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Vol. XLVIII - 1 - 2019 Centro Studi Piemontesi Ca dë Studi Piemontèis

CENTRO STUDI PIEMONTESI CA DË STUDI PIEMONTÈIS 10121 TORINO - VIA OTTAVIO REVEL, 15 - TEL. 011/537.486 ITALIA [email protected] - www.studipiemontesi.it Studi Piemontesi I testi (su supporto informatico) I versamenti possono rassegna di lettere, storia, per pubblicazione – in italiano, essere effettuati direttamente arti e varia umanità edita dal francese, inglese o tedesco – in presso la Segreteria, oppure: Centro Studi Piemontesi. interlinea due e senza correzioni La rivista, a carattere debbono essere inviati al Intesa San Paolo CENTRO STUDI PIEMONTESI interdisciplinare, è dedicata allo Centro Studi Piemontesi. IBAN: CA DË STUDI PIEMONTÈIS studio della cultura e della civiltà subalpina, intesa entro La collaborazione è aperta agli IT84L0306909606100000116991 coordinate e tangenti studiosi. BIC: BCITITMM internazionali. Pubblica, di Il Comitato Scientifico decide Unicredit Banca norma, saggi e studi originali, sull’opportunità di pubblicare NORME REDAZIONALI risultati di ricerche e documenti gli scritti ricevuti. IBAN: MODALITÀ DI CITAZIONE riflettenti vita e civiltà del I collaboratori devono IT83H0200801046000110049932 Piemonte, rubriche e notizie BIC SWIFT: UNCRITM1BD4 Considerando l’ormai totalità dell’impiego di strumenti informatici nella stesura e nella composizione delle iniziative attività problemi attenersi alle norme redazionali della rivista, pubblicate in Banca del Piemonte dei testi, il Centro Studi Piemontesi formalizza alcuni criteri redazionali indispensabili per armonizzare pubblicazioni comunque il lavoro svolto dagli autori con le fasi di impaginazione, correzione delle bozze e stampa. interessanti la Regione nelle terza di copertina. IBAN: L’autore deve presentare tutto il materiale in versione definitiva e in un’unica soluzione (cartelle sue varie epoche e manifestazioni. 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Le note devono essere numerate progressivamente seguendo i criteri qui sotto esposti; devono Livia Giacardi essere brevi ed essenziali e in ogni caso commisurate all’estensione del testo. An­dreina Griseri La quota annuale Corine Maitte di associazione ordinaria Isabella Massabò Ricci Citazioni volumi: al Centro Studi Piemontesi Nome (possibilmente completo) e cognome dell’autore in maiuscoletto, titolo in corsivo, eventuale Andrea Merlotti e Aldo A. Mola è di 60. indicazione di traduzione o di cura tra virgole, luogo di pubblicazione, casa editrice, anno di pubblicazione, Francesco Panero L’abbonamento per il 2019 pagina o pagine (con abbreviazioni p. e pp., oppure p. e sgg.). Gian Savino Pene Vidari (due numeri) Pier Massimo Prosio è di e 60 per l’Italia; Giuseppe Garizzo, David Hume politico e storico, Torino, Einaudi, 1962, pp. 18-25. Rosanna Roccia e per l’Estero: 78 Paesi UE; La letteratura in piemontese dalle Origini al Settecento, a cura di Giuliano Gasca Quei­razza, Costanza Roggero e 86 Paesi extra UE. Alda Rossebastiano Gianrenzo P. Clivio, Dario Pasero, Torino, Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Giovanni Tesio Per abbonamenti, copie singole, 2003, pp. 538. Georges Virlogeux arretrati, inserzioni pubblicitarie, rivolgersi Direttore Citazioni articoli: Rosanna Roccia esclusivamente al Autore come per i volumi, titolo in corsivo, titolo della rivista tra virgolette, serie in numeri romani, Centro Studi Piemontesi, Responsabile annata in numeri arabi, anno tra parentesi; pagina o pagine citate; se la rivista è numerata per fascicoli Albina Malerba via O. Revel 15, 10121 Torino. anziché per annate, si dà il numero del fascicolo in arabo prima dell’anno. Segreteria Centro Studi Piemontesi Gian Savino Pene Vidari, Il re Vittorio Emanuele II “assume il titolo di Re d’Italia”, in “Studi Giulia Pennaroli Ca dë Studi Piemontèis Piemontesi”, XL, 1 (2011), pp. 7-20. Consulente grafico via Ottavio Revel, 15 Giovanni Brunazzi 10121 Torino (Italia) Se si deve citare il capitolo o il saggio inserito in una raccolta, lo si deve considerare come un articolo tel. (011) 537.486 di rivista, dandolo perciò in corsivo; il titolo del volume o della raccolta di saggi va pure in corsivo Autorizz. Tribunale di Torino C. F. 97539510012 preceduto da in. n. 2139 del 20 ottobre 1971. P. IVA 08808120011

Stampa: L’Artistica Savigliano [email protected] Per le Recensioni www.studipiemontesi.it Autore in tondo normale, titolo in corsivo, città, casa editrice, anno, pagine

ISSN 0 392-7261 Giorgio Dell’Arti, Cavour, Venezia, Marsilio, 2011, pp. 474. DOI 10.26344/0392-7261 La città in tasca. Un secolo di almanacchi Palmaverde dalla collezione di Giuseppe Pichetto, a cura di Clelia Arnaldi di Balme, Torino, Palazzo Madama-Centro Studi Piemontesi, 2011, pp. 108, ill. L’insegna del Centro Studi Piemontesi riprodotta anche in copertina è tratta da una tavola Testo non superiore alle due cartelle (da 2000 battute). del Recetario de Galieno Iscritto nel Registro Nazionale della Stampa al n. 1679 - 2 ottobre 1985 stampato da Antonio Ranoto sped. in abb.to postale - 45% - art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 Per le abbreviazioni vale quanto scritto sopra. a Torino nel MDXXVI. Filiale di Torino - 1 - 1° semestre 2019. Edoardo Daneo, Conversation struito la genealogia famigliare ministro della Pubblica Istru- Pieces. Voci e istantanee risalendo sino a tempi remoti zione Edoardo Daneo, promo- dall’archivio di famiglia. Vita (un lavoro dal quale potrebbe- tore, con l’onorevole Credaro, politica, diplomatica e militare ro scaturire volumi ancor più della legge 4 giugno 1911, n. tra il 1865 e il 1965, Torino, corposi del presente), Daneo 487 (ministero Giolitti) intito- Centro Studi Piemontesi, si è concentrato in particolare lata dai loro nomi, che trasfor- 2019, pp. 246. sugli anni dei propri genitori, mò la scuola elementare in un avi e congiunti, come già ac- servizio non più solo comunale Suscita ammirazione la cura cennato, protagonisti di primo ma statale. In questo modo, scrupolosa e lungimirante che piano, agendo su uno sfondo con gli stipendi del personale la famiglia dell’autore ha dedi- cosmopolita, della vita politica, scolastico, a partire dai maestri, cato, nel susseguirsi di parec- diplomatica e militare italiana. ed altri oneri a carico dello Sta- chie generazioni, alla conserva- Una volta completato il volu- to, poté essere data compiuta e zione dei documenti personali, me è apparso subito chiaro che geograficamente generalizzata lettere, fotografie pubbliche e meritava una divulgazione non attuazione, anche nei comuni private dei suoi rappresentan- limitata alla cerchia famigliare. finanziariamente più deboli o ti. Tutti questi materiali nel In questo senso il Centro Stu- meno attenti, all’obbligo scola- loro insieme hanno formato un di, nella veste di editore, ha stico. Nel contempo giunsero a archivio di famiglia di evidente insistito per vincere una certa concreta operatività i patrona- importanza storico-politica e ritrosia, non troppo inusuale ti scolastici, già previsti in un storico-diplomatica, in consi- tra i Piemontesi, affinché del Regio Decreto del 1888 con la derazione dei profili biografici lavoro potesse fruire una più missione di assegnare ai bam- e dei ruoli ricoperti da parec- vasta compagine di lettori e bini bisognosi libri di testo, chi dei Daneo, segnatamente a di studiosi, congiuntamente a vestiario, scarpe e, ove neces- partire da metà Ottocento. quelle biblioteche ed università sario, alimenti onde consentire La prassi consolidata nell’an- che in parecchi paesi stranie- alle famiglie di ottemperare tico regime di conservare meti- ri mantengono costantemente all’obbligo scolastico. colosamente e persino con pi- aggiornate le proprie raccolte Attraverso questo lavoro gnoleria i documenti di famiglia, con le produzioni dell’Istitu- possono essere lanciati nuovi senza eccezione per le corrispon- to. Il percorso lungo il quale il sguardi sulla “grande” storia denze ed altre testimonianze e lettore è condotto sfogliando le d’Italia. L’intervento italiano documentazione di più stretta- pagine del libro è scandito da nella Prima Guerra Mondiale, mente privata ragione, perse – oltre duecento immagini foto- ad esempio, può essere riletto specialmente con riferimento a grafiche di eventi e personaggi anche attraverso rapporti poco queste ultime – alquanto vigore di rilievo che l’autore illustra noti fra Salandra e Giolitti proprio nell’epoca alla quale si privilegiando, come fonte per di cui qui si ha notizia. Molti rivolge l’attenzione dell’autore. le didascalie, bozze di discor- sono gli aspetti che riguarda- Un fatto, questo, che rende an- si, cablogrammi, telegrammi o no gli sviluppi del conflitto, cora più significativa l’attenzio- varia corrispondenza, spesso tra successi e insuccessi, sino ne conservativa e le tutele poste importante e riservata, sempre alla vittoria finale. Le imma- in atto dai suoi immediati pre- inedita. gini fotografiche, grazie alle decessori e da lui stesso. Rien- Il titolo è calzante, a patto didascalie e agli approfondi- trato in Piemonte dopo lunghe che, merita ripeterlo, si tenga menti critici e storici sugli av- assenze per motivi professionali ben presente che gli sguardi venimenti a cui si riferiscono, quale dirigente dell’ENI, Edo- sulla vita quotidiana, sulle car- consentono poi al lettore di ardo Daneo (nato a Roma nel riere dei rappresentanti della assistere allo snodarsi della 1937) grazie al proprio archivio famiglia, sui rapporti tra loro politica nazionale tra la Prima ha potuto indagare sul passato intercorrenti, sono lanciati su e la Seconda Guerra Mondia- famigliare, con l’intento, origi- un vissuto di rilevanza pub- le, come pure di avere notizie nariamente, di salvaguardarne blica, di interesse politico e di prima mano sulla politica e trasmetterne la memoria in governativo nazionale, nonché italiana nei Balcani e sulle at- forma essenzialmente privata, a su coinvolgimenti e relazioni tività finalizzate a coinvolgere beneficio delle nuove e future internazionali ai più alti livelli. la Bulgaria nel Tripartito. Non generazioni. Dopo avere rico- Ampie notizie sono riservate al sono meno rilevanti le vicende 337 post-belliche, con cenni sulla con la freschezza di chi anco- mirata, rispettosa, ma che lo politica americana in Italia, sui ra ha visto, il milieu culturale vede come “allievo di”, “colla- movimenti migratori verso gli valsesiano sotteso al ricordo di boratore di”. E che si affranca Stati Uniti e l’Australia, sulla Gilodi). Vorrei ancora citare la tardi: nell’ultimo decennio del decolonizzazione africana e, presenza di Enrico Rizzetti, in secolo e per un breve periodo, inoltre, sugli sviluppi della ces- chiusura, con un bel ricordo che non va oltre il 1902-1906. sione (ineluttabile?) di Tenda e di costume sulle villeggiature Sotto questo aspetto non tro- Briga alla Francia. “alpestri”, e quella degli eredi vo fuori luogo che il libro inizi Gilodi, che è bello registrare con un’indagine ampia sulla Gustavo Mola di Nomaglio per il versamento del fondo di sua architettura alpina, svolta progetti e disegni all’Archivio in totale indipendenza nella di Stato: fondo che ha costituito sua Valsesia, con un epilogo Costantino Gilodi, ingegnere una preziosa e ineludibile te- intimista che lo descrive dedi- architetto a Torino e in stimonianza per lo studio dei to a studi botanici in quota nel Valsesia, tra Eclettismo e Belle suoi lavori. fascinoso villino di Baranca. Époque, a cura di Enrica Gilodi è un vero eclettico, Gilodi ha una formazio- Ballarè, Torino - Borgosesia, raffinato e talentuoso nel mel- ne tecnica: con un “secondo Centro Studi Piemontesi - ting pot della sintesi stilistica. grado” all’Istituto Sommeiller Società Valsesiana di Cultura, Mai però raisonnable (sulla che lo vede eccellere nel di- 2018, pp. 216, ill. scia di Viollet-le-Duc e di De segno, nell’ornato e nelle ma- Baudot), come invece era stato terie tecniche, meno in quelle Esce a proposito – a cento per Ceppi nelle sue pulitissime fisico-matematiche. Si laurea, anni dalla scomparsa – il bel corti in ferro-laterizio contrap- sempre a Torino, nel 1879 alla volume su Costantino Gilodi poste ai compositi prospetti su Scuola di Applicazione per gli (1853-1918), protagonista in- strada: la “seconda via” dell’Ot- Ingegneri: oltre agli insegna- teressante dell’Eclettismo to- tocento torinese e milanese gli menti di Reycend, fa in tempo rinese che finora non era stato rimane in qualche misura estra- a seguire quelli di Ceppi per oggetto di una pubblicazione nea. Ci conferma Morgantini un anno, poi ne diviene per “organica”. Denso di spunti di che Gilodi aveva ascoltato poco lungo tempo (1881-1907) assi- lettura, questo libro ne illustra le lezioni di Reycend, voce stente all’Università, dove que- il percorso tramite una serie di poco coerente col suo talento sti era nel frattempo rientrato. regards croisés – a volte ribaditi, che lo portava invece a fresche Fra gli assistenti anziani incon- specie su punti comuni: ma non e curatissime interpretazioni tra Camillo Riccio, progetti- guasta. Nello specifico i contri- del repertorio eclettico: se ne sta di fiducia della borghesia buti sono sviluppati da Walter trova traccia solo nella faccia- imprenditoriale torinese, che Canavesio (con un succoso ta del villino Musy a Fobello, lo introduce al mondo della concentrato di riflessioni intro- quasi la citazione di una ricerca professione: anche di questa duttive che collocano Gilodi che stava invece diventando ri- figura diviene collaboratore nel quadro della cultura eclet- corrente nell’edilizia pervasiva stabile, dopo il 1884 fino al tica torinese e nazionale), da della città. 1896. Frequenta così a diverso Enrica Ballarè (con un artico- Un primo aspetto che ne titolo l’esecutività progettuale lato contributo sui progetti in ha condizionato la lettura, è delle due esposizioni torinesi: Valsesia: echi nazionali, inter- quindi quello di “ornatista per quella del 1884 – con Riccio nazionali e declinazioni alpine, eccellenza”: bravo anzi bravis- (che morirà nel 1899) e poi, tra contesto urbano e contesto simo, molto apprezzato per con maggiore autonomia, quel- in quota), da Filippo Morganti- questo da Riccio e da Ceppi la del 1898 – a fianco di Ceppi ni (sulla formazione culturale), nelle collaborazioni, forse un gran regista dell’operazione, e da Gianluca Kannés (sui can- po’ troppo calligrafico: aspetto di Giacomo Salvadori di Wie- tieri delle esposizioni torinesi già rilevato nel 1969 da Mila senhoff suo efficace alter ego. Il 1884 e 1898), da Elena Gia- Leva Pistoi nei suoi studi. successo del 1898 ribalta il trio nasso (con due contributi: su Un secondo, condizionato Ceppi-Gilodi-Salvadori all’E- rapporto architettura-contesto dall’affettuoso ricordo redatto sposizione parigina del 1900: urbano e sull’archivio), da Ca- da Salvadori nel 1919, è quello con un incarico realizzativo per simiro Debiaggi (che racconta, di una prospettiva critica am- il padiglione italiano che vede 338 Gilodi molto impegnato nei nale svolta autonomamente in della Geműtlichkeit cittadina rilevi della Porta della Carta a Valsesia fino al 1906. Seguen- e borghese riportata in quota. Venezia, attività propedeutica do la lezione di Riccio, Gilodi Gilodi disegna ville e interni assai congeniale alla sua fine conferma nelle esperienze ur- coi loro arredi con un mood capacità di sintesi decorativa. bane tra Torino e Borgosesia la particolare risultante dal Ge- Una simpatica immagine foto- propria capacità di “stare” nel samtkunstwerk che lega boise- grafica li ritrae assieme, sulla contesto, specie nei lotti stret- ries, tendaggi, mobili, lampa- scalinata del padiglione; dei ti e irregolari, appresa con la dari e oggetti: unitarietà prati- tre, Gilodi è il più alto e l’unico progettazione degli edifici per cata in modo sistematico dagli a indossare il frack. la Diagonale. architetti dell’Art Nouveau. Le collaborazioni nelle due Dopo il 1895 si rafforza l’at- L’episodio autobiografico del esposizioni e la resa autono- tività professionale in Valsesia: villino a Selle di Baranca – con ma di Gilodi sono difficili da da distinguere tra progettazio- la sua presenza surreale tra districare: in particolare per ne condotta in ambito urbano i pascoli ad alta quota – con- quella del 1898 si può dire che (principalmente Borgosesia e clude e sottolinea con una te- abbia avuto piena autonomia Varallo) e architetture alpestri stimonianza preziosa, spaesata per alcuni episodi, mentre per per la villeggiatura: Enrica Bal- e un po’ sognante il curricu- altri sia stato molto efficace larè riporta in questo senso una lum valsesiano dell’ingegnere: nel «mettere in pratica con bella ed esaustiva «cronologia è lo stesso stile alpino (con il prontezza la regia del maestro, valsesiana», opere e progetti coraggioso riporto del deco- convinto assertore del conti- svolte da Gilodi nella sua ter- ro barocchetto graffito sulla nuo miglioramento delle idee ra d’origine, che paiono vera- muratura rustica) praticato a iniziali di progetto in fase co- mente rappresentare un mo- Ceresole Reale da Ceppi per struttiva» (Morgantini). Quel- mento tutto suo. le ville Chiesa e da Salvadori di lo che oggi ci resta, la Fontana Dice Canavesio nella sua aper- Wiesenhoff per il Grand Hotel dei Dodici Mesi al Valentino, è tura che “le vere case valsesiane (1888). di solito attribuito a Ceppi, ma Gilodi le costruì a Torino per Debiaggi testimonia con è merito di questa pubblicazio- l’Esposizione del 1898”: per- molta precisione e cura di det- ne segnalare come i disegni ne ché quello che realizza in Val- taglio il milieu dei progettisti rivelino la forte presenza ese- sesia è in realtà un repertorio valsesiani o di origine valsesia- cutiva di Gilodi. eclettico. Gilodi non percorre na dell’Ottocento: con alcuni L’ultimo decennio dell’Ot- direttamente il tema dello chalet nomi noti (Marietti, i Vigitello) tocento è comunque in gene- suisse, ma si muove con perizia e con molte sorprese, tra cui rale visto come quello in cui in assemblaggi eclettici desunti una miriade di meno noti attivi l’ingegnere valsesiano acquista da modelli pervasivi e diffusi, in ambito sia locale che inter- maggiore autonomia; dice- “impreziositi” com’era nella sua nazionale. Tra i meno noti mi va Salvadori che Riccio dopo natura da passione decorativa hanno colpito due nomi: Au- il 1895 «autorizza» Gilodi a e perizia tecnica: clamorosa gusto Caristie, membro dell’I- svolgere dei lavori indipen- in questo senso la prospettiva stituto di Francia e autore di denti: ma alla luce dei docu- veneziana realizzata a graffito importanti opere in Francia tra menti questa autonomia va si- nella propria casa al Cravo. 1830 e 1860, e poi gli Axerio- curamente anticipata. Donghi Mentre nelle sue architetture De Toma, attivi come molti a sua volta aveva citato Gilodi rusticane pare più seguire la compaesani all’estero, questa tra i giovani volenterosi alle pri- linea – non ancora neorealista, volta in Austria, Germania, Ro- me armi, ma già esperti: Elena ma positivista ed etnografica – mania, importatori in Valle del Gianasso elenca più di trenta presente qualche anno dopo gusto di quei paesi. “È in que- pratiche presentate a sua firma nel villaggio alpino all’Esposi- sto ambiente, in questo clima, a Torino dopo il 1881 e fino al zione torinese del 1911 e poi in questo terreno così fertile e 1903 (che comprendono tra negli studi di Jona del 1928: così propizio, che affondano le le altre le importanti commit- una linea che pure ebbe segui- radici e che quindi sboccia, si tenze per le due “diagonali”, to in molta e gradevole edilizia sviluppa, si consolida la per- la propria residenza torinese alpina del periodo. sonalità artistica di Costantino e la casa Rizzetti), cui si deve Negli edifici per la villeg- Gilodi, dotata di grande sensi- aggiungere l’attivita’ professio- giatura alpestre ricorre il tema bilità e passione”. Mi chiedo se 339 questa radice, così presente nel mani la vita a cui aspirava, stu- rale “di riscoperta e di nuova Dna della cultura valsesiana, diando e lavorando sodo, con attenzione critica ai maestri non abbia influito nella dispo- intelligenza, tenacia, inventiva e dell’Accademia tra Ottocento nibilità curiosa, appassionata e sentimento”, scrive Liliana Pit- e Novecento”. attenta alla realizzazione con tarello nell’introduzione al bel Oltre al saggio della curatri- cui Costantino Gilodi percorre volume che ha accompagnato la ce (Augusto Cesare Ferrari: il in modo diagonale i repertori mostra dedicata a Augusto Ce- racconto della vita, pp. 25-47) dell’Eclettismo. sare Ferrari, da lei curata e rea- il libro contiene una serie di Io penso che questa raccolta lizzata lo scorso autunno all’Ac- contributi puntuali, a partire di studi offra più di uno spun- cademia Albertina di Torino. da quello fondamentale di An- to per andare oltre alle limita- Mantiene la promessa, na- tonio Musiari (“No olvidemos zioni di lettura affettuosamen- turalmente. In quello che chia- que el arquitecto es pintor”, pp. te poste da Salvadori ormai miamo per convenzione cata- 48-77), che analizzano l’opera cent’anni fa: a valle di queste logo, ma è molto di più, incon- di Ferrari nel contesto torinese testimonianze, credo piuttosto triamo di fatto la storia di una e poi in quello argentino – dai che Gilodi sia stato sempre e straordinaria vicenda umana e ritratti (Barbara Stabielli, pp. autenticamente se stesso. È for- professionale, accuratamente 78-88), ai panorami (Nicolet- se una conclusione un po’ cro- ricostruita su fonti archivistiche ta Leonardi pp.99-103), alle ciana, ma non credo molto in pubbliche e private, racconta- architetture e ai cicli pittorici una storia dell’architettura fat- ta con vivacità e amorosa par- – fornendo spunti importan- ta da eroi solitari. Soprattutto tecipazione (evidente fin dalle ti di riflessione sui processi di per l’Eclettismo piemontese, prime splendide immagini in- formazione degli architetti de- anche nel suo pervasivo inve- serite tra i testi di apertura) e coratori del primo Novecento rarsi a livello di forma urbana, integrata da corposi apparati (Mauro Volpiano, pp. 127-131) preferisco vederne gli autori frutto di ricerche e approfon- e sulle opportunità loro offerte come tante tessere di un com- dimenti tematici. Caratteriz- dai cantieri del “nuovo mondo” posito mosaico. E per quanto zano la vicenda di Ferrari due (Fernando Aliata, pp.104-118). riguarda l’ingegnere architetto ingredienti rari: fiducia nella Si delinea così, con l’ap- Costantino Gilodi, penso che vita e impegno totali, che in poggio di una documentazione questa raccolta di studi offra qualche modo si sono trasmes- fotografica in larga parte inedi- molti spunti per illustrarla alla si ai discendenti – i figli Susa- ta, la vicenda di un artista che luce dei documenti e dei fatti. na e León, che a decenni di dispiega in vari campi le sue distanza dalla morte del padre notevolissime capacità pro- Enrico Moncalvo realizzano una prima mostra fessionali – non ultima quella (2003), creano una Fundación, di saper organizzare un buon avviano la catalogazione di di- lavoro di squadra – mantenen- Augusto Cesare Ferrari, segni, fotografie, dipinti e do- dosi coscientemente in un ter- pittore e architetto tra Italia nano parte della collezione al ritorio parallelo alle esperienze e Argentina. !Que bello Museo Nacional de Bellas Ar- d’avanguardia e alle mode con- es vivir!, a cura di Liliana tes di Buenos Aires; il nipote temporanee (penso ad esempio Pittarello, Catalogo della Gerardo; le giovani pronipoti alle forti somiglianze tra i suoi mostra, Accademia Albertina Julia e Isabel, tutti presenti nel ritratti e quelli del ligure Gio- di Belle Arti di Torino (21 volume con contributi diversi rello, che si fermano però alla settembre-18 novembre), – e attraverso di loro a Liliana fase pre-divisionista di quest’ul- Torino, Centro Studi Pittarello, “venuta dall’altro timo); scegliendo tematiche Piemontesi-Albertina Press, lato dell’oceano” a realizzare collaudate (come i Panorami) 2018, pp. 263, ill. qualcosa che Augusto Cesare e più tardi orientandosi su una Ferrari forse non avrebbe nep- committenza – la Chiesa, gli or- “Con questa mostra voglia- pure osato sognare: fare ritorno dini religiosi – che gli consenta mo raccontarvi la storia di un all’Accademia Albertina, dove di restare “fuori della mischia” uomo che, nato figlio di igno- era stato allievo del maestro e di mettere pienamente a frut- ti nella Bassa modenese nel Giacomo Grosso, con una mo- to la sua esperienza e la sua abi- 1871, riconosciuto a vent’anni stra sulla sua opera, nell’ambito lità compositiva e figurativa; dal padre, si costruì con le sue di un grande progetto cultu- in una sorta di tributo “eclet- 340 tico” (ma il termine in questo Giuseppina Pellosio, Paroni merci della Serenissima… Un caso va usato con cautela) alla di barche a Torino. La famiglia sistema commerciale interrela- nostra tradizione artistica tra Clerico in Borgo Po. Dagli to, con margini di autonomia medioevo e tardo rinascimen- ultimi decenni del Seicento come di una piccola Lega an- to, associato a un forte impe- alla Restaurazione (1672- seatica attraverso territori ed gno sociale che si manifesta 1814), Torino, Centro Studi eventi storici. nel verismo dei cicli pittorici. Piemontesi-Ca dë Studi Con garbo e riserbo, sul filo In architettura, l’unica “licen- Piemontèis, 2018, pp. 194, ill. di memorie familiari, di perso- za” che si concede trova non a naggi e di luoghi, Giuseppina caso espressione nella tomba La presenza del Po nel sen- Pellosio delinea, oltre a ciò, la di famiglia nel cimitero del- tire comune dei Torinesi è complessa relazione di Torino la Chacarita a Buenos Aires: quella di un gradito margine nei secoli determinanti del suo “un dado di marmo nero” naturale della città costruita, sviluppo politico, economico, realizzato negli anni Trenta. che la pone a confronto con la culturale, con i suoi sobbor- Il lavoro ideato e coordinato collina. Dalle stampe delle feste ghi, solitamente trascurato ma da Liliana Pittarello va tuttavia sabaude sul fiume di fronte al strettamente interrelato, di là segnalato anche per un’altra Valentino alle descrizioni della dall’ovvio complemento del ragione: aver sollecitato stu- città di loisir dopo l’acquisizio- valico del Po, a una secolare diosi italiani e studiosi dei pae- ne ottocentesca del paesaggio funzione di nodo di scambio si meta della nostra emigrazio- fluviale seguita alla costruzio- vitale per l’economia della cit- ne tra Ottocento e Novecento ne dei Murazzi, dal 1830 a fine tà e del territorio. Il rapporto ad indagare insieme figure e secolo attraverso gli anni no- fondamentale col Po era ab temi di comune interesse. A dali dell’Unità, le preesistenze immemorabili fondato sugli più di 20 anni dalla mostra e spondali del borgo di Po di qua scambi commerciali di ap- relativo libro-catalogo sull’ar- e di là dal fiume, sono cancella- provvigionamenti di derrate e chitetto della Casa Rosada (La te nel volgere di pochi decenni: materiali, condotti da una au- obra de FrancescoTamburini en Passata la stagione dei lavandai tonoma collettività di barcaioli Argentina. El espacio del po- oltrepò e in Bertoulla, il rap- e pescatori, avente base nelle der, a cura di Irma Arestizabal, porto della città col fiume si ri- borgate rivierasche, accertate Roberto De Gregorio, Loretta alle società di canottaggio, fin dall’epoca romana negli Mozzoni, Stefano Santini, Jesi, alla memoria del noleggio delle scavi di piazza Vittorio, sedi di 1997), che avevamo definito barche, alle regate delle società attività ampiamente autonome in questo senso “esemplare”, di canottaggio che si impon- ed esenti dai dazi della città. ecco una nuova iniziativa italo gono nella determinazione dei Il libro documenta la storia argentina notevole non soltan- ponti. Dopo la Restaurazione, del rapporto tra la città e il suo to per la qualità dei risultati il fiume è aggregato e subordi- affaccio al Po dalla parte del nato alla città che vi si affaccia. scientifici ma per l’intelligenza, fiume, dei suoi abitanti e del- Ma in passato non era sempre la sua particolare economia, la partecipazione e lo spirito di stato così. Il rapporto tra fiume non incentrata sulla produ- collaborazione – tra persone e e città era stato quello di una zione, a parte i molini natanti istituzioni – che l’ha motivata e mutua relazione di attività e riconfermati da Ignazio Mi- contraddistinta. di funzioni nella quale il porto chelotti alla Madonna del Pi- Restiamo in attesa della pros- fluviale era il nodo di connes- lone, dove restano visibili nel sima avventura collettiva. sione tra il territorio di Torino, fiume i resti della diga palifi- Giovanna Rosso Del Brenna le regioni, e gli Stati a valle, cata. Il rapporto tra la città e con le loro culture, le loro la borgata dei barcaioli, non produzioni, le mutevoli condi- traghettatori bensì soprattutto zioni delle loro politiche. Pare navigatori e operatori dell’ap- significativo, che i conduttori prodo fluviale, si rinsalda e si di queste attività di trasporti istituzionalizza dopo la prova fluviali e internazionali fossero di fedeltà al duca (di lì a poco indicati come “paroni”, con un re) nell’assedio del 1706, che chiaro riferimento alla lontana lasciò memorie e reperti rinve- meta dell’Adriatico e ai com- nuti nei recenti scavi prelimina- 341 ri al parcheggio interrato. Alla conclude nel primo decennio lombo e sulla sua parentela. comunità fu riconosciuta una dell’Ottocento, con la spianata Dal primo congresso di quasi istituzionalità, attraverso la no- napoleonica del Cours Impe- vent’anni fa (1999, Torino- mina dell’esponente delle fami- rial di accesso al nuovo Ponte, Cuccaro) si sono fatti molti glie dell’antica professione dei e con essa (e il trasferimento progressi, tutti portati all’ap- “Paroni” barcaioli Giacomo del titulus al nuovo Tempio prendimento da un lato della Lodovico Clerico a Capitano della Gran Madre, 1818-1831) personalità dell’ammiraglio le- delle barche e dei ponti, per anche quella della chiesa di gato ad una famiglia nobile di decreto di Carlo Emanuele III, San Marco e Leonardo, riedi- buon rilievo, dall’altro alla sua 1731. Si confermava così una ficata a metà Settecento dalla competenza nella navigazione tradizione che nei secoli pre- comunità della borgata com- in mare ed in materia di viaggi cedenti aveva avuto momenti mettendola al più prestigioso nell’Oceano Atlantico. determinanti in particolare con libero professionista (non ar- Il punto di partenza è stato la costruzione della Porta gua- chitetto di Corte) del tempo, il 1999, la causa per la succes- riniana di Po (ultimo quarto del Bernardo Antonio Vittone, sione nel maggiorasco dei “Co- XVIII secolo) e la decorazione per esigenze di affluenza e rap- lon”, con l’analisi delle lunghe originaria della metamorfosi presentanza. Di là dalle vedu- e complesse ricostruzioni di av- ovidiana delle Eliadi e nel 1743 te settecentesche, l’Architetto vocati e giudici dalla quale sul con la costruzione della nuova stesso ce ne ha lasciato figura e piano storico-giuridico è emer- chiesa di San Marco e Leonar- memoria nelle Istruzioni Diver- sa un’origine non genovese ma do a sostituzione della cappella se, Lugano 1762, p. 180, n. XI, monferrina di quella famiglia a medievale. Da allora in poi, tut- tav. 62: “Cosa degna d’osserva- cui è appartenuto anche Cri- tavia l’antica storia di coesione zione sembrami in quest’idea il stoforo Colombo. Meno di e collaborazione tra stato/città Passaggio, che superiormente dieci anni prima, nel 1992 un e borgata si esaurirà nel corso rigira tutto all’intorno sopra la grande congresso genovese co- dell’Ottocento, con la damnatio Porta, Presbiterio, Cappelle, e ordinato con dovizia di mezzi memoriae del Borgo del Mo- loro spazi intermedi, il quale dal ministro Paolo Emilio Ta- schino cancellato dall’urbaniz- restando aperto verso la Chie- viani ne aveva magnificato pro- zazione di Vanchiglia. sa, può servire per dare como- prio l’origine genovese, contro La porta ortogonale al trac- damente luogo ad un’assai ra- le pretese iberiche. In pochi ciato della nuova fortificazione gionevole quantità di Persone anni la prospettiva cambiava della città diretta da Amedeo di in occasione di assai grande un’altra volta. Castellamonte, e di conseguen- concorso di Popolo”. In effetti, non era da esclu- za fortemente e sorprendente- dere una formazione genovese mente obliqua rispetto all’asse Luciano Re alla vita di mare di un cadetto urbano della Contrada di Po, di una nobile famiglia monfer- fu allestita a rettifica e imple- rina, andato a cercare fortuna mentazione dei fabbricati pree- Cristoforo Colombo: Piemonte, nella grande città ligure in un sistenti lungo la antica Via della Liguria e penisola Iberica verso momento di difficoltà politico- Calce (l’antico albergo della il Nuovo Mondo, Cuccaro militare del marchesato a cui Croce Bianca, via Po/via Va- Monferrato, C.E.S.C.O.M. apparteneva la sua famiglia. sco, e l’antistante Convento dei (Associazione Centro Studi Le origini non erano genovesi, Minimi o Paulani), promosso Colombiani Monferrini), in la formazione marinara peral- per devozione famigliare dalla collaborazione con il Centro tro era altrettanto possibile. Il Duchessa Cristina di Francia. Studi Piemontesi, 2018, pp. 316. congresso del 1999 incrinava Ormai queste preesistenze tra- alcune certezze troppo accen- spaiono uniformate per quanto Il volume contiene gli “atti” tuate nel 1992, non ne conte- ne resta dietro i portici castella- del III Congresso Internaziona- stava però l’impianto generale, montiani della terza Ampliazio- le Colombiano nel 525° anni- se non nel senso che il perso- ne. La travagliata storia della versario della scoperta dell’A- naggio non era un “quivis ex mutevole porta di Po (di là dal- merica, tenutosi a Torino il populo” venuto su dal mare e le apparenze funzionalmente e 12-13 ottobre 2017 e porta sul mare, ma un giovane di un tipologicamente molto diversa nuovi interessanti contributi certo livello giunto a Genova dal Mastio della Cittadella) si sulla figura di Cristoforo Co- con le sue conoscenze ed i suoi 342 contatti personali alla ricerca ca porta ad accentuare le tesi col mare può essere avvenuto di un futuro, che il suo mar- favorevoli alla parte in causa, piuttosto che a Genova a Savo- chesato al momento non gli as- ma è altrettanto noto che dal na, in non buoni rapporti con sicurava. Poteva quindi essere confronto fra tutte possono la “dominante”. Mi pare inol- un immigrato, ma di una fami- emergere prospettive nuove, tre che l’ammiraglio Bazzurro glia con eventuali ‘entrature’ valide non solo per i giuristi, abbia dimostrato la capacità anche nella “Superba”. ma con conseguenze generali di una “navigazione consape- Il successo del primo con- se risultate accettate e vincen- vole” in Cristoforo Colom- gresso, ed in specie le adesioni ti nella causa. L’esito di questa bo, che prima di avventurarsi giunte dalla penisola iberica non interessa solo i giuristi, alla “scoperta delle Indie” per ridiscutere il più che se- incide con i suoi risultati sulla aveva già navigato parecchio colare processo per il mag- società in cui viene applicata. nell’Atlantico, spingendosi fin giorasco che discendeva da Tutti sono quindi coinvolti, quasi all’Islanda ed oltre Capo Cristoforo Colombo, hanno alla fine, dalle decisioni dei Verde, acquisendo conoscenze portato a nuovi contatti ed a giudici o da alcune affermazio- che questo contributo mette prospettive più ampie, che si ni da loro accettate. in viva luce. Due contribu- sono realizzati nelle discussio- Il contributo di studiosi spa- ti avvicinano poi Colombo ni del secondo simposio del gnoli in questo secondo conve- a “Bartolomeo Fieschi delle 2006. A differenza di quanto gno è stato incisivo, perché ha Indie”, aprendo uno spaccato si pensa generalmente, in un fatto trasparire maggiormente dei loro rapporti e dei legami vero congresso gli studiosi le parentele di Cristoforo Co- di Cristoforo coi potenti Fie- non vengono per salutarsi e lombo sia prima che dopo la schi genovesi, su cui poco si per ascoltarsi reciprocamente, scoperta grazie ad un’ampia sapeva. Anche questo congres- ma si ritrovano per discutere – discussione delle ‘comparse’ so ha portato quindi ulteriori anche in contrapposizione – le giuridiche della causa del mag- elementi, da valutarsi sempre loro opinioni, traggono frutto giorasco. In secondo luogo, i con prudente equilibrio stori- dal confronto reciproco ed a confronti fra i diversi stemmi e co su una personalità che ha volte anche serrato, per tornare le genealogie illustrate da esper- indubbiamente aperto nuove a casa, riflettere su tutti i lavo- ti italiani hanno approfondito prospettive agli uomini del suo ri congressuali e redigere una aspetti che hanno confermato tempo e successivi. Ancora relazione definitiva, che può ulteriormente le risultanze del una volta è merito degli orga- anche risentire sensibilmente primo convegno: la figura del nizzatori, ed in primo luogo di dell’andamento del convegno. cadetto di una famiglia nobile Giorgio Casartelli Colombo Solo persone inesperte come monferrina abitante a Cuccaro, di Cuccaro, aver individuato alcuni nostri attuali governan- le nozioni marinaresche acqui- gli stimoli e gli argomenti sui ti pensano che gli “atti” con- site con profitto, i legami pa- quali soffermarsi a riflettere, gressuali siano identici all’e- rentali con altre famiglie nobili, sempre con buoni risultati. sposizione iniziale: altrimenti, che possono averne favorito sarebbe inutile trovarsi per anche i rapporti nella penisola Gian Savino Pene Vidari confrontarsi. iberica. Le tre caravelle erano Ciò è quello che è avvenu- pur sempre qualcosa: poteva- to nel secondo congresso su no essere affidate al primo ve- Pierpaolo Merlin, La croce e il Cristoforo Colombo nel 2006. nuto, senza conoscerne com- giglio. Il ducato di Savoia e la Alcuni aspetti sono stati con- petenze e personalità? Francia tra XVI e XVII secolo, fermati, ma arricchiti da ulte- Nel 2017 si è svolto il terzo Roma, Carocci editore, 2018, riori contributi araldici sugli convegno, anch’esso parecchio pp. 198. stemmi dei Colombo prima e fruttuoso. È emerso che la dopo il maggiorasco, sui loro madre doveva essere Mariet- L’autore, riprende, rielabo- diversi rami e sui collegamen- ta figlia di Cristoforo (ecco il ra ed aggiorna in queste pagi- ti fra questi ed i Colombo di nome…) dei marchesi di Ceva ne una serie di studi prodotti Cuccaro. Ma soprattutto si è signori di Lesegno, che esiste- nell’arco di quasi un ventennio discusso, anche animatamente, va un legame abbastanza stret- e pubblicati perlopiù in atti di sulla causa del maggiorasco. È to coi Della Rovere signori del convegni, riviste scientifiche e noto che la discussione giuridi- Finale e che quindi il contatto volumi miscellanei. Singolar- 343 mente osservati i diversi lavori particolare, con oltre venti alle- cia e i Savoia erano in effetti apparivano come autonomi – anze matrimoniali catalogabili davvero complesse e sinuose, tali erano, effettivamente – e già nel primo Seicento e oltre come sottolineò anche l’Allard ben distinti tra loro. Tuttavia quaranta giungendo sino ai nell’introduzione del volume ora, debitamente collegati e giorni nostri, come riassumo- riferito alle alleanze matrimo- concatenati in seno a delimita- no in modo dettagliato, talora niali sopra citato: «les Alliances ti confini cronologici, si ricom- vicendevolmente integrandosi, politiques faites par les Traités pongono in un insieme conver- gli autori di specifici volumi e des Dauphins de Viennois & de gente in una visione organica, segnatamente Pierre Matthieu France, avec les Comtes & les dando forma a un puzzle il (1619, 1623), Scipion Guilliet Ducs de Savoye […] font con- cui complessivo disegno pare (1619), Pierre Monod (1621); noître que le Sang & les Maria- verosimilmente essere stato Guy Allard (1698); Antonio ges n’ont pas toûjours été les concepito a priori, prestandosi Agostino Parmentier (1771), seuls liens de ces deux Maisons le singole tessere a formare un Julien Boudant (1861), tutti Roïales […]». soddisfacente e organico qua- pubblicati a Parigi ad esclu- Proprio agli stretti legami dro d’insieme riferito ad un’e- sione di quello del Monod, tra i Reali di Savoia e quelli di poca complessa e contrastata stampato a Lione, città nella Francia (ovvi anche per la con- della storia sabauda. quale i Savoia ebbero a lungo tiguità dei domini), costituenti I rapporti dei domini sa- fortissima influenza facendo una fondamentale chiave in- voini con i regni di Francia e registrare articolate presenze. terpretativa di epoche ed even- Spagna, quindi tra i Savoia e Superfluo sottolineare che la ti, accenna Pierpaolo Merlin le diverse dinastie che si sono “fioritura” di stampe nel 1619 nell’introduzione. Quelli a cui susseguite sul trono francese e e negli anni immediatamen- si rivolge l’autore sono tempi su quello spagnolo, sono stati te successivi si deve, anche se di invadenze e di intrusioni, senza soluzione di continuità non sempre in modo esclusivo specialmente francesi. Nono- pressoché contestualmente di e dichiarato, al matrimonio tra stante queste possano sem- alleanza e di pace, di conflitto Cristina di Francia, figlia di brare a senso unico, si deve e di guerra. Ogni periodo di Enrico IV, col principe di Pie- rilevare che i Savoia erano ben pace covava in sé antagoni- monte, Vittorio Amedeo. Ai lontani dal giocare soltanto “in smi pronti a sfociare in scon- Borbone stava molto a cuore difesa”, non perdendo occa- tri aperti di varia portata e su sottolineare i forti e ininter- sione per rivendicare, con più differenti piani, dal militare al rotti legami di sangue con i che realistico fondamento, di- diplomatico al giuridico. Ogni Savoia, e non perdevano occa- ritti successori tanto su Spagna momento di guerra fu a lungo sione per vantarli (per averne quanto su Francia. A questo destinato a sbloccarsi, tra alter- un esempio si veda la lettera riguardo l’autore riferisce so- ne fortune, in rappacificazioni, del Re di Francia inserita in prattutto della momentanea nel complesso effimere, il cui apertura della storia dei Savoia espansione sabauda in Proven- scopo sembrava fondamental- del Guichenon, ad un tempo za, ma Carlo Emanuele I, andò mente essere quello di ripren- storiografo delle corti sabauda molto vicino, con forti aderen- dere fiato per tornare a gettarsi e francese, in cui Luigi XIV ze e sostegno da parte dei prin- in un’incondizionata lotta per rivolse all’autore un indirizzo cipali esponenti di alcune delle la supremazia che sembrava nel quale si leggeva, tra l’altro più influenti casate francesi, interminabile e destinata a «[…] comme la Maison de Sa- incluse diverse di ceppo regio non cessare sino alla definitiva voye a des alliances si grandes che agivano o congiuravano a débacle di uno dei contenden- & si particulières avec celle de suo favore, ad ottenere lo scet- ti. Tutto questo nonostante i France qu’il est impossible de tro del comando sull’intero Re- Savoia, i Reali di Francia e di parler de l’une sans dire beau- gno di Francia. Forse non per Spagna costituissero sotto il coup de choses de l’autre […] caso, quindi, questo principe, profilo genetico e genealogico ie vous assseure que ie n’en il suo attivismo e la sua temera- un insieme quasi inestricabi- considereray pas moins le tra- rietà sono ancor oggi guardati le. Specialmente numerose le vail, que s’il estoit employé à la con un certo astio da parte di miscele di sangue e di interes- gloire particulière de ma Mai- qualche storico francese (del si con i reali francesi in ogni son […]». Le connessioni tra resto il proverbiale sciovini- tempo e poi con i Borbone in le diverse razze regie di Fran- smo transalpino per ora non 344 pare destinato a tramontare, Savoia e Francia alla pace di lo stesso peso, o valore, stori- né in campo storico né in am- Westfalia (1643-48) conferma, co» (p. 23). Un limite, que- biti di piena attualità). E Car- anche attraverso l’analisi dei sto, in parte spiegato da Luisa lo Emanuele I, con buona pace negoziati della pace di Vestfa- Gentile (La medievistica degli di qualche suo livido biografo lia, la forza contrattuale della spazi sabaudi e le fonti archi- transalpino, non solo contese dinastia sabauda, capace di ot- vistiche: una prospettiva dalla il trono ai Borbone ponendo tenere risultati nel complesso sala di studio, pp. 33-47), ar- in campo i diritti materni, la non sfavorevoli anche di fron- chivista dell’Archivio di Stato forza, la diplomazia e l’astuzia, te a contingenze tutt’altro che di Torino e studiosa di storia ma mancò per un soffio la co- benigne, destreggiandosi con medievale. Anche alla luce rona imperiale, probabilmente estrema abilità nel gioco delle della sua duplice esperienza di soprattutto per la sua intra- alleanze e conflitti tra Francia, lavoro, Gentile ha colto nella prendenza, tale da suscitare Spagna e Impero. riforma universitaria Berlin- apprensioni negli elettori circa guer/Moratti e nella decadenza la sua capacità di affermare o Gustavo Mola di Nomaglio dell’insegnamento classico nei espandere i propri poteri, ri- licei, con studenti sempre più spetto al rappresentante della impreparati ad affrontare i te- casa d’Asburgo. Gli spazi sabaudi. Percorsi e sti in latino, la rarefazione che Il volume abbraccia ap- prospettive della storiografia, a si è registrata negli ultimi anni prossimativamente poco più cura di Blythe Alice Raviola, della presenza di tesisti negli di un secolo di storia, tra gli Claudio Rosso e Franca Archivi di Stato e in quello di anni trenta del Cinquecen- Varallo, Roma, Carocci, 2019, Torino in particolare. Lo stes- to e i quaranta del Seicento, pp. 315, ill. so «avvento della riproduzione snodandosi in quattro capi- digitale self-service combinato toli; il primo è incentrato su Sono qui pubblicati gli atti con la disponibilità di fonti di- Torino e Piemonte durante la del Seminario internazionale gitalizzate sul sito», anch’essa prima dominazione francese di studi tenutosi nei giorni 25- causa della rarefazione degli (1536-62) mettendo a fuoco 27 novembre 2015. Si tratta di studiosi in Archivio, ha posto l’approccio degli occupanti e i un fondamentale contributo la questione della perdita della tentativi di cooptare i ceti do- sullo stato della storiografia «percezione dell’originaria ap- minanti o almeno loro singoli interdisciplinare di argomen- partenenza dei documenti a un rappresentanti ai fini di stabi- to sabaudo dall’alto medioevo insieme ben preciso» (p. 41). lizzare un processo di france- fino al secolo XIX e oltre. Vi Afferente alla stessa epoca sizzazione. La restaurazione si fa riferimento a una mole storica è l’intervento di Fabri- di Emanuele Filiberto, subito davvero copiosa di studi degli zio Crivello e Giovanna Saroni saldo e potente sul trono dei ultimi decenni afferente alla (L’arte del Medioevo: il territo- propri avi anche se restarono storia amministrativa, militare, rio, la corte, opere e committen- in mano francese alcune im- sociale, religiosa e dei territori ti, pp. 49-85). In particolare, portanti teste di ponte, rivela e poteri interstatuali. Riguardo Crivello ha rilevato come sotto il fallimento dei sovrani parigi- al periodo medievale, Guido il profilo della storiografia arti- ni. Il secondo capitolo osserva Castelnuovo (Avanti Savoia! stica gli apporti degli studi ab- Lo Stato sabaudo tra Francia e Medievistica e principato sa- biano «oltrepassato la comu- Spagna nell’età delle guerre di baudo: un percorso di ricerca nità scientifica che li ha pro- religione (1562-1601), il terzo (Italia, Francia Svizzera, 1990- posti» e siano entrati «in una è focalizzato sul periodo dal 2016), pp. 17-31) ha rilevato rete di discussione più ampia, 1601 al 1631, epoca non trop- come, rispetto al passato, la nazionale e internazionale» (p. po favorevole ai Savoia che, storia degli spazi sabaudi in età 50); mentre Saroni si è soffer- nonostante gli esiti dei trattati medievale e delle loro società mata sull’attività di restauro di Lione e di Cherasco, riesco- politiche è stato «oggetto di registrata negli ultimi trent’an- no comunque a consolidare lo una scrittura dinamica, aperta ni, come quello del pontile di Stato al di qua delle Alpi senza a nuove comparazioni euro- Santa Maria di Vezzolano, di- rinunciare al cardine dei pro- pee» (p. 30), benché all’inter- retto da Paola Salerno alla fine pri domini oltralpini; l’ultimo no di quegli stessi spazi, «non degli anni Novanta, che, «oltre capitolo, Da Torino a Münster: tutti i territori sembrano avere a recuperare la policromia di 345 questo prezioso monumento, è proposto da Pierpaolo Merlin significativa», o, ancora, «una stato un’occasione per riflettere (La storiografia politico-istitu- messa a punto del processo di sulle rielaborazioni del gotico zionale sul Cinquecento, pp. modernizzazione del governo francese in area alpina, viste le 87-97), il quale ha rilevato come centrale e periferico tra il 1660 affinità ma anche le divergen- una rinnovata attenzione per e il 1700, che non si può legge- ze tra le sculture del pontile di questo secolo sia stata sollecitata re come una semplice e abor- Vezzolano e quelle che decora- in particolare dalle vicende «ri- tita preparazione delle riforme no il portale meridionale della guardanti personaggi femminili amedeane» (p. 122). cattedrale di Losanna» (p. 68). che hanno influenzato il mondo Lo sviluppo della storio- Quest’ultimo riferimento ci col- cortigiano come Beatrice di Por- grafia piemontese degli ultimi lega all’intervento di Laurent togallo, moglie di Carlo II e pro- trent’anni, erede diretta dei Ripart (L’histoire médiévale des tagonista della storia sabauda grandi maestri che l’ha pre- anciens État de Savoie: un la- tra il 1521 e il 1538, e Caterina ceduta come Franco Venturi, boratoire d’une historiographie d’Austria, sposa di Carlo Ema- Alessandro Galante Garrone, européenne, pp. 79-85). Lo stu- nuele I, duchessa di Savoia dal Guido Quazza, Giovanni Ta- dioso ha rilevato come proprio 1585 al 1597», le quali hanno bacco, Luigi Firpo e altri an- intorno agli anni Novanta, nel giocato un importante ruolo po- cora, è stato ricordato da Gian clima dell’unione europea, un litico in qualità di luogotenenti e Paolo Romagnani (Riflessione nuovo interesse storico degli an- reggenti dei rispettivi mariti (p. di uno storico su una straordi- tichi Stati di Savoia in rapporto 95). Blyte Alice Raviola (Storia naria stagione, pp. 125-137). con le altre aree del massiccio di un dialogo in fieri? Territori, Questo studioso ha ribadito la alpino abbia stimolato ricerca- frontiere, spazio regionale nella necessità «di proiettare il Pie- tori italiani, francesi e svizzeri storiografia sui domini sabaudi, monte moderno in un contesto ad approfondire gli studi com- pp. 99-111) si è soffermata, in più ampio come quello euro- parati sulla cultura e sulla corte particolare, sulle aree fluide del peo, dove lo studio dell’ag- di queste stesse aree, nonostan- Monferrato, del marchesato di gregazione di “patrie” (non te spesso le difficoltà iniziali, in Saluzzo e soprattutto dei feudi nell’accezione risorgimenta- particolare il pregiudizio france- imperiali delle Langhe, che han- le, ma nel senso che questo se di aver considerato la Savoia no imposto «nuovi sguardi che concetto aveva nella cultura «comme une terre “isolée” de richiedono di mettere a fuoco dell’antico regime) è da tem- culture française, qui n’aurait as- «non più un centro con tante pe- po al centro dell’attenzione souvi sa pleine vocation qu’avec riferie, bensì più centri, più rap- degli studiosi più avveduti» l’annexion de 1860» (p. 80), e il porti di potere, più dinamiche (p. 136). Stéphane Gal (L’hi- pregiudizio italiano, che dopo economiche, più enti (ecclesia- stoire en deçà et au-delà: vers la disfatta del fascismo e la pro- stici, confraternali, ecc.)» (p. une historiographie supranatio- clamazione della Repubblica nel 103). L’intervento di Claudio nale d’un territoire pluriel, pp. 1946 ha mostrato «une grande Rosso (Il Seicento ritrovato: so- 139-145), non diversamente, méfiance envers la storia sabau- cietà, istituzioni, economia nel ha asserito come l’approccio da, en raison de sa connotation secolo barocco, pp. 113-133) regionale permetta di prestare philo-monarchique» (p. 81). Il ha invece sottolineato a partire un’attenzione fondamentale superamento di simili pregiu- dagli anni Ottanta e Novanta alle fonti locali, in particolare dizi storiografici ha favorito lo il progresso della storiografia manoscritte, dei fondi regiona- sviluppo di una storiografia eu- (prevalentemente piemonte- li, comunali o privati (140). ropea, il cui punto di partenza è se) nel rivalutare il Seicento Paola Bianchi (Riletture del stato il colloquio Amédée VIII- sabaudo (Stato, istituzioni, so- “militare” dopo la svolta degli Felix V, premier duc de Savoie et cietà civile e culturale). Tutta- anni Ottanta: tempi, temi, con- pape (1383-1451), che si è svolto via, avverte Rosso, restano da testi, pp. 147-159) si è soffer- nel 1990 a Losanna, con l’inter- indagare «aspetti e processi di mata sul rinnovamento degli vento di specialisti francesi, ita- cruciale importanza», come, studi militari, individuando la liani e svizzeri degli antichi Stati per esempio, la mappatura det- vera svolta negli anni Settan- di Savoia. tagliata dei gruppi aristocratici ta e Ottanta, che «è arrivata a Un quadro in chiaroscuro nella loro diversa fisionomia, o scalfire, a livello accademico, sullo stato degli studi sul Cin- la ricostruzione dell’opinione da un lato i tabù, dall’altro quecento “sabaudo” è quello pubblica, «embrionale ma già vecchi stilemi nell’affrontare 346 anche una tradizione consoli- mensione prevalentemente lo- della Rivoluzione francese, ha data come quella sabauda» (p. cale e stenti «a trovare un po- asserito come questo rinnova- 154). Anche Andrea Merlotti sto nella storia della letteratura to interesse muti «non poco (Gli studi su corte e dinastia: italiana» (p. 213). l’approccio alla stagione na- una riflessione sul rapporto fra Non poteva mancare in que- poleonica, concentrando mag- storia e politica in Piemonte sta rassegna critica di studi sul giormente l’attenzione non alla fine del Novecento, pp. Piemonte l’arte intellettuale più sulla ricerca degli utopisti 161-186) ha colto proprio nel per eccellenza, la musica, con e dei giacobini [...], ma sulla crinale di questi due decenni, l’intervento di Annarita Cul- constatazione delle profonde che coincidono con l’attua- turato (Problemi di storiogra- continuità istituzionali presen- zione dell’istituzione delle re- fia musicale: il Settecento, pp. ti fra i tre successivi regimi e gioni, una ripresa degli studi, 225-239), la quale, incentran- sull’attenzione puntata piutto- in particolare riguardo a Casa do il discorso sul sistema di sto sui grigi funzionari e sui Savoia, dopo un disinteresse di corte, ha messo in rilievo come notables, capaci di governare diversi decenni «in gran par- «l’interesse per la vita musicale la quotidianità fra rivoluzioni, te responsabile della crisi di sabauda si è riacceso a partire crisi, guerre e mutamenti isti- un’ampia parte del patrimonio dagli anni Sessanta, in un con- tuzionali» (pp. 250-251). artistico torinese” (p. 165). testo economico e culturale Anche gli studi di caratte- Il dotto intervento di Pa- propizio allo sviluppo della re giuridico nel periodo della olo Cozzo (La storia religiosa ricerca scientifica e alla pub- Restaurazione hanno avuto del Piemonte di età moderna blicazione dei suoi risultati, e negli ultimi decenni nuovo nella produzione storiografica con principi e metodi più con- impulso, come ha sottolineato fra XX e XXI secolo: appunti sapevoli» (p. 233). Paolo Cor- Michele Rosboch (Profili del- per una riflessione preliminare, naglia (L’architettura negli Stati la recente storiografia giuridica pp. 187-205) sottolinea in par- del re di Sardegna: trent’anni e sul primo Ottocento, pp. 259- ticolare come la storiografia più di cantieri, ricerche, studi e 270). In particolare, va rilevato religiosa del Piemonte in età storiografia. Prime riflessioni, come essi abbiano «messo in moderna sia orientata «anche pp. 241-247) ha messo a sua evidenza la necessità di ripen- verso campi di indagine (la for- volta in guardia gli studiosi da sare e mettere in discussione mazione e il consolidamento una ricerca troppo minuziosa alcune valutazioni decisamen- dello Stato, l’assetto e gli equi- e dispersiva: «Il distacco da te negative a proposito del libri diplomatici) ritenuti a una storiografia “evenemen- mero “conservatorismo” della lungo estranei e, in taluni casi, ziale”, rivolta alle grandi forme Restaurazione sabauda (e so- addirittura incongruenti, quasi e alle grandi firme», ha scritto, prattutto del periodo carlofe- che la storia religiosa e la storia «a favore di un’attenzione alle liciano), che mostra, invece e politica fossero espressione di fonti archivistiche, al patri- soprattutto in alcuni ambiti, due dimensioni (la religiosa e monio diffuso, ai mestieri e ai già una certa capacità di inno- la politica) fra loro impermea- saperi, dopo una fase di giusto vazione istituzionale» (p. 262). bili» (p. 198). Giovanni Barbe- bilanciamento e di abbando- Pierangelo Gentile (Gli studi ri Squarotti (La corte sabauda e no di facili attribuzionismi ha sulla monarchia in Italia: stato la letteratura dell’età barocca: cominciato ad avvitarsi in una dell’arte e spunti per la ricerca, acquisizioni storico-filologiche e dimensione giocoforza locale, pp. 271-286) si è soffermato, a prospettive di studio, pp. 207- più indirizzata alle istruzioni di sua volta, sul superamento del- 223), benché abbia colto una cantiere, alle residenze di corte la damnatio memoriae lanciato certa ripresa negli ultimi qua- in sé più che alla lettura dell’ar- dopo l’8 settembre da Luigi rant’anni degli studi sull’argo- chitettura» (p. 243). Romagna- Salvatorelli negli studi sulla mo- mento, grazie soprattutto alle ni, in un secondo intervento narchia e sulla corte dei Savoia iniziative spesso congiunte (Cultura e istruzione fra Sette nel Risorgimento e in età libera- dell’Università di Torino, del e Ottocento, pp. 249-258), rile- le e fascista, rilevando, tuttavia, Centro Studi Piemontesi e del vando tra l’altro come alla fine come siano ancora numerica- Consorzio La Venaria Reale, degli anni Ottanta gli studi tra mente insufficienti «i contributi ha rilevato come ancor oggi la Ancien régime e Risorgimento di natura biografica ascrivibili a letteratura piemontese dell’età siano tornati in auge in coin- una produzione di valore scien- barocca sia relegata a una di- cidenza con il bicentenario tifico» (p. 273). 347 Chiude questa preziosa approfondito non solo la per- gerito dall’appartenenza a una rassegna critica storiografica, sonalità di Arduino ma anche famiglia influente, titolare di strumento indispensabile per le dinamiche sociali e politi- poteri ufficiali in un’area più ogni nuova ricerca sulle diver- che del territorio in cui egli orientale (lombarda) rispetto se discipline ed epoche della era maggiormente radicato. I a Ivrea; oppure può essere l’a- storia sabauda, l’intervento di lavori presenti in questo libro scesa di un homo novus, scelto Carla Enrica Spantigati (Quale documentano tali progressi e si dal re per la sua intraprenden- attenzione per l’Ottocento in propongono come tappe verso za militare e perché meritava ambito storico-artistico?, pp. una rivalutazione complessiva: fiducia» (p. 18). Questo primo 287-293), la quale auspicando ne diamo un breve riassunto. saggio rinvia poi al periodo se- una sempre più stretta colla- Giuseppe Sergi (Arduino, gnato dal «ripiegamento di Ar- borazione tra gli studiosi, ha la vicenda di un anomalo mar- duino che è sicuramente un ri- messo in guardia dal protrar- chese-re, pp. 11-23) si propone tiro militare, ma non formale» si delle «“mostre pacchetto”, di «illustrare aspetti che sono (p. 21): i diplomi del sovrano, dalle intitolazioni roboanti (e legati non alla propaganda, ma significativi in quanto ufficia- con un vorticoso, continuo proprio allo specifico dell’a- li, evidenziano non solo «una viaggiare delle singole opere a nalisi storica» evidenziando il corte regia che si sposta ed è tutto svantaggio del loro stato senso delle anzidette recenti e in movimento assiduo» (ibid.), di salute) fatte per far cassa – e attuali ricerche che «rimedia- ma anche un re che «risiede in grancassa – del tutto irrilevanti no a qualche arretratezza nella periferia (nelle valli del Cana- sul piano della conoscenza au- conoscenza di questo discusso vese), ma di fatto governa il tentica» (p. 293). protagonista» (p. 11). A fronte regno, seppure in modo occa- quindi di una figura indubbia- sionale» (ibid.). Il bilancio «si Carlo M. Fiorentino mente controversa tanto «nel può riassumere in una formu- giudizio etico-storico che si dà la»: Arduino rimane una figura del marchese-re» quanto «nel- anomala, «in quanto al tempo Arduino fra storia e mito, la valutazione di ciò che ha stesso conservatore e rivolu- a cura di Giuseppe Sergi, rappresentato», l’Autore rinvia zionario» (p. 22). Ricoprendo Bologna, Società editrice il ai prezzi che «la tradizione ha il ruolo di marchese fu «con- Mulino, 2018, pp. 153. pagato nel non riuscire a rin- servatore, tradizionalista… Da novare se stessa» (p. 13). Sergi qui la sua politica e la sua azio- Il volume accoglie le rela- espone poi le tappe essenziali ne anche militare anti-vescovi- zioni presentate nella giorna- della storia di Arduino, prima le da marchese che, ricevuto ta di studio «“L’ombra di re marchese e poi re, seguendone l’incarico, voleva applicare i Arduino”. Mille anni dopo la la cronologia. L’analisi prende suoi poteri. Come re, il con- fine di un regno», organizza- avvio dagli anni intorno al 990 trario. È stato rivoluzionario, ta a Torino il 14 ottobre 2014 e dalla nomina di Arduino – da ha cercato di interpretare le nella Sala dei Mappamondi parte di Ottone III re d’Italia istanze e i desideri di ambienti dell’Accademia delle Scienze. e imperatore – alla carica mar- sociali che possono essere col- I saggi, raccolti a cura di Giu- chionale di Ivrea, «un centro locati tutti sotto una definizio- seppe Sergi, rivisitano dunque di potere tradizionale molto ne “vassallatica”: ambienti che la figura di Arduino, marchese consolidato» (p. 17). Secondo erano in ascesa, la cui ascesa di Ivrea e in seguito re d’Italia lo studioso: «Arduino poteva non corrispondeva tuttavia verso l’anno 1000; una figura forse essere un discendente dei con la sicurezza del futuro. «presente nella cultura diffusa conti di Pombia, poteva esse- Arduino ha provato a garanti- (scolastica e non solo) sul me- re discendente di una famiglia re sicurezza di lunga durata a dioevo», ma la cui conoscenza proveniente dal Milanese, ma una parte dell’aristocrazia e a era basata (sino a non molto poteva anche non essere niente questo ceto vassallatico meno tempo fa) «su studi ormai su- di tutto questo. Ciò che è sicu- forte» (p. 23). perati, condizionati da enfasi e ro è che l’arrivo di Arduino a Alfredo Lucioni (Re Ardui- distorsioni ideologiche». Negli Ivrea è l’esito di una carriera. no e il contesto religioso: mona- ultimi vent’anni vi è stata una Questa carriera può avere due chesimo e vescovi fra inimicizie chiara inversione di tendenza e coloriture: può essere stata e protezioni, pp. 25-84) studia le ricerche degli storici hanno esito di un trasferimento, sug- il rapporto del marchese-re 348 con il mondo ecclesiastico, che te subitaneo schierarsi con il mette in evidenza la costru- si manifesta molto più artico- marchese d’Ivrea allorché que- zione di un apparato di con- lato e meno prevedibile rispet- sti si fece incoronare re» (p. senso arduinico nel territorio to all’immagine negativa che 51). I casi di Pietro di Como e, canavesano, grazie a legami da tempo veniva tramandata. probabilmente, dell’omonimo non solo con famiglie locali ma L’Autore documenta e analizza presule di Asti, indicano che anche con nuovi signori che, il costituirsi del fronte episco- fin dal periodo marchionale nel tempo – dopo avere preso pale antiarduinico, evidenzian- «Arduino trovò appoggi al di le distanze da un re sconfitto e do la posizione dei vescovi del- fuori dell’ambiente sociale dei condannato dalla chiesa – con- la marca di Ivrea sul tema della secundi milites scontenti delle cepirono rapporti parentali dispersione della patrimonia- politiche episcopali al quale con un personaggio entrato lità ecclesiastica. Nell’aspro la vecchia storiografia aveva nel mito. Lo studioso, conside- confronto tra il marchese e il circoscritto la cerchia dei suoi rata la personalità di Arduino ceto vescovile – diretta conse- seguaci» (p. 53). Per la fase quale marchese di Ivrea, tenta guenza della nuova politica di (costellata da ostacoli) che lo di definire le modalità del suo recupero di un effettivo eser- portò all’incoronazione regia controllo della zona detta “Ca- cizio della funzione pubblica in Pavia, si può pertanto affer- navese” offrendo «l’esposizio- marchionale – emerge dappri- mare che il marchese di Ivrea ne di qualche osservazione sul- ma la figura del presule Var- venne aiutato da «una efficace la parte più occidentale della mondo, insediato nella città integrazione fra alte protezioni marca, riguardante le alte valli eporediese per volere imperia- politiche, capacità di mobili- ma in specie la pianura solcata le «e presto attivatosi per con- tazione di forze militari e ade- dalla Dora e dall’Orco e con- seguire un maggiore controllo sioni nel mondo religioso» (p. tornata dalle montagne» (p. sia sul complesso patrimoniale 54). I rapporti con gli ambienti 91). In quest’area territoriale, diocesano sia sulla vassallità ecclesiastici italici ebbero d’al- ancora piuttosto fluttuante nel- episcopale» (p. 41). Verso la tronde modo di chiarificarsi la sua denominazione (pp. 92- fine del 998 al fronte episcopa- proprio con l’incoronazione di 94), «il marchese Arduino non le antiarduinico si aggiunse un Arduino (15 febbraio 1002) e ha trovato altri conti e neppu- esponente di prestigio, Leone la successiva salita al trono di re vescovi con pretese comitali vescovo di Vercelli – un chieri- Germania del duca di Baviera (o quasi): dovevano abitarla e co, forse di origine italiana, ac- Enrico (Magonza, 6 giugno controllarla numerosi domini colto nella cappella imperiale 1002). Grazie a una ricca do- loci, più o meno potenti o for- sin dal 996 – «che subito ne as- cumentazione, l’Autore può tificati, i quali ne riconosceva- sunse, per così dire, la guida». a questo punto descrivere gli no la superiorità marchionale» Commentando questo stato di orientamenti dell’episcopato (p. 91). Al seguito del marche- cose, Lucioni ricorda come la dell’Italia settentrionale e la se – nella fase del suo ripiega- crescente mobilitazione anti- stessa estensione dei consen- mento dopo le condanne della marchionale di alcuni vescovi si goduti dal re italico (pp. Chiesa – sarebbero giunti nella non ottenne un immediato ri- 54-63). Completano il qua- parte più occidentale (“cana- scontro nella persona dell’im- dro delineato da Lucioni, le vesana”) della marca, stan- peratore, per motivi da ricon- pagine dedicate al rapporto ziandosi ed imponendosi nella durre «ai variabili equilibri di di Arduino con S. Benigno di zona, «vari gruppi di armati, potere nell’ambito della corte Fruttuaria, l’importante cen- gerarchicamente soggetti a ottoniana» (p. 49). Pur muo- tro monastico eretto all’aprirsi capi legati a volte pure per vin- vendoci necessariamente in un del secolo XI sul confine tra le coli di sangue ad Arduino» (p. contesto di congetture, tutto diocesi di Ivrea e Torino per 99). Fatto che porta l’Autore a pare, «convergere verso l’esi- volere dei componenti della ipotizzare un mutamento nella stenza presso la corte di una famiglia de Vulpiano, i quali “classe dirigente” locale «con fazione che fu in grado di tute- intervennero nelle lotte di quel un ricambio di vertice, che ha lare Arduino per qualche tem- periodo al fianco dello stesso comportato nello stesso tempo po e che ebbe quale esponente re (pp. 79-81). una trasformazione da una for- di spicco (il vescovo) Pietro di Gian Savino Pene Vidari ma mentis nel complesso rela- Como, del quale non può esser (Canavese, Arduino. Aspetti tivamente agricolo-produttiva sottovalutato il suo eloquen- socio-istituzionali, pp. 85-121) (per i canoni dell’epoca) ad una 349 bellico-predatoria» (p. 98). d’ombra, alla ricerca di “pre- alle ambizioni dinastiche della Scorrendo il susseguirsi delle parazioni” dell’unità italiana». dinastia sabauda. Pur entro vicende arduiniche sino alla Sin dal secolo XV l’immagine alcuni limiti Arduino era tor- morte del re ed alla scomparsa di Arduino fu interessata dal- nato all’attenzione degli storici della marca di Ivrea, appare evi- la ricerca «di un mito delle come d’altro canto testimonia dente che «i discendenti e gli origini, di un capostipite», da l’uscita («con metodo ben più armati», legati al già marchese parte dei “conti” canavesani rigoroso») del primo studio e sovrano (i “fideles” ardui- (dai Valperga ai Castellamon- organico sul marchese di Ivrea. nici in Canavese, pp. 99-102) te, dai San Martino ai Masino); Si tratta dell’Arduino di Luigi «marcano con forza il territo- un processo che si consolida Giuseppe Provana del Sabbio- rio occupato e non si sfaldano» nei decenni centrali del secolo ne – studioso schivo e appar- con la sua fine fisica e politica XVII (in un contesto di guerra tato «a cui poi molti attinge- (p. 105). Su tale percorso si civile per lo stato sabaudo): «il ranno» – che «poggiava su una colloca la riemersione – ver- fine era esaltare l’antichità, il accurata critica delle fonti» so il secolo XII, «per lo più prestigio sociale, la continuità, ed «era contestualizzato nella nella documentazione privata il valore di queste famiglie» (p. coeva storia dell’intera peniso- rimasta» – dei principali grup- 123). Mentre proseguiva il for- la». Lo studioso non manca di pi arduinici come “conti del marsi di questo primo aspetto soffermarsi su Domenico Ca- Canavese”: questo insieme di dell’agiografia arduinica vi fu rutti, altra significativa figura signori si “inventarono” dun- «la comparsa posteriore del di storico che «dopo l’unifica- que «una nuova intitolazione mito di Arduino “italiano”», zione sentiva profondamente che oggi può anche apparire che è possibile «seguire con si- la fedeltà alla dinastia e alla dubbia o immotivata se si tra- curezza a partire dall’erudizio- piccola patria piemontese» scura la situazione esistente» ne piemontese alta tra la prima (pp. 134-136). Le pagine con- (p. 109). Le conclusioni riman- e la seconda metà del Seicen- clusive del saggio rinviano a dano comunque ad una “pro- to, in particolare nei lavori di un ulteriore percorso del mito vincializzazione” della realtà Emanuele Tesauro, Valeriano arduinico, intrapreso dopo canavesana: i conti rimasero Castiglione, Francesco Agosti- l’Unità, «questa volta in chiave «abbarbicati in sordina nelle no e Lodovico Della Chiesa», letteraria e folclorica, che fece loro terre, guerreggiando per (p. 124). Le successive vicende propria pure l’italianità di Ar- di più fra loro, del tutto esclusi storico-culturali – con prota- duino e la ripropose» e a cui da quello scenario più ampio a gonisti Gianfrancesco Galeani venne affiancandosi una cospi- cui aveva mirato invano Ardui- Napione, Pier Carlo Tenivelli cua presenza del marchese-re no» (pp. 120-121). e Jacopo Durandi – videro «ri- nell’immaginario collettivo ca- Umberto Levra (Il mito ri- emergere sul finire del secolo, navesano (pp. 136-139). sorgimentale e «italiano» di re tra le antiche glorie militari Questo interessante volume Arduino, pp. 123-141) rivisita di un Piemonte che si voleva viene a porsi quale odierno nel lungo periodo la costruzio- italianizzare, anche Arduino» punto fermo della ricerca sto- ne polisemantica della figura (p.128); grazie poi al nascente rica su Arduino di Ivrea, sulle del marchese-re, in cui si ri- ancoraggio, tra gli intellettuali, sue vicende e su quanti quel- verberano sia la memoria sto- «alle salde radici cattoliche», la significativa figura e quelle rica dei conflitti con i vescovi veniva anche rigettata «come complesse vicende hanno di e gli imperatori germanici sia falsa la nomea di Arduino volta in volta rivisitato. la leggenda tenebrosa dell’e- nemico della Chiesa e lo si piscopicida e dello scomunica- ricollocava esplicitamente in Franco Quaccia to. L’autore avvicina dunque i grembo ad essa» (p. 129). In «chiaroscuri del mito, ora elu- ultimo, passata l’occupazio- so ora esaltato dall’erudizione ne francese, con gli anni della di antico regime e coltivato Restaurazione – prendendo dalla storiografia ottocentesca, corpo la nuova idea, ora non con il protagonismo dei Sa- solo più culturale ma politica, voia, arricchito di ascendenze di nazione italiana – si assiste con potenzialità legittimanti a un inedito coinvolgimento di ma anche depurato da zone Arduino a fianco e in appoggio 350 Boteriana I. Giovanni Botero a nino e la Nota della curatrice che esse espressero e che segnò 400 anni dalla sua scomparsa, in chiusura). Il volume, in cui un momento importante della a cura di Blythe Alice Raviola, confluiscono solo alcuni dei maturazione della statualità mo- Torino, Aragno, 2018, pp. contributi al convegno del derna con le sue diverse con- VI-202. 2017, è un libro agile, impre- cettualizzazioni. Giorgio Fea, ziosito dall’elegante veste for- in ultimo, partendo dall’utopia Il volume nasce dalla lode- male dei tipi di Nino Aragno. boteriana dell’adozione di una vole iniziativa dell’Associazio- Solo la sua munificenza e la moneta unica, affronta i nodi ir- ne Amici di Bene Vagienna, sua attenta politica culturale risolti della politica monetaria guidata con cura sapiente da hanno reso possibile arrivare a fra Cinque e Seicento, con par- Marcello Fessia. Forte della questa edizione, prima di una ticolare attenzione al Piemonte collaborazione del comune serie, che la comunità scientifi- sabaudo (Nelle tasche di Bote- di Bene e del patrocinio della ca non può che augurarsi lun- ro: moneta e denaro tra XVI e Regione Piemonte e del Con- ga e duratura. XVII secolo, pp. 65-84). siglio Regionale del Piemonte, La prima parte del volume La seconda parte del volu- egli si è fatto promotore delle (Botero e la storia economica) me – Il contesto culturale e le celebrazioni per il centena- approfondisce il pensiero bo- opere – si apre con la figura del rio della nascita di Giovanni teriano in relazione agli svilup- gentiluomo fossanese Alessan- Botero, illustre benese, cui è pi dell’economica nella prima dro Tesauro, ancor poco noto stato dedicato un convegno età moderna secondo tre pro- architetto e letterato della corte internazionale nella suggesti- spettive originali. L’affondo di Carlo Emanuele I. Igor Fer- va cornice cittadina di Palazzo di Erik Reinert misura l’im- raro, che a lui ha già dedicato dei Nobili, l’8 ottobre 2017. patto delle opere boteriane, una monografia nel 2016, ne Da questa felice occasione è in particolare Delle cause della approfondisce qui la relazione subito maturato il progetto di grandezza delle città e delle Re- con Giovanni Botero, che ne strutturare in modo organico lazioni universali, censendone apprezzò e valorizzò le doti in- e con cadenza periodica una le edizioni su scala europea tellettuali (Alessandro Tesauro, serie di giornate di studi da entro il 1850. Il successo am- «lo specchio del perfetto genti- dedicare all’approfondimento pio e duraturo di questi best luomo di corte» ed «il gran Bo- di aspetti ancora inediti delle sellers d’Antico Regime riposa tero», pp. 85-98). Maria Teresa personalità di questo «gesuita sulla forza euristica dell’analisi Pichetto rilegge e aggiorna la ri- da bene», per usare l’arguta economica, che Reinert mette flessione firpiana sullo sviluppo espressione coniata da Luigi in luce attraverso il confronto del pensiero politico boteriano Firpo, che è stato, con Federi- con il pensiero del cosentino a partire dal De regia sapientia co Chabod, l’insuperabile bio- Antonio Serra, autore nel 1613 del 1582 (Giovanni Botero, dal- grafo di Botero. Primo passo di un importante, ancorché a la Ragion di Stato alle Relazioni di questo progetto, ambizioso lungo dimenticato, Breve trat- Universali, pp. 99-122), mentre e prezioso, è la pubblicazione tato delle cause che possono Alice Raviola, cui si deve la pre- di questo volume, che sin dal far abbondare gli regni d’oro ziosa edizione moderna delle titolo di Boteriana I, dichiara e d’argento (Giovanni Bote- Relazioni Universali e de I ca- la sua volontà di riprendere il ro (1588) and Antonio Serra pitani per i tipi di Aragno fra il filo della riflessione Boteriana (1613): and the Birth of 2015 e il 2017, apre allo «studio condotta con sistematicità da Development Economics, pp. di testi concepiti a latere delle Luigi Firpo nelle pagine di 23-44). Figlie della «tradizione opere maggiori», pubblicando «Studi Piemontesi» dal 1972 cosmografica rinascimentale», e contestualizzando un inedito al 1977. È la stessa curatrice, ma già «proiettate alla valoriz- sonetto boteriano indirizzato Alice Raviola, a spiegarlo, a zazione della nuova dottrina al potente Gabriel de Zayas, conclusione della prima parte statico politica», le Relazioni segretario del Consejo de Italia del libro (Saluti istituzionali e Universali, con la loro natura prima e di quello del Portogallo note introduttive con una Pre- anfibia, sono rilette da Pierluigi (Un sonetto a margine del cor- messa di Michelangelo Fessia, Marinucci (Botero e l’idea di pus delle Relazioni universali, una Prefazione di Sergio Soave, civiltà fra antropologia e dot- pp. 123-134). due interventi di monsignor trine economiche, pp. 45-64) Nell’ultima parte del vo- Luciano Pacomio e Luigi Ma- in ragione dell’idea di civiltà lume – L’immagine di Botero 351 – si deve a Laura Facchin una Irene Fulcheri, Gentildonne 1607). Ampie citazioni dalle prima rassegna degli interessi del Seicento. Il carteggio di lettere conservate offrono uno storico artistici che affiorano Anna Dorotea Ferrero e di spaccato dei rapporti familiari; da diversi scritti boteriani e Ottavia Ferrero Solaro di particolarmente vivace appare un ampio excursus sull’icono- Moretta, Torino, Consiglio Ottavia nei rapporti difficili grafia di questo personaggio a Regionale del Piemonte, con il marito, troppo assente partire dall’unico ritratto che Biblioteca della Regione da casa. «con certezza» ne «raffigura Piemonte “Umberto Eco”, Nel terzo capitolo (Vive- le fattezze», la tela conserva- 2018, pp. 153, ill. re nel secolo di ferro) entra in ta presso il Comune di Bene scena la storia che si dice mag- Vagienna (Giovanni Botero e Nel primo capitolo l’A. inqua- giore con la peste e le guerre le arti figurative attraverso i dra il proprio lavoro nell’ambito così come si possono percepire secoli, pp. 135-178). Seguono, della storiografia recente che ha dalle lettere che le due gentil- in chiusura, un «apparato ico- riconosciuto spazio adeguato donne ricevono. Ma ad Otta- nografico» e una breve sintesi ai personaggi femminili e alla via accade anche di assistere biobibliografica di Giorgio storia sociale. Il libro è anche dal Piazzo di Biella, nel giugno Fea e Silvia Sandrone, La vita frutto del rinnovato interesse 1638, ai bombardamenti su e le opere di Giovanni Botero per l’esplorazione degli archivi Vercelli assediata; e ancora una (pp. 189-192). privati, in questo caso quello volta il marito è lontano. Non resta ora che atten- conservato all’Archivio di Sta- Nel quarto capitolo (Vivere dere Boteriana II. «Univer- to di Biella, ivi deposto da una ogni giorno) l’A. estrae dalle salismo, fede e poesia nell’o- delle famiglie biellesi più illu- lettere i passi utili ad offrire pera di Giovanni Botero» è il stri, i Ferrero della Marmora. squarci di vita quotidiana: na- tema che è stato scelto per la Dopo le notizie sull’archivio, scite (quattro i figli di Ottavia), seconda giornata di studi che l’A. si sofferma su un opuscolo seguite a volte da morti preco- l’Associazione Amici di Bene, a stampa e su un manoscritto cissime, e poi le cure dei figli fedele alle sue promesse, ha or- in cui Sebastiano II Ferrero, (Ottavia come madre, Anna ganizzato con nuova e sempre all’inizio del Seicento cerca di Dorotea senza figli, come zia); squisita ospitalità a Palazzo affermare il prestigio della fa- insomma tutto ciò che occor- dei Nobili l’8 ottobre 2018. Il miglia, rivendicandone l’antica re fare per condurre una casa: convegno, presieduto da Enzo nobiltà attraverso improbabili così un capitoletto è intitolato: Baldini, curatore di una magi- ascendenti, cospicue parentele Di scarpe, formaggi, fazzoletti strale edizione della Ragion di e adducendo documenti, esi- e spargi; oggetti e cibo allegati Stato, ha visto gli interventi di stenti, e qualcuno supposto, alle lettere; cose minute e altre Stefano Andretta (Botero fra che parlano di concreti beni più impegnative come dice il visione e realtà del conflitto po- fondiari; era un modo, suppo- capitoletto che segue: Gover- litico e religioso di fine secolo), ne con buone ragioni l’A., di nare la casa e gli affari di fa- Giacomo Jori (Botero religioso garantire alla famiglia i privi- miglia. E, come prevedibile in (Le Rime spirituali del 1609)), legi di cui godevano quelle di una corrispondenza sopra tut- Alice Raviola (La proiezione antica nobiltà. to femminile, scambi di infor- universale di un piccolo stato. Il Nel secondo capitolo (Fi- mazioni e consigli sulla moda. Discorso attorno lo Stato della glie e mogli. I nuclei familiari In appendice i regesti delle chiesa (1599)) e di chi scrive di Ottavia e di Anna Dorotea) lettere: di Ottavia da Parma e (Botero Borromaico? Le Epi- si ricostruiscono le vicende Piacenza al figlio Tommaso Fe- stolae theologicae tra Milano, dei matrimoni che conduco- lice; di Anna Dorotea inviate Torino e Parigi). no le due donne nella famiglia da Innsbruck e da Vienna; di Marzia Giuliani Ferrero: quello di Ottavia So- Ottavia al marito Sebastiano. laro di Moretta con il vedovo Il libro è interessante per Sebastiano Ferrero (contratto quello che racconta e anche del 10 giugno 1620); quello perché ci fa intravedere una dell’austriaca Anna Dorotea di giovane studiosa capace di Burgau con il fratello di Seba- interrogare e di far parlare gli stiano, Pietro Francesco Fer- archivi, di collocare i dati d’ar- rero (contratto del 3 dicembre chivio in un contesto storico e 352 di esporre i dati della ricerca in Le pagine di Pierangelo Gen- lettore ritrova alcuni importan- un discorso lucidamente orga- tile (“Io vorrei cancellare dalla ti riferimenti ai legami tra Leo- nico e con una scrittura scorre- storia del Piemonte il Breve del ne XII e i Savoia, che si concre- vole. Maturando probabilmen- 1828”: l’onda lunga dei rapporti tano nell’omaggio della Rosa te rinuncerà a qualche spunto diplomatici tra Leone XII e Re- d’oro a Maria Teresa d’Asburgo da romanzo facile come la gno di Sardegna, pp. 105-128) d’Este, regina vedova di Sarde- «penombra serale» e i «ricami gna, e nella colonna reliquiario argentati» (di p. 7). È uno dei affrontano la spinosa questione migliori libri della collana che dell’intesa tra la Santa Sede e il offerta a Carlo Felice: capola- ci è occorso di leggere. Peccato governo di Carlo Felice in me- voro d’arte sublime oggetto di che sia mancata un’ultima re- rito alla restituzione alla Chiesa studi approfonditi della stessa visione tipografica: fastidiosi i di “tutto il patrimonio degli enti autrice (Gli antichi marmi del- richiami di nota che invece di ecclesiastici soppressi da Napo- la Basilica di San Paolo fuori le stare in esponente spesso sono leone” e all’assunzione a carico mura e un’idea di Thorvaldsen finiti sul rigo, nello stesso cor- dello Stato “delle congrue dei per il dono di Leone XII a Carlo po del testo. parroci a risarcimento dei danni Felice, in “Studi Piemontesi”, Mario Chiesa subiti”. Oneri pesanti, che negli XLIV, 1 (2015), pp. 5-14). anni della Restaurazione sabau- Rosanna Roccia da erano il frutto amaro dell’ob- Dall’intransigenza alla bedienza ossequiosa del sovra- moderazione. Le relazioni no assoluto cattolico al capo Mario Riberi, Piemonte, internazionali di Leone XII, a supremo della Chiesa univer- Nizza e Savoia di fronte al cura di Ilaria Fiumi Sermattei, sale. La questione non poteva rinnovamento napoleonico. Roberto Regoli, Paolo non riverberarsi su un “dopo” Le osservazioni dei tribunali già sabaudi sul Projet de Code Daniele Tuscello, Quaderni affatto diverso, tant’è che la de- criminel de l’an X, Torino, cisione del governo di centro- del Consiglio Regionale delle Deputazione Subalpina di Marche, Ancona, Assemblea sinistro, nato dal “connubio” Storia Patria, 2017, pp. 310. legislativa delle Marche, 2018, Cavour-Rattazzi, di sottoporre pp. 352, ill. all’approvazione del Parlamen- Per Mario Riberi è familiare to la legge sulla soppressione indagare sullo sviluppo della Questo settimo volume mi- dei conventi nel 1855 guadagnò giustizia penale piemontese, scellaneo dedicato a papa Leo- ai liberali piemontesi la “scomu- infatti questo volume si può ne XII, al secolo Annibale della nica maggiore” da parte di Pio considerare il proseguimento Genga (1760-1829), marchigia- IX. Gentile evidenzia, anche at- e completamento del suo pre- cedente studio sulla giustizia no, salito al soglio pontificio nel traverso due documenti inediti penale in Piemonte nel perio- 1823, è dedicato “alle relazioni riportati in appendice al sag- do napoleonico (La giustizia diplomatiche tra gli Stati e al gio, il lavorio diplomatico tra penale in Piemonte nel periodo quadro geopolitico”, ossia ai Torino e Roma che negli anni napoleonico. Codici, tribunali, rapporti di Roma sia con regni venti dell’Ottocento vide all’o- sentenze, Torino, Giappichelli, e ducati della penisola italia- pera in primis Filiberto di Col- 2016). Piemonte, Nizza e Savo- na ridisegnati dal Congresso lobiano, gratificato di “onori ia è un’indagine che accanto di Vienna, sia con le potenze regali e pontifici”. ad un accurato inquadramen- d’Europa e d’America. Dun- Di munifici doni tratta Fiu- to storico, svolto nella prima que uno sguardo allargato al mi Sermattei (“Un diverso siste- parte del volume, propone un’approfondita analisi tecni- mondo a opera di sedici stu- ma ne’ regali da farsi ai Sovra- co-giuridica sulle Observations diosi, italiani e stranieri (ascesi ni”. Oggetti e strumenti della proposte dai magistrati pie- a diciotto nella seconda edizio- diplomazia leonina, pp. 293- montesi al progetto di codifica- ne), che hanno analizzato am- 328), curatrice dell’opera con zione penale e processuale na- biti geografici diversi: tra cui il Roberto Regoli e Paolo Daniele poleonico, che, con numerose Piemonte restituito ai Savoia. Tuscello. Nel suo contributo il revisioni, sfocerà nel 1808 nel 353 Codice di procedura penale e dal fatto che molti dei perso- mare l’organizzazione dei tri- nel 1810 in quello di diritto pe- naggi sopranominati divenne- bunali – e in particolar modo nale sostanziale. Il reperimento ro presidenti della Corte d’Ap- quella dei tribunali criminali delle Observations sul Projet de pello di Torino dopo la sua – che, presenti in ogni dipar- code criminel, correctionnel et istituzione e che una non pic- timento, erano costituiti da de police de l’an IX, rinvenute cola parte di loro, che apparte- un pretore, dai propretori del dall’Autore presso la Biblioteca neva alla classe nobiliare, aderì dipartimento, da tre sostituti, “Romain Gary” di Nice Ville, alle riforme introdotte dalla da un cancelliere, da tre so- hanno rappresentato l’elemen- Rivoluzione francese, collabo- stituti, dal commissario del to nodale per lo sviluppo di rando lealmente con Napole- governo e dai suoi sostituti e questa ampia ed interessante ri- one. L’Autore non manca di da un cancelliere. L’idea dei le- cerca che approfondisce il tema mettere in primo piano questa gislatori napoleonici era quel- sia da un punto di vista storico prospettiva, in contrasto con la di rendere più efficiente il che giuridico. quella tradizionale di Carlo sistema della giustizia penale La prima parte del libro Dionisotti, il quale nella sua attraverso le giurie d’accusa e è dedicata ad un chiaro ed Storia della magistratura pie- di giudizio e attraverso un giu- ampio inquadramento stori- montese, «adottando una pro- dice monocratico (il pretore), co-giuridico, in cui l’Autore spettiva filosabauda, riteneva che fornito di grandi poteri e ripercorre le vicende dell’an- che nell’operato dei magistrati introdotto al posto del Presi- nessione dei territori sabaudi dal XVIII al XIX secolo vi fos- dente del tribunale criminale, di terraferma alla Repubblica se una sostanziale continuità doveva rendere efficiente l’ap- francese e all’estensione ad essi di intenti e considerava [ …] parato giudiziario ed esecutive della nuova giurisdizione d’Ol- l’età napoleonica una semplice le decisioni delle giurie. tralpe, insieme con la legisla- parentesi, priva di conseguen- Le osservazioni di tutte le zione penale, istituendo nuove ze per l’amministrazione della Corti interpellate – secondo magistrature e creando nuovi giustizia in Piemonte» (p.12). quanto emerge dalla ricerca tribunali al posto di quelli sa- La seconda parte del volu- di Mario Riberi – ebbero una baudi che avevano operato me è quella senza dubbio più certa importanza, in quanto durante l’ancien régime. Suc- originale e di stampo prevalen- indussero i giuristi dell’età cessivamente Mario Riberi il- temente tecnico-giuridico. In napoleonica a separare per la lustra brevemente la storia del essa vengono analizzati il Projet prima volta il diritto penale so- supremo tribunale piemontese de code criminel e le Observa- stanziale da quello processuale – il Senato di Piemonte – che tions sur le Projet, formulate per dar vita a due codici diffe- nel 1801, in seguito all’occupa- dai cinque tribunali degli ex renti. Nel complesso il Projet zione francese, venne trasfor- Stati sabaudi nel 1804 (la Corte incontrò numerose critiche da mato nella Corte d’Appello di d’Appello di Torino, i Tribunali parte tanto dei magistrati delle Torino, ove continuarono ad criminali dei dipartimenti del Corti francesi, come da quelli operare magistrati e giuristi Po e della Dora, della Stura e dei territori di terraferma già illustri quali Pietro Gaetano del Tanaro, del Mont Blanc appartenenti al Regno sardo. Galli della Loggia, Ugo Vin- e delle Alpes Maritimes), af- Costoro, infatti, ritennero che cenzo Botton di Castellamon- finché il Consiglio di Stato l’attivazione del nuovo sistema te, Lodovico Agostino Peyretti dell’Impero potesse elaborare i penale avrebbe drasticamente di Condove, Ferdinando dal due nuovi Codici di diritto so- ridotto il numero dei magi- Pozzo della Cisterna – per stanziale e di procedura penale strati appartenenti all’ordine non ricordarne che alcuni –, per sottoporli all’approvazione giudiziario, diminuendo il loro destinati a ricoprire cariche del Corpo Legislativo. Ciò, di prestigio e la loro influenza a illustri sia in Italia che in Fran- fatto, accadde nel 1808 per il favore di quelli dipendenti dal cia, a testimonianza della grande codice di procedura e due anni potere esecutivo, quali erano competenza raggiunta nelle di- dopo per quello penale con i pretori, i propretori e i ma- scipline giuridiche da numerosi l’intenzione di farli entrare in gistrati di sicurezza. Perciò si esponenti della magistratura vigore nel 1811 in tutti i terri- impegnarono a difendere la torinese. L’apprezzamento della tori dell’Impero. loro autonomia, impedendo preparazione giuridica dei ma- L’obiettivo del Projet era che il Projet entrasse in vigore gistrati sabaudi è testimoniato chiaramente quello di risiste- così come era stato concepito. 354 Al di là delle osservazioni fatte Michel Boulet, Michel Saint- Ampliando le proprie cono- per difendere la loro posizio- Martin. Un Savoyard passeur scenze con il mondo imprendi- ne, i magistrati degli ex terri- de savoirs au XIXe siècle, toriale, egli divenne “un passeur tori sabaudi avanzarono anche “L’histoire en Savoie”, n° 32, de savoirs entre la recherche et critiche tecniche contro le Chambéry, Société Savoisienne les applications techniques”. Il proposte di introduzione della d’Histoire et d’Archéologie, suo campo d’azione riguardò giuria, l’applicazione troppo 2018, pp. 148, ill. soprattutto i sistemi antigrandi- rigida del principio di legali- ne e la fabbricazione del sapo- tà, a proposito della genericità Scienziato, insegnante, im- ne. Ma fu l’amicizia con Mar- della definizione del tentati- prenditore savoiardo vissuto tin Burdin che lo introdusse nel vo di reato ecc. Certamente, tra la Rivoluzione e la vigilia mondo della botanica e lo mise dunque, si impegnarono a di- della cessione della Savoia alla in contatto con i più importanti fendere la loro autonomia, im- Francia, Michel Saint-Martin esponenti delle scienze agrico- pedendo che il Projet entrasse (1796-1859) è rimasto sinora le, come Matteo Bonafous, al in vigore così come era stato nell’ombra nonostante il suo quale nel 1835 indirizzò una concepito ed ebbero la meglio forte legame con i celebri fra- interessante Lettre sur une éco- sulla maggior parte delle inno- telli Burdin, “industriali della le d’agriculture en Toscane. Da vazioni introdotte nel Projet, botanica”, che dalla pépinière Torino, dove lavorò presso la ma soprattutto seppero gioca- installata nel 1765 a Chambéry maison Burdin partecipando re un ruolo positivo nella crea- seppero sviluppare la loro en- inoltre all’associazionismo, tor- zione di un sistema giudiziario treprise sino a diventare titolari nò a Chambéry, e nella sua città più razionale, poiché le loro a Torino di un grande vivaio continuò a studiare, lavorare, e osservazioni erano sostenute di fiori e piante esotiche, che specialmente a insegnare, non da motivazioni riflettenti una Carlo Alberto insignì dell’ap- senza partecipare attivamente consolidata esperienza tecnica. pellativo di “Regio stabilimen- alla vita dei vari sodalizi scien- Il lavoro di Riberi rappre- to”. Del meno noto passeur de tifici locali. Testimone di grandi senta, dunque, una rivisitazione savoirs, ossia del ‘traghettatore cambiamenti e scoperte – dalla e rivalutazione di quello che di saperi’ Saint-Martin, traccia pila voltaica al telegrafo elettri- fu il ruolo della magistratura in questo volumetto la storia co, sperimentato quest’ultimo sabauda negli anni di domina- Michel Boulet, già docente di nel corso di un viaggio nella zione napoleonica, ribaltando discipline agronomiche, auto- lontana America –, Michel l’interpretazione data per tanti re di vari studi in materia in Saint-Martin riteneva che la anni da un certo filone della ambito europeo. conoscenza rendesse gli uomini storiografia tradizionale, che Appartenente a una fami- liberi e il sapere favorisse il pro- pose principalmente l’accento glia di notabili di Chambéry, gresso economico. Le scienze sull’opposizione fatta dai magi- Michel Saint-Martin seguì con erano il perno intorno al quale strati alla dominazione france- ottimi risultati in collegio un ruotava la sua esistenza, sin da- se. Traspare, infatti, dall’analisi corso completo di studi: lin- gli anni giovanili vissuta con del Projet de code criminel e gua latina, retorica, filosofia, grande impegno, inesausta cu- dall’esame delle Observations matematica, fisica e chimica. riosità e inenarrabile modestia. presentate dai cinque tribunali Verso il tramonto dell’era na- Quest’uomo, anziché come co- ex sabaudi, un innovativo qua- poleonica, passò, diciottenne, lui che specialmente in Savoia dro che mette in luce il signifi- dai banchi di scuola alla catte- aveva aperto la strada all’inno- cativo e costruttivo apporto che dra. Un impegno totalizzante, vazione, si presentava infatti in i magistrati di quelle Corti die- tanto che nel 1822, il giovane pubblico semplicemente come dero alla codificazione penale e docente piuttosto “fatigué”, il “jardinier de Turin”. Anche penale-processuale francese. anziché il sostegno implorato, per questo motivo merita di ottenne la “retraite avec pen- non essere dimenticato. Paola Casana sion”. Entrato a soli 27 anni

a far parte dell’Académie de Rosanna Roccia Savoie, Saint-Martin insisterà sulla necessità del ricorso alla sperimentazione per sostenere la teoria. 355 Giulio Guderzo, Ferrovie nel politiche, economiche, scien- punta di penna “una vicenda Piemonte preunitario. Storia tifiche. Come ha infine autore- di innovazione tecnica e socia- e immagini, Milano, Ulrico volmente saputo fare l’Autore le” complessa, ricostruendola Hoepli, 2018, pp. 477, ill. dominando un mare magnum nelle sue diverse fasi, dal di- di documenti. battito, che coinvolge uomini La genesi di questo libro è L’elenco delle fonti consul- politici, tecnici, banchieri e narrata dall’Autore nella bril- tate da Giulio Guderzo è dav- amministratori locali, “al la- lante Introduzione ove sono vero impressionante: da quelle voro sul terreno di ingegneri, tratteggiate le fasi dell’ap- fonti egli ha ricavato la linfa imprenditori, operai”, alla ge- proccio a una vicenda inscrit- che gli ha permesso di deline- stione: particolarmente com- ta “nella cornice dell’Europa are i sei “campi” della prima plicata dai venti di guerra che della rivoluzione industriale”, parte del volume, ossia La sto- intralciano la routine e assor- quella cioè “di un Paese – il ria vera e propria. Che parten- bono ingenti risorse. Ma che Piemonte preunitario – le cui do da un interrogativo, “Fer- non impediscono di guardare energie dovettero trarre l’ali- rovie, perché”, trova riposta lontano. mento indispensabile al rush fi- nella situazione geo-politica La sezione storica del volu- nale non solo dalla carica pro- del Piemonte e nella sua capa- me dedica un nutrito capitolo pulsiva delle innovazioni intro- cità di affrontare la questione: a Progetti e realizzazioni del dotte nel decennio cavouriano “Nessun altro Stato preunita- periodo dal 1848 al 1860 nel- ma pure dalle ‘virtù’ coltivate rio – compresi quelli nei quali l’“altra Italia”: da cui emerge nel ventennio carloalbertino”. si sono costruite ferrovie assai un lavorìo intenso mirato a Il progetto di ricerca sul- prima che in Piemonte [Regno disegnare percorsi, tracciare le strade ferrate del Regno di delle Due Sicilie, Napoli-Porti- reti, congiungere città e paesi, Sardegna, assegnato al giovane ci; Lombardo-Veneto, Milano- in una parola, “modernizzare” Guderzo dal noto economista Monza; Granducato di Tosca- la Penisola e creare legami con Pasquale Saraceno verso la na, Livorno-Pisa] – dibatte con il resto del mondo. Non solo fine degli anni ’60, sostenu- altrettanto impegno ai massi- la ferrovia, peraltro, ma anche to poi con forza da Carlo Pi- mi livelli, negli anni Trenta e un servizio postale efficiente, schedda (l’“amico e maestro Quaranta, i problemi posti dal affinché le comunicazioni faci- di storia subalpina” alla “cara nuovo mezzo di comunicazio- litate dall’invenzione e dall’uso memoria” del quale il volume ne per arrivar infine a definire diffuso del telegrafo, fossero è dedicato), prese corpo assai una politica ferroviaria globale, il “volano per lo sviluppo” di più tardi, per vari motivi: scri- in cui collocare correttamente settori “in gravi ritardi tecno- vere la storia compiuta di uno ogni successiva decisione”. Il logici”. dei più rivoluzionari sistemi di Piemonte di Carlo Alberto e il I dati dei capitoli I-X sono trasporto dell’Ottocento su- Piemonte di Cavour: che, tren- integrati nel capitolo XI con balpino, oltre cultura adeguata taseienne non ancora immerso Qualche numero in più: ossia e capacità di sintesi, richiedeva nella politica attiva, nel noto da una serie di tabelle numeri- lunghi e approfonditi scavi ne- scritto Des chemins de fer en Ita- che che attraverso le cifre rac- gli archivi italiani ed europei, lie aveva anticipato con lucidità contano “inizi e progressi della vale a dire libertà di movimen- appassionata le linee di un dise- ferroviarizzazione” piemontese to, tempo, pazienza nonché gno in fieri. “Intelligenza proget- nel decennio preunitario: dati massima concentrazione: cosa tuale, servizio onesto, coerenza eloquenti sulle “Linee o tratte assai ardua allorquando gli tra le parole e i fatti” avrebbero aperte al traffico”; sui “Costi di interessi personali portavano caratterizzato l’azione del Regno costruzione delle Ferrovie del- altrove e gli imperativi della sardo, divenuto, dopo i tentativi lo Stato” (spese annue e spese carriera universitaria appari- privati al di là delle Alpi, prota- totali, riferite anche a singoli vano ineludibili. Del resto un gonista e imprenditore, avocan- interventi); sul “Parco-rotabili argomento tanto impegnativo, do a sé “costruzione ed esercizio dell’Azienda dello Stato” (con che non aveva attirato se non degli assi portanti della futura dettagli in merito a “costrutto- sporadiche e marginali atten- rete”, della quale sarebbe stato ri e consistenza”); sulla “Mo- zioni da parte degli storici, esi- pur anche “gestore”. bilità”, ovvero sul “Servizio- geva di essere studiato a fondo Guderzo in questo interes- viaggiatori” (persone e merci e in tutte le sue articolazioni, santissimo libro ricostruisce in in movimento e distanze per- 356 corse relativamente alle linee gegneria e architettura per la bre 2017, ma fa il punto della Torino-Genova, Alessandria- realizzazione di stazioni e ser- situazione su un personaggio Arona, Torino-Susa, Torino-Pi- vizi, progetti di ponti, modelli che fu tanto centrale nel di- nerolo, Mortara-Vigevano, Ge- stranieri da cui trarre ispira- battito pubblico del Risorgi- nova-Voltri, Alessandria-Acqui, zione. Conclude una selezione mento, quanto dimenticato Alessandria-Stradella, Cavaller- significativa, anche dal punto dai posteri: Alessandro Borel- maggiore-Bra, Torino-Saviglia- di vista grafico, di guide-orari: la. Intendiamoci, il libro non no-Cuneo); sui “Ricavi, costi”, vademecum indispensabili al è celebrativo del cofondatore ossia sul “Reddito operativo del- fruitore di quella straordinaria della “Gazzetta del Popolo”. le Ferrovie dello Stato” ripartiti invenzione venuta a metà Ot- Rappresenta semmai l’esito di in relazione alle rispettive linee. tocento a cambiare, in meglio, un intelligente progetto di ri- il moto degli uomini e delle Tabelle specifiche riguardano cerca; un lavoro portato avanti merci. tra 2016 e 2017 dalla beneme- infine i conti della “Vittorio Se nella prima parte dell’o- Emanuele”, la ferrovia transal- pera la gradevole scrittura in- rita Associazione “Terra Mia” pina tra Savoia e Piemonte, treccia con leggerezza cronaca presieduta da Emilio Champa- e quelli del servizio lacuale, e politica, economia e saperi gne, e che ha visto un gruppo deficitario, ma che, secondo il tecnico-scientifici, offrendo al di appassionati e volonterosi sagace direttore Bartolomeo lettore la tanto attesa storia del- studiosi (lo stesso Champagne, Bona, presentava “un utile in- le ferrovie piemontesi, tema più Carla Tarizzo e Loris Sapia) diretto per le molte merci che che mai d’attualità, nella se- misurarsi nel difficile censi- dalla Svizzera vengono per la conda la suggestione delle im- mento dell’attività intellettuale via del Lago Maggiore dirette magini aiuta davvero il lettore del giornalista e politico cana- nell’interno ed oltre mare”. che si accosta alla complessità vesano. I risultati sono tutti in La parte II del volume è di tale storia “a comprendere appendice: la bibliografia con- costituita da un imponente come in un piccolo Paese, se- tenente le opere e i libelli, la Album di immagini: una nar- gnato da aspri ostacoli natu- serie di opuscoli de “La libera razione complementare assai rali, si poterono concepire e propaganda” e l’almanacco efficace, mirata a “suscitare… realizzare sogni altrove ritenuti nazionale della “Gazzetta del l’interesse del lettore”. Il dos- impossibili”. Nel fitto Indice Popolo”; il catalogo degli ar- sier si compone di cinque se- dei nomi di persona chi legge ticoli pubblicati per vent’anni zioni: nella prima, “dedicata trova tutti i protagonisti della dalle colonne del giornale (ben alle nuove vie di comunicazio- grande avventura: sognatori 2616!); lo spoglio dell’attività ne realizzate, con particolare con i piedi per terra, risoluti e politica svolta in veste di depu- riguardo alla Torino-Genova”, capaci di guardare lontano, da tato. Come ben spiega Umber- la cartografia cede il passo alle cui trarre, oggi, insegnamenti to Levra nell’esauriente pre- di qualche utilità per il nostro limpide vedute di Carlo Bossoli fazione, la presentazione dei futuro. e a un piccolo corredo di ulte- risultati di ricerca è stata dun- riori raffigurazioni; nella secon- Rosanna Roccia que l’occasione per ritrovarsi da spiccano le “regine dell’in- attorno a un tavolo al fine di novazione”, ossia le locomotive tentare una riflessione a tutto e il loro “seguito”, vale a dire le carrozze, qui rappresentate dai Alessandro Borella laico e campo sulla prodigiosa attivi- magnifici disegni per ilcomfort democratico (1815-1868), a tà di «un personaggio risorgi- del “treno reale”. Il terzo seg- cura di Emilio Champagne, mentale di rilievo ingiustamen- mento è costituito da una car- prefazione di Umberto te caduto nell’oblio» (p. 13). A rellata di vignette satiriche, del Levra, Castellamonte-Torino, partire dalla nuova biografia, “Fischietto” e del “Pasquino”, Associazione “Terra Mia” – che aggiorna il profilo del Di- che intercettano umori, attese Comitato di Torino dell’Istituto zionario biografico degli italiani e perplessità di un pubblico per la Storia del Risorgimento risalente al 1971. Se ne occupa di neofiti, e da una rassegna italiano, 2018, pp. 256. ancora Champagne (La figura di illustrazioni che rievocano di Alessandro Borella, pp. 15- il ruolo del treno nelle opera- Questo volume raccoglie ben 39), il quale rettifica non po- zioni militari della guerra del più che gli interventi dell’inte- chi dati, a partire dal luogo e ’59; il quarto si concentra sulle ressantissimo convegno tenutosi dalla data di nascita: Torino, “opere d’arte”: disegni di in- a Castellamonte il 30 settem- 2 maggio 1815 e non Castel- 357 lamonte in un generico 1813. liberomuratorio nella Torino gestione pubblica della Com- I Borella furono una famiglia dell’Ottocento, pp. 57-83), arri- pagnia di San Paolo (1853), e benestante dalle solidi radici vando alla conclusione che, «se nella legge sull’incameramento provinciali, impegnata a Tori- non ci sono prove certe sull’ap- dei beni ecclesiastici (1855). no nella professione medica. partenenza di Borella alla libe- Agli aspetti invece dell’assi- Il padre di Alessandro, Barto- romuratoria, appare piuttosto stenza che furono tanto cari lomeo, compromesso nei moti chiaro come esso la frequentò al giornalista, si sofferma Gia- del 1821, fondò nella capitale assiduamente», condividendo como Vaccarino (Alessandro il primo laboratorio per la pro- «battaglie politiche e sociali, Borella e il malessere sociale: duzione di apparecchi ortope- con i più influenti esponenti beneficenza, educazione, ordine dici. E Alessandro in un primo della rinata massoneria italia- pubblico, pp. 147-173). Le sue tempo pensò di seguire le orme na a partire dal 1859» (p. 83). conclusioni sono chiare: Borel- paterne, conseguendo la laurea Non ultimo, l’amico e collega la era convinto che lo Stato do- in medicina; salvo poi capire Felice Govean, che della mas- vesse sottrarre la politica della che la passione non erano fe- soneria torinese fu factotum. beneficenza e dell’assistenza mori e bacini, bensì la politica e Da questo aspetto particolare all’iniziativa dei privati e della il giornalismo. Di quest’ultima ma non secondario, si passa Chiesa; così come era dell’idea attività se ne occupa Bartolo nel volume a temi più genera- che gli istituti benefici avesse- Gariglio (Alessandro Borel- li, con l’analisi dell’operato di ro il compito di “educare”, in la giornalista della “Gazzetta Borella nel substrato politico modo da far rientrare i reietti del Popolo”, pp. 41-56) che, a della sinistra liberaldemocra- nel mercato del lavoro. A chiu- distanza di trent’anni da uno tica. Ad occuparsene è uno dere il volume è Attilio Perotti dei suoi più importanti lavori, specialista come Adriano Via- (Alessandro Borella e i proble- Stampa e opinione pubblica nel rengo (La Sinistra subalpina mi dell’istruzione pubblica nel- Risorgimento. La Gazzetta del negli anni del Risorgimento. lo Stato sabaudo e nel Regno Popolo (1848-1861), torna a ri- Dalle radici negli anni Trenta d’Italia, pp. 175-210), che deli- flettere su uno dei giornali più al proclama di Moncalieri, pp. nea il profilo di Borella propu- popolari del tempo, fondato il 85-129) che delinea una geo- gnatore della scuola pubblica e 16 giugno 1848, nel bel mezzo grafia di quell’area parlamen- laica a tutti i livelli. Credo che della prima guerra di indipen- tare che fu di riferimento per l’auspicio di Umberto Levra denza, l’inconfondibile quo- il canavesano: i liberaldemo- perché il libro possa essere di tidiano dal piccolo formato, cratici appunto, non mazzi- stimolo a ulteriori ricerche e venduto alla modica cifra di 5 niani e dunque repubblicani, approfondimenti non cadrà centesimi, che fu il foglio più ma monarchico-costituzionali; nel vuoto. diffuso nel regno di Sardegna unitari in prospettiva, ma a e tra i più letti nella penisola lungo fautori «di una confede- Pierangelo Gentile con i suoi 20.000 abbonati. Un razione italiana egemonizzata giornale “battagliero”, capace da un forte regno del Nord Ita- di mobilitare i suoi lettori in lia sotto casa Savoia» (p. 87). Epistolario di Urbano petizioni “patrie”: dall’obeli- Insomma, coloro che erano Rattazzi. III. 1863-1873, a sco alle leggi Siccardi di piaz- stati rimproverati da Mazzini cura di Rosanna Roccia, za Savoia, alla straordinaria e di voler fare «una rivoluzione presentazione di Giuseppe mondiale sottoscrizione per italiana con un re». Agli aspet- Monsagrati, Roma, Istituto dotare di cento cannoni la ti anticlericali di Borella dedi- per la Storia del Risorgimento cittadella di Alessandria, fino ca la propria attenzione Silvia italiano, Rubbettino, 2019, pp. al ruolo egemonico svolto in Cavicchioli (La laicità dello X-810. seno al movimento delle so- Stato e la lotta contro i privilegi cietà di mutuo soccorso. Un ecclesiastici, pp. 131-146) che Con la pubblicazione del giornale dunque dalla cifra analizza con puntualità tutti terzo, ultimo e ponderoso vo- laica e anticlericale, incubatore gli interventi del personaggio lume dell’epistolario di Urba- della massoneria. Un proble- nella grande stagione liberale no Rattazzi, figura centrale del ma a cui risponde Marco No- di lotta tra Stato e Chiesa, sof- Risorgimento italiano, Rosanna varino (“Compagni di strada”. fermandosi in particolare sul Roccia chiude un ciclo irripeti- Alessandro Borella e il milieu ruolo avuto nel passaggio alla bile; un’avventura intellettuale 358 e umana cominciata non dieci termine il capolavoro, sia al storico, a cui non fa eccezio- anni orsono – con la pubblica- grande statista piemontese di ne la curatela degli epistolari. zione della prima puntata del poter pensare a un’impresa Anzi… gli epistolari, se fatti carteggio dell’avvocato e de- editoriale destinata a lasciare con coscienza, sono la summa putato di Alessandria, nonché il segno. Rattazzi finì in buone delle “lunghe durate”. Non si ministro e primo ministro, del mani. Anzi, nelle migliori mani impostano dall’oggi al domani, regno di Sardegna prima e del possibili; ebbe le attenzioni non sono opera né di eruditi regno d’Italia poi – bensì quasi certosine di un infaticabile stu- né di cultori: necessitano tem- quarant’anni fa, quando l’allo- dioso che aveva capito quanto po, tempo e ancora tempo. Un ra direttrice dell’Archivio sto- dietro all’antimito rattazziano tempo per la raccolta dei do- rico della Città di Torino esor- (pur interessante quale feno- cumenti (fase preliminare che dì al fianco di Carlo Pischedda, meno teleologico) si nascon- può protrarsi per anni…); un suo maestro, nella curatela del desse l’uomo-chiave per pe- tempo per la loro sedimenta- ciclopico epistolario cavouria- netrare una parte importante zione (lungo, quanti più sono no. Le due imprese – gemelle della politica sabauda prima e i documenti da riordinare); nell’impostazione – come sap- italiana poi. Una curiosità che un tempo per il loro studio piamo non andarono di pari aveva illustri padri; dal bar- (altrettanto lungo, tanto più è passo. Inutile negare il divario do della democrazia radicale, necessario inquadrare i detta- dell’importanza tra il carteggio Felice Cavallotti, a cui erano gli). Bisogna mettersi all’ope- del glorioso fautore dell’Unità, stati censurati i provocatori ra per capire quanto costruire e quello del “gregario”, dell’e- versi di un immaginifico poe- un epistolario possa essere al terno secondo, dell’uomo in- ma dedicato ai sigilli apposti tempo stesso esaltante quanto chiodato dalla Storia (o forse alle segrete carte di un appena frustrante: esaltante, per la ri- sarebbe meglio dire da una defunto Rattazzi; all’onnipos- costruzione di una vita minuto storiografia implacabile…) ai sente Gramsci, che dal carcere per minuto; frustrante, per tut- nomi fatali di Novara, Aspro- (in quel tempo in cui il fasci- ti quei pezzi del puzzle che alla monte e Mentana. Pertanto stissimo Luzio manipolava le fine verranno a mancare (persi Camillo ha avuto necessaria- fonti rattazziane meritandosi per sempre, e allora amen; na- mente la precedenza, per un la denuncia di Omodeo) si po- scosti, e allora la frustrazione interesse storiografico che era neva una semplice quanto pro- sarà destinata ad aumentare, in cima all’agenda degli storici, blematica domanda: «ma fino per quella angosciante sensa- e dei grandi uomini di Stato: da a qual punto Rattazzi può dirsi zione del mai finito, del sem- Rosario Romeo, che dedicava un liberale-democratico?». pre provvisorio, dell’umano e tutte le sue energie all’“opera Dopo aver dimostrato dalle cartaceo limite). vita” – quel Cavour e il suo colonne della prestigiosa “Ri- Pischedda sapeva che per tempo assurto all’empireo dei vista storica italiana”, nell’an- Rattazzi i pezzi del puzzle non classici – a Luigi Einaudi, che no del centenario dell’Unità, sarebbero stati molti, a causa di offriva all’impresa le sue ulti- perché fosse importante non quella consorte, Maria Wyse- me autorevoli riflessioni, e la trascurare l’oscuro avvocato Bonaparte, nefasta ancella della sua inestinguibile passione ci- di Alessandria assurto alle più memoria del marito. Ma dai “re- vile e scientifica nel presiedere alte cariche di Stato, Pisched- perti” ritrovati, e dalla diuturna la Commissione nazionale in- da rimise tutto nel cassetto; riflessione cavouriana era arri- caricata di raccogliere, crono- non per richiuderlo, bensì per vato alla conclusione che non logicamente e filologicamente, lasciarlo mezzo aperto, per in- si potesse lasciare nelle retrovie le memorie del demiurgo. serire di tanto in tanto qualche il leader della Sinistra che aveva A latere di Cavour, Rattaz- riflessione, qualche appunto, coadiuvato alla nascita del “con- zi. Ma l’alessandrino non ebbe qualche trouvaille, il tutto per nubio”, il progetto politico nessun Romeo, e tanto meno non transigere alla legge della che, nel cosiddetto “decennio nessun Einaudi. Ebbe però pazienza, del meditare bene di preparazione”, modernizzò Pischedda; quel Pischedda che secondo i tempi giusti. Il Qoe- il Piemonte e lo proiettò nel pur lavorando indefessamente let vale anche per la disciplina concerto delle potenze euro- per Cavour dietro alle quinte, storica: c’è un tempo per stu- pee. Grazie a Rattazzi, quello aveva permesso sia al grande diare; c’è un tempo per scrive- fu un momento dirimente, sia storico siciliano di portare a re. Insomma, i due tempi dello per la carriera di Cavour sia 359 per il perfezionamento e raf- sempre desideroso di governa- sembrava ridestarsi dopo un forzamento delle istituzioni re oltreché di regnare. L’uomo torpore durato lustri, prende- sabaude, in particolare il Par- fatto secondo il cuore del re, va avvio il lavoro. Che, date le lamento. Molti, più tardi, lo dall’efficace definizione di Fe- premesse, fu faticoso e diffici- interpretarono erroneamen- derigo Sclopis, divenne spina le, a tratti scoraggiante: tutte le te come un anticipo del tra- nel fianco per il conte. Lo fu lettere andavano ricontrollate sformismo, prove tecniche di specialmente dopo Villafran- dall’originale; era necessario “compromesso storico”; altri, ca, quando Rattazzi tentò di fare altri sondaggi, non solo in più accorti, come ebbe modo dominare i marosi della na- Italia; risalire alle nuove collo- di osservare Viarengo nel suo scente nazione con una barca cazioni archivistiche; inserire Cavour, nel contesto di una che non era la sua. Tornò Ca- i nuovi ritrovamenti; annotare giovane monarchia costitu- vour, e Rattazzi fu costretto a i documenti uno per uno. Per zionale videro la nascita della lasciare il timone. Ma nell’apo- il primo volume, uscito nel “maggioranza” intesa come teosi del 17 marzo ci fu gloria 2009 (recensito da chi scrive in dialettica politica, con la fu- per tutti: Cavour varò il primo “Studi Piemontesi”, XXXIX, sione di due aree dalla comu- governo dell’Italia unita; Rat- 1 (2010), pp. 224-225), fu più ne matrice liberale. Rattazzi lo tazzi, uomo delle istituzioni, facile per il costante dialogo avrebbe ricordato nel 1870, a divenne il primo presidente cavouriano; ma cominciavano quasi vent’anni dall’incontro della nazionale Camera dei già ad emergere le discontinuità, organizzato da Michelangelo deputati. Se dunque Pisched- che sono una ineluttabile cifra Castelli in casa propria, alla da aveva intuito le potenzialità del carteggio rattazziano; per presenza di Cavour e Buffa: «I del personaggio nel processo dare un ordine di idee, un solo principi che dovevano ispirare di unificazione, bisognava rad- volume per un lasso di tempo, il nuovo partito erano princi- doppiare le fatiche per cercare 1846-1861, che interessa quasi palmente due, cioè all’interno ogni tessera che ricostruisse il tutto l’epistolario cavouria- resistere a qualsiasi tendenza mosaico dell’impegno politico no (e sono 34 tomi). Di certo reazionaria […] e nel tempo nel decennio postunitario: con Rattazzi non scrisse di meno stesso promuovere per quanto metodo, accompagnando ogni del Conte. Ma se sulle consi- le circostanze lo permettesse- lettera dattiloscritta del disper- stenze perdute possiamo solo ro, un continuo e progressivo so archivio con preziose note più fare ipotesi, di certo l’esi- svolgimento della libertà con- autografe, rivelatesi decenni stente non manca di interesse, sentito dal nostro Statuto, sì dopo indispensabili alla cura- illuminando di volta in volta nell’ordine politico, come in trice dell’epistolario. aspetti che furono al centro quello economico ed ammini- Se dunque Rosanna Roc- delle riflessioni storiografiche strativo. All’estero, preparare cia adempiva alla promessa di di Pischedda. Con la pubbli- la via a mettere il Piemonte in portare a termine l’impresa ca- cazione nel 2013 del secondo condizione di procacciare all’I- vouriana (conclusasi nel 2012), volume, interamente dedicato talia la sua indipendenza dallo non lasciava le cose a metà; a quel 1862 definito efficace- straniero». Una testimonianza da casa Pischedda recuperava mente da Roberto Livraghi che ora si può leggere, conte- tutto il materiale rattazziano, annus mirabilis e horribilis per stualizzata, in quest’ultimo vo- che da un cassetto era finito Rattazzi (recensione in “Studi lume di epistolario rattazziano a riempire numerose scatole; Piemontesi”, XLIII, 2 (2014), (lettera 387, p. 470). dai tanti contatti con l’Istituto pp. 488-489), i problemi sto- Ma Pischedda comprese di per la Storia del Risorgimen- riografici in campo cambiano: più; gloria e disgrazia meritano to Italiano si concretizzava la nel contesto dell’Italia unita, si la stessa attenzione; così, se la possibilità di una pubblica- staglia l’anomalia dell’uomo di crisi del connubio del 1858, zione, esaudendo il desiderio sinistra che governa negli anni con il siluramento di Rattazzi, di un altro maestro degli stu- della Destra storica. Non è non scalfì più di tanto il pre- di risorgimentali, Giuseppe una parentesi; ma un capitolo stigio di Cavour, creò quell’in- Talamo, desideroso di portare drammatico della storia del- sanabile acredine personale tra a termine la fatica dell’amico la penisola, con un uomo che i due statisti che avrebbe dato scomparso. In un momento a tutti i costi vuole dirigere la buon gioco “al primo non tra in cui, alla fine del decennio rivoluzione per portare a com- pari”, quel Vittorio Emanuele scorso, l’interesse per Rattazzi pimento l’Unità con Roma. Ma 360 la stagione dei miracoli è finita. suo impegno consegnando alla Epistolario e documenti del Un audace come Cavour non comunità scientifica 529 docu- beato Marco Antonio Durando c’è più; come non ci sono più menti epistolari dello statista (1801-1880), a cura di le premesse alle insurrezioni alessandrino, arricchiti da due Roberto Lovera CM, Roma, del ’59 e alle imprese eroiche interessantissime appendici uti- CLV Edizioni Vincenziane, del ’60; Napoleone III è guar- li a penetrare ancora di più il 2018, 2 voll., pp. 1597. dingo; e Vittorio Emanuele II personaggio: 44 unità di Cirillo impaziente. Rattazzi patisce le Monzani, che di Rattazzi fu se- Marcantonio Durando fu un pressioni dell’uno e dell’altro. gretario generale al ministero protagonista “discreto” di quel- Spera nella confusione del- dell’Interno, oltreché amico e la Torino cattolica che nell’800 le contingenze; confida nella confidente; 60 unità del conte vide operare un numero sor- comprensione delle potenze Ottaviano Vimercati, attaché prendente di personalità, alcu- europee. Non si realizza né militaire alla legazione italiana ne oggi note in tutto il mondo l’una né l’altra condizione. Ri- a Parigi e informatore dei se- e venerate sugli altari, altre sultato: Aspromonte. Il mito di greti delle Tuilieries. Conclude rimaste ingiustamente nell’om- Garibaldi, ferito, conosceva un l’opera, presentata da Giusep- bra. Il beato Durando non è nuovo capitolo; come un nuovo pe Monsagrati, l’addenda di certo un personaggio popola- capitolo conosceva l’antimito 21 missive, che non avevano re, ma d’ora in poi gli studiosi rattazziano, dopo il disastro di trovato collocazione nei pre- potranno attingere dal suo epi- Novara del Quarantanove, che cedenti volumi: testimonianze stolario – complessivamente l’aveva visto protagonista in ve- interessanti, specialmente per 1.375 lettere – per conoscerne ste di ministro dell’Interno. il dialogo tra don Bosco e l’i- la fitta rete di amicizie e il ge- Con il terzo volume testé spiratore della politica laicista neroso apostolato “spirituale” pubblicato, dedicato al decen- dei governi cavouriani. e sociale secondo il carisma di nio 1863-73, assistiamo all’ulti- In un’epoca in cui la sto- san Vincenzo de’ Paoli. mo capitolo della saga, nell’e- riografia naviga verso tutt’al- Nacque nel 1801 a Mon- terno confronto tra moderati tri lidi e in cui la valutazione dovì in una famiglia distinta: e democratici, tra rivoluzione accademica purtroppo non la madre dall’animo profonda- e ordine, tra Italia e Francia: premia più questa tipologia di mente religioso, il padre dallo Mentana. Un remake del ’62, fatiche, restiamo fedeli a ciò spirito liberale con tendenze con gli stessi identici protago- che Giuseppe Talamo disse in agnostiche. Con gli otto fratel- nisti: Ricasoli, gabbato al go- merito all’epistolario di d’A- li, Marcantonio rimase presto verno dalle “politiche di corte” zeglio: solo la pubblicazione orfano di entrambi i genitori. (alias rattazziane); Garibaldi, di fonti rende possibile «le All’età di quindici anni sentì il sempre alla testa dei volontari vere, le sole autentiche revi- desiderio di andare missiona- con quel chiodo fisso della cit- sioni storiografiche e con esse i rio in Cina ed entrò nella Con- tà eterna; Napoleone III, irri- progressi della conoscenza sto- gregazione della Missione. Il tatissimo, specialmente dopo rica» (L’epistolario di Massimo 12 giugno 1824 fu ordinato sa- gli impegni presi dall’Italia con d’Azeglio, in “Studi Piemon- cerdote, visse per cinque anni la convenzione di settembre; tesi”, XXXIX, 2 (2010), pp. a Casale Monferrato, poi dal Vittorio Emanuele II irrequie- 427-431). Se è assodato ormai 1829 fu a Torino. Dapprima to per il prestigio del paese (e che la storia è scienza, ci piace destinato alle missioni popola- della dinastia) offuscato dopo i pensare che Clio non abbia ab- ri nelle campagne piemontesi, disastri di Custoza e Lissa nel- dicato. Si possono valicare le ad appena 36 anni Durando la terza guerra di indipenden- frontiere estetiche dell’arte: ai fu nominato Visitatore (supe- za. E al comando, ancora lui, classici si guarderà sempre con riore maggiore) della Provin- , l’uomo che rispetto e ammirazione. cia dei Vincenziani del nord- vuole ma non osa; e che se osa, Italia: carica che occupò fino sbaglia, lasciandosi travolgere Pierangelo Gentile alla morte. Suo grande merito da tutto, dagli uomini come fu l’introduzione in Italia, nel dagli eventi, per diventare ca- 1833, delle Figlie della Carità, pro espiatorio di una acerba le suore vincenziane, cui Carlo Sinistra. Alberto donò, nel 1837, l’anti- Rosanna Roccia conclude il co convento di San Salvario. Si 361 sviluppò quindi un’articolata Marchesi di Barolo. Nel 1865 Carità padre Durando scrisse: rete di “centri di carità”, detti diede vita, con Luigia Borgiot- “Sia suo grande impegno di “Misericordie”, in cui opera- ti, alle Suore Nazarene dedite mantenere l’unione fra loro, vano le suore e le Dame di Ca- in particolare al servizio reli- si amino, si rispettino, si sop- rità appartenenti alle famiglie gioso a domicilio dei morenti, portino, siano di buon umore più in vista della città: Favria, giorno e notte. Un’opera inno- e ritrovino nell’amore scam- d’Azeglio, Alfieri e Carrù. Sor- vativa che ottenne alcune con- bievole, nell’osservanza delle sero asili per i bambini poveri, versioni eccellenti, come quel- regole, nello zelo per il buon laboratori per ragazze, orfano- la di Guido Gozzano. Ebbe il essere dello stabilimento quel- trofi, ambulatori per anziani. merito di aver riorganizzato le la contentezza, quella gioia che Alle suore furono affidati vari Case della Missione del Nord- forma paradiso anticipato”. ospedali, in particolare quelli Italia, dopo la soppressione E in una lettera: “Non basta militari di Torino e Genova. napoleonica e poi negli anni una cognizione speculativa di Oltre alle lettere sono pub- delle leggi anticlericali del Cristo; ci vuole una cognizio- blicati nel volume gli Avvisi 1866-67. Con una lettera del ne pratica che risvegli l’amore delle visite canoniche, “con os- 28 luglio 1866 inviò ai supe- e l’affezione”. Fu linfa vitale servazioni e consigli”, alle case riori delle varie comunità di per la sua lunga ed operosa di Casale Monferrato, Sarzana, sua competenza una bozza di esistenza. Piacenza, Mondovì, Scarnafigi, protesta contro l’imposizione Genova e Cagliari. Importante di chiusura delle case religiose. Daniele Bolognini la corrispondenza con p. Gio- Traspare costantemente nelle vanni Battista Etienne, Supe- missive l’eco degli avvenimen- riore Generale che era a Pari- ti politici. Giacomo Durando, Giovanni Bosco, Epistolario, gi. I confratelli si rivolgevano Ministro della Guerra, rese par- Introduzione, testi critici al Durando anche per avere tecipe il fratello di una lettera e note a cura di Francesco notizie delle comunità vincen- ricevuta da Cavour mentre era Motto, vol. VIII (1882-1883), ziane. In una lettera al fratello al Congresso di Parigi (1856) 3562-3955, Roma, LAS, 2019, Giacomo riferì sulla presenza in cui si parlava dell’interesse pp. 466, ill. delle suore in Toscana e dei di Napoleone III per le vicende disordini occorsi a Firenze, politiche italiane. L’ottavo volume dell’Episto- con l’attacco alle Dame del Nella Casa della Missione lario di don Bosco comprende Sacro Cuore legate ai Gesuiti. di Torino ripresero vita due 394 lettere scritte nel 1882 e Siamo nel 1848 e tali inciden- associazioni sacerdotali nate 1883 dal sacerdote, che, tra i ti avvennero anche a Torino nel ’700: la Compagnia di San sessantasei e i sessantotto anni e a Genova dove le religiose Tommaso d’Aquino e l’Asso- di età, comincia a manifestare furono costrette a lasciare l’O- ciazione dei sacerdoti di san “la fatica del vivere quotidia- spedale di Pammatone. Nel Francesco di Sales. Vi fecero no”: non tanto a motivo degli febbraio 1855 Marcantonio parte san Leonardo Murialdo eventi spossanti di cui è intes- chiese aiuto al fratello perché e futuri vescovi, non solo di suto il biennio, vale a dire “i facesse da tramite presso il re Torino: Fransoni, Gastaldi, Ri- lunghi viaggi, il ‘trionfo di Pa- a favore del vescovo di Buffalo chelmy, Nazari di Calabiana, rigi’, la spedizione missionaria, (negli Usa) che chiedeva soste- Renaldi, Ricardi di Netro. Fu- la fondazione di nuove case gno economico per la povera rono suoi corrispondenti, in- salesiane, l’impresa patagoni- diocesi americana. Quell’anno sieme ad altri protagonisti della ca, le continue conferenze…”. Durando inaugurò a Genova Torino religiosa, come Enrico A logorare il fisico del non più il collegio Brignole-Sale per la Lotteri e Giuseppina Viretti al giovane prete in questo periodo formazione dei preti destinati cui nome sono ancora oggi de- è soprattutto la routine freneti- alle missioni ed ebbe il corag- dicate due opere pie. Del Fran- ca che di giorno in giorno gli gio di inviare le suore a curare soni Marcantonio Durando fu impone una mole di impegni i soldati piemontesi feriti nella consigliere nel complicato evol- ineludibili: “gli appuntamenti Guerra di Crimea. versi degli eventi che portarono comunitari e le udienze private, Durando fu superiore in di- il presule in esilio a Lione. lo studio e le letture, le visite a verse comunità religiose della Nel 1866 alla superiora di famiglie di benefattori e bene- città, tra cui quelle fondate dai una comunità delle Figlie della fattrici, la redazione di appelli 362 alla beneficenza, il disbrigo inaugurata assai più tardi del dici dei nomi di persona, dei della folta corrispondenza”. previsto: non soltanto a causa nomi di luogo e delle materie: Secondo uno schema con- di difficoltà economiche ma quest’ultimo, particolarmente solidato, Francesco Motto, a motivo di contrapposizioni eloquente e prezioso, si salda curatore dell’opera, offre in irragionevoli e inerzia che in- con ulteriori indici, dei desti- Premessa una serie di dati che ducono don Bosco a lamenta- natari e delle lettere in ordine permettono di orientarsi tra il re: “si perde tempo e danaro, cronologico seguiti da una carteggio. Quantità e analisi si va incontro a dispiaceri, noi tavola di raffronto tra questa tipologica delle lettere, elenco siamo forestieri e perciò…” edizione e la precedente a cura dei corrispondenti, categorie (lett. 3662). Strenuo difensore di Eugenio Ceria. Un lavoro cui i medesimi appartengono, dei propri diritti e “dell’imma- meritorio di costruzione di ap- luogo della loro residenza e gine pubblica della sua ope- parati utili, che facilitano l’ap- località di stesura delle mis- ra”, il sacerdote piemontese proccio al don Bosco episto- sive, e poi archivi che hanno respinge “attacchi pretestuosi, lografo degli anni 1882-1883 fornito materiale al volume accuse immotivate, pregiudi- e alla sua intensa attività nel sono riferimenti che preludo- zi e dicerie di esponenti del biennio. no alla rassegna dei principali clero o della società civile”, argomenti trattati nelle lettere confortato anche dal sostegno Rosanna Roccia del biennio considerato, da cui di confratelli e cooperatori. emerge “un don Bosco a tutto Tra questi ultimi nel biennio campo, ormai fisicamente fra- emergono le figure di Claire Nicola Del Corno, Italia gile, che dà tutto se stesso per Louvet, francese benestante, reazionaria. Uomini e mantenere vitale, consolidare e che intreccia una profonda re- idee dell’antirisorgimento, dilatare la congregazione da lui lazione spirituale con don Bo- [Milano], Bruno Mondadori, fondata per la gloria di Dio e la sco, e di Louis-Antoine Colle, 2017, pp. XXVI, 227; salvezza delle anime”. benefattore munifico e devoto. “Sorretto da un’eccezionale Il “bilancio sempre in rosso” Nicola Del Corno, Nous, forza di volontà” il sacerdote considerate le ingenti spese nous aimons le passé. L’utopie si fa “questuante viaggiatore per le case diffuse un po’ in réactionnaire dans l’Italie du in Francia e in Italia”, privi- tutto il mondo non esime il sa- Risorgimento, Éditions Mimésis legiando “l’incontro faccia a cerdote dal porgere aiuto a chi / Histoire, 2017, [traduit faccia” con i potenziali bene- implora il suo intervento. Egli de l’italien par Marie-Ange fattori, promuove “conferenze confida nella Provvidenza, ma Jourdan-Gueyer], pp. 136. pubbliche” nelle città visitate è consapevole che la Provvi- allo scopo di denunciare la denza va “però anche cercata, Nonostante la vulgata se- “gravità dei problemi giovani- a costo di grandi sacrifici”: le condo la quale la storia “è sta- li”, amplia il suo raggio d’azio- peregrinazioni continue, l’umi- ta scritta dai vincitori” conosca ne, in Italia, dal Piemonte alla liazione del chiedere, sollecita- attestazioni con essa collimanti Sicilia, in Spagna, in Francia, re, attendere... Ciononostante più antiche, sembra lecito rile- in America Latina, dal Brasi- l’infaticabile uomo di Dio si vare che la diffusione di modelli le alla Patagonia ove spedisce fa carico delle preoccupazioni e modi di ricostruzione storio- missionari salesiani e Figlie di materiali e dei bisogni spiritua- grafica coscientemente mistifi- Maria Ausiliatrice. Nel 1882 si li dei suoi corrispondenti, che catori conosca una generale af- chiude (non senza strascichi) consola, stimola, rasserena non fermazione e una vera e propria l’annosa vertenza con l’arcive- senza promettere speciali pre- sistematizzazione in tempi rela- scovo Gastaldi, ma continua- ghiere “da parte sua e dei suoi tivamente recenti. Ovviamente no le “difficoltà con la Santa giovani”. non sono mancate falsificazioni Sede” onde ottenere “i cosid- Nel corso della sua laborio- con riferimento anche a epoche detti privilegi… indispensabili sa ricerca Francesco Motto ha remote, ma non ancora lucida- per lo sviluppo della Con- reperito una ventina di lettere mente suscitate da mire politico- gregazione”. Tra le questioni del biennio, “attestate ma non filosofiche storiograficamente di aperte, la lentezza dei lavori reperite”, che ha segnalato ampio respiro né da strategie di di costruzione della chiesa del in appendice. Di seguito ha collettivo condizionamento. Le Sacro Cuore a Roma, che sarà corredato il volume degli in- falsificazioni “antiche” erano 363 piuttosto riconducibili, perlo- che “la storia non esiste” (così alcune “verità”, finiscono per più, a moventi specifici, non ad esempio il Premio Nobel configurarsi come dogmi sen- di rado puramente utilitaristici, per la letteratura José Sara- za essere passate attraverso il sotto profili, ad esempio, politi- mago) non essendo essa nulla filtro di verifiche esaurienti, co-giurisdizionali, patrimoniali, più che un prodotto soggettivo ineccepibili e inattaccabili? Di- sociali, genealogici, giuridici. scaturito dalle predeterminate verse delle considerazioni sin Le contraffazioni della sto- convinzioni di uno storico. Tali qui fatte emergevano già, pur ria ampiamente concepite e opinioni, a ben guardare, non in differenti termini, nell’opera artatamente diffuse sono es- possono che configurarsi come degli studiosi, storici, letterati, senzialmente figlie, ritengono un’involontaria autodenuncia giornalisti che furono etichetta- molti, di quella che può essere del proprio modo di operare. ti come “reazionari”, una voce definita come “l’età delle ideo- Occorre ammettere, d’altron- alla quale le scuole storiografi- logie”: di un certo illuminismo de, che in mancanza di giustifi- che dominanti affibbiarono i e della Rivoluzione francese, cazioni ideologiche e pregiudi- significati più negativi. quindi, e poi del marxismo che zi non sarebbe facile difendere Il Del Corno (il volume ne è stato l’erede per eccellen- le stragi provocate dalle guerre pubblicato in Francia da Mi- za. I guasti tremendi apportati e dai processi rivoluzionari né mesis non è la traduzione di da queste dottrine esigevano, legittimare gli innumerevoli quello edito da Bruno Monda- del resto, una narrazione del uomini portati a morire invano dori ma, si potrebbe dire, una tutto svincolata dalla ricerca da Napoleone in Egitto o in sua sintesi, pur con qualche dell’obiettività e della verità. Russia, né i genocidi perpetra- elemento di differenziazione) L’una e l’altra erano del tutto ti dal comunismo reale. Come rileva nel panorama storiogra- inconciliabili in termini gene- si potrebbe, poi, senza fare ri- fico dell’Ottocento italiano rali, pur senza negare l’esisten- corso ad espedienti ideologici, che il pensiero di coloro che za di aspetti positivi, con le ri- scagionare la Rivoluzione dai si opposero al consolidamen- letture compiacenti e benevole suoi esiti e colpe di lungo ter- to degli esiti rivoluzionari e ai che una preponderante scuola mine? Ad esempio, come non successivi sviluppi politici, cul- intendeva trasmettere – e ha vedere una continuità precisa turali e civili, tentando in più trasmesso – in modo perva- tra l’imposizione rivoluziona- casi di riportare in vita – non sivo. Non era propriamente ria della coscrizione obbligato- solo a parole – modelli ante- impossibile, anche senza ri- ria e incondizionata e le guerre riori «risulta per molti versi correre a sovrainterpretazioni e stragi di massa del Novecen- ancora poco indagato, sia nei e a sovrastrutture, produrre to? Il reclutamento obbligato- suoi tratti fondamentali sia nel- studi obiettivi ma si deve rile- rio e di massa, prima della Rivo- le sue più articolate manifesta- vare che in molti casi questi si luzione pressoché sconosciuto, zioni, nonostante abbia un suo limitano a precisi fatti o con- non poté poi essere cancellato, interesse dato che rappresentò testi, già di per sé funzionali a danno dei popoli, nonostante un’alternativa al processo ri- a supportare ottiche ed esiti all’epoca della Restaurazione vi sorgimentale». I due volumi, ricostruttivi collimanti con vi- siano stati sovrani, come i Savo- pertanto propongono «una sioni predeterminate. Sarebbe ia, che tentarono di abrogarlo. ricostruzione delle idee, prota- difficile negare, specialmente Oggi molti si stanno renden- gonisti e vicende di tale parte, di fronte all’opera di storici di do conto che la grave caduta fra le protagoniste della storia matrice palesemente o cripti- del senso della storia può avere del nostro paese negli anni camente marxista, che le inter- risvolti sempre più negativi e si che vanno dalla Restaurazione pretazioni di matrice ideologi- sta auspicando anche con vaste all’Unità». L’equilibrato e non ca abbiano fatto a lungo aggio, raccolte di firme, che il suo in- “schierato” affresco delineato quale criterio storiografico, sui segnamento, attualmente assai dall’autore può costituire un fatti stessi, spesso prendendo trascurato, acquisisca maggiore buon manuale per studiare una in considerazione essenzial- centralità e dignità. In effetti, trascurata, quando non del tut- mente ciò che era funzionale che senso ha studiare una ma- to obliterata, componente del- a giungere ad una determinata teria filtrata attraverso pregiu- lo scenario e del dibattito poli- meta interpretativa. Non per dizi, interpretazioni arbitrarie tico risorgimentale in seno alla caso storici e letterati marxisti e a priori, censure, silenzi, quale non mancano maiuscoli si sono spinti sino ad affermare omissioni in forza delle quali pensatori fioriti in Piemonte e 364 nel Regno di Sardegna in ge- in differenti regioni, punti in no dell’etichetta di “revisioni- nerale, legittimisti, sostenitori comune. Le frange dei “revi- sti” o “controstorici” (mentre dei troni e della Chiesa, con- sionisti”, alquanto crescenti o meritano, piuttosto, quella di trorivoluzionari, antigiacobini, costantemente marginalissime inventori o di contraffattori) antinapoleonici. Tra essi Cle- a seconda dei territori, asse- consiste nel prendere le mosse mente Solaro della Margarita, riscono che a partire da quasi da fatti reali, anche di sangue, Luigi Tapparelli d’Azeglio, duecento anni fa dal Piemon- addomesticandone però, se- Carlo Emanuele Birago di Vi- te e dagli Stati sabaudi si sia condo prospettive di comodo, sche, Emiliano Avogadro della agito, sostanzialmente, solo genesi, cause ed effetti e spes- Motta, Giuseppe de Maistre, all’insegna di un programma so amplificandone a dismisura Giacomo Margotti, Leone “imperialista”, coloniale, sop- la portata. Rientra in questo Costa de Beauregard, Gusta- pressivo di anteriori idilliaci campo l’incendio di Pontelan- vo Benso di Cavour, Edoardo contesti politici e socioecono- dolfo appiccato per rappresa- Crotti di Costigliole. mici. Merita, al riguardo, porsi glia nel 1861 dai Piemontesi Certo non si tratta di scono- almeno una domanda: se gli onde vendicare la morte di 45 sciuti, anzi, in qualche caso di abitanti delle province meri- militari diversi dei quali tortu- personalità a cui già sono stati dionali avessero avuto una si- rati prima di morire, durante dedicati studi di un certo spes- mile percezione dei fatti, come la guerra contro il brigantag- sore. Mentre i nomi principali, si spiegherebbero i risultati del gio. Questo fatto reale nelle continuano ad essere, in ogni referendum istituzionale del ricostruzioni controstoriche caso, suscettibili e meritevoli 1946, quando le popolazioni è divenuto un misfatto e l’in- di nuovi approfondimenti – del Sud, cronologicamente cendio (vero) si è trasformato auspicabilmente non censori –, ancora piuttosto prossime agli in un eccidio (falso) da soste- altri, talvolta appena menzio- avvenimenti, si espressero con nere, propagandare e sfrutta- nati, potrebbero formare un schiacciante maggioranza a fa- re per giungere a conclusioni itinerario, integrato anche da vore della Monarchia? fasulle. Nonostante i morti parecchi nomi dal Del Corno Ma obiettivo dei “contesta- nell’episodio di Pontelandolfo per ora non menzionati o presi tori” non è narrare fatti avve- siano stati 13 (in tutto e anche in considerazione, per nuovi nuti, bensì riscrivere la storia sorvolando sul loro essere bri- studi d’indubbio rilievo. a loro gusto senza troppo cu- ganti o galantuomini) i neobor- rarsi della veridicità dei propri bonici sono progressivamente Gustavo Mola di Nomaglio assunti, risollevando o am- giunti a riferire enormi numeri plificando problemi da lungo di morti. Ma grazie all’autore, tempo superati e, ove utile ai per le tesi degli inventori di Giancristiano Desiderio, loro scopi, inventando di sana eccidi ormai non c’è scampo: Pontelandolfo 1861. Tutta pianta persecuzioni e stragi, Giancristiano Desiderio ne do- un’altra storia, Soveria sino a farneticare dell’esistenza cumenta le falsificazioni senza Mannelli, Rubbettino, 2019, persino di lager, come il forte possibilità di appello. Egli pp. 147, (4). di Fenestrelle, in cui si sareb- effettua con acribia e compe- be perpetrato il genocidio dei tenza tutti i possibili appro- In alcune regioni italia- militari dell’esercito meridio- fondimenti e percorre tutti gli ne eredi di individuali realtà nale. Ovviamente tutto falso, itinerari di ricerca opportuni, storico-politiche si registrano vergognosamente campato in giungendo, anche per strade da tempo campagne di propa- aria, privo di qualunque fon- diverse, alternative e persino, ganda e disinformazione per damento testimoniale o docu- in qualche caso, pleonastiche, così dire disunitaria, basate mentale. E sarebbe del tutto sempre allo stesso risultato. sulla contestazione e sul rifiu- superfluo precisarlo se non esi- Desiderio ha potuto avvalersi to del ruolo unificatore svolto, stesse il rischio, anche grazie a pure degli sviluppi di una cau- sotto la guida di Casa Savoia, una ormai troppo agevole dif- sa intentata da un discendente dal Regno di Sardegna. Pur fusione attraverso i nuovi me- del sindaco di Pontelandolfo con specifiche peculiarità, ra- dia, che grottesche invenzioni del 1861. Questo fu oggetto di dici politiche e distanze, non assumessero parvenza di veri- gravissime accuse nel volume mancano, nell’approccio an- tà. Altra modalità a cui fanno di tal Antonio Ciano, I Savoia tirisorgimentale riscontrabile ricorso coloro che si ammanta- e il massacro del Sud: accusa- 365 to di essere “connivente” con clude facendo eco a Winston 1971) e Giolitti. Grandezza e de- i Piemontesi, avrebbe avuto Churchill, «i fatti valgono più cadenza dell’Italia liberale (Cu- responsabilità nel presunto dei sogni». neo, L’Arciere, 1978). eccidio. Il discendente del sin- Gustavo Mola di Nomaglio daco, querelò l’autore, il qua- le, nell’impossibilità di docu- Lugi Cadorna, La Guerra alla mentare la veridicità delle sue fronte italiana fino all’arresto fandonie, onde sfuggire a con- Aldo A. Mola, Giolitti. sulla linea della Piave e del danna e indennizzi che si de- Il senso dello Stato, Grappa (24 maggio 1915-9 lineavano con chiarezza quale Santarcangelo di Romagna, novembre 1917), ristampa esito della vertenza, finì per RusconiLibri, 2019, pp. XXII- della 2a edizione (1923), a ritrattare formalmente quanto 620, ill. cura di Aldo A. Mola, Roma aveva falsamente dichiarato BastogiLibri, 2019, pp. e si scusò esplicitamente per (1842-1928) CVII+643; quanto non corrispondente al fu cinque volte presidente del vero aveva dichiarato. Super- Consiglio dei ministri tra il 1892 Carlo Cadorna, Caporetto. fluo dire che, pur ammettendo e il 1921. Deputato dal 1882 Risponde Cadorna, il Ciano le falsificazioni che alla morte, ministro del Teso- Grottaferrata, Bcsmedia, rischiavano di costargli care ro e delle Finanze nel governo 2019, pp. 474+3 carte solamente con riferimento al presieduto da Francesco Cri- storiche. sindaco, la validità del suo in- spi (1889-1891) e dell’Interno tero volume era compromessa in quello guidato da Giuseppe Quasi un secolo dopo la sua senza appello, anche se basta il Zanardelli (1901-1903) fu il prima edizione (1921) torna La suo titolo per farlo considera- motore della svolta liberale di Guerra alla fronte italiana del re serio e veridico agli odierni inizio Novecento e delle grandi Comandante Supremo Luigi revisionisti. Nonostante i 13 riforme politiche, economiche Cadorna (Pallanza, 4 settem- morti siano stati e restino indi- e sociali che affermarono l’Ita- bre 1850-Bordighera, 21 di- scutibili come si può assodare lia tre le grandi potenze. Varò cembre 1928), Sostituito il 9 senza alcun dubbio, documen- il diritto di voto universale ma- novembre 1917 da Armando ta Giancristiano Desiderio, il schile (1912-1913), dichiarò e Diaz per decisione imposta al loro numero è stato aumentato ottenne la sovranità dell’Italia governo Orlando-Sonnino da- ad ogni nuova pubblicazio- sulla Libia e liberò Rodi e il gli anglo-francesi ma membro ne. Qualcuno, amplificando Dodecaneso dal dominio tur- del Consiglio superiore inte- la consistenza delle vittime, è co. Nel 1914-1915 tentò di ralleato con sede a Versailles, giunto a dichiarare che furono scongiurare l’intervento nella il 18 febbraio 1918 Cadorna fu non tredici ma centinaia, o ad- Grande guerra, che previde chiamato “a disposizione” del- dirittura migliaia «come […], lunga, costosa di vite e risorse la Commissione d’inchiesta su- ad esempio, Pino Aprile». Al- e devastante per gli equilibri gli avvenimenti dall’Isonzo al tri, in particolare un certo Fili- interni e internazionali. Piave, la cui Relazione, severa- berto Pucillo nel volume Il Sud Monarchico e democratico, mente critica nei suoi confron- dai Borbone ai Savoia, hanno avversò l’avvento del regime di ti, fu stampata (agosto 1919) addirittura stabilito che vi fu- partito unico e dal 1924 votò nel clima ormai rovente del rono assai più morti (oltre cin- contro il governo Mussolini. rinnovo della Camera. Già in quemila) che abitanti! Come Legò il nome alla stagione più posizione ausiliaria per motivi spiegare simili fandonie? Con fiorente del Novecento: l’ulti- di età, nel settembre 1919 Ca- gli incassi di libri venduti a ma di vera e piena indipenden- dorna fu collocato “a riposo”, chi vuole considerarli credibili za dell’Italia. con pensione irrisoria. Da sem- per partito preso e con la con- Aldo Mola ne traccia il pro- pre solitario, rispose narrando quista di una certa notorietà? filo sulla scorta di copiosi ine- le condizioni dell’Esercito alla Desiderio suppone, in effetti, diti, aggiornando e puntualiz- vigilia della conflagrazione, che gli autori alimentino, con zando valutazioni espresse in nella neutralità, dall’intervento le sciagure umane, il falò del- numerosi lavori precedenti, sin a fianco della Triplice Intesa e le vanità «in cerca di gloria ed da Stampa e vita pubblica nell’e- nei trenta mesi durante i qua- interessi»; ciononostante, con- tà giolittiana (Milano, Mursia, li ebbe il Comando Supremo 366 di una macchina bellica da in risposta alla Commissione militari italiani inquadrati in lui costruita e governata con d’inchiesta, pronte per la stam- reparti armati francesi. fermezza, forte della piena fi- pa nel 1926, ma non pubblica- Nel presente volume l’au- ducia accordatagli da Vittorio te per intervento di Mussolini. tore si sofferma, anche per Emanuele III, capo delle Forze Stampata (Pagine polemiche, onorare la memoria del pro- Armate. Milano, Garzanti, 1953) a cura prio prozio Vincenzo Libert, Sulla scorta di documenti del figlio Raffaele, già Coman- caduto in Francia, sulle vi- ufficiali ripristinò la verità dei dante del Corpo Volontari del- cende dei volontari italiani fatti. Largo di encomi anche la Libertà, ma da tempo intro- che formavano la cosiddetta nei confronti di suoi detrattori vabile, l’opera è aperta da una “Legione Garibaldina”, reg- quando lo meritassero, Cador- prefazione di Aldo A. Mola e gimento incorporato nella na si pose al di sopra delle po- dal saggio di Carlo Cadorna su Legione straniera, vestendone lemiche contingenti e illustrò Luigi Cadorna. Un generale del l’uniforme pur indossando la lo sforzo militare compiuto Risorgimento italiano. tradizionale camicia rossa dei dal Paese. Ne emerge che la Garibaldini. La Legione fu co- vittoria del 4 novembre 1918 stituita e immediatamente im- scaturì dalla ritirata sulla linea Giancarlo Libert, Piemontesi pegnata dimostrando grande del Piave e l’arroccamento sul sul Fronte Occidentale. I morti valore durante gli scontri nelle Grappa, da lui fortificato con dimenticati della Grande Argonne, che costarono pesanti lungimiranza, nella ragione- Guerra, Chivasso, Aqu4ttro perdite in seno ai circa 2200 uo- vole ipotesi di forzato arretra- edizioni (Aquattro Servizi mini che, inclusi una sessantina mento del fronte. Grafici), 2018, pp. 158. di ufficiali, la componevano, co- Il volume riproduce la se- mandati da Peppino Garibaldi, conda edizione di La Guerra Tra gli oggetti di indagine nipote del generale, affiancato alla fronte Italiana (1923). ai quali Libert si è sinora de- dai propri fratelli Bruno e Co- Cadorna vi confutò le ingene- dicato con maggiore passione, stante, entrambi caduti nella rose considerazioni il 15 luglio vi sono l’emigrazione piemon- guerra, nonché da Ricciotti jr. 1920 contenute in un articolo tese alla volta di altri paesi che Quest’ultimo è ricordato an- della “Revue des Deux Mon- avevano grande bisogno di che per essere stato, più avanti des”, a suo avviso “evidente- uomini intraprendenti, la città nel tempo, un abile agente se- mente emanazione dello stato di Torino e le storie di alcune greto che, con ogni probabili- maggiore francese”. famiglie piemontesi. Per quan- tà, operò sotto traccia anche Ispirata da alto patriottismo to riguarda la prima l’autore per restituire il Nizzardo all’I- e da serenità di giudizio, l’ope- si è segnalato, tra l’altro, per talia, quasi a voler concretiz- ra di Cadorna è fondamenta- studi riguardanti l’Argentina, zare le rivendicazioni dell’avo le per lo studio della Grande con specifici approfondimenti Giuseppe. Guerra. dedicati alla famiglia dell’at- Libert si sofferma sulle prin- L’Introduzione è corredata tuale pontefice (sulla quale ha cipali vicende delle truppe ita- di copiosi documenti inediti. pubblicato, con Orsola Appen- liane in Francia, tanto regolari L’opera, pubblicata con l’egida dino, Nonna Rosa. “La roccia quanto ausiliarie. I molti che di numerosi istituti ed enti, tra delle Langhe” da Cortemilia non fecero ritorno sono sepolti i quali il Centro Studi Piemon- all’Argentina la persona più nei Cimiteri militari italiani di tesi, si aggiunge alla Inchiesta importante nella vita di Papa Bligny e di Soupir, o in specifici su Caporetto, parimenti ristam- Francesco, del 2014). Ultima- settori di altri cimiteri francesi pata nel 2014 per iniziativa mente Libert si è concentra- (Ivry-sur-Seine, Lione – Guil- della Fondazione Cassa di Ri- to sull’emigrazione da Asti e lotière, La Doua –, Labry, Di- sparmio di Saluzzo e dello Sta- dall’Astigiano della quale ha gione e il cimitero militare di to Maggiore dell’Esercito con riferito nel volume Astigiani Chambière presso Metz). Tutti il contributo dell’Associazione in Francia. L’emigrazione dal questi luoghi di sepoltura e di di Studi sul Saluzzese. medioevo all’età moderna. La ricordo formano l’itinerario Essa va letta congiuntamen- Grande Guerra, del 2016, in dell’indagine ora pubblicata. te al volume del Colonnello cui già affioravano spunti sulla Riposano in Francia, apparte- Carlo Cadorna che ripropone partecipazione, prima dell’en- nenti alla Legione Garibaldina le argomentazioni del nonno trata in guerra dell’Italia, di e ad altri corpi e formazioni ol- 367 tre 5.000 Italiani caduti duran- mo, chi parlerà? (1955) riporta- gi razziali, attraversata tuttavia te la prima guerra mondiale. to nell’Introduzione (pp. 7-17), da lampi di umanità. Sono le Libert ha individuato tra essi suona forte e opportuno. E op- storie di Carlo Angela, medi- circa 500 Piemontesi, dei quali portuno, per chi non sa o non co psichiatra, che ribelle alle nella seconda parte del volume ricorda, è l’aver riproposto di imposizioni del regime, tiene elenca i nomi, suddividendoli seguito la nota Un po’ di docu- la schiena diritta e affronta il per provincia, accompagnan- mentazione (id.), che sintetiz- rischio. A San Maurizio Cana- doli con essenziali cenni bio- za “con lucida drammaticità vese, egli spalanca le porte del grafici, e fornendo le coordi- l’organizzazione e la vita nei proprio ospedale a ebrei singo- nate della loro sepoltura, in campi di concentramento”. li o riuniti in gruppi famigliari, molti casi con la riproduzione Efficace poi ripresentare, sem- diagnostica malattie mentali fotografica della targa su di pre in apertura, la chiosa sul inesistenti, prescrive ricoveri essa apposta. Censimento ebraico, 1938-1945 e terapie regolarmente docu- di Fabio Levi (1999), che nel mentati nelle cartelle cliniche, Gustavo Mola di Nomaglio descrivere per sommi capi una coinvolge collaboratori, suore documentazione dalle grandi e infermieri, e salva vite uma- potenzialità (assai utile in as- ne: meritando che il suo nome Torino tra leggi razziali e senza dell’archivio della Co- venga infine impresso nella resistenza civile, a cura di munità ebraica finito nel 1942 Stele del Giardino dei Giusti Maura Baima, Luciana Manzo, sotto le bombe), suggeriva filo- allo Yad Vashem di Gerusa- Fulvio Peirone, Torino, ni di ricerca capaci di produrre lemme. A narrare la storia del Archivio Storico della Città di risultati importanti. padre del celebre divulgatore Torino, 2019, pp. 288, ill. Le pagine successive costi- televisivo Piero Angela è Mau- tuiscono il vero e proprio cor- ra Baima, ed è ancora lei a farsi Questo volume, “finito di pus del volume, articolato in portavoce, attraverso una sua stampare il 27 gennaio 2019 quattro sezioni. Nella prima, recente bella intervista, della Giorno della Memoria”, ac- Ebrei a Torino. Dal ghetto alle vicenda di Bruno Segre, avvo- compagna e completa la rico- leggi razziali, Luciana Manzo cato centenario, fiero combat- struzione storica della pagina (pp. 19-57), attraverso una tente, impegnato in politica, più buia scritta nel secolo selezione accurata ed effica- editorialista attivissimo, pala- scorso dalla nostra città, che ce di documenti e immagini, dino della laicità. A racconta- gli stessi curatori hanno com- racconta il brusco passaggio re invece l’avventura di Lucio pendiato in Torino sotto attac- dal riconoscimento tardivo di Servadio e della sua singolare co dalle leggi razziali alla Li- una libertà effimera alla cie- famiglia schedata come “ap- berazione: una mostra che dal ca irrazionalità di un bieco partenente alla razza ebraica” 22 ottobre 2018 al 21 maggio ostracismo, compendiato in è Fulvio Peirone. La sua rico- 2019 ha visto sfilare in Archi- un pugno di vignette pubbli- struzione si avvale di una inte- vio un numero imprevedibile cate nella “Difesa della razza” ressantissima corrispondenza di visitatori d’ogni età, tutti subito dopo i provvedimenti da cui emerge l’“accorata di- assai partecipi. Il libro non è varati dal Consiglio dei mini- fesa delle donne” da parte del dunque un catalogo: connessi stri il 17 novembre 1938: “gli temerario Lucio, la sua opposi- tuttavia l’una all’altro, mostra ebrei non possono… non vi zione alle falsità della cronaca e libro sono stati concepiti allo possono essere ebrei…”(pp. di regime, il suo strenuo tenta- scopo di obbedire all’impel- 40-41). Divieti che si abbat- tivo di salvare la non più giova- lente dovere gridato da Primo terono su bambini, adulti e ne madre Gemma Vitale e l’ot- Levi poco tempo dopo il ri- anziani d’ambo i sessi censiti tuagenaria nonna Sara Nina torno dall’orrenda esperienza dagli uffici comunali di Torino Levi dalla deportazione. Inva- di Auschwitz: “Parlare… bi- con puntigliosa sistematicità, no, purtroppo: dal campo la sogna”. In un oggi connotato stravolgendone la vita. “Mamma” (ch’egli scrive con da indifferenze palesi e da ri- Nella seconda parte del la M maiuscola) invoca aiuto, gurgiti d’odio, nell’affievolirsi volume, Uomini e ideali (pp. e manifesta bisogni apparen- della voce dei testimoni che si 59-111), emergono le figure temente minimi, “una matita va poco a poco spegnendo, il di tre protagonisti della storia che scrive nero… un pettine richiamo di Levi, Se noi tacere- oscura condizionata dalle leg- fitto, dadi, zucchero, sale”, 368 che difficilmente arriveranno briche costituenti quell’uni- del Novecento. Laureatosi con a destinazione; su di lei cade cum segnalato da Fabio Levi, Carducci nel 1900, si dedicò da infatti un silenzio crudele, che ossia Il Censimento ebraico, giovane al giornalismo. Amico e assume il significato del brusco le liste comprendono rispetti- collaboratore di Alfredo Oriani passaggio dalla prigionia alla vamente “Ebrei”; “Misti non e di Enrico Corradini, fu tra i morte. Lucio – quartogenito ebrei”, “Residenti occasionali”; promotori e gli organizzatori dopo Lucia, migrata a Tangeri, “Denunce provenienti da altri dell’Associazione Nazionalista. Luciano partito per l’America, comuni per le annotazioni di Nel 1913 venne eletto deputato Luxardo residente a Padova e Stato Civile”. Una ripartizione nel prestigioso collegio Roma fratello dell’ultimo nato, Lu- che fotografa correttamente i I. Interventista, combattente e chino, salvo in Brasile – si di- comparti stabiliti dalla legge e Medaglia d’Argento al V.M., nel spera, polemizza, briga. Indo- dunque adottati dagli uffici del dopoguerra fu tra i sostenitori mito non si arrende rischiando comune. La fitta sequela, com- della fusione dei nazionalisti grosso. E dopo la Liberazione plessivamente 7080 i nomi, non con il Partito fascista, realizzata continua a battersi con la pen- è arido esercizio né sterile rac- nel febbraio 1923. na in difesa dei deboli e contro colta dati: è piuttosto la tragica Ministro delle Colonie dal i soprusi d’ogni specie. rappresentazione di una follia 1922 al 1924, dell’Interno dal Il primo capitolo della ter- contagiosa, una narrazione sotto 1924 al 1926 e nuovamente del- za sezione, Dal pensiero unico traccia di storie sofferte, di sepa- le Colonie (1926-1928), senatore ai nuovi valori universali (pp. razioni drammatiche, di paure dal 1928, si oppose all’ala movi- 113-155), è come il preceden- insanabili, e anche di intollerabi- mentista, facinorosa e repubbli- te a firma di Fulvio Peirone. Si li delazioni. Queste pagine, che cana del partito, in particolare a intitola Plasmare le coscienze: non si possono sfogliare se non Roberto Farinacci. Membro del simboli, riti e valori tra milita- con riverente attenzione, sono Gran Consiglio del Fascismo, ne- rismo e quotidianità ed è una nel contempo “memoria” e stru- gli Anni Trenta rivestì cariche di accurata rassegna per immagi- mento: da cui partire per “cono- alto prestigio culturale (direzione ni, e adeguato commento, degli scere con precisione il peso e la della “Nuova Antologia”, Pre- strumenti di persuasione messi collocazione degli ebrei nella so- sidenza dell’Accademia d’Italia in opera dal fascismo: la radio, cietà e nella vita istituzionale… dal 1938 al 1943, ecc. ). Dal 1929 la stampa, la scuola, i giochi, lo di Torino” e “penetrare a fondo al 1939 fu presidente del Sena- sport; i simboli, le divise, le sfi- la vicenda delle persecuzioni fa- to del Regno d’Italia. Nel 1932 late, il saluto, le adunate ocea- sciste” di cui furono vittima (F. venne creato Cavaliere della SS. niche… Il secondo capitolo, La Levi, p. 17). Sussidio peculiare, Annunziata. Liberazione di Torino, è affidato importantissimo, che rammen- Allo sbarco degli Anglo- alla penna di Piero Pieri: vi si ta in qualche modo Umberto americani in Sicilia, con Dino ripropongono alcune pagine Eco e la sua Vertigine della lista. Grandi e altri Federzoni fu comparse nel 1955 sulla rivista Un “documento” ammonitore, tra gli estensori dell’ordine “Torino”, in cui l’illustre auto- per non cancellare il ricordo e del giorno che, approvato dal re, “partecipe e spesso guida continuare a “parlare”. Gran Consiglio la notte del 25 della grande lotta” partigiana, luglio 1943, determinò la cri- ricostruisce i difficili “venti Rosanna Roccia si del regime fascista e aprì la mesi” vissuti dalla città, dall’8 via alla revoca di Mussolini da settembre 1843 alla riconquista parte di Vittorio Emanuele III. del “supremi valori della libertà Luigi Federzoni, Diario Ricercato quale “traditore” del e della giustizia”. inedito (1943-1944), a cura regime, dopo l’8 settembre ri- Chiude il volume la parte di Erminia Ciccozzi, Firenze, parò nell’Ambasciata del Por- quarta, intitolata tout-court: Il Angelo Pontecorboli, 2019, togallo presso la Santa Sede e Documento (pp. 157-283). Si pp. LXXV-496. vi rimase fino alla liberazione tratta di quattro elenchi, Gli di Roma, nel giugno del 1944, elenchi della vergogna. Redatte Federzoni (Bologna 27 set- inseguito dalla condanna a da Gisella Gervasio e Manuela tembre 1878-Roma 24 gennaio morte pronunciata dal tribuna- Rondoni, che hanno accura- 1967) è stato indubbiamente le di Verona. Successivamente, tamente trascritto e incrociato uno dei protagonisti più signi- condannato all’ergastolo qua- i dati desunti dalle cinque ru- ficativi della politica italiana le artefice del regime fascista, 369 esulò in Brasile per intervento Esso contiene le riflessioni presidente dell’ACRI Giuseppe propiziatorio della Santa Sede. di Federzoni ‘a caldo’ sul corso Guzzetti e da una “postfazione” Passato in Portogallo insegnò degli avvenimenti. del presidente della loro associa- nelle Università di Coimbra e Il Diario si apre il 19 settem- zione europea (pure Segretario di Lisbona. Dopo alcune visi- bre del 1943 con il capitolo della fondazione CRT) Massimo te clandestine, documentate Fuga e resurrezione di Mussoli- Lapucci. in uno dei saggi introduttivi, ni e si chiude il 4 giugno 1944 Il libro inquadra giustamen- rientrò in Italia nel 1951. Sino con la liberazione di Roma (La te il fenomeno dal punto di alla morte rimase in rapporto grande giornata). L’insieme è vista generale dell’inserimento di devota amicizia e di collabo- costituito da 125 capitoli, di dell’individuo nella vita comu- razione con Umberto II. varia lunghezza, dedicati a nitaria: dal costituzionalismo Durante il soggiorno forza- personaggi del Ventennio e sette-ottocentesco, che ha otte- to presso l’Ambasciata porto- non solo, agli avvenimenti del nuto il riconoscimento dei “di- ghese in Vaticano, Federzoni passato, alla cronaca quotidia- ritti essenziali” per ogni “cit- scrisse una sorta di diario, nel na e alle prospettive future. tadino”, così trasformato di quale si alternavano commenti Esso offre un contributo inedi- fronte allo Stato da “suddito” agli eventi quotidiani e rifles- to fondamentale per conoscere a titolare di diritti, da utilizzare sioni di ampio respiro sulle vi- pensiero e azione di un prota- secondo le proprie possibilità cende di cui era stato partecipe gonista della storia d’Italia del- nei confronti degli altri cittadi- e sui loro protagonisti. la prima metà del Novecento. ni, ma in immediato e diretto Tornato in Italia, Federzoni In premessa al Diario, im- rapporto con lo Stato stesso. lavorò alla pubblicazione delle peccabilmente curato da Er- Questo infatti ha contempora- ‘memorie’. Una parte com- minia Ciccozzi, saggi di Aldo neamente depotenziato, se non parve poco dopo la sua morte A. Mola (Uomo del Re? Il fatto direttamente scomparire, (Italia di ieri per la storia di do- nazionalista e la Nazione) e di quei diversi “corpi interme- mani, Mondadori, 1967). Nel Aldo G. Ricci (Riflessioni di un di” (come istituzioni ecclesia- 2013 uscirono le Memorie di uomo solo). La pubblicazione stiche, corporative, feudali, un condannato a morte, a cura è stata promossa dall’Istituto comunitarie), in cui il singolo di Francesco Perfetti, tratte da Lino Salvini il cui presidente, trovava coesione e comparteci- materiali fornitigli dalla fami- Paolo Giuntini, firma l’intro- pazione, ma anche protezione glia (ed. Le Lettere, pp. 151). duzione, che ringrazia Gugliel- e aiuto. A questa caratteristica Entrambe tali pubblicazioni mo Adilardi. riflettono la rielaborazione di limitata dalle “costituzioni li- Federzoni ‘a freddo’, compiuta Il Piemonte e tanti piemon- berali” hanno posto rimedio le ad anni di distanza dagli avve- tesi ricorrono continuamente “costituzioni sociali” europee nimenti, e comprendono una nei “Ricordi” di Federzoni. successive a quella di Weimar, modesta parte del diario origi- tra cui la nostra, aperta al ri- nale. Altra pubblicazione diari- conoscimento della persona stica è 1927. Diario di un mini- Giovanni Quaglia-Michele umana in sé ed a quelle rea- stro del fascismo (pref. di Sergio Rosboch, La forza della lizzazioni in cui si manifesta e Romano, ed. Passigli, 1993), società. Comunità intermedie e nello stesso tempo si appoggia, che copre i giorni dal 1 gennaio organizzazione politica, Torino, tendenzialmente considerate al 15 aprile di quell’anno. Aragno, 2018, pp. 145. come “comunità intermedie” Il dattiloscritto del Diario fra Stato e cittadino, grazie alle originale, con le correzioni au- Le Fondazioni bancarie sono quali quest’ultimo trova (o al- tografe dell’autore, fu affidato “corpi intermedi” che fornisco- meno cerca) quell’appoggio, da Federzoni stesso a un amico no un sostegno essenziale per il che lo Stato non fornisce alla di famiglia, il diplomatico sviz- territorio. Ne illustrano caratte- sua esistenza e alle sue diverse zero Carlo Sommaruga, prima ristiche ed attività due esperti esigenze. della partenza per l’estero, del ramo, uno tra i maggiori Gli Autori del libro illustra- e nel 2009 è stato donato dal operatori del settore (Giovanni no gli attuali possibili inseri- figlio, Francesco, all’Archivio Quaglia), l’altro tra i più atten- menti delle Fondazioni ban- Centrale dello Stato. Tale testo ti studiosi delle relative fun- carie in un sistema di governo risulta di gran lunga più ricco zioni (Michele Rosboch), sup- della società sempre più in af- rispetto ai volumi citati. portati da una “prefazione” del fanno da parte dello Stato e dei 370 suoi organi, a cui esse possono certo territorio ad impegnarsi coinvolgente l’importanza di venire in aiuto in base a quel volontariamente per esso, ad questi “corpi intermedi” per principio di «sussidiarietà» esempio circa la sua conserva- il sostegno delle zone e della della nostra Costituzione (art. zione ambientale e artistica, la società in cui operano e lascia 118), ispirato sin dagli anni sua storia e la sua tradizione, il uno spazio ancora in buona della Costituente dall’associa- suo sviluppo e il suo progresso parte da percorrere per quegli zionismo e riformismo cattoli- economico e sociale, le sue mi- interventi nel “terzo settore”, co concepito – fra gli altri – da gliori condizioni di vita ed un dai quali si può sperare deri- Dossetti e La Pira. Si tratta di “welfare” sociale sempre più vino quei progressi del nostro un filone vivace e ricco d’ini- necessario. Si tratta della «for- territorio, il quale purtroppo ziative e di prospettive, che si za della società», che dal basso in questi ultimi anni ha dovuto è risolto soprattutto a favore si offre con uno spontaneismo prendere atto di situazioni per di un certo territorio e dei suoi sociale, che si sviluppa attra- esso non sempre positive, alle componenti, che in Piemon- verso rivoli diversificati a fa- quali le Fondazioni bancarie te da un ventennio trova linfa vore di quel territorio, al quale hanno potuto portare alcuni particolarmente viva ed ap- la Fondazione bancaria offre palliativi “sussidiari”, ma non prezzata da parte delle Fonda- il suo appoggio con decisioni giungere – pur col loro im- zioni bancarie, dopo la loro co- autonome rispetto alla classe pegno – a ribaltare appieno stituzione a cavallo del secolo politica esistente, sebbene non manifestazioni di regresso. La con lo scorporo dalle diverse insensibile a sostenere alcune loro presenza ha comunque tipologie di banche, comuni- iniziative ritenute da potenzia- sapientemente sopperito alme- tarie, di risparmio o popolari, re a favore della collettività. no in parte ad un certo oblio per consentire a queste ultime Le aspirazioni delle Fonda- dell’intervento pubblico e ad di competere a livello europeo zioni bancarie alla tutela ed al importanti abbandoni degli nel settore bancario. progresso del loro territorio in investitori privati. La loro tra- Le fondazioni bancarie, isti- questo ventennio sono venute dizione di sostegno culturale e tuti di diritto privato con fina- anche diversificandosi a secon- sociale si è in ogni caso sempre lità pubblicistica sotto vigilan- da delle scelte via via maturate fatta sentire ed è vivamente za della Banca d’Italia, hanno e delle nuove emergenze ma- auspicabile continui in pro- quindi il compito di sostenere nifestatesi, ma hanno portato posito, mentre non manca la le esigenze del territorio in cui ad interventi “sussidiari” che ricerca di nuovi equilibri e di sono radicate con i proven- assurgono ormai ad un livello un progresso civile, che sia ri- ti acquisiti al momento dello imponente, con la consapevo- spettoso della persona umana. scorporo e in seguito investiti lezza di aver coinvolto nelle con prudente saggezza. Non iniziative sostenute comunità Gian Savino Pene Vidari sono gli unici corpi intermedi intermedie ed organizzazioni fra lo Stato ed il cittadino, ma sociali solo in parte partecipi svolgono un ruolo di grande ri- dei processi politici decisiona- Maria Teresa Pichetto, Se la lievo per ogni tipo d’iniziativa, li. In questo le Fondazioni ban- cultura entra in carcere. Dalle di potenziamento e di valoriz- carie hanno saputo catalizzare riforme carloalbertine al Polo zazione, di conservazione e di una «forza della società» altri- universitario per studenti sostegno di una determinata menti inascoltata, progressiva- detenuti, Cantalupa (To), area geografica e di coloro che mente portata ad operare per Effata, 2018, pp. 125. ne fanno parte. un processo di conservazione, Di fronte alla tendenziale rafforzamento, miglioramento Per presentare una singola- sfiducia nel sistema rappresen- o progresso del territorio, a re esperienza realizzata istitu- tativo vigente, gli autori – pur tutto vantaggio di quest’ultimo zionalmente vent’anni fa nel dispiaciuti – prospettano so- e di ogni sua componente so- luglio 1998 – ma in maniera luzioni integrative collaterali ciale, nella quale la “persona” più informale avviata già nel grazie al principio di sussidia- in quanto tale è sempre al cen- 1981 – dalla Facoltà di Scien- rietà sospinto dalle Fonda- tro di ogni interesse. ze Politiche di Torino poi af- zioni bancarie, coinvolgenti La chiarezza espositiva e fiancata dalla Facoltà di Giu- la propensione di una parte ricostruttiva del libro dimo- risprudenza, l’A. ripercorre a almeno degli abitanti di un stra in modo convincente e grandi linee il cammino delle 371 riforme del sistema peniten- dall’altro ne garantisce l’ac- tivo del percorso universitario ziario in Italia e in Europa dal cesso e la fruizione indipen- di molti detenuti, il sostegno Settecento in poi. Si tratta di dentemente dalle condizioni crescente all’iniziativa di isti- una scelta volta a inserire l’i- personali e sociali. Ad essa si tuzioni diverse dall’Universi- niziativa torinese, sorta come univa la concezione della pena tà sono giustamente messe in risposta alle sollecitazioni di come strumento per la riedu- risalto dall’A. nel momento giovani finiti in carcere per cazione del condannato, come in cui si celebrano i vent’anni reati connessi al terrorismo recita l’art. 27, comma 3 “Le della esistenza del Polo. e desiderosi di riprendere gli pene non possono consistere Non va tuttavia sottovalu- studi interrotti o di iniziarli, in trattamenti contrari al senso tata l’importanza di ciò che nel filone del riformismo poli- di umanità e devono tendere molto opportunamente è det- tico, del filantropismo sociale alla rieducazione del condan- to nel titolo del volume Se la e della carità cristianamente nato”. L’università offre con cultura entra in carcere e, indi- ispirata, a cui sono riconduci- l’istruzione e la cultura uno pendentemente dal successo bili gli interventi sulle carceri strumento formidabile per la degli iscritti, per tutti coloro e sulla condizione dei detenuti rieducazione e soprattutto la che sono in qualche modo in- nel corso degli ultimi secoli. I risocializzazione del detenu- seriti nel mondo della deten- primi cinque capitoli del volu- to anche perché, allargando i zione l’apertura di orizzonti me sono dedicati alle riforme suoi orizzonti oltre le sbarre, che vanno al di là del carcere. istituzionali e ad alcune figure lo proietta verso un futuro di- Ciò vale anche per i promotori significative per l’interesse mo- verso, facendo rinascere in lui dell’iniziativa del Polo e attori strato nei confronti del proble- la speranza di affrancarsi dal impegnati nella sua prosecu- ma. Giulia di Barolo Colbert, suo passato. zione: i seminari promossi nel nei cui confronti di recente si La condizione della deten- corso degli anni – di cui sono è appuntata un nuovo tipo di zione però costituisce di per stati pubblicati gli atti, vedi attenzione da parte degli stu- sé un grave ostacolo allo stu- ad esempio, La pena del non diosi, è protagonista di un in- dio e alla libertà della ricerca, lavoro; Carcere e società: il ruo- tero capitolo per l’assommarsi per cui sono necessari aiuti e lo della cultura universitaria in lei dei tre motivi che nel supporti da parte dell’univer- – sono il frutto, indotto dall’e- tempo hanno indotto ad occu- sità e cooperazione da parte sperienza diretta, di una pro- parsi del sistema penitenziario dell’istituzione carceraria. La fonda riflessione sui problemi e della condizione dei detenu- stipula del Protocollo d’intesa del carcere e del ruolo della ti. Dietro alle diverse iniziative del 27 luglio 1998 tra l’Univer- pena rispetto alla società. Ecco e proposte avanzate nel corso sità di Torino, il Tribunale di perché l’impostazione data del tempo, c’è sempre un in- Sorveglianza, il Provveditorato da Maria Teresa Pichetto, per terrogativo riguardante il sen- Regionale dell’Amministrazione anni responsabile – con delega so della pena e il suo ruolo nei Penitenziaria di Torino e la Di- del Rettore – del Polo univer- confronti della società. È stato rezione della Casa Circondariale sitario per studenti detenuti, così anche quando la Facoltà Lorusso-Cotugno ha consentito al volume celebrativo dei suoi di Scienze Politiche di Torino la creazione del Polo universi- venti anni di vita è pienamente decise di rispondere alla ri- tario per studenti detenuti, che motivata. chiesta degli studenti detenuti offre a un certo numero di stu- Dora Marucco di potersi iscrivere all’Univer- denti provenienti dalle carceri sità, istituendo una Commis- di tutta Italia la possibilità di sione ad hoc di docenti e di seguire l’iter universitario se- personale amministrativo. La condo percorsi predefiniti in prima motivazione che indus- Scienze Politiche e in Giuri- se a rispondere positivamente sprudenza. Agli studenti sono alla richiesta fu il richiamo allo richieste garanzie di impegno spirito e al dettato della Costi- e ai docenti, la cui adesione tuzione che da un lato ricono- all’iniziativa è assolutamente sce all’istruzione e alla cultu- libera e gratuita, l’accettazione ra un ruolo importante nella delle condizioni imposte dal si- vita della comunità nazionale, stema carcerario. L’esito posi- 372 Ida Ferrero, Innovazione nella posito più significativi: Felice scussioni torinesi di un secolo Facoltà Giuridica torinese. Merlo, Pietro Luigi Albini, e mezzo fa non sono poi tanto Didattica e docenti di metà Luigi Amedeo Melegari e Tan- dissimili dalle attuali, qualora Ottocento, Studi e fonti per credi Canonico. L’Autrice non si volessero approfondire. la Storia dell’Università di li segue solo nelle loro opinioni Gian Savino Pene Vidari Torino, vol. XXII, Torino, e discussioni, ma anche in con- Deputazione Subalpina di creto, durante lo svolgimento Storia Patria, 2018, pp. 393. delle lezioni, di cui ha saputo ritrovare con pazienza e com- Isidoro Soffietti, Profili di Non passa giorno che sui mentare con capacità gli ap- storici del Diritto, di storici “mass-media” non si parli di punti o i testi rimasti. Al centro e giuristi nei ‘quaderni’ del giustizia o giudici, nel bene dell’impegno di questi quattro Re Vittorio Emanuele III, in come nel male. I nostri giu- docenti (rimasti solo in piccola “Rivista di Storia del Diritto dici sono persone come le al- parte nel ricordo dei posteri) Italiano”, Vol. XCI, 2018, tre (con pregi e difetti come c’era la formazione del giuri- fasc. 2, pp. 5-20. tutti), con una preparazione sta, cioè quella didattica, che è specifica acquisita nelle facol- sempre invocata ancor oggi ma Nell’Archivio di Stato di Tori- tà giuridiche universitarie ed non sempre sviluppata con la no sono conservate su schede una deontologia professionale passione di un Albini o di un e quaderni parecchie biografie formatasi nel tirocinio all’ini- Canonico. Uno dei meriti del redatte di proprio pugno da zio dell’attività e poi nel corso libro è infatti quello di segui- Vittorio Emanuele III, dedi- degli anni. Il loro precipuo ba- re non solo le discussioni sulla cate a personaggi che rivesti- gaglio culturale proviene quin- materia da insegnare ma anche rono cariche di governo, che di dall’ambiente universitario di riesaminarne la didattica in fecero parte del Parlamento, e dalla pratica giudiziale. Un concreto, sinora nel complesso sia della Camera dei deputa- momento di rilievo per la loro piuttosto trascurata a vantag- ti, sia del Senato. In genere le formazione umana e scientifi- gio della personalità (anche notizie biografiche sono esclu- ca è stato quello svolto a metà politica) dei vari docenti. Sen- sivamente oggettive, esposte Ottocento nello stato sabaudo za dubbio Pasquale Stanislao in modo sintetico, senza com- in occasione della riorganizza- Mancini (ripreso ufficialmente menti; non mancano tuttavia zione della Facoltà di ‘Leggi’, per il suo scarso impegno di- annotazioni larvatamente poli- che è stata poi in buona parte dattico) o Francesco Ferrara tiche come il voto sfavorevole trasferita all’Italia unita e non (andato poi via da Torino per all’ordine del giorno Grandi o è molto distante dall’attuale protesta contro il controllo l’annotazione se, dopo l’8 set- modello di studi, nonostante i della sua didattica) sono ben tembre, il personaggio abbia corsi e ricorsi dei 150 anni tra- più noti, sia come studiosi sia seguito il Re a Brindisi o abbia scorsi. Il giudice segue stretta- come personalità anche poli- aderito alla Repubblica So- mente la legge, oppure per cer- tico-istituzionali, ma quanto ciale; eloquenti anche i silenzi care di realizzare la “giustizia” hanno dato alla formazione del come quelli relativi al man- si ispira al diritto (che non è singolo studente? cato giuramento al fascismo. solo la “legge”, perché vena- La prospettiva ‘dal basso’ Seguono uno schema prede- to di equità, ispirato dagli usi caratterizza metodologicamen- terminato: cognome, nome, e dalla sensibilità del tempo, te un libro piacevole da leggere data e luogo di nascita, cariche collegato a princìpi giuridici (per quanto nel suo indispensa- ricoperte, onorificenze. Sono più ampi)? Di questo ed altro bile tecnicismo) e meritevole di spesso presenti due redazio- si è discusso quando a metà meditazione da parte di quanti ni, una su scheda che sembra Ottocento si è impostata ‘ex- parlano troppo facilmente di anteriore e una in quaderno, novo’ la Facoltà giuridica tori- giustizia senza nemmeno im- in genere con poche varianti; nese per merito soprattutto di maginare la personalità di chi si all’introduzione di Isidoro Sof- Cesare Alfieri di Sostegno. trova ad operare per essa e sen- fietti segue la pubblicazione di Il libro segue questo dibat- za chiedersi come si sia forma- ambedue le redazioni. Questi tito con attenzione e perspica- ta nei suoi primi decisivi anni i personaggi presenti: Giusep- cia e prende in considerazione universitari. Questo libro aiuta pe Acerbo, Gaetano Azzariti, quattro fra i professori in pro- a farsene un’idea, perché le di- Alberto Benedetto, Emilio Bo- 373 drero, , Alfredo Centrale, nel libro, è lo stu- una qualche maniera la strut- Codacci Pisanelli, Benedetto dio della struttura della cupola tura statica originaria guarinia- Croce, Francesco Degni, Pie- della chiesa torinese di San Lo- na» (p. 11). Con una disamina tro De Francisci, Alfredo De renzo, esito di un progetto di puntuale, l’autore discute il Marsico, Salvatore Di Marzo, Guarino Guarini che, giunto primo assetto della cupola e le Francesco Ercole, Pietro Fe- nella capitale sabauda nel 1666, modifiche successive, all’inizio dele, Carlo Ferrero, Andrea si dedica subito alla chiesa dei probabilmente già volute da Finocchiaro-Aprile, Giovanni Padri Teatini, suo ordine reli- Guarini che, quasi certamente, Gentile, Emanuele Gianturco, gioso, celebrando egli stesso la aveva svelato in una sua inci- Balbino Giuliano, Pier Silve- S. Messa di consacrazione nel sione come fosse incrementata, rio Leicht, Ludovico Mortara, 1683. La geometria della cu- attraverso una capriata lignea Gaetano Mosca, Alfredo Roc- pola, a lungo indagata in pre- con appoggi interni, la capaci- co, Francesco Ruffini, Antonio stigiose pubblicazioni tra cui tà portante dell’arco principale Scialoja, Vittorio Scialoja, En- il celebre Nel magico mondo di in laterizio. rico Solmi. Guarino Guarini edito nel 1963 Il secondo saggio discute, da Mario Passanti, si appoggia poi, l’uso delle capriate lignee Mario Chiesa alla forma dell’ottagono da cui di derivazione leonardesca e si staccano otto costoloni che, bramantesca, tramite Andrea intrecciati, creano un sapiente Palladio e Guarini, negli studi Amelio Fara, La cupola di alternarsi di pieni, strutturali e di Giuseppe Ignazio Bertola e San Lorenzo a Torino. La di sostegno, e di vuoti, cifra del- Alessandro Vittorio Papacino struttura, il fronte bastionato la produzione guariniana, che d’Antoni, primo e secondo di- e la capriata lignea da disegnano piani paralleli, ossia rettore delle Scuole Teoriche Guarini a Menabrea, Firenze, ottagoni sovrapposti, con l’ul- d’Artiglieria e Fortificazione Polistampa, 2018, pp. 56, ill. timo ruotato. «La geometria nel regno di Sardegna e poi di tale rotazione è quella edita ancora in quelli di Luigi Fe- Due interessanti saggi dedi- da Guarini in un suo metodo derico Menabrea, personalità cati alla Geometria del fronte di tracciamento del fronte ba- già a lungo indagata da Fara, bastionato e struttura portante stionato» (p. 9). Le parole di anch’egli docente alla Scuola nell’elevazione della cupola di Amelio Fara, autore del testo e nella Regia Università di To- San Lorenzo a Torino e Sulle che ha già introdotto lo studio rino. In queste pagine, Mena- capriate lignee nel Regno di della cupola di San Lorenzo in brea è considerato il «punto di Sardegna tra Sette e Ottocento altri suoi lavori tra cui L’arte arrivo singolare di un progres- costituiscono, unitamente a della scienza presentato in que- so teorico nell’insegnamento un ricco corpus iconografico, ste stesse pagine nel 2014, sot- delle costruzioni» (p. 47), ca- il piccolo volume La cupola di tintendono studi approfonditi pace di ideare due tipologie San Lorenzo a Torino. La strut- sugli scritti di Guarini, sulle di capriate lignee, curvilinea e tura, il fronte bastionato e la ca- opere costruite e sui cantieri lineare, adottate in cavallerizze priata lignea da Guarini a Me- che, dopo il padre teatino, han- edificate nell’area di influenza nabrea di Amelio Fara, uscito no interessato le sue fabbriche. dell’Accademia militare torine- per i tipi delle edizioni fiorenti- È il caso delle elaborazioni se, tra l’attuale via Verdi e cor- ne Polistampa nel 2018. Sinte- progettuali per San Lorenzo di so San Maurizio. Guardando, tico ma denso di informazioni Carlo Randoni che concerno- seppure sinteticamente, all’ar- che spaziano tra più discipline no il restauro strutturale della te delle fortificazioni, lo stu- dell’ingegneria e dell’architet- cupola compiuto tra il 1825 e dioso torna quindi idealmente, tura, il libro tratta argomenti il 1828, qui discusso da Fara in un percorso a doppio senso già oggetto di un incontro di per la prima volta. Una sorta di di indagine, a Guarini e al suo studio presso l’Accademia del- diario di cantiere trasmette gli trattato di architettura militare le Arti del Disegno di Firenze interventi ottocenteschi sul co- dato alle stampe quando la cu- nel 2017 e di un seminario or- struito guariniano palesando pola della chiesa di San Loren- ganizzato l’anno successivo dal «un carattere di studio in fieri, zo stava per essere conclusa. Dipartimento di Studi Umani- mettendo in evidenza notevo- Elena Gianasso stici dell’Università degli Studi le l’efficacia nei collegamenti di Torino. strutturali, ma alterando in 374 La chiesa di Santa Maria di Nel primo contributo, Gio- relazione tra religioso e profa- Loreto e la Confraternita vanni Di Bella discute le tra- no è sottesa anche allo studio di Santa Marta di Arona sformazioni urbanistiche dal di Flavia Fiori sui paramenti dai Borromeo a oggi, a cura XIV al XIX secolo dell’area sacri tra XVI e XIX secolo che di Ivana Terucci, Sergio dell’antica piazza del porto di permettono di intrecciare il rito Monferini, Novara, Interlinea, Arona, su cui insiste la chiesa, religioso con le attività della 2018, pp. 256, ill. ancora raffigurato da Clemen- Confraternita di Santa Marta. te Rovere e poi interrato nel Le vicende che interessano la Sulle sponde del lago Maggio- 1875. Il progetto della piazza Confraternita, dal 1650 all’in- re, affacciata sull’attuale piazza è ripreso da Maria Letizia Ca- terno della chiesa lauretana del Popolo di Arona, la chiesa di sati che, aprendo gli studi di aronese, sono restituite dalla Santa Maria di Loreto, comune- «Arte», attribuisce la chiesa ricerca di Giancarlo Andenna mente nota come chiesa di Santa a Martino Bassi, citando una che si sofferma anche sull’asso- Marta dall’omonima confraterni- nota esplicativa dell’architetto ciazionismo cinquecentesco, e ta, accoglie una copia della cele- concernente un nuovo orato- sulla storia delle confraternite, bre Santa Casa della Vergine, la rio «che si vorrebbe fare per non solo locali. casa nazaretana della Madonna honorare et ornare l’imagine Lo sguardo allargato oltre ora, come è noto, all’interno del Santissima di Nostra Signo- i confini è sostenuto ancora Santuario di Loreto. La chiesa ra delle Grazie, posta sotto dalle pagine di Ivana Teruggi aronese è costruita dal 1592 su il portico sopra alla piazza di che rileva l’impegno di Mar- una fabbrica religiosa esisten- Arona», primo progetto cui co Antonio Prestinari, autore te già nel XIV secolo dedica- segue un secondo disegno di della statua dell’Assunta, di ta a Santa Caterina. Il nuovo Tolomeo Rinaldi, voluto dal Francesco Castelli ingegnere, costruito, voluto da Federico cardinale Borromeo, cui se- attribuendogli per la prima Borromeo (non ancora cardi- gue ancora una fase di lavori volta l’altare marmoreo della nale) e dalla madre Margherita pagati all’«ingignero [France- chiesa, e di altre maestranze Trivulzio che segue personal- sco Maria] Richino». Di qui, lacuali, tra cui una famiglia Ca- mente le vicende che condu- il testo guarda alla chiesa di sella ancora da approfondire. cono all’edificazione, è tema Santa Maria di Loreto di Mi- La scultura lignea è, invece, centrale del nuovo volume La lano, presentata da Alessandro affidata alla penna di Marina chiesa di Santa Maria di Loreto Rovetta ponendo in relazione i Dell’Omo che spiega anche il e la Confraternita di Santa Mar- progetti di Richino con i «sa- pannello scolpito della Trini- ta di Arona dai Borromeo a oggi cri ragionamenti» di Federico tà di Bartolomeo Tiberino e i che, corredato da un ricco re- Borromeo, eco del diffondersi quadroni dell’arciconfraterni- pertorio iconografico, riunisce del culto mariano oltre Arona ta del Gonfalone (presenti in gli atti di un recente convegno e le valli alpine, tema magi- chiesa), mentre Angela Gu- mirato ad aggiornare studi pre- stralmente discusso nel libro glielminetti illustra il crocifisso cedenti, perlopiù datati 1977, da Guido Gentile. Centrale è il ligneo, oggetto di un recente sulla chiesa. Argomento com- riferimento all’immagine mira- intervento di restauro. plesso, è affrontato in lunghe colosa della Vergine, presentata Chiude gli atti la sezione pagine che trattano, nelle tre da Massimiliano Caldera come dedicata al restauro architetto- sezioni di «Storia», «Arte» e testimonianza rinascimentale e nico, conservativo, resa da due «Restauro», le trasformazioni considerata come punto di av- saggi, uno sulla facciata lapi- dell’edificio e del suo intorno, vio del libro. Emerge la stretta dea di Maurizio Gomez Serito le vicende artistiche, la storia relazione tra chiesa e società, e Luca Finco che espongono della confraternita di Santa interpretata da Sergio Monfe- materiali e fasi costruttive, e Marta che ha sede nella chiesa rini illustrando, senza dimen- un secondo, di Mario Ziggiot- già alla metà del XVII secolo, ticare le vicende che accompa- to, che pubblica la scheda di delineando un quadro ampio, gnano la chiesa di Santa Cate- restauro. segnato dai nomi di prestigiosi rina, «momenti di vita» aronese committenti, progettisti e arti- seicenteschi e settecenteschi, Elena Gianasso sti che permettono di conside- scrivendo di uomini, famiglie rare la struttura in confronto al e, quindi, stemmi raffigurati milieu culturale europeo. all’interno della Santa Casa. La 375 Argentieri piemontesi del to i giacobini sono riusciti a Duchi di Savoia, Re di Sardegna Settecento. Trovati e ritrovati, impossessarsene diversi anni e d’Italia: punzoni di garanzia e a cura di Gianfranco Fina, dopo l’occupazione di Nizza, incisioni di proprietà, Torino, Milano, Skira, 2018, pp. 447. avendo quindi i piemontesi e i Vivant, 2012). torinesi più tempo per mettere Il presente volume – di gran- Le produzioni di oreficeria al sicuro i loro beni. Ciò nono- de formato e splendidamente ed argenteria in Piemonte e stante molto materiale prezio- illustrato con fotografie di Paolo negli Stati sabaudi in generale so andò ugualmente perduto Robino – si deve al maggiore stu- oltre ad avere fatto registrare perché lo stesso governo sa- dioso e cultore contemporaneo nel corso dei secoli la realizza- baudo, per potere fare fronte della materia. Gianfranco Fina, zione di capolavori di impor- alle aggressioni giacobine, fu presenta oltre centocinquanta tanza assoluta, si sono, anche costretto a ordinare ai sudditi oggetti di grande pregio e va- in termini generali, situate la consegna alla zecca dei ma- lore d’uso civile e religioso del ai più elevati livelli qualitati- nufatti in metalli preziosi per tutto inediti, da cui deriva par- vi nello scenario produttivo ricavarne moneta. Di molte te del sottotitolo (“Trovati”) e europeo. Non per caso con opere perdute fortunatamente una trentina di oggetti che già gli oggetti d’argento prodotti si conserva la documentazione erano noti in quanto presentati specialmente in Piemonte e sia negli archivi di Corte sia in esposizioni del passato come Savoia, anche di uso comune, privati, cosa che ha consenti- quella al Poldi Pezzoli del 1959 quali caffettiere, bacili, vassoi, to a Fina di studiarne comun- o nel quadro della mostra del candelieri, zuccheriere, oliere que tipologie, modelli, pesi e Barocco Piemontese del 1963. e via dicendo, hanno potuto costi. In ogni caso, grazie ad Questi ultimi oggetti apparte- essere alimentate e “nobilita- esenzioni, ritardi o omissio- nevano a differenti proprieta- te” importanti mostre in Italia ni, oggi si conserva ancora un ri e se n’erano un po’ perse le e all’estero. Forse un po’ meno gran numero di testimonianze tracce. La loro ricerca ed illu- noti sono l’indubbio pregio ed artistiche che hanno potuto strazione in queste pagine spie- eleganza pure delle argenterie essere al centro di mostre di ga perciò la seconda parte del prodotte in Sardegna. Baste- importanza internazionale su- sottotitolo (“Ritrovati”). rebbe, per rendersene conto, scitando l’attenzione di insigni Il volume si apre, dopo al- un’occhiata al catalogo della studiosi e specialisti. Lo studio cune premesse generali, con mostra cagliaritana tenutasi dei preziosi e numerosi manu- un capitolo in cui si accen- nell’ottobre 1994 con ogget- fatti piemontesi ha consentito na alle normative vigenti nel ti prodotti a Cagliari scelti in approfondite indagini, dalle campo della produzione di seno alle collezioni di Carlo De quali sono scaturite pubblica- argenterie nel Piemonte sa- Magistris di Castella, Beppe zioni di grande importanza, baudo, decisamente utile per Deplano e Giovanni Garbato che hanno un modello ed un un corretto inquadramento (Argenti & Argentieri del regno punto di riferimento nel volu- complessivo. Solo Mario Abra- di Sardegna, Cagliari, Cosarda, me di Augusto Bargoni, Mastri te se ne era occupato in modo 1994). Pregevoli dovevano es- orafi e argentieri in Piemonte dettagliato in uno studio del sere pure i manufatti in metalli dal XVII al XIX secolo pubbli- 1966, edito nel Bollettino della preziosi prodotti a Nizza e nel cato dal Centro Studi Piemon- Società Piemontese di Archeo- Nizzardo ma, secondo quanto tesi nel 1976 e 1988. Diversi logia e Belle Arti. Un capitolo rilevò lo storico Alain Roullier, studi sono stati dedicati agli è di Luca Mana che fa il punto questi sono divenuti estrema- argenti da specifiche angola- su nuovi studi ed acquisizioni mente rari, poiché sistemati- zioni, ad esempio per essere riguardanti gli argentieri e le camente rubati di casa in casa, essi stati parte del patrimonio produzioni orafe in Piemonte di chiesa in chiesa sul finire del sabaudo o perché legati a culti tra Sei e Settecento. Settecento dagli emissari del ed edifici religiosi cristiani ed Le capacità artistiche degli governo d’occupazione della ebraici. Qualche studio è sta- argentieri piemontesi emergo- Francia rivoluzionaria e fatti to dedicato pure agli argenti no sia nelle opere più antiche fondere per rimpinguare le stemmati, sui quali si è recen- e severe, espresse con i tratti casse dello stato repubblicano. temente soffermato Roberto distintivi del cosiddetto stile In Piemonte le cose sono Sandri Giachino (L’araldica Luigi XIV, sia nelle diverse andate un po’ meglio, in quan- nell’argenteria degli Stati dei evoluzioni stilistiche e muta- 376 menti di gusto, ora più frivo- te odierna. Inoltre, sembra tenente la descrizione tecnica, lo ora nuovamente propenso lecito desumere, senza averne l’elenco di altre opere note al rigore, che si registrano nel debitamente analizzati o com- dello stesso autore ed un con- corso del XVIII secolo. presi i regolamenti, finalità, fronto con altre simili. L’ampia Tra i capitoli uno è incen- privilegi e limitazioni correnti, bibliografia riferita alle produ- trato sugli argenti cerimoniali riguardo ai quali si può fare zioni argentiere che completa utilizzati in occasione della Pa- riferimento agli Statuti, Ordini il volume contribuisce a ren- squa ebraica, sia eseguiti da ar- e privilegi dell’Arte, et Univer- derlo, oltre che un’ineludibile tefici ebrei sia cristiani. Alcune sità degli orefici della Città di pietra miliare in questo campo pagine forniscono un resocon- Torino […] stampati da Mel- di studi, un utile strumento di to relativo alla causa intentata chior Garimberti nel 1708 (in consultazione. a metà Settecento dall’argen- partic. pp. 7, 11, 12, 29, 32) tiere Moise Vitta Levi contro e successive consolidazioni. Gustavo Mola di Nomaglio l’Università degli Orafi ed Ar- Salta all’occhio che l’approc- gentieri di Torino che non vo- cio del Vitta Levi, aggressivo, leva accettarlo quale membro incurante delle severe regole Le stanze magnifiche. Mobili, della corporazione, cosa che dell’Arte, non rassicurante in arredi e decorazioni d’interni, gli avrebbe impedito di ope- ordine alle sue effettive com- a cura di Silvia Ghisotti, rare regolarmente a Torino. Il petenze personali, non potesse Clara Goria, «Itinerari nelle Vitta Levi non fu mai accolto agevolare una conciliazione. In Residenze sabaude», Genova, ufficialmente tra gli argentieri Piemonte, è opportuno sottoli- Sagep, 2018, pp. 176, ill. torinesi nonostante lo stesso nearlo, e questo stesso libro ne sovrano, interessandosi alla offre ampi esempi, le attività È nell’etimo del termine questione, avesse giudicato ab- produttive e commerciali nel «magnifico», grande fare, la bastanza positivamente le sue campo dell’oreficeria erano da sintesi di Le stanze magnifi- capacità. Nell’introduzione antica data senza contrasti pra- che. Mobili, arredi e decora- redazionale che precede quella ticate dagli ebrei. Addirittura zioni d’interni curato da Silvia del curatore si interpreta il re- la fabbricazione dei dorini era Ghisotti e Clara Goria come soconto della lite parlando di quasi un loro monopolio (si primo volume di una collana, «corruzione» e di «un velo di vedano L. Vigna e V. Aliberti, «Itinerari nelle Residenze sa- antisemitismo». Affermazioni Della condizione attuale degli baude», che è proposta come fuggevoli che pur non avendo Ebrei in Piemonte […], Tori- espressione editoriale di un gran rilevanza nel contesto del no, 1848, p. 91). Contribuisce progetto sostenuto dal Con- volume, suggeriscono almeno a fare perdere ulteriormente sorzio della Residenze Reali alcune brevi puntualizzazio- verosimiglianza al presunto del Piemonte mirato a leggere ni. Occorre precisare che le antisemitismo il fatto che uno unitamente le residenze della conclusioni del curatore al ri- dei sindaci dell’Università in «corona di delizie». Il libro, guardo sono, per contro, equi- contesa col Vitta Levi fosse infatti, discute il grande fare di librate e corrette. Fina annota Gianantonio Gattinara (che se artisti e maestranze impegnati «È probabilmente limitativo anche non fosse più stato per- a servizio dei Savoia, capaci di considerare tutto il processo sonalmente ebreo, discendeva interpretare il volere ducale come un atto fondamental- con ogni probabilità da una poi reale, offrendo soluzioni mente antisemita». Non solo famiglia di origine ebraica dal- che interpretano l’evolversi del quanto scritto dallo studioso è la quale erano usciti numerosi gusto di un casato europeo, in- condivisibile ma occorre dire argentieri). dagando il patrimonio mobile che parlare di “corruzione” Ogni opera analizzata da diffuso nei palazzi, nelle ville, e “antisemitismo” è alquanto Gianfranco Fina, artefice per nelle residenze costruite intor- assurdo, in particolare senza artefice, è corredata, oltre che no, a corona, di Torino. avere sott’occhio un quadro dalle eccellenti fotografie di In queste pagine, la locuzio- comparativo, senza conoscere cui già si è detto (con la ripro- ne «corona di delizie» adottata a fondo il contesto, preten- duzione fortemente ingrandita da Amedeo di Castellamonte dendo di tranciare giudizi sulle ed analisi dei marchi dei diversi nel suo dialogo letterario con Università di mestiere ex post maestri, assaggiatori e contras- Gianlorenzo Bernini è inter- e con mentalità unilateralmen- saggiatori) da una scheda con- pretata attraverso gli arredi, 377 scelti e attentamente restituiti, Chiablese (Maria Epifani), a A Francesco Franco, illustrati da splendide fotogra- Palazzo Madama (Clelia Ar- “Bollettino della Società per fie a colori e da un apparato naldi di Balme), a Palazzo Ca- gli Studi Storici, Archeologici testuale, per ogni singola resi- rignano (Laura Moro), a Villa ed Artistici della Provincia di denza. Il libro si compone di della Regina (Paolo Manchi- Cuneo», n. 159, 2° semestre alcuni brevi saggi introdutti- nu), alla Reggia di Venaria (Sil- 2018, pp. 136, ill. vi firmati, oltre che da Luisa via Ghisotti), al Castello della Papotti in apertura, dalle due Mandria (Luca Avataneo), alla Questo fascicolo monogra- curatrici Ghisotti e Goria, da Palazzina di caccia di Stupi- fico del bollettino cuneese, Andrea Merlotti, Carla En- nigi (Elisabetta Ballaira), al coordinato da Giovanna Ga- rica Spantigati, Roberto An- Castello di Moncalieri (Maria lante Garrone, è dedicato alla tonetto, Aurora Laurenti, in Carla Visconti), al Castello di figura e all’opera di Francesco un rapido susseguirsi di note, Agliè (Alessandra Guerrini), al Franco, pittore e sopra tutto riferimenti, immagini che ag- Castello di Racconigi (Liliana incisore, mancato a Torino il giornano, anche pensando a Costamagna) e alle «altre re- 30 gennaio 2018. Franco nasce un pubblico ampio, gli studi sidenze», il Castello di Rivoli, a Mondovì nel 1924; dal 1942, consolidati sul sistema delle del Valentino, di Govone, Val- a Cuneo, è allievo del pittore residenze sabaude. Merlotti casotto e la tenuta di Pollenzo, Giovanni Lavalle; nel 1944 ne discute la valenza europea, accomunate da un differente consegue la maturità classi- evidenziando l’unicità del pro- riuso (Alessia Giorda). Ogni ca. Abbandonati gli studi di gramma politico ed economico scheda è composta da pagi- medicina, frequenta a Torino voluto dal duca di Savoia che ne critiche che introducono gli ambienti artistici; nel 1952 pone al centro Torino città- e spiegano gli assetti interni entra all’Accademia Albertina, capitale e, intorno, le singole nel loro insieme e da immagi- dove è allievo di Casorati e si proprietà, disposte come dia- ni con didascalie commentate diploma nel 1956. Nel 1957 manti incastonati in una coro- che pongono all’attenzione del diventa assistente di Mario Ca- na. Spantigati riflette, ancora lettore i beni degni di mag- landri alla cattedra d’Incisione con un confronto esteso all’in- giore menzione. Come i saggi e gli subentra dal 1977 al 1982. sieme, sugli allestimenti del- introduttivi, ogni contributo è Dalla metà degli anni Cin- le sale, modificate nel tempo corredato da una bibliografia quanta collabora con Noemi prima con l’obiettivo di inter- specifica, puntualmente elen- Gabrielli al restauro di nume- pretare il variare del gusto, pur cata al termine del volume. In rosi affreschi. Nel 1965 sposa rispondendo alle esigenze del chiusura, le pagine che illu- la pittrice Lea Gyarmati; i due cerimoniale, e poi alla progres- strano i mobili piemontesi del si stabiliscono a Torino e nello siva riscoperta e valorizzazione Museo Accorsi Ometto di To- stesso anno scoprono l’isola di di «abitazioni» trasformate in rino come «frammenti di storie Ouessant in Bretagna, espe- musei. I successivi saggi resti- dimenticate» (Enrica Manu) e rienza fondamentale che si ri- tuiscono note più specifiche, gli arredi e le decorazioni del flette in una nuova concezione fondate sulla discussione del Castello di Masino (Elisabetta dello spazio e del colore. Oltre ruolo del Primo Architetto Re- Ballaira) propongono alcuni, all’attività di incisore, oltre a gio nel disegno degli interni e tra i tanti, molteplici intrecci tra partecipare sistematicamente a della sua relazione con ebanisti la storia della famiglia regnante mostre in Italia e fuori, Franco e minusieri, «geni in bottega», e le vicende che accompagnano scrive saggi sulla tecnica e sulla a servizio della corte (Antonet- il progressivo costituirsi e il co- storia dell’incisione. to) e indagano, con una lettu- stante modificarsi di patrimoni Per conoscere la sua opera ra capace di considerare più e collezioni che occupano quel- sono fondamentali i tre volumi fabbriche costruite, le figure le «stanze magnifiche» che con- editi dal Lions Club Mondovì- degli intagliatori nel Piemonte corrono a scrivere l’identità di Monregalese per iniziativa di sabaudo (Laurenti). Carlo Pellegrino: L’opera grafica un sistema di palazzi, ville e ca- La seconda sezione del li- di Francesco Franco: I Gli itine- stelli oggi essenziale risorsa per bro consta di schede singole, rari nel monregalese, a cura di la valorizzazione del territorio dedicate a Palazzo Reale (Lau- A. Griseri, 1990; II Nel “The- piemontese. ra Facchin), all’Armeria Reale atrum” a pié dei monti, scritti (Giorgio Careddu), a Palazzo Elena Gianasso di G. Mantovani, F. Fanelli, 378 A. Balzola, 1994; III Traguardi Roberto Risso, “La penna è na” annuncia: “Ogni mese un sulla strada maestra, testi di A. chiacchierona”. Edmondo De articolo di Edmondo De Ami- Griseri, P. Casé. Ora si aggiun- Amicis e l’arte del narrare, cis”; la sua diventa la storia di gono i saggi e le testimonianze Firenze, Franco Cesati un successo senza confronti; i di questo fascicolo, articolato Editore, 2018, pp. 230. suoi volumi di viaggio (Maroc- in tre sezioni: Le radici. Mon- co, e soprattutto Costantinopo- dovì e il Cuneese nella quale Ben si sa che De Amicis ha li) vanno benissimo. Tra i suoi intervengono Ernesto Billò, sollecitato opere di riscrittura, lettori c’è, naturalmente, la Lorenzo Mamino, Piergiorgio stimolato parodisti, stuzzicato Regina Margherita. I libri gli si Dragone, Ezio Briatore, Ales- letture contropelo, ma anche snocciolano via via. In un anno, sandro Bracco, Carlo Benigni; invitato a ristampe e ripropo- due addirittura: Alle porte d’Ita- Incisione e pittura: Franco Fa- ste, e soprattutto a un più pro- lia, Gli amici, neppure esili. Gi- nelli, Andrea Balzola, Alexan- porzionato giudizio critico, che gli, il suo biografo, commenta: dra Wetsel, Remigio Bertolino; a partire da Luciano Tamburi- “Gli amici e Alle porte d’Italia L’insegnamento: Anna Lequio, ni, il deamicisista di più lungo sono le due opere della stagio- Vincenzo Gatti, Pino Manto- corso come ben sa chi abbia ne in cui Edmondo raggiunge vani, Danila Ghigliano, Mario dimestichezza con “Studi Pie- la maturità e il favore popolare Gosso, Guido Navaretti, Gian- montesi” (del resto riconosciu- lo circonda in proporzione”. carlo Natta. Inoltre Massimo to da Risso come maestro indi- Cuore è dell’86 ed è subi- Venegoni ricorda la persona- scusso), ne ha fatto un autore to un trionfo. Tre elementi vi le di Franco da lui curata nel degno di ogni attenzione. si intridono: l’emigrazione, la 1992; Roberto Goffi schizza La vocazione di De Amicis è componente locale, la scuola. un Ritratto di Francesco e Lea; precoce. Vuole fare lo scrittore Ma ogni accenno polemico vi è Giovanna Galante Garrone ri- e basta. Tocca al Bersezio disil- bandito: la realtà contempora- corda i rapporti tra Francesco luderlo abbastanza inutilmen- nea non ne esce contraddetta. Franco e Noemi Gabrielli. te sul vantaggio di fare delle Ogni contrasto, ogni stridore, Prezioso l’apparato illustra- lettere un mestiere. Studia a ogni disparità sociale si risol- tivo con fotografie che ritrag- Torino, ma il suo oriente è al- vono in un’effusione sentimen- gono Franco in vari momenti trove. Si dà alla carriera delle tale, in una commozione larga, della vita e con la riproduzione armi e ha la ventura di cavarne in continui ammonimenti che di una scelta delle sue opere, per tempo tutti i frutti possibi- in tempi di virulenta dissacra- In chiusura una serie di stru- li. I suoi bozzetti di vita milita- zione è stata giudicata ipocrita. menti: una essenziale biogra- re “tirano” e così è dei suoi Ri- Sotto però cova un impegno fia, la bibliografia, le edizioni cordi del 1870-’71 che Barbèra più disincantato e sodo. Il ro- d’arte di Francesco Franco, le ha pubblicato. Gli si aprono le manzo di un maestro, pubbli- principali mostre collettive cui collaborazioni alla “Gazzetta cato nel ‘90 ma contempora- d’Italia” e alla “Nuova Antolo- ha partecipato e le principali neo a Cuore ne è una conferma gia”. A Firenze, nel salotto di e Sull’oceano, un libro dell’89, mostre personali. Emilia Peruzzi, affina la lingua, che affronta il problema dell’e- Francesco Franco è stato ri- risciacqua i suoi panni in Arno, migrazione, è più lontano dai cordato anche in “Studi mon- poi approfitta della trasforma- reportages alla moda a cui ave- regalesi”, a. XXIII, n, 2, 2018, zione del giornalismo italiano, vano abbondantemente cedu- con saggi di Lorenzo Mamino che aspira alla diffusione na- to i precedenti libri di viaggio. e Andrea Balzola. zionale e fa dei viaggi. Nel ’91 aderisce infatti al par- Mario Chiesa Va in Spagna per conto della tito socialista, e non è una scelta “Nazione” e al ritorno Barbèra indolore. Partecipa alle manife- gli stampa il volume che ne ha stazioni del partito e ne è il fiore tratto. Nel ’74 è la volta dell’O- all’occhiello; Turati si attende landa. È fin d’ora “l’autore molto da lui. Nel ’98 è persino beniamino del pubblico italia- eletto deputato, ma rinuncia a no”: lo dice lo stesso editore. sedere in Parlamento. Perché Entra a far parte della scuderia fino all’ultimo ritiene che il suo di Treves ed è un richiamo per compito sia un altro: scrivere, e i lettori. “L’Illustrazione Italia- soprattutto raccontare. 379 Così lavora al romanzo Primo della scrittura deamicisiana, di con il trascorrere del tempo, di maggio che non vorrà pubblica- cui Risso riesce qui a sottoline- pagine senza anima e senza ri- re (è stato pubblicato postu- are la giusta dimensione, pur spetto per il canone, di esercizi mo) e scrive La carrozza di tutti non disconoscendone la natura commerciali più o meno validi, (1899), che è un viaggio torinese geneticamente espansiva, ec- di sfogo sbrigliato di nostalgie sviluppato lungo le trame delle cessivamente analitica, narra- lontane e non sempre le pen- linee ippotramviarie della cit- tivamente proliferante. Per chi ne sono state all’altezza del tà incalzate dagli incombenti voglia accostarsi a De Amicis, compito. Perché dunque dire “elettricismi”: un libro di calda un ottimo strumento – critica- ora dell’ultimo (in ordine di e risentita passione anche civile. mente onesto – di invito alla tempo) romanzo salgariano? Il suo ultimo libro è un omaggio lettura. Perché si tratta di una autenti- estremo al nume della sua ado- ca rivelazione. Ma procediamo lescenza, Alessandro Manzoni: Giovanni Tesio con ordine. è intitolato L’idioma gentile e Honorata, che compare nel traccia un profilo delle sue idee titolo, è la donna del Corsaro sulla lingua. Elena Paroli, La collana di Nero. Quando i due si innamo- Di tutte le varie facce a cui Honorata. Omaggio a Emilio rano, ignorano di essere separa- la figura e la personalità di De Salgari, Verona, Delmiglio ti da un precedente giuramento Amicis si prestano (fu poeta, Editore, 2018, pp. 330. di vendetta. Lei è figlia dell’uo- conferenziere, saggista…), certo mo che ha assassinato tre fra- quella del narratore è la princi- Un tempo gli apocrifi salga- telli del suddetto Corsaro (in pale, la dorsale, la prospettiva riani, tutti postumi, erano pro- realtà un nobile di Ventimiglia onnipresente e onnivora. E a prio dei falsi: recavano in co- diventato predone dei mari per questa si applica con competen- pertina il magico nome Emilio ottenere giustizia), e lui ha giu- za e con passione Roberto Risso, Salgari ma erano opere di ghost rato sul proprio onore di ster- dando vita a un volume tanto writers. Il primo risale al 1920 minare la famiglia del nemico. bibliograficamente informato e lo scrisse il torinese Giovanni Vale a dire che Salgari, da quanto criticamente avveduto. Bertinetti, ovviamente d’ac- buon veronese, nel suo capo- Il cui (primo) merito – non cordo con gli eredi Salgari e lavoro, Il Corsaro Nero (1898), dimenticando le filologiche l’editore. La formula, che ac- non ha fatto altro che trasferire ricostruzioni testuali, da cui contentava tutti, gli ignari let- in qualche modo nel mar dei spesso emergono nuove e più tori compresi, ha funzionato Caraibi la tragedia shakespea- approfondite prospettive d’in- per decenni. Sul finire degli riana di Romeo e Giulietta, figli dagine – è di avere sottratto anni Venti del secolo scorso, di famiglie nemiche e perciò De Amicis all’eterna reclusio- e quindi in contemporanea, si travolti da un destino inesora- ne del prevedibile e del pa- è iniziato a pubblicare anche bile. Honorata, infatti, sarebbe rodiabile (mi riferisco a quei apocrifi debitamente firmati finita annegata come Ofelia carducciani “languori”, che dai veri autori. I vari Motta, dell’Amleto (personaggio al hanno il torto di averlo chiuso, Fancelli e Frescura, cioè, pre- quale il Corsaro Nero è acco- giustappunto, in una etichetta sero a utilizzare i personaggi stabile per molti aspetti), se di conio più arguto che ade- salgariani più famosi per fare Salgari non fosse stato indot- guato, ma mi riferisco anche fortuna. I due settori non fi- to dalle proteste del suo vasto alle controscritture che a loro larono d’amore e d’accordo, pubblico a farla resuscitare, volta sono state il frutto di un com’è intuibile, ma è un’altra diciamo così, in un romanzo polemismo, anche divertito e storia. Poi l’opera di Salgari è successivo, La Regina dei Ca- divertente se si vuole, ma non diventata di dominio pubbli- raibi (1901), per poi prosegui- di un equilibrato giudizio). co e così i nuovi epigoni han- re le avventure utilizzando, in Nondimeno evidente il se- no potuto sbizzarrirsi in mille un apposito ciclo giustamente condo merito: quello di avere rivoli e altrettante iniziative famoso, figlia, nipoti e compari messo a più riprese critica- editoriali di cui, francamente, del funereo corsaro ormai de- mente in rilievo – insieme con si sarebbe sovente e volentieri funto. E in tutto questo quasi il (terzo) merito dei frequenti fatto a meno, come già, d’al- nessuno si è accorto, non dico e opportuni rinvii intertestuali tronde, in precedenza. Il fatto delle molte e importanti fonti – la natura ironica, umoristica, è che si è quasi sempre trattato, letterarie di Salgari, ma neppu- 380 re – e la circostanza purtroppo un romanzo di avventure e libri della biblioteca del Colle- perdura, con riferimento all’in- come tale si fa davvero leggere gio, di quelli di una biblioteca tera opera del papà di Sando- d’un fiato. ‘segreta’, costituita negli anni kan – di come, in un contesto Infine, raramente un libro in cui il Collegio aveva avuto avventuroso, romantico e po- ha esibito con buona ragio- una gestione laica e di quelli polare e perciò nei limiti con- ne, come questo, il sottotitolo della biblioteca Civica di Ca- sentiti, l’autore abbia saputo, Omaggio a Emilio Salgari. sale. La lettura di opere d’ar- con rara abilità, scavare nella gomento teologico e spirituale psicologia dei personaggi. Felice Pozzo e le conversazioni con il padre Ed ecco finalmente questo somasco Giovanni Baravalle romanzo di Elena Paroli che, sollecitarono nello scrittore un occorre dirlo per capire me- Salvatore Renna, Tra mito e tormentato interesse religioso, glio, è una docente, già autrice Dio. Cesare Pavese lettore a una «scoperta di Dio» della di pubblicazioni accademiche. Casale Monferrato, Torino, quale restano tracce nel diario. Romanzo dove la storia di Ho- Consiglio regionale del È un aspetto che la critica ave- norata inizia quand’è ancora Piemonte, Biblioteca della va già preso in considerazione bambina, ossia quando nep- Regione Piemonte “Umberto e in queste pagine Renna ri- pure Salgari la conosceva, per Eco”, 2017, pp. 185, ill. chiama i risultati ottenuti con così dire, e termina così come qualche puntualizzazione. Salgari ha scritto a suo tempo. Come è compito istituzio- Quel forzato isolamento of- Ci sono dunque una protago- nale di questa collana della frì anche a Pavese l’occasione nista e una autrice donna, e la Regione Piemonte, nel libro per condurre a maturazione le circostanza è fondamentale, troviamo la rielaborazione di riflessioni sul mito, che aveva in quanto a scavo psicologico, una tesi di laurea magistrale, avviato da anni; alla frequen- senza nulla togliere allo stesso discussa nell’Università di To- tazione dei miti classici negli Salgari che ha dimostrato di rino nel 2016, che ha ottenuto anni di formazione si era infatti conoscere molto bene l’altra il Premio Gianni Oberto, asse- affiancata dal 1936 la lettura di metà del cielo. C’è poi una at- gnato annualmente a una tesi alcuni grandi interpreti della tenzione che rasenta l’acribia particolarmente meritevole in mitologia e del mondo antico. ai testi originali (alcuni dialo- tema di patrimonio culturale Le letture condotte a Casale ghi fondamentali sono apposta piemontese. portarono al pieno sviluppo riportati di peso), sia nell’in- Al centro di questo appas- le sue riflessioni, che trovaro- trecciarsi delle vicende, che sionato studio sta il periodo di no la loro espressione poetica nel far comparire nei momenti isolamento che Cesare Pavese nei Dialoghi con Leucò (1947). giusti personaggi canonici di visse in semiclandestinità tra In questa sezione del libro sta contorno, a dimostrare una l’autunno del 1943 e la prima- principalmente la novità porta- conoscenza approfondita dei vera del 1945; come è noto, ta dalla ricerca di Renna. Una testi ispiratori: chi si ricorda- nel luglio del 1943 lo scrittore ricerca diligente condotta negli va più di Mastro Luserni, ad aveva dovuto lasciare la reda- archivi della Biblioteca Civica esempio? L’Honorata di que- zione romana dell’Einaudi e, Giovanni Canna, finora non sto romanzo, poi, paragona sé poiché soggiornare a Torino esplorati, ha permesso all’au- stessa a Ofelia, e questo dotto era per lui rischioso, trascor- tore di ritrovare altri libri che ammiccamento, come molti al- se quei mesi tra Serralunga di conservano minime ma sicure tri, buttati lì con nonchalance, Crea presso la sorella e Casa- tracce che furono tra le mani è rilevante oltre che consolan- le Monferrato, dove fu ospite dello scrittore; tra gli altri il te. Non pare a volte di legge- nel Convitto Trevisio, gestito Catéchisme des industriels e le re direttamente Salgari? Sono dai Padri Somaschi; tornerà Opinions litteraires philosophi- convincenti e avvincenti gli av- al lavoro nella casa editrice, ques et industrielles di Henri venimenti che l’autrice inventa a Torino, solo nel maggio del de Saint Simon, il Sermone sul- per riempire i numerosi vuoti 1945; all’esperienza di quei la mitologia di Vincenzo Monti lasciati dal Maestro e il gioiello mesi allude il romanzo La casa e la risposta al Monti di Nicolò del titolo, una collana di perle, in collina (1948). Per Pavese Tommaseo. Nei Dialoghi con ha un ruolo fondamentale in quello fu un periodo di inten- Leucò troviamo la realizzazio- questo senso.Ed è pur sempre se letture; poté usufruire dei ne poetica di una personale 381 teoria mitica, che Pavese aveva anche di rimediare a qualche L’attività dell’Istituto dell’A- certamente elaborato nel tem- refuso rimasto nel corpo del LI riprese nel 1947 sotto la di- po; tuttavia, secondo Renna, saggio (per esempio la parte rezione di Benvenuto Terracini, essi «nacquero sulla base delle finale della citazione di p. 60 ma le inchieste si conclusero riflessioni elaborate tra il 1943 si chiarisce se completata con solo nel 1964. Presso l’Istitu- e il 1945 e rappresentarono il confronto con la figura 12). to dell’ALI è ora conservato il il viaggio compiuto da Pave- materiale raccolto: circa cinque Mario Chiesa se attraverso la sua infanzia, i milioni di schede, fascicoli del- suoi miti e il suo destino: una le inchieste, diari dei viaggi di discesa agli inferi all’interno Ugo Pellis, migliaia di fotogra- di sé stesso» (p. 126). Grazie Federica Cugno, Matteo fie da lui scattate. alle scoperte nella Biblioteca Rivoira, Giovanni Ronco, Non meno complessa è stata Civica di Casale il giovane stu- Piccolo Atlante Linguistico l’elaborazione della documen- dioso può ora aggiungere che del Piemonte, Materiali tazione raccolta e la redazione Pavese «trovò nelle letture di dell’Atlante Linguistico delle carte: sotto la direzione Monti e Tommaseo importanti Italiano, Torino, Istituto di Arturo Genre (1937-1997) suggerimenti che lo avrebbero dell’Atlante Linguistico e di Lorenzo Massobrio nove poi condizionato nella scelta Italiano, 2018, pp. 191, ill. volumi sono stati pubblicati tra di recuperare il mito classico. il 1995 e il 2018, dedicati a: Il Le posizioni espresse dai due La storia dell’Atlante Lin- corpo umano, Indumenti e ab- letterati, seppure in contrasto guistico Italiano (ALI) comin- bigliamento, La casa e l’arreda- tra loro, ebbero entrambe un cia nel 1924 con l’accordo di mento, L’alimentazione, Le età ruolo importante nella scelta collaborazione tra la Società Fi- dell’uomo, La società. Volumi di recuperare il mito classico» lologica Friulana rappresentata di grande formato (50x72 cm) (p. 127). La difesa da parte di dal cofondatore e presidente e di non agevole consultazione Monti della mitologia «trovò Ugo Pellis e l’Università di To- per un lettore non specialista. terreno fertile in Pavese», che rino rappresentata da Matteo È quindi benvenuta l’iniziativa «sarebbe stato profondamente G. Bartoli, ordinario di glotto- di promuovere e valorizzare la d’accordo col poeta ferrarese logia, e con la nascita a Torino conoscenza del patrimonio lin- nel cercar di recuperare quella dell’Istituto omonimo. Il pro- guistico piemontese presso un grande capacità della mitolo- getto iniziale prevedeva che il pubblico vasto e non esclusiva- gia classica [...] di dare vita ad Pellis fosse il raccoglitore unico mente accademico, rendendo elementi naturali» (ibid.). Ma dei dati sulla base di un que- più facilmente leggibili i dati nella rielaborazione alla quale stionario preparato dal Bartoli pubblicati nell’ALI originale, Pavese sottopose il patrimonio e dal Pellis stesso da sottoporre senza tuttavia rinunciare alla mitico «dovette certamente a degli informatori in circa mil- precisione e alla scientificità incidere il monito romantico le località italiane, e che il lavo- dell’informazione, con questo [rappresentato da Tommaseo] ro si concludesse in otto anni; le Piccolo Atlante Linguistico del a non lasciare che quelle storie inchieste sul campo comincia- Piemonte (PALP), che si pre- diventassero mera ripetizione rono il 29 ottobre 1925 a Belve- senta ora con il primo volume. di formule e cliché letterari» dere d’Aquileia: Ugo Pellis ini- L’area linguistica presa in (ibid.). Pavese volle «riscrivere zialmente si muoveva a piedi e considerazione nel PALP cor- alcuni episodi del mito classico, in treno poi, dal febbraio 1927, risponde al Piemonte ammi- innervandoli di una nuova e potè utilizzare anche una Balil- nistrativo i cui confini ammi- personale tensione e rendendo la donata all’ALI dal Governo. nistrativi non coincidono con le trame antiche nuovamente Nella pratica l’impresa si rivelò quelli linguistici (si pensi solo capaci di esprimere i tormenti, molto più complessa, rallentata alla Lombardia e alla Liguria i dubbi e le sofferenze dell’uo- da vari fattori e poi dalla guer- che linguisticamente debor- mo» (p. 128). ra, dalla morte dei promotori, dano in varia misura in alcune I documenti d’archivio e Pellis (1943) e Bartoli (1946); aree del Piemonte). Rispetto le pagine dei libri che recano l’appassionato studioso friula- ad un atlante nazionale che traccia della lettura da parte no aveva comunque effettuato mira ad illustrare a grandi linee di Pavese sono riprodotti in ben 727 inchieste del migliaio la situazione linguistica di un appendice: e questo permette preventivato. vasto territorio, questo atlante 382 regionale si prefigge di indivi- buzione regionale di alcuni nizio di aprile 2018. Laureato duare con maggior precisione fenomeni come metafonia da in Lettere, ha insegnato per gli aspetti particolari della sto- -i, plurale sintagmatico, forme lungo tempo nell’Istituto Tec- ria linguistica e della cultura della negazione, ecc.; da 38 a nico Agrario di Alba (la Scuola specifica di una regione. Nel 67 trenta carte lessicali dedica- Enologica). Come ha racconta- nostro caso si vuole offrire te ognuna alle varie denomina- to una volta, la sua ricerca sul- una descrizione, per quanto zione di un oggetto: da capelli la cultura delle Langhe è nata necessariamente generale e a bambola, da catena del cami- nella scuola, a contatto con i incompleta, del quadro lingui- no a penna per scrivere... ragazzi che la frequentavano: stico del Piemonte così come Al lettore non specialista «venivano dalla campagna, si presentava al tempo delle in- sono utili le pagine introdutti- parlavano il dialetto e avevano chieste dell’ALI (1929-1942). ve nelle quali viene informato esperienza di vita contadina»; Un tratto peculiare accresce sulla storia dell’ALI, sul pro- si destò così in lui la passione l’interesse di questo progetto: getto, sul metodo di lavoro, «di recuperare una parte del- tutte le inchieste piemontesi sulle peculiarità del proget- la mia vita, le tradizioni della sono state svolte da Ugo Pellis to italiano rispetto a imprese nostra gente» (p. 9). Con la di- nell’arco di pochi anni (1929, similari realizzate all’estero; sponibilità di tempo degli anni 1936-38, 1941-42), e quando altre pagine lo guidano alla della pensione si è dedicato a aveva affinato il suo metodo di lettura delle carte attraverso registrare il patrimonio lingui- lavoro; cosicché il corpus si di- l’illustrazione dei criteri con i stico della sua terra e insieme stingue per linearità, coesione quali sono state realizzate. L’o- a Primo Culasso ha pubblica- e coerenza di raccolta dei dati; pera sarà apprezzata da chi è to Rastlèire. Vocabolàri d’Àr- altrove il raccoglitore dovette mosso dal semplice interesse ba, Brà, Langa e Roé, prima ritornare sul posto anche a di- di conoscere meglio l’aspetto edizione 2003, seconda 2013; stanza di parecchi anni. linguistico del Piemonte, ma è perché: «Ho pensato che se Questo primo volume è anche un lavoro propedeutico un linguaggio è fatto di parole, composto da 67 carte lingui- per chi voglia poi specializzarsi per fare in modo che si con- stiche di tipo analitico redatte negli studi linguistici e affron- servi, occorre prendere queste a partire da una selezione di tare l’opera maggiore. parole e appiccicarle sulla car- voci già pubblicate nell’ALI Nella parte finale il lettore ta» (p. 11). e accompagnate da un breve trova una rassegna degli studi Insieme «scoprii – confessa- commento linguistico. Esse il- linguistici sul Piemonte, la bi- va ancora – che scrivere nella lustrano, in forma semplificata bliografia, l’indice delle voci, mia lingua originale, quella le aree accomunate dallo stesso comprese quelle citate nelle dei miei primi anni di vita, fenomeno linguistico e mostra- carte da 1 a 37. quella della mia famiglia, dei no le peculiarità delle nume- miei compaesani, era una cosa rose varietà dialettali e delle Mario Chiesa bellissima, che mi riempiva il lingue delle minoranze parlate cuore di gioia, perché risco- nella Regione: occitane, franco- Silvio Viberti, Eva sclinta privo non solo un linguaggio, provenzali e alemanniche (Wal- ’d na dos ëncreusa, poesie ma tutta una cultura, un modo ser). Le carte commentate sono piemontesi, a cura di Oreste di essere, di vivere, di pensare, state scelte con l’intento di for- Cavallo, introduzione di di gioire, di amare, di soffrire» nire una raffigurazione sintetica Albina Malerba, Città di Alba- (p. 9). Sono nati così i raccon- della distribuzione areale delle Comune di La Morra, 2018, ti pubblicati sulla «Gazzetta principali caratteristiche fone- pp. 188, ill. d’Alba» e sul «Corriere d’Al- tiche, morfologiche (in misura ba, Bra, Langhe e Roero». minore) e di alcune particola- Silvio Viberti, poeta e nar- Verso la fine di questo libro rità lessicali che caratterizzano ratore, studioso della cultura (pp. 172-173) troviamo i versi le varietà romanze del Piemon- e della lingua delle Langhe, di Ëȓ mè linguàge che ci fanno te. Le prime trenta carte sono era nato il 29 gennaio 1930 a capire come egli sentiva la sua dedicate alla descrizione dei La Morra, dove ha trascorso la lingua: «Ëȓ mè linguàge / a ȓ’é fenomeni fonetici più rilevanti sua vita; si è spento nella casa vej e stȓus / pait ëȓ bagàge ’d per l’area piemontese; le carte di riposo di Govone, dove era mè paȓin, / còti e goràgn / pait da 31 a 37 illustrano la distri- ospite da qualche mese, all’i- a cona dël cȓin, / seuȓi pait o 383 tragn d’ën camp sëmnà, / doss (Alba 1997, sul quale ha scrit- risulta dalla recensione citata) e ponciù / pait ën vin ën pò to Bianca Dorato in «Studi con la quale il poeta guarda al cru / ...»: una lingua che sgor- Piemontesi», XXVII, 1998, passato, agli uomini che hanno ga dalla fonte profonda della p. 249) e altre in Langa, mia plasmato una terra e ne sono memoria personale e collet- patria cita. Poesie piemontèise stati plasmati. Ma è anche una tiva; ma anche «Na parlàda (1997-2005) (Ivrea, La Slòira, poesia che sul fondamento di ’mbastardìa, / ȓa mia, / ch’a 2005). Qui sono distribuite in questo passato, è aperta al fu- rabàs-cia pëȓ la stȓà / lò ch’a sezioni i cui titoli rendono l’i- turo: «Bogia nan, mia Langa. tȓeuva d’espȓessiv, / sansa bai- dea dei temi trattati: Sentimen- / Sì, ’ntëȓ rëppie ’ncreuse dij ché s’o ven / dai Lìgori, dai ti (pp. 17-35), Luoghi (pp. 36- teu bȓich, / a ȓ’é ’nco scuȓa a Celt ò dai Roman, / dai Tuȓch, 58), Clima (pp. 59-66), Arredi neucc. / Mà ’n pò pì ’nlà, ënsiȓ da j’Ongaȓasch ò da j’Alman. / e attrezzi (pp. 67-75), Piante màȓ, j’é zà lvàssje o so. / Bogia Linguàge caȓëssant e dëspetos, (pp. 76-87), Animali (pp. 88- nan, mia Langa, da lì. / Dȓeum / cangiant / pait i vërsant / dëȓ 122), Lavoro e rapporti sociali tranquila fin ch’o vena di. / mie colin-e ’d Langa». («Vec- (pp. 123-159), Giochi e favole Tam nagn che a neucc a finiȓà. chio è il mio linguaggio / e fru- (pp. 160-163), Salute (pp. 164- / Se t’hai fede, o so o s-ciodrà sto / come le vestimenta di mio 171), Personali (p. 172-180: dcò për ti» («Non muoverti, nonno, / morbido e resistente sulla scelta della lingua, me- mia Langa / Qui, tra le pieghe / come còtica di maiale, / liscio morie private ...). profonde dei tuoi bricchi, / an- come il terreno d’un campo Come saggio della sua poe- cora scura è la notte. / Ma un seminato, / dolce e pungente sia cito Testimonianse (p. 71), po’ più in là, sul mare, s’è già / come un vino un po’ crudo. un testo che rivela la passione levato il sole. / Non muoverti, / ... Una parlata imbastardita, profonda da cui nasce sia l’at- mia Langa, da lì. / Dormi tran- / la mia / che racimola per la tività letteraria, sia la ricerca quilla fin che venga giorno. / strada / ciò che trova d’espres- linguistica di Viberti; ed è un Non temere che la notte finirà. sivo, / senza guardar se viene / po’ una sua dichiarazione di / Se hai fede, il sole sorgerà an- dai Liguri, dai Celti o dai Ro- poetica: «Col car bandonà ’nto che per te» (p. 35). mani, / dai Turchi, dagli Unga- rivàss / au tampeȓio, / o ȓ’é Il libro – commentato, si può ri o dai Germani. / Linguaggio ’n bel monimaint / a ȓa stòȓia dire, dalle fotografie di Rena- accarezzante e dispettoso, / di neustȓi antenà. / Làssa nan to Barbero, Antonio Buccolo, cangiante / come i versanti / ch’ot vogna a rabel. / J’é ’ȓ fati- Oreste Cavallo, Roberto Caval- delle mie colline di Langa»). ghe, i sidoȓ, di teu cé ënt ës car. lo, Giovanni Cometa, Mauri- Questa sua lingua Viberti / Ògni scanel dȓa scàȓa, / ògni zio Fantone, Roberto Ghiglia, l’ha maneggiata con sicurez- dancc ëstȓuss dȓa dantaȓela, / ’ Giampiero Murialdo – fa nasce- za anche in prose narrative e ȓ ganàsse consimà dȓa saròiȓa, re il desiderio che qualcuno rac- scrivendo per il teatro: negli / se ’t sai bon a scoté, / it colga anche le pagine di prosa anni in cui la Regione Piemon- quintȓan dëȓ còse / ch’it faȓan che Silvio Viberti ha generosa- te organizzò il Premio per un pënsé» («Quel carro abban- mente seminato nella stampa testo teatrale nelle lingue del donato nella scarpata / alle locale. Piemonte, egli partecipò con intemperie, / è un bel monu- successo come testimoniano mento / alla storia dei nostri Mario Chiesa i drammi pubblicati dal Cen- antenati. / Non lasciare che tro Studi Piemontesi: J’ isiràri ti vada in rovina. / Ci sono le (gli usurai), 2000; A r’òsto dij fatiche, i sudori dei tuoi non- Carlo Dardanello, Le poesìe pëscador, 2005; Esse e pa parës- ni in quel carro. / Ogni piolo dla cantaran-a, Cuneo, se. 2007. della scala, / ogni dente logoro Primalpe, 2018, pp. 90. Nel libro che qui si presen- dell’arresto, / le ganasce con- ta sono riunite tutte le poesie sumate della serratura, / se sei Sono passati parecchi anni (203) di Silvio Viberti che il capace d’ascoltare, / ti raccon- dall’esordio poetico di Carlo curatore, Oreste Cavallo, è teranno cose / che ti faranno Dardanello con la raccolta Ël riuscito a raccogliere. Solo 38 pensare»). sapel d’Artaban (Mondovì, Edi- erano state pubblicate, parte La poesia di Viberti na- zioni «ël Pèilo», 1993), vincitrice in Scavargne (sberleffi), il libro sce dalla pietas (che già aveva del premio “Salutme ’l Moro”. scritto con Angelo Manzone colpito Bianca Dorato, come Quel libro si apre con Natal, da 384 dove ci si può incamminare, del glottologo, mette in luce gli il “fare” conta più dell’appar- scriveva Tesio nell’introduzio- elementi di continuità e quelli tenere ad una parte politica ne, sul «sentiero (il sapel) verso di novità della lingua di Darda- o ad un’alta), organizzatore il cuore del libro». Con questa nello rispetto a quella dei poeti culturale e storico. Quale am- nuova uscita il poeta conferma della scuola monregalese, alla ministratore si deve a una sua intanto come la sua ispirazione quale appartiene; una descri- intuizione, durante uno dei ami seguire un filo, o concen- zione tecnica per confermare periodi in cui è stato sindaco trarsi su un nucleo tematico: che il poeta ricorre alla varie- di Viganella, la realizzazione là bastava scorrere l’indice e tà locale poco concedendo e messa in attività di un gran- saltava all’occhio la serie: vegg alla koiné piemontese. Nicola de specchio (40 metri quadri) borg, li pòrti, i pugieu, i fene- Duberti da parte sua segnala la cui angolazione può essere stre, ij porton, i curt...; qui il l’«eco tutto sonoro e simboli- comandata da remoto, che dal lettore nota il filo delle feste, co, che sa di osterie langarole, 2006 riflette la luce del sole per dalla settimana santa, evocata di balli all’aperto nella penom- parecchie ore al giorno su un dalla poesia che apre il libretto bra delle valli, di musiche un paese che, stretto tra montagne e gli dà il titolo, al Carvé che lo po’ stonate» di questa poesia. a picco, durante l’inverno non chiude, preceduta da Ël Natal Il nuovo libro di Dardanel- veniva raggiunto dai raggi del e la lovera, Bondì bon agn, Ij rè lo è una conferma e, nella sua sole per 83 giorni consecutivi. (magi) e Candlòra. Anche nel concentrazione, lascia al letto- Questo specchio, che ha anche primo libro c’erano le feste (la re (per citare ancora Duberti, verosimilmente consentito ri- feste ’d San Bastian e ij sant ëd anch’egli voce poetica della sparmi energetici agli abitanti, le campagne). nidiata monregalese) «un’im- ha suscitato interesse e si può Scelgo per i nostri lettori pressione di coerenza strut- dire ammirazione, letteralmen- Barbèt, una poesia che sembra turale, l’idea di aver assistito, te in tutto il mondo, divenen- un po’ a parte, ma che forse leggendo, a uno spettacolo do talora meta di studio o tu- permette di entrare nel profon- unitario, in cui risaltano più di ristica. La prima realizzazione do dell’ispirazione, che scorre ogni altra presenza le donne, la quale organizzatore di cultura sotto i temi che immediata- Natura e i paesaggi delle valli». è probabilmente la pubblica- mente si impongono: Ij preve i zione, nel 1993 – anche allora legio e i san / lò che ti sensa lege Mario Chiesa rivestiva la carica di sindaco di ’t sè, / la mimòria ’ntica / che ai Viganella – del volume di Tul- tò fij it passi / perchè ch’i legio lio Bertamini, Viganella. Storia, neint sensa savej. / Baica: seur- Pier Franco Midali, Mariae fede, arte. tima da la stissa / e i soma àni- Nascenti 1618-2018. 400 anni Ma Midali è all’origine di ma / oloch anorfantì ’s dobioma di Storia e Comunità [con numerose iniziative che han- a cola lus / sensa savej che a l’é / l’«inserito speciale» Analisi no interessato un po’ tutti i ’l cèr ëd pa’ da la filura / la sèira archeoastronomica della paesi della Valle, vale a dire prima ch’i s’ëndeurmo [Prote- chiesa di S. Maria Nascente Antrona Schieranco, Seppia- stanti. I preti leggono e sanno a Viganella di Adriano na, Montescheno, Villadossola / le cose che tu senza leggere Gaspani], Borgomezzavalle, e specialmente Viganella, già sai, / la memoria antica / che Comune di Borgomezzavalle, menzionato, dove è fondatore trasmetti ai tuoi figli / perché Parrocchia Natività di e presidente dell’Associazione non leggano senza sapere. / Maria Vergine Viganella, culturale Giovan Pietro Vanni, Guarda: usciamo dalla goccia / Associazione Culturale che promuove studi di storia e siamo anima / gufi abbaglia- Giovan Pietro Vanni, 2018, locale e opera assiduamente ti ci pieghiamo a quella luce / pp. 344. per la salvaguardia e valorizza- senza sapere che è / il lume di zione delle tradizioni e del pa- papà dalla fessura / la sera pri- La Valle Antrona e i suoi trimonio culturale e ambien- ma di addormentarci]. borghi, un suggestivo e fasci- tale valligiani. Quale studioso Tesio aveva notato la «natu- noso spicchio del territorio ha prodotto numerosi lavori ra ibrida del linguaggio»; ora ossolano, devono molto a Pier storici, etnografici, biografici, Riccardo Regis negli Appunti Franco Midali e ai molteplici geoturistici e di interesse na- linguistici che fanno da prefa- risultati della sua opera quale turalistico. La presente segna- zione, col rigore professionale amministratore pubblico (qui lazione del suo ultimo volume 385 consente di citare almeno som- pagine) costituiscono la pri- Andrea Maria Ludovici, Una mariamente gli altri suoi prin- ma realizzazione editoriale del Comunità e il suo territorio. cipali scritti. Nel 2010 è uscito comune di Borgomezzavalle, Per una storia della diocesi di il volume Scoprire... camminan- nato recentemente dalla fusio- Susa dalle origini alla metà do. Il fascino dei ritrovamenti ne di Viganella con Seppiana. del Novecento, Susa, Centro di Bruno Pavesi (pp. 191), nel Il presente volume è dedica- Culturale Diocesano, 2019, 2011 Viganella. Storia, cultura, to alla parrocchiale di Viganella pp. 462. tradizioni (pp. 399) che si può celebrandosi il quarto secolo considerare come il seguito della sua istituzione, risalente Il testo, edito per i tipi del della citata opera del Bertami- all’11 settembre 1618. Scrivere Centro Culturale Diocesano ni; è del 2013 Su, Su pastori. la storia della parrocchia offre di Susa, affronta le vicende Cantori e Canto Liturgico di all’autore l’occasione per nuovi storiche della Diocesi di Susa Viganella (pp. 207, cd allega- sguardi sulla storia, le tradizio- dalle sue origini (1772) fino to); sono rispettivamente del ni, l’identità di una comunità all’avvento del secondo dopo- 2014 Ex devotione hominum solida e coesa nella fede religio- guerra, ripercorrendo le tap- terrae Vallis Antrona. Arte sa e nella vita civile in seno alla pe che hanno caratterizzato e devozione negli Ex Voto di quale si percepisce la volontà, l’evolversi della vita religiosa Valle Antrona (pp. 132); del forte del proprio passato, di valsusina tra gli episcopati 2015 Oltre l’ignoto. Viaggio guardare al futuro conservando di Mons. Giuseppe France- nella Valle Antrona Preisto- i propri valori e presidiando, sco Maria Ferraris di Genola rica (pp. 247), che include il pur in tempi non propriamente (1778-1800) e di Mons. Um- saggio Antronesi. Una tribù favorevoli, le terre abitate, dis- berto Ugliengo (1932-1953). misteriosa ai piedi delle Alpi di sodate, amate dai propri ante- Il corposo volume nasce dalle Laura Frisa, autrice scomparsa nati. Diversi capitoli sono dedi- ricerche condotte dall’autore tragicamente nel 2013 duran- cati alle usanze e regole locali, ai nell’ambito di una borsa di te un’escursione alle pendici riti di passaggio, al patrimonio studio offerta dalla Fondazio- del Monte Bianco, travolta da artistico del luogo di culto. Il ne Giovanni Goria e si avvale un seracco. Nel 2016 è uscito libro include l’Analisi archeoa- di una vasta selezione di fonti Sull’orme d’antichi passi. Il fa- stronomica menzionata nell’in- – in gran parte rese disponibili scino dei ritrovamenti e delle testazione (pp. 82-172), opera dai riordini archivistici con- poesie dialettali di Bruno Pa- dell’astronomo ed archeoastro- dotti sui fondi dell’Archivio vesi (pp. 243), incentrato su nomo Adriano Gaspani, mem- Storico Diocesano di Susa ne- tracce preistoriche, iscrizioni e bro autorevole della Società gli ultimi vent’anni – indagate dipinti rupestri, memorie, tra- Italiana di Archeoastronomia. con perizia e attenzione. dizioni, usi popolari, antiche L’autore analizza con metodo Il volume è ripartito in testimonianze di vita religiosa, e strumenti scientifici l’orien- quattro grandi sezioni, ciascu- cappelle campestri e rupestri; tazione astronomica della chie- na delle quali è a sua volta sud- nel 2017 ha pubblicato, uniti sa in rapporto alla simbologia divisa in agili capitoli che af- in cofanetto, Mulattiera verso liturgica, cosmica e rispetto al frontano gli argomenti oggetto il paradiso. Don Remigio Bian- meridiano astronomico locale, di studio in chiave tematica. La cossi, 1917-2017 e Nessuno si sofferma sulle regole medie- prima sezione, intitolata Verso muore nel ricordo. Don Remi- vali connesse con l’edificazione la diocesi: luoghi, istituzioni, gio Biancossi, 1917-2017, de- degli edifici di culto cristia- fatti e personaggi dal 1713 al dicati al poliedrico parroco di no, opera rilievi topografico- 1772 costituisce un ampio San Pietro Schieranco, nativo astronomici, mette a fuoco la excursus sul panorama politi- di Bognanco, alpino, interna- georefenziazione del sito su cui co, civile e religioso di pieno to militare durante la seconda la chiesa fu edificata e l’orien- Settecento e sulle condizioni guerra mondiale, scrittore, tamento delle sue componenti, che portarono, dopo lunghe e giornalista, insegnante, ammi- analizzandone i significati, a complesse trattative, alla nasci- nistratore, poeta e musicista partire dalla navata centrale. ta della diocesi segusina, san- molto noto nel Novarese in cita dalla bolla Quod Nobis di generale e molto amato spe- Gustavo Mola di Nomaglio papa Clemente XIV del 3 ago- cialmente in Valle Antrona. I sto 1772. La seconda sezione, due volumi (ciascuno di 276 intitolata La nascita della dioce- 386 si, i conflitti d’età napoleonica e dell’avvento dell’industria su Guido Nicola. Il piccolo la Restaurazione (1772-1817) una società in precedenza pre- grande uomo di Aramengo, presenta la figura del primo valentemente agricola, le due a cura di Anna Rosa Nicola, vescovo segusino e affronta le Guerre Mondiali e l’avvento Nizza Monferrato, Accademia vicende legate alla costruzione del fascismo, dedicando ampio di Cultura Nicese “L’Erca”, della macchina amministrativa spazio ad una inedita disamina 2018, pp. 236. della neonata istituzione, con del rapporto tra clero, regime la costituzione del Seminario e Resistenza. Chiude il volume Chiunque sia entrato, anche Vescovile, l’edificazione del una corposa sezione di Appa- una sola volta, nel laboratorio palazzo episcopale, il comple- rati che, assieme al corpus di dei Nicola ad Aramengo, ne tamento del territorio diocesa- note e agli ampi estratti di fon- ha riportato l’immagine di uno no con l’annessione delle par- ti originali che corredano ogni spazio magico, irreale, fuori rocchie dell’alta valle di Susa singolo capitolo, costituisce un dal tempo. Tele, cornici, caval- prima dipendenti dalla Diocesi vero e proprio libro nel libro: letti, sculture in legno e terra- di Pinerolo; affronta quindi le due utili strumenti di cronotas- cotta, strappi di affreschi, re- vicende complesse del perio- si, dedicati all’elenco dei vescovi perti egizi, mappamondi, pale do rivoluzionario, la parente- e vicari generali della Diocesi e d’altare: una sfilata di opere si napoleonica che comportò alle lettere pastorali emanate dai d’arte in attesa di intervento, la soppressione della diocesi vescovi, precedono una ricchis- disposte tra scaffalature cari- e il suo accorpamento all’ar- sima e fondamentale appendice che di pigmenti colorati, lungo cidiocesi di Torino e infine la documentaria costituita da tra- una serie di immensi saloni alti Restaurazione e la rinascita scrizioni integrali di fonti archi- come navate di cattedrale, e at- dell’ente per volontà di papa vistiche – tra le quali meritano trezzati secondo le più moder- Pio VII nel 1817. La terza se- particolare menzione le crona- ne risorse della tecnologia. Il zione, intitolata La pastorale che, pressoché del tutto inedite, tutto seminascosto in un borgo sociale di monsignor Edoardo relative agli anni della Seconda fra le colline del Monferrato, Giuseppe Rosaz e l’avvento del Guerra Mondiale – e una al- circondato da boschi e vigne- Novecento è incentrata sulla trettanto importante antologia ti, e difeso come un fortino da disamina delle vicende di pie- di scritti editi e inediti di autori sistemi di sicurezza all’avan- no Ottocento, con le trasfor- (scrittori, poeti, scienziati, sem- guardia e da cani abbaianti. mazioni vissute dal territorio plici viaggiatori) che hanno at- Siamo di fronte ad uno dei valsusino a causa dell’avvento traversato la Valle di Susa tra la più prestigiosi e avanzati centri della ferrovia, dell’industrializ- fine del Seicento e l’ultimo Ot- di restauro presenti nel pano- zazione e dei primordi del tu- tocento descrivendone paesaggi rama italiano: eppure l’atmo- rismo, con gli impatti che tali e società, la quale fornisce uno sfera è ancora quella di una mutazioni ebbero sul tessuto straordinario quadro letterario bottega d’arte rinascimentale, sociale valligiano. All’interno di questa porzione dell’arco in cui la famiglia (giunta ormai della sezione un ampio capito- alpino. Da ultimo, un’ampia alla terza generazione) condi- lo è dedicato alla figura di mon- bibliografia e sitografia e un vide spesso con i collaboratori signor Edoardo Giuseppe Ro- essenziale indice dei nomi la tavola e la casa, e il mestiere saz, vescovo dal 1878 al 1903 completano questa ricca ope- si tramanda attraverso le rego- e beatificato da papa Giovanni le antiche della tradizione. ra che costituisce un tassello Paolo II nel 1991, il quale in- L’autore di questo miracolo di grande importanza per gli centrò tutta la sua pastorale sul è stato Guido Nicola (1921- studi storici dedicati alla Valle soccorso alle fasce più deboli e 2015), fondatore nel 1948, con di Susa. bisognose e sull’attenzione alle la giovanissima moglie Maria esigenze pastorali del territo- Andrea Zonato Rosa Querini Borri, dell’impre- rio, con iniziative e attività che sa che porta il suo nome. Oggi ancora oggi sono attuali. La alla Nicola Restauri lavorano fi- quarta sezione, Dai primi anni gli, genero, nuora e nipoti, oltre del Novecento alla fine della a numerosi dipendenti e colla- Seconda Guerra Mondiale, in- boratori italiani e stranieri. fine, affronta la prima metà Già una volta, in occasio- del Novecento con l’impatto ne dei sessant’anni di attività 387 del laboratorio, la storia della a cataste di quadri e cornici, Giovanni Bianco, Viaggio dinastia è stata raccolta in un cercando di “rubare” il me- nella parrocchia di libro edito da Allemandi nel stiere agli adulti: una gamma Montegrosso di Asti dal 988 2009 e curato da Armando di ricordi che si completa con al 2015, Montegrosso di Asti, Brignolo e Salvatore Giannel- immagini e flash del resto della 2015, pp. 308; la. Dai primi passi nella piccola cerchia familiare. bottega di via Napione a Tori- Alle loro voci si uniscono Vallumida, una storia di no, che fungeva anche da ne- quelle di quanti hanno cono- 70 anni e molto di più. gozio di barbiere, all’amplia- sciuto Guido Nicola per motivi Personaggi, fatti e viaggi. mento graduale, nel 1968, con di ricerca e di lavoro: ecco dun- Documenti storici originali l’inaugurazione dei funzionali que amici, allievi, collaborato- della nostra terra, a cura di e luminosi padiglioni nell’Asti- ri, storici dell’arte, funzionari Giovanni Bianco, s.l. [ma giano; dal certosino lavoro fra delle Soprintendenze, pittori, Asti], s.e. [ma Edizioni spazzole e pennelli ai grandi antiquari, collezionisti, giorna- Gazzetta di Asti], s.d. [ma interventi sul territorio: i sal- listi radiotelevisivi e della carta 2017], pp. 304; vataggi d’emergenza in caso di stampata; tutti a raccontare crolli e inondazioni, i cantieri dal loro angolo di visuale l’in- “Di più questa buona nelle Residenze Reali, i traspor- contro con il protagonista. Ne popolazione non poteva fare”. ti spettacolari. Come non ricor- esce il ritratto di un uomo ge- Storia della comunità di Santo dare i viaggi della settecentesca niale e tenace, al quale le forti Stefano di Montegrosso in imbarcazione sabauda detta “la radici contadine e la solida occasione dei 100 anni della peota”, che usciva da Palazzo esperienza impediscono arie Parrocchia, a cura di Giovanni Madama avvolta nel suo “velo e snobismi anche quando, al Bianco, s.l. [ma Asti], s.e. [ma da sposa”, sostava nelle sale cli- culmine della notorietà, lavora Edizioni Gazzetta di Asti], matizzate di Aramengo per ap- per prestigiose istituzioni e fa- 2018, pp. 400. prodare infine, sollevata da una coltose famiglie private, e la te- gru, fra le mura della reggia di levisione giapponese gli dedica In un migliaio di pagine Gio- Venaria. O la selva di impalca- un programma di 75 minuti, vanni Bianco offre un affresco ture nella cappella del Para- riprendendo tutte le fasi della vivo e pulsante delle comunità diso al Sacro Monte di Crea, giornata nell’atelier. Un uomo parrocchiali, e non soltanto di dove le 177 statue in terracotta dal fisico minuto, occhi pene- quelle, di Montegrosso di Asti, appese al soffitto dondolavano tranti e camice bianco, spriz- dove, ben inserito nel tessuto e scricchiolavano in precario zante energia vitale, che acco- connettivo del paese sia come equilibrio, minacciando di ca- glie al cancello con un sorriso assessore comunale, sia come dere in testa ai restauratori. cordiale e la proposta di un diacono permanente, vive con Ora, a qualche anno di di- caffè; severo con i figli e con la sua famiglia. In questo lavo- stanza dalla morte del fondato- gli allievi, ma sempre pronto ro non c’è lo scavo dello stori- re, la figlia Anna Rosa propone a incoraggiare. Passione, peri- co. Tuttavia l’Autore ha saputo una nuova rilettura della figura zia, sensibilità: sono le doti che raccogliere con passione e acri- paterna in chiave più intima unanimemente gli vengono bia una mole di notizie, anche e privata. Lo fa raccogliendo riconosciute, anche dai critici minori e minime e non esclu- spezzoni personali di vita e di più esigenti. Così come da tutti sivamente di ordine religioso, memoria: a partire dalla testi- viene ricordata la calda cucina anche se sono proprio queste monianza della madre, figlia di dal grande camino, dove spes- ultime che hanno solleticato un affermato antiquario sfol- so i visitatori venivano invitati il suo interesse. Attraverso lo lato in campagna durante la a gustare tartufi e ortaggi di spoglio di bollettini parroc- guerra, che conosce a tredici stagione personalmente cercati chiali e di giornali locali – in anni il ventunenne Guido, lo e coltivati dal padrone di casa, primis la “Gazzetta di Asti”, a sposa a sedici, e diventa la sua e offerti con lo stesso orgoglio cui ancora collabora –, di let- più instancabile collaboratrice. con cui avrebbe esibito un ca- tere e archivi privati ma anche L’autrice stessa, con il fratello polavoro appena restaurato. di testimonianze e ricordi tra- Gian Luigi, rievoca poi un’in- mandati oralmente, si mette a fanzia speciale, trascorsa dor- Graziella Riviera disposizione di chi vorrà scri- mendo e giocando in mezzo vere la “Storia del paese”, una 388 messe importante di dati e no- Secondo Sguardo. Asti, l’apporto di un valido quanto tizie per di piú arricchita da un Monferrato e Langhe sparuto gruppo di compagni prezioso apparato fotografico, da Secondo Pia ad oggi, di ufficio (B. Scialuga, V. Ra- con immagini di ieri e di oggi. Fotografie di Franco Rabino vizza, L. Varbella). “Uno stru- Il primo volume “narra la (Mutamenti 1); Frammenti mento di lavoro” lo ha definito storia della realtà ecclesiale che di Utopia. Cantine sociali Carlo Cerrato nella prima delle tuttora costituisce una com- nell’Astigiano: segni di stagioni due pagine non numerate pre- ponente importantissima, ma controverse, Fotografie di messe al testo in cui sottolinea lascia anche comprendere che Pierluigi Fresia (Mutamenti l’importanza del lavoro e con- nei tempi storici presi in esa- 2); Aspetti e dimensioni densa le ragioni della ristampa me, parlare della chiesa signifi- del problema delle Cantine di quella indagine condotta e cava indubitabilmente presen- Sociali astigiane. Una ricerca approntata nella seconda metà tare l’intera realtà del paese” cinquanta anni dopo, a cura degli anni Sessanta su stimolo (Francesco Ravenale). Nel se- di Gianni Goria (Mutamenti del Presidente della Camera di condo “il libro non si limita a 3), tutti pubblicati da commercio Giovanni Borello raccontare questi ultimi set- Scritturapura Casa Editrice, (cfr. le sue quattro pagine non tant’anni, ma affonda la zappa Asti, 2019, rispettivamente numerate che precedono lo della cronaca nell’elenco dei pp. 184 (+ Appendice 1, pp. studio di G. Goria) quando, cappellani (…) e poi della co- I-XIV, Appendice 2, pp. XV- “esplosa la crisi della ‘Conso- munità tutta, ma si sottolinea XX, Appendice 3, p. XXI); ciazione Asti Nord’, dalle cam- altresì come sia di ‘particolare pp. 223; pp. 125. pagne si tornava a fuggire [e] interesse’ la raccolta fotogra- i temi della programmazione fica che abbina festa e lavoro I tre volumi sono nati nell’am- economica erano centrali nel (…) secondo il miglior stile bito del progetto ‘Un secolo di dibattito politico”. Tuttavia, lo della nostra storia paesana” modificazioni del paesaggio e studio che n’è scaturito, al di là (mons. Vittorio Croce). “L’at- del territorio vitivinicolo del del tasso scientifico, per tanti tenta ricerca dei particolari e Monferrato Astigiano’ (respon- aspetti straordinario, “man- la minuziosità dell’esposizione sabile: Carlo Cerrato) che, con tiene intatto il suo valore, sia classifica questo studio [cioè il il sostegno della Compagnia di come documento storico sia terzo volume] come particola- San Paolo, porta avanti, con come modello”. E dobbiamo re e unico nel suo genere per la determinazione e successo la quindi essere grati a Carlo Cer- frazione [cioè Santo Stefano]; ‘Fondazione Giovanni Goria’, rato e alla Fondazione Giovan- infatti la pubblicazione delle una importante gemmazione tante fotografie storiche, rende ni Goria per avere recuperato della realtà culturale astigiana piacevole la lettura dei testi” e messo a disposizione di chi (Marco Curto, Sindaco). presieduta da Marco Goria e non si accontenta di orecchia- Terminiamo con una nota gestita, con piglio manageriale, re la storia, un documento im- di ‘colore’. Sotto l’aspetto edi- dal Segretario generale – ch’è portante della realtà socio-eco- toriale i tre libri sono, come poi il responsabile del progetto nomica astigiana di cui restano dire? un po’ strani. Carta pa- citato – il quale si avvale di un ormai pochissime copie. Con gruppo efficace di giovani col- tinata, ben impaginati (a parte la consapevolezza che “in una laboratori (Simona Codrino, qualche taglio nella riprodu- stagione in cui più che mai oc- Alessia Conti, Cristina Zucca- zione di pagine di bollettini), correrebbe soffermarsi sulla ri- ro, Sara Zuccotto) coordinato belli gli scatti e precise le cor- cerca di nuove vie di sviluppo, da un’attenta e vivace Chiara rispondenti legende, chiari i memorie e approfondimenti Cerrato. Il terzo è di fatto l’e- caratteri di stampa. Tuttavia il restano insostituibili” e che la dizione anastatica di un ori- primo manca del frontespizio “virtù della riflessione” rimane ginale, messo a suo tempo in e dell’indice e tutti sono privi ancora e lo resterà sempre una circolazione con una stampa al laica – se mi si passa l’ossimoro del colophon, per cui i dati ciclostile in cui si condensava – virtù teologale. (luogo, editore, anno) manca- uno studio condotto da Gian- E proprio alle Cantine So- no o sono stati spesso dedotti ni Goria, allora poco piú che ciali dell’Astigiano è dedicato il dalle letture del testo o sugge- venticinquenne, responsabile secondo volume che, con tutto riti dall’Autore. dell’Ufficio Studi della locale l’apparato fotografico, diventa Renato Gendre Camera di Commercio, con parte integrante del progetto 389 citato. E lo puntualizza bene scelta editoriale, tre contributi Pia da riprodurre oggi, nella l’Autore in Come un’urgenza di spessore, che consentono al stessa inquadratura (ove è pos- di testimoniare, poche righe fruitore non distratto non sol- sibile) e nelle stesse condizioni che sanno di premessa: “quel- tanto di ‘vedere’, ma anche di di luce”. E del successo di una lo che ho sentito nell’iniziare ‘leggere’ per approfondire la tale operazione è prova sicura questo lavoro (…) era un’ur- conoscenza della realtà socio- quel senso di sincera e delicata genza di testimoniare visiva- economica delle Cantine So- emozione che coglie chi sfoglia il mente e perché no? In qualche ciali, che hanno segnato “una volume con la lentezza che la ri- modo raccontare per immagini stagione fatta di luce e di om- flessione impone e ‘gusta’ quelle qualcosa che, nel bene e nel bre. Come ogni stagione”, an- immagini carpite al paesaggio male, ha segnato un periodo che se delle quarantasei iniziali astese, monferrino e langarolo di sogno e spesso illusioni di soltanto – mutatis mutandi – e fissate, in modo speculare, questo territorio”. Da ch’in- ventuno sono ancora in attivi- dai due fotografi (cfr. Il passa- tende fissare con la macchina tà. Sono quelli di uno storico: to e il presente, pp. 35-157). Il fotografica semplicemente il M. Renosio, La cooperazione volume arricchito da due pre- paesaggio monferrino e langa- enologica nell’astigiano: sto- ziosi scritti di Franco Rabino rolo puntando l’obiettivo sulla ria, problemi, prospettive (pp. (Un giovane avvocato di belle sinuosità delle colline, sui filari 9-19); di un ricercatore IRES- speranze, pp. 7-16) e di Fran- di vite, sulle residenze contadi- Piemonte: L. Varbella, Dalla co Correggia, deus ex machina ne e no, sui castelli piú o meno ricerca alla strategia (pp. 21-32); degli splendidi, in tutti i sensi, ben conservati, Pierluigi Fresia di un giornalista economico: V. “Quaderni di Muscandia” (Fo- si smarca. Infatti, “la sua idea Ravizza, Una stagione di sogni togrammi e storie dei mondi di di fotografare gli edifici che e progetti (pp. 33-36). collina lungo il fluire del tempo, hanno ospitato o ospitano gli “Trovare il titolo di questo pp. 17-32), si chiude con I do- impianti delle Cantine Sociali prezioso lavoro [il primo] di cumenti. Gli appunti (pp. 159- dell’Astigiano ci ha indotto a Franco Rabino è stato un gio- 222) in cui sono riprodotte fo- soffermarci su un aspetto del co, semplicissimo. (…) Secon- tografie con le note autografe contesto in cui viviamo che do sguardo, come dire: soffer- di Secondo Pia, in una grafia corrisponde propriamente ai miamoci su ciò che sta attorno cosí chiara che forse non era canoni correnti della bellezza”. a noi. Ma come dire anche: neppure il caso di trascriverle. D’altra parte quelle fotografie andiamo a rivedere, supper- testimoniano anche la presen- giù cento anni dopo, alcuni Renato Gendre za di “edifici, forme, contesti dei luoghi vicini a noi fissati poco considerati, scarsamen- su lastra da un grande pioniere te studiati, a volte addirittura della fotografia che Secondo Bernardo Perazzone. Un rimossi” (ib.), ma che con la faceva di nome: Secondo Pia” fotografo eporediese alla loro presenza sono traccia “di (C. Cerrato, Secondo sguar- Grande Guerra, a cura di un periodo di grandi trasfor- do). A queste il Curatore ag- Fabrizio Dassano e Elisa mazioni, di sogni di riscatto, di giunge un’altra motivazione, Benedetto, Prefazione utopie in frantumi”. Frammen- “richiamare l’attenzione degli di Lucio Fabi, Ivrea, ti di utopie appunto, come tito- studiosi anche su altri aspetti Associazione di Storia e Arte la le pagine introduttive Carlo dell’opera di Secondo Pia, un Canavesana, 2018, pp. 275, ill. Cerrato, nelle quali però, senza autore da studiare anche come grandi sforzi, si colgono “casi fotografo del paesaggio e del Bernardo Perazzone (Zimo- di successo, di trasformazioni patrimonio artistico piemonte- ne, 11 marzo 1898-Alessan- laboriose che hanno creato e se” e non soltanto come il pri- dria, 5 gennaio 1979) fu uno creano bellezza”. Il volume mo che, autorizzato da re Um- dei seicento fotografi militari oltre agli scatti sulle sedi del- berto I, fotografò la Sindone. arruolati nel Regio Esercito le Cantine Sociali, comprese E a un professionista di primo Italiano al fine di immortalare quelle ormai non piú operative piano come Franco Rabino è le vicende della Prima Guerra (cfr., p. es., quella di Cisterna stato affidato “il compito di Mondiale. Chiamato alle armi d’Asti, oggi trasformata nella selezionare i luoghi da ripro- nel febbraio del 1917 fu alle sede della prestigiosa Azienda porre mettendo a confronto dirette dipendenze di Ema- ‘Vini Povero’) offre, per felice una serie di scatti di Secondo nuele Filiberto Duca d’Aosta 390 – comandante della III Arma- nell’opera del fotografo epo- Carlo Olmo, Patrizia ta sul Carso e sul Piave – cui rediese, «che anche per que- Bonifazio, Luca Lazzarini, Le rimase legato anche a conflitto sto rivela un aspetto della sua Case Olivetti a Ivrea. L’Ufficio finito. Forte dell’esperienza personalità. Il suo pensiero, Consulenza Case Dipendenti fatta nel campo della fotogra- anche se inespresso, è chiaro: ed Emilio A. Tarpino, fia negli anni militari, aprì in la guerra è occupazione milita- contributo fotografico di seguito a Ivrea un laboratorio re di territori, azioni belliche, Paolo Mazzo, Bologna, fotografico che divenne fra reparti in transito e manipoli Società editrice il Mulino, i più rinomati del Canavese. di generali, ma produce mor- 2018 (Collana di Studi e Poco prima della scomparsa ti e sofferenze, case distrutte, Ricerche dell’Associazione Perazzone donò alla Biblioteca trincee sconvolte, aerei abbat- Archivio Storico Olivetti), pp. Civica eporediese “Costantino tuti e cannoni scoppiati» (p. 291, ill. Nigra” la sua cospicua rac- 15). Un discorso a parte meri- colta di fotografie riguardanti ta il ragguardevole numero di Il volume, grazie alle ricer- luoghi, personaggi ed even- stampe del fondo Perazzone che condotte presso l’Archivio ti della Grande Guerra; tale dedicate a Emanuele Filiberto Storico Olivetti e presso altri fondo costituisce il corpus di Duca d’Aosta in visita alle trin- archivi privati e pubblici, offre questa rilevante pubblicazione cee carsiche del San Michele, un primo esame sui programmi dell’A.S.A.C. del Sei Busi e dell’altipiano di di case per dipendenti a Ivrea Tiziano Passera (Presidente Comeno tra l’estate del 1916 con un particolare riguardo dell’Associazione di Storia e e la successiva del 1917: non al ruolo affidato all’Ufficio Arte Canavesana), nell’Intro- sono foto di Perazzone, ma da Consulenza Case Dipendenti duzione al volume, sottolinea lui furono stampate e raccolte Olivetti diretto dall’architetto l’importante valore storico attingendo all’archivio della Emilio A. Tarpino. Sono og- del Fondo Perazzone: valore sezione. «Quasi un omaggio getto di studio e di analisi sia i «confermato fra l’altro dall’in- al Duca, che in seguito, sulla modelli progettuali sia le scelte gente quantitativo di fotografie linea del Piave, si trova a foto- politiche operate dalla Società aventi per soggetto i vari tipi di grafare in un gran numero di Olivetti tra gli anni Trenta e gli armi e di mezzi utilizzati dai luoghi e campi di battaglia» (p. anni Sessanta del Novecento. nostri soldati in combattimen- 16). Scelte che documentano «la to, per tacere delle numerose Le fotografie di Bernardo pluralità di soggetti e di cul- e sconvolgenti testimonianze Perazzone sono presentate in ture – anche tecniche – che relative alle distruzioni cui an- dieci capitoli, che seguono l’an- contribuirono a dare forma darono incontro molte località damento della guerra e i suoi al paesaggio residenziale di della parte nord-orientale del- protagonisti: dal Carso tra il Ivrea, investito da un singolare la nostra Penisola» (p. 6). Su 1915 e il 1917, a Caporetto e processo di modernizzazione questi temi torna il triestino alla guerra sul Piave; dal Duca che vide l’attività dei servizi so- Lucio Fabi (La Grande Guer- d’Aosta alle immagini dei solda- ciali come fulcro della gestione ra di Bernardo Perazzone il fo- ti morti; dal «territorio ferito e della vita della fabbrica». Le tografo del Duca d’Aosta, pp. umiliato» al «dopoguerra poco vicende complessive delle “ar- 7-16): le scelte di Perazzone conosciuto». Ciascun capitolo è chitetture olivettiane” – in uno nell’allestire alcuni dei suoi al- aperto dal prezioso commento scenario «certo non lineare nei bum – scrive Fabi – non sono dei curatori Fabrizio Dassano processi e negli esiti formali, e casuali, né tantomeno neutrali. ed Elisa Benedetto, curatori di più interessante per lo studio Le immagini raccolte «rappre- questo libro, dalle cui pagine di progetti, azioni, attori» (p. sentano i principali campi di traspare un evidente e sicuro 49) – sono narrate in un am- battaglia, i luoghi topici del messaggio: «che eventi come la pio capitolo introduttivo da conflitto, ma soprattutto i costi Grande Guerra (e come tutti i Patrizia Bonifazio. La figura di umani di un conflitto crudele Emilio Tarpino, in particolare, conflitti verificatisi nell’ultimo e spaventoso», pochissime, per rimanda alle «molteplicità dei secolo) non abbiano mai più a contro, le foto di autorità mi- piani su cui dialoga» con le ripetersi!» litari. Un insieme di elementi gerarchie e il mondo dell’im- che evidenziano «l’assoluta Franco Quaccia presa e con gli architetti che mancanza di retorica ufficiale» affollano la scena eporediese 391 (Carlo Olmo, p. 15): «Quella di Ivrea – «è stato uno dei più primi del Novecento, pp 145- che Tarpino mette a punto con grandi musicisti canavesani, 148). Arricchisce il volume un il suo ufficio tra l’inizio degli tuttora insuperato in quanto suggestivo inserto fotografico anni Cinquanta e la fine degli a mole e qualità della produ- (Album di famiglia, pp 47-76). anni Sessanta è un’intensa pro- zione» (p. 5). Autore versa- Franco Quaccia gettualità a servizio dei dipen- tile, prolifico e instancabile, denti, una vera e propria filiera il maestro Burbatti «fu per dell’abitazione nonché uno dei quarant’anni un fondamentale Giancarlo Libert, Emigrazione prodotti più evidenti dell’im- punto di riferimento in Ivrea e e storia locale, San Giorgio pegno attivo di Adriano Oli- Canavese: veramente, e senza Canavese, Atene del vetti e della sua impresa nella enfasi alcuna, egli impersonò Canavese, 2018, pp. 154. costruzione di una politica di la Musica, prodigandosi all’or- welfare rivolta ai lavoratori del- gano, insegnando, prestando Il volume accoglie alcuni la fabbrica» (Luca Lazzarini, p. opera di pianista nelle occa- scritti che, tra 1995 e 2015, 159). L’indice testimonia l’arti- sioni più svariate; e conseguì, l’autore ha pubblicato su pe- colato percorso di conoscenza oltre a ottimi risultati artistici riodici vari: «Il Platano», «Ri- e di analisi proposto nell’ope- la meta non meno importante vista di Sto­ria, Arte e Archeo- ra: Marcella Turchetti, Enrico (allora in un ambiente perife- logia per le province di Ales- Bandiera, Premessa (pp. 7-9); rico) di affermare l’alta dignità sandria ed Asti», «Le Rive», Carlo Olmo, Introduzione (pp. della professione musicale» (p. «Atti dei Convegni della Socie- 13-16); Patrizia Bonifazio, Non 29). Un significativo percor- tà di Studi Araldici», «Archivi c’è casa senza industria. Le pre- so artistico e umano, dunque, e Storia» e «Julia Derthona». messe teoriche, storiche e cul- sempre e comunque in sinto- Sono pagine di storia locale, turali del problema della casa a nia «con il suo carattere schivo incentrate soprattutto sull’am- Ivrea (pp. 17-82); Carlo Olmo, e modesto, alieno a qualsivo- biente astigiano­ del Settecento Non sempre le mitografie han- glia tipo di ribalta». L’odier- e sull’emigrazione piemontese no ragione (pp. 83-118); Luca na pubblicazione – nel 150° in Argentina, Francia e Stati Lazzarini, Emilio A. Tarpino anniversario della nascita del Uniti d’America, preziose per e i progetti dell’Ufficio Consu- Maestro – ne indaga la figura e ricchezza di dati e notizie. lenza Case Dipendenti Olivetti: si addentra nella sua vasta ope- Sulla famiglia astigiana dei un programma tra architettura ra. Il libro – con Prefazione di Galvagno di Monale, Goffre- e costruzione del paesaggio (pp. Edoardo Aldo Cerrato, vesco- do Casalis, nel suo Dizionario 119-176); Luca Lazzarini, Nota vo di Ivrea – comprende note geografico-storico-statistico-com- biografica di Emilio A. Tarpino storico-biografiche curate da merciale, scrisse diffusamente (1923-1990) (pp. 177-179); Tiziano Passera e diverse testi- dei personaggi a lui contempo- Marcella Turchetti, Il portfolio monianze recenti e passate, sul ranei, ma queste pagine aggiun- fotografico di Paolo Mazzo (pp. musicista e sull’uomo Angelo gono notizie per un periodo che 181-182; fotografie, pp. 183- Burbatti (don Giuseppe Pon- va dal Trecento al Settecento, 206); Appendice (con inserti chia, monsignor Paolo Agrano, evidenziandone il rapporto con documentali, pp. 207-283). Federico Perinetti, Annamaria Venditti, don Renzo Gamer- Monale e segnalando quegli Franco Quaccia ro, Bernardino Streito) oltre a esponenti, che più si distinsero una Conversazione su Angelo sulla scena civile e politica, per Burbatti con Roberto Cognaz- cui la loro genealogia integrata Il Maestro Angelo Burbatti zo a cura di Paolo Bersano e da ricerche recenti, così come la (Montalto Dora 1868-Ivrea Davide Bolognino. La produ- trascrizione dei due documen- 1946). Una vita per la musica, zione del Maestro canavesano ti finali, hanno un ruolo fonda- a cura di Tiziano Passera, viene presentata da Arturo mentale. Dalla Monale, soprat- Ivrea, Bolognino Editore, Sacchetti. Accanto a un esau- tutto settecentesca, si passa 2018, pp. 152, ill. stivo Catalogo delle opere (pp. alla Pampa Gringa dei fratelli 79-94) sono riportati anche Casalis di Carmagnola, con i Angelo Burbatti – compo- alcuni inediti (pp. 107-140) preziosi cenni alla fondazione sitore, organista e maestro di e le Pifferate del Carnevale di di San Francisco de Cordoba e cappella presso la cattedrale Ivrea (trascritte da Burbatti ai alle rilevanti presenze piemon- 392 tesi in Argentina. Quasi a voler pi tra 1300 e 1400, per conti- quello di barriera ma di soglia controbilanciare questa aper- nuare considerando l’emigra- di passaggio, e pertanto di op- tura sul nuovo mondo (che il zione novarese in Argentina e portunità di crescita e arricchi- Papa dice “altro”) ecco allora terminare narrando le vicende mento interiore. Il libro si apre evocare il vescovo Joseph de dei produttori vitivinicoli in con il ricordo di due successi Montfalcon du Cengle, savo- California. sportivi di cui, in anni lontani, iardo di nascita e titolare poi Emigrazione e storia locale, era stato testimone lo stesso della cattedra di Tarantasia, come recita il titolo di quest’ul- autore: una tappa di montagna qui ricordato come canonico timo libro di Giancarlo Libert, vittoriosa di Nino Defilippis e di San Maiolo e presente in sono i due pilastri sui quali egli l’impresa straordinaria di Li- Piemonte. Ed ecco i Broglia ha basato il suo studio delle vio Berruti, vincitore di una di Chieri, famiglia notevole ‘radici’, l’oggetto delle sue at- medaglia d’oro alle Olimpiadi tra Cinque e Seicento, e nei tenzioni. In un rapporto dia- di Roma del 1960. Nello stesso lustri successivi, ove emergono lettico vivace e sentito l’Autore anno, Dario Rei faceva il suo il ritratto di monsignor Otta- ha cercato risposte al quesito: ingresso al Liceo Classico Gio- vio Broglia, vescovo di Asti, chi siamo? per passare a un: berti di Torino, di cui ricorda e il ricordo di quattro note- da dove veniamo? e, proprio ancora con affetto alcuni do- voli esponenti dei De Broglie nel tentativo di rispondere alle centi: Vittoria Moccagatta per francesi. Baldichieri a metà due domande, ha svolto le sue storia dell’arte, Luciano Perelli Settecento offre lo spunto per indagini iniziando un viaggio per lettere greche e latine, e studiare attentamente carte infinito ed inesauribile che lo Antonio Droetto per filosofia. civili e religiose del periodo, ha posto spesso nella necessità All’inizio degli anni Sessanta quindi, dal piccolo mondo di stabilire nuovi contatti, crea- la vita culturale di Torino era astigiano, l’ambiente Argen- re ponti, trarre considerazioni, molto vivace, e il giovane Rei tino s’impone con la figura di con naturalezza, forte delle vir- era un assiduo frequentato- un ‘conte di Passalacqua’ che, tù e dei valori dei nostri emi- re dei teatri, della biblioteca Giuseppe Guazzone nato ad grati: fierezza e orgoglio sì, ma Civica e di quella, splendida, Alessandria nel 1854, là affer- ben consci che qualcuno prima aperta in Piazza San Carlo mò come produttore di grano di loro, in terra di Piemonte, si dell’USIS (United States In- e organizzatore di colonie, era fatto i calli, lavorando sodo formation Service). E non po- finché, come il suo contempo- e sudando il giusto. trà mai dimenticare alcuni in- raneo Francesco Matarazzo, contri stimolanti, come quello suo coscritto in Brasile, non Carlo A. M. Burdet con Emilio Segrè, appena insi- realizzò quei valori in cui l’ita- gnito del Premio Nobel per la lianità sempre si distinse, che fisica, e con Norberto Bobbio. merita loro il titolo di conte. Dario Rei, Stranieri di Attento ai cambiamenti che si Merita considerazione ciò che casa. Persone e storie fra andavano verificando nell’am- appare Oltreoceano ma va pur Torino e Monferrato, Chieri, biente urbano e nel tessuto so- considerato quanto si realizzò Gaidano&Matta edizioni, ciale, Rei ricorda la transizione qui tra noi, sembra suggerire 2018, pp. 209, ill. del proprio quartiere nella Libert, richiamando l’attenzio- periferia Nord di Torino, che ne su Baldichieri d’Asti e quei Come ci viene anticipato da borgo rurale si era trasfor- Gambini, che parteciparono ai nella Presentazione, il volu- mato in area industriale dopo moti del 1821 ed al processo me, suddiviso in undici capi- l’insediamento delle Ferriere politico di unificazione nazio- toli, ripercorre vicende che si piemontesi (dal 1917 Fiat). Ma nale. Alcuni scritti trattano de- sono dipanate tra Torino e il il vento del cambiamento stava gli aspetti intrinseci dell’emi- Monferrato in anni recenti e modificando anche le abitu- grazione quali le capacità pro- lontani, ma prima di mettersi dini apparentemente più con- fessionali dei nostri emigranti, all’opera, l’autore si affretta a solidate, come evidenziò l’in- delle loro caratteristiche rileva- fornirci una chiave di lettura dagine di sociologia religiosa te dal censimento del 1861. Al- indispensabile per evitare il a cui partecipò anche Filippo tri tratteggiano figure di prelati rischio di interpretazioni scor- Barbano nel 1954-55, che mise come Maurice Jean Magdelein rette: l’accezione da lui attribui- in luce la drastica diminuzione de Broglie e il vescovo Scaram- ta al termine di confine non è dei messalizzanti. All’Universi- 393 tà l’autore, allora studente alla sino, nato a Buttigliera d’Asti stematicamente accompagnato Facoltà di Lettere, è debitore nel 1904, brillante studioso di dall’indicazione: «casa fondata di un incontro destinato a la- etnologia e scienze religiose, nel …». Sulla base di questa sciare il segno: quello con il ricercatore particolarmente in- data si tende ad assegnare l’in- prof. Franco Venturi che, nel teressato agli Acioli del Nord venzione dei nocciolini all’i- corso da lui tenuto a Palazzo Uganda, con i quali aveva sa- nizio dell’Ottocento; ad un’e- Campana nel 1964-65, illustrò puto instaurare dei rapporti poca insomma non lontana la figura del conte Adalberto personali. L’autore menzio- da quella in cui si colloca l’in- Radicati di Passerano, libero na, poi, la presenza dei due venzione di quell’altra golosità pensatore in odore di eresia e Musei etnologici dell’Istituto a base di nocciole che sono i per questo malvisto dalla corte Missionari della Consolata in gianduiotti. Alcuni documenti sabauda. Corso Ferrucci a Torino e dei posticipano la data al 1878: ma I capitoli successivi offrono salesiani al Colle Don Bosco: si tratta di fatture, un tipo di molta materia di riflessione, quest’ultimo provvisto di ri- documento che non si conser- non solo sulla grande storia sorse multimediali di fruizione va per molti anni; sembra in- ma anche su quella minore del e forse per questo in grado di vece identificato con una certa Novecento. Dopo essersi sof- richiamare una maggiore af- sicurezza il primo produttore, fermato sui monumenti ai ca- fluenza di visitatori il confettiere Giovanni Podio. duti e sulle lapidi presenti nei Otto capitoli raccontano i piccoli centri del Monferrato, Gabriele Vinai nocciolini nella loro storia in- l’autore ricorda che nel 1941 dustriale e commerciale, dalle Castelnuovo ospitò un Centro origini al XXI secolo; vicenda di internamento: circa novanta Francesca Marino, I Nocciolini vista anche come capitolo di persone, soprattutto ebrei, pro- di Chivasso. Storia, tradizioni, storia economica locale e do- venienti dalla Jugoslavia, erano mito, Castellamonte (To), cumento della capacità di im- state catturate dalle truppe ita- Publisher, 2018, pp. 175, ill. presa della città. Altre pagine liane. Stando alla testimonianza sono dedicate alla descrizione di uno di loro, l’internamento Questa monografia su un delle proprietà organolettiche non ebbe nulla di traumatiz- prodotto dolciario di piccole dei nocciolini. Nel libro tro- zante e, per aver protetto alcuni dimensioni vuol avere un am- viamo poi documentate, con ebrei, nel 2017 è stato conferi- pio respiro e si apre con sinte- illustrazioni che sublimano il to il titolo di “Giusto delle na- tiche panoramiche sul conte- piacere della gola nel piacere zioni” agli eredi della famiglia sto storico della Torino risor- degli occhi, le materie prime Gilardi. Prima di lasciarsi alle gimentale, sul miglioramento utilizzate, le fasi di lavorazio- spalle il tema della guerra, Rei della qualità della vita e dell’a- ne, le pasticcerie (con foto d’e- tratteggia la figura del salesiano limentazione nell’Ottocento, poca e recenti), le confezioni, i Don José Molas, paraguayano, sulla scuola torinese dell’arte diplomi che attestano i premi che nel 1938 era stato inviato dolciaria, sulla coltivazione ottenuti nella varie esposizio- in Piemonte, diventando primo della nocciola in Piemonte e il ni nazionali e internazionali, rettore del Santuario di Maria suo uso in pasticceria, per poi copie di ricette ecc. Il respiro Ausiliatrice a Torino e in se- passare a descrivere i riflessi internazionale è dato dalla sin- guito direttore del Santuario che tutto questo ebbe a Chi- tesi in inglese che apre ogni dei Becchi a Castelnuovo, dove vasso, tradizionale polo di at- capitolo. si trovò coinvolto in un deli- trazione con il suo mercato per Il linguista è tentato di se- cato lavoro di mediazione per il territorio che la circonda. guire la varietà onomastica lo scambio dei prigionieri. In Come spesso avviene per le documentata sulle confezio- riconoscimento della sua abne- ricette golose, la storia locale ni: troviamo i «Noasetti» di gazione, il 3 maggio 2012, nel- tende a retrodatare nel tempo Nazzaro Francesco (casa fon- la parte alta di Castelnuovo fu l’invenzione, nella tacita con- data nel 1810, p.103); voce collocato un Ulivo delle Colline vinzione che antichità voglia già attestata nel timbro della di Gerusalemme, in memoria dire nobiltà ed eccellenza del «Antica Fabbrica da Noaset- dell’asilo dato ai perseguitati. prodotto: sulle confezioni che ti» della confetteria Podio (p. Di particolare interesse, poi, si trovano riprodotte nel libro 46); si tratta di un francesismo è il capitolo su Renato Boccas- il marchio del produttore è si- da «Noisettes» che si legge su 394 «eleganti scattole [e il corret- nelle adiacenze del grande alla rappresentanza del nostro tore di bozze non intervenga a parco ottocentesco del Bois de Paese in Belgio. La transazione correggere!] di latta decorate» la Cambre, secondo tradizione si realizzò e dal 1919, arreda- ancora di Nazzaro Ernesto; il (non del tutto fondata) luogo to con opere d’arte, mobili di quale all’esterno della propria occupato dalle truppe ingle- pregio provenienti in gran par- caffetteria esibiva la targa di si alla vigilia della battaglia di te dal Castello di Moncalieri, marmo che informava: «fab- Waterloo. il Palazzo divenne Residenza brica / brevettata di / noc- La sede storica dell’amba- dell’Ambasciatore d’Italia in ciolini / specialità / ernesto sciata italiana in Belgio, di cui Belgio. nazzaro». Il nome «Noccioli- ricorre il centenario, fu pro- Vi erano stretti legami di pa- ni» compare sulla confezione gettata dagli architetti parigi- rentela tra le famiglie regnanti della pasticceria Bonfante (p. ni Pierre e Maurice Humbert italiana e belga, che l’8 gennaio 117); e «Noasetti» diventa un su commissione del figlio del 1930 si rafforzarono col ma- marchio, con la sottostante in- Ministro degli Affari Esteri trimonio fra Maria José, figlia dicazione «Nocciolini di Chi- Joseph de Riquet de Caraman del Re dei Belgi Alberto I di vasso» sulle serie di confezioni Chimay. Sassonia Coburgo e Umberto visibili nelle pagine 128-129; Gli architetti Humbert era- Principe di Piemonte. La cena «Noisettes - Nocciolini» com- no noti per progetti in stile di fidanzamento ebbe luogo pare nell’insegna della pastic- neoclassico, molto lineare ri- proprio presso la Residenza ceria Piatti (p. 60). Peccato che spetto all’imperante neogoti- dell’Ambasciatore d’Italia a nessuno di questi documenti co e agli attardamenti Liberty Bruxelles. Le relazioni si inter- sia datato anche solo appros- e Déco che pure a Bruxelles ruppero quando l’Italia si alleò simativamente nelle didascalie. avevano una capitale. Il classi- con la Germania nazista, che «Nocciolini» sembra ufficial- co e il neoclassico rimandano aveva invaso il Belgio, e ripre- mente stabilizzato anche dalla a epoche e stili caratterizzati sero alla fine del conflitto. Dal «Festa dei Nocciolini» e oggi dalla prevalenza aristocratica secondo dopoguerra eventi di anche nobilitato dall’artista e da una concezione politica promozione del “Sistema Ita- nell’opera grafica di Ugo Ne- strictu o lato sensu assolutisti- lia” sono organizzati nei salo- spolo (p. 157) per la sua edi- ca, da Roma al Rinascimento ni di alta rappresentanza del zione del 2018. alla Restaurazione; anche lo sti- Palazzo. le Impero di epoca napoleonica Il volume accoglie la prefa- Mario Chiesa si rifà agli stili classici e si sa zione dell’Ambasciatrice d’Ita- che alla politica napoleonica lia presso il Re dei Belgi, Elena finirono con l’aderire in buona Basile, il saluto dell’Ambasciato- Il Palazzo di Avenue Legrand, parte gli aristocratici che rive- re belga in Italia, Frank Carruet, residenza dell’Ambasciatore stirono in quell’epoca anche i contributi dell’Ambasciatore d’Italia presso il Re dei Belgi, alti incarichi. Il Liberty ha una Umberto Vattani, dell’Amba- a cura di Gaetano Cortese, denotazione sociale e politica sciatore Rocco Cangelosi e di Roma, Editore Colombo, legata alla borghesia e alla bor- Francesco Perfetti su Italiani e 2019, pp. 506. ghesia imprenditoriale soprattut- Belgi: un antico sodalizio. to. Quindi, lo stile architettonico Ricco l’apparato fotografi- L’ambasciatore Gaetano Cor- scelto ben si attaglia al com- co. Rilevante la sezione dedi- tese continua l’opera di “ri- mittente ed è adatta a una sede cata allo sguardo sulle relazio- scoperta” del grande e poco ufficiale di uno Stato all’estero. ni diplomatiche italo-belghe e conosciuto patrimonio d’arte, Alla morte nel 1913 del i suoi protagonisti con la rievo- bibliografico e documentale principe il palazzo fu alienato cazione delle principali visite delle sedi diplomatiche italiane dalla sua seconda moglie Je- di Stato in entrambi i Paesi, all’estero. anne Carraby. L’acquisizione dal Regno d’Italia ad oggi. Oggi la Residenza dell’Am- fu suggerita a Vittorio Ema- L’autore, Gaetano Cortese, basciatore d’Italia a Bruxelles nuele III dal principe Ruspoli fine conoscitore delle sedi di- ha sede in Avenue Legrand, di Poggio Suasa, diplomatico plomatiche italiane all’estero, nel Palazzo costruito per presso il sovrano belga: occor- è convinto sostenitore della conto del Principe Pierre de reva infatti dare maggior rilie- valorizzazione del patrimonio Riquet de Caraman Chimay vo anche nell’aspetto esteriore architettonico ed artistico che 395 tali sedi custodiscono. Ben 32 Mayer (i regali di Dominik An- le ordinazioni per gli argenti, sono oggi le pubblicazioni de- dreas von Kaunitz per corrom- i lampadari, i broccati e anche dicate alle Ambasciate e ai Pa- pere), Laura Facchin (Ferdi- il cioccolato che il principe si lazzi che ospitano i Capi Mis- nando degli Obizzi, da Padova faceva mandare a Vienna. sione della Repubblica Italiana a Vienna), Silvia Tammaro I saggi del volume, redatti in nel mondo, edite a Roma da (l’acquisto di opere d’arte del italiano, tedesco e inglese, vo- Carlo Colombo. Principe Eugenio di Savoia gliono ricostruire non solo at- in Italia), Katra Meke (i mer- traverso i temi trattati ma anche Francesco De Caria canti d’arte della Carniola), i loro relatori, provenienti da Friedrich Polleroß (Leopold molte regioni italiane e provin- Gernot Mayer, Silvia Joseph Conte di Lamberg a ce allora appartenenti al Regno Tammaro, Travelling Objects: Roma), Cecilia Mazzetti di Pie- Asburgico, la rete internazio- Botschafter des Kulturtransfers tralata (i viaggi dei fratelli Sa- nale di contatti che rendevano, zwischen Italien und dem velli e del loro seguito a Vien- oggi come allora – e speriamo Habsburgerreich, Vienna, na), Matteo Borchia (il Nunzio anche in futuro – l’Europa così Böhlau, 2018, pp. 248, ill. Alessandro Albani alla corte unita. imperiale), Katarína Beňová (il Questo volume prende le soggiorno a Roma dell’amba- mosse dalla giornata di studi sciatore Anton von Apponyi). Stefano Restelli, L’ultima cattedra- organizzata dai due autori, Sil- le. La Sagrada Família e l’eredità del Molti dei personaggi citati grande Gotico europeo, Milano, Leone via Tammaro e Gernot Mayer hanno avuto anche contatti Editore, 2018, pp. 672, ill. dell’Università di Vienna, e con Torino e con la corte dei tenutasi a Roma presso la sede Savoia. Soprattutto il Princi- Il celebre tempio barcellonese è dell’Istituto Storico Austria- pe Eugenio, feldmaresciallo a protagonista di questa approfondita co nel mese di maggio 2017. monografia, incentrata sull’indagine servizio dell’imperatore, ebbe delle possibili relazioni che il capola- Obiettivo del convegno era di negli anni un legame continuo voro incompiuto di Antoni Gaudí in- ricostruire nel modo geografi- con il cugino Vittorio Ame- treccia, a livello sia strutturale che sim- camente più esteso possibile, deo II: non solo per ragioni bolico, con la stagione delle cattedrali gli scambi artistici e culturali medievali. Un rapporto che spesso di- politiche e familiari ma anche venta apporto fattivo, mutuato dal “fil- tra i diversi Stati Italiani e il per gli interessi artistici che tro” della cultura ottocentesca tanto Regno Asburgico durante il il principe coltivava in Italia. frequentata dall’architetto nel corso di Sei e Settecento. Attraverso Sono numerosi infatti i quadri avide letture. L’attenta ricostruzione una capillare rete di amba- che Eugenio commissionò non delle fonti d’ispirazione – come tratta- sciatori, agenti, collezionisti e ti, edifici storici e movimenti artistici solo a Torino ma soprattutto a – passibili di avere ispirato Gaudí e artisti numerose opere d’arte Bologna e a Napoli, e che poi il Modernismo catalano, si sofferma furono scambiate tra il nord si fece spedire a Vienna da fi- anche sulla poliedrica figura del cam- e il sud d’Europa, diventan- dati agenti, spesso militari. A pione dell’architettura torinese del do veri e propri “ambasciato- XVII secolo, Guarino Guarini. Anco- Bologna il principe acquistò ra dibattuta resta l’influenza che il po- ri” dello scambio culturale. In attraverso Giovanni Battista stumo trattato Architettura civile del questo modo venivano trasferiti Vastarobba alcune tele di ar- progettista teatino può aver esercitato non solo oggetti ma anche idee, tisti contemporanei, come ad circa determinate concezioni estetiche tecniche di lavorazione, gusti e esempio Donato Creti, Giu- dell’esperienza gaudiniana, come la centralità riservata al dato geometrico, mode. Di seguito, brevemen- seppe Maria Crespi e Giacomo l’inaspettato trattamento di superfici, te, i relatori e il tema dei loro Antonio Boni. A quest’ultimo cupole e volte, oppure – precisamente saggi pubblicati nel volume: commissionò anche un Virgi- – un certo sguardo misto di curiosità Christoph Ort (gli scambi di lio, oggi conservato al Kunsthi- ed emulazione in presenza di principi regali matrimoniali tra Firenze storisches Museum di Vienna d’innegabile ascendenza gotica. e Innsbruck), Roberta Picci- e finora rimasto senza autore, nelli (le due principesse Eleo- che fungeva da sopraporta Ivo Giustetti, Riccardo Cerrano, Mau- nora Gonzaga andate in spose nella biblioteca del Belvedere. ro Corneglio, Quando eravamo francesi. Il a Vienna), Gudrun Swoboda Con Torino Eugenio mantenne Dipartimento della Dora nei documenti del periodo napoleonico (1792-1815), (un quadro di Nicolas Poussin sempre stretti rapporti anche con note bibliografiche di Giuseppe regalato dal Papa all’impera- attraverso il suo agente Stefa- Fragiacomo, Castellamonte, Editrice tore Ferdinando III), Gernot no Bordone, il quale seguiva Tipografia Baima & Ronchetti, 2018 396 (Collana Piemontesi, storie e memo- riconoscano come parte del loro pa- Giors. Giorgio Cavallo, Perin (1924- rie), pp. 180, ill. trimonio culturale e ne possano trarre 2008). Ricordi, testimonianze, racconti, ispirazioni e forza per il loro avvenire» a cura di Maria Cavallo Perin, Torino, Il volume nasce a margine della (Luigi Vergio Ricca, p. 6). I tre autori – Nuova Trauben editrice, 2018, p. 173, ill. mostra svoltasi presso la sala consiliare che ebbero, all’interno del Movimento di Rivarolo Canavese nel 2015; i docu- comunitario olivettiano, «responsa- Il volume, curato dalla figlia Maria, menti riprodotti nella pubblicazione bilità sindacali, culturali, politiche e evoca con una raccolta di ricordi e di provengono dalla collezione del riva- operative» – presentano il volume non testimonianze, la figura di Giorgio Ca- rolese Ivo Giustetti. Le carte pubblica- quale «frutto di una ricerca, della con- vallo Perin. Cattolico e democristiano te (lettere, manifesti, sentenze, stampe sultazione di archivi e di documenti, nel periodo della guerra fredda e della e atti amministrativi) riguardano un ma soltanto di ricordi e opinioni per- contestazione studentesca del 1968. Fu periodo compreso tra il 1792 e il 1815 sonali»: un testo da leggersi, dunque, sindaco di Ivrea dal 1965 al 1969 dando e sono in prevalenza riferite a comuni «come la trascrizione di una lunga vita alla prima giunta di centro-sinistra; canavesani. Una sezione introduttiva chiacchierata tra amici». Dall’insieme fu, inoltre, presidente del parco del propone documenti relativi al periodo delle riflessioni e dei commenti pre- Gran Paradiso, assicurandone una ge- rivoluzionario e all’arrivo di Napole- senti nell’opera, emerge ancora una stione attenta e partecipata. Le pagine one in Piemonte. Ogni documento è volta, l’immagine di Adriano Olivetti – del libro rimandano sia ad un padre «severo e amorevole» sia ad un uomo accompagnato da una didascalia espli- un uomo nuovo, un cittadino del mon- cativa di carattere divulgativo. L’opera politico fortemente impegnato sin dai do, ma anche e sempre uno “straniero si chiude con le proposte bibliografi- tempi della Gioventù Italiana di Azione in patria’’ – e di una famiglia, quella che rivolte a chi voglia approfondire Cattolica degli anni cinquanta. paterna dell’ingegnere Camillo, «che il tema del quindicennio napoleonico: univa culture feconde di scambi e di un periodo storico che «pur con le Franco Quaccia sue ombre e le sue complessità, è da esperienze utili» Su tutto poi emerge considerarsi vitale e lascia al Piemonte quello che gli autori definiscono uno preziose eredità». dei temi fondamentali della cultura Lo Storico Carnevale di Ivrea nell’e- occidentale: la possibilità di concilia- voluzione litografica dei manifesti che Franco Quaccia zione fra la dimensione umana e quella lo raccontano, Catalogo e mostra a cura industriale produttiva del lavoro. dell’Associazione Museo dello Storico Carnevale d’Ivrea, Ivrea, Ivreagrafica Pietro Ramella, Civiltà di Ivrea e Ca- Franco Quaccia Srl, 2019, pp. 72, ill navese (Canavese 100 secoli, X), Ivrea, Bolognino editore, 2018, pp. 320, ill. «Nei processi di rifunzionalizzazione Raimondo Mazzola, Ivrea. Ricordi in atto nel Carnevale di Ivrea, sin dall’a- L’autore presenta un nuovo lavoro fotografici della città, Ivrea, Edizione prirsi dell’Ottocento – scrive Gabriella di sintesi sulla storia, sulle genti e sul Pedrini, 2018, pp. 128, ill. Gianotti introducendo il volume – la territorio canavesano a partire dalle scrittura tende a condurre il cerimoniale festivo a nuova dignità culturale, ponen- origini. L’indagine si dipana dagli inse- Le immagini pubblicate in questo dosi quale argine alla temporalità sfug- diamenti umani preistorici alla romana volume ripercorrono oltre un secolo di gente» della celebrazione. In tale conte- Eporedia ed ai secoli medievali della storia eporediese, dalle più antiche ri- sto prende vita anche «una produzione città di Ivrea. Alcuni paragrafi sono salenti alla seconda metà dell’Ottocen- scritta e illustrata parallela alla scrittura dedicati al Volontariato per la cultura, to a quelle più recenti degli anni ottan- ufficiale, il cui scopo è far conoscere e al Museo Civico e alla locale Collezio- ta del Novecento. Le immagini, scrive pubblicizzare la Storica Festa»; nasco- ne fotografica. La parte conclusiva del nella prefazione Raimondo Mazzola, no, in tal modo, «nuovi modi di “comu- volume si sofferma sull’Ivrea moderna sono la testimonianza dell’evoluzione nicare”» il Carnevale che sempre più si e sulla grande avventura industriale, e del cambiamento di Ivrea, «dandoci avvicinano al manifesto pubblicitario. sociale e culturale dell’impresa Olivetti. una vivida lettura del nostro passato Parte del materiale cartaceo prodotto attraverso persone e luoghi, descriven- Franco Quaccia per la manifestazione eporediese («dav- done la trasformazione scandita dallo vero significativo ed imponente») viene scorrere del tempo». Le fotografie non ora presentato in questo bel catalogo. sono state inserite in ordine cronologi- Vico Avalle, Ugo Aluffi, Pino Fer- Le fonti documentarie sono suddivise co, in quanto alcune di essere riman- lito, La saga degli Olivetti 1908-2008, in tre sezioni: la prima raccoglie quanto gono di difficile datazione. Un’atten- seconda edizione a cura di Ugo Aval- prodotto dall’Ottocento alla prima metà zione particolare è stata dedicato alle le, con un contributo di Luigi Ricca, del Novecento («pietra miliare nella cartoline «veri e propri cimeli dell’arte ricerca iconografica a cura di G. De visione della Festa e nel modo di co- litografica ormai quasi scomparsa con Rinaldis, Ivrea, Tipografia Paolo Bar- municarla»); la seconda riporta i ma- l’avvento del digitale». Si segnala, in nifesti “istituzionali”; la terza riunisce dessono, 2018, pp. 221, ill. ultimo, lo spazio riservato alle vecchie parte di tutta quella vasta produzione pubblicità: a volte «curate ed elabora- legata alle componenti carnevalesche Quarta ristampa del libro Il Nostro te da sembrare delle stampe d’epoca, e ai loro momenti di aggregazione (il Adriano – edita dal Comune di Bol- veri gioielli di una Ivrea fitta di arti e materiale, salvo menzione contraria, fa lengo con il patrocinio della Regione mestieri che non esistono più» parte della collezione privata di Rai- Piemonte –, vuole essere «un contri- mondo Mazzola). Ha collaborato alla buto per ricordare e trasmettere valori Franco Quaccia stesura del libro Federico Bona. universali di una buona storia, affinché le nuove generazioni conoscano i pa- Franco Quaccia dri della storia del nostro territorio, la 397 Andrea Ghignone, Moasca. Appun- tre un secolo di vita della Comunità. il destino ha impedito di leggere e di ti di storia, Comune di Moasca, 2015, Tra alti e bassi: la linea ferroviaria Asti- commentare, come lui desiderava e io pp. 79. Alba inaugurata nel 1970, venne inter- speravo, questa mia segnalazione. rotta per circa un anno nel 1978 e de- Come scrive nella Prefazione l’Au- finitivamente nel 2012, benché si speri Renato Gendre tore, Sindaco del paese che per il coor- sempre, in un suo ripristino; le inon- dinamento scientifico e la stesura del dazioni del fiume Tanaro (1926, 1948, volumetto si è avvalso della collabora- 1994) che se hanno reso il terreno, con Guglielmo Visconti, L’episcopato di Monsignor Umberto Rossi. 1932-1952. zione di S. Gorreta, “si tratta di sem- le forti quantità di limo deposte, parti- Lineamenti per una storia, Introdu- plici «appunti di storia» o forse «ap- colarmente adatto alla produzione di zione di Mauro Forno, Asti, Edizioni punti di storie», vicende e personaggi ortaggi, in primis, i peperoni tra cui si è Gazzetta d’Asti, 2015, pp. 320. di secoli diversi che hanno in qualche selezionato l’eccellente ‘quadrato’ con modo influenzato la vita del nostro co- il riconoscimento della DOP, hanno Mauro Forno (Un vescovo e il suo mune, eventi e situazioni attraversati creato altresì notevoli disagi agli abi- tempo, 7-14) introducendo il volume solo a tratti dalla «grande storia», ma tanti. Degni di nota anche lo stabili- afferma: “non possiamo non salutare fondamentali per comprendere l’e- mento termale per la cura delle acque, con soddisfazione un contributo come volversi di una piccola comunità”. In le cave di gesso e la ferrovia, che por- quello di Guglielmo Visconti, ricco di dieci capitoletti, A. Ghignone presen- tarono tanto benessere alla borgata da nuove linee di lettura e di interpreta- ta il suo paese: la prima attestazione essere definita, come riporta il titolo, zione (e anche di opportuni riferimen- della sua esistenza (Muasca), con una una ‘Piccola California’. Il materiale raccolto e vagliato è distribuito dai due ti bibliografico-documentari), di cui digressione sull’origine del toponimo non potranno non fare tesoro gli stu- Autori in sei capitoli: Le origini di Mot- formulata da D. Olivieri (Dizionario diosi di domani interessati a ulteriori ta (pp. 1-32); Le nostre storie (pp. 33- di toponomastica piemontese, Brescia, – e certo auspicabili – approfondimen- 70); Antichi mestieri (pp. 71-82); Mo- Paideia, 1965, s. u.) s’incontra in “una ti”. L’Autore, che già si era occupato menti conviviali (pp. 83-98); Ricordi di bolla del 1154 inviata da Papa Ana- di altri tre titolari della Diocesi di Asti fatti e persone (pp. 99-114); Momenti e stasio IV all’Abate Stefano, di San e cioè Giacomo Cannonero, Nicolò luoghi di culto (pp. 115-123). La cura Michele della Chiusa” che compare Cavanna, Franco Sibilla, ha voluto del volume però è venuta meno, per riassunta in La Sacra di San Michele: chiudere, per cosí dire, la personale cosí dire, nel riportare con la relati- vicende storiche della grande Abbazia tetralogia, dedicando la sua ultima va traduzione il testo di due canzoni, e del Piemonte (…) negli inediti An- fatica a Umberto Rossi. E lo ha fatto El pais pi bel (p. 7 non numerata) ‘Il nali della Abbazia di San Michele della testimoniando, anno dopo anno, l’atti- paese piú bello’ e Canté j’euv (p. 54) Chiusa del canonico G. C. Pezziardi, [a vità pastorale del presule attraverso, in ‘Cantare le uova’, probabilmente rica- cura di] G. Beltrutti, Cuneo, L’Arcie- primis, le sue Lettere Pastorali, scritte vate da qualche fonte senza ulteriore re, 1984, p. 183. Comunque un Mua- puntualmente in occasione di ogni controllo. Qualche esempio. Non è sca è citato nell’anno 1198 nel Codex Quaresima da l932 al 1950, ma arric- rispettata la grafia tradizionale del Astensis (II, 146) e nel 1217, secondo chendo il suo messaggio con ogni altro ‘piemontese’ che vuole ò per [o], o per il Dizionario geografico-storico-statisti- tipo di documenti, tra cui magna pars [u], u per [ü] e sono presenti termini co-commerciale degli Stati di S. M. il Re sono gli articoli pubblicati sul giorna- ed espressioni tipici di diverse parlate di Sardegna del Casalis. Gli argomenti le cattolico “Gazzetta d’Asti”. Per gli piemontesi. Per esempio, ‘c’è un po’’, di cui tratta poi l’Autore sono: aggre- anni 1951-1952 una lettera ai sacer- si rende a-iè ’n pò non ajè un po’. Per gazione (1929) al Comune di San Mar- doti datata 15 giugno 1951, firmata ‘uovo’ s’incontra sia euv, sia la forma zano e ripristino (1947) dell’autono- da Giacomo Cannonero, nominato alessandrina e monferrina ov (per il mia; descrezione e storia dello stemma coadiutore il 16 marzo e consacrato il corretto ov) e ‘delle uova’ va reso con e del gonfalone; vicende della famiglia 29 giugno 1950, è accompagnata dalla dj’euv non d’jov, per il corretto dj’ov. Musso che da proprietaria del castello notizia sulla concessione (16 maggio Pa pì è torinese, l’astigiano usa pì nen. non ne impedì il degrado; sua rinascita 1952) di una medaglia d’oro da parte e rifunzionalizzazione; individuazione Penare (non pennare!) e andare sono dell’Amministrazione comunale per il delle emergenze archeologiche, re- parole italiane, il dialetto usa pené e suo Giubileo sacerdotale e per il ven- stauro e recupero del suo parco; pre- andé. ‘Culla’ è cun-a non cùna perché, tennio di episcopato. Un’altra, d’ar- sentazione della Chiesa parrocchiale e a parte il fatto che le parole piane ter- gento al valor civile, gli verrà concessa del suo patrimonio artistico. Conclude minanti in vocale non hanno l’accento, alla memoria con decreto del Presi- una buona Bibliografia. il è velare (o faucale) e pertanto va dente della Repubblica Carlo Azeglio realizzato . Ho fatto cenno a que- Ciampi (5 settembre 2003) per la sua Renato Gendre sti problemi di ordine linguistico per azione durante la Resistenza. Forse motivi, per cosí dire, ‘professionali’. Si anche un motivo sentimentale ha spin- sa però che simili lavori nascono dal to l’autore ad occuparsi della figura Fiorenzo Fausone, Claudio Sola- cuore, dal desiderio di ricordare, dalla di Umberto Rossi, perché fu proprio ro, Motta. La “Piccola California”. Un volontà di conservare e trasmettere. questo vescovo a ordinarlo sacerdote modo per ricordare e rievocare la storia, Queste storie locali non hanno finalità l’8 luglio 1945. s. l. [ma Asti], s. e. [ma Astigrafica], s. scientifica: possono comunque essere d. [ma 2018]. di qualche aiuto per chi si appresti, Renato Gendre con metodo e competenza, a scrive- Piú che la storia di una frazione del re la ‘storia’ di una qualche piccola Comune di Costigliole d’Asti, Motta è o grande Comunità. Chiudo con una “Passaggi & Sconfini”, una nuo- il racconto, anche attraverso il ricco e nota di mestizia. Purtroppo a Clau- va rivista per raccontare il Piemonte. suggestivo apparato fotografico di ol- dio, mio compagno di scuola e amico, Dal 2018 la Società Graffio Edizioni 398 di Borgone Susa (To), in collabora- Architetture tardomedievali tra Chie- ns LXV-LXVI-LXVII-LXVIII, 2014- zione con un gruppo di professionisti rese e Monferrato astigiano: un paesag- 2017, è ricco di contributi: Simone diretti da Valter Giuliano (giornalista gio culturale; Nicola Di Mauro, Jean- Caldano, Nuove ricerche sull’architet- ed ex assessore alla cultura della Pro- Jacques Rousseau a Torino. La capitale tura religiosa nella Diocesi di Alba (sec. vincia di Torino), ha dato corso a un sabauda vista dal giovane ginevrino XI-XII); Sandra Agostino, Littera pic- nuovo progetto editoriale finalizzato durante il suo soggiorno in città; Da- ta boniensis. La decorazione miniata di alla pubblicazione di una rivista tri- niela Cereia, L’acquisizione camerale una Bibbia francescana alla Biblioteca mestrale dedicata al territorio delle degli archivi delle famiglie Romagnano Nazionale di Torino (ms. D.I.13); Ber- valli alpine che da Torino si irradiano di Santa Vittoria e Pollenzo e Valperga nardo Oderzo Gabrieli, Corpus jaque- verso il nord-ovest del Piemonte, in di Rivara: due casi di applicazione del rianum. La tecnica di pittura murale di un’area compresa tra i centri di Lanzo diritto di successione ai feudi nel secolo Giacomo Jaquerio e suoi epigoni; Vi- e Torre Pellice, passando per le Valli XVIII; Etienne Collet, L’expulsion des viana Moretti, Storie di Antonio Abate di Susa, Sangone, Chisone e Germa- Juifs de France en 1306: un témoignage nelle alpi marittime francesi: la cappella nasca. In ogni numero, la cui uscita savoyard; Grado G. Merlo, Giovanni di Sant’Antonio a Clans; Anselmo Nu- coincide con i solstizi e gli equinozi Tabacco: un grande medievista al la- volari Duodo, Contributo alla riscoper- stagionali, il racconto delle differenti voro; Stefano Mormile, Briga, Tenda ta ottocentesca di Defendente Ferrari: realtà del territorio è declinato secon- e le centrali della valle Roya nel primo restauri e ricomposizioni tra Avigliana do quattro direttrici fondamentali: dopoguerra. Completano il fascicolo e Cavour; Jacopo Tanzi, Una nuova natura, cultura, arte e tradizioni, il recensioni, le notizie di convegni e di proposta per la ricostruzione del polit- tutto proposto in una veste editoriale storia subalpina. tico del Maestro di San Martino Alfieri di qualità con fotografie e immagini ad nel museo civico di Asti; Raul Dal Tio, alta definizione. L’obiettivo manifesto Manierismo tardo, emblemi e imprese è quello di coinvolgere i lettori in un “Quaderni di Archeologia del Pie- in Valle d’Aosta dall’editoria illustra- inedito percorso alla scoperta del pa- monte” pubblicazione annuale del Mi- ta tra Cinquecento e Seicento. Palazzo trimonio storico-artistico locale, delle nistero dei Beni e delle Attività Cultura- Roncas, Castello Vallaise, Chiesa di testimonianze della cultura materiale li e del Turismo, sono la continuazione, Fontaney, Villa Casana; Patrik Perret, e di quelle realtà che punteggiano in mantenendo la vesta grafica, dei “Qua- Il programma iconografico della facciata modo originale e innovativo il conte- derni della Soprintendenza Archeologi- della «Cathédrale d’Aoste en miniatu- sto socio-produttivo. I riferimenti alla ca del Piemonte” nati nel 1982. Questi re» di Fontaney a Pont-Saint-Martin in storia e alla memoria sono letti sempre i contributi del primo volume (2017): Valle d’Aosta; Massimiliano Simone, in relazione con il presente e quale Rosaria Avella-Marco Pacciarelli, La Palazzo Ghilini ad Alessandria. Per una punto di partenza per progettare il necropoli del Bronzo di Finale di Mo- rilettura della decorazione pittorica; Si- futuro, mentre la conoscenza dei con- rano sul Po: nuove analisi e riflessioni; mone Zambardi, Nuovi studi sulla Cle- testi locali è intesa in senso diacronico Elisa Panero, La necropoli romana di mentina, ritrattista nel Piemonte del e trasversale e mai autoreferenziale. via Asiago a Vercelli. Trent’anni di ri- Settecento; Carlo Balma Mion, Altari Pagina dopo pagina, editoriali, appro- trovamenti e di indagini archeologiche; e marmi piemontesi a Forlì: Ludovico fondimenti, interviste e inserti più bre- Valentina Barberis-Federico Barello, Merlini e Giovanni Pietro Baroni di Ta- vi seguono la stagionalità delle notizie Offerte monetali nella stipe votiva di vigliano; Carlo Alfonso Maria Burdet, e in alcune circostanze “sconfinano” Castelletto Stura, località Revellino; Al- La famiglia degli architetti Gallinati di al di là dei percorsi consueti, verso ar- berto Bacchetta, Un mosaico policromo Agliè tra Ancien Régime e Restaurazio- gomenti affini agli ambiti solitamente dell’antica Aquae Statiellae; Giuseppi- ne. Notizie, riferimenti inediti e segna- trattati. A tal proposito segnaliamo na Spagnolo Garzolli-Anna Loren- lazioni di due architetture in Santa Ma- che il prossimo numero della rivista zatto, Ghemme, vicus degli Agamini. ria di Agliè; Claudia Ghiraldello, Una dedicherà un articolo speciale al 50° Elementi per una preliminare riflessio- rosa con e senza spine: ritratto di una anniversario della nascita del Centro ne su un insediamento secondario della forte donna biellese, Rosa Maciotta tra Studi Piemontesi. Per tutti coloro che campagna novarese. I dati dagli scavi inediti di storia ed arte; Laura Gallo, volessero avere maggiori informazioni del quartiere Fontanelle; Alberto Cro- La «bizzosa architettura» di Pasquale su “Passaggi & Sconfini “ si consiglia setto, La cristianizzazione nelle campa- Orsi; Aldo Actis Caporale, Un ritrat- di contattare gli uffici della Società gne tortonesi: la chiesa dei SS. Ruffino to inedito del pittore Alberto Falchetti, Edizioni del Graffio al numero 011 96 e Venanzio di Sarezzano e i suoi santi; opera dello scultore César Santiano; 41 007, oppure di visitare il sito www. Nadia Botalla Buscaglia, La pietra ol- Enrico Moncalvo, Note sulla villa studiograffio.it. lare nel Vercellese tra tardoantico e alto Franchetti-Rothschild a Viù. Augusto Medioevo: analisi dei materiali e spunti Cavallari Murat è ricordato da Ce- Andrea Maria Ludovici metodologici per uno studio integrato sare Carpano, Silvio Curto da Elvira del territorio; Davide Borra-Deborah D’Amicone, Piero Cazzola da Bruno Rocchietti, Il nuovo MAB: educativo, Signorelli, Maria Grazia Vinardi Re da “Bollettino Storico Bibliografico interattivo, divertente. Comunicazione Micaela Viglino Davico. Subalpino” della Deputazione Subal- e allestimento museale; premessa meto- pina di Storia Patria, a. CXVI, secondo dologica. Seguono i notiziari dalle pro- semestre 2018: Aldo A. Settia, Gaiardo vince e le segnalzioni bibliografiche di “Atti e Rassegna Tecnica della So- «de Castro Fontaneto» e i castelli no- archeologia piemontese. cietà degli Ingegneri e degli Architetti varesi dell’alto medioevo; Walter Ha- in Torino”, a. 151, LXXII-1 nuova berstumpf, Alcuni Piemontesi e Liguri serie, giugno 2018, pp.280, è dedicato in Oriente al servizio degli Aleramici e Il volume che riunisce quattro an- alla memoria di Vera Comoli, prima dei Paleologi, Marchesi di Monferrato nate del “Bollettino della Società Pie- donna e primo architetto a ricoprire (secoli XII-XV); Federica Bergamini, montese di Archeologia e Belle Arti”, la carica di Prorettore del Politecnico 399 di Torino. Dalla città storica alla strut- no: nel n. 2 dell’a. XV (2018), Rosanna “Segusium” il periodico della So- tura storica della città. Studi in onore Roccia con la competenza della stu- cietà di ricerche e Studi Valsusini, nel di Vera Comoli (1935-2006). La storia diosa e il garbo che le è proprio ricor- vol. LV, n. 56 (dicembre 2018) pub- dell’urbanistica, la storia della città e da Bianca Ronzani e le fa evocare altri blica: Sandro Caranzana, Mariateresa del territorio, raccoglie 43 contributi amori di Cavour: Nina Schiaffino Giu- Crosta, Augusto e le Alpi, Segusio e la di studiosi e colleghi, con in apertura stiniani, Emilia Pollone, Mélanie Wal- ‘nuova’ cronologia di Augusta Taurino- uno scritto di Andreina Griseri, Il ner- dor. Nel n. 1 dell’a. XVI (2019), Franco rum; Filippo Crimi, Marco Berardinel- vo della realtà. Il numero di dicembre Cordara traccia una breve storia dell’o- li, La ‘posca’ come strategia militare; 2018 è dedicato a Il Piano paesaggistico ra legale in Italia; Edmondo Paganelli Luca Patria, La razza dei Grosso: il del Piemonte. rievoca Amedeo VIII conte e poi duca profilo franco-italiano di un moderno di Savoia e infine papa (Felice V). lignaggio valsusino (sec. XVI); Ger- mano Bellicardi, L’antico convento Negli “Annali della Fondazione Luigi dei Cappuccini di Susa; Laura Grisa, Einaudi”, XLIX, 2015, segnaliamo: Ire- Di “Piemontèis ancheuj” abbiamo La Regina della carità benefica (Elena, ne Menichetti, Lo Struzzo, il banchiere ricevuto puntualmente i primi numeri moglie di Vittorio Emanuele III); Bru- e l’editore: il cambiamento dell’Einau- dell’annata 2019, XXXVII del mensile na Bertolo, Visitatori illustri in Valle di di nel secondo dopoguerra. Nel vol. L, fondato da Camillo Brero; ricchi, come Susa; Franca Contin-Livio Dezzani, Il 2016: Ernesto Galli della Loggia, Mario di consueto, di testi in versi e in prosa Cinema Teatro Contin di Susa; Giorgio Einaudi, l’Europa e l’America; Massimo di scrittori del passato e di altri di oggi; Jannon, Giovanni Valetti, il “campione L. Salvadori, Luigi e Mario Einaudi. pieni di informazioni storiche (castelli dimenticato”; Valter Giuliano, Giulia- Continuità e autonomia di pensiero tra minori del Piemonte, chiese di Torino), no Bosio, Abbazia della Novalesa 1973- padre e figlio; Pier Paolo Portinaro, Ma- linguistiche (i gerghi delle mondine di 2018; Francesco Babudri, Gli affreschi rio Einaudi dalla scuola di Gioele Solari Asigliano), di ricordi di personaggi che nicolaiani dell’abbazia della Novalesa; alla scienza politica americana. Il primo hanno operato per la cultura piemon- Valter Giuliano, La verità del silen- fascicolo del vol. LI, 2017, è dedicato tese (Andrea Flamini, Gianalberto Mi- zio. Tino Aime; un gruppo di studiosi ad un bilancio del rilievo che ha avuto glio, Dina Sissoldo Fiorini). presenta due ricerche di Geomatica, Keynes nel mondo contemporaneo ad la scienza informatica applicata allo ottant’anni dall’enunciazione della sua studio dell’architettura storica: l’uno teoria; il secondo fascicolo è dedicato sull’abbazia della Novalesa, l’altro sul- È un numero di commiato quello alla ricostruzione in Europa dopo la la Porta Piemonte di Susa. In allegato di dicembre 2018 de “L’incontro”, il Grande guerra, a 100 anni dalla sua fine. un utile strumento: l’Indice ragionato periodico nato nel 1949 con il proposi- Nel vol LII, 2018, sono pubblica- delle annate 1964-2018 (numeri da 1 to di «ricercare una garanzia di libertà te le relazioni presentate al Simposio a 56). e di sicurezza, di serenità spirituale e su globalizzazione e storia globale e gli di fede nella vita»; il fondatore Bruno interventi presentati in un colloquio su Segre nell’editoriale con cui si congeda Luigi Einaudi: Paolo Silvestri, Econo- “Bollettino della Società Storica mics, Humanities and Values; Francesco dai lettori ricorda alcune delle batta- Pinerolese”, XXXV, 2018 pubblica: Forte, Economics, Value Judgements glie condotte: obiezione di coscienza Maurizio Trombotto, Ettore Peyronel, and Interdisciplinarity; Riccardo Faucci, al servizio militare, il divorzio. Trucchietti, una famiglia di Pinerolo tra On Einaudi’s ‘Vision’ of the Good Poli- XIV e XVI secolo; Simone Bonicatto, ty; Raimondo Cubeddu, On the Moral La cappella di Sant’Elisabetta a Piossa- Foundations of the Science of “Buon Nel n° 18 (2018) del “Bollettino” sco: nuovi approfondimenti sulla strut- Governo”. In appendice, introdotte da dell’Associazione di Storia e Arte tura primitiva e sugli affreschi quattro- Francesco Cassata, sono pubblicate le Canavesana di Ivrea, questi i saggi: centeschi; Marco Fratini, Una proposta lettere che si scambiarono Luigi Einaudi Adriano Collini, Un pugno di “patrio- per la bottega dei Serra a San Secondo di e Irving Fisher tra il 1911 e il 1946. ti” a Lessolo contro l’intera comunità; Pinerolo. Gli affreschi quattro e cinque- Roberto Damilano, Il generale Luigi centeschi della cappella di San Rocco; Capel tra legittimismo e rivoluzione; Marco Calliero, Ospedale Grande degli In “Armi antiche”, Bollettino dell’Ac- Stefano Girardi, Il tuchinaggio e il suo Infermi di Pinerolo. Storia del divenire cademia di San Marciano di Torino, se- riflesso nella terminologia degli statuti delle sue sedi; Daniele Ormezzano, De gnaliamo la prima puntata di un saggio di canavesani; Lauro Mattalucci, Le for- insignis et armis in finibus Pinaroli. Tobias Capwell sulla maglia di ferro e il melle in cotto del XV secolo a Ivrea e Araldica e famiglie nobiliari a Pinerolo; cavaliere del Rinascimento italiano. l’iconografia del ‘putto vendemmiato- Maurizia Camurani, Adele Woena tra re’; Daniele Zaia, L’epoca d’oro delle Pinerolo, Modena e Roma; Giancarlo fagiolate d’Ivrea; Tiziano Passera, Ap- Libert, Silvana Neumann, Costanzo Su i “Quaderni” dell’Associazione punti genealogici su Giacomo Naretti; Ferrero, primo cappellano della Colo- Amici del Museo di Reale Mutua, n.10, Livio Tonso, Chigiò, ghetù… Pronomi nia San Carlos; Margherita Drago, La marzo 2019, l’intervento di Alessandra personali valsoanini; Adele Ventosi, Pinerolo di Federico Caprilli; Tonino Guerrini, Villa della Regina, una resi- Antonio Aldisio, la sua famiglia e la cit- Rivolo, Il cardinale Pietro Boetto di denza di loisir tra collina e città, prece- tà di Ivrea. Il fasc. si chiude con i brevi Vigone Giusto tra le Nazioni; Chiara duto da una nota di Gian Savino Pene ritratti di due personaggi canavesani: Fantone, Maurizio Trombotto, L’asse- Vidari, presidente dell’Associazione. Giuseppe Aluffi ricordato da Mario dio del castello di Pinerolo (del 1360); Boffa Tarlatta e Riccardo Petitti, Cor- Andrea Balbo, Ilario Manfredini e rado Grassi (1925-2018) da Tiziano Davide Rosso ricordano il professore “In…forma”, bollettino dell’Asso- Passera. Tullio Contino, storico pinerolose. ciazione Seniores del Comune di Tori- 400 Su «Riforma e movimenti religiosi. “Studi chivassesi”, pubblicati dal- nea”, è dedicato al «filo nero dei razzi- Rivista della Società di Studi Valdesi», la Società Storica Chivassese, nel n. 9, smi dalle leggi razziali 1938 a oggi con n. 4, 2018, tra gli altri segnaliamo i con- 2018, presentanosette studi: Claudio interventi di Laurana Lajolo, Cesare tributi: Davide De Franco, Fedeltà e Anselmo tratta della «beata» Bartolo- Panizza, Bianca Maria Dematteis, Jörg mediazione. La giurisdizione dei signori mea Carletti; Silvio Bertotto delle due Luther, Nadia Venturini, Bruno Bar- di Luserna nelle Valli valdesi (metà XVI- alluvioni del 1901; Davide Bosso di ba, Antonella Ferraris, Roberto La- inizio XVII secolo); Andrea Pennini, La Chivasso nel ‘decennio francese’ 1639- sagna, Aldo Perosino, Luisa Rapetti, “questione valdese” e le relazioni diplo- 1649; Armando Bua dell’arco in lateri- Ferdinando Angeletti Fabrizio Meni, matiche anglo-sabaude; Gianclaudio Ci- zio che costituisce forse il reperto più Vittorio Rapetti. Il n. 64 è dedicato a vale, Le Gran Barbe. Resistenza e dissen- antico di Rondissone; Dario Pasero di Il sessantotto. Culture e movimenti di so ai tempi di Gianavello. Introduzione uno scrittore del «Parnas Piemontèis»; un decennio con scritti di Michelange- all’edizione annotata a cura di Susanna Fabrizio Specis della commenda di lo Bovero, Guido Crainz (intervistato Peyronel Rambaldi dell’opuscolo con- San Giovanni Battista a Verolengo; e da Cesare Panizza), Tatiana Agliani, servato in unica copia nella Biblioteca infini Patrice Foutakis scrive di Fra Laurana Lajolo, Graziella Gaballo, Reale di Torino Le Grand Barbe ou Antonio Bosio da Chivasso, cavaliere Oliviero Frattolillo. In tutti e due i Recit tres veritable de ce que faict Iosue Gerosolimitano. fascicoli documenti d’archivio e mate- Ianavel dans les Vallées de Luzerne; riali didattici. Cecilia Russo, Benoit Cise de Grésy e le trattative per la firma delle Patenti «Iulia Dertona», Bollettino della di grazia all’indomani delle Pasque pie- Società Storica “Pro Iulia Dertona”, “Il Platano”, rivista ufficiale della montesi. Recensioni. Vita della Società. dedica il fasc. 115, primo del 2018, “Società di Studi Astesi”, a. XLIII, a Lorenzo Perosi con un articolo di 2018, in apertura ricorda il medievi- Arturo Sacchetti sulle composizioni sta Ottavio Baussano con la ripropo- “La Beidana”. Cultura e storia profane del musicista; al fascicolo è sta di un saggio di Renato Bordone e nelle Valli Valdesi, n. 93, ottobre 2018, allegato il cd Amadeus con la regi- un articolo di Donatella Gnetti; Pier pubblica: Luigi Bisio, Le valanghe del strazione del concerto per pianoforte Paolo De Benedetti, che ha presie- 1885; Emanuela Genre, La memoria e orchestra eseguito nella cattedrale di duto la Società di Studi Astesi dalla delle pietre. Canapa e noci in Val Pellice; Tortona, nel 2016, dall’orchestra del fondazione, è ricordato dalla sorella Kay Weidenmann, La fortezza sul Teodu- Teatro Regio di Torino, con il solista Maria, da Enzo Montrucchio, Mauri- lo; Bruna Peyrot, Le Istruzioni di Giosuè tortonese Umberto Battegazzore, di- zio Scordino. Del ricchissimo volume Gianavello. Una lettera ai confratelli in rettore Donato Renzetti. Il fasc. 116, (l’indice occupa 4 delle 527 pp.totali) fede; Tatiana Barolin, Paolo Charbonnier, secondo del 2018, è dedicato ad Er- segnaliamo: Gian Giacome Fissore e il partigiano-contrabbandiere “Pol Pipa”. nesto Cabruna, carabiniere, aviatore, Anna Ghia che presentano documenti Vengono poi presentate alcune tesi sul legionario fiumano; articoli di Ottavio su un miracolo che sarebbe avvenuto territorio: di Barbara Bertin sull’insegna- Pilotti, Fausto Miotti, Matilde Bassi, in Asti il 10 maggio 1718; gli studi di mento dell’italiano agli immigrati come Giorgio Gatti e Giuseppe Decarlini. Mauro Banfo e di Ezio Claudio Pia su fattore di integrazione a Torre Pellice; di documenti del XII e XIII secolo; l’ex- Aline Pons sul lessico geografico nelle cursus di Claudio Gamba sull’editoria Alpi Cozie; di Simone Baral sulla storia “Urbs”, trimestrale dell’Accademia astigiana del Rinascimento; il ricordo delle opere sociali della Chiesa valdese. Urbense di Ovada, nel fasc. 1 (marzo che Carlo Cerrato dedica a Gianni Go- Nel n. 94, febbraio 2019, Francesco Ta- 2019) dell’a. XXXII, Pier Giorgio Fas- ria, a trenta’anni dalla sua presidenza sca, La conversione religiosa di Valdo di sino ricorda Lorenzo Bottero (1931- del governo e a venticinque dalla Lione. Una questione anche di soldi; Al- 2019); si legge poi di “scariolanti” (Pier scomparsa; i rapporti musicali tra Asti bert de Lange, Calvino e i Valdesi. Rifles- Giorgio Fassino), delle più antiche e Vercelli tra Sei e Settecento studiati sioni in occasione del riallestimento della chiese di Ovada (Paola Piana Toniolo); da Paolo Cavallo; le suggestioni alfie- sezione sulla Riforma nel nuovo Museo del territorio in una mappa del 1780 riane rilevate da Maria Teresa Barolo valdese; Eugenio Garoglio, Balsiglia (Giampiero Pesce); dello scolopio di in alcuni ritratti del primo Ottocento 1690; presente e futuro delle reliquie di fine Settecento Vincenzo Maria Age- (Foscolo, Cicognara, Podesti); le os- una battaglia nelle collezioni del Museo no (Mauro Molinari); del paesaggio servazioni di Alberto Ghia sui dialetti valdese; Davide De Franco, Stato sabau- pittorico piemontese (Ermanno Luz- parlati nella provincia. do e valdesi nel Settecento; Simone Baral, zani); dei Gesuiti dell’Ovadese (Renzo Elisa Gosso e Luca Pilone, Fede, identi- Incaminato); del santuario di Nostra tà e integrazione: l’emigrazione valdese Signora della Bruceta (Luigi Torrielli); “Il Ponte”, periodico d’informa- nell’Ottocento; Davide Rosso, Nove- dell’operatore cinematografico Ubal- zione del Comune di Cocconato, tra cento: «Uscire nel mondo e prendere do Arata, 1895-1947 (Ivo Gaggero); varie notizie locali notiamo la presen- sul serio i suoi abitanti». Come appare della rappresaglia della Benedicta, tazione del volume Chiese e vita reli- anche dai saggi citati, il filo rosso che aprile 1944 (Pasquale Aurelio Pasto- giosa a Cocconato e le pagine dedicate percorre questo fascicolo è il nuovo rino); di Mons. Giovanni Battista Ma- alle tradizioni: fiere e feste patronali. allestimento (inaugurato il 31 ottobre renco (Renzo Pastorino). 2018) del Museo valdese; ne illustrano aspetti fondamentali le interviste a Ni- “Rivista Biellese”, periodico tri- coletta Favout, Daniele Jalla, Samuele Il n. 63 (2018) della rivista dell’Isti- mestrale del Centro Studi Biellesi, Tourn Boncoeur e Massimo Venegoni. tuto per la storia della resistenza e del- n. 1, gennaio 2019, con, tra gli altri, Chiudono i fascicoli le segnalazioni bi- la società contemporanea in provincia gli articoli: Angelo Stefano Bessone, bliografiche. di Alessandria “Carlo Gilardenghi”, Le tribolazioni di Caterina di Savo- “Quaderno di Storia Contempora- ia, l’infanta sepolta ad Oropa; Mara 401 Cucco-Carlo Gavazzi, Romeo Rigola (Ernesto Billò) e Carlo Regis (Lorenzo eventi principali dei primi vent’anni scultore in Francia; Claudio Oddone, Mamino). Altre pagine sono dedicate di attività, in particolare dei convegni, La lontra nel piatto: presente nei ricet- a tre studiosi da poco scomparsi, Gior- di una università che vuole essere in tari dell’Ottocento, era un tempo equi- gio M. Lombardi (Giancarlo Comino stretto rapporto con la città. Nel sup- parata al pesce: Sul n. 2, aprile 2019: e Stefano Sicardi), Emilia Borghese plemento “extracampus”, dedicato Giulia Ghisio, Vitale Bertetti, maestro (Giancarlo Comino e Maria Teresa Ba- alla ricerca, al trasferimento tecnolo- e scultore (1811-1882); Romano Fran- locco), Giuseppe Griseri (Giancarlo gico e al public engagement dell’Uni- chini, La Formula 1 a Biella, si corse Comino e Sebastiano Teresio Sordo). versità, informazioni sui segreti svelati nel 1934 su un circuito in piena città del Crocifisso del Duomo di Vercelli, e vinse Carlo felice Trossi; nel 1935, sulla biblioteca digitale dei testi latini la seconda edizione vinta da Nuvola- “Il presente e la storia”, rivista tardoantichi curata dal Dipartimento ri; Sergio Marucchi, Santi contro lupi, dell’Istituto Storico della Resisten- di Studi Umanistici, sulla traduzione nel biellese alcuni santi erano venerati za e della società contemporanea in nel Rinascimento francese. ed invocati contro i canidi. In ogni nu- Provincia di Cuneo dedica il fasc. 94 mero segnalazioni bibliografiche e la (2, 2018) all’ottantesimo anniversa- rubrica “In cucina” di Mina Novello. rio delle leggi razziali con scritti di Nel “Bollettino storico vercellese”, Adriana Muncinelli, Michele Sarfatti, XLVII, 2018 si leggono: Giancarlo An- Francesco Germinario, Fabio Levi, denna, Due bolle papali e una sentenza “Bollettino della Società per gli Gigi Garelli. Inoltre si leggono: Fabio episcopale inedite dall’Archivio Borro- Studi Storici, Archeologici ed Arti- Milazzo, Cesare Lombroso, la crimi- meo all’Isola Bella; Matteo Moro, La stici della Provincia di Cuneo, n. 158 nalità nell’esercito e l’epilettoidismo; repressione dell’ingiuria fra legislazione (1° sem. 2018). Il volume è aperto da Marco Bernardi, Le foibe ovvero della statutaria e prassi giudiziaria (secoli XIII- tre saggi dedicati agli “Orientamenti Shoah italiana. Un caso di uso politico XV). Vercelli, Novara e Alessandria; devozionali di una famiglia signorile”, della storia; Sergio Dalmasso, Il pre- Giorgio Dell’Oro, “Feudi pontifici”. Un i Costa di Bene: Elisabetta Salzotti, Sessantotto. inventario di fondi archivistici vaticani Bona Villa di Villastellone in Costa e il (XVI-XVIII secolo); Edoardo Villata, coro ligneo della chiesa scomparsa della Una piccola aggiunta al Maestro di San Rocchetta a Bene Vagienna; Rinaldo “Coumboscuro”, journalét patoi- Martino Alfieri (e a Macrino d’Alba?); Comba, Aspirazioni cavalleresche e sant di Valade Prouvençale d’Italio, Pierluigi Piano, L’ospizio dei Poveri di orientamenti devozionali dei signori dedica il paginone centrale del n. Vercelli alla fine dell’800; Viviana Gili, Costa di Bene (XV-XVI secolo); Chiara 556-557, 2018, al formaggio Castel- Le tombe della famiglia Arborio Mella; Barbero, Sulla Vita della beata Paola magno, a cura di Andrea Cavallero; Maurizio Massa, Gino Cantone (1917- Gambara Costa attribuita a Jacopo Be- il n. 558-559, 2018, è dedicato ai ri- 1997) Unica medaglia d’oro olimpica in- rardenco. Seguono due saggi dedicati sultati e riflessioni intorno alla “Festo dividuale nella scherma (Londra 1948). alla Griselda boccacciana: Gabriella de nosto lengo”; sul n. 560-561, 2019 Seguono recensioni, segnalazioni e no- Albanese, «Umile, mansueta e buona». un articolo di Marco Piccat, Rambaut tiziario della Società Storica Vercellese. Griselda in una sacra rappresentazio- trovatore in Monferrato: tra il 1192 e ne toscana del Quattrocento; Roberto il 1194 l’autore del Kalenda maja fu Martelli, Il toponimo Saluzzo nelle edi- ospite dei marchesi di Monferrato. Il “Bulletin” dell’Académie Saint zioni polacche e ungheresi di Griselda. Giulio repetto dà notizia del lavoro di, Anselme d’Aoste, nel vol. XVII Seguono: Roberto Olivero, Dronero eseguito da Elisa Magalì Tonda, di ri- (2016) pubblica: Joseph-César Perrin, fra adesione alla Riforma e ortodossia ordino e inventariazione degli scritti di Élément pour une histoire du paysage et cattolica. Spunti di ricerca; Almerino Tavio Cosio conservati a Melle in Val du milieu rural valdôtain; Sandra Bar- De Angelis, L’altare maggiore del san- Varaita. Il paginone interno ricorda, beri, Giovanni Comoletti: un «artefice tuario di Becetto; Emanuele Forzinetti, con interventi di Carlo Dardanello, del Medioevo» nel XIX secolo; poi le Una «agitata vita di artista»: la figura di Cristiana Levet e Dario Pasero, Albi- relazioni (di Romano Penna, Matteo Bernardino Somà, tra «faville di patrio no Barrel, poeta in lingua provenzale Zoppi, Paolo Caucci von Saucken, amor» e celebrazioni di regime; Car- alpina, vissuto tra le Alpi, la Crau e la Paolo Asolan) presentate all’incontro lo Pellegrino, A ricordo di Francesco Valle d’Aosta anselmiano sulle vie dei pellegrini. Nel Franco. Chiudono il fascicolo recen- vol. XVIII (2018) Elena Corniolo tratta sioni, rassegne e notizie sulla vita della di «uomini e beni» della collegiata di Società. Per il n. 150 dedicato a Fran- Su “Le nòstre tor”, portavoce Sant’Orso in Aosta (secoli XII-XIII); cesco Franco vd. la recensione nelle dell’associazione «Famija Albèisa», n. Saverio Favre di parole d’origine fran- pagine precedenti. 4, 2018, la prima parte dell’articolo di cese presenti nel patois e di proposte Marcello Falletti di Villafalletto, Silvio per una nuova chiave di lettura della Pellico e l’amore per le Langhe. Per una stratigrafia linguistica nelle aree mar- Nella rivista di storia archeologia racconto inedito di un patriota dimenti- ginali del dominio francoprovenzale; arte antropologia e scienze del territo- cato, che continua sul n. 1, 2019. Pietro Passerin d’Entrèves propone rio “Studi monregalesi”, a. XXIII, n, 2, una nuvova lettura delle scene di cac- 2018 (pubblicata dall’omonimo Centro cia del castello di Issogne; Raul Dal Tio Studi), sono ricordati due artisti, Fran- Il n. 45 di “Ateneo e città”, dicem- scrive dello stemma del mausoleo di cesco Franco (con saggi di Lorenzo bre 2018 periodico dell’Università del Francesco di Challant; Roberta Bordon Mamino e Andrea Balzola) e Tanchi Piemonte Orientale informa sul pas- interviene sulla scultura in Valle d’Ao- Michelotti (interventi di Lorenzo Ma- saggio di consegne tra il vecchio e il sta nell’Ottocento; Emanuel Dupont mino, Ida Isoardi, Fulvia Giacosa); e nuovo rettore e la presentazione della traccia un profilo di Émile Chanoux poi due artisti e poeti, Silvio Rinaudo sua squadra. Segue una rassegna degli 402 Il fascicolo 243 (3 del 2018) della massive des habitants de deux villages e Carrara: Eugenio Chiesa; Mariano rivista del comitato delle tradizioni de la Maurienne en 1794, Lanslevilard Malavolta, La giubba rossa del garibal- valdostane “Lo Flambò. Le Flambe- et Lanslebourg ; Jean-Claude Garin, dino Placido Malavolta; Ioan Bolovan, au” è interamente dedicato Raymond 1914-1918 en Haute-Savoie; la prima Famiglia e comportamento matrimo- Vauterin (1935-2018), già direttore parte di un Voyage de la Guerre Sainte niale in Transilvania durante la grande (dal 1975) della rivista, poeta in patois, par le sieur Gros Paul de la commune guerra; Giorgio Spini è ricordato da autore teatrale, animatore culturale, d’Aussois en Savoie: partenza da Lione Giuseppe Monsagrati, Pierre Milza da amministratore, studioso del patrimo- il 16 ottobre 1820, passa per Torino e Simone Visciola. Recensioni, notizie nio dell’artigianato locale, coautore Alessandria. sulla vita dell’Istituto e lo spoglio del- del dizionario del patois valdostano, le riviste ricevute nel biennio 2017-18 punto di riferimento per il Comitato. completano il fascicolo. Vi troviamo: una breve nota autobio- In “Aevum”, XCII, maggio-agosto grafica, la bibliografia degli scritti, 2018, segnaliamo: Giuseppe Pascale, poesie inedite, il romanzo inedito Ber Osservazioni sul manoscritto Torino, Il volume del 2018 di “Studi Go- Toula e un album fotografico curato Biblioteca Nazionale Universitaria, riziani”, rivista della Biblioteca statale da Jean-Victor Vauterin. I vari aspet- B.V.33(Pas. gr. 179). Nel fasc. settem- Isontina di Gorizia, è dedicato ad Aldo ti della personalità di Vauterin sono bre-dicembre 2018: Marco Nava, Una Manuzio con saggi di Giovanna Zaga- ricordati da Alessandro Celi, Albino prima ricognizione su Ercole Cimilotti, nelli, Paola Mollo, Piero Scapecchi, Imperial, François Stevenin, Livio accademico inquieto nella Milano tra Massimo Gatta, Federica Formiga, Munier, Carla Rossi, Adriana Meynet, Cinquecento e Seicento. Alessandro Scarsella, Antonella Ferro, Joseph-César Perrin. Nel n. 244, quar- Marco Menato, Bruno Lucci. In fine to del 2018, si dà notizia del premio Marco Menato propone un profilo di Pietro Vietti ad Alessandra Zucco; Negli “Atti e Memorie dell’Acca- Franco Riva, bibliotecario e tipografo Joseph-César Perrin informa sui resti demia Toscana di Scienze e Lettere manuziano, mentre Raul Mordenti ri- di un villaggio salasso a Valsavaranche; La Colombaria”, LXXXII, 2017, tra corda il grande studioso di paleografia, Joseph Rivolin illustra un quadro nella gli altri segnaliamo i saggi: Arnaldo Armando Petrucci (1932-2018). cappella dell’Ospizio del Piccolo San Marcone, Arnaldo Momigliano. Radici Bernardo; Adriana Meynet pubblica le ebraiche, identità italiana, cultura an- annotazioni su eventi degli anni 1634- glosassone; Massimo Ferrari, Eugenio Nel fasc. 1-2 dell’a. XXXIV (genna- 1645 del notaio Jean Michel Freppaz Garin e Giovanni Gentile: la «storia io-agosto 2017) della “Rivista cistercen- di La Salle. della filosofia italiana». se” pubblicata dall’abbazia di Casamari Marco Frati scrive sull’architettura cistercense in Toscana nei secoli XIII- Il fascicolo 181, primo dell’annata “Annali della Scuola Normale Su- XIV; Luca Molignini tratta del’incor- LXI (2017) di “Studi Francesi” è de- periore di Pisa”. Classe di Lettere e Fi- porazione di Casamari nella Provincia dicato ai Petits traités del romanziere losofia, serie 5,2018, 10/2 segnaliamo: romana; Maria Cecilia Zaffi si occupa e saggista Pascal Quignard. Tra i saggi Giulia Ammannati, La firma ritrovata: del libro di mistica noto come Libro del del fasc. 182 segnaliamo quello di M. Bonanno e la Torre di Pisa; il supple- Beato Nicola e della sua riproposizione Costa sulle testimonianze scritte dei mento è dedicato agli scavi e ricerche da parte del monaco trappista Roma- volgari valdostani nel Medioevo. Il a Locri Epizefiri (Locri, RC; 2017), no Bottegal. fascicolo 185, primo dell’annata LXII Segesta (Calatafimi-Segesta, TP), Kau- (2018) è dedicato al giornalista, narra- lonia (Monasterare, RC) e Isola d’Elba tore, drammaturgo Octave Mirbeau (LI; 2013.17). “il 996”, rivista del Centro Stu- (1848-1917). In ogni fascicolo un’am- di Giuseppe Gioachino Belli, nel n. pia rassegna bibliografica. 3 dell’a. XVI (2018), insieme a vari Negli “Annali dell’Istituto Italiano studi sul poeta di Roma, pubblica un per gli Studi Storici” (XXXI, 2018) saggio di Angelo Romano sul primo Nel fasc. 3-4, a. 121 (luglio-di- segnaliamo tra l’altro il saggio di Edo- soggiorno romano dell’Aretino e una cembre 2018) di “Nice Historique”, ardo Manarini sulla prima espansione presentazione di “In aspre rime” nuo- trimestrale dell’Acadèmia Nissarda, del comune di Bologna nel contado va rivista militante di letteratura in dedicato a prigioni e bagni penali, tra (secc. XII-XIII); quello di Sara Ferrilli dialetto mediante una intervista al suo l’altro segnaliamo: Marc Ortolani che su Jacopo e Pietro Alighieri apologe- direttore Matteo Vercesi. confronta la legislazione piemontese ti della dottrina dantesca sul libero e francese in materia; Simonetta Tom- arbitrio; e quello di Jacopo Lorenzini baccini che scrive del cardinale Mauri- sull’élite militare dello Stato borboni- In “Cartevive”. Periodico dell’Ar- zio di Savoia e i forzati nel 1641; Aline co nel 1860. chivio Prezzolini, Biblioteca Cantona- Martinet che tratta dell’organizzazione le Lugano, a.XXIX, n. 57, settembre penitenziaria nel regno di Sardegna 2018, troviamo in apertura una essen- dopo la Restaurazione (1814-1860). “Rassegna storica del Risorgimen- ziale informazione sull’archivio di Gui- to”, a. CV, 1 (gennaio-giugno 2018): do Ceronetti (mancato il 13 settembre Marina Tesoro, Un risveglio storiogra- 2018) che lo scrittore da tempo aveva Su “Presence Savoisienne”, organe fico: Recenti contributi sul tema della destinato alla Biblioteca Cantonale di d’expression régionaliste et fédéraliste monarchia italiana; Rosella Folino Lugano; sono poi ristampati due arti- du Cercle de l’Annonciade, n. 173- Gallo, Il Reale conservatorio di musica coli di Ceronetti, uno inedito, l’altro 174, 2018, la seconda parte del con- a Napoli in età napoleonica; Michele comparso sulla “Stampa”. Seguono tributo di Guy Martin, La Déportation Finellli, Un repubblicano tra Roma quattro saggi: Mario Richter scrive di 403 Prezzolini, Luigi Inzaghi di Giuseppe Vannicola, Gabriella Palli Baroni di Vittorio Sereni, Alberto Cavaglion di Giorgio Bassani. Segue il censimento delle pubblicazioni (anni 2017 e 2018) che hanno che fare con i fondi conser- vati nella Biblioteca, da Prezzolini a Chiesa, da Flaiano a Ceronetti.

“MicRomania”, trimestrale che pubblica testi nelle lingue romanze re- gionali, nel fasc. 106 (settembre 2018) propone, tra altri provenienti da tutta Europa, versi di Renzo Francescotto (Trento) e del siciliano Benedetto Di Pietro; nel fasc. 107 (dicembre 2018) è la volta di Romina Floris (da Pola), Raffaele Pisani (Napoli), Leandro Ugo Japadre (Abruzzo).

“Kamen” rivista di poesia e filoso- fia, anno XXVIII, n. 54, gennaio 2019, dedica l’apertura a Giuseppe Baretti con la riproduzione di pagine della Frusta letteraria e un saggio di France- sca Savoia; il resto del fascicolo è dedi- cato a Marco Beck e Guido Morselli.

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