Inventario Del Fondo Gaetano De Sanctis

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Inventario Del Fondo Gaetano De Sanctis © PROPRIETÀ ARTISTICA E LETTERARIA RISERVATA ISTITUTO DELLA ENCICLOPEDIA ITALIANA FONDATA DA GI OVANNI TRECCANI S.p.A. 2007 A cura dell’Archivio storico sotto gli auspici della Presidenza, nell’ambito del programma di edizione di strumenti e fonti per la storia dell’Istituto Prestampa e stampa: MARCHESI GRAFICHE EDITORIALI S.p.A. Roma Printed in Italy ISTITUTO DELLA ENCICL OPE DIA IT ALIANA FONDATA DA GIOVANNI TRECCANI PRESIDENTE Francesco Paolo Cas avola CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE VICEPRESIDENTE Cesare Geronzi Gian Mario Anselmo, Roberto Artoni, Carlo Orazio Buora, Pierluigi Ciocca, Marcello De Cecco, Giuseppe de Vergottini, Giovanni Fiori, Ademaro Lanzara, Federico Pepe, Giovanni Puglisi, Giuseppe Vacca AMMINISTRATORE DELEGATO Francesco Tatò CONSIGLIO SCIENTIFICO Carlo Azeglio Ciampi, Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Giovanni Conso, Rita Levi-Montalcini; Mario Agrimi, Adriano Alippi, Girolamo Arnaldi, Baccio Baccetti, Giuseppe Franco Bassani, Mario Beccari, Giuseppe Bedeschi, Giampio Bracchi, Pietro Calissano, Luciano Canfora, Mario Caravale, Sergio Carrà, Enrico Castelnuovo, Francesco Clementi, Piero Coda, Benedetta Craveri, Francesco D’Agostino, Giuseppe Dalla Torre, Nino Dazzi, Antonio Fazio, Domenico Fisichella, Giuseppe Galasso, Paolo Galluzzi, Emma Giammattei, Antonio Giuliano, Gherardo Gnoli, Augusto Graziani, Tullio Gregory, Maurizio Iaccarino, Carlo Jean, Fiorella Kostoris Padoa Schioppa, Luigi Labruna, Lucio Lanfranchi, Carlo Maria Ossola, Giorgio Parisi, Giovanni Pugliese Carratelli, Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, Pietro Scoppola, Salvatore Settis, Francesco Sicilia, Fulvio Tessitore, Edoardo Vesentini, Vera Zamagni, Ortensio Zecchino COLLEGIO SINDACALE Gianfranco Graziadei , Presidente; Mario Perrone, Saverio Signori Luciano Pagliaro , Delegato della Corte dei Conti Strumenti e fonti per la storia dell’Istituto a cura dell’Archivio storico DIREZIONE AFFARI GENERALI Direttore: Roberto Ciotti ARCHIVIO STORICO Responsabile: Susanna Basile Collaborazione archivistica : Alessandra Cavaterra, Rita Notarianni; Paola Buonocore Elenco voci : Angela Groppi Contributi storico-archivistici : Margarete Durst, Margherita Pelaja Verifica testi e apparati : Ettore Di Pietrantonio; Sonia Camerini, Luigi Cappelli . Revisione : Margherita Pelaja BIBLIOTECA Responsabile: Gabriella Miggiano Bibliografie : Elsa Adducci, Marina Battaglini, Massimo Menna, Giuliana Scudder DIREZIONE EDITORIALE Direttore: Massimo Bray Art Director : Gerardo Casale Progetto grafico : Giuseppe De Gregori Impaginazione : Alfredo Di Vincenzo Produzione industriale : Maria Devrushian Sommario Francesco Paolo Casavola Presentazione XI Susanna Basile Prefazione XIII Nota di lettura XXXI FONDO GAETANO DE SANCTIS (1890-1956). INVENTARIO a cura di Maria Rita Precone Introduzione 3 Carteggio, 1890-1956 27 Scritti di Gaetano De Sanctis, 1895-1955 193 Scritti su Gaetano De Sanctis, 1895-1952 196 Fotografie, circa 1895-circa 1950 198 Documentazione di carattere personale, [1905]-1951 199 Miscellanea, 1903-1931 200 Indice delle istituzioni e degli enti 203 Indice dei nomi di persona 208 Indice dei nomi di luogo 221 APPENDICE Voci redatte da Gaetano De Sanctis per l’ Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti 229 Note biografiche 235 Bibliografia essenziale degli scritti di Gaetano De Sanctis 247 Bibliografia essenziale su Gaetano De Sanctis 266 Presentazione L’inventario del fondo Gaetano De Sanctis , che il nostro Istituto pub - blica, è un punto di approdo concettuale, oltreché archivistico in senso stretto, poiché, a cinquant’anni dalla morte, offre a noi l’occa - sione per commemorare l’uomo di scienza e il combattivo difensore degli ideali di libertà e democrazia riflettendo, nel contempo, su quel - la fase storica che lo portò alla presidenza dell’Istituto della Enciclo - pedia italiana. La distanza tra noi e gli eventi ci consente, oggi, anche attraverso la figura di De Sanctis, una lettura più ampia, e più serena, delle vicen - de che determinarono il concretarsi dell’enciclopedia gentiliana, il suo tradursi nell’«opera nazionale» che avrebbe rappresentato il più auto - revole esempio di organizzazione della cultura, il suo successivo arti - colarsi – in quel secondo dopoguerra contrassegnato da una condizio - ne di compiuta, dolorosa maturazione civile e sociale – in impresa edi - toriale aperta agli sviluppi della nuova condizione storica. Viene fatto di osservare che la tragedia del Novecento, nella vicen - da personale di Gaetano De Sanctis e in quella collettiva dell’Italia e dell’Europa, si è compiuta tutta negli anni in cui l’ Enciclopedia italia - na di scienze, lettere ed arti veniva concepita e completata, per essere quindi superata, attraverso la guerra di Liberazione e gli anni della ricostruzione, col ripristino, in Italia, dello Stato di diritto e la speran - za della rinascenza civile che, nell’Enciclopedia, determinarono le con - dizioni per l’avvento della presidenza di Gaetano De Sanctis. Di entrambe le stagioni è dunque partecipe Gaetano De Sanctis, che sostenne col suo proprio convincimento l’impresa di Gentile tesa alla organizzazione della cultura nazionale, pagando, da antifascista, l’altissimo prezzo dell’epurazione, e che, nel 1947, fu artefice della ripresa delle attività e della nuova fase dell’Istituto. Così, se molto è stato detto e scritto sull’enciclopedia gentiliana e il regime, e su quanto di organicamente corrispondente vi fosse in essa all’affermazione di un progetto culturale legato alla vocazione totaliz - zante del fascismo, appena agli inizi è per noi, che ne viviamo il quo - tidiano, la riflessione su quanto di funzionale a una società aperta e XI plurale vi sia stato nella Enciclopedia di De Sanctis. E quanto di attua - le – anche nella prosecuzione della grande Opera attraverso le Appen - dici – vi sia dell’Enciclopedia desanctisiana, che mantiene e aggiorna l’ipotesi culturale originaria, ma, a partire dal Dizionario enciclopedico – di cui pure si deve la traccia a Gentile – , poi con il Lessico universa - le , passando attraverso il grande Vocabolario di Aldo Duro, fino a La piccola Treccani , le affianca l’impianto logico della lingua, a tracciare la via nella cultura del Novecento e nella sua complessità. Nel solco dell’innovazione desanctisiana verrà, più tardi, anche l’ Enciclopedia del Novecento , da Aldo Ferrabino definita «Lessico dei massimi problemi». Ferrabino, di De Sanctis allievo, suo successore alla presidenza dell’Istituto, oltre al Dizionario enciclopedico ci ha con - segnato l’opera che, scomponendo il sapere nei grandi filoni della pro - blematizzazione disciplinare contemporanea, delinea un nuovo model - lo di ‘enciclopedia’, non più sorretta dalla tensione verso l’orga-nici - smo, cui rimanda l’etimologia stessa del termine, eppure orientata all’affermazione di una nuova ipotesi programmatica. La diacronia secondo cui si dipana e prende corpo il progetto di enciclopedia pervenutoci, fino agli ultimi sviluppi di quell’‘alterazione della certezza’ avviata da De Sanctis con il dopoguerra, si riverbera, oggi, nei molti volumi tematici cresciuti intorno alla Enciclopedia , che, come dice Ferrabino nel suo Manifesto per l’Enciclopedia del Novecen - to «vuole essere un libro pur avendo dismessa ogni illusione di compiu - tezza estrinseca». Tale feconda diacronia è racchiusa nelle carte del nostro Archivio storico, al quale attingiamo per riflettere su noi stessi. A Gaetano De Sanctis l’Istituto è debitore non soltanto per la ven - tennale, infaticabile opera di Direttore della sezione Antichità classi - che ; non soltanto per l’opera di Presidente e Direttore scientifico, affrontata con coraggio e lucidità: gli è debitore per aver incarnato la dirittura, il rigore morale, la passione civile che tanta parte hanno avuto nella storia d’Italia. Nobile storia, alla quale l’Istituto della Enciclopedia italiana non ha mancato di dare il proprio contributo. Il Presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Francesco Paolo Casavola XII FONDO GAETANO DE SANCTIS (1890-1956). INVENTARIO Prefazione La figura di Gaetano De Sanctis è indissolubilmente legata al concet - to di democrazia: la condotta personale, gli studi del mondo antico, la fase storica che lo vide a capo dell’Istituto della Enciclopedia italiana, tutto converge verso il tema che, unito a quello della libertà, sarà cen - trale nella sua vita e nella sua opera. Condotta personale improntata al massimo rigore; forse preparato dal travaglio giovanile, in ambito familiare, al cospetto del cattolicesi - mo intransigente del padre e della famiglia tutta… «Io vivevo in un piccolo mondo antico, chiuso quasi interamente ad ogni contatto col mondo moderno…» 1. Ma – si legge – con questi influssi ambientali interferirono e mi portarono a reagire in modo affatto impreveduto a me stesso ed alle persone care, con cui convivevo, le mie letture ed i miei studi personali. Ho già detto come mi pia - cesse nella prima infanzia di leggere la storia di Roma, e come ne sentissi tutta la drammaticità e l’interesse […] Poi venne il Sommario della Storia d’Italia, di Cesare Balbo, e qui per la prima volta conobbi le vicende del mio paese e la sua storia dolorosa e gloriosa di grandezza e di servitù. Ma a questo punto cominciò anche il dissidio spirituale coi miei… 2. Il dissidio, continua De Sanctis, «non fu nel campo religioso. Per allora io mi acquetavo pienamente in quella religiosità che m’era stata inculcata in famiglia […]. Il dissidio doveva fatalmente scoppiare in un terreno che i miei ritenevano strettamente collegato al religioso […],
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    i libri del 2012 / 2 - monografie 157 MONOGRAFIE Thabit A. J. Abdullah, Breve storia dell’Iraq, Bologna, il Mulino, 267 pp., € 25,00 Nel 1969, quando preparavo la mia tesi sui partiti politici iracheni, era disponibile in italiano il solo Iraq di Costanzo Marinucci de’ Reguardati, se non altro utile per aver attinto all’«Oriente Moderno» dell’Istituto per l’Oriente di Roma, il cui primo numero era uscito quando l’Iraq diventava formalmente indipendente, sotto la colonialistica forma del mandato. Oggi la situazione è diversa, come mostra questo volume dedicato al paese che per decenni ha patito una feroce dittatura e, subito dopo, l’occupazione militare di chi l’aveva meritoriamente abbattuta, senza saper «vincere» però la successiva pace. Per boriosa igno- ranza, presumo. Per rimediare alla quale sarebbe bastato leggere i lavori in inglese di Majid Khadduri o di Hanna Batatu, purtroppo ignoti a chi gestì quella guerra e quel dopoguerra. Il libro di Abdullah ‒ indicato qui a mo’ di cognome, malgrado in Iraq, come in Egitto e altrove, il secondo nome sia quello del padre ‒ è utile, pur con alcuni limiti, solo in parte attribuibili all’assenza di un direttore di collana capace di valutare nel merito il materiale e di aiutare il traduttore, costretto a misurarsi con concetti astrusi e in buona parte «alieni». Non parlo delle traslitterazioni arabe, qui neppure proposte al lettore per non turbarne la lettu- ra, né di alcune goffaggini traduttorie circa generi e numeri di certe parole arabe o all’idea che «al-Hanafiyya» e il corretto «Ibn al-Hanafìyya» fossero la medesima persona, quasi che «Tizio» possa equivalere a «figlio di Tizio».
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