I Primi Anni Ottanta
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La-Banda-Della-Magliana.Pdf
INDICE 1. La Banda della Magliana.................................................................................................................... 2. La struttura criminale della Banda della Magliana............................................................................. 3. Banda della Magliana......................................................................................................................... 4. Una Banda tra mafia, camorra e servizi segreti.................................................................................. 5. I rapporti tra la Banda della Magliana e Licio Gelli........................................................................... 6. I ricatti della Banda............................................................................................................................ 7. Gli intrecci pericolosi della Banda della Magliana............................................................................ 8. Dall’assassinio di Carmine Pecorelli alla fuga di Calvi..................................................................... 9. La mala romana e la Mafia................................................................................................................. 10. Vita e morte della gang romana........................................................................................................ 11. Banda della Magliana: i padroni di Roma........................................................................................ 12. Omicidio di Roberto Calvi.............................................................................................................. -
Camorra: È Di Nuovo «Guerra» Ieri a Napoli Massacrati in 4
t f *T V 1>*S •" -^ ** *\7' •*! .,-«, _*. ^ * *«£, -*•- • F**JtX » - * ì • • *- *"* » •«.*•*-•>* - * -- f *•*•; PAG. 2 l'Unità ATTUALITÀ Sabato 3 aprile 1982 Ottaviano, dove finisce lo Stato Dopo l'assassinio di Semerari è finita la singolare «tregua» degli ultimi giorni 200 mila lire Camorra: è di nuovo «guerra» per un metro di terra Ieri a Napoli massacrati in 4 Salgono così a 88 le vittime dall'inizio dell'anno - Nel 1981, alla stessa data, i morti erano 51 - La «sorpresa» La metà per che Cutolo aveva preparato alla Nuova Famiglia per Pasqua e che doveva trasformarsi in un massacro Dalla nostra redazione Con questi quattro omicidi NAPOLI — Puntuale, come la «lista» dei «morti di morte sfondo anch'esso sanguino violenta» a Napoli e in pro un omicidio so del «misterioso» caso Se- vincia, si allunga — quest* merari-Cirillo, è arrivata u- anno - a 88. Lo scorso anno, n'altra strage delle Camorre. quando già si levavano alte Dopo quindici giorni di cal le grida d'allarme, erano (al ma, inspiegabilmente rispet la stessa data) solo 51. La *> \ «iv^KSOSK^^ VNV tata in questi ultimi giorni guerra tra le bande, che ave dell'affare Cirillo, è riesplosa va trovato una strana «pau :| la tempesta. In poco meno di sa» (la stessa registrata du ventiquattro ore altri quat rante i giorni del rapimento tro personaggi di media e Cirillo, a causa della presen piccola «taglia* nelle gerar za di un grosso spiegamento chie della criminalità orga di forze dell'ordine) negli ul nizzata, sono stati ammazza timi quindici giorni, è dun ti —anzi «massacrati» — a que ripresa con la «quotidia colpi di pistola e di lupara. -
La Tesi Camorra Non Spiega Tutto Nel Carcere Dove Cutolo Detta Legge
Sabato 3 aprile 1982 ATTUALITÀ l'Unità PAG. 3 Gli scritti inviati al boss Cutolo e alla segretaria Altre due lettere di Semerari Continua così l'oscura regia? La tesi camorra non spiega tutto Gli investigatori battono la pista delle bande criminali e sospettano don Raffaele - Un appunto del professore che, prima di essere assassinatoissinato, rinnega un'intervista — Contraddizioni — I probabili rapporti con Rotondi ASCOLI — Una panoramica del carcere Dal nostro inviato da Semerari come un uomo Cosa effettivamente Se selvaggiamente il professore poi procedere alla sanguino NAPOLI — Il professor Aldo di spiccata intelligenza, di e- merari affermi nelle due sono stati gli uomini dì Um sa esecuzione. Semerari probabilmente co levate capacità, un uomo ca missive non si sa. I carabi berto Ammattirò (clan della Ma non s'era detto che a Così vivono camorristi e terroristi ad Ascoli nosceva bene l'uomo chiave pace di persuadere e di tra nieri sono convinti, comun «Nuova Famiglia») o quelli di prelevare il professore dall' del «giallo-, l'ambiguo Luigi scinare la gente e che non que, che siano state scritte sì Raffaele Cutolo (clan della albergo di via Caracciolo e- Franco Rotondi. Semerari dovrebbe stare in carcere ma da Semerari, ma in assoluto «Nuova Camorra.)? Una rano stati gli uomini dì Am- era in buoni rapporti, al di là dovrebbe ricevere le cure di stato di costrizione. Insom chiave — si osserva — po maturo, il boss che aveva bi dei suoi interessi professio cui ha bisogno. Nell'appunto ma, lettere estorte, quasi det trebbe essere il messaggio al sogno, anche lui, di un refer nali, con il boss Raffaele Cu to medico? E l'assegno di due Nel carcere dove Cutolo Semerari accusa la Trapani tate. -
Dr.Ssa Alessandra CAMELI
“Associazione Italiana di Psicologia Giuridica” 10° CORSO DI FORMAZIONE in Psicologia Giuridica, Psicopatologia e Psicodiagnostica Forense Anno 2010 “ OMICIDI RITUALI: STORIA E ATTUALITA’ ” Docenti: Paolo Capri Dott.ssa Cameli Alessandra Anita Lanotte 1 INDICE Introduzione 1. Omicidi Rituali : definizione……………………………………………………….….....4 1.1. Uccidere o Sacrificare : esame di alcuni casi…………………………………………….…5 1.2. L’ Arcano Maggiore dell’ Appeso……………………………………………………………8 1.3. Il Calcolo della data……………………………………………………………………...….…9 2. Mito e Psiche………………………………………………………………………….…10 2.1. Rappresentazione dell’ ambiguità oggettuale nel Mito e nella Psiche………….…....10 2.2. Il Pensiero Magico e il suo ruolo nei delitti rituali…………………………………….….11 2.3. Il Carattere Simbolico di alcune tecniche assassine : esame di alcuni casi…………...13 2.4. Il ruolo della Maschera nel Sacrificio e nel Crimine……………………………………..18 3. Satanismo Criminale……………………………………………………………………..20 3.1. Esame di alcuni casi……………………………………………………………………….….21 3.2. Omicidi Occulti…………………………………………………………………………….…25 3.3. Ipotesi esoterica dietro l’ omicidio di John Fitzgerald Kennedy…………………….…28 4. Testimonianze storiche degli Omicidi Rituali…………………………………………..30 5. Conclusioni……………………………………………………………………...………33 6. Bibliografia…………………………………………………………………………..….34 2 Introduzione Il delitto esiste da quando esiste l’uomo, infatti sono proprio le comunità degli esseri umani a delineare con questo termine un atto brutale che è portatore di uno squilibrio nei rapporti tra le persone. Questo lavoro vuole analizzare il significato del delitto secondo la duplice prospettiva “mitologico - magica” e “psicologica” , cercando di evidenziare come i significati rituali di un omicidio possono essere confrontati con i significati psicologici del medesimo. Per sostenere gli argomenti trattati in questo lavoro si è ritenuto necessario prendere in esame alcuni casi sia del passato che della cronaca attuale. 3 1. -
Camera Dei Deputati Senato Della Repubblica
CAMERA DEI DEPUTATI SENATO DELLA REPUBBLICA XI LEGISLATURA Doc. XXIII n. 12 COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SUL FENOMENO DELLA MAFIA E SULLE ALTRE ASSOCIAZIONI CRIMINALI SIMILARI (istituita con decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306, convertito, con modificazioni, in legge 7 agosto 1992, n. 356) (composta dai deputati: Violante, Presidente; Sorice, Segretario; Tri• podi, Segretario; Abbate, Acciaro, Angelini Piero Mario, Ayala, Bargone, Biondi, Borghezio, Buttitta, Cafarelli, D'Amato, Fausti, Ferrauto, Folena, Galasso Alfredo, Grasso, Imposimato, Leccese, Mastella, Matteoli, Olivo, Ricciuti, Rossi Luigi, Taradash; e dai senatori: Cabras, Vice Presi• dente; Calvi, Vice Presidente; Biscardi, Boso, Brutti, Butini, Cappuzzo, Casoli, Covello, Crocetta, D'Amelio, De Matteo, Ferrara Salute, Fiorino, Frasca, Garofalo, Gibertoni, Guerritore, Marchetti, Montini, Ranieri, Ra- pisarda, Robot, Smuraglia, Zuffa) RELAZIONE SULLA CAMORRA (Relatore: onorevole Luciano VIOLANTE) approvata dalla Commissione il 21 dicembre 1993 Presentata alle Presidenze il 15 febbraio 1994 ai sensi dell'articolo 25-quinquies del decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306, convertito, con modificazioni, in legge 7 agosto 1992, n. 356 Camera dei Deputati — 2 — Senato della Repubblica XI LEGISLATURA DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI DOCUMENTI Signor Presidente, Le trasmetto, ai sensi dell'articolo 25 quinquies, comma 1, lettera d) , del decreto-legge 8 giugno 1992, n.306, convertito, con modificazioni, nella legge 7 agosto 1992, n. 356, la relazione sulla camorra, approvata da questa Commissione nella seduta del 21 dicembre 1993. Con molti cordiali saluti (Luciano Violante) On. Dott. Giorgio NAPOLITANO Presidente della Camera dei Deputati PS/mp Camera dei Deputati — 3 — Senato della Repubblica XI LEGISLATURA — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI — DOCUMENTI Roma, -*íT /¿ A ^ Prot. -
MAFIA CAPITALE. ANATOMIA DEI PROTAGONISTI1 Martina Mazzeo
La ricerca 1 MAFIA CAPITALE. ANATOMIA DEI PROTAGONISTI1 Martina Mazzeo Ricostruire le storie dei principali protagonisti di Mafia Capitale e focalizzarne gli intrecci può probabilmente aiutare ad arricchire la conoscenza dello scenario criminale e del sistema di potere messi in luce dall’Operazione Mondo di Mezzo.2 A partire dalla Banda della Magliana, è infatti possibile individuare lo sviluppo a Roma di una storia criminale in cui si affollano, si ripropongono e si rigenerano in modo ininterrotto ambienti, attori e metodi, talora corruttivi, talora mafiosi, spesso efficacemente miscelati, e riconoscere la presenza retrostante di un humus in grado di riprodursi con continuità. Pertanto, proprio cercando di cogliere gli elementi di questa continuità, si proporrà un’analisi di Mafia Capitale che cerchi di catturare le diverse soggettività e di comprendere l’orientamento all’azione dei vari protagonisti. Per meglio soddisfare tale obiettivo, si considereranno separatamente due sistemi d’azione, quello criminale e quello imprenditoriale, tra loro comunicanti. Come anticipato da Nando dalla Chiesa,3 il network denominato Mafia Capitale si articola in una composita serie di attori, individuali e collettivi, operanti sul territorio di Roma Capitale, entro i confini del Grande Raccordo Anulare e nel contesto di Ostia (X Municipio). Sul piano degli attori individuali, spiccano le figure di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi: il rapporto che intercorre tra i due rappresenta “il centro del centro” su cui si regge la complessa organizzazione di Mafia Capitale. Bisogna poi considerare l’intervento di una quota di “popolazione influente”: non solo criminali in senso proprio, quindi, ma anche personale politico, 1 Come è ovvio, tutte le persone indagate qui citate sono da considerare non colpevoli sino a sentenza definitiva. -
Vita E Morte Di Una Gang Romana Vita E
La Banda della Magliana VITA E MORTE DI UNA GANG ROMANA di Rita Di Giovacchino La mala romana, fino a tutti gli anni Sessanta, aveva vivacchiato all’ombra di piccoli traffici, riciclaggio, contrabbando di ”bionde”, qualche rapina. Ogni quartiere aveva i suoi boss e i contrasti si risolvevano ancora a coltellate. Ma agli inizi degl’anni Settanta, con l’avvento dei Marsigliesi, gangster italo francesi come Turatello e Bergamelli trasferitisi nella capitale, e il diffondersi sulla piazza romana della droga pesante, gli irruenti boss locali cominciarono a sentirsi stretti sul loro “territorio”. E a un certo punto schizzarono alla conquista dell’intera città, grazie a un patto tra gang, “paranze” o “batterie”, come venivano definite in gergo, che fino a quel momento si erano spartite in modo abbastanza pacifico i quartieri di Roma sud: da Trastevere a Testaccio, dalla Magliana all’Ostiense fino al litorale romano da Ostia ad Acilia. Un’avventura che ricorda la nascita delle gang criminali nella Chicago anni trenta, anch’essa destinata a finire in un bagno di sangue. In questi ultimi anni la saga della Banda della Magliana, sta diventando oggetto di rivisitazioni narrative e cinematografiche, segno, che si può cominciare a guardare a quel sanguinario periodo con gli occhi della memoria. I giovani lupi della Magliana erano riusciti a spartirsi la città, ma avevano anche cambiato pelle. I trasteverini e i testaccini venivano chiamati “mafiosi” per il loro legame con il boss Pippo Calò. Quelli della Magliana e di Ostia “camorristi” per i loro rapporti con i luogotenenti di Cutolo , il boss supremo della Nuova Camorra Organizzata: pronti a scannarsi per spartirsi le zone d’influenza, lo “sgarro” veniva ormai punito con l’omicidio, come a Palermo. -
Strategy of Tension: the Case of Italy
Click here for Full Issue of EIR Volume 31, Number 14, April 9, 2004 an extensive network of contacts in the Arab world. Genoud nals have never been found. Similarly, the originals of the had been in contact with Allen Dulles since 1943. Large many letters he wrote to his party colleagues and his family chunks of SS assets were transferred via Switzerland into were never found. According to one interpretation, this is Spain and Portugal, and from there to Turkey, Sweden, and because Moro had started to reveal the existence of the NATO Argentina, where they were invested. secret “stay behind” organization, called Gladio. We can presume that Dulles was well informed about this Parts of the memorandum, in a typewritten version, were transfer of SS assets abroad, since it was also Dulles who found in October 1978, when the newly appointed special made sure that after the war, Schacht was appointed as the so- anti-terrorism Carabinieri team under Gen. Carlo Alberto called “trustee” of the SS funds. Preceding this, Schacht had Dalla Chiesa1 discovered a Red Brigades hideout in Milan. been acquitted of war crimes by the Nuremberg Tribunal. (In that apartment, on the via Montenevoso, Dalla Chiesa’s Another participant in the Strasbourg SD conference was men found also 15 letters written by Moro, other than those Otto Skorzeny, head of Office VI S (“S” for sabotage) of the which the terrorists had delivered to politicians and to mem- RSHA. Skorzeny was head of the SD Jagdkommando, the bers of Moro’s family during Moro’s captivity.2) However, SS’s “special operations” unit. -
Storia Criminale Del Figlio Di Un Fornaio
La banda della Magliana Personaggi e interpreti di una banda criminale Tutti gli uomini della banda STORIA DEL FIGLIO DI UN FORNAIO La sua morte come nella scena di in un film. Davanti ad un bar di Trastevere, raggiunto da una pallottola che gli si è conficcata nel fianco mentre è appena salito sulla sua Renault 5, mette in moto la vettura e riesce ad arrivare fino in ospedale, crollando poi fra le braccia degli infermieri e morendo mentre i medici stanno per intervenire. “Er Negro”, al secolo Franco Giuseppucci, 33 anni, uno dei gangster più in vista della Banda della Magliana, non poteva che morire così, cercando di salvarsi da solo. Era un sabato, sabato 12 settembre 1980. Con la sua fine si avvererà il suo sogno criminale: proprio per vendicare la sua morte si compirà quella piena coesione delle varie autonomie criminali romane che stavano dando vita a quella banda che i media chiameranno la Banda della Magliana, una banda che lo stesso Giuseppucci aveva ampiamente contribuito a formare. E proprio muovendosi attraverso le propaggini di Trastevere, tra viale Marconi e il quartiere della Magliana, che Franco Giuseppucci - il quale, prima di diventare “Er Negro”, per tutti era “Er fornaretto” perché lavorava con il padre fornaio, morto in uno scontro a fuoco con la polizia - aveva per primo percepito che a metà degli anni Settanta esisteva a Roma uno spazio criminale lasciato vuoto dal clan delle tre B dei Marsigliesi: Berenguer, Bergamelli e Bellicini. I suoi primi passi nel mondo della malavita romana, fino a quel momento polverizzata in mille gruppi di quartiere, se non addirittura di rione, e dedita soprattutto a furti, rapine e scommesse clandestine, Giuseppucci, l’occhio sinistro di vetro a causa di un incidente stradale, li muove nel vicino quartiere del Trullo dove è il leader di un gruppo di rapinatori. -
David Ward, “Mysteries About Mysteries” Giancarlo De Cataldo
David Ward, “Mysteries about Mysteries” Giancarlo De Cataldo (2002) Romanzo criminale (Turin: Einaudi), 628 pp., €16, ISBN 88-06- 16096-6, paperback De Cataldo (2007) Nelle mani giuste (Turin: Einaudi), 333 pp., €15.80, ISBN 978-88-06-18539- 8, paperback Lucarelli, Carlo (2002) Misteri d’Italia. I casi di Blu Notte (Turin: Einaudi), 262 pp., €14.00, ISBN 88-06-15445-1, paperback Lucarelli (2003) Nuovi Misteri d’Italia. I casi di Blu Notte (Turin: Einaudi), 213 pp., €14.50, ISBN 978-88-06-16740-0, paperback Lucarelli (2007), Piazza Fontana. Lo Speciale di Blu Notte. Misteri Italiani (Turin: Einaudi), 136 pp., €23.50, ISBN 978-88-06-18524-4, paperback + dvd Simone Sarasso (2007) Confine di stato (Venice: Marsilio), 414 pp., €18, ISBN 978-88-317- 9249, paperback Tobias Smith (2003) The Dark Heart of Italy (London: Faber & Faber), 307 pp., ₤8.99, ISBN 13: 978-0-86547-724-7, paperback At the conclusion of the chapter on the Piazza Fontana bomb atrocity, in his The Dark Heart of Italy , Tobias Smith throws in the towel. The whole affair is such a web of intrigue, corruption, deceit and impunity that it beggars understanding. This particular part of the dark heart, he is forced to concede, is so obscure, its mysteries so deep as to be impenetrable. Football, and the fortunes of his local team, Parma, to which he turns with some relief in the following chapter, though not devoid of its own mysteries, turns out to be more amenable to investigation. Time and again throughout his book, Smith comes up against the same paradox: how can Italy be populated both by the lovely and delightful people one meets every day, and whom Smith meets in Parma and with whom he has become firm friends, and by large sectors of a truly awful ruling class whose distinguishing traits seem to be dishonesty, corruption and a belief in their own impunity? Italy, so goes the blurb on his cover, is both “Europe’s most beautiful” and “most disconcerting country.” Faced with this quandary, Smith falls back on a less than convincing explanation that features in the title of his book. -
LA CAMORRA E IL CASO CIRILLO* a Cura Di Sarah Mazzenzana
Storia e memoria LA CAMORRA E IL CASO CIRILLO* a cura di Sarah Mazzenzana Abstract The section “History and Memory” reports a selection of excerpts from the “Rapporto sulla Camorra”, issued by the Italian Parliamentary Anti-Mafia Commission in 1993. For the first time in its history, the Parliamentary Anti-Mafia Commission drew its attention specifically on a phenomenon which until that moment had been underestimated. This document offers a significant and thorough understanding of the Camorra by dealing with the historical events that allowed the Campania criminal organisation’s entrepreneurial development, including the building reconstruction of the areas hit by the 1980 Irpinia earthquake, the growth of the Nuova Camorra Organizzata and the kidnapping of politician Ciro Cirillo. Keywords: Camorra; Italian Parliamentary Anti-mafia Commission; earthquake; Cirillo kidnapping; enterprise La sezione “Storia e Memoria” di questo numero della Rivista propone un documento storico di estremo rilievo. Si tratta della prima relazione sulle organizzazioni camorristiche redatta dalla Commissione Parlamentare Antimafia, durante l’XI Legislatura, sotto la presidenza di Luciano Violante. La relazione fu approvata dalla Commissione il 21 dicembre 1993 e presentata al presidente della Camera dei Deputati, Giorgio Napolitano, e al Presidente del Senato, Giovanni Spadolini, il 15 febbraio 1994. Per la prima volta nella storia, a più di trent’anni dalla sua istituzione, la Commissione Parlamentare Antimafia si occupò specificamente di camorra, redigendone un iniziale e fondamentale quadro analitico organico. Pubblichiamo qui la terza parte del Rapporto dedicata a “Lo sviluppo e le connessioni della camorra moderna” preceduta, nella versione integrale della relazione, da “La struttura delle organizzazioni camorristiche” e da “I principali punti di crisi nella realtà campana”. -
Aldo Semerari, Il Criminologo Nero
Aldo Semerari, il criminologo nero 10 Maggio 2015 Ottaviano. 1 aprile 1982. Viale Elena, nei pressi della casa dove abita Vincenzo Casillo, un camorrista molto vicino al boss Raffaele Cutolo. All’interno del portabagagli di una autovettura Fiat 128 rossa, che risulterà rubata una settimana prima, viene rinvenuto il cadavere di un uomo. Il corpo è decapitato, legato con la tecnica dell’incaprettamento. La testa, chiusa in un involucro di plastica, è all’interno di una bacinella, poggiata sul sedile anteriore della macchina. La salma viene identificata. Si tratta di Aldo Semerari, professore ordinario all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, autore di opere scientifiche riconosciute a livello internazionale, fautore di una criminologia ispirata alla fenomenologia di Carl Jaspers (filosofo di cui è il traduttore). Semerari è, certamente, il criminologo italiano più importante e famoso, ma è anche il più discusso. Le sue consulenze tecniche e le sue perizie hanno esplorato il cuore scuro dell’Italia, occupandosi dei casi giudiziari più eclatanti, dei delitti più efferati: il caso di Luciano Luberti, il cosiddetto Boia di Albenga; il caso di Pino Pelosi, il giovane di borgata che uccise Pier Paolo Pasolini all’idroscalo di Ostia; il caso Braibanti, l’intellettuale accusato e condannato per aver plagiato due giovani allo scopo di intrattenere con loro rapporti omosessuali; i crimini della Banda della Magliana; i fatti criminosi legati alla camorra. Ma Aldo Semerari è anche il “criminologo nero”, quello con una svastica tatuata su una caviglia, l’uomo che non ha mai fatto mistero delle sue simpatie e delle sue frequentazioni con l’estremismo di destra.