Gattamelata E Colleoni
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G IOVANNI C. F. C. F. V ILLA GIOVANNI C. F. VILLA Gattamelata e Colleoni. Gattamelata Gattamelata e Colleoni Dialoghi e segnali di bronzo, di stili e di astuzie 22 Dialoghi e segnali di bronzo, di stili e astuzie Dialoghi e segnali di bronzo, Al nostro condottiero, appassionato di Imprese belle Elisa, Alessandro, Filippo e Clementina Questa edizione è stata realizzata Uno scritto inedito in settantacinque esemplari numerati dedicato a Gregorio Chiorino dall’I al LXXV in occasione dei suoi 75 anni Copia numero /LXXV Biella, 20 aprile 2020 Giovanni Carlo Federico Villa Gattamelata e Colleoni Dialoghi e segnali di bronzo, di stili e di astuzie Il 31 maggio 1912 si inaugura solennemente, a Mosca, il Museo delle arti dedicato e intitolato allo zar Alessandro III: è una raccolta di calchi delle più celebri e significati- ve sculture prodotte dall’arte dell’Occidente. Un museo per l’istruzione e l’educazione. Per creare, attraverso la contemplazione dei capolavori del mondo antico, me- dioevale e rinascimentale, la formazione del gusto e per stimolare la creatività, l’emulazione e l’ingegno. Sarà poi dal 1932 il “Museo statale delle arti figurative” e infine dal 1937, nel centenario della morte, definitivamente dedicato ad Aleksandr Pushkin; con l’Ermitage di San Pietroburgo, è oggi la più grande raccolta in Russia di ar- te straniera, dall’antichità agli impressionisti e post-im- pressionisti. Resta, sempre imponente e quanto mai si- gnificativa, la raccolta delle copie, una summa dell’arte, dai fregi del Partenone all’Eretteo, dalla classicità roma- na risalendo verso il gotico internazionale. Poi, valicata la romanica Porta d’oro di Nostra Signora di Friburgo, dalla plasticità di Claus Sluter si giunge ai più celebrati esempi della tradizione italiana: dal David di Donatello a quello di Michelangelo, dai Della Robbia a Verrocchio, ogni scultura è riprodotta in gesso a grandezza naturale. 7 E qui, come segni fissati e immutabili, garanzia di due creare una sorta di ardito sistema di rinvii. Il donatelliano epoche, i termini che segnano l’uno il confine dell’Uma- Monumento a Gattamelata dominava sul Puits de Moïse, nesimo, l’altro l’avvio del Rinascimento: sono i monu- capolavoro di Sluter nella Certosa di Champmol, e sul menti equestri di Gattamelata e di Bartolomeo Colleoni, pulpito del Duomo di Siena di Nicola Pisano, sul fonte in ripresa fedele, non soltanto di proporzioni ma anche battesimale della cattedrale di Hildesheim e sull’altare di nelle colature del verderame, nei toni del tempo del cal- Kisszeben. Con la ristrutturazione del 1913 si organiz- co. Si crea così, in quella che si volle nuova Gerusalemme zerà una più organica Sala del Rinascimento, concepi- slava, la possibilità di un confronto visivo. Eccezionale ta da Gábor Térey: la giganteggiante statua equestre di perché si può ammirare da presso, ad altezza d’uomo, Colleoni risultava centrale, contornata dalle repliche dei il dialogo diretto fra i due monumenti che certificano capolavori di Duccio, Rossellino, Ghiberti, Andrea Bre- la Padova erede di Roma e la Venezia che guarda alla gno, Nanni di Banco, Brunelleschi, Donatello, Matteo tradizione greca. Opere che hanno rappresentato, nei Civitali, dei Pisano e dei della Robbia. secoli, i modelli della scultura equestre, monumentale e I casi di Mosca e Budapest sono testimonianza esem- commemorativa. plare della considerazione riservata alla coppia dei mo- Né Mosca è un episodio isolato. Chi, ai primi del numenti equestri veneti, eletti e riconosciuti da subito Novecento, avesse varcato un altro colonnato neo elle- modelli assoluti; con Gattamelata si celebra la stagione nico, allo Szépművészeti Múzeum di Budapest, sul lato umanistica, Colleoni afferma prepotentemente i valori occidentale dell’Hősök tere, la Piazza degli Eroi, anche lì e l’energia di quel periodo che sarà detto rinascimento. si sarebbe ritrovato con Colleoni e Gattamelata, fulcro Ma le scelte operate dagli artisti devono essere com- degli ambienti principali di una collezione concepita per prese nell’epoca storica che vide i “condottieri” come ricomporre l’intera storia dell’arte plastica. Accostando espressione insieme di ardimento e sagacia militare, di originali e riproduzioni, nel 1900 Gyula Wlassics stilava virtù che potevano essere rappresentate nella ricreazione un elenco di capolavori di cui acquisire le copie, e tra dell’antico. queste spiccavano i monumenti di Gattamelata e Colle- Dagli eserciti feudali e comunali il transito all’esercito oni, completi di basamento. Nel 1906 sarà inaugurata la di mestiere può essere compreso soltanto per il timore corte coperta, ove nella cosiddetta Sala romanica si inte- che le istituzioni signorili e le forme del principato ita- gravano perfettamente spazio architettonico, dipinti mu- liano potevano avere nei confronti del popolo, di una rali e opere scultoree, affiancando monumenti ungheresi classe sociale, o anche solo di un ceto di armati. Affidarsi ed europei. Alcune copie erano utilizzate in modo fun- ai capitani che offrivano le proprie competenze e i propri zionale, essendo l’accesso e l’uscita rispettivamente dalla salariati per aggredire o difendere, permetteva di eman- Porta d’oro di Friburgo e da quella di Gyulafehérvár, le ciparsi dalle conseguenze politiche e sociali di politiche altre opere erano proposte con logica estetizzante così da di pura sopraffazione. I capitani di ventura, significativa- 8 9 Andrea Verrocchio e Alessandro Leopardi, Monumento equestre a Bar- Donatello, Monumento equestre a Erasmo da Narni, detto Gattamela- tolomeo Colleoni, 1481-1488, bronzo, basamento marmoreo. La statua ta, 1447-1453, bronzo, basamento marmoreo con piedistallo in pietra altezza 395 cm. Venezia, Campo Santi Giovanni e Paolo. calcarea. La statua altezza 340 cm, lunghezza 360 cm; il basamento al- tezza 780 cm, lunghezza 410 cm. Padova, Piazza del Santo. 10 11 mente finanziati, dovevano essere in grado di condurre che definiremmo oggi di fidelizzazione sarà esaltato, campagne militari, ovvero scongiurare o mantenere sot- non a caso letterariamente, nell’elogio funebre tenuto to controllo i conflitti armati, e anche di mantenere una da Lauro Quirini, in occasione dei funerali di Stato nel pace retta su precari equilibri. Di volta in volta potranno 1443: per Quirini il Gattamelata fu “Tanto fedele e tan- anche essere interpretati come figure di legittimazione to prudente che fino a quando durerà Venezia (e lo sarà del potere, e come tali essere oggetto di costruzioni let- in eterno) i veneziani ricorderanno la sua mirabile fede terarie, soggetti per il mecenatismo culturale finalizzati a e degna laude. Quante cose questo fedele duca per la re- interpretare l’immagine del potere. pubblica operò non saprei oggi dichiarare […] Prudenza Erasmo da Narni, detto Gattamelata, e Bartolomeo nel consigliarsi, fortezza d’animo nell’agire e prontezza Colleoni rappresentarono due modi contrapposti di in- nell’eseguire; tolleranza mirabile per la fatica. Mai atroce terpretare il ruolo di condottiero. Entrambi ebbero un freddo, altissime nevi, lunghezza del cammino, gravezza peso determinante nei conflitti fra Venezia e Milano di morbo, lo poterono dalle imprese ritardare”. della prima metà del Quattrocento. Furono anche i più Erasmo da Narni, morto a settantatré anni, era figlio noti rappresentanti di un gruppo esclusivo e piuttosto di un fornaio e di Melania Gattelli: dalla storpiatura di circoscritto, visto che più della metà dei centosettanta quel cognome deriveranno il soprannome Gattamelata condottieri più significativi proveniva da tredici casate, e la prima insegna araldica inalberata sul cimiero, una ovvero veri e propri clan militari: Sforza-Attendolo, For- gatta color del miele, che diverrà poi uno scudo con tre tebracci-Piccinino, Orsini-Anguillara-Colonna, da San cappi di corda a simboleggiare la facilità con la quale Severino, Gattesco-Brandolini-da Leonessa, Mauruzzi, entrava e usciva dalle città assediate. Aveva percorso tutta Malatesta, Gonzaga, Manfredi, Estensi, Montefeltro e la carriera militare, iniziando con Ceccolo Broglio, si- Dal Verme. Tutti connessi da una attenta politica ma- gnore di Assisi, per poi unirsi alla compagnia di Braccio trimoniale tra famiglie, per mantenere il controllo sulla da Montone, vera scuola formativa. Quasi quarantenne “condotta” ovvero il contratto economico stipulato tra il divenne prefetto di cavalleria, e poté sposare Giacoma signore o la Repubblica e il “condottiero” che forniva le Bocarini Brunori. Fu tra i protagonisti della battaglia truppe per un determinato periodo. dell’Aquila del 2 giugno 1424, quando Francesco Sforza Per superare i rischi e i pericoli dei passaggi di campo, e Jacopo Caldora sconfissero Braccio da Montone; poi tra il 1430 e il 1454 si ebbe una politica di infeudamento tre anni dopo passò al servizio di papa Martino V, con dei capitani di ventura, finalizzata a garantire una lealtà l’incarico di “ammonire” i turbolenti signori dell’Emi- altrimenti aleatoria. Erasmo da Narni ottenne la citta- lia-Romagna, dimostrando nel compito un’astuzia che dinanza veneziana, fu insignito di un titolo nobiliare, diverrà nel tempo leggendaria, suscitando l’ammirazione ebbe la rara nomina onoraria nel Maggior Consiglio e di colleghi e magistrati. Esemplare lo stratagemma con gli fu offerto un palazzo a Venezia. Questo approccio, cui occupò il castello di Villafranca, presso Rimini, nel 12 13 1432: fatto credere ai difensori che era giunto per paga- numerica, Erasmo da Narni prende una memorabile re un riscatto, a ponte levatoio appena abbassato diede