Corso Di Laurea Magistrale in Scienze Storiche CORPI E NAZIONE

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Corso Di Laurea Magistrale in Scienze Storiche CORPI E NAZIONE Corso di Laurea Magistrale in Scienze Storiche CORPI E NAZIONE ITALIANA . GLI ESORDI DELL ’ANTROPOLOGIA E IL PROBLEMA DEGLI ANTENATI BARBARICI (1871 - 1919) Relatori: Ch.mo Prof. Maria Cristina La Rocca Ch.mo Prof. Carlotta Sorba Laureando: Fedra Alessandra Pizzato Matricola 588324 Anno Accademico 2011/2012 A mia nonna Elide che (giustamente) temeva i teschi INDICE ABBREVIAZIONI p. 4 INTRODUZIONE p. 5 I Presupposti internazionali p. 9 La nascita di uno stereotipo p. 14 I. LA NASCITA DELL ’ANTROPOLOGIA IN ITALIA :QUADRO STORICO CULTURALE 1. Positivismo e darwinismo p. 25 2. Poligenismo e monogenismo p. 33 3. L’Unità Nazionale p. 37 4. Un caso esemplare di multidisciplinarietà: il dialogo con la produzione artistica p. 44 II. GIUSEPPE SERGI E LA PROPOSTA “MEDITERRANEA ” 1. L’opera del Sergi: un monumento alla razza p. 51 2. La classificazione delle Razze p. 56 3. Arii e Mediterranei : I primi studi sulla stirpe celtica p. 61 4. Arii e Mediterranei : Il Mediterraneo p. 63 5. Arii e Mediterranei: Eurafricani e Eurasici in una prospettiva extra europea. Il problema delle migrazioni p. 66 6. Arii e Mediterranei: Contro la teoria filo – ariana. L’analisi linguistica ed antropologica p. 68 7. Arii e Mediterranei: tipi antropologici e diffusione territoriale nell’Europa dopo l’invasione aria p. 72 8 L’antigermanesimo di Giuseppe Sergi p. 74 8.1 Gli anni del primo conflitto mondiale: gli articoli pubblicati in «Nuovo Convito» e la psicologia dei popoli europei p. 78 III. GIUSEPPE SERGI E IL QUADRO POLITICO – CULTURALE NAZIONALE E INTERNAZIONALE 1. Identità etnica e futuro delle nazioni p. 87 1 1.1 Un’opera patriottica: Italia p. 87 1.2 Roma e la funzione “provvidenziale” della stirpe Mediterranea p. 89 1.3 L’ Europa al di là delle nazioni: prove antropologiche a sostegno dell’unità del continente (contro Gumplowicz) p. 93 2. Giuseppe Sergi nel contesto storico nazionale p. 97 2.1 Giuseppe Sergi e la Questione Meridionale p. 97 2.2 La strada verso il nazionalismo p. 99 3. L’ eredità di Giuseppe Sergi p. 104 3.1 Giuseppe Sergi e il fascismo italiano: un’eredità scomoda p. 104 IV. I GERMANI NELL ’ANTROPOLOGIA ITALIANA 1. La nascita di un problema: la Questione Longobarda p. 111 2. Ricerche storiche e archeologiche e le speranze nella “nuova scienza” p. 115 2.1 Le sfaccettature di un problema: i vari aspetti della questione del sangue p. 115 2.2 Le speranze riposte negli “eminenti craniologi” p. 121 2.3 Storia e Antropologia a confronto: Carlo Cipolla critica Giuseppe Sergi p. 124 3. Le risposte dell’antropologia p. 129 3.1 Antropologia e questione Longobarda: risposte a Carlo Cipolla p. 129 3.2 Ricerche sul campo: l’antropometria di Rodolfo Livi e la Psicologia Etnica p. 136 3.3 I Germani secondo Giuseppe Sergi: contro il Reihengräbertypus p. 142 3.4 I Germani secondo Giuseppe Sergi: le invasioni barbariche nell’alto – medioevo italiano p. 146 3.5 Castel Trosino: un fraintendimento? p. 150 3.6 Antropologia e Storia: le critiche alle “pretese” degli Storici p. 154 2 V. I GERMANI NELLE TERRE IRREDENTE 1. I Germani in Trentino p. 159 2. Le Popolazioni Allofone dell’Area Alpina. I Cimbri dei Sette Comuni Veneti e le Genti Ladine p. 167 3. Germani o Mediterranei? I Goti nell’ Illiricum p. 171 CONCLUSIONE p. 181 RINGRAZIAMENTI p. 189 APPENDICE ICONOGRAFICA p. 191 FONTI D ’ARCHIVIO p. 199 FONTI A STAMPA p. 199 BIBLIOGRAFIA p. 205 3 LISTA DELLE ABBREVIAZIONI : Rivista Abbreviazione «Archivio per l’Antropologia e l’Etnografia» AAE (1871 – 1936) «Atti della Società Romana di Antropologia» 1 RdA (1893 – 1910) «Rivista di Antropologia» RdA (1911 – 1937) «Rivista Italiana di Sociologia» RIdS (1897 - 1923) «Rivista di Filosofia Scientifica» RdFS (1881 - 1891) Luoghi di conservazione dei documenti Abbreviazione Istituto di Antropologia dell’Università La IAR Sapienza di Roma / Museo G. Sergi 1 A partire dal 1911 gli «Atti della Società Romana di Antropologia» cambiano nome in «Rivista di Antropologia», ma la veste tipografica e la linea editoriale vengono mantenute, pertanto l’abbreviazione utilizzata rimane la medesima (RdA) poiché costituiscono, di fatto, un’unica Rivista e un’unica fonte storica; Pertanto, per l’eventuale consultazione, basterà fare riferimento alla data e tenere conto che gli articoli anteriori al 1911 andranno ricercati negli «Atti della Società Romana di Antropologia». 4 INTRODUZIONE Questa tesi di laurea è il risultato di un percorso universitario incentrato sulla costruzione culturale delle identità intesa come problematica storica. La constatazione che la riuscita dei dispositivi di appartenenza presuppone l’istituzione di una (presunta) continuità temporale di un gruppo attraverso le varie epoche storiche mi ha spinta a superare le consuete periodizzazioni proprie della storiografia e a confrontarmi con età diverse al fine di apprendere come il tema etnico fosse stato percepito e continuamente reinventato secondo modalità differenti nel tempo e nello spazio. Seguendo quanto sostenuto da Patrick J. Geary, a parere del quale l’avvio della modernizzazione della storiografia è avvenuto grazie alla spinta degli studi nel campo della medievistica tra XIX e XX secolo 2, ho cercato di mettere a fuoco le problematiche affrontate in tale periodo. Mi sono così interessata alla rinascita in Italia del problema relativo all’eredità dei popoli Germanici, la cosiddetta Questione Longobarda . Grazie a ciò ho potuto anche prendere coscienza del fatto che la discussione - allora fervente in Europa - sulle eredità germaniche ha portato nel tempo alla produzione di stereotipi etnici, quali l’ormai famoso paradigma della “sepoltura con armi” attribuita tradizionalmente ai barbari invasori, che hanno resistito tenacemente nell’immaginario collettivo, come ha dimostrato un recente articolo di Cristina La Rocca3. Tenendo conto, inoltre, dei risultati della nuova storia culturale, sempre più attenta a confrontarsi con i problemi storici da una prospettiva multidisciplinare, ho tentato di ricostruire i rapporti tra i vari campi del sapere nell’epoca di formazione delle cosiddette discipline ausiliarie. Esse furono, infatti, le prime a fornire al discorso storico elementi utili a superare la sola lettura delle più tradizionali fonti scritte. Tale indagine mi ha permesso di individuare nell’antropologia così come era intesa a cavallo dei due secoli - e, dunque, nell’antropologia propriamente definita fisica - un campo ancora poco esplorato dagli storici del nostro paese. I principali studi sulla materia, infatti, sono stati finora condotti dagli antropologi culturali e dagli storici del fascismo intenti a ricostruirne gli elementi di lungo periodo, ma non esiste una vera ricostruzione storica dell’antropologia ottocentesca italiana. A una prima indagine delle varie fonti 2 GEARY P. J., Il mito delle nazioni. Le origini medievali dell’Europa , Carocci, Roma, 2009 3 L A ROCCA C., Antenati, distruttori, semplicemente inetti. I Longobardi nella storiografia Locale tra Otto e Novecento , in «Annales de historia antigua y moderna» 40, 2008 5 storiografiche e delle riviste dedicate alla disciplina emerge, però, chiaramente la volontà di questa di farsi, in quel periodo fondativo, interlocutrice privilegiata della storia. A ciò corrisposero una grande attenzione e molte speranze suscitate negli storici dalla nascita della biologia umana sul finire dell’Ottocento 4, complice un clima culturale che riponeva enorme fiducia nella scienza creduta al di là del bene e del male . Proprio in virtù di questa sua caratteristica, infatti, la nuova scienza dell’uomo venne ritenuta capace di offrire le risposte allora tanto auspicate dalla storiografia. Essa avrebbe, quindi, dovuto essere in grado di fornire la definitiva soluzione al grande problema che l’emergere delle moderne compagini statali proponeva: quello costituito dal rapporto tra etnicità e nazionalità. Era questo un quesito che assumeva allora una particolare importanza poiché si saldava con la necessità di fornire legittimità agli stati – nazione emergenti. Lo studio dell’antropologia precedente la sua svolta culturale offriva, inoltre, la possibilità di indagare da vicino il primo dei presupposti che Alberto Mario Banti 5 ha individuato come necessari alla definizione della nazione in senso moderno, il fatto cioè che questa venisse intesa come una comunità di discendenza . Tale idea, infatti, imponeva la necessità di istituire un legame che fosse in grado di proiettare contemporaneamente nel passato e nel futuro quel sistema di parentela che si voleva unisse tra loro anche le generazioni del presente. La nascita della biologia e la sua applicazione all’uomo negli intenti di molti avrebbe dovuto, infatti, permettere di stabilire scientificamente l’esistenza di tale legame e il fatto che esso potesse essere in qualche modo radicato nella fisicità della persona. Un simile presupposto contribuì evidentemente anche a superare l’ipotesi di una comunità unita da vincoli soprattutto spirituali così come era nata con il Romanticismo. In altre parole sembrava possibile, attraverso l’analisi anatomica/antropometrica, stabilire la forma stessa di quello che Herder aveva definito Volksgeist : attraverso le procedure di misurazione lo spirito del popolo sembrava, infatti, divenire un prodotto della materia. Lo sviluppo dell’antropologia fisica, che da alcuni non per caso veniva anche chiamata “zoologia 4 B ARBIERA I., The valorous Barbarian, the migrating Slav and the indigenous peoples of the mountains. Archaeological research and the changing faces of Italian identity in the 20th century , in Archaeology
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