Quaderni Del Borgoantico-17 Alla Scoperta Dell’Identità Storica Di Villa Lagarina

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Quaderni Del Borgoantico-17 Alla Scoperta Dell’Identità Storica Di Villa Lagarina Quaderni del Borgoantico 17 2016 Quaderni del Borgoantico-17 alla scoperta dell’identità storica di Villa Lagarina 3 Quando la cultura si fa sentimento Giacomo Bonazza & Redazione 5 Antonia Marzani e la casa in Contrada Santa Maria a Trento Roberto Codroico 9 … Cento anni fa a Villa Lagarina… Giovanni Bezzi 39 Mille anni storia Paolo Cont 62 “… considerato di quanta importanza sii la cordiale fratellanza et unione ferma et stabile…” Antonio Passerini 72 Allegre brigate in gita a Castellano fra svaghi boscherecci e atmosfere galanti Liliana De Venuto 83 1966-2016 Cinquant’anni dall’ultima alluvione dell’Adige Sandro Aita 86 La famiglia Marzani di Pomarolo Robero Adami 94 Due divertenti sceneggiate di Giambattista Azzolini Francesco Laterza 99 Pari opportunità Lia Cinà 102 Poesie Lia Cinà 10 3 Guido Riolfatti, calzolaio (“calier”) per mestiere campione di “balonzina” e pittore per passione Sandro Giordani 106 Baldo Bruno una vita intensa e avventurosa dedicata al lavoro, alla solidarietà, allo sport e alla famiglia Sandro Giordani 113 Album fotografico a cura di Sandro Giordani Foto di copertina: Palazzo Madernini - Marzani, restauro Madonna col bambino Si coglie l’occasione per invitare le famiglie di Villa Lagarina e di Piazzo che possiedono documenti, fotografie e altro materiale di interesse storico a mettersi in contatto con l’Associazione Borgoantico (Sandro Giordani) in modo che gli stessi possano servire per ricostruire altri pezzi di storia del paese ed essere pubblicati sui prossimi numeri della rivista. Quaderni del Borgoantico 17 3 Quando la cultura si fa sentimento Ricordo di Antonia Marzani Giacomo Bonazza & Redazione Era una donna del borgo antico, gusto costruttivo, a partire dalla sua Antonia, la contessa Antonia Mar- dimora di Palazzo Priami Mader- zani, nobile di censo ma soprattut- nini, magnificamente restaurata e to di cuore; quando “antico”non messa generosamente a disposi- rimanda necessariamente alla mera zione della cittadinanza per acco- dimensione temporale e nostalgi- gliervi appuntamenti culturali di un ca, ma ad una categoria dello spi- certo spessore. Il dna della bellez- rito, alla custodia di una memoria za ce l’aveva dentro, trasmessole viva, premessa di ogni futuro. dal nonno buon pittore e dal padre Troppe “belle cose” aveva visto, architetto musicista. Fu proprio il imparato, interiorizzato e vissu- nonno Carlo, giudice di mestiere e to, Antonia, a partire dal contesto pittore per diletto, il primo presi- familiare, per non dolersi di que- dente e l’anima della “Società per sti tempi abbruttiti, di quest’epoca l’abbellimento di Villa Lagarina”, delle passioni tristi; lei che si illu- costituitasi all’inizio del ‘900, con minava e sorrideva per un nonnul- lo scopo di “di migliorare l’aspet- la, giammai nel segno della banali- to specialmente esterno di Villa tà e della volgarità. Lagarina...”: un lascito morale che È ancora nel ricordo di tanti di Antonia ha raccolto e cercato di noi, giusto un anno fa, in occasio- priva di venata malinconia. trasmettere. Si era ipotizzato, con ne della presentazione del nr. 16 Basta scorrere alcuni titoli dei suoi il sottoscritto, un possibile rilancio dei Quaderni del Borgoantico nel articoli - “Nostalgia d’Adige di una di quell’esperienza, privilegiando palazzo a lei tanto caro, il suo grido villana doc”, “Caro nonno Carlo”, momenti di formazione e di educa- di dolore, molto più di un semplice “Crescita e sviluppo visti dalla zione alla bellezza, così necessari sfogo, per le sorti di un patrimonio piazza della Chiesa di Villa Laga- in tempi di manifesta regressione storico artistico sempre più vilipe- rina”, “Memoria e futuro. Villa culturale. so e l’insensibilità istituzionale di Lagarina è un paese particolare”, Naturalmente non è stata solo Villa una classe politica piccola piccola: “Della zia Violante o della parità”, Lagarina l’orizzonte dei suoi molte- un intervento davvero coraggioso, “Italia mia ...”, “Identità ed appar- plici interessi e del suo impegno: a schietto, a cuore aperto, l’urgenza tenenza”, “C’eravamo e ci siamo parte l’insegnamento, la presidenza di un monito, quasi presentisse la anche noi che ci sentivamo e ci regionale dell’Associazione Dimo- sua dipartita. sentiamo italiani”, “La voce delle re Storiche Italiane, la militanza Un’inquietudine che esprimeva cose” - per coglierne l’approccio attiva nel direttivo trentino di Italia con tutta la sua persona, indice di umanistico ed insieme di passione Nostra, ne hanno fatto una autore- una temperatura emotiva elevata, civile e politica, tutto filtrato da vole interlocutrice anche a livello di energia interiore e di una pas- una particolare sensibilità estetica, istituzionale, riconoscendone le sue sione intellettuale mai fine a se frutto della sua formazione lettera- qualità umane e la competenza; non stessa, intesa prima di tutto come ria ed artistica. sempre così nel suo paese. sale dell’esistenza e delle relazioni Era sempre arricchente confrontar- Per noi, comunque, rimane l’An- umane. In questo senso pure la sua si con Antonia sulle tematiche urba- tonia dal cappotto rosso che fa la collaborazione al progetto editoria- nistiche comunali, sulle problema- spola da Palazzo Marzani a Palaz- le dei Quaderni, occasione per lei tiche di tipo ambientale e paesaggi- zo Madernini, un po’ trafelata, di piacevoli “rimpatriate”, dopo le stico ad esse connesse, sulle inizia- richiusa nei suoi pensieri, sempre incombenze milanesi, oltre il tuf- tive di arredo urbano della borgata, però disponibile ad un contatto farsi dentro la piccola grande storia vagliate da uno sguardo critico, umano, ad un sorriso, ad un sem- del suo paese, recuperandone una mai indulgente. D’altro canto era plice scambio di idee. Ci manche- memoria calda ed affettuosa, non la prima a dare l’esempio di buon rà la sua presenza alle riunioni di 4 Quaderni del Borgoantico 17 riere della Sera: “… Il nostro paese è stato intaccato, asfaltato e cemen- tificato da cima a fondo, a profitto di alcuni e danno di molti. Lo stes- so è successo con i comportamenti e i linguaggi, a conferma del fatto che c’è sempre un’influenza diretta tra contenitori e contenuti. Ormai siamo abituati a essere circondati dal brutto in tutte le sue forme, che la nostra vista e il nostro udito sono diventati selettivi, e ci permettono di isolare una bella facciata, un bel quadro, una bella frase, un bel suono dal contesto di sfacelo in cui sono immersi... La bruttezza dei luoghi, dei comportamenti, dei linguaggi ha ripercussioni a cate- na, con danni permanenti. Sarebbe magnifico se ognuno di noi, dentro di sé aspirasse a essere una perso- na migliore di come è: più intel- ligente, più colta, più integra, più capace. Ma il senso del bello non è redazione della rivista, dove, tra della bruttezza e alla sua assuefa- innato, purtroppo... Quando i pae- una fetta di “beca” appena sforna- zione. Antonia e Virginia, due sen- saggi vengono aggrediti, i patri- ta e un piatto di baccalà, si indivi- tinelle della bellezza intesa nella moni artistici trascurati e ovunque duano gli argomenti del numero a sua estensione etica, estetica e per- prevalgono la prepotenza, l’avidi- venire, sapendo che Antonia era fino politica. tà, l’egoismo, la furbizia e le altre ormai simpaticamente annoverata Piace chiudere questo ricordo peggiori caratteristiche dell’animo fra i ritardatari cronici in quanto dell’amica Antonia con le parole di umano, per molti diventa non solo ai tempi di consegna dell’articolo, uno scrittore milanese, Andrea De impossibile aspirare al bello, ma mettendo alla prova la pazienza del Carlo, che lei avrebbe certamente anche distinguerlo dal brutto...”. presidentissimo Sandro, che alla sottoscritto, ricavate da un articolo Grazie Antonia per averci aiutato fine però indulgeva benevolo. pubblicato recentemente sul Cor- ad aprire gli occhi alla bellezza. Ci mancheranno i suoi pezzi dal taglio originale, di intelligente imprevedibilità, che non aveva- no velleità di rigore storiografico e documentale, ma con questi si intercalavano armoniosamente, a raccontare storie “altre”, intime, di sentimento. È significativo che il titolo di que- sto breve omaggio in memoria di Antonia Marzani, per la smemo- rataggine di chi scrive, faccia il paio quasi letteralmente con quel- lo dedicato a suo tempo a Virginia Crespi Tranquillini, in occasione della sua scomparsa, dove alla parola cultura si associava la paro- la cuore, non trovandone una più consona per esprimere un sentire tutto femminile. Ad accomunarle la stessa luci- da intransigenza verso il dilagare Quaderni del Borgoantico 17 5 Antonia Marzani e la casa in Contrada Santa Maria a Trento Roberto Codroico Antonia Marzani di Sasso e Cano- alla riuscita del restauro degli into- cere di condividere con altri il suo va (Stainhof e Neuhaus), discen- naci, conservando quelli antichi amore per il Palazzo. In tali occa- dente dell’antica famiglia dei del 1630, ma soprattutto per il pia- sioni mi raccontava della vita di conti Marzani di Villa Lagarina, è stata per dieci anni Presidente della Sezione Trentino Alto-Adige dell’Associazione delle Dimore Storiche d’Italia (ADSI). Negli stessi anni io sono stato presiden- te della locale Sezione dell’Istitu- to Italiano dei Castelli ed in questi ruoli abbiamo collaborato positiva- mente varie volte. Molte iniziative sono state condotte o progettate assieme e comunque aperte ai Soci di entrambe le istituzioni. A volte abbiamo coinvolto nelle nostre iniziative anche il Garden Club di Trento ed il FAI. Il nostro rapporto d’amicizia risa- le però ad anni precedenti così come i nostri interessi non erano limitati alle nostre associazioni ma andavano oltre e spaziavano in vari campi per tornare comunque sempre agli edifici, fossero castel- li, palazzi o semplici architetture del passato. Antonia, generosa e altruista, mi ha sempre incoraggiato in ogni mia attività e iniziativa. Nel suo bel Palazzo Madernini già Priami a Villa Lagarina mi ha ospitato ripe- tutamente per conferenze ed incon- tri di vario tipo; nel 2006 vi ho allestito una mia mostra di pittura dal titolo “Il Moderno nell’antico”, così come lo scorso anno una di fotografie realizzate assieme all’a- mico Andrea Pozza.
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