COMUNE DI PROVINCIA DI COMO VIA SANTA VALERIA, 41 - 22030 REZZAGO (CO)

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Rapporto Ambientale

DATA dicembre 2012

APPROVATO con .....…...... di ...... n.° ...... ……...... del ......

Il Professionista Collaboratore estensore Comune di Rezzago

Dott. Geol. Massimo Riva Dott. Agr. Anna Borghi Il responsabile del procedimento

………………………………

Il segretario comunale

...... ………. ………………………………

Dott. Massimo Riva Geologo - c.f. RVI MSM 61H17 E507N - Part. Iva 01776580134 Via Previati 16, 23900 LECCO - Tel (0341) 286095 - Fax (0341) 361843 E-Mail [email protected] - Sito www.sgtl.it – Posta certificata [email protected]

Redatto Verificato Approvato AB MR MR

IIINDICE 1.Premessa...... 7 2.Il quadro della Valutazione Ambientale Strategica...... 9 2.1.Principali riferimenti normativi...... 9 2.2.Lo sviluppo sostenibile...... 10 2.3.Le Fasi...... 10 2.4.Mappatura procedimentale della VAS...... 13 2.5.Mappatura dei soggetti e delle autorità ambientali coinvolte...... 14 2.5.1.Il processo di partecipazione...... 14 2.5.2.L'approccio alla pianificazione partecipata...... 16 3.I contenuti del Piano di Governo del Territorio...... 17 4.Metodologia di analisi...... 19 4.1.Il Quadro Conoscitivo...... 19 4.2.Valutazione degli effetti: obiettivi di piano, azioni e ambiente...... 19 4.2.1.Gli ambiti di trasformazione...... 20 4.3.Coerenza interna al piano...... 20 4.3.1.Sostenibilità ambientale e coerenza degli obiettivi di pianificazione...... 21 4.3.2.Sostenibilità ambientale e coerenza delle azioni di piano...... 21 4.4.Coerenza esterna al piano...... 21 4.5.Gli indicatori...... 22 4.6.Monitoraggio del piano...... 23 5.Analisi del contesto pianificatorio...... 24 5.1.La pianificazione sovraregionale...... 24 5.1.1.Il Piano di Bacino...... 24 5.1.2.Il Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI)...... 24 5.2.La pianificazione regionale...... 25 5.2.1.Il Piano Territoriale Regionale (PTR)...... 25 5.2.2.Il Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA)...... 34 5.3.La pianificazione provinciale...... 34 5.3.1.Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale...... 34 5.3.2.Il Piano Cave Provinciale...... 36 5.3.3.Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (PPGR)...... 37 5.4.La Pianificazione a livello di Comunità Montana...... 37 5.4.1.Piano di Indirizzo Forestale (PIF)...... 37 5.5.La Pianificazione comunale...... 37 5.6.Illustrazione dei Vincoli Sovraordinati...... 38 6.Analisi dello stato dell'ambiente...... 39

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 3 6.1.Inquadramento territoriale e socio-economico...... 39 6.2.Popolazione e servizi...... 39 6.2.1.Il sistema scolastico...... 43 6.2.2.Il contesto economico...... 44 6.3.Patrimonio culturale...... 44 6.4.Clima...... 45 6.5.Aria...... 47 6.6.Acque superficiali e sotterranee...... 51 6.6.1.Stato delle acque superficiali...... 51 6.6.2.Consumo della risorsa e captazione dell'acquedotto...... 56 6.6.3.Bilancio idrico...... 56 6.7.Suolo e sottosuolo...... 57 6.7.1.Rischio geologico e idrogeologico...... 59 6.7.2.Azzonamento geologico tecnico del territorio...... 61 6.7.3.Pedologia...... 62 6.7.4.Attività estrattive...... 62 6.8.Biodiversità e paesaggio...... 62 6.9.Rapporto con i siti Rete Natura 2000...... 66 6.10.Uso del suolo...... 67 6.11.Attività produttive, Aree potenzialmente insalubri e rischi connessi...... 67 6.12.Rifiuti...... 67 6.13.Rumore...... 69 6.14.Reti tecnologiche...... 69 6.14.1.Rete fognaria...... 69 6.14.2.Inquinamento elettromagnetico...... 69 6.15.Radiazioni ionizzanti...... 71 6.16.Inquinamento luminoso...... 72 6.17.Sintesi del Quadro Conoscitivo...... 72 7.Confronto e selezione delle alternative...... 74 7.1.Valutazione della "Alternativa zero"...... 74 7.2.Illustrazione delle azioni di piano...... 75 7.3.Stima degli effetti ambientali...... 82 8.Analisi di coerenza interna...... 83 8.1.Attuazione degli obiettivi di sostenibilità...... 84 8.1.1.Sostenibilità ambientale e coerenza degli obiettivi di pianificazione...... 84 8.1.2.Sostenibilità ambientale e coerenza delle azioni di piano...... 87 9.Analisi di coerenza esterna...... 91

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 4 9.1.Previsioni del Piano Territoriale Regionale...... 91 9.2.Previsioni del Piano di Coordinamento Provinciale (PTCP)...... 92 9.3.Previsioni degli altri strumenti di pianificazione considerati...... 93 10.Stima degli effetti ambientali e monitoraggio del piano...... 94 10.1.Stima degli effetti ambientali: costruzione e selezione degli indicatori...... 94 11.Conclusioni...... 97

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 5 Soggetto Proponente PGT: Comune di Rezzago Autorità Procedente VAS: Sig. Sergio Binda – Sindaco Autorità Competente VAS: Commissione edilizia; Arch. Mario Fioroni – Responsabile del procedimento Tecnico incaricato della redazione del Piano di Governo del Territorio: Arch. Tiziano Maranesi Tecnico incaricato del processo di VAS: Dott. Geol. Massimo Riva, Dott.ssa Agr. Anna Borghi

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 6 1. PPPREMESSA

Il presente documento è parte integrante della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio (PGT) del Comune di Rezzago, come disciplinato dall'art. 4, c. 2 della l.r. 11 marzo 2005, n. 12 “Legge per il Governo del Territorio” 1. I contenuti dell'elaborato sono indicati nella d.c.r. 13 marzo 2007, n.VII/351 “Indirizzi generali per la valutazione di piani e programmi (articolo 4, comma 1, l.r. 11 marzo 2005, n. 12)” 2 e nella d.g.r. 10 novembre 2010, n. 9/761, recante “Determinazione della procedura di Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) – Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 29 giugno 2010, n. 128, con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n. 8/642 e 30 dicembre 2009, n. 8/10971” 3; in particolare, per il piano in esame, si fa riferimento all'Allegato 1 b, recante "Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS). DOCUMENTO DI PIANO – PGT piccoli comuni".

Il Rapporto Ambientale , elaborato dall'autoritàautorità procedente d'intesa con l'autoritàautorità competentecompetente per la VAS, costituisce uno degli elaborati previsti dalla dir. 2001/42/CE 4 in seno alla procedura di VAS ed è un documento finale che documenta le modalità con cui la variabile ambientale è stata integrata nel processo di pianificazione, in quanto fornisce le seguenti informazioni (elencate nell'allegato I della richiamata direttiva): 1. illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del DdP e del rapporto con altri pertinenti P/P; 2. aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del DdP; 3. caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; 4. qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al DdP, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE; 5. obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, Comunitario o degli Stati membri, pertinenti al DdP, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale; 6. possibili effetti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori; 7. misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del DdP; 8. sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o mancanza di know- how) nella raccolta delle informazioni richieste; 9. descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio;

1 Pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia , 16 marzo 2005, 1° supplemento ordinario. 2 Pubblicata in Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia , n. 14 del 2 aprile 2007, s.o. 3 Pubblicato in Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia , n. 41 del 25 novembre 2010, 2° s.s. 4 Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente, pubblicata in Gazzetta ufficiale delle Comunità europee , 21 luglio 2001, L 197.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 7 10. sintesi non tecnica delle informazioni, che illustri i contenuti del Rapporto Ambientale stesso con un linguaggio accessibile e facilmente comprensibile dal pubblico (così come definito dall'art. 2.0 lettera k della d.c.r. 351/2007).

Il Rapporto Ambientale è stato oggetto della secondaseconda conferenza di valutazione all'interno della quale sono stati acquisiti pareri, contributi e osservazioni in merito da parte dei soggetti competenti in materia ambientaleambientale e degli enti territorialmente competenticompetenti. Al fine di facilitare i soggetti coinvolti nell'espressione di pareri all'interno della conferenza il documento è stato messo a disposizione degli stessi prima della convocazione. In base agli elementi emersi in sede di conferenza sono state attivate le fasi successive della procedura, ovvero la formulazione del parere motivato e l'adozione del Documento di Piano.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 8 2. IIILLL QUADRO DELLA V ALUTAZIONE A MBIENTALE S TRATEGICA

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è stata introdotta dalla direttiva 2001/42/CE, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, che si pone come obiettivo di “garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile” ; in questa ottica definisce all’articolo 2 la “valutazione ambientale” come l’elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione . La VAS si pone come " il processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte-politiche, piani o iniziative nell'ambito di programma ai fini di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle considerazioni di ordine economico e sociale" 5. La VAS diviene perciò un elemento fondamentale per il piano, per la gestione e il monitoraggio dello stesso, superando la mera fase valutativa e assumendo la connotazione di uno strumento di supporto sia per il proponente sia per il decisore: inserendo la VAS nel processo lineare “proponente-obiettivi-decisori-piano”, in effetti si giunge a un'impostazione che prevede il ricorso a feedback in corso d’opera, così da meglio calibrare l’intero processo.

2.1. PPPRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI Il presente documento considera il complesso di indirizzi e di norme maturati in sede internazionale, nazionale e regionale connessi alle politiche e regolamentazioni definite in materia di valutazione ambientale. In particolare risultano fondanti i seguenti riferimenti normativi: • Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente; • Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12, recante “Legge per il governo del territorio”; • Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante “Norme in materia ambientale”, che recepisce la dir. 2001/42/CE 6; • Decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, recante “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale” 7; • Delibera di Consiglio Regionale del 13 marzo 2007, n. VII/351, recante “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi in attuazione del comma 1 dell'articolo 4 della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 (Legge per il governo del territorio)”; • Delibera di Giunta Regionale del 27 dicembre 2007, n. 8/6420, recante “Determinazione della procedura per la valutazione ambientale di piani e programmi – VAS” 8;

5 Manuale per la Valutazione Ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell'U.E 6 Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 88 del 14 aprile 2006, s.o. 7 Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 24 del 29 gennaio 2008, s.o. 8 Pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia , n. 4 del 24 gennaio 2008, 2° s.s.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 9 • Legge Regionale 14 marzo 2008, n. 4, recante “Ulteriori modifiche e integrazioni alla legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 (Legge per il governo del territorio)” 9; • Delibera di Giunta Regionale del 18 aprile 2008, n. 7110, recante “Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS. Ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione dell'art. 4 della legge regionale 11 Marzo n. 12, 'Legge per il governo del territorio' e degli 'Indirizzi generali per la valutazione ambientale dei piani e programmi' approvati con deliberazione del Consiglio Regionale 13 Marzo 2007” 10 ; • Delibera di Regionale del 30 dicembre 2009, n. 8/10971, recante “Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) – Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 modifica, integrazione e inclusione di nuovi modelli” 11 ; • Delibera di Giunta Regionale del 10 novembre 2010, n. 9/761, recante “Determinazione della procedura di Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) – Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 29 giugno 2010, n. 128, con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n. 8/642 e 30 dicembre 2009, n. 8/10971”.

2.2. LLLOOO SVILUPPO SOSTENIBILE La finalità della VAS è la verifica della rispondenza del piano agli obiettivi dello sviluppo sostenibile, tenendo conto degli effettivi vincoli ambientali e della diretta incidenza sulla qualità dell'ambiente. La VAS permette di giungere a un processo in cui il piano è sviluppato basandosi su di un più ampio set di prospettive, obiettivi e costrizioni, rispetto a quelli inizialmente identificati dal proponente, garantendo, al pubblico e alle autorità interessate, la possibilità di esprimere il proprio parere prima dell'adozione del piano/programma o dell'avvio della relativa procedura legislativa. Tale procedura infatti si esplica: • nell'elaborazione di un rapporto ambientaleambientale, stilato sulla base dell'allegato I della direttiva, che deve individuare, descrivere e valutare gli effetti significativi dell'attuazione del piano sull'ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell'ambito territoriale del piano stesso; • nello svolgimento di consultazioni, promuovendo un approccio di tipo partecipativo alla redazione del documento stesso; • nella valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell'iter decisionale; • nella messa a disposizione delle informazioni sulla decisione.

2.3. LLLEEE F ASIASIASI Per contribuire allo sviluppo del Documento di Piano e, in seguito, anche delle attività di monitoraggio, la valutazione si sviluppa in tre momenti differenti ovvero ex ante , intermedia ed ex post , permettendo di determinare gli impatti, rispetto agli obiettivi del piano e l'incidenza su problemi specifici. In particolare,

9 Pubblicato in Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia , n. 12 del 17 marzo 2008, 1° s.o. 10 Pubblicato in Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia , n. 20 del 10 maggio 2008, s.o. 11 Pubblicato in Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia , n. 5 del 1° febbraio 2010, s.o.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 10 • la valutazione ex ante verifica la qualità delle modalità di esecuzione degli interventi e sorveglianza (monitoraggio e verifica); • la valutazione intermediaintermedia, valutando la correttezza della gestione e la qualità della sorveglianza e della realizzazione , considera: ◦ i primi risultati degli interventi; ◦ la coerenza con la valutazione ex ante ; ◦ la pertinenza degli obiettivi di sostenibilità; ◦ il grado di conseguimento degli stessi; • la valutazione ex post è finalizzata a illustrare l’utilizzo delle risorse, l’efficacia e l’efficienza degli interventi e del loro impatto in termini di politiche/azioni e la coerenza con la valutazione ex ante.

Nello specifico, le fasi che possono essere individuate nel processo di VAS (figura 2.1) sono le seguenti: FASE A: Analisi della situazione ambientale – Individuare e presentare informazioni sullo stato dell’ambiente e delle risorse naturali, sulle interazioni positive e negative tra tali contesti e i principali settori (costruzione del quadro programmatico e del quadro conoscitivo). Tale fase si conclude con la presentazione del Documento di Scoping, che contiene gli elementi utili a una prima indagine conoscitiva del territorio. FASE B: Obiettivi, finalità e priorità – Individuare obiettivi, finalità e priorità in materia di ambiente e sviluppo sostenibile (costruzione quadro degli obiettivi, delle strategie e delle azioni). Essi sono individuati all'interno del Documento di Scoping e sono in seguito confrontati con gli obiettivi e le finalità del piano, in un'ottica dialettica tra i due documenti. FASE C: Definizione bozza di piano e individuazione alternative – Individuare i criteri di compatibilità e la loro traduzione nel contesto locale di temi e obiettivi di sostenibilità di livello superiore, al fine di garantire che gli obiettivi e le priorità ambientali siano integrati nel progetto di piano. In questa fase si avvia il confronto tra la bozza di piano e gli obiettivi di sostenibilità, individuandone le criticità e le alternative progettuali. FASE D: Valutazione ambientale della bozza – Valutare gli effetti sul sistema ambientale, e per quanto possibile anche sociale e dei servizi, considerando le implicazioni delle priorità di sviluppo e il grado di integrazione delle problematiche ambientali nei rispettivi obiettivi, finalità, priorità e indicatori, analizzando in quale misura la strategia definita nel documento agevoli od ostacoli lo sviluppo sostenibile. Valutare la coerenza esterna tramite esame della bozza di documento nei termini della sua conformità alle politiche e alla legislazione regionale, nazionale e Comunitaria in campo ambientale. Tale fase si sviluppa nella redazione del Rapporto Ambientale e nella valutazione della coerenza esterna e interna del Documento di Piano con gli Obiettivi di Piano e le conseguenti Azioni di Piano. FASE F: Monitoraggio degli effetti e verifica degli obiettivi – Definire indicatori in campo ambientale per qualificare e semplificare le informazioni in modo da agevolare la comprensione delle interazioni tra l’ambiente

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 11 e i problemi chiave. Valutare la coerenza interna per la rispondenza degli indicatori scelti con gli obiettivi di piano. A conclusione del Rapporto Ambientale si selezionano gli indicatori più opportuni per il monitoraggio ex post del PGT. La valutazione di coerenza interna ed esterna permette di verificare la compatibilità del Piano con i criteri di sostenibilità e con gli obiettivi di sostenibilità. FASE G: Integrazione dei risultati della valutazione nella decisione definitiva sul piano. - A conclusione del seconda Conferenza di Valutazione sono raccolti i pareri dei soggetti competenti in materia ambientale ed è formulato il parere motivato finale da parte dell'autorità competente.

Figura 2.12.12.1:2.1 : Sequenza delle fasi processo di un piano/programmpiano/programmaa (Fonte: d.c.r. 351/2007)

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 12 2.4. MMMAPPATURA PROCEDIMENTALE DELLA VAS La d.g.r. 10 novembre 2010, n. 9/761 definisce in modo sequenziale le integrazione tra le fasi procedurali del processo di Piano e di Valutazione Ambientale.

Tabella 2.12.12.1:2.1 : Schema PGT – Documento di Piano – VAS (Fonte: d.gd.g.r..r. 761/2010). In blublublu le fasi già completate.

Fase del DdP Processo di DdP Valutazione Ambientale VAS Fase 0 P0.1 Pubblicazione avviso del procedimento A0.1 Incarico per la redazione del Rapporto Ambientale Preparazione P0.2 Incarico per la stesura del DdP (PGT) A0.2 Individuazione Autorità Competente per la VAS P0.3 Esame proposte pervenute ed elaborazione del documento programmatico

Fase 1 P 1.1 Orientamenti iniziali del DdP (PGT) A1.1 Integrazione della dimensione ambientale nel DdP (PGT) Orientamento P1.2 Definizione schema operativo DdP (PGT) A1.2 Definizione schema operativo per la VAS, e mappatura dei soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico coinvolto P1.3 Identificazione dei dati e delle informazioni a disposizione A 1.3 Verifica della presenza di Siti Rete Natura 2000 (SIC/ZPS) dell’ente su territorio e ambiente Conferenza di Avvio del Confronto Valutazione

Fase 2 P2.1 Determinazione obiettivi generali A2.1 Definizione dell’ambito di influenza ( scoping ), definizione della Elaborazione e portata delle informazioni da includere nel rapporto Ambientale redazione P2.2 Costruzione scenario di riferimento e DdP A2.2 Analisi di coerenza esterna P2.3 Definizione di obiettivi specifici, costruzione di A2.3 Stima degli effetti ambientali attesi alternative/scenari di sviluppo e definizione delle azioni da mettere A2.4 Valutazione delle alternative di piano in campo per attuarli A2.5 Analisi di coerenza interna A2.6 Progettazione del sistema di monitoraggio A2.7 Studio di Incidenza delle scelte del piano sui siti di Rete Natura 2000 (se previsto) P 2.4 Proposta di DdP (PGT) A2.8 Proposta di Rapporto Ambientale e sintesi tecnica

Messa a disposizione e pubblicazione su web della proposta di DdP (PGT), del Rapporto Ambientale per sessanta giorni Notizia all'Albo pretorio dell'avvenuta messa a disposizione e della pubblicazione su web Comunicazione della messa a disposizione ai soggetti competenti in materia ambientale e soggetti territorialmente interessati Invio dello Studio di Incidenza all'Autorità competente in materia di SIC e ZPS (se previsto) Conferenza di Valutazione della proposta di DdP e del Rapporto Ambientale Valutazione Valutazione di Incidenza (se prevista): acquisito il parere obbligatorio e vincolante dell’autorità preposta Decisione PARERE MOTIVATO Predisposto dall’Autorità competente per la VAS d’intesa con l’Autorità procedente

3.1 ADOZIONE il Consiglio Comunale adotta: - PGT (DdP, Piano dei Servizi e Piano delle Regole) - Rapporto Ambientale - Dichiarazione di Sintesi Fase 3 3.2 DEPOSITO/PUBBLICAZIONE/INVIO ALLA PROVINCIA Adozione ed - deposito degli atti del PGT (DdP, Rapporto Ambientale, Dichiarazione di sintesi, Piano dei Servizi e Piano delle Regole) nella segreteria approvazione comunale – ai sensi del comma 4 art. 13 l.r 12/05 - trasmissione in Provincia – ai sensi del comma 5 art. 13 l.r 12/05 - trasmissione ad ASL ed ARPA – ai sensi del comma 6 art. 13-l.r 12/05 3.3 RACCOLTA OSSERVAZIONI - – ai sensi del comma 4 art. 13 l.r 12/05 3.4 Controdeduzioni alle osservazioni presentate a seguito di analisi di sostenibilità

Verifica di La Provincia, garantendo il confronto con il Comune interessato , valuta esclusivamente la compatibilità del DdP con il proprio Piano compatibilità della Territoriale di Coordinamento , entro centoventi giorni dal ricevimento della relativa documentazione, decorsi inutilmente i quali la Provincia valutazione si intende espressa favorevolmente – ai sensi del comma 5 art. 13 l.r 12/05

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 13 PARERE MOTIVATO FINALE 3.5 APPROVAZIONE (ai sensi del comma 7 – art. 13, l.r. 12/2005) Il Consiglio Comunale: - decide sulle osservazioni apportando agli atti del PGT le modifiche conseguenti all’eventuale accoglimento delle osservazioni, predisponendo ed approvando la dichiarazione di sintesi finale - provvede all’adeguamento del DdP adottato, nel caso in cui la Provincia abbia ravvisato elementi di incompatibilità con le previsioni prevalenti del proprio piano territoriale di coordinamento, o con i limiti di cui all’art. 15, comma 5, ovvero ad assumere le definitive determinazioni qualora le osservazioni provinciali riguardino previsioni di carattere orientativo;

- deposito nella segreteria comunale ed invio alla Provincia e alla Regione (ai sensi del comma 10, art. 13, l.r. 12/2005); - pubblicazione su web; - pubblicazione dell’avviso dell’approvazione definitiva sul BURL (ai sensi del comma 11, art. 13, l.r. 12/2005).

Fase 4 P4.1 Monitoraggio dell’attuazione DdP A 4.1 Rapporti di monitoraggio e valutazione periodica Attuazione e P4.2 Monitoraggio dell’andamento degli indicatori previsti gestione P4.3 Attuazione di eventuali interventi correttivi

L'avvio del processo di VAS è avvenuto mediante delibera del consiglio comunale n° 10/2011, pubblicata sull'albo pretorio comunale.

2.5. MMMAPPATURA DEIDEIDEI SOGGETTI EEE DELLE AUTORITÀ AMBIENTALI COINVOLTE

2.5.1. IIILLL PROCESSO DIDIDI PARTECIPAZIONE La Convenzione di Aarhus del 25 giugno 1998, ratificata con legge 16 marzo 2001, n. 108 12 , la direttiva del 28 gennaio 2003, n. 4 13 , la direttiva del 26 maggio 2003, n. 35 14 e il d.lgs. 19 agosto 2005 n. 195 15 mettono in risalto la necessità della partecipazione del pubblico. Affinché il processo di partecipazione produca buoni risultati è opportuno che il pubblico sia coinvolto in corrispondenza dei diversi momenti del processo, ciascuno con una ben precisa finalità. Gli strumenti utilizzati sono volti a garantire l’informazione minima a tutti i soggetti coinvolti, che devono essere messi in grado di esprimere pareri su ciascuna fase e di conoscere tutte le opinioni e i pareri espressi e la relativa documentazione.

La partecipazione integrata è supportata da forme di comunicazione e informazione e dalla consultazione, che si avvale della Conferenza di Valutazione. Comunicazione e informazione caratterizzano il processo decisionale partecipato e sono volte a informare i soggetti, anche non istituzionali, interessati alla decisione, per consentire l’espressione dei diversi punti di vista. In tale ottica la d.c.r. 351/07 definisce: • soggetti competenti in materia ambientale – le strutture pubbliche competenti in materia ambientale e della salute per livello istituzionale, o con specifiche competenze nei vari settori, che possono essere interessati dagli effetti dovuti all’applicazione del piano o programma sull’ambiente;

12 Recante "Ratifica ed esecuzione della Convenzione sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustiziona in materia ambientale, con due allegati, fatta ad Aarhus il 25 giugno 1998", pubblicata in Gazzetta Ufficiale , n. 85 dell'11 aprile 2001, s.o. n. 80. 13 Direttiva 2003/4/CE del Parlamento europeo e del Consiglio,sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale e che abroga la direttiva 90/313/CEE del Consiglio, pubblicata in Gazzetta Ufficiale , n. L 041 del 14 febbraio 2003. 14 Direttiva 2003/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio che prevede la partecipazione del pubblico nell'elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale e modifica le direttive del Consiglio 85/337/CEE e 96/61/CE relativamente alla partecipazione del pubblico e all'accesso alla giustizia - Dichiarazione della Commissione, pubblicata in Gazzetta Ufficiale , n. L 156 del 26 giugno 2003. 15 Recante "Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale", pubblicato in Gazzetta Ufficiale , n. 222 del 23 settembre 2005.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 14 • pubblico – una o più persone fisiche o giuridiche, secondo la normativa vigente, e le loro associazioni, organizzazioni o gruppi, che soddisfino le condizioni incluse nella Convenzione di Aarhus; • Conferenza di Verifica e di Valutazione – ambiti istruttori convocati al fine di acquisire elementi informativi volti a costruire un quadro conoscitivo condiviso, specificamente per quanto concerne i limiti e le condizioni per uno sviluppo sostenibile e ad acquisire i pareri dei soggetti competenti in materia ambientale, del pubblico e degli enti territorialmente limitrofi o comunque interessati alle ricadute derivanti dalle scelte di piani e programmi.

I soggetti coinvolti nella procedura e convocati nella Conferenza di Valutazione, anche ai sensi di quanto previsto dalla d.g.r. 6420/2007, sono così individuati: • Autorità Procedente per la VAS: il Sindaco, sig. Sergio Binda • Autorità Competente per la VAS: la Commissione Edilizia; Arch. Mario Fioroni – Responsabile del procedimento • Estensore del Piano: Arch. Tiziano Maranesi • Estensore del Rapporto Ambientale: Dott. Geol. Massimo Riva; Dott.ssa Agr. Anna Borghi • Soggetti competenti in materia Ambientale: ◦ ASL di Como; ◦ ARPA Lombardia; ◦ Direzione Generale Sistemi Verdi e Paesaggio della Regione Lombardia; ◦ Direzione Generale Ambiente, Energia e Reti della Regione Lombardia; ◦ Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia; ◦ Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia; ◦ Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggio della Lombardia; ◦ Corpo Forestale dello Stato; ◦ Azienda Servizi Integrati ; ◦ Ambito Territoriale Ottimale (ATO) di Como; • Enti Territorialmente competenti: ◦ Provincia di Como; ◦ Comunità Montana Triangolo Lariano; ◦ Comuni territorialmente confinanti: , , Caslino d'Erba. Per garantire la partecipazione del pubblico, sarà prevista almeno un'assemblea pubblica in cui saranno discussi gli elaborati della VAS e del PGT. Tutti gli atti relativi alla VAS e i documenti del PGT saranno costantemente aggiornati e pubblicati sul sito web dedicato predisposto da Regione Lombardia (SIVAS).

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 15 2.5.2. L'L'L' APPROCCIO ALLAALLAALLA PIANIFICAZIONE PARTECIPATA Il PGT adotta l'impostazione della pianificazione integrata con le realtà locali, in cui si incentra una delle chiavi di auspicabile successo del nuovo sviluppo territoriale. In ottemperanza agli impegni assunti in sede internazionale sullo sviluppo sostenibile, la Regione Lombardia ha adottato la nuova strategia ambientale in cui è riconosciuta l'importanza dei modelli di sviluppo basati sul connubio tra ambiente e sfera socio-economica. I punti cardine della nuova strategia sono i principi di precauzionalità dell'azione ambientale, di sostenibilità economica delle politiche adottate e dell'attenzione verso le fasce sociali economicamente più svantaggiate. Per l'applicazione fattiva della strategia è individuata come prioritaria la sinergia tra gli enti facenti parte del sistema complessivo della Pubblica Amministrazione.

È quindi necessario prevedere, all'interno del processo di costruzione del PGT, un'articolazione della pianificazione territoriale basata sul permanente confronto con i portatori di interesse e il pubblico. Nello specifico, i momenti partecipativi avranno come finalità:

FFFASEASEASE DIDIDI A VVIOVVIOVVIO La prima Conferenza si tenne in data 12 settembre 20112011.2011 Durante la conferenza si presentò e discusse il documento di scoping e si enunciarono gli obiettivi generali del PGT.

FFFASEASEASE DIDIDI ELABORAZIONE EEE REDAZIONE In questa fase furono predisposti gli elaborati tecnici della pianificazione territoriale e della VAS, partendo dallo stato di fatto ambientale del territorio comunale e di un suo intorno significativo. La redazione della proposta di Rapporto Ambientale si collocò a monte dalla pubblica Assemblea e della Seconda Conferenza di VAS. La proposta di Rapporto Ambientale e di Documento di Piano furono discusse in sede di Conferenza di Valutazione in data 12 ottobre 2012 e su tali documenti si espressero i soggetti competenti in materia ambientale.

FFFASEASEASE DIDIDI ADOZIONE EEE APPROVAZIONE Una volta elaborate le osservazioni pervenute e recepito il parere vincolante dell'autorità competente in materia ambientale, l'amministrazione ha provveduto alla formulazione del Parere Motivato e adotta il PGT, il Rapporto Ambientale e la Dichiarazione di Sintesi. I documenti adottati saranno depositati e pubblicati on-line per consentire l'accesso agli atti da parte della popolazione e la trasmissione agli enti. Conclusa la fase di pubblicazione, recepite tutte le osservazioni e ottenuta l'approvazione provinciale, sarà possibile per l'amministrazione comunale l'approvazione definitiva del PGT attraverso la dichiarazione di sintesi finale.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 16 3. I CONTENUTI DELDELDEL P IANOIANOIANO DIDIDI G OVERNO DELDELDEL T ERRITORIO

La Legge regionale 12 dell'11 marzo 2005 “Legge per il Governo del Territorio” ha introdotto il concetto di Piano di Governo del Territorio (PGT), che costituisce il documento adottato dal Comune per la definizione dell'assetto dell'intero territorio comunale. Ai sensi dell'articolo 7 della legge in parola, il Piano di Governo del Territorio è articolato nei seguenti atti: 1. il documento di piano (DdP); 2. il piano dei servizi (PdS); 3. il piano delle regole (PdR). Nei comuni con popolazione inferiore o pari a 2.000 abitanti, il PGT è disciplinato ai sensi dell'art. 10 bis, integrato dalla l.r. 4/2008. In particolare, “[ i]l documento di piano, il piano dei servizi e il piano delle regole sono articolazioni in un unico atto, le cui previsioni hanno validità a tempo indeterminato e sono sempre modificabili. Il documento di piano deve comunque essere verificato e aggiornato con periodicità almeno quinquennale” .

Il documento di piano (art. 10 bis, cc. 3 e 4) definisce “ il quadro conoscitivo del territorio comunale, considerando in particolare le previsioni derivanti dalla programmazione territoriale di livello sovraordinato, l’assetto del territorio urbano ed extraurbano, le caratteristiche del paesaggio agrario e dell’ecosistema, il sistema della mobilità, le presenze di interesse paesaggistico, storico-monumentale ed archeologico, nonché l’assetto geologico, idrogeologico e sismico, [omissis] , e finalizzando il quadro delle conoscenze alla determinazione delle principali dinamiche in atto, delle maggiori criticità del territorio e delle sue potenzialità, dando atto inoltre dell’avvenuta effettuazione dell’informazione preventiva e del confronto con la cittadinanza ”. Sulla base degli elementi di cui sopra il DdP: a) individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che abbiano valore strategico per la politica territoriale e determina gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT; b) determina le politiche di intervento per i diversi sistemi funzionali; c) individua gli ambiti di trasformazione, definendone gli indici urbanistico-edilizi in linea di massima, le destinazioni funzionali e gli eventuali criteri di negoziazione; d) definisce gli eventuali criteri di compensazione, di perequazione e di incentivazione.

Il piano dei servizi ( art. 10 bis, c. 5) è redatto “ al fine di individuare e assicurare un'adeguata dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale nonché i servizi necessari alla popolazione del comune ed a supporto delle funzioni insediative previste, anche con riferimento alla preservazione e al mantenimento di corridoi ecologici e alla progettazione del verde di connessione tra territorio rurale e territorio edificato” .

Il piano delle regole (art. 10 bis, cc. 7 e 8) disciplina urbanisticamente tutto il territorio comunale: a) individua i nuclei di antica formazione;

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 17 b) definisce e disciplina gli ambiti del tessuto urbano consolidato, comprendendo in essi le aree libere intercluse o di completamento; c) riconosce e valorizza le aree e gli immobili assoggettati a tutela in base alla normativa statale e regionale; d) individua le aree e gli edifici a rischio di compromissione o degrado e a rischio di incidente rilevante; e) contiene, in ordine alla componente geologica, idrogeologica e sismica quanto previsto dall'art. 57 comma 1 lettera b; f) individua le aree destinate all'agricoltura, le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche, le aree non soggette a trasformazione urbanistica.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 18 4. MMMETODOLOGIA DIDIDI ANALISI

Il presente capitolo esplicita la metodologia di analisi delle informazioni incluse nel Rapporto Ambientale; infatti, in esso devono essere “ individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del piano o del programma potrebbe avere sull’ambiente ”; in particolare, il punto f dell’allegato I della direttiva di cui sopra specifica che siano vagliati i “ possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori ”.

4.1. IIILLL Q UADRO C ONOSCITIVO Il Quadro Conoscitivo è organizzato con l'intento di individuare il complesso delle criticità presenti nel territorio, per disporre di una base conoscitiva adeguata a informare correttamente le scelte di piano. Le matrici analizzate sono le seguenti: • componenti ambientali abiotiche, biotiche e paesaggistiche: aria; clima; acqua; suolo e sottosuolo; flora, fauna, biodiversità e paesaggio; • patrimonio culturale, architettonico, archeologico: centri storici, nuclei rurali, edilizia sparsa; beni etnoantropologici; beni archeologici; • salute umana: emissioni di rumore; elettrodotti; telefonia cellulare; radon; inquinamento luminoso; rischio industriale; calamità naturali; • popolazione: demografia; occupati, addetti, unità locali; • attività economiche; • beni materiali: rifiuti; energia; mobilità; abitazioni; struttura insediativa; • sottoservizi. Sono stati analizzati i dati disponibili per ciascuna matrice e ne è riportata una valutazione sintetica in forma tabulare, indicando la disponibilità dei dati e i trend evolutivi in assenza di interventi, sulla base delle simbologie di tabella 4.1.

Tabella 4.14.14.1:4.1 : Simboli grafici utilizzati nel Quadro ConoscitivoConoscitivo

Simbolo grafico Stato attuale Simbolo grafico Tendenza + Situazione positiva Ë Tendenza verso un progressivo miglioramento – Situazione negativa Í Tendenza verso un progressivo peggioramento

0 Tendenza costante nel tempo 0 Situazione stabile o incerta ? Tendenza non chiaramente definibile

4.2. VVVALUTAZIONE DEGLI EFFETTI : OBIETTIVI DIDIDI PIANO , AZIONI EEE AMBIENTE

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 19 I dati e le valutazioni espresse nel quadro conoscitivo del territorio comunale forniscono un supporto alle scelte di piano e una sintesi valutativa dei livelli di idoneità o inidoneità alla trasformabilità dello stesso. Le limitazioni all'utilizzo del territorio a fini urbani principalmente risultano connesse a: • fattori di rischio ambientale; • tutela dei valori paesaggistici, culturali e naturalistici presenti; • contenimento del consumo di suolo e conseguente riqualificazione delle attuali funzioni urbane già insediate e degradate/dismesse/sottoutilizzate; • promozione di strategie mirate al recupero e alla valorizzazione del patrimonio storico-architettonico e naturalistico-ambientale. Le strategie di intervento ipotizzabili, idonee al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento della qualità urbana e ambientale, sono riferibili complessivamente al superamento delle criticità evidenziate, al mantenimento di un livello di qualità della vita socialmente accettabile e alla garanzia di un futuro sostenibile. Il Piano si configura come strumento prioritario di governo territoriale e ambientale, potendo programmare e porre in attuazione specifici interventi sulle determinanti locali che denotano criticità. A partire dagli obiettivi di piano saranno ipotizzate più alternative per il raggiungimento degli stessi, che saranno sovrapposte al quadro conoscitivo costruito (lo Stato “Zero”). L'alternativa “maggiormente sostenibile”. Essa sarà oggetto di attenzione riguardo ai seguenti punti: 1. considerazioni per la stesura delle norme tecniche d'attuazione; 2. focalizzazione delle norme a cui si deve attenere in fase attuativa del Piano; 3. spunti per la considerazione di eventuali alternative progettuali; 4. focalizzazione degli elementi da tutelare; 5. ventuali misure di mitigazione o compensazione.

4.2.1. GGGLILILI AMBITI DIDIDI TRASFORMAZIONE Con la finalità di valutare nel dettaglio i possibili impatti creati da ciascun ambito individuato nel Documento di Piano si è prodotta una check-list di controllo che serve a verificare, in base al dimensionamento, alla destinazione e al contesto, la pressione indotta dalle singole previsioni sul contesto ambientale delineato. La valutazione sarà approcciata con riferimento a diverse tematiche di interesse così suddivise: • uso del suolo attuale dell'area interessata dagli ambiti; • sistema vincolistico; • criticità ambientali: analizza possibili fonti di pressione sull'ambiente come cave, siti contaminati o contaminanti, presenza delle reti tecnologiche, etc.; • valenze ambientali: interazione con gli elementi di tutela della natura e del paesaggio. Al completamento della check-list è prevista la compilazione di un campo note e considerazioni che riassuma quanto analizzato in precedenza e individui eventuali prescrizioni o misure di mitigazione/prevenzione per scongiurare rischi per l'ambiente dovuti all'attuazione delle previsioni.

4.3. CCCOERENZA INTERNA ALALAL PIANO

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 20 L'analisi di coerenza interna consente di verificare l'esistenza di contraddizioni all'interno del Piano. Essa esamina la corrispondenza tra base conoscitiva, obiettivi generali e specifici, azioni di piano e indicatori. Si tratta di valutare la coerenza tra: • le componenti strutturali del Piano (derivanti dal quadro conoscitivo) e gli obiettivi generali del Piano (politiche); • gli obiettivi generali del Piano e gli strumenti approntati per il raggiungimento degli obiettivi (azioni, indirizzi, vincoli, condizioni, etc.).

4.3.1. SSSOSTENIBILITÀ AMBIENTALE EEE COERENZA DEGLI OBIETTIVI DIDIDI PIANIFICAZIONE Gli obiettivi di pianificazione individuati nel Documento di Piano sono confrontati con gli obiettivi di sostenibilità ambientale per valutarne i singoli effetti. Lo schema di valutazione (tabella 4.2) si basa sulla attribuzione di un punteggio quali-quantitativo per considerare gli effetti che ciascun obiettivo di pianificazione comporterà su ciascun obiettivo di sostenibilità ambientale.

Tabella 4.24.24.2:4.2 : Criteri di valutazione della coerenza degli obietobiettivitivi di pianificazione con gli obiettivi di sostenisostenibilitàbilità ambientale

Simbolo grafico Quantificazione effetto Descrizione effetto Effetti identificabili come fortemente negativi per le componenti ambientali – – Effetto fortemente negativo interessate Effetti identificabili come negativi per le componenti ambientali interessate – Effetto negativo ma di entità ridotta Nessun effetto generato oppure si genera un effetto di tipo irrilevante per le 0 Effetto nullo o irrilevante componenti ambientali Gli effetti generati sono significativi ma divengono irrilevanti se debitamente 0? Effetto nullo o non significativo se mitigato mitigati da opportune misure + Effetto positivo Effetti identificabili come positivi per le componenti ambientali interessate Effetti identificabili come fortemente positivi per le componenti ambientali ++ Effetto fortemente positivo interessate

4.3.2. SSSOSTENIBILITÀ AMBIENTALE EEE COERENZA DELLE AZIONI DIDIDI PIANO Le azioni di piano, individuate in fase di redazione dello stesso devono essere coerenti con gli obiettivi di sostenibilità ambientale oltre che con gli obiettivi di pianificazione. Per la valutazione della coerenza delle azioni con gli obiettivi di pianificazione sono utilizzati i criteri in tabella 4.3.

4.4. CCCOERENZA ESTERNA ALALAL PIANO Una volta definiti gli obiettivi generali e specifici, nonché le azioni di piano, deve essere effettuata una valutazione esterna, che garantisca l'armonizzazione degli obiettivi del piano con gli obiettivi di sostenibilità definiti dalle direttive, normative e dai piani sovraordinati. Nel dettaglio, i livelli di pianificazione considerata sono i seguenti: • pianificazione sovraregionale: Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico (Autorità di Bacino del fiume Po);

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 21 • pianificazione regionale: Piano Territoriale Regionale (PTR); Rete Ecologica Regionale (RER); Piano Regionale di Tutela ed Uso delle Acque; Programma di Sviluppo Rurale; Piano Energetico Regionale; • pianificazione provinciale: Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP); Piano Cave Provinciale; Piano di Gestione dei Rifiuti; • pianificazione a scala comprensoriale: Piano di Indirizzo Forestale (PIF) della Comunità Montana del Triangolo Lariano; • pianificazione comunale: Piano di Assetto Idrogeologico (PAI). Per la valutazione della coerenza delle azioni con gli obiettivi di pianificazione sono utilizzati i criteri in tabella 4.3.

Tabella 4.34.34.3:4.3 : Criteri di valutazione della coerenza delle azionazionii di piano verso gli obiettivi di pianificazione

Simbolo grafico Descrizione – Azione non coerente con l’obiettivo di pianificazione valutato 0 Azione non pertinente con l’obiettivo di pianificazione valutato + Effetti coerente con l’obiettivo di pianificazione valutato

4.5. GGGLILILI INDICATORI Nell'ambito della valutazione degli impatti che le azioni di Piano possono esercitare sul territorio, in relazione agli obiettivi che il Piano stesso si pone, la scelta degli indicatori ambientali riveste un importante significato esplicativo per la quantificazione degli impatti. Per “indicatore” si intende un parametro o un valore derivato che è in grado di fornire notizie in forma sintetica circa un fenomeno ambientale, e possiede un valore che oltrepassa le proprietà stesse direttamente associate. È un dato espresso in una specifica scala di misura che, posti determinati obiettivi, aiuta a valutare a che punto si è, in quale direzione si sta andando e quanto si è distanti dal punto di arrivo. Le caratteristiche informative degli indicatori sono le seguenti: • quantificano l'informazione in modo tale che il suo significato sia maggiormente comprensibile ed evidente; • semplificano le informazioni relative a fenomeni più complessi, favorendo la comunicazione e il confronto. Un buon indicatore dovrebbe possedere le seguenti caratteristiche: • essere una misura numerica e quantificabile; • significatività, esprimendo, in maniera quantitativa, un'informazione che si vuole conoscere; • comprensibilità, cioè di facile lettura anche ai non esperti; • verificabilità, in modo da permettere la verifica dell'informazione che fornisce; • riproducibilità, ossia basato su dati accessibili; • specificità, in modo da mostrare le interrelazioni tra i settori economico, sociale e ambientale della comunità. L'utilizzo degli indicatori, oltre a essere imposto dalla vigente normativa in materia, si dimostra necessario per operare una pianificazione attenta e una programmazione futura del territorio che mirino a raggiungere gli obiettivi della compatibilità e sostenibilità ambientale. Lo studio, la valutazione e il monitoraggio delle componenti ambientali è effettuato attraverso l'utilizzo degli stessi, come strumenti in grado di fornire informazioni in forma sintetica, di rendere visibile un trend evolutivo e

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 22 di rendere comprensibile alla popolazione fenomeni complessi. Di fondamentale importanza è il loro aggiornamento futuro, che permette il monitoraggio del territorio e delle scelte operate.

Lo studio e la scelta dei dati di riferimento si può sintetizzare nelle fasi seguenti: 1. scelta di indicatori per la definizione dello stato zero del territorio, sulla base delle matrici ambientali (aria, acqua, suolo, sottosuolo, clima, flora, fauna, biodiversità, paesaggio, popolazione, salute, attività economiche, etc.); 2. scelta di indicatori atti a mettere in luce le criticità presenti nel territorio, accorpando più matrici ambientali; 3. scelta di indicatori per la valutazione delle alternative e della sostenibilità delle scelte di piano.

4.6. MMMONITORAGGIO DELDELDEL PIANO Il processo prosegue nella fase di attuazione e gestione con il monitoraggio, che ha il compito di fornire le informazioni necessarie per valutare gli effetti ambientali delle azioni di piano, consentendo di verificare se esse sono effettivamente in grado di conseguire i traguardi di qualità ambientale proposti, e di permettere l'individuazione tempestiva di misure correttive qualora si rendessero necessarie.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 23 5. AAANALISI DELDELDEL CONTESTO PIANIFICATORIO

Per agevolare la successiva fase di analisi di coerenzacoerenza esternaesterna, ovvero la verifica del recepimento delle previsioni dei piani e dei vincoli sovraordinati, si e ritenuto opportuno analizzare brevemente il contesto pianificatorio in cui si inserisce il PGT del Comune di Rezzago, individuando quali obiettivi della pianificazione sovraordinata possano essere pertinenti con l'assetto territoriale.

5.1. LLLAAA PIANIFICAZIONE SOVRAREGIONALE

5.1.1. IIILLL P IANOIANOIANO DIDIDI B ACINO Attraverso il Piano di Bacino sono " pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo e alla corretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche e ambientali del territorio interessato " (art. 17, c. 1, l. 183/89 16 , ora art. 65, c. 1, D.lgs. 152/2006 17 ). I suoi contenuti specifici e obiettivi sono definiti dall'art. 65, c. 3 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. Obiettivi applicabili della pianificazione di bacino sono i seguenti: • la sistemazione, la conservazione ed il recupero del suolo nei bacini idrografici, con interventi idrogeologici, idraulici, idraulicoforestali, idraulico-agrari, silvo-pastorali, di forestazione e di bonifica, anche attraverso processi di recupero naturalistico, botanico e faunistico; • la difesa, la sistemazione e la regolazione dei corsi d'acqua; • la difesa e il consolidamento dei versanti e delle aree instabili, nonché la difesa degli abitati e delle infrastrutture contro i movimenti franosi, le valanghe e altri fenomeni di dissesto; • il risanamento delle acque superficiali e sotterranee allo scopo di fermarne il degrado e, rendendole conformi alle normative Comunitarie e nazionali, assicurarne la razionale utilizzazione per le esigenze dell'alimentaizone, degli usi produttivi, del tempo libero, della ricreazione e del turismo, mediante opere di depurazione degli effluenti urbani, industriali ed agricoli, e la definizione di provvedimenti per la trasformazione dei cicli produttivi industriali ed il razionale impiego di concimi e pesticidi in agricoltura; • la regolamentazione dei territori interessati dagli interventi di cui alle lettere precedenti ai fini della loro tutela ambientale, anche mediante la determinazione di criteri per la salvaguardia e la conservazione delle aree demaniali e la costituzione di parchi fluviali e lacuali e di aree protette; • la gestione integrata in ambienti ottimali dei servizi pubblici di settore, sulla base di criteri di economicità e di efficienza delle prestazioni; • il riordino del vincolo idrogeologico.

181818 5.1.2. IIILLL P IANOIANOIANO STRALCIO PERPERPER LLL'A'A'A SSETTO I DROGEOLOGICO (PAI) Obiettivo prioritario del Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico 19 è la " riduzione del rischio idrogeologico entro valori compatibili con gli usi del suolo in atto, in modo tale da salvaguardare l'incolumità delle persone e ridurre al minimo i danni ai beni esposti ".

16 Recante " Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo ", pubblicata in Gazzetta Ufficiale , n. 120, del 25 maggio 1989. Supplemento Ordinario n. 38. 17 Recante " Norme in materia ambientale ", pubblicato in Gazzetta Ufficiale , n. 88, del 14 aprile 2006, Supplemento Ordinario n. 96. 18 Ove non espressamente dichiarato, le informazioni sono desunte dal sito internet dell'Autorita di Bacino del Fiume Po (www.adbpo.it) 19 Pubblicato come D.P.C.M. 24 maggio 2001, in Gazzetta Ufficiale n. 183 dell'8 agosto 2001.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 24 Il PAI consolida e unifica la pianificazione di bacino per l'assetto idrogeologico: esso coordina le determinazioni assunte con i precedenti stralci di piano e piani straordinari (PS45, PSFF, PS267), apportando in taluni casi le precisazioni e gli adeguamenti necessari a garantire il carattere interrelato e integrato proprio del piano di bacino. Rispetto ai Piani precedentemente adottati, il PAI contiene per l'intero bacino: • il completamento del quadro degli interventi strutturali a carattere intensivo sui versanti e sui corsi d'acqua; • l'individuazione del quadro degli interventi strutturali a carattere estensivo; • il completamento, rispetto al PSFF, della delimitazione delle fasce fluviali sui corsi d'acqua principali del bacino; • l'individuazione e perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico, nella parte del territorio collinare e montano non considerata nel PS267. La parte normativa regolamenta le condizioni di uso del suolo secondo criteri di compatibilità con le situazioni a rischio e detta disposizioni per la programmazione dell'attuazione del Piano stesso. L'insieme degli interventi definiti riguarda: • la messa in sicurezza dei centri abitati e delle infrastrutture; • la salvaguardia delle aree naturali di esondazione dei corsi d'acqua; • la limitazione degli interventi artificiali di contenimento delle piene; • gli interventi di laminazione controllata; • gli interventi diffusi di sistemazione dei versanti; • la manutenzione delle opere di difesa, degli alvei e del territorio montano; • la riduzione delle interferenze antropiche con la dinamica evolutiva degli alvei e dei sistemi fluviali.

5.2. LLLAAA PIANIFICAZIONE REGIONALE

5.2.1. IIILLL P IANOIANOIANO T ERRITORIALE R EGIONALE (PTR) Il Piano Territoriale Regionale (PTR), approvato con d.C.R. 19 gennaio 2010, n. IX/951 20 , e aggiornato con d.C.R. 8 novembre 2011, n. IX/276 21 , " costituisce atto fondamentale di indirizzo, agli effetti territoriali, della programmazione di settore della Regione, nonché di orientamento della programmazione e pianificazione territoriale dei comuni e delle province. La Regione con il PTR [omississ] indica gli elementi essenziali del proprio assetto territoriale e definisce altresì, in coerenza con quest’ultimo, i criteri e gli indirizzi per la redazione degli atti di programmazione territoriale di province e comuni. Il PTR ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della vigente legislazione " (art. 19, c. 1, l.r. 12/2005 e s.m.i.). In particolare, il PTR: • indica gli obiettivi principali di sviluppo socio-economico del territorio regionale, il quadro delle iniziative inerenti alla realizzazione delle infrastrutture e delle opere pubbliche di interesse regionale e nazionale, i criteri operativi per la salvaguardia dell'ambiente, ed il quadro delle conoscenze delle caratteristiche fisiche del territorio;

20 Pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia , n. 13, del 30 marzo 2010, 1° Supplemento Straordinario. 21 Pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia , n. 48, del 1 dicembre 2011, Serie Ordinaria.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 25 • definisce le linee orientative dell'assetto del territorio regionale, gli indirizzi per il riassetto del territorio per la prevenzione dei rischi geologici, idrogeologici e sismici, gli indirizzi per la programmazione territoriale di comuni e province, e gli obiettivi prioritari di interesse regionale; • individua gli strumenti per garantire il perseguimento degli obiettivi regionali (art. 19, c. 2). Il PTR ha " efficacia di orientamento, indirizzo e coordinamento, fatte salve le previsioni che, [ai sensi della l.r. 12/2005 e s.m.i.] , abbiano efficacia prevalente e vincolante " (art. 2, c. 4, l.r. 12/2005 e s.m.i.) e costituisce quindi il " quadro di riferimento per la valutazione di compatibilità degli atti di governo del territorio [dei] comuni" (art. 20, c. 1).

Il PTR ha come obiettivo fondamentale il miglioramento della qualità della vita dei cittadini nel loro territorio secondo i principi dello sviluppo sostenibile, attraverso tre macro-obiettivi che costituiscono le basi delle politiche territoriali (DdP, vol. 2, pag. 21): • il rafforzamento della competitività dei territorio della Lombardia; • il riequilibrio del territorio lombardo;

• la protezione e la valorizzazione delle risorse della regione, che sono stati declinati in 24 obiettivi concreticoncreti: 1. favorire, come condizione necessaria per la valorizzazione dei territori, l'innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione in campo produttivo e per ridurre l'impatto della produzione sull'ambiente, nella gestione e nella fornitura dei servizi, nell'uso delle risorse e nella produzione di energia e nelle pratiche di governo del territorio; 2. favorire le relazioni di lungo e di breve raggio, tra i territori della Lombardia e tra il territorio regionale e l'esterno, intervenendo sulle reti materiali e immateriali, con attenzione alla sostenibilità ambientale e all'integrazione paesaggistica; 3. assicurare, a tutti i territori della regione e a tutti i cittadini, l'accesso ai servizi pubblici e di pubblica utilità, attraverso una pianificazione integrata delle reti della mobilita, tecnologiche, distributive, culturali, della formazione, sanitarie, energetiche e dei servizi; 4. perseguire l'efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica utilità, agendo sulla pianificazione integrata delle retei, sulla riduzione degli sprechi e sulla gestione ottimale del servizio; 5. migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell'abitare nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria attraverso la promozione della qualità architettonica degli interventi, la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici, il recupero delle aree degradate, la riqualificazione dei quartieri di edilizia residenziale pubblica, l'integrazione funzionale, il riequilibrio tra aree marginali e centrali, e la promozione di processi partecipativi; 6. porre le condizioni per un'offerta adeguata alla domanda di spazi per la residenza, la produzione, il commercio, lo sporto e il tempo libero, agendo prioritariamente su contesti da riqualificare o da recuperare e riducendo il ricorso all'uso di suolo libero; 7. tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità dell'ambiente, la prevenzione e il contenimento dell'inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico; 8. perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio, sulla pianificazione e sull'utilizzo prudente e sostenibile del suolo e delle acque; 9. assicurare equità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici economici, sociali ed ambientali derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio; 10. promuovere l'offerta integrata di funzioni turistico-ricreative sostenibili, mettendo a sistema le risorse ambientali, culturali, paesaggistiche e agroalimentari della regione e diffondendo la cultura del turismo non invasivo; 11. promuovere un sistema produttivo di eccellenza attraverso il rilancio del sistema agroalimentare come fattore di produzione ma anche come settore turistico, privilegiando le modalità di coltura a basso impatto e una fruizione turistica sostenibile, il miglioramento della competitività del sistema industriale tramite la concentrazione delle risorse su aree e obiettivi strategici, privilegiando i settori a basso impatto ambientale, lo sviluppo del sistema fieristico con attenzione alla sostenibilità; 12. valorizzazare il ruolo di Milano quale punto di forza del sistema economico, culturale e dell'innovazione e come competitore a livello globale;

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 26 13. realizzare, per il contenimento della diffusione urbana, un sistema policentrico di centralità urbane compatte ponendo attenzione al rapporto tra centri urbani e aree meno dense, alla valorizzazione dei piccoli centri come strumenti di presidio del territorio, al miglioramento del sistema infrastrutturale, attraverso azioni che controllino l'utilizzo estensivo di suolo; 14. riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombardia, anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo e forestale come elementi di ricomposizione paesaggistica, di rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli habitat; 15. supportare gli Enti Locali nell'attività di programmazione e promuovere la sperimentazione e la qualità programmatica e progettuale, in modo che sia garantito il perseguimento della sostenibilità della crescita nella programmazione e nella progettazione a tutti i livelli di governo; 16. tutelare le risorse scarse indispensabili per il perseguimento dello sviluppo attraverso l'utilizzo razionale e responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l'efficienza nei processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riutilizzo dei territori degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti; 17. garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni climalteranti ed inquinanti, la gestione idrica integrata; 18. favorire la graduale trasformazione dei comportamenti, anche individuali, e degli approcci culturali verso un utilizzo razionale e sostenibile di ogni risorsa, l'attenzione ai temi ambientali e della biodiversità, paesaggistici e culturali, la fruizione turistica sostenibile, attraverso azioni di educazione nelle scuole, di formazione degli operatori e di sensibilizzazione dell'opinione pubblica; 19. valorizzare in forma integrata il territorio e le sue risorse, anche attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare e il riconoscimento del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l'identità della Lombardia; 20. promuovere l'integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio, tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazione degli impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi gia realizzati; 21. realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo l'agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione progettuale e di valorizzazione del territorio; 22. responsabilizzare la collettività e promuovere l'innovazione di prodotto e di processo al fine di minimizzare l'impatto delle attività antropiche sia legate alla produzione che alla vita quotidiana; 23. gestire con modalità istituzionali cooperative le funzioni e le complessità dei sistemi transregionali attraverso il miglioramento della cooperazione; 24. rafforzare il ruolo di "Motore Europeo" della Lombardia, garantendo le condizioni per la competitività di funzioni e di contesti regionali forti. I 24 obiettivi del PTR sono stati declinati secondo due punti di vista, tematico e territoriale.

In particolare, il Comune di Rezzago ricade nel sistemasistema territoriale Montano ed e ricompreso nel sistemasistema dei LaghiLaghi. Il Sistema Montano si caratterizza per: • un elevato grado di naturalità soprattutto per le zone poste alle quote più elevate; • un'elevata disponibilità di risorse idriche; • un paesaggio di rilevante interesse panoramico ed emergenze di caratterizzazione storico-culturale. In tale sistema le aree protette sono molto estese, consentendo di preservare gli habitat e le foreste. Il Comune di Rezzago non si discosta dagli elementi caratterizzanti tale sistema, in particolare in riferimento all'ambito territoriale prealpino, che rappresenta una situazione molto ricca di risorse naturali ed economiche, caratterizzata da una posizione di prossimità all'area metropolitana urbanizzata che le procura effetti positivi congiuntamente a impatti negativi.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 27 Nel Sistema dei Laghi, l'ambiente costituisce un punto di forza, in realzione alle condizioni climatiche favorevoli, alla presenza di risorsa idriche ed all'elevata biodiversità, tuttavia si rilevano debolezze sul territorio date dalla "mancanza di una strategia complessiva di governo delle trasformazioni territoriali e urbanistiche " in aggiunta a quelle ambientali dovute principalmente alla compromissione del territorio.

Nella tabella 5.1 sono elencati gli obiettivi e le linee di azione o le misure più pertinenti ai temi e ai sistemi territoriali che interessano il contesto del Comune di Rezzago.

Tabella 5.15.15.1:5.1 : Piano Territoriale Regionale (PTR) - Obiettivi e linee di azione applicabili al contesto comunale.comunale. RRielaboratoielaborato dalPTR, DdP, vol. 2.

TemaTemaTemaObiettivo Linee di azione/misure

Ambiente (aria e fattori TM1.1 Migliorare la qualità dell'aria e • Ridurre le emissioni inquinanti e climalteranti in atmosfera degli edifici, climatici, acqua, suolo, flora, ridurre le emissioni climalteranti ed favorendo la progettazione di quelli nuovi, nonche la riqualificazione di quelli fauna e biodiversità, rumore, inquinanti esistenti, con criteri costruttivi idonei ad assicurare la riduzione dei consumi radiazioni) energetici, l'autoproduzione di energia, e la sostenibilità ambientale dell'abitare

TM1.2 Tutelare e promuovere l'uso • Contenere i consumi idrici, sia attraverso un cambiamento culturale volto alla razionale delle risorse idriche, con progressiva responsabilizzazione degli utenti, sia mediante la promozione del priorità per quelle potabili, per assicurare riciclo/riuso delle acque l'utlizzo della "risorsa acqua" di qualità, in • Gestire la rete idrica mirata alla riduzione delle perdite idriche, nei settori civile condizioni ottimali e durevoli ed agricolo • Riqualificare le infrastrutture irrigue • Tutelare e gestire correttametne i corpi idrici

TM1.3 Mitigare il rischio di esondazione • Rinaturalizzare le aree di pertinenza dei corsi d'acqua • Promuovere programmi di intervento per la realizzazione di opere che favoriscano la laminazione delle piene dei corsi d'acqua • Promuovere la delocalizzazione di insediamenti e di infrastrutture dalle aree a rischio di esondazione, anche attraverso l'individuazione di adeguati meccanismi di perequazione e compensazione • Vietare la costruzione in aree a rischio di esondazione

TM1.4 Perseguire la riqualificazione • Recuperare e salvaguardare le caratteristiche ambientali e paesaggistiche delle ambientale dei corsi d'acqua fasce di pertinenza fluviale e degli ambienti acquatici • Gestire le aree ad elevato rischio idrogeologico che comportano limitazioni e particolari attenzioni nella definizione dello sviluppo insediativo e infrastrutturale • Migliorare la gestione delle reti fognarie e dei depuratori

TM1.5 Promuovere la fruizione • Realizzare interventi integrati sui corsi d'acqua, che prevedano azioni su più sostenibile ai fini turistico-ricreativi dei fronti e in settori differenti, ad esempio ricreativo e ambientale, in grado di corsi d'acqua concorrere in maniera sinergica alla loro riqualificazione e valorizzazione

TM1.7 Difendere il suolo e la tutela dal • Mettere in sicurezza le aree a maggiore rischio idrogeologico e sismico rischio idrogeologico e sismico • Sviluppare la prevenzione attraverso la pianificazione urbanistica • Delocalizzare gli insediamenti e le infrastrutture da aree a rischio idrogeologico e sismico, anche attraverso l'individuazione di adeguati meccanismi di perequazione e compensazione • Vietare la costruzione in aree a rischio idrogeologico e sismico

TM1.8 Prevenire i fenomeni di erosione, • Contenere il consumo di suolo negli interventi per infrastrutture e nelle attività deterioramento e contaminazione dei edilizie e produttive suoli

TM1.9 Tutelare e aumentare la • Conservare gli habitat non ancora frammentati biodiversità, con particolare attenzione • Sviluppare una pianificazione finalizzata ad azioni di recupero e di per la flora e la fauna minacciate riqualificazione della naturalità ed alla protezione delle specie floristiche e

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 28 faunistiche autoctone • Proteggere, estendere e gestire correttamente il patrimonio forestale lomabardo

TM1.10 Conservare e valorizzare gli • Valorizzare e potenziare la rete ecologica regionale, i parchi interregionali, i ecosistemi e la rete ecologica regionale collegamenti ecologici funzionali fra le aree della Rete Natura 2000

TM1.11 Coordinare le politiche • Promuovere l'integrazione tra iniziative di conservazione delle risorse naturali e ambientali e di sviluppo rurale paesaggistiche e le pratiche agricole • Promuovere attività agricole in grado di valorizzare l'ambiente e di tutelare la salute umana, contenendo l'inquinamento atmosferico, idrico e dei suoli • Incentivare e assitere le imprese agricole multifunzionali • Promuovere i corridoi rurali anche in funzione del completamento della rete ecologica regionale

TM1.12 Prevenire, contenere e abbattere • Assicurare la compatibilità tra sorgenti e recettori, elemento essenziale per la l'inquinamento acustico qualità della vita nelle dimensioni economica, sociale e ambientale, attraverso la classificazione e la mappatura acustica del territorio

TM1.13 Prevenire, contenere e abbattere • Tutelare dall'inquinamento luminoso, con particolare attenzione alle aree di l'inquinamento elettromagnetico e pregio naturalistico e ambientale luminoso

TM1.14 Prevenire e ridurre l'esposizione • Determinare le Radon Prone Areas e monitorare i valori relativi alla presenza di della popolazione al radon indoor radon negli edifici

Assetto territoriale TM2.5 Garantire l'accesso alle reti • Garantire l'infrastrutturazione capillare del territorio e individuare le tecnologie (infrastrutture e mobilita, tecnologiche e delle nuove più appropriate in funzione del contesto territoriale e ambientale e della diffusione urbana, utilizzo del telecomunicazioni da parte di tutto il domanda suolo, rifiuti, reti commerciali) territorio, in particolare delle aree meno accessibili

TM2.7 Migliorare i servizi di gestione e di • Minimizzare il ricorso al conferimento in discarica recupero dei rifiuti, senza pregiudicare la • Incrementare la raccolta differenziata qualità dell'ambiente • Riciclare gli imballaggi • Ottimizzare il recupero delle materie e del potenziale energetico dei rifiuti, in una logica che vede il rifiuto come una risorsa

TM2.9 Intervenire sulla capaccapacitàdel • Ridurre la tendenza alla desertificazione commerciale sistema distributivo di organizzare il • Ripensare le politiche di distribuzione nei piccoli centri, soprattutto situati in territorio affinche non si creino squilibri montagna, per contenere il disagio della popolazione residente e la tendenza tra polarita, abbandono dei centri minori all'abbandono e aumento della congestione lungo le principali direttrici commerciali

TM2.10 Perseguire la riqualificazione e lo • Riutilizzare e riqualificare il patrimonio edilizio esistente e degli spazi collettivi sviluppo urbano • Recuperare le aree dismesse per il miglioramento e la riqualificazione complessiva dell'ambito urbano

TM2.13 Contenere il consumo di suolo • • Razionalizzare, riutilizzare e recuperare le volumetrie disponibili Recuperare i territori degradati e le aree dismesse

TM2.14 Garantire la qualità progettuale e • Promuovere la teleclimatizzazione mediante tecnologie a basso impatto la sostenibilità ambientale degli ambientale insediamenti • Utilizzare fonti energetiche rinnovabili • Promuovere il risparmio energetico e l'isolamento acustico in edilizia

Assetto economico/produttivo TM 3.1 Realizzare interventi per la • Ricorrere al teleriscaldamento (energia, agricoltura, industria, promozione, anche a livello prototipale, • Promuovere i combustibili a basso impatto ambientale turismo, competitività, fiere) di esperienze per lo sfruttamento di • Favorire il recupero energetico delle biomasse e dei reflui animali nelle aziende energie rinnovabili e pulite e dei agricole combustibili a basso impatto ambientale, per diffondere più

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 29 capillarmente l'impiego sul territorio e per ridurre gli impatti ambientalie paesaggistici in campo energetico

TM3.3 Incentivare il risparmio e • Promuovere l'edilizia a basso consumo energetico (domotica, risparmio l'efficienza energetica, riducendo la energetico e risparmio idrico, architettura bioclimatica e bioedilizia) dipendenza energetica della Regione

TM3.4 Migliorare la competitività del • Sostenere le imprese di giovani agricoltori sistema agroalimentare e le politiche di • Adeguare i servizi alle imprese innovazione • Sviluppare e qualificare il patrimonio infrastrutturale per l'accessibilita, con attenzione alla qualità paesistica e ambientale

TM3.5 Valorizzare la produzione agricola • Promuovere e sostenere le produzioni tipiche e le denominazioni protette ad elevato valore aggiunto • Valorizzare il sistema turistico in un'ottica di sostenibilità • Salvaguardare i territori agricoli con carattere di alta produttività e/o di specializzazione colturale

TM3.11 Incentivare uno sviluppo • Promuovere azioni di sostegno all'imprenditoria locale con particolare imprenditoriale nelle aree a vocazione riferimento alla conservazione della natura e al recupero dei beni storici e del turistica, che valorizzi le risorse nell'ottica patrimonio diffuso; alla fruizione delle risorse naturali, culturali e del paesaggio; del turismo sostenibile, favorendo la alle attività eco-compatibili convergenza negli obiettivi e nell'attuazione degli interventi

TM3.12 Potenziare lo sviluppo turistico • Integrare l'offerta turistica sostenibile su tutto il territorio lombardo • Valorizzare le specialità e la qualità dell'offerta, anche al fine di ed in particolare nelle aree protette e di destagionalizzare l'affluenza Rete Natura 2000 • Ricercare soluzioni gestionali sostenibili per i servizi al turismo • Migliorare l'accoglienza e la ricettività • Promuovere azioni di educazione e sensibilizzazione

TM3.14 Promuovere una rete distributiva • Controllare la tendenza alla desertificazione commerciale sostenibile, che possa contribuire al migliroamento della competitività del territorio

Paesaggio e patrimonio TM4.5 Riconoscere e valorizzare il • Sostenere azioni integrate di valorizzazione delle risorse territoriali, con il culturale carattere trasversale delle politiche coinvolgimento di differenti settori di intervento inerenti il paesaggio e il loro carattere • Promuovere la qualità paesaggistica come fattore di attrazione e competitività multifunzionale, con riferimento sia ai nel settore turistico settori di potenziale rapporto sinergico (cultura, agricoltura, ambiente, turismo), sia a quei settori i cui interventi presentano un forte impatto sul territorio (infrastrutture, opere pubbliche, commercio, industria) e che possono ottenere un migliore inserimento ambientale e consenso sociale integrando i propri obiettivi con gli obiettivi di valorizzazione paesaggistica del contesto

TM4.6 Riqualificare e recuperare dal • Promuovere politiche di recupero residenziale dei nuclei e borghi storici minori punto di vista paesaggistico le aree in aree svantaggiate degradate o compromesse e mettere in campo azioni utili ad impedire o contenere i processi di degrado e compromissione in corso o prevedibili

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 30 Assetto sociale TM5.4 Promuovere l'innovazione come • Realizzare nuovi alloggi e riqualificare il patrimonio esistente, anche attraverso strumento per la sensibilizzazioe sulle la promozione presso i privati di progetti sperimentali per la sostenibilità tematiche ambientali e sociali nel campo ambientale dell'edilizia e per la promozione di • Sostenere le iniziative per autocostruzione e autoristrutturazione interventi residenziali di tipo innovativo, • Realizzare nuovi insediamenti residenziali e riqualificare gli esistenti, mediante che consentano la qualità relazionale tra una progettazione urbana che tenga presenti gli aspetti di sicurezza urbana gli utenti e la loro sicurezza, anche attraverso la razionalizzazione dei servizi

TM5.5 Garantire parità d'accesso a • Favorire un'equilibrata dotazione e distribuzione dei servizi sul territorio e servizi di qualità a tutti i cittadini all'interno dei Comuni • Promuovere lo sviluppo di processi di programmazione dei servizi su base sovracomunale • Promuovere una progettazione integrata degli interventi edilizi in modo da prevedere un mix funzionale • Controllare la tendenza alla desertificazione commerciale

Sistema territoriale Obiettivo Linee di azione/misure

Sistema territoriale della ST2.1 Tutelare gli aspetti naturalistici e • Preservare la caratterizzazione a forte valenza paesaggistica ed montagna ambientali propri dell'ambiente montano ecologico/ambientale della montagna • Armonizzare l'uso del territorio con le esigenze e con gli obiettivi di protezione dell'ambiente, con particolare riferimento alla salvaguardia e al ripristino dell'equilibrio ecologico e della biodiversità, alla salvaguardia e alla gestione della diversità dei siti e dei paesaggi naturali e rurali, nonche dei siti urbani di valore, all'uso parsimonioso e compatibile delle risorse naturali, alla tutela degli ecosistemi, delle specie e degli elementi paesaggistici rari, al ripristino degli ambienti naturali e urbanizzati degradati, alla protezione contro i rischi naturali, alla realizzazione compatibile con l'ambiente e il paesaggio di costruzioni e impianti funzionali allo sviluppo, al rispetto delle peculiarità culturali • Tutelare la biodiversità, con particolare attenzione per la flora e la fauna minacciate e per le specie "bandiera" del territorio alpino, di alto valore ecologico, scientifico, storico e culturale anche attraverso la conservazione e la tutela degli ecosistemi e degli habitat • Mantenere un adeguato livello di conservazione degli ecosistemi, inquadrando la rete ecologica regionale nell'ambito delle reti nazionale e transfrontaliera di aree protette e valorizzare e tutelare le aree di rilevanza ambientale • Conservare le foreste montane, ove possibile aumentandone l'estensione e migliroandone la stabilità e la resistenza, attraverso metodi naturali di rinnovazione forestale e l'impiego di specie arboree autoctone • Tutelare le risorse idriche attraverso la gestione dei conflitti potenziali fra usi differenti fra cui l'utilizzo a scopo idroelettrico, la funzionalità ecologica dei corsi d'acqua, l'uso turistico-ricreativo, garantendo, in particolare, che l'esercizio degli impianti idroelettrici non compromentta la funzionalità ecologica dei corsi d'acqua e l'integrintegritàpaesaggistica e dell'habitat montano • Promuovere l'uso sostenibile delle risorse idriche, con priorprioritàper quelle potabili, per assicurare l'utilizzo della "risorsa acqua" di qualità, garantendo opere idrauliche compatibili con la natura e uno sfruttamento dell'energia idrica che tenga conto nel contempo degli interessi della popolazione locale e dell'esigenza di conservazione dell'ambiente • Incentivare e incrementare l'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili di provenienza locale (sole, risorse idriche, biomassa proveniente dalla gestione sostenibile delle foreste montane), ove tali risorse non siano gia sottoposte a livelli di pressione che eccedono la capacità di carico degli ecosistemi • Limitare il consumo di suolo per nuove attività e insediamenti, considerato che

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 31 lo spazio utile in montagna e in via di esaurimento, soprattutto nei fondovalle

ST2.2 Tutelare gli aspetti paesaggistici, • Sostenere la silvicoltura per la manutenzione di versante, valorizzare il culturali, architettonici ed identitari del patrimonio forestale e sviluppare nuove forme di integrazione fra attività agro- territorio forestali e tutela del territorio • Promuovere un attento controllo dell'avanzamento dei boschi al fine di contenere la progressiva riduzione di prati, maggenghi e rete dei sentieri alpini, a salvaguardia della varieta dei paesaggi • Incentivare il recupero, l'autorecupero e la riqualificazione dell'edilizia montana rurale in una logica di controllo del consumo del suolo (principi della bioedilizia e delle tradizioni locali, conservazione dei caratteri propri dell'architettura spontanea di montagna, istituzione di centri di formazione di maestranze e per l'utilizzo di materiali e tecniche costruttive tradizionali) • Promuovere la conservazione e la trasmissione delle testimonianze della cultura alpina come componente del paesaggio lombardo e attrazione per forme di turismo culturale alternativo e integrativo del turismo sportivo invernale • Promuovere il riaccorpamento della proprieta edilizia frazionata nei borghi e nei piccoli centri per favorire politiche unitarie di recupero edilizio e urbanistico nel rispetto delle tecniche e dei materiali originalie garantendo la dotazione di infrastrutture tecnologiche e per le telecomunicazioni che consentano la permanenza stabile delle persone • Sostenere una nuova cultura della montagna, che sappia recuperare e valorizzare le valenze culturali ed artistiche del territorio, divenendo, a tutti gli effetti, un elemento trainante per lo sviluppo di queste aree • Tutelare e valorizzare i nuclei e i singoli episodi della cultura locale • Tutelare e valorizzare i prodotti agricoli tipici ottenuto con metodi di produzione originali, localmente limitati e adatti alla natura

ST2.3 Garantire una pianificazione • Operare una difesa attiva del suolo, che privilegi la prevenzione dei rischi territoriale attenta alla difesa del suolo, attraverso una attenta pianificazione territoriale, il recupero della all'assetto idrogeologico e alla gestione funzionalfunzionalitàidrogeologica del territorio, lo sviluppo dei sistemi di integrata dei rischi monitoraggio e di gestione integrata di tutti i rischi presenti (idrogeologico, valanghe, incendi, ...) • Contrastare il degrado del suolo alpino, limitandone l'erosione e l'impermeabilizzazione e impiegando tecniche rispettose della produzione agricola e forestale, in grado di conservare le funzioni ecologiche del suolo stesso • Incentivare il presidio del territorio montano per garantire la costante manutenzione dei reticoli idrici minori e dei boschi ai fini della prevenzione del rischio idrogeologico • Arginare l'erosione dovuta alle acque e contenere i deflussi in superficie, con l'impiego di tecniche di ingegneria naturalistica e di gestione forestale • Predisporre programmi di intervento mirati per la sistemazione dei dissesti e la mitigazione del rischio dei centri abitati e delle principali infrastrutture

ST2.4 Promuovere uo sviluppo rurale e • Coordinare le politiche ambientali e le politiche di sviluppo rurale produttivo rispettoso dell'ambiente • Promuovere misure atte al mantenimento ed allo sviluppo dell'economia agricola in ambiente montano, tenendo conto delle condizioni naturali sfavorevoli dei siti e nel contempo del ruolo che essa riveste per la conservazione e la tutela del paesaggio naturale e rurale e per la prevenzione dei rischi • Sostenere la multifunzionalità delle attività agricole e di alpeggio e incentivare l'agricoltura biologica, i processi di certificazioen e la creazione di sistemi per la messa in rete delle produzioni locali e di qualità, anche per la promozione e marketing del Sistema Montano lombardo nel suo complesso

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 32 • Sostenere l'economia forestale nel suo ruolo di fonte di occupazione e di reddito per la popolazione montana

ST2.5 Valorizzare i caratteri del territorio • Armonizzare le attività turistiche e del tempo libero con le esigenze ecologiche e a fini tuistici, in una prospettiva di lungo sociali, limitando e introducendo adeguate misure di compensazione per le periodo, senza pregiudicarne la qualità attività che possono recare danno potenziale all'ambiente e al paesaggio • Promuovere la manutenzione e l'utilizzo della rete sentieristica ai fini di un turismo ecocompatibile e per la valorizzazione e la fruizione paesaggistica dei territori • Sviluppare l'agriturismo, in un'ottica multifunzionale, di valorizzazione economica delle attività e per promuovere la conoscenza diretta delle attività produttive locali

ST2.8 Contenere il fenomeno dello • Sostenere il ruolo dei piccoli centri alpini nel presidio del territorio dal punto di spopolamento dei piccoli centri montani, vista sociale, economico, culturale e ambientale attraverso misure volte alla permanenza della popolazione in questi territori

Uso del suolo • Limitare l'ulteriore espansione urbana nei fondovalle • Favorire interventi di riqualificazione e riuso del patrimonio edilizio con conservazione degli elementi della tradizione • Coordinare a livello sovracomunale l'individuazione di nuove aree produttive e di terziario/commerciale

Sistema territoriale dei laghi ST 4.2 Promuovere la qualità • Promuovere iniziative presso gli operatori pubblici e privati per migliorare la architettonica dei manufatti come parte qualità della progettazione architettonica, attenta al corretto inserimento degli integrante dell'ambiente e del paesaggio interventi edilizi e infrastrutturali nel contesto (incluse le attrezzature turistiche) • Favorire interventi per conservare e valorizzare gli elementi caratterizzanti il sistema, quali: le ville storiche con relativi giardini e darsene, le coltivazioni tipiche (oliveti, limonaie, vigneti a terrazzo, ...) e i segni caratteristici emergenti del territorio • Favorire, anche mediante specifiche forme di incentivazione, la diffusione di buone pratiche progettuali attente alla conservazione dei caratteri identitari dei centri storici e dei nuclei di antica formazione

ST 4.5 Tutelare la qualità delle acque e • Prevedere infrastrutture di collettamento e depurazione compatibili con gli garantire un utilizzo razionale delle obiettivi di qualità dei corpi idrici, che tengano adeguatamente conto delle risorse idriche fluttuazioni di popolazione connesse con la stagionalità del turismo

ST 4.7 Incentivare la creazione di una • Sviluppare strumenti ed azioni di sistema per l'integrazione culturale e turistica rete di centri che rafforzi la connotazione dei laghi per favorire il radicamento della popolazione e diversificare l'offerta del sistema per la vivibilità e qualità turistica, destagionalizzando i flussi, valorizzando il patrimonio naturale e ambientale per residenti e turisti, anche culturale dell'entroterra e sostenendo forme di turismo e di fruizione a basso in una prospettiva nazionale e impatto internazionale • Proporre un sistema integrato competitivo grazie a progetti che associno la valorizzazione dei fattori paesistico/ambientali con il potenziamento dei servizi e la promozione dell'imprenditorialità locale • Valorizzare il commercio di vicinato nelle strutture insediative di antica formazione integradnono co i sistemi turistici, produttivi e artigianali tipici locali • Progettare servizi ambientali (rifiuti, rete fognaria, rete idrica, ecc.) che tengano conto delle significative fluttuazioni della popolazione legate al turismo

Uso del suolo • Mantenere la riconoscibilità dei centri urbani perilacuali e lungo i versanti • Evitare la dispersione urbana, mantenendo forme urbane compatte • Porre attenzione alla qualità edilizia e all'inserimento nel contesto paesistico

Inoltre, il PTR, all'interno del documento di piano, § 1.5.7 Orientamenti per la pianificazione comunalecomunale,comunale richiama quali essenziali elementi di riferimento pianificatorio:

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 33 • l'ordine e la compattezza dello sviluppo urbanistico; • l'equipaggiamento con essenze verdi, a fini ecologico-naturalistici e di qualità dell'ambiente urbano; • l'adeguato assetto delle previsioni insediative, in rapporto alla funzionalità degli assi viabilistici su cui esse si appoggiano; • lo sviluppo delle reti locali di "mobilità dolce"; • l'agevolazione al recupero e alla utilizzazione residenziale di tutto il patrimonio edilizio rurale e agricolo, dismesso o in fase di dismissione; • la valorizzazione delle risorse culturali, monumentali, storiche diffuse nel territorio.

5.2.2. IIILLL P ROGRAMMA DIDIDI T UTELA EEE U SOSOSO DELLE A CQUE (PTUA)

22 Il Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA), approvato con d.g.r. 29 marzo 2006, n. 8/2244 organizza le conoscenze in termini di disponibilità delle acque, di impatti sulle stesse e di qualità delle risorse, e definisce le misure per raggiungere gli obiettivi ambientali stabiliti dalle normative europee e nazionali del settore, attraverso un approccio che deve necessariamente integrare gli apsetti qualitativi e quantitativi, ma anche ambientali e socio-economici. Esso rappresenta pertanto il riferimento per la programmazione acquedosttistica e per la pianificazione nei settori fognatura, collettamento e depurazione, il cui quadro di priorità è scandito in relazione alla pluralità di elementi conteuti nel programma stesso. Il PTUA contiene inoltre la classificazione dello stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei di pianura; i bilanci idrogeologici di dettaglio a scala di bacino; l'uso, il risparmio e il riuso della risorsa idrica; le infrastutture idriche e gli altri interventi di tutela; la stima dei carichi effettivi di azoto e fosforo da agricoltura nelle acque superficiali; l'individuazione delle sostanze pericolose nelle acque lombarde; la definizione delle aree sensibili ai sensi della dir. 1991/271/CEE; la definizione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e da prodotti fitosanitari; la definizione delle aree di ricarica e di riserva delle zone di pianura; il monitoraggio qualitàtivo e la classificazione delle acque superficiali e sotterranee; la caratterizzazione integrata dei corsi d’acqua e la riqualificazione fluviale; i criteri per la regolazione delle portate in alveo; la modellistica di qualità a supporto della pianificazione di acque superficiali; lo stato di qualità ed evoluzione trofica dei laghi; i trattamenti appropriati per scarichi di acque reflue urbane provenienti da agglomerati con meno di 2.000 ab/eq; il Contratto di Fiume.

5.3. LLLAAA PIANIFICAZIONE PROVINCIALE

5.3.1. IIILLL P IANOIANOIANO T ERRITORIALE DIDIDI C OORDINAMENTO P ROVINCIALE Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) " definisce [omissis] gli obiettivi generali relativi all'assetto e alla tutela del [omissis] territorio connessi ad interessi di rango provinciale o sovracomunale o costituenti attuazione della pianificazione regionale [omissis]. Il PTCP è atto di indirizzo della programmazione socio-economica della provincia ed ha efficacia paesaggistico-ambientale . (art. 15, c. 1, l.r. 12/2005 e s.m.i.). In particolare, il PTCP: • definisce il quadro conoscitivo del proprio territorio come risultante delle trasformazioni avvenute;

22 Recante " Approvazione del Programma di tutela e uso delle acque, ai sensi dell'articolo 44 del d.lgs. 152/99 e dell'articolo 55, comma 19 della l.r. 26/2003 ", pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 13 aprile 2006, n. 15, 2° Supplemento Straordinario.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 34 • indica gli obiettivi di sviluppo economic-sociale a scala provinciale; • indica elementi qualitativi a scala provinciale o sovracomunale, sia orientativi che prevalenti, per la pianificazione comunale e dispone i contenuti minimi sui temi di interesse sovracomuhnale che devono essere previsti nelle pianificazioni comunali; • definisce criteri per l'organizzazione, il dimensionamento, la realizzazione e l'inserimento ambientale e pasaggistico; • stabilisce il programma generale delle maggiori infrastrutture riguardanti il sistema della mobilità e le principali linee di comunicazione, di cui definisce la relativa localizzazione sul territorio; • individua i corridoi tecnilogici ove realizzare le infrastrutture di rete di interesse sovracomunale; • prevede indicazioni puntulai per la realizzazione di insediamenti di portata sovracomunale; • indica modalità per favorire il coordinamento tra le pianificazioni dei comuni (art. 15, c. 2).

Gli obiettivi strategici del Piano di Coordinamento Provinciale della provincia di Como, adottato il 25 ottobre 2006 e approvato, con d.C.P. n. 59/35993, il 2 agosto 2006 sono: a) "l'assetto idrogeologico e la difesa del suolo; b) la tutela dell'ambiente e la valorizzazione degli ecosistemi; c) la costituzione della rete ecologica provinciale per la conservazione della biodiversità; d) la sostenibilità dei sistemi insediativi mediante la riduzione del consumo di suolo; e) la definizione dei centri urbani aventi funzioni di rilevanza sovracomunale-polo attrattore; f) l'assetto della rete infrastrutturale della mobilità; g) il consolidamento del posizionamento strategico della Provincia di Como nel sistema economico globale; h) l'introduzione della perequazione territoriale; i) la costruzione di un nuovo modello di "governance" urbana" (art. 1, c. 2, NTA).

Per gli ambiti di rilevanza paesistico-ambientalepaesistico-ambientale, l'obiettivo della tutela, della valorizzazione e del miglioramento del paesaggio è perseguito attraverso: a) "la conservazione dei caratteri che definiscono l'identità e la leggibilità del paesaggio mediante "indirizzi di tutela del paesaggio per la pianificazione comunale e sovracomunale" [...]; b) il miglioramento della qualità paesaggistica ed architettonica degli interventi di trasformazione del territorio; c) la diffusione della consapevolezza dei valori paesistico-ambientali e la loro fruizione da parte dei cittadini" (art. 10, c. 1). In particolare, "il PTCP indica le seguenti direttive per la pianificazionepianificazione comunalecomunale: a) nelle trasformazione degli ambiti vincolati, o comunque di rilevanza paesaggistica, qualora ecosostenibili, sono preferibili le proposte che consentano in modo permanente la rigenerazione, la diversificazione e la conservazione;

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 35 b) gli interventi edilizi debbono preferibilmente considerare la struttura degli habitat naturali e le esigenze delle forme di vita interessate e prefigurare le ripercussioni – nel tempo e nello spazio – che tali interventi comportano; c) ispirare gli interventi edilizi agli esempi di architettura locale, alle tradizioni dei luoghi, alle forme, alle dimensioni, ai materiali ed ai colori tipici; ogni innovazione, per quanto possibile, deve rapportarsi con l'esistente secondo un modello espressivo di uno specifico significato culturale e come testimonianza di un valore attuale che dialoga e non si scontra con i valori del passato; d) indirizzare gli interventi edilizi verso la riscoperta dell'anima del luogo, con l'eliminazione delle sovrastrutture e delle superfetazioni incoerenti, di scarso pregio architettonico-estetico e prive di valore storico, seguendo l'insegnamento secondo cui "architettura non è costruire in quel luogo, ma è costruire (o ricostruire) quel luogo"; e) orientare gli interventi edilizi per conseguire un valido risultato estetico, sia nell'interrelazione interna degli elementi che lo compongono, sia nella relazione con il contesto circostante, che non deve costituire uno scenario estraneo, ma deve armonicamente dialogare con l'opera dell'uomo; f) evitare possibilmente gli interventi di recupero edilizio ed ambientale orientati ad un mero e pedissequo ripristino dello status quo, cercando piuttosto di interpretare ed esprimere l'anima del luogo alla luce delle esigenze e dei valori attuali; g) evitare possibilmente gli interventi di eccessiva e caricaturale pomposità scenografica, così come gli interventi posticci e trapiantati da altri contesti; h) prevedere possibilmente il mantenimento di adeguate condizioni di permeabilità dei suoli e assicurare congrue dotazioni di verde con funzione ecologica e di inserimento nel paesagggio; i) definire appropriatamente il rappoto tra aree libere ed aree fabbricabili in ciascuna area vincolata, tra volumi edilizi e superfici coperte, nonché la tipologia degli spazi aperti; j) definire possibilmente puntuali norme tipologiche per i diversi tipi di costruzione, individuando apposita disciplina di tutela e valorizzazione per i nuclei storici e per i beni storico-architettonici; k) definire possibilmente le modalità di sviluppo e di recupero dell'assetto edilizio, indicando l'ubicazione, la distribuzione e gli allineamenti obbligatori, nonché i limiti delle visuali da rispettare; l) definire possibilmente le modalità per la realizzazione di parchi e giardini; m) definire possibilmente le modalità di intervento sulla vegetazione naturale e para-naturale, in coerenza con le indicazioni del PTCP, privilegiando l'impiego di specie autoctone, gli interventi di ingegneria naturalistica nonché la creazione di barriere vegetali in grado di ridurre l'inquinamento acustico e fungere da ecosistemi filtro (fitodepurazione)" (art. 10, c. 11). Il PTCP individua inoltre obiettivi specifici per le aree ricomprese all'interno della rete ecologica provinciale, per la gestione dei boschi, per le aree a vocazione agricola, per gli alberi monumentali, per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico e per la gestione delle differenti risorse ambientali, a cui si farà specifico riferimento, ove opportuno, all'interno della successiva trattazione.

5.3.2. IIILLL P IANOIANOIANO C AVEAVEAVE P ROVINCIALE

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 36 Il Piano Cave provinciale, approvato con d.C.R. 25 febbraio 2003, n. 7/728 23 , ha validità di 5 anni per il settore merceologico della sabbia e ghiaie e dei pietrischi e di 20 anni per il settore pietre ornamentali; prevede l'estrazione di circa 9.000.000 m 3 di sabbia e ghiaia e pietrisco ed una modesta quantità di pietra moltrasina. L'area comunale di Rezzago non è interessata dall'estrazione di minerali di cava.

5.3.3. PPPIANOIANOIANO P ROVINCIALE DIDIDI G ESTIONE DEIDEIDEI R IFIUTI (PPGR) Il Piano di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali della Provincia di Como, normato con l.r. n. 26/2003 e D.g.r. 6581/2008, è stato approvato con D.g.r. n. 10828 del 16 dicembre 2009 24 . Esso definisce quali aree siano potenzialmente escludenti per nuovi impianti e per ampliamenti , ovvero le porzioni di territorio in cui insistono i vincoli e i fattori ambientali che, in base ai disposti della d.g.r. 13 febbraio 2008, n. 8/6581 25 , escludono la possibilità di realizzare o ampliare gli impianti di trattamento dei rifiuti, tra cui vi sono, ad esempio: Tra i vincoli e i fattori ambientali escludenti la possibilità di realizzare impianti di trattamento dei rifiuti vi sono, ad esempio: • le aree soggette a rischio idraulico e le fasce fluviali A e B del PAI; • le aree caratterizzate da instabilità del suolo: frane, esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio lungo le aste dei corsi d'acqua, trasporto di massa sui conoidi, valanghe; • le aree soggette a rischio idrogeologico molto elevato in ambiente collinare, montano e in pianura; • gli ambiti di elevata naturalità del territorio lombardo; • i beni culturali e paesaggistici; • i centri e nuclei storici, gli ambiti residenziali consolidati, gli ambiti residenziali di espansione.

5.4. LLLAAA P IANIFICAZIONE AAA LIVELLO DIDIDI C OMUNITÀ M ONTANA

5.4.1. PPPIANOIANOIANO DIDIDI I NDIRIZZO F ORESTALE (PIF) Il Piano di Indirizzo Forestale (PIF) " costituisce uno strumento di analisi e di indirizzo per la gestione dell'intero territorio forestale ad esso assoggettato, di raccordo tra la pianificazione forestale e la pianificazione territoriale, di supporto per la definizione delle priorità nell'erogazione di incentivi e contributi e per la individuazione delle attività selvicolturali da svolgere "; inoltre, contiene le previsioni dele aree in cui puo essere autorizzata la trasformazione del bosco e le aree e le modalità per l'utilizzo di mandrie e greggi per la ripulitura di boschi e di terreni incolti (art. 47, c. 2; art. 43, cc. 4-5 e art. 5, c. 4, l.r. 5 dicembre 2008, n. 31 26 ). Il PIF della Comunità Montana Triangolo Lariano è stato redatto come bozza nel 2008 e attualmente non risulta vigente.

5.5. LLLAAA P IANIFICAZIONE COMUNALE Gli strumenti pianificatori comunali tenuti in considerazione sono: • PRG vigente;

23 Recante " Nuovo piano cave della Provincia di Como ", pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 15 aprile 2003, n. 16, 1° Supplemento Straordinario. 24 Pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 19 gennaio 2010, 1° Supplemento straordinario. 25 Recante "Integrazioni al capitolo 8 «Linee guida per la revisione dei piani provinciali di gestione dei rifiuti urbani e speciali per la localizzazione degli impianti » del programma regionale di gestione dei rifiuti approvato con d.g.r. n. 220/2005", pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 7 del 15 febbraio 2008, 4° s.s. 26 Recante " Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale" , pubblicato in Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 10 dicembre 2008, n. 50, 1° Supplemento Ordinario.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 37 • Studio Idrogeologico, elaborato in concomitanza con il PGT e adottato con delibera della giunta comunale n° 45 del 30 dicembre 2011; • Piano Zonizzazione Acustica (PZA), elaborato in concomitanza con il PGT e adottato con delibera del consiglio comunale n° 21 del 20 settembre 2012.

5.6. IIILLUSTRAZIONE DEIDEIDEI V INCOLI S OVRAORDINATI I principali vincoli presenti sul territorio comunale, come cartografati nella Tavola 3 – Carta dei Vincoli allegata al Documento di Piano, sono i seguenti: • Vincolo paesaggistico ex art. 142, c. 1, lett. c), D.Lgs. 42/2004 27 e s.m.i., per "i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna ", localizzabile nella valle di Rezzago e nella Valle Sancio al confine comunale con Caglio; • Vincolo paesaggistico ex art. 142, c. 1, lett. g), D.Lgs. 42/2004 e s.m.i., per " i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento [omissis] "; • Ambiti di particolare interesse ambientale (territorio comunale al di sopra della linea di livello degli 800 m) assoggettati all'art. 17 NTA del PTPR (Ambiti di particolare interesse ambientale individuati con D.G.R. 10/12/85 n. 4/3859 in attuazione della l. 431/85 e definiti negli articoli 17 e 18 delle Norme tecniche di attuazione del PTPR); • Tutela delle cose d'interesse artistico o storico (Legge 1089/39); • Vincolo idrogeologico (R.D. 3267/23 art. 7, RD 1126/26).

Di competenza del Piano delle Regole è, invece, il recepimento delle seguenti fasce di rispetto: • Fasce di rispetto stradale (Dlgs 285/92 s.m.i. DPR 495/92 e s.m.i.); • Fasce di rispetto cimiteriale (RR n.6 9/11/04 e s.m.i.); • Fasce di rispetto elettrodotti AT (DPCM 8/07/03 e s.m.i.). Anche questi ultimi sono cartografati dall'anzidetta Tavola 3 – Carta dei Vincoli.

27 Recante " Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137" , pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 24 febbraio 2004, n. 42, Serie Ordinaria.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 38 6. AAANALISI DELLO STATO DELL '''AMBIENTE

Nel corso del presente capitolo si darà una sintetica descrizione dello stato dell'ambiente del territorio di competenza, evidenziando i temi di principale interesse, ai fini di individuare le prime criticità ed effettuare una preliminare valutazione degli orientamenti di piano.

282828 6.1. IIINQUADRAMENTO TERRITORIALE EEE SOCIO ---ECONOMICO Il territorio del Comune di Rezzago (figura 6.2) si colloca nella Valassina, in destra idrografica al Fiume Lambro, e si estende su una superficie di circa 3,85 km 2; risulta compreso tra i 500 metri (estremo est del Comune) e i 1.069 metri sul livello del mare (Monte Barzaghino), con un'escursione altimetrica complessiva che risulta essere pari a 569 metri. Il nucleo urbano è situato a 654 metri sul livello del mare ed è raccolto in corrispondenza dell’area poco acclive a nord del territorio, che risulta delimitata dal restante territorio comunale, in prevalenza boscato, dal solco profondo del Torrente Rezzago; a quote più elevate si situano solo alcuni edifici isolati. Rezzago confina, in senso antiorario partendo dall'estremità occidentale del territorio comunale, con Caslino d'Erba a sud-ovest; Asso a sud-est, est e nord-est; e Caglio a nord-ovest.

292929 6.2. PPPOPOLAZIONE EEE SERVIZI La popolazione residente nel territorio comunale (figura 6.1), considerata dall'Unità d'Italia, aumentò fino agli anni '20 del secolo scorso, in particolare nel ventennio tra il 1881 e il 1901 in cui si ebbe un aumento dell'1,8% annuo; quindi si assistette a una diminuzione, con un picco negativo negli anni '50 (-1,3% annuo nel decennio 1951-1961). Nell'ultimo decennio si è assistito, invece, a un nuovo aumento della popolazione (+2,1% annuo dal 2001 al 2010).

500 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 1861 1881 1901 1921 1941 1961 1981 2001

Figura 6.1: Serie storica della popolazione del Comune di Rezzago. Elaborazione da dati ISTAT

28 Fonte dei dati: geoportale della Regione Lombardia ( http://www.cartografia.regione.lombardia.it/geoportale ) 29 Fonte dei dati: statistiche demografiche ISTAT ( http://demo.istat.it ); Annuario Statistico Regionale Lombardia ( http://www.ars- lombardia.it )

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 39 Figura 6.26.26.2:6.2 : Inquadramento del Comune di Rezzago. La popolazione residente nel Comune di Rezzago era, al 1° gennaio 2010, pari a 326 persone, di cui 167 maschi e 159 femmine (figura 6.3); al 31 luglio 2011 i residenti erano scesi a 317, di ci 167 maschi e 150 femmine. La classe d'età maggiormente rappresentata è quella tra i 41 e i 50 anni, sia per il sesso femminile sia per quello maschile, sebbene vi sia una buona presenza anche di popolazione più giovane, con una prevalenza per quella di sesso maschile.

La densità abitativa comunale è pari a 84,68 abitanti/km 2 (tabella 6.1 e figura 6.4), risultando quindi nettamente inferiore a quella media rilevata nella Comunità Montana, che, come accennato in precedenza, è pari a 291,03 abitanti/km 2, risultando superiore solo ai Comuni di Zelbio, Veleso, , Caglio, Faggeto Lario e .

Tabella 6.16.16.1:6.1 : Popolazione, popolazione straniera e densità terrterritorialeitoriale comunale. Confronto con i dati dei ComuniComuni contermini, della Comunità Montana del Triangolo Lariano e provinciali. Elaborazione da dati ISTAT

Comune Popolazione Stranieri Superficie Densità abitativa totaletotaletotale TotaleTotaleTotaleMinorenni Nati in Italia territoriale (km 222))) (ab/km 222))) Asso 3.664 302 76 54 6,46 567,18 Caglio 445 30 6 3 6,53 68,15 5.185 436 121 82 11,18 463,77 Caslino d'Erba 1.757 153 34 10 7,01 250,64 Castelmarte 1.296 56 12 5 1,94 668,04 Lasnigo 459 65 15 10 5,64 81,38 Rezzago 326326326 353535 777 333 3,853,853,85 84,6884,6884,68 Sormano 699 71 15 8 11,02 63,43 Comunità Montana 76.013 5.7955.7955.795 1.3861.3861.386 852852852 261,19 291,03 Provincia 590.050 43.637 10.404 6.7226.7226.722 1.288,07 458,09

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 41 Figura 6.46.46.4:6.4 : Densità abitativa comunale. Confronto con i ComunComunii confinanti. Elaborazione da dati ISTAT La popolazione straniera nel Comune, al 1° gennaio 2010, ammonta a 35 persone (figura 6.3 e tabella 6.1), che rappresentano il 10,74% della popolazione residente totale, indice superiore a quanto rilevato sul territorio della Comunità Montana (pari a 7,62%) e alla media provinciale, che si assesta su valori simili (7,40%). I minorenni stranieri sono 7, di cui 3 sono nati in Italia. Le famiglie residenti sono 151, con un numero medio di componenti per famiglia pari a 2,13. I dati del 31 luglio 2011 rilevano una riduzione del numero di famiglie residenti, che ora sono 148.

303030 6.2.1. IIILLL SISTEMA SCOLASTICO Per quanto concerne l'istruzione (tabella 6.2), dal censimento del 2001 nel Comune di Rezzago risultano 4 laureati (pari all'1,46% della popolazione), 65 diplomati (pari al 23,72%), 92 abitanti in possesso di una licenza di scuola media inferiore o di avviamento professionale (pari al 33,58%), 93 abitanti in possesso di una licenza di scuola elementare (pari 33,84%) e 8 analfabeti (pari al 2,92%), tutti di età inferiore ai 65 anni. Per confronto, nella Comunità Montana risultavano 4.231 (pari al 5,91% della popolazione), 17.397 diplomati (pari al 24,29%), 21.894 abitanti in possesso di una licenza di scuola media inferiore o di avviamento professionale (pari al 30,57%), 19.591 abitanti in possesso di una licenza di scuola elementare (pari al 27,36%) e 4.227 analfabeti (par il 5,90%), di cui 704 di età superiore a 65 anni.

Tabella 6.26.26.2:6.2 : Popolazione per livello di istruzione. ConfrontoConfronto con i dati dei Comuni contermini, della Comunità MoMontanantana del Triangolo Lariano e provinciali. Elaborazione da dati ISTAT

Diploma di scuola Licenza di scuola Licenza di scuola Analfabeti privi di Comune Popolazione Laurea secondaria media inferiore elementare titoli di studio superiore 3.664 168 710 1.032 859 204 Asso (4,59%) (19,38%) (28,17%) (23,44%) (5,57%) 445 21 84 114 118 18 Caglio (4,72%) (18,88%) (25,62%) (26,52%) (4,04%) 5.185 281 1.165 1.470 1.351 321 Canzo (5,42%) (22,47%) (28,35%) (26,06%) (6,19%) 1.757 74 374 558 497 122 Caslino d'Erba (4,21%) (21,29%) (31,76%) (28,29%) (6,94%) 1.296 75 294 409 308 71 Castelmarte (5,79%) (22,69%) (31,56%) (23,77%) (5,48%) 459 11 51 146 158 20 Lasnigo (2,40%) (11,11%) (31,81%) (34,42%) (4,36%) 326326326444 656565 929292 939393 888 Rezzago (1,23%) (19,94%) (28,22%) (28,53%) (2,45%) 699 21 130 187 216 43 Sormano (3,00%) (18,60%) (26,75%) (30,90%) (6,15%) Comunità 76.013 4.2314.2314.231 17.397 21.894 19.591 4.2274.2274.227

Montana (5,57%) (22,89%) (28,80%) (25,77%) (5,56%) 590.050 32.740 132.523 162.702 143.823 33.250 Provincia (5,55%) (22,46%) (27,57%) (24,37%) (5,64%)

30 Fonte dei dati: statistiche demografiche ISTAT ( http://demo.istat.it )

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 43 6.2.2. IIILLL CONTESTO ECONOMICO Le attività economiche presenti nel territorio comunale sono di tipo agricolo, artigianale e commerciale. Le aziende agricole erano, al censimento del 2000, pari a 7; di esse solo 4 risultano avere particelle iscritte al SIARL. La superficie agraria totale rilevava, all'epoca del 5° censimento agricoltura, a 76,1 ha, di cui la Superficie Agraria Utilizzata (SAU) era pari a 56 ha: 0,1 ha a seminativi, 56,3 a prati permanenti e pascoli; i restanti ettari erano 19,0 ha a boschi e 0,7 ha ad altra superficie. I capi di bestiame rilevati constavano di 14 bovini, 240 ovini, 78 caprini, 14 equini, 13 suini, 24 allevamenti avicoli e 12 conigli. Le imprese, rilevate dall'8° censimento dell'industindustriaria e dei servizi del 2001 (tabella 6.3), erano in totale 24, ed impiegavano un numero totale di 30 addetti. Non sono presenti aziende a rischio di incidente rilevante.

Tabella 6.36.36.3:6.3 : Numero di imprese e addetti. Elaborazione da datidati ISTAT

Sezione di attività economica Imprese Addetti Industria manifatturiera 2 4 Costruzioni 6 8 Commercio e riparazioni 7 8 Alberghi e ristoranti 3 5 Trasporti magazzinaggio e comunicazioni 1 1 Intermediazione monetaria e finanziaria 1 1 Attività professionali 1 1 Pubblica amministrazione 1 2 Istruzione 1 0 Altri servizi 1 0 TotaleTotaleTotale 242424303030

Il comune rilevava, al censimento del 2001, 111 occupati e 5 residenti in cerca di occupazione, per un totale di 116 forze lavoro su 246 residenti. Il tasso di occupazione era quindi pari al 45,12%; quello di disoccupazione del 4,73%. La gran parte della forza lavoro è pendolare.

313131 6.3. PPPATRIMONIO CULTURALE Le prime tracce documentate di un insediamento nella zona risalgono al IV secolo a.C., ad opera di gruppi di origine celtica. Il nome di Rezzago potrebbe derivare infatti da “ Retorum Pagus” , villaggio dei Reti, popolazioni celtiche calate dalle regioni nordiche in cerca di terreni e di prede. Attorno all'anno Mille, durante il periodo delle lotte feudali, a Rezzago venne costruita una strutturastruttura fortificatafortificata, della quale sono ancora visibili i ruderi. Tale elemento di difesa è classificato, nella tavola A2 – “Il sistema paesistico-ambientale – Il paesaggio” del PTCP, come P7.13 – elemento storico-culturale, Elemento Storico di Difesa. Essa, anche su indicazione specifica da parte della Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Regione Lombardia come area a rischio archeologico, è stata indicata nella Tavola 3 – Carta dei Vincoli come area sottoposta a tutela. La Chiesa dei Santi Cosma e Damiano (P 10.71 – elemento storico-culturale, Luogo di Culto), che sorge ai limiti dell'abitato, rappresenta uno dei più notevoli esempi di architettura romanica nella zona. Edificata attorno al

31 Fonte dei dati: geoportale della Regione Lombardia ( http://www.cartografia.regione.lombardia.it/geoportale ), informazioni a scala comunale

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 44 1100, forse sui resti di un antico tempio paleocristiano, sul fianco destro presenta un campanile con quattro ordini di bifore; all'interno si possono trovare affreschi, ben conservati, del tardo secolo XV. Anche questo edificio, l'area a esso contermine e la visuale verso valle, sono stati individuati nella Tavola 3 – Carta dei Vincoli come area sottoposta a tutela. Nella Parrocchiale di Santa Maria NascenteNascente, al centro del paese, la cui costruzione fu iniziata nel 1654, sono conservate alcune tele seicentesche di discreto valore. Il nucleo storico comunale è caratterizzato da un borgo medievale con case a catena, con muratura in pietra, sviluppatosi lungo la via Maggiore e le strade adiacenti. Elementi di pregio architettonico sono i portali e i porticati sovrastati da loggiati in legno.

I Funghi di terra (P17.1 – elementi fisico-morfologici, Scultura Naturale) sono piramidi di erosione, formatasi su terreni morenici, costituiti da materiali grossolani dispersi in una matrice sabbioso-limosa molto friabile, per l'azione erosiva delle acque di ruscellamento. Essi sono localizzati sul fianco destro del vallone percorso dal torrente Rezzago. Sono stati riconosciuti come monumenti naturali ai sensi della d.g.r 1 agosto 2003, n. 7/13940, recante “Istituzione del monumento naturale «Funghi di Terra di Rezzago», situato nel Comune di Rezzago (CO) – (art. 24, l.r. 30 novembre 1983, n.86) – (Deliberazione della Giunta regionale del 13 dicembre 2002, n. 7/11584). P.R.S. 9.6.1. - Obiettivo 9.6.1.1” 32 . Tra le emergenze ambientali, sono inoltre da segnalare: • due Sorbus aria (Sorbi montani) monumentali presso la Fornace, il primo identificato con codice P1.62 e situato alle coordinate UTM 1518149 E, 5078270 N, a 930 m s.l.m., il secondo identificato con codice P1.63 e situato alle coordinate UTM: 1517982 E, 5078186 N, a 970 m s.l.m.; • la grotta denominata Buco delle Ginestre (P 8.19); • il punto panoramico del Monte Barzaghino (P16.105). Sono inoltre di importanza locale: • il Mulino al TorcTorc, un vecchio mulino; • la Chiesa della Valle dei MortiMorti. Risalente al secolo XVII-XVIII, sorge accanto a un grande masso erratico in granito. All'interno è conservato un affresco di San Rocco, che testimonia una preesistenza medievale.

333333 6.4. CCCLIMALIMALIMA Il Comune di Rezzago appartiene alla fascia a più alta piovosità dell'area di riferimento, con precipitazioni medie annuali di circa 1.800-2.000 mm; facendo riferimento ai dati bibliografici relativi alle precipitazioni dal 1926 al 1977 per la stazione di Asso (figura 6.5), si riscontra un valore minimo, nel 1927, di 714,1 mm di pioggia/anno e un valore massimo, nel 1936 di 3038 mm di pioggia/anno, con valore medio ponderato alla stazione di Asso di 1724.34 mm/anno).

32 Pubblicato in Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia , n. 40 del 2 ottobre 2003, 2° s.s. 33 Fonte dei dati: Studio geologico a supporto del PGT

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 45 Figura 6.56.56.5:6.5 : Precipitazioni medie mensili e numero medio di gigiorniorni piovosi rilevati ad Asso nel periodo 1926-1977. Fonte: Studio geologico a supporto del PGT

La distribuzione delle piogge nel corso dell'anno evidenzia un regime di tipo equinoziale primaverile, con massimo primario nel mese di maggio, e un massimo secondario (meno evidente del primo) nel mese di ottobre o novembre. Nel periodo estivo le precipitazioni rimangono sempre su livelli abbastanza elevati e costanti, mentre il minimo annuale si riscontra nella stagione invernale, in cui il valore della precipitazione nel mese di dicembre resta sempre a livelli superiori a quello del mese di gennaio. Questo regime pluviometrico è tipicamente di tipo prealpino e ha origine dalla posizione topografica dei rilievi montuosi nei confronti delle principali correnti aeree, anche se non è da escludere un'influenza orografica, soprattutto per quanto riguarda i temporali estivi, per effetto dell'evaporazione della massa d'acqua lacuale circostante, che si condensa attorno ai rilievi. Data l'elevata piovosità riscontrabile in tutto il periodo vegetativo risulta evidente la presenza di una notevole umidità atmosferica, che contribuisce a favorire lo sviluppo delle specie più esigenti nel confronto di questo fattore, in particolare le latifoglie mesofile quali il Frassino, il Faggio e l'Acero; rilevante è la presenza del Castagno.

Considerando le temperature medie mensili, rilevate nella stazione di Asso dal 1951 al 1977 (figura 6.6), si desume che la temperatura massima si registra nel mese di luglio (27,2°C) e la minima nel mese di gennaio (-2°C), con valori medi che oscillano attorno ai 18.4°C di massima e a 2.7°C di minima. Le escursioni delle

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 46 temperature medie mensili sono massime nel mese di luglio (con escursione di 13°C) e minime nei mesi invernali (poco più di 9°C). L'escursione termica annua è di circa 9°C.

Media delle temperature massime mensili 35 Media delle temperature minime mensili Media delle temperature medie mensili 30

25

20

Temperature C° Temperature 15

10

5

0

-5

-10 G FM AM L A S O N D Figura 6.66.66.6:6.6 : Andamento delle temperature medie mensili rilevatrilevatee ad Asso nel periodo 1951-1977. Fonte: Studio geologico a supporto del PGT

343434 6.5. AAARIARIARIA Le sostanze inquinanti emesse in atmosfera dalle attività umane sono responsabili di diversi problemi ambientali, quali le piogge acide, l'effetto serra, l'impoverimento dell'ozono stratosferico, gli episodi di degrado di qualità dell'aria che hanno riflessi diretti sulla vita quotidiana di milioni di persone. I principali inquinanti che si trovano nell’aria possono essere divisi, schematicamente, in due gruppi:

• gli inquinanti primari (biossido di zolfo SO 2, monossido di azoto NO, ammoniaca NH 3, monossido di

Carbonio CO, biossido di carbonio CO 2), emessi nell’atmosfera direttamente da fenomeni naturali o da fonti antropiche;

• gli inquinanti secondari (biossido di azoto NO 2, triossido di zolfo SO 3, ozono O 3,acidi, aldeidi, chetoni), che si formano in atmosfera in seguito a reazioni chimiche o fisiche di inquinanti primari.

Il biossido di zolfo SO 222 si origina, in natura, da emissioni vulcaniche e da processi biochimici microbici; le fonti principali sono invece antropiche: centrali termoelettriche, impianti industriali (fonderie e raffinerie di petrolio), impianti di riscaldamento domestico non alimentati a gas naturale, traffico veicolare (in particolare diesel). A basse concentrazioni, è irritante per le mucose, mentre a concentrazioni più elevate può provocare patologie respiratorie come asma e bronchiti; in atmosfera, si ossida ad anidride solforica (SO 3) e, in presenza di umidità, si trasforma in acido solforico (H 2SO 4), responsabile delle piogge acide, con conseguenze sugli ecosistemi acquatici e sulla vegetazione.

Gli ossidi di azoto NO xxx (monossido di azoto NO e biossido di azoto NO 2) derivano da processi di combustione in presenza di aria e ad elevata temperatura (centrali termoelettriche, impianti di riscaldamento, traffico). L'inalazione di biossido di azoto determina forte irritazione delle vie aeree, mentre l'esposizione continua a concentrazioni elevate può causare bronchiti, edema polmonare, enfisema. Inoltre, esso

34 Fonte dei dati: INEMAR Regione Lombardia ( http://inemar.terraria.com )

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 47 contribuisce alla formazione dello smog fotochimico, in quanto precursore dell'ozono troposferico, e concorre al fenomeno delle piogge acide, reagendo con l'acqua e originando acido nitrico (HNO 3). I composti organici volatili non metanici (COVNM) sono una classe di composti organici molto vari (idrocarburi alifatici, idrocarburi aromatici, aldeidi e chetoni), precursori dell'ozono troposferico. Si originano da evaporazione dei carburanti durante le operazioni di rifornimento nelle stazioni di servizio, dai serbatoi e dagli stoccaggi, dalle emissioni di prodotti incombusti dagli autoveicoli e dal riscaldamento domestico, dalle emissioni di solventi da attività di grassaggio, lavaggio a secco e tinteggiatura. Il monossido di carbonio CO è un inquinante tipico delle aree urbane, in quanto proviene principalmente dai gas di scarico degli autoveicoli e aumenta in relazione a condizione di traffico intenso e rallentato; è inoltre emesso dagli impianti di riscaldamento e da processi industriali come la raffinazione del petrolio, la produzione di acciaio e ghisa, l'industria del legno e della carta. In natura è prodotto dalle attività vulcaniche e dalle scariche elettriche nei temporali. Si lega molto facilmente con l'emoglobina del sangue e ostacola l'ossigenazione dei tessuti, dei muscoli e del cervello, con conseguenti effetti acuti (senso di affaticamento, sonnolenza, mal di testa) e alla lunga effetti cronici (diminuzione delle prestazioni fisiche ed intellettuali, aumento di cardiopatie e di disturbi circolatori).

Il biossido di carbonio o anidride carbonica CO 222, è tipico prodotto della combustione dei composti organici e la sua concentrazione nell'atmosfera è ora tenuta sotto costante controllo, per il suo possibile ruolo nel cosiddetto effetto serra. È un sottoprodotto di numerosi processi industriali, in particolare la produzione di ammoniaca e idrogeno; è utilizzato come fluido refrigerante, negli estintori, come agente schiumogeno e nelle bibite gassate. In quanto capace di assorbire i raggi infrarossi, gioca un ruolo importante per il bilancio termico dell'atmosfera terrestre, nonché è uno dei principali responsabili del cambiamento climatico .

L'ammoniacaammoniaca NH 333 deriva principalmente dalla degradazione della sostanza organica, in particolare dall'allevamento di animali. Per ricaduta sui suoli e trasformazioni batteriche, può portare all'acidificazione dei suoli e delle acque di falda, nonché a danni alla vegetazione.

Il protossido di azoto N 222OOO deriva dai fertilizzanti azotati, dalla deforestazione e dalla combustione di biomasse. È più pesante dell'aria e tende a depositarsi nelle zone basse dei locali e resta entro i serbatoi se non vengono opportunamente areati. Il particolato (polveripolveri totali sospese PTSPTS, polveri con diametro inferioreinferiore ai 10 µµµm PM10PM10) è composto da carbonio elementare ed inorganico, metalli, nitriti e solfati, idrocarburi policiclici aromatici, polveri di carbone e di cemento, fibre di amianto, sabbie, ceneri. Deriva dall'attività vulcanica e dall'azione del vento su rocce e terreno; le principali fonti antropiche sono gli impianti termici, i motori diesel e il risollevamento causato dallo sfregamento dei pneumatici sull'asfalto; altre fonti emissive sono alcune attività industriali quali la lavorazione dei metalli e la produzione di materiale per l'edilizia, e le attività agricole. La frazione più fine (PM10) risulta quella più pericolosa in quanto in grado di penetrare direttamente nei polmoni, con possibilità di danneggiamento del sistema nervoso e circolatorio, azione carcinogenica, ovvero fungere da vettori per virus e batteri. Il materiale particellare gioca inoltre un ruolo fondamentale nei fenomeni di acidificazione, di smog fotochimico e nei cambiamenti climatici.

La predisposizione dell'inventario delle emissioni da parte delle Regioni è stata prevista inizialmente dagli artt. 4 e 5 del d.p.r. 203/88 e dal d.m. 20 maggio 1991, che stabilì per la prima volta i criteri per il censimento delle emissioni degli inquinanti atmosferici ai fini della predisposizione di un inventario delle emissioni in atmosfera nell'ambito dei piani di risanamento e tutela della qualità dell'aria . Con il d.lgs. 351/1999, la Repubblica Italiana recepì la dir. 96/62/CE sulla qualità dell'aria, prevedendo che le Regioni compiano regolarmente una valutazione dell'aria ambiente sul territorio regionale, classificando le zone rispetto ai valori limite di inquinamento (artt. 5 e 6) in: • zone non inquinate, dove non si rilevano superamenti dei valori limite per nessun inquinante. Per tali aree, le regioni devono predisporre un piano per il mantenimento della qualità dell'aria ai livelli ottimali (art. 9); • zone inquinate, dove si verifica, per almeno un inquinante, il superamento di un valore limite entro un margine di tolleranza fissato,

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 48 • zone particolarmente inquinate, dove si supera anche il margine di tolleranza. Per le ultime due voci, le regioni devono predisporre un piano di azione e programmi di miglioramento della qualità dell'aria (artt. 7 e 8). In attuazione di questo decreto fu emanato il d.m. 261/2002, che definisce le modalità di valutazione preliminare della qualità dell'aria ed i criteri per la stesura dei programmi di miglioramento e di mantenimento. I criteri per la redazione degli inventari di qualità dell'aria, descritti nell'Allegato 2 del decreto in parola, derivano dalle Linee guida per la realizzazione degli inventari delle emissioni realizzati dal CTN-ACE, il Centro Telematico Nazionale Atmosfera, Clima, Emissioni. La d.g.r. 2 agosto 2007 n. VIII/5290, relativa alla “suddivisione del territorio regionale in zone e agglomerati per l’attuazione delle misure finalizzate al conseguimento degli obiettivi di qualità dell’aria ambiente…” dà atto che “l’intero territorio regionale è esposto a rischio per quanto concerne la qualità dell’aria e che pertanto le misure e gli interventi individuati nell’ambito dei piani e programmi previsti dalla vigente normativa Comunitaria, nazionale e regionale assumeranno maggiore efficacia in quanto estesi a zone più vaste, coincidenti ed eccedenti i limiti geografici della Regione Lombardia” . La stessa d.g.r. riconsidera la suddivisione precedente (d.g.r. 19 ottobre 2001 n. VII/6501), prevedendo che sono da intendersi: • zone critiche esclusivamente gli ambiti territoriali ricompresi in zona A1A1A1;A1 • zone di risanamento esclusivamente gli ambiti territoriali ricompresi in zona A2 e C1C1; • zone di mantenimento esclusivamente gli ambiti territoriali ricompresi in zona B e C2C2. Secondo la citata D.G.R. 5290/2007, la zona C è caratterizzata da concentrazioni di PM10 più limitate, minore densità di emissioni di PM10 primario, NO x, COV antropico e NH 3, importanti emissioni di COV biogeniche: in tali zone l’orografia è di tipo montano, la situazione meteorologica è più favorevole alla dispersione degli inquinanti e la densità abitativa è bassa. Per la sottozona C1 (zona prealpina e appenninica), a cui appartiene il Comune di Rezzago, rimane comunque la necessità di adozione di piani integrati di intervento; si tratta di zone in cui i livelli di uno o più inquinanti sono compresi tra il valore limite e il valore limite aumentato del margine di tolleranza, infatti, tale zona (ovvero ex zona di risanamento) risulta più esposta al trasporto di inquinanti provenienti dalla pianura, in particolare dei precursori dell’ozono.

Il Piano Regionale di Qualità dell'Ariadell'Aria, avviato nel 1998 dalla Giunta Regionale della Lombardia, ha previsto quindi la realizzazione dell'inventario delle emissioni (INEMAR, INventario EMissioni ARia), realizzato secondo la metodologia CORINAIR (CooRdination Information AIR), che fornisce la stima delle emissioni totali annue di macro e microinquinanti, disaggregate per attività emissiva e ripartite spazialmente su scala comunale.

L'inventario contempla la stima di ossidi di zolfo (SO x), ossidi di azoto (NO x), composti organici volatili non metanici (COVNM), metano (CH 4), monossido di carbonio (CO), anidride carbonica (CO 2), ammoniaca (NH 3), protossido d'azoto (N 2O), polveri totali sospese (PTS), polveri con diametro inferiore ai 10 µ m (PM10) e polveri con diametro inferiore ai 2,5 µ m (PM2.5). Al suo interno sono calcolati inoltre i seguenti parametri “aggregati”:

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 49 totale delle emissioni di gas serra in termine di CO 2 equivalente (CO 2eq ), totale delle emissioni di sostanze

+ acidificanti (tot. acidif. H ) e totale delle emissioni di precursori dell'ozono (precurs. O 3).

L'approccio dell'inventario ha previsto la stima delle emissioni sulla base di indicatori che caratterizzano l'attività delle diverse sorgenti e di fattori di emissione, specifici per i tipi di sorgenti, i processi industriali e la tecnologia di depurazione adottata, secondo la relazione:

Ei= A⋅FE i , dove E i è l'emissione dell'inquinante i espressa in tonnellate/anno, A è l'indicatore dell'attività (ad esempio la quantità prodotta, il consumo di combustibile, il numero di capi, etc.) e FE i è il fattore di emissione dell'inquinante i (ad esempio i grammi di inquinante per tonnellata di prodotto, etc.). La disaggregazione spaziale delle emissioni a scala provinciale o comunale è effettuata sulla base di alcuni indicatori, chiamati “variabili surrogate”, ritenuti in grado di rappresentare la distribuzione del “peso” delle diverse emissioni nel territorio, sulla base della seguente relazione:

V l El= Et⋅ , V t  dove E l ed E t sono rispettivamente l'emissione locale e totale per l'inquinante considerato e V l e V t il valore locale e totale della variabile surrogata (quali ad esempio il numero di abitanti, i consumi di combustibile, la produzione industriale o gli addetti del settore).

La figura 6.7 illustra i contributi percentuali delle fonti emissive nella provincia di Como nell’anno 2008 rapportati ai vari tipi di inquinante; si evince che una buona percentuale delle emissioni di tutte le sostanze considerate sia imputabile al trasporto su strada e all’attività industriale in genere. La tabella 6.4 e la figura 6.8 riportano i valori rilevati nel Comune di Rezzago con indicazione degli inquinanti e dei macrosettori di appartenenza, come rilevato dall'inventario INEMAR. Da tali dati si può rilevare che le emissioni principali nell'area comunale possono essere imputate al monossido di carbonio e ai composti organici volatili.

Nel dettaglio, i contributi principali al biossido di carbonio CO 222, sono la combustione non industriale e il trasporto su strada (37% ciascuno); il maggior apporto di monossido di carbonio CO è dato dal trasporto su strada (41%), seguito dalla combustione non industriale (39%); i contributi di CO 2, CO e CH 4 non presentano sostanziali differenze rispetto all'intero territorio provinciale, in quanto derivanti da emissioni diffuse in maniera piuttosto omogenea sullo stesso.

Per il biossido di zolfo SO 222 il contributo maggiore (81%) è dato dalla combustione non industriale, in particolare derivante da impianti residenziali alimentati a gasolio; tali valori sono molto differenziati rispetto all'intero territorio provinciale, in cui essi sono attribuibili ai processi produttivi (in particolare, nell'industria del legno, pasta per la carta, alimenti, bevande e altro) e alla combustione nell'industria (principalmente a combustione in caldaie, turbine e motori a combustione interna alimentate ad olio combustibile).

Le principali fonti di emissione per gli ossidi di azoto in genere NO xxx sono la combustione non industriale (34%), in particolare derivante da impianti residenziali a gas naturale, e il trasporto su strada (32%); quest'ultimo contributo, che nel territorio comunale è riferibile all'utilizzo di veicoli leggeri alimentati a diesel, rappresenta invece il 1% del totale stimato sul territorio provinciale, in quanto derivante soprattutto dall'utilizzo di veicoli pesanti. L'emissione di ammoniaca NH 333 deriva per il 94% dalle attività agricole, in particolare alla coltivazione e

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 50 alla gestione dei reflui azotati; tale percentuale è superiore rispetto a quella rilevata nell'intero territorio provinciale, in cui hanno una maggiore incidenza la combustione nell'industria ed il trasporto su strada. Le polveri totali sospese PTS derivano per il 74% dalla combustione non industriale, in particolare dagli impianti residenziali alimentati a legna e derivati; sul territorio provinciale tale contributo, pari al 37%, è affiancato da quello derivante dal trasporto su strada (39%), derivante dalle emissioni e dal risollevamento di particolato da parte degli pneumatici. Il contributo di polveri sottili (PM10PM10 e PM2,5PM2,5) è sostanzialmente analogo sul territorio comunale e sull'intera provincia, ed è distribuito fra combustione non industriale e trasporto su strada. In sintesi, i principali macrosettori implicati nelle emissioni in atmosfera sul territorio comunale sono la combustione industriale, che utilizza in particolare come combustibili il gas naturale e la legna, e le fonti agricole.

353535 6.6. AAACQUE SUPERFICIALI EEE SOTTERRANEE

6.6.1. SSSTATOTATOTATO DELLE ACQUE SUPERFICIALI Nel territorio comunale le acque superficiali danno vita a forme prevalentemente erosive, sviluppate soprattutto nella porzione centrale del territorio, dove le pendenze elevate e l’erodibilità delle coperture glaciali danno luogo a reticoli incisi, circa perpendicolari al dreno principale (Torrente Rezzago), sviluppati in destra idrografica allo stesso. La ricarica idrica dei corsi d’acqua è strettamente legata alle peculiarità morfologiche delle parti più elevate dei bacini, ove sono sviluppati sistemi carsici di notevole complessità ed estensione, che determinano la formazione di serbatoi idrici sotterranei, la cui emersione avviene lungo linee sorgentizie poste a quote inferiori. Nel caso della conca di Rezzago è possibile osservare lo sviluppo di un reticolo idrografico superficiale a partire da quote comprese fra gli 850 e i 900 m s.l.m., ove si concentrano le emersioni sorgentizie e la filtrazione nel sottosuolo è limitata dalle coperture glaciali. Tutti i corsi d’acqua che interessano il territorio hanno carattere torrentizio, quasi tutti presentano circolazione idrica temporanea, eccezion fatta per il Torrente Rezzago, che pur conserva una notevole escursione del livello fra periodi di magra e di piena.

All’interno del territorio comunale, il Torrente RezzagoRezzago è caratterizzato da un decorso debolmente sinuoso con gli affluenti principali siti in destra idrografica; l’intero sviluppo è caratterizzato da condizioni energetiche elevate, e prevale il regime deposizionale del materiale addotto dagli affluenti, favorito anche dalle opere di regimazione idraulica presenti (briglie e soglie). In corrispondenza delle anse principali è possibile osservare le evidenze di una dinamica attiva e di una rapida evoluzione morfologica locale, favorita inoltre dall’elevato grado di erodibilità delle sponde, in particolare nella porzione a valle dell’attraversamento per la Madonna dei Morti, ove le sezioni torrentizie tendono a restringersi.

35 Fonti dei dati: Individuazione del reticolo minore comunale e proposta di regolamento di polizia idraulica; Relazione idrogeologica delle sorgenti

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 51

TabTabTabellaTab ella 6.46.46.4:6.4 : Ripartizione inquinanti per macrosettore in ComunComunee di Rezzago nell'anno 2008. I dati sono espressiespressi iinn t/a, eccetto per la CO 222,,, la CO 222_eq e le sostanze acidificantiacidificanti,, espresse in kt/a. Elaborazione da inventario INEMAR.

Nome combustibile Descrizione macrosettore CO2CO2CO2 COCOCO CH4CH4CH4 SO2SO2SO2 NOxNOxNOx N2ON2ON2O NH3NH3NH3 COVCOVCOV PTSPTSPTS PM10 PM2.5 CO2_eq PREC_OZ SOST_AC benzina senza piombo Altre sorgenti mobili e macchinari 0,00 0,05 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,02 0,00 0,00 0,00 0,00 0,02 0,00 benzina senza piombo Trasporto su strada 0,072,232,232,23 0,04 0,00 0,09 0,00 0,02 0,59 0,01 0,01 0,01 0,07 0,94 0,00 gas naturale (metano) Combustione nell'industria 0,01 0,00 0,00 0,00 0,01 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,01 0,01 0,00 gas naturale (metano) Combustione non industriale0,480,480,48 0,48 0,22 0,03 0,000,330,330,33 0,03 0,00 0,04 0,00 0,00 0,00 0,49 0,48 0,01 gas naturale (metano) Trasporto su strada 0,00 0,01 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 gas petrolio liquido (GPL) Combustione nell'industria 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 gas petrolio liquido (GPL) Combustione non industriale 0,06 0,01 0,00 0,00 0,06 0,01 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,07 0,07 0,00 gas petrolio liquido (GPL) Trasporto su strada 0,01 0,08 0,00 0,00 0,01 0,00 0,00 0,01 0,00 0,00 0,00 0,01 0,03 0,00 gasolio Combustione nell'industria 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 gasolio Combustione non industriale 0,10 0,03 0,010,130,130,13 0,08 0,02 0,00 0,00 0,01 0,01 0,01 0,10 0,10 0,01 gasolio per autotrasporto (diesel) Altre sorgenti mobili e macchinari 0,05 0,16 0,00 0,000,530,530,53 0,00 0,00 0,05 0,03 0,03 0,03 0,05 0,71 0,01 gasolio per autotrasporto (diesel) Trasporto su strada 0,12 0,19 0,00 0,000,510,510,51 0,00 0,00 0,05 0,05 0,04 0,04 0,12 0,69 0,01 legna e similari Combustione nell'industria 0,00 0,16 0,02 0,01 0,11 0,01 0,01 0,37 0,09 0,07 0,05 0,00 0,53 0,00 legna e similari Combustione non industriale 0,009,299,299,29 0,58 0,02 0,18 0,03 0,02 3,260,660,660,66 0,630,630,63 0,610,610,61 0,02 4,51 0,01 olio combustibile Combustione nell'industria 0,00 0,00 0,00 0,02 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 residui agricoli Trattamento e smaltimento rifiuti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 rifiuti solidi urbani Trattamento e smaltimento rifiuti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 senza combustibile Agricoltura 0,00 0,002,922,922,92 0,00 0,010,230,230,23 0,760,760,76 0,58 0,00 0,00 0,00 0,13 0,630,040,040,04 senza combustibile Altre sorgenti e assorbimenti -1,60 0,02 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 27,83 0,01 0,01 0,01 -1,60 27,84 0,00 senza combustibile Estrazione e distribuzione combustibili 0,00 0,001,881,881,88 0,00 0,00 0,00 0,00 0,06 0,00 0,00 0,00 0,04 0,09 0,00 senza combustibile Processi produttivi 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,11 0,00 0,00 0,00 0,00 0,11 0,00 senza combustibile Trasporto su strada 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,04 0,03 0,02 0,00 0,00 0,00 senza combustibile Trattamento e smaltimento rifiuti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 senza combustibile Uso di solventi 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1,72 0,00 0,00 0,00 0,02 1,72 0,00 Gli attraversamenti principali sono rappresentati dal ponte al confine con il Comune di Caglio, lungo la carrozzabile per Enco e dal ponte a sud dell’abitato di Rezzago lungo la pista forestale per la Madonna dei Morti (partenza dei sentieri per Enco). Il suo bacino idrografico si estende per un’area di circa 5,6 km 2, per la maggior parte all’esterno del territorio comunale, con versanti da acclivi a moderatamente acclivi. La maggior parte della superficie del bacino è caratterizzata da una copertura boscosa o prativa e solo il 5% circa risulta urbanizzato. Le porzioni altimetricamente più elevate sono rappresentate dallo spartiacque Monte Falò – Monte Croce – Monte Palanzone, caratterizzato da rocce carbonatiche (interessate da strutture carsiche) affioranti o soggiacenti depositi di natura eluviale, mentre a quote inferiori prevalgono le ampie e potenti coperture moreniche Gli affluenti in sinistra idrografica al T. Rezzago drenano le acque di filtrazione dell’alto strutturale ove è situato il centro urbano; si tratta di impluvi morfologici impostati su versanti molto acclivi, intensamente vegetati o boscati, privi di circolazione idrica per lunghi periodi, in quanto buona parte delle acque meteoriche che cadono sul tessuto urbano, è raccolta dai sistemi di smaltimento delle acque bianche. Gli impluvi che drenano le acque come affluente destro del T. Rezzago nella sua parte di monte, sono caratterizzati da brevi decorsi e originano in corrispondenza del cambio di gradiente del versante. Si tratta di corsi d’acqua temporanei impostati su substrato tenero morenico, in condizioni di elevata acclività, talora bordano porzioni di scarpate esposte, ove la copertura glaciale affiora in pareti molto ripide e in condizioni d’instabilità. Pur essendo corsi d’acqua temporanei e di breve percorso possono tuttavia risultare apportatori di materiale al T. Rezzago in caso di eventi meteorici importanti incrementando significativamente la sua portata solida. Il Torrente Scei è affluente destro del torrente che origina a est del Monte Falò, a sua volta affluente del Fiume Lambro. Il corso d’acqua presenta circolazione idrica modesta, ma pressoché continua nell’anno; il decorso all’interno del territorio comunale di Rezzago è interamente compreso nella profonda valle a nord dell’abitato ed è caratterizzato da sponde a copertura boschiva comprese fra versanti moderatamente acclivi. L’alveo si sviluppa quasi interamente sulle coperture eluviali, solo a valle dell’attraversamento principale (strada carrozzabile per Rezzago), l’alveo è inciso in affioramenti di roccia calcarea stratificata. Il regime è principalmente deposizionale e non sono infrequenti accumuli di ciottoli e blocchi a fianco dell’alveo e lungo le sponde, comunque poco estesi lateralmente data l’acclività dei versanti; in particolare all’innesto con il piccolo impluvio che origina a valle della chiesa dei SS Cosma e Damiano che si verifica subito a monte dell’attraversamento.

Il suo bacino idrografico si estende per un’area di circa 0.9 km 2, per buona parte all’esterno del territorio comunale, e drena buona parte dell’abitato di Caglio. Il Torrente Balcon è impostato su spesse coltri moreniche costituite da materiali teneri e facilmente erodibili; questa peculiarità e l’acclività del versante unite alla presenza di massi erratici cristallini ha dato luogo a forme erosive particolari quali scarpate esposte di aspetto colonnare e funghi di terra a valle della carrozzabile per Enco.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 55 In questa zona, infatti, si verifica l’aumento della pendenza del versante sino all’innesto con il T. Rezzago; il corso d’acqua è molto energetico e alterna porzioni con sponde incise in erosione sui cui fianchi si impostano localmente aree di piccole frane e scivolamenti, e porzioni in deposito. Il suo bacino idrografico si estende per un’area di circa 0.3 km 2, interamente incluso all’interno del territorio comunale e rappresenta il drenaggio principale delle risorgive a valle del Dosso della Fornace. Gli impluvi della Valle Ruzinemi hanno caratteristiche simili a quelli della Valle Balcon, ma la rete drenante è più diffusa e lo smaltimento delle acque è garantito da tre impluvi principali a regime prevalentemente deposizionale nella parte alta ed erosivo in quella più acclive a valle di Enco. Il bacino idrografico si estende per un’area di circa 0.9 km 2, interamente incluso all’interno del territorio comunale e include i dreni delle emergenze sorgentizie poste a monte della zona di Enco. Il bacino idrografico delle Sorgenti dell’Acqua BonaBona si estende per un’area di circa 0.2 km 2, condiviso con il territorio comunale di Asso, in quanto l’impluvio principale costituisce linea di confine. Il corso d’acqua non presenta circolazione idrica se non occasionale, anche perché le sorgenti che lo alimentano sono captate a uso idropotabile sia per l’approvvigionamento idrico di Rezzago, sia per quello di Asso.

6.6.2. CCCONSUMO DELLA RISORSA EEE CAPTAZIONE DELLDELLDELL '''ACQUEDOTTO Il Comune di Rezzago provvede al reperimento delle proprie risorse idropotabili principalmente da un complesso di sorgenti ubicate nella zona montana del territorio comunale sul versante destro della Valle di Rezzago, nell'alta Valle dei Morti, che costituisce la costiera del Monte Croce di Pizzallo. Principalmente le sorgenti asservite all'acquedotto comunale sono localizzate in tre comparti: • complesso dell'Acqua Bona e di Morano, che costituisce la principale fonte di approvvigionamento idropotabile; • complesso di Mujacc; • complesso di Noset, collegate alla rete idropotabile e utilizzate generalmente per emergenza. Esse sono localizzate in maniera specifica da parte dello Studio Geologico, che è stato recepito all'interno del PGT.

6.6.3. BBBILANCIO IDRICO È necessario verificare che le previsioni del piano siano compatibili con l'utilizzo futuro delle risorse presenti, in particolare dal punto di vista del bilancio idrico. Questo paragrafo è stato desunto a partire dai dati di prelievo dall'acquedotto rilevati dalla centralina messa in funzione nel mese di giugno dell'anno in corso e da stime cautelative sul prelievo annuo. Fabbisogno idrico attuale : è dato dalla somma dei consumi idrici per uso civile e agricolo e delle perdite attraverso la rete (tabella 6.5). Si considera un numero medio di abitanti residenti pari a circa 300 e di popolazione fluttuante, concentrata nel periodo estivo, pari a 100; si ipotizza un fabbisogno idrico pro capite di 200 l/g. Si stima quindi un fabbisogno idrico complessivo pari a 24.000 m 3/anno, corrispondente a 65 m 3/giorno. Le perdite sono stimate cautelativamente nel 10% del fabbisogno idrico.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 56 Tabella 6.56.56.5:6.5 : Fabbisogno idrico attuale

(A)(A)(A)(B)(B)(B) (C)(C)(C) (D)(D)(D) Periodo Durata Fabbisogno pro- Popolazione Fabbisogno idrico capite per uso civile D=AxBxC Periodo invernale 273 200 l/g 300 16.380 m 3 (16/09-15/06) Periodo estivo 92 200 l/g 400 7.360 m 3 (16/06-15/09) Totale annuo 23.740 m 333/anno/anno/anno

Portate disponibili : la rete acquedottistica è alimentata dalle sorgenti di cui al § 6.6.2.; dai rilevamenti si può stimare una portata captata media nel periodo invernale pari a 200 m 3/giorno, nel periodo estivo pari a 250 m3/giorno (tabella 6.6).

Tabella 6.66.66.6:6.6 : Portate disponibili

(A)(A)(A)(B)(B)(B) (C)(C)(C) Periodo Durata Portata giornaliera Portata complessiva C=AxB Periodo invernale 273 200 m 3/g 54.600 m 3 (16/09-15/06) Periodo estivo 92 250 m 3/g 23.000 m 3 (16/06-15/09) Totale annuo 77.600 m 333/anno/anno/anno

Calcolo del bilancio : il bilancio idrico è dato dalla differenza tra le portate immesse nella rete e la somma tra i consumi della popolazione e le perdite. Bilancio idrico (l/s) = Q – p – c = 6,85 l/s Ove: QQQ = portate di esercizio delle captazioni:8,46 l/s ppp = perdite stimate (10%): 0,85 l/s ccc = consumo medio annuo: 0,75 l/s Le risorse idriche attualmente disponibili sono più che sufficienti per soddisfare le esigenze attuali del territorio comunale di Rezzago, con un bilancio attualmente positivo per una portata di 6,85 l/s. Considerato che il consumo giornaliero pro capite è stimato pari a 200 l/g, l'eccedenza del bilancio consente di prevedere che le risorse disponibili potranno soddisfare senza problemi le maggiori richieste discendenti dall'aumento previsto di abitanti, stimato in circa 30-35 unità, considerando anche le presenze turistiche.

6.7. SSSUOLOUOLOUOLO EEE SOTTOSUOLO Il territorio comunale è ricompreso, dal punto di vista geologico, nelle cosiddette “Prealpi Lariane”, appartenenti al dominio Sudalpino il cui assetto tettonico rappresenta il risultato delle deformazioni conseguenti al processo di raccorciamento crostale, che in più fasi ha caratterizzato lo sviluppo dell’orogenesi alpina.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 57 In tutta la Lombardia, il Sudalpino è geologicamente costituito dalla presenza di un basamento cristallino, affiorante principalmente lungo una fascia che si estende dall’Adamello al Lago Maggiore lungo l’intero bordo meridionale della Linea Insubrica, e da una potente successione sedimentaria avente un’età compresa tra il Carbonifero superiore e il Miocene. Nell’area del Triangolo Lariano, in particolare, affiorano solo rocce di copertura sedimentaria con un’età che va dal Trias superiore al Cretaceo superiore. Tutto questo settore è caratterizzato da pieghe debolmente vergenti verso SW con asse NW-SE, spesso ulteriormente scomposte da faglie e accavallamenti che diventano via via più importanti avvicinandosi al limite meridionale del Triangolo Lariano. L’intensità degli eventi deformativi, inoltre, cresce nella parte orientale dell’area, in prossimità dell’edificio a scaglie della Grigna. La zona di raccordo tra i due settori è in gran parte celata sotto il Lario Orientale. Gran parte dell’area del Triangolo Lariano fu ricoperta dai grandi ghiacciai pleistocenici che scendevano dalla Valtellina (Cevedale, Bernina, Disgrazia) e dalla Valchiavenna (monti della Valle Spluga e della Val Bregaglia), lasciando emergere solo le cime più alte. Pertanto tutta la zona è ammantata da significativi e diffusi depositi glaciali. Si hanno tracce di almeno tre invasioni glaciali, rispettivamente omologabili alle tre ultime tradizionali glaciazioni: Mindel, la più imponente, Riss, leggermente inferiore, Würm, di ancor minore estensione e potenza. In montagna normalmente si osserva: in alto, del morenico sparso, probabilmente attribuibile al Mindel, che a quota 900-1000 m è soggetto a una notevole demolizione da parte delle acque, tanto da presentarsi spesso sotto forma di massi sparsi, talora di dimensioni molto notevoli. A un livello di poco inferiore si allungano dei cordoni morenici, generalmente poco alterati; probabilmente rappresentano il Riss. Ancor più sotto si hanno quasi sempre, dei terrazzi costituiti di morenico o fluvioglaciale, generalmente fresco: siamo molto probabilmente nel Würm.

Figura 6.96.96.9:6.9 : Carta geologica schematica del Triangolo Lariano.Lariano. Anticlinali:1. Brunate-Cornizzolo-Rai; 3. BollettoBollettone-ne- Corni di Canzo-Morigallo. Sinclinali: ". Merma-AlpeTurati- Val Ravella. Da: G.Nangeroni, Appunti sulla geomorfologia del triangolo lariano, Atti Soc. It. Nat. e Museo Civ. St. Nat. Milano, Vol.110, 69, 1970.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 58 Il substrato litologico affiorante nell'area (figura 6.9) può essere generalmente ascritto, dal basso verso l’alto, a: • Dolomia principale (Norico). Essi sono calcari e calcari dolomitici generalmente ben stratificati, raramente massicci, ma con banchi di spessore notevole. Non affiorano nell’area comunale di Rezzago; • Calcare di Zu (Retico). Le formazioni sono costituite da calcari e calcari debolmente marnosi, a cui sono intercalate marne, argilliti marnose e argilliti nerastre. Sono affioranti e subaffioranti in varie località del territorio comunale, a ovest dell’abitato di Rezzago, lungo il Torrente Rezzago e nella parte bassa della Valle di Scei; • Dolomia a Conchodon (Lias inferiore – Retico superiore). Sono calcari e calcari dolomitici, a stratificazione indistinta o in grossi banchi, caratterizzati dai Conchodon, di dimensioni spesso molto notevoli. Questa formazione non affiora nell’area comunale di Rezzago; • calcare di Cedrina (Lias inferiore - Hettangiano). Esso è costituito da calcari oolitici, calcari dolomitici e calcari marnosi, inferiormente a stratificazione massiccia e superiormente con predominanza di calcari marnosi in strati sottili. Non affiora nell’area comunale; • Calcare di Moltrasio (Lias inferiore - Sinemuriano). È costituito da calcari selciferi intercalati a marne fogliettate e abbondante selce in liste e noduli, con stratificazione sottile e irregolare. Affiora a ovest dell’abitato di Rezzago, lungo il Torrente Rezzago e costituisce l’ossatura dei rilievi altimetricamente più elevati; • Maiolica (Barremiano inferiore – Neocomiano). È costituita da calcilutiti con stratificazione decimetrica, con noduli e talvolta sottili livelli di selce. All’interno si possono trovare corpi di franamento costituiti da Radiolariti, selci finemente stratificate di colore vinaceo; • Copertura Quaternaria. Essa è costituita da depositi di copertura superficiali di diversa origine: ◦ Depositi di versante, costituiti a accumuli detritici, generalmente monolitologici, formati da clasti spigolosi grossolani, di dimensione dal ciottolo al blocco, moderatamente selezionati, privi di matrice fine e talora con rozza stratificazione parallela al pendio; molto frequente la presenza di cemento calcareo; ◦ Depositi alluvionali, trasportati ed elaborati dalle acque correnti, costituiti da accumuli di blocchi, ciottoli e ghiaie più o meno arrotondati con locali lenti sabbiose; di spessore molto esiguo e con scarsa estensione areale; sono presenti lungo i principali alvei dei torrenti attuali (T. Rezzago, Valle di Scei); ◦ Depositi di origine glaciale, con granulometria fortemente eterogenea, composta da frazioni fini miste a blocchi e massi (di prevalente origine ignea-metamorfica). Occupano gran parte della conca del Rezzago, specie in destra idrografica, con spessori elevati e scarpate esposte di spessore metrico; ◦ Depositi pluvio-colluviali; strati di alterazione in posto della roccia, ad opera soprattutto della disgregazione fisico meccanica, cui concorrono principalmente i fattori climatici. Si sviluppa con una frammentazione in blocchi spigolosi che via via disfacendosi, ricoprono il versante con una coltre terrigena spesso vegetata. La coltre eluviale, nel comune, è presente nella parte montana e ammanta in modo discontinuo il substrato roccioso.

6.7.1. RRRISCHIO GEOLOGICO EEE IDROGEOLOGICO

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 59 Il territorio comunale presenta evidenze di alcuni dissesti, che non interessano comunque l'abitato; in particolare, nell'ambito dell'inventario dei fenomeni franosi della Lombardia, sono rilevate: • alcune frane lineari attive lungo la valle di Balcon e le incisioni circostanti; • aree franose, generalmente quiescenti, sia lungo la valle di Rezzago, a quote superiori ai 600 m s.l.m. e non interessanti l'abitato, nonché tra l'Alpe del Ginestrino e la cascina Enco; • aree soggette a crolli, franosità e sprofondamenti, generalmente attive, in particolare presso l'Alpe del Ginestrino, il Dosso Mattone e la Croce di Pizzallo. Sono stati inoltre rilevati alcuni dissesti interessanti la porzione sudoccidentale dell'abitato, nei pressi della Trattoria Belvedere. Tali evidenze sono state analizzate nell'ambito dello studio geologico di supporto al PGT, in cui è stata prodotta una cartografia del dissesto, distinguendo in carta: • Frane attive ◦ Scivolamenti rotazionali / traslativi; ◦ Crolli di masse lapidee o blocchi e ciottoli; ◦ Scollamenti superficiali della coltre detritica. • Frane quiescenti • Frane stabilizzate (attraverso interventi antropici di consolidamento) • Aree potenzialmente esposte a dissesto ◦ Per potenziale mobilitazione di masse terrigene; ◦ Per potenziale mobilitazione di masse lapidee. • Orli d’erosione accelerata: presenza di gradini morfologici e orli di terrazzi e scarpate in attiva erosione, lungo le quali si registrano distacchi localizzati di materiale roccioso o terrigeno; tali forme sono dovute all’azione prevalente o combinata della gravità, delle acque meteoriche e incanalate. ◦ Di altezza non superiore a 5 m; ◦ Di altezza superiore a 5 m. • Forme di soliflusso: Indica un lento movimento verso il basso della copertura eluviale e morenica; rappresenta il risultato di un insieme di movimenti parziali a opera della gravità, dell’azione delle acque circolanti nella copertura e all’azione del gelo e disgelo; • Piramidi d’erosione (funghi di terra) • Sorgenti di crollo • Frane non fedelmente cartografabili • Nicchie di frane relitte Si riporta in tabella 6.7 una sintesi dei dissesti analizzati e inseriti nella cartografia di cui sopra.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 60 Tabella 6.76.76.7:6.7 : Sintesi delle aree di dissesto nel territorio comcomunale.unale. Fonte dei dati: Studio geologico di supportosupporto al PGT

N.N.N.IFFIIFFIIFFI TIPOTIPOTIPO 363636 STATO 373737 MATERIALE XXXY X YYY 1 131157900 crollo attivo n.d. 516850 5078090 2 131157400 superficiale attivo suolo/detrito 516880 5078250 3 131539000 superficiale attivo suolo/detrito 517920 5078640 4 130098000 scivolamento quiescente suolo/detrito 518220 5078620 5 130098900 scivolamento quiescente suolo/detrito 518360 5078440 6 131165300 crollo attivo roccia 518090 5077570 7 131165700 crollo attivo roccia 518220 5077500 8 131162800 superficiale attivo suolo/detrito 518890 5077740 9 131159400 crollo attivo roccia 519400 5077800 10 131154500 crollo attivo ciottoli/blocchi 518840 5078640 11 131153500 crollo attivo ciottoli/blocchi 518880 5078710 12 131152900 crollo attivo ciottoli/blocchi 519010 5078790 13 no crollo attivo ciottoli/blocchi 518760 5078750 14 no superficiale attivo suolo/detrito 518890 5078755 15 no superficiale attivo suolo/detrito 518950 5078820 16 130095200 scivolamento attivo suolo/detrito 518590 5079000 17 130468000 crollo attivo ciottoli/blocchi 518600 5079060 18 130094000 scivolamento quiescente suolo/detrito 518580 5079100 19 130094800 scivolamento quiescente suolo/detrito 518800 5079030 20 130095300 scivolamento quiescente suolo/detrito 518850 5078990 21 130096200 scivolamento quiescente suolo/detrito 519020 5078890 22 130096700 scivolamento quiescente suolo/detrito 519210 5078810 23 no superficiale attivo suolo/detrito 519030 5079050 24 130094100 scivolamento quiescente suolo/detrito 519090 5078980 25 no superficiale stabilizzato suolo/detrito 519240 5079090 26 131152700 crollo attivo n.d. 519360 5078800 27 no superficiale attivo suolo/detrito 519400 5079480

6.7.2. AAAZZONAMENTO GEOLOGICO TECNICO DELDELDEL TERRITORIO Lo Studio Geologico ha contribuito all'azzonamento geologico-tecnico del territorio comunale; sono state distinte aree a diverso grado di rischio geologico o vincolate da normativa e suddivise in 3 classi di fattibilità, cartograficamente mappate nelle tavole allegate allo studio idrogeologico comunale, che ha analizzato anche la componente sismica:

36 Tipo: • crollocrollocrollo include i fenomeni franosi di crollo sia di masse lapidee e blocchi distaccatesi da pareti e fronti rocciosi, sia da crolli di blocchi e ciottoli da scarpate moreniche sub-verticali esposte; • scivolamento include le aree soggette a scivolamenti rotazionali o traslativi di masse detritiche o rocciose; • superficiale include le aree soggette a frane superficiali diffuse, dovute allo scollamento della coltre detritica più superficiale e del suolo. 37 Stato: • attivoattivoattivo:attivo dissesto in evoluzione o temporanea sospensione; • quiescentequiescente: dissesto quiescente (metastabile), in condizioni di potenziale riattivazione oppure dissesto di cui non si è determinato lo stato di stabilità o stabilizzazione, per mancanza di supplementi di studio e approfondimenti; • stabilizzatostabilizzato: dissesto stabilizzato con opere d’intervento attive o passive o dissesto relitto.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 61 • classe IV – Fattibilità con gravi limitazioni: alvei e solchi vallivi del torrente Rezzago e del torrente Scei, aree boschive montane a sud dell'abitato, eccettuati gli alpeggi; • classe III – Fattibilità con consistenti limitazioni: aree prativo-pascolive in prossimità degli alpeggi (Cassina Enco, Alpe del Ginestrino, ...), area del vecchio mulino presso il torrente Rezzago, area edificata a sud del paese, alcune aree meno acclivi in destra e sinistra idrografica del torrente Scei; • classe II – Fattibilità con modeste limitazioni: nucleo urbano e porzione a ovest dello stesso. Non vi sono porzioni territoriali ascrivibili alla classe I di fattibilità geologica.

6.7.3. PPPEDOLOGIA La tipologia pedologica prevalente è ascrivibile alle terre brune forestali in buona parte ancora ben conservate. Vi sono però zone dove hanno subito una degradazione più o meno elevata fino ad arrivare ai tipi lisciviati o podsolizzati per effetto di utilizzazioni eccessive del soprassuolo o di pascolo più o meno intenso. La profondità dei suoli è generalmente buona e in stretta correlazione con la cenosi vegetale che li ricopre, nonché con la presenza o assenza di copertura quaternaria. Quasi sempre si tratta di suoli abbastanza freschi, ben drenati e dotati di una sufficiente umidità. Nel complesso la fertilità potenziale è notevole, anche se non sempre è riscontrabile a livello del soprassuolo con lo sviluppo di elementi vegetali adeguato a questi substrati.

6.7.4. AAATTIVITÀ ESTRATTIVE Il Piano Cave provinciale attualmente vigente, approvato con d.c.r. 25 febbraio 2003, n. VII/728 38 , non individua nel territorio comunale ambiti territoriali estrattivi, cave di riserva ovvero giacimenti.

393939 6.8. BBBIODIVERSITÀ EEE PAESAGGIO Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) contribuisce alla programmazione regionale, in quanto costituisce il quadro di orientamento, sotto il profilo paesistico, delle politiche che hanno rilevanza territoriale, con particolare riguardo a quelle relative alle attività produttive e ai lavori pubblici. Esso tratta i temi relativi alle specificità paesistiche del territorio lombardo, alle sue articolazioni interne e definisce le strategie utili a conseguire gli obiettivi di tutela. Il territorio comunale situato a quote superiori a 800 m s.l.m., come cartografato nella Tavola 3 – Carta dei Vincoli, ricade in ambiti di elevata naturalitànaturalità, ovvero “ quei vasti ambiti nei quali la pressione antropica, intesa come insediamento stabile, prelievo di risorse o semplice presenza di edificazione, è storicamente limitata ”, disciplinati ai sensi dell'art. 17 del PTPR. In tali ambiti, la disciplina paesaggistica, ai sensi dell'art. 17, c. 2, “persegue i seguenti obiettivi generali: a) "recuperare e preservare l'alto grado di naturalità, tutelando le caratteristiche morfologiche e vegetazionali dei luoghi; b) recuperare e conservare il sistema dei segni delle trasformazioni storicamente operate dall'uomo;

38 Pubblicato in Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia , n. 16 del 15 aprile 2003, 1° s.s. 39 Fonti dei dati: Piano Territoriale Regionale

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 62 c) favorire e comunque non impedire né ostacolare tutte le azioni che attengono alla manutenzione del territorio, alla sicurezza e alle condizioni della vita quotidiana di coloro che vi risiedono e vi lavorano, alla produttività delle tradizionali attività agrosilvopastorali; d) promuovere forme di turismo sostenibile attraverso la fruizione rispettosa dell’ambiente; e) recuperare e valorizzare quegli elementi del paesaggio o quelle zone che in seguito a trasformazione provocate da esigenze economiche e sociali hanno subito un processo di degrado e abbandono.”

Il Piano Territoriale di Coordinamento della ProvinciaProvincia di Como specifica le unità tipologiche di paesaggio del PTPR in ulteriori sub-articolazioni territoriali: il Comune di Rezzago rientra quindi nell'unità tipologica di paesaggio n° 20 – Alta Valle del LambroLambro, che corrisponde alla fascia geografica c e rientra nelle unità tipologiche del PTPR D – paesaggi della montagna e delle dorsali ed E – paesaggi delle valli prealpine. In generale la tendenza in atto dal dopoguerra nell'unità di paesaggio, sebbene ancora contenuta, è stata quella dell'occupazione confusa e disarticolata delle superfici pianeggianti, con evidenti trasgressioni del paesaggio; inoltre sono evidenti dinamiche di colonizzazione delle radure e delle residue aree aperte da parte del bosco. Tra i landmarks a livello provinciale sono segnalati i funghi di terra di Rezzago. I principali elementi di criticità sono la semplificazione del paesaggio determinata dall'abbandono delle pratiche agricole e pastorali, l'abbandono di percorsi e manufatti storici, il dissesto idrogeologico diffuso e la presenza di impianti forestali estranei al contesto ecologico.

La Regione Lombardia aderisce al progetto di Conservazione del Patrimonio Geologico Nazionale anche attraverso la segnalazione delle “singolarità geologiche”, meglio conosciute come “geositi”. Con questo termine si intendono località, aree o territori di interesse geologico o geomorfologico di cui promuovere la conservazione. Con l'art. 22, c. 1 del PTPR, la Regione “ riconosce il valore paesaggistico dei geositi quali località, area o territorio dove sia possibile definire un interesse geologico o geomorfologico per la conservazione associabile ad un valore scientifico, ai fini della conservazione dei processi geologici in atto e/o nei termini dell’esemplarità didattica riferita alla dinamica del nostro pianeta, alla ricostruzione dell’evoluzione biologica e delle fluttuazioni climatiche durante il passato geologico, come alla costruzione della conformazione geomorfologica attuale e della percezione sociale consolidata di un territorio correlata alle sue specificità naturalistiche e geologiche ”. I Funghi di Terra di Rezzago sono riconosciuti come geositogeosito di interesse geomorfologicogeomorfologico, che, ai sensi dell'art. 22, c. 3, “ sono oggetto di attenta e specifica salvaguardia al fine di preservarne la specifica conformazione e connotazione. Sono pertanto da escludersi tutti gli interventi che possano alterarne o comprometterne l’integrità e la riconoscibilità causando sbancamenti o movimenti di terra significativi, introduzione di elementi di interferenza visuale, cancellazione dei caratteri specifici ”. Essi sono inoltre riconosciuti come Beni Ambientali ai sensi dell'art. 142 del D.Lgs. 42/2004.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 63 La Rete Ecologica Regionale (RER) è la modalità per il raggiungimento delle finalità previste in materia di biodiversità e servizi ecosistemici, a partire dalla Strategia di Sviluppo Sostenibile Europea (2006) e dalla Convenzione internazionale di Rio de Janeiro (5 giugno 1992) sulla diversità biologica. I principali obiettivi correlati alla definizione della Rete Ecologica ai diversi livelli sono: • il consolidamento e potenziamento di adeguati livelli di biodiversità vegetazionale e faunistica; • la realizzazione di nuovi ecosistemi o di corridoi ecologici funzionali all'efficienza della Rete, anche in risposta ad eventuali impatti e pressioni esterni; • la riqualificazione di biotopi di particolare interesse naturalistico; • la previsione di interventi di deframmentazione mediante opere di mitigazione e compensazione ambientale; • l'integrazione con il Sistema delle Aree Protette e l'individuazione delle direttrici di permeabilità verso il territorio esterno rispetto a queste ultime. Il documento “Rete Ecologica Regionale e programmazione territoriale degli enti locali” prevede che, per gli elementi di primo livello della RER, ovvero, sebbene come criterio ordinario sia da evitare l'inserimento nelle aree di trasformazione previste dai PGT, in casi di trasformazioni giudicate strategiche per esigenze territoriali l'autorità competente dei relativi procedimenti di VAS valuterà la necessità di applicare anche la Valutazione di Incidenza, al fine di considerare e, se del caso, di garantire il mantenimento della funzionalità globale. La Rete Ecologica Provinciale (REP) è, ai sensi dell'art. 11, c. 1, NTA del PTCP, “ elemento strutturale del sistema paesistico ambientale del PTCP e si compone di unità ecologiche la cui funzione è di consentire il flusso riproduttivo tra le popolazioni di organismi viventi che abitano il territorio, rallentando in tale modo i processi di estinzione locale, l'impoverimento degli ecomosaici e la riduzione della biodiversità ”. La classificazione ed estensione dei poligoni della REP può esser meglio precisata da parte degli strumenti urbanistici comunali (art. 11, c. 4), che ne devono motivare le modifiche sotto il profilo ambientale, garantendo comunque la coerenza con l'assetto strutturale e la funzionalità complessiva della rete ecologica (art. 11, c. 5). Il territorio comunale ricade, all'interno della Rete Ecologica Provinciale (figura 6.10), nelle seguenti aree: • elementi costitutivi fondamentali, che possono essere distinti in: ◦ ambiti a massima naturalità (MNA), per il territorio indicativamente situato a quote superiori ai 750 m s.l.m., definiti ai sensi dell'art. 17, c. 3 del PTPR come “Ambiti di elevata naturalità” e che comprendono “le aree di più elevata integrità ambientale del territorio provinciale montano ” (art. 11, c. 7, lett. a), p. 6), NTA-PTCP); ◦ aree sorgenti di biodiversità di primo livello (CAP), per il restante territorio situato esternamente al nucleo abitato. Esse sono “ aree generalmente di ampia estensione caratterizzate da elevati livelli di biodiversità, le quali fungono da nuclei primari di diffusione delle popolazioni di organismi viventi, destinate ad essere tutelate con massima attenzione e tali fa qualificarsi con carattere di priorità per l'istituzione o l'ampliamento di aree protette ” (art. 11, c. 7, lett. a), p. 1), NTA-PTCP); • aree urbanizzate esistenti e previste dai PRG vigenti.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 64 La Rete Ecologica Comunale (REC)(REC), definita dal Documento di Piano anche in corenza con i criteri per gli ambiti agricoli definiti all'interno degli strumenti operativi del Piano Territoriale Regionale ricomprende al suo interno le seguenti delineazioni cartografiche, riportate nelle Tavole 1 e 2: • zone agricole boschive, che ricalcano quanto delineato in sede di predisposizione della bozza del Piano di Indirizzo Forestale della Comunità Montana del Triangolo Lariano: • zone agricole di interesse prevalente, cartografate a partire dai dati reperiti dal Sistema Informativo Agricolo della Regione Lombardia, tenendo in considerazione il documento " Criteri e modalità per l'individuazione delle aree destinate all'attività agricola ai sensi dell'art. 15, comma 2, delle Norme Tecniche di Attuazione" del PTCP di Como; • zone agricole non di interesse prevalente.

Le linee guida redatte dalla Regione Lombardia descrivono dei criteri ed un percorso consigliato per la classificazione della sensibilità paesistica dei luoghi: in base a tali indicazioni ed in base alle scelte progettuali scaturite dalla lettura delle analisi svolte, si sono individuate le varie classi sul territorio, che ricalcano in gran parte le delineazioni determinate dalla cartografia dei vincoli. Gli elementi la cui presenza ha influenzato la classificazione di sensibilità paesistica proposta sono i seguenti:

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 65 • elementi puntuali caratterizzanti il paesaggio storico culturale (immobili di pregio, luoghi di riconoscimento della collettività, luoghi di devozione religiosa); • aree coltivate caratterizzate da forme di antropizzazione colturale di origine storica, dall’elevato valore storico-culturale e vedutistico; • elementi geo-morfologici naturali, aree montane, boschi e prati; • attenzione alla salvaguardia di spazi inedificati di cesura tra le aree urbanizzate. In base alle indicazioni delle Linee guida per l’esame paesistico dei progetti (d.g.r. 11045/2002 ), per il territorio comunale di Rezzago sono state individuate le seguenti classi di sensibilità paesistica: • classe 5 - sensibilità paesistica molto alta, per le seguenti aree ◦ castagneto soggetto a jus plantandi , luogo di riconoscimento della collettività e area coltivata caratterizzata da forma di antropizzazione colturale di origine storica; ◦ punto panoramico del Monte Barzaghino; ◦ funghi di terra, elemento geo-morfologico di interesse sovracomunale; ◦ Chiesa dei Ss. Cosma e Damiano e area limitrofa, ricadente nell'area di vincolo cimiteriale, in quanto di notevole interesse vedutistico anche da valle; ◦ Chiesa di Santa Maria Nascente; ◦ resti della struttura fortificata denominata "Castello di Rezzago" e area ad essa prospicente, recante resti della cinta muraria; • classe 4 - sensibilità paesistica alta: ◦ aree boscate e agricole esterne al centro abitato; ◦ nucleo di antica formazione; ◦ Chiesa dellla Valle dei Morti e territorio circostante; • classe 2 - sensibilità paesistica bassa: ◦ ambiti di tessuto urbano consolidato, in particolare in considerazione degli elementi contrastanti con il contesto edilizio del centro cittadino.

6.9. RRRAPPORTO CONCONCON III SITISITISITI R ETEETEETE N ATURA 2000 Ai sensi della Direttiva 92/43/CEE, del d.p.r. 357/97 e s.m.i. e della d.g.r. 14106/2003, è previsto che i piani e i programmi che vanno a interessare (direttamente o indirettamente) aree ricadenti in Siti Natura 2000 siano sottoposti a procedura di Valutazione di Incidenza. Questa costituisce il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi progetto, intervento o atto pianificatorio che possa avere effetti significativi su un'area della Rete Natura 2000, al fine di salvaguardarne l'integrità attraverso un'analisi preliminare delle ricadute che attività e previsioni potrebbero avere condizionando l'equilibrio ambientale che le contraddistingue. Non sono presenti Siti di Importanza Comunitaria (SIC) ovvero Zone di Protezione Speciale (ZPS) sul territorio comunale o in aree limitrofe, quindi non si ritiene che il piano possa interessare tali Siti. Non è quindi necessario procedere al correlato Studio di Incidenza.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 66 6.10. UUUSOSOSO DELDELDEL SUOLO Rifacendosi alla classificazione, essenzialmente climatica, proposta da Mair-Pavari, il territorio rientra in gran parte nella fascia del 'Castanetum'. Tale zona è indicativamente compresa tra il fondovalle e la quota, variabile a seconda dell'esposizione, degli 800-1.100 m s.l.m. Al di sopra di questa quota si trova l'area del 'Fagetum', che si estende fino alle quote più elevate. Il territorio comunale conserva per la gran parte i suoi caratteri di spiccata naturalità; i boschi coprono una superficie di 329 ha (pari all'86% del territorio comunale), mentre i prati permanenti, a uso agricolo, circa 40 ha (pari al 10%). Il territorio urbanizzato è localizzato in circa 14 ha, pari a meno del 4% del territorio comunale.

Di notevole interesse, sia storico-culturale sia paesaggistico, è la gestione del castagneto produttivo. La “Selva di Rezzago”, posta a quota media di 780 metri sul livello del mare, è caratterizzata infatti dal permanere di un diritto piantivo di antica origine, che permette agli abitanti di Rezzago di possedere e coltivare alberi sul terreno comunale. Secondo il vigente Piano di Assestamento Forestale, questo diritto rientra tra gli usi civici ed è riconducibile allo jus plantandi , una forma d'uso probabilmente preromana che prevede la distinzione tra la proprietà pubblica del suolo e quella privata degli alberi. In pratica lo jus plantandi consente al privato di possedere, ovvero di piantare, innestare, tagliare, ereditare e di godere dei prodotti di alberi collocati sulle terre comunali. Esso è stato per secoli una forma di sfruttamento del suolo, attraverso cui si sono conciliate le contrastanti esigenze dal pascolo e dell'arboricoltura e s'è favorita la diffusione di specie arboree pregiate. Ciononostante la vigente normativa sugli usi civici, pur riconoscendo la formale esistenza dell'istituto, attraverso il pagamento di un canone al comune, ne ha di fatto decretato la cessazione, introducendo il divieto di sostituire gli alberi. A Rezzago, dal 1934 un decreto del commissariato regionale agli usi civici vieta ai privati la sostituzione di ciò che resta dei 2.346 alberi, allora censiti sulle terre comuni. In coerenza con il dettato normativo, ma anche in forza delle antiche consuetudini, il Comune di Rezzago decideva nel 1984 di fissare un canone annuo di lire 200 (ora pari a € 0,10) per ogni albero presente sul suolo comunale e di utilizzare tali proventi per l'impianto o l'innesto di nuovi castagni in sostituzione di quelli tagliati e morti.

6.11. AAATTIVITÀ PRODUTTIVE , A, A REEREEREE POTENZIALMENTE INSALUBRI EEE RISCHI CONNESSI Sul territorio del Comune non sono individuati i siti produttivi che rientrano nella categoria AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) ai sensi della Dir. 96/61/CE “Direttiva IPPC” (Integrated Pollution Prevention & Control). Inoltre non sono presenti attività industriali inquadrate come a Rischio di Incidente Rilevante ai sensi dell'art. 15, c. 4 del D.Lgs. 334/1999 e s.m.i. Non sono infine presenti aree con potenziale insalubrità del suolo, quali aree con abbandono di rifiuti, discariche o aree in cui si sono verificati sversamenti di sostanze pericolose, nonché aree degradate o dismesse che necessitino di attuare modalità di intervento sulla base delle procedure indicate dall'art. 97 bis della l.r. 12/2005 e s.m.i.

404040 6.12. RRRIFIUTI

40 Fonte dei dati: Osservatorio Provinciale sui Rifiuti, Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Urbani

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 67 La raccolta di rifiuti del Comune di Rezzago è gestita in forma associata dalla Comunità Montana del Triangolo Lariano; non è presente una piazzola autorizzata, facendo riferimento alla piazzola sovracomunale sita in Comune di Canzo. Nel 2008 i rifiuti prodotti nel Comune di Rezzago (tabella 6.8) erano pari a 174 t, pari a 1,57 kg/abitante·giorno (superiore alla media provinciale, che si attestava su 1,31 kg/abitante·giorno), dei quali 53 t provenienti da raccolta differenziata, pari al 30,4% (inferiore alla media provinciale, del 48,2%). Nel 2009, la produzione di rifiuti pro capite ha subito una diminuzione, con una produzione di 1,37 kg/abitante·giorno, di cui il 33,0 % provenienti da raccolta differenziata; sebbene tali valori siano inferiori alla media provinciale e agli obiettivi normativi, si può ipotizzare un progressivo allineamento nella produzione dei rifiuti e nella loro valorizzazione (attraverso la raccolta differenziata, che ne permette il recupero di materia e di energia) rispetto alla media provinciale. La produzione di rifiuti pro capite si è ridotta anche nel corso dell'ultimo biennio, con una produzione di 1,23 kg/abitante·giorno nel 2011; si mantiene sostanzialmente stabile invece la percentuale di raccolta differenziata, pari al 31,2%. Si osserva comunque (tabella 6.9) come le percentuali di raccolta differenziata siano molto variabili all'interno della Comunità Montana, sia come valori totali sia nel diverso peso delle frazioni destinate al recupero. Il Comune di Rezzago, in cui non è attivata la raccolta di alluminio, organico e tessuti, ha una buona differenziazione della raccolta di carta e cartone e del vetro, mentre il verde è raccolto solo in minima parte. Tali indicazioni fanno valutare come poco rilevante la metodologia di raccolta, in quanto il vetro, come la plastica, sono raccolti tramite campane, mentre carta e cartone sono raccolte “porta a porta”.

Tabella 6.86.86.8:6.8 : Raccolta dei rifiuti urbani nell'anno 2008. ElaboElaborazionerazione da Osservatorio Provinciale Rifiuti.

Quantità (t) Quantità pro capite (kg/ab(kg/ab·y·y·y·y))))Percentuale sul totale (%)

Raccolta dei rifiuti urbani indifferenziati RSU 95 0,86 54,6% Raccolta dei rifiuti ingombranti RSUI 26 0,24 15,0% Rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade 0 0 0,0%

Il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti prevede l'intero territorio comunale come area potenzialmente escludente per nuovi impianti e per ampliamenti , ovvero territorio in cui insistono i vincoli e i fattori ambientali che, in base ai disposti della d.g.r. 13 febbraio 2008, n. 8/6581, escludono la possibilità di realizzare o ampliare gli impianti di trattamento dei rifiuti. Non è presente inoltre alcuna attività di trattamento per recupero e smaltimento dei rifiuti.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 68 TaTaTabellaTa bella 6.96.96.9:6.9 : Raccolta differenziata nell'anno 2009. ElaborazioElaborazionene da Osservatorio Provinciale Rifiuti.

Percentuale di Percentuale sul totale della raccolta di frazioni destinate al recupero Comune raccolta carta e alluminio materiali ferrosi legnolegnolegno organico plastica tessuti verdeverdeverde vetrovetrovetro altrealtrealtre differenziata cartone Asso 34,0% 0,0% 0,0% 7,5% 4,7% 0,0% 3,6% 0,0% 8,4% 8,8% 1,0% Caglio 28,2% 0,0% 0,1% 6,6% 0,2% 0,0% 2,1% 0,0% 6,3% 10,8% 1,3% Canzo 42,5% 0,0% 2,7% 10,2% 4,9% 0,0% 3,4% 0,0% 12,0% 7,2% 1,2% Caslino d'Erba 46,8% 0,0% 3,0% 10,6% 5,4% 0,0% 4,4% 0,0% 12,0% 9,1% 1,1%

Castelmarte 47,0% 0,0% 11,2% 3,1% 5,6% 0,0% 4,6% 0,0% 12,5% 7,5% 1,2% Lasnigo 41,8% 0,2% 13,8% 0,6% 0,0% 7,7% 3,4% 0,4% 0,0% 11,3% 3,1% Rezzago 33,0% 0,0% 7,6% 0,2% 0,4% 0,0% 2,8% 0,0% 0,9% 20,1% 0,3% Sormano 32,8% 0,0% 4,3% 0,2% 0,4% 0,0% 2,3% 0,0% 8,5% 15,5% 0,4%

Comunità Montana 39,8% 0,0% 6,7% 4,9% 2,9% 1,3% 3,7% 0,1% 7,6% 10,2% 1,6%

Provincia 40,7%40,7%40,7% 0,1%0,1%0,1% 7,4%7,4%7,4% 3,8%3,8%3,8% 3,0%3,0%3,0% 3,5%3,5%3,5% 3,1%3,1%3,1% 0,3%0,3%0,3% 8,2%8,2%8,2% 9,7%9,7%9,7% 1,0%1,0%1,0%

6.13. RRRUMORE Dal punto di vista del clima acustico, il territorio comunale è destinato a uso prevalentemente residenziale, non presentando infatti aree interessate da insediamenti industriali. Dal Piano di Zonizzazione Acustica, elaborato in concomitanza con il PGT e adottato il 20 settembre 2012, si rileva che il territorio comunale è ricompreso in classe I, per le aree adiacenti alla chiesa di Ss. Maria Nascente e di Ss. Cosma e Damiano, in classe II, per le aree agricolo-forestali, e in classe III, per il nucleo urbano; l'area ricompresa in classe IV è correlata alla presenza della strada provinciale.

6.14. RRRETIETIETI TECNOLOGICHE

6.14.1. RRRETEETEETE FOGNARIA L'allacciamento in fognatura è stato completato per il 97% degli edifici e presenta parziale separazione del collettamento delle acque piovane dalle acque reflue collettate in rete fognaria. La rete fognaria colletta all'impianto di Merone, realizzato nel 1985, che presenta una potenzialità di progetto di 120.000 abitanti equivalenti e tratta una portata di reflui pari alla potenzialità 41 ; esso, come segnalato da ARPA Como, presenta problemi allo sfioratore di emergenza a causa della quantità di acque estranee e delle acque piovane allontanate nelle reti comunali. Il Comune di Rezzago prevede nei prossimi anni di effettuare il completamento della separazione delle acque piovane dalle acque nere.

6.14.2. IIINQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO Nel territorio comunale non sono presenti centrali ad alta tensione (figura 6.11); l'elettrodotto a media tensione, inferiore a 132 kV, termina in località Cassina Enco, come cartografato nella Tavola 3 – Carta dei Vincoli. Sono invece presenti, presso la Croce di Pizzallo, alcune antenne di trasmissione radio, televisione e telefonia (figura 6.12), come riportato nella Tavola dei Vincoli, che identifica inoltre la porzione della fascia di rispetto relativa al territorio comunale.

41 Autorità dell’Ambito Territoriale Ottimale della Provincia di Como: Piano di Ambito .

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 69 Figura 6.116.116.11:6.11 : Centrali ed elettrodotti nel territorio provinciaprovincialele (Fonti: EDISON Rete, ENEL Distribuzione, TERNATERNA – Relazione PTCP) La Regione Lombardia, con la l.r. 11/2001, recante “Norme sulla protezione ambientale dall'esposizione a campi elettromagnetici indotti da impianti fissi per le telecomunicazioni e per la radiotelevisione”, ha disciplinato le procedure di autorizzazione per l'installazione degli impianti fissi per le telecomunicazioni e la radiotelevisione, con l'obiettivo di garantirne la conformità ai limiti di campo elettromagnetico, fissati dal d.p.c.m. 8 luglio 2003, ed ha stabilito i criteri per la localizzazione degli impianti stessi al fine di minimizzarne l'impatto, sia dal punto di vista dell'esposizione ai campi elettromagnetici, sia con riferimento al contesto urbanistico. Essa, recependo la l. 36/2001, disciplina inoltre il risanamento degli impianti esistenti, da attuarsi secondo le indicazioni di un Piano regionale o, al di fuori di questo, in adempimento alle prescrizioni disposte dai Comuni competenti.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 70 Figura 6.126.126.12:6.12 : Antenne e ripetitori per tipologia (Fonte: ARPAARPA - Relazione PTCP)

Le misurazioni svolte dall'ARPA evidenziano il superamento dei limiti di campo elettromagnetico fissati dal d.p.c.m. 8 luglio 2003 in corrispondenza di un numero limitato di aree comprese nel territorio regionale, esterne all'area in indagine, in particolare per effetto delle emissioni prodotte dagli impianti per la radiotelevisione. Non sono stati rilevati invece contributi al superamento dei limiti relativamente agli impianti di telefonia mobile, la cui capillare diffusione ha destato la preoccupazione della popolazione rispetto ai possibili effetti derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici prodotti da tali impianti.

6.15. RRRADIAZIONI IONIZZANTI La radioattività è una componente naturale dell'ambiente a cui tutti gli esseri viventi sono esposti; la contaminazione radioattiva, invece, è l'immissione nell'ambiente di sostanze radioattive artificiali utilizzate dall'uomo, connesse con lo sviluppo di tecnologie. Tra le diverse fonti di radiazione ionizzante, quella che contribuisce maggiormente è la radioattività naturale (fondo naturale di radiazione). Può essere presente nelle rocce, nei minerali, nelle acque ed è variabile da luogo a luogo; ne consegue che alcuni materiali da costruzione possono essere sorgenti di radioattività ambientale. La contaminazione radioattiva nell’ambiente può avvenire anche attraverso sostanze artificiali per diversi tipi d’uso dell’uomo, ad esempio diagnostica in medicina, in geologia, in archeologia e altri usi. La radiocontaminazione dell’atmosfera è il primo segnale della dispersione nell’ambiente dei radionuclidi artificiali, come può avvenire in caso di incidenti rilevanti. Con d.lgs. 230/95 e s.m.i, la normativa italiana considera le problematiche connesse all’esposizione al radon negli ambienti di lavoro, negli asili e nelle scuole dell’obbligo, ma non nelle abitazioni. Il riferimento per queste ultime è dettato dalla raccomandazione dell’UE 90/143/Euratom che indica i valori oltre i quali intraprendere

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 71 provvedimenti, cioè pari a 400 Bq/m 3 (Bequerel al metro cubo) per le abitazioni esistenti e di 200 Bq/m 3 per le nuove edificazioni. Il rapporto sullo stato dell’ambiente di ARPA 2007 individua una griglia a maglia irregolare che indica la quantità di radon rilevata in Bq/m 3, dalla quale si desume una concentrazione media inferiore ai 100 Bq/m 3 nel territorio comunale.

6.16. IIINQUINAMENTO LUMINOSO Il Comune di Rezzago è situato, ai sensi della d.g.r. 2661/2000, all'interno della fascia di rispetto dei seguenti osservatori astronomici: • Osservatorio Astronomico Brera di Merate (LC) – 25 km; • Osservatorio Astronomico di Sormano – 15 km. A tal proposito, è obbligatoria la rispondenza delle sorgenti di luce ai criteri della l.r. 17/2000, in maniera tale da ridurre l'inquinamento luminoso; non è stato ad oggi adottato il piano di illuminazione ai sensi della suddetta norma.

6.17. SSSINTESI DELDELDEL Q UADRO C ONOSCITIVO Nella tabella 6.10 si propone una sintesi del quadro conoscitivo, che sarà approfondito e confrontato con le scelte di piano all'interno della procedura di Valutazione Ambientale Strategica.

Tabella 6.106.106.10:6.10 : Sintesi del Quadro Conoscitivo

Componente Stato attuale TrendTrendTrend Criticità Potenzialità ambientale Atmosfera Gli apporti più significativi alle emissioni La non densa urbanizzazione del in atmosfera sono correlati alla territorio, l'altitudine, il patrimonio + 0 combustione non industriale di legna e forestale e la scarsa intensità di traffico similari, al trasporto su strada e alle sono fattori che favoriscono una buona emissioni da fonti agroforestali. qualità dell'aria. Acque superficiali e Alcuni dissesti localizzati in sotterranee corrispondenza degli impluvi, connessi all'elevata acclività dei versanti nonché 0 0 ad una scarsa gestione del patrimonio forestale, possono interessare sia la copertura sia l'ammasso roccioso. Suolo e sottosuolo Il territorio comunale presenta evidenze I "Funghi di Rezzago" costituiscono di alcuni dissesti, che non interessano un'emergenza geologica di comunque l'abitato; in particolare sono fondamentale interesse a livello anche 0 0 rilevate alcune frane lineari attive, aree turistico-fruitivo. franose, generalmente quiescenti, e aree soggette a crolli, franosità e sprofondamenti, generalmente attive. Biodiversità e Il territorio comunale rientra quasi in toto La gestione del castagneto è un paesaggio in un'area di rilevanza ecologica. elemento di diversificazione territoriale, nonché di interesse storico-culturale e + 0 paesaggistico. Il territorio comunale rientra quasi in toto in un'area di rilevanza ecologica. Patrimonio culturale Il territorio si contraddistingue per un ben Il territorio si contraddistingue per un ben conservato nucleo storico. Sono inoltre conservato nucleo storico. Sono inoltre + 0 presenti alcuni edifici religiosi di presenti alcuni edifici religiosi di interesse artistico. interesse artistico. Aspetti socio- + 0 Il comune presenta saldo demografico Il comune presenta saldo demografico demografici- negativo. negativo.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 72 economici Le attività economiche presenti sono Le attività economiche presenti, sebbene scarsamente rappresentative a livello scarsamente rappresentative a livello numerico. numerico, possono essere attrattive dal punto di vista turistico. Agenti fisici Sono presenti alcune antenne per la Il comune è all'interno della fascia di telefonia, la radio e la televisione. rispetto per l'inquinamento luminoso di 0 0 Non si riscontrano problematiche alcuni osservatori astronomici. correlate alla presenza di radon indoor

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 73 7. CCCONFRONTO EEE SELEZIONE DELLE ALTERNATIVE

Nel Documento di Piano sono presentate le azioni di piano e, per ciascuna di esse, sono prese in considerazione le possibili alternative, considerando sempre la "alternativa zero", ovvere la possibile "evoluzione senza attuazione del PGT".

7.1. VVVALUTAZIONE DELLA "A LTERNATIVA ZEROZEROZERO """ La valutazione della possibile "Alternativa zero", ovvero l'evoluzione senza l'attuazione del PGT, si basa sulla considerazione delle previsioni del precedente strumento urbanistico, ovvero il Piano Regolatore Generale (PRG). Nel caso specifico del Comune di Rezzago, il Piano Regolatore Generale è stato: • adottato con delibera del consiglio comunale n. 16 del 7 luglio 1997, • approvato con delibera del consiglio comunale n. 30 del 21 ottobre 1997, • approvato dalla giunta regionale con delibera n. 35352 del 26 marzo 1998. Esso prevedeva: • la conservazione dei tipi architettonici tradizionali ovvero il mantenimento di elementi di particolare pregio, senza l'intervento di piani particolareggiati e di recupero, non giustificabili a causa del notevole frazionamento delle proprietà, privilegiando quindi la libera iniziativa e gli interventi limitati; • il recupero architettonico e ambientale, incentivato dalla possibilità di ridotti incrementi volumetrici degli edifici esistenti; • la possibilità di ristrutturare ed adeguare l'edificio adibito a casa di riposo e preghiera per religiose situate in zona B1, ovvero l'assoggettamento a piano di recupero se tale destinazione d'uso non sia mantenuta; • due zone C di espansione, assoggettate a Piani di Lottizzazione (PL), nel cui ambito dovevano essere reperiti almeno 6 m 3 per abitante teorico insediabile da destinare a parcheggio, prevedendo la possibile monetizzazione della restante superficie necessaria a soddisfare gli standards di legge; • la suddivisione della zona agricola in due parti, di cui la prima destinata ad accogliere gli insediamenti, la seconda riservata al pascolo, alla forestazione e alla coltivazione, nella quale gli edifici potevano essere oggetto solo di interventi di manutenzione; • la possibilità di installazione di nuovi ripetitori televisivi in area F2, in prossimità di quelli già installati; • l'individuazione in area F3 dei Funghi di Terra; • l'individuazione di percorsi pedonali finalizzati alla mobilità interna al paese, ovvero alla salvaguardia e mantenimento delle “passeggiate” in montagna; • la costruzione di parcheggi e di aree a parco nei pressi del complesso della chiesa dei SS. Cosma e Damiano, nonché l'ampliamento del parcheggio sito vicino al palazzo municipale. Le zone di espansione sono state realizzate per circa la metà, per cui ancora circa 2.000 m 2 sono liberi da edificazione; si prevede quindi in “Alternativa Zero” che avvenga il completamento – nel medio termine – del Piano di Lottizzazione previsto.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 74 Sono stati costruiti i parcheggi in piazza De Mattia, in prossimità del palazzo municipale, per complessivi 7 posti auto, e all'incrocio di via per Caglio, per 15 posti auto. Il recupero architettonico degli edifici esistenti si attesta su circa 2.500 m 3, a cui si sommano 500 m 3 circa derivanti dal recupero dei sottotetti.

L'”Alternativa Zero” prevede il completamento del Piano di Lottizzazione non ancora attuato, per una superficie complessiva di 7.760 m 2, già ricompreso nell'area urbanizzata ai sensi del precedente PRG, per un incremento pari a 31 abitanti. Prevede inoltre il recupero architettonico di alcuni degli edifici del centro storico, analogamente a quanto rilevato nel corso degli anni di vigenza del Piano. Si avrà inoltre il possibile completamento delle altre previsioni del piano, tra cui la sistemazione dell'area prospiciente la chiesa dei SS. Cosma e Damiano.

7.2. IIILLUSTRAZIONE DELLE AZIONI DIDIDI PIANO Nel seguente paragrafo sono brevemente illustrate le azioni di piano e le valutazioni che hanno portato alla definizione e validazione delle stesse. Le azioni di piano previste sono le seguenti: 1.Definizione di due ambiti di trasformazione, mantenmantenendoendo trasformabili le aree così definite dal PRG vivigentegente.gente Il PRG vigente aveva previsto la realizzazione di due comparti edilizi, come anzidetto realizzati solo in parte attraverso lo strumento dei piani di lottizzazione. Si prevede quindi la possibilità edificatoria nelal restante superficie. Si prevede quindi la realizzazione di due ambiti di trasformazione, il primo dei quali (AT1AT1AT1AT1) di superficie pari a 4.660 m 2, su cui si prevede la realizzazione di una volumetria di 3.728 m 3, il secondo (AT2AT2AT2AT2), che ricomprende in toto l'area su cui era previsto, dal previgente PRG, un piano di lottizzazione che è a tuttoggi non realizzato, di superficie pari a 7.760 m 2, su cui si prevede la realizzazione di una volumetria di 6.208 m 3. Su tali ambiti si prevede l'edificazione con altezza massima di 2 piani, di cui il secondo mansardato, più un piano interrato. Tali ambiti sono adiacenti a aree già edificate e asservite da urbanizzazioni e permetterebbero comunque il mantenimento di un tessuto urbano compatto. Confrontando tali dati con quanto disciplinato nelle NTA del PTCP, art. 38: area territoriale 3.848.100,00 mq area urbanizzata 157.183,90 mq, pari al 4,08% dell'area territoriale area disponibile ai sensi del PTCP 9.431,034 mq, pari al 6% dell'area urbanizzata area utilizzata dal PGT 4.656,00 mq, pari al 2,96% dell'area urbanizzata (non sono computate le aree in AT2 in quanto già edificabili ai sensi del previgente PRG) Il PGT intende quindi utilizzare a fini edificatori la metà di quanto disciplinato ai sensi del PTCP, anche in considerazione di quanto è stato realizzato nel corso della vigenza del PRG. Tale azione di piano porterà a un aumento del carico insediativo teorico totale pari a 56 abitanti, di cui 25 imputabili all'A.T.R. 1 e 31 imputabili all'A.T.R. 2. Tale incremento sarà difficilmente raggiunto nel periodo di vigenza del piano, per due motivi complementari: in primo luogo, il carico insediativo teorico è stato

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 75 calcolato attribuendo a ogni abitante una volumetria teorica pari a 150 m 3, inferiore a quella disponibile per ciasucno dei residenti nel territorio comunale; si prevede inoltre che gli ambiti selezionati siano solo in parte realizzati, anche in considerazione dell'andamento edificatorio degli anni precedenti e del trend generale in corso. La scelta pianificatoria è quindi giustificata dall'identificazione di alcune aree in cui si possano concentrare le nuove costruzioni, permettendo la dotazione infrastrutturale delle aree stesse. Nella selezione di tali ambiti di trasformazione si è considerato che tutte le aree non edificate risultano ricomprese all'interno delle aree sorgenti di biodiversità di primo livello della REP; si è proceduto quindi alla scelta sulla base dei seguenti criteri: • proprietà comunale delle aree, che permette un maggiore potere negoziale da parte dell'amministrazione; • possibilità edificatoria su aree già in ambito di completamento nel PRG previgente; • limitati vincoli di tipo paesaggistico, geologico o di utilizzo del suolo; • prossimità ad aree già asservite da urbanizzazioni. 2.Salvaguardia delle aree agricole, limitando ove pospossibilesibile l'edificazione nelle stesse. La salvaguardia paesaggistica del territorio comunale, che ha riflessi sulla possibilità fruitiva e turistica del territorio, giustifica la limitazione delle possibilità edificatorie all'interno delle aree agricole ai soli comparti di maggiori dimensioni, in modo da localizzare gli edifici accessori alle attività agricole in posizioni più consone alla sensibilità paesistica dei luoghi. In particolare, nelle aree agricole, disciplinate dall'articolo 20 del Piano delle Regole, "sono ammesse esclusivamente le opere realizzate in funzione della conduzione del fondo e destinate alle residenze dell'imprenditore agricolo e dei dipendenti dell'azienda, nonché alle attrezzature e infrastrutture produttive necessarie per lo svolgimento delle attività di cui all’articolo 2135 del Codice Civile ". Per permettere una migliore integrazione paesaggistica, gli interventi in queste zone " dovranno essere sottoposti al preliminare parere della Commissione del Paesaggio ". 3.Definizione dei criteri di intervento per la colloccollocazioneazione paesaggistica degli edifici, da utilizzare nnell'ambitoell'ambito della commissione edilizia. Anche questa azione trova giustificazione nella salvaguardia del territorio comunale dal punto di vista dell'unitarietà percettiva e paesaggistica dello stesso. Non essendo il nucleo edificato, se non per episodi isolati, soggetto a parere paesaggistico, è necessario che la commissione edilizia si faccia portavoce di tali esigenze in tutti gli interventi edificatori, che interessino edifici nuovi ovvero esistenti. Nel nucleo di antica formazione (art. 16 PdR) " sono ammessi gli interventi non distruttivi del bene e dei suoi elementi, nel rispetto dei caratteri formali e delle tecniche costruttive tradizionali (tipologia, materiali e dettagli costruttivi equivalenti a quelli del nucleo originario) allo scopo di non alterare l’equilibrio del complesso e la sua struttura: è ammessa la chiusura di loggiati mediante interventi che non ne snaturino le caratteristiche architettoniche e tipologiche. Gli interventi devono tendere al recupero qualitativo delle facciate in pietra a vista e all’eliminazione delle superfetazioni prive di valore storico-ambientale ".

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 76 Negli ambiti di tessuto urbano consolidato e di trasformazione (artt. 17-18 PdR), " gli interventi di nuova edificazione dovranno essere eseguiti nel rispetto dei caratteri formali e delle tecniche costruttive tradizionali (tipologia, materiali e dettagli costruttivi equivalenti a quelli del nucleo originario) allo scopo di non alterare l’equilibrio del complesso e la sua struttura. Sono da privilegiarsi materiali quali la pietra naturale e il legno, evitando l’utilizzo di alluminio e di materiali non compatibili con il contesto ". 4.Stimolo agli interventi di riqualificazione degli eedificidifici che presentano elementi di contrasto paesaggpaesaggistico.istico. L'esigenza sopra riportata, di mantenimento dell'unitarietà paesaggistica del territorio, si esplica anche nell'azione di stimolo agli interventi di riqualificazione edilizia, soprattutto in riferimento a quegli elementi in contrasto con il contesto del tessuto urbano. Tale obiettivo sarà perseguito tramite programmi integrati di intervento di cui all'art. 14 PdR, predisposti in attuazione della l. 179/1992 e della l.r. 12/2005. 5.Mantenimento all'interno del Tessuto Urbano ConsoliConsolidatodato degli edifici artigianali. Come accennato nel § 6.2.2., nel territorio comunale sono presenti alcune attività di tipo artigianale ovvero ricettivo. È stato scelto, da parte dell'amministrazione comunale, di non segnalare in maniera puntuale, all'interno del PGT, la localizzazione delle attività di tipo artigianale, in considerazione anche delle scarse emissioni da parte delle stesse, che possono essere comparabili con quelle degli edifici abitativi. 6.Riqualificazione dell'area in prossimità della chiechiesasa dei Santi Cosma e Damiano. L'amministrazione ha ritenuto opportuno prevedere nuovamente la possibilità di riqualificare l'area prospiciente la chiesa dei SS. Cosma e Damiano, attraverso la sistemazione di un'area a parcheggio e sistemazioni a verde. 7.Stimolo agli interventi di riqualificazione pressopresso il Castello. Il Castello di Rezzago, costituito da una torre medieovale in serizzo con posa a secco, e dalle circostanti mura di protezione, si trova in un pessimo stato di conservazione e, per alcune parti, è pericolante. L'amministrazione comunale, anche sulla base della rilevanza sovracomunale di tali manufatti (come rilevabile anche dal PTCP che lo identifica come "elemento storico-culturale, Elemento Storico di Difesa" – si veda il § 6.3.), ritiene necessaria una sua riqualificazione, sia per il mantenimento della stabilità statica dello stesso, sia per una migliore possibilità fruitiva di tale edificio. 8.Possibilità di realizzazione di realizzare parcheggparcheggii limitrofi al vecchio nucleo. Considerata la struttura urbanistica del vecchio nucleo, l'amministrazione comunale intende dare la possibilità di realizzare alcuni parcheggi, in prevalenza interrati, limitrofi allo stesso.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 77 Ambito di trasformazione AT1

Localizzazione ambito L'ambito è situato in prossimità dell'estremo nordoccidentale del tessuto urbano consolidato dell'abitato di Rezzago, in prospicienza di via Santa Valeria e via per Caglio. Descrizione ambito L'ambito costituisce un'espansione verso nord-ovest di un Piano di Lottizzazione già attuato e parzialmente edificato, su aree in maggior parte di propreità comunale, attualmente condotte a prato. Destinazione prevista Area residenziale Superficie territoriale 4.660 mq Indice: 0,8 Volumetria realizzabile ca. 3.728 mc Analisi degli impatti Aria 0 Le emissioni saranno correlate a riscaldamento domestico, ai sensi della normativa in vigore, tenendo in considerazione tra gli altri il d.lgs. 28/2011, il d.p.r. 412/1993m la l.r. 1/2004, la l.r. 39/2204 e la d.g.r. 24/2006. Acque superficiali e sotterranee 0 La trasformazione prevede un Piano Attuativo con obbligo di realizzazione degli allacciamenti ad acquedotto e a fognature, con separazione dei reflui neri dai grigi. Suolo e sottosuolo 0 La trasformazione prevede un Piano Attuativo con obbligo di realizzazione degli allacciamenti ad acquedotto e a fognature, con separazione dei reflui neri dai grigi L'impermeabilizzazione del suolo sarà limitata alle aree edificate e alla viabilità interna ai lotti. Agricoltura e patrimonio boschivo 0 L'area non rientra negli ambiti agricoli di interesse prevalente ai sensi del PTCP, nonché non è costituita da boschi. Biodiversità 0? L'area ricade all'interno di un'area sorgente di biodiversità di primo livello della rete ecologica provinciale. Si ritiene comunque l'impatto non significativo in quanto situata in prossimità di aree urbanizzate, che la cingono sui tre lati settentrionale, orientale e meridionale; inoltre, sarà probabile una concentrazione delle volumetrie previste nella porzione orientale (a valle) dell'ambito, in quanto contermini ad aree asservite da opere di urbanizzazione. Patrimonio culturale e paesaggio 0 Il nuovo edificato dovrà rispettare i criteri di intervento stabiliti per l'integrazione degli edifici nel contesto urbanizzato; con edifici di altezza massima di 2 piani, di cui il secondo mansardato, più un piano interrato. Fattori climatici 0 Le emissioni saranno correlate a riscaldamento domestico e non avranno ripercussioni significative sul cambiamento climatico, tenuti in considerazione tra gli altri il d.lgs. 28/2011, il d.p.r. 412/1993m la l.r. 1/2004, la l.r. 39/2204 e la d.g.r. 24/2006.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 78 Salute umana, rumore, rischio 0 L'area è compatibile con i disposti del PZA (classe III). Aree degradate 0 Non applicabile in quanto non vi sono aree degradate nel territorio comunale. Rifiuti 0 È prevista la produzione di rifiuti urbani da destinarsi a raccolta differenziata, in zona limitrofa a zona già servita (prossima al TUC). Analisi di coerenza esterna Aree agricole L'area non è ricompresa all'interno degli ambiti agricoli di interesse prevalente ai sensi del PTCP. Boschi L'area non è ricompresa all'interno delle aree boschive di cui all'art. 42 della l.r. 31/2008.

Fattibilità geologica L'area è di classe II di fattibilità geologica, con effetti di amplificazione sismica di tipo litologico e geometrico.

Vincoli sovraordinati L'area ricade in un'area sorgente di biodiversità di primo livello delle REP. Dalla parte superiore dell'ambito si percepiscono scenari paesaggistici in direzione del nucleo di Rezzago e della chiesa dei S.S. Cosma e Damiano, elemento di rilevanza paesaggistica del PTCP.

Fasce di rispetto L'area non ricade all'interno di fasce di rispetto né di aree sottoposte a vincolo, come rilevabile dalla Tavola 3..

Considerazioni di sintesi Non si ritiene che tale ambito di trasformazione abbia impatti significati sui comparti ambientali considerati. L'ambito ricade in un'area sorgente di biodiversità di primo livello della Rete Ecologica Provinciale, in prossimità comunque di aree urbanizzate, con cui confina per la gran parte del perimetro. Si ritiene quindi che tale area, per la sua localizzazione e la sua ridotta superficie, non riduca la struttura o la funzionalità della rete ecologica anche a scala locale, in quanto già prossimità di strade di interese sovracomunale nonché di un'area prativa che costituisce un econotono; inoltre, sarà probabile una concentrazione delle volumetrie previste nella porzione orientale (a valle) dell'ambito, in quanto contermini ad aree asservite da opere di urbanizzazione.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 79 Ambito di trasformazione AT2

Localizzazione ambito L'area è localizzata nel settore sudoccidentale del tessuto urbano consolidato. Descrizione ambito L'ambito, che coincide con un Piano di Lottizzazione ai sensi del previgente PRG, sebbene a oggi non attuato, si configura attualmente come un ampio pendio terrazzato e caratterizzato dalla presenza di prati da sfalcio, di pregio paesaggistico e buona ricchezza floristica, alternati a filari e boschetti di latifoglie.. Destinazione prevista Area residenziale Superficie territoriale 7.760 mq Indice: 0,8 Volumetria realizzabile 6.208 mc Analisi degli impatti Aria 0 Le emissioni saranno correlate a riscaldamento domestico, ai sensi della normativa in vigore, tenendo in considerazione tra gli altri il d.lgs. 28/2011, il d.p.r. 412/1993m la l.r. 1/2004, la l.r. 39/2204 e la d.g.r. 24/2006. Acque superficiali e sotterranee 0 La trasformazione prevede un Piano Attuativo con obbligo di realizzazione degli allacciamenti ad acquedotto e a fognature, con separazione dei reflui neri dai grigi. Suolo e sottosuolo 0 La trasformazione prevede un Piano Attuativo con obbligo di realizzazione degli allacciamenti ad acquedotto e a fognature, con separazione dei reflui neri dai grigi L'impermeabilizzazione del suolo sarà limitata alle aree edificate e alla viabilità interna ai lotti. Agricoltura e patrimonio boschivo 0 L'area non rientra negli ambiti agricoli di interesse prevalente ai sensi del PTCP, nonché non è costituita da boschi. Biodiversità 0? L'area non ricade all'interno di aree a elevata naturalità della rete ecologica provinciale; è però indicata come ambito di connessione funzionale con le Aree Sorgenti di Biodiversità di Primo Livello. Ospita però un ampio pendio terrazzato e caratterizzato dalla presenza di prati da sfalcio, di pregio paesaggistico e buona ricchezza floristica, alternati a filari e boschetti di latifoglie. Si ritiene comunque l'impatto poco significativo in quanto situata in prossimità di aree urbanizzate, poste sul lato settentrionale e orientale; inoltre, considerato l'indice volumetrico pari a 0,8, sarà probabile una concentrazione delle volumetrie previste nella porzione orientale (a valle) dell'ambito, in quanto contermini ad aree asservite da opere di urbanizzazione. Patrimonio culturale e paesaggio 0 Il nuovo edificato dovrà rispettare i criteri di intervento stabiliti per l'integrazione degli edifici nel contesto urbanizzato; con edifici di altezza massima di 2 piani, di cui il secondo mansardato, più un piano interrato.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 80 Fattori climatici 0 Le emissioni saranno correlate a riscaldamento domestico e non avranno ripercussioni significative sul cambiamento climatico, tenuti in considerazione tra gli altri il d.lgs. 28/2011, il d.p.r. 412/1993m la l.r. 1/2004, la l.r. 39/2204 e la d.g.r. 24/2006. Salute umana, rumore, rischio 0 L'area è compatibile con i disposti del PZA (classe III). Aree degradate 0 Non applicabile in quanto non vi sono aree degradate nel territorio comunale. Rifiuti 0 È prevista la produzione di rifiuti urbani da destinarsi a raccolta differenziata, in zona limitrofa a zona già servita (prossima al TUC). Analisi di coerenza esterna Aree agricole L'area non è ricompresa all'interno degli ambiti agricoli di interesse prevalente ai sensi del PTCP. Boschi L'area non è ricompresa all'interno delle aree boschive di cui all'art. 42 della l.r. 31/2008.

Fattibilità geologica L'area è di classe II di fattibilità geologica, con effetti di amplificazione sismica di tipo litologico e geometrico.

Vincoli sovraordinati L'area non ricade in un'area sorgente di biodiversità di primo livello delle REP.

Fasce di rispetto L'area non ricade all'interno di fasce di rispetto né di aree sottoposte a vincolo, come rilevabile dalla Tavola 3..

Considerazioni di sintesi Tale ambito di trasformazione riconferma i diritti edificatori determinati dal PRG previgente; non si rilevano inoltre incoerenze con gli strumenti pianificatori o i vincoli sovraordinati; si ritiene quindi che abbia impatti poco significati sui comparti ambientali considerati. Si consiglia quindi, in considerazione del previsto 'indice volumetrico, la concentrazione delle volumetrie previste nella porzione orientale (a valle) dell'ambito.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 81 7.3. SSSTIMATIMATIMA DEGLI EFFETTI AMBIENTALI Le azioni di piano proposte e gli obiettivi da cui esse discendono non presentano effetti diretti sulla componente ariaariaaria;aria si prevede infatti una lieve diminuzione delle emissioni dovute a impianti di riscaldamento a causa degli interventi di riqualificazione degli edifici. Un'azione di piano è specificatamente mirata al contenimento del consumo e dello spreco di suolosuolo, ovvero la capacità edificatoria è stata dimensionata in base alle effettive esigenze insediative, avendo quale obiettivo un utilizzo non intensivo del territorio. Gli impatti sulla matrice suolo e sottosuolo sono da ritenersi irrilevanti, in considerazione delle azioni sopra descritte e della puntuale localizzazione delle aree. Riguardo alla tutela della biodiversità si riscontra la sottrazione da parte dell'A.T.R. 1 di una limitata area sorgente di biodiversità di primo livello della rete ecologica provinciale; si valuta comunque tale impatto poco significativo in quanto l'ambito in considerazione è limitrofo su tre lati ad ambiti già urbanizzati. Le azioni di piano sono volte a un miglioramento della dotazione infrastrutturale del territorio, attraverso la realizzazione di alcuni parcheggi. Gli impatti sono inoltre positivi sulle componenti del patrimonio culturale e paesaggiopaesaggio, in quanto le azioni sono volte al recupero e alla valorizzazione di alcuni edifici storici, tutelandone le caratteristiche e il contesto in cui sono inseriti, nonché alla tutela degli elementi naturali di interesse culturale e paesaggistico. Non si prevedono impatti significativi sui fattori climatici, sulla salute umana, sul rumore, sulla produzione di rifiuti.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 82 8. AAANALISI DIDIDI COERENZA INTERNA

L'analisi di coerenza interna ha lo scopo di verificare la sostenibilità ambientale degli indirizzi e obiettivi condivisi di pianificazione, unitamente alla coerenza delle diverse previsioni di piano con gli obiettivi e indirizzi della pianificazione. Durante la prima fase della VAS, sono stati individuati i seguenti obiettivi teorici di sostenibilità ambientale da utilizzarsi per valutare gli obiettivi del documento di piano: 1. riduzione dei pericoli per l'ecosistema, la salute umana e la qualità della vita derivanti da emissioni in atmosfera, acque, suolo e sottosuolo; 2. consolidamento e qualificazione del patrimonio archeologico, architettonico, storico artistico e paesaggistico; 3. sviluppo delle imprenditorialità legate alla valorizzazione del territorio; 4. promozione e sostegno delle attività di educazione ambientale; 5. catalogazione continua delle invarianti del patrimonio paesaggistico; 6. tutela delle specie minacciate e delle diversità ecologiche; 7. promozione di interventi di recupero degli ecosistemi anche aumentando il territorio sottoposto a protezione, promuovendo le interconnessioni (corridoi ecologici); 8. garanzia degli usi peculiari delle risorse idriche; 9. raggiungimento di un migliore livello di qualità dei corpi idrici; 10. protezione della qualità dei suoli; 11. tutela della salute umana e del patrimonio o e forestale; 12. riqualificazione paesaggistica delle aree degradate; 13. promozione del risparmio energetico come efficienza di utilizzo e riduzione delle necessità di consumo energetico; 14. promozione della raccolta differenziata; 15. promozione e sostegno delle campagne di diffusione dell'informazione ambientale e della consapevolezza delle relative problematiche; 16. promozione della raccolta e della messa a disposizione del pubblico delle informazioni ambientali; 17. riqualificazione, rinnovamento e rifunzionalizzazione del tessuto edilizio urbano, con particolare attenzione al recupero dei centri storici e minori. Sono stati inoltre selezionati i seguenti obiettivi concreti di sostenibilità ambientaleambientale: 1. tutela del sistema idrico e della matrice suolo; 2. consolidamento e qualificazione del patrimonio archeologico, architettonico, storico, artistico e paesaggistico; 3. tutela e riqualificazione, ove possibile, degli ecosistemi, dei corridoi ecologici e dei varchi; 4. riqualificazione delle aree degradate anche dal punto di vista paesaggistico; 5. promozione del risparmio energetico come efficienza di utilizzo e riduzione delle necessità di consumo energetico;

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 83 6. riqualificazione, rinnovamento e rifunzionalizzazione del tessuto edilizio urbano, con particolare attenzione al recupero dei centri storici e minori.

8.1. AAATTUAZIONE DEGLI OBIETTIVI DIDIDI SOSTENIBILITÀ Nel Documento di Piano sono esplicitate le modalità identificate per attuare operativamente gli obiettivi di sostenibilità ambientale, attraverso gli obiettivi di pianificazione e le azioni di piano successivamente esplicitati.

8.1.1. SSSOSTENIBILITÀ AMBIENTALE EEE COERENZA DEGLI OBIETTIVI DIDIDI PIANIFICAZIONE Il Documento di Piano ha individuato gli obiettivi di pianificazionepianificazione: a) "Tutela delle peculiarità del territorio e del paesaggio del Comune di Rezzago nel rispetto delle esigenze di trasformazione necessarie per soddisfare i bisogni degli abitanti e contenere lo spopolamento, favorendo uno sviluppo sostenibile, anche attraverso una specifica analisi della sensibilità paesaggistica dei luoghi; b) Tutela di tutte le porzioni di territorio che presentano forte sensibilità paesistica, valorizzando gli aspetti percettivi del paesaggio, in sintonia con quanto disposto dal Piano Territoriale Regionale; c) Valorizzazione delle emergenze storiche, ambientali, di cultura e tradizione locale, anche attraverso le indicazioni fornite dal Piano territoriale della Regione e dal Piano territoriale provinciale di coordinamento (viabilità di interesse paesistico, ambiti di elevata naturalità, punti di visuale sensibile); d) Valorizzazione e tutela del patrimonio edilizio esistente attraverso la definizione di metodologie e modalità di intervento che facilitino il recupero del patrimonio degradato, anche attraverso le indicazioni fornite dal Piano territoriale della Regione; e) Definizione degli ambiti di potenziale sviluppo e trasformazione strettamente connessi ai fabbisogni abitativi dei cittadini, a seguito di loro eventuali indicazioni o richieste, e loro collocazione in zone di completamento ed espansione, cercando di dimensionare la capacità edificatoria in base alle effettive esigenze insediative, avendo quale obiettivo un utilizzo non intensivo del territorio. Collocazione delle aree di espansione e completamento in ambiti già parzialmente antropizzati, che non interferiscono con la percezione visiva del paesaggio; f) Previsione di modesti interventi di razionalizzazione della viabilità e dei parcheggi esistenti, anche. in relazione all’accesso ed alla fruizione dei centri storici; g) Mantenimento delle attività artigianali e commerciali esistenti con previsione del loro sviluppo nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio" (DdP). Tali obiettivi sono confrontati con gli obiettivi di sostenibilità per valutarne i singoli effetti, sulla base della metodologia descritta nel § 4.3.1.; sintesi di tale analisi è riportata nella tabella 8.1.

Obiettivo di piano: Tutela delle peculiarità del territorio e del paesaggio del Comune di Rezzago nel rispetto delle esigenze di trasformazione necessarie per soddisfare i bisogni degli abitanti e contenere lo spopolamento,spopolamento, favorendo uno sviluppo sostenibile, anche attraverso una specifica analisi della sensibilità paesaggistica dei luoghi

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 84 Obiettivo di piano: Valorizzazione e tutela del patrimonio edilizio esistente attraverso la definizione di metodologie e modalità di intervento che facilitino il recupero del patrimonio degradato, anche attraverso le indicazioniindicazioni fornite dal Piano territoriale della Regione Questi obiettivi si esplicitano tramite la promozione di interventi sul patrimonio edilizio esistente, che conformano il carattere dell'abitato, con interferenze al più positive sulla qualità paesaggistica dei luoghi, nonché tramite l'individuazione di un'ambito di trasformazione oggetto di specifica trattazione nel § 7.2. I criteri premiali saranno definiti dal Piano delle Regole, in maniera analoga a quanto previsto dal precedente PRG. Questo obiettivo, favorendo il consolidamento del patrimonio materiale esistente, ha effetti positivi sugli obiettivi concreti di sostenibilità: • consolidamento e qualificazione del patrimonio archeologico, architettonico, storico, artistico e paesaggistico; • riqualificazione, rinnovamento e rifunzionalizzazione del tessuto edilizio urbano, con particolare attenzione al recupero dei centri storici e minori. Esso ha anche un potenziale effetto positivo sull'obiettivo di riqualificazione delle aree degradate anche dal punto di vista paesaggistico. Non si prevedono effetti significativi sulla matrice suolo, sul sistema idrico, ovvero sugli ecosistemi, i corridoi ecologici e i varchi, in quanto la riqualificazione interesserà il territorio compreso all'interno del tessuto urbano consolidato. Analogamente, si prevedono effetti al più positivi, con una significatività comunque piuttosto bassa, ripsetto all'obiettivo di promozione del risparmio energetico, in quanto tali interventi interessano volumetrie limitate, che saranno caratterizzate da efficienza energetica tendenzialmente superiore a quanto rilevato per gli edifici, ovvero le porzioni di edifici, esistenti, anche in considerazione della normativa attualmente in vigore riferibile alle prestazioni energetiche degli edifici (D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192 " Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia "42 e s.m.i.).

Obiettivo di piano: Tutela di tutte le porzioni di territorio che presentano forte sensibilità paesistica, valorizzando gli aspetti percettivi del paesaggio, in sintonia con quanto disposto dal Piano Territoriale Regionale Obiettivo di piano: Valorizzazione delle emergenze storiche, ambientali, di cultura e tradizione locale, anche attraverso le indicazioni fornite dal Piano territoriale della Regione e dal Piano territoriale provinciale di coordinamento (viabilità di interesse paesistico, ambiti di elevata naturalità, punti di visuale sensibile) Questi obiettivi si esplicitano tramite la definizione cartografica degli ambiti a forte sensibilità paesistica ovvero le emergenze storiche, ambientali e culturali (la chiesa dei SS. Cosma e Damiano, il Castello di Rezzago, i funghi di terra, il castagneto). Esso ha un impatto fortemente positivo sul consolidamento e qualificazione del patrimonio paesaggistico, in quanto assoggetta a specifica tutela gli ambiti sensibili, nonché sulla tutela e riqualificazione degli ecosistemi,

42 Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 222 del 23 settembre 2005 – S. O. n. 158

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 85 prevedendo ad esempio una specifica tutela sull'area su cui insiste il castagneto produttivo, che presenta anche una forte valenza storico-culturale per l'abitato di Rezzago. L'identificazione di tali aree potrebbe inoltre riflettersi in un impatto positivo di quelle porzioni territoriali che, attualmente degradate, possano essere ripristinate dal punto di vista paesistico. L'impatto sul sistema idrico e della matrice suolo è non significativo, sebbene la protezione del castagneto possa coinvolgere, almeno in parte, i sistemi di ricarica della falda acquifera. Coinvolgendo solo in parte il territorio urbanizzato, in particolare per le emergenze storico-artistiche comunali, non si hanno impatti sulla promozione del risparmio energetico, nonché in generale sulla riqualificazione del tessuto urbano.

Obiettivo di piano: Definizione degli ambiti di potenziale sviluppo e trasformazione strettamente connessi ai fabbisogni abitativi dei cittadini, a seguito di loro eventuali indicazioni o richieste, e loro collocazione in zone di completamento ed espansione, cercando di dimensionare la capacità edificatoria in base alle effettive esigenze insediative, avendo quale obiettivo un utilizzo non intensivo del territorio. Collocazione delle aree di espansione e completamento in ambiti già parzialmente antropizzati, che non interferiscono con la percezione visiva del paesaggio Esso si esplicita attraverso la definizione di due ambiti di trasformazione, di cui uno costituisce una riconferma di un'ambito non completato del previgente PRG, il secondo, di circa 4.660 mq, pari al 2,96% della superficie urbanizzata esistente, situato in prossimità di un Piano di Lottizzazione situato in zona di ampliamento ai sensi del precedente PRG e già asservito dalle opere di urbanizzazione. Gli interventi avranno effetti positivi sulla promozione del risparmio energetico, in quanto la normativa attualmente in vigore prevede che gli edifici di nuova costruzione rispettino alcuni requisiti riferibili all'utilizzazione energetica lungo tutto il ciclo di vita degli stessi, nonché sulla rifunzionalizzazione del tessuto edilizio urbano. Non si prevedono effetti significiativi sulla tutela e riqualificazione degli ecosistemi ovvero del sistema idrico e della matrice suolo, in quanto, sebbene l'ambito di trasformazione così identificato sia stato classificato ai sensi del PTCP come ricadente in una core area di primo livello (CAP), si ritiene che la sua collocazione, in prossimità di edifici già costruiti e in gran parte interclusa tra gli stessi, e la sua limitata estensione areale non modifichi in maniera significativa la ricettività floristica e faunistica del territorio.

Obiettivo di piano: Previsione di modesti interventi di razionalizzazione della viabilità e dei parcheggi esistenti, anche. in relazione all’accesso ed alla fruizione dei centri storici Tale obiettivo prevede la possibilità di realizzare parcheggi interrati limitrofi al vecchio nucleo. La tutela del sistema idrico è ottenuta attraverso una razionalizzazione del deflusso delle acque nei nuovi interventi, attraverso la realizzazione di parcheggi.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 86 È inoltre perseguito l'obiettivo di riqualificazione del tessuto edilizio urbano, permettendo il recupero del vecchio nucleo attraverso una migliore dotazione di parcheggi. Gli altri obiettivi di sostenibilità non sono interessati da tale obiettivo di piano.

Obiettivo di piano: Mantenimento delle attività artigianali e commerciali esistenti con previsione del loro sviluppo nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio Tale obiettivo prevede il mantenimento degli edifici artigianali, senza la loro identificazione in maniera differenziata all'interno del Tessuto Urbano Consolidato, in quanto essi non sono sono fonti di emissione di inquinamento differenziabili dagli edifici residenziali. È perseguito l'obiettivo di riqualificazione del tessuto edilizio urbano, in quanto si stimola il mantenimento delle poche attività artigianali esistenti nel territorio comunale. Gli altri obiettivi di sostenibilità non sono interessati da tale obiettivo.

Tabella 8.18.18.1:8.1 : Analisi di coerenza interna: confronto degli obieobiettivittivi di piano con gli obiettivi di sostenibilitàsostenibilità

Obiettivi di sostenibilità 1. Tutela del 2. Consolidamento 3. Tutela e 4. Riqualificazione 5. Promozione del 6. Riqualificazione sistema idrico e e qualificazione del riqualificazione delle aree risparmio rinnovamento e della matrice suolo patrimonio degli ecosistemi, degradate energetico rifuzionalizzazione archeologico, dei corridoi del tessuto edilizio storico, artistico e ecologici e dei urbano paesaggistico varchi

a. Tutela delle peculiarità del territorio e del 0 + 0 + 0 + paesaggio

b. Tutela delle porzioni di territorio che presentano forte sensibilità 0 + + 0 0 0 paesistica Obiettivi di pianificazioneObiettivi di pianificazioneObiettivi di Obiettivi di pianificazioneObiettivi di pianificazioneObiettivi di c. Valorizzazione delle emergenze storiche, ambientali, di cultura e 0 + + 0 0 0 tradizione locale

d. Valorizzazione e tutela del patrimonio edilizio 0 0 0 0 + + esistente

e. Definizione degli ambiti di potenziale sviluppo e 0 0 0 0 + + trasformazione

f. Previsione di interventi di razionalizzazione della + 0 0 0 0 + viabilità e dei parcheggi

g. Mantenimento delle attività artigianali e 0 + 0 0 0 + commerciali esistenti

8.1.2. SSSOSTENIBILITÀ AMBIENTALE EEE COERENZA DELLE AZIONI DIDIDI PIANO Le azioni di piano, individuate in fase di redazione dello stesso, devono anch'esse essere coerenti con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, oltre che con gli obiettivi di pianificazione. Tali azioni sono confrontate con gli obiettivi di pianificazione, in tabella 8.2, e con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, in tabella 8.3, per valutarne i singoli effetti, sulla base della metodologia descritta nel § 4.3.2.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 87 Le azioni di pianopiano, dettagliate nel § 7.2., sono le seguenti: 1. Definire un solo ambito di trasformazione, mantenendo trasformabili le aree così definite dal PRG vigente. Essa risponde agli obiettivi di piano a ed e, in quanto è stata selezionata come trasformabile un'area di bassa sensibilità paesistica. Risulta inoltre coerente con gli obiettivi di sostenibilità 1 (Tutela del sistema idrico e della matrice suolo), in quanto limita l'ulteriore impermeabilizzazione a un'area di ridotte dimensioni, 5 (Promozione del risparmio energetico); 2. Salvaguardare le aree agricole, limitando ove possibile l'edificazione nelle stesse. Esso risponde agli obiettivi di pianificazione a, b e c; infatti, le aree agricole costituiscono porzioni di territorio dalla forte sensibilità paesistica, in quanto immediatamente percebili dal fondovalle. Questa azione risulta corente con gli obiettivi di sostenibilità 1, 2 e 3, in quanto il mantenimento delle aree agricole determina, da una parte, il mantenimento dei caratteri distintivi del territorio – si pensi all'uso dei pascoli o dei prati-pascoli, ovvero alla castanicoltura da frutto –, dall'altra tutela gli ecosistemi e le fasce ecotonali, permettendo una differenziazione all'interno degli habitat boschivi; 3. Definire i criteri di intervento per la collocazione paesaggistica degli edifici, da utilizzare nell'ambito della commissione edilizia. Essi corrispondono agli obiettivi di pianificazione a, b, d ed e, preservando la connotazione del nucleo storico, cercando inoltre di integrare il nuovo all'interno dello stesso. Analogamente, sono coerenti con gli obiettivi di sostenibilità 2, in quanto permettono la riqualificazione del patrimonio architettonico, inteso in senso ampio, 5, in quanto le tariffe incentivanti permettono la promozione del risparmio energetico negli interventi di ristrutturazione e riqualificazione, e 6, in quanto questi interventi permettono il perdurare di condizioni di qualità ambientale e abitativa; 4. Stimolare interventi di riqualificazione degli edifici che presentano elementi di contrasto paesaggistico. Essi corrispondono agli obiettivi di pianificazione a e d, nonché agli obiettivi di sostenibilità 2, 4, 5 e 6, per le stesse considerazioni di quanto detto in precedenza; 5. Mantenere all'interno del Tessuto Urbano Consolidato, senza identificarli in maniera puntuale, gli edifici artigianali. Esso corrisponde all'obiettivo di pianificazione g, nonché all'obiettivo di sostenibilità 6, in quanto il perdurare di alcune attività commerciali e artigianali ha un'importante funzione rivitalizzatrice del tessuto urbano; 6. Riqualificare l'area in prossimità della chiesa dei Santi Cosma e Damiano; 7. Stimolare interventi di riqualificazione presso il Castello; Le due precedenti azioni di piano intendono intervenire valorizzando due degli elementi principali del patrimonio storico-architettonico del territorio comunale, rispondendo agli obiettivi di pianificazione a, b e c, nonché agli obiettivi di sostenibilità 2 e, almeno per la riqualificazione del Castello, del 4, versando tale struttura in condizioni di abbandono; 8. Prevedere la possibilità di realizzare parcheggi interrati limitrofi al vecchio nucleo. Questo permetterebbe il soddisfacimento dell'obiettivo di pianificazione f, indirizzandosi verso la razionalizzazione, dove necessario, della viabilità comunale, nonché dell'obiettivo di sostenibilità 1.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 88 Tabella 8.28.28.2:8.2 : Analisi di coerenza interna: confronto degli obieobiettivittivi di piano con le azioni di piano

Azioni di piano 1. Definire un 2. 3. Definire i 4. Stimolare 5. Mantenere 6. Riqualificare 7. Stimolare 8. Prevedere la solo ambito di Salvaguardare criteri di interventi di gli edifici l'area c/o Ss. interventi di possibilità di trasformazione le aree intervento per riqualificazione artigianali Cosma e riqualificazione realizzare agricole gli edifici degli edifici Damiano c/o il Castello parcheggi interrati

a. Tutela delle peculiarità del territorio e del + + + + 0 + + 0 paesaggio

b. Tutela delle porzioni di territorio che presentano forte 0 + + 0 0 + + 0 sensibilità paesistica

c. Valorizzazione delle emergenze storiche, Obiettivi pianificazioneObiettivi di pianificazioneObiettivi di Obiettivi pianificazioneObiettivi di pianificazioneObiettivi di ambientali, di 0 + 0 0 0 + + 0 cultura e tradizione locale

d. Valorizzazione e tutela del patrimonio 0 0 + + 0 0 0 0 edilizio esistente

e. Definizione degli ambiti di potenziale + 0 + 0 0 0 0 0 sviluppo e trasformazione

f. Previsione di interventi di razionalizzazione 0 0 0 0 0 0 0 + della viabilità e dei parcheggi

g. Mantenimento delle attività artigianali e 0 0 0 0 + 0 0 0 commerciali esistenti

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 89 Tabella 8.38.38.3:8.3 : Analisi di coerenza interna: confronto degli obieobiettivittivi di sostenibilità ambientale con le azioni di piano

Azioni di piano 1. Definire un 2. 3. Definire i 4. Stimolare 5. Mantenere 6. Riqualificare 7. Stimolare 8. Prevedere la solo ambito di Salvaguardare criteri di interventi di gli edifici l'area c/o Ss. interventi di possibilità di trasformazione le aree intervento per riqualificazione artigianali Cosma e riqualificazione realizzare agricole gli edifici degli edifici Damiano c/o il Castello parcheggi interrati

1. Tutela del sistema idrico e + + 0 0 0 0 0 + della matrice suolo

2. Consolidamento e qualificazione del patrimonio 0 + + + 0 + + 0 archeologico, storico, artistico e paesaggistico Obiettivi sostenibilità di Obiettivi sostenibilità di Obiettivi sostenibilità di Obiettivi sostenibilità di 3. Tutela e riqualificazione degli ecosistemi, 0 + 0 0 0 0 0 0 dei corridoi ecologici e dei varchi

4. Riqualificazione 0 0 0 + 0 0 + 0 delle aree degradate

5. Promozione del risparmio + 0 + + 0 0 0 0 energetico

6. Riqualificazione rinnovamento e + 0 + + + 0 0 0 rifuzionalizzazion e del tessuto edilizio urbano

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 90 9. AAANALISI DIDIDI COERENZA ESTERNA

L'analisi di coerenza esterna è volta alla valutazione delle condizioni del territorio vasto al quale il Comune di Rezzago fa riferimento, verificando l'effettivo recepimento delle previsioni dei piani e dei vincoli sovraordinati. Saranno trattati in maniera più specifica le intercorrelazioni con la pianificazione regionale (PTR) e provinciale (PTCP), in maniera più sintetica quelle con gli altri strumenti pianificatori e vincolistici, nonché le indicazioni da parte degli Enti preposti alla tutela ambientale.

9.1. PPPREVISIONI DELDELDEL P IANOIANOIANO T ERRITORIALE R EGIONALE

Gli obiettivi di piano risultano nel complesso coerenti con le previsioni del Piano Territoriale Regionale applicabili al contesto comunale, sebbene alcuni di questi ultimi non siano stati puntualmente recepiti all'interno del DdP, come dettagliato in tabella 9.1.

Tabella 9.19.19.1:9.1 : Analisi di coerenza esterna: confronto degli obieobiettivittivi di piano con gli obiettivi del PTR applicabilapplicabilii per il territorio comunale (Obiettivi di pianificazione: a. Tutela delle peculiarità del territorio e del paesaggio, b. Tutela delle porzioni di territorio che presentano forte sensibilità paesistica, c. Valorizzazione delle emergenze storiche, ambientali, di cultura e tradizione locale, d. Valorizzazione e tutela del patrimonio edilizio esistente, e. Definizione degli ambiti di potenziale sviluppo e trasformazione, f. Previsione di interventi di razionalizzazione della viabilità e dei parcheggi, g. Mantenimento delle attività artigianali e commerciali esistenti)

Obiettivi di pianificazione

a. b. c. d. e. f. g. O O O O biettivi del PTR del PTR del biettivi biettivi biettivi del PTR del PTR del biettivi biettivi TM1.1 Migliorare la qualità dell'aria e ridurre le emissioni climalteranti ed inquinanti 0 0 0 + + + 0 TM1.2 Tutelare e promuovere l'uso razionale delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili, per assicurare l'utilizzo 0 0 0 0 0 0 0 della "risorsa acqua" di qualità, in condizioni ottimali e durevoli TM1.3 Mitigare il rischio di esondazione + + + 0 0 + 0 TM1.4 Perseguire la riqualificazione ambientale dei corsi d'acqua 0 0 0 0 0 0 0

TM1.5 Promuovere la fruizione sostenibile ai fini turistico-ricreativi dei corsi d'acqua 0 0 0 0 0 0 0 TM1.7 Difendere il suolo e la tutela dal rischio idrogeologico e sismico + + + 0 0 + 0 TM1.8 Prevenire i fenomeni di erosione, deterioramento e contaminazione dei suoli + + + 0 0 + 0 TM1.9 Tutelare e aumentare la biodiversità, con particolare attenzione per la flora e la fauna minacciate + + + 0 0 0 0

TM1.10 Conservare e valorizzare gli ecosistemi e la rete ecologica regionale + + + 0 0 0 0 TM1.11 Coordinare le politiche ambientali e di sviluppo rurale + + + 0 0 0 0 TM1.12 Prevenire, contenere e abbattere l'inquinamento acustico 0 0 0 + + + 0 TM1.13 Prevenire, contenere e abbattere l'inquinamento elettromagnetico e luminoso 0 0 0 0 0 + 0

TM1.14 Prevenire e ridurre l'esposizione della popolazione al radon indoor 0 0 0 + + 0 0 TM2.5 Garantire l'accesso alle reti tecnologiche e delle nuove telecomunicazioni da parte di tutto il territorio, in particolare 0 0 0 0 0 0 0 delle aree meno accessibili TM2.7 Migliorare i servizi di gestione e di recupero dei rifiuti, senza pregiudicare la qualità dell'ambiente 0000000 TM2.9 Intervenire sulla capacità del sistema distributivo di organizzare il territorio affinché non si creino squilibri tra 0 0 0 0 0 0 + polarità, abbandono dei centri minori e aumento della congestione lungo le principali direttrici commerciali

TM2.10 Perseguire la riqualificazione e lo sviluppo urbano 0 0 + + + + + TM2.13 Contenere il consumo di suolo 0 0 0 + + 0 0 TM2.14 Garantire la qualità progettuale e la sostenibilità ambientale degli insediamenti 0 + + + + + 0 TM 3.1 Realizzare interventi per la promozione, anche a livello prototipale, di esperienze per lo sfruttamento di energie rinnovabili e pulite e dei combustibili a basso impatto ambientale, per diffondere più capillarmente l'impiego sul territorio e 0 0 0 0 0 0 0 per ridurre gli impatti ambientali e paesaggistici in campo energetico

TM3.3 Incentivare il risparmio e l'efficienza energetica, riducendo la dipendenza energetica della Regione 000++00 TM3.4 Migliorare la competitività del sistema agroalimentare e le politiche di innovazione 0 0 0 0 0 0 0 TM3.5 Valorizzare la produzione agricola ad elevato valore aggiunto 0 0 0 0 0 0 0

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 91 Obiettivi di pianificazione

a. b. c. d. e. f. g. TM3.11 Incentivare uno sviluppo imprenditoriale nelle aree a vocazione turistica, che valorizzi le risorse nell'ottica del 0 0 0 0 0 0 + turismo sostenibile, favorendo la convergenza negli obiettivi e nell'attuazione degli interventi TM3.12 Potenziare lo sviluppo turistico sostenibile su tutto il territorio lombardo ed in particolare nelle aree protette e di + + + 0 0 + + Rete Natura 2000 TM3.14 Promuovere una rete distributiva sostenibile, che possa contribuire al miglioramento della competitività del 0 0 0 0 0 0 + territorio

TM4.5 Riconoscere e valorizzare il carattere trasversale delle politiche inerenti il paesaggio e il loro carattere multifunzionale, con riferimento sia ai settori di potenziale rapporto sinergico (cultura, agricoltura, ambiente, turismo), sia a quei settori i cui interventi presentano un forte impatto sul territorio (infrastrutture, opere pubbliche, commercio, + + + 0 0 0 0 industria) e che possono ottenere un migliore inserimento ambientale e consenso sociale integrando i propri obiettivi con gli obiettivi di valorizzazione paesaggistica del contesto TM4.6 Riqualificare e recuperare dal punto di vista paesaggistico le aree degradate o compromesse e mettere in campo 0 0 0 + 0 0 0 azioni utili ad impedire o contenere i processi di degrado e compromissione in corso o prevedibili TM5.4 Promuovere l'innovazione come strumento per la sensibilizzazione sulle tematiche ambientali e sociali nel campo 0 0 0 + + 0 0 dell'edilizia e per la promozione di interventi residenziali di tipo innovativo, che consentano la qualità relazionale tra gli utenti e la loro sicurezza, anche attraverso la razionalizzazione dei servizi TM5.5 Garantire parità d'accesso a servizi di qualità a tutti i cittadini 0 0 0 0 0 0 +

ST2.1 Tutelare gli aspetti naturalistici e ambientali propri dell'ambiente montano + + + + 0 0 0 ST2.2 Tutelare gli aspetti paesaggistici, culturali, architettonici ed identitari del territorio + + + + 0 0 0 ST2.3 Garantire una pianificazione territoriale attenta alla difesa del suolo, all'assetto idrogeologico e alla gestione + + + + + + 0 integrata dei rischi ST2.4 Promuovere uno sviluppo rurale e produttivo rispettoso dell'ambiente 0 0 0 0 0 0 +

ST2.5 Valorizzare i caratteri del territorio a fini turistici, in una prospettiva di lungo periodo, senza pregiudicarne la qualità + + + + 0 0 + ST2.8 Contenere il fenomeno dello spopolamento dei piccoli centri montani, attraverso misure volte alla permanenza 0 0 0 + + + + della popolazione in questi territori ST 4.2 Promuovere la qualità architettonica dei manufatti come parte integrante dell'ambiente e del paesaggio 0+++++0 ST 4.5 Tutelare la qualità delle acque e garantire un utilizzo razionale delle risorse idriche + + + 0 0 0 0

ST 4.7 Incentivare la creazione di una rete di centri che rafforzi la connotazione del sistema per la vivibilità e qualità 0 0 0 + 0 + + ambientale per residenti e turisti, anche in una prospettiva nazionale e internazionale Uso del suolo 0 0 0 + + 0 0

9.2. PPPREVISIONI DELDELDEL P IANOIANOIANO DIDIDI C OORDINAMENTO P ROVINCIALE (PTCP) Gli obiettivi di piano risultano nel complesso coerenti con le previsioni del Piano di Coordinamento Provinciale applicabili al contesto comunale, sebbene alcuni di questi ultimi non siano stati puntualmente recepiti all'interno del DdP, come dettagliato in tabella 9.2.

Tabella 9.29.29.2:9.2 : Analisi di coerenza esterna: confronto degli obieobiettivittivi di piano con gli obiettivi del PTCP applicabiapplicabilili per il territorio comunale (Obiettivi di pianificazione: a. Tutela delle peculiarità del territorio e del paesaggio, b. Tutela delle porzioni di territorio che presentano forte sensibilità paesistica, c. Valorizzazione delle emergenze storiche, ambientali, di cultura e tradizione locale, d. Valorizzazione e tutela del patrimonio edilizio esistente, e. Definizione degli ambiti di potenziale sviluppo e trasformazione, f. Previsione di interventi di razionalizzazione della viabilità e dei parcheggi, g. Mantenimento delle attività artigianali e commerciali esistenti)

Obiettivi di pianificazione

a. b. c. d. e. f. g. O O O O biebie biebie a) Nelle trasformazione degli ambiti vincolati, o comunque di rilevanza paesaggistica, qualora ecosostenibili, sono preferibili + + + 0 0 0 0 tv del del ttivi ttivi tv del del ttivi ttivi le proposte che consentano in modo permanente la rigenerazione, la diversificazione e la conservazione b) Gli interventi edilizi debbono preferibilmente considerare la struttura degli habitat naturali e le esigenze delle forme di vita 0 0 0 + 0 0 0 interessate e prefigurare le ripercussioni – nel tempo e nello spazio – che tali interventi comportano

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 92 c) Ispirare gli interventi edilizi agli esempi di architettura locale, alle tradizioni dei luoghi, alle forme, alle dimensioni, ai + 0 0 + + 0 0 materiali ed ai colori tipici; ogni innovazione, per quanto possibile, deve rapportarsi con l'esistente secondo un modello espressivo di uno specifico significato culturale e come testimonianza di un valore attuale che dialoga e non si scontra con i valori del passato d) Indirizzare gli interventi edilizi verso la riscoperta dell'anima del luogo, con l'eliminazione delle sovrastrutture e delle + 0 0 + + 0 0 superfetazioni incoerenti, di scarso pregio architettonico-estetico e prive di valore storico, seguendo l'insegnamento secondo cui "architettura non è costruire in quel luogo, ma è costruire (o ricostruire) quel luogo"

e) Orientare gli interventi edilizi per conseguire un valido risultato estetico, sia nell'interrelazione interna degli elementi che lo + 0 0 + + 0 0 compongono, sia nella relazione con il contesto circostante, che non deve costituire uno scenario estraneo, ma deve armonicamente dialogare con l'opera dell'uomo f) Evitare possibilmente gli interventi di recupero edilizio ed ambientale orientati ad un mero e pedissequo ripristino dello 0 0 0 + 0 0 0 status quo, cercando piuttosto di interpretare ed esprimere l'anima del luogo alla luce delle esigenze e dei valori attuali g) Evitare possibilmente gli interventi di eccessiva e caricaturale pomposità scenografica, così come gli interventi posticci e + 0 0 + + 0 0 trapiantati da altri contesti h) Prevedere possibilmente il mantenimento di adeguate condizioni di permeabilità dei suoli e assicurare congrue dotazioni + + + + + + 0 di verde con funzione ecologica e di inserimento nel paesagggio

i) Definire appropriatamente il rappoto tra aree libere ed aree fabbricabili in ciascuna area vincolata, tra volumi edilizi e 0 0 0 0 0 0 0 superfici coperte, nonché la tipologia degli spazi aperti j) Definire possibilmente puntuali norme tipologiche per i diversi tipi di costruzione, individuando apposita disciplina di tutela + + + + + 0 0 e valorizzazione per i nuclei storici e per i beni storico-architettonici k) Definire possibilmente le modalità di sviluppo e di recupero dell'assetto edilizio, indicando l'ubicazione, la distribuzione e 0 0 0 0 0 0 0 gli allineamenti obbligatori, nonché i limiti delle visuali da rispettare l) Definire possibilmente le modalità per la realizzazione di parchi e giardini 0 0 0 0 0 0 0

m) Definire possibilmente le modalità di intervento sulla vegetazione naturale e para-naturale, in coerenza con le indicazioni 0 0 0 0 0 0 0 del PTCP, privilegiando l'impiego di specie autoctone, gli interventi di ingegneria naturalistica nonché la creazione di barriere vegetali in grado di ridurre l'inquinamento acustico e fungere da ecosistemi filtro (fitodepurazione)

9.3. PPPREVISIONI DEGLI ALTRI STRUMENTI DIDIDI PIANIFICAZIONE CONSIDERATI Le previsioni del Piano di Bacino, del Piano per l'Assetto Idrogeologico e del Programma di Tutela e Uso delle Acque sono state recepite, ove pertinenti, all'interno dello Studio Geologico, recepito all'interno del PGT. Il Piano Cave provinciale, come segnalato nel § 5.3.2., non prevede aree di interesse per l'estrazione di minerali di cava nell'area comunale. Analogamente, il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti, come dettagliato nel § 5.3.3., prevede che il territorio comunale rientri nelle aree potenzialmente escludenti per nuovi impianti e per ampliamenti, in quanto su di esso insistono vincoli e fattori ambientali che escludono la possibilità di realizzare impianti di trattamento dei rifiuti. Sono state tenute in considerazione le analisi condotte per la redazione della bozza del Piano di Indirizzo Forestale della Comunità Montana del Triangolo Lariano, recependo le aree a bosco ai sensi dell'art. 42 della l.r 31/2008. Il PGT risulta inoltre conforme al Piano di Zonizzazione Acustica redatto in concomitanza dello stesso.

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 93 10. SSSTIMATIMATIMA DEGLI EFFETTI AMBIENTALI EEE MONITORAGGIO DELDELDEL PIANO

10.1. SSSTIMATIMATIMA DEGLI EFFETTI AMBIENTALI : COSTRUZIONE EEE SELEZIONE DEGLI INDICATORI La VAS prevede l'avvio di un sistema di monitoraggio dei caratteri territoriali finalizzati a una lettura critica e integrata dello stato del territorio e delle dinamiche in atto. A tal fine, si farà riferimento al modello DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte), proposto dall'AEA nel 1995; esso descrive le interazioni tra i sistemi economici, politici e sociali con le componenti ambientali, secondo una sequenza causa-condizione- effetto, in modo da fornire una visione multidisciplinare e integrate dei diversi processi ambientali. Secondo tale modello, gli sviluppi di natura economica e sociale ( Determinanti ) esercitano Pressioni , che producono alterazioni sulla qualità e quantità ( Stato ) dell'ambiente e delle risorse naturali. L'alterazione delle condizioni ambientali determina Impatti sulla salute umana, sugli ecosistemi e sull'economia, che richiedono Risposte da parte della società, che avranno una ricaduta diretta su qualsiasi elemento del sistema. Gli indicatori possono quindi appartenere alle seguenti categorie: • indicatori di determinantideterminanti, che descrivono gli sviluppi sociali, demografici ed economici nella società e i corrispondenti cambiamenti negli stili di vita, nei livelli di consumo e di produzione complessivi. Rispondono alla domanda: perché sta succedendo? ; • indicatori di pressionepressione, che descrivono le emissioni di sostanze, di agenti fisici e biologici, l'uso delle risorse e l'uso del suolo. Le pressioni esercitate dalla società sono trasportate o trasformate in una quantità di processi naturali fino a manifestarsi con cambiamenti delle condizioni ambientali. Rispondono alle domande: perché sta succedendo? Ci sono cambiamenti? ; • indicatori di statostato, che danno una descrizione quantitativa e qualitativa dei fenomeni fisici, biologici e chimici in una certa area. Questi indicatori possono essere associati anche a un obiettivo quantitativo del piano e il valore assunto man mano che il piano si attua può mostrare la possibilità di raggiungere l'obiettivo medesimo. Rispondono alla domanda: cosa sta succedendo? ; • indicatori di impattoimpatto, che descrivono le variazioni delle funzioni sociali, economiche e ambientali derivate dalle pressioni sull'ambiente. Rispondono alla domanda: cosa sta succedendo? ; • indicatori di rispostarisposta, che si riferiscono alle risposte per compensare, mitigare o adattarsi ai cambiamenti nello stato dell'ambiente. Rispondono alla domanda: quali sono le risposte?

Il processo di selezione degli indicatori prevede l'individuazione di una lista iniziale basata su liste nazionali, regionali, ARPA, Agenda21, etc. seguita da un'analisi della disponibilità dei dati e della reale fattibilità che porta a una conseguente revisione della lista e a un'ulteriore analisi in base alla rilevanza, alla validità scientifica, alla comunicabilità, all'applicabilità e alle risorse umane da impiegare. Gli indicatori sono stati selezionati nell'ottica di stimare gli effetti che il piano potrà produrre sul territorio. Per ogni obiettivo e azione di piano è stato considerato un indicatore, scelto anche in rapporto alla possibilità di gestione dello stesso da parte degli uffici comunali negli anni a venire. Per ogni indicatore, all'interno della tabella 10.1 sono stati considerati i seguenti aspetti:

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 94 • tipologia dell'indicatore; • modalità di determinazione del dato • eventuali riferimenti agli obiettivi di pianificazione; • valutazione degli obiettivi: si dà un'indicazione di tipo qualitativo, che sarà dettagliata nel corso del rapporto di monitoraggio. Il primo rapporto di monitoraggio sarà redatto in occasione dell'approvazione del Piano e costituirà la baseline iniziale, definendo la cadenza di raccolta dei dati, le modalità di raccolta e i valori numerici di riferimento.

Tabella 10.110.110.1:10.1 : Indicatori per il monitoraggio del piano

Indicatore Unità di Tipologia Fonte dei dati Riferimenti Obiettivi misura Tasso di natalità ‰ S Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente Costante o aumento (nati/media popolazione dati ISTAT residente) Tasso migratorio (saldo ‰ S Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente Aumento migratorio/media dati ISTAT popolazione residente) Tasso di crescita totale ‰ S Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente Aumento (somma del tasso di dati ISTAT natalità e migratorio) Densità abitativa abitanti/km 2 P Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente Costante o leggero aumento (popolazione dati ISTAT residente/Superficie totale) Popolazione abitanti/km 2 P Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente Costante residente/Superficie dati ISTAT urbanizzata n° imprese comunali n° S Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente; Costante o aumento dati ISTAT obiettivo di piano g Prelievo di acqua m3/anno P Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente Costante o leggero aumento (in potabile/anno dati gestore funzione dei residenti) n° superamenti CMA in n° P Dati ARPA Stato dell'ambiente Zero acque potabili/anno Perdite percentuali della % P Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente Diminuzione rete nell'acquedotto dati gestore Consumo di acqua m3/abitante P Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente Costante o diminuzione potabile pro capite giorno dati gestore Abitanti serviti da rete % R Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente Aumento duale di dati gestore Obiettivo: 100% adduzione/abitanti totali Abitanti serviti da sistema % R Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente; Aumento di collettamento dati gestore obiettivo di piano a Obiettivo: 100% differenziato/abitanti totali Superficie % P Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente; Aumento fino agli obiettivi di piano urbanizzata/Superficie dati DUSAF obiettivo di piano e Obiettivo: 4,20% totale Superficie agro-silvo- % P Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente Costante pastorale/Superficie totale dati DUSAF Superficie occupata da % S Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente Costante boschi/superficie totale dati DUSAF Superficie % P Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente Costante o leggero aumento impermeabile/superficie dati DUSAF territoriale Produzione pro capite di kg/abitante P Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente Diminuzione

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 95 rifuti urbani anno rilevamenti provinciali, dati gestore Percentuale di raccolta % R Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente Aumento differenziata rilevamenti provinciali, dati gestore Consumi di energia kW/abitante P Rilevamenti comunali, Stato dell'ambiente Diminuzione elettrica residenziali pro anno dati gestore capite Volumetria realizzata con % R Rilevamenti comunaliObiettivo di piano d Aumento criteri di risparmio Obiettivo: 100% energetico/volumetria edificata totale Edifici di valore storico % R Rilevamenti comunaliObiettivo di piano b, Diminuzione architettonico in stato di Obiettivo di piano c Obiettivo: 0% abbandono o degrado/Totale edifici di valore storico architettonico Volumetria realizzata in % P Rilevamenti comunaliObiettivo di piano a Obiettivo: 0% ambiti di elevata sensibilità o in prossimità agli stessi/volumetria edificata totale N° posti auto realizzati n° P Rilevamenti comunaliObiettivo Obiettivo di piano f Aumento

Comune di Rezzago (CO) – VAS Rapporto Ambientale 96 11. CCCONCLUSIONI

A conclusione del presente Rapporto Ambientale si sintetizzano le informazioni e le valutazioni di merito. Relativamente alla coerenza esterna del Documento di Piano con la pianificazione e i vincoli sovraordinati si registra il sostanziale recepimento degli stessi negli elaborati di piano, tutta via sono emerse alcune incongruenze tra i documenti presenti e il redigendo piano, in quanto l'ambito di trasformazione 1 interessa un'area sorgente di biodiversità di primo livello della Rete Ecologica Provinciale; si rileva comunque che tale area è limitrofa, per la gran parte del perimetro, con il tessuto urbano consolidato, che non ricade in elementi della rete ecologica. Pertanto si ritiene che l'edificazione in tale area non modifichi sostanzialmente la struttura e la funzionalità della porzione di rete ecologica in considerazione. Non emergono, sulla base delle analisi effettuate, ulteriori elementi pregiudizievoli per la coerenza esterna del Documento di Piano. Sotto il profilo della coerenza interna il Documento di Piano è conforme nelle sue previsioni agli indirizzi e agli obiettivi delineati. Non si rilevano elementi di contrasto tra il Documento di Piano e quanto esaminato nella Valutazione Ambientale Strategica.

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