"Parliamo Di ... Allevamenti Alternativi E Valorizzazione Del Territorio"

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTÀ DI AGRARIA DIPARTIMENTO DI SCIENZE ZOOTECNICHE CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN PRODUZIONI ANIMALI ATTI CONVEGNO NAZIONALE "Parliamo di ... allevamenti alternativi e valorizzazione del territorio" CUNEO 25 SETTEMBRE 2003 CENTRO INCONTRI PROVINCIA IN COLLABORAZIONE CON LA PROVINCIA DI CUNEO Convegno Nazionale "Parliamo di … allevamenti alternativi e valorizzazione del territorio" Cuneo 25 settembre 2003 Redazione a cura di: Prof.ssa Graziella Toscano Pagano Dott.ssa Carla Lazzaroni Dott. Davide Biagini Edito da: Dipartimento di Scienze Zootecniche Via Leonardo da Vinci 44 10095 Grugliasco (Torino) Depositato presso: Procura di Torino - Prefettura di Torino 17 marzo 2004 Convegno Nazionale "Parliamo di … allevamenti alternativi e valorizzazione del territorio" Cuneo 25 settembre 2003 PREFAZIONE Gli allevamenti alternativi assumono un ruolo importante nell’ambito delle produzioni zootecniche perché sono uno strumento essenziale per la valorizzazione di alcune produzioni tipiche in numerosi comprensori italiani. Il Convegno, che è stato tenuto quest’anno a Cuneo, ha avuto lo scopo di fare il punto della situazione sul tema dei cosiddetti allevamenti alternativi e del loro impatto sulla valorizzazione del territorio. Tutto ciò è stato realizzato con l’apporto di quattro relazioni principali che hanno riguardato: la valorizzazione del territorio con attività diverse da quelle tradizionali; il ruolo territoriale e le potenzialità produttive dell’allevamento ovi-caprino; la valorizzazione delle risorse boschive con l’allevamento suino; l’allevamento della fauna di interesse venatorio. A queste valutazioni sono seguite diverse comunicazioni orali e posters che hanno trattato problematiche relative al tema generale del Convegno. Il Convegno ha avuto un’appendice nel giorno successivo a Ceresole d’Alba (CN), dove si è svolto un Workshop sul tema “Tinca e acquacoltura nelle acque interne”. Con l’augurio che la partecipazione al Convegno ed una attenta lettura degli Atti, disponibili ormai da alcuni anni sul sito web del Dipartimento di Scienze Zootecniche, possano giovare agli argomenti trattati, si ringraziano tutti coloro che sono intervenuti: ricercatori, tecnici, allevatori e studenti che hanno affollato la sala convegni della Provincia di Cuneo ed il salone in Ceresole d’Alba. Un ringraziamento particolare ai professori Graziella Toscano ed Ivo Zoccarato rispettivamente promotori del Convegno e del Workshop ed ai relatori: prof.ssa Emilia Duranti, prof. Luca Maria Battaglini, prof. Gustavo Campodoni, prof. Attilio Bosticco, prof.ssa Bianca Maria Poli, prof. Roland Billard, dott. Piero Cornaglia ed al m.o Emilio Lombardi, Assessore all’Agricoltura della Provincia di Cuneo che ha aperto i lavori, nonché a tutti coloro che hanno contribuito con comunicazioni, posters ed interventi nell’ambito delle due giornate. 3 Convegno Nazionale "Parliamo di … allevamenti alternativi e valorizzazione del territorio" Cuneo 25 settembre 2003 Si ringraziano inoltre la Provincia di Cuneo, il Comune e l’Associazione “Amici della tinca” di Ceresole d’Alba, l’Università degli Studi di Torino per il contributo che hanno dato per la buona riuscita delle manifestazioni. La programmazione, la preparazione e la realizzazione del Convegno e del Workshop hanno richiesto impegno, tempo e capacità organizzative notevoli e ciò si è realizzato grazie all’eccellente collaborazione della dott.ssa Carla Lazzaroni, del dott. Davide Biagini e della dott.ssa Laura Gasco, del Dipartimento di Scienze Zootecniche che si sono assunti gran parte dell’onere ed ai quali va il nostro ringraziamento. Grugliasco, febbraio 2004 Prof. Enzo Tartari Direttore del Dipartimento di Scienze Zootecniche Università di Torino 4 Convegno Nazionale "Parliamo di … allevamenti alternativi e valorizzazione del territorio" Cuneo 25 settembre 2003 VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO CON ATTIVITÀ DIVERSE DA QUELLE TRADIZIONALI Emilia Duranti1, Carmen Casoli2 RIASSUNTO: Questo lavoro prende in esame diverse attività utili per valorizzare le terre a produttività marginale. A questo scopo vengono considerati: l’utilizzazione faunistica, con allevamenti di ungulati, avifauna e lepre, l’agriturismo e alcune operazioni agricole orientate verso i miglioramenti ambientali. PAROLE CHIAVE: allevamenti faunistici, agriturismo, miglioramenti ambientali. IMPROVEMENT OF THE ENVIRONMENT WITH NOT TRADITIONAL ACTIVITIES SUMMARY: This paper examines several activities suitable to improve the marginal lands. On this purpose faunistic utilisation, with ungulate or avifauna or hare breeding, agritourism and some agricultural operations, oriented towards the environmental improvement, are considered. KEY WORDS: faunistic breeding, agritourism, environmental improvement. PREMESSA Lo sviluppo economico e sociale che si è avuto in Italia negli ultimi decenni ha determinato profonde trasformazioni nell’agricoltura, che hanno portato a modificare il paesaggio e l’utilizzazione del territorio. In particolare si è assistito ad una concentrazione dell’attività agricola nelle zone più fertili, cioè nelle zone di pianura e pedocollinari, dove è stato possibile impiegare tecniche colturali adatte all’incremento delle produzioni e al miglioramento delle condizioni di lavoro dell’uomo, mentre l’agricoltura di collina e di montagna è andata marginalizzandosi. Si sono differenziate quindi due agricolture: una caratterizzata da livelli produttivi elevati con largo ricorso ai mezzi tecnici moderni, localizzata nelle zone largamente antropizzate; l’altra, a bassa produttività, basata principalmente sull’utilizzo delle risorse naturali presenti nelle zone a scarsa antropizzazione, che man mano sono state più o meno marcatamente abbandonate e ricolonizzate dal bosco (Genghini, 1994; Lucifero, 1995). Alla fine degli anni ’70, si è tentato di recuperare alla produttività queste terre incolte, soprattutto laddove non sussistevano sufficienti condizioni di destinazione delle stesse ad attività agricole o zootecniche di tipo tradizionale. Le vie di utilizzazione di queste aree, stimabili in 15 milioni di ettari, sono state soprattutto quella forestale e quella faunistica, peraltro non in contrasto tra loro e, almeno in parte, sovrapponibili. Una maggiore utilizzazione faunistica del territorio, realizzabile con minimi interventi strutturali e infrastrutturali, ha potuto infatti aumentare le potenzialità di numerose aziende agricole sotto 1 Professore Ordinario. Dipartimento di Scienze Zootecniche. Università degli Studi di Perugia. 2 Professore Associato. Ibidem. 5 Convegno Nazionale "Parliamo di … allevamenti alternativi e valorizzazione del territorio" Cuneo 25 settembre 2003 l’aspetto dell’integrazione dei redditi, e, contemporaneamente, contribuire alla ricostruzione dell’equilibrio ecologico e al recupero economico attraverso la produzione di carne e, forse più proficuamente, attraverso lo sviluppo turistico o turistico-venatorio (Lucifero e Giorgetti, 1997). UTILIZZAZIONE FAUNISTICA La possibilità di allevare selvatici si è presentata come strategia alternativa nella diversificazione produttiva delle imprese. Nelle aree marginali è stato un fatto estremamente importante, da non sottovalutare in quanto ha rappresentato una fonte di reddito e di occupazione, così come da tempo avveniva in altri Paesi dell’Europa e del Mondo, che avevano avvertito assai prima dell’Italia la portata del problema ed avevano operato in tal senso. E’ fuori dubbio che l’animale selvatico si è rivelato un buon utilizzatore delle risorse naturali, in quanto dotato di grande capacità di adattamento all’ambiente, di spiccata resistenza alle malattie e di elevata possibilità di sopravvivenza anche in condizioni difficili. Peraltro, la reintroduzione di selvatici nelle zone ad essi destinabili, ha costituito anche un fattore di riequilibrio ecologico, oltre che una fonte di proteine animali di elevato pregio. Gli allevamenti di ungulati selvatici a scopo alimentare sono stati resi possibili in Italia dalla legge nazionale 968/77 sulla protezione della fauna. I primi allevamenti sono sorti agli inizi degli anni ’80 con la emanazione delle leggi regionali. E’ necessario ottenere autorizzazioni per l’esercizio di questa attività, in quanto gli animali in libertà appartengono allo Stato e la detenzione senza autorizzazione comporta ipotesi di appropriazione di beni statali con sanzioni di tipo amministrativo e penale (Rambotti, 1991). L’allevamento a scopo alimentare si è configurato quindi come attività zootecnica (art. 19 L 968/77) e si è differenziato, perciò, in maniera sostanziale dalle tipologie di allevamenti previste dalla legge come strumenti della gestione faunistica e venatoria del territorio (centri di produzione di selvaggina, recinti di caccia in aziende faunistico-venatorie). Per questo motivo essi sono sottoposti a vincoli di estensione spaziale minima, di quantità massima di territorio impiegabile, di autorizzazione e conduzione che ne rendono meno generalizzabile la realizzazione. Ogni allevamento viene attuato in un ambiente confinato e, necessariamente, più o meno artificiale, nel quale gli animali sono sottratti all’azione selettiva dell’ambiente e in parte anche alle normali interazioni sociali. Oltre al rischio di consanguineità, i soggetti prodotti in cattività sono per lo più inadatti a sopravvivere e riprodursi con successo in libertà. Gli allevatori tendono ad utilizzare, per la produzione della carne, gli esemplari più prolifici e più grossi, che si rivelano invece molto meno adatti per il ripopolamento. E’
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