I Sentieri Della Libertà

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I Sentieri Della Libertà i luoghi della memoria ENRICO PAGANO I sentieri della libertà Itinerari biellesi della Resistenza Descrizione del territorio fenomeni di immigrazione dall’area vene- ta negli anni trenta, da una fascia che com- Il territorio della provincia di Biella si prende le aree di confine a settentrione e a estende per circa 30 km da ovest a est e per occidente a vocazione artigianale e prima- 40 km da nord a sud; confina a nord e a ria, interessata da fenomeni migratori ver- nord-est con la Valsesia; il limite orienta- so Francia, Svizzera e l’area torinese; la le, nella parte rimanente, attraversa il terri- pianura irrigua e le vaste zone di baraggia, torio della Baraggia vercellese; a ovest il di non uniformi strutture economiche e confine lambisce il territorio di Gressoney, sociali, sono state influenzate storicamen- in Valle d’Aosta, e il Canavese; il confine te dalle vicende agrarie del Vercellese. meridionale, di carattere amministrativo, è Al centro di questo sistema è Biella, il posto nella pianura risicola, lungo una li- capoluogo, che ha sviluppato una vocazio- nea parallela al tratto dell’autostrada Tori- ne economica industriale di rilievo, unita no-Milano compreso tra i caselli di Santhià ad una notevole caratterizzazione terziaria. e Balocco. Oggi la provincia di Biella si caratterizza All’interno di quest’area, oltre alla parte per l’economia articolata, in cui la voca- pianeggiante, si possono distinguere, nel zione industriale e terziaria si accompagna senso longitudinale, un settore orientale, allo sviluppo del turismo ambientale e re- occupato dalla valle Sessera e dalla valle ligioso, particolarmente incentrato sul ri- Mosso, uno centrale, che comprende la valle chiamo del distretto balneare del lago di del Cervo e la conca di Oropa che sovrasta Viverone, delle aree protette, quali i parchi il capoluogo, e uno occidentale, in cui si della Bessa, della Burcina, delle Baragge trovano la valle dell’Elvo e la Serra. Alla e l’Oasi Zegna, e dei santuari di Oropa e Gra- ripartizione per settori geografici se ne può glia, ma anche sulle iniziative di valoriz- sovrapporre un’altra di carattere socioeco- zazione del patrimonio storico e artistico, nomico, determinatasi ed evidenziatasi in sull’escursionismo e la pratica sportiva. particolare nel corso del Novecento. È pos- sibile, infatti, distinguere una fascia pede- Il periodo della Resistenza nel Biellese montana, a dominante vocazione industria- le, in cui sono prevalse forme di aggrega- La storia della Resistenza biellese si av- zione sociale e culturale legate alla fabbri- viò nei territori pedemontano e montano e ca, significativamente caratterizzata da coinvolse in misura meno immediata sia il l’impegno 97 Enrico Pagano capoluogo che la fascia pianeggiante, as- luoghi della memoria selezionati per valen- sumendo sin dalle origini una marcata ca- ze evocative e rappresentatività storica e ratterizzazione operaia. Dopo la primissi- territoriale. In questo senso si individuano ma fase successiva all’armistizio, in cui fu tre gruppi di itinerari, che hanno come ri- intenso l’impegno dei numerosi antifasci- ferimento geografico il complesso di No- sti delle valli biellesi nel fornire assisten- veis, nel Biellese orientale, il Bocchetto za ai prigionieri alleati fuggiti dai campi Sessera, nel Biellese centrale, la Serra, nel di prigionia della pianura e ai militari sban- Biellese occidentale, e come fattore di indi- dati, già nel mese di novembre del 1943 si viduazione unificante, ma non esclusivo, costituirono in valle Sessera, in valle Mos- quello di essere stati percorsi dagli ex pri- so, e nelle valli del Cervo e dell’Elvo, sei gionieri alleati. In questa prospettiva essi distaccamenti partigiani (il “Pisacane” e il si pongono come segmenti interprovinciali “Matteotti” in valle Sessera, il “Piave” in di una rete di percorsi transfrontalieri, par- valle Mosso, il “Fratelli Bandiera” e il “Ma- ticolarmente verso la Svizzera, attraverso meli” in valle Cervo, il “Bixio” in valle El- la Valle d’Aosta, la Valsesia e le valli osso- vo) da cui, tra alterne vicende, nella tarda lane, e come tali sono da inquadrare nel- primavera del ’44 si originarono le forma- l’ambito di una progettazione che riguar- zioni che sarebbero state inquadrate nella da complessivamente le aree del Piemonte V e XII divisione “Garibaldi”, attive in pia- nord-orientale e dei cantoni svizzeri del nura fin dal mese di maggio in operazioni Vallese e Ticino. indirizzate sulle importanti vie di comuni- cazione ferroviaria e autostradale. Dal- I percorsi dei prigionieri alleati l’agosto del ’44 operò nel territorio della Serra la brigata Gl “Cattaneo”, in stretto le- Il territorio del Biellese, per la sua collo- game con le missioni alleate “Bamon” e cazione intermedia fra le vie d’accesso alla “Cherokee”. Tutte queste formazioni, coor- Svizzera dalla Valle d’Aosta e dalle mon- dinate dal Comando zona Biellese, nell’in- tagne ossolane, attraverso la Valsesia, ospi- surrezione finale marciarono sulla pianu- tò, sin dai primi momenti successivi all’ar- ra con l’obiettivo della liberazione di Ver- mistizio, numerosi ex prigionieri alleati celli, avvenuta il 26 aprile ’45; una dele- che avevano lasciato i campi della pianu- gazione del comando partigiano presenziò ra e si erano avviati verso i valichi al fine a Biella, il 2 maggio ’45, alla firma dell’at- di raggiungere il territorio elvetico. Nella to di resa da parte del 75o corpo d’armata provincia di Vercelli, dalla primavera del dell’esercito tedesco. Nel 1981 alla città di ’43, fu organizzato il campo di prigionia Biella e al suo territorio è stata conferita la Pg 106, controllato dal 63o reggimento di medaglia d’oro al valor militare per la Re- fanteria, destinato ad ospitare prigionieri sistenza. di guerra, di nazionalità prevalentemente australiana, inglese e neozelandese, cattu- Progetto “La memoria delle Alpi” rati sul fronte nordafricano e mediterraneo. All’inizio i prigionieri erano 1.682 (secon- Il censimento delle emergenze territoria- do la testimonianza di Sergio Rigola, sot- li, delle località, dei percorsi e delle inizia- tufficiale di maggiorità presso l’ufficio co- tive, anche nel caso del Biellese, è sinte- mando del campo), convogliati a Vercelli tizzato attraverso proposte di itinerari sui per essere impiegati in lavori agricoli. Essi 98 l’impegno I sentieri della libertà furono suddivisi in ventotto distaccamen- percorso più alto per Scopello o a minor ti e assegnati ad altrettante aziende agrico- quota per la valle di Postua, in comunica- le nei territori di Bianzè, Crova, Lignana, zione con le frazioni Agnona e Foresto di Livorno Ferraris, Olcenengo, Salasco, San Borgosesia. Germano Vercellese, Tronzano e Villarboit nel Vercellese e di Cavaglià e Salussola nel Itinerario 1. Serra e libertà Biellese. Alcuni di loro, dopo la fuga, rag- giunsero la Svizzera prima dell’inverno, Descrizione del territorio altri rimasero a lungo nascosti in pianura o La Serra è un complesso collinare more- sulle colline grazie alla rete di solidarietà nico che è delimitato in area biellese, a nord, stabilitasi con molte famiglie e comunità, dal corso del torrente Viona e si estende in altri ancora si aggregarono alla guerra par- direzione sud-orientale verso la pianura, tigiana; tra questi ultimi ci furono dodici che incontra all’altezza di Dorzano e Sa- caduti1. Secondo le informazioni riportate lussola. Sin dall’antichità romana la regio- da Anello Poma e Gianni Perona in “La ne rivestiva una certa importanza per la pre- Resistenza nel Biellese” e tratte dalla rela- senza di miniere aurifere, il cui sfruttamen- zione del capitano P. A. Brown della “Al- to ha dato origine ai cumuli di ciottoli che lied Screening Commission”, redatta il 18 caratterizzano il paesaggio della Bessa, aprile del 1946, alla fine di marzo del 1944 un’area di elevato interesse archeologico permanevano nelle province di Novara e inserita nel complesso dei parchi regiona- Vercelli circa quattrocento uomini, di cui li piemontesi dal 1985. un centinaio nelle formazioni partigiane; In epoca più recente la Serra, per la faci- nell’ottobre dello stesso anno il loro nume- lità delle comunicazioni, ha costituito il ro si era ridotto a duecentocinquanta cir- naturale sbocco del Biellese verso la Valle ca, dislocati nel Biellese e in Valsesia, su d’Aosta attraverso il Canavese, agevolan- un totale di circa quattrocento ex prigio- do i percorsi degli emigranti, in prevalen- nieri alleati in tutto il Piemonte. za muratori, che dai comuni del versante Le principali vie di fuga si indirizzaro- orientale si portavano verso la Svizzera, la no, per quanto riguarda il territorio bielle- Francia e l’area torinese. Al contrario di se, secondo tre direttrici: quanto accaduto nelle medie vallate del - lungo la Serra e la valle dell’Elvo nel Biellese, la zona non ha conosciuto uno Biellese occidentale, in comunicazione sviluppo industriale di rilievo, basando la con il Canavese e la Valle d’Aosta; propria economia sull’artigianato e le atti- - lungo le valli del Cervo e dello Strona vità agricole primarie, finendo per gravi- di Mosso verso il Bocchetto Sessera, da cui tare, dal punto di vista economico, sulle in- si potevano raggiungere Campertogno, dustrie e i servizi di Biella e dei centri pe- Rassa e Scopello, in alta Valsesia; riferici al capoluogo. - attraverso un itinerario che dalla Barag- gia passava per la zona collinare di Roasio Descrizione dell’itinerario e Curino e raggiungeva la zona di Noveis, L’itinerario parte da Santhià (Vc), centro e da lì il territorio valsesiano, attraverso un cruciale nel sistema di comunicazioni del- 1 Le informazioni sul campo sono state tratte da LUIGI MORANINO, Il campo di prigionia Pg 106, in “l’impegno”, a. IX, n. 1, aprile 1989. a. XXIII, n. s., n. 1, giugno 2003 99 Enrico Pagano l’area del triangolo industriale, ed ha come Biellese, che riguardò ventidue uomini tappa successiva, a una distanza di circa 8 della 109a brigata, inquadrata nella XII di- km lungo la statale per Biella, Cavaglià, visione “Nedo”.
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