Bimestrale Data 12-2020 nC'n rì CARA Pagina 6/25 Foglio 1 / 20

Gino Cappannini e sul loro SVA 9+ negli aerei concepiti per l'addestramento il pilota sedeva dietro. Da notare il pesante abbigliamento dei due. (Ufficio Storico

Aeronautica Militare Italiana via Paolo Varriale) 005674

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Gabriele D'Annunzio Bimestrale Data 12-2020 iliiCrk n CALI Pagina 6/25 Foglio 2 / 20

------111111Roma#11111 ; 111--, Cento anni fa I mpresa di Arturo Ferrarin

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114 febbraio del 1920, con il decollo alle ore I 11:00 dall'aeroporto di Roma Centocelle di due biplani SVA 9 pilotati da Arturo Ferrarin e Guido Masiero con i motoristi Gino Cappannini e Roberto Maretto,inizia quello che sarà ricordato negli anni come il "Raid Roma-Tokyo", impresa conclusa in volo dal solo equipaggio formato da Ferrarin e Cappannini con l'arrivo presso la capitale giapponese il 31 maggio 1920

dopo un percorso di oltre 18.000 chilometri 005674 coperti in 112 ore .

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Gabriele D'Annunzio Bimestrale Data 12-2020 Armie F nil Pagina 6/25 Foglio 3 / 20

In realtà a Tokyo arrivò in volo anche l'equipaggio Masiero/Maretto, ma i due fecero il tragitto da a Calcutta via terra e da Canton a Shangai via mare per incidenti ai loro SVA 9. Due soli biposto all'arrivo sugli 11 aerei decollati da Centocelle in realtà non fu un grande successo ed in Italia tutta la missione venne osteggiata fin dall'inizio soprattutto da una parte del Governo che fece due interrogazioni parlamentari per l'alto costo dell'intero progetto. II tutto si tramutò in una certa freddezza da parte del pubblico italiano ma un'accoglienza trionfale in Giappone. Anche nella maggior parte delle tappe intermedie gli equipaggi furono sempre accolti bene ed invitati a celebrazioni organizzate per loro. Ma cominciamo dall'inizio: dopo il successo del volo su Vienna, il poeta Gabriele D'annunzio ed il suo amico poeta giapponese Harukichi Shimoi, trasferitosi in Italia dal 1917, progettano assieme questo raid che avrebbe unito i due paesi in volo. D'annunzio annuncia pubblicamente nel 1919 la sua idea ed il Governo italiano lo appoggia. La prima idea prevede l'utilizzo di 5 SVA biposto, uno dei quali con lui passeggero ed il suo fido Capitano Palli ai comandi. Purtroppo Natale Palli muore assiderato durante una traversata delle Alpi il 23 marzo 1919 e D'Annunzio sceglie Gabriele D'Annunzio, colui che partorì l'ideo del volo Antonio Locatelli come pilota. II Governo lo appoggia che avrebbe collegato la capitale italiana con quella giapponese. anche per tenerlo lontano dall'impresa di Fiume che era già nell'aria, ma il tempo passa e D'Annunzio si lancia nell'impresa fiumana, rinunciando di fatto dalla realizzazione del raid. L'organizzazione dello stesso passa quindi alla Direzione Generale d'Aeronautica, allora branca del Ministero dei Trasporti,che cura gli affari della nascente aviazione civile e si occupa delle missioni commerciali (aeronautiche) all'estero. Il percorso prevede la partenza da Roma con tappe a Gioia del Colle, Valona, Salonicco, Smirne, Aydin, Adalia, Aleppo, Baghdad, Bassora, Bushehr, Bandar Abbas, Chabahar, Karachi, Hyderabad, Delhi, Allahabad, Calcutta, Akyab, Rangoon, Ubon, Hanoi, Macao, Canton, Foochow, Shangai, Tsingtao, Pechino, Kow Pangtzu, Sinuiju, Seul, Daegu,Osaka e infine Tokyo. La cifra stanziata per la realizzazione dell'impresa è di 20.800.000 Lire, considerata scandalosa per l'epoca. La cifra serve per l'acquisto di 11 biposto SVA "Super Vienna",2 Caproni Ca.3 da 450 hp, 2 Caproni Ca.5 da 600 hp ed 1 Caproni Ca.4 triplano da 900 hp. Nella cifra prevista sono compresi: 60 motori di ricambio, l'attrezzatura ed il materiale di riserva, la spesa per il personale addetto al raid (200 ufficiali e militari lungo la rotta e 50 tra piloti, motoristi e tecnici al seguito della formazione), l'impianto di campi d'atterraggio nuovi ed adattamento di campi preesistenti, il carburante per gli aerei ed il trasporto del medesimo fino alle località sedi delle tappe ed infine il noleggio di due piroscafi per il trasporto dei materiali. Uno dei due Caproni Ca.5 viene subito depennato dalla lista. Il Raid è progettato per essere effettuato da cinque SVA e dai quattro Caproni. Altri quattro SVA vengono dislocati lungo il percorso come aerei di riserva ed i due rimanenti sono utilizzati come "staffette" o "apripista". Le staffette scelte sono proprio i due equipaggi di Ferrarin e Masiero, gli unici a raggiungere 005674 Il poeta giapponese Rarukichi Shimoi in divisa degli Arditi. Tokyo anche se non previsto nel piano iniziale. Gronde amico di D'Annunzio ispirò con lo sua presenza l'ideo del Raid. L'impresa fiumana di D'Annunzio toglie dai possibili

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Gabriele D'Annunzio Bimestrale Data 12-2020 Aro% e)rimo Pagina 6/25 Foglio 4 / 20

equipaggi alcuni valorosi piloti che lo seguono: Antonio Il primo Caproni decolla l'8 gennaio ed è quello di Scavini Locatelli, Giordano Bruno Granzarolo, Eugenio e Bonalumi, che ha il compito di apripista per i trimotori. È Casagrande, Giannino Ancillotto, Guido Keller e lo stesso quello che va più lontano,fermandosi in avaria nel deserto cugino di Arturo, Francesco Ferrarin. Alla fine la D.G.A. tra Aleppo e Baghdad. Gli altri tre non vanno oltre la sceglie gli equipaggi. I cinque SVA "ufficiali" vengono Turchia. Un incendio a bordo ferma subito il Ca.4 a affidati a: piloti Giuseppe Grassa e Mario Gordesco; pilota Salonicco. L'ultimo ad arrendersi è il Ca.3 di Negrini, Origgi Umberto Re e operatore cinematografico Bixio Alberini; e Cotti, bloccato il 25 febbraio a Konya da un timone pilota Ferruccio Ranza e motorista Brigidi; piloti Amedeo Mecozzi e Bruno Bilisco; pilota Ferruccio Marzari e motorista Giuseppe Da Monte. Per i trimotori Caproni vengono scelti: piloti Edoardo Scavini e Carlo Bonalumi su biplano Caproni Ca.3; piloti Luigi Garrone ed Enrico Abba, motoristi Alfredo Momo ed Alfredo Rossi su triplano Caproni Ca.4; piloti Leandro Negrini e Giovanni Origgi, motorista Dario Cotti su biplano Caproni Ca.3; piloti Virginio Sala ed Innocente Borello, motorista Antonio Sanità su biplano Caproni Ca.S. Il piano prevede di far decollare prima i quattro Caproni, più lenti degli SVA, in modo da far giungere unita a Tokyo l'intera squadriglia. Le due staffette devono decollare in seguito, con l'intento di fare da apripista agli altri cinque che decollano per ultimi, controllando le rotte e lo stato dei campi di atterraggio lungo il percorso. Nonostante per le due staffette non sia previsto l'arrivo a Tokyo, in quanto si dovranno fermare a Calcutta attendendo l'arrivo della pattuglia dei cinque, Ferrarin e Masiero stappano una bottiglia di champagne beneaugurante prima della partenza perché in realtà vogliono arrivare comunque a Un • lavane Arturo Ferrorin +!loto istruttore Tokyo. posa nel 1917 davanti ad un SAMI 5.1.

I Il •ercorso stabilito del Raid, che ebbe qualche modifico In fase dl realizzazione.

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Gabriele D'Annunzio Bimestrale Data 12-2020 Aro% e)rimo Pagina 6/25 Foglio 5 / 20

danneggiato ed irreparabile dopo un atterraggio di emergenza. L'equipaggio resta in attesa per giorni dei pezzi di ricambio che non arriveranno mai. Come già scritto, il 14 febbraio decollano le due staffette. Prima di partire awengono alcuni episodi abbastanza umoristici: mentre Ferrarin si preoccupa subito di trovare carte delle zone da sorvolare, scopre che il secondo di Mecozzi, Bilisco, ha portato da Parigi delle carte abbastanza dettagliate. Chiede quindi di esaminarle tenendole per sé, finché lo stesso Bilisco non pretende di riaverle. Allora Masiero e Ferrarin "trovano" un atlante presso la Direzione Generale d'Aeronautica; al Ministero se ne accorgono e mandano un Carabiniere a riprenderlo. L'atlante viene riconsegnato, ma prima Ferrarin strappa le pagine che gli interessano, mentre Masiero distrae il Carabiniere con i racconti delle loro future difficoltà. Poche pagine d'atlante ed una bussola che Ferrarin si è portato dietro dall'Olanda, dove si è recato nel 1919 per l'ELTA, costituiscono tutto l'apparato per la navigazione del pilota. Quanto a Masiero, secondo i patti, deve seguire Ferrarin, volando con lui informazione. Per una serie di problemi tecnici ed incidenti, gli aerei nuovi che avrebbero dovuto usare non sono disponibili ed i due equipaggi devono ripiegare su normali SVA 9. Dagli hangar di Centocelle Ferrarin e Cappannini prelevano il 12849 che viene ceduto ad Arturo dal cugino Francesco, mentre Masiero e Maretto prendono il 13157 che è di Antonio Locatelli. I due aerei sono già carichi di ore di volo, 't In .ledi, i motoristi Muretto e Co..annini, dal libro autobiografico di Arturo Ferrarin leggiamo:"II mio seduti i due piloti Masiero e Ferrarin. aereo era vecchio e malandato. L'originale motore da 220 hp era stato sostituito con uno a compressione ridotta, Aera.orto di Roma Centocelle: i cinque SVA 9 "Su,er Vienna" che non sviluppava più di 180 hp. Ciò era stato ottenuto col che avrebbero dovuto raggiungere ufficialmente Tokyo. Se la numerazione in fusoliera segue la gerarchia dei cinque equipaggi, 1113179 è di Gordesco/Grassa mentre il 13197 è di Re/Alberini. 005674

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Gabriele D'Annunzio Bimestrale Data 12-2020 Amerà rooki Pagina 6/25 Foglio 6 / 20

semplice espediente di collocare uno spessore tra il basamento del carter ed i cilindri. La regolarità di funzionamento era stata così aumentata, ma i decolli, a potenza ridotta, apparivano più rischiosi. Inoltre i serbatoi dell'aeroplano non potevano portare più di 330 litri di benzina, invece dei440 dei modelli più moderni, per cui la normale autonomia dello SVA ne risultava ridotta da dieci ore e mezza a sole otto. Per di più l'aeroplano, per uno svergolamento della cellula, pendeva a destra. Bisognava dunque pilotarlo tenendo costantemente la cloche poggiata sulla sinistra, percompensare questo difetto. Ciò feci tenendola agganciata con un elastico alla parete di sinistra dell'abitacolo per tutta la durata del volo': L'll marzo infine decolla da Centocelle la pattuglia dei 5 Mosiero e Ferrarin .rimo della .artenza SVA. Anche per loro la sorte è subito avversa. Il primo a si fanno ritrarre con lo mascotte di Mosiero. fermarsi è quello di Re ed Alberini a Valona per un guasto al motore, così si perde subito la possibilità di documentare in film il Raid. Ad Adalia il 26 marzo Marzari investe a terra l'apparecchio di Ranza. Dai due aerei incidentati gli specialisti tirano fuori uno SVA efficiente che permette a Panza e Brigidi di riprendere il volo. Volo che si interrompe a Calcutta il 15 maggio per un guasto al motore al decollo con la susseguente distruzione dell'aereo. II 4 aprile, ad Aleppo, Mecozzi distrugge in decollo il suo biposto per un ostacolo nascosto nel terreno (qualcuno ipotizzò un sabotaggio) e deve abbandonare. Infine arriva la tragedia: a Bushehr,nel Golfo Persico, lo SVA di Gordesco e Grassa in atterraggio lungo e dopo un tentativo di ripresa di quota va a sbattere contro l'edificio dell'ambasciata francese e prende fuoco carbonizzando i due piloti. Il Capitano Mario Gordesco è il Comandante della pattuglia dei cinque SVA. Durante la Prima Guerra Alcuni esponenti del personale addetto al Raid Mondiale è accreditato di una vittoria aerea ed è il (258 tra ufficiali, soldati, piloti, motoristi e tecnici dislocati lungo il percorso]fondamentali per lo riuscita dell'impresa e dimenticati nelle Comandante dell'8Oa Squadriglia prima e del XIII° Gruppo celebrazioni nell'arco dei vari anniversari. poi, che raggruppa i'8Oe e la 77a Squadriglia. È decorato con una Medaglia d'Argento ed una di Bronzo al Valor Militare. A lui viene successivamente intitolato l'aeroporto di Furbara. Il Tenente Giuseppe Grassa vive tutta la prima Guerra Mondiale come pilota della 3a Squadriglia al servizio dell'Artiglieria e la termina decorato con una Croce di Guerra al Valor Militare. Le due staffette dovrebbero volare assieme per tutto il percorso, ma ciò non è sempre possibile. Nel tragitto tra Salonicco e Smirne l'aereo di Masiero ha problemi di surriscaldamento del motore ed il 17 febbraio effettua un atterraggio d'emergenza in un acquitrino nei pressi del Lo SVA 9 di Mosiero e Muretto In Turchia. fiume Meandro. Ferrarin atterra per prestargli soccorso. A pochi chilometri da loro greci e turchi combattono, un aereo biposto greco riconosce dall'alto le coccarde italiane ed atterra per aiutarli. Grazie all'aiuto degli aviatori greci, riescono a decollare nuovamente verso Smirne sentendo ancora il crepitio delle fucilate. Da Smirne ripartono il 19 febbraio per Adalia, dove incontrano un tempo terribile. Temperatura sotto zero e vento tanto violento da dover scavare dei solchi in cui infilare le ruote degli aeroplani per legarli a terra. Ad Adalia il radiatore dell'aereo di Masiero scoppia per congelamento dell'acqua, Ferrarin decide di proseguire il viaggio da solo mentre Masiero attende le 005674 necessarie riparazioni. Una volta in volo Ferra rin si accorge Delhi: l'aereo di Ferrarin col carrello danneggiato che sono rimasti legati i piani di coda, per cui governa fino nell'atterraggio al buio della sera precedente.

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Gabriele D'Annunzio Bimestrale Data 12-2020 Aro% e)rimo Pagina 6/25 Foglio 7 / 20

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I due aerei schierati a Canton, una delle ta''e dove Ferrarin, Cappannini, Masiero e Maretto si ritrovano. In tutte le toppe in Estremo terra. A Bassora Ferrarin attende Masiero per due giorni Oriente I quattro aviatori ricevono sempre grandi onori. ma poi per paura dell'arrivo della stagione delle piogge riprende il suo viaggio verso Bushehr, dove arriva ~ fortunosamente attraverso nebbia e pioggia, guidato fino a terra dal lancio di razzi. Da Bushehr nuovo salto fino a Bandar Abbas e poi a Ciaubar, in Pakistan. Il clima si è tramutato in un caldo violentissimo a causa del monsone. Cappannini toglie la cappotta al motore dell'aereo per farlo raffreddare più rapidamente. Questo provoca spruzzi di olio provenienti dal motore che tormentano per tutta la durata del volo pilota e motorista, specialmente quest'ultimo che occupa il posto anteriore dello SVA. Da Ciaubar riparte il 1° marzo in mezzo ad una furiosa tempesta di sabbia. Poco dopo il motore comincia a dare segni di malfunzionamento e alla fine Ferrarin è costretto all'atterraggio in mezzo alla tempesta. Mentre si accingono a riparare il motore,vengono assaliti da indigeni armati che li sequestrano per alcune ore. La fortuna però arriva a dare una mano, vengono scambiati per bulgari, alleati dei tedeschi dai quali avevano ricevuto armi durante In decollo da Canton Masiero distru e il suo SVA 9. il conflitto, riescono così a riparare il motore ed a ripartire. Lui ed il motorista Maretto escono miracolosamente illesi da questo Arrivano a Karachi dove si concedono un po' di riposo ed grave incidente. Da qui a Shangai i due viaggeranno in vaporetto. hanno la sorpresa di trovare Masiero e Maretto che con un solo volo di 1.100 km da Bandar Abbas li hanno sorpassati di qualche ora. Ripartono assieme per Hyderabad, dove ad Aleppo coni comandi parzialmente bloccati. Ad Aleppo Ferrarin atterra in emergenza per la rottura di un tubo atterra in mezzo ad una bufera di neve. Parte il giorno della benzina. A Delhi arrivano di notte, non sono attesi e successivo per Baghdad con atterraggio sul locale campo Ferrarin danneggia il carrello nell'atterraggio al buio. In di calcio dove due squadre di soldati inglesi stanno decollo da Delhi Masiero distrugge il suo SVA. Ferrarin disputando una partita. Nel fuggi fuggi generale, l'aereo si invece arriva a Calcutta con l'aereo ormai allo stremo. Qua ferma davanti ad una porta. Da Baghdad fino a Calcutta ci sono tre nuovi SVA ad attenderli, Masiero e Maretto tutti i punti di atterraggio sono in mano agli inglesi, in arrivano nella città indiana a bordo di un treno. Ferrarin e territori però dove la popolazione locale cerca di liberarsi Cappannini prendono il 13148. Da Calcutta i due piloti sono dall'occupante. Spesso Ferrarin e Cappannini volano molto pronti a ripartire per proseguire il raid, ma arriva l'ordine da 005674 alto o molto basso per evitare le scariche di fucileria da Roma: attendere la squadriglia dei cinque SVA partiti da

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Gabriele D'Annunzio Bimestrale Data 12-2020 Aro% e)rimo Pagina 6/25 Foglio 8 / 20

A Tsingtoo. una piccola porte di Cino sotto il controllo giapponese, Centocelle quello stesso giorno, l'11 marzo. Ferrarin e Ferrarin e Cappannini arrivano in solitario. Masiero aspettano invano fino al 31 marzo, poi ripartono tenendo fede alla loro promessa fatta stappando la bottiglia di champagne a Roma e senza autorizzazione. Volo movimentato per le pessime condizione atmosferiche fino ad Akyab in Birmania, tappa e ripresa del volo fino a Rangoon. Proprio in fase di atterraggio il tubo dell'acqua del radiatore dell'aereo di Ferrarin esplode. II motore grippa e al pilota riesce un atterraggio planato in un ippodromo. Masiero prosegue il volo mentre Ferrarin attende dodici giorni prima che arrivi e venga montato il motore nuovo. II 14 aprile riesce a decollare per Bangkok dove arriva mentre si scatena un temporale violentissimo. A Bangkok iniziano i festeggiamenti, con ricevimento da parte del Re del Siam. Nuova partenza per Hanoi con tappa intermedia ad Ubon, campo di fortuna ricavato in mezzo alla giungla e presidiato da un gruppo di soldati italiani arrivati in loco con un ufficiale. Gli aviatori pernottano su di un carretto, mentre le belve sono tenute lontane da grandi fuochi accesi intorno al campo. Ad Hanoi Ferrarin e Masiero si riuniscono; sono i primi aviatori giunti in volo in Indocina e vengono accolti con festeggiamenti e pranzi di gala. Ferrarin è impaziente di riprendere il volo ed il 21 aprile, sotto l'imperversare di una fitta pioggia, decolla per Canton dove però non riesce a giungere in giornata. Al calare della notte è costretto ad atterrare su di una spiaggia ed incontra dei soldati che gli prestano assistenza. La mattina le ali dell'aereo sono gonfie di acqua penetrata durante la notte, Cappannini effettua dei piccoli buchi nella tela per svuotarle. Partenza Arturo ferrarlo a Pechino viene decorato con l'Ordine di When-Hu. ed arrivo a Canton sotto la pioggia, il campo di atterraggio letteralmente l'Ordine della Tigre Striata, la massima onorificenza cinese. è allagato e Ferrarin gira intorno alla città mentre la benzina sta esaurendosi. Alla fine compie un atterraggio rischiosissimo in una piazza della città, tra la folla. Riesce a 005674 fermarsi in pochi metri,senza danni per nessuno. A Canton

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Gabriele D'Annunzio Bimestrale Data 12-2020 Aro% e)rimo Pagina 6/25 Foglio 9 / 20

Da Seul, di nuovo assieme .erl'ultimo tratto di Raid, grandi onorificenze per tutti, anche per Masiero che è pronti a decollare. arrivato il giorno prima. Al momento del nuovo decollo ci si rende conto che la pista fangosa rallenta gli aerei e viene infine scelto il pendio di una collinetta, sul quale sono portati i due SVA. La distanza è brevissima, per cui Cappannini e Maretto scaricano gli aerei di tutto il superfluo. Ferrarin decolla e riesce per miracolo ad alzarsi

VARRIALE sfiorando gli alberi che circondano la collina, invece P. Masiero fallisce e sfascia il suo secondo SVA. Ferrarin nelle VIA due tappe previste raggiunge Shangai, mentre Masiero vi Shangai MILITARE arriva in piroscafo giorni più tardi. A è stoccato l'ultimo SVA di riserva,che permette a Masiero e Maretto di concludere in volo l'ultima parte del Raid. Ferrarin arriva a Tsingtao, primo pezzo di terra in Cina sotto il controllo giapponese, e si rende conto di quanto il volo per il paese del Sol Levante sia importante; le navi in rada lo salutano all'arrivo con colpi di cannone e vengono decretati quattro giorni di festa. Giunge a Pechino il 18 maggio dove viene celebrato come un nuovo Marco Polo e viene decorato con Ad Osaka, enultima ta .a, Ferrarin di .oco atterro .er .rimo. l'Ordine della Tigre, la più grande onorificenza cinese. II I due aerei ormai sono attesi, come attesta la bandiera italiana. raid assume toni trionfali, ad ogni atterraggio Ferrarin e Cappannini trovano folle in festa e banchetti ufficiali ad ..§~.711~4111111iiiso attenderli. A Seul Ferrarin e Masiero si ritrovano e si 42sa.

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Gabriele D'Annunzio Bimestrale Data 12-2020 neri Iri11111k1 Pagina 6/25 Foglio 10 / 20

sensi, il Giappone decreta 40 giorni di festeggiamenti, il Principe Reale Hirohito li riceve donando personalmente due spade da Samurai ai piloti. Mentre l'Imperatore Taisho è ammalato e non riesce a presenziare, l'Imperatrice Teimei li riceve discorrendo con loro in francese. L'Imperatrice si rende inoltre protagonista del gesto di organizzare un solenne rito funebre in un tempio in onore dei deceduti Capitano Gordesco e Tenente Grassa. Due raccolte di acquerelli realizzati da giovani studenti delle scuole giapponesi per celebrare il successo del Raid sono Quasi 200.000' ersone attendono l'arrivo dei due SVA 9 a Tok o. regalati agli aviatori, e una di queste è tutt'oggi conservata E 1131 maggio del 1920, 106 giorni dopo la partenza da Roma. al Museo dell'Aeronautica Militare a Vigna di Valle. Purtroppo in Italia non c'è lo stesso entusiasmo,anzi si crea uno screzio tra i due paesi. Ferrarin propone al Governo di donare il suo 13148 al Giappone per metterlo nel museo della capitale, ma dall'Italia arriva l'ordine che recita "...gli aeroplani non si possono regalare ma vendere al miglior offerente". La notizia trapela creando un certo imbarazzo, risolto dallo stesso Ferrarin che comunica l'intenzione di voler acquistare lui l'apparecchio per la cifra di 8.000 Lire per donarlo al Giappone.A quel punto il Governo italiano fa marcia indietro, cambia idea e dona direttamente l'aeroplano che rimarrà fino al 1933 nel museo di Tokyo; spostato in altra sede, sarà distrutto dai bombardamenti americani della seconda Guerra Mondiale.

si accalca intorno allo SVA 9 di Ferrarin e Capponnini.

Ferrarin e Molerei ricevuti dall'Imperatrice del Giappone Teimei. I tre conversarono in francese. 005674

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Gabriele D'Annunzio Bimestrale Data 12-2020 Armie F nil Pagina 6/25 Foglio 11 / 20

II volo tra.scontínentale Bama-Tokío 'if ~aVilitica ImO1PSd aviatoria it liana camOiota dal pilota IQOPDte Comm•AKIURO ifMAIIIII (112 ore di volo attraverso tre continenti, 17 mila km in linea d'aria)

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Il successo del Raid riportato in Italia dal giornale "II rinnovamento''. Nello pagina seguente. due immagini di Ferrarlo e Mosiero.

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S.V.A.9

La sigla S.V.A. è l'acronimo di Savoja, Verduzio ed Ansaldo. Umberto Savoja è il possessore del Brevetto di Pilota Aeronautico N. 2, ed è il primo ad ottenerlo per il Regio Esercito. II N.1 è di Mario Calderara, della Regia Marina, che è il suo istruttore alla prima scuola per aviatori allestita a Roma sotto la guida di Wilbur Wright. Appassionato di tecnica aeronautica, come Ufficiale del Genio del Servizio Aeronautico Savoja è a capo della "Direzione Tecnica dell'Aviazione Militare" fino al 1917. In questo periodo progetta i biplani ad elica spingente della famiglia S.P. per la S.I.A., la divisione aeronautica della FIAT. Rodolfo Verduzio è il progettista e realizzatore di molti aerostati e dirigibili in servizio presso il Servizio Aeronautico, costruiti sull'idroscalo di Vigna di Valle. Abilissimo ingegnere, nel 1924 pubblica un suo scritto dal titolo "Costruzione dei velivoli" che è una vera e propria bibbia per tutti i costruttori ed i semplici appassionati di aeroplani. I due si incrociano spesso nel corso della loro vita, entrambi ufficiali del Genio, e nel 1916 cominciano assieme la progettazione di un biplano monomotore che sfocia nella fortunata famiglia degli S.V.A. Un grande contributo al progetto viene dato dal giovane progettista Celestino Posateli', soprattutto per l'arrangiamento dei montanti alari a forma di "W",che ritroveremo nei suoi progetti futuri in FIAT nella serie dei caccia CR. L'Ansaldo (da qui la "A" nell'acronimo), notissima industria ligure di costruzioni navali esistente ancora oggi, vince il concorso indetto dal Ministero per la sua costruzione. Il biplano ha una fusoliera interamente in legno con una sezione aerodinamica che ricorda molto quella delle imbarcazioni; l'esperienza dell'Ansaldo in questo campo è di sicuro vincente per Imma ini di uno dei due Cantieri Aeronautici dove Ansoldo costruivo gli SVA 9/10. l'assegnazione dal concorso. La ditta acquista la S.I.T. di Torino e la trasforma in "Cantiere Aeronautico Ansaldo 3" per la sua costruzione, seguito poi dal "Cantiere Aeronautico Ansaldo 5" allestito acquistando la Pomilio nel 1918. La famiglia degli S.V.A. si sviluppa fino allo SVA 5, un monoposto potenziato da un motore in linea SPA 6A da 220 hp che lo rende più veloce di circa 40 km/h rispetto a 005674

Uno SVA 9 fotografato sul campo di Comeri.

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Lo SVA 9 n/c 99 ritrovato ne II USA in un fienile e restaurato do Mr. R. S. Fyfield che gli ho imposto il seriale 13149, come quello che portò Ferrarin e Capponnini al traguardo a Tokyo. Fyfield sostituì lo stemma Ansaldo sul muso con una copia in azzurro.

tutti i caccia in linea in quel momento, sia italiani che austro-ungarici. Malgrado una prova in volo dove per ben due volte uno SVA 5 pilotato del Sergente Girolamo "Gino" Allegri "abbatte" in simulazione l'asso Tenente Ferruccio Ranza con il suo SPAD XIII, lo SVA viene rigettato come caccia un puro dai piloti della ed adibito a compiti di Gli SVA 9/10 ebbero discreto successo all'estero, dove vennero utilizzati in vari ruoli. Tra questi il "racer" privato dello ricognizione veloce e bombardamento leggero. Con la sua statunitense Basi! Rowe che, come si può dedurre dagli scarichi a sinistra velocità non ha nemmeno bisogno della scorta della del motore, avrebbe sostituito l'originale SPA 6A caccia. Lo SVA 5 diventa celebre a livello mondiale dopo il con un diverso propulsore. Raid su Vienna del 9 agosto 1918, comandato da Gabriele D'Annunzio, che porta sette aeroplani di questo tipo a lanciare manifestini di invito alla resa sulla capitale D'Annunzio,che siede su un seggiolino simile nel suo 12736 austriaca. Dal monoposto viene progettata una versione (uno SVA 1O modificato) verso Vienna e ritorno, lo definisce biposto, nasce così la coppia SVA 9/SVA 10. Lo SVA 9 è "la sedia fiammeggiante". La superficie alare è concepito soprattutto per l'addestramento. Lo spazio per leggermente aumentata ma il relativo aumento di peso un secondo membro dell'equipaggio è ricavato non sacrifica le prestazioni. La configurazione degli SVA 9 rimuovendo il grande serbatoio anteriore e sagomandone "Super Vienna" forniti dall'Ansaldo per il Raid Roma-Tokyo 005674 uno nuovo a forma di seggiolino per il posto anteriore. prevede che il pilota sieda dietro al passeggero.

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mitragliatrice brandeggiabile per il passeggero posteriore in qualità di osservatore/mitragliere. Inoltre alcuni SVA 9 vengono costruiti montando l'Isotta Fraschini V.6, più potente dello SPA 6A. Ai giorni nostri nessun esemplare originale di SVA 9 e soprawissuto, ma vale la pena ricordare quello che viene acquistato nell'autunno 1988 da Aeritalia (oggi Alenia Aermacchi) da Mr. H.S. Fyfield che lo ritrova in un granaio a Peekskill, New York, nel 1956. Questo è uno degli esemplari spediti negli Stati Uniti dopo la prima Guerra Mondiale con una missione ufficiale per cercare di promuovere e vendere i prodotti aeronautici italiani all'estero, per sopperire al crollo della produzione all'indomani del termine della Grande Guerra. Negli anni successivi al suo ritrovamento il velivolo è sottoposto a restauro da Reno Brenner della Aviation Techniques Inc. di Irwinna, Pennsylvania. All'aereo restaurato viene applicata proprio la matricola 13148 dell'aereo di Ferrarin/Cappannini che arriva Lo SVA 9 n/c 89, in alto foto rafoto insieme a un AMX a Tokyo, anche se la cellula ha un radiatore standard. dell'Aeronautica Militare, è stato protagonista di numerose manifestazioni. L'aereo ottiene il certificato FAA in quanto perfettamente funzionante e volante. Dopo l'acquisto di Alenia, l'aereo è Le altre modifiche sono un radiatore frontale allungato trasferito a Torino nel febbraio 1989 con trasporto aereo, "tipo Libia" e due serbatoi a forma di nourrice incassati smontato ed inscatolato in un apposito container nell'ala superiore al posto del singolo di serie. Un progettato per lo scopo negli USA.Appena arrivato a Torino parabrezza è inserito tra i due posti per proteggere il pilota, il velivolo è sottoposto dal personale Alenia ad un nuovo non presente sugli SVA 9 di serie, ma solo sugli SVA 10. Non restauro. Il motore viene revisionato, vengono effettuate si sa se questo parabrezza è fisso o smontabile come sul prove di rullaggio, e il velivolo è utilizzato per esposizione in 12736 di D'Annunzio e Palli nel Raid su Vienna e la sua occasione di eventi pubblici od aziendali; il personale del presenza o assenza rende facile la confusione nel tentativo Gruppo Amici Velivoli Storici della sezione di Torino è di identificare la versione tra i due tipi nelle foto d'epoca. incaricato del suo montaggio e successivo ricovero per Nell'arco dei vent'anni del loro impiego gli SVA 9 e 10 sono future necessità. Oggi questo SVA 9 ha trovato la sua casa spesso modificati sul campo nelle due configurazioni definitiva al Museo che Leonardo-Finmeccanica ha 005674 addestramento/ricognizione. La seconda prevede una realizzato a Caselle Sud all'interno della Divisione Velivoli.

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LE COMMEMORAZIONI DEL RAID

Nell'arco dei cento anni trascorsi dal primo raid Roma- Tokyo, sono state numerose le commemorazioni e le emulazioni dello storico volo. Si parte da che, col motorista Ernesto Campanelli,compie il percorso inverso con il suo SIAI S.16ter Gennariello, ultimo tratto del suo incredibile volo di 55.000 chilometri del 1925. Nel 1930, per il decennale del raid, l'asso della Prima Guerra Mondiale Francis (Carlo) Lombardi effettua il volo Vercelli-Tokyo con un minuscolo Fiat AS.1. Con lui, il motorista e copilota Cappannini, lo stesso compagno di viaggio di Ferrarin. Il nuovo raid dura solo nove giorni ed è un record assoluto. Lombardi e Cappannini partono il 13 luglio ed atterrano a Tokyo il 22, in mezzo ad una grande folla che li attende eli celebra. La prima parte del L'S.16 di De Pinedo e Campanelli sul Brisbane River, Australia. tragitto è modificato rispetto a quello di Ferrarin, si vola più a nord su Austria, Polonia e Russia, percorrendo alla fine "solo"11.600 km. Nel 1942 la Regia Aeronautica organizza un collegamento aereo con l'alleato Giappone; viene preparato allo scopo un Siai Marchetti S.75 a Guidonia, rimotorizzato con gli Alfa Romeo 128RC SPEC. L'equipaggio è formato dal Comandante Col. Pilota Nino Moscatelli, secondo pilota Capitano Mario Curto, navigatore Capitano Publio Magini, radiotelegrafista Sottotenente Ernesto Mazzotti e motorista Maresciallo Ernesto Leone. L'S.75GA PT (Grande Autonomia - Roma Tokyo) M.M.60539 decolla il 29 giugno e giunge a Tokyo il 3 luglio con due soli scali intermedi, a Zaporoshe in Ucraina ed a Pao Shan nella parte di Cina sotto controllo giapponese. di fronte al Fiat AS.1 col quale ripeteranno il percorso di Ferrarin e Masiero per il Decennale del Raid Roma-Tokyo. 005674

al Il Siai Marchetti S.75 GA PT Gronde Autonomia-Roma Tok o Sono visibili le insegne del Sol Levante applicate su richiesta dei giapponesi per garantire un certo "anonimato" alla missione.

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Qui viene ridipinto con le insegne giapponesi per piloti e pionieri della nostra aviazione. Tra loro spiccano i sicurezza. A bordo porta i nuovi codici segreti di Generali in pensione Amedeo Mecozzi e Ferruccio trasmissione tra i due paesi,dopo il sospetto che quelli in Ranza, protagonisti del primo raid de11920. uso siano stati decodificati dagli inglesi. L'ultimo dei ll Comandante Colonnello Alberto Sanguinetti guida il grandi raid compiuti dalla Regia Aeronautica si vetusto quadrimotore, ceduto dall'Alitalia conclude col volo di rientro a Roma, usando come scalo all'Aeronautica Militare in seguito al piano di Odessa invece di Zaporoshe. ristrutturazione della compagnia di bandiera con i nuovi Nel 1970, a cinquant'anni dal volo di Ferrarin, si velivoli a reazione. Le differenze di mentalità dei due mettono in campo grandi risorse da parte di entrambi i Paesi emergono anche in questa occasione: mentre paesi per celebrare degnamente la ricorrenza. Un DC.6B l'uso del velivolo d'epoca suscita ilarità tra i piloti Alitalia dell'Aeronautica Militare porta a Tokyo un gruppo di ex incontrati lungo le tappe del percorso, in Giappone alla

Mario Panvini Rosoti, in tuta di volo, con l'o ieratore della RAI Giancarlo Zone. A sinistra e a destra di Panvini Rosati, il costumista e scenografo Diego Dalla Palma e il cantante milanese Lionello. Quando ripeté il raid Roma-Tokyo ai comandi di un monomotore RIAI 285. Panvini Rosati, mise in luce concetti nuovi nel campo dei raid aerei. A fronte di aeroporti più numerosi e strutture dì terra decisamente migliori, l'organizzazione di simile Imprese risultava però notevolmente appesantito dalle delicate procedure burocratiche da espletare preventivamente nel Paesi da attraversare. Inoltre, nonostante l'affidabilità degli aeromobili e degli equipaggiamenti di navigazione, Panvini Rosati dovette fare I conti con minacce provenienti da altre direzioni, come quando fu obiettivo di tiri di contraereo mentre lambiva i confini del Vietnam. 005674

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Douglas DC-68 codici 31-8 dell'Aeronautica Militare. A bordo di un aereo come questo la delegazione italiana arriva o Tokyo nel 1970 perle celebrazioni del 50°.

La Società Alitalia finanzia intanto la riproduzione dello SVA 913148, realizzata da Felice Gonalba,e la dona al Giappone dove ancora oggi lo si può ammirare nel Museo di Hamamatsu. Le Poste Italiane, infine, dedicano un francobollo commemorativo al 50" anniversario del raid.

La replica dello SVA 913148 realizzata dalla ditta di Felice Gonalba nel 1970. II modello incorpora anche pezzi originali, ad esempio l'elica regolato dal Museo Caproni, ed é conservato presso l'Airpark dello JASDF di Hamamatsu.

dichiarazione di Sanguinetti che l'uso del DC.6B è dovuto alla volontà di ripercorrere in maniera adeguata ed il più possibile "veteran" il percorso del 1920 suscita una grande ammirazione nei confronti dell'equipaggio, che si traduce in festeggiamenti particolarmente calorosi. Nello stesso anno il Siai Marchetti S-205 I-SJAB pilotato da Mario Panvini Rosati con Giancarlo Zane in qualità di fotoreporter, ripercorre l'intera rotta originale, I protagonisti del raid Roma-Tokyo del 2081. seppur effettuando meno tappe intermedie grazie alla Da sinistra: Paolo Zecchini, Riccardo Filippi, Riccardo Romano, Adelmo Franco Pecorai', Franco Maggiulli, Antonello Filippone. Alle loro spalle è 005674 maggiore autonomia del monomotore Siai rispetto allo visibile il Siai Marchetti I-SJA8, uno dei due aeroplani utilizzati per lo SVA9. trasvolata e lo stesso del volo del 1970.

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Nel 2001 l'Aeroclub di Roma decide di rievocare Riyadh, Sharja, Karachi, Ahmedabad, Nagpur, Calcutta, l'impresa di Ferrarin e Masiero compiendo il tragitto con Chiang Mai, Hanoi, Hong Kong, Shangai, Nagasaki, due Siai Marchetti S-205, uno dei quali è ancora una volta Tokyo. I sei amici volano per 14.764 km ripercorrendo quello già utilizzato da Panvini Rosati nel 1970. A bordo molte tratte del percorso già toccate dai primi del Sial 205 20/R 1-SJAB l'equipaggio è formato da trasvolatori italiani nel1920. Antonello Filippone, Riccardo Romano e Paolo Zecchini. Nel corso del 2020 le celebrazioni per il Centenario Nell'altro aeroplano, lo I-VRST, trovano posto Riccardo sono state numerose. Oltre all'edizione di diverse Filippi, Franco Maggiulli ed Adelmo Franco Pecorari. pubblicazioni, sull'avio superficie di Thiene è stato Sono tutti piloti e meccanici di lunga e provata esposto un F-104S Special Color, ovviamente statico. esperienza e il volo si risolve in un grande successo. Le Cinque Siai Marchetti S-208 dell'Aeronautica Militare 005674 sedici tappe previste, da percorrere in altrettanti giorni, hanno ricevuto una decorazione simile in coda ed hanno sono: Roma, Gioia del Colle, Atene, Larnaca, Amman, effettuato voli celebrativi in formazione sull'aeroporto.

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l-SJAB in volo tra i grattacieli di Tokyo per Io secondo volta... trent'anni dopo!

Le decorazioni speciali di tutti gli aeromobili sono stati tenacia con cui i motoristi si prodigarono nella cura dei finanziati dagli eredi della famiglia Ferrarin. Molte mezzi; lo stesso Cappannini raccontava che nelle pause celebrazioni si sono svolte per l'aviatore anche in si prendeva cura del velivolo e dormiva durante i voli, provincia di Varese, dove passò la maggior parte della quando le condizioni atmosferiche Io permettevano. sua vita privata e dove è seppellito assieme alla moglie Anche il personale dislocato lungo la rotta è pressoché nel cimitero di Induno Olona. dimenticato, nonostante esso ricoprì un ruolo Nel corso degli anni le celebrazioni del raid Roma- fondamentale perla riuscita del raid. Tokyo hanno visto un progressivo spostamento Riteniamo sia invece ancora oggi doveroso ricordare dall'impresa in sé alla figura del solo Arturo Ferrarin, tutti questi uomini e l'impegno che tutti loro profusero togliendo in parte lustro a tutti i componenti della per far sì che il tricolore italiano giungesse dall'altra parte 005674 squadriglia che realizzò il volo nel 1920, addirittura con del Mondo. due deceduti sul campo,e anche e soprattutto la grande

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