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“Album dei ricordi rossoblù”: Alessandro Manetti, jolly di centrocampo di Claudio Nucci 05 Aprile 2021 – 20:48

Arenzano. Centrocampista mancino di grande tecnica, autentico jolly di centrocampo ed ottimo rigorista e tiratore di calci di punizione, Alessandro Manetti, è cresciuto nel San Basilio Lazio e spiccava talmente forte, in mezzo al campo, rispetto ai suoi coetanei, al punto che una ditta che sponsorizzava Michel Platinì, lo scelse, unico in tutta la regione Lazio, per uno stage nella scuola calcio di “Roi Michel“, in Bretagna. Alla fine del corso venne premiato come secondo miglior giocatore, su 500 partecipanti, tanto chePlatini disse di lui: “Diventerà qualcuno”.

Con cotanto biglietto da visita, entra nelle giovanili dellaLazio , collezionando nel suo curriculum quattro presenze in Nazionale Juniores e trovandosi, nel contempo a giocare, nei ragazzi biancoazzurri, in un centrocampo formato ancheGigi Di Biagio e Oberdan Biagioni… e lo fa con tanta classe da venire ribattezzato “il piccoloBruno Giordano”.

Ne viene impressionato anche l’allenatore , che lo fa esordire in prima squadra, al Flaminio, in una partita di contro il Bologna, che vince 2-1 nei supplementari, per colpa (o meglio merito) proprio del grande ex Bruno Giordano (un goal ed un assist).. ed il diciassettenne Manetti subentra al posto dell’altra leggenda

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laziale Paolo Di Canio, proprio dopo pochi minuti del primo tempo supplementare…

Un buon anno in Serie C1, in prestito al Mantova ed uno in panchina alla Lazio, allenata da , affinando le doti tecniche, grazie agli allenamenti con Thomas Doll, Karl Heinz Riedle, , Angelo Grecucci, prima di essere ceduto all’Acireale di mister , dove ottiene la promozione in , giocando al fianco di e Costanzo Celestini, tanto da attirare le attenzioni del Verona di , che lo vuole con sé, in riva al Piave… Una collocazione ideale visto che vi resta sei anni, cinque in B ed uno in A (con 171 presenze ed 8 goal, di cui uno alla Fiorentina, su calcio di punizione nei minuti di recupero della partita).

Fra i tanti, in quel Verona giocavano , Damiano Tommasi, Gianluca Pessotto, Fabrizio Casazza, Antonio De Vitis, Marco Di Vaio, , Antonio Paganin, Vincenzo Italiano, , e Vincenzo Iacopino… con Attilio Perotti (con lui la promozione in A), Gigi Cagni e , a guidarli . nel tempo – dalla panchina.

Nel gennaio del ’99, il presidente Preziosi lo porta al Genoa e col Grifone giocherà per quattro stagioni, collezionando 94 presenze e godendo della fiducia dei vari mister del periodo (ancora Cagni, ma anche , , Alfredo Magni, Claudio Onofri ed il professor Scoglio), duettando fra gli altri – nei quattro anni che difende i colori del Grifone – conCosimo Francioso, Ivano Bonetti, e Federico Giampaolo, e Abdoulay Konko…

Con la gloriosa maglia rossoblù, segna cinque goal, il primo in un roboante 6-1, rifilato alla Ternana, suo bersaglio preferito, in quanto fa il bis l’anno dopo, alla prima di campionato, mentre gli altri tre, li fa a Cagliari, Bari e Crotone…

Nel 2002 passa al Venezia, dove gioca due stagioni, allenato da e giocando a fianco, fra i tantiFabio Bettarini, Igor Budan, Daniel Anderson (74 partite con la Nazionale svedese) e Paolo Poggi.

Con Padova, Alessandria, Derthona ed Arenzano (dove ha messo radici) gioca gli ultimi spiccioli di carriera…

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