in Russ- Gedenken vorbei: Die Pflanze land seit Monaten Proteste. wächst vor dem Haus, in dem der An- timafia-Staatsanwalt Giovanni Falco- ne gewohnt hat.
    [Show full text]
  • Ossigeno Per L'informazione
    O2 OSSIGENO PER L’INFORMAZIONE 2010 REPORT Protecting threatened journalists in Italy: challenges and suggestions ------------------------------------------------------------------------------- Ossigeno per l’Informazione is very grateful to the School of Modern Languages for Interpreters and Translators, University of Bologna, and specially to dr. Silvia Cuomo for this English version of the 2010 Ossigeno Report. Silvia Cuomo is a graduate student. She made this translation very quickly, as unpaid work, to give a volunteer contribution to the moral activities of the Observatory. ----------------------------------------------------------------------------------- The replica or the quotation of this text is admitted provided you specify it was produced by Ossigeno per l’Informazione Italian Observatory and was translated by Silvia Cuomo. 2 O2 OSSIGENO per l’informazione Osservatorio FNSI-Ordine dei Giornalisti sui cronisti sotto scorta e le notizie oscurate in Italia con la violenza Centre on Information and journalism on the news overshadowed by violence in Italy Promoted by Fnsi and Ordine Nazionale dei Giornalisti in association with Libera Informazione, Unione Nazionale Cronisti Italiani and Articolo21 Editor: Alberto Spampinato, Fnsi National Councillor Co-Editor: Angelo Agostini Joint Working Committee Fnsi-Ordine: Lorenzo del Boca, Stefano Sieni, Lirio Abbate, Roberto Natale, Alberto Spampinato, Paolo Perucchini ADDRESSES: Ossigeno by FNSI- corso Vittorio Emanuele 349 –00186 Roma Ossigeno by Ordine dei Giornalisti, via Parigi 11 – 00185 Roma Contact: [email protected] OSSIGENO aims to document all the Italian cases of violent or abusive limitation of freedom of expression against journalists, writers, intellectuals, politicians, trade unionists, public officials and other citizens, with special attention to information and to what happens in journalism in the areas where strong and deeply rooted is the influence of organized crime.
    [Show full text]
  • Dipartimento Di Scienze Politiche Cattedra Di Analisi E Valutazione Delle Politiche Pubbliche
    Dipartimento di Scienze Politiche Cattedra di Analisi e Valutazione delle Politiche pubbliche L’ITALIA DELLA MAFIA E DELL’ANTIMAFIA. ISTITUZIONI E POLITICHE PUBBLICHE ATTUATE CONTRO LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA RELATORE Prof. Antonio La Spina CANDIDATO Giuliana Roda Matr. 628202 CORRELATORE Prof. Mattia Guidi Anno accademico: 2016/2017 1 INDICE Introduzione Capitolo 1 - La mafia in Italia 1.1 Cos’è la mafia. Il processo di riconoscimento del fenomeno mafioso dal diciannovesimo secolo al maxiprocesso. 1.1.1 La mafia e la sua primitiva percezione 1.1.2 La categorizzazione giuridica del fenomeno mafioso, grazie all’opera di svelamento del primo pool antimafia 1.1.3 Il contributo dei pentiti e del maxiprocesso nella conoscenza del fenomeno 1.2 Tratti distintivi e caratteristiche generali delle tre maggiori organizzazioni mafiose italiane. 1.2.1 La mafia come burocrazia professionale: peculiarità e debolezze 1.2.2 Cosa nostra 1.2.3‘Ndrangheta 1.2.4 Camorra 1.3 L’altra faccia del fenomeno: il problema della corruzione. 1.3.1 Il rapporto corruttivo-collusivo tra mafioso e corrotto 1.3.2 La direzione presa per contrastare la corruzione: conoscenza e repressione del fenomeno Capitolo 2 - La realtà italiana della lotta alla mafia 2.1 Che cos’è l’antimafia. 2.1.1 Le due facce della lotta alla mafia 2.2.2 Fasi storiche del movimento antimafia 2 2.2 Analisi e classificazione delle politiche antimafia. 2.2.1 Le politiche antimafia dirette 2.2.2 Le politiche antimafia indirette 2.2.3 Ulteriori categorizzazioni di politiche antimafia 2.3 Le istituzioni antimafia italiane.
    [Show full text]
  • Il Recupero Alla Legalità Dei Beni Confiscati.Pdf
    EDIZIONI 1 di Maria Eliana Madonia e Gennaro Favilla Madonia, Maria Eliana <1971-> Palermo: il recupero alla legalità dei beni confiscati tra conoscenza e azione / di Maria Eliana Madonia e Gennaro Favilla. - Palermo : Centro di studi ed iniziative culturali Pio La Torre, 2011. (Studio e ricerca ; 6) 1. Mafia – Patrimonio – Confisca – Legislazione. I. Favilla, Gennaro. 345.450522 CDD-22 SBN Pal0235640 2 L’attività di ricerca, da cui ha origine il presente volume, inizia alla fine del 2008 e si svolge per un biennio; in questo periodo è vigente una disciplina in materia di gestione dei beni confiscati, in parte oggi modificata. Si fa presente, pertanto, che la normativa e le prassi procedurali riportate nel presente testo, si riferiscono al periodo in cui lo studio è stato esitato. Ad ogni modo, quanto precisato, non pregiudica il valore sostanziale dei contenuti descritti, 3 tuttora attuali. Allo stato presente, infatti, non hanno purtroppo trovato soluzione negli interventi legislativi intanto disposti, le condizioni di criticità che maggiormente ostacolano un’efficace gestione e destinazione dei beni confiscati. Il persistere di condizioni pregiudizievoli, maturate nel precedente contesto normativo e puntualmente esposte, continua a descrivere l’attuale stato dell’arte in materia di gestione e destinazione dei beni confiscati. 4 7 Nota editoriale di Vito Lo Monaco, Presidente Centro Pio La Torre Introduzione Palermo: la governance mafiosa e l’assalto al territorio. di Teresa Cannarozzo. 11 Il protagonismo mafioso tra terrorismo e affarismo 14 La mafia e il Comune di Palermo 15 Il disastro urbanistico 18 Vecchie e nuove frontiere del business mafioso Capitolo 1 Gli strumenti legislativi di Gennaro Favilla 24 Le misure di prevenzione patrimoniali introdotte dalla legge Rognoni-La Torre.
    [Show full text]
  • Dead Silent: Life Stories of Girls and Women Killed by the Italian Mafias, 1878-2018 Robin Pickering-Iazzi University of Wisconsin-Milwaukee, [email protected]
    University of Wisconsin Milwaukee UWM Digital Commons French, Italian and Comparative Literature Faculty French, Italian and Comparative Literature Books Department 2019 Dead Silent: Life Stories of Girls and Women Killed by the Italian Mafias, 1878-2018 Robin Pickering-Iazzi University of Wisconsin-Milwaukee, [email protected] Follow this and additional works at: https://dc.uwm.edu/freita_facbooks Part of the Criminology and Criminal Justice Commons, Italian Language and Literature Commons, and the Women's Studies Commons Recommended Citation Pickering-Iazzi, Robin, "Dead Silent: Life Stories of Girls and Women Killed by the Italian Mafias, 1878-2018" (2019). French, Italian and Comparative Literature Faculty Books. 2. https://dc.uwm.edu/freita_facbooks/2 This Book is brought to you for free and open access by UWM Digital Commons. It has been accepted for inclusion in French, Italian and Comparative Literature Faculty Books by an authorized administrator of UWM Digital Commons. For more information, please contact [email protected]. DEAD SILENT: Life Stories of Girls and Women Killed by the Italian Mafias, 1878-2018 Robin Pickering-Iazzi Robin Pickering-Iazzi is Professor of Italian and Comparative Literature in the Department of French, Italian, and Comparative Literature at the University of Wisconsin-Milwaukee. She is the author of The Mafia in Italian Lives and Literature: Life Sentences and Their Geographies, published in Italian as Le geografie della mafia nella vita e nella letteratura dell’Italia contemporanea, and editor of the acclaimed volumes The Italian Antimafia, New Media, and the Culture of Legality and Mafia and Outlaw Stories in Italian Life and Literature. She is currently working on a book that examines representations of feminicide in Italian literature, film, and media.
    [Show full text]