Nc'n Rì CARA Pagina 6/25 Foglio 1 / 20
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Bimestrale Data 12-2020 nC'n rì CARA Pagina 6/25 Foglio 1 / 20 Gino Cappannini e Arturo Ferrarin sul loro SVA 9+ negli aerei concepiti per l'addestramento il pilota sedeva dietro. Da notare il pesante abbigliamento dei due. (Ufficio Storico Aeronautica Militare Italiana via Paolo Varriale) 005674 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Gabriele D'Annunzio Bimestrale Data 12-2020 iliiCrk n CALI Pagina 6/25 Foglio 2 / 20 ------ 111111Roma#11111 ; 111--, TOKYO Cento anni fa I mpresa di Arturo Ferrarin u 114 febbraio del 1920, con il decollo alle ore I 11:00 dall'aeroporto di Roma Centocelle di due biplani SVA 9 pilotati da Arturo Ferrarin e Guido Masiero con i motoristi Gino Cappannini e Roberto Maretto,inizia quello che sarà ricordato negli anni come il "Raid Roma-Tokyo", impresa conclusa in volo dal solo equipaggio formato da Ferrarin e Cappannini con l'arrivo presso la capitale giapponese il 31 maggio 1920 dopo un percorso di oltre 18.000 chilometri 005674 coperti in 112 ore . • Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Gabriele D'Annunzio Bimestrale Data 12-2020 Armie F nil Pagina 6/25 Foglio 3 / 20 In realtà a Tokyo arrivò in volo anche l'equipaggio Masiero/Maretto, ma i due fecero il tragitto da Delhi a Calcutta via terra e da Canton a Shangai via mare per incidenti ai loro SVA 9. Due soli biposto all'arrivo sugli 11 aerei decollati da Centocelle in realtà non fu un grande successo ed in Italia tutta la missione venne osteggiata fin dall'inizio soprattutto da una parte del Governo che fece due interrogazioni parlamentari per l'alto costo dell'intero progetto. II tutto si tramutò in una certa freddezza da parte del pubblico italiano ma un'accoglienza trionfale in Giappone. Anche nella maggior parte delle tappe intermedie gli equipaggi furono sempre accolti bene ed invitati a celebrazioni organizzate per loro. Ma cominciamo dall'inizio: dopo il successo del volo su Vienna, il poeta Gabriele D'annunzio ed il suo amico poeta giapponese Harukichi Shimoi, trasferitosi in Italia dal 1917, progettano assieme questo raid che avrebbe unito i due paesi in volo. D'annunzio annuncia pubblicamente nel 1919 la sua idea ed il Governo italiano lo appoggia. La prima idea prevede l'utilizzo di 5 SVA biposto, uno dei quali con lui passeggero ed il suo fido Capitano Palli ai comandi. Purtroppo Natale Palli muore assiderato durante una traversata delle Alpi il 23 marzo 1919 e D'Annunzio sceglie Gabriele D'Annunzio, colui che partorì l'ideo del volo Antonio Locatelli come pilota. II Governo lo appoggia che avrebbe collegato la capitale italiana con quella giapponese. anche per tenerlo lontano dall'impresa di Fiume che era già nell'aria, ma il tempo passa e D'Annunzio si lancia nell'impresa fiumana, rinunciando di fatto dalla realizzazione del raid. L'organizzazione dello stesso passa quindi alla Direzione Generale d'Aeronautica, allora branca del Ministero dei Trasporti,che cura gli affari della nascente aviazione civile e si occupa delle missioni commerciali (aeronautiche) all'estero. Il percorso prevede la partenza da Roma con tappe a Gioia del Colle, Valona, Salonicco, Smirne, Aydin, Adalia, Aleppo, Baghdad, Bassora, Bushehr, Bandar Abbas, Chabahar, Karachi, Hyderabad, Delhi, Allahabad, Calcutta, Akyab, Rangoon, Ubon, Hanoi, Macao, Canton, Foochow, Shangai, Tsingtao, Pechino, Kow Pangtzu, Sinuiju, Seul, Daegu,Osaka e infine Tokyo. La cifra stanziata per la realizzazione dell'impresa è di 20.800.000 Lire, considerata scandalosa per l'epoca. La cifra serve per l'acquisto di 11 biposto SVA "Super Vienna",2 Caproni Ca.3 da 450 hp, 2 Caproni Ca.5 da 600 hp ed 1 Caproni Ca.4 triplano da 900 hp. Nella cifra prevista sono compresi: 60 motori di ricambio, l'attrezzatura ed il materiale di riserva, la spesa per il personale addetto al raid (200 ufficiali e militari lungo la rotta e 50 tra piloti, motoristi e tecnici al seguito della formazione), l'impianto di campi d'atterraggio nuovi ed adattamento di campi preesistenti, il carburante per gli aerei ed il trasporto del medesimo fino alle località sedi delle tappe ed infine il noleggio di due piroscafi per il trasporto dei materiali. Uno dei due Caproni Ca.5 viene subito depennato dalla lista. Il Raid è progettato per essere effettuato da cinque SVA e dai quattro Caproni. Altri quattro SVA vengono dislocati lungo il percorso come aerei di riserva ed i due rimanenti sono utilizzati come "staffette" o "apripista". Le staffette scelte sono proprio i due equipaggi di Ferrarin e Masiero, gli unici a raggiungere 005674 Il poeta giapponese Rarukichi Shimoi in divisa degli Arditi. Tokyo anche se non previsto nel piano iniziale. Gronde amico di D'Annunzio ispirò con lo sua presenza l'ideo del Raid. L'impresa fiumana di D'Annunzio toglie dai possibili B AEROFAN I ROMA TOKYO Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Gabriele D'Annunzio Bimestrale Data 12-2020 Aro% e)rimo Pagina 6/25 Foglio 4 / 20 equipaggi alcuni valorosi piloti che lo seguono: Antonio Il primo Caproni decolla l'8 gennaio ed è quello di Scavini Locatelli, Giordano Bruno Granzarolo, Eugenio e Bonalumi, che ha il compito di apripista per i trimotori. È Casagrande, Giannino Ancillotto, Guido Keller e lo stesso quello che va più lontano,fermandosi in avaria nel deserto cugino di Arturo, Francesco Ferrarin. Alla fine la D.G.A. tra Aleppo e Baghdad. Gli altri tre non vanno oltre la sceglie gli equipaggi. I cinque SVA "ufficiali" vengono Turchia. Un incendio a bordo ferma subito il Ca.4 a affidati a: piloti Giuseppe Grassa e Mario Gordesco; pilota Salonicco. L'ultimo ad arrendersi è il Ca.3 di Negrini, Origgi Umberto Re e operatore cinematografico Bixio Alberini; e Cotti, bloccato il 25 febbraio a Konya da un timone pilota Ferruccio Ranza e motorista Brigidi; piloti Amedeo Mecozzi e Bruno Bilisco; pilota Ferruccio Marzari e motorista Giuseppe Da Monte. Per i trimotori Caproni vengono scelti: piloti Edoardo Scavini e Carlo Bonalumi su biplano Caproni Ca.3; piloti Luigi Garrone ed Enrico Abba, motoristi Alfredo Momo ed Alfredo Rossi su triplano Caproni Ca.4; piloti Leandro Negrini e Giovanni Origgi, motorista Dario Cotti su biplano Caproni Ca.3; piloti Virginio Sala ed Innocente Borello, motorista Antonio Sanità su biplano Caproni Ca.S. Il piano prevede di far decollare prima i quattro Caproni, più lenti degli SVA, in modo da far giungere unita a Tokyo l'intera squadriglia. Le due staffette devono decollare in seguito, con l'intento di fare da apripista agli altri cinque che decollano per ultimi, controllando le rotte e lo stato dei campi di atterraggio lungo il percorso. Nonostante per le due staffette non sia previsto l'arrivo a Tokyo, in quanto si dovranno fermare a Calcutta attendendo l'arrivo della pattuglia dei cinque, Ferrarin e Masiero stappano una bottiglia di champagne beneaugurante prima della partenza perché in realtà vogliono arrivare comunque a Un • lavane Arturo Ferrorin +!loto istruttore Tokyo. posa nel 1917 davanti ad un SAMI 5.1. I Il •ercorso stabilito del Raid, che ebbe qualche modifico In fase dl realizzazione. 4!1—ali! YR3tt 41" RAID AEREO 1ZOMA TOKIO A NAx.r' " ~ S CARTA DIMOSTRATIVA DELVOLOROMA-TOKIO 0 tvl 005674 SET/OTT 2020 I AEROFAN 9 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Gabriele D'Annunzio Bimestrale Data 12-2020 Aro% e)rimo Pagina 6/25 Foglio 5 / 20 danneggiato ed irreparabile dopo un atterraggio di emergenza. L'equipaggio resta in attesa per giorni dei pezzi di ricambio che non arriveranno mai. Come già scritto, il 14 febbraio decollano le due staffette. Prima di partire awengono alcuni episodi abbastanza umoristici: mentre Ferrarin si preoccupa subito di trovare carte delle zone da sorvolare, scopre che il secondo di Mecozzi, Bilisco, ha portato da Parigi delle carte abbastanza dettagliate. Chiede quindi di esaminarle tenendole per sé, finché lo stesso Bilisco non pretende di riaverle. Allora Masiero e Ferrarin "trovano" un atlante presso la Direzione Generale d'Aeronautica; al Ministero se ne accorgono e mandano un Carabiniere a riprenderlo. L'atlante viene riconsegnato, ma prima Ferrarin strappa le pagine che gli interessano, mentre Masiero distrae il Carabiniere con i racconti delle loro future difficoltà. Poche pagine d'atlante ed una bussola che Ferrarin si è portato dietro dall'Olanda, dove si è recato nel 1919 per l'ELTA, costituiscono tutto l'apparato per la navigazione del pilota. Quanto a Masiero, secondo i patti, deve seguire Ferrarin, volando con lui informazione. Per una serie di problemi tecnici ed incidenti, gli aerei nuovi che avrebbero dovuto usare non sono disponibili ed i due equipaggi devono ripiegare su normali SVA 9. Dagli hangar di Centocelle Ferrarin e Cappannini prelevano il 12849 che viene ceduto ad Arturo dal cugino Francesco, mentre Masiero e Maretto prendono il 13157 che è di Antonio Locatelli. I due aerei sono già carichi di ore di volo, 't In .ledi, i motoristi Muretto e Co..annini, dal libro autobiografico di Arturo Ferrarin leggiamo:"II mio seduti i due piloti Masiero e Ferrarin. aereo era vecchio e malandato. L'originale motore da 220 hp era stato sostituito con uno a compressione ridotta, Aera.orto di Roma Centocelle: i cinque SVA 9 "Su,er Vienna" che non sviluppava più di 180 hp. Ciò era stato ottenuto col che avrebbero dovuto raggiungere ufficialmente Tokyo. Se la numerazione in fusoliera segue la gerarchia dei cinque equipaggi, 1113179 è di Gordesco/Grassa mentre il 13197 è di Re/Alberini. 005674 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Gabriele D'Annunzio Bimestrale Data 12-2020 Amerà rooki Pagina 6/25 Foglio 6 / 20 semplice espediente di collocare uno spessore tra il basamento del carter ed i cilindri.