La Pulzella D' Orvieto Erminia Frezzolini

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La Pulzella D' Orvieto Erminia Frezzolini 1 La Pulzella d’ Orvieto Erminia Frezzolini di Leonardo Petrillo spettacolo itinerante in prima assoluta ad Orvieto* Le “tappe” a Orvieto saranno: Il TEATRO MANCINELLI Un TABACCAIO in Corso Cavour La CASA DOVE NACQUE Erminia Frezzolini in Via Sant’ Angelo L’ARCHIVIO DI STATO in Piazza Duomo *Una versione “non itinerante” potrebbe diventare una produzione da far circuitare nei teatri Italiani - La durata dei brani cantati ed il loro numero varierà a seconda delle esigenze del committente All’attrice-soprano, verrà affiancato un quartetto d’archi per accompagnarla nell’esecuzioni dei brani opportunamente adattati. 1 © 2016 (nello spettacolo itinerante a Orvieto siamo al TEATRO MANCINELLI ) L’attrice-soprano CANTA uno dei tanti brani interpretati da Erminia Frezzolini da decidere tra:(1) • Il ruolo del titolo in Giovanna II regina di Napoli di Coccia • Il ruolo del titolo in Ildegonda di Solera • Leonora ne Il Proscritto di Nicolai • Giselda ne I Lombardi alla prima crociata di Verdi • Caterina Cornaro ne La regina di Cipro di Pacini A fine brano si inchina per ricevere l’applauso del pubblico E’ vero che per i grandi artisti gli applausi durano in eterno, ma è sempre bello averne una conferma……Grazie! I grandi artisti non muoiono mai.., ma per chi, come me, è nata due secoli fa…..il vostro plauso vale ancor di più…… Nell’800 era molto difficile essere un’artista e soprattutto: artista- donna…. Sino al 1700 per le donne ….. Scende tra il pubblico, si avvicina ad una coppia, parla alla donna ….. era difficile, molto difficile affermarsi in teatro, nell’arte in genere. Non c’erano solo pregiudizi, ma anche leggi, che spesso ci impedivano di esibirci sulle scene …. Essere una artista, sviliva la posizione sociale, poteva disonorare la famiglia Ci sono state donne rinchiuse in convento, persino esiliate o arrestate. La donna di buona famiglia poteva nutrire velleità artistiche, studiare musica, ma l’arte per le femmine era destinata soprattutto al diletto personale…. Compositori, strumentisti e cantanti professionisti, erano per lo più maschi….Ovviamente c’erano le eccezioni, come la grande Faustina Bordoni…. ….E’ solo con il melodramma ottocentesco che si ha l’affermazione delle donne. 3 Si rivolge a tutta la platea C’è qualcuno che sa perché avvenne questa “evoluzione”? La donna (rivolgendosi di nuovo alla donna della coppia) riuscì ad affermarsi sulle scene perché iniziarono a scomparire i castrati Mima un taglio all’ uomo della coppia…… ride I castrati iniziarono a cantare nelle chiese, dove le donne non potevano officiare, ma presto furono impiegati nell’opera lirica e il pubblico andava in visibilio per i loro virtuosismi, era attratto da quei “corpi di uomini con laringe da donne”! ….Non è stato facile bandirli, papa Benedetto XIV ci aveva provato, ma la loro popolarità era immensa, abolirli avrebbe avuto come risultato un calo enorme nella frequentazione delle chiese. Con l'Unità d'Italia la castrazione fu dichiarata illegale, anche se nel coro della Cappella Sistina continuavano a cantare…Solo nel 1903 Pio X, stabilì che: “se si volevano adoperare le voci acute dei soprani e contralti, queste dovevano essere sostenute dai fanciulli, secondo l'uso antichissimo della Chiesa”. Fu la fine dei castrati… e finalmente con le opere di: Pacini, Mercadante, Ricci, Bellini, Donizetti, Verdi….Virtuose eroine, trovarono come interpreti le donne…… Anzi delle “primedonne”, vere e proprie dive capaci di attrarre a sé tutta l'attenzione. Come me….che cantai per tutti i grandi compositori CANTA (2) • Camilla in Orazi e Curiazi di Mercadante Dopo aver ringraziato il pubblico Come Camilla degli Orazi e Curiazi di Mercadante, anch’io fui amata….e disprezzata… Forse, anzi sicuramente, per colpa del mio carattere…..Ma quello ero, una donna, vera, con le sue debolezze e fragilità… Ancor prima di essere Erminia Frezzolini, la cantante che ha contribuito all’affermazione del soprano femminile……Chi mi ha conosciuta, chi ha 3 studiato la mia vita, non può non riconoscere che la mia passione ….Il mio canto era indelebile, non solo per la tecnica, ma per quella che ritengo la mia principale dote oltre alla voce:…l’ umanità. Il mio primo maestro di canto fu papà Giuseppe, è stato celebre basso buffo…(ride)…Ma in casa chi “le cantava a tutti” era mamma Teresa. Avevo solo 14 anni.. era il 1832, quando mi trasferisco a Firenze per studiare canto e contrappunto con Andrea Nencini…poi a sedici anni vado a Milano, e lì studio con il tenore Domenico Ronconi e il baritono Manuel Patricio Rodriguez Garcia…Torno a Firenze a 18 anni e termino gli studi vocali con Nicola Tacchinardi, tenore e violoncellista…. Imposta la voce facendosi il verso con autoironia ………Ma soprattutto mi perfeziono nella recitazione……. con gli attori Antonio Morrochesi e Mansueto Martolini, all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Studiare recitazione mi ha aiutata a combinare insieme l’eleganza del gesto scenico e l’ immedesimazione nei personaggi A soli 19 anni debutto come concertista…E’ il 2 febbraio del 37 quando la mia voce riecheggia all’Accademia Filarmonica del capoluogo toscano. CANTA Brano di Rossini……. (3) Dopo aver ringraziato il pubblico Ma solo il 26 dicembre del 37 calcherò un vero palco …interpretando: il melodramma Beatrice di Tenda al Teatro del Cocomero di Firenze. …La Beatrice belliniana….E’ stata il primo personaggio di cui ho vestito i panni, e sarà un ruolo che interpreterò spesso. CANTA dal melodramma Beatrice di Tenda (4) Il quartetto d’archi, che la accompagna, le tira dei fiori che raccoglie mentre ringrazia il pubblico 5 A 21 anni, mi prometto sposa a Felice…Felice Varesi, un baritono….ma (sorride) Non ho motivo d’essere “felice” ….Mio padre impedisce le nozze. L’amarezza è in parte mitigata dal debutto alla Scala. Con la prima assoluta de: Le due illustri rivali di Mercadante. In realtà fui accolta con una certa freddezza….Ma come spesso accade nella carriera dei grandi artisti , quella “indifferenza” si rivelò il preludio di una sfavillante carriera. ..Si qualche difetto l’avevo….primo tra tutti l’immodestia! Lo ammetto!...Ma se non sono modesta….è colpa vostra Voi! Il pubblico, che ha subito riconosciuto la diva che albergava in me e mi ha amato, acclamato…. Emette alcune note “acute” Famosi erano gli acuti di Erminia Frezzolini. E poi era “evidente” la naturalezza, la morbidezza e la mia duttilità vocale…. Anche in tessiture che erano “ostiche” per molte mie colleghe. Poche, come me, erano in grado di eccellere tanto nel canto di bravura quanto in quello elegiaco. Ero: briosa, raffinata, con un voce estesa, dolce, pura e omogenea in ogni registro; capace di commuovere, ma anche di stupire con virtuose colorature…. Sorride Ero anche presentuosa, e scorbutica …… Dicono che il carattere dipende dal rapporto che abbiamo con i genitori…. Ed io, da sempre, sono stata in conflitto con mio padre. Agli inizi della carriera cantavo sotto la sua ala protettiva, me ne sono liberata quando ho sposato Antonio…Antonio Poggi, un tenore….. Il matrimonio è durato solo un anno …..Oggi mi dicono che accade spesso, allora no! Era geloso…….soprattutto del fatto che ero una delle muse di Giuseppe Verdi ……Dopo Antonio, ho avuto solo effimere avventure …. Si commuove 5 Più che altro per sfuggire alla disperazione per la perdita dell’unica cosa bella che Antonio mi aveva lasciato…nostro figlio… CANTA Una ninna nanna (5) Ancora una volta mi venne in soccorso la mia “arte”. Nel 1843 entrai nel firmamento delle più grandi cantanti verdiane del tempo, interpretando, al Teatro alla Scala di Milano, il ruolo di Giselda, scritto su misura per me, nella prima de I lombardi alla prima crociata. CANTA (6) Verdi mi adorava. Con il maestro ho lavorato per buona parte della mia carriera …Diceva : “i cantanti devono saper cantare ed agire”. Oltre al gesto vocale e alla declamazione del testo, è estremamente importante la presenza scenica. Il cantante è innanzi tutto un attore, deve interpretare sulla scena il ruolo affidatogli”…. Fui io a rendere celebre in Italia l’Ernani. CANTA alcune note dell’Ernani (7) Ma soprattutto fui: Giovanna d’arco! Un’opera intimista, ma anche un manifesto di libertà e patriottismo; per rievocare la pulzella d’OR léans . Giovanna, una donna forte e risoluta, come ero io.. La pulzella d’OR vieto. Verdi la scrisse per me Il personaggio è sempre presente in scena, una sfida difficile, ma accettata e vinta…. fu un successo immenso….Non ho mai visto in vita mia gettar tanti fiori e corone. Non sapevo come sottrarmi a quella tempesta……. CANTA aria dalla Giovanna d’arco (8) Dopo aver ringraziato il pubblico 7 Con la Giovanna d’Arco io e Verdi ci congedammo dalla Scala …Con l’immodestia che mi contraddistingue, posso affermare che sono stata una fautrice della grandeur di Verdi Sorride “Grandeur si”…Ho vissuto molto a Parigi……..ho preso parte alla prima parigina del Trovatore presso il Théâtre des Italiens, del quale ho finanziato la stagione….. perdendo buona parte dei miei risparmi….Ma rimanendo sempre primadonna indiscussa di quel grande teatro. Mi sono divisa tra Francia e Stati Uniti. Nel 57 a New York, fui la prima Gilda nel Rigoletto. CANTA dal Rigoletto (9) Abbandonai le scene, dopo tanti trionfi, nel 1860 Rimasi a Parigi, sposai un medico francese: Gabriele Vigoureux… e aprii una scuola di canto. …. E a Parigi cantai l’ultima volta, nel 1879, e cinque anni dopo, è nella Ville Lumière che si è spenta definitivamente la mia luce… sono morta, in povertà. Non ho saputo gestire il mio enorme successo, né riporre la mia fiducia nelle persone giuste… Ho sperperato il patrimonio guadagnato nei venti anni in cui mi beavo della “grandeur. Nel periodo d’oro della mia carriera, ho vissuto nel lusso, così, mi sono trovata ….
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