Presidenza Regionale mensile CLASSICA € Marche luglio-agosto 2014 5,00 Alto Patronato del CONSIGLIO REGIONALE Presidente della Repubblica DELLE MARCHE di informazione JAZZ e cultura POP anno XXX

luglio-agosto 2014 luglio-agosto musicale WORLD numero 316

direzione artistica Marco Sollini

il giornale della musica MUTI • DELBONO DIABATÉ • MARCON armonie della sera Il sogno festival di musica da camera di Muti La Grande Musica nei luoghi più suggestivi delle Marche edizione Il direttore d’orchestra, tra Ravenna e Chicago, rivela sabato 12 luglio, ore 21.15 martedì 29 luglio, ore 21.15 martedì 12 agosto, ore 21.15 il suo nuovo progetto: «Voglio creare FERMO Chiesa di San Domenico FABRIANO Chiostro di San Benedetto PONZANO DI FERMO Chiesa di San Marco una scuola internazionale dedicata all’opera MARCO SOLLINI pianoforte ANDREA BACCHETTI pianoforte DOMENICO NORDIO violino italiana, dove preparare giovani direttori SALVATORE BARBATANO pianoforte PIETRO DE MARIA pianoforte d’orchestra e giovani cantanti» I CAMERISTI DELL’ORCHESTRA sabato 2 agosto, ore 21.15 SINFONICA ABRUZZESE MORESCO Piazza Castello venerdì 15 agosto, ore 21.15 ROBERTO METRO - ELVIRA FOTI pianoforte a 4 mani PONZANO DI FERMO Chiesa di San Marco martedì 15 luglio, ore 21.15 PATRIZIA BICCIRÈ soprano PONZANO DI FERMO Chiesa di San Marco lunedì 4 agosto, ore 21.15 ROBERTO JACHINI VIRGILI tenore ILIA KIM pianoforte ANCONA Chiesa S. Maria di Portonovo STEFANO STELLA basso ITALIAN SAXOPHONE QUARTET MELANIE BUDDE violino L’estate dei festival sabato 19 luglio, ore 21.15 In collaborazione con il FAI Marche SABRINA GENTILI pianoforte

MONTELEONE DI FERMO Chiesa S. Maria della Misericordia SALVATORE BARBATANO pianoforte Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 1, comma Torino n.46) art. - n. 5/2014 La Butterfl y di Delbono, QUARTETTO DELLE MARCHE mercoledì 6 agosto, ore 21.15 I SOLISTI MARCHIGIANI ensemble In collaborazione con Associazione Appassionata BELFORTE DEL CHIENTI Chiesa di Sant’Eustachio FEDERICO AMENDOLA direttore l’Ariodante di Marcon. PATRIZIA BICCIRÈ soprano In collaborazione con il Conservatorio “G.B. Pergolesi” di Fermo lunedì 21 luglio, ore 21.15 MARCO SOLLINI pianoforte Jazz, pop, world PONZANO DI FERMO Chiesa di San Marco In collaborazione con la Comunità Montana dei Monti Azzurri armonie della sera on the world ENSEMBLE ATHENAEUM da Berchidda allo Sziget venerdì 8 agosto, ore 21.15 mercoledì 14 maggio, ore 19.00 giovedì 24 luglio, ore 21.15 SERRA SANT’ABBONDIO Monastero di Fonte Avellana BRATISLAVA Vysoká Škola Muzických Umení GENGA Grotte di Frasassi GUITALIAN QUARTET MARCO SOLLINI - SALVATORE BARBATANO DUO SOLLINI - BARBATANO pianoforte a 4 mani In collaborazione con Festival Federico Cesi pianoforte a 4 mani L’incredibile sax In collaborazione con il Consorzio Grotte di Frasassi sabato 9 agosto, ore 21.15 In collaborazione con Istituto Italiano di Cultura di Bratislava VŠMU Faculty of Music and Dance di Bratislava dell’insopportabile Sax sabato 26 luglio, ore 21.15 PORTO SANT’ELPIDIO Villa Baruchello ACQUASANTA TERME Castel di Luco ROBERTA PAGANO soprano in collaborazione con: DANTE MILOZZI ¾EYXS GIOVANNI D’AURIA clarinetto Province di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, STEFANIA SAGLIETTI arpa ANTONELLA DE VINCO pianoforte Macerata, Pesaro-Urbino Toumani Diabaté In collaborazione con il Festival I luoghi della musica - Irpinia Comuni di Ponzano di Fermo, Ascoli Piceno, Acquasanta Terme, domenica 27 luglio, ore 21.15 Fabriano, Fermo, Monteleone di Fermo, Moresco, PORTO SAN GIORGIO Rocca Tiepolo domenica 10 agosto, ore 21.15 Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio PASQUALE COVIELLO ½WEVQSRMGE ASCOLI PICENO Pinacoteca Civica CARIFERMO, Fondazione CARIFAC NUOVO QUARTETTO MERIDIES QUARTETTO DI CREMONA UBI Banca Popolare di Ancona In collaborazione con Ateneo Musica Basilicata MARCO SOLLINI pianoforte David Palace Hotel - Porto San Giorgio www.armoniedellasera.it - info: Ass. Marche Musica tel +39 0734 630108 - +39 392 4779651 crescendo.

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APPROFONDIMENTI TESI un giornale AUDIZIONI WS RECENSIONI AUDI CORSI due giornali LEATPPROFONDIMENTIPTPERORFEONDIMENTI Corsi TESI OG “il giornale della musica” WS integra le sue due testate, AUDIZIONI RECENSIONI quella cartacea/digitale CORSI e quella online (giornaledellamusica.it) CARTELLONE BLOG APPROFONDIMENTI TESI AUDIZIONI Ogni giorno, ogni mese raccontiamo NEWS le vostre musiche. RECENSIONI CONCORSI LETTERE BLOG OUVERTURE luglio-agosto 2014 1

2 Accademia Muti di Marco Beghelli In una lunga intervista il direttore d’orchestra Riccardo Muti racconta il suo sogno di far nascere a Ravenna una scuola internazionale dedicata all’opera italiana 10

attualità

Questo mese parliamo dell’estate dei festival: opera (Stefano Nardelli 8), antica (Paolo Scarnecchia 18), contemporanea (Gianluigi Mattietti 24), concertistica (Mauro Mariani 28), jazz (Enrico Bettinello 50), pop e world (Jacopo Tomatis 58 e 64)

10 Le stanze dell’attore che danza di Daniele Martino Il teatro e il cinema di Pippo Delbono hanno al centro narrazioni del dolore, del ricordo, del vissuto autentico: 26 il in luglio gli affi da Madama Butterfl y 13 «Quanto adoro l’Ariodante!» di Stefano Nardelli A Aix-en-Provence Andrea Marcon torna a dirigere il suo Haendel preferito 26 La capretta coraggiosa di Elisabetta Torselli In prima a le musiche di scena di Azio Corghi per Blanquette dal racconto di Daudet

professioni 61

33 Girotondo di compositori di Alessandro Mastropietro A un laboratorio con Alessandro Solbiati per imparare a scrivere musiche di scena per il dramma di Schnitzler

culture

34 Immortale Sax di Simone Garino Adolphe Sax (nato duecento anni fa in Belgio) brevettò il suo sorprendente strumento nel 1846 54 La chitarra a quattro dimensioni 66 di Luca Canini Maestri delle sei corde: Marc Ribot e Nels Cline

61 Forever (Neil) Young nelle foto, di Alberto Campo dall’alto in Un live, un disco, una biografi a, un nuovo basso: formato musicale: il “sogno di un hippie” Pippo Delbono, Azio Corghi, 66 Kora di papà Neil Young, di Guido Festinese Toumani Diabaté Toumani Diabaté e il fi glio Sidiki, (foto Youri insieme fra tradizione e innovazione Lenquette) in copertina Riccardo Muti (foto ©Todd Rosenberg_www.riccardomutimusic.com) “il giornale della musica” torna in edicola il 1° settembre 2014 2 luglio-agosto 2014

Accademia Muti «Voglio creare a Ravenna una scuola internazionale dedicata all’opera italiana» spiega il direttore d’orchestra in una lunga intervista nella quale parla di fi lologia, di repertorio, dell’amicizia con Kleiber e degli stereotipi da cancellare

MARCO BEGHELLI FOTO TODD ROSENBERG

avenna, 7 giugno 2014, nella casa di Ric- Il programma del Ravenna Festival si presenta cardo Muti: non propriamente un’intervi- come il più variegato e caleidoscopico fra le rassegne sta, ma una lunga chiacchierata musicale estive italiane, ma per tanti è il “Festival di Muti”. di quasi due ore su progetti futuri, sogni, «Ovviamente io sono stato sempre presente al Ravenna amicizie e ricordi. Festival in questi venticinque anni, portandovi orchestre RMaestro, trent’anni fa esprimeva come Suo sogno prestigiose come quelle di Vienna, Philadelphia, New York, ideale quello di poter avere a disposizione un’Orche- Chicago, Scala, Maggio Musicale Fiorentino, e da qualche stra Filarmonica di Ravenna: il massimo del livello ar- tempo porto a Ravenna questa bella realtà giovanile che è tistico sotto casa, senza continuare a rincorrerlo per l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, cui mi dedico pur- il mondo. Poi nacque il Ravenna Festival, che compie troppo meno di quanto vorrei: giovani straordinari che an- ora 25 anni di vita: in che misura è stato un frutto di che l’altra sera, nel concerto che hanno fatto qui con Vadim quel desiderio? Repin, hanno dato prova di assoluta maturità artistica. Ma «Agli inizi Ravenna significava per me soltanto “casa”, l’Orchestra Cherubini non è una colonna portante solo del questa stessa casa che ora vede. Il sogno di fare in un Ravenna Festival: cinque anni a Salisburgo per il Festival di tutt’uno “casa e bottega”, come si dice, era grande: non Pentecoste hanno lasciato il segno, così come le tournée in ho mai amato girare per il mondo, anche se mi vede qui Russia, Francia, Sud America... Spesso andiamo a cercare re- di ritorno da Tokyo [Nabucco e Simon Boccanegra con i altà giovanili di livello al di là delle Alpi: non dobbiamo inve- complessi dell’Opera di Roma] e parto domani per Chi- ce dimenticare i nostri giovani, che se curati a dovere danno cago. Ma c’era anche il desiderio di portare il mio con- prove assolutamente non inferiori a quelli di altre nazioni». tributo musicale alla città di Angelo Mariani (uno tra In termini di sensibilità musicale italiana da valo- i primi direttori d’orchestra in senso moderno) e a un rizzare, Lei stesso viene riconosciuto come un esem- teatro che in passato ha avuto i suoi momenti di gloria. pio stilisticamente italiano di interpretare la musica: Aggiunga che sono cresciuto sull’Adriatico, pur essendo quanto dell’insegnamento di Vincenzo Vitale è con- nato a Napoli, e che ho sempre avuto il senso della pro- fluito nel Suo modo di dirigere? vincia felix, dove poter lavorare serenamente, con i ritmi «Vitale è stato un grande insegnante di pianoforte al di un sano provincialismo. Dunque avvenne che Benigno Conservatorio di Napoli, ma è stato ancor più un grande Zaccagnini, il grande uomo politico, amico intimo di mio insegnante di Musica – con la M maiuscola – attraverso il suocero, chiese a mia moglie di far qualcosa per questa pianoforte; se avesse insegnato un altro strumento, avreb- città: nacque così il Ravenna Festival, dando forma nuova be trasmesso le stesse cose con il violino, il clarinetto o a un passato di rassegne musicali estive già esistenti, un l’orchestra. Il discorso importante di Vitale era basato pro- Festival diventato subito una manifestazione gloriosa per prio sul fraseggio, sui punti agogici di una frase, che sono il nostro Paese, anche a livello europeo». ineludibili...» >> 3 4 luglio-agosto 2014

Sono nella melodia stessa... Philadelphia ho dovuto sforzarmi per far capire a certi cri- «E soprattutto nell’armonia: la frase musicale nasce tici americani che eseguire ciò che è scritto, come è scritto, con una esigenza fisica interna, determinata dall’armo- non è necessariamente un approccio oggettivo e freddo alla nia. Se uno ha studiato composizione seriamente, si rende partitura. No, non è questo! È invece cercare, attraverso il conto che ciò che l’istinto suggerisce è decifrabile quasi segno scritto, d’individuare tutto il mondo che sta dietro il in maniera scientifica. Nel processo armonico ci sono dei segno scritto: e dietro le note c’è l’infinito. È lì che vive la poli d’attrazione, tensioni e distensioni. Facciamo l’esem- differenza fra un interprete e l’altro; è lì che ognuno di noi pio più banale: l’accordo di dominante deve risolvere sulla vagola alla ricerca di una verità, al di là del segno scritto ma tonica. Il trucco di tanti cantanti di trattenere l’accordo attraverso il segno scritto. Non solo attraverso le note, ma di dominante per prolungare l’acuto sulla penultima nota anche attraverso un accento, un crescendo o un rallentan- dell’aria, prima di risolvere sulla tonica, produce noto- do... Lo ripeto: attraverso il segno, e non cambiando il se- riamente una tensione fra il pubblico, che va a sfogarsi gno! L’abuso dettato dal sedicente nell’applauso liberatorio; e più si trattiene la nota acuta gusto personale è sempre stato l’a- e se ne ritarda la risoluzione, più la tensione cresce. Ma libi di certo dilettantismo che ha «Carlos Kleiber e io dal punto di vista musicale, questo è un obbrobrio. Ciò ucciso le nostre opere». eravamo davvero amici: non significa che debbiamo necessariamente castrare tali Questa crociata che Lei mi scriveva molte lettere, possibilità esecutive, ma neanche esagerarle come fanno combatte ormai da quasi mez- nelle quali era assai severo i tenori che sul “Vinceeeeeeerò!” della Turandot tengono zo secolo sembra tuttavia non con i suoi giudizi. Ma erano oltre misura l’acuto. Ora, è chiaro che quella nota è effica- avere ancor oggi molti seguaci: particolarmente interessanti ce (se cantata bene) e ci coinvolge anche fisicamente; ma non si è radicata nei vari teatri le sue idee sulla musica, spesso bisogna restare entro i limiti del buon gusto. Si racconta dove Lei ha pur operato a lungo controcorrente» che il grande direttore Sir Thomas Beecham, di fronte a un e non si è diffusa un’adeguata tenore che stava rimanendo troppo a lungo su “Vincerò!” coscienza estetica fra esecutori e direttori artistici. Il prima di risolvere, fece tremare il Covent Garden urlando rischio è che la faticosa azione di Muti a favore di una dal palco di proscenio dov’era seduto: “E basta!”. Se uno nobilitazione dell’opera italiana non abbia un seguito. facesse abusi del genere in Mozart o in Wagner, si gride- «Proprio per questo voglio creare qui a Ravenna una rebbe allo scandalo; ma nell’opera italiana tutto sembra specie di accademia, una scuola dove insegnare...». concesso». È una notizia inedita! Di recente il rispetto fedele del testo scritto si è «L’ho accennata qua e là, ma questa è la prima volta uf- aperto, nelle Sue interpretazioni, ad alcuni principi ficiale... Ecco, una scuola internazionale dedicata all’opera di prassi esecutiva ottocentesca: ad esempio, parche italiana (compresi Mozart e Gluck), dove preparare i gio- varianti per la ripetizione delle cabalette nelle opere vani direttori d’orchestra, dove far crescere nuovi maestri del primo Verdi. collaboratori consapevoli, una categoria che sta scompa- «All’inizio della mia carriera fui talmente preso da un rendo: ai tempi di Toscanini i maestri collaboratori erano senso di rigetto per gli abusi di certa insana tradizione in grado di preparare un’opera interamente, di dirigerla se esecutiva che affrontai il problema con un atteggiamento necessario (come il mio maestro di direzione al Conserva- un po’ fondamentalista. Studiando, informandomi, ho ri- torio di Milano, Antonino Votto)». veduto certe mie idee, perché credo che l’inflessibilità sia E sapevano intervenire anche con consigli di tecni- degli stupidi». ca vocale, all’occorrenza. La fedeltà alla singola nota scritta è più importante «Assolutamente! Adesso, invece, mancano direttori della fedeltà alle agogiche e alle dinamiche dettate in d’orchestra che sappiano insegnare ai cantanti (molti di- partitura? Un effettistico crescendo a piena orche- stra aggiunto dal concertatore è più lecito di un effet- tistico acuto aggiunto dal cantante? Detto in altri ter- Carlos Kleiber e Riccardo Muti negli anni Novanta mini, l’essenza della musica sta nelle note o nel modo di eseguirle? «La domanda è molto complessa. Di certo io sono sem- pre stato severo contro le note aggiunte per effetto, e al- trettanto contro le note tolte per comodità. Quando feci il Guglielmo Tell a Firenze, dapprima con Nicolai Gedda, poi con Franco Bonisolli, qualcuno mi rimproverò perché la vo- calità di quest’ultimo non era propriamente rossiniana; ma la parte del tenore è, come sappiamo, piena di do e di do diesis e la mia risposta alle critiche era dunque molto sem- plice: avevo bisogno di un tenore che facesse le note, e sia a Gedda sia a Bonisolli chiesi di eseguire tutte le note scritte da Rossini. Non c’è discussione: l’opera senza cantanti con le note non si fa. Detto questo, cerchiamo di ridare un po’ di nobiltà e aristocrazia a questi nostri autori: ad esempio, ricordando che i finali dei vari pezzi operistici portano sem- pre la voce a concludere verso il basso, non all’acuto, così come non si conclude un discorso parlato con la voce che sale, ma scendendo. Quando ero direttore dell’Orchestra di 5

rettori non sanno neppure mettere le mani sul pianofor- l’integrale sinfonica. Forse è questione di come le notizie te), e i maestri collaboratori sono ridotti a meri accompa- vengono fatte girare. In Italia sembra interessare solo quel- gnatori che suonano l’opera dall’inizio alla fine. Ci sono lo che dirigo nel campo dell’opera. Certo, ultimamente le naturalmente delle eccezioni, ma in generale stiamo an- occasioni di miei concerti qui si sono ridotte a poche se- dando in questa direzione». rate con l’Orchestra Cherubini, né avrei ora il tempo di Sarà un’accademia destinata anche ai cantanti? costruire nuove collaborazioni accanto a quelle in essere a «Certo, un’accademia aperta pure ai giovani cantanti, Chicago, a Vienna, a Berlino». che vanno anch’essi sensibilizzati. Poi ognuno prenderà la Nel Suo repertorio si sente forse la mancanza di sua strada, secondo le proprie capacità, la propria cultura, Mahler, a parte la Prima Sinfonia registrata molti anni il proprio istinto teatrale. Però è importante che si insegni fa... loro a trattare questi nostri autori con maggior rispetto. «...e la Quarta eseguita con i Wiener Philharmoniker Oggi non possiamo più ascoltare le opere visceralmente, al Mahler Festival di Amsterdam! Ma poi ho diretto anche come si faceva un secolo fa: non abbiamo più bisogno di numerosi cicli di Lieder: Das Lied von der Erde, i Rückert- sperticarci per un do acuto!». Lieder con Christa Ludwig, i Lieder eines fahrenden Gesellen Quello che auspica per il melodramma ottocente- addirittura con Maureen Forrester, il contralto prediletto sco è insomma un sovvertimento di mentalità esecu- di Bruno Walter (fu a Bologna, nel 1969: il secondo o terzo tiva paragonabile per certi versi alla rivoluzione che concerto della mia carriera). Ci sono stati grandi diretto- negli ultimi decenni ha caratterizzato il repertorio set- ri, come Sawallisch e Celibidache, che non hanno diretto tecentesco. Mahler. Spesso si tratta però solo di luoghi comuni, diffici- «Purché non si cada, come è accaduto talvolta per il li da scalfire. Ancor oggi, ad esempio, qualcuno mi accusa Settecento, in un fondamentalismo. Tra i barocchisti che di non fare Puccini: eppure ho portato in scena Manon conosco preferisco gli italiani (Antonio Florio, ad esem- Lescaut e prodotto due registrazioni di Tosca!». pio), perché preservano quella sensibilità tipicamente no- Ci sono direttori importanti che non hanno diretto stra, mai ossequiosa alla regola esecutiva senza fantasia. una nota di Puccini... I barocchisti francesi, inglesi, fiamminghi sono stati pio- «Appunto: perché allora rinfacciare proprio a me di non nieri capitali nel porre davanti ai nostri occhi il problema dirigere tutto? Alla Scala ho fatto quasi cinquanta opere dell’autenticità esecutiva; ma la discografia ne ha fatto poi diverse (sei di Wagner, sei di Mozart, cinque di Gluck, tre un’operazione seriale, allargata abusivamente a reperto- di Rossini, quattordici di Verdi, di cui ben otto nell’an- ri posteriori. Eppure, anche limitandosi al Settecento, le no verdiano 2001), per tacere delle decine e >> occasioni di nuove scoperte non mancherebbero. Al Con- servatorio di Napoli sono ancora seppelliti tesori musicali inimmaginabili: ho visto da poco sei Concerti di Leonardo Leo per violoncello e orchestra che voglio segnalare a Yo-Yo Ma, perché non mi sembrano inferiori ai Brandeburghesi di Bach! Abbiamo un patrimonio immenso da rivalutare, c’è un’Italia intera da far emergere e ci limitiamo ancora a venti titoli d’opera, fatti sempre più o meno allo stesso modo, dicendoci che sono Cultura. Difendere la Cultura italiana non significa solo andare in piazza con gli stru- menti a suonare il “Va’, pensiero”, per vedersi riconosciu- ti alcuni diritti pur sacrosanti; difenderebbe davvero la Cultura un Ministro che si prendesse carico di un grande patrimonio che sta dormendo, e trasformasse l’Italia, da “Paese della Storia della musica” qual è, in “Paese della Musica”. Spero che prima o poi questo possa accadere». Pare insomma di capire che il Suo impegno per il Settecento non conoscerà tregua neppure nei pros- simi anni: in passato, per limitarsi all’opera, ha già portato in teatro oltre venti titoli, da Pergolesi a Che- rubini, passando attraverso Gluck, Mozart, Jommelli, Cimarosa, Paisiello. Neppure gli specialisti vantano tanto! Eppure l’immagine diffusa in Italia identifica Muti principalmente con l’Ottocento. «Non passa neppure l’immagine di un Muti direttore del Novecento! Io ho diretto quintali di musica contem- poranea, anche in prima esecuzione; l’ultimo disco con- tiene opere di Mason Bates e Anna Clyne, co-compositori in-residence della Chicago Symphony Orchestra. Cinque anni fa tutti sono rimasti colpiti dal fatto che avessi messo in programma a Salisburgo Arcana di Varèse; eppure l’ave- vo già eseguita a Philadelphia, a New York; oppure a non molti verrebbe in mente d’identificare Muti con Skrjabin, anche se sono tra i pochi ad averne registrato >> 6 luglio-agosto 2014

decine di concerti! La vita è una, ed anche se fosse lunga Si può dire che nel Simon Boccanegra revisionato non basterebbe a imparare nemmeno un decimo di ciò che ci sia pure un Verdi che ha conosciuto nel frattempo il è stato scritto. Si fanno dunque delle scelte: io ho prefe- mondo tedesco: le primissime note del nuovo Prologo rito registrare ben sette Messe di Cherubini, e in questo sembrano uscite dalla penna di Brahms... momento mi interessa più Bruckner che Mahler, per una «O anche di Schumann! Sono convinto che nel tardo questione di strutture formali che rimandano a Schubert e Verdi non ci sia l’influenza wagneriana di cui tanto si par- che sento più congeniali a me». la: il colore, la densità “tedesca” di quel tema che Lei cita Fra tanto Verdi, Simon Boccanegra è arrivato solo rimanda piuttosto ai grandi sinfonisti». di recente. Un direttore che centellinava il suo repertorio era «L’ho sempre percepita come un’opera bifronte, dove Carlos Kleiber. convivono il primo e l’ultimo Verdi; sentivo dunque il «Eravamo davvero amici». bisogno di attraversare come interprete tutte le principa- Parlavate di musica? li opere giovanili di Verdi ma anche le ultime, prima di «Sempre! E mi scriveva anche molte lettere, nelle quali affrontare in Boccanegra la commistione fra i due stili: lo era assai severo con i suoi giudizi. Ma erano particolar- stile di un Verdi rudimentale e lo stile di un Verdi raffina- mente interessanti le sue idee sulla musica, spesso contro- tissimo, che in certe pagine descrittive del mare preannun- corrente. Il Wozzeck, ad esempio: lo conosceva bene, era cia intuitivamente financo gli Impressionisti». nato in casa sua...». Suo padre Erich ne aveva diretto la prima esecu- zione a Berlino, nel 1925, facendone un simbolo dell’e- spressionismo musicale. Da Ravenna a Redipuglia «Sì, ma Carlos lo concepiva come un’opera romantica, ed ogni volta che sentiva parlare di esecuzioni molto “ana- per le vittime delle guerre litiche”, andava in bestia. Parlava bene l’italiano, infarcito con qualche spagnolismo...e amava ripetere versi dai li- bretti italiani: l’opera che citava più spesso era Otello, per lui un compendio dell’esistenza umana. Quante volte l’ho Il 7 luglio Riccardo Muti dirigerà il sentito esclamare: “E il ciel non ha più fulmini?”» Requiem verdiano a Lubiana, non lontano Parlava del padre? dalla tomba di Carlos Kleiber, di cui sei giorni dopo cadrà il decennale della morte. Sarà una «Poco, ma si capiva che era il suo punto di riferimento: tappa straordinaria delle “Vie dell’amicizia”, grande rispetto, quasi timore». la rassegna che dal 1997 replica il concerto L’episodio del Flauto magico è emblematico in que- sinfonico-corale clou del Ravenna Festival in sto senso. luoghi geograficamente e socialmente significativi: «Non lo conosco...» “pellegrinaggi laici”, come vengono definiti, che Da ragazzo, credendo di essere solo in casa, si ri- toccano città ferite o che riallacciano antichi legami con luoghi carichi di storia, da Sarajevo a Ground passava l’opera al pianoforte. Giunto al Corale dei Zero, da Beirut a Nairobi, dal Cairo a Damasco, fino due Uomini Armati, lo attaccò con una vivacità di alle aree emiliane terremotate raggiunte lo scorso tempo oggi diffusa, ma che all’epoca andava contro la anno. Il Requiem verdiano che risuona dapprima a lentezza sacrale delle esecuzioni correnti. Suo padre, Ravenna il 5 luglio, approderà il giorno successivo udendolo dalla stanza accanto, punì tanta “dissacra- al Sacrario militare di Redipuglia (Gorizia), simbolo zione” con un ceffone. Ciò impedì psicologicamente della Grande Guerra di cui il Festival rievoca il triste centenario, nel venticinquesimo anniversario a Carlos di eseguire l’opera per tutta la vita: quel Co- della propria fondazione. Sarà un “Requiem per rale avrebbe dovuto farlo in modo contrario al proprio le vittime di tutte le guerre”, che vedrà singoli sentire, oppure contrario alla volontà inviolabile del strumentisti delle maggiori orchestre internazionali padre. (Berlino, Chicago, San Pietroburgo, Parigi, «Davvero interessante. Sì, era un uomo che aveva biso- Bruxelles, Londra, Vienna) unirsi all’Orchestra gno continuamente di rassicurazioni, di certezze: in parti- Giovanile “Luigi Cherubini” e alla European Spirit of Youth Orchestra. Dal Friuli Venezia colare la certezza dell’amicizia. Il tradimento lo portava a Giulia, Budapest, Lubiana e Zagabria proverranno una cesura definitiva del rapporto». significativamente le compagini corali. È la terza Lo ha visto al lavoro? volta che Muti pone il capolavoro verdiano al centro «Parlava molto alle prove d’orchestra, faceva similitudi- delle “Vie dell’amicizia”, avendolo già eseguito ni, richiamava argomenti non musicali». nel 1999 a Gerusalemme con i complessi della E le sue prove, Maestro? Scala e nel 2007 a Roma col Maggio Fiorentino (la «Nella prova non “proviamo” a suonare; nella prova drammatica escalation delle settimane precedenti aveva reso impossibile il viaggio programmato in dobbiamo “costruire” l’esecuzione. Certamente dipende an- Libano, ma grazie alla sensibilità del Presidente che dal tipo di orchestra. Ci sono orchestre di ragazzi – in- della Repubblica, Giorgio Napolitano, il concerto fu tendo tutti ragazzi, come l’Orchestra “Cherubini” – cui bi- ospitato nel Cortile d’Onore del Quirinale). M.B. sogna insegnare tante cose che il Conservatorio non ha loro potuto trasmettere: come stare in orchestra, cosa significa www.riccardomutimusic.com suonare ascoltandosi, come capire il direttore. La grande or- www.ravennafestival.org chestra conosce già il repertorio, ma ha sempre bisogno di ricevere qualcosa di nuovo: se eseguo la Settima di Beetho- ven con la Filarmonica di Vienna, non devo certo fargliela scoprire; però anche loro vogliono che il direttore arrivi con 7

qualche idea propria. E queste idee si possono trasmettere le (il pre-espressionismo di Verdi!); ma per gli stranieri oggi anche parlando poco; oppure spiegandole dettagliatamen- “frizzante” è l’acqua minerale: bisogna quindi ch’io spieghi te a parole, se complesse. M’intenda: la spiegazione non è loro cosa significa quell’indicazione e come realizzarla». evocare il prato con le mucche per l’inizio della Pastorale, E come glielo spiega? oppure i colori dell’arcobaleno per ottenere particolari tim- «A uno solo dei quattro corni chiedo di fare il suono bri orchestrali. La spiegazione deve essere concisa e sempre chiuso col pugno dentro la campana, un suono bouchet, di natura musicale. Altrimenti si arriva all’aneddoto di quel un suono che ‘frigge’: frrrrr... Se lo facessero tutti e quat- giovane direttore, che dopo aver parlato per mezz’ora, si sen- tro, non sarebbe sopportabile, ma uno solo dà il colore tì richiedere dall’orchestrale: “Insomma, vuoi forte o pia- agli altri». no?”. Dunque, se non è necessario, io parlo poco. Dipende Una vera costruzione del suono... da cosa voglio ottenere: il fraseggio si può far capire con il «E anche del fraseggio: se durante il concerto i sedici movimento del braccio; un colpo d’arco, un certo tipo di violini primi non tirano l’arco tutti insieme, ma uno è alla vibrato, di pizzicato, di accento vanno richiesti a parole». punta e un altro al tallone, uno suona spiccato e l’altro no, Ci fa un esempio? significa che il direttore non ha fatto bene il proprio lavo- «All’inizio della Prima Sinfonia di Mahler c’è un la che ro: a quel punto può anche invocare le Muse e esprimere si ripete verticalmente per sei ottave, dall’armonico acu- con il viso il senso della sofferenza, della partecipazione tissimo dei violini primi giù giù fino ai contrabbassi divisi. più intensa, ma servirà a poco. Bisogna costruire tutto pri- Mahler scrive che il la basso deve essere percepibile in ma- ma. Resta il fatto che ogni direttore ha un proprio metodo niera chiara, pur restando pianissimo. Ebbene, per ottenere per farlo: Fritz Reiner terrorizzava e parlava pochissimo, quella prominenza sonora, posso guardare i contrabbassisti usando solo gli occhi; Richard Strauss non si muoveva e chiedere loro un po’ più di suono; se non raggiungo l’ef- quasi... Oggi va di moda il saltellare: forse perché il pubbli- fetto desiderato, posso ancora riequilibrare sui contrabbassi co si è fatto più visivo che auditivo: più cìè il movimento e il resto dell’orchestra; ma se non riesco a conseguire il ri- fracasso, più si crede che vi sia talento». sultato ottimale con il gesto, con lo sguardo, devo fermarmi A proposito di fracasso ai concerti, che suoneria ha ed esporre la mia esigenza a parole. Alle orchestre straniere nel cellulare? devo poi anche spiegare certe espressioni in lingua italiana «Prego?!» che si trovano nelle Sinfonie di Haydn o di Mozart: ad esem- Ha una musichetta particolare? pio, la differenza tra “Allegro spiritoso” (cioè brillante) e «No, fa semplicemente drrrrr... È Cristina che ha un “Allegro con spirito” (cioè con vitalità interna). Nella Messa intero juke-box!». da Requiem, sul finire del “Mors stupebit”, Verdi scrive “friz- zante” al fa diesis in fortissimo dei 4 corni: un effetto genia-

47MA EDIZIONE OMAGGIO ALL’ARMENIA CITTÀ DI CASTELLO VIOLA 2747 MAAGOSTO EDIZIONE / 6 OMAGGIOSETTEMBRE ALL’ARMENIA 2014 CITTÀ DI CASTELLO 27 AGOSTO / 6 SETTEMBRE 2014 DANILOVIOLA ROSSI 24 AGOSTO 24DANILO / 30 AGOSTO ROSSI 24 AGOSTO 24 / 30 AGOSTO 7 SETTEMBRE 2014 FLAUTO 7 SETTEMBRE 2014 MICHELEFLAUTO MARASCO 25MICHELE / 31 AGOSTO MARASCO 25 / 31 AGOSTO SASSOFONO CORSI DI FORMAZIONE FEDERICOSASSOFONO MONDELCI CORSI DI FORMAZIONE 25FEDERICO / 31 AGOSTO MONDELCI E PERFEZIONAMENTO MUSICALI 25 / 31 AGOSTO “LUIGIE PERFEZIONAMENTO ANGELINI” 42MA EDIZIONE MUSICALI PIANOFORTE “LUIGI ANGELINI” 42MA EDIZIONE RICCARDOPIANOFORTE RISALITI DIRETTORE ALDO SISILLO 1RICCARDO / 7 SETTEMBRE RISALITI DIRETTORE ALDO SISILLO 1 / 7 SETTEMBRE INFORMAZIONI E ISCRIZIONI MUSICA DA CAMERA ASSOCIAZIONEINFORMAZIONI E FESTIVAL ISCRIZIONI DELLE NAZIONI ONLUS PIERPAOLOMUSICA DA CAMERA MAURIZZI TELASSOCIAZIONE 075 8521142 /FESTIVAL FAX 075 8552461DELLE NAZIONI / [email protected] ONLUS YVESPIERPAOLO SAVARY MAURIZZI CORSIPERFEZIONAMENTO.FESTIVALNAZIONI.COMTEL 075 8521142 / FAX 075 8552461 / [email protected] 31YVES AGOSTO SAVARY / 6 SETTEMBRE CORSIPERFEZIONAMENTO.FESTIVALNAZIONI.COM 31 AGOSTO / 6 SETTEMBRE

Unione Europeo Repubblica Italiana Dipartimento dello spettacolo Provincia di Perugia Comune di Città di Castello

Unione Europeo Repubblica Italiana Dipartimento dello spettacolo Provincia di Perugia Comune di Città di Castello 8 luglio-agosto 2014

L’ESTATE DELL’OPERA Cantare un’idea dell’Europa

LE RIPRESE DI BAYREUTH O IL BELCANTO A MONTPELLIER? VIAGGIO NEI FESTIVAL ITALIANI E EUROPEI: COME DICEVA MORTIER, «È LA CULTURA CHE CI UNISCE»

STEFANO NARDELLI

econdo Gérard Mortier, il manager d’opera festival musicale (da qualche stagione aperto anche alle belga scomparso qualche mese fa, «per riu- creazioni) non ritirerebbe gli sprezzanti giudizi inviati al nire gli europei ci manca il Corano: il nostro padre nell’estate del 1783 su Salisburgo e sul suo datore Corano è la cultura europea». Veicolo d’ele- di lavoro, e cioè «mir an Salzburg sehr wenig und am Erzbi- zione è certamente la musica, che con tutte schof gar nichts gelegen ist und ich auf beides scheiße» (mi leS sue coniugazioni, non ultima quella teatrale, rimane importa molto poco di Salisburgo e proprio nulla dell’Ar- uno dei collanti più forti del nostro continente. In questa civescovo e io caco su entrambi). ennesima estate di crisi, i grandi appuntamenti europei La bassa produttività dei teatri d’opera italiani è un (Salisburgo e Aix-en-Provence in testa) confermano la vi- male antico, ma qualche segno di cambiamento si comin- talità del genere e la loro irresistibile forza di attrazione sul cia a vedere, festival a parte, nell’allungamento delle sta- pubblico, che si traduce molto spesso in un irrinunciabile gioni ben oltre l’inizio dell’estate che arricchisce, quando asset per l’economia dei luoghi che li accolgono. E chis- non crea dal nulla, un’offerta di occasioni culturali in una sà che anche Mozart, davanti al consolidato successo del stagione specialmente favorevole alle presenze turistiche e intercetta una fame di cultura e di spettacoli dal vivo che tutti gli indicatori statistici continuano a segnalare come robusta in tutta Europa. In luglio la Scala continua la sua attività e punta con la leggerezza rossiniana di Le comte Ory firmato da Laurent Pelly con il trio Juan Diego Flórez, Aleksandra Kurzak e José Maria Lo Monaco, ma anche il San Carlo a Napoli riprende la sua apprezzata Cavalleria rusticana del 2012 con la regia (e inedito prologo recitan- te) di Pippo Delbono [vedi l’intervista alle pagine 10-11 di questo numero] e le scene di Sergio Tramonti premiate con l’Abbiati e propone una nuova Madama Butterfly sempre firmata da Delbono, mentre l’Opera di Roma punta sullo spirituale con la parabola The Prodigal Son di Benjamin Britten allestito da Mario Martone nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, prima della tradizionale trasferta nelle grandiose architetture delle terme di Caracalla, che, dopo l’insolita Carmen con l’Orchestra di Piazza Vittorio, pun- terà sul classico con Barbiere di Siviglia e Bohème. Anche la capitale estiva dell’intrattenimento grand’operistico nazionale, Verona, ripropone immutata nella sua Arena una formula di successo con l’inossidabile Aida del 1913 ricostruita da Gianfranco de Bosio accanto a quella più recente firmata Fura dels Baus, il festival zeffirelliano di Carmen, Butterfly e Turandot, Roméo et Juliette allestita da Francesco Micheli e come sola novità il Ballo in masche- ra firmato da Pier Luigi Pizzi e la direzione musicale di Andrea Battistoni. Del resto, le grande arene estive sono condannate dai grandi numeri a scelte poco rischiose, in Italia come oltralpe, come denuncia il cartellone del- le Chorégies d’Orange con gli infallibili Nabucco e Otello che avrà la voce del divo nazionale Alagna, o la grande arena lacustre di Bregenz che si affida alle popolari note mozartiane di Zauberflöte allestito da David Pountney (ma al chiuso del Festspielhaus regala la prima assoluta dell’o- CLASSICA attualità 9

Roméo et Juliette di Gounod all’Arena di Verona (foto Ennevi) pera in tre atti Geschichten aus dem Wiener Wald [Storie (che nasce dalla collaborazione tra la Scuola di Musica del bosco viennese] di HK Gruber dal dramma di Ödön di Fiesole e il Mozarteum di Salisburgo: la regia è di Eike von Horváth). E non è molto diversa Macerata, che però Gramss, l’Orchestra Giovanile Italiana è diretta da Josef sceglie l’accattivante formula della stagione al femminile Wallnig) e l’opera rock Tommy/The Who con Cristina per il 50° anniversario dello Sferisterio: donne saranno Donà. non solo le tre eroine Aida, Tosca e Traviata ma anche le E sul finire dell’estate anche quest’anno si celebra la presenze sul podio (Julia Jones, Eun Sun Kim e Speran- creatività nelle sua forme più libere nella Ruhrtriennale, za Scappucci). Più obbligate le scelte dei grandi festival il festival fondato nel 2002 da monografici dell’estate da quello pucciniano di Torre del Gérard Mortier. Per il suo terzo Lago, dove però torna il Trittico dopo 40 anni di assenza, o e ultimo anno di direzione arti- A Pesaro c’è Ronconi. quello wagneriano di Bayreuth che, dopo l’orgia del bicen- stica, Heiner Goebbels confer- Macerata è tutta tenario, non offre alcuna novità nel cartellone 2014 ma ma la predilezione per lavori di al femminile. Alagna si conferma come roccaforte del Regietheater alla tedesca rara esecuzione, per i quali una canta Otello a Orange. anche negli anni a venire. Decisamente più fantasiosi i definizione di genere è ardua. Alla Ruhrtriennale due festival intitolati a Rossini, il pesarese ROF e il suo Dopo Cage e Partch, il festival la “sinfonia fi lmica” fratellino minore, ma non meno agguerrito, il Rossini in 2014 si apre nel segno dell’o- di Matthew Barney Wildbad. Quest’ultimo, accanto ai tradizionali due titoli landese Louis Andriessen e De rossiniani (Adelaide di Borgogna diretta da Luciano Aco- Materie, «un’eccitante opera di idee che ci permette una cella e con la regia di Antonio Petris, e Il viaggio a Reims riflessione sul rapporto fra spirituale e materiale» secondo direttore Antonino Fogliani e regia di Jochen Schönleber, Goebbels. Per la nuova produzione di Neither dell’ameri- più una versione concertante con specialisti rossiniani) cano Morton Feldman su un indecifrabile testo di Samuel ripropone da anni un lavoro minore del primo Ottocento Beckett, Goebbels ha scelto l’italiano Romeo Castellucci, al italiano, che quest’anno sarà Tebaldo e Isolina di Francesco quale ha anche affidato una tanto singolare quanto radicale Morlacchi. versione della Sagra della primavera per tonnellate di polveri E qualche interessante riscoperta del belcanto naziona- di ossa animali “coreografate” da quaranta dispositivi mec- le, e non solo, è da aspettarsi anche da Montpellier, dove canici. Particolarmente significativa la presenza al festival il Festival de Radio France ha in programma, fra l’altro, della monumentale sinfonia filmica River of Fundament di le concertanti di Caterina Cornaro di Donizetti con Paolo Matthew Barney e Jonathan Bepler, “Gesamtkunstwerk” Carignani sul podio e della dimenticata Zingari di Ruggero sui luoghi in decadenza della cultura industrialistica ameri- Leoncavallo diretta da Michele Mariotti (oltre che l’omag- cana. Requiem sulla fine della civiltà industriale in uno dei gio a Rameau con Castor et Pollux con Sabine Devieilhe e centri propulsivi di quella civiltà nella vecchia Europa, ma l’Ensemble Pygmalion diretto da Raphaël Pichon). anche riflessione sulla possibilità di una rinascita nelle cat- In Toscana l’Estate Fiesolana fa dialogare classico e tedrali industriali abbandonate della Ruhr. L’opera è anche contemporaneo proponendo La clemenza di Tito di Mozart futuro, purché parli la lingua del nostro tempo. 10 luglio-agosto 2014

NAPOLI Le stanze dell’attore che danza

IL TEATRO E IL CINEMA DI PIPPO DELBONO HANNO AL CENTRO NARRAZIONI DEL DOLORE, DEL RICORDO, DEL VISSUTO AUTENTICO: IL TEATRO DI SAN CARLO IN LUGLIO GLI AFFIDA MADAMA BUTTERFLY, ALTERNATA IN TRE WEEK-END ALLA SUA RECENTE CAVALLERIA RUSTICANA: LUI SARÀ ANCORA IN SCENA, TRA I PERSONAGGI DELL’OPERA

DANIELE MARTINO

ippo Delbono ha portato sulla scena il suo edizione del San Carlo Opera Festival. In Orchidee, il suo dolore, i suoi ricordi, la morte della mamma, ultimo spettacolo che sta girando il mondo, la colonna so- la sua omosessualità e il suo Aids, circondato nora è stata affidata ad , con cui Delbono sta dal suo circo di freaks, di compagni di sce- pensando a un’«opera contemporanea», Bestemmia d’amo- na down, tra tutti il suo inseparabile Bobò: re: «Canterò con lui le sue musiche, raccontando questo no- sordomuto,P analfabeta, per 47 anni rinchiuso in un mani- stro tempo in cui siamo schizofrenicamente divisi tra sacro comio, che nella sua regia per il Don Giovanni di Mozart a (che rischia di divenire fanatismo) e laicismo profano (che Poznan, in Polonia, ha effigiato con parrucca settecentesca rischia di insultare il sacro). Enzo è world, è funk, è rock, per evocare un “Mozart vecchio”. Il Teatro di San Carlo di jazz, barocco, blues: è totalmente contemporaneo». Napoli, dopo avergli affidato la regia di una Cavalleria rusti- Nato in Liguria cinquantacinque anni fa, Pippo mi rac- cana in cui saliva in scena e scendeva in platea a raccontarsi conta al telefono tra un taxi e un check-in nella sua vita e a resuscitare il pubblico, ora torna a lui per una Madama ormai turbinante (è anche regista di cinema,: i suoi film Butterfly (diretta da Tito Ceccherini): i due spettacoli ver- Amore e carne e Sangue, girati con un iPhone, sono stati al ranno messi in scena il sabato e la domenica di tre week-end festival di Locarno e a quello di Venezia) che suo padre suo- il 12-13, il 19-20 e il 25-26 luglio, pezzi forti della prima nava il violino, e che la bisnonna di sua nonna era nipote di Niccolò Paganini; qualcosa di istrionico, di diabolico scorre nella stirpe e nel sangue. La sua prima cosa esplicitamente La più recente regia d’opera di Pippo Delbono è quella musicale, almeno nel titolo, la mise in scena vent’anni fa, per il Don Giovanni a Poznan, in Polonia: sulla parete, si intitolava Morire di musica, ed era una creazione poetica Bobò è un tableau vivant come “vecchio Mozart” minimale e silenziosa, allestita in una grossa stanza piena di barchette di carta che raccontava tre grandi tragiche morti del rock: Janis Joplin, Jim Morrison e Jimi Hendrix, «tre che hanno fermato la loro vita al suo apice, falene impazzite che giravano sino all’attimo della morte» dice. Quali sono i tuoi maestri? «Pina Bausch e il suo teatro di attori che danzano ascol- tando le note. Frank Zappa. Il teatro classico giapponese, il no e il kabuki: anche lì, attori che compiono gesti rituali, come danzando». Quanta musica c’è stata finora nel tuo teatro? «C’è sempre stata, sin dalla mia infanzia: è attraverso la musica che sono arrivato al teatro. Ero un fan di Frank Zappa, sapevo a memoria tutto Freak Out. La musica mi prende a livello corporale: quando lavoro con , se sento che va un attimino in stonatura sto male fisicamente. Se uno sbaglia una parola è meno grave. Zappa faceva tutto: jazz, pop, funk, blues, riusciva ad avere la dolcezza senza essere mai essere dolciastro, sapeva essere punk senza essere rivoltante: non era mai invasato, rima- neva lucido, era immobile e ironico, aveva la follia lucida, era un direttore d’orchestra: mi ha insegnato come lavora- re sulla scena; veniva da Edgar Varése. Era unico, non era mai di moda, indifferente a tutte le ondate di moda». Quando è stato il tuo primo incontro con l’opera? «Allo Sperimentale di Spoleto mi chiesero di collabora- re con il compositore Giovanni Mancuso nel 2007: Obra maestra era un mio omaggio a Frank Zappa appunto. Ci fu CLASSICA attualità 11

uno scandalo incredibile, il compositore si inferocì perché «Non ho ancora trovato il modo... c’è questa donna io mi permisi di “toccare” la sua partitura per il mio spet- che aspetta, che aspetta, che aspetta... mi sovvengono mie tacolo. Ho ristrutturato il libretto, che era rigido e non ma- memorie... in Norvegia ero stato al Museo Munch e vidi neggiabile; ho messo pezzi di Zappa: la musica era troppo una donna ritratta a matita, avevo appena lavorato con intellettuale e l’ho zappizzata: c’era un pezzo di Mancuso Pina Bausch... Butterfly per me sarà quella donna. Devo “chopiniano” di un minuto o due, e io l’ho trasformato attingere a una esperienza personale, sempre, non mi va in un loop infinito, di un quarto d’ora mentre la gente la “messa in scena”. Non capisco questo Pinkerton... mi entrava in sala. Io metto sempre mano musicale nei miei sembra importante quel bambino: come nel mio cinema, progetti: lavoro con Alexander Balanescu, con Petra Mago- volgerò lentamente la camera verso un aspetto marginale ni, con Enzo Avitabile, si collabora!». della inquadratura: chi guarda chi? Inquadrerò quel bam- Poi Cavalleria rusticana. bino: penso ai film di Kurosawa, in cui i fools, i reietti «Sì. Nel 2012. Sono stato fedelissimo alla partitura, diventano i Re. Amo Mozart e Zappa, con Puccini faccio non ho cambiato nulla. Detesto “Gli aranci olezzano”, fatica, è un po’ troppo roboante. Lavorerò sull’aspettare, insopportabile, ma l’ho lasciata. Io nel Preludio racconto sull’attesa della morte». del mio rapporto con la Pasqua, con mia madre, che era “Un bel dì vedremo”, il coro a bocca chiusa, sono cattolicissima, di un agnello pasquale; e c’era anche Bobò, attesa... Che ruolo reciterai? nell’ultimo film di Peter tutto solo nella processione con il suo metro e cinquanta Greenaway, il Goltzius, tu facevi sia Dio che Satana... di statura; all’osteria è lui che serve il vino. Io ero il trami- potresti fare il mezzano Goro, il deus ex machina di te tra l’opera e il pubblico: tutti si aspettano “Gli aranci tutto quel dolore, potresti fare il pappone. olezzano”? allora io scendo in platea e la faccio cantare a «Ma certo! perché no? lo potrei cantare proprio: nel tutti gli spettatori. A me non piace il melodramma, a me 2013 ho interpretato un pappone in Più buio di mezzanotte, piace l’opera politica brechtiana, mi piace il teatro che ti un film di Sebastiano Riso [ride]». guarda in faccia, che non racconta balle. Ho cambiato solo Per il 2015 e il 2016 sarai direttore artistico del fe- la struttura. La stanza fondamentale era rossa, per Masca- stival Asti Teatro: quest’anno dal 27 luglio al 3 agosto gni. Per il Don Giovanni la stanza era grigia. Per Madama curi una settimana di anteprima, che hai intitolato Butterfly la stanza sarà bianca. Detesto le regie “moderniz- “Io e gli altri”: cosa vedremo? zanti”. Nell’opera dobbiamo frugare nel sacco e ritrovarci «Sicuramente proietteremo il Goltzius di Greenaway qualcosa di ancestrale. Mozart mica l’ho toccato! anzi, ho (con la colonna sonora di Marco Robino), che non è an- fatto rimettere al direttore d’orchestra i recitativi: Mozart dato nelle sale cinematografiche italiane. Sto immaginan- è totalmente zappiano, comicità e drammi mescolati in do un festival di drammaturgia contemporanea dove si crei sketch formidabili, è come la nostra società, in cui tutti un ponte tra la parola, la danza, la musica, la fotografia, il noi siamo guardati e guardiamo...». cinema». Il modo in cui hai raccontato gli ultimi istanti del- la vita di tua madre è molto melodrammatico, hai raccontato un addio: in Butterfly c’è tanta attesa, c’è Pippo Delbono danza nel suo più recente spettacolo teatrale, abbandono, c’è morte. Orchidee (foto Karine De Villers e Mario Brenta) 12 luglio-agosto 2014

Salisburgo ROMA contemporanea AL FESTIVAL UNA PRIMA ASSOLUTA L’altare DI MARC-ANDRÉ DALBAVIE di Britten Il festival di Salisburgo si fa in quattro. Opera, concerti solistici e sinfonici, teatro e una speciale MARIO MARTONE PROSEGUE L’ESPLORAZIONE programmazione per i giovanissimi: DELLE PARABOLE SACRE PER L’OPERA DI ROMA: sono questi le assi del programma della IL 4 LUGLIO ALL’ARA COELI VA IN SCENA THE PRODIGAL SON prossima edizione, che debutta il 18 luglio per chiudersi il 31 agosto. Una valanga di appuntamenti quanto mai vari, anche MAURO MARIANI perché la musica sacra si è ritagliata un posto non trascurabile. Quest’anno ’anno scorso Curlew River, ha una sua particolare bellezza. Curlew River si debutterà infatti con una “ouverture quest’anno The Prodigal Son (il è più scolpito e più lineare, The Prodigal Son è spirituelle”, in cui grandi pagine musicali The ispirate ai testi del Cristianesimo (dai 4 luglio), l’anno prossimo più mosso. Il libretto è bellissimo, straordina- Vespri di Monteverdi diretti da Gardiner Burning Fiery Fornace: il Teatro rio è il rapporto tra la parabola evangelica e la alla Creazione di Haydn con Haitink) si dell’Opera di Roma sta portando modernità: Britten dimostra una forte capaci- intrecciano con altre legate al sufismo. Lavanti la rappresentazione delle tre “parabole tà di sintesi, innervando la contemporaneità Certo, è comunque l’opera a farla da da chiesa” di Benjamin Britten, con la regia sull’antichità emblematica, rituale. Affiora in padrona. Sono otto i titoli in cartellone, di Mario Martone e la direzione d’orchestra questa parabola musicale la sua dimensione tra cui una prima mondiale assoluta: di James Conlon. Nato come celebrazione del perturbata, legata alla sofferenza, alla sessua- Charlotte Salomon del compositore francese Marc-André Dalbavie (1961) centenario della nascita del compositore in- lità, alla libertà, al rapporto con la società. dedicata all’artista uccisa ad Auschwitz glese, questo progetto ha il pregio di non esau- Britten si spinge molto avanti nel rendere la nel 1943. Il libretto in francese e in rirsi con l’anniversario e di riproporre per più musica un campo di indagine morale. È rivela- tedesco di Barbara Honigmann si rifà anni consecutivi uno dei protagonisti del tea- tore che a dargli l’ispirazione per The Prodigal al testamento artistico della Salomon, tro musicale del Novecento. Ma il pregio più Son sia stato il quadro di Rembrandt all’Er- L’unica opera di Leben? Oder Theater? sostanziale è far convergere l’attenzione su tre mitage di San Pietroburgo, che rappresenta il Mozart è il Don Giovanni (direzione di Christoph Eschenbach, regia di Sven- opere sui generis, raramente eseguite ma mol- momento dell’abbraccio del padre al figliuol Eric Bechtolf), tra l’altro, con Ildebrando to rappresentative dell’arte di Britten, compo- prodigo: dunque quel che prima di tutto ha D’Arcangelo e Luca Pisaroni. Seguono ste dal 1964 al 1968 e appartenenti quindi al colpito Britten è il padre che accetta il desi- Der Rosenkavalier (Mehta/Kupfer), Il periodo finale della sua attività. derio di libertà del figlio e lo accoglie al suo trovatore (Gatti/Hermanis), l’ancora «La proposta del Teatro dell’Opera - ci dice ritorno. Centrale è anche la figura dell’Abate/ troppo raro Fierrabras (Metzmacher/ Mario Martone - mi ha convinto perché mi Tentatore: è una forma di adescamento di una Stein) e infine La cenerentola (Spinosi/ Michieletto, con Cecilia Bartoli nel dava la possibilità di lavorare con un diretto- figura adulta nei confronti di un adolescente, ruolo eponimo). Completano l’offerta re d’orchestra come Conlon, che si accosta a tema ricorrente in Britten». due opere in versione da concerto: La Britten con grandi consapevolezza e coinvol- favorite (diretta da Roberto Abbado e gimento, e di usare come spazio scenico la con un cast ditirambico: Elina Garanča, chiesa dell’Ara Coeli, che è il luogo giusto, per Juan Diego Flórez e Ludovic Tézier) e dimensioni e acustica. L’anno scorso la realiz- infine Projekt Tristan und Isolde (diretto Curlew River Mario Martone (foto Luigi Rinaldi) da Baremboim, con Waltraud Meier zazione di era in stretto rapporto e René Pape).Se ormai l’orchestra con l’architettura e la sonorità dell’Ara Coeli, padrona di casa, quasi tuttofare, è quella che mi hanno consentito di collocare il grup- dei Wiener Philharmoniker che sono po strumentale di lato e di muovere i cantanti definitivamente riusciti a mettere fuori in uno spazio lungo circa trenta metri nella dalla porta i rivali Berliner, i direttori navata centrale. Per The Prodigal Son sposterò restano numerosi (oltre i trenta): da B l’azione più verso l’altare, per dare maggior ri- come Barenboim a Z come Zehetmair. Ma ancora: Chailly, Dudamel, Gatti, lievo al valore simbolico della chiesa». Harnoncourt, Minkowski, Muti, Rattle, Queste piccole opere hanno la semplici- Salonen. A dispetto di un’affluenza tà di una sacra rappresentazione medioe- record di duecentocinquantamila vale, ma spesso la semplicità è più diffici- spettatori, l’edizione scorsa si è chiusa le da realizzare che la complessità... in rosso. Mancava in cassa un milione e «Sono solo apparentemente semplici, in seicento mila euro su un budget totale di 65 milioni. Lo ha annunciato il presidente realtà presentano forme spazio-sonore molto del festival Helga Rabl-Stadler che se complesse e sottili». l’è presa con lo stato federale che vuole La definizione di “parabole da chiesa”, spingere a fare economie. comune a tutte e tre, può ingannare, per- Alessandro Di Profio ché in realtà The Prodigal Son è molto di- verso da Curlew River. www.salzburgerfestspiele.at «Sì, sono molto diverse tra loro, ognuna CLASSICA attualità 13

MILANO A Bayreuth si replica Solitudine TORNA IL CONTESTATISSIMO RING della contessa DEL BICENTENARIO FIRMATO DA FRANK CASTORF Dopo la ricca edizione del bicentenario, nessuna novità ALLA SCALA LE COMTE ORY DI ROSSINI FIRMATO LAURENT PELLY, CHE HA GIÀ DEBUTTATO A in cartellone nell’edizione 2014 del LYON, AMBIENTATO NELLA PROVINCIA FRANCESE Festival wagneriano di Bayreuth, CONTEMPORANEA COME IN UN FILM DI CHABROL quest’anno in programma dal 25 luglio al 28 agosto nella cittadina dell’alta baviera. Oltre ai collaudati allestimenti di Der fliegende Holländer (direttore Christian Thielemann, regia di Jan Philipp Gloger), Lohengrin (direttore Andris Nelson, regia di Hans Neuenfels) e, per l’ultima volta, Tannhäuser (direttore Axel Koler, regia di Sebastian Baumgarten), torna il contestatissimo Ring del bicentenario firmato da Frank Castorf e le spettacolari scene di Aleksandar Denič. Anche se pochi si aspettano cambiamenti significativi nell’impostazione generale, alcuni ricordano che anche il Ring del centenario firmato da Pierre Boulez e da un giovane Patrice Chéreau, oggi divenuto oggetto di venerazione, fu oggetto di violentissime contestazioni all’epoca. E chissà se, come il collega francese, anche Castorf non ammetta dei limiti nella realizzazione del suo spettacolo e non provveda a rivedere qualche dettaglio (del resto, lo scorso anno attaccò la direzione artistica per lo scarsissimo tempo concesso alle prove, parlando polemicamente di «pura follia»). Conferme anche sul piano SUSANNA FRANCHI FOTO STOFLETH musicale per questo Ring, che ritrova l’apprezzatissimo Kirill Petrenko sul podio invisibile del Festspielhaus e un er il suo primo Rossini Laurent quelli raccontati nei film di Chabrol». Così gli cast con molte conferme, nonostante Pelly ha scelto la Francia: «È vero, uomini del villaggio non sono partiti per le lo scarso gradimento manifestato dal Le comte Ory è la mia prima re- Crociate ma per una missione in Afghanistan pubblico per alcuni interpreti. Confermati gia rossiniana - racconta il regista (li vedremo anche in un video) e Ory non si Wolfgang Koch (Wotan), Martin Winkler franceseP - prima ne ho rifiutati molti, avevo traveste da eremita ma da santone indiano: «Il (Alberich), Catherine Foster (Brünhilde), paura, credevo fosse difficile, poi è arrivata la primo atto si svolge nella palestra del villaggio Johan Botha (Siegmund), Anja Kampe (Sieglinde), Lance Ryan (Siegfried), Ory proposta di questo che è un’opera molto trasformata in sala delle feste, Ory ha l’idea Burkhard Ulrich (Mime), Alejandro francese con musica italiana e poi è molto di- del travestimento per conquistare le donne Marco-Buhrmester (Gunther), Allison vertente! Così ho accettato». Le comte Ory fir- rimaste sole. Lo spostamento d’epoca è al ser- Oakes (Gutrune) e Attila Jun (Hagen). mato Pelly, una esilarante macchina da risate, vizio della musica, nel libretto c’è già tutto: la Con l’annunciato ritiro di Eva Pasquier- ha debuttato con grande successo a febbraio solitudine di Adèle, l’intraprendenza di Ory». Wagner dalla condirezione artistica del all’Opéra de Lyon e dal 4 al 21 luglio (con un Adèle è una signora bene con i capelli raccolti, festival a partire dalla prossima edizione (su sua richiesta diventerà consigliere altro cast) approda alla Scala perché lo spet- twin set rosa e collana di perle (le sue dame artistico), si profila la guida unica per tacolo è coprodotto dai due teatri. A Milano vestono esattamente come lei, cloni perfetti Katharina Wagner, che intanto si prepara sul podio c’è Donato Renzetti, il conte Ory della Comtesse) che fa le parole incrociate nel alla regia della nuova produzione per il è Juan Diego Florez, Alessandra Kurzak è la suo castello un po’ délabré dove i tetti perdono festival 2015: Tristan und Isolde. Direttore contessa Formoutier, José Maria Lo Monaco acqua. sarà Christian Thielemann e nei ruoli dei è Isolier, Roberto Tagliavini è il Governatore, Questa volta firma anche le scene. protagonisti si ascolteranno Stephen Gould e Eva Maria Westbroek. Stéphane Degout è Raimbaud. «Il Medio Evo «Sì, ho pensato a qualcosa di cinematogra- S.N. da operetta raccontato in quest’opera non fico, come una carrellata dove le varie scene mi interessava - prosegue Pelly - Sono parti- scorrono davanti al pubblico permettendo il to dalla tristezza della contessa Adèle, sola nel passaggio da un luogo a un altro di quella pro- suo castello, e così ho pensato alla Francia di vincia ipocrita e benpensante». oggi, a un piccolo villaggio di provincia come www.bayreuther-festspiele.de 14 luglio-agosto 2014

MACERATA Il podio è donna

ALLO SFERISTERIO TRE DIRETTRICI D’ORCHESTRA: SPERANZA SCAPPUCCI, EUN SUN KIM E JULIA JONES: ECCO COSA DICONO

LUCIA FAVA

utta al femminile l’edizione 2014 del Macerata A Vienna Lei si è guadagnata il titolo di specialista Opera Festival, non solo per i titoli in cartello- del repertorio italiano, da Mozart, a Rossini , al veri- ne (Aida, Tosca e Traviata) e per la partecipa- smo. Quanto è stato importante questo lavoro dietro zione ai diversi eventi a corredo di musiciste, il palcoscenico, a contatto con i cantanti? scrittrici, giornaliste, scienziate e blogger, ma «Gli anni passati “dietro le quinte” sono stati per me Tanche perché sul podio saliranno tre donne, l’italiana Spe- fondamentali. Nella preparazione e concertazione di un’o- ranza Scappucci, l’inglese Julia Jones e la coreana Eun Sun pera ritengo importantissimo il lavoro musicale nelle pro- Kim. Abbiamo chiesto loro di parlarci delle proprie espe- ve di sala con i cantanti. Ogni nota e ogni parola vanno rienze in questo ruolo tradizionalmente maschile. esplorate e concertate insieme. In tutti questi anni, ho Romana, Speranza Scappucci ha lavorato per diver- raffinato la mia capacità di comunicare e lavorare con i si anni come pianista e maestro collaboratore in Wiener cantanti proprio grazie al lavoro a tu per tu al pianoforte». Staatsoper, Festival di Glyndebourne, Metropolitan NY, Come è nato questo amore per l’opera, più che per Chicago Lyric Opera, Festival di Salisburgo, Opera di Roma. il repertorio sinfonico? Dal 2012 ha scelto la direzione d’orchestra, e Macerata se- «Amo l’opera perché l’opera è teatro, e richiede il con- gna il suo debutto italiano sul podio. fluire di tante forze: la musica, le parole, la scena, il coro,

Allo Sferisterio Torna la Traviata di Svoboda

“L’opera è donna” è il titolo dell’edizione 2014 dello Sferisterio Opera Festival di Macerata, che festeggia il suo cinquantesimo anno. Si apre il 18 luglio con Aida (repliche 27 luglio e 2 e 10 agosto), protagonisti Fiorenza Cedolins, Sergio Escobar e Sonia Ganassi. Proprio Aida segnò nel 1921 la trasformazione dello Sferisterio da struttura sportiva a teatro d’opera all’aperto, per volontà del conte Pieralberto Conti. Oggi Aida, diretta da Julia Jones, segna il debutto a Macerata come regista di Francesco Micheli, alla sua terza stagione come direttore artistico. La seconda nuova produzione è To s c a (19 e 25 luglio, 3 e 8 agosto) con Susanna Branchini, Luciano Ganci e Sebastian Catana nei ruoli principali, la direzione di Eun Sun Kim e la regia firmata da Franco Ripa di Meana. Infine torna sul palcoscenico dello Sferisterio la celebre e pluripremiata Traviata “degli specchi” di Henning Brockhaus e Josef Svoboda, (26 luglio, 1 e 9 agosto); dirige Speranza Scappucci, interpreti principali Jessica Nuccio, Antonio Gandia e Simone Piazzola. Tutte e tre le opere si avvalgono della collaborazione della Fondazione Orchestra Regionale delle Marche e del Coro Lirico “Bellini”. L.F. CLASSICA attualità 15

l’orchestra, i tecnici, le luci... E io amo lavorare con gli Perché, secondo Lei, ci sono ancora così poche di- altri. Lo studio richiede grande concentrazione e solitudi- rettrici d’orchestra? ne, ma il poter poi condividere con gli altri e costruire «Nella mia generazione stanno emergendo diverse don- insieme uno spettacolo è estremamente gratificante. Mi ne in questo ruolo. È un processo del tutto naturale, dal cimenterò presto anche nel sinfonico: a febbraio 2015 de- momento che da vari decenni le donne sono entrate a far butterò a Liverpool con la Royal Liverpool Philharmonic. parte delle orchestre sinfoniche». È un’orchestra fantastica con la quale ho inciso il mio pri- Della stessa opinione è Julia Jones, conosciuta in Italia mo disco con la Warner (arie mozartiane con il soprano fin dal 1999: «Nel linguaggio della musica, essere uomo o Marina Rebeka). Dirigerò l’Orchestra Regionale Toscana donna è completamente irrilevante. Importante è invece e l’Orchestra della Radio olandese al Concertgebouw di fare giustizia alla brillante e geniale opera di Verdi, nella Amsterdam». speranza che se fosse qui con noi apprezzerebbe la perfor- Nelle Sue collaborazioni con direttori come Mehta, mance di Aida allo Sferisterio!» Gatti, Muti, Levine, Christie, da chi ritiene di aver ap- preso di più? «Da tutte le esperienze e da tutti si impara qualcosa. Il maestro che più ho seguito negli ultimi anni, tra un impe- gno e l’ altro, è stato Riccardo Muti: accanto a lui ho po- tuto raffinare l’arte di concertare un’opera e approfondire il significato e l’importanza del rapporto parola-musica, canto-orchestra e infine il sapersi mettere al servizio del compositore, cercando di capirne, attraverso il testo e le indicazioni scritte, le sue intenzioni». Anche per Eun Sun Kim si tratta del debutto su un podio italiano nella direzione di un’opera: «Ammiro mol- to la cultura italiana in generale e la tradizione operistica in particolare: è uno degli interessi più importanti della mia vita, ed è la ragione principale per cui ho scelto questa professione».

Lo Sferisterio di Macerata Ronconi torna a Pesaro

AL ROF ARMIDA, BARBIERE DI SIVIGLIA, AURELIANO IN PALMIRA

Con Armida torna al volta, ma dimessamente, in forma Rossini Opera Festival semiscenica: una scelta suggerita Luca Ronconi, che aveva già - si può immaginare - da necessità messo in scena questa’opera nel di risparmio. Sarà l’Accademia di 1993 al Teatro Rossini. Questa Belle Arti di Urbino ad incaricarsi volta ha a disposizione l’Adriatic della mise en espace. Giacomo Arena, che acusticamente non Sagripanti dirige un cast di tutto è l’ideale ma offre al regista rispetto: Chiara Amarù, Paolo spazi in cui sbizzarrirsi, con la Bordogna, Juan Francisco Gatell complicità delle sue collaboratrici e Alex Esposito (11-20 agosto). abituali Margherita Palli per le Dopo Ronconi, il ROF si affida a scene e Giovanna Buzzi per i un altro regista importante, Mario costumi. Dirige Carlo Rizzi, con Martone, per la terza opera in Carmen Romeu nelle vesti della cartellone, Aureliano in Palmira, maga e Randall Bills, Dmitry una novità per il festival. La dirige Korchak e Antonino Siragusa in Will Crutchfield, che ne ha anche quelle dei guerrieri cristiani (dal curato l’edizione critica. Nel cast 10 al 19 agosto). Il barbiere di Lena Belkina, Raffaella Lupinacci, Siviglia è rappresentato sempre Jessica Pratt e Michael Spyres (12- e ovunque e forse per questo il 18 agosto).Molti gli appuntamenti festival pesarese finora l’ha un di contorno: il consueto Viaggio a po’ snobbato, dedicandogli solo Reims dei giovani; recital di canto due allestimenti in trentacinque di Juan Francisco Gatell e di Ewa anni. Ora lo presenta una terza Podles. M.M.

Nella foto in alto: Carmen Romeu è Armida 16 luglio-agosto 2014

MARTINA FRANCA Che razza di serpente questa donna!

ARTURO CIRILLO RACCONTA LA SUA REGIA DELL’OPERA DI CASELLA DA GOZZI, IN SCENA AL FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA

GIULIA ANNA ROMANA VENEZIANO

a quarantesima edizione del Fe- diligo rispetto a Goldoni, perché lo trovo più sto originale, anche attraverso il cambio dei stival della Valle d’Itria si apre fantastico, meno prigioniero delle logiche del nomi, che allontana la vicenda da Venezia e con un’opera di Alfredo Casella, realismo. Io non amo molto le trasposizioni lo porta in luoghi astratti. In un suo scrit- La donna serpente, testo di Cesa- e quindi non ho pensato a un’epoca o a uno to, I segreti della Giara del 1941, Casella dice re Vico Ludovici da una fiaba di stile precisi, ho cercato di fare un po’ quello di pensare al Flauto magico: in fondo anche LCarlo Gozzi. Dirige Fabio Luisi. Arturo Cirillo, che dice Gozzi quando parla dell’inverosimi- questo è un viaggio iniziatico. Ascoltandolo oggi protagonista del teatro classico e contem- le, cioè di inventare, inventare delle fate, che ho pensato alla Tempesta di Shakespeare, per poraneo, ne cura la regia. saranno anche “fati”, ripensare le figure della questa convivenza tra il poetico e il buffo, Di solito le regie tendono a trasformare commedia dell’arte. E poi fare la favola, che è l’etereo ed il mostruoso. Ricordiamoci che in fantasia e immaginario un soggetto re- un insieme di ingenuità ma anche di violenza. inizialmente Casella, nel 1918, voleva farne ale, verista, o semplicemente trasposto in Il mondo dell’altrove è sempre meraviglioso e un balletto; poi si indirizzò verso una vera e epoche diverse. In quest’opera, che è già terrifico ad un tempo». propria opera. Io ho sempre immaginato la una favola, cosa piacerà creare al regista Come si confronterà con la partitura di presenza di danzatori, i “fati” di cui parla- Cirillo? Casella, piuttosto eclettica negli stili e nel- vo sopra, e comunque una forte corporalità. «Indubbiamente la matrice teatrale e le definizioni estetiche della sua musica? Musicalmente invece è come dice Lei, molto drammaturgia mi interessa molto, intendo il «In Casella vi è un forte adattamento con, eclettico: le maschere a volte sono opera buf- testo di Gozzi, autore che per certi versi pre- a volte, una vera e propria riscrittura del te- fa, a volte un po’ mozartiane. Ci sono mo- menti fortemente espressionistici, altri più convenzionali: penso al mondo della corte del principe con tutti i cori di guerra e di vit- toria». Abbiamo visto a Martina Franca nel 2010 la Sua Napoli milionaria di . Ricordiamo con piacere il Suo Alidoro di Il Festival fa quaranta Leonardo Leo a Napoli con I Turchini di Inaugurazione il 18 luglio Antonio Florio. Lei porta Napoli e il suo te- atro con sé: un brand che riconosceremo anche nella Donna serpente di Cirillo? Tre opere, concerti e uno spazio riservato «Non lo so… Nelle opere che Lei ha citato al Novecento nella programmazione artistica Napoli era fortemente presente. Certo vorrei del 40° Festival della Valle d’Itria dal 18 luglio al 3 cercare di dare all’operazione una sua teatrali- agosto a Martina Franca. Il direttore artistico Alberto tà, ma onestamente a Napoli per il momento Triola ha posto l’accento sugli elementi chiave della nuova edizione (belcanto, barocco) che ruota non ci sto molto pensando. Poi le maschere intorno alla rappresentazione de La donna serpente di con la loro atavica fame fanno pensare anche Alfredo Casella in coproduzione con la Fondazione a Pulcinella e molti personaggi del teatro na- Teatro Regio di Torino (dirige Fabio Luisi, regia poletano, ma questo perché tutte le culture Arturo Cirillo), alla proposta di un’opera del 1689 popolari si assomigliano un po’. A me piace- di Agostino Steffani, La lotta d’Ercole con Acheloo rebbe mettere in scena un’invenzione, all’in- (direttore Antonio Greco, regia di Benedetto Sicca) terno del codice favolistico. Dare credibilità e all’edizione moderna dell’Armida del pugliese/ napoletano Tommaso Traetta (sul podio Diego Fasolis, all’incredibile, come fanno i bambini quando regia Juliette Deschamps). Uno spazio è dedicato al giocano tra loro». progetto “Bambini all’opera” con l’esecuzione de Il diluvio di Noè di Benjamin Britten. G.A.R.V.

www.festivaldellavalleditria.it CLASSICA attualità 17

TORRE DEL LAGO Si festeggia Puccini

ETTORE SCOLA REGISTA DI BOHÈME, I CENTODIECI ANNI DI BUTTERFLY, UN CONCORSO PER IL TRITTICO: LE NOVITÀ DEL FESTIVAL PUCCINIANO

ROBERTO DEL NISTA

ompie sessant’anni il festival del mondo e perché la nostra cultura è una riennale. L’etichetta nasce «dall’idea di dedicato a . risorsa in cui possiamo trovare le soluzioni usare un linguaggio al passo con i tem- Quattro o, per meglio dire, sette per superare le difficoltà economiche. Nello pi: 2.0 sta per nuovo, social, giovane. È i titoli programmati nel cartel- stesso spirito stiamo cercando di organizzare pensato per il coinvolgimento dei giovani, lone 2014, in scena a Torre del a Bruxelles, dove Puccini è morto, una cele- per facilitare il loro approccio all’opera e Clago Puccini dal 25 luglio al 30 agosto: Mada- brazione per il 90° anniversario di questa ri- stimolarne la fruizione». Il primo risul- ma Butterfly, La bohème, Turandot e il Trittico, correnza, che cade il 29 novembre, durante il tato si trova nell’allestimento del Trittico, tutti nuovi allestimenti. La scelta di inaugu- semestre italiano di Presidenza dell’Unione assente a Torre da quarant’anni: la Fon- rare con Butterfly si deve alla ricorrenza dei Europea». Dopo la memorabile esperienza dazione ha affidato regia, scene e costumi centodieci anni dalla prima assoluta. registica di Mario Monicelli per La bohème, a figure scelte attraverso una selezione «Abbiamo scelto di produrre Madama But- stavolta è un’altra colonna portante del ci- pubblica: ci saranno Monica Bernardi terfly per il 110° anniversario della prima rap- nema italiano a cimentarsi come regista nel- (scene), Carla Conti Guglia (assistente a presentazione con l’Abao di Bilbao - ci dice lo stesso titolo: Ettore Scola, in occasione dei scene e costumi), Selene Farinelli (regista Adalgisa Mazza, neopresidente della Fonda- suoi cinquant’anni di carriera. Altra novità è di Tabarro), Vittoria Lai e Giorgia Guerra zione Festival Pucciniano - perché non può il progetto “Puccini 2.0”: non si tratta di un (registe di Suor Angelica), Elena Marcelli che essere questa la vocazione di un festival nuovo software informatico, bensì di una se- (regista di Gianni Schicchi), Lorena Marin lirico dedicato a uno dei più grandi operisti rie di iniziative racchiuse in un progetto plu- (costumi di Schicchi). 18 luglio-agosto 2014

L’ESTATE DELLA MUSICA ANTICA Tutti fi gli di Monteverdi

IL FESTIVAL LAUS POLYPHONIAE DI ANVERSA CELEBRA IL CREATORE DEL MELODRAMMA. MOLTI ITALIANI SUONANO PER L’EUROPA, E POCO IN ITALIA. PER CHI AMA LA QUIETE CI SONO LE ABBAZIE FRANCESI DI AMBRONAY E ROYAUMONT

PAOLO SCARNECCHIA

ell’Europa meridionale e orientale le ras- Roberta Invernizzi, il giovane RossoPorpora Ensemble, Lo- segne e i festival di musica antica soffrono renzo Ghielmi. Dal 22 al 31 agosto tutta la sua ricca pro- per la crisi economica, come conferma Pe- grammazione, fatta anche di conferenze, masterclass e una ter Pontvik, presidente del REMA (Réseau summer school, sarà tesa a disegnare il ritratto del genio Européen de Musique Ancienne). Sono le che operando una sintesi della cultura musicale rinasci- Nrassegne più piccole a farne le spese e inoltre, paradossal- mentale ha proiettato l’arte sonora verso una dimensione mente, quanto più sono cosmopoliti i gruppi che nascono moderna che ha fatto scuola in tutta Europa: la ricostru- dall’incontro tra giovani di nazionalità diversa nelle acca- zione del quadro musicale italiano tra fine Cinquecento demie e nelle scuole internazionali più prestigiose, tanto ed inizio Seicento ha per titolo “Claudio. In search of the più diviene complicato ottenere finanziamenti da parte di young Monteverdi”, e comprende le musiche del suo mae- istituzioni locali. Lo conferma il fatto che i nostri migliori stro Ingegneri, e dei compositori che sono stati un modello ensemble, solisti, direttori sono molto richiesti all’estero, per il giovane cremonese al servizio dei Gonzaga a Manto- ma, come dire, sottoutilizzati in patria. Basta osservare i va, come Giaches de Wert, senza dimenticare naturalmen- programmi dei festival che fioriscono nella bella stagione te la scuola veneziana, della quale Monteverdi diventò il e che ospitano molti gruppi italiani, ma non solo, che de- maggiore protagonista. Non mancheranno naturalmente dicano anche molta attenzione ai nostri compositori che i suoi immediati precursori Peri, Caccini, de’ Cavalieri, spesso non sono sufficientemente eseguiti da noi. Basta che sperimentando, attraverso gli intermedi e poi le prime un esempio fra tutti, quello di Laus Polyphoniae di An- favole pastorali in musica, l’espressività drammatica della versa giunto alla ventunesima edizione, al quale parteci- monodia accompagnata, crearono le basi di uno stile rap- peranno, tra gli altri, Marco Beasley, Marco Mencoboni, presentativo che Monteverdi portò ad una magistrale per- CLASSICA attualità 19

fezione; o i colleghi attivi alla corte mantovana, come ad rigi nel Val d’Oise, che sono luoghi di produzione e ricerca, esempio Salomone Rossi; e l’accuratezza del ritratto si co- prima ancora che di esecuzione e ascolto. Dal 12 settembre glie dai dettagli, come ad esempio il concerto dedicato alla al 5 ottobre nel primo si festeggia il decimo anniversario figura storica del primo interprete dell’Orfeo di Montever- della sede abbaziale del Centre culturel de Rencontre e la di, Francesco Rasi, cantante, compositore e poeta che fu trentacinquesima edizione della sua rassegna, con l’elo- allievo di Caccini. Prima di affrontare una vera e propria quente titolo “Celebrations!” Anche in questo contesto maratona, come è definita nel programma, di madrigali l’Italia è ben rappresentata da Franco Fagioli e Academia monteverdiani dal Primo al Sesto Libro, che vedrà impe- Montis Regalis che interpretano musiche di Haendel e gnati tre ensemble, Claudiana, Sette Voci e La Venexiana, Porpora, dal Ghislieri & Consort che eseguono Ha- si ascolteranno Le Canzonette e gli Scherzi musicali a tre endel e Jommelli, e da Europa Galante che presenterà un voci, così come prima del monumentale Vespro della Beata concerto dedicato a Leclair e Locatelli. Vergine che concluderà il festival, verranno eseguite alcune Parallelamente Royaumount celebrerà il suo giubileo e delle sue messe. dal 30 agosto al 12 ottobre la Saison Musicale della Fonda- Tutti i compositori nati dal 1600 in poi devono qual- zione sarà polarizzata attorno ai fine settimana, come ad cosa al padre dell’opera, e gli amanti del genere nel corso Ambronay. La vocazione creativa di questa fucina sonora del mese di luglio potranno ascoltare in giro per l’Europa appare ben rappresentata nell’incontro tra musica antica L’Ariodante di Haendel ad Aix en Provence, L’Eritrea di Ca- e musica contemporanea, con la Missa de Nostre Dame di valli a Venezia, e la prima ripresa moderna del Bajazet di Machaut affiancata da musiche del giovane Daniele Ghisi, Gasparini a Barga. ispirate alla produzione profana del genio della Ars Nova Ma un soggiorno di poco più di un mese tra le Fiandre francese. e l’Olanda consentirebbe ai cultori della musica antica di In Italia, nonostante la crisi di cui si parlava all’inizio, la saziare ogni curiosità e di ascoltare il fior fiore dei suoi storica rassegna di Urbino, giunta alla sua quarantaseiesi- interpreti. Infatti prima di Laus Polyphoniae, dal 1° al 10 ma edizione, rimane un punto di riferimento per tutti co- agosto nel corso del MA Festival di Bruges, si ascolteranno loro che vogliono avvicinarsi alla musica antica: dal 19 al La Dafne, favola pastorale di Marco da Gagliano interpre- 28 luglio nella splendida cornice della città rinascimentale tata dalla Cappella Mediterranea, e Aci, Galatea e Polifemo, si avranno concerti, corsi di introduzione, di perfeziona- la serenata drammatica di Haendel proposta da Il Giar- mento e master class che saranno il presidio di chi vuol far dino Armonico, all’interno di un programma intitolato sentire la voce di un patrimonio musicale che è alla base “Metamorfosen”, che se da una parte è ispirato al mon- della identità europea. do epico-mitologico di Ovidio, dall’altra va inteso come il procedimento creativo che alimenta la creazione musicale arrivando fino alle riletture jazzistiche di musiche di Ma- chaut, Dowland, ed altri compositori, nella sezione “The future sound of early music”. Ma dal 29 agosto al 7 settembre l’Oudemuziek di Utrech rappresenterà l’apoteosi della stagione estiva. Sul frontespizio del programma campeggiano i nomi di due città, Vienna e Praga, di una dinastia, gli Asburgo, e di cin- que compositori, Isaac, De Monte, Biber, Fux e Zelenka. Sfogliando l’elenco dei numerosi concerti spiccano i nomi di due compositori italiani al servizio della corte imperiale a Vienna nel Seicento, Antonio Bertali e Giovanni Felice Sances, e su di loro sembra concentrarsi l’attenzione dei gruppi Vivante, Ricercar Consort, Concerto Palatino, L’Ar- monia Sonora e L’Arpeggiata. Come in una sorta di liturgia delle ore profana, ci sarà un concerto ad ogni momento della giornata, fino a quello di mezzanotte, per non parlare di conferenze, masterclass, summer school, un workshop di danza, il concorso internazionale Wassenaer, e il simpo- sio Stimu sull’educazione e la didattica della musica antica del passato e del presente. Per chi è in cerca di quiete, e si potrebbe sentire diso- rientato di fronte a programmi così fitti, consigliamo le due Abbazie al passaggio tra la stagione estiva e quella au- tunnale, che rende così inclini al raccoglimento. Ambro- nay nella Francia sudorientale e Royaumont, a nord di Pa-

Il giovane RossoPorpora Ensemble è tra i protagonisti ad Anversa (Belgio) del festival Laus Polyphoniae, che dedica il programma all’opera di Claudio Monteverdi 20 luglio-agosto 2014

VENEZIA Ma che buff a è L’Eritrea

OLIVIER LEXA, DIRETTORE DEL VENETIAN CENTRE FOR BAROQUE MUSIC, È IL REGISTA DI QUESTA PRIMA ESECUZIONE IN TEMPI MODERNI: DIRIGE STEFANO MONTANARI

ENRICO BETTINELLO

i annuncia particolarmente for Baroque Music (che coproduce l’opera con le, basti ricordare l’allestimento della Didone suggestiva l’idea di ambientare la Fenice) e studioso particolarmente legato che fu ripreso anche dalla Scala. Si tratta del la prima esecuzione in tempi alla figura del compositore veneziano. più grande compositore d’opera del Seicento, moderni de L’Eritrea di Fran- «Lavoro su Cavalli da cinque anni - ci rac- un’età dell’oro per l’opera veneziana che si cesco Cavalli in uno spazio af- conta Lexa - e ho appena consegnato all’e- apre al pubblico pagante e diventa così sem- fascinanteS come quello di Ca’ Pesaro, sede ditore francese Actes Sud la biografia che pre più popolare e accessibile. L’equilibrio tra della Galleria Internazionale d’Arte Moderna ho scritto su questo musicista, la prima mai tragedia e commedia, influenzato anche dalla di Venezia. È uno degli appuntamenti più at- pubblicata, spero possa venire presto tradotta Commedia dell’Arte, porta a opere musical- tesi di “Lo spirito della musica di Venezia’’, anche in Italia. Si tratta di un autore sempre mente spontanee e seducenti, con arie brevi il festival estivo organizzato dalla Fondazione più suonato e recitato nel mondo e nel libro e di grande impatto. La mancanza delle parti- Teatro la Fenice lungo tutto il mese di luglio. analizzo anche con attenzione il revival di ture – quelle che esistono solo in manoscritto L’allestimento è affidato al francese Olivier Cavalli, iniziato negli scorsi decenni e in cui presso la Biblioteca Marciana – ha fatto però Lexa, direttore artistico del Venetian Centre proprio la Fenice ha avuto un ruolo centra- sì che Cavalli fosse suonato poco e anche oggi capire i manoscritti, incompleti e notati ve- locemente, per renderli fruibili a chi li deve cantare è un lavoro lungo e costoso». L’Eritrea «è un’opera agile, con solo undici personaggi che si possono fare con sette can- tanti ed è l’ideale per un allestimento in uno Le voci di Bolzano spazio non convenzionale come un palazzo sono Odhecaton e Vox Luminis veneziano, uno spazio tra l’altro che per nu- mero di spettatori e rapporto spaziale con il pubblico non è troppo dissimile da quel pic- colo Teatro di Sant’Apollinare in cui l’opera Il festival di musica che la nobiltà degli strumenti debuttò, abbinata alla Calisto, sempre con il barocca Antiqua (www. si poteva misurare in quanto libretto di Faustini, nel 1652. La trovo un’o- antiquabz.it), un ramo della più si avvicinassero alla voce ricca proposta culturale del umana». La voce si presenterà pera bellissima, perché in un certo senso è la Bolzano Festival Bozen, si svolge nella sua purezza attraverso due prima opera buffa della storia, divertente e co- quest’anno dal 4 agosto al 1° ensemble vocali di fama come il mica dall’inizio alla fine. Ci sono alcuni tratti settembre, terminando il cartellone gruppo di polifonia rinascimentale salienti dell’opera veneziana, come la pazzia, generale dell’estate in musica Odhecaton diretto da Paolo Da evidente nel personaggio del principe Terame- nel capoluogo altoatesino. Da Col e Vox Luminis diretto da ne, oppure i giochi di travestimento, qui ce n’è diversi anni il tema principale della Lionel Meunier. Con un oratorio di rassegna è il dialogo, generato Stradella e il gruppo Harmonices uno addirittura doppio, molto divertente, con dall’incontro di strumenti, di Mundi ne verrà invece presentato una principessa che si traveste da principe e epoche o di luoghi geografici, e per il rapporto con gli strumenti, che viene travestito a sua volta di nuovo da l’edizione 2014 questo filo rosso mentre Chiara Banchini indagherà donna per farlo fuggire dal palazzo». si coniuga nel timbro della voce. la vocalità nella voce stessa Il lavoro registico di Lexa punterà princi- “Voices” ne è appunto il titolo del violino barocco. «Anche il palmente su comicità e gestualità. L’Eritrea va e comprende sette concerti che concerto con il duo organistico si svolgeranno in diversi luoghi messicano Syntagma Musicum in scena a Ca’ Pesaro, l’8, il 10 e l’11 luglio alle suggestivi della città, tra cui il si lega al tema dell’edizione, in ore 21, con Stefano Montanari a dirigere l’Or- medievale Castel Mareccio: «Da quanto le pagine cinquecentesche chestra Barocca. Nel ruolo della protagonista tempo pensavamo di dedicare che verranno eseguite altro non e di Iride, Giulia Semenzato, mentre Francesca un’edizione alla voce - spiega sono che trasposizioni all’organo Aspromonte si dividerà tra i ruoli di Nisa, Le- Claudio Astronio, direttore di madrigali, ornati dai passaggi sbo e Laodicea. artistico di Antiqua assieme a realizzati dal tastierista, com’era la Marco Facchin -. Nella musica prassi del tempo». antica i trattatisti scrivevano Monique Ciola CLASSICA attualità 21

su www.edt.itAcquista Quel Bajazet CONSEGNA GRATUITA che Haendel copiava Luca Bragalini A BARGA L’OPERA SETTECENTESCA SCRITTA DA FRANCESCO GASPARINI Storie poco standard Opera Barga presenta una rarità Le avventure di 12 grandi assoluta del periodo barocco: il Bajazet, un dramma per musica scritto dal cacanzoni o ttra a Broadway oa e jazz camaiorese Francesco Gasparini su libretto di Agostino Piovene e Ippolito Zanetti. Due le rappresentazioni al Teatro dei Differenti: 10 e 11 luglio, alle ore 21,15. Francesco Gasparini, nato a Camaiore (Lucca) nel marzo del 1661, fu copiato da Haendel ed ammirato da Bach; Da White Christmas sono oltre sessanta le opere al suo attivo, a GeorgiaG on My Mind, peraltro molto popolari all’epoca. Inoltre sappiamo come Gasparini abbia contribuito da AutumnA Leaves a Over alla formazione di musicisti quali Marcello, ththee Rainbow: la storia di dodici Quantz e . cecelebrile canzoni che «Dobbiamo considerare che Gasparini fu ddalal musical di Broadway hanno il primo compositore ad utilizzare questo libretto – dice Carlo Ipata, curatore e direttore attrattraversato l’intera storia della partitura - che mise in musica per ben ddelel pop e del jazz. tre volte fra il 1711 e il 1723. La versione da noi ripresa è quella del 1719, l’unica di cui ci CollanaColla Risonanze, pp. 224, € 12,50 rimanga la partitura completa». Il Bajazet (Reggio Emilia, 1719) è una delle sue ultime, scritta quando aveva quasi sessant’anni; è la seconda versione di Tamerlano, composta da Gasparini nel 1711, edt.it ed è considerata la sua miglior composizione insieme ad Amleto. Il Bajazet presenta, per il ruolo originale del baritenore, un’estensione vocale particolarmente difficile: oltre due ottave dal sol sotto al rigo al la sovracuto. All’epoca fu impegnato il cantante Francesco Borosini che, si dice, riuscisse a coprire perfettamente l’intera gamma dei suoni, tant’è che lo stesso Haendel lo volle nel suo Tamerlano, dove molte arie risultano plagiate dal Bajazet. La rappresentazione barghigiana si avvale eri inciet lam eossit quam et fugia della collaborazione di Auser Musici di Pisa e dell’orchestracorum nus omonima num quissotto denduntor la direzione rat di Carlo Ipata.pore, Oltre le due recite a Barga, sono in predicato altre date in Europa; nel frattempo Psi realizza un doppio cd con l’etichetta Glossa. L’allestimento si replica al Teatro di Pisa tra settembre 2014 e gennaio 2015. Roberto Del Nista

Un bozzetto dei costumi del Bajazet in scena a Barga 22 luglio-agosto 2014

AIX-EN-PROVENCE «Quanto adoro l’Ariodante!»

ANDREA MARCON TORNA A DIRIGERE PER L’ENNESIMA VOLTA L’OPERA DI HAENDEL, CHE RITIENE IL CAPOLAVORO DEL SETTECENTO: A AIX-EN-PROVENCE UN CAST FEMMINILE STELLARE: SARAH CONNOLLY, PATRICIA PETIBON, SONIA PRINA, MARIA CATERINA NEGRI, SANDRINE PIAU

STEFANO NARDELLI

on Antonini, Alessandrini, coforte nel 2004 con regia e scene di Achim Biondi, Florio e Dantone, An- Freyer, di Oviedo nel 2009 targata ENO con la drea Marcon è stato negli anni regia di David Alden (che gli ha fatto meritare Ottanta uno dei pionieri in Ita- il premio della Fundación Premios Líricos Te- lia del ritorno a prassi esecutive atro Campoamor come miglior direttore della Cdella musica antica più vicine alle intenzioni stagione 2009/10), e del Teatro di Basilea nel- originali. Fondatore nel 1983 dei Sonatori de la scorsa stagione alla testa dell’orchestra La la Gioiosa Marca e quindi della Venice Baro- Cetra, di cui è direttore artistico. que Orchestra, docente di clavicembalo, orga- Si direbbe che quest’opera ti piaccia no e interpretazione nella prestigiosa Schola davvero molto. Cantorum Basiliensis, Marcon è anche at- «Con Aix avrò diretto quest’opera una qua- tivissimo nelle sale da concerto e scene d’o- rantina di volte. È l’opera che amo di più da pera internazionali, oltre a vantare una ricca sempre, da quando la scoprii grazie a una vec- Andrea Marcon (foto Harald Hoffmann) produzione discografica che nel prossimo au- chia registrazione di McGegan. È una sequenza tunno si arricchirà di un’altra preziosa rarità: di arie una più bella dell’altra ma anche con la l’oratorio La concordia de’ pianeti di Caldara stessa dignità. Che il primo interprete di Ario- Haendel che ha tagliato il libretto, in origine registrato lo scorso inverno al Konzerthaus di dante sia stato Carestini non si nota, a parte molto più lungo. Se l’opera perfetta per anto- Dortmund (in uscita per la Deutsche Gram- un paio di arie in più degli altri personaggi, nomasia del Seicento è l’Orfeo di Monteverdi, mophon). All’opera Andrea Marcon torna dal perché la qualità musicale è paragonabile agli quella del Settecento è certamente Ariodante». 3 luglio a Aix con Ariodante di Haendel. E sarà altri ruoli. Non ci sono punti deboli in tutta A Aix troverai la Freiburger Barockor- la sua quarta produzione, dopo quella di Fran- la drammaturgia, grazie anche alla saggezza di chester. «E sarà la prima volta, anche se molti dei suoi strumentisti sono passati per la scuola di Basilea. È un complesso eccellente, privo di un Cos’altro c’è a Aix direttore fisso ma hanno lavorato molto con René Jacobs e Pablo Heras Casado di recente. Quello che considero davvero importante è l’a- Nato come festival mozartiano, il Festival d’Aix-en- ver già partecipato a produzioni operistiche». Provence apre la sua sessantaseiesima edizione il 2 luglio Regista sarà Richard Jones: vi siete già con un nuovo Flauto magico coprodotto con Nederlandse Opera confrontati sullo spettacolo? e English National Opera che avrà la direzione musicale di «Con Richard abbiamo cominciato a par- Pablo Heras Casado e la regia di Simon McBurney; nel cast Topi Lehtipuu, Mari Eriksmoen e Albina Shagimuratova; in buca la larne già due anni fa a Bruxelles. Poi è venuto Freiburger Barockorchester, impegnata nell’Ariodante al Théâtre a trovarmi a casa a Treviso e gli ho suonato al de l’Archevêché. Qui Haendel si alternerà a Rossini e al suo Tu r c o cembalo tutta l’opera. È arrivato a Aix con un in Italia nella nuova produzione con la regia di Christopher Alden e canovaccio molto preciso ma aperto a varianti la direzione di Marc Minkowski alla guida dei Musiciens du Louvre. da mettere a punto con gli interpreti nelle pro- Insoliti gli altri due titoli: il ciclo schubertiano Winterreise con ve. Una delle difficoltà maggiori del Théâtre de Matthias Goerne e un dispositivo scenico di William Kentridge e l’Archevêché è l’ampiezza del palcoscenico e la Trauernacht, due cantate di Bach messe in scena da Katie Mitchell per i giovani cantanti e l’orchestra dell’Académie Européenne sua scarsa profondità. La scena sarà unica ma de Musique. Quest’anno novità solo nel concerto dell’Ensemble divisa in tre settori non divisi da barriere reali Modern impegnato in composizioni di Manfred Trojahn su testi ma caratterizzati con colori e elementi diversi. poetici di René Char. In programma anche un ricordo di Patrice Le voci sono portate avanti come si conviene Chéreau: l’Orchestre de eseguirà Dai calanchi di Sabbiuno di al teatro barocco». Fabio Vacchi (sue le musiche del film ) e i Gabrielle Wesendonck- Lo spazio aperto può nuocere alla qua- Lieder con Waltraud Meier, sua interprete nel Tristan scaligero e nella trionfale Elektra tenuta a battesimo a Aix nel 2013. Chiusura il lità musicale? 24 luglio con l’Orchestre des Jeunes de la Méditerranée diretta da «In un certo senso, il barocco è ideale all’a- Alain Altinoglu. S.N. perto (si pensi solo alle feste musicali tipiche CLASSICA attualità 23

del periodo). In realtà l’infrastruttura dell’Ar- chevêché dà l’impressione di trovarsi in uno spazio chiuso». Uno dei punti di forza di questa produ- zione sarà la distribuzione vocale. «A Aix hanno davvero fatto le cose in grande! È la prima volta che lavoro con Sarah Connolly che sarà Ariodante, ma ritrovo Pa- tricia Petibon (Ginevra) con la quale ho fatto un gran numero di concerti e due dischi, So- nia Prina un vero contralto di coloratura come Maria Caterina Negri (fra l’altro la creatrice di Bradamante dell’Orlando furioso di Vivaldi) per il ruolo già in origine en travesti di Polinesso e Luca Tittoto un vero basso d’agilità per il ruolo del re, oltre a un bravo Lurcanio che sarà il te- nore americano David Portillo. E avremo anche il lusso di Sandrine Piau, per la prima volta a Aix, come Dorinda, un ruolo che, nonostante le difficoltà tecniche, viene spesso affidato a un secondo soprano. Credo che ci siano tutte le premesse per fare qualcosa di importante». La prima dell’opera viene trasmessa in diret- ta radiofonica da France Musique il 3 luglio. Diretta televisiva in programma su Arte il 12 luglio.

Dalle parti di Haendel In Val Comino, tra Roma e Napoli

L’idea di un festival di musica antica in Val Comino, godibile a metà strada tra Roma e Napoli nell’attuale borgo di San Donato (Frosinone) nasce dalla volontà di celebrare il soggiorno di Haendel, che nel 1708 durante il suo viaggio tra le due capitali fu ospite in queste terre scrivendo Aci, Galatea e Polifemo per le nozze di Tolomeo Gallio Trivulzio con Beatrice Tocco di Sanseverino, nipote della mecenate Aurora Sanseverino. Creato da Antonio Florio, direttore dello storico ensemble barocco I Turchini, con il sostegno di Luciana Coletti e del Comune di San Donato, il festival Musica Antica in Val Comino proporrà nella sua seconda edizione tre filoni programmatici: dal repertorio più ricercato del Cinquecento con “Tiche toche. Villanelle, canzonette e arie del Rinascimento napoletano” (31 luglio: Gorzaniz, Kapsperger, Giovanni da Nola con i solisti del Laboratorio Turchini), al passato popular meridionale con “Napoli: voce e chitarra. Canzoni e melodie antiche napoletane” (1° agosto: Fiorenza Calogero e Marcello Vitale), fino al Settecento sacro e profano con “Haendel in viaggio tra Roma e Napoli” (2 agosto: Haendel, Hasse, Durante, Vivaldi con il controtenore Filippo Mineccia). Giulia Anna Romana Veneziano 24 luglio-agosto 2014

L’ESTATE DELLA CONTEMPORANEA Edinburgo festeggia due quartetti

IN SCOZIA I QUARANT’ANNI DI ARDITTI E KRONOS. A LUCERNA SONO IN RESIDENCE I COMPOSITORI UNSUK CHIN E JOHANNES MARIA STAUD

GIANLUIGI MATTIETTI

’estate si moltiplicano i festival di musica. te, che inaugura la settimana musicale senese. Altrove la Spesso in ridenti località di villeggiatura, logica sembra essere opposta. Non si cerca di offrire svaghi spesso con una programmazione “estiva”, per i vacanzieri, ma di attrarre pubblico (e turisti) attraverso cioè focalizzata sul repertorio classico più proposte musicali di altro livello, compresa la nuova musi- noto, disimpegnata, leggera, pensata per al- ca. Genere che si esegue non perché è qualcosa di impegna- lietareD le serate dei turisti in vacanza. E allora servono arie to, che fa chic. Né come esercizio per temprare il corpo e lo operistiche, qualche pezzettino brillante, un po’ di jazz. An- spirito (e quindi inadatto ai piaceri dell’estate). Si fa perché che delle musiche tradizionali vanno bene. E poi una cenet- è bella da ascoltare, perché stimola l’interesse e la curiosità, ta romantica su una terrazza panoramica. Figuriamoci pro- perché porta con sé una ventata di freschezza. Tra luglio e grammare della nuova musica: già scarsa nelle agosto sono in scena diverse nuove opere per il teatro. programmazioni stagionali, di solito in Italia d’estate scom- All’Opera di Francoforte per esempio, che prolunga la sua pare. Si segnalano alcune rare eccezioni come I falsari, la stagione fino a luglio, si può vedere la nuova opera di Peter nuova operina di Pierre Thilloy a Montepulciano, l’impe- Eötvös Der Goldene Drache (Il drago d’oro). Il Festival di Sa- gnativo progetto Mediterranean Voices, presentato in prima lisburgo ha commissionato una nuova opera a Marc-André italiana a Venezia, il nuovo lavoro di Azio Corghi Blanquet- Dalbavie, intitolata Charlotte Salomon e basata sulla vita di una giovane artista ebrea morta ad Auschwitz nel 1943, quando aveva appena compiuto 26 anni, ed era da poco sposata e incinta. Anche il Festival di Bregenz, che pure è Barbara Hannigan (foto Elmer de Haas) sarà l’interprete della prima di Silence una rassegna dai grandi numeri e molto turistica, ha sempre des Sirènes di Unsuk Chin al Festival di Lucerna in cartellone qualche chicca: quest’anno ha commissionato una nuova opera al vulcanico Heinz Karl Gruber, Ge- schichten aus dem Wiener Wald (Storie del bosco viennese), basata sul celebre dramma di Ödön von Horváth, amara satira contro l’ipocrisia del mondo piccoloborghese in tempi di crisi economica. Non sarà una primizia, ma anche il nuo- vo allestimento dell’opera Kullervo di Aulis Sallinen (basata sull’epica del Kalevala) fa notizia. È un’opera del 1988, e inaugura il festival finlandese di Savonlinna, che pure è una rassegna operistica en plein air e di grande appeal popolare (è un po’, per intenderci, come se l’Arena di Verona aprisse la stagione con il Doktor Faustus di Manzoni). Coincidenze della storia: fu completata nel 1988 anche l’opera De Mate- rie di Louis Andriessen, che inaugura la Ruhr Triennale a Duisburg, per festeggiare i 75 anni del compositore olande- se. Lo spettacolo firmato da Heiner Goebbels è anche il pri- mo allestimento integrale delle quattro parti dell’opera. Manca quest’anno all’appello il Festival di Aix, di solito molto sensibile alle opere contemporanee e quest’anno più barocco. Ma in compenso ha commissionato nuovi lavori a Francesca Verunelli, Sebastian Rivas, e a Manfred Trojahn, presente al festival con un ciclo vocale su testi di René Char, eseguito dall’Ensemble Modern e dal soprano Sabine De- vieilhe. Molti i festival generalisti danno ampio spazio alla musica contemporanea, e negli anni sono riusciti a cattura- re il pubblico anche per questi appuntamenti. Al Festival di Montpellier si segnala una interessante giornata dedicata alla spazializzazione del suono, con gli ingegneri di Radio CLASSICA attualità 25

France che sveleranno gli aspetti più spettacolari delle tec- opera comica finlandese affidata a Piia Komsi nella doppia nologie digitali, come la WFS (wave field synthesis) che per- veste di violoncellista e soprano di colaratura. Ci saranno mette la creazione di paesaggi sonori tridimensionali, e con anche molte prime finlandesi, di Juha T. Koskinen, Jarkko l’esecuzione di alcuni lavori emblematici nella spazializza- Hartikainen, Ville Raasakka; l’Ensemble Recherche si ci- zione della voce (Lonh di Kaija Saariaho), della tromba (Me- menterà con il monumentale Schnee di Hans Abrahamsen; i tallics di Yan Maresz), del clarinetto (Dialogue de l’ombre Neue Vocalsolisten eseguiranno double di Boulez). il virtuosistico Atish-e-Zaban di Al Festival di Edinburgo si festeggeranno i quarant’anni di Bhagwati, Love songs di Claude due quartetti che hanno fatto la storia della musica contem- Vivier, Dormo molto Amore di Al Festival di Montpellier c’è una poranea: il Quartetto Arditti si esibirà in un concerto con Francesco Filidei; il Divertimen- interessante giornata dedicata Dum Transisset di Brian Ferneyhough e con le Canciones to Ensemble eseguirà Jaali di alla spazializzaione del suono lunáticas della messicana Hilda Paredes, scritto su poesie di Bhagwati, Umano(dis)umano di con gli ingegneri di Radio France Pedro Serrano, e interpretato dal controtenore Jake Arditti Maurizio Azzan, Lying down on e composizioni di Boulez (figlio di Irvine); il Kronos Quartet suonerà il Quartetto n.6 the horizon di Daniela Terrano- e Saariaho di e Music from The Fountain e Requiem for a va. Resistono felicemente anche Dream di Clint Mansell. Il Festival Messiaen, nel piccolo i Ferienkurse di Darmstadt villaggio della Grave sulle Alpi francesi, sarà quest’anno de- (edizione n.47) con un interessante ciclo di concerti. Even- dicato a Iannis Xenakis (Messiaen, suo maestro, lo ammira- to della rassegna è l’apertura con Carré di Karlheinz va molto e definiva la sua musica «tellurique, si proche des Stockhausen, uno dei compositori che hanno fatto la storia torrents, de la foudre, de la grêle, et qui sursaute comme une dei Ferienkurse: lavoro del 1960, per quattro orchestre e mer déchaînée»), con esecuzioni di N’Shima, Evryali, quattro cori, con l’Ensemble musikFabrik, la hr-Sinfonieor- Psappha, Tetora, Herma, e Pléïades. Molto interessante, e chester, il Konzertchor Darmstadt, e quattro direttori (Lucas sempre più diffusa oltralpe, è anche la pratica del «compo- Vis, Clement Power, Christian Karlsen, Wolfgang Seeliger). ser in residence»: i compositori vengono invitati come ospi- A Darmstadt ci sarà anche una monografia dedicata a Ge- ti d’onore e ad essi vengono commissionati nuovi lavori da orges Aperghis, e un concerto dell’ensemble Mosaik che ese- eseguire in prima mondiale. Il Festival di Lucerna avrà guirà un nuovo lavoro di Mauro Lanza, realizzato insieme al quest’anno due «composer in residence»: Unsuk Chin e Jo- videoartista Andrea Valle, dove gli interpreti dovranno usare hannes Maria Staud. Della compositrice coreana, allieva e anche trenta phon. erede di Ligeti, verranno eseguiti gli Studi per pianoforte, il Doppio concerto per pianoforte e percussioni e, in prima mon- diale, Silence des Sirènes per soprano e orchestra, interpretato dall’«artiste étoile» Barbara Hannigan. La novità di Staud è invece affidata alle cure dell’altra artiste étoile, Midori, che eseguirà un nuovo Concerto per violino. Al teatro di Lucerna Die Antilope Voci dal Mediterraneo si vedrà anche , la nuova opera di Staud; Bruno A Venezia il progetto di Daniel Kötter Ganz interpreterà il monodrama Der Riss durch den Tag; Matthias Pintscher dirigerà la prima esecuzione integrale di Zimt, Ein Diptychon für Bruno Schulz. La musica contempo- ranea sembra avere attecchito particolarmente bene a Lu- È stato l’evento clou del festival Eclat di cerna: si contano dieci prime mondali, tra le quali il Concer- Stoccarda. “Mediterranean Voices” è una sorta to per corno di Rihm, e nuovi lavori di Heinz Holliger, Brice di un ibrido tra concerto e installazione, realizzata Pauset, Claus-Steffen Mahnkopf, Jagoda Szmytka, Dai dal videomaker Daniel Kötter, dalla scenografa Sofia Dona, dai Neue Vocalsolisten di Stoccarda. Tre ore Fujikura, Ying Wang. Anche il Festival di Grafenegg ha di- di musica per dodici lavori di altrettanti compositori, mostrato, dal suo debutto, una grande attenzione alla nuova provenienti da diversi paesi del Mediterraneo. musica e ha sempre avuto il suo “composer in residence”. Mettere insieme compositori nati in diverse aree del Quest’anno (dopo Cristóbal Halffter, Heinz Holliger, HK Mediterraneo significa anche porre il problema di Gruber, Tan Dun, Krysztof Penderecki, James MacMillan, tanti musicisti, costretti a lasciare il proprio paese di Brett Dean) è la volta di Jörg Widmann, presente lungo tut- origine per lavorare nei paesi dell’Europa continentale (circostanza che riguarda non solo i giovani Elegie per clarinetto e or- ta la rassegna con numerosi lavori: compositori del Nord Africa o del Medioriente, ma chestra, l’ouverture da concerto intitolata Con brio, la prima anche gli italiani). Tra i dodici compositori il libanese mondiale della Babylon-Suite, e molta musica da camera. Zad Moultaka, la triestina Silvia Rosani, il cipriota Evis Come consuetudine del festival per i compositori residenti, Sammoutis, l’egiziano Amr Okba, l’israeliano Nimrod Widmann curerà anche un workshop dal titolo “INK STILL Katzir, la turca Zeynep Gedizlioglu, il palestinese WET”, destinato a giovani compositori chiamati a dirigere i Samir Odeh-Tamimi. Daniel Kötter ha viaggiato nei dodici Paesi, creando dodici documentari-ritratto propri lavori con la Tonkünstler Orchestra. Latitano tra lu- sui compositori e le loro terre di origine, e girando glio e agosto i festival di musica contemporanea, ma un centoquarantaquattro brevi clip che sono altrettanti punto di riferimento resta, nel cuore della Finlandia, “Time flash sulle realtà sociali ed economiche dei Paesi of Music” a Viitasaari. L’edizione trentadue ospiterà il com- visitati. A Venezia lo spettacolo sarà suddiviso in positore Sandeep Bhagwati, nato a Bombay, cresciuto in due serate, sabato 26 e domenica 27 luglio, al Teatro Germania, formatosi sotto la guida di Boguslaw Schaeffer, Fondamenta Nuove. G.M. Killmayer, Denisov, Ferneyhough, Murail. Appuntamento clou una nuova opera da camera di Jovanka Trbojevic intito- lata Opera Absurdium, “scene di una vita d’artista”, prima 26 luglio-agosto 2014

SIENA La capretta coraggiosa

AZIO CORGHI HA MUSICATO BLANQUETTE, DA ALPHONSE DAUDET, CHE RACCONTA UNA SCELTA DI LIBERTÀ: IL 10 LUGLIO IN PRIMA ALLA SETTIMANA MUSICALE SENESE

ELISABETTA TORSELLI

i intitola Blanquette il nuovo la- francese dei miei primi studi di composizione ment, sono queste le chiavi che mi ven- voro di Azio Corghi che il 10 lu- a Torino, prima di andare a Milano da Betti- gono in mente se penso al Suo teatro, a glio al Teatro dei Rinnovati apri- nelli, e questo percorso mi ha fatto riscopri- Gargantua, Divara, Blimunda, Il dissolu- rà la settantunesima Settimana re a ritroso una tradizione didattica francese to assolto. Invece questa storia mi sem- Musicale Senese dell’Accademia che dalle scale di Messiaen ci porta, attraverso bra diversa. Chigiana:S musiche di scena per accompagnare Durand e Massenet, fino a Cherubini. Natu- «È vero. La mia chiave è sempre stata la lettura del racconto La chèvre de M. Séguin ralmente il combattimento di Blanquette con quella della trasgressione, tutto è comincia- dalle Lettres de Mon Moulin di Alphonse Dau- il lupo è meno impressionistico, più aggressivo to al Regio di Torino nel 1984 con Gargan- det, voce recitante Chiara Muti. Blanquette e rumoristico. La partitura è per dodici archi e tua, e come ci ha insegnato Michail Bachtin sarà abbinata all’Arlésienne (sempre con la un quartetto di fiati, l’, tradizionale stru- Gargantua è il capovolgimento carnevalesco Muti, sempre dalle Lettres) con le musiche di mento pastorale, il clarinetto, il fagotto, il cor- dell’ordine costituito. Poi c’è stato Sarama- scena di Georges Bizet nell’edizione originale no che evoca gli spazi aperti, con echi e impa- go e la sua forte impronta politica. Qui la per ventisei strumenti, con l’Orchestra della sti su cui ha lavorato molto volentieri perché dimensione è più lirica e cosmica, ma mi Toscana, il Coro dei Polifonici Senesi diretti sono sempre stato un patito dell’orchestra- sembra che in questa capretta che sfida il da Raffaele Puccianti e Marco Angius sul po- zione. Il tema del lupo è il rovescio di quello lupo in qualche modo ci sia ancora Sarama- dio. Ne parliamo con Corghi, che alla Chigia- della capretta, ma nel complesso ho deciso di go, come nella mia Divara, come nella mia na ha insegnato a lungo composizione e a cui lasciarmi alle spalle qualsiasi condizionamen- Zerlina. E in questa capretta c’è anche quel- il direttore artistico Aldo Bennici si è rivolto to e preoccupazione di coerenza linguistica e lo che ho imparato dalle femmine, come per realizzare questo pannello del suo “Dittico strutturale». mia moglie, e oggi la mia nipotina». Daudet” inaugurale della Settimana 2014. Situazioni musicali sanguigne, eversi- Il racconto di Daudet parla di una ca- ve, con venature comiche e grottesche o pretta che sceglie la libertà della monta- parodiche, o con il gusto del divertisse- gna invece che la sicurezza dell’ovile. Sarà sbranata dal lupo, ma non senza essersi coraggiosamente difesa a cornate per tut- ta una notte. Siena dallo Stabat Mater «È una storia bellissima e fuori di ogni tem- alla taranta po. Me l’ha proposta la Chigiana, ma è strano come questo per me abbia un significato par- ticolare. Io sono figlio di una piemontese che “Specchi” ossia Carl Philip Emanuel Bach e Mar aveva studiato bene il francese, com’era nor- abbinamenti su un del Plata di Astor Piazzolla (14). male da noi. Ho ritrovato il suo testo con que- tema dato: ecco il tema della Naturale per viola, percussioni e Settantunesima Settimana nastro magnetico di Luciano Berio, sti racconti, un’edizione bellissima del 1928 Musicale Senese (10-17 luglio), a nato come rielaborazione di canti in cui c’erano i suoi appunti e le sue risposte cominciare dal doppio Daudet di popolari siciliani, è accostato a al questionario sul testo: perché Blanchette Corghi – Bizet. Musica sacra, con un moderno cantastorie come sente così forte il richiamo della montagna ? il repertorio tradizionale sardo Maurizio Sazio (16). Infine, il 17, le Cosa significa essere liberi sapendo però che abbinato allo Stabat Mater di due facce della tarantella, con le c’è il lupo là fuori da qualche parte?» Boccherini (11 luglio, anteprima il “tarantelle d’autore” di Stravinskij, Domande che ci facciamo anche noi... 9 a Bruxelles); “visioni andaluse”, Sarasate, Szymanowski e Juego de Siempre ossia i canti Beethoven e poi il gran finale in «Sì, l’ambiguità della poesia che ti mette in ladino delle comunità ebraiche piazza Jacopo della Quercia con con le spalle al muro. E poi c’è il francese di rivisitati dalla compositrice Betty la Taranta d’amore di Ambrogio Daudet con le sue venature provenzali che lo Olivero e i canti popolari raccolti Sparagna & C. E.T. avvicinano tanto ai nostri dialetti. Ecco perché da Federico Garcia Lorca (12 non ho avuto paura di riprendere temi miei luglio); due città, la Weimar di www.chigiana.it anche giovanili e di spingermi in una dire- zione impressionistica, ritrovando l’impronta CLASSICA attualità 27

MONTEPULCIANO Quelle false relazioni

PARLA IL COMPOSITORE PIERRE THILLOY, AUTORE DI UN’OPERA TRATTA DAI FALSARI DI ANDRÉ GIDE

n’importante commissione tempo sono state importanti, ma riflettevano operistica al trentanovesimo- una realtà del dopoguerra che oggi non ha Cantiere di Montepulciano: più ragione di essere. Nella crisi anche eco- Les faux-monnayeurs (I falsari) nomica che ci coinvolge tutti e rispetto ad un dal romanzo-scandalo di André pubblico diventato diffidente bisogna cercare Gide (1925), in cui le pagine di un racconto una via di mezzo che presti attenzione a tut- U Pierre Thilloy nascente - concernente appunto un gruppo di ti... Comunque è vero che oggi un’opera deve falsari - sono incorniciate nella storia del ro- inventare qualcosa di nuovo o non essere». manziere, dei suoi amici e dei loro amori omo- Una definizione della Sua scrittura? sessuali, in una struttura a scatole cinesi e in «Tellurica, lirica, ritmica». un parlare esplicito che allora suscitò clamore, In quest’opera ci sono premessa e pro- con il suo pubblico è proprio perché è manca- ma in cui il tema di fondo è piuttosto quello messa di una nuova concezione della voce to questo profondo richiamo della voce. At- della falsità-autenticità delle relazioni. La musi- nel teatro musicale perseguita attraverso traverso la tecnologia cercheremo di ricreare ca è di Pierre Thilloy, quarantenne compositore il mezzo elettronico. questa magia, questo fascino, magari di dimo- francese autore di Hamlet ou Le jour des meurtres «Esattamente. È nella voce che sta il fasci- strare che il dominio, l’ambito della voce può (2011) dal testo di Bernard-Marie Koltès. C’è no dell’opera e se oggi l’opera ha un problema essere anche più grande di prima». E.T. il sostegno della Fondazione Catherine Gide per questi Faux-monneurs, la cui esecuzione è affidata al collettivo Kords di Mulhouse: quar- tetto d’archi, pianoforte, elettronica e sette personaggi in scena le cui esecuzioni vocali, precedentemente digitalizzate, saranno rielabo- rate in fase esecutiva in sequenze audio-video insieme ai suoni live degli strumentisti: Il 24 luglio al Teatro Poliziano, direzione musicale di Vincent Monteil, regia di Guy-Pierre Couleau. Cosa La attrae particolarmente in que- sto soggetto ? «La mise en abyme, il romanzo che si in- castra nel romanzo, come succedeva del resto anche nella mia opera precedente, giacché Amleto è una tragedia all’interno della qua- le si rappresenta una tragedia. L’importante è che la musica riesca ad aderire imperativa- mente al principio d’illusione di cui Gide ha impregnato la sua opera, a partire dal titolo». È vero che il fascino dell’opera L’ha folgorata dopo una rappresentazione del Giro di vite? C’è qualche legame concre- to, di affinità tematica con i Suoi lavori ? «No, semplicemente penso che Britten ci abbia dato un’idea ottima dell’opera del No- vecento. Penso che se vogliamo che l’opera sia ancora condivisa dobbiamo renderla ac- cessibile, non popolare ma piuttosto atten- ta alla realtà, altrimenti finirà per essere un gioco di specchi per una piccola élite. Anche sul piano compositivo io posso servirmi della tonalità come dell’atonalità, ma come mez- zi, non come fini. Le battaglie estetiche di un 28 luglio-agosto 2014

L’ESTATE DEI CONCERTI In Umbria c’è l’Armenia

AL FESTIVAL DELLE NAZIONI DI CITTÀ DI CASTELLO OMAGGIO A KHACHATURIAN. E C’È ANCHE JORDI SAVALL

MAURO MARIANI

a quanti sono in Italia i festival dedi- musica contemporanea si è contratta - ci sarà comunque cati alla musica concertistica? Se pro- una prima assoluta, Blanquette di Azio Corghi - ma questa vassimo a enumerarli a memoria, ci è una tendenza generalizzata in tutta Italia. Il filo che lega fermeremmo a tre o quattro. Poi, pen- i concerti di ques’edizione della Settimana Musicale Chi- sandoci meglio, ne verrebbe in mente giana (10-17 luglio) è l’accostamento di musica colta e Mqualcun altro. Sicuramente resteremmo molto al di sotto musica popolare, messe a confronto come in un gioco di del loro effettivo numero ma la colpa non è totalmente specchi, con un approccio molto sofisticato: per esempio, nostra, perché a differenza dei loro parenti operistici questi canti della tradizione siciliana sono preceduti da Natura- festival sono creature molto discrete, che non amano la le, un poco noto lavoro di Luciano Berio su canti popolari sovraesposizione mediatica, fuggono la folla e si radicano della Sicilia. L’interesse per tradizioni diverse dalla musi- in piccole località appartate, a distanza di sicurezza dal più ca colta occidentale sta contagiando altri festival, ma da vicino casello autostradale. nessuna parte è così marcato come a Città di Castello, È doveroso cominciare da Siena, il più antico festival dove il Festival delle Nazioni (27 agosto - 5 settembre) italiano di questo genere. Quest’anno la presenza della è dedicato quest’anno alla musica dell’Armenia, che si- gnifica compositori come Aram Kachaturian ma soprat- tutto antichissime, splendide musiche sacre e profane di tradizione orale. Non può mancare Jordi Savall, presente a Città di Castello con il suo Spirito d’Armenia, che è un concerto ma anche un cd e un dvd di successo planeta- rio: inevitabilmente il musicista catalano si accosta da europeo e con strumenti europei “antichi” a questa mu- sica, ma quel che a lui interessa non è la purezza stilistica ma far colloquiare mondi diversi. Simile spirito di con- taminazione è alla base di Voci del silenzio, un racconto in musica di Mario Brunello basato su musiche popolari armene ed europee colte. La presenza di orchestre internazionali è il segno di- stintivo dei festival che possono programmare in grande. La Sagra Malatestiana di Rimini tra il 28 agosto e il 12 settembre ne allinea ben cinque, tra le migliori europee, ognuna espressione di una scuola diversa: la Russian National Orchestra, la Gustav Mahler Jugendorchester, la London Philharmonic Orchestra, l’Orchestre Natio- nal de France e la Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin, dirette rispettivamente da Mikhail Pletnev, Christoph Eschenbach, Vladimir Jurowski, Daniele Gatti e Marek Janowski. Anche il Bolzano Festival può contare su varie orchestre, a cominciare dalle due straordinarie compagini giovanili che hanno scelto la città altoatesina come loro residenza, la European Union Youth Orchestra e la Gu- stav Mahler Jugendorchester, la prima diretta da Semyon Bychkov e Vasily Petrenko, la seconda da Christoph Eschenbach. E poi la formazione ancora più giovanile di un’orchestra giovanile... ovvero l’Orchestra dell’Accade- mia Gustav Mahler, anche lei con un direttore di grido, Daniel Harding. Ma ad aprire le danze sarà l’orchestra lo- cale, la Haydn, con un italiano - finalmente! - sul podio, Francesco Lanzillotta, giovane e bravo. Entrambi questi CLASSICA attualità 29

festival hanno una sezione dedicata alla musica antica. A gnalazione speciale, perché questo splendido periodo del- Rimini tra il 5 e il 15 agosto quattro concerti sono tutti la musica è totalmente ignorato dalle stagioni concerti- per Claudio Monteverdi, con pagine dalla Selva Morale e stiche. Il senso dei festival dovrebbe essere proprio offrire Spirituale e l’integrale del Sesto Libro dei Madrigali e altro esperienze musicali diverse da quelle del resto dell’anno. ancora. Se ci fosse un premio per la varietà, lo vincerebbe il Fe- Tornando a Bolzano, intorno alle preselezioni (aper- stival di Ravello. Vi si può ascoltare ogni genere di musica, te al pubblico) del Concorso “Busoni” si svolge un vero dal quartetto alla star del rock, dal pianista jazz alla gran- festival pianistico, in cui spiccano il recital di Grygory de orchestra sinfonica, con interpreti del calibro di Mar- Sokolov e l’incontro con Alfred Brendel, che si limiterà a tha Argerich, Daniel Harding e via di questo passo.Belli parlare di Liszt, perché - com’è noto - si è ritirato dall’at- questi festival dal menu ricco e variato. Ma belli anche tività concertistica. Non lontano da Bolzano, è dedicato quelli con un programma monografico... purché non fac- esclusivamente al pianoforte “Kawai a Ledro”, che pre- cia rima con monotonia! Alle Settimane Musicali “Gu- senta pianisti distintisi negli scorsi anni al “Busoni”, tra stav Mahler” di Dobbiaco si può andare con la sicurezza cui i nostri Rodolfo Leone, Giuseppe Andaloro e Roberto che questo non avverrà, poiché al centro di quest’edizione Cominati. Negli altri festival il recital pianistico, re in- c’è un personaggio che non va assolutamente d’accordo contrastato delle stagioni di musica da camera invernali, con la monotonia, Alma Mahler, moglie di Gustav e di è invece merce piuttosto rara. altri protagonisti della prima metà del Novecento (per Anche a Stresa si possono ascoltare grandi orchestre tacere degli amanti). Naturalmente si ascolterà la musica internazionali, la London Philharmonic con Jurowski e la di Mahler, ma anche di altri autori. E il 27 luglio c’è una Gustav Mahler Jugendorchester con Eschenbach. Inoltre vera chicca: un ciclo di Lieder scritti da Alma stessa. l’Orchestra del Teatro Regio di Torino e la Stresa Festival È raro che gli enti lirici italiani collaborino tra loro... Orchestra, dirette entrambe da Gianandrea Noseda. Sarà figuriamoci i festival. Ma non è certo questo l’unico mo- lui sul podio per il millesimo (!) concerto del festival, con tivo per cui concludiamo con il concerto che Ravenna una selezione del Guglielmo Tell con i complessi del Regio Festival in collaborazione col Mittelfest di Cividale porta di Torino (la Svizzera è vicina). Anche qui le proposte al Sacrario di Redipuglia il 6 luglio. Riccardo Muti dirige- sono molte e interessanti, con un’attenzione speciale alla rà la Messa da Requiem di Verdi con strumentisti e cori- musica antica, da Bach con le sei Sonate e Partite per vio- sti provenienti da undici stati diversi, come un abbraccio lino solo eseguite dalla tedesco-coreana Suyoen Kim in- simbolico nel segno della musica tra i popoli coinvolti dietro fino alla polifonia fiamminga del Cinquecento con nella Prima Guerra Mondiale. l’ensemble Odhecaton: un concerto che merita una se- 30 luglio-agosto 2014

LUCERNA Dopo Abbado chi?

PRIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DI LUCERNA DOPO LA SCOMPARSA DEL DIRETTORE: ANDRIS NELSONS SARÀ IL SUO EREDE?

CORINA KOLBE

un anno di svolta per la Lucerne artistica di Abbado e pensare allo stesso tempo Festival Orchestra, rimasta orfana al futuro dell’orchestra. Ufficialmente non si è dopo la scomparsa del suo fonda- ancora presa una decisione sul futuro direttore tore . Dopo dieci artistico della Lucerne Festival Orchestra, ma anni intensi con il direttore italia- le aspettative nei confronti di Nelsons sono no,È che a Lucerna aveva pienamente realizzato grandi. Il lettone, attualmente considerato il suo ideale del «fare musica con amici», era uno dei giovani direttori più promettenti su difficile pensare che un altro direttore potesse scena internazionale, dalla prossima stagione salire sul podio di questa orchestra. 2014/2015 assumerà l’incarico di direttore Eppure il 6 aprile, quando i musicisti omag- musicale della Boston Symphony Orchestra. giavano Abbado con un concerto commemo- Dopo sette anni lascerà la guida della City of rativo, è successo un piccolo miracolo. Il let- Birmingham Symphony Orchestra nell’estate tone Andris Nelsons ha guidato l’orchestra 2015. Numerose anche le sue esperienze sul con grande sensibilità e maestria, cogliendone podio di altre orchestre rinomate, come Berli- perfettamente lo spirito senza mai imporsi. Alla ner e Wiener Philharmoniker, Royal Concert- prossima edizione del festival ad agosto Nel- gebouw Orchestra, Gewandhausorchester o sons dirigerà la Lucerne Festival Orchestra in New York Philharmonic. quattro concerti, con opere di Brahms ancora Tanti musicisti della Lucerne Festival Orche- scelte da Abbado. I due si erano conosciuti di stra hanno già lavorato con Nelsons in altre oc- persona, e Abbado era talmente convinto delle casioni. Il tedesco Sebastian Breuninger, primo doti di Nelsons che in un’intervista a “la Re- violino di spalla a Lucerna e alla Gewandhau- pubblica” l’aveva perfino suggerito come suc- sorchester, parla di esecuzioni splendide di ope- cessore idoneo di Simon Rattle, che entro il re di Sibelius, Šostakovič e Strauss a Lipsia: «Per 2018 lascerà i Berliner. tutti noi è stata una grande sorpresa sentire Dopo il concerto di aprile Nelsons ha detto un’energia che era palpabile fin dal primo mo- Andris Nelsons (foto Marco Borggreve) che per lui era importante tramandare l’eredità mento del fare musica insieme - racconta su un blog sul sito del festival di Lucerna -. Andris Nelsons si immerge nella musica, sente ogni singolo musicista e lo porta con sé su un’im- mensa onda dell’entusiasmo» E la flautista L’armonia delle Marche italiana Chiara Tonelli si ricorda una tournée con Nelsons e la Mahler Chamber Orchestra: IL FESTIVAL PREMIA QUIRINO PRINCIPE. DALL’ONGARO E DE ROSSI RE COMPOSITORI IN RESIDENCE «Lui è capace di trasmettere forti emozioni e di ispirarci tanto durante i concerti». L’edizione di quest’anno del Festival di Lucerna, dedica- La decima edizione di “Armonie duo pianistico Sollini-Barbatano to alla memoria di Claudio Abbado, si svol- della sera”, dal 12 luglio al 15 alle grotte di Frasassi, e dell’ 8 gerà dal 15 agosto al 14 settembre, all’insegna agosto, festival di musica da agosto al Monastero di Fonte del motto “Psiche”. I Berliner Philharmoniker camera nato nel piccolo borgo di Avellana con il quartetto di Ponzano di Fermo e esteso poi ad chitarre Guitalian Quartet. Michele sotto la bacchetta di Simon Rattle interprete- altri luoghi rappresentativi della Dall’Ongaro e Fabrizio de Rossi Re ranno la Passione secondo Matteo di Bach nella regione Marche, presenta sedici saranno i compositori in residence. versione scenica firmata da Peter Sellars. Tra appuntamenti che spaziano dal All’interno del festival anche la gli ospiti del festival anche la Royal Concertge- Cinquecento al Novecento, per masterclass di pianoforte tenuta bouw Orchestra con Mariss Jansons, i Wiener varie compagini strumentali. Tra da Piero Rattalino, conferenze su Philharmoniker con Gustavo Dudamel, la Ge- gli altri, spiccano il concerto di argomenti musicologici e il premio wandhausorchester di Lipsia guidata da Riccar- Andrea Bacchetti del 29 luglio , “Una vita per la musica” attribuito e, soprattutto per il fascino dei quest’anno a Quirino Principe. do Chailly e la West-Eastern Divan Orchestra luoghi, quello del 24 luglio con il Lucia Fava con Daniel Barenboim.

CLASSICA attualità 31

STRESA In breve

Ladies Le geografi e di Merano Merano si conferma quale privilegiata tappa estiva delle maggiori shakespeariane orchestre internazionali e ripresenta, alla fine dell’estate, il consueto cartellone A STRESA SONIA BERGAMASCO RACCONTA LE EROINE TEATRALI: delle Settimane Musicali (www. DRAMMATURGIA DI MONICA LUCCISANO, CASCIOLI AL PIANOFORTE meranofestival.com) che si svolgeranno dal 25 agosto al 23 settembre.Un lato interessante di alcuni tra i programmi CARLA DI LENA proposti risiede nella consonanza della provenienza geografica delle orchestre a cinquantatreesima edizione delle il quintetto I Fiati Associati in un programma con gli autori delle musiche eseguite. In questo senso l’Armenian Philharmonic Settimane Musicali di Stresa e del Brecht-Weill (1 settembre) e l’attrice Sonia Orchestra diretta da Eduard Topchjan Lago Maggiore si articola in due di- Bergamasco con Gianluca Cascioli e il consort eseguirà la Suite Spartaco di versi periodi. Il primo, mini rasse- di viole Accademia Strumentale Italiana (27 Khachaturian mentre l’Orchestre gna jazz in riva al lago dal 24 al 27 agosto) in un programma ispirato al rinasci- Nacional de France diretta da Daniele Lluglio - Midsummer Jazz Concerts - con Stefa- mento inglese, Mind the Gap, Lady Shakespea- Gatti suonerà Debussy; allo stesso modo no Bollani in apertura, il secondo dal 19 agosto re! il titolo, un riferimento al noto annuncio l’orchestra giovanile brasiliana di San Salvador da Bahia diretta da Ricardo al 6 settembre con una ricchissima serie di pro- ai viaggiatori della metropolitana londinese, Castro si cimenterà in un programma poste unite dal tema Musica in movimento. Un preso come paradigma dei tanti ‘gap’ delle no- di danze e ritmi delle Americhe mentre tema ampio, sviluppato principalmente in due stre esperienze esistenziali. Quello tra la realtà l’Orchestra Filarmonica Ceca diretta direttive: quella dell’interazione della musica e la finzione scenica, ad esempio, incarnato in da Jiří Belohlávek proporrà Dvořák e con altre forme di spettacolo - cinema, teatro modo esemplare dalle eroine del teatro shake- Smetana. e multimedialità - e quella della nuova musica speariano: «È una galleria di personaggi fem- intesa come come proiezione verso il futuro – minili del teatro di Shakespeare pensata sempre nuove composizioni, rielaborazioni originali, in funzione di un dialogo con la musica. Il testo I cicli di Bolzano musica improvvisata. è di Monica Luccisano, drammaturga caratte- Ricchissima l’offerta musicale di Bolzano, che sfiora i quaranta concerti Dal versante sinfonico all’ensemble cameri- rizzata dall’interesse per forme di teatro con un lungo un solo mese, ospitando i nomi stico con voce recitante, allo strumentista soli- dialogo musicale attivo. Abbiamo lavorato in- più importanti tra direttori d’orchestra, sta: il cartellone è davvero tra i più prestigiosi. sieme perché io possa entrare nel testo e al tem- strumentisti e ensemble: basti citare In primis per la presenza di grandi orchestre po stesso dialogare musicalmente» - ci spiega Daniel Harding, Vasily Petrenko, Rita sinfoniche, da quella del Teatro Regio di Tori- Sonia Bergamasco, attrice la cui esperienza e Marcotulli, Grigory Sokolov, Jörg Demus, no, diretta da Gianandrea Noseda (direttore formazione nel campo della musica non ha Chiara Banchini, Vox Luminis, Sergio artistico del festival), alla Gustav Mahler Ju- certo bisogno di presentazioni -. Ancora una Azzolini, solo alcuni degli oltre cinquanta protagonisti del generoso calendario gendorchester con Christoph Eschenbach, alla volta è il gioco del teatro, cercare di smonta- bolzanino. La struttura del Bolzano London Philharmonic Orchestra diretta da re il giocattolo e rimontarlo avendo la musica Festival (bolzanofestivalbozen.it), che Vladimir Jurowski. Oltre a solisti di primo pia- come parte integrante della drammaturgia». si svolgerà dal 29 luglio al 1° settembre no come Tzimon Barto, Igor Levit, Paul Lewis, Musicalmente è singolare la commistione tra 2014, conferma la consueta divisione Suyoen Kim e Johannes Moser, alcuni di loro il repertorio rinascimentale e le nuove compo- in quattro cicli: le orchestre giovanili, impegnati in integrali di repertorio solistico, sizioni scritte ad hoc dal pianista Gianluca Ca- la musica antica, il festival pianistico, la cameristica dell’Accademia Gustav spiccano attori impegnati in progetti che in- scioli, che ne sarà interprete insieme al consort Mahler. tersecano la musica con altri linguaggi: Elio e di viole Accademia Strumentale Italiana.

L’attrice Sonia Bergamasco (foto Maccari) Ciccolini a Riva Sarà Aldo Ciccolini ad inaugurare il 19 luglio la trentunesima edizione del Musica Riva Festival a Riva del Garda (www.musicarivafestival.com). Il pianista eseguirà il Quinto concerto per pianoforte e orchestra di Saint-Saëns con l’Orchestra spagnola “Reino de Aragón” (per la prima volta in Italia, orchestra residente del festival) guidata da Isaac Karabtchevsky, in programma anche Stravinsky (suite da L’Oiseau de feu) e Johann Strauss jr. (Pizzicato Polka). Tra gli ospiti del ricco cartellone ideato da Mietta Sighele c’è anche Natalia Gutman. 32 luglio-agosto 2014

MASTERCLASS Incontri di pace

IN VAL D’ORCIA LE LEZIONI DEL PIANISTA SALEEM ABBOUD ASHKAR, PALESTINESE DI NAZARETH, CHE FA DIALOGARE ARABI E EBREI

FRANCO SODA

l Festival Incontri in Terra di insieme. Anche in concerto, perché ho impa- Siena, che si svolge a La Foce rato moltissimo sul palcoscenico con grandi in Val d’Orcia, le tradizionali musicisti». masterclass saranno tenute Deve usare linguaggi diversi quando dal pianista Saleem Abboud insegna a studenti israeliani di lingua AshkarA che è impegnato insieme al fratello ebraica e araba piuttosto che a occiden- Nabeel Abboud nella Pholiphony Founda- tali? tion, che ha aperto i primi due Conservatori «È sorprendente quanto rapidamente i no- palestinesi in Israele (Jaffa e Nazareth) rego- stri studenti di lingua araba sentano la mu- larmente frequentati anche da ebrei e al con- sica classica occidentale e la comprendano tempo ha iniziato un programma per l’inse- quanto chi vive altrove. È affascinante vedere gnamento della musica classica nelle scuole quanto rapidamente una persona di talento a elementari arabe in Israele. Nazareth capisca la musica classica: è la stes- Ci racconta il Suo percorso musicale? sa rapidità di una persona altrettanto intelli- «Come pianista sono molto impegnato gente a Berlino. Inoltre mi fa molto piacere nell’insegnamento in Europa e nella mia cit- poter affermare che la comprensione della tà natale, Nazareth. Quando iniziai a studia- musica sia legata al talento, non ad altro. re pianoforte e decisi di diventare pianista, C’è un aspetto buffo: in arabo non esiste una era molto difficile per uno ragazzo palestine- terminologia per esprimere la musica occi- se trovare la sua strada nella musica classica. dentale. Non c’è una parola per ‘crescendo’, Questo duro percorso mi obbligò a viaggiare ‘diminuendo’, ‘piano’… Quel che è più buffo moltissimo. In questa esperienza fu coin- è che usiamo talvolta un termine in inglese o volta anche la mia famiglia: mio padre, mia in ebraico... è l’unica diversità». Saleem Abboud Ashkar madre, mio fratello oggi violinista, l’artefice della Polyphony Foundation dove vita priva- ta e professionale si coniugano. È fantastico sentirsi coinvolti in un processo che cambia la vita della tua gente». Trovarsi in Terra di Siena Nelle masterclass approfondirà il rap- Concerti e corsi dal 18 al 27 luglio porto allievo-maestro? «Ci sono tali e tanti modi di insegnare: per esempi, analizzando il pezzo... alcuni pro- Il Festival in Terra di Siena, giunto alla 26°edizione blemi degli allievi sono musicali, altri legati (dedicato alla memoria di Antonio ed Iris Origo), alla personalità! È un rapporto speciale, ric- illuminerà il firmamento della tenuta La Foce in Val d’Orcia dal 18 al 27 luglio. Il direttore artistico Antono Lysy riunirà il co di interconnessioni, implicazioni. Spesso consueto mix di musicisti promettenti e grandi nomi in una per risolvere un problema di crescita musi- serie di masterclass che vedranno protagonisti il Borromeo cale devi risolvere un problema di persona- String Quartet (che interpreterà quartetti di Bartók) e lità. Per questo credo che non ci sia niente Guillaume Sutre, Moses Pogossian e lo stesso Lysy (che come la musica per formare la personalità, suoneranno musiche di Bach, Mozart, Glazunov, Dvořák, anche se poi non diventerai un musicista, Čajkovskij e Schubert) beneficiari l’Ucla Camerades Ensemble di Los Angeles, Poliphony Youth Ensemble che mette insieme proprio per il legame tra sviluppo musicale arabi e ebrei israeliani ed i solisti della Menuhin Academy. e personale. L’insegnamento è estremamente Soqquadro italiano e il sopranista Vincenzo Capezzuto complicato perché ci sono aspetti che non si tracceranno una storia della canzone italiana dal Cinquecento possono spiegare: si apprendono attraverso i agli anni Sessanta.Il direttore John Elliot Gardiner presenterà il pori. Alcune cose devono essere spiegate at- suo libro Bach: Music in the Castle of Heaven. Maxim Vengerov traverso l’analisi e la tecnica, ma ce ne sono chiuderà il festival dirigendo i solisti del International Menuhin tante altre che possono essere solo mostrate Music Academy. F.S. facendo musica insieme. Quindi suoneremo CLASSICA attualità 33

CONTEMPORANEA Girotondo di compositori

A CATANIAUN LABORATORIO CON ALESSANDRO SOLBIATI PER IMPARARE A SCRIVERE MUSICHE DI SCENA PER IL DRAMMA DI SCHNITZLER

ALESSANDRO MASTROPIETRO

a dieci anni è attivo a Catania un’occasione quasi unica per sottoporre alla video-maker documenterà la produzione), sa- un laboratorio di composizione verifica esecutiva proprie composizioni: tra ranno coinvolti per le scenografie la cattedra curato da Alessandro Solbiati: le firme senior quelle di Roberto Carnevale e di Vittorio Fiore presso la Struttura didattica quest’anno, per la sua seconda Marina Leonardi, mentre lo junior del gruppo speciale di Architettura di Siracusa (Università edizione, il laboratorio si chiu- è il ventunenne messinese Leonardo Marino: di Catania), la classe di Liliana Nigro; per i Dde dal 19 al 21 luglio nel teatro dei Viagrande «Provengo dal mondo del jazz, e ho deciso di costumi l’Accademia di Belle Arti di Catania; Studios a Viagrande (Catania) con una pro- avvicinarmi alla composizione per curiosità, la cattedra di Letteratura Tedesca del Disum duzione monografica vera e propria, piuttosto per ampliare le mie esperienze creative nella dell’ateneo catanese (Grazia Pulvirenti) per che con il classico concerto-saggio: si tratta di direzione della scrittura. Dopo il laboratorio, una nuova traduzione del testo di Schnitzler; una produzione molto articolata (coordinata ho anzi deciso di proseguire il percorso in una l’Offerta Musicale Ensemble di Vittoria diret- da Riccardo Insolia), con numerose partecipa- sede istituzionale (in Conservatorio a Milano, ta da Massimo Incarbona, che eseguirà i brani zioni istituzionali. con lo stesso Solbiati)». dal vivo. Anzitutto, il tema: “Scrivere musiche di Oltre al laboratorio di composizione di scena”, un aspetto della professione composi- Solbiati e a Viagrande Studios (il cui corso di tiva spesso poco focalizzato: «È una scelta – ci racconta Solbiati – che deriva dal desiderio di confrontarci con problemi compositivi diver- si, che presuppongono per l’autore la capacità su www.edt.itAcquista CONSEGNA GRATUITA di stare un passo indietro senza rinunciare al suo personale linguaggio, o di ottemperare a Chistoph Wolff indicazioni di durata dei brani atipiche (mol- to brevi) e rigorose; ma anche di confrontarsi con un pubblico diverso, quello appunto del Mozart sulla soglia teatro di prosa. Tutti i compositori del labora- torio si sono comunque mossi dal medesimo delladella ffortunaort materiale armonico, per conferire un’unità di AlAl servservizioizio dell’Imperdell’Imperatore,a 1788-1791 fondo al percorso». La pièce prescelta dal regista Salvo Piro è stata Girotondo di Schnitzler: «Considerato che i compositori coinvolti sarebbero stati die- ci – dice Piro – era un testo già strutturalmen- te predisposto, con le sue dieci scene legate a catena da uno dei personaggi della coppia uomo-donna in scena. Per la realizzazione, GliGli ulultimi tre anni della vita verranno coinvolti due attori per ogni ruolo di MMozart,o dalla nomina (dunque venti), con l’intento di allargare il a cocompositorem da camera più possibile il laboratorio di preparazione per dell’imperatoredell’im alla morte giovani attori che parte, presso la struttura di- prematuraprema e inaspettata. dattica di Viagrande Studios, un mese prima Il mmiglioreig saggio su Mozart della realizzazione, mentre le musiche sono dada mmoltio anni a questa parte. già state composte». Al laboratorio hanno partecipato quest’an- CollanaCollana Contrappunti, pp. 240, € 22,00 no dieci compositori di diversa appartenenza generazionale: essendo un’officina collettiva oltre che una realtà didattica, il laboratorio è uno dei pochi riferimenti del territorio (Si- cilia orientale) sul fronte del pensiero e delle edt.it tecniche musicali contemporanee, e perciò 34 luglio-agosto 2014

SIMONE GARINO

rima che uno spettro più famoso comincias- se ad aggirarsi per l’Europa, un piccolo fanta- sma nato il 6 novembre del 1814 era ben noto nel piccolo villaggio di Dinant, in riva alla Mosa, nella Vallonia belga. Le révenant, così Pera chiamato il piccolo Antoine Joseph Sax, detto Adolphe, a causa dei continui incidenti che lo lasciavano in fin di vita per giorni, ma dai quali, in un modo o nell’altro, riu- sciva sempre a ristabilirsi. Il teatro di questi incidenti era perlopiù il laboratorio di falegnameria e di costruzione di strumenti musicali di suo padre, Charles Joseph. Avvele- namenti da solfato di zinco (scambiato per un bicchiere di latte), arsenico e ossido di rame, cadute dalle scale, di- savventure con polvere da sparo. A dieci anni, il viso di Adolphe era costellato di ustioni. Ma anche il suo talen- to era esplosivo. A dodici anni, è già in grado di suonare diversi strumenti a fiato, nonché di smontare le chiavi di un clarinetto, di pulirle e rimontarle. A sedici anni espone a Bruxelles il primo strumento interamente realizzato da lui, un clarinetto d’avorio. A ventitre ancora da compiere, deposita il suo primo brevetto: un nuovo tipo di clarinetto basso, con uno strano collo ritorto e una campana metalli- ca. Non sarebbe praticamente più cambiato, fino ai giorni nostri. Tuttavia Sax dovette fin da subito lottare non poco per diffondere le sue innovazioni. Georges Bachmann, primo clarinetto della Società Filarmonica di Bruxelles e anch’egli produttore di strumenti, minacciò di licenziarsi se fosse stato adottato il nuovo sistema di Sax. Presentato il brevetto all’Esposizione dell’Industria Belga del 1838, la giuria tributò all’inventore soltanto la medaglia d’argento, dicendo che il candidato «era troppo giovane per il pri- mo posto». Adolphe rispose di essere troppo vecchio per il secondo premio, e si rifiutò di ritirarlo. Fu tre anni più tardi, nel 1841, sempre a Bruxelles durante l’Esposizione, che il giovane inventore presentò, anche se solo ufficiosamente, quella che sarebbe diventa- ta la sua creatura più famosa. Non ancora brevettato, il primo esemplare di saxophone basse venne suonato dallo stesso Adolphe dietro una tenda, per evitare plagi: un’os- sessione, per la verità in parte giustificata, che lo avrebbe accompagnato praticamente per tutta la vita. Il prototipo univa un’imboccatura ad ancia semplice al corpo conico (in ottone) di un oficleide: la forma attuale sarebbe sta- ta raggiunta soltanto dopo il brevetto definitivo del 1846, CLASSICA culture 35 Immortale Sax Sin da piccolo Adolphe Sax (nato duecento anni fa in Belgio) si rivelò geniale inventore e persona determinata e in perenne combattimento con fortune e avversità: brevettò defi nitivamente il suo sorprendente strumento nel 1846. Il primo a innamorarsene fu Berlioz, poi negli anni scrissero per saxofono Bizet, Massenet, Thomas, sino allo sbarco negli Stati Uniti e alla lunga vita jazz

depositato a Parigi. Adolphe si era trasferito nella capitale l’homme du moment a Parigi, e, sebbene la sua vittoria fosse francese nel 1842. Al momento del suo arrivo, il giovane dovuta perlopiù ai saxhorns, era soprattutto il suo saxopho- inventore aveva trenta franchi in tasca. Era praticamen- ne basse a catturare la curiosità e il favore del pubblico e te tutto quello che aveva. Cinque anni più tardi, la sua degli addetti ai lavori. officina produceva la metà degli strumenti a fiato in Fran- Sax era comunque già ben noto nell’ambiente musicale cia, e Sax era il fornitore ufficiale del Gymnase de Musi- parigino. Ben prima della sfida al Campo di Marte, Hector que Militaire, la banda musicale dell’esercito francese, con Berlioz aveva dedicato all’inventore alcuni dei suoi quoti- il placet di sua maestà Luigi Filippo. Un’ascesa rapidissima, diani interventi sul “Journal des Débats”. I due si erano che doveva non poco, oltre che all’innegabile talento, al conosciuti nel 1842, nel corso di un’intervista, o meglio di carattere focoso, spregiudicato e talvolta arrogante del gio- un monologo di Sax: Berlioz ascoltò per ore il belga suo- vane inventore. nare i suoi strumenti e parlare della sua concezione della Appena arrivato in città, scrisse una lettera al Ministro musica, rimanendo impassibile. Si congedò dicendo »do- della Guerra, proponendo una riorganizzazione radicale mani saprà cosa ne penso». Il giorno dopo, il 12 giugno, delle bande militari. Clarinetti, fagotti e oboi, sosteneva, Sax, con grande sorpresa, lesse sul “Journal” un articolo erano inadatti alle esibizioni en plein air, specie in condi- entusiastico. Fu l’inizio di una lunga amicizia. Berlioz fu zioni meteorologiche avverse: propose per cui di sostituirli anche il primo a scrivere una composizione che includeva con i saxhorns (sorta di flicorno a pistoni), le sax-trompet- una parte per saxofono, dal nome Chant Sacré, eseguito tes, o saxotrombas (che erano state disegnate per poter es- per la prima volta il 3 febbraio 1844 alla Salle Herz (con sere suonate anche a cavallo) e naturalmente i saxophones. lo stesso Adolphe Sax tra gli esecutori) e purtroppo andato Si trattava distrumenti in ottone che avrebbero non solo perduto. Il compositore delfinese non era il solo sosteni- risolto i problemi dovuti alle condizioni atmosferiche, ma tore di Sax e del saxophone. Halévy gli scrisse una lettera che avrebbero, secondo Sax, dato un notevole guadagno entusiastica. Rossini affermò di «non aver mai sentito un anche per quanto riguardava la proiezione e l’impasto suono così bello». Meyerbeer lo definì senza mezzi termi- sonoro. Anche il direttore del Gymnase, Michele Cara- ni «il suo ideale di suono», commissionando tra l’altro al fa, aveva proposto una riforma delle bande militari, che si belga la costruzione di un enorme organo. Johann Georg basava perlopiù sull’aggiunta all’organico di strumenti più Kastner e Jean-Baptiste Singelée, amici personali del belga, convenzionali. Grazie soprattutto ad un influente amico di scrissero rispettivamente il primo metodo per saxofono e Sax, il generale de Rumigny, aiutante di campo del Re, ven- le prime opere di musica da camera interamente dedicate ne formata una commissione per decidere sulla questione. allo strumento. Il 22 aprile 1844, per decreto della commissione, sul cam- Tuttavia questi illustri endorsements, uniti alle voci (pe- po di Marte (ancora privo di Tour Eiffel), due ensemble raltro fondatissime) sugli importanti appoggi in ambiente bandistici guidati da Sax e Carafa si presentarono al co- monarchico e all’ego spropositato del giovane inventore spetto di ventimila appassionati: sarebbe stato il gentile belga non gli fruttarono di certo molte simpatie. Gli altri pubblico a decidere quale delle due soluzioni fosse la mi- produttori di strumenti si consorziarono infatti nella Asso- gliore. Entrambi i gruppi erano originariamente composti ciation des Facteurs d’Instruments de Musique, e lo citaro- da 45 musicisti, ma sette facenti parte dell’ensemble di Sax no per plagio, accusandolo di avere copiato il suo saxopho- non si presentarono, tra cui i due sassofonisti. Ammisero ne da altri strumenti, tra cui l’oggi dimenticato bathyphone in seguito di essere stati corrotti. del tedesco Wilhelm Wieprecht. Fu il primo dei quaran- Fu quindi lo stesso Sax a imbracciare contemporane- tasei processi che Sax dovette affrontare, a una media di amente un saxofono basso e un saxhorn. I due gruppi due per anno, dal 1847 al 1860 (per la verità, quaranta avrebbero dovuto eseguire due brani a testa, uno scelto furono intentati da lui stesso). In risposta agli attacchi, dalla commissione e uno libero, ma dopo l’esecuzione del Sax si risolse a cambiare la silhouette del saxofono, por- brano d’obbligo da parte dell’ensemble di Sax, la folla de- tandola a quella che oggi tutti conosciamo. I veri proble- cretò immediatamente il vincitore. Adolphe Sax divenne mi per Adolphe Sax cominciarono, come per >> 36 luglio-agosto 2014

molti altri, con l’anno 1848. La terza rivoluzione francese, stra sinfonica composta interamente da saxofoni, a suo la fuga di Luigi Filippo in Inghilterra e la conseguente pro- parere più resistenti e più versatili degli archi. Una nuova clamazione della Repubblica ebbero come effetto la perdita generazione di compositori cominciò in effetti ad impie- di tutti gli appoggi politici. Sax perse il suo impiego di inse- gare il saxofono anche in contesti sinfonici ed operistici. gnante al Gymnase de Musique Militaire, i suoi strumenti Bizet inserì un saxofono contralto solista nelle musiche vennero rapidamente eliminati dalle bande militari e, fatto di scena de L’Arlesienne di Alphonse Daudet. Massenet se ancora più grave, fu costretto a indebitarsi pesantemente e ne servì per Hérodiade e Werther, Ambroise Thomas per a dichiarare bancarotta. Hamlet e Charpentier lo incluse nella sua suite sinfonica In soccorso dell’inventore arrivò il colpo di Stato del Impressions d’Italie.La fama di Sax, nonostante le avversità 2 dicembre 1851 e la nascita, un anno dopo, del Secon- economiche, non si era spenta neanche sull’altra spon- do Impero: Napoleone III in persona decretò il ritorno da del Reno. Richard Wagner, nel 1876, cercando per la dei saxhorns e dei saxophones nelle sua Tetralogia un timbro a metà tra quello del saxhorn e bande militari e, nel 1854, nominò quello del corno francese, si ricordò di una visita avvenu- Adolphe Sax “Facteur d’Instruments ta anni prima nel laboratorio del belga e gli commissionò È uno strumento dalla de Musique de la Maison Militaire la progettazione di quella che sarebbe stata la sua ultima complessità quasi umana, de l’Empereur”. Tre anni dopo una grande creazione: la tuba wagneriana. e non solo perché ha una classe di saxofono fu creata all’in- La produzione dello strumento avvenne però in Ger- concentrazione di armonici terno del Conservatorio di Parigi, e mania. Il laboratorio di Sax aveva praticamente chiuso alla stessa frequenza (200 Sax divenne inoltre editore e diret- i battenti. La scarsità di interpreti all’altezza aveva fatto hertz) di una voce. Capace tore della fanfara dell’Opéra. Nel precipitare le vendite dei saxophones, che venivano ormai di esprimere aspetti estremi 1860 il suo laboratorio impiegava impiegati solo nelle bande militari. Nelle orchestre sinfo- grazie ad una varietà oltre cento operai e aveva prodotto niche la parte di saxofono veniva spesso affidata ad un cla- timbrica senza pari, può dalla sua apertura oltre diciottomila rinetto, o più raramente a un violoncello o a un fagotto. Il essere aspro o delicato, strumenti, 945 dei quali erano sa- sogno dell’orchestra di saxofoni era destinato a rimanere apollineo o dionisiaco. Pieno xofoni. I problemi, però, non erano di contraddizioni, come un finiti. Adolphe dovette affrontare essere umano una grave forma di tumore labiale, Adolphe Sax che si era sviluppato a tal punto da non permettergli di mangiare (e, na- turalmente, di suonare). Riuscì a guarire completamente, sembra, grazie alle cure poco convenzionali di un certo Monsieur Vriès, di origini indiane e conosciuto come le Docteur Noir. Nel 1860, dopo aver perso sette dei suoi undici fratelli, pianse anche la morte della sua compagna nonché madre dei suoi cinque figli, Louise Adèle Maor. I suoi nemici non gli lasciavano tregua: il suo laboratorio fu teatro di continui furti di attrezzatura, nonché di un in- cendio doloso. Esasperati (o, in alcuni casi, corrotti) molti dei suoi impiegati lasciarono il lavoro. Adolphe scampò ad- dirittura a due tentativi di omicidio. Nel primo caso, una bomba piazzata sotto il suo letto scoppiò prima del suo ritorno a casa. Nel secondo, un anonimo sicario accoltellò nottetempo, sulla porta di casa di Sax, un impiegato del laboratorio evidentemente scambiato per il suo datore di lavoro. La sciagurata guerra contro la Prussia, la caduta di Na- poleone III e la settimana di sangue in cui oltre ventimila comunardi parigini vennero massacrati dalle truppe leali- ste del generale Mac-Mahon, fecero il resto. La classe di sa- xofono al Conservatorio fu soppressa, e Sax fu costretto a due fallimenti consecutivi, nel 1873 e nel 1877, e a vendere molti dei suoi pezzi più pregiati a prezzi irrisori. Cinque sconfitte processuali consecutive sembrarono, infine, in- fliggergli il colpo di grazia. Ma la creatività del belga non si era ancora arrestata, nonostante le circostanze sfavorevo- li (anche al di fuori dell’ambito musicale, con la goudron- nière Sax, una sorta di vaporizzatore igienico, precursore dell’aerosol, che fu raccomandato anche da Louis Pasteur). Oltre ai numerosi brevetti depositati per perfezionare i suoi strumenti, Sax aveva allargato la famiglia dei saxofoni dagli originari sette (dal sopranino al contrabbasso) taglia- ti in Mib e Sib, a diciannove, aggiungendone ben dodici, tagliati in do e in fa. Il sogno di Adolphe Sax era un’orche- CLASSICA culture 37

tale. Nei suoi ultimi anni di vita, il livore accumulato in anni di controversie aveva ulteriormente accresciuto l’e- gomania di Adolphe Sax, fino a fargli sfiorare la pazzia. Uno dei suoi ultimi brevetti, denominato Saxocannon, era un colossale mortaio, in grado di sparare un proiettile del peso di oltre cinquecento tonnellate, e di «radere al suolo una città intera». Naturalmente non fu mai realizzato. Nel 1893, Sax fece un ultimo astioso attacco ai suoi concor- renti sulla rivista “La Musique des Familles”: «Prima di me, l’industria degli strumenti musicali in Francia non esisteva. Non c’era niente, prima. Sono io ad averla creata. Ma altri si sono approfittati del mio lavoro, plagiando e ru- bando». Il suo intervento si concludeva con una richiesta al presidente Sadi-Carnot di una pensione, che gli avrebbe permesso «qualche momento di pace in una vita consu- mata da problemi e amarezze». Al suo appello si unirono anche Massenet, Saint-Saëns e Chabrier. Il Governo infine gliela concesse. Adolphe Sax morì poco dopo, il 7 febbraio del 1894, a ottant’anni ancora da compiere. Il figlio Adolphe-Edouard rilevò e continuò l’attività del padre fino al 1929, anno in cui i laboratori vennero acquistati dalla famiglia Selmer. Non più tardi di quell’an- no, il saxofono era già uno degli strumenti più popolari al mondo, e Selmer ne è ancora oggi il principale produttore mondiale.Furono le bande militari francesi le principali re- sponsabili dell’espansione del saxofono al di fuori dell’Eu- ropa. Charles Jean-Baptiste Soualle, direttore della Banda della Marina Militare del Senegal, portò lo strumento nelle sue tournées in Australia, Indonesia, Polinesia, Cina e In- dia, dove si stabilì definitivamente, convertendosi all’Islam e cambiando nome in Ali Ben Soualle. Ma soprattutto, il saxofono arrivò negli Stati Uniti, grazie a uno dei pri- mi grandi interpreti dello strumento, il parigino Edouard Lefèbre. Dopo il folgorante incontro con Adolphe Sax, passò dal clarinetto al saxofono e, spostatosi negli Stati Uniti, divenne solista nella Patrick Gilmore Band e soprattutto nella US Marine Band di John Philip Sousa. Anche il primo sasso- fonista di cui si abbia notizia a New Orleans, il messicano Florencio Ramos, proveniva dalla banda dell’Ottavo Reg- gimento della Cavalleria dell’Esercito messicano. Alla fine dell’Ottocento l’allora ventunenne musicista si era stabilito nella capitale della Louisiana dopo l’esibizione della banda durante la prima Fiera Mondiale Americana. Vi rimase fino all’anno della sua morte, il 1931, e divenne l’insegnante di molti di coloro che oggi sono considerati la prima genera- zione di saxofonisti jazz a New Orleans, come Earl Fouché, Andrew Morgan e soprattutto Sidney Bechet. Tuttavia, i pri- mi due grandi specialisti arrivarono qualche anno più tardi, quando la capitale del jazz si era spostata a New York. Il tenorista Coleman Hawkins e l’altoista Johnny Hodges, so- listi rispettivamente nelle big bands di Fletcher Henderson e di Duke Ellington, definirono forse più di chiunque altro il linguaggio sassofonistico, nel jazz delle big bands e non solo. Erano gli anni della Saxophone Craze: solo negli Stati Uniti, dal 1915 al 1930, grazie al successo delle jazz bands e di interpreti vaudeville come Rudy Wiedoeft, Adrian Rol- lini e i Six Brown Brothers, vennero prodotti oltre mezzo milione di saxofoni. Dopo decenni di relativo oblio – con la notevole triplice eccezione della Légende di Florent Sch- mitt, della Chorale Variée di Vincent d’Indy e soprattutto dell’incompiuta Rhapsodie di Debussy, tutte e tre commis- sionate all’inizio del Novecento dalla geniale >> 38 luglio-agosto 2014

dilettante americana Elisa Hall – l’esplosione del saxofono nelle jazz bands degli anni Venti rinnovò l’interesse per lo strumento anche da parte dei compositori europei. Mauri- Per Sax e per il sax ce Ravel inserì, come solisti, un sopranino e un tenore nel celeberrimo Bolero e un contralto nella sua orchestrazio- BRUXELLES LO CELEBRA NEL BICENTENARIO ne dei Quadri di un’esposizione di Modest Musorgskij. Igor DELLA NASCITA CON UN CONVEGNO Stravinskij nel suo Ebony Concerto si servì del quintetto di E UNA MOSTRA AL MUSEO DEGLI STRUMENTI saxofoni del First Herd, la prima big band di Woody Her- man. Ma il rinascimento del saxofono nella musica colta europea avvenne soprattutto grazie a due solisti di for- mazione classica, il tedesco Sigurd Rascher e il francese Marcel Mule. Jacques Ibert, Heitor Villa-Lobos, Aleksandr Si avvicina il compleanno di Adolphe

Sax, nato a Dinant il 6 novembre del Glazunov, Paul Hindemith, e in seguito anche Luciano Be- 1814, e si intensificano gli appuntamenti a rio, Karlheinz Stockhausen, Iannis Xenakis e Philip Glass Bruxelles e in tutto il Belgio per festeggiare il scrissero brani per entrambi i saxofonisti, di fatto i respon- bicentenario della nascita. Fulcro degli eventi sabili della creazione dell’attuale repertorio sassofonistico è il Mim, il Museo degli Strumenti Musicali nell’ambito della musica classica occidentale. della capitale belga, che lo scorso febbraio Non è un caso se la stragrande maggioranza (pressappoco ha inaugurato la più completa mostra mai il 90%) delle attuali circa settemila composizioni per saxofono realizzata sul sassofono con concerti dal vivo ogni fine settimana, il pomeriggio di ogni primo sia stata composta dopo il 1920. Il contributo dei due mercoledì del mese e tante attività, anche per i musicisti fu consistente anche nel campo della didattica: più piccoli, per scoprire il sax. Dal 3 al 5 luglio Rascher, trasferitosi negli Stati Uniti negli anni Trenta, è molto atteso al Mim il convegno scientifico divenne insegnante alla Juilliard School of Music. Mule internazionale su “Adolphe Sax, la sua eredità rimase invece nella natia Francia dove nel 1942, per sua e la sua influenza” con relatori provenienti iniziativa, venne riaperta la classe di saxofono presso il da tutto il mondo, previsti ad esempio approfondimenti anche sul sassofono oggi nella Conservatorio di Parigi. Erano passati esattamente settan- musica urbana subsahariana e un’altro sul sax tadue anni dalla chiusura della classe di Adolphe Sax. Le- in Russia, con concerti sia al Mim stesso che ster Young e Charlie Parker avevano già da tempo lasciato al Conservatorio di Bruxelles e a Louvain. Con la loro Kansas City per la Grande Mela. Duecento anni la bella stagione per tutto luglio e agosto al dopo la sua nascita, il révenant Adolphe Sax si aggira an- via quindi “HaFaBra. Harmonies, Fanfares e cora per il mondo. Anzi, Sax vive nella sua creazione più BrassBands”, ogni sabato intorno al Mim e dal

chiosco del vicino Parco Reale. Una serie di celebre, che ormai porta il suo stesso nome. concerti sono inoltre previsti per la domenica, Uno strumento dalla complessità quasi umana, e non “Sax on Sunday”, tra questi già in scaletta per solo perché ha una concentrazione di armonici alla stessa il prossimo autunno la Brass Band Buizingen frequenza (200 hertz) di una voce. Capace di esprimere il 5 ottobre e Arno Bornkamp e Ivo Janssen il aspetti estremi grazie ad una varietà timbrica senza pari, 19 ottobre. Sempre in ottobre ancora tanto sax può essere aspro o delicato, apollineo o dionisiaco. Pieno nell’ambito dello Skoda Jazz. Concluderà infine

le celebrazioni una grande festa al Mim con di contraddizioni, così come un essere umano. E come il concerti lungo tutta la notte, scaletta in corso di suo creatore. Adolphe Sax fu amico personale di Luigi Fi- definizione, il prossimo 10 gennaio. lippo e Napoleone III, ma si rifiutò di prendere la cittadi- Anche in Italia si celebra il bicentenario della nanza francese e di sposarsi; era legato a doppia mandata nascita di Adolphe Sax, in particolare grazie all’Esercito e all’aristocrazia, ma insegnava gratuitamente alle iniziative del Centro Studi Musicali di ai detenuti del carcere di Melun; visse gran parte della sua Torre in Pietra (Roma) e del suo presidente vita a corte, ma si fece seppellire nella popolana Mont- Attilio Berni, uno dei più grandi collezionisti di saxofoni al mondo e ideatore della mostra/ martre. Ed è legata a Montmartre quella che è forse la più concerto itinerante Saxophobia. Berni sarà il bella immagine di Adolphe Sax, così come l’ha raccontata curatore in autunno di due grandi esposizioni: il suo amico Hector Berlioz, descrivendo a tinte iperboli- una a ottobre presso il Museo Nazionale che uno dei tanti progetti mai terminati di questo burbe- degli Strumenti Musicali di Roma, e una a ro anarchico individualista, forse uno degli ultimi grandi Moncalieri (Torino) il prossimo novembre, esponenti del romanticismo. Un Adolphe Sax che suona in occasione della diciassettesima edizione

del Moncalieri Jazz Festival. Parte della sua un gigantesco organo a vapore, in cima alla collina che do- collezione sarà esposta anche alla grande mina Parigi, «cantando dalla cima delle più alte torri le mostra del Mim di Bruxelles. gioie e i tormenti di una metropoli, immergendo l’intera Alma Torretta popolazione nelle sue armonie».

CLASSICA cultura 39 40 luglio-agosto 2014 partiture

Riscoprire Cavalli

MARCO BEGHELLI

Francesco Cavalli el lento recupero editoriale e lavano con disinvoltura le tradizioni testuali Opere. Vol I La Calisto scenico dell’intero patrimo- tramandate dalle partiture manoscritte con a cura di Álvaro Torrente (partitura) e nio operistico italiano, dopo quelle testimoniate dai libretti a stampa. Nicola Badolato (libretto) il Primo Ottocento, dopo il La volontà di tenere nettamente distinti i KASSEL, BÄRENREITER, 2012, LXIX-152 PP., € 230 Settecento classico e barocco, due testi verbali, quello prodotto dal poeta e (EDIZIONE STUDIO: XXXIV-132 PP., € 36.95) Nandando a ritroso sembra proprio giunto il quello utilizzato più o meno liberamente dal momento del Secondo Seicento, l’epoca della compositore appropriandosi del testo libretti- diffusione e consolidamento del genere ope- stico e modificandolo a suo uso, comporta la ristico in Italia e progressivamente in Europa, decisione (senza precedenti nel settore) di affi- l’epoca di Antonio Cesti, di Alessandro Stra- dare ogni titolo in pubblicazione a due distinti della, di Giovanni Legrenzi, ma soprattutto di filologi: uno responsabile della musica e l’altro Francesco Cavalli (1602-1676), considerato il delle parole, sia quelle stampate in partitura, più diretto erede di Monteverdi e primo au- sia quelle allineate in versi nei libretti offerti tore di titoli di ampio e duraturo successo, a anch’essi in edizione critica, a fianco della par- cominciare dal quel Giasone che, partito da titura stessa. Venezia nel 1649, tenne banco nei teatri di Il piano editoriale iniziale annuncia quat- tutta la penisola per oltre trent’anni. Ben- tordici opere di Cavalli (circa metà dell’intero ché l’occasione di rivedere in scena opere di corpus superstite) scelte fra le più significative Cavalli non sia mancata negli ultimi due de- sul piano storico o interessanti su quello filo- cenni, in Italia e specialmente all’estero, gli logico. Il primo titolo è stato significativamen- studiosi e gli esecutori erano ancora in attesa te individuato nella Calisto (1651), l’opera di edizioni in grado di far chiarezza nel gine- che Raymond Leppard presentò nel 1970 con praio di versioni e revisioni che di tali opere grande successo al Festival di Glyndebourne, ci tramandano le fonti coeve, e di mettere a avviando in un certo senso l’interesse per l’o- disposizione stampe affidabili delle partiture pera barocca in epoca moderna. Il volume, cu- e dei libretti. rato da Álvaro Torrente per la parte musicale, A tale richiesta crescente dell’ambien- da Nicola Badolato per quella letteraria, è stato te esecutivo offre ora la risposta un gruppo presentato nel luglio 2012 al Congresso della internazionale di musicologi fra i più atten- International Musicological Society tenutosi ti studiosi e conoscitori di lunga data delle al Parco della Musica di Roma, con specia- problematiche connesse a Cavalli e all’opera le patrocinio del Presidente della Repubblica veneziana, varando l’edizione critica in que- Italiana. A ruota seguono l’Artemisia (1657), stione in accordo con l’editore Bärenreiter: a cura di Hendrik Schulze e Sara Elisa Stangali- Ellen Rosand ha assunto il ruolo di direttore no, nonché L’Orione (1653), affidato a Davide generale dell’iniziativa coadiuvata da Álvaro Daolmi e Nicola Usula. Torrente per la parte musicale, mentre Loren- I criteri generali di edizione della musica e zo Bianconi coordina l’edizione letteraria dei del testo verbale, chiari e semplici, sono quelli libretti. generalmente adottati oggi per questo reper- L’attenzione particolare riposta nella resti- torio, finalizzati non solo alla produzione di tuzione moderna dei testi poetici (non solo edizioni filologicamente attendibili ma anche delle parole poste sotto le note, ma anche e utilizzabili con agio in sede esecutiva. La gra- soprattutto dei singoli drammi per musica fica rispecchia gli standard consolidati dell’e- considerati come testi autonomi, con una ditore Bänrenreiter, che come suo solito mette loro vita e dignità letteraria storicamente immediatamente a disposizione sul mercato comprovate) è fra le particolarità più evidenti una versione economica della partitura diret- di questa nuova impresa filologica, in risposta tamente ricavata dall’edizione monumentale. anche polemica a molte analoghe iniziative Peccato che in tale operazione venga a cadere precedenti che hanno colpevolmente trascu- quasi del tutto l’apparato musicologico (in lin- rato il valore letterario dei testi per musica, sia gua inglese) di cui l’edizione principale è ric- riproducendoli con colpevole sciatteria senza ca: non solo il commento critico con le varie appoggiarsi a esperti musicologi con compe- indicazioni ecdotiche, ma anche l’edizione del tenze da italianista che potessero interpretarli libretto (ne resta solo la traduzione inglese) e e correggerli nei mille dubbi che pongono alla la presentazione e contestualizzazione storica lettura, sia raffazzonando edizioni che mesco- dell’opera, ridotta a ben poche righe. CLASSICA 41

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Partner Istituzionale 42 luglio-agosto 2014 compositori Arnold & Igor quasi amici

ENZO RESTAGNO RACCONTA IN PARALLELO LE BIOGRAFIE DI DUE GIGANTI DEL NOVECENTO

Enzo Restagno Schönberg e Stravinsky. Storia di un’impossibile amicizia. Milano, il Saggiatore, pp. 451, € 25,00

in alto a destra Arnold Schönberg CLASSICA libri 43

BENEDETTA SAGLIETTI

nzo Restagno ha dedicato il suo tadinanza onoraria viennese a Schönberg. In «È in gestazione da un vita, in forma ger- ultimo libro a una grande coppia quella circostanza il console austriaco si mise minale da circa un ventennio, poi a scriverlo ci di compositori del Novecento. in mezzo! Tutta la vita di Schönberg e Stra- ho messo quattro anni... secondo i miei ritmi, Mi ha colpito particolarmente vinsky però è stata intessuta da una serie di sono stato rapido! Ho lavorato benissimo con come l’autore passeggi insieme sfioramenti, così mi piace chiamarli: Venezia il mio editore, c’è un feeling consolidato fin dal alE lettore conducendolo attraverso una serie nel 1925, Parigi nel 1927, e infine in Ame- lavoro precedente, Ravel e l’anima delle cose». di luoghi, indicandogli dove si svolsero i fatti, rica, dove pur vivendo a un tiro di schioppo La copertina è geniale! mostrandogli l’arte dell’epoca e, naturalmen- l’uno dall’altro non si videro mai, se non in «Ma quella non è merito mio! È un’elabo- te, avvolgendolo di musica. Pare che Restagno un’occasione infelice, nella camera ardente razione grafica dello studio CReE a partire da abbia conosciuto i due di persona, tale è la vi- di Franz Werfel (marito di Alma Mahler), una fotografia di Gjon Mili: nella cornice che vezza del suo racconto! In una fresca mattina luogo dove di certo non si è soliti mettersi Schönberg regge nelle mani non c’era natu- torinese mi ha accolta nella sua casa zeppa di a parlare». ralmente lo sguardo beffardo del collega, ma libri e dischi. Possiamo pensare che due persone che il celebre ritratto non finito di Mozart, visto Perché la scelta di accostare Schönberg non riescono a incontrarsi in realtà non ai raggi x». e Stravinsky? vogliano incontrarsi? Mi riferisco in par- C’è una quantità di riferimenti lette- «L’idea di riprendere le vicende dei due ticolare all’ultima, mancata, occasione. rari e artistici attorno all’epoca dei due compositori che da circa una sessantina di «Anche se guardandola retrospettivamente protagonisti... anni, sotto l’influsso del pensiero di Adorno, può apparire come un’occasione perduta, a «Questo perché il mio obiettivo è mostrare siamo soliti pensare come una coppia contrap- proposito dell’ultimo incontro vorrei ricordar- come le biografie si sviluppino per mezzo degli posta, mi è venuta accorgendomi che molto le che i due erano ormai molto avanti con gli incontri (un po’ secondo il modello del bel- è stato scritto sui singoli, anche di recente, anni, e a quell’epoca - va detto - si era anziani lissimo Arnold Schönberg 1874-1951, Lebensge- ma mai (almeno in Italia) avvicinando l’uno in un modo diverso rispetto a oggi. Il più gio- schichte in Begegnungen, a cura di Nuria Nono- all’altro. La conseguenza di questa visione è vane Stravinsky aveva comunque sessantasette Schönberg, Ritter Verlag), non unicamente stato l’impoverimento delle loro biografie...». anni, mentre Schönberg, settantacinquenne, attraverso quegli “sfioramenti” che avvennero Tutto ha inizio il 4 dicembre 1912 con aveva tra l’altro dei grandi problemi di vista fra i due, ma anche ricostruendo quella costel- un primo incontro, a Berlino, dove si ese- che rendevano difficile comunicare con lui. lazione di relazioni che li circondavano. Pensi guì alla Krolloper Petruška e dove, quat- Era passata una vita intera e in cuor loro se- solo all’influenza di Kandinsky! Per questo tro giorni dopo, si diede il Pierrot lunaire condo me entrambi sapevano che le tensioni motivo ho desiderato un doppio apparato ico- al Choralion-Saal in Bellevuestrasse. Lei appartenevano a un’altra epoca. Ci sono sta- nografico: a colori in centro volume e in bian- cita, in parallelo, le impressioni di en- ti dei momenti di frizione, senza dubbio, ma co e nero nel corso del testo. (Tra cui si segna- trambi, trascritte anni dopo, quando «la Stravinsky non ha mai perso occasione di par- la un ritaglio di giornale che celebra l’arrivo polvere benefica del tempo si è depositata lar bene del collega. La mia tesi, ampiamente di Schönberg negli Stati Uniti dall’eloquente sui ricordi». Ma quanto sono attendibili suffragata dai documenti, è che in fondo in titolo: The Enigma of Modern Music Arrives). questi documenti? In particolare secon- fondo i due si stimassero». Ciò che è raccontato sulla pagina scritta non do Lei il rapporto tra Craft e Stravinsky Quanto contano in questa vicenda gli deve soltanto vivere, ma rivivere. Desidero in- è avvicinabile alla coppia Schindler-Bee- amici dei due? nanzitutto scrivere per i lettori, non per i col- thoven? «Certo, nel tenere lontani i due, amici, al- leghi musicologi: queste cose le sanno già!» «Siamo in un’epoca diversa e Robert Craft lievi ed esegeti, in particolare René Leibowitz, non avrebbe mai potuto manomettere i do- ebbero un ruolo fondamentale». cumenti come fece Schindler. Come fonte è, Mi dice qualcosa sul periodo seriale di nelle linee generali, attendibile (lo conferma Stravinsky? anche Stephen Walsh). Sulla veridicità dei fat- «È stato seriamente criticato dagli “osser- ti e delle opinioni menzionate non vi è dubbio vanti serial-dodecafonici”. Dallapiccola, ad alcuno. Stravinsky, ad esempio, ha più volte esempio, diceva che “era tutto un bluff”. La ripetuto ciò che pensava del Pierrot - lo rite- concezione seriale di Schönberg e Stravinsky neva il “plesso solare oltre che la mente della tuttavia è profondamente diversa; il secondo musica del primo Novecento” - e Schönberg per sua stessa ammissione non ha mai abban- fece eseguire alcuni pezzi del collega in esecu- donato con l’orecchio la componente armo- zioni musicali private a Vienna fino al 1919. nica. Si provi ad ascoltare la Suite op. 29 di Solo a partire dagli anni Venti, cioè con l’ini- Schönberg, dove la dodecafonia è applicata in zio della fase neoclassica di Stravinsky, i due si modo rigoroso, e capolavori stravinskiani qua- allontaneranno». li Canticum Sacrum o Le Lamentazioni del profe- Infatti il sottotitolo del libro recita ta Geremia. Misurare queste opere sul rigoroso «storia di un’amicizia impossibile». criterio di applicazione della dodecafonia se- «Certo! Si tratta davvero di una sequen- condo me è un errore perché possono esistere za romanzesca: gli incontri cominciati nel diverse forme di serialità». 1912 arrivano fino al fatidico party di Los In quanto tempo ha scritto questo li- Angeles del 1949, quando conferirono la cit- bro? 44 luglio-agosto 2014 narrazioni Un Ottocento vicino STEFANO JACINI NEL SUO NUOVO ROMANZO, COME SEMPRE “MUSICALE”, LASCIA IL GIALLO PER VISITARE UN SECOLO

MAURIZIO CORBELLA

tefano Jacini è stato da alcuni che mi è servito come base per ricostruire al- Stefano Jacini indicato come esponente di un cuni incontri avvenuti a Venezia tra l’impe- Tu non nascesti audace micro-genere letterario, il ‘giallo ratore e il mio bisnonno: in uno di questi si Milano, Bompiani 2014, 224 pp., € 13,00 musicale’. In effetti, i protago- parla della prima del Falstaff alla Scala, cui il nisti di alcuni suoi romanzi si mio bisnonno e sua moglie assistettero. Così muovonoS in preda a ‘manie’ a sfondo musica- ho inserito l’episodio realmente accaduto in le che non di rado generano situazioni di su- cui, durante una colazione, si discusse, in spense: in La Svetlana (Tropea, 2005) un ap- presenza dell’imperatore, del Falstaff come di passionato di alta fedeltà va alla ricerca di una un’opera non degna della fama di Verdi, e del voce che gli pare provenire dagli altoparlanti, fatto che quest’ultimo non fosse più lui dopo mentre nel Collezionista di suoni (Marinotti, avere ascoltato Wagner. A parte ciò, il dato 2009) un ossessionato di registrazione cerca biografico è completamente mascherato e alla di risalire agli autori di un delitto avvenuto fin fine non c’è nulla di reale per quanto ri- durante un ballo in maschera a cui parteci- guarda me stesso. Il rapporto più serio ce l’ho pano invitati travestiti da personaggi d’opera. semmai con la villa di Federico, con gli oggetti Viste le premesse, ci si attenderebbe che un e gli arredamenti in essa presenti, e con quei libro che incorpora una citazione musicale luoghi della Pianura Padana». fin nel titolo – “Tu non nascesti audace” è un Falstaff è anche citato più di una volta verso dell’aria “Vedrò mentr’io sospiro”, dal- da uno degli amici di Federico, che a un le Nozze di Figaro – confermi certo punto, di fronte a un’umiliazione, la tendenza descritta. In real- esclama con sarcasmo “Tutto nel mondo tà il nuovo libro di Jacini è a è burla”, quasi che l’elemento di cinismo «Mi è piaciuto fare come Queneau, metà tra l’affresco storico e il disincantato colleghi le due generazio- che nei Fiori blu racconta secoli diario immaginario, e la mu- ni a confronto, dalla Prima alla Seconda di storia con ironia, quasi dal sica vi gioca una presenza più Guerra Mondiale. ‘buco della serratura’: se non in filigrana, a punteggiare due «Esatto. Un romanzo che ho amato molto è facciamo i conti con il nostro epoche storiche a confronto, I fiori blu di Raymond Queneau, in cui si rac- passato rischiamo di non capire il quella del protagonista Federi- contano secoli di storia francese con ironia, mondo in cui viviamo» co, esponente di una famiglia quasi dal “buco della serratura”. Non bisogne- nobile alle prese con le con- rebbe mai dimenticarsi che in pochi anni l’Eu- traddizioni dell’Italia repub- ropa si è resa responsabile di settanta milioni Stefano Jacini blichina del post-armistizio, e di morti: se non facciamo i conti con questo quella della Belle Époque appena precedente aspetto, rischiamo di non capire il mondo in la Prima Guerra Mondiale, che Federico riper- cui viviamo». corre attraverso la lettura del diario del padre, La musica fa capolino ripetutamente Pino. come elemento vitale della cultura ari- Nel libro sembrano chiari i riferimenti au- stocratica ottocentesca, compaiono per- tobiografici alla sua famiglia: i conti Jacini eb- sonaggi storici rivestiti di finzione, come bero un ruolo importante nella vita politica il principe compositore Philipp zu Eu- dell’Italia della Restaurazione, il suo omoni- lenburg e lo stesso Kaiser Guglielmo II, mo trisavolo fu tra i collaboratori di spicco di anch’egli grande appassionato di musica. Cavour. «Sì, tra l’altro in un episodio racconto che «Sì, ci sono riferimenti alla mia famiglia, il Guglielmo curò una regia degli Huguenots di personaggio di Pino corrisponderebbe al figlio Meyerbeer: questo è un fatto vero, anche se la del trisavolo che ha citato, il mio bisnonno, messa in scena l’ho inventata. Ci sono poi al- che in effetti fu amico di Guglielmo II, l’impe- tri aneddoti realmente accaduti di cui si parla ratore di Germania». nel diario di Pino, come il fatto che la madre Cui nel romanzo dà il curioso nomi- del Kaiser avesse brigato per far sì che la Sa- gnolo di Mino… lome di Strauss fosse bandita dai teatri, senza «Già, il mio bisnonno non ha lasciato nul- riuscirci». la di scritto, ma sua moglie teneva un diario Allo stesso tempo, se l’epoca del padre CLASSICA libri 45

è ancora popolata di cultura e di musica, rebbe interessante, perché si potrebbe anche colpendo l’Expo in queste settimane. quella del figlio sembra essere buona giu- immaginare di fare incontrare Leporello e Mi- «Quando ho scritto il libro non potevo sto per la farsa: i personaggi storici non caela e vedere che succede». immaginare il disastro che sta accadendo ora, sono più neanche degni di essere nomina- I suoi protagonisti vivono un senso di ma, al di là di questo, queste grandi esposi- ti, come Mussolini, che lei apostrofa con decadenza, rifugiati in un mondo fastoso zioni sono purtroppo sempre state nel segno il soprannome “Io Piove”. C’è un senso ma poco incline a misurarsi con la realtà. della fatuità, con grandi dispendi di denaro ed di nostalgia per il mondo ottocentesco, La citazione musicale del titolo può essere energie per costruire padiglioni che vanno poi in cui, nonostante le brutture, la cultura riferita al personaggio di Federico, oppu- distrutti». aveva ancora un ruolo trainante? re potremmo interpretarla, seguendo la Quindi dobbiamo pensare che ci siano «Non saprei, anzi ho avvertito il pericolo punteggiatura originale di Da Ponte (Tu similitudini tra le due epoche buie di cui che corre Federico nel manovrare gli eventi non nascesti, audace / per dare a me tor- parla il libro e la nostra? storici del passato a proprio uso e consumo e mento), come un’accusa del figlio verso il «Allora c’erano i morti, adesso per fortu- manipolare certi avvenimenti perché non ap- padre, apparentemente uomo di carisma na non ci sono, o perlomeno non li abbiamo paiano come premesse di tragedie successive. ma in realtà pieno di ipocondrie? in casa, anche se quello che sta succedendo Penso per esempio alla figura di Guglielmo II, «Ho tolto la punteggiatura scientemente, in luoghi non lontani da noi come l’Ucraina che è stato un criminale di guerra e ha rischia- perché considero il titolo come un giudizio raggela il sangue: pensare a una guerra per la to un processo alla corte dell’Aja: Federico ne dell’autore verso il protagonista: Federico è Crimea oggi suona quasi come una vendetta parla attraverso il diario del padre come di un un pavido, che resta chiuso nella sua villa e si della storia». personaggio un po’ astratto». concede rari momenti di fantasticherie sulla La Sua cultura musicale pare influenza- torretta, immaginandosi il flagello della Re- re la struttura drammaturgica del roman- pubblica di Salò, finché la Storia non irrompe zo, quasi che si proceda per recitativi (le in casa sua, quasi violentandolo». vicende di Federico) e numeri chiusi (il Colpisce la sua descrizione dell’Esposi- diario di Pino). zione Internazionale di Milano del 1906, «Le confesso che un mio sogno sarebbe in cui fa riferimento all’enorme dispen- scrivere un giorno un libretto sull’incontro e dio di denaro per costruire strutture che la storia d’amore tra Don Giovanni e Carmen, sarebbero poi state demolite al termine anche se dubito che troverò mai un composi- della manifestazione. Difficile non pen- tore disposto a metterlo in musica: però sa- sare, da milanesi, alle vicende che stanno 46 luglio-agosto 2014 documentari

Abbado e la sua orchestra

MARCO BEGHELLI

Helmuth Failoni vrebbe dovuto essere il film- Johane Gonzalez, l’oboista Lucas Navarro, la Francesco Merini documentario che celebrava i violista Danusha Waskiewicz, il cornista Ales- L’Orchestra. Claudio Abbado 10 anni di vita dell’Orchestra sio Allegrini, il trombettista Reinhold Friedrich e i musicisti della Mozart Mozart (il primo concerto fu e gli altri eccezionali solisti che sedevano nelle Orchestra Mozart il 4 novembre 2004); si è tra- fila dell’Orchestra si mostrano invece nei loro direttore Claudio Abbado Asformato inevitabilmente nell’ultimo omag- aspetti più privati, fra un vagone ferroviario MAMMUT FILM gio al suo creatore Claudio Abbado, che vide e la camera d’albergo, mentre mangiano o il risultato e lo approvò nelle ultime settima- scherzano, provano un passo difficile o rac- ne di vita. Il film non dà tuttavia il senso del contano i propri fatti privati. Non mancano le compianto su qualcosa che fu, ma testimonia battute di spirito o le riflessioni seriose. ciò che è, con una vitalità che ci auguriamo La testimonianza più bella è quella di Alois possa rappresentare un auspicio per l’even- Posch, già contrabbassista dei Wiener Philar- tuale futuro delle attività interrottesi lo scorso moniker, che racconta il suo primo incontro dicembre. con Abbado, a Vienna. In vista della prova Gli autori Helmut Failoni e Francesco Me- era emozionatissimo, al termine delusissimo: rini tornano ad Abbado dopo il precedente do- «Parlò poco, sempre sottovoce, così che dalla cumentario L’altra voce della musica, prodotto mia postazione quasi non lo sentivo. È tutto nel 2006 fra Caracas e l’Avana per far cono- qui il grande Abbado?», chiese timidamente ai scere in Italia il Sistema Abreu sulla formazio- colleghi più anziani; e loro: «Aspetta il concer- ne di orchestre giovanili con ragazzi recuperati to e vedrai...». E infatti, da quel primo concer- da situazioni di disagio sociale. Ma il titolo to sotto la bacchetta del Maestro si sentì lette- del nuovo filmato non lascia dubbi: L’Orche- ralmente risucchiare una parte della vita; e da stra. Claudio Abbado e i musicisti della Mozart. allora a ogni concerto con lui è stato indotto a Protagonisti assoluti sono dunque alcuni dei dare sempre il massimo, nella consapevolezza fenomenali strumentisti che componevano però che non fosse mai sufficiente! l’Orchestra; il Maestro rimane quasi sullo Il film, della durata di un’ora, documen- sfondo, intervistato nella sua casa di Bologna ta sostanzialmente l’ultimo anno di attività con vista mozzafiato sui tetti e sulle Torri, ec- dell’Orchestra Mozart, con le prove a Bologna Claudio Abbado cezionalmente disposto a qualche confidenza, e i concerti a Madrid, , Vienna, Lucer- dirige l’Orchestra Mozart più musicale che personale. Il contrabbassista na, fra laghi e montagne. Il montaggio è rapi- do e accattivante nella descrizione dei luoghi e dei gruppi umani, ma si sofferma con tutto agio ad ascoltare poi le singole voci dei tanti protagonisti intervistati, puntualmente sotto- titolati per la traduzione. Ottima la resa audio nei vari stralci sinfonici. Prodotto da Ilaria Malagutti per Mammut Film, con il finanziamento personale di Fabio Roversi Monaco e della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che per 10 anni ha so- stenuto l’Orchestra Mozart, il documentario è stato presentato il 7 giugno in anteprima mo- diale alla rassegna bolognese Biografilm 2014, ed è già acquistato da numerosi enti televisivi (su Rai 5 è appena andato in onda il 26 giu- gno, nel giorno natale del Maestro). CLASSICA dischi e media 47 contemporanea

Misato Mochizuki Karlheinz Stockhausen Etheric Blueprint For basset horn NEOS corno di bassetto Michele Marelli STRADIVARIUS

«In futuro culture diverse verranno unificate e, con l’aiuto della tecnologia, arriveremo di Michele finalmente a una civiltà globale. For basset horn Marelli contiene alcuni tra Fino a quel momento però è i brani solistici più intensi importante per noi conoscere ed importanti composti da quei popoli che hanno pensieri Stockhausen per questo ed emozioni diversi»: a seconda strumento. È il compositore dell’angolatura da cui le si stesso a spingere Marelli a guarda, queste parole di dedicarsi al corno di bassetto, Takemitsu possono sembrare riscoperto dal musicista tedesco più o meno profetiche. Non dopo una esclusione dalla c’è dubbio però che la musica musica occidentale durata più di quello che può essere di un secolo. Come spiega il considerato a ragione il più clarinettista, l’ordine dei brani grande compositore orientale presente nel disco non segue abbia trovato già da tempo la sua un filo cronologico ben preciso erede in Misato Mochizuki. ma poetico. L’apertura è affidata Partendo dal gagaku la alla forza elettrica e danzante compositrice rimodella la musica di la cui partitura tradizionale giapponese con Traum-Formel contiene l’inusuale prescrizione: due brani per shô (Banshikicho «Se possibile deve essere no choshi e Sojo no choshi) eseguito indossando un costume eseguiti da Mayumi Miyata che notturno-erotico di colore blu- introducono Etheric Blueprint nero o verde-nero luccicante». Tr i l o g y per 9 esecutori ed Una richiesta simile ricorre in elettronica (mdi ensemble, (dove la veste questa direttore Yoichi Sugiyama, Evas Spiegel volta deve essere argentata e Christian Mazzella electronics). di colore verde chiaro), a cui Da Si bleu, si calme, registrato seguono e con i Klangforum Wien di J. Susani Die 7 Lieder der . Kalitzke – a proposito, imperdibili Ta g e Dal 1977 in poi Stockausen si le loro incisioni Teeter-totter è occupato unicamente della (Aperghis), Collection Serti composizione di Licht da cui (Resch) e Die Besessenen sono derivate una serie di (Kalitzke) –, fino a Etheric composizioni indipendenti per Blueprint la ricerca da parte solisti come , mentre della Mochizuki di un suono- Freia In fu concepita fin colore, ispirato più a Rudolf Freundschaft dall’inizio per essere suonata da Steiner e a Sam Francis che a diversi strumenti. La versione Messiaen, resta come una forza qui presente nasce da una espressiva costante ricca di luce trasposizione dal clarinetto del e spiritualità. 1979 e può essere suonata anche Paolo Tarsi sul clarinetto basso. P. T. 48 luglio-agosto 2014 canto

Kaufmann il delicato

ELISABETTA FAVA

Gustav Mahler li appassionati di Lieder pos- suti polifonici!) e la frena al punto giusto per Lieder eines fahrenden sono esultare per due splen- evitare ai cantanti improvvidi sgolamenti, Gesellen didi dischi di recente uscita: ostili alle orecchie e in questo caso anche agli baritono Christian Gerhaher, uno col baritono Christian occhi. Ma merito anche di un cast che entra Orchestre Symphonique de Montréal Gerhaher, l’altro con il tenore in quest‘organismo con delicatezza, portando direttore Kent Nagano JonasG Kaufmann. Gerhaher affianca i gio- allo scoperto le radici liederistiche del canto SONY vanili Lieder eines fahrenden Gesellen alle due wagneriano, le sottigliezze della dizione, del raccolte mature su testi di Rückert, Kinderto- fraseggio, della psicologia che si riverbera sul- tenlieder e Rückert-Lieder, scegliendo in tutti i la linea vocale. Prima giovanilmente sfaccia- casi la versione con orchestra, più drammatica to, poi disorientato, infine disfatto dalla sua e coinvolgente. Fra i tanti particolari che me- ricerca inesausta del Graal e troppo sollecito riterebbero una menzione, ricordiamo almeno delle sofferenze altrui per potersi mai atteggia- l’arte con cui Gerhaher rende il sovrappensie- re a eroe: questo è il Parsifal di Kaufmann; ac- ro, tanto nei Gesellen-Lieder quanto in alcu- canto a lui ricordiamo almeno il carismatico ni testi da Rückert: ecco che l‘orchestra, con Gurnemanz di René Pape e l’Amfortas intenso la sua varietà di colori e la tenuta lunga del di Peter Mattei, con una dizione fra l’altro di suono, può assecondarlo in questo perdersi e evidenza non comune; bene in parte anche Franz Schubert riprendersi; e nei Kindertotenlieder una tristez- il tenebroso Evgeni Nikitin come Klingsor e Winterreise za veramente senza fine trapela dalle infinite Katarina Dalayman come Kundry. Le scene tenore Jonas Kaufmann, sfumature che innervano ogni parola, e cia- sono semplici e senza ammennicoli inutili, pianoforte Helmut Deutsch scuno strumento partecipa di questo clima, in a mutare il clima bastano i cambiamenti del SONY un dialogo muto importante almeno quanto cielo, che si fa di piombo come i cieli dei film le parole. di Murnau nei momenti più tragici, rosseggia Kaufmann si cimenta invece con la Win- nel secondo atto dietro alle rocce vertiginose terreise di Schubert, che si addice al suo modo del regno di Klingsor, si rischiara al levarsi del di cantare spesso a fior di labbra, quasi tra sé, Graal, ma non trova nella conclusione il sere- più cameristico che teatrale, con un modo in- no sperato, conservando traccia indelebile dei confondibile di rendere l‘inflessione parlata drammi precedenti. dentro al canto; sorprendente, inoltre, il co- lore scuro cui riesce a inflettere la sua pasta Una scena dal secondo atto tenorile. Lo accompagna Helmut Deutsch, tra del Parsifal con Jonas Kaufmann i pianisti più esperti di questo repertorio, per (foto Ken Howard/Metropolitan Opera) Richard Wagner cui il dialogo che si instaura tra voce e stru- Parsifal mento riserva emozioni continue. Jonas Kaufmann, René Pape, Peter Kaufmann è anche protagonista del Parsi- Mattei, Katarina Dalayman, Evgeny fal del Metropolitan diretto da Daniele Gatti Nikitin, The Metropolitan Opera appena uscito in dvd con la regia di François Orchestra, Chorus and Ballet, Girard. Si ricorderanno le polemiche sul direttore Daniele Gatti, Lohengrin scaligero in cui a Kaufmann veniva regia François Girard rimproverata un’interpretazione troppo de- SONY (2 DVD) cadente del personaggio, non più eroe senza macchia, ma profeta inascoltato e solo, che allo squillo tenorile sovente preferiva un più disincantato mezza voce. Ci si può anche di- vertire con un giretto su YouTube, a leggere i commenti degli anti-Kaufmann, poco entu- siasti di questo cavaliere appiedato e pensie- roso. Senza dubbio i frequenti primi piani del dvd, che pure modificano inevitabilmente lo spettacolo originario e ne alterano la perce- zione, aiutano a capire meglio i pregi di una concezione di questo genere: merito prima di tutto di Gatti, che domina l’orchestra con grande arte (si ascolti la trasparenza dei tes- CLASSICA dischi e media 49 antica contemporanea

Arcangelo Luc Ferrari Jonathan Cohen Exercises Love and Loss. d’improvisation Monteverdi Madrigals pianoforte Ciro Longobardi HYPERION STRADIVARIUS

Questo disco contiene la registrazione dal vivo di un concerto tenuto da Ciro Longobardi il 17 dicembre Il titolo della selezione di 2011 presso l’Area Sismica di madrigali monteverdiani è Forlì. Protagonista la musica ispirato ai gravi sospiri e alle di Luc Ferrari – gli Exercises dolenti note che pervadono il d’improvisation (1977) e À la (1614) pubblicato Sesto Libro recherche du rythme perdu all’inizio del periodo veneziano, (1978) – adattata in una veste per ma in parte concepito a Mantova: pianoforte e nastro in continuità nella sestina “Lagrime d’amante con il precedente Electronic al sepolcro dell’amata” il pastore Music for Piano di Cage. Glauco piange la ninfa Corinna Ferrari concede ai “réalisateurs” alludendo al duca Vincenzo dei suoi Exercises grande libertà Gonzaga e alla giovanissima creativa, a partire dalla scelta cantante morta poco prima di dei brani. Gli esercizi prevedono poter interpretare L’Arianna; infatti un organico fino a un nel celebre “Zefiro torna”, la massimo di 8 strumentisti più il apparente gioia iniziale accentua nastro magnetico contemplando l’infelicità del poeta, che poi quindi la possibilità del duo diviene pianto per la morte di strumento solo ed elettronica ma Laura in “Ohimè, il bel viso”. anche la possibilità di eseguire Diversi gli accenti dei madrigali tutta la sequenza intera, una sua scelti dall’Ottavo Libro (1638) selezione o un solo brano. dedicato a Ferdinando III. Fanno I frammenti possono essere parte dei “canti guerrieri” poi il punto di partenza per e comprendono il ballo di l’improvvisazione, ben praticata encomio imperiale “Volgendo da Longobardi che parallelamente il ciel”, l’amorosa guerra di all’attività di interprete affianca “Or ch ‘l ciel e la terra”, dal proprio quella di improvvisatore “concitato” che risuona anche nell’Ensemble Dissonanzen. nel Combattimento di Tancredi Bellissima infine l’opera . Per questo gioiello e Clorinda Spremuta Amodale di Mario De del “genere rappresentativo” il Leo scelta per la copertina. giovane ensemble fondato nel P. T. 2010 si giova della presenza di James Gilchrist, che canta nel ruolo del narratore. Arcangelo, guidato da Jonathan Cohen, dopo aver registrato musiche di Porpora, Guadagni, Haendel e altri compositori del Settecento, si cimenta per la prima volta con il genio monteverdiano. Paolo Scarnecchia 50 luglio-agosto 2014

L’ESTATE JAZZ Quale jazz? Quali festival?

IN GIRO PER L’ITALIA (E L’EUROPA) CERCANDO IL MEGLIO DA ASCOLTARE, IN UN’ESTATE DOVE “JAZZ” SEMBRA SIGNIFICARE MOLTE COSE

ENRICO BETTINELLO

untuale come il bagnino che apre ombrello- più grandi e generalisti puntano spesso su nomi che possa- ni e sdraio, arriva l’estate dei festival jazz e no attirare anche un pubblico di non appassionati (è una lo svelarsi dei cartelloni porta con sé aspet- tendenza diffusa in tutta Europa, non solo un vizio italico, tative e riflessioni. Con l’acuirsi della crisi basta dare un’occhiata a cartelloni di tendenza come quel- economica – che, ben si sa, in settori come lo di Montreux o di Pori in Finlandia, con i Pet Shop Boys, quelliP della generica “cultura” e dell’ancor più problema- Bob Dylan o Kelis) e leggendo alcuni programmi di festival tico “spettacolo dal vivo” va a incidere in modo ancora le parole “coraggio” o “originalità” non sono proprio le più doloroso – e con il ridimensionamento degli spazi, i prime che vengono in mente, ma forse il quadro si com- club ad esempio, che si dedicano continuativamente alla prende meglio con una prospettiva più larga, che includa programmazione, il formato festival è divenuto, nel bene altre dinamiche, dalla progressiva marginalizzazione delle e nel male, ancora più centrale nelle dinamiche del jazz proposte più scomode e difficili da comunicare, a quella di oggi, per economie e visibilità innanzitutto, ma anche che a me sembra una crisi più complessiva degli spazi e dei per la capacità di creare un senso, ancorché provvisorio, rituali tradizionalmente intesi per questa musica. di comunità. I segnali emersi dai festival primaverili sono in realtà Con tutte le polemiche annesse, come ben sa chi bazzi- abbastanza confortanti: sia – che ha confermato ca il web e i social network, terreno sul quale, nell’ultimo Enrico Rava alla direzione artistica anche per il 2015 – che anno, molti musicisti, specialmente giovani, hanno fatto Vicenza hanno saputo inserire nel proprio cartellone pro- sentire le proprie rimostranze e frustrazioni per un “siste- poste stuzzicanti e poco ovvie (Nate Wooley, Myra Mel- ma”, a detta loro, che favorisce sempre i soliti noti o pro- ford, il bellissimo quartetto di Michael Formanek o quello getti di sapore decisamente più pop, quando non aperta- di Taylor Ho-Bynum) e Torino ha registrato un pienone in mente tali. C’è molto di vero in queste lamentele: i festival grado di tacitare per il momento ogni scetticismo. Molto JAZZ attualità 51

significative sono state le scelte di Foligno/Young Jazz e di la comunità, sono elementi centrali. Dal 9 al 16 agosto Novara, che hanno allestito cartelloni ricchi di cose bellis- nelle terre di sfileranno nomi come Dave Hol- sime che altrove si ascoltano poco (Angles9, São Paulo Un- land, Mulatu Astatke, Omar Sosa, Elina Duni, il quartetto derground, Wayne Horvitz) e di talenti italiani come Cri- Brass Bang che a Fresu unisce Petrella, Marcus Rojas e Ste- stian Arcelli, Emanuele Parrini, “l’americano in Umbria” ven Bernstein. Sempre in “territorio Fresu”, si conferma la Dan Kinzelman, Dimitri Grechi-Espinoza, XY Quartet, gli stagione di Nuoro Jazz (dal 20 al 30 agosto) che da sempre ormai celebrati Guidi/Petrella o Beppe Scardino. affianca i seminari (tutti rinnovati nel corpo docenti): al Cosa troveremo ora nei festival estivi? quintetto di Fresu spetta il concerto inaugurale. Da non La parte del leone la fa sempre, per mole di eventi e du- perdere, il solo di Dave Holland e l’arpa di Edmar Castane- rata, Umbria Jazz (dall’11 al 20 luglio): tra i big all’Are- da, con ospite Marcella Carboni. na Santa Giuliana come sempre il jazz è minoritario e in In attesa di segnali da Sant’Anna Arresi, solitamente ec- mezzo all’hip hop dei Roots e a Fiorella Mannoia, ai Mario cellente, ma di cui al momento non abbiamo ancora antici- Biondi e al funk di marca Daptone troviamo la coppia Han- pazioni, sempre in agosto (dall’11 al 23), l’appuntamento cock/Shorter, Bollani in versione brasiliana (per restare in con Roccella Jonica, in Calabria: festival “storico”, anch’es- clima mundial), virtuosismi a profusione con pianisti come so lambito da qualche polemica lo scorso anno, ha il merito Michel Camilo o Hiromi. Decisamente più interessante di presentare anche nomi che si ascoltano poco dalle nostre quello che avverrà al Teatro Morlacchi e nello Young Jazz parti, come Chico Freeman o il trio del pianista catalano perugino a Palazzo della Penna: da Franco d’Andrea a Am- Agustì Fernandez. Il jazz italiano è rappresentato da artisti brose Akinmusire, passando per Roy Hargrove, Paolo Fresu consueti come Rava, Trovesi, Maria Pia de Vito, ma anche e nomi che abitualmente a Perugia non si vedevano, come da musicisti in grande ascesa come Simone Graziano, Ema- quelli di Piero Bittolo Bon, Simone Graziano, Alfonso San- nuele Parrini, Alessandro Lanzoni o Paolo Angeli, in coppia timone, Fabrizio Puglisi, Colin Stetson. con Hamid Drake. Chiusura con l’Arkestra di Sun Ra diret- Punta a un pubblico generalista anche il Venezia Jazz ta da Marshall Allen. Festival, che riporta Keith Jarrett (l’8 luglio) in solo e fa Programmi stimolanti giungono anche da molti festival “debuttare” la sempre notevole Cassandra Wilson (il 27 lu- europei. Se Montreux, lo dicevemo, o Nizza sono ormai glio) al Teatro la Fenice, ma che si affida anche a nomi pop stabilmente un vero e proprio carrozzone pop (anche ot- stagionati e di classe come e Burt Bacharach. timo pop, va detto) di cui il jazz occupa una parte mino- C’è molto da seguire in Trentino, sia con la collaudata ritaria del calendario, curiosi sono gli abbinamenti offerti formula di Suoni delle Dolomiti, sia con il programma dif- dal classico appuntamento – targato Heineken – di San fuso di Trentino in Jazz. Il programma dolomitico, al solito Sebastian, in Spagna, che nella stessa giornata è capace di densissimo e forte dell’abbinamento tra musica e escursione mettere sui diversi palcoscenici Muhal Richard Abrams, in scenari montani unici al mondo, prevede tra gli altri la Bobby McFerrin, Enrico Rava e il post-punk di Echo & The presenza di Paolo Fresu, di Dino Saluzzi con il violoncello di Bunnymen o dei The Wire. Anja Lechner, del trombettista Dave Douglas con un nuo- A cavallo di ferragosto molto bello il programma di Jazz vo progetto dal titolo Mountainside, della violinista Regina Middelheim, in programma al Park Den Brandt di Anver- Carter e del duo Bosso-Biondini, concludendosi con il 28 sa, in Belgio: accanto a Hancock & Shorter, Ahmad Jamal, agosto nel museo a cielo aperto di Arte Sella con un con- Dave Douglas o Avishai Cohen, troviamo infatti un ritratto certo di Uri Caine insieme al violoncellista Mario Brunello. a tutto tondo del poliedrico Vijay Iyer, recente vincitore del Meno ricco, ma molto attento all’Italia è anche Trentino in Jazz, che vede tra i protagonisti dei concerti di luglio e agosto artisti come il chitarrista Enrico Merlin, Franco d’Andrea, in apertura, l’Arena Santa Giuliana di Umbria Jazz; Zeno de Rossi, Claudio Fasoli, il duo Petrella/Baldacci e il qui sotto: un concerto a Berchidda (foto A. Kahn) chitarrista americano Nir Felder in trio con Stefano Senni e Roberto Gatto. Molti i festival che a causa dei tagli ai finanziamenti si sono trovati in questi anni in grosse difficoltà: è il caso del Festival di Clusone, appuntamento che ha segnato alcuni momenti fondamentali del jazz europeo degli scorsi decen- ni. Dopo le dimissioni dello storico direttore, Livio Testa, le redini della manifestazione, giunta alla sua trentaquattresi- ma edizione, sono passate a Gaetano Bordogna, che in un territorio diffuso ha allestito nella seconda metà di luglio (dopo un’anteprima a Finale Ligure in giugno) uno stimo- lante percorso, commissionando un progetto originale a quattro musicisti come la contrabbassista Silvia Bolognesi, il violoncellista Marco Remondini, la violinista Eloisa Ma- nera e il chitarrista Valerio Scrignoli. Tra gli altri nomi pre- senti nel cartellone, Emanuele Parrini, Daniele Cavallanti e Tiziano Tononi, le band norvegesi Mørk e Cortex, il duo vibrafono/batteria tra Pasquale Mirra e Hamid Drake Ventisette sono invece le edizioni di Time In Jazz a Ber- chidda, appuntamento in cui il rapporto con il territorio, 52 luglio-agosto 2014

prestigioso MacArthur Genius Grant. Il pianista si potrà ascoltare con il suo nuovo sestetto, in solo, con il progetto “contemporaneo” Mutations pubblicato qualche mese fa da ECM, nonché con l’originale Holding It Down - The Veterans Project assieme a Mike Ladd. Gli appassionati di chitarra dovrebbero organizzare va- canze portoghesi: il sempre originale cartellone di Jazz Em Agosto a Lisbona mette infatti fianco a fianco nomi come quelli di Fred Frith, Marc Ducret, Marc Ribot, Keiji Heino, James Blood Ulmer, Vernon Reid, ma il programma offre anche altri concerti e la proiezione di una serie di docu- mentari molto interessanti, dedicati a artisti come Chico Hamilton, lo stesso Frith o il New York Art Quartet con Amiri Baraka. Chiudono l’estate i due gioielli del jazz d’avanguardia europeo, i Festival di Willisau in Svizzera e di Saalfelden in Austria. Condividono lo stesso weekend – l’ultimo di agosto – e alcune proposte, tra le quali il trio di Sylvie Courvoisier, Marc Ribot e l’attesissimo nuovo gruppo di Henry Threadgill dedicato all’amico Butch Morris, gruppo che si fregia di due pianisti del calibro di Jason Moran e David Virelles. A Willisau spicca la presenza di Steve Cole- Saalfelden 2013 man, dei Radian e di Brian Blade, mentre a Saalfelden tro- viamo i nuovi progetti di Ben Goldberg e Erik Friedlander, la bravissima pianista giapponese Satoko Fujii, i Corleone di e il trio del pianista Joachim Kühn che incon- trerà Archie Shepp. Quando il bagnino a settembre chiu- derà gli ombrelloni, tra la sabbia degli infradito e i tubetti di crema solare ormai schiacciati un bel po’ di jazz sarà certamente rimasto. crescendo.JAZZ culture 53

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LUCA CANINI

era una volta la chitarra Usciti a una manciata di giorni l’uno Marc Ribot Trio jazz: un artista, un suo- dall’altro, Live at the Village Vanguard, pubbli- Live at the Village Vanguard no, un tocco e la capacità, cato dalla Pi Recordings (la migliore etichet- PI RECORDINGS più o meno spiccata, di ta al mondo?), e Macroscope, confezionato andare oltre i limiti di un a quattro mani dalla Mack Avenue e dalla The Nels Cline Singers C’virtuosismo sterile e ripetitivo. Poi qualcosa è Cryptogramophone, sono l’ennesimo tassel- Macroscope cambiato. Tra la fine degli anni Sessanta e l’i- lo di un mosaico artistico che è impossibile MACK AVENUE nizio dei Settanta una generazione di improv- mal interpretare. L’appartenenza all’universo visatori ha iniziato a lavorare in profondità, jazz è rivendicata con orgoglio, rimarcata con a cercare una terza dimensione. John McLau- assoluta consapevolezza. In maniera esplicita ghlin, Sonny Sharrock, Derek Bailey, il giap- nel disco di Ribot, che fin dal titolo rievoca ponese Masayuki Takayanagi, il tristemente le gesta dei giganti che da Bill Evans e John sottovalutato Ray Russell, l’armolodico James Coltrane in poi hanno alimentato la leggenda Blood Ulmer: azzardo dopo azzardo, intuizio- del club newyorchese. Ma se non dovessero ne dopo intuizione, ci si è spinti oltre i confi- bastarvi quelle due parole magiche, “Village ni della logora prassi jazzistica, allargando a Vanguard”, è sufficiente scorrere i brani in dismisura gli orizzonti del possibile. Fino ad scaletta per farsi un’idea di dove Ribot volesse arrivare all’imprescindibile Fred Frith, che del andare a parare la sera del 30 giugno di due concetto di chitarrista (e musicista) totale è anni fa, quando i microfoni furono puntati stato il più consapevole teorizzatore, il brac- sul trio completato dal contrabbasso di Henry cio armato di una rivoluzione che, risalendo Grimes, di nuovo sul palco che nel dicembre la china degli anni Ottanta, ha spazzato via del ‘66 aveva calcato con il sestetto di Albert luoghi comuni e pregiudizi. Ayler, e dalla batteria di Chad Taylor, musi- Marc Ribot e Nels Cline di quella rivoluzio- cista dalle doti sconfinate. Due classici tra i ne rappresentano l’esito più compiuto. Non classici come “Old Man River” e “I’m Confes- solo per la strabiliante capacità di variare ap- sin’ (That I Love)”, “Dearly Beloved” e “Sun procci e tecniche; e non solo per l’esempla- Ship” di Coltrane, “The Wizard” e “Bells” re parabola artistica (tra Elvis Costello, Tom dell’immancabile Ayler: difficile immaginare Waits, i Caraibi e John Zorn il primo, da Julius qualcosa di più jazz. Ovviamente non jazz in Hemphill agli Wilco passando per il country senso enciclopedico o museale; jazz nell’acce- urbano dei Geraldine Fibbers il secondo). zione più vibrante e vitale del termine. Merito Rappresentano i degni figli della rivoluzione soprattutto di Ribot, che dove non arriva con delle sei corde per la naturalezza con la quale le dita, al solito, arriva con il cuore. sono riusciti a tirare le fila di quanto azzardato Meno sfrontato il disco di Cline e dei suoi e intuito da Charlie Christian in poi, conclu- Singers, che per l’occasione, oltre ai fedeli dendo discorsi interrotti e ricucendo strappi. Trevor Dunn al basso e Scott Amendola alla Non ci sono cesure o traumi nella musica di batteria, sono allargati alle percussioni di Josh Ribot e Cline; nessun estremismo terroristico, Jones e Cyro Baptista, alle tastiere di Yuka C. nessuna rivendicazione, nessun altrove, più Honda e all’arpa elettrica e diavolerie assor- o meno dorato, nel quale rifugiarsi. Tutto è tite di Zeena Parkins. Cucinato e rifinito in perfettamente logico, conseguente. Eppure at- studio con estrema perizia, il quinto lavoro tuale, urgente, possibile solo qui e in questo della band strizza l’occhio come i precedenti momento. È il miracolo del jazz che puntuale al rock rumoroso e problematico degli ultimi si ripete. Perché Marc Ribot e Nels Cline sono vent’anni. Distorsioni, riff micidiali, feedback prima di tutto, e al di là di ogni ragionevole assordanti, sprazzi di elettronica, loop: in dieci dubbio, musicisti jazz. Ne dubitate? Fate male. pezzi, uno più riuscito dell’altro, c’è tutto il Anzi, malissimo. Il passato lo dimostra e le re- campionario del chitarrista onnivoro del terzo centi fatiche discografiche lo confermano in millennio. D’altronde l’asso degli Wilco è un maniera inequivocabile. instancabile esploratore, un generatore di suo- JAZZ dischi 55

Da ascoltare

Saranno presto in Europa Nels Cline e Marc Ribot. Non in Italia (ovviamente), ma comunque a portata di trasferta. La data da cerchiare in rosso è giovedì 28 agosto, giorno in cui, per il festival jazz di Saalfelden, tra le Alpi austriache, Cline e Ribot si esibiranno in duo. Una formula già sperimentata in quel di New York, città che da qualche anno, complice il matrimonio con la tastierista Yuka C. Honda (spalla di Yoko Ono ni che lavora per stratificazioni (c’è chi parla e anima dei Cibo Matto), il chitarrista degli Wilco di quarta dimensione della chitarra...). Eppure ha ripreso a frequentare assiduamente. Per farsi sotto la superficie, impetuoso, scorre il grande un’idea di quel che potrebbe accadere basta farsi fiume del jazz: arpeggi alla Jim Hall, accelera- un giro su Vimeo e su YouTube: un incontro a dodici zioni alla Grant Green, il Miles elettrico (“Se- corde per l’Undead Jazz Fest (elettrica+elettrica, acustica+acustica, dobro+acustica) è disponibile ven Zed Heaven” sarebbe piaciuta parecchio quasi per intero. Lustratevi gli occhi aspettando a Teo Macero), la New York Downtown dei l’ultima settimana di agosto. Sempre Saalfelden tempi che furono (i Black Pastels di Hank Ro- darà spazio anche al nuovo progetto in solo di berts fanno capolino in “Respira” e “Compa- Ribot, Protest Songs, e al quintetto di Ben Goldberg nion Piece”), gli esordi di McLaughlin. Non è Unfold Ordinary Mind, del quale fa parte Cline. jazz in bianco e nero, da club fumoso e whisky liscio, ma pur sempre di jazz si tratta. Perché — vimeo.com/39001704 — www.youtube.com/watch?v=hNOwd5XZLh per quanto ci si possa allontanare e perdere, E&feature=youtu.be alla fine tocca sempre tornare a casa.

>> 56 luglio-agosto 2014 JAZZ dischi 57 pianoforte storie del jazz da camera

Kjærgaard/Street/ Eric Reed Dan Kinzelman’s Ghost Dawn Upshaw / Cyrille The Adventurous Monk Stonebreaker Maria Schneider Sivmileskridt SAVANT PARCO DELLA MUSICA WINTER MORNING WALKS ILK MUSIC ARTISTSHARE

Compendio. Forse è un termine oggi poco usato ma calza a Quarto disco per questo bel pennello per questo succoso trio guidato dal pianista danese progetto di Dan Kinzelman. Søren Kjærgaard con i colleghi Stonebreaker è proprio un È un affezionato al repertorio di americani Ben Street e Andrew compendio di storia del jazz, Piuttosto che sulla scia del John Thelonious Monk, il pianista di Cyrille a basso e batteria. scritto con passione e libertà. Patitucci di Heart of the Bass Philadelphia Eric Reed, cresciuto L’impronunciabile titolo vuol Quindici capitoli non sviluppati in o delle incursioni nei territori alla corte di Wynton Marsalis, ma dire “passi lunghi sette miglia” una schematica logica stilistico- della musica “colta” di Corea e anche solido leader in proprio. e indica uno dei temi centrali del cronologica ma mischiando Marsalis, questo disco di Maria Questo nuovo disco è infatti lavoro, quello del movimento, colori, suoni, umanità di questa Schneider (che si aggiudica ben il terzo di una serie dedicata inteso sia dal punto di vista musica. Nella terza traccia, che tre Grammy Awards) si accosta alla musica del leggendario dinamico che ciclico – non a dà il nome al lavoro, dopo un di più alle divagazioni classiche collega e conferma una naturale caso il disco inizia e termina breve groviglio free si muove di Dave Brubeck e Fred Hersch, propensione di Reed verso con “Cyrillic Circle”. I materiali una calda melodia che sfocia o a certe pagine vocali di William quell’affascinante universo tematici sono sottoposti a in un sanguigno collettivo, Bolcom. Se quest’ultimo per le sonoro. Certamente siamo aperture e iterazioni, a sviluppi una immersione mingusiana. sue Songs of Innocence and of nell’ambito di un linguaggio che si costruiscono non solo Subito dopo “Elsewhere” sfiora Experience sceglie i versi di Blake, che rielabora i temi e il lessico grazie alla magistrale capacità estetiche contemporanee nella sono le liriche di Ted Kooser e monkiani secondo direttive legate dei tre di mettere in azione sua sospensione, di brano del poeta modernista brasiliano alla tradizione e al mainstream, traiettorie nuove a ogni angolo che non va da nessuna parte. Carlos Drummond il punto di ma c’è sufficiente intelligenza del percorso, ma anche grazie a In “Vampires” su un tappeto partenza della compositrice musicale per non perdere troppo un senso dello spazio davvero minimalista, ripetitivo, si muove per “Winter Morning Walks” e di vista quel “seme” di straniante unico. Lo si capisce dai temi più nervosa la tromba. Con “Ben “Carlos Drummond de Andrade originalità che è proprio delle lenti certo, cose come “Under Muso” si entra nella giungla. Stories”. Ma è bene chiarire composizioni di Monk (e che, va A Canopy Of Leaves” e “Ballad Percussioni ossessive, suoni che questa nuova fatica della detto, moltissimi “interpreti” N°4”, davvero incantevoli, ma ancestrali, parossismi, la lunga musicista americana non ha appiattiscono su luoghi comuni anche quando la pulsazione ombra dell’Art Ensemble of molto a che vedere con gli album ancora più inutili se applicati si sviluppa con uno swing più Chicago. Suggestiva polifonia, precedenti: qui i ritmi e i colori a un simile repertorio). Con tradizionale – è il caso della intreccio pulsante tra ance e del jazz si intravedono solo Reed ci sono Ben Williams al effervescente title-track o della tromba in “Fine Horseman”. Per in filigrana. Ad affiancare la contrabbasso e un ottimo Greg monkiana “Tripple Skip” – il farla breve, quindici perle dove Schneider troviamo infatti Dawn Hutchinson alla batteria, nonché sottile gioco di equilibrio dei convivono, in forma originale, Upshaw, soprano statunitense il sax tenore di Seamus Blake e, parametri dona una grande forza della tradizione, modernità che spazia tra barocco e in “Dear Ruby/Ruby My Dear”, la profondità alla musica. Senza e aperture contemporanee della repertorio contemporaneo voce di Charnee Wade. Sfilano necessariamente inoltrarsi in musica afroamericana. Kinzelman (scrivono per lei compositori temi ormai immortali per la terreni improvvisativi astratti, non solo è ottimo sassofonista come Golijov, Salonen, Adams storia del jazz come “Thelonious, anzi controllando in modo e compositore, anche un mago e Saariaho), The Saint Paul & Reflections”, “Evidence”, una esemplare il fluire della materia nel distribuire gli equilibri di Australian Chamber Orchestras, “Pannonica” al passo di rumba, sonora, il trio azzecca forse il una super formazione: le ance il bassista Jay Anderson, il per non dire di un’ariosa “Round suo disco più “vero”, forte di di Rossano Emili e Manuele pianista Frank Kimbrough e Midnight” che viene sottratta un’immediatezza che soffia via Morbidini, la tromba di Mirco Scott Robinson ai clarinetti. Un alla banalità da club fumoso molti luoghi comuni sul piano trio. Rubegni. Per chiudere una progetto raffinato ma che resta e restituita a una cantabilità in bilico, in attesa di trovare E.B. spruzzata di emozione pura: essenziale. Il Monk del titolo era “Bird’s Lament” di Louis Hardin / una direzione maggiormente certamente avventuroso, quello Moondog. compiuta nel panorama delle di Reed non lo è particolarmente, Paolo Carradori numerose commistioni tra jazz ma si lascia ascoltare con un e musica da camera. E questo senso di rilassata bellezza. a prescindere dai linguaggi E.B. adottati. Paolo Tarsi

58 luglio-agosto 2014

L’ESTATE POP Crisi nera e decrescita felice

NELL’ITALIA DELLE RASSEGNE POP, IL MEGLIO SI TROVA IN PROVINCIA, IN LOCATION INUSUALI E AFFASCINANTI: PICCOLI FESTIVAL METTONO INSIEME PROGRAMMI ARTIGIANALI, TUTTI DA SCOPRIRE

JACOPO TOMATIS

arà la crisi o la decrescita feli- il Rock en Seine di Parigi, o la Route du Rock più ovvie (ma con aree di “decompressione ce? L’Italia, si sa, non è mai stata di Saint Malo. extra-musicale” intorno), e le location stori- la terra dei grandi festival rock In Italia, l’estate 2014 è dominata da due che: castelli, abbazie, piazze medievali… Uno - intesi non come giustapposi- tipi principali di festival. Da un lato, le ecu- dei modelli più duraturi di questa tendenza, zione di date, ma come proget- meniche rassegne-monstre, buone soprattutto rafforzatasi negli ultimi anni, è sicuramente toS di programmazione coerente - e molti di per chi è rimasto in città a sciogliersi di caldo, Ypsigrock, da tempo inserito al numero uno quelli che c’erano sono passati nell’album dei che raccolgono ogni big di passaggio che sia nella lista dei festival indie italiani da non per- ricordi negli scorsi anni. Ma, del resto, se è a portata di budget, dai cabarettisti alle vec- dere. La location è speciale - ai piedi del castel- vero che viviamo in tempo di crisi, è anche chie glorie di ogni genere. Dall’altro, i piccoli lo normanno di Castelbuono, nel Parco delle vero che viviamo nel tempo dei voli low cost: festival “indipendenti”, con programmi più Madonie - e altrettanto lo è il programma. dunque, a chi cercasse grandi palchi e grandi limitati ma – spesso – piacevolmente arti- Tre i giorni – dall’8 al 10 agosto – e un elenco nomi tutti insieme, suggeriamo di rivolgersi gianali nell’ideazione. Alla seconda categoria di nomi di culto dell’indie rock (e non solo) all’estero. Magari al Fib di Benicássim (con appartengono un pugno di festival sparsi fra come Belle and Sebastian, Kurt Vile and the un programma comunque ridimensionato), o nord e sud, alcuni con programmazione rac- Violators, Anna Calvi, Wild Beasts, Fanfarlo, al solito Sziget di Budapest, o ancora alla vici- colta in un weekend o poco più, altri divisi fra l’elettronica dei Moderat. Fiore all’occhiello, na Svizzera: Montreux non è più molto jazz da “anteprime” e “code” varie. Il denominatore l’unico passaggio italiano di Sun Kil Moon / diversi anni ormai, e Paléo rimane un ottimo comune sono l’ambientazione provinciale, Mark Kozelek, reduce dal successo di critica festival “massimalista”. O ancora alla Francia: spesso in luoghi fuori dalle mappe turistiche del suo recente Benji, fra i migliori dischi di POP attualitá 59

questa prima metà del 2014. Sempre in Sicilia, Brondi, Suzanne Vega, Morgan, Francesco De Backstreet Boys. Eppure il cartellone ospita al- ma un mesetto prima (dal 18 al 20 luglio), si Gregori, Morgan, Dario Brunori – e ancora meno un paio di perle: il live dei National con fa notare anche lo Zanne Festival di Catania, Art Spiegelman, Milo Manara, Dario Fo, Jo- ospite Cat Power (26 luglio) e – per i nostalgici giunto alla seconda edizione e ben intenzio- nathan Coe, Herta Müller, Mauro Corona… di certi suoni “black” - gli Chic di Neil Rodgers nato – sembrerebbe - a rinverdire il mito della Qualcosa si muove, comunque, anche (15 luglio) e Stevie Wonder (20 luglio). Un di- “Catania rock”: Blonde Redhead, Dirty Bea- nelle città. Sul fronte alternativo, Unaltro- scorso simile vale per Pistoia Blues (dal 10 al ches, Black Rebel Motorcycle Club e Calexico festival raddoppia gli appuntamenti – il 14 e 17 luglio), da tempo ben oltre l’indicazione di i pezzi forti. il 15 luglio – con doppia lineup e due serate genere proposta dal titolo: ma ci sono comun- Risalendo la penisola, il Vasto Siren Fest “scambiate” fra Milano (Magnolia) e Bologna que Mark Lanegan (la stessa sera dei Negra- (dal 24 al 27 luglio) mette insieme due headli- (Fiera District): MGMT, The Dandy Warhols, maro…), Robert Plant con i Sensational Space ner imperdibili (reperibili anche in altre ras- The Horrors e i giovani Temples sono i nomi Shifters, Lee Scratch Perry (in curiosa apertura segne, negli stessi giorni): The National (25 maggiori, ma l’intero programma merita della Bandabardò…), Jack Johnson (in accop- luglio) e Mogwai (26 luglio). Vale la pena di un’occhiata. Sempre al Magnolia di Milano, piata con Bombino), Suzanne Vega (con Joan fermarsi un paio di notti, visto che di contor- il ricchissimo cartellone offre più di un pu- As Police Woman) e Arctic Monkeys. no è previsto John Grant, il cantante degli Hot gno di concerti da non perdere: citiamo alme- Per chi poi fosse rimasto bloccato nel calore Chip Alexis Taylor, la diva freak tUnE-yArDs no Afghan Whigs, Of Montreal, M. Ward e delle grandi metropoli rimangono – rispettiva- e i massimalisti elettronici Fuck Buttons. Sul- tUnEyArDs. mente a Milano e a Roma – il Citysound Alfa la costa opposta, il Mojotic di Sestri Levante A Torino, sempre in bilico fra tagli e sposta- Romeo e il Postepay Rock in Roma, o il consue- (fino al 19 agosto) punta sui songwriter inter- menti, il Traffic Festival (25-27 luglio) torna to appuntamento dell’Auditorium Parco della nazionali con M. Ward, Steve Earle, Jonathan ad occupare la centrale Piazza San Carlo, sen- Musica, Luglio suona bene. La rassegna mila- Wilson, Conor Oberst, ma anche The War on za i budget e i nomi stratosferici dell’“epoca nese ha un cartellone a dir poco ecumenico, Drugs. d’oro”, ma con qualche buona idea artistica. in cui spiccano John Fogerty, Franco Battiato, Se uno dei punti caldi dell’estate indie è Il tema dell’anno è “Yesterday>Today”, e il gli Editors e Snoop Dogg. Quella romana vanta sicuramente la Sicilia, l’altro è il nordest, fra programma è all’insegna del revival Ottan- Metallica, The Black Keys, Paolo Nutini, Place- Emilia-Romagna, Veneto e Friuli. A Padova, ta/Novanta: uno show speciale dei Pet Shop bo, Bastille, Franz Ferdinand, Afterhours… Più ad esempio, il Radar Festival costruisce un Boys e la “Trilogia del Potere” riproposta dai raffinato Luglio suona bene, che offre Massive programma con eccellenze italiane (Dente, I redivivi Litfiba sono due esclusive dell’edizione Attack (8 luglio), Robert Plant (12), l’imper- Cani, Calibro 35, Zu…) associate a nomi in- 2014. Così come l’inedito accostamento fra i dibile live di Damon Albarn (15), ad un anno ternazionali, fra rock ed elettronica (Slowdive, romani I Cani e Max Pezzali: un incontro che dal suo passaggio con i Blur, i National (23), Mount Kimbie, Calexico, Tycho, Joan As Poli- farà storcere il naso i puristi dell’indie, ma che Mogwai (27) e una serata intitolata “Musica, ce Woman): dal 23 al 26 luglio al Parco delle è perfettamente in linea con le tendenze attuali Femminile Plurale”, il 20 luglio, con il triple bill Mura, con anteprima il 16. A Sesto al Reghe- della canzone italiana, e che promette sorprese. Joan As Police Woman, Suzanne Vega, Cat Po- na, invece, negli spazi del complesso abbaziale, Rimangono poi, per dovere di completezza, wer. Qualche conforto, soprattutto nel mese di Sexto’nplugged (fino al 5 agosto) si conferma alcune gigantesche rassegne onnivore, diffici- luglio, lo si può trovare anche in città. fra gli appuntamenti più curati: Goldfrapp, li da ricondurre a linee artistiche coerenti, o Emiliana Torrini, The War on Drugs e soprat- a discorsi generali circa le tendenze dell’esta- tutto, il 5 agosto, i Television di Tom Verlaine, te 2014. Il campo di interesse del Lucca Sum- in apertura: che riproporranno il loro disco più noto (e mer Fest ad esempio comprende – più o meno Sexto’nplugged, il palco di Piazza Castello. amato), Marquee Moon. – tutto. Compresi, per questo 2014, i redivivi sotto: i National (foto Dierdre O’Callaghan) A Ferrara non smentisce le sue ambizioni Ferrara Sotto le Stelle con le “indigene” Luci della Centrale Elettrica (in un concerto spe- ciale, con ospiti), Kodaline, ancora The Natio- nal, i nostalgici Simple Minds, Bastille, Franz Ferdinand e – nel programma off – Demdike Stare e il duo -Blixa Bargeld. Le Luci della Centrale Elettrica saranno anche al centro della consueta festa de La Tempesta, l’etichetta chiave della musica indie italiana di questo decennio: l’appuntamento è per il 26 luglio a Soliera (Modena), con - inoltre - The Zen Circus, Maria Antonietta, Sick Tamburo, Niños du Brasil, Tre Allegri Ragazzi Morti... Capitolo a sé merita il piemontese Colli- sioni (18-21 luglio), nella splendida Barolo, in Langa, divenuto da festival di letteratura a contenitore di molte altre cose: Neil Young a parte [ne parliamo nella pagina successiva], il nome principale è quello dei Deep Purple. Ma a parlare e/o a suonare ci saranno Francesco Guccini, Piero Pelù, Elisa, Caparezza, Vasco 60 luglio-agosto 2014 POP culture 61

PERSONAGGI Forever (Neil) Young

UN’UNICA DATA ITALIANA (AL FESTIVAL COLLISIONI) CON I SUOI CRAZY HORSE, UN DISCO DI COVER, UN’AUTOBIOGRAFIA, UN PLAYER AUDIO ESCLUSIVO: IL GRANDE RITORNO DI NEIL YOUNG, UNO HIPPIE NELL’ERA DIGITALE

ALBERTO CAMPO

occasione offerta lunedì 21 luglio a Barolo lui stesso. Intanto viene reso disponibile in questi giorni dal festival Collisioni è senz’altro speciale, l’album – triplo nella versione completa, singolo in quella ma in un certo senso potrebbe essere addirit- “prêt-à-porter” – che documenta a quarant’anni di distan- tura irrinunciabile. Si tratta, infatti, dell’u- za la rimpatriata dal vivo del celebre quartetto con David nica tappa italiana in quella che potrebbe Crosby, Stephen Stills e Graham Nash: semplicemente L’essere l’ultima tournée di Neil Young insieme ai Crazy Hor- CSN&Y 1974. Né mancano le idee a proposito di musi- se. Nel marzo dello scorso anno, alla vigilia delle date in ca nuova: «Mi piacerebbe fare un disco in presa diretta Oceania dell’Alchemy Tour, il chitarrista della formazione con una grande orchestra», ha confessato a “Billboard” in Frank “Poncho” Sampedro – intervistato da “Rolling Sto- marzo, «registrandolo in mono, con un solo microfono, ne” – dichiarò: «L’istinto mi dice che questo è davvero l’ul- come si faceva una volta». timo tour: detesto dire le loro età, ma io ho sessantaquattro Neil Young è notoriamente un fondamentalista del suo- anni e sono il più giovane della compagnia. Adoro suonare, no “puro” e la sua crociata contro l’asserita “bassa fedeltà” e insieme lo facciamo bene come sempre, eppure in qual- dell’algoritmo di compressione del segnale audio definito siasi momento a uno di noi potrebbero mancare le energie dalla sigla mp3 l’ha portato ad avventurarsi nell’elaborazio- per continuare». Dunque, nel dubbio, meglio non rischia- ne di uno standard nuovo e – a suo dire – molto più sod- re, anche se lo stato di salute dei singoli componenti – oltre disfacente, rappresentato da un player in alta definizione Sampedro: il bassista Billy Talbot e il batterista Ralph Moli- (con una memoria di 128 giga, può contenere da mille a na – e del capobanda è del tutto rassicurante. In particola- duemila brani) collegato a un music store digitale, ambe- re, Neil Percival Young, per l’anagrafe sessantottenne, con due designati dal vocabolo Pono, che in hawaiano signifi- quasi mezzo secolo di attività artistica alle spalle, pare sia ca “virtuosità”. Il progetto PonoMusic, da lui architettato in gran forma, come dimostra la miriade d’impegni che af- in compagnia dell’imprenditore della Silicon Valley Josh folla la sua agenda. Concerti a parte, ha pubblicato da poco Hamm, è stato avviato grazie a una campagna di raccolta per l’etichetta discografica Third Man di Jack White A Letter fondi su Kickstarter che ha superato largamente l’obiettivo Home, collezione di cover – con brani che vanno da Dylan a iniziale di ottocentomila dollari, arrivando a totalizzarne Springsteen passando dagli Everly Brothers – in verità non oltre sei milioni (terzo risultato di sempre nella storia del- memorabile, che tuttavia porta il totale degli album editi la piattaforma di fund raising), grazie al coinvolgimento di a suo nome a quota trentacinque. Assai più soddisfacente, circa diciottomila sostenitori. Saranno questi ultimi i pri- un paio di anni fa, era stata la doppietta messa a segno mi beneficiari del nuovo canale di distribuzione musicale con Americana e Psychedelic Pill: lavori realizzati entrambi e del relativo dispositivo di riproduzione, che dovrebbe es- in groppa al “cavallo pazzo”. sere messo in commercio nel giro di un paio di mesi a un Datata 2012 è inoltre l’autobiografia Waging Heavy prezzo intorno ai 400 dollari. Saranno le prove d’ascolto a Piece: a Hippie Dream (tradotta l’anno successivo in Italia verificarne l’efficacia, cosa di cui alcuni esperti dubitano, da Feltrinelli col titolo Il sogno di un hippie), cui Young mentre è certamente più fondata la possibilità che dal vivo, intende dar seguito con un libro dalle caratteristiche dif- affiancato dai Crazy Horse, Neil Young confermi il proprio ferenti, Special Deluxe: «Riguarda il mio rapporto con le status di migliore cantautore rock in circolazione. auto», ha anticipato recentemente (la sua passione per i motori è proverbiale, del resto), «racconta la storia di ciò Neil Young (foto Pegi Young) che mi è capitato con ciascuna macchina che ho avuto e di com’è cambiata la mia vita guidandole, ma è anche una storia dell’automobile e dell’impatto che ha avuto sull’am- biente». Lo scavo nella memoria investe pure il fronte musicale, ovviamente: dopo un primo volume risalente al 2009 e riguardante il decennio che va dal 1963 al 1972 (un malloppo di nove dischi zeppi di materiale inedito!), è all’orizzonte il secondo capitolo della serie Archives, de- stinato questa volta alla parte restante degli anni Settanta e imperniato su alcune leggendarie registrazioni rimaste finora inedite, come quelle degli album “fantasma” Ho- megrown e Chrome Dreams. E sulla scia arriveranno poi le raccolte relative alle decadi seguenti: «Usciranno abba- stanza velocemente, siccome ci abbiamo lavorato in paral- lelo alla preparazione del secondo volume», ha spiegato 62 luglio-agosto 2014 pop “colto”

Compito in classica

ALBERTO CAMPO

a qualche tempo il “grammo- recente album in cui la Copenaghen Philhar- adolescente Natashya in “Promise”). Unre- fono tedesco” dà voce ad arti- monic Orchestra interpreta partiture di Bryce pentant Geraldines suona però come un disco sti provenienti da ambiti non Dessner dei National e Johnny Greenwood realizzato soprattutto per rassicurare i fan, an- strettamente accademici. In dei Radiohead (rappresentato da una suite ziché sfidare – come accaduto in passato – le prevalenza si è trattato finora basata su alcuni episodi della colonna sono- convenzioni. d’interventiD sul repertorio classico da parte di ra de Il petroliere), entrambi in precedenza esponenti delle avanguardie pop (si vedano i già affacciatisi per altro in territori “colti”. lavori di Max Richter su Le quattro stagioni di Ora è il turno di Richard Reed Parry, figura Vivaldi e Matthew Herbert sulla Sinfonia n. di primo piano della scena indie rock canade- 10 di Mahler nella serie “Recomposed”), ma se, anzitutto in veste di pluristrumentista nei anche lo spazio per le composizioni originali popolari Arcade Fire, a sua volta non nuovo Malinconiche stagioni sta cominciando ad allargarsi. Lo dimostra il a sconfinamenti nel mondo della classica con- temporanea, avendo composto per conto della Kitchener-Waterloo Symphony e del Kronos Recomposed by Max Richter: Quartet. Proprio quest’ultima formazione Vivaldi - The Four Seasons compare – insieme ad altri partner animati DEUTSCHE GRAMMOPHON dalla medesima attitudine “transfrontaliera”: Nico Muhly e i fratelli Dessner, il citato Bryce Max Richter Richard Reed Parry e Aaaron – nel cast di Music for Heart and Retrospective Music for Earth and Breath Breath: disco il cui titolo va inteso in senso let- DEUTSCHE GRAMMOPHON (4 CD) DEUTSCHE GRAMMOPHON terale, poiché contiene musiche sincronizzate sul battito cardiaco e il respiro degli esecutori. Tori Amos Ascoltandolo, l’effetto è quello: il suono – in Unrepentant Geraldines genere lieve e rarefatto – palpita e respira. E a MERCURY CLASSICS ciò si deve la sua notevole capacità di sugge- stione, che evidenzia le qualità non comuni del trentasettenne di Ottawa. La collezione “Recomposed” della Deutsche Transitata già due volte in area Deutsche Grammophon è un sentiero coraggioso e interessante sulle possibili interazioni tra Grammophon, prima con Night Hunters compositori elettronici/pop e capolavori del (collezione di brani scritti ispirandosi ad au- repertorio classico. Alcuni capitoli sono stati tori quali Bach, Chopin, Debussy, Scarlatti, così così, altri come il Mahler che Matthew Mendelssohn, Musorgskij e Schubert, edita Herbert ha riverberato microfonando una tre anni fa) e in seguito con Gold Dust (se- bara e filtrando il senso di morte nell’ultima lezione di suoi successi rielaborati in chiave confezione in cui il nostro corpo senza vita viene “ricomposto” prima della sua orchestrale, nel 2012), per diffondere il nuovo decomposizione, si sono rivelati geniali, veri album Tori Amos ha traslocato presso la con- e propri scorci nuovi su opere che potevamo sociata Mercury Classics. Ciò non deve trarre pensare soltanto consegnate in eterno al tuttavia in inganno: nella circostanza la can- mausoleo delle sterminate interpretazioni tautrice statunitense, che da poco ha varcato nelle sale da concerto. la soglia dei cinquant’anni, si ripropone nei Max Richter, compositore inglese che ha panni abituali, ossia quelli che l’hanno resa scritto musica meravigliosa anche per la danza contemporanea e per il cinema celebre – quasi una Kate Bush americana – (Deutsche Grammophon gli ha appena nell’ultima decade del Novecento. Affidando- dedicato Retrospective, un sontuoso si essenzialmente al pianoforte (strumento su cofanetto che ne ripercorre la carriera), ha cui si formò in gioventù) e alla caratteristica osato l’impensabile: come diavolo si può voce da mezzo soprano, presenta una carrel- tentare di “ricomporre” le Quattro stagioni lata di sofisticate canzoni pop, in alcuni casi di Antonio Vivaldi? Il pezzo più popolare in assoluto della musica classica con il Bolero imparentate con la pittura (“16 Shades of di Ravel? Insieme al violinista Daniel Hope, Blue” menziona Paul Cézanne) o la fotogra- suo collaboratore affiatatissimo negli ultimi fia (“America” allude a Diana Arbus), in altri anni, Richter ci ha stupito, emozionato viceversa influenzate da eventi pubblici (il co- con una infinita, malinconica suite di siddetto Datagate in “Giant’s Rolling Pin”) o reinvenzioni. esperienze domestiche (il duetto con la figlia Daniele Martino POP dischi 63 pop sinfonico incontri ex-hardcore elettroniche

Owen Pallett To Rococo Rot Bob Mould Fennesz In Conflict Instrument Beauty & Ruin Bécs DOMINO/SECRET CITY CITY SLANG MERGE EDITIONS MEGO

Ben Frost A U R O R A MUTE / BEDROOM COMMUNITY;

Sono già passati trent’anni dall’uscita di Zen Arcade, l’album Anche voi avete adorato Her, il che ha fatto conoscere gli Hüsker Due dischi, usciti a distanza malinconico film di Spike Jonze Dü, il gruppo che segnò un’epoca di un mese uno dall’altro, di con Joaquim Phoenix e (la voce ampliando in modo originale e diversa origine e ambientazione, di) Scarlett Johannson? La viscerale il concetto di hardcore Nello scorso numero Monica ma che paiono due facce - colonna sonora (quasi Oscar) era punk, mescolandolo con melodie Paes ci ha raccontato il suo emotivamente contrapposte - di William Butler e Owen Pallett. a tratti quasi pop, psichedelia, recente incontro con Arto della stessa medaglia. Il primo è Il primo, si sa, è il leader degli folk, jazz e persino momenti Lindsay, mostrando i diversi dell’austriaco Christian Fennesz, Arcade Fire. Il secondo, anche lui pianistici. Dallo scioglimento del volti dell’artista newyorchese– da ben più di un decennio alfiere canadese, noto in passato come trio di Minneapolis nel 1987, il brasiliano, protagonista della di una elettronica liquida e ad Final Fantasy, è un musicista cantante/chitarrista Bob Mould No Wave fine anni Settanta ma alto contenuto emozionale. dal curriculum frastornante: ha intrapreso un’interessante anche - tra l’altro - collaboratore Attivo negli ultimi tempi più violinista, compositore, carriera (il massimo successo: tastierista, cantante, in bilico di Caetano Veloso. Rieccolo in collaborazioni varie (con Copper Blue, il debutto del qua, a sorpresa, nel nuovo album il compianto Sparklehorse, tra indie e musica colta, ha 1992 con gli Sugar), senza dei To Rococo Rot dove, in tre o con Ryuichi Sakamoto), o collaborato, da una parte, farsi imprigionare nel ruolo di brani (“Many Descriptions”, nella produzione di musica con band come Beirut, The ex membro di una cult band. l’imperdibile “Classify” e per immagini, Fennesz torna National, Caribou (sarà nel loro Superati i cinquant’anni, ha “Longest Escalator in the con questo Bécs alle “grandi prossimo album) e – ovviamente fatto il punto della sua vita in World”), appare la sua bellissima forme” di alcuni suoi lavori più – Arcade Fire e, dall’altra, con un’apprezzata autobiografia (l’immancabile) Nico Muhly, la voce con un effetto davvero noti e amati, su tutti Venice (See a Little Light), raccontando avvincente. A sorpresa anche e Endless Summer. Fluido e Toronto Symphony Orchestra, l’infanzia travagliata, i passati perché il trio tedesco non è romantico (a partire dall’iniziale i Bang on a Can... Questo suo problemi con l’alcol e la tardiva solito proporci pezzi cantati, “Static King”), gli eterei strati In Conflict contiene tredici accettazione dell’omosessualità. essendosi fatto un nome con sovrapposti di feedback, glitch e brani di pop elettro-sinfonico Ora giunge all’undicesimo album brani strumentali che mescolano rumore bianco si aprono anche di grande respiro, ricchi di solista (il secondo con il bassista elettronica, post-rock e omaggi più che in passato ora a dolci tastiere e lussureggianti aperture Jason Narducy e il batterista al Krautrock, sperimentazione arpeggi di chitarre elettriche al orchestrali (ospiti: Brian Eno con Jon Wurster). Forte, sanguigno e avant-garde e accostabilità limite della saturazione, ora a voce, chitarra e synth e la Czech convincente, è il racconto di come quasi pop. Di questa nuova giri di chitarre acustiche, spesso FILMharmonic Orchestra) in un dalle rovine è possibile risalire, fatica di Stefan Schneider e dei elementari, da “canzone sulla riuscito mix di massimalismo anche se faticosamente, a nuova fratelli Robert e Ronald Lippok, spiaggia” - irresistibilmente e sobrietà. Con testi diretti e vita. Il tutto in dodici brani in a quattro anni da Speculation, toccanti. Una magniloquenza personali, senza più le metafore cui ritroviamo il sound (tra toni sono comunque stimolanti tutti da campi lunghi cinematografici fantasy degli album passati, abrasivi e melodia) che lo ha reso i brani, non solo quelli con un che affiora, virata in colori molto intelligente e avvolgente (iniziate, famoso, ma anche le parole e le testo: i tre costruiscono paesaggi più cupi e inquietanti, anche nel per capire, con pezzi come “On emozioni dell’uomo (più) in pace sonori visionari e inquieti, frutto nuovo lavoro di Ben Frost, A Path”, “Song For Five & Six” con se stesso che è diventato. o “The Sky Behind The Flag”), si dell’interazione tra suoni digitali A U R O R A. Il compositore P.B. candida a divenire uno dei titoli e non, che ci viene da accostare e produttore australiano importanti del 2014. automaticamente a immagini di trapiantato a Reykjavík (ma metropoli insonni. Tracce come Paolo Bogo il disco è stato in gran parte “Down In The Traffic”, l’ipnotica composto e registrato in Congo) “Spreading The Strings Out” rinuncia alle chitarre per un muro o la nevrotica “Pro Model” di sintetizzatori e percussioni conquistano al primo ascolto. industrial, spesso oltra la soglia P.B. della distorsione. Qui e là la materia esposta pare spezzarsi in epici break quasi-dance, violenti e tribali - come in “Nolan”, o in “Secant”, fra i momenti più alti del disco. J.T. 64 luglio-agosto 2014

L’ESTATE WORLD Locale è globale

SE I GRANDI FESTIVAL EUROPEI HANNO IN CARTELLONE MOLTI BIG DELLA WORLD MUSIC, IN ITALIA IL MEGLIO SI TROVA IN PICCOLI FESTIVAL - COME SENTIERI ACUSTICI, ARIANO FOLK, O PRESENZE D’AFRICA

JACOPO TOMATIS

i siete accorti di quanto sia difficile trovare E in Italia, Notte della Taranta a parte? Festival coraggio- un festival di “world music”, in Italia? Di si e creativi ce ne sono ancora, naturalmente, ma sono co- quelli con i nomi internazionali? Ci era- stretti a lavorare con altri nomi, e altri budget. Per giunta, vamo già rassegnati alla miniaturizzazione in assenza di politiche culturali sul lungo periodo, bastano del mercato discografico specializzato in le incertezze delle recenti elezioni amministrative a conge- musicheV del mondo (nel già miniaturizzato mondo della lare loro fondi e cartelloni (mentre scriviamo, mancano musica registrata), e ora neanche lo stato del live sembra all’appello molte realtà storiche, che non sanno dire se e risollevare le sorti del settore. I presupposti per gli amanti cosa programmeranno meno di trenta giorni dopo). del genere, per questa estate 2014, non sono ottimi. D’al- La dimensione più congeniale a queste piccole realtà tro canto, bisogna annotare come i grandi festival europei, rimane quella locale, di riscoperta e valorizzazione del ter- quelli con i “grandi nomi”, abbiano negli ultimi anni adot- ritorio attraverso le tradizioni musicali. Su questa linea si tato una prospettiva decisamente più “ecumenica”, apren- muove da anni, ad esempio, l’Ande Bali e Cante di Roberto do ampi spazi per le musiche del mondo anche in contesti Tombesi, a Rovigo. Confermate, per ora, solo le date: il 6 rock, o jazz. Si va verso, pare, una definitiva esplosione dei e 7 settembre. Simile “vocazione” (il termine non è scelto generi nelle programmazioni, e non è un male. a caso) caratterizza anche il Festival del Canto Spontaneo, Il caso più evidente è quello dello Sziget Festival di Bu- creatura itinerante e fuori da ogni logica “spettacolare”, dapest, intorno a ferragosto, la cui lineup offre idoli delle diretta da Giovanni Floreani. In via di definizione il pro- folle come Deadmau5, Skrillex, OutKast, Lily Allen, ma gramma: per ora, è certo l’appuntamento del 7 e 8 settem- che dedica un palco intero al “World Village”, con nomi bre a Viganella (Domodossola), in occasione della festa come Bassekou Kouyate & Ngoni Ba, Yasmine Hamdan, della Madonna. A ottobre il resto del cartellone, fra Torino, Terakaft, Besh O Drom, Winston McAnuff & Fixi… Non Venezia e Givigliana. manca neanche l’Italia, con la piccola colonia promossa da Non è probabilmente un caso che si tratti, in entrambi Puglia Sounds, che per il 2014 porta in Ungheria Caparez- gli esempi citati, di festival diretti da musicisti, che posso- za, Aucan, Canzoniere Grecanico Salentino, Salmo, Dio- dato e Rumatera. Simile ricetta, sempre in area est Europa, per Colours of Ostrava, in Repubblica Ceca (17-20 luglio): oltre agli headliner ci sono Angélique Kidjo, l’incontro fra la voce di Iarla Ó Lionáird e il compositore Leo Abrahams, Popolare da premiare il Taksim Trio, l’electro-cumbia di La Yegros, Nomfusi, il supergruppo partenopeo-marsigliese Ve Zou Via (che mette FESTEGGIA LA DECIMA EDIZIONE insieme le Assurd con Lo Còr de La Plana), e altri ancora. IL PREMIO LOANO, DAL 22 AL 25 LUGLIO Per i transfrontalieri delle musiche belle la scelta mi- gliore (e più comoda) è però l’Estival Jazz, a Mendrisio il 4 A dieci anni dalla sua l’Associazione Compagnia dei e 5 luglio, e a Lugano dal 10 all’11. “Jazz” sì – con la Sun Ra istituzione, il Premio Loano Curiosi – che, fedele al nome, Centennial Dream Arkestra – ma anche Ibrahim Maalouf, è ormai diventato una sorta di organizza la manifestazione con Youssu N’Dour & Le Super Etoile de Dakar, i Toguna da La “Premio Tenco” per la musica spirito di scoperta e sguardo Réunion, il “Bagrock” surreale dei Red Hot Chilli Pipers e popolare italiana, il riconoscimento attento – e il direttore artistico l’incontro fra Angélique Kidjo e l’Orchestra della Svizze- più ambito per chi frequenta il John Vignola attribuiscono anche ra italiana. Sempre al di là del confine, ma in Francia, si piccolo mondo delle musiche di riconoscimenti alla carriera e tradizione. Secondo la giuria, alla realtà culturale: quest’anno i fa notare come di consueto Les Suds à Arles: Amsterdam composta da una sessantina di premiati sono il cantante Peppe Klezmer Band, Magic Malik, il comoriano Ahamada Smis, giornalisti specializzati, il miglior Barra e l’etnomusicologo e Johnny Clegg, Omar Souleyman, Chucho Valdes & The disco del 2013 è stato Terra ca nun ricercatore Mauro Balma. AfroCuban Messenger, David Krakauer, Dupain e tantis- senti, firmato da Rita Botto con la Il Premio Loano si terrà dal 22 al 25 simi altri. Ma, in generale, un rapido giro su internet alla Banda di Avola, che ha superato luglio: il cartellone è ancora in fase ricerca di festival francesi vi restituirà un gran numero di titoli come Galata, dell’Orchestra di definizione, ma oltre a Rita Botto Bailam con la Compagnia di Canto e Peppe Barra sono attesi i Din risultati. E se la quantità è impressionante, spesso lo è an- Trallalero e Tr a s e dei Sancto Ianne, Dùn, Mimmo Epifani e le Balentes. che la qualità della proposta. Con l’idea, percepibile, che rispettivamente classificatisi al costruire un cartellone non significhi solo pescare celebri- secondo e terzo posto. tà in tour, ma inventare e offrire cose nuove, e proporre Oltre al premio per la miglior qui a lato: Peppe Barra percorsi di ascolto. produzione discografica, (foto Martin Cervelli) WORLD attualitá 65

no sfruttare gli spazi e le risorse come “laboratori” per la joux (18), Olodum (24 luglio), Eva Ayllon (28 luglio) e propria ricerca artistica. E se tre indizi fanno una prova, Gilberto Santarosa (1 agosto). uno dei migliori cartelloni dell’estate world italiana è quel- Se si sceglie invece il versante “african”, c’è il fiorentino lo dell’ormai classico Sentieri acustici, diretto da Riccardo Presenze d’Africa, che grazie al suo modello di “residenze Tesi. Il festival si tiene dal 20 al 23 agosto sull’appennino creative” riesce a mettere insieme una programmazione di pistoiese, anticipato a fine luglio dai consueti “Itinerari grande originalità. Dialogheranno fra loro, il 24 e 25 luglio musicali”, con concerti all’aria aperta da affiancare a trek- al Complesso delle Murate, la diva marocchina Oum, il king e pernottamenti in tenda. Per gli appassionati, l’aper- chitarrista Ahmed Ag Kaedi (della band tuareg Amanar), tura del festival vale da sola il viaggio: la replica (unica, per Sandro Joyeux, i Voodoo Sound Club, Riccardo Onori, Said ora) di Bella Ciao 2014, concerto-evento per i cinquant’an- Tichiti, Dimitri Grechi Espinoza, Andrea Melani... ni dello spettacolo di Nuovo Canzoniere Italiano (ne ab- E per chi è rimasto in città? Roma offre, sicuramente, biamo parlato sullo scorso numero del “gdm”). A seguire, la maggiore varietà. Oltre ai noti appuntamenti all’Audi- Carlo Maver Quartet, Canzoniere Grecanico Salentino, Si- torium, e a quelli di Roma Incontra il Mondo, da segnalare mone Cristicchi, Orchestra Bailam & Compagnia di Canto Eutropia, all’ex mattatoio del Testaccio: i fiori all’occhiello Trallallero e, in chiusura, l’orchestra Sentieri acustici (con del programma sono Tinariwen (14 luglio), Goran Brego- i partecipanti ai seminari) diretta dal maestro del mando- vic (15), Bombino (20), Vinicio Capossela e la Banda della lino Patrick Vaillant. Posta (26) e poi, il 4 settembre, Alpha Blondy. Menzione Si conferma per il 2014, nonostante i tagli, anche lo speciale per la data, il 18 luglio, della band di Arto Lindsay storico Folkest, vetrina itinerante per il Friuli per tutto lu- insieme a Marc Ribot. I due si potranno ascoltare in coppia glio: nel fitto cartellone si ritrovano personaggi vecchi e anche il 12 luglio a Monforte, il 13 a Modigliana (FC) per nuovi del folk nazionale – come Bandajorona, Bevano Est, Strade Blu, e il 16 a Villa Arconati. Giuseppe “Spedino” Moffa, Unavantaluna, Riccardo Tesi A Torino, segnaliamo almeno la rassegna curata dal & Banditaliana, - ma anche nomi internazionali noti, o FolkClub presso il Borgo Medievale. Al centro del program- da scoprire. ma ci sono chitarristi e il Portogallo (grazie alla sinergia E per quanto riguarda le proposte “dal mondo”? Un’ec- con due mostre a tema lusitano, presso Palazzo Madama cellenza italiana, unica se si cerca una dimensione “da fe- e la G): Armando Corsi & Daniela Garbarino (10 luglio), stival”, è l’Ariano Folk di Ariano Irpino (14-18 agosto), Frankie Chavez (11), Peppino D’Agostino (14), i Birkin quest’anno intitolato “Latinafrican”: Seun Kuti e i suoi Tree (15), Enzo Gragnaniello (23) e gli ungheresi Vizonto Egypt 80 (con ospite Enzo Avitabile!), i cileni Chico Trujil- (28) sono alcune delle date in cartellone. lo, alfieri di una cumbia tutta da ballare, Bombino e Jovine sono solo alcuni dei nomi in cartellone. Sul coté “latin”, il leader nazionale rimane il milane- se Latinoamericando: cibo tipico, una festa per il com- pleanno di Mafalda, mondiali di calcio (a tifare Brasile o Argentina, naturalmente) e nomi come Grupo Niche (6 luglio), Oscar D’Leon (10), Victor Manuelle (11), Ana Ti- 66 luglio-agosto 2014

Kora di papà

Toumani Diabaté GUIDO FESTINESE FOTO YOURI LENQUETTE è l’ambasciatore della kora nel mondo: il musicista maliano ialogo. La parola di origine greca, ricostru- torna ora con un disco ita nel suo significato essenziale, rimanda in dialogo con il fi glio Sidiki, al fatto che ci deve essere un pensiero (co- struito quindi in equilibrio fra emozione e in piena coerenza con la logos dia tradizione dei griot, razionalità, il ) che naviga ( ), da unaD persona all’altra. In musica le registrazioni che docu- ma con uno sguardo al futuro mentano dialoghi - i grandi duetti - sono molte. L’aspetto dello strumento e del repertorio, dialogico, per molti versi, è un buon modo per doppiare e al mondo l’inevitabile narcisismo delle performance in solo, e per verificare il grado di reattività e disponibilità che hanno i musicisti gli uni nei confronti degli altri. Nel jazz, ad esem- pio, i dischi di duetti sembrano quasi applicazioni pratiche del principio dialogico sotteso all’intera storia delle note afroamericane. Discorso ancor più significativo se andia- mo alle fonti africane, e sia detto al di là di ogni intento mitografico, perché tutti i più seri studi musicologici degli anni recenti rimandano, per quanto riguarda le fonti pri- marie di quelle musiche, a una ben identificata porzione d’Africa, fra Senegal, Gambia, Mali, e, appunto, Guinea. È WORLD culture 67

esattamente il territorio di diffusione delle stirpi Mandé, quando aveva dieci anni, sulle orme del padre, che, raccon- l’area dei grandi imperi neri poi sgretolatisi con l’arrivo de- ta, è anche il suo «idolo musicale». gli europei. L’area di strumenti che ci raccontano, ancora Eppure l’ascolto di Toumani & Sidiki rimanda l’imma- una volta, l’origine di tante musiche. L’area della kora, che gine sonora di un confronto alla pari, di un dialogo, ap- conobbe una straordinaria ondata di notorietà a partire punto. Ma come mai in un disco che vede accanto padre dalla diffusione planetaria della world music. e figlio, la generazione digitale più esperta e l’ultima ge- La kora è uno strumento assai antico, probabilmente, nerazione analogica, è stata fatta la scelta di non usare ma le nostre cronache occidentali, in genere piuttosto di- alcun artificio elettronico? «Perché ho sentito il bisogno di stratte rispetto a tutto ciò che è dominio dell’oralità e non tornare a far ascoltare alle persone quanto rischia di an- della pagina scritta, ne fanno menzione da poco più di dare perso - racconta Toumani - e per farlo non potevamo due secoli. L’arpa-liuto, costruita con la cassa di risonan- trattare i pezzi con le nuove tecnologie, ma semplicemente za naturale di una mezza zucca essiccata, e, normalmente, mostrarli per quello che sono, e ognuno suona a modo con ventuno corde disposte su due file, risuona tra le dita suo. Un ritorno di memoria per gente che ha dimentica- esperte di uno jali – o griot: una sorta di cantastorie sa- to. Chi suona la kora attinge le melodie da un repertorio cro che ha il compito di memorizzare centinaia e centinaia classico. Certo, non si può semplicemente andar indietro. di melodie, al contempo facendo esercizio di (prodigiosa) Noi siamo griot di oggi, viviamo nelle città, siamo in con- memoria per ricordare genealogie di avi, mitologie tanto nessione con il mondo intero». intricate quanto affascinanti, e storia, coprendo un arco La scelta dei brani per Toumani & Sidiki è stata assai cronologico che abbraccia più di sette secoli, l’epopea ini- particolare: tutti brani Mandé veramente poco noti, co- ziata con Soundiata Keïta, fondatore dell’Impero del Mali, nosciuti soprattutto in Gambia, dove il padre di Toumani l’uomo che proclamò la Carta di Mandè, dove sono con- imparò a suonare la kora, portato lì dallo zio. Commenta tenute parole come queste: «Ogni vita umana è una vita. con understatement Toumani: «Noi siamo nati griot, non Non ce n’è una superiore ad un’altra». Uomini-memoria, si diventa griot. E questo significa che sin da quando sei insomma, i suonatori di kora. bambino sei immerso nell’ascolto di centinaia di pezzi che Era un uomo-memoria anche il padre di Toumani Dia- la tua memoria assorbe e, per così dire, archivia. Quello baté, Sidiki, (1922-1996), che nel 1970 registrò e fece uscire che è sepolto nella memoria un giorno è il primo disco di kora, ed il primo anche di duetti fra cordo- destinato a venir fuori, senza preavviso». foni Mandé, Cordes anciennes, svelando le potenzialità soli- Come l’iniziale “Hamadoun Toure”, un «Trecento persone stiche delle “antiche corde”. Lui, a sua volta, aveva appreso brano di cent’anni fa che celebra le gesta annegate. Ma dove siamo i segreti delle ventuno corde dallo zio, Amadou “Bansang” generose di un mercante di nome Jula Jeke- arrivati, come umanità? Jobarteh. Sidiki insegnò al figlio (per quanto Toumani recla- re, abituato a dare grandi feste alla fine Mi sono venute le lacrime mi di non aver ricevuto una sola lezione di kora dal padre), del Ramadan. Un brano suonato usando e ho provato vergogna e oggi, in ogni discoteca world che si rispetti, non posso- un’oscura accordatura, diffusa nella parte per il genere umano» no mancare i dischi dialogici registrati da Toumani [si veda orientale del Gambia, che viene definita il box di approfondimento]. Adesso arriva un altro disco in tomora meseng, e che conserva tracce evi- duo, e anche questa volta è la kora a raddoppiare se stessa. denti di blues, quello che Toumani descrive come qualcosa Una è nelle mani di Toumani Diabaté, l’altra tintinna sotto di «molto dolce, sentimentale e malinconico». «In genere le dita del figlio, Sidiki, stesso nome del nonno. Toumani i suonatori di kora - spiega Toumani - tendono a suonare suona la kora antica che usò per il suo disco di debutto, con le accordature standard silaba (in pratica una scala Kaira: uno strumento che da allora non aveva più suona- maggiore) e sauta (con la quarta aumentata). Ma la kora to, e che sembra rivivere con rinnovata urgenza espressiva. è uno strumento che può essere suonato con moltissime Identico anche il set di microfoni approntato nello studio accordature diverse. Abbiamo cercato di mostrare delle londinese, ma diverso lo stile di padre e figlio. E non poteva possibilità». E lo stesso vale per la tecnica, che come quel- essere altrimenti: la tradizione è fatta di individualità che la di altri strumenti tradizionali sembra diventare sempre fluiscono nel collettivo, e viceversa. E così lo stile di Tou- più virtuosistica. «Le tecniche migliorano costantemente, mani è vaporoso, contemplativo, quello del figlio nervoso e i virtuosi sono sempre più tali. Probabilmente il fatto è e asciutto, spesso caratterizzato da una vertiginosa velocità che sono migliorate le condizioni di lavoro, ed i musicisti d’esecuzione che produce suoni tutti in legato in cui è diffi- hanno più tempo per provare». L’obiettivo è, comunque, cile cogliere le singole note. Un nuovo, piccolo capo d’opera quello di superare se stessi. Se molti conoscono i lavori con per la carriera intensa e variegata di Toumani, e un viatico Ali Farka Touré, e se persino Barack Obama ha più volte per Sidiki. Che, tanto per smentire ancora una volta i retrivi raccontato come nella sua classifica musicale personale ci custodi di una tradizione immutabile e immutata, nella sua sia il disco di Toumani con il bluesman Taj Mahal, Touma- vita di musicista in Mali è noto per tutt’altro che la pratica ni stesso commenta: «Bisogna guardare avanti, e non ri- virtuosistica della kora. Nato nel 1990, è uno dei più gran- petersi. Ali non c’è più. C’è ancora tanta musica nuova da di esponenti della nuova cultura hip hop maliana, come suonare, e ci sono tante possibilità per la kora, come stru- produttore e come metà del duo a nome del famoso rapper mento». Possibilità che, spesso, vengono indagate da un Iba One, con cui ha anche preso parte all’incisione di “On membro della grande famiglia Diabaté: in questo momen- veut la paix” (Vogliamo la pace), un inno alla tolleranza to sta avendo grande successo sulle scena della world mu- inciso da una all star di rapper maliani nel momento in cui sic (e non solo) la prima suonatrice di kora, Sona Jobarteh. l’oscurantismo sembrava aver preso il sopravvento. Sidiki «Mio padre era del Gambia, ed ha avuto come insegnante il giovane ha studiato a Bamako all’Istituto Nazionale per di kora Amadou Bensang, che è poi lo zio di Sona» spiega le Arti, approfondendo lo studio delle percussioni e tutte le Toumani. «Stiamo dunque parlando di rami della stessa tecniche di registrazione digitale. La kora la imbraccia da famiglia. Sona è in pratica mia cugina. Devo >> 68 luglio-agosto 2014

dire che apprezzo molto la sua musica. Lei è stata a lungo popolazione non è stata liberata dall’intransigenza estremi- in Mali, ed ha fatto un ottimo ed esteso lavoro di ricerca sta. Ogni volta che parlano le armi non ne può venire fuori sulle fonti della musica per kora». nulla di buono». Uno dei brani del disco porta il nome di Nel gran bagno di tradizione di Toumani & Sidiki a un una persona, “Rachid Ouiguini”. Chi è? «Uno storico alge- certo punto compare una melodia struggente che si inti- rino, peraltro molto esperto di musica maliana, che con i tola “Lampedusa”. Racconta a questo proposito Toumani: suoi studi ha saputo mettere in luce i rapporti tra Mali ed «Eravamo in studio a preparare il disco quando è arrivata Algeria ai tempi della guerra di liberazione, argomento assai la notizia dell’ennesimo, tragico naufragio. Trecento perso- poco conosciuto. Il nostro è un piccolo, sentito omaggio». ne annegate. Mi ha colpito direttamente al cuore. Ma dove siamo arrivati, come umanità? È possibile che sia più im- portante avere o non avere un documento di identità, cioè un pezzo di carta, che, semplicemente, aver diritto a vivere? Mi sono venute le lacrime, e ho provato vergogna per il ge- nere umano. Perfino noi, che siamo musicisti, e quindi dei privilegiati, spesso abbiamo difficoltà per ottenere i visti e andare a suonare. E i lacci burocratici diventano sempre più stringenti. Così succede sempre più spesso che i promoter Toumani Diabaté e Sidiki Diabaté si orientino su musicisti che non danno tutti questi pro- Toumani & Sidiki blemi». Riecheggiano ancora le parole dell’atavica Carta di WORLD CIRCUIT Mandé: “Lo spirito dell’uomo vive grazie a tre cose: vedere ciò che ha voglia di vedere, dire ciò che ha voglia di dire, fare ciò che ha voglia di fare”. Chiediamo a Toumani se in questo momento storico, in cui un’aggressiva componen- te islamica estremista sembra quasi fare da contraltare al nuovo razzismo europeo, creda che la musica possa aiutare a far riflettere la gente. «La musica senz’altro dà contributi a orientarsi per la soluzione dei problemi. Tanto è vero che tra noi musicisti non ci sono mai stati problemi. Ma la si- tuazione è grave, ci sono ancora città come Kidal dove la

Tutto Toumani

Nato a Bamako nel 1965, in una lavori all’attivo, Shake the World, del ’92, e il ai dischi in solo: la nuova incisione si intitola delle principali famiglie di griot, significativo Boulevard de l’Indépendence, significativamente The Mandé Variations, ed è Toumani Diabaté è considerato oggi il del 2005, con il gruppo rodato dalle continue in questo periodo che il musicista si esibisce più importante ambasciatore musicale esibizioni settimanali al club Hogon di anche assieme alla London Symphony della kora, strumento che ha cominciato a Bamako. Un passo indietro, però, per Orchestra. Nel 2010 viene pubblicato Ali suonare da autodidatta a cinque anni, in un ricordare altri episodi discografici assai and Toumani, con i “nastri ritrovati” incisi momento in cui il governo del Mali cercava significativi, entrambi del 1995: Songhai 2, insieme ad Ali Farka Touré, scomparso nel di incoraggiare lo studio delle tradizioni sempre con i Ketama, e Djelika, con Bassekou 2006. Nella serie di concerti che che ne musicali. Suo padre era un suonatore, sua Kouyate allo ngoni e Keletigui Diabaté al segue, intitolata The Ali Farka Touré Variations, madre la cantante Nene Koita. Il debutto balafon. Il duetto di kore sulle orme dei padri Toumani suona anche in una emozionante in pubblico è a tredici anni, con l’ensemble assieme a Ballaké Sissoko, New Ancient data parigina con il figlio di Ali, Vieux. È folklorico di Koulikoro, a diciannove anni è Strings è del 1998, mente l’anno successivo del 2010 anche il progetto AfroCubism, che tra gli accompagnatori della grande vocalist segna l’importante incontro tra Toumani e il si sarebbe dovuto realizzare quattordici Kandia Kouyate. Toumani arriva per la prima bluesman Taj Mahal. Ne scaturisce Kulanjan, anni prima (al posto della collaborazione volta in Europa nel 1986, al seguito della un disco molto amato. Meno conosciuto, tra maliani e cubani uscì Buena Vista Social cantante maliana Ousmane Seck, approda e meno amato di conseguenza dal grande Club!), mentre nel 2011 Toumani allarga a Londra, e lì soggiorna per diversi mesi. È pubblico, è invece l’incisione successiva, un ulteriormente i propri orizzonti suonando con il momento in cui incide il suo primo disco, disco che bisognerebbe riascoltare: Malicool, i musicisti brasiliani Arnaldo Antuñes ed Kaira, che è anche la prima incisione per cointestato con il trombonista Roswell Rudd, Edgard Scandurra: ne scaturisce A Curva da kora in solo, e in cui si esibisce al neonato aspro ma liricissimo musicista messosi in cintura. Arriva poi il colpo di stato in Mali, e Womad. In Inghilterra Diabaté ha modo luce nella fiammeggiante stagione del free Toumani non perde occasione per ribadire di confrontarsi con musicisti e gruppi di jazz. Naturalmente anche la musica si apre il suo impegno, focalizzato sul valore e diversa estrazione stilistica e cultura: ad verso l’improvvisazione, e si ascolta Toumani l’intangibilità della musica e della cultura esempio il neo-flamenco dei Ketama, con alle prese con brani di Monk, su un’antica secolare Mandé. Impegno che gli vale un i quali incide Songhai. Nel 1990 è la volta melodia gallese, perfino sull’“Inno alla gioia” dottorato onorario in musica da parte della della Symmetric Orchestra, un gruppo molto di Beethoven. A questo punto la carriera del Soas, la Scuola di studi orientali e africani, e importante perché, nell’idea di Toumani, musicista maliano è lanciatissima: suona che marca profondamente la storia del nuovo si tratta di lanciare un ponte musicale e con Ali Farka Touré in un pugno di dischi disco registrato col figlio, in onore della culturale tra le tradizioni (e le innovazioni) decisivi per il successo internazionale del settantaduesima generazione di griot col dei paesi africani che un tempo fecero cosiddetto african blues, con Salif Keita, nel nome Diabaté. parte dell’impero Mandé: Senegal, Guinea, progetto Mali Music di Damon Albarn. Più G.F. Burkina Faso, Costa d’Avorio e Mali. Due i di vent’anni dopo Kaira, Toumani torna anche WORLD 69 70 luglio-agosto 2014

global sud Salento Italia-Brasile

Agricantus Mascarimirì Redi Hasa e Maria Chiara Civello Turnari Tam! Mazzotta Canzoni C.N.I. MUSIC DILINÒ Ura SONY MUSIC FINISTERRE

Ci sono canzoni che non hanno età, quando le sentiamo Lontano delle produzioni è come tornare a casa, una Fare un disco oggi, in Salento, di musica salentina “da casa senza confini: traducono parlando (anche male) del esportazione” a cui siamo perfettamente ciò che portiamo Salento e della musica salentina abituati, si colloca questo dentro, che abbiamo vissuto, L’ultimo avvistamento è stato non è impresa che debba bel progetto in duo fra la provato. Riemergono ogni tot, al concerto del 1° maggio. passare inosservata – specie cantante Maria Mazzotta e il con vestiti diversi, riacquistando Prima c’era stato un silenzio se il disco in questione viene violoncellista Redi Hasa. La vitalità e contemporaneità discografico di diversi anni, ma da una delle migliori band di prima è vocalist nota per aver sonora, conquistando magari che lasciava preludere a qualche quella scena. I Mascarimirì di lavorato con numerosi gruppi ascoltatori che non c’erano ulteriore tappa di un viaggio Claudio “Cavallo” Giagnotti di area salentina (a partire da ancora ai tempi della loro prima iniziato nell’ormai archeologico (ora orfani della bella voce del Nuovo Canzoniere Grecanico uscita. I diciassette brani 1979. Chi segue con attenzione fratello Cosimo) sono attivi Salentino, di cui è tutt’ora parte scelti dalla cantautrice romana le vicende della world music dalla fine degli anni Novanta attiva). Il secondo, albanese Chiara Civello per il suo quinto italiana in libera declinazione sul fronte di quella che (loro) di nascita, musicista classico album Canzoni sono così. Il meridionale avrà notato che chiamano “tradinnovazione”, di formazione, è uno di quei disco è figlio di un progetto live la vocalist di Agricantus portando la musica popolare richiestissimi “turnisti di lusso”, realizzato in Brasile nel 2013, è cambiata: adesso c’è in verso suoni contemporanei, di responsabile in prima persona, o in cui l’interprete portava al formazione Federica Zammarchi, marca dub/electro soprattutto. nel backstage, del suono e degli pubblico verde-oro pezzi forti cantante sopraffina che arriva da Ben informati su esperienze arrangiamenti di molti dischi della canzone d’autore italiana, esperienze ben diverse dal folk simili (specialmente di area della nuova scena pugliese. in duetto con musicisti brasiliani. progressivo: dai bordi del jazz provenzale), i Mascarimirì sono Se i duetti voce-strumento ad Prodotto da Nicola Conte e e del rock. Poco male, perché un corpo piuttosto estraneo nella arco non sono certo una novità arrangiato da Eumir Deodato, in Turnari Zammarchi sfoggia ricchissima scena revivalistica (anche se non così spesso sono il disco conta le partecipazioni una voce che più classicamente salentina “da notte della stati impiegati per indagare le di Gilberto Gil, Chico Agricantus non si potrebbe Taranta”, che infatti non mancano pieghe ritmiche e melodiche di Buarque, Esperanza Spalding nelle timbriche, con tanto di criticare. È proprio il successo tradizioni popolari), questo Ura e dell’Orchestra Sinfonica di di approccio “yodelizzante” del brand “Taranta”, insieme riesce perfettamente nel suo Praga. L’altra ospite d’onore è applicato alla densa materia allo sfruttamento indiscriminato intento. Pochi gli strappi alla Ana Carolina, popstar brasileira ritmica che, parecchi anni di terra e cultura salentina, ad regola minimale del duo (giusto che con Chiara collabora già dal fa, conquistò i cuori critici essere al centro di molte loro le percussioni in alcuni pezzi), 2008. Riascoltare Paolo Conte, del mondo anglosassone. Un canzoni: «Non esiste una musica ma le possibilità espressive Buscaglione, Battisti, Bindi, traguardo che non molti gruppi che si chiama “Taranta”», sono estese a dismisura da un Paoli, Endrigo, Jannacci, fino italiani del genere hanno potuto «Questa parola non mi è stata intelligente uso di loop station e ai e a Vasco Rossi tagliare. Turnari, raccontano gli trasmessa», dicono. Nessun effetti. Il violoncello ora si doppia nella stupenda voce piena di Agricantus, è da intendersi sia purismo, naturalmente, ma la su riff di sapore balcanico, ora personalità di questa artista come “ritorno” sia come “nuovo consapevolezza di una presenza risponde alla voce, o apre spazi di procura un piacere senza tempo. inizio”. In formazione ora ci viva della “tradizione”, a partire musica quasi-classica, o ancora Forse i puristi attaccati alle sono gli “storici” Mario Crispi dall’uso (anche linguistico) che sceglie originali giochi ritmici. versioni originali avranno da e Mario Rivera, con Giuseppe se ne fa. In questo, i Mascarimirì La voce approccia con coraggio ridire. In Brasile, dove tutto è Grassi alle mandole, e Giovanni predicano bene e razzolano una selezione di brani ormai misto, dove di puro non c’è nulla, Lo Cascio alle percussioni meglio: mai scontati gli incastri “evergreen” della world music, l’apertura alle riletture è sempre etniche. Ma a caratterizzare un fra il tamburreddhu e le ritmiche da “Ederlezi” a “Cicerenella”, all’ordine del giorno. suono “pan-etnico” che risulta elettroniche, fra i fiati, i synth (la con particolare attenzione all’est Monica Paes immediatamente riconoscibile fin parte digitale è a cura di Alessio Europa (“Dumbala dumba” dalla dall’iniziale “Qanat” provvedono Amato) e l’entusiasmante Romania, “Krivo horo” dalla anche amici di vecchia data: mandolino elettrico di Vito Bulgaria…). a partire dal duo ligure Pivio Giannone, o fra la pizzica e la J.T. e Aldo De Scalzi, a chitarre musica gnawa, o balkan. e sintetizzatori. E che gioia riascoltare il violino elettrico di J.T. Enzo Rao, che avevamo un po’ perso di vista. G.F. WORLD 71 72 luglio - agosto 2014 parola di Emanuele Arciuli

I ragazzi di Fayetteville il giornale della musica www.giornaledellamusica.it IN ARKANSAS, USA, IL FESTIVAL ARTOSPHERE [email protected] HA MESSO INSIEME CON POCHI MEZZI UN’ORCHESTRA DI TALENTI “il giornale della musica” è su Facebook e Twitter. Il numero in edicola è anche disponibile in versione digitale per tablet e pensiamo all’Arkansas non ci viene nelle edicole Apple e Ultima Kiosk certo in mente, almeno di prim’acchito, la musica sinfonica. Piuttosto il West, il Mississippi, l’altopiano dell’Ozark o, che so, le paludi e gli indiani che ne abitavano le direttore responsabile: Sterre prima delle grandi guerre dell’Ottocento e del con- Enzo Peruccio seguente confino in Oklahoma. Eppure a Fayetteville, cit- condirettore: tadina non propriamente celeberrima, è nato un festival Daniele Martino che coinvolge l’intera comunità cittadina e che si svol- (tel. 0115591803) ge in giugno. Nato per volontà di un gruppo ristretto di caporedattrice: persone, grazie a circostanze casuali e felici, ha tra i suoi Susanna Franchi (tel. 0115591804) maggiori artefici un direttore d’orchestra italiano, Corra- do Rovaris, music director dell’Opera di Philadelphia. redazione jazz, pop, world: Artosphere, così si chiama il festival, si articola in di- Jacopo Tomatis verse sezioni (non solo musica, c’è una serie di iniziative (tel. 0115591842; [email protected])

per bambini, un’altra dedicata alla danza e una alle arti collaboratori della redazione web: visive), e la musica non è solo quella colta. C’è invece una Gabriella Zecchinato (cartellone) fusione di generi e stili differenti, che coinvolgono pubbli- Stefano Cena (audizioni, concorsi, corsi) ci diversi per cui, il giorno dopo un concerto di bluegrass e uno di jazz – con ottimi musicisti e in alcuni casi au- editor: Enrico Bettinello (jazz) tentiche star – si ascolta l’orchestra sinfonica che suona Alberto Campo (pop) Emanuele Arciuli Mozart o Sibelius. E proprio dell’orchestra vorrei parlare, Marcello Lorrai (world) suona regolarmente per perché mi è capitato, pochi giorni fa, di chiudere il festival le maggiori istituzioni con un concerto (nel mio caso era il Concerto la minore grafica e prepress: Enzo Ciliberti progetto grafico: elyron musicali. Ha registrato di Grieg). per Innova Records, web e IT: Marco Verlengia Chandos, Bridge, Vai L’orchestra è stata selezionata inizialmente attraverso e Stradivarius. Ha audizioni severe che si sono avvalse anche di YouTube pubblicità: Antonietta Sortino pubblicato per EDT e dei più attuali sistemi di comunicazione. Il risultato è (tel. 0115591828) Musica per pianoforte una messe di giovani talenti, per lo più sui venticinque diffusione, abbonamenti e vendite: negli Stati Uniti. È anni, alcuni già prime parti di importanti orchestre na- Elisabetta Maffeo titolare della cattedra zionali (da Chicago Opera a Philadelphia, da Louisville (tel. 0115591831; [email protected]) di Pianoforte principale a Phoenix), più molti strumentisti giovani che suona- al Conservatorio di produzione: Alberto Capano Bari. Nel 2011 gli è stato vano nell’orchestra del Curtis di Philadelphia e il Quar- conferito il Premio tetto Dover, tra i più promettenti della scena americana, amministrazione: Silvia Venezia Abbiati come miglior a garantire qualità nelle prime parti degli archi e, come solista dire, un approccio cameristico e una capacità di ascolto stampa: GrafArt, Venaria (TO) reciproco formidabile. Sarebbe bello se queste iniziative potessero moltiplicarsi e, perché no, attecchire anche da distribuzione in edicola: Sodip s.p.a. - Società di Diffusione noi. Dove di certo il talento non manca, e potenzialmente Periodici “Angelo Patuzzi”, nemmeno il pubblico. Forse le strutture e, naturalmente, Cinisello Balsamo (MI)‚ tel. 02660301 l’apporto dei privati (scoraggiati anche dal nostro sistema fiscale) che – in questa iniziativa non finanziata dallo Sta- registrazione del Tribunale di Torino n. 3591 del 2/12/85 to – è invece un sostegno insostituibile, che dimostra an- cora una volta come un forte senso di comunità, di bene conto corrente postale n. 17853102 pubblico, di amore per le cose belle e per l’arte possano essere non solo vuota retorica, buona magari nei periodi “il giornale della musica” elettorali, ma realtà concreta, tangibile. È bella, la musica, è pubblicato da: EDT s.r.l. con queste premesse. via Pianezza 17‚ 10149 Torino tel. 0115591811; fax 0112307035

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APPROFONDIMENTI TESI un giornale AUDIZIONI WS RECENSIONI AUDI CORSI due giornali LEATPPROFONDIMENTIPTPERORFEONDIMENTI Corsi TESI OG “il giornale della musica” WS integra le sue due testate, AUDIZIONI RECENSIONI quella cartacea/digitale CORSI e quella online (giornaledellamusica.it) CARTELLONE BLOG APPROFONDIMENTI TESI AUDIZIONI Ogni giorno, ogni mese raccontiamo NEWS le vostre musiche. RECENSIONI CONCORSI LETTERE BLOG Presidenza Regionale mensile € Marche CLASSICA luglio-agosto 2014 5,00 Alto Patronato del CONSIGLIO REGIONALE DELLE MARCHE Presidente della Repubblica di informazione JAZZ e cultura POP anno XXX

luglio-agosto 2014 luglio-agosto musicale WORLD numero 316

direzione artistica Marco Sollini

il giornale della musica MUTI • DELBONO DIABATÉ • MARCON

Il sogno armonie dellafestival di seramusica da camera di Muti La Grande Musica nei luoghi più suggestivi delle Marche edizione Il direttore d’orchestra, tra Ravenna e Chicago, rivela sabato 12 luglio, ore 21.15 martedì 29 luglio, ore 21.15 martedì 12 agosto, ore 21.15 il suo nuovo progetto: «Voglio creare FERMO Chiesa di San Domenico FABRIANO Chiostro di San Benedetto PONZANO DI FERMO Chiesa di San Marco una scuola internazionale dedicata all’opera MARCO SOLLINI pianoforte ANDREA BACCHETTI pianoforte DOMENICO NORDIO violino italiana, dove preparare giovani direttori SALVATORE BARBATANO pianoforte PIETRO DE MARIA pianoforte d’orchestra e giovani cantanti» I CAMERISTI DELL’ORCHESTRA sabato 2 agosto, ore 21.15 SINFONICA ABRUZZESE MORESCO Piazza Castello venerdì 15 agosto, ore 21.15 ROBERTO METRO - ELVIRA FOTI pianoforte a 4 mani PONZANO DI FERMO Chiesa di San Marco martedì 15 luglio, ore 21.15 PATRIZIA BICCIRÈ soprano PONZANO DI FERMO Chiesa di San Marco lunedì 4 agosto, ore 21.15 ROBERTO JACHINI VIRGILI tenore ILIA KIM pianoforte ANCONA Chiesa S. Maria di Portonovo STEFANO STELLA basso ITALIAN SAXOPHONE QUARTET MELANIE BUDDE violino L’estate dei festival sabato 19 luglio, ore 21.15 In collaborazione con il FAI Marche SABRINA GENTILI pianoforte

MONTELEONE DI FERMO Chiesa S. Maria della Misericordia SALVATORE BARBATANO pianoforte - in Sped. A.P.Poste Italiane S.p.A. D.L. 353/2003 (conv. 27/02/2004 in L. 1, comma Torino n.46) art. - n. 5/2014 La Butterfly di Delbono, QUARTETTO DELLE MARCHE mercoledì 6 agosto, ore 21.15 I SOLISTI MARCHIGIANI ensemble In collaborazione con Associazione Appassionata BELFORTE DEL CHIENTI Chiesa di Sant’Eustachio FEDERICO AMENDOLA direttore l’Ariodante di Marcon. PATRIZIA BICCIRÈ soprano In collaborazione con il Conservatorio “G.B. Pergolesi” di Fermo lunedì 21 luglio, ore 21.15 MARCO SOLLINI pianoforte Jazz, pop, world PONZANO DI FERMO Chiesa di San Marco In collaborazione con la Comunità Montana dei Monti Azzurri on the world ENSEMBLE ATHENAEUM armonie della sera da Berchidda allo Sziget venerdì 8 agosto, ore 21.15 mercoledì 14 maggio, ore 19.00 giovedì 24 luglio, ore 21.15 SERRA SANT’ABBONDIO Monastero di Fonte Avellana BRATISLAVA Vysoká Škola Muzických Umení GENGA Grotte di Frasassi GUITALIAN QUARTET MARCO SOLLINI - SALVATORE BARBATANO DUO SOLLINI - BARBATANO pianoforte a 4 mani In collaborazione con Festival Federico Cesi pianoforte a 4 mani In collaborazione con il Consorzio Grotte di Frasassi sabato 9 agosto, ore 21.15 In collaborazione con Istituto Italiano di Cultura di Bratislava L’incredibile sax VŠMU Faculty of Music and Dance di Bratislava sabato 26 luglio, ore 21.15 PORTO SANT’ELPIDIO Villa Baruchello dell’insopportabile Sax ACQUASANTA TERME Castel di Luco ROBERTA PAGANO soprano in collaborazione con: DANTE MILOZZI fl auto GIOVANNI D’AURIA clarinetto Province di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, STEFANIA SAGLIETTI arpa ANTONELLA DE VINCO pianoforte Macerata, Pesaro-Urbino Toumani Diabaté In collaborazione con il Festival I luoghi della musica - Irpinia Comuni di Ponzano di Fermo, Ascoli Piceno, Acquasanta Terme, domenica 27 luglio, ore 21.15 Fabriano, Fermo, Monteleone di Fermo, Moresco, PORTO SAN GIORGIO Rocca Tiepolo domenica 10 agosto, ore 21.15 Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio PASQUALE COVIELLO fi sarmonica ASCOLI PICENO Pinacoteca Civica CARIFERMO, Fondazione CARIFAC NUOVO QUARTETTO MERIDIES QUARTETTO DI CREMONA UBI Banca Popolare di Ancona In collaborazione con Ateneo Musica Basilicata MARCO SOLLINI pianoforte David Palace Hotel - Porto San Giorgio www.armoniedellasera.it - info: Ass. Marche Musica tel +39 0734 630108 - +39 392 4779651