Bocchetta Valle Mosso

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Bocchetta Valle Mosso # # # # Trivero e i lanifici biellesi # # # # Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneo Panoramica Zegna - Bocchetta Valle Mosso # # # [PAYS.DOC] # PM-08 # # # # # # # # # # # # # e # # l o # # a e # r l n # u a a # t r # b # # # a u r # # # # Profilo geologico Lineamenti vegetazionali Trivero e la famiglia Zegna La baraggia biellese I boschi di Frà Dolcino La Vallestrona di Mosso N R U # # # # # La Valsessera è solcata dalla linea insubrica L’immagine riporta una copertura boschiva Trivero è posta quasi al centro del polo In lontananza è possibile scorgere, in I boschi tra la Valsesia e il biellese sono stati Direttamente collegata al triverese, la valle Montagna # # o del canavese, linea tettonica che separa le apparentemente omogenea. In realtà, anche laniero biellese. In nucleo abitato originario, primavera, il luccicare delle risaie allagate teatro della vicenda dolciniana, agli inizi del del torrente Strona di Mosso si snoda per # rocce di differente tipologia della zona se i boschi di castagno coprono gran parte posto su una dorsale collinare e raccolto che, nella tarda estate, mutano l’aspetto XIV secolo. Frà Dolcino, esponente del qualche chilometro prima di sfociare nella Collina Sesia-Lanzo da quelle della zona Ivrea- dei versanti collinari, la differente natura attorno alla Chiesa Parrocchiale, è dominato tingendosi di giallo. È la baraggia, altopiano movimento degli Apostolici, sospettato di baraggia biellese. La ricchezza delle sue Pianura Verbano. Sono zona di contatto di due geologica delle colline di Curino è la causa dalla mole del lanificio Zegna, che si articola un tempo scarsamente coltivato per le eresia e perseguitato dalle autorità, fu acque furono la causa della precoce placche continentali diverse, quella europea del prevalere, in quella zona, di vegetazione nella parte più alta del paese in diversi cattive qualità del substrato argilloso e costretto a una lunga fuga nella Valsesia, industrializzazione della vallata: lungo lo Litorale e quella africana, ciascuna con le sue particolare, con presenza isolata di conifere complessi immobiliari: la casa padronale e ricoperto da arbusteti e da boschi di rovere. località che si stava ribellando contro lo Strona sorsero numerosi lanifici che caratteristiche geologiche: alla prima miste a boscaglia rupestre pioniera. l’attigua fabbrica storica, l’espansione dei In seguito alle bonifiche agrarie e stato feudale imperante allora. Da qui, con i impiegavano direttamente la forza motrice appartengono le rocce metamorfiche Numerosi in questa zona gli affioramenti nuovi impianti industriali, il “centro Zegna” all’asportazione dello strato argilloso, ampie suoi seguaci, si spostò lungo i sentieri idrica che, con un complesso sistema (gneiss, micascisti), alla seconda le rocce rocciosi soggetti a facile erosione e con varie attrezzature assistenziali e culturali superfici sono state convertite alla impervi delle colline e montagne tra Biella e meccanico, muoveva i macchinari tessili. magmatiche intrusive verdi (gabbri e dioriti). dilavamento che danno origine alle e sede dell’ononima Oasi. coltivazione irrigua; questo ha comportato Borgosesia sino alla sua cattura avvenuta Oggi la “Fabbrica della Ruota” di Ponzone è Dal piazzale due di Bielmonte è possibile cosiddette “terre rosse di Curino”. la realizzazione di una fitta rete di canali in nel 1307. Oggi una rete di sentieri attrezzati stata recuperata quale esempio di osservare un’ampia parte della Valsessera pianura e di bacini idrici artificiali ricavati ai ripercorrono i luoghi legati alla vicenda archeologia industriale del biellese. e, aiutati da un apposito pannello piedi dei primi rilievi collinari. dolciniana. informativo, scorgere sul terreno le diverse forme geologiche. Trivero, comune del biellese orientale, è formato dall’aggregazione di una trentina di piccole frazioni; da oltre due secoli è una delle sedi principali dell’industria laniera che ha portato il biellese a diventare uno dei poli lanieri di fama internazionale. L’orogafia tormentata delle valli biellesi, la ricchezza d’acqua, gli estesi pascoli e i boschi sono gli elementi principali che hanno permesso la crescita dell’industria tessile con la nascita, già alla fine del secolo XIX, di numerosi opifici. La famiglia Zegna ha legato il proprio nome a Trivero e alla strada panoramica che ne porta il nome: voluta da Ermenegildo Zegna, parte di un grande progetto che ha visto la realizzazione contestuale di un centro sociale e ricreativo, di un ospedale, di una scuola di avviamento professionale e di vari impianti sportivi e ricreativi e attrezzature per il tempo libero, la strada è oggi parte integrante del paesaggio montano, continuamente migliorata con la realizzazione di una serie di piazzuole panoramiche attrezzate con pannelli informativi tematici sulle diverse realtà paesaggistiche dell’intorno. L’intinerario è completato da una fitta rete di sentieri tematici che permettono di percorrere e conoscere da vicino le caratteristiche naturali dell’Oasi, studiati nella cartellonistica e nelle tavole informative da una équipe di esperti consulenti scientifici. Dalla Bocchetta di Valle Mosso lo sguardo spazia sulla catena alpina da est a ovest, sull’apennino ligure, sulle colline centrali del Piemonte, sulla bassa e sull’alta pianura sino a chiudersi con il profilo netto e perfettamente orizzontale della serra di Ivrea. Boschi di latifoglie (castagno) Baraggia vercellese Colline di Curino (castagni e roveri) Centri abitati Monte Fenera (formazione calcarea) Espansioni recenti Risaie Lanifici Trivero e i lanifici biellesi [PAYS.DOC] Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneo Panoramica Zegna - Bocchetta Valle Mosso PM-08 Ettore Olivero Pistoletto “La costruzione della Panoramica Zegna presso il tunnel dell’Argimonia” 1952 (collezione privata), pubblicata in “Le fabbriche e la foresta. 1 2 Forme e percorsi del paesaggio biellese”, DocBi, Biella 2000, pag. 140. L’opera è significativa perché raffigura, con efficacia, le tecniche costruttive impiegate per la costruzione della panoramica Zegna, lavori che iniziarono nel 1938 con la realizzazione del primo tratto a monte di Trivero. Dopo la pausa bellica, i lavori ripresero con la costruzione della parte più panoramica sino a giungere al Il belvedere dell’Oratorio di San Bernardo, ampliato nel 1948 per volontà di 1 Bocchetto Sessera, per una lunghezza complessiva di oltre 14 chilometri. Ermenegildo e Mario Zegna. 2 Il versante meridionale del Monte Rosa dalla Bocchetta di Margosio: in primo piano i fitti boschi della Valsessera, oasi naturale. Stavello: piantumazione nel colle del Tirlo 1960 ca 3 La valletta dei Rododendri, disegnata dal noto paesaggista Piero Porcinai, Salita coi muli (Centro Zegna e colle Craviolo sullo sfondo) 1938-1940, Archivio è una delle mete primaverili più note del biellese. Fondazione Ermenegildo Zegna, Trivero. Oltre alla costruzione della strada, Ermenegildo Zegna diede avvio ad una intensa 4 Il bosco di abeti chiude su un lato la bocchetta di Stavello stagliandosi opera di bonifica montana con l’impiego di migliaia di abeti, larici e pini impiegati nettamente dal paesaggio brullo delle ultime pendici del monte Barone. sui brulli versanti e sui poggi. Lungo il tracciato furono allestite piazzuole panoramiche, filari arborei e centinaia di arbusti ornamentali con ortensie, azalee e 5 I colori autunnali del bosco di larici e, sullo sfondo, netta la linea rododendri, e la costruzione di una colonia alpina per i figli degli operai orizzontale della Serra di Ivrea, vero e proprio landmark del biellese e del dell’industria tessile biellese. basso canavese. 6 I boschi di latifoglie circondano spesso i piccoli centri abitati del biellese che sono sorti di preferenza in posizione dominante su crinali o dossi. 3 4 5 6.
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