i luoghi della memoria

ENRICO PAGANO

I sentieri della libertà

Itinerari biellesi della Resistenza

Descrizione del territorio fenomeni di immigrazione dall’area vene- ta negli anni trenta, da una fascia che com- Il territorio della provincia di Biella si prende le aree di confine a settentrione e a estende per circa 30 km da ovest a est e per occidente a vocazione artigianale e prima- 40 km da nord a sud; confina a nord e a ria, interessata da fenomeni migratori ver- nord-est con la ; il limite orienta- so Francia, Svizzera e l’area torinese; la le, nella parte rimanente, attraversa il terri- pianura irrigua e le vaste zone di baraggia, torio della Baraggia vercellese; a ovest il di non uniformi strutture economiche e confine lambisce il territorio di Gressoney, sociali, sono state influenzate storicamen- in Valle d’Aosta, e il Canavese; il confine te dalle vicende agrarie del Vercellese. meridionale, di carattere amministrativo, è Al centro di questo sistema è Biella, il posto nella pianura risicola, lungo una li- capoluogo, che ha sviluppato una vocazio- nea parallela al tratto dell’autostrada Tori- ne economica industriale di rilievo, unita no-Milano compreso tra i caselli di Santhià ad una notevole caratterizzazione terziaria. e Balocco. Oggi la provincia di Biella si caratterizza All’interno di quest’area, oltre alla parte per l’economia articolata, in cui la voca- pianeggiante, si possono distinguere, nel zione industriale e terziaria si accompagna senso longitudinale, un settore orientale, allo sviluppo del turismo ambientale e re- occupato dalla valle Sessera e dalla valle ligioso, particolarmente incentrato sul ri- Mosso, uno centrale, che comprende la valle chiamo del distretto balneare del lago di del e la conca di Oropa che sovrasta Viverone, delle aree protette, quali i parchi il capoluogo, e uno occidentale, in cui si della Bessa, della Burcina, delle Baragge trovano la valle dell’Elvo e la Serra. Alla e l’Oasi Zegna, e dei santuari di Oropa e Gra- ripartizione per settori geografici se ne può glia, ma anche sulle iniziative di valoriz- sovrapporre un’altra di carattere socioeco- zazione del patrimonio storico e artistico, nomico, determinatasi ed evidenziatasi in sull’escursionismo e la pratica sportiva. particolare nel corso del Novecento. È pos- sibile, infatti, distinguere una fascia pede- Il periodo della Resistenza nel Biellese montana, a dominante vocazione industria- le, in cui sono prevalse forme di aggrega- La storia della Resistenza biellese si av- zione sociale e culturale legate alla fabbri- viò nei territori pedemontano e montano e ca, significativamente caratterizzata da coinvolse in misura meno immediata sia il

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capoluogo che la fascia pianeggiante, as- luoghi della memoria selezionati per valen- sumendo sin dalle origini una marcata ca- ze evocative e rappresentatività storica e ratterizzazione operaia. Dopo la primissi- territoriale. In questo senso si individuano ma fase successiva all’armistizio, in cui fu tre gruppi di itinerari, che hanno come ri- intenso l’impegno dei numerosi antifasci- ferimento geografico il complesso di No- sti delle valli biellesi nel fornire assisten- veis, nel Biellese orientale, il Bocchetto za ai prigionieri alleati fuggiti dai campi Sessera, nel Biellese centrale, la Serra, nel di prigionia della pianura e ai militari sban- Biellese occidentale, e come fattore di indi- dati, già nel mese di novembre del 1943 si viduazione unificante, ma non esclusivo, costituirono in valle Sessera, in valle Mos- quello di essere stati percorsi dagli ex pri- so, e nelle valli del Cervo e dell’Elvo, sei gionieri alleati. In questa prospettiva essi distaccamenti partigiani (il “Pisacane” e il si pongono come segmenti interprovinciali “Matteotti” in valle Sessera, il “Piave” in di una rete di percorsi transfrontalieri, par- , il “Fratelli Bandiera” e il “Ma- ticolarmente verso la Svizzera, attraverso meli” in valle Cervo, il “Bixio” in valle El- la Valle d’Aosta, la Valsesia e le valli osso- vo) da cui, tra alterne vicende, nella tarda lane, e come tali sono da inquadrare nel- primavera del ’44 si originarono le forma- l’ambito di una progettazione che riguar- zioni che sarebbero state inquadrate nella da complessivamente le aree del Piemonte V e XII divisione “Garibaldi”, attive in pia- nord-orientale e dei cantoni svizzeri del nura fin dal mese di maggio in operazioni Vallese e Ticino. indirizzate sulle importanti vie di comuni- cazione ferroviaria e autostradale. Dal- I percorsi dei prigionieri alleati l’agosto del ’44 operò nel territorio della Serra la brigata Gl “Cattaneo”, in stretto le- Il territorio del Biellese, per la sua collo- game con le missioni alleate “Bamon” e cazione intermedia fra le vie d’accesso alla “Cherokee”. Tutte queste formazioni, coor- Svizzera dalla Valle d’Aosta e dalle mon- dinate dal Comando zona Biellese, nell’in- tagne ossolane, attraverso la Valsesia, ospi- surrezione finale marciarono sulla pianu- tò, sin dai primi momenti successivi all’ar- ra con l’obiettivo della liberazione di Ver- mistizio, numerosi ex prigionieri alleati celli, avvenuta il 26 aprile ’45; una dele- che avevano lasciato i campi della pianu- gazione del comando partigiano presenziò ra e si erano avviati verso i valichi al fine a Biella, il 2 maggio ’45, alla firma dell’at- di raggiungere il territorio elvetico. Nella to di resa da parte del 75o corpo d’armata provincia di Vercelli, dalla primavera del dell’esercito tedesco. Nel 1981 alla città di ’43, fu organizzato il campo di prigionia Biella e al suo territorio è stata conferita la Pg 106, controllato dal 63o reggimento di medaglia d’oro al valor militare per la Re- fanteria, destinato ad ospitare prigionieri sistenza. di guerra, di nazionalità prevalentemente australiana, inglese e neozelandese, cattu- Progetto “La memoria delle Alpi” rati sul fronte nordafricano e mediterraneo. All’inizio i prigionieri erano 1.682 (secon- Il censimento delle emergenze territoria- do la testimonianza di Sergio Rigola, sot- li, delle località, dei percorsi e delle inizia- tufficiale di maggiorità presso l’ufficio co- tive, anche nel caso del Biellese, è sinte- mando del campo), convogliati a Vercelli tizzato attraverso proposte di itinerari sui per essere impiegati in lavori agricoli. Essi

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furono suddivisi in ventotto distaccamen- percorso più alto per Scopello o a minor ti e assegnati ad altrettante aziende agrico- quota per la valle di Postua, in comunica- le nei territori di Bianzè, Crova, Lignana, zione con le frazioni Agnona e Foresto di Livorno Ferraris, Olcenengo, Salasco, San Borgosesia. Germano Vercellese, Tronzano e Villarboit nel Vercellese e di Cavaglià e Salussola nel Itinerario 1. Serra e libertà Biellese. Alcuni di loro, dopo la fuga, rag- giunsero la Svizzera prima dell’inverno, Descrizione del territorio altri rimasero a lungo nascosti in pianura o La Serra è un complesso collinare more- sulle colline grazie alla rete di solidarietà nico che è delimitato in area biellese, a nord, stabilitasi con molte famiglie e comunità, dal corso del torrente Viona e si estende in altri ancora si aggregarono alla guerra par- direzione sud-orientale verso la pianura, tigiana; tra questi ultimi ci furono dodici che incontra all’altezza di Dorzano e Sa- caduti1. Secondo le informazioni riportate lussola. Sin dall’antichità romana la regio- da Anello Poma e Gianni Perona in “La ne rivestiva una certa importanza per la pre- Resistenza nel Biellese” e tratte dalla rela- senza di miniere aurifere, il cui sfruttamen- zione del capitano P. A. Brown della “Al- to ha dato origine ai cumuli di ciottoli che lied Screening Commission”, redatta il 18 caratterizzano il paesaggio della Bessa, aprile del 1946, alla fine di marzo del 1944 un’area di elevato interesse archeologico permanevano nelle province di Novara e inserita nel complesso dei parchi regiona- Vercelli circa quattrocento uomini, di cui li piemontesi dal 1985. un centinaio nelle formazioni partigiane; In epoca più recente la Serra, per la faci- nell’ottobre dello stesso anno il loro nume- lità delle comunicazioni, ha costituito il ro si era ridotto a duecentocinquanta cir- naturale sbocco del Biellese verso la Valle ca, dislocati nel Biellese e in Valsesia, su d’Aosta attraverso il Canavese, agevolan- un totale di circa quattrocento ex prigio- do i percorsi degli emigranti, in prevalen- nieri alleati in tutto il Piemonte. za muratori, che dai comuni del versante Le principali vie di fuga si indirizzaro- orientale si portavano verso la Svizzera, la no, per quanto riguarda il territorio bielle- Francia e l’area torinese. Al contrario di se, secondo tre direttrici: quanto accaduto nelle medie vallate del - lungo la Serra e la valle dell’Elvo nel Biellese, la zona non ha conosciuto uno Biellese occidentale, in comunicazione sviluppo industriale di rilievo, basando la con il Canavese e la Valle d’Aosta; propria economia sull’artigianato e le atti- - lungo le valli del Cervo e dello vità agricole primarie, finendo per gravi- di Mosso verso il Bocchetto Sessera, da cui tare, dal punto di vista economico, sulle in- si potevano raggiungere Campertogno, dustrie e i servizi di Biella e dei centri pe- Rassa e Scopello, in alta Valsesia; riferici al capoluogo. - attraverso un itinerario che dalla Barag- gia passava per la zona collinare di Roasio Descrizione dell’itinerario e Curino e raggiungeva la zona di Noveis, L’itinerario parte da Santhià (Vc), centro e da lì il territorio valsesiano, attraverso un cruciale nel sistema di comunicazioni del-

1 Le informazioni sul campo sono state tratte da LUIGI MORANINO, Il campo di prigionia Pg 106, in “l’impegno”, a. IX, n. 1, aprile 1989.

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l’area del triangolo industriale, ed ha come Biellese, che riguardò ventidue uomini tappa successiva, a una distanza di circa 8 della 109a brigata, inquadrata nella XII di- km lungo la statale per Biella, Cavaglià, visione “Nedo”. Portatisi dal Biellese o- centro agricolo e industriale posto ai limi- rientale al Monferrato, nei pressi di Cocco- ti della fascia collinare, a 4 km dal lago di nato e Odalengo, all’inizio di gennaio, i Viverone. I territori di Santhià e Cavaglià principali distaccamenti della brigata furo- sono accomunati in questo itinerario da no richiamati nella propria zona operativa una tragica vicenda che rientra tra le stragi alla fine di febbraio; durante il ritorno, gli compiute dall’esercito tedesco in territorio uomini del distaccamento “Zoppis”, cui si italiano e che ha determinato un procedi- erano aggregati alcuni partigiani del “Ba- mento penale a carico di soldati tedeschi, ranzoni”, furono sorpresi, il 1 marzo, alla rimasti ignoti, da parte della Procura mili- cascina Spinola di Livorno Ferraris da una tare di Torino. I fatti risalgono al 29 e al 30 compagnia di fascisti, la Op “Macerata”: aprile del ’45: l’avanguardia di una colon- dei trentatré partigiani catturati, ventidue na di soldati tedeschi, in ritirata dalla Li- furono prelevati dai militi della “Monte- guria, da Torino e dalla Valle d’Aosta, era bello” e condotti a Salussola, dove ventuno giunta in territorio vercellese nella notte tra di essi furono uccisi a colpi di mitraglia la il 27 e il 28 aprile; lo scopo della manovra mattina del 9 marzo, dopo una notte di sevi- era quello di creare una linea difensiva nel zie e di torture. La notizia dell’eccidio, dif- territorio fra la Dora e l’Elvo, per consentire fusa dall’emittente clandestina partigiana al 75o corpo d’armata tedesco di individua- Radio Libertà, provocò la proclamazione re la via di fuga più opportuna verso la Sviz- di uno sciopero di protesta che interessò zera, dalla Lombardia o dalla Valle d’Ao- Biella, Mongrando, le valli di Mosso, del sta. Ai partigiani e ai membri del Cln di Ver- Ponzone e della Sessera. L’eccidio di Salus- celli i comandi militari alleati avevano fat- sola è ricordato annualmente da una mani- to pervenire l’ordine di impedirne la mar- festazione commemorativa ad alta parteci- cia verso la pianura e allo scopo furono fat- pazione. ti saltare i ponti sul canale Cavour e sul na- Dall’abitato di Salussola una strada di 5 viglio di Ivrea. I tedeschi, dopo aver occu- km conduce a Cerrione. Nella zona, all’in- pato Tronzano, Carisio, Cigliano, Cavaglià domani dell’8 settembre, si era costituito e Salussola, irruppero a Santhià la sera del un gruppo di militari sbandati, agli ordini 29, dove, tra la notte e il giorno seguente, del col. Cattaneo, in contatto con gli Allea- uccisero ventisette civili, venti partigiani ti, che poteva all’occorrenza contare sulla e due alpini della Rsi; a Cavaglià furono collaborazione di un gruppo di contadini. uccisi altri sei partigiani e un civile. La zona fu successivamente prescelta per Da Cavaglià si raggiunge Salussola dopo l’insediamento degli uomini di una forma- circa 4 km. L’abitato si trova su un lieve zione Gl provenienti da Champorcher e per rilievo collinare sulla sponda destra dell’El- l’atterraggio della missione “Bamon”, in- vo. Nel suo territorio, precisamente nelle sieme a Edgardo Sogno, nella notte tra il cascine Impero e Baraccone, si trovavano 20 e il 21 agosto presso Magnano. L’area due distaccamenti del campo di prigionia operativa della formazione, che assunse la Pg 106. In questo Comune, tra l’8 e il 9 di denominazione di 7a brigata Gl “Catta- marzo del 1945, si verificò uno degli episo- neo”, era compresa nel perimetro a cavallo di più cruenti della guerra partigiana nel dei due versanti della bassa Serra, compre-

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so tra Cerrione, Magnano, Piverone, Vive- nente sulla Resistenza, prima ospitata nei rone, Roppolo e Zimone. Ai primi di otto- locali del municipio. bre del ’44 fu paracadutata sulla Serra una Con la denominazione di “battaglia di missione di ufficiali britannici, denomina- Sala” si tramanda la memoria di uno degli ta “Cherokee”, che prese ai suoi ordini gli scontri armati più significativi della guer- uomini della missione “Bamon”. L’arrivo ra partigiana piemontese, preceduto da una della nuova missione servì a stabilire rap- serie di rastrellamenti particolarmente im- porti di corretta collaborazione con i par- ponenti sin dal maggio ’44 (in uno di essi tigiani garibaldini, che spesso avevano furono catturati ventidue partigiani, alcu- avuto contrasti con la formazione Gl e la ni dei quali proprio a Sala, e fucilati a Biel- precedente, culminati nell’operazione del la, nella piazza Quintino Sella, poi deno- lancio di Baltigati (Soprana) del 26 dicem- minata piazza Martiri della Libertà) e in- bre. L’apporto dei militari britannici pro- fittitisi nell’inverno tra il ’44 e il ’45, dopo dusse un’intensificazione dell’attività del- l’arrivo della missione alleata “Cherokee”, la brigata “Cattaneo”, che si specializzò in la fortunata spedizione della 75a brigata al rapide azioni di sabotaggio in pianura. Il presidio di Cigliano del 25 dicembre e il comando della missione, insediato in un lancio di Baltigati del 26, che aveva con- primo tempo a Sala Biellese, si trasferì a Pa- sentito di dotare le formazioni partigiane lazzo, nel versante canavesano della Ser- di nuove armi, fomentandone l’attivismo. ra, nel periodo dei rastrellamenti invernali Già il 2 e il 3 gennaio, nella zona compresa del ’45. tra Andrate (To), Torrazzo, Sala, Bornasco Da Vermogno, frazione di Zubiena, se- e Netro, le formazioni partigiane avevano guendo la carrozzabile lungo il confine fronteggiato un attacco di circa settecento occidentale della Riserva naturale della soldati nazifascisti saliti da Salussola, Ma- Bessa, si giunge, dopo 3,5 km, al bivio sulla gnano e Bollengo (To), concludendo le o- strada interprovinciale Mongrando-Ivrea: perazioni con lo sganciamento verso San- prendendo a sinistra si raggiunge l’abitato t’Eurosia di Pralungo e Cossano, nel Cana- di Zubiena a circa 5 km, da cui parte la car- vese. rozzabile per Sala Biellese, raggiungibile A distanza di un mese, il 1 febbraio del anche più a sud dal bivio per Torrazzo. Sala ’45, i nazifascisti rinnovarono l’attacco sa- Biellese può essere considerata la piccola lendo da Ivrea (To) verso Andrate e Torraz- capitale della Resistenza sulla Serra, non zo, da Biella verso Mongrando e Zubiena, solo perché sede del Comando della V di- da Occhieppo verso Muzzano. I battaglio- visione e della 75a brigata, nonché della ni partigiani della 75a e della 76a, unita- citata missione “Cherokee”, ma anche per- mente ai partigiani della brigata Gl “Cat- ché sede di Radio Libertà, un’emittente taneo” ne ritardarono la marcia per molte radiofonica clandestina che aveva inizia- ore, prima di convergere su Sala, che i na- to le sue trasmissioni da Callabiana il 14 zifascisti bombardarono verso sera con i dicembre ’44, interrompendole una prima mortai, colpendo alcune case alla periferia volta agli inizi del gennaio ’45, per ripren- del paese e provocando la casuale morte derle da febbraio fino al 19 aprile, quando del parroco, colpito dalla scheggia di una gli impianti nascosti in un cascinale furo- granata. no individuati e distrutti. A Sala è stata re- Nella notte, mentre i nazifascisti aveva- centemente inaugurata una mostra perma- no occupato il paese, avvenne lo sgancia-

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mento dei partigiani, che passarono per i sperdersi all’altezza di Zubiena, trovando boschi a monte di Bollengo, poi in direzio- rifugio nelle varie frazioni del territorio. ne di Piverone (To), superarono la Cava- Dopo la prima fase della guerra partigiana, glià-Ivrea verso la Dora, fecero tappa ad che interessò soprattutto la media e alta Albiano (To) e poi ripresero il cammino montagna della valle dell’Elvo e del resto verso Vische (To). Nuovi rastrellamenti av- del Biellese, la Serra, dall’estate del ’44, vennero fino alla fine di febbraio e nel acquistò un’importanza centrale per la pre- mese di marzo; l’ultimo attacco fu ordina- senza delle formazioni garibaldine origi- to dal comando fascista di Vercelli per il 19 natesi dal distaccamento “Bixio” e di una aprile, con l’obiettivo della distruzione di brigata Gl, collegata alle missioni alleate Radio Libertà. L’operazione durò due gior- attirate dal valore strategico della zona, da ni e si risolse con l’individuazione e l’e- cui si poteva controllare la principale via splosione della casa che ospitava le appa- di comunicazione da Ivrea verso la Valle recchiature: il paese fu occupato fino al 22 d’Aosta. I collegamenti con la Resistenza aprile. valdostana furono frequenti e interessaro- Da Sala Biellese si prosegue in direzio- no soprattutto la confinante valle di Gres- ne nord-ovest fino a raggiungere la strada soney, i cui presidi fascisti di Issime e Lil- per Borgofranco d’Ivrea, che si incrocia lianes furono attaccati nel corso di una prendendo la direzione di Mongrando; vasta operazione alla fine del mese di lu- dopo poche centinaia di metri si raggiun- glio del ’44. ge il bivio per Donato. Il primo nucleo fra- zionale che si incontra è quello di Lace, ove Itinerario 2. Dalla Baraggia a Noveis sorge, sui resti del cascinale che ospitava il comando della VII divisione “Garibaldi”, Descrizione del territorio trasferitosi dal Canavese, un complesso Il percorso parte dai terreni dell’altopia- monumentale a ricordo dell’episodio acca- no che nell’antichità romana costituiva la duto nella notte tra il 29 e il 30 gennaio “Silva Rovaxinda”, un’area oggi ridotta a del ’45, quando i tedeschi catturarono e fu- circa cinquemila ettari ma che originaria- cilarono a Ivrea e Cuorgnè, dopo una breve mente copriva tutta la pianura tra la Serra e prigionia, i responsabili politici e militari il corso del e che, prima delle bonifi- della formazione. L’unico a salvarsi fu il vi- che del XVII secolo, era coperta di foreste cecommissario “Nerio” (il noto giornalista di quercia e sottobosco di brugo. L’inter- e saggista Saverio Tutino, che si trovava vento antropico ne ha profondamente mo- casualmente fuori sede). L’area monumen- dificato l’habitat, lasciando tuttavia intat- tale è stata inaugurata l’11 aprile 1999. te alcune zone (comprese nella Riserva naturale orientata “Le Baragge”, istituita Il periodo resistenziale dalla Regione Piemonte nel 1992) che si Nel periodo resistenziale la zona della sono prestate, dal punto di vista ambienta- Serra offrì ospitalità a molti prigionieri al- le, a nascondere alcuni accampamenti par- leati, fenomeno favorito dalla prevalenza tigiani, utilizzati dalla primavera del ’44 di nuclei abitativi sparsi; si ha memoria, per le missioni di sabotaggio verso la pia- all’indomani dell’8 settembre, del passag- nura. Il paesaggio delle tappe intermedie è gio di una colonna di circa duecento sol- di tipo collinare, solcato dalla strada inter- dati alleati che, intercettati, dovettero di- provinciale che dalla pianura baraggiva

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giunge alla sponda destra del Sessera, al la 50a brigata aveva intercettato un auto- centro di una fascia di produzione di vini carro carico di soldati tedeschi, sequestran- pregiati; la zona, per le caratteristiche de- do le armi e provocando morti e feriti tra gli insediamenti, offrì rifugi sicuri sulla via gli occupanti dell’automezzo; tre giorni da e per le montagne e si prestò anche ad dopo, il 15 marzo, per rappresaglia, i nazi- accogliere numerosi lanci alleati, tra cui sti prelevarono dodici partigiani biellesi e quello citato su Baltigati, frazione del Co- valsesiani detenuti nelle carceri di Torino, mune di Soprana, del 26 dicembre ’44. In- li portarono sul luogo dell’azione e li fuci- fine, superato il Sessera, si entra in uno dei larono. L’episodio, di poco successivo alla distretti industriali lanieri più importanti strage di Salussola, provocò nuovi sciope- del Biellese, compreso tra i comuni di Tri- ri nelle fabbriche della valle Sessera e del- vero, Pray, e . la valle Mosso. Il richiamo turistico delle zone interes- Dalla Garella l’itinerario prosegue verso sate dall’itinerario è di carattere ambienta- i centri collinari di Roasio, a 15 km, e del- le, culturale e religioso; oltre agli interes- la sua frazione Curavecchia, di Sostegno, santi percorsi del parco delle Baragge, si Casa del Bosco e Curino, le cui cascine fun- segnalano il museo dell’emigrazione di sero da centri di raccolta di prigionieri al- Roasio, il complesso archeologico indu- leati avviati verso Noveis dall’organizza- striale denominato “La fabbrica della ruo- zione di antifascisti che ne assisteva la fu- ta” di Pray, il santuario del Cavallero di ga. A Roasio, l’8 agosto del ’44, furono uc- Coggiola. cisi due soldati tedeschi in un’imboscata tesa da una squadra partigiana; il giorno Descrizione dell’itinerario seguente, dopo aver incendiato case e ar- L’itinerario si svolge nella prima parte restato numerosi abitanti del paese, un re- seguendo la strada che unisce Vercelli a parto di Ss tedesche, appoggiato da militi Biella, lungo la quale si incontra la devia- fascisti, fucilò undici persone scelte ca- zione per Mottalciata, prima tappa. Nel ter- sualmente tra i civili e impiccò ai balconi ritorio di questo Comune è da ricordare l’ec- della casa comunale cinque ostaggi porta- cidio della primavera del ’44, durante la ti da Biella; altri sei giovani furono appesi prima fase di pianurizzazione della Resi- ai pali della linea elettrica lungo la Gattina- stenza biellese: un distaccamento del bat- ra-Biella, sul luogo dell’azione partigiana. taglione “Bandiera” fu sorpreso dai fasci- Da Roasio si procede lungo la strada che sti nelle cascine Mondova e Caprera; si porta a Crevacuore: all’altezza di Sostegno sviluppò un breve scontro a fuoco durante una deviazione sul lato sinistro indirizza il quale caddero tre partigiani; altri dicias- verso Curino. La strada raggiunge dopo 3 sette vennero catturati e fucilati dietro il km la frazione Santa Maria, in cui l’8 mag- muro del cimitero del paese il 17 maggio gio del ’44 fu tesa un’imboscata ad un re- del ’44. L’episodio è ricordato da una com- parto del “Pisacane”. Di ritorno da un in- memorazione annuale. contro tenutosi a Bornasco, sulla Serra, con Da Mottalciata, passando per Gifflenga, i comandi delle altre formazioni biellesi e si raggiunge, dopo 3,5 km, la strada che da una delegazione del comando delle briga- Santhià porta a Gattinara all’altezza della te garibaldine piemontesi, Francesco Mo- frazione Garella di Buronzo. In questa zo- ranino, commissario politico del distacca- na, il 12 di marzo del ’45, una squadra del- mento, al comando di una pattuglia, si fer-

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mò nella zona di Curino, in cui staziona- sulla Serra e la 76a brigata garibaldina del vano all’epoca alcuni fascisti travestiti da Canavese, consentì alle formazioni parti- partigiani, che avvisarono della circostan- giane di raggiungere un soddisfacente ar- za i comandi del presidio delle Gnr di Pray. mamento degli uomini e di intensificare La sera Moranino e i suoi uomini, confi- l’attività in vista della fase finale della dando nella tranquillità dei luoghi, si re- guerra. carono all’osteria della frazione di Santa Da Baltigati si scende, dopo meno di un Maria, dove furono intrappolati e colpiti a chilometro, a Ponzone, frazione di Trive- fuoco da un plotone di fascisti. Moranino, ro, dove, sulla destra, si incontra la strada benché ferito, riuscì con una rocambolesca per Pray e Coggiola, da cui si raggiungono fuga a mettersi in salvo, ma undici dei suoi gli alpeggi di Noveis, nel territorio del Co- uomini furono uccisi nello scontro o eli- mune di . Dopo l’8 settembre 1943 minati sommariamente al termine dello Noveis ospitò uno dei centri di raccolta e stesso, così come un civile proprietario di di smistamento di ex prigionieri alleati. Pa- un negozio in cui si erano riforniti i parti- recchie decine di essi furono ospitati nel- giani. l’albergo “Monte Barone”, dove rimasero Dalla frazione Santa Maria, portandosi a fino a quando, nel corso di un rastrellamen- Curino, si incontra la strada collinare che, to, le truppe fasciste arrestarono e deporta- dopo circa 4 km, giunge a Baltigati, loca- rono il suo gestore, Angelo Zaninetti. Nel- lità del comune di Soprana, rifugio di pri- la zona vi furono ripetuti scontri a fuoco gionieri alleati e molto frequentemente di tra partigiani e nazifascisti: in uno di essi, partigiani, che fu al centro di un’operazio- il 20 luglio 1944, le truppe d’occupazione ne di rastrellamento il 10 agosto del ’44, catturarono e fucilarono sette garibaldini nell’ambito della rappresaglia su Roasio, delle formazioni di Moscatelli. A ricordo in cui vennero incendiate più di cinquan- del loro sacrificio fu eretto un monumento, ta case. Sulle colline di Baltigati, il giorno progettato dall’arch. Arrigo Gruppi, già co- di Santo Stefano del ’44, si svolse una spet- mandante di una brigata partigiana valse- tacolare operazione di lancio da parte de- siana. Il monumento, inaugurato il 14 set- gli Alleati. Preceduto da serrate trattative tembre 1969, ogni anno è meta di una del- con la missione inglese “Cherokee”, l’e- le principali cerimonie resistenziali delle vento coinvolse l’organizzazione della XII province di Biella e Vercelli. Noveis è rag- divisione che allestì un’imponente cintu- giungibile attraverso due strade carrozza- ra di sicurezza intorno al campo destinato bili tra loro collegate: la prima sale da Cog- al lancio, mentre le altre formazioni parti- giola e raggiunge il complesso da occiden- giane del Biellese operavano per distrarre te, dopo 9 km dal centro; la seconda inizia l’attenzione dei nazifascisti. Un’ora prima a Crevacuore, raggiunge il centro di Ailo- del tramonto, dodici aerei “Liberator” in- che e la frazione Venerolo e prosegue sul cominciarono a scaricare i contenitori lato meridionale per circa 9 km; vi si può sull’area, continuando il lancio per circa accedere anche da Postua attraverso un iti- due ore. L’episodio fu immortalato dal fo- nerario pedonale. tografo partigiano Luciano Giachetti “Lu- cien”. La quantità e qualità delle armi lan- Il periodo resistenziale ciate, suddivise fra la XII e la V divisione, Per l’importanza economica rivestita, la la missione alleata, la brigata Gl operante zona fu sottoposta a tutte le tensioni del

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conflitto: qui in particolare la storia parti- dirigente del Ministero dell’Economia del giana si intrecciò con la cultura della fab- Reich, e di due suoi collaboratori), rilascia- brica, generando una simbiosi intensa che ti, dopo alcuni giorni di prigionia a Noveis, si è conservata nella memoria della popo- nell’ambito di un’operazione di scambio lazione. In questo territorio nacquero i di- svoltasi nei pressi di Varallo. La traversata staccamenti “Pisacane” e “Matteotti”: per può essere effettuata in 6-7 h: partendo da- la storia del primo si rimanda alla scheda gli alpeggi di Noveis si raggiunge la boc- successiva relativa al museo della Resisten- chetta omonima a quota 1.100 m e da lì il za di Postua, il secondo invece si sciolse nel rifugio del Cai valle Sessera all’alpe Pona- febbraio del ’44; alcuni dei suoi resistenti sca (1.650 m) in 2 h e 30’; un sentiero ben confluirono nelle file del “Pisacane”, altri segnalato porta all’alpe Il Campo (1.696 m) furono deportati in Germania per l’arruo- e attraversa la valletta del torrente Confien- lamento, altri ancora abbandonarono la zo, affluente di sinistra del Sessera, fino lotta dopo essersi arresi ai nazifascisti. Nu- alla bocchetta di Nasercio o del Valè (1.742 merosi furono i rastrellamenti nazifascisti m); si transita successivamente dalla Boc- operati nell’area, con le devastazioni che chetta del Partigiano (1.742 m) per raggiun- ne seguirono, a partire dalla spedizione del gere l’alpe Nasercio (1.579 m) e la con- dicembre ’43, nel quadro della repressio- fluenza del torrente omonimo nel rio della ne delle prime attività della guerra parti- Boscarola, guadato il quale ci si immette giana in Valsesia e nelle valli del Biellese sulla mulattiera per Scopello che porta al orientale. Memorabili nel ’44 quello su - ponte sul Sesia nel centro del paese. stua in gennaio e quello di luglio, che pro- vocò uno scontro armato noto come “la bat- Itinerario 4. Postua e i luoghi della me- taglia di Crevacuore”. Altrettanto frequen- moria della Resistenza ti furono gli scioperi operai, che costitui- scono un capitolo rilevante della storia dei Descrizione del territorio venti mesi della guerra partigiana. La valle di Postua si trova nel territorio della valle Sessera, geograficamente e cul- Itinerario 3. Da Noveis alla Valsesia turalmente appartenente al Biellese, ma amministrativamente dipendente dalla pro- Descrizione dell’itinerario vincia di Vercelli, e ne occupa la parte più Da Noveis si può raggiungere il territo- orientale, estendendosi per circa 40 kmq, rio di Scopello in Valsesia. L’itinerario pas- che costituiscono il bacino idrografico del sa per una delle zone più suggestive, per la torrente Strona. L’abitato di Postua si trova vista panoramica e l’attraversamento di a fondovalle ed è raggiungibile dalla sta- pascoli molto ampi, benché perlopiù de- tale 299 per Alagna, svoltando a sinistra sueti; lungo questo percorso si svolsero fre- all’altezza del ponte del Rondò, tra Serra- quentemente marce di spostamento di ex valle Sesia e Borgosesia, e proseguendo per prigionieri alleati o di prigionieri partigiani circa 15’ sulla strada carrozzabile che attra- dalla valle Sessera alla Valsesia. Tra gli epi- versa Crevacuore. La valle è racchiusa, nel- sodi da ricordare il trasferimento di tre im- la parte occidentale e settentrionale, da una portanti ostaggi prelevati il 3 febbraio ’44 catena di montagne di media altitudine ma alla cartiera di Serravalle da Moscatelli e i dall’aspetto roccioso e scosceso, quali il suoi uomini (si trattava di Hans Poppovic, Cornabecco (1.576 m), la Punta delle Camo-

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sce (1.700 m), il monte Barone (2.044 m) gestioni di un ambiente a tratti selvaggio, nella parte occidentale, che confina con il a tratti documento di un equilibrato rappor- territorio degli altri centri della valle Ses- to tra le attività umane e la natura, di cui sera; il Badile (1.883 m), i Denti di Valma- restano testimonianze da scoprire con oc- la (1.811 m), il Castel di Gavala (1.827 m), chio attento. il Luvot (1.603 m) nella parte settentriona- La valletta di Postua ha seguito storica- le, che confina con la Valsesia; nella parte mente le vicende della valle Sessera: feu- orientale, confinante con il territorio delle do dei vescovi di Vercelli, fu interessata da frazioni Foresto e Agnona di Borgosesia, alcuni episodi della guerra che la Chiesa spicca il rilievo del monte Tovo (1.386 m) combatté contro fra Dolcino e gli apostoli- a partire dal quale la montagna assume un ci all’inizio del XIV secolo; dopo il passag- carattere più dolce, quasi collinare. Nume- gio alla famiglia Fieschi alla fine del XIV rosi passi mettono in comunicazione il ter- secolo e la conseguente dominazione, ai ritorio di Postua con le valli confinanti: la tempi della guerra di successione del Mon- Sella Bassa, sotto i Denti di Valmala, era un ferrato nel territorio si verificarono alcuni tempo la via di comunicazione verso l’alta scontri armati fra soldati spagnoli e sa- Valsesia, mentre tra le cime Luvot e Tovo, baudi; stabilito finalmente il dominio sa- e ai piedi di quest’ultima, si aprono rispet- baudo, esso fu esercitato sempre in forma tivamente le selle della Rosella e di San feudale dal principe di Masserano e mar- Bernardo, agevoli passaggi verso la bassa chese di Crevacuore, fino alla definitiva Valsesia. sottomissione diretta ai Savoia nel corso La valle è ricca di vegetazione: betulle, del XVIII secolo. La differente amministra- faggi, querce e soprattutto, al di sotto di zione rispetto al territorio valsesiano favorì quota 900 m, di boschi di castagni; molto l’attività del contrabbando del sale lungo sviluppata nella parte bassa della valle è le vie di comunicazione con la Valsesia, un la frutticoltura. Nelle parti più elevate pre- tempo frequentate anche per la transuman- valgono i pascoli erbosi, ultimamente ridot- za. A differenza del restante territorio val- ti nella loro superficie e invasi da felci e sesserino, la valle dello Strona non ha co- arbusti a causa dell’abbandono della pasto- nosciuto un vero e proprio sviluppo indu- rizia: la montagna postuese sta riprenden- striale, a parte qualche piccolo opificio: la do le caratteristiche ambientali originali, sua economia è stata caratterizzata dalla cancellando i segni dell’attività umana che pastorizia, dall’agricoltura, dal piccolo ar- per secoli ha sfruttato le risorse naturali. tigianato e dall’attività estrattiva (pirite Gran parte della fitta rete di sentieri che magnetico-arsenicale e galena argentifera) collegavano tra loro gli alpeggi è in stato di cui restano tracce nelle miniere abban- di degrado e ormai coperta dalla vegetazio- donate sui fianchi del monte Barone. Tra ne. Negli ultimi anni, peraltro, sono stati la fine dell’Ottocento e gli inizi del Nove- recuperati e utilizzati come luoghi di sog- cento da Postua iniziò un significativo flus- giorno molti dei casolari che un tempo ser- so migratorio verso l’ovest della Francia, vivano a pastori, boscaioli e carbonai per particolarmente nella regione bretone, in le loro attività. I percorsi all’interno della cui i postuesi diedero vita a importanti at- valle dello Strona possono offrire al visita- tività nel settore edilizio. I legami fra Po- tore squarci panoramici sulle principali stua e i suoi emigrati sono tuttora molto vette dell’arco alpino e sulla pianura, sug- vitali, essendo celebrati da raduni in terri-

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torio francese e dal soggiorno estivo, nel più suggestivo che porta all’alpe Ponasca, territorio di origine, delle famiglie dei di- passando per l’alpe Albarei e i pascoli del- scendenti dei primi emigranti. le Buggie, oppure lungo la via più diretta, che dal ponte nuovo sullo Strona raggiun- Dettaglio degli itinerari ge l’alpe Sparavera (1.059 m) e la pista car- Da Postua si raggiunge la frazione Ron- rozzabile che sale da Ailoche. cole (476 m), ad un chilometro dal centro, lungo una carrozzabile che termina poco Il periodo resistenziale oltre le case con un ampio parcheggio. Si Per la sua conformazione geografica di prosegue a piedi lungo una pista forestale valle chiusa su tre lati e dall’accesso ob- chiusa al transito dei veicoli non autoriz- bligato (il ponte sullo Strona) nella parte zati e si giunge in 10’, dopo aver superato meridionale, la valle offrì un sicuro rifugio a sinistra l’antico ponte pedonale di San ai primi ex prigionieri alleati che vi con- Martino, al nuovo ponte; superata la cap- fluirono a partire dal settembre del ’43, do- pella della Marcolegia, si incontra una bi- po aver lasciato i campi di prigionia della forcazione: a destra una mulattiera porta in pianura in attesa di passare in Svizzera, e 20’ all’alpe Piane di Roncole, nelle cui bai- consentì dapprima l’insediamento di alcu- te fu costituito il distaccamento “Pisacane” ni nuclei di militari sbandati, poi la forma- (dalle Piane, dove una lapide ricorda l’e- zione e il consolidamento della prima ban- vento partigiano, si può raggiungere in cir- da partigiana. Nel novembre ’43, all’alpe ca 40’ la sella di San Bernardo verso il terri- Piane di Roncole, nacque, infatti, il distac- torio di Borgosesia); a sinistra si imbocca camento “Pisacane”, destinato a sviluppar- il “sentiero dei partigiani” che segue il cor- si in battaglione, brigata e finalmente nel- so dello Strona. A poca distanza dall’inizio la XII divisione Garibaldi “Nedo”. La sto- del sentiero, attraversato il torrente, si tro- ria di Postua e del “Pisacane” si intreccia- va la baita di Cravoso, da recuperare nel- rono indissolubilmente: tra la fine di di- l’ambito del progetto. Il sentiero porta suc- cembre del ’43 e il 25 gennaio del ’44 i par- cessivamente alla baita di Morcei, nuova tigiani del distaccamento, abbandonate le costruzione in legno, in 35’ dal bivio, e al- baite delle Piane, occuparono il paese, in- l’alpe L’Aigra, situata alla confluenza del sediando il comando a Villa Graziana. Il rio Gesiola e del rio Panin, in 1 h circa. Da proteiforme esperimento di governo parti- questo punto in poi il percorso è reso pro- giano messo in atto nell’occasione fu in- blematico dalle cattive condizioni del sen- terrotto dall’arrivo dei nazifascisti che, tiero, percorso saltuariamente da cacciato- dopo aver costretto al ritiro dal monte Bria- ri: in circa 2 h, superata l’alpe Gesiola, si sco i partigiani di Moscatelli il 19 gennaio, arriva ai 1.180 m dell’alpe Panin. Il percor- puntarono sulla valle Sessera. Lo scontro so fino all’alpe L’Aigra, agevole sia come avvenne il 25 su due fronti: il ponte sullo facilità di percorrenza che come dislivel- Strona, lungo la carrozzabile, e la strada del lo, è stato ripristinato di recente, ma neces- cimitero; nel giro di poche ore i partigiani sita di interventi di pulizia e di marcatura dovettero ripiegare e il paese fu sottoposto nella seconda parte, per un tratto della lun- ad un duro rastrellamento, nel corso del ghezza di circa 3 km. Nell’ambito del pro- quale ci furono arresti e deportazioni, ol- getto può rientrare anche un itinerario pe- tre alla devastazione di molte case e l’uc- donale verso Noveis, attraverso il sentiero cisione di civili. Il “Pisacane” si riorganiz-

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zò all’alpe Noveis. L’11 febbraio, dopo al- episodi salienti della lotta di liberazione cuni bombardamenti di assaggio dell’arti- si svolsero prevalentemente in altri scena- glieria tedesca nei giorni precedenti, circa ri: Postua, pur rimanendo sede del comando trecento soldati nazifascisti marciarono sui della XII divisione, per alcuni mesi non su- rifugi partigiani e attaccarono battaglia, bì rastrellamenti, fino al tardo inverno del costringendo il distaccamento a scendere ’45, quando si rinnovarono incursioni e a- verso l’alpe Albarei, sul versante postuese, zioni di guerra che provocarono altri caduti. mentre le loro basi furono incendiate. Se- guirono arresti e persecuzioni per tutto il Il progetto di museo all’aperto mese, situazione che costrinse i garibaldi- La storia di Postua è stata fortemente se- ni a dividersi in due gruppi, uno dei quali gnata dagli eventi resistenziali. Pur non si posizionò all’alpe Panin, sotto il massic- avendo offerto al movimento partigiano un cio del Gavala, a 1.200 m di quota, dove ri- grosso contributo in termini di militanza, mase per la fine dell’inverno. la popolazione locale ha sostenuto la lotta I partigiani del “Pisacane” si riunirono di liberazione convivendo con il “Pisaca- nuovamente in primavera e ripresero la ne”, la 50a brigata e la divisione “Nedo” guerriglia, provocando le reazioni di tede- per diciotto mesi e condividendone le sorti, schi e fascisti: il 12 maggio ci fu l’attacco con elevati costi in termini di perdite uma- alla Balmella e all’alpe Gesiola e l’eccidio ne e danni materiali. A buon diritto si può dell’alpe Morcei (in cui furono uccisi due definire Postua la capitale della Resistenza boscaioli, padre e figlio, esponenti di una in valle Sessera ed attribuire al suo territo- famiglia che aveva collaborato all’attività rio il riconoscimento del valore di area sim- partigiana, offrendo ricovero durante i ra- bolica. Sulla base di tali presupposti, alla strellamenti). fine degli anni ottanta è nata l’idea di rea- Nel giugno del ’44 la pressione nazifasci- lizzare un museo all’aperto che, attraverso sta si allentò e Postua fu rioccupata dai par- la rievocazione degli episodi del periodo tigiani, che allestirono un centro di raccol- della Resistenza, conservasse e trasmettes- ta delle reclute, che affluivano numerose se la memoria di quanto accaduto, unendo presso la fabbrica Barchietto; l’esperienza al valore evocativo dei luoghi simbolici della zona libera, contemporanea a quella della guerra partigiana le valenze storico- della Valsesia, si interruppe con un nuovo architettoniche ed ambientali del territorio. attacco nazifascista, sferrato da truppe pro- Dopo una fase di studio, cui ha partecipato venienti da Crevacuore e da Foresto Sesia l’Istituto, con una proposta elaborata da attraverso il passo di San Bernardo il 7 lu- Pierangelo Cavanna e Alberto Lovatto, si glio, e dirette all’alpe Panin e alla Gesiola, sono finalmente concretizzati i contenuti replicato dal rastrellamento del 20 su No- del progetto, presentato contestualmente veis, dove stazionavano partigiani della all’inaugurazione del monumento a ricordo 50a e delle formazioni valsesiane; in segui- dei 154 caduti della XII divisione “Nedo” to agli scontri armati che ne derivarono (la e delle vittime civili il 4 giugno 1995. Nel- “battaglia del monte Barone”) furono cat- l’ipotesi conclusiva il progetto prevede, turate e uccise sette reclute garibaldine, a oltre al citato monumento, che si trova nel- ricordo delle quali, come detto, è stato eret- l’abitato di Postua, le seguenti realizzazio- to il memoriale di Noveis. ni: Dopo la fase della pianurizzazione gli - l’allestimento di una sala didattica per

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l’introduzione alla visita (al riguardo è di- ra. La zona presenta una duplice vocazio- sponibile in Postua un locale in Casa Beta- ne economica: nella fascia inferiore e me- nia, dove si trovava all’epoca dei fatti l’asi- dia vi è la presenza diffusa di insediamenti lo gestito dalla suore, teatro di numerosi produttivi industriali di rilievo; nella par- episodi legati alla guerra e ora di proprietà te superiore l’ambiente appare ancora oggi comunale); caratterizzato dai segni lasciati nel paesag- - il recupero di una baita di fondovalle gio da una secolare tradizione primaria, ca- utilizzata dai partigiani, come documento ratterizzata dalla pastorizia, stanziale e tran- storico-architettonico della cultura mate- sumante, e dalle attività legate alla raccol- riale (l’immobile è già stato acquisito in ta del legname. Numerosi sono i sentieri località Cravoso, lungo il sentiero che da che collegano tra loro e con la Valsesia valli Roncole conduce alla località Morcei, pri- principali e valli minori di quest’area del mo tratto del “sentiero dei partigiani”); Biellese e altrettanto frequenti gli alpeg- - il ripristino di uno dei sentieri di colle- gi, molti dei quali ancora sfruttati. La strada gamento tra i luoghi più significativi del- panoramica Zegna, realizzata negli anni la guerra partigiana, denominato appunto sessanta, costituisce una sorta di cornice “sentiero dei partigiani” (finora si è prov- superiore che unisce il territorio di Trivero veduto al ripristino del tratto dalla frazio- con la valle del Cervo. La sua costruzione, ne Roncole, dove termina la strada carroz- insieme a quella di numerose piste minori zabile, fino alla località Morcei; percorri- che raggiungono punti panoramici o al- bile in circa 1 h da Postua; resta da recupe- peggi, ha modificato profondamente la fi- rare il tratto superiore, che conduce all’al- sionomia ambientale della zona rispetto al pe Panin passando per le alpi L’Aigra e periodo resistenziale, agevolandone peral- Gesiola, per una lunghezza di circa 4 km); tro la percorribilità e promuovendone la - la realizzazione di una sintetica guida conoscenza e la fruizione turistica sia in- storico-geografica con relativa segnaleti- vernale (con la stazione sciistica di Biel- ca di opere, percorsi, luoghi ed aspetti am- monte e le piste di fondo di Stavello) che bientali di rilievo e di pannelli con brevi estiva. Nel 1993 parte del territorio è stato testi, grafici, mappe da collocare nei punti inserito nell’Oasi Zegna, un’area di tutela più significativi, comprendendo nei per- nata con lo scopo di salvaguardare e valo- corsi l’alpe Noveis. rizzare l’ambiente e la cultura materiale che Sul periodo ’43-45 sono già stati realiz- gli è propria e di promuovere il turismo. zati dall’Istituto, per conto della Comunità La montagna triverese ha storicamente montana valle Sessera, un video ed un’an- vissuto il suo momento più significativo tologia ad uso didattico. in epoca medievale, quando il movimento eretico degli apostolici di fra Dolcino si Itinerari 5, 6, 7. Verso il Bocchetto Ses- portò in zona, provenendo dalle montagne sera di Campertogno e Rassa, per sfuggire al- l’offensiva delle truppe dei vescovi di No- Descrizione del territorio vara e Vercelli che marciavano contro di essi Il territorio del Biellese centro-orientale dalla bassa Valsesia. Sulle montagne resta- è costituito dalle aree coincidenti con i ba- no tracce archeologiche del passaggio dei cini idrografici dei torrenti Strona e Cer- dolciniani e dei contrafforti difensivi co- vo, nonché dal bacino superiore del Sesse- struiti per arginarne l’espansione nel Biel-

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lese, nonché delle battaglie svoltesi, in cui giani del distaccamento “Piave”; le baite prevalsero le armi dell’esercito cattolico e di Oriomosso, dove si erano accampati i par- fu segnato il destino dell’eretico, della sua tigiani del distaccamento “Mameli”. Il 20 compagna Margherita e di molti loro segua- febbraio del ’43 iniziò contro queste basi ci. La memoria degli eventi tuttavia si è una vasta offensiva delle truppe nazifasci- conservata e del messaggio di fra Dolcino ste, che costrinse i partigiani a ritirarsi in si è fatto portavoce il movimento operaio Valsesia, nel territorio di Rassa, dove rima- biellese, che innalzò agli inizi del secolo sero fino al 12 marzo, giorno in cui un nuo- sul monte Rubello un obelisco in memo- vo attacco portato dalla statale 299 per Ala- ria degli ideali di uguaglianza e povertà gna li obbligò, dopo aver resistito per ore, propri della dottrina dolciniana. Distrutto a tentare di riportarsi nel Biellese dal Boc- durante il periodo fascista per il suo valore chetto del Croso verso Piedicavallo, nel- evocativo ritenuto eversivo, l’obelisco è l’alta valle Cervo, seguendo il sentiero del- stato ricostruito e, presso il luogo in cui la val Sorba. Il tentativo di ritirata fu distur- sorge, si svolge ogni anno un raduno com- bato, all’altezza dell’alpe Dosso, dal mitra- memorativo. gliamento nazifascista, che provocò la L’area ha sviluppato un notevole poten- morte di quattro partigiani; altri undici fu- ziale turistico legato all’escursionismo e rono catturati e fucilati il giorno stesso. Nel alla pratica sportiva. disastro di Rassa morirono complessiva- mente diciotto partigiani. I superstiti con- Il periodo resistenziale fluirono nei distaccamenti rimasti inte- Il Bocchetto Sessera e gli edifici che vi gri, come il “Bixio” in valle Elvo, o in squa- sorgevano, unitamente agli alpeggi vicini, dre che si sarebbero riorganizzate nel bat- svolsero la funzione di centro di raccolta e taglione “Bandiera”, da cui nacque la bri- di smistamento di prigionieri alleati pro- gata “Ermanno Angiono”, inquadrata nel- venienti dalla pianura, in attesa di essere la V divisione (un cippo a poca distanza dal indirizzati verso la Svizzera attraverso la Bocchetto ricorda l’evento); altri avrebbe- Valsesia, collegata tramite il colle della ro raggiunto il “Pisacane” (la futura 50a Boscarola che conduce all’alpe di Mera e brigata e XII divisione). Nei periodi succes- a Scopello o i diversi passi che immettono sivi la zona continuò ad offrire rifugio ai nella valletta di Rassa. Nei pressi del Boc- partigiani, che spostarono tuttavia i propri chetto sorgeva all’epoca un albergo che comandi a valle, e a subire rastrellamenti, divenne una base dei partigiani del distac- che tuttavia non produssero più effetti de- camento “Bandiera”, fondato da giovani di vastanti come nell’inverno del ’44. Tollegno sul Moncucco, che vi si rifugia- rono nel novembre del ’43. Molte delle lo- Itinerario 5. L’eredità di Dolcino calità vicine sono legate alle vicende del- la lotta di Resistenza, soprattutto della pri- Descrizione dell’itinerario ma fase, come le baite del Moncerchio, ri- Il Bocchetto Sessera, nel territorio del fugio di militari sbandati dopo l’8 settem- comune di Tavigliano, si raggiunge dalla bre e sede di una scuola di organizzazione strada panoramica Zegna salendo da Trive- politica della Resistenza nel tardo autunno ro, centro laniero della valle Sessera, op- del ’43; l’alpe Basto dell’Argimonia, nelle pure dalla carrozzabile della valle Cervo, cui cascine avevano posto le basi i parti- all’altezza della località Valmosca, poco

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prima dell’abitato di Rosazza. I sentieri che nell’abitato di Rassa (917 m). La traversa- dall’alta valle del Sessera raggiungono la ta richiede dalle 5 alle 6 h di cammino. L’iti- valletta di Rassa, solcata dal torrente Sor- nerario di rientro, tentato da alcuni dei ba, affluente di destra del fiume Sesia, fu- partigiani biellesi, da Rassa raggiunge, rono percorsi nei due sensi di marcia tra la seguendo il corso del torrente Sorba, l’al- fine di febbraio e la metà di marzo del ’44 pe omonima (1.519 m), il Dosso (1.395 m), dai partigiani dei distaccamenti “Bandie- dove avvenne la cattura dei resistenti che ra”, “Mameli” e “Piave”, dapprima costretti sarebbero stati fucilati, il Massucco (1.520 a ritirarsi intorno al Bocchetto e nel picco- m), il Toso (1.649 m) e il Bocchetto del lo centro valsesiano con l’obiettivo di rior- Croso (1.940 m), da cui si scende verso la ganizzare le file, e successivamente a cer- frazione Montesinaro di Piedicavallo, pas- care scampo dall’offensiva scatenata con sando per l’alpe Finestre, la Fontana dei ingenti mezzi dai nazifascisti dal versante Valsesiani e costeggiando le sponde del valsesiano. L’itinerario individuato, nel trat- torrente Chiobba fino alla confluenza nel to che inizia dal ponte sul torrente Dolca, Cervo. Questo itinerario è percorribile in si presta a sintetizzare in un unico percor- circa 6 h. so le vicende dei partigiani biellesi e degli eretici dolciniani, assumendo un valore Itinerario 6. La via della Boscarola storico ed evocativo di alto interesse. Gli apostolici partirono dal Piano dei Descrizione dell’itinerario Gazzari, sulla sommità della Parete Calva, L’itinerario verso Scopello in Valsesia, rilievo che incombe sullo sbocco del Sor- come detto, costituì la via principale di av- ba nel Sesia, nel territorio di Campertogno, vicinamento ai valichi svizzeri dal Boc- nel marzo del 1306, trasferendosi sulle chetto Sessera; nell’ultima parte esso si so- montagne innevate della dorsale a monte vrappone all’itinerario da Noveis. Il percor- di Trivero; il trasferimento dei partigiani da so attualmente passa per una pista rotabi- Rassa si compì all’incirca nello stesso pe- le, peraltro interdetta a veicoli non auto- riodo dell’anno e in condizioni di inneva- rizzati, che si ferma all’altezza dell’alpe mento altrettanto proibitive. Camparient (1.446 m); dall’asse principale Percorso a ritroso, l’itinerario, partito dal della pista si dipartono altre piste minori a Bocchetto Sessera, raggiunge, seguendo servizio dei numerosi alpeggi che caratte- una rotabile aperta ai veicoli nel tratto ini- rizzano l’area e che furono molto frequen- ziale, il ponte sulla Dolca in una decina di tati nell’arco dei venti mesi della guerra km, da dove parte un sentiero per le baite partigiana; la pista prosegue verso la bocchet- dell’alpe Peccia (1.349 m) e dell’alpe For- ta della Boscarola (1.425 m), da cui partono nei (1.812 m); seguendo la segnaletica 52b due vie segnate dal Cai di Varallo: la prima del Cai Varallo, si transita in val Sorba per risale all’alpe di Mera (1.535 m), oggi im- la bocchetta del Fornei (circa 2.000 m); portante stazione sciistica valsesiana rag- scendendo da lì verso i casolari dall’alpe giungibile da Scopello con una seggiovia, Sorbella (1.638 m), si entra in un bosco di la seconda scende sull’antica mulattiera conifere che termina presso l’alpe Scalda- verso Scopello. Il percorso può essere ef- lorso (1.446 m), si superano in discesa la fettuato in circa 6 h. Il ritorno può essere ef- cascina della Sponda (1.093 m), il rio Rua- fettuato da Rassa, scegliendo l’itinerario ver- che, il prato di “sulle Piane”, e si arriva so la bocchetta di Fornei o quella del Croso.

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Itinerario 7. Dal Cervo al Sessera ribaldi “Biella”, che comprendeva i sei distaccamenti del Biellese e il distaccamen- Descrizione dell’itinerario to “Gramsci” della Valsesia, che si sarebbe La zona del Pratetto si trova tra le pendi- costituito in brigata indipendente dal co- ci del Monticchio (1.697 m) e il rilievo del mando biellese nel giro di un mese. L’even- monte Casto (1.139 m), sullo spartiacque to può considerarsi significativo più sul tra il rio Morezza, affluente del Cervo, e il piano politico che militare, dal momento torrente Strona di Mosso; ospita pascoli che gli avvenimenti del febbraio eviden- destinati a foraggio ed è caratterizzato dal- ziarono la difficoltà di tenere unite le sorti la presenza di numerose cascine sparse, al- della guerriglia nelle due aree e divisero la cune delle quali ancora destinate all’alle- storia della Resistenza biellese da quella vamento bovino, altre trasformate in resi- valsesiana, ma testimonia il grado di evo- denze per soggiorno rurale. I pascoli del luzione organizzativa della lotta partigia- Pratetto si trovavano un tempo al centro na a pochi mesi dal suo costituirsi. delle vie della transumanza dai territori di Andorno, Sagliano e Tavigliano nella bas- Itinerario 8. Il contratto della montagna sa valle del Cervo e di Callabiana, Petti- nengo, Bioglio, Piatto, Valle Mosso e Val- Descrizione dell’itinerario lanzengo nelle valli dello Strona, verso il L’itinerario parte da Andorno, centro prin- Bocchetto Sessera e la Valsesia. I sentieri cipale della valle del Cervo, e prosegue sul- provenienti dalle due valli confluivano alle la carrozzabile che si dirige verso Callabia- cascine della Sella (1.009 m) e prosegui- na, superando l’abitato di San Giuseppe di vano con un’unica mulattiera verso la zona Casto; giunti al bivio per Selve Marcone in cui sorge la Capanna Volpi (1.102 m), da si svolta in direzione di questo Comune e cui, traversando il versante orientale del si continua verso Pettinengo; all’altezza Monticchio, si raggiungeva il Bocchetto. del colle Nelis (751 m), sulla sinistra una L’itinerario più agevole oggi parte dalla pista conduce alla località Quadretto, nel strada carrozzabile di Tavigliano e segue Comune di Selve Marcone, a 7 km circa dal la pista rotabile che è stata ricavata sul trac- punto di partenza. Il percorso potrebbe con- ciato dell’antica mulattiera; all’altezza del- tinuare attraverso la valle Mosso e com- le cascine delle Piane (1.052 m) si piega a prendere località di interesse resistenziale destra e si imbocca il sentiero pedonale che quali Callabiana e Camandona, legate alle sfocia sulla strada panoramica Zegna, a 150 vicende della 2a brigata “Pensiero”, Mosso m circa dal Bocchetto. Santa Maria, Valle Mosso e il Mortigliengo. I tempi di percorrenza dell’itinerario pe- Il tema del rapporto tra la Resistenza e la donale da Tavigliano sono all’incirca di 2 “fabbrica”, o più in generale l’economia h; se si parte dal Pratetto, il Bocchetto è rag- territoriale, può trovare interessanti intrec- giungibile in 1 h. ci con le strutture del “Museo-laboratorio” di Mezzana Mortigliengo e soprattutto con Il periodo resistenziale “La fabbrica della ruota” di Pray, un com- Le cascine del Pratetto offrirono rifugio plesso industriale dismesso negli anni ses- a militari sbandati e prigionieri alleati nel- santa e oggetto di un recupero conservati- l’autunno del ’43; il 15 gennaio del ’44 in vo da parte del DocBi (Centro di documen- questa località fu fondata la 2a brigata Ga- tazione e ricerca biellese).

112 l’impegno I sentieri della libertà

Il periodo resistenziale venuta il 29 di marzo del ’45 nella località Nell’ambito delle vicende non stretta- denominata Quadretto, presidiata dalle for- mente militari della storia della Resisten- mazioni partigiane. L’accordo, sollecitato za biellese un posto di rilievo spetta alla dall’approssimarsi della fine della guerra, stipula del “contratto della montagna” fra conteneva norme che uniformavano i rap- i rappresentanti del comitato sindacale, porti di lavoro in tutto il territorio bielle- emanazione del Cln biellese, in cui agiva- se, assumendo il valore di un vero e pro- no i rappresentanti comunisti, socialisti e prio patto sociale che poneva importanti democristiani e gli industriali biellesi, av- presupposti per il dopoguerra.

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