Logo - Italia - URL Anno 10 N° 11 - 119 - LDP EditoreMulticolor -e Novembre 2018 - Direttore: Luigi Del Pozzo

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Lombardia

Professionalità, qualità e cortesia Editoriale di Luigi Del Pozzo

ovembre tempo di analisi vestito come se stesse andando in spiaggia o al mer- attivo no! Ne va per la nostra immagine, per il nostro e di riflessioni. Sul Garda cato: beninteso, nella propria vita privata ognuno è territorio per la nostra professionalità unica nel Ntutto, o quasi, tace: chi libero di fare e vestirsi come pare e piace, ma nella mondo. pensa alle meritate vacanze magari vita pubblica occorre un certo contegno e decoro, in località tropicali, chi aspetta la una presentabilità che qualifichi il ruolo dei vari Poi, permettetemi un’ultima considerazione stagione sciistica, chi è ancora alle addetti ai lavori. che rivolgo soprattutto ai responsabili della risto- prese con maquillage o ristruttura- razione. Perché sulle tavole dei ristoranti, grande zioni delle proprie strutture. Forse, Negli alberghi, negli hotel e in altri luoghi l’abbi- eccellenza del nostro territorio, non proponete, (si fa a mio modesto avviso, pochi pen- gliamento riveste un ruolo importante; perché questa presto anche eventualmente a toglierla!) una botti- sano all’immagine del proprio per- obbligatorietà non viene intrapresa anche dai vari eser- glia di vino e di olio del nostro territorio? Capita sonale chiamato quotidianamente al contatto con il cizi pubblici che costellano le nostre località turistiche? spesso di vedere vini veneti sulle tavole lombarde e cliente, con l’avventore, con il turista e questo vale sia viceversa, vini lombardi sulle tavole venete (molto di per il vacanziero che per il residente. Oltretutto una seria divisa è anche indice di meno) ! Forse per quello 0,50 di differenza sul prezzo qualità e pulizia, il che non guasta mai. di acquisto? Che poi si perde nel prezzo, spesso ele- È piacevole e appagante incontrare quando vai vato, praticato al cliente. al bar, al ristorante o al negozio, persone vestite con I comuni mortali in veste di turista si abbigliano una divisa uguale per tutti che ti accolgono con un ovviamente da turisti, da vacanzieri, magari anche Saremo secondi in Europa nel settore manifat- sorriso, chiedendo cosa desideri. Di questi locali ne rispettando il luogo in cui passeggiano e non ha turiero, ma certamente primi in assoluto nel set- esistono, ma in quantità limitata. dorso nudo o in costume da bagno per le vie dei tore vinicolo. Andiamone fieri! I Tre Bicchieri per centri storici; qui peraltro alcune amministrazioni il Chiaretto (Rosè) di Costaripa e fra i primi dieci Non trovo elegante e professionale vedere perso- comunali hanno già iniziato a colpire, giustamente, al mondo, Comincioli, nelle aziende olearie, ce lo nale adibito alla somministrazione di cibo o bevande con sanzioni pecuniarie i “disobbedienti”, il personale dimostrano.

Isola del Garda - Villa Borghese - Ph LDP ©2018 Copia Omaggio 1a Parte Storia di Lonato del Garda a cura di Lino Lucchini Monte Mario el marzo del 1814, in località di vedere quanto si diceva. Vi andai infatti Monte Mario di Lonato, vennero dopo la scuola (avevo allora appena 12 Nalla luce importanti reperti di anni) vidi il pozzo scoperto, la mag- epoca romana. gior parte del pavimento già distrutto. Pregavo que’ contadini onde volessero Il giovane Jacopo Attilio Cenedella alzare la pietra per poter leggere ciò (1801 – 1878), il futuro autore delle che v’era scolpito, offrii anche quel poco Memorie Storiche Lonatesi (manoscritto denaro che mi trovavo in tasca: furono inedito presso la Biblioteca Queriniana inutili le mie preghiere, venni battezzato di , ma del quale esistono varie da questi villani poco meno che da matto, Lonato.” copie dattiloscritte) si recò immediata- sicché dovetti ritirarmi, anche mortifi- mente sul sito con tutto l’entusiasmo cato. Riferisco volentieri questo aneddoto Non riteniamo utile soffermarci dell’età e l’amore per la sua Patria per per far conoscere l’animo degl’ignoranti su quanto hanno scritto in merito gli avere diretta conoscenza della scoperta. miei lonatesi, i quali mi fecero segno agli studiosi che Cenedella cita: Muratori, sciocchi loro motteggi sino da quando Labus e Maffei, ma reputiamo di grande Il giovane storico lonatese così rac- ero ragazzo. Si può conoscere ancora interesse quello che riguarda Rossi e la conta l’evento nel libro primo della sua ov’è questo pozzo dopo che ha nevicato copia della lapide, dedicata all’impera- opera: perché su di esso sparisce la neve prima di tore Traiano, che viene riportata fedel- ogni altra località del medesimo campo. mente nelle Memorie storiche lonatesi. “Fra Castiglione e Lonato abbiamo Il nome che tuttora conserva di Giardino Monte Mario che è al est-sud della sta- un piccolo campicello attiguo al mosaico Ottavio Rossi scrive: zione ferroviaria, conosciuto da noi col ed il pozzo, nel quale le copiose piogge nome vernacolo di Montemare. Il suo del 1832 discoprirono fondamento di “E sarebbe dei tempi di Traiano la nome è di romana denominazione. Da mura e pilastri forse di portico o loggia in contrastata lapide che abbiamo accen- noi prima del 1814 vi erano vaghe tra- posizione amena verso il sud ovest. Tutto nata, probabilmente allora in qualche dizioni intorno a questo nome: vi erano quindi dimostrerebbe che quivi vi fosse edificio piantato sul nostro Montenario, bensì racconti popolari bonariamente nell’epoca della romana dominazione e tanto contrastata dai Maffei, dal Muratori narrati nelle sere d’inverno di visioni, vi si era stabilita qualche distinta fami- e dal Labus e ripetuto quanto si disse da di spauracchi provati in una località di glia romana. Che poi in quest’epoca qui ognuno, dal nostro storico Odorici. Se però questo monticello, singolarmente ove pure vi fosse qualche tempio o solamente si mette un po’ di attenzione e ai ruderi scende un ruscello conosciuto col nome qualche altare per sacrifici sarebbe pure discoperti , allo stromento liturgico da di Resegalesco. Intorno a questo nome dimostrato da uno strumento liturgico di me conservato, potrebbero forse cadere mi attendo dal ch. Odorici qualche chiari- rame fuso che io da varii anni posseggo. queste obiezioni. Riferisco ora la lapide mento. Il solo nostro storico bresciano Elia Mi venne questo regalato dal sig. Orazio [qui sotto riportata] da me trascritta dalle Capriolo [Historie Bresciane, pag. 18] for- Tessadri che lo ritrovava facendo eseguire Memorie Storiche del Rossi. Sopra l’iscri- Fortunato Vinaccesi (1631 – 1713) nel nisce bastanti cognizioni intorno a questo delle escavazioni in un suo campo vicino zione egli dice che vi avea una stella, una 1693 in Brescia dal tipografo Domenico nome su Montemario. Accenna questo a a quello ove scopriva il pavimento a corona, il n° VII°, che non trascrivo”. Gromi, al quale egli sentì, in seguito, il una lapide che venne levata dal ponte mosaico. Egli lo rinveniva nel 1812. Io non dovere di scusarsi perché l’opera fu delle grotte vicinissimo a Brescia che conoscevo sulle prime questo oggetto, Certamente il nostro non poteva riconosciuta piena di una lunga serie di attualmente fa parte di quelle del Museo ma quando nel giugno 1839 mi recava a sapere che la lapide pubblicata da errori. Bresciano, ove si accenna di Caio Mario Parma e visitava il ricco museo Velleiano, Ottavio Rossi (1570 – morto di peste figlio di Publio Fabio Quinto che sarebbe vedeva varii di consimili stromenti ai quali nel 1630) in Le Memorie Bresciane, Albino Garzetti (1914 – 1998), dell’anno 69 d. C. il quale avrebbe avuto stava attaccato un cordone di lana verde Brescia, Gromi 1693, già “contestata” docente universitario, storico di fama una villeggiatura su questo monticello (da intrecciato con cordone d’oro i quali servi- come egli stesso riferisce da studiosi del internazionale, nelle “Inscriptiones cercare questa lapide nel Museo). vano per raschiare il sangue delle vittime suo tempo, è un falso e non esiste. Italiae”, la include nei falsi a pag. 665, n. dalle are sulle quali si immolavano. Oltre 53. Che una o più famiglie romane anche questo raro oggetto qui pure si trovava Siamo di fronte ad un nostro piccolo distinte ivi abitassero è cosa fuori dubbio: una piccola scodella o patera murrina caso di falso storico come quello famoso Anche il grande Theodor che ivi queste avessero tempio e altare semi trasparente che io viddi nel 1819 e del Giamnaria Biemmi (1708 – 1784) Mommsen, nel suo fondamentale sarebbe pure dimostrato. I copiosi ruderi che si vendeva al Collegio di Desenzano il quale stampò una pseudo “Historiola” “Corpus inscriptionum latinarum” include e tra questi avanzi di tegole, di embrici sebbene io la richiedessi al suo possessore di Rodolfo notaio, abilmente manipolata la lapide del Rossi nel volume V “pars di romana fabbricazione che di tanto che era certo Giuseppe Cherubini sopran- e da tutti accettata e creduta autentica inscriptiones falsae”, n. 511, mentre egli in tanto si ritrovano ai campi di questo nominato Bedizzolo. Se quindi il dottis- da importanti studiosi di cose bresciane. inserì l’unica piccola lapide romana esi- monte facendo scavi per piantagioni: simo Muratori ed ultimamente il sig. Labus stente in Lonato, murata il alto a destra il bellissimo mosaico scoperto nel avessero veduto lo stromento liturgico da Rossi, nelle sue “Memorie Bresciane” della facciata della chiesa del Corlo, marzo 1814, un pozzo con acqua che me accennato, se visitato il Montemario si è limitato a inventare una lapide con il n. 4033 del CIL, come iscrizione pure si scopriva vicinissimo a questo , se il ch. Conte Scipione Maffei prima di dedicata a Traiano e scrivere che essa funeraria. mosaico ricoperto da una sola lapide loro avesse fatto altre considerazioni era:”conservata nella nobil Terra di e sulla quale si dicevano scolpite varie non avrebbero scagliato lo anatema al Lonato” (pag. 2). Tuttavia questo non impedisce lettere e che io non potei vedere. Non Rossi bresciano che accennava quella la ricerca della verità sulla presenza appena io sentii parlare nella farmacia di lapide che disse di Lonatese spettanza ed Le “Memorie Bresciane” di Ottavio romana a Monte Mario che ancora oggi mio padre di questa scoperta m’invogliai alla quale si vorrebbe derivato il nome di Rossi furono pubblicate, rivedute, da non può considerarsi un capitolo chiuso.

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2 Novembre 2018 a cura di Pino Mongiello Un uomo, una guida Un convegno per ricordare Pippo Zane promosso dall’associazione culturale “Aldo Moro”

iceva Leonardo Sciascia che la adattarla si riconquista …” E non man- società si può dividere in tre cava di ricordare l’eroica figura di Teresio Dcategorie di persone: “uomini, Olivelli, il partigiano santo, che in clan- ominicchi e quaquaraquà”. Alla prima destinità diresse il periodico “Il Ribelle”, e categoria – aggiungeva - appartengono al cui nome è stata anche intestata una solo poche persone. La denuncia dello scuola a Salò. scrittore è sferzante e costringe chiun- que si imbatta in quella dichiarazione Subito dopo la guerra Pippo Zane a fare un severo esame di coscienza. Se coltiva l’idea di farsi promotore di pro- penso a Pippo Zane (morto circa dieci cessi formativi per i giovani. Da questa anni fa; oggi avrebbe 95 anni), non ho esigenza nasce, per merito suo, lo alcun dubbio nel dire che fu davvero un scoutismo in terra salodiana e nella “uomo” e, come dice il titolo del conve- Valsabbia. Pippo studia le esperienze gno che si terrà a Salò il 24 novembre più avanzate d’oltralpe, organizza prossimo, fu anche una “guida” (oggi campi estivi, catalizza intorno a sé, cioè cosa assai rara). intorno alla pedagogia scoutistica, un buon numero di giovani con i quali Pippo Zane è stato partigiano dialoga con franchezza, dà consigli e, della Resistenza bresciana: appena soprattutto, ascolta. Iscrittosi all’Uni- diciottenne, proprio negli ultimi giorni versità, prima ad Architettura presso il della Repubblica di Salò, la gendarme- Politecnico di Milano poi a Roma alla ria fascista gli trovò in casa una radio facoltà di Ingegneria, non completa gli ricetrasmittente da lui realizzata in studi non per scarso interesse o abulìa modo amatoriale. Quello fu il prete- ma perché responsabilmente chiamato servizio, senza legarsi a correnti o con- dunque di lui. il convegno che l’Asso- sto per condurlo in carcere, insieme al a gestire l’azienda dolciaria di famiglia, venticole di parte. Gli preme soprattutto ciazione culturale “A. Moro” di Salò ha padre Francesco, con l’accusa di alto la Cedrinca, essendo il padre Francesco ascoltare i giovani consiglieri, sostenerli promosso per ricordarne la figura, darà tradimento, in attesa della pena capi- stato eletto in Parlamento nel partito nelle iniziative che desiderano intra- risalto alle testimonianze che valoriz- tale che fortunatamente non si concre- della Democrazia Cristiana. Quelli tra il prendere. E nei confronti degli avversari zeranno i suoi ideali di libertà, la sua tizzò grazie all’intervento del parroco, Quaranta e il Cinquanta gli anni in cui nutre il massimo rispetto. passione educativa, l’impegno civile mons. Luigi Ferretti, e al trambusto che Pippo Zane stringe un forte sodalizio da lui dedicato in campo amministra- regnava ormai in quei giorni di immi- con Attilio Forgioli: tra i due ci sono Ovunque si trovi, a scuola o nei tivo salodiano. Al convegno interver- nente ritirata dei tedeschi dal nostro circa nove anni di differenza, eppure campeggi estivi, in politica o in famiglia, ranno come relatori: Giusi Zane (figlia territorio. Di quella vicenda Pippo Zane uno trasmette all’altro tensioni etiche, Pippo Zane rivelerà con trasparenza ma di Pippo), Rolando Anni (docente non se ne farà mai una bandiera. Dirà visioni personali di tipo culturale e anche senza forzature, cioè con spirito presso l’Università Cattolica di Brescia solo che gli toccò di vivere una tre- sociale, l’amore per la libertà. Forgioli, libero e laico, la sua inclinazione verso e Direttore dell’Istituto storico per la menda avventura e che, quando si è gio- su pressione dell’amico-maestro, si iscri- una spiritualità autentica. Resistenza bresciana), don Lorenzo vani, si compiono scelte che sono moti- verà all’Accademia di Brera e diverrà il Bacchetta (ingegnere, prete novello vate spesso dall’istinto. Per istinto, però, pittore che conosciamo. Del suo credo, vissuto con grande 2018, formatosi per diversi anni nell’at- non ebbe timore di nutrire grandi ideali semplicità e dignità, non vuole che altri tività Scout), Attilio Forgioli, Riccardo e di preferire su ogni cosa la libertà. Nei Negli anni Settanta, più per con- si sentano impacciati o condizionati. Marchioro. Al convegno hanno decenni successivi alla Resistenza, ebbe sapevolezza di un dovere da assolvere Liberi tutti! E, prima di ogni cosa, conta dato il loro patrocinio il Comune di occasione di tenere qualche discorso che non per desiderio o ambizione, il rispetto delle persone, tra le persone, Salò, la Parrocchia “Santa Maria commemorativo sul 25 aprile. Nel accetta di fare, in tempi difficili tor- dei diversi e di chi è in difficoltà, di cre- Annunziata”, l’Università Cattolica 1973, in una scuola bresciana disse: “La mentati dal terrorismo, il segretario denti e non. e l’Istituto storico per la Resistenza libertà è come la verità: si conquista. della DC salodiana e il capogruppo in bresciana, la fondazione ASM e la E quando si è conquistata, per conser- Consiglio comunale nell’amministra- Sabato 24 novembre alle ore fondazione SIPEC di Brescia, l’Asso- varla si riconquista, e quando mutano zione Marchioro. Svolgerà il suo ruolo 10, presso la Sala dei Provveditori ciazione S. Giorgio per gli Scout del gli eventi e si evolvono gli istituti, per con grande saggezza, con vero spirito di nel Palazzo Municipale, si parlerà territorio.

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Novembre 2018 3 Personaggi sul Garda a cura di Giorgio Maria Cambié Il generale terribile: Andrea Graziani vederlo in fotografia, corpulento, insaccato fu allontanato per la sua brutalità. Comandò poi il XII nella divisa di generale della Milizia Volontaria Corpo d’armata e al momento dell’armistizio si trovava ASicurezza Nazionale, non si direbbe che fosse il nella zona di Feltre. Per gli ordini impartiti durante la generale feroce che la storia ci ha tramandato. guerra, il Graziani venne deferito al tribunale militare. Processato, nell’atmosfera della vittoria, il Tribunale Erano i giorni della débacle di Caporetto e gli era militare e la Corte d’appello lo assolsero, ricordando gli stato assegnato il difficile compito di fermare i soldati atti eroici dal generale compiuti nel corso del conflitto in fuga disordinata. A Noventa Padovana diede l’or- ed egli venne persino definito “il più grande condot- dine di fucilare seduta stante l’artigliere Alessandro tiero della nostra guerra nazionale”. Ruffini, che lo aveva salutato tenendo il sigaro in bocca (e forse aveva guardato con scherno il generale, Nel 1923 il regime fascista lo pose a capo della cosa assai probabile data la considerazione che i sol- Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale per le pro- dati avevano dei loro ufficiali superiori). vince di Trento, , , Belluno,

Andrea Graziani era nato a Bardolino nel 1864, A parte la sua carriera militare, Graziani ebbe figlio di un notaio che operava in quella sede e poi in molti interessi “civili”. Valpolicella (Verona). Appena nominato nella Milizia perorò con La sua vita fu tutta in divisa. Ottenuti i primi gradi Mussolini la realizzazione della contrastata galleria all’Accademia di Modena, fu con le truppe italiane scolmatrice dell’Adige da Mori a Torbole, che sarà ulti- nella campagna dell’Eritrea del 1887. Nel maremoto mata nel secondo dopoguerra. Da Mussolini ottenne di Messina del 1908 si guadagnò una medaglia d’oro anche l’appoggio per la realizzazione di un canale a per il soccorso prestato alla popolazione, e un’altra ne scopo idroelettrico ed irriguo, che l’ingegner Fernando ottenne nel terremoto della Marsica (1910). Biffis aveva progettato da Ala al Chievo. Tale progetto prevedeva l’impiego delle acque atesine per l’irriga- Nel 1915 fu capo di stato maggiore del V zione, regolata dal consorzio “Utenti acque medio Fu anche sindaco di due piccole comunità alle Corpo d’armata. Nello stesso anno gli venne affi- Adige”, di cui il generale era presidente e due cen- porte di Verona (poi incorporate nella città): San dato il comando della 44esima divisione e si meritò trali idroelettriche “in serie”, una a Bussolengo e una Massimo e Chievo. Per esse realizzò un acquedotto e il titolo di “eroe del Pasubio”. Dal marzo 1917 ebbe il al Chievo, e venne terminato in tempo di guerra nel del servizio di pubblici automezzi. comando della 33esima divisione operante sul Carso 1940. e dopo Caporetto venne nominato ispettore generale La sua morte rimane avvolta nel mistero: il suo del movimento di sgombero col compito di cercare di Da presidente dell’associazione “Pro Montibus” corpo venne trovato il 27 febbraio 1931 riverso sulla imporre la disciplina agli oltre 200.000 militari sban- curò un vasto piano di rimboschimento della collina e massicciata della ferrovia nei pressi di Prato. L’inchiesta, dati della seconda armata. della montagna veronesi. Si interessò particolarmente magari un po’ affrettata, si concluse con la determina- alla realizzazione della “strada Graziani” sul Monte zione che si trattava dell’ accidentale apertura di una Agli inizi del 1918 gli venne affidata la costitu- Baldo, completando ed adeguando a usi civili la strada porta durante il viaggio a Roma del generale che aveva zione di un corpo cecoslovacco in Italia, dal quale militare costruita durante la prima guerra mondiale. causato la sua caduta sulla strada ferrata.

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4 Novembre 2018 ADV-Istituzionale Occhio 2018_A4_ITA.indd 1 07/02/18 14:32 Giusy Versace: “Il supereroe è colui che riesce ad amare e sorridere alla vita”

iusy Versace, atleta paralimpica, scrittrice, con- Il suo primo libro è diventato anche uno spetta- duttrice televisiva, attrice, ballerina e da marzo colo teatrale dove lei stessa ha recitato, si è messa in G2018 anche parlamentare italiana ha affasci- gioco anche come ballerina vincendo la sfida televi- nato il pubblico del Trap Concaverde di Lonato del siva di “Ballando sotto le stelle”, è tornata a nuotare nel Garda, sede del primo Campionato mondiale di tiro mare della “sua” Calabria e non si è più fermata. a volo paralimpico. Una chiacchierata con lei cambia la prospettiva quotidiana. E così è stato per gli ospiti A settembre è uscito il suo nuovo libro, stavolta lonatesi. un racconto illustrato per ragazzi: “Wonder Giusy” (Mondadori, 2018), con cui prosegue la sua missione: Nella giornata inaugurale del primo mondiale di «Avvicinare i più giovani alla disabilità, senza paura, Para Trap, lo scorso 4 ottobre, Giusy Versace è stata magari con curiosità, ma con normalità». Perché, «la per correre o quelle per il mare o per fare la spesa… I la “madrina” della cerimonia e si è messa in gioco pro- disabilità è solo negli occhi di chi guarda, e dipende bambini sono puri, non vedono l’handicap ma quello vando anche il tiro a volo con la campionessa nazio- solo da come la guardi». che sappiamo fare bene nonostante tutto». nale Jessica Rossi. Una donna forte e piena di ener- gia, la Versace, che di sfide ne ha vinte tante nella vita, Così nel suo nuovo libro Giusy infila le ali alle sue Passo dopo passo, di conquiste Giusy Versace l’ultima lo scorso marzo: non si tratta di una gara di protesi e si trasforma nell’eroina “Wonder Giusy” per ne ha collezionate tante, e questo grazie anche alla atletica, stavolta, ma il suo impegno in parlamento dà avvicinarsi ai bambini. «Il supererore è colui che sua famiglia: «Mi sono alzata dalla carrozzina non voce a chi non ce l’ha, per sostenere il valore terapeu- tutto può, che riesce ad amare e a sorridere alla perché mi chiamo Versace, ma perché ho lavorato tico dello sport nella disabilità. Inserita nella commis- vita. Abbiamo la grande fortuna di poter scegliere sodo, con il fisico e con la mente. E poi ho avuto una sione Affari sociali di Montecitorio con delega alle Pari di sorridere e combattere». Ai piccoli lettori Giusy si piccola, grande famiglia accanto, il mio “scudo”… Con Opportunità e Disabilità, ha presentato una proposta presenta con l’aiuto del giovane Chris, un ragazzo loro, ho preso forza e ho imparato a dare valore alle di legge per l’introduzione degli ausili e delle protesi sulla sedia a rotelle in seguito a un incidente stradale. cose che posso fare». sportive per persone diversamente abili tra i disposi- Insieme, lei e Chris, allenano i bambini alla vita, con le tivi erogati dal Servizio sanitario nazionale. «Lo sport “missioni sorriso”. Nel cassetto rimane ancora un sogno, forse va visto come un diritto, non come un lusso. Lo sport ambizioso ma non impossibile, perché niente può è terapeutico, aumenta l’autostima, regala un’op- «Mi piace parlare ai bambini – spiega – perché fermare “Wonder Giusy”: «Confesso che un pensierino portunità nuova di vita, favorisce l’integrazione sono il nostro futuro, per migliorare l’approccio con di scrivere alla Nasa l’ho fatto. Ho il sogno di essere sociale e abbatte le barriere mentali». la disabilità dobbiamo partire da loro… I bambini la prima donna che appoggia il piedino in carbonio sono curiosi, quando li incontro nelle scuole e rac- sulla luna». Da atleta paralimpica, con undici titoli nazio- conto loro la mia vita, si immaginano che io la mattina nale, il record europeo di corsa sui 100 metri e cam- apra l’armadio e scelga quali gambe mettere: quelle Francesca Gardenato pionessa italiana dei 100 e 200 piani, Giusy conosce a fondo il potere rigenerante della pratica sportiva: «C’è tanta energia nell’ambiente sportivo da far passare la depressione a chiunque!».

Anche la scrittura è stata fortemente terapeu- L’italiana in Algeri tica per lei: nel 2013 ha pubblicato il diario della sua storia “Con la testa e con il cuore si va ovunque” (Ed. Mondadori, 2013), l’appassionante racconto di come di G. Rossini su è riuscita a trasformare una tragedia in una nuova opportunità di vita. libretto di A. Anelli Un incidente stradale sulla Salerno-Reggio Calabria, il 22 agosto 2005, ha spezzato la vita di Giusy in due parti. La prima, quella della giovane “ram- polla” della famiglia Versace, impegnata nella moda e l prossimo 24 novembre alle 16, nel Salone Gino completamente presa dal suo lavoro, dagli impegni Benedetti del Castello di Desenzano, il profes- mondani e dagli amici, dalla frenesia di una gioventù Isor Edoardo Campostrini e Franco Masseroni, tutta da divorare; la seconda fatta di esperienze forti, esperto di musica e presidente dell’associazione sudore e lacrime, tanta tenacia, determinazione e Amici della Musica di Desenzano, parleranno rispet- grandi conquiste. La sera stessa dell’incidente, rima- tivamente il primo di Angelo Anelli, librettista sta da sola nella sua auto mentre fuori diluviava, con nostro concittadino, e il secondo dell’opera comica: le gambe tagliate dal guardarail, Giusy ha deciso che L’italiana in Algeri musicata da Gioachino Rossini. non si sarebbe arresa e si è attaccata alla vita. Quando è stata «catapultata nel popolo degli invalidi», anziché Si vuole sottolineare la modernità di quest’opera, piangersi addosso ha tirato fuori le unghie, dalla riabi- malgrado abbia superato i cento anni di produzione. litazione fino al suo percorso da atleta, e «ha iniziato a Se ne parlerà con molta semplicità, alternando ai correre incontro alla vita», ad aiutare il prossimo, come commenti la visione di spezzoni di registrazioni can- volontaria dell’Unitalsi a Lourdes e poi come fonda- tate. Nelle intenzioni vuole essere questa la proposta trice e presidente della Onlus “Disabili No Limits”, per di un pomeriggio lieve, ma con la riscoperta di autori favorire l’inclusione sociale attraverso lo sport for- non di secondo piano, accomunati dalla fervida cre- nendo protesi, sedie a rotelle e ausili necessari, spesso atività e, in questo caso, dalla volontà di divertire. troppo costosi. L’ingresso è libero.

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Novembre 2018 5 "In Mostra" a cura di Mariateresa Martini “Visioni del Garda nel ‘900”

el cercare notizie su Lello Vincenzo (Enzo) Morelli, nato a Scorzelli, lo scultore del monu- Bagnacavallo nel 1896, aveva colti- Nmento dedicato a Paolo VI per vato la passione per la pittura, già dal il Duomo di Brescia, ho trovato un suo 1910, a Milano col padre, dove aveva vivace cavallino in bronzo, nel Museo frequentato la scuola serale di decora- delle Capuccine a Bagnacavallo. Nello zione, mentre era cartellonista alla “Casa stesso museo mi ha sorpreso la colle- Ricordi”. Fu poi illustratore per il giornale zione Enzo Morelli, donata al Comune militare “Signor sì”, e al termine del con- di nascita, dal pittore e dalla moglie. flitto, per le riviste “La lettura” e “Secolo XX”.

Il pittore ha vissuto gli ultimi Nel 1926 partecipò alla prima di Giustizia di Milano (su richiesta di vetrate della chiesa di Santa Maria decenni della sua vita, sul Garda, a mostra del “Novecento Italiano” alla Piacentini ). Bambina a Milano. Bogliaco, dove aveva acquistato una Permanente di Milano, poi si è trasferito vecchia casa di pescatori e oggi è sepolto per cinque anni ad Assisi, dove vinse il Insegnante di “pittura decorativa” Partecipò a rassegne d’Arte Sacra-a nel piccolo cimitero sul colle fra ulivi e concorso per la decorazione della sala presso la Scuola superiore d’arte, al Milano, a Novara e a Roma. Nel 1957 lago. della Conciliazione del Municipio e lì Castello Sforzesco lasciò l’insegnamento, affrescò l’altare della Madonna nella riprese, en plein air, le colline umbre e lo per evitare l’iscrizione al Partito fascista. chiesa del Carmelo a Legnano. Dal Morelli ha realizzato una personale studio dell’arte. 1963 al ’66 vinse il Premio Bagutta – ricerca artistica lungo il Novecento, Si sposò a Brescia (1939) con Anna Orio Vergani, il Premio Fila a Biella e accanto ai grandi del periodo, Ispirato Tornato a Milano, nel 1931, fre- Magrograssi, la compagna della vita. il Premio Acquisto alla Permanente di dai maestri del passato che interpre- quentò il circolo culturale Bagutta, e fece L’anno successivo, ottenne la cattedra di Milano, mentre era titolare della catte- tava con moderna sensibilità, grazie ad amicizia con molti artisti, scrittori e gior- “Figura” al Liceo Artistico di Brera. dra di Pittura all’Accademia di Belle Arti una solida plasticità. Estroverso come nalisti. Nel 1932 affrescò una cappella nel di Bologna. illustratore, poetico, nel dipingere pae- cimitero di Rovigo e quella della Beata Ricordava con un dipinto coinvol- saggi e ritratti: per Contemplazioni del Vergine del popolo nella Collegiata di gente, Memorie d’affetti, il padre. Nel 1971 allestì due personali a Garda, ha visioni liriche d che procedono San Michele, in Bagnacavallo. Milano e a Piacenza, nel 1974 riceveva il dal naturalismo all’astrazione, mentre Si dedicò poi a scorci e vedute ispi- Premio d’onore dei romagnoli “La lôm”. I ritratti hanno sfumature emotive Partecipò anche alla V Triennale, rate al lago di Garda, trasferì su tele dai Ritiratosi a Bogliaco, malato. La sua intense. Per committenze ecclesiasti- con la decorazione della cappella nel colori esuberanti i bozzetti, tracciati con attività pittorica rallentò prima di spe- che e civili ha realizzato grandi opere: parco e di una parete (Estate) all’interno un disegno rapido su carta. gnersi il 28 gennaio 1976. affreschi o vetrate. Sensibile ai temi del Palazzo; nella VI Triennale decorò della luce rende i suoi riflessi sui luoghi una parete con “I Costruttori”. Affrescò Dal 1942 e al ’48 ha esposto alla Oggi i gardesani possono tributargli e sui volti cari. spazi alla XX Biennale di Venezia XXIII Biennale di Venezia, poi ha lavo- un doveroso omaggio, come protagoni- (1936) e nella Cancelleria del Palazzo rato alla realizzazione delle grandi sta della cultura del ‘900.

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6 Novembre 2018 "In Mostra" a cura di Mariateresa Martini In mostra a Venezia “le battaglie della Serenissima sul Garda”

elebrazione internazionale, dopo Madrid e Le opere confermano “il mito di Venezia” per il Washington, anche a Venezia, di Jacomo fondamentale apporto della sua flotta nelle battaglie CTentoreto pittor de’ Robusti (Tintoretto) del ’400 e del ’500. nell’anniversario della sua nascita. Curata dalla Fondazione M. Civici, dalla National Gallery di Nella composizione della Difesa di Brescia (sul sof- Washington e dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, fitto della Sala del Maggior Consiglio) è un guerriero la mostra è visitabile fino al 6 gennaio 2019. visto dal basso, che sta roteando una grande spada, a rendere l’intera espressione di potenza. Venezia è una mostra permanente di Tintoretto, ma la grande monografica ripercorre l’arte di Nelle tele raffiguranti le vittorie militari della Tintoretto, con opere da tutto il mondo, si approfondi- Serenissima, nelle battaglia di Riva e di Desenzano sce il modus operandi del maestro veneziano. del Garda (a latere del Maestoso Paradiso), il combat- timento infuria violentemente in ogni punto, miriadi La mostra ha due sedi espositive, Palazzo Ducale di scale, lance, cannoni e scie di frecce scoccate in e le Gallerie dell’Accademia, alle quali si aggiungono le aria, in un ambiente carico di concitazione. La scena è opere della Scuola Grande di San Rocco. Tutto il per- intensificata da potenti effetti chiaroscurali. corso è spettacolare e qui mi soffermo sui dipinti alle pareti e ai soffitti dello stesso Palazzo ducale. Nel comporre tali scene Jacopo sfruttò un ampio repertorio di pose elaborate attraverso studi di figure, Tintoretto celebrò l’apporto della flotta veneziana in vari disegni esposti, con rimandi a Michelangelo e nella Lega Santa che sconfisse i Turchi, a Lepanto al Sebastiano di Tiziano nel Polittico Averoldi. (1571) in un dipinto di cui fece dono alla Serenissima; a Palazzo Ducale, ci sono anche le battaglie in difesa Merita di essere qui ricordata l’epica impresa di Brescia e del Garda, inserite nella decorazione di “Galeas per montes”, sotto la guida del capitano soffittuale, con suggestivi effetti scenografici. Gattamelata, quando i veneziani attaccarono i mila- l’impresa fu ripetuta. I veneziani allestirono a Torbole Questi dipinti sono visioni collocate in potenti sceno- nesi da Nord nel 1439 con una flotta di 33 navi che una nuova e più potente flotta e, il 10 aprile del 1440, grafie volte ad adulare anche le forme e le energie del aveva risalito l’Adige fino a Mori, tratta in secco e tra- al largo del Ponale, di fronte a , vinsero corpo umano… La luce, rotta e riflessa dall’acqua in sportata su rulli fino al lago di Loppio, nuovamente in la battaglia e riconquistarono tutto il Garda. Venezia movimento, si disperde in frammenti colorati, poche secco, issata fino al passo di S. Giovanni e da lì calata manterrà il dominio sul lago, nel 1448, contro l’attacco linee rette, bruschi cambiamenti della luce e un’originale fino al Lago di Garda, nei pressi di Torbole. Per issare di Francesco Sforza e nel 1483 contro quello di Ferrara. interpretazione dello spazio della cantieristica vene- e calare le navi lungo il percorso, un sistema di scor- ziana. Figure spinte verso il primo piano, che si alzano rimento su rulli inventato all’occorrenza, servirono 15 Tintoretto aspetta tutti a Venezia, con un cannoc- con intensa drammaticità, nell’atmosfera di foschia e di giorni, 2.000 buoi, centinaia di schiavi e maestranze, chiale che consenta di ammirare pareti e soffitti oltre bagliori di battaglie e di trionfi. Potenziati dalla “maniera possenti argani. che i molti dipinti. che non finisce” (il non-finito come contrassegno per- sonale di Tintoretto). Dopo la battaglia di Desenzano vinta dai milanesi, Benvenuto Equinozio d’Autunno!!

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Novembre 2018 7 a cura di Pino Mongiello Alfredo Beretta: il segno dell’estro Nipote d’arte, Alfredo Beretta (70 anni) si è da sempre applicato con matite e colori per dare corso alla fantasia, affidando al suo segno ora una valenza interrogativa ora una riflessione etica. Pur non avendo fatto della sua abilità di disegnatore una professione, ha prodotto nel corso dei decenni nume- rose opere e si è cimentato con le più diverse tecniche oltre che con materiali vari: carta, legno, pietra. Un dono di natura il suo, senza scopo di lucro.

l nonno di Alfredo Beretta, di fantasia, ma che aveva a che fare con un centauro di prima fila aveva inteso Giovanni, morto centenario cin- la realtà quotidiana, soprattutto con la la strada come fosse una pista ed era Iquant’anni fa, aveva decorato il Petit problematica giovanile della concor- partito a tutto gas; ma la moto gli era Palais di Parigi per l’Expo International renza sleale tra coetanei e del bullismo. scivolata sotto le gambe mentre lui del 1900 e aveva contrassegnato col Lui l’aveva pensata come la sfida in un rimbalzava penosamente a terra, sull’a- gusto Liberty pareti e facciate di chiese e torneo cavalleresco, dove i cavalieri si sfalto piatto, rischiando oltretutto di palazzi della Riviera gardesana. Il padre contendono il premio messo in palio, la rimetterci la pelle. E la gente che guar- Leone, invece, dopo un avvio di carriera bella castellana, senza badare a regole. Il dava, in coro, senza pietà gridava: “Pirla!” nella decorazione accanto al padre suo era un gioco di rimbalzo: dalla storia Giovanni, aveva messo su un’impresa all’attualità, cioè dal cavallo bardato con Alfredo Beretta, che di pro- in terra salodiana che operava nella in sella il cavaliere con elmo e celata, alla fessione ha fatto l’insegnante di tinteggiatura edile. Leone era anche moto superaccessoriata cavalcata da un Educazione fisica, ha però sempre col- affabulatore ironico e curioso, e sapeva centauro dal viso nascosto e protetto da tivato il suo genio un po’ per gratifica- ben coniugare racconto e recitazione. casco e visiera. zione propria un po’ perché sollecitato. Alfredo può ben dirsi figlio e nipote Se si tralasciano le figure riguardanti gli d’arte: in casa ha respirato il profumo di Davvero una trovata curiosa! Il esercizi ginnici da lui abbozzate e uti- vernici e colori, ed ha anche fatto pratica compito gliel’aveva passato da svolgere lizzate per la didattica dell’Educazione con materiali e strumenti che gli hanno un amico, artista del vetro a Milano, che fisica, c’è però tutto un ampio venta- consentito di dotarsi di una manualità pensava di partecipare a un concorso glio di cose messe a segno: copertine creativa, fluida e raffinata. indetto da una casa di produzione giap- di libri, locandine di spettacoli teatrali, ponese in cerca di idee per un prodotto cartoline a soggetto storico (si vedano Conosco Alfredo da sempre, da televisivo da immettere sul mercato quelle dedicate a Zanzanù), carte da quando cioè insieme si faceva il bol- europeo. L’amico non ce ne veniva fuori, gioco, situazioni sceniche. Penso al libro maschere, pagliacci. Ma si è cimen- lettino della Parrocchia di Salò negli o non aveva tempo, e passò l’informa- di Fabrizio Galvagni sugli ultimi tempi tato anche col legno: ha riproposto in anni Settanta. Allora, oltre agli arti- zione ad Alfredo il quale, a sua volta, a della Serenissima in terra salodiana e chiave nuova soggetti e segni su tavo- coli, si doveva pensare anche ai fregi e storia ultimata, si dimenticò l’indirizzo a valsabbina; penso alle fiabe e ai racconti lette lignee da apporre al soffitto. E non alle vignette di corredo da mettere in cui inviare il progetto che aveva termi- disegnate sui tarocchi per il gruppo tea- è finita. Chi entra nel suo underground, pagina. Per ogni argomento ci doveva nato. Possiamo vedere qui un piccolo trale di Vobarno e Provaglio guidato da ci trova un mondo magico fatto di pen- essere un suo disegno a china quale sin- saggio di quel lavoro. Nel rispolverare don Arturo Viani; penso alle locandine nelli, colori, carte di ogni tipo, caval- tesi visiva del contenuto. Ci fu un giorno la vicenda, Alfredo dice che allora si era dei Musicals “Un uomo così” e “La piazza letti, foto d’epoca, souvenirs, medaglie, che mi si presentò con dodici fogli ispirato a un fatto reale, di cui era stato è vuota”. cornici disposte nei più diversi spazi. disegnati e colorati a tinte sgargianti. testimone allo stop di un semaforo, nel Sembra l’antro della Sibilla. Qui ogni In ciascuno di essi si poteva leggere la pieno centro di Milano. Allo scoccare del Beretta ha dipinto anche su tela: presenza ha una storia: è insieme espe- puntata di una storia: diciamo una storia verde, volendo fare una smargiassata, volti carichi di simbolismo esistenziale, rienza e progetto, passato e futuro.

Aperto da

martedì a domenica

dalle ore 10.00

alle ore 18.00

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8 Novembre 2018 a cura di Roberto Darra Il cimitero di Lonato dice addio al custode

ovità in vista per chi si trova a far visita ai propri cari nel cimitero Ndel capoluogo lonatese. I due cancelli d’ingresso, la cui apertura viene regolata attualmente in modo manuale da un dipendente del comune, saranno presto automatizzati con un temporiz- zatore che stabilirà aperture e chiusure giornaliere.

Ecco il motivo dell’automazione: “Si tratta di una scelta dettata dal fatto che – come spiega il consigliere delegato ai cimiteri e al decoro urbano Ferruccio Scarpella – praticamente non esiste più la figura del custode, ma sono attivi unicamente dei manutentori che curano il decoro e la pulizia di tutti i cimi- teri. Oltre a quello del capoluogo, che è il più grande, la novità interesserà anche Esenta, Centenaro e Maguzzano. Ad Esenta il cancello è già automatico. Gli altri lo diventeranno. Se sbadatamente qualcuno non si ricordasse degli orari, anche se sarà attivata una sirena che avverte i visitatori, e per sbaglio si tro- vasse ancora all’interno con il cancello chiuso potrà premere un apposito pul- sante di emergenza per riaprirlo”.

Oltre al “pensionamento” del custode, il Comune da tempo ha messo all’asta anche la casa dove risiedeva, a pochi passi dal camposanto. Per ora però nessuno si è fatto avanti e l’abban- dono dell’edificio è purtroppo totale.

Città di 60 Anni e nuova sede per l’ AVIS di Lonato

Società Solferino e San Martino

ompleanno davvero speciale per i dell’ Avis Lonato Gianbattista Braga – 2018 230 donatori di sangue di Lonato diventi un punto d’incontro per tutti gli Cche lo scorso 7 ottobre oltre che associati anche semplicemente per rac- festeggiare i 60anta anni di attività hanno cogliere suggerimenti su come procedere Domenica inaugurato la nuova sede. Questo grazie nel percorso di volontariato che abbiamo alla concessione in comodato d’uso di un scelto consapevoli che il sangue si può 4Novembre immobile di proprietà della Fondazione solo donare e per questo c’è bisogno di COMPLESSO Madonna del Corlo utilizzato come sensibilizzare la gente. ”Prima di Braga Nel giorno in cui si celebra la festa MONUMENTALE dell’Unità d’Italia e delle FF.AA. archivio dell’ente. L’edificio che in questi l’Avis ha avuto altri due presidenti. Il fon- DI SAN MARTINO l’Amministrazione Comunale, la mesi è stato completamente ristrutturato datore, nel 1958 Luigi Grazioli e poi nel Società Solferino e San Martino, DELLA BATTAGLIA le Associazioni Combattenti e si trova in via Marziale Cerutti,a pochi 1967 Renzo Capuzzi. Dopo il taglio del Reduci, le Associazioni d’Arma passi dalla pizzeria “ Da Silvano “. nastro naturalmente il corteo per le vie PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE CITTADINA e le Famiglie dei Caduti cittadine con l’accompagnamento della invitano a partecipare alla ore 9.50 Ritrovo alla chiesetta dell’Ossario manifestazione unitaria a San A tagliare il nastro il sindaco Roberto Banda. Al termine la messa in basilica, ore 10.00 Celebrazione della S. Messa Martino della Battaglia Tardani insieme con il presidente dei la deposizione di corone di fiori sia al ore 10.45 Alzabandiera dal pennone della Torre donatori lonatesi Gianbattista Braga e monumento ai caduti che all’Avis. Pranzo ore 11.00 Discorsi ufficiali davanti al Museo del quello della Fonazione Adriano Robazzi sociale al ristorante La Cavallina con pre- Risorgimento A seguire oltre ad altre autorità. Gli spazi sono con- miazione dei soci benemeriti. E’ stata Intrattenimento musicale della Banda cittadina e del Coro degli alunni divisi con l’Aido. “ Un anniversario, ancor anche l’occasione per ricordare Sergio delle scuole primarie Rinfresco a cura del Gruppo Sportivo San Martino della Battaglia più se si tratta di un traguardo importante Marai, l’indimenticabile alfiere avisino di Le Associazioni d’Arma rendono onore ai Caduti con posa di corone come il sessantesimo, è insieme punto di Sedena scomparso quest’anno. La casa ai Monumenti di Desenzano, Rivoltella, San Martino e Vaccarolo arrivo di un percorso, ma anche di par- dell’Avis avrà anche una sala aperta ad Città di Desenzano del Garda www.comune.desenzano.brescia.it tenza verso nuovi obiettivi. Mi auguro che incontri promossi da altre associazioni la nuova sede – sottolinea il presidente presenti sul territorio lonatese. Novembre 2018 9 Personaggi Lonatesi a cura di Morando Perini Giovanni Rovida e l’ultimo bombardamento su Lonato l Comune di Plezzo citato da Rovida e nei pressi del quale evidentemente si trovava, è oggi un Icomune delle Slovenia lungo il corso del fiume Isonzo a nord di Caporetto. Il fronte rimarrà pressoché immobile in questa posizione fino all’autunno 1917 e Giovanni Rovida mette a frutto tutto il suo ingegno in favore della truppa. Ne da conto in una lettera al padre del 26 novembre 1916.

“Caro Babbo, questa volta ditemi “bravo” perché un po’ lo merito. Ho costruito da solo una teleferica che trasporta i viveri dalla valle fino alle mie trincee. Infatti tutto ho inventato io…. Non avevo un filo di ferro lungo 500 metri ed allora ho preso tre rotoli di filo da reticolato, ho fatto togliere le spine e senza saldarli li ho uniti tutti e tre con un sistema praticissimo che permette alle rotelle della carrucola di passare senza cadere…. Come volli così riuscì ed ora corre ed io con i miei soldati ce ne ridiamo del freddo e del ghiaccio, perché su quel filo viene tutto: la fame aguzza l’ingegno”.

Il primo gennaio 1917 Giovanni Rovida scriveva alla famiglia e i ricordi di casa e una certa malinconia in queste parole prendono il sopravvento:

“Questa sera mentre scrivo sento che di fuori il vento infuria e penso al mio letto caldo e molle, alla calma del nostro paese. Del mio paese che è così lontano e che per tanto tempo non rivedrò. Perdonatemi, oggi mi sono “(…) Dubito talvolta di me stesso e penso se in fami- dimenticato di essere un ufficiale italiano per ricordarmi glia qualcuno mai in passato andò in manicomio. Ho d’essere vostro figlio. Ma si, sono vostro figlio e le mie bisogno di pace, di non saper nulla, di stare solo. Povera sorelle sono con voi, io no. Non è la ferita, ne la morte giovinezza che passa tra le armi e la morte e non fra che mi spaventa, ma il timore il pensiero di non vivere l’amore e la vita gioconda. Quando numero i mesi io A sinistra: Rovida durante la Prima Guerra Mondiale. un po’ nella quiete della mia famiglia. Oggi sono triste, penso che io non sono vissuto, penso che tornerà la vita Sopra: Rovida negli anni '40 perdonatemi, domani saprò ben io stare allegro”. quando i miei giorni si riattaccheranno a quelli di prima. Perdonami, Emilia, talvolta così dalla penna sfugge qual- Non malinconia ma risentimento e forse rabbia che cosa che non deve uscire scrivendo a casa. (…)”. traspaiono nelle parole della lettera scritta alla sorella Emilia, il 3 giugno 1917, quando da ormai due anni Quest’ultimo passaggio è comune a moltis- Giovanni Rovida è al fronte: sime lettere dal fronte: ai genitori ed alla moglie si scrive normalmente che tutto procede per il meglio; “(…) A riposo poi non andrò mai finchè rimarrò su sono invece le lettere ai fratelli, sorelle e zii a conte- questa fronte. La licenza può essere concessa egual- nere le frasi più dure, i pensieri ed i timori peggiori mente perché siamo parecchi Ufficiali; tu mi dici “pic- che valgono anche come sfogo dell’uomo stretto nella chia” e quanti vorrei picchiare: gente che la trincea non trincea. vede mai e che potrebbe ogni tanto riconoscere i sacrifici di chi da due anni è sul punto di morire senza aver dato Il 21 giugno 1918 la guerra non è ancora finita, un lamento mai. Scusami se questa sera parlo troppo, ma in Giovanni Rovida compare un pensiero per il suo domani sarò ancora calmo e saprò morire per chi è causa futuro e la conclusione degli studi. La lettera è sempre di questa delusione. indirizzata alla sorella Emilia:

Certo è che una lettera con simili contenuti non “…) Gli ultimi del mese dunque io sarò a Brescia se sarebbe potuta passare dal vaglio della censura e ragioni di servizio non mi impediranno. Ma studi non ne viene da chiedersi come il Rovida potesse fidarsi a ho fatti; gli esami li posso dare in sei sessioni un po’ alla scrivere così chiaramente il suo pensiero. Occorre dire, volta, finirò col darli tutti. (…)”. innanzitutto, che tutta la corrispondenza visionata è formata da lettere e non da cartoline ed aggiungere Terminato il conflitto Giovanni Rovida restò che era possibile sfuggire alla censura o affidando ancora in servizio, finendo per essere presente in la missiva a qualcuno che la recapitava andando in Dalmazia, come confermato da alcune lettere scritte licenza, oppure postandola non con la posta militare nel maggio 1919. Poi venne la smobilitazione ma la soggetta ai controlli della censura bensì con la posta carriera militare di Rovida proseguì fino al grado di civile ordinaria. Maggiore come prova una fotografia dei primi anni ’40 in cui lo vediamo che mostra i galloni da Ufficiale Il 1918, dopo la ritirata da Caporetto, inizia superiore al paramano. Di lì a pochi anni la tragedia ancora con una lettera alla sorella Emilia, del 7 gennaio della bomba che lo avrebbe colpito a morte. densa di angoscia e di pensieri:

10 Novembre 2018 I racconti di Amelì Giuseppe e il Bandino per le strade di Desenzano

l 13 dicembre 1955, giorno di S. grande movimento serale. Toccava ora Lucia, alle 16.30 si ritrovarono sette salire verso Capolaterra ed era la parte Ibandisti alla Scuola di Musica e più eccitante della serata per i bandi- sede della Banda di via Bagatta, pro- sti. Puntavano alle osterie, luoghi assai prio sotto il liceo. Erano molto giovani: frequentati in quegli anni e nei mesi erano Signori Giuseppe, Venturi Franco, freddi. Si ponevano davanti all’ingresso Avigo G. Carlo, Ziliani Giovanni, Tomasi e si mettevano a suonare le più cono- Narciso, Cassini Lorenzo e un settimo, il sciute nenie con ritmo allegro. Subito fotografo, che resta sconosciuto. usciva l’oste o l’ostessa con un vassoio di bicchieri di vino rosso per i musi- Giuseppe aveva 17 anni, due soli canti e gli accompagnatori, poi dava un tra loro erano con più anni di espe- panettone o due. Iniziarono con la sosta rienza; suonavano tutti uno strumento al Buso Caldo di via Annunciata, poi pas- a fiato eccetto un ragazzo con i piatti. sarono, attraverso corridoi bui e segreti, Il più anziano dispose i compagni in dall’Alessi in via Castello. Non tralascia- semicerchio e insieme provarono l’ini- rono Le Tre corone di via Stretta Castello. zio di alcuni inni natalizi già provati e riprovati. Quindi salirono l’erta e si trova- rono in via e poi in piazza ‘Garibaldi’. Quando il capogruppo fu rassicu- Qui ogni cinque uscì vi era una caffette- rato dalla prova, si accinsero ad uscire. ria o un’osteria e i bandisti suonavano Indossavano tutti la divisa della Banda ormai come fringuelli. Il calore della e portavano in testa il tipico cappello in moto, prese il vicolo che passa sotto dell’asilo e suor Maria Fedele, maestra gente verso di loro cresceva sempre piatto con la visiera rigida nera. C’era il volto, costeggiò l’officina dei Bulgarini di pianoforte (oggi decana desenzanese, di più; si fermarono anche in Piazza già buio per le strade, in più una fitta e in pochi minuti si trovò in via Santa di ben 110 anni). Chiesero ai musicanti Garibaldi alzando i loro strumenti verso foschia rendeva basso il cielo privo Maria. se volevano del caffè caldo, quelli decli- il buio cielo, diedero quindi il meglio per di stelle. Faceva un freddo intenso e i narono l’offerta; le suorine allora con- rallegrare i tanti curiosi, bambini, giova- loro abiti non proteggevano molto dal Questa strada in quegli anni era segnarono loro oggetti costruiti dalla notti, donne che li seguivano. Percorsero gelo. Ma quei brividi sarebbero presto ancora aperta al traffico veicolare a Comunità nel tempo libero, da vendere via Gherla, via Murachette e andarono scomparsi: dovevano infatti camminare doppio senso, nei caseggiati laterali o regalare. davanti al Circolo dei Comunisti in via molto e in più mettere a dura prova il vivevano famiglie che campavano con Gramsci. Quando il Bandino ritenne che fiato. semplicità del proprio lavoro e alcune Tra un saluto e l’altro, un grup- così bastava, scesero all’Ospedale, che altre di maggior peso nell’amministra- petto di mamme e di bambini aveva allora era all’incrocio tra via Gramsci Passarono davanti alla falegna- zione cittadina. Gli edifici più notevoli attorniato il Bandino, che decise allora e via Vittorio Veneto, raggiunsero le meria Mor, fiocamente illuminata, erano però il Teatro Alberti e l’Istituto di suonare un secondo brano. Alcuni stanze del Ricovero degli Anziani a dalla quale provenivano gli stridii della delle Suore Orsoline. Il primo era pro- adulti, che sapevano delle finalità piano terra e lì lasciarono quanto ave- sega. Si fermarono all’incrocio di via prio in fondo alla via ed era da escludere benefiche del Bandino, lasciarono delle vano raccolto. Carducci con via Bagatta, sotto il lam- per fermarsi a suonare nella sua corte. Il monete o piccole banconote. I bandisti pione; quella era la loro prima sosta secondo si presentava più accogliente. si trasferirono poi in piazza ‘Malvezzi’ e Fecero per i vecchietti un ultimo per suonare. Avevano appena iniziato a I bandisti si disposero appena dentro il sotto il monumento di Sant’Angela ten- revival di musiche popolari tra l’entu- dare fiato ai loro strumenti che uscirono portone esterno ancora aperto(quello nero un concertino natalizio di un buon siasmo degli ospiti, del personale, degli dalla Locanda “Alla lepre” i tre giovani oggi della Galleria S. Maria), con le spalle quaranta minuti. Per un certo lasso di spettatori occasionali. Poi i bandisti, con Mortari, alla cui famiglia apparteneva allo scomparto in legno che permetteva tempo non videro nessuno avvicinarsi, accompagnatori al seguito, raggiunsero la locanda. Sia il giovanotto sia le due l’ingresso o l’uscita di educande, scolare, ma poi iniziarono i primi commercianti il Circolino dei socialisti di via Monte sorelle, di qualche anno più anziane, famiglie o altre persone fidate. a portare panettoni, sacchetti di dolci, Grappa, un ambiente a loro famigliare, consegnarono sorridenti all’accom- panforti, bottiglie; qualcuno lasciò surriscaldato e di un forte sentore di pagnatore del Bandino due panettoni Appena i bandisti iniziarono anche del denaro. vino molto pastoso. Cenarono e canta- e alcune bottiglie di vino. Vennero a a suonare, si aprì lo sportellino in rono tutti insieme, finché non ebbero salutare anche Giuliano e Giovanni Mor, alto della suora portinaia. Subito Il Bandino si spostò quindi in via più voce. Suonando avevano voluto usciti dalla cucina della casa dei ‘vecchi’ si richiuse, ma dopo cinque minuti Roma, attraversata piazza Feltrinelli. tenere in alto i cuori del loro prossimo, Mor, sulla sinistra del laboratorio per chi apparvero con un thermos, sorridenti, Qui tutto si svolse più rapidamente, ora portavano alle stelle i propri cuori. E lo guarda. Quando il Bandino si rimise sull’ingresso aperto, suor Maria Virginia perché non era in quegli anni strada di facevano tutto con semplicità.

Inaugurata la nuova sede della Il gruppo si occuperà anche della formazione Alla cerimonia inaugurale, molto partecipata, dei “cadetti”, cioè i ragazzi e le ragazze dai 13 ai 17 ha preso parte l’amministrazione comunale desen- Protezione civile del Basso Garda anni, attraverso un percorso di volontariato attivo, zanese, rappresentata dagli assessori Giovanni fatto di avventura, sport, gioco, cultura e vita all’aria Maiolo e Pietro Avanzi e, tra le autorità, anche il aperta, grazie al quale offriranno ai più giovani l’op- senatore Gianpietro Maffoni, membro della tredi- el cuore storico di Desenzano, a pochi passi portunità di vivere entusiasmanti esperienze, a con- cesima commissione permanente del Senato che dalla villa romana, è stata inaugurata la dome- tatto con le professionalità della Protezione Civile. In si occupa proprio di Protezione civile, ambiente Nnica 21 ottobre in via Scavi romani 39 la nuova seguito a una attenta analisi dei rischi presenti sul ed ecologia, ed Enrico Musesti, presidente del sede operativa della Protezione civile del Basso territorio, l’associazione desenzanese ha scelto di coordinamento provinciale della Protezione civile Garda, sodalizio nato il 10 marzo scorso da otto crescere professionalmente specializzando i propri nel territorio bresciano. Numerosi i volontari di soci e che oggi conta 28 volontari iscritti, guidati volontari in tre settori di intervento, che costituiscono altre associazioni locali presenti e i volontari di dal presidente Luca Trincia e dal vice Cristian Dei i reparti del gruppo: la parte logistica, per l’allesti- altri gruppi di Protezione civile dei paesi limitrofi Tos. Insieme, si preparano e si addestrano per poter mento dei campi di emergenza in caso di calamità, e della Provincia di Brescia, che hanno seguito la affrontare nel migliore dei modi una qualsiasi emer- il reparto idrogeologico, per interventi urgenti in cerimonia. genza che potrebbe verificarsi sul territorio. caso di eventi naturali catastrofici come alluvioni o esondazioni, e il comparto telecomunicazioni, spe- La palazzina è composta al piano terra da un «Questa sede – ha detto il presidente Luca Trincia cializzato nel mantenere le comunicazioni sul territo- magazzino, due uffici, cucina e servizi, e al primo – sarà il punto di riferimento vero e proprio dei volon- rio in caso di eventi catastrofici. Nei prossimi mesi, i piano si trova una sala polifunzionale che verrà utiliz- tari dell’associazione, luogo in cui potranno appro- volontari svolgeranno corsi di formazione adeguati al zata proprio per gli incontri di formazione dei volon- fondire le tecniche di soccorso, formarsi ed esercitarsi reparto in cui hanno scelto di operare. tari e dei cadetti, da gennaio 2019. Il corpo “cadetti” è nell’area esterna. Sarà aperta per tutti coloro che vor- seguito dal volontario Luca Brunelli, a cui sono affi- ranno entrare a far parte di questa realtà sociale e Sono stati gli stessi soci a lavorare con dedizione date le redini di un progetto educativo e formativo sarà il luogo attraverso il quale la Protezione civile si per rimettere a posto l’immobile, concesso in como- che è “la perla” del sodalizio: «il progetto vuole avvici- metterà in contatto con la popolazione tutta e da cui dato d’uso gratuito dalla Fondazione Sant’Angela nare i giovani al soccorso volontario, offrendo nuovi prenderà spunto per conoscere e farsi conoscere sul Merici di Desenzano, che gestisce la vicina residenza modelli di aggregazione, socializzazione e gestione territorio comunale e non solo». sanitaria per anziani. del tempo libero».

Novembre 2018 11 In volo sul Garda foto di Lida Di Nola Cormorano - Manerba del Garda

s’infrangono urlando sulle scogliere. Ma dopo aver deprecato l’atteggiamento dei miei simili, mi permetta una domanda. Vostra Serenità, ormai ferma nella deci- sione di donare questo ben di Dio pure all’uomo, sa di Dio Benàco che animale si tratta? Conosce la sua apertura alare? Sa dove e come potrà costruire il suo nido? Potrà vedere Gardone Riviera, presso la sede della Comunità Un giorno di chissa di mai quale tempo, il nume noi come suoi amici? del Garda, è nato “Dio Benàco” simbolo della Benàcus chiamò a raccolta gli uccelli acquatici e i pesci AComunità del Garda. Il tutto scaturisce da una del lago e li interrogò per conoscere l’indice di gradi- Benàcus, colpito dalle non poche problematiche leggenda, un dialogo fra il nume Benacus e un gab- mento dedicato a questo giardino per essi preparato inanellate dal gabbiano, si fece serio, quasi dubitando biano che l’artista e scrittore Tullio Ferro ha tradotto con tanto impegno. della sua decisione forse presa troppo in fretta. Per prima in una scultura che, per la prima volta è stata donata cosa pensò di privare l’uomo delle ali per renderlo con ad Aventino Frau, quale riconoscimento della I più risposero con atteggiamenti svogliati non pen- i piedi per terra, costretto pure ad inventarsi un modo Comunità del Garda per la sua ultracinquantennale sando con quanto l’elargitore avesse operato dar loro poter andare sull’acqua non senza impegno e fatica. opera a favore della crescita e dello sviluppo della un così suggestivo luogo alla luce celeste. regione gardesana. Benàcus guardò il gabbiano, dette una pulitina al II nume Benàcus alzò la voce tanto da far tremare la cielo sicché il sole fece subito splendere l’azzurro smalto Tra le leggende che popolano la storia antica corona montuosa dicendo: “Da ora in poi mi rivolgerò del lago e con voce solenne: “Ho deciso. Con gli uccelli, della vasta regione del lago di Garda, c’è la forte all’uomo e gli donerò questo ben di Dio. Voi potrete i pesci e tutte le altre creature qui potrà vivere pure presenza del figlio del dio del mare Nettuno, il dio rimanere ma non vi proteggo particolari attenzioni o l’uomo”. Benaco, nume protettore del lago e protagonista privilegi” delle sue origini e della sua storia. Erano ormai trascorsi alcuni millenni dalla deci- A quel punto l’assemblea, pesci compresi, rumoreg- sione presa e, dovendo egli recuperare una pietra con Il dio Benàco sposò la bellissima ninfa gardesana giò come un’orchestra senza melodia. espressioni incise in suo onore dagli antichi benacensi, Fillide ed ebbe due figli, Limone e Garmeo. Ebbe quando ritornò su queste rive subito ricevette il saluto anche una meravigliosa ninfa di nome Garda che Allora chiese di poter parlare un gabbiano. espresso con uno scroscio di risa dal vecchio gabbiano, fece innamorare il nume Sarca e dalla cui unione per che gli chiese la protezione e i privilegi del tempo antico. patto nacque il grande lago e il loro figlio si chiamerà “lo sono il larus hibernus o se volte il Larus ridibun- Quindi promise eterna riconoscenza dei benacensi Mincio dus, poichè il mio grido rauco somiglia uno scroscio di espressa con il suo simulacro. risa. I miei confratelli alati invidiano soprattutto l’ele- Ecco un dialogo tra il nume Benacus e un ganza che metto nei miei voli, l’abilità nell’affrontare Benàcus disse: “Apprezzo il gesto e vedrete che il gabbiano: il turbinio dei venti qui spesso capricciosi, soprattutto grande Nume che sta sopra a noi tutti, avrà uno sguardo quando vostra Serenità s’imburiana, quando le onde protettivo per coloro che sapranno meritarlo”.

12 Novembre 2018 Antiche famiglie di Desenzano a cura di AD

Secondo il prof. Brusa da Giovanni Maria, secondo G. Tosi, storico desenzanese dei nostri anni e grande conoscitore dell’archivio parrocchiale, da Giovanni Antonio, nacque Agostino (II), nato nel 1741 e morto nel 1812. Questi sposò Teresa di Pietro Alberti da Brescia. Rimangono senza figli e Agostino lasciò erede di tutto la moglie.

Teresa Alberti, vedova Mabellini, si risposò con I Mabellini Pietro Da Ponte e lasciò eredi i fratelli del secondo econdo il prof. Carlo Brusa, storico desenzanese Battista e partecipò al torneo di calcio tra la squadra marito, domiciliati a Brescia. della prima metà del ’900, la famiglia Mabellini, di Desenzano e quella di Castiglione nel 1744, che fu Sproprietaria nel ‘700 della tenuta agricola tra la vinto, per la cronaca, dal Castiglione dopo accanite La piccola chiesa di S. Pietro d’Alcantara inglo- località Tassere e via Colli Storici, a sud-est di Rivoltella, partite. bata nella villa padronale di Rivoltella è stata voluta dove ancora oggi vi è la bella cappella dedicata a S. dal primo Agostino (1676-1764) e fu edificata nel 1733. Pietro d’Alcantara, discende da un Giovanni Maria Mabellini, che genera:

Agostino (I), nato nel 1676 e morto nel 1764. Questo Agostino ha partecipato all’amministrazione di Desenzano, quella fissata dagli ordinamenti della Repubblica di Venezia, a cui Desenzano apparteneva dal 1426. Lo vediamo infatti nel Consiglio Grande e a volte nel Consiglio Speciale, da dove mensilmente usciva un console, funzione prestigiosa, ma anche one- rosa. Da quanto è raccontato dal cronista Gian Battista Alberti, desenzanese del ‘700, Agostino faceva parte del gruppo di persone vicine alla famiglia Alberti, in quel secolo, il ‘700, che vedeva la contrapposizione di ‘partiti’ legati a questa o a quella famiglia. Una sera del 1746 Agostino, mentre tornava per la via delle Rive (oggi via Roma), fu colpito da una archibugiata. Sebbene ferito gravemente a un fianco, rincorse l’as- salitore con un coltello in mano e riuscì ad acciuffarlo. Non lo uccise né lo ferì, ma lo consegnò alla giustizia. Il Provveditore, che avrebbe dovuto sottoporre l’offen- sore a misure punitive, però, lo lasciò libero. La fami- glia Mabellini si oppose a questa decisione e fece di tutto per mandare sotto processo il colpevole, almeno da loro ritenuto tale. Questi intanto era fuggito dallo Stato di Venezia.

Nel 1745 Agostino era stato membro del Consiglio speciale contro le mene della famiglia Villio, antagonista della famiglia Alberti. Del resto Agostino era imparentato con gli Alberti, avendo sposato lui Paola Rosmarini e Andrea Alberti Lucia Rosmarini., sorelle. I loro figli sono quindi tra loro cugini quanto alle madri.

Agostino aveva sposato dunque nel 1704 Libera Paola Usmarini (Rosmarini); da loro sono nati, secondo il prof. Brusa: • Giovanni Maria - nato nel 1706 e morto nel 1790 • Lelia- nata nel 1710 e sposa dell’organaro Angelo Bonatti • Francesco Pietro - nato nel 1713 • Giovanni Antonio - nato nel 1715 e morto nel 1779 • Anna - nata nel 1718 e rimasta nubile

Le Memorie di Gian Battista Alberti, figlio di Andrea, ci dicono ancora qualcosa in più.

Lelia Mabellini, cugina di Gian Battista Alberti figlio di Andrea, aveva sposato Angelo figlio di Giuseppe Bonatti, grande costruttore di organi di via S. Maria de Senioribus, Angelo stesso è organaro. Il fratello di Lelia, Francesco, era chiamato “dottore” da Gian

Novembre 2018 13 novembre inizia il restyling completo di piazza Castello, una delle location più apprezzate e Aammirate da turisti e simionesi. Il restyling di Piazza Si tratta della prima piazza che si incontra sulla sinistra entrando dal ponte di ingresso nel centro di Sirmione: qui i lavori partiranno il 5 novembre 2018 per concludersi entro metà aprile 2019. L’importo dei Castello a Sirmione lavori ammonta a quota 760.000,00 euro. “Con il restyling di piazza Castello continua il pro- cesso di valorizzazione e conservazione del territorio di Sirmione che negli ultimi anni, grazie a continui investi- menti, ha permesso la riqualificazione di molte opere. In particolare, nel centro storico, piazza Castello è la prima piazza che accoglie i visitatori e su di essa si affaccia il castello scaligero, il monumento più rappresentativo di Sirmione. Con questo intervento si vuole valorizzare il maniero stesso ed evidenziare un cono ottico che ci accompagni sino allo scorcio del lago, grande risorsa del nostro Comune. In questa volontà di valorizzazione si inserisce anche il processo di parziale pedonalizzazione del centro storico”, spiega il vice sindaco Luisa Lavelli.

“Piazza Castello sarà il quarto importante restyling sviluppato dall’amministrazione attuale. Abbiamo mantenuto le promesse, anzi, le abbiamo addirittura superate, poiché nel programma comparivano solo due grandi rinnovi strutturali. Dopo piazza Flaminia, piazza Piatti, via Catullo, ecco la volta di una delle piazze più d’impatto della nostra città, piazza Castello. Un ringraziamento va anche alle strutture private che hanno scelto di rinnovare il proprio look per adeguarsi a quello proposto dall’amministrazione comunale con questo importante intervento”, così afferma l’assessore ai lavori pubblici Maurizio Ferrari.

La pavimentazione della piazza è costituita da cubetti di porfido posati a coda di pavone. Essa si trova ormai in uno stato di obsolescenza, a causa di piccoli cedimenti del sottofondo e a molteplici inter- venti di rifacimento per l’accesso, nel corso degli anni, ai sottoservizi.

Attualmente la vista del lago è bloccata da un folto gruppo di palme che crescono in un’aiuola posizionata nella parte più stretta della piazza, celando il molo e ren- dendo poco agevole l’accesso allo stesso.

La superficie orizzontale della piazza è occupata parzialmente dalla presenza di plateatici delle attività di ristorazione. L’illuminazione pubblica è garantita da lanterne fissate alle pareti dei fabbricati esistenti tramite bracci in ferro battuto, ma non assicurano più il raggiun- gimento degli standard minimi richiesti, relativamente al risparmio energetico e all’efficienza luminosa.

L’obiettivo dell’intervento è quindi quello di riqua- lificare il centro dal punto di vista architettonico, ma anche di rinnovare tutti i sottoservizi come le linee fognarie, l’acquedotto e l’illuminazione pubblica.

Il progetto prevede in prima istanza la rimozione della pavimentazione in cubetti di porfido esistente, dei sottoservizi obsoleti e la demolizione dei manufatti che vanno in contrasto col progetto; poi è prevista l’e- secuzione degli scavi e dei successivi reinterri relativa- mente al rifacimento di tutti i sottoservizi, seguita dalla posa delle tubature e delle linee relative a questi ultimi, con l’installazione di nuovi pozzetti, chiusini o caditoie. Tutto entro il 12 aprile 2019. Locanda

Menù di lavoro € 10,50 (tutto compreso) Specialità tipiche - Pasta fresca e carni sul camino Nuova Apertura Pizzeria Via Zanardelli, 11/13 - 25010 Pozzolengo (BS) Tel. 030 918390 [email protected] – www.ilcastellohotel.it

14 Novembre 2018

Libreria del Garda Il castello scaligero di Sirmione

ono state presentate il 21 settembre scorso, a Sirmione, interventi di restauro, come nel caso della darsena, conduce le nuove guide delle grotte di Catullo e del castello sca- a un sostanziale ripensamento delle teorie formulate finora e Sligero, “gioielli” del comune peninsulare. In particolare, mai adeguatamente suffragate. la “Guida del castello Scaligero di Sirmione” (Polo muse- ale regionale della Lombardia, Grafo editore) è stata curata Si ritiene che la darsena possa essere il più antico porto dall’attuale Polo museale della Lombardia Stefano L’Occaso. fortificato medievale esistente, per cui questa sarà oggetto di un convegno internazionale previsto per il marzo 2019. La guida, disponibile nelle tre versioni in italiano, inglese e tedesco e in vendita presso il museo e anche online, nasce da Completano il testo foto e disegni realizzati ad hoc, un’esigenza di studio e di approfondimento, in quanto, a oggi, un ricco apparato documentario, approfondimenti e schemi l’unico riferimento bibliografico “monografico” sul castello sir- grafici che fanno della guida uno strumento completo per mionese risaliva al 1981. la scoperta e lo studio approfondito del castello. Il volume conta un centinaio di pagine e a margine è possibile trovare Cosa c’è di innovativo in questa pubblicazione? La let- una interessante cronologia degli eventi che hanno “toccato” tura proposta, aggiornata grazie a una serie di nuovi studi e il maniero. Le grotte di Catullo

irma il libro “La grotte di Catullo a Sirmione. Guida Accanto alla tradizionale guida che accompagna il turista alla visita della villa romana e del museo” (Milano passo dopo passo lungo il percorso di visita, vi è una parte F2005, Edizioni ET), l’archeologa Elisabetta Roffia, del iniziale di storia e analisi dell’edificio, in cui sono fornite le Ministero per i beni e le attività culturali. A Sirmione la scrit- informazioni derivate dagli studi più recenti sul monumento. trice ha trascorso parecchio tempo “sul campo” e dalla sua Nella parte centrale sono riportati i testi dei pannelli che illu- esperienza è nato questo testo corredato di numerose illu- strano la visita alle sale espositive del Museo situato all’in- strazioni e fotografie a colori. gresso dell’area archeologica.

Questa interessante guida di 144 pagine si propone Diplomata in Archeologia e storia dell’arte, già soprin- come ausilio al visitatore che entra nell’area archeologica tendente per i beni archeologici della Regione Lombardia, interessato a conoscere il monumento e la sua storia: una la scrittrice Elisabetta Roffia ha seguito personalmente villa romana edificata tra la fine del I secolo a.C. e il I secolo alcuni lavori di restauro all’interno della villa romana sirmio- d.C. a Sirmione, sulla punta della penisola, esempio gran- nese, occupandosi anche dell’allestimento espositivo delle dioso edificio privato di carattere signorile, per tradizione sale del nuovo Museo archeologico delle Grotte di Catullo appartenuto alla famiglia del poeta latino Valerio Catullo. a Sirmione. Storia di un sommergibile

ubblichiamo un estratto della prefazione del libro alle 600 tonnellate, questi sottomarini venivano detti ‘i pic- “Delfini d’acciaio” di Marco Mascellani. Firma la pre- coli’. E piccoli erano davvero. Non c’era spazio per il superfluo Pfazione, Antonio Dell’Erba, un Totiano: e neanche per l’utile ma soltanto per l’indispensabile. “Eponimo della classe, il Sommergibile Enrico Toti fu L’equipaggio condivideva tutto: con 15 brande per 30 varato nel 1968, primo di una serie di quattro Unità e, dopo uomini, il riposo dell’uno coincideva con la levata dell’altro; trent’anni di onorato servizio, fu radiato nel 2000, ultimo dei le stesse brande dovevano lasciare il posto alla fugace mensa quattro battelli. ed alle rare proiezioni di film, unico svago nelle navigazioni più lunghe insieme al gioco a carte. (...) Presto farà bella mostra di se nel Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, a riconoscimento dell’elevato valore Talvolta ci si poteva rilassare, persino scherzare, ma tecnico e tecnologico, orgoglio delle generazioni di sommer- lo stato di vigilanza e la prontezza di reazione rimanevano gibilisti che vi hanno prestato servizio. sempre alti. Come gli altri sommergibilisti, tutti erano consa- pevoli che anche un attimo può fare la differenza: nessuna agi- Lunghi quasi 50 metri e con un dislocamento inferiore tazione, ma un armonico e consapevole susseguirsi di azioni”. Questa è la mia Desenzano a nuova edizione di “Saluti da… Desenzano” di e turisti a cercare di scegliere, scrivere e spedire un numero Lorenzo Cipriani, con prefazione dell’Amministra- impressionante di cartoline. E se pensiamo al fatto che i Lzione comunale, si arricchisce di immagini questa volta mezzi di trasporto erano agli albori del loro sviluppo e alle a colori per una raccolta di cartoline dal 1895 al 1945, un condizioni delle strade, spesso solo tracce sul terreno, non viaggio tra emozioni, ricordi, nostalgia e riscoperta. possiamo che restare piacevolmente sorpresi una volta che, guardando i timbri postali di partenza e arrivo, vediamo che “Questa è la mia Desenzano” con i suoi “luoghi deliziosi il tempo di consegna era di due o tre giorni e qualche volta e ameni”, esordisce nella prefazione l’autore che dedica il arrivava persino il giorno dopo!” libro ai genitori Edoardo e Giuseppina, che ebbero il buon senso – nota l’autore – di farlo nascere a Desenzano. Queste immagini del passato di Desenzano, raccolte in un volume di 134 pagine stampato da PubliPaoloni di “L’orgoglio di mostrare immagini del proprio paese, o Mantova con il patrocinio del Comune desenzanese, ci pren- la gioia di rendere partecipe una persona cara di qualche cosa dono il cuore, ci mostrano una Desenzano in bianco e nero, di bello che si aveva visto, per condividerne le bellezze, era sottolineando qualche volta l’originale bellezza, talvolta la la molla che spingeva residenti e vacanzieri, commercianti semplicità e pure la triste povertà di quegli anni. Sorsi di poesia per unire il Garda

Erbe noèle Ria Ho bevù l'acqua del porto

Finide le ölteme brìne Disteza de sàbia La roca e le senge che se spéja la primaéra granilì doràch. en 'stà gran bela pocia abelàze abelazì Le onde che carèsa la ria; 'na corona de verde e de préa la dèrv el sò ös. ma someà le gàbe che sa 'ncantar el più critico ocio. sbagliàt strada: La destènd 'n del pràt le völ turnà endré! El to golfo l'è stà disegnà erbe noèle El sul che sterlüs da "Quel" che tuto ha creà. en chèsto spetàcol Un capolavoro l'ha fato: maciàde de viöle, che la natüra ci vive a Garda el se sente "Beato”. de margherite la na regalà! da le sotanine Quando 'I sol va a morir drio i monti orlade de rós . Franco Bonatti nase come 'ncanto i to tramonti 'na roba da restar sensa fià. Sbarbèla 'n del ciel Ma elo 'n sogno? No! L'è realtà. fiur de sarése, fra le fòje Nèbia de lach Vardar dala riva i to colori smaltade de vérd, e le barche nel porto dei pescaori ... crit de sarlòde. al largo le vele che se cuna ... se inchina ... El cilistì tröbiàt dei moncc en font, e dansando le va verso Tori. Mary Chiarini Savoldi col ciel sèner arzènt el se sconfont. Oooh! “Garda Bela”, musa ispiratrice I nìgoi vignicc zo a bazà la tèra par fotografi, poeti e pitori. "Garda: la meii!" i entorcia el mond de vel e par za sera. G. Franco Zullo La me cagneta Sbadacia töt contènt de chesto tèmp el lach slongat zo be, mès endormènt. La g’à ‘n ocio solo, Ria a ria l’acqua piana e trasparènta l’altro i ghe l’à cavà; sensa ris, onda sö onda e dulsa e lenta. La nebia la g’à ‘n dente in meno parché l’è cascà. Nèbia striada, col tàzer empertöt Col pas felpàt e làder de 'na gata sbrisia en cocolas de sfrüs e möt. abelazine, sensa fa rumur, La core balando Per fa le care al ciel sensa fa cias, la sgagna el ciel e la ghe porta via In modo gentile, le ciciarade alegre dei culur. la se ferma ansando se slonga ensima al lach fii ciar e stras ‘n meso al cortile. en pegre penelade e, ‘n ‘sto moment, Elena Alberti Nulli se ferma e polsa en banda a mé apó el tèmp. La va tra la paia La çerca ‘n oveto. Velise Bonfante La raspa, la baia, Colica ‘n montagna la snasa par tera, e con gran dispeto, a le bestie fa guera. San martì La dis: - Chè ghói dè diga? Èl fiuchisnaa. Ghìe apéna stüdit (accudito) le mé galine. A la fine, stremada, avilida e rabiosa, Ghìe fat öna pignayta dè biline se sdraia afanada L’òm el ciàma - i fjöi agitàcc e l‘ho ‘nvidada dènter. La cöntaa e po’ se riposa. ‘na scunfusiù - se pàrt, sìma ‘l furgù. chè fórse fórse la sé maridàa Ettorina Riccadonna cól Piero védov dè le do Füzine, Ciapèi de vita -empachetàcc e chè a sté mónd cói gri e le balutine s-chisàcc, ligàcc - sfüsüràcc... sé fa poca polenta e tanta bàa. strapegàcc vià. Nef de piòpe E mé dè bòta: - Ghi la casa ‘n pé, Öde le stanze! - Resta che gnènt? sé trata apéna dè cambia i stremas. Sensa le tènde - la lüs sfasàda Ai cà chè baia ghöl baiaga dré! – Dal montezèl ne la pianüra piana la brüsa j öcc, alte se vèt a spaunàs, e drite e bèle, Èn chèla vède chè la sbat i bras, piante de piòpe en fila zó dal sofìt - pindula ‘n fìl, la sé ‘mbirula, la sé ‘nversa ‘ndré col bigaröl precìs de vert arzènt i sègn dei quadèr, - el calorifero: e zum èn tèra come ‘n sac dè stras. e come ne l’otsènt, en de ‘n curtìl en monümènt! de ‘n colegio de ‘n convènt Ma chè spetacol! Sguèrsa come l’éra, le par edücande a sègn per l’ispesiù. la ghìa ‘ncrzat la ardada töta ‘nzó Söl paimènt - mé par de vedèr có i-öcc embirulacc fora dèl có. sparnasade - üciade de tèmp Le g’ha la ridaröla ridarèla E la tiraa urlade dè galéra de gnarèle sensa enzègn che turna pö! perché, mia vist, el vènt Töta sgurlida da la ranteggéra. en del sò pégher girulà Ricordi sbecàcc, - schège gàjarde, Signur dè dia: chè ghoi dè fa, chè fó? el ghe fa gatigulì ai pensér. ciapèi de cör - sógn e pensér... Ghè mète öna coèrta sóta ‘l có, Par che fiòche al sul na lagrima lasada la sbròfe, ghè dislusse la petéra, e fiòca ne la mènt che resta ché. - Na scuàda la ciame, la turcùle, ghè fó vènt, i sògn de la zuentü pasada na sbianchesàda - töt cancelàt ghè schisse ‘n bóca tòcc dè portogal el chèl spetà dumà za ger. dopo de me. mèza mórta dè póra e dè spaènt. Bala en de l’aria pülümì lezér, sbrìsia empertöt strase falie de nient Me tóca nà - l’òm el ciama E lé chè la pirlaa come ‘n baril che gira e vula e va e se pert sùna ‘l furgù - sère la porta con sèrte pessadune dè caal e se sparnasa nel vöt vödènt del tèmp. con el magù. e ‘na spössa tremenda dè pursil! (continua)

Velise Bonfante Velise Bonfante Aldo Cibaldi

Novembre 2018 17 lo fu il Togazzari che era sito su un’altra a cura di Alberto Rigoni Il cigno di Rampani piazza. Il Rampani anche tifoso e spettatore delle serali del calcio allevò per molti La müsica del piöèr Rigù anni con passione e tanta perizia squa- dre e squadrette di ragazzini attorno al L’è quasi sera, campetto dell’Oratorio, segno di atten- là ‘n fond sul èn ciarulì zione questo verso i giovani che ad oggi le speta ‘l finì del dé, non ha ancora smarrito, tanto che d’e- i nigói i surna na somènsa state lo si vede ancora con un cuscinetto mesiada al stralüzèr in mano da mettere sulla scalea di cam- del sul che ‘l và, petti estivi di calcio giovanile, mentre e la müsica del piöèr attende un amico per andare assieme la canta verso qualche campetto ad assistere le co le fòje del bosc partite serali qui nel basso Garda. sö le erbe del téré, e la vé sö Pensare che questo mantovano pià a pià veniva da Bolzano, da Levico in negozi ‘n d’èn vèspèr analoghi con la sua moglie Marisa de ‘n dè riat a có. tanto che i suoi figli oggi totalmente Scultà ‘l piöèr, desenzanesi sono nati da quelle parti: sentèr le gósse Ornella si dedica agli occhiali ed alla a deéntà ‘n sussür vista, Mirco alle foto professionali anche ‘n dèl postàs sö le fòje per libri e cataloghi che allevano ora dei piantù del bosc, Gregory, il fulvo nipotino, ad entrare come se ‘l föss èn cantà, ra una giornata di sole e di vento, il suoi consigli e mostrando la sua ormai nella professione. lezér, Rampani sul lungolago a ricevere antica esperienza. de na mèsa prima. Egli spruzzi di un onda infranta sugli La vita attraverso la professione di Le gosse, scogli posti a balaustra e intinti nell’az- Si pensi che prima di lui in quel fotografo lascia continuamente mes- le sbiöss sö l’ormadèl, zurro del lago. negozio un clic dopo l’altro, era lì dal saggio nel tempo che passa, dal vicino söl rùèr, 1962 avendo rilevato un altro mitico negozio di frutta e vini, ai messaggi lan- sö l’èrbisina del sentér, Una freccia bianca fendeva contro- fotografo il De Lupis la cui specialità ciati attraverso le fototessere, i rullini da fin söl paghér, vento gli spruzzi e lui il Rampani clic, fu quella di fotografare i clienti sul stampare, le diapositive da conservare lé, clic e clic: il cigno bianco veloce volava Lungolago con un braccio alzato e l’in- e proiettare, sono certamente tutti dei quasi ‘n mira al ciel. sull’azzurro ed entrava solo con la sua dice della mano a indicare il cielo. messaggi lanciati a lasciati alla memo- Aca ‘n sbesèt curius immagine dentro una scatolina metal- ria del tempo, qui hanno un valore sota na fòia, èl tas; lica a lui cara per essere la sua compa- La Desenzano intanto cresceva, il maggiore: quello di lasciare messaggi, ‘l s’è fermat gna a fermare attimi di bellezza. turismo la favoriva nell’andare ritmato ricordi, allegria a mestizia, tempi di sole, dré al tèmp che ‘l va, da tanto buon senso fra la gente e la di pioggia e di neve, tutti messaggi nel sul per scultà Le altre scatoline che oggi si chia- dinamica dell’azione del tempo. tempo che va e ricorda come una foto la müsica de le gosse mano fotocamere le vendeva nel suo nel sole, nel vento tra gli alberi e come che le suna negozio ormai avviato da qualche Il negozio sulla piazza Feltrinelli era quella del cigno bianco a volare sopra le èn dèl tasèr del dè. decina d’anni, e le vende ancora, con i ed è ancora punto di riferimento, come onde del lago.

CURARSI ALLA FONTE

18 Novembre 2018 Araldica a cura di Giacomo Danesi Lo stemma del Vescovo di Mantova Marco Busca on Marco Busca è nato a Edolo (Brescia) il 30 novembre 1965. Entrato in seminario a Brescia De, percorso tutto il suo cammino di studi, fu monsignor Bruno Foresti, arcivescovo di Brescia, a ordinarlo presbitero l’8 giugno 1991 nel Duomo Nuovo di Brescia.

Camuno di nascita, la sua prima esperienza da sacerdote fu a Borno, in Valle Camonica, come vicario parrocchiale per tre anni.

Successivamente è inviato a Roma presso l’Università Gregoriana per compiere gli studi di Teologia Dogmatica, dove si laurea con una tesi incentrata sul Sacramento della Riconciliazione. E’ poi tornato successivamente a Brescia, dove in Seminario per cinque anni è stato viceret- tore del biennio di Teologia, oltre che docente.

Dal 2012 è docente stabile di Teologia Dogmatica all’Università Cattolica del “Sacro Cuore” (sede di Brescia) e all’I.S.S.R.. E’ stato anche delegato vescovile per le forme di vita consacrata presso la Comunità di Shalom di Palazzolo.

Per sette anni, inoltre, ha ricoperto il ruolo di collaboratore pastorale presso la Parrocchia Santa Il fogliame nella terra? Forse vuol significare l’al- Maria Crocifissa di Rosa a Brescia. Dal 2014 è stato tra parte della sua missione: annunciare il suo Regno presbitero collaboratore pastorale presso la parroc- fino agli estremi confini della Terra. chia di Caionvico. Nel contempo collaborava sta- bilmente con il Centro Aletti di Roma, con corsi di E il frutto del melograno posto sulla soglia tra il Sacramentaria e di Spiritualità. E’ autore di diverse pub- cielo e la terra? La melagrana, malum (“mela”) e grana- blicazioni di Teologia sacramentaria e di spiritualità. tum (“con semi”), ha una infinità di significati. Mi limito a quelli del cristianesimo. Questo frutto lo troviamo A sorpresa, il giorno 3 giugno 2016 Papa Francesco spesso nei paramenti sacerdotali indossati durante le lo eleva alla dignità episcopale nominandolo funzione religiose. E’ altrettanto certo che spesso la vescovo della Diocesi di Mantova. Riceve l’ordina- vediamo nelle mani della Vergine Maria nei dipinti. Cito zione episcopale nel Duomo di Brescia, l’11 settem- Leonardo da Vinci, il Botticelli, Carlo Crivelli e tanti altri. bre 2016, dalle mani del vescovo di Brescia Luciano Monari, coadiuvato dall’arcivescovo emerito di Brescia La troviamo anche nelle mani di Gesù bambino. Forse Bruno Foresti e dall’amministratore apostolico di anticipatore del suo martirio per il suo colore rosso? Mantova monsignor Roberto Busti, suo predecessore. Di sicuro però un martirio fecondo evidenziati dai numero semi rossi. Trovo consolante che anche nel Inizia il suo ministero nella diocesi mantovana il Cantico dei Cantici la citi paragonando l’amata a un 2 ottobre 2016. E’ uno dei più giovani vescovi d’Italia. giardino pieno di alberi di questo gustoso frutto. Ma soprattutto che l’amore con l’amata potrà essere con- Com’e’ il suo stemma araldico? sumato quando gli alberi saranno fioriti...

Fossi uno studente di Teologia e mi chiedessero di Sono gli elementi, le “pezze” all’interno dello scudo Rimane la civetta. Se un giorno incontrerò scegliere la tesi finale, chiederei di illustrare lo stemma che rendono significativo e interessante il suo monsignor Busca, gli chiederò perché nel suo scudo di monsignor Marco Busca, vescovo di Mantova. stemma episcopale. Raro trovare, come possiamo ha voluto inserire la civetta, animale dai numerosi e Non certo per la forma dello scudo, a calice come è vedere nello stemma del vescovo di Mantova, un ele- contraddittori significati nelle varie religioni ed etnie. d’uso in questi ultimi tempi, e nemmeno per gli ele- mento come una civetta, una pianta rovesciata e un L’immagine e il ricordo più antico è riferito alla dea menti esterni che mi fanno capire il grado di dignità melograno in uno scudo ecclesiastico. Più scontate le sumera Lilith; nella leggenda la prima moglie di episcopale, ovvero: uno scudo accollato in palo a una tre stelle, di cui una leggermente più alta, a significare Adamo, la vediamo rappresentata con due civette e un croce semplice, trilobata, con cinque pietre che ricor- il padre, mentre le altre due sono il figlio e lo spirito uccello sacro. Con l’avvento del Cristianesimo inizial- dano le piega di Cristo in croce, e timbrata da un cap- santo. Idem le due onde in campo azzurro a significare mente la civetta rappresentava Satana. Però succes- pello prelatizio di colore verde, con dodici nappe, sei la dualità: umana e divina, del Cristo. sivamente lo stesso Cristianesimo la sua immagine fu per lato nella sequenza 1.2.3. accostata alla saggezza, tanto è vero che alcune volte La pianta rovesciata? Amo pensare che il neo l’abbiamo ammirata accanto al Crocefisso. Interessante certamente anche la frase della pastore abbia voluto identificare la Chiesa. La Chiesa è “divisa”, o cartiglio tratta dal discorso della Montagna: nel mondo, ma non attinge la sua vita dal mondo. E’ nel Sono tanti e perfino troppi i significati che questo “Quaerite Primum Regnum Dei”, ovvero “Cercate prima mondo dove essa svolge la sua missione verso il mondo uccello rappresenta. Attenderò di scoprirlo dalla viva il regno di Dio”, tratto dal Vangelo di Matteo (6,33). per annunciare il suo regno con i suoi rami nel presente. voce del vescovo di Mantova, monsignor Marco Busca.

Novembre 2018 19 Consigli di chef Il riso ai sapori stagionali dell’orto na sera dei primi giorni di dedicando mentalmente la prova al autunno Massimo Ferrari figlio Fabrizio. A metà del pezzo aveva Usuona al campanello dai vicini sentito scatenarsi gli applausi. A tempo di casa. Porta con sé un plateau ancora debito aveva poi iniziato il secondo fumante. Salite le scale, pone sul tavolo brano messo in scaletta. il vassoio e possiamo vedere un risotto all’onda appena fatto, ornato da un Secondo il racconto di Massimo, germoglio di basilico. Massimo vor- c’era stata una minima sbavatura all’i- rebbe andar via subito, ma insistiamo nizio, ma poi era tutto andato bene. perché si sieda almeno un attimo e Mentre Massimo parla, Amelì con il racconti dell’ultimo spettacolo a cui ha suo cucchiaio prende ad assaggiare partecipato. il riso. Le basta poco per sentire sul palato che è molto buono. Riconosce Si ferma così pochi minuti e dice il sapore dello zucchino tagliato a che alla Festa del Lago di mezz’ago- rondelle, del pomodoro anch’esso sto, piazza Cappelletti era affollata. tagliato finemente, delle patate pre- Massimo doveva presentarsi come senti in quadratini quasi sciolti. Il secondo artista ed era un po’ teso. sapore della patata che lega gli altri Prima dell’inizio, sorridendo, aveva sapori dell’orto, le scivola nella gola commentato ad alta voce: “Proprio con gradevolezza. dopo un tenore devo esibirmi e canta O Sole mio!”. L’apostrofato, ridendo gli Anche questa volta Massimo aveva detto: “Non preoccuparti, la can- ha fatto centro e ha offerto ai vicini terò due toni più bassa”. Quando era di destra un piatto prelibato in pochi arrivato il suo turno, al momento di attimi finito. La signora Paola cura porsi davanti al microfono, Massimo l’orto e Massimo sa trarre dal raccolto non aveva più visto nulla davanti a sé cibi sempre nuovi e che stupiscono il e aveva preso a cantare con emozione, gusto degli avidi degustatori.

a cura di Bruno Garuffo, dottore in Ottica e Optometria L’ ortocheratologia notturna

’ortocheratologia è una tecnica è temporanea e assolutamente rever- non chirurgica grazie alla quale è sibile, questo fatto può costituire il Lpossibile eliminare temporane- vantaggio di lasciare aperta una via di amente un difetto visivo attraverso ritorno ed è praticabile anche nei sog- l’applicazione di lenti a contatto. Il getti più giovani. La superficie interna grande vantaggio ottenuto con questa della lente a contatto ha la funzione di tecnica è quello di poter portare le lenti “stampo” per il modellamento deside- durante il sonno e avere una buona rato della superficie esterna dell’occhio visione di giorno senza l’utilizzo di in modo da variarne il potere fino a cor- alcuna correzione ottica. reggere completamente il difetto visivo.

L’effetto correttivo si ottiene con In collaborazione con la Fondazione lenti a contatto ad uso notturno, già Banca degli Occhi di Mestre è stato dopo la prima notte di utilizzo è pos- condotto uno studio della cornea in sibile ottenere significativo migliora- pazienti portatori di lenti ortocherato- mento visivo. Nella maggior parte dei contatto solo la notte sono dati dal particolarmente efficace per il controllo logiche, i risultati dello studio clinico casi si può ottenere una visione di 10/10 maggior comfort e dalla possibilità per della progressione miopica (per quei hanno dimostrato che l’applicazione di per tutto il giorno dopo solo una setti- chi pratica sport particolari (in alcuni ragazzi che assistono d un repentino lenti per uso notturno non causa alte- mana di utilizzo, ma la stabilità del trat- sport è impossibile l’utilizzo della tra- e progressivo peggioramento del loro razioni strutturali o infiammatorie del tamento avviene dopo 2-4 settimane. dizionale lente a contatto), chi lavora problema visivo); lenti particolari pos- tessuto corneale. Queste lenti sono sicure perché ven- in ambienti polverosi o per vari motivi sono consentire di trattare anche i pro- gono prodotte in un materiale molto non può utilizzare l’occhiale, di poter blemi di ipermetropia, astigmatismo Le lenti per ortocheratologia, se permeabile all’ossigeno, che garantisce vedere bene senza dover utilizzare e presbiopia. applicate correttamente con un preciso il massimo apporto di ossigeno alla alcun ausilio. protocollo che segue sia nelle fasi ini- cornea anche ad occhi chiusi. A differenza della chirurgia refrat- ziali che i controlli periodici successivi, La tecnica può essere applicata tiva, la riduzione del difetto visivo ese- offrono una valida alternativa alle I benefici di portare le lenti a nei casi di miopia e sembra essere guita con la tecnica ortocheratologica convenzionali tecniche correttive.

Corso Garibaldi, 91 Lonato d/G Tel 030.99.13.258 [email protected]

20 Novembre 2018 Economia a cura di Calibano Fatturazione elettronica, un passo verso l’Eurss a sbagliato solo di mezzo secolo, ma George Orwell, nel suo “Nineteeneightyfour” (1984) Hha descritto profeticamente quello che nel regime del Grande Fratello Europa sta pian piano acca- dendo anche per noi.

Un passo verso il regime profetizzato da Orwell avrà luogo dal 1 gennaio 2019. Intendo parlare del nuovo sistema di fatturazione elettronica che dal prossimo anno sarà obbligatorio in Italia.

Spiego cosa succederà: tutti coloro, società o privati imprenditori o professionisti, che dovranno inviare una frattura a un cliente, sia esso un ente pub- blico, un’impresa o un privato, non potranno più farlo direttamente spedendo la fattura scritta su carta o per e-mail, ma dovranno seguire un procedimento più complicato. Dovranno inserire in computer tutti i dati della fattura, oltre ad altri prescritti, su un pro- spetto obbligato di fattura elettronica. Dopo di ché, dovranno spedire il modulo riempito al “Sistema di interscambio”, il quale, previo controllo delle fatture e immagazzinamento dei dati in giganteschi sistemi, forse di terzi (Google Drive), invierà la fattura all’in- dirizzo elettronico del destinatario, il quale potrà immetterla nel suo sistema contabile o stamparla. Se Non c’è stato “richiesto dall’Europa”, bensì è frutto sapere gli affari della società B, mia concorrente. Se il destinatario non ha un indiryuizzo elettronico, in della simpatia per i sistemi parasovietici dei passati qualche hacker, di cui è piena la rete, tipo Wikileaks, quanto privato o esente dall’obbligo (imprese minori governi. Difatti il provvedimento è stato dichiarata- per intenderci, “ bucasse” la rete ministeriale e protesse e agricoltori), la fattura verrà immagazzinata in un mente ideato per combattere l’evasione dell’Iva e trarne tutte le fatture di B, me le potrebbe vendere, limbo elettronico da cui il destinatario finale potrà risponde perfettamente alla tecnica, per esempio, dietro adeguato cospicuo compenso naturalmente eventualmente prelevarla. che per prendere i ladri si mettono in prigione tutti, (vedi Cambridge Analytica). Che gli hacker siano così sicuramente anche i ladri saranno in prigione. E legione e siano molto “bravi” ce lo ha dimostrato Misha Detto quanto sopra, rimando coloro che fossero logicamente il nuovo sistema, di cui deteniamo il poco Glenny nei suoi libri specializzati, come “Mc Mafia” ed interessati alla vasta pubblicistica disponibile on-line, invidiabile primato in Europa, porterà maggiore com- altri. o alle sole 219 pagine di istruzioni per preparare una plessità del mondo produttivo, maggiori spese, spe- fattura disposte dall’amministrazione che, per le san- cialmente per i piccoli, possibilità di disguidi, ritardi Il Ministero per “dorer l’étron” - dorare lo stronzo zioni minacciate, si avvicina molto al Ministero della e soprattutto sanzioni dal Ministero della Felicità. E -, come dicono i Francesi, spiega che ci sarebbero dei Felicità orwelliano, quello che torturava i dissidenti. questo in barba alle dichiarazioni dell’attuale governo vantaggi per le aziende nel loro campo amministra- di tendere alle semplificazioni. tivo e ci sono anche servizi offerti gratuitamente dallo Vale la pena di fare due commenti a questo Stato. Per ora mi sento di fare il Laocoonte della situa- nuovo adempimento. C’è un altro pericolo (che non coinvolge i pic- zione: “Timeo Danaos et dona ferentes”, ovvero “Temo coli). Se io sono la società A, avrei tutto l’interesse a i Greci anche se portano doni”.

Villaggio di Babbo Natale m da sabato 20 ottobre presso

Loc San Pietro Desenzano

Novembre 2018 21 a cura di Domenico Fava Nella Limone degli anni Cinquanta Attrezzi della collezione di Joseph Fava XXIII parte Quando tutti in paese parlavano in dialetto far sènsa: ‘n mancansa de giàs el n’ha portà tanta elle carte inedite di Francesco influensa. Cherubini (1789-1851) dedicate Nalla Dialettologia italiana e con- Adès che dopo ‘n bel inverno è vegnì la servate dalla Biblioteca Ambrosiana di primavéra Milano è contenuto il primo cenno a co l’acqua che ve šo ne toca cantàr: un’area dialettale gardesana. “Aspèta e spéra!”

Nel 1903 lo studioso austriaco Karl Albergatùr e negosianti i ghé da dré e i von Ettmayer pubblicò Lombardisch- lüstra i casetì Ladinisches aus Südtyrol, un’opera sul e i spera de vederli prèst pié de marchi e vocalismo dei dialetti compresi fra le franchetì; valli trentine occidentali e la fascia più orientale del bresciano, frutto di una ghé n’era vergù che era amó malé ‘n del lèt vasta ricerca sul campo anche a Salò, ma gh’è pasà tut vedendo qualche Gargnano e Limone. tudeschét.

Limone fu scelto come punto di … rilevazione per l’Atlante Italo-Svizzero Adès n’otra opera da far co la masima elaborato dagli anni ’20 del Novecento premüra dagli svizzeri Karl Juberg e Jakob Jud, la sarés quela dela fognaüra, con i quali collaborò Paul Scheuermeier (1888-1973) come raccoglitore princi- perché, se no, go pora ch’el ris-cio che pale. Bellissime le sue fotografie che curóm el sarà riprendono Limone, le limonaie e l’in- che qualche tudesch girando per le vie ‘l formatore Giovanni Piantoni, del set- móre stofegà tembre 1928, pubblicate a cura della Grafo di Brescia nel 2001 nel volume La opure che nando a “spasirén” qualche Lombardia dei contadini. 1920-1932. Le bèla tudeschèta province di Brescia e Bergamo. la ne finìse en de la fogna longa e tiràa, poarèta. Del dialetto limonese si sono occu- pati di recente l’Istituto E. De Martino di Queste i è tute robe ch’el duràs pensàrghe Milano, l’Istituto di Glottologia dell’U- ‘l Comú niversità degli Studi di Milano, poi ma se no ghé fus mi che ghé pensa no i le l’Università di Salisburgo e l’Istituto penseràs nisù. ladino “Micurà de Rü” di San Martino In alto: Tenàia da mondàr in Badia (BZ) per la stesura dell’Atlante conéc’, rés. Nel dialetto limonese non si Sotto: Sapèl del pàbol Mi me desmenteghée de dirve che a Limù linguistico ed etnografico concernente conserva inoltre la t finale nei participi stàn i ha doèst far le elesiù, anche i dialetti della Lombardia orien- passati della I e IV coniugazione e in crösca), òs nòcciolo (bresc. gràndol/ tale. Anche l’Università degli Studi di tutti i contesti analoghi: cantà cantato, armèla), lorèl imbuto (bresc. tortaröl), le elesiù per el Consiglio comunale Perugia ha svolto a Limone un’indagine scundì nascosto, cugnà cognato, figà es-ciàp gregge (bresc. ròs), luni, marti, e per far propaganda i tignéa i comìsi aca per l’Atlante linguistico dei laghi italiani fegato, ašè aceto, rispetto al bresciano ecc. (bresc. lönedé, martedé, ecc.). ‘n de stàle. (ALLI) con particolare attenzione a tutto cantàt, scundìt, cögnàt, figàt, ašét. quanto riguarda il mondo della pesca. Il monologo della Mezzaquaresima gh’era le solite liste, del socialismo e dela Si trovano in riva al lago voci democrasia cristiana Qualche vocabolo venete quali bìši, piselli (bresc. ruàia), A Limone per la festa della e per darghe pio importansa ghe n’era na sàta zampa (bresc. sànfa), sus topo Mezzaquaresima era abitudine negli tersa, quela dela Campana; Il dialetto di Limone è nato tra pesca- (bresc. sorèch), encalmàr innestare anni Cinquanta scegliere un “sindaco” tori e contadini. Molti vocaboli, modi (bresc. enserì), gróla cornacchia (bresc. alternativo che doveva preparare e tuc’ i faséa propaganda da matina fin a di dire e proverbi risentono di questa curnàcia), fèr da segàr falce fienaia tenere pubblicamente in piazza un sera influenza e trovano assonanze sul resto (bresc. ranša), dešmisiàr svegliare discorso satirico sulle vicende del paese. e per ciapàr pió voti i curéa da Campaldo del lago. Certamente hanno influito sul (bresc. desedà), dònola donnola (bresc. Si passava dalla politica locale allo sport, ala Garbéra. dialetto le vicende storiche della Riviera, bènola), nòtola/nàtola pipistrello (bresc. dalle frecciate contro il parroco a quelle che in epoca veneta ha goduto di ampia grignàpola) ecc. L’Alto Garda poi (in contro gli albergatori, dai cacciatori ai Ma al luni de sera, dopo i risultati, autonomia rispetto all’area bresciana. particolare Limone e Tremosine) pre- negozianti; spesso, come ritorsione, na part i era cuntec’, na part poch L’isolamento del paese, per secoli rag- senta ulteriori tratti di differenziazione nasceva anche qualche minaccia di sodisfàti, giungibile soltanto via lago o lungo gli rispetto al bresciano cittadino: la con- denuncia. Naturalmente il discorso era impervi sentieri per Tremosine e la Valle servazione di ü anche in quei contesti in dialetto, con la ricerca obbligatoria vergù a no eser elec’ i ga fat de certo na di Ledro, ha fatto il resto. (brüt, splüma, sü) in cui invece il bre- della rima: erano in molti quelli che malatia sciano apre in ö (bröt, s-ciöma, sö); la si divertivano. Ecco un breve stralcio ma po i se consulà pensando che tra qual- Giovanni Bonfadini scrive che l’u- conservazione di -r finale negli infiniti esemplificativo del dialetto del discorso che an i pol ritentàr la via. nità politico amministrativa «ha senz’al- della I e IV coniugazione latina (cantàr, della Mezzaquaresima del 1957: tro agito, sul piano linguistico, in due finìr, rispetto a bresc. cantà, finì); l’uso direzioni. Da un lato ha contribuito a della negazione preposta al verbo: no ‘l Cari Limunés, Così correva allora la vita nel pae- frenare la diffusione di alcuni tratti lom- capìse miga, non lo capisco (dove mìga ècome, dopo n’inverno bel e sènsa frèt, sello, dove c’era ancora molta gente bardi orientali, innovazioni provenienti ha solo valore rafforzativo), rispetto al ala mešaquaresìma del cinquantasèt! che sapeva prenderla con filosofia e ci da Brescia»: così qui si dice ancora àva bresciano, capìse mìa, con la negazione rideva su quando poteva. E soprattutto ape, péver pepe, tavà tafano, cavèsa posposta… A Limone si trova infine una St’an nó i ha patì né i limù né i portogài amava il suo dialetto, strizzando appena cavezza, rispetto al bresciano à-a, pé-er, presenza massiccia di tipi lessicali veneti e tanto meno ‘l vivaio dei forestài; l’occhio ai primi tedeschi che arriva- ta-à, caèsa oppure fit affitto, cunìc’ coni- e/o trentini, ad esempio tamìs setaccio vano timidamente in cerca di “zimmer” glio, ris riccio, rispetto al bresciano fét, (bresc. sedàs), sèmola crusca (bresc. però l’inverno de na roba no l’ha podèst (continua). 22 Novembre 2018 Stregati dal lago di Garda

brolo. Rassicura la ‘’piccola scettica” amica che il giardino è meraviglioso. L’intera tenuta è intorno ai 2000 metri quadri. La casa ha quattro piani abita- bili, diciannove vani, luce elettrica ed è in buono stato.

Mentre nelle lettere dei giorni successivi continuano i preparativi del viaggio, programmato il 21 gen- naio Otto Erich da Salò comunica al suo ‘caro pulcino’ che ormai è diventato un proprietario terriero registrato. In effetti, 2000 metri quadri di tenuta in riva al lago, non sono una sciocchezza, commenta. Ha poi ottenuto dalle auto- rità l’autorizzazione a poter viaggiare in Italia, per motivi di salute, sotto il nome di Eduard Homeier. settimane in val Pusteria perché le è stato prescritto di camminare. A lui pare Le lettere proseguono nei mesi ingiusto non andare a riprenderla dopo ontinuando nell’esame di alcune solo per lei ha prelevato una villa, per successivi e testimoniano che in una separazione di cinque mesi. lettere scritte da Otto Erich poterci trascorrere insieme alcuni mesi maggio Harleben è a Roma e solo il 13 CHartleben da Salò all’amica, su fondo proprio, in mezzo a una stu- luglio 1902 si trova di nuovo a Salò: Le lettere raccontano di un uomo apprendiamo che già a fine anno 1901 penda natura. Da tempo aveva sognato legato alla moglie, premuroso nei pensa di comperare una villa, dove lei di fare una cosa del genere già ad Mia amatissima! suoi confronti, ma desideroso di aver potrà arredare le sue stanze secondo i Andreasberg in Bassa Sassonia, solo Sono di nuovo qui. C’è un orribile tempo di accanto in un posto splendido come propri gusti. Se lei non ci fosse, mai Otto che sul Garda è più bello e più salubre. scirocco - afoso. Salò, situato in un angolo speciale del avrebbe pensato a un simile acquisto. Hartleben le ripropone nel suo scritto il La mia anima è opaca- ma anche in un’a- Garda, l’amica del cuore. Lo amano Ha già ideato il nome da dare alla futura progetto di incontrarsi con lei a Milano, nima opaca vive la nostalgia. dunque due donne, una Scilla e una dimora: Alcione. di viaggiare insieme fino a Genova per Vado in val Pusteria. Ti scrivo presto. Cariddi, come le chiama in una poesia. poi fermarsi sulla Riviera Ligure in un La cosa migliore, egli pensa, è che una Qui sogna di vivere giorni felici con posticino tranquillo posto al sole. L’indomani, sempre da Salò, Otto gli voglia bene, l’altra sia buona con lui. l’amica. informa l’amica di star molto bene, Descrive poi la villa che purtroppo ma di essere triste, per non poterla (continua) Il 3 gennaio 1902 dall’Hotel Salò sarà disponibile solo in settembre e le raggiungere a Zurigo. Deve passare Otto Erich scrive al suo ‘pulcino’ che allega una foto della stessa ripresa dal per il Brennero. Sua moglie è da tre Pia Dusi

Calendario principali eventi 2017 GIUGNOOrario invernale Agrigelateria sull'Aia Venerdì 09: ore 20: Galletto ai ferri con patatine su prenotazione segue festa con ballo latino americano Domenica 11: PRESENTAZIONEChiuso PROGRAMMA lunedì EVENTI 2017 dalle ore 17.30 alle 19: Party on the Road con Radio Studio Più Mercoledì 14: ore 20: FESTIVALDal DELLAmartedì MOZZARELLA al piatti venerdì tipici con mozzarella appena fatta Venerdì 16: ore 20: Galletto ai ferri con patatine su prenotazione Sabato 17: 15,30 – 19,30 ore 21: FESTA DA BALLO LISCIO E NON... con orchestra, musiche anni 60 - 70 - 80 Mercoledì 21: Sabato ore 20: SAGRA DELLA SALAMELLA con piatti tipici divertiti Sabato 24:dalle 15 alle 23,30 ore 20: Spettacolo di musiche e danze e canti della tradizione con napoletana ed altro, in collaborazione con l’associazone Faro Tricolore Mercoledì 28: Domenica ore 20: Serata giovani con Agripizza, bruschette e patatine continuato dalle 11 alle 23,30 “gusto” ORARIORARIOO E INVSTIVO:ERNAL DAE: DA G OTTOBRIUGNOE AA M SAEGGITTEOMBRE LunedìLunedì chiu chiusoso - -Da Martedì/Mercoledì/Giovedìl Martedì al Venerdì dalle dalle 15:30 alle15 :0019:30 alle 23:30 Venerdì dalle 15:30 alle 23:00 SabatSabatoo e eD Domenicaomenica dalle dall 11:00e 1 alle1:0 23:000 alle 23:30 ORARIO INVERNALE: DA OTTOBRE A MAGGIO

Lunedì chiuso - Martedì/Mercoledì/GiovedìPER PRENOTARE: dalle 15:30 alle 19:30 preVenerdìnotazioni@agri dalle 15:30gelat alleeria.co 23:00m Sabato e Domenica dalle 11:00 alle 23:00 Desenzano del GardaDesenzano (Bs) - Loc. Fenila zd/Gzo - Te (BS)l. 030 9-1 Loc.10639 Fenilazzo N.- BTel.. Il programm 0309110639PER apotrebb PRENO esubTiAREre dell:e variazio- www.cortefenilazzo.it - www.agrigelateria.com ni, pertanto verificare sul nostro sito internet o [email protected] - www.cortefenilazzo.itchiamare -p www.agrigelateria.comrenotazioni@agri al 030 9110639 gelateria.com

Novembre 2018 23 Famosi sul Garda a cura di Michele Nocera Iginio Massari: il pasticcere d’Italia

n occasione dell’inaugurazione di A Castiglione, lo ritroviamo per Umilmente, ci risponde: “Ma quale tenacia e imprendi­toria illuminata uno splendido show-room in quel celebrare la mo­da, l’arte, la cucina, Maestro. All’inizio pensavo di essere hanno detto la loro. Nell’affascinante Idi Castiglione delle Stiviere (Mn) ma soprattutto il ‘made in Italy’. Grazie preso in giro. Dopo svariati anni mi ‘location’ castiglionese, sono convenute abbiamo incontrato Iginio Massari, alla Signora Micaela Gerevini, cre- ci sono abituato. Figlio di una cuoca, circa 400 persone per ammirare calza- considerato, anche all’estero, un atrice di capi in cachemire, abbiamo io sto ancora cercando di creare una ture di classe, capi d’abbigliamento­ più pasticcere con la “p” maiuscola. potuto reincontrare il ‘pasticcere d’I- crema buona come quella che faceva unici che rari, opere d’arte originalissime Veramente lo avevamo conosciuto talia’ pluripremiato all’estero. Al suo mia madre Rachele”. e, ultima attrattiva, l’esposizione di circa dieci anni prima in un tour attivo creazioni dolciarie uniche, ma abiti, costumi e gioielli della ‘Divina’ europeo, patrocinato dalla Provincia anche e soprattutto volumi dedicati All’evento era presente un’altra per- Maria Callas. Un successo assicurato di Brescia, che comprendeva città all’alta pasticceria. Ormai è una pre- sonalità della cucina: Giovanni Rana. anche per la presenza di personaggi come Stoccolma, Londra, Monaco, senza costante in varie televisioni e Sicura­mente hanno qualche cosa in famosi, oltre ai due summenzionati Copenaghen, Parigi, Madrid e Lisbona. noi lo consideriamo, giustamente, un comune questi due “geni”. Gente sem- ospiti, del mondo dell’imprenditoria, Lui presentava le sue prelibatezze e io i maestro. plice e che non disdegna le umili ori- rappresentanti del magico marchio cimeli della ‘Divina’ Callas. gini, ma che, nella vita, con intelligenza, “made in Italy”

24 Novembre 2018

Eventi a cura di Michele Nocera A Sirmione un matrimonio da favola!

on è un mistero che la penisola catulliana sia da “Il padre della sposa frequentava da anni la nostra bianca), ogni dettaglio è stato curato nei minimi sempre vocata per l’amore e per le coppie che struttura - ci dice -. Da lì è nata l’idea di celebrare qui particolari. Nel parco sono state distribuite nume- Nqui vogliono coronare il loro sogno d’amore. il matrimonio della figlia. Ci sono voluti circa sei mesi rose sontuose poltrone, la presenza di circa 2500 Ogni anno si celebrano a Sirmione cerimonie sia civili di preparazione. E’ la seconda volta, in tan­ti anni, che rose, 2000 ortensie, una tensostruttura per la cena che religiose di personaggi famosi e non, ma non tutti concediamo l’intera occupazione dell’hotel. Ma di della prima sera alla presenza di musicisti eccezio- residenti. certo questo è stato un evento di grandi dimensioni. nali e l’inconfondibile voce di Toto Cutugno, in Il padre della sposa è un famoso importatore di caffé Russia osannato così come i ‘Ricchi e poveri’ che La maggior parte sono coppie provenienti dal dal Brasile per l’intera Russia. Non a caso il marito della si sono esibiti alla cena nuziale. Particolare curioso mondo intero. Come l’u­tima russa, che ha scelto sposa è brasiliano. E qui sono convenuti invitati dall’in- e commovente. Dato l’amore del padre della sposa come location il Villa Cortine Palace Hotel alla fine tero mondo. Credo che per Sirmione rappresenti uno per la nostra Italia, i tavoli dei commensali re­cavano il di settembre. Grazie alla professionalità del General splendido cameo. nome di località famose. Naturalmente Sirmione per Manager Roberto Cappelletto, alla HouseKeeping la coppia”. Il pontile sul lago addobbato da gran sera Manager (governante) Ornella Mutti, al Food and “Ricordiamo che erano presenti 140 persone e e, a chiudere l’evento, spettacolari fuochi d’artificio. A Beverage Mana­ger Riccardo Genovesi, è stata confe- inoltre circa 60 persone dello staff. Grazie a Monica sancire, ancora una volta, che la penisola catulliana zionata per loro una grande festa, da sogno, come ci Olivero, eccezionale Wedding Planner, facente rappresenta sempre un ‘red carpet’ internazionale da rac­conta il signor Cappelletto. parte dell’Agenzia di Milano The White Rose (La rosa favola. Dopo tutto sognare non costa niente! Lonato prima nel mondo nel training visivo

l titolare afferma che se dovesse delle capacità visive. Saper utilizzare funzionare sarà la prima volta che al meglio gli occhi può contribuire a Iqualcuno prova a offrire un servizio migliorare la capacità di apprendere. di questo genere. Per rispondere alle necessità di Il training visivo optometrico una fetta sempre più grande di popo- è una pratica consolidata da almeno lazione, una nuova offerta professio- cento anni, sembra però che mai nes- nale è costituita dal Visual Fitness, suno abbia pensato di proporlo come una serie di esercizi utili alla ricerca attività di gruppo. Costituito da una del potenziamento e del benessere serie di attività da svolgere in una sala della vista. Tutti potranno ottenere attrezzata attraverso le quali migliorare enormi benefici, in una palestra nella l’abilità di utilizzare il sistema visivo, il quale divertirsi e costruire abilità visive training visivo optometrico può avere necessarie ad affrontare con successo l’obiettivo di migliorare la capacità gli impegni che la vita costantemente di muovere gli occhi, di mettere a presenta. In modo particolare l’atti- fuoco, di convergere, di elaborare vità è rivolta agli studenti, ai quali adeguatamente l’informazione viene riferito di avere una resa infe- visiva; molti ragazzi studiando mani- riore al loro potenziale, agli sportivi che festano difficoltà legate alla incapacità vogliono incrementare le loro capacità di utilizzare efficacemente i loro occhi. di coordinazione motoria, a quanti si sentono insicuri alla guida e a coloro Il neonato non sa muovere efficace- che riferiscono sensazione di vertigine mente gli occhi, così come non sa fare nei luoghi affollati. praticamente nulla di quello che saprà fare da adulto, tutto è appreso durante Chiedendo quali siano stati i infinite esperienze che lo porteranno motivi per cui abbia deciso di aprire ad essere quello che sarà. Alcuni indivi- una palestra visuomotoria il titolare dui per numerosi motivi possono aver ha espresso queste motivazioni: nella incontrato impedimenti durante il loro mia esperienza professionale ho trat- percorso di sviluppo con possibili riper- tato numerosi ragazzi sia per proble- cussioni sulle capacità che avranno da matiche accomodative che binoculari adulti. L’utilizzo sempre più diffuso di ma ho cambiato per davvero in meglio una palestra che possa dare a tutti l’op- di condurre un veicolo, nella possibilità dispositivi elettronici quali computer, la loro vita quando hanno imparato a portunità di migliorare nelle capacità di di frequentare con disinvoltura i luoghi Play Station e smartphone dove tutto è muovere efficacemente gli occhi. Per lettura e comprensione, nelle capacità affollati come supermercati o centri predefinito rallenta il normale sviluppo questo motivo ho deciso di dar vita a di praticare uno sport, nelle capacità commerciali.

26 Novembre 2018 Il misterioso caso del soldato inglese che riposa a Sirmione

l 29 luglio scorso sulle pagine di un quotidiano andata in Francia. bresciano avevo pubblicamente ipotizzato che la Ionorevole signora Theresa May (allora attesa a Per farla breve, in seguito (il 5 agosto scorso) per Sirmione per le vacanze estive) potesse estendere le continuare le ricerche mi sono rivolto all’Ambasciata sue estemporanee visite gardesane anche alla vicina Britannica di Roma, la quale prontamente ha risposto Lonato del Garda che, nel Cinquecento, fu crocevia di di non avere le risorse per far luce sui miei quesiti. storia inglese. Tuttavia la stessa ambasciata ha inoltrato la mia E già questo “invito” può essere sembrato una richiesta alla Commonwealth War Graves Commision imperdonabile ingerenza nella vita privata dell’illustre (ente che si occupa di tutti i cimiteri e di tutte le ospite. Tuttavia come si fa a non ulteriormente segna- tombe dei Caduti del Commonwealth) suggerendomi lare alla stessa che, tra le particolarità del territorio inoltre, di interpellare anche il sito del Gloucestershie della penisola, risulta anche la singolare presenza Regiment al quale apparteneva il soldato tuttora della tomba di un soldato inglese proprio nel cimi- sepolto a Sirmione. tero di Sirmione? Formalità quest’ultima che fino ad ora non ho L’insolito sepolcro, infatti, custodisce le spoglie affrontato. del “Lance corporal” W.J. Taverner morto il 4 otto- bre 1918, come risulta dalla ricca ed interessante Purtroppo, tutt’oggi ancora non son giunti riscon- lapide che ricorda la sua appartenenza al reggimento tri da parte dell’ente interpellato circa le ragioni per Gloucertershie marcata nel marmo con incise e toc- le quali le spoglie dello sfortunato ventitreenne canti parole di addio. W.J.Taverner si trovano nel cimitero sirmionese.

Ovviamente sorge a tutti la curiosità di sapere cosa Ora però, l’onere di continuare la ricerca potrebbe ci fanno i resti di un soldato britannico nel cimitero essere assunto anche dal Comune di Sirmione per locale. eventualmente far luce sulle ragioni della presenza della nominata tomba che la onorevole signora Come è morto? Perché è tuttora presente la sua Theresa May – in occasione di un suo probabile e gra- tomba, peraltro ordinata e ben tenuta – dopo un dito ritorno nella terra di Catullo – potrebbe anche secolo dalla sepoltura? Chi ancora lo ricorda? Come visitare e magari, a sua discrezione, posare dei fiori saperne di più? sul sacro tumulo che ricopre i resti del suo prode connazionale. Ho portato le mie attenzioni del caso (il 10 luglio centesimo anniversario della fine della Prima guerra 2018) all’Ufficio dello Stato Civile di Sirmione il quale, Un’iniziativa in tal senso da parte del Comune mondiale – le locali associazioni d’arma potrebbero purtroppo, si è dilungato nelle ricerche e, per man- potrebbe essere interpretata come un gesto di ricer- prestare gli onori militari anche davanti alla nominata canza di opportuni documenti, non è stato in grado cata gentilezza da parte “dell’ospite insigne”. lapide di quel (dimenticato?) soldato morto sul finire di fornire tempestive notizie utili sia sulle origini della del sanguinoso conflitto. suddetta tomba che sulle cause della morte di quel Per quanto segnalato, nei prossimi giorni di inizio militare. E la signora Theresa nel frattempo se n’è novembre – durante le previste cerimonie per il Osvaldo Pippa

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Novembre 2018 27 Madonna di San Polo Un aiuto concreto: non denaro ma materiali e attrezzi utili

rande disponibilità verso gli abitanti dei villaggi Non l’invio del solito denaro quindi, ma materiali di Sakou, dimostrata dagli aderenti e simpatiz- e attrezzature utili che, come abbiamo già accennato Gzanti, e non solo da loro, alla Fondazione Maria in precedenti servizi, permettono di realizzare vari tipi Mediatrice e Dispensatrice di Grazie di San Polo di di coltivazioni come per esempio il mango. Per questo Lonato del Garda. i volontari della Fondazione hanno anche realizzato un pozzo che fornisce acqua bianca, e non gialla, per usi Questo grazie agli aiuti umanitari (materiale alimentari e per l’irrigazione. usato: vestiario, prodotti alimentari e per l’igiene della persona, giochi, mobili, stufe a legna...) che andranno a Insomma un bell’esempio di solidarietà svolta sul riempire i container che regolarmente vengono inviati posto, senza dover assistere a spostamenti di masse al Centro di prima assistenza a Sakou, in Burkina umane alla ricerca di una via più confortevole. Faso, a favore delle popolazioni di questi villaggi che si trovano al confine con il deserto del Sahel. A sovrintendere le varie operazioni è lo stesso mons. Justine Kietenga, vescovo della Diocesi del A Lonato, presso la sede della Fondazione, pre- Burkina Faso, in cui si trova il villaggio mariano di sieduta da Luigi Mangiarini, vengono stipate anche Sakou, creato dalla Fondazione lonatese, e assistente attrezzature di vario genere, che poi aiuteranno le spirituale della Fondazione. Mons. Kietenga è spesso popolazioni africane a produrre cibo e altro nella loro presente a Lonato del Garda nelle varie celebrazioni terra. eucaristiche, molto partecipate.

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28 Novembre 2018 Consorzio Garda Uno Aprono le nuove centrali idroelettriche nell’alto Garda

no dei settori di attività di Garda iter burocratico. entro quest’anno ci consegnerà le due Cordenter a 1.300 m di altitudine, e Uno in continua crescita è opere”. da quest’ultimo al serbatoio di Denai, Usicuramente il comparto idroe- Sottolinea, infatti, il direttore ope- localizzato a un’altitudine di 1.100 m. lettrico, anche se le iniziative presen- rativo della multiutility, Massimiliano Anche il presidente della società Le centraline idroelettriche, calibrate tate nel corso degli anni continuano a Faini, che “in collaborazione con il multiservizi, Mario Bocchio, manifesta in base alla disponibilità idrica e alla scontare complesse e lunghe fasi auto- Comune di Magasa, divenuto proprie- “soddisfazione per un’opera che, final- portata, produrranno circa 85.000 kWh rizzative di confronto con gli enti di tario delle originarie concessioni di uso mente, è arrivata in dirittura d’arrivo e annui (turbina Cordenter) e 43.000 kWh riferimento.. delle acque per scopi idroelettrici in che, soprattutto, permetterà a Magasa, (turbina Denai), per un totale perciò di località Denai e Cordenter, preceden- piccolo comune dell’alto Garda, di 130 mila kWh. E’ il caso del Comune di Magasa temente ottenute dalla nostra società, realizzare dei significativi risparmi che, dopo sei anni dall’ottenimento dei possiamo assicurare che sono in fase energetici”. Tradotto in soldoni, i relativi bene- fondi stanziati dal Governo di allora e oramai conclusiva le due centraline fici per Magasa vengono quantificati destinati ai comuni di confine per un idroelettriche della complessiva poten- I due impianti idroelettrici sfrut- in circa 20mila euro all’anno di rispar- importo di circa 800mila euro, può final- zialità di 50 kWp (unità di misura della teranno il salto di quota dalle sor- mio energetico che, rapportato alla mente coronare il sogno di inaugurare potenza teorica massima prodotta da genti provenienti dal monte Tombea popolazione di 200 abitanti, appare entro fine anno, salvo intoppi dell’ul- un generatore elettrico, ndr.): la realizza- (ca. 1700 m) al serbatoio in località significativo. tima ora, le due centrali idroelettri- zione e la successiva conduzione sono che in località Denai e Cordenter. state affidate a Garda Uno, con un’ap- Due opere che consentiranno al pic- posita convenzione”. colo comune della Valvestino, poco più di 200 abitanti, di ottenere un buon Soddisfazione viene espressa Non ti lasciamo risparmio energetico stimato in ven- anche dal sindaco di Magasa, cav. timila euro l’anno. Federico Venturini. “Il bando origina- rio destinato ai comuni di confine, con mai solo. Quanto al ritardo di cui si accen- cui abbiamo ricevuto 800mila euro, nava prima, va chiarito per dovere di risale a sei anni fa. Pensammo allora cronaca che non è da imputare certa- di realizzare delle centraline idroe- Garda Uno offre un servizio gratuito di assistenza e informazioni su tutte mente all’amministrazione comunale, lettriche che potessero fornirci delle le attività. né tanto meno a Garda Uno Spa che entrate nelle casse comunali. La loro Chiama il numero verde. ne ha preso le redini per la costruzione, realizzazione”, conclude il sindaco, “è dopo aver definito il lungo estenuante stata affidata quindi a Garda Uno che numeri verdi

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Novembre 2018 29 Storie di ferrovieri a cura di Giancarlo Ganzerla La stazione ferroviaria di Desenzano e il gen. De Gaulle

l 24 giugno 1959 ricorreva il centena- sedette ai tavoli del ristorante, intanto inventavano passatempi fatti di niente. Repubblica, si mise a correre sul mar- rio della battaglia di San Martino che le autorità si spostavano a Solferino ciapiede perché doveva salire qualche Ie Solferino. Le polemiche tra cleri- per celebrarvi la vittoriosa battaglia dei Quando furono le 18.30 nel viale vettura più avanti, e disse a Giuseppe cali (neoguelfi) e anticlericali (liberali) Francesi e per un pranzo alla storica villa vuoto incominciarono a notare un Saragat, altro futuro presidente, seguite a quell’evento storico, si erano Mirra. certo movimento: salivano le moto che procedeva pacato e sereno, che ormai decantate. dei Carabinieri. Avanzavano appaiate aveva fretta. I ragazzi che assistettero Cosa dire di più della giornata che con calma, mantenendo un loro ritmo. alla scena pensarono sorridendo che Tutte le forze politiche degli anni non sia già stato detto dai quotidiani Dietro, senza fretta, scivolavano due avesse urgenza di andare in bagno. Poi ’50 del secolo scorso, anche se divise provinciali e nazionali? grandi e lunghe auto scoperte, con riconobbero Giovanni Leone, allora su tanti punti, riconoscevano la vittoria la carrozzeria di un nero brillante, ma presidente della Camera e Cesare del 1859 come un evento positivo nella Si può raccontare cosa videro alcuni all’interno foderate di bianco. Si ferma- Merzagora, presidente del Senato, il costruzione dell’unità d’Italia, che allora ragazzi, due maschi e due ragazzine, rono proprio al centro del piazzale, dove ministro degli Esteri Giuseppe Pella, molto pochi mettevano in discussione. alla fine della celebrazione; tre erano era schierato un picchetto d’onore in e un ancor giovane Giulio Andreotti, Perciò la Commissione incaricata dell’or- i figli del sorvegliante delle Ferrovie, armi, di fronte alla verde tettoia asbur- all’epoca ministro della Difesa, che ganizzazione delle celebrazioni fece le il quarto un ospite. Erano alla finestra gica, dove si apriva la scalinata bianca salì rapidamente sul treno. cose in grande. di un appartamento all’ultimo piano che conduce alla banchina prospiciente della stazione ferroviaria di Desenzano, il primo binario. Ma attirò soprattutto la loro La proposta vincente e trainante quella che guarda viale Cavour di per- attenzione il Generale De Gaulle. Era fu quella di invitare il presidente tinenza del Sorvegliante, padre di uno Chissà perché quella scalinata molto alto (un metro e 96, ndr) con il della V Repubblica francese Charles studente del liceo, di una figliola pros- appariva in quegli anni così bella, chepì chiaro dalla greca nera, arrivava de Gaulle (1890-1970) a presen- sima al matrimonio e di una ragazzina bianca e solenne, mentre ora sembra quasi alla sommità del finestrino del ziare insieme al presidente italiano dai lucenti occhi scuri. Figli di ferrovieri, ben poca cosa. I ragazzi non potevano treno a cui era affacciato. Aveva l’abi- Giovanni Gronchi (1887-1970) alla rie- sapevano di come era stato tirato a vedere Gronchi e De Gaulle salire le scale tuale divisa color cannella, la giacca non vocazione di quella giornata e alla com- lucido all’esterno e all’interno l’edificio con il numeroso seguito, i carabinieri in gli faceva una piega. Il volto era disteso, memorazione dei caduti. Quest’idea sulla collina del Montebruno. alta uniforme nera con la banda rossa. quasi sorridente. E sorrise quando al andò in porto. Sopra un palco allestito Si precipitarono però sulla terrazza della richiamo dei ragazzi che avevano gri- davanti all’ingresso della torre di San Poi sul primo binario, quello dei stazione posta sopra il ristorante, a cui dato il suo nome alzò lo sguardo verso Martino, il sindaco di Desenzano avv. treni in direzione Verona, era già in si accedeva da una porta-finestra del il terrazzo e fece loro con la destra un Luigi Laini diede il benvenuto col suo sosta dalle 16 il treno presidenziale terzo piano. Si appoggiarono sul para- cenno di saluto. abituale eloquio chiaro e scorrevole. che, alle 19, avrebbe portato a Roma petto rivolto verso i binari e da quella Sempre corretto nel vestire e asciutto i due Presidenti. Non c’era ancora posizione privilegiata seguirono gli Poi la banda cittadina in grande nel gestire, anche quel giorno non l’ora legale e il sole di quel 24 giugno ultimi dieci minuti della sosta dei due sfolgoro suonò il fraseggio iniziale esagerò e seppe interpretare quanto era ancora alto. Erano stati tagliati da Presidenti a Desenzano. Gronchi, che della Marsigliese, quindi quello de I di valido la gente comune trovava nel alcuni anni gli ippocastani e al loro i ragazzi conoscevano bene perché il fratelli d’Italia. I Presidenti misero la ricordo dell’alleanza tra Francia e Italia. posto erano stati piantumati dei gio- suo mezzobusto era nelle fotografie mano sul petto, quindi furono chiuse vani alberi di quercia, piuttosto lenti a presenti in ogni aula sotto il crocefisso, tutte le portiere del treno, che senza Parlarono poi Gronchi e De Gaulle, crescere. Quindi, stando al terzo piano, i parve loro meno ingessato, più affabile. scosse si mosse acquistando sempre i cui discorsi furono ripresi sui quoti- figli del sorvegliante, che ospitavano l’a- più velocità. Il ragazzo più magro dopo diani dell’epoca. Insomma tutto andò mico, potevano vedere cosa succedeva A distanza di anni vien da qualche minuto salutò gli amici e la per il meglio: gli orari furono rispettati, fino all’ex-villa Madoni, quella dai mat- pensare che mai la stazione di famiglia ospitale, raggiungendo i suoi le bandiere sventolarono alla brezza che toni rossi. Era un po’ che guardavano e Desenzano aveva visto il treno pre- alle ‘case dei ferrovieri’. La famiglia del soffia sempre alla Torre, le fanfare suo- aspettavano. Chiacchieravano tra loro, sidenziale partire dal primo bina- sorvegliante ci piace ricordarla così in narono a meraviglia. La gente in gene- giocavano con gli elastici a quel gioco rio, imbarcando tante figure politiche quel pomeriggio sereno, in cui i cinque rale non si stancò e lietamente sui prati che ora non si usa più, facendo passare che hanno poi fatto la storia dell’Italia componenti erano insieme e la signora dei dintorni verso le 13 fu fatto il picnic, in vari incroci il legaccio tra due mani negli anni seguenti. Il primo ministro sprigionava una dolcezza senza limiti mentre solo un centinaio di persone si sottese. Non si stancavano e facilmente Antonio Segni, futuro presidente della nei confronti dei figlioli. 30 Novembre 2018 Gienne dalla redazione di Gardanotizie.it Con i “Tre bicchieri” del mensile del lago di Garda

Reg. Trib. Brescia n° 57 Gambero Rosso il rosè della dell’11/12/2008 - R.O.C. n° 18101 Copia in distribuzione gratuita Valtenesi conquista gli Italiani Direttore editoriale: Luca Delpozzo Direttore Responsabile: Luigi Del Pozzo er la prima volta nella storia enologica della Lombardia Redazione: Francesca Gardenato un rosè è tra i vini top della regione con il riconosci- Pmento dei “Tre Bicchieri” nella prestigiosa guida del Collaboratori: Matteo Ballisti, Sergio Gambero Rosso. A entrare nel gotha dei vini pregiati è il Bazerla, Velise Bonfante, Giorgio Maria “Valtenesi Rosé Molmenti 2015” dell’azienda Costaripa di Cambié, Giacomo Danesi, Roberto Moniga del Garda, guidata dal noto enologo di fama inter- Darra, Amalia Dusi, Domenico Fava, nazionale Mattia Vezzola. Il riconoscimento assume ancora Giancarlo Ganzerla, Lino Lucchini, più importanza se si pensa che, mai prima d’ora dal 1986, i Mariateresa Martini, Pino Mongiello, critici del Gambero Rosso avevano premiato un vino di cate- Michele Nocera, Pinuccia Pienazza, goria rosé. Infatti solo a partire da questa edizione il Gambero Alberto Rigoni, Marta Sartori, Silvio Stefanoni, Maurizio Toscano e Rosso ha deciso di istituire il premio di “Miglior rosè d’Italia”. Massimo Zuccotti. Nell’ultimo periodo i vini rosè continuano a riscuotere I testi e le fotografie pervenute, in grande successo in Italia, dove la produzione è di circa 60 redazione anche se non pubblicate, milioni di bottiglie, con un notevole export e con un fattu- non verranno restituiti. rato che lo scorso anno ha sfiorato i 300 milioni di euro. Un Vietata qualsiasi riproduzione con quarto della produzione nazionale arriva nei mercati ameri- ogni mezzo, se non autorizzata cani, inglesi, tedeschi, russi, cinesi, giapponesi e ultimamente dall’Editore anche nei Paesi del Sud Africa. Il comparto dei rosè interessa Stampa: soprattutto il Veneto, il Salento, l’Abruzzo e la Lombardia. In Valtenesi ogni anno vengono prodotte due milioni di botti- Tipolitografia Pagani glie con una esportazione del 30%. Celofanatura editoriale “La riviera bresciana del Garda - afferma Mattia Vezzola Coop Service tel. 030 2594360 - è la terra dei grandi rosé. Un’oasi mediterranea dove la pro- Esclusivista pubblicità: duzione di questi vini è una tradizione viticola radicata da sempre e codificata oltre un secolo fa, proprio a Moniga del LDP Videoproduzione & Editoria Garda, dal senatore veneziano Pompeo Molmenti con l’in- Tel. 030 9919013 venzione del “Chiaretto”. Quando si parla di rosè italiani di grande tradizione, il Garda è in primo piano assieme al Redazione ed abbonamenti: Salento». Via Maguzzano, 15 Quattro le tipologie di vino prodotte da Costaripa di Enologo dell’anno 2004, 2008 e 2014 e autentico “guru” Moniga del Garda: due Valtenesi Rosè, ovvero il RosaMara 25017 Lonato de/Garda - Bs delle bollicine di Franciacorta, nonché grande appassio- e il longevo Molmenti (l’unico Rosé affinato al 100% in ton- Tel. 030 9919013 nato di vini rosè, Mattia Vezzola è stato anche ideatore e neaux di rovere bianco e proposto dopo quattro anni dalla [email protected] produttore del vino metabolico che coniuga un’alta qua- vendemmia) , un vino da dessert rosè, di soli 10 gradi, bat- lità vitivinicola a principi nutritivi per prevenire malattie tezzato PalmArgentina e infine un Brut Rosè che l’azienda Gienne, il mensile del lago di Garda, metaboliche come diabete mellito, ipertensione arteriosa e produce fin dal lontano 1973. Una produzione, quella di obesità. Questo vino, presentato alla stampa alcuni anni fa, Costaripa, che Vezzola vuol fare diventare il biglietto da visita lo trovi nelle principali edicole e nei e già in precedenza con la presenza del celebre cardiologo di un territorio e di uno stile che sembra destinato a dominare punti d’interesse pubblico del Garda Christian Barnard, si basa sulle linee guida della “Cucina i consumi enoici degli anni futuri. e dell’Alto Mantovano: uffici turistici, Lineare Metabolica” dello chef Luca Barbieri e del profes- municipi, Iper di Lonato d/G, La Grande sore Claudio Macca, noto nutrizionista degli Spedali Civili di La premiazione del Gambero Rosso, con annessa degusta- Mela e Decathlon di Castenedolo. Brescia. zione, è stata lo scorso 27 ottobre all’Hotel Sheraton di Roma. www.gardanotizie.it primo ed unico videogiornale on line del lago di Garda

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